COMUNE di DIVIGNANO

PROVINCIA DI REGIONE PIEMONTE

DEFINITIVO P.R.G.C. 2009 Controdeduzioni al parere Regionale

SINDACO SEGRETARIO COMUNALE Daniele Zanotto Dott.ssa Dorella Lorenzi

PROGETTISTA RESPONSABILE del PROCEDIMENTO Arch. Giovanni Buzzi Geom. Milena Provasoli

delibera di C.C. n. 25 del 27.09.2010 - Piano Regolatore Generale Comunale adozione progetto preliminare ai sensi dell'art. 15 della legge regionale 05.12.1977 n. 56 e s.m.i. delibera di C.C. n. 16 del 12.09.2011 - Piano Regolatore Generale Comunale accoglimento/rigetto osservazioni al progetto preliminare di P.R.G.C. ed adozione del progetto definitivo ai sensi dell'art. 15 della legge regionale 05.12.1977 n. 56 e s.m.i.

delibera di C.C. n. 01 del 13.02.2012: delibera di C.c. n. 16 del 12.09.2011 avente all'oggetto

Piao Regolatore Geerale Couale - Accoglimento/rigetto osservazioni al progetto preliminare di P.R.G.C. ed adozione del progetto definitivo ai sensi dell'art. 15 della Legge Regioale ..9 . e s..i. - integrazioni delibera di C.C. n. 23 del 31.07.2012: Nuovo P.R.G.C. - Rettifica alle delibere di C.C. n. 16 del 12.09.2011 e C.C. n. 01 del 13.02.2012 e adozione documenti integrativi come da relazione di verifica della Regione Piemonte Direzione Programmazione Strategica - Pratica n. 20230 delibera di C.C. N. 30 del 26.11.2014: Oggetto: L.R. 56/77 e S.M.I. – Art. 15 Comma 15 – Controdeduzione alla Relazione d'esame della Regione Piemonte al Progetto Definitivo del Arch. Giovanni Buzzi nuovo P.R.G.C. adottato con D.C.C. N. 23 del 31.07.2012, N. 01 del 13.02.2012 e N. 16 DEL Viale Ticino, n° 36 - Sesto Calende (Va) 12.09.2011 – Determinazioni e adozione elaborati di progetto modificati ed integrati a seguito delle suddette osservazioni e della pubblicazione ai sensi dell'Art. 15 Comma 16 e 17 della L.R. N. 56-1977 e S.M.I. e Art. 89 della L.R. N. 03/2013

ELAB. 02 RELAZIONE 1

1.1 - PREMESSA La presente relazione si riferisce all’attuale fase di integrazione, approfondimento e controdeduzione alle proposte di modificazione, rispetto ai pareri pervenuti dagli uffici competenti della Regione Piemonte, in particolare: . la “Relazione di Esame” (allegato 1 alla trasmissione prot. 31473/DB0831) del Settore Progettazione, Assistenza, Copianificazione Provincie di Biella e Vercelli; . per quanto riguarda la procedura di VAS, con tuttavia rilevanti relazioni con la proposta urbanistica di rivisitazione del Piano, in base a tali pareri, si deve fare riferimento in particolare al documento: “Relazione dell’Organo tecnico regionale per la Vas finalizzata all’espressione del PARERE MOTIVATO DI COMPATIBILITA’ AMBIENTALE” Prot. n. int. 962/DB08.05 del14.10.2013; . inoltre è stato determinante per la presente revisione del Piano, il documento Prot. n. 9308 del 05.02.2013 del settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico, riguardo agli aspetti idrogeologici. La Provincia di Novara si è espressa con ulteriore parere di compatibilità con il PTP, in quanto il precedente parere era stato superato da alcune modificazioni introdotte in fase di approvazione del Piano a seguito delle controdeduzioni alle osservazioni presentate dai cittadini. In tale parere sono contenute anche indicazioni che hanno indirizzato la presente proposta di controdeduzione.

1.2 - Piano Territoriale Regionale La norma principale di verifica per il PRGC del Comune di Divignano riguarda l’art.31 comma 10 riguardo alla quantità di consumo di suolo massimo ammissibile. Il PRGC di Divignano si configura come nuovo strumento di pianificazione comunale, in sostituzione del previgente PRGI. Le previsioni di Piano hanno quindi uno scenario decennale ed è applicabile quindi un incremento del 6%, rispetto al consumo di suolo in atto. La tavola 13 del Piano riporta il calcolo del consumo di suolo in atto e quello previsto: consumo di suolo in atto (PRGI) = mq 703.325 consumo di suolo ammissibile (6% di 703.325) = mq 42.200 consumo di suolo complessivo ammissibile (703.325 + 42.200) = mq 745.525 consumo di suolo in progetto = mq 732.934 < mq 745.525. La verifica del consumo di suolo da PTR è quindi positiva.

1.3 - Piano Paesistico Regionale Elenchi delle componenti e delle unità di paesaggio: Sistemi storici dei centri e rete di connessione storica Torino e centri di I-II-III rango (art. 24) Viabilità storica e patrimonio ferroviario (art. 22) SS11 Rete viaria di età romana e medievale Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 Relazione Controdeduzione al parere Regionale

SS12 Rete viaria di età moderna e contemporanea SS13 Rete ferroviaria storica Struttura insediativa storica di centri con forte identità morfologica (art. 23, art. 24) SS21 Permanenza archeologica di fondazioni romane SS22 Reperti e complessi edilizi isolati medievali SS23 Insediamenti di nuova fondazione di età medievale (villenove, ricetti) SS24 Insediamenti con strutture signorili e/o militari caratterizzanti SS25 Insediamenti con strutture religiose caratterizzanti SS26 Rifondazioni o trasformazioni urbanistiche di età moderna (residenze Sabaude e pertinenze) SS27 Rifondazioni o trasformazioni urbanistiche del XIX e XX secolo Unità SISTEMI STORICI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta valle del Ticino SS24 Divignano: castello Borromeo

Relazioni visive tra insediamento e contesto Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Bordi di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate e porte urbane SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Unità RELAZIONI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta Valle del Ticino SC4 : castello; Divignano: insediamento urbano

Aree rurali di specifico interesse paesaggistico Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o di tracce di sistemazioni agrarie e delle relative infrastrutture storiche SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV7 Sistemi paesistici rurali di significativa caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV8 Sistemi paesistici rurali di significativa caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Unità PAESAGGI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta Valle del Ticino 1701 SV3 Divignano

Elementi di rilevanza e luoghi ed elementi identitari Elementi caratterizzanti di rilevanza paesaggistica (art. 30) Luoghi ed elementi identitari (art. 33) NB: gli elementi di rilevanza paesistica sono segnati con X ove particolarmente notevoli Unità Elementi di rilevanza paesaggistica Luoghi ed elementi identitari 17 Alta Valle del Ticino Castello Borromeo Divignano

Le indicazioni di cui al Piano Paesistico regionale, si ritiene che siano soddisfatte dall’elaborato normativo, dalla specifica schedatura e dall’individuazione puntuale ed estesa, del sistema ricco e complesso dell’edilizia di origine rurale presente e tutelata dal PRGC nell’ambito del territorio comunale. Il Castello risulta di per sé tutelato, in forza della normativa nazionale mentre la sua percezione è salvaguardata dal sistema orografico naturale e dalla limitata previsione di altezza delle costruzioni.

1.4 - Piano Territoriale Provinciale Tale Piano prevede per il territorio comunale: Tav. A : caratteri territoriali e paesistici

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“Bene di riferimento territoriale” (Castello di Divignano) Art.2.15 “Aree di controllo dello sviluppo insediativo residenziale” Art.4.13 “Ambiti di elevata qualità paesistico-ambientale sottoposti a Piano Paesistico di competenza provinciale” Art.2.6 “Rete ecologica” Art.2.8 “Rete degli itinerari” Art. 2.11

Tav. B : indirizzi di governo del territorio “Aree di controllo degli effetti ambientali e paesaggistici dello sviluppo insediativo residenziale” Art.4.13

Tav. C :infrastrutture e rete per la mobilità “Strade regionali e provinciali: tracciati esistenti”

Le verifiche rispetto al PTP riguardano in particolare il sistema della rete ecologica che si struttura a partire dal tracciato del Torrente Agamo e del Rio Rito. Durante l’iter del PRGC si sono apportate alcune modifiche al sistema della rete ecologica alla scala comunale, anche in considerazione del vaglio delle osservazioni dei cittadini e della effettiva verifica della consistenza della fascia di rispetto generata dalla rete. Il parere provinciale riguarda anche la schedatura degli edifici di interesse ambientale che è stata rielaborata, secondo quanto specificato nel successivo paragrafo 5.4.

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2.1 - Identificazione delle aree residenziali La tavola 13 (sia quella della fase di approvazione del definitivo che quella attuale cosiddetta di ‘controdeduzione al parere regionale’) riportano le aree edificabili residenziali secondo una numerazione progressiva che è stata utilizzata come riferimento anche per i pareri regionali. Non è stato possibile confermare tale numerazione a seguito dei consistenti stralci effettuati sulle aree residenziali proposte: occorre quindi fare riferimento alla vecchia numerazione ed alla nuova progressiva, così come evidenziato cartograficamente nella tavola 14 che riporta le modifiche proposte in questa fase.

2.2 - Stralci aree edificabili Uno degli argomenti rilevanti dei pareri sia urbanistico che di valutazione ambientale riguarda alcune tematiche interconnesse: gli abitanti previsti dal calcolo della capacità insediativa residenziale, in sostanza il dimensionamento del Piano per la componente residenziale e il consumo di suolo. La connessione fra nuove previsioni insediative residenziali e consumo di suolo è determinato dal fatto che, seppure siano stati previsti un certo numero di nuovi abitanti all’interno delle zone attualmente edificate (riusi, ampliamenti, completamenti delle porosità del tessuto consolidato, ecc.) tuttavia la proposta di Pino prevedeva anche un certo numero di nuove aree di espansione, in quanto, data la condizione territoriale, non è

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pensabile un processo di densificazione per sostituzione e/o addizione delle parti attualmente edificate, né una forma di riuso di aree dismesse che non sono presenti nel territorio per la sua natura di borgo storicamente sostanzialmente agricolo e, solo più recentemente, residenziale. La nuova presente proposta di controdeduzione, che deriva dal processo di interazione con le competenti strutture regionali, accoglie quasi completamente le proposte di stralci di aree edificabili di nuovo impianto contenute nei pareri stessi, con qualche sporadica eccezione che verrà giustificata nel successivo paragrafo 2.3. Vengono quindi stralciate dalla nuova proposta le aree (con vecchia numerazione della precedente Tav.13):

 PEC 01; PEC 08; PEC B (non residenziale)  B2* 10; B2* 11; B2* 15; B2* 23; B2* 27; B2* 33;  B2 35;

Vengono inoltre sostanzialmente ridimensionate (stralci parziali) alcune aree significativa come:

 PEC 02 (ex PEC 03 della precedente Tav.13), in questo PEC viene traslata e ridimensionata la zona SP2, costitutiva del piano esecutivo, a scapito della parte azzonata come C, con conseguente riduzione di numero di abitanti previsti e di potenziale consumo di suolo, riportando una parte notevole con destinazione agricola;

 Ex PEC 07 (ridimensionato e trasformato in nuova area B2 n.46), quest’area edificabile viene sostanzialmente dimezzata: la dimensione residua edificabile determina la proposta di trasformarla in area B, senza necessità di piano esecutivo essendo l’area già urbanizzata e l’intervento riconducibile, per dimensione, a diretto come area di completamento;

 PEC 05 (ex PEC 06 della precedente Tav.13), sostanzialmente dimezzato di superficie, lasciando la parte più vicina alle strade e alle altre aree edificate. Vengono inoltre stralciate, su richiesta diretta dei proprietari interpellati (identificate con vecchia numerazione della precedente Tav.13) :

 B2* 24;  metà circa del PEC A (non residenziale)

Il tutto riportando le aree stralciate alla destinazione agricola. La tavola 14 rappresenta le modifiche ed integrazioni apportate in questa fase dell’iter di Piano ed evidenzia come gli stralci operati siano significativi e comportino quindi ricadute importanti per quanto riguarda la valutazione complessiva della nuova capacità insediativa residenziale e la nuova valutazione sul consumo di suolo previsto.

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2.3 - Aree di cui si propone la riconferma Rispetto alla proposta complessiva (urbanistica e VAS) di stralci, si ipropone la riconferma delle seguenti aree: B2* ex n.12 (ora 07), l’area è urbanizzata, si trova in stretta aderenza al sistema edificato e non determina discontinuità nel suolo agricolo, né criticità con preesistenze agricole; B2* ex n.26 (ora 18), l’area è urbanizzata, si trova in stretta aderenza al sistema edificato e non determina discontinuità nel suolo agricolo, né criticità con preesistenze agirocle; B ex n.34 (ora 47), come le precedenti, inoltre interclusa fra un’area residenziale ed una produttiva esistente, senza contiguità o detrimento del sistema agricolo; B ex n.52 (ora 40),che vanta diritti di accesso da altri mappali, comunque da verificare in caso di rilascio di titolo abilitativo; SP3 per attività agricole ‘scociali’ convenzionate: sono stati individuati i parametri edilizi ed urbanistici come richiesto e la previsione di modifica complessiva della rete ecologica è stata ri-valutata nel nuovo parere provinciale.

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3.1 - Il nuovo dimensionamento di Piano a seguito degli stralci Prima di affrontare il calcolo della CIRT di Piano si mettono in evidenza la totalità delle nuove aree residenziali a cui riferire il numero di abitanti teorici di Piano da esse espresso. Le tabelle che seguono offrono il dettaglio del carico urbanistico espresso dalle nuove aree residenziali introdotte con il presente Nuovo PRGC oltre alla conferma delle aree edificabili residenziali già esistenti nel P.R.G.I. vigente e dagli abitanti insediabili per ampliamenti.

TABELLA A - EDIFICI CON POSSIBILITA’ DI AMPLIAMENTO AI SENSI DELL’ART.9 COMMA 5 N.T.A. NELLE ZONE B1 N. CAD. CAD. EDIFICI MQ.35 MQ. 95 VOLUME AB. TEORICI 100 mc/ab N. MQ MQ MC N. 30 1.050 3.150,0 31,5 10 950 2.850,0 28,5 TOTALE 6.000,0 60

TABELLA B - STRUMENTI URBANISTICI ESECUTIVI N. AREA RIF. SUPERFICIE INDICE AB. TEORICI (P.E.C.) TAV.13 TERRITORIALE TERRITORIALE VOLUME 100 mc/ab N. MQ MC/MQ MC N. 01 01 5.677,0 0,5 2.838,5 28,4 02 02a 13.540,0 0,5 6.770,0 67,7

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02 02b 6.949,0 0,15 1.042,3 10,4 03 03 4.339,0 0,5 2.169,5 21,7 04 04a 4.265,0 0,5 2.132,5 21,3 04 04b 1.059,0 0,15 158,8 01,6 05 05 5.158,0 0,5 2.579,0 25,8 06 06 5.936,0 0,5 2.968,0 29,7 TOTALE 46.923 20.658,6 207

TABELLA C - AREE RESIDENZIALI A CAPACITA’ INSEDIATIVA DETERMINATA (B2*) N. AREA RIF. SUPERFICIE INDICE AB. TEORICI TAV.13 TERRITORIALE TERRITORIALE VOLUME 100 mc/ab N. MQ MC/MQ MC N. 01 07 1.612 - 600,0 6 02 08 1.460 - 600,0 6 03 09 998 - 598,8 6 04 10 1.245 - 600,0 6 05 11 1.940 - 600,0 6 06 12 813 - 487,8 5 07 13 735 - 441,0 4 08 14 850 - 510,0 5 09 15 1.983 - 600,0 6 10 16 2.612 - 600,0 6 11 17 945 - 567,0 6 12 18 1.847 - 600,0 6 13 19 964 - 578,4 6 14 20 884 - 530,4 5 15 21 879 - 527,4 5 16 22 2.084 - 600,0 6 17 23 928 - 556,8 6 TOTALE 22.779 9.597,6 96

TABELLA D - AREE RESIDENZIALI DI COMPLETAMENTO (B2)

N. AREA RIF. SUPERFICIE INDICE AB. TEORICI TAV.13 TERRITORIALE TERRITORIALE VOLUME 100 mc/ab N. MQ MC/MQ MC N. 01 24 1.371 0,6 822,6 8,2 02 25 766 0,6 459,6 4,6 03 26 1.906 0,6 1.143,6 11,4 04 27 639 0,6 383,4 3,8 05 28 1.030 0,6 618,0 6,2 06 29 828 0,6 496,8 5,0 07 30 728 0,6 436,8 4,4 08 31 1.595 0,6 957,0 9,6 09 32 695 0,6 395,4 3,9 10 33 897 0,6 538,2 5,4 11 34 1.129 0,6 677,4 6,8 12 35 820 0,6 492,0 4,9 13 36 678 0,6 406,8 4,1 18 37 844 0,6 506,4 5,1 19 38 695 0,6 417,0 4,2 20 39 670 0,6 402,0 4,0

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21 40 614 0,6 368,4 3,7 22 41 1.994 0,6 1.196,4 12,0 23 42 701 0,6 420,6 4,2 24 43 995 0,6 597,0 6,0 25 44 1.601 0,6 960,6 9,6 26 45 1.640 0,6 984,0 9,8 27 46 2.945 0,6 1.767 17,6 28 47 718 0,6 430,8 4,3

TOTALE 26.499 15.877,8 159

Per quanto attiene al possibile aumento della capacità residenziale dovuta a quanto previsto all’art. 9 comma 5 delle NTA riguardanti ampliamenti e ‘sdoppiamenti’ di edifici uni e bi familiari, si è stimato un numero massimo di 80 edifici aventi tali caratteristiche; tuttavia si ritiene plausibile che non più del 50% degli aventi diritto si avvalga di detta facoltà, di cui il 75% per semplice ampliamento ed il 25% per sdoppiamento dell’unità. Ne consegue quanto illustrato nella successiva tabella.

TABELLA E - NUMERO NUOVI ABITANTI DERIVANTI DA NUOVE COSTRUZIONI ED AMPLIAMENTI

ZONE TIPO VOLUME ABITANTI MQ MC N.

B1 AMPLIAMENTO 6.000,0 60

B2* N.C. VOL. DET. 9.597,6 96

B2 NUOVA COSTR. 15.887,8 159

C NUOVA COSTR. 20.658,6 207

TOTALE 522

3.2 - Calcolo della nuova CIRT Si rende necessario un nuovo dimensionamento della Capacità Insediativa Residenziale Teorica e, in cascata, la verifica degli Standard urbanistici di cui all’art. 21 della L.R. 56/77s.m.i. Si impone quindi un ragionamento su quale criterio adottare per individuare una giusta stima degli abitanti insediabili. Appare più realistico affrontare il calcolo della capacità insediativa con un metodo analitico che tenga conto del dato oggettivo della popolazione residente, del patrimonio edilizio inutilizzato e delle previsioni delle nuove edificazioni già presenti nel Piano vigente e di quelle aggiuntive contenute nel Nuovo PRGC 2009. Con questo approccio avremo:

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1 - numero di abitanti residenti 2 - numero di vani in abitazioni non occupate. Si precisa che il numero considerato è inferiore a quanto identificato dal Censimento generale della popolazione e delle abitazioni del 2001, 201 stanze, in quanto nel corso degli interventi edilizi alcuni attuali vani saranno destinati a s.n.r. o ad usi non residenziali. Ai fini del calcolo della CIRT sono pertanto considerati 150 vani. 3 - numero di abitanti per trasformazione ed ampliamento dell’esistente. 4 - numero di nuovi abitanti in aree residenziali previste, sia per piani attuativi che in ambiti di completamento.

3.3 - Totale della nuova CIRT di Piano Nel merito i nuovi abitanti insediabili nelle nuove aree residenziali più quelli derivanti dal recupero del patrimonio esistente con mutamento d’uso, sono stati calcolati utilizzando l’indice volumetrico abitativo medio di 100 mc/ab così come indicato dal comma 3 - art. 20 - L.R. 56/77 s.m.i., considerando la destinazione esclusivamente residenziale delle nuove aree. Pertanto la CIRT complessiva è data dalla somma illustrata nella seguente tabella.

TABELLA F - CALCOLO NUOVA C.I.R.T. DI PIANO RESIDENTI AL 31.12.2012 1.486 AB. IN VANI NON OCCUPATI 150 ZONE B1 60 ZONE B2 159 ZONE B2* a capacità insediativa determin. 96 ZONE C + SP2 (S.U.E.) 207 TOTALE 2.158

Il totale è costituito da 1.486 abitanti esistenti + 672 nuovi abitanti previsti.

3.4 - Commento alla nuova CIRT Il calcolo della capacità insediativa residenziale teorica del nuovo PRGC del Comune di Divignano deve tenere conto di alcune questioni, in particolare del fatto che il nuovo conteggio degli abitanti previsti non si pone come un differenziale aggiuntivo rispetto agli abitanti teorici precedentemente previsti (come ad es. in una variante) ma come effettiva differenza fra abitanti residenti alla data considerata (nel ns. caso 31 dicembre 2012) e potenziale insediativo complessivo, sia della trasformazione dell’edificato esistente che delle nuove costruzioni. Quindi la nuova capacità deve essere ponderata in considerazione:

1. il calcolo della nuova CIRT è comprensivo:

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a. degli abitanti teorici derivanti dalla conferma di ambiti residenziali di completamento previsti nel PRGI vigente; b. degli abitanti potenzialmente insediabili in trasformazioni dell’edificato esistente sia come ristrutturazione che ampliamento dell’esistente; c. di nuovi abitanti derivanti dalla trasformazione di destinazione d’uso di ambiti già considerati trasformabili dal PRGI vigente e quindi non costitutivi di ulteriore consumo di suolo ma all’interno del consumo di suolo in atto.

2. la tendenza in quasi costante crescita (salvo compensazione censimento, vedi di seguito) della popolazione residente, dimostra un potenziale attrattivo del territorio considerato anche in riferimento alle medie della provincia;

3. data la natura del trascorso socioeconomico del territorio di Divignano, non sono disponibili realtà industriali dismesse da potere trasformare ai fini residenziali.

Per quanto riguarda il punto 1. , si propongono quindi dei calcoli disaggregati, riferiti alla proposta di controdeduzione al parere regionale, che comprende quindi notevoli stralci di ambiti residenziali rispetto alla adozione del definitivo di Piano (cfr. Tav.14).

Abitanti residenti = 1.486 (31.12.2012)

Abitanti teorici da conferme ambiti PRGI = 125 ab. Abitanti teorici derivanti da trasformazioni dell’esistente (ristrutturazioni e ampliamenti) = 210 ab. (150 + 60) Abitanti teorici da cambi d’uso di ambiti già costitutivi di consumo di suolo = 176 ab. Abitanti teorici in ambiti costitutivi di nuovo consumo di suolo = 161 ab.

Sono quindi previsti +672 abitanti teorici nella proposta di controdeduzione al parere Regionale, contro +905 abitanti nel definitivo. Di questi 672, occorre tuttavia tener presente che la metà circa (335 ab.) derivano da conferme del PRGI vigente e trasformazioni dell’abitato esistente (quindi trasformazioni ‘virtuose’). Inoltre 176 abitanti derivano da trasformazioni in ambiti con consumo di suolo in atto e solo 161 da ambiti costitutivi nuovo consumo di suolo.

3.5 - Considerazioni ed integrazioni demografiche

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Rispetto ai dati contenuti nella relazione del Definitivo di Piano, aggiungiamo i seguenti dati e considerazioni. La popolazione residente a Divignano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 1.445 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 1.485. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 40 unità (-2,69%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe. La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

TABELLA G – ANDAMENTO DEMOGRAFICO 2001 - 2013 Anno Data rilevamento Popolazione Variazione Variazione Numero Media residente assoluta percentuale Famiglie componenti per famiglia

2001 31 dicembre 1.238 - - - -

2002 31 dicembre 1.262 +24 +1,94% - -

2003 31 dicembre 1.311 +49 +3,88% 497 2,64

2004 31 dicembre 1.317 +6 +0,46% 500 2,63

2005 31 dicembre 1.325 +8 +0,61% 511 2,59

2006 31 dicembre 1.357 +32 +2,42% 522 2,60

2007 31 dicembre 1.420 +63 +4,64% 544 2,61

2008 31 dicembre 1.451 +31 +2,18% 560 2,59

2009 31 dicembre 1.483 +32 +2,21% 567 2,62

2010 31 dicembre 1.472 -11 -0,74% 567 2,60

2011 (¹) 8 ottobre 1.485 +13 +0,88% 579 2,56

2011 (²) 9 ottobre 1.445 -40 -2,69% - -

2011 31 dicembre 1.455 +10 +0,69% 579 2,51

2012 31 dicembre 1.486 +31 +2,13% 595 2,50 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.

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Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione di Divignano espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Novara e della regione Piemonte.

Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Divignano negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

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3.6 - Le aree per servizi Le aree per servizi sono calcolate in base ad una ricognizione di quelle esistenti e previste, contenuta nell’Elab.6 “Scede di sintesi aree per servizi” ed anche con riferimento alla Tav.12 “Stato degli standard urbanistici”, oltre ad una verifica di quelle che possono scaturire dall’attuazione dei P.E.C. previsti.

TABELLA H, 1 e 2 - AREE A STANDARDS ESISTENTI E PREVISTE STANDARDS ESISTENTI (Tab. 1)

tipologia dell'attrezzatura mq ST 1 parcheggio 425 ST 2 parcheggio 139 ST 3 parcheggio 254 ST 4 parcheggio 662 ST 5 parco giochi e parcheggio (491+1000) 1.491 ST 6 municipio 1.099 ST 7 scuola elementare 977 ST 8 scuola materna 1.476 ST 9 chiesa 3.821 ST 10 oratorio e parco giochi (600+527) 1.127 ST 11 campo sportivo 9.848 ST 12 parcheggio 2.195 ST 13 campo sportivo 3.135 ST 14 magazzino comunale 1.299 ST 15 parcheggio 550 ST 16 parco giochi 462 ST 17 parcheggio 820 ST 18 parcheggio 655 ST 19 parcheggio 2.322 ST 20 cimitero 6.388 ST 21 spazio polivalente 714 ST 22 verde 897 TOTALE 40.756

STANDARDS PREVISTI (Tab. 2)

tipologia dell'attrezzatura mq mq st 1 parcheggio + area stradale 618 + 441 (P.E.C.) 0 st 2 parcheggio e attr.sportiva 150 + 11.000 (P.E.C.) 0 st 5 attrezzatura sportiva 1.226 1.226 st 6 parcheggio 461 461 TOTALE 1.687

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TABELLA I - AREE A STANDARD RESIDENZIALI PREVISTI NEGLI STRUMENTI URBANISTICI ESECUTIVI (S.U.E.) S.U.E. AB. TEORICI Indici AREA A art. 21/L.R. 56 STANDARD

n. n. mq/ab Mq 1 28,4 25 710,0 2 67,7 25 1.692,5 2 10,4 Sup. deter. 6.970,0 3 21,7 25 542,5 4 21,3 25 532,5 4 01,6 Sup. deter. 1.059,0 5 25,8 25 645,0 6 29,7 25 742,5 TOTALE 207 12.894,0

TABELLA L - AREE A STANDARDS TOTALI (ESISTENTI, PREVISTE E S.U.E.) AREE A STANDARDS

tipologia dell'attrezzatura mq Tab. 25 A STANDARD ESISTENTI 40.756 Tab. 25 B STANDARD PREVISTI 1.687 Tab. 26 STANDARD NEI S.U.E. 12.894 TOTALE 55.337

Totale abitanti (esistenti + previsti) = 2.158 Totale standards (esistenti + previsti) = 55.337 Dotazione media per abitante = 25,64 mq/ab.

TABELLA M - VERIFICA IN TERMINI DI DESTINAZIONI DELLE AREE A STANDARDS INDICI AREE AREE TOTALE AREA ABITANTI Art. TOTALE SERVIZI SERVIZI ESISTENTI C.I.R.T. 21/LR56 FABBISOGNO ESISTENTI PREVISTE PREVISTE AB. MQ/AB. MQ MQ MQ Istruzione 2.158 5 10.790,0 2.453 0 2.453 Interesse Comune 2.158 5 10.790,0 13.921 0 13.921 Verde Gioco Sport 2.158 12,5 26.975,0 15.360 8.046 23.406 Parcheggi 2.158 2,5 5.395,0 9.022 1.229 10.251 non dest. nei PEC 5.306 5.306

TOTALE 53.950 40.756 14.581 55.337

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La dotazione media di 25 mq/abitante risulta soddisfatta, per quanto riassunto nella Tab.27. Nella Tab.28 si nota che la dotazione di aree per l’istruzione appare inferiore al fabbisogno calcolato secondo l’indice di cui all’art. 21 della L.R. 56; tuttavia bisogna sottolineare che i servizi per l’istruzione appaiono adeguati a livello comunale e sovracomunale e pertanto non si ritiene di doverli implementare. Per quanto riguarda la dotazione esistente per verde, gioco e sport, seppure non particolarmente critica per quanto riguarda il verde (data la condizione territoriale di Divignano), tuttavia si è previsto e si raccomanda l’uso per tale scopo - in particolare sportivo - dell’area per servizi “st2” connessa al PEC 02 e per le aree di una certa consistenza territoriale all’interno dei Piani Esecutivi. La quantità di superfici per servizi nei PEC previsti, ad oggi senza una destinazione specifica, per 5.306 mq potrebbe quindi agevolmente assolvere a tale specifica funzionale dei servizi nel territorio comunale. 3.7 – Stralcio aree per servizi Vengono stralciate le previsioni di aree per servizi che costituivano reiterazione del vincolo: le ex aree st3 ed st4 sono state stralciate dalle previsioni di aree per servizi al fine di non operare una reiterazione del vincolo. Sono diventate rispettivamente parte della zona ‘satura’ B di pertinenza degli edifici esistenti e ‘verde privato’, quindi ambedue senza capacità edificatoria propria.

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4.1 – Parere VAS Il parere dell’Organo tecnico per la VAS, citato in premessa, propone alcuni argomenti generali che riguardano la pianificazione urbanistica, già affrontati anche in sede specifica di parere urbanistico, quali il consumo di suolo, il numero di abitanti previsti e le relative ipotesi di stralcio i aree di nuovo insediamento, oltre ad altre specifiche ricadute dirette sul Piano, in particolare riferite all’inserimento di norme orientate alla sostenibilità ambientale ed alla difesa della salute, nelle Norme Tecniche di Attuazione. Si lascia alla lettura della relazione di aggiornamento del rapporto ambientale la puntuale verifica degli argomenti trattati, tuttavia si ricordano in questa sede i principali criticità rilevate e, sinteticamente, le azioni previste in questa proposta rivisitata di Piano: Consumo di suolo ed abitanti previsti Si è provveduto ad una consistente riduzione della previsione della aree di nuovo impianto residenziale, si ritiene quindi congrua (oltre alla verifica del dato quantitativo sul consumo di suolo in relazione al PTR) sia la nuova previsione di consumo di

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suolo, sia la previsione di abitanti (nuova CIRT) per le motivazioni espresse nei paragrafi 3.4 e 3.5 della presente relazione. Compensazioni Così come richiesto è stato inserito un corridoio ecologico trasversale, come raccordo fra i due principali. Vegetazione Individuate previsioni di impianti d’alto fusto (art.7) nei PEC, con relazione agronomica, e nelle pertinenze delle nuove costruzioni, così come nei margini della rete ecologica (art.21). Previsioni viabilistiche Sono state ridotte notevolmente le nuove previsioni viabilistiche e la presenza di rotatorie, come evidenziato nel successivo paragrafo 5.2. Paesaggio Le indicazioni per il corretto inserimento paesaggistico delle nuove costruzioni sono state estese a tutte le nuove costruzioni e non solo nell’ambito dei PEC. Inoltre è stata notevolmente aumentata la quantità di edifici classificati come di interesse ‘tipologico, architettonico’ tradizionale (in particolare cascinali e casseri), regolamentati con apposita norma di controllo delle trasformazioni, di cui al successivo paragrafo 5.4. Previsioni di tetti e pareti verdi nelle zone produttive (art.13). Suolo, acque Sono state introdotte prescrizioni più puntuali circa la permeabilità dei suoli (in particolare art.11 ed anche art.10) e norme per la raccolta e smaltimento delle acque chiare (art.26) e per le piscine (art.26) Eletrromagnetismo Inserimento della fascia di rispetto per gli elettrodotti. Normativa per l’installazione di impianti radioelettrici nelle NTA (Art.21 bis). Avifauna Sono state introdotte norme a vantaggio dell’avifauna, in particolare riguardo al trattamento delle superfici vetrate di ampie dimensioni (art.13 NTA)

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5.1 - Vincoli e fasce di rispetto (art.21 NTA) Sono stati inseriti e/o modificati i seguenti elementi: Fascia di rispetto dei corsi d’acqua Gli esiti dello studio idraulico del Torrente Agamo e la definizione con criterio geomorfologico per il Rio Rito, consentono la definizione delle fasce di rispetto di inedificabilità per i due corsi d’acqua principali e classificati, presenti nel territorio comunale. Fascia di rispetto degli elettrodotti I due elettrodotti che interessano Divignano sono: ad est la linea da 380K , con andamento rettilineo da nordovest verso sud; ad ovest la linea da 25K che ha origine come linea aerea da una cabina situata nel territorio comunale ed è dotato di un tracciato più complesso. La line a da 380K determina una fascia di rispetto di 35 metri per parte rispetto all’asse, mentre quella da 25K una fascia da 10 metri per parte. Fascia di rispetto cimiteriale La fascia di rispetto cimiteriale è stata portata a 200 metri dal perimetro attuale del cimitero. La zona interessata dall’estensione della fascia è pressoché inedificata, tranne un gruppo di edifici a nordovest del cimitero che tuttavia avranno le possibilità di trasformazione consentite dalla legge.

Fascia di rispetto dei pozzi e dei depuratori E’ stata differenziato il segno grafico per i due tipi di fasce di rispetto. In allegato si trovano gli atti relativi alla determinazione delle fasce di rispetto dei pozzi idropotabili. Fascia di rispetto della rete ecologica Durante l’iter del Piano la fascia si è leggermente modificata e l’ultima proposta è stata sottoposta anche al vaglio degli uffici competenti della Provincia di Novara. Inoltre è stato realizzato un corridoio trasversale est-ovest di collegamento fra i due principali corridoi orientati da nord a sud: tale corridoio si configura come elemento di compensazione nell’ambito della verifica di sostenibilità ambientale del Piano. Il nuovo corridoio trasversale si appoggia ad alcuni elementi geografici (parzialmente su un tracciato secondario di corso d’acqua), oltre che su alcuni elementi morfologici quali il bordo di un’area boscata. Fascia di margine della rete ecologica Vengono introdotte due nuove individuazioni di margine della rete ecologica: una a protezione della rete verso l’area di nuovo impianto D2, l’altra a ‘sostegno’ della rete in una zona di ‘varco’ ecologico, dove la rete si restringe in prossimità dell’edificato.

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Zone interessate dagli incendi Dal catasto degli incendi boschivi è stata tratta una mappatura, con riferimento anche all’anno di incendio accertato, che è stata riportata sulla cartografia di Piano, in particolare sulla tavola 10 delle previsioni di piano al 5.000 e sulla tavola 08 relativa ai vincoli comunali. Tali ambiti sono trattati anche dall’art.14 bis delle NTA. Limitazioni relative agli ostacoli ed ai pericoli per la navigazione aerea Le mappe di vincolo di Malpensa riportano per il territorio di Divignano alcune limitazioni che sono riportate nell’art.21 della NTA. In particolare per tutto il territorio comunale la quota limite di 355,57 m s.l.m.. Poiché la quota di campagna più elevata si riscontra 333,60 m s.l.m. in Piazza Matteotti, in adiacenza al Castello e che il resto del territorio comunale si trova a quota più bassa, le altezze massime consentite per le costruzioni sono ben più basse. Occorrerà vigilare eventualmente sull’installazione di attrezzature quali antenne o simili. Altre limitazioni riguardano aspetti specifici quali gli attrattori di avifauna (discariche, ecc.) e la realizzazione di impianti eolici.

5.2 – Previsioni viabilistiche Rispetto al Definitivo ed ai fini di una maggiore sostenibilità ambientale della proposta:

 eliminata la previsione di raccordo, come circonvallazione, dell’attraversamento della zona D2 che comportava anche l’attraversamento dell’Agamo e quindi della rete ecologica;

 eliminazione della previsione obbligatoria di raccordo con rotatoria della nuova accessibilità al PEC D2: non essendo più un raccordo fra sistemi di strade provinciali, tale accessibilità alla nuova zona produttiva dovrà essere approfondito in fase di predisposizione del Piano Attuativo e della conseguente eventuale VAS specifica. L’innesto semplificato consente inoltre un miglior trattamento dell’attraversamento del fosso presente nell’area D2 stessa e con attraversamento di via Repubblica da migliorare i fase di esecuzione del PEC

 eliminazione del raccordo attraverso il PEC 02 (ex n.03), ora la previsione stradale si configura come solo accesso al sistema residenziale del nuovo PEC;

 conseguentemente a quanto sopra, viene eliminata la previsione i rotatoria in corrispondenza dell’innesto con la provinciale, anche a salvaguardia di una classe IIIa geologica e della fascia di rispetto del Rio Rito.

5.3 – Interventi nel centro storico La nuova classificazione del tipo di intervento per il centro storico ha drasticamente ridotto le possibilità di demolizione con ricostruzione a pochi edifici particolarmente degradati.

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5.4 – Edifici di interesse ambientale e loro schedatura E’ stata riportata in cartografia di piano (tavv.10 e 11) la nuova e più estesa classificazione degli edifici di interesse ambientale di cui all’art.19 delle NTA. Tale estensione è la conseguenza di una più puntuale classificazione già operata a livello di definitivo (tav.07 ed Elab.04) che oggi è possibile estendere come efficacia normativa a tutti gli edifici individuati, in virtù della prevista ripubblicazione degli atti che consente eventualmente al pubblico di potere osservare su tale ri-classificazione. La schedatura operata con l’Elab.04 “Schede degli edifici di interesse ambientale” è stat approfondita a seguito del parere espresso in tal senso dalla Provincia di Novara: sono stati introdotti eventuali denominazioni e toponomastica, posizione geografica, eventuale presenza nei catasti storici, stralcio di fotopiano, localizzazione catastale, presenza di eventuali elementi di pregio da tutelare, previsioni del PRGC, ecc.

5.5 – aree boscate Sono state specificatamente individuate ed azzonate le arre boscate ed è stata prevista una specifica norma nelle NTA (art.14 bis).

5.6 – Norme tecniche di attuazione Sono state aggiornate le NTA con le indicazioni di cui al paragrafo 3.18 della “Relazione d’Esame”, oltre a tutte le integrazioni ed approfondimenti derivanti dall’incrocio con il parere VAS e geologico.

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6.1 – Parere geologico Come detto il settore di competenza per gli aspetti idrogeologici ha espresso una ulteriore nota di approfondimento che è stata puntualmente recepita sia dallo studio geologico e dalle relative tavole costitutive del PRGC, che dalle tavole più prettamente pianificatorie, ove necessario, e dalle Norme Tecniche di Attuazione. In particolare è stata aggiornata, come richiesto, la tav.15 di sovrapposizione fra le previsioni urbanistiche e le classi di fattibilità, attraverso un ulteriore approfondimento e messa in coerenza fra la cartografia catastale e quella aerofotogrammetrica che, come noto, comportano anche notevoli discrepanze. Si sono introdotte anche specifiche e precisamente cartografate fasce di rispetto per i due corsi d’acqua principali, Torrente Agamo e Rio Rito, con esplicite ricadute nelle NTA.

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ALLEGATI

19 ______Giugno 2014 – Rev.2

COMUNE di DIVIGNANO

PROVINCIA DI NOVARA REGIONE PIEMONTE

DEFINITIVO P.R.G.C. 2009 Controdeduzioni al parere Regionale

ALLEGATO ALL’ELAB. 02 ‘RELAZIONE’:

“Fascicolo analitico delle controdeduzioni al parere regionale e delle modificazioni conseguentemente introdotte”

Cap. 1 - componente Urbanistica Cap. 2 - VAS Cap. 3 - componente Geologica

Cap. 1 - componente Urbanistica

Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

Cap. 1) - URBANISTICA

In grassetto: estrema sintesi In corsivo: stralcio parere Regionale

3.1 (a) sovradimensionamento delle capacità edificatoria residenziale

[…] Pertanto si ritiene che le previsioni contenute nel presente strumento urbanistico siano sovradimensionate rispetto alle reali ed oggettive esigenze del fabbisogno abitativo anche in considerazione delle potenzialità edificatorie in essere e non ancora attuate, riconfermate dal presente P.R.G.C.

Il calcolo della capacità insediativa residenziale teorica del nuovo PRGC del Comune di Divignano deve tenere conto di alcune questioni, in particolare del fatto che il nuovo conteggio degli abitanti previsti non si pone come un differenziale aggiuntivo rispetto agli abitanti teorici precedentemente previsti (come ad es. in una variante) ma come effettiva differenza fra abitanti residenti alla data considerata e potenziale insediativo complessivo, sia della tasfoazioe delledifiato esistete he delle nuove costruzioni. Quindi la nuova capacità deve essere ponderata in considerazione di quanto segue. 1. il calcolo della nuova CIRT è comprensivo: a. degli abitanti teorici derivanti dalla conferma di ambiti residenziali di completamento previsti nel PRGI vigente; b. degli aitati potezialete isediaili i tasfoazioi delledifiato esistete sia oe istuttuazioe he apliaeto dellesistete; c. di nuovi abitanti derivanti dalla trasformazione di destiazioe duso di aiti già considerati trasformabili dal PRGI vigente e quindi non costitutivi di ulteriore osuo di suolo a alliteo del osuo di suolo i atto. 2. la tendenza in quasi costante crescita della popolazione residente (salvo compensazione censimento alla data del censimento), dimostra un potenziale attrattivo del territorio considerato anche in riferimento alle medie della provincia; 3. data la natura del trascorso socioeconomico del territorio di Divignano, non sono disponibili realtà industriali dismesse da potere trasformare ai fini residenziali.

Per quanto riguarda il punto 1. , si propongono dei calcoli disaggregati, riferiti alla proposta ad oggi sul tavolo, che comprende quindi notevoli stralci di ambiti residenziali rispetto alla adozione del definitivo di Piano.

Abitanti residenti = 1.486 (31.12.2012)

Abitanti teorici da conferme ambiti PRGI = 125 ab.

Abitanti teorici derivanti da trasformazioni dellesistete istuttuazioi e apliaeti = 210 ab. (150 + 60)

Aitati teoii da ai duso di aiti già costitutivi di consumo di suolo = 176 ab.

Abitanti teorici in ambiti costitutivi di nuovo consumo di suolo = 146 ab.

Proposte di conferma dal definitivo = 21 ab.

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

Sono quindi previsti +678 abitanti teorici nella proposta attuale derivante dalle controdeduzioni al parere regionale, contro +905 abitanti nel progetto definitivo. Di questi 678, occorre tuttavia tener presente che la metà circa (335) derivano da conferme del PRGI vigente e trasformazioni dellaitato esistete uidi, ueste ultie, tasfoazioi vituose. Inoltre 176 abitanti derivano da trasformazioni in ambiti con consumo di suolo in atto e solo 146 da ambiti costitutivi nuovo consumo di suolo.

Il nuovo dimensionamento, derivante dallaoglieto degli stali poposti el paee e delle modestissime conferme proposte, si ritiene quindi coerente con i dati statistici e i fattori socioeconomici locali e nel confronto con quelli provinciali.

3.1 (b) elenco delle aree residenziali da stralciare

Ne consegue per le ragioni sopra evidenziate, ma soprattutto per la marginalità e sequenziale carenza delle opere infrastrutturali, l'inadeguatezza della viabilità, per la salvaguardia di alcuni ambiti che andrebbero tutelati sotto l'aspetto ambientale, oltreché il rispetto derivante dal Piano Territoriale Regionale e dal P.T.P. (direttive ed indirizzi degli artt. 2.6 e 4.13) e non ultimo anche al fine di tendere una necessaria ricucitura delle previsioni residenziali, la proposta di stralcio delle aree residenziali a seguire: Aree residenziali di nuovo impianto e Aree residenziali di completamento PEC 1, PEC 6 (aree di cui ai mappali 279, 285 e 282), PEC 7 (per la porzione areale pari a circa il 50% dell'intero lotto (che protende in area agricola) e PEC 8, aree residenziali nn. 15, 35, 12, 34, 10, 11, 27, 33 in quanto protendimenti edificandi all'interno di aree agricole ovvero sviluppi lineari lungo la viabilità e/o aree periferiche e marginali che debbono necessariamente essere evitati. Aree residenziali di completamento nn. 23 e 47 in quanto previsioni commiste nell'originario tessuto agricolo caratterizzato anche da allevamento di bestiame e per il quale si rende altresì necessaria una maggiore distanza da mantenere nei confronti dei tessuti a destinazione residenziale (cfr. successivo rilievo al p.to 3. 17, art. 14). Aree residenziali di completamento nn. 21 e 22 in quanto interessate da criticità di ordine geologico-idraulico (cfr. parere allegato aree residenziali un. 6 e 7, così come indicate nella relazione geologico-tecnica) che ne pregiudicano l'edificabilità. Area turistico commerciale di tipo privato B in quanto anch'essa in gran parte marginale e protendimento edificandi in area agricola che deve necessariamente essere evitato.

Si riportano di seguito le modificazioni apportate, con riferimento (e relativa numerazione) alla uova Tav. Cotodeduzioi al paee egioale - Sintesi della variazioni introdotte dal Piao:  ex PEC 01: eliminato e riportato alla zona E  ex PEC 06 (ora PEC 05 la parte residua): stralciati i mappali 279, 285 e 282 e riportati alla zona E;  ex PEC 07 (ora zona B2 la parte residua): stralciata una superficie di mq 2.265 circa che si protendeva verso la zona agricola del mapp. 33 e riportata alla zona E. La parte residua di mq 2.935 circa è stata trasformata in zona B2, non ricorrendo più i presupposti dimensionali per un PEC, riguardando un unico proprietario, in una zona servita da urbanizzazioni;  ex PEC 08: eliminato e riportato alla zona E;  ex area residenziale 15: eliminata ;

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

 ex area residenziale 35: eliminata;  ex area residenziale n.12 (ora area n.07): riconfermata in quanto laea è uaizzata, si trova in stretta aderenza al sistema edificato e non determina discontinuità nel suolo agricolo, né criticità con preesistenze agricole;  ex area residenziale n.34 (ora area n.47): riconfermata in quanto siile allaea precedente, iolte itelusa fa uaea esideziale ed ua poduttiva esistete, senza contiguità o detrimento con e del sistema agricolo;  ex area residenziale 10: eliminata e riportata alla zona E;  ex area residenziale 11: eliminata e riportata alla zona E;  ex area residenziale 27: eliminata e riportata alla zona E;  ex area residenziale 33: eliminata e riportata alla zona E;  ex area residenziale 23: eliminata e riportata alla zona E;  ex area residenziale 47: ridimensionata e trasformata in area B1 che non consente più uedifiazioe esideziale autooa a solo petieze delladiaete edifiio esistente ;  ex area residenziale 21: confermata e tuttavia ridimensionata per stralciare la parte interessata dalle problematiche idrauliche, introducendo in tale corrispondenza una pate di vede pivato iedifiaile, ex at. delle NTA;  ex area residenziale 22: confermata e tuttavia ridimensionata e leggermente traslata per stralciare la parte interessata dalle problematiche idrauliche, introducendo in tale oispodeza ua pate di vede pivato iedifiaile, ex at. delle NTA;  ex area turistico commerciale di tipo privato B: eliminata e riportata alla zona E. In corrispondenza della suddetta ex area turistica B e delle stralciate ex aree 15 e 35, viene ridotta anche una ex zona B1 per riallineare il margine agricolo alle nuove previsioni.

3.2 rivalutare ex area PC commerciale ricettiva per grande estensione e consumo di suolo: riduzione della previsione privilegiando la ricucitura su via .

Con il presente Strumento urbanistico l'Amministrazione comunale ha inteso rivedere le destinazioni d'uso dell'ambito arcale, ubicato ad est del concentrico, da "commerciali e turistici ricettivi — PC —" ad "area residenziale di nuovo impianto C, aree turistiche commerciali di tipo privato (F), rispettivamente individuate con il numero 3 e la lett. A, ed aree per servizi (SP2). Nel prendere atto della mancata attuazione degli interventi proposti, nell'arco di validità dello strumento urbanistico vigente, e, considerato che il presente strumento urbanistico è un nuovo P.R.G.C., considerato altresì che la previsione, al di là di una modesta riduzione areale, risulta interessare un notevole ambito il cui stato di naturalità andrebbe salvaguardato si invita l'Amministrazione comunale a porre in essere una rivalutazione di dette previsioni in ragione di una reale ed oggettiva necessità al fine di un debito contenimento dell'uso del suolo. Pertanto si propone di prendere in considerazione una riduzione delle previsioni sia in termini di superfici che di volume privilegiando inoltre la ricucitura dell'edificazione sparsa in essere lungo l'asse nord-sud parallelo alla via Borgo Ticino.

Le pevisioi dellaea ex PC soo state idiesioate in termini di superfici, con conseguente riduzione del volume edificatorio previsto:

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

 aea tuistia oeiale A: iduzioe della supefiie del PEC (anche a seguito di richiesta da parte della proprietà interessata) di 5.150 mq circa, riportata alla destiazioe agiola. Tattadosi di ua zoa F tuistio-commerciale, con indice 0,2 mq/mq, la relativa riduzione di SLP ammissibile è di 1.030 mq;  il PEC residenziale 03 (ora PEC 02) è stato complessivamente ridotto di 6.570 mq circa di superficie territoriale, riportata alla destinazione agricola, con una contestuale rimodulazione della superficie per servizi SP2. Nel complesso la riduzione della capacità edificatoria residenziale è di circa 1.830 mc. La riduzione della superficie del PEC, disimpegna anche una zona in classe IIIaA di idoneità, riportandola in zona E.

3.3 area per servizi a nord inserita in fase di adozione: parere provincia anche per riduzione fascia di rispetto. Se confermata indicare indici, caratteri, accessi e urbanizzazioni. Problema generale rete ecologica (ad es. nord ed est cimitero).

In merito alla prevista "area per servizi di iniziativa privata in zona agricola — SP3" ubicata a nord dell'abitato, ancorché finalizzata ad attività di servizio sociale, non si può non evidenziare che la stessa risulta essere stata inserita all'atto dell'adozione del Progetto Definitivo (cfr. anche successivo p.to 3.4 della presente relazione) e, conseguentemente, risulta altresì priva di debita valutazione da parte dell'Organo Provinciale competente (parere di compatibilità nei confronti del P.T.P.). Di più detta carenza deve essere maggiormente rimarcata in quanto, con il presente strumento urbanistico, risulta modificata la fascia di rispetto della rete ecologica escludendo di fatto detta previsione dai vincoli imposti dalla fascia (inedificabilità dell'area). Pertanto alla luce di quanto sopra rilevato è necessario rivalutare la previsione in ragione delle criticità evidenziate avvalendosi dcl necessario parere favorevole della Provincia di Novara. In caso affermativo la stessa dovrà essere rispettosa delle norme procedurali afferenti agli aspetti urbanistici ed alla Valutazione ambientale strategica (pubblicazione, osservazioni e contributi, etc.). Inoltre sotto l'aspetto urbanistico, e sempreché venga superato il vincolo di inedificabilità dell'area, al fine di una puntuale valutazione è necessario che lo strumento di che trattasi, nell'acconsentire esclusivamente l'attività (li servizio sociale compatibile con la destinazione agricola centro diurno per lo svolgimento di attività agricole per disabili e con l'esclusione della destinazione residenziale, indichi e prescriva ciò che necessariamente si intende prevedere: quantità edificatorie, parametri, modalità di attuazione, caratteristiche tipologiche e costruttive coerenti al contesto in cui si opera, oltreché garantire, contestualmente agli interventi, una adeguata viabilità di accesso e le necessarie opere di urbanizzazione. Infine, relativamente alla rappresentazione della fascia di rispetto della Rete Ecologica, si sono riscontrate sulla cartografia di Piano, altre modificazioni di detto vincolo. Si cita a titolo di esempio la mancata individuazione della rete ecologica a nord ed a est del cimitero; pertanto per tutti i casi di modifica al tracciato, rispetto a quelli individuati dal P.T.P., è indispensabile l'avvallo in sede controdeduttiva degli organi provinciali competenti in materia. Di contro dovranno essere ripristinati i perimetri ed i conseguenti vincoli di cui al P.T.P. di Novara.

Per quanto riguarda laea i oggetto si propone di riconfermare la previsione. Si riporta di seguito lo stralcio dellat. delle NTA che riporta le indicazioni in merito a quanto richiesto:

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

[…] Le zone SP3 comprendono le aree per servizi di iniziativa privata in zone agricole. In tali ambiti è possibile realizzare, previa convenzione con il Comune di Divignano he attesti ed olighi alleffettivo uso per destinazioni di interesse pubblico, edifici utili allo svolgimento di attività di servizio sociale, seppure di iniziativa privata, compatibili con la destinazione agricola, quali centri diurni per lo svolgimento di attività agricole per disabili, ecc. La convenzione dovrà anche regolare gli obblighi relativi alle eventuali opere di urbanizzazioni mancanti da realizzare a carico esclusivo dei privati; la convenzione potrà essere stipulata solo con cooperative sociali od associazioni onlus che abbiano come finalità statutaria le attività di sussidiarietà sociale di cui sopra. E eslusa ledifiazioe esideziale. Indice di utilizzazione fondiaria: 0,10 mq/mq Rapporto di copertura: non superiore ad 1/5 Altezza massima dei fabbricati: m 4,50 In caso di allevamenti animali di qualunque natura, per i reflui zootecnici sono comunque da verificare le disposizioni di cui al regolamento n. 10/R 2007 e s.m.i. del 29/10/2007 – Disiplia geeale dellutilizzazioe agooia degli efflueti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (L.R. 29.12.2000, n. 61).

La previsione è stata oggetto di ri-pubblicazione.

Per quanto riguarda la rete ecologica nel suo complesso:  è stato richiesto nuovamente parere provinciale;  si peisa he lattestaeto del seodo oidoio, i oispodeza del ‘io ‘ito, è conforme con quanto indicato nel PTP in quanto il rio stesso inizia il suo tracciato dal territorio comunale di Divignano.

3.4 aree introdotte con le controdeduzioni: non sono state soggette a VAS. Si ribadisce la richiesta di stralci.

Dalla lettura dell"Elab 8 — Sintesi delle Osservazioni al preliminare del P.R,G,C. e proposta di controdeduzioni" si è constatato che, attraverso l'accoglimento di alcune osservazioni in sede di adozione del Progetto Definitivo, sono state introdotte irritualmente quali nuove previsioni le seguenti: - aree residenziali di completamento nn.: 47 e 52 - lotti edificabili a volumetria determinata nn.: 10, 11, 15, 27, 34, 35; - area turistica commerciale di tipo privato contraddistinta con la lett. B; - area per servizi di iniziativa privata in zone agricole a nord dell'abitato (SP3). A tale riguardo non si può non evidenziare che l'art. 15, 6° comma della L.R. 56/'77 e ss.mm. ii. dispone che le osservazioni debbono rivestire carattere di pubblico interesse. Non ultimo va aggiunta, quale ulteriore criticità che le previsioni sopraindicate, introdotte in fase di adozione del Progetto Definitivo non risultano essere state sottoposte alla dovuta Valutazione Ambientale Strategica degli Enti competenti in materia. Pertanto. per dette motivazioni e soprattutto, per quanto rilevato nei precedenti punti 3.1 e 3.3, si ribadisce la richiesta di stralcio delle previsioni di che trattasi. Paritetica richiesta è da intendersi valida anche per l'arca residenziale di completamento n. 52 che risulta priva dell'accesso.

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

Per quanto riguarda il rapporto VAS e PRGC si rimanda alla specifica trattazione del presente allegato, riguardante la VAS, nel successivo capitolo. Per gli stralci delle singole aree citate in qs. punto:  per le aree 47, 10, 11, 15, 27, 34, 35, aea tuistia B, aea pe sevizi “P, si rimanda a quanto già relazionato nel precedente punto 3.1 di qs. allegato;  larea n. 52 (non citata nel precedente punto 3.1) si ritiene che debba essere riconfermata in quanto già area B (pur se senza edificabilità propria) nel PRGI e uidi o iidete sul suolo agiolo, i zoa già uaizzata e di opattazioe delledifiazioe esistete. Laesso è possiile attaveso alti appali i aito di verde privato.

3.5 verifica art.31 comma 10 PTR, relativamente al consumo di suolo.

Alla luce di quanto già osservato ai precedenti punti è condizione necessaria procedere ad una puntuale verifica del rispetto di quanto stabilito dall'art. 31, comma 10 del Piano Territoriale Regionale. E' appena il caso di precisare che se detto limite, a seguito degli stralci apportati, risultasse ancora superiore si dovrà necessariamente procedere ad un'ulteriore riduzione delle nuove previsioni non insistenti nel tessuto urbanizzato.

La nuova Tav. 13 riporta le verifiche riguardo al consumo di suolo. Si tratta per Divignano di nuovo PRGC e quindi si può considerare un arco temporale di dieci anni. Secondo tale impostazione i nuovi dati sul consumo di suolo, a seguito degli stralci accolti di molte aree previste nelle fasi precedenti, è il seguente: C.S. in atto (P.R.G.I.) = 703.325 mq C.S. ammissibile da P.T.R. = 6% in 10 anni (703.325 mq x 6% = 42.200 mq) = = 703.325 + 42.200 = 745.525 mq Consumo di Suolo in progetto = 732.934 mq < 745.525 mq

3.6 rappresentazione edifici vincolati. Rivedere demolizioni con ricostruzioni. Consentire solo ristrutturazione di tipo B.

Con riferimento alle indicazioni poste in essere sulla TAV. 09 in scala 1:1000 è utile segnalare, ancorché l'articolo 6 (norme generali delle N.T.A.) indichi gli immobili sottoposti a vincolo storico artistico ai sensi del D.Lgv. 42/2004, la necessità dì una diversificata rappresentazione degli edifici vincolati ai sensi della L. 1089/39 (Codice Beni Ambientali), in quanto bisognosi di debita autorizzazione della Soprintendenza (la quelli oggettivati dal vincolo cx art. 24 della L.R. 56/77. Si ricorda altresì che sono assoggettati al vincolo di cui alla L. 1089/39 tutti gli edifici di proprietà pubblica la cui esecuzione risale ad oltre 70 anni (cfr. combinati disposti degli artt. 12 comma 1 e 10 comma 1 dei D,Lgs. 42/2004 e D.L. 13 Maggio 2011 a. 70) e come tali esclusivamente assoggettabili a restauro e risanamento conservativo. Inoltre si ritiene indispensabile una rivalutazione, sulla base delle indagine svolte, dei numerosi interventi di demolizione e ricostruzione previsti all'interno del centro storico in quanto da un confronto con la TAV. 6 "Condizioni degli insediamenti e stato di conservazione" emerge che diversi edifici non risultano in condizioni tali da determinare un intervento di demolizione con ricostruzione (in alcuni casi i fabbricati sono classificati normali o parzialmente deteriorati). E' appena il caso di ricordare clic il Centro Storico deve necessariamente essere ricamato ai

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sensi dell'art. 24 della L.R. 56/77 e s.m.i. e come tale l'intervento di demolizione e ricostruzione deve rivestire carattere del tutto eccezionale e non può essere individuato in modo così diffuso all'interno dell'ambito definito bene culturale ambientale, svuotando così di significato il disposto legislativo clic richiede di garantire, con la formazione del P.R.G.C., la sostanziale immodificabilità dei caratteri ambientali della trama edilizia e la tutela del patrimonio esistente (cfr. art. 24, commi 3 e 4, lett. d) della L.R. 56/77 e s.m,i.). Pertanto si invita l'Amministrazione comunale ad apportare le necessarie modificazioni cartografiche limitando l'intervento di demolizione e ricostruzione ai soli fabbricati in pessime condizioni d'uso altrimenti non recuperatili (cfr. anche osservazione al progetto preliminare al P.R.G.C. della Provincia di Novara). Per contro sarà acconsentito esclusivamente l'intervento di Ristrutturazione edilizia di tipo B. Per quanto riguarda l'apparato normativo è indispensabile che l'art. 8 delle N.T.A. che disciplina il centro storico faccia riferimento all'art. 24 della L.R. 56/77 e s.imi.

Per quanto riguarda la rappresentazione degli edifici vincolati:  gli immobili soggetti alla ex L.1089/39 sono contornati da un perimetro rosso che viee ipotato i legeda edifici soggetti a tutela ex Art.10 D.Lgs. 42/'04 relativamente al sistema insediativo, nelle tavole 10 e 11. Inoltre tali edifici sono idiati o speifia oloazioe ella tav. violi iideti sul teitoio ouale. Per quanto riguarda i tipi di intervento nel centro storico:  in questa fase sono stati notevolmente limitati gli interventi di demolizione con rico- struzione ai soli edifici fatiscenti e non recuperabili, come si evince dalla nuova tav. sistea del eto stoio: odalità diteveto). Di conseguenza è stata aggioata la shedatua di ui allEla. shede edifii del eto stoio. Pe uato iguada il ifeieto allat. :  lat. 8 delle NTA (ZONA A – CENTRO STORICO) è stato inserito in testa alla norma esplicito riferimento, come segue: Il eto stoio è disipliato dallat. della L.R. 56/7 e s..i..

3.7 attenersi ai contenuti del parere del settore VAS per le controdeduzioni.

Per quanto riguarda gli aspetti legati alla Valutazione Ambientale Strategica lo strumento urbanistico di che trattasi è stato sottoposto all'esame dell'Organo Tecnico Regionale, che ha provveduto a redigere la relazione di competenza contenuta nella Determina Dirigenziale del Settore Valutazione di Piani e Programmi n. 520, in data 17.10.2013 trasmessa con nota n. 28982/DB08.05, in data 21.10.2013 rif. n. 406 del 23.10.20 13 che si allega alla presente Relazione d'esame. L'Amministrazione comunale dovrà attenersi dettagliatamente alle osservazioni in esse contenute per la fase controdeduttiva.

Per questo punto si rimanda al capitolo del presente allegato riguardante nello specifico la VAS. Si riportano qui in sintesi solo gli elementi che più direttamente hanno comportato delle specifiche modificazioni agli elaborati di Piano nella componente urbanistica:

Verifica consumo di suolo  cfr. punto 3.5 del presente documento: il parametro regionale viene rispettato

Individuare corridoi ecologici trasversali

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 è stato individuato un nuovo corridoio ecologico trasversale che collega i due corridoi principali individuati a scala vasta dal PTP: cfr. nuove tavv. 08, 10 e 11. Il corridoio ecologico trasversale è stato impostato su alcuni elementi geomorfologici esistenti (fosso, margine area boscata).

Nelle NTA specie autoctone e analisi agronomica  è stato inserito nelle NTA il riferimento alla necessità di uso di specie arboree autoctone e della necessità di uno specifico studio agronomico in alcuni casi più significativi di impianto. Cfr. nuove NTA, in particolare: . ART. 7 - NORME PER IL CONTROLLO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI DELLO SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE  […] progettazione del verde pubblico e privato, con utilizzo esclusivo di specie autoctone, come sistema di parziale occultamento o mitigazione dellipatto visivo dei uovi faiati, ispetto a puti di vista dai luoghi pubblici esistenti ed in progetto;  […] i tutti i asi di uova edifiazioe è oligatoia la pevisioe di piatuazioi dalto fusto, pe le fialità di ui al oa peedete. I caso di S.U.E., ooe iolte podue u’aalisi agooia, in fase di formazione del Piano attuativo, per individuare specie arboree con diesioe della hioa e stuttua dellappaato adiale adeguate al contesto in cui saranno inserite. Nella convenzione dovranno essere previste specifiche obbligazioni e garanzie della avvenuta piantumazione in fase di esecuzione delle previsioni del Piano attuativo stesso;

. ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO (MARGINE RETE ECOLOGICA )  […] Nei progetti di trasformazione delle rispettive aree edificabili nelle quali ricadono le presenti fasce di margine è obbligatorio prevedere una sisteazioe della vegetazioe o adeguate piatuazioi dalto fusto, utilizzando esclusivamente specie autoctone, che consentano il consolida- eto delladiaete ete eologia.

Per le aree di nuova edificazione: integrazione con opere a verde . ART. 7 - NORME PER IL CONTROLLO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI DELLO SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE  […] pogettazioe del vede pulio e pivato, o utilizzo eslusivo di specie autoctone, come sistema di parziale occultamento o mitigazione dellipatto visivo dei uovi faiati, ispetto a puti di vista dai luoghi pubblici esistenti ed in progetto;  […] in tutti i casi di nuova edificazione è obbligatoria la previsione di piatuazioi d’alto fusto, pe le fialità di ui al comma precedente. In aso di “.U.E., ooe iolte podue uaalisi agooia, i fase di formazione del Piano attuativo, per individuare specie arboree con diesioe della hioa e stuttua dellappaato adiale adeguate al contesto in cui saranno inserite. Nella convenzione dovranno essere previste specifiche obbligazioni e garanzie della avvenuta piantumazione in fase di esecuzione delle previsioni del Piano attuativo stesso;

Superficie permeabile . ART. 10 - ZONA B2

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 […] Superficie permeabile: min. 20% della Superficie Fondiaria

. ART. 11 - ZONA C  Superficie permeabile: min. 30% della Superficie Territoriale, compresi spazi pubblici

NTA: favorire pavimentazioni permeabili . ART. 11 - ZONA C  Almeno un terzo dell'area edificabile dei singoli lotti deve essere destinata a verde, la restante parte scoperta e non occupata da interrati, deve essere sistemata con pavimentazione drenante. Le parti di suolo sistemato sovrastanti spazi interrati che non costituiscono superficie coperta, dovranno essere sistemati preferibilmente a verde.

Mantenere funzionalità rete irrigua . ART. 13 - ZONA D2

 Nel PEC poduttivo di via ‘epulia, i oispodeza dellattavesa- mento del colatore, nelle previsioni del SUE stesso è prescritta una iogaizzazioe dellaea ed un miglioramento del deflusso delle acque, prevedendo uno spostamento del colatore stesso e del relativo limite di classe di sintesi. Il tracciato, senza restrizioni o restringimenti di alveo, dovrà essere traslato in aderenza al margine sud-ovest dellarea stessa ed a cielo aperto, evitando tombinature. È stata prevista anche una estesioe della lasse di sitesi IIIaB al fie di iseie uaea di laiazioe a ote dellattavesaeto di via ‘epulia. Il tracciato della nuova viabilità non dovrà interferire con tale manufatto. Dovrà essee ispettata livaiaza idaulia pe la gestioe sosteiile delle acque meteoriche. Il tutto come meglio specificato nel riquadro dedicato della Tavola 6GEO Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dellidoeità allutilizzazioe uaistia. Il settore di territorio, a nord-est del PEC poduttivo di via ‘epulia, defiito o fasia Ee dellAgao deve essee ateuto iodaile e vegetato ed è pesitta livaiaza idraulica.

Impatto avifauna superfici vetrate . ART. 13 - ZONA D2  liitae lipatto di evetuali paeti vetate sullavifaua, liitado la ifletteza attaveso oppotui sistei di segalazioe dellostaolo uali serigrafie intensive sulle vetrate o schermature solari.

Aree esideziali: ivedee ispetto alleleo eleo uali saranno rimaste e motivare, integrare normativa per consentire integrazione ambientale e paesaggistica nel tessuto urbano  pe leleo delle aee esideziali staliate/ofeate e loo otivazioni, cfr. il precedente punto 3.1;  pe uato iguada le idiazioi pe litegazioe ambientale e paesaggistica delle uove ostuzioi, si itiee sigifiativa la oativa di ui allAt. delle NTA

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NO‘ME PE‘ IL CONT‘OLLO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI DELLO “VILUPPO IN“EDIATIVO ‘E“IDEN)IALE

Area produttiva: modifica confini orientali per limitare la strozzatura  è stata introdotta una fascia di margine della rete ecologica, come ulteriore mediazione/mitigazione della strozzatura della rete in quel punto.

Misure di compensazione per implementare la rete ecologica  nelle NTA si prevede una forma compensativa come sistemazione a verde

. ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO (MARGINE RETE ECOLOGICA)  Le fase di agie della ete eologia soo situate alliteo di zoe edificabili a contatto con la rete ecologica[…] Nei progetti di trasformazione delle rispettive aree edificabili nelle quali ricadono le presenti fasce di margine è obbligatorio prevedere una sistemazione della vegetazione con adeguate piatuazioi d’alto fusto, utilizzado esclusivamente specie autoctone, che consentano il consolidamento dell’adiaete ete eologia.

Turistico commerciale: criticità area B  laea tuistio oeiale B è stata eliiata

Interferenze rete stradale (circonvallazione e provinciale in area produttiva)  è stata eliiata la pevisioe di iovallazioe. Nellaea poduttiva di uovo impianto la previsione stradale è funzionale al disimpegno dei soli lotti del PEC.

Aree boscate  è stato introdotto uno specifico articolo nelle NTA relativamente alle aree boscate: . ART. 14 BIS - AREE BOSCATE ED AREE PERCORSE DAL FUOCO  Sono gli ambiti costituiti da boschi cedui e fustaie. Destiazioi duso popie e aesse: - destinazioni proprie: bosco ceduo e fustaia; - destinazioni ammesse: coltivazione industriale del legno. Sono ammessi interventi edilizi solo per il riuso di edifici esistenti; non è ammesso alcun altro tipo di intervento, compresi quelli per colture florovivaistiche. Nelle aree boscate è attribuito un convenzionale indice fondiario pari a 0,01 mc/mq ai fini della nuova costruzione di abitazioni agricole per i soggetti di ui al ° oa dellat. della L.‘. . / lettee a, , : detto indice può essere calcolato su di un massimo di 5,00 ha di superficie boscata, in accorpamento ad eventuali altre aree agricole di coltura diversa. Le costruzioni non potranno in ogni caso sorgere nelle aree boscate, ma solo in aree a destinazione agricola ove le nuove costruzioni sono ammesse. Sono ammessi interventi di riuso per gli edifici esistenti con le precauzioni di ui allat. - Noe pe il otollo delle tasfoazioi degli edifii di iteesse aietale.

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Il patrimonio boschivo del Comune di Divignano è normato ed indirizzato dai oteuti della L.‘. / Gestioe e poozioe eooia delle foeste. […]

Mitigazioni per rotatorie  sono state eliminate le previsioni di due nuove rotatorie (cfr. tav. 14)

Attraversamento Agamo i oispodeza dellarea industriale  è stata eliiata la pevisioe di attavesaeto dellAgao i uel puto.

Area SP3: verifica rifiuti zootecnici  è stato introdotto nelle NTA specifico riferimento: . ART. 17 - ZONE SP  Le zoe “P […] I aso di allevaeti aiali di ualuue atua, pe i reflui zootecnici sono comunque da verificare le disposizioni di cui al regolamento n. 10/R 2007 e s.m.i. del 29/10/2007 – Disciplina generale dellutilizzazioe agooia degli efflueti zooteii e delle aue eflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (L.R. 29.12.2000, n. 61).

Area 6 ricade nella fascia di rispetto allargata  ua pate dellex PEC a od ovest è stata eliiata. Pe la pate aoa iadete in fascia di rispetto allargata del pozzo idropotabile, verranno rispettate le norme di legge relativamente ad eventuali passaggi di tubazioni e lo sviluppo del PEC non dovrà prevedere sedimi residenziali li in tale area.

Fascia rispetto assoluta per depuratori  lat. elativo alle fase di ispetto dei depuratori è stato integrato: . ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO (DEPURATORI)  All'interno della fascia di rispetto del depuratore, fissata in m. 100, è vietata l'edificazione che comporti la permanenza continua di persone, oltre al rispetto delle disposizioni di cui al D.Lvo 152/99 così come modificato ed integrato dal DLgs 258/2000.

Scarichi piscine  i ifeieto a tale agoeto, lat. è stato osì itegato: . ART. 26 - NORME GENERALI DI TUTELA GEOAMBIENTALE  Smaltimento delle acque provenienti da piscine: Gli scarichi di acque reflue provenienti da piscine ad uso privato, ad uso collettivo (cioè collegate ad un edificio privato accessibile al pubblico quali alberghi o campeggi) o ad uso pubblico, devono essere preventivamente e specificamente autorizzati. Lo scarico delle acque reflue da autorizzare è provocato: - dagli iteveti di iaio dellaua della pisia. Il iaio può essee continuo nel periodo di apertura oppure occasionale; - dal sistema di troppo pieno presente presso la piscina; - dalle operazioni di controlavaggio dei filtri; - dallo svuotamento completo della piscina, che può avvenire in modo occasionale oppure solo a fine stagione.

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In caso di recapito in corpo idrico superficiale classificato quale acqua pubblica e/o demaniale, deve essere allagata la concessione dalla Regione Piemonte – Settore decentrato Opere Pubbliche e difesa assetto idrogeologico, ai sensi della L.R. 18 maggio 2004 n° 12 e della D.P.G.R. 6 dicembre 2004 n° 14/R. In caso di recapito in corpo idrico superficiale non classificato acqua pubblica ai sensi del Regio Decreto n° 1175/1933, deve essere allegato il nulla osta del proprietario del terreno in cui è ubicata la sponda interessata dallo scarico, così come il consenso da parte del proprietario o dei proprietari dei terreni esterni alla proprietà da cui si origina lo scarico ed eventualmente attraversati dalla condotta di scarico e/o da parte di chi ha il diitto di eseitae lattività agiola del teeo. In caso di scarico in fosso stradale, deve essere allegato il nulla osta dellEte he gestise la stada iteessata. In caso di scarico in canale irriguo, deve essere allegato il nulla osta dellEte he gestise il aale.

NTA: riferimento LR 4/2009 patrimonio forestale  il nuovo articolo 14 bis contiene tale riferimento: . ART. 14 BIS - AREE BOSCATE ED AREE PERCORSE DAL FUOCO  […] Il patrimonio boschivo del Comune di Divignano è normato ed indirizzato dai contenuti della L.R. 4/2009 Gestioe e poozioe eooia delle foeste.

NTA: art 21 integrare con specie autoctone  lat , elativaete alle piatuazioi ei agii della ete eologia, è stato opportunamente integrato: . ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO (MARGINE RETE ECOLOGICA)  Le fase di agie della ete eologia soo situate alliteo di zoe edifiaili a otatto o la ete eologia[…] Nei pogetti di trasformazione delle rispettive aree edificabili nelle quali ricadono le presenti fasce di margine è obbligatorio prevedere una sistemazione della vegetazione con adeguate piatuazioi dalto fusto, utilizzando esclusivamente specie autoctone, che consentano il consolidamento delladiaete ete eologia.

Fascia di margine rete ecologica nel verde privato Via Pelizza d Volpedo  è stata inserita una nuova fascia di margine della rete ecologica in quel punto (cfr. tav. 14)

Incongruenze rete ecologica: SP3, nord e est cimitero  per la rete ecologica si veda quanto relazionato al precedente punto 3.3 del presente allegato.

Norme incendi boschivi e catasto incendi.  per quanto riguarda la oativa è stata itodotto lat. is: . ART. 14 BIS - AREE BOSCATE ED AREE PERCORSE DAL FUOCO  Le aree colpite da incendi boschivi, censiti negli elenchi annuali, sono tutelati ai sensi delle norme vigenti. Per le suddette aree interessate dal catasto incendi boschivi si intendono richiamate le disposizioni di cui alla

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L.353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi) ed in particolare le disposizioi del pio oa dellat. . Per la protezione dei boschi dagli incendi si intendono richiamate le norme previste dalla L.R. 16/1994.  per quanto riguarda la cartografia sono stati individuate le zone censite al catasto incendi (cfr. tavv. 08, 10 e 11) con specifico perimetro grafico e legenda.

Fasce di rispetto elettrodotto (AT Pallazeo‐Mageta  sono state indicate le fasce di rispetto in cartografia (cfr. tavv. 08, 10 e 11), oltre allitegazioe dellat. delle NTA.

Integrare fasce di rispetto art.21 NTA  lat. delle NTA è stato itegato o idiazioi più speifihe sulle fasce di ispetto dei osi daua ed iolte soo state ipotate atogafiaete tali fase elative allAgao e a la ‘io ‘ito f. tavv. , e .

Norma relativa impianti alte frequenze  per tali impianti è stata introdotta specifica norma nelle NTA: . ART. 21 BIS - INSTALLAZIONE IMPIANTI RADIOELETTRICI  Ai fii dellautoizzazioe allisediaeto di ipiati adioelettii el territorio comunale, si fa riferimento alle disposizioni contenute nelle seguenti norme nazionali e regionali: - Legge 22 febbraio 2001 n. 36 (Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici); - L.R. 3 agosto 2004, n.19 (nuova disciplina regionale sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici); - D.G.R. 5 settembre 2005, n. 16-757.

RIR  è stata inserita la seguente integrazione nella normativa . ART. 13 - ZONA D2  […] I nuovi insediamenti produttivi devono effettuare una valutazione e analisi del rischio industriale ed incidentale da pate dellevetuale popoete peliiaete allisediaeto sul teitoio di uovi insediamenti produttivi.

NTA: inserire obbligo studi di inserimento paesaggistico  per quanto riguarda lo studio di inserimento paesaggistico delle nuove costruzioni, si itiee sigifiativa la oativa di ui allArt.7 delle NTA NO‘ME PE‘ IL CONT‘OLLO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI DELLO SVILUPPO INSEDIATIVO ‘E“IDEN)IALE in particolare.  […] In sede di conseguimento di singolo titolo abilitativo relativo ad interventi di nuova costruzione, in tutti gli ambiti di azzonamento ed alla formazione ed approvazione di S.U.E., dovranno essere prodotte adeguate verifiche di compatibilità ambientale e paesaggistica dell’iteveto poposto, ahe attaveso speifihe elaborazioni quali relazioni, norme, elaborati grafici e fotomontaggi, relativi ai seguenti contenuti e strumenti di lettura e valutazione: […]

Edifici in aree industriali: tetti e pareti verdi

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 pe uesto agoeto latiolo delle NTA elativo alle aee produttive di nuovo impianto è stato così integrato: . ART. 13 - ZONA D2  […] ‘ispetto alla isoluzioe ahitettoia dei sigoli volui si sottoliea la eessità di osideae luso di teologie pe il ispaio/la produzione di energia (pareti ventilate e/o verdi, pannelli solari, sistemi di raccolta e riciclo delle acque, utilizzo di materiali ecocompatibili) come elementi della progettazione in grado di interagire in modo sinergico rispetto al disegno complessivo dei volumi, in termini di soluzioni volumetriche, prospetti, disegno degli spazi di servizio.; - pivilegiae, pe uato possiile, l’utilizzo di tetti e paeti vedi;

‘ifeieto alle Buone pratiche per la pianificazione locale  pe uesto agoeto lat. delle NTA è stato osì itegato: . ART. 7 - NORME PER IL CONTROLLO DEGLI EFFETTI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI DELLO SVILUPPO INSEDIATIVO RESIDENZIALE  […] verifica della coerenza della proposta di trasformazione rispetto ai documenti regionali in materia, predisposti dai settori competenti per paesaggio ed ambiente.

Linee guida aree produttive ecologicamente attrezzate  le norme di indirizzo progettuale delle zone produttive di nuovo impianto sono già strutturate ed ispirate su tale indirizzo normativo, anche in termini espliciti, evidentemente utilizzando ciò che è coerente con la scala ridotta delle previsioni in Divignano: . ART. 13 - ZONA D2  […] I nuovi P.E.C. industriali-artigianali dovranno essere concepiti sulla base dei criteri per le Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate di cui alle Linee Guida regionali, ex D.G.R. n. 30-11858 del 28 luglio 2009.

3.8 coerenza con parere geologico

Atteso che il territorio comunale è interessato dal Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) considerato che relativamente agli studi geomorfologici ed idraulici, estesi della Giunta Regionale n.31-3749 del 06.08.01 e n. 45-6656 del 15.07.02, concluse con la favorevole valutazione del quadro del dissesto e della Carta di Sintesi e della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'Utilizzo urbanistico (parere del Gruppo Interdisciplinare seduta del 13.02.2008); si allega alla presente relazione il parere del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico area di TO, CN, NO, e VB espresso in merito alle previsioni di Piano ed in particolare ai contenuti della Relazione Geologico-Tecnica sulle aree interessate da nuovi insediamenti o da opere pubbliche di particolare importanza affinché l'Amministrazione comunale possa controdedurre puntualmente in merito, verificando altresì la coerenza delle previsioni urbanistiche e stralciando quelle non più compatibili.

Per questo punto si rimanda al capitolo specifico del presente allegato, a cura del geologo incaricato Dott. Roberto Grimoldi. Si precisa che le indicazioni del parere assunte dal geologo, sono state riportate negli elaborati urbanistici, per quanto di competenza.

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3.9 verifica con Piano Paesaggistico regionale

Con D.G.R. n. 53-11975 del 04.08.'09 (pubblicata sul R.U.R. n. 31 del 6.08.'09), la Giunta Regionale ha adottato il Piano Paesaggistico Regionale. Con il citato atto deliberativo sono state poste in essere le misura di salvaguardia previste dall'art. 143, comma 9 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio; conseguentemente a far data dall'adozione del citato Piano non sono consentiti, sugli immobili e sulle aree tutelate ai sensi dell'art. 134 del Codice, interventi in contrasto con le prescrizioni degli artt. 13, 14, 16, 18, 26 e 33. Si richiede pertanto all'Amministrazione comunale una puntuale veri fica, escludendo, se del caso, i nuovi interventi e/o gli interventi già in essere e riconfermati con il presente strumento urbanistico generale che contrastino con le disposizioni in salvaguardia sopraccitate. Si rammentano inoltre le disposizioni di cui alla L.R. 32/08 relativa ai "Provvedimenti urgenti di adeguamento al D.Lgv. 42/04".

Si riporta di seguito la verifica della presenza nel suddetto Piano di indicazioni relative a Divigao: luio eleeto ipotato pae il Castello di Divigao he isulta uidi già vincolato.

Piano Paesistico regionale Elenchi delle componenti e delle unità di paesaggio

Sistemi storici dei centri e rete di connessione storica Torino e centri di I-II-III rango (art. 24) Viabilità storica e patrimonio ferroviario (art. 22) SS11 Rete viaria di età romana e medievale SS12 Rete viaria di età moderna e contemporanea SS13 Rete ferroviaria storica Struttura insediativa storica di centri con forte identità morfologica (art. 23, art. 24) SS21 Permanenza archeologica di fondazioni romane SS22 Reperti e complessi edilizi isolati medievali SS23 Insediamenti di nuova fondazione di età medievale (villenove, ricetti) SS24 Insediamenti con strutture signorili e/o militari caratterizzanti SS25 Insediamenti con strutture religiose caratterizzanti SS26 Rifondazioni o trasformazioni urbanistiche di età moderna (residenze Sabaude e pertinenze) SS27 Rifondazioni o trasformazioni urbanistiche del XIX e XX secolo Unità SISTEMI STORICI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta valle del Ticino SS24 Divignano: castello Borromeo

Relazioni visive tra insediamento e contesto Relazioni visive tra insediamento e contesto (art. 31) SC1 Insediamenti tradizionali con bordi poco alterati o fronti urbani costituiti da edificati compatti in rapporto con acque, boschi, coltivi SC2 Sistemi di nuclei costruiti di costa o di fondovalle, leggibili nell’insieme o in sequenza SC3 Insediamenti pedemontani o di crinale in emergenza rispetto a versanti collinari o montani prevalentemente boscati o coltivati SC4 Bordi di nuclei storici o di emergenze architettoniche isolate e porte urbane SC5 Aree caratterizzate dalla presenza diffusa di sistemi di attrezzature o infrastrutture storiche (idrauliche, di impianti produttivi industriali o minerari, di impianti rurali) Unità RELAZIONI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta Valle del Ticino SC4 Pombia: castello; Divignano: insediamento urbano

Aree rurali di specifico interesse paesaggistico Aree rurali di specifico interesse paesaggistico (art. 32) SV1 Aree sommitali costituenti fondali e skyline SV2 Sistemi paesistici agroforestali di particolare interdigitazione tra aree coltivate e bordi boscati SV3 Sistemi paesistici rurali di significativa varietà e specificità, con la presenza di radi insediamenti tradizionali integri o di tracce di sistemazioni agrarie e delle relative infrastrutture storiche SV4 Sistemi rurali lungo fiume con radi insediamenti tradizionali e, in particolare, nelle confluenze fluviali SV7 Sistemi paesistici rurali di significativa caratterizzazione dei coltivi: le risaie SV8 Sistemi paesistici rurali di significativa caratterizzazione dei coltivi: i vigneti Unità PAESAGGI, VALORE E DESCRIZIONE 17 Alta Valle del Ticino

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1701 SV3 Divignano

Elementi di rilevanza e luoghi ed elementi identitari Elementi caratterizzanti di rilevanza paesaggistica (art. 30) Luoghi ed elementi identitari (art. 33) NB: gli elementi di rilevanza paesistica sono segnati con X ove particolarmente notevoli Unità Elementi di rilevanza paesaggistica Luoghi ed elementi identitari 17 Alta Valle del Ticino Castello Borromeo Divignano

3.10 zona 4 rischio sismico: riportare disposizioni DGR

Con D.G.R. 19 Gennaio 2010 n. 11-13058 "Aggiornamento ed adeguamento dell'elenco delle zone sismiche (O.P.C.M. n. 3274/2003 e O.P.C.M. n. 3519/2006)"entrata in vigore con D.G.R. n. 4-3084 in data 12.12.2011, il Comune di Divignano è stato inserito in zona 4 di rischio sismico; conseguentemente, si rammentano le disposizioni in materia riportate nelle sopraccitate DD.G.R..

Riguardo a qs. punto, le NTA vengo integrate come segue, introducendo un nuovo articolo: ART. 26 BIS - AGGIORNAMENTO ZONE SISMICHE Per quanto concerne le disposizioni in materia di aggiornamento delleleo delle zoe sismiche O.P.C.M. n.3274/2003 e O.P.C.M. n.3519/2006 entrata in vigore con D.G.R. n. 4 3084 in data 12.12.2011, si rimanda alle disposizioni in meteria riportate nelle sopra riportate DD.G.R.

3.11 mappe vincolo Malpensa: verificare limitazioni

Considerato che con Dispositivo Dirigenziale n. 013/JOP/MV/ del 07.11.20 12 sono state approvate le mappe di vincolo di cui all'art. 707 del Codice di navigazione relative all'aeroporto di Malpensa. Verificato che il territorio comunale di Divignano risulta interessato da alcune limitazioni imposte dalle sopraccitate mappe ("Aree interessate dalle superfici di delimitazione ostacoli" riti Tav. PCO1 "Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di discariche o altre. attività o costruzioni che possono attrarre avifauna" — rif. Tav. PCOIA - 'Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di impianti eolici" — rif. Tav. PC 01 C -) si invita !'Ainiriinistrazione comunale a verificare le sopraccitate limitazioni con lo strumento urbanistico in esame ed a intervenire con le necessarie modificazioni e/o integrazioni sia di carattere normativo che cartografico

Riguardo a qs. punto, le NTA vengo integrate come segue, introducendo un nuovo punto ellatiolo elativo alle fase ispetto/violi: ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO […] AEROPORTO Le appe di violo dellaeopoto di Milao Malpesa ifeite alle liitazioi elative agli ostacoli ed ai pericoli per la navigazione aerea (Art. 707 commi 1, 2, 3, 4 del Codice della Navigazione), riportano le seguenti indicazioni: Aree interessate dalle superfici di delimitazione ostacoli (rif. tav.: PC01): - superficie orizzontale esterna (quota limite: 355,57 m s.l.m.): tutto il territorio comunale.

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Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di discariche o altre attività o costruzioni che possano attrarre avifauna (rif. tav.: PC01 A): tutto il territorio comunale. Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di impianti eolici (rif. tav. PC01 C): - incompatibilità assoluta D309_000800 8 parte est D309_001000 10 parte est - necessità di specifica valutazione da parte ENAC D309_000100 1 tutto D309_000200 2 tutto D309_000300 3 tutto D309_000400 4 tutto D309_000500 5 tutto D309_000600 6 tutto D309_000700 7 tutto D309_000800 8 parti centro e ovest D309_000900 9 tutto D309_001000 10 parti centro e ovest

3.12 inserire aree boscate nelle tavole di progetto e NTA

E' necessario che nelle Tavole di progetto vengano individuate le aree boscate ed introdotte le relative prescrizioni nell'apparato normativo (cfr. anche parere al progetto preliminare della Provincia di Novara).

Sono state inserite nelle tavole di competenza (08, 10 e 11) le individuazioni delle aree boscate (con apposito segno grafico e legenda) a seguito di specifico studio agronomico per la loro identificazione e qualificazione.

Le NTA hanno aggiunto un articolo specifico: ART. 14 BIS - AREE BOSCATE ED AREE PERCORSE DAL FUOCO Sono gli ambiti costituiti da boschi cedui e fustaie. Destiazioi duso popie e aesse: - destinazioni proprie: bosco ceduo e fustaia; - destinazioni ammesse: coltivazione industriale del legno. Sono ammessi interventi edilizi solo per il riuso di edifici esistenti; non è ammesso alcun altro tipo di intervento, compresi quelli per colture florovivaistiche. Nelle aree boscate è attribuito un convenzionale indice fondiario pari a 0,01 mc/mq ai fini della uova ostuzioe di aitazioi agiole pe i soggetti di ui al ° oa dellat. della L.R. n. 56/77 (lettere a), b), c): detto indice può essere calcolato su di un massimo di 5,00 ha di superficie boscata, in accorpamento ad eventuali altre aree agricole di coltura diversa. Le costruzioni non potranno in ogni caso sorgere nelle aree boscate, ma solo in aree a destinazione agricola ove le nuove costruzioni sono ammesse. Sono ammessi interventi di iuso pe gli edifii esisteti o le peauzioi di ui allat. - Noe pe il otollo delle tasfoazioi degli edifii di iteesse aietale. Il patrimonio boschivo del Comune di Divignano è normato ed indirizzato dai contenuti della L.R. 4/ Gestioe e poozioe eooia delle foeste.

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Le aree colpite da incendi boschivi, censiti negli elenchi annuali, sono tutelati ai sensi delle norme vigenti. Per le suddette aree interessate dal catasto incendi boschivi si intendono richiamate le disposizioni di cui alla L.353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi) ed i patiolae le disposizioi del pio oa dellat. . Per la protezione dei boschi dagli incendi si intendono richiamate le norme previste dalla L.R. 16/1994.

3.13 diversificare fasce rispetto pozzi da depuratori. Fornire provvedimenti autorizzativi di riduzione fascia.

Dalla lettura della cartografia di Piano emerge una non diversificata rappresentazione delle fasce di rispetto dei pozzi di captazione idrica e dei depuratori. Pertanto è necessario diversificare con apposito logo le citate infrastrutture. Infine, in merito alle captazioni idriche presenti sul territorio comunale, è necessario fornire i provvedimenti autorizzativi di riduzione.

 Nelle tavole di competenza sono state diversificate le rispettive indicazioni grafiche per i pozzi e i depuratori.  I allegato allEla. ‘elazioe, soo stati fasiolati i povvedieti autoizzativi di riduzione.

3.14 edifici interesse ambientale: necessaria pubblicazione

Dalla lettura dell'elaborato 04 — Schede Edifici di Interesse Ambientale — si è avuto modo di rilevare che allo stesso, in fase di controdeduzioni alle osservazioni del P,R.G.C., sono state aggiunte numerose schede di rilevamento contrassegnate con lettere alfabetiche. Considerato che le stesse, a norma dell'art. 19 delle N.T.A., pongono vincoli agli interventi edificatori. La conferma delle stesse abbisogna certamente del necessario passaggio procedurale pubblicazione/osservazioni, così come peraltro compare nel dispositivo conclusivo della presente Relazione d'esame.

Si è provveduto alla loro pubblicazione.

3.15 reiterazione dei vincoli: motivare o spostare e individuare capitolo bilancio

In considerazione delle sentenze della Corte Costituzionale del 20.05.1999 n, 179 e della Corte di Cassazione, Sezioni riunite, del 22.07.1999 n. 500 nonché dell'articolo 9. comma 4, del D.P.R. 0806.2001 ti. 327, si ritiene necessario richiamare il Comune ad una verifica e valutazione delle implicazioni che la eventuale reiterazione di vincoli preordinati all'esproprio o all'inedificabilità possono comportare relativamente ai contenuti specifici del P.R.G.C, in oggetto, avendo cura, nel caso, di motivare in modo puntuale la loro riconferma ovvero di eliminare e/o rilocalizzare, con le opportune procedure, le previsioni che eventualmente non dovessero risultare più coerenti con le nuove scelte insediative o con gli obiettivi perseguiti dall'Amministrazione comunale. Infine è necessario specificare l'esistenza o la previsione di

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un apposito capitolo di bilancio a finanziamento degli oneri relativi alle ipotesi di reiterazione dei vincoli su aree a servizi non ancora acquisite dall'Amministrazione.

La reiterazione di vincoli riguardava due aree individuate come st3 e st4 che vengono etae oa staliate ipotate lua ex aito st a zoa B, seza edifiailità popia a oe petieza del giadio di u edifiio esideziale e lalta ex aito st oe vede pivato tattadosi di u oto. No vi è uidi più la eessità di otivazioe o individuazione di proventi in bilancio e la verifica complessiva degli standard è stata adeguata in relazione.

3.16 criteri rilascio autorizzazioni commerciali: inviare alla Direzione Attività Produttive

Preso atto che con D.C. n. 3 in data 26.03.2009 l'Amministrazione comunale ha provveduto ad approvare i criteri per il rilascio delle autorizzazioni commerciali di cui all'art. 8 del D.Ìgs. 114/98 e che gli stessi risultano aggiornati con D.C. n. 20 in data 27.09.2010 è indispensabile evidenziare che i sopraccitati criteri devono necessariamente essere trasmessi alla Direzione Attività Produttive - Settore Programmazione dcl Settore Terziario Commerciale al fine della necessaria "Presa d'atto" la quale permetterà di procedere al successivo adeguamento del presente strumento urbanistico alla disciplina commerciale. E' indispensabile quindi che, in fase controdeduttiva, le tavole di Piano e le relative prescrizioni normative siano adeguate alle eventuali richieste contenute nella presa d'atto sopraccitata. Si specifica infine che si è provveduto a richiedere, in via informale, un parere al Settore sopraccitato, competente in materia, sugli aspetti commerciali contenuti nelle Norme di Attuazione del presente P.R.G.C. Si rimanda a tale proposito alle richieste di modifiche e/o integrazioni evidenziate al successivo pio 3.17 della Relazione d'esame.

Si è provveduto ad inviare quanto dovuto alla Direzione Attività Produttive.

3.17 localizzazione incendi boschivi: cartografie e NTA

Nel prendere atto che porzioni del territorio comunale sono state interessate da incendi boschivi è necessario che lo strumento urbanistico di che trattasi, oltre ad individuarne la localizzazione, detti specifiche prescrizioni nel rispetto della L. 353/2000. Si suggerisce di integrare l'art. 14 delle N.T.A. inserendo in calce la seguente elocuzione: "Per le aree interessate dal catasto incendi boschivi si intendono richiamate le disposizioni di cui alla L.353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi) ed in particolare le disposizioni del 1°comma dell'art. 10".

Per il tema degli incendi boschivi:  pe uato iguada la oativa è stata itodotto lat. is: . ART. 14 BIS - AREE BOSCATE ED AREE PERCORSE DAL FUOCO  Le aree colpite da incendi boschivi, censiti negli elenchi annuali, sono tutelati ai sensi delle norme vigenti. Per le suddette aree interessate dal catasto incendi boschivi si intendono richiamate le disposizioni di cui alla L.353/2000 (Legge quadro in materia di incendi boschivi) ed in patiolae le disposizioi del pio oa dell’at. .

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Per la protezione dei boschi dagli incendi si intendono richiamate le norme previste dalla L.R. 16/1994.  per quanto riguarda la cartografia sono stati individuate le zone censite al catasto incendi (cfr. tavv. 08, 10 e 11) con specifico perimetro grafico e legenda.

3.18 NTA

Art. 3 — Classificazione degli Interventi Prima della definizione degli interventi si propone di introdurre la seguente prescrizione: "Per tutto quanto non previsto e/o in contrasto si richiamano le disposizioni contenute nella Cire. P.G.R. n. 5/SG/URB DEL 27.04,1984".

Inserito: ART. 3 - CLASSIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI […] Per tutto quanto non previsto e/o in contrasto si richiamano le disposizioni contenute nella Circ. P.R.G. n. 5/SG/URB/ del 27.04.1984 […]

Art. 6, 3° comma ART. 6 - NORME GENERALI Ai sensi del 5° comma dell'art. 10 del D.Lgs. 42/2004 occorre rivedere il limite temporale indicato in più di 50 anni in "più di 70 anni".

Modificato: ART. 6 - NORME GENERALI Oltre alle chiese ed agli edifici aventi più di 70 anni di proprietà di Comuni, Province, Enti ed Istituti legalmente riconosciuti, oltre a quanto prescritto dalle norme vigenti, nazionali e regionali.

Art. 8, Zona A — centro storico L'articolo dovrà essere riformulato secondo quanto rilevato al precedente p.to 3.6 della presente relazione d'esame.

Latiolo è stato isitto i alue sue pati. (Cfr. la nuova versione complessiva) ART. 8 - ZONA A – CENTRO STORICO Il eto stoio è disipliato dallat. della L.‘. / e s..i. Destinazione d'uso prevalente: residenza, commercio al dettaglio. Destinazioni d'uso ammesse: terziario-direzionale, artigianato di servizio, servizi sociali ed attezzatue pulihe o duso pulio.. Interventi ammessi: . manutenzione ordinaria; . manutenzione straordinaria; . restauro e risanamento conservativo; . ristrutturazione edilizia di tipo A e B; Modalità di attuazione: Intervento edilizio diretto nel rispetto degli indici di edificazione esistenti.

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Possono essere attivati S.U.E. su iniziativa dei proprietari degli immobili nel loro complesso, al fine di proporre limitati e motivati interventi di demolizione con ricostruzione. I suddetti S.U.E. dovranno prevedee il ateieto dellipiato isediativo esistete, ad esclusione delle superfetazioni, in particolare per quanto riguarda gli allineamenti stradali ed il rapporto fra strada e cortili interni mediati da androni di accesso ricavati nel corpo degli edifici. Sono dovute le aree per servizi derivanti dai suddetti S.U.E. nella zona A, solo qualora modifichino il carico insediativo rispetto alla situazione esistente con riferimento alle singole destiazioi duso, seodo le uatità dovute ed idiate el successivo Art.23. Dette aree sono monetizzabili secondo valori definiti con apposita delibera di Consiglio Comunale, da aggiornare periodicamente. Potranno essere proposte eventuali cessioni parziali o totali in loo, ualoa iteute iteessati dallAministrazione comunale al fine di realizzare spazi pulii, oeeti o lipiato isediativo, di uatità o ifeioi a e diettaete prospettanti sulle strade pubbliche. Numero massimo dei piani abitabili: esistente. Distanza dei fabbricati dai fili stradali: secondo gli allineamenti esistenti o fissati dal Piano Regolatore Generale. Distacco dei fabbricati dai confini e tra loro: nel rispetto delle norme fissate dal Codice Civile. Le aree libere all'interno della zona A restano inedificate, ad esclusione di quanto previsto al precedente Art.6 comma 11. La tav.09 allegata al presente Piano, definisce il tipo di intervento ammesso per ogni edificio. Deve essee gaatita la osevazioe degli eleeti stilistii ilevati, evetualete segnalati elle “hede di ilevaeto di edifii opesi ella zoa A. In tutti gli interventi ammessi nella zona devono essere rispettate le seguenti prescrizioni: manti di copertura in tegole di laterizio tipo coppo o marsigliese; tinteggiatura delle facciate verso strada e verso corti con colori classificati come terre naturali; parapetti di balconi e terrazzi a "giorno" in ferro; zoccolature verso strada in pietra naturale h= m. 1,00 o in cemento strollato grigio h= m. 1,00; incasso discese pluviali a m. 3,00 dal piano strada; infissi esterni in legno con persiane; per i negozi sono ammesse serrande in ferro verniciato; sono vietati i rivestimenti litoceramici. Pe uato o pesitto el pesete atiolo si fa ifeieto allat.. del ‘egolaeto Edilizio. Negli interventi di ristrutturazione di tipo B sono consentiti anche: fermo restando il numero dei piani preesistenti, è possibile innalzare la quota del tetto fino ad allieae la uota diposta e/o di olo della opetua a uella di edifii contigui più alti di uello oggetto delliteveto fio ad u assio di . , uo ; negli edifici dotati di piano sottotetto sono consentiti la traslazione degli orizzontamenti e lialzaeto, fio ad u assio di t. , dallestadosso dellultimo solaio calpestabile della quota di imposta della copertura e fino ad un massimo di mt. 3,40 della quota del olo, sepe dallestadosso dellultio solaio e isuata al di sopa della tave di olo, al fie di peettee ladeguaeto dellaltezza utile interna dei locali resi abitabili alle disposizioni vigenti in materia igienico-sanitaria; in ogni caso detti interventi non potranno opotae aueto del ueo dei piai esisteti e ladaeto e la pedeza delle falde di copertura dovranno essee ateuti aaloghi a uelli oigiai. Al fie dellappliazioe della presente norma, si considera piano esistente anche quello a destinazione non esideziale he peseti ouue lesistete uota di iposta della opetua ad aleo t. , dallestadosso dellultio piao alpestaile. Dovao ouue essee ossevate

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tutte le prescrizioni di codice civile in materia di accessi, passaggi vedute, scarichi stillicidio di acque meteoriche e più in generale qualsiasi diritto di terzi. lo spostamento delle uote dei solai al fie di iglioae le odizioi di agiilità delledifiio; la hiusua di vai sala opeti esisteti el opo delledifiio. Il progetto degli spazi pubblici e dei percorsi di accesso al centro storico dovrà prevedere materiali di fiitua delle pavietazioe di tipo lapideo tadizioale, evitado litoduzioe di elementi emergenti dal piano stradale non riconducibili ad oggetti mobili e fissi di arredo urbano. Il Castello di Divigao pesete el eto stoio ostituise ee di ifeieto teitoiale del PTP. Nel ispetto delle idiazioi peviste dagli eti pedisposti alla sua tutela, negli interventi di restauro scientifico delle facciate dovranno essere comunque conservati gli elementi morfologico-strutturali e gli elementi compositivi e decorativi delledifiio. Dovao essee ateuti e iglioati gli attuali oi visuali del Castello dagli spazi pubblici e gli spazi liberi – pubblici e privati - adiaeti alledifiio dovao ispettae le prescrizioni di cui al punto precedente. Le eventuali proposte di Piani di Recupero, in itinere alla data di adozione del preliminare di P.‘.G.C. e ofoi al P.‘.G.I. vigete a uel oeto, possoo poseguie lite ella loo impostazione generale riguardante tutti gli aspetti urbanistico-edilizi. I titoli ailitativi elativi a puti di vedita al dettaglio, alliteo degli addesaeti stoii rilevanti (A.1), sono ammessi nel rispetto delle superfici di vendita massime e delle tipologie distributive definite dalla L.R. 28/99 e dalla D.C.R. 29.10.99, n° 563-13414 s.m.i., allegato A; nonché nel rispetto dei contenuti degli artt. 23-25-26-27-28 della DCR 563-13414 del 29.10.1999 s.m.i.

Art. 8, 14° comma Si evidenzia che gli interventi previsti sono riconducibili, secondo le disposizioni di cui alla circolare P.G.R. n. 5/SG/URB del 27,04.1984, esclusivamente all'intervento di Ristrutturazione edilizia di tipo B; pertanto è necessario stralciare l'intervento di Ristrutturazione di tipo A.

Cfr. punto precedente

Art. 11, 3° comma, Destinazioni d'uso ammesse Si ritiene che la destinazione ammessa "servizi sociali ed attrezzature pubbliche o d'uso pubblico" sia propria delle zone SP, nella fattispecie SP1 (art. 17), mentre quella di "privato sociale ed assistenziale" sia propria della zona F (art. 15); pertanto è necessario stralciarle dal presente articolo.

Eliminata la itata destiazioe duso

Art. 11, 15° comma Si richiedono delucidazioni in merito alle prescrizioni di che trattasi in quanto dette aree risultano già assoggettate a S.U.E.

E stata eliminata la parte di articolo in oggetto.

Art. 13, 3° comma Si richiede di stralciare la destinazione "esercizio pubblico" e di sostituirla con la destinazione d'uso "Commercio al dettaglio" (cfr. art. 24 della D.C.R. 29 ottobre 1999, n. 563-13414 e s.m.i.).

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E stato eliiato eseizio pulio ed iseito oeio al dettaglio

Art. 13, 15° comma Si richiede di stralciare le parole "Superficie commerciale" in quanto la superficie di vendita è quella degli esercizi di vicinato.

E stata eliiata la paola oeiale e sostituita o di vedita.

Art. 13, 16°comma La prescrizione che recita "Titoli abilitativi ... omissis ... D.C.R n. 563-13414 del 29.10.1999 e s.m.i." dovrà essere stralciata dal presente articolo e riportata alPart. 31 successivo. Si propone di inserire al posto della prescrizione stralciata la seguente elocuzione: "I titoli relativi agli esercizi di vendita al dettaglio sono ammessi nel rispetto della tabella di compatibilità territoriale dello sviluppo di cui alFart, 17 della D.C.R. n. 563-13414 dcl 29 ottobre 1999 e s.m.i. contenute nelle norme dei criteri commerciali.

E stata stralciata la frase citata e inserita quella proposta.

Art. 14, quart'ultimo comma Si evidenzia che la prevista distanza (50 mt.) fra una realizzanda stalla e le aree urbanizzate ed urbanizzande risulta non sufficiente; pertanto è necessario rivedere la disposizione prescrittiva estendendo detta fascia in ragione anche del tipo di allevamento.

Il comma è stato così modificato: ART. 14 - ZONA E […] Le stuttue fializzate allallevaeto aiale dovao essee posizioate, alliteo della proprietà o del fondo utilizzato, nelle zone più distanti dalle aree urbanizzate o urbanizzande e dovranno rispettare una distanza di almeno 50 mt dalle abitazioni esistenti. e dai confini con le zone B1, B2 e C di almeno: - 50 mt per la stabulazione di cavalli ed altri equidi; - 100 mt per la stabulazione di bovini, ovini e suini; - per tutti i tipi di animali, 200 mt dalle fasce di rispetto dei pozzi idropotabili. E ouue vietato lisediaeto di attività di allevaeti aiali itesivi, o ollegati alla conduzione del fondo. Per i reflui zootecnici sono comunque da verificare le disposizioni di cui al regolamento n. 10/R 2007 e s.m.i. del 29/10/2007 – Disiplia geeale dellutilizzazioe agooia degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (L.R. 29.12.2000, n. 61).

Art. 15, 5° comma Il parametro densità territoriale non risulta corretto in quanto deve essere espresso in mc. su mq. ovvero se si intende esprimere l'edificabilità in mq/mq la si identifichi quale indice di utilizzazione territoriale. Inoltre si specifica la necessità di prevedere anche un indice di densità fondiario ovvero un indice di utilizzazione fondiaria. Ovviamente la necessità di stabilire l'indice fondiario dovrà interessare tutte le aree assoggettate a strumento urbanistico esecutivo.

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

“i è optato pe lidice di utilizzazione, sia territoriale che fondiario: ART. 15 - ZONA F - Indice di utilizzazione territoriale: non superiore a 0,2 mq/mq. - Indice di utilizzazione fondiaria: non superiore a 0,25 mq/mq.

Art. 20, 6° comma Non si comprende il riferimento al comma 15.2.1.

Il riferimento è stato modificato con: […] previsto dal precedente comma 2.1 […]

Art. 21, 3° comma Si ritiene necessario che la prescrizione faccia esplicito richiamo anche alle disposizioni di cui al D.L. 285/92 e D.P.R. 495/92 integrati rispettivamente con D.L. 360/93 e D.P.R. 147/93.

Sono stati aggiunti i riferimenti di cui sopra.

Art. 21, 4° comma In ragione delle disposizioni di cui all'art. 28 della L. 166/2002 e dell'art. 27 commi 5, 6, 6 bis, 6 ter, 6 quater e 6 quinques della L.R. 56/77 recentemente modificata dalla L.R. n. 3 del 25.03.2013 è necessario rivedere la prescrizione di che trattasi. Conseguentemente è anche opportuno aggiornarne la rappresentazione cartografica (fascia di rispetto).

Il comma è stato così integrato: ART. 21 - FASCE E ZONE DI RISPETTO […] CIMITERO E vietato ostuie uovi edifii ella fasia di ispetto iiteiale. Nella fasia di ispetto cimiteriale è consentita la realizzazione di infrastrutture, parchi, giardini, parcheggi pubblici o di uso pubblico e attrezzature di servizio all'impianto cimiteriale; all'interno di tale fascia sono consentiti, per gli edifici esistenti, gli interventi di cui all'articolo 13, comma 3, lettere a), b), c) e d) della L.R. 56/77 e s.m.i., nonché l'ampliamento funzionale all'utilizzo degli edifici stessi, nella percentuale massima del 10 per cento della superficie utile lorda.

Inoltre è stata adeguata la misura della fascia di rispetto in cartografia (Tavv. 08, 10 e 11)

Art. 21, 8° e 9° comma Integrare i riferimenti legislativi con il D.Lvo n. 258 del 18.08.2000 oltreché alla D.P.G.R. Il dicembre 2006, n. 15/R.

Sono stati aggiunti i riferimenti di cui sopra.

Art. 21, 11° comma Nel caso di elettrodotti di alta tensione occorre integrare la prescrizione con i riferimenti legislativi di cui alla legge n. 36/2001 e D.P.C.M. 8 luglio 2003.

Sono stati aggiunti i riferimenti di cui sopra.

Art. 21, 12° comma

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Comune di Divignano – Nuovo P.R.G.C. 2009 - Controdeduzione al parere Regionale: ALLEGATO alla relazione

Si dovranno richiamare inoltre le disposizioni di cui al D.Lvo 152/99 così come modificato ed integrato con D.Lvo 258/2000.

Sono stati aggiunti i riferimenti di cui sopra.

Art. 22 L'articolo dovrà essere riformulato ed integrato secondo le disposizioni del "Regolamento di esecuzione e di attuazione del nuovo codice della strada" indicate al titolo II capo I articolo 26 e seguenti.

Latiolo è stato opletaete ifoulato e seplifiato: ART. 22 - STRADE PUBBLICHE E PRIVATE Le stade pulihe soo egolate dal ‘egolaeto di eseuzioe e di attuazioe del Nuovo Codie della “tada i patiolae pe le pesrizioni di cui al titolo II capo I artt. 26 e segg. Le stade pivate soo oate dallat. del ‘egolaeto Edilizio del Coue di Divigao. I passi aaili soo oati dallat. del ‘egolaeto Edilizio del Coue di Divigao. Le recinzioni e caelli soo oate dallat. del ‘egolaeto Edilizio del Coue di Divigao, ad eslusioe delle eizioi evetualete iadeti ell fase di ispetto della rete ecologica e nella fascia di margine della rete ecologica di cui al precedente art.21, per le quali valgono le norme lì indicate.

Art. 31 Tabella Prospetto 4 Modificare il parametro M.1 da "mq. 10.000" a mq. "15.000" (cfr. prospetto 4 dell'art. 14 della D.C.R. n. 191-43016 del 20.1 1 .2012). Inoltre in calce alla tabella dei Parametri occorre introdurre la seguente prescrizione: L'ordine di grandezza del parametro X. I si intende soddisfatto anche con valori ridotti di non più del 20 per cento rispetto a quelle indicati, il parametro X.1 si intende soddisfatto anche nel caso in cui altre localizzazioni si riferiscano allo stesso nucleo residenziale.

La tabella è stata modificata ed è stata inserita in calce la prescrizione di cui sopra.

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Cap. 2 – VAS

______INDICE

CAP. __ PAG. 1. PREMESSA ...... 3 2. ASPETTI GENERALI E METODOLOGICI ...... 4 2.1. Corrispondenza con all. VI del D.Lgs.152/2006 e completezza della documentazione trasmessa ...... 4 2.2. Analisi di coerenza interna ed esterna ...... 4 2.3 Misure di mitigazione e compensazione ...... 10 2.4. Programma di monitoraggio ...... 12 2.5. Relazione preliminare alla stesura della Dichiarazione di sintesi ...... 14 3. ASPETTI AMBIENTALI, TERRITORIALI E PAESAGGISTICI ...... 15 3.1 Sintesi puntuale delle criticità ...... 15 3.2. Popolazione ...... 16 3.3. Qualità dell’aria...... 20 3.4. Risorse idriche...... 20 3.5. Suolo ...... 21 3.5.1. Suolo come risorsa ecologica-ambientale ...... 21 3.5.2. Suolo agricolo di pregio ...... 22 3.6. Biodiversità ...... 22 3.7. Rifiuti ...... 22 3.8. Elettromagnetismo ...... 23 3.9. Impianti produttivi RIR e Aree produttive ...... 23 3.10. Paesaggio ...... 23 3.11. Rumore ...... 24

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1. PREMESSA

Il presente documento è stato redatto sulla base di quanto esposto nella nota prot. n. 31473/DB0831 del 20/11/2013 della Regione Piemonte e relativi allegati, in ambito di procedura di Valutazione Ambientale Strategica inerente la proposta di Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale di Divignano (NO), in ottemperanza a quanto sancito dall’art. 13 del D. Lgs. 152/2006 e dall’art. 20 della L.R. 40/1998.

In seguito al parere dell’Organo Tecnico Regionale per la VAS, (prot. n. int. 962/DB0805 del 14.10.2013) e alla Relazione d’esame della Direzione Regionale Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia (prot. n. 31473/DB083), è stato redatto il presente documento al fine di recepire le osservazioni pervenute. L’attenta analisi di quanto proposto ha permesso in questa fase di elaborazione del Piano di apportare modifiche migliorative in termini di sostenibilità ambientale.

Saranno quindi in questa sede esplicitate le modalità di recepimento delle osservazioni effettuate nei vari documenti citati, al fine di poter rendere il Piano argomento compatibile da un punto di vista ambientale.

Si sottolinea comunque come le osservazioni elaborate in questa fase siano state recepite dalle NTA del Piano Regolatore in argomento e come molti interventi che manifestavano palesi criticità siano stati, come richiesto, stralciati, azzerando di fatto gli impatti negativi ipotizzati. L’analisi critica delle osservazioni pervenute ha permesso soprattutto di diminuire il consumo del suolo, criticità principale della proposta iniziale.

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2. ASPETTI GENERALI E METODOLOGICI

2.1. Corrispondenza con all. VI del D.Lgs.152/2006 e completezza della documentazione trasmessa

Al paragrafo 3.1 della nota prot. n. int. 962/DB0805 del 14.10.2013 del Settore Valutazione Piani e Programmi della Regione Piemonte, si conferma la conformità con l’All. VI del D.Lgs.152/2006 e con quanto previsto nella DGR n. 12-893 del 9 giugno 2008.

2.2. Analisi di coerenza interna ed esterna

La coerenza esterna degli obiettivi ed azioni della proposta di Nuovo PRGC rispetto alle previsioni di altri Piani e Programmi è sintetizzata nelle seguenti tabelle:

LEGENDA C = obiettivo coerente NC = obiettivo non coerente (*) = presenza di criticità (-) = non significativo

NUOVO PIANO REGOLATORE PIANI E PROGRAMMI GENERALE

Piano d’azione per il Piano Piano Piano Piano Energetico Miglioramento Paesaggistico Territoriale Territoriale Ambientale della Qualità Regionale Regionale Provinciale Regionale dell’Aria Ambiente

OBIETTIVI

Migliorare la Tutelare e competitività valorizzare le del sistema Tutela e la risorse Politica energetica territoriale valorizzazione ambientali, Tutela rispettosa delle promuovendo OBIETTIVI del paesistiche e dell’ambiente esigenze della AZIONI azioni di SPECIFICI patrimonio storico in materia di società, della tutela coesione paesaggistico, culturali; inquinamento dell’ambiente e territoriale, naturale e ridurre e atmosferico della salute dei sviluppo culturale moderare gli cittadini policentrico e impatti co- ambientali pianificazione

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Inserimento di aree di completamento riferite a lotti singoli con possibilità di edificazione C C C (-) (-) con volumetria determinata. Individuazione Conferma delle aree di di ambiti per il completamento consolidamento residenziale già esistenti dell’offerta con indice volumetrico C C C (-) (-) residenziale proprio e non ancora realizzate. Creazione di nuove aree residenziali soggette a piano esecutivo a "corona" C C C (-) C dell'edificazione esistente.

Conferma del P.E.C. industriale/artigianale attualmente previsto dal (-) C C (-) (-) Riordino delle PRGI vigente. aree a standard in funzione delle effettive Inserimento di norme necessità alla che ricalcano i criteri scala comunale; definiti dalla D.G.R. n.30-11858 del 28 luglio 2009 per le APEA (aree (-) (-) C C C produttive ecologicamente attrezzate).

Sostenibilità Riorganizzazione e locale delle aree riduzione dell’area adibite a edificabile ai fini destinazione turistico-commerciali C (-) (-) (-) (-) turistico- prevista dal PRGI ricettivo; vigente.

Tutela e riqualificazione Salvaguardia degli edifici degli edifici di di interesse ambientale interesse attraverso norme ambientale C (-) (-) (-) (-) specifiche. presenti sul territorio comunale;

Predisposizione di aree Salvaguardia cuscinetto nei punti di degli elementi criticità dei due corridoi caratterizzanti il ecologici che (-) (-) C (-) (-) paesaggio attraversano il territorio rurale; comunale.

Sostenibilità di Inserimento di un nuovo nuove tracciato viario infrastrutture indicativo che collega la viarie a “strada comunale per (-) (-) (-) C (-) supporto della ” con cittadinanza. quella per .

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Inserimento di alcuni arretramenti stradali in punti rilevati come problematici per il (-) (-) (-) C (-) calibro stradale o la visibilità di curve.

NUOVO PIANO REGOLATORE PIANI E PROGRAMMI GENERALE

Programma Provinciale Piano per il Piani per la Piano Piano di Piano Attività Riscaldamento Regolatori riduzione, il Faunistico Zonizzazione Estrattive Provinciale Ambientale e il Comuni riutilizzo e lo Venatorio Acustica Condizionamento Limitrofi smaltimento dei rifiuti

OBIETTIVI

Conservazione delle popolazioni esistenti di Riduzione fauna Razionale utilizzo quantitativo selvatica; delle risorse in dei rifiuti sfruttamento in funzione delle Realizzazione Perseguimento modo rigoroso Corretta e potenzialita dei di una rete Corretta e di elevati e adeguata OBIETTIVI bacini di raccolta, adeguata AZIONI standard di biologicamente classificazione SPECIFICI Estrattivi; utilizzo stoccaggio, classificazione sostenibilità corretto delle del territorio appropriato delle trattamento Acustica del energetica ed risorse; in aree risorse;contenimento e riutilizzo Territorio ambientale raggiungimento omogenee dello sfruttamento di dei materiali; di una materiali inerti non Promozione soddisfacente rinnovabili. della raccolta conoscenza differenziata dello status delle specie presenti sul Territorio Inserimento di aree di completamento riferite a lotti singoli con possibilità di (-) (-) (-) (-) C (-) Individuazione edificazione con di ambiti per il volumetria consolidamento determinata. dell’offerta Conferma delle aree residenziale di completamento residenziale già esistenti con indice (-) (-) (-) (-) C (-) volumetrico proprio e non ancora realizzate.

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Creazione di nuove aree residenziali soggette a piano esecutivo a "corona" (-) (-) (-) (-) C (-) dell'edificazione esistente.

Conferma del P.E.C. industriale/artigianale Riordino delle attualmente previsto (-) (-) (-) (-) C (-) aree a dal PRGI vigente. standard in funzione delle Inserimento di effettive norme che ricalcano i necessità alla criteri definiti dalla scala D.G.R. n.30-11858 comunale; del 28 luglio 2009 (-) C C (-) C (-) per le APEA (aree produttive ecologicamente attrezzate).

Sostenibilità Riorganizzazione e locale delle riduzione dell’area aree adibite a edificabile ai fini destinazione turistico-commerciali (-) (-) (-) (-) (-) (-) turistico- prevista dal PRGI ricettivo; vigente.

Tutela e riqualificazione Salvaguardia degli degli edifici di edifici di interesse interesse ambientale ambientale (-) (-) (-) (-) (-) (-) attraverso norme presenti sul specifiche. territorio comunale;

Predisposizione di Salvaguardia aree cuscinetto nei degli elementi punti di criticità dei caratterizzanti due corridoi ecologici (-) (-) (-) C (-) (-) il paesaggio che attraversano il rurale; territorio comunale.

Inserimento di un nuovo tracciato viario indicativo che collega la “strada comunale (-) (-) (-) (-) (-) (-) per Varallo Pombia” con quella per Oleggio. Sostenibilità di nuove infrastrutture viarie a supporto della Inserimento di alcuni cittadinanza. arretramenti stradali in punti rilevati come problematici per il (-) (-) (-) (-) (-) (-) calibro stradale o la visibilità di curve.

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Nello specifico, in merito a quanto previsto dal PTR relativamente alla valorizzazione del ruolo dell’agricoltura e al necessario recupero del patrimonio agricolo, attraverso gli stralci recepiti, come mostrato nella Tav. 14 “Sintesi delle variazioni prodotte dal Piano”, si è cercato di contenere nel 6 % la superficie urbanizzata esistente nell’arco temporale di un decennio, andando ad eliminare alcuni interventi che interessavano direttamente aree ad uso agricolo.

Al fine di meglio identificare la coerenza interna del Piano è stata prodotta, come richiesto, la seguente tabella, che associa agli obiettivi di Piano oltre alle azioni, anche le compensazioni e le mitigazioni proposte.

Analisi coerenza interna

NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE

OBIETTIVI SPECIFICI AZIONI di PIANO MISURE di MITIGAZIONE / COMPENSAZIONE Inserimento di aree di Eventuali strutture interrate dovranno prevedere piani di completamento riferite a lotti posa ad una quota superiore a quella di massima escursione singoli con possibilità di del livello di falda. edificazione con volumetria determinata. In fase di rilascio dei Permessi di Costruire devono essere Conferma delle aree di verificate le modalità di approvvigionamento idrico degli completamento residenziale insediamenti produttivi e qualora sia prevista la già esistenti con indice realizzazione di pozzi si dovrà preventivamente verificare la volumetrico proprio e non compatibilità dei prelievi con la situazione idrogeologica ancora realizzate. locale. Individuazione di ambiti per il Dal punto di vista geotecnico sarà necessario che in fase consolidamento progettuale vengano effettuate delle indagini dirette in sito, dell’offerta per la determinazione delle caratteristiche dei terreni di residenziale fondazione degli edifici, e conseguentemente predisposte la

Relazione Geologica e la Relazione Geotecnica, redatte i Creazione di nuove aree sensi Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008, che ha residenziali soggette a piano approvato le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, e la esecutivo a "corona" relativa Circolare esplicativa n. 617 del 02/02/2009. dell'edificazione esistente.

Inoltre, deve essere verificata ed eventualmente adeguata la capacità recettiva della rete fognaria con riferimento sia ai nuovi scarichi civili prodotti che alla creazione di necessità regimative di nuove raccolte di acque piovane da superfici impermeabilizzate. Riordino delle aree a Eventuali strutture interrate dovranno prevedere piani di Conferma del P.E.C. standard in funzione posa ad una quota superiore a quella di massima escursione industriale/artigianale delle effettive del livello di falda. attualmente previsto dal PRGI necessità alla scala In fase di rilascio dei Permessi di Costruire devono essere vigente. comunale; verificate le modalità di approvvigionamento idrico degli

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______insediamenti produttivi e qualora sia prevista la realizzazione di pozzi si dovrà preventivamente verificare la compatibilità dei prelievi con la situazione idrogeologica locale.

Dal punto di vista geotecnico sarà necessario che in fase progettuale vengano effettuate delle indagini dirette in sito, Inserimento di norme che per la determinazione delle caratteristiche dei terreni di ricalcano i criteri definiti dalla fondazione degli edifici, e conseguentemente predisposte la D.G.R. n.30-11858 del 28 Relazione Geologica e la Relazione Geotecnica, redatte i luglio 2009 per le APEA (aree sensi Decreto Ministeriale del 14 Gennaio 2008, che ha produttive ecologicamente approvato le Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, e la attrezzate). relativa Circolare esplicativa n. 617 del 02/02/2009.

Inoltre, deve essere verificata ed eventualmente adeguata la capacità recettiva della rete fognaria con riferimento sia ai nuovi scarichi civili prodotti che alla creazione di necessità regimative di nuove raccolte di acque piovane da superfici impermeabilizzate. In parte stralciato Sostenibilità locale Riorganizzazione e riduzione delle aree adibite a dell’area edificabile ai fini destinazione turistico-commerciali prevista turistico-ricettivo; dal PRGI vigente.

Tutela e Conversione di aree, attualmente a destinazione edificabili e riqualificazione degli Salvaguardia degli edifici di a standard, a verde privato e ad uso agricolo. edifici di interesse interesse ambientale attraverso ambientale presenti norme specifiche. Piantumazioni di alberi (essenze autoctone) sul territorio comunale; Piantumazioni di alberi (essenze autoctone). Predisposizione di aree Salvaguardia degli cuscinetto nei punti di criticità Realizzazione di aree verdi. elementi dei due corridoi ecologici che caratterizzanti il attraversano il territorio Conversione di aree, attualmente a destinazione edificabili e paesaggio rurale; comunale. a standard, a verde privato e ad uso agricolo.

Fluidificazione e regolamentazione del traffico. Inserimento di un nuovo Sostenibilità di tracciato viario indicativo che nuove infrastrutture Imposizione idonei limiti di velocità. viarie a supporto collega la “strada comunale della cittadinanza. per Varallo Pombia” con Installazione di dissuasori di velocità. quella per Oleggio.

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______Utilizzo di coperture fonoassorbente per la pavimentazione stradale. Inserimento di alcuni arretramenti stradali in punti rilevati come problematici per il calibro stradale o la visibilità di curve.

2.3 Misure di mitigazione e compensazione

In merito a quanto richiesto a per le misure compensative e mitigative, sono state recepite nelle NTA alcune indicazioni esecutive atte ad implementare la qualità della Rete Ecologica e quindi a garantirne l’efficienza funzionale. È stato pertanto richiesto sia nella Rete Ecologica, sia nella fascia di margine, di utilizzare esclusivamente per la piantumazione specie autoctone.

Si ribadisce inoltre come all’interno della fascia di rispetto della rete ecologica è vietata l’edificazione. Nella fase progettuale delle eventuali infrastrutture stradali ricadenti in ambiti di corridoio ecologico, devono essere previsti manufatti di attraversamento per superare le barriere di separazione e ricomporre le continuità biologica del territorio. Gli indirizzi operativi rispetto alla progettazione e la realizzazione degli interventi della rete ecologica, dovranno essere conformi alle indicazioni contenute nei documenti regionali e provinciali sull’argomento, in particolare le “Linee guida di attuazione della Rete Ecologica Provinciale” e s.m.i.

Le fasce di “margine della rete ecologica” sono situate all’interno di zone edificabili a contatto con la rete ecologica. In tali ambiti è consentita la trasformazione (recinzioni, ingressi, sistemazioni del suolo, rampe per autorimesse e simili manufatti) ad esclusione della ubicazione di nuovi fabbricati. Nei progetti di trasformazione delle rispettive aree edificabili nelle quali ricadono le presenti fasce di margine è obbligatorio prevedere una sistemazione della vegetazione con adeguate piantumazioni d’alto fusto, utilizzando esclusivamente specie autoctone, che consentano il consolidamento dell’adiacente rete ecologica.

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______È stato inoltre identificato, come mostrato nella Tav. 10, un corridoio trasversale in grado di connettere ecologicamente il rio Rito ed il torrente Agamo posto a sud del paese. Sempre nell’ottica di implementare il patrimonio ambientale a livello comunale e di tutela la biodiversità all’art 7 delle NTA è previsto che nella progettazione del verde pubblico e privato vi sia l’uso esclusivo di specie autoctone, come sistema di parziale occultamento o mitigazione dell’impatto visivo dei nuovi fabbricati, rispetto a punti di vista dai luoghi pubblici esistenti.

Al fine inoltre di controllare ed indirizzare gli effetti ambientali e paesaggistici indotti dalle aree residenziali di nuovo impianto sul paesaggio circostante, secondo quanto indicato dal P.T.P., l’art. 7 recita inoltre che: “In sede di conseguimento di singolo titolo abilitativo relativo ad interventi di nuova costruzione, in tutti gli ambiti di azzonamento ed alla formazione ed approvazione di S.U.E., dovranno essere prodotte adeguate verifiche di compatibilità ambientale e paesaggistica dell’intervento proposto, anche attraverso specifiche elaborazioni quali relazioni, norme, elaborati grafici e fotomontaggi”.

Sarà inoltre previsto che “in tutti i casi di nuova edificazione è obbligatoria la previsione di piantumazioni d’alto fusto, per le finalità di cui al comma precedente. In caso di S.U.E., occorre inoltre produrre un’analisi agronomica, in fase di formazione del Piano attuativo, per individuare specie arboree con dimensione della chioma e struttura dell’apparato radicale adeguate al contesto in cui saranno inserite. Nella convenzione dovranno essere previste specifiche obbligazioni e garanzie della avvenuta piantumazione in fase di esecuzione delle previsioni del Piano attuativo stesso”.

Rispetto al consumo del suolo si è inserito agli artt. 10 e 11 la necessità di garantire una percentuale minima di superficie permeabile pari rispettivamente al 20% della Superficie Fondiaria (per la zona B2) e al 30% rispetto alla Superficie Territoriale, compresi spazi pubblici (per la zona C).

Sempre l’art. 11 recita inoltre che “almeno un terzo dell'area edificabile dei singoli lotti deve essere destinata a verde, la restante parte scoperta e non occupata da interrati, deve essere sistemata con pavimentazione drenante. Le parti di suolo sistemato sovrastanti spazi interrati che non costituiscono superficie coperta, dovranno essere sistemati preferibilmente a verde”. Comune di Divignano Rapporto Ambientale – Valutazione Ambientale Strategica del Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale –note integrative a seguito della nota prot. N. 31473/DB0831 del 20/11/2013 della Regione Piemonte Luglio 2014 - Pagina 11 di 24

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In merito all’impatto di alcune strutture sull’avifauna si è provveduto ad inserire all’art. 13 la seguente norma: “limitare l’impatto di eventuali pareti vetrate sull’avifauna, limitando la riflettenza attraverso opportuni sistemi di segnalazione dell’ostacolo quali serigrafie intensive sulle vetrate o schermature solari”.

2.4. Programma di monitoraggio

In riferimento agli indicatori relativi alla biodiversità si segnalano, come già presenti, le azioni di monitoraggio ambientale del comparto acque e dell’ecosistema fluviale, tramite indici specifici, quali l’IBE (Indice Biotico Esteso)e l’IFF (Indice di Funzionalità Fluviale). Si provvederà inoltre a censire la superficie a bosco eliminata annualmente attraverso i dati relativi alle pratiche di cambiamento d’uso del suolo.

Relativamente invece alla criticità del consumo del suolo saranno adottati alcuni degli indici presenti nella pubblicazione “Monitoraggio del consumo del suolo in Piemonte”. Di seguito si riportano quelli individuati per l’analisi del PRGC in argomento (CSI, CSU, CSP, PSAU), con speciale attenzione oltre che alla criticità del consumo di suolo, anche alla necessità di valorizzazione e conservazione del patrimonio agricolo.

CSI: Indice di consumo di suolo da superficie infrastrutturata

CSI= (Si/Str)*100 - Si = Superficie infrastrutturata (ha) - Str = Superficie territoriale di riferimento (ha) Descrizione Consumo dovuto alla superficie infrastrutturata dato dal rapporto tra la superficie infrastrutturata e la superficie territoriale di riferimento, moltiplicato per 100. Unità di misura: Percentuale

CSU: Indice di consumo di suolo da superficie urbanizzata

CSU=(Su/Str)*100 - Su = Superficie urbanizzata (ha)

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______- Str = Superficie territoriale di riferimento (ha) Descrizione Consumo dovuto alla superficie urbanizzata dato dal rapporto tra la superficie urbanizzata e la superficie territoriale di riferimento, moltiplicato per 100. Unità di misura: Percentuale

CSP: Indice di consumo di suolo ad elevata potenzialità produttività

CSP= (Sp/Str)*100 - Sp = Superficie di suolo appartenente alle classi di capacità di uso I, II e III consumata dall’espansione della superficie consumata complessiva (ha) - Str = Superficie territoriale di riferimento (ha)

Rapporto tra la superficie di suolo (ha) appartenne alle classi di capacità di uso I, II e III consumata dall’espansione della superficie consumata complessiva e la superficie territoriale di riferimento, moltiplicato per 100. Unità di misura: Percentuale

PSAU: Indice di presenza SAU

PSAU = (SAU/Str) - SAU = Superficie agricola utilizzata (ha) - Str = Superficie territoriale di riferimento (ha)

Rapporto tra la superficie agricola utilizzata - SAU (ha) e la superficie territoriale di riferimento, moltiplicato per 100. Unità di misura: Percentuale

Per quanto riguarda il tema della percezione del paesaggio si conferma, come già espresso nel Rapporto Ambientale (cap. 7.8.4), l’utilizzo della foto interpretazione per valutare le modifiche morfologiche e della visibilità da punti di interesse paesaggistico, con cadenza annuale.

Tutti gli esiti dei diversi monitoraggi, con periodicità annuale, saranno quindi comunicati via telematica all’indirizzo [email protected]. Ulteriori informazioni, le modalità, gli indicatori scelti e le tempistiche delle azioni di monitoraggio ambientale sono esposte nel Documento “Piano di Monitoraggio Ambientale”.

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______2.5. Relazione preliminare alla stesura della Dichiarazione di sintesi

È stata prodotta, come previsto, la Dichiarazione di sintesi finale.

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3. ASPETTI AMBIENTALI, TERRITORIALI E PAESAGGISTICI

3.1 Sintesi puntuale delle criticità Le criticità rilevate nei confronti degli aspetti ambientali e paesaggistici, hanno portato ad un ri- esame di alcune previsioni di Piano con lo stralcio e/o modifiche.

In maniera sintetica viene compilata la seguente tabella per identificare gli interventi di modifica proposti atti a diminuire gli impatti derivanti da alcune azioni di Piano. I suddetti interventi possono anche essere rappresentati dallo stralcio totale o parziale della previsione in argomento.

CRITICITÀ DI CRITICITÀ CHE DESTINAZIONE POSSIBILE AREA RICHIEDONO SOLUZIONE PROPOSTA MITIGAZIONE E D’USO REVISIONI COMPENSAZIONE

10 -11 Residenziale Frammentazione Nuovo Impianto paesaggistica 10 Stralciata - 11 Stralciata Consumo di suolo 27 Residenziale Frammentazione Nuovo Impianto paesaggistica 27 Stralciata -

Consumo di suolo Residenziale di Sfrangiamento in area 12-26-33 completamento libera 33 Stralciata -

Consumo di suolo Sfrangiamento in area Interferenza con pista ciclo- 15-35 Residenziale di libera pedonale 15 Stralciata completamento 35 Stralciata Consumo di suolo PEC Residenziale Sfrangiamento in area 1 Stralciato 1, 6, 7, 8 libera 6 Ridotto 1 7 Ridotto Consumo di suolo 8 Stralciato Produttivo – Interferenza con corridoio NTA – art. 13: specifiche PEC conferma e ecologico del torrente prescrizioni per la fascia Ee completamento Notevole sfrangiamento Agamo dell’Agamo. in area libera NTA – art. 21: prescrizioni Consumo di suolo relative alla Rete Ecologica e Fascia di margine della Rete.

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______Sfrangiamento in area Ridotta A Turistico-ricettiva libera previgente -

Consumo di suolo B Sfrangiamento in area Stralciato Turistico-ricettiva libera nuovo impianto -

Consumo di suolo

Per quanto riguarda le previsioni viabilistiche si è optato per ridurre il numero di rotatorie proposte: da 4 a 2. Questa riduzione numerica in parte soddisfa anche le esigenze di diminuzione del consumo del suolo e annessa impermeabilizzazione del medesimo, andando a diminuire anche la frammentazione nella continuità delle superfici interessate. Per il torrente Agamo inoltre si è provveduto all’art. 13 della NTA ad inserire la prescrizione di invarianza idraulica, l’obbligo di mantenimento dell’inondabilità e di mantenimento della presenza di vegetazione per la fascia “Ee” dell’Agamo, al fine di preservare la connessione del corridoio ecologico, minimizzando gli impatti sulla componente forestale interessata dagli interventi.

Si conferma invece come non vi siano interferenze spaziali tra i tracciati ciclo-pedonali proposti e la Rete Ecologica Provinciale.

3.2. Popolazione

Il calcolo della capacità insediativa residenziale teorica del nuovo PRGC del Comune di Divignano deve tenere conto di alcune questioni, in particolare del fatto che il nuovo conteggio degli abitanti previsti non si pone come un differenziale aggiuntivo rispetto agli abitanti teorici precedentemente previsti (come ad es. in una variante) ma come effettiva differenza fra abitanti residenti alla data considerata (nel ns. caso 31 dicembre 2012) e potenziale insediativo complessivo, sia della trasformazione dell’edificato esistente che delle nuove costruzioni. Quindi la nuova capacità deve essere ponderata in considerazione:

1.Il calcolo della nuova CIRT è comprensivo: - degli abitanti teorici derivanti dalla conferma di ambiti residenziali di completamento previsti nel PRGI vigente;

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______- degli abitanti potenzialmente insediabili in trasformazioni dell’edificato esistente sia come ristrutturazione che ampliamento dell’esistente; - di nuovi abitanti derivanti dalla trasformazione di destinazione d’uso di ambiti già considerati trasformabili dal PRGI vigente e quindi non costitutivi di ulteriore consumo di suolo ma all’interno del consumo di suolo in atto.

2.La tendenza in quasi costante crescita (salvo compensazione censimento, vedi di seguito) della popolazione residente, dimostra un potenziale attrattivo del territorio considerato anche in riferimento alle medie della provincia;

3.Data la natura del trascorso socioeconomico del territorio di Divignano, non sono disponibili realtà industriali dismesse da potere trasformare ai fini residenziali.

Per quanto riguarda il punto 1, si propongono quindi dei calcoli disaggregati, riferiti alla proposta di controdeduzione al parere regionale, che comprende quindi notevoli stralci di ambiti residenziali rispetto alla adozione del definitivo di Piano (cfr. Tav.14). - Abitanti residenti = 1.486 (31.12.2012) - Abitanti teorici da conferme ambiti PRGI = 125 ab. - Abitanti teorici derivanti da trasformazioni dell’esistente (ristrutturazioni e ampliamenti) = 210 ab. (150 + 60) - Abitanti teorici da cambi d’uso di ambiti già costitutivi di consumo di suolo = 176 ab. - Abitanti teorici in ambiti costitutivi di nuovo consumo di suolo = 161 ab.

Sono quindi previsti +672 abitanti teorici nella proposta di controdeduzione al parere Regionale, contro +905 abitanti nel definitivo. Di questi 672, occorre tuttavia tener presente che la metà circa (335 ab.) derivano da conferme del PRGI vigente e trasformazioni dell’abitato esistente (quindi, queste ultime, trasformazioni ‘virtuose’). Inoltre 176 abitanti derivano da trasformazioni in ambiti con consumo di suolo in atto e solo 161 da ambiti costitutivi nuovo consumo di suolo.

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______La popolazione residente a Divignano al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 1.445 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 1.485. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 40 unità (-2,69%). Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione. I grafici e le tabelle di questa pagina riportano i dati effettivamente registrati in Anagrafe. La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno. Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

Anno Data rilevamento Popolazione Variazione Variazione Numero Media componenti per residente assoluta percentuale Famiglie famiglia

2001 31 dicembre 1.238 - - - -

2002 31 dicembre 1.262 +24 +1,94% - -

2003 31 dicembre 1.311 +49 +3,88% 497 2,64

2004 31 dicembre 1.317 +6 +0,46% 500 2,63

2005 31 dicembre 1.325 +8 +0,61% 511 2,59

2006 31 dicembre 1.357 +32 +2,42% 522 2,60

2007 31 dicembre 1.420 +63 +4,64% 544 2,61

2008 31 dicembre 1.451 +31 +2,18% 560 2,59

2009 31 dicembre 1.483 +32 +2,21% 567 2,62

2010 31 dicembre 1.472 -11 -0,74% 567 2,60

2011 (¹) 8 ottobre 1.485 +13 +0,88% 579 2,56

2011 (²) 9 ottobre 1.445 -40 -2,69% - -

2011 31 dicembre 1.455 +10 +0,69% 579 2,51

2012 31 dicembre 1.486 +31 +2,13% 595 2,50 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011. (²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.

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Variazione percentuale della popolazione Le variazioni annuali della popolazione di Divignano espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Novara e della regione Piemonte.

Flusso migratorio della popolazione Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Divignano negli ultimi anni. I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune. Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative).

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3.3. Qualità dell’aria

Considerato l’esiguo incremento del numero di abitanti si ritiene che il traffico di tipo privato che andrà ad aggiungersi alla viabilità attuale sarà estremamente ridotto, anche a seguito degli stralci effettuati sulle aree abitative. Malgrado ciò saranno attuati tutti gli accorgimenti atti a minimizzare le emissioni di inquinanti da traffico veicolare, attraverso la realizzazione di interventi in grado di garantire un buon livello di fluidificazione del traffico, in particolare si fa riferimento alla costruzione di rotonde negli incroci di maggior traffico, alla limitazione della velocità e all’eliminazione di punti di arresto del traffico stesso. Relativamente al traffico aggiuntivo derivante dall’area industriale, oltre all’adozione degli stessi interventi, analoghi a quelli previsti per il traffico di tipo privato, sarà richiesto e valutato un idoneo piano del traffico e della viabilità durante l’iter di rilascio delle relative autorizzazioni.

3.4. Risorse idriche

Relativamente alla criticità dell’attraversamento del torrente Agamo in zona di via Repubblica è stata inserita nelle NTA (art. 13) per il settore di territorio a nord-est del PEC produttivo di via Repubblica, una “fascia Ee” dell’Agamo, che deve essere mantenuta inondabile e vegetata e nella quale è prescritta l’invarianza idraulica. Sempre nell’ottica del miglioramento nella gestione delle risorse idriche nel PEC produttivo di via Repubblica, in corrispondenza dell’attraversamento del colatore, in nelle previsioni del SUE stesso Comune di Divignano Rapporto Ambientale – Valutazione Ambientale Strategica del Nuovo Piano Regolatore Generale Comunale –note integrative a seguito della nota prot. N. 31473/DB0831 del 20/11/2013 della Regione Piemonte Luglio 2014 - Pagina 20 di 24

______è prescritta una riorganizzazione dell’area ed un miglioramento del deflusso delle acque, prevedendo uno spostamento del colatore stesso e delle relative fasce di rispetto. Il tracciato, senza restrizioni o restringimenti di alveo, dovrà essere traslato in aderenza al margine sud-ovest dell’area stessa ed a cielo aperto, evitando tombinature. Dovrà essere rispettata l’invarianza idraulica per la gestione sostenibile delle acque meteoriche. Dovrà inoltre essere prevista una cassa di laminazione e il tracciato della nuova viabilità non dovrà interferire con tale manufatto. Il tutto come meglio specificato nel riquadro dedicato della Tavola Geologica di Sintesi n.6.

Inoltre nelle NTA (artt. 14 e 17) è stata inserita la norma relativa allo smaltimento dei reflui zootecnici, in conformità con quanto previsto dal Regolamento n. 10/R 2007 e s.m.i. del 29/10/2007 – Disciplina generale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici e delle acque reflue e programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola (L.R. 29.12.2000, n. 61).

In sede di pianificazione urbanistica si provvederà a privilegiare la raccolta separata delle acque meteoriche e il loro smaltimento in loco tramite sistemi di infiltrazione nel suolo. Sarà inoltre assicurata la fascia di rispetto degli impianti di depurazione, con il vincolo assoluto di inedificabilità.

3.5. Suolo

3.5.1. Suolo come risorsa ecologica-ambientale Al fine di contenere il consumo di suolo sono stati apportati alcuni stralci e modifiche alle previsioni effettuate. Così operando si è passati da un consumo pari a 768.154 mq previsti nel vecchio Piano, ai 732.934 mq previsti con le ultime modifiche apportate. Il consumo in atto è di 703.325 mq e la percentuali di incremento ammissibile del 6 % sul decennio risulta essere pari a 745.525 mq. Con i 731.554 mq in previsione si rimane quindi sotto soglia, come mostrato nella Tav. 13 “Aree edificabili residenziali e superfici urbanizzate”.

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______3.5.2. Suolo agricolo di pregio Al fine di contenere il consumo di suolo agricolo si è limitato il consumo di suolo, attraverso gli stralci proposti, mantenendo sotto il 6% della superficie urbanizzata esistente l’incremento di consumo di suolo ad uso insediativo calcolato nell’arco di un decennio.

3.6. Biodiversità

In riferimento alla necessità di compensazioni per eventuali trasformazioni di aree boscate, si ribadisce che in fase autorizzativa saranno richieste tutti gli adempimenti necessari dalla normativa vigente, ad oggi espressi dalla L.R. 4/2009 e dal D.lgs. 42/2004. Per evitare una errata gestione del patrimonio forestale, si è inoltre provveduto ad inserire all’art. 14 il riferimento normativo relativo alla definizione delle aree boschive, sottolineando che, come indicato dal D.Lgs 227/01 e s.m.i. art. 4 e dalla L.R. 4/09 si deve far riferimento allo stato di fatto dei luoghi.

Ad ulteriore azione di salvaguardia e conservazione del patrimonio naturalistico, è stata inserito nelle NTA che la nuova piantumazione sia esclusivamente di essenze autoctone, sia per le zone interessate dalla Rete Ecologica che per le aree verdi da piantumare. Sempre ad incremento della biodiversità è stata implementata la Rete Ecologica, andando ad individuare un corridoio secondario trasversale in grado di connettere il torrente Agamo con il rio Rito, come mostrato nelle Tavv. 08 - 10 – 11. In ultimo anche la previsione dell’area a verde privato lungo Via Pellizza da Volpedo è stata identificata come fascia di margine della Rete Ecologica.

Relativamente ai boschi percorsi da fuoco, si provvederà a cartografarli attraverso apposito catasto comunale e le NTA, agli artt. 14 e 14 bis, rimandano chiaramente a questa documentazione e alla normativa vigente in materia.

3.7. Rifiuti

Il numero dei nuovi abitanti previsti è pari a +672 abitanti teorici nella proposta di controdeduzione al parere Regionale, contro +905 abitanti nel definitivo. Di questi 672, occorre tuttavia tener

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______presente che la metà circa (335 ab.) derivano da conferme del PRGI vigente e trasformazioni dell’abitato esistente (quindi, queste ultime, trasformazioni ‘virtuose’). Inoltre 176 abitanti derivano da trasformazioni in ambiti con consumo di suolo in atto e solo 161 da ambiti costitutivi nuovo consumo di suolo. Rispetto a questo numero di abitanti ulteriori non sono prevedibili problemi di gestione della raccolta differenziata di rifiuti, in quanto il Comune di Divignano con il Consorzio della Raccolta di rifiuto urbani Medio – Novarese, dotato delle idonee strutture e risorse per far fronte a questo ridotto carico ulteriore. In merito ai rifiuti speciali derivanti dai prodotti dalle nuove eventuali produzioni industriali il rilascio delle relative autorizzazioni alle ditte dovrà prevedere l’obbligo di un’idonea forma di gestione dei rifiuti prodotti, attraverso ditte specializzate ed in coerenza con il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti speciali da attività produttive, commerciali e di servizi.

3.8. Elettromagnetismo

Relativamente agli elettrodotti sono state conformate le NTA all’art. 21, fasce di rispetto, come quanto previsto dalla L.R. 36/2001 e dal D.P.C.M. 8 luglio 2003.

3.9. Impianti produttivi RIR e Aree produttive

Sebbene sul territorio non vi siano insediamenti soggetti ad analisi di rischio industriale e incidentale, viene inserito in normativa di Piano l’obbligo di effettuare una valutazione e analisi del rischio industriale ed incidentale da parte dell’eventuale proponente preliminarmente all’insediamento sul territorio di nuovi insediamenti produttivi (vedi artt. 12 e13 delle NTA).

3.10. Paesaggio

Al fine di mitigare alcune previsioni di trasformazione del territorio che avrebbero causato delle modifiche nella percezione del paesaggio, vengono apportate alcune modifiche e stralci a quanto proposto, come indicato nelle Tav. 11 e 14.

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______Sono state inoltre inserite norme riguardanti la piantumazione di specie autoctone nelle aree verdi e la garanzia di una superficie minima a verde da destinare nelle aree residenziali di nuovo impianto. Deve inoltre essere verificata, come espresso all’art. 7 delle NTA, la coerenza della proposta di trasformazione rispetto ai documenti regionali in materia, predisposti dai settori competenti per paesaggio e ambiente.

Tutti i nuovi interventi inoltre saranno soggetti a studi idi inserimento paesaggistico-ambientale, come previsto all’Art. 7 delle NTA.

In merito invece alle aree a carattere industriale e commerciale è stata inserita (art. 13) la norma relativa all’integrazione in fase di progettazione di tetti e pareti verdi.

Si sottolinea infine come per le aree produttive siano state utilizzate le Linee Guida per le Aree Produttive Ecologicamente attrezzate,estrapolando i contenuti e i criteri coerenti con la dimensione dell’area in argomento.

3.11. Rumore

In merito alla componente in argomento è stata fornita una proposta di aggiornamento del PZA in linea con le ultime osservazioni recepite.

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Cap. 3 - componente Geologica

Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

SOMMARIO

1. CONTRODEDUZIONI COMUNALI GEOLOGICHE ALLE OSSERVAZIONI REGIONALI PROT. 31473/080831 DEL 20/11/2013 ...... 4

MODIFICHE 2014 COMPLESSIVE COMPIUTE NELLA DOCUMENTAZIONE GEOLOGICA DI PRG ...... 5

RELAZIONE D’ESAME: ...... 6

PARERE DEL SETTORE PREVENZIONE TERRITORIALE DEL RISCHIO GEOLOGICO DA CONTRODEDURRE prot. 9308 del 5/2/13 ...... 7

2. NORME GENERALI DI TUTELA GEOAMBIENTALE ...... 13

3. CLASSI DI PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA ...... 15

CLASSE I ...... 17

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP: ...... 17

 Simbologia TAV. 6 GEO : ...... 17

 Descrizione pericolosità: ...... 17

 Indicazioni generali: ...... 17

 Interventi ammessi ...... 17

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere ...... 17

CLASSE II ...... 18

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP: ...... 18

 Sottoclassi: ...... 18

 Simbologia TAV. 6 GEO: ...... 18

 Descrizione pericolosità: ...... 18

 Indicazioni generali: ...... 18

 Indicazioni specifiche per le sottoclassi ...... 19

SOTTOCLASSE II a ...... 19

SOTTOCLASSE II b ...... 19

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 2 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

CLASSE III ...... 20

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP: ...... 20

CLASSE III ...... 20

 INDICAZIONI GENERALI CLASSE III ...... 20

SOTTOCLASSE III a ...... 20

SOTTOCLASSE III b ...... 20

 Sottoclassi: ...... 21

 Simbologia TAV. 6GEO: ...... 21

 Descrizione pericolosità: ...... 21

 Indicazioni generali sottoclasse IIIa ...... 21

 Indicazioni specifiche per le sottoclassi: ...... 22

 Interventi ammessi ...... 22

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere classe III ...... 23

 Interventi ammessi ...... 24

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere ...... 25

INTERVENTI DI RIASSETTO E DI OPERE DI SISTEMAZIONE ...... 26

FASCE DI RISPETTO ...... 28

FASCIA DI RISPETTO DEI CORSI D’ACQUA ...... 28

AREE DI SALVAGUARDIA DELLE OPERE DI CAPTAZIONE ACQUE POTABILI ...... 28

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 3 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

1. CONTRODEDUZIONI COMUNALI GEOLOGICHE ALLE OSSERVAZIONI REGIONALI PROT. 31473/080831 DEL 20/11/2013

A seguito della trasmissione al Comune della relazione d’esame relativa alla pratica avente come oggetto “COMUNE DI DIVIGNANO- Provincia di Novara P.R.G.C. D.C.C. nr. 15 del 12.09,2011 integrata con D.C.C. nr. 1 del 13.02.2012 e nr. 23 del 31.07.2012 Legge regionale nr. 56 del 05.12.1977e s.m.i. e art. 89 della legge regionale nr. 3 del 25.03.2013 Pratica nr. B20230” e nello specifico del parere del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico Area di TO, CN, NO e VB, con data 05.02.2013 prot. gen. n. 3628/0829 si redigono le seguenti integrazioni controdeduzioni.

Tali modifiche derivano anche da un confronto con relativo sopralluogo in sito congiunto effettuato in data 06/03/2014 con il funzionario referente dott. Bedoni Luigi Andrea del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico. Si sono estratti i punti dove veniva trattata la componente geologica e si è controdedotto puntualmente. La seconda parte riporta l’aggiornamento delle norme geologiche di piano.

Di seguito si riporta l’elenco aggiornato degli elaborati geologici di piano:

 Documento: Relazione Geologica e allegati gennaio 2006;

 Documento: Integrazioni geologiche 2014 giugno 2014.

Tavole tematiche:

SIGLA TITOLO DATA

CARTA GEOLOGICO STRUTTUTURALE E DELLA TAV. 1 GEO GENNAIO 2006 CARATTERIZZAZIONE LITOTECNICA DEI TERRENI (1:10.000)

TAV. 2 GEO CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI (1:10.000) APRILE 2007

CARTA GEOMEORFOLOGICA E DEI DISSESTI DI DETTAGLIO TAV. 2 GEObis APRILE 2007 RELATIVA AL TORRENTE AGAMO E AL RIO RITO (1:5.000)

CARTA DELLA DINAMICA FLUVIALE, DEL RETICOLO TAV. 3 GEO IDROGRAFICO MINORE E DELLE OPERE IDRAULICHE GIUGNO 2014 CENSITE (1:10.000)

TAV. 4 GEO CARTA GEOIDROLOGICA (1:10.000) GENNAIO 2006

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 4 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

TAV. 5 GEO CARTA DELL'ACCLIVITA' (1:10.000) GENNAIO 2006

CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITA' TAV . 6 GEO GEOMORFOLOGICA E DELL'IDONEITA' ALL'UTILIZZAZIONE GIUGNO 2014 URBANISTICA (1:5.000)

MODIFICHE 2014 COMPLESSIVE COMPIUTE NELLA DOCUMENTAZIONE GEOLOGICA DI PRG

Inizialmente si riporta una descrizione generale di tutte le modifiche apportate alla documentazione geologica di PRG. Sostanzialmente le modiche apportate hanno riguardato le tavole:

Tav. 3GEO Carta della dinamica fluviale, del reticolo idrografico minore e delle opere idrauliche censite:

 sulla base di nuovi rilievi di approfondimento modificato l’andamento del colatore proveniente da monte (zona area industriale 1) in prossimità dell’intersezione con la via Repubblica;

 aggiunto limitato tratto di colatore – impluvio in prossimità del confine tra le aree residenziali 6 e 7 a valle di via Repubblica come concordato con Enti.

TAV. 6GEO Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica

 modificato la classificazione della perimetrazione dei colatori a monte di via Repubblica in prossimità area industriale 1. Da classe IIC a classe IIIaB. La classe IIC pertanto viene stralciata in quanto non più esistente sul territorio comunale.

 inserito previsione di sistemazione / riorganizzazione dell’intersezione del colatore con la via Repubblica proveniente da monte (zona area industriale 1)

 ampliata classe IIIaB di tratto di colatore esistente in prossimità attraversamento via Repubblica;

 modifica perimetrazione classe IIIaB in prossimità del confine tra le aree residenziali 6 e 7 a valle di via Repubblica a seguito dell’aggiunta limitato tratto di colatore – impluvio in prossimità del confine tra le aree residenziali 6 e 7;

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 5 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

 aggiornamento legenda Tavola 6GEO.

Tavola 15 Azzonamento del territorio comunale e classi di idoneità all’utilizzazione urbanistica:

Si è completamente rivista la tav. 15 recependo le modifiche apportate nella presente documentazione e come di seguito dettagliatamente specificato. Questa tavola ora può essere definita una tavola di sintesi su base catastale.

Mentre per quanto concerne la documentazione si è rivisto:

Relazione Geologica di PRG

 parte seconda della che contiene le norme tecniche geologiche;

Schede di sintesi

 rivisitazione schede aree industriali n. 1 e 2

 stralcio scheda viabilità provinciale

 stralcio scheda rotonda A

Si riportano nel presente documento in grassetto e corsivo le integrazioni / modifiche “geologiche” richieste nelle osservazioni regionali indicate in oggetto e di seguito le relative risposte.

RELAZIONE D’ESAME:

3.1 Proposta di stralcio aree: Area residenziale di completamento 21 e 22 (6 e 7 Geologico)

Si sono apportate modifiche alle TAV. 3GEO Carta della dinamica fluviale, del reticolo idrografico minore e delle opere idrauliche censite, TAV. 6GEO “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica”, TAV. 15 Azzonamento del territorio comunale e classi di idoneità all’utilizzazione urbanistica e alla perimetrazione urbanistica delle aree, concordate in sito con il funzionario referente del settore geologico in modo tale da rendere le aree stesse maggiormente congruenti con l’assetto geologico locale. (Vedi anche risposta al parere geologico).

3.8 Richiesta di verifica osservazioni del Parere del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico da controdedurre

Di seguito saranno trattati puntualmente gli aspetti relativi alle specifiche osservazioni del Parere del Settore Prevenzione Territoriale del Rischio Geologico

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 6 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

3.10 disposizioni in materia di aggiornamento ed adeguamento dell’elenco zone sismiche O.P.C.M. n. 3274/2003 e O.P.C.M. n.3519/2006)"entrata in vigore con D.G.R. n. 4-3084 in data 12.12.2011, il Comune di Divignano è stato inserito in zona 4 di rischio sismico; conseguentemente, si rammentano le disposizioni in materia riportate nelle sopraccitate DD.G.R..

Si è riportato nelle Norme Tecniche (art. 26bis) il richiamo alle disposizioni delle sopraccitate DD.G.R..

3.13 Dalla lettura della cartografia di Piano emerge una non diversificata rappresentazione delle fasce di rispetto dei pozzi di captazione idrica e dei depuratori. Pertanto è necessario diversificare con apposito logo le citate infrastrutture. Infine, in merito alle captazioni idriche presenti sui territorio comunale, è necessario fornire i provvedimenti autorizzativi di riduzione.

Si è provveduto a diversificare la rappresentazione delle fasce di rispetto pozzi e depuratori ed è stato inserito apposito logo sulle infrastrutture. In allegato si trasmettono anche i provvedimenti autorizzativi di riduzione della fasce.

PARERE DEL SETTORE PREVENZIONE TERRITORIALE DEL RISCHIO GEOLOGICO DA CONTRODEDURRE prot. 9308 del 5/2/13

Trasposizione cartografia di sintesi su catastale:

Nella tavola 15 è stata effettuata una trasposizione della cartografia di sintesi dall’aerofotogrammetrico (attuale e che riproduce lo stato di fatto) alla base catastale carta che contiene riferimenti anche morfologici non aggiornati. Non è stato un mero lavoro di adeguamento con deformazioni traslazioni ecc. ma è stato verificato anche l’assetto locale basandosi sugli elementi morfologici più significativi del territorio.

In questa fase le anomalie evidenti di trasposizione individuate sono state riviste graficamente cercando con un lavoro di dettaglio di ottenere il migliore compromesso sempre a favore della sicurezza. L’intento iniziale adottato è stato quello di modificare il meno possibile il documento di partenza.

Si sono quindi sanate le anomalie evidenti messe in luce durante i colloqui con gli Enti e rivisti i punti salienti soprattutto le delimitazioni di sintesi relative al reticolo idrico e viene proposta una nuova cartografia di sovrapposizione (tavola 15) che può essere definita una tavola di sintesi geologica su base catastale. Non si è ritenuto necessario redigere anche una sola tavola di sintesi su base catastale senza azzonamenti urbanistici.

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In ogni caso, data la discrepanza tra la base catastale e la tavola aerofotogrammetria, si è ritenuto opportuno inserire anche una norma di PRG che richiede per gli interventi limitrofi alla classe III, che venga redatto uno specifico approfondimento geologico da parte del richiedente di pdc. Tale verifica dovrà essere validata dall’ufficio tecnico del comune.

La nuova norma inserita nella classe III è di seguito riportata:

in prossimità di limiti di sintesi con la classe III si dovrà obbligatoriamente eseguire un approfondimento geologico che dovrà valutare l’esatta posizione dell’elemento morfologico idrografico e del relativo limite di sintesi su base catastale. Tale approfondimento dovrà essere validato dall’ufficio tecnico del comune. Indicativamente si dovrà mantenere la stessa distanza individuata su tavola di sintesi su base aerofotogrammetria (tavola 6GEO “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica”) basandosi sulla reale posizione dell’elemento idrografico. Qualora si rilevi morfologicamente un ulteriore elemento significativo, si dovrà estendere la perimetrazione dal ciglio dell’elemento idrografico a questo elemento morfologico significativo sempre con soluzioni cautelative rispetto alla sicurezza.

Nella legenda dell'elaborato agli elementi "Erosioni di sponda" e "Punti di possibile tracimazione" non è associato un Indice di pericolosità in quanto ricompresi nella delimitazione Ee del T.Agamo. La perimetrazione risulta congruente a meno dell'allargamento richiesto nella figura n.1 allegata alla nota prot n.140565/sc04 del 29/10/2007, con riferimento al tratto di torrente compreso tra le sezioni di calcolo S1 - S3, tratto dove lo studio sottolinea criticità Idraulica, nonché sono evidenti restringimenti antropici (foto n.1 e n.2 allegate).

Sulla base degli studi effettuati non si è ritenuto opportuno estendere ulteriormente la perimetrazione.

Alla luce delle scelte urbanistiche si ritiene necessario rivalutare il ruolo nel quadro dei dissesti dei "colatori secondari di terreni agricoli sede di impluvi a carattere temporaneo” classificati IIC, per i potenziali effetti incrementali sui dissesto come indicato nelle osservazioni sulle schede di sintesi nuove azioni di piano - aree Industriali n.1 e n.2

Come di seguito specificato i "colatori secondari di terreni agricoli sede di impluvi a carattere temporaneo” sono stati classificati in classe IIIaB recependo le richieste degli enti.

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QUADRO DI SINTESI si ritiene necessario rivalutare la classe IIC posta sui "colatori secondari di terreni agricoli sede di impluvi a carattere temporaneo".

I "colatori secondari di terreni agricoli sede di impluvi a carattere temporaneo” sono stati classificati in classe IIIaB recependo le richieste degli enti.

Elaborato schede di sintesi

Area industriale 1:

La classe IIC è stata trasformata in IIIaB.

Nel PEC produttivo di via Repubblica, in corrispondenza dell’attraversamento del colatore, nelle previsioni del SUE stesso è prescritta una riorganizzazione dell’area ed un miglioramento del deflusso delle acque, prevedendo uno spostamento del colatore stesso e del relativo limite di classe di sintesi come discusso con gli enti. Il tracciato, senza restrizioni o restringimenti di alveo, dovrà essere traslato in aderenza al margine sud-ovest dell’area stessa ed a cielo aperto, evitando tombinature. È stata prevista anche una estensione della classe di sintesi IIIaB al fine di inserire un’area di laminazione a monte dell’attraversamento di via Repubblica. Il tracciato della nuova viabilità non dovrà interferire con tale manufatto. Dovrà essere rispettata l’invarianza idraulica per la gestione sostenibile delle acque meteoriche. Il tutto come meglio specificato nel riquadro dedicato della Tavola 6GEO Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica.

La seguente figura non in scala riporta uno stralcio della proposta di riorganizzazione di dettaglio del settore inserita in tav. 6GEO:

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Area industriale 2

Si è inserito nella specifica scheda che la parte dell’area 2 che interferisce con il settore di territorio Ee dell’Agamo deve essere mantenuta inondabile e vegetata ed è stata prescritta l’invarianza idraulica.

Aree residenziali 6 e 7

La seguente figura riporta un estratto del dettaglio del settore con la nuova perimetrazione urbanistica (Tav 11). Nello specifico è stata traslata l’area edificabile verso settore morfologicamente più elevato e si è creato tra i due lotti un’area a verde (sostanzialmente in un limitato impluvio inserito in tavola 3GEO e quindi riportato in tav. 6GEO).

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Estratto nuova perimetrazione urbanistica relativa ai lotti in oggetto Tav. 11 Azzonamento dell’abitato

La scheda d’ambito geologica non subisce modificazioni in quanto è cambiata la perimetrazione ma le classi di sintesi geologica presenti sono sempre le stesse.

Viabilità provinciale al paragrafo M "modalità esecutive dell’intervento dettagli le prestazioni della previsione viabilistica affinché risulti "trasparente" rispetto al quadro del dissesto rappresentato dall’ampia aera "Ee".

La previsione di viabilità provinciale è stata stralciata.

Nuova Rotonda "A" AI fine di evitare restrizioni e/o restringimenti di alveo si chiede di esplicitare per il "colatore secondario" nelle tavole di piano un nuovo Tracciato a cielo aperto evitando tombinature

La nuova rotonda A è stata stralciata, in ogni caso la nuova proposta di riorganizzazione dell’area, a cui si rimanda, non prevede restrizioni e/o restringimenti di alveo e non prevede nemmeno tombinature. Si rimanda anche alle prescrizioni della relativa scheda di sintesi geologica area industriale 1.

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Si ritiene opportuno inserire nel PRGC degli indirizzi di gestione sostenibile dalle acque meteoriche da attuare per ogni tipologia di intervento e indipendenti dalla classificazione di pericolosità geologica (ad esempio invarianza idraulica).

Si sono inseriti indirizzi di gestione sostenibile dalle acque meteoriche da attuare per ogni tipologia di intervanto e indipendentemente dalla classificazione di pericolosità geologica. Si rimanda all’art. 26 delle NTA.

Norme tecniche di attuazione. Trasporre par 4.1 e 4.2 della relazione geologica nelle NTA poiché hanno contenuto prescrittivo

Si sono trasposte le parti a carattere prescrittivo del par 4.1 e 4.2 della Relazione Geologica.

In merito ai singoli articoli si osserva:

art.2: la norma che elenca gli elaborati costitutivi del piano è priva dei riferimenti agli elaborati contenuti nella delibera n.23/2012 sotto la voce "Elaborati idrogeologici". In particolare a quelli prescrittivi cha costituiscono adeguamento al PAl ed alla C.P.G.R. 7/LAP/96.

Nell’art. 2 si sono inseriti i riferimenti agli elaborati contenuti nella delibera n.23/2012 sotto la voce "Elaborati idrogeologici". In particolare a quelli prescrittivi cha costituiscono adeguamento al PAl ed alla C.P.G.R. 7/LAP/96.

Art.21 La norma relativa alle fasce di rispetto dei corsi d'acqua è incongruente in quanto nelle tavole di piano non sono individuate le suddette fasce di rispetto, né le individuano le tavole geologiche. L'invito alla redazione di una "Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica" su base catastale è I'occasione anche per tracciare le fasce di rispetto ai sensi del R.D. n.523/1904.

Sono state riportate le fasce di rispetto del torrente Agamo e del rio Rito su base catastale inoltre si rimanda a quando già specificato all’inizio del documento nella “Trasposizione cartografia di sintesi su catastale”.

Art.28 Con riferimento alle osservazioni precedentemente espresse in merito alla classe IIC, la norma può essere l'occasione per esplicitare che, indipendentemente dalla pericolosità geologica, i colatori non sono aree idonee all'utilizzo urbanistico.

Si è modificata la classe IIC in classe IIIaB e di conseguenza si è specificato che i colatori non sono aree idonee all'utilizzo urbanistico

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2. NORME GENERALI DI TUTELA GEOAMBIENTALE

Su tutto il territorio comunale non sono ammessi:

 prelievi non autorizzati di acque superficiali;

 prelievi non autorizzati di acque sotterranee;

 scarichi non autorizzati di acque o reflui nei corpi idrici superficiali;

 dispersioni non autorizzate di acque o reflui sul suolo e nel sottosuolo;

 stoccaggi non autorizzati di rifiuti;

 stoccaggi non autorizzati di materiali inerti provenienti da scavi e demolizioni;

 gli innalzamenti artificiali del piano campagna dovranno essere realizzati previa asportazione della vegetazione e recupero dello strato di terreno agrario, (in modo tale da consentire il regolare drenaggio e deflusso delle acque anche nelle aree circostanti) e con la valutazione degli eventuali cedimenti provocati. Inoltre l’innalzamento artificiale del piano campagna può essere effettuato solo con materiali idonei ai sensi della vigente normativa sui rifiuti e solo nel rispetto delle fasce imposte dal R.D. 523/1904, delle zone inondabili e delle zone in classe IIIa, senza alterare il naturale scolo delle acque, conservando il più possibile la capacità di infiltrazione e di laminazione della superficie originaria e con minima alterazione del ciclo idrologico.

 non sono ammesse coperture dei corsi d’acqua, salvo che per opere di attraversamento viabilistico;

 per le opere di attraversamento dei corsi d’acqua è sempre prescritta la tipologia “a rive piene” cioè senza restringimenti della sezione di regolare deflusso mediante tombinature o similari;

 non sono ammessi manufatti in materiali sciolti che possono ostruire o restringere la sezione di regolare deflusso e allo stesso modo non sono ammesse recinzioni o muri di cinta che peggiorino la stabilità delle sponde, che restringano le sezioni di deflusso e non consentano il regolare deflusso delle acque;

 non sono ammessi accumuli di scarti vegetali provenienti dalle pratiche agrarie e dalla manutenzione di parchi e giardini.

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 in generale dovrà essere rispettata l’invarianza idraulica per la gestione sostenibile delle acque meteoriche

 si dovranno in genere preservare quelle aree umide nei boschi limitrofe ai colatori secondari che in occasione di persistenti e/o intense precipitazioni fungono sostanzialmente da cassa di laminazione

Con riferimento agli obblighi previsti dagli art. 915, 916, 917 del C.C., relativi al mantenimento delle condizioni degli alvei e del regolare deflusso delle acque, tali obblighi sono estesi a tutte le zone di pertinenza dei corsi d’acqua;

Per quanto riguarda le distanze di fabbricati e manufatti dai corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle acque pubbliche, nonché da quelli appartenenti al pubblico demanio ancorché non iscritti negli elenchi, ai sensi dell’art. 96 lett. f) del “Testo Unico delle disposizioni di legge sulle opere idrauliche”, approvato con R.D. 25/07/04 n.523, le prescrizioni di PRG relative alle fasce di rispetto dei corsi d’acqua assumono l’efficacia di “disciplina locale” ai sensi ed alle condizioni previste dalla Circ. PRG n.14/LAP/PET dell’8/10/98 e s.m.i..

I progetti di opere pubbliche e private, da realizzarsi sul territorio comunale devono essere corredati già in fase istruttoria, nei casi e con le modalità previste dal D.M. 11 marzo 1988 n.127, dalle relative Istruzioni Applicative di cui alla Circ. LL.PP. del 24 settembre 1988 n. 30483, dai risultati di indagini geotecniche e ove necessario geologiche e da quanto indicato nel D.M. 14 gennaio 2008 e s.m.i : “Norme Tecniche per le Costruzioni”.

I risultati delle indagini, degli studi e dei calcoli geotecnici devono essere esposti in una “Relazione Geotecnica”, che costituirà parte integrante degli elaborati progettuali e sarà firmata da professionisti abilitati. Nei casi in cui il D.M. 11 marzo 1988, n.127 prevede anche lo studio geologico, dovrà essere redatta una “Relazione Geologica” a firma di professionisti abilitati e parte integrante del progetto. Relazione Geologica e Relazione Geotecnica devono essere reciprocamente coerenti.

Le indagini sui corsi d’acqua devono sempre prevedere una “Relazione idrologica ed idraulica” che, partendo dai dati meteoclimatici, geologici, geomorfologici del bacino, possa valutare la massima piena. Le relazioni tecniche dei progetti di regimazione devono essere corredate da “Relazioni Idrauliche” che dimostrino la compatibilità delle opere previste con gli episodi di massima piena ipotizzati. Inoltre nell’elaborazione di tali relazioni deve essere valutata la possibilità di mantenimento di eventuali zone di laminazione ove esse esistono.

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 14 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014 3. CLASSI DI PERICOLOSITÀ GEOMORFOLOGICA

Il P.R.G.C. individua quelle porzioni di territorio che per caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche del territorio presentano condizioni omogenee di pericolosità, indipendentemente dall’utilizzo antropico.

L’intero territorio comunale è suddiviso in zone, a ciascuna delle quali è stata fatta corrispondere una classe di pericolosità geomorfologica all’utilizzazione urbanistica ai sensi della Circ. P.G.R. nr. 7/LAP del 08/05/1996 .

Le zone relative a ciascuna classe sono rappresentate sul seguente elaborato grafico, che costituisce parte integrante delle presenti Norme Tecniche di Attuazione:

Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica relativa alle aree destinate a nuovi insediamenti, completamenti ed interventi pubblici di particolare rilevanza estese ad un intorno significativo (elaborato di terza fase ai sensi del punto 1.2.3 della Circ. 7/LAP ) alla scala 1:5000. TAV. 6 GEO

L’inserimento di una zona in una determinata classe di idoneità urbanistica non esime i soggetti attuatori degli interventi ad adeguare gli interventi stessi alle condizioni del suolo, indipendentemente dal regime prescrittivo o normativo vigente sull’area interessata.

In tutte le classi permane comunque l’efficacia di tutte le norme vigenti, nazionali e regionali, di carattere geologico, geotecnico, idrogeologico ed idraulico.

Nel seguente paragrafo vengono definite le norme di tipo geologico relative alle singole classi; per ogni classe vengono specificati i seguenti punti:

TITOLO DESCRIZIONE

E' la definizione della classe di pericolosità così Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP come riportata nel testo della Circolare P.G.R. nr. 7/LAP del 08/05/1996

Sottoclassi Eventuale suddivisione della classe in sottoclasse

Simbologia TAV. 6 GEO Indica la retinatura utilizzata nella tavola 6 GEO

Fornisce una descrizione della pericolosità Descrizione pericolosità geomorfologica, geologica ed idrogeologica relativa alla specifica classe

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Forniscono le indicazioni e le prescrizioni comuni Indicazioni generali alla classe di appartenenza e alle eventuali sottoclassi

Indicazioni specifiche per le Forniscono indicazioni e prescrizioni specifiche sottoclassi applicabili alla sottoclasse di appartenenza

Elenco delle tipologie di interventi ammessi nelle Interventi ammessi classi e nelle sottoclassi

Documentazione da produrre ed Indica la documentazione da redigere e le indagini indagini da compiere da compiere relative all'intervento previsto

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CLASSE I

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP:

“Porzioni di territorio dove le condizioni di pericolosità geomorfologica sono tali da non porre limitazioni alle scelte urbanistiche; gli interventi sia pubblici che privati sono di norma consentiti nel rispetto delle prescrizioni del D.M. 11 marzo 1988”.

 Simbologia TAV. 6 GEO :

Retino verde barrato obliquo pieno.

 Descrizione pericolosità:

Assenza di particolari pericolosità; si tratta di aree pianeggianti e/o con deboli dislivelli ed eventuale presenza di terreni di copertura a granulometria fine .

 Indicazioni generali:

Nelle aree soggette a tale classe non si applicano norme particolari oltre a quelle previste dalla legislazione specifica sulle norme geotecniche e sull’eventuale vincolo idrogeologico (L.R. 45/89).

Si prescrive ugualmente per progetti di notevole entità e volumetria la verifica delle condizioni geologiche e geotecniche dei terreni di fondazione.

L’assenza di problematiche particolari non esime i soggetti attuatori degli interventi ad adeguare gli interventi stessi alle condizioni del suolo e alla stabilità dell’area.

 Interventi ammessi

Ammessi tutti gli interventi compatibili con le destinazioni di P.R.G.

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere

Relazione geologica e geotecnica con esecuzione di indagini in sito soprattutto per interventi che incidono in maniera significativa sul territorio ( es.: piani di lottizzazioni, capannoni industriali e/o commerciali ecc.)

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CLASSE II

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP:

“Porzioni di territorio nelle quali le condizioni di moderata pericolosità geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l’adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici esplicitati a livello di Norme di attuazione ispirate al D.M. 11 marzo 1988 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente nell’ambito del singolo lotto edificatorio o dell’intorno significativo circostante. Tali interventi non dovranno in alcun modo incidere negativamente sulle aree limitrofe, né condizionare la propensione all’edificabilità”.

 Sottoclassi:

Sul territorio comunale vengono identificate le sottoclassi:

SOTTOCLASSE II a

SOTTOCLASSE II b

 Simbologia TAV. 6 GEO:

SOTTOCLASSE II a: retino giallo barrato obliquo pieno

SOTTOCLASSE II b: retino azzurro barrato obliquo pieno/tratteggiato

 Descrizione pericolosità:

Pericolosità moderata determinata da morfologia articolata.

SOTTOCLASSE II a : Versanti a bassa acclività (da 5° a 10°) edificati e non edificati in cui le caratteristiche geotecniche dei terreni presenti risultano essere compatibili con l’acclività stessa e dove il deflusso delle acque di precipitazione può determinare erosioni e/o dissesti superficiali non controllati.

SOTTOCLASSE II b: Versanti a media acclività (da 10° a 20°) edificati e non edificati in cui le caratteristiche geotecniche dei terreni presenti risultano essere compatibili con l’acclività stessa e dove il deflusso delle acque di precipitazione può determinare erosioni e/o dissesti superficiali non controllati.

 Indicazioni generali: – Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 18 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014

Le aree ricadenti nei seguenti ambiti risultano edificabili con prescrizioni e con l'obbligo della presa d'atto, mediante autocertificazione, da parte dei titolari della Concessione Edilizia dell’entità del rischio connesso.

A tal riguardo ogni intervento dovrà essere eseguito prevedendo in fase di progettazione la modellazione:

geologica e geotecnica del sottosuolo (eseguita mediante indagini geognostiche);

idrogeologica (eseguita mediante indagini geoidrologiche) si dovranno anche esaminare gli aspetti connessi alla regimazione ed al riassetto del reticolato idrografico minore a scala locale e si dovrà verificare che l'intervento non comporti il peggioramento delle condizioni idrologiche circostanti. Inoltre si devono attuare quegli interventi volti a favorire il regolare deflusso nonché lo smaltimento e la regimazione delle acque superficiali.

 Indicazioni specifiche per le sottoclassi

SOTTOCLASSE II a

In tale classe le relazioni geologiche e geotecniche redatte ai sensi del DM 11/3/1988 e del D.M. 14 gennaio 2008 e s.m.i : “Norme Tecniche per le Costruzioni” dovranno esaminare prioritariamente le condizioni di stabilità del pendio determinate dall’intervento in relazione all'acclività del versante stesso, con particolare riferimento alla stabilità dei fronti di scavo di fondazione, dei riporti, delle opere di sostegno soprattutto in relazione alla eventuale presenza di fenomeni di ruscellamento concentrato, di circolazione di acque sotterranee e di terreni con caratteristiche geotecniche mediocri.

SOTTOCLASSE II b

Stesse indicazioni della SOTTOCLASSE II a con maggiore attenzione verso l'analisi di stabilità del versante e del complesso opera-versante.

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CLASSE III

 Definizione ai sensi della Circ. 7/LAP:

CLASSE III

“Porzioni di territorio nelle quali gli elementi di pericolosità geomorfologica e di rischio, derivanti questi ultimi dalle urbanizzazioni dell’area, sono tali da impedirne l’utilizzo qualora inedificate, richiedendo viceversa la previsione di interventi di riassetto territoriale a tutela del patrimonio esistente”.

 INDICAZIONI GENERALI CLASSE III

In prossimità di limiti di sintesi con la classe III si dovrà obbligatoriamente eseguire un approfondimento geologico – topografico che dovrà valutare l’esatta posizione dell’elemento morfologico idrografico e del relativo limite di sintesi su base catastale. Tale approfondimento dovrà essere validato dall’ufficio tecnico del comune. Indicativamente si dovrà mantenere la stessa distanza individuata su tavola di sintesi su base aerofotogrammetrica (tavola 6GEO “Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell’idoneità all’utilizzazione urbanistica”) basandosi sulla reale posizione dell’elemento idrografico. Qualora si rilevi morfologicamente un ulteriore elemento significativo, si dovrà estendere la perimetrazione dal ciglio superiore dell’elemento idrografico a questo elemento morfologico significativo sempre con soluzioni cautelative rispetto alla sicurezza.

SOTTOCLASSE III a

“Porzioni di territorio inedificate che presentano caratteri geomorfologici o idrogeologici che le rendono inidonee a nuovi insediamenti. Per le opere infrastrutturali di interesse pubblico altrimenti localizzabili vale quanto già indicato all’art. 31 della L.R. 56/77”.

SOTTOCLASSE III b

“Porzioni di territorio edificate nelle quali gli elementi di pericolosità geologica e di rischio sono tali da imporre in ogni caso interventi di riassetto territoriale di carattere pubblico a tutela del patrimonio urbanistico esistente. In assenza di tali interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico quali, a titolo di esempio, interventi di

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 20 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014 manutenzione ordinaria, straordinaria, risanamento conservativo; per le opere di interesse pubblico non altrimenti localizzabili varrà quanto previsto all’art. 31 della LR 56 / 77. Nuove opere o nuove costruzioni saranno ammesse solo a seguito dell’attuazione degli interventi di riassetto e dell’avvenuta eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità”.

 Sottoclassi:

Sul territorio comunale vengono identificate le sottoclassi:

SOTTOCLASSE III a ulteriormente suddivisa in due sottoclassi in relazione alla tipologia di pericolosità:

SOTTOCLASSE III a A

SOTTOCLASSE III a B

SOTTOCLASSE III b articolata in: SOTTOCLASSE III b 3

 Simbologia TAV. 6GEO:

SOTTOCLASSE III a A : retino marrone orizzontale barrato pieno

SOTTOCLASSE III a B : retino viola orizzontale barrato pieno

SOTTOCLASSE III b3 : retino zig zag pieno

 Descrizione pericolosità:

SOTTOCLASSE III a A : aree di esondazione non edificate del T. Agamo e del Rio Rito

SOTTOCLASSE III a B: impluvi con concentrazione di acqua durante intense precipitazioni

SOTTOCLASSE III b3 : aree di esondazione edificate del T. Agamo

 Indicazioni generali sottoclasse IIIa

Per le aree comprese nelle classi III sono richiamate le norme tecniche del Piano Assetto Idrogeologico.

La SOTTOCLASSE III a si identifica nell’ambito della CLASSE III in quanto:

 rappresenta porzioni di territorio ad elevata pericolosità geologica;

 non edificata;

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 i necessari interventi di riassetto e difesa del patrimonio esistente non possono essere risolti, come per la CLASSE II, attraverso l'adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici realizzabili a livello di progetto esecutivo nell'ambito del singolo lotto edificatorio o dell'intorno significativo circostante, ma devono essere affrontati mediante interventi di riassetto;

E’ rappresentata quindi da aree generalmente inedificate le cui caratteristiche geomorfologiche le rendono inidonee a nuovi insediamenti.

 Indicazioni specifiche per le sottoclassi:

SOTTOCLASSE III a A

Tale classe è applicata alle fasce di rispetto del T. Agamo delimitata con criterio idraulico- geomorfologico e del Rio Rito delimitata sia con criterio geometrico (10 metri per lato dal ciglio superiore dell'alveo di normale deflusso) sia con criterio geomorfologico nelle aree di maggiore criticità idraulica.

SOTTOCLASSE III a B

E’ rappresentata da aree generalmente inedificate costituite da impluvi sviluppati lungo versanti per lo più boscati ad elevata acclività con concentrazione di acqua durante intense precipitazioni.

 Interventi ammessi

Nelle aree comprese nelle SOTTOCLASSI III a sono ammessi solo i seguenti interventi, i cui progetti siano redatti sulla base di rigorosi accertamenti geologici, geotecnici, idrogeologici ed idraulici che stabiliscano gli accorgimenti tecnici atti a garantire la fattibilità degli interventi stessi nell’ambito di requisiti di sicurezza propria e tali da non aggravare la situazione di pericolosità esistente con l'obbligo della presa d'atto, mediante autocertificazione, da parte dei titolari della Concessione Edilizia dell’entità del rischio connesso:

 le opere previste dal Piano Territoriale e quelle che abbiano conseguito la dichiarazione di pubblica utilità;

 le opere pubbliche non altrimenti localizzabili attinenti la viabilità, la produzione ed il trasporto di energia, le reti e gli impianti di depurazione, le telecomunicazioni ed altre attrezzature per l’erogazione di pubblici servizi;

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 le opere attinenti la regimazione e l’utilizzo delle acque, compresi i pozzi, le captazioni sorgive, le derivazioni e gli attingimenti di acqua, purché adeguatamente eseguiti e concessi dagli Enti competenti;

 le opere attinenti le sistemazioni idrogeologiche e tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di difesa esistenti;

 l’eliminazione di eventuali tratti coperti dei corsi d’acqua e l’adeguamento funzionale delle tombinature;

 le strade e piste di servizio di attività agro-silvo-pastorali approvate dal Servizio Regionale Economia Montana e Foreste chiuse al traffico e della larghezza massima tra i cigli di metri 3.00;

 i percorsi pedonali o ciclabili, quando non altrimenti localizzabili;

 le attività estrattive autorizzate ai sensi della L.R. 22/11/78, n. 69;

 le piantumazioni secondo le disposizioni legislative vigenti, con particolare riferimento al Piano Stralcio delle Fasce Fluviali; il mantenimento delle limitate attività agricole in atto; le attività colturali che non costituiscono ostacolo al regolare deflusso delle acque;

 la recinzione dei terreni purché le opere progettate non modifichino il percorso dell’alveo naturale ed il relativo naturale deflusso delle acque, anche in occasione di piene eccezionali.

Nel caso della presenza di edifici isolati non evidenziati dalla cartografia, si applicano le limitazioni previste alla SOTTOCLASSE III b3 .

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere classe III

Presa d'atto, mediante autocertificazione, da parte dei titolari della Concessione Edilizia dell’entità del rischio connesso.

Relazione geologica e geotecnica con esecuzione di indagini in sito, in più dovranno essere eseguiti approfonditi studi in relazione alla problematica geologica individuata nella specifica sottoclasse (vedi descrizione pericolosità). Le relazioni idrauliche dovranno dimostrare la compatibilità degli interventi senza modificare sensibilmente la capacità di invaso e i tempi di corrivazione relativi al corso d’acqua in oggetto.

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Indicazioni generali SOTTOCLASSE III b3

La SOTTOCLASSE III b3 si identifica nell’ambito della SOTTOCLASSE III b in quanto:

 rappresenta porzioni di territorio ad elevata pericolosità geologica;

 edificata;

 i necessari interventi di riassetto e difesa del patrimonio esistente non possono essere risolti, come per la CLASSE II, attraverso l'adozione ed il rispetto di modesti accorgimenti tecnici realizzabili a livello di progetto esecutivo nell'ambito del singolo lotto edificatorio o dell'intorno significativo circostante, ma devono essere affrontati mediante interventi di riassetto;

Si tratta quindi di aree edificate e parzialmente edificate comprese all'interno delle fasce del T. Agamo delimitata con criterio idraulico-geomorfologico, in cui si rende necessaria la presenza di efficaci opere di attuazione o eliminazione della pericolosità o, nel caso di insufficienza di tali opere, la realizzazione di Progetti Pubblici di Riassetto Idrogeologico.

Nelle aree in SOTTOCLASSE III b3 il Piano Regolatore verifica di norma l'efficacia delle opere di difesa o individua la necessità di ulteriori verifiche o di realizzazione di intervento di riassetto.

 Interventi ammessi

Nelle zone delimitate dalla SOTTOCLASSE III b 3, è da escludere la realizzazione di nuove unità abitative insediamenti e/o completamenti. Sono solo ammessi interventi che comportino un modesto aumento del carico antropico a seguito della realizzazione di opere e interventi di riassetto.

Quanto indicato dalla Circolare 7/LAP: “In assenza di […] interventi di riassetto saranno consentite solo trasformazioni che non aumentino il carico antropico…”, va inteso: in senso generale, in funzione del grado di pericolo, in funzione della possibilità di mitigazione del rischio ed in relazione al numero di abitanti già presenti nella zona.

Pertanto si ritiene che per "aumento del carico antropico" si può intendere l'insediamento di nuovi nuclei famigliari che comportano l'edificazione e/o l'ampliamento sostanziale di nuove unità abitative complete di infrastrutture.

Tale interpretazione può essere estesa agli ambiti della SOTTOCLASSE III a, nel rispetto di quanto sopra indicato e di quanto riportato al punto 6.2. della Nota Tecnica Esplicativa della Circ. 7/LAP.

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Si possono quindi considerare accettabili:

 gli adeguamenti che consentano una più razionale fruizione degli edifici esistenti senza aumento di volumetria ed evitando di utilizzare e/o creare spazi interrati o seminterrati;

 gli adeguamenti igienico-funzionali (es: si intende quindi possibile: la realizzazione di ulteriori locali interni, il recupero di preesistenti locali inutilizzati, pertinenze quali box, ricovero attrezzi)

Eventuali altri interventi potranno essere realizzati solo quando viene completato l’iter procedurale per la realizzazione di opere di sistemazione volte alla difesa del territorio.

Pertanto le aree ascritte in tale classe dovranno essere inserite in un cronoprogramma delle opere di riassetto in relazione alla tipologia della pericolosità.

 Documentazione da produrre ed indagini da compiere

Presa d'atto, mediante autocertificazione, da parte dei titolari della Concessione Edilizia dell’entità del rischio connesso.

Relazione geologica e geotecnica con esecuzione di indagini in sito, in più dovranno essere eseguiti approfonditi studi in relazione alla problematica geologica individuata nella specifica sottoclasse (vedi descrizione pericolosità). Le relazioni idrauliche dovranno dimostrare la compatibilità degli interventi senza modificare sensibilmente la capacità di invaso e i tempi di corrivazione relativi al corso d’acqua in oggetto.

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INTERVENTI DI RIASSETTO E DI OPERE DI SISTEMAZIONE

Le presenti norme danno la possibilità di prevedere Progetti Pubblici di Riassetto e di Opere di Sistemazione mirati all’eliminazione e/o riduzione del rischio in aree del territorio comunale sulle quali il Piano Regolatore ha ravvisato una elevata pericolosità geologica ed un conseguente elevato rischio quali ad esempio aree in SOTTOCLASSE III b3 quindi aree parzialmente o completamente edificate.

La procedura (progettazione, realizzazione e collaudo) per la realizzazione delle opere di sistemazione volte alla difesa del territorio potrà essere gestita dall’Amministrazione Comunale o da altri soggetti pubblici o privati che hanno interesse nell’attuazione delle previsioni urbanistiche.

L’Amministrazione Comunale, fatte salve le procedure di approvazione da parte delle autorità competenti, condurrà inoltre la verifica, al termine dei lavori, della funzionalità delle suddette opere in relazione alla minimizzazione del rischio.

Tali Progetti devono esplicitamente far riferimento agli obiettivi di minimizzazione della pericolosità geomorfologica o della vulnerabilità delle aree urbanizzate, alle caratteristiche e alle modalità di realizzazione delle opere in relazione agli obiettivi, alle modalità di verifica dell'avvenuta eliminazione e/o minimizzazione del rischio.

La completa esecuzione delle opere previste dai Progetti Pubblici di Riassetto può trasformare interamente o parzialmente le condizioni di fruibilità urbanistica, secondo quanto previsto dalle presenti norme per ciascuna classe e secondo quanto esplicitato nell'ambito del Progetto stesso, approvato dagli Enti pubblici preposti e verificato in sede di collaudo delle opere, con preciso riferimento alla avvenuta eliminazione o minimizzazione della pericolosità ed esplicitazione di quali settori siano stati messi in sicurezza e quali permangano a rischio.

L’Amministrazione Comunale potrà procedere alla realizzazione delle opere di riassetto per l’eliminazione e/o minimizzazione della pericolosità anche attraverso strumenti esecutivi quali ad esempio i “Piani Tecnici Esecutivi di Opere Pubbliche” previsti dall'art.47 della L.R. n.56/77,come nelle zone in cui la pericolosità dipenda anche da situazioni esistenti su territori di Comuni limitrofi o comunque quando la progettazione esecutiva comporti un complesso di opere integrate fra di loro, eventualmente di competenza di molteplici Enti, la cui progettazione unitaria comporti vantaggi economici e funzionali. Anche soggetti privati potranno avanzare proposte di Progetti Pubblici e contribuire alle spese per la loro realizzazione, ma tali Progetti dovranno comunque assumere carattere di interesse pubblico, essere recepiti e verificati già in fase progettuale dall'Ente pubblico e

– Geologia & Ambiente – Oleggio (No) [email protected] 26 Regione Piemonte Provincia di Novara Comune di Divignano Integrazioni geologiche 2014 approvati dal Consiglio Comunale. Le sistemazioni idrogeologiche puntuali richieste, concesse ed eseguite da soggetti privati nell'ambito dei singoli lotti di proprietà non possono, pertanto, assumere i1 carattere di Progetto Pubblico di Riassetto Idrogeologico e modificare le caratteristiche di idoneità all’utilizzazione urbanistica prevista dalla cartografia di piano.

Ai sensi della Circ. P.G.R. n.7/LAP i Progetti Pubblici e il Piano di Protezione Civile dovranno essere reciprocamente coerenti.

Vista la situazione di pericolosità geomorfologica del territorio comunale di Divignano, si propone una indicazione di cronoprogramma degli interventi di riassetto e delle opere di sistemazione per le aree incluse nelle SOTTOCLASSI III b3 da approfondire in una ulteriore fase .

TORRENTE AGAMO

INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI E DELLE SISTEMAZIONI IDRAULICHE

Verifica e controllo della funzionalità degli attraversamenti obbligati (ponti)

Realizzazione di opere longitudinali protezione spondale

Pulizia e risagomatura delle sezioni d’alveo

Ripristino opere di protezione spondali esistenti

PROGETTAZIONE

REALIZZAZIONE INTERVENTI

COLLAUDO E MESSA IN SICUREZZA

MANUTENZIONE ORDINARIA E STRAORDINARIA OPERE REALIZZATE

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FASCE DI RISPETTO

FASCIA DI RISPETTO DEI CORSI D’ACQUA

Per le fasce di rispetto dei corsi d'acqua il PRGC individua cartograficamente, nelle Tavole di Piano, ai sensi della LR 56/77 smi, art. 29, lettere b), c), e L.R. 25/03/2013 n. 3 art. 45, una fascia di rispetto inedificabile per il Torrente Agamo ed il Rio Rito.

Laddove non individuata cartograficamente, si applica una profondità minima di:

ml 100 per fiumi, torrenti e canali non arginati;

ml 25, dal piede esterno degli argini maestri per fiumi, torrenti e canali arginati.

Inoltre, lungo il corso del T. Agamo e del Rio Rito compresi negli elenchi delle acque pubbliche di cui al RD 1775/33, è istituita una fascia della profondità di ml 150 dalle relative sponde o piede degli argini, ove vige il vincolo procedurale di cui al DLgs 490/99, art. 146 (ex Legge 431/85).

Inoltre ai sensi dell’art. 41 del D.Lgs. 152/99 si evidenzia che per tutto il territorio comunale è fatto divieto di copertura dei corsi d’acqua, tranne per le eccezioni previste dalla legge; tale divieto deriva dall’esigenza di tutela dei corpi idrici stabilita dallo stesso D.Lgs.

AREE DI SALVAGUARDIA DELLE OPERE DI CAPTAZIONE ACQUE POTABILI

Secondo la legislazione nazionale la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano è normata dal DPR 236/88 e dal Dlgs 152/99 e in particolare nel caso specifico dall’articolo 21 del DLgs 152/99 e s.m.i. (DLgs. 18/08/2000) a cui si rimanda e se ne riporta uno stralcio:

 la zona di tutela assoluta è costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni o derivazioni: essa deve avere un’estensione in caso di acque sotterranee e, ove possibile per le acque superficiali, di almeno dieci metri di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente protetta e adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio.

 la zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata in relazione alla tipologia dell’opera di presa o captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa.

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Per dimensionare correttamente le fasce di rispetto dei pozzi comunali si è optato, come prevede la Del.G.R. n. 102-45194 del 26/04/1995 e come suggeriscono le linee guida della Regione Piemonte, per l’applicazione del criterio cronologico.

Ciò “consiste nel dimensionare un’area in funzione del tempo considerato come tempo di sicurezza impiegato dall’acqua a percorrere un determinato spazio”.

Il responso della valutazione della vulnerabilità dell’acquifero nonchè delle caratteristiche idrogeologiche permette, in base ai dettami della Del.G.R. n. 102-45194 del 26/04/1995 ed in accordo con l’Amministrazione Comunale, nonché con quanto certificato dalla Regione Piemonte Direzione Pianificazione Risorse Idriche Settore Disciplina dei Servizi Idrici Opere Acquedottistiche, Fognarie e di Depurazione, il dimensionamento delle seguenti fasce di rispetto

zona di tutela assoluta: raggio di 10 metri dal pozzo;

zona di rispetto ristretta: delimitata dall’isocrona 60 giorni;

zona di rispetto allargata: dall’isocrona 180 e/o 365 giorni;

Salvo fatto quanto prescritto dalla determina di approvazione Regionale, Direzione Pianificazione delle Risorse Idriche, ai sensi dell’art. 5 comma 5 e 6 del Dlgs 18 agosto 2000, nr. 258, nella zona di rispetto sono vietati l’insediamento dei seguenti centri di pericolo e lo svolgimento delle seguenti attività:

a) dispersione di fanghi ed acque reflue, anche se depurati;

b) accumulo di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi;

c) spandimento di concimi chimici, fertilizzanti o pesticidi salvo che l’impiego di tali sostanze sia effettuato sulla base delle indicazioni di uno specifico piano di utilizzazione che tenga conto della natura dei suoli, delle colture compatibili, delle tecniche agronomiche impiegate e della vulnerabilità delle risorse idriche;

d) dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche provenienti da piazzali e strade;

e) aree cimiteriali;

f) apertura di cave che possono essere in connessione con la falda;

g) apertura di pozzi ad eccezione di quelli che estraggono acque destinate al consumo umano e di quelli finalizzati alla variazione della estrazione ed alla protezione delle caratteristiche quali- quantitative della risorsa idrica;

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h) gestione di rifiuti;

i) stoccaggio di prodotti ovvero sostanze chimiche pericolose e sostanze radioattive;

l) centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli;

m) pozzi perdenti;

n) pascolo e stabulazione di bestiame che ecceda i 170 chilogrammi per ettaro di azoto presente negli effluenti, al netto delle perdite di stoccaggio e distribuzione. È comunque vietata la stabulazione di bestiame nella zona di rispetto ristretta.

Per gli insediamenti o le attività di cui al comma precedente, preesistenti, ove possibile e comunque ad eccezione delle aree cimiteriali, sono adottate le misure per il loro allontanamento: in ogni caso deve essere garantita la loro messa in sicurezza.

Le regioni e le provincie autonome disciplinano all’interno delle zone di rispetto le seguenti strutture od attività:

fognature;

edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione;

opere viarie ferroviarie ed in genere infrastrutture di servizio;

le pratiche agronomiche e i contenuti dei piani di utilizzazione di cui alla lettera c) del comma 5.

Oltre a quanto sopra esposto le fasce di rispetto sono normate ai sensi del D.P.G.R. 11 dicembre 2006 nr. 15/R, regolamento regionale recante “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano (Legge regionale 29 dicembre 2000, nr. 61)”, a cui si rimanda per completezza.

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