PIANO STRUTTURALE DEL COMUNE DI CAPOLIVERI
(PROVINCIA DI LIVORNO)
Rapporto Ambientale
Firenze, maggio 2008
SOMMARIO
1. INQUADRAMENTO DEL LAVORO ...... 1 1.1. Scopo del lavoro...... 1 1.2. Riferimenti normativi e metodologia adottata ...... 1 2. OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ”...... 9
3. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE ...... 13 3.1. Premessa...... 13 3.2. Aree di particolare rilevanza ambientale presenti nel territorio interessato dal piano ...... 16 3.3. Stato attuale dell'ambiente...... 19 3.3.1. Popolazione, mobilità e salute umana...... 20 3.3.2. Suolo ...... 40 3.3.3. Energia ...... 52 3.3.4. Rifiuti ...... 61 3.3.5. Biodiversità, vegetazione, flora e fauna...... 72 3.3.6. Acque interne...... 100 3.3.7. Acque marine...... 123 3.3.8. Paesaggio ...... 131 4. IL PIANO STRUTTURALE IN FORMAZIONE...... 139 4.1. Scopi e obiettivi del piano...... 139 4.2. Articolazione del piano ...... 141 4.3. Modalità di attuazione del piano e monitoraggio...... 143 4.4. Quantità massime ammissibili (dimensionamento) ...... 145 4.5. Rapporti di coerenza del piano in formazione rispetto agli altri strumenti di pianificazione territoriale e atti di governo del territorio (coerenza esterna)...... 146 5. POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI DEL PIANO IN FORMAZIONE SULL’AMBIENTE...... 150 5.1. popolazione, salute umana e qualità dell’aria ...... 151 5.2. Energia...... 156 5.3. Suolo...... 160 5.4. Rifiuti...... 168 5.5. Acque interne ...... 172 5.6. Acque marine ...... 178 5.7. Biodiversità, flora, vegetazione e fauna...... 183 5.8. Paesaggio...... 198 6. SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E MITIGAZIONI ...... 205
7. MONITORAGGIO ...... 220
8. SINTESI NON TECNICA...... 221
Inquadramento del lavoro
1. INQUADRAMENTO DEL LAVORO
1.1. SCOPO DEL LAVORO
Scopo del presente lavoro è quello di predisporre il rapporto ambientale relativo al piano strutturale del Comune di Capoliveri nell’ambito del processo di valutazione integrata previsto dalla Legge Regionale Toscana 1/2005 “Norme per il governo del territorio”.
1.2. RIFERIMENTI NORMATIVI E METODOLOGIA ADOTTATA
Il rapporto ambientale è stato elaborato tenendo in considerazione i contenuti dell’allegato I della Direttiva 2001/42/CE1, così come richiamato nel Regolamento di Attuazione dell’art.11 della Legge Regionale Toscana 1/2005 in materia di valutazione integrata.
Sono state inoltre prese a riferimento le Linee guida per la valutazione ambientale strategica (Vas), fondi strutturali 2000-2006, elaborate dalla Direzione generale VIA2.
Nel rapporto sono infatti stati individuati, descritti e valutati i possibili effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano; questi elementi diventano infatti essenziali, nel processo di valutazione ambientale, per definire la coerenza tra le azioni previste dal piano e gli obiettivi di sostenibilità ambientale.
Le previsioni di PS di cui si valutano gli effetti ambientali nell’ambito del presente lavoro sono costituite dall’insieme delle previsioni indicate dal Piano Strutturale (vedi colonna “Previsione PS”) e di quelle contenute nel vigente Piano di Fabbricazione relativamente alle previsioni non convenzionate/concessionate e non realizzate (vedi colonna “Residuo di PdF”): tali previsioni nel loro insieme costituiscono il dimensionamento totale previsto dal PS, sul quale è stata espressa la
1 La Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 “concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”; questa contiene i riferimenti per la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (rif. art.5 e allegato 1).
2 Documento predisposto dalla Direzione Generale Via - Servizio per la valutazione di impatto ambientale, l’informazione ai cittadini e della relazione sullo stato dell’ambiente del Ministero dell’Ambiente, dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente con la collaborazione delle Regioni, con l supporto di: Commissione tecnico scientifico, Osservatorio nazionale sui rifiuti, Segreteria tecnica conservazione natura, segreteria tecnica difesa del suolo, gruppo tecnico acque del Ministero dell’Ambiente.
1 Inquadramento del lavoro
valutazione degli effetti ambientali del PS (vedi tabella di sintesi riportata nel paragrafo 4.5 ”quantità massime ammissibili”).
La parte di previsioni contenute nel vigente Piano di Fabbricazione esistente e in corso di attuazione (vedi colonna “Esistente (realizzato e/o convenzionato)/ In corso di attuazione”) si inseriscono nel più ampio contesto dei fattori che concorrono a determinare l’attuale tendenza dello stato delle diverse componenti ambientali ad evolversi nel tempo, in senso positivo, negativo o con andamento costante, sintetizzata dagli indicatori ambientali di seguito descritti (vedi colonna “tendenza”, riportata nelle tabelle di cui al cap. 3).
Nell'ambito del paragrafo "mitigazioni" del PS sono comunque state inserite valutazioni e mitigazioni anche per le previsioni del precedente PdF già concessionate o gia in parte realizzate. Ciò al fine di migliorarne i livelli di compatibilità ambientale e di coerenza con gli obiettivi di sostenibilità.
La predisposizione del rapporto ambientale, condotta dalla NEMO srl in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro autore del piano strutturale (Studio VivoliDiFazio Associati), ha consentito un efficace e continuo scambio di informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle indicazioni finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle azioni previste dal piano .
La redazione del Rapporto ambientale è stata svolta in stretto rapporto con la fase di redazione dello Studio di incidenza del Piano Strutturale. In base all’ art. 196 della LR 1/2005 “La relazione di incidenza integra la relazione di sintesi relativa alla valutazione integrata di cui all’articolo 16, comma 3, della l.r. 1/2005, ai fini dell’individuazione dei principali effetti che il piano può determinare sul sito o sul geotipo interessati, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli stessi”. In particolare l’analisi dello stato di fatto e del trend per le componenti “biodiversità, vegetazione, flora e fauna” e l’elaborazione delle mitigazioni hanno valorizzato i contenuti dello Studio di incidenza.
2 Inquadramento del lavoro
Il procedimento seguito per l’elaborazione del rapporto ambientale può essere riassunto nelle seguenti fasi:
Fasi del procedimento Descrizione
1. Valutazione della Definizione dello stato attuale dell’ambiente mediante la situazione ambientale raccolta di dati ed informazioni bibliografiche disponibili e sopralluoghi in campo.
Individuazione degli indicatori ambientali da utilizzare per la valutazione dello stato attuale dell'ambiente e la successiva stima degli effetti del piano.
2. Individuazione degli Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e obiettivi di sostenibilità specifici di sostenibilità ambientale a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.
3. Valutazione ambientale Individuazione, descrizione e valutazione dei possibili della proposta di piano effetti significativi delle azioni previste dal piano sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.
4. Integrazione dei risultati Individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla della valutazione nella eliminazione e riduzione degli elementi di criticità stesura definitiva del ambientale emersi a valle della valutazione degli effetti piano di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono consistere nella modifica delle iniziali previsioni di piano, delle modalità di attuazione, nonché nell’individuazione di misure di mitigazione.
5. Individuazione del Individuazione dell’insieme di indicatori ambientali da sistema di monitoraggio. utilizzare per il controllo degli effetti ambientali connessi l’attuazione delle azioni previste dal PS, al fine di individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune misure correttive e le modalità con le quali l’Amministrazione Comunale intende procedere in questa attività.
3 Inquadramento del lavoro
Fase 1 - Valutazione della situazione ambientale
Lo stato delle diverse componenti ambientali/sistemi ambientali, la loro tendenza nel tempo e la valutazione degli effetti significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sono stati descritti anche mediante l’uso di un insieme di indicatori, scelti in funzione degli obiettivi del piano, del contesto territoriale di riferimento e della disponibilità dei dati.
Per la scelta degli indicatori si è fatto riferimento sia al set di indicatori diffusamente utilizzati in ambito regionale per il reporting ambientale e l’aggiornamento periodico dello “stato dell’ambiente” 3, che ad indicatori appositamente predisposti al fine di approfondire specifici aspetti ambientali (principalmente di carattere naturalistico e paesaggistico), temi sui quali gli indicatori disponibili risultano eccessivamente generici.
Per la raccolta e l’organizzazione degli elementi conoscitivi attraverso i quali individuare e presentare le informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali e sulle interazioni tra queste e le attività svolte nel territorio, si è fatto riferimento al modello DPSIR (Determinanti, Pressioni, Stato, Impatti, Risposte). Questo modello è un’estensione del modello PSR (Pressione-Stato-Risposta) ed è la struttura di indicatori più ampiamente accettata; sviluppato nell’ambito dell’EEA (European Environment Agency) e adottato a livello nazionale e regionale per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale, si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra di loro i seguenti elementi: • determinanti (attività umane, settori economici)
• pressioni (emissioni, rifiuti, ecc.)
• stato (qualità fisiche, chimiche, biologiche)
• impatti (su ecosistemi, salute, acque, ecc.)
3 Le principali fonti consultate per la scelta di questi indicatori sono: • “Istruzioni tecniche per la valutazione degli atti di programmazione e pianificazione territoriale degli enti locali ai sensi della L.R. 5/1995 “ – Dipartimento delle politiche territoriali e ambientali area studi e valutazioni di pianificazione strategica della Regione Toscana; • “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano 2006”, documento predisposto nell’ambito di Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano; • “Segnali ambientali in Toscana 2005 – Indicatori ambientali e politiche pubbliche: bilancio e prospettive”; • “Segnali ambientali in Toscana 2006 – Indicatori ambientali e quadri conoscitivi per la formazione del Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010”; • Piano Regionale di Azione Ambientale 2007-2010.
4 Inquadramento del lavoro
• risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione, regolamentazioni, ecc.).
Tale modello evidenzia l’esistenza, “a monte” delle pressioni, di forze motrici o Determinanti, che in sostanza possono essere identificati con le attività e i processi antropici che causano le pressioni (trasporti, produzione industriale, consumi). Gli indicatori di Pressione descrivono le variabili che direttamente causano i problemi ambientali (emissioni tossiche di CO2, rumore, ecc.). A “valle” delle pressioni sta invece lo Stato della natura che si modifica a tutti i livelli in seguito alle sollecitazioni umane (temperatura media globale, livelli acustici, ecc.). Il modificarsi dello stato della natura comporta Impatti sul sistema antropico (salute, ecosistemi, danni economici); tali impatti sono per lo più negativi, poiché il modificarsi dello stato della natura in genere coincide con un suo allontanarsi dalle condizioni inizialmente esistenti, favorevoli alla prosperità umana. La società e l’economia, di fronte a tale retroazione negativa, reagiscono fornendo Risposte (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative e pianificazioni) basate sulla consapevolezza dei meccanismi che la determinano. Le risposte sono dirette sia alle cause immediate degli impatti (cambiamenti dello stato) sia alle loro cause più profonde, risalendo fino alle pressioni stesse e ai fattori che le generano (determinanti).
Cause generatrici Interventi strutturali Risposte primarie •leggi •agricoltura ici •piani log ti nol iti •prescrizioni •industria ven tec lim erv ivi/ te, •trasporti Int itti uli •ecc. scr e p re ogi •ecc. p ol ) ecn i… (t sivi iss e m h e c iic f iif n o Pressioni B Impatto •emissioni atmosferiche •sulla salute •riduzione rifiuti •sugli ecosistemi •scarichi industriali in •danni economici corpi idrici •ecc. •ecc.
Stato e Tendenze •qualità dell’aria • “ delle acque • “ dei suoli •biodiversità •ecc.
L’adozione di indicatori diffusamente utilizzati in ambito regionale per il reporting ambientale oltre a permettere un immediato confronto con altre situazioni territoriali,
5 Inquadramento del lavoro
agevola infatti il monitoraggio degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana connessi all’attuazione del Piano.
Giudizio attribuito agli indicatori (valutazione rispetto all’obiettivo)
A ciascun indicatore è stato assegnato un giudizio sintetico per riassume lo stato attuale della componente/sistema ambientale (vedi colonna denominata “stato attuale”) e per descriverne la presumibile tendenza nel tempo a prescindere dalle previsioni in esso contenute (vedi colonna denominata “tendenza”).
I giudizi attribuiti sono i seguenti:
giudizio significato stato attuale ☺ Condizioni positive
Condizioni intermedie o incerte (es. quando i risultati non consentono di esprimere un giudizio per la mancanza di un riferimento) Condizioni negative tendenza ☺ Progressivo miglioramento nel tempo Andamento costante nel tempo Progressivo peggioramento nel tempo
Non è nota una valutazione temporale dell’indicatore per una valutazione del trend rispetto all’obiettivo (per mancanza di ? dati, difficoltà di reperimento dei dati, scarsa significatività dei dati pregressi)
La disponibilità dei dati è stata indicata come segue:
abbreviazione usata significato
+ Sufficiente
++ Buona
+++ Ottima
6 Inquadramento del lavoro
A proposito di disponibilità dei dati è opportuno evidenziare come per alcuni sistemi ambientali parte dei dati e delle informazioni recuperate non sono riferite al territorio comunale di Capoliveri ma al più ampio contesto territoriale dell’Isola d’Elba.
Fase 2 - Individuazione degli obiettivi di sostenibilità
Individuazione degli obiettivi generali (macro obiettivi) e specifici di sostenibilità ambientale a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.
Nella definizione degli obiettivi di sostenibilità si è fatto in particolare riferimento ai macro obiettivi di carattere generale ai quali afferiscono una serie di obiettivi specifici, volti al raggiungimento di precisi traguardi.
Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e "Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".
Fase 3 - Valutazione ambientale della proposta di piano
Questa fase consiste nell’individuazione, descrizione e valutazione dei possibili effetti significativi delle azioni previste dal piano sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori.
La valutazione degli effetti ambientali è sintetizzata dalla tendenza che ciascun indicatore assume a seguito dell’attuazione delle azioni previste dal Piano (vedi colonna denominata “PS attuato”).
Fase 4 - Integrazione dei risultati della valutazione nella stesura definitiva del piano
Questa fase consiste nella individuazione di opportune soluzioni finalizzate alla eliminazione e riduzione degli elementi di criticità ambientale emersi a valle della valutazione degli effetti di cui alla precedente fase; tali soluzioni possono consistere nella modifica delle iniziali previsioni di piano, delle modalità di attuazione, nonché nell’individuazione di misure di mitigazione.
7 Inquadramento del lavoro
La predisposizione del rapporto ambientale, condotta in stretta collaborazione con il gruppo di lavoro autore del piano strutturale, ha consentito un efficace e continuo scambio di informazioni ed il recepimento, in corso d’opera, di buona parte delle indicazioni finalizzate all’eliminazione e mitigazione degli effetti negativi attesi dalle azioni previste dal piano.
Fase 5 – Definizione del sistema di monitoraggio degli effetti ambientali
In questa fase viene definito l’insieme di indicatori ambientali da utilizzare per il controllo degli effetti ambientali connessi all’attuazione delle azioni previste dal PS, al fine di individuare tempestivamente eventuali effetti negativi imprevisti e essere quindi in grado di adottare opportune misure correttive.
Gli indicatori da utilizzare sono quelli già indicati per la caratterizzazione dell’ambiente e la valutazione degli effetti realizzata nell’ambito del rapporto ambientale.
8 Obiettivi di sostenibilità
2. OBIETTIVI DI “SOSTENIBILITÀ”
Gli obiettivi di sostenibilità e protezione ambientale utilizzati per la valutazione delle scelte pianificatorie e delle azioni contenute nel PS sono stati individuati a partire da quelli contenuti nella normativa comunitaria, nazionale e regionale.
Sono stati individuati macro obiettivi di carattere generale (vedi prima colonna di sinistra della successiva tabella) ai quali afferiscono una serie di obiettivi specifici, volti al raggiungimento di precisi traguardi (vedi seconda colonna della successiva tabella). Nello specifico, i macro obiettivi sono quelli contenuti nel Piano Regionale di Azione Ambientale (PRAA) della Toscana, 2007-2010 mentre per la scelta degli obiettivi specifici si è fatto riferimento a "Segnali Ambientali in Toscana" (2005 e 2006) e "Segnali Ambientali nell'Arcipelago Toscano 2006".
Tab. 1 Elenco degli obiettivi di sostenibilità individuati per la valutazione del Piano
MACRO OBIETTIVI OBIETTIVI SPECIFICI
POPOLAZIONE, MOBILITÀ E SALUTE UMANA
Ridurre le emissioni dirette e indirette Migliorare l’offerta del servizio pubblico Ridurre la percentuale di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico Miglioramento della qualità dell'aria Ridurre la % di popolazione esposta all’inquinamento atmosferico Ridurre il grado di rischio di accadimento di incidente rilevante Attuare le disposizioni normative Riduzione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento acustico Mitigare l’inquinamento acustico Ridurre la % di popolazione esposta a Inquinamento acustico Riduzione dell’esposizione della popolazione all’inquinamento Riduzione della % di popolazione esposta a campi elettromagnetici elettromagnetico
9 Obiettivi di sostenibilità
SUOLO
Prevenire il rischio idrogeologico Ridurre il prelievo delle risorse naturali
Valutare gli effetti degli insediamenti territoriali in relazione alla difesa del suolo Prevenire il rischio idrogeologico Evitare ulteriori danni derivanti da fenomeni di dissesto idrogeologico
Attuare gli interventi di tutela del suolo previsti dal PAI
Attivare funzioni di regimazione delle acque e di tutela del suolo
Ridurre la dinamica delle aree artificiali Ridurre la dinamica delle aree artificiali Limitare la dispersione di insediamenti urbani sul territorio e ridurre l’impermeabilizzazione del suolo
Ridurre le aree percorse da incendi Ridurre le aree percorse da incendi
Prevenire l’erosione costiera Prevenire l’erosione costiera Quadro complessivo delle spiagge dell’Isola d’Elba ENERGIA Riduzione dei consumi energetici pro capite e riduzione di sprechi e inefficienze Razionalizzazione e riduzione dei Informazione e sensibilizzazione della popolazione sul risparmio consumi energetico e sulle opportunità delle fonti rinnovabili Migliorare l’efficienza energetica negli usi Incentivare e favorire la diffusione di tecnologie ad alta efficienza e a risparmio energetico Aumento della quota di utilizzo di Introdurre agevolazioni ed incentivi nei regolamenti edilizi per la energie rinnovabili diffusione delle pratiche di bioedilizia Aumentare la % di energia proveniente da fonti rinnovabili
RIFIUTI Ridurre la produzione totale di rifiuti urbani sia complessiva che Riduzione della produzione di rifiuti procapite Aumento della raccolta differenziata e il riciclo Censire e recuperare le discariche non controllate Aumento della raccolta differenziata e il Potenziare la capacità e la qualità degli impianti di trattamento riciclo Aumentare e diversificare l’attività di recupero e riciclaggio Diversificare gli eventi di coinvolgimento della popolazione sul corretto smaltimento dei rifiuti
10 Obiettivi di sostenibilità
BIODIVERSITÀ, VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA
Aumentare la percentuale di aree protette Sviluppare la rete ecologica regionale Aumentare la percentuale di aree protette, migliorare la gestione e Conservare la biodiversità terrestre conservare la biodiversità terrestre e marina Conservare la biodiversità marina
Ripristino paesaggistico delle cave
ACQUE INTERNE Elevare il livello di qualità delle acque superficiali
Tutelare la qualità delle acque interne e Elevare il livello di qualità delle acque sotterranee costiere e promuovere l’uso sostenibile della risorsa idrica Ridurre il livello dei prelievi delle acque per i diversi usi antropici Ridurre il livello di pressione delle sostanza inquinanti di origine antropica sulla risorsa idrica Elevare l’estensione del servizio idrico integrato Tutelare la qualità delle acque interne e Elevare il livello di qualità delle acque utilizzate per uso costiere e promuovere l’uso sostenibile idropotabile della risorsa idrica Elevare la capacità e l’efficienza delle strutture depurative delle acque reflue Verificare la funzionalità degli impianti
Regolare il Bilancio Idrico Riduzione dei consumi idrici procapite e complessivi, soprattutto utilizzando e promuovendo tecnologie per il risparmio idrico nelle strutture turistiche Favorire il riutilizzo delle acque reflue e conseguente risparmio di nuova risorsa
ACQUE MARINE Migliorare il livello di qualità delle acque marine e di balneazione
Mantenere una elevata qualità dell’ecosistema marino
Mantenere un’elevata qualità delle Qualificare gli stabilimenti balneari acque marine e dell’ecosistema marino Limitare la proliferazione di stabilimenti balneari Migliorare l’efficienza del sistema di gestione delle acque che confluiscono in mare (depurazione, scarichi, ecc)
11 Obiettivi di sostenibilità
PAESAGGIO
- Tutela del paesaggio Valutazione delle variazioni in termini di complessità tipologica del - paesaggio Valutazione dei mutamenti di equilibrio fra le varie categorie di - uso del suolo Valutazione della diversità colturale e mantenimento delle forme - tradizionali
12 Caratterizzazione dell'ambiente
3. CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE
3.1. PREMESSA
In questo capitolo vengono descritti aspetti pertinenti lo stato attuale dell’ambiente e la sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano in formazione. Vengono inoltre individuate e descritte le aree di particolare rilevanza ambientale (SIC, ZPS, ecc.) presenti nel territorio del Comune di Capoliveri e quelle che potrebbero essere significativamente interessate dal piano. Per lo sviluppo del quadro conoscitivo ambientale del rapporto sono stati acquisiti, tra gli altri, i dati e le informazioni contenute nel documento predisposto nell’ambito di Agenda 21 dell’Arcipelago Toscano “Segnali ambientali nell’Arcipelago Toscano 2006”. E’ da rilevare che l’Arcipelago Toscano è stato incluso dalla Regione Toscana tra le “zone a criticità ambientale” nell'ambito del PRAA (2007-2010). Il PRAA individua l’Arcipelago come zona a criticità ambientale H.16, e ne definisce i seguenti obiettivi ed azioni territoriali:
Tab. 2 Scheda relativa alla zona di criticità ambientale "Arcipelago Toscano" del PRAA 2007-2010
13 Caratterizzazione dell'ambiente
14 Caratterizzazione dell'ambiente
Nell’ambito delle valutazioni effettuate sulla base del Repertorio Naturalistico Toscano (RENATO), l'Arcipelago Toscano è risultato una delle principali "Aree di Attenzione" (aree di rilevante interesse per la biodiversità, grazie alla elevata concentrazione di elementi di importanza conservazionistica) in Toscana (Castelli e Sposimo, 2005).
La scheda relativa a questa area (http://web.rete.toscana.it/renato) riporta, tra le principali criticità, l'urbanizzazione e le modificazioni indirettamente o direttamente connesse al turismo balneare; tra le indicazioni per la conservazione la stessa scheda riporta la necessità di evitare un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali e di individuare le aree costiere da sottoporre a regolamentazione delle attività balneari e nautiche.
15 Caratterizzazione dell'ambiente
3.2. AREE DI PARTICOLARE RILEVANZA AMBIENTALE PRESENTI NEL TERRITORIO INTERESSATO DAL PIANO
Nell’Arcipelago Toscano, in base ai risultati del Progetto RENATO (Sposimo e Castelli, 2005), si riscontra la maggiore concentrazione di elementi di valore naturalistico a scala regionale. Tale ricchezza di specie, riscontrabile nelle numerosissime segnalazioni relative all'area, è il risultato dell'elevata concentrazione di elementi di attenzione, presenti in un'area biogeografica ad elevata diversità ambientale, che racchiude sia elementi peninsulari sia elementi endemici sardo-corsi.
In quest’area è elevatissimo il numero di emergenze floristiche, ma sono numerose anche le fitocenosi e gli habitat inclusi nelle liste di attenzione. Per quanto riguarda la fauna, ed in particolare per molluschi, insetti ed uccelli, il numero e l’importanza degli elementi presenti nell’area è di assoluta importanza regionale e nazionale; l’Arcipelago Toscano non ospita invece pesci di acqua dolce (l'unico elemento segnalato è una specie presente in acque salmastre) e Crostacei Decapodi inclusi nelle liste, ed è piuttosto scarso anche il numero di specie di Mammiferi.
Riguardo alle singole aree di maggiore importanza naturalistica della Toscana il progetto RENATO ha individuato quelle che costituiscono le principali roccaforti di biodiversità animale e vegetale. Queste sono, nell’ordine, l’Arcipelago Toscano e le Alpi Apuane. Seguono, con livelli di importanza forse piuttosto simili fra loro ma attualmente non confrontabili per le ragioni su esposte, una serie di tratti del crinale appenninico dalla Lunigiana al Pistoiese, il territorio del Parco della Maremma e quello del Parco di Migliarino – San Rossore – Massaciuccoli. (Sposimo e Castelli, 2005) (fig.1).
1 Settori appenninici della Lunigiana, della Garfagnana e del Pistoiese 2 Alpi Apuane 3 Migliarino-S. Rossore-Massaciuccoli 4 Padule di Fucecchio 5 Monti della Calvana 6 Settore appenninico del Casentino 7 Alpe della Luna 8 Sasso di Simone e Simoncello 9 Arcipelago Toscano 10 Padule di castiglion della Pescaia 11 Foce Ombrone e Monti dell’Uccelina 12 Laguna di Orbetelllo 13 Monte Argentario e isolotti satelliti 14 Lago di Burano
Fig. 1 Localizzazione delle aree di attenzione individuate nel progetto RENATO e confronto con la
16 Caratterizzazione dell'ambiente
distribuzione di specie, habitat, fitocenosi (Sposimo e Castelli, 2005)
L’Arcipelago Toscano costituisce quindi, in base ai risultati del Progetto RENATO, l’area con la maggiore concentrazione di elementi di attenzione, cioè di specie e habitat rari, della Toscana (tab.3). La tabella seguente evidenzia tali elementi di attenzione a testimonianza dell’alto valore naturalistico del territorio dell’Arcipelago Toscano e del Comune di Capoliveri.
Tab. 3 Elementi di attenzione presenti nel territorio dell’Arcipelago Toscano.
GRUPPO N°. ELEMENTI % LISTA DI N°. SEGNALAZIONI ATTENZIONE Molluschi 15 31,3 163 Insetti 60 20,0 227 Pesci 1 6,7 1 Anfibi 3 23,1 156 Rettili 6 54,5 536 Uccelli 36 45,0 1.160 Mammiferi 14 35,0 67 Flora 121 25,6 520 Habitat 15 21,1 40 Fitocenosi 8 9,6 8 TOTALE 279
Seguono le principali cause di modificazione o minaccia (tab.4) relative a tale area di attenzione che evidenziano la negativa influenza dei processi di urbanizzazione e delle attività e strutture turistiche/balneari.
Tab. 4 Principali cause di modificazioni nel territorio dell’Arcipelago Toscano.
DESCRIZIONE INFLUENZA E GRADO1 Abbandono -- Pascolo + Evoluzione della vegetazione -- Pesca professionale -- Pesca sportiva - Incendi -/+ Urbanizzazione --- Impianti e attività balneari/nautiche --- Predazione -- Invasione di una specie -- 1 +++ = elevata pos.; ++ = media pos.; + = bassa pos.; - = bassa neg.; -- = media neg.; --- = elevata neg.; ? = sconosciuta
In generale le principali cause di modificazione ambientale che influenzano gran parte degli elementi di attenzione sono direttamente o indirettamente connesse al turismo balneare. È rilevante, soprattutto all’Isola d’Elba, l’impatto degli incendi, anche se numerosi elementi di attenzione sono in realtà legati agli stadi iniziali delle successioni vegetali e risultano quindi avvantaggiati da periodici incendi. In generale, per preservare gli elevatissimi livelli di biodiversità e di valore naturalistico, occorre evitare
17 Caratterizzazione dell'ambiente
un ulteriore aumento del livello di antropizzazione e di frammentazione degli ambienti naturali e seminaturali. È inoltre opportuno individuare, in base alla distribuzione degli elementi più sensibili, le aree costiere dove regolamentare le attività balneari e nautiche. Appare fondamentale garantire il mantenimento di mosaici ambientali dove siano sufficientemente rappresentati i diversi stadi delle successioni vegetazionali (Sposimo e Castelli, 2005).
Oltre ad essere compreso nel perimetro del Parco dell’Arcipelago Toscano, nel territorio di Capoliveri sono presenti aree di particolare rilevanza ambientale, quali quelle designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE. • SIR – ZPS “Elba orientale”(IT5160102) • SIR – SIC –ZPS “Isole di Cerboli e Palmaiola” (IT5160011) • SIR “Zone umide del Golfo di Mola e di Schiopparello” (IT5160101) Per la descrizione di queste aree si rimanda allo studio di incidenza.
Fig. 2 Rapporto tra territorio comunale di Capoliveri, il sistema locale di SIR-SIC-ZPS ed il Parco dell’Arcipelago Toscano
18 Caratterizzazione dell'ambiente
Aree di rilevante valore ambientale sono inoltre costituite dalle zone costiere marine caratterizzate dalla presenza di habitat di interesse conservazionistico (sia di interesse comunitario ai sensi della Direttiva 92/43/CEE, che di interesse regionale ai sensi della L.R. 56/2000), quali: Praterie di Posidonia oceanica, Grandi cale e baie poco profonde, Scogliere sommerse e semisommerse con comunità bentoniche, Banchi di sabbia sublitoranei permanentemente sommersi.
Come si evince dalla cartografia disponibile nel sito del web del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano (www.isoleditoscana.it) e riportata nel quadro conoscitivo del PS, la Posidonia oceanica ricopre infatti vaste porzioni dei fondali presenti nel territorio comunale di Capoliveri ed è presente nella maggior parte delle aree marine antistanti le spiagge del comune. In considerazione del consistente afflusso turistico che nel periodo estivo si riversa in queste aree, al fine di prevenire e limitare impatti negativi su tale habitat si rende necessaria una rigorosa gestione delle attività turistiche balneari, incluso quella nautica (sia da diporto che non).
3.3. STATO ATTUALE DELL'AMBIENTE
Premessa
Nel presente paragrafo viene descritto lo stato attuale dell’ambiente del territorio del Comune di Capoliveri con riferimento alle diverse componenti/sistemi ambientali esaminati quali:
1. popolazione e salute umana
2. suolo
3. energia e mobilità
4. rifiuti
5. biodiversità, vegetazione, flora e fauna
6. acque interne
7. acque marine
8. paesaggio
19 Caratterizzazione dell'ambiente
Per ogni componente, mediante l’uso di specifici indicatori, viene descritto e sintetizzato lo stato attuale e la relativa tendenza nel tempo a prescindere dalle previsioni contenute nel Piano in formazione.
E’ opportuno precisare come alcuni dei dati e delle informazioni riportate nel seguito si riferiscono al più vasto comprensorio dell’Isola d’Elba o della Comunità Montana dell’Arcipelago Toscano (nel seguito abbreviata con CM), non essendo disponibili in bibliografia dati a livello locale (ad esempio per aspetti connessi ai rifiuti ed energia).
3.3.1. Popolazione, mobilità e salute umana
Fonte dei dati
I dati e le informazioni utilizzate per la predisposizione del presente paragrafo sono stati ricavati dalle seguenti fonti:
• Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Livorno (in corso aggiornamento)
• Regione Toscana: inventario delle sorgenti di emissione in aria ambiente, 2003
• Regione Toscana Giunta Regionale Direzione Generale Politiche Territoriali e Ambientali - Area “Qualità dell'aria, rischi industriali, prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento”: Valutazione della qualità dell’aria ambiente nel periodo 2000-2002 e classificazione del territorio regionale, ai sensi degli articoli 6, 7, 8 e 9 del Decreto legislativo 351/99
• sito ARPAT: (Monitoraggio e controllo >Aria >Monitoraggio dell’aria >Biomonitoraggio >Mappaggi >Livorno; Monitoraggio e controllo >Aria >qualità dell’aria >Inquinanti monitorati ; www.arpat.toscana.it > radiazioni > ra_nir_elettrodotti; SIRA.ARPAT.TOSCANA.IT> SIRA > Rischi Industriali)
• Enel Distribuzione, Terna, NEMO: Studio di Impatto Ambientale relativo al “progetto di completamento dell’anello a 132 kV all’Isola d’Elba”, 2002
• Segnali Ambientali Arcipelago Toscano, Agenda21, 2006
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Popolazione
La distribuzione della popolazione nell'Isola d'Elba è articolata in comuni di piccole dimensioni, prevalentemente al di sotto dei 20 chilometri quadrati (38,96 kmq Capoliveri), con una popolazione residente inferiore a 5.000 abitanti, eccezion fatta per Portoferraio, di poco superiore ai 12.000 abitanti.
Nel comune di Capoliveri dagli anni ottanta l'andamento della popolazione risulta in significativa crescita; si è avuto infatti un aumento di 670 unità (pari al 27,5%), nel periodo 1991-2001 e di 322 unità (pari al 10,37%), dal 2001 al 2005.
2001 2002 2003 2004 2005 Capoliveri 3.105 3.109 3.146 3.271 3.427
La popolazione è prevalentemente concentrata nel Capoluogo e lungo la costa Sud Occidentale, con i principali centri abitati di Lacona e Lido.
Tab. 5 Popolazione residente e famiglie per località
N° famiglie maschi femmine totale Capoliveri 1.444 1527 1578 3105 Capoliveri 882 942 1001 1.943 Innamorata 9 6 9 15 Lacona 173 201 173 374 Lido 63 51 64 115 Madonna delle Grazie 9 8 8 16 Mola 22 23 28 51 Morcone 36 32 31 63 Naregno 31 27 30 57 Norsi 13 12 14 26 Pareti 17 16 15 31 Peducelli 1 1 1 2 Trappola 35 50 43 93 Vigne Vecchie 10 12 13 25 Case sparse 143 146 148 294
La densità della popolazione residente, espressa come abitanti al chilometro quadrato, risulta essere decisamente più bassa sia rispetto a quella regionale, pari a 155 abitanti, che a quella nazionale, pari a 189.
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Tab. 6 Densità della popolazione
2001 2002 2003 2004 2005 Capoliveri 79,7 79,8 80,75 83,96 87,96 Comunità montana 112,7 112,7 114,7 116,6 118,5 dell'Arcipelago Toscano
La struttura della popolazione per classi di età nei diversi comuni elbani, incluso Capoliveri, risulta sostanzialmente omogenea con quella provinciale e regionale.
L'indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra la popolazione sopra i 65 anni di età e quella tra 0 e 14 anni) relativo agli anni 2001 e 2005 del comune di Capoliveri è di 155,5, mentre quelli provinciale e regionale risultano rispettivamente 206,3 e 208,1 (Provincia di Livorno) e 192,3 e 191,7 (Regione Toscana).
Abitazioni presenti e abitazioni occupate
Nel Comune di Capoliveri, la percentuale delle abitazioni occupate al 2001 sul totale delle abitazioni presenti nel territorio comunale è pari al 63,6 %; la situazione al 2001 risulta infatti essere:
Abitazioni Altre Totale abitazioni % abitazioni occupate al sul occupate da abitazioni totale delle abitazioni residenti Capoliveri 1.432 821 2.253 63,6 Comunità 50,2 Montana dell’Arcipelago Provincia di 79 Livorno
Rispetto al 1991, si è verificato un decremento nel numero delle abitazioni non occupate, passando da 58,8 a 46 %.
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Fig. 3 Raffronto tra % di abitazioni occupate
Negli anni ’80 e ’90 si è assistito ad un trend continuo di crescita in termini di movimento turistico; si è verificata una crescita sia in termini di presenze che di numero complessivo di posti letto offerti. C’è tuttavia da sottolineare un’inversione di tendenza dal 2001 in poi, anno dal quale si è registrato un continuo calo delle presenze, amplificato notevolmente nella stagione 2004.
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Tuttavia, per la stima delle pressioni effettive a cui è sottoposto l’ambiente (vuoi in termini di consumi energetici, di produzione di rifiuti e liquami) è opportuno far riferimento al numero di abitanti equivalenti, calcolato come somma del numero di residenti e delle presenze turistiche/365. Va poi rilevato come le presenze turistiche si concentrano in particolare nei mesi di luglio e agosto.
2001 2002 2003 2004 abitanti presenze abitanti presenze abitanti presenze abitanti presenze Capoliveri 3105 953.301 3.146 905.348 3.271 842.046 3.427 802.705 Elba 29.141 3.221.729 29.641 3.048.976 30.148 3.003.115 30.635 2.698.494
Abitanti equivalenti:
2001 2002 2003 2004
Capoliveri 5.717 5.626,41 5.577,98 5.626,19
Elba 37.970 37.994 38.375 38.028
Mobilità
La mobilità costituisce una delle maggiori criticità nel periodo estivo, sia per Capoliveri che per tutto il territorio elbano. Il traffico veicolare e marittimo durante la stagione turistica rappresentano la maggiore fonte di inquinamento e disturbo per la popolazione.
Il sistema della viabilità dell’Elba è sicuramente adeguato alle esigenze dei residenti, mentre risulta sovraffollato nei periodi di punta della stagione turistica, in cui si registrano fino a 43.000 auto presenti (nell’intero territorio elbano, dato IRPET) .
Al traffico dei veicoli privati che nei mesi estivi percorrono la viabilità dell’Isola per raggiungere le diverse mete turistiche, si aggiunge il traffico pesante dei mezzi per la distribuzione delle merci, che peraltro, tende anch’esso ad aumentare in questi mesi in considerazione dell’enorme aumento della domanda.
Il numero di autovetture private nella CM al 2004 era di circa 60 per 100 abitanti, un valore analogo alla media nazionale. Il n° di veicoli per chilometro quadrato, così come quello di autovetture, risultano invece inferiori alle medie nazionale, regionale e provinciale; in estate tuttavia il numero di autovetture in circolazione cresce
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sensibilmente e la concentrazione per chilometro quadrato supera i rispettivi valori medi nazionale e regionale.
L’esame dei dati e delle informazioni relative al servizio di trasporto pubblico su gomma nell’Isola documenta lo scarso ricorso a questo mezzo soprattutto nel periodo estivo durante il quale utilizzano il mezzo pubblico non più di 2.800-2.900 persone, a fronte di una presenza di auto nello stesso periodo, che si aggira su 43.000 unità (fonte Agenda 21).
Nel comune di Capoliveri solo le principali località balneari sono raggiunte dal servizio pubblico di autobus (ATL - servizio di trasporto pubblico dell’Isola d’Elba) e la frequenza delle corse risulta generalmente bassa.
Località balneari raggiunte da servizio di autobus
Naregno
Straccoligno
Madonna delle Grazie
Lacona – Lido
Morcone – Pareti – Innamorata
Marina di Capoliveri