Parrocchia della Santissima Trinità in Faida. Inventario dell'archivio storico (1751 - 1952)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari e archivistici 2007

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica della Soprintendenza per i Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2007. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2010, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

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Albero delle strutture

Parrocchia della Santissima Trinità in Faida, 1751 - 1952 Ufficio parrocchiale di Faida, 1751 - 2003 Registri dei nati e battezzati, 1805 - 2000 Registri dei matrimoni, 1910 - 2003 Registri dei morti, 1842 - 1968 Registri dei cresimati, 1914 - 1998 Stati delle anime, 1906 - 2000 Registri degli sponsali, 1909 - 1934 Atti matrimoniali, 1921 - 1962 Diari delle messe avventizie, 1892 - 1955 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1906 - 1946 Registri delle elemosine, 1917 - 1973 Registri di cassa generale, 1906 - 1945 Protocolli degli esibiti, 1905 - 1954 Carteggio e atti, 1751 - 1952 Chiesa della Santissima Trinità in Faida, 1850 - 1984 Registri dei capitali, 1850 - 1932 Registri di cassa, 1915 - 1984 Registri dei verbali delle riunioni di fabbriceria, 1906 - 1928 Resoconti, 1855 - 1933 Carteggio e atti, 1855 - 1945 Cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané, 1906 - 1964 Registri di cassa, 1938 - 1964 Resoconti, 1906 - 1933 Legato Francesco Gottardi di Faida, 1866 - 1964 Registri di cassa, 1918 - 1964 Resoconti, 1866 - 1933 Carteggio e atti, 1866 - 1882 Confraternita del Santissimo Sacramento di Faida, 1905 - 1966 Registri dei verbali delle riunioni, 1905 - 1959 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1908 - 1960 Registri di cassa, 1939 - 1966

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Albero dei soggetti produttori

Curazia della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Piné), 1805 aprile 11 - 1963 marzo 13 Successori: Parrocchia della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Pinè), 1963 marzo 14 -

Parrocchia della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Pinè), 1963 marzo 14 - Predecessori: Curazia della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Piné), 1805 aprile 11 - 1963 marzo 13 Assorbe : Chiesa della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Piné), [1673] - 1987 gennaio 24

Chiesa della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Piné), [1673] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia della Santissima Trinità, Faida (Baselga di Pinè), 1963 marzo 14 -

Cappella di San Giovanni Nepomuceno, Cané di Faida (Baselga di Pinè), 1898 -

Legato Francesco Gottardi, Faida (Baselga di Piné), 1866 - [1964]

Confraternita del Santissimo Sacramento, Faida (Baselga di Piné), 1905 - [1966]

4 superfondo Parrocchia della Santissima Trinità in Faida, 1751 - 1952

24 regg., 11 b., 10 fascc.

Storia archivistica La documentazione appartenente all'archivio storico della parrocchia di Faida si trovava collocata, al momento del presente riordino, al piano terra della canonica di Faida, attualmente abitata al piano superiore da una famiglia del luogo. Il carteggio e i registri si trovavano in quello che un tempo era l'ufficio del parroco in un armadio di metallo. Dalle relazioni delle visite pastorali è apparso che fu sempre dedicata attenzione alla conservazione della documentazione, infatti nella visita dell'agosto 1910 viene segnalato in canonica l'archivio custodito "in apposito armadio"(1) così come nella visita del luglio 1927 viene specificato che l'archivio era conservato chiuso a chiave(2). L'organizzazione e il raggruppamento della documentazione della parrocchia di Faida rispecchia in modo molto evidente il passaggio dei vari sacerdoti nella curazia. Il primo curato che intervenne sull'ordinamento del carteggio fu don Alfonso Demonte, nominato cappellano esposto con decreto vescovile del 22 aprile 1905. Egli organizzò la documentazione suddividendola in sei "teche": la "teca I", era formata da 13 fascicoli contenenti atti della fabbriceria, della confraternita del SS.mo, della cappella del Cané, ecc.; la "teca II" conteneva "resolutio casus"; la "teca III" circolari; la "teca IV" non è dato sapere; la "teca V" resoconti della chiesa e del legato Gottardi; la "teca VI" inventari della chiesa, del legato, ecc. Queste "teche" furono consegnate il 28 ottobre 1908 al nuovo curato don Alfonso Bolognani. Quest'ultimo utilizzò la "teca IV" per inserirvi fogli diocesani(3) e costituì ex novo una "teca VII" contenente tutta la documentazione che originariamente costituiva il "fasc. VIII"(4) contenuto nella "teca I" e che lo stesso suo predecessore, probabilmente per questioni pratiche, aveva già estrapolato e condizionato separatamente. In questo fascicolo, a differenza degli altri 13, era contenuta la documentazione non suddivisa per argomenti specifici bensì per annate a partire dal 1905 fino al 1913. I sacerdoti che seguirono continuarono a raccogliere in questo modo la documentazione costituendo un' altra teca di "atti d'ufficio". In fase di riordino, servendosi delle indicazioni e dei titoli riportati sulle teche originali e tenendo presente i vari interventi attuati dai due sacerdoti si è ricondotta la documentazione nella posizione originaria ricostituendo l'assetto dell'archivio così come risulta nei vari atti di consegna integrando con fascicoli costituiti ex novo quella documentazione che non è stato possibile collocare diversamente.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 22 giungo 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico (1983). Il canone 535 (cfr. §§ 1-5) regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali 5 libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari. In generale la documentazione si trovava, al momento del riordino, in un buono stato di conservazione. La documentazione presente nell'archivio della parrocchia di Faida è redatta prevalentemente in lingua italiana. La documentazione più antica è in lingua latina.

Lingua Italiano; latino

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Faida ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio diocesano tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dalla Soprintendenza, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1952 , limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali 22 giugno 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi

6 ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1952.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

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Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 100 (1910). (2) Ibidem, n. 106 (1927). (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 7, c. 11. (4) In origine questo era il "Fasc. VIII" della prima teca ed ora costituisce un'unità autonoma identificabile con il fasc. 4 contenuto nella b. 3 della medesima serie.

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Ente Curazia della Santissima Trinità 1805 aprile 11 - 1963 marzo 13

Luoghi Faida (Baselga di Piné, Tn)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Faida, 01/01/1751 - 31/12/2003

Storia Il paese di Faida si trova sull'Altopiano di Piné posizionato sulla riva sinistra della valle del Rio Negro alle pendici orientali del Monte Brada (Costalta) e comprende le località di Cané, Fiorè, Prada e Rauta. Il toponimo deriva da "faggio", luogo con alberi di faggio colonizzato nel XIII secolo da immigrati di origine tedesca.(1) Gli abitanti di Faida anticamente dipendevano, anche dal punto di vista ecclesiastico, dalla pieve di Baselga di Pinè(2) nella quale si recavano per assistere alle funzioni sacre e per ricevere i Sacramenti, spesso incontrando notevoli difficoltà nello spostamento di infermi e neonati. A Faida esisteva una chiesetta già nel secolo XVII munita di un altare portatile al cui mantenimeno dovevano provvedere gli abitanti della frazione. Nel verbale della visita del 21 giugno 1673(3) si legge l'ordine dato dal vescovo ai vicini di provvedere alla sistemazione della chiesa "piena di fessure, macchie deformi, in più luoghi degrostata, sottoposta ad umidità" con arredi sacri e paramenti ridotti in pessime condizioni. Nel 1769 venne concessa la possibilità di tumulare i defunti in loco realizzando un cimitero contiguo alla chiesetta e, nel 1774, "fu accordata la facoltà di portare in questa nostra chiesetta il sacro luminare"(4) ossia il Santissimo Sacramento. Nel 1805 la popolazione chiese all'autorità vescovile di poter avere anche il Sacro Fonte stendendo a tale scopo dei capitoli con il parroco di Piné in modo da avere il "nulla osta" dall'autorità vescovile. Tali capitoli, approntati il 5 aprile 1805, prevedevano in primo luogo che il battistero e le spese per il suo mantenimento dovessero essere a carico della vicinia, che ogni anno dovessero essere corrisposti al parroco quattro troni per poter avere gli olii santi e l'acqua benedetta e, inoltre, dovessero essere rimborsate al parroco le spese nel caso in cui fosse stato costretto a portarsi a Faida per celebrare. La cosa che maggiormente venne ribadita fu che la chiesa filiale di Faida dovesse rimanere sempre e comunque dipendente dalla parrocchiale e che i diritti della parrocchia non dovessero essere pregiudicati. L'autorità vescovile approvò i predetti capitoli e l'11 aprile 1805 venne finalmente concessa la facoltà di erigere il fonte. Nel 1796 venne costituito un fondo per il mantenimento del curato rappresentato dalle rendite provenienti dal legato dei fratelli Giacomo, Domenico e Antonio figli di Giovanni Moser detti "Battistini"(5). Essi stabilirono che "li rappresentanti sentanti la regola della Faida" dovessero provvedere "in perpetuo", con la rendita messa loro a disposizione proveniente dalla vendita dei beni dei testatori, al pagamento del salario del curato pro tempore(6). Il fondo, amministrato dalla frazione di Faida, permise di corrispondere al sacerdote locale 400 corone poi ridotte a 320 fino a tutto il 1900, poi si esaurì. Alla vicinia spettava il diritto di patronato cioè la presentazione del sacerdote al quale veniva data in usufrutto la canonica con adiacente un piccolo orto, veniva inoltre assegnata la legna per l'inverno. I capifamiglia di Faida rinunciarono a tale diritto a favore della Curia arcivescovile di Trento il 12 gennaio 1947. Il 30 novembre 1962 il rappresentante della frazione, il parroco di Baselga e il vicario curaziale di Faida presentarono la 9 richiesta all'autorità vescovile di poter ottenere l'elevazione della curazia di Faida a parrocchia, dichiarando di aver già provveduto allo stanziamento di quanto necessario per il rifacimento della canonica e di avere versato l'importo per l'ottenimento del riconoscimento civile della parrocchia. Il 14 marzo 1963 fu emesso dall'autorità vescovile l'atto di erezione della parrocchia di Faida(7).

Struttura amministrativa Elenco dei Beneficiati/ Cappellani

1805 - 1837 Francesco Giovannini da Faida 1837 - 1842 Donato Briosi da Favrio 1842 - 1848 Pietro Fontana da Lases 1849 - 1854 Giuseppe Leonardelli da Montagnaga 1854 - 1857 Agostino Dallapiazza da 1857 - 1860 Vigilio Giovannini da S. Mauro 1860 Bernardo Bedin (vicario) 1860 - 1862 Giovanni Moser da Miola (vicario) 1863 - 1869 Giambattista Cristofolini da Canzolino 1870 - vacanza - 1871 - 1874 Francesco Grisenti da Piné (vicario) 1875 - 1876 Giovanni Ceola da 1876 - 1892 Giovanni Paoli da Pergine 1892 - 1900 Alfonso Facchini da Trento 1901 - 1904 Giuseppe Andreatta da Pergine 1905 - 1908 Alfonso Demonte 1908 - 1914 Alfonso Bolognani da Vigo 1914 Nazario Baracca (vicario) 1914 - 1924 Modesto Piva 1924 - 1938 Emanuele Donati 1939 - 1957 Pedrinolli Giulio 1958 - 1960 Marino Ruggera 1961 - 1963 Valerio Raffaelli (parroco di Miola)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali" "Ufficio parrocchiale di Faida" "Piccolo archivio delle parrocchie" in Ufficio di Cancelleria dell'Arcidiocesi di Trento. Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995

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BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GORFER A., Alta Valsugana. Guida geografico-storico-artistico-ambientale, Calliano (TN), 1982 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI VON A., "Il Trentino", Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

Note (1) Cfr. GORFER A., "Alta Valsugana: guida geografico-storico-aritistico-ambientale", Calliano-Trento, 1982, p. 176. (2) La pieve di Piné è nominata in un atto del 1160, fino ad allora come possesso del Capitolo di Trento. La sede della pieve era a S. Mauro, ma verso la metà del XV secolo essa fu trasferita a Baselga dove la chiesa, dedicata all'Assunzione della B.V. Maria esisteva già nel XIII secolo. Cfr. CURZEL E., "Le pievi trentine. Trasformazione e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo", Bologna, 1999, pp. 115-118. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 17 (1673). (4) Ibidem, "Libro B", (117) n. 132. (5) Ibidem, "Atti visitali", n. 106 (1927). (6) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1 fasc. 4, cc. 15-16. (7) Cfr. "Piccolo archivio delle parrocchie" in Ufficio di Cancelleria dell'Arcidiocesi di Trento.

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Ente Parrocchia della Santissima Trinità 1963 marzo 14 -

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Faida, 01/01/1751 - 31/12/2003

Storia Il 30 novembre 1962 il rappresentante della frazione, il parroco di Baselga e il vicario curaziale di Faida presentarono la richiesta all'autorità vescovile di poter ottenere l'elevazione della curazia di Faida a parrocchia, dichiarando di aver già provveduto allo stanziamento di quanto necessario per il rifacimento della canonica e di avere versato l'importo per l'ottenimento del riconoscimento civile della parrocchia. Il 14 marzo 1963 fu emesso dall'autorità vescovile l'atto di erezione della parrocchia di Faida(1). Ecclesiasticamene compresa nel decanato di , dal 1964 venne a far parte del neocostituito decanato di Piné con sede a Baselga. Con D.M. del 30 dicembre 1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987 la parrocchia è stata dichiarata persona giuridica privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 309).

Funzioni, occupazioni e attività Il termine "parrocchia" (2) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie 12 acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Struttura amministrativa Elenco dei Parroci di Faida

1963 - 1964 Valerio Raffaelli (parroco di Miola) 1965 - 1973 Luigi Bernabè (primo parroco) 1973 - 1975 Carlo Martinelli (vicario) 1975 - 1977 Domenico Girardi 1977 - 2000 Mario Bernardi 2000 - Silvio Benedetti (parroco-decano di Baselga e Faida)

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato di Civezzano

Fonti normative Raccolta di Concordati su materie ecclesiastiche tra la Santa Sede e le autorità civili / a cura di Angelo Mercati, Città del Vaticano : Tipografia poliglotta vaticana, 1954. Codice di diritto canonico (1983)

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio "Archivio diocesano tridentino, "Atti visitali"; "Parrocchie e curazie" "Archivio parrocchiale di Baselga di Piné" Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, XIII (1929-31), XV (1937-41) Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GORFER A., Alta Valsugana. Guida geografico-storico-artistico-ambientale, Calliano (TN), 1982 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LUTTEROTTI VON A., "Il Trentino", Bolzano, 1997 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo Stenico, Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

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Note (1) Cfr. "Piccolo archivio delle parrocchie" in Ufficio di Cancelleria dell'Arcidiocesi di Trento. (2) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'"Enciclopedia del diritto", Giuffré, Varese, 1958-1995.

14 fondo A Ufficio parrocchiale di Faida, 1751 - 2003

regg. 19, bb. 2, fascc. 4

Soggetti produttori Curazia della Santissima Trinità, 1805 aprile 11 - 1963 marzo 13 Parrocchia della Santissima Trinità, 1963 marzo 14 -

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Parrocchia della Santissima Trinità in Faida".

15 serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1805 - 2000

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da tre registri. Il primo registro, pur essendo a tabella prestampata, è in parte stutturato secondo le modalità applicate anticamente: le registrazioni sono infatti in lingua latina e in forma discorsiva, con l'indicazione delle date di nascita e di battesimo, dei nomi del battezzato, dei suoi genitori, del ministro celebrante e dei padrini. A partire dal maggio 1818 viene utilizzata la modalità di registrazione con la tabella prestampata nella quale sono registrati, secondo le disposizioni governative, le generalità del battezzato, "il tempo della nascita" (anno, mese, giorno e ora), il luogo di nascita, il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante e dei padrini, e la condizione sociale di questi ultimi. In qualche caso è presente anche il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto e che in casi di pericolo di morte imminente del neonato era autorizzata ad impartire il sacramento del battesimo in extremis.

A. 1. 1 "Liber baptizatorum Faide inceptu ab anno Domini 1805 usque [...] 1850" 1805 maggio 13 - 1850 giugno 6 All'inizio, incollata: copia della concessione del fonte battesimale, 1805 apr. 11; alle cc. 1-10: registro dei cresimati, 1826 mag. 17-1877 mag. 23; alle cc. 11-14: elenco di "esposti" dati in custodia a varie famiglie, 1835 lug. 15-1869 apr. 11; a c. 12v.: "Promemoria" di un battesimo avvenuto fuori parrocchia, 1807 giu. 14 e di un battesimo del 1831 dic. 7 di cui si era omessa la registrazione; a c. 13v.: "Vista del numero delle case della villa di Faida di Piné, distretto di Civezzano, 1809", elenco delle famiglie con relativo numero della casa di abitazione, [1809]. Italiano, latino 16

Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 95, cc. 14 con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: Vol. I

A. 1. 2 "Adversaria de Fagitanis baptizatis ab anno 1850 - 1948"(1) 1850 luglio 8 - 1948 dicembre 23 Alla c. sd 11: annotazioni relative alla benedizione della "lapis primaria" della chiesa di Faida e alla benedizione delle stazioni della Via Crucis, 1857 lug. 13, 1861 nov. 3; alla c. sd 19: annotazione relativa alla benedizione della chiesa di Faida, 1861 ott. 27; alla c. sd 21: annotazione relativa alla benedizione delle tre nuove campane per la chiesa della S.ma Trinità, 1862 nov. 24; alla c. sd 45: annotazione relativa alla consacrazione della chiesa con relativa deposizione delle reliquie dei santi martiri Innocenzo e Onorato nell'altare maggiore, 1878 sett. 2; a c. sd 93: annotazione della visista pastorale del 1908 ott. 25; alla fine, prima dell'indice: elenco dei cresimati di Faida a Trento, 1903. Italiano Registro, legatura in mezza pelle con appigli, cc. sd 183 (bianca la c. sd 113) con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) "- 1948": aggiunta posteriore di altra mano.

A. 1. 3 Registro dei nati e battezzati 1949 gennaio 1 - 2000 aprile 9 Alla c. sd 36: annotazioni relative a lavori eseguiti nella chiesa, 1977 dic. 21- 1978 nov. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. sd 54 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

17 serie A 2 Registri dei matrimoni, 1910 - 2003

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al , per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie è formata da due registri il primo dei quali è strutturato a tabella prestampata e riporta, secondo le disposizioni governative, la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Il secondo registro è invece redatto secondo le norme concordatarie.

A. 2. 1 "Matrimoni ab anno 1910" 1910 aprile 23 - 1939 ottobre 28 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 35 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A. 2. 2 "Libro dei matrimoni dall'anno 1940 all'anno 19**" (tit. int.) (1) 18

1940 dicembre 31 - 2003 settembre 27 Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 154 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) Titolo prestampato.

19 serie A 3 Registri dei morti, 1842 - 1968

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da un solo registro che riporta i defunti di Faida a partire dal 1842. Le registrazioni sono su tabella prestampata sulla quale vengono riportate, secondo le disposizioni governative, le generalità del defunto, la causa di morte e il luogo di sepoltura. Vi sono inoltre annotate, a margine o assieme alle altre registrazioni, anche le morti avvenute fuori parrocchia.

A. 3. 1 "Adversaria de Fagitanis ab hac vita migratis ab anno 1842" 1842 marzo 7 - 1968 dicembre 22 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 252 (bianca la p. 148) con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

20 serie A 4 Registri dei cresimati, 1914 - 1998

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX. La serie è formata da un registro che riporta i nomi dei cresimati di Faida che hanno ricevuto il sacramento a Trento o in altre località. Per le cresime impartite dal 17 maggio 1826 al 23 maggio 1877 e nel 1903 si vedano "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Registri dei nati e battezzati", reg. 1, pp. 1-10 e reg. 2.

A. 4. 1 "Registro dei cresimati della curazia di Faida Piné incominciato l'anno 1913 sotto il reverendo curato don Alfonso Bolognani (Vici Cavedinis). Prima di questo anno i cresimati si trovano nell'archivio parrocchiale di Baselga" 1914 giugno 4 - 1998 Cresimati di Faida in varie località. Italiano Registro, legatura in tela, cc. sd 30 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

21 serie A 5 Stati delle anime, [1906] - sec. XX seconda metà

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati(1). Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440). La serie è formata da un registro riportante lo stato delle famiglie della curazia di Faida e delle località limitrofe.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., "Manuale d'ufficio del clero curato", Trento, 1888 (2.a ediz), p. 52. (2) Cfr. SPARAPANI L., "I libri parrocchiali nella diocesi di Trento" in "La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze" a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989, pp. 277-319.

A. 5. 1 Anagrafe della popolazione [1906](1) - sec. XX seconda metà Descrizione delle famiglie residenti a Faida e nelle località di Rauta, Prada, Moseri e Cané. Contiene, sciolto: "Elenco delle famiglie di Faida", con riferimenti alle pp. del registro, s. d. Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 149 con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) La data è stata desunta da un'annotazione presente sulla c. di guardia.

22 serie A 6 Registri degli sponsali, 1909 - 1934

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(cfr. Foglio diocesano, a. 1908, n. 3) stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre il matrimonio nè a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa. La serie è formata da un registro.

A. 6. 1 "Incominciato l'anno 1909. Libro per gli sponsali fatti nella canonica di Faida Piné" 1909 ottobre 3 - 1934 novembre 22 Italiano Registro, legatura in tela, pp. 52

23 serie A 7 Atti matrimoniali, 1921 - 1962

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato(1). In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali. La serie è formata da una busta contenente gli atti di matrimoni celebrati nella chiesa di Faida a partire dal 1921.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 174-175.

A. 7. 1. b.1 Atti matrimoniali 1921 - 1962 Busta, cc. 726 n.n.

24 serie A 8 Diari delle messe avventizie, 1892 - 1955

Contenuto L'autorità ecclesiastica predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione(1). I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere costuditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante. La serie è formata da tre registri. Il primo registro fino a tutto l'anno 1900, cioè per tutto il periodo di permanenza del curato don Alfonso Facchini, riporta regolarmente annotate notizie abbastanza particolareggiate di avvenimenti liturgici (feste, processioni, benedizioni solenni, visite canoniche, prime comunioni) e anche altre annotazioni relative ad esempio a lavori approntati alla chiesa e al cimitero. Tali annotazioni permangono anche per gli anni seguenti, cioè fino alla fine del registro, ma sono sicuramente molto meno curate e dettagliate.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 382-386.

A. 8. 1 Diario delle messe 1892 ottobre 16 - 1924 novembre 3 All'inizio, sulla c. di guardia: "Ordini delle sepolture per i bambini", disposizioni per la processione al cimitero in occasione delle sepolture di bambini, s.d. Mancano le registrazioni relative alle messe celebrate dal novembre del 1900 a tutto il 1902 e dal maggio 1903 all'aprile 1905. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 149 n.n.

A. 8. 2 "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Faida" (tit. int.) (1) 1938 gennaio 1 - 1947 luglio 27 Latino Registro, legatura in mezza tela, cc. 78 n.n. Note (1) Titolo in parte prestampato.

A. 8. 3 "Diarium missarum" 1947 luglio 28 - 1955 settembre 17 25

Latino Registro, legatura in cartoncino, cc. 59 n.n.

26 serie A 9 Registri degli adempimenti degli oneri missari, 1906 - 1946

Contenuto La serie è formata da un registro.

A. 9. 1 "Messe legatarie della curazia di Faida" 1906 agosto 12 - 1944 dicembre 17; 1946 ottobre 28 (con annotazioni posteriori fino al 1958) (1) Adempimenti degli oneri missari a carico della chiesa di Faida con annotazioni relative alla spedizione in Curia delle elemosine. All'inizio, incollati: decreti di riduzioni di messe legatarie a carico della chiesa, 1922 dic. 13 (copia), 1927 ago. 24. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 93 (bianche molte pp.) con indice delle parti a p. 1 Note (1) Le annotazioni posteriori sono riferite ad affrancazioni.

27 serie A 10 Registri delle elemosine, 1917 - 1973

Contenuto La serie è formata da tre registri sui quali sono state annotate offerte ed elemosine a favore di opere diocesane, circoli cattolici, poveri e devozioni varie.

A. 10. 1 "Registro - Pane di S. Antonio" 1917 gennaio 1 - 1973 settembre 9 Registro delle elemosine raccolte nella cassetta di S. Antonio e distribuite per sovvenzionare i poveri di Faida. Italiano Registro, legatura in tela, cc. 62 n.n.

A. 10. 2 "[Ca]ssa [ele]mosine per le anime. Faida" 1932 gennaio 1 - 1948 agosto 9 Registro delle elemosine raccolte ed utilizzate per la celebrazione di messe per le anime. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 12 n.n.

A. 10. 3 "Libro cassa delle elemosine per le S. Anime in Faida" 1948 agosto 10 - 1973 Registro delle elemosine raccolte durante la celebrazione di messe. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 18 n.n.

28 serie A 11 Registri di cassa generale, 1906 - 1945

Contenuto La serie è formata da due registri in uso al parroco che riportano l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo.

A. 11. 1 Registro di cassa 1906 gennaio 1 - 1945 giugno 18 Registro delle entrate e delle uscite della chiesa curaziale di Faida, del Fondo Missioni, della cappella di S. Giovanni Nepomuceno al Cané, del legato Francesco Gottardi, della fabbriceria. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 200 con indice delle parti all'inizio n.n.(1) Note (1) L'indice si trova sulla c. di guardia.

A. 11. 2 "Amministrazioni varie" 1906 dicembre 28 - 1923 dicembre Registro delle entrate e delle uscite di varie amministrazioni della curazia di Faida tra cui il Fondo Missioni, l'Obolo S. Vigilio, l'Obolo S. Pietro, i Luoghi Santi, il legato Battisti, il cimitero, l'Opera per la redenzione degli schiavi, quella delle Missioni in Africa, ecc. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 126 (bianche diverse pp. tra le varie parti) con appigli, con indice delle parti all'inizio n.n. (1) Note (1) L'indice si trova sulla c. di guardia.

29 serie A 12 Protocolli degli esibiti, 1905 - 1954

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica (Raccolta delle leggi provinciali, 19.12.1816) sia da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887)(1).

La serie è formata da un registro.

Note (1) Cfr. BAZZANELLA G., op. cit., pp. 120-121.

A. 12. 1 "Libro degli esibiti della curazia di Faida incominciando li 2 maggio 1905" 1905 maggio 2 - 1928 febbraio 17; 1950 gennaio 7 - 1954 gennaio 9 Per l'anno 1913: salto da aprile a ottobre anche nella numerazione riferita a quel periodo (dal n. 42 al n. 107). Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 109 n.n.

30 serie A 13 Carteggio e atti, 1751 (copia) - 1952

Contenuto L'organizzazione e il raggruppamento della documentazione della parrocchia di Faida rispecchia in modo molto evidente il passaggio dei vari sacerdoti nella curazia. Il primo curato che intervenne sull'ordinamento del carteggio fu don Alfonso Demonte, nominato cappellano esposto con decreto vescovile del 22 aprile 1905. Egli organizzò la documentazione suddividendola in sei "teche": la "teca I", era formata da 13 fascicoli contenenti atti della fabbriceria, della confraternita del SS.mo, della cappella del Cané, ecc.; la "teca II" conteneva "resolutio casus"; la "teca III" circolari; la "teca IV" non è dato sapere; la "teca V" resoconti della chiesa e del legato Gottardi; la "teca VI" inventari della chiesa, del legato, ecc. Queste "teche" furono consegnate il 28 ottobre 1908 al nuovo curato don Alfonso Bolognani. Quest'ultimo utilizzò la "teca IV" per inserirvi fogli diocesani(1) e costutì ex novo una "teca VII" contenente tutta la documentazione che originariamente costituiva il "fasc. VIII"(2) contenuto nella "teca I" e che lo stesso suo predecessore, probabilmente per questioni pratiche, aveva già estrapolato e condizionato separatamente. In questo fascicolo, a differenza degli altri 13 era contenuta la documentazione non suddivisa per argomenti specifici bensì per annate a partire dal 1905 fino al 1913. I sacerdoti che seguirono continuarono a raccogliere in questo modo la documentazione costituendo un' altra teca di "atti d'ufficio". Attualmente quindi la serie è formata da una busta suddivisa in 11 fascicoli (sottounità), da un fascicolo costituito ex novo con la documentazione che non era stata raccolta nella busta precedente, da un terzo fascicolo originale ("Teca III") contenente circolari vescovili, seguito da altri due contenenti la documentazione ordinata per numero di protocollo.

Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 7, c. 11. (2) In origine questo era il "Fasc. VIII" della prima teca ed ora costituisce un'unità autonoma identificabile con il fasc. 4 contenuto nella b. 3 della medesima serie.

A. 13. 1. b. 1 "Teca I. Varia" 1751 (copia) - 1924 La busta contiene all'inizio l'elenco dei fascicoli in essa contenuti, riportato all'interno del piatto anteriore della busta originale. Il "Fasc. VIII. Atti 1905, 1906, 1907, 1908, 1909, 1910, 1911"costituisce attualmente un'unità autonoma(1) Manca il "Fasc. XII. Carte di poca importanza" Busta Note (1) Una nota posta da don Alfonso Bolognani a fianco dell'elenco dei fascicoli in corrispondenza del "Fasc. VIII" riporta: "Di questo fascicolo fu formata un'apposita teca", che attualmente costituisce il fasc. 4 contenuto nella b. 3 della serie "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti" .

A. 13. 1.1. b. 1 "Teca I. Fascicolo I. Atti riguardanti il resoconto del fabbriciere Moser Simone e del curato don Giuseppe

31

Andreatta. Carteggio luce elettrica(1)" 1903 - 1918 Carteggio e atti relativi alla gestione e amministrazione tenuta dal fabbricere Simone Moser della sostanza lasciata dal defunto don Giuseppe Andreatta (1903-06), carteggio e atti relativi all'installazione della luce elettrica nella chiesa di Faida (1912-18). Fascicolo, cc. 45 Note (1) "Carteggio luce elettrica": aggiunta posteriore a matita e di altra mano.

A. 13. 1.2. b. 1 "Teca I. Fascicolo II. Confraternita del S.mo Sacramento" 1905 - 1914 Carteggio e atti relativi all'erezione della confraternita, atto di erezione, statuto. Fascicolo, cc. 12

A. 13. 1.3. b. 1 "Teca I. Fascicolo III. Cappella del Cané" 1898 - 1918 Carteggio e atti relativi alla cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané, in particolare: carteggio relativo alla costruzione della cappella, concessione per la realizzazione della Via Crucis, documento di dotazione della cappella (1906 gen. 26), amministrazione varia, ecc. Fascicolo, cc. 27

A. 13. 1.4. b. 1 "Teca I. Fascicolo IV. Legati pii" 1751 (copia) - 1920 Disposizioni di legati missari a favore della chiesa di Faida con, in parte, annotazioni relative all'avvenuta soddisfazione. Fascicolo, cc. 81

A. 13. 1.5. b. 1 "Teca I. Fascicolo V. Rubriche" 1899 - 1904 Documentazione relativa ad ipoteche (cancellazioni, aggiudicazioni, ecc.) Fascicolo, cc. 6

A. 13. 1.6. b. 1 "Teca I. Fascicolo VI. Fassioni. a) Fassione don Facchini, b) Fassione don Andreatta, c) Fassione don Demonte, d) Fassione don Antonio Bolognani, e) Fassione don Modesto Piva, f) Fassione don Emanuele Donati" 1899 - 1924 Fassioni e carteggio relativo alla commisurazione del completamento della congrua assegnata ai vari curatori d'anime presenti a Faida. Fascicolo, cc. 35

A. 13. 1.7. b. 1 32

"Teca I. Fascicolo VII. Consegne. a) Consegna don Demonte, a don Alfonso Bolognani. Riconsengna fatta da don Alfonso Bolognani. Consegna a don Modesto Piva, 26 agosto 1914. Consegna a don Emanuele Donati, 6/7.1924" 1905 - 1924 Atti di consegna e carteggio relativo. Fascicolo, cc. 40

A. 13. 1.8. b. 1 "Teca I. Fascicolo IX. Documenti estinti" 1769; 1777; 1870 - 1914 Censi costituiti a favore della chiesa della SS.ma Trinità di Faida (1769; 1777), documenti di credito estinti. Fascicolo, cc. 91

A. 13. 1.9. b. 1 "Teca I. Fascicolo X. Carte varie. 1. Erezione Via Crucis 2. Autentica reliquia B.M.V. 3. Contratto sacristano 4. Funzioni permesse ai cappellani esposti 5. Erezione fonte battesimale 6. Erezione del beneficio espositurale dall'equivalente d'imposte 7. Questione concorrenza alla chiesa parrocchiale 8. Circolare del decano circa il catechismo 9. Equivalente d'imposte della chiesa pro 1900-1910 10. Fassione della sostanza mobile della chiesa pro 1901 11. Testamento Francesco Gottardi(1) 12. Autentica relativa s. Croce e s. Pietro e Paolo(2)" 1755; 1896 - 1904 Sono presenti solo le pratiche contraddistinte dai nn. 1, 3 - 8 Fascicolo, cc. 20 Note (1) Il n. 11 relativo al "testamento di Francesco Gottardi" è stato aggiunto a matita posteriormente e da altra mano. (2) Si trova assieme ad altre reliquie in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 2, fasc. 2.

A. 13. 1.10. b. 1 "Teca I. Fascicolo XI. Vecchie liquidazioni" 1868 - 1887 Carteggio e atti relativi alla liquidazione ed evasione dei resoconti della chiesa di Faida e del legato Francesco Gottardi. Fascicolo, cc. 30

A. 13. 1.11. b. 1 "Teca I. Fascicolo XIII. Messe legatarie" 1805 - 1914 Carteggio e atti relativi alla celebrazione di messe legatarie, riduzioni, prospetti. Fascicolo, cc. 74

A. 13. 2. b. 2 Carteggio e atti 1777, 1778; 1864 - 1952 Richiesta dell'autorizzazione e benedizione del cimitero di Faida (1777, 1778); autentiche delle reliquie (1893-1915); carteggio e atti relativi all'anagrafe (1907-1951); certificati e comunicazioni di nascite e battesimi, matrimoni e morti avvenuti fuori parrocchia (1909-1952); raccolta di biglietti pasquali (1910-1912); carteggio e atti relativi al Terz'Ordine (1918-1921); facoltà di binare e 33 celebrazioni del Giovedì Santo (1926-1943); comunicazioni, programmi e carteggio relativo alle visite pastorali; deleghe per matrimoni; orario delle sacre funzioni per la Settimana Santa (1915); regolamento per il locale dei soci di Santa Barbara (1911); regolamento del coro; ecc. Fascicolo, cc. 193

A. 13. 3. b. 2 "Teca III. Circolari vescovili" 1839 - 1921 Circolari e comunicazioni provenienti dall'autorità vescovile di Trento. Fascicolo, cc. 312

A. 13. 4. b. 3 "Atti varii - scritture - decreti - responsi dell'anno 1905 - 1906 - 1907 - 1908 - 1909 - 1910 - 1911 - 1912. Teca VII"(1) 1905 - 1913 Carteggio e atti dell'ufficio parrocchiale raccolti in fascicoli annuali e ordinati secondo il numero ad essi attribuito al momento della registrazione sul registro di protocollo(2), quando presente o ricostruito, o in ordine cronologico in caso contrario. Fascicolo, cc. 256 Note (1) All'interno del contenitore di trova una teca riportante il titolo "Teca I. Fasc. VIII", si tratta infatti del fascicolo che originariamente si trovava nella b. 1 della medesima serie. (2) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.

A. 13. 5. b. 4 ["Atti d'ufficio"](1) 1914 - 1926 Carteggio e atti dell'ufficio parrocchiale raccolti in fascicoli annuali e ordinati secondo il numero ad essi attribuito al momento della registrazione sul registro di protocollo(2), quando presente o ricostruito, o in ordine cronologico in caso contrario. Fascicolo, cc. 384 Note (1) Titolo ricostruito tramite i fascicoli originali. (2) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Protocolli degli esibiti", reg. 1.

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Ente Chiesa della Santissima Trinità [1673] - 1987 gennaio 24

Luoghi Faida (Baselga di Piné, Tn)

Archivi prodotti Fondo Chiesa della Santissima Trinità in Faida, 01/01/1850 - 31/12/1984

Storia Le prime notizie in merito alla chiesa della Santissima Trinità di Faida risalgono alla visita pastorale del 21 giugno 1673(1) quando venne visitata la "cappella Santissima Trinitatis Faidae" nella quale viene descritto un altare con "petra portatili" in buone condizioni. Dalla relazione l'edificio appare abbastanza degradato sia internamente che esternamente con "fessure, macchie deformi, in più luoghi degrostata, sottoposta ad umidità". Nella medesima visita si segnala il cattivo stato dei paramenti, la sprovvista di candelieri e del corporale. Dalla visita del 1769(2) si evince che gli altari erano tre, tutti consacrati e ben conservati. Risale allo stesso anno la concessione da parte dell'autorità vescovile del cimitero contiguo alla chiesa e, nel 1774, fu accordato anche il "sacro luminare"(3). Il 5 aprile 1805 vennero stesi dei capitoli tra la vicinia di Faida e il parroco di Piné onde poter ottenere la concessione del fonte battesimale. Tali capitoli prevedevano che il battistero e suo mantenimento dovessero essere a carico dei vicini, che ogni anno si dovessero pagare quattro troni alla parrocchia per avere gli oli santi e l'acqua e che per alcun motivo dovessero essere pregiudicati i diritti della parrocchia nei confronti della chiesa filiale. Fu così che l'11aprile 1805 si ottenne da parte dell'autorità vescovile, rappresentata dal vicario generale del vescovo di Trento, il permesso di erigere il fonte(4). Non vi sono notizie in merito ma sicuramente, con il tempo, la chiesetta di Faida divenne troppo angusta per la popolazione locale e quindi si stabilì di costruire un nuovo edificio di culto. La nuova chiesa della Santissima Trinità di Faida fu costruita tra il 1857 e il 1871. Essa venne realizzzata a sostituzione dell'antica costruzione in seguito trasformata in edificio scolastico(5). E' in stile ionico con navata unica provvista di due cappelle laterali posizionate in corrispondenza della crociera; misura una lunghezza di 22.65 m e una larghezza di circa 12 m. La prima pietra venne posta e benedetta il 13 luglio 1857 dal delegato vescovile Giovanni Battista Zambelli, parroco di Baselga di Piné(6). Ad ultimazione dei lavori, il 27 ottobre 1861(7), vi fu la solenne benedizione e il 3 novembre dello stesso anno vennero concesse anche le stazioni della Via Crucis(8). Il nuovo edificio sacro venne consacrato il 2 settembre 1878 dal vescovo coadiutore Giovanni Haller e in quell'occasione furono anche inserite nell'altare maggiore le reliquie dei martiri Innocenzo e Onorato(9). All'intero conserva due preziosi altari laterali in stile barocco risalenti al XVII secolo, quello di destra intitolato a Maria Santissima e quello di sinistra a sant'Antonio abate mentre l'altare maggiore, dedicato al titolare, venne realizzato nel 1869 per opera dei fratelli marmisti Scanagatta di . Nel 1893 venne realizzato il nuovo pavimento in ardesia e nello stesso anno si aggiunse all'edificio una nuova sagrestia presso il presbiterio e venne ultimato il campanile.

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Le campane vennero benedette il 24 novembre 1862; durante la prima guerra mondiale la maggiore venne requisita. Il nuovo concerto di cinque campane venne realizzato dalla ditta Colbacchini di Trento nel 1925 e benedetto il 7 marzo 1926. Il patrimonio della chiesa venne utilizzato per la soddisfazione degli oneri missari e per il mantenimento dell'edificio. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa della Santissima Trinità è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia della Santissima Trinità di Faida.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(10). I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

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Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 17 (1673), cc. 51 e 83. (2) Ibidem, n. 78 (1769), c. 240. (3) Ibidem, "Libro B", (117) n. 132. (4) Ibidem e "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Registri dei nati e battezzati", reg. 1, all'inizio. (5) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 100 (1910). (6) "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Registri dei nati e battezzati", reg. 2 , c. sd 11. (7) Ibidem, c. sd 19. (8) Ibidem, c. sd 11. (9) Ibidem, c. sd 45. (10) Cfr. "Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento", 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

37 fondo B Chiesa della Santissima Trinità in Faida, 1850 - 1984

regg. 8, b. 1, fascc. 3

Soggetti produttori Chiesa della Santissima Trinità, [1673] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Parrocchia della Santissima Trinità in Faida".

Carteggio ed atti relativi alla chiesa della SS.ma Trinità di Faida si trovano in "Ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fascc. 4, 7, 8 e 9.

38 serie B 1 Registri dei capitali, 1850 - 1932

Contenuto La serie è formata da tre registri.

B. 1. 1 "Repertorio dei capitalli documentatti per erigere la fabbrica della nuova chiesa di Faida [dal]l'anno 1848" 1850 gennaio 27 - 1879 agosto 12 Registro relativo ai pagamenti degli interessi sui capitali ipotecati a favore della chiesa della Santissima Trinità di Faida. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 59 n.n.

B. 1. 2 "Urbario 1. Chiesa curaziale 2. Legato Francesco Gottardi 3. Cappella del Cané" 1906 dicembre 2 - 1932 gennaio 9 Registro dei pagamenti degli interessi dei capitali assicurati presso privati ed intestati alla chiesa della Santissima Trinità, al legato Francesco Gottardi, alla cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané e al Fondo Missioni. Italiano Registro, legatura in pelle, con appigli, pp. 239 (bianche diverse pp. tra le varie amministrazioni ) con indice delle parti a p. 1 e indice generale alle pp. 238-239.

B. 1. 3 "Urbario 1. Chiesa curaziale 2. Legato Francesco Gottardi 3. Cappella del Cané" Sec. XX prima metà Registro dei capitali assicurati presso privati sui quali veniva maturato un annuo interesse intestati alla chiesa della Santissima Trinità, al legato Francesco Gottardi e alla cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. sd 41 (bianche le cc. sd 16-19, 21, 25, 39)

39 serie B 2 Registri di cassa, 1915 - 1984

Contenuto La serie è formata da quattro registri sui quali è riportata la situazione di cassa della chiesa parrocchiale come luogo di culto (arredi sacri, cera, organista, messe, ecc.) e le entrate e le uscite relative all'amministrazione del suo patrimonio. Il primo registro riguarda le entrate e le uscite del legato fondato da Domenica fu Bonaventura Leonardelli da Faida la quale, morta il 21 luglio 1915, con suo testamento vocale dell'8 marzo 1914 lasciò tutta la sua sostanza alla chiesa della Santissima Trinità di Faida disponendo che tutti gli interessi annui derivanti fossero goduti da un giovane suo parente intenzionato ad intraprendere la vocazione sacerdotale.

B. 2. 1 "Legato vedova Domenica Leonardelli di Faida" 1915 luglio 25 - 1945 ottobre 16 Amministrazione del legato Leonardelli di Faida. Italiano Registro, legatura in cartoncino, pp. 17

B. 2. 2 "Giornale della chiesa" 1923 gennaio 1 - 1949 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 39 n.n.

B. 2. 3 "Entrate straordinarie della venerabile chiesa curaziale di Faida" 1926 gennaio 1 - 1960 maggio 8 All'inizio, prima delle registrazioni. "La base di questa amministrazione è costituita da un libretto di risparmio presso la Cassa Rurale di Montagnaga n. 200 di Piné formato dai miei antecessori ed escluso dal resoconto annuale della chiesa", s.d. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 30 n.n.

B. 2. 4 "Giornale cassa della chiesa" 1950 gennaio 17 - 1984 dicembre 31 Incollata sul verso del piatto anteriore della coperta: dichiarazione della Curia arcivescovile di Trento circa il deposito dei capitali della chiesa, del legato Gottardi e della cappella in località Canè, 1954 giu. 22. Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 78 n.n.

40 serie B 3 Registri dei verbali delle riunioni di fabbriceria, 1906 - 1928

Contenuto La serie è formata da un registro.

B. 3. 1 "Protocollo delle sessioni della fabbriceria di Faida e adunanze pubbliche risguardanti la chiesa" 1906 marzo 11 - 1928 febbraio 12 Mancano le registrazioni relative al periodo 1923 agosto - 1926 marzo. A p. 41: "Elenco dei benefattori e delle benefattrici della venerabile chiesa curaziale di Faida", s. d. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 92

41 serie B 4 Resoconti, 1855 - 1933

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose. La serie è formata da una busta nella quale il curato don Alfonso Demonte aveva inserito anche i resoconti del legato Gottardi, successivamente estrapolati e conservati separatamente dai curati venuti a Faida dopo di lui.

B. 4. 1. b. 1 Resoconti(1) 1855 - 1933 Nn. 1 - 51 Mancano i resoconti relativi agli anni 1857-1865, 1898-1903. E' presente documentazione di corredo solo per l'anno 1923. Busta, cc. 497 n.n. Note (1) Ex "Teca V. Reso-conti chiesa e legato Gottardi"

42 serie B 5 Carteggio e atti, 1855 - 1945

Contenuto La serie è formata da tre fascicoli. I primi due contengono rispettivamente documentazione di carattere amministrativo (eredità a favore della chiesa, fabbriceria, quinternetti, crediti ipotecari, ecc.) e relativa all'edificio (lavori di restauro, pavimentazione, campane, ecc.) mentre il terzo, formato originariamente dal curato Alfonso Demonte contiene inventari e fassioni anche di altre amministrazioni.

B. 5. 1. b. 1 Atti amministrativi 1855 - 1945 Conti, carteggio e atti di carattere amministrativo relativi alla realizzazione del nuovo edificio sacro (1855-1893); carteggio e atti relativi all'amministrazione di eredità pervenute a vario titolo a favore della chiesa(1) (1856-1945); carteggio e atti relativi ai fabbriceri e alla fabbriceria; atti relativi in generale all'amministrazione del patrimonio della chiesa; quinternetti; crediti ipotecari; repertorio degli atti soggetti a tassa di registro; ecc. Fascicolo, cc. 307 Note (1) Fondazione Domenica Leonardelli, massa ereditaria di Pietro Moser, ecc.

B. 5. 2. b. 2 Carteggio e atti 1862 - 1935 Carteggio e atti relativi alle campane: riparazioni, requisizioni in tempo di guerra, risistemazione (1862-1935); altare in pietra (1869); atti relativi alla pavimentazione della chiesa (1898-1910); realizzazione del fonte battesimale (1928-1933); decorazione (1928); lavori vari e restauri; ecc. Fascicolo, cc. 144

B. 5. 3. b. 2 "Teca VI. Inventari chiesa, legato Gottardi, beneficio primissariale"(1) 1882 - 1936 Inventari del patrimonio del legato Francesco Gottardi (1882-1898); Inventari del patrimonio della chiesa (1898; 1909); inventari del patrimonio del beneficio curaziale(1899); fassioni delle sostanze mobili e carteggio e atti relativi alla commisurazione dell'equivalente d'imposta (1902-1936). Fascicolo, cc. 129 Note (1) Di seguito al titolo vi sono altre aggiunte di mani diverse.

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Ente Cappella di San Giovanni Nepomuceno 1898-

Luoghi Cané di Faida (Baselga di Piné, Tn)

Archivi prodotti Fondo Cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané, 01/01/1906 - 31/12/1964

Storia La chiesetta di S. Giovanni Nepomuceno si trova nella piccola frazione di Faida sulle pendici occidentali del monte di Costalta e venne realizzata probabilmente a protezione delle alluvioni provocate dai torrenti che vanno a confluire nel Rio Negro. Stefano fu Francesco Moser da Cané di Faida con suo testamento nuncupativo del 19 aprile 1898 disponeva al punto quarto di lasciare 200 fiorini per l'erezione di una cappella in località al Cané in un luogo dove già in passato esiteva una chiesetta ormai andata in rovina. Fu egli a disporre, forse per devozione, che questa nuova chiesa dovesse essere dedicata a san Giovanni Nepomuceno. Stefano fu Stefano Moser figlio del testatore, nominato erede universale di tutta la sostanza del padre e in adempimento all'obbligo impostogli, fece realizzare la chiesetta collocando al suo interno una statua del santo titolare e munendo il piccolo campanile di una campanella fusa dalla ditta Colbacchini di Trento. Il 20 maggio 1902, in seguito ad autorizzazione vescovile n. 1425 del 17 maggio, venne benedetta solennemente. Con decreto n. 1365/Benef. del 14 maggio 1902, l'Ordinariato di Trento stabilì che l'importo di fiorini 200 dovesse servire quale dotazione per il mantenimento della cappella. Il 26 agosto 1906 venne stipulato il documento di fondazione relativo alla dotazione della cappella con il quale la fabbriceria della chiesa della SS.ma Trinità di Faida, rappresentata dal curato e dai sindaci, accusò la ricevuta dell'importo atto alla dotazione della chiesetta e dichiarò di amministrare la sostanza separatamente da quella della chiesa, in osservanza di quanto stabilito dall'Ordinariato nel predetto decreto del 14 maggio 1902. Il 26 agosto 1918 la chiesetta venne dotata delle stazioni della Via Crucis.

44 fondo C Cappella di S. Giovanni Nepomuceno in località Cané, 1906 - 1964

reg. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Cappella di San Giovanni Nepomuceno, 1898-

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Parrocchia della Santissima Trinità in Faida".

Registrazioni dei capitali e degli interessi maturati sugli stessi relativi alla cappella di S. Giovanni Nepomuceno in Cané si trovano in "Chiesa della Santissima Trinità in Faida", "Registri dei capitali", regg. 2 e 3. Carteggio ed atti relativi alla medesima cappella si trovano in "Ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 3.

45 serie C 1 Registri di cassa, 1938 - 1964

Contenuto La serie è formata da un registro.

C. 1. 1 "Libro cassa della cappella - Cané" 1938 gennaio 1 - 1964 novembre 11 Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 5 n.n.

46 serie C 2 Resoconti, 1906 - 1933

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Chiesa della Santissima Trinità di Faida", "Resoconti". La serie è formata da un fascicolo.

C. 2. 1. b. 1 "Conti della cappella del Cané" 1906 - 1933 Nn. 1 - 18 Mancano i resoconti relativi agli anni 1908 e 1909. Fascicolo, cc. 38 n.n.

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Ente Legato Francesco Gottardi 1866 - [1964]

Luoghi Faida (Baselga di Piné, Tn)

Archivi prodotti Fondo Legato Francesco Gottardi di Faida, 01/01/1866 - 31/12/1964

Storia Francesco fu Giovanni Gottardi, morto a Faida il 16 agosto 1866, con suo testamento del 14 luglio dello stesso anno lasciò "erede universale di tutte le sue sostanze la chiesa curaziale di Faida"(1) di una sostanza di circa 6000 fiorini per provvedere alla costituzione di un fondo primissariale con un sacerdote per la celebrazione di una seconda messa nei giorni festivi. Egli stabilì che se ciò non fosse stato possibile gli interessi del suo patrimonio sarebbero dovuti servire per i "bisogni della chiesa". La dotazione del legato consisteva parte in capitali assicurati e parte in beni stabili e ogni anno era obbligo della chiesa di Faida assicurare alla vedova Gottardi un vitalizio che si aggiungeva ai capitali che erano in usufrutto alla stessa vita natural durante(2). Nelle risposte al questionario della visita del 7 luglio 1927 si ritrova che le rendite del beneficio venivano utilizzate per la celebrazione della seconda messa festiva per il perido che andava da maggio a ottobre di ogni anno, quello che rimaneva veniva invece utilizzato per i bisogni della chiesa(3). Dalla esigua documentazione presente nell'archivio storico della parrocchia di Faida non è stato possibile delinare una più precisa e completa storia istituzionale di questo legato.

Note (1) Cfr. "Archivio del legato Francesco Gottardi", "Carteggio e atti", fasc. 1. (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Parrocchie e curazie", 35.B n. 2.a. (3) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", n. 106 (1927).

48 fondo D Legato Francesco Gottardi di Faida, 1866 - 1964

reg. 1, b. 1, fasc. 1

Soggetti produttori Legato Francesco Gottardi, 1866 - [1964]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Parrocchia della Santissima Trinità in Faida".

Registrazioni dei capitali e degli interessi maturati sugli stessi relativi al legato istituito da Francesco Gottardi si trovano in "Chiesa della Santissima Trinità in Faida", "Registri dei capitali", regg. 2 e 3. Inventari del patrimonio relativi al medesimo legato si trovano altresì in "Chiesa della Santissima Trinità in Faida", "Carteggio e atti", fasc. 3. Carteggio e atti amministrativi del legato si trovano anche in "Parrocchia di Baselga di Piné", "Chiese filiali", "Atti amministrativi", fasc. 6.

49 serie D 1 Registri di cassa, 1918 - 1964

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 1. 1 "Giornale del legato Gottardi" 1918 gennaio 13 - 1964 dicembre 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 29 n.n.

50 serie D 2 Resoconti, 1866 - 1933

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Chiesa della Santissima Trinità di Faida", "Resoconti". La serie è formata da una busta.

D. 2. 1. b. 1 Resoconti 1866 - 1933 Nn. 1 - 50

Mancano i resoconti relativi agli anni 1868, 1870-1874. E' presente documentazione di corredo solo per gli anni 1923 e 1927. Busta, cc. 408 n.n.

51 serie D 3 Carteggio e atti, 1866 (copia) - 1882

Contenuto La serie è formata da un fascicolo in cui è stata raccolta parte della documentazione(1) relativa alla amministrazione del legato istituito a favore della chiesa ma con patrimonio separato dalla stessa per disposizione dello stesso testatore.

Note (1) Altra documentazione relativa al legato Gottardi si trova in "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 9 e in "Archivio della chiesa della SS.ma Trinità in Faida", "Carteggio e atti", fasc. 3.

D. 3. 1. b. 1 Carteggio e atti 1866 (copia) - 1882 Carteggio e atti relativi al legato istituito da Francesco fu Giovanni Gottardi e all'amministrazione e gestione da parte della fabbriceria della chiesa. Fascicolo, cc. 26

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Ente Confraternita del Santissimo Sacramento 1905-[1966]

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento di Faida, 01/01/1905 - 31/12/1966

Storia Dalla documentazione rinvenuta nell'archivio parrocchiale di Faida non è stato possibile ricavare molte notizie in merito a questa confraternita. Essa venne eretta canonicamente il 23 ottobre 1905 con decreto n. 2269 Eccl. quale filiale dell'omonima confraternita già presente a Baselga di Piné e, in quell'occasione, vennero anche approvati gli statuti.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie.

Struttura amministrativa Scopo primario della confraternita era quello di "diffondere lo spirito di vita veramente cristiana e di carità tra i fedeli"(1); era diretta da un preside o rettore, da un priore, da tre consiglieri e da un cassiere. Il preside o rettore, che sempre doveva essere il curato pro tempore, era coadiuvato dal priore per la gestione del buon andamento della confraternita. Priore e consiglieri potevano rimanere in carica tre anni mentre il cassiere solo due. Gli iscritti dovevano essere persone di buona condotta morale e versare ogni anno nelle mani del cassiere la tassa corrispondente ad una corona, denaro che serviva per il mantenimento dei sacri arredi e per sostenere le spese d'obito dei confratelli e delle 53 consorelle. Alle celebrazioni i confratelli dovevano intervenire muniti di candela e le consorelle con candela e velo bianco o nero sul capo. Tutti gli iscritti alla confraternita di Faida erano tenuti annualmente a prendere parte alla processione del Corpus Domini a Baselga di Piné e, come confraternita filiale, era tenuta a pagare ogni anno alla confraternita madre cinque corone "a titolo di recognizione"(2).

Note (1) Cfr. "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 2, cc. 5-6. (2) Ibidem.

54 fondo E Confraternita del Santissimo Sacramento di Faida, 1905 - 1966

regg. 3

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1905-[1966]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al fondo "Parrocchia della Santissima Trinità in Faida".

Carteggio e atti relativi alla confraternita del Santissimo Sacramento di Faida si trovano in "Ufficio parrocchiale di Faida", "Carteggio e atti", b. 1, fasc. 2.

55 serie E 1 Registri dei verbali delle riunioni, 1905 - 1959

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 1. 1 "Libro - sessioni della confraternita del SS.mo in Faida e catalogo e registro generale" 1905 novembre 26 - 1927 gennaio 8; 1957 dicembre 8 - 1959 dicembre 13 Verbali delle adunanze dei confratelli e delle consorelle della confraternita con approvazione dei conti annuali. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 90

56 serie E 2 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1908 - 1960

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 2. 1 "Scodirollo della confraternita del S.mo Sacramento di Faida - Piné" 1908 - 1960 Registro dei pagamenti delle tasse annuali da parte dei confratelli e delle consorelle. All'inizio: "Tasse d'iscrizione", annotazione delle quote da pagarsi dai confratelli in base all'età, 1927 marzo 19 (con aggiunte posteriori s. d.) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 67 n.n.

57 serie E 3 Registri di cassa, 1939 - 1966

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 3. 1 "Registro - cassa delle confraternita del Santissimo" 1939 ottobre 23 - 1966 giugno 23 Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 18 n.n.

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