RAPPORTO AMBIENTALE – MATRICI AMBIENTALI GERENZANO (VA)
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ACQUE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE
A livello Europeo l’impianto normativo per la protezione delle acque è stato definito con la Direttiva Quadro sulle Acque (Direttiva 2000/60/CE, DQA). L’obiettivo primario di tale direttiva è il raggiungimento entro il 2015, del buono stato delle acque superficiali e sotterranee e il Piano di Gestione distrettuale è lo strumento conoscitivo, strategico e programmatorio attraverso cui ciascun Stato membro pianifica il raggiungimento dell’obiettivo. La Direttiva inoltre stabilisce che la tutela delle acque sia affrontata a livello di “bacino idrografico” e l’unità territoriale di riferimento per la gestione del bacino è individuata nel “distretto idrografico”, area di terra e di mare, costituita da uno o più bacini idrografici limitrofi e dalle rispettive acque sotterranee e costiere.
Il Piano di distretto idrografico del fiume Po (PdG) e quindi, a livello regionale , il Programma di Tutela ed uso delle acque (PTA) della Lombardia, costituiscono gli strumenti operativi funzionali all’attuazione degli obiettivi previsti dalla Direttiva 2000/60/CE (DQA)
E’ attualmente in corso una revisione del P.U.A. che porterà alla definizione del PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE 2016-2021. Con DGR 3539 del 8/5/2015 si è dato avvio al procedimento di approvazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA) regionale e della relativa valutazione ambientale strategica (VAS). In data 22 giugno 2015 si è proceduto alla pubblicazione sul presente portale e sul sito istituzionale delle VAS regionali (SIVAS) del Rapporto preliminare e dell'Atto di indirizzi. In data 08 luglio 2015 è stata tenuta la prima Conferenza di valutazione e Forum pubblico presso l'Auditorium Testori di palazzo Lombardia a Milano.
Per quanto attiene il comune di Gerenzano, nello specifico del torrente Bozzente, tale Piano prevede un OBIETTIVO ECOLOGICO E CHIMICO PER SINGOLO CORPO IDRICO “Buono” al 2021 , partendo da uno stato ecologico al 2014 “cattivo” e uno stato chimico al 2014 “buono”.
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Nel Piano Territoriale Provinciale della provincia di Varese la tematica viene così descritta:
Il territorio provinciale è ricco di acque, sia superficiali (corsi d’acqua e bacini lacustri) che sotterranee (acque di falda e sorgenti), con presenza di numerosi laghi (tra cui, in particolare, il Verbano e il Ceresio, che appartengono al gruppo dei grandi laghi prealpini) e di fiumi, anche di notevole portata (con particolare riferimento al Ticino). Questa situazione è determinata anche da condizioni climatiche favorevoli (precipitazioni mediamente elevate, sempre superiori a 1.000 mm/anno). La qualità delle acque superficiali è però spesso compromessa, a causa del notevole carico organico e inorganico in esse rilasciato (sia di origine domestica che industriale, per l’elevata densità di insediamenti abitativi e produttivi); soprattutto nel caso dei bacini lacustri ciò ne ha, nel tempo, compromesso drasticamente lo stato di salute. A ciò si aggiungono le caratteristiche di molti corpi idrici, come i laghi, che determinano condizioni naturali di tendenziale eutrofia; emblematico, al riguardo, è il caso del Lago di Varese e del Lago di Comabbio che, per la loro ridotta profondità, risultano intrinsecamente “a rischio”. Attualmente, peraltro, gran parte dei comuni (124 su un totale di 141, pari all’88%) è collegato, parzialmente o totalmente, a depuratori (80 sull’intero territorio provinciale).
Il consumo medio giornaliero di acqua è di circa 270 l/abitante, con notevoli variazioni secondo le differenti zone: anche in questo caso, si segnalano, per i valori più elevati, l’area metropolitana varesina (capoluogo e comuni limitrofi) e la conurbazione del Sempione (“Busto Arsizio-Castellanza-Gallarate”), con valori anche superiori a 300 l/giorno per abitante.
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In prospettiva, soprattutto per il ridursi dei consumi ad uso industriale (secondo la tendenza affermatasi in anni recenti, con progressiva perdita d’importanza dell’industria pesante, caratterizzata da esigenze assai elevate in tal senso), si dovrebbe assistere a un calo dei consumi complessivi di acqua. Occorre altresì puntare a una diminuzione dei consumi domestici, adottando tecnologie e comportamenti adeguati (es. erogatori ad alto rendimento); la situazione dovrebbe migliorare ulteriormente con l’estensione della rete di collettamento ai depuratori all’intero territorio provinciale. Vanno sottolineate le sinergie esistenti con il processo di impermeabilizzazione dei suoli (vedi paragrafo seguente), che ha effetti negativi sull’alimentazione delle falde idriche sotterranee e delle sorgenti, nonché sulla qualità delle acque superficiali.
Per quanto riguarda il monitoraggio delle acque superficiali, a partire dall’anno 2000 la Regione Lombardia (con l’entrata in vigore del D.L. n. 152 dell’11/05/1999) ha predisposto una rete di rilevamento che comporta prelievi mensili per le analisi chimico-fisiche, microbiologiche e per la determinazione dell’E.B.I., per i corsi d’acqua superficiali, e prelievi semestrali per la determinazione dei parametri chimico-fisici dei bacini lacustri. In provincia di Varese le stazioni di prelievo sono 19 in totale, così ripartite: • corsi d’acqua naturali - Fiume Bardello 1, Fiume Olona 3, Fiume Ticino 2, Fiume Tresa 2, Torrente Arno 1, Torrente Boesio 1; • corsi d’acqua artificiali - Canale Brabbia 1, Canale Villoresi 1; • bacini lacustri - Lago di Comabbio 1, Lago di Ganna 1, Lago di Ghirla 1, Lago di Lugano 1, Lago Maggiore 1, Lago di Monate 1, Lago di Varese 1.
I riscontri ricavati dal monitoraggio evidenziano, secondo la scala adottata dal D.L. 152/99, uno stato di qualità ambientale da pessimo a sufficiente sia per i corsi d’acqua che per i laghi, in particolare: • pessimo - Torrente Arno, Lago di Comabbio, Lago di Ghirla, Lago di Lugano, Lago di Monate, Lago di Varese; • scadente - Fiume Bardello, Fiume Olona, Torrente Boesio, Lago di Ganna; • sufficiente - Fiume Tresa, Lago Maggiore; • buono - Fiume Ticino. Il quadro risulta quindi, nel complesso, piuttosto negativo; questo è correlabile, come nel caso dell’atmosfera, all’elevata densità abitativa e di insediamenti produttivi, con notevoli problemi di trattamento degli scarichi.
Gli impianti di depurazione delle acque in provincia di Varese sono complessivamente 100, con potenzialità compresa tra meno di 2.000 e più di 50.000 A.E. (abitanti equivalenti), così ripartiti: * meno di 2.000 A.E. - 32 impianti; * tra 2.000 e 10.000 A.E. - 32 impianti; * tra 10.000 e 50.000 A.E. - 26 impianti; * oltre 50.000 A.E. - 10 impianti.
Il controllo delle acque reflue degli impianti rivela percentuali molto variabili nel tempo (di anno in anno) dei casi fuori norma: ad esempio, da circa il 10% nel 2001 al 35% nel 2003; i parametri che più spesso superano i valori limite di legge sono l’azoto ammoniacale e, per quanto riguarda gli aspetti microbiologici, la concentrazione di batteri coliformi, con particolare riferimento a Escherichia coli.Per quanto riguarda i controlli effettuati sulle acque reflue, gli scarichi industriali vengono monitorati secondo un programma annuale; i parametri ricercati sono quelli previsti dal D.L. 125/99. Gli insediamenti produttivi che scaricano in fognatura, o in corsi d’acqua superficiali, sono numerosi sul territorio provinciale, concentrati in prevalenza nel settore centromeridionale. I risultati delle analisi indicano in circa il 15% (media pluriennale) la quota non conforme ai limiti di legge dei campioni analizzati; i parametri fuori norma sono soprattutto C.O.D., pH, solidi sospesi e tensioattivi.
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Come per molte delle tematiche qui riassunte, è possibile individuare alcune aree maggiormente interessate, in particolare: il territorio metropolitano del capoluogo, la conurbazione “Busto Arsizio- Castellanza-Gallarate”, la Valle dell’Olona, la Valle dell’Arno, il comprensorio di Saronno. Si tratta dei settori geografici di più antica urbanizzazione e sviluppo delle attività industriali nei quali, già alla fine dell’Ottocento, era possibile individuare gli assi preferenziali di sviluppo futuro. Gli spazi interclusi tra i nuclei originari sono stati progressivamente saturati dagli insediamenti e il processo, ormai giunto alla fase finale (se non altro per ragioni puramente fisiche), è ancora in essere. Sono parzialmente escluse da questo fenomeno il settore occidentale del territorio, tra il Ticino e la statale del Sempione, l’area del Parco della Pineta di “Appiano Gentile-Tradate” e, soprattutto, la parte montana, quest’ultima sia per ragioni morfologiche intrinseche che per le vicende storiche che hanno caratterizzato, in generale, le regioni alpine.
Per quanto riguarda i fenomeni erosivi essi sono ovviamente circoscritti al territorio alto collinare e montano, seppure non particolarmente accentuati, mentre lo sfruttamento di risorse minerarie è riferibile esclusivamente all’estrazione di inerti per l’attività edilizia. In particolare, sono attualmente attive, sul territorio provinciale, 17 cave mentre si contano 140 siti in via di bonifica.
Occorre evidenziare la necessità inderogabile di arrestare il processo di consumo di suolo e di territorio (aspetto troppo e troppo spesso sottovalutato), in quanto risorsa primaria “finita” e non rinnovabile (se non in tempi molto lunghi). Al riguardo va sottolineato come la quasi totalità degli ambiti qui considerati risulti dipendente e/o correlata alla densità degli insediamenti antropici e alla conseguente disponibilità di spazi “liberi” (es. inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque) e, quindi, alla qualità ambientale complessiva. Un capitolo a sé è rappresentato dalle acque sotterranee, o di falda, che rappresentano una risorsa importante del sottosuolo: in particolare, esse costituiscono fonte di approvvigionamento per l’industria oltre che per il rifornimento di acqua a uso domestico.
A tale riguardo, vanno distinti gli acquiferi superficiali (prima falda) dagli acquiferi profondi (seconda ed, eventualmente, terza falda).
La rete locale per il monitoraggio qualitativo delle acque di falda comprende 16 pozzi, così ubicati: • 6 relativi agli acquiferi superficiali nella zona di pianura; • 2 relativi agli acquiferi profondi nella zona di pianura; • 4 relativi agli acquiferi locali delle valli prealpine e valle del Ticino; • 4 relativi agli acquiferi delle colline moreniche e dei terrazzi.
Le analisi effettuate sulle acque di questi pozzi hanno evidenziato, dal punto di vista qualitativo, la seguente situazione: • 1 pozzo capta acque appartenenti alla classe di qualità 1 (il livello superiore in assoluto); • 12 pozzi possiedono acque appartenenti alla classe di qualità 2; • 2 pozzi captano acque appartenenti alla classe di qualità 3; • 1 solo pozzo è inquadrato nella classe di qualità 4, la più bassa della scala di riferimento (causa presenza di composti organo-alogenati).
Il quadro complessivo rivela caratteristiche di buona qualità media degli acquiferi monitorati sul territorio provinciale; i parametri più spesso al di sopra dei valori limite di norma sono i composti azotati, con particolare riferimento ai nitrati.
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Nel rapporto Ambientale della Vas ex poste del Piano Cave della Provincia di Varese viene riportata la seguente tabella, che sintetizza dati ricavati da Arpa Lombardia, dall’ATO di Varese.
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Il Sistema Idrico della provincia di Varese è così suddiviso:
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I corpi idrici superficiali e sotterranei presenti sul territorio del Comune GERENZANO sono: Torrente Bozzente e il Fontanile di San Giacomo
La variante al PGT di GERENZANO non comporterà un peggioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee, in considerazione del fatto che gli scarichi delle nuove espansioni dovranno obbligatoriamente collegarsi alla fognatura comunale che affluisce nel depuratore di Origgio.
Lo studio del RETICOLO IDRICO MINORE, con le relative Norme Tecniche Attuative e coi criteri per l’esercizio dell’attività di Polizia Idraulica, permetterà di dare attuazione alle politiche strategiche di valorizzazione della risorsa acqua. Gli scarichi convoglianti acque di qualsivoglia natura nel reticolo idrico minore dovranno essere regolarizzati. Sul territorio comunale si localizzano quattro Pozzi, uno in via I° Maggio (collaudato nel 1980), in via A. Manzoni - via F. Petrarca (collaudato nel 2005), uno in via Monte Rosa (collaudato nel 2001) e uno in via Isonzo (collaudato nel 2004).
Gli interventi per il raggiungimento degli obiettivi di risanamento e tutela partono dalla realizzazione delle opere sulle reti e sugli impianti di depurazione previsti dal PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO DELLE ACQUE e dal PROGRAMMA STRALCIO DELL’AUTORITA’ D’AMBITO DI VARESE.
Dal punto di vista delle acque superficiali non vi sono particolari problematiche da segnalare.
Le azioni proposte dal P.G.T. non risultano in contrasto con le analisi del P.T.C.P. e del PTUA. Si ritiene pertanto di non dover monitorare con specifici indici il comparto acqua relativamente all’effetto delle azioni di PGT. Tuttavia potrebbe essere interessante monitorare il consumo idrico procapite, attraverso il seguente piano di monitoraggio:
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Piano Di Monitoraggio
PIANO DI PRESSIONE INDICATORE MONITORAGGIO
Dotazione idrica procapite: Di = Ve / (Ps GG) Ove: Controllo ogni anno: CONSUMO DI Di = dotazione idrica (l /ab giorno) dati dai ruoli di acquedotto ACQUA Ve = volume erogato alla popolazione civile e dalla società di gestione residente (l /anno) del servizio Ps = popolazione civile residente servita dall’acquedotto (abitanti) GG = giorni medi di fruizione annui (giorni/anno)
COPERTURA % = (Ps / Ptot ) 100 Controllo ogni anno: DEL SERVIZIO Ove: dati dai ruoli di acquedotto DI Ps = popolazione servita dall’acquedotto e dalla società di gestione ACQUEDOTTO Ptot = popolazione totale residente e fluttuante del servizio
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ACQUE REFLUE
La pressione sul sistema di smaltimento delle acque è strettamente legata alla copertura delle reti, alla popolazione servita, alla quantità e qualità delle acque piovane, alla quantità degli scarichi e, quindi, dell’approvvigionamento idrico.
Gli agglomerati della provincia di Varese sono definiti dalla normativa nazionale (art. 74, comma 1, lettera n, del D.Lgs.152/2006) quale "area in cui la popolazione e le attività produttive sono concentrate in misura tale da rendere ammissibile tecnicamente ed economicamente, anche in rapporto ai benefici ambientali conseguibili, la raccolta e il convogliamento in una fognatura dinamica delle acque reflue urbane verso un sistema di trattamento o verso un punto di recapito finale". Il Comune di Gerenzano si trova nell’AG6, come da elaborati ATO a seguito riportati.
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Il Piano Territoriale della provincia di Varese dice:
Gli impianti di depurazione delle acque in provincia di Varese sono complessivamente 100, con potenzialità compresa tra meno di 2.000 e più di 50.000 A.E. (abitanti equivalenti), così ripartiti: * meno di 2.000 A.E. - 32 impianti; * tra 2.000 e 10.000 A.E. - 32 impianti; * tra 10.000 e 50.000 A.E. - 26 impianti; * oltre 50.000 A.E. - 10 impianti.
Il controllo delle acque reflue degli impianti rivela percentuali molto variabili nel tempo (di anno in anno) dei casi fuori norma: ad esempio, da circa il 10% nel 2001 al 35% nel 2003; i parametri che più spesso superano i valori limite di legge sono l’azoto ammoniacale e, per quanto riguarda gli aspetti microbiologici, la concentrazione di batteri coliformi, con particolare riferimento a Escherichia coli. Per quanto riguarda i controlli effettuati sulle acque reflue, gli scarichi industriali vengono monitorati secondo un programma annuale; i parametri ricercati sono quelli previsti dal D.L. 125/99. Gli insediamenti produttivi che scaricano in fognatura, o in corsi d’acqua superficiali, sono numerosi sul territorio provinciale, concentrati in prevalenza nel settore centromeridionale. I risultati delle analisi indicano in circa il 15% (media pluriennale) la quota non conforme ai limiti di legge dei campioni analizzati; i parametri fuori norma sono soprattutto C.O.D., pH, solidi sospesi e tensioattivi. SUOLO E SOTTOSUOLO
Il problema più rilevante è certamente rappresentato, oggi, dall’impermeabilizzazione dei suoli, come effetto conseguente al processo di urbanizzazione che, nell’ultimo cinquantennio, ha pesantemente investito il territorio varesino, sintetizzato dal dato che vede circa 310 Km2 (pari al 25,9% della superficie complessiva) occupati da aree edificate s.l..
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Per quanto attiene il comune di Gerenzano il sistema di depurazione delle acque è gestito da PREALPI SERVIZI s.r.l.
Prealpi Servizi è una società interamente pubblica costituita nel dicembre del 2008 e della quale sono socie – tra gli altri - le tre principali ex municipalizzate della provincia: l'Aspem di Varese, l'Agesp di Busto Arsizio e l'Amsc di Gallarate. Insieme, queste tre aziende detengono oltre il 60% del capitale sociale. Gli altri soci sono le cinque società ecologiche provinciali (ex consorzi) e i comuni di Tradate e Gerenzano.
L'attività dell'azienda è legata alla tutela e al risanamento dell'ambiente e in particolare alla gestione del servizio idrico integrato, che è, secondo la definizione legislativa, "costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili di fognatura e di depurazione delle acque reflue, e deve essere gestito secondo principi di efficienza, efficacia ed economicità, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie. Proprio per la gestione del ciclo idrico integrato la Società ha ottenuto la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001 2008.
Attualmente, Prealpi Servizi gestisce direttamente 21 depuratori biologici per il trattamento dei reflui civili e industriali:
Besozzo, Cairate, Cantello, Casalzuigno, Cocquio Trevisago, Daverio, Ferrara, Gornate Olona, Laveno Mombello, Leggiuno, Luino, Maccagno, Olgiate Olona, Origgio, Porto Valtravaglia, Saltrio, Santa Caterina, Sant’Antonio Ticino – Lonate Pozzolo, Varese Lago – Gavirate, Varese Olona – Varese.
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Ogni anno sono più di 100 milioni i metri cubi di reflui fognari, restituendoli all’ambiente sotto forma d’acqua pulita secondo i severi parametri stabiliti dalla vigente normativa e 50 mila le tonnellate di sostanze inquinanti rimosse. Servono una popolazione pari a 700.000 abitanti equivalenti ed hanno una potenzialità complessiva di 960.000 abitanti equivalenti.
La rete di collettori gestiti da Prealpi Servizi per convogliare gli scarichi fognari ai depuratori è lunga poco meno di 400 chilometri e dotata di 59 stazioni di sollevamento.
Oltre alla già citata certificazione di qualità per la gestione del servizio idrico integrato, Prealpi Servizi ha ottenuto anche quella per il sistema di gestione salute e sicurezza denominata OHSAS 18001: 1999
Per quanto riguarda l'erogazione d'acqua potabile, attualmente Prealpi Servizi gestisce per conto della Provincia di Varese i due acquedotti provinciali di Barza e dell'Arnona e, su incarico dei rispettivi comuni, i pozzi e le reti di distribuzione di Tradate, Gerenzano e Vengono Superiore. In tutto i comuni serviti sono 26, per un'erogazione annua di circa 8,5milioni di metri cubi d'acqua potabile a oltre centomila abitanti, lungo una rete di distribuzione di quasi duecento chilometri.
Prealpi Servizi ha in affidamento tutti i collettori che convogliano i liquami ai depuratori sopraccitati, per una lunghezza totale di circa 400 chilometri, lungo il cui percorso si trovano 59 stazioni di sollevamento. I controlli e le manutenzioni vengono effettuati con mezzi e personale proprio.
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Per quanto attiene il servizio di depurazione delle acque reflue, il territorio comunale è servito dal depuratore DI ORIGGIO. Lo scarico del depuratore di Origgio, secondo analisi delle Pressioni e Impianti di Depurazione Acque Reflue Urbane svolta da Arpa Lombardia è risultato CONFORME ai limiti D.Lgs 152/06 Tabella 1 e 2 e TAB. 3.
Impianto di Origgio Ubicazione viale Europa - 21040 Origgio VA Proprietà Bozzente S.r.l. Anno di avvio 1999 Potenzialità 75.000 A.E. Portata media 17.748 mc/gio rno Carico medio 629 kg BOD5/giorno kg COD/giorno 1887 KgCOD/giorno Tipologia di liquame mista Comuni serviti 8 (tra i quali Saronno)
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Di seguito viene riportato il risultato dell’analisi dell’acqua del pozzo di via Isonzo da un prelievo campione del 27/01/2015 - Certificato n. 177215 del 02/02/2015, espressa secondo i parametri di cui all'art. 13 della Direttiva dell'AEEG per la trasparenza dei documenti di fatturazione del Servizio Idrico Integrato. (fonte dati Prealpi Servizi s.r.l.)
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SIGNIFICATO DEI PARAMETRI pH (Concentrazione degli ioni idrogeno) Nell'acqua sono contenute piccole quantità di ioni idrogeno (H+).Il valore pH, proposto nel 1909 dal chimico danese Soerensen, è correlato alla concentrazione di questi ioni nella soluzione acquosa: una soluzione neutra ha pH = 7 , una soluzione basica ha pH > 7 , infine una soluzione acida ha pH < 7 . Un valore di pH molto più basso o più alto dell'intervallo consentito può indicare un inquinamento rispettivamente da acidi o da basi forti. Residuo fisso a 180 °C Il residuo fisso rappresenta la quantità di sostanze solide presenti in acqua; è qui espresso in mg/L e indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare l'acqua. In base al suo valore possiamo distinguere: - acque oligominerali : inferiore a 500 mg/L- acque mediominerali : compreso tra 500 e 1.500 mg/L - acque minerali : superiore a 1.500 mg/L. Durezza La durezza dell'acqua è dovuta alla naturale presenza di calcio e di magnesio; questo parametro non è tanto correlato alla salute umana quanto all'utilizzo quotidiano dell'acqua: una durezza elevata (>30°F o >17°D) infatti provoca incrostazioni di calcare (nelle tubazioni, negli impianti di riscaldamento e negli elettrodomestici) mentre un'acqua molto dolce (<10°F o <4°D) potrebbe risultare corrosiva per le tubazioni metalliche. Conduttività 20°C (conducibilità) La conduttività indica con immediatezza il grado di mineralizzazione dell'acqua: se il valore è elevato si tratta di un'acqua ricca di sali, se è basso si tratta di un'acqua povera di minerali. La maggior parte delle acque ha una conducibilità compresa da 100 a 1000 µS/cm. Calcio (Ca) e Magnesio (Mg) Sono due metalli presenti in abbondanza sulla crosta terrestre; la loro concentrazione in acqua dipende dal tipo di terreno che l'acqua attraversa. La normativa non prevede alcun valore limite.
+ Ammonio (NH 4 ) La sua presenza può essere di origine geologica, ma può derivare tanto dai fertilizzanti impiegati in agricolture quanto dalle attività di allevamento e industriali. Il valore in normativa è di 0,50 mg/l. Cloruri (Cl -) I cloruri nell'acqua derivano dalla composizione dei suoli, da scarichi industriali e urbani, dall'uso del sale utilizzato per sciogliere il ghiaccio sulle strade. Concentrazioni eccessive di cloruri in un'acqua, soprattutto se associati a valori di pH acido, accelerano la corrosione dei metalli nelle reti di acquedotto.
-- Solfati (SO 4 ) I solfati sono anioni non tossici e largamente diffusi. La presenza dei solfati nelle acque deriva da numerosi minerali, soprattutto depositi di gesso. In quantitá superiori a 250 mg/L conferiscono un sapore amaro all'acqua. Potassio (K) È un metallo alcalino molto importante per l'organismo umano; non è previsto alcun limite di legge.
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Sodio È un altro metallo alcalino importante per l'organismo umano; la sua concentrazione nell’acqua potabile difficilmente supera i 20 mg/l e il valore limite di 200 mg/l ha un significato organolettico e non sanitario in quanto è molto lontano dall'RDA che si attesta tra gli 0,6 e i 3,5 grammi/giorno: un'acqua ricca di sodio, come quella prodotta da alcuni addolcitori domestici, potrebbe avere un gusto meno gradevole pur rimanendo assolutamente potabile. Arsenico (As) È un metalloide ampiamente distribuito nella crosta terrestre ed è quindi normale trovarlo nell'acqua. Il valore di parametro per l’acqua potabile è stato stabilito in 10 µg/L.
Bicarbonati (−HCO 3) e Carbonati (CO 3) La loro presenza in acqua è dovuta principalmente ai sali disciolti di calcio e magnesio; essi hanno un effetto stabilizzante sul pH dell'acqua, si parla in questo caso di potere tampone. Carbonati, bicarbonati e anidride carbonica che forma l'acido carbonico, sono in equilibrio tra loro dipendentemente dal pH dell'acqua. In un'acqua con pH=7 ad esempio si ha circa il 20% di anidride carbonica e circa l’80% di bicarbonati mentre i carbonati sono praticamente assenti. Un'acqua dura con un elevato contenuto di bicarbonato, se scaldata, causa depositi incrostanti (ad esempio negli impianti di riscaldamento e negli elettrodomestici). Cloro residuo (Disinfettante residuo) Rappresenta la quantità di disinfettante residuo presente nell’acqua al momento dell’analisi, qualora l'acqua stessa sia stata sottoposta a disinfezione (Prealpi Servizi utilizza esclusivamente ipoclorito di sodio conforme alla normativa UNI EN 901:2007).Il limite previsto di 0,2 mg/L è da intendersi come valore minimo. Fluoruri (F -) Lo ione fluoruro è un elemento importante per l'organismo umano, essendo correlato con lo sviluppo dei denti e dello scheletro ma l'assunzione di quantitativi troppo elvati può risultare dannoso. Il limite di legge è di 1,5 mg/L.
- - Nitrati (NO 3 ) e Nitriti (NO 2 ) I nitrati e i nitriti sono ioni che fanno parte del ciclo dell'azoto che si svolge in atmosfera e nel terreno. Nelle acque superficiali e sotterranee i livelli naturali di nitrati sono di pochi milligrammi per litro, mentre i nitriti sono normalmente quasi assenti. Manganese (Mn) È uno fra i metalli più abbondanti presenti nella crosta terrestre e costituisce, inoltre,un elemento essenziale per la vita degli uomini e degli animali. La sua presenza nell’acqua potabile, parimenti a quella del ferro, può comportare fenomeni di acqua scura; un'acqua con queste caratteristiche non presenta, in generale, rischi sanitari, tuttavia le caratteristiche organolettiche risultano sgradevoli. Il valore di parametro è di 50 µg/L.
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Il bacino attualmente servito è costituito dal territorio del comune di Gerenzano La depurazione delle acque miste civili ed industriali avviene mediante trattamenti biologici e chimico-fisici. Le acque sono sottoposte alle seguenti fasi
Le acque in uscita dal depuratore vengono scaricate nel Torrente Bozzente che confluisce nel fiume Olona.
I fanghi prodotti sono sottoposti a: - pre ispessimento - digestione anaerobica - post ispessimento - disidratazione - conferiti ad impianti esterni per il trattamento e successivo recupero in agricoltura o per lo smaltimento in apposita discarica.
La portata in n rapporto alle acque meteoriche è di circa 17000 - 25000 mc/d
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Il comune di GERENZANO è dotato di RETE FOGNARIA distribuita sulla maggior parte del territorio comunale e gli interventi realizzati negli ultimi anni sono stati mirati alla separazione delle acque miste dalle nere. Le acque nere vengono colettate alla stazione di sollevamento.
Il PGT dovrà tendere alla progressiva sostituzione delle reti miste con reti separate, adottando da subito tale criterio nelle aree di espansione. Andrà inoltre previsto lo smaltimento in loco delle acque meteoriche per non aggravare idraulicamente la rete fognaria durante gli eventi piovosi. Nel medio periodo sarebbe auspicabile che venissero realizzate delle vasche volano, per la laminazione delle portate meteoriche immesse nei corpi ricettori, ed effettuate delle verifiche sullo stato delle tubazioni per evitare l’infiltrazione di acque estranee nelle reti di fognatura.
∑ CARICO INQUINANTE L’aumento di popolazione massimo conseguente al PGT di GERENZANO (comprensivo di tutte le espansioni previste) è stato stimato dal documento di piano in complessivi 701 abitanti. Si considerano unicamente gli apporti civili, focalizzando i conteggi sulla base del parametro che meglio caratterizza i carichi inquinanti di natura domestica o assimilabile al domestico, ossia il BOD5 (Biochemical Oxigen Demand), fissato in 60 g BOD5/AE giorno. La portata media giornaliera, Q media gior., viene calcolata come Q media gior. (m3/giorno) = P D / 1000 Ove = coefficiente di afflusso P = Abitanti Equivalenti D ( l ) = Dotazione Idrica
La portata di punta oraria, Q punta orar., viene calcolata come Q punta orar. (m3/ora) = cp Q media giorn. / Ove cp = Coefficiente di punta = periodo di ripartizione della portata
Studio tecnico arch. Marielena Sgroi 23 RAPPORTO AMBIENTALE – MATRICI AMBIENTALI GERENZANO (VA)
Ipotizzando un carico pro-capite, C u, in termini di BOD5 pari a 60 g BOD5/AE giorno, ne deriva che l’incremento di carico organico in ingresso all’impianto di depurazione sarà pari a: