Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Relazione di PGT - 1 - (PV) Piano di Governo del Territorio

I PARTE – OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE, ANALISI DEL TERRITORIO E RICOGNIZIONE DELLE PROGRAMMAZIONI ...... 3 1 INTRODUZIONE ...... 3 1.1 OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE ...... 4 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMBIENTALE E RICOGNIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE ...... 6 2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ...... 6 2.2 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE ...... 7 2.2.1. Il Documento di Piano ...... 7 2.2.2. Piano Paesistico Regionale ...... 10 2.2.3. La Rete Ecologica Regionale (R.E.R.) ...... 15 2.3 IL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE ...... 20 3 IL SISTEMA URBANO E AMBIENTALE ...... 25 3.1 ANALISI STORICA ...... 25 3.2 IL SISTEMA URBANO ...... 28 3.3 STATO DI ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE ...... 30 3.4 CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE ...... 34 3.5 IL SISTEMA AMBIENTALE ...... 40 3.6 PIANI DI SETTORE ...... 43 3.6.1. Relazione geologica ...... 43 3.6.2. Reticolo Idrico principale e minore ...... 44 3.6.3. Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo ...... 44 3.6.4. Carta di zonizzazione acustica ...... 44 II PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL DOCUMENTO DI PIANO ...... 45 4 CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO ...... 45 4.1 LE AREE DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE E LA RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO ...... 45 4.1.1. Le scelte progettuali ...... 45 4.1.2. Le quantità del Piano ...... 47 III PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL PIANO DEI SERVIZI ...... 49 5 CONTENUTI DEL PIANO DEI SERVIZI ...... 49 6 LE PREVISIONI DI AREE PER SERVIZI ...... 50 6.1 LE PREVISIONI DEL PGT ...... 50 6.1.1. La rete dei percorsi ...... 51 6.2 LA SPESA CORRENTE PER I SERVIZI NEL BILANCIO COMUNALE ...... 51 6.2.1 Le previsioni di spesa ...... 53 7 SCHEDE DEI SERVIZI ESISTENTI ...... 55 IV PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL PIANO DELLE REGOLE ...... 61 8 CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE ...... 61 8.1 LE PREVISIONI DEL PIANO DELLE REGOLE ...... 62 9 REPERTORIO DEI BENI STORICO ARCHITETTONICI E AMBIENTALI ...... 62 10 PIANO DEL PAESAGGIO E TUTELA DEI BENI AMBIENTALI ...... 63

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I PARTE – OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE, ANALISI DEL TERRITORIO E RICOGNIZIONE DELLE PROGRAMMAZIONI

1 INTRODUZIONE

Il concetto di governo del territorio, ben più esteso di quello tradizionale della pianificazione comunale, è regolato dal capo II, Titolo II Parte I della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12, dove si individua il Piano di governo del territorio (PGT), quale strumento che “definisce l’assetto dell’intero territorio comunale.” Per rispondere nel modo più aderente possibile alla natura complessa del governo delle trasformazioni urbane l’articolazione dei contenuti della pianificazione comunale prevede nella legge una separazione degli strumenti che comunque operano dentro ad un quadro strategico unitario. Secondo questa concezione il PGT si articola in tre atti:  “Documento di Piano” con contenuti di carattere prevalentemente strategico, quale elemento “di regia” di una politica complessiva sul territorio, armonizzata rispetto agli obiettivi ed alle procedure ma anche attenta a problemi di efficacia e di opportunità, attraverso un sistema di relazioni fondato su meccanismi di reciproca coerenza (non a senso unico) e attenzione alle dinamiche della evoluzione dei sistemi urbani;  “Piano dei Servizi” al quale è affidato l’armonizzazione tra insediamenti e città pubblica e dei servizi;  “Piano delle Regole” al quale sono affidati gli aspetti di regolamentazione e gli elementi di qualità della città costruita. Piano dei Servizi e Piano delle Regole, pur congegnati in modo da avere autonomia di elaborazione, previsione ed attuazione, interagiscono costantemente attraverso la coerenza e il reciproco rapporto con il Documento di Piano. Il Documento di Piano si deve dotare di un apparato conoscitivo sufficiente a determinare regole, direttive ed indirizzi che sono poi approfondite e specificate nel Piano dei Servizi. Per i comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti, come rilevati all’ultimo censimento, l’articolo 10 bis della legge regionale 12/2005 prescrive che il Documento di Piano, il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole siano articolazioni di un unico atto, prevedendo per essi i principali elementi di contenuto da affrontare nella definizione del Piano Comunale. La presente relazione è stata pertanto organizzata per parti, ognuna delle quali affronta le tematiche proprie, ad essa affidate dalla legge, facendo comunque riferimento ad unico bagaglio di analisi e indagini sul territorio, oltre che alla medesima griglia di obbiettivi. I capitoli che seguono, appartenenti alla parte prima della relazione, contengono la ricognizione delle programmazioni ai vari livelli, comprese le previsioni del previgente PRG, e l’analisi dei principali elementi del territorio. Le parti II, III e IV riguardano invece gli elementi progettuali, ognuna riferita alla specificità del Documento cui si riferisce.

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1.1 OBIETTIVI DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La presente relazione ha lo scopo di illustrare il lavoro fino ad ora svolto, gli obiettivi progettuali che sono stati predisposti per una prima discussione e di indicare l’iter progettuale per la messa a punto, la discussione e l’approvazione del Piano di Governo del Territorio (P.G.T.).

Il passaggio dal piano urbanistico al Piano di Governo del Territorio

Gli elementi di innovazione procedurale: il Documento di Piano, il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole La legge12/05 introduce una profonda modificazione degli obiettivi e dei contenuti del piano comunale, che da piano urbanistico diventa Piano di Governo del Territorio, e ha quindi come scopo, non solo quello di definire la classificazione delle destinazioni d’uso delle aree e la regolazione dell’edificazione, ma anche di favorire lo sviluppo di politiche urbane in grado di governare complessivamente lo sviluppo e la riqualificazione di tutto il territorio. Gli strumenti che la legge 12/05 mette a disposizione per raggiungere questo risultato, riguardano sia la composizione degli strumenti in cui è articolato il Piano (Documento di Piano, Piano dei Servizi, Piano delle Regole) sia i nuovi criteri di trattamento della rendita fondiaria: la perequazione, la compensazione e l’incentivazione che mettono l’amministrazione nelle condizioni di attuare in maniera equa anche complessi processi di riqualificazione urbana.

Gli obiettivi del PGT Strettamente connessi alle condizioni del territorio di Calvignano alle sue criticità ed alle sue potenzialità, gli obiettivi del PGT possono essere sinteticamente indicati in otto obiettivi che costituiranno la base di partenza per le azioni progettuali del Piano.

Tutela e valorizzazione dell’ambiente e della biodiversità, per migliorare le condizioni di vita e di abitabilità Per garantire migliori condizioni di vita e migliore abitabilità è necessario che il Piano operi per conservare le risorse esistenti, per ricostruire la rete ecologica e per mitigare la pressione antropica sulle risorse naturali.

Consolidamento della struttura sociale ed economica Il progetto del Piano di Governo del Territorio deve sviluppare le politiche necessarie per promuovere un adeguato sviluppo del territorio che permetta di bloccare la tendenza allo spopolamento del territorio del comune con ulteriori gravi conseguenze sulla struttura sociale ed economica

Recupero del patrimonio edilizio Il patrimonio edilizio esistente rappresenta una importante testimonianza della storia e delle tradizioni locali e per questo motivo il suo recupero rappresenta il punto di partenza dell’azione di rilancio e di sviluppo della comunità di Calvignano.

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La presenza di oltre 10 nuclei storici abbandonati rappresenta una forte criticità ma anche una potenzialità per il rilancio dell’immagine del comune. Nelle proposte iniziali fatte dai cittadini è emersa una significativa proposta di recupero di un manufatto storico. Questa proposta potrebbe indicare una strada da seguire per il recupero ed il riutilizzo anche degli altri numerosi manufatti storici.

Consolidamento del nucleo centrale In questi ultimi anni l’Amministrazione si è dedicata con successo al recupero del nucleo centrale che con la piazza, la chiesa ed il municipio è tornato ad essere il luogo simbolico che permette alla comunità di riconoscersi. Il progetto di P.G.T. deve proseguire nella politica di rafforzamento del centro anche ipotizzando un ulteriore rafforzamento di questo agglomerato.

Consolidamento dei nuclei esistenti e delle esigenze abitative dei residenti Molti cittadini hanno presentato proposte di piccoli interventi edilizi da attuare per valorizzare il patrimonio edilizio esistente e per rispondere ad esigenze legate allo sviluppo del nucleo familiare. Una prima valutazione di queste richieste sta già avvenendo dal punto di vista della fattibilità geologica ed ambientale e terrà conto delle opportunità che il consolidamento del sistema abitativo può generare complessivamente per tutta la comunità.

Politiche attive per l’integrazione di agricoltura ambiente e paesaggio L’ambiente , il paesaggio e l’attività agricola rappresentano il grande patrimonio della comunità di Calvignano che deve essere valorizzata sia con azioni relative agli specifici settori sia con politiche di integrazione tra i vari elementi. La presenza di un sistema ambientale di grande qualità può essere lo stimolo per approfondire l’ipotesi della creazione di un Parco locale di interesse sovracomunale (PLIS) che permetta il riconoscimento di questa ricchezza e permetta, anche attraverso una politica di finanziamento specifica, il lancio di iniziative di sviluppo turistiche.

Risparmio energetico, riconversione e individuazione di nuove fonti energetiche quale modalità per una migliore abitabilità Il Piano in questo settore si pone come obiettivo quello di promuovere il risparmio energetico anzitutto partendo dagli edifici pubblici per i quali si deve prevedere un adeguamento attraverso tecnologie che producano sensibile risparmio energetico, anche come esempio rivolto ai cittadini. Per questi ultimi, l’applicazione di un nuovo regolamento edilizio orientato in tal senso, oltre la recente introduzione della certificazione energetica degli edifici e l’avvio di incentivi alla sperimentazione bioclimatica rappresenteranno le politiche di Piano in questo settore.

Concordare con i comuni contermini una pianificazione sostenibile per migliorare il “sistema” Territorio. L’Amministrazione comunale ha sottolineato in più occasioni l’opportunità di concordare con i comuni contermini alcune politiche territoriali strategiche ed a più riprese ha proposto un piano urbanistico sovracomunale. Il processo di costruzione del P.G.T. è l’occasione per riproporre ai comuni confinanti un dialogo sui temi ambientali, sul sistema dei servizi. Un occasione concreta può essere rappresentata dalla proposta di Plis.

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2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE E AMBIENTALE E RICOGNIZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE

2.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE

Il Comune di Calvignano è un piccolo comune di 131 abitanti residenti e 6,91 Kmq di territorio, collocato a Sud di , nella zona collinare dell’Oltrepo pavese, con una escursione altimetrica che va da 120 a 430 metri circa sul livello del mare.

Figura 1 Inquadramento del territorio comunale

L’accessibilità al comune è garantita principalmente dalla ex statale 10 Padana Inferiore che attraversa Casteggio, dalla quale parte la SP 188 verso , che conduce a Calvignano e, sempre raggiungendo i comuni più grandi dislocati nell’area, dalla ferrovia Alessandria-Piacenza e a breve distanza dal casello dall'autostrada A21 Torino - Piacenza - Brescia, che si raggiunge percorrendo la ex statale 35 dei Giovi. Goffredo Casalis 1”nei primi decenni dell’ Ottocento, descrive Calvignano, come Comune del Regno di Sardegna: “Due vie attraversano questo comune, una nella direzione da levante a ponente divide il territorio quasi per metà, e conduce sul dosso della sua collina; l’ altra da mezzodì a tramontana scorge al monte Ceresino, o Cesarino. La prima via mette a Montalto discorso un miglia e mezzo, ed a Casteggio lontano tre miglia”. Attualmente il sistema viabilistico è rimasto intatto con le due provinciali che attraversano il comune la SP38 e la SP188

Fino al 2009 il comune ha fatto parte della fascia bassa della Comunità Montana Oltrepo Pavese, ma con legge regionale 19/2008 concernente il riordino delle comunità montane in Lombardia, con effetto dal 6 giugno 2009 ne è stato escluso. Il piccolo abitato è concentrato lungo la strada principale del comune, e in località Travaglino, ma la maggior parte della popolazione è sparsa nelle numerose cascine dislocate all’interno del territorio.

1 Dizionario geografico storico statistico commerciale di S.M. il Re di Sardegna, Torino, 1836, pag. 338 Relazione di PGT - 6 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

2.2 IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE Il Consiglio regionale ha approvato, nel gennaio 2010, il Piano Territoriale Regionale (PTR), con deliberazione del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6, 3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010. Individuando i punti di maggiore criticità e fragilità ambientale, il PTR consente di orientare la pianificazione e la trasformazione del territorio, con l’intento di salvaguardare le specificità dei territori all’interno del processo di sviluppo del territorio lombardo. Il PTR è uno strumento composito che ha nel Documento di Piano (DdP) l’elemento di riferimento e snodo degli elaborati che lo compongono. Nello specifico, il piano si compone delle seguenti sezioni: 1) Il PTR della Lombardia: presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano; 2) Documento di Piano (DdP), che contiene gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia; 3) Piano Paesaggistico (PP), che integra e aggiorna i contenuti del Piano Paesistico vigente (2001); 4) Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti; 5) Sezioni Tematiche, che contiene l'Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici; 6) Valutazione Ambientale (VAS), che contiene il rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso di Valutazione Ambientale del Piano; 7) Dichiarazione di Sintesi, che completa il percorso di Valutazione Ambientale.

2.2.1. Il Documento di Piano Il Documento di Piano è il principale strumento di riferimento del PTR poiché, in relazione al dettato normativo della legge regionale (LR 12/2005, art. 19, comm. 2), definisce gli obiettivi di tutela e sviluppo della Lombardia (individuando i 3 macro-obiettivi e i 24 obiettivi di piano), le linee orientative dell'assetto del territorio, nonché gli effetti diretti e indiretti.

«Il Piano Territoriale Regionale ha come obiettivo fondamentale il costante miglioramento della qualità della vita dei cittadini nel loro territorio secondo i principi dello sviluppo sostenibile».2 Il PTR definisce 3 macro-obiettivi delle politiche territoriali lombarde per perseguire lo sviluppo sostenibile (economico, sociale e ambientale), che concorrono al miglioramento della vita dei cittadini: «rafforzare la competitività dei territori della Lombardia, riequilibrare il territorio lombardo, proteggere e valorizzare le risorse della regione».

Gli obiettivi del PTR sono gli obiettivi che il PTR si pone per il perseguimento dei macro obiettivi sul territorio lombardo; sono scaturiti dall’analisi congiunta degli obiettivi settoriali e tratteggiano visioni trasversali e integrate.

2 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 1, Par.1.2.

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Gli obiettivi tematici, riportati qui sotto, sono la declinazione tematica degli obiettivi del PTR. Scaturiscono dall’insieme condiviso degli obiettivi settoriali della programmazione regionale letti alla luce degli obiettivi del PTR. Gli obiettivi dei sistemi territoriali sono la declinazione degli obiettivi del PTR per i 6 sistemi territoriali individuati dal piano.

Proteggere e valorizzare le risorse della Regione

Riequilibrare il territorio lombardo

Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia

1 Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: - in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente - nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi) - nell’uso delle risorse e nella produzione di energia - nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio 2 Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica 3 Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi 4 Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio 5 Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: - la promozione della qualità architettonica degli interventi - la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici - il recupero delle aree degradate - la riqualificazione dei quartieri di ERP - l’integrazione funzionale - il riequilibrio tra aree marginali e centrali - la promozione di processi partecipativi 6 Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero 7 Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico 8 Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque 9 Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio 10 Promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo

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11 Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: - il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le - modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile - il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi - strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale - lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità 12 Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale 13 Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo 14 Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat 15 Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo 16 Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti 17 Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata 18 Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica 19 Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia 20 Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati 21 Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio 22 Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo) 23 Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi trans regionali attraverso il miglioramento della cooperazione 24 Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti Legame principale con il macro- obiettivo Legame con il macro-obiettivo

Legame principale con il macro-obiettivo Legame con il macro-obiettivo Figura 2 Tabella Obiettivi PTR

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«Al fine di consentire una lettura più immediata sia da parte delle programmazioni settoriali, sia da parte dei diversi territori della Regione, i 24 obiettivi del PTR vengono declinati secondo due punti di vista, tematico e territoriale».3 La declinazione territoriale avviene grazie all'individuazione dei sistemi territoriali, considerati la chiave di lettura del sistema relazionale a geometria variabile ed integrata, che si attiva e si riconosce spazialmente nel territorio.4

Figura 3 Sistemi territoriali del PTR (Fonte: PTR, DdP, Tavola 4)

Nello specifico Calvignano appartiene al sistema territoriale della montagna, quasi a ridosso del sistema della pianura irrigua, con punti di forza che vedono chiaramente nella qualità ambientale e nella produzione agricola integrata con l’ambiente e l’attrazione turistica il principale elemento di forza, che si accompagna con la debolezza della scarsa accessibilità, il relativo isolamento che ne consegue e il costante rischio di abbandono dei territori

2.2.2. Piano Paesistico Regionale Il Piano Territoriale Regionale, come previsto dalla legge per il governo del territorio (LR 12, art. 76) assume natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico, facendo si che il Piano Paesaggistico Regionale (PP o PPR), diventi sezione specifica (Sezione 3) del Piano Territoriale Regionale (PTR), aggiornando e integrando il PTPR del 2001 approvato dal Consiglio regionale ai sensi delle leggi regionali 57/1985 e 18/1997 e del D.Lgs. 490/1999 allora vigenti, con le finalità della conservazione, innovazione e fruizione.

3 Cfr. Documento di Piano del PTR, Capitolo 2. 4 I Sistemi territoriali individuati dal PTR sono 6: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura.

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Già l’impostazione del PTPR, ora riconfermata, vedeva un comune perseguimento di obiettivi da parte di tutti gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, nonché quelli di indirizzo progettuale, in modo di andare a comporre il cosiddetto Piano del paesaggio lombardo5, vale a dire il sistema integrato di atti che agiscono ai diversi livelli al fine di migliorare la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dei paesaggi lombardi. Esso è un sistema complesso, che si costruisce e si aggiorna nel tempo, per il quale i diversi soggetti territoriali, e non solo la Regione, stanno lavorando in questi anni e che ora può trovare modalità di ulteriore affinamento e arricchimento alla luce del nuovo quadro normativo nazionale e della LR 12/2005 di Governo del territorio.6 Il Piano Paesaggistico Regionale ha dunque duplice natura: • di quadro di riferimento per la costruzione del Piano del paesaggio lombardo, • di strumento di disciplina paesaggistica attiva del territorio.7 L’approccio dinamico integrato al paesaggio si coniuga con la lettura dei processi di trasformazione dello stesso e l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica e il contenimento dei fenomeni di degrado. Il PTR contiene così una serie di elaborati che vanno ad integrare ed aggiornare il Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2001, assumendo gli aggiornamenti apportati allo stesso dalla Giunta Regionale nel corso del 2008 e tenendo conto degli atti con i quali in questi anni la Giunta ha definito compiti e contenuti paesaggistici di piani e progetti.

Esso contiene dunque, anche se ad una scala macro-territoriale, indicazioni e criteri per una lettura in chiave paesistico ambientale del territorio e, all’interno di queste, anche delle caratteristiche salienti del territorio dell’Oltrepo pavese, cui Calvignano appartiene.

Le indicazioni grafiche del Piano Paesistico regionale sono contenute nelle immagini che seguono, che riportano le principali indicazioni del Piano Paesistico Regionale. Nella prima immagine è riportata l’appartenenza all’ambito geografico dell’Oltrepo pavese e nelle fasce a cavallo fra i paesaggi della fascia pedeappeninica e quelli della montagna appenninica.

5 Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione: «Gli atti e le politiche, di diverso livello, natura ed efficacia, rilevanti ai fini del perseguimento delle finalità enunciate, costituiscono nel loro insieme il Piano del Paesaggio Lombardo, che può essere definito come il corpus degli atti a specifica valenza paesistica vigenti in ogni momento». 6 Cfr. Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione. 7 Cfr. Piano Paesistico (PP) del PTR, Relazione, Introduzione. Il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) in quanto strumento di salvaguardia e disciplina del territorio, è potenzialmente esteso all’intero territorio, ma opera effettivamente là dove e fino a quando non siano vigenti atti a valenza paesaggistica di maggiore definizione. A riguardo ve sottolineato che «Si ritiene essenziale evitare che ci siano più discipline del paesaggio sovrapposte nel medesimo luogo. A questo fine, si introduce il principio di maggiore definizione, in base al quale, per ogni parte del territorio e in ogni momento, la disciplina paesaggistica da rispettare è quella e solo quella espressa dall’atto a specifica valenza paesaggistica più dettagliato in quel momento vigente». Tuttavia il piano ‘più definito’ può e deve dettagliare le prescrizioni di quello più ‘generale’, ma non può sovvertirne le strategie e le scelte fondamentali, pena l’illegittimità della sua approvazione.

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Figura 4 Stralcio TAV A PPR Ambiti Geografici e Unità tipologiche di paesaggio

Negli indirizzi è evidenziata l’esigenza della protezione dei caratteri connotativi del paesaggio in ogni tipo di intervento di trasformazione o riorganizzazione urbanistica e territoriale, compresi quelli relativi alla tutela idrogeologica, per evitare di svilire e depauperare la principale ricchezza dell’area. E’ d’altra parte nota la precaria situazione idrogeologica dell’Oltrepo e il piano paesistico non può che condividere la scelta di tutelare appieno le condizioni morfologiche di questo territorio rilevando solo la necessità di contemperare l’urgenza degli interventi con un corretto inserimento ambientale che impedisca, ad esempio, regimazioni idrauliche eccessivamente pesanti, sistemazioni di situazioni franose con materiali e opere non appropriate. Vanno salvaguardati da un diffuso fenomeno di urbanizzazione tutti i fondovalle, come pure vanno garantite visuali protette sui nuclei di sommità e di dorsale e massima tutela delle zone boschive e degli ambiti di naturalità residuale.

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Dovrà infine essere garantito rispetto, riconoscimento e recupero del nutrito patrimonio storico, permeato da presenze minori ma diffuse.

Figura 5 Stralcio TAV E PPR Viabilità di rilevanza paesistica

La viabilità che interessa il comune di Calvignano è quella individuata nei Repertori del Piano con i numeri 92 e 93, rispettivamente la SP 188 strada da Casteggio a Montalto Pavese e la SP201- SP203 strada da Montebello d. B. a Arpesina, che interessa solo indirettamente il territorio di Calvignano.

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Con l’adeguamento del Piano Paesistico, all’interno del processo di elaborazione e approvazione del PTR sono stati definiti gli ambiti di degrado. Si tratta di ambiti sottoposti a fenomeni di degrado di diversa natura, che nel caso dell’area cui Calvignano appartiene, riguardano “aree e ambiti di degrado paesistico provocato da trasformazione della produzione agricola e zootecnica, e da sottoutilizzo, abbandono e dismissione”8 con la presenza di cave abbandonate e aree agricole dismesse. La principale criticità è rappresentata dalle modificazioni morfologiche con conseguente notevole aumento dei rischi di dissesto idrogeologico e la forte alterazione dei caratteri propri del paesaggio agrario tradizionale locale, e gli indirizzi prevedono pertanto l’Integrazione degli aspetti paesaggistici nelle politiche e nelle azioni del Settore agro-forestale a livello regionale e provinciale, con particolare attenzione alla riqualificazione e diversificazione del paesaggio agrario, prioritariamente in correlazione alla formazione della Rete verde provinciale e locale, il recupero degli elementi consolidati di forte connotazione morfologico-paesistica dei paesaggi locali.

Figura 6 Stralcio TAV F PPR Riqualificazione paesaggistica: Aree e ambiti di attenzione regionale

8 Parte IV Indirizzi di Tutela PTPR Relazione di PGT - 14 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

2.2.3. La Rete Ecologica Regionale (R.E.R.)

Il PTR individua le infrastrutture prioritarie per la Lombardia; fra queste inserisce la Rete Ecologica Regionale (R.E.R.), “intesa quale sistema integrato di boschi, alberate e spazi verdi, ai fini della qualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi di Lombardia”9. I PTCP e i piani dei Parchi hanno il compito di sviluppare il disegno di RER, e i comuni partecipano all’attuazione della Rete Verde Regionale con la definizione del sistema del verde comunale nei PGT e, in particolare, tramite l’individuazione dei corridoi ecologici e di un sistema organico del verde di connessione tra territorio rurale ed edificato (l.r. 12/05 art. 9 comma 1). La definizione della RER ha avuto luogo in applicazione dell’obiettivo di definire una strategia per la conservazione della natura, a seguito del quale L’Assessorato regionale alla Qualità dell’Ambiente, insieme alla Fondazione Lombardia per l’Ambiente, ha avviato il progetto “Rete Ecologica della Pianura Padana Lombarda”10. La Rete Ecologica Regionale è dunque individuata come una delle modalità per il raggiungimento delle finalità previste in materia di biodiversità e servizi ecosistemici, a partire dalla Strategia di Sviluppo Sostenibile Europea (2006) e dalla Convenzione internazionale di Rio de Janeiro (5 giugno 1992) sulla diversità biologica11. Essa è lo strumento che risponde alle finalità di salvaguardia e consolidamento delle rilevanze esistenti, per quanto riguarda biodiversità e funzionalità ecosistemiche, aumentandone la capacità di servizio ecosistemico al territorio e la fruibilità da parte delle popolazioni umane senza che sia intaccato il livello della risorsa. Nel contempo ha anche il compito di favorire la ricostruzione e l’incremento attivo del patrimonio di naturalità e di biodiversità esistente,attraverso nuovi interventi di rinaturazione polivalente in grado di aumentarne le capacità di servizio per uno sviluppo sostenibile. Dovranno infine essere rafforzati I punti di debolezza dell’ecosistema attuale in modo da offrire maggiori prospettive per un suo riequilibrio, in linea con l’approccio del 6° Programma comunitario di azioni in materia ambientale. L’idea di realizzare una Rete Ecologica Regionale (RER) per la Pianura Padana lombarda e l’Oltrepo pavese nasce anche con l’intento di uniformare gli strumenti a disposizione delle Amministrazioni per la pianificazione e la gestione del territorio relativamente al tema delle reti ecologiche e di armonizzare le indicazioni contenute nelle Reti Ecologiche Provinciali (REP). La RER permette

9 PTR, Documento di Piano, paragrafo 1.5.6 “Infrastrutture prioritarie per la Lombardia” 10 Regione Lombardia, Qualità dell’ambiente, Rete ecologica regionale- Pianura padana e Oltrepò pavese, Relazione di sintesi - Settembre 2008. Il progetto è previsto nell’ambito della convenzione quadro tra la regione e la Fondazione Lombardia per l’ambiente approvata con DGR VIII/2211 del 29 marzo 2006 11 Sul concetto di rete ecologica il Ministero per l’Ambiente, nel 2001, ha fornito le seguenti indicazioni: “La rete ecologica può essere definita “un’infrastruttura naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti territoriali dotati di una maggior presenza di naturalità ove migliore è stato ed è il grado di integrazione delle comunità locali con i processi naturali, recuperando e ricucendo tutti quegli ambiti relitti e dispersi nel territorio che hanno mantenuto viva una seppur residua struttura originaria, ambiti la cui permanenza è condizione necessaria per il sostegno complessivo di una diffusa e diversificata qualità naturale nel nostro paese”

Relazione di PGT - 15 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio quindi di colmare l’esigenza di inserire, in un unico documento, macroindicazioni di gestione da dettagliare nella stesura o negli aggiornamenti di: • Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale • Piani di settore provinciali • Reti Ecologiche Provinciali • Reti ecologiche su scala locale • Piani di Governo del Territorio comunali Come già detto la RER è diventata - assieme anche alla Rete verde regionale (“sistema integrato di boschi, alberi e spazi verdi ai fini della riqualificazione e ricomposizione paesaggistica dei contesti urbani e rurali, della tutela dei valori ecologici e naturali del territorio, del contenimento del consumo di suolo e della promozione di una migliore fruizione dei paesaggi lombardi”) - tra le infrastrutture strategiche indicate dal PTR per il raggiungimento degli obiettivi di piano. Il progetto si è sviluppato in due principali fasi: 1. un prima fase (luglio 2006 – maggio 2007) il progetto ha identificato 35 Aree prioritarie e 417 aree importanti per la biodiversità; si tratta si siti, piccoli e grandi, riconosciuti come “le aree più importanti e ‘irrinunciabili’ per la salvaguardia di ambienti e specie della pianura lombarda”; 2. la seconda fase (giugno 2007 – settembre 2008) si è invece concentrata nella individuazione della rete ecologica regionale nell’area di studio (prima Pianura Padana e Oltrepo pavese e in seguito anche l’area alpina e prealpina)12. Il presupposto che sottende la seconda fase del progetto è che «non è più possibile pensare di salvare le specie selvatiche e gli ambienti naturali realizzando una raccolta di‘francobolli’ di natura isolati dal resto del territorio. In paesaggi con una forte impronta umana come quello della pianura lombarda, è fondamentale garantire la connessione ecologica tra le diverse aree importanti, per consentire quel ricambio di individui (e quindi di geni) e di risorse biologiche necessario al mantenimento di popolazioni, specie e habitat. In questo senso, la rete ecologica è lo strumento più adatto di cui disponiamo: essa è concepita proprio come rete di ‘scambio’, lungo cui possono muoversi individui e specie, riescono a mantenersi popolazioni vitali e possono verificarsi fenomeni di ricolonizzazione di aree dove una o più specie erano andate estinte». Gli obiettivi generali che hanno segnato la costruzione della rete sono: «1) fornire al Piano Territoriale Regionale un quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e di debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio governato; 2) aiutare il PTR a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, aiutandoli ad individuare le priorità ed a fissare target specifici in modo che possano tenere conto delle esigenze di riequilibrio ecologico; 3) fornire alle autorità regionali impegnate nei processi di VAS, VIA e Valutazione d’incidenza uno strumento coerente per gli scenari ambientali di medio periodo da assumere come riferimento per le valutazioni; 4) consolidare e potenziare adeguati livelli di biodiversità vegetazionale e faunistica, attraverso la tutela e la riqualificazione di biotopi ed aree di particolare interesse naturalistico; 5) riconoscere le “Aree prioritarie per la biodiversità”; 6) individuare un insieme di aree (elementi primari e di secondo 6) individuare un insieme di aree (elementi primari e di secondo livello) e azioni per i programmi di riequilibrio ecosistemico e di ricostruzione naturalistica, attraverso la realizzazione di nuovi

12 Con deliberazione n. 8/10962 del 30 dicembre 2009 la Giunta regionale ha approvato il disegno definitivo di Rete Ecologica Regionale, aggiungendo l’area alpina e prealpina.

Relazione di PGT - 16 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio ecosistemi o di corridoi ecologici funzionali all’efficienza della rete, anche in risposta ad eventuali impatti e pressioni esterni; 7) fornire uno scenario ecosistemico di riferimento su scala regionale e i collegamenti funzionali per: - l’inclusione dell’insieme dei SIC e delle ZPS nella Rete Natura 2000 (Direttiva Comunitaria 92/43/CE); - il mantenimento delle funzionalità naturalistiche ed ecologiche del sistema delle Aree Protette regionali e nazionali; - l’individuazione delle direttrici di connettività ecologica verso il territorio esterno rispetto a queste ultime; 8) prevedere interventi di deframmentazione mediante opere di mitigazione e compensazione per gli aspetti ecosistemici, e più in generale identificare gli elementi di attenzione da considerare nelle diverse procedure di Valutazione Ambientale; 9) riconoscere le reti ecologiche di livello provinciale e locale e fornire strumenti alle Amministrazioni di competenza per futuri aggiornamenti e integrazioni.» A supporto operativo delle azioni regionali di ricostruzione ecologica e della pianificazione sub- regionale la RER comprende una Carta informatizzata della Rete Ecologica Regionale primaria che specifica: aree di interesse prioritario per la biodiversità; corridoi ecologici primari di livello regionale, gangli primari di livello regionale in ambito planiziale e i varchi insediativi da considerare a rischio ai fini della connettività ecologica.

Caratteristiche essenziali delle categorie di elementi della Carta RER (tratto da “Rete ecologica regionale e programmazione territoriale enti locali”) ELEMENTI Scala Definizione e ruolo previsto rispetto alla pianificazione territoriale Elementi di primo livello Rete Natura 2000 (SIC e 1:10.000 Elementi areali della Rete europea Natura 2000, ZPS) interconnessi funzionalmente attraverso la RER. Concorre allo Schema Direttore RER Infrastruttura prioritaria regionale. Trattata attraverso politiche specifiche con necessità di prevederne la coerenza globale. Aree protette (Parchi 1:10.000 Zone di preservazione e salvaguardia ambientale e naturali, Parchi regionali, trattate attraverso politiche specifiche regionali e PLIS, Riserve naturali, nazionali. Monumenti naturali) Aree prioritarie per la 1:25.000 Perimetrate in forma preliminare dallo Schema biodiversità Direttore (SD-RER) e precedentemente individuate ed approvate con D.d.g. 3 aprile 2007 – n. 3376. Costituiscono ambiti su cui prevedere: condizionamenti alle trasformazioni attraverso norme paesistiche o specifiche; consolidamento-ricostruzione degli elementi di naturalità. Corridoi primari < Individuati in forma preliminare dallo SD-RER. Buffer di 500m a lato di 1:25.000 Parzialmente desunti dalla Reti ecologiche provinciali linee primarie di esistenti. Costituiscono ambiti su cui prevedere: connettività condizionamenti alle trasformazioni attraverso norme paesistiche o specifiche; consolidamento-ricostruzione degli elementi di naturalità. N.B. Per i corridoi primari sono state distinte le seguenti situazioni differenti: Corridoi fluviali*, Corridoi fluviali ad elevata antropizzazione*, Corridoi terrestri, Corridoi terresti ad elevata antropizzazione (*Da non confondere con i corridoi fluviali previsti dall’AQST ai sensi della l.r. 2/03 e l.r. 26/03) Gangli primari 1:25.000 Individuati in forma preliminare dallo SD-RER. Parzialmente desunti dalla Reti ecologiche provinciali

Relazione di PGT - 17 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

esistenti. Da considerare nodi prioritari per il sistema di connettività ecologica regionale. Costituiscono ambiti su cui prevedere, eventualmente attraverso piani di area: azioni preferenziali di consolidamento- ricostruzione degli elementi di naturalità; limitazioni o indicazioni prestazionali per azioni in grado di costituire sorgente di criticità. Varchi 1:25.000 Costituiscono ambiti su cui prevedere: azioni preferenziali di consolidamento-ricostruzione dei suoli non trasfornati; limitazioni o indicazioni prestazionali per azioni in grado di costituire sorgente di criticità. Sono distinte le seguenti tipologie:Varchi da de frammentare Varchi da mantenere Varchi da mantenere e de frammentare Elementi di secondo 1:25.000 Costituiscono ambiti complementari di permeabilità livello ecologica in ambito planiziale in appoggio alle Aree prioritarie per la biodiversità, forniti come orientamento per le pianificazioni di livello sub-regionale.

Il territorio di Calvignano appartiene all’area prioritaria per la biodiversità AP35 Oltrepo pavese, collinare e montano e rientra nel settore n. 57 della RER. L’area prioritaria è composta da una parte montana e una fascia collinare; quest’ultima comprende “un mosaico di colture tradizionali (vigneti, seminativi, prati da sfalcio, medicai, siepi), intervallate da boschetti, valli incise, calanchi, ambienti rupicoli, incolti. Si tratta di un comprensorio molto vasto, all’interno del quale non si assiste a soluzione di continuità degli ambienti naturali, semi-naturali e degli agro-ecosistemi di pregio. La ricchezza del mosaico, la diversità delle forme di paesaggio e delle cenosi ne fanno una delle aree di maggior rilevanza naturalistica”13. Fra le Aree prioritarie individuate, l’Oltrepo collinare e montano è infatti quello che racchiude le maggiori estensioni di aree pregiate contigue, dove vivono alcune delle presenze naturalistiche di assoluta rilevanza nazionale ed europea, come la popolazione di Lupo (Canis lupus), oltre a diverse specie faunistiche di assoluta rilevanza faunistica. La RER individua, come elementi rispettivamente di primo e secondo livello, (vedi immagine) le aree boscate a Ovest del territorio comunale, al cui interno sono segnalati ambiti ad elevata naturalità, e aree di supporto, che occupano significativamente la restante pare del territorio comunale.

13 Fondazione Lombardia per l’Ambiente - Aree Prioritarie per la diversità Relazione di PGT - 18 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Figura 7 Rete Ecologica Regionale – Estratto della tavola relativa al Settore 30

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2.3 IL PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE Il PTCP della Provincia di inserisce il Comune di Calvignano nell’ambito territoriale F - VALLI E DORSALI DELLA BASSA E MEDIA COLLINA. Di seguito sono riportate le relative indicazioni, anche al di là degli indirizzi che si ritengono maggiormente pertinenti alla realtà comunale.

Comuni interessati: , , , , , Calvignano, , Castana, Casteggio, , , , Godiasco, , Lirio, Montebello della Battaglia, , Montalto Pavese, , Montù Beccaria, , , , Pietra de Giorgi, , Rivanazzano, , Rocca de' Giorgi, , , , , , , Stradella, , , , . Delimitazione e caratteri connotativi 1. si estende dal limite meridionale della pianura oltrepadana alla valle del torrente Ardivestra. 2. l’area presenta caratteri morfologici irregolari, più blandi in corrispondenza dei primi terrazzi alluvionali, più accentuati nel settore sud-occidentale (rilievi di Nazzano, Godiasco e Rocca Susella). 3. i versanti sono interessati da fenomeni di dissesto idrogeologico che assume intensità crescente nella parte meridionale dell’ambito. 4. domina il paesaggio della viticoltura intensiva, con assetto naturalistico limitato agli impluvi collinari ed alle zone a morfologia ed esposizione meno favorevole (specie nel settore occidentale). 5. il sistema insediativo si sviluppa secondo due impostazioni fondamentali: - nel fondovalle dei principali corsi d’acqua (tendenza crescente anche in relazione alla stabilità dei siti); - sui crinali, in corrispondenza delle aree geologicamente più resistenti, dove spesso emergono tipologie consolidate, ed elementi di particolare interesse connotativo (architetture storiche). 6. l’assetto viario consente frequenti ed ampie vedute percettive, che rendono questo ambito particolarmente sensibile sotto il profilo paesistico. Indirizzi a) conservazione dinamica dei sistemi naturalistici presenti nell’area (specie nel settore occidentale); b) promozione di un Parco Locale d’Interesse Sovracomunale per la tutela e la valorizzazione del sistema ambientale Casarone – Orridi di Marcellino; c) tutela e valorizzazione paesistica dei principali corsi d’acqua e dei relativi ambiti (Coppa, Verzate, Scuropasso e Versa) con recupero degli aspetti degradati e limitazione delle espansioni urbane che interessano gli ambiti stessi; d) tutela dei caratteri agricolo-insediativi più significativi quali zone a vigneto di impianto tipico (fronte Broni-Redavalle, Pietra de’ Giorgi, Redavalle); e) tipologia e materiali degli insediamenti, in relazione alla loro valenza percettiva; f) riconversione delle colture in atto pregiudizievoli per la stabilità dei versanti; g) recupero ambientale delle zone degradate dal dissesto idrogeologico e/o da attività antropiche;

Relazione di PGT - 20 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio h) controllo dell’impatto paesistico dei progetti con particolare riferimento a quelli relativi ad opere infrastrutturali, a quelli di risanamento idrogeologico, e a quelli estrattivi; i) limitazione delle espansioni urbane in atto sui pendii collinari a ridosso della pianura.

Le tavole contenenti indicazioni a scala di maggior dettaglio indicano per il territorio comunale la seguente situazione:

Figura 8 Estratto Tavola 3-1C Sintesi delle proposte: gli Scenari di Piano del PTCP

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Figura 9 – Estratto Tavola 3-2C Previsioni di Tutela e Valorizzazione delle risorse paesistiche e ambientali del PTCP

Come si può rilevare dalle Tavole, non emergono particolari valenze storico o naturalistiche sottoposti a una qualche forma di tutela, anche se è evidenziata un’ampia area di consolidamento dei caratteri naturalistici ad Ovest- Sud/Ovest di cui si riporta integralmente la norma, e la presenza di una viabilità storica principale e di percorsi di fruizione panoramica e ambientale.

(art.33 - INDIRIZZI SPECIFICI RELATIVI AI SISTEMI DI RILEVANZA SOVRACOMUNALE)

Aree di consolidamento dei caratteri naturalistici 6. Trattasi di aree con caratteri eterogenei, interessate da fattori specifici o dalla presenza combinata di aspetti fisici, naturalistici ed agrari, di valore congiunto. Pur nella loro connotazione a tratti fortemente antropizzata, questi ambiti conservano un ruolo significativo nella struttura ambientale della Provincia (aree di connessione). 7. Obiettivi: a) consolidamento dei caratteri naturalistici e paesistici presenti; b) controllo e orientamento delle attività e delle trasformazioni secondo criteri di compatibilità. 8. Le modificazioni territoriali, in particolar modo quelle connesse alla realizzazione di opere infrastrutturali, alle attività estrattive, alle bonifiche agrarie, dovranno essere attuate coerentemente con gli obiettivi di cui sopra, tenendo conto delle specificità che caratterizzano l’area (caratteri ed elementi rilevanti), degli specifici indirizzi di tutela (art. 32) e previa verifica di compatibilità ambientale.

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9. La coerenza degli interventi dovrà essere valutata in base agli elementi conoscitivi ed alle valutazioni contenute nel Quadro Territoriale di Riferimento del PTCP corredate dai necessari approfondimenti. 10. Dovranno essere previsti adeguati criteri di mitigazione e di compensazione atti a favorire l’inserimento degli interventi nel contesto ambientale di riferimento. Per quanto riguarda in particolare le attività estrattive, fermi restando gli indirizzi generali di cui all’art. 22 per il piano delle attività estrattive, dovranno essere previsti interventi di recupero rispondenti alle seguenti finalità: a) continuità paesistica con le aree circostanti. Quando queste presentano caratteri di precarietà e/o di degrado, le stesse dovranno essere incluse in un più esteso progetto di recupero paesistico volto a ripristinare aspetti tipici del contesto di appartenenza; b) valorizzazione dei siti e loro utilizzo secondo funzioni compatibili (didattiche, ricreative, turistiche). 11. I Piani settoriali competenti, compatibilmente con le esigenze produttive del settore agricolo, dovranno prevedere specifiche disposizioni tese a: a) migliorare qualitativamente e quantitativamente i boschi esistenti (rimboschimenti, metodi di governo ecc.), privilegiando la messa a dimora e lo sviluppo delle specie autoctone; b) incentivare la naturalizzazione delle aree agricole dismesse, o il loro riuso secondo criteri di compatibilità ambientale; c) favorire la progressiva riconversione delle colture agricole pregiudizievoli per gli equilibri e per la qualità dell’ambiente interessato, con particolare riguardo alle zone interessate da dissesto idrogeologico (in atto o potenziale). 12. Gli interventi di miglioramento e di riconversione delle attività pregiudizievoli attuati in questi ambiti, potranno costituire titolo prioritario ai fini della individuazione di forme incentivanti nel settore agricolo ed ambientale. 13. Il controllo degli effetti paesistico ambientali, derivanti dalle previsioni di cui ai punti precedenti, dovrà essere effettuato mediante bilanci paesistico-ambientali, a verifica periodica. 14. In sede di pianificazione locale dovranno essere rispettati i seguenti criteri: a) vanno privilegiate le destinazioni agricole e quelle di tipo agrituristico. Possono essere inoltre individuate zone o interventi in funzione ricreativa, turistica e sportiva nel rispetto degli obiettivi di tutela dei caratteri prevalenti dell'area stessa; b) le previsioni insediative devono essere correlate al soddisfacimento di reali fabbisogni e privilegiare soluzioni volte al completamento e alla razionalizzazione dell’esistente. Tali previsioni dovranno tenere conto delle morfologie esistenti, specie di quelle poste a ridosso degli orli e delle scarpate che assumono negli ambiti delle vecchie golene particolare significato paesistico. I nuovi insediamenti produttivi (ivi compresi gli allevamenti a carattere industriale), dovranno essere subordinati a verifica d’impatto ambientale; c) il PRG dovrà promuovere lo sviluppo di tipologie edilizie e di tecnologie coerenti con il contesto di riferimento.

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Figura 10 Estratto Tavola 3.3 del PTCP Quadro sinottico delle invarianti

In conclusione la tavola delle invarianti evidenzia la zona tutelata dei boschi e delle foreste, e le fasce di tutela paesistica dei corsi d’acqua lungo i torrenti Ghiaie di Montalto (reticolo idrico principale), Rile, e in corrispondenza del confine a Nord, del S. Zeno (reticolo idrico minore).

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3 IL SISTEMA URBANO E AMBIENTALE

3.1 ANALISI STORICA La lettura in chiave storica del territorio di Calvignano parte dall’esame della Tavola IGM, levata del 1.895 sotto riportata. L’organizzazione urbana e la presenza di ambiti edificati non appare modificata rispetto a quella rilevabile nelle mappe, come risulta anche dai dati dei prossimi capitoli, che indicano un totale di 96 abitazioni presenti al 2001 delle quali 30 costruite prima del 1919.

Figura 11 Tavoletta IGM Torrazza Coste 1:25.000 levata 1895

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Figura 12 Stralcio Comune di Calvignano

I nuclei principali, dal punto di vista della rilevanza storico e/o del ruolo che rivestono sono Calvignano capoluogo, dove hanno sede il municipio e la chiesa di San Martino Vescovo, e Travaglino, dove è collocata la Villa Travaglino. Non lontano dal capoluogo si trova il Castello di Calvignano, che sorge su un poggio che domina verso Sud la valle Coppa e i cui resti, inglobati dalla vegetazione, delimitano un cortile dove è racchiuso il pozzo, trasformato in esedra circolare. In realtà il comune si suddivide in numerose località, dove abita la gran parte della popolazione, come rappresentato nel Repertorio dei Beni Storici architettonici e ambientali del Territorio. Il sito internet del comune di Calvignano offre alcune indicazioni storiche che aiutano a ricostruire l’evoluzione del comune negli anni. Le prime notizie di Calvignano sono attestate intorno all’alto medioevo (XII SEC.), quando compaiono cenni certi del Castello di Calvignano, della chiesa di San Martino e, di particolare interesse per il valore di memoria di questo paesaggio, delle ”belle vigne” .

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Dopo alterni passaggi di proprietà e di organizzazione dei feudi, nel XVII secolo i nobili Piemontesi della famiglia Fantoni rilevarono dai Volpe Landi il patronato posto all’altare dei Santi Giacomo e Filippo collocato nella Chiesa Parrocchiale calvignanese, dedicata a S. Martino, e costituirono sulle fatiscenti strutture dell’ antico cascinale di Travaglino una moderna casa padronale con edifici e rustici, dotando il complesso di un Oratorio per le funzioni religiose dedicato alla “Concezione della Beata Vergine”. Nello stesso periodo è stata rilevata la presenza di un altro Oratorio pubblico, dedicato a S. Rocco, nei pressi del castello di Calvignano.

Nelle Tavole di azzonamento del Piano è individuato il Centro Storico come riportato dal PTCP della Provincia di Pavia, integrato e modificato con le indicazioni emerse dalla rilevazione dei luoghi oltre che nel rispetto delle indicazioni del previgente PRG. Ne risulta una individuazione degli ambiti appartenenti alle formazioni storiche originarie del territorio che comprende antiche cascine, il castello alcuni borghi rurali. Il nucleo principale ricedente all’interno del capoluogo è stato invece riperimetrato, nel senso che è stata stralciata una piccola are che comprende edifici residenziali da molto tempo appartenenti alle zone B residenziali esistenti e di completamento.

Area residenziale stralciata dal Centro Storico

Figura 13 Perimetro Zona A – Centro Storico

La tavola sopra riportata evidenzia la parte stralciata dal centro storico e rimasta zona B come da PRG previgente, mentre la tavola che segue evidenzia l’insieme degli insediamenti ambientali, appartenenti al sistema storico ambientale del territorio comunale.

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Figura 14 Stralcio Tavola Azzonamento

3.2 IL SISTEMA URBANO Il territorio comunale ha una estensione di 692 ha, dei quali 13,18 ha circa, pari al 1,90%, utilizzati per funzioni urbane, 6,31 ha, pari allo 0,92 per le infrastrutture, e 672,42 ha utilizzati per funzioni non urbane pari al 97,18%.

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SUPERFICIE COMUNALE HA 691,91 100% Figura 15 Consumo di suolo SUPERFICIE DEL TESSUTO URBANO HA 13,18 1,90% INFRASTRUTTURE HA 6,31 0,92 AREE AGRICOLE E BOSCATE HA 672,42 97,18

Va precisato che tra le aree definite come superficie urbanizzata sono comprese anche le aree interessate dalla previsioni del precedente P.R.G. non ancora attuate, come risulta dalle analisi del Piano di cui al successivo capitolo.

Si tratta dunque di un Comune con una quota di superficie urbanizzata minima, che ha occupato nuovo suolo in maniera pressoché ininfluente nel corso degli anni, rimanendo fondamentalmente aggregato ai nuclei originari di origine rurale. Gli insediamenti più antichi del comune si sviluppano in corrispondenza dei crinali e dei promontori collinari, in una forma di adattamento all’andamento morfologico del territorio e, più anticamente, per esigenze difensive.

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Questo tessuto urbano è per lo più composto da case a schiera che determinano brevi cortine stradali o da case sparse, rurali o ex rurali. In considerazione della loro origine rurale, a questi edifici sono spesso annesse vecchie stalle e rustici di vario tipo, per lo più inutilizzati o sottoutilizzati. Il nucleo centrale del comune non ha mai avuto una grande forza attrattiva, anche per la presenza dei grossi centri aziendali, intorno ai quali si sono sviluppate le potenzialità economiche e sociali del luogo.

3.3 STATO DI ATTUAZIONE DEL P.R.G. VIGENTE La situazione relativa allo stato di attuazione del vigente P.R.G. è contenuta nelle Tavole di analisi, che riportano il regime di proprietà delle aree a standard e le previsioni contenute nel previgente strumento di pianificazione. Da queste risulta che le previsioni di sviluppo del Comune, comprensive della variante del 2004, prevedono alcune aree di completamento residenziale disposte lungo la provinciale, una nuova area residenziale da attuarsi con strumento diretto e un’area di espansione che necessita di pianificazione esecutiva, entrambe nella frazione capoluogo, un’area industriale di completamento sita in adiacenza al confine a Sud del comune. Di queste previsioni risultano attuati alcuni piccoli interventi di completamento e la nuova area nella frazione capoluogo, mentre il Piano esecutivo risulta al momento ancora in corso. L’area artigianale non è mai stata realizzata.

DIMENSIONE It Volume Standard PA Mq Mc/mq Mc Abitanti Mq ZONA B4 3.340 1 3.340 22 590,1 Figura 16 Piano Attuativo in corso Dal punto dei servizi risultano presenti sul territorio comunale 21.263 mq di aree a servizi, delle quali 2.018 di proprietà pubblica, 2.971 privati di uso pubblico, 15.462 mq privati da acquisire e quindi relativi a servizi non attuati. La tavola che segue ne evidenzia la localizzazione, ovviamente concentrata nella zona del capoluogo, e visualizza le previsioni del precedente PRG non attuate, determinate più che altro dalla impostazione delle previgenti disposizioni normative (L.R. 51/75).

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Figura 17 Stralcio Tavola 5 dei Servizi La tabella che segue offre un riepilogo della situazione.

REGIME DI PROPRIETA' PRIVATO DA n° TIPO AREA PUBBLICO USO ACQUSIRE PUBBLICO 1 CAPPELLA VOTIVA 295 295 2 MUNICIPIO 876 876 3 CHIESA 2.676 2.676 4 VERDE PUBBLICO 162 162 5 CIMITERO 980 980 6 SERVIZIO PREVISTO 950 950 7 SERVIZIO PREVISTO 804 804 8 SERVIZIO PREVISTO 1.843 1.843 9 SERVIZIO PREVISTO 8.819 8.819 10 SERVIZIO PREVISTO 3.046 3.046

TOTALE 20.451 2.018 2.971 15.462 Figura 18 Regime di proprietà delle aree a servizi del previgente PRG. I riferimenti numerici trovano riscontro nella tavola 6

Più nel dettaglio la dotazione esistente comprende il Municipio e la Chiesa di San Martino Vescovo, con una piazza dalla quale si accede ad entrambi gli edifici, oltre ad una piccola area a verde proprio dietro la chiesa. E’ inoltre presente una piccola area sosta con panchine di fronte al municipio, una cappella votiva che corrisponde all’antico oratorio San Rocco e il cimitero.

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Sul fronte dei servizi tecnologici, sono da segnalare le due fosse per la depurazione lungo il torrente Ghiaie di Montalto e lungo il Torrente Rile. Non sono presenti esercizi commerciali, se non un ristorante nel capoluogo ed uno nell’agriturismo di località Stanca. Sono tuttavia presenti altre previsioni di aree a servizi, incrementate in particolare con la variante approvata nel 2004. Rapportati alla popolazione presente al 2010, pari a 127 abitanti, i servizi determinano una dotazione effettiva di 44 mq per abitante, ed una teorica di 156 mq per abitante. Come evidente si tratta di una previsione abbondantemente sovradimensionata, la cui mancata attuazione è da connettere con lo svuotamento e conseguente abbandono delle strutture rurali esistenti, e il ritardo nell’utilizzo delle potenzialità edificatorie residue.

STANDARD DI STANDARD PIANO REALIZZATI ABITANTI al 2010 (Mq per Ab) (Mq per Ab) 127 161 39 Figura 19 Tabella verifica dotazione aree a standard

Le esigenze di servizi, soprattutto relativi all’istruzione, sono risolte dal Comune di Casteggio, le cui dimensioni consentono di garantire una dotazione di servizi per l’istruzione primaria in grado di rispondere alle necessità di Calvignano. I bambini che si dirigono a Casteggio per le scuole Elementari e Medie sono in totale 10, di cui 5 sotto gli undici anni (scuole elementari) e 5 fra gli undici e i quindici anni (scuole medie); al momento non è previsto per loro un servizio di trasporto alunni, né comunale né sovracomunale. I trasporti sono garantiti esclusivamente dalle due linee di autobus verso Casteggio, Broni e Stradella, che dunque consentono la gravitazione su Casteggio per i servizi essenziali.

LINEE DI TRASPORTO

ARFEA - Aziende Riunite Filovie e N37 (800) Casteggio-Montalto-Broni Autolinee

ARFEA - Aziende Riunite Filovie e N39 (484) Casteggio-Stradella Autolinee

Figura 20 Sito Mobilità Regione lombardia Dal punto di vista della mobilità ferroviaria, i riferimenti sono costituiti dalla linea FS Alessandria Piacenza, che ferma a Casteggio, e dalla linea FS Milano Genova, che ferma a Voghera.

Il comune ha comunque costituito una unione di Comuni con Rocca de Giorgi per la l’erogazione di una serie di servizi quali: Anagrafe, Stato civile ed elettorale; Sistemi informativi; Ufficio Tecnico; Gestione economica finanziaria; Gestione tributi; Urbanistica e gestione territorio; Organizzazione e personale;

Relazione di PGT - 32 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Polizia Locale; Assistenza e servizi alla persona; Servizi cimiteriali; Assistenza scolastica; Manifestazioni turistiche; Viabilità; Protezione civile; Tutela ambientale e parchi; URP e comunicazione Demanio e patrimonio Sportello Unico per le Attività Produttive

Relazione di PGT - 33 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

3.4 CARATTERISTICHE SOCIO ECONOMICHE Come già detto il come di Calvignano ha un’entità demografica estremamente limitata, diminuita nel tempo a causa dello spopolamento di quest’area e dalla diminuzione di addetti nell’attività agricola, che ha caratterizzato tutto il territorio Lombardo. Si riportano qui di seguito alcuni dati sintetici, che descrivono la composizione della popolazione e le principali forme di impiego. I dati sono rapportati anche con alcuni comuni limitrofi, per meglio descrivere le caratteristiche dell’area entro la quale il comune è inserito.

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Figura 21 L'ambito di comparazione dei dati socio economici

Per quanto attiene la dinamica demografica, il Comune di Calvignano mostra l’andamento descritto nelle tabelle che seguono.

Relazione di PGT - 34 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Anno Residenti Variazione 1861 310 1871 348 12,30% 1881 398 14,40% 1901 401 0,80% 1911 429 7,00% 1921 479 11,70% 1931 427 -10,90% 1936 403 -5,60% 1951 400 -0,70% 1961 276 -31,00% 1971 189 -31,50% 1981 152 -19,60% 1991 152 0,00% 2001 130 -14,50% 2009 131 0,80% Figura 22 Dinamica della popolazione residente a Calvignano (1861-2009)

Tradotta in grafico la tabella mostra chiaramente la tendenza dell’andamento della popolazione, con un valore minimo registrato nel 2001, sostanzialmente stabilizzato nell’ultimo decennio.

Figura 23 Grafico dinamica della popolazione 2001 – 2007 (fonte Comuni Italiani)

Un approfondimento del dato al 2001, su base ISTAT mostra la distribuzione della popolazione nel comune, indicando che la maggior parte risiede nelle cascine e case sparse. Dai dati relativi ai comuni limitrofi emerge inoltre che il comune di Calvignano è il più piccolo della zona, anagraficamente parlando.

Relazione di PGT - 35 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

COMUNI E LOCALITÀ Sesso Altitudine ABITATE Maschi Femmine Totale BORGO PRIOLO 104/489 696 709 1405 CALVIGNANO 124/433 69 61 130 CALVIGNANO * 275 11 10 21 Travaglino 236 11 6 17 Case Sparse - 47 45 92 CASTEGGIO 78/376 2993 3344 6337 CORVINO SAN QUIRICO 80/263 540 552 1092 MONTALTO PAVESE 170/465 464 499 963 OLIVA GESSI 125/300 99 101 200 Figura 24 Popolazione residente per sesso e località nell’ambito – ISTAT 2001 (*) La località abitata ove è situata la casa comunale (generalmente il centro capoluogo)

Per quanto riguarda la composizione della popolazione residente, suddivisa per classi di età si riportano i dati in valori assoluti e in valori percentuali.

GENERE Da 0 a 14 Da 15 a 29 Da 30 a 49 Da 50 a 64 Oltre 65 Totale Maschi 5 12 15 14 14 60 Femmine 9 12 12 16 15 64 Totale 14 24 27 30 29 124 % Totale 11% 19% 22% 24% 23% Figura 25 Composizione della popolazione residente nei comuni dell'ambito (fonte Comuni Italiani)

Componenti Anno Residenti Variazione Famiglie per Famiglia 2001 130 2002 121 -6,90% 2003 119 -1,70% 52 2,29 2004 112 -5,90% 52 2,15 2005 114 1,80% 51 2,24 2006 124 8,80% 54 2,3 2007 130 4,80% 56 2,32 2008 131 0,80% 56 2,33 2009 131 0,00% 56 2,34 Figura 26 Variazione Popolazione e famiglie a Calvignano (Fonte Comuni Italiani)

Come si vede nella tabelle che segue, il grosso dei movimenti demografici, se pur nella dimensione del comune in oggetto, deriva dalle iscrizioni e cancellazioni dagli altri comuni, evidenziando in questo caso un saldo positivo totale fra nuovi arrivi (50) e cancellati (39).

Relazione di PGT - 36 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Iscritti da Cancellati Cancellati altri Iscritti Altri per altri per Altri Anno Nati Morti comuni dall'estero iscritti comuni l'estero cancellati 2.002 1 1 2 0 0 11 0 0 2.003 0 5 2 2 2 3 0 0 2.004 1 6 4 0 0 6 0 0 2.005 1 2 4 1 0 1 1 0 2.006 0 1 10 2 0 1 0 0 2.007 1 0 9 1 0 5 0 0 2.008 1 0 6 0 0 6 0 0 2.009 2 2 5 0 0 5 0 0 TOTALE 7 17 42 6 2 38 1 0 Figura 27 Dettaglio Bilancio demografico a Calvignano (Fonte Comuni Italiani)

Per quanto attiene al patrimonio abitativo si possono individuare alcuni dati caratterizzanti il comparto esaminato dalle risultanze del censimento ISTAT 2001. Quanto al numero di edifici e di abitazioni il dato censuario mostra la seguente situazione:

COMUNI E LOCALITÀ Abitazioni Edifici ABITATE BORGO PRIOLO 1.158 714 CALVIGNANO 96 79 CALVIGNANO * 16 17 Travaglino 12 6 Case Sparse 68 56 CASTEGGIO 2.910 1.728 585 361 CORVINO SAN QUIRICO 589 517 MONTALTO PAVESE 114 602 Figura 28 Edifici e Abitazioni nell’ambito - Istat 2001 (*) La località abitata ove è situata la casa comunale (generalmente il centro capoluogo)

Epoca di costruzione COMUNI Prima del Dal 1919 al Dal 1946 al Dal 1962 al Dal 1972 al Dal 1982 al Dopo il 1991 Totale 1919 1945 1961 1971 1981 1991 Borgo Priolo 306 236 124 138 180 79 95 1158 Calvignano 30 22 3 22 14 3 2 96 Casteggio 233 435 620 649 452 436 85 2910 Castelletto di Branduzzo 112 78 82 64 69 75 25 505 Corvino San Quirico 222 76 61 94 75 38 19 585 Montalto Pavese 90 69 105 85 159 51 30 589 Totale Prov pavia 44551 33811 41459 48416 35109 20161 20961 244468 Figura 29 Abitazioni in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione – ISTAT 2001

Relazione di PGT - 37 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Figura 30 Grafico Abitazioni in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione – ISTAT 2001

Esaminando il dato della forza lavoro, e confrontandola con il 91, i dati indicano una perdita di addetti nell’industria e un piccolissimo aumento nel settore dei servizi. Per quanto riguarda la suddivisione per sesso e classe d’età, la tabella successiva ne evidenzia la ripartizione, individuando che al 2001 entro i 29 anni non risulta nessun maschio occupato e una sola donna occupata.

INDUSTRIA COMMERCIO ALTRI SERVIZI Unita' Unita' Unita' Unita' Unita' Unita' Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Addetti Locali Locali Locali Locali Locali Locali 1991 2001 1991 2001 1991 2001 Comune 1991 2001 1991 2001 1991 2001 Borgo Priolo 61 67 277 159 16 23 33 34 26 30 62 71 Calvignano 4 5 14 8 - - - - 4 4 5 7 Casteggio 259 208 1.434 991 266 237 749 557 299 400 872 1.027 Castelletto di Branduzzo 26 23 172 223 11 11 18 23 25 36 46 58 Corvino San Quirico 54 37 81 48 27 20 51 32 32 37 71 107 Montalto Pavese 59 47 120 61 20 14 33 18 28 37 40 55 Figura 31 Unità Locali e Addetti – Confronto 1991 – 2001 – dati ISTAT

Femmine Maschi COMUNI 15- 55 e 55 e 20-29 30-54 Totale 15-19 20-29 30-54 Totale 19 più più Borgo Priolo 1 24 111 12 148 0 15 52 30 97 Calvignano 0 1 6 1 8 0 0 6 6 12 Casteggio 2 142 547 60 751 0 13 58 35 106 Corvino San Quirico 1 18 94 12 125 0 5 11 6 22 Montalto Pavese 0 21 55 7 83 1 17 38 34 90 Oliva Gessi 0 5 11 0 16 0 4 10 5 19 Totale Ambito 4 211 824 92 1131 1 54 175 116 346 Figura 32 Occupati per classe d’età e per sesso - Istat 2001

Si riportano infine i dati degli addetti e delle unità locali nel settore dell’agricoltura, dai quali si evince la diminuzione di addetti fra il 91 e il 2001, pur con il mantenimento delle Unità Locali.

Relazione di PGT - 38 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

A - AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA Unita' Locali 1991 Unita' Locali 2001 Addetti 1991 Addetti 2001 Borgo Priolo 25 26 65 40 Calvignano 2 2 11 5 Casteggio 60 41 169 68 Castelletto di Branduzzo 3 1 6 2 Corvino San Quirico 32 18 47 23 Montalto Pavese 41 38 86 51 Figura 33 Unità Locali e Addetti in agricoltura – ISTAT 1991-2001

Relazione di PGT - 39 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

3.5 IL SISTEMA AMBIENTALE

Il sistema ambientale del Comune di Calvignano è quello che emerge da quanto descritto nei precedenti capitoli e riportato nelle tavole di analisi e di progetto, relativi alle indicazioni di rilievo provinciale e regionale. E’ utile qui ribadire il significato del contesto agricolo, ricco di testimonianze storiche oltre che paesistico ambientali, della rete delle acque, di carattere torrentizio, e delle zone boscate. Anche il territorio dei comuni contermini è per la maggiore estensione vocato all’agricoltura, e gli strumenti urbanistici comunali nelle zone poste a confine ne mantengono l’uso agricolo non prevedendo urbanizzazioni.

Figura 34 Mosaico strumenti urbanistici comunali

La tavola di uso del suolo (DATI ERSAF) evidenzia la presenza di seminativi non irrigui, vigneti e boschi, oltre a qualche prato permanente. Significativa, dal punto di vista ambientale e paesistico, la macchia verde costituita dai boschi del Monte Ceresino.

Relazione di PGT - 40 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Figura 35 Uso del suolo

Il sistema naturalistico è in buona parte quello descritto nelle “Aree prioritarie per la biodiversità nella Pianura Padana Lombarda” redatta da Regione Lombardia e Fondazione Lombardia per l’Ambiente già richiamate, che nel caso in questione è la n. 35 “Oltrepo pavese collinare e montano”. L’area collinare e montana dell’Oltrepo pavese, compresa tra il crinale occidentale della Valle Staffora a ovest, la Via Emilia a nord, i bacini dello Staffora e del Tidone a sud e il confine regionale a est, comprende il SIC Monte Alpe e alcuni PLIS. Complessivamente, il livello di copertura degli istituti pubblici di protezione è inspiegabilmente basso, in relazione all’eccezionale concentrazione di valori naturalistici del territorio. La fascia montana include faggete appenniniche, cerrete, affioramenti ofiolitici, torrenti appenninici, arbusteti, praterie magre, mosaici agricoli, prati stabili. La fascia collinare comprende un mosaico di colture tradizionali (vigneti, seminativi, prati da sfalcio, medicai, siepi), intervallate da boschetti, valli incise, calanchi, ambienti rupicoli, incolti. Si tratta di un comprensorio molto vasto, con una ricchezza del mosaico e diversità delle forme di paesaggio che ne fanno una delle aree di maggior rilevanza naturalistica; a questo si aggiunga il ruolo di cerniera biogeografica con l’Ecoregione mediterranea. Fra le Aree prioritarie individuate, l’Oltrepo collinare e montano è quello che racchiude le maggiori estensioni di aree pregiate contigue. Alcune delle presenze naturalistiche sono di assoluta rilevanza nazionale ed europea; fra queste assume particolare importanza la popolazione di Lupo (Canis lupus). Questa specie riesce a sussistere grazie soprattutto alla presenza di diverse specie di ungulati selvatici, ricomparsi negli

Relazione di PGT - 41 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio scorsi decenni dopo secoli di assenza in seguito ad azioni di reintroduzione consapevole (Capriolo, Capreolus capreolus), di immissione a scopi venatori (Cinghiale, Sus scropha) o di immigrazione da aree contigue nelle quali la specie era stata reintrodotta con successo (Cervo, Cervus elaphus). L’avifauna nidificante comprende alcune importanti popolazioni, grazie alla persistenza di paesaggi agrari diversificati e formati da un mosaico di seminativi, prati, incolti e boschi, intersecati da una fitta rete di siepi e di filar che favoriscono la persistenza di specie che nel resto del territorio europeo si trovano in uno stato di conservazione sfavorevole. La fascia collinare è importante anche per la ricchezza di specie di orchidee e per le presenze di tulipani, gladioli, narcisi, fiordalisi mentre la fascia montana è importante anche per la presenza di una flora e vegetazione peculiare sugli affioramenti ofiolitici. L’alta valle Staffora oppone una forte resistenza all’invasione di specie alloctone ed è area di connessione con l’Ecoregione Mediterraneo. L’area ospita, oltre a numerosi elementi focali: • 30 specie o sottospecie endemiche; • 9 specie inserite nella Lista Rossa IUCN; • 8 specie inserite nell’Allegato I della Direttiva Uccelli; • 29 specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat; • 1 habitat prioritario secondo la Direttiva Habitat. La vegetazione naturale dell’Oltrepo pavese nel corso dei secoli, ha subito continui mutamenti in relazione alle attività umane. Questo lembo di Appennino settentrionale è oggi ricco di vasti e rigogliosi boschi, ma nel passato ha visto ridursi drasticamente la copertura forestale, in particolare nell’800, quando fu massima la densità della popolazione residente. Dei 95.380 ettari dell’intero territorio oltrepadano (comprendenti sia la fascia di pianura sia la fascia appenninica), 18.237 ettari (19 % circa) risultano occupati da aree di silenzio venatorio dove la fauna selvatica può quindi vivere e riprodursi relativamente indisturbata. Si tratta di zone di ripopolamento e cattura, oasi di protezione faunistica, zone di protezione faunistica, una sola Garzaia (in pianura) e altre terre all’interno delle quali l’attività venatoria risulta interdetta. E’ infine qui utile richiamare l’ipotesi, tutt’ora allo studio, di istituire un Parco Locale di Interesse Sovracomunale nell’area boscata del Monte Ceresino, insieme ai comuni di Casteggio e Monte Priolo, per la valenza ambientale dell’area e per la conseguenza rilevanza per tutta l’area.

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3.6 PIANI DI SETTORE

3.6.1. Relazione geologica Lo studio geologico redatto nel 2007 a supporto del Piano di Governo del Territorio, riguarda l’intero territorio comunale di Calvignano (PV) nel rispetto di quanto previsto dall’art. 57 (lettera a, comma 1) della L.R. 12/2005 e dalla D.G.R. 1566/2005. Come illustrato nella relazione dello studio, la fase di sintesi è stata condotta attraverso una valutazione incrociata degli elementi analitici raccolti, che ha permesso di interpretare il territorio in funzione degli attuali e prevedibili livelli di integrità, valore, rischio, vulnerabilità e degrado. Sono inoltre stati considerate le limitazioni d’uso del territorio in merito agli aspetti prettamente geologici derivanti da normative e piani sovraordinati. Dall’interpretazione integrata dei dati ed elaborazioni effettuate, il territorio comunale è stato quindi suddiviso in aree omogenee contraddistinte da peculiari condizioni morfologiche, litologiche, idrogeologiche, idrauliche e geotecniche. In particolare ai sensi dei criteri attuativi della L.R. 12/05, nella Tav. 10 “Carta di sintesi” del PGT, redatta in scala 1:5.000 sono state rappresentate le aree omogenee dal punto di vista della pericolosità/vulnerabilità riferita allo specifico fenomeno che la genera. Nella relazione si precisa inoltre che “le indicazioni in merito alla fattibilità geologica, in quanto espresse a scala territoriale, sono da ritenersi indicative e non costituiscono in ogni caso deroga alle norme di cui al D.M. 14 settembre 2005 “Norme tecniche per le costruzioni”. Lo studio di progetto da produrre ai sensi del D.M. citato dovrà presentare analisi originali e critiche dei presenti elaborati geologici ed idonea documentazione relativa all’adempimento delle prescrizioni ivi contenute, che dovranno essere valutati a livello comunale nella fase istruttoria della pratica”. Le classi di fattibilità rilevate sul territorio comunale, sulla base dell’insieme delle analisi effettuate, e indicate nella tavola 11 dello studio sono: CLASSE 1: FATTIBILITÀ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI Secondo gli intendimenti regionali, in Classe 1 ricadono le aree nelle quali gli studi effettuati non hanno individuato specifiche controindicazioni di carattere geologico all’urbanizzazione e all’edificabilità. CLASSE 2 - FATTIBILITÀ CON MODESTE LIMITAZIONI In questa classe ricadono le aree nelle quali sono state rilevate puntuali o ridotte condizioni limitative alla modifica delle destinazioni d'uso dei terreni ed in particolare all'edificabilità. CLASSE 3 - FATTIBILITÀ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI In questa classe ricadono le aree in cui sono state riscontrate consistenti limitazioni alla modifica delle destinazioni d'uso dei terreni, ed in particolare all'edificabilità, per l'entità e la natura delle problematiche individuate, sia a scala locale che territoriale. Si tratta di aree di per se stesse contraddistinte da un soddisfacente grado di stabilità ma caratterizzate da un assetto litostratigrafico e geotecnico sfavorevole. In questa classe, preliminarmente ad ogni intervento edificatorio, dovranno essere eseguiti studi che, oltre ottemperare a quanto richiesto in merito dal D.M. 14/9/2005, dovranno essere finalizzati alla definizione della profondità, morfologia e consistenza del substrato di fondazione, previa esecuzione di idonee indagini geognostiche. La classe 3 è divisa in sottoclassi in base alle specifiche caratteristiche dei terreni e alla loro morfologia. CLASSE 4 - FATTIBILITÀ NULLA O CON GRAVI LIMITAZIONI La Classe 4 comprende le zone in cui l’alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. In queste aree deve essere

Relazione di PGT - 43 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere rivolte al consolidamento ed alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite solo le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 27, comma 1, lettere a), b) c) della L.R. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica. Anche la classe 4 è a sua volta divisa in una serie di sottoclassi.

3.6.2. Reticolo Idrico principale e minore Lo studio del reticolo principale e minore, del quale il comune si è dotato ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 n. 7/7868 e s.m.i. e che ha avuto il parere favorevole della Regione Lombardia nell’agosto 2008, è parte integrante dello studio geologico, che lo assume anche normativamente.

3.6.3. Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo L’Amministrazione ha affidato l’incarico per la redazione del P.U.G.S.S., ai sensi della l.r 11 marzo 2005, n.12. Da quanto emerge dalle indicazioni del comune, va tuttavia evidenziato che tutti i borghi rurali e residenziali sparsi del comune sono serviti da rete fognaria e dalla rete dell’acquedotto, con due fosse IMHOFF per la depurazione prima dello sversamento nei corsi d’acqua, localizzate a Sud, vicino al torrente.

3.6.4. Carta di zonizzazione acustica Il Comune sta provvedendo alla redazione della zonizzazione acustica relativa al PGT.

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II PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL DOCUMENTO DI PIANO

4 CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI PIANO

Il Documento di Piano, che come abbiamo detto per i comuni con popolazione inferiore ai 2.000 abitanti è una delle articolazione di un unico atto del Piano di Governo del Territorio, deve avere i contenuti che seguono: a) Individuare gli obiettivi generali di sviluppo, miglioramento e conservazione per la politica territoriale del comune, verificandone la sostenibilità, determinando inoltre gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo con prioritario riferimento alla riqualificazione del territorio, alla minimizzazione del consumo di suolo, all’utilizzo ottimale delle risorse territoriali, al miglioramento dell’assetto viabilistico e della mobilità, nonché dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a livello sovracomunale; b) Definire le politiche di intervento per i diversi sistemi funzionali, dettagliando e circostanziando eventuali scelte di rilevanza sovracomunale, dimostrando la compatibilità delle predette politiche di intervento con le risorse economiche attivabili dalla pubblica amministrazione; c) Individuare gli ambiti di trasformazione assoggettati a piano attuativo, determinandone gli indici urbanistico-edilizi, le destinazioni funzionali, nonché gli eventuali criteri di negoziazione per l’attuazione degli interventi; d) Definire eventuali criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione. Nel caso del Comune di Calvignano, la definizione di tali contenuti è avvenuta partendo dalla selezione degli obiettivi che l’Amministrazione ha fissato, e che ha portato alle scelte di sviluppo, di riqualificazione e di salvaguardia illustrate nei successivi capitoli.

4.1 LE AREE DI TRASFORMAZIONE RESIDENZIALE E LA RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO

4.1.1. Le scelte progettuali Come già ampiamente illustrato il comune di Calvignano si trova nelle medesime condizioni che caratterizzano molti altri comuni della zona, oltre che nel resto della Lombardia, sostanzialmente riconducibili alla presenza di un territorio ricco di elementi paesaggistici e ambientali, con alcune criticità legate all’assetto idrogeologico ma anche al processo di abbandono dei borghi rurali, una popolazione estremamente ridotta e quindi una scarsità di risorse economiche difficile da colmare. Tutto ciò rende naturalmente complessa l’individuazione delle azioni in grado di offrire uno sbocco agli obiettivi fissati dall’Amministrazione, il cui principale intento consiste nel voler dare vita, o per certi aspetti proseguire, un percorso di rafforzamento della comunità di Calvignano, nell’ottica della salvaguardia e valorizzazione del territorio. Le politiche intorno alle quali si è scelto di incentrare l’azione riguardano pertanto:  la possibilità di favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, attraverso una normativa che faciliti la dismissione delle strutture rurali inutilizzate e la loro ridestinazione a funzioni abitative e di servizio;

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 l’opportunità di aumentare il patrimonio abitativo attraverso piccoli interventi di completamento del tessuto esistente o nuove aree di modeste dimensioni, all’interno delle quali realizzare nuove costruzioni nel rispetto delle tipologie esistenti;  l’esigenza di insediare minime attività commerciali nelle diverse forme in tutte le zone a destinazione residenziale e nel centro storico oltre che negli edifici agricoli dismessi e recuperati e nelle zone di tute ambientale;  la necessità di effettuare ogni scelta partendo dalle condizioni idrogeologiche, prestando la massima attenzione a quanto lo studio geologico mette in evidenza;  la volontà di salvaguardare l’ampia area boscata ad Ovest del Comune realizzando un Parco di Interesse Sovracomunale, creando sinergie di intenti con le altre amministrazioni interessate. Il primo punto riguarda la scelta di individuare le cascine e i nuclei rurali sostanzialmente inutilizzati, e catalogarli come dismettibili qualora venisse avanzata una ipotesi di nuovo utilizzo. Le funzioni possibili e auspicabili sono quelle abitative ma anche di servizio e di cura della persona, sia rivolte agli anziani, con strutture di ricovero, sia più in generale ad un pubblico occasionale, con centri benessere che in questo territorio potrebbero godere di un paesaggio attrattivo e riposante. Si tratta di favorire uno sviluppo turistico mirato, per incentivare presenze stagionali adeguate alle potenzialità del luogo. Il secondo punto è riferito prevalentemente ad esigenze di interesse più strettamente privato, con la realizzazione di nuovi edifici per residenza o seconde case, consolidando così le presenze attuali e i modesti andamenti demografici o le aspirazioni di una casa di proprietà nell’ambiente dell’Oltrepo. Per quanto riguarda la possibilità di insediare attività commerciali l’Amministrazione è interessata a favorire l’insediamento di una Media Struttura di Vendita, fino ad una dimensione massima di 500 mq di superficie di vendita, nell’edificio di proprietà comunale in cui ha sede il Municipio, privilegiando la vendita di prodotti locali oltre che di altri generi di prima necessità. Intende inoltre rendere praticabile l’insediamento di altre attività di servizio e cura alla persona, anche allo scopo di incrementare le presenze turistiche e di recuperare l’ampio patrimonio agricolo non più utilizzato e di possibile ristrutturazione. Naturalmente ogni scelta è stata calibrata con riferimento alle indicazioni dello studio geologico, che indica diversi livelli di pericolosità connessi ai rischi di frana, e che in qualche caso comporta la necessità di approfondimenti di analisi per accertare le caratteristiche strutturali di ogni nuova costruzione. Sono state escluse dalla possibilità edificatoria le porzioni di aree alle quali erano sottese maggiori condizioni di rischio. Infine va evidenziata la scelta di costituire il PLIS “Monte Sereno” nelle parti collinari boscate a confine con i comuni di Casteggio e Borgo Priolo, con l’intento di creare opportunità di salvaguardia per l’area naturale. Le abitazioni esistenti potranno essere mantenute, eventualmente con la possibilità di ampliamenti una tantum disciplinati dalla normativa. I principali esiti del lavoro sono rappresentati all’interno delle Schede delle aree di trasformazione e nella tavola di azzonamento, elaborati all’interno dei quali sono riportate le scelte di intervento e le prescrizioni da rispettare per consentirne la realizzazione. Nelle stesse schede sono evidenziati inoltre i vincoli gravanti sugli ambiti oggetto delle istanze dei cittadini, presentate secondo quanto previsto dalla legge 12/2005, condizioni queste, che hanno contribuito a definire le aree di trasformazione.

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Figura 36 Aree di Trasformazione – Stralcio Tavola azzonamento

4.1.2. Le quantità del Piano Come risulta dalla tabella qui allegata, complessivamente le previsioni riguardano un totale di 5.800 mc, equivalenti a 39 nuovi abitanti, cui bisogna aggiungere i 7 abitanti che derivano dal recupero delle volumetrie esistenti, per un totale di 46 nuovi abitanti. Ad ogni area inferiore ai 5.000 abitanti sono stati attribuiti 700 mc di nuova volumetria, mentre nei casi delle due aree più grosse la volumetria attribuita è pari a 1.100 - in aggiunta ai circa 1.000 di volumetria da recuperare - per la TR2 e 1.200 mc per la TR 4.

Volume Volume da Dimensione previsto recuperare Standard AREA Mq Mc Mc Abitanti Mq TR1 4.767 700 5 124 TR2 8.863 1.100 1.030 14 376 TR3 1.430 700 5 124 TR4 7.983 1.200 8 212 TR5 2.162 700 5 124 TR6 3.395 700 5 124 TR7 3.680 700 5 124 TOTALE 32.280 5.800 46 1.207 Figura 37 Quantificazione degli interventi

Relazione di PGT - 47 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Le aree a standard che derivano dalle volumetrie da realizzare corrispondono al calcolo di 26,5 mq per abitante. Tali quantità potranno essere interamente monetizzate, e saranno utilizzate per acquisire le aree a servizi individuate dal Piano dei Servizi oltre che per realizzare le opere necessarie alla loro esecuzione e gestione. Ai dati delle nuove aree sono da integrare quelli relativi al PL in corso, che determina un incremento di popolazione pari a 22 nuovi abitanti. Il calcolo dello standard complessivo, che comprende anche le aree da monetizzare risulta dalla successiva tabella, ed è pari a 40 mq per abitante.

P.A. IN VOLUMETRIA SERVIZI SERVIZI SERVIZI CORSO PREVISTA NUOVI ABITANTI ESISTENTI PREVISTI NEI PA STANDARD Mc Mc ABITANTI TOTALI* Mq Mq Mq Mq/ab 3.340 6.830 68 195 4.989 950 1.797 40 * la popolazione esistente al 2010 è pari a 127 abitanti

Eliminando le aree da monetizzare, che non troveranno dunque un corrispettivo in termini di metri quadri ma in termini di impegno di spesa, la disponibilità diventa di 30 mq per abitante.

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III PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL PIANO DEI SERVIZI

5 CONTENUTI DEL PIANO DEI SERVIZI Uno degli aspetti forse più rilevanti alla base della nuova impostazione formulata dalla l.r. 11 marzo 2005, n. 12, consiste nel superamento del concetto di standard, grazie alle nuove modalità di quantificazione dei servizi. Il Piano dei Servizi concorre assieme al piano delle regole e al documento di piano alla definizione dell’assetto del territorio comunale occupandosi in particolare di assicurare una adeguata dotazione di servizi ed attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale. Il piano assicura altresì una equa distribuzione ed integrazione degli stessi nel contesto urbano al fine di assicurarne un’adeguata fruibilità e al contempo contribuire ad un processo più ampio di rivitalizzazione urbana. Alla base del piano è, pertanto, un nuovo concetto dei servizi che va oltre alle tradizionali opere di urbanizzazione primaria e secondaria, per comprendere oggetti non definibili unicamente in aree e strutture e che non si risolvono, in termini di fruizione e raggio di influenza, esclusivamente dentro ai confini comunali. Tra gli elementi da sottolineare che sottendono a questo nuovo modo di intendere i servizi vi sono inoltre:

 un ruolo complementare ma non marginale rivestito dai soggetti privati nella realizzazione e gestione dei servizi;

 attenzione sempre maggiore alla coerenza delle previsioni di piano con le reali capacità di realizzazione ed attuazione delle stesse;

 attenzione sempre maggiore all’impatto che la realizzazione di un intervento può avere in termini di sostenibilità ambientale ed urbanistica. Secondo tale logica ad essere posto in alto alla scala delle priorità è la qualità della vita nella sua globalità e non un puro ragionamento quantitativo;

 attenzione sempre maggiore alle condizioni di reale fruibilità e di inserimento del servizio nell’insieme delle relazioni ambientali, di verde e paesaggio, di comunicazione, di mobilità ed accessibilità ciclopedonale e di trasporto: è un tale inserimento che contribuisce in modo sostanziale a determinare il valore di un servizio garantendone il giusto livello di fruizione da parte dei cittadini/utenti. È la presenza di questa rete che determina, assieme alle opportunità di abitazione, di lavoro, di studio, culturali e di tempo libero, i livelli di qualità della vita urbani. I modelli di vita profondamente mutati, le abitudini, i costumi, relazionati a nuovi livelli di reddito (ma anche di trasformazione delle destinazioni economiche della città e del territorio) e contemporaneamente l’insorgenza strettamente connessa di nuovi bisogni cui la tradizionale strumentazione urbanistica non risponde con capacità di programmazione a breve e medio termine, rendono indispensabile questo mutato approccio. Ad un delicato compito è dunque chiamato il Piano dei Servizi che dà luogo ad una lettura complessa, complementare a quella del Documento di Piano, nella definizione delle strategie e delle politiche per il governo della città.

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6 LE PREVISIONI DI AREE PER SERVIZI

6.1 LE PREVISIONI DEL PGT

La verifica effettuata circa la presenza complessiva di aree per servizi del Piano testimonia, come già detto, di una dotazione quantitativa sufficiente, dato lo scarso numero di abitanti. La presenza del Municipio, della Chiesa, della piazza, costituisce di per se il dato quantitativo sufficiente a corrispondere a quanto richiesto dalla normativa in vigore. Resta inevitabilmente l’impossibilità di rispondere ad esigenze minimamente più complesse, ad es. la scuola, che l’esiguità dei numeri di cui si tratta non consente di prendere in considerazione. E’ però possibile cercare di ottimizzare le potenzialità e le disponibilità del comune, anche nella prospettiva degli oneri introitabili con le previsioni di sviluppo individuate dal documento di Piano, scegliendo dunque di monetizzare tutti gli standard dovuti nelle aree di trasformazione, per finalizzarli all’acquisizione dell’unica nuova area a servizi prevista, già individuata dal precedente PRG, e alla realizzazione delle opere necessarie per la sua messa in opera. Non sono invece state riconfermate le altre aree previste a servizi dal precedente PRG, alcune delle quali sono state trasformate in verde privato in quanto adiacenti ad ambiti urbani o di interesse storico ambientale e come tali da mantenere a verde. Dal punto di vista dell’analisi dei dati il rapporto fra le previsioni di sviluppo residenziale, che portano la popolazione teorica a 199 abitanti a Piano completamente attuato, e la dotazione di aree per servizi ci restituisce la situazione evidenziata nelle tabelle che seguono.

REGIME DI PROPRIETA' AREA n° TIPO PRIVATO mq PUBBLICO USO PUBBLICO 1 CAPPELLA VOTIVA 295 295 2 MUNICIPIO 876 876 3 CHIESA 2.676 2.676 4 VERDE PUBBLICO 162 162 5 CIMITERO 980 980 TOTALE ESISTENTI 4.989 2.018 2.971 - AREA DA n° TIPO mq ACQUSIRE 6 INTERESSE GENERALE 950 950 TOTALE PREVISTI 950 950 TOTALE 5.939 2.018 2.971 950 Figura 38 Servizi esistenti e di nuova previsione

La tabella che segue fornisce il riepilogo dei dati necessari. P.A. IN VOLUMETRIA SERVIZI SERVIZI SERVIZI CORSO PREVISTA NUOVI ABITANTI ESISTENTI PREVISTI NEI PA STANDARD Mc Mc ABITANTI TOTALI Mq Mq Mq Mq/ab 3.340 6.830 68 195 4.989 950 1.797 40

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6.1.1. La rete dei percorsi Una segnalazione importante nell’ambito del Piano dei Servizi va riservata alla rete dei percorsi. In una realtà territoriale quale quella di Calvignano, e in un territorio vasto che può e deve contare sul ruolo del turismo, il livello di attrattività esercitato dai percorsi escursionistici è di una certa evidenza, potenziando la capacità di attrazione degli agriturismi esistenti o che possono nascere nelle cascine. E’ altresì evidente che i percorsi hanno necessariamente caratteristiche sovracomunali, perché consentono o potrebbero consentire di attraversare le colline e le zone boscate congiungendo i borghi di più comuni. Una politica supportata a livello sovracomunale volta a potenziare una rete di collegamenti pedonali, appoggiata a tratti anche alle strade panoramiche, è una indicazione importante che il Piano dei Servizi assume.

6.2 LA SPESA CORRENTE PER I SERVIZI NEL BILANCIO COMUNALE

Una analisi dell’andamento della spesa in materia dei servizi è normalmente utile per comprendere la politica praticata dal comune in questo settore, per evidenziare le principali criticità, e trovare un riscontro negli impegni di spesa degli obiettivi che l’Amministrazione si prefigge. E’ evidente che in un Comune di 130 abitanti i margini di intervento non possono che essere assolutamente ridotti, e tendono a concentrarsi in quelle parti istituzionalmente necessarie come le attività di anagrafe e di supporto all’attività amministrativa, che come abbiamo visto il Comune ha in buona parte scelto di condividere con il comune di Rocca de Giorgi, costituendo una unione di comuni. Dal punto di vista della spesa, si riportano i dati relativi alle previsioni di spesa corrente impegnate nel 2009 e previste nel 2010. Di seguito è riportata una tabella riepilogativa che descrive il riparto delle spese effettuate nell’anno 2009 (a consuntivo), e previste nel 2010 (bilancio preventivo), evidenziando le differenze fra le due annate. Nella serie “altre voci di bilancio” sono compresi i servizi racchiusi nella categoria “Funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo” che rappresentano rispettivamente l’84 e il 74% delle spese per servizi nel 2009 e nel 2010. Complessivamente il bilancio ha visto comunque una diminuzione del 20%, passando da 132.095 Euro a 105.930 Euro.

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2009 % su 2010 % su Spesa corrente Spesa corrente spese per spese per % Servizio 2009 2010 servizi servizi 2009 - 2010 2009 - 2010 Scuola materna Istruzione elementare Istruzione media Istruzione secondaria superiore Assistenza scolastica, trasporto, refezione ed altri servizi 160,31 100,00 1% 0% TOT ISTRUZIONE 160,31 100,00 1% 0% - 60 -38% Biblioteche, musei e pinacoteche Teatri, attivita' culturali e servizi TOT CULTURA 0% 0% - Piscine comunali Stadio comunale, palazzo dello sport ed altri impianti Manifestazioni settore sportivo e ricreativo - Manifestazioni turistiche 500,00 TOT SPORT E RICREAZIONE 500,00 0% 2% 500 Viabilita', circolazione stradale e servizi connessi Illuminazione pubblica e servizi connessi 9.161,65 5.879,00 Trasporti pubblici locali e servizi connessi TOT VIABILITA' E TRASPORTI 9.161,65 5.879,00 43% 21% - 3.283 -36% Urbanistica e gestione del territorio Edilizia residenziale pubblica locale e piani di edilizia economica- popolare Servizi di protezione civile Servizio idrico integrato 2.424,51 2.484,00 Servizio smaltimento rifiuti 7.800,00 16.000,00 37% 57% Parchi, verde e altri servizi per territorio e ambiente TOT GESTIONE TERRITORIO E AMBIENTE 10.224,51 18.484,00 48% 66% 8.259 81% Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori 700,00

Servizi di prevenzione e riabilitazione Strutture residenziali e di ricovero per anziani Assistenza, beneficienza pubblica e servizi diversi alla persona 1.200,00 Servizio necroscopico e cimiteriale 1.593,10 1.183,00 TOT SERVIZI SOCIALI 1.593,10 3.083,00 8% 11% 1.490 94% TOTALE SPESA PER SERVIZI 21.139,57 28.046,00 100% 100% 6.906 33% ALTRE VOCI BILANCIO 110.956,17 77.884,00 84% 74% - 33.072,17 -30% TOTALE SPESE CORRENTI BILANCIO 132.095,74 105.930,00 - 26.166 -20% Figura 39 Riepilogo classificazione delle spese correnti del bilancio comunale 2009 e 2010 (fonte A.C.)

Nella ripartizione delle spese per i servizi ai cittadini spicca la voce Gestione territorio e ambiente, per i servizi idrici e di raccolta dei rifiuti, in aumento fra il 2009 e il 2010. Si evidenzia inoltre una previsione di incremento per i servizi sociali, che dall’8% passano all’11%, grazie alla previsione di spesa per l’assistenza alle persone e i servizi all’infanzia.

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I grafici che seguono esemplificano quanto fino ad ora descritto:

Figura 40 Grafici ripartizione spese per servizi 2009-2010 (fonte A.C.)

6.2.1 Le previsioni di spesa

Dal punto di vista delle previsioni di spesa, la scelta dell’Amministrazione è stata quella di monetizzare gli standard e le opere di urbanizzazione primaria all’interno delle aree di trasformazione, opportunità disciplinata dall’articolo 46 della legge regionale 12/2005 al comma 1 a) “….qualora l’acquisizione di tali aree non risulti possibile o non sia ritenuta opportuna dal comune in relazione alla loro estensione, conformazione o localizzazione, ovvero in relazione ai programmi comunali di intervento, la convenzione può prevedere, in alternativa totale o parziale della cessione, che all’atto della stipulazione i soggetti obbligati corrispondano al comune una somma commisurata all’utilità economica conseguita per effetto della mancata cessione e comunque non inferiore al costo dell’acquisizione di altre aree. I proventi delle monetizzazioni per la mancata cessione di aree sono utilizzati per la realizzazione degli interventi previsti nel piano dei servizi, ivi compresa l’acquisizione di altre aree a destinazione pubblica” La realtà del paese è in effetti tale da rendere più opportuna la concentrazione degli investimenti in ambiti specifici individuati, evitando la dispersione di servizi e risorse a meno di esplicite necessità. La tabella qui sotto allegata fornisce un quadro indicativo del totale dei contributi che possono derivare dalla realizzazione delle aree di trasformazione. Si tratta di un valore calcolato al lordo dei volumi stimati, presi come riferimento per fornire un quadro riepilogativo delle disponibilità.

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Oneri Oneri Costo di Volume Volume da Urbanizzazioni Urbanizzazioni costruzione Dimensione previsto recuperare primarie secondarie 378,79 mq AREA Mq Mc Mc (0,98 €/mc) (1,26 €/mc) (lordo) TR1 4.767 700 686 882 5.303 1.100 1.078 1.386 8.333 TR2 8.863 1.030 539 693 - TR3 1.430 700 686 882 5.303 TR4 7.983 1.200 1.176 1.512 9.091 TR5 2.162 700 686 882 5.303 TR6 3.395 700 686 882 5.303 TR7 3.680 700 686 882 5.303 TOTALE 32.280 5.800 6.223 8.001 43.940

Gli introiti sopra indicati saranno prioritariamente destinati all’acquisizione dell’area a servizi posta a Nord Ovest del Municipio.

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7 SCHEDE DEI SERVIZI ESISTENTI

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SERVIZI PER LA RESIDENZA N 1

ORATORIO SAN ROCCO LOCALIZZAZIONE AREA

DESCRIZIONE AREA Oratorio di San Rocco localizzato ai piedi della località Castello lungo la provinciale 188 Casteggio - Montalto in direzione Casteggio. LOCALIZZAZIONE - ESTRATTO TAVOLA 6

DATI QUANTITATIVI

Localitá SP 188

Categoria RELIGIOSA

Attrezzatura CAPPELLA VOTIVA

Proprietà PRIVATA USO PUBBLICO

Superficie 295 mq

DESCRIZIONE SERVIZIO Fonti storiche danno l’oratorio come già esistente nel XII secolo. Notizie certe se ne hanno però solo a partire dal 1690. Restaurato nel 1817 oltre che recentemente nel 2003.

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SERVIZI PER LA RESIDENZA N 2

MUNICIPIO LOCALIZZAZIONE AREA

DESCRIZIONE AREA Municipio di Calvignano, localizzato nel capoluogo. E’ parte dello stesso edificio che ingloba la Chiesa San Martino. La piazza si apre sull’incrocio fra la via Sandro Pertini e la strada per Travaglino LOCALIZZAZIONE - ESTRATTO TAVOLA 6

DATI QUANTITATIVI

Localitá CAPOLUOGO

INTERESSE Categoria GENERALE

Attrezzatura MUNICIPIO e PIAZZA

Proprietà PUBBLICA

Superficie 876 mq

DESCRIZIONE SERVIZIO Il Municipio, aggiunto alla Chiesa nel 1.860, compone una pianta a U che definisce l’unica piazza presente nel territorio di Calvignano e ne costituisce lo spazio pubblico principale.

Relazione di PGT - 57 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

SERVIZI PER LA RESIDENZA N 3

CHIESA DI SAN MARTINO LOCALIZZAZIONE AREA

DESCRIZIONE AREA Chiesa di San Martino .

LOCALIZZAZIONE - ESTRATTO TAVOLA 6

DATI QUANTITATIVI

Localitá CAPOLUOGO

Categoria RELIGIOSA

CHIESA E CASA Attrezzatura PARROCCHIALE

PRIVATA USO Proprietà PUBBLICO

Superficie 2.676 mq

DESCRIZIONE SERVIZIO Parrocchiale originaria del 1.200 circa, interamente ricostruita nel XVIII secolo e poi ancora nel XIX, insieme al Municipio. Il sagrato della Chiesa è anche la piazza del Municipio

Relazione di PGT - 58 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

SERVIZI PER LA RESIDENZA N 4

AREA DI SOSTA E A VERDE LOCALIZZAZIONE AREA

DESCRIZIONE AREA Area pubblica attrezzata, localizzata davanti al Municipio e lungo la via Roma, che dal Capoluogo va verso Casteggio diventando strada provinciale 188 LOCALIZZAZIONE - ESTRATTO TAVOLA 6

DATI QUANTITATIVI

Localitá CAPOLUOGO

Categoria VERDE E PARCHI

Attrezzatura PIAZZETTA ALBERATA

Proprietà PUBBLICA

Superficie 162 mq

DESCRIZIONE SERVIZIO Area attrezzata con panchine, alberature e Monumento ai caduti.

Relazione di PGT - 59 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

SERVIZI PER LA RESIDENZA N 5

CIMITERO LOCALIZZAZIONE AREA

DESCRIZIONE AREA Cimitero localizzato alla fine della via Sandro Pertini, in corrispondenza del bivio a partire dal quale diventa SP 188 in direzione Montalto. LOCALIZZAZIONE - ESTRATTO TAVOLA 6

DATI QUANTITATIVI

Localitá SP 188

Categoria TECNOLOGICA

Attrezzatura CIMITERO

Proprietà PUBBLICA

Superficie 980 mq

DESCRIZIONE SERVIZIO Cimitero comunale ricostruito verso la metà del XIX secolo

Relazione di PGT - 60 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

IV PARTE - IL PROGETTO DI PGT – IL PIANO DELLE REGOLE

8 CONTENUTI DEL PIANO DELLE REGOLE

Ai sensi della legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12, art.10 il Piano delle regole ha il compito di: a) definire, all’interno dell’intero territorio comunale, gli ambiti del tessuto urbano consolidato, quali insieme delle parti di territorio su cui è già avvenuta l’edificazione o la trasformazione dei suoli, comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento; b) indicare gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; c) individuare le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante; d) contenere, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica, quanto previsto dall’articolo 57, comma 1, lettera b); e) individuare: 1) le aree destinate all’agricoltura; 2) le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; 3) le aree non soggette a trasformazione urbanistica. Entro gli ambiti del tessuto urbano consolidato, il piano delle regole dedica una particolare attenzione ai nuclei di antica formazione, componenti queste che segnano l’identità delle comunità, ed identifica i beni ambientali e storico-artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137) o per i quali si intende formulare proposta motivata di vincolo. Il piano delle regole definisce altresì, con riferimento a quanto stabilito dall’articolo 8, comma 1, lettera b), le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o sostitutivi, nonché le modalità di intervento, anche mediante pianificazione attuativa o permesso di costruire convenzionato, nel rispetto dell’impianto urbano esistente, ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati. Per gli ambiti di antica formazione, inoltre, il Piano approfondisce gli aspetti tipologici utili a promuoverne la salvaguardia e a consentirne il recupero o la ristrutturazione, identificando una serie di parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione. Per le aree destinate all’agricoltura compito del Piano è quello di dettarne la disciplina d’uso, e di specificare politiche di salvaguardia e di valorizzazione, in conformità con quanto previsto dal titolo terzo della parte seconda della stessa legge 12/2005. Esso recepisce inoltre i contenuti dei piani di assestamento, di indirizzo forestale e di bonifica, ove esistenti, come elemento di conoscenza fondamentale per descrivere le caratteristiche del territorio e le previsioni sovraordinate che su di esso insistono. E’ infine richiesto al Piano di individuare gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso. Per quanto riguarda le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche esso detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale.

Relazione di PGT - 61 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Va infine specificato che le indicazioni contenute nel Piano delle Regole, che nel caso di Calvignano corrispondono alla parte IV della presente relazione, hanno carattere vincolante e producono effetti diretti sul regime giuridico dei suoli.

8.1 LE PREVISIONI DEL PIANO DELLE REGOLE Come illustrato nella Parte I della presente relazione, il territorio di Calvignano appartiene ad un ambito di particolare interesse paesistico e ambientale, e per di più segnato da presenze storiche e architettoniche che ne arricchiscono la percezione e incrementano le potenzialità del territorio. Le caratteristiche rilevate sono trattate nei capitoli che seguono; da un punto di vista progettuale le azioni individuate riguardano fondamentalmente la gestione del patrimonio edilizio esistente all’interno delle aree residenziali esistenti e di completamento, dove sono stati confermati gli indici e le normative già definite dal previgente PRG. Dal punto di vista commerciale, a parte la presenza di un ristorante e di un agriturismo, non sono presenti esercizi commerciali di nessun tipo. Le previsioni del Piano prevedono la possibilità di insediare esercizi di vicinato in tutte le zone a destinazione residenziale e nel centro storico oltre che negli edifici agricoli dismessi e recuperati. L’Amministrazione è inoltre interessata a favorire l’insediamento di una Media Struttura di Vendita, fino ad una dimensione massima di 500 mq di superficie di vendita, nell’edificio di proprietà comunale in cui ha sede il Municipio, privilegiando la vendita di prodotti locali oltre che di altri generi di prima necessità. Per quanto riguarda l’edificato nelle aree agricole sono state distinte due categorie di presenze: gli edifici non agricoli in zona agricola, per i quali è previsto il mantenimento con una limitata possibilità di ampliamento una tantum, e le cascine o i borghi rurali, per i quali si ipotizza una possibile dismissione, allo scopo di modificarne la destinazione d’uso e favorirne il recupero. Le strutture esistenti di maggiore valore storico sono state catalogate e descritte all’interno del Repertorio di cui al successivo capitolo. Nella tavola dei beni costitutivi del paesaggio sono infine state individuate le aree agricole coltivate a vigneti, che costituiscono un elemento di tipicità e tradizione del luogo, con un valore che è economico ma anche paesistico, e con una valenza di attrattività potenziale che potrebbe essere utilizzata per lo sviluppo di aziende agrituristiche ancora poco presenti a Calvignano.

9 REPERTORIO DEI BENI STORICO ARCHITETTONICI E AMBIENTALI

Per lo studio dei caratteri storici architettonici e ambientali del territorio è stato predisposto il Repertorio dei Beni Storico Architettonici e Ambientali di Calvignano in allegato al presente Piano. Nel Repertorio è stato effettuato lo studio dei principali caratteri dell’edificato storico, con l’evidenziazione dei beni tutelati e degli elementi di attenzione che sono stati considerati per la definizione delle politiche del piano. Nel Repertorio sono indicati i beni di interesse storico architettonico vincolati ai sensi del D.lgs 42/2004 o comunque segnalati in quanto testimonianza dell’evoluzione storica del territorio, ma in particolare emergono i nuclei rurali di antica formazione, che costituiscono il vero elemento di attenzione per il territorio in esame.

Relazione di PGT - 62 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

10 PIANO DEL PAESAGGIO E TUTELA DEI BENI AMBIENTALI Il Piano delle Regole riveste natura contenuti ed effetti di Piano Paesistico Comunale. In questo senso esso assume come proprie le indicazioni e le prescrizioni di natura paesistica contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Pavia. A partire da questa base di indicazioni la strumentazione del Piano delle Regole specifica a livello di maggior dettaglio gli elementi presenti sul territorio che possiedono in qualche misura rilevanza rispetto all’assetto paesistico e ne indica i modi di salvaguardia e valorizzazione. Le tavole 11 (Beni costitutivi del paesaggio) e 12 (Sensibilità paesistica) e la normativa del Piano sono gli strumenti predisposti dal PGT per questo scopo.

Figura 41 Beni costitutivi del paesaggio

Relazione di PGT - 63 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

La Tavola 11 individua, oltre alle previsioni di rilevanza ambientale dello strumento sovraordinato (PTCP provinciale) gli specifici elementi ambientali costitutivi del paesaggio di Calvignano; le norme correlate individuano alcune indicazioni per la loro tutela e valorizzazione. Gli edifici di particolare interesse storico sono costituiti da edifici fortificati, civili e religiosi. Il primo di questi è il Castello, che domina l’altura sovrastante il paese e che mantiene, nonostante le numerose trasformazioni, alcuni elementi strutturali e decorativi che ne testimoniano il passaggio nei secoli. Esso si compone di due caseggiati che racchiudono una corte interna con al centro una cisterna, su uno dei quali è ancora presente un portale gotico a sesto acuto. La chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo risale al XVI secolo ed è oggi inserita in un complesso edilizio al quale appartiene anche il Municipio (realizzato nel 1.860). Dei due oratori della Beata Vergine dei Castellano-Fantoni a Travaglino e quello di San Rocco nei pressi del castello, restano ormai solo delle tracce, più visibili nel caso dell’Oratorio di san Rocco. Fra gli elementi di interesse da segnalare, vi sono poi insediamenti sorti tra il XVII e il XVIII secolo, fra i quali emerge il complesso di Travaglino, costituito da villa padronale e abitazioni per salariati annesse. Altri complessi edilizi sono quelli di Gevredo e Oberga. In generale gli insediamenti rurali sparsi costituiscono un elemento di attenzione per il Piano paesistico, per il valore intrinseco, per quello di testimonianza storica, ma anche per la relazione che rivestono con il territorio agricolo circostante, in molti casi coltivato a viti, che segnano il paesaggio già da molti secoli. La tavola evidenzia l’ampiezza dei territori coltivati a viti, segno distintivo del territorio ma anche elemento di ricchezza di un territorio che nell’agricoltura, oltre che nel paesaggio, trova i suoi principali elementi di forza. Sono infine da segnalare le ampie zone boscate, e in particolare i boschi che sorgono nel settore Ovest del territorio comunale, e che riguardano anche il territorio dei comuni di Casteggio e Borgo Priolo. Non a caso l’Amministrazione propone l’inserimento di queste aree all’interno di un parco Locale di Rilevanza Comunale. Va segnalata infine la viabilità di valore panoramico dalla quale è possibile fruire dei paesaggi delle colline.

La Tavola 12 (Carta della sensibilità), a sua volta, suddivide il territorio comunale attribuendo a ciascuna porzione un grado di sensibilità ambientale.

Relazione di PGT - 64 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

Figura 42 Sensibilità paesistica

La suddivisione delle classi è desunta dalla D.g.r. 8 novembre 2002 – n. 7/11045 Approvazione «Linee guida per l’esame paesistico dei progetti» […] e prevede 5 classi di sensibilità (numerate da 1 a 5) con livello di sensibilità crescente.

Nel caso di Calvignano è individuata la seguente suddivisione:

Relazione di PGT - 65 - Calvignano (PV) Piano di Governo del Territorio

1 = Sensibilità paesistica molto bassa (NON PRESENTE)

2 = Sensibilità paesistica bassa (NON PRESENTE) = Sensibilità paesistica media (zone edificate recenti e zona artigianale ) 3 4 = Sensibilità paesistica alta (zone agricole caratterizzate dalla presenza di diffusi valori naturalistici e ambientali, edifici rurali e centro storico) 5 = Sensibilità paesistica molto alta (zone caratterizzate da emergenze naturalistiche e paesistiche, edifici testimoniali, aree boscate).

Figura 43 Legenda Carta della sensibilità

La succitata d.g.r precisa che: «Al fine di fornire ai progettisti un utile strumento conoscitivo per la fase di valutazione della sensibilità del sito e nel contempo per agevolare il compito degli uffici tecnici e delle commissioni edilizie, le amministrazioni comunali possono, […] predeterminare sulla base degli studi paesistici compiuti e in coerenza con quanto indicato dalle “linee guida per l’esame paesistico dei progetti” la classe di sensibilità paesistica delle diverse parti del territorio comunale o di particolari aree di esso». Il significato di tale indicazione è quello di definire un livello minimo di sensibilità da attribuirsi a ciascun ambito di aree: nulla esclude, infatti, che in un ambito di modesta sensibilità ambientale siano contenuti siti puntuali o di dimensione comunque non percepibile alla scala di rappresentazione della tavola grafica, di maggiore sensibilità, motivata da vedute particolari, presenza di elementi puntuali, anche tra quelli definiti dal repertorio di cui al capitolo 8. La classe di sensibilità prevista dalla tavola rappresenta dunque il valore minimo da cui partire per l’applicazione del meccanismo valutativo dei progetti stabilito dalla D.g.r. 8 novembre 2002 – n. 7/11045, ferma restando la necessità della valutazione da parte del progettista della sensibilità specifica del sito in cui è prevista la localizzazione del progetto, secondo i criteri stabiliti dalle linee guida regionali. In relazione all’attribuzione delle classi di sensibilità, la normativa del Piano delle Regole dispone la verifica dell’incidenza dei progetti di intervento secondo le disposizioni regionali vigenti in materia (D.g.r. 8 novembre 2002 – n. 7/11045).

Relazione di PGT - 66 -