Anno VII - N. 3 - SETTEMBRE - DICEMBRE 2019

Nel decennale della sua beatificazione Don Carlo Gnocchi, “ALPINO” e “BEATO”

Direzione e Amministrazione: Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova - Poste Italiane S.p.A. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB Genova BUON NATALE !

“La marcia sulla montagna arida e bianca, nell'incendio meridiano del sole, era stata lunga e pesante, sopratutto per la sete. Sulla vetta il Cappellano aveva rapidamente alzato l'altarino da campo e aveva dato inizio alla celebrazione della Messa. Ma all'offertorio l'attendente si era rivolto smarrito ai compagni... la borraccia rovente non dava più una goccia d'acqua. E allora venne fuori dai ranghi un soldato che, con gesto timido, offrì al celebrante la sua borraccia d'acqua intatta. Alla sera scriveva alla casa lontana: “Mamma, oggi, senza di me, il Cappellano non avrebbe potuto dire la Messa. Pensa che l'acqua della mia borraccia è diventata sangue di Cristo nel calice del sacerdote!”

Cari Alpini, questo è un breve episodio raccontato da Don Gnocchi nel suo “Cristo con gli alpini”. Ognuno di noi ha la sua borraccia. Si può essere credenti o no, ma in quella borraccia portiamo comunque i no- stri valori alpini: senso di responsabilità, rispetto per gli altri, spirito di sacrificio, amore per il nostro Paese e per la nostra famiglia. Sono valori laici che però si avvicinano moltissimo al messaggio dei Vangeli: ama il prossimo tuo come te stesso. Abbiamo ereditato questo modo di essere e di com- portarci dai nostri vecchi: loro erano quasi tutti gente di montagna, abituati a vivere negli stenti e a contatto con una natura dura, difficile, con cui barattare ogni giorno la sopravvivenza. Forse anche da questo nasceva un innato senso religioso. Magari nei momenti più duri sarà partita anche una bestemmia, ma sono sicuro che il Padre Eterno faceva finta di non sentirla e guardava piuttosto a quegli uomini sofferenti nella neve, stracciati e affamati, che non negavano mai una mano, un aiu- to, a volte alle stesse popolazioni nemiche. Qualcuno, dirò sprovveduto per non dire ignorante, ci chiama guerrafondai. In realtà tutta la storia degli Alpini è un inno alla pace. Nessuno ama la guerra, meno che mai un montanaro che ha la- sciato moglie, genitori e figli negli stenti, privati delle sue giovani braccia. Anche in tempo di pace, e gli ultimi 75 anni lo dimostrano, gli Alpini han- no lasciato un segno e percorso un sentiero che si chiama volontariato, protezione civile, insom- ma braccia sempre tese per chi è nel bisogno, chiunque esso sia. Siamo a Natale, la festa della famiglia e della pace. Un bambino è venuto al mondo e alla fine Direttore responsabile: Nicola Pellegrino si è fatto crocifiggere per tendere le sue braccia agli altri, tutti gli altri, senza distinzioni. Cerchia- Comitato di redazione: Presidente STEFANO PANSINI Membri: PIERO BONICELLI - VALTER LAZZARI - mo di imitarlo; non mettiamoci mai le mani in ta- GIANCARLO MILITELLO - LORENZO MINAGLIA - sca, c'è tempo prima di mettere lo zaino a terra. LUCA PARENTI - LORENZO SANTAGATA - La nostra borraccia è piena di tutto quello in cui MAURO TIMOSSI - FRANCESCO TUO crediamo. L'Alpino di don Gnocchi l'aveva data PERIODICO PER GLI ALPINI al Cappellano perché diventasse Sangue di Cri- DELLA SEZIONE ANA DI GENOVA sto. Continuiamo a offrire la nostra a chiunque Direzione e Amministrazione: sia in difficoltà. Anche noi alla fine saremo orgo- Mura delle Cappuccine, 33 - 16128 Genova gliosi come quell'Alpino. Tel. 010 587236 - Fax 010 5709480 e-mail: [email protected] Buon Natale Alpini, a voi e alle vostre famiglie. Ci sia un bel fuoco che scalda in tutte le vostre Autorizzazione: Trib. di Genova N. 4-2013 del 17/05/2013 case. Stampa: Arti Grafiche Francescane srls Corso Europa, 386 b - 16132 Genova IL VOSTRO PRESIDENTE

2 I NOSTRI PRIMI 100 ANNI

LA SEZIONE ALPINI DI GENOVA FESTEGGIA UN COMPLEANNO MOLTO IMPORTANTE A CHIAVARI

tiamo per festeggiare un compleanno im- permetterete “un grazie”e un cenno con affetto da portante: quello della nostra Sezione. Sì, figlio adottivo al nostro grande alpino Alfredo Co- lo so, sembriamo sempre dei ragazzi ap- sta già vice presidente nazionale. Spena congedati orgogliosi del nostro cappello, si Noi siamo i figli o i nipoti di questi uomini, e come qualche barba è un po’ bianca, qualche ciuffo in tutti coloro, capigruppo in testa, che ci hanno pre- testa (se c’è) pure, ma siamo sempre interior- ceduto nell’associazione in questi decenni, altro mente svegli, pimpanti, un po' monelli e in ottima non facciamo che continuare ad applicare quella salute associativa, ma - pensate – stiamo taglian- formula magica “l’alpinità”, aggiornandola natural- do il traguardo dei 100 anni! A novembre 2020 a mente, cambiando, crescendo e modernizzando, Chiavari celebreremo la ricorrenza con una gran- senza fermarci mai. Tra noi c’ è chi segue poco e de festa alla presenza del Presidente Nazionale si lamenta non vede un futuro e chi invece crede Favero e del nostro labaro pluridecorato e tanti, fermamente nei nostri valori e porta lo zaino per tanti amici non solo alpini. tutti nel nostro motto ” tasi e tira “. Non sono tante le Sezioni che possono vantare Per festeggiare il nostro super compleanno stia- una “durata” calcolabile in decenni. Arrivare a 100 mo preparando una grande festa e un numero anni, e arrivarci sani e robusti come ci è capitato, speciale di Genova Alpina: “ Il Libro dell’Anniver- è dunque quasi un record. La nostra Sezione è sario”. Vi vogliamo condensare la nostra storia, nata ufficialmente il 23 novembre 1920 una delle ma sopratutto vogliamo omaggiare i personaggi prime d’Italia, la sua fortuna fu di annoverare fin che più di altri hanno popolato la nostra vita as- dall’inizio grossi personaggi alpini: Giovanni sociativa. Molti sono andati avanti per questi sa- Gambaro, Maso Lanata, Ettore Erizzo la cui lun- ranno presenti certamente i famigliari e i loro cap- ghissima militanza nell’A.N.A. lo portò alla presi- pelli, tutti i soci e non solo i gagliardetti devono denza nazionale, e ancora il generale Cornaro, garantire la presenza alla mega festa di com- quindi Nanni e il generale Poggi che la guidò pri- pleanno a Chiavari. ma e dopo la tragica parentesi della seconda Tutto per celebrare il vero, u mnico, grande pro- guerra mondiale. Il generale Remigio Vigliero, ri- tagonista della nostra storia, senza il quale non cordato da tutti, artefice primario della costruzio- saremmo arrivati qui: l’Alpino “E’ un tutt’uno con ne della nostra sede in Via Mura delle Cappucci- l’uomo, il cappello: tanto che finite le guerre e ri- ne. Negli anni sessanta Vittorio Ghigliotti, e il Cav. posto il grigioverde, il cappello resta al posto d’o- Ernesto Cauvin. L’associazione è ormai attiva in nore nelle baite alpestri come nelle case di città, ogni campo siamo ai giorni di Renzo Less e Gino distaccato dal chiodo o levato dal cassetto con Parodi e Gianni Belgrano, e a oggi Piero Firpo e mano gelosa nelle circostanze speciali, ad esem- Stefano Pansini tutti giganti di alpinità. Da questa pio per ritrovarsi tra Alpini...” persone nasce la storia, la fortuna della Sezione Voi alpini della Sezione di Genova che ci seguite e di Genova, il suo successo esploso in cinque adu- vi stringete attorno a noi con affetto e, spesso con nata nazionali, un museo, un notiziario seziona- occhio critico, prodighi di mugugni “ Ci vuole pa- le, un rifugio alpino, cori ed un efficiente servizio zienza, bisogna prenderli come sono, come il buon di protezione civile. Questi grandi personaggi so- Dio li ha voluti, l’uno e l’altro; e se a volte sembra no stati affiancati nella fede da cappellani storici che tutti e due si diano un po’ troppe arie per via di Mons. Luigi Borzone e Mons. Luigi Zorzi e tanti quella penna, bisogna concludere che non è vero,” semplici alpini De Langade, Metelliano, Baronet- …. s to, Ivaldi, Tapino, Alice, Chiapporino, Cantalupo, ono mugugni alpini quindi complimenti per mi- Benso, Fossati, Sossi, Patrone, Bressani, Gerbi, gliorare e continuare l’impegno assunto. Garneri, M.Parodi, Iachini, Massone, Foglino, Be- Il nostro centesimo compleanno è anche un’occa- natti, Gallamini, Nadino, Ferrario, Soffiantino, Fer- sione per ringraziarvi tutti. rante, Birone, Gardella, Sulfaro, Scotto, Raggio, Giulio Bedeschi da “ Centomila gavette di ghiac- Celso, Bastianutti e tanti ancora non citati ma ben cio” 1963. Piero Bonicelli presenti nella mia memoria, tutti andati avanti! Mi 3 UNA FANFARA PER LA SEZIONE DI GENOVA

a mia esperienza durante l’anno del militare nelle file della Fanfara della Brigata Alpina Taurinense e’ stataL fantastica e veramente emozionante sotto molti aspetti: di Alpinità, quello umano e non ulti- mo quello musicale. Per questo motivo ritengo che ogni Sezione Alpina dovrebbe avere una sua Fanfara esclusiva dove si esaltino i valori alpini e natu- ralmente avente lo scopo di rappresentare la sezione stessa nelle piu’ importanti manifestazioni nazionali. La Sezione di Genova attualmente deve rivolgersi a complessi musicali esterni e questo mi ha spinto a suggerire l’idea della nascita di una Fanfara sezionale. Il primo passo sarà quello di verificare quanti strumentisti alpini di Genova sarebbero interessati a que- sta iniziativa, dopodiché per costruire un organico adeguato sarà eventualmente necessario rivolger- si anche a musicisti Amici degli Alpini che volessero collaborare (ne conosco veramente tanti). Da un primo breve colloquio avuto recentemente a Savona con il Presidente sezionale Sig. Pansini pare che l’idea possa essere portata avanti e questo mi spinge con entusiasmo a proseguire per crea- re finalmente una Fanfara stabile per la nostra importante Sezione. ALPINO CARLO MERETA - tel. 349/1154323 Gruppo Altavalpolcevera/Genova Pontedecimo

Pe l'alpin de chi Per l'alpino di qui

In te in coo de alpin In un coro di alpini asseté a toa seduti a tavola con di gòtti de vin con dei bicchieri di vino se sente a profonditae si sente la profondità do reciocco da montagna dell'eco di montagna unde l'òmmo o se péu dove l'uomo si può scì perde sì perdere ma o no se sente abbandonòu ma non si sente abbandonato che ò sà de appartegni che lo sà di appartenere a un còrpo solo. a un corpo solo. A ló penna neigra La loro penna nera tra e çimme tra le cime a scrivie sorvià e nuvie scrive sopra le nuvole a fadiga da salía la fatica della salita l'aggiûtto do mû l'aiuto del mulo a poexia da stélla alpinna la poesia della stella alpina e comme a vòtte e come a volte a neive a sà de cattivèia. la neve sa di cattiveria. Ma sóorvetutto Ma sopratutto scrive addio scrive addio a-o compagno che o cazze al compagno che cade e se vedemmu fito e ci vediamo presto ä famiggia che l'aspëte alla famiglia che aspetta o sò retorno. il suo ritorno. Marina Ferrando, moglie dell’alpino Staderoli del gruppo di Moneglia

4 5 ASSEMBLEA DEI CAPIGRUPPO 17 NOVEMBRE 2019

Domenica 19 novembre 2019, alle ore 9,00, nella ciazione, un grazie al responsabile della Prote- sede Sezionale di Mura delle Cappuccine, prece- zione Civile “un fiore” per la nostra Sezione. duta dalla Santa Messa , si è tenuta l’annuale as- Esprime il proprio rammarico per la scarsa parte- semblea dei capi gruppo della Sezione A.N.A. di cipazione dei gruppi alla festa sezionale di Sori Genova con il seguente ordine del giorno: invitando tutti a non “chiudersi” nelle realtà locali, 1 Saluto alla bandiera e ricordo degli alpini ma aprirsi alla vita sezionale, in tale ottica espri- “andati avanti” me il proprio rammarico per le liti e le incompren- 2 Nomina del Presidente e Segretario sioni, tensioni interne ai gruppi nocive per tutta la dell’Assemblea vita associativa. Ricorda la sua esperienza di fra- VITA ASSOCIATIVA ternità nei gruppi grazie ai reduci ormai purtrop- 3 Festa Sezionale del Centenario a Chiavari po tutti andati avanti. 28-29 novembre 2020 4 Riunione dei Capigruppo a Rimini 7 dicem- VITA ASSOCIATIVA bre 2019 Festa Sezionale del Centenario a Chiavari 5 Candidatura di Genova per l’Adunata Na- 28-29 novembre 2020 zionale 2022 Il Presidente Pansini informa che a novembre 6 Calendarizzazione raduni e manifestazioni 2020 la Sezione compirà 100 anni dalla sua fon- 2020 dazione. La Sezione ha avviato l’organizzazione 7 Proposta e valutazione per camicia sezionale dell’evento a Chiavari. E’ una grande manifesta- 8 Attività Protezione Civile zione, in cui sarà presente il labaro nazionale, 9 Notizie sul Rifugio Regina Elena e cori scortato dal Presidente Favero, dai Consiglieri 10 Pellegrinaggio al Pasubio 2020 Nazionali e varie autorità, raccomanda non solo ai capigruppo di coinvolgere tutti i soci per una VARIE ED EVENTUALI grande manifestazione corale. L’evento precedu- Il Presidente Sezionale Stefano Pansini, propone to da mostra storica, si svolgerà in due giornate quale Presidente dell’Assemblea alpino Consi- articolate in momenti ludici, cori, grande sfilata e gliere Nazionale Mario Gervasoni e segretario rancio alpino. Si sta predisponendo anche un nu- l’alpino Pietro Bonicelli, l’assemblea unanime ap- mero speciale di Genova Alpina Nuova che ricor- prova, di con ampie fotografie la nostra storia. Il Presidente Pansini procede al saluto alla ban- diera ed al ricordo dei Capigruppo e soci “andati Riunione dei Capigruppo a Rimini 7 dicembre avanti” vengono specificatamente ricordati i tre 2019 Vigili del Fuoco caduti (dolosamente) nell’adem- Il Presidente Pansini passa la parola al Consiglie- pimento del proprio dovere. re Nazionale Gervasoni che invita i capigruppo a Il Presidente dell’assemblea porge il saluto del partecipare all’incontro con il Presidente Nazio- Presidente Nazionale Favero, procede quindi alla nale a Rimini il 7 dicembre 2019, è il primo incon- verifica dei capi gruppo presenti, - su 58, attuale tro tra il Presidente e tutti i 4.400 capigruppo che forza della Sezione, ne risultano presenti 53 e as- sono l’ossatura portante dell’Associazione. E’ un senti 5 (Né, Alta Valtrebbia, Isola del Cantone, momento per raffrontarci e raccogliere “dalla ba- Serra Ricco’ e Crocefieschi). se” tutti i problemi e i contributi per proseguire Assistono il Responsabile della Protezione Civile nella nostra vita associativa. Logisticamente la Sezionale sig. Favini e il Direttore di Genova Alpi- sede nazionale ha individuato strutture ricettive e na Nuova alpino Nicola Pellegrino . particolari agevolazioni per i partecipanti, racco- Prende la parola il Presidente Pansini che proce- manda a tutti i presenti l’adesione. Si associa il de alla propria relazione porgendo un saluto af- Presidente Sezionale ipotizzando ( a richiesta ) la fettuoso e di ringraziamento a tutti i capigruppo possibilità di organizzare la trasferta in auto o presenti che sono la vera forza della nostra Asso- pullman.

6 Gruppo Molassana alpino Cassieri manifesta del C.D.S. chiede di conoscere l’avviso dei ca- la sua adesione all’incontro e chiede di conosce- pigruppo. re dai presenti le adesioni per organizzare meglio Gruppo Nervi alpino Minaglia ricorda che già il il viaggio. Il Presidente Pansini conferma la dis- precedente presidente aveva avviato tale son- ponibilità della Sezione a coordinare per la tra- daggio e alcuni gruppi circa dieci si sono già uni- sferta lasciando ai presenti la possibilità di valu- ficati con la camicia. Si esprime quindi in termini tare il viaggio con il gruppo di appartenenza. favorevoli. Gruppo Ge - Centro alpino Fusco ricorda che i Candidatura di Genova soci hanno già acquistato il giubbino che è già un per l’Adunata Nazionale 2022 elemento identificativo unitario. Il Pesidente Pansini ricorda sull’argomento quan- Gruppo Ge-Centro alpino Derqui si esprime sul to deliberato all’unanimità nell’assemblea dei de- fatto in termini positivi evidenzia però la necessi- legati, informa di aver predisposto, come da man- tà di acquisto diretto da fornitori con partecipa- dato, la nuova domanda (che verrà inoltrata entro zione alla spesa della Sezione. il mese di febbraio 2020) per l’Adunata Naziona- Gruppo Sestri Levante alpino Biggi ricordando le 2022 a Genova auspicando, almeno questa che il gruppo si è recentemente donato di cami- volta, l’accoglimento dei Presidenti del raggrup- cia sociale non condivide la proposta, argomento pamento. Non nasconde le difficoltà per la strut- che comunque deve essere affrontato diretta- tura in cui è articolato il nostro raggruppamento e mente con i soci nelle assemblee di gruppo. soprattutto per la logica emersa nelle valutazioni Gruppo Carasco alpino Rissetto data la riduzio- precedenti. Esprime rammarico per le critiche ri- ne dei soci propone di uniformare le camicie di tut- volte alla sua persona di non aver correttamente te le Sezioni Liguri (oltre Genova, Imperia, Savo- gestito la domanda dello scorso anno. E’ stato na, La Spezia). fatto dallo stesso e da tutto il C.D.S. quanto pos- Gruppo Recco alpino Bonavena favorevole per sibile. la dotazione ma deve essere articolata in un in- sieme di capi per le singole stagioni come la Se- Calendarizzazione raduni zione Carnica. e manifestazioni 2020 Gruppo Altavalpolcevera alpino Meretta sul- Il Presidente raccomanda di limitare al massimo i l’argomento propone una camicia bianca come raduni di gruppo evitando, per quanto già detto quella della banda dei congedati della Tauri- nella nota ufficiale consegnata, la contempora- nense. neità con manifestazioni ufficiali dell’Associazio- Il Presidente Pansini raccolti i pensieri sopra det- ne e con altre programmate nel settore. Invita al- ti dà mandato ai Responsabili di Settore, in occa- tresì a comunicare per scritto e con anticipo le sione delle prossime assemblee di gruppo, di date dei raduni al Capo Settore per il necessario raccogliere il parere dei soci sull’argomento e re- coordinamento auspicando, per avere un più alto lazionare al C.D.S.; condivide la compartecipa- numero di alpini partecipanti, manifestazioni di zione al finanziamento di parte del costo in capo Settore, tenendo presente che il Presidente ed il alla Sezione. Consiglio Sezionale sono spesso impegnati an- che in altri raduni fuori regione o a manifestazio- Attività Protezione Civile ni di altre associazioni, enti, Forze Armate. Il Responsabile della Protezione Civile Favini ri- corda il socio andato avanti Piero Musina, dopo Proposta e valutazione per camicia sezionale un minuto di raccoglimento dei presenti procede Il Presidente informa che da alcuni gruppi è per- alla lettura di puntuale relaziona dettagliata (de- venuta la proposta di valutare (a completamento posita in atti) degli interventi effettuati con parti- del giubbino sezionale) una camicia unica per tut- colare riguardo alla gestione sfollati del crollo del ti i soci della sezione da utilizzare in occasione Ponte Morandi di Genova, ricerche dei dispersi, delle adunate Nazionali, di raggruppamento ed monitoraggi ed interventi in occasione dei recen- eventi similari per meglio identificare la nostra se- ti fatti alluvionali. Dalla relazione emergono altre zione in analogia di quella delle Sezioni di Torino, attività di soccorso, esercitazioni, cinofili, A.I.B e Cuneo etc., camicia da utilizzare su un pantalone l’esercitazione di Imperia denominata Vardirex a blu o simile. supporto ed in collaborazione con l’esercito, la Sull’ argomento prima di ogni determinazione marina militare e il CAL regionale che ha gestito

7 per oltre 10 giorni il campo con varie turnazioni. ha istituito un’apposita commissione. E’ oggi già Lo stesso ringrazia tutti per la preziosa collabora- certo che la protezione Civile non rientra nel ter- zione con particolare riferimento al socio referen- zo settore. Ad oggi si stanno raccogliendo i dati te ANA alpino Giuseppe Ventura. delle Sezioni per uniformare anche i regolamenti, apportare i necessari correttivi di uniformità; per i Notizie sul Rifugio Regina Elena e cori contributi “Onlus ANA” gli stessi dalla sede nazio- Il Presidente passa la parola all’alpino Villa re- nale verranno ripartiti alle Sezioni con criteri da sponsabile della gestione della struttura. Lo stes- definirsi. so precisa che il rifugio è sostanzialmente in or- dine, ma necessitano alcuni interventi di manu- VARIE ED EVENTUALI tenzione tra tutti con priorità il manto di copertura Gruppo Ge- Centro alpino Fusco informa che ( già richiesti preventivi). Invita tutti i soci a fre- su conforme avviso della Sezione 8 febbraio 2020 quentare la struttura sociale e a collaborare per il presso il gruppo verrà intitolata la sala principale suo funzionamento e fornire supporti logistici e di all’alpino Tiziano Chierotti del 2°Rgt. Alpini cadu- vigilante. I frequentatori della struttura sono cam- to a Bakwa Afghanistan, (tale alpino aveva “lavo- biati oggi richiedono ospitalità completa, dovremo rato” a Genova in occasione dell’iniziativa strade provvedere con potenziamento del locale dispen- pulite partecipando a ranci alpini presso il gruppo) sa, il responsabile auspica quindi di coordinare il sarà presente la Famiglia, il Comandante delle trasporto forniture con i muli che già servono altri truppe Alpine , auspica una grande partecipazio- rifugi. Il Presidente Pansini segnala che il Regi- ne di alpini. na Elena costituisce comunque un vero rifugio al- Gruppo Altavalpolcevera alpino Meretta ricor- pino in un punto di rara bellezza naturale. da il socio già Vice Presidente Sezionale Silvio Scotto “andato avanti”, dopo un minuto di racco- * * * glimento dei presenti procede al proprio interven- Il Consigliere Sezionale alpino Cavagnaro rela- to. Propone la formazione di una banda musicale ziona sull’attività svolta dal Coro Sezionale “Sore- alpina della Sezione con adesione di musicanti ghina” che nel corrente anno è stato impegnato soci, aggregati e amici, invita a prendere contatti anche fuori regione, a Latina e all’ Adunata Na- per la sua costituzione . zionale di Milano. Ricorda che per avere il coro Direttore GE-Alpina Nuova alpino Pellegrino Soreghina o comunque un coro del coordinamen- informa che per evitare ritardi nell’uscita del noti- to Sezionale è necessario prenotarsi per tempo ziario Sezionale Natalizio i prossimi articoli che dati i loro molteplici impegni. Deposita una pun- perverranno alla redazione verranno pubblicati tuale relazione dell’attività svolta dal coro Sore- sul prossimo numero. Il Consigliere Nazionale ghina. Gervasoni, in ordine ai ritardi di consegna del no- tiziario Nazionale l’Alpino, precisa che gli stessi Pellegrinaggio al Pasubio 2020 sono da addebitare alle Poste. Si vedrà a livello Il Presidente informa che quest’anno, per difficoltà nazionale come ovviare al disagio non escluden- di ospitalità al rifugio, non è stato possibile orga- dosi convenzioni con corrieri privati che garanti- nizzare il programmato pellegrinaggio al Pasubio. scono un miglior servizio a costi più contenuti. Per l’anno 2020, i giorni 3-5 luglio, si ha disponibi- Il Presidente Pansini invita i soci a manifestare lità nel rifugio “Papa” di 18 posti ma bisogna pre- con brevi interventi il loro pensiero ulteriore sui notarsi entro fine anno (sino ad esaurimento posti) vari punti sopra illustrati per eventuali chiarimenti con priorità in base alla data di prenotazione. o delucidazioni: A questo punto dell’assemblea il Presidente Pan- - non ci sono ulteriori interventi - sini invita il Consiglie Nazionale Gervasoni a rela- Il Presidente dell’Assemblea quindi ringrazia tutti zionare in merito alla gestione associativa della per la partecipazione, alle ore 11,30 dichiara chiu- recente legge sul terzo settore. Lo stesso informa sa l’assemblea. che come noto i termini di adeguamento degli sta- tuti sono stati per legge differiti al 2021. La sede IL SEGRETARIO nazionale data la molteplicità dei temi da affron- alpino Pietro Bonicelli tare (considerato il quadro associativo, le diversi- tà di vedute e di atti tra le Sezioni), fermo restan- IL PRESIDENTE do l’unicità dello statuto dell’Associazione alpini, Consigliere Nazionale alpino Mario Gervasoni

8 29/9/2019 - RADUNO DELLA SEZIONE A SORI

9 SAVONA 6 Ottobre RADUNO DEL I° RAGGRUPPAMENTO

10 VESSILLI IN TRASFERTA

CENTENARIO DEL GRUPPO DI SASSELLO, SEZIONE DI SAVONA

CERIMONIE DEL 4 NOVEMBRE A STAGLIENO E PIAZZA DELLA VITTORIA

11 VESSILLI

PASPARDO, VAL CAMONICA IN TRASFERTA Commemorazione del nostro Past President Generale REMIGIO VIGLIERO

ei giorni 11 e 12 agosto scorsi il nostro Vessil- lo ed una nostra rappresentanza, capeggiata dalN nostro Presidente Sezionale, Stefano Pansini, partecipare è stata particolare in quanto nel sentie- ha preso parte al 42° di fondazione di questo im- ro dei Past Presidents illustri è stato inserito, per portante gruppo di Paspardo, Sezione Valcamoni- decisione unanime del nostro C.D.S, l’amato Ge- ca, Comune del Parco dell’Adamello e della Riser- nerale Remigio Vigliero che così tanto si adoperò va incisioni rupestri, gruppo molto attivo, grazie al- per gli alpini genovesi e proprio grazie a Lui, il l’efficientissimo ed ubiquo Capo gruppo Pietro Sa- quale tra i tanti incarichi, fu anche Consigliere del- lari, e che attrae sempre, molte decine di Vessilli al- la Città di Genova, oggi possiamo vantare una Se- pini e centinaia di Gagliardetti, per i begli eventi de Sezionale di tutto prestigio a Lui intitolata. promossi e le interessanti iniziative alpine : Parco Nell’occasione la nostra Sezione ha fornito una della memoria di Castagneto, sentiero dei Past piccola stele in pietra verde della Valpolcevera, con Presidents Sezionali illustri, traversata alpina, que- foto e dati del Generale, che è stata apposta nel a st’anno la 38 , in memoria e sulle orme dei padri sentiero sopra citato , previa inaugurazione e com- che valicavano le montagne per procurare il so- memorazione della figura del Generale Vigliero da stentamento economico alle famiglie, opere sculto- parte del nostro Presidente Sezionale al Parco del- ree pregiate poste sul territorio, ad esempio la ste- la memoria, al termine della S. Messa officiata da le a ricordo dei Caduti delle truppe alpine nelle mis- Mons. Aldo Delaidelli, così come avvenuto, in ana- sioni di pace in Italia ed all’estero dello scultore logia, per altre tre Sezioni; Brescia, Valcamonica e Mauro Bernardi, la stele a ricordo dei Caduti alpini Monza, per loro Past Presidents illustri . di Paspardo, opera dell’artista Susy Belotti etc.. Il Presidente Pansini ha egregiamente ricordato la Quest’anno per la nostra Sezione l’occasione di figura del Generale come uomo e soldato, quattro medaglie al valore militare conseguite, tre di bron- zo e una d’argento, conseguite la prima nella Grande guerra e le altre tre nel secondo conflitto mondiale, oltre la Campagna d’Abissinia del 1936 a cui partecipò, e la guerra di Liberazione italiana dal 1943 in poi a cui prese parte attiva. Fece parte di molte famose unità alpine, 1° e 7° Reggimento alpini, comandante del mitico Batta- glione alpini Pieve di Teco, detto anche battaglione acciuga, ”anciùa” poiché alimentato da Liguri, del 3° Gruppo alpini Valle, costituito da tre battaglioni, Val Fassa, Val Dora e Val Pellice, con cui difese, dopo l’armistizio dell’8 settembre, la città di La Spe- zia e la sua base navale dall’occupante germani- co. Diventò poi nell’immediato dopoguerra il primo Co- mandante della Scuola Allievi Ufficiali di Comple- mento a Lecce e concluse la sua brillante carriera,

12 VESSILLI IN TRASFERTA

presi tanti bambini del luogo, con cappellino alpino in testa. Domenica 12, il ‘clou’ delle manifestazioni, dopo l’articolata sfilata, ancora una volta, per le imban- dierate e festanti vie cittadine, e poi al sentiero dei Past Presidents illustri fino allo stadio cittadino ove erano presenti ben 59 Vessilli , compreso quello del Sudafrica, e 194 Gagliardetti, una rappresentanza classe 1895, con il comando del 157° reggimento di militari veterani americani, degli ‘Chasseurs des Fanteria “Leoni di Liguria” a Genova. alpes’ francesi ed anche alcuni corrispondenti tede- Quindi Sabato 11 sfilata per le vie cittadine, con de- schi, il Labaro del nastro azzurro, numerosi Sinda- posizione corone ai monumenti, prima delle com- ci della Valcamonica, le varie Associazioni d’Arma; memorazioni già descritte al parco della Memoria Carabinieri, Bersaglieri, Forestale, Guardia di Fi- e Paese tutto in grande festa, non una casa, non nanza, ed in rappresentanza del Parlamento nazio- una finestra senza il tricolore, striscioni inneggianti nale l’Onorevole Donina. agli alpini per ogni dove e folla plaudente, com- Dopo una parola di saluto e ringraziamento per la grande partecipa- zione da parte del Presidente Sezio- nale della Valca- monica, Mario Sa- la, a seguire la S.Messa officiata a suffragio di tutti i Caduti dal Vesco- vo emerito, past Ordinario militare, Monsignor Gaeta- no Bonicelli, zio del nostro illustre e stimatissimo Piero Bonicelli, at- tuale Segretario del Consiglio Di- rettivo sezionale. Presenza d’ecce- zione per le trup- pe Alpine, il Gene- rale di Divisione

13 Marcello Bellacicco, Vice Comandante degli alpini; Centenario Sezionale, saremo ben lieti di rivivere in da parte nostra, oltre il Presidente Pansini, il sotto- grande atmosfera alpina, di amicizia ed allegria, al- scritto Vice Presidente, il Presidente del Collegio tre liete giornate con Voi nella vostra bella Valle. Sezionale dei Revisori dei Conti, Enrico Banchero, per l’occasione valente vessillifero sezionale; cin- Valter Lazzari que i Gagliardetti presenti: Genova Centro, Chia- vari, Montoggio, Val Brevenna e Favale di Malvaro. In linea con l’eccezionalità dell’evento il ricco ran- cio, a conclusione delle belle manifestazioni, alle- stito in un capiente capannone di piazza Marcolini, sotto la regia del bravissimo cuoco Marco Squarat- ti, con manicaretti della tradizione e tipici regionali, ha rallegrato i palati di ben 800 alpini e familiari. Eccezionali giornate di grande alpinità, soprattutto in questi tempi di un certo disinteresse ed ignavia, stimolante esempio tramite il quale si è toccato con mano il forte impegno, con passione e sacrificio, volto a tenere sempre alti quei valori che ci con- traddistinguono, tramandatici dai nostri “Veci” fon- datori; operosità, lealtà, sacrificio, dovere, solida- rietà, onestà, senso di appartenenza alle nostre Comunità, cultura del fare…ovvero quel cammino che ci aiuta a fortificare la nostra “coscienza” alpi- na per saper donare agli altri il meglio di noi stessi, per esemplificare, per essere, ognuno di noi, dei veri alpini, dei bravi alpini, perfettamente il linea con il nostro motto costitutivo “onorare i morti aiu- tando i vivi”, non slogan ad effetto, ma semplice quotidianità per gli Alpini. Grazie cari e bravi amici alpini della Valcamonica, certamente al prossimo vostro Raduno, che coinci- derà nel 2020 con l’importante ricorrenza del nostro

14 48° RADUNO ALPINO AL BOSCO DELLE PENNE MOZZE IN VALLE SAN DANIELE A CISÒN DI VALMARINO (TV) In memoria di tutti gli Alpini della Provincia di Treviso e delle Sezioni qui ricordate, caduti al servizio della Patria

VESSILLI Ricordo ubicato nel Piaz- zale d’ingresso del bo- IN TRASFERTA sco delle penne mozze’ , quale fogliolina ideale di quest’albero che con la nostra Sezione oggi ne conta ben cinquanta- tré. Questo luogo della me- moria, nell’alto trevisano, ai piedi delle Prealpi,“ per non dimenticare” sorto nel 1972 su un’e- stensione di circa 16.000 mq e con le sue oltre 2400 steli di ferro, artisti- camente lavorate a cal- do, di Caduti trevisani, disseminate tra il mu- schio boschivo ed i cicla- omenica 1° settembre, per la nostra Sezione mini selvatici è divenuto un luogo sacro per eccel- è stata veramente la giornata della rimem- lenza a tutti gli alpini ed è meta continua di visite, Dbranza, una targhetta dorata con l’incisione ‘Se- non solo di alpini, ma anche di scolaresche e di tu- zione di Genova’, è stata apposta all’Albero del risti. Un plauso particolare va a tutti gli alpini delle quat- tro sezioni trevisane, Tre- viso, Vittorio Veneto, Co- negliano e Valdobbiade- ne che prendendosi cura del Bosco delle penne mozze consentono il dif- fondersi del messaggio di pace e fratellanza, dell’a- more e del ricordo, moni- to ed insegnamento alle future generazioni, con- tro ogni guerra, ogni ‘inu- tile strage’. La nostra Sezione que- st’anno ha avuto l’onore 15 Soller, gli Europarlamentari Raffaele Baratto e An- tonio Da Re, il Capitano degli alpini Mighini, in rappresentanza del 7° Reggimento alpini, i quat- tro Presidenti delle Sezioni trevisane ed altri an- cora. Da parte nostra doveroso segnalare il grande im- pegno del Capo Gruppo di Santa Margherita, Gianluigi Giannini, per l’occasione Vessillifero se- zionale, promotore per il suo gruppo della trasfer- ta, con il concorso attivo di altri due alpini Sam- margheritesi D.O.C., Giuliano Gabrieli ed Achille Raggi. In quel luogo sacro di raccoglimento, tutti noi alpi- ni genovesi, inspiegabilmente e misteriosamente, abbiamo avuto la comune netta sensazione, con il cuore, guardando al cielo sovrastante il sacro Bo- sco.. come se i bianchi cirri e cumuli nel loro rapi- do vagare assumessero, per un istante, le forme dei visi dei nostri Caduti a noi sorridenti. Sugge- riamo a tutti gli alpini genovesi che non abbiano ancora visitato questo suggestivo luogo mistico di andarvi senz’altro : siamo certi che anche tutti Voi proverete sensazioni uniche ed indimenticabili. In una giornata con l’aria fresca del bosco che emanava le odorose fragranze della flora pede- montana, un ottimo rancio alpino con gustose pre- di unirsi alle consorelle che ci hanno preceduto, e libatezze della cucina veneta, tra cui non poteva le cerimonie sono iniziate, dopo l’alza bandiera, mancare polenta e luganiga ha coronato e con- presenti oltre 1500 alpini, 35 Vessilli e 145 ga- cluso la bella giornata, con quello spirito di amici- gliardetti, proprio con lo scoprimento da parte del zia, allegria e fratellanza che accomuna e con- Presidente del Comitato per il Bosco Claudio traddistingue gli alpini e che tutti tanto apprezza- Trampetti e del Vice Presidente degli alpini geno- no e ammirano. vesi Valter Lazzari, all’Albero del ricordo, stele Bravi amici alpini Trevisani, complimenti ed arrive- monumentale delle Sezioni A.N.A., della targa/fo- derci al 6 settembre del 2020 per il 49° Raduno. gliolina della Sezione di Genova a ricordo dei Ca- duti sezionali. Valter Lazzari Le cerimonie sono proseguite con gli onori a tutti i Caduti alpini al Monumento delle penne mozze il quale rappresenta simbolicamente gli Alpini Ca- duti e Dispersi in guerra, gli stemmi scultorei del- le Divisioni alpine in ferro forgiato delimitano il piazzale d’ingresso al Bosco. Momento dei saluti con brevi interventi da parte dei Presidenti del Comitato per il Bosco, uscente, Claudio Trampetti ed entrante, Varinnio , a cui ha fatto seguito il saluto del sottoscritto Vice Presidente, per la nostra Sezione, ospite d’onore per l’occasione, e a conclusione degli interventi, il discorso di commemorazione ufficiale, da parte di Giorgio Sonzogni già Vice Presidente nazionale. Monsignor Martino Zagonel, Vicario generale Dio- cesano, ha officiato la Santa Messa con l’accom- pagnamento del Coro A.N.A di Vittorio Veneto e la preghiera dell’alpino è stata letta da Gino Dorigo, Presidente della Sezione ANA di Conegliano. Numerose le Autorità presenti, tra cui, oltre le già citate, il Sindaco di Cisòn Valmarino, Cristina Da

16 VESSILLI IN TRASFERTA

A SALUZZO 29 Settembre 2019 24° Raduno Artiglieri del Gruppo “Aosta”

Domenica 29 settembre 2019 presso la città di Sa- zione, perdeva tragicamente la vita; presente alla luzzo (CN), si è svolto il 24° raduno Artiglieri da cerimonia la figlia dell’ufficiale scomparso, che per montagna del Gruppo “AOSTA”. tutta la cerimonia, sfilamento compreso, ha tenuto La cerimonia è iniziata alle ore 09:30, con il ricevi- tra le mani il Cappello Alpino del padre. mento degli ospiti da parte del Comitato organizza- Successivamente si è svolta la sfilata per le vie cit- tore (Gen. Verda, Lgt. Giuliano ed ex Sottuff.li del tadine accompagnata dalle musiche della Fanfara Gruppo), presso il cortile della Ex Caserma Mario Sezionale ANA di Saluzzo, con inizio sfilamento dal- MUSSO, che fino all’anno 1991 è stata la sede la Caserma Musso fino al Duomo di Saluzzo, dove stessa del citato Gruppo d’Artiglieria da Montagna; è stata celebrata la Santa Messa dal Vescovo di Sa- successivamente è seguito l’ammassamento/schie- luzzo Mons. Cristiano Bodo, che durante l’omelia ramento dei Gonfaloni, delle Associazioni d’Arma, ha elogiato l’impegno degli Alpini in armi e non, ap- Stendardi, Vessilli Sezioni e Gagliardetti dei Gruppi prezzandone l’impiego nelle varie specialità che intervenuti. La nostra Sezione era presente con il compongono il Corpo. Vessillo Sezionale scortato dal Consigliere Sezio- Terminata la funzione religiosa si è fatto ritorno nale Luogotenente Marco Sciandra e portato come presso la Caserma Musso per il rancio che per l’oc- alfiere dal socio Alpino Giuseppe Girardi (Gruppo casione è stato effettuato nelle ex scuderie che un Alpini S.Colomabano Certenoli), con l’accompagna- tempo ospitavano i muli del Reparto. mento di due Gagliardetti della Sezione Genovese La cerimonia dell’ammaina bandiera ha concluso la portati dai rispettivi Capi Gruppo (Dario Crino Grup- splendida giornata; inoltre da parte del Comitato or- po Alpini Favale di Malvaro e Giorgio Parri Gruppo ganizzatore del Gruppo sono seguiti nuovamente i Alpini S.Colombano Certenoli). ringraziamenti per la presenza del nostro Vessillo, Dopo l’Alzabandiera e l’Onore ai Caduti è seguito con l’invito/promessa di ritrovarsi l’anno prossimo l’intervento delle varie autorità civili e militari inter- domenica 27 Settembre 2020, per il 25° Raduno. venute, dal Vice Sindaco di Saluzzo, al Presidente “NULLA VIA INVIA” delle Provincia di Savona, al Comandante del Lgt. Marco SCIANDRA 1°Rgt. Art. Terrestere (da Monta- gna), dove entrambi hanno ricorda- to e premiato i vari artiglieri alpini che sia in tempi passati che attual- mente s’impegnano nell’aiuto del prossimo. Molto toccante ed emo- zionante è stato il ricordo da parte del Gen. Verda della figura del Ca- pitano Mangiacapra, ufficiale del ci- tato reparto che nel lontano gen- naio 1982, durante una esercita-

17 A LATINA 12/13 Ottobre 2019 VESSILLI Il Coro Soreghina a Latina IN TRASFERTA

u invito della Sezione A.N.A. di Latina il Coro Soreghina ha partecipato alla due giorni di festa Sper il decennale dell’82° Adunata Nazionale – tenu- tasi nella città laziale nel 2009 – organizzata dal Co- mitato per le celebrazioni del Decennale, presiedu- to dal Generale Domenico Rossi. Sabato 12 Ottobre, quindi, il nostro coro sezionale, diretto dal maestro Alessandro Targani, ha tenuto un concerto presso la chiesa di San Giuseppe La- voratore di Latina Scalo; le sedici cante presentate, che spaziavano dal canto alpino a quello tradizio- nale e di montagna, sono state eseguite con perizia e accolte con entusiasmo da un pubblico attento e caloroso. Al termine del concerto il coro si è spostato nel cen- tro di Latina dove, alle h. 21, ha preso parte alla ma- nifestazione “L’adunata degli Alpini mi è rimasta nel cuore”, presso il circolo cittadino Sante Palumbo. La serata ha visto l’esibizione di sei cori, alternata alla visione di video e testimonianze sull’Adunata 2009. Particolarmente toccante è stato il ricordo del Ser- Coro di Latina. gente Maggiore Massimiliano Ramadù, cittadino di A seguire si è svolta, in Corso della Repubblica, la Cistena (LT), caduto in Afghanistan nel 2010. cerimonia di scoprimento della targa in memoria Nella giornata di Domenica si è svolta la cerimonia del Sergente Maggiore Ramadù, con l’inaugurazio- di deposizione della corona al Monumento ai Cadu- ne del Monumento all’Alpino, opera dell’artista Na- ti presso il parco comunale “Falcone Borsellino”, al- tasha Bozharova, scultrice macedone e pontina la presenza di autorità civili e militari, associazioni d’adozione. combattentistiche e d’arma. Da lì, snodandosi per le Al termine della cerimonia il Coro, dopo un momen- vie del centro, è partito un corteo, durante il quale to conviviale in compagnia degli ospiti presso la se- ha sfilato anche il nostro vessillo sezionale, scorta- de sezionale di Latina, è ripartito per rientrare a Ge- to dal consigliere Marco Cavagnaro. Giunti presso il nova, grato e soddisfatto delle giornate trascorse. circolo Palumbo i presenti hanno partecipato alla Santa Messa, animata dal Coro Soreghina e dal Chiara Barbieri

18 VESSILLI A PIACENZA 12 e 20 Ottobre raduno 2019 IN TRASFERTA 2° Raggruppamento, all’A.N.A. “L’uomo della pace” dal Segretariato dei Nobel VESSILLI IN TRASFERTA

na sorpresa un po’ per tutti gli alpini presenti quali risponde nell’omelia mons. Ambrosio (ve- ed apparentemente un controsenso attribuire scovo anche di una fetta della Liguria genovese Uun premio per la pace ad una associazione d’ar- con l’alta valle dell’Aveto e del Trebbia): “... con i ma, ma è successo davvero: nell’ambito del radu- vostri raduni siete portatori di amicizia, solidarietà no del 2° raggruppamento, sabato 19 ottobre nel ed amore in tutto il paese; … conservate i vostri duomo di Piacenza, il vicepresidente del “segre- valori, fatelo per il bene della vostra associazione tariato permanente dei e della nostra società”. Nobel per la pace” Mar- Il raduno era comincia- zio Dallagiovanna, af- to sabato 19 pomerig- fiancato dal vescovo gio sotto un breve Gianni Ambrosio, ha scroscio di pioggia consegnato al pres. Fa- (ampiamente previsto) vero per la nostra asso- proprio al momento ciazione, il premio “l’uo- della resa degli onori ai mo della pace”, una gonfaloni ed al Labaro, scultura simbolica dello pioggia cessata già ad scultore Franco Scepi, inizio sfilata; alzaban- presente alla cerimonia. diera, omaggio ai Ca- Una associazione d’ar- duti, brevi discorsi e ma particolare quella poi verso il Duomo per degli alpini, il commento la S. Messa e la sor- di Favero, che ha a fon- presa di cui sopra. damento la memoria di Domenica 20 ammas- ciò che è stato, dei Ca- samento all’interno di duti e la solidarietà ver- una grande caserma so gli altri davvero gra- che mette in mostra tuita, senza guardare il anche un po’ di armi colore della pelle, la reli- vere, carri armati, can- gione o altro, parole alle noni, …, quelle che 19 non si vorrebbero mai più usare, che si spera dav- tricolore resta lassù dispiegato ora dal vento che vero di non dover mai più usare. pare essersi levato apposta: ... quasi un segno Siamo in tanti, anche alcuni gagliardetti in rappre- che non è da ammainare questa Patria alla quale, sentanza degli alpini genovesi; solo parole d’elo- a volte, troppi sembrano non voler bene. gio dalle autorità presenti (il terremoto in Emilia cieffe non molti anni fa ha colpito duro e gli alpini al so- lito si sono dati da fare: c’è anche chi non dimen- tica). La sfilata, l’arrivederci a Lecco nel 2020 e poi l’ammainabandiera …, anzi no: tutti/e sull’attenti e una graziosa donna in divisa cerca di tirarlo giù, ma il drappo si rifiuta di scendere; intervengono alcuni “esperti” del servizio d’ordine ed alpini che si trovavano lì vicino, ma non c’è nulla da fare, il

20 A MONDOVÌ VESSILLI IN TRASFERTA

soci Cassieri Francesco, grup- Ipo Molassana e Roberto Marsano, gruppo Genova Centro, alla festa della Sezione di Mondovì del 20 ottobre 2019.

AD ARMA DI TAGGIA VESSILLI IN TRASFERTA

Commemorazione dell’Alpino Tiziano Chierotti

21 14, 15 SETTEMBRE, L’AQUILA A DIECI ANNI DAL TERREMOTO

settembre - di prima mattina: “... erano in tanti gli alpini, lavoravano sempre, sotto il 14sole o sotto l’acqua, avevano fretta di finire, e ci hanno lasciato questo che lei vede qui”: … il braccio dell’uomo si muove in un ampio movi-

mento ad indicare le costruzioni che ci circonda- no; eravamo seduti sui gradini difronte alla chie- sa del “Villaggio San Lorenzo”, la nuova Fossa voluta e costruita dagli alpini per gli abitanti del paese martoriato dal terremoto che si vede là di fronte, dove il piano lascia il posto alle prime pro- paggini del monte che lo sovrasta, le cui ferite sono ancora evidenti, ma con le gru che parlano di lavori in corso, di possibile rinascita, cioè di fiducia. La persona che mi parla, un anziano che si appoggia al bastone incontrato solo qualche minuto prima, mi racconta dei nove morti rimasti sotto le macerie di Fossa ed un velo di tristezza gli passa negli occhi, ma è un attimo: subito a dire di essere contento della soluzione abitativa che gli alpini hanno offerto, e che, il solito mai con- tento a parte, sono ben contenti di essere lì.

22 Arriva una donna che mi invita Il rappresentante del comune ad entrare nella casetta n° 33, di Fossa ringrazia calorosa- la sede del gruppo locale e mente gli alpini per il loro punto di ritrovo, insieme al bar lavoro, il Generale Berto dice che si vede lassù in alto, per che gli alpini hanno un cuore gli abitanti: su di una lunga grande, ma sanno anche tavola fanno bella mostra torte usare le mani; gli fa eco il di ogni tipo, biscotti farciti, sacerdote che avevamo visto ogni ben di Dio. Mi spiegano appena prima prostrato che sono i loro dolci tradizio- davanti alla croce nella “chie- nali che hanno preparato per sa degli alpini” e che si è pre- gli alpini che arrivano da lonta- sentato con una croce tra le no. mani: “quello sulla croce le Un dovere assaggiare il frutto ferite le ha sulle mani, al di tanto lavoro. Il clima è di un cuore e sui piedi: qui gli alpini sereno incontro come tra vec- hanno saputo usare i piedi per chie amiche. accorrere, le mani per costrui- Arrivano gli alpini e le alpine re, dimostrando di avere un del btg L’Aquila di stanza in cuore ...”. città, a gruppetti gli alpini in Ultime le parole di Favero che congedo con i loro vessilli e ha urlato la rabbia degli alpini gagliardetti prendono possesso della piazza, visi- per quanto sta succedendo nelle zone dei “nuovi tano la chiesa, la 34esima casa, l’ultima realizza- terremoti” con i ritardi della burocrazia di quelli ta utilizzando i risparmi: una costruzione in mura- che “fanno passerella” nelle zone disastrate ... tura con tanto legno all’interno, calda ed armo- “per Accumoli abbiamo progetto e soldi, ma non niosa; alle pareti laterali fanno mostra di sé un possiamo far nulla!”, altrove ci sono voluti anni decina di statue sottratte alle chiese inagibili del prima di costruire, come ad Arquata, al contrario paese, parcheggiate qui anche perchè gli sfollati di quanto si è potuto realizzare qui, in pochi mesi, possano sentirsi un po’ di più a casa. nel 2009. Ci si allontana da Fossa e dopo una Inizia la parte ufficiale dell’incontro, la breve sfila- breve sosta a Paganica per l’apertura della rico- ta, l’alzabandiera, la corona al Monumento dei struita sede del gruppo di quel paese, tutti a Caduti che idealmente è anche per chi e rimasto L’Aquila dove nel pomeriggio è previsto l’omaggio sotto le macerie, il silenzio: suono sommesso a tutte le 309 vittime del terremoto del 2009: ritro- quello della tromba, note che paiono arrivare da varsi, la sfilata, un cuscinetto di fiori portato nella lontano mentre sui volti luccica qualche lacrima cappella dedicata alla memoria nella riaperta, furtiva. restaurata, Chiesa del Suffragio (o “Delle Anime

23 Sante”) in Piazza Duomo; nella “Cappella della Memoria” sul leggio un album riporta le foto ed i dati delle vittime per renderle vive almeno nel nostro pensiero. La giornata termina presso il palazzo della regio- ne Abruzzo per le allocuzioni e la premiazione delle persone ed associazioni che si sono distin- te nei soccorsi immediati e nella gestione del dopo terremoto.

15 settembre. Raduno a L’Aquila e s’inizia con la posa di una 08,30 alle 14,00 come accaduto qui (chi organiz- corona alle lapidi che ricordano i decorati del btg za dovrebbe forse tenerne maggiomente conto), che porta il nome della città, quindi il corposo cor- ma resta il fatto, direi sempre più evidente un po’ teo sfila nel centro città per terminare sulla spia- ovunque, che troppi dopo i momenti salienti delle nata di Collemaggio, difronte alla chiesa simbolo cerimonie e la sfilata preferiscono allontanarsi per questa regione, ennesimo edificio gravemen- sbrigativamente, il che non è davvero un compor- te lesionato dal sisma, riaperta dopo anni di rico- tamento definibile “alpino”. struzione e restauri: l’appuntamento è qui anche Una nota positiva: avevamo visto L’Aquila e la per il rito religioso a ricordo delle vittime. E qui c’è un neo, un grosso neo: dei tanti vessilli zona attorno nel 2015 in occasione dell’adunata sezionali presenti solo tre, Cuneo, Casale nazionale (gli alpini avevano portato vita in una Monferrato e Salò, accompagnano nella Basilica città che era piegata, sommersa dalle macerie) e il Labaro Nazionale ed il Vessillo della Sezione poi ancora due anni dopo: senza alpini nel 2017 Abruzzi, delle centinaia di gagliardetti presenti ne L’Aquila era come morta, “vendesi” o “affittasi” rimane uno sparuto gruppetto: lo sguardo del pre- sulle poche case risistemate, solo qualche nome sidente Favero dal primo banco vaga desolato di avvocato o commercialista sulle targhette piut- nella grande Basilica semivuota ..., pareva scon- tosto rare anch’esse. Oggi la situazione sembra certato anche il Vescovo officiante: le vittime del cambiata: tra le tantissime gru dei cantieri sono sisma meritavano qualcosa di diverso, una mag- tornate le persone e per lo più, speriamo non sia giore solidarietà e partecipazione anche da chi occasionale, si vedono persone giovani, tante non “crede”. Certo, ormai la maggior parte di chi coppie con bambini, una nuova bella speranza. porta vessilli e gagliardetti naviga in età che diffi- cilmente permette di stare sui due piedi dalle h Giusy Asperti

24 PRIMAVERA 2019 RITORNO IN

Premessa. In tarda primavera 2010 mi recai per giandosi a varie autorità, locali ed italiane, pote- la prima volta in Albania e Grecia sui luoghi della rono eccezionalmente far rientrare in Patria tali Seconda guerra mondiale, unendomi ad un grup- resti, oggi sepolti nel Sacrario di . Ma per por- po di appassionati di storia ed esperti di quelle tare avanti negli anni e completare, nei limiti del zone di guerra, tutti residenti nel Friuli, che già da possibile, tale impresa occorreva ottenere una anni compivano escursioni in quella zona dei Bal- definitiva autorizzazione ufficiale da parte degli cani. Nella loro regione è ancora forte il ricordo di organi competenti, in altre parole si trattava di quegli eventi di cui furono protagonisti e vittime addentrarsi nei meandri delle varie burocrazie moltissimi alpini friulani, arruolati nella divisione (albanese ed italiana), ben più indistricabili del- Julia. Come ebbi a scrivere nell’articolo pubblica- l’antico campo di battaglia. Negli anni seguenti to allora da Genova alpina, il mio viaggio era mo- sono stati portati avanti solo lavori di rilevazione, tivato dal desiderio di conoscere i luoghi in cui disponendo tracce e scattando foto della zona e era stato Padre Generoso da Pontedecimo, cap- finalmente quest’anno si è potuto avere un in- pellano del battaglione Gemona, del quale mi ac- contro importante con le autorità di Tirana trami- cingevo a divulgare i diari di guerra. Destavano te la nostra ambasciata. Per queste ragioni, a no- particolare impressione le pagine dedicate alla ve anni di distanza ho voluto partecipare nuova- descrizione della sua pietosa opera di riconosci- mente, anche con l’intento di “tutelare e non far mento e sepoltura di Caduti del suo reparto sui dimenticare” l’opera di Padre Generoso, cui si fianchi del terribile Monte Golico al di fuori di ci- deve tutto quanto. Era inoltre presente una nutri- miteri militari, le dettagliate mappe da lui fatte ta delegazione del nostro CDN capeggiata dal predisporre per indicare i luoghi delle tumulazio- presidente Favero, che ha anche effettuato un gi- ni e le lunghe liste dei nomi dei Caduti stessi. Gli ro di ricognizione nelle valli della Campagna di anni successivi a quel 2010 i miei amici friulani Grecia: sarebbe intenzione lasciare anche qui, provarono a testare la validità di queste testimo- come in Russia (asilo di Rossosch, ponte a Niko- nianze e con molta difficoltà (il campo della battaglia che coinvolse il Ge- mona e che du- rò un paio di mesi si trova sullo scosceso fianco nord del- la montagna, allora libero da- gli arbusti can- cellati dalle cannonate ma oggi intricata foresta – foto 1: immagine dalle sponde della Vojussa) riusci- rono a trovare e riesumare al- cuni resti com- pleti. Appog-

25 sciati allo sbando, senza nessun appog- gio, diciamo pure dimenticati, in zone montuose sconosciute e senza vie o sen- tieri d’accesso, con un tempo atmosferi- co terribile. Siamo poi entrati in Albania attraverso il confine di Melissopetra, per raggiungere il vicino Ponte di Perati, sponda albanese, dove abbiamo tenuto una breve cerimonia, alla presenza di di- versi vessilli sezionali, tra i quali il nostro gentilmente concessomi dal presidente Pansini (foto 2 – qui con l’amico Guido Aviani, storico e da sempre anima delle escursioni). Quindi, discesa una gran parte del corso della Vojussa, siamo giunti al famoso ponte di Dragoti ai piedi del Golico (foto 3), meravigliosa opera d’ingegneria dell’Ansaldo datata 1936 e

lajewka) una tangibile testimonian- za a ricordo di tutti quanti, greci ed italiani, che persero la vita in quel- l’inutile guerra. Il viaggio. Sbarcati come l’altra volta al porto greco di Igoumenitza, abbiamo prima raggiunto la località di Kalpaki, sede del museo greco della guerra, nel quale un docu- mentario collegato ad un plastico dotato di luci di animazione, mostra con chiarezza l’andamento del con- flitto italo/greco. Ne risulta una sconcertante ma veritiera spiega- zione dei vari movimenti, che evi- denziano in particolare i delittuosi ordini impartiti ai reparti alpini, la- rimasta miracolosamente intatta durante la battaglia, dove abbiamo nuovamente sosta- to per ammirare e fotografare il manufatto. Infine la giornata si è conclusa con il per- nottamento ad Argirocastro, bella città stori- ca e turistica aggrappata ai fianchi di una montagna (foto 4), tappa obbligata del cre- scente turismo in Albania. La mattina seguente era in programma la prima di due ascese al Golico, con obiettivo le quote del campo di battaglia del Gemona, situate sotto la cima, versante nord: q. 1000 o Capanna, dove c’era anche un piccolo ci- mitero ed i comandi del battaglione, q. 1143 e 1250 con il sottostante Vallone dei Morti, così chiamato perché i Caduti di entrambi gli eserciti vi venivano fatti scivolare giù sul- l’abbondante neve per tener sgombro il campo (v. sempre foto 1). Non vi ero mai

26 stato, nel 2010 eravamo an- dati sulla cima a q. 1615: pur avvezzo a frequentare i siti della Grande guerra, sono ri- masto impressionato dalle tracce ancora presenti, i peri- colosi resti della battaglia an- cora affioranti numerosi (quelli che ho visto … ma quanti ne avrò calpestati? – foto 5: bombe a mano italiane ovunque), ma soprattutto dal- la pendenza e dalla difficoltà a stare in piedi e camminare su quel terreno scosceso e 1941 e 2019). Alla sera incontro con il CDN e scambio di opinioni. Il giorno dopo nuova salita sul Golico, con meta q. 1615, quella sommitale delle battaglie, per una cerimonia commemorati- va congiunta con alcuni consiglieri nazionali. Purtroppo, giunti in cima, una improvvisa nebbia seguita da un breve ma impetuoso temporale ci ha costretti a fuggire da quel punto così esposto ed a tenere i nostri vessilli, delicati ma soprattut- to così pieni di parti metalliche, prudenzialmente ben chiusi nelle loro custodie. L’ultima mattina di nuovo bellissima dedicata al settore, escursione con inquadramento su un altro fianco del Golico, dove era situato il battaglione gemello Tolmezzo; quindi abbiamo intrapreso il viaggio verso nord, con meta la cittadina di Berat, altro incantevole centro (foto 9) con case storiche molto caratteri- stiche situate sui fianchi di una collina sormonta- ta da un bel castello che racchiude tra le sue mu- ra un grazioso villaggio. Nella parte nuova spic- pieno di selvaggia vegetazione (foto 6, nel Vallone dei Morti). E pensare che lì combattevano, correndo avanti e indietro e na- turalmente morendo … Uno sforzo durato alcune ore che poi al rientro, nonostante non facesse ancora particolarmente caldo, ho pagato, costretto ad una sosta per ricuperare forze e liquidi persi. Per fortuna non ero il solo. Ribadendo il mio tur- bamento, sono andato mental- mente ad alcune foto là scatta- te nel maggio ‘41 da Padre Ge- neroso, risultatemi molto utili per riconoscere i luoghi (foto 7 e 8: trincea difensiva italiana di- scendente dalla vetta, anni

27 Bruno Petti, già comandante delle Truppe Alpine, e la professoressa Marina Buffa, nipote della M.O. alpina Silvano Buffa, sul Mali Spadarit, al- tro luogo di sofferenze sul quale lo zio cadde. Un’escursione lunga ed interessante, accompa- gnati da una guida locale che ci ha mostrato tra l’altro alcuni luoghi di probabili sepolture di sol- dati italiani. Impressionante per la sua anonimità il campo di battaglia, riconosciuto con l’ausilio di documenti e carte storiche (foto 10 – riconosci- mento dello Spadarit): un breve piano legger- mente inclinato, oggi adibito a pascolo, con due resti di trincee contrapposte, contornato da altri rilievi, che ha ulteriormente accresciuto le nostre perplessità su chi mandò quei poveracci a com- battere laggiù. A Berat, luogo nel quale era pas- sato anche Padre Generoso perché tappa di col- legamento per il fronte, abbiamo infine anche vi- sitato i numerosi resti di un sito adibito ad ospe- dale con annesso campo di aviazione, nel quale venivano ricoverati e curati i feriti che si riusciva, attraverso sentieri e strade impossibili, a porta- re indietro dalle prime linee distanti circa 40 km: chi sopravviveva veniva poi caricato sugli aerei per il rimpatrio, ma come si può intuire dall’ex area cimiteriale ivi adiacente, i fortunati erano ca un sontuoso edificio dei tempi della dittatura, veramente pochi; gli storici stimano superiore ai sede dell’università nella quale, come ci ha ricor- 20.000 il numero dei Caduti in quei pochi mesi di dato ridendo l’albergatore, anni fa avrebbe con- campagna, ma per molti si tratterebbe di nume- seguito una fantomatica laurea un nostro “cele- ro per difetto (foto 11 – area e resti ex ospeda- bre” connazionale, il “Trota”, figlio del senatur le/campo aviazione/cimitero di Berat). Bossi: un velo pietoso. La sosta a Berat ci ha Nell’ultima parte del viaggio si è raggiunta Tira- consentito il giorno successivo di accompagnare na, attraverso una campagna intensamente col- due amici triestini, il generale c.a. in pensione tivata (siamo in un paese agricolo in grande svi- luppo ed ovunque si trovano piccoli e grandi rivendi- tori di mezzi per la lavorazione della terra), dove hanno trovato molto spazio i vi- gneti. Abbiamo assaggiato alcuni vini locali, che grazie alle mo- derne produzioni naturali apprese in Italia risultano di ottima qualità. In definitiva, ri- spetto a nove an- ni fa ho trovato un Paese in gran- de crescita, non- ostante problemi

28 di natura politica tuttora esistenti. intraprendere gli scavi e traslare i resti in Italia. Tirana, per la parte da noi visitata, è una città di Cercheranno di risolvere la questione sul piano circa 700.000 abitanti molto moderna ed in forte tecnico, cioè evitando di lasciarla scivolare nelle espansione. Due parole infine sugli incontri: le insidie di considerazioni politiche: non ci resta autorità locali hanno compreso appieno il fine che aspettare fiduciosi, consci che quando po- umanitario per il quale ci stiamo muovendo e si tremo finalmente essere operativi il lavoro da adopereranno per trovare una soluzione concre- compiere sarà comunque lungo ed impegnativo. ta in breve tempo al fine di concedere alla nostra Associazione l’agognato permesso ufficiale per Giancarlo Militello

29 BEPPINO NASETTA Una medaglia d’oro negata (Giugno 1940)

l mattino del 13 giugno reare in Economia e Com- 1940 al Colle della Mad- mercio e a svolgere il ser- Idalena un gruppo di sol- vizio militare come ufficiale dati francesi attaccò cin- di complemento. Gli impe- que uomini della Guardia gni universitari e militari alla Frontiera posti di ve- non impedirono a Beppino detta al confine. In loro di dedicarsi all’Associazio- soccorso partì con alcuni ne cattolica giovanile San rinforzi il giovane sottote- Carlo, organizzando gite e nente della GAF Beppino campeggi in montagna e Nasetta. Dopo aver mes- curando persino il giornali- so al sicuro un soldato fe- no del sodalizio. Nel feb- rito, Nasetta continuò a braio 1939 Beppino Naset- sparare con il fucile mitra- ta partecipò ad una riunio- gliatore contro gli assalito- ne presso la sede della ri fino a quando alcune GIL (Gioventù Italiana del pallottole lo colpirono uc- Littorio) e dopo aver ascol- cidendolo. La morte di tato le offese alle Associa- Nasetta suscitò grande zioni Cattoliche fatte dal emozione, perché il primo federale di Cuneo Antonio ufficiale caduto dell’eser- Bonino chiese la parola cito italiano sul fronte occidentale e molto cono- per controbattere le accuse. Quel gesto coraggioso sciuto a Cuneo sua città natale. Sebbene il Co- costò a Nasetta il ritiro della tessera fascista per mando Militare avesse subito chiesto il conferi- “assoluta assenza di fede fascista”e la mancata as- mento della medaglia d’oro al valore militare alla sunzione in banca. Quasi sicuramente quando sul memoria, fu concessa solamente la medaglia d’ar- tavolo della commissione per le concessioni delle gento, in quanto le autorità fasciste avevano già decorazione al valor militare giunse il fascicolo di evidenziato il “carattere antifascista” dell’ufficiale. Nasetta, gli addetti trovarono traccia del gesto con- Per capire meglio cosa spinse a negare la conse- tro il federale di Cuneo e questa macchia nel cur- gna della medaglia d’oro dobbiamo andare indietro riculum dell’ufficiale causò la mancata assegnazio- di oltre un anno. Nel 1938 Nasetta si riesce a lau- ne della massima onorificenza; così Beppino Na- setta venne discriminato dai fascisti non solamente in vita con la perdita del posto in banca ma anche dopo la morte. Il caso Nasetta fu ri- aperto nel 1991 con una in- terrogazione parlamentare dell’ onorevole Costa senza ottenere alcun esito (vedi ri- quadro a parte). Oggi Naset- ta viene ricordato con l’intito- lazione di una strada in cen- tro a Cuneo e un sobrio cippo sul posto dove fu ucciso poco distante dal confine al Colle della Maddalena.

LORENZO SANTAGATA

30 INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELL’ON. COSTA RAFFAELE Seduta del 02/04/1991 Al Presidente del Consiglio dei ministri ed al Ministro della difesa- Per conoscere quali siano le loro valu- tazioni e quali iniziative intendano assumere in relazione ai numerosi appelli rivolti al Ministero da più par- ti, intesi ad ottenere la riapertura del caso relativo al sottotenente Giuseppe Nasetta, primo caduto italia- no durante la seconda guerra mondiale, morto ad Argentera (Cn) il 13 giugno 1940 nell’atto di difendere alcuni suoi soldati in prima linea, al quale venne negato il conferimento della medaglia d’oro alla memoria perché “assolutamente privo di fede fascista “ come cita la motivazione agli atti, depositati presso l’Istitu- to storico della resistenza, e a cui venne pertanto attribuita la medaglia d’argento; se non ritengano, trat- tandosi di un’evidente discriminazione politica e di una grave ingiustizia perpetrata nei confronti dell’uffi- ciale cuneese, di disporre l’immediata riapertura del caso e di assegnare il massimo riconoscimento alla sua memoria. RISPOSTA.- Agli atti esiste una proposta di concessione di decorazione al valor militare al sottotenente Nasetta Beppino, sulla quale i superiori gerarchici così a suo tempo si espressero. La commissione mili- tare consultiva unica per la concessione e la perdita di decorazioni al valor militare, nella seduta del 4 set- tembre 1940, propose all’unanimità la concessione della medaglia d’argento e in tal senso fu provveduto. Non sono stati rinvenuti documenti né annotazioni riguardanti la valutazione alla quale fa riferimento l’in- terrogante. Non risultano inoltrati i numerosi appelli citati per la revisione del caso, ma solo una richiesta del signor Antonio Rima, alla quale fu data risposta. Non si vede la possibilità di riaprire il caso.

Il Ministro della difesa: Rognoni

MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE CONFERITA AL S. TENENTE NASETTA BEPPINO nato a Cuneo il 5/9/1916 3° SETTORE G. a. f. (Gazzetta Ufficiale n°42/1941)

«Preposto alla vigilanza di un tratto vitale della frontiera, conscio dell’importanza del compito preparava i dipendenti al ci- mento con volontà perseverante ed inde- fettibile fervore, infondendo in essi la sua stessa fede, il suo entusiasmo. Al proprio Comandante prometteva di mantenere la posizione a costo della vita. Saputo che un suo nucleo era stato attaccato da for- ze preponderanti, accorreva prontamen- te. Sostituitosi ad un mitragliere ferito, perseverava impavido nella lotta finché, investito dal fuoco nemico, cadeva nel luogo stesso ove aveva espresso il suo eroico proponimento consacrando così con il sacrificio della sua giovane vita la sua promessa». Colle della Maddalena, 13 giugno 1940.

31 Nel decennale della sua beatificazione DON CARLO GNOCCHI, “ALPINO” E “BEATO”

L’attività di don Carlo Gnocchi (1902-1956), in vita, fu intensa e multiforme. Nel corso degli anni, come è stato giustamente sottolineato, fu educatore dei giovani, cappellano degli alpini, eroe della solidarietà, padre dei mutilatini, angelo dei bimbi, precursore della riabilitazione, imprenditore della carità, profeta del dono d’organi. Dopo la sua morte prematura, le iniziative da lui promosse continuarono ma senza che vi fosse data troppa pubblicità. Poi, nel nuovo secolo, la figura di don Gnocchi salì prepotentemente alla ribalta. Una data si può considerare fondamentale: il 25 ottobre 2009, quando fu proclamata la sua beatificazione in una piazza del Duomo gremita di folla, con una cerimonia trasmessa in diretta televisiva. Va sottolineato che gli alpini furono una presenza costante per don Gnocchi, sia nelle varie fasi della sua vita sia dopo la sua morte. Qui pertanto, senza tralasciare altri aspetti della sua com- plessa personalità, sarà dato un rilievo particolare a don Carlo “alpino”.

L’INFANZIA E LA GIOVINEZZA ostante la sua salute cagionevole Carlo Gnocchi nasce il 25 ottobre e una tonsillite cronica che poteva 1902 a San Colombano al Lam- essere motivo di esonero, coeren- bro, non lontano da Lodi, da En- te alla tensione educativa che lo rico e Clementina Pasta, sarta. vuole sempre presente con i suoi La sua infanzia è segnata da tra- giovani anche nel pericolo, si ar- gici avvenimenti. Ultimo di tre fra- ruola come cappellano volontario telli, all’età di cinque anni perde il nel battaglione Val Tagliamento padre a causa della silicosi, ma- della Julia [fig. 1] e parte nel mar- lattia causatagli dal suo lavoro. zo 1941per il fronte greco-albane- Trasferitosi a Milano con la fami- se. Questa sua foto è indirizzata al glia, in pochi anni i due fratelli cugino Franco Puricelli, imprendi- muoiono di tubercolosi, Mario nel tore, che nel dopoguerra gli fornirà 1908 e Andrea nel 1915. Non- a più riprese materiali per la sua ostante tutto, come ricorda il cu- attività benefica [fig. 2]. gino Mario Biassoni, «era un ra- Terminata la campagna nei Balca- gazzo come tutti gli altri, vivace, ni, dopo un breve intervallo a Mila- allegro, intelligente e birichino» no, nel luglio 1942 don Carlo ri- nonché grande appassionato di parte con gli alpini della Tridentina. montagna. Nella foto è sul treno in partenza Entrato in seminario, viene ordinato sacerdote nel per il fronte russo accanto al generale Luigi Rever- 1925. Il suo primo impegno apostolico è come as- beri, comandante della divisione [fig. 3]. Nel gen- sistente e ottimo educatore. La sua fama giunge naio successivo inizia la drammatica ritirata del fino all’Arcivescovado, tanto che nel 1936 il cardi- contingente italiano: don Carlo, caduto stremato ai nale Ildefonso Schuster lo nomina direttore spiri- margini della pista dove passa la fiumana dei sol- tuale di una delle scuole più prestigiose di Milano: dati, viene miracolosamente salvato dal tenente l’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristia- medico Rolando Prada, della 5a sezione sanità del ne. In questo periodo studia intensamente e scri- II battaglione misto genio della sua divisione, e rac- ve brevi saggi di pedagogia. Successivamente, gli colto su una slitta. viene affidato l’incarico dell’assistenza spirituale Ecco la testimonianza del medico: «Doveva esse- degli universitari, in buona parte studenti dell’Uni- re il terzo o il quarto giorno della ritirata: eravamo versità Cattolica e molti ex allievi del Gonzaga. Nel senza viveri e mezzi di sostentamento. Io mi ero 1939 muore la madre, alla quale era molto legato. procurato formaggio grana e zucchero, arraffati dai CAPPELLANO DEGLI ALPINI magazzini di sostentamento… A un certo punto vi- Nel 1940 l’Italia entra in guerra e molti giovani stu- di un uomo accovacciato con il capo chino, sfinito, denti vengono chiamati al fronte. Don Carlo, non- ai bordi della strada. Gli sollevai il capo e riconobbi

32 Don Carlo: “Se sei tu Don Car- LA «FONDAZIONE lo, che cosa fai qui?”. Mi rispo- PRO JUVENTUTE» se: “Guarda che fine fanno Nel dopoguerra don Carlo rivol- questi poveri ragazzi…”. Lo ri- ge dapprima la sua opera assi- focillammo con quel poco di stenziale agli orfani degli alpini; zucchero. Rientrava nel quadro successivamente dedica le sue tipico di un principio di asside- cure ai mutilatini e ai piccoli in- ramento, quando in genere la validi di guerra e civili, fondan- morte bianca sopravviene in do per essi una vastissima rete modo subdolo e dolce. Tra- di collegi in molte città d’Italia; sportato sulla slitta per tutto il infine, apre le porte di moder- giorno, la sera si riprese...». nissimi centri di rieducazione ai Per il suo comportamento du- bambini affetti da poliomielite. rante la campagna di Russia al Una frase assai conosciuta tenente cappellano don Carlo compendia il suo pensiero: Gnocchi viene concessa la me- «Poche cose al mondo sono daglia d’argento al valor milita- più belle e più care del fanciul- re [fig. 4]. Ecco la motivazione: lo. Se il mondo ne fosse privo ci Cappellano del Quartier Ge- « parrebbe troppo oscuro». nerale di una divisione alpina, All’infanzia derelitta e minora- durante quindici giorni di duri ta, cui ha votato la sua esisten- combattimenti in azione di ri- za, don Gnocchi dedica la più piegamento, incurante del peri- significativa tra le sue opere di colo si portava dove più infuriava la lotta per por- educatore: Pedagogia del dolore innocente gere ai feriti il conforto della fede ed ai combatten- [fig. . Composta nel periodo della sua ultima doloro- ti la parola incitatrice di vittoria 5] - Medio Don - Sche- sa malattia e considerata il suo testamento spiri- bekino (fronte russo), 16-31 gennaio 1943». tuale, quest’opera sarà distribuita subito dopo la Da questa tragica esperienza, che lo ha visto assi- sua morte, avvenuta il 28 febbraio 1956. stere gli alpini feriti e morenti e raccoglierne le ulti- me volontà, matura in lui l’idea di assistere le vitti- me della guerra, nella ricerca del riscatto del loro “dolore innocente”.

33 aprile 1960, il cardinale Montini, rivolto ai reduci al- pini presenti, pronuncia una frase rimasta celebre e profetica: «Eroi eravate tutti; ma lui, per giunta, era un santo». Dal 1963 la Fondazione Pro Juventute, che nel 1957 è diventata Fondazione Pro Juventute Don Carlo Gnocchi, estende la sua presenza sul territo- rio nazionale con una dozzina di centri di importan- za regionale e altre decine di poliambulatori e cen- tri minori, allargando lo specchio delle proprie attivi- tà riabilitative. Dagli anni ‘80 comprende nella pro- pria azione, con apposita modifica statutaria, l’assi- stenza alle persone anziane, in prevalenza non au- tosufficienti. Nel 1998 diventa formalmente Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus [fig. 7], premiata nel 2003 con la medaglia d’oro al merito della sanità pubblica. Essa pubblica una sua rivista, Missione Uomo, che in occasione dell’adunata nazionale degli alpini svoltasi a Milano nel maggio 2019 è uscita in edi- zione speciale, Don Gnocchi e gli Alpini, racco- gliendo scritti e documenti di e su don Gnocchi e le penne nere.

RICORDANDO DON GNOCCHI Nel nuovo secolo numerose sono le iniziative, pub- bliche e private, in memoria di don Gnocchi. Le Po- I solenni funerali, con sei alpini a sorreggere la ba- ste italiane emettono due francobolli: nel 2002, nel ra, altri a portare sulle spalle i piccoli mutilatini in la- centenario della sua nascita, e nel 2016, nel ses- crime, centomila persone a gremire piazza del Duo- santesimo della sua morte [fig. 8]. Se nel secondo mo e l’intera città di Milano listata a lutto, sono ce- francobollo il volto è reso con grande eleganza, il lebrati in Duomo il 1° marzo dall’arcivescovo Gio- primo rende meglio l’idea di chi sia stato don Carlo vanni Battista Montini, il futuro pontefice Paolo VI. e che cosa abbia fatto. Ci sono infatti la sua tene- Questa foto, scelta tra le innumerevoli scattate nel- l’occasione, simboleggia l’avvenimento: mostra il Duomo, i mutilatini e, sulle spalle di un alpino, uno di loro impossibilitato a camminare [fig. 6]. La sua scomparsa suscita un generale compianto e un’e- mozione accresciuta dalla donazione delle sue cor- nee, che permetterà a due giovani, Silvio Colagran- de e Amabile Battistello, di riacquistare la vista. Dopo che nel 1951 tutta la sua attività assistenzia- le è stata attribuita al nuovo soggetto giuridico da lui creato, la Fondazione Pro Juventute, nel 1955 don Carlo ha lanciato la sua ultima grande sfida: co- struire un moderno centro che costituisca la sintesi della sua metodologia riabilitativa. Nel settembre dello stesso anno viene posata nei pressi dello sta- dio di San Siro la prima pietra della nuova struttura che don Carlo, già gravemente ammalato, non po- trà vedere ultimata. Si tratta del Centro “S. Maria Nascente”, inaugura- to nel 1960, che nel 1991 riceverà la qualifica di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) di diritto privato. In occasione della tras- lazione delle spoglie di don Gnocchi dal Cimitero monumentale al Centro “S. Maria Nascente”, il 3

34 LA BEATIFICAZIONE Una data fondamentale nella storia di don Gnocchi è domenica 25 ottobre 2009. In una splendida gior- nata di sole, viene proclamata in piazza del Duomo a Milano la sua beatificazione alla presenza di oltre cinquantamila fedeli, tra i quali quindicimila alpini. La cerimonia è trasmessa anche in una diretta te- levisiva senza precedenti, seguita da tre milioni di telespettatori. Nella piazza gremita all’inverosimile sono ancora una volta gli alpini a portare l’urna con le spoglie di don Gnocchi, ora finalmente beato [fig. 11]. Il processo di canonizzazione era stato avviato, trent’anni dopo la morte di don Gnocchi, dall’allora arcivescovo di Milano, cardinale Carlo Maria Marti- ni. Nel 2004 viene analizzato a lungo e meticolosa- mente un presunto evento miracoloso riguardante rezza per l’infanzia, il mutilatino al centro dei suoi pensieri e il cappello alpino. Ecco la busta primo giorno di emissione con l’annullo relativo alla data del centenario della nascita [fig. 9]. Nel 2004 viene trasmessa la miniserie televisiva Don Gnocchi - L’angelo dei bimbi, regista Cinzia TH Torrini e protagonista Daniele Liotti, qui nella versione messa in commercio [fig. 10]. Nel frat- tempo la bibliografia su di lui si arricchisce quasi inaspettatamente: i titoli delle opere riguardanti don Gnocchi, che fino al 2000 non superavano la deci- na, aumentano fino a sfiorare oggi la trentina. Inoltre non c’è quasi regione che non abbia comu- ni con vie, piazze, monumenti, baite o chiesette al- Sperandio Aldeni. Infine, nel gennaio 2009, il Col- pine, parchi o giardini dedicati a don Gnocchi. In legio cardinalizio riunitosi in Vaticano riconosce che diversi casi, dopo la solenne cerimonia del 25 otto- il miracolo in discussione è da attribuire all’inter- bre 2009, la qualifica di beato è stata aggiunta al cessione di don Carlo. Pertanto il pontefice Bene- nome. Riassumendo, sono più di duecento i comu- detto XVI autorizza la pubblicazione del relativo de- ni italiani, oltre la metà dei quali in Lombardia, che creto, stabilendo di fatto la sua beatificazione. hanno una via, una piazza o un edificio dedicati a Per la cronaca don Gnocchi è il quarto beato alpi- don Gnocchi. Sono invece venticinque, in nove re- no, in compagnia di don Secondo Pollo, fratel Lui- gioni, le scuole di ogni ordine e grado a lui intitola- gi Bordino e Teresio Olivelli. Da allora il 25 ottobre, te, la maggior parte in Lombardia e Veneto. tra l’altro giorno di nascita di don Carlo, è festa li- turgica del beato. Numero- se, ogni anno, le manifesta- zioni e le iniziative promos- se dovunque per onorare la sua memoria.

IL MIRACOLO DI DON GNOCCHI Sperandio Aldeni, classe 1934, alpino bergamasco, per la precisione di Villa d’Adda, è titolare di una dit- ta artigiana di impianti elet- trici. Nel 1979, quarantacin-

35 quenne, ha una famiglia: la te anche Marzio, suo figlio. moglie Amelia e i tre figli Mar- Marzio scappa, il padre lo in- zio, Loretta, Alessio. Nel tem- voca, ma lui resta lì, inebetito, po libero è solito andare a In- dietro agli imballaggi dove s’è verigo, in provincia di Como, nascosto: «Ricordo ancora al Centro “S. Maria alla Roton- mio padre che si lamentava da” della Fondazione. Dopo per il dolore. Non erano frasi aver salutato il personale, complete. Erano lamenti. E prende i bambini disabili e li poi le invocazioni al Signore, porta in gita, al ristorante, a alla Madonna e a don Carlo giocare, anche a casa sua. Gnocchi. Era comprensibile: Il 17 agosto 1979, insieme con mio padre era molto vicino al- i suoi operai, si reca in pulmi- le opere di don Gnocchi». no presso un’azienda di Orse- Trasferito infine agli Ospedali nigo, nel Comasco. Il pro- Riuniti di Bergamo, Aldeni mi- gramma prevede la trasforma- gliora rapidamente. Il 20 otto- zione della corrente di media bre 1979 viene dimesso e pre- tensione che forniva l’ENEL sto ritorna alla vita di prima. Il (15.000 volt) in corrente nor- 23 dicembre è sulla tomba di male (380 volt) per gli stabili- don Gnocchi, dopo aver detto menti della società. Sono le agli amici: «Io vado a ringra- prime ore del pomeriggio e all’improvviso va via la ziare don Carlo». Il 7 aprile 1980 l’INAIL lo dichiara corrente. clinicamente guarito, lo stesso anno Aldeni prende Agghiacciante la testimonianza dell’interessato. la patente “C” per la guida degli autocarri. Decedu- «Sentii una tremenda vibrazione in tutto il corpo to nel marzo 2007 per una grave malattia, nelle sue con una forte attrazione verso il basso e un rumo- ultime volontà ha lasciato scritto: «Un devoto pen- re come di un terremoto. Rimasi lì credo qualche siero va a tutti gli alpini, cui ho dedicato parte del minuto aspettando la morte… Sempre con la men- mio tempo, come se fossero la mia seconda fami- te lucida, mi resi conto che avevo preso una scari- glia». ca di 15 mila volt e ormai mi consideravo spaccia- to, la sedia elettrica per la pena capitale è di 6 mi- IL SANTUARIO DIOCESANO la volt. Ripetevo dentro di me: “Adesso muoio, DEL BEATO DON GNOCCHI adesso muoio”. Dopo un po’ di tempo ho aperto gli Come si è visto, il Centro IRCCS “S. Maria Na- scente” di Milano è una struttura pilota che don Gnocchi ha sognato e progettato nel 1955, chiedendo nel suo testamento di riposarvi dopo la mor- te. Accanto al centro, in via Capecelatro 66, sono sorti in questi an- ni il santuario e il mu- seo di don Gnocchi, aperti tutti i giorni. Da- vanti al santuario, po- co prima del portale d’ingresso, è incasto- occhi e mi resi conto che ci vedevo ancora, anche nata la pietra posata all’avvio dei lavori dal cardi- se mi colava il sangue dalla fronte». nale , allora arcivescovo di Mila- Si accorge di sentire anche un nauseante odore di no. Reca l’anno d’inizio dei lavori, 2009, anno del- carne bruciata, la sua. «Cominciai a gridare. Chia- la beatificazione di don Gnocchi [fig. 12]. mavo il Signore, la Madonna, supplicai don Gnoc- Riferimento ideale del progetto è stato semplice- chi di aiutarmi perché non sentivo più le gambe, mente l’altarino da campo utilizzato dal cappellano pensai che sarei rimasto in carrozzina per sempre alpino nella steppa russa. Il portico esterno, il pro- come i suoi ragazzi che portavo in giro». È presen- nao, è un momento di passaggio tra la vivacità del

36 mondo esterno e l’interno dedicato al raccoglimen- to e alla preghiera. Il pregevole portale d’ingresso in bronzo, sovrastato dalla scritta “ACCANTO AL- LA VITA SEMPRE”, raffigura don Gnocchi in abito talare, con in mano il suo cappello alpino e circon- dato dai suoi piccoli, verso il Cristo. Qui il moder- no, elegante santuario con il portale d’ingresso in evidenza [fig. 13]. L’interno, ampio e luminoso, reca in fondo l’urna con le spoglie di don Gnocchi [fig. 14]. Guardan- dola, sulla destra si può leggere una frase assai si- gnificativa, tratta dal testamento di don Carlo e ri- della cerimonia di beatificazione, sono gli alpini a Altri potrà servirli meglio ferita ai suoi ragazzi: « portare a spalla il loro cappellano. ch’io non abbia saputo o potuto fare; nessun altro, L’urna in cristallo, realizzata dallo scultore e orafo forse, amarli più ch’io non abbia fatto » [fig. 15]. La veronese Lineo Tabarin, è impreziosita da sei chiesa viene consacrata e dedicata a don Carlo nel stemmi relativi a Benedetto XVI (pontefice della primo anniversario della sua beatificazione, il 24 beatificazione), cardinale Dionigi Tettamanzi (arci- ottobre 2010. La traslazione dell’urna con le spo- vescovo della beatificazione), Fondazione Don glie del beato dall’ex cappella del centro dove era- Carlo Gnocchi, Associazione Nazionale Alpini, no rimaste dal 1960, anno della sua inaugurazione, Comune di San Colombano al Lambro (luogo di alla vicina nuova chiesa, dove è deposta ai piedi nascita di don Carlo) e Comune di Milano (luogo dell’altare, ha luogo il 27 novembre 2010. Ancora della sua morte), oltre allo stemma originario del- una volta, così come in occasione dei funerali e la Fondazione Pro Juventute. Chiaramente visibi- le a sinistra lo stemma verde dell’A.N.A. [fig. 16]. Il 28 febbraio 2012, con la firma dell’arci- vescovo di Milano, cardinale Angelo Sco- la, la Diocesi ambrosiana erige ufficial- mente la nuova chiesa a “santuario dioce- sano del beato don Gnocchi”.

IL MUSEO DELLE MEMORIE E DEI RICORDI Accanto al santuario, nell’area della vec- chia cappella del Centro “S. Maria Na- scente”, viene inaugurato il 27 ottobre 2012 un museo in memoria del beato don Carlo Gnocchi, contenente oggetti, cimeli,

37 scritti, memorie, im- pini. Qui il suo cappello, gli scarponi e la cassetta magini. I visitatori contenente gli oggetti personali [fig. 18]. Su un la- possono così cono- to della cassetta la scritta: mittente tenente don scere e approfondire Carlo Gnocchi, comando divisione Tridentina, nu- la vita e l’opera di don mero di matricola 201; sull’altro lato il nome del cu- Gnocchi, anche attra- gino Mario Biassoni, il parente più prossimo, con verso la visione di fil- l’indirizzo. mati e documenti au- Qui altri oggetti legati alla campagna di Russia [fig. diovisivi di repertorio. 19]. Per la precisone la teca del cappellano conte- Il museo è costante- nente le particole, ossia le piccole ostie consacra- te, da usare come viatico per i feriti gravi; un fram- mento ligneo della chiesetta che don Gnocchi fece progettare dagli alpini e costruire dalla popolazione russa a Dolshik, piccolo paese a metà strada tra il Don e Podgornoje; una immagine del Sacro Cuore, che faceva parte dell’altarino da campo di don Car- lo, incredibilmente ritrovata dall’artigliere da monta- gna Ferdinando Sovran nel 2004. Tra gli altri cimeli presenti l’immagi- ne in marmo del volto di don Gnocchi realizza- ta dal suo amico mente ampliato con nuo- scultore Arrigo vo materiale. Minerbi, che ave- In particolare, nella vetri- va preso il calco na 2 del museo [fig. 17] in cera delle mani sono esposti oggetti si- e del viso di don gnificativi appartenuti a Carlo al momento don Carlo durante la sua della sua scom- vita di cappellano degli al- parsa [fig. 20]. 38 LO STEMMA DELLA miracolosa sopravvivenza, infatti, don «PRO JUVENTUTE» Carlo trae l’impegno e la forza per Davvero interessante lo stemma del- creare un’opera per i figli dei suoi alpi- la Fondazione Pro Juventute fatto ni caduti, per i mutilatini, vittime inno- realizzare da don Gnocchi, una per- centi della guerra, e per i disabili di sonale interpretazione di Chi Rho, ogni tipo, istituzioni che saranno da lui per antonomasia il monogramma di stesso giudicate la vera “eredità dei Cristo, costituito dalla sovrapposizio- morti”. ne delle prime due lettere del suo no- Difficile dire a quale genere letterario me greco, ΧΡΙΣΤΟΣ: “X” (si legge appartenga il volumetto di don Gnoc- Chi) e “P” (si legge Rho). Chi è infatti chi. Non lo si può classificare un dia- formato da due piccole stampelle in- rio di guerra, dato che non segue un crociate e reca il motto Cum reciditur, rigoroso percorso cronologico e non coronatur (Quando si è immolati, si è c’è unità né di tempo né di luogo. Non incoronati). sarebbe azzardato affermare che l’e- Si narra che il pontefice Pio XII, rice- dizione definitiva del 1946 appare vendo in una memorabile udienza i scritta piuttosto in fretta, tanto da sem- mutilatini di guerra, si commosse brare quasi un’opera incompiuta in cui quando gli fu donato questo di- sono frammisti brani sulla Grecia (po- stintivo composto di tante perli- chi), sulla Russia (la stragrande ne, ognuna delle quali traeva maggioranza), sul dopoguerra. origine da un’operazione chirur- In dettaglio, si sviluppa in cin- gica o da una medicazione do- que capitoli: “Dolore della step- lorosa sopportata da un mutila- pa”, “Alpini”, “Vittoria è il sacrifi- tino senza lamento e senza cio”, “Liturgia di guerra”, “L’ere- pianto [fig. 21]. Un grande mo- dità dei morti”. saico con lo stemma della Fon- Stranamente, nelle critiche e nei dazione Pro Juventute è poi in- commenti al libro sono sottova- castonato al centro del santuario lutate le non comuni doti lettera- di don Gnocchi, sul pavimento. rie di don Gnocchi, che invece Anche qui le due stampelline in- era anche un grande scrittore. crociate sono fasciate da una Chiarisce questo punto monsi- corona nobiliare mentre il motto gnor Aldo Del Monte, vescovo Cum reciditur, coronatur figura ai lati [fig. 22]. emerito di Novara, pure lui cappellano militare in Russia, che precisa: «Don Carlo era un prete di grande interiorità; ma era anche un uomo che pen- «CRISTO CON GLI ALPINI» sava in grande e aveva una spiccata sensibilità poe- E ALTRI SCRITTI tica ed estetica. Aveva uno stile classico anche nel Tra i moltissimi scritti (libri, articoli, lettere, ecc.) di comunicare: dote caratteristica degli autentici scrit- don Gnocchi, che visse da uomo, da cristiano e da tori». cappellano degli alpini il dramma della guerra sui Ma non c’è solo Cristo con gli alpini. Sulle vicende fronti greco-albanese e russo, il più nella penisola balcanica sono mol- noto è il toccante Cristo con gli alpi- to utili due lettere al direttore del ni, uscito in prima edizione nel set- Gonzaga, in data 18 e 20 aprile tembre 1942 [fig. 23], pubblicato 1941. Nella prima, don Gnocchi nell’aprile 1943 in una seconda edi- spiega la situazione in Grecia. «Il zione ampliata con molte pagine ri- nostro settore è semplicemente in- guardanti la Russia, aggiornato e fernale e il nemico si era da troppo ampliato ancora nel 1946, più volte tempo attestato con fortificazioni in ristampato. caverne e apprestamenti difensi- Davanti all’immane tragedia della vi… Quando siamo arrivati all’at- ritirata di Russia, il sacerdote sco- tacco dell’obiettivo, rimanendo ab- pre il volto di Cristo e il senso ulti- barbicati alla roccia per due giorni e mo di quella terribile vicenda. È due notti, nevicava, tirava vento e uno scritto-confessione che cam- tormenta, poi acqua ancora. Ho bia il corso della sua vita e inaugu- dormito (si può dire così?) due not- ra la sua opera di carità. Dalla sua ti all’addiaccio appoggiato ad una

39 roccia o ad un albero, madido di dentro e di fuori. tanto presto. Ci volle un congruo periodo di “buona Non si sapeva più a quale specie animale apparte- condotta” perché mi fosse dimenticato l’appellativo nere. Pesci, anfibi, rane? Chi lo sa?! E tutto questo di... “Cappellano autocarrato”». con la musica a grande orchestra delle granate, dei Sulla campagna di Russia don Gnocchi ha le idee mortai e delle armi automatiche. Eppure il Signore fu chiare. «La Russia è rimasta, per ciascuno di noi, con noi in modo miracoloso, come le dissi. Non so- ostinatamente chiusa, distante, inesplicabile ed lo; ma il buon umore non ci è mai mancato». estranea. […] Se la campagna degli italiani in Rus- Nella seconda, parla degli alpini. «Gli alpini non di- sia si può chiamare la “campagna del dolore”, ciò si cono nulla. Marciano, lavorano e tacciono. Quasi deve assai meno ai russi e alle loro armi micidiali ostinatamente. Non chiedono nulla. Anche l’eroico che alla loro terra inospitale e al suo crudele inver- è per loro normale. Lo straordinario è ordinario. Io no. Più che dai russi, fummo vinti dalla Russia». mi vergogno davanti a loro, nel trovare eccezionale Nonostante tutto, a proposito degli alpini, «Dio fu e bella questa mia vita, e penso anche spesso ai con loro, ma gli uomini furono degni di Dio». nostri ragazzi che sanno troppo poco il sacrificio, o, In realtà, la tragedia della campagna di Russia sta meglio, lo sanno troppo esaltare, davanti a sé, da- soprattutto nella ritirata. Cruda e realistica la testi- vanti agli altri e davanti a Dio. Potessi imparare an- monianza di don Gnocchi, nel paragrafo iniziale ch’io dai miei alpini questa virtù sublime: di rendere “Sentimento di Russia”. «In quei giorni fatali posso naturale e quasi inavvertito il sacrificio! Noi posiamo dire di aver visto finalmente l’uomo. L’uomo nudo; troppo. La semplicità evangelica essi solo la pos- completamente spogliato, per la violenza degli even- siedono: i poveri e gli umili». ti troppo più grandi di lui, da ogni ritegno e conven- Ovviamente don Gnocchi parla molto spesso degli zione, in totale balia degli istinti più elementari pau- alpini, illustrandone con ammirazione le qualità, nel rosamente emersi dalle profondità dell’essere. Ho suo capolavoro Cristo con gli alpini. Si esprime così. visto contendersi il pezzo di pane o di carne a colpi «L’alpino invece è sempre originale, pittoresco, ar- di baionetta; ho visto battere col calcio del fucile sul- monioso. [...] Neppure l’uniforme militare riesce del le mani adunche dei feriti e degli estenuati che si ag- tutto a soffocarne l’individualità; perché un modo di grappavano alle slitte, come il naufrago alla tavola di portare il cappello, una posa, un ornamento qualun- salvezza; ho visto quegli che era venuto in posses- que li distingue e li segna in modo inconfondibile». so di un pezzo di pane andare a divorarselo negli E ancora. «Non è facile né molto frequente che l’al- angoli più remoti, sogguardando come un cane, per pino sorrida. [...] L’alpino non è facile ad aprirsi e a timore di doverlo dividere con gli altri; ho visto uffi- fondersi. Ai primi contatti con una persona nuova si ciali portare a salvamento, sulla slitta, le cassette irrigidisce, come certi fiori selvatici delle sue monta- personali e perfino il cane da caccia o la donna rus- gne gelosi e irsuti. Risponde breve e asciutto, diffi- sa, camuffati sotto abbondanti coperte, lasciando cilmente raccoglie il motto festoso e invitante, qua- per terra abbandonati i feriti e i congelati; ho visto un si si disturba al discorso scherzoso o troppo abbon- uomo sparare nella testa di un compagno, che non dante. Si direbbe che stia in guardia e studi pacata- gli cedeva una spanna di terra, nell’isba, per sdraiar- mente l’interlocutore. si freddamente al suo posto a dormire… […] Ma alla fine l’assiduità e l’intimità della vita fan- Eppure, in tanta desertica nudità umana, ho raccol- no cadere ad una ad una queste difese e il cuore ri- to anche qualche raro fiore di bontà, di gentilezza e esce a bruciare le tappe di questa fusione di spiriti. d’amore - soprattutto dagli umili - ed è il loro ricordo […] Fu così che soltanto alla fine vidi fiorire il sorri- dolce e miracoloso che ha il potere di rendere me- so sulla faccia chiara e onesta dei miei uomini. Un no ribelle e paurosa la memoria di quella vicenda sorriso allo stato naturale, puro, buono, discreto; co- disumana». me quello delle acque rapide e chiare delle loro Uscito dalla sacca, il 20 febbraio 1943 don Gnocchi montagne. Quel sorriso era per essi il tacito saluto scriverà al cugino Mario Biassoni: «Sono miracolo- ogni qualvolta mi passavano accanto ed era per samente salvo con la mia divisione. Con giornate di me, come è tutt’ora nel ricordo commosso, la gioia epica lotta di cui ha parlato il bollettino germanico certa e attesa della loro sana e onorante amicizia». siamo usciti dall’accerchiamento. Quindici giorni di Lo ha colpito piacevolmente la loro arguzia. «L’alpi- marce, tredici combattimenti. Poi ancora marce che no, anche nei momenti più difficili, sbotta improvvi- durano e dureranno ancora. Appena a termine scri- samente nel gesto e nel motto arguto che dissolve verò a lungo. Sono rimasto con quello solo che ho d’incanto le nubi più pesanti e ridona alle cose le indosso - nemmeno un fazzoletto di ricambio - e son proporzioni normali». A volte ne è vittima lui stesso. pieno di pidocchi. Abbiamo adempito il comando del «Quando, una volta, cedendo alla stanchezza, salii Duce “arrivare nudi alla mèta”. La salute è prodigio- per una tappa sull’autocarretta - e nessuno dei samente buona, ottima anzi. Scusatemi se vi ho fat- competenti mi invidierà certamente questo mezzo to pensar male… la colpa non è proprio tutta mia». di trasporto - i miei alpini non me lo perdonarono Uno dei paragrafi finali di Cristo con gli alpini, “Per-

40 ché i Caduti non muoiano”, è della solidarietà. È opera del qui riportato quasi integralmen- grande pittore e illustratore te. È infatti essenziale per com- Giuseppe Novello che, com’è prendere l’operato di don noto, è stato anche un valoro- Gnocchi nel dopoguerra, a co- so ufficiale degli alpini, decora- minciare dalla “grande casa to con una medaglia d’argento nuova ancora tutta da scoprire” e una di bronzo nella prima allestita per gli orfani degli alpi- guerra mondiale e con un’altra ni. Comincia così: «Dalla pri- d’argento a Nikolajewka, venti- mavera infausta del 1943, dal cinque anni dopo. Dalla steppa giorno che, per chiaro miracolo russa migliaia di alpini caduti, del Signore, approdai, dal fron- rivolgendosi a don Gnocchi te russo in tragico sfacelo, all’I- “dopo il bene compiuto”, di- talia ignara e rifiorente, ho chiarano: «Don Carlo, ora sempre portato nel cuore, fermi comprendiamo perché non sei aperti e pungenti gli occhi dei morto con noi allora in Rus- miei morti. E la loro insonne in- sia». quietudine ha sempre adom- Don Gnocchi e Novello si sono brato la mia pace». E prosegue descrivendo «Un incontrati più volte. Novello ricorda così il loro in- mese di marce e di combattimenti. Ridotti a larve contro in Russia. «In piena sacca, bloccati dai rus- umane, gli occhi di febbre, le barbe incolte, coperte si, in mezzo alla steppa, io e la gran massa del in capo, stracci ai piedi e bastoni fra le mani. [...]». Quinto Alpini arrancavamo a piedi. A un certo pun- «E molti andavano lentamente alla deriva di quella to vidi davanti a me Don Gnocchi in sella a un ca- marea scomposta di sbandati, uscivano barcollan- vallo circondato da feriti. Il cavallo gli era stato pro- do ai margini delle colonne, perdevano terreno, si curato dagli alpini, che pensavano di sopperire alle accasciavano lungo le piste, si rialzavano ebbri di sue forze ormai esaurite. Lo sentii gridare imperio- freddo, di stanchezza e di fame, per trascinarsi an- samente: “Ma ci sono feriti che si trascinano a pie- cora un poco (qualcuno a quattro mani, come gli di. Tiratemi giù, non voglio questo privilegio!”. Tale animali!) e poi si abbandonavano perdutamente era il tono e l’insistenza che fu fatto scendere. Mi è sulla neve, facendosi punti oscuri, sempre più picci- rimasto impresso questo grido di un sacerdote che ni e insignificanti in quella pianura sterminata di ne- non voleva un privilegio che altri non possedeva- ve bianca e insolente. no». Ma quei loro occhi d’angoscia impotente come po- Un altro incontro fortuito è descritto così da Novel- trò dimenticarli? Gli occhi allucinati e imploranti coi lo: «Poco dopo essere stati congedati, incontrai quali, accasciati per terra, seguivano la colonna dei don Carlo a Milano. Saltò giù dalla bicicletta e mi superstiti dilungarsi funerea e senza speranza ver- disse: “Sono contento, sono stato dai Falck, ho so l’orizzonte lontano e indifferente, verso la Patria, esposto loro il mio programma per i mutilatini. Mi verso la libertà, verso la casa? hanno chiesto di che cosa ho bisogno per mettere Lo sguardo dunque dei miei compagni perduti ho insieme questa baracca e Giovanni Falck mi ha as- sempre portato desto e conturbante nell’anima fino sicurato la somma necessaria… Novello, sono feli- a pochi giorni or sono, soffrendone come di un de- ce: domani comincio!”». bito insoluto verso la morte, sentendone il peso co- Come detto dall’officiante alle sue solenni esequie, me di un’oscura colpa personale. Ma ora non più. Novello «fu un uomo vicino a Dio più di quanto la L’altra sera, una chiara e fredda sera invernale sua presenza in chiesa, non abituale, potesse far spazzata dal vento, i miei piccoli, gli orfani dei miei pensare. Novello pregava a modo suo: operando alpini dormivano tutti naufragati nei grandi letti bian- da galantuomo». Commovente in proposito, e non chi, della casa austera e serena da poco preparata privo dell’arguzia tipica di don Gnocchi anche nei per loro. […] E nell’oscurità frusciante di innocenti momenti drammatici, il loro ultimo incontro nella cli- pensieri e di sogni ridenti, tornai a vedere gli occhi nica dov’è ricoverato don Carlo, ormai prossimo al- desti e trafiggenti dei miei morti. Lente e stanche le la fine. Novello è tra i pochi ammessi a fargli visita. palpebre del sonno scendevano su di essi. I miei Entrato nella camera, gli va accanto e gli rivolge morti finalmente riposavano in pace». parole di saluto e di conforto. Nell’accomiatarsi, gli dice: «Don Carlo, tutti gli alpini pregano per te: an- IN CONCLUSIONE che quelli che non sanno pregare». E don Gnocchi, El Probabilmente questa tavola sintetizza mentre Novello esce dalla camera, indicandolo: « [fig. 24] prim l’è lü! meglio di tante parole il sentimento degli alpini ver- ». so don Gnocchi, cappellano alpino ma anche eroe Gabriele de Dominicis 41 NOTIZIE DAI SETTORI

SETTORE STURA PONENTE - GRUPPO DI MASONE 1 MAGGIO - FESTA DELLA SOLIDARIETA’ AL ROMITORIO

inalmente un bella giornata di so- le ha accompagnato il primo maggioF di solidarietà, premiando co- sì l’iniziativa degli Alpini di Masone ri- volta a favore delle associazioni di volontariato che operano in ambito sociale. Anche quest’anno l’attenzio- ne del gruppo, guidato da Piero Mac- ciò, si è concentrata sull’”Associazio- ne Gigi Ghirotti”, il cui principale im- pegno è quello di assistere i malati terminali. La giornata è iniziata con la consueta camminata al Monte Den- te, quindi è proseguita presso il Parco del Romitorio, con colazione alpina a base di focaccia e vino bianco. A pranzo l’immancabile polenta condita con sugo di cinghiale o salsiccia che ha richiamato numerosi masonesi e tanti gitanti nel verde attrezzato nel bel parco del Romitorio. Nel pomeriggio Padre Paolo Pirlo, missionario nelle Filippine, nel Sacrario ha celebrato la S. Messa, animata dal Co- ro polifonico masonese. Al termine della funzione, distribuzione di farinata e del classico focaccino dell’alpino per tutti i presenti. L’associazione Gigi Ghirotti era presente al Romitorio con il Prof. Fran- co Henriquet e con alcuni collaboratori, mentre la Sezione genovese delle Penne Nere è stata rap- presentata dal Vicepresidente Saverio Tripodi, sempre molto vicino agli alpini masonesi soprattutto in occasione delle iniziative di solidarietà. Al termine è stato consegnato dal Capo gruppo degli Al- pini masonesi al Prof. Henriquet, il ricavato della giornata pari ad € 3.500.

COMMEMORAZIONE TERRA DEL DON

i è tenuto domenica 5 maggio l’annuale appuntamento al SantuarioS della Madonna della Cappelletta del Gruppo Alpini Masone per la celebrazione della Santa Messa in memoria dei cadu- ti in Russia e di tutte le guerre. La S. Messa è stata concelebrata da Padre Guglielmo Botero, religioso degli Scolopi di Ovada e da Padre Valentino Vallarino, Cappuccino missionario in Africa. Al termine della funzione, dopo la recita della “Preghiera dell’Alpino”, gli intervenuti si sono radunati presso il piccolo altare, dove, dal 1983 è conservata l’urna contenente la Terra del Don. Padre Guglielmo ha recitato la preghiera per i caduti e impartito la benedizione, quindi ha invitato i presenti a leggere i nomi dei compaesani scomparsi in Russia. Di seguito gli Alpini masonesi, guidati da Piero Macciò, si sono recati presso il cippo in prossimità del cimitero per deporre un mazzo di fiori alla lapide com- memorativa che ricorda gli Alpini caduti e dispersi in Russia. Hanno preso parte alla manifestazione le rappresentanze dei gruppi di Campo Ligure, Busalla e Chiavari, nonché i tre vicepresidenti della Sezione di Genova Giovanni Belgrano, Walter Lazzari e Saverio Tripodi.

42 NOTIZIE DAI SETTORI

SETTORE STURA PONENTE - GRUPPO DI MASONE CONSEGNA ALPINO D’ORO 2019

ausa maltempo, non si è tenuto l’annuale raduno del GruppoC Alpini Masone. Tuttavia, sabato 09 novembre 2019, presso la sede, il capogruppo, Piero Macciò, alla presenza del Sindaco Enrico Piccardo, del Vicesindaco Omar Missarelli, del Vicepresidente sezionale Giovanni Belgrano, ha conse- gnato il premio “Alpino d’oro” 2019 al socio Salvarore Bruzzone, appezzato per il suo instancabile impegno a favore della Comunità masonese. Nel corso della cerimonia sono stati pure consegnati a sei soci i distinti- vi per i 25 anni di appartenenza alla sezione. Al termine rancio alpino e tanti canti alpini per ralle- grare la giornata. Piero Macciò

SETTORE STURA PONENTE - GRUPPO DI SAMPIERDARENA 38a FESTA DELLA MADONNA DEL DON 12 OTTOBRE 2019

a manifestazione ha avuto inizio in mattinata in via di LFrancia, nei pressi del luogo do- ve nacque il Gen. Antonio Can- tore. Alla targa, affissa nel 150^ della nascita, si depone una Co- rona di alloro alla presenza del- l’Assessore Paola Bordilli in rap- presentanza del Sindaco di Ge- nova Marco Bucci, dei Labari del Nastro Azzurro e dell’Asso- ciazione Nazionale Paracaduti- sti d’Italia e della Bandiera del- l’Associazione Nazionale Com- battenti e Reduci. Numerosi gli Alpini intorno ai Gagliardetti di Rivarolo e Sampierdarena. Il Socio Angelo Grossi, ripercorrendo le tappe più significative della vita del Generale Antonio Cantore, ha voluto sottolineare la “genovesità” del Papà degli Alpini: “Proprio in questo quartiere, la Coscia, in un casello ferroviario posto a custodia del primo tratto di ferro- via da pochi anni in funzione (1853) dato in gestione a Felice Cantore, originario di Chiusa di San Michele in Val di Susa, il 4 agosto 1860 nasceva Antonio Tomaso Cantore, come attestato dall’Atto di Nascita e

43 NOTIZIE DAI SETTORI

di Battesimo conservato negli ar- chivi della Parrocchia del quartie- re, Santa Maria della Cella e di S. Martino. Pochi ci fanno caso, ma, sì, il Ge- nerale Antonio Cantore si espri- meva con cadenza genovese:gli Alpini della Sezione di Genova a buon diritto, in occasione dei Ra- duni Nazionali o Regionali, sfilano con in testa lo striscione con la scritta PASSANO GLI ALPINI DI CANTORE” Nel pomeriggio appuntamento ai Giardini Pavanello, davanti al Mo- numento ai Caduti. E’ presente il nostro glorioso Ves- sillo Sezionale, portato dal socio Italo Lini e accompagnato dal Pre- sidente Stefano Pansini, dal Vice Presidente Vicario Gianni Belgra- no, dai Vice Presidenti Valter Laz- zari e Saverio Tripodi, dai Consi- glieri Francesco Cassieri, Renzo Minaglia e Giovanni Montaldo. Il nostro gagliardetto, portato come sempre dal socio Gaetano Guar- naccia, è affiancato da ben altri 14 gagliardetti in rappresentanza dei Gruppi di Rivarolo, Cogoleto, Val- verde, Masone, Rapallo, Corni- gliano, Arenzano, Bolzaneto, Alta-

valpolcevera, Busalla, Valbreven- na, Genova Centro, Nervi e Ca- stiglione d’Adda (Sezione Cre- mona-Mantova). Rispondendo al nostro invito, so- no presenti l’Assessore del Co- mune Genova Matteo Rossi in rappresentanza del Sindaco Mar- co Bucci, il dott. Renato Falcidia, Presidente del Municipio Centro- Ovest, il Gen. Edmondo Fresia, il Comandante della Stazione Ca- rabinieri di Sampierdarena, il Co- mandante Sezionale della Polizia Municipale. Sono schierati attorno al Monu- mento ai Caduti il Labaro dell’Isti- tuto del Nastro Azzurro, la Ban- diera dell’Associazione Naziona- le Combattenti e Reduci di Sam- pierdarena e il Labaro dell’Asso-

44 NOTIZIE DAI SETTORI

ciazione Nazionale Paracaduti- sti d’Italia - Sezione di Genova - M.O.V.M. Serg. Magg. Par. Da- rio Pirlone. Resi gli onori al Labaro Sezio- nale e alla Bandiera, viene de- posta una corona al Monumen- to ai Caduti a cura dei Gruppi di Rivarolo e Sampierdarena. Vie- ne poi data la parola al Presi- dente del Municipio Renato Fal- cidia, all’ Assessore Matteo Rossi e al Presidente Sezionale Stefano Pansini che rivolgono parole di saluto e partecipazio- ne a tutti i presenti. Il Socio Angelo Grossi procede poi alla consegna della “Medaglia del Centenario” al “vecio” del Gruppo di Sampierdarena Battista Bosio (classe 1929 – iscritto al Gruppo da 67 anni!) e conclude la cerimonia con belle “parole alpine”: “Siamo tantissimi;siamo radunati in questo luogo di svago che oggi, innanzi a questo Monumento, si fa “sacro”: riprende per un attimo l’antico nome di “Parco della Rimembranza”. Sì, perché al seguito di ogni bandiera, di ogni labaro e vessillo, di ogni gagliardetto, sento vibrare, silenzio- sa, una folla immensa che si è unita a noi, per ricordare: sono i nostri Caduti, sono Coloro che in infini- te e diverse circostanze ci hanno preceduto, nel Paradiso di Cantore o nel loro particolare Paradiso. Sulle lapidi di questo Monumento so- no stampati i nomi, un po’ sbiaditi dal tempo, di oltre 500 Caduti sampier- darenesi: giovani che negli anni dal 1915 al 1918 risposero, obbedendo, al richiamo dell’Italia, giungendo fino al sacrificio della vita. A distanza di un anno dalla tragedia che ha colpito profondamente Geno- va, intendiamo accomunare, al ricor- do di questi Caduti, il ricordo delle 43 persone che hanno perso la vita il 14 agosto 2018 sotto le macerie del ponte Morandi. Rinnovando il ringra- ziamento del nostro Gruppo a tutti coloro che vogliono bene agli Alpini e che hanno voluto essere presenti al- la nostra festa, concludo con una recente considerazione contenuta nell’Editoriale di don Bruno Fasani, Direttore de “L’ALPINO:“Gli Italiani amano gli Alpini, perché gli Alpini amano l’Italia.”. La cerimonia si completa con la celebrazione della S. Messa officiata in suffragio dei Caduti dal Parroco don Pierdante Giordano; la celebrazione è resa come sempre più suggestiva dai brani eseguiti magi- stralmente dal Coro “Amici della montagna” - diretto dal maestro Enrico Derchi - che da sempre si ren- de disponibile per la nostra festa! Dopo la recita della Preghiera alla Madonna Addolorata e la successi- va benedizione impartita da don Pierdante dalla “Cappella della Pace”, la manifestazione si conclude con un rinfresco conviviale, sul sagrato della Chiesa. Il Gruppo di Sampierdarena ringrazia tutti per la bella partecipazione, a partire dalla Sezione e dai nu- merosi Gruppi presenti. Un grazie particolare al Gruppo di Rivarolo che sempre ci affianca nella cerimo- nia ai Caduti, al “nostro” Cerimoniere Roberto Brisca, a Pino Paroldi per il servizio fotografico e al Coro “Amici della montagna”.

Angelo Corando

45 NOTIZIE DAI SETTORI

SETTORE TIGULLIO - GRUPPO DI CARASCO

RADUNO DEL GRUPPO

omenica 7 aprile scorsa a Ca- rasco ha avuto luogo il Radu- noD alpino annuale con la primaria finalità dell’inaugurazione e scopri- mento targhe cittadine dedicate agli Alpini ed a toponomastici della Grande Guerra legati alla memo- ria, in particolare, delle gesta degli alpini. Il Raduno è iniziato di buo- n’ora con la consueta e simpatica colazione alpina ligure, “fùgasset- ta e gianchìn” ed è proseguito con il ricevimento delle Autorità civili e militari e della Fanfara Alpina della Versilia ”Ten.Raffo”. Alle 9.30 l’Al- zabandiera, molto partecipato con l’inno nazionale cantato sentita- mente da tutti i partecipanti, a cui hanno fatto poi seguito bei cori patriottici cantati sapientemente e con entusiasmo dagli alunni dell’Istituto “Comprensivo Valli e Carasco”. Si forma nel frattempo il corteo che presto si muove per le vie cittadine inaugurando e scoprendo, nel corso della sfilata la targa del nuovo Piazzale Alpini e poi la targa nuova via Montegrappa, de- ponendo nel contempo corone floreali ai Monumenti ai Caduti. Il tempo primaverile per definizione pazzerello, a momenti alterni, non ha risparmiato qualche rovescio ma gli Alpini, si sa, non si spa- ventano per cosi poco ed hanno proseguito imperterriti la sfilata per le vie della Cittadina, così co- me la brava Fanfara, peraltro gre- mite di folla lietamente accorsa nonostante il meteo avverso, per l’importante evento, dati i forti ed antichi legami tra la Comunità di Carasco e gli alpini locali. Dopo la S. Messa officiata nell’an- tica Chiesetta di S. Anna, ubicata nel Centro cittadino, nella piazzetta antistante questo antico Tempio, il Sindaco alpino Massimo Casaretto ha ringraziato tutti i convenuti ed a seguire, Piero Bonicelli, Segretario del Consiglio Direttivo Sezionale, nonché personaggio alpino da tempo immemorabile vicino al Gruppo alpino di Carasco, ha ricor- dato con “parole di un alpino” la necessità di praticare sempre, a continuo esempio, i precipui valo- ri alpini senza mai “adagiarsi” con il fine primario di trasmettere alle nuove generazioni detti valori nella speranza di una Società civile più umana, giusta, leale e solidale. II Presidente Sezionale, Stefano Pansini, presente all’importante manifestazione, ha poi concluso ringraziando gli alpini di Carasco per l’ impegno profuso per la realizzazione della cerimonia e tutti i partecipanti per la loro gradita presenza. La bella manifestazione s’è conclusa con un ottimo “rancio” alpino nelle strutture del Gruppo di Ca- rasco, per quanto con un’affluenza ridotta rispetto al consueto per le condizioni climatiche sfavore-

46 NOTIZIE DAI SETTORI

voli, accompagnato dalle bel- le note della storica Fanfara della Versilia. Come sempre, il giorno antecedente la mani- festazione, sabato 6 aprile, nella frazione di S. Maria di Sturla ha avuto luogo la con- sueta commemorazione, con deposizione di corona florea- le, al Monumento a giovani al- pini caduti in terra di Russia, alla presenza oltre che di mol- ti Alpini Caraschini anche di rappresentanze con Gagliar- detto di vari gruppi del Circon- dario. Un grazie sentito a tutti gli Alpini di Carasco per la bel- la manifestazione e la lodevole iniziativa d’ intitolazione di piazze/strade cittadine alla memoria de- gli Alpini. Valter Lazzari - Foto di Roberto Biggio

SETTORE TIGULLIO - GRUPPO DI CHIAVARI RADUNO EX CASERMA PLOZNER-MENTIL

l socio Ezio Bergamo con ilI gagliardetto del gruppo di Chiavari sulla cima della Cre- ta di Collinetta (Pal Piccolo- Freikofel) du- rante il raduno del giugno 2019.

SETTORE VALFONTANABUONA - GRUPPO ALTAVALFONTANABUONA 43° RADUNO ALPINO SUL MONTE CAUCASO

omenica 04 agosto si è svolto il pellegrinaggio alla “Cappella della Pace” dedicata ai caduti di tutte le guerre, posta sulla cima del Monte Caucaso (ml.1250 s.l.m.) in Val Fontanabuona. Il Draduno previsto per domenica 28 luglio era stato rinviato per l’allerta meteo che aveva interessato il nostro territorio. Ogni anno tanti alpini, marinai, escursionisti e amici con familiari partecipano a questa manifestazione locale che unisce tutti indistintamente. Ormai da 43 anni la Madonnina ac-

47 NOTIZIE DAI SETTORI

coglie il pellegrinag- gio annuale di que- ste persone unite da comuni valori di ita- lianità e di amore per i nostri monti. E’ una tradizione che fu iniziata nel primo dopoguerra ed è continuata oggi dagli alpini “Fontanini”, notata la partecipa- zione di alcuni degli “eredi” dei costruttori di questo manufatto che non vogliono di- menticare i loro “veci”, molto apprezzata la presenza della figlia del geometra Dario Ca- sazza che tanto ha fatto e voluto per questo luogo e per la cappelletta. Il programma prevedeva il ritrovo in mattina- ta di tutti i partecipanti e simpatizzanti al pae- sino di Barbagelata o al passo della Scoglina da questi luoghi percorsi gli ultimi chilometri a piedi nell’ampia faggeta si raggiunge il pia- noro verde ove in sommità è sito il luogo vo- tivo. Alle prime luci dell’alba, come al solito, i primi sono stati gli alpini del gruppo di Cica- gna capitanati da Enrico che hanno raggiun- to la cime del monte Caucaso per attrezzare l’area di sosta e dell’accoglienza alpina: fo- caccia, pesche, vino bianco e …. simpatia. Anche quest’anno si è incontrata gente ed escursionisti che sono saliti a piedi dalle valli sottostanti o direttamente dal Passo della Scoglina e dall’ Alta Via dei Monti Liguri. Alle ore 11 in perfetto orario l’alzabandiera accompagnata dall’Inno Nazionale cantato in coro dai presenti, a seguire la deposizione dei fiori ai Cadu- ti a cura di un alpino e un marinaio, nell’aria le note dell’inno del Piave e il Silenzio. La Santa Messa è stata celebrata da Don Giancarlo Danami noto co- me il parroco delle due fedi cattolica e interista. Nel- l’omelia ha richiamato tutti ai valori della fede che sono strettamente legati a quella che noi chiamiamo alpinità. Presenti il Sindaco di Moconesi Dott. Dondero, il Rappresentante del Comune di Cicagna Dott.Arata, la Bandiera dell’Ass. Marinai d’Italia scortata dal Presidente di Zona e il nostro vessillo sezionale scortato dal Cons. Pietro Bonicelli e dal Responsa- bile di Settore Gian Bacigalupo e dai gagliardetti della zona. Dopo la Messa sono intervenuti nei dis- corsi ufficiali le Autorità Civiche presenti che hanno ringraziato i presenti alpini e i marinai, menzionan- do specificatamente il rapporto di unità esistente tra gli alpini “una famiglia” e elogiato quanto le asso-

48 NOTIZIE DAI SETTORI

ciazioni fanno per le comunità locali. Quindi gli interventi di ringraziamento degli organizzatori il ca- po gruppo di Cicagna Enrico, il Presidente dei Marinai e la consegna di alcuni ricordi della giorna- ta ai partecipanti. A concludere la manifestazione “le parole di un alpino” del Cons. Pietro Bonicel- li che ha ribadito quanto è forte la nostra italianità, la fede e il credo nel nostro cappello con la pen- na nera che ci sostiene e in cui troviamo, non solo noi, la forza di continuare nei nostri ideali, fon- dati alla solidarietà e all’aiuto a chi si trova in difficoltà di qualunque idea e ceto sociale. Quindi il pranzo nei prati sottostanti o nel piccolo accogliente rifugio per gustare polenta costine e cinghiale in fraternità alpina, a conclusione l’ammaina bandiera in completo schieramento cantan- do il nostro inno, una giornata da non dimenticare. Un grazie particolare a San Sereno che quest’anno non ha fatto i consueti scherzetti ai parteci- panti al raduno (pioggia, vento e nebbie eterne) li aveva preparati per la domenica prima, forse la Madonnina della Pace lo ha finalmente richiamato all’ordine. P. B. SETTORE VALLESCRIVIA - GRUPPO DI RONCO SCRIVIA

MANIFESTAZIONI ESTIVE

ei mesi estivi si sono svolte le tre tradizionali fe- ste organizzate dal Gruppo Alpini Ronco Scri- via.N Il 9 giugno Rancio alpino, il cui incasso è stato devoluto all’ Associazione ABC ONLUS (Amici di Santa B. Cambiagio Frassinello per la solidarietà tra i popoli) per contribuire al funzionamento delle mis- sioni delle Suore Benedettine in Burundi. Il 30 giugno Festa dell’ Alpino a Tanadorso, in con- comitanza con la “1° Scalata di Tana d’ Orso”, gara non competitiva di corsa in montagna 4,5 km. D+500 m. Presenti numerosi gagliardetti fra i quali anche quello degli Alpini bergamaschi di Spirano. L’8 settembre, per concludere, la Polentata alpina sempre a Tanadorso.

49 NOTIZIE DAI SETTORI

SETTORE VALPETRONIO - GRUPPO DI SESTRI LEVANTE

22 SETTEMBRE 2019 - SAN MAURIZIO

omenica 22 Settembre 2019, San Maurizio Martire Patrono degli alpini. - Anche quest’anno abbiamo voluto ricordare tutti i nostri DAlpini “andati avanti” in guerra e in tempo di pace. Nel giorno di S.Maurizio Martire ,nostro Patrono abbiamo presenziato nume- rosi alla S.Messa domenicale ordinaria nel millenario tempio di Santa Vittoria di Libiola, frazione di Sestri Levante. Il parroco don Antonio Baracchini ci ha accolti con appropriate parole all’omelia. Attorno al Vessillo Sezionale portato dall’i- nossidabile alpino Piero Bonicelli e altri Gagliardetti hanno partecipato personalità Comunali, politiche e d’Arma. Il “vecio” Gianni Belgrano ha recitato la Preghiera dell’Alpino sollevando grande emozione fra

50 NOTIZIE DAI SETTORI

quanti gremivano il Tempio. A fine rito come consuetudine annuale il capogruppo Biggi, dopo la posa e benedizione di una corona di alloro ai piedi della lapide marmorea recante il nome di 15 Caduti Figli del luogo ha letto in Loro omaggio la Preghiera del Soldato. Dopo il toccante momento, al “rom- pete le righe”, tutti a gustare aperitivo e salatini. Purtroppo causa l maltempo il programma che com- pletava la giornata di festa non ha potuto avere attuazione. San Sereno per una volta si sarà dis- tratto. Speriamo bene per il prossimo anno. Viva gli alpini! v.b.

SETTORE VALPOLCEVERA- GRUPPO DI BOLZANETO

MARE DE TOCIO....MONTI DE POENTA

ttivo e fattivo contributo degli alpini di Bolza- neto per la buona riuscita della “Sagra del Gu- sto”A festa della Comunità Parrocchiale di S. Fran- cesco di Assisi in Genova Bolzaneto. Va’ ricordato che la sede del Gruppo Alpini è ospi- tata, da molti decenni, nel suggestivo seicentesco chiostro attiguo alla Chiesa. La festa parrocchiale , che si è tenuta nelle gior- nate di sabato 14 e domenica 15 settembre, è giunta alla sua diciassettesima edizione e prevede oltre alla celebrazione dei riti liturgici ed ai mo- menti di preghiera anche giochi ed intrattenimenti per i più piccini, pesche di beneficenza, stand ga- stronomici, serate musicali e tanto buon cibo (….quest’anno ravioli, corzetti della Valpolcevera, carne alla brace e asado a go-go). Due giornate durante le quali i parrocchiani abbandonano pol- trona e televisione per ritrovarsi a fraternizzare ed a condividere alcune ore in allegra compagnia. Gli alpini hanno fornito il loro contribuito preparan- do una deliziosa, dorata, enorme (....oltre mezzo quintale), gustosissima e ben condita polenta mol- to apprezzata dai palati dei bolzanetesi. BOLZA GROUP SAN MAURIZIO A BRASILE

rasile (non il vastissimo e ben più noto stato sud-americano) è una piccola frazione composta da poche case sparse sulla collina che, a levante, sovrasta Bolzaneto (zona casello autostra- Bdale) e culmina con la Chiesa di Nostra Signora del Buon Consiglio (che avrebbe bisogno di urgenti e sistematici interventi di ristrutturazione). Non di meno le sue origini son antichissime, nel Medio Evo vi risiedevano importanti personalità che ebbero ruoli di spicco nel governo della città di Geno- va. Vengono ricordati Ansaldo di Brasile che fu console di Genova dal 1099 al 1102; Merlo de Bra- sile che nel 1185 fece parte della delegazione inviata a firmare la pace con il Re Guglielmo di Sici- lia e Beniamino di Brasile presente nel 1188 alla firma della pace con Pisa. Sabato 21settembre, come avviene ormai da diversi anni, in occasione della ricorrenza di San Mau- rizio gli alpini del gruppo di Bolzaneto hanno fatto celebrare, dal Rev. Don Nello, una S. Messa pres- so la Cappelletta di San Rocco di Brasile. Sono trascorsi ormai parecchi anni (i lavori iniziarono nell’agosto del 2002 e, dopo varie interru- zioni, si conclusero nel 2004) ed alcuni di noi sono nel frattempo purtroppo “andati avanti” da

51 NOTIZIE DAI SETTORI

quando gli alpini del gruppo di Bolzaneto hanno provveduto al restauro conservativo della Cappelletta di San Rocco di Bra- sile che versava in pessime condizioni di manutenzione e ri- schiava di crollare. Fu un lavoro lungo e difficoltoso non solo per le problematiche di tipo prettamente ma- nuale, ma anche e soprat- tutto per gli intoppi buro- cratici che accompagnaro- no l’opera (….Ministero dei Beni Culturali, Architet- ti, Sistemi di lavoro, alle- gati, disposizioni varie ecc.), ma gli alpini di Bol- zaneto trainati dall’entu- siasmo e dall’esempio del compianto, indimenticabi- le ed indimenticato Franco Cravedi riuscirono nel loro intento e rimisero in piedi la Cappelletta destinata altrimenti ad essere coperta dai rovi e dall’oblio. Da allora, ogni anno, in oc- casione della ricorrenza di San Maurizio il Gruppo si ritrova al- la Cappelletta di Brasile per partecipare alla S.Messa che vie- ne anche accompagnata dai canti degli amici del Coro Monte Bianco. Siamo convinti che anche così, cercando di preservare dalle ingiurie del tempo e dall’incuria degli uomini un simbolo pluricentenario della nostra fede e con poche e semplici cerimonie si possa con- tribuire a difendere la “nostra millenaria civiltà Cristiana”. BOLZA GROUP

COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI

ome avviene ormai da diversi anni all’ultima domenica di ottobre, nell’approssimarsi della giornata del 2 novembre dedicata alla commemorazione dei defunti, gli alpini di Bolzaneto hanno fatto cele- brareC una messa in suffragio dei soci “andati avanti” ed in generale di tutte le penne mozze. La funzione religiosa è stata celebrata alle ore 9 del 27 ottobre scorso nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi in Genova Bolzaneto dal rev. parroco padre Renato Gatti il quale, nel corso dell’o- melia, ha voluto elogiare l’opera disinteressata svolta dai nostri associati al servizio della comunità. la Santa Messa è stata accompagnata dai canti del Coro Monte Bianco. Erano presenti alla cerimonia il presidente del municipio V° Valpolcevera dr. Federico Romeo ed il vice presidente sezionale Sa- verio Tripodi (socio e consigliere del gruppo di Bolzaneto) che ha scortato il vessillo se- zionale. Hanno altresì partecipato alla ceri- monia i gruppi di Altavalpolcevera, Sam- pierdarena e Santolcese oltre a numerose associazioni operanti nella ex delegazione. A margine dei ringraziamenti di rito è stato ricordato che in questo 2019 ricorre il primo centenario della fondazione dell’associa- zione nazionale alpini e quali siano i valori

52 NOTIZIE DAI SETTORI

fondamentali che ne costituiscono il collante (in primis “l’alpinità”) che hanno permesso di poter festeg- giare il non facile traguardo di un secolo di vita associativa. Particolarmente toccanti dal punto di vista emotivo sia la recita della preghiera dell’alpino, accompagnata in sottofondo dalle note del Ponte di Pe- rati intonate dal Coro Monte Bianco, sia l’esecuzione del silenzio d’ordinanza. Conclusione della cerimonia con l’esecuzione del Signore delle Cime da parte del Coro Monte Bianco, amplificata dalla perfetta acustica del tempio seicentesco, con scrosciante applauso finale dei presen- ti.....celebrante compreso. BOLZA GROUP 4 NOVEMBRE A MURTA

nche in questo 2019 le alunne e gli alunni della classe V^ della Scuola Doge Giovanni da Mur- taA hanno presenziato attivamente alla cerimonia che gli alpini del gruppo di Bolzaneto hanno orga- nizzato, come ormai avviene da diversi anni, presso il Monumento ai Caduti murtesi della 1^ Guer- ra Mondiale per la celebrazione del 4 novembre : anniversario della Vittoria nonché Festa dell’Uni- tà Nazionale e delle Forze Armate. Alle ore 10,15 schieramento degli alpini e della scolaresca presso il monumento, quindi alzaban- diera a cura degli alunni e, sempre a cura dei giovanissimi amici degli alpini, deposizione di una corona d’alloro in memoria dei Caduti. Importante la partecipazione in prima persona quali protagonisti delle scolare e degli scolari che hanno dato un notevole apporto nell’arricchire di significato la piccola, ma intesa, cerimonia com- memorativa.

BOLZA GROUP

“Trentatrè”

rentatré: non inteso come la marcia d’ordinanza comune a tutte le Truppe Alpine adottata con l’Atto n° 60 del 10 aprile 1891; bensì 33 sono gli anni passati da quando si svolse la 1^ Mo- Tstra della Zucca a Murta “Dalla A.....alla ZUCCA. Tutto sulle cucurbitacee” giunta quest’anno, ap- punto, alla sua trentatreesima edizione. La mostra, per la sua peculiarità, ha risonanza a livello nazionale e, negli scorsi anni, fu oggetto di una puntata del noto programma televisivo domeni- cale “Linea Verde”.

53 NOTIZIE DAI SETTORI

Il tema di questa edizione 2019 è stato : “MURTA. La Zuc- ca dice...... Trentatré”e nella giornata di sabato 16 la mani- festazione è stata sede del “TG Itinerante” della testata gior- nalistica di RAI3 Liguria andato in onda, in diretta, nelle edi- zioni delle ore 14,00 e delle ore 19,35 del TG3 Regionale con belle inquadrature della pattuglia dei nostri alpini in ser- vizio al momento delle riprese televisive. Gli Alpini del Gruppo di Bolzaneto già da alcuni anni pre- stano, su richiesta degli organizzatori, il loro servizio duran- te le giornate di apertura della mostra (2° e 3° weekend di novembre) che, come di può ben immaginare, richiamano nella piccola frazione sulle alture a ponente di Bolzaneto mi- gliaia di visitatori. L’opera dei nostri Alpini viene molto apprezzata ed a tale proposito riportiamo fedelmente uno stralcio della lettera con la quale il Comitato Promotore della 33^ Edizione della Mostra dalla A...alla ZUCCA ha richiesto l’ausilio del Grup- po Alpini Bolzaneto: [Stimatissimo Capogruppo. Il Comitato Promotore della 33^ Edizione della Mostra sa- rebbe veramente onorato se voleste presenziare anche quest’anno all’inaugurazione della Mo- stra che è stata programmata per Sabato 9 novembre alle ore 10,30. Ci permettiamo inoltre di richiedere la Vostra presenza “di servizio” durante le giornate della Mo- stra come già da Voi generosamente offertoci in occasione delle scorse edizioni, in quanto la Vostra azione di “Testimonianza” risulta graditissima ai visitatori e viene sempre apprezzata.] Quattro giornate molto impegnative per i nostri alpini che con la loro opera hanno testimoniato e ri- badito, se mai ce ne fosse stato bisogno, la fattiva presenza del Gruppo sul territorio al servizio del- la comunità. BOLZA GROUP SETTORE VALPOLCEVERA- GRUPPO DI SANT’ OLCESE

FESTA DELLA SOLIDARIETÀ A FAVORE DELLA ASSOCIAZIONE GIGI GHIROTTI

ome ormai da tradizione Cil Gruppo Alpini di Sant’Olcese, uni- tamente alle altre Associazioni del territorio, ha par- tecipato e contri- buito alla Festa della Solidarietà a favore della Gigi Ghirotti. Sarà no- stro impegno por- tare avanti questa tradizione.

54 IN FAMIGLIA

SCARPONCINI LUTTI FAMIGLIARI SANTO STEFANO D’AVE- TO – la signora Rosa Tosi SOCI ALTAVALFONTNABUONA mamma del socio Giuseppe ALTAVALFONTANABUO- - la Sig. Iolanda Rosasco, Tosi. NA – Giacomo, nipote del ALTAVALPOLCEVERA – il vedova Lubiano (Giulia dü SANTO STEFANO D’AVE- socio Dino Garbarino (non- socio Silvio Scotto, classe Fransa), 102 anni, madre TO – la signora Bruna Fon- no) 1939. del socio Giorgio Lubiano. tana nonna dei soci Loren- ALTAVALPOLCEVERA - Da- BORZONASCA – il socio ALTAVALPOLCEVERA – la zo Arado e Margherita Tassi. vide figlio di mamma Claudia Pietro Gatto, classe 1932. madre del socio Franco Ferrari. SANTOLCESE – la signora e papà Gianpaolo Illipronti e BUSALLA - il socio Giusep- BARGAGLI - il sig. Ugo Ric- Franca Monero moglie del pe Trucco, classe 1936. ci di anni 55 fratello del socio nipote del socio Parodi Gio- socio aggregato Renzo Be- CASTIGLIONE CHIAVA- Valter Ricci. vanni. sagno. CASARZA LIGURE – Ra- RESE – il socio Giovanni CASARZA LIGURE – la si- gnora Maria Stella Dentone, SESTRI LEVANTE - il Si- chele, filglia di mamma Mo- Baratta, classe 1935, fratel- anni 91, sorella del socio gnor Francesco Costantini nica e di papà Diego Levri- lo del socio Luigi Baratta. Agostino Dentone. (Checco) fratello del socio ni, socio e Volontario della CASTIGLIONE CHIAVARE- CHIAVARI - il signor Luigi Josè Giuseppe Costantini. PC Sezionale. SE – il socio Eugenio Cu- Callegari papà dell’amico de- SESTRI LEVANTE - la si- CICAGNA - Michela, nipote neo (Gino), classe 1937. gli Alpini e trombettiere Mar- gnora Maria Gabriella Carni- del Socio Amedeo Foppiano, CHIAVARi - il socio Antonio co Callegari. glia, suocera del socio Clau- e nipote dell’amico degli Al- Monteverde, classe 1939. FAVALE DI MALVARO – la dio Noceti . pini, Cap. Aleksandr Zavolo- CROCEFIESCHI – il socio signora Rosa Mangini madre SESTRI PONENTE - la si- kin. Pierluigi Reggiardo, classe del socio Mauro Foppiano. gnora Emma Capelli vedova COGORNO – Antonio, nipo- 1945. LAVAGNA - La signora An- dell’Alpino Renato Travagli- te del socio Giovanni Batti- GENOVA CENTRO – il so- gela Gotelli mamma del so- no, e mamma dei soci Enri- sta Marcon. cio Andrea Bertulessi, clas- cio Luigi Delucchi. co e Alberto Travaglino. FAVALE DI MALVARO – se 1943. LAVAGNA - Il signor Aldo Fi- VALBRUGNETO – la signo- Tommaso, nipote dell’Amico ra Caterina Ballestrasse so- GENOVA CENTRO - il so- renze cognato del socio Fer- degli Alpini Giovanni Boita- dinando Berisso. rella del socio Renato Balle- cio Mario Sossi, classe no. LAVAGNA - La signora Bru- strasse 1932. RONCO SCRIVIA – Elia, fi- na Roda moglie del socio VALBRUGNETO – il signor glio di papà Cristiano e MASONE - il socio Giam- Franco Piaggio. Antonio mamma Titti, nipote del so- piero Pastorino classe LAVAGNA – la signora Ama- Barbieri papà del socio Bru- cio Piero Balbi (nonno) e de- 1942. lia, sorella del socio Ferdi- no Barbieri. gli altri nonni Luigi, Anna e MEZZANEGO - il socio nando Berisso. VALVERDE – la signora Ma- Caterina. Giovanni Lagorio, classe MOLASSANA – il signor ria Boarini , suocera del so- ROSSIGLIONE - Bianca, ni- 1934. Giorgio Venarelli, padre del cio Francesco Molinari pote del socio Cav. Bruno MOLASSANA – il socio At- socio Lino Venarelli. VOLTRI - il Signor Giuseppe Pastorino. tilio Solari, classe 1937. RECCO – il signor Remo Ol- Gaggero padre del socio SAN COLOMBANO CER- NE – il socio Severino Ros- cese papà del socio Luca Domenico Gaggero. TENOLI - Cecilia, nipote del si, classe 1930 Olcese. socio Giuseppe Pastorino. REZZOAGLIO – la signora ***** REZZOAGLIO - il socio A tutti i famigliari l’espressio- TORRIGLIA - Gregorio, ni- Maria Silvia Fontana nipote Raimondo Berneri, classe ne del più vivo cordoglio da pote del socio Roberto Co- 1932. del socio Giuseppe Fontana. sta (nonno ) RIVAROLO - la madre del so- parte delle penne nere ge- RONCO SCRIVIA – la so- cio aggregato Sergio Piazze. novesi. cia amica degli Alpini Maria ***** RONCO SCRIVIA - la Signo- Ai genitori i più vivi rallegra- Antonietta Grasso. ra Ada Balbi vedova dell’Alpi- menti e gli affettuosi auguri da ROSSIGLIONE – il socio no Costante Tavella e sorella NOZZE D’ORO Antonio Eros Minetti classe parte della famiglia alpina. del socio Giuseppe Balbi. (50 ANNI) 1929, corista del Coro Roc- RONCO SCRIVIA - la signo- LAVAGNA - Il socio Luigi De- ALPINIFICI ce Nere, volontario C.R.I ra Franca Tavella, sorella dei SANTO STEFANO D’AVE- soci Giancarlo e Franco Ta- lucchi con la gentile consor- TO – il socio Antonio Fon- vella(Balin). te signora Silvana Cavallo ISOLA DEL CANTONE - tana, classe 1925. ROSSIGLIONE - il signor Emanuele Tiddia figlio dell’ SANTOLCESE - L’amico Pietro Mario Scotti padre del LAUREE amico degli Alpini Paolo Tid- Socio Christian Scotti degli Alpini Aldo Torrassa, SANTOLCESE – Laurea dia, con la gentile signorina SANTA MARGHERITA – la ultimo reduce di guerra del magistrale: la Signorina Li- Beatrice Ghezzi. disciolto gruppo di Casano- signora Angela Maria Beret- ta (Cicci),moglie del socio sa figlia del socio Flavio MASONE – la gentile signo- va di Santolcese. Pino Marchiò. Trucco “Progetto di archi- rina Katia Ottonello figlia del SERRA RICCO’ – il socio SANTA MARGHERITA – la tettura di interoperabilità socio Mattia Ottonello con il Gigi Timossi, classe 1936. signora Rina Zerega, vedova per la gestione delle attività signor Daniele Piccardo. SESTRI PONENTE - il dell’alpino Michele Repetto. endoscopiche” ***** socio Fortunato Patetta , SANTO STEFANO D’AVE- Da tutti gli alpini auguri di classe 1928 TO – la signora Rosa Paga- ***** tanta felicità ai novelli sposi VALVERDE – il socio Ro- nucci mamma del socio Congratulazioni, Dotto- e … tanti bocia. berto Strizoli, classe 1951. Mauro Fontana. ressa

55 IN FAMIGLIA, BUONE NOTIZIE

COMPLEANNO DEL GENERALE DI DIVISIONE MODESTO MARCHIO 97 ANNI

l 19 giugno scorso è stato festeggiato l’anniversario del Generale di Divisione Modesto Marchio, classe 22, socio bene- Imerito del Gruppo Alpini di Chiavari della Sezione di Genova, esemplare figura di Alpino, all’Accademia militare viene nomina- to Sottotenente in s.p.e. del terzo reggimento Alpini nel Marzo del 1943, cerimonia di fine corso alla presenza di S.A.R. il Principe Umberto di Savoia che consegnerà al S. Ten Marchio una spada d’onore in qualità di Capo Corso. All’8 settembre 1943, lo S.Ten Marchio si trova a Bari con il suo reparto per l’imbarco per i Balcani ma, alla notizia dell’armistizio, viene perentoriamente richiesto da reparti germanici di consegnare le armi e conse- gnarsi con tutti i suoi alpini, intimazione a cui il giovane Ufficiale alpino non ottempera, anzi facendo rivolgere le armi contro le forze tedesche ed ingaggiando un conflitto a fuoco. Si unirà nel periodo successivo al C.I.L. Comitato Italiano Liberazione, e prenderà parte unitamente a forze alleate, britanniche, polacche e neozelandesi alla battaglia di Cassino ove riporterà due ferite di guerra e tre croci al merito di guerra. Nel dopoguerra servirà presso le Brigate alpine, prima Tridentina e poi Cadore, e nel- l’autunno 1963 sarà al Comando del Battaglione Belluno, caser- ma Fantuzzi, 1.080 alpini all’epoca, e con il suo Reparto primo a portare i soccorsi alle popolazioni colpi- te dalla tragica sciagura del Vajont. Nel proseguo Ufficiale Osservatore aereo dell’Esercito, Comandante della Base aerea di Guidonia di cooperazione aero-terrestre per poi terminare la sua lunga carriera nel 1986 alla Regione militare Nord Est in qualità di Generale di Divisione. Pluridecorato e ferito di guerra, il Generale Marchio è un vero esem- pio e vanto per tutti gli alpini genovesi e della nostra intera Associazione. Auguri di cuore da tutti noi Sig. Generale, con grande affetto ed ammirazione! Valter Lazzari

RI-INCONTRARSI

oi 3 baldi alpini eravamo tutti e tre del terzo 52 del Battaglione Mondovì, 103 compagnia mortai. Era- Nvamo di stanza a Paluzza caserma Mentil negli anni 1972/73.

56 IN FAMIGLIA, BUONE NOTIZIE

La foto attuale e’ del 5 ottobre alla adunata del 1° raggruppamento a Savona. Da sinistra Arnaldo Novello specialista al tiro, segretario Ana Savona, io Ermes Togninelli, mortaista, Maurilio Merialdo , mortaista, del gruppo di Sassello. Nella foto datata gennaio 1973 ecco noi 3 in una fredda domenica in libera uscita. Dopo 46 anni, fradon sotto la naia, amici per sempre. Ermes Togninelli

GRUPPO GRUPPO DI CICAGNA ALTAVALFONTANABUONA

Michela, nipote del Socio Amedeo Foppiano, e Il socio neononno Dino Garbarino con lo scar- nipote dell’amico degli Alpini, Cap. Aleksandr poncino Giacomo. Zavolokin.

GRUPPO DI MASONE

Matrimonio: Katia Ottonello figlia del so- cio Mattia Ottonello ha spo- sato Daniele Piccardo.

57 GRUPPO DI COGOLETO GRUPPO DI SAN COLOMBANO CERTENOLI

Il socio Carlo Allegro e la gentile consorte Caterina hanno celebrato il 20 settembre 2019, Cecilia, nipote del socio Giuseppe Pastorino 50 anni di matrimonio.

GRUPPO DI SANT’OLCESE

LAUREA MAGISTRALE

La Signorina Lisa figlia del socio Flavio Trucco ha conseguito la Laurea Magi- strale presso l’Università di Genova con la tesi “Progetto di architettura di intero- perabilità per la gestione delle attività en- doscopiche” 110 e lode. Relatori Prof. Ing. Mauro Giacomini e Stefano Scillieri. Tantissimi auguri dai soci del Gruppo al- la “Dottoressa Lisa”

58 IN FAMIGLIA, ANDATI AVANTI

GRUPPO ALTAVALPOLCEVERA

RICORDO DI SILVIO SCOTTO

Lunedi 14 ottobre 2019 ci ha lasciati l’Alpino Silvio Scotto, classe 1939 . Lo ha fatto in punta di piedi lasciando sgomento tutto il gruppo ,soprattutto perche’ domenica 6 era con noi a Savona all’adunata del I° Raggruppamento nonché al relativo pranzo . Parlando di te caro Silvio provo un magone dentro che mi soffoca e non trovo un aggettivo per dire che cosa hai rappresentato per me e per il gruppo: sei stato il motore trainante. Vorrei dirtelo anche con una battuta del nostro comune amico Don Giulio, uomo di grande cultura, filosofo e missionario che al termine della cerimonia funebre e venuto a fare le sue condoglianze e alla mia provocazione “i migliori se ne vanno” mi rispondeva: “ ha seminato bene e nasceranno buoni frutti”. Ora al nostro gruppo rimane l’obbligo morale di restituire almeno in parte quello che Silvio ha dato a noi tutti. Il tuo fraterno amico Vicenzino Chiesa.

CHI E’ STATO SILVIO? Silvio Scotto e’ stato socio del gruppo Altavalpolcevera, consigliere dal 1975, capogruppo dal 1981 al 1986 e dal 2003 al 2006 .Vicepresidente sezionale dal 1988 al 1991 e dal 1994 al 1997 , consiglie- re sezionale dal 1985 al 1991 e dal 1994 al 1997 , proboviro dal 1991 al 1994 e dal 2009 al 2012. Coordinatore del settore Valpolcevera dal 1988 al 1994 ,membro della commissione elettorale nel 1997 , delegato all’asseblea piu’ volte negli anni ’90,Membro del S.O.S. e responsabile nel settembre 1985 durante la visita del Papa Giovanni Paolo II al Santuario di N.S. della Guardia alla guida di ben 116 Alpini. Volontario nel 1987 della prima squadra di P.C. sezionale in Valtellina dopo l’imponente frana. Durante la sua gestione di Capogruppo il bandierone tricolore ha iniziato a sfilare all’Adunata Nazionale di Bergamo nel 1986 . dal 1988 e’ tra i redattori del periodico del gruppo Altavalpolcevera “Il Gavettone “.

GRUPPO GRUPPO DI SANT’OLCESE GENOVA CENTRO

ABDREA BERTULESSI ALDO TORRASSA Il nostro Andrea Bertulessi - classe 1943 L’amico degli Alpini Aldo Torrassa, ultimo reduce di è andato avanti. R.I.P. Andrea! guerra del disciolto gruppo di Casanova di Santolcese.

59 PROTEZIONE CIVILE

abato 12 Ottobre 2019 Si è svolta la festa del- laS Protezione Civile di Re- gione Liguria in Piazza De Ferrari davanti alla sede di Regione Liguria. Sono stati presentati i nuovi mezzi di Colonna Mobile Regionale e alcuni mezzi del Coordinamento Alpini Liguri (C.A.L),nuova cucina mobile di primo in- tervento, muletto, Ducato 9 posti, camion Renault. Per la giornata sono inter- venuti il capo del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale Angelo Borrelli, il Presidente del- la Regione Liguria Giovanni Toti, il sindaco di Genova Marco Bucci e l’assessore alla protezione Civile di Regione Liguria Giacomo Raul Giampedrone. Tutti hanno tenuto il loro discorso sul ca- mion del Coordinamento Alpini Liguri prontamente modificato e attrezzato per la funzione di palco come chiesto dalla Regione Liguria. Per il C.A.L che riunisce le Protezioni Civili ANA del- le quattro Sezioni Liguri è stato il primo intervento con i nuovi mezzi, anche se in occasione di una festa c’è stata molta sinergia e spirito Alpino per la buona ri- uscita dell’ evento . Le istituzioni Regionali ci hanno ringraziato, apprez- zando il nostro spirito di adattamento e collaborazione.