Abito alle Larghe di Funo fin da quando sono nato e posso dire che questo paese è sempre stato antifascista.

Abito alle Larghe di Funo fin da quando una piccola azienda per la lavorazione della pomeriggio si notò un gran movimento di ai fascisti gravi perdite in morti e feriti. sono nato e posso dire che questo paese canapa e inoltre gestivamo l’osteria del brigate nere e di tedeschi in tutta la zona. In seguito, quando venni a sapere nei è sempre stato antifascista. A due passi paese. A quel tempo il podestà di Dapprima non vi furono conseguenze, particolari come si era svolta quell’azione, da qui c’è un altro nucleo abitato che per era Alessandro Bartolotti il quale si era tuttavia nella gente c’era molta apprensione apprezzai meglio la determinazione e il le sue tradizioni socialiste venne chiamato messo in testa di convincere mio padre a perché si sapeva che in questi casi i coraggio dimostrato dai partigiani che «Pietroburgo» fin dal tempo della rivoluzione prendere la tessera del fascio. Ogni volta nazifascisti se la prendevano sempre con l’avevano realizzata. Che si fosse trattato d’ottobre e continua a chiamarsi così anche che lo incontrava tornava alla carica, ma la popolazione. Infatti, a mezzanotte in di un grave colpo subito dal nemico ce oggi. Io credo che l’antifascismo di questa mio padre teneva duro dicendo che lui punto, quando sembrava che il peggio fosse ne accorgemmo subito, anche stando in zona si spieghi in primo luogo per via delle la politica non la capiva e che, se voleva ormai passato, la borgata fu scossa da una carcere, vedendo l’agitazione dei nostri dure lotte che i contadini hanno sempre mantenere la famiglia, non aveva neppure fortissima esplosione. Ci svegliammo tutti di carcerieri. Fin dalla mattina si notò un gran dovuto combattere contro gli agrari, ma il tempo di leggere il giornale. Per questi soprassalto e ci affacciammo alla finestra, nervosismo tra i fascisti. Il più focoso di forse si spiega anche col fatto che fin dalla continui rifiuti mio padre dovette subire mentre il cielo si tingeva di fuoco. I fascisti loro era un certo Dino Fiorini, repubblichino nascita del fascismo questa borgata era molte noie e una volta hanno anche erano dappertutto, avevano incendiato il di San Giorgio e noto giocatore della abitata da molti artigiani, calzolai, sarti, tentato di ucciderlo. Contro la mia famiglia fienile di Amedeo Zambonelli, con alcune squadra di calcio del «». Sapevamo piccoli imprenditori manifatturieri, gente ce l’avevano in modo particolare anche bombe, e sparavano dappertutto come tutti come costui fosse più intelligente nei che faceva un lavoro indipendente e quindi perché mio zio era assessore nella giunta pazzi. piedi che nel cervello, ma quella mattina non era costretta a iscriversi al fascio per socialista di allora e spesso veniva con i Ci dissero di scendere in strada e di non ce ne diede la conferma. Urlando come un lavorare. suoi compagni nella nostra osteria a fare tentare la fuga perché il paese era circondato indemoniato, infatti, ci minacciò duramente Anche noi eravamo artigiani; avevamo delle riunioni. Insomma, qui i fascisti hanno e le case già tutte minate. Io scesi in strada più volte, dicendo testualmente: «Hanno sempre trovato un muro, e ciò spiega com’ero, portando in braccio mia figlia, ma fatto saltare la casa del fascio di Argelato; perché, quando iniziò la resistenza, questa appena fui giù mi strapparono la bimba vi conviene dirci subito chi è stato, tanto vi “La resistenza a Bologna, testimonianze zona si trovò in prima fila nella lotta. Ma dalle braccia e mi caricarono con gli altri fuciliamo tutti ugualmente!». Ora, a parte e documenti, V, p.600. anche le rappresaglie nazifasciste che si sopra un camion che era lì fermo. Quando che essendo prigionieri non potevamo di Luciano Bergonzini sono abbattute qui con estrema violenza si ebbero finito di perlustrare ci portarono alla sapere chi era stato, ma, anche sapendolo, spiegano, secondo me, nello stesso modo. casa di Renzo Verasani un nostro compagno se ci fucilavano ugualmente perché Il fatto culminante accaduto in questo di Funo che aveva una drogheria. Qui avremmo dovuto parlare? Seppi poi che qualche tempo dopo, la sua stessa stupidità Testimonianza di: comune durante la resistenza è stato saccheggiarono e caricarono altri arrestati, l’attacco dei partigiani alla casa del fascio di tra cui Nello Gamberini, Giorgio Zanotti, finì per essergli fatale. Ciò accadde quando Argelato. Le cose andarono così: il 5 agosto Walter Scorzoni e altri, poi ci portarono a tentò di entrare in una brigata partigiana EMO TARTARINI del 1944, a poche centinaia di metri da qui, dove fummo rinchiusi di montagna facendosi passare per un i partigiani giustiziarono un gerarca fascista dentro la scuola. Nella notte arrivò anche partigiano di pianura in trasferimento. Ma e un ufficiale tedesco mentre stavano Irma Bandiera, la coraggiosa staffetta del era talmente conosciuto, sia come giocatore Nato ad Argelato nel 1908. viaggiando insieme in motociletta. Il comando della 7a brigata GAP, che era stata che come fascista, che i primi partigiani che Partigiano nella 4” brigata «Venturoli» gerarca era il famigerato Cavicchi, reggente arrestata a Funo nella casa di suo zio, un lo videro lo riconobbero e lo passarono per le armi. (1944-1945). di Argelato, particolarmente odiato dalla certo Giuseppe Marzocchi, presso cui era popolazione perché aveva sparato su sfollata. Intanto nella scuola l’atmosfera si faceva Coltivatore diretto. alcune donne durante una manifestazione Nella notte tra l’8 e il 9 agosto, come sempre più tesa. In giornata arrivò anche popolare. risposta alle violenze commesse dai fascisti Tartarotti, il comandante di un reparto Rilasciata nel 1977. L’azione dei partigiani avvenne poco in quei giorni, i partigiani fecero saltare speciale della brigata nera di Bologna, dopo mezzogiorno, e fin dalle prime ore del la casa del fascio di Argelato, causando che cominciò subito a interrogarci uno per uno. Aveva un quaderno con degli appunti Come sapemmo in seguito, i fascisti si da Funo, i quali mi portarono un sacco di San Giorgio di Piano, colpendo duramente il e a ognuno di noi faceva delle domande erano lasciati andare a innumerevoli altre provviste, zucchero, sigarette, marmellata, nemico direttamente nella sua tana. precise. Quando toccò il mio turno egli si atrocità. Sopra le macerie della casa del e rimasero a lungo a parlare con me sulla La mia famiglia dovette trasferirsi nella mise a sedere davanti a me e mi chiese se fascio vennero infatti fucilati i prigionieri situazione d’emergenza creatasi in paese vicina frazione di San Giobbe, presso mio conoscevo Dino Cipollani e Cesare Masina, prelevati da San Giorgio, oltre al professore dopo l’attentato. Si fece tardi ed io insistetti suocero; ma i miei guai non erano ancora che erano due dei più attivi organizzatori Oreste Vancini, noto insegnante socialista di perché stessero a dormire da noi per finiti. Pochi giorni dopo, infatti, venni di locali della lotta antifascista. Dissi che li e al compagno Luigi Fariselli prudenza, ma loro rifiutarono dicendo che nuovo catturato dai tedeschi durante un conoscevo, ma che non sapevo niente di San Giorgio di Piano e Enrico Landuzzi di volevano tornare a Funo a vedere cosa c’era rastrellamento. Sparavano all’impazzata della loro attività cospirativa. — «Allora Argelato, prelevati direttamente dalle loro di nuovo. Io dissi che era molto pericoloso per spaventare donne e bambini e per — mi chiese — perché hai messo a loro case. Inoltre erano stati fucilati i due fratelli girare col coprifuoco proprio quella sera e fare uscire tutti dalle case. Agli uomini disposizione il tuo magazzino della canapa Luigi ed Attilio Chiarini, mentre si trovavano mi raccomandai perché andassero almeno guardavano i documenti e facevano una per fare le riunioni con i ribelli?». — Io nel loro campo a lavorare. a dormire fuori casa. Virgilio tenne conto selezione: alcuni li rimandavano in casa e risposi che non poteva essere vero perché La staffetta partigiana Irraa Bandiera delia mia raccomandazione e si salvò; altri li mettevano in tua lungo una siepe, io nel magazzino ci avevo messo degli sfollati. era invece rimasta con noi a San Giorgio, Irma invece, sentendosi tranquilla, si fidò a ero tra questi. Sentii dentro di me che se non — «No — disse lui — noi sappiamo che il tuo piantonata in continuzione. Evidentemente tornare a casa ma venne arrestata. Nella sua fossi riuscito a salvarmi in quel momento magazzino è aperto e che oltre ad ospitare i fascisti sapevano molte cose sul suo conto stanza trovarono un’arma e molti documenti non sarei più tornato vivo a casa mia. Mi gli sfollati serve anche come ritrovo di altre e speravano di avere da lei importanti compromettenti, compresi nomi e fotografie guardai intorno, e, ai momento giusto, con persone, di cui vogliamo sapere nomi e informazioni; per questo non l’avevano di gerarchi fascisti da eliminare. Con tutte un scatto velocissimo feci un saito sotto la cognomi». Era vero; tuttavia dissi che non fatta fucilare insieme agli altri sulle rovine quelle prove a carico ella si presentava siepe. Capii di averla fatta Iranca perché i ne sapevo niente. Allora Tartarotti andò su della casa del fascio. Il giorno dopo, infatti, come un elemento di grande interesse; tedeschi non reagirono. Allora, piano piano, tutte le furie e mi colpì violentemente sulla ella venne portata a Bologna, dove fu per questo venne portata a .Bologna e senza far rumore, cominciai a raspare con le testa con uno sfollagente munito di rostro trovata torturata selvaggiamente e uccisa al torturata. Ma, come tutti sanno e come sta mani tra i rovi per tarmi un posto, riuscendo metallico, facendomi cadere per terra dove Meloncello il 14 agosto 1944. scritto nella stessa motivazione della sua a rannicchiarmi in una piccola tana. Dovetti rimasi per parecchie ore senza conoscenza. medaglia d’oro, «Irma resistette con grande A farla arrestare sembra sia stato il noto rimanere immobile per quattro ore, ma mi I segni di quei colpi li porto ancora oggi, dignità alle torture e non si lasciò sfuggire fascista di San Giorgio, Carlo Cussini, dietro salvai. Tutti gli altri, purtroppo, vennero e per lungo tempo’ ne dovetti soffrire una sola parola. Di tutti i suoi compagni di segnalazione del Marzocchi, cioè dello zio portati via e molti di loro non sono più tornati atrocemente, tanto che quattro anni dopo lotta, nessuno ebbe a subire nulla per colpa che l’ospitava. Questo Marzocchi, oltre ad dai campi di concentramento nazisti. il professor Serra si decise ad operarmi sua». essere amico intimo di Cussini, era anche Quando, qualche anno fa, con l’«Avis», credendo che fosse un tumore e si accorse molto introdotto nell’ambiente fascista di Io venni rilasciato da San Giorgio pochi siamo andati a visitare il campo di sterminio invece che era un vecchio ematoma. San Giorgio. Purtroppo Irma credeva di giorni dopo e me ne tornai a casa di corsa di Auschwitz, ho pensato con raccapriccio Quando rinvenni mi accorsi che alcuni potersi fidare dello zio e forse si sentiva pieno di apprensione. Appena giunto che in quei tremendi forni crematori forse arrestati non c’erano più e chiesi notizie di anche un po’ protetta dalle sue amicizie. alle Larghe di Funo trovai una situazione erano stati bruciati anche quei compagni loro. Mi dissero che dopo l’interrogatorio E ciò probabilmente la indusse a qualche disperata. Sia alle Larghe sia a «Pietroburgo» che furono rastrellati con me quel giorno. E c’era stata una selezione tra i prigionieri: imprudenza. Qualche tempo fa, ricordando le case bruciavano ancora e continuarono ho pensato che avrei potuto esservi bruciato quelli che erano risultati più sospetti furono quegli avvenimenti con alcuni amici, il a far fumo per giorni e giorni. Si disse che anch’io se non ci fosse stata quella siepe trasferiti per punizione, ma non si sapeva dottor Dino Cipollani mi ha raccontato un erano stati adoperati quintali di zolfo; una provvidenziale. nulla di loro. L’unica cosa che riuscimmo a casa di tre piani continuò a bruciare fino particolare che confermerebbe questa tesi. Queste sono le cose che ho visto e sapere fu che i fascisti stavano incendiando a terra; quarantadue famiglie si dovettero — «II giorno in cui venne ucciso Cavicchi che ho subito per colpa dei fascisti e dei le Larghe di Funo e «Pietroburgo». trasferire presso parenti o amici; per mesi e — disse Cipollani — mi trovavo nascosto, tedeschi. Sono orgoglioso e contento di Naturalmente, questa notizia ci riempì di mesi nella zona non passò più anima viva. perché ammalato di pleurite, presso una averle raccontate vere come accaddero e in sgomento, perché in quei luoghi avevamo Nelle settimane seguenti, per far pagare ai base partigiana nella risaia della Valletta modo semplice e umano, nella speranza che le nostre famiglie, le nostre case e le nostre fascisti quell’orribile delitto, i partigiani fecero di Bentivoglio. Nel pomeriggio vennero a possano servire alle nuove generazioni nella cose. Ma la realtà era molto più grave. saltare le case del fascio di Bentivoglio e di trovarmi Irma Bandiera e Virgilio Castelli, loro lotta per un mondo migliore.