S.1 Relazione illustrativa del Documento preliminare di PSA INDICE

Premessa ...... 2 I SCENARIO DI RIFERIMENTO ...... 3 1. I caratteri territoriali locali ...... 3 1.1 I trasporti ...... 5 1.2 I territori di Ricadi, e nel sistema relazionale sovraccomunale ..... 5 2. Quadro strutturale socio-economico ...... 6 2.1 La condizione demografica ...... 6 2.2 La condizione abitativa ...... 7 2.3 Il turismo ...... 10 3. Il quadro di riferimento normativo e di pianificazione...... 13 3.1 La pianificazione e la programmazione sovraordinate ...... 13 3.2 La pianificazione comunale ...... 14 4. Il quadro ambientale...... 15 4.1 I vincoli sovraordinati ...... 16 4.2 I principali caratteri geomorfologici ...... 17 4.3 Le principali attività agro-forestali ...... 17 4.4 Le dominanti territoriali e le risorse naturali ...... 18 4.5 Il tessuto consolidato ed il tessuto recente ...... 19 4.6 Il sistema relazionale e dei servizi ...... 19 4.7 Il sistema produttivo ...... 20 II SCENARIO OBIETTIVO...... 21 1. Gli elementi strutturanti il territorio ...... 21 1.1 Singolarità ed emergenze idriche ...... 21 1.2 Singolarità ed emergenze storico-testimoniali ...... 21 1.3 Il paesaggio agricolo e i nuclei rurali ...... 23 1.4 La riorganizzazione del tessuto urbano ...... 23 1.5 La sistematizzazione delle attività produttive ...... 24 1.6 L’individuazione delle aree urbanizzabili e l’attuazione del PSA ...... 24 1.7 La perequazione urbanistica ...... 25 III STRATEGIE ...... 27 1. Le scelte strategiche e le azioni di piano ...... 27 1.1 Mantenimento della compattezza del tessuto urbano ...... 28 1.2 Definizione e caratterizzazione di un ruolo culturale nell’hinterland vibonese ..... 28 1.3 Valorizzazione del tessuto consolidato ...... 29 1.4 Riqualificazione urbana del tessuto recente ...... 30 1.5 Valorizzazione degli ambiti naturalistici ...... 30 1.6 Ottimizzazione dei servizi comunali ...... 30 1.7 Ottimizzazione delle attività produttive ...... 31 1.8 Tutela dell’integrità fisica del territorio e mitigazione dei rischi ambientali ...... 31 1.9 Tutela dell’identità culturale ...... 32 1.10 Incremento dell’offerta turistica ...... 32 2. Quadro sinottico degli obiettivi e dei dispositivi di PSC ...... 33

1 Premessa La redazione del Piano Strutturale Comunale e del relativo Regolamento Edilizio ed Urbanistico è un’occasione quasi unica nel ciclo politico-amministrativo di una città. Se è vero, infatti, che per i progettisti rappresenta un’opportunità per sviluppare una ricerca originale attorno ai temi dello sviluppo urbano e sostenibile, è altrettanto palese che per l’Amministrazione in carica rappresenta il momento propizio, forse unico, per perseguire il rilancio economico, insediativo e di immagine della propria città. La redazione del PSC è una grossa possibilità che va saggiamente valorizzata e, sicuramente, la scelta di predisporre un P.S.A. ottimizza al meglio le risorse disponibili, finalizzando in maniera più efficace gli obiettivi. Un’intelligente ed abile pianificazione dovrà saper individuare le potenzialità inespresse del territorio e costituire un sistema di servizi fondato sulla valorizzazione dei principali caratteri che lo costituiscono. Le città interessate, in tal senso, possono qualificarsi e trovare un ruolo specifico nell’ambito del recinto urbano in cui sono immerse. Il ruolo dei centri minori, esaurita la spinta migratoria degli ultimi venti anni, è quello di puntare le proprie energie sull’innalzamento della qualità urbana, con uno sforzo importante per concentrare le risorse disponibili anche sul restauro e sulla manutenzione dell’esistente. Le aggiunte, quando necessarie, andranno a collocarsi in una logica di “ricucitura” dell’esistente, al fine di ricomporre in un unicum culturale, identitario ed espressivo anche le contrade più lontane. L’entrata in vigore della LUR 19/2002 e la conseguita piena efficacia delle sue prescrizioni attraverso la definitiva approvazione delle Linee Guida della Pianificazione Regionale, obbligano, oramai, alla necessità di contemperare alle diverse peculiarità del territorio e delle sue componenti: concetto che, appunto, sta alla base dei principi ispiratori e fondativi delle succitate disposizioni regionali. Si dovrà, in altri termini, tenere conto non solo e soltanto degli aspetti geologici e geomorfologici del territorio, ma anche degli aspetti culturali ed economici legati alla vita ed alla storia del luogo, di quelli agronomici, idraulici, idrogeologici, tecnici, tecnologici (reti, risparmio energetico) e, ovviamente, di quelli paesaggistici e ambientali. Le scelte di piano, pertanto, dovranno muoversi ed essere contenute all’interno della maglia (trama delle condizioni) che sarà dettata, appunto, dal rispetto dei requisiti e dei presupposti derivanti dalla necessità di raccordare le diverse esigenze dei luoghi. Condizioni e requisiti che, inevitabilmente, andranno ad influire sia sullo sviluppo urbano, sia sulle forme di antropizzazione del territorio, con evidenti ricadute sulla vita sociale ed economica dei Comuni di Ricadi, Joppolo e Spilinga. Da quanto esposto si comprende che il futuro ruolo di Ricadi, Joppolo e Spilinga nel contesto territoriale discenderà in misura significativa dalla capacità di definire politiche “di sistema” in cui la rete dei centri dell’area a maggiore vocazione turistica del vibonese sappia sviluppare il sistema economico e insediativo facendo evolvere il proprio assetto da quello attuale ad un sistema territoriale complesso.

2 SCENARIO DI RIFERIMENTO Lo scenario di riferimento iniziale consiste nella ricostruzione dei quadri conoscitivi normativo, ambientale, economico e strutturale, elementi costitutivi degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica. Mediante questi si provvede alla organica rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano e costituiscono, pertanto, riferimento necessario per la definizione degli obiettivi e dei contenuti del piano e per le necessarie valutazioni di sostenibilità. I quadri conoscitivi riguardano il territorio dei tre comuni oggetto di PSA nelle dinamiche dei processi di sviluppo economico e sociale, negli aspetti fisici e morfologici, nei valori paesaggistici, culturali e naturalistici in essere e potenziali, nel sistema insediativo e infrastrutturale, nell’utilizzazione dei suoli in rapporto allo stato della pianificazione e nelle prescrizioni derivanti dalla normativa vigente. Da ciò si evince la prima utilità dello strumento urbanistico comunale: incrementare la consapevolezza collettiva di una comunità e chiarire le reali possibilità di sviluppo del proprio contesto territoriale; pertanto i piani settoriali che si redigeranno provvederanno ad integrare ed approfondire, nel proprio campo d’interesse, l’analisi di seguito effettata, nel rispetto degli obiettivi generali perseguiti dal PSA. Secondo l’approccio evidenziato, nella speranza che si attivi la macchina operativa disegnata dalla LUR n.19 del 16 aprile 2002 e s.m.i., il piano urbanistico comunale diventerà la “carta unica del territorio” cui si riferisce, come insegnano le migliori pratiche di pianificazione italiana (cfr. L.R. Emilia-Romagna 20/2000), al fine di contenere le indicazioni necessarie e sufficienti (se debitamente aggiornato) alle trasformazioni interessanti tutto il territorio oggetto di PSA.

1. I caratteri territoriali locali Il territorio comunale relativo alle tre municipalità di Ricadi, Joppolo e Spilinga si estende per 56,3 kmq con una popolazione residente complessiva che ammonta (secondo l’ultimo censimento nazionale – ISTAT 2001) a 8.312 abitanti, facendo così registrare una densità territoriale media di 147,6 ab/kmq. Il primo valore fondamentale che si rileva è, pertanto, quello relativo alla peculiarità di essere piccoli comuni (con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), ma aver deciso di muoversi secondo strategie più efficaci, associandosi per la redazione del nuovo strumento urbanistico, costituendo massa critica di maggior peso, pensando ad un sistema territoriale complesso dell’ordine di grandezza dei diecimila abitanti. Altri perni su cui incardinare il rilancio e la riqualificazione sono senza dubbio costituiti dalle specificità di produzione artigianale e trasformazione dei prodotti agricoli e d’allevamento e, non per ultima, dall’elevata potenzialità turistica legata alle bellezze paesaggistiche, intimamente legate alle produzioni locali. Il paesaggio, giustappunto, rappresenta un’altra carta da giocare nella difficile competizione territoriale ormai in atto tra i diversi comuni, anche viste e considerate le condizioni di accessibilità tutto sommato discrete.

3 È facile intuire come il turismo eco-compatibile, l’incremento del ruolo culturale nell’hinterland vibonese, la valorizzazione e messa a sistema delle produzioni tipiche locali, l’intensificazione dei rapporti con i comuni limitrofi, possano costituire le scelte vincenti per il rilancio dell’area. Il piano intende evidenziare, in primo luogo, le specificità dei singoli comuni, per favorire una rete virtuosa in grado far funzionare il sistema territoriale. Tra le principali caratteristiche vocazionali si evidenziano le seguenti:

Ricadi Adagiata alla base dell’altopiano del Monte Poro si estende fino alle rive del mare (Promontorio di Capo Vaticano) dove bellissima è la spiaggia di Capo Vaticano. Interessanti i fondali di "Formicoli", dove si può ammirare una distesa di massi per lo più di roccia granitica ricchi di fauna. Bei panorami rendono pregevoli le spiagge di bianca e finissima sabbia di Grotticelle, Riaci e Tono. La particolare morfologia dei territorio con valli e profonde incisioni fluviali su un territorio dal tipico “terrazzamento a gradoni” permette di raggiungere agevolmente gli strati fossiliferi del Miocene. Le risorse principali del di Ricadi sono: - L’agricoltura: in tutto il territorio comunale (rientrante nelle Colline Litoranee del Poro) viene prodotta e commercializzata una qualità particolare di cipolla rossa dolce (la cui sagra è il 13 agosto), detta Cipolla Rossa di (di cui Ricadi e i villaggi limitrofi erano casali dipendenti fino al 1799), oltre ad altri ortaggi, agli agrumi (come le Clementine di Calabria IGP). - la pesca: tante tipologie vengono pescate, tra cui surici, sogliole, tracine, tonnetti, palamiti, ricciole, cernie, dentici, saraghi, orate, gronghi, spigole, cefali, murene, polipi; - il turismo balneare: le più note località balneari sono Capo Vaticano, Grotticelle, Santa Maria, Tono, Tonicello, Torre Marino, Formicoli e Baia di Riaci; non bisogno, inoltre, dimenticare la presenza di un sito archeologico di grande rilevanza, che testimonia remote frequentazioni del territorio da parte di Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Saraceni, Normanni.

Sipilinga Le risorse principali del comune di Spilinga sono la pastorizia e l’agricoltura (nota è la ‘nduja, un salume prodotto con le parti grasse del suino, con l’aggiunta del peperoncino piccante calabrese), con un turismo estivo va assumendo un ruolo importante, grazie anche alla stretta vicinanza con le località balneari del comune di Ricadi e di Tropea per cui offre sistemazioni extra-alberghiere. Nel conciliare i due aspetti trainanti dell’economia è stata giustamente una data estiva per la sagra della ‘nduja (8 agosto), compatibilmente con la citata sagra nel comune di Ricadi.

Joppolo Sebbene situato sul versante tirrenico calabrese, il comune fa parte della Comunità Montana dell’Alto Mesima insieme ai territori di , Arena, Dasà, , , , , e , aspetto che lo caratterizza dal punto di vista

4 paesaggistico per un paesaggio marino d’incantevole bellezza (da cui à visibile l’isola di ) adiacente ad un paesaggio montano. Tra le peculiarità culturali è bene evidenziare quale punto di forza, per un turismo a carattere religioso, la rivendicazione della cittadinanza di San Gennaro da parte della frazione di Caroniti.

Purtroppo gran parte del territorio è assoggettato a condizioni di rischio ambientale da mitigare, ove non sia possibile azzerarlo; si rilevano, soprattutto nel territorio comunale di Joppolo e di Ricadi, rischi derivanti da esondabilità di corpi idrici e da processi franosi in atto, come è facilmente ipotizzabile per la particolare morfologia territoriale che è proprio ciò che rende amene le località in oggetto. I punti di debolezza, quindi, sono costituiti dai rischi ambientali (idraulici, geologici, idrogeologici e sismici, come, del resto in gran parte della Calabria), ma, soprattutto, da una dotazione di servizi la cui quantità e qualità deve essere incrementata per dare maggiore visibilità al territorio delle tre municipalità a scala internazionale.

1.1 I trasporti Gli aeroporti di riferimento sono quello di (distante 70km circa in direzione nord) e quello di (distante di 90km circa in direzione sud). L’asse ferroviario nazionale attraversa le coste dei comuni di Ricadi e Joppolo con le rispettive stazioni, per cui sarà opportuno ragionare sulle connessioni da queste verso l’interno. I centri abitati appaiono discretamente connessi dal punto di vista carrabile, ma le connessioni stradali sono da rafforzare dal punto di vista della sicurezza come indicato dalle condizioni di rischio perimetrate dal PAI, specie per il comune di Joppolo. Si valuterà dapprima l’adeguamento dell’esistente per poi pensare ad eventuali varianti con rifunzionalizzazione dei tratti da dismettere. Per quanto riguarda i posti barca nella provincia di ammontano a 1.070 su 72,5 km di costa, concentrazione abbastanza elevata e compatibile con la vocazione turistica se si considera che la provincia di Cosenza ne ha 1.438 ma su 225,96 km di costa.

1.2 I territori di Ricadi, Joppolo e Spilinga nel sistema relazionale sovraccomunale Dall’elaborato di piano QC.4.1 emerge come i tre comuni presentino una ramificazione di strade che consentono una discreta mobilità locale e di connessione con il capoluogo di provincia; tuttavia, non essendo attraversati da vie di comunicazione principali (la ferrovia è praticamente inutilizzata) e poiché la viabilità attuale non consente un agevole accesso all’autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, è auspicabile un riordino e un migliore utilizzo delle infrastrutture viarie.

5 Si avverte inoltre la necessità di migliorare l’accessibilità pedonale e ciclabile, e un riordino dei flussi carrabili affinché questi ultimi siano più efficienti e migliori la qualità urbana complessiva. È inoltre necessario un ripristino delle stazioni ferroviarie onde garantire, specie nel periodo estivo, una migliore fruizione del territorio sfruttando il percorso ferroviario già esistente. Lo stesso sistema ferroviario necessità un integrazione con i percorsi ciclabili e pedonali che permetteranno, tra l’altro, una migliore fruizione delle attrazioni turistiche, specie di quelle che attualmente risultano difficilmente raggiungibili.

2. Quadro strutturale socio-economico L’analisi socio-economica ai fini della costruzione del quadro conoscitivo di piano verte sull’esplicitazione dei dati demografici, abitativi, sociali ed economici il cui riferimento ufficiale è l’ISTAT 2001, finché non saranno disponibili i dati dell’ISTAT 2011.

2.1 La condizione demografica Il comune demograficamente maggiore è, chiaramente, quello di Ricadi con 4.429 abitanti nel 2001, segue Joppolo con 2.274 e Spilinga con 1.609. Come la gran parte dei piccoli comuni calabresi, anche Ricadi ha visto seguire il picco storico degli anni ‘50-’60 (boom economico) del secolo scorso, da un costante calo di popolazione dovuto soprattutto all’emigrazione di massa verso le fabbriche del nord Italia. A partire dagli anni ‘70, invece, si registra una lieve ma significativa inversione di tendenza, con un incremento di 740 unità (corrispondente ad una variazione del +20% circa, ricordando che al 31.12.1971 la popolazione assommava a 3.689 abitanti a fronte dei 4.429 del 2001) nell’arco di 30 anni.

6 Andamento dei residenti nei comuni di Ricadi, Joppolo e Spilinga

5.000

4.500

4.000 Ricadi

3.500

3.000 Joppolo

2.500

2.000

Spilinga 1.500

1.000 1861 1881 1901 1921 1941 1961 1981 2001

Andamento demografico dei comuni di Ricadi, Joppolo e Spilinga (fonte ISTAT) S (ha) 1861 1871 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 Ricadi 2.230 2.488 2.899 2.785 3.618 3.971 4.129 4.005 4.095 4.584 4.035 3.689 3.696 4.169 4.429 Joppolo 1.531 2.119 2.384 2.565 3.254 3.488 4.236 3.699 3.563 3.725 3.182 3.062 2.643 2.462 2.274 Spilinga 1.869 2.209 2.187 2.532 3.080 3.279 3.280 2.909 2.733 2.552 2.042 1.664 1.570 1.615 1.609

2.2 La condizione abitativa Il maggior numero delle abitazioni presenti nei tre comuni in oggetto è composto da quattro stanze, segue la tipologia a tre ed a cinque; in sostanza si è costruito prevalentemente pensando a famiglie di quattro persone o più.

Abitazioni in edifici ad uso abitativo Nel comune di Ricadi oltre il 66% delle abitazioni non è occupato da residenti, 66,7% Ricadi a testimonianza della

Joppolo forte vocazione turistica, sia per le Spilinga località interne al 9,8% 23,5% territorio comunale che per gli effetti indotti dalle località limitrofe come Tropea. L’inverso accade per il comune di Spilinga dove le abitazioni occupate da persone residenti superano di gran lunga le altre. Solo a Joppolo vi è una ripartizione prossima al 50%.

7

Abitazioni non occupate da residenti Abitazioni occupate da residenti Numero di stanze Ricadi 3.333 Ricadi 1.704 Ricadi 18.999 Joppolo 804 Joppolo 970 Joppolo 6.468 Spilinga 190 Spilinga 550 Spilinga 3.302

8 La dotazione di stanze per abitante appare più che adeguata, come è facile ipotizzare dai dati precedentemente esposti: rapportando il numero di stanze in abitazioni occupate da residenti a quello dei residenti stessi, risulta un valore abbastanza alto, soprattutto per il comune di Ricadi (4,23), ma chiaramente ciò deve imputarsi anche all’ipotesi che, nel periodo estivo, alcuni appartamenti siano affittati a turisti; anche per Joppolo e Spilinga si registrano valori abbastanza alti (rispettivamente 2,9 e 2), con un rapporto maggiore nel primo per la vocazione turistica di cui sopra. Dalle rappresentazioni grafiche esposte, elaborate su basi ISTAT2001, si nota come nel comune di Ricadi la maggior parte del patrimonio abitativo sia composta da edifici costruiti negli anni ’80, a differenza di quelli presenti in Joppolo la cui maggiore numerosità spetta agli edifici anni ’50, mentre in Spilinga la gran parte del patrimonio edilizio è storica.

9 A Spilinga, infatti, ben il 32% degli edifici presenti risulta costruito prima del 1919 e un altro 20% tra il 1919 e il 1945, dimostrando così uno sviluppo più contenuto rispetto agli altri due comuni nella recente evoluzione.

2.3 Il turismo Il settore del turismo è in fase di crescita ed evoluzione: - per crescita economica dei Paesi un tempo considerati in via di sviluppo ed oggi definiti economie emergenti e caratterizzanti una “nuova domanda” che si aggiunge a quella dei Paesi sviluppati, - per una domanda che oggi è sempre più rivolta a prodotti turistici articolati, con ricerca di luoghi alternativi alle forme di turismo tradizionali in risposta ai sempre più complessi bisogni della popolazione variegata dei turisti: si abbandonano i viaggi di gruppo, si preferisce il trasporto aereo, magari low cost, a quello terrestre, aumenta la domanda di pacchetti turistici personalizzati, a scapito dei tradizionali all inclusive. È interessante come il dato Calabria sia cresciuto del 680,33% dato comprensibile se si fa riferimento al valore assoluto, infatti le presenze degli stranieri che nel 1990 erano 243.909 su un totale di 3.773.513 nel 2006 sono diventate 1.479.247 su 8.155.053. Il confortante incremento suddetto non corrisponde ad un buon indice di utilizzazione dei posti letto, in Calabria tra i più bassi d’Italia, per difficoltà a superare i gap strutturali esistenti, che un buon piano aiuterebbe sicuramente a risolvere quantomeno dal punto di vista progettuale. L’area della costa vibonese non può ignorare questa forte potenzialità di sviluppo, specie se si considera che la permanenza media dei vacanzieri è di 5,6 giorni, ma diventa superiore a 7 nella provincia di Vibo Valentia, con il dato relativo ai turisti stranieri ulteriormente maggiore. Da recenti ricerche in ambito nazionale (ISTAT 2008), per quanto riguarda la Calabria, si assiste ad una netta diminuzione dei posti letto complementari (extralberghieri) dagli oltre 136.000 del 1990 ai circa 102.000 del 2006 nonostante gli esercizi siano raddoppiati (da 307 a 648); ovviamente ciò è spiegato da un diverso dimensionamento degli stessi (sono più piccoli) e dalla modifica della tipologia. Al contrario, il comparto alberghiero se in termini di esercizi incrementa il numero del 21,4%, in termini di posti letto l’aumento che si registra dal 1990 al 2006 è del 91,2% (circa 43.000 posti letto in più); ciò è imputabile agli ampliamenti delle strutture esistenti e all’apertura di nuove strutture mediamente più grandi.

10 Il 73,5% degli esercizi ricettivi calabresi sono posizionati sulle coste (tirrenica e ionica) svolgendo funzioni di ricettività anche per le zone interne. L’area tirrenica detiene la quota più importante di strutture alberghiere, il 50,4% sul totale alberghiero della regione e un terzo del totale extralberghiero. Per quanto concerne la costa tirrenica le strutture alberghiere offrono 46.911 posti letto, mentre le complementari 41.828, aspetto che suggerisce un maggiore messa in rete per un effetto di crescita complessiva della dotazione dei servizi annessi e della qualità e varietà dell’offerta, strategia fondamentale per “spalmare” i flussi turistici oltre la stagione estiva (giugno, luglio, agosto, settembre), utilizzando anche la tendenza di crescita della nuova tipologia ricettiva dei B&B. L’azione proposta sembra già muoversi lungo una direzione ottimale nella provincia di Vibo Valentia, dove le attività alberghiere offrono 20.109 posti letto e le complementari 22.035, cifre di gran lunga superiori rispetto a quelle delle altre province calabresi. Incrociando i dati relativi all’area della costa tirrenica e quelli riferiti alla provincia di Vibo Valentia, si deduce come sia proprio la costa vibonese l’area a maggiore vocazione turistica dell’intera regione; infatti in essa, sono presenti maggiormente alloggi, campeggi e villaggi. Si può valutare l’opportunità d’incrementare le altre tipologie ricettive come i B&B e gli agriturismi, in un discorso sistemico che servirà a rafforzare le tipologie ricettive esistenti. In Calabria non si può, tuttavia ignorare, per un corretto dimensionamento dei flussi turistici, il turismo derivante dalle “seconde case”: sono stati censiti 406.061 come “abitazioni non occupate dai residenti” e, sicuramente, un buona percentuale di queste è ad uso turistico. Ci troviamo di fronte a un “non sistema casa” che funziona pur se in maniera autonoma e disorganica, ma è anche tempo per una regolamentazione che non può più essere rimandata. Per i policy makers e per il mercato del turismo questa è una necessità (Rapporto sul turismo in Calabria). Il suddetto fenomeno tende a far incrementare i flussi turistici ufficiali, ma comunque in misura minore per quanto riguarda la provincia di Vibo Valentia, dove, per fortuna, il settore sembra più virtuoso e compatibile con la scarsa risorsa suolo. L’analisi turistica locale evidenzia i flussi registrati e le potenzialità di sviluppo.

Italiani Stranieri Totale Ricadi Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 40.284 372.333 18.574 167.391 58.858 539.724

Italiani Stranieri Totale Joppolo Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze 693 2.999 115 431 808 3.430

Dagli ultimi dati registrati spicca, chiaramente la maggiore vocazione di Ricadi, che suggerisce di variegare l’offerta nel comune di Spilinga, facendo rete anche con Joppolo, ciascuno valorizzando le proprie caratteristiche. Per quanto riguarda il turismo nel comune di Ricadi, oltre all’aspetto della balneazione e della subacquea, considerata l’attività primaria della pesca e le molteplici varietà ittiche presenti, si suggerisce l’avvio di ittiturismo, attualmente presente in Calabria solo sulla costa ionica, nel comune di Isola Capo Rizzuto (KR), dove un ristorante offre la possibilità di degustare il

11 pesce appena pescato. Il tutto si integra con le 21 attività extra-alberghiere esistenti che offrono già ben 10.482 posti letto, aspetto che indica un’offerta di strutture turistiche abbastanza adeguata, da sistematizzare e mettere in rete per attivare sinergie d’impresa. Nel comune di Joppolo è sicuramente da valorizzare l’aspetto paesaggistico, con turismo di balneazione, legato ed integrato a turismo escursionistico, con progettazione di una rete senti eristica, di concerto con il comune di Ricadi, intimamente connessa al sistema del verde, alle aree protette esistenti ed alla mobilità ciclabile: si valuteranno possibili connessioni tra il paesaggio costiero e quello montano, compatibilmente ed a supporto dell’attività extra- alberghiera esistente che offe 80 posti letto.

Ricadi 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella RTA TOT alberghi TOT esercizi n 10 23 6 3 31 73 94 letti 1.064 2.310 441 90 2.534 6.439 16.921

Joppolo 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella RTA TOT alberghi TOT esercizi n 2 1 2 5 6 letti 112 44 40 196 176

Spilinga 4 stelle 3 stelle 2 stelle 1 stella RTA TOT alberghi TOT esercizi n 1 1 1 letti 40 40 40

Capacità dettagliata degli esercizi ricettivi per tipo di alloggio e per comune (2009)

Comuni 4 STELLE 3 STELLE 2 STELLE

Esercizi Letti Camere Bagni Esercizi Letti Camere Bagni Esercizi Letti Camere Bagni Joppolo 1 88 44 44 2 69 31 30 - - - - Ricadi 7 1.092 483 471 25 2.626 1.376 1.016 5 267 135 115 Spilinga - - - - 1 40 26 14 - - - -

Comuni 1 STELLA Residenze Turistico Alberghiere Totale Alberghi

Esercizi Letti Camere Bagni Esercizi Letti Camere Bagni Esercizi Letti Camere Bagni Joppolo 1 16 8 8 - - - - 4 173 83 82 Ricadi 1 17 9 4 33 2.965 1.676 895 71 6.967 3.679 2.501 Spilinga ------1 40 26 14

Per il comune di Spilinga si potrebbe pensare all’integrazione di un turismo collaborativo, non conflittuale con quello dei comuni a vocazione balneare, specifico per le tradizioni locali e le produzioni tipiche esistenti; si parla chiaramente di ospitalità “alternativa” con caratteristiche analoghe, ma qualificata dall’ubicazione in zona agreste, è “l’ospitalità rurale familiare” (art. 23 L. 27 marzo 2001, n.122 “Disposizioni modificative e integrative alla normativa che disciplina il settore agricolo e forestale”), che consiste nel servizio di alloggio e prima colazione nella propria abitazione nell’ambito delle iniziative regionali finalizzate allo sviluppo dell’agricoltura e alla valorizzazione della multifunzionalità delle aziende. Da ciò si comprendo quanto sia importante e delicata la trattazione degli ambiti extraurbani da parte del

12 piano, aree da tutelare e valorizzare nel settore agrituristico1, per tutto il territorio interessato dal PSA. Sulla base di quanto esposto, nel REU si recepiscono e si dettagliano le recenti disposizioni normative che favoriscono lo sviluppo turistico mediante la L.160/2011, sia per quanto concerne l’utilizzo di coste e arenili, demanio marittimo e garanzia del diritto di balneazione che porti e approdi turistici.

3. Il quadro di riferimento normativo e di pianificazione Il quadro di riferimento normativo e di pianificazione è la base delle strategie in atto, delle norme urbanistiche, dei regolamenti e dei programmi vigenti al momento della redazione del PSA, al fine di consentire un passaggio compatibile e graduale verso la nuova fase pianificatoria. La condizione normativa include anche l’assetto vincolistico presente, che sarà meglio dettagliato nel paragrafo relativo al quadro ambientale.

3.1 La pianificazione e la programmazione sovraordinate Gli strumenti di pianificazione sovraordinata per un PSA, come per un PSC sono essenzialmente il QTR e il PTCP e, per gli aspetti della sicurezza idrica e geomorfologica, il PAI. Il QTR attualmente esistente (adottato in Giunta ma successivamente ritirato e pertanto non vigente) si sofferma in particolare sulla necessità di salvaguardia del patrimonio boschivo che interessa in misura diversa i tre comuni oggetto di PSA; viene inoltre posta l’attenzione sulla tutela della fascia costiera e dei percorsi fluviali Analogamente, Il PTCP della Provincia di Vibo Valentia (in fase di adeguamento alla linee guida anche ai fini della valutazione ambientale strategica) pone l’attenzione sugli elementi di criticità ambientale (discariche, depuratori, cave) e soprattutto sulle aree di interesse storico-culturale sottolineando la necessità di tutela dei beni immobili di rilevanza storico- artistica sparsi sui territori dei tre comuni oggetto di PSA (sono presenti diverse torri costiere) ed aree di interesse archeologico, elencate puntualmente come elementi di interesse storico. Come evidenziato dal PAI, vi sono ampi tratti della costa a rischio di erosione, mentre la mancata regimazione dei torrenti, pone diverse zone a rischio di inondazione. Il diffuso dissesto idrogeologico è messo in evidenza anche dalla presenza di diversi versanti in condizione di instabilità e, in particolare per il territorio del Comune di Joppolo, si rilevano aree con il maggior livello di rischio da frana.

1 La L. 96/2006 (“Disciplina dell’agriturismo”, cui le Regioni uniformeranno le proprie normative in materia) considera agrituristiche “le attività di ricezione e ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli di cui all’art. 2135 c.c., attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali” (art. 2). 13 3.2 La pianificazione comunale Nel comune di Ricadi lo sviluppo dell’edificazione ha seguito nel tempo un andamento piuttosto irregolare con la presenza di agglomerati diffusi sul territorio senza un disegno che si possa definire ordinato o facilmente leggibile. Lo strumento vigente presenta diverse zone di completamento e ampie aree destinate alla futura espansione, spesso non ancora attuate come emerge dal conteggio della cubatura potenzialmente edificabile ancora residua del PRG di Ricadi. Non esistono aree ad uso esclusivamente industriale fatta eccezione per una fascia destinata ad attrezzature di tipo turistico e ad una mista artigianale-residenziale. Z.T.O. It (mc/mq) If (mc/mq) Sm (mq) Rc H (m) B1 2,5 60% 10 0,3 res B2 1,2 turist. 40% 10 C1 0,3 10000 30%

Ricadi C2 0,2 10000 20% DR 0,5 8000 66% 10,5 0,45 Alber. 20% DT 0,15 seviz. 8000 7,5 DR* 0,1 8000 ET1A 0,03 res 6 ET1B 0,33 indus. 10000 ET2 AR* 0,5 res. 0,2 serv. 7,5

Alberg. 0,2 ricett. 0,10 complem. 30% 6 Estratto delle NTA del PRG di PRG di NTA Estrattodel delle F Ut=0,3 mq/mq Nel comune di Joppolo lo sviluppo dell’urbanizzazione è fortemente limitato dall’assetto vincolistico che interessa la gran parte del territorio. Il PRG vigente prevede un espansione dell’urbanizzato in ugual misura di tipo turistico e residenziale, con una certa attenzione verso le attività agricole e artigianali. Z.T.O. It (mc/mq) If (mc/mq) Sm (mq) Rc H (m) B1 B2 1,2 2/3 10 C 0,8 8000 1/3 7,5 Bt 0,4 7

Ct res tur 0,5 8000 6,5 6,5 - Ct imp tur 0,8 5000 10 Joppolo Ct campeggi 0,1 8000 4 è consentito l'adeguamento alla L.R Cte n.28 dell' 11/07/1986 è consentito il completamento degli Cle interventi programmati D 3 6000 10 E1 res 0,03 6,5 E1 prod 0,2 6000 6 E1 acc 2,5

Et 0,2 5000 6 Estratto delle NTA del PRG di PRG di NTA Estrattodel delle F Attrzzature di interesse generale

14 La viabilità di piano è essenzialmente connettiva dei vari ambiti, con un attraversamento nelle località Siroto e Trappeto da rivalutare nell’assetto strutturale di PSA, soprattutto dal punto di vista dell’impatto ambientale. Nel comune di Spilinga, dal PRG vigente, si evince un particolare interesse verso il completamento dell’edificazione nel capoluogo e un orientamento dello sviluppo delle attività produttive di tipo agricolo-artigianale, soprattutto verso est in prossimità della zona sportiva. Il disegno della viabilità di piano è a volte molto “largo” e rischia di generare edificazioni compromettenti il territorio agricolo. Z.T.O. It (mc/mq) If (mc/mq) Sm Rc H (m)

(mq)

nga A li

pi B 3 7,5 B1 10,5 C 1 da Pdl 3000 7,5 Dc 3 5000 10,5 7,5 - Tb 1 10,5(alberghi) Tc 0,75 3 4000 At 0,5 da Pdl 7,5 D 3 De 2 10,5 E 0,03

7,5 Estratto delle NTA del PRG di PRG S di NTA Estrattodel delle Ed 0,2

In tutto il territorio oggetto di PSA i servizi sono complessivamente diffusi in prossimità degli agglomerati esistenti, ma richiedono sicuramente una riorganizzazione in vista del futuro assetto intercomunale. Per concludere con la vigente pianificazione, dall’analisi delle potenzialità edificatorie residue emerge un’insediabilità residenziale e turistica per circa ulteriori 1.471.000mc che corrisponde ad altri 12.300 abitanti circa, a cui si sommano i volumi produttivi realizzabili per ulteriori 353.000mc.

4. Il quadro ambientale Il quadro ambientale è caratterizzato innanzitutto dallo stato vincolistico vigente, che agevola il recepimento in norma, con perimetrazione grafica associata nell’elaborato QC.U.3., le aree su cui gravano vincoli e tutele. Questo punto di partenza consente di individuare un primo assetto d’ “invarianti” e di componenti strutturanti il territorio nel suo complesso, al fine di analizzare le specificità dei singoli ambiti urbani e territoriali, per favorire una rete virtuosa in grado di far funzionare il sistema dell’area oggetto di PSA.

15 4.1 I vincoli sovraordinati Il quadro risultante dall’elaborato QC.U.3 è abbastanza complesso, s’individuano aree assoggettate a vincolo per i motivi di seguito elencati, distinti in tre categorie per facilitarne l’esposizione e in relazione ad origine e significato: Tutele paesaggistiche e d’interesse storico-testimoniale  Aree coperte da boschi  Siti di Importanza Comunitaria (SIC) per ragioni paesaggistiche (IT9340091 - Zona costiera fra e Nicotera2, IT9340093 - Fondali di Capo Vaticano, IT9340090 - Fiumara di Brattirò o Valle Rufa);  Fascia costiera (L.R. 23/1990 art.6, lettera a), D.Lgs 42/2004);  Parco Marino Regionale «Fondali di Capocozzo, S. Irene, Vibo Marina, Pizzo, Capovaticano, Tropea (L.R. 13/2008);  Fascia contermine a fiumi o torrenti (L.R. 23/1990 art.6 lettera c), D.Lgs 42/2004);  Aree percorse dal fuoco (L. 353/2000);  Aree di pertinenza dei corpi idrici: 10m dalla sponda (D.Lgs. 152/2006 art. 115);  Vincolo archeologico (L.R. 23/1990 art.6 lerrera f), D.Lgs. 42/2004, decreto del Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali del 4/3/1978 "notevole interesse storico ed archeologico");  Aree per la protezione civile; Fasce di rispetto d’infrastrutture a rete  Strade provinciali ed extraurbane locali;  Ferrovia;  Elettrodotti e linea metanifera;  Area cimiteriale;  Impianti di depurazione e serbatoi; Vincoli e prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico (PAI)  Ambiti di pericolosità o rischio derivanti dal Piano di Assetto Idrogeologico, da frana, idraulico e per erosione costiera.

2 Tale zona SIC risulta perimetrata in maniera molto approssimativa e si riporta fedelmente in base a quanto presente negli elaborati ufficiali, ma se ne suggerisce la migliore definizione a scala dettagliata (1:2.000 o 1:1.000 onde evitare contenziosi per presenza di diverse aree edificate) 16 4.2 I principali caratteri geomorfologici Nel territorio si individua una struttura ramificata di aree a criticità da media ad elevata, con diffusa presenza di frane già individuate in sede di PAI, soprattutto nel comune di Joppolo. Sebbene gli ambiti interessati siano prevalentemente aree coperte da boschi, in attesa di definire le conclusioni dello studio geomorfologico, il PSA non può che escludere ogni possibilità edificatoria in tali ambiti, consentendo soltanto manutenzione ordinaria ed interventi di mitigazione

Figura 1 – Ambiti a criticità da media ad elevata (cfr. Studio del rischio esistente. geomorfologico per il PSA).

4.3 Le principali attività agro-forestali Le attività agroforestali sono analizzate nello studio agro pedologico per il PSA di cui si riportano estratti. «I dati comunali più recenti disponibili sulla struttura agricola risalgono al 2000, data dell’ultimo censimento generale dell’agricoltura. Si tratta dunque di informazioni molto datate. Tuttavia se si considera che le trasformazioni strutturali nel settore primario (riordino fondiario, riconversioni colturali, ecc.) sono generalmente abbastanza lente, dati i vincoli fisici dell’attività agricola, ragionare su dati non aggiornati non comporta, di norma, distorsioni marcate, come per gli altri settori economici». Con riferimento all’ultimo censimento ISTAT, nel territorio sono presenti 893 aziende agricole con diminuzione della numerosità aziendale pari al -16,39% dal 1990 al 2000, mentre quella relativa al suolo agricolo è del -23,03%. Aspetto da evidenziare è certamente la frammentazione, meno accentuata nel territorio di Spilinga. «Questo elevato frazionamento della nostra agricoltura può essere ricondotto in parte a motivi strutturali connessi al tipo di specializzazione produttiva prevalente sul territorio, anche se un ruolo decisivo è stato svolto, e continua ad esserlo, da una serie di vincoli sociali, economici e legislativi “tipicamente italiani” che hanno impedito un rapido processo di adeguamento agli standard europei». Altro aspetto intimamente correlato alla dimensione media è rappresentato dalla distribuzione aziendale nelle diverse classi di ampiezza, con struttura delle aziende agricole caratterizzata da una grande varietà dimensionale e dalla presenza di un notevole numero di aziende di piccole dimensioni di tipo familiare.

17 4.4 Le dominanti territoriali e le risorse naturali Dalle analisi effettuate emergono importanti caratteristiche territoriali, sia naturali che antropiche, aspetti classificati in parte come punti di forza e, in taluni casi, come punti di debolezza ma che, comunque, sono in grado di suggerire opportunità di sviluppo territoriale ed urbano. Lo sviluppo individuato risulterà automaticamente sostenibile in quanto teso a contrastare tendenze inadeguate alle potenzialità territoriali, nel rispetto dei vincoli e delle tutele presenti. Tra le risorse naturali si evidenziano le due coste, contigue ma differenti, di Ricadi e di Joppolo, che necessitano di un integrazione dei servizi di accessibilità e di connessioni soft ciclopedonali sia lungo la costa, come in realtà turistiche avanzate (sull’esempio del Parco delle Cinque Terre in provincia di La Spezia) che penetranti verso l’interno, integrate ai servizi urbani e di interscambio modale (cfr. tavv. Q.P.U.2). Dalla costa risalgono verso l’interno corridoi ecologici di aree coperte da boschi di elevato valore naturalistico, se si considera la presenza di un’area SIC a cavallo tra Ricadi e Spilinga, come evidenziato negli elaborati Q.C.U.3.(relativamente alle tutele) e Q.P.U.1. (per quanto riguarda le potenzialità di sviluppo in un quadro sinottico degli elementi strutturali del piano, delineati in accordo con gli indirizzi politici di governo del territorio delle AA. CC.). . Se da un lato, sul versante costiero, è prevalente un’economia turistica di tipo balneare, spesso troppo stagionale, dall’altro sono da potenziare le risorse boschive ed agricole più interne, con la valorizzazione delle tipicità locali. Pertanto la struttura invariante presenta attualmente caratteristiche di sviluppo dualistico: ad una fascia litoranea densamente urbanizzata e fondata su una economia del turismo e dei servizi si contrappone una fascia interna con caratteristiche più spiccatamente rurali e fondata su un’economia dell’agricoltura tradizionale e della zootecnia. Le imprese turistiche presentano spesso carattere familiare e occupano addetti non sempre professionalizzati. Gli investimenti in attrezzature e tecnologie sono scarsi e concentrati solo in alcuni grandi esercizi alberghieri. La brevità della stagione turistica non consente la crescita stabile di attività indotte nel settore artigianale e della trasformazione dei prodotti agricoli. Il settore agricolo rischia sempre più l’aumento del grado di polverizzazione delle aziende. A ciò va aggiunta la forte presenza di varietà colturali non rispondenti alle nuove esigenze del mercato, di un’inadeguata dotazione del parco macchine aziendale ed un invecchiamento degli addetti agricoli. La valorizzazione delle attività in essere, affiancata ed integrata da un’attenta progettazione dei servizi a scala sovraccomunale (creando contestualmente mobilità a basso impatto, riorganizzando il sistema degli spazi pubblici e garantendo la tutela e l’accessibilità dei punti di pregio del territorio comunale) caratterizzeranno un sistema economico in grado di conseguire una vera e propria leadership territoriale. Coerentemente con quanto affermato, appare ancora una volta di più rilevante, per rafforzare il ruolo delle single municipalità rientranti nel PSA per la localizzazione di aree da attrezzare per il turismo sostenibile.

18 Punti di forza Punti di debolezza - attrazioni paesaggistiche - rischi ambientali - eventi culturali periodici - limitata dotazione e qualità di servizi - discreta accessibilità - forte presenza di aziende agricole specializzate - economia dell’agricoltura tradizionale e della zootecnia - turismo eco-compatibile - gestione mirata ed ottimizzata con - incremento del ruolo culturale mitigazione dei rischi esistenti nell’hinterland vibonese e nella regione - miglioramento e diversificazione del - produzioni tipiche locali sistema della mobilità ed - rapporti con i comuni limitrofi, con il integrazione nel sistema dei servizi

Opportunità capoluogo di provincia e con Tropea. esistenti e di previsione

- degrado della qualità paesaggistica - limitata considerazione delle aree

- attraversamento di traffico pesante vincolate e di quelle a rischio Rischi

La tabella esposta fornisce un primo quadro di quella che sarà la strategia di piano e risulta pertanto, uno schema meta strategico di tipo SWOT, dove emergono le potenzialità di sviluppo nelle opportunità di utilizzo delle risorse ed i rischi connessi ad una gestione inadeguata, in assenza del presente piano.

4.5 Il tessuto consolidato ed il tessuto recente Il tessuto consolidato presenta una dualità di funzioni prevalenti: di tipo turistico lungo la costa, soprattutto nel comune di Ricadi, di tipo urbano residenziale con presenza di attività artigianali verso l’interno. Come emerge dall’elaborato Q.C.U.8. (Carta di analisi storico insediativa), la struttura dell’urbanizzato si è andata sempre più saldando nel comune di Ricadi fino a generare quasi un continuo lungo costa con due assi penetranti verso San Nicolò e Ricadi, coinvolgendo in una certa misura anche la frazione Coccorino di Joppolo, il cui capoluogo è per fortuna ancora distinto dalla vicina frazione di Caroniti, anche per evidenti ragioni di sicurezza legata all’instabilità del suolo. Per quanto concerne Spilinga bisognerà certamente valorizzare la compattezza del capoluogo, registrando comunque le lottizzazioni in atto e riammagliando il tutto verso zona Panaia.

4.6 Il sistema relazionale e dei servizi Ciò che unisce i tre comuni è certamente la rete viabilistica, con le strade provinciali dalle quali si dirama la viabilità locale (cfr. tav. Q.P.U.2), struttura di base per avviare una riqualificazione della mobilità, con integrazione di percorsi ciclopedonali ed aree di scambio intermodale ferro gomma; si evidenzia, infatti, che Ricadi e Joppolo sono servite dall’asse ferroviario tirrenico nazionale, con stazioni in disuso che potrebbero essere eventualmente riutilizzate.

19 Affinché la rete connettiva dei centri possa essere ottimizzata è necessario valutare la qualità e la collocazione dei servizi urbani e territoriali, che da questa debbono essere serviti; tali servizi comprendono attrezzature di interesse collettivo, parcheggi, aree di verde attrezzato, edifici per l’istruzione, per il culto e, non ultimi, per la gestione delle eventuali emergenze ambientali, in un territorio fortemente interessato da ambito a media ed elevata pericolosità. L’analisi dei servizi esistenti, rappresentati nell’elaborato Q.C.U.9. consente di orientare in maniera efficace le risorse per lo sviluppo dell’area, al fine di migliorare la qualità urbana per i residenti, per gli abitanti fluttuanti e per i turisti.

4.7 Il sistema produttivo Dal punto di vista produttivo si può dire che non esiste un vero e proprio sistema. Specie per quanto riguarda le attività di servizio al turismo stagionale balneare presenti nel comune di Ricadi, sembrano collocate in una logica puntuale poco sinergica, che necessita di maggiore legame strutturale per funzionare meglio. Da sottolineare è la terziarizzazione della frazione di Santa Domenica di Ricadi e del capoluogo di Spilinga, in misura minore nel capoluogo di Ricadi e di Joppolo. Per quanto concerne il settore primario si è già esposto il problema della riduzione del suolo agricolo e della numerosità delle aziende (cfr. §4.3), aspetto che fa permanere comunque rilevante la fetta di occupati nell’agricoltura nel comune d Spilinga.

20 II SCENARIO OBIETTIVO 1. Gli elementi strutturanti il territorio Gli elementi strutturanti il territorio oggetto di PSA sono evidenziati negli elaborati di tipo SO e rappresentano i temi di sviluppo di medio e lungo periodo del piano.

1.1 Singolarità ed emergenze idriche Dall’analisi effettuata emergono diverse caratteristiche di naturalità da tutelare e valorizzare, partendo dalla loro messa in sicurezza da eventuali condizioni di rischio da mitigare o, qualora assente, da evitare. Certamente il torrente Ruffa, il torrente Mandricelle e gli altri valloni, nel sistema boschivo dell’area, meritano una concentrazione particolare per valore paesaggistico e prossimità ad ambiti antropizzati, sia per il contenimento di questi ultimi che per la propria preservazione di elementi di naturalità, non solo zone cuscinetto, ma occasioni di sviluppo per turismo escursionistico in grado di collegare gli ambiti costieri a quelli rurali ed agrituristici.

1.2 Singolarità ed emergenze storico-testimoniali Il piano mira a valorizzare l’identità locale consentendo il ripristino dei manufatti d’interesse storico tra cui s’individuano i seguenti, desunti dal PTCP: Ricadi Beni Archeologici - Capo Vaticano Insediamento greco - Insediamento agricolo romano - Necropoli età del bronzo mulino "Giuliano" censito nel M.C.T. al foglio 6 - particella 145, in località Ruffa Beni Medioevali - Torre Marrana in località "Marrana" della frazione "Brivadi" Rinascimento e Barocco - Chiesa di San Zaccaria - Torre di Bali di Santa Domenica - Torre Marino - Chiesa S.Lucia Vergine e Martire sita in località "Barbalaconi" - Chiesa S.Maria Lauretana sita in frazione "S.Maria" (località marina) - Torre sita in localtà "Capo Vaticano" Ruffa - Torre Tuono

XIX e XX secolo - Villa "Riaci" sita nella frazione "Santa Domenica" - Palazzo "Fazzari" - Centro Storico - Ex Caserma Guardia di Finanza - Palazzo "Petracca-Scaglioni" - Casa Taccone - Mulino idraulico di Lampazzone, si trova nel comune di Ricadi in località Arcicolano, risulta censito nel N.C.T. al foglio di mappa 9 particella 25.

21 - Chiesa di S. Nicola - Chiesa di S. Domenica - Chiesa di S. Pietro - Chiesa di S. Martino, Orsigliadi - Chiesa di S. Giuseppe, Orsigliadi - Chiesa di S. Biagio, Brivadi - Chiesa Madonna di Loreto - Chiesa di Lampazzone Musei - Museo d'Arte Contadina, cinquecento reperti,attrezzi ed utensili lavorazione del lino e delle fibre di ginestra

Joppolo Rinascimento e Barocco - Santuario del Poro

- Mulino, loc. Passo della Femnmina - Centro Storico - Chiesa sita nella frazione "Coccorinello" (Chiesa dell'Immacolata) - Chiesa Madonna del Carmine di "Caroniti"sita nella località Monte Poro - Chiesa S.Gennaro "Caroniti - Chiesa S.Mercurio sita nella frazione "Coccorino" - Chiesa S.Sisto - Torre di Coccorino - Torre di Capo S. Antonio (di Joppolo) - Mulino Siroto, residenza di coniugi inglesi - Mulino Vecchio sorge in località Calafatoni, (probabile luogo natio di S. Gennaro) XIX e XX secolo - Palazzo Torre - Chiesa Oliveto, costruzione moderna - Chiesa S. Sebastiano - Chiesa della Madonna della Romania - Chiesa del Sacro Cuore - Convento del Carmine Musei - Archivio Storico Comunale, documenti antichi

Spilinga Beni Archeologici - Loc. Aramoni, area insediamento medioevale abbandonato - Acquedotto Spilingese su archi di muratura Beni Medioevali - La Grotta del favo, cavità di notevoli dimensioni - Chiesetta Madonna dei Centoferri, Frazione Panaia Rinascimento e Barocco - Chiesa di San Giovanni Battista XIX e XX secolo

22 - Chiesetta Madonna delle Grazie e edicola, in località Salve Regina - Chiesa della Madonna della Misericordia - Santuario della Madonna della Fontana - Palazzo Miceli - Chiesa Maria del Rosario

1.3 Il paesaggio agricolo e i nuclei rurali La pianificazione del territorio agricolo ha come obiettivo il corretto uso ed edificabilità dei suoli e la programmazione dello sviluppo delle zone agricole e rurali. Pertanto la pianificazione del territorio rurale deve avere come obiettivi: 1. la realizzazione di infrastrutture per favorire uno sviluppo integrato del territorio; 2. l’uso integrato delle risorse disponibili (agricole, ambientali e storico-culturale) e la diversificazione dei redditi attraverso la produzione di beni e servizi (agricoltura, artigianato, agriturismo, ecc.); 3. la ricomposizione fondiaria; 4. il ricambio generazionale e l’insediamento di imprenditori agricoli con adeguata formazione professionale; 5. la valorizzazione delle produzioni tipiche e di pregio; 6. l’adozione di tecniche produttive eco-sostenibili per la salvaguardia dell’agro- ecosistema, dei microclimi e della fertilità dei suoli; 7. l’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto; 8. l’implementazione di sistemi per il monitoraggio agro-ambientale e la prevenzione dalle calamità naturali; 9. la definizione degli ambiti di particolare interesse storico, paesaggistico ed ambientale, con particolare interesse al recupero funzionale e formale dei manufatti rurali preesistenti. Strumenti utilizzabili per la gestione del territorio forestale sono: a) inventario delle diverse tipologie forestali; b) lotta passiva agli incendi boschivi; c) valorizzazione delle stesse risorse forestali (conservazione e fruizione del bosco a scopo conoscitivo, divulgativo, didattico e paesaggistico); d) imboschimenti / rimboschimenti di aree degradate e/o incolte. Infine, per la salvaguardia del patrimonio forestale, è necessario attenersi a quanto previsto dalla legge quadro in materia d’incendi boschivi n. 353/2000 e ai relativi piani provinciali e comunali, integrando il catasto incendi delle aree percorse dal fuoco.

1.4 La riorganizzazione del tessuto urbano Il tessuto urbano rischia attualmente una forte degenerazione e dispersione con potenziali pesanti oneri di gestione pubblica; bisogna certamente limitare tale aspetto favorendo invece la compattezza dei nuclei in una logica reticolare multipolare in cui i centri principali possano fare da polo per quelli minori, parallelamente al miglioramento delle interconnessioni.

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1.5 La sistematizzazione delle attività produttive In base a quanto esposto precedentemente si comprende quale grande importanza rivesta un disegno sistematico delle attività produttive previste, riammagliando le realtà presenti, senza depauperare la risorsa suolo, ma favorendo azioni sinergiche in grado di generare un polo intercomunale che possa competere in ambito sovralocale. Al fine di migliorare la concentrazione delle attività produttive, preservando il paesaggio agricolo e forestale, garantendo un’adeguata connessione con la rete stradale si propone di concentrare le future attività industriali artigianali e di lavorazione dei prodotti agroalimentari nell’area di Spilinga, in una logica di prossimità ai servizi, di non interferenza con gli ambiti paesaggisticamente rilevanti e di non commistione, ma adiacenza, agli ambiti urbanizzati prevalentemente residenziali. Il sistema agricolo sembra meglio organizzato per il bilancio tra coltivazioni e piccole aziende agricole presenti in tutto il territorio rurale; si potrebbe però migliorare l’efficacia produttiva creando servizi per l’agricoltura e per la filiera dell’agroalimentare anche con una specializzazione delle zone destinate ad attività produttive, realizzando un polo rurale. Le attività turistiche lungo la costa possono, invece, ritrovare una sistematizzazione nella riqualificazione della mobilità e nell’individuazione di are di scambio intermodale che possano consentire a tutti di spostarsi a piedi o in bici in percorsi panoramici di connessione tra le diverse località marittime.

1.6 L’individuazione delle aree urbanizzabili e l’attuazione del PSA Sulla base delle analisi effettuate, valutando l’effettiva vocazione del suolo, rispettando i princìpi esposti in merito alla conservazione delle potenzialità edificatorie offerte dalla previgente strumentazione urbanistica, sono stati individuati più di 186 Ha circa di ambiti urbanizzabili a destinazione prevalentemente residenziale e 54 Ha circa a funzione produttiva. Chiaramente l’attuazione degli stessi avverrà in tempi lunghi, dando priorità a quelli più centrali, in adiacenza al tessuto urbano esistente, al fine di recuperare mediante perequazione il maggior quantitativo di servizi possibile, rispettando anche la qualità di realizzazione per le caratteristiche prestazionali degli stessi. Dal confronto tra lo stato di fatto e le potenzialità previsionali emerge un grosso gap di aree standard da recuperare, come ci si attendeva sulla base del riferimento di 18mq/ab, prevalentemente negli ambiti residenziali, con un surplus nelle aree turistiche (per presenza di impianti sportivi). Considerando che dai piani vigenti emerge un’insediabilità residua per più di 15.000 abitanti, prevedendo per il ridisegno di piano un’insediabilità di PSA di circa ulteriori 4.700 abitanti (in totale circa 17.000 ripartiti nei tre comuni) negli ambiti di tipo ANI (ambiti per nuovi insediamenti) si mostra di seguito il calcolo che ha indotto ad uno standard di almeno 21 mq/ab, per recuperare il deficit presente:

a) Servizi totali in ambiti urbanizzati prevalentemente residenziali 88.505 mq b) Servizi totali in ambiti urbanizzati prevalentemente turistici 15.891 mq

24 c) Residenti totali = 8.312 => Standard minimi 149.616 mq Deficit di standard urbanistici (c - a - b) 45.221 mq

Generalmente, coloro che rientravano in aree edificabili secondo il previgente strumento urbanistico, non vedono cancellate le proprie possibilità edificatorie, potendo consorziarsi nell’ambito di tipo ANI di riferimento, come indicato nel REU. L’attuazione del PSA procederà in parallelo, realizzando servizi e fabbricati contestualmente, soltanto dopo aver ultimato le infrastrutture di connessione, per cui bisogna puntualizzare quanto segue: - le nuove strade o i tracciati da adeguare che connettono i comparti al resto dei centri esistenti città dovranno essere realizzati prima del comparto stesso; - la necessità dei nuovi tracciati è prescrizione di piano ed è pertanto di pubblica utilità, quindi costituisce stato di fatto nel momento in cui si riconosce la potenzialità edificatoria (stato di diritto); - l’edificabilità del comparto è legata alla realizzazione del tracciato viario di previsione o da adeguare associato al perimetro del comparto, così come le aree standard; - gli interventi relativi all’attuazione del PSA riguardanti il tracciato viario non costituiscono standard, ma oneri di urbanizzazione primaria.

1.7 La perequazione urbanistica La perequazione urbanistica persegue l’equa distribuzione di oneri ed onori dei proprietari coinvolti nelle aree di trasformazione territoriale, organizzando anche l’incremento dell’efficienza d’investimenti urbanistici a favore della collettività, attraverso le entrate comunali generate dalle suddette trasformazioni.

1.1.1 Il ruolo riequilibrante del piano Il ruolo riequilibrante del piano è legato alla possibilità d’intervento sulla totalità del territorio comunale e al dovere etico di bilanciare gli effetti dei processi sperequanti, causati dalla generazione di rendita urbana assoluta, per diversa destinazione d’uso dei suoli. La classificazione delle aree operata dal piano urbanistico, infatti, unitamente al processo di espansione della città, fa sì che un medesimo suolo incrementi notevolmente il proprio valore «senza alcuna trasformazione o investimento». La domanda di equità di trattamento, emergente da un tale processo, porta al dovere etico di «ridurre l’appropriazione speculativa delle rendite parassitarie a vantaggio del sistema di libertà fondamentali da assicurare a tutti» (Dal Piaz, 1999, pp.68-74)3. L’importanza del governo locale risiede, quindi, nella capacità istituzionale di controllare l’uso del suolo, equilibrando i processi di accumulazione del capitale con l’interesse pubblico (Mazza, 2004, p.16)4. Tra i modelli proposti sono presenti le varie forme di perequazione, sperimentata già nelle lottizzazioni convenzionate ex L. 765/1967, basati sul principio di equità di

3 Dal Piaz A., 1999, Ragionando di urbanistica, Graffiti – Napoli. 4 Mazza L., 2004, Piano, progetti, strategie, FrancoAngeli – Milano. 25 trattamento dei proprietari coinvolti nelle trasformazioni, affinché partecipino pro quota ad oneri e onori derivanti dagli interventi. In alcuni modelli perequativi, purtroppo, si tende ad affidare al mercato, fondato sugli squilibri, la realizzazione di un presupposto principio di equità, pur essendo fuori dalla sua portata ogni elemento di giustizia redistributiva (Indovina, Savino, 2003, p.170)5, spettante, invece, a scelte politiche tecnicamente assistite ed eticamente e democraticamente argomentate tali da rendere i piani una «costituzione locale» (Mazza, 2004, p.42). Se da un lato, quindi, perequando si tende verso parziali riequilibri degli scompensi territoriali, sia nel caso di perequazione per comparti che nel trasferimento dei diritti edificatori, dall’altro, se non ci si basa su un corretto dimensionamento di piano, se non si considera il suolo non urbanizzato come risorsa scarsa, senza creare diritti “naturali” alla trasformazione legati alla proprietà, si rischia di spostare i problemi di gestione della città, senza risolverli e, a lungo andare, si genereranno effetti negativi anche per il mercato stesso. Tale questione richiama il dibattito sul dimensionamento acutizzatosi attorno al piano di Roma proposto nel 2002 da Giuseppe Campos Venuti6, il quale sostiene che i diritti di edificazione privata riconosciuti dai piani possano essere cancellati solo mediante esproprio, altrimenti il piano sarebbe impugnato e bloccato da ricorsi alla Magistratura. Mentre Edoardo Salzano afferma che la giurisprudenza nega un “risarcimento” per cancellazioni adeguatamente motivate di aree edificabili, anche già convenzionate, in quanto il PRG è «suscettibile di revisione ogni qual volta sopravvenute esigenze di pubblico interesse, obiettivamente esistenti [….], facciano ritenere superata la disciplina da esso dettata» (Tar Lombardia, Sez. Brescia, 12-01-2001 n.2). Logicamente non si può che convenire con quest’ultima opinione, specie quando si riconosce che le previsioni di piano sono figlie del periodo in cui esso viene redatto e, comunque, discutibili; uno strumento predisposto più di quarant’anni fa deve essere aggiornato principalmente nel suo dimensionamento, al fine di orientare le trasformazioni verso le nuove esigenze. Il presente PSA si propone di non ledere i diritti di alcun cittadino garantendo il giusto profitto agli investitori interessati a realizzare le trasformazioni territoriali, nel rispetto della pubblica utilità delle stesse.

1.1.2 Stato di diritto, stato di fatto e strategia perequativa Tutto quanto esposto in precedenza, unitamente allo stato vincolistico vigente, costituisce lo stato di diritto, da rapportare allo stato di fatto per l’impostazione del processo di perequazione, che il piano deve organizzare ai fini della propria attuazione.

5 Indovina F. Savino M. (a cura di), 2003, Una riforma urbanistica?, Archivi di studi urbani e regionali, II quadrimestre, FrancoAngeli – Milano. 6 Giuseppe Campos Venuti si dimetterà nel 2003 dalla consulenza per il Nuovo Piano Regolatore di Roma, in quanto lo strumento è adottato dal Consiglio comunale privo della previsione espansiva di 1 milione di stanze, cuore del processo perequativo. 26 III STRATEGIE

La condivisione dei principi fondanti della L.R. 19/2002 suggerisce di fissare obiettivi specifici per il territorio comunale oggetto della pianificazione ordinaria da disporre mediante Piano Strutturale Comunale in forma Associata. Se è pur vero che bisogna partire dai quadri programmatici regionale e provinciale, unitamente alla strumentazione settoriale sovraordinata rispetto al livello comunale, bisogna comunque procedere, già in una fase preliminare, nel delineare scelte strategiche per il territorio da pianificare. Le suddette decisioni riguardano modalità di raggiungimento di obiettivi strutturali, volti a soddisfare esigenze primarie da gestire nel lungo periodo, ed obiettivi programmatici, di spirito più politico ed attuabili nel breve periodo. Le peculiarità e la complessità dello strumento comunale, in questo caso intercomunale, devono essere portate a sintesi esplicitando gli obiettivi principali, volti a risolvere da un lato problemi consolidati, che richiedono soluzioni da perseguire con costanza ben oltre il mandato amministrativo, dall’altro individuando esigenze immediate risolvibili nell’ambito del mandato amministrativo. Nella prima tipologia di questioni, a carattere strutturale, rientrano sicuramente la necessità di definire i confini dei centri abitati consolidati, l’esigenza di comprendere ed evidenziare il ruolo delle tre municipalità nei confronti della provincia di Vibo Valentia, la valorizzazione del tessuto consolidato, l’ottimizzazione della mobilità e dei flussi di attraversamento, la riqualificazione urbana dell’urbanizzato recente, la valorizzazione del paesaggio agricolo, la fruibilità dei corpi idrici presenti, la tutela dell’integrità fisica del territorio con la mitigazione dei rischi emergenti, la tutela della costa, la valorizzazione delle attività turistiche e, infine ma non ultima, la tutela dell’identità culturale. Tra gli obiettivi realizzabili nel breve periodo s’intende orientare il piano: o verso un’ottimizzazione dei servizi urbani; o nella riqualificazione delle aree boschive, mitigando i rischi esistenti; o mirando al raggiungimento di un assetto di mobilità intermodale di valorizzazione turistica dell’area, che vada al di là dei confini comunali e che possa fare da volano per la riqualificazione della linea ferroviaria.

1. Le scelte strategiche e le azioni di piano Di seguito si esplicitano le scelte strategiche del PSA e le azioni previste per il loro conseguimento. Quanto esposto sarà successivamente schematizzato in maniera trasparente in una tabella a doppia entrata che espliciterà le singole azioni di piano relazionandole ai suoi obiettivi, distinguendo tra connessioni dirette ed indirette, ovvero tra strategie finalizzate al raggiungimento di obiettivi specifici e progetti correlati al raggiungimento degli obiettivi stessi, sebbene direttamente afferenti ad altri scopi.

27 1.1 Mantenimento della compattezza del tessuto urbano La necessità di definire i confini dei centri abitati di Ricadi, Joppolo, Spilinga e delle loro frazioni è evidente se si considerano le modalità con cui si è espanso il costruito negli ultimi dieci anni: lungo il sistema viabilistico, ma senza la compattazione doverosa per evitare la generazione di “vuoti urbani”, onerosa sia per la scarsità della risorsa suolo che per la difficoltà di garantire a tutti i cittadini un’equa dotazione di servizi ben accessibili; contemporaneamente è necessario il recupero e l’adeguamento dei servizi esistenti e la rifunzionalizzazione delle strutture dismesse o in dismissione. Nel disegno dei confini urbani rientra la possibilità di definire spazi da destinare a verde, incrementando così la dotazione di spazi aperti pubblici urbani da utilizzare per lo sport e il tempo libero, tutelando e valorizzando i punti panoramici presenti e migliorando la fruibilità di tutti gli spazi destinati al pubblico. Al fine di evitare la generazione di una domanda di abitazioni al di fuori dell’urbanizzato da compattare è necessario che avvenga tale densificazione, quantomeno dal punto di vista degli abitanti, adeguando l’offerta residenziale, riorganizzando i servizi urbani e il sistema della mobilità, anche per creare un sistema di spazi pubblici nell’area centrale del capoluogo. La riorganizzazione della mobilità, da un lato, mira a soddisfare la domanda di accessibilità che sarà generata dalla realizzazione dei nuovi ambiti urbani ad organizzazione funzionale complessa e di recupero del deficit di standard urbanistici, dall’altro scarica i flussi dagli assi carrabili principali, sfruttando meglio l’asse ferroviario grazie all’intermodalità e migliorando la qualità degli abitati grazie al sistema ciclopedonale. Il tessuto urbano futuro non deve essere specialistico, non esclusivamente residenziale, ma neanche commisto ad attività incompatibili, per le quali si prevede invece un’area accessibile da tutti i centri e ben connessa, da attrezzare ecologicamente per attività produttive concentrate. A facilitare la compattezza degli urbanizzati sarà la cornice al futuro tessuto: da un lato la rete di corridoi ecologici penetranti fino agli urbanizzati mediante spazi a verde pubblico, tutelando anche il verde privato, dall’altro l’ambiente rurale, da sistematizzare e regolamentare opportunamente negli usi specifici e tipizzanti, il tutto connesso dal previsto sistema della mobilità a diffusa ramificazione ciclopedonale.

1.2 Definizione e caratterizzazione di un ruolo culturale nell’hinterland vibonese Il ruolo dell’area oggetto di PSA è duplice: da un lato rientra nel polo turistico costiero/balneare di Tropea, dall’altro è fulcro dell’economia agricola vibonese per le produzioni tipiche locali nel settore agroalimentare. In base a quanto esposto, per meglio caratterizzare questi importanti ruoli sovralocali è necessario ottimizzare e gerarchizzare la viabilità, integrandola in un sistema intercomunale intermodale, migliorando l’accessibilità e la fruibilità delle stazioni ferroviarie e, contemporaneamente, riorganizzando i servizi turistici e di rilevanza sovralocale compatibilmente al contesto paesaggistico di cui è necessario tutelare e valorizzare i punti panoramici, non come isole disgiunte dal sistema strutturale territoriale ma mediante la realizzazione di percorsi ciclo-pedonali. 28 L’integrazione tra servizi urbani e turistici deve passare anche attraverso l’ottimizzazione delle aree destinate allo sport ed al tempo libero, da fruire in tutto l’arco dell’anno. Per le stesse ragioni è importante relazionare domanda turistica ed offerta ricettiva, localizzando aree da attrezzare per turismo sostenibile, in modo da consentire la composizione di pacchetti vacanzieri variegati. Indirettamente, ma sinergicamente e raggiungimento del futuro ruolo dell’area, contribuiscono da una parte la strutturazione dell’assetto urbano a prevalenza antropica (la definizione dei confini dei centri urbani, la caratterizzazione dei tessuti insediativi nel proprio patrimonio edilizio pubblico e privato, la riqualificazione dei servizi, delle aree delle stazioni ferroviarie, dei vuoti urbani, l’individuazione di aree ecologicamente attrezzate per attività produttive concentrate) dall’altra la qualificazione, la tutela e la valorizzazione di tutto il territorio extraurbano a prevalenza di naturalità diffusa (con la definizione dei corridoi ecologici, la riqualificazione delle aree boschive a rischio di incendio o di abbandono, il ripristino degli elementi di continuità naturalistiche extraurbane, la caratterizzazione e tutela delle risorse idriche, sistematizzazione delle attività rurali).

1.3 Valorizzazione del tessuto consolidato La valorizzazione del tessuto consolidato parte certamente dalla qualificazione e dalla corretta manutenzione del sistema di spazi pubblici, in quanto una bella città si riconosce da un buon sistema di servizi e da percorsi di strade e piazze che evidenzino il patrimonio edilizio pubblico e privato meritevole di interesse storico e tradizionale, colmando i “vuoti” di strutture ed aree apparentemente abbandonate, mediante la rifunzionalizzazione delle stesse. Nel riassetto dei servizi urbani è necessario pensare alla loro accessibilità sia dagli ambiti urbanizzati esistenti che, in una logica previsionale, da quelli futuri. Come più volte evidenziato, soprattutto nel comune di Ricadi, il tessuto consolidato lungo la costa riveste funzioni prevalentemente turistiche che necessitano un riassetto dei servizi connessi di rilevanza sovralocale, compatibilmente al contesto paesaggistico, relazionando opportunamente la domanda turistica e l’offerta ricettiva. Indirettamente concorrono al raggiungimento del suddetto obiettivo sia la definizione dei confini dei centri urbani che l’ottimizzazione della viabilità con generazione di in un sistema intercomunale intermodale, che consenta di ottimizzare gli attraversamenti di mezzi pesanti, mediante sistemi di regolamentazione del flusso veicolare. I centri non potranno che trarre vantaggi dall’adeguamento dei servizi, destinati al tempo libero ed in generale, dalla riqualificazione delle aree delle stazioni ferroviarie, spesso in prossimità degli stessi, ma la cui fruibilità deve essere migliorata. Si evidenzia anche il forte ruolo migliorativo dell’assetto urbano se connesso da percorsi ciclopedonali in grado di valorizzare il panorama presente e di connettere le risorse boschive a fini escursionistici. Il tutto non può essere garantito se non si interviene in maniera prioritaria sulla mitigazione del rischio da frana, aspetto che dovrà essere affrontato specificatamente nelle fasi progettuali.

29 1.4 Riqualificazione urbana del tessuto recente Così come la valorizzazione di cui al punto precedente, per il tessuto recente non si può che partire dalla riqualificazione dei “vuoti” urbani, caratterizzando regolamentazione il patrimonio edilizio pubblico e privato, che sarà presente in misura minore rispetto alla città consolidata di origini antiche e che impone maggiore attenzione al sistema di spazi pubblici ed alla gerarchizzazione della viabilità e sua integrazione in un sistema intercomunale intermodale, con individuazione di connessioni alternative per ottimizzare i flussi di attraversamento anche mediante rotatorie. Vale anche in questo caso l’importanza della riqualificazione delle aree delle stazioni ferroviarie per consentire intermodalità ciclabile intercomunale, connessa al sistema dei servizi urbani da adeguare e migliorare assieme ai servizi turistici e di rilevanza sovralocale. Se si seguono correttamente le regole del presente PSA, per la valorizzazione del tessuto consolidato recente, si riuscirà anche a mantenere la compattezza dei centri urbani rispettando la definizione dei confini dei centri abitati. Connesse alla riqualificazione del tessuto recente sono anche l’ottimizzazione delle aree destinate allo sport ed al tempo libero, la tutela e la valorizzazione dei punti panoramici, parallelamente alla definizione dei corridoi ecologici ed alla riqualificazione delle aree boschive a rischio di incendio o di abbandono, per il ripristino degli elementi di continuità naturalistiche extraurbane, con creazione di percorsi ciclo-pedonali alberati, senza dimenticare i necessari interventi di mitigazione del rischio frana.

1.5 Valorizzazione degli ambiti naturalistici La valorizzazione degli ambienti naturalistici, da monte verso valle, parte dalla definizione dei corridoi ecologici, dalla riqualificazione delle aree boschive a rischio di incendio o di abbandono, ripristinando gli elementi di continuità naturalistiche extraurbane, sistematizzando e caratterizzando le risorse idriche da tutelare, dai fiumi e torrenti fino al mare ed alla costa, tutelando le aree di pertinenza dei depuratori al fine di consentirne l’adeguamento e la corretta gestione. Affinché l’extraurbano possa essere tutelato e valorizzato si richiede che siano, indirettamente, definiti i confini dei centri urbani e delle aree produttive, che vi siano flussi di attraversamento alternativi, che siano consentiti gli scambi intermodali, che i servizi possano assolversi all’interno degli ambiti urbanizzati e che gli ambiti a destinazione turistica siano ben connessi tra loro e sostenibili dal punto di vista della gestione ai fini degli impatti ambientali. In tal senso si deduce l’importanza degli interventi di mitigazione del rischio frana, che consentirebbero una migliore e più sicura gestione dell’extraurbano di cinta agli ambiti urbani da connettere mediante percorsi ciclo-pedonali ed adeguamenti viabilistici.

1.6 Ottimizzazione dei servizi comunali L’ottimizzazione dei servizi pubblici deve partire dalla creazione di un sistema di spazi pubblici, migliorandone l’accessibilità così come si dovrà migliorare la fruibilità delle stazioni ferroviarie, riqualificandone le aree di pertinenza per consentire intermodalità ciclabile intercomunale.

30 Nel riassetto dei servizi urbani e nel miglioramento della fruibilità degli stessi non si può trascurare l’adeguamento dei servizi esistenti e la rifunzionalizzazione delle strutture dismesse o in dismissione, pensando anche alle finalità turistiche di rilevanza sovralocale, integrando i servizi urbani e turistici mediante ottimizzazione delle aree destinate allo sport ed al tempo libero, compatibilmente al contesto paesaggistico. Completato il quadro conoscitivo sul patrimonio edilizio pubblico e privato, l’ottimizzazione dei servizi è avvantaggiata da una buona caratterizzazione e regolamentazione delle strutture a frequentazione pubblica, che devono essere ben accessibili mediante ottimizzazione e gerarchizzazione della viabilità e sua integrazione in un sistema intercomunale intermodale, con creazione di percorsi ciclo-pedonali alberati, mettendo in sicurezza il territorio mediante interventi di mitigazione del rischio frana preliminari ad ogni altra trasformazione.

1.7 Ottimizzazione delle attività produttive L’ottimizzazione delle attività produttive deve partire da una buona regolamentazione degli usi compatibili con la residenza per escludere automaticamente, ma esplicitamente nel REU, le funzioni da separare dai nuclei abitati, al fine di fornire alle attività stesse un servizio migliore per evolversi in sinergia e nel rispetto dell’ambiente, attrezzando le aree anche per la gestione dei rifiuti previsti dal ciclo produttivo. Per quanto concerne il territorio rurale è necessario sistematizzare le attività connesse e regolamentare gli usi del suolo con l’ausilio degli esiti dell’analisi agronomica al fine di consentire il graduale perfezionamento della produzione agricola, mediante una buona articolazione del REU per le trasformazioni e gli usi consentiti. A servizio delle attività è certamente il sistema della mobilità che aiuto il perseguimento del suddetto obiettivo nell’ottimizzazione e gerarchizzazione della viabilità e sua integrazione in un sistema intercomunale intermodale, nell’individuazione di connessioni alternative per ottimizzare i flussi di attraversamento, anche mediante rotatorie. Per quanto riguarda le attività nel tessuto urbano, compatibili con lo stesso, saranno adeguamenti i servizi esistenti, anche mediante rifunzionalizzazione delle strutture dismesse o in dismissione, mirando al miglioramento dei servizi turistici per attività di rilevanza sovralocale, attivando interventi di mitigazione del rischio frana.

1.8 Tutela dell’integrità fisica del territorio e mitigazione dei rischi ambientali La tutela del territorio extraurbano parte dalla definizione dei corridoi ecologici, specie in un contesto in cui sono presenti aree sottoposte a tutela come l’area SIC tra Ricadi e Spilinga, che impone la sistematizzazione, caratterizzazione e tutela delle risorse idriche a partire dal torrente Ruffa e dalla corretta gestione del depuratore ivi collocato; ciò non toglie un eventuale utilizzo del torrente stesso, regolamentando funzioni di tipo soft come il turismo escursionistico, ecocompatibile con la condizione ambientale. Come più volte ribadito sono di importanza fondamentale per lo sviluppo dell’area gli interventi di mitigazione del rischio frana ed anche di quello di erosione costiera al fine di

31 preservare il patrimonio naturalistico presente e garantire maggiore sicurezza alla struttura territoriale. L’obiettivo in oggetto, tuttavia, è perseguito indirettamente un po’ da tutte le azioni di PSA che mirano comunque ad un assetto strutturale stabile in grado di fornire maggiori certezze agli investitori e potenziale miglioramento della qualità della vita urbana ai cittadini.

1.9 Tutela dell’identità culturale L’identità culturale di un contesto urbano e territoriale è sempre argomento complesso che in urbanistica abbraccia il tema degli spazi pubblici e dei servizi in genere, nonché l’evidenziazione e la tutela delle risorse presenti, anche definendo i corridoi ecologici coperti da boschi o da rimboschire, di cinta ai centri abitati il cui confine deve essere facilmente leggibile. È certamente utile, in tal senso, il riassetto dei servizi turistici e di rilevanza sovralocale compatibilmente al contesto paesaggistico, tutelando quindi i punti panoramici ed il paesaggio stesso, localizzando in maniera idonea le aree da attrezzare per turismo sostenibile, collegando la domanda turistica e l’offerta ricettiva, sistematizzando le attività rurali mediante regolamentazione degli usi del suolo. Indirettamente l’identità culturale è tutelata caratterizzando il patrimonio storico-testimoniale esistente e regolamentandone le tipologie di trasformazioni nel REU, adeguando i servizi, rifunzionalizzando in maniera opportuna le strutture dismesse o in dismissione, migliorando l’accessibilità dei servizi.

1.10 Incremento dell’offerta turistica L’incremento dell’offerta turistica non ha certo bisogno di aumentare gli attrattori propriamente detti in un’area amena dal punto di vista paesaggistico, i punti su cui ci si deve concentrare sono le strutture, bisogna migliorare l’accessibilità e la fruibilità delle stazioni ferroviarie, riqualificazione delle aree delle stazioni per consentire intermodalità, riqualificare i servizi turistici compatibilmente al contesto paesaggistico e integrarli con i servizi urbani. L’offerta di strutture a scopo turistico non può essere pensata solo per tale funzione, bisogna realizzare un sistema di fruizione di servizi legati al tempo libero che possano essere utilizzati per tutto l’anno, ottimizzazione le aree destinate allo sport ed al tempo libero, realizzando il porticciolo di Joppolo, localizzazione le aree da attrezzare per turismo sostenibile, connettendo il tutto con la prevista rete di mobilità soft. Al fine di diversificare l’offerta, valorizzando anche le risorse rurali sarà doveroso procedere, in parallelo, con la sistematizzare delle attività rurali, nel rispetto della regolamentazione degli usi del suolo del REU annesso al PSA. Indirettamente l’offerta turistica migliora se evolve in positivo la qualità della vita, come avverrà se si rispetteranno le strategie di PSA che ottimizzano il sistema della mobilità, adeguano i servizi esistenti, definiscono i confini dei centri abitati e tutelano il territorio extraurbano, mettendo in sicurezza i contesti a rischio.

32 2. Quadro sinottico degli obiettivi e dei dispositivi di PSA Al fine di esplicitare quanto precedentemente esposto è schematizzato di seguito il quadro delle relazioni tra gli obiettivi ed i dispositivi di piano, evidenziando le azioni volte al raggiungimento diretto di determinati obiettivi:

Obiettivi di PSA 1 Mantenimento della compattezza del tessuto urbano 2 Definizione e caratterizzazione di un ruolo culturale nell’hinterland vibonese 3 Valorizzazione del tessuto consolidato 4 Riqualificazione urbana del tessuto recente 5 Valorizzazione degli ambiti naturalistici 6 Ottimizzazione dei servizi comunali 7 Ottimizzazione delle attività produttive 8 Tutela dell’integrità fisica del territorio e mitigazione dei rischi ambientali 9 Tutela dell’identità culturale 10 Incremento dell’offerta turistica

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pedonali alberati

-

del rischio del frana

erarchizzazionedella viabilità sua e

onedelle destinate aree allo sport al ed tempo

ismesseo in dismissione

oramentodell'accessibilità della e fruibilità delle stazioni

erventi dimitigazione

qualificazionedelle aree boschive a rischio diincendio odi

Definizione dei Definizione confini dei centri urbani Caratterizzazioneregolamentazione e del patrimonio edilizio pubblicoprivato e di Creazione un sistema di spazipubblici Ottimizzazioneg e integrazionein un sistema intercomunaleintermodale Individuazionedi connessioni alternative per ottimizzare i di flussi attraversamento Inserimentodi rotatorie sistemi e di ottimizzazione del flusso veicolare Migli ferroviarie Riqualificazionedelle aree delle stazioni ferroviarie per consentireintermodalità ciclabileintercomunale Adeguamentodei esistentiservizi rifunzionalizzazione e delle struttured Riassettodei servizi urbanimiglioramento e della fruibilità stessi degli Riassettodei servizi turistici e dirilevanza sovralocale compatibilmenteal contesto paesaggistico Integrazionetra urbaniservizi turistici e Ottimizzazi libero valorizzazione Tutela e dei punti panoramici Localizzazionedi da aree attrezzareper turismo sostenibile Interrelazionetra domanda turistica offerta ed ricettiva dei Definizione corridoi ecologici Ri abbandono Ripristino degli elementi dicontinuità naturalistiche extraurbane di Creazione percorsi ciclo Sistematizzazione,caratterizzazione tutela e risorse delle idriche Int Individuazionedi ecologicamente aree attrezzate per attività produttiveconcentrate Sistematizzazionedelle attività rurali regolamentazione e usi del degli suolo 1 D I I D D I I I I D I 2 I I I D D I I D D D D D D I I I D I I I 3 I D D I I I I I D D D I I I D I I I 4 I D D D D D I D D D D I I I D I I I I I 5 I I I I D I D D D I D I I I 6 I D I D D D D D D D I I 7 I I I I I I I I D D 8 I I I I I I I I I I I D I I D D I I 9 I I D I I D I I D D D D I I D 10 I I I I D D I I D D D I D D I I I D I I D

D Intervento che persegu e direttamente il raggiungimento dell'obiettivo I Intervento che agevola indirettamente il raggiungimento dell'obiettivo

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