IL MESSAGGERO VENETO 2 FEBBARIO

L'analisi di Repubblica certifica la necessità di rimonta per il centrosinistra Sostanziale pareggio all'uninominale di Gorizia tra Brandolin e Pettarin Il centrodestra è avanti nei collegi della Camera di Mattia Pertoldi UDINE Sudore, scarpe impolverate, fatica e tanta, ma davvero tanta, passione politica sono gli ingredienti che serviranno al centrosinistra per ribaltare i pronostici delle vigilia che, in Fvg, vedono il centrodestra avanti in quattro collegi su cinque della Camera. Questo, almeno, stando alla simulazione pubblicata ieri da "la Repubblica" e che si basa sul lavoro effettuato da Salvatore Vassallo, ordinario di Scienza Politica all'Ateneo di Bologna. Lo studio del docente universitario poggia sui sondaggi delle ultime settimane abbinati ai flussi registrati da un partito all'altro e applicati ai risultati delle Politiche 2013 in ogni collegio del Rosatellum-bis.Collegio di TriesteNel capoluogo giuliano è in scena la sfida più affascinante e - senza nulla togliere agli altri candidati - ricca di qualità media visto che va in onda il "replay" delle Regionali 2013 tra Debora Serracchiani e con il grillino Vincenzo Zoccano - presentato in pompa magna da Luigi Di Maio alla convention di Pescara - terzo incomodo. Cinque anni fa nei tre Comuni che compongono il collegio (Trieste, Muggia e San Dorligo della Valle) Serracchiani conquistò 35 mila 856 voti, contro i 27 mila 448 di Tondo. Da quell'epoca, però, è cambiata la geografia politica: il centrodestra si è ripreso il Comune, Franco Bandelli - e i suoi 5 mila 796 voti di allora - si è schiantato alle amministrative e il centrosinistra deve fare i conti con i postumi della scissione. Non sorprende, dunque, che la simulazione di Repubblica dia in vantaggio Tondo (34%), su Serracchiani (29%) e Zoccano (28%).Collegio di GoriziaL'Isontino, stando ai dati del quotidiano romano, può davvero essere definito, come direbbero gli americani, collegio too close to call. Nonostante i successi elettorali dei conservatori negli ultimi anni - da Monfalcone a Ronchi dei Legionari, passando per Cormons - il brand chiamato Giorgio Brandolin, infatti, tiene eccome. Il deputato uscente - e presidente regionale del Coni - è alla pari con il candidato del centrodestra (entrambi sono al 32%) Guido Germano Pettarin, assessore comunale a Gorizia oltre che numero uno della Federazione di atletica leggera del Fvg, e cinque punti avanti rispetto alla grillina Sabrina De Carlo (27%).Collegio di UdineI veri "dolori", sempre in base a Repubblica, per il centrosinistra cominciano dall'uninominale di Udine. Qui il Pd, alla fine di un discreto tira e molla, ha scelto di fare correre il sindaco di Palmanova Francesco Martines. Il primo cittadino della città stellata, però, è quotato al 29% e deve recuperare otto punti percentuali (cioè avrà il compito di spostarne almeno quattro) nel confronto con il leghista, e uomo del centrodestra sul territorio, Daniele Moschioni (sindaco di Corno di Rosazzo e dato attorno al 37%). Fuori causa pare invece il pentastellato Domenico Balzani (27%).Collegio di CodroipoI numeri confermano le sensazioni - che tali restano, sia chiaro, fino al voto vero e proprio - delle scorse settimane e cioè che il collegio che da Codroipo arriva fino al Tarvisiano sia, di fatto, un'area di elezione pressoché sicura, come peraltro lo è sempre stato, storicamente, per il blocco conservatore. D'altronde il centrodestra, anche per motivi di equilibrio interno ed esterno ai singoli movimenti, ha deciso di schierare la coordinatrice regionale di Forza Italia Sandra Savino, mentre all'interno del Pd non c'è stata alcuna corsa, a differenza di altre aree, per accaparrarsi la candidatura e così la scelta è caduta sulla consigliera regionale Silvana Cremaschi cui spetterà un compito a dir poco impegnativo. La rilevazione di ieri disegna uno scenario in cui Savino veleggia al 39%, Cremaschi si ferma al 28% e il nome scelto dal M5s, cioè il carnico Aulo Cimenti, è pure staccato di appena due punti dalla dem udinese.Collegio di PordenoneSe Atene piange, Sparta non ride verrebbe da dire varcando il Tagliamento e incollando l'antico proverbio italiano al centrosinistra. Il gioco di parole, infatti, serve a spiegare la situazione nel collegio uninominale per Montecitorio di Pordenone perché qui la forbice teorica di 11 punti percentuali registrata a Codroipo si allarga, ulteriormente, nella Destra Tagliamento. D'altronde gli ultimi anni hanno visto il centrodestra trionfare allegramente alle Comunali del capoluogo, con la successiva "cirianizzazione" quasi totale di Pordenone, e issare la propria bandiera in Comuni "pesanti" come Aviano e Fontanafredda. Se a questo, poi, ci aggiungiamo la tendenza storica di quel territorio, con lo sguardo spesso più rivolto al Veneto che al Friuli,è facilmente intuibile come il centrodestra sia largamente avvantaggiato ai nastri di partenza. Tanto è vero che le proiezioni di Repubblica attribuiscono alla leghista Vannia Gava la bellezza del 41% dei consensi con l'esponente del Carroccio che stacca il parlamentare uscente del Pd Giorgio Zanin di 13 punti (28%) e di 16 la candidata del M5s Giovanna Scottà di 16 (25%).

La coordinatrice azzurra spiega le decisioni prese dal partito E sulle Regionali: non cambiamo idea, il candidato è Riccardi Savino e le scelte di Fi «Premiati i territori»

UDINE Sandra Savino difende le scelte del partito sulle candidature per le Politiche, prova a gettare acqua sul fuoco delle polemiche interne e, in vista delle Regionali, tiene il punto ribadendo come, per quanto riguarda Forza Italia, il possibile governatore resta Riccardo Riccardi.Onorevole Savino che giudizio si può tracciare dei nomi schierati da Forza Italia?«Personalmente sono soddisfatta perché tutti i nostri candidati provengono dal territorio e, in più, siamo riusciti a garantire un equilibrio generale del Fvg con tutte le anime della regione che hanno trovato adeguata rappresentanza».Non può negare però, che alcuni nomi scomparsi dagli elenchi rischino di lasciare conseguenze all'interno del partito...«Chi ha il dovere di compiere delle scelte non può sottrarsi all'assunzione di una responsabilità che, è inevitabile, porta con sé anche singole delusioni. Qualcuno è felice, altri sono scontenti, ma la classe dirigente di Forza Italia è matura e comprende la necessità del partito di trovare un valido punto di sintesi. E poi, in Fvg, abbiamo così tanta strada ancora da compiere che Forza Italia, da qua in avanti, sarà in grado di garantire gratificazione a tutti gli eventuali scontenti».Passiamo ai collegi: come mai non corre a Trieste?«La legge elettorale prevede per le coalizioni come la nostra una ripartizione, congiunta, dei collegi. A Trieste, in passato, mi sono già misurata e questa volta ho accettato con piacere di cedere quell'area a un candidato di valore come Renzo Tondo che è stato presidente della Regione e che rappresenta integralmente le battaglie portate avanti in questi cinque anni in Consiglio contro le deleterie politiche del centrosinistra».Scusi, ma lei cosa conosce del collegio di Codroipo?«Intanto quell'area arriva sino a Tarvisio. In questa legislatura, come unica esponente regionale di Fi eletta in Parlamento, mi sono occupata, in modo eguale, di tutto il territorio. Sono stata assessore alla Montagna nella giunta Tondo aiutando quel territorio, pur nel pieno della crisi economica, con la stessa cura dei dettagli che ho intenzione di applicare da deputata».Che ne pensa della sua principale avversaria e cioè la consigliera regionale del Pd Silvana Cremaschi?«Io e lei rappresentiamo meglio di chiunque altro la differenza, netta, che esiste tra le politiche di centrodestra e di centrosinistra. Se con qualche altro avversario, magari, si possono trovare alcuni punti di contatto, la sottoscritta e Cremaschi sono davvero l'alpha et omega della politica».Cosa si sente di promettere ai cittadini del Fvg per la prossima legislatura?«Ho un obiettivo principale e cioè la tutela e la salvaguardia della Specialità. Dobbiamo tornare a essere, davvero, una Regione Autonoma. Una terra in cui si può decidere, liberamente, come garantire al meglio quei servizi e quella vicinanza al cittadino che dal 2013 a oggi, con la presidenza di Debora Serracchiani, è venuta totalmente a mancare».A proposito di Regione: avete trovato, finalmente, il vostro candidato unitario?«Forza Italia lo ha già individuato da tempo e non cambia idea: era e rimane Riccardo Riccardi. Forse c'è qualcun altro, in maniera disordinata e pasticciona, che cerca delle alternative, non noi».Ma vi siete dati delle tempistiche oppure, davvero, bisognerà attendere il voto delle Politiche?«Mi auguro che tutte le forze politiche comprendano la necessità di stringere i tempi visto che siamo in tanti a dovere raccogliere più o meno 5 mila firme per le candidature. Noi abbiamo le idee molto chiare, come noto, e mettiamo a disposizione la nostra macchina organizzativa, come già avvenuto in passato, anche per chi dovesse avere bisogno di aiuto. Se poi dovessimo trovarci inguaiati, che si sappia, non sarà certo responsabilità di Forza Italia». (m.p.)

giornalisti

Nuove agevolazioni per il sistema locale dell'informazione UDINEIl Consiglio regionale ha approvato a larghissima maggioranza la legge a sostegno del sistema informativo del Fvg.Tra i punti salienti del provvedimento troviamo: concessione di contributi per il sostegno dell'emittenza radiofonica e televisiva e a tal scopo, oltre a evitare una distribuzione a pioggia delle risorse, è stata prevista tutta una serie di requisiti che testimonino la consistenza imprenditoriale delle emittenti cui ci si rivolge; concessione di contributi a imprese e organismi di informazione con questo che avviene in presenza di specifici requisiti, analoghi a quanto sopra indicato; concessione di incentivi al sistema informativo regionale e agli enti locali previsti per le assunzioni, le stabilizzazioni e i nuovi inquadramenti del personale giornalistico; termini e modalità di presentazione delle domande per le agevolazioni: entro 120 giorni dall'entrata in vigore della legge, sarà emanato l'apposito regolamento di attuazione.Nelle more dell'attuazione della contrattazione collettiva, si stabilisce che al personale iscritto all'albo dei giornalisti che presta servizio negli Uffici stampa istituzionali delle amministrazioni del Comparto unico e degli enti del Sistema sanitario si applichi il contratto nazionale di lavoro giornalistico, tenendo conto dell'anzianità maturata. Per le testate giornalistiche della Regione una specifica: la nomina del direttore e dei capiredattori è effettuata dall'editore.

Ulteriore passo avanti nel processo di aggregazione al Friuli del municipio dolomitico La giunta stanzia 532 mila euro per le spese di funzionamento e gestione dei servizi Sappada nell'Uti della Carnia Al Comune i primi fondi Fvg

UDINE Il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità il disegno di legge della giunta con le prime disposizioni urgenti relative al distacco del Comune di Sappada dalla Regione Veneto e la sua aggregazione al Fvg.Tra le norme contenute nella legge, una prescrive l'adeguamento dello statuto del Comune di Sappada e dei suoi regolamenti all'ordinamento locale del Fvg e la sua collocazione nel contesto del Consorzio obbligatorio del bacino imbrifero montano di riferimento. Viene poi disciplinato l'inserimento di Sappada nel sistema locale del Fvg con la sua collocazione nell'ambito territoriale della Carnia. In materia elettorale si stabilisce l'aggregazione nella circoscrizione di Tolmezzo e sono previste alcune deroghe temporali in materia di finanza locale assicurando al Comune - che conta mille e 317 abitanti - le risorse necessarie per il concorso nelle spese di funzionamento e di gestione dei servizi (532 mila 833 euro, distinti in 292 mila e 67 come quota ordinaria e in 240 mila 765 come quota di perequazione). Sono state inoltre quantificate le quote ordinaria e di perequazione del fondo ordinario anche per il 2019 e il 2020.Si prevede, inoltre, la possibilità che il referendum consultivo in materia di circoscrizioni comunali si svolga contestualmente alle Regionali. Viene stabilita un'opportuna gradualità, che si estende a tutto il 2018, per l'inserimento del Comune nella disciplina dell'ordinamento della polizia locale del per fruire degli interventi regionali in materia di sicurezza urbana. Vi sono quindi alcuni articoli che contengono criteri di transitorietà su singole materie. In particolare, su personale del Comune e comparto unico, Comprensori montani e zone omogenee, ambiti territoriali per l'assistenza sanitaria (il Comune viene inserito nell'Azienda 3).Alla Uti della Carnia, dove viene aggregata Sappada, vengono messi a disposizione 85 mila euro come risorse aggiuntive per l'assistenza sociale. Altre materie toccate riguardano il servizio idrico integrato e la gestione dei rifiuti urbani, l'attività venatoria, la raccolta di funghi e tartufi, la pesca sportiva, gli agriturismi e le fattorie didattiche, le risorse agricole, forestali, ittiche e di caccia, la tutela della minoranza linguistica tedesca, il governo del territorio e l'edilizia. Assegnato un contributo straordinario di 25 mila euro per la realizzazione di attività culturali.Previste, poi, forme di collaborazione con Veneto e Provincia di Belluno e i competenti organi statali per garantire la continuità dei servizi nel territorio comunale e la piena realizzazione del processo di aggregazione. Una serie di disposizioni interessano il processo di aggregazione e l'adeguamento della normativa vigente nel Comune alla legislazione e all'ordinamento del Fvg. In Aula sono stati approvati alcuni emendamenti che riguardano: un regime transitorio per la disciplina delle attività nel settore turistico e dell'industria alberghiera; la specifica che in campo edilizio i procedimenti in corso continuano a essere definiti dalla disciplina vigente in Veneto; l'individuazione delle strade (e di eventuali altri immobili a esse connessi) acquisite nel patrimonio del Fvg con la loro classificazione; l'osservanza delle disposizioni sismiche e dei cementi armati vigenti in Fvg alle quali da ora Sappada dovrà uniformarsi; altre norme urgenti in materia di funzione pubblica; nella classificazione del territorio montano rispetto alle zone omogenee di svantaggio, l'intero comune di Sappada è inserito in fascia C.Tra i commenti successivi al via libera alla legge quello della leghista Barbara Zilli secondo la quale «il bentornato a Sappada deve essere un sì al futuro di tutta la montagna, e non soltanto una coccarda da appuntarsi sul petto il 3 aprile» e della grillina Elena Bianchi che si è detta «estremamente soddisfatti perché è stata una battaglia lunga 10 anni, ma alla fine è stata rispettata la volontà dei cittadini».

La data è da definire. Il tentativo di conciliazione è fallito Polizia locale in sciopero

Verso la metà di marzo la polizia locale del , come annunciano i sindacati Sapol Cisal e Ugl, farà sciopero per un giorno. Mercoledì in Prefettura a Trieste c'è stato un tentativo di conciliazione tra alcuni sindacati e la Regione, rappresentata dall'assessore alle Autonomie locali Paolo Panontin.I segretari di Sapol Cisal e Ugl hanno ricordato di aver chiesto più volte un incontro nei mesi scorsi e di non aver ricevuto risposte. L'obiettivo - si legge in una nota - era trovare soluzioni (anche con il contratto di Comparto 2016-18 di cui si sta tuttora discutendo) per dare le dovute garanzie agli operatori. Sullo sfondo, spiegano ancora i rappresentanti dei lavoratori, c'è sempre la stessa domanda: «Un agente di polizia locale è un impiegato in divisa o un operatore delle forze dell'ordine»?Ma le necessità, sempre secondo Sapol e Ugl, sono numerose: un'assicurazione integrativa rispetto alla normale copertura Inail, l'assicurazione integrativa obbligatoria a fini pensionistici, un'area contrattuale specifica per la polizia locale, la revisione del regolamento sui gradi con un nuovo ordinamento contrattuale che attende dal 2004, norme di sblocco del turn over, strumenti di autodifesa e dotazioni di protezione sanitaria individuali.

Il sindaco incontra il prefetto e offre la collaborazione del Comune. «Faremo la nostra parte ma le presenze non aumenteranno» Giacomello: sì al bando per la Cavarzerani di Cristian Rigo«Il bando per ospitare 320 richiedenti asilo alla Cavarzerani servirà solo per offrire un'accoglienza più dignitosa a chi c'è già quindi di fatto non cambierà nulla perché non è previsto l'arrivo di altri profughi». Per questo motivo ieri il sindaco Carlo Giacomello ha assicurato al prefetto Vittorio Zappalorto che il Comune di Udine continuerà a «fare la sua parte e anche qualcosa in più per dare risposta a un'emergenza umanitaria senza precedenti». Dopo le preoccupazioni e le critiche espresse dal candidato sindaco del Pd, Vincenzo Martines e il vertice che ne è seguito in Prefettura tra lo stesso Martines, il rappresentante del Governo e l'assessore ai Diritti, Antonella Nonino, ieri Giacomello ha voluto fare il punto della situazione. E il prefetto Zappalorto ha ribadito la necessità di pubblicare al più presto un nuovo bando per l'accoglienza. In questi giorni dovrebbero anche iniziare le operazioni per l'allestimento delle casette prefabbricate che sostituiranno le tende della Protezione civile smantellate nei giorni scorsi. «Ritengo sia giusto dare una sistemazione più decorosa ma - precisa Giacomello - questo non significa che la Cavarzerani è destinata a diventare un hub per centinaia di richiedenti asilo. Adesso nelle due caserme ci sono quasi 300 persone ed è giusto trovare una sistemazione decorsa, ma nel medio periodo la Friuli sarà soltanto la sede della Cri e la Cavarzerani in futuro diventerà una cittadella della sicurezza, sede unica della Questura (che lascerebbe così viale Venezia), della polizia stradale e di frontiera, del nucleo operativo di protezione e dell'archivio. Il fatto che il bando avrà un solo anno di durata è significativo». Giacomello quindi non teme che la presenza delle casette e il bando finiscano col rendere definitiva quella che doveva essere una soluzione temporanea. E oggi si confronterà con tutta la maggioranza sul tema. «Voglio condividere con tutti queste riflessioni per poter procedere uniti», spiega. E aggiunge: «Il bando iniziale da 550 persone si sarebbe tradotto in un incremento delle presenze, ma con 320 di fatto non cambierà nulla. È vero che Udine con il sistema Sprar e Aura accoglie già quasi 300 persone raggiungendo la quota ministeriale, ma in provincia siamo al di sotto perché molti comuni non accolgono. Udine da questo punto di vista è stato un modello dando una risposta di civiltà». Il capoluogo resta uno dei pochi comuni della Provincia che ospita più profughi di quanti non sarebbe tenuto a fare in base al noto accordo Anci-Viminale che prevede una distribuzione di 3 migranti ogni mille residenti. A Udine quindi dovrebbero esserci massimo 300 migranti mentre in realtà (in base ai dati elaborati dalla Regione e aggiornati al 29 gennaio) ce ne sono 630. Allo stato attuale quindi sarebbero sufficienti le strutture temporanee del sistema Aura dove il Comune ospita 288 profughi ai quali vanno poi aggiunti i 54 dello Sprar e le strutture di prima accoglienza - le ex caserme Cavarzerani e Friuli -, dove il numero complessivo è al momento 288.

verso le amministrative

I Cinque stelle aspettano il via libera da Milano I cinque stelle hanno scelto il loro candidato sindaco, ma sul nome resta il massimo riserbo. Alla faccia della tanto sbandierata trasparenza. E nel movimento emergono i primi mal di pancia di chi è rimasto fuori dalla lista dei candidati al consiglio comunale di Udine che è stata inviata a Milano per ricevere il via libera di Casaleggio. Già perché le scelte del M5s in teoria sono autonome e nascono dal territorio ma l'ultima parola spetta comunque ai vertici.E allora la candidata sindaco (in lizza fino all'ultimo c'erano due donne: l'avvocato Rosaria Capozzi che ha da poco tenuto una conferenza sul tema "Il concetto giuridico di impresa e la dinamica delle imprese in provincia di Udine"; e la giovanissima Chiara Vattolo, consulente del lavoro laureata in giurisprudenza a Udine e animalista convinta) preferisce che non venga data notizia della scelta effettuata dai meetup udinesi finché non ci sarà l'ufficialità. «Anche perché in teoria ciascun iscritto è libero di presentare una propria lista», spiega il capogruppo del movimento in consiglio comunale, Fleris Parente. Come dire insomma che potrebbero esserci anche due liste in corsa.Un'ipotesi forse azzardata, ma che gli stessi esponenti non escludono viste le divisioni interne emerse nell'ultimo periodo. Più di qualche simpatizzante infatti lamenta di essere rimasto escluso dall'assemblea nella quale i candidati dovrebbero essere sottoposti alla "graticola", una sorta di tribuna elettorale che prevede un confronto con gli attivisti e una raffica di domande sui temi tra i più disparati. Confronto che per qualcuno non ci sarebbe mai stato. Parente invece assicura che tutto si è svolto regolarmente mentre la coordinatrice del meetup Annamaria Fritz non ha voluto commentare. (c.r.)

L'indagine dell'università di Udine. La media nazionale è del 29,5. Ogni famiglia butta in spazzatura 85 chili l'anno Nelle mense friulane si getta il 17% del cibo di Giulia Zanello Quasi 85 chili di cibo all'anno nella spazzatura. Un chilo e mezzo al giorno per ogni famiglia italiana che getta nelle immondizie, nell'ordine, verdure, latte e derivati, frutta e prodotti da forno. Si getta perché i prodotti sono scaduti, andati a male, ma anche perché non sono stati graditi. E nemmeno le mense scolastiche sono risparmiate da questa spiacevole abitudine, se si tiene conto che circa un terzo del cibo - il 29,5%, 120 grammi per ogni studente a fronte di pasti che offrono circa 534 grammi di cibo - va nei rifiuti. E anche se in Friuli Venezia Giulia siamo meno spreconi, con una media di prodotti gettati che nei refettori si ferma al 17%, se ne buttano comunque 90 grammi circa per ogni studente, tra avanzi dei piatti (12,1 per cento), cibo intatto lasciato nella mensa (4,8) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 5,6 per cento).Sono i dati dello studio "Reduce", progetto promosso dal ministero dell'Ambiente nell'ambito della campagna "Spreco Zero" di Last Minute Market e che ha visto scendere in campo nella squadra di investigatori dei rifiuti anche l'università di Udine, accanto a quella di Bologna (capofila), della Tuscia di Viterbo, il Politecnico di Milano e l'Unità locale socio sanitaria (Ulss) 20 di Verona.I dati del monitoraggio, che ha coinvolto 400 famiglie italiane oltre a scuole, supermercati e ipermercati, sono stati illustrati - in occasione anche della quinta Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, lunedì al Maxxi di Roma, alla presenza del sottosegretario del ministero dell'Ambiente Barbara Degani e dei promotori dell'iniziativa, il fondatore di Last Minute Market e della campagna Spreco Zero, Andrea Segrè e il coordinatore del progetto "Reduce" Luca Falasconi.Gli studenti detective sono entrati in azione su più fronti, indagando - senza lasciare tracce, ma annotandosi scrupolosamente ogni dettaglio sui «Diari di famiglia dello spreco» - le abitudini degli italiani all'interno delle proprie abitazioni, ma osservando anche come si comportano grande distribuzione e mense delle scuole. E proprio i refettori scolastici hanno rappresentato il focus d'indagine degli investigatori friulani che, coordinati dai docenti di Scienze economiche e statistiche Francesco Marangon e Stefania Troiano, si sono concentrati su 18 scuole primarie della regione (7 in provincia di Udine, 6 a Pordenone, 3 a Trieste e 2 a Gorizia, mentre sono state in totale 73 a livello nazionale). Il team udinese si è impegnato nel monitoraggio di 9.119 pasti erogati in regione sul totale dei 109.656, per individuare la tipologia degli sprechi prodotti nelle scuole e i momenti e le circostanze in cui si verificano, così da fornire un quadro completo delle situazioni in cui si produce lo spreco nelle mense.«L'attenzione verso lo spreco alimentare - rimarca Marangon, coordinatore del dipartimento udinese - sta caratterizzando un particolare momento di riflessione sugli stili di vita della nostra società. Vengono prodotti giornalmente report e comunicati che ci raccontano l'ammontare, in termini di volumi, di cibo sprecato e l'impatto ambientale che questo ha sul pianeta - osserva ancora il docente -. Il contributo del mondo della ricerca, e quindi anche dell'attività del nostro gruppo dell'università di Udine, è quello di fare chiarezza sulla produzione di questi dati - ha proseguito -, attraverso una approccio metodologico scientifico, che ha rilevato appunto quanto lo spreco non sia più un fenomeno casuale, ma faccia parte del sistema. Fondamentale, quindi - conclude -, per evitare di avere in futuro una società portata allo spreco di cibo, informare e sensibilizzare le famiglie riportandole sulla via della sostenibilità»."Reduce" ha accertato che ogni famiglia getta 84,9 chili di cibo l'anno: a livello nazionale significano circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in un anno, per un costo di 8,5 miliardi, circa lo 0,6 per cento del Pil. Ogni giorno fra ciò che rimane nel piatto, in frigo e nella dispensa di casa gli italiani gettano 100 grammi di cibo: una quota che moltiplicata per 365 giorni all'anno balza a 36,92 chili di alimenti, per un costo di 250 euro all'anno.«Oggi i primi test sullo spreco reale e non stimato dimostrano che la sensibilizzazione si "tocca" con mano - ha indicato l'agroeconomista Andrea Segrè -: lo spreco domestico vale il 40% in meno rispetto all'ultimo Rapporto Waste Watcher 2016. Adesso è il momento di rilanciare l'inserimento dell'educazione alimentare come materia di studio dalle scuole primarie - aggiunge -, e la richiesta di una normativa comune europea da promuovere anche attraverso l'Anno europeo dedicato alla prevenzione dello spreco alimentare».

IL PICCOLO 2 FEBBRAIO

Rebus affluenza Indeciso sul voto un elettore su 4

Elezioni di Marco Ballico TRIESTE In tutto il Paese, secondo un'indagine nazionale realizzata da Swg, se ne contano ben 18 milioni. E in Friuli Venezia Giulia, stima Maurizio Pessato della stessa società di sondaggi, rappresentano almeno il 25% dei potenziali elettori, quindi circa 175mila persone. Sono i componenti dell'esercito degli indecisi: cittadini che, a poco più di un mese dalle politiche, ancora non sanno se e per chi andare a votare. E che nelle prossime settimane - nel caso in cui il "corteggiamento" dei grandi partiti non dovesse rivelarsi efficace -, potrebbero passare nel gruppo dei non votanti "convinti", ingrossando così le fila del popolo dell'astensione. Un popolo che, mai come in questa tornata elettorale, punta in alto. Se nel 2013 in regione i non votanti avevano sforato ampiamente quota 200mila, adesso potrebbero guardare ai 300mila, come ritiene anche Roberto Weber di ixé. Fosse così, sarebbero il primo partito, coalizioni escluse. Ma non tutti la pensano in questo modo. Secondo il politologo Paolo Feltrin, l'incertezza sul vincitore creerà dibattito. E più di qualcuno, alla fine, si alzerà dal divano ed entrerà in cabina. In Fvg si è sempre votato più che altrove. Le ultime tre elezioni politiche lo confermano. Nel 2006 in regione, alla Camera, i votanti sono stati l'84,6% (83,6% il dato nazionale), nel 2008 l'80,9% (80,5% in Italia), nel 2013 il 77,2% (contro il 75,2%). Una differenza di 1-2 punti che gli esperti ritengono verrà mantenuta pure il 4 marzo. Trasformando le percentuali in cittadini, si scopre che nel 2006 (vittoria di ) furono 150mila i non votanti Fvg, nel 2008 (rivincita di Berlusconi) si salì a 187mila, nel 2013 (la "non vittoria" di ) addirittura a 219mila. Pessato pensa che stavolta si andrà ancora più su. Non a 300mila, ma nemmeno troppo lontano. «Il trend è quello, immagino si possa arrivare al 70% di votanti», dice il sondaggista osservando la differenza tra 2008 e 2006 (3,7%) e tra 2013 e 2008 (ulteriore riduzione del 3,7%). In sette anni si sono dunque persi 89mila votanti e i non votanti sono contestualmente aumentati di 68mila unità.Pessato non si stupirebbe di contarne ancora di più, di astenuti. «Ma sotto il 70% no, non credo - precisa -. Se è vero infatti che qualcuno ha ipotizzato scenari disastrosi, prendendo come punto di riferimento il 37,7% delle regionali 2014 dell'Emilia Romagna, gli italiani rimangono politicizzati, anche se forse non tutti se ne rendono conto. E dunque il senso della sfida sarà un elemento che consentirà al popolo del voto di tenere duro».Perché dunque prevedere un calo? «Perché la prova delle istituzioni è stata discutibile - osserva Pessato -, anche se la crisi ha certamente pesato. E perché l'insieme dei partiti ha disorientato l'elettorato, facendo crescere delusione e disillusione. Con conseguente emersione di una convinzione, la più perniciosa per la democrazia: quella che, qualsiasi sia la scelta, nulla cambierà. Un'aura di indistinto che scoraggia e che infine porta meno gente a votare». Si arrivasse davvero a un'affluenza del 70% in Fvg, l'astensionismo sarebbe il primo partito, cosa mai successa nella storia della regione. Nel 2013, con il 22,8%, i non votanti si piazzarono terzi dietro al M5S (27,2%) e al Pd (24,7%). Quanto agli indecisi, il popolo cui tutti i partiti si rivolgono - in primis centrodestra, Pd e grillini che si giocano primato e governo -, Pessato li quantifica appunto nel 25% dei potenziali elettori, vale a dire circa 175mila persone in regione, e spiega che alcuni di questi, il 4 marzo, se ne staranno tuttavia a casa e ipotizza che uno su cinque, il 20% del totale, sceglierà per chi votare solo nell'ultima settimana: «Un fattore determinante in una tornata che si deciderà in 2 punti o meno». Posizione un po' diversa quella di Feltrin. Un calo ci sarà, secondo il docente universitario, ma non superiore al 2-3% rispetto alle politiche 2013. «Più la campagna elettorale si fa accesa - rileva il politologo -, più l'affluenza cresce. Lo si è visto anche in Europa, con una partecipazione più alta in corrispondenza di sfide molto sentite. In Italia manca ancora un mese al voto, ma sembra quasi di essere a pochi giorni dalle urne. Il motivo dell'attenzione? Il risultato incerto. Se non si conosce il vincitore, la gente è stimolata a esserci». Anche i politici più esperti la vedono in maniera differente. Secondo Roberto Antonione, grande ex del centrodestra, «l'affluenza non diminuirà rispetto al 2013, sempre che non accadono fatti strani e clamorosi come quelli che hanno inciso sulle politiche in Spagna ai tempi di Aznar». Al contrario l'ex capogruppo Pd in Regione Gianfranco Moretton, si attende una minor partecipazione, «effetto di una politica che ha messo in piedi una televendita stile Vanna Marchi, dove tutti fanno a gara a promettere qualcosa in più dell'altro, senza accorgersi che nessuno ci crede più. Quando la politica era una cosa seria, in campagna elettorale si prometteva di meno per poi dare il giusto».

«Non lascio il mio Comune Lo seguirò anche da Roma» di Ugo Salvini TRIESTE «Il Comune ha bisogno della presenza del suo sindaco». Ne sono convinti in tanti a Duino Aurisina, territorio che non ha preso troppo bene la scelta di Daniela Pallotta, eletta prima cittadina appena la scorsa primavera, di tentare ora l'avventura romana. Un'avventura che, tra l'altro, potrebbe avere esito positivo vista la collocazione in terza posizione ne listino proporzionale di Forza Italia alla Camera dopo Sandra Savino e Roberto Novelli, e che non imporrebbe alla forzista di lasciare l'incarico in Municipio. Per i sindaci dei piccoli comuni, infatti, non esiste incompatibilità con la carica di parlamentare.La decisione di tentare la "fortuna su due ruote" molti appunto non riescono proprio a digerirla. Tra i critici spiccano alcuni nomi dell'imprenditoria locale. «Troppe cariche non aiutano - osserva Davide Peric di Alleanza contadina -. Non posso formulare giudizi su questa amministrazione, perché è passato troppo poco tempo dall'insediamento della giunta, ma mi chiedo come potrebbe lavorare un sindaco, anche se bravo, su due fronti». «Molti hanno votato Pallotta perché era il simbolo del cambiamento - afferma Edi Bukavec dell'Associazione agricoltori -. E proprio per questo, se dovesse approdare a Roma, ci sarebbe un problema da risolvere a Duino Aurisina».Contrari ovviamente, anche gli esponenti delle opposizioni. «L'impossibilità a cumulare cariche politiche è uno dei punti che differenziano il M5S dai partiti - attacca Lorenzo Celic, consigliere pentastellato a Duino Aurisina - perché quando si diventa sindaci si firma una patto con i cittadini. La candidatura di Daniela Pallotta è arrivata addosso come un fulmine a ciel sereno e la riteniamo eticamente scorretta, perché lei deve dedicarsi al cento per cento ai problemi del suo territorio». Molto severo anche Antonio Cattarini (Verdi): «Pallotta deve chiarire a tutti i cittadini che l'hanno votata e non cosa intende fare, in caso di successo, prima delle elezioni. Non vogliamo doverci chiedere il 5 marzo cosa farà il sindaco». «Con la candidatura di Pallotta - incalza Vladimiro Mervic della civica Lista per il golfo - si conferma la tendenza dei partiti a monopolizzare la politica, senza alcun rispetto per i singoli territori. Duino Aurisina è un Comune abbandonato da tutti, maggioranza e opposizione». Critiche che la diretta interessata respinge al mittente.Sindaco Pallotta, cosa intende fare?Innanzitutto mi impegno a non lasciare la carica di sindaco, se dovessi essere eletta perché la legge lo permette. I problemi del Comune di Duino Aurisina però, a detta dei cittadini, sono molti. Come si fa a risolverli stando a Roma? So di avere un'ottima squadra di giunta e un vicesindaco molto presente. Vuol dire che ci riorganizzeremo.Ma per affrontare certe difficoltà non bisogna essere presenti fisicamente? I parlamentari non stanno via tutta la settimana, cercherei di ovviare. È stata lei a proporsi per la corsa a Montecitorio o il partito a chiederle di candidarsi?Mi è stato proposto di farlo. Detto questo mi sembra naturale coltivare l'ambizione di andare a Roma. Ribadisco però che al mio Comune e alla mia famiglia tengo moltissimo. Sento lo spirito di servizio.Cosa si sente di dire a quei cittadini preoccupati per la situazione innescata dalla sua candidatura romana? Che non li abbandonerò.

La campagna elettorale entra ufficialmente nel vivo. Serracchiani debutta a Trieste Fedriga sceglie Udine. Pd e Leu schierano le truppe lo stesso giorno e alla stessa ora Giri in camper e show solitari Scatta la "maratona" dei big

TRIESTE Cercheranno, fino all'ultimo, un accordo programmatico per le regionali. Così almeno promettono in casa Pd. Per adesso non riescono a trovare nemmeno un'intesa sulla presentazione dei candidati alle politiche. Sarà forse una casualità, ma dem e Liberi e Uguali schiereranno le loro truppe nello stesso giorno e alla stessa ora, domani alle 11. A Udine, a meno di un chilometro di distanza gli uni dagli altri. Manca un mese al voto. Bisogna fare in fretta, far conoscere i candidati in lista, ribadire vecchi e nuovi programmi, trasferire al popolo degli elettori la promessa vincente. Oggi inizierà la Lega Nord con la sua sfilata di aspiranti parlamentari, quelli che ce la faranno come e Mario Pittoni, quelli che hanno buone chance di vincere il proprio collegio come Vannia Gava (uninominale Pordenone e numero due nel proporzionale Camera) e Daniele Moschioni (uninominale Codroipo-Alto Friuli) e quelli in campo solo per riempire le liste. A Udine, in piazza Duomo alle 11.30, lì dove sosterà il camper elettorale del partito, assieme ai big, il Carroccio presenterà dunque anche Massimiliano Panizzut e Aurelia Bubisutti (listino Camera), Raffella Marin, Lorenzo Tosolini e Federica Chellini (listino Senato). Nel pomeriggio alle 18.15, ma a Trieste alla Stazione Marittima, toccherà invece a Debora Serracchiani ufficializzare alla città la propria candidatura alla Camera, tra l'altro con una sfida diretta con Renzo Tondo nell'uninominale. L'incontro, aperto al pubblico e dedicato al futuro di Trieste e dell'area giuliana, è stato anticipato su Facebook da un intervento della presidente della Regione che riassume i capisaldi di quanto realizzato in cinque anni nel capoluogo regionale, soprattutto nell'ambito dell'economia marittima: «Opportunità di crescita per il porto commerciale, il recupero del porto vecchio, il rilancio di Miramare, un turismo fortissimo. Abbiamo piantato solide basi per il futuro di questa città e di tutta la regione». Il post è accompagnato da una fotografia della primavera 2013 che ritrae Serracchiani a passeggio sulle Rive di Trieste con la cagnolina Matilda, mentre erano in corso le votazioni che l'avrebbero portata al governo regionale: «Ero in attesa di un esito che si profilava incerto. La bellezza tranquilla del mare mi ha dato serenità e fiducia: la vita è fatta di cose come queste, che nessuna bega della politica ti può togliere». Domani sarà il gran giorno del centrosinistra. Alle 11 al Caffè Contarena, in pieno centro storico a Udine, il Pd organizza un incontro con tutti i candidati alla Camera e al Senato in Fvg. Un mix di blindati, soddisfatti, delusi, preoccupati, senza speranze. Ad aprire l'appuntamento sarà la segretaria regionale Antonella Grim, quindi gli aspiranti parlamentari affronteranno alcuni temi della campagna elettorale. L'elenco è ormai noto. Per la Camera, al proporzionale, sono in pista , Serracchiani, Paolo Coppola e Patrizia Del Col, e negli uninominali, oltre a Serracchiani, Giorgio Brandolin (Gorizia), Giorgio Zanin (Pordenone), Francesco Martines (Udine Bassa) e Silvana Cremaschi (Udine Alta). Al Senato, al proporzionale, Tommaso Cerno, Tatiana Rojc, Franco Iacop e Laura Fasiolo, negli uninominali Riccardo Illy (Trieste- Gorizia) e Isabella De Monte (Udine-Pordenone). Stessa ora, ma in viale Ungheria nella sede di Sinistra italiana, per la parata di LeU, a partire da Anna Falcone, la "visitor" della sinistra, capofila l'anno scorso della battaglia contro le modifiche alla Costituzione, e dai parlamentari uscenti Serena Pellegrino e Carlo Pegorer. «Sarà l'occasione per illustrare il programma della lista di sinistra che si fonda sul lavoro, la difesa dei servizi pubblici, la lotta contro le diseguaglianze e la tutela dell'ambiente - si legge in una nota -. L'impegno è ridare un punto di riferimento a tutti quegli elettori di centrosinistra che in questi anni, delusi e sfiduciati, non sono più andati alle urne o hanno scelto le sirene del populismo. In queste elezioni, con Liberi e Uguali, c'è chi sostiene i valori e i programmi di giustizia sociale e dei diritti da sempre patrimonio dei progressisti». Pellegrino lancia poi Falcone: «Il progetto si rafforza con la presenza di una donna che rappresenta tutti coloro che in questi anni si sono opposti al depauperamento delle istituzioni a favore del mercato e della trasformazione dei popoli in voci meramente finanziarie». (m.b.)

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