PIANO STRUTTURALE DEL COMUNE DI CAPOLIVERI

(PROVINCIA DI )

Rapporto Ambientale

Firenze, maggio 2008

SOMMARIO

1. INQUADRAMENTO DEL LAVORO ...... 1 1.1. Scopo del lavoro...... 1 1.2. Riferimenti normativi e metodologia adottata ...... 1 2. OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ”...... 9

3. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE ...... 13 3.1. Premessa...... 13 3.2. Aree di particolare rilevanza ambientale presenti nel territorio interessato dal piano ...... 16 3.3. Stato attuale dell'ambiente...... 19 3.3.1. Popolazione, mobilità e salute umana...... 20 3.3.2. Suolo ...... 40 3.3.3. Energia ...... 52 3.3.4. Rifiuti ...... 61 3.3.5. Biodiversità, vegetazione, flora e fauna...... 72 3.3.6. Acque interne...... 100 3.3.7. Acque marine...... 123 3.3.8. Paesaggio ...... 131 4. IL PIANO STRUTTURALE IN FORMAZIONE...... 139 4.1. Scopi e obiettivi del piano...... 139 4.2. Articolazione del piano ...... 141 4.3. Modalità di attuazione del piano e monitoraggio...... 143 4.4. Quantità massime ammissibili (dimensionamento) ...... 145 4.5. Rapporti di coerenza del piano in formazione rispetto agli altri strumenti di pianificazione territoriale e atti di governo del territorio (coerenza esterna)...... 146 5. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI DEL PIANO IN FORMAZIONE SULL’AMBIENTE...... 150 5.1. popolazione, salute umana e qualità dell’aria ...... 151 5.2. Energia...... 156 5.3. Suolo...... 160 5.4. Rifiuti...... 168 5.5. Acque interne ...... 172 5.6. Acque marine ...... 178 5.7. Biodiversità, flora, vegetazione e fauna...... 183 5.8. Paesaggio...... 198 6. SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E MITIGAZIONI ...... 205

7. MONITORAGGIO ...... 220

8. SINTESI NON TECNICA...... 221

Inquadramento del lavoro

1. INQUADRAMENTO DEL LAVORO

1.1. SCOPO DEL LAVORO

Scopo del presente lavoro è quello di predisporre il rapporto ambientale relativo al piano strutturale del Comune di Capoliveri nell’ambito del processo di valutazione integrata previsto dalla Legge Regionale Toscana 1/2005 “Norme per il governo del territorio”.

1.2. RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGIA ADOTTATA

Il rapporto ambientale è stato elaborato tenendo in considerazione i contenuti dell’allegato I della Direttiva 2001/42/CE1, così come richiamato nel Regolamento di Attuazione dell’art.11 della Legge Regionale Toscana 1/2005 in materia di valutazione integrata.

Sono state inoltre prese a riferimento le Linee guida per la valutazione ambientale strategica (Vas), fondi strutturali 2000-2006, elaborate dalla Direzione generale VIA2.

Nel rapporto sono infatti stati individuati, descritti e valutati i possibili effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano; questi elementi diventano infatti essenziali, nel processo di valutazione ambientale, per definire la coerenza tra le azioni previste dal piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale.

Le previsioni di PS di cui si valutano gli effetti ambientali nell’ambito del presente lavoro sono costituite dall’insieme delle previsioni indicate dal Piano Strutturale (vedi colonna “Previsione PS”) e di quelle contenute nel vigente Piano di Fabbricazione relativamente alle previsioni non convenzionate/concessionate e non realizzate (vedi colonna “Residuo di PdF”): tali previsioni nel loro insieme costituiscono il dimensionamento totale previsto dal PS, sul quale è stata espressa la

1 La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 “concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”; questa contiene i riferimenti per la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (rif. art.5 e allegato 1).

2 Documento predisposto dalla Direzione Generale Via - Servizio per la valutazione di impatto ambientale, l’informazione ai cittadini e della relazione sullo stato dell’ambiente del Ministero dell’Ambiente, dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente con la collaborazione delle Regioni, con l supporto di: Commissione tecnico scientifico, Osservatorio nazionale sui rifiuti, Segreteria tecnica conservazione natura, segreteria tecnica difesa del suolo, gruppo tecnico acque del Ministero dell’Ambiente.

1 Inquadramento del lavoro

valutazione degli effetti ambientali del PS (vedi tabella di sintesi riportata nel paragrafo 4.5 ”quantità massime ammissibili”).

La parte di previsioni contenute nel vigente Piano di Fabbricazione esistente e in corso di attuazione (vedi colonna “Esistente (realizzato e/o convenzionato)/ In corso di attuazione”) si inseriscono nel più ampio contesto dei fattori che concorrono a determinare l’attuale tendenza dello stato delle diverse componenti ambientali ad evolversi nel tempo, in senso positivo, negativo o con andamento costante, sintetizzata dagli indicatori ambientali di seguito descritti (vedi colonna “tendenza”, riportata nelle tabelle di cui al cap. 3).

Nell'ambito del paragrafo "mitigazioni" del PS sono comunque state inserite valutazioni e mitigazioni anche per le previsioni del precedente PdF già concessionate o gia in parte realizzate. Ciò al fine di migliorarne i livelli di compatibilità ambientale e di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità.

La predisposizione del rapporto ambientale, condotta dalla NEMO srl in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro autore del piano strutturale (Studio VivoliDiFazio Associati), ha consentito un efficace e continuo scambio di informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle indicazioni finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle azioni previste dal piano .

La redazione del Rapporto ambientale è stata svolta in stretto rapporto con la fase di redazione dello Studio di incidenza del Piano Strutturale. In base all’ art. 196 della LR 1/2005 “La relazione di incidenza integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all’articolo 16, comma 3, della l.r. 1/2005, ai fini dell’individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul geotipo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi”. In particolare l’analisi dello stato di fatto e del trend per le componenti “biodiversità, vegetazione, flora e fauna” e l’elaborazione delle mitigazioni hanno valorizzato i contenuti dello Studio di incidenza.

2 Inquadramento del lavoro

Il procedimento seguito per l’elaborazione del rapporto ambientale può essere riassunto nelle seguenti fasi:

Fasi del procedimento Descrizione

1. Valutazione della Definizione dello stato attuale dell’ambiente mediante la situazione ambientale raccolta di dati ed informazioni bibliografiche disponibili e sopralluoghi in campo.

Individuazione degli indicatori ambientali da utilizzare per la valutazione dello stato attuale dell'ambiente e la successiva stima degli effetti del piano.

2. Individuazione degli Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e obiettivi di sostenibilità specifici di sostenibilità ambientale a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.

3. Valutazione ambientale Individuazione, descrizione e valutazione dei possibili della proposta di piano effetti significativi delle azioni previste dal piano sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.

4. Integrazione dei risultati Individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla della valutazione nella eliminazione e riduzione degli elementi di criticità stesura definitiva del ambientale emersi a valle della valutazione degli effetti piano di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono consistere nella modifica delle iniziali previsioni di piano, delle modalità di attuazione, nonché nell’individuazione di misure di mitigazione.

5. Individuazione del Individuazione dell’insieme di indicatori ambientali da sistema di monitoraggio. utilizzare per il controllo degli effetti ambientali connessi l’attuazione delle azioni previste dal PS, al fine di individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune misure correttive e le modalità con le quali l’Amministrazione Comunale intende procedere in questa attività.

3 Inquadramento del lavoro

Fase 1 - Valutazione della situazione ambientale

Lo stato delle diverse componenti ambientali/sistemi ambientali, la loro tendenza nel tempo e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sono stati descritti anche mediante l’uso di un insieme di indicatori, scelti in funzione degli obiettivi del piano, del contesto territoriale di riferimento e della disponibilità dei dati.

Per la scelta degli indicatori si è fatto riferimento sia al set di indicatori diffusamente utilizzati in ambito regionale per il reporting ambientale e l’aggiornamento periodico dello “stato dell’ambiente” 3, che ad indicatori appositamente predisposti al fine di approfondire specifici aspetti ambientali (principalmente di carattere naturalistico e paesaggistico), temi sui quali gli indicatori disponibili risultano eccessivamente generici.

Per la raccolta e l’organizzazione degli elementi conoscitivi attraverso i quali individuare e presentare le informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali e sulle interazioni tra queste e le attività svolte nel territorio, si è fatto riferimento al modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte). Questo modello è un’estensione del modello PSR (Pressione-Stato-Risposta) ed è la struttura di indicatori più ampiamente accettata; sviluppato nell’ambito dell’EEA (European Environment Agency) e adottato a livello nazionale e regionale per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale, si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra di loro i seguenti elementi: • determinanti (attività umane, settori economici)

• pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.)

• stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche)

• impatti (su ecosistemi, salute, acque, ecc.)

3 Le principali fonti consultate per la scelta di questi indicatori sono: • “Istruzioni tecniche per la valutazione degli atti di programmazione e pianificazione territoriale degli enti locali ai sensi della L.R. 5/1995 “ – Dipartimento delle politiche territoriali e ambientali area studi e valutazioni di pianificazione strategica della Regione Toscana; • “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano 2006”, documento predisposto nell’ambito di Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano; • “Segnali ambientali in Toscana 2005 – Indicatori ambientali e politiche pubbliche: bilancio e prospettive”; • “Segnali ambientali in Toscana 2006 – Indicatori ambientali e quadri conoscitivi per la formazione del Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010”; • Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010.

4 Inquadramento del lavoro

• risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione, regolamentazioni, ecc.).

Tale modello evidenzia l’esistenza, “a monte” delle pressioni, di forze motrici o Determinanti, che in sostanza possono essere identificati con le attività e i processi antropici che causano le pressioni (trasporti, produzione industriale, consumi). Gli indicatori di Pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, rumore, ecc.). A “valle” delle pressioni sta invece lo Stato della natura che si modifica a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici, ecc.). Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. La società e l’economia, di fronte a tale retroazione negativa, reagiscono fornendo Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla consapevolezza dei meccanismi che la determinano. Le risposte sono dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo fino alle pressioni stesse e ai fattori che le generano (determinanti).

Cause generatrici Interventi strutturali Risposte primarie •leggi •agricoltura ici •piani log ti nol iti •prescrizioni •industria ven tec lim erv ivi/ te, •trasporti Int itti uli •ecc. scr e p re ogi •ecc. p ol ) ecn i… (t sivi iss e m h e c iic f iif n o Pressioni B Impatto •emissioni atmosferiche •sulla salute •riduzione rifiuti •sugli ecosistemi •scarichi industriali in •danni economici corpi idrici •ecc. •ecc.

Stato e Tendenze •qualità dell’aria • “ delle acque • “ dei suoli •biodiversità •ecc.

L’adozione di indicatori diffusamente utilizzati in ambito regionale per il reporting ambientale oltre a permettere un immediato confronto con altre situazioni territoriali,

5 Inquadramento del lavoro

agevola infatti il monitoraggio degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana connessi all’attuazione del Piano.

Giudizio attribuito agli indicatori (valutazione rispetto all’obiettivo)

A ciascun indicatore è stato assegnato un giudizio sintetico per riassume lo stato attuale della componente/sistema ambientale (vedi colonna denominata “stato attuale”) e per descriverne la presumibile tendenza nel tempo a prescindere dalle previsioni in esso contenute (vedi colonna denominata “tendenza”).

I giudizi attribuiti sono i seguenti:

giudizio significato stato attuale ☺ Condizioni positive

Condizioni intermedie o incerte (es. quando i risultati non consentono di esprimere un giudizio per la mancanza di un riferimento) Condizioni negative tendenza ☺ Progressivo miglioramento nel tempo Andamento costante nel tempo Progressivo peggioramento nel tempo

Non è nota una valutazione temporale dell’indicatore per una valutazione del trend rispetto all’obiettivo (per mancanza di ? dati, difficoltà di reperimento dei dati, scarsa significatività dei dati pregressi)

La disponibilità dei dati è stata indicata come segue:

abbreviazione usata significato

+ Sufficiente

++ Buona

+++ Ottima

6 Inquadramento del lavoro

A proposito di disponibilità dei dati è opportuno evidenziare come per alcuni sistemi ambientali parte dei dati e delle informazioni recuperate non sono riferite al territorio comunale di Capoliveri ma al più ampio contesto territoriale dell’Isola d’.

Fase 2 - Individuazione degli obiettivi di sostenibilità

Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e specifici di sostenibilità ambientale a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.

Nella definizione degli obiettivi di sostenibilità si è fatto in particolare riferimento ai macro obiettivi di carattere generale ai quali afferiscono una serie di obiettivi specifici, volti al raggiungimento di precisi traguardi.

Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e "Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".

Fase 3 - Valutazione ambientale della proposta di piano

Questa fase consiste nell’individuazione, descrizione e valutazione dei possibili effetti significativi delle azioni previste dal piano sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.

La valutazione degli effetti ambientali è sintetizzata dalla tendenza che ciascun indicatore assume a seguito dell’attuazione delle azioni previste dal Piano (vedi colonna denominata “PS attuato”).

Fase 4 - Integrazione dei risultati della valutazione nella stesura definitiva del piano

Questa fase consiste nella individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla eliminazione e riduzione degli elementi di criticità ambientale emersi a valle della valutazione degli effetti di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono consistere nella modifica delle iniziali previsioni di piano, delle modalità di attuazione, nonché nell’individuazione di misure di mitigazione.

7 Inquadramento del lavoro

La predisposizione del rapporto ambientale, condotta in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro autore del piano strutturale, ha consentito un efficace e continuo scambio di informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle indicazioni finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle azioni previste dal piano.

Fase 5 – Definizione del sistema di monitoraggio degli effetti ambientali

In questa fase viene definito l’insieme di indicatori ambientali da utilizzare per il controllo degli effetti ambientali connessi all’attuazione delle azioni previste dal PS, al fine di individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune misure correttive.

Gli indicatori da utilizzare sono quelli già indicati per la caratterizzazione dell’ambiente e la valutazione degli effetti realizzata nell’ambito del rapporto ambientale.

8 Obiettivi di sostenibilità

2. OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ”

Gli obiettivi di sostenibilità e protezione ambientale utilizzati per la valutazione delle scelte pianificatorie e delle azioni contenute nel PS sono stati individuati a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.

Sono stati individuati macro obiettivi di carattere generale (vedi prima colonna di sinistra della successiva tabella) ai quali afferiscono una serie di obiettivi specifici, volti al raggiungimento di precisi traguardi (vedi seconda colonna della successiva tabella). Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e "Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".

Tab. 1 Elenco degli obiettivi di sostenibilità individuati per la valutazione del Piano

MACRO OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI

POPOLAZIONE, MOBILITÀ E SALUTE UMANA

Ridurre le emissioni dirette e indirette Migliorare l’offerta del servizio pubblico Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico Miglioramento della qualità dell'aria Ridurre la % di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente rilevante Attuare le disposizioni normative Riduzione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico Mitigare l’inquinamento acustico Ridurre la % di popolazione esposta a Inquinamento acustico Riduzione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento Riduzione della % di popolazione esposta a campi elettromagnetici elettromagnetico

9 Obiettivi di sostenibilità

SUOLO

Prevenire il rischio idrogeologico Ridurre il prelievo delle risorse naturali

Valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla difesa del suolo Prevenire il rischio idrogeologico Evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico

Attuare gli interventi di tutela del suolo previsti dal PAI

Attivare funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo

Ridurre la dinamica delle aree artificiali Ridurre la dinamica delle aree artificiali Limitare la dispersione di insediamenti urbani sul territorio e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo

Ridurre le aree percorse da incendi Ridurre le aree percorse da incendi

Prevenire l’erosione costiera Prevenire l’erosione costiera Quadro complessivo delle spiagge dell’Isola d’Elba ENERGIA Riduzione dei consumi energetici pro capite e riduzione di sprechi e inefficienze Razionalizzazione e riduzione dei Informazione e sensibilizzazione della popolazione sul risparmio consumi energetico e sulle opportunità delle fonti rinnovabili Migliorare l’efficienza energetica negli usi Incentivare e favorire la diffusione di tecnologie ad alta efficienza e a risparmio energetico Aumento della quota di utilizzo di Introdurre agevolazioni ed incentivi nei regolamenti edilizi per la energie rinnovabili diffusione delle pratiche di bioedilizia Aumentare la % di energia proveniente da fonti rinnovabili

RIFIUTI Ridurre la produzione totale di rifiuti urbani sia complessiva che Riduzione della produzione di rifiuti procapite Aumento della raccolta differenziata e il riciclo Censire e recuperare le discariche non controllate Aumento della raccolta differenziata e il Potenziare la capacità e la qualità degli impianti di trattamento riciclo Aumentare e diversificare l’attività di recupero e riciclaggio Diversificare gli eventi di coinvolgimento della popolazione sul corretto smaltimento dei rifiuti

10 Obiettivi di sostenibilità

BIODIVERSITÀ, VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA

Aumentare la percentuale di aree protette Sviluppare la rete ecologica regionale Aumentare la percentuale di aree protette, migliorare la gestione e Conservare la biodiversità terrestre conservare la biodiversità terrestre e marina Conservare la biodiversità marina

Ripristino paesaggistico delle cave

ACQUE INTERNE Elevare il livello di qualità delle acque superficiali

Tutelare la qualità delle acque interne e Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee costiere e promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine antropica sulla risorsa idrica Elevare l’estensione del servizio idrico integrato Tutelare la qualità delle acque interne e Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso costiere e promuovere l’uso sostenibile idropotabile della risorsa idrica Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle acque reflue Verificare la funzionalità degli impianti

Regolare il Bilancio Idrico Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di nuova risorsa

ACQUE MARINE Migliorare il livello di qualità delle acque marine e di balneazione

Mantenere una elevata qualità dell’ecosistema marino

Mantenere un’elevata qualità delle Qualificare gli stabilimenti balneari acque marine e dell’ecosistema marino Limitare la proliferazione di stabilimenti balneari Migliorare l’efficienza del sistema di gestione delle acque che confluiscono in mare (depurazione, scarichi, ecc)

11 Obiettivi di sostenibilità

PAESAGGIO

- Tutela del paesaggio Valutazione delle variazioni in termini di complessità tipologica del - paesaggio Valutazione dei mutamenti di equilibrio fra le varie categorie di - uso del suolo Valutazione della diversità colturale e mantenimento delle forme - tradizionali

12 Caratterizzazione dell'ambiente

3. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE

3.1. PREMESSA

In questo capitolo vengono descritti aspetti pertinenti lo stato attuale dell’ambiente e la sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano in formazione. Vengono inoltre individuate e descritte le aree di particolare rilevanza ambientale (SIC, ZPS, ecc.) presenti nel territorio del Comune di Capoliveri e quelle che potrebbero essere significativamente interessate dal piano. Per lo sviluppo del quadro conoscitivo ambientale del rapporto sono stati acquisiti, tra gli altri, i dati e le informazioni contenute nel documento predisposto nell’ambito di Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano 2006”. E’ da rilevare che l’Arcipelago Toscano è stato incluso dalla Regione Toscana tra le “zone a criticità ambientale” nell'ambito del PRAA (2007-2010). Il PRAA individua l’Arcipelago come zona a criticità ambientale H.16, e ne definisce i seguenti obiettivi ed azioni territoriali:

Tab. 2 Scheda relativa alla zona di criticità ambientale "Arcipelago Toscano" del PRAA 2007-2010

13 Caratterizzazione dell'ambiente

14 Caratterizzazione dell'ambiente

Nell’ambito delle valutazioni effettuate sulla base del Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO), l'Arcipelago Toscano è risultato una delle principali "Aree di Attenzione" (aree di rilevante interesse per la biodiversità, grazie alla elevata concentrazione di elementi di importanza conservazionistica) in Toscana (Castelli e Sposimo, 2005).

La scheda relativa a questa area (http://web.rete.toscana.it/renato) riporta, tra le principali criticità, l'urbanizzazione e le modificazioni indirettamente o direttamente connesse al turismo balneare; tra le indicazioni per la conservazione la stessa scheda riporta la necessità di evitare un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali e di individuare le aree costiere da sottoporre a regolamentazione delle attività balneari e nautiche.

15 Caratterizzazione dell'ambiente

3.2. AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA AMBIENTALE PRESENTI NEL TERRITORIO INTERESSATO DAL PIANO

Nell’Arcipelago Toscano, in base ai risultati del Progetto RENATO (Sposimo e Castelli, 2005), si riscontra la maggiore concentrazione di elementi di valore naturalistico a scala regionale. Tale ricchezza di specie, riscontrabile nelle numerosissime segnalazioni relative all'area, è il risultato dell'elevata concentrazione di elementi di attenzione, presenti in un'area biogeografica ad elevata diversità ambientale, che racchiude sia elementi peninsulari sia elementi endemici sardo-corsi.

In quest’area è elevatissimo il numero di emergenze floristiche, ma sono numerose anche le fitocenosi e gli habitat inclusi nelle liste di attenzione. Per quanto riguarda la fauna, ed in particolare per molluschi, insetti ed uccelli, il numero e l’importanza degli elementi presenti nell’area è di assoluta importanza regionale e nazionale; l’Arcipelago Toscano non ospita invece pesci di acqua dolce (l'unico elemento segnalato è una specie presente in acque salmastre) e Crostacei Decapodi inclusi nelle liste, ed è piuttosto scarso anche il numero di specie di Mammiferi.

Riguardo alle singole aree di maggiore importanza naturalistica della Toscana il progetto RENATO ha individuato quelle che costituiscono le principali roccaforti di biodiversità animale e vegetale. Queste sono, nell’ordine, l’Arcipelago Toscano e le Alpi Apuane. Seguono, con livelli di importanza forse piuttosto simili fra loro ma attualmente non confrontabili per le ragioni su esposte, una serie di tratti del crinale appenninico dalla Lunigiana al Pistoiese, il territorio del Parco della Maremma e quello del Parco di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli. (Sposimo e Castelli, 2005) (fig.1).

1 Settori appenninici della Lunigiana, della Garfagnana e del Pistoiese 2 Alpi Apuane 3 Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli 4 Padule di Fucecchio 5 Monti della Calvana 6 Settore appenninico del Casentino 7 Alpe della Luna 8 Sasso di Simone e Simoncello 9 Arcipelago Toscano 10 Padule di castiglion della Pescaia 11 Foce Ombrone e Monti dell’Uccelina 12 Laguna di Orbetelllo 13 Monte Argentario e isolotti satelliti 14 Lago di Burano

Fig. 1 Localizzazione delle aree di attenzione individuate nel progetto RENATO e confronto con la

16 Caratterizzazione dell'ambiente

distribuzione di specie, habitat, fitocenosi (Sposimo e Castelli, 2005)

L’Arcipelago Toscano costituisce quindi, in base ai risultati del Progetto RENATO, l’area con la maggiore concentrazione di elementi di attenzione, cioè di specie e habitat rari, della Toscana (tab.3). La tabella seguente evidenzia tali elementi di attenzione a testimonianza dell’alto valore naturalistico del territorio dell’Arcipelago Toscano e del Comune di Capoliveri.

Tab. 3 Elementi di attenzione presenti nel territorio dell’Arcipelago Toscano.

GRUPPO N°. ELEMENTI % LISTA DI N°. SEGNALAZIONI ATTENZIONE Molluschi 15 31,3 163 Insetti 60 20,0 227 Pesci 1 6,7 1 Anfibi 3 23,1 156 Rettili 6 54,5 536 Uccelli 36 45,0 1.160 Mammiferi 14 35,0 67 Flora 121 25,6 520 Habitat 15 21,1 40 Fitocenosi 8 9,6 8 TOTALE 279

Seguono le principali cause di modificazione o minaccia (tab.4) relative a tale area di attenzione che evidenziano la negativa influenza dei processi di urbanizzazione e delle attività e strutture turistiche/balneari.

Tab. 4 Principali cause di modificazioni nel territorio dell’Arcipelago Toscano.

DESCRIZIONE INFLUENZA E GRADO1 Abbandono -- Pascolo + Evoluzione della vegetazione -- Pesca professionale -- Pesca sportiva - Incendi -/+ Urbanizzazione --- Impianti e attività balneari/nautiche --- Predazione -- Invasione di una specie -- 1 +++ = elevata pos.; ++ = media pos.; + = bassa pos.; - = bassa neg.; -- = media neg.; --- = elevata neg.; ? = sconosciuta

In generale le principali cause di modificazione ambientale che influenzano gran parte degli elementi di attenzione sono direttamente o indirettamente connesse al turismo balneare. È rilevante, soprattutto all’Isola d’Elba, l’impatto degli incendi, anche se numerosi elementi di attenzione sono in realtà legati agli stadi iniziali delle successioni vegetali e risultano quindi avvantaggiati da periodici incendi. In generale, per preservare gli elevatissimi livelli di biodiversità e di valore naturalistico, occorre evitare

17 Caratterizzazione dell'ambiente

un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali. È inoltre opportuno individuare, in base alla distribuzione degli elementi più sensibili, le aree costiere dove regolamentare le attività balneari e nautiche. Appare fondamentale garantire il mantenimento di mosaici ambientali dove siano sufficientemente rappresentati i diversi stadi delle successioni vegetazionali (Sposimo e Castelli, 2005).

Oltre ad essere compreso nel perimetro del Parco dell’Arcipelago Toscano, nel territorio di Capoliveri sono presenti aree di particolare rilevanza ambientale, quali quelle designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. • SIR – ZPS “Elba orientale”(IT5160102) • SIR – SIC –ZPS “Isole di Cerboli e Palmaiola” (IT5160011) • SIR “Zone umide del Golfo di Mola e di Schiopparello” (IT5160101) Per la descrizione di queste aree si rimanda allo studio di incidenza.

Fig. 2 Rapporto tra territorio comunale di Capoliveri, il sistema locale di SIR-SIC-ZPS ed il Parco dell’Arcipelago Toscano

18 Caratterizzazione dell'ambiente

Aree di rilevante valore ambientale sono inoltre costituite dalle zone costiere marine caratterizzate dalla presenza di habitat di interesse conservazionistico (sia di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, che di interesse regionale ai sensi della L.R. 56/2000), quali: Praterie di Posidonia oceanica, Grandi cale e baie poco profonde, Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche, Banchi di sabbia sublitoranei permanentemente sommersi.

Come si evince dalla cartografia disponibile nel sito del web del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it) e riportata nel quadro conoscitivo del PS, la Posidonia oceanica ricopre infatti vaste porzioni dei fondali presenti nel territorio comunale di Capoliveri ed è presente nella maggior parte delle aree marine antistanti le spiagge del comune. In considerazione del consistente afflusso turistico che nel periodo estivo si riversa in queste aree, al fine di prevenire e limitare impatti negativi su tale habitat si rende necessaria una rigorosa gestione delle attività turistiche balneari, incluso quella nautica (sia da diporto che non).

3.3. STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE

Premessa

Nel presente paragrafo viene descritto lo stato attuale dell’ambiente del territorio del Comune di Capoliveri con riferimento alle diverse componenti/sistemi ambientali esaminati quali:

1. popolazione e salute umana

2. suolo

3. energia e mobilità

4. rifiuti

5. biodiversità, vegetazione, flora e fauna

6. acque interne

7. acque marine

8. paesaggio

19 Caratterizzazione dell'ambiente

Per ogni componente, mediante l’uso di specifici indicatori, viene descritto e sintetizzato lo stato attuale e la relativa tendenza nel tempo a prescindere dalle previsioni contenute nel Piano in formazione.

E’ opportuno precisare come alcuni dei dati e delle informazioni riportate nel seguito si riferiscono al più vasto comprensorio dell’Isola d’Elba o della Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano (nel seguito abbreviata con CM), non essendo disponibili in bibliografia dati a livello locale (ad esempio per aspetti connessi ai rifiuti ed energia).

3.3.1. Popolazione, mobilità e salute umana

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati ricavati dalle seguenti fonti:

• Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno (in corso aggiornamento)

• Regione Toscana: inventario delle sorgenti di emissione in aria ambiente, 2003

• Regione Toscana Giunta Regionale Direzione Generale Politiche Territoriali e Ambientali - Area “Qualità dell'aria, rischi industriali, prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento”: Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo 351/99

• sito ARPAT: (Monitoraggio e controllo >Aria >Monitoraggio dell’aria >Biomonitoraggio >Mappaggi >Livorno; Monitoraggio e controllo >Aria >qualità dell’aria >Inquinanti monitorati ; www.arpat.toscana.it > radiazioni > ra_nir_elettrodotti; SIRA.ARPAT.TOSCANA.IT> SIRA > Rischi Industriali)

• Enel Distribuzione, Terna, NEMO: Studio di Impatto Ambientale relativo al “progetto di completamento dell’anello a 132 kV all’Isola d’Elba”, 2002

• Segnali Ambientali Arcipelago Toscano, Agenda21, 2006

20 Caratterizzazione dell'ambiente

Popolazione

La distribuzione della popolazione nell'Isola d'Elba è articolata in comuni di piccole dimensioni, prevalentemente al di sotto dei 20 chilometri quadrati (38,96 kmq Capoliveri), con una popolazione residente inferiore a 5.000 abitanti, eccezion fatta per , di poco superiore ai 12.000 abitanti.

Nel comune di Capoliveri dagli anni ottanta l'andamento della popolazione risulta in significativa crescita; si è avuto infatti un aumento di 670 unità (pari al 27,5%), nel periodo 1991-2001 e di 322 unità (pari al 10,37%), dal 2001 al 2005.

2001 2002 2003 2004 2005 Capoliveri 3.105 3.109 3.146 3.271 3.427

La popolazione è prevalentemente concentrata nel Capoluogo e lungo la costa Sud Occidentale, con i principali centri abitati di Lacona e Lido.

Tab. 5 Popolazione residente e famiglie per località

N° famiglie maschi femmine totale Capoliveri 1.444 1527 1578 3105 Capoliveri 882 942 1001 1.943 Innamorata 9 6 9 15 Lacona 173 201 173 374 Lido 63 51 64 115 Madonna delle Grazie 9 8 8 16 Mola 22 23 28 51 Morcone 36 32 31 63 Naregno 31 27 30 57 Norsi 13 12 14 26 Pareti 17 16 15 31 Peducelli 1 1 1 2 Trappola 35 50 43 93 Vigne Vecchie 10 12 13 25 Case sparse 143 146 148 294

La densità della popolazione residente, espressa come abitanti al chilometro quadrato, risulta essere decisamente più bassa sia rispetto a quella regionale, pari a 155 abitanti, che a quella nazionale, pari a 189.

21 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 6 Densità della popolazione

2001 2002 2003 2004 2005 Capoliveri 79,7 79,8 80,75 83,96 87,96 Comunità montana 112,7 112,7 114,7 116,6 118,5 dell'Arcipelago Toscano

La struttura della popolazione per classi di età nei diversi comuni elbani, incluso Capoliveri, risulta sostanzialmente omogenea con quella provinciale e regionale.

L'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione sopra i 65 anni di età e quella tra 0 e 14 anni) relativo agli anni 2001 e 2005 del comune di Capoliveri è di 155,5, mentre quelli provinciale e regionale risultano rispettivamente 206,3 e 208,1 (Provincia di Livorno) e 192,3 e 191,7 (Regione Toscana).

Abitazioni presenti e abitazioni occupate

Nel Comune di Capoliveri, la percentuale delle abitazioni occupate al 2001 sul totale delle abitazioni presenti nel territorio comunale è pari al 63,6 %; la situazione al 2001 risulta infatti essere:

Abitazioni Altre Totale abitazioni % abitazioni occupate al sul occupate da abitazioni totale delle abitazioni residenti Capoliveri 1.432 821 2.253 63,6 Comunità 50,2 Montana dell’Arcipelago Provincia di 79 Livorno

Rispetto al 1991, si è verificato un decremento nel numero delle abitazioni non occupate, passando da 58,8 a 46 %.

22 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 3 Raffronto tra % di abitazioni occupate

Negli anni ’80 e ’90 si è assistito ad un trend continuo di crescita in termini di movimento turistico; si è verificata una crescita sia in termini di presenze che di numero complessivo di posti letto offerti. C’è tuttavia da sottolineare un’inversione di tendenza dal 2001 in poi, anno dal quale si è registrato un continuo calo delle presenze, amplificato notevolmente nella stagione 2004.

23 Caratterizzazione dell'ambiente

Tuttavia, per la stima delle pressioni effettive a cui è sottoposto l’ambiente (vuoi in termini di consumi energetici, di produzione di rifiuti e liquami) è opportuno far riferimento al numero di abitanti equivalenti, calcolato come somma del numero di residenti e delle presenze turistiche/365. Va poi rilevato come le presenze turistiche si concentrano in particolare nei mesi di luglio e agosto.

2001 2002 2003 2004 abitanti presenze abitanti presenze abitanti presenze abitanti presenze Capoliveri 3105 953.301 3.146 905.348 3.271 842.046 3.427 802.705 Elba 29.141 3.221.729 29.641 3.048.976 30.148 3.003.115 30.635 2.698.494

Abitanti equivalenti:

2001 2002 2003 2004

Capoliveri 5.717 5.626,41 5.577,98 5.626,19

Elba 37.970 37.994 38.375 38.028

Mobilità

La mobilità costituisce una delle maggiori criticità nel periodo estivo, sia per Capoliveri che per tutto il territorio elbano. Il traffico veicolare e marittimo durante la stagione turistica rappresentano la maggiore fonte di inquinamento e disturbo per la popolazione.

Il sistema della viabilità dell’Elba è sicuramente adeguato alle esigenze dei residenti, mentre risulta sovraffollato nei periodi di punta della stagione turistica, in cui si registrano fino a 43.000 auto presenti (nell’intero territorio elbano, dato IRPET) .

Al traffico dei veicoli privati che nei mesi estivi percorrono la viabilità dell’Isola per raggiungere le diverse mete turistiche, si aggiunge il traffico pesante dei mezzi per la distribuzione delle merci, che peraltro, tende anch’esso ad aumentare in questi mesi in considerazione dell’enorme aumento della domanda.

Il numero di autovetture private nella CM al 2004 era di circa 60 per 100 abitanti, un valore analogo alla media nazionale. Il n° di veicoli per chilometro quadrato, così come quello di autovetture, risultano invece inferiori alle medie nazionale, regionale e provinciale; in estate tuttavia il numero di autovetture in circolazione cresce

24 Caratterizzazione dell'ambiente

sensibilmente e la concentrazione per chilometro quadrato supera i rispettivi valori medi nazionale e regionale.

L’esame dei dati e delle informazioni relative al servizio di trasporto pubblico su gomma nell’Isola documenta lo scarso ricorso a questo mezzo soprattutto nel periodo estivo durante il quale utilizzano il mezzo pubblico non più di 2.800-2.900 persone, a fronte di una presenza di auto nello stesso periodo, che si aggira su 43.000 unità (fonte Agenda 21).

Nel comune di Capoliveri solo le principali località balneari sono raggiunte dal servizio pubblico di autobus (ATL - servizio di trasporto pubblico dell’Isola d’Elba) e la frequenza delle corse risulta generalmente bassa.

Località balneari raggiunte da servizio di autobus

Naregno

Straccoligno

Madonna delle Grazie

Lacona – Lido

Morcone – Pareti – Innamorata

Marina di Capoliveri

rif. INDICATORE “N° di veicoli circolanti (estate)”

rif. INDICATORE “N° di località raggiunte dai mezzi di trasporto pubblico”

rif. INDICATORE “N° di corse/giorno”

Accesso all’Isola d'Elba

Il sistema di accesso all’Elba è costituito principalmente dal collegamento marittimo -Portoferraio (per il 90%), che di fatto costituisce l’unico collegamento dal quale si dipartono i collegamenti interni con gli altri comuni. La concentrazione su quest’unico asse comporta problemi di congestionamento del traffico ed inefficienza del trasporto, aspetti aggravati dalla pessima intermodalità del trasporto pubblico; netta risulta la dominanza dell’utilizzo del veicolo privato

25 Caratterizzazione dell'ambiente

sull’Isola, in cui l’87% degli arrivi via mare utilizza l’auto, solo il 5% usa i mezzi pubblici, il 5% la moto ed il 3% la bici.

Per quanto riguarda invece il traffico marittimo da diporto si calcola che comporti un’affluenza di 60.000 persone l’anno, concentrati nei 3-4 mesi estivi.

Dai dati forniti con il piano regionale dei porti e degli approdi turistici, i posti barca disponibili sull’Isola sono 2.550, numero da considerarsi indicativo visto che nei periodi di punta l’offerta aumenta sensibilmente addirittura raddoppiandosi.

Località Posti barca

Portoferraio 1.050

Rio Marina-Cavo 650

Porto Azzurro 150

Marciana Marina 350

Campo nell’Elba 150

Capoliveri 200

Totale 2.550

Accanto agli approdi si devono poi aggiungere i numerosi ricoveri a secco e campi boa distribuiti su tutta l’Isola che indubbiamente necessiterebbero di una opportuna razionalizzazione.

Salute umana (qualità dell’aria, inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico, aziende a rischio di incidente rilevante)

In questo paragrafo vengono riportati dati ed informazioni su alcuni dei principali fattori di rischi che concorrono ad incidere sulla salute umana, quali: qualità dell’aria, inquinamento acustico, inquinamento elettromagnetico, presenza di aziende a rischio di incidente rilevante.

26 Caratterizzazione dell'ambiente

Qualità dell’aria

Rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria

La qualità dell'aria in Toscana viene controllata tramite un sistema di monitoraggio regionale composto da reti provinciali pubbliche e da reti private, queste ultime dislocate in prossimità di impianti industriali e di servizi di particolare rilevanza ambientale. La gestione operativa delle unità di rilevamento, la raccolta e validazione dei dati è demandata ai Centri Operativi Provinciali (COP), di cui fanno parte i Dipartimenti provinciali ARPAT. Alle reti provinciali pubbliche si aggiungono, integrandosi, reti private, realizzate in prossimità di poli industriali e gestite dagli industriali stessi o dai Dipartimenti ARPAT, a seguito di convenzioni specifiche o accordi programmatici. Nello specifico, il controllo della qualità dell'aria in Toscana avviene in 48 Comuni (9 capoluoghi di provincia, 12 Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti), dove risiedono circa 2 milioni di abitanti, pari al 50% del totale regionale (dati aggiornati al 2002).

Annualmente i dati vengono analizzati, elaborati e sintetizzati in una relazione mirata a fornire alle Amministrazioni competenti il quadro conoscitivo necessario a determinare le politiche di gestione dell'ambiente.

Tuttavia nel territorio elbano non sono presenti stazioni di monitoraggio fisse che rilevano in continuo la qualità dell’aria. Le stazioni di rilevamento presenti nella Provincia di Livorno sono infatti ubicate nei comuni di Piombino e Rosignano oltre che nel Comune di Livorno.

Gli unici dati disponibili, seppur di carattere indicativo, sono quelli relativi a una campagna di rilevamento effettuata da ARPAT nel comune di Portoferraio, in Calata Italia, nel periodo agosto-settembre 2002. I risultati emersi da questa campagna, seppur non significativi dal punto di vista statistico, documentano valori inferiori alla soglia di allarme per quanto concerne i principali inquinanti (biossido di zolfo, ossidi di azoto, biossido di azoto, monossido di carbonio), eccezion fatta per l'inquinante PM10 (polveri di dimensione aerodinamica inferiore a 10 micron, c.d. polveri fini o “sottili”), i cui valori hanno in molte occasioni superato il livello di attenzione indicato dalla normativa vigente, pari a 50 microgrammi a metro cubo (rif. DM60 del 2002) 4. Questi dati sembrano confermare come l'intenso traffico sia

4 PM 10

Caratteristiche

Il materiale particolato presente nell'aria è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, che possono rimanere sospese in aria anche per lunghi periodi. Hanno dimensioni comprese tra 0,005 µm e 50-150µm (lo spessore di un capello umano è circa 100 µm), e una composizione costituita da una miscela di elementi quali: carbonio, piombo, nichel, nitrati, solfati, composti organici, frammenti di suolo, ecc. L'insieme delle particelle sospese in atmosfera è definito come PTS (polveri totali sospese) o PM (materiale particolato). Le polveri totali vengono generalmente distinte in due classi dimensionali corrispondenti alla

27 Caratterizzazione dell'ambiente

marittimo che stradale presente nel periodo estivo (periodo di punta della stagione turistica) si traduca inevitabilmente in un generale peggioramento della qualità dell'aria.

rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a livelli di inquinamento atmosferico superiori ai valori limite”

rif. INDICATORE “entità delle emissioni dei diversi inquinanti”

Biomonitoraggio della qualità dell’aria mediante l’uso di licheni

I risultati di un'indagine finalizzata a stimare l'entità dell'inquinamento atmosferico provocato da sostanze fitotossiche (in particolare SO2, NOX, O3) effettuata nel territorio della provincia di Livorno mediante l’uso di licheni epifiti quali bioindicatori della qualità dell'aria (indagine realizzata da ARPAT in collaborazione con l’Università di Siena: fonte sito ARPAT), documentano, complessivamente, un elevato stato di naturalità per l’intero territorio elbano: il valore medio di IAP è risultato infatti di 40, mentre il valore massimo riscontrato a Poggio () è stato di 100. Sempre nel Comune di Marciana è stata riscontrata la Lobaria capacità di penetrazione nelle vie respiratorie da cui dipende l'intensità degli effetti nocivi. Le polveri che penetrano nel tratto superiore delle vie aeree o tratto extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe), polveri dette inalabili o toraciche, hanno un diametro inferiore a 10µm (PM10). Quelle invece che possono giungere fino alle parti inferiori dell'apparato respiratorio o tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi, bronchioli e alveoli polmonari), le cosiddette polveri respirabili, hanno un diametro inferiore a 2,5µm (PM2,5).

Fonti emissive e monitoraggio

Le particelle solide sono originate sia per emissione diretta (particelle primarie) che per reazione nell'atmosfera di composti chimici, quali ossidi di azoto e zolfo, ammoniaca e composti organici (particelle secondarie). Le sorgenti del particolato possono essere antropiche e naturali. Le fonti antropiche sono riconducibili principalmente ai processi di combustione quali: emissioni da traffico veicolare, utilizzo di combustibili (carbone, oli, legno, rifiuti, rifiuti agricoli), emissioni industriali (cementifici, fonderie, miniere). Le fonti naturali invece sono sostanzialmente: aerosol marino, suolo risollevato e trasportato dal vento, aerosol biogenico, incendi boschivi, emissioni vulcaniche, ecc. Le cause principali delle alte concentrazioni di polveri in ambito cittadino sono dovute in gran parte alla crescente intensità di traffico veicolare, e in particolare alle emissioni dei motori diesel e dei ciclomotori. Una percentuale minore è legata all'usura degli pneumatici e dei corpi frenanti delle auto. Un ulteriore elemento che contribuisce alle alte concentrazioni di polveri è connesso anche al risollevamento delle frazioni depositate, per cause naturali o legate allo stesso traffico.

Effetti sanitari

Gli effetti sanitari delle PM10 possono essere sia a breve termine che a lungo termine. Le polveri penetrano nelle vie respiratorie giungendo, quando il loro diametro lo permette, direttamente agli alveoli polmonari. Le particelle di dimensioni maggiori provocano effetti di irritazione e infiammazione del tratto superiore delle vie aeree, quelle invece di dimensioni minori (inferiori a 5-6 micron) possono provocare e aggravare malattie respiratorie e indurre formazioni neoplastiche. Anche recenti studi epidemiologici (ad esempio il progetto MISA, una metanalisi degli studi italiani sugli effetti acuti dell'inquinamento atmosferico rilevati in otto città italiane nel periodo 1990-1999, e studi americani sugli effetti a lungo termine) hanno confermato l'esistenza di una correlazione tra presenza di polveri fini e patologie dell'apparato respiratorio e cardiovascolare.

28 Caratterizzazione dell'ambiente

pulmonaria, specie rara estremamente sensibile all'inquinamento atmosferico.

Fig. 4 Carta dell'Isola d'Elba 1999

Fig. 5 Mappa della provincia di Livorno (escluso isole dell’Arcipelago Toscano)

rif. INDICATORE “stato di qualità dell'aria - biomonitoraggio con licheni”

29 Caratterizzazione dell'ambiente

Classificazione del territorio regionale ai fini della protezione della salute umana, degli ecosistemi, della vegetazione e della prevenzione del degrado dei materiali

Dalla classificazione del territorio regionale ai fini della protezione della salute umana realizzata dalla regione Toscana (Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo 351/99 a cura di Regione Toscana Giunta Regionale Direzione Generale Politiche Territoriali e Ambientali - Area “Qualità dell'aria, rischi industriali, prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento”), si evince che il comune di Capoliveri, ed in generale il più ampio comprensorio elbano, è caratterizzato da un buono stato di qualità dell’aria ambiente, risultando di classe A per la gran parte degli inquinanti esaminati, eccezion fatta per il PM10, per il quale risulta in classe B (vedi tabella seguente).

PM 10 PM 10 SO2 NO2 CO C6H6 O3 fase1 fase2

Capoliveri A A B B A A NC

rif. INDICATORE “stato di qualità dell'aria” (classificazione regionale in base al Decreto legislativo 351/99)

Più in generale, i risultati della classificazione del territorio regionale hanno permesso di individuare 32 comuni che presentano, per almeno una sostanza inquinante, superamenti dei pertinenti valori limite di qualità dell’aria da rispettare nel 2005 ovvero nel 2010 e che pertanto sono stati classificati con le lettere C o D. I restanti comuni della regione, in numero di 255, sono stati classificati con le lettere B ed A, che esprimono un buono stato di qualità dell’aria ambiente (lettera A) ovvero un rischio, seppur remoto, di raggiungimento dei valori limite (lettera B).

A seguito della attuale classificazione dei comuni toscani e delle disposizioni del D.lgs n. 351/99 sulla gestione della qualità dell’aria ambiente, il territorio regionale può, pertanto, essere suddiviso in 5 zone:

- Zona di mantenimento A-B, comprendente i 255 comuni, che presentano una buona qualità dell’aria, classificati con le lettere A e B per tutte le sostanze inquinanti, comprendente la maggior parte del territorio regionale, che dovrà essere oggetto di un piano di mantenimento regionale;

- Zona di risanamento comunale, costituita dal territorio di 8 comuni non finitimi (Siena, Poggibonsi, Grosseto, Piombino, Arezzo, Montecatini Terme, Viareggio, Pomarance) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D, che dovranno essere oggetto di specifici piani o programmi di risanamento;

30 Caratterizzazione dell'ambiente

- Zona di risanamento livornese, pisana e del cuoio, comprendente 7 comuni costieri e interni (, Livorno, Pisa, Cascina, Pontedera, Montopoli Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno) che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D; tale zona dovrà essere oggetto di piani o programmi di risanamento;

- Zona di risanamento della Piana lucchese, comprendente i comuni di Lucca e Capannori che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e pertanto sono stati classificati C e/o D ; anche questa zona sarà oggetto di piano o programma di risanamento;

- Zona di risanamento dell’area metropolitana di Firenze–Prato–Pistoia e del Comprensorio empolese, comprendente 15 comuni che presentano superamenti di almeno un valore limite per una sostanza inquinante e che pertanto sono stati classificati C e/o D; tale zona è costituita dagli 8 comuni dell’area omogenea fiorentina, Firenze, Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Lastra a Signa, Scandicci, Sesto Fiorentino, Signa, e dai comuni di Empoli, Montelupo Fiorentino, Poggio a Caiano, Prato, Montemurlo, Montale, Pistoia.

Dalla classificazione del territorio regionale ai fini della protezione degli ecosistemi, della vegetazione e della prevenzione del degrado dei materiali, la stessa indagine rileva la seguente situazione:

Eco SO2 Veg NOx Veg O3 Mat O3

Capoliveri A A NC NC

Le principali pressioni su questa componente ambientale sono costituite dalle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti (dirette ed indirette) e dal rumore generato principalmente dalla circolazione dei mezzi (esaminato nel paragrafo “salute umana”); entrambe queste pressioni diventano elevate nel periodo estivo, in relazione al forte afflusso turistico .

Emissioni

Le emissioni di gas serra nel territorio della CM dell’Arcipelago Toscano sono essenzialmente correlate ai consumi energetici delle diverse fonti utilizzate. I gas serra provenienti da processi energetici sono essenzialmente l’anidride carbonica (CO2), il metano (CH4) ed il protossido di azoto (NO2). Nelle elaborazioni riportate in questo contesto è stato considerato l’effetto complessivo di questi gas, usando il

31 Caratterizzazione dell'ambiente

valore equivalente di CO2. Il metodo di calcolo utilizzato è riportato nella nota a piè di pagina5.

120000 100000 80000 emissioni dirette 60000 40000 emissioni indirette 20000 0 2003 2004 2005

Fig. 6 Emissioni espresse in tonnellate di CO2 equivalente nella Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano

La diminuzione, seppur modesta, delle emissioni “dirette” è dovuta alla diminuzione, negli ultimi anni, del consumo di benzina; le emissioni “indirette” evidenziano invece una tendenza all’aumento, essenzialmente dovuta all’aumento dei consumi elettrici.

Le emissioni complessive di anidride carbonica equivalente per abitante equivalente nella CM è di circa 5,1 t/a, valore decisamente inferiore al valore medio di altri comprensori, quali la Val di Cornia, la provincia di Livorno o la regione Toscana, nei quali incide significativamente l’apporto dei poli industriali ivi presenti.

5 La stima delle emissioni è stata elaborata moltiplicando i dati relativi già analizzati, per opportuni coefficienti di emissione direttamente collegati al tipo di vettore energetico utilizzato. I coefficienti sono di due tipi: uno relativo alla produzione del vettore stesso (contributi “indiretti” alle emissioni di gas serra) l’altro relativo ai consumi finali del vettore energetico (contributi “diretti”). Le emissioni di CO2 equivalente relative alla produzione (estrazione, trasporto, lavorazione e distribuzione) e relative al consumo (consumo finale) sono calcolate sulla base dei seguenti coefficienti:

vettore CO2 equivalente (g/kg)produzioneconsumoGasolio2943.200GPL3142.872benzina2923.219Per quanto riguarda l’energia elettrica proveniente dall’esterno, per il calcolo delle emissioni di CO2 equivalente è stato fatto riferimento al mix energetico nazionale, il cui valore risulta intorno a 0,5 kg di CO2/kWh di E.E.. (fonte dei dati: Agenda21, 2006)

32 Caratterizzazione dell'ambiente

160 140 120 100 Regione toscana Prov. Livorno 80 Val di Cornia 60 CM Ar ci pe l a go 40 20 0

Fig. 7 Emissioni di CO2 per abitante equivalente (tonnellate/anno)

rif. INDICATORE “entità delle emissioni di gas serra”

rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a inquinamento atmosferico”

Inquinamento acustico

Le principali fonti di rumore che interessano da un punto di vista ambientale sono, in ordine di importanza:

• il rumore da traffico (traffico veicolare, ferroviario, ecc.); • il rumore da attività industriale e artigianale; • il rumore originato da attività musicali e ricreative; • il rumore generato da attività e fonti di rumore in ambiente abitativo .

Il rumore da traffico veicolare costituisce senz’altro un’importante fonte di rumore soprattutto nel periodo estivo, in relazione al considerevole afflusso turistico che raggiunge con veicoli propri il territorio comunale ed in particolare le sue località balneari (si ricorda come nel territorio del comune di Capoliveri siano concentrati circa la metà degli arenili presenti in tutta l’Isola d’Elba).

Il comune di Capoliveri non dispone ancora di un Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) o di altra zonizzazione acustica del territorio comunale che consenta di individuare le aree interessate da elevati livelli di rumorosità .

rif. INDICATORE “Stato di approvazione dei piani di classificazione acustica”

33 Caratterizzazione dell'ambiente

rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a inquinamento acustico” (ad oggi non applicabile per mancanza di dati) rif. INDICATORE “Interventi di risanamento sulle infrastrutture di trasporto”

Inquinamento elettromagnetico

Le radiazioni elettromagnetiche prodotte da differenti impianti e attrezzature presenti sul territorio, quali ad esempio elettrodotti, centrali elettriche, impianti di ricetrasmissione radio/TV, telefonia cellulare, possono costituire un importante fattore di rischio per la popolazione residente in queste aree. Ai fini della valutazione del rischio è necessario individuare e caratterizzare le sorgenti di radiazioni presenti nel territorio, la loro esatta ubicazione in relazione alle abitazioni presenti, nonché le modalità di esposizione della popolazione.

Il territorio comunale di Capoliveri non è attraversato da linee elettriche6 ad alta tensione (vedi mappa seguente), il cui tracciato attraversa invece altri comuni elbani.

6 Gli elettrodotti sono classificati in funzione della tensione, il cui aumento determina l'incremento del campo elettrico. Sono quindi suddivisi in:

• linee ad altissima tensione (380 kV) per il trasporto di energia elettrica su grandi distanze; • linee ad alta tensione (220 kV e 132 kV) per la distribuzione dell'energia elettrica; • linee a media tensione (15-20 kV) per la fornitura a industrie, centri commerciali e grandi condomini, possono essere aeree o interrate; • linee a bassa tensione (220-380 V) per la fornitura a singole abitazioni e piccole utenze, possono essere aeree o interrate.

A basse frequenze il campo elettrico espresso come valore efficace E (V/m), generato dalla tensione, si misura separatamente dal campo magnetico H, generato invece dalla corrente elettrica, e per il quale si assume come unità di misura il microtesla mT (induzione magnetica). Essendo la tensione della linea un fattore costante, il campo elettrico E in un dato punto risulta costante nel tempo, e la sua intensità diminuisce all'aumentare della distanza dal conduttore. Il campo elettrico è inoltre facilmente schermabile, e tra l'interno e l'esterno di un edificio si ha una notevole riduzione della sua intensità. Il campo magnetico H varia con l'intensità della corrente elettrica che transita sulla linea e dipende dal carico della linea stessa. L'intensità del campo H diminuisce con l'aumentare della distanza dalla sorgente inquinante, ma contrariamente al campo E non è schermabile con alcuno dei materiali di uso comune: quindi tra l'interno e l'esterno di un edificio la sua intensità risulta praticamente invariata.

34 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 8 Linee elettriche ad alta tensione presenti nell’Isola d’Elba

Elettrodotti

Il campo elettrico di queste sorgenti è facilmente schermato dalla maggior parte degli oggetti. Sono un buono schermo non solo tutti i conduttori (metalli), ma anche la vegetazione e le strutture murarie. Inoltre si ottiene una riduzione del campo anche quando lo schermo non è continuo, e addirittura "all'ombra" di oggetti conduttori come alberi, recinzioni, siepi, pali metallici ecc.; per questo motivo non si è mai ritenuto che il campo elettrico generato da queste sorgenti possa produrre un'esposizione intensa e prolungata della popolazione. Esposizioni significative al campo elettrico si possono avere solo per alcuni tipi di attività professionali. Il campo magnetico prodotto dagli impianti elettrici, invece, è poco attenuato da quasi tutti gli ostacoli normalmente presenti, per cui la sua intensità si riduce soltanto, in maniera solitamente abbastanza ben predicibile, al crescere della distanza dalla sorgente. Per questo motivo gli elettrodotti possono essere causa di un'esposizione intensa e prolungata di coloro che abitano in edifici vicini alla linea elettrica. L'intensità del campo magnetico è direttamente proporzionale alla quantità di corrente che attraversa i conduttori che lo generano pertanto non è costante ma varia di momento in momento al variare della potenza assorbita (i consumi). Negli elettrodotti ad alta tensione non è possibile definire una distanza di sicurezza

35 Caratterizzazione dell'ambiente

uguale per tutti gli impianti, proprio perché non tutte le linee trasportano la stessa quantità di energia, ma tenendo conto delle caratteristiche tipiche di questi impianti si possono dare delle utili indicazioni di massima (fonte ARPAT): • per nessun tipo di elettrodotto si possono riscontrare campi superiori ai limiti di legge nelle zone accessibile in prossimità dei cavi; • il campo scende comunque al di sotto dei livelli unanimemente considerati trascurabili (0.2 microTesla) a distanze superiori ai 50 metri per le linee a 130 kV, superiori ai 100 metri per quelli a 220 kV, superiori ai 150 metri per quelli a 380 kV; • nel caso delle cabine di trasformazione campi significativi si possono trovare soltanto entro distanze di qualche metro dal perimetro della cabina stessa .

I valori del campo elettrico e magnetico riscontrati in prossimità delle linee elettriche a media tensione (15 kV), sono significativamente inferiori rispetto a quelli che caratterizzano linee elettriche ad alta tensione.

rif. INDICATORE “km di linea elettrica AT/km2 di territorio comunale” rif. INDICATORE “km di linea elettrica MT/km2 di territorio comunale” rif. INDICATORE “% di popolazione esposta a campi elettromagnetici “ (ad oggi non applicabile per mancanza di dati)

Le misure effettuate da ARPAT nel 2006 nell’ambito del monitoraggio dei CEM generati da impianti di radio-comunicazione nelle postazioni di controllo periodicamente investigate, non hanno evidenziato alcun superamento dei valori limite di legge per la postazione di controllo sita a Capoliveri (scuola ubicata in via Giotto).

rif. INDICATORE “livelli di campo elettromagnetico - superamento dei valori limite di legge”

Aziende a rischio di incidente rilevante

Nel territorio comunale di Capoliveri non sono presenti attività a rischio di incidente rilevante, così come definite dal D.Lgs. 334/99 e s.m.i.; non sono altresì presenti aziende soggette a notifica o a dichiarazione obbligatoria (di classe A o B), ai sensi del testo delle leggi sanitarie (rif. Articolo 216).

rif. INDICATORE “n° di aziende a rischio di incidente rilevante presenti sul territorio comunale”

36 Caratterizzazione dell'ambiente

Popolazione, mobilità e salute umana: obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPSR Disp. Stato Tendenza dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità

Ridurre le emissioni Entità delle emissioni 7 P + dirette e indirette (estate) N° di località balneari Migliorare l’offerta del raggiunte dai mezzi di D +++ servizio pubblico trasporto pubblico e loro (estate) frequenza Ridurre la “stato di qualità dell'aria” percentuale di (classificazione regionale in S +++ ☺ popolazione esposta base al D.lgs. 351/99) “stato di qualità dell'aria - all’inquinamento S +++ ☺ atmosferico biomonitoraggio con licheni” Miglioramento della N° veicoli circolanti (periodo S ++ qualità dell'aria invernale) ☺ N° veicoli circolanti (periodo S + estivo) Popolazione esposta a livelli di inquinamento atmosferico S ND superiori ai valori limite Ridurre il grado di Ridurre il grado di rischio di N° di aziende a rischio di rischio di accadimento P +++ accadimento di incidente rilevante ☺ di incidente rilevante incidente rilevante Attuare le disposizioni Stato di approvazione dei R ++ normative piani di classificazione acustica Riduzione Mitigare dell’esposizione della Interventi di risanamento sulle l’inquinamento R ++ popolazione infrastrutture di trasporto acustico (estate) all’inquinamento Ridurre la % di acustico % di popolazione esposta a popolazione esposta a S + inquinamento acustico Inquinamento acustico % di popolazione esposta a S + campi elettromagnetici ☺ Riduzione km di linea elettrica AT/km2 S ++ dell’esposizione della Riduzione della % di di territorio comunale ☺ popolazione popolazione esposta a km di linea elettrica MT/km2 S ND all’inquinamento campi elettromagnetici di territorio comunale elettromagnetico N° superamenti dei valori limite di legge dei livelli di S ++ ☺ campo elettromagnetico

7 Non essendo disponibili dati specifici a livello locale sono stati presi a riferimento i dati riferiti alla CM dell’arcipelago (vedi Agenda21)

37 Caratterizzazione dell'ambiente

Motivazioni della tendenza

Qualità dell’aria e inquinamento acustico

La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori, positiva per taluni aspetti e negativa per altri (vedi colonna stato attuale), si presume possa subire un progressivo peggioramento nel tempo.

E’ da rilevare infatti come i principali fattori che concorrono ad una loro modificazione nel tempo, quali l’entità del traffico veicolare, i consumi energetici, le attività produttive caratterizzate da emissioni in atmosfera8, risultano direttamente collegati con l’entità delle presenze, sia in termini di residenti che di turisti.

L’andamento della popolazione in significativa crescita a livello comunale negli ultimi anni, sia in termini di popolazione residente che di abitanti equivalenti, nonché il generale e progressivo aumento dei consumi energetici procapite, fanno presupporre, a meno di differenti indirizzi pianificatori, il progressivo peggioramento nel tempo sia della qualità dell’aria che dell’inquinamento acustico.

L’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata alla limitazione del traffico veicolare nell’Isola, ad esempio limitando il traghettamento di autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.

Nella stessa direzione può essere interpretato l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni (in parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate) contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero9 (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente

8 Le emissioni riconducibili a questo tipo di attività sono poco significative in considerazione del ridotto numero di attività produttive con queste caratteristiche; nel territorio comunale non sono inoltre presenti attività a rischio di incidente rilevante.

9 Dimensionamento previsto nel Piano di Fabbricazione, come “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”: Posti letto Dimensionamento

Residenziale (completamento ed espansione) Residenziale espansione 1.078.430 mc Turistico ricettivo alberghiero ed 3.828 extralberghiero 259.563 mc Industriale /artigianale 23.832 mc Commerciale/direzionale 17.518 mc Servizi 34.766 mq

38 Caratterizzazione dell'ambiente

(realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”), anche se non prevede in molti casi un aumento di unità abitative, comporta un consistente aumento dei posti letto e quindi di presenze turistiche, che ad oggi, arrivano e si muovono prevalentemente in auto.

Inquinamento elettromagnetico

Relativamente all’inquinamento elettromagnetico, non si ravvisano allo stato attuale, fattori che possono far pensare ad una modificazione dei valori assunti dagli indicatori correlati, quali ad esempio la costruzione di nuove linee elettriche ad alta tensione nel territorio comunale, impianti di Radio – Comunicazione; va inoltre precisato come i tracciati individuati nel “progetto di completamento dell’anello a 132 kV all’Isola d’Elba”, 2002 (Enel Distribuzione, Terna), non attraversano il territorio di Capoliveri.

39 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.2. Suolo

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:

- Piano d'Ambito dell'Ambito Territoriale ottimale 5 Toscana Costa (2001) - Piano di Assetto Idrogeologico - Bacino Toscana Costa (2001) - Piano di Tutela delle Acque della Toscana - Bacino Toscana Costa (2005) - Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/) - Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri - Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007) - Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno - Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006)

Trasformazioni dell’uso del suolo

In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale di Capoliveri negli ultimi decenni ha subito intense trasformazioni, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa ed ai processi di abbandono di ex aree agricole.

Il Comune presenta oggi, in molte sue zone, un elevato grado di artificialità e di urbanizzazione, con un valore medio comunale del 12% di territorio urbanizzato o ad elevata artificialità (Fig. 26). Si tratta di un fenomeno che si è sviluppato nel tempo, considerando che già nel 1985 la superficie di urbanizzato per abitante (pari a 1551 mq/abitante) era la più alta tra i comuni della Provincia di Livorno.

Per il territorio elbano e per Capoliveri oltre alla presenza di nuclei urbani (Portoferraio e Capoliveri in primis) l’edificato sparso, a bassa e media intensità, costituisce la tipologia prevalente. “In particolare il sistema costiero Lacona-Capoliveri- si caratterizza anche per la elevata presenza di strutture turistiche (alberghi, residence, campeggi), con un turismo estivo di massa che presenta il maggiore tasso di incremento dell’Isola d’Elba e dell’intera Provincia di Livorno” (Relazione del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato, 2007).

La successiva tabella (Fig. 9) evidenzia l’importanza delle diverse classi di uso del suolo nel territorio comunale (fonte: uso del suolo del quadro conoscitivo del Piano Strutturale). Le aree agricole interessano circa l’11% del territorio, concentrandosi soprattutto nella pianura di Mola e di Lacona, molto ampia è la superficie interessata da macchie e boschi

40 Caratterizzazione dell'ambiente

mediterranei (43%), mentre l’elevata presenza di arbusteti (15,9%) e di rimboschimenti (12%) dimostra la perdita di terreni agricoli e di pascoli avvenutà negli ultimi decenni. Tale paesaggio agricolo è stato inoltre ridotto e frammentato dallo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa.

Tab. 7 Classi di uso del suolo del Comune di Capoliveri (quadro conoscitivo PS 2007)

Ettari Sup % MACCHIA 1314,93 33,2 ARBUSTETO 628,92 15,9 BOSCO A DOMINANZA DI CONIFERE CON SCLEROFILLE 475,83 12,0 RESEDI, EDIFICATO RESIDENZIALE, CAMPEGGI, PARCHEGGI, RIMESSAGGI, ORTI 356,17 9,0 BOSCO DI SCLEROFILLE 273,58 6,9 SEMINATIVO 181,38 4,6 SEMINATIVO ARBORATO 103,34 2,6 BOSCO A DOMINANZA DI QUERCUS SUBER E QUERCUS ILEX 99,72 2,5 VIGNETO 95,03 2,4 COSTE ROCCIOSE CON VEGETAZIONE ALOFILA 87,74 2,2 AREA ESTRATTIVA 81,04 2,0 BOSCO A DOMINANZA DI SCLEROFILLE CON LATIFOGLIE 61,90 1,6 OLIVETO 53,90 1,4 GARIGA 52,86 1,3 INCOLTO 35,51 0,9 URBANO 26,51 0,7 SPIAGGIA PRIVA DI VEGETAZIONE 15,83 0,4 VEGETAZIONE PALUSTRE 6,58 0,2 SPIAGGIA CON VEGETAZIONE DUNALE 5,53 0,1 BOSCO DI ALTRE LATIFOGLIE DECIDUE 4,13 0,1 FRUTTETO 2,68 0,1

Fig. 9 Uso del suolo del Comune di Capoliveri (quadro conoscitivo PS 2007)

41 Caratterizzazione dell'ambiente

Per il territorio di Capoliveri i dati del 2001 indicano un numero di abitazioni pari a 2676 di cui il 46% non occupate da residenti, con un aumento dell’edificato del 13% rispetto al 1991. Il modello di edilizia residenziale turistica è confermato dai dati relativi ai residenti ove con l’eccezione del Capoluogo, con 1943 residenti, e di Lacona, con 374 residenti, molti nuclei edificati presentano una bassa presenza di residenti (82 a Peducelli, 15 a Innamorata, 16 a Madonna delle Grazie).

L’edificato sparso a bassa densità costituisce l’elemento di urbanizzazione più diffuso nel territorio comunale con particolare riferimento all’ambito occidentale ed orientale del sistema di Capoliveri ed al sistema di Lacona. Ciò risulta evidente anche analizzando il grado di artificialità di cui alla Fig. 26 particolarmente elevato in tali sistemi. Al fenomeno dell’edilizia residenziale diffusa si associa inoltre lo sviluppo delle reti stradali con elevati livelli dell’indice di frammentazione da opere stradali (con un massimo di 6,9 km/kmq per l’Unità di Naregno) (Fig. 25).

Nei tre sistemi sopra citati le dinamiche insediative hanno interessato porzioni di territorio sempre più vaste nello “spazio aperto” (non occupato dall’urbanizzazione) secondo un modello discontinuo, a bassa intensità (modello “sprawl” o a insediamento diffuso), con elevata frammentazione ed erosione dell’uso del suolo. Principali impatti di tale modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione territoriale sono la destrutturazione del tessuto insediativo (che risulta discontinuo e scarsamente integrato), la frammentazione e l’Isolamento degli ambiti naturali e paesistici. A causa degli effetti incontrollati, in termini di qualità ambientale, su vaste porzioni di territorio, questo modello di sviluppo insediativo viene spesso identificato come uno dei principali fattori di insostenibilità ambientale (APAT, INU, 2003).

Le porzioni di territorio di Capoliveri ove si è più sviluppato questo modello insediativo sono l’area di Lacona-Margidore e del Capoluogo. Nella prima area ad una presenza di strutture turistiche concentrate sulla costa (perlopiù campeggi) si associa un piccolo nucleo urbano recentemente interessato da progetti di PEEP e da un sistema agricolo relittuale ad edificato sparso.

La seconda area vede la presenza del nucleo storico di Capoliveri con versanti degradanti verso le coste orientali (Naregno, Calagrande) ed occidentali (Lido, Zuccale, Madonna delle Grazie, Morcone) ed interessati da edilizia residenziale sparsa ad alta e medio-bassa densità. La periferia est del Capoluogo ha visto inoltre negli ultimi anni lo sviluppo di nuove aree urbanizzate, estendendo il centro abitato verso le aree agricole marginali (Fig. 11).

42 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 10 Sistema insediativo ad elevata frammentazione: area Lacona-Margidore (viola: centro abitato e campeggi; rosso: area a funzione alberghiera; fucsia: PEEP; verde: parchi pubblici e urbani)

Fig. 11 Sistema concentrato (Capoliveri) e sparso ad elevata densità: area di Capoliveri e versanti orientali e occidentali (viola: centro abitato e campeggi; rosso: area a funzione alberghiera; fucsia

Il quadro attuale dei livelli di consumo del suolo presenta una condizioni sicuramente negativa da sottoporre a processi di inversione di tendenza e di deframmentazione. In tale contesto la tendenza in assenza di nuovo PS, ma derivante

43 Caratterizzazione dell'ambiente

dal PdF ancora non attuato, aggrava l’indicatore “consumo del suolo” con trasformazioni previste, o in corso di realizzazione, alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e a Lacona (PEEP Lacona).

• rif. INDICATORE “variazione percentuale delle aree artificiali” • rif. INDICATORE “impiego del suolo per lo sviluppo urbano” • rif. INDICATORE “grado di antropizzazione” • rif. INDICATORE “grado di frammentazione da infrastrutture stradali” • rif. INDICATORE “numero di cave e miniere attive” • rif. INDICATORE “numero di cave e miniere abbandonate” • rif. INDICATORE “numero di cave e miniere rinaturalizzate” • rif. INDICATORE “variazione classi di uso del suolo”

Rischio idrogeologico

La situazione relativa all’uso del suolo nel territorio comunale costituisce un potenziale elemento critico rispetto al rischio idrogeologicio, ove “l’evento meteorico del settembre 2002 ha evidenziato come l’impatto urbanistico e l’abbandono dei terreni agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico dell’Isola d’Elba” (Comunità Montana Arcipelago Toscano, 2006).

Gran parte delle aree interessate dai fenomeni di dissesto dell’evento meteorico del 2002 erano perimetrate nel PAI Toscana Costa come Aree a pericolosità idraulica o geomorfologica elevata o molto elevata.

A seguito degli eventi di cui sopra la Regione Toscana nel 2002 (Del.G.R. 1054/2002) ha individuato alcune misure di regolamentazione degli interventi edilizi nelle aree a rischio idraulico, la verifica delle classi di pericolosità idraulica e della localizzazione delle aree in frana, ed altre misure cautelative. A tale atto, sempre nel 2002, è seguito il Piano di prevenzione, ripristino e messa in sicurezza dei bacini dell’Isola d’Elba e relativo programma di interventi. In tale contesto sono stati finanziati e realizzati interventi nel Comune di Capoliveri, con particolare riferimento al Fosso di S. Maria (Lacona), Fossi di Cavallacce e Conce (Naregno), Fosso Pontimento (Morcone), Fosso Valdana (Lido). Gli approfondimenti relativi alle aree a pericolosità idraulica e geomorfologica sono stati realizzati in gran parte a livello di quadro conoscitivo del nuovo Piano Strutturale. In termini di pericolosità idraulica le aree sensibili sono individuate nella Carta di pericolosità idraulica 1:5.000 delle Indagini geologico-tecniche (quadro conoscitivo del PS) con le classi 3 e 4; le aree a Pericolosità Idraulica Elevata e Molto Elevata di cui al P.A.I. 2004 sono riportate come aree a Pericolosità 4. Le aree a P.I.M.E. sono costituite dalle aree di fondovalle soggette a fenomeni di esondazione e ristagno e la fascia dei 10 metri dal ciglio di sponda dei fossi.

44 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 12 Aree a Pericolosità idraulica elevata e molto elevata – zona di piano di Mola (da carta del degrado PS Capoliveri).

Il comune di Capoliveri ha portato a termine uno studio idraulico preliminare sui seguenti fossi: Stagnolo – Caubbio-Tombino SUB SISTEMA DI S.MARTINO –SISTEMA DI LACONA Valle S. Maria SUB SISTEMA DI S.MARTINO –SISTEMA DI LACONA Valdana SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI Mar dei Carpisi SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI Mazzacorta (o di Mola) SUB SISTEMA DI MOLA Pontimento SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI – SISTEMA DI M.CALAMITA Fosco SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI– SISTEMA DI M.CALAMITA Innamorata SISTEMA OCCIDENTALE DI CAPOLIVERI– SISTEMA DI M.CALAMITA Conce SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI Cavallacce SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI Salici SISTEMA ORIENTALE DI CAPOLIVERI - SUB SISTEMA DI MOLA

Nell’ambito di questi fossi ne sono stati selezionati 6: Stagnolo–Caubbio-Tombino; Valle S. Maria; Valdana; Pontimento; Conce e Cavallacce che sono stati inseriti e finanziati nell’ambito del Piano di prevenzione, ripristino e messa in sicurezza dei bacini prioritari dell'Isola d'Elba e primo programma di interventi per la riduzione del rischio idrogeologico – D.G. R.T. n. 830 del 4/8/2003 Dip. Pol. Terr. e Ambientali – Ordinanza P. C. M. n. 3276 del 28/3/2003 – Allegato B. Per ognuno dei 6 fossi è stata eseguita la progettazione definitiva seguendo le indicazioni delle «Linee guida per le verifiche idrologiche e idrauliche e per lo sviluppo di studi di fattibilità e progetti per la messa in sicurezza dei bacini elbani» di cui alla D.G.R. T. n. 1418/2002.

45 Caratterizzazione dell'ambiente

Tra il 2004 e il 2005 sono stati inoltre realizzati interventi di riqualificazione e risistemazione dell’area umida di Mola.

Con la Del.C.R. 315/96 "Delimitazione dei comprensori di bonifica e individuazione delle Province competenti. L.R. 34/94, art. 5 e art. 11" è stato istituito il Comprensorio di Bonifica n. 34 - Arcipelago Toscano che si estende su una superficie complessiva di circa 26.140 ha a comprendere il territorio dei comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, , Marciana, , Porto Azzurro, Portoferraio, Rio Marina, Rio nell’Elba e il territorio dell’Isola di Gorgona che ricade nel comune di Livorno. Il Consorzio ha competenza alla manutenzione ordinaria delle opere di bonifica e idrauliche, e dei corsi d’acqua naturali ricadenti nel territorio di sua competenza per garantire la difesa del suolo da alluvioni ed evitare così allagamenti. L’attivazione delle funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo del Consorzio di Bonifica costituisce un indicatore positivo nell’ambito dell’obiettivo di riduzione del rischio idraulico.

Sono inoltre presenti aree a pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata particolarmente concentrate nelle zone costiere, nelle aree alto collinari a maggiore acclività, ma soprattutto nei versanti meridionali del Monte Calamita, nelle aree in passato interessate da attività minerarie.

Fig. 13 Aree a Pericolosità geomorfologica elevata e molto elevata – versante sud Monte Calamita (da carta del degrado PS Capoliveri)

46 Caratterizzazione dell'ambiente

La presenza di aree minerarie e cave, ancora non oggetto di intervento di recupero ambientale, costituisce un elemento che aggrava il rischio geomorfologico. La cava di Colle Reciso è stata inserita come area a pericolosità geologica Classe 4 in quanto trattasi di una cava inattiva, è stato realizzato un progetto per un intervento di recupero della stessa già in fase esecutiva, ma non ancora realizzato (PS Comune di Capoliveri).

La zona del M.te Calamita è sede di alcune emergenze storico-paesaggistico di notevole interesse: si tratta di 3 aree minerarie (aree minerarie dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polveraio) dimesse situate lungo la costa rocciosa che caratterizza il promontorio. Le aree sono tutelate dal Parco dell’Arcipelago Toscano e dal Parco Minerario. La notevole valenza turistica di ciascuna di queste aree è dovuta alla presenza del laghetto dei Sassi Neri e alla miniera del Ginevro (ad oggi visitabile su appuntamento), ma lo sviluppo turistico e la valorizzazione della risorsa è frenata principalmente dal notevole degrado geomorfologico-ambientale in cui versa tutta l’area. In particolare si segnala la presenza di numerose discariche minerarie instabili o potenzialmente instabili diffuse su tutte e tre le aree (la zona di M. Polveraio è segnalata anche nel Piano Regionale di bonifica delle aree inquinate - DCRT 384 del 21.12.99). L’assetto geologico delle aree minerarie è riportato nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della Pericolosità Geologica allegate alle Indagini Geologico-Tecniche. (art.13, comma 3, PS Comune di Capoliveri).

Oltre alla presenze di strutture antropiche e di aree minerarie lo sviluppo degli incendi può aggravare locali condizioni di rischio geomorfologico. Il territorio del Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi di livello “alto”, con particolare riferimento alla zona del Monte Calamita.

I dati dell’evoluzione delle spiagge dell’Isola d’Elba derivanti dal Progetto pilota per la riqualificazione delle spiagge dell’Isola d’Elba mediante il ripascimento con sedimenti prelevati a mare” indicano per i sistemi più importanti (anni 1997-2002), Lacona e Margidore, rispettivamente un leggero avanzamento (per Lacona +2387 mq e + 1,9 m variazione lineare media) o una stabilità, una condizione riscontrata anche nella spiaggia del Lido. La spiaggia di Naregno risulta invece in forte erosione (-1528 mq e -3,5 m variazione lineare media).

Relativamente al rischio sismico il territorio comunale, originariamente non incluso nell’elenco dei comuni sismici, è passato ad una sismicità di grado 4, la più bassa presente nel territorio italiano (D.M. 14.09.2005 Norme Tecniche per le costruzioni).

• rif. INDICATORE “% superficie a rischio idrogeologico” • rif. INDICATORE “% superficie ad alta pericolosità geomorfologica” • rif. INDICATORE “% superficie ad alta pericolosità idraulica” • rif. INDICATORE “classe di rischio sismico” • rif. INDICATORE “numero di cave e miniere attive” • rif. INDICATORE “numero di cave e miniere abbandonate”

47 Caratterizzazione dell'ambiente

• rif. INDICATORE “numero di cave e miniere rinaturalizzate” • rif. INDICATORE “verifiche geologico-tecniche a supporto della pianificazione urbanistica” • rif. INDICATORE “misure cautelari a seguito degli eventi calamitosi nell’Isola d’elba” • rif. INDICATORE “attuazione Piano di Assetto Idrogeologico” • rif. INDICATORE “attivazione funzioni regimazione delle acque e difesa del suolo” • rif. INDICATORE “km di costa in erosione” • rif. INDICATORE “evoluzione delle spiagge dell’Isola d’elba”

48 Caratterizzazione dell'ambiente

Suolo: Obiettivi, indicatori e tendenza

DPSR Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità dati attuale Indicatori

Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità % di supeficie a rischio S +++ idrogeologico % di supeficie a alta S +++ Prevenire il rischio pericolosità geomorfologica idrogeologico Classe di rischio sismico R +++ % di supeficie a alta S +++ pericolosità idraulica Numero cave e miniere P +++ attive ☺ Numero cave e miniere P +++ Ridurre il prelievo abbandonate delle risorse naturali Numero cave e miniere P +++ ripristinate ☺ Prevenire il rischio Variazione categorie uso idrogeologico S ++ del suolo

Valutare gli effetti Verifiche geologico-tecniche degli insediamenti a supporto della R ++ territoriali in relazione pianificazione urbanistica alla difesa del suolo Evitare ulteriori danni Misure cautelari a seguito derivanti da fenomeni degli eventi calamitosi R ++ di dissesto ☺ nell’Isola d’elba idrogeologico Attuare gli interventi di tutela del suolo Attuazione PAI R ++ ☺ previsti dal PAI Attivare funzioni di Istituzione e attivazioni regimazione delle aceu funzioni Consorzio di R + ☺ e di tutela del suolo Bonifica Ridurre la dinamica Variazione percentuale P +++ delle aree artificiali delle aree artificiali Ridurre la Limitare la dispersione dinamica delle aree di insediamenti urbani Impiego del suolo per lo artificiali sul territorio e ridurre P +++ sviluppo urbano l’impermeabilizzazion e del suolo Ridurre le aree Ridurre le aree Superficie percorsa da S +++ percorse da incendi percorse da incendi incendi Prevenire l’erosione Chilometri di costa in S ++ costiera erosione Prevenire Quadro complessivo l’erosione costiera Evoluzione delle spiagge delle spiagge dell’Isola S ++ dell’Isola d’Elba d’Elba

49 Caratterizzazione dell'ambiente

50 Caratterizzazione dell'ambiente

Motivazioni della tendenza

Relativamente all’uso del suolo e alle sue modifiche lo stato attuale e la tendenza mostrano una situazione critica dovuta allo sviluppo di un diffuso edificato residenziale sparso a bassa densita. Tale fenomeno ha caratterizzato, negli ultimi decenni, il territorio di Capoliveri raggiungendo in molte aree valori molto alti di urbanizzazione, grado di artificialità e frammentazione. La trasformazione di paesaggi agricoli, anche terrazzati, in sistemi residenziali diffusi ha causato anche effetti indiretti quali la perdita delle attività manutentive delle sistemazioni agrarie, con ricadute negative in termini di rischio idrogeologico. La situazione attuale non evidenzia, in assenza del nuovo PS, una drastica inversione di tendenza con previsioni da attuare o già concessionate che comportanto un ulteriore aumento del consumo di suolo e dei relativi indicatori, ciò con riferimento, ad esempio, alla zona di Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Tale situazione costituisce un elemento di criticità anche relativamente al rischio idrogeologico ove “l’evento meteorico del settembre 2002 ha evidenziato che l’impatto urbanistico, l’abbandono dei terreni agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico” (Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano, 2006) Nel contesto dell’obiettivi di riduzione del rischio idrogeologico il trend risulta in miglioramento per l’attuazione delle misure cautelari a seguito degli eventi calamitosi avvenuti nell’Isola d’Elba negli ultimi anni e come attuazione del PAI. Permangono nell’area del Monte Calamità situazione di forte dissesto geomorfologico aggravate anche dai frequenti incendi estivi. Positivo risulta l’indicatore relativo alla chiusura e al ripristino di cave/miniere anche se permangono elementi di criticità geomorfologica per le aree minerarie e le discariche dell’area del Monte Calamita (versanti meridionali ed orientali). Con l’eccezione della spiaggia di Naregno le coste sabbiose di Capoliveri, anche se hanno subito negli ultimi decenni forti fenomeni di erosione, risultano stabili o in leggero avanzamento; un elemento positivo in considerazione del valore ambientale ed economico di tali ambiti.

51 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.3. Energia

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati ricavati dalle seguenti fonti:

• sito ARPAT

• Segnali Ambientali Arcipelago Toscano, Agenda 21, 2006

• PTC della Provincia di Livorno (in corso di aggiornamento)

Descrizione e stato

L’energia rappresenta un fattore strategico per lo sviluppo economico e sociale di un territorio ed è un determinante per la competitività dei settori produttivi e dei servizi. Il sistema energia (produzione, trasporto, consumo) rappresenta una delle maggiori sorgenti di emissioni di inquinanti atmosferici e di gas climalteranti.

Nel territorio dell’Isola d’Elba non sono presenti poli produttivi significativi o utenze industriali con consistenti consumi energetici

La principale fonte di approvvigionamento energetico dell’Elba è garantita attraverso il collegamento elettrico a 132 kV in c.a., in gran parte sottomarino, con il continente.

Non esiste una rete di distribuzione del gas collegata al continente, pertanto il fabbisogno di energia termica per il riscaldamento è soddisfatto facendo ricorso in gran parte ai bomboloni di GPL o ai serbatoi di gasolio ed in parte solo residuale a forniture di kerosene e legna. Per gli usi domestici di cucina si ricorre alle bombole di gas butano.

L’unico impianto per la produzione di energia esistente all’Elba è costituita da una centrale turbogas da 17,1 MW, ubicata nel comune di Portoferraio e costruita negli anni settanta, messa in esercizio solo nei casi di emergenza come riserva.

Produzione di energia da Fonti rinnovabili

Fonti per la produzione di energia rinnovabile presenti nel territorio elbano e nel comune di Capoliveri sono costituite da pannelli solari termici (per il riscaldamento

52 Caratterizzazione dell'ambiente

dell’acqua) e da pannelli solari fotovoltaici (per la produzione di energia elettrica). L’incidenza di queste fonti rappresenta tuttavia un contributo irrilevante al fabbisogno energetico del territorio.

Non risultano installati impianti eolici, ne impianti di biomasse.

• Rif. INDICATORE “Mq di pannelli solari termici installati”

• Rif. INDICATORE “Percentuale di energia proveniente da fonti rinnovabili”

• Rif. INDICATORE “Adozione regolamenti edilizi incentivanti il risparmio energetico”

• Rif. INDICATORE “Diffusione di tecnologie per uso efficiente dell’energia”

• Rif. INDICATORE “Intensità energetica del settore civile (domestico e terziario)”

Pannelli solari termici per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento

Nell'ambito dell'accordo volontario settoriale attivato dalla Regione Toscana nel luglio 2001, che prevede la concessione a fondo perduto di contributi pari al 25 % della spesa sostenuta, l'Agenzia Energetica della Provincia di Livorno ha gestito l’erogazione di fondi regionali destinati a tali incentivi. Sono riepilogati gli interventi effettuati nell'ambito del suddetto accordo per la promozione della produzione di energia termica da fonte solare. Complessivamente sono stati così realizzati 188 impianti la cui suddivisione per Comune è di seguito riportata (dati aggiornati ad agosto 2005).

53 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 14 Distribuzione nel territorio della Provincia di Livorno dei pannelli solari termici per la produzione di calore

I principali determinanti che comportano le pressioni sul sistema energia sono costituita dalla popolazione, dai servizi e attività commerciali e dalla mobilità.

La popolazione costituisce una delle principali cause di consumi di energia sul territorio; questo si realizza principalmente attraverso l’utilizzo di automezzi, il riscaldamento domestico, il raffreddamento ed il condizionamento, l’illuminazione. Una causa di “sprechi”energetici è rappresentata dagli scaldabagni elettrici utilizzati dalla quasi totalità degli abitanti elbani.

Un’altra voce di consumo energetico che sta aumentando notevolmente negli ultimi anni (qui come nel resto del paese) è costituita dagli impianti di condizionamento estivo.

L’aspetto dei consumi energetici legati ai servizi ed alle attività commerciali è strettamente legato alla stagionalità tipica delle economie basate sul turismo; gli

54 Caratterizzazione dell'ambiente

elementi che incidono in maniera rilevante sui consumi nel territorio sono costituiti da: strutture ricettive (alberghi, pensioni, residence, camping), strutture commerciali e servizi vari. Nelle seguenti tabelle viene riassunta la disponibilità ricettiva relativa al comune di Capoliveri e all’Isola d’Elba; è da rilevare tuttavia come tali dati non tengono conto delle seconde case che vengono affittate nei mesi estivi.

Tab. 8 disponibilità ricettiva relativa al comune di Capoliveri e all’Isola d’Elba

alberghi RTA campeggi Resid. C.A.V. Affittaca. Agritur. Totale

Capoliveri 19 28 11 8 54 5 7 132

Isola 160 49 29 19 123 42 35 461 d’Elba

Tab. 9 disponibilità di posti letto nel settore alberghiero

alberghi Residenze turistiche Totale alberghiere

4* 3* 2* 1* 4* 3* 2*

L LA L LA L LA L LA L LA L LA L LA L LA

Capoliveri 257 78 1202 315 184 54 29 0 0 0 716 239 626 126 3014 812

Isola d'Elba 2781 575 6158 982 1262 135 230 34 231 54 1814 762 934 206 13410 2748 Legenda: L= letti ; LA = letti aggiuntivi

55 Caratterizzazione dell'ambiente

Consumi energetici

Tab. 10 Trend dei consumi energetici totali nella Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano (Elba e Capraia) e per abitante equivalente10

Anno Consumi totali (TEP) Consumi per abitante equivalente (TEP/ab.eq.)

2003 67.913 1,77

2004 68.731 1,81

2005 70.068 1,82

I diversi vettori energetici (benzina, gasolio, elettricità, ecc.) concorrono al consumo totale di energia nel seguente modo:

Tab. 11 Contributo dei diversi vettori energetici ai consumi consumi energetici totali

Anno Benzina Gasolio GPL Gasolio kerosene Gasolio elettricità auto uso civile centrale

2003 14.400 11.880 3.945 5.043 125 1.108 31.413

2004 13.200 11.880 4.028 5.216 97 1.098 33.210

2005 11.220 12.712 4.129 5.184 77 1.211 35.535

La distribuzione dei consumi per vettore energetico mostra come l’elettricità sia il principale vettore energetico, e come ci sia stato un costante aumento in questi anni (dal 47% del 2003, al 48% del 2004, al 51% del 2005). Si registra invece una diminuzione costante della quota rappresentata dalla benzina (dal 21% del 2003 al 16% nel 2005).

Dai dati di consumi di energia elettrica dei singoli comuni elbani si evince una generale continua crescita dei consumi; per quanto concerne Capoliveri la situazione è la seguente:

10 Questi dati non tengono conto delle differenziazione dei consumi che nella realtà si verifica nel territorio elbano tra stagione invernale e stagione estiva.

56 Caratterizzazione dell'ambiente

Consumi elettrici totali (espressi in TEP)

2000 2001 2002 2003 2004

Capoliveri 3.402 3.206 3.776 4.167 4.210

Totale 28.337 26.795 30.054 31.775 33.659 Comunità Montana dell’Arcipelago

60

50

40 terziario 30 domestico industria 20 agricoltura 10

0 2000 2001 2002 2003 2004

Fig. 15 Distribuzione percentuale dei consumi elettrici nel territorio della Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano (Elba e Capraia)

Da questo grafico emerge come il consumo di energia elettrica è concentrato nel settore terziario (circa 51%) e nel domestico (circa 39%), situazione direttamente riconducibile al peso che assume l’attività turistica in questo territorio.

A livello di intera Isola d’Elba si può poi rilevare come nel settore domestico i consumi elettrici procapite risultano al di sopra della media nazionale e provinciale (nel 2003 pari rispettivamente a 1.129 e 1.104 Kwh/ab. residenti).

57 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 12 Consumi elettrici procapite nel territorio dell'Isola d'Elba

Anno Kwh/ab. residenti Kwh/ab. equivalenti

2001 1596 1228

2002 1780 1388

2003 1788 1405

2004 1881 1515

• Rif. INDICATORE “Consumi energetici pro capite”

• Rif. INDICATORE “Informazione e sensibilizzazione della popolazione”

58 Caratterizzazione dell'ambiente

Energia: obiettivi, indicatori e tendenza

DPSR Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi di sostenibilità sostenibilità

Riduzione dei consumi energetici Consumi energetici pro pro capite e P ++ capite riduzione di sprechi e inefficienze Informazione e sensibilizzazione della popolazione Informazione e Razionalizzazione sul risparmio sensibilizzazione della R ++ e riduzione dei energetico e sulle popolazione consumi opportunità delle fonti rinnovabili Intensità energetica del settore civile (domestico e R ++ Migliorare terziario) l’efficienza N° di strutture ricettive energetica negli usi dotate di certificazioni R + ambientali (es. ecolabel) Incentivare e favorire la diffusione di Diffusione di tecnologie per tecnologie ad alta R ++ uso efficiente dell’energia efficienza e a risparmio energetico Introdurre agevolazioni ed Aumento della incentivi nei Adozione regolamenti edilizi quota di utilizzo di regolamenti edilizi incentivanti il risparmio R ++ energie rinnovabili per la diffusione energetico delle pratiche di bioedilizia Percentuale di energia Aumentare la % di proveniente da fonti R ++ ☺ energia proveniente rinnovabili da fonti rinnovabili 11 Mq di pannelli solari termici R +++ installati ☺

11 Questo obiettivo richiede una forte incentivazione che solo in parte può essere promossa dagli strumenti di pianificazione locale; in questo caso una spinta significativa viene impressa dalla normativa comunitaria e nazionale, nonché dalla normativa della regione Toscana (vedi LR 39/2005 “Disposizioni in materia di energia”)

59 Caratterizzazione dell'ambiente

Motivazioni della tendenza

La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori si presenta in generale negativa sia sotto il profilo dei consumi energetici, che sotto il profilo dell’utilizzo di energie rinnovabili (vedi colonna stato attuale).

L’andamento dei consumi energetici, in generale crescita in tutto il territorio elbano, nonché regionale e nazionale, si traduce in un progressivo peggioramento nel tempo del relativo indicatore.

Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni (in parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate) contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).

La recente crescita, seppur limitata, della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili (in particolare riferita ai pannelli solari termici) nel territorio comunale, si traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo indicatore. Elemento positivo in questo panorama è rappresentato dalla spinta data dalla normativa regionale con la legge n°39 del febbraio 2005 “Disposizioni in materia di energia” (vedi in particolare Capo IV” razionalizzazione della produzione e dei consumi, risparmio energetico ed interventi di compensazione ambientale in particolare”).

Un segnale positivo è la Proposta di piano energetico per l’Arcipelago Toscano: nell’ambito della pianificazione energetica provinciale, l’Agenzia Energetica della provincia di Livorno (EALP srl), in accordo con la Comunità Montana dell’Isola d’Elba e Capraia valuterà anche la possibilità di implementare uno specifico piano energetico per l’Arcipelago Toscano volto a definire indirizzi ed interventi di risparmio energetico e di utilizzo delle fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse) per soddisfare il fabbisogno energetico delle isole in modo sostenibile, da armonizzare nell’ambito più generale del piano di gestione del Parco dell’Arcipelago Toscano.

Per quanto concerne gli altri indicatori, non si ravvisano elementi in grado di far supporre una loro significativa modificazione nel tempo; la tendenza attribuita a questi indicatori si traduce pertanto in un sostanziale mantenimento.

60 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.4. Rifiuti

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati ricavati dalle seguenti fonti:

• Agenda21, 2006

• Provincia di Livorno: Piano di gestione dei rifiuti urbani (aggiornamento), marzo 2004.

Produzione di rifiuti urbani

La produzione di rifiuti solidi urbani è andata crescendo di anno in anno in tutta la regione, fino a raggiungere nel 2003 una produzione procapite di 667 kg/abitante anno; costantemente più alta risulta la produzione procapite della provincia di Livorno e ancora superiore quella riferita all’Isola d'Elba nel suo complesso ed al comune di Capoliveri.

800 700 600 500 Reg. Toscana 400 Prov. Livorno 300 Ca pol i ve r i 200 Tot. Elba 100 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Fig. 16: Valori di produzione procapite di rifiuti solidi urbani (RSU), espressi in chilogrammi anno. Per il calcolo della produzione procapite è stato utilizzato come riferimento il numero di abitanti equivalenti (abitanti equivalenti = numero di residenti sommato al numero delle presenze turistiche/365).

61 Caratterizzazione dell'ambiente

Nello specifico, per il calcolo degli abitanti equivalenti (Ab.Eq.) nel comune di Capoliveri, nel periodo 2001-2004, sono stati presi a riferimento i seguenti dati:

2001 2002 2003 2004

Abit. Pres. Ab. Abit. Pres. Ab. Abit. Pres. Ab. Abit. Pres. Ab. Eq. Eq. Eq. Eq.

3.105 953301 5.716 3.146 905348 5.626 3.271 842046 5.577 3.427 802705 5.626 Legenda: Abit. = abitanti residenti; Pres. = presenze turistiche; Ab.Eq.= abitanti equivalenti

Va precisato come i dati relativi alle presenze turistiche sono sicuramente sottostimati: sono infatti di provenienza dell’Agenzia per il Turismo dell’Arcipelago Toscano, che censisce solo le strutture ricettive registrate regolarmente, e non contemplano quindi gli affitti privati.

Relativamente agli altri comuni elbani, la produzione di RSU procapite annua nel periodo 2001-2004 (espressa in chilogrammi) risulta essere la seguente.

1000

800 2001 600 2002 400 2003 2004 200

0 Campo nell'E. Capoliveri Marciana Marciana M. Porto A. Portoferraio Rio M. Rio nell'E.

• Rif. INDICATORE “Produzione di rifiuti procapite annua”

La produzione totale di rifiuti urbani nel comune di Capoliveri dal 1999 al 2005 (espressa in tonnellate/anno), risulta essere:

8000 7000 6000 1999 5000 2000 4000 2001 3000 2002 2000 2005 1000 0

62 Caratterizzazione dell'ambiente

Rif. INDICATORE “Produzione totale annua di rifiuti ”

In relazione alla diversa entità della presenza turistica nei vari mesi dell’anno, la produzione di RSU nell’Isola d’Elba nei diversi mesi dell’anno, riferita agli anni 2003- 2005 ed espressa in tonnellate, appare la seguente:

5000

4000

3000 2003 2004 2000 2005 1000

0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Fig. 17 Produzione di RSU nell’Isola d’Elba nei diversi mesi dell’anno (tonnellate)

Raccolta differenziata

Per raccolta differenziata s’intende quella idonea a raggruppare i rifiuti urbani in frazioni merceologiche omogenee. Consiste infatti nella separazione, alla fonte, delle diverse tipologie di rifiuti.

La raccolta differenziata assume un ruolo prioritario nella gestione integrata dei rifiuti, in quanto consente, da un lato di diminuire il flusso dei rifiuti avviati allo smaltimento, dall’altro di condizionare positivamente tutto il sistema di gestione dei rifiuti. Consente infatti:

la valorizzazione delle componenti merceologiche dei rifiuti sin dalla raccolta;

la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti da avviare allo smaltimento indifferenziato, minimizzando l'impatto ambientale dei processi di trattamento e smaltimento;

il recupero di materiali e di energia nella fase di trattamento finale;

la promozione di comportamenti più corretti da parte dei cittadini con conseguenti significativi cambiamenti dei consumi, a beneficio delle politiche di prevenzione e riduzione.

63 Caratterizzazione dell'ambiente

Nel grafico seguente, relativamente a ciascun comune elbano, viene indicata la produzione totale annua di rifiuti urbani e la produzione di rifiuti proveniente da raccolta differenziata riferite all’anno 2005.

12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 RU (t/ anno) ri io RD (t/ anno) e lba 'Elba rina urro rina ll oliv a z l'E a p M RU totali (t/anno) ne Marciana a M o Ca n o nel Ri po ia Portoferra Ri m c Port o az ar Ca M

Fig. 18 Produzione totale annua di rifiuti urbani e produzione di rifiuti proveniente da raccolta differenziata riferite a ciascun comune elbano (anno 2005)

64 Caratterizzazione dell'ambiente

Nel 2005 delle 32.560 tonnellate complessive di RU raccolti nell’Isola d’Elba soltanto 4.135 provenivano da raccolta differenziata; in termini di efficienza della RD (espressa in %di RD su RD+ RSU), questi dati si traducono in un’efficienza del 13,5 per l’Elba nel suo complesso, e un 8,7 % se riferita al comune di Capoliveri.

65 Caratterizzazione dell'ambiente

18 Campo ne l l ' El ba 16 14 Capol i ve r i 12 Marciana 10 Marciana Marina 8 Porto Azzurro 6 4 Port oferraio 2 Rio nell'Elba 0 Ri o M ar ina Comuni Totale ELBA dell'Elba

Fig. 19 Confronto in termini di efficienza della raccolta differenziata (espressa come % di RD su RSU+RD) nei diversi comuni dell’Isola d'Elba (anno 2005)

35 30 25 Reg. Toscana 20 Prov. LI 15 El ba 10 Capoliveri 5 0 2000 2001 2002 2003 2004

Fig. 20 Confronto in termini di efficienza della raccolta differenziata negli anni 2001 – 2004, nei diversi contesti territoriali - Regione Toscana, Provincia di Livorno, Isola d'Elba e Comune di Capoliveri

Come si evince dal grafico, negli ultimi anni si è assistito ad una generale e progressiva crescita della raccolta differenziata nei diversi contesti territoriali: a Capoliveri si è passati dal 5,1 % del 2002 all’ 8,7 %, mentre nel territorio elbano nel suo complesso si è passati da 9,67 a 13,5%, valori che continuano tuttavia ad attestarsi ben al di sotto dei relativi valori provinciali e regionali e da quanto previsto dalla normativa nazionale.

Rif. INDICATORE “% di RU provenienti da raccolta differenziata ”

Quanto sopra evidenzia come l’efficienza della raccolta differenziata nei diversi comuni dell’Elba sia ancora agli inizi ed abbia bisogno di una forte spinta affinché lo smaltimento dei rifiuti in discarica sia progressivamente ridotto a favore di sistemi

66 Caratterizzazione dell'ambiente

ecocompatibili quali recupero e riciclaggio; è importante pertanto aumentare e diversificare l’attività di recupero e riciclaggio. Tra le strutture da promuovere in questo senso si annoverano12:

gli impianti di compostaggio (a cui vengono conferiti rifiuti organici, dove possono essere recuperati sottoforma di terriccio), quale quello previsto all’Elba in località Buraccio, a potenziamento dell’impianto di trattamento esistente, ancora non realizzato;

gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici, recuperati sottoforma di terriccio (verificare stato di attuazione di quello in progetto a Buraccio);

gli impianti di riciclaggio;

le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta differenziata di particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili (macerie, filtri e oli esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.);

gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta differenziata, (carta, vetro, lattine e plastica);

gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei mercati e nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di particolari tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici e solventi, batterie, cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).

Rif. INDICATORE “Attività di recupero e riciclaggio”

Rif. INDICATORE “Attività di sensibilizzazione, educazione e formazione”

12 Da uno studio che LEGAMBIENTE ha condotto sul territorio nazionale è risultato che in tutti i casi in cui la raccolta differenziata è salita a valori elevati questa si è realizzata con il servizio di raccolta “porta a porta”, sostenuto da un’adeguata sensibilizzazione e supporto alla realizzazione di piccoli centri di RD distribuiti sul territorio. All’Elba un buon esempio di raccolta porta a porta viene dai comuni di Marciana Marina e Portoferraio, mentre un buon sistema di RD in toto sembra essere quello adottato dal comune di Campo nell’Elba.

67 Caratterizzazione dell'ambiente

Produzione rifiuti speciali

I rifiuti speciali, suddivisi in pericolosi e non pericolosi (D.lgs.22/97), sono quelli provenienti dalle attività produttive, commerciali, sanitarie e di servizio.

Di questi sono disponibili dati parziali, a livello dell’intera Isola d’Elba, circa tipologie e soprattutto quantitativi prodotti, dati difficilmente determinabili in quanto lo smaltimento è a carico dei soggetti produttori che si affidano a ditte specializzate. Il Modello di Dichiarazione Unica (MUD) previsto dalla normativa vigente non permette la creazione di un vero e proprio sistema di contabilità dei rifiuti; mancano infatti i dati relativi ai rifiuti sanitari non pericolosi, ai veicoli a motore, agli inerti da demolizione, ai rifiuti prodotti da imprese artigiane con meno di tre dipendenti, e da imprenditori agricoli con un volume di affari inferiore a 7.746 euro.

Smaltimento

La raccolta dei rifiuti urbani nel comune di Capoliveri, come negli altri comuni dell’Elba ad eccezione di Porto Azzurro e di Campo nell’Elba, viene svolta dalla società Elbana Servizi Ambientali SpA (E.S.A. SpA), la stessa che si occupa anche della gestione dell’impianto di trattamento di Buraccio (località Buraccio, nel comune di Porto Azzurro) e della discarica di Literno (località Literno, nel comune di Campo nell’Elba).

Impianto di trattamento di Buraccio

L'impianto occupa un'area di circa 2.500 metri quadrati ed è ubicata sul fianco destro della valle del fosso di Mar dei Carpisi.

Il piano di gestione dei rifiuti urbani della provincia di Livorno ha previsto la realizzazione di un impianto di compostaggio di qualità, intervento che ancora non è stato realizzato.

Discarica di Literno

Ubicata in località Literno, nel comune di Campo nell’Elba, questa discarica è di servizio all’impianto di trattamento di Buraccio. Dopo un periodo di stasi dovuta alla contemporanea inattività dell’impianto di Buraccio, è nuovamente in funzione dal 2002. Attualmente è in corso la progettazione di un nuovo lotto per ulteriore ampliamento della discarica .

Nonostante gli interventi realizzati, i risultati delle indagini condotte nell'ambito di AG21 documentano, a tutt’oggi, la presenza di numerose criticità.

68 Caratterizzazione dell'ambiente

Nel Piano di Azione Ambientale regionale l’Arcipelago Toscano è stato individuato come “area a rischio” per i rifiuti; le isole toscane hanno infatti realizzato una scarsa raccolta differenziata, esportano rifiuti nella terraferma (Giglio, Capraia e Giannutri), oppure hanno utilizzato discariche giunte all’esaurimento (Isola d’Elba) ed impianti di recupero che si sono rilevati inadeguati. Anche l’aggiornamento del piano dei rifiuti della provincia di Livorno indicava i comuni elbani come l’anello debole del sistema di raccolta, riciclaggio e smaltimento.

• Rif. INDICATORE Dotazione impiantistica per trattamento rifiuti

• Rif. INDICATORE Presenza di siti da bonificare e di rifiuti abbandonati

69 Caratterizzazione dell'ambiente

Rifiuti: obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza R dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità Riduzione Produzione di rifiuti Ridurre la produzione totale P +++ della procapite annua di rifiuti urbani sia produzione di produzione totale di complessiva che procapite P +++ rifiuti rifiuti annua

Censire e recuperare le Presenza di discariche S + discariche non controllate di rifiuti abbandonati

Potenziare la capacità e la Dotazione qualità degli impianti di impiantistica per R +++ trattamento trattamento rifiuti Aumento ☺ della raccolta Aumentare e diversificare Attività di recupero e R +++ differenziata e l’attività di recupero e riciclaggio (vedi nota del riciclo riciclaggio 21) % di raccolta R ++ 13 differenziata ☺ Diversificare gli eventi di Attività di coinvolgimento della sensibilizzazione, R +++ popolazione sul corretto educazione e smaltimento dei rifiuti formazione

Motivazioni della tendenza

La situazione attuale descritta dai valori attribuiti a questi indicatori risulta in generale negativa, sia sotto il profilo della riduzione della produzione di rifiuti, che rispetto all’aumento della raccolta differenziata e il riciclo (vedi colonna stato attuale).

La produzione di rifiuti, sia a livello comunale che di Isola d’Elba documenta, seppur con andamento altalenante, un generale aumento nel tempo della produzione di

13 La progressiva crescita in termini di efficienza della raccolta differenziata registrata negli ultimi anni pur costituendo di per se un elemento positivo, non soddisfa i requisiti di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale che statale.

70 Caratterizzazione dell'ambiente

rifiuti, tendenza che fa presupporre un progressivo peggioramento del relativo indicatore14.

Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”). Tali previsioni, anche se non correlate in molti casi con un aumento di unità abitative, comportano infatti un aumento dei posti letto e quindi di presenze.

Con il deliberazione del consiglio n. 52 del 25 marzo 2004 ha approvato un aggiornamento il “Primo stralcio funzionale e tematico del Piano di gestione dei rifiuti” relativamente alla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati della Provincia di Livorno - ATO 4 adottato con DCP. n 93 del 20 dicembre 1999. In tale documento sono contenuti gli indirizzi volti alla realizzazione di un sistema integrato di gestione dei rifiuti nelle diverse aree di raccolta individuate, una delle quali è costituita dall’Isola d’Elba.15

La crescita dell’efficienza della raccolta differenziata in questi ultimi anni, si traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo indicatore. Tale miglioramento, seppur importante come tendenza in atto, rimane ancora insufficiente a soddisfare gli obiettivi di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale che statale e comunitario.

14 Circa la produzione procapite di rifiuti urbani è da precisare che questo dato, calcolato per abitante equivalente, potrebbe essere sovrastimato a seguito dell’utilizzazione di un numero – quello delle presenze turistiche – inferiore rispetto alla situazione reale (vedi presenze non registrate connesse ad affittacamere. CAV, e altro).

15 Per realizzare il sistema integrato di gestione dei rifiuti, il territorio provinciale è stato diviso in quattro aree di raccolta che comprendono porzioni di territorio aggregate, corrispondenti a più comuni, in cui agisce un unico soggetto gestore il quale è tenuto a predispone soluzioni dei conferimenti separati, delle RD, della raccolta dei flussi residui indifferenziati, nonché realizza e gestisce le attrezzature di supporto alla raccolta differenziata (stazioni ecologiche per il conferimento, piattaforme per il trattamento e lo stoccaggio dei materiali recuperabili, impianti di selezione delle frazioni recuperabili, impianti di compostaggio della frazione verde). Una di queste quattro aree è l’Area Isola d’Elba (Comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana M., Portoazzurro, Portoferraio, Rio nell’Elba e Rio Marina). In tali aree i Comuni adottano strumenti amministrativi omogenei e coerenti (Regolamenti Comunali per lo svolgimento dei servizi integrati di gestione dei RU). Tali regolamenti dovranno definire le modalità organizzative dei servizi e gli obblighi di conferimento differenziato per i servizi attivati sul territorio. Il risultato della riorganizzazione “tecnico - amministrativa” dovrà essere la gestione unitaria dei servizi di raccolta rifiuti, compresa la raccolta differenziata, nonché la gestione delle fasi di recupero/riciclaggio e smaltimento dei rifiuti residui. Infatti il crescente peso nel sistema organizzativo delle raccolte differenziate integrate, parzialmente sostitutive delle ordinarie raccolte dei rifiuti indifferenziati e tendenti a ridurre il peso delle raccolte differenziate aggiuntive, presuppone una forte integrazione tra i servizi.

71 Caratterizzazione dell'ambiente

Gli indicatori dotazione impiantistica per trattamento rifiuti e attività di sensibilizzazione, educazione e formazione, rimangono invece con andamento costante; il potenziamento dell’impianto di trattamento di Buraccio con la realizzazione di un impianto di compostaggio previsto dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, previsto entro il 2006, non risulta ad oggi attuato.

3.3.5. Biodiversità, vegetazione, flora e fauna

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:

- Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/) - Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri - Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007) - Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno - Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006) - Banca dati Progetto RENATO – Repertorio Naturalistico Toscano (2003) - Schede Siti Natura 2000 - Bibliografia del settore, ed in particolare:

Alessandro V. et al., 1991 – Carta dell’unità di terre dell’Isola d’Elba. Istituto Agronomico Oltremare. Firenze. Arcamone E., Baccetti N., Leone L., Melega L., Meschini E. & Sposimo P., 2001 – Consistenza ed evoluzione della popolazione di Gabbiano reale Larus cachinnans michahellis nidificante nell’Arcipelago Toscano. Avocetta 25: 142. Arrigoni P. V., 1972 – Rapporti floristici tra l’Arcipelago toscano e le terre vicine. Lavori Società italiana di fitogeografia, n.s. 25 555-565. Arrigoni P.V., Baldini R.M., Foggi B., Signorini M.A., 2003 – Analysys of the floristic diversity of the Tuscan Archipelago for conservation purposes. Bocconea 16 (1): 245-259. Cassaing J., C. Derré C., Moussa I., Parghentanian T., Bocherens H., Cheylan G., 2005 - Le régime alimentaire du rat noir Rattus rattus dans les îles d’Hyères analysé par la biochimie isotopique et les contenus stomacaux. Sci. Rep. Port-Cros natl. Park, Fr., 21 : 89-115. Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1992 – Libro rosso delle piante d’Italia. WWF Italia, Società Botanica Italiana, Ministero dell’Ambiente. Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997 – Liste rosse regionali delle piante d’Italia. WWF Italia, Società Botanica Italiana. Fanelli G., Tescarollo P., 2005 – La vegetazione echinofitica a Genista desoleana del Massiccio del Monte Capanne (Isola d’Elba, Toscana, Italia). Parlatorea 7: 39-46. Foggi B., Signorini M.A., Grigioni A., Clauser M., 2000 – La vegetazione di alcuni isolotti dell’Arcipelago Toscano. Fitosociologia 37: 69-91. Foggi B., Cartei L., Pignotti L., Signorini M.A., Viciani D., Dell’Olmo l., Menicagli E., 2006 – Il paesaggio vegetale dell’Isola d’Elba (Arcipelago Toscano). Studio fitosociologico e cartografico. Fitosociologia 43 (1) suppl. 1: 3-95. Raffaelli M., Fiesoli P., 1993 - Biscutella L. ser. Levigatae Malin. (Cruciferare) in Toscana. Indagini morfobiometriche e tassonomiche. Webbia, 47: 55-78.

72 Caratterizzazione dell'ambiente

Sommier S., 1902 – La flora dell’Arcipelago Toscano. Nuovo Giornale Botanico Italiano, 9: 319-354. Sommier S., 1903 – La flora dell’Arcipelago Toscano. Nuovo Giornale Botanico Italiano, 10: 133-200. Vidal E., Medail F., Tatoni T., Roche P. & Patrick Vidal, 1998 - Impact of gull colonies on the flora of the Riou Archipelago (mediterranean islands of south-east France). Biological Conservation, 84: 235-243.

Flora e Vegetazione

Il territorio del Comune di Capoliveri si caratterizza, così come gran parte del territorio elbano, da elevati valori naturalistici, per la presenza di specie di flora e di tipologie vegetazionali (anche habitat ai sensi della Direttiva 92/43/CEE) di elevato valore conservazionistico.

Numerose risultano le specie di flora endemiche elbane o dell’Arcipelago Toscano, le specie di flora e fauna di interesse regionale (LR 56/2000 e succ. modif.) o comunitario (Direttiva 92/43/CEE e succ. modif.) e le tipologie vegetazionali attribuite ad habitat di interesse regionale, comunitario o prioritario.

Nell’Isola d’Elba l’Isolamento geografico, le vicende storiche (antichi collegamenti con la terraferma e con il sistema sardo-corso), la diversità climatica, altitudinale e geomorfologica, e le trasformazioni antropiche hanno creato una estrema diversità ambientale in grado di ospitare un ricco patrimonio floristico e vegetazionale, dagli ambienti costieri sabbiosi (ad esempio Lacona) e rocciosi (gran parte della costa di Capoliveri), a quelli forestali di latifoglie (versante settentrionale del M.te Capanne) o di sclerofille (ad esempio nei versanti circostanti Cavo), dagli ambienti agricoli di pianura (Mola) o di bassa collina agli ambienti di gariga e macchia e a quelli montani sommitali mediterranei (M.te Capanne, ecc.).

Dal punto di vista floristico il territorio elbano risulta ben studiato (ad esempio Sommier 1902; 1903; Fabbri, 1963; Bavazzano, 1969; Paoli e Romagnoli, 1976; Sabato, 1977; Arrigoni, 1972; Arrigoni, e Di Tommaso, 1981; Filipello e Sartori, 1977; 1983; Fossi Innamorati, 1983; 1989; 1991; 1994; 1997; Barsotti e Lambertini, 1989; Gori, 1989; Baldini, 1990; 1991; 1998; Alessandro V. et al., 1991; Raffaelli e Fiesoli, 1993; Foggi e Grigioni, 1999; Arrigoni et al., 2003; Fanelli e Tescarolo, 2005; Foggi et al., 2006).

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Il buon livello di conoscenza della flora elbana risulta evidente anche dalle conclusioni del progetto RENATO (Fig. 21) con particolare riferimento al territorio meridionale dell’Isola ed al Comune di Capoliveri.

Fig. 21 Rappresentazione schematica del livello di conoscenza delle diverse porzioni di territorio regionale, relativo alle specie di Flora (Sposimo e Castelli, 2005).

Relativamente alla componente floristica per il territorio comunale il quadro conoscitivo del Piano Strutturale, ed ulteriori approfondimenti realizzati in fase di rapporto ambientale, indicano la presenza di 68 specie di flora di interesse conservazionistico (in quanto rare, di interesse fitogeografico, endemiche, ecc.), di cui 57 specie di flora di interesse regionale di cui alla L.R. 56/2000. Sono inoltre presenti 4 specie endemiche (Helichrysum litoreum, Limonium ilvae, Ophrys tyrrhena, Urtica atrovirens) e 10 specie inserite nella lista di attenzione del progetto RENATO Repertorio Naturalistico Toscano (Sposimo e Castelli, 2005; Università di Firenze e Museo di Storia Naturale, 2003) (Corynephorus divaricatus, Hypecoum procumbens, Limonium ilvae, Limonium multiforme, Malcolmia ramosissima, Matthiola tricuspidata, Panicum repens, Romulea rollii, Sarcocornia perennis, Silene nicaeensis).

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Tab. 13 Specie di flora di interesse conservazionistico presente nel territorio comunale di Capoliveri.

92/43 LR Nome specifico CEE 56/00 End LR1 LR2 REN

Ammophila littoralis • • Anacamptis pyramidalis • Anthyllis barba-jovis • Asarum europaeum • Asparagus acutifolius • Asphodelus aestivus • Asplenium trichomanes ssp. • quadrivalens Aster tripolium • Brassica fruticulosa ssp. fruticulosa Carduus cephalanthus • Centaurea sphaerocephala • Consolida regalis • Corynephorus divaricatus • Crepis bellidifolia • • Crucianella maritima • • Dactylorhiza romana • Dianthus sylvestris ssp. longicaulis • Euphorbia paralias • • Euphorbia pinea • Euphorbia pubescens • Euphorbia spinosa Eryngium maritimum • • Fumana scoparia • • Gennaria diphylla Globularia alypum • Halimione portulacoides • • Helichrysum litoreum • tirr • Hypecoum procumbens • • Inula chrythmoides • Juniperus phoenicea ssp. turbinata • Lavatera punctata • • Laurus nobilis • Limonium ilvae • elba • • Limonium multiforme • • • Limonium narbonense • Lupinus micranthus • Malcolmia ramosissima • Matthiola incana • Matthiola sinuata • • Matthiola tricuspidata • • Medicago marina • •

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Narcissus serotinus • • Narcissus tazetta • Ophrys fuciflora • Ophrys papilionacea Ophrys tyrrhena • tirr • Ophrys tenthredinifera Pancratium maritimum • Panicum repens • Polygonum maritimum • Puccinellia convoluta Romulea rollii • Sarcocornia perennis • • Scabiosa rutifolia (Pycnocomon • rutifolium) Scirpus lacustris • Senecio cineraria • Serapias cordigera • • Serapias neglecta • Serapias vomeracea • • Silene nicaeensis • • Silene tyrrhenia • • Sonchus asper ssp. glaucescens Suaeda maritima • Sternbergia lutea • Urginea maritima • • Sa- • Urtica atrovirens • Co-Ti Urtica membranacea • Vitex agnus-castus* •

* Presenze indicate nel quadro conoscitivo del Piano Strutturale ma da accertare con ulteriori indagini Sa-Co-Ti: endemismo sardo corso tirrenico Tirr: endemismo tirrenico Elba: endemismo elbano Arc: endemismo arcipelago toscano

Le 10 specie di flora incluse nella lista di attenzione del Progetto RENATO risultano in gran parte legate agli ambienti di costa sabbiosa e secondariamente di costa rocciosa.

Lo stesso progetto RENATO ha individuato tali habitat come uno degli ambienti più vulnerabili e a rischio di alterazione. “Tutte le specie legate a questi habitat (9% circa) sono accomunate da gravi minacce di rarefazione e scomparsa, dovute allo sfruttamento turistico delle spiagge e all'erosione. La maggior parte dei litorali sabbiosi toscani sono già fortemente alterati e impoveriti nella componente vegetale, e anche quei tratti che ricadono all’interno di aree protette sono di difficile tutela, in quanto è quasi impossibile limitare o impedire l’accesso alle spiagge”.

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“Le specie vegetali che risultano più minacciate sono quelle dei litorali sabbiosi, localmente sottoposti a interventi di espansione urbanistica e a rimodellamento, oltre che a intensa frequentazione (vedi Carta Europea del litorale, Creta 1981). In Italia le specie psammofile sono quelle che hanno subìto le maggiori riduzioni di areale; quasi tutte sono in pericolo di scomparsa locale o regionale, molte sono in pericolo di estinzione, alcune sono già estinte”

“E’ quindi sulle specie psammofile, igroalofile, idrofitiche e palustri che deve essere orientata la conservazione con assoluta priorità. Esiste poi un pericolo generale di erosione della naturalità e della complessità ecosistemica, conseguenza della tendenza generale alla antropizzazione diffusa del territorio” (Sposimo e Castelli, 2005).

La presenza di 10 specie di flora di elevato valore conservazionistico, inserite nella lista di attenzione del Progetto Renato, costituisce un indicatore dell’elevato valore floristico del territorio comunale.

Nel territorio di Capoliveri sono presenti 4 specie endemiche. Di particolare valore la presenza, in ambienti di costa rocciosa di Limonium ilvae, specie endemica esclusiva dell’Isola d’Elba. Urtica atrovirens costituisce invece un endemismo sardo-corso presente in diverse isole dell’Arcipelago Toscano (Elba, Gorgona, Capraia, Pianosa e Giglio). Infine Helichrysum litoreum e Ophrys tyrrhena costituiscono endemismi peninsulari presenti, la prima, in diverse isole dell’Arcipelago Toscano e la seconda solo all’Isola d’Elba. Di particolare interesse anche la presenza di 19 specie di flora inserite nelle liste rosse regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997).

Il territorio elbano, ed il Comune di Capoliveri, si caratterizzano dalla presenza di numerose specie esotiche di flora, a costituire una delle principali cause di minaccia per gli habitat e le specie di flora degli ambienti costieri in area mediterranea. Tale presenza costituisce quindi un indicatore di alterazione antropica dei popolamenti floristici e degli habitat. A tal riguardo il quadro conoscitivo del Piano strutturale cita:

Fra le erbacee una menzione a parte merita l’acetosella gialla (Oxalis pes-caprae L.), specie bulbosa a propagazione quasi esclusivamente vegetativa, molto frequente nel territorio di Capoliveri nelle zone maggiormente antropizzate: frequente nelle campagne, appare diffusa anche nei territori coperti da macchia mediterranea, soprattutto lungo le strade. ... .Altre specie esotiche sono presenti nella vegetazione fin qui descritta: sui versanti più bassi, ad esempio sulle scarpate a monte e a valle della strada Capoliveri-Ripe Alte (fino a circa 200 m s.l.m.) si hanno densi popolamenti di agave (Agave americana L.) e di fico d’India (Opuntia ficus-indica [L.] Miller) sfuggite alla coltura ornamentale o deliberatamente diffuse come consolidanti delle scarpate. Queste specie sono da contenere nella loro diffusione e possibilmente andrebbero eliminate almeno dalle zone non antropizzate e naturalisticamente più rilevanti. Il fico d’India è fra l’altro una delle specie la cui diffusione sul territorio toscano è vietata dalla L.R. n. 56 del 6 aprile 2000 (art. 6, c.4). Fra le piante esotiche presenti sui versanti del Calamita si segnala anche l’eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) che non dà problemi di diffusione spontanea e la robinia (Robinia pseudacacia L.), limitatamente ad alcune vallecole torrentizie, dove trova condizioni ideali di umidità. Anche la robinia è specie

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da contenere od eliminare, in quanto facilmente invasiva per seme e soprattutto per polloni radicali.

• rif. INDICATORE “N. specie vegetali endemiche, rare o in liste di attenzione” • rif. INDICATORE “N. specie vegetali protette (di interesse regionale o comunitario)” • rif. INDICATORE “N. specie vegetali del progetto RENATO” • rif. INDICATORE “Presenza alberi monumentali ai sensi della LR. toscana.” • rif. INDICATORE “Grado esoticità della flora”

Relativamente agli aspetti vegetazionali ed ecosistemici del territorio comunale di Capoliveri il quadro conoscitivo del Piano Strutturale indica la presenza delle seguenti tipologie:

1) boschi di sclerofille sempreverdi arboree ed arbustive; 2) macchie di sclerofille sempreverdi arbustive; 3) pinete; 4) vegetazione arbustiva delle coste rocciose; 5) vegetazione delle coste sabbiose; 6) vegetazione delle zone umide e dei corsi d’acqua; 7) altre tipologie di vegetazione.

La recente Carta della vegetazione dell’Isola d’Elba (Foggi et al., 2006), a testimonianza dell’estrema ricchezza vegetazionale del territorio comunale indica la presenza 33 tipologie vegetazionali naturali o seminaturali ed 8 tipologie vegetazionali artificiali.

Rispetto alle unità di vegetazione presenti nel territorio elbano il Comune di Capoliveri presenta il 44% delle tipologie forestali (4 tipologie su 9), il 100% delle tipologie di macchie e boscaglie di sclerofille sempreverdi di tipo zonale (14 su 14), il 56% delle tipologie di macchie basse, garighe e prati secondari (9 su 16), non presenta nessuna tipologia vegetazionale di tipo rupestre montano (0 su 3) essendo queste legate alla zona del Monte Capanne e del Volterraio-Capannello, presenta il 100% delle tipologie di ambiente dunale (3 su 3) con la presenza degli ambienti dunali di Lacona, il 100% delle tipologie di costa rocciosa e il 50% delle tipologie di ambienti umidi (3 su 6) con particolare riferimento all’area di Mola.

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Fig. 22 Rappresentazione schematica del livello di conoscenza delle diverse porzioni di territorio regionale, relativo agli habitat.

Nell’ambito delle tipologie vegetazionali numerosi risultano gli habitat di interesse regionale (LR 56/2000 e succ. modif.) o comunitario (Direttiva 92/43/CEE e succ. modif.), a testimonianza dell’elevato valore vegetazionale del territorio comunale di Capoliveri. In particolare sono presenti 28 habitat di interesse regionale, di cui 26 anche di interesse comunitario. Di quest’ultimi 4 habitat risultano classificati come prioritari.

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Tab. 14 Habitat di interesse regionale e comunitario presenti nel territorio del Comune di Capoliveri (elaborazione inedita).

NOME HABITAT Cod. Cod. P CORINE NATURA Biotopes 2000 • Habitat di interesse regionale (nome regionale) Habitat di interesse comunitario o prioritari (nome di cui alla Direttiva 92/43/CEE, DM 20 gennaio 1999) (P = habitat prioritario) • Banchi di sabbia sublitoranei permanentemente sommersi Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina 11,25 1110 • Praterie di Posidonia oceanica si Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae) 11,34 1120 • Grandi cale e baie poco profonde Grandi cale e baie poco profonde 12 1160 • Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche (fascia mesolitorale e infralitorale) Scogliere 11,24-11,25 1170

• Vegetazione effimera nitro-alofila delle linee di deposito marino Vegetazione annua delle linee di deposito marine 17,2 1210 • Coste rocciose mediterranee con vegetazione aeroalina Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium sp.pl. 18,22 1240 endemici • Fanghi e sabbie litoranee con vegetazione pioniera annua alo- nitrofila Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone 15,11 1310 fangose e sabbiose • Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria 16,212 2120 (“dune bianche”) • Stagni delle depressioni interdunali permanentemente allagate Depressioni umide interdunari 16,31 2190 • Dune stabilizzate mediterranee del Crucianellion maritimae Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae 16,223 2210 • Dune con pratelli delle Malcolmietalia Dune con prati dei Malcolmietalia 16,228 2230 • Dune con vegetazione annua dei Thero-Brachypodietalia Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua 16,229 2240 • Dune con vegetazione delle Cisto-Lavanduletalia Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavanduletalia 16,28 2260 • Dune con vegetazione alto arborea a dominanza di Pinus pinea si e/o P. pinaster Dune con foreste di Pinus pinea e/o P. pinaster 16,29 x 42,8 2270 • Stagnetti temporanei mediterranei si Stagni temporanei mediterranei 22,34 3170 • Formazioni oro-mediterranee di pulvini a dominanza di ginestre spinose Lande oro-mediterranee endemiche a ginestre spinose 31,7 4090 • Boscaglie a dominanza di Juniperus sp.pl.

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Matorral arborescenti di Juniperus sp.pl. 32,131- 5210 32,136 • Boscaglia costiera a dominanza di Juniperus phoenicea ssp. turbinata Matorral arborescenti di Juniperus phoenicea 32,132 5212 • Sommità delle scogliere con formazioni basse e discontinue di suffrutici a dominanza di Helichrysum sp.pl. Formazioni basse di euforbie vicino alle scogliere 32,217 5320 • Boscaglie termo-mediterranee e pre-steppiche Arbusteti termo - mediterranei e pre - desertici 32,22-32,26 5330 • Coste rocciose con macchie xerotermofile a dominanza di Euphorbia dendroides Formazioni arboree ad euforbia 32,22 5331 • Garighe savanoidi ad Ampelodesmos mauritanicus Garighe ad ampelodesma 32,23 5332 • Pratelli di erbe graminoidi e erbe annuali (Thero-Brachypodietea) si Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero- 34,5 6220 Brachypodietea • Praterie umide mediterranee di elofite dominate da alte erbe e giunchi Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- 37,4 6420 Holoschoenion • Vegetazione casmofitica delle rupi silicee Pareti rocciose silicee con vegetazione casmofitica 62,2 8220 • Grotte marine sommerse e semisommerse Grotte marine sommerse e semisommerse 11,26 8330 • Boschi a dominanza di Quercus suber Foreste di Quercus suber 45,21 9330 • Boschi mesofili a dominanza di Quercus ilex con Ostrya carpinifolia e /o Acer sp.pl. Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia 45,3 9340 • Garighe a Euphorbia spinosa su substrato serpentinoso 32,441 • Cavità artificiali di vario tipo quali cave e miniere non più attive. 86,4

Oltre agli habitat terrestri particolare interesse rivestono gli habitat marini ed in particolare le Praterie di Posidonia oceanica che costituiscono un habitat da tutelare, diffusamente presente nelle aree a mare prospicienti la costa del territorio comunale di Capoliveri.

La prateria a Posidonia oceanica è un habitat di interesse comunitario, indicato come prioritario nell'All.1 della Dir. 92/43CEE con il nome "Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae)", recentemente inserito anche nell'All. A della L.R. 56/2000, a seguito dell'ultimo aggiornamento della lista degli habitat di interesse regionale. Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama endemica del Mediterraneo, inserita nell'Allegato II del Protocollo ASPIM.

Oltre che costituire biocenosi di elevato valore ecologico e biologico (produzione di ossigeno, luogo di rifugio, e fonte di alimentazione e riproduzione per numerose specie, punto di partenza per complesse reti trofiche, habitat di numerose specie di

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Pesci, Cefalopodi e Crostacei di pregiato interesse commercial, ecc.), le praterie di posidonia rappresentano un importante elemento nell'equilibrio sedimentario e nella stabilizzazione della costa (stabilizzazione del fondo marino attraverso l’apparato radicale, riduzione dell’intensità dei moti ondosi, ecc.).

Attualmente le praterie di Posidonia sono in regressione in moltissime zone del Mediterraneo, soprattutto nella fascia più superficiale della zona costiera quella cioè maggiormente soggetta all’impatto antropico.

I principali fattori responsabili della regressione delle praterie, più marcata nelle aree maggiormente antropizzati, sono costituiti da un complesso di fattori naturali e di origine antropica; tra questi ultimi si ricordano la costruzione delle opere costiere che interferiscono con le dinamiche di distribuzione dei sedimenti, l'inquinamento delle acque e l'aumento della loro torbidità, la pesca a strascico che scalza intere “matte” mettendo a nudo il substrato (che più facilmente verrà ricolonizzato da specie a crescita più rapida come la Cymodocea o la Caulerpa), gli ancoraggi in zone ad alta concentrazione di diportisti nautici.

• rif. INDICATORE “N. di tipologie vegetazionali naturali e seminaturali” • rif. INDICATORE “N. habitat di interesse regionale, comunitario o prioritari” • rif. INDICATORE “Presenza aree di maggiore importanza naturalistica Progetto RENATO” • rif. INDICATORE “Grado di conservazione degli ambienti umidi e ripariali.” • rif. INDICATORE “Grado di conservazione degli ambienti dunali” • rif. INDICATORE “Presenza e stato di conservazione delle Praterie di posidonia”

Fauna

Come già evidenziato in precedenza, l’Arcipelago Toscano costituisce l’area con la maggiore concentrazione delle specie e degli habitat di interesse conservazionistico selezionati nel corso del Progetto RENATO. Per quanto riguarda la fauna, l’area ospita un numero rilevante di elementi di attenzione per la maggior parte dei gruppi; fanno eccezione i Pesci e i Crostacei Decapodi di acqua dolce (nessuna specie della lista di attenzione) e i Mammiferi (poche specie, in gran parte Chirotteri); particolarmente importanti, in ambito regionale, sono le presenze di Rettili e Uccelli (Sposimo e Castelli 2005): nell’arcipelago sono segnalate, rispettivamente, il 54,5 % e il 45,0 % del totale delle specie comprese nella “Lista di attenzione”.

Concentrando l’analisi sul territorio comunale di Capoliveri le specie segnalate sono in totale 34; fra queste spiccano in particolar modo gli Uccelli, sia come numero che come “qualità” e importanza delle specie presenti, come si può facilmente evincere

82 Caratterizzazione dell'ambiente

dalla seguente tabella, dove sono elencate tutte le specie animali comprese nella Lista di attenzione e segnalate per l’area in esame.

Tab. 15 Specie segnalate nel database del progetto RENATO per il territorio del Comune di Capoliveri. Per i soli Uccelli sono state indicate le specie nidificanti in base alle segnalazioni presenti nel database e ad altre informazioni edite e inedite.

Interesse Interesse Nidificante comunitari regionale (uccelli) o Molluschi Islamia gaiteri s Hypnophila dohrni s Xerosecta (Xerosecta) cespitum s Insetti Dichillus corsicus s Coenonympha elbana s Anfibi Hyla sarda Raganella tirrenica s Bufo viridis Rospo smeraldino s Rettili Caretta caretta Tartaruga comune s s Euleptes europaea Tarantolino s s Podarcis muralis Lucertola muraiola s Podarcis sicula Lucertola campestre s Uccelli Calonectris diomedea Berta maggiore s s Phalacrocorax aristotelis Marangone dal ciuffo s s s Circaetus gallicus Biancone s s possibile Circus cyaneus Albanella reale s s Falco peregrinus Pellegrino s s s Falco tinnunculus Gheppio s s Alectoris rufa Pernice rossa s S Coturnix coturnix Quaglia s probabile irregolare Larus audouinii Gabbiano corso s s Columba livia Piccione selvatico s s Otus scops Assiolo s s Caprimulgus europaeus Succiacapre s s s Lullula arborea Tottavilla s s s Anthus campestris Calandro s s s Oenanthe hispanica Monachella s s probabile (irregolare?) Monticola saxatilis Codirossone s probabile (irregolare?) Monticola solitarius Passero solitario s s Sylvia conspicillata Sterpazzola di Sardegna s probabile Sylvia undata Magnanina s s s Lanius collurio Averla piccola s s s Lanius senator Averla capirossa s s probabile

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fino anni ’80 – ‘90 mancano dati recenti Serinus citrinella (=S.corsicanus) Venturone corso s s Mammiferi Martes martes Martora s

Fra gli Uccelli sono inoltre da segnalare altre specie di interesse conservazionistico, a livello almeno regionale, sono legate da segnalare per il territorio comunale sono il rondone pallido Apus pallidus rondone maggiore Apus melba corvo imperiale Corvus corax.

Da segnalare come elementi di un certo rilievo per la biodiversità locale sono alcune specie ornitiche nidificanti a Mola, dove hanno l’unica o la principale stazione dell’arcipelago Toscano: porciglione Rallus aquaticus, gallinella d’acqua Gallinula chloropus, cannaiola Acrocephalus scirpaceus e cannareccione Acrocephalus arundinaceus.

Sempre fra gli Uccelli, un discorso a parte merita il gabbiano reale Larus michahellis, specie che negli ultimi decenni ha avuto un’esplosione demografica grazie alla sua capacità di sfruttare alcune risorse trofiche rese abbondantemente disponibili dall’uomo, in particolare i rifiuti. Nell’Arcipelago Toscano la popolazione nidificante è più che raddoppiata dal 1983 ad oggi, con un incremento medio annuo di circa il 4 % (Arcamone et al. 2001). All’Elba negli ultimi anni (dopo il 2000) ha mostrato notevoli fluttuazioni, legate a fenomeni che esulano dagli scopi del presente documento e che si originano in massima parte al di fuori dal territorio comunale: disponibilità di rifiuti entro un raggio ben definito dalle colonie, assenza o scarsissima presenza, nei siti riproduttivi, di predatori terrestri quali cinghiali, volpi o cani vaganti, limitato disturbo antropico nel periodo primaverile. Nel territorio comunale di Capoliveri, in particolare nel tratto non a caso denominato “costa dei gabbiani”, è presente quella che presumibilmente è stata la prima colonia elbana della specie. Come appena accennato, la presenza di abbondanti colonie di gabbiano reale dipende da svariati fattori, alcuni dei quali indicano la presenza di elementi di degrado mentre altri, al contrario, indicano assenza o limitato impatto di altri fattori di pressione.

La presenza e l’abbondanza dei gabbiani reali nidificanti non può quindi essere utilizzata quale indicatore di stato. Viceversa, è stato ormai ampiamente dimostrato come i gabbiani possano costituire uno dei fattori principali che determinano la struttura e la composizione della vegetazione nelle aree costiere insulari (ad es. Vidal et al. 1998; per l’Arcipelago Toscano si veda Foggi et al. 2000) favorendo in particolare una diffusione delle specie nitrofile e ruderali, e spesso di varie specie alloctone (da citare in primo luogo Carpobrotus sp.), a svantaggio degli elementi caratteristici degli ambienti costieri (ad es. le specie del gen. Limonium); al di sopra di una certa soglia (a oggi non definibile), l’impatto dei gabbiani sulle componenti flora

84 Caratterizzazione dell'ambiente

e vegetazione diviene assai rilevante, portando a una perdita di naturalità e valore naturalistico e anche a un aumento dei fenomeni erosivi. Tali modificazioni ambientali hanno naturalmente un impatto anche sulla fauna, e anche in questo caso si assiste a una perdita delle specie caratteristiche degli habitat costieri a favore di quelle più generaliste e spesso di quelle alloctone, come ad es. i ratti Rattus sp. (cf. ad es. Cassaing et al. 2005).

Per queste ragioni si è ritenuto di utilizzare il numero di coppie nidificanti di gabbiano reale/100 m di costa quale indicatore di pressione. I tratti di costa utilizzati sono quelli sui quali vengono effettuati regolarmente i censimenti dei gabbiani nell’Arcipelago Toscano (Arcamone et al. 2001, Baccetti et al. in prep.). Nella seguente figura sono riportati i valori dell’indice in base ai risultati dei censimenti effettuati nel 2007 (Bacetti et al., in prep).

Fig. 23 Densità delle coppie nidificanti di gabbiano reale lungo le coste del Comune di Capoliveri

• rif. INDICATORE “N. specie animali del progetto RENATO” • rif. INDICATORE “N. coppie di gabbiano reale nidificanti per 100 m di costa”

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Grado di costrizione, naturalità e valore naturalistico dei biotopi

Per una migliore comprensione del valore naturalistico reale e potenziale degli habitat/categorie di uso del suolo del territorio Capoliveri, e per una valutazione del condizionamento antropico, è stato scelto di valutare il grado di costrizione di tali elementi ad opera delle categorie di uso del suolo a maggiore artificialità, quali centri abitati, edilizia residenziale sparsa, aree agricole, strade, ecc.

Come già definito dal manuale APAT relativo a Carta della Natura e Biodiversità nelle Aree Naturali protette: il Parco Naturale Paneveggio – Pale di san Martino la costrizione del biotopo rappresenta quanto un biotopo è disturbato a causa dell’adiacenza con aree antropizzate quali aree agricole centri abitati, cave, discariche.

Questo indice, variabile tra 1 e 0, evidenzia quindi il negativo condizionamento operato sugli habitat naturali o seminaturali (di seguito definiti “biotopi”) (Tab. 16) ad opera di limitrofe aree fortemente urbanizzate e/o antropizzate. Alle categorie di uso del suolo considerate come detrattori ambientali “costrittori” è stato attribuito un punteggio da 100 (massima impatto) a 25 (minimo impatto) sulla base della loro presunta capacità di costrizione e di frammentazione sui biotopi (Tab. 17).

Tab. 16 Definizione dei “biotopi” dalle categorie di uso del suolo.

Biotopi Bosco a dominanza di conifere con sclerofille Bosco a dominanza di quercus suber e quercus ilex Bosco a dominanza di sclerofille con latifoglie Bosco di altre latifoglie decidue Bosco di sclerofille Coste rocciose con vegetazione alofila Gariga Incolto Macchia Spiaggia con vegetazione dunale Spiaggia priva di vegetazione Vegetazione palustre Arbusteto

86 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 17 Definizione dei “costrittori” dalle categorie di uso del suolo.

Valor Costrittori e Oliveto 25 Area estrattiva 75 Frutteto 75 Seminativo 75 Seminativo arborato 75 Vigneto 75 Resedi, campeggi, parcheggi, rimessaggi, orti familiari e vegetazione ornamentale 75 Urbano 100 Rete stradale 100

L’indicatore è stato calcolato attraverso la seguente metodologia:

1. elaborazione di una mappa di costrizione partendo dai poligoni dei costrittori (estratti dalle tipologie di uso del suolo sopradescritte) trasformati in un grid con celle di 10 m a cui è stato assegnato il valore di costrizione come indicato in tabella 2 e, successivamente, è stata applicata una finestra mobile (moving windows) che attribuisce ad ogni pixel il valore medio dei pixel nell’intorno di 200 metri.

2. la mappa così ottenuta è stata poi riclassificata in 6 classi di costrizione (nessuna, molto bassa, bassa, media, alta, molto alta) e si assegna un punteggio da 0 a 5.

Unità di costrizione Grado di costrizione Nessuna 0 Molto bassa 1 Bassa 2 Media 3 Alta 4 Molto Alta 5

87 Caratterizzazione dell'ambiente

3. Si calcola quindi la superficie percentuale di ogni classe sulla superficie totale (sia per le UTOE che per il comune di Capoliveri) e si calcola il grado di costrizione attraverso la seguente formula:

8 Grado di costrizione: ∑i =0 (Sp x Gi) / 500

dove, Sp = superfici percentuali delle unità di costrizione, Gi = gradi di costrizione relativi

Fig. 24 Grado di costrizione dei biotopi nel territorio comunale di Capoliveri

Legenda

UTOE costrittori 25 50 75 100 Mappa costrizione massima

minima nessuna

Superfici Superficie percentuale Grado di UTOE e Nessun Molto Bass Molto costrizione ettari Costrittori Media Alta a bassa a alta Unità di 80,88 74,44 0 0 0 0 0 100,00 1,00 Capoliveri Unità di pianura Lacona- 76,30 79,55 0 0 0 0 1,41 98,59 1,00 Margidore Unità di Lido 74,46 69,93 0 0 0 0 3,62 96,38 0,99 Unità di Pianura 135,97 78,59 0 0 0 0 2,96 97,04 0,99 di Mola Unità di 153,99 76,56 0 0,25 1,16 2,60 5,68 90,30 0,97 Mandorlo-Lari Unità di 36,96 41,08 0,04 0,44 1,72 2,65 10,77 84,37 0,95

88 Caratterizzazione dell'ambiente

Straccoligno Unità Madonna delle Grazie- Stecchi – 190,70 51,83 0 0 1,37 6,73 13,65 78,25 0,94 Barabarca – Zuccale Unità della 226,49 46,32 0 0 2,48 8,26 22,14 67,12 0,91 Collina Unità della 14,85 31,34 0 0 8,31 9,04 21,87 60,78 0,87 Zona Umida Unità dei Salici 9,16 65,18 0 0 11,56 7,50 13,44 67,50 0,87 Unità di Innamorata- 138,16 32,53 0 0,11 7,76 18,24 17,31 56,58 0,85 Pareti-Morcone Unità di Norsi 46,08 26,65 0 0,21 9,53 21,72 23,61 44,94 0,81 Unità di 31,17 44,77 9,39 3,82 5,56 5,45 5,16 70,63 0,81 Naregno Unità delle 64,35 58,72 20,02 1,07 1,07 3,83 9,14 64,86 0,75 Spiagge Unità di 91,27 6,62 24,65 3,39 16,82 29,83 16,28 9,02 0,47 Acquarilli Unità del Parco 265,94 30,43 34,78 8,71 16,70 13,09 15,64 11,08 0,40 Minerario Unità dei Monti 491,62 4,94 59,82 7,95 9,66 9,77 6,88 5,92 0,23 Unità del Parco 1168,08 4,65 63,63 5,91 9,52 10,01 6,16 4,77 0,21 Naturalistico Unità di Stella 153,58 1,67 63,81 10,49 17,51 1,74 2,15 4,30 0,16 Unità di Fonza 512,55 2,10 75,61 4,64 6,92 6,79 3,52 2,51 0,13 Comune di 3962,58 23,15 51,06 5,33 9,03 9,46 7,88 17,24 0,34 Capoliveri

L’analisi evidenzia un elevato grado di costrizione dei biotopi in numerose UTOE, con particolare riferimento a “Capoliveri”, “Lacona-Margidore”, “Lido”, “Pianura di Mola”, “Mandorlo-Lari”, “Straccoligno” e “Madonnna delle Grazie-Stecchi-Barabarca- Zuccale”. In tali unità i relittuali biotopi naturali o seminaturali risultano quindi particolarmente Isolati, frammentati e circondati da unità ad elevata antropizzazione e ad elevata impermeabilità ecologica. Tali condizione costituisce una indicazione negativa in termini di conservazione della biodiversità.

Al fine di meglio evidenziare i livelli di frammentazione del paesaggio vegetale è stato applicato l’indice di frammentazione operata dal reticolo stradale. Il grado di frammentazione ambientale imputabile alla viabilità costituisce uno degli elementi che in modo più negativo contribuiscono ad aumentare la disgregazione degli ecosistemi.

89 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 25 Grado di frammentazione ad opera delle strade nel territorio comunale di Capoliveri.

L’analisi evidenzia un valore complessivo dell’indice, per l’intero territorio comunale, pari a 0,17 km/kmq. La bibliografia evidenzia soglie diverse al fine di comprendere il valore oltre al quale un determinato ambiente vede gradualmente compromettere la naturalità degli ecosistemi in esso presenti. Alcune esperienze olandesi (Klerks et al., 1994) hanno individuato tale soglia in 1,4 km/kmq di strada. Rispetto a tale valore risulta significativamente alti i valori di alcune UTOE, con particolare riferimento a Naregno e Capoliveri.

90 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 18 Indicatore frammentazione da opere stradali (km/kmq) per UTOE

UTOE Km strada kmq km/kmq Sett. Orientale Unità di Naregno 2 0,31 6,69 Sett. Orientale Unità di Capoliveri 5 0,81 6,26 Sett. Orientale Unità della Valle dei Salici 0 0,09 4,95 Sett. Occidentale Unità della Innamorata-Pareti-Mo 7 1,38 4,92 Unità di Zona Umida 1 0,15 4,56 Unità di Lacona-Margidore 3 0,76 3,42 Sett. Orientale Unità della Collina e della costa 7 2,26 2,98 Sett. Occidentale Unità Madonna delle Grazie-Stecc 4 1,91 2,02 Sett. Occidentale Unità di Lido 2 1,49 1,26 Unità di Mandorlo-Lari 2 1,54 1,24 Unità Pianura di Mola 1 1,36 0,92 Sett. Orientale Unità di straccoligno 0 0,37 0,86 Unità delle Spiagge 3 3,86 0,68 Unità di Fonza 3 5,13 0,65 Unità dei Monti 1 4,92 0,17 Unità del Parco Minerario 2 21,28 0,11 Unità di Acquarilli 2 22,82 0,09 Sett. Occidentale Unità di Norsi 0 10,14 0,04 Unità del Parco Naturalistico 7 221,94 0,03 Unità di Stella 0 1,54 0,00 TOTALE 53 304,04 0,17

Il livello di naturalità delle diverse tipologie vegetazionali e di uso del suolo fornisce una indicazione sulle trasformazioni antropiche del territorio di Capoliveri. Assieme ad altri indicatori (rarità degli habitat e delle specie, ricchezza di specie, ecc.) può fornire utili indicazioni sul valore naturalistico del territorio analizzato.

L’analisi dei livelli di naturalità dell’area di studio è stata effettuata tramite il riconoscimento e l’applicazione del grado di naturalità alle tipologie vegetazionali e di uso del suolo, secondo quanto indicato da Long (1974). Il principio su cui si basa questa elaborazione è la posizione della cenosi vegetale nella serie dinamica a cui appartiene (Dugrand, 1974), che è funzione del tipo e dell’intensità dell’azione antropica a cui è stata soggetta. La naturalità è quindi espressa come distanza della vegetazione reale e dell’attuale uso del suolo dalla potenziale vegetazione climax dell’area (Blasi, 1988).

91 Caratterizzazione dell'ambiente

In particolare sono stati utilizzati i nove gradi di antropizzazione definiti da Arrigoni e Foggi (1988), che spaziano dal grado 0 (vegetazione climax) al grado 8 (aree urbane e industriali), rovesciando la scala proposta dagli autori per esprimere la naturalità in una scala di nove classi dal grado 0 (massima artificialità) al grado 8 (massima naturalità). La media ponderata dei gradi di naturalità ha permesso di definire il grado di naturalità per l’intero territorio comunale (0,65) e per sottoaree (sistemi, subsistemi, UTOE).

8 Grado di naturalità: ∑i =0 (Sp x Gi) / 800 dove, Sp = superfici percentuali delle unità di uso del suolo

Gi = gradi di naturalità relativi

Legenda

UTOE Naturalita Massima naturalità

Massima artificialità

Fig. 26 Grado di naturalità del territorio comunale di Capoliveri

L’indagine evidenzia il forte contrasto tra UTOE ad elevata naturalità (Fonza, Stella, Parco naturalistico, ecc.) ed altre a naturalità molto bassa e ad alta artificialità (Capoliveri, Lacona-Margidore, ecc.).

92 Caratterizzazione dell'ambiente

Per giungere a una stima del valore naturalistico complessivo di ciascuna tipologia vegetazionale/uso del suolo sono stati considerati vari indicatori. Oltre alla naturalità, prima descritta, sono stati stimati i valori di biodiversità, originalità, rarità dei popolamenti floristici o faunistici tipici di quell’unità vegetazionale e sua rarità (in base alla sua maggiore o minore diffusione nel territorio siciliano ed italiano).

La ricchezza di specie (ricchezza di flora e di fauna) è stata stimata in base alle conoscenze attuali e allo stato di conservazione degli habitat. A tali unità di vegetazione/uso del suolo è stato inoltre attribuito un valore di originalità (valore inversamente correlato alla rispettiva potenziale sostituibilità ecologica da parte di un altro habitat vicino).

Nella definizione della rarità dei popolamenti floro-faunistici è stata verificata la contestuale presenza degli areali di distribuzione delle specie animali e vegetali considerate a rischio (secondo il loro valore prioritario ai sensi della Direttiva Habitat 92/43/CEE e lo status di conservazione indicato da codifiche internazionali definite in Liste Rosse a vario livello dal IUCN “Unione Internazionale per la Conservazione della Natura”) di cui si abbiano sufficienti informazioni; presenza dichiarata di zero, uno, due,....n specie per i diversi habitat.

Le procedure operative di valutazione del valore di rarità di ciascun habitat identificato, hanno tenuto conto sia della Direttiva Habitat (livello comunitario), sia dei risultati prodotti dalle attività del Progetto Bioitaly (livello nazionale) eseguiti nell’ambito del Progetto europeo Rete Natura 2000 e dal livello normativo regionale (LR 56/2000).

Quanto sopra ha portato ad individuare le unità di uso del suolo/vegetazione di maggiore valore naturalistico nelle aree costiere rocciose e sabbiose, nelle aree umide e nei mosaici di garighe e prati aridi mediterranei e nei boschi di sughera.

• rif. INDICATORE “Grado di costrizione dei biotopi” • rif. INDICATORE “Grado di frammentazione da viabilità” • rif. INDICATORE “Grado di naturalità” • rif. INDICATORE “Valore naturalistico complessivo” • rif. INDICATORE “Aumento aree urbanizzate e artificiali”

93 Caratterizzazione dell'ambiente

Strumenti di tutela ambientale

A dimostrazione dei suoi elevati valori naturalistici il territorio comunale è interessato dalla presenza di strumenti di tutela ambientale quali:

AREE PROTETTE: numero e superficie % di aree protette: 1 area protetta e 52,63% del territorio comunale protetto. Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano istituito con DPR 22 luglio 1996 e che, ai sensi della LR 56/2000, Del.CR 6/2004 e Del.CR 80/2007

SITI DELLA RETE NATURA 2000 E RETE ECOLOGICA numero e superficie % di SIR/SIC/ZPS: 3 SIR e 33,49 % del territorio comunale,

Sito di Importanza Regionale (SIR) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Elba Orientale,

Sito di Importanza Regionale (SIR), Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Isole di Cerboli e Palmaiola per la porzione delle Isole Gemini,

Sito di Importanza Regionale (SIR) Zone umide del Golfo di Mola e Schiopparello per la porzione di Mola.

RAPPORTO TRA AREE PROTETTE E AMBIENTE COSTIERO percentuale costa protetta (aree protette e natura 2000): 68,5% della linea di costa (lato terra). percentuale costa protetta (aree protette e natura 2000): 0,0% della linea di costa (lato mare)

94 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 27 Sistema di Aree Protette e Siti Natura 2000 nel territorio comunale di Capoliveri.

• rif. INDICATORE “Percentuale di aree protette nazionali o regionali” • rif. INDICATORE “Percentuale di aree protette marine” • rif. INDICATORE “Percentuale di Siti della Rete Ecologica” • rif. INDICATORE “Spiagge: numero di concessioni (10) e autorizzazioni (23) demaniali.” • rif. INDICATORE “Spiagge interne a SIR/SIC/ZPS: numero di concessioni (0) e autorizzazioni (1) demaniali.” • rif. INDICATORE “Spiagge interne al Parco Nazionale: numero di concessioni (3) e autorizzazioni (8) demanial” • rif. INDICATORE “Presenza di un progetto di rete ecologica comunale” • rif. INDICATORE “Tutela delle emergenze naturalistiche quali invarianti del PS” • rif. INDICATORE “Percentuale di costa protetta (lato terra)” • rif. INDICATORE “Percentuale di costa protetta (lato mare)” • rif. INDICATORE “Superficie aree di cava ripristinate/sup. totale”

Indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi

95 Caratterizzazione dell'ambiente

La Regione Toscana, in collaborazione con Ce.S.I.A. (Centro di Studio per l’applicazione dell’informatica in Agricoltura) e Ibimet (Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha predisposto una nuova classificazione dell’indice di pericolosità, o di rischio, per lo sviluppo degli incendi boschivi. Per questa classificazione è stato adottata una metodologia in grado di classificare il territorio toscano in funzione del rischio di incendio.

La probabilità che un incendio si inneschi è legata ad un alto numero di fattori che interagiscono tra loro e che devono necessariamente essere considerati simultaneamente; la modellizzazione del rischio è espressa da parametri legati alle caratteristiche territoriali, morfologiche, della vegetazione e climatiche.

Il modello raggruppa i parametri considerati per stimare differenti tipologie di rischio la cui combinazione determina un Indice Globale di Rischio di innesco. La struttura generale del modello prevede l’analisi di differenti parametri, opportunamente pesati, per rappresentare in maniera più fedele possibile la variabilità spaziale e temporale del rischio. A questo scopo vengono analizzati e successivamente integrati due differenti componenti del rischio: l’aspetto statico e l’aspetto dinamico. La successiva combinazione di questi due fattori porta alla determinazione del Rischio Globale, sintesi di tutte le componenti analizzate. Al rischio Globale viene associata l’analisi statistica degli incendi verificatesi negli anni precedenti, tale confronto permette di introdurre e pesare anche l’aspetto “sociale” nella valutazione del rischio per una determinata area. Il risultato è una cartografia del Rischio Finale di innesco in cui sono state introdotto tutte le variabili che in qualche modo possono essere “misurate” ed espresse in forma cartografica.

Il territorio del Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi di livello “alto”

• rif. INDICATORE “aree percorse da incendi”

96 Caratterizzazione dell'ambiente

Biodiversità, vegetazione, flora e fauna: Obiettivi, indicatori e tendenza

DPS Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità R dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi specifici sostenibilità

Aumentare la Percentuale di aree protette R +++ percentuale di aree nazionali o regionali ☺ ☺ protette, migliorare Aumentare la Percentuale di aree protette R +++ la gestione e percentuale di aree marine ☺ conservare la protette Percentuale di aree protette biodiversità comunali R +++ terrestre e marina (ANPIL) Sviluppare la rete Percentuale di Siti della R +++ ecologica regionale Rete Ecologica ☺ N. specie vegetali Conservare la endemiche, rare o in liste di S +++ biodiversità terrestre ☺ attenzione N. specie vegetali protette (di interesse regionale o R +++ ☺ comunitario) N. specie animali e vegetali S +++ del progetto RENATO ☺ N. coppie di gabbiano reale nidificanti per 100 m di S +++ costa N. di tipologie vegetazionali naturali e S +++ ☺ seminaturali N. habitat di interesse regionale, comunitario o S +++ ☺ prioritari Presenza alberi monumentali ai sensi della R ++ LR.60/98 Presenza aree di maggiore importanza naturalistica S +++ ☺ Progetto RENATO Grado di costrizione dei S +++ biotopi Grado di frammentazione S +++ da viabilità Grado di naturalità S +++ Valore naturalistico S +++ complessivo ☺ Grado di conservazione degli ambienti umidi e S +++ ripariali Grado di conservazione S +++ degli ambienti dunali

97 Caratterizzazione dell'ambiente

Spiagge: numero di concessioni e P +++ autorizzazioni demaniali. Spiagge interne a SIR/SIC/ZPS: numero di P +++ ☺ concessioni e autorizzazioni demaniali. Spiagge interne al Parco Nazionale: numero di P +++ concessioni e autorizzazioni demaniali. Grado esoticità della flora S +++ Presenza di un progetto di R +++ rete ecologica comunale Aumentare la Conservare la Tutela delle emergenze percentuale di aree biodiversità terrestre naturalistiche quali R +++ protette, migliorare invarianti del PS la gestione e Aumento aree urbanizzate P +++ conservare la e artificiali biodiversità Aree percorse da incendi P +++ terrestre e marina Percentuale di costa R +++ protetta (lato terra) ☺ Percentuale di costa Conservare la R +++ protetto (lato mare) ☺ biodiversità marina Presenza e stato di conservazione delle S + ☺ Praterie di posidonia Ripristino Superficie aree di cava paesaggistico delle ripristinate/sup. totale R +++ cave

Motivazioni della tendenza

Nell’ambito dell’obiettivo della tutela della biodiversità il tema delle aree protette vede una condizione positiva dello stato attuale e del trend, con un elevata parte del territorio comunale interessato dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le proposte di piano del parco, recentemente adottato, danno indicazioni positive anche in termini di trend, relativamente allo sviluppo di aree contigue e di ampliamenti a mare anche nel territorio di Capoliveri. La condizione negativa dello stato attuale relativamente alla presenza di aree protette a gestione comunale deve quindi essere letta nel quadro di un comune che ha già una quota parte molto significativa di territorio protetto.

Il trend conferma uno stato attuale molto positivo anche relativamente alla presenza di Siti della Rete Natura 2000 e della Rete Ecologica Regionale.

98 Caratterizzazione dell'ambiente

Gli indicatori di stato relativamente alla presenza di specie di flora e fauna e di habitat rari, endemici, protetti o di interesse conservazionistico indicano dati positivi, con una estrema ricchezza di elementi di attenzione. Alcuni indicatori più particolari quali il numero di coppie di gabbiano reale e la presenza di specie esotiche di flora indicano condizioni di sofferenza per gli habitat interessati da tali presenze.

Critica risulta l’analisi relativa alla trasformazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa a bassa e media densità, con elevati valori di costrizione, frammentazione, artificialità in molte aree del territorio comunale. Il trend conferma questa condizione critica, così come critica risulta la conservazione degli ambienti dunali e delle aree umide con forti pressioni antropiche all’esterno e all’interno di tali biotopi e con un forte carico turistico estivo.

99 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.6. Acque interne

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:

- Piano d'Ambito dell'Ambito Territoriale ottimale 5 Toscana Costa (approvato con delibera di Assemblea 11/2001)

- Piano di Tutela delle Acque della Toscana - Bacino Toscana Costa (approvato con Delibera del Consiglio Regionale 6/200516

- Bilancio Socio Ambientale 2005 di ASA SpA, gestore del Servizio Idrico Integrato per l'ATO 5

- Sistema Informativo Regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/)

- Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri

Nei successivi paragrafi le informazioni derivanti dalle suddette fonti sono contrassegnate rispettivamente con: ATO5, ASA, PTA, SIRA e PS

Stato delle Acque superficiali

I corpi idrici superficiali che interessano il territorio comunale di Capoliveri sono rappresentati da fossi e dal Laghetto minerario dei Sassi Neri, specchio d'acqua che si è prodotto per la messa a giorno della falda in seguito all'escavazione mineraria; questo è situato a circa 20 metri dalla battigia e le sue acque presentano una forte concentrazione di sali minerali disciolti (arseniuri e cloruri).

Il sistema dei corsi d'acqua è rappresentato da numerosi fossi, brevi e caratterizzati da regime prettamente torrentizio, con prolungati periodi di azzeramento delle portate.

Nell'ambito del Piano di Tutela delle Acque della Toscana, non sono identificati, tra i corsi d'acqua superficiali ricadenti nel territorio comunale di Capoliveri (né nel resto del territorio elbano) corpi idrici significativi. Non sono pertanto disponibili dati di qualità delle acque, rilevati nell'ambito del quadro di riferimento conoscitivo del Piano stesso.

16 "Approvazione del piano di tutela delle acque -Articolo 44 del D.Lgs. 11/5/1999 (Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole)".

100 Caratterizzazione dell'ambiente

Stato delle Acque sotterranee

L'Isola d'Elba comprende le seguenti Unità acquifere (fonte ATO5):

- Granodiorite del Monte Capanne

- Alluvioni dell'Elba

- Ofioliti e calcari dell'Elba Orientale

- Ofioliti di Capo Stella- Portoferraio

In particolare il territorio del Comune di Capoliveri è interessato da parte dell' "Unità delle Alluvioni dell'Elba", di cui fanno parte le alluvioni della pianura di Mola, e quelle di Lacona.

Il Piano di Tutela delle Acque della Toscana individua, tra i corpi idrici significativi, "l' Acquifero carbonatico dell'Elba orientale", il quale presenta uno Stato di Qualità Ambientale (Tab. 19) rilevato per il periodo 1997-2003, SCADENTE (Regione Toscana, 2003), evidenziando una criticità relativa allo stato quantitativo della risorsa.

Occorre inoltre considerare l'acquifero della Pianura del Cornia, in quanto l'Isola d'Elba è interesata da apporto di acqua dallo stesso, mediante una condotta sottomarina (vedi oltre). Anche questo presenta uno Stato di Qualità Ambientale (Tab. 19) SCADENTE

Tab. 19 Stato di qualità ambientale definito per gli acquiferi individuati come significativi ai sensi della DGRT 10 /3/2003 n. 225 (fonte: Regione Toscana 2003, ARPAT 1997-2003)

CORPI IDRICI SquAS SCAS SAAS SIGNIFICATIVI SOTTERRANEI Acquifero carbonatico dell'Elba Orientale C 2 SCADENTE Acquifero della Pianura del Cornia C 4 SCADENTE

Lo Stato Ambientale delle acque sotterranee (SAAS) è determinato dagli stati quantitativo e chimico, incrociandone i risultati:

- l'Indice SquAS esprime lo stato quantitativo delle acque sotterranee, sulla base delle condizioni di equilibrio connesse con la velocità naturale di ravvenamento dell'acquifero; in particolare la classe C, rilevata per l'acquifero dell'Elba Orientale,

101 Caratterizzazione dell'ambiente

esprime un "Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell'uso sulla disponibilità della risorsa evidenziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali …";

- l'indice SCAS esprime lo stato chimico, valutato mediante parametri macrodescrittori, e determinato dal parametro che ricade nella classe per cui è previsto il limite di concentrazione più alto (classe peggiore); lo stato chimico rilevato per l'acquifero dell'Elba Orientale indica una condizione "Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche idrochimiche."

Per quando riguarda l'Isola d'Elba: "Le falde più sfruttate sono quelle delle pianure costiere più grandi: Marina di Campo, Portoferraio e Mola. La maggiore permeabilità favorisce l’ingressione dell’acqua marina in seguito alla depressione del livello piezometrico causata dagli emungimenti. La salinità dell’acqua è risultata alta nelle zone costiere di Marina di Campo (conducibilità > 2.000 mS/cm e cloruri al di sopra dei 350 mg/l) e di Portoferraio (conducibilità in alcuni casi superiore a 5.000 mS/cm e cloruri in concentrazione di poco superiore a 1.100 mg/l). Nella piana di Mola il massimo di salinità coincide con l’area di maggior pompaggio, al centro della valle (conducibilità > 8.000 mS/cm e cloruri al di sopra dei 2.300 mg/l)." (fonte PTA)

Per quanto concerne la falda della Val di Cornia, questa".. è interessata da ampie depressioni piezometriche cui si associano elevate concentrazioni di cloruri e il fenomeno della subsidenza. L’area interessata dalla presenza di cloruri da apporti marini, con punte che arrivano a circa 10.000 mg/l, si estende dalla linea di costa, alla Torraccia, verso Campo dell’Olmo a Sud Est, e si collega più a Sud (verso Piombino) con la fascia Vignarca-Salcio. Il cuneo salino interessa la maggior parte dell’area affetta da depressione piezometrica oltre i 5 m sotto il livello del mare: i dati storici indicano che il fenomeno si estende e si aggrava nel tempo, con fluttuazioni legate all’apporto pluviometrico (ricarica) e all’entità degli emungimenti." (fonte PTA).

• rif. INDICATORE “Qualità delle acque sotterranee”

Nell'ambito del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale, la "Carta Integrata delle acque sotterranee" riporta le zone a differente "stress idrogeologico", come risultante dell’assetto al tempo stesso qualitativo e quantitativo della falda in termini di quota piezometrica e/o conducibilità ionica, secondo la seguente classificazione (fonte PS):

Classe I - Area a stress idrogeologico nullo, in cui non si denota la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o sfruttamento idrico della falda Classe II - Area a stress idrogeologico basso, che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici in tracce e/o per moderato sfruttamento della capacità idrica della falda o vi sia la presenza di aree ove si verifichi il processo di ricarica delle falde idropotabili, o in cui vi sia la presenza di aree per la protezione dei pozzi per l’emungimento Classe III - Area a stress idrogeologico medio,

102 Caratterizzazione dell'ambiente

che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o per fenomeni di subsidenza, per superamento della capacità idrica della falda tali da limitarne il prelievo Classe IV - Area a stress idrogeologico elevato, che si caratterizzano per la presenza di inquinanti chimico-fisici e/o per fenomeni di subsidenza, per superamento della capacità idrica della falda, tali da vietarne o limitarne il prelievo

Si riportano le tavole della Carta Integrata delle Acque sotterranee inerenti la Pianura di Lacona e la Pianura di Mola.

Fig. 28. Aree a stress idrogeologico nella Pianura di Lacona (in alto) e nella Pianura di Mola (in basso). (Fonte: Carta Integrata delle acque sotterranee della Pianura di Lacona del Quadro Conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri) - In arancione scuro le aree a stress idrogeologico elevato, in arancione chiaro le aree a stress idrogeologico medio, in verde quelle a stress idrogeologico basso e in celeste quelle a stress idrogeologico nullo

103 Caratterizzazione dell'ambiente

• rif. INDICATORE “Livello di stress idrogeologico”

Approvvigionamento Idrico

Il Comune di Capoliveri, come gli altri comuni elbani, fa parte per la gestione integrata delle acque dell'Ambito Teritoriale Ottimale n, 5 (Costa Toscana), attualmente gestito da ASA SpA (subentrato nel 2005 alla Comunità Montana Elba Capraia)

L'approvvigionamento idrico dell'Isola è garantito per il 39% da fonti locali e per il 61% avviene mediante alimentazione da una condotta sottomarina, la quale convoglia acqua proveniente dal Sistema Anello (alimentato dall'Acquifero del Cornia) gestito dal CIGRI e dal Campo Pozzi Salcio (Piombino). Tramite la condotta l'acqua arriva alla stazione di sollevamento Il Piano (Rio Marina), dove viene raccolta in due serbatoi che ricevono anche parte delle risorse locali, e spinta nella condotta principale dell'Isola, denominata DORSALE; questa ha uno sviluppo complesssivo di circa 90 km e serve tutti i comuni dell'Isola. La dorsale è collegata sia ai serbatoi che alimentano le reti di distribuzione dei vari centri abitati, sia alle reti di adduzione di alcuni pozzi e sorgenti locali. Le fonti locali di alimentazione dell'acquedotto sono costiuite da 59 pozzi (di cui 40 scavati in depositi alluvionali delle pianure e 19 in roccia) e 47 sorgenti, quasi tutte poste alle pendici del Monte Capanne, e 3 opere di presa superficiali (situate nei comuni di Campo nell'Elba e Marciana) (fonte ATO5).

Tra le fonti locali di approvvigionamento dell'acquedotto quelle che interessano il comune di Capoliveri sono (fonte: www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm, dati aggiornati al 12/2005):

• 11 captazioni profonde

• 1 captazione sorgentizia

In sintesi l'approvvigionamento idrico nell'Isola d'Elba riguarda annualmente (dati 2005) un totale di 5.720.878 mc di cui 2.102.082 da fonti locali e 3.618.796 dalla condotta sottomarina (ASA).

La stazione di pompaggio Elba distribuisce, a seconda del periodo stagionale, da un minimo di 80 l/s in inverno a un massimo di 120-140 l/s in estate (fonte ASA).

104 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 20 Tabella riassuntiva risorse idropotabili (mc immessi in rete dal 1gennaio 2005-24 Agosto 2005) (fonte: ASA)

acquedotto pozzi sorgenti opere di acquedotto totale presa sottomarino ELBA 812.945 612.256 38.880 2.298.884 3.762.965

Da un'indagine condotta dall' Autorità d'Ambito Ottimale n. 5 sullo stato di utilizzo degli acquiferi risulta che tra le unità alluvionali dell'Isola d'Elba "le pianure di Mola, Marciana e Porto Azzurro, presentano un bilancio paritario, che non lascia margini per ulteriori possibilità di sfruttamento", mentre marginali disponibilità residue sono evidenziate per le "Alluvioni di Marina di Campo" (Qualità: Buona, Vulnerabilità: elevata) e le "Alluvioni di Portoferraio e Schiopparello", entrambe con Qualità Buona, ma Vulnerabilità Elevata.

Tab. 21 Uso attuale delle risorse idriche sotterranee (fonte: ATO5)

Nome Unità Uso Uso irriguo Uso Altri usi (l/s) Totale (l/s) acquedottistico (l/s) industriale (l/s) (l/s) Alluvioni 45 0 0 20 65 dell'Elba Calcari e ofioliti 61 0 0 3 64 dell'Elba orientale Ofioliti di Capo Stella - 0 0 0 1 1 Portoferraio

Come si evince dalla tabella sopra riportata, l'uso delle risorse idriche sotterranee è, per l'Isola d'Elba prevalentemente ad uso acquedottistico

Non è risultato disponibile il dato inerente la % di popolazione servita da acquedotto.

Il PS evidenzia come non tutte le località sono servite da acquedotto e molte case sparse non sono allacciate. Da una mappa elaborata dall'Autorità d'Ambito dell'ATO 5 è desumibile la copertura territoriale della rete di distribuzione dell'acquedotto, aggiornata al 2005.

105 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 29 estratto dello schema acquedottistico dell'Isola d'Elba (fonte: www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm)

• rif. INDICATORE “Copertura del servizio idrico”: L'approvvigionamento idrico del Comune di Capoliveri avviene sia attraverso l'Acquedotto dell'Elba che mediante emungimento diretto da pozzi privati.

Dal Catasto Provinciale delle Captazioni e delle Utenze risulta che nel Comune di Capoliveri sono registrate 471 captazioni (elaborazione sulla base di dati SIRA), tutte di acque sotterranee; queste risultano interessare in maniera prevalente alcune località, elencate nella tabella di seguito riportata, e in minor misura le altre località:

Localita' n. captazioni Lacona 183 Norsi 26 Mola 18 Straccoligno 18 Lido 16 Naregno 15 Barabarca 9 Capoliveri 8 Margidore 8 Chioppi 7

106 Caratterizzazione dell'ambiente

Le carenze di approvigionamento idrico nei mesi estivi determinano quote di emungimento dai pozzi in alcuni casi incompatibili con le capacità dell’acquifero (cfr. Fig. 28 le aree a stress idrogeologico), ed infatti i pozzi in prossimità della linea di costa presentano percentuali anomale di cloruro di sodio che denuncia un’ingressione del cuneo salino accentuata.

• rif. INDICATORE “Livello di prelievo dai corspi idrici”

Come per tutti gli altri comuni dell'Arcipelago Toscano, anche per il Comune di Capoliveri le risorse disponibili non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno idrico nel periodo estivo. Infatti l'Arcipelago Toscano è tra le Aree di crisi Ambientale indicate nel Piano Regionale di Azione Ambientale, per la quale è riportata, tra le altre criticità, anche "l'approvvigionamento idrico".

Tra le aree di Crisi Ambientale è inserita anche la Val di Cornia, per le problematiche connesse al sovrasfruttamento della falda, al quale concorre anche l'Isola d'Elba, e al deficit del bilancio idrico (oltre ad altre criticità).

Il Piano Integrato Idrico Energetico (P.I.I.E.) della Provicia di Livorno riporta il bilancio idrico provinciale suddiviso per unità territoriali, dal quale si evince il forte deficit inerente la Val di Cornia ed il bilancio globale positivo dell'Elba; il piano stesso sottolinea tuttavia che in realtà il bilancio per il sistema elbano sia positivo solo durante l'inverno mentre raggiunge picchi di forte deficit nel periodo estivo, soprattutto per il livello di prelievo conseguente alla presenza turistica. Nel passato è stato spesso necessario integrare l'approvvigionamento dell'acquedotto anche con l'utilizzo di navi cisterna.

Il Piano d'Ambito dell'ATO 5 riporta la stima (Tab. 22) delle presenze massime giornaliere di residenti e turisti attuali (al 1996) e future ed esprime i valori delle dotazioni obiettivo assunte in corrispondenza dei tre orizzonti temporali previsti dal Piano ed i relativi fabbisogni idrici globali.

107 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 22 Stima della massima popolazione presente nell'Isola d'Elba nel periodo estivo e valutazione dei fabbisogni idrici futuri (fonte: ATO5)

Tenendo conto delle future dotazioni obiettivo e della stima dei fabbisogni il Piano d'Ambito riporta la stima del bilancio idrico al 2018 su base estiva (Tab. 23); il risultante deficit viene definito, nel Piano stesso, corrispondente ad una Classe di Criticità Bassa.

108 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 23 Bilancio idrico al 2018 su base estiva, per l'Isola d'Elba (Fonte: ATO5)

Disponibilità attuale (1997) al lordo delle perdite (mc/g) 23.900 Fabbisogni medio giornaliero al 20° anno di esercizio (mc/g) 29.463 Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (mc/g) -5.563 Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (l/sec) -64.39 Deficit rispetto al 20° anno di gestione su base estiva (%) 19% Classe di Criticità BASSA

E' tuttvia da sottolineare il fatto che nella stima sopra riportata la disponibilità è valutata al lordo delle perdite, che per l'Isola d'Elba risultano avere una incidenza non trascurabile (vedi oltre).

• rif. INDICATORE “Bilancio idrico”

ASA è contrattualmente impegnata ad assicurare alle utenze domestiche una dotazione unitaria giornaliera alla consegna non inferiore a 150 litri/abitante/giorno, intesa come volume attingibile nelle 24 ore, con una portata minima non inferiore a 0,10 litri/secondo per ogni unità abitativa. Nel 2003 l’Azienda ha registrato un consumo procapite di 268 litri giornalieri (dato riferito all'intero ATO), contro i 261 del 2002. (ASA).

Nel 2005 l'ATO ha registrato, per il comune di Capoliveri, la fatturazione di 431 migliaia di metri cubi di acqua (www.ato5acqua.toscana.it/Caratteristiche.htm). Ai fini del calcolo del consumo complessivo di acqua occorrerebbe tuttavia sommare a questo dato anche la stima dei consumi di acqua derivata direttamente dai pozzi privati, per le molte utenze non servite da acquedotto.

• rif. INDICATORE “Consumo complessivo di acqua”

Funzionalità degli degli impianti idrici

Da evidenziare come sia presente una criticità legata alle perdite nella rete acquedottistica; da una stima riportata nel Piano d'Ambito per l'Elba le perdite sono pari al 39% del volume distribuito, contro il 37% del resto dell'ATO 5 (la stima è stata ottenuta confrontando il volume fatturato annualmente con quello prodotto, ed include quindi non solo la reale inefficienza strutturale, ma anche altri fenomeni gestionali quali sfiori, lavaggi di rete ecc).

Nello stesso Piano d'Ambito è riportata una valutazione della funzionalità degli impianti, effettuata sia sulle singole opere che su ciascuno schema idrico nel suo complesso ed espressa mediante un punteggio, riconduicibile ad una di quattro classi

109 Caratterizzazione dell'ambiente

di merito, corrispondenti ad altrettanti giudizi (ottimo, buono, sufficiente, insufficiente).

Relativamente al settore di acquedotto che interessa il comune di Capoliveri (settore S. Felo-Capoliveri), le valutazioni espresse sono di seguito riportate.

Tab. 24 Punteggi inerenti la valutazione della funzionalità delle opere acquedottistiche che interessano il Comune di Capoliveri (fonte: ATO5)

captazioni da captazioni da pozzi sorgenti potabilizzatori adduttrici corsi d'acqua laghi/invasi - - 24 - - 54

serbatoi stazioni di reti di media pesata CLASSE VALUTAZIONE pompaggio distribuzione 30 31 60 36,5 D Insufficiente

• rif. INDICATORE “Analisi degli impianti idrici”

Qualità dell'acqua dell'acquedotto

L'Isola d'Elba, rientra, insieme alla Val di Cornia, nella zona geografica con presenza di Boro nell'acqua potabile oltre le concentrazione previste dall'Allegato 1 parte A del D.Lgs. 31/01 (3,8-4,2 mg/l contro un valore limite di legge di 1 mg/l) (PTA). E' in particolare l'acquifero del Cornia, dal quale anche i comuni elbani si riforniscono, ad essere interessato dall'inquinamento naturale da Boro. Sempre a causa delle caratteristiche delle acque provenienti dall'acquifero della Val di Cornia, i Comuni dell'Elba sono inoltre interessati dal fenomeno della presenza di Arsenico nelle fonti di approvvigionamento idropotabile, in concentrazioni superiori ai valori indicati dal D.Lgs. 31/01. In deroga alla normativa vigente è stato concesso dal Ministero della Salute (recepito con Decreto Dirigenziale 7950/2003 della Regione Toscana) un innalzamento dei valori limite previsti per i parametri Boro e Arsenico.

Le analisi sulle acque destinate al consumo umano vengono effettuate da ASA SpA nel rispetto della normativa vigente, in accordo con ARPAT per le fonti di approvvigionamento gregge (pozzi, sorgenti, acque superficiali) e potabilizzate, e con USL per la rete di distribuzione; vengono effettuati regolari controlli anche su tutti gli impianti di potabilizzazione. Nel 2005 ASA ha effettuato, relativamente al comune di Capoliveri, 868 analisi sulle acque destinate al conumo umano, su 19 punti di controllo (Tab. 25)

110 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 25 Analisi effettuate da ASA nel 2005 sulle acque destinate al consumo umano, nei comuni dell'Elba (fonte: ASA)

comune n. analisi punti di controllo Campo nell'Elba 1319 64 Capoliveri 868 19 Marciana/M. 2305 80 marina Porto Azzurro 585 20 Portoferraio 1612 11 Rio Elba/Rio 2238 19 Marina

• rif. INDICATORE “Qualità delle acque destinate al consumo umano”

Interventi nel settore acquedotto

Nel Piano d'Ambito sono stati previsti una serie di interventi per l'Isola d'Elba, da realizzare nei primi dieci anni di gestione, finalizzati a garantire il superamento dei deficit estivi attraverso un maggiore sfruttamento delle fonti locali (realizzazione di nuovi campi pozzi e ottimizzazione di quelli esistenti), un miglioramento delle reti di adduzione e una riduzione della dipendenza dalle fonti esogene (falda del Cornia). Successivamente sono ipotizzati i seguenti possibili interventi:

- realizzazione di una serie di dissalatori di piccole dimensioni in grado di fornire integralmente o parzialmente la portata attualmente veicolata dalla condotta sottomarina;

- realizzazione di un invaso per la captazione delle acque del Rio Pomonte;

- interventi congiunti delle diverse soluzioni;

Tra i nuovi progetti allo studio (ASA) per rendere l'Elba autonoma in due fasi (prima da ottobre a maggio e successivamente anche nel periodo estivo) ci sono la realizzazione di 10 invasi distribuiti sull'Isola, oltre alla trivellazione di nuovi pozzi e la gestione diretta o comunque partecipata di alcuni dei 4000 pozzi privati censiti sull'Isola.

Nel 2003 è stato firmato un Accordo integrativo tra Ministero dell'Ambiente e Toscana (Regione, Provincia di Livorno, Comuni dell'Elba, Comunità Montana dell'Elba e Capraia e Autorità d'Ambito dell'ATO 5) per il superamento delle criticità di approvvigionamento idrico (e di adeguamento dei sistemi di raccolta, collettamento e depurazione dei reflui civili). Tra gli interventi urgenti previsti da tale accordo vi è la creazione di ulteriori risorse idriche locali mediante la

111 Caratterizzazione dell'ambiente

dissalazione a basso consumo energetico. Il Ministero ha infatti stanziato le risorse necessarie alla realizzazione di un dissalatore da quaranta litri al secondo.

Con l'obiettivo di ridurre i problemi quantitativi inerenti la isorsa idrica, ASA SpA ha effettuato negli anni 2005-2006 un serie di interventi quali:

• acquisizione di risorsa da pozzi privati esistenti • interventi di riparazione delle condotte con riduzione delle perdite • ripristino delle opere di presa superficiali • perforazione di 2 nuovi pozzi • studio per la realizzazioni di invasi fuori alveo

Tali interventi hanno portato ad un incremento delle risorse locali (per l'Elba) pari a circa 30 l/s e ad una riduzione di portata dalla Val di Cornia di 40.000 mc nel 2005.

112 Caratterizzazione dell'ambiente

Raccolta e Depurazione dei reflui

La rete di raccolta degli scarichi non copre tutto il territorio comunale e il dato inerente la % di popolazione servita dalla rete fognante risulta essere il più basso tra tutti i comuni dell'Isola dell'Elba (Tab. 26) e nettamente inferiore alla percentuale (83%) riferita dell'intero ATO 5 (Fonte IRPET, 2004, su dati del 1996).

Tab. 26 Popolazione servita da rete fognante nei comuni dell'Isola d'Elba (ATO5)

Comune Popolazione Popolazione % di popolazione residente (1996) servita servita Rio nell' Elba 945 746 79 Marciana marina 1941 1803 93 Rio Marina 2287 2210 97 Marciana 2295 1833 80 Capoliveri 2906 2074 71 Portoazzurro 3316 2808 85 Campo nell'Elba 4416 3260 74 Portoferraio 11902 10141 85

Alcune località (Morcone, Innamorata, Madonna delle grazie) e gli abitati sparsi non sono serviti da rete fognante: di questi alcuni sono dotate di impianto di depurazione singoli, mentre buona parte ricorre al sistema della dispersione al suolo.

• rif. INDICATORE “Copertura del servizio fognario”

Sul territorio comunale di Capoliveri sono attivi 2 impianti di depurazione pubblici, dei quali si riportano le caratteristiche salienti (SIRA, dati aggiornati al 2004):

CAPOLIVERI - DEPURATORE SALICI VACARELLE Comuni serviti Capoliveri Competenza comunale Data avvio impianto 01/01/1989 Predisp. allacciamento nuove utenze X Percentuale domestico 100 Sistema fognatura sistema misto Capacità progetto in AE 4600 Capacità progetto in mc/g 920 Capacità max trattamento in AE 3000 Capacità max trattamento in mc/g 600 Periodo di punta agosto Nome Corpo recettore F.so Salici Produzione fanghi (t/a) 400 Produzione altri residui (t/a) 0 Smaltito in discarica (%) 100

113 Caratterizzazione dell'ambiente

SPIAGGIA MARGIDORE non sono disponibili i dati inerenti questo impianto

E' inoltre attivo un piccolo impianto a Pareti e alcuni impianti di pretrattamento in testa a condotte di scarico a mare. Le condotte sottomarine sono presenti a Lacona- Margidore (in uscita dal depuratore), Naregno e Lido.

Tab. 27 Impianti di depurazione e stazioni di pretrattamento nel Comune di Capoliveri (fonte: Agenda 21 Arcipelago toscano)

Nome punto condotta per trattamenti Impianto scarico spinta a mare Capoliveri F.so Salici no grigliatura, trattam. linea acque, stabilizzazione in letti, disinfezione finale Lacona- mare si grigliatura, trattam. linea acque, stabilizzazione in letti, Margidore disinfezione finale Pareti F.so Pareti no trattam. linea acque, disinfezione finale Naregno mare si - Lido mare si -

Secondo quanto riportato nel Piano d'Ambito il depuratore di Lacona è insufficiente (ha una potenzialità di 5.000 abitanti per una utenza servita di 15.000), obsoleto e fatiscente.

L'impianto di Capoliveri (6.000 abitanti serviti) scarica nel fosso Mola, che per la maggior parte dell'anno non è interessato da portate di bacino.

Le condotte di Lido di Capoliveri e Naregno (5.000 abitabti serviti ciascuno) non hanno in testa un impianto di trattamento.

Dalla situazione aggiornata al dicembre 2005, riportata dall'AATO5, i dati inerenti il servizio di fognatura e depurazione per il Comune di Capoliveri sono i seguenti:

Tab. 28 Dati inerenti il servizio di fognatura e depurazione del Comune di Capoliveri

km di rete di raccolta fognaria 12 km di rete di collettamento 4,9 n. impianti di scarico a mare 2 n. impianti di depurazione 1 sotto 2000 AE 2 sopra 2000 AE Capacità complessiva degli impianti 9500 AE

114 Caratterizzazione dell'ambiente

L'inadeguatezza degli impianti (soprattutto nel periodo estivo) ed il cattivo stato di conservazione, in particolrae delle condotte a mare, è più volte stata denunciata dallo stesso organo gestore (che precedentemente ad ASA SpA era la Comunità Montana). Nel 2000 è stato finanziato (da Ministero dell'Ambiente e CIPE) un progetto di risanamento di tutte le condotte a mare dell'Isola; ad oggi risultano ultimate e allacciate le nuove condotte subacquee di Lido (2006) e Margidore (allacciata nell'estate del 2007), mentre è in via di ultimazione l'allacciamento della nuova condotta di Naregno.

Nonostante tali lavori di adeguamento l'attuale sistema di smaltimento di acque reflue è giudicato, in generale per l'intera Isola, non compatibile con le normative comunitarie (fonte: comunicato del Presidente della Comunità Montana al Ministero dell'Ambiente, 11/11/07)

Nessuno degli impianti di trattamento prevede il riutilizzo delle acque reflue.

• rif. INDICATORE “Riutilizzo acque reflue”

Carico inquinante

Il Carico Inquinante indica il livello di inquinamento di un territorio ed è espresso in Abitanti Equivalenti: quantità di carico organico prodotto da una persona nelle 24 h. I carichi inquinanti che determinano pressioni sulla risorsa idrica sono, per l'intera Isola d'Elba, per lo più di tipo puntuale; in particolare la principale origine puntuale di carico inquinante è, nel Comune di Capoliveri, la popolazione civile, intesa come popolazione residente e presenze turistiche; sono infatti scarsamente presenti le attività industriali, zootecniche e le attività agricole a livello industriale. Gli abitanti equivaleni sono pertanto calcolati come n. residenti + presenze turistiche/365. In Tab. 29 si riporta la stima del carico inquinante, relativo alla sola popolazione civile, del comune di Capoliveri per gli anni 2001-2004, estrapolata da Agenda 21 Arcipelago Toscano (elaborata sulla base di dati ISTAT).

Tab. 29 Stima del carico inquinante da popolazione civile del Comune di Capoliveri

2001 2002 2003 2004 A. E. residenti 3.105 3.146 3.271 3.427 A.E. presenze fluttuanti 2.612 2.480 2.307 2.199 A.E. totali 5.717 5.626 5.578 5.626

L'andamento temporale del carico inquinante per il periodo analizzato risulta pressochè costante.

Il Carico Organico Potenziale Totale, inteso come somma dei carichi di origine civile, agricola, industriale e zootecnica è riportato tra quello relativo agli altri comuni

115 Caratterizzazione dell'ambiente

costieri, nel Piano di Tutela delle Acque. Si riportano in Tab.30 i dati relativi ai comuni elbani .

Tab. 30 Carico organico potenziale (AbEq) dei comuni dell'Isola d'Elba nel 2000 (PTA, elaborazioni su da dati ISTAT e Regione Toscana)

Comune Civile Industriale Zootecnico Totale Portoferraio 13822 6967 323 21112 Marciana Marina 2288 902 30 3220 Marciana 2982 1290 4 4276 Campo nell'Elba 6120 2748 195 9063 Capoliveri 5698 1130 22 6850 Porto Azzurro 3954 1423 540 5917 Rio Marina 2651 1779 38 4467 Rio nell'Elba 1315 105 - 1420

• rif. INDICATORE “Carico inquinante totale”

Capacità depurativa

La Capacità depurativa, come bilancio tra Carico Organico Potenziale Totale e Capacità depurativa totale, esprime l'adeguatezza del sistema depurativo in relazione alla sua capacità di abbattere il carico inquinante potenziale.

Carico organico potenziale totale Aeq. 6850 (fonte: PTA Toscana Costa, su dati del 2000) Totale Capacità Depurativa di impianti a 9500 servizio di pubbliche fognature (fonte: sito web AATO5, dati riferiti al 31/12/05) Bilancio depurativo 2650

nota: il dato non tiene conto della capacità depurativa di eventuali impianti a piè di fabbrica o di insediamenti residenziali

Dal dato di carico inquinante così espresso non emerge tuttavia la criticità determinata dalla forte fluttuazione stagionale delle presenze; la forte concentrazione delle presenze turistiche nei mesi estivi determina in realtà dei picchi di carico superiori alla capacità massima complessiva degli impianti. Un indicatore maggiormente significativo sarebbe l'andamento mensile del carico inquinante, purtoppo ad oggi non diponibile.

A titolo indicativo una valutazione può essere effettuata a partire dalla presenze giornaliere medie per il periodo estivo stimate a partire dai dati di produzione di Rifiuti Solidi Urbani.

116 Caratterizzazione dell'ambiente

Tab. 31 Popolazione dell'Isola d'Elba suddivisa per periodi dell'anno (Fonte Agma)

Media presenze Media presenza Media presenze nel Abitanti invernali (ottobre - estive (maggio - mese di agosto aprile) settembre) residenti fluttuanti totali fluttuanti totali fluttuanti TOTALI (1996) Capoliveri 2.906 1.294 4.200 17.694 20.600 30.694 33.600 Totale Elba 29.974 10.426 40.400 75.026 105.000 137.026 167.000 N.B. Dati ricavati dal censimento del 1996 e dalla produzione RSU del 1997

Sulla base di tale stima gli abitanti equivalenti durante tutto il periodo estivo (20.600) e durante il mese di agosto in particolare (33.600) superano nettamente la capacità depurativa complessiva degli impianti a servizio di pubbliche fognature e il bilancio depurativo è pertanto negativo.

Da evidenziare inoltre il fatto che, dato che una porzione rilevante del territorio comunale non è servito da fognatura, parte del carico inquinante totale stimato risulta non adeguatamente trattato, determinando potenziali fattori di inquinamento delle acque superficiali e di falda.

Inoltre risulta totalmente escluso dal bilancio depurativo il carico organico, affatto trascurabile, derivante dal turismo itinerante, sia via mare (diportismo nautico), che via terra (turisti che pernottano in altri comuni ma affluiscono giornalmente nelle varie località del comune di Capoliveri).

Una stima del Bilancio Depurativo leggermente differente nel dettaglio dei numeri, ma non nella sostanza dei risultati, è quella riportata nel Piano d'Ambito:

Tab. 32 Copertura del servizio depurativo nel Comune di Capoliveri (fonte: ATO5)

Popolazione Popolazione Popolazione Attività Attività Totale Potenzialità Livello di residente residente servita fluttuante turistica produttiva (AbEq) depuratori copertura (1996) (AbEq) (AbEq) (AbEq) (AbEq) (AbEq) (%) 2906 2074 4396 9124 202 15796 11000 70

• rif. INDICATORE “Capacità depurativa”

117 Caratterizzazione dell'ambiente

Lo stesso Piano effettua una stima della domanda futura di depurazione:

Tab. 33 Stima del carico organico previsto al 20° anno di gestione, per il Comune di Capoliveri (fonte: ATO5)

Popolazione Popolazione Attività Carico residente al 2018 fluttuante produttiva Organico (AbEq) (AbEq) (AbEq) (AbEq) 3191 13520 202 16913

Interventi nel settore raccolta e trattamento dei reflui

Il Piano d'Ambito definisce il programma degli interventi proposti per l'adeguamento del sistema depurativo. Gli interventi riguardanti il sitema di raccolta dei reflui prevedono la sostituzione di circa il 20% delle lunghezza per la rete fognaria esistente, la sostituzione dei collettori fognari carenti e la manutenzione degli impianti di sollevamento.

Relativamente alla depurazione, l'ATO ha integralmente recepito nel Piano due progetti elaborati dalla Comunità Monatana nel 2000 e nel 2001, inerenti l'adeguamento del sistema di smaltimento delle acque a mare, e l'adeguamento dei sistemi depurativi del territorio non compreso nei bacini di utenza delle condotte di scarico a mare.

Per quanto concerne il comune di Capoliveri gli interventi individuati (previsti per l'orizzonte temporale dei venti anni di gestione del servizio idrico integrato) sono i seguenti:

- Costruzione di un impianto di tipo A in località Lacona, della potenzialità di 15.000 abitanti equivalenti.

- Costruzione di un impianto di tipo B in località Lido di Capoliveri (5.000 abitanti), in testa alla condotta a mare

- Adeguamento dell'impianto di Capoliveri agli standard richiesti per lo scarico a mare

- Accorpamento dei reflui degli impianti di Lido e Capoliveri e convogliamento alla condotta a mare e adeguamento della stessa

- Costruzione di un impianto di tipo B in località Naregno (5.000 abitanti) in testa alla condotta a mare

118 Caratterizzazione dell'ambiente

Nel 2000 è stato finanziato (da Ministero dell'Ambiente e CIPE) un progetto di risanamento di tutte le condotte a mare dell'Isola. I lavori di adeguamento delle condotte di scarico a mare sono ultimati e ad oggi risultano allacciate le nuove condotte subacquee di Lido (2006) e Margidore (allacciata nell'estate del 2007), mentre è in via di ultimazione l'allacciamento della nuova condotta di Naregno.

Il miglioramento dei sistemi di depurazione è inoltre tra gli obiettivi del'Accordo di programma integrativo del 2003 tra Ministero dell'Ambiente, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comuni Elbani, Comunità Montana e Autorità d'Ambito. Il programma prevede il completamento della copertura fognaria di tutti gli agglomerati urbani, la realizzazione di nuovi impianti di depurazione e l'adeguamento di quelli esistenti.

119 Caratterizzazione dell'ambiente

Acque interne: Obiettivi, indicatori e tendenza

Nota: non essendo sempre disponibili dati riferibili al territorio comunale, per molte delle valutazioni si assume che la situazione a livello comunale rifletta quella generale dell'intera Isola d'Elba, soprattutto per tutto quanto concerne il sistema acquedottistico.

DPS Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità R dati attuale Obiettivi da Segnali Indicatori Macrobiettivi di ambientali in Toscana e sostenibilità da Agenda 21 Arcipelago PRAA Toscano Tutelare la qualità Elevare il livello di qualità delle acque interne e SECA, IBE, LIM S - ? ? costiere e delle acque superficiali promuovere l’uso Qualità acque dolci sostenibile della sotterranee; indici: SquAS, S ++ 17 risorsa idrica Elevare il livello di qualità SCAS, SAAS

delle acque sotterranee Livello di Stress S ++ idrogeologico della falda ☺

Ridurre il livello dei Livello di prelievo delle prelievi delle acque per i P + acque dai corpi idrici diversi usi antropici

Ridurre il livello di Carico inquinante totale. pressione delle sostanza Carico organico potenziale in inquinanti di origine abitanti equivalenti (da P ++ antropica sulla risorsa popolazione residente e (in estate) (in estate) idrica popolazione fluttuante)

Copertura del servizio idrico; Elevare l’estensione del % di popolazione servita da P/R - servizio idrico integrato ? ? acquedotto

Elevare il livello di qualità Qualità delle acque destinate delle acque utilizzate per al consumo umano - Qualità P/R +++ uso idropotabile delle acque degli acquedotti

Copertura del servizio Elevare l’estensione del fognario; % di popolazione P/R ++ servizio idrico integrato /☺ servita da servizio fognario

17 I dati si riferiscono ad acquiferi che non interessano territorialmente il Comune di Capoliveri, ma che ne sono influenzati dai consumi, essendo parte del sistema acquedottistico che alimenta l'intera Isola.

120 Caratterizzazione dell'ambiente

Elevare la capacità e Capacità depurativa. Bilancio l’efficienza delle strutture fra il carico inquinante totale R ++ /☺ depurative delle acque e capacità depurativa (in estate) reflue effettiva

Verificare la funzionalità Analisi degli impianti idrici S +++ degli impianti ☺

Regolare il Bilancio Idrico Bilancio idrico PR + (in estate) Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto Consumo complessivo di utilizzando e P - acqua ? promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche

Riutilizzo delle acque reflue. Favorire il riutilizzo delle N° impianti pubblici di acque reflue e depurazione con riutilizzo di R + conseguente risparmio di acque reflue e m3/anno nuova risorsa riutilizzato

Motivazioni della tendenza

L'indirizzo urbanistico fin qui perseguito (vedi Piano di Fabbricazione), con consistenti previsioni, già realizzate o in corso di attuazione, di nuove edificazioni e di incrementi di posti letto nelle strutture turistiche, comporta un aumento non trascurabile del fabbisogno totale di acqua e della domanda depurativa; ciò determina direttamente un andamento ulteriormente negativo degli indicatori di pressione: Livello di prelievo dai corpi idrici e Carico organico totale. Indirettamente ciò incide poi in maniera negativa su due aspetti che già oggi si presentano come criticità: lo stato di Qualità delle acque dolci sotterranee (dell'Elba e della Val di Cornia) sfruttate per l'alimentazione dell'acquedotto, e il livello di stress idrogeologico delle falde delle Pianure di Mola e di Lacona, alle quali attingono numerosi pozzi. E' prevedibile anche un aumento del consumo complessivo di acqua (dato ad oggi non disponibile a livello comunale).

Un indirizzo fortemente positivo ai fini delle tutela degli acquiferi viene dal Piano del Parco dell'Arcipelago Toscano (Piano adottato, non ancora approvato) il quale definisce (Art. 24) una fascia di tutela assoluta di 500 m a partire dalla costa, per gli acquiferi a porosità primaria interni al perimetro del Parco, entro la quale vietare la perforazione di nuovi pozzi e attuare la progressiva chiusura di quelli esistenti; propone inoltre la medesima disciplina per gli acquiferi a porosità primaria esterni al Parco ma che abbiano influenza diretta sull'ambiente del Parco. Anche per gli

121 Caratterizzazione dell'ambiente

acquiferi esterni alla fascia di tutela assoluta definisce norme di protezione dinamica rispetto ad una soglia di prelievo che dovrà essere fissata. L'attuazione di tali norme incide in maniera positiva sulla tendenza dello stato di stress della falda.

La realizzazione degli interventi sulla rete di adduzione, che sono tra gli obiettivi del Piano d'Ambito, e che sono in parte stati effettuati nel bienno 2005-2006 da ASA Spa, dovrebbe contribuire ad un miglioramento dello stato di funzionalità degli impianti, con conseguente riduzione delle perdite.

Per quel che riguarda invece gli indicatori di Risposta, la loro tendenza è strettamente dipendente da pianificazioni di scala sovracomunale (a livello di gestione del Ciclo Integrato delle Acque) inerenti l'adeguamento/riammodernamento degli impianti di raccolta, trattamento e smaltimento dei reflui e gli interventi nel settore acquedotto. Gli obiettivi del Piano d'Ambito sono, nel lungo termine, di rendere l'Isola d'Elba autonoma dal punto di vista acquedottistico e di adeguare il sistema depurativo ai reali carichi organici, anche durante i picchi di presenze estivi. La effettiva incidenza sullo stato degli indicatori a livello comunale dipende tuttavia sia dal dettaglio degli interventi (che in parte sono ancora in fase di studio), che dalla tempistica della loro realizzazione. La tendenza degli indicatori di risposta può quindi essere definita stazionaria nel breve periodo, in miglioramento in un orizzonte temporale più lungo.

Per quanto concerne gli altri indicatori, non si ravvisano elementi in grado di far supporre una loro significativa modificazione nel tempo; la tendenza attribuita a questi indicatori si traduce pertanto in un sostanziale mantenimento.

122 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.7. Acque marine

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati ricavati dalle seguenti fonti:

• Regione Toscana: Piano di Tutela delle acque della Toscana, il bacino Toscana costa, dicembre 2003

• ATTI del Workshop “LE ACQUE DI BALNEAZIONE”, 11 ottobre 2002 , Lido di Camaiore - Hotel Villa Ariston - a cura di Regione Toscana Giunta Regionale - Dipartimento Politiche Territoriali e Ambientali , Area Tutela delle Acque Interne e Costiere

• Sito ARPAT (Monitoraggio e controllo > Risorse idriche > acque marine e costiere), dicembre 2007

• Sito del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it), dicembre 2007

• Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscana, Agenda 21, 2006

Qualità delle acque di balneazione

La qualità delle acque di balneazione del comune di Capoliveri risulta generalmente elevata, superiore a quella dell’Arcipelago Toscano (nel suo complesso), della provincia di Livorno e della costa toscana più in generale, così come documentato dall’andamento dei valori assunti dall’indice di qualità batteriologica (IBQ)18 nel periodo 1990 – 2001 (vedi figura seguente).

18 L’IBQ è il rapporto percentuale tra numero di campionamenti con assenza di Coliformi fecali o di Streptococchi fecali e il numero totale di campioni prelevati ed è categorizzato come segue:

Giudizio IQB

Pessimo 0-20% Scadente 20-40% Mediocre 40-60% Buono 60-80% Elevato 80-100%

123 Caratterizzazione dell'ambiente

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Capoliveri 25% 85% 80% 94% 87% 73% 87% 91% 73% 90% 72% 89%

Arcipelagio 31% 66% 69% 75% 74% 63% 71% 83% 71% 76% 66% 81% Toscano

Livorno 74% 84% 82% 84% 78% 83% 79% 83% 79% 68% 71% 66%

Costa 50% 61% 62% 65% 61% 66% 59% 69% 64% 59% 57% 56% Toscana

Fig. 30 Indice di Qualità Batteriologica nelle acque di balneazione dei comuni toscani nella stagione 2001 (Fonte: ARPAT - rapporto sullo stato delle acque marine in Toscana 2001)

124 Caratterizzazione dell'ambiente

Rif. INDICATORE “% dei punti non idonei alla balneazione”

Rif. INDICATORE “Stato di qualità batteriologica”

I punti di campionamento delle acque ai fini della balneazione sono ubicati in corrispondenza delle principali spiagge presenti sul territorio comunale19 ed i campionamenti vengono eseguiti da ARPAT nel periodo primaverile-estivo (1 aprile-30 settembre) con una frequenza mensile.

Nel 2007 i risultati delle analisi effettuate dall’ARPAT ai fini della balneazione nei diversi punti di campionamento sono risultate tutte conformi alle disposizioni di legge (D.P.R. n. 470/82 e successive modifiche ed integrazioni).

19 Punti di campionamento balneazione: bal-178 spiaggia di naregno bal-179 spiaggia dell' innamorata bal-180 spiaggia pareti bal-181 spiaggia morcone bal-182 localita' calanchiole bal-183 spiaggia localita' lido bal-184 localita' lacona bal-305 margidore bal-306 localita' laconella bal-352 straccoligno bal-353 fosso santamaria bal-403 barabarca bal-415 mola bal-423 margidore sud bal-462 spiaggia della madonna

125 Caratterizzazione dell'ambiente

Indice trofico TRIX

Per quanto concerne lo stato di qualità ambientale della fascia costiera determinato mediante l’indice trofico TRIX20 dai risultati del monitoraggio effettuato da ARPAT (punti di M.A.S.S.I.M.A. delle acque marino costiere) emerge uno stato di qualità “elevato” per tutte le stazioni di monitoraggio indagate nell’Isola, ubicate nella parte nord dell’Isola, quali: stazioni “Elba nord” (nel comune di Portoferraio) e stazioni “Mola” ubicate nel golfo di Mola (nel comune di Porto Azzurro).

Rif. INDICATORE “Stato trofico attraverso il TRIX”

20 l’indice trofico TRIX previsto dal D.lgs.152/99 definisce lo stato di qualità delle acque marino costiere; riassume in un valore numerico (in una scala di valori da 1 a 10) le condizioni di trofia del sistema di acque considerato. La formula matematica per calcolare l’indice trofico è: indice Trofico TRIX = (Log(Cha · |OD%| · N · P) - (a) / b

dove Cha è il valore di Clorofilla “a” in µg/l, OD% è la percentuale di ossigeno disciolto espresso come variazione in valore assoluto dalla saturazione, N è l’azoto solubile (N-NO3, N-NO2, N-NH3) in µg/l, P è il fosforo totale, a e b sono costanti determinate sulla base dei limiti superiore ed inferiore dei parametri. Il D. Lgs 152/99 associa ai valori di TRIX uno “stato ambientale” a cui corrispondono una serie di specifiche condizioni. In tale maniera le acque marino costiere vengono classificate in quattro classi in base ad un indice di trofia che fornisce delle indicazioni su alcune delle condizioni del sistema considerato. Indice di trofia

Indice di trofia Stato Condizioni 2 - 4 ELEVATO Buona trasparenza delle acque Assenza di anomale colorazioni delle acque Assenza di sottosaturazione di ossigeno disciolto nelle acque bentiche 4 - 5 BUONO Occasionali intorbidimenti delle acque Occasionali anomale colorazioni delle acque Occasionali ipossie nelle acque bentiche 5 - 6 MEDIOCRE Scarsa la trasparenza delle acque Anomale colorazioni delle acque <>Ipossie e occasionali anossie delle acque bentiche Stati di sofferenza a livello di ecosistema bentonico

126 Caratterizzazione dell'ambiente

Habitat marini di interesse conservazionistico

Nelle acque costiere del comune di Capoliveri sono presenti importanti habitat marini di interesse conservazionistico, quali Praterie di Posidonia oceanica, Grandi cale e baie poco profonde, Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche, Banchi di sabbia sublitoranei permanentemente sommersi; tra questi habitat, vuoi per il ruolo svolto che perché tutelata a livello internazionale, assume particolare importanza la Posidonia oceanica.

Come si evince dalla cartografia in scala 1:10.000 con la distribuzione spaziale della Posidonia oceanica disponibile nel sito del web del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it) e riportata nel quadro conoscitivo del PS, questo habitat ricopre infatti vaste porzioni dei fondali presenti nel territorio comunale di Capoliveri ed è presente nella maggior parte delle aree marine antistanti le spiagge del comune, sia su fondale sabbioso che su roccia. In considerazione del consistente afflusso turistico che nel periodo estivo si riversa in queste aree, al fine di limitare impatti negativi su tale habitat si rende necessaria una rigorosa gestione delle attività turistiche balneari, incluso quella nautica (sia da diporto che non).

Scheda “Posidonia oceanica”

Questo habitat, diffusamente presente nelle aree a mare prospicienti la costa del territorio comunale di Capoliveri, è un habitat di interesse comunitario, indicato come prioritario nell'All.1 della Dir. 92/43CEE con il nome "Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae)", recentemente inserito anche nell'All. A della L.R. 56/2000, a seguito dell'ultimo aggiornamento della lista degli habitat di interesse regionale. Posidonia oceanica (L.) Delile è una fanerogama endemica del Mediterraneo, inserita nell'Allegato II del Protocollo ASPIM.

Oltre che costituire biocenosi di elevato valore ecologico e biologico (produzione di ossigeno, luogo di rifugio, e fonte di alimentazione e riproduzione per numerose specie, punto di partenza per complesse reti trofiche, habitat di numerose specie di Pesci, Cefalopodi e Crostacei di pregiato interesse commerciale, ecc.), le praterie di posidonia rappresentano un importante elemento nell'equilibrio sedimentario e nella stabilizzazione della costa (stabilizzazione del fondo marino attraverso l’apparato radicale, riduzione dell’intensità dei moti ondosi, ecc.) .

Attualmente le praterie di Posidonia sono in regressione in moltissime zone del Mediterraneo, soprattutto nella fascia più superficiale della zona costiera quella cioè maggiormente soggetta all’impatto antropico..

I principali fattori responsabili della regressione delle praterie, più marcata nelle aree maggiormente antropizzati, sono costituiti da un complesso di fattori naturali e di origine antropica; tra questi ultimi si ricordano la costruzione delle opere costiere che interferiscono con le dinamiche di distribuzione dei sedimenti, l'inquinamento delle acque e l'aumento della loro torbidità, la pesca a strascico che scalza intere “matte” mettendo a nudo il substrato (che più facilmente verrà ricolonizzato da specie a crescita più rapida come la Cymodocea o la Caulerpa), gli ancoraggi in zone ad alta concentrazione di diportisti nautici.

127 Caratterizzazione dell'ambiente

Pressioni

Le principali pressioni che determinano un impatto negativo sull’ambiente marino sono riconducibili a:

• inquinamento delle acque correlato all’immissione di acque reflue (vedi capitolo acque interne); • afflusso di natanti e imbarcazioni che frequentano le acque costiere prospicienti le principali spiagge: transito, ancoraggi, scarichi a mare, inquinamento da sostanze pericolose (carburante, olii, detergenti); • afflusso turistico che si riversa nelle spiagge . Attualmente non esiste una specifica regolamentazione delle attività a mare (nautica da diporto principalmente) finalizzata alla salvaguardia di questo habitat. Il consistente carico turistico che nel periodo estivo grava su queste aree determina un significativo impatto negativo su questa componente ambientale (inquinamento delle acque, distruzione della Posidonia a seguito degli ancoraggi, sicurezza dei bagnanti, ecc.). Nelle spiagge del territorio comunale di Capoliveri sono state rilasciate 23 autorizzazioni demaniali e 10 concessioni demaniali (vedi carta delle spiagge riportata nel quadro conoscitivo del PS), distribuite come segue:

Località Concessioni Autorizzazioni demaniali demaniali Spiaggia di Lacona 2 6 Spiaggia di Margidore 1 1 Spiaggia del Lido 3 2 Spiaggia di Zuccale 1 Spiaggia di Norsi 2 Spiaggia di Barabarca 1 Spiaggia di Madonna delle 1 Grazie Spiaggia di Morcone 4 Spiaggia di Pareti 2 Spiaggia di Innamorata 2 Spiaggia di Calagrande 1 Spiaggia di Naregno 4

Rif. INDICATORE “distribuzione e stato di salute della Posidonia oceanica”

Rif. INDICATORE “N° di concessioni e autorizzazioni demaniale rilasciate”

Rif. INDICATORE “Regolamentazione dell’ormeggio finalizzata alla salvaguardia di habitat marini di interesse conservazionistico”

Rif. INDICATORE “Regolamentazione “ecocompatibile” per gli stabilimenti balneari“

128 Caratterizzazione dell'ambiente

Acque marine: obiettivi, indicatori e tendenza

DPS Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità R dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità % dei punti non idonei alla S + balneazione ☺ Indice di qualità Migliorare il livello di S + batteriologica (IQB) ☺ qualità delle acque Stato trofico attraverso il marine e di S + TRIX ☺ balneazione Distribuzione e stato di salute della Posidonia S + ☺ oceanica Regolamentazione Mantenere una elevata dell’ormeggio finalizzata Mantenere qualità dell’ecosistema alla salvaguardia di habitat R ++ un’elevata qualità marino marini di interesse delle acque marine conservazionistico e dell’ecosistema Regolamentazione marino Qualificare gli DPS “ecocompatibile” per gli + stabilimenti balneari R stabilimenti balneari Limitare la N° di concessioni e proliferazione di R ++ autorizzazioni rilasciate stabilimenti balneari Migliorare l’efficienza del sistema di gestione delle acque che Vedi capitolo “ACQUE

confluiscono in mare INTERNE” (depurazione, scarichi, ecc)

129 Caratterizzazione dell'ambiente

Motivazioni della tendenza

La situazione attuale, sintetizzata dai giudizi attribuiti a questi indicatori, risulta in generale positiva, sia sotto il profilo della qualità delle acque che dello stato dell’ecosistema marino (vedi colonna stato attuale).

La situazione positiva degli indicatori relativi alla qualità batteriologica, allo stato trofico, distribuzione e stato di salute degli ecosistemi marini, si presume possa rimanere costante nel tempo; se da un lato si assiste infatti ad una crescita delle pressioni che insistono negativamente sul sistema acque marine, quali scarichi connessi al carico turistico, numero abitanti, deficit del sistema fognario, ecc., dall’altro c’è una progressiva riorganizzazione e riqualificazione del sistema di gestione delle acque di scarico con conseguente miglioramento della loro qualità prima dell’immissione in mare (vedi capitolo acque interne). La presenza del Parco dell’Arcipelago Toscano e la regolamentazione che ad esso si accompagna (vedi piano di gestione recentemente adottato) costituisce un ulteriore elemento positivo volto alla salvaguardia dell’ecosistema marino.

L’assenza di una regolamentazione dell’ormeggio e delle attività connesse agli stabilimenti balneari finalizzata alla salvaguardia dell’ecosistema marino (Posidonia oceanica in particolare) e ad una gestione ecocompatibile di queste attività, costituisce un elemento negativo la cui tendenza si presume possa ulteriormente peggiorare sia in relazione alla crescita del carico turistico che si riversa nella costa, inclusa la nautica da diporto.

Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”). Tali previsioni, anche se non correlate molti casi con un aumento di unità abitative, comportano infatti un aumento dei posti letto e quindi di presenze.

130 Caratterizzazione dell'ambiente

3.3.8. Paesaggio

Fonte dei dati

I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati principalmente ricavati dalle seguenti fonti:

- Sistema informativo regionale della Toscana (http://sira.arpat.toscana.it/sira/) - Quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Capoliveri - Quadro conoscitivo del Piano del Parco Arcipelago Toscano adottato (2007) - Quadro conoscitivo PTC Provincia di Livorno - Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano (2006) - Atlante dei caratteri strutturali del Paesaggio, PIT 2005-2010

Stato di conservazione e criticità del paesaggio di Capoliveri

L'analisi dello stato attuale del paesaggio ha valorizzato le unità e le descrizioni interne al quadro conoscitivo ed allo statuto del PS. In conseguenza del loro processo di individuazione i Sistemi ambientali elbani, ricompresi nel territorio comunale di Capoliveri, possono ben corrispondere ad unità di paesaggio, cioè ad unità omogenee dal punto di vista geomorfologico, di uso del suolo/vegetazione e dei processi di trasformazione antropica. In particolare sono state analizzate le seguenti unità:

− subsistema di San Martino; − sistema di Lacona; − sistema di Stella; − sub sistema di Mola; − sistema di capoliveri − ambito orientale del sistema di Capoliveri; − ambito occidentale del sistema di Capoliveri; − sistema di Monte Calamita.

Ciascuna unità paesaggistica, così individuata, è stata analizzata con riferimento alla presenza di paesaggi agricoli tradizionali o di paesaggi rurali integri, alla densità delle sistemazioni agricole tradizionali (ad esempio terrazzamenti), densità di edificato di interesse storico, aree archeologiche e testimonianze storiche (da tavola 17 del PS), alla presenza di paesaggi naturali, di vincoli paesaggistici, al grado di urbanizzazione del territorio interno e costiero, ecc.

131 Caratterizzazione dell'ambiente

L’assetto agricolo prevalente è caratterizzato da una valenza economica residuale, con alcune realtà aziendali significative localizzate nella piana di Mola e nella piana di Lacona.

Nel complesso l’agricoltura presente nel territorio del Comune di Capoliveri può definirsi di tipo familiare con la presenza di alcune realtà aziendali che assumono importanza economica. La coltura che contribuisce a tipicizzare il territorio e l’economia agricola del Comune è il vigneto, sebbene la sua frammentazione sia elevata. La presenza dell’olivo è diffusa, ma la sua importanza economica assume scarsi significati. Nonostante la polverizzazione della struttura fondiaria del settore agricolo, il territorio non si presenta in stato di abbandono, con qualche eccezione legata alle difficili condizioni di gestione delle colline più interne e/o impervie. Le sistemazioni idraulico agrarie ed il reticolo minore di fossi presenta uno stato di manutenzione accettabile con eccezioni legate alle aree in abbandono. Il quadro conoscitivo mette in luce il progressivo mutamento del paesaggio di Capoliveri, particolarmente negli ultimi decenni, dovuto in buona misura alla crisi dell’agricoltura, all’abbandono della produzione mineraria e alla diffusione delle strutture turistico - ricettive, all’espandersi delle aree ricolonizzate dalla vegetazione.

Il Subsistema di San Martino, il Sistema di Stella e il Sistema di Monte Calamita costituiscono degli ambiti di paesaggio ad elevato grado di naturalità, con basso grado di costrizione dei biotopi naturali, bassa frammentazione ad opera delle infrastrutture stradali, basso grado di artificialità ed elevato valore naturalistico.I caratteri paesaggistici prevalenti sono costituiti da versanti, anche acclivi, interessati da una continua matrice vegetale a dominanza di macchie e foreste di sclerofille, rimboschimenti di conifere e coste rocciose ad elevata naturalità. Le attività agricole risultano quasi del tutto assenti o con funzioni relittuali e/o marginali (ad eccezione dell’area di Ripalte), con superfici agricole estremamente frammentate, Isolate e ad elevata pendenza. Per tali sistemi risulta bassa inoltre la densità dei terrazzamenti, con valori massimi riscontrabili nell’area di Acquarilli (1,4 m/ha di terrazzamenti per l’UTOE omonima). Particolarmente rilevante, in termini paesaggistici, risulta la presenza nel Sistema di Monte Calamita delle miniere abbandonate. Tali sistemi di paesaggio ospitano siti di interesse archeologico (ad esempio Vallone di Calamita – testimonianze preistoriche dell’età dei metalli), scarsa presenza di edificato di interesse storico. Per tali ambiti il valore paesaggistico va individuato nella naturalità diffusa, ove la matrice dominante del paesaggio è di tipo naturale o seminaturale e dove le testimonianze della presenza umana sono strettamente legate a tale matrice. Le stesse aree minerarie costituiscono oggi ambiti di interesse naturalistico, oltre che storico e di archeologia industriale e sono sottoposti a spontanei processi di rinaturalizzazione.

Il Sistema di Lacona e il Sub sistema di Mola costituiscono due ambiti caratterizzati da un paesaggio agricolo tradizionale di pianura o bassa collina, in parte trasformata dai processi di diffusione dell’edilizia residenziale diffusa a bassa densità. Basso grado di naturalità, medio alto grado di costrizione dei biotopi naturali, medio alta

132 Caratterizzazione dell'ambiente

frammentazione ad opera delle infrastrutture stradali, elavato grado di artificialità costituiscono le caratteristiche di tali ambiti, ove le aree agricole presentano i valori migliori, nel territorio comunale, relativamente alle condizioni di acclività, esposizione, dimensione degli appezzamenti, raggiungibilità, ecc. La presenza di un paesaggio agricolo di pianura ancora caratterizzato da elementi dell’agricoltura tradizionale elbana, con piccoli appezzamenti, presenza di siepi e filari alberati, ecc. conferisce al sistema paesaggistico un discreto valore naturalistico, aumentato dalla presenza dell’area umida di Mola e del sistema dunale di Lacona. Due biotopi anch’essi però caratterizzati dalle forti pressioni antropiche dirette e indirette. Verso l’interno e sulle pendici collinari prevalgono invece le coltivazioni e gli insediamenti rurali (in parte anch’essi convertiti alla funzione turistica). Il paesaggio agrario è caratterizzato da una continua alternanza di coltivazioni su piccoli appezzamenti, con prevalenza di vigneti, oliveti e orti familiari (in cui si includono anche i piccoli frutteti per l’autoconsumo). Le pendici collinari sono talvolta modellate a terrazze sostenuti da muri a secco e talvolta a gradoni. Nel Piano di Mola si possono distinguere due diverse tipologie di paesaggio agrario: una fascia a prevalente seminativo su appezzamenti medio-grandi e con bassa densità insediativa (la parte più pianeggiante, lungo la provinciale) e una fascia pedecollinare con maggiore incidenza di vigneti e oliveti. Risalendo il versante settentrionale del Monte Zuccale e della collina dominata dal capoluogo la parcellizzazione del territorio si fa più marcata e accanto alle colture agrarie e agli orti compaiono di nuovo i giardini con vegetazione ornamentale. (art.15.1 Statuto). Rispetto al sistema paesaggistico precedente, a carattere prevalentemente naturalistico, tali ambiti presentano inoltre una maggiore densità dei terrazzamenti (fino a 14,7 m/ha per l’UTOE Lacona-Margidore). Particolarmente rilevante, in termini paesaggistici, risulta la presenza del sistema dunale di Lacona e delle pinete retrostanti ed il reticolo idrografico minore. Tali sistemi di paesaggio ospitano siti di interesse archeologico (ad esempio Lacona Fosso del Pino – abitati preistorici con resti di lavorazione del ferro), ed un edificato, spesso di origine agricola, di interesse storico.

Gli ambiti orientale ed occidentale del sistema di Capoliveri, e l’unità di Capoliveri costituiscono un sistema paesaggistico ove più rilevanti sono stati i processi di diffusione dell’edificato ad alta e bassa densità, di frammentazione e costrizione dei biotopi, con medio basso grado di artificialità e, in molti casi, di perdita del genius loci. Ciò risulta evidente soprattutto nella porzione più occidentale dell’area (Madonna delle Grazie), ove un paesaggio costiero ad agricoltura terrazzata (35,5 m/ha di terrazzamenti) si è nel tempo trasformato in un sistema ad elevata presenza di edilizia residenziale diffusa con perdita totale delle funzioni agricole. Nella porzione orientale il paesaggio agricolo risulta invece ancora un elemento strutturale del sistema ambientale, spesso mosaicato ad elementi naturali o seminaturali. Si ha qui un’alternanza di boschetti di sughere e lecci con appezzamenti coltivati a vigneto e oliveto, con piccoli frutteti e orti familiari, associati a insediamenti diffusi. (art.15.1 Statuto). Particolarmente rilevante, in termini paesaggistici, risulta la presenza del centro storico di Capoliveri, così come la presenza di siti di interesse archeologico e di edificato di interesse storico.

133 Caratterizzazione dell'ambiente

Fig. 31 Grado di naturalità/artificialità (sx) e di costrizione/frammentazione (dx) del territorio comunale di Capoliveri.

Fig. 32 Grado di frammentazione ad opera della rete stradale (sx) e densità dei terrazzamenti (dx) per UTOE.

La diffusa presenza di terrazzamenti sostenuti da muretti a secco, contribuisce in maniera rilevante a caratterizzare il paesaggio rurale del Comune di Capoliveri. L’andamento principale delle terrazze presenti è a girapoggio. Lo stato di manutenzione dei terrazzamenti è spesso trascurato e spesso le colture agrarie hanno lasciato spazio al bosco. Queste tipiche sistemazioni idraulico agrarie dei terreni declivi, rappresentano, oggi, un bene paesaggistico e un documento storico degni di rispetto, sebbene rappresentino un onere per il proprietario del terreno ed un’emergenza ambientale per la collettività in seguito ai rischi di dissesto idrogeologico connessi ad un loro abbandono. Il mantenimento dei muretti, il rifacimento delle canalette di scolo e la pendenza della lenza sono operazioni da incentivare sia

134 Caratterizzazione dell'ambiente

a fini privati che pubblici, per evitare eccessi di ruscellamento con erosione superficiale del terreno.(art.13, comma 2, Statuto).

In alcune UTOE la densità dei terrazzamenti raggiunge livelli molto elevati pari a 35,5 m/ha per l’unità di Madonna delle Grazie, di 14,7 m/ha per l’unità Lacona – Margidore e di 10,2 m/ha per l’unità Innamorata-Pareti-Morcone. Come già indicato nella descrizione dei valori dei singoli sistemi paesaggistici tali presenze costituiscono un elemento strutturale del paesaggio agricolo di Capoliveri da conservare e riqualificare.

Fig. 33 Paesaggio agricolo di capoliveri: classi di acclività (sx) e di superficie (dx) delle aree agricole.

L'UTOE che ha caratteri agricoli prevalentemente produttivi è quella della "Pianura di Mola" che presenta pendenze ottimali (classe prevalente 0-5), dimensioni maggiori dei poligoni agricoli (> 15 ettari) e loro buona continuità, medio bassa naturalità, scarsa presenza di terrazzamenti (4,5 m/ha contro i 35,5 m/ha di Madonna delle Grazie...) ed elevato grado di costrizione dei biotopi naturali. Anche le UTOE Mandorlo-Lari e Lacona-Margidore si possono classificare come ad attività agricole produttive, con stesse condizioni dell'UTOE precedente anche se con maggiore frammentazione delle unità agricole, loro minori dimensioni medie e maggiore pendenza. Qui le aree agricole produttive sono spesso intervallate da incolti, aree agricole abbandonate, biotopi costretti, ecc. L'UTOE della Collina e della Costa presenta in parte aree agricole produttive o comunque con buone condizioni stazionali (pendenza, superfici, ecc.) ma anche elevati valori di naturalità (0,62 contro valori compresi tra 0,43 e 0,47 delle unità precedenti) e frammentazione, con media presenza di terrazzamenti (6,7 m/ha). Tale Unità, così come Capoliveri, hanno un valore agricolo prevalentemente paesaggistico.

135 Caratterizzazione dell'ambiente

Le rimanenti UTOE (ad esclusione di quelle interamente al sistema di Aree Protette e SIR) hanno una presenza agricola residuale, non produttiva (aree agricole ridotte, frammentate, elevata pendenza, ecc.), con elementi di elevato interesse paesaggistico assolutamente da preservare (terrazzamenti).

I processi di abbandono delle attività agricole tradizionali, di sviluppo delle attività turistiche e, soprattutto, di sviluppo dell’edificato residenziale sparso a bassa densità costituiscono degli elementi di criticità per la conservazione degli elementi caratteristici del paesaggio elbano e di quello di Capoliveri in particolare. Tale situazione risulta maggiormente critica soprattutto nella zona circostante il capoluogo, ed in particolare verso Madonna delle Grazie e Lido, ove la stessa conservazione dei terrazzamenti è resa non realizzabile dall’assenza di attività agricole e dalla loro funzione manutentiva. Il rapido cambiamento dell’uso del suolo, l’aumento dei livelli di antropizzazione ed urbanizzazione e di frammentazione sono evidenti anche nell’area di Lacona, Mola e Naregno. Il trend in assenza di PS risulta mantenere tale situazione anche con interventi che risultano localmente aumentare i livelli di consumo del suolo, con trasformazioni previste, o in corso di realizzazione, alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e a Lacona (PEEP Lacona).

• rif. INDICATORE “Grado di costrizione dei biotopi” • rif. INDICATORE “Grado di frammentazione da viabilità” • rif. INDICATORE “Grado di naturalità” • rif. INDICATORE “Grado di urbanizzazione del territorio interno” • rif. INDICATORE “Grado di urbanizzazione del territorio costiero” • rif. INDICATORE “Percentuale di territorio costiero libero” • rif. INDICATORE “Stato di conservazione delle sistemazioni agricole tradizionali” • rif. INDICATORE “Stato di conservazione del paesaggio naturale e seminaturale” • rif. INDICATORE “Stato di conservazione del patrimonio storico e architettonico” • rif. INDICATORE “N° tipologie colturali rilevabili all’interno del mosaico paesaggistico” • rif. INDICATORE “Estensione delle macrocategorie di uso del suolo: seminativi, boschi, aree a pascolo” • rif. INDICATORE “Superficie agricola a coltura promiscua” • rif. INDICATORE “Presenza di aree a vincolo paesagistico”

136 Caratterizzazione dell'ambiente

Paesaggio: Obiettivi, indicatori e tendenza

DPS Disp. Stato Tendenza Obiettivi di sostenibilità R dati attuale Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità

Stato di conservazione delle sistemazioni agricole S ++ tradizionali Stato di conservazione del paesaggio naturale e S ++ ☺ seminaturale Presenza di aree a vincolo R +++ paesaggistico ☺ Stato di conservazione del patrimonio storico e S ++ architettonico Tutela del paesaggio Grado di urbanizzazione S +++ del territorio interno Grado di urbanizzazione S +++ del territorio costiero Percentuale di territorio S +++ costiero libero Grado di costrizione dei S +++ - biotopi Grado di frammentazione S +++ da viabilità Grado di naturalità S +++ Valutazione delle variazioni in termini N° tipologie colturali di complessità rilevabili all’interno del S ++ tipologica del mosaico paesaggistico paesaggio Valutazione dei Estensione delle mutamenti di macrocategorie di uso del equilibrio fra le varie S ++ suolo: seminativi, boschi, categorie di uso del aree a pascolo suolo Valutazione della diversità colturale e Superficie agricola a coltura S ++ mantenimento delle promiscua forme tradizionali

137 Caratterizzazione dell'ambiente

Motivazioni della tendenza

Per la descrizione delle motivazioni della tendenza per la componente in oggetto occorre far riferimento in gran parte a quanto indicato nelle motivazioni della tendenza della componente “suolo” con particolare riferimento all’evoluzione dell’uso del suolo e alle sue trasformazioni.

All’abbandono delle attività agricole tradizionali e delle attività manutentive ad esse legate (classico esempio dei terrazzamenti) si è associata la realizzazione di un edificato residenziale a bassa densità, legato prevalentemente allo sviluppo del settore turistico, che ha fortemente condizionato il paesaggio di vaste porzioni di territorio di Capoliveri. Tale processo ha portato ad elevati gradi di urbanizzazione, frammentazione, costrizione e artificializzazione in diverse aree del territorio di Capoliveri, con la perdita dei caratteri più peculiari del paesaggio ed in particolare di quello agricolo. La perdita di superfici agricole, la loro frammentazione, la riduzione della loro diversità (n. tipologie colturali) costituiscono forti detrattori del paesaggio agricolo.

La situazione attuale mostra una buona conservazione dei paesaggi naturali e seminaturali, situati nelle aree meno disturbate (ad esempio Fonza, Stella, Monte Calamita), e paesaggi seminaturali ed antropici che hanno perso gran parte dei loro caratteri peculiari, in particolare di tipo agricolo. Ciò risulta confermato anche dalle analisi interne al PIT (2005-2010) ove si afferma, per il territorio elbano, come "La diffusione di strutture ricettive e complessi residenziali turistici di diverso genere ha registrato forti incrementi negli ultimi venti anni, alterando profondamente i caratteri rurali del paesaggio. Il promontorio di sud-est di Monte Calamita conserva un contesto paesaggistico di grande suggestione, con la presenza di siti estrattivi e resti delle relative strutture colonizzati dalla vegetazione spontanea". (Atlante dei caratteri strutturali del Paesaggio, PIT 2005-2010).

Il trend mostra una permanenza di tale situazione di criticità, nonostante tutto il territorio comunale sia sottoposto a vincolo paesaggistico. Considerazioni positive derivano dall’analisi del paesaggio della fascia costiera che risulta in gran parte ancora integra.

La perdita dei caratteri tipici del paesaggio agricolo costituisce un elemento negativo anche in termini di tutela della biodiversità, ove numerose specie, soprattutto di fauna, sono legate agli agroecosistemi tradizionali.

138 Il Piano Strutturale in formazione

4. IL PIANO STRUTTURALE IN FORMAZIONE

4.1. SCOPI E OBIETTIVI DEL PIANO

Finalità del piano (rif. art. 2 del Piano)

I principi di governo del territorio si basano sulla finalità generale di “garantire la salvaguardia ed il mantenimento dei beni comuni e l’uguaglianza di diritti all’uso ed al godimento dei beni comuni nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future” in base al’art. 1 della LR 1/05, pertanto il Comune di Capoliveri, attraverso il proprio strumento di pianificazione territoriale intende assicurare la conservazione e l’arricchimento delle risorse territoriali, in modo da affidarle integre e valorizzate alle generazioni future.

Per queste finalità il Piano Strutturale individua le risorse naturali ed essenziali del territorio, detta criteri per l’utilizzo delle stesse affinché nessuna possa essere ridotta in modo significativo e irreversibile in riferimento agli equilibri degli ecosistemi di cui è componente. Il PS indica inoltre gli obiettivi per la loro valorizzazione.

Le componenti soggette a valorizzazione sono:

- la qualità ambientale-paesaggistica del territorio;

- la presenza di stratificazioni storico-archeologica;

- le nicchie di produzione agricola di qualità;

- gli ambiti naturali marini e terrestri;

- la dimensione turistica e culturale di rango regionale, nazionale e internazionale;

L’obiettivo generale del PS è quello di consolidare la struttura territoriale comunale tramite un organico programma di tutela e di sviluppo basato:

- sulla tutela e il miglioramento delle risorse;

- sulla realizzazione di condizioni di sicurezza e di benessere;

- sulla creazione di opportunità di crescita culturale, sociale e economica;

- sullo sviluppo di innovazioni produttive e imprenditoriali;

- sulla offerta di servizi commerciali attraverso il mantenimento di quelli esistenti e la creazione di occasioni di sviluppo commerciali differenziando le attività anche in base in base alle differenti stagionalità;

139 Il Piano Strutturale in formazione

- sulla realizzazione di mobilità ottimali;

- sulla dotazione di servizi e attrezzature adeguati alla domanda sociale;

- sulla formazione di un sistema di parchi per il tempo libero, per le esigenze didattiche, ricreative, sportive, culturali e museali;

- sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio territoriale;

Il piano strutturale definisce le strategie generali di sviluppo sostenibile rese possibili dall’uso responsabile delle risorse presenti nel territorio comunale.

Il piano strutturale stabilisce obiettivi strategici e azioni d’area, coerenti con le pianificazioni sovraordinate, regionale e provinciale.

Definizione delle strategie generali (rif. art.32 del Piano)

1 In relazione alle strategie generali di sviluppo sostenibile, il piano strutturale individua obiettivi strategici d’area, riguardanti singole parti del territorio comunale e in particolare i Sistemi, Sub Sistemi Territoriali e Funzionali come definiti e individuati rispettivamente al Titolo III nonché le U.T.O.E.

2. La pianificazione strategica definisce le strategie generali comunali di sviluppo sostenibile per quanto riguarda i seguenti sistemi di funzioni:

- turismo e attività produttive;

- agricoltura;

- residenza;

- mobilità e infrastrutture.

Il sistema funzionale del turismo comprende i relativi impianti e attrezzature terziari e direzionali, il commercio e l’artigianato, considerati in connessione con lo specifico settore sociale ed economico del turismo.

Il sistema funzionale della residenza comprende le attrezzature e gli impianti di urbanizzazione primaria e secondaria di servizio alla residenza.

3. Per realizzarsi, gli obiettivi strategici d’area necessitano di azioni sulle risorse.

Le azioni sono distinte nelle seguenti tipologie:

- azioni di protezione mirate al mantenimento integrale delle risorse;

140 Il Piano Strutturale in formazione

- azioni di conservazione delle risorse consistenti nel controllo e nella gestione del loro processo di evoluzione ferma restando la struttura fondamentale, dovuto ai mutamenti socio-economici, culturali e di destinazione d’uso:

- azioni di recupero della risorse affette da degrado, abbandono, sottoutilizzazione;

- azioni di ripristino della risorsa in grave stato di alterazione e di perdita degli originari caratteri significativi;

- azioni di creazione di nuove risorse in ambiti privi di significatività sociale ed economica, di identità culturale, di riconoscibilità.

4. In relazione agli obiettivi strategici d’area, sono prescritte negli ambiti territoriali costituenti le unità territoriali organiche elementari le azioni sulle risorse.

A motivo dell’estensione dell’ambito territoriale di incidenza delle azioni, le unità territoriali organiche elementari possono coincidere con un sistema o un sub-sistema territoriale ovvero costituiscono parti dei sistemi e sub-sistemi territoriali.

5. Entro le unità territoriali organiche elementari (U.T.O.E.) sono indicati indirizzi di soglia in merito alle trasformazioni delle risorse e alla creazione di nuove risorse, in conformità alla valutazione integrata.

4.2. ARTICOLAZIONE DEL PIANO

Formano il piano strutturale:

Il Quadro Conoscitivo

Lo Statuto del Territorio

Le Strategie di Sviluppo

Il rapporto ambientale e lo studio d’Incidenza quali parti della Valutazione Integrata.

Lo Statuto del Territorio individua i caratteri naturali, storici, culturali, economici e sociali che contribuiscono a definire la peculiarità e identità di un luogo o di un ambito territoriale, stabilisce inoltre le specifiche regole finalizzate alla sostenibilità delle trasformazioni.

Determina le regole che governano l’uso delle territorio e definisce le componenti che lo rendono riconoscibile e corrispondente con la cultura, la storia, le aspettative della comunità locale, promuove ed esalta l’identità di ogni parte del territorio e costituisce il patto della comunità locale per preservare le risorse per le generazioni future.

141 Il Piano Strutturale in formazione

Esso contiene i principi e i criteri generali, le attribuzioni di valore, l’interpretazione condivisa del territorio, le linee di comportamento concordate nei confronti del patrimonio ambientale e insediativo.

In base all’art. 53 della LR 1/05 lo statuto del territorio del presente piano si compone dei seguenti elementi:

- le invarianti strutturali di cui agli art. 7 e seguenti; - i principi di governo del territorio di cui all’art. 6; - l’individuazione di sistemi e subsistemi territoriali e funzionali di cui al Titolo III, attraverso le proprie risorse nonché i criteri per l’utilizzazione delle stesse ed i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità; - la disciplina di tutela e valorizzazione dei beni paesaggistici e culturali. Lo Statuto suddivide il territorio comunale in Unità territoriali organiche elementari (UTOE) per le quali sono indicate le previsioni di Piano strutturale. In particolare sono presenti:

nel sub sistema di San unità di Fonza Martino unità dei Monti unità di Acquarilli nel sistema di Lacona unità delle spiagge unità di pianura Lacona – Margidore unità di Mandorlo - Lari nel sistema di Stella unità di Stella nel sub sistema di Mola unità della zona umida unità di pianura nell’ambito orientale del unità di Capoliveri sistema di Capoliveri unità della Collina unità dei Salici unità di Naregno unità di Straccoligno nell’ambito occidentale del unità di Innamorata – Pareti – Morcone sistema di Capoliveri unità di Madonna delle Grazie – Stecchi – Barabarca – Zuccale unità di Lido unità di Norsi nel sistema di Calamita unità del parco naturalistico unità del parco minerario

142 Il Piano Strutturale in formazione

4.3. MODALITÀ DI ATTUAZIONE DEL PIANO E MONITORAGGIO

(Art 4 dello Statuto) 1. Il piano strutturale si attua mediante regolamento urbanistico, di cui all’art.55 della Lr. 1/05, piani complessi di intervento di cui agli artt. 56 e 57 della stessa legge regionale, nonché con i piani attuativi di cui alle Sezioni I e II del Capo IV del Titolo V della legge regionale. Ai fini dell’attuazione delle previsioni del piano strutturale si prescrive che ogni programmazione quinquennale degli interventi previsti nel regolamento urbanistico contenga una equa suddivisione delle quantità massime ammissibili, al fine di garantire maggiormente la sostenibilità di tali interventi individuando prioritariamente quelli derivati dalla conferma del previgente P. di F. e del recupero del patrimonio edilizio esistente. Per la predisposizione degli strumenti urbanistici sotto ordinati il piano strutturale contiene: - obiettivi e indirizzi programmatici da perseguire individuati per ogni singola Utoe, sistema o subsistema funzionale in cui si articola il piano strutturale, anche in funzione della definizione delle invarianti strutturali e dello statuto dei luoghi; - prescrizioni finalizzate alla conservazione e al miglioramento dei sistemi territoriali, ambientali e funzionali, alla tutela e valorizzazione delle risorse intese nella più ampia accezione, alla sistemazione degli assetti insediativi esistenti e di nuova previsione, al recupero di situazioni di degrado; - salvaguardie, da attuarsi fino all’approvazione del regolamento urbanistico, tese a rendere attuabili le previsioni del P.R.G. vigente non in contrasto con quanto stabilito dal piano strutturale.

Il Piano Strutturale è soggetto ad attività di monitoraggio e ad attività di aggiornamento svolte dall’Ufficio competente, i cui risultati devono essere comunicati all’Amministrazione Comunale. Le attività di monitoraggio, con scadenza annuale consistono nell’evidenziare azioni di trasformazione contenute in piani e programmi operativi pubblici e privati che abbiano dato attuazione al Piano specificandone in quali parti, di eventuali modifiche che non abbiano avuto valore di variante, come definite al precedente art. 3, di disposizioni normative statali o regionali e di atti di programmazione e pianificazione sovracomunali che abbiano incidenza o siano collegati al Piano Strutturale, e che indichi infine le necessità eventuali di aggiornamento del Piano.

Fanno parte delle attività di monitoraggio anche le verifiche dell’andamento delle attività edilizie definite dal presente piano quali azioni compatibili e sempre ammesse.

143 Il Piano Strutturale in formazione

Le attività di monitoraggio dovranno verificare il rispetto dei limiti e dei requisiti fissati per l’uso sostenibile delle risorse tramite la valutazione degli effetti ambientali sia da parte delle azioni di cui al comma 2 che da parte delle azioni di cui al comma 3. In caso di mancato rispetto dei limiti e dei requisiti, l’Ufficio preposto al monitoraggio del piano, dovrà informarne l’organo comunale competente, che prenderà le decisioni del caso in merito all’attuazione del piano.

Fanno parte delle attività di monitoraggio anche le verifiche della formazione e dello stato di attuazione dei piani di settore che sono coordinati dal presente Piano.

Le attività di aggiornamento, con cadenza almeno triennale a partire dalla data di approvazione del Piano, da svolgersi avvalendosi dell’idoneo Sistema Informativo, consistono nella integrazione e modifica degli elaborati del Piano, ivi compreso il Quadro conoscitivo, conseguenti alle attività di monitoraggio.

144 Il Piano Strutturale in formazione

4.4. QUANTITÀ MASSIME AMMISSIBILI (DIMENSIONAMENTO)

Il dimensionamento massimo ammissibile del piano comprende, oltre alle nuove previsioni, gli interventi non attuati e previsti dal P. di F. vigente mentre sono esclusi quelli in corso di attuazione come descritti nell'apposito articolo relativo alle salvaguardie.

In via riassuntiva il dimensionamento complessivo del Piano Strutturale, comprensivo delle trasformazione e completamenti nonché degli ampliamenti degli edifici esistenti, è il seguente:

PdF Esistente Previsione Residuo Totale previsioni di (realizzato e/o PS Pdi F PS convenzionato) In corso di attuazione

Residenziale 38.130 * 38.130 completamento (mc) Residenziale 15.000 0 15.000 espansione (mc) 1.078.430 Turistico ricettivo 259.563 27.850** 38.278 66.128 alberghiero ed extralberghiero (mc) (3.829 posti letto, (373 posti letto , relativi al solo relativi al solo alberghiero) alberghiero)

Industriale 8.000 0 8.000 /artigianale (mc) 23.832 Commerciale/direzio 2.850 10.520° 13.370 nale (mc) 17.518 Servizi (mq) 34.766 20.490 °° 20.490

N.B.: * le volumetrie sono finalizzate agli ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti, senza incremento delle unità abitative o posti letto. ** comprensivi di mc. 16.300 riferiti agli ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti al fine di incentivare la trasformazione delle ricettività extralberghiere in alberghiere. ° le volumetrie sono comprensive degli edifici (di mc. 3.300 ) destinati a servizi consortili della aziende agricole. °° nelle volumetrie sono compresi i servizi dell’approdo di Mola e il centro servizi a Lacona.

145 Il Piano Strutturale in formazione

4.5. RAPPORTI DI COERENZA DEL PIANO IN FORMAZIONE RISPETTO AGLI ALTRI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E ATTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO (COERENZA ESTERNA)

La coerenza con gli altri piani ha costituito un elemento fondante nel processo di formazione del PS, nel corso del quale vari fasi hanno comportato la verifica di coerenza con gli strumenti di pianificazione sovraordinati e di settore e con gli atti di programmazione generale e settoriale.

Tale coerenza viene esplicitata nei contenuti stessi del PS, con particolare riferimento al PIT regionale e al PTC della Provincia di Livorno.

In fase di predisposizione del rapporto ambientale è stata verificata la coerenza delle scelte del PS con gli obiettivi di sostenibilità individuati dal PRAA 2007-2010, della Regione Toscana. Al fine di verificare più approfonditamente la rispondenza del PS agli obiettivi di sostenibilità ambientale fissati dal PRAA, è stata valutata la coerenza del PS a ciascun obiettivo specifico afferente ai più generali macro obiettivi del PRAA; i risultati dell’analisi svolta sono riportati nella tabella seguente, dalla quale si evince una completa coerenza del PS rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale del PRAA.

MACRO OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI COERENZA

POPOLAZIONE, MOBILITÀ E SALUTE UMANA Ridurre le emissioni dirette e indirette Ridurre la percentuale di popolazione esposta Migliorare l’offerta del servizio pubblico all’inquinamento atmosferico Mantenimento della qualità dell'aria Ridurre il grado di rischio di Ridurre il grado di rischio di accadimento di accadimento di incidente rilevante incidente rilevante Attuare le disposizioni normative Riduzione dell’esposizione della Mitigare l’inquinamento acustico popolazione all’inquinamento acustico Ridurre la % di popolazione esposta a Inquinamento acustico Riduzione dell’esposizione della Riduzione della % di popolazione esposta a popolazione all’inquinamento campi elettromagnetici elettromagnetico Ridurre gli impatti dei prodotti fitosanitari e delle sostanze

chimiche pericolose sulla salute umana e l’ambiente

146 Il Piano Strutturale in formazione

SUOLO Prevenire il rischio idrogeologico

Ridurre il prelievo delle risorse naturali

Valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla difesa del suolo Prevenire il rischio idrogeologico Evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico Attuare gli interventi di tutela del suolo previsti dal PAI Attivare funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo Ridurre la dinamica delle aree artificiali Ridurre la dinamica delle aree Limitare la dispersione di insediamenti artificiali urbani sul territorio e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo

Ridurre le aree percorse da incendi Ridurre le aree percorse da incendi

Prevenire l’erosione costiera Prevenire l’erosione costiera Quadro complessivo delle spiagge dell’Isola d’Elba ENERGIA Riduzione dei consumi energetici pro capite e riduzione di sprechi e inefficienze Razionalizzazione e riduzione dei Informazione e sensibilizzazione della consumi popolazione sul risparmio energetico e sulle opportunità delle fonti rinnovabili Migliorare l’efficienza energetica negli usi Incentivare e favorire la diffusione di tecnologie ad alta efficienza e a risparmio energetico

Aumento della quota di utilizzo di Introdurre agevolazioni ed incentivi nei energie rinnovabili regolamenti edilizi per la diffusione delle pratiche di bioedilizia

Aumentare la % di energia proveniente da fonti rinnovabili

147 Il Piano Strutturale in formazione

RIFIUTI Riduzione della produzione di Ridurre la produzione totale di rifiuti urbani rifiuti sia complessiva che procapite Aumento della raccolta differenziata e il riciclo Censire e recuperare le discariche non controllate

Potenziare la capacità e la qualità degli Aumento della raccolta impianti di trattamento differenziata e il riciclo Aumentare e diversificare l’attività di recupero e riciclaggio

Diversificare gli eventi di coinvolgimento della popolazione sul corretto smaltimento dei rifiuti BIODIVERSITÀ, VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA Aumentare la percentuale di aree protette

Aumentare la percentuale di aree Sviluppare la rete ecologica regionale protette, migliorare la gestione e Conservare la biodiversità terrestre conservare la biodiversità terrestre e marina Conservare la biodiversità marina

Ripristino paesaggistico delle cave ACQUE INTERNE E COSTIERE Tutelare la qualità delle acque Elevare il livello di qualità delle acque interne e costiere e promuovere superficiali l’uso sostenibile della risorsa idrica Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine antropica sulla risorsa idrica Elevare l’estensione del servizio idrico integrato Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso idropotabile Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle acque reflue Verificare la funzionalità degli impianti

148 Il Piano Strutturale in formazione

Regolare il Bilancio Idrico Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di nuova risorsa Migliorare il livello di qualità delle acque

marine e di balneazione

Mantenere una elevata qualità dell’ecosistema marino

Qualificare gli stabilimenti balneari Mantenere un’elevata qualità delle acque marine e dell’ecosistema Limitare la proliferazione di stabilimenti marino balneari Migliorare l’efficienza del sistema di gestione delle acque che confluiscono in mare (depurazione, scarichi, ecc)

Legenda:

Il PS è coerente rispetto all’obiettivo Il PS è indifferente rispetto all’obiettivo Il PS è non coerente rispetto all’obiettivo

Nell'ambito della tabella di cui sopra non sono stati esplicitati i livelli di coerenza relativi al tema "conservazione del paesaggio" in quanto non indicato tra i macrobiettivi del PRAA.

Pur in assenza di tale riferimento nel PRAA, il tema della "Conservazione del paesaggio" è stato ritenuto un elemento centrale per la valutazione di sostenibilità del PS. Il paesaggio è stato quindi analizzato e valutato come stato attuale e come trend in assenza e con le previsioni di Piano Strutturale.

149 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI DEL PIANO IN FORMAZIONE SULL’AMBIENTE

In questo capitolo vengono descritti i possibili effetti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.

La metodologia seguita per l’analisi e valutazione degli effetti ambientali viene riportata nel paragrafo 1.2.

150 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.1. POPOLAZIONE, SALUTE UMANA E QUALITÀ DELL’ARIA

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti del R dati attuale Piano Indicatori Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità

Ridurre le emissioni Entità delle emissioni 21 P + dirette e indirette (estate)

N° di località balneari Migliorare l’offerta raggiunte dai mezzi di del servizio D +++ trasporto pubblico e loro pubblico (estate) frequenza “stato di qualità dell'aria” Ridurre la (classificazione regionale S +++ ☺ percentuale di in base al D.lgs. 351/99) popolazione “stato di qualità dell'aria - esposta biomonitoraggio con S +++ ☺ all’inquinamento licheni” atmosferico Mantenimento della N° veicoli circolanti S ++ qualità dell'aria (periodo invernale) ☺ N° veicoli circolanti S + (periodo estivo) Popolazione esposta a livelli di inquinamento S ND atmosferico superiori ai valori limite Ridurre il grado Ridurre il grado di di rischio di rischio di N° di aziende a rischio di accadimento di P +++ accadimento di incidente rilevante ☺ incidente incidente rilevante rilevante Attuare le Stato di approvazione dei disposizioni piani di classificazione R ++ ☺ Riduzione normative acustica dell’esposizione della popolazione Mitigare Interventi di risanamento all’inquinamento l’inquinamento sulle infrastrutture di R ++ ☺ (estate) acustico acustico trasporto Ridurre la % di % di popolazione esposta S ND

21 Dati riferiti alla CM dell’Arcipelago in quanto non disponibili a livello locale

151 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

popolazione a inquinamento acustico esposta a Inq. acustico

% di popolazione esposta S ND a campi elettromagnetici

km di linea elettrica Riduzione AT/km2 di territorio S ++ ☺ Riduzione della % dell’esposizione comunale di popolazione della popolazione esposta a campi km di linea elettrica all’inquinamento elettromagnetici MT/km2 di territorio S ND elettromagnetico comunale N° di superamenti dei valori limite di legge dei S ++ livelli di campo ☺ elettromagnetico

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

Sono di seguito sintetizzate le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti alla tendenza assunta dagli indicatori a seguito dell'attuazione delle previsioni contenute nel PS (ultima colonna a destra della tabella); tali motivazioni sono da ricercare nei presumibili effetti ambientali sulle diverse componenti correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e indirizzi per il RU).

Cosa prevede il PS

Rumore: rispetto a questo fattore di rischio (rif. Art.53 dello Statuto al PS), al fine di tutelare la salute pubblica nell’intero territorio comunale, mediante il contenimento dell’inquinamento acustico nelle zone prevalentemente residenziali, si ribadisce come il comune dovrà comunque dotarsi del Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA), in applicazione della L.r. 89/98, sui criteri desunti dalle linee guida approvate con deliberazione del Consiglio Regionale 77/2000. Di tale piano si dovrà tenere conto per la formazione dei principali piani di settore di competenza comunale e per le valutazioni che il piano strutturale e le vigenti norme prescrivono come necessarie per le previsioni insediative e infrastrutturali che saranno previste dal regolamento urbanistico e dagli eventuali programmi integrati di intervento.

Infatti, soltanto a seguito della predisposizione della classificazione acustica del territorio comunale realizzata nell’ambito del PCCA potranno essere puntualmente individuate le eventuali misure di miglioramento.

152 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Radiazioni non ionizzanti (campi elettromagnetici): rispetto a questo fattore di rischio (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3 requisiti delle infrastrutture tecnologiche, p.5), l’obiettivo è quello di razionalizzare sul territorio la presenza di elettrodotti, cabine di trasformazione, antenne ricetrasmittenti, in riferimento alla legislazione nazionale e regionale vigente. In particolare:

in caso di istituzione di nuove linee, imporre l’adozione di linee sotterranee; evitare nuovi insediamenti in prossimità di linee elettriche ad alta tensione; in caso di installazione di antenne ricetrasmittenti imporre la collocazione lontano dai centri abitati, in particolare da scuole e centri socio-sanitari e luoghi pubblici.

E’ da ricordare a tal proposito come nel territorio comunale non sono presenti linee elettriche ad alta tensione .

Rispetto alla qualità dell’aria (rif. Art.10 “Aria” dello Statuto del PS), si precisa come il maggiore carico antropico che incide sulla qualità dell’aria è la presenza di infrastrutture viarie. L’obiettivo principale è quello di mantenere i livelli di qualità attuale dell’aria, in particolare nelle zone ove sono previsti interventi di sviluppo insediativi affinché si garantiscano degli standard di qualità, stabiliti da leggi, decreti e norme in vigore. Per il raggiungimento di tali obiettivi il Regolamento Urbanistico dovrà attuare le seguenti azioni:

-Assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.

-imporre ad ogni nuova iniziativa industriale l’adozione e il mantenimento degli standards di legge relativamente all’inquinamento acustico ed atmosferico;

-incentivare l’utilizzo di processi produttivi che non prevedano un elevato impiego di inquinanti quali ad esempio i composti organici volatili;

-incentivare la sostituzione di vecchi impianti di riscaldamento con impianti dotati di bruciatori a bassa emissione di ossido di azoto.

-migliorare la fluidificazione del traffico e la riduzione dello stesso all’interno del centro abitato.

Si inserisce inoltre in questo quadro quanto previsto dallo Statuto del PS all’art.17 dello Statuto, § 17.2 “Adeguamento e riorganizzazione funzionale delle reti di comunicazione”, come di seguito riportato.

1. Per le strade di interesse storico e panoramico, rilevate nel quadro conoscitivo, saranno predisposti progetti specifici che integreranno il traffico meccanizzato lento con percorsi ciclabili e pedonali. I progetti prevederanno inoltre aree di sosta e di belvedere e la riqualificazione degli spazi e dei manufatti adiacenti alle strade. Con detti progetti si costituirà inoltre un sistema di percorsi turistici consistenti in piste ciclabili, strade pedonali, ippovie. I percorsi utilizzeranno preferibilmente la viabilità

153 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

storica e quella di servizio all’agricoltura, ancora presente o da recuperare in caso di degrado o di abbandono. Le reti stradali interne agli abitati saranno oggetto di interventi di riordino e riqualificazione rivolti al miglioramento della qualità urbana. 2. Il recupero della viabilità minore e vicinale che dovrà essere privilegiato in ogni intervento di riqualificazione territoriale, ha i seguenti obiettivi: - mantenere attiva una rete viaria altrimenti destinata a ridursi o degradarsi; - ritrovare una maglia articolata di supporto alla viabilità principale; - costituire una rete di collegamento “leggera” per permettere una fruizione di tutto il territorio, delle sue risorse paesaggistiche e storiche, attivando un circuito del tempo libero e del turismo alternativo; - costituire una sede per mobilità leggera: percorsi pedonali, ciclocross, percorsi vita, percorsi verdi. 3. Per le viabilità esistenti esterne agli abitati: - è obbligatoria la manutenzione della strada e il mantenimento in piena efficienza delle fossette e dei ponticelli, cosi come dovrà essere mantenuto integro l’assetto vegetazionale di margine costituito da alberature e siepi; - è obbligo di recuperare la rete sentieristica individuata nella cartografia del quadro conoscitivo e di mantenerla in efficienza con particolare riguardo per l’accessibilità al mare e alle emergenze naturalistiche, ambientali e storico-architettoniche.

Sempre rivolte alla riduzione dell’inquinamento acustico e dell’aria, sono le azioni di trasformazione previste dal PS in differenti UTOE e consistenti:

• nella pedonalizzazione del centro storico di Capoliveri (rif. Unità di Capoliveri);

• nell’attuazione di un piano degli arenili (rif. UTOE costiere);

• nella realizzazione di nuovi servizi pubblici, quali aree a verde attrezzato e parcheggi per il superamento della criticità “viabilità e sosta” (rif. tutte le UTOE eccezion fatta per U. di Stella, U. della Zona Umida, U. di Norsi).

Sintesi

In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, andando a contrastare l’attuale tendenza al progressivo peggioramento nel tempo della qualità dell’aria (incluso inquinamento acustico ed elettromagnetico) assunta dagli indicatori individuati (vedi colonna “trend”).

Infatti, da un lato l’adeguamento e riorganizzazione della rete di comunicazione e le azioni di trasformazione previste dal PS in differenti UTOE consentono di razionalizzare il traffico e la sosta, con conseguente riduzione dell’inquinamento dell’aria; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale

154 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4).

E’ necessario tuttavia ribadire come, per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità individuati si renda necessaria, a livello di intero comprensorio elbano, l’attuazione di una politica indirizzata alla limitazione del traffico veicolare privato nell’Isola a vantaggio di forme di trasporto pubblico collettivo (limitando il traghettamento di autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola con la creazione ad esempio di linee di bus navetta per l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati).

Va ribadito tuttavia che l’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata alla limitazione del traffico veicolare, ad esempio limitando il traghettamento di autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.

155 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.2. ENERGIA

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPSR Disp. Stato Tendenza Effetti del dati attuale Piano Indicatori Macro obiettivi Obiettivi Specifici di sostenibilità Riduzione dei consumi energetici pro capite e Consumi energetici P ++ riduzione di sprechi e pro capite inefficienze Informazione e sensibilizzazione della Informazione e popolazione sul sensibilizzazione della R ++ Razionalizzazio risparmio energetico e ☺ popolazione ne e riduzione sulle opportunità delle dei consumi fonti rinnovabili Intensità energetica del settore civile R ++ ☺ Migliorare l’efficienza (domestico e terziario) energetica negli usi N° di strutture ricettive dotate di certificazioni R + ambientali (es. ecolabel) Incentivare e favorire la Diffusione di diffusione di tecnologie tecnologie per uso R ++ ad alta efficienza e a efficiente dell’energia risparmio energetico Introdurre agevolazioni Indirizzi per Aumento della ed incentivi nei regolamenti edilizi quota di regolamenti edilizi per la R ++ incentivanti il ☺ utilizzo di diffusione delle pratiche risparmio energetico energie di bioedilizia rinnovabili Percentuale di energia Aumentare la % di proveniente da fonti R ++ ☺ ☺ energia proveniente da rinnovabili 22 fonti rinnovabili Mq di pannelli solari R +++ termici installati ☺ ☺

22 Questo obiettivo richiede una forte incentivazione che solo in parte può essere promossa dagli strumenti di pianificazione locale; in questo caso una spinta significativa viene impressa dalla normativa comunitaria e nazionale, nonché dalla normativa della regione Toscana (vedi LR 39/2005 “Disposizioni in materia di energia”)

156 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Motivazioni

Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.

Cosa prevede il PS

In materia di energia (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a rete, delle urbanizzazioni e dei servizi, p.5), gli obiettivi principali del PS riguardano la riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, l’uso di fonti rinnovabili e l’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane. In tal senso, le misure da intraprendere per il territorio sono quindi:

l’incentivazione dell’uso di energie alternative e rinnovabili;

la prescrizione e l’incentivazione di soluzioni tecnologiche nella costruzione di nuovi edifici o nella ristrutturazione di quelli esistenti tese a ridurre il consumo energetico;

ottimizzazione della rete elettrica evitando insediamenti diffusi o sparsi a favore di nuclei sia residenziali che produttivi compatti;

incentivazione alle trasformazioni, fisiche e funzionali che utilizzino sistemi di cogenerazione e teleriscaldamento/raffreddamento decentrato;

l’informazione, la sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori turistici circa l’adozione di sistemi tecnologici, semplici accorgimenti e uso di elettrodomestici e accessori a basso consumo, volti al risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.

Per quanto concerne in particolare le radiazioni non ionizzanti l’obiettivo è quello di razionalizzare sul territorio la presenza di elettrodotti, cabine di trasformazione, antenne ricetrasmittenti, in riferimento alla legislazione nazionale e regionale vigente. In particolare:

in caso di istituzione di nuove linee, imporre l’adozione di linee sotterranee;

evitare nuovi insediamenti in prossimità di linee elettriche ad alta tensione;

in caso di installazione di antenne ricetrasmittenti imporre la collocazione lontano dai centri abitati, in particolare da scuole e centri socio-sanitari e luoghi pubblici.

157 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Il PS precisa inoltre che il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare come promuovere e incentivare azioni volte al risparmio energetico e all’eco efficienza edilizia degli edifici (rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).23

Per contro, l’incremento in termini di nuova edificazione prevista dal PS, sia come residuo del precedente P.di F. che come nuove previsioni di piano, è traducibile, in prima approssimazione, in un aumento dei consumi di risorse, inclusa la risorsa energia. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un contenuto aumento di nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal precedente P.di F, e rivolto in buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti (vedi trasformazione da strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di edifici esistenti senza incremento di unità abitative), tale previsione comporterà una crescita del fabbisogno di energia e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.

Sintesi

In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza degli indicatori al mantenimento di un pessimo stato attuale (in particolare in relazione alla razionalizzazione e riduzione dei consumi) se non addirittura al progressivo peggioramento (vedi colonna “trend”).

Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, all’uso di fonti rinnovabili e all’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di

23 Queste azioni comprendono: • informazione, sensibilizzazione e incentivazione della cittadinanza su come contenere i consumi domestici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.); • riduzione e razionalizazione dei consumi negli edifici pubblici: individuazione degli “sprechi” e pianificazione delle opportune misure di miglioramento ; • attività di informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolta alle strutture ricettivo-turistiche in relazione all’adozione di accorgimenti volti al risparmio e alla razionalizzazione dei consumi energetici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, riduttori di flusso per l’acqua, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.); • informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolte alle strutture ricettivo-turistiche che intraprendono percorsi per l’adesione volontaria alla certificazione delle proprie attività sotto il profilo della “qualità ecologica” (esempio marchio europeo “Ecolabel”), percorsi che presuppongono il rispetto di tutta una serie di accorgimenti volti al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale;

158 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4) , con un contenuto aumento dei consumi energetici.

Come evidenziato nei paragrafi precedenti, nel territorio comunale di Capoliveri e più in generale nel territorio dell’Elba i consumi energetici sono per lo più concentrati nei settori terziario e domestico.

Abitazioni, strutture ricettive ed edifici pubblici sono uno dei principali responsabili di questi consumi; costituiscono pertanto settori prioritari sui quali concentrare azioni volte alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici.

Va tuttavia ribadito che dai dati a disposizione (rif. Agenda21) si evince come già allo stato attuale l’approvvigionamento energetico dell’Isola sia al limite; per garantire l’approvvigionamento di energia elettrica che la crescita dei consumi degli ultimi anni sta richiedendo è stata già pianificata la realizzazione di una seconda linea elettrica sottomarina proveniente dal continente per l’approvvigionamento dell’Elba, corredata da una serie di interventi di riorganizzazione delle linee elettriche per la distribuzione sull’Isola (progetto già sottoposto a VIA di competenza regionale).

Alla luce di quanto esposto, appare evidente l’inderogabilità di concrete azioni volte da un lato alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici , quali misure volte all’aumento rendimento energetico in edilizia (vedi anche quanto previsto dalla L.R. 39/2005), accorgimenti per la riduzione dei consumi più in generale (utilizzo di lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc., ), dall’altro all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (impianti solari termici, fotovoltaico, minieolico, ecc.). Il regolamento urbanistico dovrà pertanto regolamentare rigorosamente questa tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.

E’ opportuno precisare come tali azioni, per il loro stesso carattere, possono in parte essere individuate e promosse a livello locale e quindi fatte proprie dal PS, ma in parte riguardano una pianificazione ad una scala sovra comunale.

159 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.3. SUOLO

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti Indicatori R dati attuale del Macro Piano

obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità % di supeficie a rischio S +++ idrogeologico % di supeficie a alta S +++ Prevenire il rischio pericolosità geomorfologica idrogeologico Classe di rischio sismico R +++ % di supeficie a alta S +++ pericolosità idraulica Numero cave e miniere P +++ attive ☺ Numero cave e miniere P +++ Ridurre il prelievo abbandonate delle risorse Numero cave e miniere naturali P +++ ripristinate ☺ Variazione categorie uso S ++ ☺ Prevenire il del suolo rischio Valutare gli effetti idrogeologico degli insediamenti Verifiche geologico- territoriali in tecniche a supporto della R ++ ☺ relazione alla difesa pianificazione urbanistica del suolo

Evitare ulteriori Misure cautelari a seguito danni derivanti da degli eventi calamitosi R ++ ☺ fenomeni di nell’Isola d’elba dissesto Classificazione rischio R +++ idrogeologico sismico Attuare gli interventi di tutela Attuazione PAI R ++ del suolo previsti ☺ dal PAI Attivare funzioni di Istituzione e attivazioni regimazione delle funzioni Consorzio di R + acque e di tutela ☺ Bonifica del suolo

Ridurre la dinamica delle Ridurre la Variazione percentuale P +++ ☺ dinamica delle aree delle aree artificiali

160 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

artificiali Limitare la dispersione di insediamenti aree artificiali Impiego del suolo per lo urbani sul territorio P +++ sviluppo urbano ☺ e ridurre l’impermeabilizzazi one del suolo Ridurre le Ridurre le aree Superficie percorsa da aree percorse S +++ percorse da incendi incendi da incendi Prevenire Chilometri di costa in S ++ l’erosione costiera erosione Prevenire l’erosione Quadro complessivo delle Evoluzione delle spiagge costiera S ++ spiagge dell’Isola dell’Isola d’Elba d’Elba

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale negli ultimi decenni ha subito negative ed intense trasformazioni, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa.

Il nuovo PS si pone come obiettivo anche quello della riduzione dell’impermeabilizzazione superficiale (art.8, comma 3 salvaguardie idrauliche): Su tutto il territorio comunale le modifiche del coefficiente di deflusso conseguenti alla realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono essere compensate mediante:

- il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali preesistenti; - il mantenimento della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali preesistenti dovrà essere del 30% nei centri abitati e del 50% nel territorio rurale; - tipologia idonea all’infiltrazione dei materiali di rivestimento e costruttivi di parcheggi e viabilità; - opere di autocontenimento quando non sia verificata l’officiosità delle reti idrologiche naturali o artificiali di recapito delle acque del lotto in questione.

Per molti Sistemi è previsto il divieto di nuova edificazione salvo quella connessa all’attività agricola. Per queste aree la strategia di governo del territorio “è quella di

161 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

evitare un ulteriore proliferazione insediativa e riqualificare l’area sotto il profilo paesaggistico e ambientale” (art.40.1; 40.2 del PS).

Per il sistema di Lacona, già descritto nel quadro conoscitivo come una delle aree ove è più sviluppata l’edilizia residenziale diffusa, il PS prevede:

- il divieto di nuova edificazione nel territorio rurale salvo quella connessa all’attività agricola; - il divieto di edificazione nelle aree tra l’arenile e la via di Margidore; pur ammettendosi spazi ricreativi e sportivi e di verde attrezzato con piccoli manufatti di servizio; - il divieto di ulteriori edificazioni nell’ambito tra via di Margidore e perimetro superiore di sistema, salvo quanto ammesso dalla disciplina urbanistica previgente che il presente piano conferma, rimandando al regolamento urbanistico in conformità alla norma di tipologia 2, categoria E (trasformabilità limitata);

Per il sistema di Lacona è inoltre prevista: • formazione di un centro di aggregazione sociale e funzionale, con i necessari servizi. L’ubicazione di questo centro e le sue caratteristiche funzionali saranno precisate dal regolamento urbanistico, a seguito di presentazione di progetto preliminare, nei limiti di volume pari a mc. 5.000; l’ubicazione dovrà essere individuata in aree già antropizzate e in continuità con l’edificato esistente. • completamento della zona di edilizia economica e popolare (PEEP), in località Bivio di Margidore, parzialmente attivata; il progetto relativo della porzione di PEEP da completare dovrà valorizzare/mantenere gli elementi arborei agricoli residui e dovrà prevedere un progetto di verde di arredo finalizzato a ridurre la visibilità dell’intervento dagli assi stradali circostanti. • formazione di una media struttura commerciale che il regolamento urbanistico preciserà nella misura di una superficie di vendita non superiore a mq. 400.

Per il territorio del Capoluogo il PS prevede le seguenti azioni di trasformazione: • realizzazione di una nuova struttura ricettiva con annessi servizi e un centro congressi connessi al recupero e riqualificazione dell’ex parcheggio interrato denominato “zaccarì”; • realizzazione di un polo scolastico della scuola materna e d’obbligo e recupero delle strutture esistenti a funzioni pubbliche; • realizzazione di un ecocentro per la raccolta differenziata nei pressi del magazzino comunale provvedendo ad idonee schermature vegetazionali; • realizzare gradualmente la pedonalizzazione del centro storico, realizzazione di parcheggi e allontanamento delle attività non compatibili. • vengono confermate le previsioni del previgente piano, comprese due medie strutture commerciali della superficie di vendita non superiore a mq. 400 ciascuna e la nuova struttura ricettiva;

162 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

• sono consentite saturazioni e completamenti a destinazione d’uso prevalentemente residenziale dell’abitato esterno al centro storico, per una soglia volumetrica di mc. 15.000 prioritariamente tese alla realizzazione di alloggi per residenti; • ristrutturazione e ampliamento del patrimonio edilizio ai fini residenziali, di servizio, di interesse pubblico e generale e turistico ricettivi nei limiti stabiliti e in coerenza con gli obbiettivi, prescrizioni e condizioni poste per la tutela delle risorse di cui al Titolo II e III della presente disciplina; • realizzazione di nuove strutture per i servizi al cittadino anche di interesse generale con particolare riferimento ad esercizi pubblici; • potenziamento e riqualificazione delle attività commerciali che dovranno favorire la realizzazione di luoghi di ristorazione, di esercizi e servizi pubblici; • la realizzazione di nuovi servizi pubblici, con particolare riferimento ad aree a verde connettivo, urbano e di arredo, servizi scolastici e parcheggi, finalizzati al miglioramento degli standards di legge. • la riqualificazione e il potenziamento delle attività artigianali di servizio e la delocalizzazione di quelle attività incolpatibili con le funzioni dell’edificiato circostante.

Complessivamente, relativamente alle aree urbane, il PS prevede quindi (art. 36) Limitati incrementi ... da individuarsi all’interno degli ambiti insediativi di Lacona e del Capoluogo. Piccole saturazioni rispondenti al criterio di compatibilità di cui al successivo art. 68 potranno aversi nei lotti interclusi e marginali di centri e nuclei. Gli incrementi avranno carattere di saturazione dell’edificato presente in tali ambiti e avranno di norma gli aspetti tipologici prescritti dal regolamento urbanistico per gli interventi edilizi compatibili.

Le nuove previsioni residenziali corrispondono, relativamente al nuovo PS, ai 15.000 mc previsti per il capoluogo, oltre a 38.130 mc di residuo PdF distribuiti in tutto il territorio comunale (ipotetici ampliamenti degli edifici esistenti senza incremento delle unità abitative). Relativamente al settore turistico ricettivo alberghiero ed extralberghiero il PS prevede un totale di nuovi 27.850 mc a cui devono sommarsi i residui di Pdf (38.278 mc). In termini di consumo del suolo il PS prevede anche 8.000 mc di industriale /artigianale (a Capoliveri), 13.370 mc di commerciale/direzionale tra previsioni di PS e residuo di PdF (con l'eliminazione di 13.500 mc a Mola).

Le trasformazioni previste all’interno delle UTOE potranno avvenire a condizione che siano compatibili con lo stato dei luoghi sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed insediativo secondo quanto disciplinato al Titolo II della disciplina di PS. I nuovi interventi, in considerazione della struttura dei luoghi, dovranno essere attuati congruentemente con il paesaggio e in armonica crescita con le tipologie preesistenti. (art.36).

Relativamente alle modifiche dell’uso del suolo e allo sviluppo dell’edificato le previsioni del PS risultano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità individuati nell’ambito del PRAA e dei Segnali Ambientali, che prevedono di “Ridurre la

163 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

dinamica delle aree artificiali” e di “Limitare la dispersione di insediamenti urbani sul territorio e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo”.

Gli indicatori del Trend danno quindi un giudizio positivo in termini di “variazione percentuale delle aree artificiali” e di “impiego di suolo per lo sviluppo urbano”, invertendo una tendenza negativa che ha caratterizzato il territorio di Capoliveri negli ultimi decenni.

Nell’area del centro urbano di Capoliveri le volumetrie vanno però a sommarsi ai residui di Pdf in corso di realizzazione, o già concessionati, ove dovranno essere messi in atto interventi di mitigazione in grado di ridurre gli elementi di criticità paesaggistica legati al rapporto dimensionale e spaziale con il centro storico e al paesaggio agricolo collinare della periferia orientale. Per tale area occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore. Al fine di mitigare tali interventi è possibile, oltre a quanto indicato nel Cap.6, anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.

Nell'ambito della valutazione complessiva delle previsioni di PS e delle previsioni del precedente piano non attuate e non concessionate è stata ritenuta indispensabile, anche ai fini della procedura di incidenza, la eliminazione delle previsioni di aree commerciali nella Pianura di Mola.

In termini di consumo/impermeabilizzazione di suolo un elemento potenzialmente critico è costituito dalle previsioni di PS di oltre 70.292 mq di parcheggi a cui si devono sommare i residui di PdF (pari a 21.761 mq).

Oltre a tale previsione devono essere considerate le trasformazioni insediative potenziali nell’ambito delle aree agricole come normate dalla LR 1/2005, dal regolamento 5R/2007 e dalle norme di PS. Quest’ultime trasformazioni, applicabili nel 47% del territorio comunale (non classificato Area Protetta o Sito Natura 2000), risultano non facilmente quantificabili in termini di volumetrie e di effetti ambientali. Ciò anche se l'estrema frammentazione agricola e proprietaria non dovrebbe consentire sviluppi volumetrici significativi dell'edificato rurale.

Nell’ambito delle mitigazioni si prevede quindi che il regolamento urbanistico possa dettare norme molto restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito dei Piani di Miglioramento Agricolo ambientale.

Alla riduzione dell’impermeabilizzazione si associa il tema del rischio idraulico e idrogeologico. Relativamente al rischio idraulico il Piano Strutturale di Capoliveri

164 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

recepisce le misure di salvaguardia della delibera del Consiglio Regionale n° 12/2000, con norme di maggior dettaglio.

Il Comune ha dato incarico di redigere uno studio idrologico-idraulico sul suo sistema idrografico e di progettare le opere di riduzione del rischio idraulico ai fini della deperimetrazione delle aree a pericolosità idraulica elevata e molte elevata secondo quanto definito dalla deliberazione 1212/99.

Oltre alla classificazione di cui sopra, gli strumenti urbanistici attuativi e loro varianti che prevedano nuove edificazioni o trasformazioni morfologiche devono essere dotati di studi idrologici che definiscano gli ambiti di esondazione per piena, con tempo di ritorno centennale e del ristagno. Nel caso che l’area risulti soggetta a inondazione, contestualmente al progetto esecutivo si dovrà approvare il progetto degli interventi necessari a riportare ad un tempo superiore ai 100 anni il rischio di inondazione e a eliminare il ristagno. Tali interventi saranno contestuali alle opere di urbanizzazione dello strumento urbanistico attuativo.

In termini di pericolosità idraulica le aree sensibili sono individuate nella Carta di pericolosità idraulica 1:5.000 delle Indagini geologico-tecniche, con le classi 3 e 4; le aree a Pericolosità Idraulica Elevata e Molto Elevata di cui al P.A.I. 2004 sono riportate come aree a Pericolosità 4. Le aree a P.I.M.E. sono costituite dalle aree di fondovalle soggette a fenomeni di esondazione e ristagno e la fascia dei 10 metri dal ciglio di sponda dei fossi così come rappresentata nelle tavole allegate al P.A.I. Per gli interventi edilizi e/o urbanistici vige l’obbligo di effettuare la verifica idraulica secondo i disposti della D.C.R. 12/2000. In caso di esito negativo della verifica, per gli interventi edilizi - urbanistici, dovranno essere predisposte specifici interventi per la riduzione del rischio idraulico nei limiti imposti dai tempi di ritorno previsti dalla citata delibera (art.8, comma 3).

Dalle indagini geologiche-tecniche sono derivate le prescrizioni e indicazioni, diversificate secondo le articolazioni di caratteristica di sensibilità, interne al Piano Strutturale. Gli interventi sul reticolo idrografico minore, di cui all’art.8, comma 3, dovrebbero garantire la riduzione dal rischio idraulico (manutenzione ordinaria e straordinaria nonché opere per migliorare il deflusso delle acque).

I fossi principali e il reticolo minore sono caratterizzati da un regime torrentizio, il transito di acqua avviene solamente in occasione di piogge abbondanti. Un patrimonio di scarso valore economico, ma di notevole importanza come testimonianza storico-culturale sono le sorgenti, si tratta di piccole venute la cui portata è attualmente di scarso interesse per l’approvvigionamento idrico comunale; in qualche caso forniscono una quota di approvvigionamento idrico per alcuni privati. Per ciascuno di questi elementi del sistema delle acque, individuati nella Carta dell’idrologia in scala 1: 5.000, sono stabilite nei comma seguenti vincoli, limitazioni di uso, prescrizioni e criteri. (art.8 Acqua, comma 1).

165 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Il PS prevede come Ogni intervento edilizio o modificazione morfologica deve essere conseguente a uno studio il cui livello è stabilito nella Carta della Fattibilità sulle caratteristiche geologiche e geomorfologiche, cos“ come evidenziato dalle Indagini geologico- tecniche. L’intervento dovrà essere condizionato al raggiungimento della condizione di stabilità dei versanti e di una corretta regimazione idrica superficiale o comunque dovrà essere realizzata in modo da mitigare i fenomeni di dissesto geomorfologico per l’area di pertinenza e per le zone immediatamente circostanti, secondo quanto già stabilito agli articoli precedenti.

In alcune UTOE, come Fonza o Monti, gli elementi di criticità (a Pericolosità 4) individuati nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della Pericolosità Geologica interessano aree non fruibili alla balneazione e ben lontane da aree abitate pertanto non interferiscono con le attività antropiche e non è necessario intervenire con opere di risanamento.

La presenza di aree minerarie e cave, ancora non oggetto di intervento di recupero ambientale, costituisce un elemento che aggrava il rischio geomorfologico. La cava di Colle Reciso è stata inserita come area a pericolosità geologica Classe 4 in quanto trattasi di una cava inattiva, è stato realizzato un progetto per un intervento di recupero della stessa già in fase esecutiva, ma non ancora realizzato (art.40.2). La zona del M.te Calamita è sede di alcune emergenze storico-paesaggistico di notevole interesse: si tratta di 3 aree minerarie (aree minerarie dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polveraio) dimesse situate lungo la costa rocciosa che caratterizza il promontorio. Le aree sono tutelate dal Parco dell’Arcipelago Toscano e dal Parco Minerario. La notevole valenza turistica di ciascuna di queste aree è dovuta alla presenza del laghetto dei Sassi Neri e alla miniera del Ginevro (ad oggi visitabile su appuntamento), ma lo sviluppo turistico e la valorizzazione della risorsa è frenata principalmente dal notevole degrado geomorfologico-ambientale in cui versa tutta l’area. In particolare si segnala la presenza di numerose discariche minerarie instabili o potenzialmente instabili diffuse su tutte e tre le aree (la zona di M. Polveraio è segnalata anche nel Piano Regionale di bonifica delle aree inquinate - DCRT 384 del 21.12.99). L’assetto geologico delle aree minerarie è riportato nella Carta del Degrado Ambientale e nella Carta della Pericolosità Geologica allegate alle Indagini Geologico-Tecniche. (art.13, comma 3).

L’unita’ del parco minerario comprende le aree oggetto di concessioni minerarie, trattandosi di aree non ancora bonificate presentano numerose aree in frana o soggette a dilavamenti o erosioni principalmente a carico delle numerose discariche presenti. Le aree a P.F.M.E., le aree P.F.E. e le aree a pericolosità geologica classe 4 indicate non comprendono ovviamente la totalità delle aree pericolose, per definire le quali sarebbe necessario uno studio a scala di maggior dettaglio. L’area sta assumendo negli ultimi anni una certa valenza turistica è pertanto necessario eseguire indagini geognostiche e verifiche della stabilità del versante, a livello di area complessiva, prima di eventuali interventi di ripristino dei siti.

166 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Relativamente al rischio sismico il territorio comunale, originariamente non incluso nell’elenco dei comuni sismici, è passato ad una sismicità di grado 4, la più bassa presente nel territorio italiano (D.M. 14.09.2005 Norme Tecniche per le costruzioni).

Oltre alla presenze di strutture antropiche e di aree minerarie lo sviluppo degli incendi può aggravare locali condizioni di rischio geomorfologico. Il territorio del Comune di Capoliveri presenta un indice di pericolosità per lo sviluppo degli incendi boschivi di livello “alto”, con particolare riferimento alla zona del Monta Calamita.

I dati dell’evoluzione delle spiagge dell’Isola d’Elba derivanti dal Progetto pilota per la riqualificazione delle spiagge dell’Isola d’Elba mediante il ripascimento con sedimenti prelevati a mare” indicano per i sistemi più importanti (anni 1997-2002), di Lacona e Margidore, rispettivamente un leggero avanzamento (per Lacona +2387 mq e + 1,9 m variazione lineare media) o una stabilità, una condizione riscontrata anche nella spiaggia del Lido. La spiaggia di Naregno risulta invece in forte erosione (-1528 mq e -3,5 m variazione lineare media).

Le previsioni del PS risultano coerenti con gli obiettivi di sostenibilità individuati nell’ambito del PRAA e dei Segnali Ambientali, finalizzati a “Prevenire il rischio idrogeologico”, “valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla difesa del suolo”, “ridurre il prelievo delle risorse naturali” e a “evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico”.

Gli indicatori del Trend danno quindi un giudizio di andamento costante o di un miglioramento conseguente all’inversione di tendenza relativamente allo sviluppo dell’edificato e all’approfondimento e ai condizionamenti geologici nella pianificazione urbanistica.

167 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.4. RIFIUTI

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti R dati attuale del Indicatori Piano Macro obiettivi Obiettivi Specifici di sostenibilità

Ridurre la produzione Produzione di rifiuti Riduzione della P +++ totale di rifiuti urbani procapite annua produzione di sia complessiva che produzione totale di rifiuti P +++ procapite rifiuti annua

Censire e recuperare le Presenza di discariche discariche non S + di rifiuti abbandonati ☺ controllate

Potenziare la capacità Dotazione e la qualità degli impiantistica per R +++ impianti di trattamento rifiuti trattamento Aumento della Aumentare e ☺ raccolta Attività di recupero e diversificare l’attività R +++ differenziata e riciclaggio (vedi nota ☺ del riciclo di recupero e 21) riciclaggio % di raccolta R ++ 24 differenziata ☺ ☺ Diversificare gli eventi Attività di di coinvolgimento sensibilizzazione, della popolazione sul R +++ educazione e ☺ corretto smaltimento formazione dei rifiuti

24 La progressiva crescita in termini di efficienza della raccolta differenziata registrata negli ultimi anni pur costituendo di per se un elemento positivo, non soddisfa i requisiti di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale che statale.

168 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.

Cosa prevede il PS

In materia di rifiuti (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a rete, delle urbanizzazioni e dei servizi, p.2), l'obiettivo principale del PS è quello di smaltire i rifiuti sia urbani che speciali in modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti compromesse.

Tutti i rifiuti solidi urbani vengono portati alla discarica di Literno, dopo essere stati inertizzati e separati all’impianto di Buraccio.

L’Amministrazione di Capoliveri e le altre amministrazioni dell’Elba si stanno attivando per migliorare le modalità di preselezione differenziata. Per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti solidi urbani è da prevedere in particolare la redazione del Piano delle aree ecologiche al fine di risolvere i problemi di reperimento di spazi e per ridurre l’impatto ambientale di tale servizio.

E’ indispensabile individuare delle aree specifiche per la raccolta differenziata che possano, all’occorrenza, diventare anche aree per servizi polivalenti dove il cittadino possa beneficiare di determinati vantaggi che lo incentivino verso questa direzione. Ciò costituirebbe un aiuto per l’ente che eroga il servizio ed anche una sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente con evidenti ricadute positive sul servizio educativo per i cittadini.

In questo contesto tra le strutture da promuovere a livello sovracomunale si inseriscono in particolare: • gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici, recuperati sottoforma di terriccio; • gli impianti di riciclaggio; • le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta differenziata di particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili (macerie, filtri e oli esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.); • gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta differenziata, (carta, vetro, lattine e plastica); • gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei mercati e nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di particolari tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici e solventi, batterie, cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).

169 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

L’obiettivo a livello comunale è quello di smaltire i rifiuti sia urbani che speciali in modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti compromesse, alla luce di quanto previsto dal D. Lgs. 22 del 5/2/97 (Ripristino ambientale dei siti inquinati) e dalla L.R. 25/98 (Gestione dei rifiuti). Sono altresì da prendere come riferimento il piani di settore regionale e provinciale:

DCR 88 del 1998 - piano regionale gestione rifiuti urbani e assimilati, 1° stralcio DCR 385 del 1999 - piano regionale gestione rifiuti speciali e pericolosi, 2° stralcio DCR 384 del 1999 - piano bonifica aree inquinate, 3° stralcio DCP 158 del 31.7.2000

A tal fine occorre che il Comune implementi la raccolta differenziata sino al raggiungimento degli obiettivi di legge.

Il Comune si deve attivare anche per arrivare all’accordo tra i Comuni elbani e l’Autorità d’ambito per potenziare gli impianti di Buraccio e Literno poiché attualmente i rifiuti vengono trasferiti senza alcun tipo di trattamento alla discarica di Piombino.

Gli indirizzi atti a perseguire gli obiettivi di riduzione e riciclaggio rifiuti da sviluppare all’interno del R.U. sono i seguenti:

incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e il loro recupero nei cicli produttivi; introdurre soluzioni di arredo urbano che favoriscano isole ecologiche ambientalmente e architettonicamente accettabili per la gestione della raccolta differenziata dei R.S.U.; impedire la diffusione delle piccole discariche abusive nelle campagne attraverso interventi di controllo e iniziative incentivanti la raccolta dei rifiuti ingombranti; risanamento delle discariche incontrollate e abusive e razionalizzazione delle attività di rottamazione con il trasferimento forzoso nelle aree autorizzate.

(rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).

Sintesi

In sintesi, le previsioni di piano sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza degli indicatori al generale mantenimento di un pessimo stato attuale, in particolare in relazione alla riduzione della produzione di rifiuti (vedi colonna “trend”).

Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla riduzione e riciclaggio dei rifiuti; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero),

170 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4) , con un contenuto aumento in termini di produzione di rifiuti.

Analogamente a quanto indicato nel capitolo “energia”, l’incremento in termini di nuova edificazione prevista dal PS, sia come residuo del precedente P.di F. che come nuove previsioni di piano, è traducibile, in prima approssimazione, in un aumento in termini di produzione di rifiuti. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un contenuto aumento di nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal precedente P.di F, e rivolto in buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti (vedi trasformazione da strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di edifici esistenti senza incremento di unità abitative), tale previsione comporterà un aumento di produzione di rifiuti e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.

Allo stato attuale il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare i necessari requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza della raccolta differenziata. Con tali premesse qualsiasi aumento di produzione di rifiuti risulta avere effetti ambientali negativi; per tale motivo risulta essenziale disciplinare rigorosamente, attraverso il regolamento urbanistico, questa tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.

171 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.5. ACQUE INTERNE

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti Indicatori R dati attuale del Piano Macro obiettivi di Obiettivi Specifici sostenibilità Tutelare la Elevare il livello di qualità delle qualità delle acque SECA, IBE, LIM S - ? ? ☺? acque interne e superficiali costiere e promuovere Qualità acque dolci l’uso Elevare il livello di sotterranee; indici: S ++ sostenibile ☺ a qualità delle acque SquAS, SCAS, SAAS livello della risorsa sotterranee locale idrica Livello di Stress S ++ ☺ ☺ idrogeologico della

Ridurre il livello dei prelievi delle acque Livello di prelievo delle P + per i diversi usi acque dai corpi idrici ☺ a antropici livello locale

Ridurre il livello di Carico inquinante totale. Carico organico pressione delle sostanza inquinanti di potenziale in abitanti P ++ (in equivalenti (da (in estate) origine antropica sulla estate) risorsa idrica popolazione residente e popolazione fluttuante) Elevare l’estensione Copertura del servizio del servizio idrico idrico; % di popolazione P/R - ? ? ☺ integrato servita da acquedotto

Elevare il livello di Qualità delle acque qualità delle acque destinate al consumo P/R +++ utilizzate per uso umano - Qualità delle idropotabile acque degli acquedotti Copertura del servizio Elevare l’estensione fognario; % di del servizio idrico P/R ++ popolazione servita da /☺ ☺ integrato servizio fognario

172 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Capacità depurativa. Elevare la capacità e Bilancio fra il carico l’efficienza delle inquinante totale e R ++ strutture depurative (in /☺ ☺ capacità depurativa delle acque reflue estate) effettiva

Verificare la Analisi degli impianti S +++ funzionalità degli idrici ☺ impianti Regolare il Bilancio Bilancio idrico PR + Idrico (in Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto Consumo complessivo P - utilizzando e di acqua ? promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche

Favorire il riutilizzo Riutilizzo delle acque delle acque reflue e reflue. N° impianti pubblici di depurazione conseguente R + ☺ risparmio di nuova con riutilizzo di acque risorsa reflue e m3/anno riutilizzato

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.

Il Sitema delle acque è riconosciuto quale Invariante Strutturale (rif. Art. 7 dello Statuto)

Lo Statuto, definisce una serie di norme di tutela delle acque (rif. Art.8), finalizzate alla protezione delle risorse idriche (ai sensi del decreto legislativo n° 152 dell’11/05/1999) ed anche alla salvaguardia della funzione paesaggistica ed ecologica dei corsi d'acqua; recepisce inoltre le misure di salvaguardia della delibera del Consiglio Regionale n° 12/2000, con norme di maggior dettaglio, secondo le specifiche prescrizioni del PTC della Provincia di Livorno e definisce le disposizioni attuative delle misure di salvaguardia per: microreticolo minore, bacini arginati di raccolta di acque superficiali, falda acquifera e pozzi.

173 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

L'insieme di queste norme risulta coerente con l'obiettivo del miglioramento della qualità delle acque superficiali (peraltro non valutabile allo stato attuale per carenza di dati); inoltre tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di regolamento urbanistico (Art.8, comma 13) si segnalano:

• il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle aree di naturale espansione; • il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico inquinante; • il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee.

Relativamente al Livello di stress idrogeologico della falda, lo Statuto individua le aree di criticità e propone di applicarvi limitazioni del prelievo, secondo il seguente schema (Art.8, comma 11): nelle Aree a stress idrogeologico elevato "….si deve limitare i quantitativi di emungimento alla soglia minima atta a garantire l’equilibrio idrogeologico della zona, proibire le ricerche di acqua anche di tipo domestico se vi è possibilità di approvigionamento dalla rete idrica, delocalizzare i pozzi verso aree con stress meno elevato. In questa zona si potrà individuare l’utilizzo delle risorse idriche sotterranee per soli usi domestici, definendo una zonizzazione verticale del sottosuolo che garantisca l’assenza di integrazione con il regime idrogeologico profondo." Nelle Aree a stress idrogeologico medio, "….oltre alla limitazione dell’emungimento, è opportuno ridurre le nuove ricerche di acqua ed i rinnovi di concessioni già esistenti sino ad una nuova riclassificazione della zona". Nelle Aree a stress idrogeologico basso suggerisce di limitare il prelievo o le attività antropiche entro determinate fasce. Non suggerisce invece limitazioni al prelievo per le Aree a stress idrogeologico nullo.

Per le zone in cui è proposta la limitazione del prelievo sono definiti (Art. 8, comma 12) indirizzi - specifici per le attività industriali ed artigianali, per i nuovi insediamenti produttivi, per le attività agricole e per la residenza - finalizzati alla riduzione dei consumi idrici, al riuso e al risparmio della risorsa acqua. Tali limitazioni al prelievo contribuiscono positivamente alla diminuzione del Livello di prelievo dei corpi idrici a livello locale ed anche al miglioramento della qualità delle acque sotterranee, sempre a livello locale, laddove si verificano fenomeni di salinizzazione in seguito agli eccessivi emungimenti.

Inoltre tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di regolamento rubanistico (Art.8, comma 13) si segnalano:

• il controllo dei prelievi idrici per uso potabile, agricolo e industriale subordinando i principali interventi di trasformazione del territorio alla dichiarazione delle fonti e

174 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

delle modalità d’approvvigionamento idrico e delle quantità annue prelevate e all’adozione di misure di razionalizzazione dei consumi idrici e d’uso corretto della risorsa; • il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee; • l'incentivazione alla realizzazione di impianti di accumulo e riutilizzo delle acque meteoriche dilavanti non contaminate

Il consumo a livello comunale di acqua distribuita dall'acquedotto costituisce, allo stato attuale, un fattore di pressione anche per acque sotterranee che non interessano territorialmente il Comune di Capoliveri ma che alimentano il sistema acquedottistico dell'Isola: ci si riferisce in particolare all'Acquifero Carbonatico dell'Elba Orientale e all'Acquifero della Val di Cornia. Gli indirizzi del Piano Strutturale incidono per certi aspetti positivamente, laddove promuovono il risparmio e il riutilizzo di acque piovane e reflue (cfr. Artt. 17 comma 3 e 4, Art. 36, Art. 56), per altri negativamente, a causa dei maggiori consumi connessi al potenziale aumento delle utenze, aumenti che tuttavia risultano contenuti (cfr. dimensionamento par. 4.4). La tendenza dello Stato di qualità delle acque sotterranee e del Livello di prelievo dai corpi idrici esterni al territorio comunale, è di gran lunga maggiormente influenzata da scelte pianificatorie ed interventi a livello di intera Isola d'Elba e pertanto, per quanto pertinente gli effetti del Piano Strutturale di Capoliveri, l'andamento è sostanzialmente stabile.

A livello locale la qualità delle acque, sia superficiali che sotterranee, risente della presenza di numerosi scarichi di abitati non allacciati alle fognature e che ricorrono al sistema della subirrigazione. La necessità di censire e mettere a norma gli scarichi, più volte richiamata nel piano, rientra nelle iniziative strategiche, da sviluppare maggiormente in fase di regolamento (Art. 8, comma 13), e costituisce una condizione alla trasformabilità per le singole UTOE: "….Per l'edificato esistente dovrà essere realizzato l'allacciamento alla rete fognaria, per i casi previsti dal vigente Regolamento dell' AATO 5, e per gli altri casi la messa a norma degli scarichi al suolo o in acque superficiali e l'adeguamento dei sistemi di trattamento delle acque reflue a quanto indicato nel regolamento DPGR 23/05/2003 n, 28/R e s.m. e i..". Il superamento di tale criticità costituisce un obiettivo che incide positivamente sullo Stato di qualità delle acque sotterranee a livello locale.

Il potenziale incremento di recettività e di unità abitative ha una incidenza diretta sul Carico inquinante totale, che già attualmente, durante il periodo estivo risulta elevato. Tuttavia tali incrementi risultano contenuti: il PS consente infatti un aumento complessivo medio della recettività di Alberghi e Residenze Turistico Alberghiere fino ad un massimo del 10% della attuale (per un totale di 373 posti letto) e del 20% massimo per le strutture turistiche extralberghiere (Residence e CAV) che si trasformino in alberghiere, mentre non prevede aumenti di recettività per i

175 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

campeggi; per la residenza le nuove volumetrie previste non comportano aumento delle unità abitative, se non nel caso di 15.000 m3 di completamento nell'UTOE Capoliveri.

In termini di consumi idrici il potenziale aumento connesso all'aumento di recettività e di unità abitative (come sopra descritto), alle previsioni relative al comparto industriale artigianale (8.000 m3 in tutto), commerciale e direzionale (13.370 mc in tutto), servizi, (5800 m3di nuove volumetrie in tutto), e all'edificato rurale (non quantificabile) può essere in parte bilanciato dalle pratiche di risparmio e riuso più volte richiamate nelle norme del Piano (cfr. Artt. 17 comma 3 e 4, Art. 36, Art. 56). Il Consumo complessivo di acqua, può pertanto tutto sommato essere considerato stabile.

Relativamente ai nuovi insediamenti e agli interventi di sostituzione dei tessuti insediativi, nell'Art. 36 sono fissate le condizioni alla trasformabilità, ed in particolare, per quanto concerne la tutela della risorsa acqua, stabilisce che siano soddisfatte le necessità derivanti dal nuovo carico urbanistico relativamente all'approvvigionamento idropotabile, "..attraverso l’adeguamento e il potenziamento delle strutture esistenti dell’acquedotto, e l’approvvigionamento delle acque per usi secondari non potabili, attraverso anche il riuso di acque piovane (cioè quelle necessarie per irrigare aree di pertinenza delle strutture turistiche e aree verdi utilizzate per le attività sportive quali campetti di calcio, tennis)" e alla raccolta dei reflui, mediante la "…predisposizione di una rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico, collegata agli impianti comunali che connettono al depuratore pubblico, la cui capacità depurativa deve essere sufficiente ai nuovi e/o diversi carichi insediativi."

In modo ancora più diretto, condiziona la trasformabilità all'interno delle singole UTOE al superamento delle criticità presenti inerenti approvvigionamento idrico e trattamento dei reflui:

"…...la realizzazione di nuova edificazione risulta necessariamente condizionata alla realizzazione della rete di distribuzione relativamente al nuovo carico urbanistico e al superamento della attuale criticità inerente la carenza di approvvigionamento. Non possono essere dichiarate ammissibili trasformazioni fisiche o funzionali, il cui bilancio complessivo dei fabbisogni idrici comporti il superamento delle disponibilità di risorse reperibili o attivabili nell’area di riferimento in relazione al Piano d’Ambito ATO 5" …………… - la realizzazione delle previsioni insediative è subordinata alla preventiva predisposizione di una rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico e collegata all’impianto di depurazione. Per l'edificato esistente dovrà essere realizzato l'allacciamento alla rete fognaria, per i casi previsti dal vigente Regolamento dell' AATO 5, e per gli altri casi la messa a norma degli scarichi al suolo o in acque superficiali e l'adeguamento dei sistemi di trattamento delle acque reflue a quanto indicato nel DPGR 23/05/2003 n, 28/R e s.m. e i.. "

Il realizzarsi di tali condizioni aumenterebbe pertanto la copertura del servizio idrico e la copertura del servizio fognario.

176 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Il possibile aumento della recettività (vedi sopra) potrebbe gravare ulteriormente sul Bilancio depurativo, attualmente negativo durante i picchi di presenza estivi, tanto che lo Statuto stesso evidenzia (Art. 17, comma 4) la necessità di potenziamento degli impianti esistenti. La tendenza del bilancio depurativo è fortemente condizionata dallo stato di attuazione dei progetti di adeguamento previsti dal Piano d'Ambito (cfr. § Interventi nel settore raccolta e trattamento dei reflui), ma per quanto di sua competenza lo Statuto inserisce, tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di regolamento (Art. 8, comma 13), la verifica dello stato d'efficienza degli impianti di depurazione esistenti e " il soddisfacimento della necessità complessiva di depurazione comunale ". Inoltre tra i criteri di compatibilità del Piano (Art. 56) dichiara che "....il fabbisogno di smaltimento liquami conseguente agli usi e alle azioni deve risultare soddisfatto dalla rete fognaria e dagli impianti di depurazione; ove necessario e opportuno si utilizzeranno impianti di depurazione autonomi per piccole utenze ...... ” Per le UTOE che attualmente ospitano impianti di depurazione, una delle condizioni alla traformabilità è che "…..deve essere incrementata la potenzialità dell’attuale impianto di depurazione in relazione alle trasformazioni urbanistiche previste in questa e per le eventuali necessità di altre UTOE che vi dovessero afferire" e in generale per tutte le UTOE che al depuratore pubblico, la cui capacità depurativa deve essere sufficiente ai nuovi e/o diversi carichi insediativi.

Per quanto concerne il Riutilizzo delle acque reflue , tra gli obiettivi specifici per tutte le UTOE vi è la "…..riorganizzazione e potenziamento dell’approvvigionamento idrico per altri usi (giardinaggio, usi non domestici, ecc...) attraverso la riutilizzazione delle acque reflue degli impianti di depurazione e con la realizzazione di un sistema integrato di accumulo e riutilizzo delle acque piovane".

Per quanto concerne gli altri indicatori (Qualità delle acque destinate al consumo umano, Analisi degli impianti idrici e Bilancio idrico), non si ravvisano elementi in grado di far supporre effetti significativi del Piano Strutturale; si tratta infatti di fattori dipendenti da scelte pianificatorie e azioni concertate a livello di intera Isola d'Elba e/o di gestione integrata dell' intero ATO 5.

177 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.6. ACQUE MARINE

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti R dati attuale del

Indicatori Piano Macro obiettivi Obiettivi Specifici di sostenibilità

% dei punti non idonei S + alla balneazione ☺ Indice di qualità S + Migliorare il livello batteriologica (IQB) ☺ di qualità delle acque Stato trofico attraverso marine e di S + ☺ balneazione il TRIX Distribuzione e stato di salute della Posidonia S + ☺ oceanica Regolamentazione Mantenere una dell’ormeggio Mantenere elevata qualità finalizzata alla R ++ un’elevata dell’ecosistema salvaguardia di habitat ☺ qualità delle marino marini di interesse acque marine e conservazionistico dell’ecosistema Regolamentazione marino Qualificare gli DPS “ecocompatibile” per + stabilimenti balneari R ☺ gli stabilimenti balneari Limitare la N° di concessioni e proliferazione di R ++ autorizzazioni rilasciate stabilimenti balneari Migliorare l’efficienza del sistema di gestione Vedi capitolo “ACQUE delle acque che INTERNE” confluiscono in mare (depurazione, scarichi, ecc)

178 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

Le motivazioni che hanno condotto ad esprimere i giudizi attribuiti agli indicatori riportati in tabella (positivo, stazionario, negativo), da ricercarsi nei presumibili effetti ambientali correlati alle azioni individuate dal PS comunale (obiettivi, azioni di trasformazione e indirizzi per il RU) sono di seguito sintetizzate.

Cosa prevede il PS

In materia di acque marine (rif. Art.12 dello Statuto, ”Spiagge e mare “), il PS, in considerazione dell’elevato valore naturalistico degli ambienti costieri e marini che caratterizzano buona parte del territorio comunale e al fine di consentire un’organica e sostenibile gestione del sistema terra-mare, subordina la realizzazione degli interventi correlati alla loro fruizione al rispetto delle indicazioni fornite da uno specifico piano, denominato “piano di utilizzazione degli arenili”.

Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorfologica e paesaggistica delle zone costiere.

Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree. Come ribaditodal PS, per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di utilizzazione degli arenili dovrà contenere:

• Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità ambientale, naturalistica e geomorfologica.

• Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei servizi e delle attrezzature

• Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilire un collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela

179 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili da terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più frequentati, di aree “protette” dal disturbo.

• Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio, campi boe nelle aree interessate da questo habitat.

• Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe mediterranee nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..

• Regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge: qualora previsti dal piano strutturale, o già realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge dovranno soddisfare i seguenti requisiti:

- non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa sabbiosa e rocciosa; - la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge;

180 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

- le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e realizzati esclusivamente con specie autoctone locali; - l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del parcheggio.

• Regolamentazione per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balneari, incentivando il risparmio idrico ed energetico, la raccolta differenziata, il turismo ecologico, ecc., sul modello del progetto “Bagnini sostenibili” della Provincia di Rimini. Tale regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle spiagge, della tutela degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità pedonale dei mezzi motorizzati alla spiaggia, della corretta informazione ambientale dei fruitori delle spiagge.

Più in generale, sempre in materia di mare, si inserisce la proposta della creazione di un parco marino inserita nel PS (rif. art.34 dello Statuto: “Sistema funzionale del Turismo e Attività Produttive”). Fa parte di questo obiettivo la proposta di un parco marino a integrazione del parco a terra, al fine di consentire un’organica gestione del sistema terra- mare, significativamente interessato dagli impatti delle attività correlate alla elevata presenza turistica, sia in termini di turismo balneare, che di turismo legato alla nautica da diporto. E’ pertanto demandata ad una specifica pianificazione, da concretizzarsi contestualmente al Regolamento Urbanistico, ad esempio nel piano di utilizzazione degli arenili, la definizione delle modalità operative attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto di caratteristiche ambientali e naturalistiche proprie delle diverse aree interessate, nonché alla presenza di condizioni di fragilità. …Gli ambiti interessati dal parco marino e i contenuti della proposta sono descritti dettagliatamente nei rispettivi sistemi e sub-sistemi territoriali, di cui al Titolo III e IV. “

Sintesi

In sintesi, le previsioni di piano strutturale sopra citate procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, con una generale tendenza degli indicatori al mantenimento del buono stato attuale della risorsa e in taluni casi al suo miglioramento (vedi colonna “trend”).

181 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

La subordinazione della realizzazione degli interventi correlati alla fruizione del mare e della costa al rispetto delle indicazioni fornite da uno specifico piano, denominato “piano di utilizzazione degli arenili” (vedi sopra) costituisce un rigoroso termine di riferimento entro il quale la fruizione della risorsa è ammessa nel rispetto della sua salvaguardia.

Su tali considerazioni si basa il giudizio attribuito agli indicatori di stato della qualità delle acque marine (idoneità alla balneazione, IBQ, TRIX, distribuzione e stato di salute della Posidonia), a differenza dell’attuale tendenza (vedi colonna trend) .

Analogamente a quanto indicato per le altre componenti e risorse ambientali, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4). Seppur contenuto, l’aumento in termini presenze, produzione di reflui, ecc. che accompagna tale previsione costituisce un elemento di pressione su questa risorsa; al fine di contrastare tali pressioni – seppur di contenuta entità - si rende necessario sia il rigoroso recepimento delle indicazioni fornite dal PS in sede di regolamento urbanistico, sia una sistematica attività di monitoraggio degli effetti del piano.

182 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.7. BIODIVERSITÀ, FLORA, VEGETAZIONE E FAUNA

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPS Disp. Stato Tendenza Effetti R dati attuale del Indicatori Piano Macro obiettivi di Obiettivi sostenibilità Specifici

Percentuale di aree protette R +++ nazionali o regionali ☺ ☺ Aumentare la Percentuale di aree protette percentuale di R +++ marine ☺ aree protette Percentuale di aree protette R +++ comunali (ANPIL) Sviluppare la Percentuale di Siti della Rete rete ecologica R +++ Ecologica ☺ regionale N. specie vegetali endemiche, S +++ rare o in liste di attenzione ☺ N. specie vegetali protette (di interesse regionale o R +++ ☺ comunitario) N. specie animali e vegetali S +++ Aumentare la del progetto RENATO ☺ percentuale di aree protette, migliorare N. coppie di gabbiano reale S +++ la gestione e nidificanti per 100 m di costa conservare la N. di tipologie vegetazionali S +++ biodiversità terrestre naturali e seminaturali ☺ e marina N. habitat di interesse Conservare la regionale, comunitario o S +++ ☺ biodiversità prioritari terrestre Presenza alberi monumentali R ++ ai sensi della LR.60/98 ☺ Presenza aree di maggiore importanza naturalistica S +++ ☺ Progetto RENATO Grado di costrizione dei S +++ biotopi Grado di frammentazione da S +++ viabilità

Grado di naturalità S +++

Valore naturalistico S +++ ☺

183 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

complessivo Grado di conservazione degli S +++ ambienti umidi e ripariali Grado di conservazione degli S +++ ambienti dunali ☺ Spiagge: numero di concessioni e autorizzazioni P +++ demaniali. Spiagge interne a SIR/SIC/ZPS: numero di P +++ concessioni e autorizzazioni ☺ demaniali.

Conservare la Spiagge interne al Parco biodiversità Nazionale: numero di P +++ terrestre concessioni e autorizzazioni demaniali. Aumentare la Grado esoticità della flora S +++ percentuale di aree protette, migliorare Presenza di un progetto di R +++ la gestione e rete ecologica comunale conservare la biodiversità terrestre Tutela delle emergenze e marina naturalistiche quali invarianti R +++ ☺ del PS Aumento aree urbanizzate e P +++ artificiali Aree percorse da incendi P +++ Percentuale di costa protetta R +++ (lato terra) ☺ ☺ Conservare la Percentuale di costa protetto R +++ biodiversità (lato mare) ☺ marina Presenza e stato di conservazione delle Praterie S + ☺ di posidonia Ripristino Superficie aree di cava paesaggistico R +++ ripristinate/sup. totale delle cave

184 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Motivazioni della tendenza a seguito dell’attuazione del PS

Rispetto alla componente biodiversità (flora, fauna, vegetazione) il territorio comunale mostra elevati valori qualitativi, evidenziati dagli indicatori utilizzati (numero di specie endemiche, di interesse conservazionistico, ecc.).

Anche gli indicatori di risposta, quali la presenza di Aree Protette o Siti di Importanza Comunitaria e Regionale, mostrano dati molto positivi (52,6% di territorio protetto, 68,5% di costa protetta, ecc.).

Su alcuni di questi indicatori le scelte di pianificazione comunale non incidono o incidono solo parzialmente, ad esempio la presenza di specie endemiche è legata a motivazione ecologiche, climatiche, geografiche, ecc., così come la superficie protetta dal Parco nazionale non è un dato da imputare direttamente a scelte di tutela comunale. Nel primo caso però le scelte di pianificazione territoriale del comune possono però incidere, positivamente o negativamente, sulla conservazione delle stazioni di flora o fauna endemiche.

Relativamente all’obiettivo, derivante da Segnali ambientali in Toscana, di aumentare la percentuale di aree protette, il quadro degli strumenti di protezione dell territorio comunale di Capoliveri presenta elementi molto positivi con riferimento alla presenza del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano esteso a comprendere il 52,6% del territorio comunale e il 68,5% delle linea di costa (lato terra). Pur nell’attuale assenza di aree protette marine, peraltro non di competenza comunale, il territorio costiero marino di Capoliveri risulta interessato da proposte di parco marino indicate dallo stesso PS ma anche dal piano del Parco dell’Arcipelago recentemente adottato. Negativo risulta l’indicatore legato alla presenza di aree protette comunali, come stato attuale e trend, anche se un cambiamento di indirizzo pianificatorio risulta evidenziato dal riconoscimento di alcuni parchi territoriali all’interno del PS. Tale indicatore deve comunque essere valutato nel contesto di un Comune che ha già una quota significativa di territorio interno ad un parco nazionale ove le principali risorse naturalitsiche sono già sottoposte a protezione.

Elementi positivi sono riferibili anche all’obiettivo dei segnali ambientali relativo allo sviluppo della rete ecologica regionale. Il territorio comunale vede la presenza di tre Siti della Rete ecologica regionale e Natura 2000 (SIR, SIC e ZPS). Gli indicatori dello stato attuale della Rete ecologica mostrano dati positivi, con un territorio comunale interessato, su circa il 33,5% da tali strumenti, ed in particolare dai siti:

• Sito di Importanza Regionale (SIR) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Elba Orientale,

• Sito di Importanza Regionale (SIR), Comunitaria (SIC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS) Isole di Cerboli e Palmaiola per la porzione delle Isole Gemini,

185 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

• Sito di Importanza Regionale (SIR) Zone umide del Golfo di Mola e Schiopparello per la porzione di Mola.

La conservazione della biodiversità terrestre costituisce l’obiettivo centrale indicato dai Segnali ambientali.

Relativamente alla presenza, nel territorio comunale, di specie di flora, fauna ed habitat di particolare valore, gli indicatori mostrano tutti ottimi livelli, con particolare riferimento alla presenza di specie endemiche o in liste di attenzione (ad esempio del progetto RENATO), di specie protette, di diversità vegetazionale o di habitat di interesse regionale e/o comunitario.

Le trasformazioni dell’uso del suolo avvenute nel Comune di Capoliveri negli ultimi decenni, con particolare riferimento allo sviluppo di una urbanizzazione residenziale diffusa e alle strutture turistiche, hanno causato alterazioni al patrimonio vegetazionale, floristico e faunistico locale.

Oltre alle conseguenze negative della frammentazione del paesaggio vegetale risultano particolarmente significative le alterazioni legate a luoghi di elevato valore naturalistico, come l’ambiente dunale di Lacona, con una sua elevata artificializzazione, alterazione di habitat dunali, elevato disturbo, diffusione di specie esotiche ad opera del verde privato, alterazione di aree umide retrodunali, ecc. Altra località significativa è la Palude di Mola, ambiente umido relittuale in non ottimale stato di conservazione, inserito in un contesto ad elevata artificializzazione, con una forte problematica legata alla qualità e quantità degli apporti idrici di acqua dolce, con reflui non correttamente depurati provenienti dal depuratore di Capoliveri.

Lo stesso PS indica per le dune di Lacona come “La principale causa di degrado è la pressione antropica estiva (turismo balneare) associata all’erosione eolica (favorita dal calpestio che mobilita i substrati sabbiosi rendendoli erodibili). Si rende necessaria una tutela attiva di questo biotopo che in poco spazio riunisce diversi habitat di interesse comunitario”. (art. 14.2). Nell’ambito delle Criticità dell’UTOE Le Spiagge (art. 42.1) si evidenzia come “le due spiagge di Lacona e Laconella costituiscono un continuum costiero sottoposto a dinamiche strettamente connesse, il notevole afflusso turistico estivo le sottopone ad un intenso stress”.

La duna costiera della Spiaggia grande di Lacona costituisce l’elemento morfologico/ambientale principale di questa UTOE, la duna presenta alcuni habitat di interesse regionale/comunitario di cui all’All. A della L.R. 56/2000, il mantenimento dell’attuale forma dunale è continuamente minacciato dalla presenza turistica e dagli insediamenti presenti nelle immediate vicinanze tra cui due campeggi.

186 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Gli obiettivi specifici dell’UTOE sono tesi alla elevazione della qualità dei caratteri del paesaggio, allo sviluppo dei servizi, alla riorganizzazione delle funzioni e delle attività, alla eliminazione e/o riduzione delle criticità presenti, alla eliminazione o riduzione delle aree e degli elementi costituenti degrado. In particolare: “Mantenimento dell’integrità fisica, biologica e paesaggistica dell’unità morfologica “Duna di Lacona”, anche intervenendo con delocalizzazione di strutture, riduzione della pressione antropica, razionalizzazione delle attività ed interventi di riqualificazione naturalistica (interventi di difesa con fascinate, chiusura sentieramenti e realizzazione accessi attrezzati, ecc.”

Mentre per la prima area la nuove scelte di PS sono indirizzate verso un alleggerimento dei carichi antropici, con un progetto di riqualificazione delle dune e la prevista realizzazione di un piano degli arenili, per l’area di Mola la realizzazione di un nuovo approdo turistico (UTOE Valle dei Salici) nello specchio d’acqua antistante costituisce un elemento di forte criticità: “La vegetazione del biotopo palustre di Mola (fragmiteti), risulta caratterizzata da un negativo stato di conservazione risentendo ai margini di alcune azioni umane: discarica abusiva, contatto con attività agricole, presenza di strade trafficate su tre lati (fattore negativo soprattutto per la fauna, ma che può portare anche a forme di inquinamento delle acque). Inoltre è presente all’interno dell’area un insediamento abbandonato di cui non si conosce l’impatto né in termini di inquinamento né come possibile sito di rifugio di specie animali (chirotteri, ecc).” (art.14.2).

Nell’ambito dell'Unità di Naregno e Collina e Costa il nuovo asse stradale in località Fosso delle Cavallacce, che collega Naregno alla loc. San Francesco, interessa un paesaggio agricolo residuale di pianura costiera ed alcuni versanti boscati ove si localizzano sugherete attribuibili all’habitat di interesse regionale e comunitario Boschi a dominanza di Quercus suber (Cod. Natura 2000: 9330). Tali boschi di sughera rientrano anche nelle emergenze naturalistiche del PS, nella tipologia “Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle Cavallacce)“.

Secondo la Carta delle Unità di Terre dell’Isola d’Elba (AA.VV., Min. Affari esteri e Istituto Agronomico per l’Oltremare, Firenze, 1991), gran parte dei complessi boschivi del Comune di Capoliveri rientrano nelle aree di valore naturalistico “alto” (classe II) o “medio” (classe III). Alcuni tratti a prevalenza di sughera sulle colline fra Capoliveri e Naregno e sul versante nord dello Zuccale sono definite “di discreto interesse naturalistico” (art.14).

Rispetto al sistema di habitat umidi la trasformazione del paesaggio agricolo ha comportato anche la riduzione delle formazioni vegetali igrofile del reticolo idrografico minore, le cui condizioni risultano aggravate anche dalla assenza di un efficace sistema di fognatura e depurazione, ove la rete fognaria non è presente gli edifici smaltiscono infatti le acque reflue mediante subirrigazione.

187 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Nell’ambito della tutela della biodiversità la conservazione degli habitat ripariali e delle aree umide costituisce un elemento importante per la loro natura relittuale.

Il PS risulta coerente con tale obiettivo di conservazione salvaguardando tali elementi, evitando trasformazioni di uso del suolo in aree limitrofe e fornendo elementi di mitigazione.

L’art. 8, comma 2, evidenzia l’intento di salvaguardare questi preziosi elementi naturalistici e paesaggistici: “I fossi e i loro affluenti rivestono anche importanti funzioni paesaggistiche ed ecologiche, di tutela della biodiversità anche attraverso la loro natura di corridoi ecologici, di tutela della qualità delle acque e di difesa idrogeologica. I corsi d’acqua non possono essere tombati, essere modificati nelle sezioni e nel loro andamento, salvo per motivate condizioni dell’assetto idraulico. Ai fini di una più ampia e integrata tutela ambientale è vietato l’abbattimento e l’espianto dei boschi riparali e in genere della vegetazione igrofila nelle aree di pertinenza fluviale, salvo che per comprovate ragioni fitosanitarie e per ragioni di salvaguardia idrogeologica. Recependo quanto indicato dalla Del.C.R. 155/1997, nella progettazione degli interventi lungo i corsi d’acqua dovrà assumersi quale aspetto vincolante la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell’alveo fluviale, degli ecosistemi e delle fasce verdi ripariali, il rispetto delle aree di naturale espansione e relative zone umide collegate. A tal fine occorre limitare gli abbattimenti soltanto agli esemplari di alto fusto morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena. I tagli di vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardo-autunnale ed invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all’avifauna nidificante e all’ecosistema fluviale.”

Nell’ambito degli interventi sul reticolo idrografico minore alcune mitigazioni dovrebbero garantire la compatibilità degli interventi di manutenzione, quali ad esempio, il divieto di realizzare tali interventi (ad esempio estirpazione vegetazione erbacea) nel periodo marzo-giugno.

L’integrità dei corsi d’acqua è perseguita anche mediante l’applicazione dell’art.8, comma 3 che afferma come:

• Gli argini del reticolo devono essere conservati e mantenuti in quanto parti integranti del sistema sia per i suoi aspetti idraulici sia perché costituiscono un insieme di valore paesaggistico e insediativo; • Deve essere perseguito il ripristino delle condizioni ambientali e paesaggistiche in presenza di situazioni di degrado e di alterazione. • Nelle aree di degrado si interverrà con nuove piantagioni di alberi e arbusti propri dell’ambiente fluviale, con il consolidamento, ove necessario, delle ripe e delle arginature mediante materiali lignei, pietrosi, arborei, evitando ove possibile le gabbionature e i manufatti in cemento, nel rispetto della sezione esistente.

188 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

La tutela del reticolo idrografico e dei suoi habitat, da sviluppare nella fase di regolamento urbanistico, permetterà di raggiungere anche importanti obiettivi di depurazione: Tra le iniziative da sviluppare maggiormente in fase di regolamento si segnala:

• il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle aree di naturale espansione; • il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico inquinante; • il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee.

La tutela della rete idrografica si attua mediante la conservazione della vegetazione di sponda, la riduzione di azioni di manutenzione non selettive sulla flora e sulla fauna (scavi e sfalci meccanici attuati in periodi riproduttivi o di letargo, asportazione di specie vegetali rare assieme alle invadenti, ecc.) ed anche con la conservazione di una minima portata di acqua in tutte le stagioni (predisponendo eventuali piccoli bacini di accumulo in estate); in particolare il controllo e la riduzione della captazione di acqua è fondamentale. Il mantenimento di una “portata minima vitale” è richiesta anche dal PTC (art.14 Corridoi ecologici).

Positiva risulta anche la scelta del “mantenimento e tutela dei boschi in situazioni speciali (L.R. 21 marzo 2000 n° 39 art. 52), ossia i boschi su pendii ripidi o instabili, sulle cime e sui crinali e quelli compresi nella fascia di 300 m dalla linea di costa e dai corsi d'acqua; (art.14.2).

Quest’ultimo elemento risulta anche utile alla mitigazione delle previsioni di edilizia residenziale di precedente PdF per l’area di Capoliveri, già concessionate ma in parte ancora da realizzare.

La tutela degli ambienti costieri costituisce un elemento importante per la conservazione della biodiversità del territorio comunale, in considerazione della concentrazione, in tali ambienti di numerose specie, animali e vegetali, ed habitat endemici o di particolare valore conservazionistico.

In tale contesto risulta prioritaria la conservazione dell’ambiente dunale di Lacona, unica testimonianza dunale presente nel territorio dell’Arcipelago Toscano, fortemente compromesso dallo sviluppo di attività turistico residenziali e dall’elevato carico turistico estivo.

Nel solo Comune di Capoliveri è presente oltre il cinquanta per cento della superficie degli arenili di tutta l’Isola d’Elba. Nel territorio comunale sono a disposizione 12 spiagge della lunghezza fino a 100 metri, 24 lunghe da 101 a 500 metri e una (Lacona)

189 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

di 1.160 metri. Si determina pertanto un notevole carico turistico sulle risorse di Capoliveri, proveniente dalle altre parti dell’Isola.

Quale indicatore della pressione turistica sugli ambienti costieri (spiagge, arenili, ecc.) è stato utilizzato il n. di concessioni/autorizzazioni demaniali. Ad un dato critico di 33 concessioni/autorizzazioni rilasciate in tutto il territorio comunale si associa il basso numero di tali attività all’interno del sistema di Siti Natura 2000 (1), anche se alto rimane il numero di attività interno al Parco Nazionale (11). Il piano degli arenili, previsto in fase di regolamento, costituirà una occasione per valutare la qualità/vulnerabilità degli ambienti costieri e per razionalizzare tali attività.

Fig. 34 Strutture turistiche concessionate nelle spiagge di Lacona e Margidore (da quadro conoscitivo PS Capoliveri)

Oltre alla tutela, diretta mediante l’inserimento in Aree Protette e SIR, risultano importanti le scelte in grado di ridurre l’impatto del carico turistico. “Il riequilibrio della pressione turistica sulle aree costiere” costituisce infatti un obiettivo del PS (art.34). Secondo il PS (art.9 suolo e sottosuolo, comma 3 aree instabili) le “coste alte sono elementi di rilevante importanza sia sotto il profilo paesaggistico che morfologico; trattandosi di aree in continua modificazione geodinamica possono essere equiparate ad aree instabili. Per queste aree sono da evitare gli interventi edilizi, gli interventi che implichino trasformazioni morfologiche di qualsiasi tipo sono subordinati a indagini geognostiche approfondite”.

190 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

L’utilizzo e la preservazione di questa risorsa è rinviato al Piano comunale di utilizzazione degli arenili. Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorgologica e paesaggistica delle zone costiere.

Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree. (art.12)

Per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di utilizzazione degli arenili dovrà contenere:

• Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità ambientale, naturalistica e geomorfologica. • Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei servizi e delle attrezzature • Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilre un il collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili da \terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più frequentati, di aree “protette” dal disturbo. • Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio, campi boe nelle aree interessate da questo habitat. • Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da

191 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe mediterrane nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..

La regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge costituisce un elemento importante per la loro conservazione: qualora previsti dal piano strutturale, o già realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge dovranno soddisfare i seguenti requisiti:

- non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa sabbiosa e rocciosa; - la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge; - le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e realizzati esclusivamente con specie autoctone locali; - l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del parcheggio.

Al fine di ridurre l’impatto ambientale degli stabilimenti balneari il PS prevede la regolamentazione degli stabilimenti balneari, incentivando il risparmio idrico ed energetico, la raccolta differenziata, il turismo ecologico, ecc., sul modello del progetto Life Ambiente della Provincia di Rimini “Il bagnino ecologico. Tale regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle spiagge, della tutela degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità pedonale dei mezzi motorizzati alla spiaggia, della corretta informazione ambientale dei fruitori delle spiagge.

192 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Un elemento di criticità per gli ambienti costieri è costituito dalla presenza di diffusa di strutture campeggistiche, in particolare presso le coste sabbiose. Per tali strutture il PS prevede la trasformazione parziale in villaggi turistici: Le modalità e l’ammissbilità degli interventi di trasformazione parziale dei campeggi in villaggi turistici dovranno essere definite dal R.U. assicurando oltre alle tutele generali e specifiche della presente disciplina, la salvaguardia integrale del sistema dunale e della vegetazione endemica e di valore presente, privilegiando la presenza delle infrastrutture a rete, l’assenza di modifiche morfologiche, la riqualificazione e il ripristino dei caratteri identitari del paesaggio, l’eventuale riduzione della ricettività e la bassa presenza di bungalows. (art.34). Tali trasformazioni comporteranno, però, una trasformazione più intensa ed irreversibile dell’uso del suolo. Rispetto all’obiettivo in oggetto le previsioni di nuovo PS vanno in controtendenza rispetto ai processi di trasformazione delle coste operate in alcune porzioni di territorio comunale negli ultimi decenni.

Oltre a scelte di tutela diffusa del territorio ai fini della conservazione della biodiversità risultano estremamente importanti azioni dirette su particolari emergenze naturalistiche. A tal fine il PS ha individuato come invarianti strutturali numerose emergenze naturalistiche scaturite anche dalla fase di redazione del presente Rapporto ambientale. Tra le invarianti strutturali oltre al territorio del Parco e dei siti Natura 2000 sono state individuate ulteriori emergenze naturalistiche che rafforzano la tutela della biodiversità del territorio comunale, degli habitat e delle specie di flora e fauna di interesse conservazionistico. In particolare sono state individuate le seguenti:

Emergenze diffuse: 1. Praterie secondarie e garighe 2. Boschi di specie autoctone; 3. Vegetazione delle coste rocciose; 4. Terrazzamenti sostenuti da muretti a secco. 5. Formazioni a Posidonia oceanica. Emergenze localizzate: 1. Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle Cavallacce) 2. Boschi mesofili di leccio e latifoglie dell'alta Valle del Fosso di Straccoligno 3. Praterie secondarie savanoidi e mosaici di praterie di terofite e garighe del Monte Calamita 4. Versanti costieri rocciosi di Norsi con garighe a rosmarino e cisto di montpellier 5. Alta valle del Fosso Stagnolo, ad elevata naturalità, con macchie e boschi. 6. Dune di Spiaggia Grande a Lacona; 7. Palude di Mola; 8. Costa dei Gabbiani; 9. Canyon di Madonna delle Grazie. 10. Aree minerarie di dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polverio

193 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Tali individuazioni permetteranno di non realizzare interventi in contrasto con la loro conservazione o di sviluppare iniziative comunque compatibili con la loro tutela.

Relativamente alle specie arboree monumentali inserite nell’elenco ufficiale della Regione Toscana ad un indice negativo dello stato attuale si associa un valore positivo del trend per quanto previsto dal PS. La Regione Toscana dispone di una normativa (LR 60/1998) di tutela degli alberi monumentali finalizzata alla conservazione non solo degli esemplari di grandi dimensioni ed età, ma anche quelli di interesse storico e sociale, la cui presenza testimonia della cultura e delle tradizioni locali. Ad oggi il comune di Capoliveri non ha presentato proposte di integrazione, con esemplari locali, della lista regionale degli alberi monumentali. Quanto indicato nel PS: “Da segnalare anche, presso la Spiaggia Grande, due grandi pini domestici secolari degni di essere considerati monumentali” (art.15.1) e la prevista realizzazione di una indagine finalizzata alla individuazione degli alberi monumentali in fase di regolamento urbanistico indica un trend positivo rispetto a tale indicatore.

Positivo risulta anche l’indicatore relativo all’inserimento dell’area in oggetto tra le aree di attenzione (con maggiore concentrazione di elementi di attenzione in Toscana) del progetto RENATO.

La tutela delle aree umide e del reticolo idrografico (con vegetazione ripariale) costituisce un elemento positivo nell’ambito dell’obiettivo di conservazione e realizzazione della rete ecologica comunale. Attualmente il Comune non dispone di studi ed iniziative finalizzate ad un progetto di rete ma tale analisi è stata prevista a livello di regolamento urbanistico.

Rispetto a tale obiettivo sono da considerare positivamente gli obiettivi di salvaguardia del paesaggio agricolo tradizionale e degli elementi lineari in esso contenuti (filari alberati, siepi, ecc.), così come l’individuazione delle aree di maggiore importanza quali “nodi” della futura rete: Relativamente ai corridoi ecologici in fase di redazione del Regolamento Urbanistico dovrà essere predisposto uno studio specifico, con relativa cartografia, della rete ecologica comunale, secondo le linee guida regionali. Tale realizzazione dovrebbe essere effettuata, più razionalmente, a livello di intero territorio dell’Isola d’Elba. (art. 14.4).

Rispetto a tale obiettivo è da considerare negativamente l’intensa trasformazione dell’uso del suolo avvenuta negli ultemi decenni nel territorio di Capoliveri, con particolare riferimento allo sviluppo dell’urbanizzato residenziale del paese di Capoliveri, ad interessare un paesaggio agricolo collinare, ma soprattutto lo sviluppo di una edilizia residenziale diffusa (ad esempio nei Sistemi di Capoliveri, Lacona, Occidentale di Capoliveri) che, assieme alle altre trasformazioni associate, ha aumentato i livelli di frammentazione e costrizione del paesaggio vegetale, riducendone i livelli di permabilità. Su tali aspetti se lo stato attuale e le previsioni già attuate o già concessionate del precedente PdF costituiscono elementi negativi, le

194 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

previsioni di nuovo PS vanno in controtendenza con una forte limitazione a tali fenomeni.

Le informazioni interne al quadro conoscitivo e ulteriori dati bibliografici ed inediti evidenziano una forte criticità degli habitat e della flora del territorio comunale legata alla presenza di specie e cenosi di flora esotica. Tra le specie più significative, anche in termini di modifiche agli habitat locali, sono da segnalare: Agave americana, Opuntia ficus-indica, Opuntia maxima, Eucalyptus globulus, Robinia pseudacacia, Carpobrotus acinaciformis, Yucca gloriosa, Tamarix africana, Ailanthus altissima, Acacia saligna, Acacia dealbata e Pittosporum tobira. Lo Statuto del PS indica come “l’intensa frequentazione di molti luoghi in estate e la presenza diffusa di residenze di villeggiatura minacciano alcuni tratti della costa, con degrado del manto vegetale e del suolo (apertura casuale di sentieri, incendi accidentali o dolosi, abbandono di rifiuti) o con forme di “inquinamento floristico” ad opera di specie ornamentali. In questo senso appare frequente e a tratti invadente la presenza dell’ agave (Agave americana L.) e del fico d’India (Opuntia ficus-indica (L.) Miller)”. (art.13, comma 2).

“... sui versanti più bassi, ad esempio sulle scarpate a monte e a valle della strada Capoliveri- Ripe Alte (fino a circa 200 m s.l.m.) si hanno densi popolamenti di agave (Agave americana L.) e di fico d’India (Opuntia ficus-indica [L.] Miller) sfuggite alla coltura ornamentale o deliberatamente diffuse come consolidanti delle scarpate. Queste specie sono da contenere nella loro diffusione e possibilmente andrebbero eliminate almeno dalle zone non antropizzate e naturalisticamente più rilevanti. .... Fra le piante esotiche presenti sui versanti del Calamita si segnala anche l’eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.) che non dà problemi di diffusione spontanea e la robinia (Robinia pseudacacia L.), limitatamente ad alcune vallecole torrentizie, dove trova condizioni ideali di umidità. Anche la robinia è specie da contenere od eliminare, in quanto facilmente invasiva per seme e soprattutto per polloni radicali”. “Lacona: Le parti estreme della spiaggia, le più antropizzate, mostrano una notevole alterazione della vegetazione sopra descritta: la successione si semplifica molto, con scomparsa totale o quasi della prima duna e della relativa vegetazione, mentre compaiono numerose specie vegetali esotiche, quali Carpobrotus acinaciformis (L.) L. Bolus, Agave americana L., Opuntia ficus- indica (L.) Miller, Yucca gloriosa L., oltre alla già citata tamerice (Tamarix africana Poiret) piantata come frangivento. Si ricorda che Carpobrotus e Opuntia sono vietate dalla L.R. 6 aprile 2000, n. 56 (art. 6, c. 4)”. In fase di redazione del Regolamento Urbanistico dovrà essere elaborata e introdotta nella normativa una “check list” di specie di flora erbacee, arbustive ed arboree da utilizzare nel territorio comunale nell’ambito degli interventi di ingegneria naturalistica, di riqualificazione ambientale del paesaggio agricolo (filari alberati, siepi, ecc.), delle fasce ripariali e dei siti degradati o per la progettazione e realizzazione del verde pubblico e privato. Gli interventi di riqualificazione territoriale dovranno rispettare quanto indicato dalla normativa regionale relativamente all’uso di specie autoctone, in particolare dalla Direttiva della Regione Toscana sui criteri progettuali per l’attuazione degli interventi in materia di difesa idrogeologica (Del.C.R. 155/1997), ove per le risistemazioni a verde è prevista la “semina e messa a dimora di essenze vegetali autoctone e legate al paesaggio circostante”, e

195 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

dalla L.R.Toscana 56/2000 che indica come “negli interventi di ingegneria naturalistica, in quelli di rinverdimento e di consolidamento, nonché, in generale, negli interventi di recupero ambientale di siti degradati, sono utilizzati prioritariamente ecotipi locali” (ART.14.2)

Il grado di costrizione degli habitat naturali e seminaturali calcolato per singole UTOE evidenzia uno stato attuale con una condizione negativa in numerose di queste, con particolare riferimento a “Capoliveri”, “Lacona-Margidore”, “Lido”, “Pianura di Mola”, “Mandorlo-Lari”, “Straccoligno” e “Madonnna delle Grazie-Stecchi- Barabarca-Zuccale”. In tali unità i relittuali biotopi naturali o seminaturali risultano quindi particolarmente Isolati, frammentati e circondati da unità ad elevata antropizzazione e ad elevata impermeabilità ecologica. Tali condizione costituisce una indicazione negativa in termini di conservazione della biodiversità, con particolare riferimento alla componente faunistica. Il trend in assenza di PS evidenzia un permanere di tale condizione o un suo parziale aggravamento in conseguenza dello sviluppo dell’edificato residenziale e di quanto previsto nel precedente PdF e già realizzato o concessionato. Rispetto a tale trend il nuovo PS individua obiettivi in controtendenza concentrando l’edificato quasi esclusivamente nelle aree già trasformate (Capoliveri, Lacona) ed evitando ulteriori frammentazione del paesaggio vegetale.

Quanto sopra è avvalorato anche dall’esame della frammentazione operata dal reticolo stradale che presente comunque minori elementi di criticità nello stato attuale e nel trend a livello comunale, ma elevati livelli di criticità in alcune UTOE quali Naregno e Capoliveri. La previsione di nuovi assi stradali nella zona di Naregno, a frammentare habitat boschivi di elevato interesse conservazionistico, comporta l’aggravamento di tale indice.

Il livello di naturalità delle diverse tipologie vegetazionali e di uso del suolo, oltre che l’indicatore di sviluppo delle aree urbanizzate, fornisce una indicazione sulle trasformazioni antropiche del territorio di Capoliveri. Assieme ad altri indicatori (rarità degli habitat e delle specie, ricchezza di specie, ecc.) può fornire utili indicazioni sul valore naturalistico del territorio analizzato. Anche tale indicatore evidenzia il forte contrasto tra UTOE ad elevata naturalità (Fonza, Stella, Parco naturalistico, ecc.) ed altre a naturalità molto bassa e ad alta artificialità (Capoliveri, Lacona-Margidore, ecc.). Per alcune UTOE i valori di naturalità hanno raggiunto valori assai bassi soprattutto in considerazione degli alti valori naturalistici potenziali del territorio elbano. Gli alti valori di artificialità di alcune UTOE costituiscono anche aree a maggiore impermeabilizzazione ecologica in grado di Isolare aree a maggiore naturalità (ad esempio il promontorio di Stella ed il rilievo del Monte Calamita). La criticità dello stato attuale, presente in molte UTOE, permane come trend in assenza di PS mentre le nuove previsioni di PS mostrano elementi in controtendenza.

196 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Rispetto all’obiettivo della conservazione della biodiversita’ marina sono stati analizzati diversi indicatori di stato/risposta/pressione. In termini di strumenti di tutela il sistema di Aree protette e Siti Natura 2000 comporta la tutela complessiva di circa il 68,5% della linea costiera terrestre. Si tratta di un valore elevato che in futuro non potrà che essere rafforzato e difficilmente ulteriormente ampliato. Rispetto alla tutela a mare il dato attuale, negativo, di assenza di vincoli a mare potrà essere condizionato positivamente dalla proposta del PS di istituire un parco marino. La presenza di cenosi di Posidonia oceanica sui fondali prospicenti la linea di costa del territorio comunale costituisce un indicatore indiretto di qualità dell’ambiente marino. Le scelte di PS non incidono sostanzialmente su tale indicatore anche se la realizzazione di un porto turistico a Mola può costituire un elemento di criticità.

197 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

5.8. PAESAGGIO

Obiettivi, indicatori e tendenza

Obiettivi di sostenibilità DPSR Disp. Stato Tendenza Effetti dati attuale del Indicatori Macro obiettivi Piano Obiettivi Specifici di sostenibilità Stato di conservazione delle S ++ sistemazioni agricole tradizionali Stato di conservazione del S ++ paesaggio naturale e ☺ seminaturale Presenza di aree a R +++ vincolo paesaggistico ☺ Stato di Tutela del paesaggio conservazione del S ++ patrimonio storico e architettonico Grado di urbanizzazione del S +++ ☺ territorio interno

- Grado di urbanizzazione del S +++ ☺ territorio costiero Percentuale di coste S +++ libere Valutazione delle N° tipologie colturali variazioni in termini rilevabili all’interno di complessità S ++ del mosaico tipologica del paesaggistico paesaggio Valutazione dei Estensione delle mutamenti di macrocategorie di equilibrio fra le varie uso del suolo: S ++ categorie di uso del seminativi, boschi, suolo aree a pascolo Valutazione della diversità colturale e Superficie agricola a S ++ mantenimento delle coltura promiscua forme tradizionali

198 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

Motivazioni

Il generale il piano strutturale propone come strategia generale il consolidamento dell’insieme di paesaggi attualmente percepibili nel territorio di Capoliveri mediante obiettivi di protezione, di governo dei processi di evoluzione che non ne alterino le strutture, di ripristino e recupero delle loro parti manomesse o degradate, di estensione dei valori paesaggistici nelle aree di abbandono o di usi impropri. (art.29).

Tale obbiettivo risulta perseguito mediante una forte riduzione dell’edificato residenziale e non delle previsioni di PS, invertendo la tendenza dei precedenti strumenti urbanistici.

Per la conservazione del paesaggio agricolo risulta importante quanto indicato dal PS relativamente agli assetti fondiari: “L’assetto fondiario deve essere salvaguardato soprattutto dove sono presenti particolari sistemazioni agrarie frutto di lavori di ingegneria agraria di rilevante interesse storico e paesaggistico, quali i terrazzamenti e gradonamenti presenti in molte aree del Comune. Nelle aree di pianura e fondovalle caratterizzate da un’agricoltura più intensiva, dovranno essere mantenute le sistemazioni idraulico-agrarie presenti, favorendo l’allungamento dei campi mantenendo la baulatura e le distanze tra le scoline o facendo ricorso al drenaggio. Gli eventuali interventi edilizi e infrastrutturali dovranno rispettare allineamenti e orditura delle colture, della maglia dei percorsi rurali e delle canalizzazioni esistenti, oltre a evitare brusche soluzioni di continuità e salti di scala” (art.35.1).

Il Piano strutturale individua inoltre nella gestione sostenibile delle trasformazioni negli ambiti agricoli un mezzo per la conservazione del paesaggio locale; in particolare il controllo dei piani di miglioramento agricolo ambientali al fine di non alterare gli assetti del paesaggio agricolo tradizionale. Ciò risulta anche recepito nel PS quando all’art.35.1 afferma come “Il mantenimento di questi caratteri identitari e tradizionali del paesaggio deve essere perseguito nei programmi di miglioramento agricolo ambientale”. (art.35.1).

Nei P.M.A.A. non dovranno essere previste trasformazioni troppo radicali, mentre dovranno essere mantenuti, nel rispetto delle esigenze di sviluppo aziendale, gli elementi che caratterizzano il paesaggio: sistemazioni di collina, siepi, piante camporili significative, alberature Isolate di confine e in filare lungo le strade poderali. Le piante morte dovranno essere sostituite con essenze tipiche toscane; il cipresso, in particolare, deve essere tutelato e salvaguardato da attacchi fungini (Seiridium cardinale) per il momento poco presenti nel territorio del Comune. Gli esemplari morti o gravemente colpiti dal fungo dovranno essere sostituiti con piante cloni resistenti alla crittogama.

Non potranno essere di norma concessi cambi di colture per oliveti in presenza di categorie di beni di cui alla L. 431/85, in aree archeologiche o assimilate con emergenze visibili (per un raggio di 150 m. dalle stesse), parchi, riserve naturali, usi civici, e in tutte le altre aree in cui il paesaggio sia storicamente consolidato o dove rappresentino il caratteristico paesaggio agrario o in aree morfologicamente significative. I muri di recinzione camperecci e patronali

199 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

in pietra locale dovranno essere protetti, mentre dovrà essere ridotto l’uso del cemento (piuttosto diffuso). Le recinzioni dovranno prevedere, quando possibile, l’uso di siepi costituite da sclerofille mediterranee o da cipressi.

Inoltre: Ogni opera che comporti trasformazioni fondiarie non dovrà portare alla distruzione di testimonianze storiche dell’attività agricola o di elementi di rilevanza naturalistica e ambientale, in particolare è vietato: a. eliminare i manufatti aventi valore storico e/o culturale: cippi, colonne, edicole o tabernacoli; b. alterare la morfologia dei crinali e delle formazioni morfologiche aventi rilevanza paesaggistico-ambientale; c. eliminare i terrazzamenti e/o i ciglionamenti che per le loro dimensioni e caratteristiche costruttive rivestano importanza paesaggistico-ambientale e comunque quelli su versanti con pendenza media superiore al 25%. (art.35.1)

Nelle aree a prevalente funzione agricola la nuova edificazione rurale residenziale (nuove residenze per imprenditori agricoli o operai) e di servizio (annessi agricoli) è disciplinata dalla L.R. 1/05 e Regolamento 5/R del 9.2.2007 e succ. modifiche ed integrazioni. Il P.T.C. della Provincia di Livorno ha definito le superfici fondiarie minime per la realizzazione di nuove residenze rurali per ciascuna tipologia di area rurale (Produttiva, Paesaggistica, Residuale, Di protezione del territorio) che possono essere prese come base per stabilire le volumetrie della nuova edificazione rurale nel R.U. Dalla zonizzazione delle aree a prevalente funzione agricola si evince che nel territorio del Comune di Capoliveri sono presenti la tipologia paesaggistica, quella residuale e quella di protezione del territorio. Il regolamento urbanistico conterrà la zonizzazione e la relativa normativa delle aree agricole e disciplinerà i casi in cui è ammessa la nuova edificazione rurale. Il RU disciplinerà la realizzazione di nuove costruzioni ad uso agricolo, nel rispetto della LR 1/05, fissandone dimensioni e tipologie.

Le scelte del nuovo PS per molti aspetti, soprattutto relativamente all’edificato residenziale ed alberghiero, risultano opposte ai precedenti strumenti urbanistici, con nuove volumetrie complessive assai ridotte (15.000 mc totali) e concentrate in aree già urbanizzate (centro abitato di Capoliveri).

Nell’area del centro urbano di Capoliveri tali volumetrie vanno però a sommarsi ai residui di Pdf in corso di realizzazione o già concessionati ove dovranno essere messi in atto interventi di mitigazione in grado di ridurre gli elementi di criticità paesaggistica legati al rapporto dimensionale e spaziale con il centro storico e al paesaggio agricolo collinare della periferia orientale.

Per tale area occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere

200 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore.

Al fine di mitigare tali interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto, relativamente alla:

1. conservazione di elementi di particolare interesse per il disegno del paesaggio: alberi Isolati, filari di alberi, siepi ecc., sia come elementi visivi sia al fine di garantire “corridoi ecologici” secondo le linee guida di cui alla Del. GR n. 1148 del 21 ottobre 2002; la L.R. 21 marzo 2000 n° 39 prevede incentivi per la creazione e il mantenimento delle siepi (art. 17); la riduzione di formazioni lineari arboree e arbustive dovrà essere compensata con il reimpianto di nuove formazioni equivalenti in lunghezza e volume; il reimpianto dovrà essere effettuato esclusivamente con specie autoctone (o naturalizzate, purché a bassa diffusione spontanea), mentre l’eliminazione o la riduzione dovrà avvenire preferibilmente a carico delle formazioni composte da specie non indigene;

2. ricostruzione (con specie autoctone) e mantenimento delle alberature e delle siepi lungo le strade, compatibilmente con la sicurezza della circolazione, in particolare sulle scarpate a monte e a valle delle sedi stradali in zone collinari;

3. mantenimento delle alberature segnaletiche di confine, di arredo in luoghi pubblici, di ornamento nei giardini, nonché le piante a carattere monumentale di cui alla L.R. 13 agosto 1998 n° 60 (“Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali e modifica dell'art. 3 della legge regionale 11 aprile 1995 n° 49”) secondo le prescrizioni della legge stessa;

4. mantenimento delle formazioni vegetazionali d’argine e di ripa (L.R. 21 marzo 2000 n° 39) qualora tale vegetazione non pregiudichi il naturale scolo delle acque e le operazioni di manutenzione dei corsi d’acqua.

La tutela degli elementi lineari del paesaggio agricolo e delle fasce ripariali costituisce un intervento utile alla conservazione del paesaggio elbano. La conservazione di tali elementi costituisce un obiettivo del PS, in particolare l’art.8, comma 2, relativamente alla conservazione del reticolo idrografico minore, afferma come sia “vietato l’abbattimento e l’espianto dei boschi riparali e in genere della vegetazione igrofila nelle aree di pertinenza fluviale” anche in quanto “i fossi e i loro affluenti rivestono anche importanti funzioni paesaggistiche ed ecologiche”.

La conservazione del territorio agricolo di Capoliveri è legata al mantenimento delle attività agricole tradizionali, alla riduzione delle trasformazioni edilizie e al loro sviluppo coerente con il paesaggio agricolo, alla riduzione delle trasformazioni di uso del suolo, e ad interventi di riqualificazione paesistico-ambientale. In tale contesto ben si inseriscono gli interventi previsti dal PS (art. 35.1) quali, ad esempio, quelli finalizzati a:

201 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

- eliminare ogni forma di degrado architettonico, paesaggistico ed ambientale; - ripristinare o adeguare le infrastrutture esistenti; - introdurre opere di difesa idrogeologica, di prevenzione degli incendi, di contenimento degli altri fattori di rischio; - impiantare specie vegetali autoctone o naturalizzate e salvaguardare le strutture vegetazionali più rilevanti; - salvaguardare e ripristinare strutture storiche, architettoniche e significative del paesaggio agricolo; - ottimizzare il corretto inserimento dei manufatti in riferimento alla morfologia del suolo e alla viabilità rurale esistente. Particolare attenzione dovrà essere posta al limite d’altezza delle nuove edificazioni, delle ristrutturazioni e ampliamenti, per una possibile valutazione di inserimento ambientale, tenendo conto anche dei coni di visuale che il Regolamento Urbanistico dovrà espressamente individuare garantendo una integrazione morfologica, tipologica e insediativa con il bene esistente; - realizzare sistemazioni agrarie congruenti con quelle caratteristiche dell'intorno; in particolare saranno evidenziati quegli interventi di ripristino e manutenzione di sistemazioni agrarie tendenti a mantenere e/o migliorare la stabilità dei versanti e più in generale la regimazione idraulica, nonché alcune sistemazioni tipiche (gradonamenti, terrazzamenti od altro); - ripristinare e mantenere la rete viaria poderale e vicinale da rendere fruibile per attività escursionistiche. - mantenere e/o incrementare formazioni vegetali non produttive con specie vegetali autoctone (formazioni ripariali, siepi, alberature Isolate, macchie di bosco).

Coerenti con gli obiettivi di conservazione del paesaggio agrario risultano le indicazioni relative alle sistemazioni agrarie, ove “nelle sistemazioni di pianura dovrà essere mantenuta la baulatura dei campi e dovrà essere posta particolare attenzione alla manutenzione delle scoline e delle fosse di seconda raccolta. In collina, dove la pendenza supera il 10%, dovranno essere evitate sistemazioni a rittochino, mentre dovranno essere favorite le sistemazioni in traverso (con fosse e piantagioni orientate in senso perpendicolare alle linee di massima pendenza), quali il “girapoggio”, il “cavalcapoggio” e la “spina”. Si dovranno conservare gli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio agrario, quali: terrazzamenti, siepi, alberi monumentali e secolari, emergenze geologiche di valore paesaggistico, assetti morfologici paesaggisticamente significativi, reticolo idrografico superficiale. I programmi di miglioramento agricolo ambientale dovranno porre attenzione a questi elementi e conservare le forme tipiche” (art. 35.1).

Così come quelli relativi agli assetti colturali (art.35.1):

- mantenimento e ripristino di colture tradizionali (vite e olivo) e di colture ortofrutticole idonee ad una commercializzazione in ambito locale; promozione di produzioni agricole esenti da fattori inquinanti in base a metodi di coltivazione a basso impatto (agricoltura integrata e biologica Reg. CE 2092/91 e successive modifiche ed integrazioni);

202 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

- favorire coltivazioni ad alto reddito sui terrazzamenti onde consentire le onerose opere di manutenzione; - favorire attività connesse all’agricoltura come l’agriturismo e il turismo rurale, che possono integrare il reddito proveniente dall’agricoltura, soprattutto in quelle situazioni di terreni difficili e pertanto predisposti all’abbandono;

La trasformazione colturale in dimensioni significative è soggetta a preventiva valutazione degli effetti paesaggistici e ambientali, sebbene debba essere favorita qualora determini condizioni tecnico-economiche tali da consentire uno sviluppo sostenibile dell’agricoltura.

Nelle aree classificate di rilevante valore ambientale e paesaggistico (art.15.3) non sono ammessi:

- interventi che compromettano le caratteristiche e le qualità, le funzioni e i valori che hanno determinato l’inclusione nella disciplina di protezione dei beni e delle aree qui elencati; - nuove infrastrutture semprechè non sia evidente una motivazione di utilità collettiva e che non siano ammodernabili e adattabili a infrastrutture esistenti; - sistemazioni esterne impermeabili che eccedano il 25% della superficie; - comparti edificatori o nuove costruzioni nelle aree di visuale panoramica da percorsi e viabilità tali da compromettere la percezione estetica e paesaggistica d’insieme dei valori storico-architettonici e degli insediamenti di valore storico e testimoniale escludendo altresì l’ubicazione degli edifici e manufatti in terreni che necessitano di sostanziali modifiche morfologiche e in quelli ricoperti da vegetazione arborea di pregio, con vigneti e oliveti a maglia densa; - manufatti che alterino la morfologia dei luoghi; - arredi vegetazionali estranei al contesto ambientale; - alterazione di crinali, di elementi tipici delle sistemazioni agrarie, di viabilità e tracciati storici, di emergenze geomorfologiche e florofaunistiche; - frazionamenti poderali che riducano e alterino le unità paesaggistiche; - riduzione o trasformazione di vegetazione, di zone umide e degli acquiferi, di minerali e fossili, di formazioni arboree di argine, ripa e golena, di alberature segnaletiche, monumentali, di arredo e stradali; - attività di scarico materiali di riporto e di risulta da scavi, raccolta in superficie di ghiaia, sabbie e sassi, sbarramenti in alveo; - discariche, cave o depositi all’aperto di ogni genere e tipo.

Inoltre il Regolamento urbanistico dovrà disciplinare nel dettaglio i seguenti interventi:

- il recupero delle componenti del paesaggio agrario, delle architetture minori, dei tracciati storici e di qualunque documento materiale della cultura e della storia insediativa;

203 Possibili effetti significativi del Piano in formazione sull'Ambiente

- la rinaturalizzazione in parte di terreni coltivati ove riconosciuta l’utilità per gli ecosistemi della flora e della fauna ; - la realizzazione di reti ecologiche; - il ripristino delle colture e dei terreni agrari abbandonati; - l’applicazione dei contenuti della normativa vigente in relazione al territorio rurale secondo una gradualità di interventi definita nel rispetto dei valori paesaggistici e ambientali nonché secondo l’approfondimento conoscitivo del Regolamento Urbanistico; - individuare e disciplinare le aree nelle quali deve essere mantenuto per quanto possibile il disegno dei campi e gli ordinamenti produttivi; - individuare sistemi perequativi per eventuali interventi di recupero ambientale di aree degradate; - la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio, ivi comprese le sistemazioni esterne e le attrezzature pertinenziali agli edifici principali per lo svago, lo sport e il tempo libero all’interno delle aree di pertinenza e nel rispetto assoluto degli aspetti ambientali e paesaggistici caratteristici; in particolare per le delimitazioni delle aree pertinenziali delle aree di pianura si dovrà tener conto dei limiti d’area definiti morfologicamente (fossi, corsi d’acqua, etc…) o fisici di proprietà (strade, recinzioni, etc…), mentre per le aree di collina il limite si dovrà adeguare alla morfologia del territorio, nel pieno rispetto della valenza paesaggistica.

Gli interventi, sul patrimonio edilizio esistente sulla scorta delle risultanze derivanti dalla apposita analisi della schedatura del patrimonio edilizio esistente, saranno disciplinati in base al valore architettonico attribuito all’immobile dalla stessa, e potranno essere consentiti, compatibilmente con esso, ampliamenti fino ad un massimo del 10% della volumetria esistente senza incremento delle unità immobiliari.

Tutti gli interventi dovranno essere corredati da uno studio di valutazione sotto il profilo paesaggistico ambientale che dovrà verificare l’ottimale localizzazione e la congruità delle scelte in merito alle caratteristiche progettuali, indicando possibili alternative.

Nelle terre gravate da usi civici rappresentate nella tav. 06 in coerenza con quanto stabilito dal PIT e PTC ogni destinazione d’uso urbanistica dovrà essere compatibile con quella di uso civico collettivo (agro-silvo-pastorale).

204 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

6. SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E MITIGAZIONI

La redazione del Rapporto ambientale è stata svolta in parallelo alla redazione dello Statuto del Piano Strutturale. Ciò ha consentito di modificare/mitigare in “corso d’opera” quelle previsioni potenzialmente non coerenti con il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Durante tale processo, che si è strettamente rapportato anche con la costruzione dello Studio di Incidenza del PS, gli elementi di criticità individuati sono stati discussi e ne è stata proposta la eliminazione, la modifica o la mitigazione. Tali elementi sono stati integralmente recepiti dallo Statuto del Piano strutturale. Quanto segue vuole evidenziare tutti gli elementi di modifica e mitigazione proposti e recepiti dallo strumento di Piano. In particolare di seguito vengono esplicitate per ogni obiettivo strategico le norme come modificate a tal fine e le previsioni modificate/mitigate.

Obiettivo: Ridurre le modificazione dei corsi d’acqua.

Ai fini di una più ampia e integrata tutela ambientale è vietato l’abbattimento e l’espianto dei boschi riparali e in genere della vegetazione igrofila nelle aree di pertinenza fluviale, salvo che per comprovate ragioni fitosanitarie e per ragioni di salvaguardia idrogeologica. Recependo quanto indicato dalla Del.C.R. 155/1997, nella progettazione degli interventi lungo i corsi d’acqua dovrà assumersi quale aspetto vincolante la conservazione delle caratteristiche di naturalità dell’alveo fluviale, degli ecosistemi e delle fasce verdi ripariali, il rispetto delle aree di naturale espansione e relative zone umide collegate. A tal fine occorre limitare gli abbattimenti soltanto agli esemplari di alto fusto morti, pericolanti, debolmente radicati, che potrebbero costituire un potenziale pericolo in quanto facilmente scalzabili e asportabili in caso di piena. I tagli di vegetazione in alveo devono essere effettuati preferibilmente nel periodo tardo-autunnale ed invernale, escludendo tassativamente il periodo marzo-giugno in cui è massimo il danno all’avifauna nidificante e all’ecosistema fluviale. (art.8, comma 2 - Fossi) b) è vietato modificare o manomettere gli alvei, se non per la regolazione del regime idrico. L’alveo dei corpi d’acqua dovrà essere mantenuto in condizioni di efficienza idraulica o ripristinato garantendo sempre la sezione naturale; e) gli argini del reticolo devono essere conservati e mantenuti in quanto parti integranti del sistema sia per i suoi aspetti idraulici sia perché costituiscono un insieme di valore paesaggistico e insediativo; f)deve essere perseguito il ripristino delle condizioni ambientali e paesaggistiche in presenza di situazioni di degrado e di alterazione. (art.8, comma 6 - Interventi sul micro reticolo minore)

Al fine della tutela della risorsa acqua nell’ambito del territorio comunale risultano strategiche le seguenti iniziative da sviluppare maggiormente in fase di regolamento:

205 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

• il censimento e la messa a norma degli scarichi attualmente non afferenti in pubblica fognatura; • il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale, con interventi di manutenzione per conservare o ripristinare le caratteristiche di naturalità del reticolo idrografico, degli ecosistemi e delle fasce verdi e il rispetto delle aree di naturale espansione; • il controllo dell’uso di prodotti chimici nelle attività agricole, prevedendo anche incentivi per l'agricoltura biologica o per modalità di produzione a basso carico inquinante; • il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee. (art.8, comma 13 - Tutela delle risorse idriche)

La tutela della rete idrografica si attua mediante la conservazione della vegetazione di sponda, la riduzione di azioni di manutenzione non selettive sulla flora e sulla fauna (scavi e sfalci meccanici attuati in periodi riproduttivi o di letargo, asportazione di specie vegetali rare assieme alle invadenti, ecc.) ed anche con la conservazione di una minima portata di acqua in tutte le stagioni (predisponendo eventuali piccoli bacini di accumulo in estate); in particolare il controllo e la riduzione della captazione di acqua è fondamentale. Il mantenimento di una “portata minima vitale” è richiesta anche dal PTC. (art.14 Ecosistemi della flora e della fauna – punto 4 corridoi ecologici)

Obiettivo: risolvere l'attuale criticità inerente la raccolta e il trattamento dei reflui [Rif. Obiettivo specifico di sostenibilità: Elevare l’estensione del servizio idrico integrato

In molte delle UTOE tra le criticità presenti c'è l’ assenza o la incompletezza della rete fognaria; molti abitati ricorrono pertanto alla dispersione al suolo dei reflui, per lo più non trattati, e costituiscono pertanto fonte di inquinamento per le acque superficiali e sotterranee. Il Piano ha affrontato tale criticità non solo subordinando la realizzazione di nuove edificazioni alla predisposizione di rete fognaria adeguata al nuovo carico urbanistico ma anche condizionandola alla messa a norma dell'edificato esistente: "….Per l'edificato esistente dovrà essere realizzato l'allacciamento alla rete fognaria, per i casi previsti dal vigente Regolamento dell' AATO 5, e per gli altri casi la messa a norma degli scarichi al suolo o in acque superficiali e l'adeguamento dei sistemi di trattamento delle acque reflue a quanto indicato nel regolamento regionale vigente"(condizioni alla trasformabilità - per tutte le UTOE)

Obiettivo: risolvere l'attuale criticità inerente la produzione e gestione dei rifiuti

La produzione di rifiuti e la scarsa efficacia della differenziazione in termini di raccolta costituisce, nel territorio comunale come nel più ampio contesto dell'Arcipelago Toscano, un forte elemento di criticità ambientale. Il Piano ha affrontato tale criticità individuando, tra le azioni da intraprendere, la indispensabilità di individuare delle aree specifiche per la raccolta differenziata;

206 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

queste aree possano, all’occorrenza, diventare anche aree per servizi polivalenti dove il cittadino possa beneficiare di determinati vantaggi che lo incentivino verso questa direzione. Ciò costituirebbe un aiuto per l’ente che eroga il servizio ed anche una sensibilizzazione per il rispetto dell’ambiente con evidenti ricadute positive sul servizio educativo per i cittadini. In questo contesto tra le strutture da promuovere a livello sovracomunale si inseriscono in particolare: • gli impianti di compostaggio a cui vengono conferiti i rifiuti organici, recuperati sottoforma di terriccio; • gli impianti di riciclaggio; • le ecoaree, aree nelle quali i cittadini possono rivolgersi per la raccolta differenziata di particolari tipologie di rifiuti provenienti da abitazioni civili (macerie, filtri e oli esausti, pneumatici, ingombranti di uso domestico, ecc.); • gli ecopunti: piccole stazioni ecologiche composte da campane o cassonetti per raccogliere le tradizionali tipologie di materiali oggetto di raccolta differenziata, (carta, vetro, lattine e plastica); • gli ecomobili: stazioni ecologiche itineranti che sostano nei supermercati, nei mercati e nelle scuole, attrezzate per la raccolta dei rifiuti urbani pericolosi e di particolari tipologie di materiali (pile, farmaci, contenitori di pesticidi, vernici e solventi, batterie, cartucce per stampanti, lattine in alluminio, ecc..).

Obiettivo: razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici

I consumi energetici costituiscono, nel territorio comunale come nel più ampio contesto dell'Arcipelago Toscano, un elemento di criticità ambientale. Il Piano ha affrontato tale criticità individuando quali obiettivi principali la riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, l’uso di fonti rinnovabili e l’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane (rif. Art.17 dello Statuto, §”17.3: Requisiti delle infrastrutture a rete, delle urbanizzazioni e dei servizi, p.5). In tal senso, le misure da intraprendere per il territorio sono :

l’incentivazione dell’uso di energie alternative e rinnovabili

la prescrizione e l’incentivazione di soluzioni tecnologiche nella costruzione di nuovi edifici o nella ristrutturazione di quelli esistenti tese a ridurre il consumo energetico;

ottimizzazione della rete elettrica evitando insediamenti diffusi o sparsi a favore di nuclei sia residenziali che produttivi compatti;

incentivazione alle trasformazioni, fisiche e funzionali che utilizzino sistemi di cogenerazione e teleriscaldamento/raffreddamento decentrato;

l’informazione, la sensibilizzazione dei cittadini e degli operatori turistici circa l’adozione di sistemi tecnologici, semplici accorgimenti e uso di elettrodomestici e accessori a basso consumo, volti al risparmio energetico e l’uso di fonti rinnovabili.

207 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

Il PS precisa inoltre che il Regolamento Urbanistico dovrà disciplinare come promuovere e incentivare azioni volte al risparmio energetico e all’ecoefficienza edilizia degli edifici (rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).25

Obiettivo: Riduzione del consumo di suolo e dell’impermeabilizzazione superficiale

Su tutto il territorio comunale le modifiche del coefficiente di deflusso conseguenti alla realizzazione di nuovi edifici, sistemazioni esterne, parcheggi e viabilità devono essere compensate mediante: • il mantenimento del 25% della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali preesistenti; • il mantenimento della superficie fondiaria di pertinenza non impegnata da costruzioni e che comunque consenta l’assorbimento delle acque meteoriche con le modalità naturali preesistenti dovrà essere del 30% nei centri abitati e del 50% nel territorio rurale; (art.8, comma 3 - salvaguardie idrauliche)

Per gli interventi sopra elencati, ai sensi della L.R. 21 marzo 2000 n° 39 (“Legge forestale della Toscana”) e della L.R. 6 aprile 2000 n° 56 (“Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche - Modifiche alla legge regionale 23 gennaio 1998, n.°7 - Modifiche alla legge regionale 11 aprile 1995, n°49”), si dovrà il più possibile fare ricorso alle tecniche di ingegneria naturalistica, che riducono al minimo l'impiego dei materiali artificiali (cemento armato, asfalto, ecc.) prediligendo quelli naturali e rinaturalizzanti: ad esempio le viminate (in particolare quelle “vive”);

25 Queste azioni comprendono: • informazione, sensibilizzazione e incentivazione della cittadinanza su come contenere i consumi domestici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.); • riduzione e razionalizazione dei consumi negli edifici pubblici: individuazione degli “sprechi” e pianificazione delle opportune misure di miglioramento ; • attività di informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolta alle strutture ricettivo-turistiche in relazione all’adozione di accorgimenti volti al risparmio e alla razionalizzazione dei consumi energetici (adozione di semplici accorgimenti tipo lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, riduttori di flusso per l’acqua, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc.); • informazione, sensibilizzazione e incentivazione rivolte alle strutture ricettivo-turistiche che intraprendono percorsi per l’adesione volontaria alla certificazione delle proprie attività sotto il profilo della “qualità ecologica” (esempio marchio europeo “Ecolabel”), percorsi che presuppongono il rispetto di tutta una serie di accorgimenti volti al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto ambientale;

208 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

rinverdimento di scarpate, pendii, argini dei corsi d'acqua, ecc. con specie pioniere autoctone; impiego di pietra locale nei manufatti di consolidamento del suolo e regimazione delle acque (briglie, consolidamento di sponde, ecc.). (art.9 comma 2 - modificazioni del suolo)

Alcune previsioni del precedente PdF già concessionate, ma ancora da completare/attuare, comportanto un ulteriore aumento del consumo di suolo e dei relativi indicatori (indicatori di trasformazione dell’uso del suolo, antropizzazione, frammentazione, costrizione, ecc.), ciò con riferimento, ad esempio, alla zona di Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Tale situazione costituisce un elemento di criticità anche relativamente al rischio idrogeologico ove “l’evento meteorico del settembre 2002 ha evidenziato che l’impatto urbanistico, l’abbandono dei terreni agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico” (Segnali Ambientali nell’Arcipelago Toscano, 2006).

Per la Pianura di Mola è stata stralciata la localizzazione delle nuove strutture commerciali/direzionali, pari a 13.500 mc, in quanto non compatibili con l'obiettivo di ridurre la trasformazione dell’uso del suolo nel bacino di Mola e per recepire le indicazioni dello studio di incidenza. In particolare le previsioni di precedente PdF di strutture Direzionali e commerciali, pari a 21.800, mc sono state ridotte alle sole previsioni già concessionate pari a 8.300 mc. Sempre nell’ambito del bacino idrografico di Mola le previsioni di parcheggi nell’UTOE Salici sono state ridotte da 10.000 mq (di cui 8.000 mq a servizio dell’approdo) a 5.000 mq (di cui 4.000 mq a servizio dell’approdo).

Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri e della riduzione delle trasformazioni dell'uso del suolo in tali ambiti è risultata non compatibile la previsione di area di parcheggi prevista dal precedente PRG nel tratto di costa ad ovest della spiaggia del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata dall’UTOE Norsi con l’eccezione di un’area di circa 3000 mq nella zona già urbanizzata, in prossimità della strada, come indicata nella carta dell’uso del suolo. L’edificio/guardiania funzionale alla gestione del parcheggio dovrà localizzarsi all’interno dell’area già urbanizzata senza interessare nuove superfici naturali o seminaturali.

Per le previsioni sul Capoluogo (RPA1 e RPA2), in gran parte già concessionate o realizzate, occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore. Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la sostenibilità della previsione è legata al mantenimento del 50% dell'area libera da edificato con il mantenimento dei residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali

209 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.

Per quanto riguarda i PEEP di Lacona e Capoliveri, anch'essi in gran parte concessionati/realizzati o in corso di realizzazione, tali elementi dovranno essere mitigati mediante il mantenimento del 30% delle aree non edificate e conservando gli elementi di uso del suolo attualmente presenti, conservando gli elementi residuali del paesaggio agricolo, quali elementi arborei Isolati o filari di siepi e alberature, mantenenedo la eventuale presenza di terrazzamenti e, nel caso del PEEP di Lacona, realizzando una fascia arborea di schermatura con l'adiacente asse stradale. Tali elementi mitigatori sono da applicarsi anche alla previsione di zona produttiva alla periferia nord del Capoluogo.

In termini di consumo/impermeabilizzazione di suolo un elemento potenzialmente critico è costituito dalla previsioni di PS di 70.292 mq di parcheggi a cui si devono sommare i residui di PdF. Oltre a tale previsione devono essere considerate le trasformazioni insediative potenziali nell’ambito delle aree agricole come normate dalla LR 1/2005, dal regolamento 5R/2007 e dalle norme di PS. Quest’ultime trasformazioni risultano non facilmente quantificabili in termini di volumetrie e di effetti ambientali.

Si ribadisce quindi l’importanza di realizzare parcheggi ad elevato grado di permeabilità e di prevedere, in fase di regolamento urbanistico, norme molto restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito dei Piani di Migliramento Agricolo ambientale.

Relativamente all'asse stradale di collegamento previsto nell'area di Naregno (Unità di Naregno e Unità della Collina): nuovo asse stradale in località Fosso delle Cavallacce, che collega Naregno alla loc. San Francesco), questo interessa un paesaggio agricolo residuale di pianura costiera ed alcuni versanti boscati ove si localizzano sugherete attribuibili all’habitat di interesse regionale e comunitario Boschi a dominanza di Quercus suber. Tali boschi di sughera rientrano anche nelle emergenze naturalistiche del PS (art.13), nella tipologia “Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle Cavallacce)“. La progettazione di tale intervento, che risulta proposto quale soluzione a problemi di sicurezza dell'abitato, dovrà individuare nel dettaglio un percorso compatibile con la conservazione di tali elementi e con la tutela degli ecosistemi forestali.

Obiettivo: tutela delle zone costiere e degli ambienti dunali e marini

210 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

Secondo il PS (art.9 suolo e sottosuolo, comma 3 aree instabili) le coste alte sono elementi di rilevante importanza sia sotto il profilo paesaggistico che morfologico; trattandosi di aree in continua modificazione geodinamica possono essere equiparate ad aree instabili. Per queste aree sono da evitare gli interventi edilizi, gli interventi che implichino trasformazioni morfologiche di qualsiasi tipo sono subordinati a indagini geognostiche approfondite.

Il Piano di utilizzazione degli arenili costituisce un elemento centrale per la realizzazione di attività sostenibile nelle aree costiere: Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorgologica e paesaggistica delle zone costiere. Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree. Per il raggiungimento delle finalità sopra indicate il piano di utilizzazione degli arenili dovrà contenere:

• Individuazione, mappatura e caratterizzazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) con elevati valori naturalistici e paesaggistici e/o condizioni di fragilità ambientale, naturalistica e geomorfologica. • Individuazione delle aree costiere (sia a mare che a terra) da sottoporre a tutela e quelle per le quali è consentita la permanenza, la riqualificazione ed eventuale sviluppo dei servizi e delle attrezzature • Regolamentazione di eventuali servizi nautici pubblici (autobus del mare) per il collegamento di differenti località costiere, che garantisca la tutela delle aree ad elevato valore naturalistico o caratterizzati da specifiche fragilità, aree nelle quali deve essere vietato il raggiungimento sia da terra che da mare. Tale servizio da attivarsi particolarmente nei periodi di maggiore affluenza nell’Isola, potrà stabilre un il collegamento a rete tra le principali località costiere e le maggiori spiagge principali antropizzate, contribuendo a contenere, soprattutto nel periodo estivo, l’afflusso e la circolazione delle auto. Questo altresì non dovrà essere attivato, ai fini della tutela degli ecosistemi ancora naturali, verso le spiagge e coste non facilmente raggiungibili da \terra e quindi poco frequentate dal turismo, in quanto ciò costituisce un elemento fondamentale per ridurre la diffusione del carico turistico in tali aree particolarmente sensibili al “disturbo”. Il disturbo/danno alle componenti faunistiche e agli habitat tipici di tali ambienti risulta infatti mitigato dalla presenza, alternata ai luoghi più frequentati, di aree “protette” dal disturbo. • Regolamentazione dell’atterraggio delle imbarcazioni e dei mezzi da diporto che consenta di evitare o comunque di ridurre l’impatto sugli habitat marini costieri ed in particolare di quelli a maggior interesse conservazionistico (quale ad esempio le praterie a Posidonia oceanica). A tal fine dovranno essere vietati gli ancoraggi nei

211 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

fondali caratterizzati dalla presenza di Posidonia oceanica, realizzando, ad esempio, campi boe nelle aree interessate da questo habitat. • Regolamentazione dell’accesso da terra alle diverse spiagge, individuando le più idonee modalità in funzione delle loro peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e geomorfologiche. Un significativo esempio è fornito dalla spiaggia di Ghiaeto e da quella vicina di Laconella, che, inserendosi in un ambito di elevato interesse naturalistico e paesaggistico con tipici habitat costieri e mosaici di macchie e garighe mediterrane nei versanti circostanti, richiedono il mantenimento di bassi livelli di antropizzazione del territorio e di disturbo estivo. La soluzione ottimale sarebbe quella di non realizzare parcheggi in tale zona ma di creare un sistema di bus navetta dai vicini parcheggi di Lacona. L’eventuale parcheggio dovrebbe essere comunque strutturato su un basso numero di posti auto, con substrato permeabile e comunque non localizzato a breve distanza dalla spiaggia. In questo senso il potenziamento del servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta ed il potenziamento di autobus di linea) permetterebbe in generale il miglioramento della mobilità complessiva nel territorio comunale grazie alla riduzione dell'intenso traffico di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc.. • Regolamentazione dei parcheggi prossimi alle spiagge: qualora previsti dal piano strutturale, o già realizzati, le aree di sosta ed i parcheggi prossimi alle spiagge dovranno soddisfare i seguenti requisiti: - non dovranno essere realizzate area a parcheggio in ambiti costieri caratterizzati da vegetazione mediterranea di versante o in prossimità degli ambiti di costa sabbiosa e rocciosa; - la localizzazione dovrà valorizzare gli spazi attualmente già trasformati o urbanizzati le nuove aree dovranno essere integrate con l’edificato o localizzate in ambiti antropizzati da collegare con bus-navetta ai centri abitati ed alle spiagge; - le aree di parcheggio dovranno risultare ad elevate permeabilità e caratterizzate da arredi a verde in grado di migliorare l’inserimento paesistico di tali strutture e realizzati esclusivamente con specie autoctone locali; - l’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo verso il basso e schermatura verso il mare, scelta adeguata dei punti luce e limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel parcheggio, ecc.) e all’organizzazione della viabilità e del parcheggio. • Regolamentazione per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balneari, incentivando il risparmio idrico ed energetico, la raccolta differenziata, il turismo ecologico, ecc., sul modello del progetto “Bagnini sostenibili” della Provincia di Rimini. Tale regolamento affronterà i temi del consumo idrico, della “pulizia” delle spiagge, della tutela degli ambienti dunali, del recupero dei rifiuti, dell’accessibilità pedonale dei mezzi motorizzati alla spiaggia, della corretta informazione ambientale dei fruitori delle spiagge.

212 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

Il piano dovrà essere predisposto per la sostenibilità ambientale degli stabilimenti balnerari sul modello del progetto Life Ambiente della Provincia di Rimini “Il bagnino ecologico” definendo gli aspetti relativi al consumo idrico, alla “pulizia” delle spiagge, alla tutela degli ambienti dunali, al recupero dei rifiuti, ecc.

(art.12 Spiagge e mare) Particolare attenzione è stata dedicata alla verifica delle destinazioni in ambito di coste sabbiose ed in particolare negli ambienti dunali: le zone caratterizzate dalla presenza di dune per le quali, ai fini della tutela delle strutture dunale, si formulano le seguenti prescrizioni:

• inibire ogni forma di demolizione anche parziale delle dune, ad eccezione per opere idrauliche di rilevante importanza;+ i lavori per le condotte interrate di scarico e di approvvigionamento idrico dovranno comportare il ripristino morfologico ambientale del sistema dunale; • mantenere il cuneo morfo-vegetazionale o, in caso di degrado, il ripristino previa recinzione; • destinare i sedimenti di duna e le aree di sedimento prioritariamente al rimboschimento; • tutelare le formazioni pioniere erbacee ed arbustive a protezione della vegetazione forestale, prevedendo la ricostruzione ove possibile.

Per le spiagge

• disincentivare opere di fondazione per le eventuali segnaletiche; • disincentivare nuovi scarichi di acque nere nel sottosuolo e di materiali eterogenei nell’area dunale; • prevedere l’ampliamento delle strutture balneari esistenti se connesse alla sistemazione dell’intera area di pertinenza e all’esclusione dei veicoli dalle aree dunali; • disincentivare nuove costruzioni e mutamenti di destinazioni d’uso qualora possano compromettere l’equilibrio fisico e paesaggistico dei sistemi litoranei; • disincentivare qualsiasi manomissione dell'ambiente.

(art.15 Il paesaggio, comma 3 - indirizzi per il regolamento urbanistico)

Relativamente alla mitigazione degli accessi alle spiagge Isolate E’ necessario, non solo per Capoliveri ma per l’intero territorio elbano, il potenziamento del trasporto pubblico, con la creazione di linee di bus navetta per l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati (nel periodo estivo), con la conseguente limitazione/chiusura al traffico non residente di tratti di viabilità costiera e interna ai centri urbani

213 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

(art.17 Sistemi infrastrutturali e tecnologici, comma 2 - adeguamento e riorganizzazione funzionale delle reti di comunicazione)

La rilevante mobilità del turismo nell’Isola, che dà luogo a un intenso traffico di autoveicoli su tratti brevi, potrebbe costituire la fattibilità di una “strada del mare” collegante regolarmente i numerosi siti turistici disposti sul perimetro dell’Isola. In questo senso il potenziamento del servizio pubblico per l'accesso alle spiagge (ad esempio con l'utilizzo di bus navetta) permetterebbe il miglioramento della mobilità grazie alla riduzione dell'intenso traffico di autoveicoli che attualmente grava su questi tratti di viabilità, e favorirebbe, al contempo, la riduzione dell'impatto ambientale in termini di miglioramento complessivo della qualità dell'aria, di riduzione dei consumi energetici, ecc..

(art.12 Art. 34 Sistema funzionale del Turismo e Attività Produttive)

Il piano degli arenili dovrà verificare quanto sopra, a livello di regolamento urbanistico, la compatibilità di tali ipotesi con la conservazione dell’integrità del sistema di habitat costieri anche al fine di evitare il disturbo a nuovi siti oggi non interessati da carichi tiristici.

Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri, della riduzione delle trasformazioni dell'uso del suolo e della tutela delle specie di fauna di interesse regionale e comunitario in tali ambiti è risultata non compatibile la previsione di area di parcheggi prevista dal precedente PRG nel tratto di costa ad ovest della spiaggia del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata dall’UTOE Norsi con l’eccezione di un’area di circa 3000 mq nella zona già urbanizzata, in prossimità della strada, come indicata nella carta dell’uso del suolo.

Obiettivo : Riconoscimento e tutela di specie ed habitat e delle emergenze naturalistiche

Lo Statuto è stato integrato con l’elenco degli habitat di interesse comunitario e regionale presenti nel territorio di Capoliveri ed è stata aggiornata la lista delle specie di flora e fauna di interesse conservazionistico. Sono inoltra stati illustrati gli indirizzi per l’uso delle specie di flora autoctone nell’ambito degli interventi di riqualificazione e rinverdimento.

Nell’ambito delle emergenze naturalistiche, diffuse e localizzate, quali invarianti strutturali l’elenco è stato aggiornato e completato individuando:

Emergenze diffuse • I boschi di specie autoctone;

214 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

• La vegetazione delle coste rocciose; • I terrazzamenti sostenuti da muretti a secco. • Praterie secondarie e garighe

Emergenze localizzate • Le dune di Spiaggia Grande a Lacona; • La palude di Mola; • La Costa dei Gabbiani; • Il canyon di Madonna delle Grazie. • Le aree minerarie di dei Sassi Neri, Ginevro e Poggio Polverio • Boschi di sughera del M.te Zuccale e dell'alta Valle di Naregno (Fosso delle Concie e Fosso delle Cavallacce) • Boschi mesofili di leccio e latifoglie dell'alta Valle del Fosso di Straccoligno • Praterie secondarie savanoidi e mosaici di praterie di terofite e garighe del Monte Calamita • Versanti costieri rocciosi di Norsi con garighe a rosmarino e cisto di montpellier • Alta valle del Fosso Stagnolo, ad elevata naturalità, con macchie e boschi. • Formazioni di Posidonia oceanica

(art.13 Emergenze ambientali e paesaggistiche)

Relativamente al tema dei Corridoi ecologici è stata inserita la necessità di realizzare un progetto di rete ecologica del territorio comunale a livello di regolamento urbanistico: Relativamente ai corridoi ecologici in fase di redazione del Regolamento Urbanistico dovrà essere predisposto uno studio specifico, con relativa cartografia, della rete ecologica comunale, secondo le linee guida regionali. Tale realizzazione dovrebbe essere effettuata, più razionalmente, a livello di intero territorio dell’Isola d’Elba.

(art.14 Ecosistemi della flora e della fauna)

Rispetto al presente obiettivo di conservazione sono risultate non compatibili o da mitigare alcune previsioni quali l'area di parcheggio lungo la costa ad ovest di Lido, le previsioni di edilizia direzionale/commerciale a Mola, l'asse stradale di collegamento a Naregno ed altre previsioni come già descritte relativamente all'obiettivo della riduzione del consumo di suolo.

Obiettivo: Mantenimento ambienti agricoli tradizionali

215 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

Si dovranno conservare gli elementi tipici e caratterizzanti del paesaggio agrario, quali: terrazzamenti, siepi, alberi monumentali e secolari, emergenze geologiche di valore paesaggistico, assetti morfologici paesaggisticamente significativi, reticolo idrografico superficiale. I programmi di miglioramento agricolo ambientale dovranno porre attenzione a questi elementi e conservare le forme tipiche.

Mantenimento e ripristino di colture tradizionali (vite e olivo) e di colture ortofrutticole idonee ad una commercializzazione in ambito locale; promozione di produzioni agricole esenti da fattori inquinanti in base a metodi di coltivazione a basso impatto (agricoltura integrata e biologica Reg. CE 2092/91 e successive modifiche ed integrazioni);

L’assetto fondiario deve essere salvaguardato soprattutto dove sono presenti particolari sistemazioni agrarie frutto di lavori di ingegneria agraria di rilevante interesse storico e paesaggistico, quali i terrazzamenti e gradonamenti presenti in molte aree del Comune.

Ogni opera che comporti trasformazioni fondiarie non dovrà portare alla distruzione di testimonianze storiche dell’attività agricola o di elementi di rilevanza naturalistica e ambientale in particolare è vietato: a. eliminare i manufatti aventi valore storico e/o culturale: cippi, colonne, edicole o tabernacoli; b. alterare la morfologia dei crinali e delle formazioni morfologiche aventi rilevanza paesaggistico-ambientale; c. eliminare i terrazzamenti e/o i ciglionamenti che per le loro dimensioni e caratteristiche costruttive rivestano importanza paesaggistico-ambientale e comunque quelli su versanti con pendenza media superiore al 25%.

(art.35 Sistema funzionale rurale, comma 1 - Interventi ammissibili nel territorio agricolo)

Rispetto a tale obiettivo si ribadiscono gli interventi di mitigazione o di stralcio delle previsioni di Piano relativamente alle previsioni commerciali a Mola (stralcio) e di quelle residenziali nel Capoluogo (RPA1 e RPA2), quest'ultime in gran parte già concessionate o realizzate (mitigazioni). Per quest'ultima area occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore. Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la sostenibilità della previsione è legata al mantenimento del 50% dell'area libera da edificato con il mantenimento dei residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto.

Obiettivo: tutela area umida di Mola

216 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

Risulta necessario il superamento della criticità determinata da un eccessivo numero di unità abitative non dotate di fognatura collegata ad impianti di depurazione e da evitare ulteriori sistemi di scarico nel suolo e sottosuolo. Le azioni di trasformazione sono subordinate ad una verifica di dettaglio, a livello di Regolamento Urbanistico, dei rapporti tra area edificata attuale e prevista e qualità delle acque del reticolo idrografico minore e della falda, mediante censimento degli scarichi nei corpi d’acqua e sul suolo, analisi scarichi attuali e previsti, analisi qualità delle acque dei corpi recettori e valutazione degli effetti cumulativi.

(art.17 Sistemi infrastrutturali e tecnologici, punto 3 Requisiti delle infrastrutture tecnologiche)

Nel’ambito della Pianura di Mola l’ipotesi di Statuto di PS prevedeva la conferma delle previgenti previsioni per le zone produttive e commerciali connesse alla valorizzazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; della previsione di piano previgente per una media struttura commerciale, della superficie di vendita non superiore a mq. 400 e della struttura ricreativa e commerciale. Le previsioni di cui sopra, relativamente alla struttura commerciale agricola e alla media struttura commerciale, risultano però essere in contrasto con gli obiettivi di non aumentare la trasformazione dell’uso del suolo nel piccolo bacino idrografico di Mola, come indicato nel PS. Costituisce inoltre un intervento che va ad aggravare l’elemento di criticità “Crescente Isolamento del sito nell’ambito di un contesto di crescente urbanizzazione” indicato nelle Norme tecniche di cui alla Del.C.R. 644/2004. Tali previsioni, pari a 21.800 mc sono state in parte stralciate riducendo gli interventi alla porzione già concessionata pari a 8.300 mc. Sempre nell’ambito del bacino idrografico di Mola le previsioni di parcheggi nell’UTOE Salici sono state ridotte da 10.000 mq (di cui 8.000 mq a servizio dell’approdo) a 5.000 mq (di cui 4.000 mq a servizio dell’approdo).

Obiettivo: realizzazione porto turistico di Mola con maggiori livelli di sostenibilità

Il Piano dei porti indica per Cala di Mola un approdo turistico con capacità ricettiva di 200 posti barca, “da realizzare sul lato sud della cala, a ridosso del cantiere navale, tramite il posizionamento di pontili galleggianti”. Il Piano conferma il cantiere nautico presente, la base cantieristica della “American’s cup” e la realizzazione dell’approdo turistico così come previsto dal PREPAT e la riqualificazione del cantiere nautico a servizio della nautica. Funzionale alla realizzazione del “Porto di Capoliveri” è prevista la riqualificazione e ricostruzione/adeguamento della diga foranea esistente presso il cantiere nautico e la realizzazione di parcheggi per 4.000 mq. Si prevedono inoltre interventi di recupero, trasformazione, ampliamento delle strutture esistenti finalizzati alla valorizzazione e

217 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

alla realizzazione di tessuti edilizi con la funzione prevalente, in un’interazione fra attività, commerciali, di servizio alla nautica e servizi pubblici e privati.

Nell’ambito dello Statuto, il progetto di approdo turistico di Mola, è stato condizionato con l’inserimento degli elementi di mitigazioni individuati nella fase di studio di incidenza ed inseriti nel PS stesso. In particolare:

• progettare un approdo turistico basato su criteri di alta compatibilità ambientale e con bassi livelli di servizi. In particolare progettazione della illuminazione secondo le indicazione della legge regionale toscana sull’inquinamento luminoso …, evitare la realizzazione di punti di rifornimento carburante, efficiente sistema di raccolta di rifiuti assimilabili agli urbani per singole frazioni (indifferenziato, vetro, plastica, carta), regolamentazione e controllo degli scarichi delle imbarcazioni ormeggiate (divieto di scarico a mare, da realizzarsi qualora possibile mediante sigillo degli scarichi a mare (lavandini, WC, sentina), posizionamento dei pontili galleggianti in modo da evitare il danneggiamento delle praterie di posidonia, ad esempio mediante adozione, qualora realizzabile, di sistemi di ancoraggio diversi dai corpi morti. L’approdo dovrebbe qualificarsi come di tipo “ecologico” ad alta compatibilità ambientale, in grado anche di attrarre un turismo nautico “sensibile”; • dotare l’approdo di un efficace sistema informativo rivolto ai diportisti (realizzato mediante pannelli illustrativi, volantini, cartine, ecc.), con indicata la localizzazione dei recipienti per la raccolta differenziata dei rifiuti (carta, vetro, plastica, ecc.) e dei rifiuti pericolosi (oli esausti, batterie, razzi scaduti, ecc..), le azioni da intraprendere per prevenire l’inquinamento delle acque, azioni volte a contribuire al risparmio di risorse naturali (evitando ad esempio inutili sprechi di acqua e di energia elettrica), ecc.; • la realizzazione del nuovo approdo dovrà comportare la contemporanea cessazione delle attività di ormeggio non organizzato e gli ancoraggi liberi nel Golfo di Mola, causa di potenziali alterazioni delle praterie di posidonia (per aratura del fondo ad opera dell’ancora e per erosione del fondo ad opera del trascinamento del calumo); • limitare al massimo la realizzazione di nuove strutture di servizo alla nautica in corrispondenza dell’approdo turistico e funzionali ad esso; • mettere in atto un piano di monitoraggio sulla distribuzione e stato di conservazione delle cenosi a Posidonia oceanica nel Golfo di Mola e dei diversi habitat igrofili di acqua dolce o salmastra nell’ambito dell’area umida di Mola; • verifica degli effetti dell’allungamento della diga foranea sugli equilibri della dinamica costiera e sulla conservazione delle praterie di posidonia e valutazione dei livelli e dell’impatto degli scarichi a mare attuali del cantiere nautico esistente attualmente sprovvisto di impianto di depurazione; • gli interventi non dovranno situarsi in aree interne o a diretto contatto con la zona umida di Mola (SIR); per l’eventuale parcheggio la progettazione dovrà prevedere superfici ad alta permeabilità; • qualora la localizzazione e il dimensionamento di parcheggio e viabilità fossero tali da mettere a rischio la locale popolazione di Bufo viridis dovrà essere realizzata un’indagine speditiva preliminare su questa specie ed in particolare sulle aree interessate dagli

218 Scelta delle alternative individuate e mitigazioni

spostamenti dalle zone riproduttive a quelle di alimentazione e viceversa; in ogni caso dovranno essere adottate le opportune misure di mitigazione per garantire la tutela di Bufo viridis (tempistica adeguata della fase di cantiere, realizzazione di barriere e di eventuali sottopassi stradali, ecc.); • L’inquinamento luminoso dovrà essere quanto più possibile contenuto, mediante una serie di adeguate scelte tecniche relative agli impianti (illuminazione solo verso il basso e schermatura verso il mare e la zona umida, scelta adeguata dei punti luce e limitazione dell’intensità luminosa, utilizzazione di lampade ai vapori di sodio a bassa pressione, utilizzazione di dispositivi per l’accensione solo al passaggio di persone o automezzi nel parcheggio, ecc. e all’organizzazione della viabilità e del parcheggio (realizzazione di schermature verso il mare e la zona umida, progettazione della viabilità interna ed esterna al parcheggio in modo da impedire l’illuminazione della zona umida da parte delle autovetture in transito).

Anche in assenza di informazioni di dettaglio relative alla realizzazione dell’approdo si può considerare certa la necessità di minime dotazioni e servizi in prossimità dell’approdo stesso, oltre all’impianto di illuminazione (per l’approdo e per i servizi). Tutte le opere verranno realizzate esternamente al SIR ma in ogni caso nelle sue immediate vicinanze. E’ questo il caso dell’area di parcheggio di servizio all’approdo di Mola non ancora esattamente localizzata. Per il nuovo approdo nello Statuto viene indicata la necessità della sua massima compatibilità ambientale, anche con riferimento al SIR in oggetto. L’approdo dovrebbe sostituire la diffusa presenza di ormeggi non organizzati e di ancoraggi liberi in uno specchio d’acqua caratterizzato da fondali con Posidonia oceanica.

219 Monitoraggio

7. MONITORAGGIO

Al fine di controllare gli effetti ambientali dell'attuazione delle azioni previste dal PS ed individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune misure correttive, l’Amministrazione Comunale procederà al monitoraggio periodico degli effetti utilizzando gli indicatori ambientali utilizzati per la valutazione del PS rispetto agli obiettivi di sostenibilità.

220 Sintesi non tecnica

8. SINTESI NON TECNICA

Questo capitolo contiene una sintesi non tecnica delle informazioni di cui ai diversi argomenti trattati nel rapporto ambientale.

Popolazione, mobilità e salute umana

Il principale elemento di criticità sulla salute umana è riconducibile all’intenso traffico veicolare presente in estate, direttamente correlato all’affluenza turistica che si riversa nell’Isola. Questo elemento, insieme al generale e progressivo aumento dei consumi energetici procapite, fanno presupporre un progressivo peggioramento nel tempo della qualità dell’aria sia in termini di sostanze inquinanti che di inquinamento acustico e di conseguenza sulla salute umana.

L’assenza, a livello di Isola d’Elba, di una politica indirizzata alla limitazione del traffico veicolare nell’Isola, ad esempio limitando il traghettamento di autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola, concorre nel rafforzare questa tendenza.

Nella stessa direzione può essere interpretato l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”), anche se non prevede in molti casi un aumento di unità abitative, comporta un consistente aumento dei posti letto e quindi di presenze turistiche, che ad oggi, arrivano e si muovono prevalentemente in auto.

In relazione a tali problematiche e agli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati dal PRAA le previsioni contenute nel Piano Strutturale di Capoliveri procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati, andando contrastare l’attuale tendenza al progressivo peggioramento nel tempo della qualità dell’aria (incluso inquinamento acustico ed elettromagnetico) . Infatti, da un lato l’adeguamento e riorganizzazione della rete di comunicazione e le azioni di trasformazione previste dal PS in differenti UTOE consentono di razionalizzare il traffico e la sosta, con conseguente riduzione dell’inquinamento dell’aria; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica, consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4).

E’ necessario tuttavia ribadire come per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati si renda necessaria l’attuazione di una politica

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indirizzata alla limitazione del traffico veicolare privato nell’Isola a vantaggio di forme di trasporto pubblico collettivo (limitando il traghettamento di autovetture dal continente all’Isola nel periodo estivo e potenziando il servizio pubblico per gli spostamenti nell’Isola con la creazione ad esempio di linee di bus navetta per l'accesso alle principali spiagge e ai centri abitati ), indirizzo che non può essere perseguito dai singoli comuni ma deve trovare espressione a livello di più ampio comprensorio elbano.

Suolo

In termini di consumo e di impermeabilizzazione del suolo il territorio comunale di Capoliveri negli ultimi decenni ha subito intense trasformazioni, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa ed ai processi di abbandono di ex aree agricole. Tale fenomeno ha raggiunto in molte aree valori elevati di urbanizzazione, grado di artificialità e frammentazione. La trasformazione di paesaggi agricoli, anche terrazzati, in sistemi residenziali diffusi ha causato anche effetti indiretti quali la perdita delle attività manutentive delle sistemazioni agrarie, con ricadute negative in termini di rischio idrogeologico e di tutela della biodiversità. L’edificato sparso a bassa densità costituisce l’elemento di urbanizzazione più diffuso nel territorio comunale con particolare riferimento all’ambito occidentale ed orientale del sistema di Capoliveri ed al sistema di Lacona. Al fenomeno dell’edilizia residenziale diffusa si associa inoltre lo sviluppo delle reti stradali con elevati livelli dell’indice di frammentazione da opere stradali (con un massimo di 6,9 km/kmq per l’Unità di Naregno). Nei tre sistemi sopra citati le dinamiche insediative hanno interessato porzioni di territorio sempre più vaste nello “spazio aperto” (non occupato dall’urbanizzazione) secondo un modello discontinuo, a bassa intensità (modello “sprawl” o a insediamento diffuso), con elevata frammentazione ed erosione dell’uso del suolo. Principali impatti di tale modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione territoriale sono la destrutturazione del tessuto insediativo (che risulta discontinuo e scarsamente integrato), la frammentazione e l’Isolamento degli ambiti naturali e paesistici. A causa degli effetti incontrollati, in termini di qualità ambientale, su vaste porzioni di territorio, questo modello di sviluppo insediativo viene spesso identificato come uno dei principali fattori di insostenibilità ambientale (APAT, INU, 2003). Nel nuovo Piano Strutturale risulta presente una inversione di tendenza rispetto alle trasformazioni del suolo. Oltre ai contenuti dello Statuto, che indica una strategia coerente con gli obiettivi di sostenibilità della componente, le analisi del Rapporto ambientale, ed i contenuti dello Studio di incidenza, hanno portato ad integrare i contenuti dello Statuto e a mitigare e ridiscutere/eliminare alcune previsioni non attuate e/o non concessionate. Ad esempio relativamente alle previsioni di nuove

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strutture commerciali nella pianura di Mola, ove il rispetto degli obiettivi di non aumentare l'impermeabilizzazione del bacino idrografico di Mola, di tutela dal rischio idraulico e di mantenimento del paesaggio agricolo di pianura, ha portato alla drastica riduzione delle previsioni. La situazione relativa all’uso del suolo nel territorio comunale costituisce un potenziale elemento critico rispetto al rischio idrogeologico, ove “l’evento meteorico del settembre 2002 ha evidenziato come l’impatto urbanistico e l’abbandono dei terreni agricoli e la scarsa manutenzione dei corsi d’acqua hanno reso precario l’assetto idrogeologico dell’Isola d’Elba” (Comunità Montana Arcipelago Toscano, 2006). Nel contesto dell’obiettivi di riduzione del rischio idrogeologico il trend risulta in miglioramento per l’attuazione delle misure cautelari a seguito degli eventi calamitosi avvenuti nell’Isola d’Elba negli ultimi anni e come attuazione del PAI. Permangono nell’area del Monte Calamità situazione di forte dissesto geomorfologico aggravate anche dai frequenti incendi estivi. Con l’eccezione della spiaggia di Naregno le coste sabbiose di Capoliveri, anche se hanno subito negli ultimi decenni forti fenomeni di erosione, risultano stabili o in leggero avanzamento; un elemento positivo in considerazione del valore ambientale ed economico di tali ambiti.

Energia

Sia sotto il profilo dei consumi energetici, che sotto il profilo dell’utilizzo di energie rinnovabili, il territorio comunale e più in generale l’intero comprensorio elbano, la situazione attuale si presenta in generale negativa.

L’andamento dei consumi energetici, in generale crescita in tutto il territorio elbano, nonché regionale e nazionale, si traduce in un progressivo peggioramento nel tempo di questa criticità. Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte esistente ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).

La recente crescita, seppur limitata, della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili (in particolare riferita ai pannelli solari termici) nel territorio comunale, si traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo di questo indicatore.

I principali determinanti che comportano le pressioni sul sistema energia sono costituita dalla popolazione, dai servizi e attività commerciali e dalla mobilità.

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Il consumo di energia elettrica è concentrato nel settore terziario (circa 51%) e nel domestico (circa 39%), situazione direttamente riconducibile al peso che assume l’attività turistica in questo territorio.

A livello di intera Isola d’Elba si può poi rilevare come nel settore domestico i consumi elettrici procapite risultano al di sopra della media nazionale e provinciale.

L’aspetto dei consumi energetici legati ai servizi ed alle attività commerciali è strettamente legato alla stagionalità tipica delle economie basate sul turismo; gli elementi che incidono in maniera rilevante sui consumi nel territorio sono costituiti da: strutture ricettive (alberghi, pensioni, residence, camping), strutture commerciali e servizi vari.

Le previsioni contenute nel Piano Strutturale di Capoliveri procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati, andando contrastare l’attuale tendenza degli al mantenimento di un pessimo stato attuale (in particolare in relazione alla razionalizzazione e riduzione dei consumi) se non addirittura al progressivo peggioramento .

Infatti, da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla riduzione e la razionalizzazione dei consumi energetici, all’uso di fonti rinnovabili e all’integrazione di fonti rinnovabili con attività produttive, economiche ed urbane; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4) , con un contenuto aumento dei consumi energetici.

Al fine di garantire il reale raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale individuati per la componente energia, appare evidente l’inderogabilità di concrete azioni volte da un lato alla riduzione e razionalizzazione dei consumi energetici , quali misure volte all’aumento rendimento energetico in edilizia (vedi anche quanto previsto dalla L.R. 39/2005), accorgimenti per la riduzione dei consumi più in generale (utilizzo di lampade a basso consumo, scelta di elettrodomestici di classi a basso consumo, erogatori d’acqua a basso flusso, spegnimento automatico delle luci esterne, scarico dei wc a doppia erogazione, ecc., ), dall’altro all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (impianti solari termici, fotovoltaico, minieolico, ecc.). Il regolamento urbanistico dovrà pertanto regolamentare rigorosamente questa tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.

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Rifiuti

Sia sotto il profilo della riduzione della produzione di rifiuti, che rispetto all’aumento della raccolta differenziata e il riciclo, obiettivi di sostenibilità ambientale individuati dal PRAA, la situazione attuale si presenta negativa.

La produzione di rifiuti, sia a livello comunale che di Isola d’Elba documenta, seppur con andamento altalenante, un generale aumento nel tempo della produzione di rifiuti.

Il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare inoltre i necessari requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza della raccolta differenziata.

La crescita dell’efficienza della raccolta differenziata di questi ultimi anni si traduce nella tendenza ad un progressivo miglioramento nel tempo della situazione attuale; tale miglioramento, seppur importante come tendenza in atto, rimane ancora insufficiente a soddisfare gli obiettivi di sostenibilità perseguiti sia a livello regionale che statale e comunitario. Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero (vedi Statuto del PS: dimensionamento previsto nelle diverse UTOE: “Esistente (realizzato e/o convenzionato) – In corso di attuazione”).

L’Amministrazione di Capoliveri e le altre amministrazioni dell’Elba si stanno attivando per migliorare le modalità di preselezione differenziata.

Le previsioni contenute nel Piano Strutturale procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, andando contrastare l’attuale tendenza al generale mantenimento di un pessimo stato attuale, in particolare in relazione alla riduzione della produzione di rifiuti . Infatti:

da un lato gli obiettivi del PS, le misure da intraprendere per il territorio e gli indirizzi per la redazione del RU costituiscono termini di riferimento volti alla riduzione e riciclaggio dei rifiuti; dall’altro, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero) consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4), con un contenuto aumento in termini di produzione di rifiuti.

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L’obiettivo a livello comunale è quello di smaltire i rifiuti sia urbani che speciali in modo da salvaguardare il territorio e di risanarne le parti compromesse, alla luce di quanto previsto dal D. Lgs. 22 del 5/2/97 (Ripristino ambientale dei siti inquinati) e dalla L.R. 25/98 (Gestione dei rifiuti).

Gli indirizzi atti a perseguire gli obiettivi di riduzione e riciclaggio rifiuti da sviluppare all’interno del R.U. sono i seguenti:

incentivare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani e il loro recupero nei cicli produttivi; introdurre soluzioni di arredo urbano che favoriscano isole ecologiche ambientalmente e architettonicamente accettabili per la gestione della raccolta differenziata dei R.S.U.; impedire la diffusione delle piccole discariche abusive nelle campagne attraverso interventi di controllo e iniziative incentivanti la raccolta dei rifiuti ingombranti; risanamento delle discariche incontrollate e abusive e razionalizzazione delle attività di rottamazione con il trasferimento forzoso nelle aree autorizzate. (rif. §” Indirizzi per il Regolamento Urbanistico” inseriti in ciascuna UTOE).

Analogamente a quanto indicato nel capitolo “energia”, l’incremento in termini di nuova edificazione prevista dal PS, sia come residuo del precedente P.di F. che come nuove previsioni di piano, è traducibile, in prima approssimazione, in un aumento in termini di produzione di rifiuti. Seppur le nuove previsioni di piano prevedano un contenuto aumento di nuova edificazione rispetto a quanto già previsto dal precedente P.di F, e rivolto in buona parte ad una riqualificazione degli insediamenti (vedi trasformazione da strutture extra alberghiere in alberghiere, ampliamenti di edifici esistenti senza incremento di unità abitative), tale previsione comporterà un aumento di produzione di rifiuti e quindi un effetto negativo sulla risorsa stessa.

Allo stato attuale il sistema di gestione dei rifiuti dell’Isola non sembra soddisfare i necessari requisiti, ne come capacità di trattamento e smaltimento, ne come efficienza della raccolta differenziata. Con tali premesse qualsiasi aumento di produzione di rifiuti risulta avere effetti ambientali negativi; per tale motivo risulta essenziale disciplinare rigorosamente, attraverso il regolamento urbanistico, questa tematica e far si che le strategie individuate dal PS trovino concretezza sul territorio comunale.

Biodiversità, vegetazione, flora e fauna

L’Arcipelago Toscano, in base ai risultati del Progetto RENATO (Sposimo e Castelli, 2005), costituisce una delle aree a maggiore concentrazione di elementi di valore naturalistico a scala regionale. Tale ricchezza di specie, riscontrabile nelle numerosissime segnalazioni relative all'area, è il risultato dell'elevata concentrazione

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di elementi di attenzione, presenti in un'area biogeografica ad elevata diversità ambientale, che racchiude sia elementi peninsulari sia elementi endemici sardo-corsi. Per la tutela dei valori naturalistici del territorio elbano “occorre evitare un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali. È inoltre opportuno individuare, in base alla distribuzione degli elementi più sensibili, le aree costiere dove regolamentare le attività balneari e nautiche. Appare fondamentale garantire il mantenimento di mosaici ambientali dove siano sufficientemente rappresentati i diversi stadi delle successioni vegetazionali (Progetto RENATO, Sposimo e Castelli, 2005). Nell’ambito dell’obiettivo della tutela della biodiversità il tema delle aree protette vede una condizione positiva dello stato attuale e del trend, con un elevata parte del territorio comunale interessato dal Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Le proposte di piano del parco, recentemente adottato, danno indicazioni positive anche in termini di trend, relativamente allo sviluppo di aree contigue e di ampliamenti a mare anche nel territorio di Capoliveri. Il trend conferma uno stato attuale molto positivo anche relativamente alla presenza di Siti della Rete Natura 2000 e della Rete Ecologica Regionale. Gli indicatori di stato relativamente alla presenza di specie di flora e fauna e di habitat rari, endemici, protetti o di interesse conservazionistico indicano dati positivi, con una estrema ricchezza di elementi di attenzione. Alcuni indicatori più particolari quali il numero di coppie di gabbiano reale e la presenza di specie esotiche di flora indicano condizioni di sofferenza per gli habitat interessati da tali presenze (in particolare ambienti costieri). Critica risulta l’analisi dello stato attuale relativa alla trasformazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento allo sviluppo dell’edilizia residenziale diffusa a bassa e media densità, con elavati valori di costrizione, frammentazione, artificialità in molte aree del territorio comunale. Il trend in assenza di PS conferma questa condizione critica, così come critica risulta la conservazione degli ambienti dunali e delle aree umide con forti pressioni antropiche all’esterno e all’interno di tali biotopi e con un forte carico turistico estivo. Oltre alle conseguenze negative della frammentazione del paesaggio vegetale risultano particolarmente significative le alterazioni legate a luoghi di elevato valore naturalistico, come l’ambiente dunale di Lacona, con una sua elevata artificializzazione, alterazione di habitat dunali, elevato disturbo, diffusione di specie esotiche ad opera del verde privato, alterazione di aree umide retrodunali, ecc. Altra località significativa è la Palude di Mola, ambiente umido relittuale in non ottimale stato di conservazione, inserito in un contesto ad elevata artificializzazione, con una forte problematica legata alla qualità e quantità degli apporti idrici di acqua dolce, con reflui non correttamente depurati provenienti dal depuratore di Capoliveri. Nel nuovo Piano Strutturale risulta presente una inversione di tendenza rispetto alle previsioni di trasformazioni urbanistiche del suolo. Oltre ai contenuti dello Statuto, che indica una strategia coerente con gli obiettivi di sostenibilità della componente, le

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analisi del Rapporto ambientale ed i contenuti dello Studio di incidenza hanno portato ad integrare i contenuti dello Statuto e a mitigare e ridiscutere/eliminare alcune previsioni non attuate e/o non concessionate (ad esempio relativamente alle previsioni di nuove strutture commerciali nella pianura di Mola, ove il rispetto degli obiettivi di non aumentare le aree impermebili nel bacino dell’area umida di Mola, di tutela dal rischio idraulico e di mantenimento del paesaggio agricolo di pianura, ha portato alla drastica riduzione delle previsioni). Nell’ambito dello statuto sono contenuti significativi elementi di tutela diretta e indiretta della biodiversità e degli elementi di interesse naturalistico del territorio di Capoliveri, con particolare riferimento alla conservazione degli habitat ripariali e delle zone umide (artt.8; 14), degli ambienti costieri (artt. 9; 12; 34) , alle emergenze naturalistiche (artt. 13; 14), al controllo delle specie esotiche (artt. 13; 14).

Acque interne

Le maggiori criticità attuali inerenti la qualità, l'uso e la disponibilità della risorsa acqua sono connesse alla carenza di approvvigionamento idrico durante i mesi estivi, all'eccessiva pressione sulle falde, sia locali che non (acquifero della Val di Cornia in particolare) e al bilancio depurativo negativo durante i mesi di maggiore presenza turistica.

In relazione a tali problematiche e all'obiettivo generale del PRAA di "Tutelare la qualità delle acque interne e costiere e promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica", il Piano Strutturale di Capoliveri si pone positivamente laddove:

• definisce il Sistema delle acque quale Invariante Strutturale • definisce una serie di norme di tutela delle acque, finalizzate alla protezione delle risorse idriche ed anche alla salvaguardia della funzione paesaggistica ed ecologica dei corsi d'acqua • pone limitazioni al prelievo e indirizzi specifici per le aree individuate con condizioni di stress idrogeologico della falda • promuove norme di risparmio idrico e di riuso delle acque piovane e reflue • pone, tra le condizioni per la trasformabilità delle singole UTOE, per quanto riguarda i reflui: la predisposizione della rete fognaria per i nuovi insediamenti, l'allacciamento o l'adeguamento dei sistemi di trattamento dei reflui per l'edificato esistente; per quanto concerne l'approvvigionamento idrico: la realizzazione della rete di distribuzione dell'acquedotto, il superamento della attuale criticità inerente la carenza di approvvigionamento, la compatibilità delle trasformazioni con il bilancio idrico in relazione al Piano d’Ambito ATO 5 • pone tra le condizioni generali per la trasformabilità, che siano soddisfatte le necessità derivanti dal nuovo carico urbanistico relativamente all'approvvigionamento idropotabile (attraverso l’adeguamento e il

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potenziamento delle strutture esistenti dell’acquedotto, e il riuso di acque piovane per gli usi secondari non potabili) e alla raccolta e trattamento dei reflui (mediante l'adeguamento della rete fognaria e dei depuratori comunali) • indica tra le iniziative strategiche da sviluppare maggiormente in fase di regolamento urbanistico: il controllo e la razionalizzazione dei prelievi idrici per uso potabile, agricolo e industriale; la verifica dello stato d’efficienza della rete acquedottistica, della rete fognaria e degli impianti di depurazione esistenti; il soddisfacimento della necessità complessiva di depurazione comunale; il censimento e la messa a norma degli scarichi attualmente non afferenti in pubblica fognatura; il miglioramento delle capacità autodepurative del reticolo idrografico superficiale; l'incentivazione dell'agricoltura biologica e di tecniche agricole a basso carico inquinante; la tutela delle risorse idriche destinate al consumo umano; il monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterranee; l'incentivazione alla realizzazione di impianti di accumulo e riutilizzo delle acque piovane

In particolare tutto ciò incide favorevolmente sui seguenti obiettivi specifici:

• Elevare il livello di qualità delle acque superficiali

• Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee

• Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici

• Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine antropica sulla risorsa idrica

• Elevare l’estensione del servizio idrico integrato

• Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle acque reflue

• Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche

• Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di nuova risorsa

E' da sottolineare come molti degli effetti attesi dall'attuazione del piano Strutturale, si riflettono in maniera solo indiretta sugli obiettivi sopraindicati, i quali sono più strettamente dipendenti da scelte pianificatorie di livello sovracomunale e da accordi di programma, in parte già stipulati e in corso di attuazione (cfr. in 3.1.6 Motivazioni della tendenza).

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Le previsioni del Piano rappresentano invece fattori di pressione diretta (aumento del consumo di acqua e carico inquinante totale), laddove consentono un aumento di recettività e di unità abitative e nuove previsioni relative ai comparti industriale artigianale, commerciale e direzionale e dei servizi. Tuttavia tali previsioni risultano contenute (cfr. dimensionamenti art. 53 dello Statuto) e rappresentano una inversione di tendenza rispetto agli orientamenti del previgente strumento urbanistico (Piano di Fabbricazione attuato o già concessionato in corso di attuazione). Tali effetti possono essere bilanciati, ai fini dell'obiettivo specifico di Riduzione dei consumi idrici, dai moplteplici indirizzi di risparmio e riuso della risorsa acqua, richiamati nel Piano. Risulta però essenziale che le strategie e gli indirizzi del PS trovino concretezza sul territorio comunale e che pertanto tale tematica venga rigorosamente disciplinata nel regolamento urbanistico.

Per quanto concerne gli obiettivi specifici:

• Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso idropotabile

• Verificare la funzionalità degli impianti

• Regolare il Bilancio Idrico non si ravvisano elementi in grado di far supporre effetti significativi del Piano Strutturale; si tratta infatti di fattori dipendenti da scelte pianificatorie e azioni concertate a livello di intera Isola d'Elba e/o di gestione integrata dell' intero ATO 5.

Acque marine

Sia sotto il profilo della qualità delle acque che dello stato dell’ecosistema marino la situazione si presenta positiva.

Le principali pressioni che determinano un impatto negativo sull’ambiente marino sono riconducibili all’inquinamento delle acque correlato all’immissione di acque reflue (vedi capitolo acque interne); all’afflusso di natanti e imbarcazioni che frequentano le acque costiere prospicienti le principali spiagge: transito, ancoraggi, scarichi a mare, inquinamento da sostanze pericolose (carburante, olii, detergenti); all’afflusso turistico che si riversa nelle spiagge .

In questo contesto, l’assenza di una regolamentazione dell’ormeggio e delle attività connesse agli stabilimenti balneari finalizzata alla salvaguardia dell’ecosistema marino (Posidonia oceanica in particolare) e ad una gestione ecocompatibile di queste attività, costituisce un elemento negativo la cui tendenza si presume possa ulteriormente peggiorare sia in relazione alla crescita del carico turistico che si riversa nella costa, inclusa la nautica da diporto.

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Se da un lato si assiste ad una crescita di queste pressioni che insistono negativamente sul sistema acque marine, direttamente collegata alla crescita del carico turistico che si riversa nella costa ( inclusa la nautica da diporto), dall’altro c’è una progressiva riorganizzazione e riqualificazione del sistema di gestione delle acque di scarico con conseguente miglioramento della loro qualità prima dell’immissione in mare (vedi capitolo acque interne). La presenza del Parco dell’Arcipelago Toscano e la regolamentazione che ad esso si accompagna (vedi piano di gestione recentemente adottato) costituisce un ulteriore elemento positivo volto alla salvaguardia dell’ecosistema marino.

Contribuisce a questo peggioramento anche l’indirizzo fin’ora perseguito a livello comunale, con consistenti previsioni di nuova edificazione e ristrutturazioni - in parte già attuate ed in parte da realizzare ma già convenzionate - contenute nell’attuale Piano di Fabbricazione, in particolare in termini di residenziale e turistico alberghiero .

Le previsioni contenute nel Piano Strutturale procedono nella direzione degli obiettivi di sostenibilità individuati, nella direzione del mantenimento del buono stato attuale della risorsa e in taluni casi al suo miglioramento .

In considerazione dell’elevato valore naturalistico degli ambienti costieri e marini che caratterizzano buona parte del territorio comunale e al fine di consentire un’organica e sostenibile gestione del sistema terra-mare, il PS subordina la realizzazione degli interventi correlati alla loro fruizione al rispetto delle indicazioni fornite da uno specifico piano, denominato “piano di utilizzazione degli arenili” (vedi contenuti del piano ).

Tale piano, da redigersi nell’ambito del Regolamento Urbanistico, dovrà contenere la definizione delle modalità operative (limitazioni e modalità di accesso, modalità di utilizzo, ecc.) attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto delle caratteristiche ambientali e naturalistiche delle diverse aree interessate, delle locali condizioni di fragilità e vulnerabilità e dell’integrità geomorfologica e paesaggistica delle zone costiere.

Tale piano dovrà contenere uno studio mirato alla caratterizzazione ambientale, paesaggistica e naturalistica delle aree costiere e marine presenti nel territorio comunale finalizzato alla individuazione di condizioni di fragilità, vulnerabilità e trasformabilità/utilizzo delle aree.

Più in generale, sempre in materia di mare, si inserisce la proposta della creazione di un parco marino inserita nel PS (rif. art.34 dello Statuto: “Sistema funzionale del Turismo e Attività Produttive”). Fa parte di questo obiettivo la proposta di un parco marino a integrazione del parco a terra, al fine di consentire un’organica gestione del sistema terra-mare, significativamente interessato dagli impatti delle attività correlate alla elevata presenza turistica, sia in termini di turismo balneare, che di turismo legato alla nautica da diporto. E’ pertanto demandata ad una specifica pianificazione, da concretizzarsi contestualmente al Regolamento Urbanistico, ad esempio nel piano di

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utilizzazione degli arenili, la definizione delle modalità operative attraverso le quali tale gestione possa essere al meglio realizzata nel rispetto di caratteristiche ambientali e naturalistiche proprie delle diverse aree interessate, nonché alla presenza di condizioni di fragilità. …Gli ambiti interessati dal parco marino e i contenuti della proposta sono descritti dettagliatamente nei rispettivi sistemi e sub- sistemi territoriali, di cui al Titolo III e IV. “

Analogamente a quanto indicato per le altre componenti e risorse ambientali, il contenuto aumento edificatorio e della ricettività turistica (previsto un aumento di 373 posti letto nel turistico alberghiero), consente una reale inversione di tendenza rispetto agli indirizzi dell’attuale PdF (si confrontino i dati contenuti nella tabella col dimensionamento previsto, riportata nel capitolo 4.4). Seppur contenuto, l’aumento in termini presenze, produzione di reflui, ecc. che accompagna tale previsione costituisce un elemento di pressione su questa risorsa; al fine di contrastare tali pressioni – seppur di contenuta entità - si rende necessario sia il rigoroso recepimento delle indicazioni fornite dal PS in sede di regolamento urbanistico, sia una sistematica attività di monitoraggio degli effetti del piano.

Paesaggio

La valutazione dello stato attuale della componente risulta strettamente collegata a quanto già indicato nelle motivazioni dello stato/tendenza della componente “suolo” con particolare riferimento all’evoluzione dell’uso del suolo e alle sue trasformazioni. Negli ultimi decenni all’abbandono delle attività agricole tradizionali e delle attività manutentive ad esse legate (ad esempio i terrazzamenti) si è associata la realizzazione di un edificato residenziale a bassa densità, legato prevalentemente allo sviluppo del settore turistico, che ha fortemente condizionato il paesaggio di vaste porzioni di territorio di Capoliveri. Tale processo ha portato ad un elevato grado di urbanizzazione, frammentazione, costrizione e artificializzazione in diverse aree del territorio di Capoliveri, con la perdita dei caratteri più peculiari del paesaggio ed in particolare di quello agricolo. La perdita di superfici agricole, la loro frammentazione, la riduzione della loro diversità costituiscono forti detrattori del paesaggio agricolo. La situazione attuale mostra una buona conservazione dei paesaggi naturali e seminaturali, situati nelle aree meno disturbate (ad esempio Fonza, Stella, Monte Calamita), e paesaggi seminaturali ed antropici che hanno perso gran parte dei loro caratteri peculiari, in particolare di tipo agricolo. Il trend in assenza di PS mostra una permanenza di tale situazione di criticità, nonostante tutto il territorio comunale sia sottoposto a vincolo paesaggistico. Considerazioni positive derivano dall’analisi del paesaggio della fascia costiera che risulta in gran parte ancora integra. La perdita dei caratteri tipici del paesaggio agricolo costituisce un elemento negativo anche in

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termini di tutela della biodiversità, ove numerose specie, soprattutto di fauna, sono legate agli agroecosistemi tradizionali. Il generale il piano strutturale propone, come strategia generale, il consolidamento dell’insieme di paesaggi attualmente percepibili nel territorio di Capoliveri mediante obiettivi di protezione, di governo dei processi di evoluzione che non ne alterino le strutture, di ripristino e recupero delle loro parti manomesse o degradate, di estensione dei valori paesaggistici nelle aree di abbandono o di usi impropri. (art.29). Tale obbiettivo risulta perseguito mediante una riduzione del trend di sviluppo dell’edificato residenziale e non, invertendo la tendenza dei precedenti strumenti urbanistici. Tale inversione è evidente sia nelle previsioni che nei condizionamenti legati ai contenuti dello Statuto con particolare riferimento ai condizionamenti sull’edificazione nelle aree agricole e sugli assetti fondiari (art. 35), alla conservazione delle testimonianze agricole e delle sistemazione agrarie (art. 8; 14; 35), alla tutela delle aree di rilevante valore paesaggistico-ambientale (art.15). Alcune previsioni del precedente PdF già concessionate ma ancora da completare/attuare comportanto un ulteriore aumento del consumo di suolo e dei relativi indicatori (indicatori di trasformazione dell’uso del suolo, antropizzazione, frammentazione, costrizione, ecc.), ciò con riferimento, ad esempio, alla zona di Lacona (PEEP Lacona), alla periferia orientale di Capoliveri (RPA1, RPA2 e PEEP C1/1b) e alla Pianura di Mola (zone commerciali). Per la Pianura di Mola è stata stralciata la localizzazione delle nuove strutture commerciali/direzionali, pari a 13.500 mc, in quanto non compatibili con l'obiettivo di ridurre la trasformazione dell’uso del suolo nel bacino di Mola e per recepire le indicazioni dello studio di incidenza. Rispetto all'obiettivo della tutela degli ambienti costieri e della riduzione delle trasformazioni dell'uso del suolo in tali ambiti è risultata non compatibile la previsione di 3000 mq di parcheggi previsti nel tratto di costa ad ovest della spiaggia del Lido. Tale previsione è stata quindi stralciata. Per le previsioni sul Capoluogo (RPA1 e RPA2), in gran parte già concessionate o realizzate, occorre mettere in atto interventi mitigatori finalizzati a mantenere una quota parte del paesaggio agricolo all’interno della nuova area edificata, a mantenere gli elementi strutturali caratteristici di tale paesaggio, quali siepi alberate, filari alberati, terrazzamenti, e mantenendo un corridoio di almeno 50 m simmetrico dal reticolo idrografico minore. Rispetto al totale della superficie del RPA1 e RPA2 la sostenibilità della previsione è legata al mantenimento del 50% dell'area libera da edificato con il mantenimento dei residui elementi agricoli. Al fine di mitigare tali interventi è possibile anche utilizzare gli strumenti interni al PS, ed in particolare i contenuti dell’art.14.2 dello Statuto. Per quanto riguarda i PEEP di Lacona e Capoliveri, anch'essi in gran parte concessionati/realizzati o in corso di realizzazione, tali elementi dovranno essere mitigati mediante il mantenimento del 30% delle aree non edificate (per il PEEP di Capoliveri ciò al fine di mantenere inedificata la parte più orientale dell'area in corrispondenza della linea di crinale secondario), conservando gli elementi di uso del

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suolo attualmente presenti e quelli residuali del paesaggio agricolo, quali elementi arborei Isolati o filari di siepi e alberature, mantenendo la eventuale presenza di terrazzamenti e, nel caso del PEEP di Lacona, realizzando una fascia arborea di schermatura con l'adiacente asse stradale. Tali elementi mitigatori sono da applicarsi anche alla previsione di zona produttiva alla periferia nord del Capoluogo. Per tali aree la progettazione degli assetti urbani dovrà risultare "coerente con le regole insediative tradizionali e che sia specificatamente controllata la qualità progettuale dei nuovi insediamenti nonché la dimensione d’intervento in rapporto alla consistenza dell’ insediamento esistente". (Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità, PIT 2005-2010). Si ribadisce inoltre l’importanza di realizzare parcheggi ad elevato grado di permeabilità e di prevedere, in fase di regolamento urbanistico, norme molto restrittive al fine di ridurre gli sviluppi edificatori nell’ambito dei Piani di Migliramento Agricolo ambientale.

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ELENCO DEGLI ESPERTI

Coordinamento:

Viviana Cherici e Leonardo Lombardi NEMO Nature and Environment Management Operators Srl Piazza D’Azeglio, 11 – 50121 Firenze tel +55 2466002 fax +55 243718 – E-mail: [email protected][email protected] [email protected] Sito internet: www.nemoambiente.com

Gruppo di lavoro

Viviana Cherici Biologa - NEMO srl

Leonardo Lombardi Naturalista – NEMO srl

Cristina Castelli Biologa – NEMO srl

Paolo Sposimo Naturalista – NEMO srl

Barbara Lastrucci Naturalista – NEMO srl

Michele Angelo Giunti Forestale - NEMO srl

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