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Coach LUCA SCARPA Coach LINO FRATTIN La Pallacanestro integrata nella Il Tiro. Didattica ed esercizi. scelta ed esecuzioni delle situazioni speciali.

Elaborazione testo a cura di Guido De Alexandris

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A Riese PioX (TV) il primo Clinic della stagione 2019/2020

Nonostante l'estate, non si ferma l'attività didattica del CNA regionale veneto che, in collaborazione con il Cna provinciale di Treviso, organizza un Clinic Pao che si terrà lunedì 22 Luglio a Riese Pio X°.

Relatori dell'evento saranno coach Luca Scarpa e coach Lino Frattin.

DATA: Lunedì 22 Luglio 2019 ORARIO: 20.00 – 23.00

SEDE: PALAZZETTO DELLO SPORT presso RIESE PIO X (TV), Via Quartiere Longhin, 22C.

RELATORI e ARGOMENTI:

Coach LUCA SCARPA – “La Pallacanestro integrata nella scelta ed esecuzioni delle situazioni speciali”.

Coach LINO FRATTIN – “Il Tiro. Didattica ed esercizi”.

Da: FIP – Comitato Regionale Veneto.

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Coach Luca Scarpa nato a Venezia il 12 marzo 1967.

ALLENATORE NAZIONALE con licenza internazionale F.I.B.A. FORMATORE di secondo livello Inizia la sua carriera in panchina nel 1998 alla Libertas Scorzè dove allena sia maschile che femminile ed approdando alla finale play off maschile del campionato di Promozione. L’anno seguente decide di dedicarsi interamente alla pallacanestro femminile sempre a Scorzè, il progetto parte dal suo arrivo ed alla seconda stagione manca d’un soffio i play off per quoziente canestri. Nuova esperienza con Martellago dove il progetto è praticamente agli albori conquistando poi un brillante accesso alle final four che porterà alla terza posizione e la conseguente promozione in serie B regionale. Poi si trasferisce a Padova (sponda Ca.del.Fa) ripartendo dalla serie C, approda immediatamente in B dove raggiunge una comoda salvezza (ottavo posto) e l’opportunità di collaborare con la Reyer per la stagione successiva che vede la sua compagine impegnata su 2 fronti: Serie B ed Under 19, con queste riesce ad approdare alla finale scudetto, mentre l’esperienza con la formazione senior lo porta ad agguantare il 4° posto della B regionale. Nella stagione 2007/2008 il salto a Pordenone dove la locale formazione, dopo la retrocessione, veniva riammessa al campionato di serie B e con Luca Scarpa alla guida guadagnava un brillantissimo 3° posto. Con le Under 15 raggiunge le finali nazionali guadagnando una entusiasmante 5° posizione. La seconda stagione è stata caratterizzata dal ringiovanimento della rosa e Scarpa lancia in prima squadra ben tre ragazzine del ’93 cogliendo un ottimo 4° posto. L’avventura con le Under 17 invece si è fermata all’interzona. La stagione è inoltre arricchita dall’esperienza europea delle under 14 che partecipano al torneo Alpe Adria (per under 15) conquistandosi l’accesso alle final eight e concludendo con un meritato 3° posto. Poi il salto in B eccellenza con il Santa Maria di Sala che lo vede impegnato in una prima stagione dove s’è ringiovanita la rosa facendo gruppo unico con le under 19 e salvezza conquistata con 3 giornate d’anticipo, mentre la stagione 2010/2011 ha vissuto “l’azzardo” di un ulteriore ringiovanimento che ha portato in prima squadra ben 7 under 19 e 3 appena uscite dal giovanile coadiuvate da 2 veterane. La stagione, pur tra le ovvie difficoltà, è stata un’importante esperienza formativa nonostante il risultato sportivo non sia stato premiante. Nella stagione 2011/2012 allena a Padova la formazione femminile del Petrarca partecipante alla B nazionale dove chiude la stagione regolare con un brillante quarto posto nonostante un roster destinato (sulla carta) a giocarsi la salvezza. Stagione 2012-2013 A3 a Treviso concludendo la stagione al quinto posto. Stagione 2013-2014 A3 a Treviso concludendo anzitempo la stagione per “divergenze” con la Società riguardo i possibili traguardi; da dicembre diventa Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia. Stagione 2014-2015 Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia. Stagione 2015-2016 B Femminile a Treviso e Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia con la cui selezione vince il trofeo delle provincie. Stagione 2016-2017 Responsabile Tecnico del settore giovanile di Montebelluna e allenatore del gruppo Under 16 Elite, Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia con la cui selezione si classifica al terzo posto al trofeo delle provincie; Stagione 2017-2018 Responsabile Tecnico del settore giovanile di Montebelluna e allenatore del gruppo Under 18 Gold e per i play out collaborazione con la prima squadra in C Gold, Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia con la cui selezione si classifica al terzo posto al trofeo delle provincie; 4

Stagione 2018-2019 Serie D e under 18 gold con il Litorale Nord, Responsabile Tecnico Provinciale per il femminile per la F.I.P. di Venezia con la cui selezione vince il trofeo delle provincie Dal 2014 ad oggi collabora con Eurobasket in qualità di referente tecnico per il nord Italia del femminile (e nel 2017 anche del maschile), società che porta università americane in Italia, organizzando e allenando una squadra tarata in base al livello dell'università Dal 2017 collabora con Honos nell’organizzazione e gestione di un camp ad altissima specializzazione con allenatori delle diverse nazionali per ragazze di 13/14 anni Dal 2012 ad oggi collabora con la Federazione per le selezioni femminili in qualità di Responsabile Tecnico Territoriale e in qualità di FORMATORE: tenendo corsi di formazione per Allievo Allenatore nelle provincie di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza e Allenatore di Base per la regione Veneto

Sono circa una decina le giocatrici che hanno calcato o calcano i parquet della serie A (tra A1 e A2) che sono state allenate per almeno una stagione da coach Scarpa.

Per quanto riguarda la formazione:

Allenatore di base nel 1998, Allenatore nel 2006 Allenatore Nazionale nel 2010. Nel 2012 diventa Formatore di 1° livello con la tesi: “Integrazione tra le varie componenti della pallacanestro: principi”. Nel 2013 diventa Formatore di 2° livello con la tesi: “Le collaborazioni difensive senza blocchi: le logiche delle scelte e gli esercizi per costruirle”.

Dal 21 gennaio 2013 acquisisce la licenza internazionale FIBA.

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Riese Pio X° (TV), 22 Luglio 2019.

CLINIC PAO BASKET Coach Luca Scarpa:

Questo argomento è particolarmente complesso, ampio e difficile da sondare per cui ho cercato di individuare l’esatta chiave di lettura e di verificare quali sono le competenze che noi allenatori possiamo allenare e quelle che invece riusciamo ad allenare a fatica in termini di situazioni speciali. Per situazioni speciali intendo le azioni che, per necessità spazio-temporali, hanno bisogno di una soluzione che esce dagli schemi abituali, per cui un qualcosa che esce dalle consuete abitudini, da ciò che i nostri giocatori sono assuefatti. Da questi presupposti emerge la necessità che ogni allenatore, in primo luogo, debba analizzare le possibili proposte da utilizzare e le modalità d’intervento. In buona sostanza, come uscire dal noto e andare ad analizzare quali sono le situazioni contingenti in quel momento.

Ho ideato questo tipo di intervento perché anni fa mi recai ad un Clinic tenuto da , il quale trattò di necessità, di bisogni di allenatori in genere, di qualsiasi categoria. Ettore argomentò del tempo e dichiarò che la mancanza di tempo è una costante estesa a tutti gli allenatori, a tutti i livelli. Per questi motivi ho cercato di trovare un argomento che potesse coinvolgere tutti i livelli di allenatori, dall’Under 13 provinciale all’Eurolega. Tengo a sottolineare che amerei fornire delle idee su cui riflettere perché in qualsiasi campionato ogni allenatore può trovarsi di fronte una situazione in cui si rende necessario fare un qualcosa che va al di fuori, che é diverso dalle normali abitudini e che gli stessi giocatori sono consapevolmente abituati a fare. Gli allenatori devono costruire dei giocatori autonomi ed è su questa idea che ho iniziato a riflettere. Se pretendo infatti che il mio giocatore diventi autonomo non posso fornirgli una soluzione predefinita e non posso dare una risposta a tutto. In buona sostanza, devo trasmettere al mio giocatore le capacità tecniche, tattiche e strategiche per poter riuscire a risolvere autonomamente qualsiasi situazione. Per raggiungere questo obiettivo è necessario che sia io allenatore, per primo, il soggetto di questo tipo di ragionamento. Un coach dell’Under 13, ad esempio, in una situazione particolare in cui si esce dal comodo, é in grado di leggere cosa sta succedendo e presentare una proposta che consenta di ottenere un risultato positivo? Se la risposta è negativa i giocatori non potranno risolvere il problema. 6

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Queste slides sono state gentilmente messe a disposizione da coach Luca Scarpa.

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Coach LINO FRATTIN, carriera.

nato a: Washington D.C. (USA) il: 02/02/1962

Inizia la propria attività cestistica a Castelfranco nei primi anni ’80. Dal 1985 al 1987 viceallenatore al Petrarca Padova in B1; 1987-88 capo allenatore della squadra delle Forze Armate in B2. Poi, tre anni come vice a Verona sotto Dado Lombardi e , 1988-91; due anni come vice a Pesaro, 1991-93; tre anni, 1993-96, come vice alla Virtus ; 1996-97 iniziato come vice e poi pilotando la squadra alla Coppa Italia e le semi-finali nei playoff. Poi, un anno, 1997-98, come vice a Pistoia in A2; due anni, 1998-2000, a London Towers, dove ha vinto il titolo inglese.

Dopo, un ritorno a Verona nel 2000-01; un altro anno a London Towers, nel 2001-02; Lino Frattin ha fatto un'altra esperienza come capo all'estero, a Arkadia nell'Austria, nel 2002-03. Poi, per tre anni, 2003-2006, ha fatto lo scout per i Washington Wizards dell'NBA, visto in tutti i campi d'Italia come osservatore speciale per i Wizards.

2006-07, vice-allenatore della Lottomatica.

Ha inoltre allenato Treviglio, Chieti, Lions Vienna e in Messico. Allenatore e responsabile tecnico a Riese Pio X° in questi ultimi tre anni.

Ha tenuto camp e clinic in Italia, Grecia, Inghilterra, Slovenia, Austria, Messico e in Cina.

Per la prossima stagione 2019-2020 sarà capo allenatore del BVO Caorle nel campionato di Serie C Gold nonché supervisore del settore giovanile della stessa società.

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Riese Pio X° (TV), 22 Luglio 2019.

CLINIC PAO BASKET

Coach Lino Frattin:

IL TIRO. Didattica ed esercizi.

Coach Lino Frattin presenta la sua lezione.

Premessa.

E’ risaputo che i ragazzi, in età di settore giovanile, arrivano molto spesso con capacità motorie diverse anche rispetto al passato, ovviamente in relazione all’età. Sarebbe pertanto opportuno cominciare presto ad impostare alcuni dettagli che riguardano il tiro, già a livello Minibasket, sempre commisurando la loro capacità muscolare e il metodo con cui si affronta questo fondamentale. In verità questo aspetto si accentua ancora di più con l’avanzare dell’età, anche con il cambio del tipo di pallone, ovvero dalla misura “5” alla misura “7”. In questo momento di passaggio è spesso possibile che i ragazzi incontrino delle difficoltà proprio dal punto di vista muscolare, in particolare riguardo la spinta della palla.

Vorrei cominciare dalla fase finale del movimento del tiro, cioè dal rilascio.

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Il rilascio.

Foto 1. Foto 2.

Tenere la palla con braccio disteso avanti (foto 1). Ritagliare un po’ di spazio tra palmo e pallone. Portare la palla dritta in alto, le gambe dritte, il gomito bloccato, fermo, spingere la palla verso l’alto soltanto con le dita, provare a far cadere la palla il più vicino possibile ai piedi.

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Foto 3. Variante: spingere sempre con le dita la palla verso terra (come per schiacciare)

Questo esercizio è utile per far sentire che la palla deve essere spinta con le dita.

Con la mano sinistra, stesso movimento. Frustare con il polso.

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Foto 4. A coppie, seduti uno di fronte all’altro, una palla sola, partire da palla tenuta da sotto con braccio disteso avanti, il gomito di chi ha la palla è il mirino, deve mirare al compagno e deve andare dritto in alto, il braccio si distende in alto, il polso deve frustare e il pallone deve arrivare al compagno davanti.

 Cambio: usare la mano sinistra.

 Comunicare al compagno gli insegnamenti da ricordare: spazio tra palmo e pallone, mirino, finire con la mano flessa. Come arrivare a tirare in partita dalla corretta posizione? Qual è la posizione? Mantenere il petto verso il canestro, piegare le gambe ed appoggiare la mano destra sulla rotula corrispondente, questa è la posizione.

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Foto 5.

Foto 6. Le grinze del polso.

Foto 5. Posizione del corpo, palla tra le mani, creare delle grinze del polso, le dita della mano di tiro devono puntare al soffitto, le dita della mano di supporto devono puntare in avanti.

Foto 6. Le grinze del polso si riferiscono alla facciata dorsale della mano e dell’avambraccio, che sono visibili direttamente dall'atleta quando carica la palla.

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Foto 7. “Fare il perno” con la spalla.

Foto 8. Le dita della mano di tiro finiscono orientate verso l’indietro e le dita della mano di supporto indirizzate verso l’alto.

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Foto 9.

Nello sviluppare il movimento di tiro estendersi verso l’alto con la punta dei piedi e la punta delle dita.

Foto 10.

Palla all’altezza della spalla, le dita della mano di tiro che puntano il soffitto e le dita della mano di supporto che puntano in avanti. 19

Foto 11. Nel fare il perno con la spalla il braccio rimane fermo e dalla posizione del gomito si alza l’avambraccio in alto.

Foto 12.

Disposizione come da foto 12. Due coppie, di cui (1) e (2) con pallone. (3) e (4) senza pallone fungono da assistenti (vedi anche foto 13). 20

Foto 13.

(3) e (4) devono ricordare rispettivamente a (1) e (2) tutti gli insegnamenti fin qui presentati: posizione del corpo, grinze, finta, recupero, perno con la spalla, estendersi verso l’alto con il corpo in coordinazione con l’estensione del braccio di tiro verso l’alto alzandosi sulle punte dei piedi (vedi anche foto 14). 21

Foto 14.

Occhi al bersaglio! Un dettaglio importante: guardare il canestro! Per tirare è necessario guardare il canestro!

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Foto 15.

Seguire le fasi del movimento dall’inizio sino a movimento ultimato. Grinze, estendersi in alto, lasciare tutte e due le mani, una orientata in avanti e l’altra verso il soffitto. La mano di supporto finisce aperta, la mano di tiro finisce chiusa.

Provare con la mano sinistra.

 Utilizzare delle parole-chiave è utile per i giocatori ma è anche utile per semplificare la comprensione dei concetti.

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Foto 16.

Partire con braccio di tiro disteso avanti e con la mano che sorregge da sotto il pallone. 24

Foto 17.

Caricamento per l’esecuzione del tiro. 25

Foto 18. La mano di supporto non deve andare in torsione!

Foto 19. 1: la mano di tiro deve finire avanti (polso flesso); 2: la mano di supporto deve finire orientata verso il soffitto. 26

Quali sono gli errori più comuni?

Foto 20. Senza le grinze del polso (vedi anche foto 6). Tanti elevano la palla in questo modo (foto 20). In questo caso si rende necessario il movimento di “frusta” e più tempo per caricare il tiro.

Foto 21.

Quando si va pertanto a ricevere un passaggio si deve essere già pronti con la mano di tiro.

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Foto 22. Foto 23. Foto 24.

Altro errore comune: da un palleggio, che normalmente è laterale (foto 22), la palla viene portata in mezzo (foto 23) e questo errore comporta un movimento di compensazione nell’esecuzione del tiro perché in chiusura si finisce con il movimento della foto 24.

Ricordare sempre che l’asse ginocchio-mano-spalla deve insistere sulla stessa linea perpendicolare (piano unico). Non si deve accompagnare il gomito in fuori perché provoca delle compensazioni, infatti non si riesce a spingere e a imprimere la forza al movimento di tiro.

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Foto 25. C’è chi ha la tendenza a non mantenere i 90° angolo braccio-avambraccio 29

Perché probabilmente la palla riduce l’angolo avambraccio-mano (foto 26).

Foto 26.

Foto 27. Foto 28.

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Per correggere questo difetto io adopero spesso la spinta della mano di appoggio sul gomito nel movimento di distensione del braccio in modo da far sentire la spinta verticale. Il movimento di tiro deve essere verticale (foto 27). Alla fine di qualsiasi tiro i gomiti devono essere paralleli, l’estensione deve essere completa (foto 28), si devono usare le punta dei piedi e le punta delle dita, addirittura a movimento ultimato rimanere sulle punte dei piedi molleggiando per un pò.

C’è chi ha la tendenza a portare la mano di tiro dietro la testa. In questo modo si allunga l’angolo del polso a livello carpale e così il lavoro del braccio e dell’avambraccio risulteranno scarsamente precisi.

Foto 29. Il coach si posiziona dietro il tiratore con la mano sopra la sua spalla destra in modo da fargli percepire la funzione della spalla come perno.

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Foto 30. Da questa posizione la palla deve salire verso l’alto e precipitare dentro il canestro, non infilarsi! Deve vedere il cerchio dall’alto.

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Foto 31. Alcuni, nel momento del tiro, si aiutano con le dita della mano di supporto.

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Foto 32. Foto 33.

Per correggere questo difetto ho trovato questo marchingegno: “qube”, che è un cubo in polistirolo con all’interno un’imbottitura di piccole zavorre in modo che tutto l’attrezzo pesi l’equivalente del pallone da basket (foto 32 e 33).

Questo arnese artigianale costringe a riconoscere la corretta posizione della mano di supporto e ad acquisire la presa di coscienza dell’angolo di 90° braccio-avambraccio. Negli esercizi da seduti anche a passarsi questo cubo risulta molto utile ed ingegnoso.

Misure del cubo.

 Per il pallone misura “7” (da basket) le misure del cubo sono: 23×23×23.

 Per la palla misura “5” (da Minibasket e Under 13) le misure del cubo sono: 20,5x20,5x20,5.

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Foto 36. Foto 34. Foto 35.

Un accorgimento ancora più semplice sempre per chi, nell’atto del tiro, denota il difetto di aiutarsi con le dita della mano di supporto, è di usare una monetina e stringerla tra pollice ed indice sempre della mano di supporto, così non riesce più ad allargare e non riesce più a spingere (foto 34, foto 35 e foto 36).

 Sto rivalutando l’utilità dell’arresto a un tempo perché concede la possibilità di scegliere il perno anche se le infrazioni di passi sono meno frequentemente sanzionate. A parte le ricezioni frontali ma anche sulle ricezioni laterali arrivare contemporaneamente con gli avampiedi invece che con l’arresto a due tempi può essere utile sia per scegliere il perno e sia per essere più reattivi in partenza.

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Foto 37.

A coppie, l’uno di fronte all’altro, auto passaggio, arresto a un tempo con ricezione.

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Foto 38. Lancio a (2) che va incontro alla palla e la riceve in arresto a un tempo. 37

Foto 39.

Foto 40.

Palla a spalla, equilibrio, grinze, spazio, dita che puntano, corretta posizione delle gambe, tornare indietro e lanciare al compagno di fronte che a sua volta va a ricevere in arresto a un tempo (foto 39 e foto 40).

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Foto 41.

Aggiungere: una volta ricevuta la palla, eseguire un palleggio frammezzo le gambe e assumere la posizione di tiro.

Foto 42. Auto passaggio, arresto a un tempo, ricezione, assumere la posizione di tiro e tirare a canestro. 39

Foto 43.

Foto 44. Andare “sotto la palla” (foto 44).

 E’ importante curare la capacità di attenzione anche perché è allenabile. Un minimo di attenzione in più sicuramente aiuta. E’ importante a 16 anni imparare ad automatizzare certi dettagli che poi faranno la differenza.

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Foto 45. Auto passaggio, si può scegliere arresto a un tempo o a due tempi.

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Foto 46.

Autopassaggio, arresto e ricezione, tre saltelli sul posto e poi tirare.

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Foto 47.

Autopassaggio, arresto e ricezione, 3 saltelli e tirare.

Cambio: tirare con la mano sinistra.

 Dal punto di vista neurologico è sempre utile esercitare la mano debole.

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Foto 48.

Autopassaggio, arresto e ricezione, tre saltelli con appoggio sul piede destro (la gamba sinistra è flessa) e tiro. Cambiare poi piede di appoggio.

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Foto 49.

Foto 50.

Auto passaggio, arresto e ricezione. Un saltello a piedi pari in alto, un saltello ruotando il corpo a sinistra, un saltello per ritornare fronte a canestro, saltare e tirare (foto 49 e 50). 45

Foto 51. Affondo avanti. 46

Foto 52.

Affondo in avanti. Auto passaggio, arresto e ricezione, passo lungo avanti con piede destro (foto 51) che ritorna e poi tiro (foto 52).

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Foto 53.

Variante: affondo laterale a destra (foto 53), ritorno e tiro. Idem a sinistra.

 Sono situazioni per allenare l’equilibrio, che ora vengono proposte in movimento.

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Foto 54.

Foto 55.

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Foto 56.

Palleggio destro-destro, arresto con il piede destro allungato avanti (in affondo), ritorno e tiro. Il palleggio deve essere fuori dal piede! Vedi sequenza foto 54, 55 e 56. Ovviamente l’esercizio viene ribaltato sul lato sinistro con palleggio con la mano sinistra.

Foto 57.

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Foto 58.

Due palleggi (sempre esternamente ai piedi!), arresto a un tempo sul pettine e tiro (vedi sequenza foto 57 e 58). L’ultimo palleggio è più basso e forte e gli occhi puntano il canestro.

Sul lato sinistro di attacco. L’ultimo palleggio è più basso e forte e adesso la palla deve essere spostata a destra (foto 59).

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Foto 59.

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Foto 60 – la mano di tiro può essere già spostata così. 53

Foto 61.

Sul lato sinistro (foto 61). Conclusione dell’azione: vedi foto 62. 54

Foto 62. Farsi trovare pronti per il tiro, prepararsi prima.

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Foto 63.

Nell’arrivare con i piedi per terra si deve esser già pronti in posizione così come la posizione della palla (foto 63).

Foto 64.

Per ricevere la palla è risaputo che si devono fare vedere le mani. Ogni volta che (2) riceve la palla deve essere in grado di tirare (foto 64).

 In partita, leggendo la difesa, si può capire se si può tirare.

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Foto 65. (1) passa la palla a (2) e gli fa vedere le mani. (2) ripassa la palla a (1). Continuità.

Foto 66.

(2) riceve la palla in movimento e nel momento che la riceve deve farsi trovare già pronto in posizione (vedi anche foto 67 e 68).

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Foto 67.

Foto 68.

Variante: (2), ogni volta che riceve la palla, cambia tipo di passaggio.

Il numero (1) decide quale azione deve eseguire (2), ossia se (1) abbassa le mani, (2) deve tirare. (2), nel mentre riceve la palla, guarda (1) per farsi trovare pronto.

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Foto 69.

Il numero (1) ha abbassato le mani e il n. (2) tira.

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Diagramma 1

Variante: disposizione come da Diagramma 1. Il numero (2) si sposta alternativamente sui gomiti della lunetta a destra e a sinistra per ricevere da (1) e ripassargli la palla oppure tirare. Quando (1) fa vedere le mani, (2) deve ripassargli la palla; quando (1) abbassa le mani, (2) deve tirare.

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Diagramma 2

Oltre che ad eseguire i passaggi e oltre ad abbassare le mani, (1) può anche correre incontro a (2) fino ad arrivare alla posizione difensiva e (2) esegue due palleggi verso il canestro, arresto e tiro (Diagramma 2).

Il numero (1) può decidere se passare, se tirare, se indurre (2) al palleggio in penetrazione e tiro.

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Diagramma 3

Oltre ad eseguire i passaggi, a tirare, a penetrare, (1) può correre e fermarsi su uno dei due pettini. Quando (1) è sul pettine, (2) esegue due palleggi verso (1), un cambio di mano (usare tutti i tipi) e di direzione, due palleggi, arresto e tiro di potenza (Diagramma 3).

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Diagramma 4

Il numero (1) può eseguire: passaggi, andare incontro, allontanarsi fermandosi sul pettine oppure andare avanti con le mani e ricevere da (2), il quale va incontro a (1), cambia direzione o a destra o a sinistra e riceve un passaggio laterale schiacciato da (1) e va a canestro (Diagramma 4).

Foto 70.

Come esercizio illustrato dal Diagramma 4 ma con due coppie impegnate in contemporanea. 63

Foto 71.

 Durante l’entrata a canestro, evitare di spostare la palla all’interno, ed esporre la stessa alla difesa. Per correggere questo difetto, uso far toccare i gomiti tra di loro, durante i due passi del lay-up.

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Foto 72.

Partire in palleggio con due palloni, quando si va al tiro stringere sotto il braccio il pallone sulla parte interna e andare al tiro con la mano esterna (foto 72, 73 e 74).

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Foto 73.

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Foto 74.

 Per la fase di riscaldamento usiamo esercizi che possono servire ad aumentare la sensibilità, per ripetere le partenze, per essere pronti a ripetere le posizioni, tutti dettagli che appartengono all’attenzione e non alla solita routine.

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Fonte:

Treviso, il ritorno di Scarpa

TREVISO - (rp) È Luca Scarpa il successore di Bertoldero sulla panchina della Magigas NPT Treviso. Il club trevigiano si accorda con l'ex coach di Santa Maria di Sala, Pordenone, Padova ed anche Basket Treviso. Veneziano di 48 anni, ha sposato la causa trevigiana riuscendo a coordinare i propri impegni lavorativi che gli permetteranno così di guidare la squadra nel torneo di B. Il nuovo allenatore è stato presentato lunedì sera alla squadra ed ha già sostenuto il primo allenamento con Conti e compagne: per lui dieci giorni di tempo per dare un'identità in vista del debutto. «Sono contento di approdare in una società come la Nuova - sottolinea Scarpa - perché qui c'è un grande amore per lo sport in generale e il basket in particolare. Questo significa non solo inseguire il risultato, ma avere la capacità di trasmettere i valori dello sport e far crescere nuove giovani atlete. Qui ci sono una decina di squadre tra minibasket e giovanili: fantastico. La mia squadra dovrà avere la coscienza di essere la capofila di un movimento importante, l'esempio per tutte le ragazze e ragazzi delle giovanili. L'obiettivo è scendere in campo con questo spirito».

Mercoledì 9 Settembre 2015

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Fonte:

Capitolo prima squadra: riconfermato tutto lo staff tecnico con coach Luca Scarpa che sarà ancora assistito da Andrea Costa e dalla preparatrice atletica Flavia Brazzoduro.

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Fonte: L'enciclopedia sulla Virtus Pallacanestro Bologna

LINO FRATTIN nato a: Washington D.C. (USA) il: 02/02/1962

Stagioni alla Virtus: 1996/97 statistiche individuali palmares individuale in Virtus: 1 Coppa Italia

LINO FRATTIN di Dan Peterson - www.basketnet.it

La Nuova Generazione di Allenatori Italiani (31): Lino Frattin, Classe 1962. Come dico sempre all'inizio di questi profili, gli allenatori inclusi qui dentro devono essere Italiani ed avere meno di 50 anni (cioè, nati dal 1958 in poi), e avere vinto qualcosa (scudetto, coppa, promozione almeno dalla B-1 all'A-2) o avere fatto qualcosa (Coach of the Year almeno in B-1 o più in alto) al livello di club (ma anche in nazionale), lavorando qui in Italia oppure all'estero. Ovvio, la mia preoccupazione è lasciare fuori qualcuno, nonostante ore davanti al computer. Se, alla fine, uno nota un'omissione, per favore, fammi sapere.

Lino Frattin ha vinto un paio di cose nella sua carriera. Prima, nel 1996-97, subentrando per il suo capo, Alberto Bucci della , ha vinto la Coppa Italia, con due vittorie secche nella Final Four, battendo Polti Cantù nella finale a Casalecchio, 75-67. Poi, non ha 'vinto' niente nei Playoffs quell'anno, ma ha fatto le semi-finali, eliminando Roma nei quarti, 3-2, poi perdendo il 'Derby' con la Fortitudo, 0-3. In ogni caso, con quel piazzamento, la squadra si è 'qualificato' per l'Eurolega dell'anno successivo, e l'hanno vinto con Ettore Messina in panchina. Quindi, in una situazione di emergenza, di SOS, Lino Frattin ha fatto un ottimo lavoro.

Estero. Essendo fluente nell'Inglese, Lino Frattin ha avuto anche l'opportunità di allenare all'estero, prendendo in mano London Towers, proprio di Londra, Inghilterra, dove ha vinto il titolo dell'Inghilterra al primo colpo, nel 1998-99. Quindi, è stato uno dei primissimi coach Italiani a provare la strada all'estero e, certamente, uno dei primi a vincere qualcosa. Anzi, la lista di allenatori Italiani che hanno vinto qualcosa all'estero è una lista non grandissima. Quindi, con questo lavoro, Lino Frattin si mette in un gruppo ristretto quanto prestigioso. Ovvio, la sua abilità di parlare l'Inglese è stata fondamentale in tutto ciò. Anzi, ha rilasciato interviste alla BBC.

Carriera. Lino Frattin ha avuto l'umiltà di fare diversi anni come vice-allenatore prima di provare la strada di capo. Dopo due anni, 1985-87, come vice a Padova in B1, ha fatto un anno come capo, 1987-88, della squadra delle Forze Armate in B2. Poi, tre anni come vice a Verona sotto Dado Lombardi e Alberto Bucci, 1988-91; due anni come vice a Pesaro, 1991-93; tre anni come vice alla Virtus Bologna, 1993-96; poi quell'anno del 1996-97 iniziato come vice e poi pilotando la squadra alla Coppa Italia e le semi-finali nei playoff. Poi, un anno, 1997-98, come vice a Pistoia in A2; due anni, 1998-2000, a London Towers, dove ha vinto quel titolo.

NBA. Dopo un ritorno a Verona nel 2000-01; un altro anno a London Towers, nel 2001-02; Lino Frattin ha fatto un'altra esperienza come capo all'estero, a Arkadia nell'Austria, nel 2002-03. Poi, 69 per tre anni, 2003-06, ha fatto lo scout per i Washington Wizards dell'NBA, visto in tutti i campi d'Italia come osservatore speciale per i Wizards. Ancora, una volta, il suo talento con l'Inglese è stato la chiave per trovare un posto di importanza e prestigio. Sono esperienze che arricchiscono un coach come tecnico, come professionista e come persona. Lino Frattin l'ha sfruttato al massimo, aumentando notevolmente i suoi contatti negli USA e in Europa.

Roma. Ora, lo scorso, 2006-07, Lino Frattin era vice-allenatore della Virtus Roma, la Lottomatica. Oltre al ruolo di vice ha offerto al club romano i suoi multi-talenti: esperienza, lingue inglese, contatti infiniti. Per il momento, è sul mercato. Il futuro? Chi lo sa? Ormai, Lino Frattin è un coach a 360°, un uomo per tutte le stagioni, anzi, del mondo. Quindi, nessun pronostico qui. Ovunque è andato, la società ha fatto risultati: scudetti e coppe. E ha molta carriera davanti a lui ancora. Farà capo allenatore? Farà vice da qualche parte? Farà lo scout per una società in Europa o una dell'NBA? Non si sa. Ma si sa che farà, come sempre, un ottimo lavoro.

Maggiori informazioni https://www.virtuspedia.it/allenatori/lino-frattin/

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Fonte:

Lino Frattin è il nuovo tecnico della SME Caorle

Dopo Nicola Ostan, la società litoranea sceglie un capo allenatore dal curriculum importante nel mondo professionistico.

6 giugno 2019

Lino Frattin guiderà lo SME Caorle nel 2019/2020. 70

Lo SME Caorle ha deciso: nuovo allenatore sulla panchina litoranea, dopo la separazione con Nicola Ostan, con un nome piuttosto “pesante” che guiderà la prima squadra di C Gold nella stagione 2019/2020.

Lo SME, infatti, verrà allenato da Lino Frattin, nome molto noto nell’ambiente cestistico professionista: nato a Washington DC (USA) il 2 febbraio del 1962, Frattin è un tecnico che ha avuto esperienze importanti alla Virtus Bologna ma non solo. Ha avuto anche l’opportunità di allenare all’estero, vincendo il titolo d’Inghilterra con gli storici London Towers: è stato uno dei primissimi tecnici italiani a provare la strada di allenare lontano dallo Stivale, militando poi anche in altre società importanti con il ruolo di vice allenatore (Padova, Forze Armate, Verona, Pesaro, Pistoia).

Nel 2002/2003, l’esperienza in Austria, con l’Arkadia, come capo allenatore, prima di tuffarsi per tre anni all’interno dei Washington Wizards, con il ruolo di scout. Esperienze certamente importante quest’ultima, che lo ha aiutato ad ampliare i propri contatti ed ha “schiuso” ulteriormente le strade per una carriera di buonissimo livello, che lo ha poi visto allenare anche in Messico, ultima esperienza come capo allenatore (2017).

Ora, il ritorno sulle panchine con il ruolo di coach: la società del presidente Massimo Corbetta ne annuncia l’arrivo con entusiasmo, anche per cercare di proseguire il buon rendimento di questi ultimi anni. Partendo da Frattin, poi la società costruirà una rosa che, come di consueto, avrà l’obiettivo di mantenersi sempre in una fascia medio-alta di rendimento, cercando però di valorizzare i prodotti di un vivaio che sta riscuotendo sempre più successi.

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Fonte: Lino Frattin nuovo coach dello Sme Caorle (C Gold)

Thomas Maschietto 08 Giugno 2019

CAORLE. Un allenatore giramondo per lo Sme Caorle. L’italoamericano Lino Frattin, nato a Washington nel 1962 e residente a Castelfranco è il nuovo coach della prima squadra del Caorle (Serie C Gold). Frattin ha l’esperienza giusta per lo Sme. È un po’ come un globetrotter della panchina, con un pizzico di polvere a stelle e strisce sulle spalle anche per via del luogo di nascita e del curriculum. In Italia ha vinto una coppa Italia di serie A1 sulla panchina della Virtus Bologna (1997), l’allora Kinder, battendo in finale Cantù subentrando in corso d’opera al suo capo Alberto Bucci. A livello mondiale è stato capo allenatore del Correcaminos Uat di Ciudad Victoria (Messico) due anni fa. Prima ancora è stato responsabile per lo scouting europeo dei Milwaukee Bucks e dal 2003 al 2008 consulente per lo scouting internazionale dei Washington Wizards. Da capo allenatore ha guidato anche i London Towers nel campionato professionistico inglese e nell’Euroleague e l’Arkadia Traiskirchen Lions in Austria. «Ho scelto Caorle perché dopo tre anni a Riese per me è una sfida nuova e affascinante» le sue prime parole «non potevo non accettare la proposta del direttore sportivo Coldebella al quale sono molto legato e poi Caorle è una piazza stimolante».

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Fonte:

“Basket in Messico” di Coach Lino Frattin – Cap. 1, Si parte!

29 luglio 2019

Appunti di viaggio di Coach Lino Frattin e la sua esperienza nella Liga Nacional de Baloncesto Profesional alla guida del Club Correcaminos UAT

Basket in Mexico?

Quando qualcuno sente pronunciare la parola “Messico”, vengono in mente le vacanze, le spiagge assolate, la piccante cucina, forse anche Zorro! Certamente non la pallacanestro. Ovviamente non avrei mai pensato di avere l’occasione di andare in Messico per allenare una squadra di basket. Questi sono i miei appunti di viaggio.

Capitolo 1 – Si parte! Dopo un primo contatto con il mio agente verso la fine di novembre 2016, il lunedì 22 dicembre ricevo da lui un messaggio che mi chiede se sono interessato ad un contratto in Messico. La squadra in questione è in fondo alla classifica della lega pro messicana, con solo 3 vittorie e 16 sconfitte. Sono titubante. Mi metto al computer per provare a capirci qualcosa. Non conosco niente della lega messicana, dei giocatori, di come e quando si svolge, insomma, niente di niente. Scopro il canale YouTube della lega dove posso vedere le ultime partite della squadra. Ovviamente essendo ultimi in classifica non mi posso aspettare granché. Poca velocità, molto individualismo, difese inesistenti. Per chi ha qualche anno in più, sembra la pallacanestro greca degli anni ’80. Il mio agente mi chiama al telefono con i dettagli dell’ipotetico. contratto, i messicani vogliono una risposta . Hanno già esonerato l’allenatore, la squadra è temporaneamente affidata all’assistente spagnolo. Cosa faccio? Sto al momento curando il settore giovanile di The Team, squadra di Riese Pio X e Castello di Godego. Con i ragazzi mi diverto. E’ bello vederli migliorare, lo staff di istruttori è ottimo e siamo tutti amici. Ma prima di questa pausa nel settore giovanile, ho sempre fatto e voluto fare l’allenatore professionista a livello senior. Mi consulto con un mio amico. 72

Mi dice entusiasta di riprendere il cammino e di godermi l’ennesima avventura. Mi dice: “Chissà, magari ti apre altre porte. Ormai bisogna muoversi ed andare ..! Telefono al mio agente egli dico che sono pronto a partire. Dopo una mezz’ora ricevo una telefonata dal Messico. Il General Manager della squadra Correcaminos UAT vuole parlarmi e darmi il benvenuto (il correcamino è l’uccello “bip bip” famoso nei cartoni animati, mentre UAT sta per Universitad Autonoma de Tamaulipas , stato messicano dove si trova la città di Victoria ) Ho qualche reminiscenza di spagnolo, da quando viaggiavo spesso, sia con le squadre, sia come scout NBA, ma la velocità della sua parlata mi coglie di sorpresa. Me la cavo, con qualche “palabra de ingles” e fissiamo il mio volo tra quattro giorni, per il 26 dicembre. La mattina seguente comunico la mia decisione al dirigente della club di Riese. Il mio amico Marco, mi dice che è contento per me, ma mi manda anche amichevolmente a quel paese, visti i problemi organizzativi che la mia assenza va a creare. Fortunatamente, le feste natalizie e la normale interruzione per alcuni giorni dell’attività sportiva ci aiuta a rendere più “dolce” la transizione. Ci vengono in aiuto anche i messicani che mi spostano il volo per il 28 dicembre, dandomi qualche giorno in più per sistemare le cose. Tutti i dirigenti della squadra di Riese capiscono la situazione e sono felici per me. Ugualmente i genitori ed i ragazzi con i quali nel tempo si è creato un bel rapporto di amicizia. Quando inizialmente l’ho detto a qualcuno di loro, hanno avuto la mia stessa reazione: ”stai scherzando vero?!”. Ultimi allenamenti con i ragazzi, tanti saluti e spiegazioni di dove si trova Victoria e di come sia la lega Pro Messicana (www.lnbp.mx). Devo dire onestamente che mi sono commosso (come ora mentre scrivo). Toccante il racconto di un genitore che mi ha detto che il figlio la sera, ha recitato una preghiera per me perché tutto andasse bene. Per me rimarrà sempre un ricordo bellissimo. Ma arriviamo al giorno della partenza. Aereo da Venezia alle 7.30. Mi aspettano molte ore di viaggio: Venezia, Madrid, Dallas, Mc Allen e poi altre ore in auto. Parto da casa nella fredda mattina di mercoledì 28 alle 5.00. Prelevo mia figlia che riporterà a casa l’auto ed in poco tempo siamo in aeroporto. Il viaggio sebbene lungo, è tranquillo, e dopo Madrid e Dallas, atterro a McAllen, piccola cittadina del Texas, sul confine con il Messico. Qui mi attende Nicolas . Sono le 20.30 locali. Temperatura 23 gradi, ancora il 28 dicembre; ma per me sono passate 22 ore da quando ho lasciato casa! Nicolas mi porta a mangiare qualcosa in un fast food. Per me sono praticamente le 02:00..mangio tacos a colazione! Risaliamo in auto e passiamo il confine. Imboccate alcune strette stradine, vedo che Nicholas entra nel parcheggio della stazione delle autocorriere. Capisco che il tragitto fino a Ciudad Victoria avverrà in un pullman di linea. Acquisto il biglietto e salgo sul pullman. Partenza alle 22.00, tra mezz’ora. Mi accomodo al mio 29d, posto finestrino vicino ad una corpulenta signora messicana. Arrivo previsto dopo quattro ore, quando troverò qualcuno a Victoria ad aspettarmi. I pullman di linea sono il mezzo di trasporto preferito qui in Messico. Hanno posti assegnati, wi-fi gratuito e piccolo schermo video sul sedile di fronte, per far passare le lunghe ore di viaggio. Il General Manager del Club, attraverso l’onnipresente Whatsapp si assicura che tutto vada bene. Il mio “todo bien” lo rassicura. Sono stanchissimo, ma ho paura ad addormentarmi e di perdere la fermata (che poi scoprirò essere l’unica del viaggio). Le strade messicane non sono come quelle che conosciamo. Non so se attribuire i salti che faccio sul sedile ai logori ammortizzatori del pullman o alla grandezza delle buche. Rimango facilmente sveglio. Arrivo a Victoria, prendo la mia valigia e guardo se c’è qualcuno ad aspettarmi. Non vedo nessuno. Faccio due passi fuori dal terminal, poi rientro. Poche persone presenti. A raccontare questo fatto ad amici locali, mi dicono che mi è andata bene; da queste parti, non è da fidarsi ad essere fuori la notte. Vedo finalmente un tassista che mi dice di essere stato incaricato di portarmi in hotel. Non vedo l’ora di vedere un letto.

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L’estensore del presente testo:

Guido De Alexandris Titoli:

 Qualifica CNA: “Allenatore Nazionale” (dal 1981; primo tesseramento: 1972).  Qualifica Settore Minibasket: “Istruttore Nazionale Minibasket” (dal 2001; primo tesseramento: 1992).  Partecipante ai Master 2002, 2003, 2005, 2014, 2015, 2016, 2017 e 2018 per Istruttori Nazionali Minibasket;  Insegnante di Easy Basket (dal 2013).

Attività tecnica:

Come giocatore ha militato nella trafila dei campionati giovanili e dei campionati minori a Viterbo. Ha iniziato l’attività di allenatore di settore senior e giovanile maschile a Viterbo dal 1971 al 1975. Trasferitosi a Mestre nel 1975 (essendo nativo di Venezia), ha maturato diverse esperienze con vari incarichi come allenatore di squadre giovanili e senior, Istruttore di Minibasket e Responsabile Tecnico Minibasket. Società in cui ha allenato nel Veneto: Pallacanestro Giganti Zelarino (VE), Reyer Venezia (tre cicli in tre epoche diverse); Basket Mogliano (tre cicli in tre epoche diverse), Giants Marghera, Casale sul Sile, ASD Minibasket Spinea (VE). Ha insegnato inoltre Minibasket nell’ambito dei progetti-scuola a Scuole Elementari di Marghera (VE), di Casale sul Sile (TV) e di Spinea (VE). Ha collaborato con la rivista tecnica web CNA VENETO TIME nel sito del Comitato Regionale Veneto FIP.

Incarichi conferiti dalla Federazione Italiana Pallacanestro:

• “Osservatore-CAF” al raduno di selezione della Nazionale “Cadetti” nel Giugno 1981 a Gorizia;

• Aiuto-Formatore allo Stage di 1° grado per giovani allenatori a Fiuggi (FR), Giugno-Luglio 1983;

• Rilevatore ai Clinics Internazionali FIP di: Montecatini (Maggio-Giugno 1982); Bologna (Maggio 1983); Firenze (Maggio 1985); Grado (Giugno-Luglio 1987); Bologna (Giugno 1988); Montecatini (Giugno 1989); Pesaro (Giugno 1990); Forlì (Giugno 1991); Cervia (Giugno 1992).

• Capo Rilevatori ai Centri di Alta Specializzazione maschile di Madonna di Campiglio: Settembre 1988, Settembre 1989 e Luglio 1990; ai Clinics Internazionali di Treviso (Giugno 1993 e Giugno 1994); Formatore dei Corsi “Tecnici Regionali” (corrispondente all’attuale qualifica di “Allievo Allenatore”) per la provincia di Venezia dal 1985 al 1994.

• Partecipante al 4° Corso Nazionale per Formatori dei Corsi per Tecnico Regionale (Madonna di Campiglio, 18-25 Luglio 1992).

 Ha realizzato numerosi testi tecnici di basket e di Minibasket riguardanti Clinic, corsi e raduni.