UNA PIANTA E UN DISEGNO DELL’ABBAZIA DI CI RESTITUISCONO UNO SGUARDO SUL TERRITORIO E IL PROFILO DI UN ARCHITETTO DIMENTICATO.

Biblioteca statale del Monumento nazionale di Grottaferrata, Fondo Disegni stampe , Volume Badia di Grottaferrata, disegno - 1. Tommaso Gatta, Grottaferrata, penna, inchiostro bruno e inchiostro nero su carta vergata color avorio, mm 184X285.

Il disegno è opera del monaco Tommaso Gatta e rappresenta una veduta dell'Abbazia di Grottaferrata a volo d'uccello. L'opera è stata eseguita dal monaco che con grande dedizione sovrintese ai lavori della Fabbrica del nuovo convento nella fase finale conclusasi nel 1762 e al quale in seguito vennero affidate anche l'esecuzione della Biblioteca e della Sacrestia. Nel disegno l'edificio appena costruito è ben riconoscibile nell'architettura a due piani con le grandi finestre. L'opera è una precisa descrizione del complesso abbaziale e riveste un importante valore documentario in quanto permette di conoscere lo stato in cui si presentava la fabbrica criptense negli anni successivi all'edificazione della nuova ala conventuale e permette di individuare le preesistenze architettoniche abbattute in seguito al restauro della chiesa di Santa Maria avvenuto per volere del Cardinale Mario Mattei tra il 1843 e il 1845.

La chiesa dopo gli interventi del Cardinale Mario Mattei Biblioteca statale del Monumento nazionale di Grottaferrata, Archivio storico, Cancelleria degli abati commendatari, Catasti - 2, Pianta di tutto il territorio dell’Abbatia di Grotta Ferrata con li suoi confini misurata distintamente e rappresentata in carta da Domenico Castelli architetto, 1626 ca., copia autenticata del 1763 realizzata dal monaco Tommaso Gatta, penna e inchiostro bruno acquarellato su carta vergata color avorio montata su tela, mm 1950 x 3900.

Si tratta della prima carta catastale, che raccoglie tutti i possedimenti di proprietà dell’Abbazia di Grottaferrata, con i lotti perfettamente indicati e numerati, nonché recanti i nomi dei possessori. In un cartiglio posto nell’angolo inferiore destro è contenuta l’attestazione del notaio prenestino Angelo Mastro(….) in cui si dichiara che la mappa è una copia autentica dell’originale conservato in , nel palazzo Barberini, e che la mappa è stata ritratta e trascritta dal reverendo padre Tommaso Gatta e collazionata dall’agrimensore Giovanni Angelo Vernini in data 6 agosto 1763, redatta per volontà del cardinale Carlo Rezzonico. In altre iscrizioni poste sul documento, si dichiara che questa è la copia di una mappa disegnata dall’architetto Domenico Castelli (n. 1582?-m. 1657, cfr. DBI) per ordine del cardinale Francesco Barberini senior molto probabilmente intorno al 1626, all’epoca in cui il cardinale era abate commendatario dell’Abbazia. Notizia che si desume anche da altri documenti conservati nel nostro archivio, vedi catasto Barberini del 1682 (Catasti - 3, nota 7).

Nella foto qui proposta la pianta dell’Architetto Domenico Castelli nella trascrizione di Tommaso Gatta, che purtroppo a causa di un cattivo stato di conservazione è in condizioni di difficile lettura, è avvicinata al lavoro di restituzione e ricostruzione realizzato dallo studioso Angelo D’Ottavi, il quale si è servito anche di un’altra copia della mappa datata 1660, realizzata dall’architetto Paolo Picchetti, ora in ASR, Presidenza delle strade, Catasto Alessandrino, cart. 429, f. 38. Un riferimento alla mappa del Picchetti si trova in Biblioteca Apostolica Vaticana, Archivio Barberini, Computisteria, n. 47, alla data 5 luglio 1667.

Tommaso Gatta, (1728–1791), battezzato nella parrocchia di S. Lorenzo in Lucina, venne ammesso nell’Abbazia come corista all’anno di prova il 3 ottobre 1745 all’età di 17 anni (Liber professionum , ex 534, c. 42r). Egli frequentò come lettore di fisica e uditore di filosofia il Collegio romano. Nell’esito straordinario del 1770 (Intr. Es./ Doc pers. ) l’abate Nicola Olivieri cita il Gatta per il “servizio di architettura prestata in tutti i lavori della fabbrica del monastero dal 1760 in poi”. Il Gatta stesso (Doc pers: 14.5.1770), dichiara che “il lavoro della fabbrica per lo spazio di circa 20 mesi caggionommi continua straordinaria e gravosa occupazione per avere diretti assiduamente tutti gli artisti, fatti disegni e modelli e date tutte le ordinanze”. Il Gatta nel 1775 divenne priore del collegio di s. Basilio in Roma e il 15 aprile 1784 venne eletto abate dell’Abbazia di Grottaferrata. Progettò anche la nuova Sacrestia e la Biblioteca.

Testi: Giovanna Falcone e Anna Onesti

G. COZZA-LUZI, Il Tuscolano di M. Tullio Cicerone, Roma 1866 E. FABBRICATORE, San Nilo il monastero italo-bizantino di Grottaferrata;1004-2004, Roma 2005 B. FABJAN, La collezione di stampe e disegni dell'Abbazia di Grottaferrata, schede di E. Campolongo, Roma, 2009 A. ROCCHI, La Badia di Grottaferrata, Roma 1904 RESTAINO G., L. SPAGNOLI, Il corpo maggiore de’ beni unito in un sol territorio. La memoria cartografica del Monastero di S. Maria di Grottaferrata”, Roma 2008, M.V. THAU, Vicende ottocentesche della chiesa abbaziale di S. Maria di Grottaferrata, Roma 2007 F. VITALI, Il diario scritto dal padre Filippo Vitali durante la trasformazione subita dalla chiesa di S. Maria di Grottaferrata nel 1754, «Bollettino della Badia Greca di Grottaferrata»,n°9, 1955 G. TOMASSETTI, La Campagna romana antica, medioevale e moderna, Roma 1926.

Foto della pianta e del disegno sono di Fabio Massimo Fioravanti

Foto chiesa di Santa Maria di Grottaferrata, At3 Fondo Fotografico - Biblioteca statale Grottaferrata

Restituzione mappa Angelo D’Ottavi