Misura 3.2.3 Azione 1 Sottoazione 1 PSR 2007 – 2013 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Stesura e aggiornamento dei piani di gestione dei siti Natura 2000”

Piano di Gestione della ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone”

Rapporto Preliminare del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica V.A.S.

Codice Emesso D.R.E.AM. Italia Soc. Coop. Agr. For.

Mini Via Garibaldi n.3, Pratovecchio (Ar) - Tel. 0575/529514 Fax Rev. Controllato 0575/529565 00 Mini Via Enrico Bindi n.14, Pistoia – Tel 0573/365967 Fax Data Approvato 0573/34714 Set. 2013 Miozzo http://www.dream-italia.it

ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone” – Rapporto Preliminare del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica V.A.S.

Sommario Premessa ...... 4 1 Riferimenti normativi ...... 6 1.1 Normativa europea ...... 6 1.2 Normativa nazionale...... 6 1.3 Normativa regionale ...... 6 2 Il processo di VAS...... 8 3 Il contesto ambientale di riferimento ...... 11 3.1 Inquadramento territoriale ...... 11 3.2 Aria...... 12 3.3 Clima ...... 14 3.3.1 Precipitazioni ...... 15 3.3.2 Temperatura ...... 16 3.3.3 Dati aggregati...... 16 3.3.4 Conclusioni ...... 16 3.4 Suolo e sottosuolo ...... 18 3.4.1 Uso del suolo ...... 18 3.4.2 Geologia ...... 19 3.5 Ambiente idrico ...... 21 3.5.1 Idrografia superficiale ...... 21 3.5.2 Ambiente marino - costiero ...... 22 3.6 Biodiversità ...... 23 3.7 Paesaggio, patrimonio storico, culturale, architettonico e archeologico ...... 26 3.7.1 Generalità ...... 26 3.7.2 Vincoli ...... 27 3.8 Rifiuti ...... 28 3.9 Popolazione, contesto economico e sociale ...... 29 3.9.1 Popolazione ...... 29 3.9.2 Contesto economico e sociale ...... 30

3.10 Sintesi matriciale degli indicatori ...... 31

4 Il Piano di Gestione: prime indicazioni ...... 36 4.1 Struttura ...... 36

4.2 Obiettivi di Piano ...... 36 Premessa

4.3 Azioni di Piano ...... 37 Capitolo: Capitolo:

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5 Analisi Preliminare di sostenibilità ambientale ...... 38 5.1 Quadro programmatico ...... 38 5.1.1 Obiettivi di protezione ambientale definiti a livello comunitario e internazionale (criteri di sostenibilità) ...... 38 5.1.2 Pianificazione di livello regionale, provinciale o locale ...... 38 5.2 Analisi della coerenza degli obiettivi ...... 39 5.2.1 Coerenza esterna ...... 39 5.2.2 Coerenza interna ...... 40 5.3 Lo scenario 0 ...... 41 5.4 Analisi degli scenari ...... 42 5.4.1 Valutazione delle alternative ...... 42 6 La consultazione ed il processo partecipativo ...... 45 6.1 Soggetti interessati ...... 45 7 Monitoraggio di piano ...... 47 7.1 Il sistema di indicatori per il monitoraggio ...... 47 8 Bibliografia essenziale citata, consultata e webgrafia ...... 52

Premessa Capitolo: Capitolo:

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Premessa Il presente documento è parte integrante del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) del Piano di gestione della ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone”.

La Valutazione Ambientale Strategia è resa necessaria come indicato a pag. 28, 29, 30 e 31 del documento “Linee Guida per la redazione dei Piani di gestione dei SIC e ZPS” del Febbraio 2012 edito dalla Regione Sardegna. Al capitolo 5 del citato documento si precisa che “nel caso di Piani di gestione delle ZPS, il processo di VAS inizierà direttamente con la fase di scoping, tralasciando dunque la preliminare verifica di assoggettabilità. Analogamente, il processo di VAS inizierà direttamente dalla fase di scoping per l’adeguamento dei Piani di gestione dei SIC che si sovrappongono, anche parzialmente, ad aree ZPS nel caso in cui si elabori anche il Piano di gestione delle ZPS”.

Il presente documento è elaborato in attuazione del Dlgs 152/06 modificato dal Dlgs 4/08 nonché della D.G.R. n. 34/33 dell’agosto 2012, che prevedono, nell’ambito del processo di formazione dei piani, la redazione di un “Rapporto preliminare” sulla base del quale l’autorità procedente, l’autorità competente e i soggetti competenti in materia ambientale, “entrano in consultazione, sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione di piani e programmi, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale” (Art. 13 D.Lgs n. 4 del 16.01.2008).

E’ opportuno ricordare che il presente documento si coordina anche con la stesura di altri Rapporti Preliminari nell’ambito della pianificazione di aree della rete Natura 2000 ricadenti nel territorio comunale di Sant’Antioco. Nello specifico con:

 ZPS ITB040026 Isola del Toro  ZPS ITB043081 Isola della Vacca  SIC ITB040026 Isola del Toro  SIC ITB042220 Serra is Tres Portus (Sant'Antioco)  SIC ITB042225 Is Pruinis  SIC ITB040081 Isola della Vacca

Il presente documento preliminare è articolato in 8 capitoli:

 Riferimenti normativi: dove si esaminano le norme e leggi vigenti in materia di VAS e tutela dell’ambiente.  Il processo di VAS: si spiega le modalità si di svolgimento del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica.  Il contesto ambientale di riferimento: vengono citati e descritti in modo preliminare i principali temi ambientali connessi con l’attuazione dl Piano.  Il Piano: descrizione preliminare: è usa sommaria, preliminare descrizione degli obiettivi e tematiche affrontate nel Piano

 Analisi preliminare di sostenibilità ambientale: trattasi di uno screening preliminare della coerenza

del piano con gli obiettivi di sostenibilità della pianificazione sovraordinata (coerenza esterna) e dell’attuazione del piano stesso (coerenza interna). Vengono valutati preliminarmente gli scenari

ambientali di attuazione del piano. Premessa  Analisi preliminare dei possibili effetti ambientali: è un’analisi degli effetti sull’ambiente in seguito all’attuazione del piano, in virtù delle emergenze/criticità emerse nella fase di definizione del

contesto ambientale. Capitolo:

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 La consultazione ed il processo partecipativo: si descrivono le fasi di consultazione e partecipazione indicando un elenco preliminare delle autorità/enti competenti in materia ambientale.  Monitoraggio di piano: si citano indicazioni preliminari alla stesura del piano di monitoraggio necessario da effettuarsi al termine dell’iter procedurale in sede di attuazione del piano.

Il gruppo di lavoro che si è occupato della redazione del documento è composto da:

Dott. For. Lorenzo Mini aspetti di paesaggio, fauna, flora, biodiversità, quadro programmatico, progettuale, analisi di coerenza, valutazione dei potenziali impatti e definizione del processo partecipativo Dott. For. Antonio flora, biodiversità, suolo, valutazione dei potenziali impatti e definizione del Gabellini processo partecipativo

Pistoia 13, settembre 2013

Premessa Capitolo: Capitolo:

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1 Riferimenti normativi

1.1 Normativa europea La direttiva 2001/42/CE, chiamata anche Direttiva VAS, entrata in vigore il 21 luglio 2001, ha l’obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali durante l’elaborazione e l’adozione di piani e programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente. Essa si integra perfettamente all’interno della politica della Comunità in materia ambientale contribuendo a perseguire gli obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, di conservazione ed uso sostenibile della biodiversità. Ha carattere procedurale e sancisce principi generali, mentre gli stati membri hanno il compito di definire i dettagli procedurali tenendo conto del principio di sussidiarietà.

L’innovazione della procedura si fonda sul principio che la valutazione deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o programma ed anteriormente alla sua adozione in modo tale da essere in grado di influenzare il modo in cui viene stilato il piano. Altro elemento fondamentale è l’obbligo di concedere a determinate autorità ed al pubblico l’opportunità di esprimere la loro opinione sul rapporto ambientale formulando pareri che devono essere presi in considerazione durante la preparazione e l’adozione del piano.

 Direttiva 2001/200142/CE del 27 Giugno 2001,concernente la valutazione degli effetti di determinanti piani e programmi sull’ambiente

1.2 Normativa nazionale Dal 29 aprile 2006, data di entrata in vigore del D.Lgs 3 aprile 2006, n. 152 (recante "Norme in materia ambientale"), la normativa nazionale sulla tutela dell'ambiente ha subito una profonda trasformazione. Il D.Lgs 152/2006 (cd. "Codice ambientale") ha riscritto le regole su valutazione ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell'inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. La parte seconda del codice, aggiornata con il D.Lgs. 128/2010, pubblicato sulla G.U. l’11 agosto 2010 ed entrata in vigore in data 26 agosto 2010, prende in considerazione le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

 Decreto Legislativo 03 Aprile2006, n.152 Norme in materia ambiente  Decreto Legislativo 16 Gennaio 2008, n. 4 . Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, recante norme in materia ambientale.

1.3 Normativa regionale Attualmente la normativa regionale vigente in materia fa riferimento alla D.G.R. n. 34/33 dell’agosto 2012.

Il documento ha adeguato le modifiche introdotte a livello nazionale in materia di VIA e VAS, riformulando la precedente D.G.R. n. 24/23 del 23 aprile 2008. Le modifiche si sono rese necessarie al fine di accertare in maniera maggiormente esaustiva l’azione amministrativa nell’ambito delle valutazioni ambientali. Sono state infatti introdotte alcune semplificazioni.

Il documento di riferimento in materia di VAS è l’allegato C che si compone di 18 articoli, completato dagli normativi Riferimenti

allegati C1 (Criteri per la verifica di assoggettabilità di piani e programmi di cui agli articoli 6 e 7), C2 Capitolo: Capitolo:

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(Contenuti del rapporto ambientale di cui all’art. 12) e C3 (Contenuti della dichiarazione di sintesi di cui all’art. 16).

Attualmente l’organo centrale di competenza regionale in materia di V.A.S. è il Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (S.A.V.I.) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente con funzioni di coordinamento per l’espletamento della Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi.

Riferimenti normativi Riferimenti Capitolo: Capitolo:

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2 Il processo di VAS La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione derivata dall’applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti. Tale cambiamento consiste soprattutto nel fatto che l’integrazione della dimensione ambientale nel piano e la valutazione del suo livello di efficacia devono essere effettive a partire dalla fase di impostazione del piano fino alla sua attuazione e revisione. Ciò comporta che l'integrazione debba essere effettiva e continua e che si sviluppi durante tutte le quattro fasi principali del ciclo di vita di un piano:

 Orientamento e impostazione  Elaborazione e redazione  Consultazione e adozione/approvazione  Attuazione, gestione e monitoraggio

La figura sotto rappresenta la sequenza delle fasi di un processo di piano nel quale l'elaborazione dei

contenuti di ciascuna fase è sistematicamente integrata con la Valutazione Ambientale:

Figura 1 Fasi del processo di Piano e del processo di Valutazione

Tale sequenza costituisce l'asse ordinatore del percorso di valutazione. Il filo che collega le VAS di processo Il analisi/elaborazioni del piano e le operazioni di Valutazione Ambientale appropriate per ciascuna fase

rappresenta la dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all'orientamento verso la Capitolo: Capitolo:

8

ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone” – Rapporto Preliminare del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica V.A.S. sostenibilità ambientale. Tale dialettica tra analisi e proposte del piano e Valutazione Ambientale deve essere reale: entrambe dovrebbero godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione. Sembra opportuno sottolineare tre elementi che caratterizzano lo schema proposto:

 la presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità durante tutto l'iter di costruzione e approvazione del piano. Si tratta della costruzione della base di conoscenza e della partecipazione, intesa in senso ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni;  la considerazione della fase di attuazione del piano come parte integrante del processo di pianificazione, in tal senso accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati;  la circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il monitoraggio dei risultati e la possibilità/ necessità di rivedere il piano qualora tali risultati si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che ne hanno giustificato l'approvazione.

Il procedimento di VAS accompagna la redazione del PUA PF.7 Cà Marta sin dalle sue fasi iniziali: in sede di definizione degli obiettivi e delle linee strategiche contenute all’interno del Rapporto Ambientale Preliminare contenente una descrizione preliminare dello stato dell’ambiente in ambito comunale, utile per una prima valutazione della coerenza tra gli obiettivi del Piano e le problematiche ambientali individuate.

Successivamente, in fase di elaborazione del PUA si è procederà quindi ad un approfondimento dell’analisi delle componenti ambientali e socio-economiche di interesse e verranno individuate le criticità- vulnerabilità e le emergenze (intese come elementi di pregio meritevoli di particolare cura) che caratterizzano il territorio oggetto di piano. Nell’ambito della definizione delle linee strategiche mediante le quali attuare gli obiettivi di Piano saranno considerate le informazioni raccolte nell’ambito della procedura di VAS in merito alle caratteristiche ambientali peculiari dell’ambito. Lo studio del quadro di riferimento programmatico, unitamente alla valutazione delle tendenze in atto riconoscibili dall’analisi delle differenti componenti ambientali, permetteranno di definire lo scenario “zero”, ovvero lo sviluppo del territorio in assenza di progetto di Piano. Si è procederà quindi ad una valutazione della coerenza esterna degli obiettivi del PUA con gli obiettivi di natura ambientale definiti a livello nazionale, internazionale e comunitario e con gli obiettivi della pianificazione sovraordinata. Il processo di valutazione proseguirà poi con l’analisi delle due alternative, o “scenari”, di Piano: lo “scenario zero” e lo scenario prefigurato dall’attuazione del Piano. Essi verranno descritti in relazione alle azioni da essi previsti, individuate sulla base degli obiettivi del Piano. La scelta dello scenario di Piano più sostenibile (che diventerà quindi lo scenario di progetto) verrà effettuata mediante la predisposizione di indicatori sintetici che avranno consentito di mettere a confronto le diverse alternative in relazione al grado di risposta delle azioni a criteri di sostenibilità ambientale (individuati a partire dall’analisi dello stato dell’ambiente) e a fattori di impatto (individuati a partire dall’analisi delle azioni che compongono le diverse alternative di Piano).

Una volta individuato lo scenario di Piano più sostenibile, verranno condotte analisi di maggiore dettaglio allo scopo di individuare e valutare i possibili impatti determinati dalle azioni strategiche del progetto.

Il processo di VAS può essere sintetizzato in 7 fasi.

 FASE 1: elaborazione del Documento Preliminare di Indirizzo e del Rapporto Ambientale

preliminare. VAS di processo Il

 FASE 2: consultazione con la Commissione VAS e con i soggetti competenti in materia ambientale. Capitolo: Capitolo:

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 FASE 3: approvazione del documento preliminare di indirizzo ed elaborazione delle proposte di piano e della proposta di Rapporto Ambientale.  FASE 4: adozione.  FASE 5: consultazione e partecipazione. A  FASE 6: parere motivato.  FASE 7: Adozione definitiva e approvazione

Il processo di VAS di processo Il Capitolo: Capitolo: 1

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3 Il contesto ambientale di riferimento

3.1 Inquadramento territoriale La ZPS oggetto di Piano rappresenta l’estremità meridionale dell’Isola di Sant’Antioco, con un’estensione di circa 1800 ettari. L’area è caratterizzata da una morfologia molto articolata a causa dell’originale interferenza tra tettonica e litologia che ha dato luogo a paesaggi aspri ed accidentati con pochi rilievi. Sono presenti rocce vulcaniche di età terziaria che presentano particolare interesse per le morfologie sottomarine e per l’articolazione delle forme relative al vulcanismo del Sulcis. Presso Capo Sperone si ritrovano in affioramento i termini più basici della serie andesitica, che in questo settore si caratterizza per la presenza di dicchi messi in evidenza dall’erosione marina. La profondità dei suoli è variabile, la permeabilità scarsa, rocciosità e pietrosità sono elevate così come l’erodibilità (www.minambiente.it). L’area è inoltre caratterizzata dalle falesie presenti soprattutto nella porzione occidentale.

Nell’area sono inoltre presenti case sparse e attività agricole (vigneti, oliveti, seminativi, pascoli). E’ probabile che in passato tale attività fosse maggiormente estesa, soprattutto il pascolamento e la viticoltura.

Nell’area si ritrovano spiagge e scogli meta del turismo estivo.

Di seguito si riportano le informazioni generali desunte dal formulario standard del sito (www.minambiente.it).

Tabella 1 Informazioni generali. (fonte: www.minambiente.it).

Codice ITB043032 Denominazione Isola si Sant’Antioco, Capo Sperone Data di istituzione marzo 2007 Data aggiornamento dati ottobre 2012 Longitudine 8.4211111111111 Latitudine 38.975 Area (ha) 1785 Area marina (% sul totale) 20

Regione biogeografica mediterranea

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Capitolo: Capitolo: 1

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Figura 2 Confini della ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone”. Scala 1:10.000.

Nei capitoli di seguito si riportano le informazioni dei principali fattori e temi ambientali.

In considerazione della disponibilità e scala dei dati, alcune tematiche potranno essere affrontate a scala

più ampia. La difficoltà di reperimento dei dati ha influenzato molto il dettaglio del lavoro.

3.2 Aria L’attività di monitoraggio della qualità dell’aria è esercitata, dal 2008, da ARPA Sardegna mediante una rete di centraline di monitoraggio.

La rete è costituita da 44 centraline automatiche di misura, di cui 1 non attiva, dislocate nel territorio regionale e ubicate nei territori comunali di seguito indicati:

 Provincia di n. 10 centraline: Assemini (3, di cui 2 a Macchiareddu), Cagliari città (1), Monserrato (1), Quartu Sant'Elena (1), Sarroch (3), (1);  Provincia di Carbonia-Iglesias n. 8 centraline: Carbonia (1), (1), Iglesias (1), (4), Sant'Antioco (1); riferimento di ambientale contesto Il  Provincia del Medio Campidano n. 3 centraline: Nuraminis (1), San Gavino (1), (1);

 Provincia di Nuoro n. 5 centraline: Macomer (1), Nuoro città (2), Ottana (1), Siniscola (1); Capitolo: Capitolo:  Provincia dell'Ogliastra n. 1 centralina: Tortolì - Arbatax (1); 1

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 Provincia di Olbia-Tempio n. 2 centraline: Olbia città (2);  Provincia di Oristano n. 3 centraline: Oristano città (2), Santa Giusta (1);  Provincia di Sassari n. 12 centraline: Alghero (1), Porto Torres (5), Sassari città (6, di cui 1 non attiva).

Per quanto riguarda l’area in esame, la centralina più vicina, sebbene localizzata in ambiente urbano, si trova nel Comune di Sant’Antioco. Nella tabella di seguito si riportano i principali dati.

Tabella 2 Dati della centralina CENST2 installata a Sant’Antioco (fonte: ARPA www.sardegnambiente.it).

Ubicazione Inquinanti Sorgenti di Coordinate Codice stazione Altitudine stazione monitorati emissione (UTM 32) Sant’Antioco Anidride Industrie Via Rinascita, solforosa minerarie Est 453015 CENST2 ** 5 m vicinanze della Ossidi di azoto Centrali Nord 4322584 Sardamag PM10 termoelettriche ** La centralina CENST2 è stata disinstallata il 22 giugno 2010. Dal 23 giugno 2010 è stata installata la centralina CENNF1 (Gonnesa, Fraz. Nuraxi Figus, Via Roma all’interno della scuola elementare), con dotazione strumentale e configurazione del tutto identiche alla CENST2. I dati della nuova centralina sono disponibili dal 23 giugno 2010.

Di seguito si riportano i valori della centralina riferiti al Luglio 2013.

Tabella 3 Valori della centralina CENST2 del Luglio 2013 (fonte: ARPA www.sardegnambiente.it).

SO NO PM Giorno 2 2 10 media gg max oraria media gg max oraria media gg 1 0,69 0,86 3,83 11,44 5,21 2 1,03 2,2 1,1 3,72 2,2 3 0,65 1,08 2,74 8,32 8,16 4 0,37 0,48 0,49 2,08 6,02 5 0,55 0,66 0,82 3,12 7,63 6 0,42 0,54 ** 1,81 8,4

7 0,41 0,76 ** ** 16,5 8 0,32 0,46 ** ** 9,42 9 0,35 1,79 ** 3,89 6,88 10 0,67 0,8 0,4 2 8,89 11 0,28 0,69 0,44 2,57 8,87 12 0,71 0,88 0,65 4,45 10,81 13 0,51 1,2 0,38 1,9 9,77 14 0,44 0,62 0,11 1,09 8,55 15 0,29 0,45 0,19 1,66 7,02 16 0,35 0,43 1,24 4,97 13,78 17 0,19 0,38 0,64 4 9,89

18 0,86 1,53 0,58 3,78 ** riferimento di ambientale contesto Il 19 0,41 0,83 ** 5,84 9,08 20 0,13 0,42 0,92 6,79 11,38 21 0,3 0,42 0,26 0,9 13,57 Capitolo: 22 0,55 0,65 0,22 1,89 9,83 1

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SO NO PM Giorno 2 2 10 media gg max oraria media gg max oraria media gg 23 0,33 0,53 0,95 3,42 15,59 24 0,42 0,58 0,76 4,11 14,61 25 0,51 0,76 0,64 4,16 8,77 26 0,61 0,9 ** 0,36 11,54 27 0,42 0,52 0,33 4,36 15,24 28 1,02 1,17 2,4 5,61 5,09 29 0,78 0,92 0,99 4,01 18,05 30 0,36 0,81 0,72 3,96 5,33 0,35 0,48 0,92 3,15 8,83 media 0,49 0,80 0,91 3,77 9,83

Per l’area oggetto di pianificazione, non si sono riscontrati, al momento, particolari problematiche inerenti la qualità dell’aria. Per la localizzazione dell’area pianificata, i valori desunti da ARPA Sardegna, possono considerarsi poco assimilabili, in quanto la centralina risulta essere posta in un ambiente del tutto diverso rispetto all’area di Capo Sperone. Inoltre l’intera zona oggetto di pianificazione risulta del tutto esclusa da fonti rilevanti di emissioni in atmosfera, benché siano comunque presenti strade aperte al traffico veicolare e piccoli insediamenti sparsi abitati durante tutto l’anno.

Tutta l’area in quanto scarsamente abitata e, comunque, poco frequentata anche nel periodo estivo, può considerarsi un’area ad alto valore di qualità dell’aria.

3.3 Clima Di seguito si riportano dei grafici che permettono un inquadramento climatico dell’area in esame. I dati sono desunti grezzi dal sito www.regione.sardegna.it e successivamente elaborati. I prodotti climatologici presenti nel sito sovra citato, presentano informazioni di medio e lungo periodo sul clima della Sardegna, ottenute attraverso elaborazioni statistiche su archivi di serie storiche a disposizione dell’Istituto Idrografico di Cagliari.

La stazione termo pluviometrica di riferimento è localizzata a Sant’Antioco (coord. Gauss – Boaga 1453100 - 4324210 a 50 m s.l.m.). Per quanto riguarda le precipitazioni le serie storiche disponibili coprono gli anni 1922 – 2009, a differenza dei dati termo pluviometrici che sono compresi da 1988 al 2001.

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il

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3.3.1 Precipitazioni

Precipitazioni medie annue 900 800 700 600 500 400 300 200 100 0

Figura 3 Valori delle precipitazioni medie annue per la stazione di Sant’Antioco nel periodo 1979 – 2009 (fonte: www.regione.sardegna.it).

Numero di giorni piovosi 100 90 80 70 60 50 40

30 20 10 0

Figura 4 Valori del numero di giorni piovosi per la stazione di Sant’Antioco nel periodo 1979 – 2009 (fonte: www.regione.sardegna.it).

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il

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3.3.2 Temperatura

Temperature medie annue 18,5 18 17,5 17 16,5 16 15,5 15 14,5

Figura 5 Valori delle temperature medie annue per la stazione di Sant’Antioco. I dati disponibili sono soltanto quelli riportati (fonte: www.regione.sardegna.it).

3.3.3 Dati aggregati

Diagramma termopluviometrico di Bagnouls Gaussen 100,0 200,0 90,0 180,0 80,0 160,0 70,0 140,0 60,0 120,0

50,0 100,0

40,0 80,0 30,0 60,0 20,0 40,0 10,0 20,0 0,0 0,0 GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC riferimento di ntale

Figura 6 Diagramma di Bagnouls e Gaussen per la stazione di Sant’Antioco.

3.3.4 Conclusioni Nell’area di studio è quindi possibile inquadrare il clima come tipicamente mediterraneo, con presenza di un periodo di secco compreso tra la seconda metà di Maggio e la prima metà di Settembre (circa 110 ambie contesto Il giorni). Le precipitazioni medie annue risultano essere 505,6 mm con 62 giorni piovosi l’anno. La

temperatura media annua risulta essere di 17,2 °C. Capitolo: Capitolo: 1

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Infine dalla consultazione della Fitoclimatologia della Sardegna (Arrigoni 1968), si può inquadrare l’area secondo le classificazioni climatiche di:

 Pavari;  Peguy;  Giacobbe;  Emberg.

Secondo Pavari l’area è inquadrabile nella zona del Lauretum sottozona calda. Non essendoci, secondo l’autore, una stazione a Sant’antioco, si riportano i valori delle stazioni di e Iglesias, assimilabili alla zona oggetto di Piano.

 Carloforte: o Temperatura media annua 17,4 °C o Temperatura media del mese più freddo 10,6 °C o Temperatura media del mese più caldo 24,9 °C o Temperatura media dei valori minimi 3,3 °C o Temperatura media dei valori massimi 34,4 °C o Precipitazioni medie annue 449 mm o Precipitazioni medie dei mesi estivi 16mm o Escursione termica annua 14,3 °C  Iglesias o Temperatura media annua 17,0 °C o Temperatura media del mese più freddo 8,7 °C o Temperatura media del mese più caldo 26,5 °C o Temperatura media dei valori minimi -0,4 °C o Temperatura media dei valori massimi 39,3 °C o Precipitazioni medie annue 793 mm o Precipitazioni medie dei mesi estivi 27mm o Escursione termica annua 17,8 °C

Secondo Peguy, l’area di studio è inquadrabile come:

 Classe: clima mediterraneo oceanico dell’Italia meridionale e delle isole maggiori, con locali presenze nelle altre regioni tirreniche (Termomediterraneo/MesomediterraneoIframediterraneo secco/subumido) (14).  Bioclima: bioclima mediterraneo oceanico (11).  Ombrotipo: secco (5).  Termotipo: termomediterraneo (2).  Regione: mediterranea (1).

Secondo la classificazione bioclimatica di Giacobbe l’area è inquadrabile nel Sottoclima Mediterraneo Caldo

Tipo Semiarido con indice termico di 22 e indice di aridità 8,3. Analogamente a quanto definito per Pavari la riferimento di ambientale contesto Il stazione di riferimento è Carloforte in quanto assente, secondo l’autore, a Sant’Antioco.

Infine, secondo la classificazione bioclimatica di Emberg, l’area è inquadrabile nel bioclima Mediterraneo Capitolo: Semiarido Orizzonte Inferiore. 1

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3.4 Suolo e sottosuolo

3.4.1 Uso del suolo Nella tabella di seguito si riportano i dati e le categorie di uso del suolo secondo la classificazione Corine Land Cover III Livello. I dati sono desunti dalla carta di uso del suolo della Sardegna, disponibile e consultabile al sito www.sardegnageoportale.it; questa, aggiornata al 2008, è stata implementata e corretta con sopralluoghi specifici del Giugno e Luglio 2013.

Tabella 4 Categorie e superfici di uso del suolo. I valori sono calcolati con software GIS. La superficie totale è quella del sito.

Codice Categoria Superficie (ha) % sul Totale 1121 Tessuto residenziale rado 16,40 0,9 1122 Fabbricati rurali 8,85 0,5 2111 Seminativi in aree non irrigue 217,35 12,2 2112 Prati artificiali 59,71 3,3 221 Vigneti 6,07 0,3 223 Oliveti 2,03 0,1 231 Prati stabili 3,92 0,2 242 Sistemi colturali e particellari complessi 2,18 0,1 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con spazi 243 3,52 0,2 naturali importanti 244 Aree agroforestali 77,16 4,3 3111 Bosco di latifoglie 38,16 2,1 31121 Pioppeti, saliceti, eucatitteti, ecc.. anche in formazioni miste 18,77 1,1 3121 Bosco di conifere 48,95 2,7 3122 Arboricoltura con essenze forestali di conifere 0,99 0,1 313 Boschi misti di latifoglie e conifere 3,15 0,2 321 Aree a pascolo naturale 20,56 1,2 3231 Macchia mediterranea 403,29 22,6 3232 Gariga 384,29 21,5

3241 Aree a ricolonizzazione naturale 10,09 0,6

3242 Aree a ricolonizzazione artificiale 16,43 0,9 3311 Spiagge di ampiezza superiore a 25 m 2,91 0,2 332 Pareti rocciose e falesie 51,26 2,9 333 Aree con vegetazione rada 37,68 2,1 523 Mari e oceani 351,28 19,7 Totale 1.785,00 100

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Capitolo: Capitolo: 1

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Superfici di uso del suolo 450 400 350 300 250 200 150 100 50

0

221 223 231 242 243 244 313 321 332 333 523

1121 1122 2111 2112 3111 31121 3121 3122 3231 3232 3241 3242 3311

Figura 7 Ripartizione delle superfici di uso del suolo per categoria.

3.4.2 Geologia A carattere generale l’isola di Sant’Antioco è caratterizzata da affioramenti rocciosi e sedimenti appartenenti a: Mesozoico, Cenozoico e Neozoico.

Per quanto riguarda le rocce mesozoiche, si tratta di calcari e dolomie, in parte marnose, di colore dal grigio al bianco-giallastro, affioranti nella porzione sud-orientale dell‘isola, e risalenti al periodo Giurassico (Mesozoico medio). Al di sopra si trovano calcari più recenti con più ricchezza di argilla, cioè marnosi (Mesozoico superiore – Cretacico). Risalenti al Giurassico e al Cretaceo sono le rocce carbonati che che costituiscono il basamento dell‘isola, definiscono i pochi piccoli rilievi dell’isola e determinano strutture carsiche come doline e inghiottitoi. Queste rocce si possono rinvenire lungo costa in località Portixeddu, Maladroxia e Coqquaddus, o all‘interno, nei rilievi di Punta de Sa Scruidda (74 m.), Monte S‘Arraigraxiu (134 m.) e, più a sud, nel Monte S‘Orxiu (74 m.). Queste rocce sono state in un recente passato (anni ’60 e anni ’90) oggetto di estrazione (cava di magnesio).

Per quanto riguarda le rocce vulcaniche del periodo Oligo-Miocenico (Terziario inferiore e medio), queste rappresentano il basamento più diffuso dell’isola. Le rocce vulcaniche più antiche sono rappresentate dalle andesiti presenti nella porzione centrale e meridionale dell‘Isola (S‘Arcu sa Canna, 164 m.; Su Cuccuru de Su Pixinas, 182 m.). Presso l‘isola del Toro, invece, affiorano le rocce più recenti. Le rocce vulcaniche più diffuse nell‘isola sono le ignimbriti quarzotrachitiche presenti nella porzione centro-orientale dell‘isola e nell‘area occidentale. Esse sono visibili a sud dell‘abitato di Sant‘Antioco, e sulla costa sud-occidentale presso Sa Corona de su Crabi, il porto di Triga, Cala Sapone, il porto della Signora e cala Lunga. Ugualmente diffuse sono anche le ignimbriti riolititiche affioranti nell‘area nord-occidentale e le rioliti dell‘area nord- orientale. Brecce e basalti sono pure diffusi nella parte meridionale dell‘isola. I basalti si trovano in forme limitate presso Sa Guardia de su Turcu (100 m. ) a sud e poi a nord sino a Serra Nuarxis, nell‘area sud- occidentale. Interessantè è infine la presenza di brecce poligeniche, alternate a livelli andesitici, con clasti costituiti da rocce vulcaniche basaltiche e riolitiche di dimensione anche decimetrica, affioranti sulla costa riferimento di ambientale contesto Il

presso Torre Cannai e verso Acqua sa Canna, Turri. Capitolo: Capitolo: 1

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Infine, la presenza di andesiti, rioliti, basalti e ignimbriti di vario chimismo, testimoniano un lungo periodo di vulcanismo attivo con alternanza di effusioni laviche ed eruzioni esplosive con produzione di rocce piroclastiche.).

Per quanto riguarda invece i sedimenti quaternari e recenti, questi si ritrovano sopra le rocce vulcaniche terziarie. Si tratta di crostoni calcarei, scarsamente cementati, con ciottoli formati da rocce vulcaniche, e le sabbie cementate (arenarie) presenti nel sud dell‘Isola (Cala Sapone) al di sopra delle ignimbriti.

Sono presenti inoltre detriti di falda a matrice spesso argillosa, e depositi limosi e/o sabbiosi di origine palustre. Per concludere la successione stratigrafica, importante è la presenza delle alluvioni recenti e attuali che formano i suoli di Sant‘Antioco.

Nello specifico, secondo la carta geologica della Sardegna, disponibile e consultabile al sito www.sardegnageoportale.it, si riporta la figura di seguito ove si riporta la caratterizzazione geologica del sito. Le unità individuate nella ZPS sono:

AA1_001 Coltri eluvio-colluviali. Detriti immersi in matrice fine, talora con intercalazioni di suoli più o meno evoluti, arricchiti in frazione organica. OLOCENE - SEDIMENTI LEGATI A GRAVITÀ

AA1_002 Depositi di versante. Detriti con clasti angolosi, talora parzialmente cementati. OLOCENE - SEDIMENTI LEGATI A GRAVITÀ

AA2_001 Depositi alluvionali. OLOCENE – SEDIMENTI ALLUVIONALI

AB0_006 Litofacies nel Subsintema di Portoscuso (SINTEMA DI PORTOVESME). Sabbie e arenarie eoliche con subordinati detriti e depositi alluvionali. PLEISTOCENE SUP. - DEPOSITI PLEISTOCENICI DELL'AREA CONTINENTALE

CE3_001 DACITI DI MATZACCARA ("Lipariti biotitiche t3" Auct.). Depositi di flusso piroclastico in facies ignimbritica a chimismo dacitico, a giacitura tabulare suborizzontale debolmente inclinata, di colore da grigio chiaro a grigio violaceo fino a marrone - GRUPPO DI MONTE SIRAI

CE3_005 RIOLITI DI NURAXI (Lipariti t4 Auct.). Depositi di flusso piroclastico in facies ignimbritica a chimismo riolitico, con cristalli liberi di Pl (con orlo di Sa), Sa, scarsi Opx, Cpx, Mag, di colore variabile da grigio ceruleo a bruno violaceo - GRUPPO DI MONTE SIRAI

CE5_007 BASALTI ANDESITICI DI SERRA NUARXIS. Basalti andesitici in colate metriche massive e subordinate brecce laviche autoclastiche, porfiriche per fenocristalli di Pl, Cpx, Opx, Ol e Mag. (16,8 ± 0,9 Ma). MIOCENE INF. (BURDIGALIANO) - GRUPPO DI S. ANTIOCO

CE5_008 Litofacies nei BASALTI ANDESITICI DI SERRA NUARXIS. Andesiti basaltiche in potenti colate massive, porfiriche per fenocristalli di Pl, Cpx, Opx, scarsa Ol e Mag. MIOCENE INF. (BURDIGALIANO) - GRUPPO DI S. ANTIOCO

CE5_009 Litofacies nei BASALTI ANDESITICI DI SERRA NUARXIS. Intercalazione di brecce caotiche Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il piroclastiche con clasti microvescicolati e sottili livelli epiclastici di arenarie vulcanoclastiche. MIOCENE INF. (BURDIGALIANO) - GRUPPO DI S. ANTIOCO

GA0_001 URGONIANO AUCT. Calcari (grainstone e/o packstone, rudstone bioclastici e intraclastici), calcari Capitolo: marnosi e marne di colore giallo-crema, fossiliferi (foraminiferi, alghe, brachiopodi, rudiste, ostree, etc.) 2

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(Facies urgoniana Auct.). CRETACICO INF. (VERRUCANO) - SUCCESSIONE SEDIMENTARIA MESOZOICA DELLA SARDEGNA SUD-OCCIDENTALE

Figura 8 Carta geologica dell’area. Fonte: www.sardegnageoportale.it.

3.5 Ambiente idrico

3.5.1 Idrografia superficiale Per quanto riguarda l’idrografia superficiale il sito ricade nella Unità Idrografica Omogenea (U.I.O.) n.2 di Palmas, che ha un’estensione di circa 1299,60 Km2 e comprende oltre al bacino principale, del Rio Palmas, i bacini delle due isole di Sant’Antioco e San Pietro e una serie di bacini minori situati nella costa sud‐occidentale dell’Isola, tra cui si citano per importanza quelli del Rio Flumentepido, del Riu Sa Masa e del Riu de Leunaxiu.

A livello generale, l’idrografia dell’isola di Sant’Antioco è caratterizzata dalla presenza di piccoli corsi d’acqua, a carattere torrentizio con direzione Est/Ovest. Trattasi di torrenti di breve lunghezza che sfociano in mare nel Golfo di Palmas. Questi sono impostati su lineazioni tettoniche, in particolare il Rio Maladroxia

(nel tratto a monte Riu Triga) che giunge al mare sulla costa orientale nella spiaggia di Maladroxia ed il Rio Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il S’Arriaxiu che trova sbocco nella costa nord orientale. sulla costa occidentale il torrente più importante è il

Rio Cala Lunga con foce nell’omonima spiaggia, sempre impostato su una linea di frattura. Capitolo: Capitolo: Peculiarità dell’isola è l’area di Is Pruinis, palude – stagno retrodunale a sud dell’abitato di Sant’Antioco. 2

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Nella ZPS sono presenti solamente tre piccoli torrenti. Il Riu s Ega de Porto Sciusciau di 676,34 metri di lunghezza, nella porzione occidentale. Il Riu de s Acqua sa Canna di 160,12 metri di lunghezza, nella porzione centrale in prossimità di Capo Sperone. Il Riu di Torre Cannai di 611,72 metri di lunghezza, nella porzione orientale. Si tratta comunque di torrenti a carattere stagionale in corrispondenza dei periodi maggiormente piovosi. Non si rileva alcun tipo di vegetazione ripariale, ad esclusione di Arundo donax e, sporadicamente, Salix spp.

Per quanto riguarda la qualità delle acque (www.sardegnaambiente.it), ARPA Sardegna, si occupa del monitoraggio. Ad oggi non sono presenti corsi d’acqua monitorati nell’isola di Sant’Antioco.

3.5.2 Ambiente marino - costiero Nell'ambito delle attività di cui alla Legge del 31 dicembre 1982 n. 979 (Disposizioni per la difesa del mare), volta al monitoraggio della microalga bentonica Ostreopsis ovata e delle altre microalghe bentoniche potenzialmente tossiche che si ritengono ad essa associate (Alexandrium ostenfeldii, Coolia monotis, Gambierdiscus toxicus, Ostreopsis lenticularis, Ostreopsis mascarenensis, Ostreopsis siamesi, Prorocentrum lima), ARPA Sardegna ha portato avanti la campagna di monitoraggio. A livello regionale i siti di monitoraggio sono 8, tra cui anche Sant’Antioco.

Per quanto riguarda invece il monitoraggio della acque di balneazione (www.sardegnaambiente.it, l’isola di Sant’Antioco è inclusa dalle stazioni di monitoraggio, così come desunto dalla consultazione dei report 2009 e 2010 ad oggi disponibili. Sono inoltre altresì presenti sul web, informazioni di idoneità alla balneazione

come riportato nella figura di seguito.

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Capitolo: Capitolo: 2

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Figura 9 Idoneità delle acque di balneazione per l’anno 2010 (www.sardegnaambiente.it). 3.6 Biodiversità Per biodiversità si intende l'insieme di tutte le forme viventi geneticamente diverse e degli ecosistemi ad esse correlati. La biodiversità è fonte per l’uomo di beni, risorse e servizi (servizi ecosistemici) indispensabili per la sopravvivenza. La Convention on Biological Diversity (CBD) ritiene prioritario l’obiettivo di conservazione della biodiversità e di uso sostenibile e durevole delle sue componenti, oltre che la ripartizione giusta ed equa dei vantaggi che ne derivano.

Nel 2009 il Ministero dell’Ambiente ha promosso la Carta di Siracusa per la Biodiversità che è stata sottoscritta dai Paesi presenti al G8 Ambiente del 2009, in cui si evidenziano le relazioni tra biodiversità,

servizi degli ecosistemi, cambiamenti climatici e sviluppo economico. Nel 2010 si è tenuta a Roma la Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Conferenza Nazionale per la Biodiversità che ha avuto come obiettivo “la formulazione condivisa di elementi che permettano la costruzione di una Strategia Nazionale per la Biodiversità che consenta all’Italia

di affrontare efficacemente le sfide e gli impegni del prossimo decennio”. Secondo la Strategia: "La Capitolo: biodiversità e i servizi ecosistemici, nostro capitale naturale, sono conservati, valutati e, per quanto 2

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ZPS ITB043032 “Isola di Sant’Antioco, Capo Sperone” – Rapporto Preliminare del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica V.A.S. possibile, ripristinati, per il loro valore intrinseco e perché possano continuare a sostenere in modo durevole la prosperità economica e il benessere umano nonostante i profondi cambiamenti in atto a livello globale e locale".

L’obiettivo di salvaguardia della biodiversità può essere conseguito solo se sono salvaguardate le sue diverse componenti ed i livelli di interazione tra di esse. È quindi importante conoscere lo status delle specie faunistiche, floristiche e degli habitat in cui essi vivono e mantenere un livello qualitativo soddisfacente delle loro condizioni.

In dettaglio, nel paragrafo di seguito, si riportano le informazioni desunte dalla consultazione del formulario standard ministeriale con aggiornamento ottobre 2012.

Tabella 5 Habitat meritevoli di attenzione presenti nel sito con indicazione delle superfici (ha) o della presenza. Con * sono indicati gli habitat prioritari. Fonte: formulario standard (www.minambiente.it).

Codice Habitat Superficie (ha) 1120* Praterie di Posidonia (Posidonion oceanicae) 189 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con 1240 3,27 Limonium spp. endemici 5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp. 89,25 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici 179,60 5430 Frigane endemiche dell’Euphorbio-Verbascion 53,55 Percorsi sub steppici di graminacee e piante annue dei 6220* 53,55 Thero-Brachypodietea 9540 Pinete mediterranee di pini mesogeni endemici 5,35

Tabella 6 Specie animali meritevoli di attenzione presenti nel sito facenti riferimento alla DIR. 79/409/CEE Allegato I° e DIR. 92/43/CEE Allegato II°. Status: p> stanziale/permanente, r> nidificante o riproducente, c> zone di concentrazione, w> svernamento. La cella vuota indica l’assenza della specie. Fonte: formulario standard (www.minambiente.it).

Gruppo tassonomico Specie Status Alectoris barbara pw Anthus campestris c Burhinus oedicnemus crw Calandrella brachydactyla cr Calonectris diomedea c Caprimulgus europaeus cr Falco eleonorae cr Falco peregrinus c Uccelli Hydrobates pelagicus cr Larus audouinii cr Lullula arborea p Phalacrocorax aristotelis desmarestii cp Puffinus puffinus c Puffinus yelkouan c riferimento di ambientale contesto Il Sylvia sarda cr

Sylvia undata crw Capitolo: Capitolo: Anfibi Discoglossus sardus p Invertebrati Papilio hospiton p 2

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Gruppo tassonomico Specie Status Linaria flava p Piante Rouya polygama p

Tabella 7 Specie vegetali o animali importanti incluse nelle schede dei SIC/ZPS. Categorie di abbondanza: c> comune, r> rara, v> molto rara, p> presente. La cella vuota indica l’assenza della specie (Fonte: formulario ministeriale).

Gruppo tassonomico Specie Categoria Piante Limonium tigulianum p Athene noctua p Buteo buteo p Carduelis cannabina p Carduelis carduelis p Carduelis chloris p Columba livia p Corvus corax p Coturnix coturnix p Cuculus canorus p Emberiza cirlus p Erithacus rubecula p Falco tinnunculus p Gallinula chloropus p Lanius senator p Larus cachinnans p Merops apiaster p Miliaria calandra p Uccelli Motacilla cinerea p Muscicapa striata p Otus scops p Passer hispaniolensis p Phoenicurus ochruros p Phylloscopus collybita p Prunella modularis p Saxicola torquata p Serinus serinus p Streptopelia turtur p Sturnus unicolor p Sylvia atricapilla p Sylvia melanocephala p Troglodytes troglodytes p Turdus merula p Turdus philomelos p Upupa epops p riferimento di ambientale contesto Il Cladocora caespitosa p Corallo rubrum p Invertebrati Capitolo: Gerardia savaglia p Pinna nobilis p 2

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Gruppo tassonomico Specie Categoria Bufo viridis p Anfibi Hyla sarda p

3.7 Paesaggio, patrimonio storico, culturale, architettonico e archeologico

3.7.1 Generalità Sotto l’aspetto paesaggistico, il sito è compreso nell’Ambito 6 – “Carbonia e Isole Sulcitane” così come identificato dal Piano Paesaggistico Regionale (D.G.R. n. 36/7 del 5 settembre 2006), che rappresenta lo strumento pianificatorio principale in materia di paesaggio.

Dalla consultazione della scheda d’ambito, si riporta quanto definito in termini di Valori e Criticità.

Valori

“Consistenza delle risorse ambientali individuata dalle aree ad elevata valenza naturalistica e paesaggistica dal sistema delle coste alte e rocciose di Capo Altano-Porto Paglia, dal sistema delle isole minori di San Pietro e Sant’Antioco.

Compendi lagunari di importanza ecologica, di interesse per l’acquacoltura e produttivo salinifero.

Paesaggio dei settori minerari di elevato interesse ambientale e storico-culturale.

Il sistema urbano e dei nuclei minerari di fondazione, di Carbonia, Bacu Abis e Cortoghiana.

L’edificato diffuso dei furriadroxius e dei medaus che caratterizzano il paesaggio agrario del territorio del Sulcis.

Il villaggio nuragico di Seruci sui tavolati vulcanici di Nuraxi Figus.

Le emergenze morfologiche e storico-culturali, fondamentale presidio urbano dell’antichità, di S. Antioco –

Sulci e di Monte Sirai.

Il sistema insediativo costiero dei centri urbani di fondazione di Carloforte, , S. Antioco e Portoscuso e delle infrastrutture portuali che presidiano il settore costiero.

La rete dei presidi costieri delle tonnare.

L’edificato diffuso tradizionale dell’aree interne delle isole maggiori, quali le baracche carlofortine.

Il potenziale culturale costituito dal Parco Geominerario.”

Criticità

“Degrado ambientale dovuto all’impatto delle attività minerarie dimesse, con fenomeni di subsidenza dei riferimento di ambientale contesto Il suoli, alterazione dell’idrodinamica delle falde acquifere e diffusione di discariche della pregressa attività

estrattiva. Capitolo: Capitolo: 2

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Degrado della copertura pedologica e vegetale dei sistemi montani, per continui e ripetuti fenomeni di incendio.

Dissesto idrogeologico del reticolo idrografico e dei versanti.

Degrado ecologico dei principali sistemi fluviali, delle zone umide costiere e dei sistemi sabbiosi litoranei.

Compromissione ambientale derivante dalle attività del Polo Industriale di Portovesme, che costituisce una permanenza del territorio costiero e che ha determinato spesso usi conflittuali delle risorse in rapporto alla naturale evoluzione degli ecosistemi. Inoltre, si rilevano interventi invasivi di bonifica idraulica, canalizzazioni importanti e scarico di reflui, intensi emungimenti delle falde, stoccaggio e messa a dimora di scorie industriali da sottoporre a monitoraggio ambientale.

Tendenza alla dispersione e alla diffusione dell’insediamento turistico-residenziale attorno ai centri urbani costieri con fenomeni di compromissione del paesaggio agrario e del patrimonio insediativo diffuso tradizionale, ad esempio le baracche carlofortine, interessate da processi di riconversione ad uso turistico ricettivo, incoerenti con i caratteri insediativi e paesaggistici tradizionali.

Degrado del patrimonio insediativo rurale dei medaus e dei furriadroxius dovuto a fenomeni di abbandono, sovrautilizzo o fenomeni di riconversione, incoerenti con i caratteri insediativi e paesaggistici tradizionali.”

3.7.2 Vincoli I vincoli gravanti sul sito fanno riferimento alla normativa nazionale in materia di tutela dei beni architettonici, paesaggistici, archeologici e culturali (D.Lgs. 42/2004, Convenzione europea del paesaggio, Protocollo MAP per le zone costiere).

Secondo il D.Lgs. 42/2004 l’area oggetto di pianificazione è vincolata per l’art. 142 comma 1 alle lettere:

 a “i territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i terreni elevati sul mare”.  g “i territori coperti da foreste e da boschi, ancorche' percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto

legislativo 18 maggio 2001, n. 227”.

Dalla consultazione della cartografia del Piano Paesaggistico, l’area oggetto di Piano, è inoltre gravata da vincoli su beni paesaggistici (art. 143 D.lgs 42/2004; art. 136 D.Lgs 42/2004 o beni identitari) come riportato

dalla figura di seguito.

o ambientale di riferimento di oambientale

Il contest Il Capitolo: Capitolo: 2

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Figura 10 Beni vincolati nella ZPS. In blu i beni identitari, in rosso i beni paesaggistici dell’art. 143 del D.Lgs 42/2004 (fonte:www.sardegnaterritorio.it).

L’area è infine gravata delle seguenti istituzioni:

 IBA191M “Isole di San Pietro e Sant'Antioco”.

3.8 Rifiuti La gestione dei rifiuti è monitorata da ARPA Sardegna. I dati presentati di seguito fanno riferimento al “13° Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna - Anno 2011”, consultabile sul sito www.sardegnaambiente.it per l’intero territorio comunale di Sant’Antioco. E’ ovvio che, vista la

localizzazione del sito, la frequentazione annuale e quindi la capacità di produrre rifiuti, l’area oggetto di pianificazione può considerarsi marginalmente influenzata dal fenomeno “rifiuti”.

Tabella 8 Valori di produzione rifiuti per il Comune di Sant’Antioco (fonte:www.sardegnaambiente.it).

Indicatore Sant’Antioco Provincia Regione Popolaz. Istat al 31.12.2011 11.589 129.526 1.674.927 Rifiuti indifferenziati da abitanti residenti 1.408,19 27.374,87 356.553,28 (t/anno) Rifiuti indifferenziati da abitanti fluttuanti 73,68 1.349,74 37.712,44 (t/anno) Rifiuti ingombranti allo smaltimento (t/anno) 125,94 633,47 13.059,21

Rifiuti da spazzamento stradale (t/anno) 156,05 2.040,96 13.125,79 Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Produzione Totale Rifiuti allo smaltimento 1.763,86 31.399,04 420.450,73 (t/anno)

Rifiuti da Raccolta differenziata (t/anno) 3.606,49 27.358,00 374.484,71 Capitolo: Capitolo: Produzione totale di Rifiuti Urbani (t/anno) 5.370,35 58.757,05 794.935,44 Produzione Pro-capite totale (kg/ab/a) 463 454 475 2

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Indicatore Sant’Antioco Provincia Regione Variaz. % sul totale di RU rispetto al 2010 -8,0% -3,4% -3,8% % R.D. 67,2% 46,6% 47,1% Impianto Cacip Macchiareddu Impianto destinazione rifiuto indifferenziato Cagliari - - - Discarica Carbonia

3.9 Popolazione, contesto economico e sociale

3.9.1 Popolazione Per poter inquadrare in modo esauriente lo stato attuale e l’evoluzione della popolazione nel tempo, si fa riferimento ai dati ISTAT disponibili e consultabili al sito www.istat.it. I valori fanno riferimento all’intero territorio comunale di Sant’Antioco.

Tabella 9 Principali valori relativi alla popolazione di Sant’Antioco al 31.12.2011 (fonte: www.istat.it).

Popolazione (n) Famiglie (n) Maschi (%) Femmine (%) Stranieri (%) Età media 128.402 52.749 48,9 51,1 1 45

Tabella 10 Stato civile della popolazione di Sant’Antioco al 31.12.2011 (fonte: www.istat.it).

Celibi Nubili Coniugati Coniugate Divorziati Divorziate Vedovi Vedove Totale 29.468 25.035 30.924 31.011 910 1.081 1.507 8.466 128.042 22,95 % 19,50 % 24,08 % 24,15 % 0,71 % 0,84% 1,17 % 6,59% 100%

Andamento della popolazione 2001-2011

133.000

132.000 mento 131.000

130.000

129.000

128.000

127.000

126.000

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 riferi di ambientale contesto Il

Figura 11 Andamento della popolazione nel decennio 2001 – 2011 (fonte: www.istat.it). Capitolo: Capitolo: 2

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Popolazione per classi di età 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000

0

2 anni 2 anni 5

74 anni 74 17 anni 17 anni 24 anni 34 anni 44 anni 54 anni 64

11 11 anni

- -

75 e e più 75

------

0 0 3

6 6

65 65 12 12 18 25 35 45 55

maschi femmine totale

Figura 12 Ripartizione della popolazione al 2011 per classi di età (fonte: www.istat.it).

3.9.2 Contesto economico e sociale In considerazione della limitata estensione dell’area Natura 2000, per questa componente ambientale è opportuno riferisti al livello comunale e/o provinciale.

Spesso la mancanza di dati e valori certi, tendono a fotografare una situazione poco chiara e reale.

Al momento ci limitiamo a presentare delle tabelle ove abbiamo riportato alcuni indicatori che possono rendere un’inquadrare il territorio in termini di reddito Irpef e lavoro (occupati e disoccupati). I dati fanno riferimento al territorio comunale di Sant’Antioco o, in alternativa, all’intera Provincia di Carbonia – Iglesias.

Tabella 11 Valori del reddito Irpef pro capite nel periodo 2008 – 2010 (fonte: www.comuni-italiani.it su valori ISTAT)

Anno Dichiaranti % Popol. Importo (€) Media/Dich. (€) Media/Pop. (€) 2010 4.733 40,7 90.405.850 19.101 7.774 2009 4.827 41,2 91.943.730 19.048 7.838

2008 4.804 40,9 90.714.346 18.883 7.721

Dalla consultazione del 15° censimento generale della popolazione al 2011 (www.istat.it), sebbene i dati siano aggregati per Provincia, emerge una situazione piuttosto chiara di quale sia stata l’evoluzione socio – economica del territorio iglesiente, e quindi anche di Sant’Antioco.

Purtroppo i dati non sono disponibili a livello comunale. Di seguito perciò, si sono riportati i valori a carattere provinciale.

Tabella 12 Numero di persone in cerca di occupazione a partire dai 15 anni nella Provincia di Carbonia - Iglesias, valori espressi in milioni (fonte: www.istat.it)

Anno 2008 2009 2010 2011 2012 riferimento di ambientale contesto Il N. totale 5 6 9 7 8 N. maschi 2 3 6 4 4 N. femmine 3 3 4 3 4 Capitolo: 3

0

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Tabella 13 Tasso di disoccupazione a partire dai 15 anni nella Provincia di Carbonia - Iglesias, valori espressi % (fonte: www.istat.it)

Anno 2008 2009 2010 2011 2012 N. totale 10,0 11,8 19,1 14,6 16,6 N. maschi 6,0 8,0 17,7 13,1 13,5 N. femmine 16,9 19,2 21,5 17,1 21,4

Tabella 14 Numero di occupati a partire dai 15 anni nella Provincia di Carbonia - Iglesias, valori espressi in milioni (fonte: www.istat.it)

Anno 2008 2009 2010 2011 2012 N. totale 47 43 39 41 39 N. maschi 31 30 26 26 25 N. femmine 16 14 13 15 14

3.10 Sintesi matriciale degli indicatori Per riassumere le considerazioni fatte in sede di analisi del contesto ambientale, è utile predisporre in un quadro sufficientemente rappresentativo della situazione reale, che sia al tempo stesso sintetico e comprensibile e che individui le relazioni che intercorrono fra lo stato delle risorse, le attività umane e i fattori di pressione. Si tratta di un’operazione spesso complessa e delicata, che viene comunemente effettuata attraverso l’utilizzo di una serie di indicatori.

L’utilizzo di indicatori consente di facilitare la divulgazione e la comunicazione dei risultati delle indagini e monitorare l’evoluzione nel tempo della situazione indagata, facilitando il confronto dei dati.

Di seguito si riportano quindi gli indicatori utilizzati per la caratterizzazione dell’ambiente precedentemente esposta. Sono esclusi indicatori inerenti la variabilità climatica.

ARIA

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati

Superamento dei livelli critici di NO2 (concentrazione)  2011 *** ARPA

Superamento dei livelli critici di SO2 (concentrazione)  2011 *** ARPA

Superamento dei livelli critici di PM10  2011 *** ARPA

(concentrazione) Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il

Capitolo: Capitolo: 3

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SUOLO E SOTTOSUOLO

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati

Erosione del suolo  2013 *** RAS

Sismicità dell’area  2013 *** RAS

AMBIENTE IDRICO TERRESTRE E MARINO

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati pH  2010 *** ARPA

Parametri di deossigenazione B.O.D.5, C.O.D.  2010 *** ARPA

Sostanze Azotate N-NH4, N-NO3, N-NO2 e Fosfati  2010 *** ARPA

Indici microbiologici  2010 *** ARPA

Presenza e concentrazione della microalga bentonica  2010 *** ARPA Ostreopsis ovata

Idoneità alla balneazione  2011 *** ARPA

riferimento di ambientale contesto Il

Capitolo: Capitolo: 3

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BIODIVERSITA’

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati

RAS, Variazione in superficie di habitat e habitat di Ministero  2013 ** specie Ambiente, Sopralluoghi

RAS, Trend di popolazione delle specie faunistiche di Ministero 2013 interesse per la conservazione  ** Ambiente, Sopralluoghi

RAS, Trend di popolazione di specie alloctone (vegetali e Ministero  2013 ** faunistiche) Ambiente, Sopralluoghi

RAS, Superficie occupata da aree SIC e ZPS nel territorio Ministero 2013 comunale  *** Ambiente, Sopralluoghi

RAS, Ministero Sviluppo della Rete ecologica 2013  ** Ambiente, Sopralluoghi

RAS, Ministero Frammentazione degli habitat 2013  * Ambiente,

Sopralluoghi

PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE, STORICO E ARCHITETTONICO

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati

Numero di beni immobili vincolati  2013 *** RAS

Superficie delle aree vincolate  2013 *** RAS Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il

Capitolo: 3

3

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RIFIUTI

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend dato dati

Discariche abusive  2013 *** Sopralluoghi

Produzione di rifiuti urbani  2011 *** ARPA

Raccolta differenziata rifiuti urbani  2011 *** ARPA

Produzione dei rifiuti urbani indifferenziati  2011 *** ARPA

Recupero rifiuti speciali (quantità gestite)  2011 *** ARPA

Smaltimento rifiuti speciali (quantità gestite)  2011 *** ARPA

POPOLAZIONE E SISTEMA PRODUTTIVO

Qualità Fonte dei Indicatore Situazione Anno Trend

dato dati

Tasso nascite/decessi  2011 *** ISTAT

Invecchiamento popolazione  2011 *** ISTAT

Sviluppo sistema insediativo residenziale diffuso 2011 ISTAT  *** riferimento di ambientale contesto Il

Capitolo: Capitolo: 3

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POPOLAZIONE E SISTEMA PRODUTTIVO

% aree produttive  2011 *** ISTAT

Presenza di stabilimenti a rischio di incidente 2011 ISTAT rilevante (R.I.R.)  ***

Il contesto ambientale di riferimento di ambientale contesto Il Capitolo: Capitolo: 3

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4 Il Piano di Gestione: prime indicazioni I contenuti del Piano di gestione del SIC sono riportati approfonditamente nelle “Linee guida per la redazione dei Piani di gestione dei SIC e ZPS” della Regione Sardegna (aggiornamento Febbraio 2012), con allegato il Format per la redazione degli stessi. Anche il presente Piano, come previsto da normativa, si articolerà secondo quanto previsto nelle citate Linee Guida.

Di seguito, sinteticamente, in prima approssimazione, si riportano Struttura, Obiettivi ed Azioni di Piano.

4.1 Struttura La struttura del Piano di gestione del SIC sarà conforme alle “Linee guida per la redazione dei Piani di gestione dei SIC e ZPS” della Regione Sardegna (aggiornamento Febbraio 2012). Il Piano di gestione sarà articolato secondo il Format allegato alle citate Linee Guida.

Sinteticamente il Piano di gestione si articolerà in due parti: uno Studio Generale e un Quadro di Gestione.

Fasi di Piano Obiettivo Struttura Quadro normativo e programmatico Fornire un inquadramento Atlante del territorio degli aspetti territoriali, Caratterizzazione territoriale del sito abiotici e biotici e Caratterizzazione abiotica Quadro Generale socioeconomici , Caratterizzazione biotica relativamente ad habitat e Caratterizzazione agro – forestale specie di interesse Caratterizzazione socio - economica comunitario Caratterizzazione urbanistica e programmatica Caratterizzazione paesaggistica Definire obiettivi ed azioni Sintesi degli effetti di impatto necessarie ad assicurare la Definizione degli obiettivi Quadro di Gestione conservazione di habitat e Azioni di gestione specie di interesse Piano di monitoraggio comunitario Organizzazione gestionale

4.2 Obiettivi di Piano

Gli obiettivi che il Piano di gestione si prefigge di raggiungere sono sia di carattere generale che specifico del singolo sito.

A Carattere generale si riportano i criteri di sostenibilità ambientali fissati a livello europeo e già espressi nella Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992, che costituiscono la base degli obiettivi ambientali di qualsiasi piano e/o programma che va sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica:

1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/ inquinanti

4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi Il Piano di Gestione: prime indicazioni prime Gestione: di Piano Il 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali

7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale Capitolo: 8. Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo) 3

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9. Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile

Inoltre, in accordo con i contenuti degli art. 1, 2, 3 della direttiva 42/93/CEE, con l’attuazione dei Piani si vogliono perseguire anche i seguenti obiettivi:

1. Conservare e tutelare la biodiversità mediante la salvaguardia degli habitat naturali, della flora e della fauna 2. Mantenere, conservare o ripristinare lo stato di tutela degli habitat naturali, della flora e della fauna di interesse comunitario, in accordo con le esigenze economiche, sociali e culturali delle popolazioni locali e regionali 3. Prevedere misure di conservazione atte a soddisfare le esigenze ecologiche degli habitat di cui all’Allegato I e delle specie di cui all’allegato II della Direttiva Habitat presenti 4. Garantire la necessaria tutela delle specie di cui all’allegato IV alla Direttiva

Infine, in considerazione delle peculiarità dei siti si vogliono perseguire anche:

5. Tutela e salvaguardia degli habitat e delle specie di interesse, favorendo nel contempo un’idonea fruizione turistica del sito, incentivando la conoscenza di habitat e specie presenti al fine di creare una coscienza naturalistica nella popolazione residente e turistica. 6. Sensibilizzare le comunità locali circa le principali problematiche ambientali dell’area, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale 7. Contenimento della presenza di specie aliene e/o esotiche 8. Garantire l’accessibilità e la fruibilità del sito, nel rispetto della capacità di assorbimento dei diversi tipi di habitat ed ecosistemi

4.3 Azioni di Piano Come indicato nelle “Linee guida per la redazione dei Piani di gestione dei SIC e ZPS” della Regione Sardegna (aggiornamento Febbraio 2012), le azioni di piano possono essere raggruppate in diverse

tipologie:

 Interventi attivi (IA)  Regolamentazioni (RE)  Incentivazioni (IN)  Programmi di monitoraggio e/o ricerca (MR)  Programmi didattici (PD)

A livello di Piano, attualmente, è in corso la definizione dei fattori di pressione ed individuazione degli impatti. In seguito verranno perciò definite le azioni da intraprendere al fine di indurre effetti positivi su habitat, specie floristiche e faunistiche importanti per la conservazione.

Il Piano di Gestione: prime indicazioni prime Gestione: di Piano Il Capitolo: Capitolo: 3

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5 Analisi Preliminare di sostenibilità ambientale

5.1 Quadro programmatico

5.1.1 Obiettivi di protezione ambientale definiti a livello comunitario e internazionale (criteri di sostenibilità) Di seguito si riportano i dieci criteri di sostenibilità ambientale, fissati a livello europeo e già espressi nella Conferenza di Rio de Janeiro nel 1992, che costituiscono la base degli obiettivi ambientali di qualsiasi piano e/o programma che va sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica:

CR_1 Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili CR_2 Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione CR_3 Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/ inquinanti CR_4 Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi CR_5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche CR_6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali CR_7 Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale CR_8 Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo) CR_9 Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale CR_10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile

5.1.2 Pianificazione di livello regionale, provinciale o locale Di seguito vengono analizzati i contenuti e gli obiettivi dei piani e strumenti normativi di livello regionale,

che hanno attinenza con la redazione del Piano di Gestione del sito.

Al momento i Piani vengono semplicemente elencati, dandone un’analisi preliminare, rimandando al Rapporto Ambientale per un’analisi più approfondita ed esaustiva:

PIANI P_1 Programma di Sviluppo Rurale 2007‐2013 ‐ PSR P_2 Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) P_3 Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) P_4 Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) P_5 Inventario Fenomeni Franosi in Italia (IFFI) P_6 Piano Forestale Ambientale Regionale (PFAR) P_7 Piano Regionale Gestione dei Rifiuti Urbani (PRGRU) P_8 Piano Regionale Gestione dei Rifiuti Speciali (PRGRS) P_9 Piano di tutela delle acque (PTA) P_10 Piano di gestione del distretto idrografico (PGDI) ambientale sostenibilità di Preliminare Analisi P_11 Piano di prevenzione, conservazione e risanamento della qualità dell’aria ambiente della Sardegna

P_12 Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) Capitolo: Capitolo: P_13 Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) P_14 Piano di Bonifica dei siti inquinati 3

8

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PIANI P_15 Piano Regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2011‐2013 P_16 Piano Regionale dei trasporti (PRT) P_17 Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile – PRSTS P_18 Piano di Azione Ambientale Regionale P_19 Piano Urbanistico Provinciale P_20 Piano viabilità e trasporti provinciale P_21 Piano gestione rifiuti provinciale P_22 Piano faunistico e venatorio provinciale P_23 Piano Provinciale di Protezione Civile (PPPC) P_24 Piano Urbanistico Comunale di Sant’Antioco

5.2 Analisi della coerenza degli obiettivi

5.2.1 Coerenza esterna In questo capitolo si andrà ad analizzare la coerenza tra gli obiettivi del Piano di Gestione, con gli obiettivi della pianificazione sovra ordinata, come identificata nei paragrafi 5.1.1 e 5.1.2. I giudizi riportati fanno riferimento alla seguente legenda:

l'obiettivo risulta coerente con l'obiettivo della programmazione sovraordinata (COERENZA) l'obiettivo risulta indifferente con l'obiettivo della programmazione sovraordinata, in quanto non persegue finalità ad esso correlate (INDIFFERENZA) l'obiettivo risulta non coerente con l'obiettivo della programmazione sovraordinata (INCOERENZA)

5.2.1.1 Coerenza tra obiettivi di Piano e Criteri di sostenibilità ambientale

Di seguito si riporta la matrice di coerenza in cui si evidenziano sinotticamente le relazioni esistenti fra i criteri di sostenibilità e gli obiettivi del PUA.

OB_1 OB_2 OB_3 OB_4 OB_5 OB_6 OB_7 OB_8 CR_1 CR_2 CR_3 CR_4 CR_5 CR_6 CR_7 CR_8 CR_9 CR_10

ambientale sostenibilità di Preliminare Analisi

5.2.1.2 Coerenza tra obiettivi di Piano e pianificazione territoriale sovraordinata

Di seguito si riporta la matrice di coerenza in cui si evidenziano sinotticamente le relazioni esistenti fra gli Capitolo: obiettivi dei piani sovraordinati e gli obiettivi del PUA. La tabella, al momento, ha carattere preliminare. 3

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OB_1 OB_2 OB_3 OB_4 OB_5 OB_6 OB_7 OB_8 P_1 P_2 P_3 P_4 P_5 P_6 P_7 P_8 P_9 P_10 P_11 P_12 P_13 P_14 P_15 P_16 P_17 P_18 P_19 P_20 P_21 P_22 P_23 P_24

5.2.2 Coerenza interna

L’analisi di coerenza interna tende a valutare le azioni intraprese per il raggiungimento degli obiettivi perseguiti dal Piano di Gestione.

Come ricordato ai capitoli precedenti, la definizione ed individuazione delle azioni è, al momento, in corso di definizione.

Si rimanda perciò l’analisi di coerenza interna, alla stesura del successivo Rapporto Ambientale.

Obiettivo Azione Conservare e tutelare la biodiversità mediante la OB 1 salvaguardia degli habitat - In corso di definizione naturali, della flora e della fauna Mantenere, conservare o

ripristinare lo stato di tutela ambientale sostenibilità di Preliminare Analisi degli habitat naturali, della OB 2 flora e della fauna di interesse - In corso di definizione

comunitario, in accordo con le Capitolo: esigenze economiche, sociali e culturali delle popolazioni 4

0

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Obiettivo Azione locali e regionali Prevedere misure di conservazione atte a soddisfare le esigenze OB 3 ecologiche degli habitat di cui - In corso di definizione all’Allegato I e delle specie di cui all’allegato II della Direttiva Habitat presenti Garantire la necessaria tutela OB 4 delle specie di cui all’allegato - In corso di definizione IV alla Direttiva Tutela e salvaguardia degli habitat e delle specie di interesse, favorendo nel contempo un’idonea fruizione turistica del sito, incentivando OB 5 la conoscenza di habitat e - In corso di definizione

specie presenti al fine di creare una coscienza naturalistica nella popolazione residente e turistica.

Sensibilizzare le comunità locali circa le principali problematiche ambientali OB 6 - In corso di definizione dell’area, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale Contenimento della presenza OB 7 - In corso di definizione

di specie aliene e/o esotiche

Garantire l’accessibilità e la

fruibilità del sito, nel rispetto ntale OB 8 della capacità di assorbimento - In corso di definizione dei diversi tipi di habitat ed ecosistemi

5.3 Lo scenario 0 L’analisi delle diverse componenti ambientali (cap. 0), unitamente alla sua valutazione sintetica effettuata mediante l’individuazione di indicatori strutturati secondo il modello DPSIR, ed infine l’analisi del Quadro di Riferimento Programmatico (cap. 5.1) permettono di avere un quadro sufficientemente esaustivo dei fattori di criticità/vulnerabilità presenti sul territorio e degli elementi di pregio da tutelare; in base alle conoscenze acquisite in fase di analisi è inoltre possibile individuare la probabile evoluzione del territorio in

relazione alle dinamiche in atto, in assenza di progetto di Piano (ovvero descrivere lo Scenario Zero di ambie sostenibilità di Preliminare Analisi riferimento). Ciò fornisce ai progettisti e ai tecnici incaricati della VAS una base di partenza su cui costruire e valutare le trasformazioni territoriali. L’ipotesi “Zero”, il “non fare”, assume infatti il ruolo di “grandezza di confronto”. Capitolo: 4

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Seppur di non facile approccio di seguito si riportano le ipotesi di evoluzione degli scenari ambientali in assenza di piano. Le deduzioni riportate, come accennato precedentemente, si rifanno allo stato attuale dell’ambiente e dei trend in evoluzione come definiti al cap. 0 e al cap. 3.10. Lo scenario di riferimento rappresenta dunque lo stato di fatto delle variabili ambientali interessate.

Nello specifico in assenza dell’attuazione del Piano di Gestione verrebbero meno alcune importanti variazioni che disciplinano la politica e programmazione ambientale territoriale.

Il Piano inoltre è strumento fondamentale per le attività di monitoraggio periodico di alcuni elementi, che, in assenza di Piano, non verrebbero monitorati al di fuori di aree che non ricadono sotto la supervisione di altri enti gestori.

5.4 Analisi degli scenari In base alla normativa vigente, nel Rapporto Ambientale di VAS, devono essere riportate la sintesi delle scelte alternative alle ipotesi di Piano. Si devono perciò valutare in modo qualitativo e quantitativo le alternative possibili alle azioni di Piano. Tale analisi si configura in quanto stabilito all’art. 9 comma 2 del D.Lgs. 152/2006 e art. 13 comma 4 del D.Lgs. 4/2008 “nel rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o programma proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obbiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma stesso”.

L’analisi dovrà quindi fornire gli elementi per poter confrontare due scenari (quello definito dal Piano di Gestione e lo Scenario Zero ovvero l’evoluzione territoriale in assenza dell’attuazione delle azioni di piano) nell’ottica degli obiettivi della direttiva 2001/42/CE considerando il modo e l’efficacia in cui i due differenti scenari contribuiscono a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, della protezione della salute umana e dell’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali (cfr. art. 1 della Direttiva citata). Sarà opportuno analizzare e valutare i possibili effetti delle due

alternative sulle diverse componenti ambientali al fine di definire in modo quantitativo e qualitativo la soluzione più sostenibile ed efficace al fine del raggiungimento degli obbiettivi di piano, di conservazione della biodiversità e salvaguardia dell’ambiente. Tale analisi sarà condotta con riferimento a criteri di sostenibilità specifici per il territorio di Sant’Antioco (individuati ed analizzati nei paragrafi precedenti cfr. cap. 0) e in relazione a fattori di impatto prevedibili sul territorio.

5.4.1 Valutazione delle alternative A livello preliminare il confronto tra i diversi scenari (scenario “zero” e scenario di piano) è stato condotto mediante la costruzione di una tabella che riporta una prima analisi, non esaustiva, delle valutazioni fatte per il territorio oggetto di piano.

Di seguito si riporta la costruzione della matrice di correlazione tra ciascun fattore di impatto uno o più indici di sostenibilità ambientale descritti nei paragrafi precedenti (cfr. cap. 3.10). Ciascun indicatore di sostenibilità sarà caratterizzato da un “peso” ovvero un valore compreso tra 1 e 5 che ne evidenzi l’importanza in virtù delle caratteristiche individuate in sede di analisi (cap. 3.10). Il range di valori indica

con 1 il valore più basso e 5 il più alto. In considerazione che l’attribuzione del valore di “peso” è una ambientale sostenibilità di Preliminare Analisi valutazione del tutto soggettiva data dai redattori del Rapporto Ambientale, al fine di evitare errori di

attribuzione si è scelto di procedere nel seguente modo (metodo Delphi). Capitolo: Capitolo: 4

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E’ stato creato un gruppo di lavoro che definisse i criteri di sostenibilità ambientale (gruppo di controllo). In seguito si è passati all’attribuzione dei pesi per ogni criterio di sostenibilità da parte del gruppo di esperti ambientali redattori dello studio (gruppo di decisione). L’attribuzione dei pesi è avvenuta in forma del tutto anonima evitando influenze esterne. Il gruppo di controllo, ricevute le risposte, ha elaborato la media aritmetica dei pesi calcolando anche la varianza. I criteri si sostenibilità che mostravano valori di varianza elevati (ovvero attribuzione dei pesi molto variabile) sono stati ridiscussi dal gruppo di esperti ambientali in modo partecipativo attribuendo un “peso” concordato. Il valore definitivo dei pesi dei valori ambientali è stato riportato nelle tabelle di seguito.

Per valutare infine la risposta che ciascun scenario (zero e azioni di piano) offre ad ogni indicatore di sostenibilità considerato si è scelto di procedere seguendo le indicazioni riportate nella tabella di seguito.

+++ +3 Lo scenario individuato determina un effetto decisamente positivo sul fattore ambientale

++ +2 Lo scenario individuato determina un effetto positivo sul fattore ambientale

+ +1 Lo scenario individuato determina un effetto debolmente positivo sul fattore ambientale

0 0 Lo scenario individuato non determina alcun effetto sul fattore ambientale

- -1 Lo scenario individuato determina un effetto debolmente negativo sul fattore ambientale

-- -2 Lo scenario individuato determina un effetto negativo sul fattore ambientale

--- -3 Lo scenario individuato determina un effetto decisamente negativo sul fattore ambientale

Il Valore del Macroindicatore è dato dalla formula:

V = ∑ (peso * relazione ai fattori di impatto)

Ovvero dalla sommatoria del prodotto tra il peso di ciascun criterio di sostenibilità e il valore della valutazione di ogni fattore di impatto.

Le valutazioni sugli scenari di piano, soprattutto riguardo all’evoluzione in assenza di piano (scenario “0”), fanno riferimento principalmente a quanto riportato al cap. 3.10.

Tema Indicatore Peso Scenario “0” Scenario Piano Aria Superamento dei livelli critici di NO 2 3 0 0 (concentrazione) Superamento dei livelli critici di SO 2 3 0 0

(concentrazione) ambientale sostenibilità di Preliminare isi

Superamento dei livelli critici di PM10

3 0 0 Anal (concentrazione) Suolo Erosione del suolo 3 0 0 Sismicità dell’area 2 0 0 Ambiente idrico pH 3 0 0 Capitolo: terrestre e marino Parametri di deossigenazione B.O.D.5, 2 0 0 4

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Tema Indicatore Peso Scenario “0” Scenario Piano C.O.D. Sostanze Azotate N-NH4, N-NO3, N-NO2 e 2 0 0 Fosfati Indici microbiologici 2 0 0 Presenza e concentrazione della microalga 5 0 0 bentonica Ostreopsis ovata Idoneità alla balneazione 5 - + Biodiversità Variazione in superficie di habitat e habitat 5 - ++ di specie Trend di popolazione delle specie faunistiche di interesse per la 4 -- ++ conservazione Trend di popolazione di specie alloctone 4 -- ++ (vegetali e faunistiche) Superficie occupata da aree SIC e ZPS nel 2 -- ++ territorio comunale Sviluppo della Rete ecologica 3 -- ++ Frammentazione degli habitat 4 - + Paesaggio Numero di beni immobili vincolati 3 0 0 Superficie delle aree vincolate 3 -- ++ Rifiuti Discariche abusive 5 0 0 Produzione di rifiuti urbani 5 0 0 Raccolta differenziata rifiuti urbani 5 0 0 Produzione dei rifiuti urbani indifferenziati 2 0 0 Recupero rifiuti speciali (quantità gestite) 2 0 0 Smaltimento rifiuti speciali (quantità 3 0 0 gestite) Popolazione e Tasso nascite/decessi 2 0 0 sistema produttivo Invecchiamento popolazione 3 0 0 Sviluppo sistema insediativo residenziale 3 0 0 diffuso % aree produttive 2 0 0 Presenza di stabilimenti a rischio di 4 0 0 incidente rilevante (R.I.R.) TOTALE -46 51

Analisi Preliminare di sostenibilità ambientale sostenibilità di Preliminare Analisi Capitolo: Capitolo: 4

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6 La consultazione ed il processo partecipativo La Direttiva Europea 2001/42/CE prevede la consultazione con le autorità che, per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere interessate agli effetti ambientali causati dai piani e/o programmi e la consultazione con il pubblico, comprese le Organizzazioni Non Governative che promuovono la tutela ambientale e altre associazioni interessate.

Le modalità con le quali attivare e svolgere la consultazione e l’informazione vengono demandate agli Stati membri.

La direttiva precisa comunque che le autorità e il pubblico devono potersi esprimere prima dell’adozione del piano e/o programma.

Il D.Lgs.n.152/2006 e s.m.i. stabilisce che tale consultazione avvenga in due momenti

 Come specificato all’Art. 13 comma 1 la consultazione avviene “sin dai momenti preliminari dell’attività di elaborazione dei piani e programmi, con l’autorità competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale”. Inoltre, come riporta il comma 2 “la consultazione, salvo diversamente concordato, si conclude entro novanta giorni”.  Un secondo momento (Art. 14) in cui l’Autorità procedente comunica all’Autorità competente la proposta di piano e/o programma, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica e contestualmente pubblica un avviso sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana o sul BUR; la documentazione viene messa a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato mediante deposito presso gli uffici e il sito web dell’Autorità proponente e quella competente e presso gli uffici delle regioni e delle province il cui territorio risulti anche solo parzialmente interessato dal piano e/o programma o dagli impatti della sua attuazione. Dalla data di pubblicazione dell’avviso decorrono sessanta giorni, durante i quali, chiunque può prendere visione della documentazione ed esprimere le proprie osservazioni; al termine dei sessanta giorni

scattano i novanta giorni entro i quali l’Autorità competente deve esprimere il proprio parere

motivato.

6.1 Soggetti interessati

 Regione Sardegna o Assessorato della difesa dell’ambiente . Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente ‐ Servizio della Sostenibilità Ambientale, Valutazione Impatti e Sistemi Informativi Ambientali (SAVI) . Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente ‐ Servizio Tutela della Natura . Direzione Generale della Difesa dell'Ambiente ‐ Servizio Tutela del Suolo e Politiche Forestali o Assessorato degli Enti locali, Finanze e Urbanistica . Direzione Generale della Pianificazione Urbanistica Territoriale e della Vigilanza partecipativo processo il ed Laconsultazione Edilizia Servizio Pianificazione Paesaggistica e Urbanistica

o Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agro‐Pastorale ‐ Direzione Generale dell'Agricoltura Capitolo: Capitolo: e Riforma Agro‐Pastorale . Servizio Pesca e Acquacoltura 4

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. Servizio Miglioramento dell'Ambiente e dello Spazio Rurale o Ente Foreste della Sardegna – Direzione Generale – Cagliari o Agenzia Conservatoria delle Coste o ARPAS Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna . Direzione Generale di Cagliari . Dipartimento di Carbonia Iglesias  Provincia di Carbonia – Iglesias o Settore Ambiente e Suolo o Attività produttive e sviluppo sostenibile  Consorzio di Bonifica Basso Sulcis - Carbonia

I portatori di interesse da coinvolgere durante il processo di partecipazione saranno:

 Abitanti e cittadini di Sant’Antioco  Associazioni ambientaliste o WWF o Legambiente o LIPU o Italia Nostra  Associazioni di categoria o Coldiretti o Confagricoltura o Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) o Lega Cooperative o Confcooperative o Unione Nazionale Cooperative Italiane (UNCI) o Camera di Commercio Industria e Artigianato di Cagliari (CCIAA)

L’Amministrazione di Sant’Antioco, di concerto con il servizio SAVI della Regione Sardegna, ha già calendarizzato degli incontri pubblici, obbligatori, ove rendere partecipe la popolazione delle scelte di Piano. Il Piano verrà dapprima presentato nella forma in itinere, successivamente in stesura finale.

La consultazione ed il processo partecipativo processo il ed Laconsultazione Capitolo: Capitolo: 4

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7 Monitoraggio di piano L’articolo 10 della Direttiva 2001/42/CE stabilisce che “Gli stati membri controllano gli effetti ambientali significativi dell'attuazione dei piani e dei programmi al fine, tra l'altro, di individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le misure correttive che ritengono opportune”. Il controllo degli effetti ambientali significativi connessi con l’attuazione di un piano e programma avviene attraverso la definizione del sistema di monitoraggio. L'attività di monitoraggio rappresenta quindi Io strumento attraverso il quale la pubblica amministrazione può verificare con cadenza periodica la coerenza tra le azioni realizzate in attuazione delle scelte di Piano e gli obiettivi di miglioramento della sostenibilità generale che ci si è posti in fase di redazione.

La progettazione del sistema di monitoraggio dell’attuazione del Piano, costituisce una parte fondamentale del processo di Valutazione Ambientale Strategica. Il monitoraggio della VAS opera una sistematizzazione delle informazioni con la finalità di controllare l’attuazione delle previsioni di Piano, anche dal punto di vista della loro velocità e possibilità di attuazione.

Il monitoraggio consente quindi di:

 verificare l’attuazione delle azioni e degli interventi di Piano;  controllare gli effetti delle azioni di Piano sull’ambiente.

Il monitoraggio trova attuazione nella misurazione periodica di indicatori appositamente selezionati, individuati al paragrafo seguente. Esso dovrà avere riscontro nell’attività di reporting, da effettuarsi periodicamente indicativamente ogni 2 anni, che ha la funzione di conservare la memoria del Piano. L’archivio dei rapporti ha anche la funzione di processo di apprendimento che avviene anche attraverso errori (di previsione, valutazione e scelta politica, etc).

7.1 Il sistema di indicatori per il monitoraggio In considerazione dello sviluppo e redazione del piano, al momento sono stati individuati alcuni indicatori di monitoraggio. L’elenco proposto ha valore indicativo, rimandando alla fase di consultazione eventuali integrazioni o soppressioni o aggiornamenti.

L’individuazione degli indicatori si rifà ai temi ambientali considerati, alle criticità emerse e agli obiettivi di Piano.

Il sistema di indicatori proposto è stato studiato in modo da sopperire il più possibile alla difficoltà di reperimento dei dati analitici ed in particolare facendo riferimento a dati il cui detentore fosse facilmente identificato, onde evitare campagne di rilievo ad hoc.

Monitoraggio di piano di Monitoraggio Capitolo: Capitolo: 4

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1. Qualità dell’aria

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura 3 Aria Livelli di biossido di zolfo [SO2] μg/m Report annuale ARPA Livelli di biossido di azoto [NO2] μg/m3 Report annuale ARPA 3 Concentrazione di [PM10] μg/m Report annuale ARPA Concentrazione di monossido di carbonio [CO] μg/m3 Report annuale ARPA 3 Concentrazione di ozono [O3] μg/m Report annuale ARPA 3 Concentrazione di [PM2,5] μg/m Report annuale ARPA

2. Qualità Acqua (consumo e stato qualitativo)

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Consumo Consumi idrici non domestici litri/ab/gg ATO Sardegna idrico Fognatura e Lunghezza rete fognaria km ATO Sardegna depurazione N° utenze collegate alla rete fognaria/n°unità % ATO Sardegna abitative % popolazione servita da rete fognaria % ATO Sardegna % utenze fognatura non domestiche /tot utenze % ATO Sardegna N° Ab. Eq. trattati dagli impianti di depurazione/pop % ATO Sardegna tot Rete Stato di qualità dei corpi idrici superficiali Parametri idrografica fisico- Report annuale ARPA chimici Stato di qualità dei corpi idrici sotterranei Parametri fisico- Report annuale ARPA chimici Acque di Concentrazioni di alghe bentoniche Parametri balneazione fisico- Report annuale ARPA chimici Idoneità alla balneazione Parametri fisico- Report annuale ARPA chimici

3. Rifiuti

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Produzione Produzione di rifiuti urbani (totale e pro capite) t/anno Report annuale ARPA di rifiuti Kg/ ab/gg Produzione di rifiuti urbani indifferenziati t/anno Report annuale ARPA Kg/ ab/gg Produzione di rifiuti urbani differenziati t/anno Report annuale ARPA Kg/ ab/gg piano di Monitoraggio N° di isole ecologiche presenti N° Comune

Capitolo:

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4. Suolo

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Pericolosità Estensione delle aree di tutela idrogeologica Km2 PAI idraulica Superficie aree a pericolosità idraulica (classificate Km2 PAI come: Hi1 – Hi2- Hi3 – Hi4) Superficie aree a rischio idraulico (classificate come: Km2 PAI Ri1 – Ri2- Ri3 – Ri4) Pericolosità Estensione delle aree di tutela geologica Km2 PAI geo- Superficie aree a pericolosità di frana (classificate Km2 PAI morfologica come: Hg1 – Hg2- Hg3 – Hg4) Superficie aree a rischio frana (classificate come: Rg1 Km2 PAI – Rg2- Rg3 – Rg4) Siti Siti contaminati da attività mineraria N° Report annuale ARPA contaminati Incendi Superficie percorsa da incendi ha C.F.S. - RAS

5. Flora, fauna e biodiversità

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Biodiversità Estensione delle aree Natura 2000 ha Ministero Ambiente Numero di interventi/programmi effettuati in aree Comune; N° Natura 2000 a favore della biodiversità elaborazione Numero di campagne/programmi di Comune – Regione sensibilizzazione pubblica del patrimonio di N° Sardegna biodiversità presente Frammentazione ambientale Uso del suolo; % elaborazione Aree sottoposte a tutela (Parchi, Riserve Naturali, Km2 Regione Sardegna IBA, Oasi) Stima del numero di visitatori (turismo naturalistico) Comune; N° elaborazione

6. Paesaggio e assetto storico culturale

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura

Paesaggio Percentuale delle classi di uso del suolo Uso del suolo; (urbanizzato, agricolo, naturali) rispetto % elaborazione all’estensione totale del territorio comunale Eterogeneità del paesaggio/ frammentazione N° elaborazione /semplificazione del mosaico paesaggistico Visibilità dei detrattori visivo percettivi Km2 elaborazione Visibilità dei beni paesaggistici e storico culturali Km2 elaborazione 2 Beni di Aree soggette a vincoli paesaggistici Km P.T.C.P. piano di Monitoraggio interesse Numero ed estensione degli elementi di disturbo nel storico- contesto di riferimento dei beni paesaggistici N°/Km2 elaborazione

culturale Capitolo:

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7. Assetto insediativo demografico

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Morfologia Rapporto edificato storico (presente al 1954) / N° elaborazione edificato edificato recente Rapporto di compattezza della forma urbana N° elaborazione Rapporto tra edificato su lotti continui (compatto) / N° elaborazione discontinui (diffuso) Morfologia del margine urbano: rapporto tra N° elaborazione perimetro e area dell’urbano continuo (o compatto) Caratteri Rapporto aree residenziali/tot. Aree edificate N° elaborazione funzionali Rapporto aree produttive e commerciali/tot. Aree insediament edificate N° elaborazione o Demografia Popolazione residente per fasce di età N° ISTAT/Comune Rapporto tra popolazione residente e superficie N° ISTAT/Comune territoriale Rapporto tra anziani e popolazione attiva N° ISTAT/Comune Numero di famiglie N° ISTAT/Comune Dimensione media delle famiglie N° ISTAT/Comune Trend della popolazione residente N° ISTAT/Comune Numero di stranieri presenti N° ISTAT/Comune Tasso di istruzione N° ISTAT/Comune Popolazione scolastica (infanzia, primaria, N° ISTAT/Comune secondaria primo grado)

8. sistema economico produttivo

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Attività Occupati nei vari sistemi produttivi (agricoltura, Camera Commercio N° produttive industria, servizi) /ISTAT/Comune N° aziende attive Sassuolo / N° aziende attive della Camera Commercio % Provincia di Modena /ISTAT/Comune N° addetti Sassuolo / N° addetti della Provincia di Camera Commercio % Modena /ISTAT/Comune Densità imprese Camera Commercio

% /ISTAT/Comune Turismo Numero di strutture ricettive suddivise per categorie Provincia N° Modena/Camera Commercio/Comune Numero totale posti letto Provincia N° Modena/Camera Commercio/Comune

Numero arrivi e presenze nelle strutture ricettive Provincia Monitoraggio di piano di Monitoraggio alberghiere ed extralberghiere suddivise per N° Cagliari/Camera nazionalità Commercio/Comune Commercio Numero di strutture commerciali per tipo di esercizio (esercizio di vicinato, medie strutture di N° ISTAT/Comune Capitolo: vendita, grandi strutture di vendita) 5

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Agricoltura Numero di aziende agricole N° ISTAT/Comune Dimensione media aziende agricole ha ISTAT/Comune N° Aziende agricole che praticano agricoltura N° ISTAT/Comune biologica Estensione di aree con produzioni a marchio D.O.C., Regione Emilia Km2 I.G.T., I.G.P. Romagna N° di aziende, consorzi o associazioni di categoria che hanno aderito a bandi di promozione N° MIPAF internazionale dei prodotti agricoli (ad es. OCM Vino)

9. Energia

Tematiche Indicatori Unità di Fonte dei dati ambientali misura Consumo Consumi elettrici nel settore civile kWh/anno energetico Consumi elettrici nel settore industriale kWh/anno Consumi elettrici nel settore agricolo kWh/anno N° impianti fotovoltaici autorizzati/anno suddivisi N° Ente gestore per classi di potenza in kW

Monitoraggio di piano di Monitoraggio Capitolo: Capitolo: 5

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8 Bibliografia essenziale citata, consultata e webgrafia AA.VV. (2000) CEP – Convenzione Europea del Paesaggio. Firenze

Arrigoni P.V., (1968). Fitoclimatologia della Sardegna. Webbia 23: 1-100. Firenze 1968

Battisti C., 2004. Frammentazione ambientale, connettività, reti ecologiche. Un contributo teorico e metodologico con particolare riferimento alla fauna selvatica. Provincia di Roma, Assessorato alle Politiche Agricole, ambientali e Protezione civile, pp.248

Monacci F., Cavalli S., Mini L., Panicucci A. e Sani A. 2012. Verso una biodiversità diffusa: la rete ecologica della Provincia di Pisa. Atti 16a Conferenza Nazionale ASITA, 6 – 9 novembre 2012, Fiera di Vicenza

Nissardi S. & C. Zucca, dati inediti (progetto R.A.S. ‐ Assessorato Difesa Ambiente ‐ S.A.V.I., 2008‐2009. Realizzazione del sistema di monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario della Regione Autonoma della Sardegna).

Petretti F. (2013) Biodiversità e discariche di rifiuti solidi urbani. Silvae - Anno VII n. 15/18.

R.A.S. ‐ Assessorato Difesa Ambiente ‐ S.A.V.I., 2008‐2009. Realizzazione del sistema di monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di interesse comunitario della Regione Autonoma della Sardegna.

R.A.S. ‐ Assessorato Difesa Ambiente ‐ Servizio Tutela Natura, 2011. Avvio del monitoraggio dello stato di conservazione degli habitat di importanza comunitaria nel territorio della Sardegna.

Webgrafia

ARPA SARDEGNA http://www.regione.sardegna.it

COMUNI ITALIANI http://www.comuni-italiani.it

CONVENZIONE DI RAMSAR http://www.ramsar.org

GEOPORTALE REGIONE SARDEGNA http://www.sardegnageoportale.it

ISPRA http://www.isprambiente.gov.it/it

ISTITUTO ITALIANO DI STATISTICA – ISTAT http://www.istat.it

LIPU http://www.lipu.it/

MINISTERO DELL’AMBIENTE http://www.minambiente.it

MISTERO DELLE POLITICHE AGRARIE E FORESTALI http://www.politicheagricole.it

REGIONE SARDEGNA http://www.regione.sardegna.it webgrafia e consultata citata, essenziale Bibliografia

WWF http://www.wwf.it/client/render.aspx Capitolo: Capitolo: 5

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