DI MONTICELLO PROVINCIA DI

VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

VERIFICA DI CONFORMITA’ ALLA PIANIFICAZIONE PAESAGGISTICA

Progettisti della Variante: Stefano Casagrande Michele Albini

Studi Viabilistici Andrea Debernardi Simone Borghi (Studio META)

Sindaco Luca Rigamonti

Assessore all’Urbanistica, Paesaggio, Ecologia Pietro Giussani

Assessore ai Lavori Pubblici Luca Miolo

Segretario Comunale Vincenzo Del Giacomo

Responsabile Ufficio Tecnico e Proc. Luciano Sola

Ufficio Urbanistica Comunale Luca Magni Elena Zucchi

REDAZIONE ADOZIONE APPROVAZIONE OTTOBRE 2013 Del. CC. Del. CC. del del Contenuti del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale Contenuti Paesaggistici del Piano Territoriale di Contenuti del PGT di e della Variante aggiornato con D.C.R. 951/2010 Coordinamento della Provincia di Lecco approvato con D.C.P. 7/2009 (capoversi numerati sono riferiti agli articoli e ai commi della (capoversi numerati sono riferiti agli articoli e ai commi delle normativa del Piano Paesaggistico Regionale) norme di PTCP)

Art. 3 (Atti costituenti il Piano del Paesaggio Lombardo) Cogenza e rapporto con le altre pianificazioni 3.1. Il Piano del Paesaggio Lombardo è costituito dall‟insieme degli atti a specifica valenza paesaggistica dal momento della 48.1. In quanto integra e specifica i contenuti del Piano Il PGT di Monticello Brianza dettaglia le previsioni loro entrata in vigore. Paesaggistico Regionale (PPR), il PTCP, ai sensi della paesaggistiche del PTCP nelle modalità descritte nel seguito 3.2. Sono atti a specifica valenza paesaggistica e come tali normativa del PTPR/PPR, sostituisce le indicazioni di della presente tabella. strumenti della pianificazione paesaggistica integrati nel Piano quest’ultimo per quanto riguarda la disciplina paesistica del del Paesaggio Lombardo (elenco relativo agli atti vigenti sul territorio provinciale. territorio comunale): 48.2 Restano ferme, in quanto non maggiormente specificate dal a) il Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) come definito e PTCP, le disposizioni di carattere generale del PPR stesso e articolato agli articoli 10 e 11; quelle immediatamente operative di cui al Titolo III della b) i provvedimenti amministrativi assunti con le procedure di cui normativa dello stesso. all‟articolo 157 del D.Lgs.42/2004, e successive modificazioni ed integrazioni, e agli articoli da 136 a 141bis del medesimo decreto legislativo, che integrano automaticamente il P.P.R.; c) i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale e i Piani di Governo del Territorio approvati secondo le modalità indicate nell‟articolo 145, 4°comma, del D.Lgs. 42/2004; (...) e) gli atti istitutivi e i piani dei parchi locali di interesse sovracomunale; (...) g) i piani forestali previsti dalla l.r. 31/2008 nonché i progetti di riforestazione e rinaturalizzazione approvati dagli organi competenti; (...) i) i criteri e le procedure per l‟esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici approvati con d.g.r. n. 2121 del 15 marzo 2006 e pubblicati sul 3° supplemento straordinario del B.U.R.L. del 31 marzo 2006; (sostituiti da DGR 9/2727/2011) (...)

Contenuti del Piano Territoriale Paesaggistico Regionale Contenuti Paesaggistici del Piano Territoriale di Contenuti del PGT di Monticello Brianza e della Variante aggiornato con D.C.R. 951/2010 Coordinamento della Provincia di Lecco approvato con D.C.P. 7/2009 (capoversi numerati sono riferiti agli articoli e ai commi della (capoversi numerati sono riferiti agli articoli e ai commi delle normativa del Piano Paesaggistico Regionale) norme di PTCP)

Art. 6 (Livello di definizione degli atti a valenza paesaggistica) 48.5 In sede di formazione del proprio PGT, ciascun Comune La presente verifica ha lo scopo di dare conto della conformità 6.1. Si intende per livello di definizione di un atto la scala e provvede a verificare, integrare e meglio specificare le del PGT di Monticello Brianza e della sua variante agli strumenti l‟articolazione delle rappresentazioni, la capacità di riconoscere indicazioni del PTCP, fermi restando i livelli di tutela, di Pianificazione Paesaggistica, e quindi di fatto la sua gli specifici beni e valori che caratterizzano il paesaggio locale, la salvaguardia e valorizzazione disposti da questo. adeguatezza come atto a valenza paesaggistica ai sensi dell'art. puntualità degli indirizzi di tutela che vi sono contenuti, la 6 della normativa di PTPR. specificità delle disposizioni e delle eventuali indicazioni progettuali. 6.2. In presenza di strumenti a specifica valenza paesaggistica di maggiore definizione, di cui all'articolo 3, tali strumenti dal momento della loro entrata in vigore definiscono la disciplina paesaggistica del territorio ivi considerato. 6.3. In sede di approvazione di ciascun atto a valenza paesaggistica, il medesimo provvedimento di approvazione dà atto della coerenza con gli indirizzi del Piano del Paesaggio, come espressi dagli atti sovraordinati, e ne certifica il livello di definizione, in base alla scala della cartografia, alla puntualità delle norme nonché all‟ampiezza e qualità delle elaborazioni 6.4. Il riconoscimento di uno strumento quale "atto a maggiore definizione" presuppone l‟espressione, da parte dell‟organo preposto all'approvazione, o all'espressione di parere, di una valutazione positiva circa l'effettiva capacità dello strumento medesimo di garantire un maggior grado di riconoscimento e tutela dei valori paesaggistici rispetto alla disciplina paesaggistica previgente. (...), per i P.G.T. viene effettuata dalla Provincia che prende conoscenza a tal fine di tutti gli atti del P.G.T.. (...)

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Art. 16 (Efficacia della disciplina paesaggistica di livello regionale) 16.1. L‟efficacia normativa del P.P.R. è estesa all‟intero territorio regionale. Esso opera come disciplina del territorio ed è integrato dagli atti a specifica valenza paesaggistica di maggiore definizione quando essi divengono vigenti . Data la genericità del decreto di vincolo paesaggistico vigente su 16.2. Per le aree e i beni paesaggistici oggetto di dichiarazione Monticello Brianza, il cui dispositivo è riportato nell'art. 38 di notevole interesse pubblico ai sensi dell‟articolo 136 o aggiunto dalla variante, lo stesso articolo aggiunto fa riferimento dell‟articolo 157 del D. Lgs. 42/2004, la disciplina di tutela e le per i criteri di tutela di legge, ai contenuti della DGR prescrizioni d‟uso o i criteri di gestione approvati dai competenti 9/2727/2011. organi regionali e ministeriali, integrano le disposizioni e i contenuti della disciplina regionale del presente piano, ai sensi del comma 2 dell‟articolo 140 del D. Lgs. 42/2004. 16.3. Nel caso la disciplina paesaggistica del P.P.R. contenga disposizioni rivolte agli Enti locali con delimitazioni trascritte su carte a scala ridotta, spetta agli enti stessi precisare e integrare le indicazioni del P.P.R., e richiedere lo specifico accertamento della valenza paesaggistica di cui al precedente articolo 14, comma 3. (...) 16 bis.4. Per i beni paesaggistici di cui alle lettere c) e d) del comma 1 dell‟art. 136 del D. Lgs. 42/2004, individuati ai sensi degli articoli da 138 a 141 dello stesso decreto o da precedenti dichiarazioni di notevole interesse pubblico, qualora non siano precisate nei provvedimenti suddetti le specifiche indicazioni di tutela alle quali attenersi, valgono le seguenti prescrizioni: i. Si applicano prioritariamente le indicazioni, disposizioni ed eventuali limitazioni di intervento di cui al successivo Titolo III della presente parte della Normativa in riferimento a tutti gli ambiti e sistemi di rilevanza regionale ivi indicati; ii. Si applicano i “Criteri e procedure per l‟esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici” approvati dalla Giunta regionale e in particolare le indicazioni contenute nella sezione Modalità delle trasformazioni delle “Schede degli elementi costitutivi del paesaggio” di cui all‟Allegato B, assumendo gli “Elementi di vulnerabilità” e le “Categorie compatibili di trasformazione”, ivi evidenziati, rispettivamente quali cautele e prioritari criteri di intervento.

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16.4 bis v. Valgono comunque nelle aree di cui ai beni oggetto Viabilità storica e percorsi panoramici del presente comma le seguenti prescrizioni specifiche: a. Cartellonistica e mezzi pubblicitari: 48.7. La tutela paesaggistica della viabilità esistente e di La tutela dei percorsi e delle visuali è garantita dalle tavole di a) cartellonistica stradale: è sempre ammissibile la cartellonistica progetto di cui all’art. 21 delle presenti norme è parte integrante quadro conoscitivo Inq7 Qc2, Qc3 e dalle tavole PP1 e PR1-2, obbligatoria ai sensi del Codice della Strada, da collocare con del presente Titolo VII – La dimensione paesaggistica del PTCP. nonché dall'art. 29 delle norme del Piano delle Regole. attenzione in rapporto a posizione e numero dei cartelli; b) cartellonistica informativa: - (ad es. quella relativa ad emergenze naturalistiche o storico-artistiche, percorsi tematici, informazioni di carattere turistico): è ammissibile, nel rispetto delle specifiche indicazioni di settore della Giunta regionale, a condizione che persegua il minimo intervento indispensabile, riducendo il più possibile l‟introduzione di manufatti, uniformandone la tipologia, contenendo al massimo le dimensioni e l‟eventuale relativa illuminazione, curando la scelta dei materiali e dei colori in modo da ottimizzarne un inserimento armonico nel contesto; c) cartellonistica e altri mezzi pubblicitari: - sono da escludersi lungo tutti i tracciati stradali all‟esterno dei centri abitati e devono essere valutati con grande attenzione all‟interno dell‟urbanizzato, al fine di evitare l‟introduzione di elementi di evidente disturbo visivo, anche temporaneo. (...) c. viabilità storica, comprendente sia tracciati di rilevanza sovralocale sia percorsi locali urbani e rurali: a) tutela e valorizzazione della permanenza e leggibilita‟ dei tracciati nel loro sviluppoextraurbano; b) salvaguardia della permanenza dei “calchi” e degli allineamenti all‟interno degli abitati; c) salvaguardia degli elementi funzionali storicamente connessi al “sistema strada” quali stazioni, caselli, locande, cippi, edicole sacre, muri di cinta e/o di fabbrica, porte ecc.; d) salvaguardia della toponomastica storicamente riconosciuta; e) perseguimento del decoro ambientale, scongiurando e controllando ogni forma di disordine (escavazioni, discariche di materiali, depositi anche temporanei ecc.); f) inibizione o comunque massima limitazione della realizzazione di nuove retitecnologiche fuori terra.

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Art. 25 (Individuazione e tutela dei Centri, Nuclei e Insediamenti Centri e nuclei di antica formazione Nuclei di antica formazione Storici) 50.1. Il PTCP individua cartograficamente, nella Tavola 2 - Il PGT di Monticello Brianza individua i Nuclei di Antica 25.1. La Regione assume come riferimento base per Quadro Strutturale – Valori paesistici e ambientali, i centri e Formazione nella tavola QC6 e li studia in dettaglio nelle tavole l‟identificazione e la perimetrazione dei centri nuclei e nuclei di antica formazione (centri storici) e ne segnala i “margini da QC13 a QC19, interamente riviste e aggiornate dalla insediamenti storici, la prima levata delle tavolette I.G.M. non occlusi”. Variante, con una nuova campagna di sopralluoghi fotografici. 1/25.000. 50.2. In sede di formazione del PGT, ciascun Comune provvede I Nuclei storici individuati (Monticello, Casirago, Casatevecchio, (...) a verificare la precisione e la completezza dell’individuazione Cortenuova, Torrevillla, Prebone e Sorino) sono gli stessi 6. Con l'ausilio della base cartografica, di cui ai comma 1, contenuta nella carta del PTCP, apportandovi le integrazioni e individuati dal PTCP; la loro delimitazione è modificata nonché di eventuali altre carte di cui al comma 2 o in scala di correzioni eventualmente necessarie, le quali, accolte dalla scendendo in dettaglio come ammesso dal PTCP, la Variante maggior dettaglio, i comuni riportano sulla cartografia aggiornata Provincia, costituiscono modifiche non sostanziali al PTCP, ai aggiorna la perimetrazione con consistenti incrementi nel nucleo aerofotogrammetrica, in loro possesso, i perimetri dei centri sensi dell’art. 6, comma 2, delle presenti norme. di Cortenuova, e alcune rettifiche, sempre in ampliamento nel nuclei e insediamenti anche di carattere rurale, comprendendovi 50.3. La cartografia del PGT delimita i centri e nuclei di antica nucleo di Torrevilla. gli eventuali spazi aperti pubblici e privati interclusi, ed esterni formazione, comprendendovi le eventuali aree circostanti che ne adiacenti, nonché la individuazione di edifici isolati e/o di formano il naturale contesto. manufatti di rilievo storico-ambientale, specificando e motivando 50.4. Il PTCP non formula specifiche indicazioni in ordine alla Il PGT di Monticello Brianza regola i Nuclei di Antica Formazione eventuali scostamenti rispetto a quanto contenuto nella disciplina degli interventi all’interno di ciascun centro, fermo con la tavola PR3 e l'art. 14 del Piano delle Regole, entrambi cartografia di cui al comma 1. restando che la nozione stessa di centro storico presuppone interamente rivisti dalla variante, a seguito della revisione del 7. Gli ambiti individuati ai sensi del comma 6, rappresentano la criteri e strategie d’intervento indirizzate alla tutela dei valori quadro conoscitivo relativo sopracitato, introducendo un maggior base tecnica di riferimento del Piano di Governo del Territorio storico-culturali e dei tratti identitari presenti. Spetta al PGT numero di categorie per graduare meglio le modalità di tutela, e per la predisposizione del quadro conoscitivo del Documento di definire le norme specifiche relative a modi d’intervento, caratteri introducendo una normativa articolata per parti di fabbricato, più piano e la relativa Carta condivisa del paesaggio comunale e per tipologici, materiali, eventuali abachi degli elementi architettonici dettagliata rispetto alla precedente che procedeva solo per interi l‟individuazione dei nuclei di antica formazione e degli ecc., norme che devono essere commisurate all’integrità e al fabbricati. insediamenti rurali tradizionali da disciplinare tramite il Piano valore storico e architettonico del centro storico. Il controllo del delle regole. PTCP si esercita sulla qualità e sull’efficacia delle disposizioni 8. Il P.G.T. individua le misure e le azioni più idonee per del PGT. salvaguardare e promuovere il recupero dei centri e nuclei di 50.5. I “margini non occlusi” dei centri storici, come individuati Il PTCP non individua margini non occlusi nei centri storici antica formazione e degli insediamenti rurali tradizionali, nel nella cartografia del PTCP, (...) comunali, gli approfondimenti del PGT e della variante rispetto delle specifiche connotazioni identitarie legate agli 50.6. Le disposizioni di carattere normativo di cui al presente confermano questa assenza. aspetti storico-architettonici e ai consolidati sistemi ed elementi articolo trovano riscontro, sul piano strategico: a) Il PGT prevede, in connessione con la viabilità di Besana di relazione con il contesto. a) nelle misure volte a ridurre e possibilmente eliminare i traffici Brianza, la circonvallazione del centro storico di Cortenuova, 9. La tutela e valorizzazione del sistema complessivo dei centri, in attraversamento, particolarmente dei mezzi pesanti, di cui al nonchè la limitazione del traffico e della velocità nella nuclei ed insediamenti storici assume carattere prioritario nel Titolo III delle presenti norme; attraversamento di Prebone, il bypass della strettoia nel centro quadro della strategia paesaggistica definita dal Documento di storico di Casatevecchio mediante la viabilità prevista nell'ambito Piano, anche in riferimento alle politiche di riqualificazione del AT6. Monticello, Casirago, Torrevilla e Sorino sono già esclusi sistema del verde e degli spazi pubblici contenute nel Piano dei dai principali flussi di traffico. servizi. b) nelle politiche di controllo delle grandi e medie superfici di b) il PGT prevede attraverso uno studio specifico (estratto in 10. In sede di revisione dei propri strumenti urbanistici, i comuni vendita, finalizzate a tutelare la vitalità commerciale dei centri allegato 2 alle norme) la limitazione delle medie strutture di provvedono ad adeguare la disciplina urbanistica dei centri commerciali “naturali”. vendita. nuclei e insediamenti storici alle disposizioni del presente articolo e secondo quanto definito dalla Parte seconda degli Indirizzi di tutela di cui al precedente articolo 11, comma 3, lettera a).

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Altri beni ed emergenze di rilevanza paesaggistica (P) 51.1. Il PTCP individua cartograficamente nella Tavola 2 - Il PGT riconosce il valore architettonico, paesaggistico e storico Quadro Strutturale –Valori paesistici ed ambientali, gli edifici e gli di tutti gli immobili censiti nel PTCP nella tavola QC3, in alcuni altri manufatti storicamente rilevanti afferenti all’architettura casi con denominazioni diverse, ulteriormente integrazione di religiosa, militare, civile, industriale, rurale. tale censimento è stata fornita dalla variante con la tavola QC3b. Il PTCP individua nella tavola QS2 le ville Nava, Greppi e Montebello, le chiese di Monticello e Torrevilla, le cascine Magritto e Canova. Sono altresì individuate nel quadro di riferimento ulteriori emergenze corrispondenti agli elenchi inclusi nel SIBERC regionale. 51.2. Individua altresì i monumenti naturali e le emergenze geomorfologiche areali, lineari e puntuali, nonché i crinali di cui all’articolo successivo. Le emergenze morfologiche individuate corrispondono ai cordoni Il PGT non prevede interventi edilizi o infrastrutturali tali da morenici e ai terrazzamenti corrispondenti alle dorsali collinari di alterare la conformazione di queste emergenze. Cortenuova e di Torrevilla-Monticello-Villa Greppi. 51.3. In sede di formazione del PGT, ciascun Comune provvede Le integrazioni e modifiche sono evidenziate nella tavola QC3 a verificare la precisione e la completezza dell’individuazione del PGT vigente e QC3b aggiunta dalla Variante. contenuta nella carta del PTCP, apportandovi le integrazioni e correzioni eventualmente necessarie, le quali, accolte dalla Provincia, costituiscono modifiche non sostanziali al PTCP, ai sensi dell’art. 6, comma 2, delle presenti norme. 51.4. L’individuazione del PTCP comporta la tutela, da parte della normativa del PGT: a) degli oggetti stessi da distruzione o da trasformazioni a) Per tutte le emergenze la tutela è garantita dalla improprie; classificazione espressa nelle tavole PR e nelle relative norme di b) delle condizioni di leggibilità e visibilità degli oggetti nei rifermento agli art. 14 e 27 del Piano delle Regole. rapporti con il contesto e con le visuali paesaggisticamente b) la tutela delle condizioni di leggibilità e visibilità è garantita rilevanti. dall'estensione alla pertinenza dei fabbricati delle regole di tutela, e dalla tutela dei percorsi e delle visuali rilevanti (Tav. PP1 e PR)

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54. Articolazione delle politiche di innovazione: controllo paesistico dell’attività edilizia (P) 1. Il controllo paesistico dell’attività edilizia interviene in due momenti distinti: · Il momento urbanistico · Il momento edilizio. 54.1 Il momento urbanistico 1. In sede di pianificazione urbanistica generale assumono L'intero territorio comunale è vincolato quale area di notevole rilevanza paesistica le previsioni insediative che investono aree interesse pubblico ai sensi dell'art. 136 del D.Lgs. 42/2004 con e strutture soggette alle tutele di cui al Titolo III del D.Lgs. vincolo espresso dal Ministero dei Beni Culturali con decreto del 42/2004 e s.m.i. (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio), o 12-5-1967. che, anche non rientrando in tale regime, soddisfano una o più delle seguenti condizioni: - investono aree esterne al perimetro delle aree urbanizzate Il PGT non prevede interventi significativi esterni al perimetro consolidate; delle aree urbanizzate, in quanto la maggior parte degli ambiti di trasformazione di nuova costruzione (AT05, AT07) sono localizzati all'interno di un'enclave di terreni ex agricoli circondata da zone edificate, l'Ambito produttivo AT08 è comunque in continuità con la zona industriale di Barzanò. - prefigurano interventi di nuova edificazione in diretta e Non sono previsti nè nel PGT nè nella variante interventi di significativa relazione di covisibilità con gli elementi connotativi nuova edificazione in relazione di significativa covisibilità con gli del paesaggio di cui alla Tavola 2 - Quadro Strutturale – Valori elementi connotativi del paesaggio riconosciuti dal PTCP. In paesistici e ambientali, o altrimenti segnalati dal PGT, anche a particolare tutti gli ambiti di trasformazione di nuova costruzione seguito dell’accoglimento di osservazioni; si trovano in posizione ribassata rispetto ai cordoni e ai terrazzamenti morenici. - riducono significativamente l’ampiezza delle visuali libere dalla Le visuali libere indicate dal PTCP sono tutelate e incrementate viabilità di rilevanza territoriale di cui alla Tavola 1 - Quadro nelle tavole PP1 e PR1 del PGT, la variante non introduce Strutturale – Assetto insediativo; - interessano linee di crinale o alcuna modifica rispetto ad esse. altre posizioni paesisticamente dominanti. (...) 4. In linea generale, sono da evitare previsioni che comportino Non sono previste trasformazioni fortemente incidenti sul trasformazioni fortemente incidenti in contesti di elevata paesaggio. La variante riduce in numero e volumetria le sensibilità paesistica. Qualora tale esigenza sia posta in trasfornazioni previste, e quindi di fatto riduce l'incidenza. subordine rispetto ad altre esigenze ritenute prevalenti nell’impostazione del Piano, si configura la rilevanza sovracomunale delle scelte di Piano, ai sensi dell'art. 68 delle presenti norme. 5. In relazione alla rilevanza paesistica delle trasformazioni Queste indicazioni sono contemplate per i N.A.F. e gli edifici previste, il PGT potrà fornire indicazioni relative a tipologie storici dal combinato degli art. 14 e 27 delle NTA. Per gli ambiti edilizie, coperture, materiali, colori e quanto altro sia ritenuto di trasformazione il controllo su tipologie, materiali e colori è opportuno. comunque garantito dalle procedure di autorizzazione paesaggistica estese a tutto il territorio comunale con la consultazione prevista dalla legge degli organi del Ministero dei Beni Culturali. 6. In sede di revisione degli strumenti urbanistici generali i La presente relazione comparata costituisce la documentazione Comuni provvedono ad adeguare la disciplina urbanistica alle di tale adeguamento. In particolare le istruzioni relative ai disposizioni ed ai contenuti paesistici e ambientali del PTCP e contenuti paesaggistici del PGT erano già vigenti alla data di del PTPR/PPR, anche sulla base delle indicazioni contenute approvazione del PGT di Monticello; la conformità a tali istruzioni nell’allegato A “Contenuti paesaggistici del PGT” alle linee guida è già stata oggetto di parere da parte dell'Amministrazione regionali “Modalità per la pianificazione comunale” di cui alla Provinciale in sede di espressione del parere relativo al PGT. DGR 1681 del 29 dicembre 2005 (BURL n. 21, Edizione speciale del 24 maggio 2006). 7. Nel determinare gli ambiti di espansione dell’urbanizzato e La variante introduce al comma 5 dell'art. 12 le cautele relative al l’estensione delle reti infrastrutturali e della relativa illuminazione contenimento dell'inquinamento luminoso. artificiale, il PGT tiene anche conto dell’esigenza di salvaguardare nel territorio comunale la presenza di aree nelle quali sia possibile osservare il cielo notturno nelle migliori condizioni, compatibilmente con i livelli di brillanza totale e di visibilità delle stelle determinati da fattori di inquinamento luminoso non controllabili localmente.

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54.2 Il momento edilizio 1. Il momento edilizio comprende l’eventuale pianificazione E' stato introdotto all'art.1 delle norme del Documento di Piano urbanistica attuativa. un rinvio all'art. 38 del Piano delle Regole, introdotta dalla variante, che estende le verifiche inerenti la tutela del paesaggio ai Piani Attuativi. 2. In caso di piani generali approvati come atti a specifica Lo scopo di queste note è sostenere che con le modifiche valenza paesistica ai sensi dell’art. 6 delle norme del normative introdotte dalla variante il PGT di Monticello Brianza PTPR/PPR, le relative previsioni si presumono sempre possa essere considerato adeguato al PTPR e al PTCP, e quindi integralmente attuabili, per quanto riguarda le quantità previste, approvato come atto a specifica valenza paesaggistica. se compatibili con la tutela dei valori paesistici, fermo restando il controllo sulla qualità e incidenza paesistica del progetto di cui al PTPR/PPR e alle presenti norme. 3. Negli altri casi, l’attuazione delle previsioni del PGT, qualora La variante ha già introdotto nelle previsioni vigenti sugli Ambiti queste abbiano rilevanza paesistica ai sensi del comma 1 del di Trasformazione riduzioni consistenti degli interventi di nuova precedente paragrafo 54.1, può essere sottoposta a eventuali costruzione e di ristrutturazione urbanistica ed edilizia limitazioni, anche quantitative, e condizioni finalizzate alla tutela ammissibili, sia attraverso l'eliminazione di alcuni ambiti dei valori paesistici riconosciuti dal PTPR/PPR e dal PTCP. finalizzata alla tutela di fabbricati e ambiti di valore storico (ex AT04 villa Bianchini, AT12 Cascina Orfanella, AT15 Centro Storico di Monticello), sia attraverso l'eliminazione o la riduzione dell'edificabilità prevista in ambiti residenziali di nuova costruzione (ex AT06, riduzione AT07). 4. In sede di progettazione edilizia, il progettista si atterrà alle Dal momento che il territorio comunale di Monticello Brianza è indicazioni eventualmente fornite dal PGT ai sensi del comma 5 interamente vincolato ex art. 136 D.lgs. 42/2004, con decreto del del precedente paragrafo 54.1, nonché agli indirizzi contenuti 1967, il riferimento corretto introdotto con l'art. 38 delle norme nelle Linee guida regionali per la valutazione paesistica dei variate è alla D.G.R. 9/2727/2011 circa le procedure di progetti, approvate con DGR n. 7/11045 del 08/11/2002, ed autorizzazione paesaggistica. eventuali successive modifiche ed integrazioni, commisurando l’incidenza paesistica del progetto al livello di sensibilità paesistica del sito. 5. Qualora il PGT lo preveda, o comunque il Comune lo chieda, il progettista effettuerà l’analisi speditiva del contesto di cui al L'art. 38 rende obbligatoria la ricognizione speditiva del contesto, punto 9 dell’ALLEGATO 2 alle presenti norme, adattandola alle all'interno della relazione paesaggistica obbligatoria su tutto il specifiche condizioni locali, e argomenterà le proprie scelte territorio comunale in quanto vincolato, per tutti gli interventi di progettuali anche in base agli esiti di questa. nuova costruzione, ristrutturazione urbanistica o ristrutturazione edilizia con modifica della sagoma esterna del fabbricato. 6. Il progettista può scegliere di discostarsi dalle indicazioni e Essendo il territorio interamente vincolato ex art.136 D.lgs. dagli indirizzi di cui ai commi precedenti, dichiarando tale 42/2004, la procedura di conciliazione può essere svolta intenzione e motivandola. In caso di discordanza di vedute con all'interno della Commissione Per il Paesaggio, che ha facoltà di l’amministrazione, può richiedere un giudizio arbitrale ascoltare il progettista, anche su sua richiesta. indipendente, concordando con l’amministrazione competente il coinvolgimento, a proprie spese, di un esperto, che goda della fiducia di entrambe le parti, il quale esamini il progetto ed esprima un proprio parere in merito alla qualità intrinseca dello stesso in relazione al contesto e al tipo di impatto prodotto. In questo caso l’amministrazione è tenuta a riesaminare il progetto, tenendo conto anche del parere espresso dall’esperto e motivando conseguentemente le proprie determinazioni. 7. Nei casi di cui al comma precedente, e nel caso di progetti Anche in questo caso la procedura proposta è sostituita dal che superino la soglia di tolleranza di cui alle Linee guida per parere di legge della Commissione per il Paesaggio e della l’esame paesistico dei progetti approvate con DGR 8/11/2002 n. Soprintendenza competente. 7/11045, il Comune provvede a convocare una conferenza pubblica, come previsto nella Parte IV – Esame paesistico dei progetti della normativa del PTPR/PPR, alla quale sono invitati i rappresentanti dei Comuni contermini e le associazioni riconosciute ai sensi dell’art. 13 della legge 8 luglio 1986 n. 349. 8. Nei repertori di beni soggetti a tutela, o ad integrazione di La creazione del PLIS della Valletta, e la normativa ad esso questi, il PGT può individuare edifici e manufatti costituenti relativa inclusa nella relazione del Documenti di Piano, a cui fa testimonianze della cultura materiale di epoche passate, con riferimento la normativa del Piano delle Regole agli articoli 23, 24 particolare riguardo alle strutture e infrastrutture del paesaggio e 25, tendono a costruire un'area protetta con caratteristiche agrario tradizionale, per la cui conservazione non risulti rurali, in cui la programmazione degli interventi di manutenzione opportuna o efficace l’applicazione di una disciplina vincolistica, e riqualificazione del paesaggio agrario da parte delle aziende ritenendosi invece essenziale il coinvolgimento attivo della possa accedere ai finanziamenti dedicati alle aree protette proprietà. In tali casi, il PGT potrà disporre specifici incentivi, all'interno della politica agricola comunitaria e del conseguente anche in forma di premi volumetrici trasferibili, sulla base dei Piano di Sviluppo Rurale regionale. quali pervenire alla stipula di convenzioni con la proprietà che assicurino la messa in sicurezza e la conservazione duratura del bene ed escludano sia il deterioramento per abbandono, sia ristrutturazioni e manomissioni che ne compromettano l’integrità e il valore testimoniale.

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Art. 28 (Riqualificazione paesaggistica di aree ed ambiti degradati o Riqualificazione degli ambiti degradati e prevenzione del compromessi e contenimento dei processi di degrado) rischio di degrado (P) 28.1. Ai fini paesaggistici, le aree e gli ambiti ove si registra la “perdita, deturpazione di risorse naturali e di caratteri culturali, storici, visivi, morfologici 55.1. Il PPR individua come ambiti soggetti a fenomeni di Il Comune di Monticello Brianza rientra geograficamente testimoniali”, ovvero la banalizzazione, l‟ impoverimento e la perdita dei degrado paesistico provocato da processi di urbanizzazione, nell'ambito indicato; quali siano effettivamente le condizioni di caratteri paesaggistici identitari, vengono assunti quali aree e ambiti infrastrutturazione, pratiche e usi urbani: degrado del paesaggio in atto è oggetto di approfondimento dal compromessi o degradati ovvero a rischio di degrado secondo le definizioni - l’intera porzione briantea della Provincia e gran parte PGT, che evidenzia nella relazione illustrativa l'assenza delle successivamente indicate. dell’ambito lecchese; grandi trasformazioni infrastrutturali e commerciali che hanno La condizione di degrado o compromissione è comunque connessa non solo alla perdita dei caratteri e valori preesistenti ma anche al riconoscimento del (...) investito altri territori negli ultimi anni, mentre tende a rimediare i mancato raggiungimento di una nuova condizione qualitativamente fattori di degrado paesaggistico che hanno investito la Brianza significativa sul piano dell‟abitabilità dei luoghi e al correlato negli decenni precedenti (edificazione sparsa di edifici arricchimento e/o valorizzazione del loro patrimonio naturalistico, unifamiliari e produttivi) attraverso alcuni ambiti di trasformazione artistico-culturale, estetico (durevole e dunque trasmissibile). Si che sostituiscono insediamenti produttivi isolati, e attraverso la definiscono: (...) revisione nella variante della normativa relativa agli edifici sparsi - Degradati gli ambiti e le aree laddove si è manifestata la perdita (art. 26) per facilitarne la riconversione accompagnandola con la parzialmente o totalmente reversibile della connotazione originaria, riqualificazione dell'assetto esterno e delle aree di pertinenza. determinata sia da interventi di trasformazione sia da abbandono,; - a rischio di degrado/ compromissione gli ambiti e le aree laddove è possibile prevedere a breve/medio termine il determinarsi di fenomeni di degrado e/o compromissione paesaggistica. 28.2. Si considerano di prioritaria attenzione per “rischio” di degrado e compromissione paesaggistica le situazioni dove si verificano contestualmente: a. presenza di contesti paesaggistici particolarmente sensibili in quanto contraddistinti da presenza di significative rilevanze paesaggistiche e da elevati gradi di “integrità” del paesaggio correlati a specifiche connotazioni e sistemi di relazione vulnerabili rispetto ai cambiamenti, con primario riferimento agli ambiti ed elementi indicati ai precedenti articoli del presente Titolo e alle aree di cui all‟articolo 136 del D. Lgs. 42/2004; b. condizioni di maggiore pressione connessa ai processi trasformativi in corso per rischio calamità naturali, processi di urbanizzazione e infrastrutturazione, (...) come definiti della parte quarta degli Indirizzi di Tutela del presente piano. 28.3. Nelle aree e negli ambiti indicati al precedente comma 1 la disciplina paesaggistica persegue i seguenti obiettivi: - nelle aree e negli ambiti degradati o compromessi, favorire gli interventi di recupero e riqualificazione ai fini di reintegrare o reinterpretare i valori paesaggistici preesistenti ovvero di realizzare nuovi valori paesaggistici correlati con questi; - nelle aree e negli ambiti a rischio di degrado e/o compromissione paesaggistica mettere in atto misure di prevenzione e di contenimento dei processi che lo determinano; - concentrare prioritariamente gli interventi di compensazione in tali aree ed ambiti ai fini del perseguimento delle finalità soprindicate. 28.4. L‟individuazione delle aree e degli ambiti, di cui al comma 1, individuati nel presente piano nelle tavole F e G è da intendersi indicativa e costituisce segnalazione delle situazioni interessate da fenomeni ad elevata potenzialità di degrado, compromissione o rischio di degrado/compromissione paesaggistica a livello regionale.

28.5. In applicazione del criterio di maggior definizione, di cui 55.2. Per i suddetti ambiti il PPR detta indirizzi di riqualificazione La tenuta delle trame territoriali e antropiche è dimostrata dalle all‟articolo 6, gli atti a valenza paesistica di maggior dettaglio ed in e di prevenzione del rischio, da perseguirsi mediante indagini svolte sull'assetto delle aree rurali interne ed esterne al particolare i P.G.T. e i P.T.C. di parchi e province, a fronte degli studi l’integrazione degli aspetti paesistici nelle politiche e nelle azioni parco della valletta dal PGT vigente, e dagli approfondimenti sui paesaggistici compiuti: di Pianificazione territoriale e di Governo locale del territorio, di NAF e gli edifici storici isolati, ulteriormente approfonditi dalla - verificano e specificano la delimitazione delle aree e degli ambiti di progettazione e di realizzazione degli interventi, così articolati: variante. degrado o compromissione del paesaggio e di quelli a rischio di - Le ipotesi di riqualificazione saranno definite valutando il degrado/compromissione paesaggistica secondo le tipologie indicate nella Parte quarta degli Indirizzi di tutela del presente piano; territorio considerato sotto il profilo paesaggistico in base alla - ne articolano la relativa disciplina d‟uso e i programmi di rilevazione, alla lettura e alla interpretazione dei fattori fisici, riqualificazione in coerenza con i contenuti e gli obiettivi paesaggistici naturali, storico-culturali, estetico-visuali ed alla possibile locali, tenendo conto di quanto prescritto dal presente articolo e degli ricomposizione relazionale dei vari fattori e in particolare sulla obiettivi di riqualificazione e di contenimento del degrado indicati al base di un’attenta lettura/valutazione dei seguenti aspetti: precedente comma 3 e secondo quanto indicato nella Parte quarta - grado di tenuta delle trame territoriali (naturali e antropiche) e degli Indirizzi di Tutela del presente piano. dei sistemi paesistici storicamente definitisi; 28.6. Il termine area si riferisce a situazioni circoscrivibili, individuabili - connotazioni paesistiche del contesto di riferimento e rapporti ed esattamente perimetrabili di degrado o compromissione, il cui dell’area degradata con esso; recupero deve inquadrarsi in uno scenario integrato di riqualificazione - individuazione delle occasioni di intervento urbanistico e paesaggistica locale definito dalla pianificazione urbanistica o di ottimizzazione delle loro potenzialità di riqualificazione settore, attraverso idonei progetti e piani attuativi volti non solo al recupero funzionale e urbanistico ma anche alla riqualificazione paesistica. paesaggistica dell‟area stessa, contribuendo anche alla riqualificazione e al miglioramento della qualità paesaggistica del suo intorno. 28.7. Il termine ambito si riferisce a situazioni più estese, non immediatamente perimetrabili, che sono interessate da forme diffuse di degrado o compromissione spesso afferenti anche a più fenomeni e per le quali si rende necessaria un‟azione strategica di governo della pianificazione provinciale e comunale al fine di orientare le future trasformazioni verso obiettivi mirati di controllo del consumo di suolo, riqualificazione ambientale, ricomposizione paesaggistica, salvaguardia dei valori storico-culturali, facendo confluire su detti obiettivi le previsioni e la disciplina di piano, strumenti di programmazione negoziata, documenti di linee guida per gli interventi e le diverse politiche di settore; (...) 28.9. Assumono specifica rilevanza provinciale e carattere prevalente, con conseguente necessità di approfondimento nei P.T.C. delle province, le indicazioni e prescrizioni relative ad aree e ambiti, tematici e territoriali, corrispondenti alle competenze tecnico-amministrative provinciali, come definite dalla l.r. 12/2005 e succ. mod. e integr., che riguardano in particolare: attività agricole, (...) Assumono altresì carattere prevalente le indicazioni contenute nei P.T.C.P. in riferimento al recupero o alla prevenzione del degrado in aree correlate alla tutela e alla valorizzazione di sistemi, ambiti ed elementi di rilevanza paesaggistica provinciale o alla costruzione della rete verde, con specifico riferimento a varchi, nodi e corridoi provinciali. Assumono carattere di indirizzo per i P.G.T. le indicazioni dei P.T.C. provinciali relative ad aree e ambiti, tematici e territoriali, non corrispondenti alle competenze tecnicoamministrative delle Province e non correlate alle indicazioni di tutela o valorizzazione delle rilevanze paesaggistiche o alla costruzione della rete verde provinciali.

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28.10. Ai fini della promozione di azioni attente ed efficaci di - I nuovi interventi di urbanizzazione saranno definiti sia in Come indicato nel paragrafo precedente i nuovi interventi inversione dei processi di degrado in essere e di attenta termini localizzativi che di assetto sulla base di una approfondita urbanizzazione, per altro molto limitati dimensionalmente, hanno valutazione dell'efficacia migliorativa delle proposte di analisi descrittiva del paesaggio, dell'ambiente e del contesto localizzazione pienamente rispettosa dei caratteri strutturali e trasformazione, anche in attuazione delle finalità di cui al interessato ponendo come obiettivi primari: delle peculiarità morfologiche dei luoghi, con particolare precedente comma 3, assume assoluta rilevanza 'attenta - il rispetto dei caratteri strutturali del paesaggio interessato riferimento ai cordoni morenici e ai terrazzamenti, e alla valutazione paesaggistica dei progetti che interessano le aree e (naturali e storici); collocazione di ambiti ed edifici storicamente rilevanti lungo di gli ambiti di cui al presente articolo, applicando, in riferimento - l'assonanza con le peculiarità morfologiche dei luoghi; essi. Tutti gli ambiti di trasformazione di nuova costruzione sono alle differenti procedure di valutazione dei progetti vigenti, le localizzati in ambiti altimetricamente ribassati e non incidenti su seguenti indicazioni: tali strutture di paesaggio. - negli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica ai sensi dell‟articolo 136 del D. Lgs. 42/2004, il rilascio dell‟autorizzazione paesaggistica dovrà dar conto dell‟efficacia del progetto proposto ai fini della valorizzazione e del recupero dei caratteri paesaggistici connotativi indicati nella dichiarazione di notevole interesse pubblico o nei provvedimenti di cui all‟articolo 157 del D. Lgs. 42/2004; - negli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica ai sensi dell‟articolo 142 del D. Lgs. 42/2004, il rilascio dell‟autorizzazione paesaggistica dovrà dar conto dell‟efficacia del progetto proposto in riferimento all‟attuazione delle indicazioni di riqualificazione o di prevenzione del rischio di degrado indicate dal P.T.C. del parco o della provincia e dal P.G.T., o, in mancanza di esse, dalla parte quarta degli Indirizzi di tutela del presente piano, con specifica riferimento alle priorità di tutela e valorizzazione indicate ai precedenti articoli del presente Titolo e dai criteri di cui alla d.g.r. 2121/2006; (...) 28.11. Nella valutazione delle opere compensative relative ad - la ricostruzione di un rapporto più equilibrato tra parti A questo scopo la carta della rete ecologica comunale, introdotta interventi che riguardano territori afferenti o limitrofi ad ambiti ed urbanizzate e spazi aperti, che dovranno essere messi in valore, dalla variante, considera parte integrante della rete ecologica il aree di riconosciuti degrado o compromissione paesaggistica, riscoprendone i caratteri sostantivi e identitari, anche in verde pubblico alberato e non, i parchi delle ville monumentale e deve essere verificato che una specifica quota delle spese per correlazione con la definizione delle rete verde provinciale e dei anche altri parchi e giardini paesaggisticamente rilevanti suddette opere compensative sia destinata alla riqualificazione sistemi verdi comunali. ancorché di realizzazione relativamente più recente. paesaggistica di detti ambiti o aree. 55.3. In un’ottica di “maggiore definizione”, all’interno di tali vasti Il PGT e la sua Variante sono pienamente conformi alle ambiti, la cartografia del PTCP riconosce e individua indicazioni del PTCP circa l'assetto del territorio agricolo, come dettagliatamente le parti del territorio non riconducibili alla indicate dalla tavola QS3 e dalle relative norme di riferimento, fenomenologia del degrado, in quanto mantengano sia valori di come meglio evidenziato di seguito. qualità ecologica, sia potenzialità di produzione agricola, sia Le compensazioni richieste dal PPR sono contemplate dall'Art. elevati livelli di qualità paesaggistica. 37 delle norme di Piano delle Regole (...)

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28.12. Al fine di facilitare l‟attuazione di azioni coordinate di riqualificazione paesaggistica e di prevenire possibili forme di 55.5. Le indicazioni del PPR restano comunque applicabili come Sono previsti interventi di sostituzione per gli ambiti già produttivi futuro degrado e compromissione, valgono comunque le presenti criteri generali: isolati AT03, AT10, AT14, AT19, nonchè per tutti i fabbricati indicazioni e prescrizioni regionali: - per quanto riguarda la riqualificazione, in tutti i casi nei quali i produttivi sparsi di cui agli art. 20 e 26 del Piano delle Regole. a) il recupero delle aree dismesse in contesto urbano o processi di urbanizzazione hanno determinato esiti di scarsa periurbano deve essere orientato non solo al recupero qualità paesaggistica, rispetto ai quali siano ipotizzabili interventi funzionale e urbanistico delle stesse ma anche, previa così di sostituzione come di mitigazione degli elementi più riqualificazione delle matrici ambientali, alla riqualificazione e dissonanti; qualificazione paesaggistica dell‟area e del suo intorno, con specifica attenzione alla valorizzazione della dimensione pedonale e ciclopedonale della città, alla ricomposizione delle relazioni fisiche e percettive con il paesaggio urbano e rurale circostante, alla valorizzazione degli elementi architettonici e materici di connotazione locale, al potenziamento della rete verde comunale e provinciale; (...)

. - per quanto riguarda la prevenzione del rischio, in tutti i casi nei Il PGT come detto garantisce pienamente la tutela paesaggistica quali la pianificazione preveda episodi di nuova urbanizzazione. delle strade esistenti e di progetto come prescritto dal PTCP, e la 55.6. Restano comunque ferme, quali misure di prevenzione del tutela degli ambiti agricoli e delle reti ecologiche. rischio paesaggistico, le indicazioni del PTCP di cui al presente Titolo delle norme, nonché quelle dedicate alla tutela paesaggistica delle strade esistenti e di progetto di cui al precedente art. 21 e alla tutela degli ambiti e delle aree agricole e delle reti ecologiche.

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Criteri per l’individuazione delle aree agricole nei PGT (P) 57.1. I Comuni in sede di predisposizione del PGT provvedono Gli approfondimenti a livello comunale sono oggetto dei seguenti alla identificazione delle aree agricole presenti nel proprio elaborati: territorio comunale tenendo conto delle indicazioni di cui al Inq 7 sistema ambientale, Qc2 Quadro ambientale comunale precedente art. 56, nonché di ulteriori indagini conoscitive, di dati Qc3 Vincoli, Qc4 sistema rurale comunale, Qc5 uso del suolo che possano meglio dettagliare le valutazioni relative alla qualità agricolo, Rapporto Ambientale. agroforestale del sistema agricolo e all’uso del suolo.

57.2. Nell’ambito del PGT, il Piano delle Regole deve L'individuazione delle aree agricole nel PGT (tavole PP1, PR1- necessariamente riprendere l’individuazione degli ambiti PR2) è conforme a quella delle aree agricole strategiche destinati all’attività agricola di interesse strategico operata dal individuate dalla tav. QS3 del PTCP vigente. In particolare gli PTCP, con facoltà di apportarvi rettifiche, precisazioni e ambiti di trasformazione previsti non riguardano ambiti agricoli a miglioramenti derivanti da oggettive risultanze riferite alla scala prevalente valenza ambientale o aree significative ai fini della comunale, ai sensi dell’art. 15, comma 5, L.R. 12/2005. produzione agricola per estensione o intensità. 57.3. Dovranno essere individuate come aree agricole e non La riduzione di superficie agricola classificata come strategica potranno essere destinate ad utilizzazioni urbanistiche per la nel PTCP è contenuta entro i limiti prescritti dallo strumento residenza, la produzione e i servizi, quelle che: provinciale, come indicato dalla tavola AT1 e della Relazione a. siano caratterizzate dalla presenza di aziende agricole vitali di Illustrativa della Variante. particolare significatività per estensione o per intensità dell’ordinamento colturale; b. siano interessate da programmi di investimento sostenuti dal contributo pubblico intervenuti nel corso dei 10 anni precedenti o in programma in relazione alle politiche del Piano di Sviluppo Rurale (PSR); c. rappresentino ambiti agricoli a prevalente valenza ambientale così come indicati nella Tavola 3 - Quadro Strutturale - Sistema rurale paesistico ambientale ai sensi del 4° del precedente articolo 56.

57.4. L’elaborazione comunale per l’individuazione delle aree Essendo la DGR citata vigente all'epoca dell'approvazione del agricole dovrà tenere conto dei parametri e degli elementi PGT vigente, si presume che tali criteri siano stati applicati in indicati nell’Allegato 5 della DGR 8059 del 19.9.2008 “Modalità e fase di redazione definitiva. criteri per l’individuazione delle aree destinate all’agricoltura nei PGT”.

57.5. L’individuazione delle aree agricole dovrà essere Le norme relative alle zone agricole (art. 23, 24, 25) rispetttano finalizzata alla loro tutela, alla loro valorizzazione e al loro reale queste finalità. Il fatto che in sede di conferenza VAS e di utilizzo a fini produttivi agricoli, nell’ottica della multifunzionalità consultazione delle parti sociali non siano pervenute del settore agroforestale e nella prospettiva di un’agricoltura che osservazioni da parte di singoli agricoltori o da parte delle loro punti sempre più alle produzioni biologiche e al rilancio dei associazioni di categoria conferma questa valutazione. prodotti agroalimentari tipici della tradizione locale. 57.6. Anche nel caso in cui il Comune riconosca alle aree agricole una preminente valenza ambientale e/o paesaggistica, dovrà comunque essere assicurata la salvaguardia dell’attività agricola.

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57.7. Potranno essere individuate aree in riduzione rispetto agli (per gli aspetti quantitativi cfr. note soprastanti e tav. AT01) ambiti agricoli indicati dal PTCP, entro la soglia massima di riduzione definita nel precedente art. 56, nel rispetto dei seguenti criteri: a. le riduzioni non si applicano agli ambiti agricoli a prevalente Le riduzioni previste non riguardano ambiti agricoli a prevalente valenza ambientale così come indicati nella Tavola 3 - Quadro valenza ambientale, a parte una destinata all'ampliamento del Strutturale - Sistema rurale paesistico ambientale ai sensi del 4° cimitero esistente di Cortenuova: per tale ambito la destinazione, comma del precedente art. 56; in quanto di preminente interesse pubblico, e funzione obbligatoria dell'Amministrazione Comunale, è da ritenersi prevalente. In particolare la Variante ha eliminato un ambito a parcheggio, sempre nella frazione di Cortenuova, che risultava parzialmente incidente sugli ambiti a prevalente interesse ambientale. b. le aree in riduzione andranno individuate prioritariamente Gli ambiti di trasformazione indicati dal PGT e le loro modifiche entro gli ambiti di accessibilità sostenibile di cui all’art. 20 delle previste della variante rispettano i requisiti indicati. presenti norme, e comunque limitatamente ad aree in stretta aderenza al tessuto urbano consolidato.

57.8. Nei soli casi disciplinati dai commi da 11 a 13 del Il PGT e la variante non prevedono ulteriori riduzioni. precedente art. 56 le ulteriori riduzioni ammesse dovranno essere operate nel rispetto dei criteri fissati ai commi precedenti e delle indicazioni contenute nell’intesa sovracomunale sottoscritta.

57.9. Il Comune può individuare aree agricole anche all’esterno La Variante al PGT ha eliminato dalla verifica quantitativa del degli ambiti agricoli strategici definiti dal PTCP ove ricorrano bilancio degli ambiti agricoli strategici le aree aggiuntive condizioni di effettiva utilizzazione colturale delle stesse o destinate all'agricoltura (cfr. tabella in AT1). comunque l’opportunità di includerle entro progetti di valorizzazione agro-silvo-pastorale, al fine di consentire in tali aree le trasformazioni connesse alla utilizzazione agricola dei suoli. Tali aree non concorrono alla formazione dei bilanci di cui ai commi da 5 a 9 del precedente art. 56. 10. All’interno delle aree agricole i Comuni possono introdurre Tali limitazioni sono previste dagli art. 24 e 25 delle norme del nel PGT limitazioni quantitative e qualitative agli interventi Piano delle Regole. ammissibili, in conformità con quanto previsto dall’art. 59 della L.R. 12/2005, con particolare attenzione agli ambiti agricoli a prevalente valenza ambientale. 11. La individuazione delle aree operata ai sensi dei precedenti commi costituisce contenuto minimo del PGT e deve essere sottoposta dal Comune alla valutazione della Provincia in occasione della presentazione del Documento di piano secondo quanto previsto dal 5° comma dell’art. 13 della L.R. 12/2005.

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Ambiti a prevalente valenza paesistica (P) 60.1. Il PTCP si pone l’obiettivo di tutelare e qualificare le componenti paesistiche e naturalistiche di rilevante significato indirizzando la pianificazione urbanistica verso il rispetto e la valorizzazione dei contesti caratterizzanti il paesaggio lecchese.

16. bis v d. alberate, filari e macchie boschive: (...) a) nei paesaggi rurali di pianura devono essere salvaguardati, 3. Il PTCP riconosce inoltre con apposita rappresentazione Gli ambiti a valenza paesaggistica individuati dalla tavola QS3 potenziati e valorizzati i filari e le quinte arboree o arbustive cartografica, nella Tavola 3 - Quadro Strutturale - Sistema rurale nel territorio di Monticello Brianza sono tutti di questo tipo, e tradizionalmente correlati alla partizione agraria, che connotano il paesistico ambientale, gli ambiti a prevalente valenza paesistica riguardano prevalentemente appezzamenti boschivi lineari o di paesaggio agrario tradizionale segnandone, tramite quinte verdi, la all’interno dei sistemi rurali, volti alla qualificazione e piccole dimensioni. Il PGT riconosce queste strutture di tessitura e le relazioni con gli insediamenti e l‟idrografia; specifica ricomposizione del contesto paesaggistico della rete verde paesaggio nelle tavole di inquadramento quadro conoscitivo già attenzione deve essere rivolta alla tutela delle alberature di pregio, dei filari storici, della vegetazione lungo i bordi di fondi agricoli e dei provinciale, che contribuiscono alla continuità e alla correlazione citate, e le classifica prevalentamente come Aree Boscate nel tracciati stradali di accesso ai nuclei; devono essere altresì tutelate e tra gli ambiti a prevalente valenza paesistica di cui al comma Piano delle Regole (Art. 24) salvo limitate modifiche dovute ad valorizzate le macchie boschive esistenti e i sistemi verdi di ripa che precedente. Alle componenti paesaggistiche all’interno dei approfondimento della rappresentazione cartografica. affiancano gli elementi dell‟idrografia superficiale; sistemi rurali si applicano le disposizioni di cui ai successivi b) nei paesaggi rurali collinari, deve essere tutelata la conformazione commi del presente articolo. Gli indirizzi di tutela del paesaggio agrario sono contenuti negli morfologica dei versanti e, ove presente, la particolare organizzazione art. 23, 24, 25 delle norme del Piano delle Regole. agraria caratterizzata da balze e terrazzamenti, i manufatti utilizzati per il contenimento delle terre devono essere realizzati con tecniche coerenti con la tradizione locale; specifica attenzione deve essere rivolta alla tutela delle alberature di pregio, dei filari storici, delle alberature che segnano l‟accesso a ville e parchi, della vegetazione lungo i bordi di fondi agricoli; gli interventi riguardanti i boschi devono essere finalizzati in generale al loro mantenimento, le eventuali riduzioni delle loro superfici devono essere compensate attraverso l‟attuazione di piani di rimboschimento conformemente alla normativa di settore ed in coerenza con la salvaguardia dei caratteri connotativi del paesaggio locale; (...) d) in ogni caso, l'eventuale sostituzione e reintegro della vegetazione presente, dovrà essere realizzata mediante l‟utilizzo di essenze di specie autoctone o comunque già consolidate nel contesto paesaggistico, di opportuna dimensione e nel rispetto delle connotazioni vegetazionali, tradizionalmente consolidate nell'area. 56.4. Relativamente alle aree boscate il PTCP rimanda a quanto La variante ha previsto all'art. 24 e in appendice alle norme stabilito nei Piani d’Indirizzo Forestale (PIF) in materia di l'adeguamento alle norme del Piano di Indirizzo Forestale. pianificazione e gestione dei boschi, con particolare riferimento alla regolamentazione delle trasformazioni consentite e degli interventi di compensazione previsti dall’art. 4 della L.R. 27/2004 e s.m.i. (...)

ALLEGATO 1: PPR, I PAESAGGI DELLA LOMBARDIA, AMBITI E CARATTERI TIPOLOGICI

- AMBITO GEOGRAFICO BRIANZA - UNITA' TIPOLOGICA DI PAESAGGIO FASCIA COLLINARE PAESAGGI DELLE COLLINE E DEGLI ANFITEATRI MORENICI - PAESAGGI URBANIZZATI. AREE URBANIZZATE DELLE FRANGE METROPOLITANE

Regione Lombardia – gennaio 2010 I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici

Componenti del paesaggio storico-culturale: Solennemente celebrato da Stendhal, il paesaggio della Brianza dei secoli XVIII e XIX sistema delle ville e residenze nobiliari della fascia morenica (Azzate, Varese, Gazzada, possedette probabilmente il primato fra quelli prodotti dalla tenace applicazione dell’uomo alla Besozzo ... ) e altre residenze nobiliari del Varesotto (Cadegliano, Frascarolo, Bisuschio, natura. Le colture del gelso e della vite, le coltivazioni sui terrazzi naturali (‘ronchi’), il disegno Casalzuigno ... ); abbazie e conventi (Cairate, Rancio Valcuvia, Voltorre, Ganna, Santa insediativo composto da una miriade di piccoli nuclei rurali, la trama diffusa delle residenze Caterina del Sasso, Torba, Sesto Calende ... ); elementi, tracce, tradizioni della presenza di nobiliari, la morbida connotazione dei rilievi specchiantisi talora in piccoli o piccolissimi laghi, San Carlo Borromeo nel territorio varesino; edifici religiosi isolati (Castelseprio), oratori l’inviluppo della vegetazione a cingere i colli e a discendere i solchi fluviali, tutto ciò campestri, cappelle, ‘via crucis’, ‘sacri monti’ (Varese); affreschi murali, orologi solari, componeva il pregio e il valore ineguagliabile di tale paesaggio. Lo si sarebbe detto quasi nicchie, statue ... ; sistema delle fortificazioni del territorio varesino (Varese, Angera, Somma predisposto dalla natura, cioè dalle morene dei ghiacciai quaternari, a essere nei secoli plasmato Lombardo, Besozzo, Fagnano Olona, Orino, Ispra ... ); siti archeologici (Castelseprio, in questa fatta. Golasecca, Arsago Seprio, Angera, Isolino Virginia, Besano, Torba); archeologia industriale e Già Gadda, nella prima metà del Novecento, coglie però con ironia i processi involutivi paleoindustriale delle valli del Ticino, Arno, Olona e dei dintorni di Varese (molini, folle e del paesaggio brianteo: l’affastellarsi delle piccole imprese artigianali, l’adozione di tipologie cartiere della valle dell’Olona, cotonifici del Ticino e del bacino di Gallarate, birrificio di edilizie del tutto avulse dalla tradizione locale come segno di affrancamento dal passato e di Induno Olona, vetrerie di Laveno); impianti collettivi e equipaggiamenti sociali delle aree un raggiunto benessere economico, la perdita insomma di una nobile identità locale che non vetero-industriali (case operaie di Gallarate, Busto, Varano Borghi; ospedali, colonie, scuole, solo la villa gentilizia, ma pure la più modesta cascina aveva fino ad allora saputo conservare. asili, convitti; ex-villaggio Tci al Piambello); sedimi dismessi di reti storiche di trasporto Questa involuzione ha raggiunto negli anni ‘80 il suo parossismo con la quasi generale (ferrovia della Valle Olona e Valmorea, funicolare di Varese, ‘ipposidra’ del Ticino) e loro rimozione di connotati, scenari, ambienti che possano, entro certi limiti spaziali, identificare i equipaggiamenti (stazioni e fermate delle ex-tramvie varesine); architetture in stile floreale caratteri costitutivi di questo paesaggio. Caratteri peraltro non deboli, ma di forte consistenza d’inizio Novecento di Varese e dintorni; architettura romanica del Varesotto (Bedero, Sarigo, (basti pensare solo al sistema delle residenze nobiliari se inteso nella sua articolazione spaziale Leggiuno, Comerio, Luvinate, Ganna, Arcumeggia, Sesto Calende, Brebbia, Voltorre ... ); che spesso debordava oltre lo spazio proprio della villa per abbracciare i dintorni con filari, porti, darsene e imbarcaderi del Verbano; cave e miniere di tradizione storica (cave di Saltrio, fughe prospettiche, pertinenze campestri ecc.), che probabilmente hanno ceduto sotto cave di granito e porfido di Cuasso); tracciati storici (strada mercantile della Val Ganna, ‘via l’eccezionale dinamismo produttivo di questa zona negli ultimi decenni. In alcuni casi (p.e. Mercatorum’ del Ticino), sentieri e selciati dei percorsi di servizio ai centri montani; Inverigo) i vincoli paesaggistici, peraltro diffusi, hanno saputo preservare almeno in parte Componenti del paesaggio urbano: l’integrità del paesaggio ma non forse la riproposizione di una canone interpretativo delle centri storici (Busto Arsizio, Gallarate, Luino, Saronno, Varese e ex-castellanze, Gavirate, modificazioni più vicino alla lettura storica del territorio. Valgano a questo titolo le troppe Sesto Calende, Tradate, Malnate, Porto Ceresio, Cuvio, Casalzuigno, Albizzate, Induno realizzazioni di aree residenziali a bassa densità e con largo consumo di suolo, contro il Olona, Ganna, Angera, Arcisate, Arcumeggia, Arzago Seprio, Azzate, Bisuschio, Castiglione degrado e lo spopolamento dei vecchi nuclei rurali; oppure l’evidentissima dissonanza delle Olona, Lonate Pozzolo, Maccagno, Somma Lombardo, Viggiù, Brinzio, Arolo, Bassano, moderne tipologie industriali non solo rispetto alla tradizione vetero-produttiva della zona, Cadegliano, Caldé, Castello Cabiaglio, Laveno, Brebbia, Due Cossani, Fabiasco, Lavena, capace di ragguardevoli modelli, ma anche fra loro stesse nell’uso di materiali, forme e stili. Rancio Valcuvia, Viconago ... ); centri e nuclei storici montani della Val Veddasca (Cadero, Il nuovo paesaggio della Brianza è un paesaggio d’importazione, contaminato dalle Graglio, Armio, Lozzo, Biegno, Curiglia, Monteviasco); tentazioni metropolitane, ridondante d’immagini e messaggi fino a costruire nuove forme di percezione (basata su pochi, enumerabili, nuovi ‘fuochi’ di riconoscibilità: svincoli, Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: ipermercati, edifici con particolari accenti espressivi ecc.) e di fruizione (esclusivamente belvedere, punti panoramici (Campo dei Fiori, Piambello, Sasso del Ferro, Monte Lema, Monte veicolare). Lontanissimo in questo senso da un processo rinnovativo coerente e duraturo, il San Clemente, Sant’Antonio); immagini e vedute dell’iconografia romantica del Varesotto paesaggio di questo territorio riflette invece tutta la precarietà, il senso di polimorfismo e di (Gazzada, Campo dei Fiori); altri luoghi dell’identità locale (Giardini Estensi a Varese, Sacro transitorietà della nostra civiltà post-industriale. Già oggi si avverte la decadenza del Monte e Campo dei Fiori, Santa Caterina del Sasso, Rocca di Caldé, Castelseprio ... ). paesaggio urbano delineato nella Brianza da non più di tre decenni or sono: i vecchi mobilifici e la teoria dei loro spazi commerciali espositivi, il tessuto dei villini di prima espansione, la 3.8 BRIANZA trama delle strade vicinali. Ed è questo il probabile futuro, vale a dire una continua, progressiva metabolizzazione di scenari paesistici, mutabili nel trascorrere di poche «Brianza è denominazione della quale non si conoscono né l’origine, né il significato, né generazioni, su spazi più o meno dilatati e con un sempre più ingombrante repertorio di scorie i limiti, sebbene i più la conterminino fra il Lambro, l’, i monti della Vallassina, e le edilizie o infrastrutturali difficili da reinserire o rimuovere. ultime ondulazioni delle Prealpi che muoiono a Usmate». Secondo l’opinione di Cesare Cantù il territorio della Brianza sarebbe dunque da limitare entro un ambito molto più ridotto di Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale. quanto la notorietà del nome abbia potuto amplificare specie negli ultimi decenni. L’eccessiva estensione dell’area ha peraltro fatto accostare al termine proprio (Brianza) la specificazione Componenti del paesaggio fisico: delle zone di relativa influenza: Brianza monzese (Monza, Vimercate), Brianza lecchese solchi fluviali d’erosione (Lambro, Seveso, Adda), orridi (Inverigo), trovanti, strati esposti di (), Brianza comasca (Cantù, Mariano Comense). ‘ceppo’ e ‘puddinghe’, emergenze strutturali (, Monte di Brianza), andamento dell’anfiteatro morenico e cordoni collinari; 40 41 Regione Lombardia – gennaio 2010 Regione Lombardia – gennaio 2010

Componenti del paesaggio naturale: attiva della strada stessa nella percezione del paesaggio. Inoltre la costruzione di gallerie, ambiti naturalistici e faunistici (Montevecchia e valle del Curone, asta fluviale del Lambro, specie di quelle solo parzialmente coperte, deve contemplare criteri di mitigazione laghi dell’anfiteatro morenico: Alserio, Pusiano, Oggiono, Sartirana); ambiti boschivi, dell’impatto molto più ricercati di quelli attuali. L’impiego di travature lineari risulta in questo brughiera (Bosco di Brenna ... ); senso sconsigliato e risulta più idonea l’assimilazione di forme a volta, largamente impiegate Componenti del paesaggio agrario: nel passato, provvedendo sempre al rivestimento in pietra e a intensivi interventi di arredo ambiti del paesaggio agrario particolarmente connotati (‘ronchi’ del Monte di Brianza, vigneti vegetale. di Montevecchia); filari di gelso, alberature stradali, alberature ornamentali (viale del Cipressi L’idealizzazione. a Inverigo e, in genere, tutte le alberature prospettiche legate a residenze nobiliari); dimore Molti luoghi dei laghi hanno assunto nel tempo una precisa identificazione collettiva: le isole rurali a elementi giustapposti a portico e loggiato (cascina Moscoro a , (Montisola, Isola Comacina, le isole del Benaco ecc.), le punte e gli scogli (Bellagio, le punte cascina Assunta a Paderno d’Adda, cascina Cavallera a Oreno, cascina Carolina a , delle Croci sul Sebino, la punta della Cavagnola sul Lario ecc.), le rupi (Caldé, Musso, i corte Belvedere a Macherio ... ); ‘bogn’ sebini ecc.), golfi e seni (Salò, Laveno ecc.). Dalla loro integrità discende la trasmissibilità dell’immagine paesistica insubrica. Come pure vanno tutelati i belvedere e i Componenti del paesaggio storico-culturale: punti di osservazione posti sui versanti che sporgono a lago, spesso indicati dalla presenza di mulini e folle della valle del Lambro; santuari e luoghi di pellegrinaggio (, Bevera santuari o chiese (Lezzeno, San Martino di Tremezzo, Montecastello a Tignale ... ). Deve ... ); complessi a destinazione mercantile (Santa Maria della Noce, Santa Maria Hoè); essere mantenuta la loro accessibilità pedonale. architetture religiose romaniche (Agliate, Oggiono); altri edifici religiosi isolati e/o con organizzazioni spaziali articolate (, Montevecchia, Imbersago ... ); oratori campestri, pilastrelli e affreschi murali, cippi e lapidi; eremi, conventi, abbazie, case ‘umiliate’ 4.3 FASCIA COLLINARE (, Figina, Vimercate, Vertemate ... ); ville e residenze nobiliari, loro parchi e giardini Le colline che si elevano subito sopra l’alta pianura e le ondulazioni moreniche (, , Imbersago, , Monticello Brianza, Inverigo, Lurago d’Erba, Cremnago costituiscono un importante benché ristretto ambito del paesaggio lombardo. Esse hanno ... ); fortificazioni (sistema della torri di avvistamento della linea difensiva medievale della anzitutto un elevato grado di visibilità, in quanto sono i primi scenari che appaiono a chi Brianza: Camisasca, Brenno della Torre, Tregolo ... ); archeologia industriale (filande e filatoi, percorra le importanti direttrici, stradali o ferroviarie, pedemontane. Formate da rocce opifici della valle del Lambro e di Monza, fornaci di Briosco, centrali elettriche dell’Adda, carbonatiche, rappresentano morfologicamente il primo gradino della sezione montagnosa ponte in ferro di Paderno ... ); tracciati storici (strada Bergomum-Comum, strade mercantili e della Lombardia. I loro ammanti boschivi sono esigui (ma oggi c’è dappertutto una ripresa del Comasina romana e medievale); bosco); sono invece occupate, soprattutto nelle pendici esposte a sud, da campi terrazzati, Componenti del paesaggio urbano: dove si coltiva il vigneto. centri storici (Mariano Comense, Giussano, Inverigo, Arosio, Carate Brianza, ... ); Sono dominate dalla piccola proprietà e dalla proprietà cittadina organizzata in poderi un centri e nuclei storici organizzati intorno a edifici (ville, complessi religiosi) particolarmente tempo condotti a mezzadria. A ciò si collegano le case sparse e i borghi situati ai loro piedi. rappresentativi (Canonica Lambro, Rosnigo, Monticello Brianza, Inverigo, Lurago d’Erba, Specie in vicinanza delle città di Bergamo e Brescia il paesaggio collinare appare tutto segnato Cremnago ... ); dal gusto urbano, con orti, giardini, ville della borghesia che si è annessa i territori collinari a partire dalla fine del secolo scorso. Un altro assalto hanno subito negli ultimi decenni, sebbene Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: esso sia stato relativamente ben contenuto, almeno nella collina di Bergamo e Brescia. belvedere, emergenze paesistiche, punti panoramici (Montevecchia, Monticello Brianza, L’industria si è inserita anche qui, occupando ogni spazio possibile, intorno ai centri abitati, Monte Robbio ... ); linee di trasporto di rilevanza paesaggistica (linee ferroviarie Monza- trascinando con sè tutti gli elementi che caratterizzano il paesaggio metropolitano. Oggiono; Como-Lecco; tronchi delle FNM), traghetto di Imbersago; immagini e vedute Gravi danni ha inferto al paesaggio l’attività estrattiva, che sfrutta le formazioni calcaree del1’iconografia romantica (Monticello, Besana Brianza); altri luoghi dell’identità locale di questi primi rialzi prealpini sia per l’industria del cemento sia per quella del marmo: grandi (Imbevera, Campanone della Brianza, Inverigo, Montevecchia ... ). cave si aprono sia nelle colline bergamasche sia soprattutto in quelle bresciane, dove ci sono i

materiali migliori: esse sono visibili a grande distanza e appaiono come ferite non facili da 3.9 VALLI BERGAMASCHE rimarginare in tempi brevi. Ambito prealpino ben circoscritto, diviso in vallate di escavazione fluviale (Imagna, Brembilla, Taleggio, Brembana, Seriana, Cavallina per citare le principali), che pur VI. Paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici conservando una loro individualità vengono per tradizione associate gravitando, in relazione Nel contesto del paesaggio collinare la morfologia morenica, ultima scoria dei alla loro disposizione, verso Bergamo. Le più importanti di queste vallate hanno ben evidenti movimenti glaciali quaternari, assume una precisa individualità di forma e struttura. Sono punti di separazione fra parti alte, intermedie e basse con connotati ambientali e, talvolta, segni di livello macroterritoriale che occupano con larghe arcature concentriche i bacini storici distinti (p.e. la ‘stretta della Goggia’ in Val Brembana). Elemento di anomalia è inferiori dei principali laghi nel Varesotto, nel Comasco, nella Franciacorta e nella parte rappresentato dalla valle di Scalve, la quale pur afferente alla valle dell’aglio (Valcamonica), è orientale della provincia di Brescia. L’originalità di questo ambito, che si distingue da quello storicamente dipendente da Bergamo. 42 88 I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici Regione Lombardia – gennaio 2010 delle colline pedemontane di formazione terziaria, attiene dunque sia alla conformazione un contesto già fortemente permeato dalla presenza dell’uomo: ville o ‘palagi camperecci’, planimetrica e altitudinale con elevazioni costanti e non eccessive, sia alla costituzione dei impreziositi di ‘horti, giardini et altre delitie insigni’, ma anche modesti e contenuti nuclei di suoli (in genere ghiaiosi) e alla vegetazione naturale e di uso antropico. Caratteristica è anche sorprendente coerenza architettonica, di felice inserimento urbanistico; e poi un mosaico di la presenza di piccoli (Montorfano, Sartirana) o medi laghi (Varese, Annone ... ) rimasti chiusi appezzamenti coltivi, terrazzati e tutti alacremente condotti, nei quali allignavano specie delle fra gli sbarramenti morenici, di torbiere e altre superfici palustri. Il paesaggio attuale delle più diverse: vigneti, castagni e noccioli, frumento e granturco; ma soprattutto gelsi, dai quali colline moreniche è il risultato di un’ opera di intervento umano tenace che ha modellato un dipese a lungo 1’economia della famiglia contadina, produttrice di bozzoli e fornitrice di larga territorio reso caotico dalle eredità glaciali, povero di drenaggi e formato da terreni sterili. manodopera per filande e filatoi. L’eredità di questo disegno non va dispersa. Il paesaggio raggiunge qui, grazie anche alla plasticità dei rilievi, livelli di grande suggestione estetica. Un’equilibrata composizione degli spazi agrari ha fatto perdurare aree coltive nelle depressioni più ricche di suoli fertili e aree boscate sulle groppe e sui declivi. In taluni casi alla coltivazione, tramite l’interposizione di balze e terrazzi si sono guadagnate anche pendici molto acclivi. Infine l’alberatura ornamentale ha assunto un significato di identificazione topologica come rivelano, ad esempio nel paesaggio dell’anfiteatro morenico gardesano, gli ‘isolini’ di cipressi o le folte ‘enclosures’ dei parchi e dei giardini storici. Gli insediamenti colonici non si presentano nelle forme auliche e estensive della pianura. L’appoderamento è frazionato così come frazionata risulta la composizione del paesaggio agrario. I fabbricati si raccolgono attorno a modeste corti cintate o, nei casi più rappresentativi, formano nuclei di piccola dimensione ma di forte connotazione ambientale. L’organizzazione plurima di queste corti, delle cinte perimetrali dai portali ronati, la dominanza dell’edificio padronale, l’enfasi degli spazi collettivi creano un’articolazione di visuali, prospetti, fondali di notevole pregio (valga il caso esemplare di Castellaro Lagusello). Un’organizzazione territoriale non priva di forza e significato, nel contempo attenta al dialogo con la natura, i cui segni residui vanno recuperati e reinseriti come capisaldi di riferimento paesaggistico. La vicinanza di questa unità tipologica alle aree conurbate della fascia pedemontana lombarda ne ha fatto un ricetto preferenziale di residenze e industrie ad alto consumo di suolo. Ciò ha finito per degradarne gli aspetti più originali e qualificanti. Gli stessi imponenti flussi di traffico commerciale che si imperniano su tracciati stradali pensati per comunicazioni locali (il caso, davvero critico, dell’area brianzola) generano una situazione di congestione e inquinamento cui occorre porre urgente rimedio. Indirizzi di tutela (paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici). I paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici hanno un valore eccezionale sia dal punto di vista della storia naturale, sia da quello della costruzione del paesaggio umano. Sono paesaggi che offrono richiami quasi mediterranei benché impostati su forme del suolo prodotte dal glacialismo. Ogni intervento che può modificare la forma delle colline (crinali dei cordoni morenici, ripiani, trincee, depressioni intermoreniche lacustri o palustri ... ) va perciò escluso o sottoposto a rigorose verifiche di ammissibilità. Deve anche essere contemplato il ripristino di situazioni ambientali deturpate da cave e manomissioni in genere. Vanno salvaguardati i lembi boschivi sui versanti e sulle scarpate collinari, i prati aridi di crinale, i luoghi umidi, i siti Esempio cartografico dell’unità tipo logica paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici’ (cordone faunistici, la presenza, spesso caratteristica, di alberi, di gruppi di alberi di forte connotato morenico dell’anfiteatro gardesano fra Lonato e Desenzano del Garda-BS). Estratto da CTR 10.000, foglio ornamentale (cipresso, ulivo). D6e3 Lonato sud. Questi elementi introducono alla tutela del paesaggio agrario, presente spesso con la viticoltura praticata sui terreni a terrazzo o su ripiani artificiali; contesti che vanno rispettati Il palinsesto territoriale su cui poggia questa unità possiede un suo intrinseco pregio insieme con il sistema insediativo tradizionale, rappresentato da corti e case contadine ambientale pur conoscendo in passato altrettante, seppur meno dirompenti, fasi di costruite generalmente con ciottoli o pietra locale, da ville signorili con parchi e giardini. sfruttamento antropico. Anzi è proprio il connubio fra le modificazioni di antica data e lo L’insediamento e la trama storica centrata talora sui castelli, su chiese romaniche (pievi), su scenario naturale a offrirle i massimi valori estetici. Basta riferirsi ad alcuni dei molti ricetti conventuali aggreganti gli antichi borghi, vanno salvaguardati nei loro contenuti e nelle estimatori che nel Settecento gustarono qui le delizie della villeggiatura per ricavare l’idea di 89 90 I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici Regione Lombardia – gennaio 2010 loro emergenze visive. Una particolare attenzione va posta agli interventi che possano alterare Le ville, i giardini, le architetture isolate. gli scenari collinari resi famosi da eventi storici (battaglie risorgimentali nell’anfiteatro Le morbide groppe collinari della Lombardia sono state per molto tempo favorito ricetto della morenico del Garda) e dalla loro significatività rispetto all’immagine colta e popolare. nobiltà e della borghesia lombarda a cui la tradizione letteraria e iconografica ha spesso fatto I laghi morenici. riferimento sia in termini di incondizionata ammirazione (Foscolo, Stendhal), sia in senso I piccoli bacini lacustri che stanno al piede dei cordoni pedemontani, all’interno degli invasi spietatamente ironico (Parini, Gadda). Di fatto, specie fra ‘700 e ‘800, al già combinato morenici, svelano con la loro presenza pregnanti pagine di storia geologica della regione. Vanno paesaggio delle colline briantee e di parte di quelle bergamasche e bresciane si aggiunsero due integralmente salvaguardati con ampie fasce di rispetto escluse dall’edificazione o da forme ulteriori segni distintivi: la villa e il suo parco. In quei due secoli sia l’una che l’altro incongrue di valorizzazione turistica anche stagionale, massime laddove la naturalità si mani- percorrono tutte le possibili varianti stilistiche compilando un regesto artistico che forse ha festa ancora in forme dominanti, o dove la tradizione iconografica e letteraria ha contribuito ad eguali solo nel Veneto e nella Toscana. È un patrimonio che riguarda l’architettura, le arti elevarli a segni culturali dell’immagine regionale (vedi con Pusiano e ), o decorative, l’arte dei giardini, ma anche l’urbanistica e lo studio del paesaggio qualora si dove ancora si sono accertate presenze archeologiche di antichissima data (lago di Varese). annotino le valenze di sistema territoriale nelle ville e nella loro distribuzione sia a livello di ambito vasto (la Brianza, la Franciacorta ecc.), sia nell’analisi di piccoli contesti (Inverigo, Il paesaggio agrario. Monticello Brianza, Arcore, Gussago ecc.). La conservazione e la trasmissione di questo La struttura del paesaggio agrario collinare è fra le più delicate e corruttibili. Ha sotteso, nei patrimonio è oggi fortemente pregiudicata essendo mutati per i proprietari i privilegi di ceto secoli, sedimentazioni continue, sistemazioni accurate ma laboriose che resero fertili balze e che consentivano in passato bassissimi costi di gestione. pendii prima incolti. Oggi ne ereditiamo i segni: le lunghe schiere di terrazzi che risalgono e Occorre prestare al problema massima attenzione avviando programmi di recupero e aggirano i colli, rette da muri o sistemati a ciglioni. L’insediamento colonico non si presenta intervento diretto da parte delle amministrazioni pubbliche o forme congiunte di gestione quasi mai nelle forme auliche ed estensive della pianura ma, collocato a mezzo delle pendici o pubblico/privato (vedi l’esempio di Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio). Ma occorre anche nei bassopiani, raccoglie attorno alla modesta corte cintata o meno, il corpo delle abitazioni e i rivalutare la globalità di queste opere, prima ancora di una loro distinzione qualitativa che rustici. A frazionare, come infinite tessere di mosaico, e a rendere più ricco questo paesaggio è ancor’oggi appare più determinata dal pregio architettonico dell’edificio che non dal suo la compresenza di piccoli lembi di boscaglia, sulle scarpate più acclivi, sulle cime delle colline, possibile valore paesaggistico. Per cui grande attenzione, e possibili progetti d’intervento, lungo i corsi d’acqua, oppure i parchi e i giardini storici. La tendenza a occupare, con fenomeni vanno proposti laddove, per estensione e diffusione, questi complessi connotano ampie urbanizzativi sempre più accentuati, i residui spazi agricoli, specie quelli di bassopiano, porzioni di territorio (si pensi a Inverigo e a Lurago d’Erba nei molteplici e ammirevoli comporterà la probabile dissoluzione di questa importante componente dell’ambiente di collina. rapporti di interdipendenza e fisica e visuale fra la villa Crivelli - con il celebre ‘viale dei Sulle balze e i pendii si nota la tendenza a un’edificazione sparsa, spesso ricavata sui fondi dagli cipressi’ - e Santa Maria della Noce da una parte, la Rotonda del Cagnola dall’altra, ma anche stessi proprietari agricoli, nelle forme del villino, molto lontano dai caratteri dell’edilizia rurale. a raggio più ampio con la Pomelasca e con la villa Sormani Andreani a Lurago) garantendo la Occorre frenare siffatti processi involutivi, controllando e indirizzando le scelte di espansione non compromissione delle aree interstiziali. per grandi (aree industriali e commerciali) e piccole (zone residenziali a bassa densità) destina- Ma gli elementi peculiari di questo passaggio proseguono anche oltre rilevando come, in tanti zioni. Occorre stabilire nuove regole, o forse semplicemente riprendere quelle del passato, nella casi, le valenze estetiche siano dopotutto definite da semplicissimi manufatti, architetture progettazione edilizia per la residenza nelle aree rurali, con il pregio della tradizione e il confort isolate (talvolta un cippo, una stele, tal altra un “casino”, un “berceau”, una fontana) che per abitativo moderno. Eguale cura va riposta nella realizzazione di impianti e equipaggiamenti funzione storica o per posizione o, ancora, per qualità formale inducono a un rispetto, per la tecnologici, sempre più necessari ma, in molti casi, ingombranti perché bisognosi di ampie fasce verità, fino a oggi ben poco osservato. Ma si tratta anche di piccoli edifici religiosi (santuari, di rispetto intaccando così porzioni sempre più ampie di territori agricoli integri. oratori, cappelle votive, “triboline”, capitelli), di manufatti stradali (ponti, cippi, selciati), Gli insediamenti. insomma di una folta serie di oggetti ‘minori’ che formano il connettivo spesso sottaciuto ma Più che dalle dimore isolate, il paesaggio collinare è contraddistinto dall’aggregazione in contestuale della storia e della memoria dei luoghi. nuclei, anche modestissimi, ma densamente distribuiti. Alcuni di questi, specie nella Brianza, I fenomeni geomorfologici. conservano rilevanti caratteri ambientali, disponendosi, il più delle volte, attorno a uno o più Come nella fascia prealpina anche qui la giacenza di fenomeni particolari (trovanti, orridi, zone edifici storici: castelli, torri, ville, monasteri, pievi ecc.; e talvolta con la lungimiranza di un umide ecc.) costituisce un valore di ulteriore qualificazione con evidente significato didattico. disegno urbanistico spontaneo. L’organizzazione plurima delle corti a portico e loggiato, delle Vanno riconosciuti e integralmente tutelati perché spesso fatti oggetto di discariche abusive. cinte perimetrali dai portali ornati, la dominanza dell’ edificio ordinatore, l’enfatizzazione degli spazi collettivi (la piazza della Chiesa o quella del Mercato, il lavatoio, i ritrovi sociali) L’idealizzazione e il panorama. determinano un’articolazione di visuali, di prospetti, di fondali edilizi di notevole pregio. È ddalal cocollelle di MontMonticello,icello, ddopoopo un ffuriosourioso temtemporale,porale, cheche StendhalStendhal contemplacontempla il panoramapanorama «di«di Interventi edilizi di restauro e manutenzione in tali contesti devono ispirarsi al più rigoroso questa bella Lombardia con tutto il lusso della sua vegetazione e delle sue ricchezze, un rispetto della tradizione e delle tipologie locali. A criteri di adeguato inserimento devono ororizzonteizzonte senza lilimiti,miti, e ll’occhio’occhio ssii perperdede trenta llegheeghe ppiùiù iinn llàà nenelllle nebbie di Venezia ... ». La invece ispirarsi tutti gli interventi di adeguamento tecnologico (reti) e, in genere, tutte le opere carica emotiva dei molti illustri visitatori delle più rinomate regioni collinari della Lombardia di pubblica utilità: dall’illuminazione pubblica, all’arredo degli spazi pubblici, alle ha conferito un fascino e un’identità durature che è dovere, anche delle nostre generazioni, pavimentazioni stradali, all’aspetto degli edifici collettivi. tramandare nelle forme più pure. La protezioneprotezione generalegenerale delledelle visualivisuali inin questiquesti ambitiambiti devedeve

91 92 I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici Regione Lombardia – gennaio 2010 essere oggettooggetto di specificaspecifica analisianalisi paesaggistica,paesaggistica, come pure lala verificaverifica delladella compatibilitàcompatibilità configurino un ambiente progettato unitariamente, con caratteri stilistici omogenei, di visivavisiva ddegliegli iinterventinterventi trastrasformativi.formativi. interesse anche dal punto di vista paesaggistico. Tali episodi, nella stesura dei piani urbanistici, dovranno essere, individuati, cartografati e VII. Paesaggi delle colline pedemontane. censiti. La tutela dovrà essere rivolta alla conservazione del bene; dall’intero impianto, agli elementi tipologici, stilisti ci ed ai caratteri originari di unitari età e di inserimento ambientale. Riguarda la fascia collinare esterna ai processi di deiezione glaciale: il monte di Brianza Tutte le trasformazioni che avverranno all’interno del loro “contesto visivo” dovranno e il colle di Montevecchia, le colline di frangia bergamasca (Barzana, Monte Canto, Val rapportarsi e relazionarsi a queste presenze. Calepio), le colline bresciane. Rispetto a quello prealpino questo paesaggio si qualifica sia per XVI. Aree urbanizzate delle frange metropolitane La densità dell’urbanizzazione man mano che si allarga si riduce, si frammenta o si organizza altrimenti. Via via che ci si allontana dai poli urbani, originatori del sistema metropolitano, anche i “vuoti” modificano i loro caratteri. Lo sguardo coglie con frequenza sempre maggiore, visuali più ampie e più lontane. Tali vuoti urbani assumono caratteri diversi, da luoghi anonimi ed abbandonati, reliquati di urbanizzazioni “moderne”, a luoghi più ampi che

Esempio cartografico dell’unità tipo logica paesaggi delle colline pedemontane’ (zona collinare di Palazzago- BG). Estratto da CTR 10.000, foglio C5a1 Almenno San Salvatore. la morfologia del rilievo, con le sue discontinuità e disarticolazioni (alcune colline affiorano isolate nella pianura), sia per le sue formazioni geologiche terziarie, sia infine per la scarsa incidenza che vi ha il fattore altitudinale (le quote non superano le poche centinaia di metri) nella costruzione del paesaggio antropico. Questo è segnato dalla lunga, persistente occupazione

93 118 I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici Regione Lombardia – gennaio 2010

Esempio cartografico dell’unità tipologica ‘aree urbanizzate delle frange metropolitane’ (zona compresa fra È certamente uno dei temi più importanti del nostro tempo, che investe grande parte dei Ponte San Pietro e Curno, BG). Estratto da CTR 10.000, foglio C5a2. territori urbanizzati dell’area metropolitana. Insiemi che si assomigliano fra loro, nei quali è difficile riconoscersi ed identificarsi, dove domina l’assenza di quei caratteri e di quegli ancora mantengono testimonianze, ormai “archeologiche”, dei paesaggi agrari, soffocati fra gli elementi che rendono le periferie città. agglomerati di edifici, capannoni, svincoli e cave. Insiemi dove gli spazi collettivi, i vuoti, le strade, assumono un’immagine di residualità È una “periferia metropolitana” punteggiata di nuclei ed elementi storici, spesso anonima; dove non esiste “architettura”, ma la rinuncia alla simbolicità, al significato, al ruolo difficilmente percepibili e riconoscibili, che si colloca per lo più nell’alta pianura e nella fascia rappresentativo. Insiemi di cose con funzioni e nature diverse, mescolanze di tipi e materiali di pedemontana lombarda con digitazioni verso le valli prealpine. Un tessuto insediativo che si ogni genere, edifici “durevoli” e manufatti precari, in un assortimento di cui è difficile cogliere salda, a partire dal “nocciolo” milanese alle città pedemontane di Varese, Como, Lecco; o si il senso. Luoghi dove si confrontano elementi e valori, fisici e culturali, di proporzioni diverse: protende lungo le storiche vie di pianalto, i corsi d’acqua o le nuove direttrici stradali il condominio e la villetta, la grande industria e il capannone artigianale, il viottolo e la (autostrade, superstrade, ecc); o, nel caso di Bergamo, Brescia e dei centri a ovest di Milano, si superstrada, l’area di “verde attrezzato” e un brano di paesaggio agrario, il negozio e l’ipermer- proietta lungo le vie storiche o le nuove direttrici viarie (autostrade e ferrovie), dando origine a cato. In questo panorama caotico e ambiguo è necessario ritrovare elementi ordinatori di un nuo- nuovi continui urbani e a tipici “paesaggi di frangia”. È la grande regione urbana lombarda che vo paesaggio costruito, pena la totale indifferenza percettiva e l’appiattimento dei valori estetici. ospita il concentrato dell’attività economica di tutti i settori, esclusa l’agricoltura. I ‘frammenti’, di cui non si coglie più la loro funzione territoriale, rimarranno come riferimento In questi ambiti uso e riuso dell’edificato, consumo del suolo, si riproducono in sovrano culturale e possono guidare alla riscoperta delle tracce e dei segni scomparsi, in modo da far disordine. La capacità di contenimento dei piani urbanistici è limitata e frenata dalla loro riemergere la maglia del tessuto storico con il quale confrontarsi nella riorganizzazione di forme e esclusiva competenza comunale. È l’area dove l’assenza di piani territoriali di livello di nuovi tessuti. Le strade, i corsi d’acqua naturali e artificiali, le aree naturali e agricole sono altri sovracomunale si fa sentire in modo più acuto. Un paesaggio che si definisce appendicolare elementi significativi con i quali confrontarsi. L’intervento urbanistico ed edilizio dovrà pro- dei poli urbani, ma che, in alcuni casi, per lo sfumare ed il modificarsi repentino di certi suoi muovere la qualificazione e la riqualificazione paesaggistica e ambientale, con particolare caratteri, assume forme e strutture (insediamenti lineari, conurbazioni di centri, reticoli o attenzione alla definizione dei ‘margini’, alla ricomposizione delle frange urbanizzate e alla losanghe) tali da essere esse stesse nuove forme di polarità urbana. ricucitura dei tessuti disgregati, riscoprendo e reinserendo quei caratteri qualitativi oggi mancanti Tipologicamente si possono riconoscere modelli insediativi diversi (una recente ricerca e qui descritti. del Dipartimento di Scienze del Territorio del Politecnico di Milano ne ha riconosciuti almeno sei), tutti caratterizzati dal dominio dell’edificato, del manufatto, come incrostazione antropica Un sistema verde metropolitano. sulle forme naturali, e dal progressivo depauperamento dei caratteri naturali e agrari. Gli ambiti delle frange periferiche a sviluppo metropolitano che contornano e tendono a collegare i centri principali con i poli esterni, stanno trasformando il territorio pedemontano Indirizzi di tutela (aree urbanizzate delle frange metropolitane). lombardo, i pianalti e la pianura asciutta a nord di Milano, in un puro supporto artificializzato Le caratteristiche di queste “aree di espansione e consolidamento” dell’area con influenze negative rispetto alla condizione ecologica di queste aree. metropolitana vanno considerate in prospettiva dinamica. Su di esse si esercitano continui e È importante allora pensare a un vero e proprio sistema verde metropolitano che riorganizzi e profondi processi di trasformazione che tendono a colmare o restringere sempre più gli spazi valorizzi le aree naturali e agricole rimaste, ipotizzando anche rinaturalizzazioni e riforestazioni di rurali con edificazioni residenziali, industriali e di servizi. La tutela deve esercitarsi come nuovi territori. Una proposta di ampio respiro che lungo le valli fluviali con la loro vegetazione, difesa degli spazi verdi e del paesaggio agrario. Ma ad essa deve associarsi la ricucitura delle con l’uso delle aree libere residuali, si ricolleghi ai modelli spesso invidiati delle altre città discontinuità o rotture delle trame territoriali indotte dalle più recenti iniezioni urbane. europee. Ciò richiede una visione di livello regionale. È comunque necessario che in attesa di Un rigido controllo, in particolare, deve essere rivolto alle trasformazioni che tendono ad strumenti di pianificazione di livello intermedio, gli strumenti urbanistici comunali tengano alterare o annullare le strutturazioni territoriali storiche: i nuclei originari dei centri rurali che si presente questa necessità conservando gli elementi di naturalità, prefigurando il recupero delle allineano lungo le strade principali dei pianalti e lungo le direttrici pedemontane, oltre che i zone boschive degradate, ricostituendo e consolidando la vegetazione riparia stradale e poderale. cuori storici delle città e dei centri minori. Di questi vanno difesi anzitutto i contenuti L’obiettivo non deve essere solamente di tipo paesaggistico o ricreativo ma anche ecologico, architettonici e le strutture di base; va anche salvaguardata la percepibilità delle loro emergenze. non dimenticando che quantità e qualità del verde influiscono sulla temperatura e sull’umidità Da questo punto di vista una tutela specifica di questi paesaggi riguarda il rispetto per la mitigando gli estremi termici. Inoltre, la differenza di temperatura fra aree densamente fruizione panoramica delle vicine Prealpi e dei paesaggi impostati su conoidi che digradano edificate e aree agricole o naturali determina flussi d’aria dall’esterno verso l’interno. Senza verso la bassa pianura: la percezione prima della “lombardità”. Si possono portare alcuni dimenticare l’ossigenazione dell’atmosfera, la ritenzione delle polveri, la sterilizzazione esempi canonici: la visuale sul Campo dei Fiori e il Sacro Monte di Varese dal pedemonte; la batterica del pulviscolo depositato, la schermatura dei rumori. visuale su Montevecchia dalla ex-statale 36. Ciò si ottiene attraverso verifiche di compatibilità nei confronti dei coni visuali impostati XVII. Urbanizzazione diffusa a bassa densità. sulle direttrici stradali e ferroviarie. Tutti gli elementi che formano lo spessore storico dell’area Sono le aree dove i manufatti, le agglomerazioni, i segni dell’urbanesimo, si riducono di devono essere sottoposti a vincolo: santuari, chiese, ville signorili, case rurali caratteristiche, testi- scala e si diffondono con un’immagine rarefatta. La percezione è ampia. Cogliere visuali e monianze dell’archeologia industriale, quartieri e case che segnano la storia dell’industrializzazione. panorami lontani diventa elemento costante e significativo. Si passa da nuclei o insiemi di Periferia metropolitana. 119 120 ALLEGATO 2: PPR, OSSERVATORIO DEI PAESAGGI LOMBARDI

- PAESAGGIO DELLE COLLINE MORENICHE - BRIANZA - BELVEDERE: PIAZZALE DEL SANTUARIO DI MONTEVECCHIA

OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI INTRODUZIONE SCHEDA NUMERO 00

Elenco dei punti di osservazione dei paesaggi lombardi

LOM 1 - Paesaggio alpino di alta 1 LOM 17 – Paesaggio quota - Alta Valtellina. degli anfiteatri moreni- LOM 2 - Paesaggio alpino di vallata ci – Franciacorta glaciale – Valtellina 4 LOM 18 – Paesaggio LOM 3 – Paesaggio alpino di versante delle valli prealpine – retico – Valtellina Valli bresciane LOM 4 – Paesaggio alpino di alta 3 LOM 19 – Paesaggio quota – Valchiavenna 2 della pianura asciutta – LOM 5 – Paesaggio insubrico – 15 Bassa Bresciana Bacino lariano LOM 20 – Paesaggio LOM 6 – Paesaggio dell’alta pianura – 5 7 dei laghi prealpini – Comasco/Varesotto 9 Lago di Garda LOM 7 – Paesaggio del rilievi prealpi- 8 12 LOM 21 – Paesaggio ni calcarei – Lecchese 10 degli anfiteatri moreni- LOM 8 – Paesaggio dei rilievi prealpi- 6 16 ci – Lago di Garda ni – Varesotto 11 13 18 LOM 22 – Paesaggio LOM 9 – Paesaggio insubrico – 20 della pianura irrigua – Varesotto 28 17 Mantovano LOM 10 – Paesaggio delle colline 30 14 19 LOM 23 – Paesaggio moreniche – Brianza della pianura irrigua – Laghi di irrigua – Basso Milanese e navigli. LOM 11 - Paesaggio degli anfiteatri 35 21 Mantova LOM 30 – Paesaggio delle valli fluviali morenici – Brianza LOM 24 – Paesaggio della pianura escavate – Media Valle dell’Adda LOM 12 – Paesaggio delle valli preal- 31 29 25 irrigua – Golena del Po LOM 31 – Paesaggio di valle fluviale pine – Valli orobiche LOM 25 – Paesaggio della pianura emersa – Valle del Ticino LOM 13 – Paesaggio delle colline 32 26 irrigua – Cremonese LOM 32 – Paesaggio della pianura pedemontane – Colli di Bergamo 27 23 LOM 26 – Paesaggio della pianura irrigua – Lomellina LOM 14 – Paesaggio dell’alta pianura 22 irrigua – Lodigiano LOM 33 – Paesaggio appenninico – asciutta – Bergamasca LOM 27 – Paesaggio della pianura Oltrepo’ Pavese. LOM 15 – Paesaggio delle valli preal- 24 33 irrigua – Collina banina LOM 34 – Paesaggio appenninico – pine – Valcamonica LOM 28 – Paesaggio della pianura Oltrepo’ Montano. LOM 16 – Paesaggio dei laghi prealpi- asciutta – Alto Milanese LOM 35 – Paesaggio metropolitano – ni – Lago d’Iseo (Sebino) 34 LOM 29 – Paesaggio della pianura Milano.

l popoloso e articolato territorio della Varese a Brescia) seguendo in ogni altra grandi “fasce” altimetriche della monta- Naturalmente un’indagine di questo buona parte impostate nel quadro di un Lombardia ha caratteristiche uniche e direzione le principali direttrici infrastrut- gna, della collina e della pianura, nonché genere non ha limiti di approfondimento, progetto di cooperazione (Progetto Ioriginali. In senso altimetrico si spinge turali per arrivare a penetrare nei fondo- ai paesaggi urbanizzati di differente den- nel senso che dalle prime 35 tavole si Pays.doc – programma Interreg IIIB fino ai 4049 metri del Pizzo Bernina e valle delle zone prealpine e alpine. sità. Gli ambiti geografici rappresentano potrebbe scendere a un livello ancora più MedOcc) volto a delineare basi comuni a scende fino a pochi metri sul livello del Le 35 schede che seguono intendono invece una lettura tesa ad identificare accurato, se solo si ponessero a confron- diverse regioni per la possibile costruzio- mare presso l’estremità orientale della offrire un quadro complessivo, anche se ambiti più circoscritti, di riconosciuta to, ad esempio, le differenze di tonalità ne di un futuro osservatorio dei paesaggi provincia di Mantova. In questo ampio non esaustivo, delle differenti tipologie identità geografica e storico-culturale, fra vallata e vallata, fra un contesto di mediterranei. Le stesse schede sono però contesto altitudinale si trovano paesaggi paesaggistiche della regione. Prendendo con riferimento alla percezione che ne pianura e l’altro, fra un centro storico e risultate altresì utili nel confronto con naturali molto diversificati: dalle energie spunto dalle letture del paesaggio regio- hanno gli abitanti e che è stata delineata l’altro. Questo primo ‘screening’ può però soggetti ed enti locali lombardi; i punti di di rilievo delle montagne alpine alle basse nale contenute nel documento “I da rappresentazioni letterarie e figurati- essere considerato sufficiente a delineare osservazione individuati sono stati ora pianure alluvionali; dalle fasce collinari e Paesaggi della Lombardia: ambiti e carat- ve. In tal modo si è potuto definire per con miglior dettaglio e con maggior con- assunti dal presente piano quale riferi- dalle loro cerchie moreniche ai massicci teri tipologici” si sono incrociate le cate- ogni contesto sub-regionale uno specifico tenuto visivo (il numero complessivo di mento base per l’osservazione delle tra- calcarei prealpini; dalle propaggini gorie delle unità tipologiche di paesaggio paesaggistico, composto da un’immagine immagini delle tavole ammonta a circa sformazioni dei paesaggi lombardi. appenniniche alla regione insubrica dei con gli ambiti geografici. principale (di apertura) che potrebbe 350) le linee conoscitive e le letture già L’individuazione di altri punti di osserva- laghi. Come noto, le prime si riferiscono ad una costituire, con il tempo, una sorta di ‘sta- contenute nel Piano Paesaggistico zione, a livello provinciale, potrà comun- Su questo palinsesto si colloca però la più lettura dei paesaggi regionali principal- zione fissa di osservazione sul paesaggio’ Regionale, in funzione della costruzione que successivamente arricchire il quadro vasta e concentrata area metropolitana mente fondata sul riconoscimento di per cogliere le future trasformazioni, e da di un quadro di riferimento paesistico descrittivo iconografico delle diverse real- d’Italia, sorta di ‘città diffusa’ che dal ful- costanti geografico-territoriali di contenu- una serie di immagini a corredo che pon- utile per il confronto intra-regionale ma tà paesaggistiche di Lombardia e poten- cro del capoluogo Milano si diffonde ormai ti e forme e di una loro congruenza pae- gono in risalto le specificità, i dettagli, le anche interregionale e transnazionale. Le ziare la rete di osservazione del paesag- lungo tutto la fascia pedemontana (da sistica, si appoggiano in tal senso alle sfumature di ciascun ambito territoriale. schede qui presentate sono infatti state in gio lombardo e delle sue trasformazioni.

OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI - INTRODUZIONE

OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI INTRODUZIONE SCHEDA NUMERO 00 BELVEDERE DELLA LOMBARDIA

Elenco dei belvedere della Lombardia 01. Sasso del Ferro (m 1062, VA, nella prima metà del Novecento. Chiesa 14 belvedere individuati e descritti nelle 45°54'39.28"N – 8°38'14.15"E). Aspra santuario circondata da cipressi visibile schede allegate non possono ritenersi propaggine prealpina, domina il Lago da buona parte dell’alta pianura monze- esaustiviI di tutti i possibili della Lombardia. Maggiore, sopra Laveno. Vi si sale in se. Ville e ristoranti all’interno del Parco Si tratta dunque di una selezione esemplifi- funivia. Dalla cima larga veduta sul cen- regionale omonimo. cativa del fenomeno, che risponde ad alcu- ni requisiti. In particolare si tratta di belve- tro lago e sulle Alpi Lepontine. dere che hanno avuto, specie a cavallo fra 10. San Vigilio (m 461, BG, ‘8 e ‘900 una loro dichiarata affermazione 02. Campo dei Fiori, Piazzale del 45°42'29.81"N – 9°39'1.65"E ). Si tratta nel quadro delle mete turistiche della regio- Cannone (m 1094, VA, 45°52'8.10"N – di un belvedere cittadino, ubicato fuori ne. Per questa ragione i luoghi furono 8°46'45.17"E). Celeberrima vetta preal- 5 Porta S.Alessandro a Città Alta di attrezzati e equipaggiati con alberghi, risto- pina, a nord di Varese, eletta a parco Bergamo. Vi si sale in funicolare e oltre ranti, mezzi di comunicazione meccanici naturale regionale. Numerosi i suoi bel- 1 a trovare ottimi ristoranti si contemplano 4 (quali funicolari, funivie, o semplici strade vedere: sul piazzale di Santa Maria del 2 7 anche il centro monumentale di Bergamo d’accesso), aree a verde. Ebbero insomma Monte, sulla vetta del Monte Tre Croci, al 3 8 e la pianura. A piedi si può raggiungere una loro specifica valorizzazione rispetto ad piazzale del Cannone, all’Osservatorio 11 il castello, il più avanzato avamposto altri innumerevoli belvedere quali potrebbe- nella Cittadella delle Scienze, sulla spia- della cinta fortificata cittadina, risalente ro essere una qualsiasi vetta alpina o preal- nata del forte di Orino. Una lunga pas- 10 13 al periodo veneziano. pina. Ciò all’interno di una cultura, ancora seggiata collega tutti questi balconi sulle intrisa di romanticismo e appena avviata 6 9 all’apprezzamento del paesaggio, che pote- Prealpi Varesine, sui laghi prealpini e sul 11. San Pellegrino Vetta (m 624, BG, va giustificare ed esaltare questi interventi Monte Rosa. 45°50'25.29"N - 9°39'17.89"E). 12 in appoggio al grande sviluppo del turismo Belvedere legato allo sviluppo termale borghese. 03. Monte Generoso (m 1701, CO, della cittadina di S. Pellegrino, in Val Si tratta dunque, in maggioranza, di belve- 45°55'51.76"N – 9°1'11.81"E). La salita Brembana, avvenuto a cavallo fra ‘8 e dere prealpini - la fascia geografica che ha con la ferrovia a cremagliera (partenza ‘900 in concomitanza con l’apertura della più conosciuto questo genere di fenomeno da Capolago, in Svizzera) è una vera ferrovia elettrica e della funicolare che perchè prossima alle grandi città, servita da emozione che si aggiunge a uno sbalor- saliva al Belvedere della Vetta. ferrovie e linee di navigazione lacuale, ditivo panorama. Si riconoscono di Milano esposta al grande arco panoramico della lo Stadio Meazza, il grattacielo Pirelli, le 12. Monte Maddalena (m 778, BS, pianura - che vanno dal Lago Maggiore al luci dell’aeroporto di Linate e, ovviamen- 45°32'41.96"N – 10°16'45.56"E). È la Lago di Garda. te, la Madonnina. ‘montagna’ di Brescia, attrezzata a parco La loro decadenza, nel secondo dopoguer- ra, coincise con lo smantellamento del tra- 14 comunale, raggiungibile in auto o sporto pubblico secondario e con lo sposta- 04. Monte Bisbino (m 1329, CO, mediante vari sentieri. Panorama sulla mento delle grandi mete turistiche verso 45°52'23.83"N – 9°3'59.41"E). Si tratta pianura bresciana, sulla Valle del Garza e località montane più attrezzate e con mag- del primo cacumine della catena dei le Prealpi bresciane. giori risorse. Ma non secondaria anche la Monti del Lario, sopra l’abitato di perdita di interesse delle nuove generazioni Cernobbio. La vetta è raggiungibile con della Spina Verde e della lontana cornice risalendo la Valassina o il lago da 13. Madonna di Tignale (m 449, BS, verso valori estetici quali la contemplazio- una strada asfaltata ed è attrezzata con del Monte Rosa. Si sale a Brunate con la Bellagio. 45° 44’ 30.70”N – 10° 43’ 59.76”E). Il ne, l’osservazione, la riflessione. un rifugio. Panorama sul Mendrisiotto, il funicolare che parte dal lungolago a santuario della Madonna di Tignale si Questa operazione di individuazione e sche- primo bacino del ramo di Como, la pochi passi dal centro città. Interessante 08. Piani dei Resinelli (m 1329, LC, erge su un impressionante sperone di datura ha l’obiettivo di recuperare questi Brianza Comasca e il Monte Rosa. repertorio di ville d’epoca e alberghi di 45°53'10.14"N– 9°23'0.20"E). Il roccia a dominio dell’intero bacino del luoghi belvedere sottoforma di ‘nuovi’ punti di osservazione del paesaggio. Si vorrebbe, fine Ottocento. Belvedere dei Piani dei Resinelli si trova Lago di Garda. Si tratta dunque di un in altre parole, riprendere e trasmettere a 05. La Sighignola (m 900, CO, all’interno del Parco Valentino. Non ade- belvedere di prima eccellenza, imprezio- possibili fruitori il significato geografico, il 45°58'4.22"N – 8°59'32.08"E). Storico 07. Madonna del Ghisallo (m 752, CO, guatamente attrezzato, ma raggiunto da sito dall’edificio religioso. pregio estetico-visuale di questi luoghi, la balcone della Val d’Intelvi, sopra Lanzo. 45°55'26.06"N – 9°16'3.80"E). Vi arriva- un sentiero pedonale, si affaccia sul ramo loro storia (attraverso il recupero delle Vi si dominano il lago di Lugano e la 14. Monte Penice (m 1460, PV, no ciclisti da ogni parte della Lombardia lecchese del Lario, sulla città, sulla valle strutture) le loro vicende valorizzandoli nel catena delle Alpi Lepontine. per venerare la Madonna loro protettrice dell’Adda, sul M. Barro, sui Corni di 44°47'3.49"N – 9°19'2.30"E). contesto del rilancio turistico delle località e per godere del panorama sul ramo di Canzo e le altre montagne del Triangolo Celeberrima vetta dell’Oltrepo’ Pavese, cui afferiscono. 06. Brunate (m 715, CO, 45°49'7.57"N Lecco del Lario, sulle Grigne e sul Monte Lariano. nota per il suo santuario. Nell’ambito degli studi per l’aggiornamento – 9° 5'44.67"E). Altro notissimo belvede- Legnone. Sul piazzale si trovano la chie- Dalla vetta, ampio panorama sulla valle del Piano paesistico regionale la schedatura re prealpino, situato sopra Como. Vi si setta con i cimeli dei campioni delle due 09. Montevecchia (m 479, LC, del Po, sull’Oltrepo’ Pavese e la Valle dei 14 belvedere lombardi si aggiunge e si godono la vista del centro storico dal ruote, il museo del pedale e un chiosco. 45°42'18.63"N – 9°22'37.67"E). Staffora, la Val Trebbia, sui retrostanti integra con le 35 schede riservate regolare impianto romano, del Parco La Madonna del Ghisallo si raggiunge Tradizionale meta dei cittadini milanesi rilievi appenninici. all’Osservatorio dei paesaggi lombardi.

OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI - BELVEDERE DELLA LOMBARDIA INTRODUZIONE OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI MONTEVECCHIA SCHEDA NUMERO 09 BELVEDERE DELLA LOMBARDIA PIAZZALE DEL SANTUARIO

a

b

Belvedere di Montevecchia. Montevecchia meridionale, esposta sull’intera buona visibilità si arriva a iden- le santuario della Beata Vergine La caratteristica piazzetta sel- ora, in alcuni casi abbandonati. Si Comune: Montevecchia alta pianura milanese. Per que- tificare l’Appennino. del Carmelo, edificato agli inizi ciata che sta alla base della sca- coglie anche la felice ubicazione Provincia: Lecco «Questa estensione di paese, sto motivo è un punto panora- Verso nord (vedi l’immagine b) del XVII secolo. linata è contornata da vari edifi- dei caseggiati, lungo la cresta della Posizione toponomastica del che ha per confine al nord la mico d’eccellenza, sebbene di il panorama non è da meno. L’accesso al santuario e al bel- ci residenziali, da un’altro spalto collina, protesa da est a ovest, o punto di ripresa: terrazzo che cir- , come le alture modestissima altitudine (479 Oltre alla sottostante Valle del vedere è consentito grazie a a belvedere e dalla via d’acces- sulle immediate pendici in posizio- conda il santuario della Madonna presso Monza ne formano il m). Curone - area tutelata a parco una scalinata di 180 gradini che so dalla strada provinciale. Fra i ni sempre favorite dal sole. del Carmelo, in Montevecchia. principio al sud, è composta di Verso sud (vedi l’immagine a, in regionale con la collina di inquadra la facciata dell’edificio palazzi si annoverano la Villa Sotto il profilo geologico la collina Immagine ripresa il 12 novembre un gruppo di colli e monti più o alto) la visuale - presa dal ter- Montevecchia - si profilano gli sacro. A circa tre quarti della Albertoni, preceduta dal giardi- di Montevecchia è un isolato 2007 alle ore 15.30. meno alti fra i quali primeggia- razzo circolare sottostante il altri rilievi brianzoli, la fronte salita la gradinata è tagliata da no e annunciata da un sontuo- baluardo montuoso del Secondario no Montevecchia, il monte santuario - si allarga al conti- delle montagne del Triangolo un ampio spalto pianeggiante so cancello, e il Palazzo superiore (calcari del Cretacico Brianza, il monte San Genesio e nuum urbanizzato del Milanese Lariano, la dorsale del che circonda il terrazzo sommi- Vittadini, sul fondo della piazza. medio) all’interno dei depositi Altezza 479 m Orientamento N e S il Monte Barro». Così notava il (si scorgono bene gli edifici a Resegone - Albenza, le Grigne. tale del santuario. Lo spalto è Dal belvedere è anche possibile morenici del Quaternario antico Riferimento geografico Riferimento cartografico geologo Scipione Breislak nel torre di Milano, nonchè il Secondo il cronista Goffredo da cadenzato da 16 edicole sacre ammirare la delicata composi- (Pleistocene). 1822. Di questa piccola ma evi- Duomo e lo stadio di S. Siro) e Bussero, nel 1200 esisteva a alternate a cipressi. Scalinata, zione del paesaggio circostante, Montaegia dovrebbe corrisponde- 45°42'19.49"N – 9°22'37.69"E CTR 1:10.000, foglio B5d2 dente catena pedemontana, alle macchie di verde della Valle Montevecchia, allora denomina- portico colonnato e edicole con la sequenza dei terrazzini re a ‘monte Vetere’, ma anche a Montevecchia, con la sua rico- del Lambro, del Parco Reale di ta Montaegia, una chiesa dedi- sacre attengono a una sistema- coltivi, ora tenuti a vigneto, ora ‘montis vigilarum’, cioè ‘monte Fonti e bibliografia: noscibilissima cuspide nobilitata Monza, della Valle dell’Adda. cata a S. Giovanni Battista, pro- zione del complesso avvenuto a prato o a colture di erbe aro- delle vedette’, in antico segnalato Aa.Vv., Montevecchia e il suo circondario, Regione Lombardia, Milano 1983. da cipressi, è la sua punta più Sullo sfondo, nelle giornate di babilmente sul luogo dell’attua- alla metà del XVIII secolo. matiche (salvia, rosmarino), da fiaccole come segnalazioni. Provincia di Lecco, La Brianza Lecchese, Cattaneo Ed., Oggiono 1999.

Villa Albertoni scalinata Santuario

BELVEDERE DELLA LOMBARDIA - MONTEVECCHIA - PIAZZALE DEL SANTUARIO OSSERVATORIO PAESAGGI LOMBARDI MONTEVECCHIA SCHEDA NUMERO 09 BELVEDERE DELLA LOMBARDIA PIAZZALE DEL SANTUARIO

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Sistema informativo dei beni ambientali (Siba). La collina di Montevecchia è inclusa nel Parco regionale di Montevecchia e Valle del Curone (DG ) Inoltre è soggetta a vin- colo 1497 (Bellezza d’insieme) con Decreto dell’8.1.1964, n.181 e Decreto dell’8.11.1968, n. 340. La villa Albertoni, sottostante il belvedere, è tutelata ai sensi della legge 1089/1939.

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Le immagini. 3. Un’altra veduta di scorcio dal terrazzo sommitale. Le pendici del dinata e armonica partizione del paesaggio agrario, modellato a 1. La scalinata monumentale che porta al cospetto del santuario colle di Montevecchia sono intensamente modellate a terrazzi e ‘ronchi’ e terrazzi, con la distribuzione di casali isolati o a gruppi; della Beata Vergine del Carmelo, la punta più elevata del colle di coltivate. poco più distanti, alternate ai campi, le fasce boschive che corro- Montevecchia. 4. La piazza del borgo di Montevecchia con il cancello d’ingresso di no lungo la Molgora e i suoi affluenti; ancora più lontano le con- 2. Veduta del terrazzo che circonda il santuario e da cui si gode Villa Albertoni e, sullo sfondo, l’altura del santuario. centrazioni urbane dell’alta Martesana; il M. Canto con Villa d’Adda un ampia veduta sulla pianura milanese e le colline brian- 5. Veduta dal basso del colle di Montevecchia. e la cementeria di Calusco; l’Albenza; sullo sfondo i colli di tee.Lungo l’orlo del terrazzo sono disposte 16 edicole sacre (Via 6. Un dettaglio, nella direzione di sud-est, del vasto panorama Bergamo e la cornice pedemontana fino alla Maddalena. 5 Crucis) e cipressi. godibile dalla collina di Montevecchia. In primo piano si legge l’or-

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BELVEDERE DELLA LOMBARDIA - MONTEVECCHIA - PIAZZALE DEL SANTUARIO ALLEGATO 3 PPR: ABACO DELLE PRINCIPALI INFORMAZIONI ARTICOLATO PER COMUNI

Regione Lombardia – gennaio 2010 PPR - Abaco delle principali informazioni articolato per comuni – Volume 1

Finalità dell’abaco Art. 19 commi 5 e 6, appartenenza agli ambiti di specifica tutela paesaggistica dei laghi Insubrici, come individuati nella tavola D e nelle tavole D1a, D1b, D1c, D1d. I commi richiamati forniscono la Il presente abaco, costruito con riferimento ai singoli comuni e organizzato per territori provinciali, precisa individuazione di detti ambiti e le disposizioni immediatamente efficaci, i successivi commi costituisce uno strumento di supporto agli enti locali per una rapida individuazione delle principali 7,8 e 9 definiscono invece le diposizioni transitorie di salvaguardia in attesa della revisione degli indicazioni paesaggistiche relative al proprio territorio. Rappresenta in tal senso un sussidio operativo strumenti urbanistici. Obbligo di invio dei PGT alla Regione. volto a facilitare la consultazione del piano paesaggistico, sia al fine di collocare il territorio comunale nel Riferimenti: Tavole D, D1a, D1b, D1c, D1d – Normativa art. 19 quadro di riferimento paesaggistico regionale, sia per la rapida individuazione dei contenuti della disciplina paesaggistica regionale, Indirizzi di tutela e normativa di piano, che si riferiscono Art. 20 comma 8, appartenenza all’ambito di specifica tutela paesaggistica del fiume Po (di cui alla specificamente al territorio di appartenenza. lettera c) dell’art. 142 del d. lgs. 4272004 e s.m.i.)come individuato nella tavola D, per il quale sono Quanto evidenziato deve poi essere integrato con l’attenta lettura degli indirizzi e delle parti normative a previste specifiche indicazioni e disposizioni al fine di guidare le azioni locali verso la salvaguardia e carattere generale e non riferite a specifici territori, come per esempio la parte II e la parte IV degli la valorizzazione del fiume, della fascia fluviale e dell’argine maestro. indirizzi di tutela e la normativa per gli articoli non richiamati in tabella. Riferimenti: Tavola D – normativa art.20

Art. 20 comma 9, appartenenza all’ambito di tutela paesaggistica del sistema vallivo del fiume Po, Struttura della scheda come individuato nella tavola D, coincidente in prima definizione con la fascia C del PAI, per il quale sono declinati nel comma richiamato specifici indirizzi per l’azione locale. Riferimenti: Tavola D – Normativa art.20 La scheda trova, a partire da sinistra, tre colonne identificative del comune per codice ISTAT, nome e provincia di appartenenza. Art. 22, comma 7, appartenenza all’ambito di tutela dell’Oltrepò pavese, come individuato nella tavola D, quale territorio appenninico e pedeappenninico contraddistinto dalla presenza di numerosi Le prime otto colonne a seguire, riferite a specifici articoli della normativa del Piano paesaggistico, geositi di rilevanza regionale e locale che ne connotano l’assetto e l’identità paesaggistica, per detto evidenziano se il territorio comunale sia interessato da disposizioni o indicazioni della disciplina ambito vengono fornite indicazioni agli enti locali, in particolare il livello provinciale, per la paesaggistica regionale riferite a particolari territori regionali, in particolare: definizione di una disciplina di salvaguardia e valorizzazione e l’istituzione di geoparchi. Art. 17, appartenenza agli ambiti di elevata naturalità, individuati nella tavola D, meglio specificati Riferimenti: Tavola D – Normativa art.22 nei Repertori. L’articolo richiamato, ai fini della tutela di questi ambiti principalmente montani, declina obiettivi specifici, compiti e limiti dell’azione locale e prevede un regime transitoria di Una colonna è poi dedicata alla collocazione del comune nelle “Fascia” delle Unità tipologiche di salvaguardia, con sospensione delle trasformazioni esterne agli ambiti già edificati con continuità, paesaggio di riferimento. Le suddette Unità tipologiche sono individuate nella Tavola A e descritte nel fino alla revisione degli strumenti urbanistici comunali (PGT). volume “I paesaggi della Lombardia”. L’indicazione permette di accedere in modo mirato sia alla lettura Riferimenti: Tavola D – Repertori – Normativa art. 17 dei documenti del quadro di riferimento paesaggistico regionale che alle corrispondenti sezioni della parte Art. 18, appartenenza all’ambito di valore storico-ambientale del Barco Certosa, come individuato prima degli Indirizzi di tutela del piano. Per i comuni collocati a cavallo o al limite tra due diverse fasce si nella tavola D e meglio specificato nei Repertori. L’articolo richiamato demanda il dettaglio della consiglia comunque di verificare le descrizioni egli indirizzi di piano anche per la fascia attigua. disciplina paesaggistica al PTC della provincia di Pavia e in particolare allo specifico Piano paesistico Riferimenti: Tavola A – I paesaggi della Lombardia – Osservatorio paesaggi lombardi – Indirizzi di tutela di dettaglio, approvato con deliberazione del consiglio provinciale n. 41 del 29.09.2005. Le azioni Parte I locali dovranno pertanto attenersi a quanto indicato nel suddetto piano. Riferimenti: Tavola D – Repertori – Normativa art. 18 Le tre colonne successive danno conto dell’appartenenza del territorio comunale o di parte di esso al Art. 19 comma 2, appartenenza all’ambito di riqualificazione e salvaguardia dei Laghi di Mantova, sistema delle aree protette regionali: Parchi nazionali o regionali, Riserve naturali, Monumenti naturali. In come individuato nella tavola D. Il comma richiamato ne chiarisce i riferimenti territoriali per la questo caso valgono anche le indicazioni di maggior dettaglio o più restrittive contenute negli atti istitutivi corretta individuazione locale e prevede un’azione coordinata tra i diversi enti per la definizione della e nei relativi strumenti di piano o di gestione. disciplina paesaggistica di dettaglio e l’obbligo di invio alla Regione Lombardia del PGT del Comune Riferimenti: Tavola C, Tavola D, Repertori – Normativa art. 33 di Mantova ai sensi del comma 8 dell’art. 13 della l.r. 12/2005 e s.m.i. Riferimenti: Tavola D – Normativa art. 19 L’ultima colonna indica invece l’eventuale appartenenza del comune ai cosiddetti “Ambiti di criticità” di Art. 19 comma 4, appartenenza agli ambiti di salvaguardia dello scenario lacuale dei Laghi Maggiore, cui alla tavola D e alla Parte III degli Indirizzi di Tutela. Si tratta di ambiti di particolare complessità, che di Lugano, di Como, d’Iseo, d’Idro e di Garda, come individuati nella tavola D e nelle tavole D1a, vedono spesso la presenza o co-presenza di più provvedimenti di tutela, che devono trovare un’attenzione D1b, D1c, D1d. Il comma richiamato delinea un’articolata serie di indirizzi per la pianificazione e particolare nella definizione della disciplina paesaggistica provinciale. l’azione locale. Riferimenti: Tavola D – Indirizzi di Tutela parte III – Normativa art. 30 Riferimenti: Tavole D, D1a, D1b, D1c, D1d – Normativa art. 19

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COD. COMUNE PROV. ART. 17 ART. 18 ART. 19 ART. 19 ART. 19 ART. 20 ART. 20 ART. 22 FASCE PARCHI NAZIONALI E RISERVE MONUMENTI AMBITI DI ISTAT COMMA 2 COMMA 4 COMMI 5 E 6 COMMA 8 COMMA 9 COMMA 7 REGIONALI NATURALI NATURALI CRITICITA'

97027 CRANDOLA LC FASCIA PREALPINA

97028 LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97029 LC FASCIA PREALPINA

97030 LC X X FASCIA PREALPINA

97031 LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97032 DORIO LC X X FASCIA ALPINA

97033 LC FASCIA PREALPINA Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97034 LC X FASCIA PREALPINA

97035 LC X X FASCIA PREALPINA PARCO DELLA GRIGNA SETTENTRIONALE 97036 LC X X X FASCIA PREALPINA PARCO DEL MONTE BARRO, Brianza orientale PARCO DELL' ADDA NORD della Martesana o dell"Adda 97037 LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97038 LC X X FASCIA PREALPINA PARCO DELL' ADDA NORD Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97039 IMBERSAGO LC FASCIA DELL'ALTA PARCO DELL' ADDA NORD Brianza orientale PIANURA della Martesana o dell"Adda 97040 LC X FASCIA PREALPINA

97041 LC X FASCIA PREALPINA

97042 LECCO LC X X X FASCIA PREALPINA PARCO DELL' ADDA NORD Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97043 LC X X X FASCIA PREALPINA

97044 LC FASCIA DELL'ALTA PARCO DI MONTEVECCHIA E Brianza orientale PIANURA DELLA VALLE DEL CURONE della Martesana o dell"Adda 97045 LC X X FASCIA PREALPINA PARCO DEL MONTE BARRO, Brianza orientale PARCO DELL' ADDA NORD della Martesana o dell"Adda 97046 LC X X X FASCIA PREALPINA

97047 LC FASCIA PREALPINA

97048 MERATE LC FASCIA COLLINARE PARCO DELL' ADDA NORD LAGO DI Brianza orientale SARTIRANA della Martesana o dell"Adda 97049 MISSAGLIA LC FASCIA COLLINARE PARCO DI MONTEVECCHIA E Brianza orientale DELLA VALLE DEL CURONE della Martesana o dell"Adda 97050 LC FASCIA PREALPINA

97051 LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97052 LC FASCIA COLLINARE PARCO DELL' ADDA NORD

97053 MONTEVECCHIA LC FASCIA COLLINARE PARCO DI MONTEVECCHIA E Brianza orientale DELLA VALLE DEL CURONE della Martesana o dell"Adda 97054 MONTICELLO BRIANZA LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o dell"Adda 97055 LC FASCIA PREALPINA

97056 LC FASCIA COLLINARE PARCO VALLE DEL LAMBRO

97057 OGGIONO LC FASCIA COLLINARE Brianza orientale della Martesana o 25 PPR -Abaco delle principali informazioni articolato per comuni – Volume 2

STRUTTURA SCHEDA Nelle schede contenute in questo volume dell'abaco sono riportati per ogni comune le seguenti informazioni: - i settori tematici oggetto di specifico studio da parte dei Nuclei Operativi Provinciali; - i caratteri storico insediativi, le presenze monumentali e le celebrazioni letterarie segnalati nei repertori contenuti nell'elaborato di analisi "Strutture e caratteri del paesaggio lombardo" redatto nella fase di studio precedente il presente piano; in particolare sono state considerate le seguenti voci più direttamente riferibili ai singoli ambiti comunali: - Centri principali per importanza storico-culturale con un completo patrimonio di beni storico-monumentali; - Centri o nuclei organizzati attorno ad uno o più episodi edilizi "colti": fortificazioni, sedi religiose, ville nobiliari ecc.; - Borghi franchi, città di fondazione; - Architetture, monumenti o altri beni isolati di particolare rilevanza paesaggistica, - Principali luoghi di culto e di devozione popolare; - Luoghi consacrati dalla letteratura; - Luoghi dello Stendhal.

Le informazioni fornite nell'abaco devono essere integrate con le ulteriori descrizioni paesistiche contenute nell'elaborato di piano "Paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici".

3 PPR -Abaco delle principali informazioni articolato per comuni – Volume 2

CO 13155 MONTEMEZZO Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI

LC 97053 MONTEVECCHIA Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI Architetture, monumenti o altri beni isolati di particolare rilevanza paesaggistica: Montevecchia: Santuario della Beata Vergine del Carmelo Principale luogo di culto di devozione popolare: Montevecchia: Santuario della Beata Vergine del Carmelo Luoghi dello Stendhal: Santuario di Montevecchia

LC 97054 MONTICELLO BRIANZA Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI Centro dotato di un significativo patrimonio storico-architettonico e/o con un interessante impianto urbanistico Luoghi dello Stendhal: Monticello

CO 13157 MONTORFANO Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI Architetture, monumenti o altri beni isolati di particolare rilevanza paesaggistica: Montorfano: Villa Barbavara di Gravellona

LC 97055 MORTERONE Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI

CO 13159 MOZZATE Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, VINCOLI VIGENTI

CO 13160 MUSSO Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI

CO 13161 NESSO Ricerca effettuata dai Nuclei Operativi Provinciali nei seguenti settori: GEOLOGIA, ELEMENTI STORICI E CULTURALI, PREVISIONI URBANISTICHE, VINCOLI VIGENTI

43 ALLEGATO 4: PPR INDIRIZZI DI TUTELA Regione Lombardia – gennaio 2010 PPR - Indirizzi di tutela

PARTE I

UNITÀ TIPOLOGICHE DI PAESAGGIO ELEMENTI COSTITUTIVI E CARATTERI CONNOTATIVI

La presente parte prima degli indirizzi di tutela si riferisce alle fasce geografiche che caratterizzano il territorio regionale; viene qui riportata sinteticamente la descrizione delle singole unità tipologiche di paesaggio individuate nella tav. A del P.P.R. e più diffusamente trattate nel documento “I paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici”. Per ogni unità tipologica di paesaggio vengono segnalati gli obiettivi generali di tutela paesaggistica, gli elementi e gli aspetti caratterizzanti l'ambito e i relativi specifici indirizzi di tutela. Per tutti gli interventi che riguardano le infrastrutture tecnologiche a rete e la viabilità si rimanda alle raccomandazioni e alle indicazioni contenute nei piani di sistema: l° - Infrastutture a rete 2° - Tracciati base paesistici. Per tutti gli interventi di sistemazione idrogeologica è da considerare quale documento di indirizzo : - il “ Quaderno delle opere tipo”, di Ingegneria Naturalistica approvato con dgr 48470 del 29.02.2000 pubblicato sul Burl 9 maggio 2000, n 19 S.S. Il rimando a progetti o piani di sistemazione paesaggistica di dettaglio fa riferimento agli atti di cui all'art. 3, comma 2, lett a), della Normativa del P.P.R.. L’efficacia dei presenti Indirizzi di tutela e dei Piani di Sistema è disciplinata all'art. 16 della Normativa suddetta.

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3. FASCIA COLLINARE3

3.1 PAESAGGI DELLE COLLINE E DEGLI INDIRIZZI DI TUTELA ASPETTI PARTICOLARI INDIRIZZI DI TUTELA ANFITEATRI MORENICI

Paesaggio caratterizzato dalla deposizione di materiali Vanno tutelati la struttura geomorfologica e gli elementi Colline morenici che con ampie arcature concentriche cingono i connotativi del paesaggio agrario. Sulle balze e sui pendii è Le colline che si elevano sopra l'alta pianura costituiscono Ogni intervento di tipo infrastrutturale che possa modificare bacini inferiori dei principali laghi. Caratteristica è anche la da consentire esclusivamente l'ampliamento degli i primi scenari che appaiono a chi percorre le importanti la forma delle colline (crinali dei cordoni morenici, ripiani, presenza di piccoli laghi rimasti chiusi da sbarramenti insediamenti esistenti, con esclusione di nuove direttrici pedemontane. Il paesaggio dell'ambito raggiunge trincee, depressioni intermoreniche lacustri o palustri, ecc.) morenici, di torbiere e superfici palustri. La vicinanza di concentrazioni edilizie che interromperebbero la continuità elevati livelli di suggestione estetica anche grazie alla va escluso o sottoposto a rigorose verifiche di ammissibilità. questo ambito all'alta pianura industrializzata, da cui è del territorio agricolo. plasticità di questi rilievi. Deve anche essere contemplato il ripristino di situazioni sovente indissociabile, ne ha fatto, almeno nei settori più Va inoltre salvaguardata, nei suoi contenuti e nei suoi deturpate da cave e mano missioni in genere. intimamente legati all'espansione metropolitana, un ricetto caratteri di emergenza visiva, la trama storica degli preferenziale di residenze e industrie ad elevata densità. insediamenti incentrata talora su castelli, chiese romaniche e ricetti conventuali aggreganti gli antichi borghi. Vegetazione Si assiste in questi ambiti ad una articolata ed equilibrata Vanno salvaguardati i lembi boschivi sui versanti e sulle composizione degli spazi agrari e di quelli naturali, con scarpate collinari, i luoghi umidi, i siti faunistici, la aree coltivate nelle depressioni e sui versanti più fertili e presenza, spesso caratteristica, di alberi o di gruppi di alberi aree boscate sulle groppe e i restanti declivi. Un significato di forte connotazione ornamentale (cipresso, olivo). particolare di identificazione topologica riveste poi l'uso di alberature ornamentali.

I laghi morenici I piccoli bacini lacustri, che stanno alla base dei cordoni I piccoli bacini lacustri che stanno al piede dei cordoni pedemontani, rappresentano segni evidenti della storia pedemontani sono da salvaguardare integralmente, anche geologica nonché dell'immagine culturale della Lombardia. tramite la previsione, laddove la naturalità si manifesta Non sono poi da dimenticare le numerose presenze ancora in forme dominanti, di ampie fasce di rispetto dalle archeologiche che spesso li caratterizzano. quali siano escluse l'edificazione e/o le attrezzature ricettive turistiche anche stagionali (campeggi, posti di ristoro etc.).

Paesaggio agrario La struttura del paesaggio agrario collinare è spesso Occorre, innanzitutto, frenare e contrastare processi di caratterizzata da lunghe schiere di terrazzi che risalgono e diffusa compromissione dei terrazzi e delle balze, tramite il aggirano i colli, rette con muretti in pietra o ciglionature. controllo delle scelte di espansione degli strumenti Sulle balze e sui pendii si nota la tendenza ad una urbanistici. Occorre, poi, promuovere studi specifica-mente edificazione sparsa, spesso nelle forme del villino, del tutto finalizzati alla definizione di criteri e regole per la avulso dai caratteri dell'edilizia rurale, ricavata sui fondi progettazione edilizia nelle aree rurali, anche recuperando dagli stessi proprietari. tecniche e caratteri dell' edilizia tradizionale. Eguale cura va riposta nella progettazione di infra-strutture, impianti e servizi tecnologici, che risultano spesso estranei al contesto paesistico e talvolta, inoltre, richiedono rilevanti fasce di rispetto, intaccando porzioni sempre più vaste di territori agricoli integri.

3 Nell'elaborato “1 paesaggi della Lombardia: ambiti e caratteri tipologici”(Volume 2 del PPR) sono rinvenibili riferimenti specifici ai seguenti ambiti geografici: Franciacorta, Riviera Gardesana, Mantovano e Brianza.

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Regione Lombardia – gennaio 2010 PPR - Indirizzi di tutela

Gli insediamenti esistenti Sono prevalentemente collocati in posizione di grande Gli interventi edilizi di restauro e manutenzione in tali visibilità e spesso caratterizzati dalla presenza di edifici di contesti devono ispirarsi al più rigoroso rispetto dei caratteri notevole qualità architettonica. e delle tipologie edilizie locali. Tutti gli interventi di adeguamento tecnologico (reti) e, in genere, tutte le opere di pubblica utilità, dall'illuminazione pubblica all'arredo degli spazi pubblici, alle pavimentazioni stradali, all'aspetto degli edifici collettivi devono ispirarsi a criteri di adeguato inserimento.

Le ville, i giardini, le architetture isolate. La vicinanza ai grandi centri di pianura ha reso queste La grande rilevanza paesaggistica e culturale del sistema colline fin dal passato luogo preferito per la villeggiatura, giardini - ville - parchi - architetture isolate, impone una dando luogo ad insediamenti di grande valore iconico, estesa ed approfondita ricognizione dei singoli elementi che spesso, purtroppo, alterati da edilizia recente collocata lo costituiscono, considerando sia le permanenze che le senza attenzione alla costruzione antica dei luoghi. La tracce e i segni ancora rinvenibili di parti o di elementi caratteristica peculiare di questi insediamenti è di costituire, andati perduti. La fase ricognitiva, che non può essere singolarmente, una unità culturale villa e annesso parco o elusa, prelude alla promozione di programmi di intervento giardino e, nel loro insieme, un sistema di elevata finalizzati alla conservazione e trasmissione del sistema rappresentatività e connotazione dell'ambito paesistico. insediativo e delle sue singole componenti, restituendo, ove persa, dignità culturale e paesistica ed edifici, manufatti, giardini ed architetture vegetali.

Gli elementi isolati caratterizzanti i sistemi simbolico- Va promossa la rilevazione e la tutela di tutti questi culturali. elementi “minori” che hanno formato e caratterizzato Si tratta di piccoli edifici religiosi (santuari, oratori storicamente il connettivo dei più vasti sistemi territoriali e campestri, tabernacoli, “triboline” cappelle votive), segnano la memoria dei luoghi. manufatti stradali (ponti, cippi, ecc.).

I fenomeni geomorfologici Tali fenomeni particolari vanno censiti, e vanno promosse Come nella fascia prealpina anche qui la giacenza di tutte le azioni atte a garantirne la tutela integrale, fenomeni particolari (trovanti, orridi, zone umide, ecc.) prevedendo anche, ove necessario, l'allontanamento di costituisce un valore di ulteriore qualificazione del attività che possano determinarne il degrado e/o la paesaggio con evidente significato didattico. compromissione, anche parziale. Va inoltre garantita, in generale, la possibilità di una loro fruizione paesistica controllata (visite guidate, visibilità da percorsi pubblici o itinerari escursionistici ...) Per i geositi censiti si applicano le disposizione dell’art. 22 della Normativa del PPR.

3.2 PAESAGGI DELLE COLLINE INDIRIZZI DI TUTELA ASPETTI PARTICOLARI INDIRIZZI DI TUTELA PEDEMONTANE E DELLA COLLINA BANINA

Riguarda la fascia collinare esterna ai processi di deiezione Trattandosi di paesaggi ad alta sensibilità percettiva, stante Il fronte pedemontano glaciale: il monte di Brianza e il colle di Montevecchia, le la vastità degli orizzonti, risulta fondamentale la tutela delle Il fondale a settentrione dell'ambito collinare lombardo è Nel suo ruolo di grande scenario naturale va sottoposto a colline di frangia pedemontana, bergamasca, le colline sistemazioni tradizionali del territorio agricolo e della composto da una successione di rilievi, un vero e proprio specifica attenzione, ricucendo meticolosamente le ferite, bresciane. Questo paesaggio si caratterizza per la modesta struttura insediativa storica. Ogni intervento di alterazione gradino naturale che introduce all'ambiente prealpino. È già evidentissime specie nella Brianza e nel Bresciano, e altitudine (poche centinaia di metri) e per alcune colline morfologica e di nuova costruzione va sottoposto a visibile, in buone condizioni di tempo, da tutta la pianura tutelandone e potenziandone le strutture verdi che lo affioranti isolate nella pianura. Segnato dalla lunga e dettagliata verifica di compatibilità in rapporto con le formandone la naturale “cornice”. caratterizzano. Va, inoltre, presa in considerazione anche la persistente occupazione dell'uomo e dalle peculiari peculiarità della naturalità residuale, in particolare va evitata possibilità di valorizzazione quale polmone naturale sul sistemazioni agrarie, che vedono, nell'impianto tradizionale, l'edificazione diffusa. quale indirizzare la pressante domanda di verde delle città la fitta suddivisione poderale e la presenza delle legnose che stanno alle sue falde (Varese, Como, Lecco, Bergamo, accanto ai seminativi. Brescia).

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PARTE II STRUTTURE INSEDIATIVE E VALORI STORICO-CULTURALI DEL PAESAGGIO

Gli indirizzi di tutela del paesaggio investono necessariamente anche i valori storico-culturali in esso compresi. La Regione tutela, in ogni sua forma, la memoria storica ed i valori di cultura e di immagine, formativi della coscienza dei caratteri delle popolazioni lombarde che le sono propri, e da esse discendono. Istituti di tale memoria sono tradizionalmente la storia e l'archeologia, integrate dagli apporti delle discipline geomorfologiche, naturalistiche, antropologiche, della critica del pensiero e dell'arte.

OGGETTO DELLA TUTELA Oggetto della tutela sono beni e valori, connotati ed identificabili. Il piano disciplina le attività che alterano i beni esistenti e/o producono nuovi beni. Costituiscono “beni” e “valori”, per il settore storico culturale e insediativo: - le “opere” e le “attività” dell'uomo che incidono (o che hanno inciso) sull'assetto del territorio: insediamenti e infrastrutture, trasformazioni morfologiche e colturali dei suoli, della vegetazione, regimentazione delle acque, ecc.; - le “espressioni” di lingua, pensiero, tecnologia ed arte che qualificano i contenuti di tale attività ed opere; - le “immagini” del paesaggio e dell'ambiente che testimoniano il lungo processo evolutivo ed il rapporto dinamico tra naturalità ed antropizzazione, il significato dei valori storico- culturali e l'identificazione del proprio passato da parte delle comunità insediate.

Gli indirizzi del P.P.R. finalizzati alla tutela dei sopraddetti “beni e valori” sono organizzati in tre capitoli: 1. Insediamenti e sedi antropiche. 2. Infrastrutture di rete, strade e punti panoramici. 3. Luoghi della memoria storica e della leggenda.

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1. INSEDIAMENTI E SEDI ANTROPICHE

DESCRIZIONE LA TUTELA ED I SUOI OBIETTIVI

“Insediamento” viene propriamente definito il più complesso Le esigenze di ricostituzione di un'identità della fenomeno di distribuzione e stabilizzazione di gruppi umani in connotazione del territorio attraverso le configurazioni un paese. Lo stesso termine individua le strutture e le unità architettoniche, urbanistiche e dello spazio verde, insediative. Costituiscono, dunque, “insediamenti” e “sedi riconducono ai temi del linguaggio (tecnico culturale) e alle antropiche”: gli insiemi (non necessariamente costituiti da diverse discipline che l'uomo utilizza per dar corpo alle edifici) che sono o sono stati utilizzati come riparo o dimora proprie necessità insediative. Necessità che non stabile e luogo base per le attività dell'uomo e dei gruppi umani. giustificano mai la rinuncia, da parte di chi progetta o Tali sedi tendono a realizzare un habitat compatibile con la pianifica, alle responsabilità nei confronti del territorio ed vulnerabilità dell' organismo umano da parte dei fattori alla qualificazione del prodotto finale. bioclimatici, funzionale alla formazione di condizioni di vita La pianificazione paesaggistica deve garantire la tutela idonee a favorire lo sviluppo delle attitudini conoscitive delle componenti strutturali della memoria storica. individuali e delle attività sociali. Costituiscono pertanto il Obiettivo conseguente è, dopo la “tutela” della memoria, caposaldo territoriale indispensabile alla crescita delle la “disciplina” dei nuovi interventi che devono conferire, Comunità ed alla connotazione del paese abitato dall'uomo. come è avvenuto per il passato, “nuova” qualità Gli insediamenti vengono individuati e distinti, in rapporto progettuale al territorio, su ordini e limiti e metodologie di alla consistenza delle sedi, alle funzioni ed ai ruoli svolti intervento confermativi della memoria storica. rispetto al territorio, in “CENTRI” e “NUCLEI”. La classificazione segue in prima approssimazione il criterio ISTAT, che articola il territorio di ogni Comune in frazioni (geografico-amministrative statistiche) e raggruppa gli insediamenti (le località abitate) di ogni frazione in Centri e Nuclei abitati o in Case sparse. Ai fini dei presenti indirizzi, (rivolti al!'individuazione e disciplina paesistica dei contesti edificati, ed alla tutela della memoria storica) costituiscono Nuclei, e vengono così identificati nei repertori e in mappa, ancorché classificati dall'ISTAT tra le Case Sparse, gli edifici, ripari e manufatti isolati (o le loro tracce) registrati sulla cartografia nazionale e/o sulle mappe catastali con toponimo proprio. Costituiscono convenzionalmente forme particolari di centro (in analogia all'ISTAT) le CITTÀ che, per struttura e tradizione, vantano tale titolo e a cui la dotazione di servizi ed il ruolo storico conferiscono carattere emergente rispetto al proprio territorio.

Regione Lombardia – gennaio 2010 PPR - Indirizzi di tutela

1.1 CENTRI E NUCLEI STORICI INDIRIZZI DI TUTELA IDENTIFICAZIONE INDIRIZZI DI TUTELA

Sono da considerare parte integrante dei Centri e Nuclei storici, La tutela dei centri e dei nuclei storici deve essere Costituiscono “insediamenti storici” ovvero insediamenti “di La tutela della memoria storica (e dei valori di paesaggio da indipendentemente dalla classificazione urbanistica, anche: finalizzata alla conservazione e trasmissione degli origine” (per epoca di fondazione o rifondazione) ed “impianto questa inscindibili) si esercita per ogni singolo centro o a) le aree di pertinenza funzionale o visiva di edifici e organismi nel loro complesso. Tale tutela sarà quindi storico” (per struttura e tipologia insediativa) nucleo in relazione alla perimetrazione dell'ambito nuclei elementari isolati; definita in seguito ad una attenta lettura dei caratteri e convenzionalmente i contesti, prevalentemente edificati, interessato dal tessuto insediativo antico (strutture edilizie, b) le aree inedificate (inteme o circostanti l'agglomerato degli elementi connotativi, del sistema di relazioni, dei costituiti da strutture e agglomerati edilizi o da edifici e verde, spazi privati e civici ecc.) valutati come insieme e storico) in diretto rapporto visivo con esso; rapporti visivi e strutturali tra le diverse parti di uno stesso manufatti isolati - definiti come Centri e Nuclei - la cui contesto unitario. Per la tutela del singolo bene tale contesto c) il verde e le fasce di rispetto o di protezione visiva, centro o nucleo e tra questo e il suo territorio. presenza, traccia o memoria è attestata dalla prima cartografia costituisce elemento obbligato di analisi, riferimento e idonee ad assicurare la fruibilità e l'immagine L'individuazione e la tutela dei Centri e Nuclei storici I.G.M. 1:25000. giudizio. dell'insieme o di sue parti significative; sono disciplinate dall’art. 25 della Normativa del PPR. I soggetti estensori dei piani urbanistici e territoriali definiscono Sono ammessi di regola gli interventi non distruttivi del d) gli edifici di costruzione (o di ristrutturazione) recente per ogni insediamento storico i caratteri qualitativi e il rango bene e dei suoi elementi, nel rispetto dei caratteri formali e interclusi o accorpati ad un agglomerato storico, o assunto, alle diverse sequenze cronologiche, nell' delle tecniche costruttive tradizionali (tipologia, materiali e comunque in diretta relazione ottica con esso; organizzazione politico amministrativa, civile e religiosa del dettagli costruttivi equivalenti a quelli del nucleo originario) e) le estensioni integrative degli ambiti, come sopra territorio: sede di Pieve, Feudo, Comune; capoluogo distrettuale, allo scopo essenziale di non alterare l'equilibrio del determinati, operate in fase di studio. vicariato, ecc .. complesso e la sua struttura. Le integrazioni funzionali, Centri e Nuclei storici costituiscono singolarmente insiemi unitari finalizzate al completamento o al recupero, sono da ed individui (nel loro complesso e consistenza) sintesi: verificare in riferimento alla ammissibilità dell'intervento - dei diversi caratteri e tipologie edilizie (palazzi, chiese, teatri con il carattere del tessuto edilizio d'insieme e la tipologia ecc.) ; dell'edificio. La destinazione d'uso è opportuno che risulti - degli spazi d'uso privato (corti, giardini, aie ecc.) o comune coerente con gli elementi tipologici, formali e strutturali del (piazze, sagrati, parchi ... ) ; singolo organismo edilizio, valutato in relazione alla - delle opere di difesa militare (mura, torri ecc.) o di protezione prevalenza dell'interesse storico. civile (argini, contrafforti, valli ecc.); - delle infrastrutture di mobilità interna e di connessione al territorio circostante; - delle individualità visive e degli elementi di tradizione materiale, storica, artistica, linguistica (ovvero di tutto il complesso etno-culturale) che li tipizzano e differenziano.

1.2 ELEMENTI DI FRANGIA LA TUTELA ED I SUOI OBIETTIVI IDENTIFICAZIONE INDIRIZZI DI TUTELA

Il concetto di frangia è ben distinto da quello di periferia con La tutela paesaggistica in questa situazione si esprime Ogni elemento di frangia ha precise esigenze di identità, di Il primo obiettivo paesaggistico in un tessuto di frangia cui tende tuttavia a confondersi nell'uso corrente: la frangia, principalmente come operazione progettuale di qualità e di immagine per evitare la ricaduta in una situazione urbana è dunque il recupero dell'identità (fisica, culturale, infatti, individua ed occupa un luogo fisico definibile in riqualificazione territoriale, con la precisa finalità di priva di configurazione riconoscibile. In un progetto visiva) della matrice territoriale, recupero (o riscoperta) che rapporto al contesto; la periferia è uno stato territoriale riscoprire e riassegnare identità ai luoghi, risolvendo il paesaggistico i problemi di periferizzazione riconducono a più deriva necessariamente, dalla lettura dei processi attraverso generalizzato, sono i luoghi lontani dal centro e in una rapporto tra spazi urbanizzati e spazi non urbanizzati. vasti temi di cultura e di assetto del territorio; i problemi di cui si è formata e caratterizzata. condizione subalterna ad esso. La periferizzazione resta uno frangia si presentano invece come possibile oggetto di L'identità originaria del paese nasce dalla sua storia. Gli stato di degrado per cui è implicito il ricorso a provvedimenti intervento e disciplina immediata. elementi di riconoscimento lo identificano con connotazione non solo di politica urbanistica, ma di reincentivazione propria nella sua sedimentazione storica, risultano pertanto sociale e culturale. elementi irrinunciabili del progetto. Ogni nucleo isolato antico, sedimentato in un contesto La lettura della tessitura del territorio agricolo e degli spazi agricolo prevalente, presenta, come tendenza, un'identità aperti, contestuale a quella delle regole di organizzazione del conclusa, un'immagine che risolve l'integrazione tra gli tessuto urbano, permette di proporre nuove forme di dialogo e elementi edificati ed il loro contesto, naturale o culturale. Lo integrazione tra città e campagna. stato caratteristico della frangia, invece, per la prevalenza In questa operazione viene ad assumere un ruolo rilevante il degli elementi urbani recenti non correlati formalmente ed il riconoscimento di quelle “permanenze” che ancora possono frequente disuso del territorio agricolo, è dato proprio dalla costituire sia segni e simboli dell'identità locale che elementi mancata risoluzione di tale saldatura e dalla commistione (e strutturanti il progetto di riqualificazione paesaggistica ed sfrangiatura, appunto) di elementi in contrasto. La diffusa ambientale. Si considerino in tal senso anche i “frammenti” instabilità del limite di frangia, proietta inoltre e riflette uno appartenenti alle diverse organizzazioni territoriali storiche, stato permanente di crisi del territorio. che assurgono ora, nel nuovo contesto, a simboli delle precedenti fasi di insediamento.

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2. INFRASTRUTTURE DI RETE, STRADE E PUNTI PANORAMICI

LA TUTELA ED I SUOI OBIETTIVI IDENTIFICAZIONE INDIRIZZI DI TUTELA

Le “infrastrutture” costituiscono elementi di Obiettivi di tutela sono la memoria storica ed il paesaggio. Viabilità storica organizzazione territoriale degli insediamenti antropici. La tutela della memoria investe: Costituiscono beni storici (ed identificano in prima istanza la Si rimanda alla normativa specifica del presente piano (in Formano sistemi “di rete” i tracciati funzionali alla a) i tracciati ed i percorsi storici e quelli archeologici (nella rete della viabilità storica) i tracciati su strada, su sterrato e particolare articoli 26 e 27) e alle indicazioni riportate nel Piano comunicazione tra centri e al trasferimento di beni e loro presenza, traccia o memoria) e gli elementi ad essi su ferro di cui è accertabile la presenza nella prima di Sistema – Tracciate base paesistici. risorse. Tracciati, manufatti e contesti sono riferibili alle sostanziali o accessori; cartografia I.G.M. 1:25.000 e dal confronto con le seguenti categorie strutturali: b) le direttrici assiali di tali tracciati e l’impronta che cartografie preunitarie. La rete di viabilità storica è verificata a) viabilità su strada o sterrato, sia carrabile che determinano nei limiti amministrativi e negli ed integrata dalla consultazione dei catasti e dei documenti pedonale; orientamenti delle colture, dei fabbricati ecc.; d'archivio. b) viabilità su ferro (ferrovie, tranvie, funicolari ecc.); c) i contesti ambientali (morfologici, vegetazionali o Tracciati, strutture ed arredi della viabilità antica, pubblica o c) vie d'acqua (laghi, fiumi, navigli e canali). insediativi) evocativi o testimoniali della memoria successivamente privatizzata, costituiscono patrimonio e storica. memoria collettiva.

La tutela del paesaggio investe: a) l'orizzonte sensibile ed i singoli elementi e mete ottiche Navigli e canali storici fruibili dal percorso o da punti di visuale isolati; Costituiscono beni storici (anche ove non inclusi negli La tutela si esercita sugli elementi propri e su quelli di b) l'emergenza paesaggistica, in quanto riconoscibile e elenchi delle acque pubbliche di cui al regio decreto 11 connessione ed integrazione al territorio, in relazione ai valori localizzabile per oggetti, caratteri, percorsi e/o punti di dicembre 1933 n. 1775 “Approvazione del testo unico delle della memoria storica e di caratterizzazione e fruibilità del visuale; disposizioni di legge sulle acque e sugli impianti elettrici”) i paesaggio, in coerenza con l’art. 21 della Normativa del PPR, c) l'inserimento di tracciati ed elementi materiali visibili navigli, i canali e le rogge di cui è accertabile la presenza garantendo: dal loro intorno in un contesto ambientale consolidato; anteriormente alla prima cartografia I.G.M. 1 :25.000 ed i a) la salvaguardia, ovvero recupero o tutela, dei manufatti d) i punti peculiari di osservazione di determinate cui tracciati risultino censiti nelle mappe dei cessati catasti. originali: conche, chiuse, incili, alzaie, ponti, molini e opifici emergenze paesaggistiche. Costituiscono emergenze particolari della memoria storica ecc. caratteristiche dei rivestimenti, sistema dei derivatori ed quelle di cui può essere documentata e supposta l'antichità, adduttori ecc.; La disciplina di intervento, cui compete la conservazione e la funzione originaria e l'identità del costruttore. b) la salvaguardia, ovvero recupero e tutela, di quegli aspetti per valorizzazione dei beni ed elementi tutelati, interessa: cui i valori originari dell' opera possono essere resi ancora a) gli interventi di manutenzione e trasformazione di evidenti e fruibili: navigabilità originaria, percorribilità e tracciati, manufatti ed attrezzature (quali alberature, caratteri delle alzaie, connessione diretta con la falda idrica, siepi, separatori, arredi ecc., comunque preesistenti); protezione dall'inquinamento delle acque; b) la realizzazione di nuovi tracciati e varianti di tracciati c) la libera ed immediata percezione visiva degli elementi preesistenti che implichino il disassamento delle che condensano e sottolineano i valori dell' opera ed il suo direttrici storiche tutelate, la formazione di manufatti inserimento attivo nel paesaggio: vegetazione di margine, attrezzature ed arredi nonché la trasformazione di ville e parchi contermini; profondità e caratteri del paesaggio. contesti ambientali comunque stabilizzati; c) la predisposizione di fasce di rispetto e protezione visiva della viabilità di interesse paesaggistico, calibrate e distinte da quelle di pura inedificabilità. L'utilizzazione di tali aree è condizionata dal mantenimento di un assetto di decoro ambientale, con esclusione di deposito e accatastamento di materiali residuati o di scorte, macchinari ecc.; con esclusione di ogni indiscriminato uso espositivo e pubblicitario e non autorizzato in ordine alla compatibilità ambientale.

Indicazioni più particolari sono contenute nel secondo Piano di Sistema – Tracciati base paesistici.

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3. LUOGHI DELLA MEMORIA STORICA E DELLA LEGGENDA

LA TUTELA ED I SUOI OBIETTIVI IDENTIFICAZIONE INDIRIZZI DI TUTELA

Luoghi rappresentativi della presenza umana sul territorio e Tali luoghi devono essere tutelati conservando e Principali luoghi di culto e di devozione popolare. degli eventi importanti e rappresentativi della storia sociale, ripristinando i rapporti paesistici e spaziali originari, Si tratta dei diffusi luoghi di devozione popolare presenti in La tutela riguarda innanzitutto la conservazione dei beni in politica, religiosa, culturale e artistica. prendendo in considerazione le eventuali tracce storiche e i Lombardia: Santuari, Vie Crucis, raffigurazioni murali, sè e della loro riconoscibilità nel territorio nonchè la riferimenti simbolici. santelle ecc.. salvaguardia delle relazioni strutturali che tali beni La normativa di tutela deve, in particolare, evitare opere intrattengono con il territorio stesso. edilizie e infrastrutturali, e movimenti di terra che alterino e Le azioni di tutela riguardano anche l'area interessata compromettano la sacralità e la solennità dei contesti evitando l'inserimento di elementi intrusivi che possano interessati. turbare il carattere proprio e il significato simbolico di detti beni.

Luoghi di importanti eventi militari Sono i luoghi teatro di eventi militari il cui nome è in grado La tutela riguarda la conservazione di tutti quegli elementi di evocare quelle vicende e di conferire in tal senso una di “storicità” relativi al periodo dell'avvenimento e capaci di precisa identità ai luoghi stessi. evocare l'evento specifico.

Luoghi ed aree consacrati dalla letteratura e dall'iconografia Si tratta di paesaggi e luoghi descritti e celebrati da guide La tutela riguarda la conservazione dei caratteri connotativi turistiche, diari di viaggio, opere letterarie e e delle configurazioni paesistiche rese celebri da scrittori, rappresentazioni pittoriche. poeti, pittori e viaggiatori.

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PARTE III

AMBITI TERRITORIALI DI SUCCESSIVO APPROFONDIMENTO PAESISTICO – AMBITI DI CRITICITA’

Si tratta di ambiti di particolare rilevanza paesaggistica sui quali si richiama la necessità di esercitare una specifica attenzione nell'elaborazione degli strumenti di pianificazione territoriale, in particolare per quanto riguarda i Piani territoriali di coordinamento provinciali. Infatti, gli ambiti territoriali, di varia estensione, presentano particolari condizioni di complessità per le specifiche condizioni geografiche e/o amministrative o per la compresenza di differenti regimi di tutela o, infine, per la particolare tendenza trasformativa non adeguata allo specifico assetto paesaggistico.

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A. Ambiti caratterizzati dalla presenza di molteplici aree assoggettate a tutela ai sensi della legge B. Territori geograficamente e/o culturalmente unitari amministrativamente collocati in più province e 1497/1939, successivamente ricompresa nella Parte III del D.Lgs 42/2004, per le quali si rende necessaria una parzialmente nell'ambito di Parchi costituiti. verifica di coerenza all'interno dei P.T.C. provinciali, anche proponendo la revisione dei vincoli/beni paesaggistici. VALLE OLONA E VAL MOREA, VAL D'ARNO (Va, Co e al Parco della Pineta di Appiano Gentile) Comuni di: Rodero, Cantello, Malnate, Lozza, Vedano Olona, Gazzada, Schianno, Morazzone, Castiglione Olona, Gornate MORENE DEL GARDA E FIUME CHIESE Olona, Caronno Varesino, Carnago, Castelseprio, Tradate, Lonate Ceppino, Cairate, Gorla Maggiore, Gorla Minore, - In provincia di Brescia Comuni di: Marnate, Solbiate Olona, Fagnano Olona, Cassano Magnago. Acquafredda, Bedizzole, Calcinato, Calvagese della Riviera, Carpenedolo, Desenzano del Garda, Gavardo, Lonato, Manerba del Garda, Montichiari, Muscoline, Padenghe sul Garda, Polpenazze del Garda, Pozzolengo, CANTURINO (Co, Mi e Parco della Valle del Lambro) Comuni di: Puegnago sul Garda, Remedello, Roè Volciano, San Felice del Benaco, Salò, Soiano del Lago, Villanova sul Lipomo, Montorfano, Alzate Brianza, Lurago d'Erba, Capiago Intimiano, Senna Comasco, Cucciago, Cantù, Clisi. Brenna, Carimate, Figino Serenza, Novedrate, Mariano Comense, Carugo, Arosio, Inverigo Cabiate, Meda, Lentate - In provincia di Mantova Comuni di: sul Seveso. Asola, Casalmoro, Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Goito, Guidizzolo, Medole, Monzambano, Porto Mantovano, Solferino, Volta Mantovana. BRIANZA ORIENTALE DELLA MARTESANA O DELL’ADDA (Co, Mi, Parchi del Lambro, del Curone, del Vincoli/Beni paesaggistici: Monte Barro, d'Adda Nord) Carpenedolo D.M. 25/02/1967 Desenzano D.M. 16/12/1958 - D.M. 20/7/1960 - D.M. 14/11/1962 - D.M. 20/5/1967 - d.g.r. 7308 del 19/05/2008 COLLINE DI SAN COLOMBANO (Mi, Pv) Lonato D.M. 16/3/1956 - D.M. 1/10/1959 - D.M. 25/8/1965 - D.M. 18/2/1972 Manerba del Garda D.M. 25/02/1967 - D.M. 24/3/1976 Moniga del Garda D.M. 24/3/1976 Padenghe sul Garda D.M. 23/2/1967 - D.M. 16/2/1972 C. Oltrepo Pavese (vedi art.22 comma 7 della Normativa del PPR) Polpenazze del Garda D.M. 25/02/1967 - D.M. 27/4/1976 Pozzolengo D.M. 25/2/1967 L’intero ambito è penalizzato da un gravissimo dissesto geologico, le opere di ripristino e consolidamento devono Puegnago sul Garda D.M. 15/6/1960 - D.M. 12/11/1962 - D.M. 22/2/1967 essere attentamente valutate anche in funzione della tutela dei caratteri connotativi del paesaggio agrario. Roè Volciano D.M. 08/04/1958 Il territorio è caratterizzato dalla presenza di insediamenti molto antichi, la presenza dell'uomo è testimoniata da Salò D.M. 08/04/1958 - D.M. 04/02/1965 - D.M. 23/2/1967 ritrovamenti del periodo preistorico. San Felice del Benaco D.M. 08/04/1958 - D.M. 15/01/1967 - D.M. 06/05/1968 È opportuno che specifiche e articolate indicazioni di tutela si collochino all'interno di un piano di sistemazione Soiano del Lago D.M. 25/02/1967 - D.M. 24/3/1976 paesistica di dettaglio. Castiglione delle Stiviere D.M. 22/04/1966 Comuni di: Cavriana D.M. 19/12/1966 Rivanazzano, Retorbido, Codevilla, Torrazza Coste, Montebello della Battaglia, Casteggio, Corvino San Quirico, Monzambano D.M. 03/02/1966 Santa Giulietta, Redavalle, Broni, Stradella, Arena Po, Bosnasco, Zenevedro, Canneto Pavese, Cigognola, Solferino D.M. 24/08/1966 Montescano, Montù Beccaria, San Damiano al Colle, Castana, Pietra de Giorgi, Torricella Verzate, Mornico Losanna, Volta Mantovana D.M. 11/01/1967 Oliva Gessi, Calvignano, Lirio, Rovescala, Montalto Pavese, Montecalvo Versiggia, Rocca de Giorgi, Golferenzo, Santa Maria della Versa, Volpara, Canevino, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Ruino, Rocca Susella, Pontenizza, FRANCIACORTA - ISEO Cecima, Bagnaria, Menconico, Santa Margherita di Staffora, Brallo di Pregola. In provincia di Brescia Comuni di: Adro, Brescia, Brione, Capriolo, Castegnato, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Collebeato, Cologne, D. Altri ambiti di criticità Concesio, Cortefranca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Ospitaletto, Paderno Franciacorta, Palazzolo sull'Oglio, Paratico, Passirano, Provaglio d'Iseo, Rodengo Saiano, Roncadelle, Rovato. Ambiti che per la presenza di molteplici infrastrutture (autostrade, ferrovie, strade statali) e per l'originaria residua qualità dell'ambiente naturale, richiedono che la pianificazione sovracomunale definisca obiettivi e modalità di Vincoli/Beni paesaggistici: assetto territoriale tali da contemperare la tensione trasformativa locale con la tutela di continuità paesistiche ancora Brescia D.M. 24/5/1952 - D.M. 29/09/1955 - D.M. 15/12/1959 - D.M. 10/11/1961 - D.M. 25/03/1972 recuperabili come elemento qualificante di un complessivo disegno di sviluppo territoriale. Cazzago San Martino D.M. 29/11/1965 Coccaglio D.M. 20/11/1963 Cologne D.M. 20/11/1963 COLLINE DEL VARESOTTO Comuni di: Cortefranca D.M. 4/6/1973 Azzate, Buguggiate, Brunello, Crosio della Valle, Castronno, Mornago, Sumirago, Albizzate, Besnate, Solbiate Erbusco D.M. 28/02/1963 - D.M. 20/11/1963 - D.M. 12/5/1967 - D.M. 22/7/1968 - d.g.r. 7311 del 19/05/2008 Arno, Jerago con Orago, Oggiona con Santo Stefano, Cavaria con Premezzo. Iseo D.M. 29/04/1960 - D.M. 25/06/1970 - D.M. 04/06/1973 Palazzolo sull'Oglio D.M. 25/8/1965 COLLINE DI SAN FERMO Comuni di: Paratico D.M. 29/04/1960 Villaguardia, Montano Lucino, Gironico al Monte, San Fermo della Battaglia, Cavallasca, Parè, Brezzo, Ronago, Provaglio d’Iseo D.M. 28/05/1968 – D.M. 04/06/1973 Faloppio, Uggiate-Trevano, Bizzarone. Rovato D.M. 01/10/1959 - D.M. 20/11/1963

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PARTE IV

RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA E CONTENIMENTO DEI POTENZIALI FENOMENI DI DEGRADO

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Principi Generali

Per intervenire sul contenimento dei processi di progressivo degrado e compromissione Esse possono essere di natura diversa: paesaggistica è necessario agire il più possibile sulle cause che li determinano, evitando che a) iniziative direttamente finalizzate a conservare e valorizzare la qualità paesistico- necessità trasformative funzionali e di settore portino inconsapevolmente verso una graduale ambientale e fruitiva; alterazione dei valori paesaggistici preesistenti correlata ad un progressivo azzeramento delle b) programmi e politiche settoriali che possono costituire significativi momenti di differenti caratterizzazioni paesaggistiche del territorio, oggi riconosciute come una ricchezza qualificazione e di regolamentazione paesistico-ambientale, come ad esempio: (anche in termini economici) da salvaguardare.  il Programma attuativo regionale 10.000 ettari di Nuovi Sistemi Verdi multifunzionali In questa prospettiva è necessario puntare sulla costruzione di una volontà collettiva di (d.g.r. 3839 del 20 dicembre 2006) valorizzazione dei caratteri identitari del paesaggio; solo tale volontà coniugata con  i programmi di riqualificazione urbana riguardanti aree dismesse (l.r. del 2 febbraio adeguate risorse umane, finanziarie e progettuali potrà garantire l’inversione delle tendenze al 2007 n.1- “Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della degrado paesistico-ambientale rilevate. Lombardia) Particolarmente significative in tale direzione sono le iniziative di processi partecipati di c) atti pianificatori in corso o di futura definizione, individuabili come strumenti appropriati riqualificazione paesaggistica e ambientale che formulano quadri strategici multiscalari e per indirizzare e coordinare le scelte riguardanti le trasformazioni del territorio verso multisettoriali (“scenari di riqualificazione”, “vision”) come ad es. Contratti di fiume, Contratti obiettivi di riqualificazione paesistico-ambientale, come ad esempio: di Quartiere, etc., l'elaborazione di “Linee guida” e l’individuazione e pubblicizzazione di  l’elaborazione del PTR (l.r.12/2005) “Buone pratiche”.  l’elaborazione dei PGT locali (l.r.12/2005)  l’adeguamento in itinere dei PTCP (l.r. 12/2005)  i Piani Territoriali Regionali d’Area (l.r. 12/2005) Si tratta di agire su più fronti :  i Piani di settore: Piani cave, Piani di indirizzo Forestale , Piani di Sviluppo rurale, - intervenire nelle situazioni di degrado e compromissione paesaggistica in essere Piano rifiuti, …. considerando le azioni di riqualificazione paesaggistica come una risorsa fondamentale  gli Accordi di Programma: Contratti di fiume, etc. e prioritaria su cui far confluire investimenti pubblici e privati; esse quindi costituiscono d) progetti settoriali che da fattori di potenziale rischio paesistico-ambientale possono ambiti di intervento prioritari ; diventare opportunità per intervenire in modo integrato su alcuni contesti strategici, - mettere in atto misure di prevenzione del rischio di degrado e compromissione facendone emergere nuove potenzialità di riqualificazione, come in particolare quelli paesaggistica, estendendo il concetto di “manutenzione” agli aspetti paesaggistici di relativi alle infrastrutture e agli impianti tecnologici, agli “spazi tecnici” in generale; tutto il territorio con tre possibili declinazioni: cura, monitoraggio, dialogo e) ambiti territoriali che, in punti nodali del territorio, presentano opportunità transettoriale; particolarmente rilevanti per la definizione di progetti integrati di riqualificazione - premiare (con riconoscimenti, incentivi etc) gli atteggiamenti virtuosi che si sono paesaggistica e ambientale. mostrati efficaci nel conseguire risultati concreti di riqualificazione.

Per quanto riguarda le situazioni di degrado e compromissioni in essere sulla base di una

valutazione del grado di reversibilità/irreversibilità è possibile definire (alle diverse scale e in Occorre innanzitutto procedere cogliendo le opportunità offerte dalle iniziative in corso a relazione ai diversi strumenti) interventi di : livello locale e sovralocale (piani, programmi, progetti, etc.), ritenute rilevanti per la - MITIGAZIONE definizione di interventi integrati di riqualificazione paesaggistica e ambientale. - RIMOZIONE (di manufatti), DELOCALIZZAZIONE (di funzioni);

- RIPARAZIONE/RIPRISTINO/RESTAURO dei caratteri originari - SOSTITUZIONE ELEMENTI INCONGRUENTI - RICOMPOSIZIONE/RICONTESTUALIZZAZIONE paesaggistica - TRASFORMAZIONE, reinterpretazione, creazione di nuovi paesaggi Gli interventi di COMPENSAZIONE dovrebbero essere prevalentemente concentrati in tali ambiti mediante recupero e riqualificazione delle aree stesse e di aree contigue.

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La tavola F (“Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale”) e la Il degrado in essere o potenziale può riguardare singole aree o interi ambiti. tavola G (“Contenimento dei processi di degrado e qualificazione paesaggistica: ambiti ed aree Il fenomeno si considera d’area quando riguarda una situazione limitata e circoscrivibile nella di attenzione regionale”) del presente Piano evidenziano alcuni ambiti e aree che necessitano sua estensione, tendenzialmente interessata da un processo univoco di degrado/dismissione. Il prioritariamente di attenzione in quanto indicative a livello regionale di situazioni fenomeno d’area può riguardare anche un sistema di aree, afferenti ad uno stesso territorio e una potenzialmente interessate da fenomeni di degrado o a rischio di degrado paesaggistico. stessa problematica, per esempio aree di cave cessate di pianura a falda affiorante in contesto rurale. Prevalgono in questo caso esigenze di azioni e indicazioni progettuali specifiche volte a I presenti indirizzi articolano maggiormente le categorie di ambiti e aree afferenti alle diverse riqualificare l’area in sé e a ridefinirne o ricostruirne coerenti correlazioni con il contesto cause di degrado, fornendo indicazioni relative ai fenomeni che possono derivarne, azioni utili migliorando anche questo ultimo. per la loro riqualificazione e azioni utili per prevenire future forme di degrado o Il fenomeno si considera d’ambito quando riguarda una situazione territoriale estesa e non compromissione. esattamente circoscrivibile interessata da fenomeni diffusi di degrado o banalizzazione, contraddistinti spesso da rischi di ulteriore degrado/abbandono. In queste situazioni prevalgono Le province, i parchi e i comuni, tramite i propri strumenti di pianificazione e programmazione esigenze di attivazione di politiche e azioni volte a riorganizzare e riqualificare complessivamente territoriale e urbanistica, rispetto ai propri territori e competenze, individuano in modo puntuale l’ambito, invertendo processi e modalità di sviluppo in corso, tramite la definizione di scenari le situazioni realmente interessate da degrado o compromissione paesaggistica o da rischi di ampi e condivisi di ricomposizione paesaggistica, definizione di linee guida per gli interventi, futuro degrado e definiscono conseguentemente politiche e azioni di intervento per la attivazione di programmi locali di sviluppo, incentivazione di comportamenti virtuosi, piani riqualificazione e il contenimento del degrado del paesaggio locale. d’area o piani attuativi. Negli ambiti a maggiore valore paesaggistico per integrità e rilevanza dei caratteri connotativi, di natura naturalistica o storico-culturale, le indicazioni di riqualificazione e Oltre alle norme e agli indirizzi del presente piano, per tutti gli aspetti trattati si richiamano in contenimento devono essere di massima orientate al ripristino e consolidamento degli particolare i seguenti riferimenti : elementi e dei sistemi di relazione correlati alle qualità riconosciute dei luoghi specifici e dell’intorno, anche reinterpretando elementi e sistemi di correlazione nel nuovo contesto  Regione Lombardia, d.g.r. 8 novembre 2002 n. 7/11045 – Linee guida per l’esame territoriale e socio-economico. paesistico dei progetti – BURL 2° supplemento Straordinario, 21 novembre 2002 Nel caso invece di ambiti ormai destrutturati prevalgono obiettivi di ridisegno e  Regione Lombardia, d.g.r. 29 dicembre 2005 n. 8/1681 – Modalità per la pianificazione ricomposizione dei paesaggi e di proposizione di nuovi elementi di relazione con il contesto comunale (l.r. 12/2005 art.7) – BURL 2° supplemento Straordinario, 26 gennaio 2006 più ampio.  Regione Lombardia, d.g.r. 15 marzo 2006 n. 8/2121 – Criteri e procedure per l'esercizio delle funzioni amministrative in materia di tutela dei beni paesaggistici in attuazione Nella definizione delle azioni si dovrà comunque tenere conto dell’interesse paesaggistico della legge regionale 11 marzo 2005, n.12 – BURL 3° supplemento Straordinario, 31 prevalente che connota il territorio o il luogo in esame. marzo 2006 Si possono schematicamente distinguere situazioni a prevalente interesse naturalistico (quali riserve e parchi naturali, zone umide, fiumi e corsi d’acqua naturali, boschi, geositi etc.), a Sono inoltre richiamati, per ogni singolo aspetto trattato, altri riferimenti riguardanti linee guida e prevalente interesse panoramico (paesaggi rurali, lungolago, percorsi e punti buone pratiche. panoramici/belvedere, etc.), a prevalente interesse storico culturale o testimoniale di valori tradizionali (centri e nuclei storici, insediamenti rurali, navigli, sistema irriguo, opere d’arte, ville e parchi, archeologia industriale etc.). I diversi interessi possono ovviamente convivere in uno stesso ambito anche se con livelli di caratterizzazione differenti.

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2. AREE E AMBITI DI DEGRADO PAESAGGISTICO PROVOCATO DA PROCESSI DI URBANIZZAZIONE, INFRASTRUTTURAZIONE, PRATICHE E USI URBANI

DESCRIZIONE DEL FENOMENO RIFERIMENTI ALLE TAVOLE DI PIANO INDIRIZZI DI RIQUALIFICAZIONE INDIRIZZI DI CONTENIMENTO E PREVENZIONE DEL RISCHIO

Le aree e gli ambiti di degrado e/o compromissione La tavola F riporta : Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e paesistica o a rischio di degrado e/o compromissione  l'ambito del “sistema metropolitano lombardo” con forte nelle azioni di Pianificazione territoriale e di Governo nelle azioni di Pianificazione territoriale , di Governo provocato dai processi di urbanizzazione, presenza di aree di frangia destrutturate (fonte: PTR) locale del territorio, di progettazione e di realizzazione locale del territorio, di progettazione e di realizzazione infrastrutturazione, diffusione di pratiche e usi urbani  le “conurbazioni lineari” (lungo i tracciati, lineari, degli interventi degli interventi del territorio aperto, sono generalmente caratterizzati da lacuali) un marcato disordine fisico, esito di un processo  gli ambiti degli insediamenti industriali (fonte: R.L. - Le ipotesi di riqualificazione saranno definite valutando il I nuovi interventi di urbanizzazione saranno definiti sia in evolutivo del territorio che vede il sovrapporsi, senza SIT). territorio considerato sotto il profilo paesaggistico in base termini localizzativi che di assetto sulla base di una confronto con una visione d’insieme, di differenti e  Gli ambiti sciabili (per numero di impianti; fonte: Anef alla rilevazione, alla lettura e alla interpretazione dei fattori approfondita analisi descrittiva del paesaggio, dell'ambiente spesso contraddittorie logiche insediative. Ski Lombardia) fisici, naturali, storico-culturali, estetico-visuali ed alla e del contesto interessato ponendo come obiettivi primari :

 gli ambiti estrattivi in attività (fonte: R.L. - Catasto delle possibile ricomposizione relazionale dei vari fattori e in - il rispetto dei caratteri strutturali del paesaggio cave) particolare sulla base di un’attenta lettura/valutazione dei interessato (naturali e storici)

 le discariche (fonte: R.L. - SIT). seguenti aspetti : - l'assonanza con le peculiarità morfologiche dei - grado di tenuta delle trame territoriali (naturali e luoghi

La tavola G riporta: antropiche) e dei sistemi paesaggistici storicamente - la ricostruzione di un rapporto più equilibrato tra parti urbanizzate e spazi aperti, che dovranno  l'ambito del “sistema metropolitano lombardo” con forte definitesi essere messi in valore, riscoprendone i caratteri presenza di aree di frangia destrutturate (fonte: PTR) - connotazioni paesistiche del contesto di riferimento e sostantivi e identitari, anche in correlazione con la  l'ambito di possibile dilatazione del “Sistema rapporti dell’area degradata con esso definizione della rete verde provinciale e dei sistemi metropolitano milanese” - individuazione delle occasioni di intervento verdi comunali  le “conurbazioni lineari” (lungo i tracciati, lineari, urbanistico e ottimizzazione delle loro potenzialità di

lacuali) riqualificazione paesaggistica

 la “neo-urbanizzazione” (rilevata attraverso l'evidenziazione dell'incremento >1% della superficie urbanizzata nel periodo 1999-2004)  gli ambiti degli insediamenti industriali (fonte: R.L. - SIT).  I distretti industriali  Gli ambiti sciabili (per numero di impianti; fonte Anef Ski Lombardia)  Gli ambiti estrattivi (fonte: R.L. - Catasto delle cave)  le discariche (fonte: R.L. - SIT).

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2.1 AREE DI FRANGIA DESTRUTTURATE CRITICITÀ INDIRIZZI DI RIQUALIFICAZIONE INDIRIZZI DI CONTENIMENTO E PREVENZIONE DEL RISCHIO

Per aree di frangia destrutturate 11 si intendono quelle parti  impoverimento/perdita di qualsiasi forma di identità Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e del territorio periurbano costituite da piccoli e medi paesaggistica e talvolta di condizioni minimali di nelle azioni di Pianificazione territoriale e di Governo nelle azioni di Pianificazione territoriale e di Governo agglomerati, dove spazi aperti ‘rurbanizzati’ e oggetti abitabilità, cui fanno riscontro: locale del territorio (PGT, in particolare Piano dei Servizi locale del territorio (PGT : in particolare Documento di architettonici molto eterogenei fra loro, privi di relazioni - frammentazione, omologazione e “banalizzazione” e Piano delle regole) Piano, Piani Attuativi e Atti di programmazione negoziata spaziali significative, alterano fortemente le regole del paesaggio degli spazi aperti, aggravata dalla con valenza territoriale) dell’impianto morfologico preesistente fino a determinarne recente tendenza alla densificazione o alla rarefazione Azioni: la sua totale cancellazione e la sostituzione con un nuovo degli insediamenti, con interclusione,  ridefinizione di un chiaro impianto morfologico Azioni: assetto privo di alcun valore paesaggistico ed ecosistemico, frammentazione e dequalificazione diffusa delle aree prioritariamente attraverso :  pianificazione attenta delle nuove previsioni di sviluppo che presenta situazioni in essere o a rischio di degrado e/o agricole periurbane, insufficienza e mancanza di - la conservazione e il ridisegno degli spazi aperti, alla chiara e forte definizione dell’impianto morfologico compromissione. qualità architettonico-spaziale e funzionale degli secondo un’organizzazione sistemica e polifunzionale, in termini di efficace correlazione con le tessiture spazi d’uso pubblico, perdita delle visuali lontane territoriali ed agrarie storiche, con specifica attenzione Territori maggiormente interessati : come contributo alla costruzione di una rete verde di - accerchiamento e progressiva interclusione di agli ambiti di trasformazione ed alla piena valorizzazione centri urbani maggiori ed in particolare le aree della livello locale che sappia dare continuità alla rete verde elementi isolati del patrimonio storico-architettonico della qualità paesaggistica nella pianificazione attuativa; “megalopoli padana” che comprendono le aree densamente di scala superiore; in particolare: e/o naturale che vengono estraniati dal loro contesto in particolare: urbanizzate lungo l’asse del Sempione, nell’area - conservando, proteggendo e valorizzando gli - diffusione di oggetti monofunzionali privi di alcun - conservando e assegnando valore strutturante ai metropolitana milanese, nella Brianza e lungo la direttrice elementi del sistema naturale e assegnando loro legame o di riferimenti ai luoghi con formazione di sistemi ed elementi morfologici e architettonici Milano Verona (Bergamo – Brescia). un ruolo strutturante nuove centralità urbane senza alcuna logica di preesistenti significativi dal punto di vista Ambito a rischio : l’area compresa tre la direttrice Milano- - riqualificando il sistema delle acque continuità con le preesistenti paesaggistico Verona e la strada Paullese (Milano-Crema-Orzinuovi- - attribuendo alle aree destinate a verde pubblico - usi e riusi spesso impropri del patrimonio edilizio e - difendendo gli spazi aperti e attribuendo al loro Ghedi-Castiglione delle Stiviere verso il Mantovano) che esistenti e previste nell’ambito considerato una conflitti d’uso dei suoli ridisegno un valore strutturante sarà innervata da nuove grandi infrastrutture di trasporto. elevata qualità ambientale, paesaggistica e - scarsa qualità architettonica e ambientale degli fruitiva - localizzando in modo mirato le eventuali nuove insediamenti produttivi e logistici - rafforzando la struttura del paesaggio agricolo necessità in modo tale da riqualificare i rapporti tra i - presenza invasiva delle infrastrutture a rete, sia soprattutto nei casi ove questo sia ancora margini urbani e i territori aperti viabilistiche che per il trasporto dell’energia e delle fortemente interconnesso con il grande spazio - impedendo la saldatura di nuclei urbani contigui opere finalizzate alla sua produzione rurale, conservando e incentivando le - conservando e assegnando valore strutturante ai - forte concentrazione di impianti per le sistemazioni colturali tradizionali, promuovendo sistemi ed elementi morfologici e architettonici telecomunicazioni e la radiotelevisione che programmi specifici per l’agricoltura in aree preesistenti significativi dal punto di vista determinano, in alcune aree, oltre a forti criticità di periurbane, etc. paesaggistico tipo percettivo, anche emergenze per la salute della - la riqualificazione del tessuto insediativo, in - individuando e promuovendo prestazioni di elevata popolazione particolare: qualità per i piani attuativi e i progetti urbani - presenza di aree sottoutilizzate e dismesse in - conservando e assegnando valore strutturante ai abbandono sistemi ed elementi morfologici e architettonici Riferimenti a linee guida e/o buone pratiche preesistenti significativi dal punto di vista  Regione Lombardia, D.G. Territorio e Urbanistica – IReR, Linee Guida paesaggistico per la valorizzazione delle aree verdi, 2004  Regione Lombardia, Progetto LOTO, Landscape Opportunities, La - definendo elementi di relazione tra le diverse gestione paesistica delle trasformazioni territoriali. Complessità polarità, nuove e preesistenti territoriale e valorizzazione del paesaggio. Esperienze a confronto in - preservando le ‘vedute lontane’ come valori Lombardia, 2006 spaziali irrinunciabili e curando l’architettura dei fronti urbani verso i territori aperti - riconfigurando l'impianto morfologico ove particolarmente destrutturato - orientando gli interventi di mitigazione al raggiungimento degli obiettivi di cui sopra - il recupero e la valorizzazione delle aree degradate, sottoutilizzate e in abbandono con finalità paesistico- fruitive e ambientali

Riferimenti a linee guida e/o buone pratiche  Regione Lombardia, D.G. Territorio e Urbanistica – IReR, Linee Guida per la valorizzazione delle aree verdi, 2004  Regione Lombardia, Progetto LOTO,AA.VV. Landscape Opportunities, La gestione paesistica delle trasformazioni territoriali. Complessità territoriale e valorizzazione del paesaggio. Esperienze a confronto in Lombardia, 2006

11 A tale proposito si segnala il Progetto Interreg II C “Franges des metropoles - Maitrise de l’urbanisation et développement durable dans les franges urbaines des grandes régions metropolitaines : évaluation des pratiques et propositions d’actions innovantes” (1997-2001) finanziato con i FEDER (Fondi Europei per lo sviluppo regionale) avente come capofila lo IAURIF, che ha riguardato le aree metropolitane dell’Ile-de-, la Regione Rhin-Neckar, L’Olanda meridionale, tra Amsterdam, Den Haag e Rotterdam, la Ruhrgebiet, e l’area di Londra nel Sud-Est dell’Inghilterra. 42

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2.2 CONURBAZIONI CRITICITÀ INDIRIZZI DI RIQUALIFICAZIONE INDIRIZZI DI CONTENIMENTO E PREVENZIONE DEL RISCHIO

Tra i fenomeni conurbativi conseguenti ai recenti processi  perdita di caratterizzazione identitaria dei diversi nuclei Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e di espansione che hanno fortemente inciso sull’assetto urbani nelle azioni di Pianificazione territoriale e di settore nelle azioni di Pianificazione territoriale e di settore paesistico lombardo, determinando condizioni di  peggioramento delle condizioni ecosistemiche (PTCP, Aree protette regionali, PLIS etc.) e di Governo (PTCP, Aree protette regionali, PLIS etc.) e di Governo degrado/compromissione in essere o a rischio, è possibile  perdita di continuità e relazioni funzionali e percettive locale del territorio (PGT). locale del territorio (PGT) . distinguere: del sistema del verde e degli spazi agricoli - le estese e dilatate conurbazioni formate dalla Azioni Azioni saldatura di nuclei e centri urbani diversi  salvaguardia e potenziamento dei varchi esistenti e delle  salvaguardia e potenziamento dei varchi esistenti e chiara - i nuovi sistemi di urbanizzazione lineare continua relazioni interne ai sistemi degli spazi aperti per il individuazione delle relazioni tra gli elementi costitutivi lungo i principali tracciati di collegamento, sia in rafforzamento della rete verde provinciale e del sistema del paesaggio : pianura che nei fondovalle e lungo le coste dei laghi del verde comunale e per una chiara individuazione - disincentivando l’occupazione di nuove aree - la diffusione puntiforme dell’edificato in pianura e nei delle relazioni tra gli elementi costitutivi del paesaggio - garantendo la massima continuità degli spazi aperti sistemi collinari.  attenta considerazione in tal senso dei progetti di naturali e agricoli recupero degli ambiti degradati e dismessi  potenziamento della fruizione panoramica delle direttrici Territori maggiormente interessati :  rafforzamento e attenta riqualificazione della rete di collegamento territoriale con particolare riguardo agli l’asse del Sempione, l’area metropolitana milanese, la idrografica elementi morfologici e storico-culturali che devono Brianza e la direttrice Milano-Verona (Bergamo –  sistemazione paesistica degli ambiti contermini alle mantenere la leggibilità del ruolo e della funzione Brescia); i fondovalle delle fasce alpine e prealpine (in infrastrutture con attenta contestualizzazione storicamente avuta nell’organizzazione territoriale particolare: Valganna, Valtellina, Valbrembana, dell'equipaggiamento vegetale  accompagnamento dei progetti di nuova Valseriana, Valcavallina, Valcamonica, Valtrompia, infrastrutturazione con correlati progetti di Valsabbia); i lungo lago (in particolare quelli lombardi del contestualizzazione volti alla ricucitura delle relazioni e Lago Maggiore e del Garda, lago di Como, quello alla riconnessione paesaggistica dell'intorno, anche orientale del lago d’Iseo); alcune direttrici di Riferimenti a linee guida e/o buone pratiche tramite la riqualificazione delle aree degradate collegamento territoriale (in Lomellina, tra Mortara e  Regione Lombardia, D.G. Territorio e Urbanistica – IReR, Linee Guida per la valorizzazione delle aree verdi, 2004 Vigevano, nell’Oltrepo Pavese, tra Voghera e Stradella,  Regione Lombardia, Progetto LOTO, Landscape Opportunities, La nel Cremonese–Mantovano tra Casalmaggiore e Viadana). Riferimenti a linee guida e/o buone pratiche gestione paesistica delle trasformazioni territoriali. Complessità  territoriale e valorizzazione del paesaggio. Esperienze a confronto in Regione Lombardia, D.G. Territorio e Urbanistica – IReR, Linee Guida Gli ambiti a rischio sono soprattutto connessi ai tracciati per la valorizzazione delle aree verdi, 2004 delle grandi infrastrutture di collegamento di nuova Lombardia, 2006  Regione Lombardia, Progetto LOTO, Landscape Opportunities, La realizzazione e/o potenziamento in corso o previste: in gestione paesistica delle trasformazioni territoriali. Complessità particolare la Broni-Mortara, la grande crociera tra la territoriale e valorizzazione del paesaggio. Esperienze a confronto in Cremona-Mantova e la Parma-Verona Lombardia, 2006

ALLEGATO 5: QUADRO DI RIFERIMENTO PAESAGGISTICO PROVINCIALE              6         %  

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Lanche ELEMENTI DEL PAESAGGIO AGRARIO TRADIZIONALE Boschi, foreste, Boschi e foreste brughiere Brughiere Macchie e frange boscate Vegetazione ripariale Vegetazione didiffusaffusa Filari alberati

ELEMENTI VEGETAZI ONALI Esemplari vegetazionali isolati Siepi stradali e poderali

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 )    COMUNE UNITA' DI PAESAGGIO AMBITI PAESAGGISTICI        

I rilievi pedemontani I rilievi di Montevecchia e Missaglia con la valle del Curone F3 La collina e i laghi morenici   La Brianza Casatese E2  L'alta pianura asciutta  L'alta pianura asciutta da Casatenovo a Merate   

Le dorsali e i sistemi del rilievo prealpino   Il Crinale Orobico - dal M. Foppabona al M. Resegone A5  I Piani di Bobbio e di Artavaggio A6  Le valli e i versanti interni  La Valsassina con i versanti e i terrazzi di e di Moggio B5    

La collina e i laghi morenici   Ambito dei laghi morenici (Pusiano e Annone) E1  La Brianza Oggionese E4      I rilievi e i versanti aperti sulla pianura  I pendii della Valle San Martino C5  I rilievi pedemontani   Il Monte Marenzo F7  L'alta pianura asciutta - valli fluviali  La valle e il sistema ambientale dell'Adda, con i laghi di Garlate, di e la palude di     

I rilievi pedemontani   I rilievi di Montevecchia e Missaglia con la valle del Curone F3 La collina e i laghi morenici La Brianza Meratese E3

     

LaLa collina e i laghi morenicimorenici LaLa BrBrianzaianza Casatese E2

 

I rilievi e i versanti aperti sulla pianura Il Monte Resegone C1 Le dorsali e i sistemi del rilievo prealpino Il Crinale Orobico - dal M. Foppabona al M. Resegone A5

           b     COMUNE DENOMINAZIONE/LOCALITA'         

49 Chiesa di S.Giorgio

    50 Chiesa a Monte Marenzo 

     51 Belvedere di Montevecchia               52 ColleColle di MonticelloMonticello  5353 VedutaVeduta di Villa GreppiGreppi  54 ChiesaChiesa a MonticellMonticelloo      55 Tabiago     56 Veduta dal M.Regina  57 Veduta dell'Adda        58 Veduta da Castel di Leves       59 Monte Legnone      60 Versante sopra Tartavalle     

61 Borgo di Vezio      62 Colle sopra Gittana

  

63 Versante di Vimogno



64 Monte Robbio

 

65 Punta del Corno

 

66 Chiesa a 67 Belvedere

   

68 Versante tra S.Marco e Valcava                  COMUNE TOPONIMO NUCLEO        

BARRIANO

LOMANIGA  MARESSO  MISSAGLIA   MISSAGLIOLA  OSSOLA     MOGGIO      LUZZANA  MOLTENO       BUTTO INFERIORE   MONTE MARENZO     

MONTEVECCHIA   OSTIZZA               CASATEVECCHIOCASATEVECCHIO  CASIRAGOCASIRAGO 

CORTENOVACORTENOVA BBALGANOALGANO   

MONTICELLOMONTICELLO BRIANZBRIANZAA

PREBONEPREBONE

SORINOSORINO

TORREVILLATORREVILLA

 

MORTERONE

 

CIBRONE

NIBIONNO

TABIAGO

                 COMUNE COD. DENOMINAZIONE LOCALITA'

97050005 BAITE CORNISELLA 97050006 BAITE 97050007 BAITE BONGIO 97050008 BAITE PENSCEI 97050009 CASCINE CANCEDO 97050010 CASCINE CULMINE 97050011 CASCINA PIANCA  

97051001 CHIESA PARROCCHIALE DI S. GIORGIO 97051002 VILLA ROSA 97051003 C. CAROLDO 97051004 C. MOLERA   

97052001 NUCLEO DI COSTA 97052002 CASTELLO DI CANTAGUDO 97052003 CHIESA PARROCCH. DI SAN PAOLO 97052004 NUCLEO DI PORTOLA 97052005 ORATORIO ROMANICO DI SANTA MARGHERITA 97052006 CHIESA DI S.ALESSANDRO 97052007 EX FILANDA BARACHETTI 97052008 NUCLEO DI RAVANARO 97052009 BERIOCCO 97052010 NUCLEO DI SPAIANO 97052011 NUCLEO DI PIUDIZZO 97052012 NUCLEO DI TORRE 97052013 CASCINA PORTICO 97052014 EDICOLA VOTIVA DEL CAROBBIO 97052015 EDICOLA VOTIVA DI S. CARLO 97052016 ZONA ARCHEOLOGICA "FOPPA" 97052017 ZONA ARCHEOLOGICA DI SPAIANO   

97053001 VILLA VITTADINI 97053002 SANTUARIO DELLA BEATA VERGINE DEL CARMELO 97053003 VILLA ALBERTONI AGNESI 97053004 CHIESA DI SAN BERNARDO SAN BERNARDO 97053005 V.LA DUCA           

97054001 VILLA GREPPIC CASATEVECCHIOASATEVECCHIO 97054002 VILLA NAVA - RUSCONI 97054003 CHIESA DI S.AGATA DI MONTICELLO 97054004 CHIESA DELLADELLA PURIFICAZIONE DI S. MARIA T TORREVILLAORREVILLA 97054005 CASCICASCINANA MAGRITTO 97054006 CASCICASCINANA CANOVA 97054007 CASCINA MASE' 97054008 CHIESA DI S.MICHELE C CORTENUOVAORTENUOVA

             ! ALLEGATO 6: CONTENUTI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA, DA RELAZIONE ILLUSTRATIVA DOCUMENTO DI PIANO PGT MONTICELLO 2009

IL TERRITORIO DEL COMUNE DI MONTICELLO BRIANZA che la comunità, pressata da troppi oneri, ha rinunciato a pagare la propria redenzione. Monticello e Casirago invece sfuggono ad un tentativo di infeudazione nel 1965, tentativo ripetuto nel 1692 finchè i Caratteristiche geografiche fratelli Domenico e Tommaso Nava, possidenti locali, optano per la redenzione. Diversa è la sorte toccata Il Comune di Monticello Brianza è situato a sud–ovest della Provincia di Lecco, a confine con la Provincia alla comunità di Casatevecchio, infeudata con le sue cascine al marchese Giulio Casati insieme alla di Milano ed è inserito nell’ambito territoriale della Brianza Casatese. comunità di Casate Nuovo. Si estende per una superficie pari a 465 ha con un’altitudine massima di circa 408 mt sul livello del mare Nella seconda metà del Settecento, il riformismo degli austriaci (i nuovi padroni della Lombardia) produce e minima di 306 mt. notevoli cambiamenti: superata la secolare frammentazione in piccole comunità, risultano uniti a A nord confina con i comuni di , Barzanò e Viganò; a est con il comune di Missaglia; a Monticello i nuclei di Cortenuova, Casate Vecchio, Torrevilla e Prebone: in tutto 630 abitanti. Il comune di sud con il comune di Casatenovo; ad ovest con il comune di Besana Brianza facente parte della Casirago ingloba l’antica comunità di Sorino, parte di Missagliola, il Rengione e la Molinata: 312 abitanti. Provincia di Milano. La popolazione è dedita in grande maggioranza alla attività agricola: poche decine di persone si dedicano Le più importanti città, vicine al comune sono: Monza che dista 17 Km, Lecco 25 Km, Como 28 Km; esso all’artigianato ed al commercio; numerosi proprietari terrieri, grandi e medi, con tendenza alla dista inoltre dal capoluogo di Regione, Milano, solo 40 Km. frammentazione dei fondi. Bisogna arrivare poi al 29 febbraio 1880 per vedere realizzata la fusione dei Le sue peculiari caratteristiche orografiche hanno privilegiato una vocazione di tipo residenziale due comuni di Monticello e Casirago, venendone però scorporate ed unite a Missaglia le citate frazioni di caratterizzata dalla presenza di importanti ville e parchi. Missagliola, Rengione e Molinata. Gli abitanti del comune unificato sono a fine Ottocento circa 2500. Il territorio fa perno su cinque nuclei di antica formazione, Cortenuova, Casatevecchio, Monticello, poiché a Monticello “la storia si è fatta pietra”, citiamo qualche monumento di interesse storico ed Casirago e Torrevilla i quali sono condizionati dalle situazione morfologiche ed antropiche del territorio. artistico, a cominciare dalle chiese parrocchiali. La Chiesa di S. Agata è stata ampliata tra il 1869 e il Altri centri di carattere storico, di dimensioni decisamente inferiori ai precedenti, sono Prebone e Sorino i 1876 su disegno dell’ing. Gioacchino Tagliasacchi; la chiesa dedicata al Redentore a Cortenuova fu quali, a differenza degli altri, non mostrano una spiccata vocazione all’espansione. costruita nel 1901-1902, quando la frazione fu separata da Besana ed eretta in parrocchia autonoma; la chiesa di S. Maria di Torrevilla fu edificata a partire dal 1773. Cenni storici Più interessanti dal punto di vista stilistico alcune ville signorili: la villa Greppi a Casate Vecchio, già “L’ubicazione del paese, situato in zona collinare, è all’origine del toponimo che compare per la prima proprietà Arrigoni, acquistata ed ampliata dalla famiglia milanese dei Greppi a partire dal 1811; la villa volta in una pergamena dell’anno 903 in cui si registra l’investitura di alcune terre fatta dal re d’Italia Nava, costruita su disegno di Luigi Canonica attorno al 1820, anche se la presenza della famiglia in loco Berengario ai canonici del Capitolo di San Giovanni di Monza. Agli stessi canonici nel 1162 l’imperatore è documentata almeno dal Quattrocento; la villa detta Bocconi, ora adibita a casa di riposo, costruita nel Federico Barbarossa concede poteri signorili su una serie di località tra cui Monticello, Casirago, settecento dal barone Cavalletti. Massaliora e Sorino. Un cenno meriterebbero infine alcuni personaggi storici; in vario modo legati a Monticello. A Sorino Il comune è composto da nuclei abitativi tuttora distinti, dipendenti da parrocchie diverse. Comunità dimorò a lungo Giovanni Virginio Schiapparelli, illustre astronomo (1835-1910); Luigi Bocconi (1839- sicuramente rintracciabili nelle carte antiche, a partire almeno dal basso Medio Evo, sono oltre a 1900) volontario garibaldino e poi grande industriale dell’abbigliament, dal 1883 proprietario della villa Monticello, Casirago, Cortenuova, Casatevecchio, Torrevilla, Prebone e Sorino, la cui autonomia è citata, fu anche sindaco del paese a fine secolo; Gaetano Casati (1838-1902) esploratore attestata, qua e là nel corso dei secoli, dai nomi dei consoli o capi della comunità. Il Toponimo di africano,domorò a Cortenuova e fu sindaco a sua volta di Monticello. Torrevilla, per altro, suggerisce l’idea di luogo fortificato e la conferma verrebbe dall’esistenza di una Universalmente è Giuseppe (1813-1874) nato a Casate Vecchio, rivoluzionario e barricadiero, antica torre, ancora visibile nell’Ottocento e citata come proprietà dei conti Raimondi, poi della famiglia esule e volontario garibaldino, militare ed uomo politico.” Balsamo: del resto al “luogo” di Torrevilla sono stati accostati non meglio precisati e tirannici signori (Autore: Sandro Pirovano) indicati dal Galvano Fiamma come i conti di Torrevilla. A ridosso della fine dell’impero romano, il cristianesimo che da Milano si espande faticosamente nella campagne a partire dal sec. V, si organizza ELABORATI DI INQUADRAMENTO (tavole da INQ1 a INQ8) nella struttura delle Pievi; le comunità locali inizialmente fanno capo alla chiesa plebana di S. Vittore a Dal punto di vista cartografico, il processo di formazione del quadro ricognitivo e programmatorio è stato Missaglia, poi si fanno numerosi i luoghi di culto sparsi nei villaggi; tra i più antichi, citati da Goffredo da avviato attraverso il riconoscimento del territorio comunale in riferimento ad una realtà di ampia Bussero (sec. XIII) la chiesa di S. Agata a Monticello, S. Maria a Torrevilla, S. Giacomo a Casate dimensione quale quella provinciale e sovraccomunale. Vecchio. In quest’ottica vanno lette le tavole INQ1 e INQ2, che rappresentano stralci del PTCP approvato con Sul finire del sec. XVI le visite pastorali segnalano come già da tempo costituite due parrocchie: quella di Delibera del Consiglio Provinciale n. 16 del 04/03/2004 ed adottato con Delibera del Consiglio Provinciale Monticello e quella di Torrevilla; Cortenuova è parte integrante della parrocchia di Besana e tale rimarrà a n. 49 del 24/07/2008, riguardanti il territorio di Monticello Brianza e quello immediatamente circostante. lungo. Da tale cartografia, oltre alle indicazioni di carattere puramente pianificatorio, è possibile assumere le Agli estensori degli atti delle stesse visite pastorali dobbiamo un approssimativo censimento della direttive e gli indirizzi per: popolazione residente: nel 1957 Torrevilla conterebbe dieci fuochi (famiglie) per un totale di 66 residenti, (...) Casirago e Monticello, che fanno parte della stessa parrocchia, contano circa 30 famiglie per un totale di  il sistema storico e paesistico – ambientale: circa 200 anime. Le vicende delle comunità locali sono comunque legate alle più ampie vicende della  la rete ecologica; Brianza ed ai suoi rapporti con la città dominante di Milano: basti ricordare i ricorrenti giuramenti di  i vincoli paesistici e ambientali. fedeltà espressi da numerosi comuni del Monte di Brianza ai duchi di Milano, a conferma del tradizionale Ovviamente il PTCP verrà ripreso più volte nella stesura del PGT, affinché quest’ultimo risulti pienamente ghibellinissimo locale. Le stesse comunità devono però subire le pesanti conseguenze della guerra compatibile alla pianificazione provinciale. intrapresa da Francesco Sforza per la conquista del Ducato, con passaggi continui per la Brianza di truppe amiche e nemiche, ma in eguale misura propense alle devastazioni ed al saccheggio. L’elaborato INQ3 illustra la posizione del territorio comunale all’interno della pianificazione ambientale dal Opprimente è il lungo periodo della dominazione spagnola che distingue in negativo la vita locale per più Parco Agricolo di Interesse Sovrallocale denominato “La Valletta”. di un episodio: i carichi eccessivi per i frequenti alloggiamenti di truppe e le ricorrenti epidemie di peste; di E’ importante sottolineare lo sforzo di una realtà sovraccomunale nella definizione unitaria di un settore “mal contagioso” molti muoiono, anche a Monticello e dintorni, come asserisce da testimone oculare il importantissimo come quello agricolo, che ha trovato nella cartografia e nella normativa il primo elemento notaio Bevagna abitante a Casirago. Altro episodio negativo, espressione del malgoverno spagnolo, è la di effettiva condivisione (vedi anche allegato in calce alla presente relazione). vendita dei feudi locali, che conferiva agli acquirenti qualche parvenza di prestigio. Nel 1650 Francesco Sull’elaborato INQ4 vengono trasposti gli Ambiti Territoriali indicati nel Decreto Dirigente Unità Sirtori, milanese, acquista a 40 lire per fuoco il feudo di Torrevilla con Fissolo; nel 1962 tale M. Antonio Organizzativa Regionale 10/11/2006 n. 12/520 sull’aerofotogrammetrico comunale e sulle porzioni di Origo acquista il feudo di Cortenuova: sono 30 i fuochi, per ciascuno dei quali l’Origo sborsa 48 lire, dopo quelli immediatamente confinanti, facendo riferimento alle destinazioni originariamente fissate nei Anche perché con la recente attivazione della linea di trasporto pubblico Cortenuova, Monticello Brianza, rispettivi PRG. Carate Brianza questa frazione rientra a tutti gli effetti negli ambiti di accessibilità sostenibile. Tale elaborato è stato necessario al fine di individuare gli obiettivi di tipo sovraccomunale delineati negli svariati contatti avuti con le Amministrazioni dei comuni confinanti nell’ambito della fase di partecipazione QRP5: Dati quantitativi del sistema rurale come da P.R.G. Vigente e indirizzi già enunciata in premessa. Nella tavola concernente gli ambiti consolidati si è rilevato che il tessuto non urbanizzato in Monticello Le tavole che vanno da INQ4 a INQ8 illustrano i vincoli, i servizi, il sistema ambientale e quello della Brianza ammonta a 288 ha (62% del territorio). Questi sono perlopiù suddivisi in area di valore mobilità alla scala dei 4 comuni che hanno operato la scelta della “condivisione” indicata nelle prime paesistico-ambientale ed ecologiche, che occupano il 73% del suolo “libero”, e le aree destinate pagine della presente relazione. all’agricoltura che insistono sul 27% delle medesime aree non urbanizzate. Al fine di salvaguardare il sistema agricolo, che ovviamente viene esercitato su entrambe le aree in parola, si prevede l’ampliamento delle zone di tutela ambientale e la conseguente individuazione ELABORATI DI VALUTAZIONE DELLO STATO DI ATTUAZIONE DEL PRG E RELATIVI INDIRIZZI puntuale degli ambiti ove è possibile la localizzazione e/o l’ampliamento delle aziende agricole. (tavole da QRP1 a QRP7) Inoltre, al fine di garantire il collegamento tra il PLIS “La Valletta” e le aree di recente espansione del La seconda fase di studio dell’assetto territoriale in essere, in termini cartografici, è stata effettuata ad medesimo parco nei Comuni di Besana Brianza e Renate, vengono individuati i corridoi ecologici dove una diversa scala d’indagine. Infatti, da una visione complessiva del Comune all’interno dello scenario probabilmente sarà esclusa qualsiasi forma di trasformazione del suolo. provinciale o intercomunale, si passa all’esame del solo territorio comunale. È in questa fase che si individuano le criticità, le potenzialità e le opportunità allo scopo di ricercare le tematiche che possono IL QUADRO CONOSCITIVO diventare oggetto delle politiche del Documento di Piano. Solo attraverso la conoscenza e la valutazione di questi elementi si è potuto svolgere in modo più mirato i Il nuovo significato che nel processo di pianificazione viene attribuita alla costruzione del quadro successivi approfondimenti. conoscitivo è l’aspetto che maggiormente distingue il PGT dal PRG. Infatti il quadro conoscitivo assume valore di studio complessivo ed approfondito del territorio in esame, I temi sopraelencati sono sviluppati singolarmente negli elaborati che costituiscono questa fase, e sono di condotto attraverso la lettura sistemica dei suoi vari caratteri (geografici, geomorfologici, idraulici, seguito descritti: biologici, paesistici, storico-culturali, economici, sociali), funzionale alla messa a punto delle successive strategie di pianificazione. QRP4: Indirizzi per il consumo del suolo Per tale motivo le tavole da QC1 a QC20 devono essere esaminate insieme agli studi paralleli affidati a Il consumo del suolo ammissibile è un dato che deve confrontarsi con quello prescritto dal P.T.C.P., che specifici professionisti dalla Amministrazione Comunale, come ad esempio quelli geologici, idraulici, per la Brianza Casatese è fissato nella misura di 50 mq/ab in relazione alla domanda endogena ed acustici, del commercio, ecc…, a cui si rimanda per completezza di lettura. esogena che si prevede nei prossimi 10 anni. Nel Comune di Monticello Brianza l’applicazione di questo Quindi si può affermare che il quadro conoscitivo illustra, a tutti i livelli, le trasformazioni avvenute sul parametro porterebbe ad avere un incremento degli ambiti di trasformazione pari a circa 21 ha, poco territorio comunale alla data di rilevazione. Esso svolge inoltre la funzione di “punto di riferimento” per la meno di quanti sono stati richiesti mediante “i suggerimenti e proposte” pervenute all’Amministrazione stesura del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole. Comunale, un valore decisamente insostenibile e sproporzionato. Tuttavia, per scelta dell’Amministrazione, si è ipotizzato di contenere il consumo del suolo in misura tale Per la costituzione della porzione urbanistica del quadro conoscitivo si è operato dividendo l’indagine in da non superare i 20 mq/ab, affinché possano essere perseguiti i seguenti obiettivi: diversi settori e temi di approfondimento, i quali sono stati analizzati e sviluppati attraverso la lettura  favorire uno sviluppo equilibrato e ambientalmente sostenibile; diretta, principalmente sul campo, dei caratteri fisici e distintivi del territorio e attraverso lo studio degli atti  contenere il consumo del suolo secondo i principi del PTCP; già esistenti a livello comunale e sovraccomunale.  favorire la riqualificazione dei vecchi nuclei attraverso interventi sull’edificato esistente; (...) QC2: Sistema ambientale comunale  mantenere l’identità delle varie frazioni attraverso gli episodi di discontinuità dell’edificato; La L.R. 12/05 pone tra gli obiettivi generali da perseguire nella pianificazione territoriale la salvaguardia e  favorire le risorse ricettivo-alberghiere. protezione dell’ambiente. Il Documento di Piano diventa così lo strumento tramite il quale verificare la Occorre comunque fare riferimento anche al PTCP recentemente adottato per effetto dell’adeguamento sostenibilità delle scelte proposte. dello stesso alla L.R. 12/05. L’indagine è stata svolta seguendo due vie: il recepimento delle indicazioni di tipo ambientale fornite dal I nuovi criteri di determinazione di compatibilità del PGT al PTCP si raffrontano principalmente con PTCP vigente ed adottato (Tav. 1C – Assetto insediativo, Tav. 2C Valori paesistici ambientali e Tav. 3C quattro tematiche: Sistema rurale paesistico ambientale) e dalla acquisizione sul campo di tutti gli elementi che  riduzione delle aree inserite negli ambiti agricoli nella misura massima del 5% nel ventennio costituiscono il sistema ambientale. successivo alla data di prima adozione del PGT, un terzo delle quali utilizzabili entro i primi cinque Caratteri fisici del territorio anni; Il territorio del Comune di Monticello Brianza è ricompreso all’interno del paesaggio “collinare morenico” (...) della cosiddetta Brianza Casatese (sud – ovest della Provincia di Lecco). Ulteriori criteri di compatibilità del PGT alla strumentazione provinciale sono quelli che il comune di La struttura del territorio è dunque quella tipica della deposizione di materiali morenici costituita da Monticello Brianza aveva già nel tempo applicato e consistono principalmente nel mantenimento modesti rilievi che disegnano larghe arcature concentriche. dell’identità delle varie frazioni attraverso episodi di discontinuità che aprono la visuale verso ampi tratti L’inquadramento geologico (stratigrafia del suolo e sottosuolo) del territorio comunale è stato affidato ad naturalistici di valore ambientale. uno studio specifico che ha predisposto una separata indagine allegata al presente P.G.T. Viceversa, sempre in tema di compatibilità, si annota come recentemente la Provincia inviti i Comuni a compattare l’edificato mediante l’innalzamento degli indici edilizi di zona, laddove possibile, al fine di Caratteri strutturali del paesaggio limitare l’utilizzo di nuovo suolo a fini edificatori, sottraendolo quindi da altre vocazioni tipo quella La morfologia del territorio è caratterizzata dalla presenza di una dorsale centrale con direzione nord / paesistico ambientale o rurale. Si ritiene che la futura strumentazione comunale dovrà prendere atto di sud-ovest e quote che variano da 408 mt a 370 mt di altitudine. A est della dorsale il terreno ha questa politica insediativa per verificarne gli effetti sul territorio oggetto di pianificazione. andamento degradante decisamente ripido, intervallato da modesti rilievi, mentre ad ovest si presenta con andamento più uniforme. Si ritiene di individuare in Cortenuova il polo di concentrazione preferenziale, poiché è l’ambito che per morfologia, viabilità e disponibilità di aree libere urbanizzate si presta meglio ad accogliere questa scelta. Le piane che così si costituiscono sono caratterizzate dalla presenza di un reticolo idrografico minore In definitiva possiamo dire che l’”intero” territorio del Comune di Monticello Brianza assume un forte (così come definito dal D.G.R. 25 gennaio 2002 n. 7/7868) alquanto vasto. pregio paesistico – ambientale, che è auspicabile e necessario salvaguardare e proteggere. I corsi d’acqua sono: Il quadro complessivo di tutti gli elementi facenti parte il sistema ambientale è riassunto sulla tavola di  torrente Bevera che attraversa il territorio in direzione nord – ovest nella piana che separa il nucleo di riferimento. Monticello dal nucleo di Cortenuova;  torrente Nava che attraversa la porzione meridionale del territorio in direzione nord – sud, e più precisamente nella piana di Sorino; QC3: Vincoli  torrente Lavandaia che corre lungo il confine tra Monticello e Missaglia nel versante orientale. Il Documento di Piano contiene l’indicazione di ogni vincolo cognito e di tutte le limitazioni alle Tra questi i più significativi sono il torrente Bevera e il torrente Lavandaia. Detti corsi afferiscono ruscelli trasformazione derivanti da normative sia sovraordinate che non. ad andamento pressoché rettilineo regolarizzati dall’intervento dell’uomo. In prossimità dei corsi d’acqua si rileva la presenza di numerose zone umide. Tra le più importanti si L’intero territorio comunale è vincolato come “bene paesaggistico” ai sensi della parte III del D.Lgs. 22 segnala l’area a nord della C.na Magritto che presenta una zona d’impluvio, sorgentifera con morfologia gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni per effetto del D.M. 12 maggio 1967 dove viene simile a “fontanile”. riconosciuto che il Comune di Monticello Brianza “… concorre a delineare quella zona della Brianza caratterizzata da una bellezza paesistica tradizionale - … - la quale nel Comune di cui trattasi si pone Le emergenze di carattere naturalistico ambientale come sottofondo generale ad episodi di particolare bellezza accompagnati alla presenza di punti di vista Il 41% del territorio comunale si trova all’interno di Aree Protette e più precisamente nel Parco Locale di accessibili al pubblico che ne permettono godimento; ed inoltre forma un vasto complesso di cose Interesse Sovrallocale (PLIS) denominato “La Valletta”. immobili componenti un caratteristico insieme avente valore estetico tradizionale,… Il territorio del PLIS “La Valletta” si colloca come collegamento tra due aree protette molto importanti, Considerato che i caratteri di bellezza naturale riscontrati dalla Commissione provinciale concorrono, … , quali il Parco del Lambro ad ovest e il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone ad est. a formare i quadri d’insieme nel cui contesto le parti meno pregevoli assumono una funzione I Comuni interessati da detto PLIS sono sei: , Barzanò, , Cassago Brianza, Cremella e d’inscindibilità dal vincolo, tanto da richiedersi che la zona da assoggettare a tutela coincida con i confini Monticello Brianza per una superficie complessiva di ha 519. del territorio comunale.” Il limite del Parco interessa la porzione nord-occidentale del comune, comprendendo un’area verde non urbanizzata e depressa rispetto le aree circostanti. Sempre alla parte III D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni (art. 142) è riconducibile il Il suindicato territorio si distingue per la sua elevata naturalità con connotazione prevalentemente agricola sistema dei vincoli cosiddetti automatici costituito da: e boschiva. Si segnala la presenza di aree di rilevanza per la vegetazione e la fauna lungo le sponde del  boschi in genere; torrente Bevera ed al confine con il Comune di Cassago Brianza e la presenza di diversi corridoi  torrente della Bevera e relative sponde dagli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, in quanto ecologici. classificato come di “interesse naturalistico per la presenza di biotipi, aree di vegetazione naturale di rilevante interesse, presenza di vegetazione igrofila lungo l’asta fluviale” nell’allegato A Al PLIS si affiancano le indicazioni fornite dal PTCP che interessano l’intero territorio comunale. La (Caratteristiche ambientali dei corsi d’acqua) pubblicato sul B.U.R.L. 2° supplemento straordinario al Provincia individua i principali corridoi ecologici da preservare dall’intervento dell’uomo, i cosiddetti “coni n. 42 del 15 ottobre 1986 – Determinazione, in applicazione dell’art. 1 quater della L. 431/1985 dei di visuale” intesi come tratti stradali dove eventuali insediamenti sono da considerare in contrasto con gli corsi d’acqua classificati pubblici, ai sensi del Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque ed interessi paesaggistici e i punti panoramici. Per meglio comprendere la struttura ambientale le tavole impianti elettrici, approvato con Regio Decreto n. 1775/1933, esclusi in tutto o in parte, per la loro della Provincia evidenziano l’intero territorio urbanizzato dando particolare rilievo ai centri storici, i quali irrilevanza paesaggistica, dal vincolo ex L. n. 1497/1939. sono da considerare come parte integrate del sistema e dunque da riqualificare e soprattutto da Per completare il quadro dei vincoli che hanno attinenza con la parte III del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. preservare. 42 e successive modificazioni (art. 133), nella tavola di riferimento si evidenziano le aree a cui si intende Nel 2001 la Provincia di Lecco ha dato avvio al censimento degli alberi monumentali. attribuire la classificazione di: Le rilevazioni sono state effettuate secondo le direttive contenute nel documento “Criteri e metodi per il  aree di valore paesaggistico e/o storico e/o monumentale; censimento degli alberi monumentali – documento tecnico- Regione Lombardia, agg. ottobre 1997”.  edifici e cascine di valore storico e/o paesaggistico. Complessivamente la ricerca ha portato all’identificazione di 863 alberi di cui 21 esemplari sono Per quanto attiene la parte II del sopraccitato decreto, sono vincolate aree ed edifici di carattere all’interno del territorio di Monticello, e più precisamente: 7 nel parco di Villa Greppi, 5 nel parco di Villa monumentale quali: Bocconi, 8 nel parco di Villa Nava e 1 in zona di Torrevilla.  tutti gli edifici religiosi presenti sul territorio comunale; Gli insediamenti all’interno del sistema ambientale  le ville e i loro parchi di rilevante interesse artistico e storico, sia pubbliche (villa Greppi, villa Bocconi) Gli insediamenti e la maglia viaria riprendono la struttura orografica del territorio, distribuendosi lungo la che private (villa Nava). Ad avvalorare il pregio delle queste ville vi è la presenza, all’interno dei loro dorsale e sui rilievi delle restanti aree. parchi, di una serie di alberi monumentali rilevati dal censimento della Provincia del 2001 ed oggetto L’edificato si caratterizza per la presenza di tre nuclei principali: Monticello, Cortenuova e Torrevilla, di tutela; attorno ai quali si è sviluppata la maggior concentrazione di edifici, e quattro nuclei minori: Prebone,  edifici ad uso pubblico come l’asilo infantile Luigi e Teresa Bocconi, la biblioteca detta La Limonera, il Casatevecchio, Casirago e Sorino. Municipio e villa Ratti detto anche Casino Bellavista; L’immagine che ne deriva è quella di un territorio edificato densamente abitato, in cui tuttavia emergono  il piccolo edificio di origine medioevale sito in località Cortenuova; spazi inedificati di considerevole dimensioni che assumono valenza di vero e proprio “sistema  l’area vincolata per effetto della chiesa e del convento della Misericordia siti nel Comune di Missaglia. territoriale”. Questi sono i grandi parchi pubblici e privati che occupano il 10% del tessuto urbano Stante la genericità dei decreti di vincolo e degli atti reperiti, la tavola in oggetto rappresenta le aree e gli consolidato. edifici che si ritiene siano vincolate, senza presunzione che i limiti degli ambiti rappresentati I parchi di Villa Nava, Villa Bocconi, Villa Greppi e Villa De Magistris hanno valore storico e/o corrispondano necessariamente a quelli realmente tutelati. monumentale in quanto facenti parte di quel sistema di ville nobili sorte tra ‘700 e ‘800 in tutto il territorio della Brianza, quali residenza favorita dalla nobiltà lombarda. I rimanenti parchi sono i giardini di ville Di notevole importanza è l’area ricompresa nel perimetro del Parco Agricolo “La Valletta”, che ha portato private di edificazione più recente, ma comunque meritevoli di salvaguardia soprattutto per la loro alla luce un elaborato rappresentante gli ambiti territoriali a cui saranno assoggettati gli interventi edilizi, estensione territoriale. conformemente alla normativa di cui il Parco è già dotato. Tra i vincoli apposti dal P.T.C.P. si annoverano i tratti stradali dove eventuali insediamenti sono da Mentre la superficie agricola utilizzata (SAU) è l’insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni considerare in contrasto con gli interessi paesaggistici e i punti panoramici. Tale fattispecie è stata legnose agrarie, orti familiari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituisce la dettagliata con la cartografia di PGT, atteso che la scala operata dal Piano Provinciale non ha permesso superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. una puntuale individuazione di detti elementi. A questi sono stati aggiunti punti panoramici di diverso tipo, Rispetto al 1990 le aziende sono diminuite di 10 unità con conseguente diminuzione della Superficie che si ritiene importantissimo tutelare anche al fine di perseguire gli obiettivi fissati dai Comuni riuniti Totale. mediante convenzione per la redazione dei PGT condivisi. Ciò è ampliamente in contrasto con quanto rilevato in questo quadro conoscitivo, che vede attribuire alle Il territorio comunale è interessato dalla presenza di un reticolo idrografico minore il quale è stato oggetto aree del sistema rurale comunale (assimilabili alla citata Superficie Totale) una superficie di 271 ha, e di apposita indagine idrogeologica affidata a professionisti competenti. Lo studio individua le diverse zone cioè molto superiore ai 157 ha rilevati dall’ISTAT. idrografiche, classificando i corsi d’acqua in perenni e temporanei e dettandone le corrispondenti fasce di Ambiti destinati all’agricoltura rispetto per i soli aspetti idraulici. I tre fiumi principali (torrente Bevera, torrente Nava e torrente Gli Ambiti destinati all’agricoltura costituiscono il 17,80% del sistema rurale comunale e il 10,32% Lavandaia) devono avere, per entrambe le sponde, una fascia pari ad almeno 10,00 mt, mentre per tutti dell’intero territorio comunale. gli altri corsi la fascia di rispetto non deve essere inferiore di 4,00 mt. Per alcuni tratti del reticolo Detti Ambiti, rappresentati sull’apposito elaborato, sono stati individuati prevalentemente laddove idrografico minore si ritiene di dover assumere le fasce di rispetto fluviale previste dal vigente PRG, esistono aziende agricole già operanti sul territorio. fissate in 50 mt, poiché si sono dimostrate una garanzia per la protezione dei corrispondenti corsi Sono state inoltre previste altre aree libere aventi la medesima connotazione, che si ritiene possano d’acqua. assorbire un eventuale sviluppo futuro. Ciò anche in virtù di quell’obiettivo indicato nel Quadro Ricognitivo

e Programmatorio del presente PGT, che individua nella conferma e nello sviluppo delle attività agricole QC4: Sistema Rurale Comunale esistenti un motivo di primaria importanza. La L.R. 12/05 attribuisce alla Provincia il compito di individuare gli “ambiti destinati all’attività agricola” e ai Infine, questi Ambiti sono stati individuati in abbondanza anche perché si ritiene che, rispetto a quelli del Comuni quello di individuare la “aree destinate all’agricoltura”, al fine di sostenere un approccio integrato sistema rurale comunale, sono gli unici che in futuro potranno essere ridotti per dar luogo all’espansione e complessivo della pianificazione del “territorio libero”. del territorio consolidato ed edificato. Detto territorio libero è definito dalla Provincia “Sistema Rurale Paesistico” e comprende le porzioni del territorio prevalentemente libere da insediamenti con carattere naturale, naturalistico, residuale o Ambiti a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale soggetto ad usi produttivi primari (agricoltura). Gli ambiti a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale costituiscono il 68,03% del sistema rurale e il Il PTCP recentemente adottato include il territorio di Monticello Brianza nell’ambito agricolo denominato 39,35% dell’intero territorio comunale. Il dato è significativo e rivela una condizione ambientale “La Brianza da Monticello a Bulciago” (ambito D). privilegiata rispetto al restante territorio circostante. Per l’individuazione di dette aree si è fatto ovviamente riferimento alle caratteristiche intrinseche dei La diversificazione del territorio, come quella operata dal comune di Monticello Brianza, è certamente un terreni, che per rientrare in questa categoria, devono possedere specifiche qualità di valore paesistico - tema importante al quale prestare particolare attenzione per le scelte di pianificazione. Infatti il ambientale. mantenimento della qualità del paesaggio e la difesa del settore agricolo sono alla base per la tutela Per la porzione di territorio ricadente nel Parco Agricolo “La Valletta” sono state assunte le indicazioni di dell’intero territorio. dettaglio incluse nello studio approfondito che ha portato all’approvazione del Programma Pluriennale Secondo le definizioni su-esposte il comune di Monticello Brianza individua all’interno del proprio territorio degli Interventi. i seguenti ambiti territoriali: Per la restante porzione di territorio, e cioè per le aree localizzate lungo la fascia sud-est del comune e  destinati all’agricoltura; ad est della dorsale centrale, è stata attribuita questa categoria a quelle aree pianeggianti o lievemente  a valenza ambientale e paesistica di rilievo locale; degradanti dove non è ancora evidente l’intervento umano.  con presenza di edifici non più destinati all’agricoltura e aree di stretta pertinenza; Il pregio ambientale e paesistico di queste aree deve essere inteso come una risorsa preziosa e ormai  boschivi e boscati; limitata. La componente naturalistica ed ambientale è sicuramente molto elevata e deve essere utilizzata  aree a verde pubblico con valenza ambientale e paesistica di rilievo locale. come potenziale elemento di possibile fruibilità per usi compatibili di questa parte del territorio. La totalità del sistema rurale è di circa 269 ha di cui 48 ha per gli ambiti destinati all’agricoltura, 183 ha La preservazione, il mantenimento, il rafforzamento e la continuità di questi ambiti è auspicabile sia per per gli ambiti a valenza ambientale, 11 ha per gli edifici sparsi e 27 ha per i rimanenti ambiti, in poche migliorare la qualità della vita che per la sostenibilità degli sviluppi futuri. parole il 57,79% del territorio comunale è costituito dal “sistema rurale”. Ambiti con presenza di edifici non più destinati all’agricoltura Gli edifici presenti all’interno delle aree del sistema rurale sono generalmente nati come fabbricati ad uso Analisi socio-economica agricolo. Nel tempo, ridimensionandosi l’attività agricola, molte di queste costruzioni hanno perso la loro Per la valutazione del sistema rurale comunale è stato condotto un esame analitico dei caratteri del vocazione agraria e sono state adattate ad altre funzioni. Si annoverano diversi interventi di restauro e tessuto rurale rispetto agli aspetti socio-economici e culturali e agli aspetti territoriali e paesaggistici. recupero che non hanno alterato la tipologia originaria, rivalutando le componenti proprie della cultura Dal punto di vista economico - occupazionale il settore primario è relegato ad un ruolo quasi inesistente contadina, vedi ad esempio il caso delle “Besanelle”. In altri casi si è operato in modo molto più invasivo, con un numero di addetti alquanto basso rispetto ai settori secondario e terziario, quest’ultimo in costante demolendo e ricostruendo senza tener conto della storia dei luoghi. espansione. La maggior parte di questi edifici sono attualmente utilizzati a residenza, solo alcuni vengono utilizzati a Ciò è conseguenza dell’accentuata urbanizzazione che sta interessando l’intera Brianza. fini produttivi. Nel comune di Monticello Brianza, secondo i dati ISTAT - Censimento Generale dell’Agricoltura 2000, Sull’elaborato grafico sono individuati i fabbricati e la presumibile area di proprietà con evidenziata l’area sono insediate 35 aziende agricole con Superficie Totale pari a circa ha 157. che si ritiene di stretta pertinenza. La Superficie Totale è l’area complessiva dei terreni dell'azienda formata dalla superficie agricola utilizzata, da quella coperta da arboricoltura da legno, da boschi, dalla superficie agraria non utilizzata, Ambiti boschivi e boscati nonché dall'area occupata da parchi e giardini ornamentali, fabbricati, stagni, canali, cortili situati entro il I boschi sono riconosciuti dal PTCP come ambiti di valenza ambientale – paesistica anche se perimetro dei terreni che costituiscono l'azienda. appartengono alla superficie agricola non produttiva. La superficie boscata risulta nel complesso assai contenuta, infatti è solo il 5,80% della superficie comunale e il 10% del sistema rurale. Di questa una parte, circa ha 3,60 (1,33% del sistema rurale) è di proprietà comunale (ambiti a verde pubblico con valenza ambientale e paesistica di rilievo locale) per lo più a piantumazione abbastanza recente (dai 10 ai 20 anni). La maggior parte dei boschi si presenta con andamento rettilineo, principalmente lungo i corsi d’acqua più significativi. Dallo studio, effettuato dal PLIS, sugli assetti vegetazionali è stato rilevato che la tipologia di bosco più consistente è quella costituita da “alneto misto” e si sviluppa lungo gli argini del torrente Bevera. La presenza del bosco, del fiume, delle zone umide trasforma questa zona in una delle aree ad alta naturalità e di rilevanza per la fauna. La formazione boschiva di tipo “igrofila” si ritrova a sud di Cortenuova e a nord di Torrevilla. Anch’essa nella vicinanza di piccoli torrenti. Più consistente è l’area boscata a “robinieto misto autoctono” che si sviluppa lungo la piana a sud di Cortenuova. Da questi calcoli sono state escluse le aree boscate interne alle grandi ville storiche in quanto considerate appartenenti ai “giardini” di proprietà.

QC5: Uso del Suolo Agricolo La ricerca effettuata, tramite rilevamenti diretti sul campo, ha come obiettivo l’individuazione delle principali coltivazioni che interessano il territorio comunale. Da essa ne è risultato che l’uso del suolo è contraddistinto dalla presenza di aziende agricole dedite principalmente alla coltivazione di tipo ortoflorovivaistica. Questa tipologia è quella maggiormente distribuita negli ambiti collinari della provincia lecchese in quanto le buone condizioni climatiche e di giacitura dei suoli favoriscono la coltivazione orticola, di essenze da siepe e fiori. È già stato detto come il settore primario abbia subito, a grande scala, una forte contrazione nel decennio 1990 – 2000. Di contro si ha la tenuta del settore florovivaistico che rimane quello di maggior rilievo economico nello scenario agricolo lecchese. Nel Comune di Monticello Brianza circa 16 ha sono utilizzati per la produzione florovivaistica di cui 12 ha sono a serra. Solo una piccola componente, circa 3 ha, è destinata alla produzione frutticola. La restante porzione di superficie agricola utilizzata è coltivata a seminativi o lasciata a prato permanente. In analogia a quanto già in essere nell’ambito del PRG, l’indagine sull’uso agricolo del suolo è stata effettuata anche per di individuare la destinazione CERTA dei terreni alla data di redazione del PGT. Tali informazioni saranno poi necessarie nella redazione del Piano delle Regole poiché costituiscono il riferimento per l’applicazione degli indici edificatori previsti dalla normativa di settore per le aree agricole.

QC13 → QC19: Nuclei di Antica Formazione Lo studio è basilare per la conoscenza del territorio. Infatti il Comune di Monticello Brianza era dotato di 4 piani particolareggiati concernenti altrettanti nuclei di antica formazione. Tuttavia essi, pur avendo fornito un ottimo quadro di riferimento per gli interventi effettuati nei citati comparti, si devono ritenere inadeguati, anche perché non riguardano tutti i 7 nuclei di antica formazione che si rinvengono sul territorio comunale. Pertanto si è proceduto con un nuovo rilievo che lungi dall’essere assimilato ai citati piani particolareggiati per le informazioni fornite. In ogni caso sono assolutamente sufficienti per individuare le necessarie azioni di questi piano al fine dello sviluppo futuro. Considerato che gli interventi effettuati in tali aree hanno già dovuto in passato rispettare una normativa ottimamente congeniata, oggi ci si ritrova un serie di vecchi nuclei aventi una connotazione analoga a quella originaria. Evidentemente ciò semplifica di molto la lettura del panorama che ci si presenta, avendo spesso la sensazione che ci sia poco da modificare e molto da recuperare, come peraltro ampiamente promosso dai vecchi strumenti urbanistici generali. In ogni caso le tavole rappresentano le informazioni salienti relativamente ai nuclei di Prebone, Cortenuova, Casatevecchio, Sorino, Casirago, Monticello e Torrevilla e costituiscono il quadro di riferimento principalmente per le azioni del Piano delle Regole.

OBIETTIVI E AZIONI DI PIANO Sulla scorta della spinta della Provincia si intende anche implementare fino ad un massimo del 20% l’attuale indice di edificabilità affinché sia possibile saturare quei lotti che ancora presentano una Sulla base dei dati raccolti, prima con il quadro ricognitivo e programmatorio e poi con il quadro vocazione edificatoria. conoscitivo, è possibile individuare gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che assumono Pertanto si ritiene di non dover aumentare il consumo del suolo per tale destinazione oltre a quello che valore strategico per la politica territoriale. verrà indicato negli ambiti di trasformazione. In tal modo si favorirà la riqualificazione dei vecchi nuclei È inoltre possibile determinare gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT, che devono come ampiamente descritto nella trattazione specifica del quadro conoscitivo. tenere conto della riqualificazione del territorio, minimizzazione del consumo del suolo, della definizione dell’assetto della mobilità e del miglioramento dei servizi pubblici anche a livello sovra comunale. Dalla tabella riportata sulla tavola dei dati quantitativi del quadro conoscitivo rileviamo che le aree aventi In coerenza con i predetti obiettivi possono infine essere determinate le politiche d’intervento, comprese destinazione produttiva ammontano complessivamente a 120.000 mq a cui dovrebbero essere sommate quelle della distribuzione commerciale, che devono essere compatibili con le risorse economiche attivabili parte di quelle su cui insistono edifici con diversa destinazione. Quindi, a differenza del luogo comune dalla Pubblica Amministrazione. che vuole Monticello Brianza come territorio privo di ogni attività di questo genere, riscontriamo dati che Conseguentemente a quanto sopra è possibile individuare gli ambiti di trasformazione e gli eventuali rivelano tutt’altra situazione che, con questo Documento di Piano si vogliono assolutamente confermare. criteri di compensazione, perequazione e incentivazione da adottare nel PGT. Anche in questo campo non ci sarà ulteriore consumo di suolo oltre a quello previsto negli ambiti di trasformazione, avendo verificato più volte in passato che la naturale migrazione/ristrutturazione Gli obiettivi generali proposti dal Documento di Piano in ogni settore del territorio possono essere dell’attività produttiva ha spesso lasciato inutilizzati ampi spazi dell’esistente. assimilati parzialmente a quelli evidenziati nelle fasi iniziali dello studio e cioè nel quadro ricognitivo e programmatorio, che qui di seguito sono ripresi. Relativamente al commercio si rimanda in toto allo studio di dettaglio appositamente effettuato, che sostanzialmente chiarisce la non necessità di individuare medie e grandi strutture di nuova formazione e Sistema rurale comunale viceversa la necessità di portare le strutture medie esistenti fino al limite dei 1.500,00 mq. Con il presente PGT si intende garantire la permanenza dell’attività agricola sul territorio; infatti già nel quadro conoscitivo sono state riconosciute tutte le aziende agricole esistenti, compreso i terreni di In tema di mobilità si evidenzia una situazione inadeguata agli attuali carichi di traffico, peraltro cronica pertinenza, ed alcune nuove aree destinate all’agricoltura, e cioè aree su cui possono essere esercitate per questa porzione di territorio lombardo; ed è per questo che il PGT favorirà le azioni di adeguamento trasformazioni edilizie dagli operatori di settore, anche laddove non sono ancora presenti dette attività. delle strade esistenti come quelle già avviate dalla Provincia sulla viabilità di competenza. Appare evidente l’intenzione di non limitare lo sfruttamento del suolo a tali fini e quindi la spinta E’ auspicabile in tale ottica che i due maggiori interventi necessari per il territorio comunale vadano a incentivante che si vuole affidare al PGT. compimento, anche se entrambi non dipendono direttamente dalla volontà dell’Amministrazione Comunale. Nella medesima direzione deve essere letta l’implementazione delle aree di valore paesistico-ambientale, Ci si riferisce al by-pass di Casatevecchio che potrà essere realizzato solo mediante l’ausilio del comune aree su cui può essere esercitata l’attività agricola ma ove è esclusa ogni tipo di edificazione presente e di Casatenovo, quale Ente Locale direttamente interessato dall’intervento, e della Provincia che con il futura. Infatti, in via del tutto generale, ci sembra sensato che un’area a cui viene attribuita una tale PTCP ha attribuito a tale comparto il valore di Polo Attrattore, quasi a significare la rilevanza identità non possa essere trasformata in edificabile a qualunque titolo, ancorché di tipo pubblico. sovraccomunale del comparto. In sostanza si ritiene che l’attribuzione di un tale vincolo costituisca garanzia di reperimento di aree per Si fa inoltre riferimento al tratto di strada che dovrà essere realizzato nel comune di Besana Brianza l’attività degli agricoltori. nell’ambito di un intervento edilizio di tipo sovraccomunale, che consentirà di by-passare parte del nucleo Inoltre, l’assunzione da parte del PGT di tutti i “pettini” (aree dove eventuali insediamenti sono da di antica formazione di Cortenuova. considerare in contrasto con gli interessi paesaggistici) e l’implementazione degli stessi laddove la Per quanto attiene gli altri interventi sulla mobilità, stante le limitate risorse economiche prevedibili pianificazione provinciale non è arrivata per ovvi motivi di scala di studio costituiscono un altro esempio di nell’immediato futuro, le stesse saranno “legate” agli ambiti di trasformazione, lasciando spazio a pochi come la presente pianificazione intende favorire l’attività agricola. Infatti l’apposizione da detti vincoli altri interventi come quello della rotonda di via Diaz, che però dovranno trovare copertura economica per garantisce la non edificazione di un’ulteriore grande quantità di aree e pertanto si producono effetti che non possono essere assimilati solo a quelli di tipo ambientale. Sistema urbanizzato ed edificato Per quanto attiene il Sistema urbanizzato ed edificato occorre necessariamente suddividere la trattazione per cinque temi: la residenza, il produttivo, il commercio ed il terziario in genere, i servizi e la mobilità. In ogni caso, di seguito, si enunciano gli obiettivi comuni a tutto il sistema in oggetto, che sono:  contenere il consumo del suolo secondo i principi del PTCP;  favorire la riqualificazione dei vecchi nuclei; (...)  mantenere l’identità della varie frazioni attraverso gli episodi di discontinuità dell’edificato;  favorire le risorse ricettivo-alberghiero. Il quadro conoscitivo ha dimostrato che il sistema residenziale assume carattere prevalente rispetto a tutto l’edificato. In Monticello Brianza si ha avuto uno sviluppo ordinato intorno ai vecchi nuclei, senza però chiudere le aree libere che possono essere assimilate a quelle discontinuità invocate dal PTCP per il mantenimento delle identità. Ebbene nel comune è facilmente distinguibile la frazione di Cortenuova da quella di Prebone, da Casatevecchio e così via. Si rilevano solo piccoli punti di saldatura ma i sette vecchi nuclei sono ben evidenti nei caratteri che li contraddistinguono. Si ritiene di dover confermare questa pianificazione che risulta eseguita quasi totalmente rispetto l’ultimo PRG: rimangono infatti solo poche aree non edificate (0,8% del territorio comunale) che verranno anch’esse confermate nella destinazione originaria.