Anno XXX—Numero 28 - 5 MAGGIO 2020 Speciale Progetto “Comunità Solidali e Sostenibili“

Attività realizzata col contributo della Regione con risorse del Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Art. 72 D. LGS. 117/17 – Anno 2019

Gabriella Gasperin ra una giornata di ni rami di salice selvatico stibili, come il luppolo già insegnante primavera inoltra- (salez), cioè le venghe, selvatico, chiamato bru- alla scuola primaria ta, il cielo era lim- vengono raccolti tra il 25 scandolo e gli asparagi Villapiana di E di Borgo Valbelluna (Bl) pido e i raggi del sole fil- sottili e verdi molto sapo- travano attraverso i rami riti. illuminando il sottobo- La nonna conosce sco. Lucia e la sua nonna tutte le erbe buone e le stavano percorrendo la usa per preparare cibi “Nonna, guarda strada sterrata, stretta, prelibati, come risotti, con sassolini di pietra cal- frittate e, le preferite dei quegli alberi che carea, che brillavano co- crescono sulle suoi nipoti, le frittelle con me gemme preziose. i fiori ’ d acacia. Ad un rive del fiume, Il boschetto delimitava Il venco, di rametti di salice, tratto arrivarono nei la stradina tortuosa, si essiccati al sole e il giova, per la che affondano le decorticatura pressi di una roggia con loro radici poteva osservare la gran- un ponte di legno. de famiglia dei pioppi, i Nell’acqua giravano le nell’acqua.. Sono bianchi, i neri, i tremuli. luglio e il 24 agosto, ven- pale di tre mulini in mi- i salici!” Con la L’acqua e il vento si diver- gono decorticate con uno niatura costruiti da non- strumento di legno lungo corteccia di tono a trasportare nuovi no Berto e pochi metri semi tutt’intorno, così circa 50 centimetri con più in là si ergeva il suo quello bianco si crescono qua e là anche l’estremità intagliata, cason, dove si trovava faceva l’aspirina ontani, noccioli, querce, detto giova. Poi si metto- con gli amici a giocare a carpini e frassini. no ad essiccare sotto il carte. La nonna disse: e quello ripaiolo sole per uno, due giorni, è buono per i Arrivarono in riva al e si conservano decenni. “A Molin Novo c’era venchi Piave, si sedettero su un Prima della lavorazione un vero mulino. Era della pietrone e ammirarono il devono essere ammorbi- panorama, una vista stu- diti nell’acqua per qual- penda! Davanti a loro si che ora. stagliavano le Dolomiti con le cime ancora inne- Ci ha anche accompa- vate. All’improvviso Lucia gnato lungo il gretto del gridò: “Nonna, guarda Piave. Peccato che la fio- quegli alberi che cresco- ritura giallo oro del cor- no sulle rive del fiume, niolo sia già passata. Non- che affondano le loro ra- no Berto la chiamava la dici nell’acqua.. Sono i mimosa delle grave. Ci ha salici!” Con la corteccia di raccontato che le filatrici quello bianco si faceva succhiavano le bacche del l’aspirina e quello ripaiolo corniolo per produrre sa- è buono per i venchi. liva e inumidire il filo. Il Salice, Salix alba, è un Mentre continuavamo il albero deciduo che ama i Ce lo ha spiegato non- suoli umidi e luminosi. cammino, la nonna pas- no Berto, quando è venu- sava al setaccio il sotto- Il bigol, bastone di legno ricurvo Si trova spesso lungo corsi to a scuola ad insegnarci con due ganci alle estremità, d’acqua ed ha una crescita bosco dove crescono er- che serviva per trasportare piuttosto veloce a costruire i cesti. I giova- be e pianticelle comme- secchi d’acqua

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famiglia Cesa. Aveva un meccani- smo collegato alla ruota esterna che, rivolta in verticale verso la rosta (roggia), veniva mossa dall’acqua che faceva girare le macine. Anche noi portavamo il grano a macinare.” Il boschetto intorno al ramon, come al solito, era pieno di vita. I salici piangenti, dai lunghi rami flessibili, sembra- vano inchinarsi ad un cigno di passaggio, bianco e splendente. Aveva fatto il nido sull’acqua dove con fare guardingo, controllava quello che accadeva intorno alla femmina che stava covando le uova. “Oh, eccoci arrivati al ramon. Ora l’acqua è torbida e piena di alghe, ma una volta le donne ve- nivano qui per risciacquare i pan- Gli Zatteri del Piave, che lungo il fiume ni dopo aver fatto la lisia. Li trasportavano il legname dei boschi del mettevano in Sto pensando a quando la Pia- Cadore fino a Venezia ve era un grande fiume e riempi- (Fonte: Info Dolomiti— foto degli inizi ‘900 un pentolone dell’archivio storico del Museo Etnografico coperti con va tutto l’alveo, era profondo, lar- degli Zatteri del Piave uno straccio, go, si navigava bene con le zattere di Codissago (Bl) sopra il quale che trasportavano legname pro- veniente dai meravigliosi boschi cospargevano della cenere, del Cadore e dell’ e desti- nato a Venezia. Spesso trasporta- vano anche i chiodi e i ferri pro- dotti dalle fucine zoldane, le pie- Un venco con ba- stoni da monta- tre di e quelle da gna di varie fogge molitura di Bolzano Bellunese e Bigol: bilanciere per portare e legni Tisoi, il carbone di legna, prodotti secchi o cesti due per volta poi versavano sopra acqua bollen- caseari, animali ed anche passeg- Bisate: anguille te, lasciando riposare per una geri diretti alla pianura. Quando Cason: casotto di campagna notte. Il giorno seguente toglieva- arrivavano a Cesana dovevano no lo straccio con la cenere e pagare il pedaggio per loro e an- Giova: attrezzo a forcella per mettevano i panni in alcune ceste che per le merci, a seconda del decorticare i rametti di vimini, poi, con l’aiuto del bigol, loro valore. Spesso non trovavano Lisia: candeggiatura dei panni un bastone di legno ricurvo con l’accordo sull’importo, chiedeva- con la cenere di legno no allora l’aiuto del giudice. due ganci alle estremità, si reca- Marsoni: nome dialettale del- vano in questa ansa e iniziavano a Durante la Grande Guerra la lo Scazzone, pesce di torrente risciacquare. Piave ha avuto una grande impor- Ramon: località presso Lentiai Noi bambine le aiutavamo. I tanza, perché con le sue acque ha maschi, invece, costruivano forti fermato il nemico. ma nel corso Salez: salice da vimini immaginari con le bianche pietre degli anni ha dovuto sopportare Venchi: cesti in vimini varie sciagure. Nel 1963 la piena del fondo, pescavano trote e bar- Venghe: rametti del salice bi con la canna, con la rete, con la del Vajont, l’acqua nera, desolata fiocina. Ma la cosa più divertente aveva riempito tutta la piana, por- tava giù alberi, animali, persone. era cacciare i marsoni con le ma- RINGRAZIAMENTI ni, spostando abilmente il sasso Poi, tre anni dopo, la grande dove, ignari della loro sorte, se ne alluvione che ha inondato nuova- Alla base di questo lavoro c'è stavano nascosti. Il nonno caccia- mente tutta la campagna, provo- uno studio sui vari aspetti della va le bisatte lungo la roccia, tua cando tanti danni. Piave svolto con i ragazzi di quin- ta, della scuola primaria di Villa- mamma non voleva mangiarle, E nell’autunno del 2018 Vaia perché diceva che erano bisce..” piana (anno scolastico 2007/08). ha dato il colpo di grazia. Ora la Grazie anche a loro.

Piave è in grande sofferenza e sta Wigwam ringrazia particolar- chiedendo aiuto. Io sono vecchia, mente anche Gabriella Bonda- ma voi giovani dovete lottare per valli di Lentiai per la preziosa farla rinascere” collaborazione.

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