Piero Del Bondio Karin Karinna Bühler Michele Ciacciofera Katalin Deér H.R. Fricker Gabriela Gerber & Lukas Bardill Haus am Gern Michael Günzburger San Keller Zilla Leutenegger Carmen Müller Valentina Stieger

Un progetto artistico nel paese ARTE 18.6.–21.10.2018 Ein Kunstprojekt im Dorf arte-castasegna.ch Progetto Arte Castasegna

ARTE CASTASEGNA 2018 - PROGETTO ARTISTICO NEL PAESE DAL 18 GIUGNO FINO AL 21 OTTOBRE 2018 APERTURA SABATO 16 E DOMENICA 17 GIUGNO 2018

ARTISTI Piero Del Bondio Karin Karinna Bühler Michele Ciacciofera Katalin Deér H.R. Fricker Gabriela Gerber & Lukas Bardill Haus am Gern Michael Günzburger San Keller Zilla Leutenegger Carmen Müller Valentina Stieger

ORGANIZZATORE Progetti d’arte in Val

COMITATO DIRETTIVO Linus Berther, Anja Conzett, Marlene Fasciati, Davide Fogliada, Silvia Hofmann

DIREZIONE ARTISTICA / CURATORE Luciano Fasciati, Coira

COLLABORATRICE Céline Gaillard, Rapperswil

ASSISTENZA / MEDIA vacante

DIREZIONE TECNICA Marcello Negrini, -Coltura

ASSISTENZ Vakant

TESTI Marlene Fasciati, Céline Gaillard, Claudia Klammer

© 2017 Luciano Fasciati, Coira / Céline Gaillard, Rapperswil

STATO 20. dicembre 2017

1 Progetto Arte Castasegna

INDICE

Retrospettiva ...... 4

Progetto 2018...... 7

Storia di Castasegna...... 9

Struttura sociale della vita di paese...... 10

Cultura della circolazione stradale e i suoi presupposti storico-geografici...... 11

Eredità architettonica e cultura della costruzione ...... 12

Economia ...... 14 ewz – Elettricità per Zurigo e la Bregaglia...... 15

SOGLIO-Produkte ...... 16

Cultura...... 16

Villa Garbald / Fondazione Garbald...... 17

Giardini / orti...... 19

Castanicoltura...... 21

Bibliografia / Consigli di lettura...... 22

Artisti...... 24

Team del progetto...... 27

2 Progetto Arte Castasegna

RETROSPETTIVA

a Bregaglia è considerata una zona di transito, la cui storia è stata e sarà fortemente caratterizzata dall’emigrazione. A tutt’oggi molti Svizzeri non la conoscono. Da Maloja, la valle dell’alta (in dia- letto bregagliotto: Maira) si estende fino a . Allaccia il Canton Grigioni all’Italia e si cont- Lraddistingue per il suo forte dislivello, la vegetazione già meridionale e per i paesaggi pressoché intatti. Ai lati della valle si ergono varie cime sopra i 3’000 m. Non da ultimo è diventata famosa anche quale valle natia della famiglia d’artisti Giacometti e più recentemente per la scoperta dell’opera omnia del fotografo And- rea Garbald (1877-1958). Questo rifugio tranquillo ha attirato anche altri artisti, come Elvezia Michel-Baldini (1887-1963) discendente da una famiglia bregagliotta, Giovanni Segantini (1858-1899), Varlin (Willy Guggen- heim, 1900-1977) o in tempi più recenti Bruno Ritter (*1951) e Miriam Cahn (*1949).

Negli ultimi anni la Bregaglia si è distinta come località per esposizioni di arte contemporanea. Dopo l’itinerario artistico «ArteBregaglia», realizzato nel 2008 da un gruppo con a capo Patrizia Guggenheim e Angelika Affenranger-Kirchrath, il curatore di Coira Luciano Fasciati ha dato vita all’esposizione «Arte Hotel Bregaglia» nell’omonimo Hotel. Pensato come progetto a sé stante per l’estate del 2010, godette di una così grande eco che gli sono succedute ben quattro edizioni di fila. L’evento «Arte Hotel Bregaglia» raggiunse la sua conclusione nell’estate del 2014 con un libro esaustivo. La pubblicazione fece anche una rassegna di «ArteBregaglia», documentò «Video Arte Palazzo Castelmur 2013» e altri ingaggi culturali in valle come ad esempio la Villa Garbald.

Jules Spinatsch, «Himmelnomal», 2010; Immagine sul soffitto. / wiedemann/mettler, «Fiamma», 2010; Installazione. Arte Hotel Bregaglia, Promontogno. © Ralph Feiner

3 Progetto Arte Castasegna

Nel 2013 e 2015 si fece notare un ulteriore progetto espositivo curato da Luciano Fasciati e Céline Gaillard: «Video Arte Palazzo Castelmur» presentava, come lascia trapelare il titolo, videoarte presso il Palazzo Cas- telmur a Stampa-Coltura. Il Palazzo Castelmur, oggi museo aperto al pubblico, fu costruito nel 1723 dalla famiglia Redolfi e quindi ampliato dal Barone Giovanni Castelmur nel XIX secolo. Oltre ai locali storici con il loro arredamento sontuoso e le impressionanti pitture murali, il Palazzo offre ai visitatori un’esposizione per- manente sull’emigrazione dei pasticcieri grigioni e ospita l’archivio storico. Dieci postazioni di artisti hanno seguito le tracce delle varie epoche, dei suoi abitanti e della valle, con opere variegate e legate al contesto del luogo in ambedue le esposizioni.

Jürg Stäuble «Sphere», 2017 Sagex 20, 400 cm. Arte Albigna 2017 © Ralph Feiner

Nel 2017 con «Arte Albigna» abbiamo esplorato nuove terre. Il progetto, concepito nuovamente in relazi- one al luogo, conduceva dalla stazione a valle della funivia dell’Albigna a Pranzaira (1200 m) alla diga di sbar- ramento (2096 m) fino alla Capanna da l’Albigna (2333 m) estendendosi per i sentieri nelle immediate vici- nanze. L’ambizioso progetto che si dipanava su di un dislivello di circa 1300 metri, ha richiesto un approccio scrupoloso con la situazione topografica nonché un grande rispetto per la natura. Lo scopo era realizzare un nuovo evento artistico e farlo diventare un luogo d’incontro per alpinisti, escursionisti, turisti di giornata, per la popolazione locale e per un pubblico interessato all’arte, richiamando l’attenzione in vari modi sulle parti- colarità storiche, paesaggistiche e sociopolitiche.

4 Progetto Arte Castasegna

«Arte Hotel Bregaglia», «Video Arte Palazzo Castelmur» e «Arte Albigna» hanno portato in valle l’arte con- temporanea, facendo attecchire in loco idee progettuali di grande spessore. Questi progetti dimostrano che l’arte si può sviluppare perfettamente anche in località meno conosciute, al di fuori di centri culturali e met- ropoli, trasformandole in vivaci località di scambi artistici.

Evelina Cajacob, «Incrésciar - LangeZeit», 2013 · HD Istallazione video, 16:9, colore, immagine: Margarit Lehmann, suono: Martin Hofstetter, 1 h 23››; Video Arte Palazzo Castelmur 2013 © Ralph Feiner

Per noi l’interazione con gli abitanti, i rappresentanti del comune e dell’ente turistico, con i responsabili della cultura e con la popolazione è molto importante. Il loro atteggiamento nei confronti dei progetti passati e futuri è sempre stato molto positivo.

Nel 2013 l’importanza di queste esposizioni di arte contemporanea per la Bregaglia veniva espressa a parole dalla sindaca del Comune di Bregaglia Anna Giacometti: «Dopo alcuni anni di Arte Hotel Bregaglia a Promontogno, Luciano Fasciati e il suo team hanno deciso di organizzare una mostra di arte visiva contemporanea a Coltura. Pur essendo una costruzione molto ati- pica per la Bregaglia, il palazzo Castelmur è diventato uno dei simboli più importanti della nostra valle. (...) queste iniziative non sono importanti solo dal punto di vista culturale, ma anche per il turismo. Il nostro set- tore alberghiero sta attraversando un periodo difficile: un calo dei pernottamenti, la problematica dei cambi generazionali nella gestione e un aumento generale delle spese sta mettendo in seria difficoltà diverse strut- ture. (...) Un grazie di cuore a Luciano Fasciati, di origine bregagliotta, che da diversi anni s’impegna per portare in valle e farci conoscere l’arte contemporanea.»

5 Progetto Arte Castasegna

PROGETTO 2018

opo gli eventi artistici degli ultimi anni (2010-2017), nel 2018 l’associazione Progetti d’arte in vuole spostare l’attenzione su di un paese: quest’ultimo diverrà il tema di un progetto espositivo in Bregaglia. I punti prioritari di partenza saranno costituiti dalla struttura sociale, sto- Drica e politica della vita in paese. Saranno presi in considerazione anche processi artistici in collaborazione con gli abitanti, le ditte, le istituzioni ecc. del villaggio.

Nel 2010 i cinque centri della Bregaglia (, Stampa, Bondo, Soglio e Castasegna) si sono fusi nel Comune di Bregaglia. Ma un solo villaggio sarà messo in primo piano per l’esposizione: il paese di confine Castasegna. Si tratta del paese più a sud della Bregaglia, prima del confine tra Svizzera e Italia. La periferia della valle, che fu tematizzata già dal primo evento artistico e dai suoi progettisti (Arte Hotel Bregaglia 2010-2013), sarà ora sondata a fondo. Già in occasione del discorso di apertura di Arte Hotel Bregaglia, la storica dell’arte e curatrice Kathleen Bühler aveva così descritto il potenziale della Bregaglia: «Questa è un’opportunità, quando si usa l’arte come specchio dei nostri tempi estraendola dalla sobria sfera artistica per portarla nella vita di tutti giorni [...] Il vantaggio di presentare l’arte in luoghi inconsueti, consiste nel fatto che ci s’interessa maggiormente al luogo, percependo l’arte in modo differente. È più semplice entrare in contatto con essa e non si presenta quel timore di avvicinarsi ad essa che talvolta si può provare in un museo o in una galleria imponente.»

Ai margini della Svizzera l’esposizione dovrà essere un contributo al confronto tra la valle e la sua identifica- zione quale spazio vitale e culturale e al contempo seguire le problematiche attuali della tematica di confine, sia in ambito politico che storico come pure sociale, culturale e mediatico.

Luigi Serafni «Balancoires sans frontières», 2008. legno, plastica, metallo, canapa e colori acrilici. Arte Bregaglia 2008. © Raymond Meyer

6 Progetto Arte Castasegna

Questo significa tra l’altro che saranno richieste intenzionalmente discipline e mezzi di varia natura. In primo piano si troveranno posizioni transfrontaliere, fusionali, dissolutive o mutevoli che affinino la percezione sia per quanto riguarda le situazioni date, sia per il potenzialmente possibile e che favoriscano la riflessione. Lo studio approfondito dell’ambiente sia di quello personale che di quello altrui, dovrà essere promosso tramite l’esposizione, tematizzando e mettendo in relazione scottanti aspetti di attualità, carichi di tensione. A livello di contenuto si formeranno connessioni con la storia del paese, la sua cultura, la sua economia, con la colti- vazione delle castagne e le strutture sociali. Un elevato livello artistico sarà nuovamente in primo piano. «Le frontiere [...] dovrebbero essere luoghi d’incontro», così disse il sociologo Richard Sennett.1 La novità sarà il forte coinvolgimento con la popolazione di Castasegna. Gli abitanti saranno attivamente motivati a sviluppare e a realizzare progetti socioculturali. Ciò rafforzerà il legame con la loro eredità cul- turale e ravviverà la coesione sociale in paese. Contemporaneamente la popolazione di Castasegna riceverà l’opportunità di partecipare attivamente nel dare forma al suo futuro sulle basi di un›approfondita comprensi- one del suo passato, della sua ricca storia e del suo potenziale. Si aspira a una fruttuosa interazione tra le posi- zioni artistiche e i progetti socioculturali. D’altronde, come per i progetti già eseguiti in passato, degli artisti di professione sono selezionati e invitati alla partecipazione dai curatori. Ciò garantisce un progetto di altissima qualità che si farà conoscere anche al di fuori della regione. Dieci artisti singoli e due coppie di artisti sono già stati scelti e la maggior parte di loro ha già posto varie domande alla popolazione di Castasegna durante le due serate informative svoltesi in paese il 26 settembre 2016 e il 17 maggio 2017. Alcuni artisti partecipanti o i curatori hanno già preso iniziative e creato le basi per una collaborazione. Siamo lieti di ogni cooperazione nella preparazione, nell’allestimento, nella realizzazione e nella supervisione dell’evento e saremmo grati di poter contare sulle reti di contatto e sulle strutture esistenti in loco. L’esposizione sarà concepita in armonia con la strategia di posizionamento turistico della valle e in tal modo diverrà un sostegno per la creazione di un valore aggiunto per il turismo.

Il progetto artistico sarà nuovamente curato dall’associazione «Progetti d’arte in Val Bregaglia». L’associazione «Progetti d’arte in Val Bregaglia» ha quale scopo la promozione e la realizzazione di esposizioni, progetti e manifestazioni di arte contemporanea in Bregaglia.

1Cit. Anne McElvoy: «Grenzen sollten Orte der Begegnung sein», in: Passagen (1/2015), edito da Pro Heltia, Zurigo 2015, P. 8.

7 Progetto Arte Castasegna

LA STORIA DI CASTASEGNA

l nome del paese deriva dal termine obsoleto tedesco Castasengen (sengen: (ab)bruciacchiare). Già nel 1374 era menzionato come Castexegnia (significato: Castello presso paese acquitrinoso). Nel basso medioevo Castasegna formava insieme a Soglio e Bondo il comune di Sottoporta. Allora la vallata cattolica sottostava Ial vescovo di Coira e più tardi alla signoria feudataria dei von Salis. La nobile stirpe di Soglio produsse svari- ati ministri, vassalli e più tardi podestà e le fu concesso dai vescovi di Coira il titolo di cavaliere. Si espansero rapidamente in Bregaglia e in Valtellina ed esercitarono il loro ascendente anche in altri stati europei. Il loro potere economico e politico nella Repubblica Grigionese perdurò fino alla fine del XIX secolo. A Castasegna, nel 1621, case, stalle e cascine vennero date alle fiamme durante un assalto da parte di truppe spagnole. Il paese fu subito ricostruito. Castasegna visse un’altra invasione nel 1799 per mano di truppe francesi che sac- cheggiarono il paese.

Nel 1552 dopo la Riforma sotto Pietro Paolo Vergerio, Castasegna diventò protestante. La Chiesa rifor- mata Santa Trinità, che vista dall’alto si erge unica sopra il mare di tetti in piode fu eretta nel 1660. Fino all’anno1664 la parrocchia di Castasegna sottostava alla Chiesa Madre di Nossa Donna a Promontogno. Un›altra chiesa, quella di S. Giovanni Battista, venne nominata per la prima volta già nel 1409. Dal 1° gennaio 2010 Castasegna fa parte del Comune di Bregaglia nato dalla fusione dei cinque comuni precedenti.

Veduta del paese di Castasegna © Ralph Feiner, Malans

8 Progetto Arte Castasegna

STRUTTURA SOCIALE DI CASTASEGNA

astasegna comprende una superficie di 6,78 km2. La concentrazione di abitanti per km2 è di sole 28 persone. Se nel 1850 il paese contava 207 abitanti, nel 1910 il numero salì a 261 e nel 1980 se ne con- tavano solo 174. Il numero da allora è rimasto costante, nell’anno 2016 a Castasegna vivevano 176 Cpersone.

Gli abitanti del villaggio parlano un dialetto bregagliotto, il bregaiot (anche: bargaiot), un misto tra il lom- bardo e il romancio. La lingua ufficiale è però l’italiano. Sandro Bianconi nel 1998 in un saggio dimostrò che la lingua orale in Bregaglia presenta tratti complessi: mentre il bregagliotto viene parlato da tutti i bregagliotti, al secondo posto quale lingua corrente non c’è l’italiano, bensì lo svizzero-tedesco. Ciò, secondo Bianconi, è da attribuirsi sostanzialmente al fatto che i giovani per l’educazione secondaria si rechino per la maggior parte nella Svizzera tedesca. Accanto all’italiano standard che è la terza lingua più parlata, tutti i bregagliotti com- prendono pure il «lombardo», una forma attenuata del bregaiot, che si rifà ai dialetti poschiavini, valtellinesi e ticinesi e che è usato per conversare con i vicini valtellinesi. Bianconi motiva questa varietà linguistica con la posizione periferica della Bregaglia che geograficamente si colloca vicino alla Valtellina, ma che politica- mente si orienta alla Svizzera tedesca, nonché con il cambio di domicilio dovuto alla formazione scolastica o professionale e con la mancanza di un vero centro in Bregaglia. Tuttavia il linguista parla anche di una cosci- enza d’identità culturale insufficiente.

Verso la fine del XX secolo, dopo che l’albergo della Libertà e altri hotel vennero chiusi, il paese di confine Castasegna non ebbe più degli alloggi per ospiti. Negli ultimi anni la situazione è nuovamente cambiata e il paese è diventato più vivo: il ristorante Post è stato riaperto e offre anche delle camere, come pure la Rocca Bella. Il Caffè Salis ha aggiunto una veranda (Wintergarten). Al centro del paese panchine e posti a sedere davanti al Caffè sono usati come luogo d’incontro molto frequentato dagli abitanti del paese. Notevoli sono anche le attività della associazione senza scopo di lucro «Società femminile Sotto Porta» fondata nel 1922, che è percepita come un gruppo molto attivo. Fino ad oggi sono proposti diversi corsi, si tengono incontri perio- dici e si producono collettivamente lavori fatti a mano. La stanza della tessitura in principio fu allestita nella cantina della Villa Garbald, dove Maria Matossi con due telai moderni passò le sue conoscenze alle nuove generazioni, e dal 1981 si trova al piano superiore della chiesa di San Giovanni. Si tesseva sia per il fabbisogno personale sia per le vendite di beneficienza. Già nel 1919 le donne di Castasegna ottennero il diritto di voto ecclesiastico ed è stata anche Castasegna, che dopo l’introduzione del diritto di voto cantonale alle donne del 1972, quale primo comune bregagliotto introdusse il suffragio femminile. Ancora nello stesso anno fu eletta la prima donna, come sostituta, nel consiglio della scuola secondaria. La prima sindaca, Mengia Spreiter-Gal- lin, fu nominata nel 1986. Accanto alle numerose associazioni presenti bisogna nominare l’Hockeyclub Bre- gaglia. Nel 1988 fu creata una pista di ghiaccio, che nel 1996 dovette soccombere alla strada della circonvalla- zione. Il comune riuscì ad acquistare in sostituzione un piccolo prato a Brentan da adibire a campo sportivo, che esiste dal 1999.

Di speciale importanza per Castasegna sono la Villa Garbald e la ricca eredità culturale lasciata dai suoi abi- tanti di un tempo. All’unico edificio che il famoso architetto Gottfried Semper ha progettato al sud delle Alpi, utilizzato oggi come centro di competenze del politecnico federale di Zurigo, è dedicato in seguito un capi- tolo separato.

9 Progetto Arte Castasegna

CULTURA DELLA CIRCOLAZIONE STRADALE E I SUOI PRESUPPOSTI STORICO-GEOGRAFICI

l collegamento con la vicina Italia fino alla metà del XIX secolo era garantito da un piccolo ponte di legno che si trovava fuori da Castasegna sopra il torrente Lovero. Nell’anno 1859 questo fu sostituito dagli austri- aci, che allora detenevano il potere di là del confine, con un ponte in pietra più vicino al centro. Il traffico e Iil commercio aumentarono dalla seconda metà del XIX secolo, quindi si dovette adattare il ponte varie volte. Nel 2004 fu completato sul suolo italiano un nuovo ponte sul Lovero e la circonvallazione di Castasegna al di sotto del paese, da tempo agognata, divenne praticabile. Al contempo l’edificio doganale svizzero, comple- tato ormai da diverso tempo, entrò in funzione. A richiamare l’attenzione sul traffico di transito che per tanto tempo ha gravato in maniera quasi insostenibile sulla località, ci ha pensato l’artista Luigi Serafini (*1949) nel percorso artistico ArteBregaglia 2008: la sua istallazione «Balançoires sans frontières» accanto al vecchio valico doganale ne richiamava una variante allegra. Tra due pali verniciati di rosso e bianco da una traversa blu penzolavano due altalene. Sul sedile di una delle due c’era dipinta la bandiera svizzera, sull’altro quella ita- liana. In modo spiritoso e altresì rivoltoso ci si poteva dondolare in avanti e indietro da un paese all’altro. Da quando esiste la circonvallazione camion e macchine non intasano più la strada del paese. Il rumore e i fulig- ginosi gas di scarico restano al di fuori dell’abitato e la qualità di vita per gli abitanti è migliorata. Allo stesso tempo si è interrotto il rapporto con i viaggiatori di passaggio. Per attirare l’attenzione sul paese di Castasegna fu rinnovata la rotonda prima del confine – l’unica presente in tutta la valle – e l’artista Piero Del Bondio le diede una forma pronunciata: al centro si trova un disco giallo di cemento armato che simbolizza il sole e la sua divisione in due parti rappresenta l’assenza di quest’ultimo durante l’inverno per un mese.

Andrea Garbald, Ristorante Post, 1906

10 Progetto Arte Castasegna

Tra la Villa Garbald e la Casa Pool la «sträda növa», una volta mulattiera, porta dapprima alla frazione di Brentan con il complesso residenziale dell’ewz e le cascine per l’essiccazione delle castagne. La stradina si trasforma quindi in scalinate che portano su a Soglio tra boschi e prati. La parte più antica di Castasegna è annessa alla «sträda di Boscaia». La stradina acciottolata costeggia pittoresche case contadine e fienili conver- titi in abitazioni con giardini e orticelli. Questa parte del villaggio offre svariati scorci nel passato contadino con i suoi impianti conservatisi nel tempo come un’antica fontana con lavatoio.

Castasegna è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. La ferrovia Retica viaggia attraverso paesaggi ricchi di contrasti da Coira fino a St. Moritz. Da lì l’autopostale congiunge a intervalli di un’ora Castasegna e gli altri paesi della Bregaglia e continua la sua corsa in direzione di Chiavenna (Italia). In estate (giugno- ottobre) da Coira verso Thusis, per il passo dello Spluga fino a Chiavenna (Italia) e con l’autopostale si arriva a Castasegna.

EREDITÀ ARCHITETTONICA E COLTURA DELLA COSTRUZIONE

astasegna si adagia ai piedi di un pendio e possiede una struttura architettonica omogenea, definita dalle magnifiche case risalenti al XVII secolo, dai molti tetti in piode e dalla via principale acciotto- lata. Un inventario degli edifici di Castasegna fu compilato nel 1981 dal noto architetto ed ex colla- Cboratore del servizio monumenti Peter Zumthor. In esso egli descrive che accanto al nucleo contadino „Edi- fici abitativi di realizzazione e forma signorile [...]furono eretti sulla strada di passaggio dalle famiglie più importanti del luogo tra il 1696 e il 1800 “. L’edificio scolastico e il municipio di Castasegna furono edificati nel 1877 e nel 1879 dall’architetto veneziano Giovanni Sottovia. Quest’ultimo progettò anche l’Hotel Bregag- lia a Promontogno e alcuni palazzi a . Tra le case che s’affacciano sulla via principale spicca un edi- ficio dell’anno 1904 che presenta una decorazione in sgraffito. Una volta al piano terra di questa casa c’era la centrale del latte (latteria?). Le decorazioni create su facciate e pareti con la tecnica dello sgraffito, fanno parte della cultura contadina soprattutto delle vallate sud alpine del Grigione, nascono raschiando via tratti dello strato superiore dell’intonaco scoprendo parti di quello sottostante (deriva da sgraffiare). Tramite il contrasto di colori si creano elementi pittorici decorativi. L’architettura ha origini contadine e una moltitudine di case antiche e stalle di imponenti dimensioni con i caratteristici tetti in piode è ancora intatta. Fienile e casa sono spesso separati uno dall’altra. Molti fabbri- cati rurali sono stati adibiti ad abitazioni, ciò contribuisce a ravvivare il nucleo storico del paese. Le costruzi- oni agricole che non vengono più usate rappresentano un potenziale che dovrebbe essere spronato in modo ragionevole e sostenibile. Le riqualificazioni sono accompagnate da una consulenza edile obbligatoria.

11 Progetto Arte Castasegna

Inoltre si trovano anche nuove costruzioni del XXI secolo di notevole qualità che non rappresentano un’interruzione nell’aspetto complessivo del villaggio, come la costruzione complementare presso la Villa Garbald di Miller & Maranta o la casa unifamiliare sul pendio vicino alla Villa di Armando Ruinelli di Soglio. Il rinomato architetto, noto da tempo anche all’estero, ha pianificato un tetto con una leggera pendenza, per adagiare visivamente la casa nel paesaggio circostante. Grazie al rialzamento in avanti vengono conferite alla facciata frontale delle proporzioni più slanciate. L’intonaco, composto da una malta di calce, cemento e piet- risco, è stato applicato a mano e scintilla quando illuminato.

Sono presenti anche numerose case di vacanza, specialmente presso i gruppi di case a Brentan. Qui nel 1957-59 l’architetto bregagliotto Bruno Giacometti (1907-2012), fratello di Alberto Giacometti, costruì un complesso residenziale per l’ewz. Il famoso architetto, che lavorava nella linea di sviluppo del moderno dopoguerra, nel 1952 realizzò, accanto a tanti altri edifici come il museo naturale grigione, anche il padiglione svizzero per la Biennale di Venezia. In Bregaglia sono opere sue anche le scuole di Stampa e Vicosoprano e l’edificio postale di Maloja. Come per altre sue costruzioni nel Canton Grigioni, per la collocazione topogra- fica e la scelta del materiale ha preso riferimento dalle peculiarità locali.

Anche il «Casello doganale», il padiglione rosso presso il vecchio valico doganale è un’opera di Bruno Gia- cometti. Esso fu costruito nel 1959 a uso doganale. Nel 2006 fu restaurato da Armando Ruinelli e da allora è accessibile quale «Sala Viaggiatori», ovvero sala d’aspetto per i viaggiatori dell’autopostale. È evidente nel quadro omogeneo del paese il distributore di benzina a Farzett prima della circonvallazione: il distributore di fattura notevolmente moderna fu progettato nel 1962/63 dall’architetto Peppo Brivio. Costruiti a causa della motorizzazione del traffico nel XX secolo, i tre funghi in cemento armato dallo stile conciso e le grandi super- fici in vetro costituiscono a tutt’oggi un’apparizione che colpisce. L’evidente sagoma a imbuto doveva creare un riferimento alla funzione della stazione di servizio e riprendere formalmente l’inclinazione dei lati della valle. La costruzione rappresenta l’architettura delle aree di servizio vogliosa di esperimentare degli anni ’50 e ’60, nella quale l’attenzione volge sempre più sul tetto di copertura dei distributori, ispirando forme audaci agli architetti. Più tardi fu costruita una grande area di servizio, dunque la costruzione in cemento perse la sua funzione originale e adesso sperimenta, quale edificio attiguo, nuovi utilizzi.

12 Progetto Arte Castasegna

Bruno Giacometti, Casello doganale, 1959.

o studio d’architettura Renato Maurizio con sede a Maloja ha progettato il nuovo complesso doganale che fu edificato nel 2000. Dello studio Maurizio è anche la «Galleria il Salice» (2012) sulla via princi- pale, una riqualificazione di due stalle, costruite una accanto all’altra e in disuso da anni. Nella «Galle- Lria il Salice» hanno luogo esibizioni sempre diverse di arte contemporanea. La sala esibitiva si trova al piano superiore, dove una volta c’era il fienile. Collegato al piano di sopra tramite una scala chiocciola, c’è l’ambiente comune che a suo tempo era la stalla delle mucche.

ECONOMIA

’economia di Castasegna vive oggi per una gran parte dei benefici derivanti dal suo stato di località di confine con stazione doganale. Il primo edificio doganale fu costruito dal Canton Grigioni nel 1821 per la difesa del confine dalla allora Repubblica Cisalpina austrica. Ai tempi erano dei gendarmi a sorveg- Lliare il confine. Per il primo doganiere svizzero responsabile della riscossione dei dazi a Castasegna, Agos- tino Garbald, fu eretto nel 1860 un edificio più grande. Questo fu poco dopo ampliato per due volte. Una tettoia temporanea che riparava anche la strada ci fu solo dal 1973 fino al 2004. Nel 1999 fu fabbricato il già citato moderno complesso doganale di Renato Maurizio più vicino al fiume e il controllo doganale spostato sull’attuale strada della circonvallazione. Anche il turismo appartiene sempre più tra le fonti più importanti di guadagno. Tra i più grandi datori di lavoro si contano l’impresa idroelettrica della città di Zurigo nonché la SOGLIO-Produkte SA.

13 Progetto Arte Castasegna

EWZ – ELETTRICITÀ PER ZURIGO E LA BREGAGLIA

a ricchezza d’acqua in Bregaglia èutilizzata, tramite un partenariato tra la valle e l’impresa idroelettrica di Zurigo, per la produzione di energia. Nel 1954 con una votazione furono gettate le basi per la costru- zione di centrali idroelettriche, nelle quali si investirono fino a 175 milioni di franchi. Quindi venne Lcostruita la diga dell’Albigna tra il 1955 e il 1961. Per la Bregaglia il motivo principale per la costruzione di una diga di sbarramento furono le alluvioni disastrose come l’ultima del 1954. Ma anche il rilancio dell’economia, grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro, agli introiti fiscali e ai canoni d’acqua, rappresentava un tra- guardo per il futuro. Attualmente l’energia elettrica prodotta dalle acque dell’Albigna copre il fabbisogno di ca. 117’000 economie domestiche. La costruzione è stata intrapresa dalla Città di Zurigo che utilizza la forza dell’acqua quale fonte energetica rinnovabile. Nel 1959 fu eseguita la prima produzione di elettricità tramite la nuova struttura appena ultimata e un anno dopo il lago artificiale fu riempito completamente per la prima volta, mentre nel 1961 si tenne la festa d’inaugurazione. er collegare i cantieri, nel 1955 fu realizzata una teleferica per i lavori che divenne poi la funivia dell’ewz che collega la stazione a valle di Vicosoprano a 1067 m con la stazione a valle a 2096 m. Tra il 1957 e il 1959 l’ewz fece edificare un complesso residenziale per i suoi impiegati progettato da Bruno Giacometti P(1907-2012) presso il castagneto sopra Castasegna. Dal 2008 al 2011 si compierono ampi lavori per rinnovare le centrali elettriche bregagliotte. Numerosi trasformatori e centraline di comando degli impianti dovettero essere sostituiti e vari componenti delle macchine nonché i pozzi piezometrici vennero rinnovati. Per motivi di sicurezza nella primavera del 2016 anche la funivia, dopo circa 60 anni di servizio, è stata sostituita, con una spesa di 15 milioni di Franchi, con una nuova. Allo stesso tempo si costruirono anche una nuova stazione sia a valle che a monte. Il progetto è stato progettato e realizzato dallo studio di architettura Alder Clavuot Nunzi con sede a Soglio. I massici investimenti dimostrano la grande importanza delle centrali elettriche bregagliotte per l’ewz. Tramite una linea di trasmissione lunga 190 km, che passa sopra il passo del Settimo, l’energia è convogliata fino alle sottostazioni di Zurigo. L’ewz da lavoro nei settori degli impieghi amminis- trativi, manuali, tecnici contribuendo così in modo importante allo sviluppo della regione. Le cinque cen- trali idroelettriche di Plancanin, Lizun, Löbbia, Bondo e Castasegna sono collegate una all’altra. Sono cont- rollate a Sils dal centro reti di produzione e distribuzione Bregaglia e Grigioni Centrale. L’acqua dalla Maira confluisce nel bacino di compensazione a Löbbia assieme alle acque di manovra delle turbine dell’Albigna, del Forno e di Maroz. Da lì raggiunge Soglio in una condotta a pressione lunga 12 km e prosegue in discesa nel pozzo piezometrico della centrale elettrica di Castasegna. Quest’ultima rifornisce un’area urbana di 95,5 km2 e mediamente in un anno produce 258 GWh. Il che significa che copre il fabbisogno energetico di 88‘000 economie domestiche. Per il passaggio ad una energia da fonti rinnovabili e lo scorrimento per tutto l’anno dell’acqua tra Löbbia e Vicosoprano, nel 2015, alla centrale di Castasegna è stato assegnato, terza centrale elet- trica bregagliotta a beneficiarne, il certificato “naturemade star”.

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SOGLIO PRODUKTE

a ditta SOGLIO-Produkte SA è stata fondata a Soglio nel 1979 da Walter Hunkeler e sua moglie Sonja Hunkeler. Come scopo ha la produzione e la vendita di prodotti per la cura del corpo, realizzati in armonia con la natura. L’azienda è talmente cresciuta da avere un punto di distribuzione anche a Lotts- Ltetten in Germania. Con lo slogan «Curarsi con la forza della montagna» e seguendo il principio di restare il più naturale possibile, sono trattate materie prime provenienti dall’agricoltura alpina. Con un forte attac- camento per la Bregaglia, prodotti per la pelle, per piedi e mani, shampoo e oli profumati sono realizzati a mano in valle. Molte delle erbe utilizzate sono coltivate in giardini a Soglio, come la calendula e la lavanda. Sono raccolte anche delle piante selvatiche come l’iperico. I dipendenti della ditta svolgono lavori di ambito amministrativo, nella consulenza per i clienti, nella produzione, ricerca e nello sviluppo, nonché nella spe- dizione e nel confezionamento e nella vendita al dettaglio. Attualmente il negozio e la manifattura si trovano nel ex Albergo Schumacher (Croce Bianca) a Castasegna.

CULTURA

ella letteratura svizzera si fece un nome importante l’abitante di Castasegna Johanna Gredig-Gar- bald (1840-1935). L’opera letteraria della moglie del direttore doganale Agostino Garbald, è diventata famosa sotto lo pseudonimo di Silvia Andrea. Come luogo, Castasegna e in particolare il giardino Ndel convento, fanno la loro apparizione nel romanzo Tellereisen di Walther Kauers Roman (1979). I pastic- ceri Pomatti al principio del XIX secolo, un esempio particolarmente fortunato dei numerosi emigranti grigi- oni, portarono il prestigio di Castasegna fino a Königsberg: „Senza i fratelli Pomatti di Castasegna, pasticceri di corte presso Königsberg, oggi non esisterebbe il marzapane di Königsberg.“ 1 In ambito artistico sono le fotografie di Andrea Garbald (1877-1958), grazie alla speciale intimità con la quale immortalò la vita quotidi- ana nella periferia della valle, a far conoscere meglio il paese e i suoi abitanti. Attualmente le stanze della Villa Garbald ogni anno con nuove esibizioni del Museo d’Arte Grigionese, contribuiscono essenzialmente alla visione culturale del paese. Nel 2014 fu mostrata per la prima volta una retrospettiva a tutto tondo delle opere fotografiche di Andrea Garbald presso il Museo d’Arte Grigionese e la Ciäsa Granda a Stampa. In accompag- namento fu pubblicato il libro «Andrea Garbald (1877-1958). Fotograf und Künstler im Bergell» con un ricco corredo fotografico e un testo di Beat Stutzer.

1 Zit. Ursula Bauer / Jürg Frischknecht: Grenzland Bergell. Wege und Geschichten zwischen Maloja und Chiavenna, Zurigo 2003, S. 72.

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VILLA GARBALD / FONDAZIONE GARBALD

ell’anno 1864 il direttore doganale della Bregaglia Agostino Garbald e sua moglie Johanna Garbald- Gredig entrano in possesso della loro villa a Castasegna progettata da Gottfried Semper. L’architettura sobria e ben proporzionata di Semper rispecchia in primo luogo la sua ricezione dello stile italiano Ndelle ville di campagna e le da un’impressione neoclassicheggiante. I primi abitanti della villa erano una cop- pia fuori del comune – il colto funzionario e la moglie esperta in storia e letteratura, le cui opere letterarie sarebbero divenute famose sotto lo pseudonimo di Silvia Andrea. Agostino e Johanna Garbald conducevano per quei tempi un matrimonio non convenzionale e paritario. La casa diventò un luogo d’incontro culturale. In questo ambiente umanistico crebbero i tre figli Andrea (1877 – 1958), Margherita (1880 – 1956) e Augusto (1881 – 1931). Per quasi 100 anni, per più di due generazioni, la famiglia Garbald abitò la casa – per ultimo il primogenito Andrea, il quale lavorava come fotografo con un atelier nella casa paterna e a Chiavenna. La sorella Margherita, che viveva con lui nella casa e che aveva una formazione in fotografia, gestiva un labora- torio di artigianato artistico. Andrea e Margherita – entrambi non ebbero figli – misero l’immobile e i fondi patrimoniali al servizio di una fondazione nel 1955. La «Fondazione Garbald» doveva diventare un cen- tro culturale e curare l’opera letteraria della madre. Alle disposizioni della fondazione si ottemperò soltanto cinquant’anni dopo, quando l’artista e fotografo Hans Danuser, tramite un caso fortuito, alloggiando nella casa si prese cura dell’eredità culturale della famiglia. Fu riscoperta anche la biblioteca di famiglia compren- dente circa 2000 volumi d’importanza storicoculturale che attualmente si trova nella biblioteca della Villa. In un tempo quando ormai solo alcuni anziani testimoni di un’epoca passata si ricordavano dei Garbald e della loro posizione di rilievo in Bregaglia, la «Villa addormentata» e le attività culturali dei tempi passati vennero risvegliate e riportate a nuova vita. Dopo uno studio di fattibilità per il rilancio della Villa, nel 2001 venne bandito un concorso d’architettura, dal quale ne uscì vincitore un progetto per un edificio complementare di forma turrita e poligonale tipologicamente differente dalla villa. Oltre alla nuova costruzione, magistralmente intrecciata con la topografia, «Roccolo», gli architetti basilesi Paola Maranta e Quintus Miller hanno restau- rato l’interno, una volta riccamente arredato, adattandolo con cautela ai nuovi bisogni. Sono degne di men- zione in questo contesto le variegate pitture decorative di alta qualità. L’architetta paesaggistica Jane Bihr- de-Salis, che ha dimestichezza con i giardini storici in Bregaglia, si è occupata con sensibilità del giardino di famiglia risalente al XIX secolo.

Oggi la villa, la costruzione complementare e il giardino formano un insieme architettonico unico nel suo genere. Dal suo completamento si sono potute tenere numerose letture pubbliche, serate cinematografiche ed esposizioni. Non viene mantenuto vivo solo il lascito culturale in questo posto speciale, bensì seguendo le intenzioni di animo aperto della famiglia Garbald, si può, e bisogna fissare anche nuovi impulsi. Il Museo d’arte Grigioni espone nella Villa da più di dieci anni, usandola come dependance dell’edificio espositivo a Coira. Nell’intimità delle camere private sono già nati dialoghi con la storia internazionale della fotografia, con le opere di Not Vital, Katalin Déer o Florio Puenter, nel 2016 con Vaclav Pozarek e nel 2017 Hans Danu- ser. La Villa Garbald è diventata una destinazione ricercata e un «Laboratorio di idee (Denklabor)» per sci- enziati e artisti – un luogo dove si possono incontrare natura e cultura in un’atmosfera contemplativa, lontani dalla frenesia urbana e circondati dalla bellezza della Bregaglia.

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Villa Garbald con Roccolo © Ralph Feiner

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GIARDINI / ORTI

ungo la via principale le famiglie più benestanti fecero edificare nel XIX secolo delle case d’abitazione in stile neoclassico, sistemando giardini ornamentali e orti in modo rappresentativo. Questi ensemble sono di grande importanza urbanistica per il paese. Il più delle volte sono recintati da alte mura o da Lstaccionate in filigrana di ferro che definiscono la delimitazione tra lo spazio pubblico e quello privato. Aiuole suddivise da bordature di arbusti di bosso e piccole costruzioni amorevolmente allestite, completano gli spazi verdi. Gli steccati, spesso forgiati artisticamente, delle recinzioni rappresentative sono una testimonianza della lavorazione artistica in ferro battuto, che in Grigioni registrò il suo apice nel periodo barocco. Quando pasticceri e commercianti rientrando dai loro soggiorni all’estero, portavano con sé idee e stimoli per un arti- gianato allora sconosciuto, questo mestiere prese piede sotto forma di lavori ornamentali e inferriate di ferro battuto soprattutto nelle vallate sud alpine.

A Castasegna però la densità e vicinanza degli edifici non permise ad ogni casa di possedere un giardino. Per- ciò gli abitanti realizzarono alla periferia orientale del paese, tra la strada di passaggio e il fiume Maira, degli orti in parte terrazzati. Gli orti sono caratterizzati dalla una struttura suddivisa in piccole particelle e dalla recinzione della zona di semina con semplici steccati in legno per proteggerli dalla selvaggina. In un inserto letterario del «Der kleine Bund» del 1928 Silvia Andrea menziona in relazione ad un’inondazione catastro- fica anche il suo orto e la sua posizione: «Da Sopraporta giungevano cattive notizie. Il cielo poggiava come un manto grigio scuro sulle montagne. La Maira cresce sempre ancora di livello, s’impenna contro la Casnagina, turbina e schiuma... La gente è uscita dalle loro case e sosta assieme, in gruppi timorosi. Anch’io mi trovavo tra gli spettatori, non sopportando però più a lungo la vista delle famiglie colpite dal dolore, mi chinai sopra al muro della terrazza per nascondere i miei movimenti. Sotto stava il mio orticello, un po’ rialzato rispetto al terreno attorno, ma intatto… Era la mia passione quel campetto... Il mio buon orticello che in estate mi ha regalato ribes e asparagi e adesso in autunno buoni fagioli e patate.»

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Per il complesso residenziale dei dipendenti dell’ewz e della dogana, l’architetto bregagliotto Bruno Giaco- metti progettò spazi per i giardini, come se ne trovano spesso nello stile del dopoguerra moderno presso i complessi residenziali. Gli spazi verdi antistanti sono stati inseriti naturalmente nella struttura del pae- saggio locale, degno di protezione, e completati dal piazzamento di massi erratici e nodosi alberi di casta- gno. La scultorea modellazione del terreno è integrata con fiori e cespugli. A Castasegna si deve all’architetto zurighese Willi Neukom l’ex giardino Debrunner, anch’esso del dopoguerra, dove lo spazio verde si trasforma dolcemente nel castagneto adiacente.

Orti in comune a Castasegna, dopo il 1900; archivio Sevizio Monumenti GR

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CASTANICOLTURA

astasegna si trova a 686 m s. m., ma presenta un tipico clima mediterraneo che influisce positiva- mente sulla flora, sorprendentemente variegata. Nel paese di confine svizzero si trovano non solo palme e viti, ma anche alberi di fichi e camelie. I giardini del villaggio sono curati premurosamente Cseguendo la tradizione. Del clima meridionale locale, beneficia anche il castagneto di Brentan, a nord di Castasegna. Si tratta di uno dei più grandi castagneti d’Europa. La pianta da coltivazione fu introdotta ai tempi dei romani. Nella agricoltura tradizionale la castanicoltura svolse un ruolo importante. Le castagne con il loro elevato conte- nuto calorico rappresentarono fino a metà del XX secolo, l’alimento base della dieta bregagliotta. Di secon- daria ma pur sempre d’importanza, erano i castagni per il legname. Dunque le castagne un tempo erano di importanza vitale per la popolazione della valle. Anche l’ex stemma comunale esibisce un castagno dorato su sfondo verde. Il frutto nel XX secolo a causa del cancro della corteccia perse il suo valore eco- nomico e agricolo-culturale, ritornando in auge solo negli ultimi decenni. Il mantenimento o la sostituzi- one del patrimonio castanicolo viene incentivato a livello nazionale. La selva castanile viene tuttora curata in modo tradizionale. Nella selva è stato allestito un percorso didattico con delle piccole cascine, nelle quali vengono essiccate le castagne. Le castagne così essiccate sono vendute o trasformate in torte, whisky e altri prodotti. Anche a livello scolastico l’antica tradizione è stata riesumata e la castanicoltura viene trat- tata in modo approfondito. A dispetto della vegetazione mediterranea il villaggio in inverno rimane due mesi senza luce solare. Chi visita Castasegna in ottobre può ammirare il tripudio di colori autunnali della selva castanile e partecipare alle variegate manifestazioni legate ad un festival dedicato interamente alle castagne.

Castagneto © Ralph Feiner

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BIBLIOGRAFIA

LETTURA

Sandro Bianconi: Plurilinguismo in Val Bregaglia. Osservatorio linguististico della Svizzera italiana (Il can- nocchiale 3), Locarno 1998.

Ursula Bauer/Jürg Frischkneckt: Grenzland Bergell. Wege und Geschichten zwischen Maloja und Chiavenna, Zurigo 2003.

Ludmila Seifert-Uherkovich: Architekturrundgang Bergell, ed. da Bündner Heimatschutz, Coira 2012.

Sonja Hildebrand (Hg.): Villa Garbald. Gottfried Semper – Miller & Maranta, Vorworte von Vreni Mül- ler-Hemmi und Quintus Miller, Beiträge von Annemarie Bucher, Rino Fontana, Sonja Hildebrand, Werner Oechslin, Jürg Ragettli, Martin Tschanz, Stefanie Wettstein, John Ziesemer, Zurigo 2015.

Video Arte Palazzo Castelmur 2013, edito da Progetti d’arte in Val Bregaglia e Céline Gaillard,con testi di: Katharina Ammann, Luciano Fasciati, Céline Gaillard, Ursina Trautmann, Ludmila Seifert-Uherkovich, Gian Andrea Walther, 96 pagine in brossura, con numerose immaggini di Ralph Feiner. Gestaltung: Olivier Chauliac, CLUS Coira / Zurigo · Edizione Luciano Fasciati, Coira 2013.

Arte Hotel Bregaglia • Das Kunstereignis, seine Entdeckungen und Geschichten, edito da Progetti d’arte in Val Bregaglia e Luciano Fasciati, con testi di Angelika Affentranger-Kirchrath, Walter Angonese, Kathleen Bühler, Luciano Fasciati, Céline Gaillard, Gisela Kuoni, Nadine Olonetzky, Cordula Seger, 228 pagine, 141 illustrazioni a colori e in bianco e nero, rilegato, con numerose illustrazioni di Andrea Badrutt, Ralph Feiner, Raymond Meier e Jules Spinatsch. Impostazione: Olivier Chauliac, CLUS Coira • hier+jetzt, Verlag für Kul- tur und Geschichte, Baden 2014.

Video Arte Palazzo Castelmur 2015, edito da Progetti d’arte in Val Bregaglia e Céline Gaillard, con testi di: Luciano Fasciati, Martin Felder, Céline Gaillard, Ivana Semadeni Walther, Gian Andrea Walther e David Wille, 83pagine in brossura, con numerose illustrazioni di Ralph Feiner. Impostazione: Olivier Chauliac, Clus Werbeagentur • Edizione Luciano Fasciati, Coira 2015.

Arte Albigna, 2017 · Ein wandernd erlebbares Kunstprojekt in der Albigna-Region, Bregaglia, zwischen 1200 und 2565 m ü. M., edito da Progetti d’arte in Val Bregaglia e Luciano Fasciati. Con testi di Prof. em. Dr. Wer- ner Bätzing, Luciano Fasciati, Céline Gaillard, Claudia Klammer, Tim Krohn. Gestaltung Olivier Chauliac, Clus AG Coira / Zurigo. Edizione Badile, Coira 2017.

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CONSIGLI DI LETTURA

Mengia Spreiter: Castasegna. Località di confine / Ein Grenzdorf, St. Moritz 2006.

S. Alloatti (edito da/Hg.): Società femminile Bregaglia Sottoporta; La Nossa Storia - Unsere Geschichte. Ricette e tradizioni per i 90 anni della «Società femminile Bregaglia Sottoporta» - Rezepte und Tradizionen für 90 Jahre «Frauenverein Bergell Sottoporta», Meilen 2015.

Beat Stutzer: Andrea Garbald (1877-1958), Fotograf und Künstler im Bergell, Zurigo 2014.

Katalin Deér: Eco Echo Garbald, Pubblicazione di accompagnamento per l›omonima mostra presso la Villa Garbald, Coira, 2014.

Brita Polzer (Hg.): Kunst und Dorf. Künstlerische Aktivitäten in der Provinz, Zurigo 2013.

Erwin Poeschel: Die Kunstdenkmäler des Kantons Graubünden, volume V. Die Täler am Vorderrhein, II. sezione. Die Talscha en Schams, Rheinwald, Avers, Münstertal, Bergell. Edito da Gesellschaft für Schweizeri- sche Kunstgeschichte GSK. Berna 1943.

Du – die Zeitschrift der Kultur, Nr.693/Marzo 1999: Gottfried Semper im Bergell. Die Garbald Saga, Zurigo 1999.

Silvia Andrea; Christine Holliger e Maya Widmer (edito da): Ausgewählte Werke in vier Bänden, Zurigo 2014.

Peter Zumthor: Siedlungs-Inventarisation in Graubünden. Aufgabenstellung und Methode des Bündner Siedlungsinventars mit Inventar Castasegna, Coira 1981.

Hannes u. Piccola Gruber, Bruno Ritter (Red.): Oltreconfine. Rückblick auf eine Kulturveranstaltung zum Thema «Grenzüberschreitung», padronato della Società culturale di Bregaglia, Zurigo 1995.

Donat Caduff: Das Hyperdorf. Guarda, Samnaun Dorf und Outlet in Landquart als Dorfmodelle für Grau- bünden. Zurigo 2017.

Diego Giovanoli: Giardini storici da Maloja a Chiavenna, Coira 2016.

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ARTISTI

PIERO DEL BONDIO Piero del Bondio (*1947) esplora tramite la scultura, la pittura, il disegno e le performance, il movimento nello spazio e il movimento del corpo e l’espressività di questi movimenti. L’analisi del movimento e della danza si riflette nel suo lavoro di marionettista e scenografo teatrale, e pure nelle marionette da lui intagliate per i personaggi del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupérys. Tanto il suo corpo quanto materiali est- ranei, sono sottoposti a dei processi di trasformazione – metamorfosi che s’allacciano in un intreccio di signi- ficati esistenziali, storici e cosmologici. Profondità di pensiero e una forte espressività nonché sobrietà radi- cale, fugacità e riduzione caratterizzano in modo speciale il suo lavoro. Le sue opere si collocano tra l’Arte Povera, la Minimal Art e la Land Art.

KARIN KARINNA BÜHLER Karin Karinna Bühler (*1974) nel suo lavoro concettuale si cimenta con il senso profondo, creando delle con- dizioni generali per immagini mentali e modellando tramite parametri spaziotemporali lo spazio imma- ginario. In maniera ingegnosa e con una moltitudine di mezzi, da forma al non-concreto. Una minuziosa indagine storica e una profonda riflessione su neurologia, ricerca scientifica e storia locale caratterizzano il suo lavoro. Spesso l’artista nelle sue opere lascia parlare terze persone. Con la consapevolizzazione del nas- costo manifesto e con dei temi vicini alla gente, mette in mostra una zona di confine delle esperienze che ine- vitabilmente fanno sorgere delle associazioni individuali. www.karinbuehler.ch

MICHELE CIACCIOFERA L’operato di Michele Ciacciofera (*1969) si esprime tramite pittura, scultura, suono, disegno, oggettistica in ceramica e assemblage. Partendo da un interesse antropologico l’artista esplora diversi temi che sono legati alla Sardegna e alla Sicilia, suoi luoghi di provenienza, e a tutta l’area mediterranea. Una grande sensibilità per vari materiali è affiancata da un interesse per gli aspetti mistici-simbolici nonché per le creazioni e tradi- zioni culturali locali del proprio passato, come ad esempio l’arte orafa e ceramica della Sicilia. L’esplorazione del passato è determinata dall’interesse per il mondo odierno e dal suo equilibrio socioeconomico. Per l’artista la memoria collettiva rappresenta un mosaico che ci consente di manipolare il tempo e di superare i confini invisibili, legati al tempo, dell’umanità. www.micheleciacciofera.com

KATALIN DÉER Katalin Déer (*1965) proviene dalla scultura e analizza il punto d’incontro fra lo scolpito e l’illustrazione foto- grafica bidimensionale. Le circostanze architettoniche sono al centro della sua opera che si muove tra la realtà spaziale e le leggi mediali della bidimensionalità e tridimensionalità. Fotografie, modelli in cartone, tavoli e sgabelli fabbricati da sé, Objets trouvés e materiali a colata, come calcestruzzo o finto marmo, diventano oggetti, installazioni che penetrano lo spazio o sono combinati a progetti „Percent for art“. I lavori della Dèer fanno fondere insieme i livelli di percezione, evidenziano sorprendenti analogie e rilevano inaspettate dimen- sioni spaziali. www.katalindeer.ch

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ARTISTI

H.R. FRICKER Ispirato dal movimento Fluxus degli anni ‹70 l’artista concettuale H.R. Fricker ha elaborato una propria arte, nel quale svolgono un ruolo determinante strategie comunicative, estetiche e sociali. L’artista produce Mail Art e lavora in internet, affigge manifesti (attacchinaggio), etichetta, fotografa e scrive. Dagli anni ‹80 è attivo nella rete mondiale della Mail Art o arte postale e infiltra nella rete postale, per lo scambio e lo sviluppo delle sue idee, delle buste, dei fogli di francobolli o dei lavori linguistici da lui realizzati. L’idea di un’arte non com- merciale e non elitaria definisce anche le sue opere esposte in luoghi pubblici. Nel progetto a lungo termine «Alpsteinmuseum» proclama un’intera regione a suo spazio espositivo, nei suoi progetti-luoghi sposta il con- testo tramite la decodificazione dei posti. Radicali e globali, i lavori di Fricker aprono una visione alternativa sul mondo. www.hrf.ch

GABRIELA GERBER & LUKAS BARDILL Gabriela Gerber (*1970) e Lukas Bardill (*1968) operano in spazi paesaggistici prealpini analizzandone l’utilizzo in relazione al loro contenuto estetico. Trasformando il loro interesse per l’intromissione econo- mica nell’ambiente, in video, fotografie e istallazioni. Costruiscono immagini da frammenti del paesaggio. Con questa nuova espressione mediatica il duo artistico riesce ad allacciarsi agli struggimenti (Sehnsüchte) romantici per la sublimità e la bellezza, decostruendole allo stesso tempo. Viene scoperto il potenziale dell’illusione. www.bardillgerber.ch

MICHAEL GÜNZBURGER Come disegnatore Michael Günzburger (*1974) si interessa della linea. Lavorando di precisione e speri- mentando con tipi di carta e tecniche diversi nascono opere, che dialogando con altre arti e discipline fuo- riescono dal campo dell’arte figurativa. Il suo operato non è limitato né dai mezzi e nemmeno dai motivi e si estende anche a strumenti dell’opera grafica nonché a voluminose istallazioni. Günzburger con la sua opera stratificata vuole trattare il contatto e la superficie. Comprimendo il riconoscibile e mettendo i livelli d’interpretazione l’uno sopra l’altro, conduce gli osservatori dall’apparentemente conosciuto in situazioni inaspettate. www.guenz.ch

HAUS AM GERN Riuniti sotto l’etichetta Haus am Gern lavorano Barbara Meyer Cesta (*1959) e Rudolf Steiner (*1964). Ent- rambi si firmano anche con il proprio nome o con la sigla «rsbmc». Collaborano dal 1997. In progetti inter- disciplinari legati a determinati contesti analizzano i grandi temi della società. Si cimentano con immagini convenzionate e segni con caratterizzazioni culturali e li mettono a confronto utilizzando diversi media. Ne nascono lavori a più strati, a tratti anche disturbanti, che commentano gli eventi attuali con un approccio inaspettato e audace. I due non mancano di riflettere con umorismo e senso di profondità sull’attività artistica e sul proprio essere artista. www.hausamgern.ch

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ARTISTI

SAN KELLER Con performance, video, disegni e „Percent for art“ San Keller (*1971) analizza sistemi sociali e artistici e il ruolo dell’artista nella società. Come artista performativo e concettuale lavora all’avvicinamento dell’arte alla quotidianità. Una delle sue prime esibizioni pubbliche ebbe luogo nel contesto di «San Keller dorme sul posto di lavoro», quando dormì sul pavimento durante il telegiornale presso la televisione svizzera. L’artista, che si è fatto progettare una specie di logo a mo’ di marca per le sue opere a stampa, si considera sostanzialmente una società di servizi. Le sue performance critiche, concettuali e allo stesso tempo giocose, hanno spesso un con- cetto partecipativo e sono realizzate come esperimenti sociali: tramite istruzioni formulate accuratamente e dettagliatamente coinvolge delle persone, conclude accordi contrattuali, lasciando così aperto lo svolgimento delle sue azioni. www.museumsankeller.ch

ZILLA LEUTENEGGER Nelle sue istallazioni Zilla Leutenegger (*1968) unisce disegno e proiezione. Concentrandosi sulle banalità del quotidiano. Le sue istallazioni appaiono il più delle volte come degli scenari disegnati per lo spazio espo- sitivo, sui quali sono proiettate delle figure affaccendate con precise scene della quotidianità, spesso si tratta della sua stessa figura artistica. Accentuazioni dei contorni o incompletezze dei disegni lasciano aperti delle posizioni intermedie producendo così dello spazio per il pensiero individuale. Così le opere di Zilla Leuten- egger traggono la loro forza dalla coesistenza di ciò che è tangibile con la fantasia. L’artista opera sempre den- tro lo spazio. www.zilla.ch

CARMEN MÜLLER Carmen Müller (*1955) con il suo lavoro artistico si dedica alla problematica sociologica e delle scienze natu- rali. Trova i temi centrali nel proprio ambiente di vita, con ricerche specifiche del luogo e nella cultura di tutti i giorni. In ciò assumono un ruolo importante la flora e la sua coltivazione in differenti contesti sociologici. Le opere della Müller sono spesso il risultato di lunghe analisi, approfondite ricerche scientifiche e di una documentazione scrupolosa. Il suo procedere trova un’espressione conclusiva in mezzi differenti o progetti di libri. www.carmenmueller.net

VALENTINA STIEGER Nel suo lavoro scultoreo Valentina Stieger (*1980) fa uso di materiali quotidiani inserendoli nell’arte donan- dogli così una nuova definizione. L’artista reinterpreta i Readymades della vita di tutti i giorni e sonda i con- flitti tra i diversi mezzi artistici come la pittura, il disegno e le installazioni. La Stieger interroga i materi- ali usati sulle proprie qualità visive. Spesso si tratta di oggetti di design e di oggetti comuni che rielabora in maniera giocosa e sottile, e che così acquisiscono un valore e un significato differente. Le sue installazioni legate allo spazio contengono sempre una nota insidiosa che diventa percepibile solo dopo una lunga osserva- zione.www.valentinastieger.com

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TEAM DEL PROGETTO

DIREZIONE ARTISTIVA / CURATORE Luciano Fasciati (*1960) realizza dal 1991 a Coira esposizioni e progetti dedicati all’arte contemporanea. Dal 2000 al 2003 ha curato, assieme a Armon Fontana «Das Gelbe Haus» a Flims. Dal 2010 al 2013 ha realizzato, ogni anno durante il semestre estivo, l’evento artistico «Arte Hotel Bregaglia» a Promontogno, che nel 2014 è stato valorizzato con la pubblicazione «Arte Hotel Bregaglia 2011-2013 Das Kunstereignis, seine Entdeckun- gen & Geschichten». Nel 2012 ha curato, assieme a Nicole Rampa, su incarico dell’Associazione Art-Public Coira, la mostra «Säen, ernten, glücklich sein» nel Fontanapark di Coira. Per la medesima Associazione ha realizzato nel 2014 il progetto modulare «Ortung. Kunst im öffentlichen Raum Chur» e nel 2016 «AM ORT• Kunst und Musik im öffentlichen Raum Chur». Nel 2103, a Coltura presso Stampa, Luciano Fasciati ha rea- lizzato in collaborazione con Céline Gaillard, per l’associazione «Progetti d’arte in Val Bregaglia», il progetto «Video Arte Palazzo Castelmur», che nel 2015 è stato riproposto in versione ampliata. Nel 2017 seguì l’evento da vivere camminando «Arte Albigna» tra i 1200 e i 2565 m s l m. A Luciano Fasciati sta a cuore mostrare, tramite un’ambiziosa attività espositiva, che l’arte contemporanea non è di casa esclusivamente nei centri urbani.

COLLABORATRICE Céline Gaillard (*1987) dal 2012 lavora come collaboratrice scientifica presso il Museo d’arte di San Gallo. All’Università di Zurigo ha studiato storia dell’arte e storia. Durante i suoi studi ha svolto degli stage presso il Museo di Bellar a Kiens e nella Alpine Produzentengalerie di Lucerna ed ha approfondito il proprio interesse per l’arte contemporanea come pure per l’arte negli spazi pubblici con visite guidate di mostre a Coira (Galle- ria Luciano Fasciati, Kunstraum Sandra Romer, Fontanapark 2012). Nutre particolare interesse anche per le tematiche correlate alla mediazione testuale. Fin dagli esordi dell’iniziativa ha accompagnato l’evento artistico «Arte Hotel Bregaglia» in qualità di assistente. In collaborazione con Luciano Fasciati ha curato nel 2013 e nel 2015 l’esposizione «Video Arte Palazzo Castelmur» e nel 2017«Arte Albigna». Nel 2014 ha allestito le esposi- zioni legate alla specificità spaziale «le-lieu#9» nel Palais bleu di Trogen e «Anthroposphere» nell’area eventi nextex di San Gallo.

ASSISTENZA / MEDIA vakante

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PROGETTI D’ARTE IN VAL BREGAGLIA L’associazione «Progetti d’arte in Val Bregaglia» ha quale scopo la promozione e la realizzazione di esposizi- oni, progetti e manifestazioni di arte contemporanea in Bregaglia. • Arte Albigna 2017 • Video Arte Palazzo Castelmur 2013 / 2015 • Arte Hotel Bregaglia 2010 fino al 2013 • Pubblicazione «Arte Hotel Bregaglia 2010–2013 · Das Kunstereignis, seine Entdeckungen & Geschichten» • Roman Signer. Flussaufwärts (Progetto)

Progetti-arte-bregaglia, Obere Plessurstrasse 22, 7000 Coira

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