Ingegnere Alvaro Baffo Architetto Giorgio Pierini

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PER IL COMUNE DI ARLENA DI CASTRO

RAPPORTO AMBIENTALE – SINTESI NON TECNICA - PER LA VARIANTE AL PIANO REGOLATORE GENERALE

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagine 56 12/01/2018. 1 0

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INDICE

1 SEZIONE INTRODUTTIVA ...... 3 1.1 APPROCCIO METODOLOGICO SCELTO PER LA VAS ...... 3 1.2 DESCRIZIONE DELLE FASI EFFETTUATE ...... 3 Pagina | 2 1.3 PORTATORI DI INTERESSE PUBBLICO COINVOLTI ...... 4 2 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO ...... 6 2.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ...... 6 2.2 LA PIANIFICAZIONE VIGENTE ...... 8 2.3 SINTESI DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PRG DI ARLENA DI CASTRO ...... 9 2.4 DIMENSIONI DELLA VARIANTE AL PRG DEL COMUNE DI ARLENA DI CASTRO ...... 17 2.5 ANALISI DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI...... 19 2.6 RAPPORTI CON ALTRI PIANI: QUADRO PROGRAMMATICO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA ...... 21 2.6.1 lo strumento territoriale regionale generale (ptrg) ...... 21 2.6.2 lo strumento territoriale provinciale generale (ptpg) ...... 21 2.6.3 lo strumento territoriale paesistico regionale (PTPR) ...... 21 2.6.4 piano regionale per le aree naturali protette (pranp)...... 24 2.6.5 piano regionale forestale (PRF) ...... 24 2.6.6 piano di tutela delle acque regionale (ptar) ...... 24 2.6.7 piano regionale degli acquedotti (pra) ...... 25 2.6.8 piano regionale di risanamento della qualità dell’aria (prqa) ...... 25 2.6.9 piano regionale di gestione dei rifiuti (pgr) ...... 25 2.6.10 piano energetico regionale (per) ...... 26 2.6.11 piano di zonizzazione acustica (pza) da verificare ...... 26 3 INQUADRAMENTO DEL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO 27 3.1 AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO ...... 27 3.2 ANALISI DELL’AMBITO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO ...... 28 3.3 IL CLIMA...... 28 3.4 ARIA ...... 29 3.5 RUMORE ...... 31 3.6 ACQUA ...... 32 3.7 SUOLO E SOTTOSUOLO ...... 34 3.7.1 DATI SALIENTI ...... 34 3.8 ENERGIA ...... 34 3.9 AGROPEDOLOGIA VEGETAZIONALE ...... 34 3.10 AGRICOLTURA E ZOOTECNIA ...... 35 3.10.1 polverizzazione aziendale ...... 36 3.11 STORIA E PAESAGGIO...... 36 3.12 CRITICITÀ E SENSIBILITÀ AMBIENTALE DEGLI AMBITI TERRITORIALI ...... 37 3.13 EVOLUZIONE PROBABILE SENZA VARIANTE AL PRG ...... 40 4 OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO E ANALISI DI COERENZA ...... 41 4.1 VERIFICA DI COERENZA ESTERNA ...... 45 4.2 VERIFICA DI COERENZA INTERNA ...... 46 4.3 METODO DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ...... 47 4.4 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI SULL’AMBIENTE ...... 48 4.5 BILANCIO DELLA VALUTAZIONE ...... 50 4.6 OPERE DI COMPENSAZIONE E MITIGAZIONE ...... 51 5 IL MONITORAGGIO ...... 51 6 RISPOTE AI QUESITI (FASE DI SCOPING) ...... 53

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1 SEZIONE INTRODUTTIVA

Il presente Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica è relativo alla variante al PRG del Comune di Arlena di Castro di cui è parte integrante. Il rapporto è redatto ai sensi del D.lgs Pagina | 3 152/2006 art. 13 e sulla base delle informazioni del precedente Rapporto Preliminare che illustrava i possibili impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del Piano, con i contributi dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale pervenuti in fase di consultazione. I contenuti del presente Rapporto ambientale restano quelli di cui all'All.6 del D.lgs 152/06, oltre alla presente sezione introduttiva non prevista dal TU, e da un capitolo di riepilogo dei quesiti posti dai Soggetti Competenti in Materia Ambientale con indicazione delle risposte e delle relative sezioni di approfondimento nel Rapporto.

1.1 APPROCCIO METODOLOGICO SCELTO PER LA VAS

Il precedente Rapporto Preliminare ambientale costituiva una prima fase conoscitiva per la Valutazione Ambientale Strategica con lo scopo di fornire una base con cui l’Autorità Procedente sarebbe entrata in consultazione con l’Autorità Competente ed i Soggetti Competenti in materia Ambientale al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. La valutazione sarà corredata dall'analisi di coerenza esterna tra le azioni proposte dal Piano e i Piani sopraordinati con cui la variante ha correlazione, e da un'analisi di coerenza interna tesa ad evidenziare eventuali contrasti tra obiettivi specifici del Piano e azioni proposte per conseguirli. Verrà inoltre individuato lo scenario di evoluzione probabile senza l'attuazione del Piano e delle possibili alternative. Come detto viene inserito un capitolo finale di risposta alle osservazioni pervenute durante la fase di consultazione.

1.2 DESCRIZIONE DELLE FASI EFFETTUATE

In ottemperanza all'art. 12 D.lgs 152/06 il Comune di Arlena di Castro ha trasmesso all'Autorità competente in materia di VAS il Rapporto Preliminare Ambientale che ha determinato l'avvio della fase di consultazione preliminare (SCOPING)

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[...1. Nel caso di piani e programmi di cui all'articolo 6, commi 3 e 3 bis, l'autorità procedente trasmette all'autorità competente... un rapporto preliminare comprendente una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi s... facendo riferimento ai criteri dell'allegato I del presente decreto. 2. L'autorità competente in Pagina | 4 collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere. Il parere è inviato entro trenta giorni all'autorità competente ed all'autorità procedente...] Successivamente il rapporto è stato inviato agli SCA così come concordati con l'autorità Competente e, a seguito di attestazione da parte del Comune dell'avvenuta ricezione del RP da parte degli SCA, è stata convocata la prima conferenza di consultazione in data ………….. nella quale sono stati invitati gli SCA ad emettere il parere di competenza per il contributo alla redazione del presente RA entro trenta giorni. Copia di detti pareri è stata inviata dal Comune di Arlena di Castro all'autorità competente che ha emesso con nota 1130 del 20.05.2017 il Documento di Scoping con il quale si invita alla redazione del RA secondo i criteri dell'all.VI al D.lgs 152/06 e con i contributi pervenuti. All'interno della fase di scoping sono stati individuati i seguenti soggetti:

1.3 PORTATORI DI INTERESSE PUBBLICO COINVOLTI

Durante la fase di scoping sono stati individuati i seguenti soggetti partecipi del procedimento: Autorità Procedente: Comune di Arlena di Castro Autorità Competente: Direzione Regionale Territorio Urbanistica Mobilità e Rifiuti – Area Autorizzazioni Paesaggistiche e Valutazioni Ambientali Strategiche Soggetti Competenti in Materia ambientale: durante fase di Scoping, sono stati coinvolti i SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE (SCA), la cui individuazione, ai sensi della vigente normativa, è avvenuta in collaborazione tra l’Autorità Procedente e l’Autorità Competente (art. 12 D.lgs 152/06 [...2 L'autorità competente in collaborazione con l'autorità procedente, individua i soggetti competenti in materia ambientale da consultare e trasmette loro il documento preliminare per acquisirne il parere...] ) : REGIONE LAZIO Direzione Regionale Infrastrutture Ambiente e Politiche Abitative

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Viale del Tintoretto 432-00142 Roma - Area Qualità dell’Ambiente e Valutazione di Impatto Ambientale - Area Difesa del Suolo e Bonifiche

- Area Sistemi Naturali Pagina | 5 - Area Risorse Idriche e Servizio Idrico Integrato REGIONE LAZIO Direzione Regionale Territorio e Urbanistica, Mobilità e Rifiuti Viale del Giorgione 129 – 00147 Roma - Area Urbanistica e Copianificazione Comunale ( Province di Roma Rieti e ) - Area Pianificazione Paesistica e Territoriale MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI Direzione Regionale per i Beni e le attività Culturali e Paesaggistici Lazio Via di S. Michele 22-00153 Roma - Soprintendenza per i Beni Archeologici Piazzale di Villa Giulia 9 -00196 Roma - Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo Via Cavalletti 2 – 00186 Roma ARPA LAZIO Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale del Lazio CORPO FORESTALE DELLO STATO Comando Provinciale di Viterbo ASL VITERBO Dipartimento di Prevenzione UOC Igiene e Sanità Pubblica AUTORITA’ ATO1 Lazio Nord-Viterbo Via A. Saffi 49 – 01100 Viterbo PROVINCIA DI VITERBO Via A. Saffi 49 – 01100 Viterbo I COMUNI LIMITROFI (, , , ).

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Il Pubblico Coinvolto: Il D.lgs 152/06 definisce all'art. 2 comma u) il pubblico come [….una o più persone fisiche o giuridiche non ché, ai sensi della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone;...]. In questo percorso procedurale non era stato evidenziato alcun soggetto specifico. Al momento della redazione del RA, non si hanno elementi Pagina | 6 conoscitivi/propositivi forniti da soggetti costituenti il pubblico.

2 INQUADRAMENTO PROGRAMMATICO E PIANIFICATORIO

2.1 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

Normativa di riferimento per la VAS: In materia di VAS la normativa di riferimento generale fa capo a tre principali provvedimenti in ambito comunitario sul tema dell'inquinamento ambientale: direttiva 85/337/CEE che introduce la “valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati” modificata in seguito dalla direttiva 97/11/CEE (VIA) direttiva 96/61/CEE che introduce invece la “prevenzione e riduzione integrata dell'inquinamento (Autorizzazione Integrata Ambientale AIA) poi abrogata e sostituita dalla direttiva 2008/1/CEE la direttiva 2001/42/CE; direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che ha introdotto, appunto, “la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente (VAS); In merito alla direttiva 42/CE in materia di VAS il recepimento da parte del nostro ordinamento è avvenuto con la L.308/2004 di “delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l'integrazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione” ove si prevede il pieno recepimento delle direttive della citata 42/CE. Successivamente, in seguito alla delega, viene emanato il D.Lgs 156 n.152 “Norme in materia Ambientale” nel quale , precisamente nella Parte II, sono contenute le procedure ed i contenuti per la valutazione ambientale strategica. L'entrata in vigore della Parte seconda è stata più volte differita con il DL n.173 del 12/05/06, DL n. 300 del 2006 convertito nella L.n.17 del31/07/2007. La parte seconda ha subito ampie modificazioni con il Dlgs 4/2008 e si è definitivamente assestata con il D.Lgs. 128/2010 (Entrata in vigore il 26 agosto 2010) alla luce proprio delle problematiche emerse in fase di applicazione delle procedure rispetto all'ex 4/2008. A livello regionale con la Deliberazione della Giunta Regionale 15/05/2009 n.363 vengono adottate precise “disposizioni applicative in materia di VIA e VAS al fine di

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 7 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 semplificare i procedimenti di valutazione ambientale”. Mentre con la D.G.R. 169 del 5 Marzo 2010 vengono delineate le “Disposizioni Operative in merito alle procedure di VAS” per i Piani e i Programmi di competenza della Regione Lazio, della Direttiva 2001/42/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, del D.Lgs. n. 152/2006 così come modificato dal Pagina | 7 D.Lgs. n. 4/2008. Lo scopo del documento è quello di garantire attraverso il processo di valutazione un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali nella elaborazione, adozione e approvazione Piani, assicurandone la coerenza con lo sviluppo sostenibile.

Assoggettabilità a VAS della Variante al PRG di Arlena di Castro: La Variante al PRG di Arlena di Castro in oggetto costituisce lo strumento di pianificazione generale comunale e pertanto individua gli indirizzi programmatici di gestione dell’intero territorio comunale al fine di delineare i cardini dell’assetto territoriale attraverso disposizioni programmatiche e nel rispetto della pianificazione sovraordinata. La valutazione Ambientale strategica è quindi necessaria per un piano di ampio respiro in quanto afferisce alle strategie di destinazione dei suoli, e definisce il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione dei progetti e delle trasformazioni sul territorio come sottolineato dalla normativa nazionale (art. 6 lett.2 comma a D.Lgs 152/06).

La normativa istitutiva della variante al PRG di Arlena di Castro è costituita dalla succitata L.R. 38/99 “Norme sul governo de territorio” e dalla Legge Urbanistica 1150/42 e dal DM 1444/68. Al capo I della L.R 38/99 è riportato quanto disposto per la pianificazione a livello comunale: • La pianificazione urbanistica comunale opera nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, statali e regionali e di quelle dettate dalla pianificazione territoriale regionale e provinciale. • La pianificazione urbanistica comunale si esplica mediante: a) il piano urbanistico comunale generale (e le sue varianti), articolato in disposizioni strutturali ed in disposizioni programmatiche, con funzioni di piano regolatore generale ai sensi della legge 17 agosto 1942, n.1150 e successive modificazioni; b) i piani urbanistici operativi comunali.

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I contenuti del Piano si articolano in Disposizioni strutturali che recepiscono le individuazioni delle componenti territoriali indicate dalle pianificazioni regionali e provinciali, generali e settoriali, nonché le disposizioni da esse dettate ed i vincoli discendenti dalla legislazione vigente. Esse possono assoggettare a vincoli Pagina | 8 ulteriori categorie di beni che risultano meritevoli di una disciplina particolare finalizzata alla tutela, alla riqualificazione ed alla valorizzazione dei beni stessi. Tali disposizioni strutturali sono tese a delineare i cardini dell’assetto del territorio comunale; ad indicare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata; a tutelare l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio comunale. Disposizioni programmatiche che specificano le disposizioni strutturali del Piano, precisandone i tempi di attuazione.

2.2 LA PIANIFICAZIONE VIGENTE

Il Comune di Arlena di Castro è dotato di Piano Regolatore Generale ai sensi della L. 1150/42 vigente da circa 15 anni ed approvato con D.G.R. n. 1295 del 27/09/2002. Degno di nota, nell’ambito della pianificazione attuativa comunale, risulta essere il piano particolareggiato in loc. Tufalette. Nello specifico il Comune di Arlena di Castro in data 12/07/80 approvava con delibera n. 25 del C.C. il “Piano di Lottizzazione d’Ufficio della zona Tufalette” , successivamente in data 22/03/83 veniva approntata una “Variante” distributiva della zona secondo il progetto urbanistico approvato dal C.C. con delibera n. 16 del 22/04/83 con approvazione della regione Lazio in data 07/05/84 prot. n. 973. Successivamente il Comune di Arlena di Castro si impegnava a portare a compimento opportuna variante per reperire nuovi lotti, una diversa sistemazione della viabilità e parcheggi, nell’ambito delle volumetrie possibili in funzione del D.M. 1444/68 e delle NTA del PdF e del PRG, all’epoca, adottato; contestualmente ci si poneva l’obbiettivo di alienare le aree gravate da uso civico svincolate con specifico atto dell’Ass.to regionale agli Usi Civici.

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2.3 SINTESI DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE AL PRG DI ARLENA DI CASTRO

Il Comune di Arlena di Castro è dotato di Piano Regolatore Generale ai sensi della L. 1150/42 vigente da circa 15 anni. La presente variante allo strumento urbanistico vigente del Comune di Arlena di Pagina | 9 Castro scaturisce dalla volontà dell’amministrazione comunale di revisionare un piano che necessita di alcuni limitati aggiustamenti del tiro allo scopo di conformare le reali necessità locali ad un modus operativo proporzionato e coerente con la situazione dello stato della pianificazione pratica attuale. Intervento 1 L’intervento 1 si individua nella porzione di estremo SUD dell’aggregato pianificato (zona S. Giovanni) e riguarda le zone di espansione C che attualmente si configurano su una definizione della perimetrazione che non rispetta ne i limiti fondiari ne la morfologia naturale dei luoghi e diventa quindi di difficile definizione dei limiti di intervento.

a Le due zone C del vigente PRG si innestano in maniera arbitraria rispetto al territorio e alle proprietà; la loro superficie territoriale risulta essere 17.260,00 mq

L’intervento di variante al punto 1 è pertanto una puntualizzazione dei limiti di zona coincidenti il più possibile con la configurazione morfologica delle aree e con i confini catastali.

b l'intervento di variante propone quindi 2 zone rimodulate che mantengono sostanzialmente la consistenza attuale, ma si configurano in maniera più compatibile con il territorio e con le proprietà: superficie definitiva 17.260,00 mq

Intervento 2

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L’intervento 2 si configura come una riduzione della zona di espansione C che si innesta sul frangente OVEST dell’aggregato pianificato in funzione di oggettive necessità di rettifica gestionale e morfologica.

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c la zona C che ricade nell'intervento 2 risulta eccessivamente ampia per le reali necessità della cittadina e morfologicamente poco compatibile con la direzione evolutiva che ha preso tale frangente urbano

La superficie territoriale attuale risulta essere di 8.700,00 mq; la proposta di variante al PRG ne individua invece una porzione pari a 6.240,00 mq: una riduzione di 2.460,00 mq che ridimensiona l’area, contrae il potenziale consumo di suolo e si pone in maniera maggiormente proporzionata rispetto al contesto pianificato. Intervento 3 L’intervento 3 prevedeva la traduzione della realtà di uno stato di fatto che necessitava di una presa d’atto formale e quindi di una regolamentazione effettivamente congruente con l’attività presente in loco. Si tratta della zona a SUD-OVEST dell’aggregato storico (loc. Valle San Giovanni) che attualmente è classificata come Verde Pubblico, mentre in realtà continua ad essere utilizzata come fondo agricolo ed inoltre non rappresenta un vero spunto evolutivo per i servizi comunali necessari. L’intervento di variante proponeva di riportare la zona da Verde Pubblico a zona Agricola. La Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo, e l’Etruria meridionale, con nota MIBACT-SABAP-RM-MET 8379 Class. 34.10.04/12.1 riteneva tale proposta non ammissibile e pertanto stralciata dalla variante di cui trattasi.

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Pagina | 11 d al centro dell'immagine la zona a Verde Pubblico oggettivamente mai attuata – 5.700,00 mq

e la configurazione della proposta di Variante al PRG restituiva – ed anzi confermava - l'attuale destinazione d'uso al territorio così per come viene utilizzato eliminando anche il rischio di investire risorse su di una localizzazione che non avrebbe nessuna particolare valenza urbanistica locale

Il presente Rapporto Ambientale recepisce la nota MIBACT citata e conferma, per quest’area specifica, le previsioni del PRG vigente. Di seguito lo stralcio cartografico che attesta il recepimento dell’osservazione citata.

f Con il codice n.3 la conferma della zona destinata a verde pubblico adiacente al centro storico

Intervento 4 L’intervento 4 si prende l’onere di ufficializzare una situazione ormai consolidata e per la quale lo strumento urbanistico comunale pretende una ufficializzazione quantomai meritata e facilmente perseguibile. Il nodo 4 riguarda l’attuazione di parte della zona C adiacente alla strada vicinale delle Vigne Nuove: nello specifico si tratta di un’attuazione parziale che ha condotto alla formazione dell’attuale zona PEEP.

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Pagina | 12 g il PRG vigente prevede per il nodo 4 la classificazione a zona "C"

h la Variante al PRG vuole ufficializzare lo stato dei luoghi con la definizione della zona PEEP attuata - Superficie 4.460,00 mq

Intervento 5 L’intervento 5 prevede invece la rimodulazione dell’attuale e centrale area F1 – Servizi connessi con la residenza - in una soluzione maggiormente congruente con le previsioni di sviluppo riscontrate in loco. Tale area – della consistenza di 8.900,00 mq – risulta sovradimensionata rispetto alla sua localizzazione ed in rapporto a quanto effettivamente attuato ed attuabile.

i il nodo 5 - Superficie pari a 8.900,00 mq - viene attualmente classificato come zona F1; in realtà la sua attuazione è localizzata solo ad una porzione

j La Variante al PRG prevede invece di confermare la parte di zona F1 attuata – pari a 4.200,00 mq – e di convertire la porzione restante – 4.700,00 mq – in zona a Verde Privato; aggiungendo

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oltretutto a tale classificazione porzioni di fondi privati – 1.000,00 mq – che ad oggi risultano utilizzate effettivamente come aree private di verde e sono il risultato dell’attuazione residenziale del nodo n. 7

Intervento 6 L’intervento 6 si concentra invece sulla zona di espansione C che si innesta sulla variante all’abitato di Pagina | 13 recente realizzazione. In questo caso il vigente PRG prevede una fascia omogena dedicata all’espansione edilizia per una superficie complessiva di 11.400,00 mq.

k il PRG vigente prevede la pianificazione di una zona geometricamente semplificata, che non tiene conto delle reali consistenze delle proprietà, dei reali confini sui fondi e quindi della sua realistica attuabilità

l la variante al PRG oltre a riconoscere le reali necessità e le tendenze evolutive della cittadina, identifica anche una zona C ridimensionata (7.000,00 mq) e congruente con la strutturazione dei fondi; lo scopo è quello di facilitare l’attuazione della zona in modo di creare una ripartenza anche economica locale, evitare inutili speculazioni di suolo, consentire al progetto di piano di creare un innesto effettivamente sostenibile. Come si nota dalla planimetria di variante, le aree che non hanno “speranza” di incorrere in una pratica attuazione in termini di edificabilità residenziale vengono convertite in aree a Verde Privato: una gestione delle stesse semplificata, meno onerosa per i proprietari, più compatibile con i valori ecosiste mici di tale ambito territoriale. Come si evince dallo stralcio planimetrico inoltre, anche in alcune piccole porzioni di zona B (colore arancio) è stata attuata la stessa filosofia: aree che non potranno mai essere attuate e/o edificate, hanno ora la capacità di assumere una connotazione maggiormente congruente con le loro capacità di sviluppo.

In questo caso specifico si tiene a sottolineare, come anche riportato nel contributo dello SCA – Regione Lazio Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità – Area Urbanistica, Copianificazione e Programmazione Negoziata – che la variante in argomento, pur risultando interessata dalla fascia di rispetto del centro storico, non prevede oggettive e nuovi ampliamenti zonizzativi, semmai una riduzione sia della edificabilità che della destinazione. Intervento 7 L’intervento 7 molto semplicemente prende atto dell’attuazione quasi completa di una zona C (e quindi regolarmente urbanizzata) e del fatto che risulta edificata praticamente nella sua totalità; di conseguenza quella che veniva classificata come area di espansione adesso è legittimata a diventare zona B di completamento.

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m il PRG vigente classifica il nodo 7 come zona C di espansione

n La Variante al PRG prevede la traduzione della vecchia zona C in zona B proprio grazie al suo livello di attuazione

Intervento 8 L’intervento n. 8 riguarda invece la zona cimiteriale; in questo caso si tratta di una chiara ridefinizione del perimetro di zona, dell’individuazione di una fascia di rispetto maggiormente coerente con il perimetro d’ambito della zona cimiteriale e la definizione di una piccola porzione di ampliamento necessaria in rapporto alla nuova domanda sopravvenuta.

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o il PRG vigente non perimetra l'area cimiteriale in maniera precisa e determina un'area di rispetto definita semplicemente da una circonferenza che oggettivamente non rispetta in ogni punto le distanze normative necessarie

p La Variante al PRG delimita l'inviluppo cimiteriale; individua la zona di ampliamento necessaria (incidente sulla proprietà comunale); ridefinisce il perimetro della fascia di rispetto in maniera del tutto compatibile con l’effettiva entità del cimitero

Nuovo insediamento proposto dalla Variante al PRG Oltre alle modifiche sopra esposte, la variante al PRG vuole proporre anche nuovo insediamento costituito da una sequenza di zone che puntano mediamente alla compensazione di quanto decurtato con gli altri interventi e alla creazione di un ambito effettivamente funzionale e dimensionato secondo le reali esigenze del luogo e dell’utenza potenziale. Di seguito stralcio cartografico della proposta iniziale.

q sequenza di innesto delle nuove zone proposte dalla variante al PRG - Nord dell'abitato in adiacenza con la SP 113 Arlenese

La nuova area si strutturava in 4 tipologie di zone così ripartite: - Una zona di espansione residenziale destinata poi ad edilizia a carattere convenzionato ed a canone calmierato (L 167/62) con estensione territoriale pari a 6.470,00 mq;

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- Un’area destinata a Verde Pubblico per una estensione di 5.270,00 mq; - Un’area a Servizi per una dimensione di 4.700,00 mq; - Una zona artigianale (zona D) per una consistenza pari a 9.230,00 mq.

Tuttavia, in ordine a quanto espresso dalle note dei seguenti SCA: Pagina | 16 - Regione Lazio Direzione Territorio, Urbanistica, Mobilità – Area Urbanistica, Copianificazione e Programmazione Negoziata; - Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo, e l’Etruria meridionale; l’AP (amministrazione procedente) si è imposta di recepire quanto riscontrato nelle note al fin di corrispondere in maniera congruente con le limitazioni e le osservazioni elaborate dagli SCA, nella fattispecie - La Regione Lazio segnala che “(…) le nuove zonizzazioni (lato est strada) ricadono in parte nella fascia di rispetto del corso d’acqua affluente del Fiume Arrone iscritto nell’elenco delle acque pu3bbliche. Pertanto la nuova destinazione non sembrerebbe del tutto compatibile con le esigenze di tutela. C’è da rilevare che il PTPR in corso di approvazione prevede per gli affluenti dei d’acqua (in questo caso del secondo ordine ndr), una modifica normativa. In conseguenza di quanto sopra la presente Variante al PRG in sede di approvazione dovrà essere modificata ed eventualmente ridotta o meno a seguito dell’approvazione del PTPR (…).”; - La Soprintendenza segnala che “(…) Per quanto attiene alla NUOVA ZONA ARTIGIANALE lungo la SP 113 Arlenese: Per le elevate valenze paesaggistiche dell’ambito proposto si chiede la delocalizzazione della prevista Zona Artigianale in una diversa località (…).” In merito a quanto quindi espresso dai rispetti Enti l’AP predispone una nuova configurazione della pianificazione urbanistica corrispondente a quanto di seguito riportato (stralcio cartografico estratto dell’elaborazione della Variante di PRG).

r Dallo stralcio riportato si nota come l’incidenza potenziale del fosso imponga una riconfigurazione dell’area in favore di una pianificazione maggiormente compatibile con il regime di tutela previsto dal PTPR. In particolare la nuova disposizione prevede che in

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corrispondenza del vincolo della fascia di rispetto dei corsi d’acqua possa essere attuata una fascia di verde pubblico, mentre tutto ciò che rimane oltre il limite esterno di detto vincolo possa assumere una connotazione leggermente più rilevante e congruente con le necessità evolutive della variante stessa ma sempre nel rispetto delle condizioni di tutela ambientale

2.4 DIMENSIONI DELLA VARIANTE AL PRG DEL COMUNE DI Pagina | 17 ARLENA DI CASTRO

La nuova configurazione, che tiene conto di quanto espresso e ne recepisce le direttive, si struttura nuovamente in 4 tipologie di zone così ripartite: - Una zona di espansione residenziale destinata poi ad edilizia a carattere convenzionato ed a canone calmierato (L 167/62) con estensione territoriale pari a 2.940,00 mq; - Un’area destinata a Verde Pubblico per una estensione di 16.275,00 mq; - Un’area a Servizi per una dimensione di 7.401,00 mq; - Una zona artigianale (zona D) per una consistenza pari a 13.070,00 mq.

Anche e sopratutto in questo caso, tale progetto urbanistico parte dall’intenzione di ricreare una vera e propria equalizzazione tra le decurtazioni effettuate negli interventi di variante e le intenzioni di correzione del tiro del piano stesso; in questo frangente lo scopo è quello quindi di razionalizzare le risorse ed utilizzarle nella maniera più utile e sostenibile possibile per la comunità. Di seguito si riporta una tabella di quantificazione che dimostra le compensazioni effettuate e di conseguenza le correzioni riportate in rapporto anche alla necessità di far quadrare gli standard urbanistici. Descrizione sintetica PRG Vigente Variante al PRG intervento Intervento 1 Riperimetrazione zone C in zona S. C 17.260,00 mq C 17.260,00 Giovanni secondo le consistenze geometriche dei fondi Intervento 2 Decurtazione zona di espansione C C 8.700,00 mq C 6.240,00 mq in località Portone – Vigne Nuove E 2.460,00 mq Intervento 3 Decurtazione area a Verde Pubblico V pub 5.700,00 mq V pub 5.700,00 mq inattuata in località Valle San Giovanni Intervento 4 Ufficializzazione da zona C a zona C 4.460,00 mq PEEP 4.460,00 mq PEEP attuata – via Martiri della (attuato) Resistenza Intervento 5 Trasformazione di parte della zona F1 8.900,00 mq F1 4.200,00 mq F1 su S.P. Caninese in Verde Privato ed aggiunta di ulteriori B 450,00 mq B 0,00 mq porzioni di Verde Privato scaturite C 550,00 mq C 0,00 mq dall’attuazione della zona C V pr 0,00 mq V pr 5.630,00 mq sovrastante Strade 0,00 mq Strade 70,00 mq Intervento 6 Riduzione e rimodulazione della C 11.400,00 mq C 7.000,00 mq zona C – zona nuova variante all’abitato; razionalizzazione della V pr 0,00 mq V pr 6.910,00 mq zona B su strada di San Rocco con B 9.710,00 mq B 7.200,00 mq inserimento di zona V pr su fondo intercluso ed inattuabile

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 18 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

Intervento 7 Trasformazione della zona C – nodo C 7.460,00 mq C 0,00 mq 7 – in zona B in funzione del suo B 0,00 mq B 5.800,00 mq livello di attuazione Strade e Strade e parcheggi 0,00 mq parcheggi 1.230,00 mq V pub 0,00 mq V pub 430,00 mq Intervento 8 Rimodulazione area cimiteriale 360,00 mq (ampliamento) Insediamento Proposta nuovo insediamento a E 39.686,00 mq E 0,00 mq Pagina | 18 Nord dell’abitato costituito da zona Nord 167/62, Verde Pubblico, Area a C 0,00 mq C 2.940,00 mq Servizi, Zona Artigianale V pub 0,00 mq V pub 16.275,00 mq F1 0,00 mq F1 7.401,00 mq D 0,00 mq D 13.070,00 mq Per mezzo dei dati esplicitati in tabella è ora possibile verificare le dinamiche di compensazione ricercate Tabella di verifica delle compensazioni inerenti gli interventi di progetto localizzati

PRG Vigente Variante al PRG Zona B 10.160,00 mq 13.000,00 mq Zona C 49.830,00 mq 37.900,00 mq B+C 59.990,00 mq 50.900,00 mq Zona D 0,00 mq 13.070,00 mq Zona F1 8.900,00 mq 11.601,00 mq Zona V pr 0,00 mq 12.540,00 mq Zona V pub 5.700,00 mq 22.405,00 mq

Dall’analisi si evince che il bilancio risulta nei seguenti termini: - Una importante riduzione delle zone residenziali (B+C); da 59.990,00 mq del PRG vigente si passa a 50.900,00 mq (decremento di 9.090,00 mq); - L’area per attività produttive non prevista nel PRG vigente viene finalmente individuata e pianificata nella variante dell’estensione di 13.070,00 mq; - Le zone a servizio (F1) incrementa le sue potenzialità dotando di ulteriori servizi il comparto comunale che passa da 8.900,00 mq a 11.601,00 mq; - Avviene un incremento delle aree a Verde Privato (+ 12.540,00 mq) come presa d’atto dello stato dei luoghi (aree già utilizzate a verde privato); - Le zone a Verde Pubblico fanno un ulteriore balzo in avanti e passano da 5.700,00 mq (ovviamente sempre dato relativo ai nodi di variante) a 22.405,00 mq - L’area cimiteriale si amplia per 360,00 mq; Il bilancio risulta quindi estremamente positivo con una evidente riduzione del consumo di suolo, una buona riorganizzazione del territorio, una maggiore sostenibilità dello strumento urbanistico, una rinnovata gestibilità grazie alla traduzione sulla cartografia catastale, un nuovo rispetto e più accurate proporzioni per il territorio in cui si innesta nonché una ulteriore dotazione di verde e servizi.

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Reperimento di necessaria zona PEEP Una considerazione a parte va fatta per l’attività edilizia-residenziale di tipo convenzionata (le cosiddette zone 167 di cui al principio normativo istituito nel 1962 e che le ha originate). In termini di quantificazione, la norma prevede una individuazione potenziale pari al 40% delle zone di Pagina | 19 espansione individuate; la Variante al PRG individua quindi un ammontare di zone d’espansione pari a 41.430,00 mq; il 40% di tale quantificazione equivale a 16.572,00 mq da destinare potenzialmente a PEEP. La quota di 7.400/,00 mq risulta essere circa il 20% sul totale delle zone di espansione presenti sulla presente variante; dato questo che identifica le seguenti considerazioni: - Il 20% conferma in maniera estremamente congruente la tendenza addirittura riduttiva al consumo di suolo della presente Variante Puntuale; - Il Comune di Arlena di Castro si predispone in maniera estremamente conciliante rispetto all’attuale tipologia e quantità di domanda residenziale convenzionata; - Vista la condizione momentaneamente statica dell’impalcato urbanistico comunale, una quota residua (pari al 20%) ancora individuabile nell’ambito dell’edilizia economica e popolare, riesce a garantire ancora un significativo margine di manovra che potrebbe rendersi utile per eventuali sviluppi urbanistici futuri.

2.5 ANALISI DELLE ALTERNATIVE POSSIBILI

In ordine a quanto presentato nei paragrafi precedenti si tiene a sottolineare la dimensione particolarmente ridotta della variante di cui trattasi; una modifica allo strumento vigente che tratta di tematiche circoscritte, puntuali, assestamenti e prese d’atto formali di situazioni consolidate da anni, nonché la proposta di un ridottissimo frangente di espansione che traduce le potenzialità del piano in ulteriori slanci propulsivi finemente calibrati in una fascia territoriale ben ponderata, connessa ed implementabile. L’alternativa presentata appare quindi l’unica praticabile anche di fronte al suggerimento proposto dal MIBACT (soggetto competente) il quale ipotizzava di delocalizzare la prevista zona artigianale in una diversa località rispetto a quanto previsto dalla previsione di piano per collocarla nel “(…)vasto territorio posto all’incirca a sud-ovest del Cimitero(…)”. Tale ipotesi assume una connotazione quantomeno anomala se si pensa che l’area potenzialmente indicata si innesta in un ambito a forte vocazione agricola caratterizzato da uliveti e colture tipiche consolidate e poste a regime ormai da decenni.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 20 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

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s Ortofoto di dettaglio dell'area a sud ovest del cimitero di Arlena di Castro – da notare il paesaggio a forte connotazione agricola che non accosta le proprie qualità intrinseche ad una ipotetica conversione a zona artigianal e

Allo stesso modo, anche la tipologia edilizia suggerita per l’eventuale nuova collocazione dell’insediamento produttivo, mal si concilia con le necessità oggettive di un comparto artigianale; appare chiaro come in effetti un comparto produttivo/tecnologico debba avere esigenze architettoniche ben diverse degli insediamenti aventi carattere rurale pensati per avere preferibilmente edifici aventi “(…) massimo un piano in elevato con caratteristiche tipologiche, materiche e cromatiche tali da ottenere un buon inserimento paesaggistico (…)”

t Scorcio fotografico della natura tipologica dell'area suggerita dal contributo MIBACT

A fronte di tali considerazioni prende ancora più forza la localizzazione dei nuovi insediamenti proposti se si pensa che quanto pianificato si innesta in una frangia edilizia già urbanizzata e direttamente connessa al tessuto cittadino; di seguito uno scatto fotografico che mostra lo scorcio del punto di connessione tra la parte più recente di Arlena di Castro e l’area dedicata al nuovo e pur limitatissimo insediamento.

u Scorcio di via Donatori del Sangue; tratto stradale che conduce direttamente all'espansione comunque limitata della variante al PRG di cui trattasi

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 21 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

2.6 RAPPORTI CON ALTRI PIANI: QUADRO PROGRAMMATICO DELLA PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA In questo paragrafo si propone un'analisi dei piani già individuati nel Rapporto Preliminare Ambientale con cui si è riscontrata una possibile correlazione. Verranno quindi individuati gli obiettivi di sostenibilità Pagina | 21 ambientale dei Piani sovraordinati per i quali impostare verifica di coerenza esterna con le azioni della variante in fase di valutazione.

2.6.1 LO STRUMENTO TERRITORIALE REGIONALE GENERALE (PTRG)

Lo strumento Territoriale Regionale Generale (PTRG) definisce gli obiettivi generali e specifici delle politiche regionali per il territorio, dei programmi e dei piani di settore aventi rilevanza territoriale, nonché degli interventi di interesse regionale.

2.6.2 LO STRUMENTO TERRITORIALE PROVINCIALE GENERALE (PTPG)

Complessivamente la provincia di Viterbo si presenta con una popolazione di 293.798 abitanti al 2000 con un incremento rispetto al 1991 del 5,59% che a sua volta aveva registrato un aumento del 3,75% rispetto alla popolazione del 1981.

Arlena di Castro ricade nell’ambito territoriale 6 VITERBESE INTERNO

(8 Comuni: Comune di Arlena di Castro, Comune di , Comune di Cellere, Comune di Farnese, Comune di , Comune di Piansano, Comune di Tessennano, Comune di Tuscania) la regolamentazione di questo territorio viene ovviamente affrontata in maniera sistematica dal PTPG individuando indirizzi ed obiettivi capaci di razionalizzare le guide di sviluppo di ogni Comune definito come parte integrante di un sistema territoriale più vasto e organico in cui diventa auspicabile un rapporto di pianificazione integrata complementare tra tutti gli attori di un territorio dalle medesime caratteristiche socio_morfologiche.

2.6.3 LO STRUMENTO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (PTPR)

Il nuovo Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) è stato adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007, ai sensi dell’art. 21, 22, 23 della legge regionale sul paesaggio n. 24/98. Dal 14 febbraio 2008 e per tre mesi (fino al 14 maggio 2008) il PTPR è stato depositato presso tutti i Comuni del Lazio e le Province per la pubblica visione dove sono state presentate le osservazioni dei cittadini, enti e associazioni. Il PTPR riconosce il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita della collettività e ne promuove la fruizione informandosi a principi e metodi

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 22 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 che assicurino il concorso degli enti locali e l’autonomo apporto delle formazioni sociali, sulla base del principio di sussidiarietà.

Il PTPR sviluppa le sue previsioni sulla base del quadro conoscitivo dei beni del patrimonio naturale, culturale e del paesaggio della Regione Lazio, esso è redatto sulla C.T.R. 1:10.000 della Regione Lazio volo Pagina | 22 anni 1989 -1990.

Obiettivi di PTPR (art. 1 NTA)

1. Tutela del paesaggio affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e valorizzato.

2. Tutela del patrimonio naturale, culturale ed architettonico affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e valorizzato.

3. Tutela del patrimonio culturale ed architettonico affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e valorizzato.

Di seguito si individuano i paesaggi individuati dal PTPR (Tav A Sistemi ed ambiti del Paesaggio) così come cartografati nella tav. della Variante al PRG di Arlena di Castro e si specificano maggiori unità paesaggistiche presenti nel territorio rilevate.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 23 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

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Si rimanda invece direttamente all’elaborato allegato per la corretta percezione dei vincoli individuati dal PTPR (Tav. B – Beni Paesaggistici) così come cartografati nelle stesse tavole di variante al PRG, in merito si precisa che, al fine di analizzare lo stato la vincolistica in funzione sia della pianificazione vigente che

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 24 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 delle nuove previsioni, è stata prodotta apposita cartografia allegata alla presente relazione con sovrapposizione tra perimetrazione delle previsioni attuali/proposte e vincoli. Dalla lettura degli elaborati, che si intendono allegati al presente rapporto, si evince che le azioni di piano non sono in contrasto con il PTPR, mentre per i piani attuativi approvati ed in fase di attuazione definitiva costituenti il quadro della situazione attuale (piano particolareggiato delle Tufalette) si precisa che ai sensi Pagina | 24 dell'art. 4 D.lgs 152/06 il presente documento è da intendersi integrato con i pareri si esclusione da VAS dei Piani Particolareggiati esistenti alla data di adozione della presente variante al PRG.

2.6.4 PIANO REGIONALE PER LE AREE NATURALI PROTETTE (PRANP)

L’Agenzia Regionale per i Parchi della Regione Lazio (ARP) ha, tra i suoi obiettivi, l’elaborazione della Rete Ecologica Regionale del Lazio (“REcoRd Lazio”), che è parte integrante del Piano Regionale per le Aree Naturali Protette (PRANP),come riportato nella nota del Direttore Regionale Ambiente e Cooperazione tra i Popoli prot. n.D2\2A\02\148712 del 12/09/2005, nelle deliberazioni del Commissario Straordinario dell’ARP nn. 01/2007 e 01/2008, nella Determinazione del Direttore dell’ARP n. 83/2008, nel Documento di programmazione economico finanziaria regionale 2008- 2010 di cui alla DGR n.45/2007 e nel programma annuale delle attività dell’ARP di cui alla DGR 659/2009. Il Comune di Arlena di Castro non risulta incluso nelle aree per di reperimento per l'istituzione di nuove aree protette (DGR 651/05), e non è interessato dalla presenza di SIC.

2.6.5 PIANO REGIONALE FORESTALE (PRF)

Il Piano propone una serie di obiettivi da attuarsi secondo i seguenti assi prioritari: ambientale – avente la finalità di salvaguardare, conservare e sviluppare le risorse degli ambienti forestali e dei relativi ecosistemi, in una prospettiva multifunzionale, accrescendo l’efficacia e l’efficienza delle loro funzioni, nonché assicurandone la perpetuità; 1. Sociale; 2. Economico; 3. Culturale; 4. Amministrativo, normativo, istituzionale.

2.6.6 PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE REGIONALE (PTAR)

Il contenuto del Piano è stato utilizzato nella sezione dell'analisi dello stato dell'ambiente in relazione allo scenario di sviluppo dalla variante, come parte della base informativa; la variante di cui trattasi non ha incidenza sul sistema delle acque. Gli obiettivi del PTAR possono essere così riassunti:

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 25 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

1. Mantenere l'integrità della risorsa idrica, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socio-economiche delle popolazioni del Lazio. 2. Tutela dell'integrità della risorsa idrica con interventi volti a garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi del D.lgs 152/2006, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Pagina | 25

2.6.7 PIANO REGIONALE DEGLI ACQUEDOTTI (PRA)

Il contenuto del Piano è stato utilizzato nella sezione dell'analisi dello stato dell'ambiente in relazione allo scenario di sviluppo della variante come parte della base informativa, la variante di cui trattasi non ha incidenza sul sistema degli acquedotti se non per gli usi ordinari che ne faranno i 2 nuovi ridottissimi insediamenti di carattere antropico (zona C e zona D della nuova espansione). Gli obiettivi del PRA possono essere così riassunti: 1. Programmazione degli utilizzi della risorsa idrica disponibile su territorio regionale ed ottimizzazione delle stesse alla scala dei comprensori intesi come unità geografiche d'ambito che comprendono uno o più comuni interconnessi fra loro anche parzialmente dalla stessa rete di adduzione.

2.6.8 PIANO REGIONALE DI RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA (PRQA)

Il contenuto del Piano è stato utilizzato nella sezione dell'analisi dello stato dell'ambiente in relazione allo scenario di sviluppo della variante come parte della base informativa; la variante di cui trattasi non ha incidenza sul sistema della qualità dell’aria e vi è quindi un mantenimento della qualità intrinseca dell’aria locale e non si ha necessità di risanamento visto il mantenimento dei limiti di qualità sotto la soglia di accettabilità. Gli obiettivi di Piano possono essere riassunti come segue: 1. il risanamento della qualità dell'aria nelle zone dove si sono superati i limiti previsti dalla normativa o vi è un forte rischio di superamento; 2. il mantenimento della qualità dell'aria nel restante territorio.

2.6.9 PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI (PGR)

Il contenuto del Piano è stato utilizzato nella sezione dell'analisi dello stato dell'ambiente in relazione allo scenario di sviluppo della variante, come parte della base informativa; i temi della variante di cui trattasi non hanno incidenza con il sistema locale di gestione dei rifiuti anzi ne ottimizzano la resa della performance visto il dimensionamento chiaramente recessivo della risultante degli interventi proposti. Gli obiettivi di Piano possono essere comunque riassunti come segue: 1. Riduzione alla fonte della produzione di rifiuti; 2. Raccolta differenziata (%) in linea con quelli previsti dal legislatore nazionale;

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 26 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

3. Istituzione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti che sia efficiente, dotato delle migliori tecnologie disponibili, teso a garantire l’autosufficienza impiantistica.

2.6.10 PIANO ENERGETICO REGIONALE (PER) Pagina | 26 In data 4 luglio 2008 è stato adottato lo schema del nuovo piano energetico regionale il cui piano d'azione disponibile sul sito della Regione Lazio è stato utilizzato nella sezione dell'analisi dello stato dell'ambiente in relazione allo scenario di sviluppo della variante, come parte della base informativa per la corretta pianificazione di progetto; va comunque detto che i temi della variante di cui trattasi non hanno incidenza sul piano energetico regionale, tendono anzi a tutelare le emissioni con un carico antropico nettamente inferiore rispetto alle dimensioni del PRG vigente.

2.6.11 PIANO DI ZONIZZAZIONE ACUSTICA (PZA)

Il Comune di Arlena di Castro è dotato di piano di classificazione acustica. Il Piano è redatto a livello di Pianificazione Comunale Generale compatibilmente con le possibili trasformazioni per tipologie di aree e viene aggiornato contestualmente alla redazione dei Piani Attuativi che devono quindi essere conformi sotto il profilo acustico attraverso il rispetto dei limiti imposti per classe all'interno del Perimetro e le opere eventualmente necessarie al rispetto dei limiti nelle zone limitrofe. Perciò l'obiettivo principale del Piano consiste nella tutela dell'ambiente sonoro in relazione alle fonti esistenti ed alla pianificazione comunale.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 27 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

3 INQUADRAMENTO DEL CONTESTO AMBIENTALE E TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

3.1 AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Pagina | 27

Di seguito si definisce l'ambito territoriale delle azioni di Piano di cui si terrà conto in fase di valutazione secondo i seguenti criteri: At 1 = Ambito territoriale locale l'azione incide sull'area di sedime e sulle aree collegate funzionalmente At 2 = Ambito territoriale comunale quando l'azione incide, anche indirettamente, su l'intero territorio comunale At 3 = Ambito territoriale intercomunale quando l'azione incide, anche indirettamente, sul territorio intercomunale At 4 = Ambito territoriale interprovinciale l'azione incide, anche indirettamente, sul territorio interprovinciale Intervento Azioni Ambito Territoriale 1 Riperimetrazione secondo limiti fondiari corretti delle zone C a sud dell’abitato At 1 2 Riduzione dell’estensione della zona C riferita al comparto 2 del PRG vigente At 1 3 Conferma della zona di verde pubblico a valle del centro storico At 1 4 Riconoscimento della destinazione urbanistica a zona PEEP del comparto 4 di At 1 zona C del PRG vigente 5 Rimodulazione della zona F1 nel comparto 5 e reperimento di aree a verde At 1 privato al fine di prendere atto dello stato effettivo dei luoghi 6 Riduzione della zona C del comparto 6, riduzione delle zone B limitrofe al At 1 comparto 6 e reperimento di aree a verde privato al fine di prendere atto dello stato effettivo dei luoghi 7 Conversione del comparto 7 da zona C a zona B in funzione della sua At 1 completa attuazione 8 Piccola porzione di ampliamento della zona cimiteriale con rettifica della At 1 relativa fascia di rispetto 9 Nuovo insediamento di espansione con capacità di pianificazione ripartite in: At 2 2.940,00 mq di zona C (attuabile ai sensi della L. 167/62); 16.275,00 mq di area a verde pubblico; 7.401,00 mq di area a servizi; 13.070,00 mq di area artigianale

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3.2 ANALISI DELL’AMBITO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

3.3 IL CLIMA Pagina | 28

La situazione climatica del Comune di Arlena di Castro ricade all’interno dei seguenti parametri.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 29 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

3.4 ARIA

La qualità dell’aria nel Lazio è controllata da una Rete regionale di monitoraggio, uno degli strumenti previsti dal Piano di risanamento e mantenimento della Qualità dell’Aria realizzato dalla Regione Lazio in ottemperanza a quanto previsto dal D.Lgs. 4 agosto 1999, n.351. Pagina | 29

Lo strumento di risanamento della qualità dell'aria è lo strumento di pianificazione con il quale la Regione Lazio da applicazione alla direttiva 96/62/CE, direttiva madre "in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente" e alle successive direttive integrative. In accordo con quanto prescritto dalla normativa persegue due obiettivi generali:

- il risanamento della qualità dell'aria nelle zone dove si sono superati i limiti previsti dalla normativa o vi è un forte rischio di superamento,

- il mantenimento della qualità dell'aria nel restante territorio; attraverso misure di contenimento e di riduzione delle emissioni da traffico, industriali e diffuse, che portino a conseguire il rispetto dei limiti imposti dalla normativa, ma anche a mantenere anzi a migliorare la qualità dell'aria ambiente nelle aree del territorio dove non si rilevano criticità.

I Comuni e le Province sono chiamati, in base alle loro competenze, ad attivare ed intensificare i controlli sulle emissioni degli impianti termici civili e degli impianti industriali e a porre particolare rilievo alle attività autorizzative AIA. Anche la Regione viene investita di compiti volti ad incentivare la conversione a metano degli impianti di riscaldamento alimentati con combustibili non gassosi, dando priorità ai comuni di Roma e Frosinone; ad incentivare il ricorso a fonti di energia rinnovabile o assimilata ai fini del soddisfacimento del fabbisogno energetico per il riscaldamento, il condizionamento, l'illuminazione e la produzione di acqua calda sanitaria degli edifici; a promuovere iniziative per l’utilizzo di impianti di cogenerazione e teleriscaldamento in particolare in strutture pubbliche sanitarie e nelle aree di nuovo sviluppo edilizio, ecc. Inoltre la Regione deve promuovere attività di ricerca e sviluppo tecnologico finalizzate alla realizzazione di sistemi non convenzionali per la trazione autoveicolare e la produzione di energia elettrica. Particolare rilievo viene dato all’informazione e sensibilizzazione della popolazione: il successo delle azioni dello strumento urbanistico sarà maggiore se la popolazione verrà coinvolta e resa partecipe dei problemi dell’inquinamento, consapevole della necessità di attuare cambiamenti comportamentali e abitudinari in tema di mobilità, consumo energetico e sul rispetto delle risorse disponibili.

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Nella variante viene previsto che la Regione e gli Enti Locali, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, promuovano iniziative di divulgazione, di informazione e di educazione ambientale, sulla natura, le sorgenti, la diffusione degli inquinanti nonché sullo stato della qualità dell’aria ambiente.

Poiché l’inquinamento atmosferico è associato ad effetti sanitari sull’uomo, lo strumento prevede di Pagina | 30 affidare al Dipartimento di Epidemiologia della ASL Roma, struttura di riferimento regionale per l’epidemiologia, la valutazione dell’impatto sanitario delle misure secondo quanto previsto dal programma regionale di epidemiologia ambientale (DGR 93/2007).

Lo strumento di Risanamento della Qualità dell’aria si interconnette con gli altri Piani in particolare:

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3.5 RUMORE

Provocare rumore significa realizzare una attività che provoca forti disturbi alla tranquillità pubblica o privata. Le fonti dell’inquinamento da rumore possono essere le più diverse: macchinari in funzione all’interno di impianti industriali, traffico veicolare, condizionatori, attività di intrattenimento o spettacolo.

In attuazione dalla legge quadro nazionale, la Regione Lazio ha approvato la sua legge regionale in materia di inquinamento acustico L.R. 3 agosto 2001 n. 18 che modifica la precedente Legge regionale del 1999. La Regione adotta un piano regionale di bonifica da inquinamento acustico ogni tre anni ed ogni cinque anni adotta piani per il contenimento delle emissioni sonore prodotte da ferrovie, metropolitane, autostrade, strade statali e regionali. La gestione ed il monitoraggio dei fenomeni di inquinamento acustico sono compito dell’ARPA Lazio, Agenzia Regionale di Protezione Ambiente istituita con la legge regionale 6 ottobre 1998 n. 45. Compito dei Comuni è quello di classificare il territorio comunale in cosiddette zone acustiche secondo la classificazione che ne dà la legge regionale. Con il DPCM 14 novembre 1997 sono stati poi fissati valori limite di immissione ed emissione, i valori di attenzione e i valori di qualità in relazione alla diversa destinazione d’uso del territorio ed ai Comuni spetta la competenza di adottare la classificazione per zone. La violazione degli obblighi stabiliti dalla legge fa incorrere in provvedimenti amministrativi e se il fato costituisce reato, si applica l’art 659 c.p. che prevede l’arresto fino a tre mesi e

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 32 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 l’ammenda fino a euro 309. Il mancato rispetto dei criteri stabiliti dalla legge, prevede l’adozione di provvedimenti amministrativi, fatto salvo il disposto dell’art 659 CP.

3.6 ACQUA Pagina | 32 Dal punto di vista della tutela delle acque la Variante al PRG dovrà conformarsi agli stilemi delineati dal Piano Regionale della Tutela delle Acque (PRTA). Tale piano si pone l'obiettivo di perseguire il mantenimento dell'integrità della risorsa idrica, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socio-economiche delle popolazioni del Lazio. Contiene, oltre agli interventi volti a garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi del D.lgs 152/2006, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico.

Lo strumento è stato adottato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 266 del 2 maggio 2006 e approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 42 del 27 settembre 2007 (Supplemento ordinario al "Bollettino Ufficiale" n. 3 n. 34 del 10 dicembre 2007). Va segnalato che lo strumento, redatto ai sensi della precedente normativa, D.Lgs 152/1999 e s.m.i., in vigore al momento della raccolta, elaborazione e valutazione dei dati, sarà oggetto di successive revisioni, in coerenza con gli indirizzi generali e gli atti di coordinamento emanati dallo Stato e dalle Autorità di bacino distrettuali, e sulla base della verifica dell'efficacia delle misure adottate.

Gli studi condotti hanno portato a suddividere il territorio regionale in 39 bacini; di questi: 36 individuano altrettanti corpi idrici significativi, uno raccoglie i bacini endoreici presenti nella Regione cui non è possibile associare corpi idrici significativi e gli ultimi due sono costituiti dai sistemi idrici delle isole Ponziane. Si riporta di seguito l’elenco dei bacini con la estensione superficiale di ciascuno.

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Lo strumento ha richiesto una conoscenza approfondita della struttura del territorio nei suoi vari aspetti geologici, idrologici, idrogeologici, vegetazionali, di vulnerabilità e di pressione antropica da confrontare con il risultato dell’analisi della qualità delle acque e con le specifiche protezioni previste dalla legge per porzioni di territorio interessate da corpi idrici a specifica destinazione.

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3.7 SUOLO E SOTTOSUOLO

3.7.1 DATI SALIENTI

La superficie sottoposta a vincolo idrogeologico nell’ambito del Comune di Arlena di Castro non supera i Pagina | 34 208,00 Ha e corrisponde ad una percentuale di circa il 9% rispetto alla consistenza territoriale generale. Non è interessato da frane ne areali e ne lineari ed è classificato sismicamente come zona 2B. La superficie territoriale è coperta da 272,00 Ha di bosco ed in tutto il territorio (21,820 kmq) sono presenti 59 pozzi di captazione idrica (di cui 26 interessate da apposita concessione) per un indice di 2,704 n°/kmq.

3.8 ENERGIA

Dal punto di vista energetico la pianificazione comunale dovrà conformarsi ai dettami impostati dal nuovo piano energetico regionale e relativo piano di azione. La Giunta in data 4 luglio 2008 ha adottato lo schema del nuovo piano energetico regionale, che attualmente si trova all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio regionale.

3.9 AGROPEDOLOGIA VEGETAZIONALE

Nell'ambito della Variante al PRG relativo al Comune di Arlena di Castro, il compito di tale analisi è stato quello di studiare ed analizzare le componenti naturali dell'ambiente ed, in particolare, il patrimonio agricolo-forestale con tutte le implicazioni ad esso direttamente connesse e di proporre un piano di tutela organica da articolarsi nel breve, medio e lungo periodo.

Per determinare la consistenza del patrimonio agro-forestale, il momento di partenza e la base per le successive indagini territoriali è stato rappresentato dalla carta dell’uso del suolo di carattere regionale, che può essere paragonata ad una fotografia panoramica d’insieme del territorio, è possibile infatti localizzare con ausilio di diverse colorazioni, e quantificare, la distribuzione e l’estensione delle diverse categorie d’uso del suolo considerate: colture agrarie, formazioni forestali, aree urbane e improduttivi.

Le varie carte, realizzate in scala 1:10.000 e facenti parte della Variante al PRG stesso, con le diverse tipologie rappresentati dalle categorie soprariportate, daranno contributo rilevante per l’esame e la costituzione della nuova carta dell’uso del suolo evidenziando il comparto agrosilvopastorale dello strumento urbanistico stesso.

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3.10 AGRICOLTURA E ZOOTECNIA

L’agricoltura nel territorio della provincia di Viterbo ha subito nel tempo una radicale trasformazione. Essa è stata per secoli l’attività dominante per quelle popolazioni alle quali assicurava la sopravvivenza in un regime chiuso di produzione e di consumo autonomamente controllato. In base a tale evoluzione ne è nato Pagina | 35 un rinnovato orientamento di carattere tipologico del quale l’eventuale sviluppo agrozootecnico del comune di Arlena di Castro dovrà tener conto.

Nella Provincia di Viterbo infatti uno dei fattori di competitività delle aziende agricole è sicuramente il fenomeno legato all’agricoltura biologica, che nel territorio ha assunto ormai una dimensione notevole.

Definizione dell’indicatore e metodologia di calcolo

L’indicatore si misura come numero di aziende agricole a basso impatto ambientale presenti sul territorio provinciale. L’indicatore è estremamente importante in quanto mette in evidenza la volontà, da parte di chi opera in questo settore, di applicare forme di agricoltura sostenibile, contrastando una agricoltura convenzionale troppo spesso impattante sull’ambiente e ancora troppo poco normata e controllata.

Obiettivo Ambientale auspicabile

L’obiettivo è quello di favorire la diffusione di tecniche di coltivazione a basso impatto ambientale.

Evidenze riscontrate

Nella Provincia le aziende agricole condotte almeno parzialmente in regime biologico sono 623, di cui 557 riguardano produzioni vegetali e 66 produzioni zootecniche. Molte di queste aziende (nello specifico 590) sono passate al biologico per ragioni di mercato commercializzano i loro prodotti in tutto o in parte e interessano circa 9.500 ettari di SAU, corrispondente al 4,5% della intera superficie agricola disponibile utilizzata. E’ un dato interessante se lo si confronta con quello regionale e con quello nazionale che sono spesso molto più bassi e si auspica possa avere un trend in continua crescita, come dimostrato anche dai dati su questo tipo di turismo decisamente in crescendo. A questo dato occorre aggiungere un numero di ben 2.309 aziende con produzioni di qualità, ovvero prodotti sottoposti a certificazione biologica, integrata e sottoposta a disciplinare. Considerando poi che la superficie media di queste aziende è pari a circa 16,1 ettari, esse si possono considerare di gran lunga più grandi di quelle convenzionali. I seminativi, i fruttiferi ed i prati e pascoli sono certamente le colture più rappresentative tra quelle biologiche. Circa 2.500 ettari riguardano le colture erbacee, in particolare le foraggere, cui seguono i cereali. Scarso peso hanno invece le colture ortive biologiche per le quali il rapporto costi benefici è ancora poco competitivo. 1.900 ettari

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 36 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 riguardano le colture arboree e, in particolare, i fruttiferi, tra i quali il nocciolo e la vite con il 4,5% e il 4,3% rispettivamente, ai quali segue l’olivo, con un 3,4% della SAU. Per il castagno, invece la percentuale di SAU condotta a biologico è del 41,6% una percentuale decisamente elevata e giustificata, oltre che dalle caratteristiche tecniche della coltura, dai considerevoli contributi economici erogati per la conversione ed il mantenimento al regime di coltivazione biologico. Pagina | 36

3.10.1 POLVERIZZAZIONE AZIENDALE

Il dato che più fortemente caratterizza l’agricoltura laziale per qua nto riguarda le strutture produttive è senza dubbio l’estrema polverizzazione delle aziende. Dal Censimento sull’Agricoltura effettuato sulla distribuzione per classi di ampiezza delle aziende e sulla loro superficie, si evince che delle circa 213 mila aziende presenti nel 2000, ben 192 mila, pari al 90,2%, ricadono nella classe di aziende con meno di 5 ettari di Sau, mentre nella classe delle aziende con più di 50 ettari ricadono meno di 1600 aziende, pari ad appena lo 0,7%. La polverizzazione aziendale, diffusa in tutto il territorio regionale, colpisce in modo particolarmente intenso le aree montane dove il 93% delle aziende ha meno di 5 ettari, mentre va riducendosi in collina ed in pianura.

3.11 STORIA E PAESAGGIO

Arlena di Castro, comune collinare, probabilmente di antichissime origini; la sua economia trae sostentamento soprattutto dalle tradizionali attività rurali (tanto l’agricoltura quanto la zootecnia). Gli arlenesi, che fanno registrare un indice di vecchiaia nella media, mostrano una spiccata tendenza all’accentramento, risiedendo quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, situato in posizione panoramica su un pianoro; quest’ultimo è posto sopra alte pareti di tufo, che testimoniano la natura vulcanica del suolo: il territorio comunale, infatti, copre con la sua estensione una porzione del vasto altopiano vulcanico della Tuscia, che si distende tra la selva del Lamone, il lago di , la città di Viterbo, il corso del fiume Mignone e il mare Tirreno. Sulle dolci ondulazioni dell’agro arlenese si alternano vasti appezzamenti coltivati prevalentemente a cereali, argentei filari di olivi, ampie distese adibite al pascolo, avvallamenti incisi da corsi d’acqua e macchie di querce.

Frequentata dagli etruschi, fu sede, secondo alcuni studiosi, dell’insediamento di Contenebra, poi distrutto dai romani; la prima menzione dell’attuale abitato risale tuttavia al IX secolo. Inserita nel ducato di Castro, costituito dal pontefice Paolo III, nel Cinquecento divenne meta di un flusso migratorio, voluto dal cardinale Alessandro Farnese per popolarla e coltivarne le terre. Nel corso del Settecento, passò in enfiteusi al conte Alessandro Cardelli e nell’Ottocento, tornata sotto la giurisdizione della Camera Apostolica, venne venduta al principe polacco Poniatowski. Il toponimo riflette il nome di persona etrusco AR(U)LENA da

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 37 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 confrontare con il latino ARULENUS; la specificazione si riferisce al ducato di Castro. Nell’ambito del patrimonio storico-architettonico locale figura la chiesa di San Rocco: edificata nel XVI secolo, è caratterizzata da una facciata sobria e dalla presenza di due torri campanarie, la più moderna delle quali è dotata di un orologio; all’interno, inoltre, conserva interessanti opere d’arte, come la bella statua raffigurante San Rocco. Altra testimonianza del passato è costituita dai resti di un castello, che si trovano in Pagina | 37 località Civitella. La comunità conduce una vita assai tranquilla e manifesta ancora un grande rispetto nei confronti della tradizione; tale legame, comunque, è dovuto in parte a un legittimo attaccamento alle proprie radici, in parte a una certa chiusura nei confronti delle novità. L’economia arlenese conserva un’impronta rurale: una significativa percentuale della popolazione attiva, infatti, è ancora dedita all’allevamento di ovini e alla coltivazione di frumento e olive. L’industria e il terziario, invece, sono caratterizzati da un livello di sviluppo piuttosto basso: la prima annovera poche imprese artigianali attive nei comparti alimentare, tessile, edile e del legno; la rete distributiva conta pochi esercizi commerciali, rivolti per lo più alla distribuzione di beni di prima necessità, e il comparto dei servizi non include il credito. Anche il panorama delle strutture e dei servizi di pubblica utilità evidenzia alcune lacune: il comune ospita gli ordinari uffici municipali e postali e scuole per l’istruzione primaria e secondaria di primo grado; la mancanza di istituti d’istruzione secondaria di secondo grado e di strutture culturali e sanitarie –sul posto è presente soltanto la farmacia– costringe la popolazione locale a rivolgersi ai comuni limitrofi; anche l’apparato ricettivo, completamente privo di strutture per il soggiorno, appare da potenziare.

3.12 CRITICITÀ E SENSIBILITÀ AMBIENTALE DEGLI AMBITI TERRITORIALI

In relazione all'analisi ambientale sopra esposta, ai fini della valutazione di seguito si riporta una matrice sintetica di individuazione delle criticità e delle sensibilità: nella valutazione ognuna di queste istanze verranno considerate per ogni singola azione in relazione all'ambito territoriale di riferimento e alle caratteristiche dei possibili impatti attraverso una ceck list di controllo. La presenza/assenza delle criticità o degli elementi di sensibilità del territorio daranno modo di stabilire una scala dei pesi delle sensibilità da inserire nella valutazione dei possibili impatti.

Componente CONTROLLO DEGLI ELEMENTI DI SENSIBILITA' (incidenza ambientale sull'azione considerata)

ATMOSFERA Il comune di Arlena di Castro rientra all’interno della classificazione sancita dalla DGR 767/2003 Zona C – Basso rischio di superamento dei limiti di legge → mantenere la qualità dell’aria

Il comune non è classificato nell'ambito di protezione per inquinamento luminoso di cui alla DGR n 447/08.→

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mantenere il clima luminoso

IDROSFERA Aree a tutela specifica del PTRA

Aree di attenzione del PTRA Pagina | 38 Aree critiche del PTRA

Corridoi fluviali

Corpi idrici e fasce di rispetto

GEOSFERA Geomorfologia del territorio e caratteristiche peculiari

Idoneità territoriali geologiche idrologiche idrogeologiche e vegetazionali (studi specialistici)

Basso grado di occlusività delle infrastrutture (DI considerevolmente superiore al IFI)

Uso del suolo ed impermeabilizzazione delle aree

Siti contaminati

Cave

BIOSFERA Interferenze con aree naturali protette

Vicinanza con aree naturali protette

Zone umide

Possibile interferenza con le connessioni primarie della rete ecologica locale

Vicinanza con le connessioni primarie della rete ecologica locale

PAESAGGIO E Beni di insieme: Aree non urbanizzate e paesisticamente vincolate (PTP/PTPR ) BENI MATERIALI Fasce di rispetto dei beni storici e naturali (PTP/PTPR)

Beni del patrimonio culturale: presenza siti ed aree archeologiche e disciplina dei paesaggi

Beni del patrimonio tradizionale :elementi di interesse tradizionale (percorsi ed emergenze rilevate)

POPOLAZIONE Dotazione standards

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 39 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

Criticità legate al sistema della mobilità

Qualità dell'ambiente urbano costruzione dell'equilibrio tra il costruito e le aree verdi

Occupazione Pagina | 39 Offerta ricettiva e servizi

RISCHI FISICI Rischio rumore

Consumi energetici (elemento non valutabile per assenza dati si stima un fabbisogno crescente in linea con il trend regionale) Rischio elettromagnetico: presenza/assenza elettrodotti o fonti elettromagnetiche

Stabilimenti a rischio incidente rilevante : nessuno

Rischio radon: assenza Piano Regionale per la Prevenzione dei rischi connessi all'esposizione del gas radon di cui alla LR n.14/05

Mettendo a sistema le criticità riscontrate, gli obiettivi ambientali di riferimento di normative nazionali e regionali, la pianificazione sovraordinata si individuano i criteri di compatibilità ambientale assunti dallo strumento di variante che hanno guidato le scelte progettuali in fase di elaborazione. Gli stessi criteri verranno applicati alla successiva matrice di individuazione degli obiettivi ambientali di livello nazionale (Cfr all. VI al D.lgs 152/06 lett. e) che si intendono integrati:

Codice Criteri di compatibilità ambientale assunti dalla variante al PRG C0 Prevedere le nuove espansioni solo in aree non vincolate o all'esterno delle aree perimetrate dai piani sovraordinati e di settore (PTP,PTPR,PAI etc...) al fine di non aumentare i carichi urbanistici nelle aree sensibili C1 Conservazione e valorizzazione delle aree verdi a valenza naturalistica urbane ed extraurbane anche a carattere storico- tradizionale, valutazione preventiva dei possibili impatti sulle aree naturali protette e siti natura 2000 e definizione delle misure di compensazione C2 Riduzione dei consumi energetici, idrici e dalla architettura sostenibile, di cui alla LR 6 27/07/2008 nonché dal D.lgs n. 192 del 19/08/2005. C3 Conservazione delle aree degli ambiti paesaggistici dei beni e dei percorsi storici e dei caratteri tradizionali del territorio agricolo C4 Inibizione o limitazione dell'attività edificatoria nelle aree che presentano rischio dissesti e allagamenti C5 Minimizzazione del consumo di suolo residenziale: riduzione ed ottimizzazione del consumo di suolo a fini residenziali con lo scopo di ricreare giusta propulsione al sistema del recupero del patrimonio attuale e della rigenerazione urbana sotto l’aspetto di una oculata occupazione dei comparti edificatori C6 Verifica del sistema della mobilità basato prioritariamente su quello esistente e che soddisfi le esigenze attuali e future C7 Tutela e valorizzazione dei corridoi ecologici urbani ed extraurbani attraverso il consolidamento della rete ecologica locale grazie ai nuovi comparti di verde pubblico e privato C8 Definizione, ove necessario, delle opportune fasce di rispetto (beni del patrimonio culturale, reti, infrastrutture, corsi d'acqua, specchi d'acqua..)

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 40 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

3.13 EVOLUZIONE PROBABILE SENZA VARIANTE AL PRG

L’elaborazione di un rinnovato impalcato urbanistico scaturisce dalla necessità di rettificare tutta una serie di errori, imprecisioni ed interpretazioni alterate che, nell’arco di 15 anni, hanno ricreato uno strumento incompleto e a tratti inattuabile. Pagina | 40 Gli aspetti elencati, di natura puntuale, hanno chiaramente un riscontro globale nelle dinamiche di crescita urbana che non può prescindere tuttavia da un apporto globale che determina un oggettivo miglioramento delle condizioni attuative dello strumento urbanistico. In sostanza l’alternativa alla presente variante (che si tiene ancora una volta a specificare lima e rettifica in meticolosamente le criticità dello strumento vigente) non può trovare riscontro migliore di quanto programmato in quanto non verrebbero risolte le problematiche riscontrate a fronte oltretutto del precoce esaurimento delle potenzialità edificatorie di un piano comunque relativamente giovane e che rischia di giungere in maniera eccessivamente veloce a fine corsa trascinando con se le sorti di crescita di un comune sicuramente piccolo ma virtuoso.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 41 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

4 OBIETTIVI AMBIENTALI DI RIFERIMENTO E ANALISI DI COERENZA

Nella prima parte del documento, attraverso l'analisi dello stato dell'ambiente nel suo complesso, si è Pagina | 41 ripercorso il processo logico di elaborazione del Piano che muove, appunto, dall'analisi del territorio e dalle criticità riscontrate in relazione agli obiettivi ambientali europei, nazionali e regionali ed agli obiettivi di sviluppo assunti. In relazione a questi sono stati esplicitati i criteri di compatibilità ambientale utilizzati nella variante al PRG. Dagli obiettivi specifici pertinenti con la Variante stabiliti nel quadro di riferimento per la VAS di cui all'art. 34 del D.lgs 152/06 e sopra sintetizzati sono individuati gli indicatori ambientali (a livello nazionale) di riferimento per il controllo dello sviluppo sostenibile e che quindi in questa sede sono stati assunti, quando pertinenti e relativi a dati facilmente reperibili, come indicatori di VAS e di Monitoraggio integrati con le risultanze dei contributi dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale in fase di scoping e con gli indicatori proposti nella pianificazione sovraordinata. Si riporta di seguito una matrice di confronto tra strategie di protezione ambientale di livello comunitario e nazionale e criteri di compatibilità ambientale assunti dalla Variante al PRG di Arlena di Castro. Naturalmente i criteri di compatibilità, se pur confrontati con le altre aree tematiche prese in considerazione dalla Strategia, afferiscono maggiormente alla sezione “qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani”. CLIMA E ATMOSFERA Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Riduzione delle Incremento produzione di Contributo fonti rinnovabili C1 emissioni nazionali energia da fonti rinnovabili; al bilancio energetico dei gas serra6,5% nazionale (MWh /anno). C2 rispetto al 1990, Riduzione consumi energetici Consumi finali di energia nel periodo nei settori nell’industria (Mtep/anno); C6 tra il 2008 e il 2012 industriale/abitativo/terziario; Intensità energetica industria Riduzione perdite termiche (tep/milioni di euro); dagli edifici nuovi/esistenti. Emissioni CO2 eq da processi industriali Assorbimento di CO2 dalle Incremento annuale della foreste e dai suoli. superficie forestale. Riduzione delle emissioni Concentrazione CO 2, CH 4, globali dei gas serra del 70% N2O, HFC, PFC, SF6 in nel lungo termine atmosfera. USO SOSTENIBILE DELLA NATURA E DELLA BIODIVERSITÀ, DEL SUOLO E DEL MARE Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Conservazione Conservazione, tutela ed uso Percentuale di specie C0 della biodiversità sostenibile delle risorse minacciate sul totale delle naturali biotiche ed abiotiche; specie native; Superficie C1 Protezione e conservazione adibita ad agricoltura

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 42 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

del patrimonio cul turale e intensiva; Uso del suolo: C3 sociale, in particolare nella cambiamento da area regione mediterranea; naturale ad area edificata; C5 Sviluppo delle tecniche Superficie agro-pastorale per tradizionali e/o innovati ve di Fascia altimetrica; Superficie C6 gestione del territorio per la disboscata sul totale dell’area conservazione della boschiva; Superficie aree C7 biodiversità; golenali occupate da Pagina | 42 Prevenzione e riduzione o insediamenti e infrastrutture; eliminazione dell’impatto Trasformazione degli ambiti sugli ecosistemi, gli habitat e naturali e storico-culturali; le specie autoctone derivante percentuale di aree protette dell’introduzione di specie sul totale del territorio alloctone nazionale. Estensione delle coltivazioni , Superfici a coltivazione adozione di buone pratiche biologica ed a agricole, adozione di pratiche macchia e/o bosco in biologiche o rapporto alla superficie totale; ecocompatibili, gestione Superficie forestale certificata sostenibile del le foreste. per la gestione sostenibile. Recupero della funzionalità Numero e superficie delle dei sistemi naturali e agricoli aree protette e dei parchi nelle aree montane, collinari, terrestri e marini; di pianura e marini; Protezione del territorio dai rischi Sviluppare la zonazione della Aree a rischio molto elevato ai C0 idrogeologici, sismici e vulcanici e pericolosità e del rischio; sensi della normativa vigente. dai fenomeni C4 Erosivi delle coste C5 C7 Riduzione e prevenzione del Gestione del territorio che tenga C3 fenomeno della desertificazione conto delle caratteristiche e della vocazione dei suoli; C5 C6 C7 Riduzione della pressione Riduzione del consumo del suolo, Aree recuperate o rinaturalizzate C5 antropica sui sistemi naturali, sul in particolare nelle aree più (percentuali di km2). suolo a destinazione agricola e sensibili e nella fascia costiera, da C6 forestale, sul mare e sulle coste parte di attività produttive, infrastrutture e attività C7 edilizie; Recupero dell’edificato residenziale ed urbano; Ottimizzazione della rete stradale esistente; Rinaturalizzazione degli spazi urbani non edificati; Bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati. QUALITÀ DELL’AMBIENTE E LA QUALITÀ DELLA VITA NEGLI AMBIENTI URBANI Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Riequilibrio territoriale ed Riequilibrio policentrico delle Incidenza mezzi motorizzati C5 urbanistico funzioni territoriali (atto a ridurre nella mobilità passeggeri la domanda di mobilità) locale C6 Riqualificazione e riduzione della Aree naturali (in contesto C0 pressione edilizia e delle altre urbano) protette da espansioni cause di impoverimento o urbane

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degrado della qualità naturale, C1 storico-culturale e del costruito in ambito urbano

Riqualificazione e maggiore Accessibilità a verde, beni C1 accessibilità per tutti del storico-culturali, servizi patrimonio ambientale e storico- Pagina | 43 culturale Migliorare la qualità del tessuto urbano Migliore qualità Riduzione ed eliminazione Rapporti/ Piani locali C1 dell’ambiente tendenziale dell’esposizione risanamento aria e riduzione urbano della popolazione emissioni Esposizione della C2 all’inquinamento (atmosferico, popolazione all’inquinamento acustico, idrico, del suolo) acustico (EU LC 8) C8 Zonizzazioni e Piani di risanamento acustico Inquinamento idrico superficiale e sotterraneo Capacità depurazione

Riduzione del rischio Popolazione esposta al rischio C0 (idrogeologico o tecnologico) Popolazione esposta a rischio industria (o tecnologico) C4 Contenimento della mobilità a Incidenza mezzi motorizzati C6 maggiore impatto nella mobilità passeggeri ambientale; Controllo del traffico locale C7 nei centri urbani e promozione di attività alternative alla mobilità C8 privata; Infrastrutturazione urbana a favore della modalità di trasporto ciclopedonale Uso sostenibile delle risorse Minimizzazione della quantità e Contributo locale alle emissioni C2 ambientali del “costo ambientale” delle (specifiche) di CO 2 (EU LC 2); risorse consumate (energia, acque, Consumi energetici pro capite e materiali) e dei rifiuti prodotti per addetto; Piani e azioni per efficienza e rinnovabili; Prelievi (o consumi) idrici pro capite e per addetto.

Aumento del riuso e del recupero Rifiuti urbani prodotti (pro C5 delle risorse ambientali utilizzate; capite) % Raccolta differenziata Valorizzazione delle risorse Aumento di occupazione, di Occupati e imprese C5 socioeconomiche e loro equa capacità di impresa e di ambientalmente orientate distribuzione produzione di reddito, orientate Imprese (private e pubbliche) alla sostenibilità con certificazione ambientale – EMAS/ ISO 14000 (o sociale) (EU LC 7)

QUALITÀ E SICUREZZA DELL’AMBIENTE E PER LA QUALITA’ DELLA VITA Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Riduzione delle emissioni Riduzione delle emissioni di C1 Inquinanti in atmosfera e SO2., NOx,COVNM,NH3, CO2 mantenimento delle Benzene, PM10 C2 concentrazioni di inquinanti al di sotto di limiti che escludano danni al la salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale Riduzione delle emissioni Riduzione delle concentrazioni inquinanti in atmosfera e di ozono troposferico. mantenimento delle Prevenzione e riduzione concentrazioni di inquinanti al di dell’inquinamento indoor e sotto di limiti che escludano delle esposizioni al radon. danni al la salute umana, agli

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 44 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 ecosistemi e al patrimonio monumentale Riduzione dell’inquinamento Adeguamento ai limiti imposti Livelli di esposizione della C1 acustico e dalla legge nazionale. popolazione al rumore diurno; riduzione della popolazione Nuove tecnologie nei sistemi Livelli di esposizione della C6 esposta. attivi e passivi di controllo del popolazione al rumore rumore. notturno. C7 Pagina | 44 C8 Riduzione dell’esposizione a Acquisizione dei livelli di Intensità dei campi magnetici a C0 campi elettromagnetici in tutte le esposizione EM in tutto il Paese; bassa frequenza nelle aree di situazioni a rischio per la salute Riduzione delle emissioni degli massima esposizione. C8 umana e l’ambiente naturale impianti e delle apparecchiature. Limiti di esposizione 5kV/m e 0,1 Mt Valori di attenzione: 10 mT Obiettivo di qualità :3 mT Intensità dei campi elettrici a radiofrequenza nelle aree di massima esposizione; Valori di attenzione in corrispondenza di edifici adibiti a permanenze non inferiori a 4 ore: 6 V/m. Limiti di esposizione: 60V/m (0,1-3 MHz); 20 V/m (fino a 3 GHz) e 40 V/m oltre 3 GHz; Obiettivo di miglioramento della qualità della vita nell’aree all’aperto intensamente frequentate: 6 V/m, 16 mA/m e 0,1 W/mq. USO SOSTENIBILE DELLE RISORSE NATURALI E PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Riduzione del prelievo di Nuova politica urbanistica ed Spazio ambientale (Risorsa pro C0 risorse senza pregiudicare gli infrastrutturale che privilegi la capite); Impronta ecologica attuali livelli di qualità della vita manutenzione ed il riuso del C2 patrimonio edilizio e del territorio. C5 Conservazione o ripristino della Riduzione dei consumi risorsa idrica C6 Miglioramento della qualità Aumento della capacità di % della popolazione civile o della risorsa idrica depurazione nel settore civile e industriale servita industriale. Gestione sostenibile del sistema Protezione, miglioramento e % di corpi idrici superficiali il cui produzione/consumo della ripristino di tutti i corpi idrici stato è classificabile come risorsa idrica “buono” o “elevato” (secondo le disposizioni di cui all’Allegato V della Direttiva 00/60/CE) GESTIONE SOSTENIBILE DEI RIIFUTI Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Indicatori Criteri di compatibilità Riduzione della produzione, Riduzione produzione rifiuti Produzione totale; C2 recupero di materia e recupero Produzione pro capite; energetico dei rifiuti Recupero di materia e riciclaggio Raccolta Differenziata (RD) C5 dei RU. totale; RD pro capite; Quantità delle singole frazioni da RD; C6 % in peso di RD sulla produzione totale;

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4.1 VERIFICA DI COERENZA ESTERNA

Di seguito si sintetizzano gli esiti della verifica di coerenza esterna tra gli obiettivi dei piani con cui il progetto di variante in oggetto ha una pur minima correlazione, individuati al paragrafo 2.6, e le azioni. PIANO OBIETTIVI Pagina | 45

PTP 1. Tutela del paesaggio affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e valorizzato. 2. Tutela del patrimonio naturale, culturale ed architettonico affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e PTPR valorizzato. 3. Tutela del patrimonio culturale ed architettonico affinché sia adeguatamente conosciuto tutelato e valorizzato. PTPG 1. Tutela e valorizzazione delle dotazioni naturali quali fattori di identità territoriale e invarianti ambientali 2. Tutela e valorizzazione del territorio agricolo quali fattore di identità territoriale PTAR 1. Mantenere l'integrità della risorsa idrica, compatibilmente con gli usi della risorsa stessa e delle attività socioeconomiche delle popolazioni del Lazio. 2. Tutela dell'integrità della risorsa idrica con interventi volti a garantire il raggiungimento e il mantenimento degli obiettivi del D.lgs 152/2006, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. PRA 1. Programmazione degli utilizzi della risorsa idrica disponibile su territorio regionale ed ottimizzazione delle stesse alla scala dei comprensori intesi come unità geografiche d'ambito che comprendono uno o più comuni interconnessi fra loro anche parzialmente dalla stessa rete di adduzione. PRQA 1. il risanamento della qualità dell'aria nelle zone dove si sono superati i limiti previsti dalla normativa o vi è un forte rischio di superamento 2. il mantenimento della qualità dell'aria nel restante territorio PGR 1. Riduzione alla fonte della produzione di rifiuti; 2. Raccolta differenziata (%) in linea con quelli previsti dal legislatore nazionale; 3. Istituzione di un sistema integrato di impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti che sia efficiente, dotato delle migliori tecnologie disponibili, teso a garantire l’autosufficienza impiantistica. PER 1. Contribuire agli obiettivi UE al 2020 in tema di produzione da fonti rinnovabili, riduzione dei consumi energetici e riduzione della CO2 per contenere gli effetti dei cambiamenti climatici; 2. Favorire lo sviluppo economico senza aumentare indiscriminatamente la crescita dei consumi di energia. PZA 1. Tutela dell'ambiente sonoro in relazione alle fonti esistenti ed alla pianificazione comunale.

Come si evince dalla lettura della successiva matrice di valutazione della variante di Piano non è in contrasto con gli obiettivi ambientali dei piani sopra ordinati tuttavia si evidenziano le possibili criticità derivanti dall'attuazione delle previsioni per quanto riguarda l'aumento del carico urbanistico. Tali criticità, come evidenziato nel paragrafo di valutazione, potranno essere risolte con l'utilizzo di tecniche costruttive sostenibili previste tra l'altro nel Regolamento Edilizio Comunale e con quanto previsto dagli iter autorizzativi sia in fase di pianificazione attuativa che in termini di rilascio di concessioni o del titolo di agibilità. Al fine di individuare il contributo delle azioni della variante al conseguimento degli obiettivi generali della pianificazione correlata si propone una matrice univoca in cui la valutazione sarà effettuata secondo i parametri di seguito elencati: C COERENTE Quando l'azione contribuisce direttamente al perseguimento degli obiettivi generali del Piano NR/NP NON RILEVANTE Quando l'azione non contribuisce al perseguimento degli obiettivi generali di Piano specificando quando afferisce a tematiche non correlate NC NON COERENTE Quando l'azione è in contrasto con gli obiettivi generali del Piano

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Piano 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Obiettivi PTP 1 NR/NP NR/NP C NR/NP C C NR/NP NR/NP C PTPR 2 NR/NP NR/NP C NR/NP C C NR/NP NR/NP C 3 NR/NP NR/NP C NR/NP C C NR/NP NR/NP C Pagina | 46 PTPG 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C 2 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C PTAR 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP 2 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP PRA 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP PRQA 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C C NR/NP NR/NP NR/NP 2 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C C NR/NP NR/NP NR/NP PGR 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C C NR/NP NR/NP NR/NP 2 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP 3 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP PER 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C 2 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C PZA 1 NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP NR/NP C

4.2 VERIFICA DI COERENZA INTERNA

Di seguito viene effettuata la verifica di coerenza interna ovvero la coerenza tra obiettivi specifici della Variante di Piano e singole azioni. Nella valutazione, effettuata in maniera analoga a quella precedente, non si riscontrano azioni in contrasto. Nel merito di quanto asserito si evidenziano in particolare gli obiettivi specifici della variante al PRG di Arlena di castro: Ob_1 : Attuare le strategie di salvaguardia del patrimonio ambientale e dei Parchi normate dal PTP e dal PTPR definendo gli ambiti in cui accentuare la tutela in relazione alle caratteristiche del territorio e agli obiettivi di sviluppo Ob_2 : Ottimizzare le perimetrazioni delle zone di espansione C esistenti attuando una politica di riduzione, confinamento sui limiti fondiari e ottimizzazione dell’attuabilità dei comparti ridotti al fine di rendere il piano regolatore maggiormente compatibile con le prospettive di sviluppo incidenti ed effettive

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 47 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

Ob_3 : Potenziare la dotazione di servizi e di aree a verde al fine di rendere lo strumento urbanistico ancora più “incastonato” nella rete ambientale locale ed offrire all’utenza finale uno strumento altamente qualificante per l’ambiente e l’aspetto sociale Ob_4 : Rispondere alla carenza dotazionale individuando un pur ristretto nucleo di zona artigianale in Pagina | 47 grado di acquisire dati di fatto esistenti da decenni e favorire la pianificazione di un piccolo comparto produttivo assente nel territorio comunale di Arlena di Castro Ob_5 : Realizzare la strategia della razionalizzazione dei tessuti residenziali con inserimento di opportuni nuclei verdi all’interno delle zone di edificazione ed individuazione delle giuste proporzioni per le zone da destinarsi ad edilizia convenzionata al fine di risolvere il problema sociale delle dinamiche residenziali in stato di criticità Di seguito la griglia di valutazione della coerenza interna redatta secondo la stessa legenda delle dinamiche relative alla coerenza esterna Obiettivi Azioni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Obiettivo 1 NR NR C NR C C NR NR C Obiettivo 2 C C NR C NR C C NR C Obiettivo 3 NR NR C NR C C NR C C Obiettivo 4 NR NR NR NR NR NR NR NR C Obiettivo 5 C C NR C NR C C NR C 4.3 METODO DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI

Nella valutazione degli effetti delle azioni di cui alla variante di cui trattasi il presente documento semplifica la relativa procedura in ragione della dimensione notevolmente contratta della dimensione urbanistica proposta. Verrà quindi identificata una caratterizzazione congrua con le reali “grandezze” delle operazioni e proposte ed in rapporto con la natura conservativa, se non riduttiva, della variante elaborata. La valutazione condotta trae comunque riferimento dal modello DPSIR ((Driving Forces, Pressures, State, Impact, Responses, in italiano Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto, Risposte). Lo schema DPSIR, proposto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) nel 1999 e adottato dall’ex Agenzia Nazionale per l’Ambiente (ora ISPRA), è un approccio metodologico utile per descrivere le problematiche ambientali di un territorio attraverso la rappresentazione di opportuni indicatori e per valutare le maggiori criticità ambientali da affrontare nei programmi di miglioramento dello stato dell’ambiente (Bowen and Riley, 2003; Rekolainen et al. 2003).

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 48 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

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Per la caratterizzazione degli effetti (cfr. D.lgs 152/06 all. VI lett. F [...possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;....]) si è scelto di valutare caso per caso l’effetto di ogni azione proposta in rapporto agli elementi sensibili citati.

4.4 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI SULL’AMBIENTE

La valutazione è stata effettuata distinguendo il livello di dettaglio caso per caso in ragione della diversità delle azioni proposto e del loro oggettivo diverso peso ecosistemico; ognuna delle azioni è stata comunque

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 49 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 valutata in base agli elementi che compongono il sistema nell’ambito del quale si inseriscono: Atmosfera; Idrosfera; Biosfera; Geosfera; Paesaggio; Rischi fisici oggettivi. La valutazione è stata sezionata attraverso 6 gradi di impatto possibile: a) Molto Negativo; b) Negativo; Pagina | 49 c) Non Significativo stazionario; d) Non Significativo con tendenza al miglioramento; e) Positivo; f) Molto Positivo In ragione degli elementi individuati va innanzitutto detto che per le azioni da 1 a 6, per la loro natura riduttiva e/o conservativa e/o di integrazione delle aree verdi e a servizi; gli impatti relativi allo stato ecosistemico possono serenamente essere valutati nel range ricompreso tra non significativo con tendenza al miglioramento e molto positivo. Per l’azione numero 7, trattandosi di operazione letteralmente formale di traduzione urbanistica dell’area ad uno stato maggiormente compatibili con il suo stato di attuazione, è stato valutato un impatto sostanzialmente non significativo stazionario. Per l’azione numero 8, nonostante avvenga un limitatissimo consumo di suolo non si possono rilevare impatti negativi in quanto non vi è incidenza con le componenti ecosistemiche individuate; vi è invece una discreta incidenza positiva in ragione di una migliore e più efficiente dotazione di servizi locali e di dinamiche al servizio del cittadino; bypassando invece eventuali effetti su componenti distanti dalla natura dell’intervento. Unico effetto negativo nell’ambito di tale azione può identificarsi nel consumo di suolo; tale eventualità tuttavia passa in secondo piano nel momento in cui la soluzione di piano mira a risolvere una necessità di carattere igienico-sanitario; in sintesi anche per l’azione numero 8 è possibile quantificare un effetto prevalentemente positivo. Con riferimento all’azione numero 9 è stata invece predisposta una griglia di valutazione di maggior dettaglio al fine di giungere compiutamente alla valutazione del programma proposto. In sintesi l’azione numero 9 è sintetizzabile in un nuovo insediamento di espansione con capacità di pianificazione ripartite in: 2.940,00 mq di zona C (attuabile ai sensi della L. 167/62); 16.275,00 mq di area a verde pubblico; 7.401,00 mq di area a servizi; 13.070,00 mq di area artigianale. In rapporto all’atmosfera (consumi energetici e clima luminoso) si avrà una media degli effetti inizialmente negativa di carattere indiretto che tuttavia, durante il corso di vita del comparto pianificato si tradurranno in effetti migliorativi sia a livello sociale che a livello normativo (grazie alla pianificazione e alla presa d’atto di una serie di condizioni oggettivamente già esistenti in loco);

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 50 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

In rapporto alla Idrosfera si avranno effetti sostanzialmente irrilevanti (le nuove utenze idriche degli insediamenti pianificati, compensano le riduzioni applicate alle azioni precedenti); In rapporto alla Biosfera (componenti primarie e secondarie della rete ecologica) si avrà un effetto sostanzialmente migliorativo grazie alla creazione di una notevole area a verde pubblico (in grado di valorizzare un appezzamento attualmente in condizioni residuali, incolto e privo di caratterizzazione Pagina | 50 ambientale); le aree a destinazione residenziale sono altresì pensate per essere attuate attraverso una ulteriore definizione e realizzazione di standard – il tutto in posizione adiacente al tessuto abitato urbano -; l’area artigianale prende coscienza di attività già esistenti e ne pianifica l’ottimizzazione programmatica futura. In rapporto al Paesaggio non si ha alcuna incidenza con le parti del territorio vincolate; si ha invece un effetto sostanzialmente positivo grazie all’aumento delle zone verdi e alla riqualificazione del paesaggio di frangia urbana nel merito del quale si va ad intestare l’insediamento di cui trattasi. In rapporto alla Geosfera (consumo di suolo e vulnerabilità del territorio) si ha un effetto sostanzialmente paritetico grazie alla compensazione che avviene tra la negatività di un oggettivo consumo di suolo (tuttavia già compensato dalle azioni riduttive di cui agli altri nodi progettuali della variante); e la positività della conservazione – ed anzi ottimizzazione – della vulnerabilità del territorio che aumenta di coefficiente grazie alla capacità di riqualificazione di quanto proposto. In rapporto ai Rischi Fisici (Standard, rifiuti e rumore) si ha un trend sostanzialmente positivo anche in questo caso grazie al notevole apporto ecosistemico delle aree verdi e a servizi proposte. Per quanto riguarda i rifiuti e la componente rumore si ha invece un generico effetto conservativo in ragione delle compensazioni perequative applicate alla frangia residenziale ed in funzione della presa d’atto dell’area artigianale che ingloba attività oggettivamente già esistenti.

4.5 BILANCIO DELLA VALUTAZIONE

Come evidente dalle risultanti di cui al paragrafo precedente si ha un bilancio sostanzialmente e notevolmente positivo della variante di cui trattasi grazie proprio all’oculatezza e alla rettifica territoriale che hanno motivato la sua generazione. Si tiene infatti a ribadire che la necessità della variante di cui trattasi nasce formalmente dall’obiettivo di voler rettificare, correggere ed integrare (pur in forma particolarmente ridotta) la capacità operativa di un PRG attivo ormai già da 15 anni e quindi collaudato e consapevole delle proprie carenze e criticità. Tale variante assume una connotazione serenamente definibile come riduttiva con l’obiettivo di risparmiare il comparto ecosistemico incidente da inutili consumi di suolo e razionalizzare le azioni attuative allo scopo

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 51 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0 di portare a compimento programmi evolutivi pianificati ormai da più di un decennio eliminando alla radice l’annoso problema degli spazi residui privi di caratterizzazione e dequalificanti per il territorio.

4.6 OPERE DI COMPENSAZIONE E MITIGAZIONE Pagina | 51 Nel nostro caso specifico, di fronte al lampante e dichiarato dinamismo strategico messo in piedi per rettificare, correggere e ridurre (sopratutto) le consistenze di piano appare, ancora più chiaro la tendenza a non pianificare eventuali opere di compensazione e mitigazione specifiche nel momento in cui la manovra urbanistica pianificata rappresenta essa stessa un ulteriore tutela e mitigazione compensata degli effetti del vigente PRG sul territorio.

5 IL MONITORAGGIO

Ai sensi dell'all. VI del D.lgs 152/06 il rapporto ambientale deve [...i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; …]. L'oggetto del Piano di Monitoraggio sarà quello di restituire una continuativa analisi ambientale allo scopo di misurare gli effetti delle azioni del piano sull'ambiente nonché il loro stesso stato di attuazione. Il monitoraggio dovrà inoltre suggerire la necessità di eventuali misure correttive da attuarsi in revisione del Piano stesso. Allo scopo è stata redatta una tabella di correlazione tra azioni di Piano - indicatori secondo la stessa teoria applicabile in fase di valutazione (DPSIR e suoi derivati). Gli indicatori sono stati infine integrati secondo i contributi dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale (SCA). FIGURE E RESPONSABILITA', RISORSE FINANZIARIE e MISURE CORRETTIVE: Il Soggetto Responsabile dell'attuazione del Piano di Monitoraggio della Variante al PRG del Comune di Arlena di Castro è l'Amministrazione Comunale. PUBBLICAZIONE DEL REPORT DI MONITORAGGIO: Il report di monitoraggio dovrà essere pubblicato sul sito del Comune di Arlena di Castro. I TEMPI DEL PIANO DI MONITORAGGIO: La cadenza del Monitoraggio sarà annuale.

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 52 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

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6 RISPOTE AI QUESITI (FASE DI SCOPING)

Di seguito si riportano i quesiti posti dall'autorità competente e dagli SCA in fase di Scoping con le risposte ed i rimandi alle sezioni di riferimento del presente documento. Pagina | 53 Considerazioni di carattere generale A con riferimento all’Allegato VI del D. Lgs. 152/O6 e ss.mm.ii., il quadro conoscitivo del Rapporto Ambientale, dovrà sviluppare, con particolare attenzione, l'analisi degli aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente (caratteristiche ambientali, culturali, paesaggistiche e delle produzioni agricole tipiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate) e la sua probabile evoluzione senza l'attuazione del Piano; A Gli aspetti pertinenti allo stato dell'ambiente sono stati descritti e valutati nel capitolo 3, mentre l'evoluzione probabile senza l'attuazione della Variante al Piano è stata enunciata e valutata al paragrafo 3.13

B Nel Rapporto Ambientale dovranno essere indicati gli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o nazionale pertinenti al Piano esplicitando il modo in cui, durante la sua elaborazione, se ne è tenuto conto; B Gli obiettivi di protezione ambientale nazionale e comunitaria sono riportati al capitolo 2 e 4 in relazione a quanto contenuto nel D.lgs 152/06 e ss. mm ii. e confrontati con i criteri di compatibilità ambientale assunti dalla variante al PRG, integrati con le normative regionali di settore indicate nel capitolo sempre nel capitolo 2

C Nel Rapporto Ambientale è necessario specificare la correlazione tra obiettivi generali (discendenti dalla normativa di riferimento), obiettivi specifici e singole azioni previste dal Piano in riferimento agli obiettivi di protezione ambientale di cui al punto b. Per la lettura di tale sistema di correlazione si potranno utilizzare i sistemi più opportuni (tabelle, grafici, ecc.). Tale sistema individuato di correlazione obiettivi - azioni sarà posta alla base dei successivi punti di approfondimento del Piano (valutazione della coerenza esterna e interna, di valutazione degli impatti, e per la definizione del piano di monitoraggio); C La correlazione tra obiettivi generali , specifici ed azioni della variante è stata formulata attraverso un processo logico che discende dalla normativa costitutiva è evidenziata attraverso apposita tabella al capitolo 2,3; anche in relazione della correlazione con gli obiettivi di protezione ambientale. Le successive analisi nonché la valutazione delle alternative al Piano prendono le mosse dal suddetto schema logico.

D La suddetta analisi di coerenza esterna dovrà essere descritta sulla base di una matrice di correlazione in cui per ogni azione di Piano sia verificata la coerenza con ognuno degli obiettivi di sostenibilità derivanti da altri strumenti di pianificazione sovraordinati; D L'analisi è stata effettuata al capitolo 4 ed è estesa a tutti i piani con cui si è riscontrata correlazione così come individuati nel capitolo di inquadramento pianificatorio e programmatico (punto 2.6)

E Nel Rapporto Ambientale dovrà essere verificata l'analisi di coerenza interna, considerando che la stessa deve essere finalizzata ad assicurare la coerenza tra obiettivi specifici del Piano e tra le azioni proposte per conseguirli; E L'analisi è stata effettuata al capitolo 4.2 ed è estesa a tutte le azioni di Piano ed agli obiettivi specifici secondo lo schema logico di cui al punto c.

F Nel Rapporto Ambientale deve essere enunciata e successivamente applicata la metodologia di determinazione delle scelte del Piano, al fine della determinazione degli impatti, delle componenti ambientali su cui si evidenziano ricadute significative e delle misure di mitigazione; F Le scelte di Piano e la metodologia per la loro determinazione descritte al capitolo 2.2 e 2.3 , per la determinazione dei possibili impatti si è fatto riferimento all'analisi dell'ambito ambientale di riferimento rispetto al grado di sensibilità della componente o delle componenti considerate e all'ambito territoriale , la metodologia di valutazione è enunciata in premessa al capitolo 1.1 e descritta nel dettaglio al capitolo 4.4.

G Nel Rapporto Ambientale l’analisi della significatività dell'impatto deve essere valutata anche in relazione al contesto

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territoriale ed ambientale di riferimento e alla sensibilità e criticità dello stesso; G Alla fine del capitolo sull'analisi dello stato ambientale, è stato fatto riferimento ad apposita matrice di sensibilità ottenuta incrociando le considerazioni specifiche effettuate in fase di redazione della variante con i livelli di tutela o le criticità riscontrate, utilizzata nella valutazione come check list di controllo per “pesare” analiticamente il grado di sensibilità per ogni singola azione (cfr. cap.4).

H Nel Rapporto Ambientale per ognuno degli elementi di Piano va evidenziato il metodo e la procedura di valutazione Pagina | 54 che, tra le alternative considerate, consenta di arrivare alla scelta di maggior sostenibilità da riportare nello schema di Piano; H In merito è stato redatto apposito capitolo (3.13)

I Qualora nel Rapporto Ambientale si evidenziassero, a motivo delle scelte del Piano individuate, significativi impatti sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nel Piano dovranno essere individuate le opportune misure di compensazione; I Non sono riscontrabili significativi impatti sul patrimonio ambientale, culturale e sociale

J Il programma di monitoraggio dovrà assicurare il controllo sugli impatti significativi derivanti dall'attuazione del Piano con la scelta di indicatori che dovranno scaturire dal sistema valutativo individuato nel Rapporto Ambientale e dovrà garantire la verifica degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive. Nel programma dovranno essere identificati gli enti preposti all' effettuazione delle azioni di monitoraggio, le risorse finanziarie necessarie al suo svolgimento, i tempi e le modalità, i metadati degli indicatori e i responsabili dell'attuazione; J E' stata predisposta apposita valutazione di correlazione tra gli indicatori e le azioni di Piano, secondo lo schema logico mutuato del DSPR. Il piano di monitoraggio è riportato al cap. 5.

K Il Rapporto Ambientale dovrà dare atto degli esiti relativi alla fase di partecipazione pubblica con le parti sociali ed istituzionali; K La fase di partecipazione pubblica con le parti sociali ed istituzionali è descritta nella parte introduttiva al presente documento

Considerazioni specifiche emerse dai contributi dei Soggetti Competenti in Materia Ambientale L Nel Rapporto Ambientale si dovrà fornire, in una sezione dedicata, una descrizione di tutte le fasi dell’iter tecnico- amministrativo finora svolte, con riferimento al PRG vigente ed alla variante proposta, nonché all’eventuale variazione delle relative NTA L Le fasi amministrative sinora svolte sono specificate nell’ambito del capitolo 2

M Nel Rapporto Ambientale occorre illustrare come il Piano in oggetto si interconnette con il quadro normativo, pianificatorio e programmatico in coerenza con i piani di riferimento in campo ambientale, e la compatibilità delle opere e degli interventi programmati con le misure e le azioni contenute nei Piani stessi )PTRG PAI PTP/PTPR PRAE PTPG Provincia di Viterbo, Piano Regionale di Tutela della acque, Piano per il Risanamento della Qualità dell’Aria, Piano parchi, Piano di Gestione dei Rifiuti, Piano comunale di zonizzazione acustica, etc…) M Quanto richiesto è specificato al capitolo 2.6 e seguenti

N Dovranno essere esplicitati i criteri finalizzati alla determinazione delle zone di Piano e, conseguentemente, le modalità di perimetrazione delle stesse, i criteri dovranno fornire evidenza delle modalità di considerazione delle sensibilità ambientali, culturali e paesaggistiche presenti, prevedendo almeno l’applicazione di fattori escludenti e fornendo evidenza dei vincoli presenti sul territorio (Aree di notevole interesse pubblico, Aree tutelate per legge e immobili e aree comunque sottoposti a tutela dai piani paesaggistici ai sensi del D.Lgs 42/04 Sistemi ed ambiti del paesaggio Tav. A del PTPR, Beni di cui Tav. C del PTPR, Vincolo Usi Civici, Siti Natura 2000, Aree naturali protette, zonazione sismica, vincoli di rispetto falde idriche , sorgenti e pozzi idropotabili, aree a specifica tutela risorsa idrica, vincolo idrogeologico, rete ecologica provinciale/regionale, etc…) N Quanto richiesto, per le sole competenze tematiche di cui alla variante trattata, è esplicitato al capitolo 2.6 e seguenti

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O Con riferimento ai piani e criteri di cui ai punti precedenti si dovranno evidenziare i casi di deroga agli stessi, per particolari situazioni, con indicazione delle motivazioni che hanno condotto alle determinazioni finali, nonché le analisi della alternative analizzate O Nessun caso di deroga e/o eccezione necessaria

P Per le principali modificazioni che il piano intende apportare sul fronte della destinazione di suoli e la determinazione delle stesse finalizzata allo sviluppo socio-economico del contesto territoriale di riferimento si Pagina | 55 richiede: - un’analisi socio-economica atta ad evidenziare i possibili ritorni derivanti dall’attuazione delle suddette previsioni - una rappresentazione del quadro esigenziale da cui le stesse hanno trovato origine e dimensionamento - un’analisi delle alternative considerate in merito ad ogni singola determinazione di piano P Nessuna modifica sul fronte della destinazione dei suoli che non sia finalizzata alla riduzione delle consistenze di piano come testimoniato dal lavoro effettuato sul dimensionamento; le analisi richiamate sono state comunque effettuate nell’ambito dei contenuti del capitolo 3

Q Nel Rapporto ambientale si dovrà dedicare una specifica sezione al dimensionamento del piano, fornendo opportune informazioni sulla quantificazione del carico insediativo e sulle scelte correlate in ordine all’aumento di volumetrie edificabili. La quantificazione del carico insediativo dovrà essere effettuata considerando i seguenti aspetti: - rispetto della normativa vigente (LR 72/75) - determinazione di un quadro esigenziale scaturente da considerazioni effettuate a seguito della predisposizione di una analisi socio-economica-demografica tale da raffigurare le dinamiche agenti nel territorio comunale, le sue principali caratterizzazioni e le ipotetiche linee di sviluppo future, evidenziando i possibili ritorni derivanti dall’attuazione delle previsioni di Piano - analisi dello stato di attuazione del piano vigente al fine di determinare le quote dello stesso non realizzate; - analisi del patrimonio edilizio esistente con il correlato stato d’uso e abilitativo -analisi dell’attuale dotazione infrastrutturale e delle sue capacità di carico in ordine all’ipotesi di sviluppo del carico insediativo. Sulla base di quanto sopra riportato, in merito agli aspetti insediativi dovrà essere quindi eseguita un’analisi delle alternative considerate in merito ad ogni singola determinazione di piano, valutando i parametri dimensionali del carico antropico e degli standards urbanistici, considerando l’andamento della popolazione negli ultimi 10 anni ed i dati riguardanti il patrimonio edilizio attuale Q Il dimensionamento del piano (e la sua natura riduttiva) è esplicitata nell’ambito del capitolo 2.4; nel capitolo 2.3 sono esplicitati invece gli estremi del quadro esigenziale che ha condotto alla redazione della variante. Le analisi territoriali sono riportate nell’ambito dei contenuti del capitolo 3 mentre la valutazione delle alternative possibili è stata analizzata al paragrafo 2.5. In ragione invece del patrimonio relativo agli standards si tiene ancora una volta a sottolineare che la presente variante assume una connotazione altamente riduttiva e correttiva del vigente PRG confermando ed anzi ampliando la dotazione di standard presente in loco.

R Per le azioni di piano aventi significativi interessamenti delle componenti ambientali, diretti o indiretti, dovranno essere analizzate e descritte le alternative tenute in considerazione nell’elaborazione delle previsioni di piano nonché gli eventuali scenari futuri alternativi ipotizzabili avendo cura di evidenziare le ragioni della scelta delle alternative individuate e di come è stata effettuata la valutazione R Non si hanno azioni di piano aventi significativi interessamenti delle componenti ambientali, ne in forma diretta tantomeno indiretta

S Dovrà essere fornito un quadro conoscitivo cartografico dell’assetto territoriale esplicativo di tutte le emergenze e luoghi di interesse storico-archeologico, culturale, ambientale, idrogeologico, infrastrutturale, ecc. con l’indicazione delle eventuali produzioni agricole e di particolari qualità e tipicità di cui all’art. 21 del D.Lgs 238/01 così come indicato nell’allegato VI del Decreto, confrontabile con una “mappa delle criticità” su cui localizzare le eventuali cave dismesse, quelle attive, i siti inquinati, elettrodotti, Stazioni Radio Base, ecc., con le rispettive indicazione dei piani di caratterizzazione S Le azioni della variante di piano non hanno alcuna incidenza sulle criticità e le tematiche richieste, si ribadisce oltretutto la natura riduttiva dello strumento di variante proposto, pertanto non si ritiene necessario effettuare un confronto tipologico con quanto segnalato che potrebbe assumere invece una connotazione fuorviante e poco pertinente ai temi estremamente puntuali e localizzati al centro urbano della variante stessa

T In riferimento al punto precedente, nel RA dovranno essere predisposti e elaborati e schede per ogni singola zona interessata dalla variante con la descrizione delle caratteristiche urbanistico-territoriali-ambientali-paesaggistiche, dello stato attuale e delle previsioni di Piano con le rispettive tabelle relative ai dati urbanistici

Titolo del documento Tipo documento: Codice di identif. Rapporto Ambientale – Sintesi non Tecnica Relazione tecnica ALAPGA Data: Autore Verifica Approv. Ed. Rev. Pagina 56 di 56 12/01/2018. AB GP AB 1 0

T Le azioni della variante di piano non hanno alcuna incidenza sulle criticità e le tematiche richieste, si ribadisce oltretutto la natura riduttiva dello strumento di variante proposto, pertanto non si ritiene necessario effettuare un confronto sistematico con quanto segnalato che potrebbe assumere invece una connotazione fuorviante e poco pertinente ai temi estremamente puntuali e localizzati al centro urbano della variante stessa

U Al fine di contenere e monitorare il consumo di suolo il RA dovrà riportare le misure volte a limitare l’impermeabilizzazione e/o aumentare le superfici di scambio tra suolo e sottosuolo nel rispetto del principio di invarianza idraulica Pagina | 56 U Si ricorda che la natura della variante è assolutamente riduttiva – come evidente dai dati dimensionali – per tale motivo la permeabilità dei suoli viene non solo mantenuta ma anche aumentata grazie ad un consumo di suolo notevolmente ridotto

V Nel RA si dovrà trattare il tema della viabilità degli assi di collegamento del trasporto pubblico/privato e delle possibili azioni/soluzioni alternative finalizzate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico e al miglioramento della qualità dell’aria V La variante proposta non tratta in alcun modo la tematica della viabilità già risolta da tempo; non si ritiene pertinente la trattazione di tale tematica

W Nel RA si dovrà illustrare in che modo di concorre al raggiungimento degli obiettivi stabilità in particolare dal piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio fornendo i principali elementi relativi all’attuale gestione comunale dei rifiuti urbani W L’attuale gestione della raccolta differenziata, che potrà continuare secondo la dinamica dello stato attuale anche in proiezione dell’attuazione dello strumento urbanistico, si struttura attraverso la differenziazione su punti di prossimità caratterizzati da adeguato numero di cassonetti tematici. I recenti risultati incoraggianti consigliano di mantenere tale dinamica anche durante il corso di attuazione delle azioni di variante previste

X Il piano dovrà essere strutturato in modo tale da individuare le persone responsabili dell’attuazione del monitoraggio e della redazione dei report, i tempi, le modalità di attuazione e le misure correttive per ogni azione di piano interessata dal monitoraggio stesso,. Il piano di monitoraggio dovrà essere altresì corredato da un quadro economico attestante le risorse economico-finanziarie necessarie alla sua realizzazione nonchè la disponibilità delle stesse X Il Capitolo 5 del presente documento individua la struttura del piano di monitoraggio secondo quanto previsto dalla vigente normativa. Per quanto riguarda la definizione delle spese di gestione del programma di monitoraggio ambientale se ne rimanda invece la relativa ratifica al momento di individuazione della commissione di valutazione. Si tiene in ogni caso a specificare che l’AP detiene le capacità economiche per attuare tale tipo di programma ed intende affidare le attività di raccolta dati attraverso regolari procedure di gara al fine di ottenere le offerte economicamente e tecnicamente più vantaggiose e giungere a soluzioni gestionali ottimizzate e valorizzate in maniera opportuna per la sostenibilità dell’investimento in rapporto anche alla base tecnica che forniranno gli stessi uffici tecnici comunali.

Si allegano inoltre di seguito i contributi dei SCA in fase di Scoping al fine di costituire un unico ed esaustivo documento di valutazione.

Su incarico del Comune di Arlena di Castro (VT), lì 11_2017

Redazione

Ing. Alvaro Baffo Arch. Giorgio Pierini