MARZO 2016 N. 205

ASSOCIAZIONE NAZIONALE COLLEZIONISTI ANNULLAMENTI ITALIANI Aderente alla Federazione fra le Società Filateliche Italiane – Albo d’oro della Filatelia Via Asinari di Bernezzo, 34 – 10146 Torino

Poste Italiane spedizione in a.p. - 70% - D. C. - D. C. I. - Torino nr .1/2016 (Anno XLIII)

A pagina 15: STORIA POSTALE DI LERCARA FRIDDI di Andrea Corsini A.N.C.A.I.: via Asinari di Bernezzo 34 - 10146 TORINO e-mail: [email protected]

Presidente onorario: ITALO ROBETTI via Luigi Lavazza 32 10131 Torino (e-mail: [email protected]). Presidente: SILVANO DI VITA via S. Martino 14 10036 Settimo Torinese (TO) (Tel. 0118001017) (e-mail: [email protected]). Vice Presidente: ALCIDE SORTINO (e-mail: [email protected]). Segretario Tesoriere: ACHILLE VANARA (e-mail: [email protected]). Consiglieri: Michele De Lorenzo, Corrado Hertel, Giancarlo Rota, Domenico Santona. Revisori dei Conti: Roberto Gottardi, Massimo Mancini, Michelina Tonarelli.

Il periodico L’ANNULLO non è in vendita ed è riservato ai soci dell’ANCAI. Esce nei mesi di Marzo, Maggio, Luglio, Ottobre, Dicembre. Direttore responsabile: Silvano Di Vita.

Comitato di redazione: Gian Franco Mazzucco, Italo Robetti, Alcide Sortino e Achille Vanara. Stampato a cura della INFORMATIC di Torino.- Registrazione Tribunale di Torino n° 4720 del 15.10.1994.

La collaborazione a L’ANNULLO è gratuita. Gli articoli firmati impegnano soltanto i loro estensori. Il materiale inviato, anche se non pubblicato, non si restituisce. È permessa la riproduzione dei testi citando la fonte.

Quota associativa per il 2016 € 30,00 da versare:

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SOMMARIO DEL N° 205

Pag. 2 Organigramma e Sommario Pag. 3 LA PAGINA DEL PRESIDENTE a cura di Silvano Di Vita Pag. 4 NOTIZIE DALLA SEGRETERIA Pag. 5 NOVITA’ – AGENZIE TEMPORANEE Pag. 6 IL TEATRO GRECO DI SIRACUSA E LE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE [6] di A. Amoroso Pag. 7 ANCHE NEL 1903 POTEVA SUCCEDERE Pag. 8 PIGNOLO PINOCCHIO di Sergio Martinatto Pag. 9 ALLA RICERCA DI BOLLI STRANI O INUSUALI [2ª puntata] di Michele De Lorenzo Pag. 13 PUNTEGGIATURA NELLE LETTERE DEL ‘700 Pag. 14 INFORMAZIONE MARCOFILA E WEB [parte quinta] di Massimo Mancini Pag. 14 DA: “IL GIORNALE DELLA PREVIDENZA DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI” Pag. 15 STORIA POSTALE DI LERCARA FRIDDI di Andrea Corsini Pag. 27 XIX, XX, XXI … TRE SECOLI DI MARCOFILIA a cura di Alcide Sortino IL 2015 MARCOFILO INSOLITI DATARI DI MERANO TARGHETTE TAROCCATE Pag. 28 TARGHETTE IN VERSIONE SECAP NUOVI COMUNI 29 BRUNO CREVATO-SELVAGGI CI HA SEGNALATO 30 SE L’INDIRIZZO E’ CONFUSO 31 L’ANGOLO DEGLI OVALI Pag. 32 PUBBLICAZIONI RICEVUTE a cura di Domenico Santona Pag. 34 CATALOGO 1946-1960. Aggiornamento n° 8 di Gianfranco Mazzucco Pag. 35 LA COLLANA ANCAI Pag. 36 Pubblicità delle Poste ALLEGATO Offertasta del n. 205 riservata ai soci in regola con la quota del 2016 a cura di Italo Robetti e Achille Vanara

2 L’ANNULLO 205 LA PAGINA DEL PRESIDENTE a cura di Silvano Di Vita

Carissimi Soci, iniziamo un nuovo anno con la speranza che ci porti un po’ più di serenità e di tranquillità a livello mondiale e noi, più semplicemente, con l’auspicio di potere insieme portare avanti al meglio la nostra Associazione. Come molti di voi ho visitato il sito della nostra Associazione e con emozione ho riletto la storia dell’ANCAI. Ho rivissuto l’entusiasmo di quegli anni, ho rivisto e sentito le voci di chi ci ha lasciato e che ha contribuito alla na- scita ed all’evoluzione dell’Associazione. Ci sono ancora tanti nomi che dagli albori continuano a spendersi ed a impegnarsi, ma sembra sia venuta meno la spinta propulsiva. La conclusione di Gian Franco Mazzucco che dal 2000 in poi è un’altra storia lascia intendere un radicale cam- biamento. Positivo? Negativo? Ecco, mi piacerebbe un confronto aperto fra tutti noi su questo tema. Da qualche anno, in questo nostro incontro periodico sottolineo la difficoltà nell’organizzare eventi esclusiva- mente marcofili. Difficoltà di reperimento delle Sedi, costi, scarsa affluenza di soci per la quale possiamo sup- porre: motivi anagrafici, come dice un nostro caro amico e socio da tempo abbiamo smesso i pantaloni corti, oppure scarso interesse per le tematiche proposte? In questi anni sono cambiate norme fiscali e di sicurezza che rendono più problematiche manifestazioni auto- nome per cui spesso ci appoggiamo ad altri eventi. E’ un deterrente alla partecipazione? Perché non ne parliamo? Un’occasione potrebbe essere MILANOFIL 2016. Anche quest’anno ci saremo con uno stand dal 18 al 19 marzo, in quella sede e circostanza è stata convo- cata un’assemblea ordinaria dei soci per il giorno 18 (L’ordine del giorno ed il dettaglio della convocazione lo trovate meglio precisato nelle pagine del nostro sito http://ancai.altervista.org/). Per quanto concerne il sito, ne parlerò con chi cura gli aggiornamenti, non mi dispiacerebbe che le notizie ripor- tassero anche eventi minori e/o manifestazioni che vedono la partecipazioni di nostri soci presso i loro luoghi di residenza. Questo potrebbe incentivare lo scambio di informazioni e soprattutto di conoscenza delle attività svolte. Ovviamente è un’idea che deve essere valutata in termini di tempo ed impegno da chi deve farsene cari- co.

Torniamo ora alle nostre piccole attività svolte, in corso e future. Continua la collaborazione della nostra Associazione con la biblioteca della Re- gione Piemonte. Dal 9 dicembre 2015 al 15 gennaio 2016 è stata esposta la collezione “Buon Na- tale da Natale e dintorni” collezione di Roberto Got- tardi

Dal 27 gennaio al 18 marzo in Via Confienza 14 con apertura dal lunedì al venerdì con orario 9/13 e 14/16 è esposta la collezione “La corrispondenza degli alpi- ni in Africa” del ex socio Ernesto Ajmar.

Nella foto la Sig.ra Daniela Bartoli e il Vi- cepresidente del Consiglio Regionale N. Boeti

Entrambe le collezioni so- no riportate nei cataloghi ufficiali delle mostre

A Torino nello Spazio Filatelia in Via Alfieri 10, dal 23 gennaio al 30 marzo sono esposte la collezione filatelica “Galileo Galilei” del no- stro socio Lodovico Sacchi (a dx nella foto) e la collezione “Un Ca- rosello dentellato” del nostro socio Roberto Gottardi (nella foto)

Chiudo questa mia salutandoVi tutti cordialmente e con la speranza d’incontrarVi numerosi a Milanofili. Silvano DI VITA

L’ANNULLO 205 3 NOTIZIE DALLA SEGRETERIA

Iniziamo l’anno con i ringraziamenti ai Soci:

Col. Davide Satalia e Paul Vollmeier per il sempre generoso contributo liberale.

Andrea Amoroso,Piero Ghezzer, Giancarlo Rota e Renato Tangari per la donazione di materiale per l’offertasta.

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E infine, Felice Belarducci, Umberto Bocus, Giovanni Camerone, Angelo Consolini, Fabrizio D’Alfonso, Sergio De Benedictis, Alessandro Depretto, Marco Ferrini-Bronzoni, Roberto Gallo, Piero Ghezzer, Girolamo Lanzellot- to e Michele Russo per gli Auguri di fine anno.

Ai primi di gennaio e’ mancato il socio Pierino Battisti, presidente del circolo filatelico Bodoni di Saluzzo. Il Consiglio Direttivo e tutti i soci porgono ai famigliari le loro condoglianze.

Da Vaccari News del 28 dicembre scorso apprendiamo che al Museo Internazionale della fisarmonica di Ca- stelfidardo (AN) è stata parzialmente esposta la collezione sul tema che il socio Giancarlo Cocito ha donato al museo stesso.

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Il socio Giordano Posati ci propone un aggiornamento al catalogo dei Bolli Speciali del 1973.

Si tratta del BT 139 di Ravenna del 17.5.73. che celebra il I centena- rio del Corpo dei Vigili Urbani di quella città, che esiste anche con la data dei giorni 18 e 19.

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Il CiFiNuMa -(Circolo Filatelico Numismatico Mantovano annuncia la ripresa dei propri convegni commerciali. Il prossimo si terrà sabato 30 aprile 2016 dalle ore 9.00 alle ore 18.00 presso il GOPARC di Bagnolo San Vito (zona industriale via Marco Biagi 14).

4 L’ANNULLO 205 NOVITA’

Ė in stampa il libro del socio Lorenzo Oliveri “STORIA POSTALE della VALLE STURA”. Il volume, numero 13 della collana ANCAI, sarà presentato a Campo Ligure (GE) do- menica 13 Marzo alle ore 15.30 presso la sala comunale. Relatori il socio Enrico. Ber- tazzoli e il vicepresidente Alcide Sortino. Dalla prefazione: Il "filo conduttore" della pubblicazione è costituito dai bolli postali: oggi essi possono apparirci poco significativi, ma sino a qualche anno fa erano "sigilli dello Stato", da custodire gelosamente, che conferivano ufficialità, in particolare per la data, ai documenti sui quali venivano impressi. Il testo non è rivolto esclusivamente a specialisti del settore ed è stato corredato dalla riproduzione di numerosi documenti; invece di utilizzare le note, ho preferito optare per ampie didascalie, che, oltre a fornire informazioni su particolari aspetti dei servizi po- stali (e non solo), tentano di rendere più accessibile un lessico spesso necessariamen- te tecnico; a volte lo stesso documento può sembrare poco rilevante ai fini della storia postale vera e propria, ma, visto in un'ottica più ampia, attesta l'indissolubile legame che intercorre tra questa e la storia generale della Valle.

Ė in stampa il repertorio dei bolli figurati dell’anno 2012 Con questo repertorio certifichiamo la fine di un’epoca. Per la prima volta dal 1970, anno di inizio della nostra catalogazione, non vengono elencati i bolli meccanici (TL), non per nostra scelta, ma perché dal 2012 non sono più stati utilizzati. I cataloghi degli anni precedenti il 1970 sono stati fatti successivamente e per scelta non sono state prese in esame le TL.

AGENZIE TEMPORANEE

Nel numero 12 nuova serie di Storie di Posta è stato pubblicato un lungo articolo del socio Luigi Ruggero Ca- taldi sulle Agenzie temporanee con la relativa legislazione e bolli dal titolo “La posta in vacanza”. Per questo tipo di Uffici non esistono elenchi o documentazione sui Bollettini postali perché la loro gestione era di competenza di ogni singola Direzione provinciale delle Poste. L’autore alla fine propone un elenco degli uffici da lui conosciuti e chiude con un invito alla nostra associazione a proseguire la ricerca. La segreteria raccomanda la lettura di questo lavoro e gira l’invito di collaborazione a tutti i soci mentre risponde all’amico Cataldi che si è già attivata per contribuire a breve con altre segnalazioni. Per ora ricordiamo gli scritti a cura di A. Sortino sui numeri 141 e 187 de “L’Annullo” e proponiamo tre bolli invia- ti dal socio Pozzati.

L’ANNULLO 205 5 IL TEATRO GRECO DI SIRACUSA E LE RAPPRESENTAZIONI CLASSICHE [6] di Andrea Amoroso

E, per concludere, una carrellata esemplificativa fra gli annulli speciali degli ultimi 15 anni.

6 L’ANNULLO 205

ANCHE NEL 1903 POTEVA SUCCEDERE …

Un secolo fa il poeta Rainer Maria Rilke (1875-1926) teneva una corrispondenza con un giovane collega. In una lettera da Roma del 20 ottobre 1903 così scriveva: “… Di là, dove mi sentirò più a casa, vi scriverò una lettera maggiore dove anche si riparlerà del vostro messaggio. Oggi vi devo ancora dire (e forse è ingiusto che non l’abbia fatto prima) che il libro annunciatomi nella vostra let- tera (che doveva contenere lavori vostri) non è arrivato. È tornato a voi, forse da Worpswede? (Ché non si pos- sano spedire plichi all’estero). È questa possibilità la più benigna, e vorrei averla confermata. Spero non sia an- dato perduto, non sarebbe un’eccezione con le poste italiane, purtroppo.”

L’ANNULLO 205 7 PIGNOLO PINOCCHIO di Sergio Martinatto

Tutto ciò che si muove su tre ruote è giusto definirlo triciclo?

Non vengono di certo definiti triciclo i piccoli aerei che hanno tre ruote, vari elicotteri, alcune vecchie automobili inglesi, diverse motociclette nei telefilm americani, le moto con il sidecar, l’Ape della Piaggio.

Il nostro Amico di legno è stato rappresentato dai produttori di giocattoli di latta in vari modi di cui il più classico è il Pinocchio seduto sul triciclo della ditta INGAP già nel 1925.

Lo hanno poi fatto anche pattinare in piedi sul monopattino. In questa versione, per motivi tecnici, hanno dovuto aggiungere nella parte posteriore del monopattino una ruota in più per far si che il giocattolo potesse stare in piedi e contenere il meccanismo per la carica a molla.

Come mai, sul francobollo italiano emesso nel 2015 “Antichi giocattoli” (del valore di euro 0,80) che fa vedere un pezzo oggi raro della succitata produzione apprezzata in tutto il mondo, la didascalia dice: “Pinocchio con triciclo”? La figura secondo me, riproduce Pinocchio in piedi su di un monopattino.

Forse saranno le numerose avventure e le svariate marachelle che dilettano da 135 anni i lettori di ogni età in tutto il mondo oppure la sua fama spesso citata come sinonimo d bugiardo, che si cerca in qualche modo di far- gliela pagare?

E’ certo che il libro di Pinocchio, evolutosi nel tempo nelle illustrazioni ma fedele al testo collodiano, funziona bene ancora oggi!

Sul francobollo in questione il Pinocchio è ben posizionato; il contorno, invece, con quel filo quasi spinato, le let- tere per metà illeggibili che riescono a mimetizzare perfino il valore nominale, poteva essere decisamente risolto meglio.

Lascio a voi il commento.

8 L’ANNULLO 205 ALLA RICERCA DI BOLLI STRANI O INUSUALI (2)

con considerazioni più o meno serie su abbreviazioni e acronimi usati sugli stessi

Michele De Lorenzo

“PAVIA C.P.O.” ricalca le orme di Lucca, nel suo timbro riesce a far stare sia il CAP, sia “RACC. ASS.”, sia infine un “(PV)” del tutto superfluo. A Perugia il Capo Settore Ordinarie non vuole che ci siano dubbi sul fatto che il suo C.P.O. operi in ambito postale: benché “Poste Italiane” sia ben visibile al centro del timbro, puntualiz- za “POSTE PERUGIA C.P.O. – ORD. CAPO SETTORE”. Al settore “VALORI” sono più pressappochisti, ri- tengono che “Poste Italiane” basti e avanzi, e concordo con loro. A Pisa brillano per scarsa fantasia; dopo aver scritto “PISA C.P.O.”, non sapendo che altro dire precisano “56100 PISA”: non si sa mai, qualcuno potrebbe pensare che il C.P.O. di Pisa abbia sede a Livorno. Al C.P.O. di Pistoia, apprendo, si accettano e distribuiscono pacchi, a quello di Ravenna trattano anche le assicurate; Reggio Calabria desidera distinguersi a tutti i costi, ri- duce il proprio nome alla sigla RC, toglie i punti a C.P.O., ma inalbera un “POLO LOG(istico) CORR(rispondenze)” che non è da tutti.

A Reggio Emilia C.P.O., scopriamo, hanno un “CENTRO MOVIM(entazione)”, mentre Teramo rientra nella norma con un’ onesta “SEZ. ASSICURATE”. Al CPO di Trapani c’è addirittura una “SEZ(ione) POSTA PREG(iata)”, che conferma, ove ce ne fosse bisogno, che c’è una clientela di serie A e una di serie B. L’indicazione “TURNO-trattino-B” non chiarisce se si tratti di un reale “turno B” (e allora, perchè il trattino ?) oppure di un turno qualunque (per i VIP c’è sempre qualcuno che dà una mano) e di un “timbro B”. A Terni e a Trieste sembra che si accontentino delle “ordinarie”, ma ecco che salta fuori uno strano “TRIESTE C.P.O. RACC. P.L. – A”. L’arcano è stato svelato, racconta Pozzati, dal socio Cataldi, che è riuscito ad appurare che P.L. sta per porta lettere: avete letto bene, peccato che in italiano “portalettere” sia una sola parola. Insomma, quest’annullo ha tutte le carte in regola per rientrare fra le segnalazioni di “Vista la svista?”.

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Proviamo a scendere ancora qualche gradino della scala gerarchica postale (si può definire così?). Stando a quel che si legge in giro, dovremmo trovare i C.D.M., Centri di Distribuzione Master, poi i C.P.D., Centri Pri- mari (o Principali) di Distribuzione, i C.S.D., Centri Secondari di Distribuzione, e infine i P.D.D., Punti o Posti o Presidi Decentrati di Distribuzione (le versioni, come si vede, non mancano), che sostituiscono i pre- esistenti U.D.R., Uffici di Recapito, o U.R. o ancora più sbrigativamente RECAPITI. Tutto chiaro? No, perchè tanto per cominciare (male) non ho ancora avuto la fortuna di vedere l’annullo di un CDM, e ogni giorno che passa ho sempre più il sospetto che in P.I. abbiano cambiato idea e rinunciato a metterli su: senza dirmi nulla, naturalmente. A seguire, come dicono al bar, godiamoci un po’ di CPD. “CPD MI PRECOTTO INESITATE” è senz’altro apprezzabile, ma anche Genova Ponente (chi l’avrebbe detto, è in provincia di Genova), Bologna, Li- vorno, Tivoli, Lanzo, Orbassano sono pregevoli nella loro sobrietà.

Decisamente inusuale questo timbro datario a tampone, segnalato da Pozzati, in uso al CPD di Foligno; c’è da dire, però, che a que- sto punto in fatto di stranezze dovremmo essere più che assuefatti. Siamo perfettamente in grado, quindi, di ammirare questi favolosi “CPD UDITORE 43210” e “43216 CPD ORLEANS”, nei quali si riesce a fare a meno della località (Palermo in entrambi i casi: non ditemi che non lo sapevate), ma in compenso si inserisce a mo’ di CAP il frazionario dei due uffici. Onore e gloria a Sortino, a Rota e a chiunque altro riesce a procurarci tali attimi di stupefazione marcofila. I CSD sono qui rappresentati solo da Volpiano, e anche in fatto di PDD non c’è da scialare, abbiamo Leinì, Paesana e Revello.

10 L’ANNULLO 205 Per quanto riguarda la scarsità di bolli di CPD, CSD, PDD, sembra di capire che solo un numero limitato di uffici periferici si sia dotato dei nuovi timbri: la maggior parte, nel trasmettere i propri dispacci ai CPO o ai CMP, con- tinua a usare i timbri normali. Più comuni (si fa per dire) i bolli dei Recapiti o UDR: da Rivoli e Moncalieri, che ritengono di dover fare a meno dell’indicazione della provincia (TO), a Segrate, a Quartu Sant’Elena. In fatto di recapiti in senso stretto, attingo senza pudore alle segnalazioni di Sortino. Qui si distinguono Ferrara Centro, che ritiene doveroso ricordare che si trova in provincia di Ferrara, e Manfredonia, che ci propina un “71043 MANFREDONIA RECAPITO MANFREDONIA (FG)”, da cui traspare la totale sfiducia nell’altrui comprendonio: forse, hanno pensato, se glie lo scriviamo due volte capiranno che siamo a Manfredonia, chissà.

In ambito cittadino si trova di tutto e di più. A Palermo, ad esempio, c’è un “90100 PALERMO AUSONIA RE- CAPITO”, che di superfluo ha solo il CAP; in compenso il vicino di casa “43215 PALERMO UR BAGHERIA” ne spara a raffica; a parte l’ UR, giusto per distinguersi dagli altri che scrivono UDR, doveva scrivere “BAGHE- RIA (PA)”, e in più poteva tenere per sé il 43215, che è il frazionario dell’ufficio e non il CAP della località. For- tunatamente non avanzava più spazio per altre sciocchezze. A Torino ci sono gli uffici A.D.R., Arrivi e Distribu- zione Raccomandate: ecco dunque gli A.D.R. di corso Grosseto, di via Monteverdi, di via Nizza. Se poi qualcu- no poteva ipotizzare, accanto agli ADR, anche gli A.D.O., Arrivi e Distribuzione Ordinarie, è il caso che si ricre- da, dopo aver visto l’inequivocabile “TO A.D.R. ORD(inarie) – D – VIA REISS ROMOLI”. Certo, resta il dubbio se le raccomandate qui siano ordinarie (e che vorrebbe dire ?), o se manca una “e” fra “A.D.R.” e “ORD.”: qui- squilie. Sempre a Torino, scopriamo che c’è – o c’è stato - anche “TORINO TELEGRAFO DEC.3 – VIA MON- TEVERDI”, che dovrebbe indicare l’ufficio telegrafico decentrato n.3, ma, come per altre spiegazioni, non ga- rantisco più di tanto. Certi uffici di Torino riescono a sorprendere anche per altri versi: qui mostro con orgoglio il precursore dei CPD Uditore e Orléans già visti. Se ci si imbatte in un “AG.POLIFUNZIONALE GROSSETO A.D. RACC.”, viene naturale pensare alla città toscana con questo nome: troppo semplice, in realtà (basta sa- perlo) ci si riferisce all’ampio corso torinese in cui è ubicata questa Agenzia Polifunzionale, corso Grosseto, ap- punto.

E’ evidente che quest’attributo altisonante, “polifunzionale”, ha trovato i suoi estimatori, perché è stato adottato anche dall’ufficio di via Marsigli: il quale, però, se non altro ha avuto il buon senso di precisare che si trova a To- rino. Neanche i timbri “POSTACELERE” – nome dato al Servizio CAI-Post per l’interno, che inizia a funzionare nel 1986 – sono comunissimi: quelli di Carpi (MO) e Modena rientrano nella norma, ma a Forlì, ad esempio, tro- viamo “EMS. CAI-POST 47100 FORLI’ SUCC.7”. E.M.S. sta per Express Mail Service, sigla internazionale del nostrano CAI-POST, che vuol dire Corriere Accelerato Internazionale.

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A Genova 75 c’è in uso “16126 GENOVA ACC(ettazione) P(iazza) P(principe) POSTACELERE”, che però è di cuore buono e – ci informa Sortino – accetta anche lettere ordinarie e raccomandate. A Parma Ferrovia la Se- zione Postacelere fa uso di un logo FMR personalizzato, perché presenta 5 righe orizzontali anziché 6: di con- seguenza la “V” – il lembo di chiusura della lettera stilizzata – insiste sull’ultima riga in basso, anziché sulla pe- nultima. Questa strana anomalia la ritroveremo anche sui timbri di Ancona e di Bologna, e, a ben guardare, an- che su altri timbri dotati di logo FMR. I creativi non mancano mai. A Ravenna C.P.O. interpretano a modo loro “postacelere”, scrivendo “POSTA-staccato-CELERE”. A stretto rigore (ma che significa questa parola ?) Pia- cenza avrebbe dovuto impostare il timbro scrivendo “29100 PIACENZA” sulla sinistra e “POSTACELERE” sul- la destra, ma è evidente che queste pignolerie, di moda 30 o 40 anni fa, oggi non attaccano più.

Procediamo un po’ alla rinfusa. Simpatico il timbro “ANCONA CASSA PROVINCIALE”: a forza di sgranare, il datario si è sbilanciato tutto a destra. Degno di assoluto rispetto questo “19121 LA SPEZIA QUATTRO”: non sapendo che cosa scrivere nel timbro, ci hanno messo un “quattro” che altro non è se non il numero della suc- cursale. Fosse stata la “45”, come se la sarebbero cavata ? Che sarà mai “POSTEL CORTICELLA BOLO- GNA”? Pare significhi semplicemente che l’ufficio di Bologna che gestisce il Servizio Pubblico di Posta Elettro- nica ha sede in zona Corticella, a nord della tangenziale, prima di arrivare a Castel Maggiore (i bolognesi, spe- ro, mi capiranno). Siamo nel 2004, le cartoline praticamente sono diventate un ricordo del tempo che fu, ma a Parma Ferrovia opera ancora un “SETTORE L/C”, lettere e cartoline, appunto. Ma non è proprio vero, sono un ipercritico: tre anni fa ne ho ancora ricevuta una. Qualche altra sigla. I C.C.S.B. – Centri Compartimentali Servizi Bancoposta – nel 1981 subentrano ai C.C.S.C., la cui “C” finale dovrebbe significare “Conti correnti”, interpretazione personalissima, di cui nessuno finora mi ha saputo dare – o negare – conferma.

12 L’ANNULLO 205 In seguito (1994) diventano C.U.A.S., Centri Unificati Automazione di Sede (c’è chi dice che “s” stia per “ser- vizi”, ma la spiegazione “sede” arriva direttamente da P.I.). Anche i loro timbri partecipano con entusiasmo a questo festival delle stranezze: la “SEDE P.V.A. C.C.S.B. * 10100 TORINO”, oltre a un CAP di cui non si sente la necessità e alla sigla P.V.A., che sta per “Piemonte Val d’Aosta”, mostra un “ARR.PART.-A” fuori dell’ordinario; per non esser da meno, il CUAS Lazio dimostra non comuni doti funamboliche, scrivendo il pro- prio nome sul del timbro e a gambe all’aria, senza rinunciare tuttavia ad “A.-P.”, arrivi e partenze, scritto però diritto …

Un altro annullo meccanico sicuramente poco è “ROMA EUR – MICROFILM”: il concetto di per sé è abbastanza chiaro, ma non è facile capire di quali microfilm si trattasse. Particolare curioso, l’annullo risulta ap- posto sulla ricevuta di ritorno di una raccomandata del 1983. Qui sono i concetti espressi che appaiono un po’ strambi: quale necessità avrà spinto a concepire il timbro “FILIALE DI CHIVASSO SERVIZIO SPORTELLE- RIA”? Qualcosa di analogo succede a Pordenone S.Caterina (presumo, l’indirizzo dell’ufficio postale), che mo- stra un timbro con la dicitura “SPORTELLI”. E’ ben vero che, con l’attuale struttura degli uffici postali, il recapito della posta (Portalettere) è diviso dalla Sportelleria, servizio ai clienti; ma non bastavano per questo i vecchi timbri con l’indicazione dell’ufficio, accompagnata tutt’al più da A, B, C, …?

Presumo che sulla medesima falsariga sia stato inventato questo “10073 CIRIE’ SEZ. PORTALETTERE (TO)”. A parte il fatto che è necessario chiarire che Ciriè si trova in provincia di Torino, e non i portalettere, il timbro dovrebbe servire a rimarcare la netta separazione fra le due attività, servizio alla clientela e recapito della corri- spondenza: qualcuno (a Ciriè ?) può spiegare, allora, perché questo bollo si trova sulle ricevute delle racco- mandate (mod.22R, per capirci) rilasciate da quest’ufficio ? E che cosa vorrà dire di preciso “AG.MOVIMENTO 06100 PERUGIA A.P. (PG)”? Forse ci si voleva riferire a un settore o sezione Movimento dell’Agenzia di Peru- gia Arrivi-Partenze: se così è, è detto malissimo; in ogni caso, a che servono CAP e (PG) ? Chiudiamo con due chicche: il “CIRCOLO COSTRUZIONI T.T. TORINO” si occupava (è acqua passata) di telex; ma chi indovina di che cosa trattava la “DIREZIONE COMP(artimenta)LE UFFICIO III – A TORINO” è proprio bravo: disciplinava il rilascio delle autorizzazioni (da rinnovarsi ogni tre anni) a detenere i “cercapersone”, trisavoli a scartamento ridotto dei pestilenziali cellulari dei nostri giorni!

PUNTEGGIATURA NELLE LETTERE DEL ‘700

Scrivendo una lettera, dopo una frase che termina col punto, si riprende con una parola che ha la prima lettera Maiuscola. Perché dopo il punto e virgola (;) [che è di più] e dopo il due punti (:) [che è il doppio] si riprende con una parola che ha la prima lettera minuscola? La domanda può apparire peregrina, ma non lo è, perché nel 700 (forse erano più logici) dopo il punto e virgola e dopo i due punti si riprendeva a scrivere con una parola che aveva la prima lettera Maiuscola.

L’ANNULLO 205 13 INFORMAZIONE MARCOFILA E WEB [parte quinta] di Massimo Mancini Lituania Il sito di Lietuvos Pastas è accessibile in tutte le sue parti anche nella versione in lingua inglese. Sfortunatamen- te però la sezione dedicata al Cancellation programme prevede solo un’elencazione degli annulli FDC impiegati nel corso del semestre e nulla più. Se invece si clicca su Express information compare la versione elettronica della rivista trimestrale dallo stesso nome ove trovare elencati (nella versione in inglese) e riprodotti tutti gli an- nulli speciali e FDC con un archivio che risale fino al 2007. http://www.post.lt/en/private/philately/express-information Norvegia Posten ha un sito molto semplice e intuitivo anche grazie alla versione in lin- gua inglese. La sezione Filatelia non è però raggiungibile in questo idioma e quindi occorre ... accontentarsi! Cliccando su Motivstempler (sulla destra) si accede all’elencazione e illustrazione di tutti gli annulli dell’anno risalendo fi- no al 2011. N.B. gli appassionati al tema Polare potranno trovare … pane per i propri denti! Super…!!! http://www.posten.no/en/products-and-services/stamps-and-collecting

Russia Marka (N.B.: retaggio dell’era sovietica la commercializzazione e l’informazione fila- telica russa è ancora oggi affidata ad una Società disgiunta dalle Poste di Stato) di- spone di un sito completo con la versione anche in inglese. Cliccando su Special cancellation marks si raggiungono tutti gli annulli speciali dell’anno illustrati con possibilità di ingrandirne l’immagine. Molto ben fatto! Risalendo dal 2002 si possono sfogliare ben 189 pagine di annulli in archivio! http://www.marka-art.ru/en/catalog/spec/year/0/p/188.aspx

Slovenia Niente da dire, il sito di Posta Slovenije è tra i più facili da consultare non solo perché è anche in lingua inglese, ma perché quello che cerchi lo trovi quasi in modo naturale! Pochissimi passaggi e sei su special postmarks sloveni con possibilità di consultare un archivio che risale al lon- tano 2001, l’anno della separazione dalla Jugoslavia. Ogni annullo prevede la possibilità dell’ingrandimento e di farne il download per aprirlo o salvarlo. http://www.posta.si/stamps/1109/Special-Postmarks

DA: “IL GIORNALE DELLA PREVIDENZA DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI”

Ringraziamo Gabriele Discepoli, Direttore responsabile del mensile “Il giornale della previdenza dei medici e degli odontoiatri”, e il collega Mazzuca che ci hanno concesso di riportare questa pagina dal N. 6 del 2015.

14 L’ANNULLO 205 STORIA POSTALE DI LERCARA FRIDDI di Andrea Corsini La città Lercara, in provincia di Palermo, fu fondata dal nobile spagnolo Don Baldassarre Gomez De Amescua nel feudo Friddi, in base a una Licentia populandi del 1595; era situata nei pressi di un preesistente fondaco (luogo di so- sta e cambio cavalli), posto ai margini della Reggia trazzera che collegava Palermo ad Agrigento. La Sicilia era allora un dominio spagnolo e il Re Filippo II (primogenito di Carlo V) aveva inviato nell’isola il Vice- rè Conte Olivares, al cui seguito, come consultore, giunse il Gomez De Amescua. Quest’ultimo aveva sposato la baronessa Francesca Lercara Ventimiglia, che aveva ereditato il feudo Friddi e, per soddisfare il desiderio della moglie, chiese al Vicerè l’autorizzazione a realizzarvi un villaggio, da denominare Lercara (il cognome del- la moglie), aggiungendo Friddi, il nome del feudo. La Licentia populandi fu concessa il 22/9/1595 e cinquant’anni dopo il nuovo insediamento contava già 297 abi- tanti che, un secolo dopo, erano diventati circa 1600. Posta a 660 metri di altitudine, circondata da montagne zolfifere, è situata lungo la S.S. 189 che unisce Palermo ad Agrigento e si trova a metà strada trai due capoluoghi, a circa 66 km di distanza da entrambi. L’economia del paese, dopo il rinvenimento dello zolfo nel 1828 e l’apertura delle miniere, si reggeva sull’estrazione di questo minerale, con conseguente aumento della popolazione, salita a 7476 unità nel 1861 e a 13.512 nel 1951. Con la chiusura delle miniere negli anni 50 del secolo scorso, l’economia si indebolì e la città fu costretta a reg- gersi quasi esclusivamente sull’agricoltura e sulla produzione di paste alimentari. Parecchi abitanti furono co- stretti ad emigrare e la popolazione progressivamente diminuì, fino a ridursi nel 2007 a 7.232 unità.

Durante i Fasci siciliani, il 25/12/1893, una sommossa popolare guidata da donne che chiedevano pane, fu fe- rocemente repressa dalle forze dell’ordine per volere di Francesco Crispi, Capo del Governo per la terza volta. Caddero colpiti a morte davanti al municipio sette lercaresi e 28 furono i dimostranti feriti. Le recenti campagne di scavo condotte nel 1995 e nel 1998 sul vicino colle Madore hanno evidenziato una pre- senza sicana risalente al VII e VI sec. a.C. Poi sul colle cadde l’oblio, fino all’edificazione del 1595. Tuttavia, come sopra ricordato, funzionava un fondaco, tappa obbligata sull’antico percorso Palermo-Agrigento.

L’ufficio postale L’ufficio postale di Lercara (così semplicemente denominato, perché Friddi fu aggiunto alla fine degli anni trenta del novecento) fu istituito nell’ultimo periodo del regno borbonico, con il R.D. n° 320 del 12/9/1859. Come era regolata la corrispondenza in partenza e in arrivo, prima dell’istituzione dell’ufficio postale? Purtroppo non si hanno notizie certe al riguardo e nella documentazione d’epoca e nella letteratura filatelica consultate si può cogliere solo qualche esile barlume che consente di avanzare qualche ipotesi. Nella prima metà del XVII sec. e fino a circa il 1735, esistevano in Sicilia alcuni itinerari principali, detti “cammi-

L’ANNULLO 205 15 ni postali”, percorsi da corrieri a piedi o a cavallo. Uno di questi itinerari collegava Palermo a Girgenti (come un tempo si chiamava Agrigento), con tappe a Misilmeri, Cefalà, Mezzojuso, Vicari, Castronovo, Cammarata, San Biagio Platani e Raffadali. Poiché Lercara si trovava tra Vicari e Castronovo, è lecito supporre che la corrispon- denza venisse smistata dal corriere in una di queste tappe e fatta pervenire al nuovo borgo a mezzo di un pe- done. Nel successivo periodo, tra il 1735 (data del riordino dei cammini postali voluto da Carlo III) e il 1838 (istituzione dei nuovi percorsi, tracciati dall’ispettore delle Regie Poste di Sicilia Paolo Del Bono) era in funzione il cammino postale Palermo-Noto che toccava (con qualche variante tra un anno e l’altro) le officine di Misilmeri, Ogliastro (chiusa a fine novembre 1821, a seguito della riforma del 1819), Villafrati, Roccapalumba, Vallelunga, Caltanis- setta, Pietraperzia, Gran Michele, Vizzini, Buccheri, Buscemi e Palazzolo. Lercara si trovava tra Roccapalumba e Vallelunga, ma molto più vicino alla prima località. Pertanto l’ipotesi più verosimile è che la corrispondenza fosse smistata da Roccapalumba alla cancelleria comunale di Lercara (e viceversa), sempre tramite un pedone. Successivamente, per effetto della riforma operata da De Bono nel 1838, i cammini postali furono riordinati e la corsa principale Palermo-Noto venne abolita. Tuttavia la città netina restava collegata con Palermo mediante la corsa Palermo/Messina Montagne che toccava i rilievi di Misilmeri, Villafrati, fondaco di Vicari, Bivio Manganaro, Roccapalumba, fondaco Gulfa, Vallelunga, Santa Caterina e da qui proseguiva per Villarosa, Leonforte, San Filppo d’Argirò, Regalbuto, Adernò, Paternò, Catania, Acireale, Giarre, Giardini, Scaletta, Messina. Da Santa Caterina si diramava una “corsa d’incontro”, per mantenere l’antico percorso per Noto. Lercara non era compresa tra le postazioni dell’itinerario, ma si trovava molto vicino al Bivio Manganaro: appare quindi legit- timo supporre che la corrispondenza da e per la nostra cittadina, nel periodo 1838-1859, venisse scambiata con quest’ultima località tramite pedone. Tale ipotesi è avvalorata dal fatto che all’ingresso di Lercara, nel luogo oggi occupato da un distributore di benzina e da un luogo di ristoro, prima esisteva una ”posta” per il cambio dei ca- valli, con locanda e fondaco. Il citato decreto istitutivo del 1859 recita: “E’ aggiunta alla pianta organica delle Regie poste in Sicilia una offici- na da stabilirsi a Lercara. Alla novella officina è aggregata per il servizio la località di Castronuovo [distante 18 km, (NdA)] già alle dipendenze postali di Roccapalumba”, ma non fa alcun cenno sulla data precisa di apertura, che ancora resta sconosciuta. Qualche spiraglio lo aprono due lettere con bollo ovale nominativo borbonico di Lercara (rinvenute oltre 50 anni fa), scritte a Castronuovo e dirette a Palermo.

Non sono indicate le date di partenza, ma i bolli datari apposti in arrivo indicano che giunsero nel capoluogo ri- spettivamente il 7 e il 29 dicembre 1859. Riproduciamo la seconda, tratta da un articolo di Giulio Bolaffi, pub- blicato su Il Collezionista-Italia filatelica del gennaio 1961. Sarebbe però interessante conoscere in quale giorno –tra la data del decreto istitutivo (12/9/1859) e quella di arrivo della prima delle due lettere (7/12/1859)– l’ufficio abbia iniziato a funzionare.

E, dopo le varie ipotesi sul funzionamento della posta anteriormente all’istituzione dell’ufficio, passiamo a trac- ciare una sintetica storia dello stesso, basata questa volta sulla documentazione ufficiale (Bollettino Ufficiale e periodici Elenchi degli stabilimenti postali), nonché sulla letteratura filatelica, apparsa in libri, riviste e numeri u- nici. Con l’unificazione d’Italia e con la costituzione delle “Poste italiane” nel 1862, Lercara ebbe la qualifica di Uffi- zio secondario, dipendente dal Compartimento postale di Palermo. Con la riforma entrata in vigore il 1°gennaio 1866, gli stabilimenti postali vennero suddivisi in tre categorie e quello di Lercara fu assegnato alla 3^ (Suppl. B.U. 2/1866). Nell’elenco del 1872 l’ufficio è elevato alla 2^ classe e la dipendenza passa alla Direzione Provin- ciale di Palermo, organismo creato nel frattempo in ogni capoluogo. Tale classificazione è confermata dagli e- 16 L’ANNULLO 205 lenchi ufficiali e “Indicatori postali telegrafici” successivi, fino a quello del 1909. In particolare, nell’indicatore del 1896 l’ufficio telegrafico governativo della stazione era ad orario limitato, così articolato: giorni feriali 8-12 e 15-19 nel periodo estivo (1° aprile-30 settembre); 9-12 e 14-19 in quello invernale; giorni festivi 8-11 e 16-17 nel periodo estivo; 9-11 e 16-17 in quello invernale.

Con la riforma del 29/8/2012 gli uffici assumono il nuovo nome di ricevitorie, sempre suddivise in tre classi e dall’elenco del 1913 si evince che quella di Lercara è stata elevata alla 1^ classe. Tale elenco è il primo che in- dica il numero frazionario, indice identificativo di ogni ufficio che viene descritto più avanti.

Dall’elenco 1922 si deduce che Lercara, pur mantenendo la 1^ classe, ebbe l’ufficio telegrafico ad orario limita- to, ovvero quello sopra riportato, ma con la chiusura totale nei giorni festivi. Negli elenchi seguenti, fino a quello del 1938, la classificazione appare immutata, ma con l’elenco del 1930 la denominazione dell’ufficio diventa “Lercara Friddi”. Continuano però ad essere usati i bolli con il semplice “Lercara” e solo alla fine degli anni trenta vi appare la nuova denominazione, quando vengono introdotti nuovi datari di maggior diametro, in modo da potervi inserire l’anno dell’era fascista. Nell’elenco del 1943 ricompare l’apertura dell’ufficio telegrafico anche nei giorni festivi, ma solo al mattino, dalle 9 alle 12. Giungiamo al dopoguerra e il 1952 porta una grande novità: a partire dal 1° ottobre tutti gli uffici postali e il loro personale passano alle dirette dipendenze delle poste (prima venivano appaltati) e viene introdotto un nuovo ordinamento per cui le ricevitorie vengono chiamate uffici locali e suddivisi in sei categorie (gruppi A-F). poi ri- dotti a cinque (A-E). Lercara Friddi diventa di conseguenza ufficio locale di gruppo C. Dall’elenco del 1954 si apprende che si è ritornati all’apertura nei soli giorni feriali dell’ufficio telegrafico, con l’orario completo in vigore dal 1913. L’ inserimento nel “gruppo C” è mantenuto fino alla successiva riforma del 1° maggio 1980, quando con l’ennesima giravolta gli uffici sono suddivisi in tre categorie, chiamate “di rilevante, media e minore entità” e Ler- cara Friddi rientra nella categoria di media entità. Arriviamo ai giorni nostri: nel 1992 il nuovo Ente Poste chia- ma gli uffici agenzie, senza una suddivisione gerarchica, ma poi queste ritornano a chiamarsi uffici postali, denominazione poi confermata da Poste Italiane SpA.

Le sedi dell’ufficio postale Non è stato possibile rintracciare le sedi fino al secondo dopoguerra, quando si ha notizia che si trovasse in corso Giulio Sartorio, mentre nel settembre 1954 fu trasferito in piazza Umberto 1°, ai civici 32/33. Questo edifi- cio risultò lesionato a causa del terremoto nella Valle del Belice del 1968 e con ordinanza sindacale del 5 feb- braio ne fu intimato lo sgombero. Il successivo giorno 8 l’ufficio fu trasferito in via XIII Avieri (angolo via Furita- no), ove rimase fino al 27/5/1972. Il 29 maggio riaprì i battenti in un edificio situato in via Autonomia Siciliana 1, ove si trova tutt’ora. Nel gennaio 1968 l’ufficio (allora in piazza Umberto 1°) fu soggetto ad un tentativo di furto: una guardia notturna in servizio di perlustrazione avvertiva il rumore di colpi di piccone provenienti da un’officina di riparazione gom- me adiacente, dove qualcuno cercava di praticare un buco nel muro per penetrare nei locali della posta. Avvici- natasi, la guardia vide scappare correndo un giovane che si eclissò nonostante alcuni colpi di pistola, sparati a scopo intimidatorio per cercare di bloccarlo. Le indagini successive ebbero esito negativo e non fu possibile i- dentificare l’autore del tentato furto.

Le bollature Prima dell’emissione dei francobolli di Sicilia, la tassa per il trasporto della corrispondenza veniva pagata o dal mittente, o dal destinatario. Quando pagava il mittente veniva apposto sulla missiva il bollo “Franca”, per indica-

L’ANNULLO 205 17 re appunto che il porto era stato assolto. Quando invece la tassa era a carico del destinatario veniva scritto un numero a penna che indicava l’importo da pagare a destino. Se la lettera veniva spedita da un ufficio pubblico, o privato legalmente riconosciuto, veniva apposto sul frontespizio un bollo amministrativo (e non postale) dell’ufficio mittente che dava diritto alla franchigia. Con l’avvento dei francobolli (in Sicilia il 1/1/1859) la tassa veniva pagata dal mittente e i relativi francobolli an- nullati con il bollo dell’ufficio postale di partenza. Se il mittente aveva diritto alla franchigia (e quindi non necessi- tavano i francobolli), al bollo amministrativo l’ufficio postale aggiungeva il citato bollo “Franca”. Sono stati rin- tracciati cinque bolli amministrativi, di cui due risalenti al periodo prefilatelico, tra cui quello con trinacria “CO- MUNE LERCARA LI FRIDDI”, usato nel 1848/49.

1834 1848 -1849 28/5/1861 – 29/2/1867

14/8/1883 19/11/1883

Con il passaggio allo stato unitario i timbri amministrativi persero ogni validità ai fini postali e gli uffici pubblici dovettero munirsi di apposito bollo di forma ovale con la scritta “R. POSTE”, da richiedersi alla Zecca. Erano comunque tollerati bolli non conformi al modello ufficiale, come quello della Pretura, di cui si è riscontrato l’uso nel 1906.

26/4/1894 – 9/8/1898 1906

Sin dall’apertura nel 1859 fu fornito il bollo ovale nominativo borbonico e il bollo “assicurata”. Con l’annessione al Regno d’Italia, vennero distribuiti i francobolli della cosiddetta “IV emissione di Sardegna”, che avrebbero do- vuto essere annullati con i bolli datari “a piccolo cerchio”, detti anche “Sardo-italiani”. In realtà in molti uffici que- sti bolli giunsero in ritardo e il loro uso iniziò successivamente. Con il 1/1/1863 dovevano entrare in uso i bolli cosiddetti “Sardo-italiani a doppio cerchio”, con il fregio a rosetta in basso, ma anche in questo caso la loro di- stribuzione andò a rilento. La prima data nota del timbro di Lercara è il 23/12/1863. Con il 1877 fu introdotto il timbro a “cerchio grande”: si ignora quando fu fornito a Lercara e lo si è riscontrato usato nel 1883.

7/12/1859 - 1860 6/9/1861 – 24/2/1863 1863 - 1878 1883

18 L’ANNULLO 205 Nel frattempo, a partire dal maggio 1866, entrarono in uso i bolli “numerali a punti”, composti da tanti piccoli rombi, con al centro un numero assegnato ad ogni ufficio (Lercara ebbe il 1246). Questi bolli, il cui scopo era di impedire il riutilizzo di francobolli, dovevano essere abbinati al normale bollo nominale dell’ufficio, onde testimo- niare luogo e data di partenza.

8/6/1877

A Lercara l’abbinamento fu con il “doppio cerchio”, come si può notare nella busta del 1877 sotto riprodotta. Ma proprio con il 1877 il “numerale a punti”, forse giudicato poco efficace, fu sostituito con il “numerale a sbarre”, che a Lercara risulta abbinato dapprima al “doppio cerchio” e poi al “cerchio grande”.

L’ANNULLO 205 19

I bolli numerali erano ergonomicamente poco validi, costringendo gli operatori ad una doppia timbratura. Pertan- to, a partire dalla fine del 1889, furono adottati i cosiddetti “tondo-riquadrati”, timbri che accomunavano il bollo nominale datario e le funzioni “killer” del bollo a sbarre. La legenda era composta dal nome dell’ufficio, disposto in senso orario nella parte superiore, mentre in quella inferiore era inserito, in senso antiorario, il capoluogo di provincia. Le due scritte erano separate da stelline, fregi o mo- tivi ornamentali vari. Questi bolli restarono in uso generalmente fino al primo decen- nio del ‘900, ma sono noti molti usi tardivi. L’ultimo uso segna- lato per la Sicilia è a Spaccaforno (l’odierna Ispica) il 5/2/1926. A Lercara questi bolli furono ricevuti in ritardo, sicuramente do- po il 9/5/1894 (per i motivi spiegati più avanti, relativamente ai bolli di emergenza) e furono di due tipi, facilmente distinguibili per “Palermo” con o senza parentesi, oltre ai differenti segni di 1894 -1902 1905 - 1912 separazione. Nell’ultimo decennio dell’ottocento furono distribuiti ad alcuni uffici degli speciali timbri “neutri” per far fronte a temporanee emergenze, generalmente utilizzati in sostituzione di datari ritirati per essere riparati o per essere stati dismessi ed in attesa della fornitura di quelli nuovi. Questi timbri, chiamati poi dalla letteratura filatelica “timbri di emergenza”, erano generalmente costituiti da un datario “muto”, circoscritto da un cerchio piccolo, da usarsi in accoppiata con uno dei timbri lineari con il solo nome dell’ufficio in dotazione allo stesso. Secondo uno studio condotto da Francesco Orlando e pubblicato sul numero unico “Sicilia 2009”, solo quattro uffici siciliani ricorsero al loro uso: Lercara, Cianciana (AG), Giardini (ME) e Rosolini (SR). Lo studio comprendeva la lettera raccomandata qui riprodotta, spedita da Lercara a Palermo il 9/5/1894 e annullata con il sopra descritto bollo d’emergenza.

20 L’ANNULLO 205 Nel 1905, al fine di evitare i frequenti disguidi che si verificavano nei servizi a danaro, a causa della omonimia o quasi omonimia di molti uffici postali (tutte le indicazioni erano allora scritte a mano e spesso erano poco comprensibili), fu attribuito un numero identificativo ad ognuno di essi. Tale nu- mero fu chiamato frazionario perché composto da una frazione, con al numeratore il numero d’ordine della provincia (per Palermo il 43) e al denominatore quello assegnato all’ufficio secondo l’ordine alfabetico. Il frazionario entrò però in uso solo con la riforma dei citati servizi, entrata in vigore il 1/1/1909 e andava impresso sui relativi modelli (vaglia, libretti di risparmio, ecc.). Successivamente furono introdotti i cosiddetti “tondo-frazionari”, ovvero un timbro datario in cui nella parte infe- riore invece l’indicazione della provincia era sostituita dal numero frazionario, scritto in forma lineare. Tali timbri furono spesso usati (irregolarmente) anche per annullare l’affrancatura delle normali corrispondenze. L’impronta del tondo-frazionario di Lercara non è mai stata rinvenuta, nemmeno sui modelli dei servizi a danaro, per cui si presume che il bollo non sia stato fornito. Alla fine degli anni settanta dell’ottocento l’incisore svizzero Johann Jakob Güller aveva realizzato un nuovo tipo di timbro, con il datario su una unica linea e componibile mediante rotelle mobili con incise le varie cifre, in mo- do che la data veniva composta in modo semplice e rapido, al contrario di quelli fino ad allora esistenti, in cui numeri e lettere dovevano essere posizionati uno ad uno mediante una pinzetta. Non essendo stata brevettata, tale tipologia fu poi adottata anche da altri fabbricanti, sia europei che italiani. Questi timbri, come ha più volte scritto su L’Annullo Mario Pozzati interessarono subito l’amministrazione italiana, sia la telegrafica che ne ordinò nel 1878, sia quella postale, che ne adottò alla spicciolata a partire dal 1890, ma unicamente per servizi ambu- lanti o di messaggeria e per gli uffici sulle navi, sia militari che mercantili. Per i normali uffici postali, i bolli tipo Güller, cominciarono ad essere distribuiti alla fine del primo decennio del novecento. Data la molteplicità dei co- struttori questi bolli hanno fogge diverse, ma con certe caratteristiche costanti: oltre alla data su unica linea, hanno in genere una corona di 28 mm di diametro con due lunette all’interno, vuote o sbarrate. Le diciture erano disposte in modo analogo ai tondo riquadrati. L’ufficio di Lercara ne usò di quattro tipi, spesso molto simili, ma diversi in qualche particolare.

1914 -1930 1914 - 1919 1936 1929 - 1933

Nella seconda metà degli anni trenta iniziò la fornitura di timbri analoghi, ma di diametro maggiore (32-33 mm), in modo da aggiungere alla data l’anno dell’era fascista in numeri romani. Per Lercara, il primo conosciuto di questo tipo è in data 16/8/1942. Con la caduta del fascismo, uno dei primi provvedimenti fu la rimozione di tutti i simboli del regime, ma in quel periodo di confusione e disordine ci si arrangiò. Si rimisero in uso timbri pre- fascisti, ma nella maggior parte dei casi si ricorse alla neutralizzazione dell’indicazione, asportando le rotelle con i numeri romani o scalpellandoli dalle stesse, oppure sostituendo il datario. Questa fu la soluzione adottata anche a Lercara, ove un timbro “scalpellato” risulta usato almeno fino al 14/5/1955 e uno con datario sostituito fino al 1968.

1939 - 1943 1943 - 1945 1947 - 1968

Con gli anni cinquanta i datari diventarono a doppio cerchio senza lunette (ovviamente sempre di tipo Güller), con la leggenda disposta come ormai era tradizione. Nel 1961 fu emessa una nuova normativa: venne confer- mato il doppio cerchio, ma il nome dell’ufficio andava preceduto dalla parola “poste” e la provincia indicata me- diante la sigla automobilistica tra parentesi. Dal 1963 nuovo cambiamento: nei bolli di nuova fornitura il “doppio cerchio” era sostituito dal “cerchio semplice”.

L’ANNULLO 205 21

1959 - 1961 1968 13/2/1967 – 22/8/1969

Si giunge all’introduzione del Codice di avviamento postale nel luglio 1967 e tutti i timbri vengono sostituiti per indicarvi il numero di CAP. La nuova normativa prevedeva la soppressione della parola “poste”, sostituita dal corno postale, la dicitura tutta in senso orario e l’introduzione di un indice alfanumerico (lettera distintiva o lette- ra+numero, quando il numero di datari era superiore a quello delle lettere dell’alfabeto). Nelle intenzioni l’indice alfanumerico serviva ad identificare l’addetto che aveva utilizzato il timbro, dato che secondo la normativa, alla chiusura dell’ufficio i bolli dovevano essere ricoverati nella cassaforte e ridistribuiti il giorno successivo, anno- tando le consegne degli stessi ai singoli impiegati. Nella realtà tale procedura è stata raramente eseguita, per cui in genere non c’è stata alcuna corrispondenza, se non fortuita o contingente, tra indice distintivo e servizio o sportello. In ogni caso l’adozione dell’indice distintivo serve in genere a intuire il numero dei timbri in dotazione. Per Lercara sono stati identificati i datari con le lettere dalla “A” alla “F”, ovvero sei esemplari..

5/8/1969 – 24/2/1979 13/9/1972 – 17/12/1996

1974 - 1997 1972 - 1986 1972 - 2005 1969 - 1986

Con la costituzione dell’Ente Poste, sono stati introdotti nuovi güller contenenti il nuovo logo sociale, ovvero la lettera alata creata dallo studio Franco Maria Ricci. Per il resto la concezione grafica era simile ai bolli prece- denti, salvo la sostituzione del corno postale con una stella. Nel 1997, in occasione dell’istituzione del servizio prioritario, fu distribuito ad ogni ufficio un timbro del tutto analogo, ma con l’indicazione dell’ora, necessaria per testimoniare l’effettiva presa in consegna o spedizione della corrispondenza che utilizzava quel servizio.

Con il passaggio a Poste Italiane SpA, il logo E.P.I. è stato abbandonato e, poiché in moltissimi uffici non pote- va essere composto nei datari in dotazione il primo decennio del secolo 2000 per la mancanza della cifra zero nella penultima rotella, è stata fatta una nuova fornitura a tutti gli uffici di nuovi bolli, nei quali sono stati eliminati il citato logo e la stella che concludeva la legenda, inserendo invece la denominazione del gestore del servizio, ovvero “Poste Italiane”, specificazione necessaria per la prevista progressiva liberalizzazione del servizio posta- le e la sua eventuale assunzione anche da parte di altri gestori.

22 L’ANNULLO 205

Ritorniamo indietro di qualche anno per ricordare l’accettazione meccanica delle lettere raccomandate: praticata nei capoluoghi e nei centri maggiori già dagli anni sessanta, a partire dalla metà degli anni settanta fu progres- sivamente estesa agli uffici di una certa importanza, mediante l’adozione della timbratrice da sportello Citis Pt3 (e poi Pt10). A Lercara è stata fornita la macchina con matricola 3500: poiché tale numerazione era progressiva, si ritiene che sia entrata in servizio nel corso degli anni ottanta.

Infine una carrellata di bolli accessori, sia specifici, come i “lineari” con il nome dell’ufficio e della provincia, sia di uso generalizzato e comuni a tutti gli uffici postali, come la grande “R” per la registrazione manuale delle rac- comandate, l“avviso di ricevimento” o il “Tassa speciale”.

Gli annulli speciali Nel 1871 nacquero gli “annulli speciali” a mano, usati da uffici distaccati temporanei, approntati per particolari circostanze, come congressi, fiere, gare sportive, mostre, manifestazioni filateliche. Nel 1906 comparvero i primi annulli speciali “meccanici” o “a targhetta”, utilizzati da macchine bollatrici, in genere in sede fissa presso un uf- ficio postale, per pubblicizzare manifestazioni di ogni genere. A Lercara il primo annullo speciale a mano è stato utilizzato il 20/8/2001, al quale, a tutto l’1/8/2015, ne sono seguiti altri cinque.

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Le affrancature meccaniche Le macchine affrancatrici, introdotte in Italia nel 1927, consentono ai richiedenti di affrancare direttamente la propria corrispondenza, eliminando l’uso dei francobolli. Le loro impronte sono chiamate affrancature meccani- che e, in gergo collezionistico “rosse”, dal colore dell’inchiostro che obbligatoriamente fino ad epoca recente dovevano utilizzare. L’unica affrancatura riscontrata a Lercara è quella della locale Banca di Credito Cooperati- vo.

Le bollature ferroviarie Le ferrovie furono da subito il mezzo privilegiato per il trasporto della posta. Sulle linee di collegamento primario, prestavano servizio gli “uffici ambulanti”, uffici che occupavano un intero vagone ove il personale postale prov- vedeva a lavorare la corrispondenza, formando i dispacci per le località interessate dal suo itinerario e smistan- do quella raccolta nel percorso. I bolli usati, di tipo güller e del tutto simili a quelli dei normali uffici e soggetti anch’essi alle periodiche variazioni grafiche già descritte, recavano, invece del nome di un ufficio, quelle delle località estreme del percorso dell’ambulante, con l’ulteriore eventuale indicazione del numero d’ordine dello stesso o del turno del personale. Per le linee di minore importanza e per i tragitti brevi, nei quali non c’era il tempo materiale per provvedere alla lavorazione della corrispondenza, si effettuava un semplice servizio di tra- sporto, chiamato “messaggeria”, che raccoglieva anche eventuale corrispondenze lungo il percorso. Gli addetti venivano chiamati “messaggeri”, quando il personale era postale o, in casi più rari, “scortapieghi” quando il tra- sporto era affidato al personale ferroviario. Anche le messaggerie, in genere alloggiate in uno scompartimento riservato, avevano in dotazione bolli, del tutto analoghi a quelli degli ambulanti. La stazione di Lercara, sulla linea che da Roccapalumba si dirama dalla Palermo-Catania verso Agrigento, fu aperta il 1/9/1870. Nel 1912 prese il nome di Lercara Bassa, quando entrò in servizio un primo tronco della linea a scartamento ridotto per Filaga-Magazzolo, ovvero la tratta a cremagliera che saliva a Lercara, ove fu realizza- ta la stazione Lercara Alta. Dopo la stasi dovuta alla prima guerra mondiale, la linea fu completata solo nel 1924, collegandosi alla litoranea Castelvetrano-Porto Empedocle. La linea è stata chiusa nel 1959. Da Filaga una diramazione, per Prizzi e Palazzo Adriano (con un tratto a cremagliera di ben 5 chilometri) fu completata nel 1920. La stazione di Lercara Bassa è stata disattivata in epoca recente e per il servizio ferroviario bisogna fare capo a Roccapalumba.

Stazione Lercara Bassa disattivata

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Stazione Lercara Alta disattivata

Le nuove linee furono ovviamente subito utilizzate per il trasporto della posta, mediante vari servizi di messag- geria. Dall’opera “Posta per ferrovia in Sicilia” di Alfredo Alabiso, ove sono stati trattati tutti i servizi postali ferro- viari dell’isola, sono tratte le cinque impronte qui riprodotte, relative a servizi che interessavano Lercara.

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Bibliografia

Alfredo Alabiso: Posta per ferrovia in Sicilia. Palermo 1994 Nino Aquila-Francesco Orlando: I timbri del nuovo re. Bruno Crevato Selvaggi: Il nuovo Gaggero. Modena 2002 Vincenzo Fardella: Storia postale del Regno di Sicila. Salvatore Mangano:Lercara Friddi – le origini. Palermo 1981 Giuseppe Mavaro: Lercara 1893 – Natale di sangue. Palermo 1993 Francesco Orlando: Timbri di emergenza. Num. Unico ”Sicilia 2009”. Palermo 2009 S.Ricci-P. Vaccari: Catalogo degli annulli numerali italiani. 1992. Gaetano Russo: Bolli e annullamenti postali del Regno di Sicilia. Palermo 1968 Nicolò Sangiorgio: Lercara Friddi – itinerari storici. Roccapalumba 1991 Alcide Sortino: articoli vari nella rivista L’Annullo. Contributo iconografico di Andrea Amoroso – Palermo.

26 L’ANNULLO 205 XIX, XX, XXI….. TRE SECOLI DI MARCOFILIA a cura di Alcide Sortino

IL 2015 MARCOFILO

Condensiamo in poche righe il tradizionale resoconto dell’annata marcofila, dato che ormai l’unico argomento sono i bolli speciali. Nell’anno appena concluso, gli annulli richiesti da terzi si sono grosso modo mantenuti entro i quantitativi del biennio precedente, anche se il centenario della 1^ Guerra mondiale e l’Anno Santo straordina- rio ne hanno generato ulteriori. In compenso Poste italiane ci ha risparmiato le inutili e pletoriche emissioni om- nibus di iniziativa: temevamo la solita alluvione natalizia, ma invece è sopravvenuta una gradita siccità. Di con- seguenza il totale complessivo è sceso di circa 200 unità e dai soliti conteggi provvisori risulta attestato a circa 1320 annulli. Il ridimensionamento non ha però compromesso la diffusione geografica, dato solo la provincia del Medio Campidano non ha utilizzato bolli speciali. Nella stasi o calo generale, sono apparse in controtenden- za le province di Brescia con 33 bolli, Firenze (grazie anche a Italiafil) con 42 e Catania con 25. Ridimensionata Roma con 68 annulli, ovvero una manciata in più dei 56 di Torino e dei 55 di Milano. Nonostante la progressiva saturazione e la diminuzione degli uffici postali, le “nuove entrate” sono state 44. Due sportelli filatelici, Cantù e Assisi, hanno cambiato i timbri (avendo perso “centro” nella denominazione), mentre il Bari V.R. è stato chiuso.

INSOLITI DATARI DI MERANO

Come noto, con gli ultimi anni venti del ‘900, nelle località capoluogo l’omnicomprensivo ufficio identificato con la cosiddetta Posta centrale e che allora era una emanazione diretta della Direzione Provinciale, venne scisso in una serie di Uffici Principali specializzati. Nelle città minori fu istituita la tripletta Cassa Vaglia Risparmi (che ereditò il frazionario 1), Telegrafo e Corrispondenze-Pacchi, tripletta che spesso era una quadripletta, per la presenza di un ufficio Cassa Provinciale separato dal V.R. Si aggiungeva poi l’eventuale ufficio Ferrovia. Nelle città maggiori, però il numero di questi nuovi uffici principali cresceva, fino al massimo di Milano, con ben 13 nuovi U.P., dove ad esempio furono creati due uffici ferrovia, uno per la corrispondenza e uno per i pacchi. Poi, forse anche per le riduzioni di personale imposte dagli strascichi della crisi economica del 1929, molti di questi uffici furono accorpati o fatti rientrare nelle Dirpostel, come i numerosi U.P. Economato-Magazzino.

Ma veniamo al dunque: scorrendo il recente libro Po- ststempel von Südtirol si scopre che a Merano erano in uso una serie di datari “da capoluogo”, come quelli qui riprodotti. Ricerche varie hanno appurato unica- mente una nota inserita negli elenchi ufficiali 1935 e 1943 e che recita ”L’ufficio è ripartito in tre sezioni: Cassa-Vaglia Risparmi, Corrispondenze e Pacchi, Telegrafo” Le motivazioni di ciò sembrano misteriose, anche perché il caso sembra unico: forse si voleva soltanto incrementare la presenza di personale italiano, dato che gli uffici principali erano allora gestiti direttamente dalle poste e non appaltati ad elementi locali.

TARGHETTE TAROCCATE

Anni fa segnalammo un trucco utilizzato in vari uffici per fornire impronte di targhette, apparentemente ineccepi- bili, onde evitare proteste e reclami da parte dei collezionisti per cattiva bollatura. Dalla bollatrice veniva rimosso il blocco güller-targhetta che, dopo accurata pulizia e inchiostrazione, veniva infilato in una matita o un legnetto e poi fatto rotolare manualmente sugli oggetti da timbrare. Le impronte così realizzate erano ineccepibili solo per gli sprovveduti o i distratti, perché – a parte eventuali impronte digitali dell’operatore – il posizionamento del-

L’ANNULLO 205 27 la targhetta risultava raramente alle giuste distanze dai bordi, spesso era inclinato o avvolgente e bastava avere sottomano più esemplari per notare macroscopiche differenze. Ritorniamo sull’argomento, ormai non più di attualità, ma utile per evitare incauti acquisti, essendoci capitato di esaminare un blocco di buste spedite nel 1973 all’ufficio Cremona ferrovia per avere la targhetta che propagan- dava il Meeting delle speranze, rassegna di nuoto infantile. Va detto che in quell’ufficio le bollatrici non hanno mai funzionato bene (ma forse il difetto era nel manico, ovvero negli operatori, perché il problema continuò an- che quando dalle bollatrici Flier si passò alle BNG), tanto che il locale circolo filatelico, come ci dichiarò una vol- ta il presidente pro tempore Oradini, smise di richiedere targhette, dati i pessimi risultati (con la beffa che le po- ste pretendevano il canone, ma non garantivano la bontà del servizio). Ebbene, dai quattro esempi qui riprodotti (rimpiccioliti per esigenze di impaginazione), si nota che tutte le impronte sono state impresse con il trucco so- pra descritto, come chiaramente indicano la variabile distanza dal margine superiore e da quello di destra della busta, nonché le differenti inclinazioni sull’orizzontale.

TARGHETTE IN VERSIONE SECAP

Rimaniamo negli anni ‘70: la allora tradizionale targhetta usata nei vari uffici di Roma per la Giornata delle tele- comunicazioni fu prevista nel 1975 in tre versioni (Flier/OMT, BNG e Secap). La Secap era in pratica solo per usi collezionistici, essendo montata sulla mod. DD di Roma Centro (ovvero allo sportello filatelico). L’impronta era pressoché uguale a quella della BNG, catalogata come TL 19b e i compilatori (a quei tempi la coppia Borghesi-Martorano) non la differenziarono. In realtà la targhetta Secap ha un’altezza maggiore di quasi un millimetro rispetto alla BNG per cui, anche perché predisposta per altro tipo di macchina, andreb- be catalogata a parte. Pertanto, per gli amanti del pelo nell’uovo, la classificheremo TL 19c/75.

NUOVI COMUNI

Proseguono nel Norditalia le fusioni di comuni, provvedimenti che prima o poi potranno avere ripercussioni an- che a livello postale, specie quando il nuovo ente ha una denominazione completamente differente da quelli che l’hanno originato. Nella gran parte dei casi il capoluogo sarà stabilito con lo statuto dei singoli nuovi comuni. Ec- co un elenco di quelli costituiti con effetto dal 1° gennaio 2016.

CAMPIGLIA CERVO (BI): fusione di Campiglia Cervo (capol), Quittengo, San Paolo Cervo. (L.R. n° 27 del 24/12/2015) LESSONA (BI): fusione di Lessona (capol) e Crosa (L.R. n° 17 del 13/7/2015) BORGOMEZZAVALLE (VB) fusione di Seppiana e Viganella (L.R. n° 16 del 13/7/2015) (TN), fusione di Faver, Grauno, Grumes, Valda. (TN), fusione di , Centa San Nicolò, , . 28 L’ANNULLO 205 -DON (TN), fusione di Amblar, e Don.

CEMBRA LISIGNAGO (TN), fusione di Cembra e Lisignago. (TN), fusione di Brione, , . (TN), fusione di Bolbeno e . (TN), fusione di Spera, Strigno, Villa Agnedo CONTA’ (TN), fusione di Cunevo, Flavon, Terres. FOLGARIDA (TN), fusione di Dimaro e . MADRUZZO (TN), fusione di e . PIEVE DI BONO PREZZO (TN), fusione di Pieve di Bono e Prezzo. (TN), fusione di Daè, , Villa Rendena. PRIMIERO SAN MARTINO DI CASTROZZA (TN), fusione di , , , .

SELLA GIUDICARIE (TN), fusione di Bondo, , , . (TN), fusione di Montagne, , . (TN), fusione di , , Vezzano. VILLE D’ANAUNIA (TN), fusione di , , . POLESINE ZIBELLO (PR), fusione di Polesine Parmense e Zibello. VENTASSO (RE), fusione di Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto.

ALTO RENO TERME (BO), fusione di Granaglione e Porretta Terme. MONTESCUDO-MONTECOLOMBO (RN), fusione di Montescudo e Monte Colombo.

BRUNO CREVATO SELVAGGI CI HA SEGNALATO …

… questa interessante bollatura che molti anni or sono fotocopiò tra le cose del Museo postale. Probabilmente gli è ricapitata tra le mani e ha gentilmente pensato a noi. E noi la proponiamo per portarla a conoscenza dei soci e dei lettori, nella spe- ranza che qualcuno ne sappia qualcosa di più. La morfologia del numerale e il datario in lingua anglosassone (8 gennaio ore 11 antimeridiane) ci fanno pensare a cose già viste sulle buste provenienti dagli Stati Uniti d’America, ma prima di fare delle supposizioni aspettiamo fi- duciosi un qualche vostro intervento.

L’ANNULLO 205 29 SE L’INDIRIZZO E’ CONFUSO

La busta qui riprodotta è tutto sommato pregevole per la targhetta della Fiera di Latina, targhetta usata nel maggio-giugno 1952 negli uffici di Latina, Roma Centro Corr. e Roma Ferrovia (la più comune). Ma, targhetta a parte, la missiva si presta ad alcune considerazioni per la duplice timbratura al retro (cose che oggi non si possono più fare, poiché in gran parte della posta che riceviamo non c’è neanche la data di parten- za). Timbratura che sembrerebbe causata dalla confusa formulazione dell’indirizzo, dato che vi appaiono ben quattro località: nell’ordine Ca’ di Sotto, Castelluccio, Porretta Terme e Bologna. Partiamo dalla bollatura di partenza, effettuata a Roma Ferrovia nel primo pomeriggio (ore 14-15) del 14 maggio 1952 e, considerando che a quei tempi la posta viaggiava egregiamente, la nostra lettera sarà sicu- ramente partita nel tardo pomeriggio, affidata a uno dei vari ambulanti per Milano, Bolzano o Venezia e quindi sbarcata a Bologna sul far della notte, da dove avrebbe dovuto proseguire con il messaggere di primo mattino della linea porrettana e di conse- guenza essere recapitata l’in-domani, ovvero ill giorno 15. Invece, guardando il retro si scopre che la busta è pervenuta all’ufficio Bologna A.D. perché evidentemente inserita all’origine nel dispaccio per la città. Qui, ovviamente esaminando meglio l’indirizzo e accortisi dell’errato istradamento, l’hanno timbrata in transito al retro, rimandandola al ferrovia, da dove è partita verso la Porretta con il messaggere della sera o addirittura con quello del giorno dopo, per essere finalmente recapitata il giorno 16, come testimonia il timbro di Castelluccio. Si può ipotizzare che tutto sia stato causato dal fat- to che “Bologna” non era tra parentesi, per cui, per una affrettata lettura da parte del ripartitore di turno, la lettera sembrava diretta alla città felsinea. Va detto che con l’adozione del cap questi disguidi so- no diventati più rari, perché da allora la ripartizione, anche quando viene eseguita manualmente, è fatta secondo i numeri di avviamento. L’indirizzo corretto doveva essere semplicemente: Ca’ di Sotto (che sta al posto della via) / Castelluccio (Bolo- gna), dato che Castelluccio aveva (e ha tuttora) ufficio postale, ufficio che a quei tempi provvedeva anche alla distribuzione. Ma la busta mi ha personalmente colpito poiché conosco Castelluccio, essendo luogo di origine di parenti ac- quisiti della mia compagna e conosco anche l’ubicazione dell’ufficio postale, situato nell’edificio primo novecen- to delle scuole, ufficio che però non ho mai potuto “i- spezionare” per fare uno dei soliti articoli, dato che ci sono sempre capitato di domenica, nel ritorno verso la Liguria dalla manifestazione AICAM di Sasso Marconi, deviando dalla strada Porrettana a Porretta. Una prima visita venne fatta per mera curiosità e farsi un’idea del luogo e una seconda l’anno scorso per raggiungere (arrancando a piedi sotto il nevischio) l’unica emergenza storico-monumentale, ovvero il San- tuario della Madonna del Faggio. Castelluccio è una frazione di Porretta Terme (dal 1° gennaio il comune si chiama Alto Reno Terme) di nemmeno 150 abitanti, sperduta tra i monti a 810 metri di altitudine ed è il cen- tro di riferimento di una serie di nuclei abitati (tutti con- traddistinti nel nome dal prefisso “Cà”, come il Ca’ di Sotto della lettera), onde la esistenza della parrocchia, della posta e, fino a non molti anni fa, delle scuole. Era anche una fresca villeggiatura appenninica, con la presenza di due alberghi: oggi c’è rimasto un bar- ristorante e il negozio pluri merceologico della “Lorenza”. Ancor più sperduto è il santuario, a circa 1000 metri di quota, incassato in un vallone laterale di una stretta valle, ricca di acque e ovviamente ……. di faggi. 30 L’ANNULLO 205  l’angolo degli ovali

Ne La Linguella, il bollettino del Circolo di Crema, sono apparsi due ovali che, catturati e restaurati, ci permet- tono di continuare il filone 1^ Guerra mondiale. Il primo riguarda un Ospedale militare di riserva, struttura pre- sente in centinaia e centinaia di unità in tutto il territorio nazionale. Avevano sede in genere in scuole, chiese, conventi, seminari, alberghi, palazzi e caserme e si affiancavano ai normali ospedali militari. Il buon esempio era stato dato dalla Casa Reale che aveva messo a disposizione parte del Quirinale (quello di Crema era stato allestito nel convento di San Domenico). Nel periodo bellico la Sanità Militare, la Croce Rossa e, in minor misu- ra, l’Ordine militare di San Maurizio e Lazzaro, gestirono oltre due milioni e mezzo di feriti e ammalati e nel cor- so del 1918 si affiancò loro anche personale americano. La trafila dei malcapitati era la seguente: posti di me- dicazione e infermerie campali a ridosso delle prime linee per i primi interventi, indi ospedaletti e ospedali da campo e, se sopravvissuti (quando a seguito degli assalti c’era grande afflusso di feriti –le battaglie per la presa di Gorizia arrivavano a produrne anche 4000 al giorno–, questi potevano morire dissanguati o per sopravvenute infezioni, data la pratica impossibilità di adeguata e tempestiva assistenza) venivano avviati agli ospedali militari o di riserva, mediante treni e navi ospedale per le destinazioni meridionali. Dal fronte dell’Isonzo era molto prati- cata l’evacuazione dei feriti, mediante chiatte che percorrevano in una notte la litoranea veneta da Grado a Me- stre e con vaporetti attrezzati, chiamati navi-ambulanza, lungo le lagune costiere.

Nave ambulanza Gargano

Il secondo bollo riguarda un treno ospedale: durante la 1^ Guerra furono complessivamente una cinquantina, equamente divisi tra Sanità militare e Croce Rossa, oltre a quattro dello SMOM. Avevano una composizione standard di 14 vagoni trasportavano 350-200 infermi in funzione della percentuale dei “barellati”. Sette vagoni erano per i feriti, oltre ad uno in coda per gli afflitti da malattie infettive. A questi si aggiungevano un vagone magazzino, uno alloggio ufficiali ed infermiere, uno cucina e dispensa, uno sala mensa, uno sala operatoria e infermeria e uno per l’alloggio del personale maschile. Si calcola che i treni ospedale abbiano trasportato 2 mi- lioni di feriti ed ammalati (non solo italiani, ma anche prigionieri di guerra). Per i belligeranti, i prigionieri feriti o invalidi erano un peso morto, non potendo utilizzarli come forza di lavoro, problema particolarmente grave per gli Imperi centrali, che avevano grosse difficoltà alimentari (al di là della propaganda dei vincitori, sappiamo tutti che l’Austria chiese l’armistizio non perché sconfitta, ma perché non aveva più da mangiare) e pertanto la Croce Rossa In- ternazionale organizzò lo scambio dei prigionieri invalidi. A questo proposito, nel recente libro ”Binari per Como” (autori R. Chiodi e S. Borbonaro), si parla del treno o- spedale svizzero, composto da 18 vagoni, che faceva la spola tra Dornbrin (Austria), punto di raccolta dei prigio- Motrice tramviaria ambulanza di Roma nieri italiani e Como-Monza. In queste due città veniva- no sbarcati gli italiani, distribuiti nei numerosissimi ospedali di riserva ivi istituiti (tra cui anche il famoso Hotel Villa d’Este) o avviati oltre con i treni ospedale 22 e 23 che operavano da Como. Va poi ricordato che nelle grandi città molti ospedali di riserva furono raccordati alla rete tranviaria e i feriti, giunti con i treni, venivano tra- sbordati su appositi tram attrezzati.

L’ANNULLO 205 31 PUBBLICAZIONI RICEVUTE a cura di Domenico Santona

Turinpolar - Notiziario flash di filatelia polare 23 - Falsità in Artico - Thor Solberg, vikingo dell’aria - In viaggio verso l’Antartide - Non solo filatelia - Il volo di Levanevsky - La base derivante LOREX - Sottomarini inglesi e francesi in Artide - Nasce l’aviazione polare artica - L’isola Campbell di Lodovico Sacchi - L’epopea del “Celiu- skin” Il Francobollo Incatenato 256 - Il seminario FEPA per giurati internazionali - Mostra al Quirinale - Firenze 2015. - 60° BOPHILEX - Diario di viaggio dalle Isole Eolie - Ancora su “Posta 1” - Un dubbio amletico - Le due tirature del 20 cent. di Poste Italiane - Sono giunti inaspettati! L’amantelico 6 - La nascita del francobollo - Le più note monete italiane nei secoli - La Grande Guerra. L’Informazione del Collezionista 107 - Roma Quirinale - Dal Quirinale a Firenze - La Leonardesca con carta fluorescente e non - Una commemorazione da realizzarsi postalmente nel 2016 - A proposito del prossimo Giu- bileo - Rodi - Campione d’Italia - Alì Babà e i 40 deputati - Francobollo o etichetta di esenzione? - Un libretto dell’Ufficio Postale Speciale 6 – Novità. Bollettino Prefilatelico e Storico Postale 187 - Un approfondimento sulle tariffe napoleoniche delle lettere da- gli Stati Romani alle Marche e viceversa dalla seconda occupazione francese all’occupazione Murat - La carta postale bollata del Regno di Sardegna: breve storia dei “cavallini sardi” e analisi di un “cavallino” raccomandato - Curiosità postali. 1864-1865: la tassa sulla saliva - La nascita del servizio postale con “vetture corriere” ed i primi esempi di cartografia postale in Sicilia - Un interessante reclamo per lo Stato Pontificio Aicam News 76 - Numero interamente dedicato alla memoria di Nino Barberis con foto, ricordi, testimonianze Gusto Fil@telico 3 - Caro Babbo Natale… - L’una di notte - Grandi vini D.O.C.G. 2015 - L’isola nella Manica (Jersey) - IV emissione Regno di Sardegna - Giubileo - Scacchi e filatelia Avventura Filatelica 15 - La nuova ondata di emigrazione - La carabinierità o essere carabinieri - Cinema e pittura - Storia della Prima Guerra Mondiale (se- conda parte) - Visitate la Sicilia. Qui Filatelia 81/82 - Il nuovo Consiglio della Federazione - La grande mostra al Quirinale - La filatelia tematica 10 - I francobolli prioritari 2 - Dall’Italia e dal mondo - Venticinque anni di pacchi postali 1888-1914 - Le nuove emissioni - Biblioteca – Cronache. Nino Barberis – Valentino Vannelli - Il riso - Repertorio - Catalogo delle im- pronte (affrancature meccaniche, targhette, annulli speciali manuali) relative al prodotto alimentare. Pubblicazione AICAM in occasione della EXPO 2015 Repertorio catalogo delle affrancature meccaniche della Fiera di Milano - Pubblicazione AICAM. Ad + Astra 26 - Gmunden ’15: spunti di riflessione per l’astrofilatelia - Luca Parmitano, “Capitan Neemo” per 14 giorni - Galileo: l’infrastruttura spaziale eu- ropea per il posizionamento, la navigazione ed il tempo - “Donne nello Spazio” a Spotorno - La missione spaziale New Horizons - Busta falsa scoperta duran- te lo studio sulle navi di supporto sovietiche - Annullo speciale di Kiev del 12 aprile 1961 per il volo di Gagarin. Vaccari - La Libreria Filatelica 33 - Catalogo di vendita per corrispondenza di pubblicazioni di argomento fila- telico e storico-postale con la recensione delle novità editoriali. Vaccari Magazine 54 - Segnalazioni di trucchi, falsi o altro - Francobolli dell’800 e del 900 - Grande Guerra: i francobolli in armi di Fabio Bonacina - Rapporti postali tra Regno d’Italia e Stato Pontificio. Il periodo tra il 21 settembre e il 1° ottobre 1867 - I rapporti postali del Regno Lombardo Veneto con il Regno delle Due Sicilie 1815–1866 - Regno Lombardo Veneto. Prima emissione - Soprastampe false…sicuramente originali - Cenni sui rapporti postali con l’estero dei Dipartimenti del Panaro e del Crostolo (1798-1814) - Isolati & per città - Moduli di reclamo e discarico - Gli annulli circolari di Milano su tre righe - Il bollo a rombi di Sardegna e gli annulli a penna - Ancora sulla via di Svizzera - La corrispondenza tra lo Stato Pontificio e le “province usurpate” - A spasso tra RSI, AMG-VG e Jugoslavia - Ancona - Trieste col Lloyd dopo la guerra del 1859 - Gli scambi della corrispondenza tra province metropolitane del Regno ed ex Regno di Jugoslavia aprile 1941 – settembre 1943 - Il servizio postale regolare della L.A T.I. sulla rotta sud-atlantica. La Voce Scaligera (125^ VERONAFIL) - Dicembre 1975: quando mancarono gli spiccioli! - Le prove di sopra- stampa ravvicinata del 10 lire Pacchi Postali di Trieste del 1949 - Ricordo d’un grande statista del XX secolo: Winston Churchill - Dono del sangue, dono di Dio - La Posta Militare nella Grande Guerra - Il due lire segnatas- se di Trieste del 1954 - I …”Granchi” Rosa, la collezione più pazza del mondo. Il Foglio dell’Unione Filatelica Subalpina 186 - Sulle tariffe postali del Regno di Sardegna - Introduzione alla storia postale degli italiani prigionieri di guerra negli Stati Uniti: 1942-1946 - 1803: quando la posta funzionava, oppure no? - Periti, perizie e firme di garanzia - Le falsificazioni per collezionisti dei francobolli delle Romagne, del 25 c. del Ducato di Parma (1857) e delle due emissioni in centesimi dello Stato Pontificio - A 90 anni dalle aste Ferrari nell’Hotel Drouot di Parigi - Storia Postale. Servizio Telegrafico (5^ puntata) - Dall’armistizio alla co- belligeranza (terza parte) - Collezionare affrancature meccaniche - Una nuova linea postale nella Langa risor- 32 L’ANNULLO 205 gimentale - Varietà della serie ordinaria “Castelli d’Italia” (parte seconda) - Valori (postali) senza…valore! di Massimo Mancini - Single è meglio? - Novità e tariffe dal 1° ottobre 2015 di Elisa Gardinazzi. Anche qui è nato Gesù - Mostra di presepi dal mondo - Catalogo della mostra tenutasi a Torino presso la Biblioteca della Regione Piemonte dal 9 dicembre al 16 gennaio con la collaborazione dell’ANCAI per la sezio- ne filatelica. Esposta la collezione “Buon Natale da Natale e dintorni” di Roberto Gottardi. Lionsphil Notizie 84 - La serie di francobolli senza indicazione del valore facciale - L’anniversario della libera- zione ricordato da Poste Italiane - Un altro bel francobollo: Pier Paolo Pasolini ricordato nel 40° anniversario della scomparsa di Luigi Mobiglia - Francobolli Lions iraniani: ascesa e caduta dello Shah - I contingenti militari di pace in Somalia di Nadir Giambeppe Castagneri - L’aste del ritratto nella monetazione marchionale saluzzese - Quando il brigantaggio nel Mezzogiorno d’Italia incuteva tanta paura. Filatelia Religiosa Flash 67 - Papa Francesco a Cuba, negli Stati Uniti, all’ONU - V centenario della nascita di san Filippo Neri e di santa Teresa d’Avila - I nuovi Santi, i nuovi Beati di Franco Meroni - Irreligiosità di Leonar- do da Vinci - Bellezza divina - Le religioni precolombiane in Perù - Notizie flash. In allegato: Calendario filateli- co 2016 dedicato all’Anno della Misericordia. Posta Militare e Storia Postale 136 - Seconda Guerra Mondiale: la dislocazione degli organi di controllo della “Commissione italiana di armistizio con la Francia” nei territori francesi oltremare dell’area mediterranea - I buo- ni risposta internazionali e la posta aerea dei prigionieri di guerra italiani - Storia Postale d’Italia. La censura civi- le e militare nelle isole italiane dell’Egeo: Cicladi, Sporadi e Creta (maggio 1941 – settembre 1943) - Le ultime operazioni e la chiusura della Posta Speciale 500 - Storia di vaglia e di inflazione di Giuseppe Preziosi - Uffici periferici di censura della Marina Militare 1940-1945 - Aggiornamento catalogo “Franchigia militare italiana (1912-1946) 1^ parte”. Ad + Astra 27 - Exomars inizia il suo lungo viaggio verso Marte - Philespace 2015 a Saint Médard - Cin- quant’anni fa fu “Diamant” - ISS ha 15 anni e ancora un grande futuro - GEMINI: imparare a guidare nello spa- zio - Gmunden 2015: il punto di vista dei giurati - Sochi, il relax dei cosmonauti - 40° anniversario ASTP celebra- to sulla ISS - 70° anniversario della nascita di M.K.Jangel La linguella 61 - (Bollettino del Circolo Filatelico Numismatico Cremasco) - Annullo “Castrum Soncini” - Ospe- dale Militare di Crema 1915-1918 - Il “Folclore”, serie tematica lunga - Medaglie cremonesi - Annullo a targhetta “Fiera di Soresina”. L’amantelico 7 - Guida Bolaffi alla collezione di francobolli - Le più note monete italiane nei secoli - La festa del Natale: origini, folclore, curiosità Il Francobollo Incatenato 258 - MONACOPHIL 2015 - Posta ordinaria “senza valore nominale” - Lettera a tarif- fa ridotta militare di Posta Aerea - Le scelte filateliche di Poste Italiane? Qui Filatelia 81/82 - Il nuovo Consiglio della Federazione - La grande mostra al Quirinale - La filatelia tematica 10 - I francobolli prioritari 2 - Dall’Italia e dal mondo - Venticinque anni di pacchi postali 1888-1914 - Le nuove emissioni - Biblioteca – Cronache. Il Corriere Postale 15 - 1870: Parigi - Roma: la storia viaggia con il pallone - Marzo 1918: nasce il primo servi- zio postale aereo internazionale - Buste inviolabili Excelsior - Così uguali…così diversi - Il collegamento postale transatlantico aereo tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America 1939-‘41. Atlantic Clipper - Affrancature in eccesso - Ho realizzato il mio sogno da bambino: il mitico francobollo della Terra del Fuoco - Quando la Posta si vendica! Notiziario A.I.M. 103 - Mostre e manifestazioni - Un francobollo…molte maximum - CM della Città del Vaticano - 70° della Seconda Guerra Mondiale: sintesi cronologica degli avveni- menti attraverso le cartoline maximum - Gioacchino Murat re di Napoli: bicentenario della fucilazione - Appunti di ornitologia - Dante Alighieri compie 750 anni - Le maximum con i francobolli della Guerra Civile di Spagna (1936-1939). Lionsphil Notizie 85 - Le Poste Italiane precorritrici della “Conciliazione” - La “Turniata” - La Grande Guerra: la fine della guerra ed il collasso de- gli Imperi Centrali - L’arte della pittura e la filatelia - GMUNDEN ’15 - I- naugurata la 15^ edizione 2015 di “Luci d’artista” salernitana. Aicam News 77 - Notizie, segnalazioni, curiosità dal mondo delle affran- cature meccaniche e delle TP Label. Christmas 15 - Pubblicazione della Royal Mail riguardante tutta la pro- duzione filatelica (francobolli, foglietti, libretti) delle Poste Inglesi nel 2015. Annulli postali speciali della Provincia di Gorizia - Edito dal Circolo Filatelico e Numismatico Monfalconese e a cura di Bruno Tramontin e Giampaolo Quidacciolu in occasione del 50° anniversario di fondazione, il bel volume (420 pagine tutte illustrate) riporta, con le notizie relative, le impronte degli annulli speciali e le cartoline ufficiali delle manifestazioni, celebrazioni e avvenimenti svoltesi nella provincia dal 1947 al 2015. Per informazioni contatare il Presidente del Circolo Bruno Tramontin [email protected]. 348.6566618.

L’ANNULLO 205 33 CATALOGO 1946-1960 - Aggiornamento N° 8 a cura di Gianfranco Mazzucco Le modifiche sono segnalate in rosso. I nuovi annulli inseriti prendono, provvisoriamente, la numerazione dell’annullo precedente con l’aggiunta di una lettera dell’alfabeto.

DC 63b/1957 1957 Omegna – I Mostra filatelica interregionale

30 mm Prima data nota 25 agosto 1957 Ultima data nota

DCP 134/1957 1957 – Verona – 59a Fiera internazionale Prima data nota 10 marzo 1957 Ultima data nota 17 marzo 1957

DCL 138/1957 1957 – Autoambulante P.T.- 40° Giro ciclistico d’Italia Prima data nota 18 maggio 1957 Ultima data nota 9 giugno 1957

DC 3/1958 1958 – Agrigento – XVa Sagra mandorlo in fiore Prima data nota 2 febbraio 1958 Ultima data nota 9 febbraio 1958

DCL 6/1958 1958 – Ancona – XVIII Fiera internazionale della pesca Prima data nota 12 luglio 1958 Ultima data nota 20 luglio 1958

DC 11/1958 1958 – Arezzo – 6° Concorso polifonico internazionale

Ha partecipato la Coral Anties Escolans de Monserrat Barcellona.

30 mm Prima data nota 28 agosto 1958 Ultima data nota

12/1958 1958 – Avigliano – III Mostra regionale filatelica Togliere. Non è un annullo postale.

DCL 13/1958 1958 – Bari – Fiera del Levante Prima data nota 14 settembre Ultima data nota 23 settembre 1958 1958

DCP 21a/1958 1958 – Busto Arsizio – VIIa Mostra internazionale del tessile Una seconda importante iniziativa fu promossa nel 1951 dal banchiere Benigno Airoldi, dagli industriali Antonio Tognella, Carlo Schapira, Enrico Candiani, dal sindaco Giovanni Rossini e dai parlamentari Facchinetti, Morelli, Tosi, i quali crearono la Mostra Internazionale del Tessile, demolita nel 2009.[138] La proget- tazione dell'edificio fu affidata a Enrico Castiglioni, Luigi Crespi, Carlo Fontana ed Eugenio Prandina. La zona scelta si trova sul territorio di Castellanza, ma il progetto fu sviluppato da un consorzio in cui Busto Arsizio ebbe una parte domi- nante.

30 mm Prima data nota 25 settembre Ultima data nota 1958 Gian Franco Mazzucco via San Benigno 8 – 10036 Settimo Torinese TO – 3393712651 fax 01183131100 [email protected] 34 L’ANNULLO 205 LA COLLANA ANCAI (Prezzi per i soci non comprensivi delle spese postali)

1. Italo Robetti: Gli uffici postali italiani all’1/1/1891 ed i bolli dello Josz. L’antica provincia di Alessandria. 1988. € 2,00. 2. Italo Robetti con la collaborazione di Arnaldo Pace: I servizi Postali Sardi nella Valle d’Aosta. ANCAI 1998. € 2,00. 3. Enrico Bertazzoli: Gli annulli degli Uffici alberghieri italiani. 2001. Esaurito. 4. Roberto Garavelli: Bolli postali di navigazione sui laghi italiani dal 1807 al 1946. 2002. € 2,00. 5. Paolo Guglielminetti con la collaborazione di Italo Robetti: Annulli speciali italiani 1871-1920. 2003. € 2,00. 6. Paolo Guglielminetti - Maurizio Tecardi: Annulli speciali italiani 1871-1946. 2009. € 10,00. 7. Paolo Guglielminetti - Maurizio Tecardi: Annulli speciali italiani 1871-1946. Aggiornamento. 2012. € 8,00. 8. Gian Franco Mazzucco: Annulli speciali italiani 2/6/1946 - 31/12/1960. 2012. € 10,00. 9. Paolo Saletti con la collaborazione di Paolo Guglielminetti e Italo Robetti: LODOVICO JOSZ incisore di bolli postali in una famiglia di artisti. 2013. € 10,00. 10. Italo Robetti – Achille Vanara: La comunicazione postale da e per Torino. I: Dalle origini alla seconda Madama Reale (1684). 228 pag. a colori. 2013. € 20,00. 11. Italo Robetti – Achille Vanara: La comunicazione postale da e per Torino. II: Vittorio Amedeo II e le prime tariffe per la Posta delle Lettere (1684-1730). 264 pag. a colori. 2014. € 25,00. 12. Gian Franco Mazzucco: Catalogo degli annulli speciali italiani 1961-1962. 2014. € 10,00. 13. Lorenzo Oliveri – Storia postale della Valle Stura. 2016 € 10.00. 14. Italo Robetti – Achille Vanara: La comunicazione postale da e per Torino. Carlo Emanuele III e il nuovo regolamento delle Poste del 1772. Volume III 2016 (in preparazione).

ALTRE PUBBLICAZIONI

IL MEGLIO DE L’ANNULLO. Anni 1974-1992 (1992). IL MEGLIO DE L’ANNULLO. Anni 1992.1997. (1997). INDICE de L’ANNULLO dal n. 0 al n.159 su CD ROM (2007).

ITALIA

1) Bolli e annulli speciali usati in Italia dal 1861 al 1900. 2) TL e bolli speciali utilizzati negli anni 1963/64; 1965; 1966; 1967; 1968; 1969. 3) Catalogo degli annullamenti speciali italiani dell’anno 1970. 4) Annulli speciali italiani apparsi nel corso del 1971 con indice tematico e geografico anche dell’anno 1970. 5) TL e bolli speciali utilizzati negli anni 1972; 1973; 1974; 1975; 1976; 1977; 1978; 1979; 1980; 1981; 1982; 1983; 1984; 1985; 1986; 1987; 1988; 1989; 1990; 1991; 1992; 1993; 1994; 1995; 1996; 1997; 1998; 1999; 2000; 2001 2002; 2003; 2004; 2005; 2006; 2007; 2008; 2009; 2010. 6) Repertorio degli annulli speciali meccanici e a mano dell’anno 2011. € 10,00 7) Catalogo degli annulli di tipo permanente figurati e filatelici [2014] € 10,00

8) Repertorio degli annulli speciali meccanici e a mano dell’anno 2012 € 10.00 9) Aggiornamento al catalogo degli annulli di tipo permanente figurati e filatelici (2016) € 10.00

VATICANO

Bolli speciali utilizzati negli anni 1935/77; 1978/90; 1991/2000; 2001/2010; 2011.

SAN MARINO

Bolli speciali utilizzati negli anni 1967/90; 1991/2000; 2001/2005.

Tutto il materiale elencato sotto la voce ALTRE PUBBLICAZIONI potrà essere fornito in fotocopia in caso di esaurimento; per questo motivo non sono indicati i prezzi di vendita, che saranno però specificati in caso di richieste.

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