2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE

2.1 Collocazione geografica e definizione dell’ambito amministrativo

La Comunità Montana della Lessinia si estende nell’ambito montano della provincia di su una superficie di circa 490 km 2 e occupa circa il 15.7 % del territorio provinciale.

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La Comunità montana è delimitata: - ad ovest dalla Val d’Adige; - a nord dal confine regionale nella fascia tra la Val d’Adige e la catena montuosa del Carega; - a est dalla Val di in provincia di Vicenza; - a sud dalla pianura padana.

L’intera superficie si estende lungo cinque valli (da ovest ad est, la , Valpantena, Val di Squaranto, Valle d’, Valle dell’Alpone) su un territorio profondamente interessato da fenomeni carsici che nel tempo hanno modellato grandi opere naturali, quali il Ponte di Veja, la voragine della Spluga della Preta, il Covolo di Camposilvano. Le principali vie d’accesso sono costituite dalle direttrici che percorrono la Valpolicella, la Valpantena, la Val di Squaranto, la Valle d’Illasi, la Valle dell’Alpone. Nel territorio compreso entro questi confini si possono distinguere due fasce: - l’ambiente alto montano degli alti pascoli, identificabile con gran parte del territorio del Parco Regionale della Lessinia, la cui gestione è affidata alla stessa Comunità Montana;

- l’ambiente medio montano dove si trovano i centri abitati, che raggiungono una quota massima di 1000- 1100 m s.l.m., e dove è più alta la densità di popolazione. La Comunità Montana della Lessinia presenta la peculiarità di condividere parte del suo territorio con il Parco Naturale Regionale della Lessinia, che interessa i comuni di Sant’Anna d’Alfaedo, , Dolcè, Rivoli V.se, , , Sant’Ambrogio di Valpolicella, , Roverè Veronese, , , , , Roncà, , , Verona più altri due comuni in provincia di Vicenza (Altissimo e ).

Nel 2005 la Giunta Regionale delibera (n. 126/CR del 06/12/2005 pubb. BUR n. 64 del 18/07/2006) l’ “attribuzione della classificazione di territorio montano a superfici di undici Comuni del Veneto. Proposta per il Consiglio regionale (ai sensi dell’art. 2 della lr n.51/1993)”. Tra questi vi sono anche Marano di Valpolicella, , S. Ambrogio di Valpolicella, Fumane e Tregnago. L’allegato prevede che tali territori montani vengano inclusi nella Comunità Montana della Lessinia (allegato A della delibera). Dunque una volta recepita la delibera, la Comunità vedrà accresciuto il proprio territorio di quasi 42 km 2. La futura inclusione dei nuovi territori porterà la superficie a 531 km 2 ovvero il 17.0 % del territorio provinciale

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Nuova delimitazione dei territorio montano veronese

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2.2 Il sistema prealpino veronse

La Comunità della Lessinia rientra nel sistema prealpino che forma un allineamento di brevi catene alternate a massicci e altopiani. La profonda valle dell’Adige divide la breve dorsale del Monte Baldo dal gruppo dei Lessini, cui fa seguito il gruppo del Carega-Pasubio

Fonte:estratto dal PTRC 2005

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2.3 I Comuni della Comunità Montana

La Comunità Montana della Lessinia è costituita dai territori di 18 Comuni della provincia di Verona. La tabella seguente mostra i comuni e le superfici relative interessate. Con la deliberazione n.126 del Consiglio Regionale del dicembre 2005, la Regione Veneto stabilisce il riordino dei territori della Comunità aggiungendovi nuove porzioni. In verde sono evidenziati i Comuni che vedranno aumentata la propria superficie ricadente all’interno della Comunità Montana. Il grafico evidenzia il confronto tra le rispettive superfici di ciascun . Bosco Chiesanuova, in termini assoluti, fornisce di gran lunga la superficie maggiore (6465 ha). risulta il comune più piccolo (1014.30 ha)

COMUNITA' MONTANA DELLA LESSINIA

Sup. tot Sup. ricadente nella (ha) CM (ha) sup.% ricadente nella CM 2674,03 2674,03 100,0 Bosco Chiesanuova 6464,66 6464,66 100,0 Cerro Veronese 1014,29 1014,29 100,0 Dolce' 3090,66 3090,66 100,0 Erbezzo 3190,79 3190,79 100,0 Fumane 3420,75 2894,91 84,6 Grezzana 4954,22 4954,22 100,0 Marano di Valp. 1864,90 886,45 47,5 Negrar 4040,33 1282,21 31,7 Rovere' Veronese 3661,14 3661,15 100,0 San Giovanni Ilarione 2545,34 2545,34 100,0 1121,79 1121,79 100,0 Sant'Ambrogio di Val. 2348,38 925,97 39,4 Sant'Anna d'Alfaedo 4365,70 4365,70 100,0 Selva di Progno 4143,18 4143,18 100,0 Tregnago 3740,61 1884,53 50,4 Velo Veronese 1884,53 2402,59 127,5 Vestenanova 2402,59 1438,76 59,9 tot. 48941,22

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superfici comunali ricadenti in CM ha 7000

6000

5000

4000

3000

2000

1000

0

e a a e ' . r e . o o o a o e a e l e e p s n n v s a n a d n g s v c z n n l r e i e o e l o l e o z a a a i g a e v g n r V u n o a a o n n n e z V e i f a m o a l r l n o z r l S d g o a r D b i I a r u N i A P r n a e d e ' e e r i o r e s E F d i e C V i d t V o n d T V e G ' g i n o s a n a i h o e a r o a o e r a r r n l d r r v u v C e b n l e V a a o a e v i e o m 'A V B C o M S c M G t s 'A n R n t o n a a n a B S a S S S

2.4 Notizie storiche e culturali

Il territorio della Comunità Montana presenta peculiari aspetti storici e culturali, legati alla frequentazione umana di queste zone, che contribuiscono a renderlo unico nel suo genere e possono costituire un importante fattore di attrazione turistica. Il territorio dei Lessini, infatti, fu frequentato dall’uomo fin dai tempi più antichi; i primi insediamenti si fanno risalire all’età della Pietra, come dimostrano i numerosi ritrovamenti di selci scheggiate nei pianori, sulle alture o nei ripari sotto la roccia. Ma a caratterizzare maggiormente la Lessinia da un punto di vista antropico fu l’arrivo, negli anni a cavallo tra il 1200 e il 1300, di gruppi di coloni di origine bavaro-tedesca, i Cimbri. Il loro nome, secondo la tesi più accreditata, deriverebbe da “ zimbar ” che significa boscaiolo o lavoratore del legno. Queste genti si dedicarono alla pastorizia, alla produzione del carbone di legna e del ghiaccio. In seguito, sotto il dominio

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della Serenissima, formarono i XIII Comuni Veronesi e fino all’epoca di Napoleone I godettero di una grande autonomia. Fin dall’antichità, dunque, tra uomo e ambiente si è venuto a creare un rapporto molto stretto, riscontrabile nelle attività di adattamento delle diverse “risorse” presenti nel territorio. L’uomo, ad esempio, si è servito della pietra dell’altopiano (pietra di Prun e i calcari di Rosso Ammonitico) per la costruzione di case, recinzioni, opere d’arte. Non è difficile, pertanto, trovare in ogni contrada un pilastro, un portale o una figura di pietra a testimonianza dell’abilità costruttiva ed artistica delle popolazioni autoctone. I primi veri insediamenti erano costruiti con pietre a secco su terrazze circolari, simili a castellieri, mentre le case nel senso più moderno del termine iniziano a vedersi a partire dal 1200 e nel secolo successivo si vengono a formare le prime contrade, distinte per disposizione (a schiera o a corte chiusa), materiali usati (lastame, pietra di Prun, rosso ammonitico, ciottoli e sassi) e per stile architettonico (indigeno e cimbro). E’ ancora oggi possibile riscontrare queste diversità spostandosi nel territorio: nella parte occidentale e centrale, a quote medie e basse prevale l’insediamento a corte chiusa e l’utilizzo della pietra Prun e rosso ammonitico, nella parte centrale elevata e orientale si usa sempre il rosso ammonitico, ma lo stile architettonico è influenzato dalla cultura cimbrica; nel fondovalle invece, il materiale più usato è il ciottolo di fiume. La Lessinia è una terra ricca di tradizioni ed è importante pure per l’arte popolare. L’arte figurativa della Lessinia è infatti ricca di testimonianze, quali croci, capitelli, colonnette e dipinti murali. Le “colonnette” sono opere in pietra, in un unico pezzo, o costituite da un pilastro che sostiene una tavoletta. La base porta incisa una croce, mentre la tavola raffigura di solito la Vergine con il Bambino, talvolta con i Santi Rocco e Sebastiano. Essa di solito si trova nella parte orientale della Valle d’Illasi, agli incroci o presso le contrade e la sua origine sembra risalire alla grande pestilenza del 1511. Nella parte occidentale della valle, verso Camposilvano, la “croce” è il tema principale e le prime opere figurative risalgono alla fine del 1400; anch’esse sono disposte sugli incroci o presso le contrade. Un’altra espressione artistica piuttosto comune nella Lessinia sono i dipinti murali sulle facciate delle case, anche se ormai non si trovano in un buono stato di conservazione. Testimonianze della presenza umana in epoca romana si trovano invece nella zona di Negrar dove è stata messa in luce parte di edificio romano risalente al III secolo d.C. Le colline della Valpolicella offrono inoltre la possibilità di visitare alcuni dei più importanti monumenti di età romanica del territorio veronese come la Pieve di San Giorgio di Valpolicella, la Pieve di San Martino a Negrar, la Pieve di San Pietro ad Arbizzano.

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2.5 L’area del Parco Naturale della Lessinia

Come già accennato, il territorio della Comunità è interessato dalla presenza del Parco della Lessinia, che si estende nella parte più a nord e che tocca anche la parte centrale con alcune propaggini. Il sistema del Parco è composto da un insieme di territori che non collegati; prevede infatti alcune aree isolate che, per il loro pregio particolare, hanno meritato di essere incluse nel sistema. Due esempi sono rappresentati dalle due aree che ricadono nei comuni di San Giovanni Ilarione e di Roncà, a sud-est; quest’ultimo non è inserito nel perimetro della Comunità Montana. In totale la superficie occupata dal parco è pari a poco più di 10.000 ha; quella ricadente nel territorio veronese (inclusi i 26 ha del Comune di Roncà) è di 9780.5 ha pari al 3.1% della provincia di Verona e al 17.7% del territorio della Comunità Montana.

La tabella seguente mostra la situazione relativa a ciascuno dei comuni interessati da aree ricadenti nel sistema del Parco, che sono 13 per la provincia di Verona e 2 per quella di Vicenza. Boscochiesanuova rappresenta il comune su cui insiste la più elevata superficie a parco (3644.10 ha). Essa si concentra soprattutto nella parte più a nord del territorio. Erbezzo e Boscochiesanuova invece sono i comuni che hanno più della metà del proprio territorio ricadente nel Parco della Lessinia.

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Parco naturale della lessinia % del % di sup. sup. sup. a parco Comune parco per comunale a comunale (ha) comune parco Bosco Chiesanuova 6464,66 3644,10 35,27 56,37 Dolce' 3090,66 531,03 5,14 17,18 Erbezzo 3190,79 1925,97 18,64 60,36 Fumane 3420,75 95,85 0,93 2,80 Grezzana 4954,22 26,31 0,25 0,53 Marano di Valp. 1864,90 12,59 0,12 0,68 Ronca' 1825,21 26,02 0,25 1,43 Rovere' Ver. 3661,14 376,88 3,65 10,29 S. Anna d'Alf. 2545,34 1011,96 9,79 39,76 S. Giovanni Ilar. 4365,70 4,60 0,04 0,11 Selva di P. 4143,18 1865,61 18,05 45,03 Velo Ver. 1884,53 112,89 1,09 5,99 Vestenanova 2402,59 113,42 1,10 4,72 Altissimo 1505,86 28,81 0,28 1,91 Crespadoro 3016,96 557,38 5,39 18,47 tot. 10333,41 100,00

Superficie a parco suddivisa per ciascun comune

Bosco Chiesanuova Dolce' Erbezzo Fumane 1% 1% 5% Grezzana Marano di Valp. 18% 36% Ronca' Rovere' Ver. S. Anna d'Alf. S. Giovanni Ilar. 10% Selva di P. Velo Ver. 4% 5% Vestenanova 1% 19% Altissimo Crespadoro

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Percentuale di Superficie a parco suddivisa per ciascun comune

70

60

50

40 % 30

20

10

0 . . . e' . o c lf. lar P alp A I m ol V onca' d' di D rbezzo R nanova issi E Fumanerezzana di na va e t G Velo Ver. Al An iovanniSel Crespadoro Rovere' VerG Vest arano S. . M S Bosco Chiesanuova

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2.6 Il Sistema Ambientale

2.6.1 Ecostruttura La tavola della ecostruttura appare come una suddivisione del territorio in ambiti, suddivisione realizzata con lo scopo di consentire l’apprezzamento delle valenze ambientali. Tale tavola dell’Ecostruttura il territorio consente di suddividere il territorio in unità omogenee all’interno delle quali è possibile individuare determinate caratteristiche geo-biostrutturali del territorio della comunità montana. La suddivisione in aree omogenee è stata compiuta tramite l’analisi degli elementi fisici territoriali e l’individuazione delle tipologie vegetali e delle specie faunistiche registrate nel territorio. La tavola sintetizza come nelle cime prealpine più alte la presenza della fauna sia ridotta a causa di diversi fattori abiotici, come le condizioni climatiche più estreme (forte ventosità e insolazione) e la presenza di pascoli naturali e affioramenti rocciosi, che non favoriscono la diffusione delle specie. I rilievi montuosi più alti dei Monti Lessini, data la prevalenza di elementi naturali quali la vegetazione boschiva (per lo più piceo-faggete e rari querceti e ostrieti), presentano invece un grado di presenza di specie elevato. Nelle zone dell’altipiano la presenza della fauna è elevata o discreta (dominata da boschi misti di abete rosso, faggio e abete bianco), mentre nelle valli ampie la presenza di specie è media o discreta dipendendo, questa, soprattutto dalla diffusione delle aree urbanizzate e agricole. Nelle valli più strette invece la copertura vegetale è dominata da orno-ostrieti e acero-frassineti e da boschi riparali lungo i corsi d’acqua. Qui la componente faunsitica è decisamente buona. Più a bassa quota, nei versanti collinari la presenza di fauna è discreta e qui si alternano vaste aree di coltivi e vigneti intercalate a boschi di castagneti o, più frequentemente, ostrio-querceti.

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Fonte: estratto dal PTRC 2005

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2.6.2 Il biomosiaco Il biomosaico è l’espressione complessa dei legami strutturali degli elementi del territorio, presuppone cioè un concetto che va oltre di un semplice accostamento di tessere. La Tavola del biomosaico evidenzia, infatti, la presenza delle specie vertebrate terrestri quali anfibi, rettili, uccelli e mammiferi ed è articolata in cinque diverse classi. Le specie, come risaputo, si distribuiscono in base al loro adattamento all’ambiente. Alla luce di questa considerazione, ognuna delle classi suddette sintetizza le relazioni tra le specie terrestri e il territorio, sulla base dell’analisi degli areali di distribuzione della fauna e l’uso del suolo (utilizzando la carta dell’uso del suolo CORINE Land Cover livello III). La mancanza di una distribuzione omogenea da parte della fauna e la frammentazione degli areali è dovuta senza dubbio a fattori naturali quali l’influenza del clima, della morfologia del territorio, ma anche a fattori di natura antropica che hanno portato alla perdita di biodiversità. La presenza ridotta o scarsa della fauna si rinviene negli ambienti estremi di montagna, cioè nelle cime e nei pendii, dove fattori morfologici, quali la pendenza, o fattori climatici ostacolano la diffusione delle specie. Nei territori comunali di Sant’Anna d’Alfaedo, Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Roverè Veronese (a nord dell’abitato), Selva di Progno, Dolcè (a nord dell’abitato), Fumane, Velo Veronese sono presenti specie di grande interesse naturalistico, sia dell’ambiente epigeo che ipogeo. Sono proprio queste ultime che elevano il valore naturalistico, costituendo spesso endemismi. La maggior parte di queste aree rientrano all’interno dei confini del Parco Naturale Regionale della Lessinia. Si tratta di aree ben diversificate dal punto di vista vegetazionale. Le grandi superfici a pascolo determinano una generale povertà di popolamento da parte dei mammiferi, tuttavia la presenza di superfici boscate, nelle zone a pendenza più elevata, permette la frequentazione degli ungulati. Sant’Anna d’Alfaedo presenta ambienti validi per gli ungulati: buoni-molto buoni per il Capriolo e discreti- buoni per il Cervo. Ad Erbezzo invece il capriolo è avvistato sporadicamente nelle zone di margine del bosco causa la grande estensione dei pascoli che limita la validità dell'ambiente, sia per questa specie che per il Cervo. La Volpe e i Mustelidi (genere Martes ) sono invece presenti con densità elevate. Nei comuni di Selva di Progno, Velo Veronese e Bosco Chiesanuova il Capriolo frequenta le zone di margine del bosco con una popolazione discreta, ma nettamente inferiore alle potenzialità del territorio. La grande diversità ambientale può favorire un'ulteriore espansione sia di questa specie che del Cervo. Il Cervo viene accidentalmente osservato nei boschi al confine con il Trentino e il suo insediamento definitivo potrebbe avvenire in tempi brevi. Il Camoscio frequenta sporadicamente le creste al confine con il Trentino, soprattutto durante la fine dell'estate e l'inverno, ma la specie è presente con una discreta popolazione, progressivamente in aumento, sulla destra orografica dell'Alta Valle di Revolto.

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La Marmotta ha colonizzato buona parte degli habitat adatti ed dove esistono le condizioni per un'ulteriore espansione della specie. La Lepre comune è abbastanza frequente nelle aree prative in prossimità delle zone incolte, dei rimboschimenti artificiali e dei cedui. Nei comuni di Bosco Chiesanuova, Roverè Veronese, Velo Veronese e Selva di Progno, dove l'ambiente forestale è molto vario e articolato con boschi misti e vaste aree a prato, nel corso degli ultimi 50 anni, si è osservato un progressivo insediamento di specie quali faina, martora, tasso tra i mammiferi, e gallo cedrone, francolino di monte, picchio nero e civetta capogrosso tra gli uccelli. Al contrario, le specie tendono a essere numerose in prossimità degli ambienti collinari e di montagna o dove la copertura boscata alternata spesso a aree coltivate determina un incremnento della biodiversità. E’ ben visibile l’elevata presenza della fauna in corrispondenza dei rilievi e dei versanti che scendono verso sud, ricoperti dal fitto manto arboreo delle foreste. Queste zone (ambito comunale di Marano di Valpolicella, S. Mauro di Saline, Badia Calavena, Vestenanova, S. Giovanni Ilarione, Sant’Ambrogio di Valpolicella (parte nord)) sono caratterizzate dalla presenza di alcune specie di grande interesse naturalistico e di interesse venatorio ma anche di specie che frequentano o vivono in grotte ed altre cavità ipogee importanti. Sono le aree a ridosso delle precedenti e che possono essere ricondotte per naturalità e caratteristiche paesaggistiche all’ambiente alto-montano. Queste zone comprendono comuni che evidenziano una naturalità frammentata e spesso localizzata ai margini di aree boscate naturali o lungo i corsi d’acqua. In generale la situazione faunistica può essere così delineata: la lepre comune è presente ma non frequente nei pascoli e al limite di boschi; la volpe è osservata con frequenza e le tracce del suo passaggio testimoniano anche una discreta densità. Per quel che riguarda i mustelidi esistono sporadiche osservazioni di tracce di faina, di puzzola e probabilmente anche di martora. Il capriolo è insediato stabilmente nei territori settentrionali dei comuni, in continuazione con le formazioni boscate dei territori montani. L'ambiente è vocato sia per il capriolo che per il cervo. Entrambe le specie potrebbero insediarsi stabilmente in tempi brevi anche nelle aree dove la loro presenza ora è sporadica o manca del tutto. L'inclusione in questa categoria piuttosto che nella precedente dipende soprattutto dalla quantità e dall'ampiezza di ambienti adatti all'insediamento delle varie specie e dalla loro densità nell'area considerata. Nella parte più meridionale della comunità montana, nei territori comunali di Dolcè (lungo la val d’adige), Grezzana (lungo la vallata), Roverè Veronese (a sud dell’abitato) la presenza di fauna di un certo interesse naturalistico e di interesse venatorio è sporadica o stagionale mentre sono da escludere, se non per puntuali presenze, le specie che frequentano o vivono in grotte ed altre cavità. Sono le zone di media-montagna dove la ridotta naturalità e la maggiore concentrazione antropica contribuiscono ad abbassare il valore faunistico. Questi territori comunali presentano, infatti, modesta rilevanza faunistica a causa dell’elevata antropizzazione, che raggiunge valori estremamente alti soprattutto nei comuni di Grezzana e Dolcè. Gli ambienti più naturali, costituiti per la maggioranza da cedui densi o alternati a prati, offrono spazio

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soprattutto a specie di basso valore naturalistico che meglio si adattano a queste condizioni (lepre comune, capriolo, volpe) mentre sono rari la faina e la donnola. Assenti invece, nelle aree più antropizzate, le specie a medio-alto valore quali i rapaci notturni (gufo comune, allocco) e altre specie come la beccaccia, il picchio nero, il tasso.

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Fonte:estratto dal PTRC 2005

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2.6.3 Aspetti vegetazionali Gran parte del territorio della Comunità è coperto da un cospicuo manto forestale. Il 51% della superficie comunitaria è interessato da boschi, che quindi raggiungono un’estensione di quasi 25.000 ha. Le categorie forestali che formano il patrimonio boschivo sono elencate di seguito:

categorie forestali ha % Aceri-frassineti e aceri-tiglieti 10,3 0,0 Arbusteti 418,6 1,7 Betuleti 12,4 0,0 Castagneti e rovereti 1800,0 7,2 Faggete 5723,4 22,9 Formazioni antropogene 2653,8 10,6 Lariceti e larici-cembreti 3,6 0,0 Mughete 118,0 0,5 Orno-ostrieti e ostrio-querceti 14008,0 56,1 Peccete 185,3 0,7 Querco-carpineti e carpineti 7,4 0,0 Saliceti e altre formazioni riparie 43,1 0,2 tot. 24983,9 100,00

Più delle metà dei boschi è costituito dagli orno-ostrieti (Orniello e Carpino nero), una formazione di suoli primitivi che occupa tutti i versanti delle vallate che scendono fin quasi a Verona. La sua importanza economica è legata alla ceduazione che permette di ricavare legna da brucio. Nelle stazione più elevate, più a nord, in corrispondenza del Parco della Lessinia, troviamo le faggete. I boschi più interessanti sono quelli governati a fustaia; vi si trovano soggetti di notevoli dimensioni e presentano un sottobosco con un discreto corredo floristico. Oltre alla legna da ardere, dalla faggete si ricava anche legno per paleria, sedie, tavoli e mobili di uso domestico. I castagneti e i rovereti sono diffusi tra i 200 e gli 800 m di quota. Particolarmente diffusi nella parte orientale (San Mauro di S., Badia C., Vestenanova, S. Giovanni Il.) sono i castagneti che forniscono un buon reddito con la vendita del frutto.

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Le formazioni antropogene si riferiscono alle piantagioni di pino nero effettuate nella prima metà del secolo scorso per consolidare i versanti. Da anni è in atto la loro sostituzione con specie più idonee. Di un certo pregio vegetazionale sono le mughete (Pino mugo) presenti all’interno del Parco nella zona sopra la Val Frasele oltre i 1700-1800 m. Costituiscono una cenosi protetta come habitat di interesse europeo.

Le categorie forestali Aceri-frassineti e aceri-tiglieti Arbusteti Betuleti Castagneti e rovereti Faggete Formazioni antropogene Lariceti e larici-cembreti Mughete Orno-ostrieti e ostrio-querceti Peccete Querco-carpineti e carpineti Saliceti e altre formazioni riparie 2%

1% 7%

23%

56%

11%

Nelle zone del Parco comprese tra i 500 ed i 900 m, vi sono estesi castagneti e querceti con la presenza di tigli ( Tilia cordata ) e olmi ( Ulmus glabra ). Più in alto c’è la fascia subatlantica che è caratterizzata da pascoli e prati falciabili con la presenza del faggio ( Fagus sylvatica ), di qualche noce ( Juglans regia ), di aceri ( Acer pseudoplatanus ) e di numerosi abeti rossi ( Picea abies ), qualche abete bisnco ( Abies alba ) e larice ( Larix decidua ). Invece tra i 1600 m e la parte sommitale lessinea, troviamo l’ambiente prealpino con clima temperato-freddo con pascolo di tipo lino-seslerieto. Nella fascia albero arbustiva troviamo il mugo, l’ontano verde, ancora il larice, il salice nano ed il rododendro ( hirsutum , ferrugineum e nano) nella fascia intermedia. Rasoterra troviamo formazioni ad erica e ginepro, tipici delle brughiere alpine. Grande varietà di fiori, infine, tra cui

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primule, gigli, genziane, daphne, ranuncoli, orchidee, ecc. Nei prati le specie erbacee più diffuse sono: Festuca rubra , Poa alpina , Trifolium , Arnica montana e Nardus stricta . I rari boschi di giganteschi faggi sono i residui dei una vasta foresta largamente e spesso indiscriminatamente sfruttata. Boschi e foreste di una certa consistenza (frutto anche di rimboschimenti) con la presenza di faggi, abeti rossi, abeti bianchi e larici, si hanno nelle parti più alte ed impervie delle valli (Vajo dell’Anguilla-Folignani, Vajo di Squaranto, Vajo di Revolto e Val Fraselle). Nel sottobosco delle faggete e delle conifere, si trovano Laburnum alpinum , Alnus incana , Oxalis acetosella e fioriture di Genziana, Clematis alpina , Vinca minor , Pulmonaria officinalis , Erba Trinità, Erica Carnea, numerose Potentille, Anemoni, Dafne e ciclamini. E’ questa la fascia boreale con sottobosco a rododendro ( Rhododendron ferrugineum ) e mirtillo ( Vaccinium Myrtillus ) che presenta nei prati più alti fioriture di primule (“ auricola ” e l’endemica “ spectabilis ”) di soldanelle e crochi, di gigli (rosso e martagone), di raponzoli e di numerosissime altre specie floreali.

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Sistema forestale della lessinia

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Le tabelle seguenti mostrano la superficie delle varie categorie forestali espressa in ettari e la relativa % rispetto alla superficie totale comunale. categorie Badia C. Bosco C.N. Cerro v.se Dolcè Erbezzo Fumane ha % ha % ha % ha % ha % ha % Aceri-frassineti e aceri-tiglieti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Arbusteti 36,11 1,35 20,84 0,32 8,96 0,88 15,62 0,51 15,69 0,49 20,55 0,71 Betuleti 0,00 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Castagneti e rovereti 135,84 5,08 19,31 0,30 67,95 6,70 0 0,00 8,92 0,28 0,00 0,00 Faggete 54,66 2,04 1100,57 17,02 0 0,00 46,35 1,50 1072,40 33,61 13,22 0,46 Formazioni antropogene 51,22 1,92 671,58 10,39 13,32 1,31 144,06 4,66 276,05 8,65 211,56 7,31 lariceti e larici-cembreti 0,00 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 3,56 0,11 0,00 0,00 Mughete 0,00 0,00 4,74 0,07 0 0,00 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Orno-ostrieti e ostrio-querceti 1142,95 42,74 451,52 6,98 262,36 25,87 1878,7 60,79 72,06 2,26 1477,55 51,04 Peccete 0,00 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Querco-carpineti e carpineti 0,00 0,00 0 0,00 0 0,00 0 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Saliceti e altre formazioni riparie 1,32 0,05 0 0,00 1,10 0,11 29,72 0,96 0,00 0,00 0,00 0,00 tot. 1422,10 53,18 2268,56 35,09 353,69 34,87 2114,45 68,41 1448,67 45,40 1722,88 59,51 categorie Grezzana Marano di V. Negrar Roverè v.se S.Giovanni Il. S. Mauro Sal. ha % ha % ha % ha % ha % ha % Aceri-frassineti e aceri-tiglieti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Arbusteti 38,17 0,77 3,99 0,45 12,36 0,96 20,64 0,56 25,29 0,99 20,89 1,86 Betuleti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Castagneti e rovereti 97,27 1,96 0,00 0,00 0,00 0,00 93,86 2,56 353,40 13,88 72,95 6,50 Faggete 0,31 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 735,87 20,10 0,00 0,00 101,25 9,03 Formazioni antropogene 154,46 3,12 45,57 5,14 50,31 3,92 61,30 1,67 179,41 7,05 21,61 1,93 Lariceti e larici-cembreti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Mughete 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Orno-ostrieti e ostrio-querceti 1995,13 40,27 425,02 47,95 457,95 35,72 672,61 18,37 233,09 9,16 257,19 22,93 Peccete 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Querco-carpineti e carpineti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 6,03 0,16 0,00 0,00 1,38 0,12 Saliceti e altre formazioni riparie 1,21 0,02 0,00 0,00 4,05 0,32 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 tot. 2286,54 46,15 474,58 53,54 524,67 40,92 1590,30 43,44 791,20 31,08 475,26 42,37

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categorie S. Ambrogio di V. S. Anna d'Alf. Selva di Pr. Tregnago Velo Ver. Vestenanova ha % ha % ha % ha % ha % ha % Aceri-frassineti e aceri-tiglieti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 10,32 0,43 0,00 0,00 Arbusteti 10,89 1,18 61,21 1,40 32,80 0,79 40,90 2,17 21,34 0,89 12,32 0,86 Betuleti 0,00 0,00 0,00 0,00 12,42 0,30 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Castagneti e rovereti 42,65 4,61 53,09 1,22 7,96 0,19 16,65 0,88 4,91 0,20 825,29 57,36 Faggete 0,00 0,00 577,84 13,24 1549,64 37,40 0,00 0,00 349,90 14,56 121,40 8,44 Formazioni antropogene 32,65 3,53 308,51 7,07 120,79 2,92 56,61 3,00 28,60 1,19 226,22 15,72 Lariceti e larici-cembreti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Mughete 0,00 0,00 0,00 0,00 113,27 2,73 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Orno-ostrieti e ostrio-querceti 590,67 63,79 946,77 21,69 814,06 19,65 674,18 35,77 35,71 1,49 1620,50 112,63 Peccete 0,00 0,00 0,00 0,00 185,28 4,47 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Querco-carpineti e carpineti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Saliceti e altre formazioni riparie 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,04 0,00 2,99 0,12 2,64 0,18 tot. 676,86 73,10 1947,43 44,61 2836,22 68,45 788,38 41,83 453,77 18,89 2808,36 195,19

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2.6.4 I grandi alberi Nel quadro del patrimonio naturalistico ed ambientale gli aspetti botanici di rilievo possono essere ricondotti in massima parte all’interno del territorio del Parco Naturale Regionale della Lessinia e sono dunque già oggetto di una specifica normativa per la valorizzazione e la tutela (Piano Ambientale del Parco Naturale Regionale della Lessinia, art. 8 e allegato A; art. 13; art. 36 e allegato B; art. 43; art. 45; art. 49; art. 50). Tuttavia gli alberi monumentali localizzati nel territorio della Comunità Montana sono da considerare particolarmente funzionali a quegli obiettivi del Piano legati alla tutela e divulgazione naturalistica. Di seguito viene proposta una carta della distribuzione ed un elenco, aggiornato al 2000, dei grandi alberi della Lessinia (Studio Benincà).

Fonte: Regione Veneto 2005

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Comune NomeLocale NomeBotanico Località Altitudine Altezza Anni

Bosco Chiesanuova Il tiglio di Valdiporro Tilia platyphyllos Valdiporro 1070 17 200

Bosco Chiesanuova I due faggi di Malga Broletto Fagus sylvatica Malga Broletto 1475 24.5 200

Malga Bosco Chiesanuova Il faggio di Malga Moscarda Fagus sylvatica 1500 25.3 100 Moscarda

Bosco Chiesanuova Il faggio dei Tracchi Fagus sylvatica Tracchi 1425 24.9 100

Il faggio della Madonnina di Malga Bosco Chiesanuova Fagus sylvatica 1425 17.7 150 Malga Belfiore di Qua di Qua Il grande faggio di Malga Malga Belfiore Bosco Chiesanuova Fagus sylvatica 1425 19.2 200 Belfiore di Qua di Qua I faggi di Malga Belfiore di Malga Belfiore Bosco Chiesanuova Fagus sylvatica 1478 18.9 180 Cima di Qua

Bosco Chiesanuova I faggi di Malga Bazerna Fagus sylvatica Malga Bazerna 1475 25 100

Piazza della Cerro Veronese La quercia di Cerro Quercus crenata 723 20.8 200 chiesa Cupressus Dolcè I cipressi di Volargne Volargne 99 27.8 150 sempervirens

Erbezzo I pecci di Malga Pozzette Picea excelsa Malga Pozzette 1220 25.3 100

Erbezzo Il faggio della Madonnina Fagus sylvatica Malga Maso 1224 21.5 200

Malga Erbezzo I faggi di Malga Darochetto Fagus sylvatica 1405 18.9 100 Darochetto

Erbezzo Il peccio della Vallina Picea excelsa Vallina di sopra 1470 18.3 150

Erbezzo I faggi di riserva Malga Tarocon Fagus sylvatica Monte Scriccio 1450 18 150

Erbezzo I tre faggi di Baito Stocchera Fagus sylvatica Vallina 1530 15 100

I faggi della riserva di Malga Erbezzo Fagus sylvatica Malga Modo 1515 21.5 150 Modo

Erbezzo Il faggio delle Senge Fagus sylvatica Malga Modo 1525 27.1 200

Erbezzo I tre faggi del Modo Fagus sylvatica Malga Modo 1520 21.5 200

Erbezzo Il pino dei Masselli Pinus sylvestris Masselli 1005 12.5 110

Erbezzo Il tiglio dei Valbusi Tilia platyphyllos Valbusi 1139 10 250

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Roccopiano - Erbezzo I faggi di Vaio Falconi Fagus sylvatica 1450 26.2 150 Vaio Falconi

Erbezzo I taggi di Casara Roccopiano Fagus sylvatica Roccopiano 1480 20.8 200

I faggi di Pozza Casara Erbezzo Fagus sylvatica Roccopiano 1505 19.5 200 Roccopiano

Erbezzo Il primo faggio di Malga Dardo Fagus sylvatica Malga Dardo 1370 28 150

Il secondo faggio di Malga Erbezzo Fagus sylvatica Malga Dardo 1360 16 200 Dardo Il grande faggio di Monte Erbezzo Fagus sylvatica Monte Busino 1350 18.8 300 Busimo

Erbezzo I faggi di Malga Busimo Fagus sylvatica M.te Busino 1330 15 200

I faggi di Riserva Malga Bivio di Erbezzo Fagus sylvatica 1600 16 150 Pidocchio di Sopra Castelberto I faggi di di riserva Malga Coe Erbezzo Fagus sylvatica Malga Coe 1625 19.6 100 Veronesi Acer Erbezzo L'Adaro Chiomati 975 17.7 100 pseudoplatanus

Erbezzo Il grande Peccio Picea excelsa Vaio Sbroie 875 15 350

Cupressus Fumane Il cipresso di Villa Ravignani Villa Ravignani 206 25.3 100 sempervirens

Grezzana Il carpino di Azzago Ostrya carpinifolia Azzago 710 10.3 150

Grezzana La rovere di località Speranza Quercus petraea Speranza 242 19.5 150

Negrar El roaron de Negrar Quercus petraea 180 23 150

Negrar I taxodi di Novare Taxodium disticum Novare 125 25 150

Negrar Il pioppo di Novare Populus nigra Novare 125 23 200

Negrar I cedri di Novare Cedrus deodara Novare 125 29.2 180

Doardi di S. Roverè Veronese La Calma Granda Castanea sativa 625 15 400 Rocco

Roverè Veronese Il faggio del Vilio Fagus sylvatica Villio 990 22.9 200

San Mauro di Saline La Perara Pyrus pyraster S Valentino 737 9.2 200

San Mauro di Saline IL castagno dei Pezzori Castanea sativa Pezzori 597 11.6 380

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Sant'Ambrogio di Arbutus X La pianta dai mille colori Grola 245 8.3 150 Valpolicella antracnoides

Sant'Anna d'Alfaedo I castagni di Ponte di Veja Castanea sativa Ponte di Veja 630 8.8 200

Sant'Anna d'Alfaedo Le roveri di Crestena Quercus petraea Crestena 755 24.5 150

Selva di Progno I tigli di Alar Tilia platyphyllos Selva di Progno 1000 22.4 150

Selva di Progno Il faggio di di Madersest Fagus sylvatica Campostrin 1270 19.5 150

Passo Spin del Velo Veronese Lo spin del Poiero Prunus mahaleb 95 7.6 400 Poiero

Velo Veronese Il Fò della Pace Fagus sylvatica Camposilvano 1285 17.7 200

2.7 Il sistema Natura 2000

I siti denominati ZPS e SIC costituiscono la rete Natura 2000 , la quale si prefigge lo scopo prioritario di garantire la presenza, il mantenimento e/o il ripristino di habitat e di specie peculiari del continente europeo come indicati nelle Direttive comunitarie “Habitat” (92/43/CEE) e “Uccelli” (79/409/CEE). La Direttiva Comunitaria “Habitat 92/43/CEE” ha come obiettivo la valorizzazione degli habitat e dei sistemi naturali considerando non solo la qualità attuale del sito ma anche le potenzialità del sito stesso in riferimento al raggiungimento di un maggior livello di naturalità e biodiversità. La Direttiva considera infatti anche siti attualmente degradati in cui tuttavia gli habitat abbiano conservato l’efficienza funzionale e che pertanto possano ritornare verso forme più evolute mediante l’eliminazione delle ragioni di degrado. Due sono gli allegati (Allegato I e Allegato II) della Direttiva: Allegato I – Riporta gli elenchi dei tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione; Allegato II – Riporta l’elenco delle specie animali e vegetali di interesse comunitario per la cui conservazione si richiede la designazione di zone speciali di conservazione. Questa lista è da considerarsi complementare a quella riportata nella “Direttiva Uccelli” di cui sotto. La Direttiva Comunitaria “Uccelli 79/409/CEE” - ha come obiettivo la conservazione di tutte le specie di uccelli che vivono allo stato selvatico nel territorio europeo degli Stati membri. Tale obiettivo è perseguito attraverso l’introduzione di regole concernenti la protezione, la gestione e la regolazione di tali specie e del loro sfruttamento. A tal fine la Direttiva 79/409/CEE oltre a

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disciplinare la caccia, la cattura, l’uccisione e la commercializzazione di tali specie (art. 5), prevede (art. 4) l’adozione di misure speciali di conservazione, preservazione e ripristino degli l’habitat idonei per garantire la sopravvivenza e la riproduzione delle specie presenti negli allegati della Direttiva (a tal fine la Direttiva Uccelli tiene conto: delle specie minacciate di sparizione; delle specie che possono essere danneggiate da talune modifiche del loro habitat; delle specie considerate rare; di altre specie che richiedono una particolare attenzione per la specificità del loro habitat).

All’interno del territorio della Comunità Montana sono presenti i seguenti 6 siti di rete Natura 2000

I SITI RETE NATURA 2000 NELLA COMUNITA' MONTANA superficie superficie relativa Codice Denominazione tot. (ha) alla CM (ha) IT3210002 MONTI LESSINI CASCATE DI MOLINA 232,84 232,84 IT3210006 MONTI LESSINI: PONTE DI VEJA, VAIO DELLA MARCIORA 170,88 170,88 IT3210021 MONTE PASTELLO 1750,28 1750,28 IT3210040 MONTI LESSINI - PASUBIO - PICCOLE DOLOMITI VICENTINE 13872,35 3792,19 IT3210043 FIUME ADIGE TRA BELLUNO VERONESE E VERONA OVEST 475,60 164,26 IT3210012 VAL GALINA E PROGNO BORAGO 989,22 270,63 tot. 17491,17 6381,08

Complessivamente i siti di Rete Natura 2000 occupano 6263,60 ha pari al 12.8% del territorio comunitario.

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2.7.1 IT3210002 Situato in località Vaccarole si estende nell’ultimo tratto della Valle di Molina alla confluenza con la Val Cesara e il Vajo delle Scalucce. La spettacolare oasi naturalistica copre un`area di circa 80 mila m2, in cui sono racchiuse bellezze paesaggistiche di grande suggestione: cascate, cascatelle, laghetti e una vegetazione rigogliosa accompagnando il visitatore lungo tutto il percorso. Si possono ammirare la Cascata verde, la Cascata del pozzo dell`orso, la Cascata del marmittone, la Cascata polverosa e la Cascata Nera che precipita incassata tra le rocce con un salto verticale di circa 20 m, fenomeni naturali i cui nomi rievocano situazioni e suggestioni. L’ambiente che originariamente era riconducibile all’associazione Tilio-Fraxinetum s.l. è stato penalizzato nel tempo dalla ceduazione che ha determinato la rarefazione delle specie arboree più tipiche a favore del carpino nero e del carpino bianco. Sono rimaste di notevole interesse naturalistico specie rare ed endemiche sulle pareti rocciose affioranti, tra queste non deve essere trascurata la presenza di Moehringia bavarica .Presenza di torrenti perenni subalpini.

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La cascata di Molina

2.7.2 IT3210006 Eccezionale monumento naturalistico che, oltre ad essere il più rappresentativo fra tutti i fenomeni geologici della Lessinia, è anche una fondamentale area archeologica, che ha permesso il ritrovamento di diversi reperti riferiti alla più antica presenza dell’uomo in Lessinia. Per la sua peculiarità il Ponte d Veja è stato visitato, nel corso della storia, anche da personaggi illustri: Dante Alighieri e Andrea Mantegna. Si tratta di un massiccio ponte di roccia ad una arcata, dello spessore di circa 9 metri e della lunghezza di 50, sotto il quale scorre un ruscello. L’architrave è ciò che rimane di un’immensa grotta carsica, dopo il crollo progressivo della volta centrale: i numerosi massi ammucchiati nella zona sottostante il ponte, documentano questi avvenimenti. Sono scampate al crollo anche alcune grotte minori, alcune identificate con nomi curiosi come grotta dell’Orso e grotta dell’Acqua, altre contraddistinte semplicemente con una lettera alfabetica. Numerosi itinerari escursionistici attraversano il territorio circostante il Ponte di Veja, permettendo agli appassionati di trekking di osservarne anche l’ambiente naturale. Seguendo un sentiero si potrà godere di una visione completa, ammirando il contrasto cromatico del Rosso Ammonito dell’arcata, con il grigio del Calcare Oolitico degli strati inferiori. Va citata, tra le specie vegetali, Moehringia bavarica , endemismo e rarità di questo luogo.

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L’ambiente è caratterizzato prevalentemente da boschi cedui di carpino nero, e carpino bianco nelle vallecole; vegetazione casmofitica dei pendii rocciosi (versanti calcarei alpini e sub-mediterranei). Sulle pareti rocciose che caratterizzano il sito sono presenti delle specie a carattere endemico e la rara Moehringia bavarica . Presenza di cavità carsiche e del monumento carsico caratterizzato dal “ponte di pietra”.

2.7.3 IT3210021 L’ambiente è caratterizzato prevalentemente da una vegetazione sub-mediterranea ricca di elementi xerotermici. Sono numerose le specie rare ed endemiche. Alcune rientrano nella lista delle specie minacciate ( Campanula petraea , Dictamnus albus …). Il Pastello è estremamente importante per l’aspetto vegetazionale. Oltre alla vegetazione a carattere arbustivo, la vegetazione di tipo arboreo a carattere forestale e più limitatamente da prati o incolti dove più frequenti sono le specie rare ed endemiche, il Pastello è importante per l’elevata presenza di piante rare per la flora italiana, alle quali si aggiungono numerose specie endemiche (costituisce circa il 5% della flora del Pastello) ed altre di particolare interesse fitogeografico. Tra le altre specie endemiche si ricorda: Moehringia bavarica, Athamanta vestina, Corydalis lutea, Campanula spicata….Sulla base delle fonti bibliografiche, ad oggi sono note la presenza di non meno di 650 specie, un numero molto elevato se correlato all’estensione dell’area del Monte Pastello. Di queste circa il 20% è rappresentato da specie mediterranee presenti con leccio ed olivo e nelle praterie xerofile (qui sono diffuse la lenticchia selvatica Lens nigricans, la valeriana rossa Centranthus ruber e altre ancora).

2.7.4 IT3210040 L’area SIC “Monti Lessini – Pasubio – Piccole Dolomiti Vicentine”, estesa per ha 13.872,35 presenta solo una porzione interessata dall’area della Comunità della Lessinia. Si tratta di una breve catena dolomitica con creste, pareti rocciose, canaloni, mughete, pascoli rocciosi e faggete nelle parti più basse. Nell’ambiente cacuminale e di cresta, con rupi dolomitiche, canaloni, circhi glaciali, mughete e pascoli alpini e sub-alpini, è presente una piccola torbiera bassa. Foreste subalpine di picea abies , faggeti di luzolo-fagetum , terreni erbosi calcarei alpini. Sotto il profilo forestale si identificano perticaie di pino mugo e rhododendron hirsutum ; arbusteti di alnus viridis e salix sp; terreni erbosi calcarei alpini. L’ambiente è altresì caratterizzato da un esteso

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complesso forestale costituito essenzialmente da boschi di picea abies , con nuclei ad alta densità di abies alba e fagus silvatica . Nell’area forestale e nei pascoli circostanti sono presenti alcune specie erbacee a carattere endemico. Si segnala la presenza di numerose entità endemiche alpine o rare (Aquilegia enseleana , Cirsium carniolicum , Buplerum petraeum , Saxifraga hosti ) e sub-endemiche molte delle quali protette dalla L.R. n° 53.

2.7.5 IT3210043 E’ un tratto di fiume con ampie fasce riapriali e con vegetazione igrofila arboreo-arbuativa. Si rinviene la presenza di qualche residua zona golenale. Il sito nel suo insieme riveste notevole importanza per le specie legate alle zone di acqua correnta. La presenza di tratti golenali, seppur limitati, offre possibilità riproduttive per le specie della fauna vertebrata.

2.7.6 IT3210012 Il biotopo, ubicato a pochi chilometri dal centro di Verona, rientra in un’area, quella delle colline veronesi, che occupa una fascia molto estesa nella parte settentrionale del Comune di Verona coprendo una superficie di oltre 900 ettari solo all’interno dei confini del SIC. Gran parte dell’area rientra amministrativamente nel Comune di Verona ma due lembi settentrionali fanno parte dei Comuni di Negrar e Grezzana. Nella parte più a nord si sviluppa lungo le profonde incisioni vallive ad andamento nord-sud denominate Val Borago e Val Galina fino ai territori di Negrar e Grezzana. L’ecosistema si compone di habitat e ambienti diversificati. I dossi e i pendii con esposizione S, SE e SW ospitano una cenosi xerofila che si è sviluppata su aree che in passato sono state utilizzate sia come pascolo, sia come prato falciabile o coltivo. La composizione floristica permette di inquadrare questa cenosi nell’insieme delle praterie aride che vanno sotto il nome di brometi in cui gli elementi dominanti sono, oltre ad alcune graminacee tra cui il bromo ( Bromus erectus ), l’artemisia (Artemisia alba ) e l’euforbia di Nizza ( Euphorbia nicaeensis ). Interessante la presenza di molte specie di orchidee e di altre entità rare nella flora della regione. Molto interessanti e ricchi in biodiversità sono gli ambienti di transizione (cespuglieti) tra queste praterie e il bosco xerofilo collinare (Ostrieti e boschi misti a roverella). Aggruppamenti boschivi di tipo mesofilo sono invece insediati nei versanti ombrosi della fascia collinare. In queste formazioni boschive il carpino nero ( Ostrya carpinifolia ) rappresenta l’essenza più significativa sia dal punto di vista strutturale che fisionomico. Altre specie dominanti nello strato arboreo sono l’orniello ( Fraxinus ornus ) e la roverella ( Quercus pubescens ). I

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versanti più meridionali del biotopo, e in genere quelli più esposti, ospitano boscaglie termofile a roverella. Fra tutti Sant’Ambrogio di Valpolicella è il comune ad avere la più ampia porzione di territorio ricadente nella Comunità occupata da siti Natura 2000: praticamente tutta la sua superficie comunitaria ricade anche nel sito di Natura 2000. Tra i comuni il cui territorio ricade interamente all’interno della Comunità Montana, Boscochiesanuova e Selva di Progno sono quelli ad avere una maggior superficie, in termini assoluti, occupata da siti Natura 2000.

La superficie dei siti è così ripartita per i diversi comuni

Sup. superficie di % superficie ricadente SIC/ZPS comunale Comune Denominazione nella CM relativa al occupata da (ha) comune (ha) siti*

MONTI LESSINI - PASUBIO - PICCOLE Bosco Chiesanuova 6464,661 1695,439 26,2 DOLOMITI VICENTINE IT3210040 Dolce' 3090,662 MONTE PASTELLO IT3210021 418,872 13,6 FIUME ADIGE TRA BELLUNO Dolce' 3090,662 142,031 4,6 VERONESE E VERONA OVEST IT3210043 MONTI LESSINI - PASUBIO - PICCOLE Erbezzo 3190,793 569,867 17,9 DOLOMITI VICENTINE IT3210040 MONTI LESSINI CASCATE DI MOLINA Fumane 2894,910 104,631 3,6 IT3210002 Fumane 2894,910 MONTE PASTELLO IT3210021 361,694 12,5 MONTI LESSINI: PONTE DI VEJA, VAIO Grezzana 4954,219 0,686 0,01 DELLA MARCIORA IT3210006 VAL GALINA E PROGNO BORAGO Grezzana 4954,219 223,711 4,5 IT3210012 MONTI LESSINI CASCATE DI MOLINA Marano di Valpolicella 886,449 22,669 2,6 IT3210002 MONTI LESSINI - PASUBIO - PICCOLE Rovere' Veronese 3661,145 2,790 0,1 DOLOMITI VICENTINE IT3210040 Sant'Ambrogio di 925,971 MONTE PASTELLO IT3210021 925,971 100 Valpolicella MONTI LESSINI CASCATE DI MOLINA Sant'Anna d'Alfaedo 4365,700 105,541 2,4 IT3210002 Sant'Anna d'Alfaedo 4365,700 MONTI LESSINI: PONTE DI VEJA, VAIO 170,192 3,9

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DELLA MARCIORA IT3210006 MONTI LESSINI - PASUBIO - PICCOLE Selva di Progno 4143,184 1519,869 36,7 DOLOMITI VICENTINE IT3210040 * calcolata relativamente alla parte di territorio che ricade nella CM.

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2.8 Il sistema Aria

Di seguito verranno descritti quegli aspetti del sistema Aria che influiscono direttamente e indirettamente sulla sua qualità e che determinano, in alcuni casi, situazioni di particolare attenzione per le criticità che manifestano.

2.8.1 Aspetti climatici Il clima della Lessinia risulta asciutto nella zona collinare, mentre tra gli 800 ed i 1000 m si osserva un accentuarsi del livello di precipitazioni meteoriche medie, che cresce con l’aumentare dell’altitudine. Il clima può essere dunque definito sub-oceanico con influssi caldo-mediterranei nella parte più bassa e temperato-freddi a quota superiore ai 1500 m. La piovosità maggiore si ha in primavera ed in autunno ed è dovuta soprattutto all’effetto di sbarramento delle parti più elevate nei confronti delle correnti caldo-umide provenienti da sud. Tra i 1600 m e la parte sommitale lessinea, troviamo l’ambiente prealpino con clima temperato-freddo dei pascoli di tipo lino-seslerieto. Di seguito vienerappresentato il gradiente delle precipitazioni medie nel periodo 1961-2000 e della temperatura media annua nel periodo 1992-2000 della provincia di Verona. In rosso sono evidenziati i confini della Comunità Montana e in verde quelli del Parco. Successivamente sono riportati i grafici di due stazioni che ricadono nella Comunità: San Bortolo e il Monte Tomba; quest’ultimo si trova all’interno dell’area del Parco.

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Fonte: estratto Rapporto Ambiente Verona 2002

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Fonte: estratto Rapporto Ambiente Verona 2002

Fonte: estratto Rapporto Ambiente Verona 2006

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2.8.2 Venti prevalenti L’importanza dei venti nel determinare l’inquinamento atmosferico è legato alla capacità di questi di diluire gli eventuali accumuli di inquinanti dispersi in atmosfera in maniera proporzionale alla velocità del vento stesso. La tavola seguente evidenzia la direzione principale dei venti e gli ambiti che rilevano criticità atmosferica, dovuta principalmente a condizioni locali di inquinamento atmosferico. Come appare evidente, le zone che presentano condizioni critiche sono localizzate attorno alle aree urbanizzate dove si concentra il traffico veicolare e lungo gli assi di raccordo tra i grandi poli.

Fonte: estratto PTRC 2005

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2.8.3 Biodiversità lichenica L’indagine è stata effettuata seguendo un metodo basato su l’ “ Index of Athmospheric Purità” (I.A.P), che tiene conto di parametri quali il numero, la frequenza e la tossitolleranza delle specie licheniche presenti nell’area considerata. Il metodo utilizzato (Liebendoerfer e al 1989) nel campionamento prevede come albero su cui effettuare il rilevamento il tiglio ( Tilia sp.pl.). L’indicatore prescelto è l’anidride solforosa si conferma come l’inquinante maggiormente correlato con la variazione della biodiversità lichenica e con altre sostanze (in ordine di significatività decrescente) quale NO3, polveri totali, SO4, ioni, NH4 e solfati. Altre sostanze (K,H*,Na, Cl, Ca, Mg, HCO3) non risultano significativamente correlate alla biodiversità lichenica. Le sostanze di prevalente origine antropogena (inquinanti) mostrano una correlazione significativa con la biodiversità lichenica, quelle di origine naturale non sono significativamente correlate. La biodiversità lichenica si conferma pertanto come un parametro ottimale per stimare l’inquinamento di una data stazione, in quanto dipendente dalle concentrazioni di anidride solforosa, ed in quanto questo gas funge da tracciante per molte altre sostanze inquinanti derivanti dalle stesse fonti primarie. Il territorio regionale risulta suddiviso in 7 zone con diverse qualità dell’aria. Esse sono: • Zona A (rosso): inquinamento medio-alto , valore dell’indice I.A.P. < 5 • Zona B (arancio scuro): inquinamento moderato ; valore dell’indice I.A.P. compreso tra 6 e 10 • Zona C (arancio chiaro): inquinamento piuttosto basso ; valore dell’indice I.A.P. compreso tra 11 e 20 • Zona D (giallo): inquinamento basso ; valore dell’indice I.A.P. compreso tra 21 e 30 • Zona E (verde chiaro): inquinamento molto basso ; valore dell’indice I.A.P. compreso tra 31 e 50 • Zona F ( verde scuro): inquinamento quasi trascurabile ; valore dell’indice I.A.P. compreso tra 51 e 70 • Zona G (blu): inquinamento trascurabile , valore dell’indice I.A.P. > 70

La cartografia seguente mostra la situazione nella Comunità Montana. L’inquinamento di mantiene su livelli molto bassi e addirittura trascurabili su quasi tutto il territorio. Valori relativamente più alti, anche se piuttosto bassi, si registrano nei comuni di Grezzana (lungo la Valpantena) e di Dolcè, in corrispondenza delle aree industriali di Volargne e Dolcè.

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Fonte: estratto PTRC 2005

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2.8.4 Elettromagnetismo

Nella provincia di Verona si possono notare due direttrici principali est-ovest e nord-sud in cui si trovano maggiormente queste linee. La seguente figura mostra la lunghezza dei tracciati in km delle linee elettriche ad alta tensione: nell’ambito della Comunità Montana i comuni con maggior sviluppo delle linee sono Grezzana, Erbezzo, Fumane, Dolcè e Sant’Ambrogio, cioè i territori a maggior densità abitativa e più elevato grado di industrializzazione. La Comunità Montana è interessata dal passaggio di 3 linee ad alta tensione. Due linee, una di 132 kV e una di 220 kV, attraversano l’intero territorio da nord a sud, passando anche per il Parco; una terza linea di 132 kV interessa le aree a sud-est.

Fonte: estratto Rapporto Ambiente Verona 2002

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LEGENDA: Km di linee elettriche di alta Estensione delle linee ad alta tensione tensione

0 k m

0 - 10 K m

10 - 30 K m

Erbezzo Sant'Anna d'Alf aedo Bosco Chiesanuov a Selv a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanova Veronese Calav ena Marano Cerro di Valpolicella Veronese San Mauro Fumane di Saline San Giov anni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

2.8.5 Radiotelecomunicazioni Le sorgenti di campo elettromagnetico possono essere sia naturali che artificiali cioè dovute all’attività umana (soprattutto quelle collegate ai sistemi di radiotelecomunicazione). Negli ultimi anni sono proliferati gli impianti necessari a garantire la copertura per la telefonia mobile, cioè le stazioni radio base (SRB). E’ da sottolineare comunque che, nonostante il continuo aumento di installazioni di impianti radio base, l’esposizione si mantiene ancora al di sotto dei valori di cautela previsti dalla normativa. Di seguito vengono riportati alcuni indicatori che presentano una panoramica delle caratteristiche della rete di impianti per la telefonia mobile nella Provincia di Verona. La fig.10 evidenzia il numero di SRB attive ogni 10 km 2: è evidente come la densità sia legata alla presenza di utenti e si concentri quindi nelle zone più densamente popolate.

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Nei comuni montani a vocazione turistica, come ad esempio Bosco Chiesanuova, la densità di radio base è relativamente elevata per la necessità di garantire copertura in un territorio ortograficamente complesso ed esteso.

Fig. 10- Densità delle Stazioni Radio Base

LEGENDA: N. SRB/10 km^2

0 -1 1 -2 2 - 4

Erbezzo Sant'Anna d'Alf aedo Bosco Chiesanuov a Selv a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanova Veronese Cerro Calav ena Marano Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giov anni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

Il secondo indicatore analizzato è la potenza delle SRB: le figure 11 e 12 rappresentano rispettivamente la potenza complessiva e la densità di potenza per singolo comune. Da sottolineare che la maggior densità per superficie si ha nei comuni più densamente popolati ed edificati e dove anche la densità del numero di radio base è più elevata.

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Fig. 11- Potenza complessiva delle stazioni radio base per singolo comune per unità di superficie.

LEGENDA: Potenza/abitanti (W/100 ab)

0 -7

7 - 15

15 - 35

35 - 75 Erbezzo Sant'Anna d'Alf aedo Bosco Chiesanuov a Selv a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanova Veronese Calav ena Marano Cerro di Valpolicella Veronese San Mauro Fumane di Saline San Giov anni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

Fig. 12- Densità di potenza fornita dalle SRB per 100 abitanti per singolo comune

LEGENDA: Potenza/superficie (W/km^2)

Dato non rilevato

0 - 20

20 -50 Erbezzo Sant'Anna d'Alf aedo Bosco Chiesanuov a Selv a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanova Veronese Calav ena Marano Cerro di Valpolicella Veronese San Mauro Fumane di Saline San Giov anni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

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2.8.6 Inquinamento atmosferico Il principale inquinante che verrà preso in considerazione sarà il PM10 (polveri sottili) ed anche il biossido di azoto, in quanto uno dei maggiori costituenti della parte secondaria del PM10. Viene detta primaria la frazione di polveri direttamente prodotta dai processi di combustione e di usura meccanica e secondaria quegli inquinanti derivati direttamente dal PM10 attraverso una serie di processi chimico-fisici e che ne costituiscono il principale contributo alla concentrazione. In Fig.13 si può veder la composizione percentuale delle principali specie inquinanti emese in provincia di Verona.

secondario da NH3 PM10 primario Fig.13 secondario da SOx secondario da NOx

8% 3%

35%

54%

La prima fonte di inquinamento che andremo ad analizzare è quella dovuta a traffico veicolare: come dati sono state prese le stime comunali delle emissioni redatte dall’osservatorio Aria dell’ARPAV. Nella Provincia di Verona le emissioni di PM10 primario da traffico sono predominanti sull’asse centrale Est-Ovest in corrispondenza delle autostrade e delle altre grandi arterie stradali come la S.S. 11, la S.S. 5 e la S.P. 4 della Valpolicella. Come si vede dalla Fig.3 all’interno della Comunità Montana solo alcuni comuni della zona sud a stretto contatto con Verona presentano situazioni di lieve inquinamento con valori leggermente superiori alla media provinciale. Principalmente sono i comuni di Negrar e Sant’Ambrogio di Valpolicella a causa anche delle grosse e trafficate strade provinciali che li attraversano.

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Fig.14 – Emissioni di PM10 primario da traffico. LEGENDA: PM 10 (t/a*km2 e rapporto con il valore medio provinciale)

0 - 0.15 (0.0 - 0.5)

0.15 - 0.3 (0.5 - 1.0)

0.3 - 0.6 (1.0 - 2.0)

Erbezzo Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Cerro Calav ena Marano Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

Discorso analogo si può fare per le emissioni di ossidi di azoto poiché direttamente derivanti dal PM10. (Fig.15) LEGENDA: NOx (t/a*km2 e rapporto con il valore medio provinciale)

0 - 1.9 (0.0 - 0.5)

1.9 - 3.9 (0.5 - 1.0)

3.9 - 7.8 (1.0 - 2.0)

Erbezzo Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Calav ena Marano Cerro Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

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La seconda fonte di inquinamento è quella riguardante l’attività industriale. Da rilevare per l’alto apporto di emissioni sia di ossidi di azoto che di PM10, sono i comuni di Dolcè, Sant’Ambrogio di Valpolicella e Grezzana che oltre alla presenza di grosse aree industriali sono interessate anche dall’attività di cava con tutto ciò che essa comporta, quindi dalla movimentazione mezzi e pietre alla lavorazione industriale del marmo. In questi comuni i valori rilevati superano di ben quattro volte la media provinciale, mentre nel resto della Comunità Montana i valori sono in linea con essa.

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Fig.16 Emissioni di ossidi di azoto dovute ad attività industriale.

LEGENDA: Nox (t/a*km2 e rapporto con il valore medio provinciale)

0 - 0.35 (0.0 - 0.5) 0.7 - 1.4 (1 - 2)

Erbezzo > 2.8 (>4) Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Calav ena Marano Cerro di Valpolicella Veronese San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago

Sant'Ambrogio di Valpolicella

Fig.17 Emissioni di PM10 primario dovute ad attività industriale.

LEGENDA: PM (t/a*km2 e rapporto con il valore medio provinciale)

0 - 0.1 (0.0 - 0.5)

0.1 - 0.2 (0.5 - 1.0)

Erbezzo > 0.8 (> 4.0) Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno Veronese Dolce' Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Cerro Calav ena Marano Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

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La terza causa di inquinamento è quella dovuta al riscaldamento. La quantità e qualità delle emissioni è strettamente legata al tipo di combustione, quindi vanno considerate le diverse tipologie di caldaie e di impianti termici e i diversi tipi di combustibile utilizzati, quali gasolio, metano, biomasse. Queste ultime hanno acquisito una grossa importanza negli ultimi anni a seguito della necessità di reperire fonti energetiche alternative e rispondenti alle esigenze di limitare l’inquinamento nel rispetto degli obiettivi del protocollo di Kyoto. All’interno della Comunità Montana, come mostrano le fig.7 e 8, i comuni con i più alti valori di emissioni da riscaldamento sono Cerro Veronese, Negrar, San Giovanni Ilarione, Velo Veronese e San Maurodi Saline. Possiamo notare che questi comuni sono fra quelli con una densità di popolazione maggiore e soprattutto con persone residenti stabilmente nelle abitazioni durante tutto l’anno. Inoltre un dato da aggiungere è l’alto utilizzo in queste zone di biomasse legnose x il riscaldamento, fenomeno dovuto alla facilità di reperimento della legna e ad uno stile di vita ancora rurale degli abitanti legati tradizionalmente verso l’utilizzo di questo combustibile.

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LEGENDA: Emissioni domestiche di Nox tonn/anno per km^2

0.0 - 0.25 (0 -0.5)

0.25 - 0.5 (0.5 - 1) Erbezzo Sant'Anna 0.5 - 1 (1 -2) Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno 1 - 2 (2 - 4) Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Cerro Calav ena Marano Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago Sant'Ambrogio di Valpolicella

Fig.19 Emissioni di ossidi di azoto dovute al riscaldamento

LEGENDA: Emissioni domestiche di PM 10 tonn/anno per km^2

0.0 - 0.1 (0 - 1)

Erbezzo 0.1 - 0.15 (1 - 1.5) Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a 0.15 - 0.2 (1.5 - 2) Chiesanuov a di Progno Velo 0.25 - 0.3 (2.5 - 3) Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Calav ena Marano Cerro di Valpolicella Veronese San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago

Sant'Ambrogio di Valpolicella

Fig.20 Emissioni di PM10 di azoto dovute al riscaldamento.

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Con il Decreto Legislativo n. 351/99 è stata fatta dalla Regione una classificazione in zone in base alle differenti criticità rispetto ai valori limite previsti dalla normativa in vigore per gli inquinanti atmosferici. Dei 5 comuni individuati più a rischio (Verona, Villafranca, , Castel d’Azzano, ), nessuno rientra nella Comunità Montana. Questa zonizzazione ha portato alla suddivisione dei comuni della Provincia di Verona in due fasce: quelli cosiddetti di “fascia A” che hanno l’obbligo di individuare ed applicare una serie di provvedimenti (i Piani di Azione) volti a risanare/mitigare l’inquinamento da PM10, e quelli di “fascia C” con l’obbligo di sviluppare dei piani di mantenimento allo scopo di porre in essere azioni e provvedimenti che scongiurino il pericolo di un degrado della qualità dell’aria nel loro territorio. Come si può vedere nella fig.9, nell’ambito della Comunità Montana la maggior parte dei comuni rientra nella fascia C, mentre solo alcuni comuni, tendenzialmente quelli nella zona limitrofa a Verona, fanno parte della fascia A. Questa nuova zonizzazione avrà come conseguenza la necessità di sviluppare ed applicare azioni strutturali per la diminuzione dell’inquinamento atmosferico che interessino non più il singolo comune, ma vaste aree della Provincia. Comuni classificati come zona C Fig.21 La nuova zonizzazione della Provincia di Verona Non inquinato (zona A) Inquinamento medio (zona A) Estensione zona A (non sono disponibili misurazioni)

Erbezzo Sant'Anna Bosco d'Alf aedo Selv a Chiesanuov a Velo di Progno Veronese Dolce'

Rov ere' Badia Vestenanov a Veronese Cerro Calav ena Marano Veronese di Valpolicella San Mauro Fumane di Saline San Giovanni Negrar Ilarione Grezzana Tregnago

Sant'Ambrogio di Valpolicella

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2.9 Il sistema Acqua

2.9.1 Idrografia I Monti Lessini Veronesi sono delimitati, ad Ovest dalla Val d'Adige, a Nord dalla Valle dei Ronchi, ad Est dalla dorsale che separa la Valle d'Alpone dalla Valle di Chiampo ed infine, a Sud dall'alta Pianura Veronese. Il paesaggio dei Monti Lessini non è quello tipico delle aree carsiche anche se risulta praticamente assente una idrografia superficiale degna di nota. Esiste, infatti, un apparente contrasto tra la morfologia carsica superficiale non molto evidente e la idrologia di tipo carsico (fluviocarso) che può essere spiegato con la presenza di un fitto reticolo di fratture e faglie (tectocarso) che drenano l'acqua verso le porzioni più profonde del massiccio carbonatico lessineo. L’idrografia della regione montuosa e collinare è condizionata, innanzi tutto, dall’assetto tettonico generale e dalle caratteristiche litologiche delle formazioni rocciose. Il sistema idrografico fondamentale è pertanto costituito da valli dirette secondo la massima pendenza della regione monoclinale, orientate da N a S nella parte occidentale e da NNO a SSE in quella orientale. A queste si affianca un sistema di valli affluenti, normali o quasi alle maggiori, che convogliano le acque nei bacini principali.

Fonte: Regione Veneto 2005

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Le caratteristiche dei vari torrenti e “progni”sono pressoché uguali. Nella parte superiore del loro corso drenano bacini collettori discretamente ampi, indi percorrono valli per lo più strette fino a confluire in valli larghe, in generale occupate da alluvioni abbondanti e permeabilissime. L’abbondanza delle precipitazioni, la predominanza in certe zone di rocce impermeabili (es. bacini dell’Alpone e del Chiampo), il profilo longitudinale molto inclinato (es. Progno di Illasi, con affluenti pure a forte pendenza) sono fattori sfavorevoli, in occasione delle piene di alcuni torrenti. Tuttavia nelle basse valli ed in condizioni normali, incontrando materiali alluvionali permeabilissimi, i vari torrenti rimangono senz’acqua e sono talvolta pensili per la maggior parte del loro tragitto terminale. Nelle zone montuose ad elevata e discreta permeabilità, le acque vengono in gran parte assorbite dal suolo e, in parte, fatte tornare alla luce in corrispondenza degli orizzonti impermeabili o di permeabilità variabile.

Fonte: Regione Veneto 2005 (Natura e tipo di opera di presa: PF = pozzo freatico; SG = sorgente; P = pozzo)

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Le sorgenti più importanti si localizzano in corrispondenza della zona di contatto tra terreni a diversa permeabilità (sorgenti di contatto). Tra le varie sorgenti si ricordano: le sorgenti nei dintorni di Velo Veronese, le sorgenti della valle Tramigna superiore, di M. Precastio (ad est di Tregnago), della Valle Vicentina (a sud di San Giovanni Ilarione), dei pressi di Priabona e di Alonte. Si tratta per lo più di sorgenti direttamente legate alla variazione della piovosità e quindi di portata non sempre costante e , talvolta, con acque non batteriologicamente e chimicamente potabili. Tutto il territorio derivante da terreni alluvionali si presenta notevolmente ricco di falde acquifere e di risorgive. Per quanto riguarda la distribuzione delle falde acquifere si potranno, in linea di massima, distinguere due zone, una rappresentata dai depositi atesini, l’altra dai depositi lessinei.

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2.9.2 Depuratori e vasche imhoff La situazione dei depuratori è quella mostrata nella cartografia. Si contano solamente 4 impianti: 2 in comune di Dolcè e 2 in comune di Fumane tutti con capacità inferiore ai 2000 abitanti equivalenti.

Fonte: Rapporto Stato Ambiente Verona 2006

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La diffusione nel territorio comunitario degli impianti non appare omogenea. Vi sono comuni che non possiedono alcun impianto come Erbezzo, Boscochiesanuova, San Mauro di Saline, Badia C. e Tregnago ( ATOO veronese, piano ambito, anno 2005 )

Fonte: Rapporto Stato Ambiente Verona 2006

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2.10 Il sistema Suolo

2.10.1 I suoli La Lessinia è composta prevalentemente da calcari e calcari marnosi che costituiscono i versanti morfologicamente poco accentuati tra i 100-800 m di quota. Più in alto troviamo un altopiano di tipo carsico. Ad occidente, in corrispondenza di Dolcè sul versante sinistro della Valdadige e a nord, nel Parco vicino al confine con Vicenza troviamo i tipici versanti dolomitici della valli prealpine. Valpantena e Val di Illasi sono le due valli più profonde costituite dai sedimenti alluvionali recenti dei progni che le percorrono. Le altri valli o vaj, tipici dei Monti Lessini, si caratterizzano per la morfologia accidentata tra i 300- 1000m e per una composizione a calcari e dolomia; quest’ultima non si ritrova invece sui crinali. La parte più orientale della Lessinia veronese è invece caratterizzata da rocce vulcaniche basiche e da una morfologia più arrotondata. Una inclusione di rocce vulcaniche basiche si ritrova anche in territorio di Grezzana.

Fonte: Regione Veneto 2005

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2.10.2 Permeabilità dei litotipi Tutto il territorio lessineo è caratterizzato da rocce di tipo calcareo-dolomitici che ne determinano una permeabilità molto elevata. A questa situazione si contrappone la parte orientale del territorio (Badia C., Vestenanova e San Giovanni Il.) in cui la presenza di vulcaniti determina una condizione di impermeabilità.

Fonte: Regione Veneto 2005 Legenda: 1 alta; 2 media; 3 bassa; 4 impermeabili ; a = in terreni “sciolti”

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2.10.3 Le cave La situazione visualizzata nella cartografia evidenzia una elevata concentrazione di cave attive nei comuni di Grezzana, Sant’Anna d’Alfaedo, la parte nord di Fumane, Sant’Ambrogio di Valpolicella e la zona di Volargne in comune di Dolcè. Le cave più estese sono presenti lungo la Valpantena (Grezzana) e a Volargne (Dolcè).

Cave attive Cave estinte

Comuni n°. cave attive CERRO VERONESE 3 DOLCE' 10 Fonte: Regione Veneto 2005 ERBEZZO 3 FUMANE 28 GREZZANA 9 MARANO DI VALPOLICELLA 1 NEGRAR 1 ROVERE' VERONESE 7 SAN GIOVANNI ILARIONE 1 SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA 18 SANT'ANNA D'ALFAEDO 74

SELVA DI PROGNO 8 TREGNAGO 2 VELO VERONESE 3

VESTENANOVA 1 tot. 169

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2.10.4 Le aree di frana Le aree caratterizzate da un maggior rischio franoso sono localizzate soprattutto nel comune di San Giovanni Ilarione e di Vestenanova ovvero nell’est veronese. Come evidenziato dalla cartografia, vi è una elevatissima concentrazione di aree a rischio in quella zona.

Fonte: Regione Veneto 2005 n°. cave Comune estinte Badia Calavena 1 Bosco Chiesanuova 1 Dolce' 4 Fumane 9 Grezzana 8 Negrar 3 Rovere' Veronese 1 Sant'Ambrogio di Valpolicella 12 Sant'Anna d'Alfaedo 26 Selva di Progno 2 Tregnago 1 Velo Veronese 2 Vestenanova 1 tot. 71

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2.10.5 Discariche e raccolta dei rifiuti

2.10.5.1 DISCARICHE All’interno del territorio comunitario si contano 3 discariche di materiali inerti e 1 per rifiuti non pericolosi urbani attive che si localizzano rispettivamente nei Comuni di Grezzana, Negrar e Fumane e Sant’Anna d’Alfaedo.

Fonte: estratto Rapporto Ambiente Verona 2006

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2.10.5.2 I RIFIUTI URBANI I grafici seguenti mostrano la situazione di ogni comune negli anni 2005, 2004, 2003 in riferimento a alla produzione totale di rifiuti, a quella pro-capite e alla raccolta differenziata. I dati dei Comuni di Sant’Ambrogio di Valpolicella, Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, Tregnago e Verona, che non ricadono interamente all’interno della Comunità Montana, si riferiscono all’intero territorio comunale di ciascuno. Tra tutti i comuni spicca il forte incremento di produzione, in termini assoluti, del comune di Negrar e, in maniera meno accentuata, del comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Il fenomeno può essere legato all’aumento della popolazione residente avvenuto nei due comuni. Si riscontra inoltre un aumento pro-capite rispetto al 2003. Questa tendenza è propria anche di molti altri comuni (ben 11 escluso Verona) tra i quali spiccano Negrar, appunto, e Fumane. Grezzana invece appare in controtendenza; infatti, a fronte di un aumento della popolazione, si registra una forte diminuzione nella produzione dei rifiuti, sia totale, sia pro-capite. Si può notare come in questo comune la % di raccolta differenziata sia passata dal 14 al 50 % in un solo anno. La situazione della raccolta differenziata vede due quadri contrastanti; 9 comuni presentano una % superiore al 35% (oltre il 50% se si eccettua Badia C.) e 9 ben inferiore al 20%.

raccolta rifiuto totale per comune (anni 2005-2004- 2003)

7000000

6000000

5000000

4000000 2005 kg 2004 3000000 2003

2000000

1000000

0 . . . . . r l . a e r o o e è o a p e p f e a n l a a a l l n s c z n n s l n g s v a l r I S e a a a A g a e z a g e ' e o v s o i i n e z V n V d o n e m e n d r n n a i o D i g l b u z o o o a h r r N r n i a P r a e d o e n F r a i r e E e r g n e C v e C o u n d T t V G V o V n o r o i a A s ia ' a c o a è b t o e r r r G M v l d s r l a e m n e V a e o e n n a v A V B M ' S B C o a a t S S S R n a S * Sant’Ambrogio di Valpolicella, Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, Tregnago Verona sono considerati per l’intero territorio comunale

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produzione pro-capite per comune (anni 2005-2004-2003)

800

700

600

500 2005 kg 400 2004 2003 300

200

100

0

. . . . a . e r e r . f o o a è o e a l l e a a n n s p a s lp n g v i c z n n l r a a s n c a e l e l A e z a a a I a ' g a e o o s o g S n v n n i d o n n r i e z V e i V r n a e o D m z o n g a e v l i r b i r d a o r u N n o P r o a h e d i e n V e r e n i r r E F a o g e e C C V r n t V o v d T V P G u o s n o r A a o o è i ' a i a t o e c r a r b v l d r r e G n l V s M e a e a v m a e o n V n A B B C M o ' S S a a t R S S n a S

* Sant’Ambrogio di Valpolicella, Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, Tregnago e Verona sono considerati per l’intero territorio comunale

raccolta differenziata sul totale per comune (anni 2005-2004- 2003)

80

70

60

50 2005 % 40 2004 2003 30

20

10

0

. . . . a . l . o e r r e è a e f o a n o p a p e a a i n c l a a l l n s z n n g s a l r s l v n c e a a I S a A g a e z e ' o s o a g i e o n v i o i n e z V n V d n r e m e n r n n a i D i d v l b g e o u z o o a n o P o h r r d N r i a r a e o e V r F i n e r e a r n r C E g e C o v d e P u n T V G V o V t n o o a r a i A a s i a ' c o è b t o r r v l e d r G M l s r a e m n e V a o e e n n a v A V B B M ' S C o a a t S S S n R a

S

* Sant’Ambrogio di Valpolicella, Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, Tregnago e Verona sono considerati per l’intero territorio comunale

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Valore medio dei progetti per misura (in €)

1.1 1.164.825,66 53.280,89 1.2 2.823.673,53 2.1 1.677.500,00 2.2 2.3 3.1 3.2 430.000,00 697.879,63 4.1 394.847,55 1.561.377,46 687.500,00 395.750,00 4.2 4.3

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