ALPINO” E “BEATO”
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Anno VII - N. 3 - SETTEMBRE - DICEMBRE 2019 Nel decennale della sua beatificazione Don Carlo Gnocchi, “ALPINO” e “BEATO” Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Genova BUON NATALE ALPINI! “La marcia sulla montagna arida e bianca, nell'incendio meridiano del sole, era stata lunga e pesante, sopratutto per la sete. Sulla vetta il Cappellano aveva rapidamente alzato l'altarino da campo e aveva dato inizio alla celebrazione della Messa. Ma all'offertorio l'attendente si era rivolto smarrito ai compagni... la borraccia rovente non dava più una goccia d'acqua. E allora venne fuori dai ranghi un soldato che, con gesto timido, offrì al celebrante la sua borraccia d'acqua intatta. Alla sera scriveva alla casa lontana: “Mamma, oggi, senza di me, il Cappellano non avrebbe potuto dire la Messa. Pensa che l'acqua della mia borraccia è diventata sangue di Cristo nel calice del sacerdote!” Cari Alpini, questo è un breve episodio raccontato da Don Gnocchi nel suo “Cristo con gli alpini”. Ognuno di noi ha la sua borraccia. Si può essere credenti o no, ma in quella borraccia portiamo comunque i no- stri valori alpini: senso di responsabilità, rispetto per gli altri, spirito di sacrificio, amore per il nostro Paese e per la nostra famiglia. Sono valori laici che però si avvicinano moltissimo al messaggio dei Vangeli: ama il prossimo tuo come te stesso. Abbiamo ereditato questo modo di essere e di com- portarci dai nostri vecchi: loro erano quasi tutti gente di montagna, abituati a vivere negli stenti e a contatto con una natura dura, difficile, con cui barattare ogni giorno la sopravvivenza. Forse anche da questo nasceva un innato senso religioso. Magari nei momenti più duri sarà partita anche una bestemmia, ma sono sicuro che il Padre Eterno faceva finta di non sentirla e guardava piuttosto a quegli uomini sofferenti nella neve, stracciati e affamati, che non negavano mai una mano, un aiu- to, a volte alle stesse popolazioni nemiche. Qualcuno, dirò sprovveduto per non dire ignorante, ci chiama guerrafondai. In realtà tutta la storia degli Alpini è un inno alla pace. Nessuno ama la guerra, meno che mai un montanaro che ha la- sciato moglie, genitori e figli negli stenti, privati delle sue giovani braccia. Anche in tempo di pace, e gli ultimi 75 anni lo dimostrano, gli Alpini han- no lasciato un segno e percorso un sentiero che si chiama volontariato, protezione civile, insom- ma braccia sempre tese per chi è nel bisogno, chiunque esso sia. Siamo a Natale, la festa della famiglia e della pace. Un bambino è venuto al mondo e alla fine Direttore responsabile: Nicola Pellegrino si è fatto crocifiggere per tendere le sue braccia agli altri, tutti gli altri, senza distinzioni. Cerchia- Comitato di redazione: Presidente STEFANO PANSINI Membri: PIERO BONICELLI - VALTER LAZZARI - mo di imitarlo; non mettiamoci mai le mani in ta- GIANCARLO MILITELLO - LORENZO MINAGLIA - sca, c'è tempo prima di mettere lo zaino a terra. LUCA PARENTI - LORENZO SANTAGATA - La nostra borraccia è piena di tutto quello in cui MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO crediamo. L'Alpino di don Gnocchi l'aveva data PERIODICO PER GLI ALPINI al Cappellano perché diventasse Sangue di Cri- DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA sto. Continuiamo a offrire la nostra a chiunque Direzione e Amministrazione: sia in difficoltà. Anche noi alla fine saremo orgo- Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova gliosi come quell'Alpino. Tel. 010 587236 - Fax 010 5709480 e-mail: [email protected] Buon Natale Alpini, a voi e alle vostre famiglie. Ci sia un bel fuoco che scalda in tutte le vostre Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013 case. Stampa: Arti Grafiche Francescane srls Corso Europa, 386 b - 16132 Genova IL VOSTRO PRESIDENTE 2 I NOSTRI PRIMI 100 ANNI LA SEZIONE ALPINI DI GENOVA FESTEGGIA UN COMPLEANNO MOLTO IMPORTANTE A CHIAVARI tiamo per festeggiare un compleanno im- permetterete “un grazie”e un cenno con affetto da portante: quello della nostra Sezione. Sì, figlio adottivo al nostro grande alpino Alfredo Co- lo so, sembriamo sempre dei ragazzi ap- sta già vice presidente nazionale. Spena congedati orgogliosi del nostro cappello, si Noi siamo i figli o i nipoti di questi uomini, e come qualche barba è un po’ bianca, qualche ciuffo in tutti coloro, capigruppo in testa, che ci hanno pre- testa (se c’è) pure, ma siamo sempre interior- ceduto nell’associazione in questi decenni, altro mente svegli, pimpanti, un po' monelli e in ottima non facciamo che continuare ad applicare quella salute associativa, ma - pensate – stiamo taglian- formula magica “l’alpinità”, aggiornandola natural- do il traguardo dei 100 anni! A novembre 2020 a mente, cambiando, crescendo e modernizzando, Chiavari celebreremo la ricorrenza con una gran- senza fermarci mai. Tra noi c’ è chi segue poco e de festa alla presenza del Presidente Nazionale si lamenta non vede un futuro e chi invece crede Favero e del nostro labaro pluridecorato e tanti, fermamente nei nostri valori e porta lo zaino per tanti amici non solo alpini. tutti nel nostro motto ” tasi e tira “. Non sono tante le Sezioni che possono vantare Per festeggiare il nostro super compleanno stia- una “durata” calcolabile in decenni. Arrivare a 100 mo preparando una grande festa e un numero anni, e arrivarci sani e robusti come ci è capitato, speciale di Genova Alpina: “ Il Libro dell’Anniver- è dunque quasi un record. La nostra Sezione è sario”. Vi vogliamo condensare la nostra storia, nata ufficialmente il 23 novembre 1920 una delle ma sopratutto vogliamo omaggiare i personaggi prime d’Italia, la sua fortuna fu di annoverare fin che più di altri hanno popolato la nostra vita as- dall’inizio grossi personaggi alpini: Giovanni sociativa. Molti sono andati avanti per questi sa- Gambaro, Maso Lanata, Ettore Erizzo la cui lun- ranno presenti certamente i famigliari e i loro cap- ghissima militanza nell’A.N.A. lo portò alla presi- pelli, tutti i soci e non solo i gagliardetti devono denza nazionale, e ancora il generale Cornaro, garantire la presenza alla mega festa di com- quindi Nanni e il generale Poggi che la guidò pri- pleanno a Chiavari. ma e dopo la tragica parentesi della seconda Tutto per celebrare il vero, u mnico, grande pro- guerra mondiale. Il generale Remigio Vigliero, ri- tagonista della nostra storia, senza il quale non cordato da tutti, artefice primario della costruzio- saremmo arrivati qui: l’Alpino “E’ un tutt’uno con ne della nostra sede in Via Mura delle Cappucci- l’uomo, il cappello: tanto che finite le guerre e ri- ne. Negli anni sessanta Vittorio Ghigliotti, e il Cav. posto il grigioverde, il cappello resta al posto d’o- Ernesto Cauvin. L’associazione è ormai attiva in nore nelle baite alpestri come nelle case di città, ogni campo siamo ai giorni di Renzo Less e Gino distaccato dal chiodo o levato dal cassetto con Parodi e Gianni Belgrano, e a oggi Piero Firpo e mano gelosa nelle circostanze speciali, ad esem- Stefano Pansini tutti giganti di alpinità. Da questa pio per ritrovarsi tra Alpini...” persone nasce la storia, la fortuna della Sezione Voi alpini della Sezione di Genova che ci seguite e di Genova, il suo successo esploso in cinque adu- vi stringete attorno a noi con affetto e, spesso con nata nazionali, un museo, un notiziario seziona- occhio critico, prodighi di mugugni “ Ci vuole pa- le, un rifugio alpino, cori ed un efficiente servizio zienza, bisogna prenderli come sono, come il buon di protezione civile. Questi grandi personaggi so- Dio li ha voluti, l’uno e l’altro; e se a volte sembra no stati affiancati nella fede da cappellani storici che tutti e due si diano un po’ troppe arie per via di Mons. Luigi Borzone e Mons. Luigi Zorzi e tanti quella penna, bisogna concludere che non è vero,” semplici alpini De Langade, Metelliano, Baronet- …. s to, Ivaldi, Tapino, Alice, Chiapporino, Cantalupo, ono mugugni alpini quindi complimenti per mi- Benso, Fossati, Sossi, Patrone, Bressani, Gerbi, gliorare e continuare l’impegno assunto. Garneri, M.Parodi, Iachini, Massone, Foglino, Be- Il nostro centesimo compleanno è anche un’occa- natti, Gallamini, Nadino, Ferrario, Soffiantino, Fer- sione per ringraziarvi tutti. rante, Birone, Gardella, Sulfaro, Scotto, Raggio, Giulio Bedeschi da “ Centomila gavette di ghiac- Celso, Bastianutti e tanti ancora non citati ma ben cio” 1963. Piero Bonicelli presenti nella mia memoria, tutti andati avanti! Mi 3 UNA FANFARA PER LA SEZIONE DI GENOVA a mia esperienza durante l’anno del militare nelle file della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e’ stataL fantastica e veramente emozionante sotto molti aspetti: di Alpinità, quello umano e non ulti- mo quello musicale. Per questo motivo ritengo che ogni Sezione Alpina dovrebbe avere una sua Fanfara esclusiva dove si esaltino i valori alpini e natu- ralmente avente lo scopo di rappresentare la sezione stessa nelle piu’ importanti manifestazioni nazionali. La Sezione di Genova attualmente deve rivolgersi a complessi musicali esterni e questo mi ha spinto a suggerire l’idea della nascita di una Fanfara sezionale. Il primo passo sarà quello di verificare quanti strumentisti alpini di Genova sarebbero interessati a que- sta iniziativa, dopodiché per costruire un organico adeguato sarà eventualmente necessario rivolger- si anche a musicisti Amici degli Alpini che volessero collaborare (ne conosco veramente tanti). Da un primo breve colloquio avuto recentemente a Savona con il Presidente sezionale Sig. Pansini pare che l’idea possa essere portata avanti e questo mi spinge con entusiasmo a proseguire per crea- re finalmente una Fanfara stabile per la nostra importante Sezione.