L’ascolto intelligente rivolto alle comunità nel paesaggio-suolo. Il caso di nell’Area Grecanica di Reggio

ABSTRACT

Le comunità si radicano in luoghi-suoli da loro prediletti, in paesaggi, in luoghi da abbandonare solo come reazione estrema a un fenomeno. Ascoltare in modo intelligente le comunità ed i suoli a cui sono legate, con le loro aspettative e bisogni, è uno degli step per massimizzare le opportunità e diminuire i rischi nell’antropizzazione. Inoltre, si prende atto che l’espansione e l’innovazione di servizi e di pratiche legate alla rivoluzione 4.0, tra cui tecnologie per la telemedicina o il soil-monitoring, può avere un ruolo nel rinforzare o riallacciare il legame tra comunità e luoghi-suoli. L’antropizzazione attuale su suolo Italiano si affianca alle strategie e alle politiche attuate per le aree interne, inoltre, contempla anche i luoghi abbandonati – come detto dalla studiosa Christiane Klapisch-Zuberper nel 1973 – per “reazione estrema a nuovi rapporti di forza instauratisi”. Il caso di Roghudi “nuovo” nell’Area Grecanica di , nonostante Roghudi “vecchio” presentasse fenomeni di abbandono dal dopoguerra, è indicativo e confermativo delle parole di Christiane Klapisch-Zuberper. Il di Roghudi “nuovo” divenne un fenomeno di antropizzazione-esilio. Roghudi, spostato di molti km in modo forzato e costruito da zero, è ancora in costante abbandono mentre il vecchio borgo è ammantato da un’aura di nostalgia. Se il terreno è buono una comunità lo lascerà difficilmente. L’esempio di Roghudi indica dove rivolgere l’ascolto per un’antropizzazione che sia sostenibile e che possa far riabitare alcuni luoghi: le comunità & i suoli del paesaggio.

Keywords: Aree interne, suoli, antropizzazione, comunità, paesaggi

Smart listening to reconnect communities & landscape-soils. The case of Roghudi in the Grecanic Area of Reggio Calabria ()

ABSTRACT

The communities take root in soil-places they prefer, in landscapes, they abandon a place only as an extreme reaction to a phenomenon. Smart listening to reconnect communities

Listening the connection between communities and landscape-soils, respectively with their expectations and needs, is one of the steps to maximize opportunities and reduce risks in anthropization. In addition, nowadays innovation of services and practices related to the 4.0 revolution, including telemedicine or soil-monitoring technologies, can play a role in strengthening or reconnecting the link between communities and places-soils.

Nowadays anthropization on Italian soil joins the strategies and policies implemented for inner areas: SNAI (Strategia Nazionale per le Aree Interne). Moreover, such strategies take account of abandoned places - as said by the scholar Christiane Klapisch-Zuberper in 1973 - for "extreme reaction to new power relationships established". The case of "new" Roghudi in the Grecanic Area of Reggio Calabria, although Roghudi "old" had abandonment phenomena since the post-war period, is indicative and confirmation of the words said by Christiane Klapisch-Zuberper.

"New" Roghudi is become a phenomenon of anthropization-exile. Roghudi, forced to move many km and built from zero, is still constantly abandoned while the old village is surraunded by an aura of nostalgia. If the land is good, a community will hardly leave a place. The example of Roghudi indicates where to listen for a sustainable anthropization, sometime with the possibility to repopulate some places: the communities & the soils of the landscape.

Keywords: Inner areas, soils, anthropization, communities, landscape

1. Comunità & suoli

Il rapporto tra popolazione e natura genera paesaggio, così come definito dalla European landscape Convention (ELC) del Consiglio d’Europa (2000). Assumendo la definizione della ELC, il paesaggio non è uno spazio definibile tramite i confini ma uno spazio nello spazio che interessa l’ambito della vita della popolazione, è una “parte di territorio così come è percepita dalle popolazioni” (ELC, 2000) ed è in continuo divenire per via di eventi antropici o naturali. Gli eventi di modifica del paesaggio possono essere catastrofici o meno, a prescindere che questi dipendano da fenomeni antropici, meteorologici, sismici. Assumendo che “paesaggio” dipende dalla percezione delle popolazioni, e che l’azione di tali popolazioni nella modifica del paesaggio dipenda dalla loro sensibilità ai luoghi di paesaggio, si può dedurre che con la parola “paesaggio” è indicato implicitamente il legame sentimentale tra comunità è luogo e tra comunità e suolo.

Il rapporto tra comunità & luogo è differente e sovrapposto a quello che si presenta tra comunità & suolo. In un determinato luogo, in potenza un luogo del cuore per gli abitanti di una comunità, si può determinare un particolare genius loci: un insieme di caratteristiche sociali e culturali, linguistiche e architettoniche, sommate ai ritmi e alle abitudini di una comunità. Tra i fattori che determinano Il genius loci è lapalissiano indicare il suolo in cui si radica una comunità. Il suolo con le sue caratteristiche peculiari può determinare il modus in cui una comunità vi si è radicata: quanto suolo edificabile in potenza? Quanto suolo coltivabile in potenza? Quali infrastrutture necessarie sono edificabili in potenza e secondo orografia? Quanta parte di suolo non corre rischi di dissesto idrogeologico? in quale parte di suolo radicarsi seguendo un determinato fenomeno di antropizzazione? Come agire in modo sostenibile?

Per rispondere a queste domande è sempre d’uopo “ascoltare” o, per meglio dire, monitorare i suoli. Se un terreno permette di dare risposte soddisfacenti alle istanze, alle aspirazioni, alle passioni di una comunità, allora questo sarà difficilmente abbandonato come suggerito dalla studiosa Christiane Klapisch-Zuberper nel 1973. Secondo Klapisch-Zuberper un luogo in cui una comunità è radicata non verrà abbandonato “…se il terreno è buono e non esiste un’altra ragione di carattere più generale, cause come la distruzione, la peste, un’inondazione, un’epidemia, una frana o un terremoto raramente impediscono la ricostruzione di un centro abitato”1 (Klapisch-Zuberper, 1973, p.315). Sempre Klapisch- Zuberper afferma che un terreno verrà abbandonato per “reazione estrema a nuovi rapporti di forza instauratisi”. Rifacendosi alle parole della studiosa tedesca, Sebastiano Nucifora (2001, p.69) constata che Reggio Calabria e Messina non sarebbero state ricostruite più volte se non vi fosse legame tra comunità e suolo (terreno).

Sempre Nucifora (2001), date le considerazioni sui fenomeni di spopolamento, dirà che nella complessità del fenomeno di abbandono:

“è importante valutare la posizione dei centri abitati rispetto alle zone produttive e ai percorsi di collegamento che nel corso del tempo si sono avvicendati nell'essere direzioni predominanti di scambio commerciale e culturale. In ultimo c'è da sottolineare come l'abbandono sia un fenomeno che in alcuni suoi aspetti, è fortemente storicizzato e non ripetibile e che, d'altra parte, in futuro lo conosceremo forse in forme diverse e impensabili.” (Nucifora, 2001, p.69)

A venti anni di distanza dalle parole di Nucifora, durante la rivoluzione 4.0 e con l’avvento di una pandemia, i fenomeni di abbandono persistono ma le istanze delle comunità sono ormai mutate. Gli scambi commerciali e culturali avvengono diversamente, anche a distanza, utilizzando le infrastrutture – quando presenti – nate con e per la rivoluzione 4.0 e che comportano rischi e opportunità nella necessità di anti-fragilità e sostenibilità.

1 Christiane Klapisch-Zuberper in Le forme dell’abbandono (Nucifora, 2001, p. 69).

2. Potenzialità della rivoluzione 4.0 per il non abbandono dei luoghi-suoli

La risposta a fenomeni antropici di abbandono può e deve essere oggi profondamente diversa, oltre che in accordo con i goal di sostenibilità dell’Agenda delle Nazioni Unite2, deve fare i conti con i rischi e le opportunità, in territori fragili, deve tener conto dell’innovazione portata dalla rivoluzione 4.0. Possibilità come la telemedicina e il soil-monitoring possono aiutare a dare risposte, seppur parziali, alle istanze delle comunità e possono essere meglio integrate in strategie territoriali come la Strategie Nazionale per le Aree Interne (SNAI).

Per quanto riguarda la Telemedicina, nel 2012 nasce il Piano d'Azione eHealth 2012-2020 – “Assistenza sanitaria innovativa per il 21° secolo” (2012) – e in una della comunicazione della commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo, al Comitato Economico e Sociale Europeo ed al Comitato delle Regioni, si legge in apertura: “Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT) applicate ai sistemi sanitari e all'assistenza sanitaria possono aumentarne l'efficienza, migliorare la qualità della vita e rilanciare l'innovazione nel settore della salute” (European Commision, 2012) Il primo dei piani d’azione eHealth risale al 2004, da allora la Commissione Europea sviluppa iniziative per la promozione del piano. Nel 2012, a detta della Commissione al Parlamento Europeo, la partecipazione dei paesi a tale piano è stata alta con anche grandi progetti come epSOS3.

Per la telemedicina l’Italia si dota di Linee di indirizzo nazionali nel 2008, a seguito di una comunicazione della Commissione Europea4 dello stesso anno: “Telemedicina a beneficio dei pazienti, dei sistemi sanitari e della società”. Inoltre, ai fini di valutare e monitorare le applicazioni di telemedicina, a seguito di apposita convenzione stipulata con il Ministero della Salute, la Regione Emilia Romagna insieme a Toscana, Liguria, Marche, Campania, Veneto, Sicilia, Lombardia, ha istituito nel 2007 l’Osservatorio Nazionale e-Care (www.onecare.cup2000.it)5

La telemedicina comporta differenti modalità di erogazione delle prestazioni sanitarie ai cittadini, oltre che socio-sanitarie, contribuendo a garantire un migliore accesso a determinate prestazioni anche in territori remoti. Le pratiche della telemedicina, se messe a sistema in una strategia territoriale, possono essere uno strumento nella strada verso l’equità di accesso ai servizi sanitari come già indicato dalla “Linee di indirizzo nazionali” italiane in materia.

Tuttavia, i risultati della telemedicina su suolo italiano non hanno portato ancora il cambiamento auspicato dal piano eHealth o dalle linee guida nazionali. Regioni come la Calabria e la Campania si sono dotate, all’interno del Progetto Operativo di Assistenza Tecnica (POAT) Salute 2007 - 2013, di cataloghi regionali di iniziative di telemedicina. I cataloghi sono ormai datati ma mostravano già allora la direzione poco convinta delle iniziative di telemedicina nell’attuazione delle linee guida, specialmente per le aree remote in cui avrebbe garantito in potenza una migliore continuità di accesso al Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

2 Agenda 2030: Agenda 2030: Il nuovo quadro di riferimento globale per l'impegno nazionale e internazionale volto a trovare soluzioni alle grandi sfide del pianeta tra cui: povertà estrema, cambiamento climatico, degrado ambientale, crisi sanitarie. 3 epSOS: Condivisione di esperienze e creazione di consenso per l’eHealth. 4 COM (2008) 689 5 il sito non è ad oggi consultabile. (29/03/2021)

Figura 1. Grafici estrapolati dal Catalogo regionale delle iniziative di telemedicina – Calabria – redatto nell’ambito del POAT Salute (2007 – 2013). A sinistra, da pag. 12 del catalogo: in rosso il 48% di iniziative di telemedicina avviate. A destra, da pag. 14 del Catalogo: distribuzione per tipologia di area (Qualunque, Aree Urbane, Aree Remote, Aree Metropolitane). Solamente 2 delle 24 iniziative erano localizzate nelle aree remote.

Figura 2. Grafici estrapolati dal Catalogo regionale delle iniziative di telemedicina – Campania – redatto nell’ambito del POAT Salute (2007 – 2013). A sinistra, da pag. 11 del catalogo: in rosso il 40% di iniziative di telemedicina avviate. A destra, da pag. 13 del Catalogo: distribuzione per tipologia di area (Qualunque, Aree Urbane, Aree Remote, Aree Metropolitane). 14 delle 51 iniziative erano localizzate nelle aree remote.

I servizi di telemedicina possono essere attuati dove le infrastrutture digitali lo permettono. Per colmare il digital divide, nel caso italiano, la SNAI guarda all’avanzamento di progetti come il BUL (Banda Ultra Larga). Colmare il digital devide significa dare accesso a tutta una serie di servizi e possibilità di cui tenere conto nelle strategie territoriali. Ad esempio le tecnologie e le conoscenze open come Arduino6 possono andare a incidere sul settore agricolo tramite l’utilizzo di piattafome come Github7. Nel caso di Github gli utenti possono interagire con gli sviluppatori di software, da applicare ad hardware come Arduino, tramite un sistema di issue tracking: l’utente può porre un problema agli sviluppatori o agire egli stesso nella programmazione e fornire poi una soluzione alla community di Github. Figura 3 Arduino Uno. Fonte immagini: Arduino Official Store L’inserimento delle comunità locali in determinate community (2020). Disponibili al sito: virtuali dedite al problem solving può fare la differenza https://store.arduino.cc/ (consultato il 18/6/2020)

6 Da sito web di “Arduino” (https://www.arduino.cc/ ). Consultato il 29/03/2021: “Arduino is an open-source electronics platform based on easy-to-use hardware and software. It's intended for anyone making interactive projects.” 7 Servizio di hosting per software e altri progetti. Il sito è principalmente utilizzato dagli sviluppatori che caricano e rendono disponibili i loro codici sorgente. nell’evoluzione del monitoring ambientale, dei suoli, dell’atmosfera, dell’aria, fornendo una serie di dati utili alla comunità e alle strategie territoriali.

3. Il caso di Roghudi Nuovo

Per comprendere appieno il caso studio qui proposto bisogna guardare in particolare alcuni momenti clou e alle cause che, nella complessa serie di eventi, hanno Figura 4 Figura 4 frame from: "What is GitHub?" on portato allo spostamento forzato di www.youtube.com/watch?v=w3jLJU7DT5E&t=9s (consultato il un’intera comunità. Quello di 29/03/2021) Roghudi è un esilio che si è andato a sommare ad un abbandono territoriale già in corso all’interno dell’area grecanica dal dopoguerra, nonostante i tentativi per “un’industrializzazione sperata” (Tino, 1985, p. 820).

Roghudi è un comune italiano, all’interno dell’Area Grecanica della Calabria (secondo la delimitazione della SNAI), all’interno della Città Metropolitana di Reggio Calabria, all’interno della Regione Calabria.

La serie di eventi che ha portato allo spostamento del borgo deve essere ricercata sia nelle caratteristiche Figura 5 Inquadramento territoriale area grecanica. Elaborazioni grafica da fonte morfologiche dell’area che QTRP Calabria e “SNAI – Area Grecanica” in “nuovi rapporti di forza instauratisi” nel tempo.

In accordo con la descrizione del “Quadro Territoriale Paesaggistico Regionale” (QTPR) della Calabria (2016), l’Area Grecanica Calabrese è caratterizzata da una complessa morfologia determinata da articolate formazioni collinari. Il suolo dell’area è caratterizzato per lo più da litologie terrigene interessate spesso da fenomeni erosivi. Selle, cime e valloni dell’Area Grecanica si saldano all’ e caratteristiche sono le profonde incisioni dei corsi d’acqua (“fiumare”). Sull’, la più ampia delle fiumare, si erge il vecchio borgo di Roghudi. L’Amendolea fungeva da elemento organizzatore degli insediamenti grecanici, e ciò contribuisce al grande valore paesaggistico del vecchio borgo di Roghudi (in accordo al QTPR). La particolare composizione del suolo è uno dei fattori che ha portato al trasferimento della comunità, questo è spesso interessato da fenomeni di erosione. Roghudi abitata sin dal 1050 fu dichiarata inagibile a seguito di due distruttive alluvioni: nell'ottobre 1971 e nel gennaio 1973. A seguito dei catastrofici eventi degli anni ’70 la popolazione di Roghudi fu prima distribuita in paesi limitrofi, poi nel 1988 fu collocata in prossimità della costa ionica, più precisamente fu collocata nella periferia occidentale di .

La costruzione ex novo fu anche un modo per riconnettere la comunità di Roghudi, dandogli un luogo, avvicinandola alle principali e (allora) più nuove arterie stradali che più di un decennio prima dovevano essere utili ad un’industrializzazione sperata grazie al “pacchetto Colombo”8: il pacchetto prevedeva la costruzione di un impianto della Liquigas nel comune di Saline Joniche. Tuttavia, le aspettative del Pacchetto Colombo per uno sviluppo industriale dell’Area Grecanica furono disattese.

Foto 1. Il vecchio borgo di Roghudi. Fonte fotografia: https://www.calabriamagnifica.it/wp- content/uploads/2019/06/Roghudi-vecchio-Giovedi-31- ottobre-2013-ore-16.30.jpg-raccontidallostretto.jpg (Consultato il 29/03/2021) L’avvicinamento alle principali arterie stradali significava anche avere accesso più rapido e sicuro a determinati servizi, tra cui quelli dedicati alla salute e all’istruzione, in parte disponibili grazie alla Foto 2. la nuova costruzione di Roghudi in periferia di Melito di Porto salvo. Foto dell'autore (2021) CASMEZ9.

Bisogna prendere atto che tale avvicinamento comportava lo spostamento in toto della comunità di Roghudi, nel 1988, con grande dispendio di energie e risorse per la costruzione delle nuove abitazioni. Nel grafico 3 si può notare il picco nel numero di stanze costruite nel decennio in questione, per il comune di Roghudi.

Tabella 1. Stanze delle abitazioni in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione - Area Grecanica SNAI (dettaglio comunale) - Censimento 2001. (Valori Assoluti).10

Comuni dell’Area Prima dal 1919 al dal 1946 dal 1962 dal 1972 dal 1982 dal 1992 totale Grecanica del 1919 1945 al 1961 al 1971 al 1981 al 1991 al 2001

Bagaladi 347 533 515 405 361 431 186 2.778 Bova 760 324 516 187 39 115 2 1.943 231 433 1.451 2.186 1.800 2.864 818 9.783 Brancaleone 34 548 1.622 2.492 1.665 1.656 1.095 9.112

8 All'indomani della rivolta di Reggio Calabria (estate 1970), il Comitato interministeriale per la programmazione economica deliberò un programma di investimenti industriali da realizzare in Calabria ed in Sicilia predisposti da aziende a partecipazione statale e da aziende private. Tale programma, con il nome di “pacchetto Colombo” si proponeva di creare circa 39.500 nuovi posti di lavoro, di cui 14.860 in Calabria e 24.640 in Sicilia. 9 Cassa per il Mezzogiorno, per opere straordinarie e di pubblico interesse nell'Italia Meridionale. Istituita nel 1950 con legge 10 agosto 1950 nº 646, soppressa e messa in liquidazione nel 1984. Sostituita dall'Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno (AgenSud) nel 1986. L’Agensud vedrà la sua soppressione nel 1992. 10 Fonte: ISTAT, 14° Censimento popolazione e abitazioni 2001, Sito del censimento, Dati definitivi, Consultazione dati, Stanze, Epoca di Costruzione, Reggio Calabria (dettaglio comunale). Accessibile su http://dawinci.istat.it/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH93T07 TI43G&v=1UH0SR07TI4000000 (consultato il 10/1/2021) 92 532 322 470 819 750 988 3.973 0 329 921 1.224 1.161 1.445 18 5.098 417 606 1.760 2.272 2.615 2.233 589 10.492 526 624 261 80 241 839 242 2.813 Melito di Porto 498 1.972 2.847 5.172 5.954 5.156 1.178 22.777 Salvo Montebello 514 1.501 2.928 3.879 3.714 2.199 764 15.499 Ionico 393 1.042 1.241 1.285 1.799 1.167 564 7.491 Roccaforte del 0 126 475 271 100 314 22 1.308 Greco Roghudi 9 61 518 264 37 2.287 73 3.249 San Lorenzo 141 1.362 2.233 1.659 1.828 1.264 529 9.016 0 254 299 363 49 77 17 1.059 Area Grecanica 3962 10247 17909 22209 22182 22797 7085 106.391 SNAI Totale provincia 67.086 141.360 180.526 231.113 246.070 196.246 78.254 1.140.655 RC

Tabella 2. Popolazione residente nei comuni dell’Area Grecanica socondo i censimenti dal 1951 al 2011 e secondo i registri municipali dal 2011 al 2018 * (valori assoluti)11

Comuni 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011 2017 2018 2018 (valore (Demo- assoluto) istat) 100 93 88 67 63 56 47 45 43 984

Bova 100 88 65 55 28 22 21 21 20 431

Bova Marina 100 97 96 90 104 95 99 101 100 4.200

Brancaleone 100 93 86 87 88 85 80 78 78 3.542

Bruzzano Zeffirio 100 100 103 64 61 46 40 36 36 1.094

Cardeto 100 102 99 95 83 68 53 46 45 1.521

Condofuri 100 98 93 91 93 86 86 86 85 4.998

Ferruzzano 100 75 56 46 44 41 36 38 38 789

Melito di Porto Salvo 100 101 101 106 123 121 128 129 129 11.217

Montebello Jonico 100 95 88 87 86 79 72 71 71 6.161

Palizzi 100 89 66 59 60 53 45 47 46 2.393

Roccaforte del Greco 100 98 77 67 68 45 31 25 24 425

Roghudi 100 95 93 105 86 77 66 58 56 1.000

San Lorenzo 100 91 80 75 69 59 47 45 44 2.546

Staiti 100 84 62 52 36 28 19 17 16 225

11 Fonti: dal 1951 al 2001: Comuni-italiani.it, Popolazione dal 1861 al 2016 (su dati censuari Istat), accessibile on http://www.comuni-italiani.it (accessed on 03/10/2020); per il 2011: Istat, 15° censimento della popolazione e delle abitazioni 2011, Datawarehouse, Popolazione legale, accessible su http://dati-censimentopopolazione.istat.it/Index.aspx (consultato il 03/10/2020); 2012 al 2018: Istat, GeoDemo, Popolazione residente per età, sesso e stato civile, 2012-2019 accessibile su http://demo. istat.it/index.html (accessed on 03/10/2020) (*) al 31 dicembre di ogni anno. TOTALE Area 100 95 87 82 82 74 70 69 68 41.526 Grecanica SNAI Provincia di Reggio 100 95 90 90 90 88 86 86 86 548.009 Calabria CALABRIA 100 100 97 101 101 98 96 96 95 1.947.131

Mezzogiorno 100 105 107 113 116 116 117 117 116 20.597.424

ITALIA 100 107 114 119 120 120 126 127 127 60.359.546

Tab 3. Velocità di costruzione di stanze delle abitazioni in edifici ad uso abitativo. Per epoca di costruzione - Area Grecanica SNAI (dettaglio comunale) - dal 1946 al 1961 = 10012

Area Dal 1946 al 1961 dal 1962 al 1971 dal 1972 al 1981 dal 1982 al 1991 dal 1992 al 2001

Bagaladi 100 78 70 84 36

Bova 100 36 7 23 0

Bova Marina 100 151 124 197 56

Brancaleone 100 154 103 102 68

Bruzzano Zeffirio 100 146 254 233 307

Cardeto 100 133 126 157 2

Condofuri 100 129 149 127 33

Ferruzzano 100 31 92 321 93

Melito di Porto Salvo 100 182 209 181 41

Montebello Ionico 100 132 127 75 26

Palizzi 100 104 145 94 45

Roccaforte del Greco 100 57 21 66 5

Roghudi 100 51 7 442 14

San Lorenzo 100 74 82 57 24

Staiti 100 121 16 26 6

Area Grecanica SNAI 100 138 139 142 44 Metropolitan area RC 100 128 136 109 43

12 Fonte: ISTAT, 14° Censimento popolazione e abitazioni 2001, Sito del censimento, Dati definitivi, Consultazione dati, Stanze, Epoca di Costruzione, Reggio Calabria (dettaglio comunale). Accessibile su http://dawinci.istat.it/jsp/MD/dawinciMD.jsp?a1=m0GG0c0I0&a2=mG0Y8048f8&n=1UH93T07 TI43G&v=1UH0SR07TI4000000 (consultato il 10/1/2021) Provincia di Reggio Calabria

160 140 120 100 80 60 40 20 0 dal 1946 al 1961* dal 1962 al 1971* dal 1972 al 1981* dal 1982 al 1991* dal 1992 al 2001*

number of inhabitants speed of construction

Grafico 1. Messa a confronto tra velocità di costruzione delle stanze e variazione del n. di abitanti – in Provincia di Reggio Calabria – dal 1951 al 2001 su elaborazione dei dati delle tabelle 1,2 e 3.

Area Grecanica

160

140

120

100

80

60

40

20

0 dal 1946 al 1961* dal 1962 al 1971* dal 1972 al 1981* dal 1982 al 1991* dal 1992 al 2001*

abitanti velocità di costruzione

Grafico 2. Messa a confronto tra velocità di costruzione delle stanze e variazione del n. di abitanti – nell’Area Grecanica di Calabria– dal 1951 al 2001 su elaborazione dei dati delle tabelle 1, 2 e 3. Roghudi (da vecchio a nuovo)

500 450 400 350 300 250 200 150 100 50 0 dal 1946 al 1961* dal 1962 al 1971* dal 1972 al 1981* dal 1982 al 1991* dal 1992 al 2001*

abitanti velocità di costruzione

Grafico 3. Messa a confronto tra velocità di costruzione delle stanze e variazione del n. di abitanti – a Roghudi senza soluzione di continuità tra borgo e nuova costruzione – dal 1951 al 2001 su elaborazione dei dati delle tabelle 1, 2 e 3.13

La soluzione adottata non frenò il fenomeno di abbandono già in atto, nonostante l’enorme sforzo, se non per poco (come visibile dal grafico 3). Nonostante lo spostamento della comunità rimase però un legame tra comunità & luogo-suolo del vecchio borgo. Riportando le parole di Sebastiano Nucifora (2001):

“Può verificarsi che, per particolari condizioni, (prima fra tutte una relativa vicinanza con il nuovo centro in cui la comunità si è trasferita) la città abbandonata non sarà totalmente dimenticata dai suoi ex abitanti, e sarà, in parte, ancora frequentata […] Se la città "X" fosse Roghudi, potremmo prendere ad esempio il caso dei pastori che, ancora oggi, portano in quel luogo le loro pecore al pascolo e al ricovero” (Nucifora, 2001, pp. 79,80)

Infine, si rimarca che il caso di Roghudi è esemplare per prendere atto di un determinato legame (di certo situazionale) tra una comunità ed un luogo-suolo. Rimane quindi aperta la questione vista per Roghudi: come agire, utilizzando le possibilità offerte dalla rivoluzione 4.0, quando ci si appresta a delineare strategie per il territorio che ascoltino il legame tra comunità e luoghi-suoli?

4. Considerazioni finali e vie future

Preso atto del legame che in potenza si instaura tra comunità e luoghi-suoli, nel momento in cui queste riconoscono un legame con un determinato paesaggio come definito dalla ELC, e preso atto delle potenzialità portate dalla rivoluzione 4.0, le conclusioni da trarre riguardano l’implementazione (e l’adeguamento) delle strategie territoriali.

Una delle problematiche principali, rimane, nella pratica, l’ascolto delle comunità per determinare le loro istanze latenti come nel caso di Roghudi. Riportando Ian Cook (2005) sono quattro le tipologie di ascolto possibili in questi casi, da parte del sapere esperto: osservazione sotto copertura, osservazione

13 (*) Il numero di abitanti abbinato è quello istat all'inizio del decennio (o periodo) di costruzione. Es. la costruzione dal 1992 al 2001 è abbinato al dato ISTAT del 31 dicembre 1991 come partecipante sotto copertura, osservazione allo scoperto, osservazione come partecipante allo scoperto. In base alla situazione si può determinare con quale ruolo raccogliere dati. Infine, è importante comprendere i desideri e le ambizioni (anche latenti) di una comunità per evitare di delineare strategie poco sostenibili: per l’ambiente e per l’economia.

L’ascolto intelligente rivolto alle comunità, ed ai luoghi-suoli, può essere utilizzato per meglio implementare strategie territoriali che siano esse in atto o totalmente nuove. La partecipazione del sapere esperto può, grazie alla rivoluzione 4.0, essere ibrida. Il sapere esperto può essere parte della comunità in modo fisico e virtuale – accogliendo quesiti come quelli che si possono porre su Github – e può proporre una serie di soluzioni disponibili come l’implementazione del sistema sanitario tramite iniziative di telemedicina.

In conclusione, in Italia come in Europa, questo tipo di strategia deve essere supportata dalle azioni atte a ridurre e cancellare il digital divide (ad es. BUL Calabria). Non sono state trattate, certamente, tutte le potenzialità della rivoluzione 4.0 nei fenomeni di antropizzazione sostenibili. Si è cercato fin qui di delineare come il riconoscimento delle istanze velate delle comunità possano fare la differenza nel successo di una strategia, e di come la rivoluzione 4.0 possa rispondere ad almeno alcune di queste istanze.

Bibliografia minima

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