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INDICE GENERALE

1. PREMESSE ALLA ELABORAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO

2. OBBIETTIVI E STRATEGIE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

3. IL PERCORSO URBANISTICO

4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

5. IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTRO PROVINCIALE

7. GLI ACCORDI DI PROGRAMMA

8. LA MOBILITA’ DEL TERRITORIO

9. PAT IL PIANO AGRICOLO TRIENNALE

10. IL PIANO STRATEGICO DELLA PROVINCIA DI LODI

11. CONOSCENZA DEL TERRITORIO

12. LE INFRASTRUTTURE PUBBLICHE

13. IL SISTEMA DEI PARCHI E DEI CORSI D’ACQUA

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PREMESSE ALLA ELABORAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO.

La legge Regionale 11 marzo 2005 n. 12 con l’art. 6 regola la nuova pianificazione comunale e introduce, con l’art. 7, la nuova tematica del Piano di Governo del territorio quale strumento di definizione dell’assetto dell’intero territorio comunale.

Per rispondere in termini più coerenti alla complessità del governo del territorio per il controllo delle trasformazioni e riqualificazioni urbane la strumentazione proposta per la pianificazione comunale prescrive una separazione degli strumenti operativi, comunque collegati in un quadro strategico unitario:

1. Il Documento di Piano, strumento prevalentemente strategico, per il controllo della complessa politica di governo del territorio, “calibrata” nel rispetto degli obiettivi e delle procedure di scelta per il raggiungimento dei risultati attraverso un sistema di relazioni ed una accurata attenzione alle continue evoluzioni del sistema urbano.

2. Il piano dei Servizi come strumento del controllo ed del corretto rapporto tra la trasformazioni e riqualificazione degli insediamenti ed i pubblici servizi.

3. Il Piano delle Regole come strumento di regolazione degli interventi e di promotore di qualità per la città costruita e di trasformazione.

Il Documento di Piano è lo strumento per le analisi e le proposte di governo del territorio, ne predetermina le funzioni e le direttive come strumento di coerenza e di confronto per la determinazione delle prescrizioni e delle scelte per il Piano delle Regole e degli specifici indirizzi per il Piano dei Servizi nel rispetto delle relative autonomie.

Il Documento di Piano è lo strumento di indagine sulla situazione delle trasformazioni avvenute nel territorio comunale attraverso i vigenti strumenti, per individuare i punti di criticità ed elaborare obiettivi finalizzati, nelle scelte di politica di governo del territorio, a proposte di forte interesse pubblico.

Il Documento di Piano come strumento di partecipazione attraverso una informazione puntuale e dettagliata dei cittadini, di verifica e di monitoraggio continuo del processo di sviluppo, anche attraverso la partecipazione degli stessi. Il Documento di Piano come strumento di proposta di strategie locali, ma anche di strategie a scala superiore nella quale la Provincia si propone come soggetto istituzionale di riferimento per il governo dei sistemi locali.

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1. CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO

Il Documento di Piano ha come scopo l’impostazione di una strategia per lo sviluppo del territorio comunale, pur non contenendo ancora gli effetti diretti sul regime dei suoli, cosi come previsto dall’art, 8 comma 3 della L.R. 12/2005. Esso individua:

1. e analizza le sintesi e le valutazioni sulle indagini svolte nel territorio e ne evidenzia la criticità, le eventuali possibilità e le opportunità da valorizzare nelle scelte di politica sul territorio che l’Amministrazione intende effettuare nel periodo di validità del PGT;

2. la messa in pratica delle strategie che tale politica intende finalizzare alla realizzazione del Governo del Territorio anche attraverso i vari Piani di Settore per la riqualificazione contesto territoriale urbano;

3. gli indirizzi e le prescrizioni per la stesura poi del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole.

Il Documento di Piano è stato quindi articolato attraverso le scelte degli obbiettivi che l’Amministrazione Comunale intende adottare per la sua politica di governo del territorio. Attraverso quindi una dettagliata analisi delle strategie e degli obiettivi di sviluppo e le relative scelte degli ambiti di trasformazione o salvaguardia del territorio, resa possibile dalla verifica delle criticità presenti sul territorio e dalla valutazione delle ipotesi di intervento attraverso l’elaborazione di elementi cartografici, delle relative relazioni di sintesi e dall’assetto normativo per la definizione della validità del Documento di Piano in relazione a prescrizioni, indirizzi e direttive. Nel quadro territoriale e nella valutazione di riferimento della programmazione territoriale il Documento analizza gli atti di programmazione di livello regionale e provinciale attinenti le prescrizioni e le direttive specifiche per la pianificazione locale, soprattutto in relazione al sistema ambientale e paesistico, con le relative salvaguardie di riferimento. A livello locale il Documento analizza le ricerche di settore: del sistema urbano, le caratteristiche socio economiche, i servizi, le aree a rischio, gli elementi del territorio agricolo, il sistema della mobilità, con riferimento alla scala di livello superiore, con l’intento di individuare quali sono le tematiche da inserire nelle scelte di Piano e da coniugare nel Piano dei Servizi e nel Piano delle Regole. Il Documento di piano inoltre deve definire, partendo dall’analisi delle criticità e dei documenti di studio del territorio, gli obiettivi e le scelte di governo del territorio anche nelle prescrizioni di qualità, quantità e priorità di intervento.

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Il Documento di Piano individua le regole e le prescrizioni dei Piani Attuativi per le aree di trasformazione, dei Piani di Settore, del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole per la corretta definizione del futuro assetto urbano. L’Amministrazione Comunale di Castiraga Vidardo intende avvalersi, nella sua politica di governo del territorio, della possibilità dell’uso e della definizione dei criteri di compensazione, perequazione e incentivazione, art. 8 Legge Regionale 12/2005, il Documento di Piano prevede il puntuale sviluppo di tale tematica. Tale scelta può essere così sintetizzata:

1. La perequazione come elemento principale per la condivisione e gestione delle scelte di trasformazione urbana e per la realizzazione dei servizi ipotizzati. 2. Ricerca degli incentivi per il raggiungimento degli obiettivi di riqualificazione ambientale e di uso effettivi degli spazi pubblici e delle attrezzature da realizzare nella condivisione delle scelte e dei costi. 3. Competizione nella progettazione degli interventi e dell’arredo urbano attraverso un meccanismo di premialità, quale elemento di scelta per accrescere la qualità degli interventi stessi.

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2. OBIETTIVI E STRATEGIE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Le strategie che l’Amministrazione intende adottare e trasferire nel Piano di Governo del Territorio risultano essere la risposta alle esigenze emerse sul territorio, attraverso interventi specifici scelti tra le soluzioni possibili, che possano ridare, alla parte urbanizzata del territorio comunale, una più equilibrata armonia con il contesto ambientale generale. Costruire un sistema di aree a verde e giardini, integrandoli con la valorizzazione ecologica delle aree agricole ed il patrimonio del reticolo idrico minore, con il naturale coinvolgimento del fiume Lambro ed il futuro parco. Armonizzare e valorizzare la compresenza del sistema ciclopedonale e del verde definendone le varie competenze pubbliche e private. Occorre quindi mettere a sistema il complesso equilibrio tra aree pubbliche e private privilegiando alla quantità delle opzioni la qualità degli interventi, che saranno resi possibili nella individuazione delle aree strategiche e della loro interconnessione con l’urbanizzato esistente. Il Piano dei Servizi sarà l’occasione per interagire e collegare le funzioni pubbliche con il verde e le destinazioni residenziali. Il primo obiettivo di carattere generale risulta essere l’adeguamento degli strumenti urbanistici, con la valorizzazione della pianificazione di livello superiore quali:

a. Il Piano Territoriale Regionale, il Documento Strategico. b. Il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale. c. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. d. Gli accordi di programma tra la Regione e la Provincia di Lodi. e. Il Piano Agricolo Triennale Provinciale (PAT). f. Il Piano di Indirizzo Forestale Provinciale (PIF). g. Il Piano Strategico della Provincia di Lodi.

Una politica quindi inserita nelle scelte di carattere sovracomunale con la possibilità di aggiornamento delle previsioni e delle proposte del sistema della mobilità, che investono questa parte del territorio lombardo. Un confronto e una condivisione con gli strumenti sovralocali quale il PTCP della Provincia di Lodi, in fase di adeguamento alla legge regionale 12/2005, con il proposito di proporre e confrontare scelte e strategie dei problemi locali con implicazioni sovracomunali. La possibilità, attraverso le novità e le opportunità introdotte dalla Legge 12/2005, di governare, attraverso il PGT, le forze economiche che interagiscono sui valori del territorio comunale per risolvere il problema della mobilità locale, che ormai ha assunto criticità sovralocali, la S.P. 17 e le sue

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improrogabili difficoltà, indicando scelte che qualifichino il funzionamento sia a scala locale, che sovracomunale. Il problema quindi diventa la risoluzione o meglio la riorganizzazione della viabilità, con una razionalizzazione nei termini brevi della SP. 17, che riqualifichi il traffico di attraversamento del contesto urbano in previsione della realizzazione della TEM, ed in futuro di proporre una tangenziale esterna, che eviti il traffico di attraversamento del paese e si connetta al sistema di mobilità più generale urbana e sovracomunale. A tale scelta si integra anche la necessità di riqualificazione degli insediamenti urbani con nuovi ed efficaci riferimenti di arredo in grado di riprodurre “l’effetto urbano” attraverso la realizzazione di attrezzature pubbliche e la presenza di più funzioni complementari. Questi obiettivi devono essere ricercati non solo nella quantità, ma soprattutto nella qualità, in modo da essere elementi di paragone anche per i singoli interventi privati, per la riqualificazione dell’esistente attraverso anche la riorganizzazione del sistema verde, inteso anche come valore paesaggistico, dei percorsi ciclo-pedonali, delle stesse attrezzature pubbliche e delle aree che le delimitano. La definizione inoltre anche come riferimento culturale del patrimonio agricolo inteso nella più ampia definizione di “parco agricolo”, inteso come elemento qualificante del territorio comunale e parte integrante dell’abitato, come componente della qualità della vita.

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3. IL PERCORSO URBANISTICO DEL COMUNE DI CASTIRAGA VIDARDO VERSO IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Il Piano di Governo del Territorio interviene dopo una serie di passaggi di strumenti di pianificazione iniziati con il Programma di Fabbricazione approvato dalla Regione Lombardia con D.G.R. n° 11/7326 del 12/04/1983. Segue il primo Piano Regolatore Generale adottato dal Comune di Castiraga con Del. C.C. n°333 del 18/04/1984 e approvato dopo sette anni dalla Regione Lombardia con D.G.R. n°5976 del 19/02/1991. A distanza di tempo il secondo Piano Regolatore Generale viene adottato dal comune con del c.c. n° 40 del 24/07/1997 e approvato dalla costituita nuova Provincia di Lodi con D.G.P. n° 443 del 17/12/1998. A seguire vengono approvate dal Comune alcune Varianti con interventi di Piano Integrato nell’ area EX PHILIPS approvato con C.C. n°9 del 18/03/2004 e Piano Integrato NIFE / PERSEA approvato con C.C. n° 49 del 30/12/2004. Sono poi state approvate integrazioni e piani esecutivi con il piano di PL4 approvato con C.C. n° 38 del 28/09/2006 la variante al Piano Integrato Nife/Persea approvato con C.C. n° 40 del 28/09/2006 con Variante al P.R.G. approvata con C.C. n°37 del 28/09/2006. Alla rigidità delle previsioni azzonative del PRG si contrappone la possibilità attraverso il PGT di “governare” il territorio con uno strumento di programmazione degli interventi, il Piano dei Servizi, e di pianificazione, il Piano delle Regole, che favorisce la qualità degli stessi. Alla possibile rendita certa di posizione delle aree generata dall’azzonamento del PRG si contrappone la competitivà tra gli interventi, anche se il Documento di Piano ne individua le aree, ma non ne cambia il regime giuridico. Si propone inoltre attraverso il PGT anche una connessione tra la programmazione degli interventi e la loro sostenibilità anche in funzione non solo di parametri urbanistici, ma anche del risparmio energetico e della qualità del “costruire”. Si sostituisce, alla occasionalità degli interventi, la ricerca di opportune scelte di tempo ed inoltre si verifica in tempi brevi lo stato di fattibilità delle scelte con la conseguente possibilità di intervenire e correggere eventuali previsioni dimostratesi inattuabili. Il PGT si pone quindi come obbiettivo la programmazione e la qualificazione degli interventi, con il contenimento del consumo del suolo attraverso l’individuazione puntuale delle reali esigenze del territorio nei cinque anni di validità, l’uso degli incentivi per la difesa ambientale ed energetica, la definizione del territorio agricolo come “parco agricolo” fondamentale per la qualità della vita. La VAS è intesa come attenta verifica in itinere nel governo degli interventi con i conseguenti programmati monitoraggi.

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Il Piano dei Servizi diventa necessariamente l’elemento di unione tra le previsioni pubbliche e gli interventi privati, determinandone le priorità e le relative risorse. La possibile competizione degli interventi privati è garantita con l’individuazione delle aree “strategiche e a sistema”, attraverso una concertazione con l’Amministrazione Comunale che favorisce la qualità delle scelte nel rispetto degli obbiettivi del PGT. Questa possibile competizione ha come riferimento preciso e non occasionale nelle norme tecniche del Piano delle Regole, negli appositi incentivi che favoriscono l’opportunità e la priorità nel rispetto degli obiettivi del PGT.

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4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

Il Piano Territoriale regionale individua, nel documento strategico, come nuova polarità emergente il triangolo Lodi-Crema-Cremona, insieme a Mantova, già polo di forte attrattività culturale e definisce queste aree caratterizzate da un’ampia presenza di colture agricole e parte dei metadistretti legati alle biotecnologie alimentari, la cosiddetta pianura irrigua. Gli ulteriori sviluppi hanno determinato inoltre un nuovo riferimento per la ricerca e lo sviluppo del processo di produzione in campo agroalimentare, grazie anche all’installazione a Lodi del Polo tecnologico universitario e della ricerca. L’ambiente naturale ed ambientale ricco di risorse culturali (festival della letteratura, cittadella della musica a Mantova ne sono esempi) e gastronomiche di qualità eccellente consente a questo triangolo di pianura di caratterizzarsi come una polarità di eccellenza per la qualità del vivere. Il Porto di Cremona, in corso di progettazione definitiva, può attribuire, nel medio termine, all’area il ruolo di centro logistico del Nord Italia per trasporto fluviale. Lo sviluppo di questa nuova polarità va necessariamente monitorato sullo stato di incremento delle pressioni, nonché da una attenta e preventiva valutazione delle funzioni da insediare con la finalità di massimizzare il livello di qualità della vita. La ulteriore identificazione della città di Milano come porta di accesso della Lombardia e la volontà di mantenere e potenziare il polo di eccellenza che la città rappresenta anche a livello internazionale determina a cascata sul territorio lodigiano forti interessi e conseguenti criticità. Per mantenere ancora gli effetti positivi dell’ambiente urbano sul territorio circostante al polo deve essere garantita una buona accessibilità. Particolare importanza riveste per il livello di accessibilità attuale e per il potenziamento in funzione degli interventi prioritari previsti all’interno dello scenario strategico di

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Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio riferimento con il recupero del Servizio Ferroviario Regionale (SFR), dopo la definitiva realizzazione della TAV, che ne libera la possibile vocazione di servizio efficiente e alternativo metropolitano e locale.

Il Documento Strategico individua inoltre tra gli elementi più qualificati per il conseguimento della sostenibilità ambientale il sistema dei corridoi ecologici come elemento di nuova lettura e rapporto tra le aree edificate e le aree libere, alla ricerca di una nuova integrazione dei diversi sistemi ambientali.

La pianura irrigua è identificata come la parte di pianura a sud dell'area metropolitana, tra la Lomellina e il Mantovano a sud della linea delle risorgive. E’ compresa nel sistema più ampio interregionale del nord Italia che si caratterizza per la morfologia piatta, per la presenza di suoli molto fertili e per l'abbondanza di acque sia superficiali sia di falda. La posizione geografica di questi nostri territori ha influenzato fortemente la storia, e la vicinanza a realtà provinciali simili sia dal punto di vista morfologico che socio- economico, con stretti rapporti funzionali e di relazione, dei quali risentono l'influenza e sui quali, a loro volta, esercitano la loro forza di gravitazione. Un elemento fortemente caratterizzante l'area provinciale è l'asta del Po che, costituendo di massima il confine meridionale della pianura irrigua lombarda e quindi della regione, ha influenzato la storia della pianura irrigua e accomuna i territori di regioni differenti che si affacciano sulle sue sponde. Il Po non può fungere da confine delle problematiche e delle politiche territoriali tra le due sponde del fiume, ma deve essere un fattore di coordinamento, e di sviluppo poiché numerosi problemi, ma anche numerose opportunità, sono comuni. Il sistema agroalimentare lombardo rappresenta uno dei punti di forza dell’economia lombarda e del sistema nazionale: l’agricoltura lombarda presenta indici molto elevati di produttività economica per unità di superficie e per addetto e, nel complesso, il contributo al valore aggiunto nazionale per l’agroalimentare fornito dalla regione è il maggiore del Paese. La maggior parte della produzione agricola lombarda proviene dalla agricoltura e sull'allevamento intensivo di grande valore, che presenta una produttività elevata, tra le maggiori in Europa. Escludendone la parte periurbana, in cui l’attività agricola ha un ruolo marginale in termini socio-economici e risulta compressa dallo sviluppo urbanistico, infrastrutturale e produttivo per quanto riguarda la disponibilità delle risorse fondiarie, il territorio in questione presenta una bassa densità abitativa, con prevalente destinazione agricola della superficie (SAT 82%). In questa parte del territorio coesistono inoltre città che sono caratterizzate anche dalla presenza di università rinomate: a partire da Pavia, dove ha sede la prima università della Lombardia (sec. XV) e negli ultimi anni sono state aperte sedi periferiche di Università della città di Milano finalizzate a decentrare alcune funzioni Relazione Generale del Documento di Piano 9

Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio dal capoluogo regionale, creando un legame tra Università e territorio: il Politecnico a Mantova e a Cremona, l'Università degli studi di Milano a Lodi con la facoltà di Medicina veterinaria, promuovendo quindi un legame molto stretto con l'attività zootecnica praticata sul territorio. Tali sedi universitarie estendono, tra l'altro, il loro bacino d'influenza sulle province limitrofe appartenenti ad altre Regioni.

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5. IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Il Piano Paesaggistico della Lombardia disciplina puntualmente la costruzione della Rete Verde Regionale (art. 24) e la finalità generale di ricomposizione e salvaguardia paesistica della Rete Verde Regionale si attua tenendo conto delle problematiche e priorità di: • tutela degli ambienti naturali • salvaguardia della biodiversità regionale e della continuità della rete ecologica • salvaguardia e valorizzazione dell’idrografia naturale • tutela e valorizzazione del sistema idrografico artificiale • ricomposizione e salvaguardia dei paesaggi culturali rurali e dei boschi • contenimento dei processi conurbativi e di dispersione urbana • ricomposizione paesistica dei contesti periurbani • riqualificazione paesistica di ambiti compromessi e degradati

L’articolazione della Rete Verde Regionale è sviluppata all’interno dei PTCP e nel piano Parchi. I comuni partecipano all’attuazione della Rete Verde Regionale con la definizione del sistema del verde comunale nel PGT e, in particolare, tramite l’individuazione dei corridoi ecologici e del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato (legge regionale 12/05 art. 9 comma 1). A tale scopo è prioritario promuovere la conservazione degli spazi liberi dall’edificato e la creazione di una continuità tra gli stessi attraverso il disegno di corridoi verdi che affianchino le eventuali infrastrutture. La definizione dei corridoi deve trovare attuazione attraverso la partecipazione dei soggetti coinvolti (Comuni e Provincia) anche mediante forme di accordo e promozione bottom up, all’interno della Rete Verde Regionale mediante: • definizione nel PGT delle dotazioni a verde, dei corridoi ecologici e del sistema del verde (art. 9 legge regionale 12/05) • determinazioni dei PTCP • Piani Territoriali Regionali d’Area • Piani del Parchi

Il Piano Paesaggistico della Lombardia definisce anche la profondità dei corridoi , che deve essere definita in funzione del suo contesto ambientale, garantendo il coinvolgimento e la condivisione degli attori interessati, con una coerente e positiva funzionalità che al corridoio verde deve essere attribuita:

• tutela dall’inquinamento acustico: 250 mt (fascia di pertinenza acustica per autostrade e strade extraurbane, infrastrutture ferroviarie con velocità di progetto non superiore a 200km/h) • connessione ecologica: minimo 250 mt Relazione Generale del Documento di Piano 11

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• rispetto del tracciato infrastrutturale: corridoi di salvaguardia vigenti per le infrastrutture e 60 m (Codice della Strada)

I “Nuovi Sistemi Verdi” come specifici interventi previsti per accrescere la dotazione infrastrutturale della Regione come: • riqualificazione ambientale attraverso la realizzazione di complessi agro- forestali nelle fasce periurbane dei centri metropolitani con funzione di miglioramento degli indici di qualità della vita e dell’ambiente anche con la riconversione e il riorientamento delle attività agricole esistenti verso coltivazioni ecocompatibili consentendo una diversificazione di reddito • riqualificazione ambientale attraverso la realizzazione di complessi forestali perifluviali e vallivi con funzione di corridoi ecologici e di ausilio ad una corretta gestione territoriale del sistema idraulico di fiumi, canali, fossi e scoli dell’alta e bassa pianura

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6. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE

Il Consiglio Provinciale ha approvato il piano territoriale di coordinamento provinciale il 18 luglio 2005 nelle more della legge regionale 1/2000 ed è in corso l’adeguamento alla nuova legge regionale 12/2005. Solo dopo la fase di adozione ed in sede di discussione delle osservazioni pervenute sono state introdotte modifiche sostanziali agli elaborati ed integrazioni alla normativa, con le quali, anche su esplicita della Regione Lombardia, si sono introdotti alcuni principi importanti della legge regionale 12/2005, con particolare riguardo al territorio agricolo, quasi dimenticato. E’ necessario evidenziare che il PTCP adottato non evidenzia ricerche o autonome scelte sul tema agricolo, mentre gli indirizzi assegnati al Piano Provinciale dalla legge 12/2005 sono determinanti per un territorio a vocazione agricola come il Lodigiano. Risulta inoltre carente per una volontà politica di scelte per una approfondita analisi delle infrastrutture della mobilità:

• Il piano della viabilità provinciale. • Il recupero del Servizio Ferroviario Regionale (SFR), • Il piano della mobilità pubblica.

Il nuovo piano agricolo Triennale vigente (PAT 2007/2009) viene formalmente rispettato nei contenuti, ma disatteso per gli indirizzi tecnici e per gli obiettivi progettuali, anche a livello di documento generale di inquadramento del PTCP. Anche il vigente Piano di Indirizzo Forestale viene marginalmente affrontato, si spera che nella fase di aggiornamento questi piani di settore possano diventare supporti validi del PTCP. Occorre, nell’adeguamento in corso, ritrovare la coerenza dei livelli di programmazione territoriale, propri del PTCP, con le programmazioni settoriali. Il PTCP assume per il territorio del comune di Castiraga Vidardo le previsioni che sono contenute nelle tavole allegate. Il PGT inoltre recepisce gli indirizzi normativi, per quanto compatibili con i presupposti della Legge Regionale 12/2005, del PTCP Provinciale relativamente alle cogenze ed ai presupposti per la difesa del patrimonio agricolo e ambientale.

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PTCP vigente -STRALCIO INDICAZIONI DI PIANO 2.1.B Sistema fisico naturale

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PTCP vigente - STRALCIO INDICAZIONI DI PIANO 2.2.B Sistema rurale

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PTCP vigente - STRALCIO INDICAZIONI DI PIANO 2.3.B Sistema paesistico e storico culturale

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PTCP vigente – STRALCIO DELLE INDICAZIONI DI PIANO 2.4.B Sistema insediativo ed infrastrutturale

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7. GLI ACCORDI DI PROGRAMMA NELLA PROVINCIA DI LODI

Gli accordi di programma e i protocolli di intesa in corso che interessano la provincia di Lodi e coinvolgo, anche se indirettamente, il PGT di Castiraga Vidardo, sono previsti nel Nord Lodigiano e nel Sud Lodigiano e si riferiscono alle infrastrutture per la mobilità. L’Accordo di programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano in corso di definizione riunisce i comuni del Nord Lodigiano degli ambiti di concertazione interessati relativi al PTCP vigente, coinvolge per le sue ripercussioni anche il PGT di Castiraga Vidardo per quanto riguarda il possibile aumento di carico del traffico indotto sulla SP. 17 verso i la barriera autostradale della A1di Melegnano e della Tangenziale Esterna Est di Milano, TEM. Il tavolo di confronto promosso dalla Provincia di Lodi per il potenziamento del sistema della mobilità dell’Est Milanese e del Nord Lodigiano per la condivisione delle scelte per gli interventi e le infrastrutture da realizzare sta esaurendo il suo percorso di discussione. Tra le infrastrutture previste occorre considerare il potenziamento del tratto della SP. 17, Sant’Angelo-Melegnano, che interessa il territorio comunale. Esiste inoltre la proposta di protocollo di intesa per lo schema viabilistico condiviso del sistema delle infrastrutture dei Comuni del Sud Lodigiano degli ambiti di concertazione interessati per le tangenziali di e di e le opere di riqualificazione che interessano il casello di Ospedaletto della A1. In questo quadro conoscitivo risulta evidente che occorre un tavolo di intesa dei Comuni del Centro Lodigiano per la condivisione delle infrastrutture sopraccitate e la individuazione delle criticità che dette scelte andranno ad aumentare per questa parte di territorio nella già precaria situazione della mobilità. Dovrà inoltre il PTCP in fase di adeguamento recepire e ricomporre tutti gli studi di settore che la Provincia di Lodi ha approvato o sta approvando per una organica concertazione della pianificazione in atto, per finalizzare anche gli investimenti verso quelle scelte ritenute qualificanti per una governance del territorio. La politica intrapresa dall’Amministrazione Provinciale della condivisione con il territorio per l’individuazione e la programmazione degli investimenti per le infrastrutture, può essere la scelta vincente affinché il PTCP ed il ruolo politico della Provincia possa essere lo strumento cardine del governo del territorio, anche nella applicazione della concertazione e della perequazione a livello sovracomunale.

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Proposta di variante tangenziale esterna S.S. 9 Casalpusterlengo

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Proposta di variante tangenziale esterna SP. 254 Codogno

Proposta di variante tangenziale esterna SP. 254 Codogno - Maleo

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Proposta di variante SP. 254 Ospedaletto Casalpusterlengo - Raccordo con la Lodigiana Borghetto Ossago

Legenda

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Appare evidente che il vigente PTCP della Provincia di Lodi poco o nulla prevede per le eventuali ricadute che la realizzazione della TEEM avrà o potrà aver su questa parte del territorio, a sostegno di quanto si afferma va ricordato che solo attraverso il recepimento delle richieste della Regione Lombardia, per la compatibilità del PTCP, ( deliberazione della Giunta Regione Lombardia n. VII/19801 seduta del 10 dicembre 2004, che recita: “Tangenziale Est Esterna di Milano - Il tracciato e le opere di compensazione vanno recepiti negli elaborati di Piano come da progetto preliminare proposto da …………………. Si precisa che tale recepimento va attuato rappresentando il tracciato principale e le alternative individuate, …………., con la simbologia corrispondente alla categoria rete viabilistica autostradale ect……..”.). Solo alla fine del 2007, con l’accordo di programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano e il potenziamento del sistema di mobilità dell’est milanese e del nord lodigiano, la Provincia di Lodi si pone il problema della riqualificazione Sp. 17 da a Sant’Angelo Lodigiano, con le varianti del tracciato in località Calvenzano e della cascina Pollarana nel comune di Castiraga Vidardo. A seguito degli accordi intercorsi con la sottoscrizione dell’ “Accordo di Programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano e il potenziamento del sistema di mobilità dell’Est Milanese e del Nord Lodigiano”, sono state verificare le analisi e le scelte preliminari effettuate mediante uno studio di prefattibilità per la riqualificazione della SP 17 da Caselle Lurani a S. Angelo Lodigiano, con le varianti di tracciato in località Calvenzano ed alla cascina “Pollarana”, nel territorio comunale di Castiraga Vidardo. La riqualificazione deve soddisfare le necessità rese particolarmente urgenti dalla dislocazione della strada, dalla tipologia e dai volumi di traffico presente e di traffico futuro indotto dalla TEEM, con l’adeguamento della sezione stradale alla normativa vigente, allontanando per quanto possibile il traffico dai centri abitati, mettere in sicurezza anche la strada all’interno del centro abitato di S. Angelo Lodigiano. La riqualificazione prevede di conseguenza l’inserimento di due varianti all’altezza del bivio per Calvenzano e della Cascina Pollarana con sviluppi rispettivamente di 1,1 km e di 1 km. Pur rientrando nell’ambito della Provincia di Lodi, il territorio gravita sia verso l’area metropolitana milanese che verso Pavia, generando notevoli flussi di traffico commerciale e pendolare che saturano tutti gli assi infrastrutturali disponibili. Le due infrastrutture che caratterizzano maggiormente l’area, e di maggior interesse per i flussi di traffico, risultano essere la citata SP 17 in direzione nord-sud (Melegnano – S. Angelo Lodigiano), che attraversa il centro edificato di Castiraga Vidardo, e la SP 235 in direzione est-ovest (Lodi – Pavia). Anche se indirettamente connesse alla zona interessata dagli interventi occorre ricordare anche le altre infrastrutture strategiche che attraversano il territorio ad una

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Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio distanza di pochi chilometri come l’autostrada A1 Milano-Napoli, la linea ad alta velocità Bologna-Milano, da poco inaugurata, la linea ferroviaria Bologna-Milano, che potrà essere recuperata come mobilità metropolitana. La Tangenziale Est Esterna di Milano, il cui tracciato inizia in corrispondenza dell’intersezione tra la A1 e la SP 17 stessa a soli 7 km, più a nord del territorio comunale può rappresentare un’importante risposta alla domanda di mobilità della zona. E’ ipotizzabile che in futuro questa infrastruttura sarà un polo attrattore di traffico che interesserà la SP 17 rendendo improcrastinabili gli interventi previsti di ammodernamento e di messa in sicurezza della provinciale stessa. Tali interventi infatti costituiscono parte integrante del progetto proposto ed approvato dal CIPE, oltre al tracciato della Tangenziale. L’Accordo di Programma per la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano ed il potenziamento del sistema della mobilità dell’est milanese e nord lodigiano è stato siglato il 5 novembre 2007 dal Ministero delle Infrastrutture e dalla Regione Lombardia, l’Accordo è stato sottoscritto da CAL S.p.A. (il nuovo ente concedente), da ANAS S.p.a., dalle Province di Milano e Lodi e dai rappresentanti dei Comuni interessati Risulta evidente che l’obiettivo dell’Accordo di Programma è la realizzazione della Tangenziale Est Esterna di Milano, prevista nel quadro programmatico nazionale e regionale, ma non meno importanti per il territorio sono gli interventi finalizzati al potenziamento del sistema della mobilità nell’est milanese e nel nord lodigiano individuati e condivisi partendo dalle esigenze emerse nel corso delle riunioni di preparazione dell’Accordo di Programma. La Tangenziale Est Esterna di Milano risponde alla necessità di distribuire il traffico di lunga percorrenza tra le principali direttrici autostradali, separandolo dal traffico diretto verso l’area milanese, proponendosi come alternativa al traffico di attraversamento in direzione nord-sud che oggi insiste completamente sulla viabilità locale, per determinare l’alleggerimento della SP 39 "Cerca" e la SP 13 "Melzo- Monza") dai flussi di traffico non pertinenti. Il progetto della tangenziale est esterna di Milano si pone come asse viario di connessione tra la A4 (all’altezza di Agrate), la SP 103 Cassanese, la SP 14 Rivoltana, la SS 415 Paullese e la A1 (all’altezza di Melegnano). L'infrastruttura prevede 3 corsie ed il tracciato complessivo è suddivisibile in tre tratte: - L’asse viario tra Pozzuolo Martesana e Settala, che costituisce la bretella già progettata da Brebemi Spa - L’asse viario tra Settala e San Giuliano Milanese, di collegamento con la A1; - L’asse viario tra Pozzuolo Martesana e Agrate Brianza, di collegamento con la A4.

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SCHEMA PLANIMETRICO DEL TRACCIATO TEEM E DELLE INFRASTRUTTURE DI MOBILITA’ INTERESSATE.

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Il 23 marzo 2006 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il progetto preliminare approvato dal CIPE. Il 1 agosto 2006 è stata deliberata dalla Giunta Regionale la promozione dell’Accordo di programma per la realizzazione della Tangenziale est esterna di Milano. Il “Comitato per l’accordo di programma”, che ha il compito di definire il contenuto dell’accordo stesso, è costituito da Regione Lombardia, Provincia di Milano, provincia di Lodi, ANAS, Ministero delle Infrastrutture e una rappresentanza dei Comuni coinvolti. La sottoscrizione dell'Accordo di Programma è avvenuta il 5 novembre 2007, dopo l'approvazione del programma infrastrutturale da parte dell'Assemblea dei Sindaci dell'est milanese. La realizzazione della Tangenziale Est Esterna prevede una serie di interventi sul sistema della mobilità del comparto dell’intero comparto articolati sulle diverse modalità di trasporto: rete viaria (opere connesse al progetto della tangenziale, sviluppo e ottimizzazione locale del progetto, interventi integrativi della viabilità locale), rete ciclabile, rete ferroviaria e metropolitana, trasporto pubblico,centri di interscambio modale, che si riportano nelle seguenti tabelle. Le opere approvate dal CIPE insieme al progetto preliminare della TEEM per gli interventi sulle infrastrutture locali interessate dal progetto sono: • Variante di Pessano con Bornago alla SP 13. • Variante alla ex SS 11 all’abitato di Villa Fornaci – Comune di Gessate. • Collegamento variante alla SP 103 Cassanese – Tangenziale di Pozzuolo Martesana. • Collegamento SP 40 Binaschina SP 39 Cerca • Variante alla SP 39 Cerca a Caleppio di Settala • Completamento SP 176 a Cambiago • Rotatoria di accesso alla zona industriale di Melzo sulla SP 13 • Interventi di messa in sicurezza della SP 39 Cerca.

In Provincia di Lodi: • Raccordo SP 17 SP 40 – Comuni di Cerro al Lambro e Melegnano • Potenziamento e messa in sicurezza del tratto della SP 39, compreso tra l’intersezione della SS 9 e l’incrocio con la SP 159, e della SS 9, nel tratto che va dall’intersezione con la SP 39 sino all’abitato di • Variante di alla SP 16 • Variante alla SP 201 all’abitato di Marzano con pista ciclabile – Comune di • Riqualifica SP 181, con pista ciclabile, da a Merlino con diramazione alla frazione Lavagna • Rettifica alla SP 16 località Muzzano – Comune di Zelo Buon Persico • Rettifica alla SP 158 località Cassino d’Alberi Comune di

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• variante alla SP 159 all’abitato di Dresano e sistemazione stradale/ambientale dell'attraversamento della frazione di Balbiano in comune di Colturano • Variante di Sordio alla SS 9 • Tangenziale di sulla SS 9 • Riqualifica della SP 159 – Comune di • Riqualifica della SP 219 – Comuni di Casalmaiocco e Vizzolo Predabissi • Variante alla SP 138 presso l’abitato della Madonnina di Dresano • variante alla SP 16 nel comune di • tangenziale di Mulazzano tra la SP 138 e la SP 158 • rotatoria tra la SP 138 e Via Verdi in comune di Vizzolo Predabissi • Riqualifica SP 17 da C.na Vistarina a Calvenzano • Variante alla SP 17 nel comune di Castiraga Vidardo • Variante alla SP 17 nel comune di Castiraga Vidardo Al sistema della mobilità vanno segnalati anche gli ulteriori interventi che riguardano la rete ciclabile ad integrazione della esistente con: • La pista ciclabile di Caponago - Via delle Industrie • La pista ciclabile Truccazzano – Liscate • La pista ciclabile Melzo – Gorgonzola In Provincia di Lodi: • La pista ciclabile Caselle Lurani - Castiraga Vidardo (SP 17) • La pista ciclabile Merlino - ex SS 415 Sempre per il sistema della mobilità sono previsti gli ulteriori interventi che riguardano la rete ferroviaria e metropolitana e del trasporto pubblico ad integrazione della esistente con: • prolungamento della linea metropolitana 3 da San Donato Milanese a Paullo/Zelo Buon Persico. • prolungamento della linea metropolitana 2 da Cologno Nord a Vimercate • riqualifica delle stazioni della linea metropolitana 2 da Gobba a Gessate • nuova stazione ferroviaria suburbana di San Giuliano Milanese – via Tolstoj • nuova stazione ferroviaria suburbana di Lodi Università – Polo tecnologico • entrata in esercizio delle linee S: S1 e S1/ verso Lodi (linea Saronno Milano Passante Melegnano Lodi); S5 verso Pioltello (linea Varese Milano Passante Pioltello); S6 verso Treviglio (linea Novara Milano Passante Treviglio) • progettazione del nuovo programma di esercizio del servizio ferroviario regionale (coordinato con l’attivazione della linea S1) in direzione Piacenza e Mantova, attraverso la condivisione e il coordinamento tra la Regione Lombardia e le Province interessate dalla riorganizzazione • razionalizzazione e potenziamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma anche finalizzato alla completa integrazione con il servizio ferroviario suburbano. Relazione Generale del Documento di Piano 26

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SCHEMA GENERALE DELLE INFRASTRUTTURE DELLA MOBILITA’

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8. LA MOBILITA’ DEL TERRITORIO

La riqualificazione della SP 17 da Caselle Lurani a San Angelo Lodigiano, con le varianti previste in località Calvenzano e cascina Pollarana fanno parte degli interventi ad integrazione della rete viaria, che potranno dare adeguata connessione tra la nuova infrastruttura (TEEM) e la viabilità locale anche per ridurre il traffico di attraversamento dai centri abitati e risolvere alcune situazioni oggi già critiche, pur evidenziando l’impossibilità di risolvere in questa fase la criticità della S.P. 17 nel tratto che interessa l’attraversamento del centro abitato di Castiraga Vidardo. La scelta emersa dagli incontri per l’Accordo di Programma tra la Provincia di lodi ed i comuni lodigiani interessati non ha voluto condividere l’ipotesi di una tangenziale esterna che, pur interessando aree agricole del comune di conio all’ipotesi, avrebbe definitivamente risolto il problema recuperando anche manufatti e raccordi della tangenziale di Sant’Angelo Lodigiano oggi non idoneamente sfruttati, con il raccordo sulla rotonda tra la ex SS 235 e la S.P. 123, in comune di Sant’Angelo Lodigiano. Il 16 gennaio 2008 con d.g.r. 6447 sono stati approvati gli aggiornamenti e le integrazioni del quadro di riferimento paesistico e degli indirizzi di tutela del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) vigente dal 2001, nonché la proposta di Piano Territoriale Regionale (PTR) che assume il suddetto piano, nella specifica sezione Piano Paesaggistico, proponendone una revisione normativa, in linea con la "Convenzione Europea del paesaggio" e con il D. Lgs. 42/2004. La proposta di Piano paesaggistico regionale, che la Giunta ha inviato al Consiglio Regionale, comprende la nuova Normativa che si propone a revisione e sostituzione delle Norme di attuazione del P.T.P.R. vigente.

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IPOTESI DI TANGENZIALE PER LA S.P. 17 IN CASTIRAGA VIDARDO

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L’intervento sulla strada provinciale SP17 prevede la riqualifica dall’incrocio con la SP205 in comune di Caselle Lurani fino al primo abitato di Calvenzano, per una lunghezza di circa 1 km; la variante in corrispondenza dell’abitato di Calvenzano, sul territorio di Castiraga Vidardo per una lunghezza pari a circa 1 km, con rotatoria intermedia di innesto; breve riqualifica da dopo l’abitato di Calvenzano, per una lunghezza di circa 300 m; variante in corrispondenza della cascina Pollarana, di lunghezza pari a circa 500, con rotatoria di innesto iniziale; riqualifica attraverso l’abitato del comune di Castiraga Vidardo, fino all’incrocio con la SP123 in comune di S. Angelo Lodigiano, per una lunghezza di circa 1.5 km, con rotatoria intermedia per l’accesso al comune di Marudo. Si tratta di opera locale non direttamente connessa alla nuova autostrada e ubicata fuori dalla zona di inserimento della TEM.

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ACCORDO DI PROGRAMMA TEEM – INTERVENTI PROGRAMMATI SULLA SP. 17 DI INTERESSE COMUNALE PER LA MOBILITA’ LOCALE

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INQUADRAMENTO 1 - VARIANTE CON ROTATORIA IN LOCALITA’ CALVENZANO TRA LA SP. 205 ED SP. 17

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INQUADRAMENTO 2 - VARIANTE CON ROTATORIA SP. 17 IN LOCALITA’ POLLARANA

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INQUADRAMENTO 3 - VARIANTE TRACCIATO SP. 17 IN LOCALITA’ POLLARANA

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INQUADRAMENTO 4 - VARIANTE TRACCIATO SP. 17 NEL CENTRO EDIFICATO DI CASTIRAGA VIDARDO CON ROTONDE IN LOCALITA’ CASCINA ROSA E

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9. PAT IL PIANO AGRICOLO TRIENNALE DELLA PROVINCIA DI LODI, PAT

Il Piano Agricolo Triennale 2007 / 2009 è stato recentemente approvato in Consiglio Provinciale, nelle sue premesse evidenzia che rispetto ai due passati piani triennali ( 2001/2003 e 2004/2007) è stato approfondito e sistematizzato sulla base delle precedenti esperienze e per valorizzare la progettualità della Provincia con l’adeguamento alla riforma dei PAC (contributi CEE agli agricoltori in ragione degli ettari di terreno coltivati). Si legge ancora nelle premesse che il Settore Agricoltura e Ambiente Rurale della Provincia, in collaborazione con l’Istituto di Ingegneria Agraria dell’Università Statale di Milano ed in coordinamento con i Servizi Sistemi Informativi e Urbanistica della Provincia, ha messa a punto un progetto di sistema informativo territoriale dedicato a questa tematica, funzionale alla gestione integrata ed interconnessa delle informazioni di matrice settoriale (prevalentemente originate dal SIARL) e di quelle presenti negli altri strati del SIT provinciale. L’approccio progettuale consente dunque a detta del PAT 2007/2009: “di realizzare uno strumento di lettura incrociata dei dati inerenti l’agricoltura, il territorio e l’ambiente su base catastale informatizzata, costantemente aggiornabile in tempo reale, che costituisce un GIS estremamente evoluto e di eccezionale potenzialità, unico nel suo genere in tutta la Lombardia. A tale proposito, in particolare, è stato recentemente implementato un apposito modello informatico di valutazione del sistema agroforestale, basato su analisi multicriteri dei molteplici parametri gestiti dal sistema informativo che, a seguito del completamento della sperimentazione in atto, sarà assunto dalla Provincia come metodologia di valutazione delle scelte urbanistiche dei Comuni afferenti gli ambiti e le aree agricole in applicazione delle vigenti previsioni del PTCP.” Occorre che nella procedura di adeguamento alla Legge Regionale 12/2005 del PTCP, non venga commesso l’errore del vigente PTCP della Provincia di Lodi, delibera C.P. n. 30 del18 luglio 2005, che solo con l’esame delle osservazioni e su sollecitazione della stessa Regione, si sono anticipati alcuni contenuti della citata legge, che riguardano la disciplina delle aree agricole. Si rende comunque necessario, in coerenza con la politica provinciale di condivisione delle scelte e per garantirne poi l’attuazione, che i citati Piani di Settore Provinciali siano governati dalle scelte operate e condivise nel PTCP, sia nella compatibilità dei PGT comunali che negli investimenti e finanziamenti promossi, per non compromettere il governo e la tutela del territorio provinciale. Gli elementi e le tematiche che caratterizzano il PAT 2007/2009 e coinvolgono il PTCP risultano essere:

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Il Parco Adda Sud Nei confini del Parco regionale dell’Adda Sud, istituito con l.r. 81/83, entro cui ricadono ampie superfici agricole ed un numero significativo di aziende (circa 200), valgono le Norme del Piano Territoriale di Coordinamento L.R. n. 22 del 20 agosto 1994. L’ alto numero di aziende agricole coinvolte costituisce da sempre una criticità con il mondo agricolo, si renderebbe necessario l’adeguamento delle Norme del Piano(1994) con le nuove tematiche nel confronto tra le attività agricole e la tutela ambientale ed inoltre una più accentuata fruizione del Parco Adda Sud dagli abitanti stessi. La citata criticità dei rapporti tra aziende agricole e direzione del Parco, a seguito dei tanti limiti normativi e progettuali, ha prodotto un effetto contrario quasi costringendo le aziende comprese nel Parco alla rinuncia delle misure agroambientali, successivamente introdotte dal PSR. IL PGT del comune di Castiraga Vidardo non è direttamente interessato nel suo contesto territoriale dal Parco Adda Sud, i suoi abitanti si. Risulta essere allo studio la possibilità di procedere alla formazione del Parco del Lambro, fiume già posto in salvaguardia da legge nazionale e dal vigente PTCP della provincia di Lodi.

La forestazione ed i sistemi verdi Il PIF piano di indirizzo forestale recentemente approvato diventa parte importante del PAT ed elemento indispensabile nel PTCP per una politica ambientale. Il territorio della provincia di Lodi ha una estensione di complessivi 781 Kmq, presenta una struttura prevalentemente pianeggiante, con l’eccezione delle colline di S. Colombano e e per le valli del fiume Adda e del Lambro. E’ un paesaggio prevalentemente agricolo con una naturale vocazione zootecnica, prevalentemente legata alla produzione di latte e formaggio. La destinazione prevalente della superficie agricola utilizzata è il seminativo, in particolare mais. L’attività agricola risulta caratterizzata da una rete di rogge e canali che delimitano i campi e l’irrigazione è generalmente praticata per sommersione. Il territorio del lodigiano è caratterizzato da quattro corsi d’acqua: • L’Adda ne è il fiume principale, scorre in una ampia valle con profondità di circa 10 m.; • Il Lambro settentrionale: che scorre in una valle relativamente stretta e con una profondità di circa 25 metri e delimita con il cavo Lisone buona parte del confine del territorio comunale; Relazione Generale del Documento di Piano 37

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• Il Canale Sillaro che scorre all’interno di un “paleoalveo meandriforme “con una profondità di circa 2 m.; • Il Canale Muzza, canale artificiale la cui costruzione risale al XIII secolo e le cui acque escono dall’Adda.

Per quanto attiene il paesaggio strettamente forestale, tutto il territorio lodigiano può essere inquadrato nella Regione Forestale Planiziale. Il territorio in epoca remota doveva essere per la maggior parte coperto da boschi, con l’avvio delle operazioni di bonifica delle paludi, comincia anche la continua riduzione delle superfici boscate. La vegetazione oggi risulta molto ridotta e confinata ai margini dei corsi d’acqua, ad eccezione delle zone collinari di Graffignana ed impropriamente di San Colombano, rimasta Provincia di Milano, che presentano caratteristiche del tutto particolari rispetto al resto del territorio. La Sub-Regione Forestale viene individuata come “Bassa Pianura Alluvionale” (bassa Pianura Lombarda) caratterizzata dalla presenza di depositi sedimentari fini che determinano le condizioni di continua disponibilità idrica negli orizzonti superficiali dei suoli. Le colline di S. Colombano e Graffignana sono invece formazioni più antiche con una altitudine compresa fra gli 80 e i 140 m. Particolarmente significativa la presenza del Parco Adda Sud che si sviluppa lungo il percorso del fiume, e dove si concentrano le aree di maggiore rilevanza naturalistica nonché numerose aziende faunistico-venatorie. A fronte di una interpretazione del paesaggio agricolo come “agro-ecosistema”, la tendenza è accentuata verso la semplificazione ed omogeneizzazione dei complessi vegetali con una frammentazione delle aree a maggior grado di naturalità. La situazione esistente nella provincia di Lodi in tema di formazioni boschive è evidenziata dalle seguenti tabelle: tab. n. 40 - Dimensione complessiva delle formazioni boschive

Tipologia boschiva - Formazioni forestali Superficie (ha) Querco-carpineto della pianura alluvionale 62,00 Querceto di farnia dei greti ciottolosi 52,78 Querco-carpineto collinare 66,25 Querceto di farnia in golena 96,00 Alneto di ontano nero di bassa pianura 50,77 Saliceto di ripa 429,00 Saliceto a Salix cinerea 49,90 Castagneto dei substrati carbonatici 15,00 TOTALE FORMAZIONI FORESTALI 821,70 Relazione Generale del Documento di Piano 38

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Formazioni di origine antropica Robinieto puro 78,00 Robinieto misto 336,00 Formazioni ad Amorpha frutticosa 33,00 Pioppeto 2.253,00 Pioppeto in fase di rinaturalizzazione 268,00

TOTALE FORMAZIONI DI ORIGINE ANTROPICA 2.968,00

TOTALE FORMAZIONI BOSCHIVE 3.789,70

Formazioni arboree lineari (Km) 1.728 Superficie territoriale della provincia di Lodi (ha) 78.216 SAU provinciale (ha) 54.387 Formazioni lineari\ha di SAU (metri\ha) 32 Situazione ottimale: metri\ha di SAU 150 – 200

Fonte dati: Piano di Indirizzo Forestale

L’indice di boscosità evidenziato nella tabella riassuntiva non denuncia una situazione positiva nella difesa del patrimonio boschivo, determinata dall’alto grado di meccanizzazione del settore (terzisti). Occorre quindi attraverso il PGT riproporre, attraverso la materia degli incentivi, il ripristino dei filari in quelle parte umide del territorio o particolarmente da salvaguardare (fascia periurbana). Si propone inoltre attraverso una condivisione di scelte con la Provincia una più puntuale visione programmatica dei contributi PSR (misura h ) dove con l’azienda agricola ed il Settore Agricoltura, nella gestione dei contributi, possa essere presente anche l’Amministrazione Comunale che governa il territorio, per una sinergia comune degli incentivi per la difesa ambientale.

Nel PGT sono evidenziate le aree sovrasistemiche interessate alla difesa ambientale e già individuate dal vigente PTCP, con riferimenti normativi degli INDIRIZZI DI PIANO del PTCP medesimo.

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Le tipologie forestali individuate sul territorio e cartografate sono le seguenti:

1. Querco carpineto della pianura alluvionale; 2. Querceto di farnia dei greti ciottolosi; 3. Querco carpineto collinare di rovere e/o farnia; 4. Querceto di farnia in golena; 5. Alneto di ontano nero di bassa pianura; 6. Saliceto di ripa; 7. Saliceto a Salix cinerea; 8. Castagneto dei substrati carbonatici dei suoli mesici; 9. Robinieto puro; 10. Robinieto misto; 11. Formazioni ad Amorpha frutticosa 12. Pioppeto 13. Pioppeto in fase di rinaturalizzazione

Fonte Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Lodi

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La tipologia della campagna lodigiana, come oggi la vediamo, nasce con la colonizzazione che i Romani introducono con il sistema di suddivisione regolare della superficie agricola (centuriazione), ancora oggi si in alcune zone visibile. Il terreno agricolo venne suddiviso con linee rette parallele e perpendicolari fra loro ed i campi furono circondati da siepi e filari alberati, che ne delimitavano i confini. Le alberate, generalmente costituite da olmi e aceri, avevano anche lo scopo di sostenere la vite coltivata ai margini dei campi. Con il tempo e le diverse utilizzazioni le specie arboree che vennero utilizzate nei filari e nelle siepi campestri mutarono, con lo sfruttamento dei bachi da seta fu favorito l’uso del gelso, la necessità di reperire legna per ardere a basso costo ha favorito lo sviluppo dell’uso della robinia e del platano; l’uso del pioppo poi rispose all’esigenza di un legno a rapida crescita per la produzione della carta e della falegnameria povera. Le speci più diffuse nel lodigiano erano il salice bianco, allevato a gabba per la produzione di stangame, il pioppo nero, per la sua rapidità di crescita, l’olmo campestre, per la produzione di legname da opera e legna da ardere e anche come sostegno per la vite. Inoltre era presente l’acero campestre, utilizzato prevalentemente come sostegno per la vite, la farnia, particolare legname per opera di qualità, il Gelso, per la produzione della foglia indispensabile all’allevamento del baco da seta, l’Ontano nero, adatto alla colonizzazione di terreni umidi. La siepe, intesa come formazione lineare fuori foresta, è un elemento significativo che caratterizza il territorio in senso storico-paesaggistico ed ecologico, infatti riproduce l’ambiente del margine del bosco, il più ricco in termini di biodiversità, con innumerevoli funzioni anche a diretto vantaggio della produzione agricola. Il PGT prevede la loro incentivazione, garantendo così anche il vantaggio di ridurre la forza del vento a vantaggio della produttività delle superfici agricole e la quantità d’acqua persa attraverso la evaporazione-traspirazione, rappresentando poi dei veri e propri corridoi ecologici attraverso i quali la fauna può spostarsi indisturbata, rimediando così alla frammentazione del territorio operata dall’uomo. Pur in assenza di uno studio approfondito si può tuttavia ipotizzare che una densità ottimale di siepi e filari, che non debba pregiudicare l’attività agricola, sia la soglia di 150-200 ml. di siepi per ettaro di superficie (SAU).

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Dalla cartografia realizzata sulla base delle ortofotocarte (volo 2000) è stato possibile evidenziare la seguente situazione ambientale:

Fonte Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Lodi

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Fonte Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Lodi

Come appare evidente sono solo due i Comuni della Provincia di Lodi, su 61, che possono vantare attualmente più di 100 ml. di siepi e filari per ha/di Sau, il Comune di Castiraga Vidardo, con 103 ml/ha, ed il Comune di Livraga, con ben 289 ml/ha mentre la media provinciale si attesta sui 29 ml./ha. La previsione qui ipotizzata di incentivare la dotazione di siepi e filari del sistema agricolo è pertanto uno degli obiettivi prioritari per la riqualificazione del paesaggio agrario, che ha anche lo scopo di creare una cosiddetta zona filtro, infatti in queste aree saranno maggiori gli effetti di fascia tampone proprio in relazione al maggior carico di inquinanti che si immettono nella rete irrigua.

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Agriturismo e turismo rurale

Si registra un importante crescita negli ultimi anni nella richiesta di contributi PSR e di permessi per interventi nel settore, tuttavia i numeri rimangono contenuti nel loro confronto con le altre Province Lombarde, siamo all’ultimo posto in Lombardia. Nel PGT si cerca di facilitare questo tipo di multifunzionalità del sistema agricolo, anche se non sono presenti nel territorio comunale iniziative di questo tipo, anche in questo caso si ritiene opportuno il coinvolgimento dell’Amministrazione Comunale nella gestione e promozione dei fondi del Piano di Sviluppo Rurale (PSR). Il PAT della Provincia definisce queste azioni condivisibili: • Definizione di un piano strategico unitario per lo sviluppo del turismo rurale del Lodigiano; • Azione di marketing territoriale coordinato e finalizzato all’utenza potenziale; • Rafforzamento dell’azione di coordinamento e di iniziativa dell’Associazione Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani; • Valorizzazione della qualità dell’offerta agrituristica mediante l’adozione di sistemi di certificazione di livelli superiori di offerta attraverso il marchio “Lodigiano Terra Buona”; • Coordinamento dell’attività delle “Fattorie didattiche” e valorizzazione della relativa offerta nell’ambito del programma di Educazione alimentare della Provincia; • Valorizzazione del ruolo del Parco Adda Sud per azioni incentivanti il turismo rurale nell’area protetta; • Indirizzi alla pianificazione urbanistica comunale per favorire la conversione delle strutture agricole ai fini agrituristici e la creazione di infrastrutture di supporto; • Potenziamento della viabilità ciclo-pedonale e dei percorsi ambientali nelle aree rurali. Le aziende agricole sul territorio non presentano alcuno di questi indirizzi, attraverso il PGT si ipotizza il loro possibile coinvolgimento nella diversificazione delle attività aziendali e soprattutto il potenziamento della viabilità ciclo-pedonale e dei percorsi ambientali. Particolare attenzione essere rivolta, attraverso i regolamenti provinciali e locali, per il contenimento dell’inquinamento delle acque dai nitrati provenienti dagli scarichi zootecnici, per non vanificare l’ipotesi di difesa ambientale del “parco agricolo” .

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Situazione generale del settore agricolo nella Provincia di Lodi

Evoluzione della SAT provinciale dal 1982 al 2006

Anno rilevazione 1982 1990 2000 2006

SAT Provinciale 67.543 66.571 63.074 59.718

Riduzione SAT (ettari) su 972 3.497 3.356 rilievo precedente

Riduzione SAT (%) su rilievo 1,44 5,25 5,32 precedente

Fig. A. 2.1.1 – Variazione SAT e della SAU provinciale dal 1982 al 2006.

70.000 88,0% 85,3% 88,9% 60.000 92,3%

50.000

40.000

30.000

20.000

10.000

0 1982 1990 2000 2006 SAT 67.543 66.571 63.074 59.718 SAU 57.616 58.626 56.083 54.387

Fonte dati:Censimenti generali agricoltura 1982, 1990, 2000 ed archivio SIARL – scarico giugno 2006 Nota/1: la superficie territoriale della provincia di Lodi è pari ad ha 78.216. Nota/2:Gli indici percentuali indicati sulla sommità delle barre grafiche della SAU esprimono l’incidenza % della SAU sulla SAT nel periodo di riferimento.

La sottrazione di terreno agricolo che si registra Tab. A. 2.1.1 creare qualche preoccupazione in un’ottica di difesa del patrimonio agricolo; è comunque necessario considerare che questo aumento di consumo del territorio può essere in parte causato dall’intervento della TAV nel nostro ambito territoriale. Tuttavia risulta importante valutare quanto è accaduto nella provincia di Lodi e le altre province confinanti. Relazione Generale del Documento di Piano 45

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Fig. A. 2.2.1 – Trend della riduzione del numero d’imprese nel Lodigiano

3.000

2.500

2.000

1.500

1.000

500

0 1982 1990 2000 2006 -9,60% -22,30% -12,50% n° aziende 2.530 2.286 1.776 1.554

Fig. A. 2.2.2 – Evoluzione della media (SAT e SAU) delle aziende Lodigiane

40,00

35,00

30,00

25,00

20,00

15,00

10,00 5,00 0,00 1982 1990 2000 2006 SAT media 26,70 29,12 35,51 38,43 SAU media 22,77 25,65 31,58 35,00

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Dimensioni Tab. A. 2.2.3 medie aziendali di Lodi, Cremona,Lombardia

1982 1990 2000 2006

SAT media aziendale in provincia di Lodi 26,70 29,12 35,51 38,43

Aumento (%) della SAT su rilievo precedente 9,1 21,9 8,2

SAT media aziendale in provincia di Cremona 18,15 20,54 27,08 //

Aumento (%) della SAT su rilievo precedente 13,2 31,8 //

SAT media aziendale in Lombardia 10,51 12,17 19,00 //

Aumento (%) della SAT su rilievo precedente 15,8 56,1 //

Tab. B. 1.1.8 - Evoluzione degli investimenti a florovivaismo negli ultimi 28 anni

Anno di Riferimento 1978 1982 1990 2000 2006 Castiraga* Superficie destinata a vivaio (ha) 25 14 22 30 75 2,1* Numero di aziende coinvolte =* 6 9 17 26 1* Superficie media condotta dall’azienda =* 2,3 2,4 1,8 2,9 2,0* vivaista per la funzione specifica

Tab. C. 1.1.1 - Aziende agricole sul territorio comunale

AZIENDA AGRICOLA* SAU bovini suini avicoli

1 Azienda Cascina Pagnana 149,78 29,12 35,51

2 Azienda Molino Pagnana 2,71 9 1.600

3 Azienda strada comunale per 6,90 mais piante orticole Castiraga

4 Azienda Cascina Pollarana 43,40 mais 2.572 orzo

5 Azienda Cascina Rosa 49,66 mais bosco frumento

Fonte dati: Censimenti generali agricoltura 1982, 1990, 2000 ed archivio SIARL *Dati ricerca comunale.

Fonte dati: Piano di sviluppo agricolo comprensoriale (1978), censimenti generali agricoltura 1982, 1990, 2000 ed archivio SIARL – scarico giugno 2006

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I dati provinciali riportano, Fig. A. 2.2.5, che le aziende agricole comunali si attestano sulla media provinciale, che risulta la più alta in regione Lombardia, con la SAT media tra 30 e 50 ha. Appare evidente che tre sono le aziende agricole di particolare importanza e la cui media risulta di ben 97,50 ha di SAU con presenza di allevamento di bovini e suini. Il PGT inoltre attraverso una politica di difesa del suolo agricolo, inteso come parco agricolo, classifica tutte le Aziende agricole del territorio comunale, e le loro pertinenze, quali patrimonio storico ed ambientale, in area RA2 con specifiche norme di salvaguardia nel Piano delle Regole. Fig. A. 2.2.5 Dimensione media (SAT) aziende agricole di livello comunale Fonte dati: archivio SIARL.

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SAT media (ha)

0 - 10 10 - 30 30 - 50 50 - 75 75 - 100 oltre 100

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Un ulteriore parametro a mezza via tra l’economico e lo strutturale, ma certamente di grande influenza sulle dinamiche produttive delle imprese e sulla loro capacità reddituale, si connette con il titolo di fruizione dei terreni condotti dalle aziende agricole. La Tab. A. 2.2.5 espone la situazione lodigiana sia in relazione alla dinamica temporale che nei termini comparativi con le realtà territoriali già altre volte considerate.

Fig. B. 1.3.1 - Distribuzione sul territorio delle fattorie didattiche

Az. Agr. Brambilla LODI Agricola Virolo MULAZZANO Floralia di Oldani LODI I.P.S.I.A. Villa Igea LODI Baronchelli F.lli Il Portadore Alto LODI C.na S. Gabriele “Mulinàs” C.na Grazzanello CASELLE LURANI C.na Le Cascine TERRANOVA DEI P.

Tenuta del Boscone CAMAIRAGO

Sangalli Giovanni I.T.A.S. Tosi CODOGNO

Toninelli G.

C.na Isolone S. ROCCO AL PORTO Az. Agr. P. Gattoni

Tab. B. 1.3.1 - Consistenza rete agrituristica

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N. aziende in attesa di Tipologia di esercizio N. imprese attive autorizzazione comunale Solo ristoro 6 3 Ristoro + alloggio 4 3 Solo alloggio 1 1 Naturalistico ambientale 5 1 Agrituristiche venatorie 6 1 TOTALE 22 9 Fonte: documenti agli atti del Settore Agricoltura della Provincia di Lodi.

Non esistono in questo periodo temporale iniziative particolari per interventi nel settore-agriturismo.

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10. IL PIANO STRATEGICO DELLA PROVINCIA DI LODI

Nella nuova formula di governo di territorio la Provincia di Lodi, sulla traccia del Patto Territoriale stipulato del 1997 stipulato con la Camera di Commercio le Associazioni di Categoria e le Associazioni Sindacali, si è fatta carico con la Camera di Commercio di definire la struttura organizzativa per elaborare la metodologia del Piano Strategico per il territorio della provincia di Lodi. Dalla approfondita analisi del territorio lodigiani, alla ricerca degli aspetti economici, sociali, turisti e demografici, per la formulazione di una governance territoriale condivisa ed evidenziare il possibile posizionamento competitivo della provincia stessa nei confronti di eventuali vicini competitori. Il successivo passaggio da Contratto per lo Sviluppo al Piano Strategico è reso possibile attraverso puntuali momenti di discussione con soggetti interessati, riuniti poi nel Comitato Strategico, per la condivisione del metodo di approccio al Piano e la discussione degli aspetti di metodo ed organizzativi, con un percorso di pianificazione strategica del territorio così articolata:

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In questo schema condiviso, o da condividere, la “vision” dello sviluppo del lodigiano viene ricondotta al binomio tradizione e innovazione e patrimonio ambientale e sistema produttivo. La presenza nel tempo di settori produttivi tradizionali quali il primario, l’agroalimentare, la piccola impresa meccanica, la chimica, ai quali si è aggiunto nell’ultimo decennio la ricerca, che dimostra la sfida che il lodigiano ha accettato nelle biotecnologie nell’economia della conoscenza. Il Parco tecnologico Padano, inaugurato nel 2005, è la prova dimostrato dell’importanza riconosciuta alle biotecnologie alimentari. La difesa del patrimonio ambientale e naturalistico come sostegno al sistema produttivo locale è l’altro aspetto da salvaguardare e potenziare in questa nuova “vision” del lodigiano.

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Nel quadro generale di difesa delle tradizioni e nella proposta di nuovi scenari produttivi, le indicazioni emerse e proposte alla condivisione sono state così evidenziate gli undici progetti ed i relativi obiettivi strategici:

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Gli obiettivi che interessano in maniera diretta il comune di Castiraga Vidardo sono il sistema della ciclopedonalità, progetto V, la competitività delle imprese lodigiane, progetto VI, la valorizzazione ambientale del territorio, progetto VII, con la possibile istituzione del Parco del Lambro. Possiamo prevedere che la realizzazione della TEEM potrà avere effetti su tutta la rete della mobilità del centro lodigiano, con gravi ricadute sulla viabilità esistente anche nel comune di Castiraga Vidardo, S.P. 17, e soprattutto sui caselli della A1 di Lodi già oggi in situazione critica. Nel capitolo relativo alla rete della mobilità è affrontato questo tema e la sua possibile soluzione, occorre evidentemente applicare il progetto ed i relativi obiettivi, in questo caso gli obiettivi X, perequazione territoriale, e XI, riqualificazione delle reti della mobilità. Le scelte programmatorie del Documento di Piano devono garantire la difesa del patrimonio ambientale, alla ricerca dello sviluppo sostenibile nel giusto equilibrio del patrimonio agricolo del sistema casa e dello sviluppo economico e produttivo. Particolare iniziative sono previste per il rimboschimento e per il potenziamento delle strade bianche con il ripristino dei filari, con particolare riferimento alle “zone filtro” in prossimità dei corsi d’acqua, cavo Lisone e fiume Lambro.

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11. CONOSCENZA DEL TERRITORIO

11.1 CRITICITA’, POTENZIALITA’ ED OPPORTUNITA

Situazioni di criticità ambientale del territorio • Ambientale determinata dall’inquinamento acustico dovuto al traffico in attraversamento della strada provinciale SP. 17. • Mancanza di integrazione tra l’edificato e le aree di fascia esterna. • Impoverimento del parco agricolo dovuto all’uso indiscriminato della monocoltura.

Situazioni di criticità della mobilità del territorio • Congestione per il collegamento con Milano e la futura TEEM. • Traffico di attraversamento. • Insufficiente collegamento con il sistema della mobilità autostradale.

Situazioni di criticità dell’edificato • Tessuto urbano da riqualificare. • Aree industriali dismesse o da riqualificare • Aree con scarse dotazioni di servizi complementari.

Situazioni di potenzialità ambientale del territorio • Ampio patrimonio agricolo esistente. • Forte presenza di rifornimento idrico.

Situazioni di potenzialità della mobilità nel territorio • Possibilità di riqualificazione della mobilità attraverso la TEEM e le relative opere complementari.

Situazioni di potenzialità dell’edificato nel territorio • Aree dismesse da riqualificare. • Patrimonio agricolo diffuso. • Vivacità del sistema imprenditoriale. • Buon andamento demografico.

Situazioni di opportunità nel territorio • Piano di Governo del Territorio. • Potenziamento della mobilità sovracomunale.

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11.2 CONOSCENZE SOCIO ECONOMICHE

POPOLAZIONE

La popolazione residente nel comune di Castiraga Vidardo è in continuo aumento e registra attualmente il valore massimo storico. Al 31 dicembre 2007 la popolazione risulta essere di 2.389 abitanti.

Figura 1 – Sintesi dei movimenti di popolazione e famiglie a Castiraga Vidardo dal 1993 al 2008

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Figura 2 – Movimenti naturali a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

Figura 3 – Movimenti migratori a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

Relazione Generale del Documento di Piano 57 Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio

Figura 4 – Andamento del tasso di natalità a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

Relazione Generale del Documento di Piano 58 Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio

Figura 5 – Andamento del tasso di mortalità a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

Figura 6 – Andamento del tasso di emigrazione a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

Relazione Generale del Documento di Piano 59 Comune di Castiraga Vidardo Piano di Governo del Territorio

Figura 7 – Andamento del tasso di immigrazione a Castiraga Vidardo dal 1991 al 2007

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Figura 8 – Previsione di crescita simulata a Castiraga Vidardo dal 2008 al 2013

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11. 2 SUPERFICIE DESTINATA ALLA ESPANSIONE ENDOGENA

In base ad una proiezione simulata del trend di crescita al 2013 la popolazione può raggiungere una soglia di 2.996 abitanti effettivi, pari ad un aumento di 543 abitanti. La previsione invece ipotizzata nel prossimo quinquennio sulla base delle tendenze espresse nell’ ipotesi formulate di abitante/vano sono così calcolate: La popolazione censita al 31 dicembre 1995, prima dell’approvazione del PRG vigente, era di 1.460 abitanti, con un numero di vani pari a 3.119 per un rapporto di 1,9 vani abitante equivalente a 190 mc. La popolazione censita al 31 dicembre 2007 in regime di PRG vigente risulta di 2.339 abitanti, mentre al 31 dicembre 2008 ammonta a 2.453 abitanti, con un aumento del 38,10% nell’ultimo quinquennio e del 63,80% nell’ultimo decennio. Confermando come base di calcolo l’ultimo quinquennio si può ipotizzare un incremento di popolazione pari a 935 vano/abitante. I volumi residenziali licenziati negli ultimi cinque anni ( 2003 – 2007 ) sono pari a mc 95.000 per complessivi vani teorici 950, che sull’ipotesi di 150 mc abitanti corrispondono a 630 unità/abitante teoriche. Le aree strategiche, oggetto di possibile trasformazione, ipotizzate nel quinquennio di validità del PGT dal Documento di Piano, sono complessivamente di mq. 156.958, corrispondenti a complessivi mc 110.790, fermo restando la limitata possibilità di trasformazione e i requisiti di qualità degli interventi ammessi, pari ai volumi licenziati nel passato quinquennio e quindi di 95.000 mc corrispondenti a 950 unità/abitante teoriche, che sull’ipotesi di 150 mc per abitante corrispondono a 630 unità/abitante teoriche. Il calcolo della popolazione quindi ipotizzata per il 2013, ai fini del reperimento delle infrastrutture e dei servizi, si ritiene possa essere pari a di 3.620 vano/abitante, calcolando i 2.389 abitanti al 31 dicembre 2007 , con l’aumento di 630 vano/abitante, dalle aree strategiche e 800 vano/abitante, dalle aree consolidate comprensive dei volumi residui dei piani esecutivi vigenti anche in variante al PRG. In merito quindi alla capacità endogena prevista dal PTCP vigente per il comune di Castiraga Vidardo aggiornata al 31 dicembre 2008 e corrispondente all’aggiornamento dalla componente endogena come da allegato D del PTCP vigente: 2000 ab. 2.325 sup. territoriale Kmq. 5,25 ab./Kmq 467,24 urb/ab mq 338,99 endogena mq 63.799 2008 ab. 2.453 sup. territoriale Kmq. 5,25 ab./Kmq 442,86 urb/ab mq 343,01 endogena mq 66.523. Endogena prevista per complessivi mq 95.000 di superficie territoriale comprensiva di aree per l’urbanizzazione primaria e per la dotazione di aree per infrastrutture pubbliche.

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12. Le infrastrutture pubbliche esistenti e di previsione

12.1 Attrezzature scolastiche: scuola dell’obbligo.

Sono attualmente in funzione nel plesso scolastico di Viale Roma la scuola materna, composta da quattro sezioni per 84 bambini, la scuola elementare statale, composta da sei classi per 110 scolari; chiude il sistema di servizio pubblico del polo la palestra. Non è presente nessuna struttura per la scuola media, attualmente il servizio viene garantito dalle scuole del Comune di Sant’ Angelo Lodigiano. L’Amministrazione Comunale sostiene il contributo per il servizio reso dalle scuole di Sant’Angelo e gli allievi, in numero di 95, provvedono in maniera autonoma al trasferimento giornaliero presso le scuole del capoluogo. Il Documento di Piano conferma le aree destinate dal vigente PRG alla istruzione primaria di viale Roma e prevede nelle aree strategiche di via Pertini la possibile realizzazione, nel periodo di validità del Piano, di nuove infrastrutture scolastiche. Questa scelta è determinata dalla valutazione generale sulle strutture esistenti e sulla dinamica demografica analizzata, infatti nella valutazione considerata emerge la possibilità che le strutture scolastiche esistenti possano sopportare un aumento degli utenti della scuola di primo grado, nella ipotesi di contenimento della espansione endogena. Nel caso in cui le aree strategiche previste di trasformazione, nel rispetto delle prescrizioni e degli indirizzi previsti dal PGT, qualità e risorse, in armonia con gli Indirizzi del PTCP della Provincia di Lodi, le sezioni mancanti di scuola materna, la classe di scuola elementare e le quattro classi di media possono essere realizzate nelle previste aree strategiche di trasformazione RS1, RS2, RS3, con la realizzazione di un nuovo polo scolastico, con la previsione anche di un possibile micronido. Il Piano dei servizi dovrà confermare quanto sin qui previsto, per garantire una corrispondenza di interventi e di realizzazioni di infrastrutture necessarie alla ricuciture delle parti del territorio di recente costruzione con il contesto urbano consolidato.

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L’asilo nido e la scuola materna di viale Roma

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La scuola elementare di via Rossini

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12.2 Infrastrutture sociali pubbliche o di uso pubblico.

Si può ritenere soddisfacente l’attuale dotazione di infrastrutture, che risultano in grado di rispondere alle necessità della popolazione infatti sono presenti sul territorio il Municipio di viale Roma, il nuovo ufficio postale, la biblioteca comunale, la chiesa e l’annesso oratorio, l’ambulatorio comunale oltre ai locali, anche se obsoleti per le associazioni. La superficie complessiva delle aree di pertinenza è di mq 12.074,40.

Il Municipio di viale Roma

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La palestra di via Rossini

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La farmacia di viale Roma

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Il nuovo ufficio destinato a pubblico interesse di viale Roma

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13. IL SISTEMA DEI PARCHI E DEI CORSI D’ACQUA

13.1 I parchi urbani ed il parco agricolo

Attraverso la perequazione ed interessanti incentivi per le aree strategiche il PGT persegue l’obbiettivo di recuperare gli aspetti e i luoghi più suggestivi del territorio comunale, i terrazzi fluviali del Lambro, alla fruizione pubblica, anche attraverso la realizzazione di suggestivi percorsi. Alla dotazione di queste infrastrutture si aggiungono inoltre gli incentivi previsti nel parco agricolo per la ricostruzione della flora autoctona, con particolare riferimento ai filari sulle strade e sui percorsi “agricoli” e le strada parco, per un recupero del territorio agricolo alla vita della comunità di Castiraga Vidardo.

La strada parco

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La strada nel parco

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Il parco urbano

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13.2 Il sistema di recupero e integrazione dei corsi d’acqua

Il sistema delle aree di tutela degli orli di terrazzo fluviale del colatore Lisone e della valle del Lambro come scelta prioritaria per favorire la valorizzazione del patrimonio ambientale e il recupero di luoghi dotati di alta naturalità, ripristinando percorsi ed usi del paesaggio originario. Sono i possibili interventi per il potenziamento degli elementi paesaggistici caratteristici, con una gestione condivisa delle risorse naturali la valorizzazione di elementi di interesse idraulico di particolare pregio storico, che contribuiranno al recupero di questi ambienti naturali. Con la possibilità di realizzazione di progetti mirati, che pur mantenendo il valore storico, possano, attraverso completamenti e ricuciture, prestando la massima attenzione al contesto ambientale in cui questa vasta area si colloca, con la creazione di nuovi percorsi e nuovi coni di visuale per tutto il percorso del cavo Lisone e della valle del lambro. Vengono qui riportate alcune delle schede di prescrizioni di intervento sulla intera fascia fluviale del colatore Lisone e del Lambro.

Il colatore Lisone

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Recupero del colatore Lisone

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Ciclo pedonale sulla valle del Lambro

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La levata della Rosa sul colatore Lisone

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