NUMERO 272 News: Ducati 959 Panigale Special Edition UK, Spirit Motorcycle GP Sport R, Bajaj Dominar 400, 20 dicembre 2016 Special Speed Junkies | M. Clarke: Husqvarna e gli anni mitici del Cross | Presentato il Team Moto3 N.65 PAGINE di Max Biaggi | Campioni: Michele Rinaldi, 25 anni con Yamaha | MX: La rivincita del 2 Tempi

DUCATI MULTISTRADA 950 Pagine 2-15

PROVA: BENELLI BN251 SUPERPRESTIGIO 2016, NICO CEREGHINI: Piccola, agile e leggerissima. Stiamo TRIONFA MARQUEZ "STORICHE: LE PRIME CINQUE" parlando della naked Benelli, la BN251. Marquez vince anche l'edizione 2016 del Quando apro la sezione “Epoca” comincio Qualche difetto c'è, ma il prezzo è davvero Superprestigio, la gara di dirt track disputata a sognare. Le vecchie moto che mi fanno interessante a Barcellona sospirare sono tante DUCATI MULTISTRADA 950 Moto.it Magazine N. 272 Prove DUCATI MULTISTRADA 950 ECCOLA FINALMENTE di Andrea Perfetti

ERA LA MULTI CHE MANCAVA: UNA VERSIONE D'ACCESSO TUTT'ALTRO CHE POVERA PER PRESIDIARE IL SEGMENTO 1000. HA 113 CV, IL CERCHIO ANTERIORE DA 19 E COSTA 13.690 EURO. VI RACCONTIAMO COME VA

Finalmente l'abbiamo pro- vata. Non temiamo di es- sere smentiti, se definiamo la Multistrada 950 come la Ducati più richiesta degli ultimi anni. L'avete sanci- toF anche voi nei numerosi commenti che invocavano una Multistrada più accessibile per prezzo e potenza. E ora è qui, oggetto della nostra prova. Vi diciamo subito che la Multistrada 950 è la entry level della famiglia Multi, ma non è certo una moto - tanto per restare ai ter- mini anglosassoni - low cost. Anzi. E' più semplicemente la proposta Du- cati nel segmento sempre più frequentato delle endurone mille. Moto complete e sicuramente prestaziona- li, che rinunciano a una bella dose di ca- valli rispetto alle over 1200, ma si rivelano anche meno costose e meno impegnative nella guida di tutti i giorni. La Multistrada 950 dovrà quindi vedersela con una bella schiera di rivali, quali la nuo- va KTM 1090 Adventure (125 cv), la Hon-

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da Africa Twin (95 cv), la Suzuki V-Strom (100 cv) e la Triumph Tiger 800 (95 cv). La Ducati Multistrada 950 è spinta dall’ultima evoluzione del Testastretta 11° da 937cc già visto sulla famiglia Hyper e dispone di una potenza di 113 cv, che la pone quindi tra le 1000 più dotate in quanto a prestazioni.

MOTORE E TELAIO Il bicilindrico Ducati offre 113 CV a 9.000 giri e una coppia massima di 96,2Nm a 7.750 giri. Più leggera rispetto alla Multi- strada 1200 (214 kg che diventano 224 col 90% del pieno, pari a 20 litri), la Multistra- da eroga l'80% della coppia a partire dai 3.500 giri e su fino a 9.500 giri. Gli inge- gneri non hanno ritenuto necessario l'im- piego della fasatura variabile DVT, perché i pistoni più piccoli della 950 comportano una superiore regolarità ai bassi regimi. Sono presenti i classici quattro riding mode (Sport, Touring, Urban ed Enduro) che re- golano la risposta del motore e l'intervento dell'ABS (su 3 livelli) e del controllo di tra- zione (su 8 livelli). I primi due mode danno la piena potenza di 113 cv, mentre Urban

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ed Enduro rendono disponibili 75 cv. nero al pari dello scarico. Il telaio è uguale a quello della famiglia La Multi 950 è equipaggiata con le Pirel- Multistrada. La ruota da 19" comporta - li Scorpion Trail nelle misure 120/70-19” come per la Enduro - un cannotto di sterzo e 170/60-17”, ma sul libretto sono anche più aperto di un grado (sono 25,2) rispet- riportati i codici di velocità inferiori, che to alla 1200. La Multi dispone di inediti consentono l'impiego delle tassellate Pirelli cerchi a razze in lega (con l'anteriore da Scorpion Rally. L’impianto frenante Brembo 19”), mentre l'escursione per le ruote è di propone le pinze monoblocco M4-32 a 4 170mm sia per forcella (Kayaba regolabile pistoncini che azzannano un doppio disco da 48mm) che per il mono (Sachs anch’es- da 320 mm e un’unità singola da 265 mm, so completamente regolabile). Ritroviamo proponendo quindi una dotazione simile a anche lo stesso forcellone bibraccio in allu- quella delle altre Multi. Manca in questo minio della Enduro, ma qui è verniciato in caso la piattaforma inerziale e, di conse-

guenza, il cornering ABS. I più attenti avranno anche scorto il cavo che comanda la frizione, ben visibile sul lato destro. E' infatti stato preferito alla frizio- ne con comando idraulico. A peggiorare è il risultato estetico, più che la funzionalità (basti pensare che la maggior parte delle moto mille supersportive impiega ancora oggi comandi a cavo). Il cambio dispone di sei rapporti e i dischi della frizione sono in bagno d'olio. Le sovrastrutture possono contare sul ple- xiglass regolabile manualmente in altezza e sul cruscotto LCD invece che TFT come sulla 1200 (non S). La parte posteriore è indenti- ca a quella della Enduro, che offre una dop- pia sella molto grande e un codino che si presta a ospitare sia le borse di plastica che quelle Touratech in alluminio. Sono nuovi i blocchetti elettrici, che ora ritroviamo anche sulla Monster 1200 e sulla Supersport. Gli specchi sono presi pari pari dalla ammiraglia Enduro. A livello di carrozzeria troviamo poi

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i nuovi fianchetti davanti alla sella del pilota. (ma non chiedeteci perché costi di più, è La sella è posta a soli 840 mm, ma in alter- un mistero anche per noi). nativa la moto può essere ordinata con selle da 820 o 860 mm. La Multistrada 950 è di- LA PROVA SU STRADA sponibile in due colorazioni: Rosso Ducati e Più di mille parole, crediamo sia il video (in Star White Silk, entrambe con telaio e cerchi apertura della prova, sopra) a meglio rac- grigio opaco. Quattro i pacchetti accessori contare le sensazioni che regala la nuova proposti: il Touring Pack che propone le va- Multi 950. Chiamarla piccola - dopo averla ligie laterali e il cavalletto centrale, lo Sport provata per bene - non ci passa manco per Pack aggiunge lo scarico omologato Ducati l'anticamera del cervello. La Multistrada da Performance by Termignoni, i tappi del te- 113 cavalli è un nuova proposta all'inter- laio e il tappo del serbatoio della pompa del no della famiglia di crossover: costa sicu- freno anteriore in alluminio ricavati dal pie- ramente un po' meno delle 1200, ma ha no. L’Urban Pack comprende top case, bor- dalla sua una maggiore versatilità. Resta sa da serbatoio con tank lock e presa USB; un prodotto premium (quasi 14.000 non infine l’Enduro Pack comprende le barre di la definiscono certo una moto per tutti), protezione del motore, la protezione del ra- con un serie di caratteristiche che la dif- diatore e il paracoppa in alluminio, la base ferenziano dalla Multistrada 1200 e dalla del cavalletto laterale larga e le pedane del Multistrada Enduro. Rispetto alla prima è pilota maggiorate oltre ai faretti supplemen- più semplice nella guida grazie al motore tari a LED. La Multi 950 rossa costa 13.690 meno esplosivo e alla ruota anteriore da euro, mentre la bianca arriva a 13.890 euro 19", che la rende più rotonda nello scende-

re in piega. Rispetto alla seconda, pesa parecchio di meno ed è molto più bassa e quindi semplice ad esempio in città o a bassa andatura. In sella sia il pilota che il passeggero trovano un'ottima sistemazione. Non ci sono vibrazioni e il motore scalda vera- mente poco. Al secondo è dedicata una sella comoda con due maniglie enormi. La protezione dall'aria, garantita dal pa- rabrezza regolabile, è buona sino a circa 150 km/h. La sella standard è adatta ai piloti fino al metro e ottanta. Sopra

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Passiamo ora alla guida. ma la modulabilità del comando anteriore E qui sorge un bel dilemma, perché la nuo- è migliorabile, perché c'è un po' di corsa va 950 si candida a moto più equilibrata a vuoto della leva, che concentra l'azione della famiglia Multistrada. La leggerezza frenante nell'ultima parte. complessiva (pesa 227 kg col pieno) e la Sono invece ottime la resistenza e la co- ruota anteriore da 19" la rendono estre- stanza di funzionamento. Il consumo medio mamente facile tra le curve e per questo del nostro test è stato pari a 16 km/l, un anche tremendamente efficace. E' lesta dato positivo perché ottenuto sfruttando come una serpe nei cambi di direzione e spesso a fondo le prestazioni della moto, in gode dell'ottimo grip offerto dalla Pirel- particolare con le marce basse. li Scorpion Trail 2. Ci sono piaciute anche le sospensioni. La forcella Kayaba lamenta PREGI un po' di beccheggio, quando ci si appen- Prestazioni del motore | Ciclistica efficace de senza ritegno al freno anteriore, ma nel e intuitiva | Confort complesso è scorrevole e ben tarata, come pure il mono Sachs. DIFETTI La frenata Brembo invece questa volta non Cambio a volte impreciso in scalata | Ri- ci ha fatto impazzire. C'è tanta potenza, sposta del freno anteriore

questa misura consigliamo la sella da 860 esaltante che darà parecchie soddisfazioni mm, che lascia le gambe meno piegate. anche ai motociclisti più sportivi. Le finiture sono complessivamente buone. La mappa Touring smorza un po' la rispo- Avremmo preferito la frizione a comando sta al richiamo del gas e, tra le curve, le idraulico presente sulle 1200 rispetto a abbiamo preferito la Sport. In basso il bici- quella a cavo. Bisogna però dire che sol- lindrico ha una discreta regolarità di marcia tanto lo stacco è appena meno preciso, a partire dai 2.500 giri. I pistoni più piccoli, mentre lo sforzo alla leva è davvero ridotto. rispetto alla 1200, non hanno reso neces- La strumentazione è identica a quella della saria la fasatura variabile DVT. Multistrada 1200 ed è fornita di tutte le Fino a circa 4.000 giri ci sono motori mille info necessarie, della marcia inserita e del- con una schiena maggiore, ma da questo la benzina presente nel serbatoio. I nuovi regime in poi la Multistrada sfodera un'ac- blocchetti elettrici sono belli e molto fun- celerazione che fa sentire nel polso destro zionali, un vero esempio per altre Case che tutti i 113 cavalli dichiarati. L'erogazione fa spesso si perdono nei meandri sconosciuti di lei la maxi enduro più gagliarda del seg- degli studi ergonomici. mento mille. Il desmo di 937 cc è la grande sorpresa del Il cambio è ben rapportato (a 100 km/h il nostro test. Vi diciamo subito che non toglie motore è a 4.000 giri; a 130 km/h gira a un grammo alla sportività della Multistrada. 5.300 giri) e ha innesti leggeri a salire e un Manca la potenza esplosiva e talvolta im- po' imprecisi in scalata se non si dà un bel barazzante delle 1200, ma dai 4.000 giri colpo di gas alla vecchia maniera. In questo in su e fino a quasi 10.000 c'è una risposta la 1200 ha un funzionamento migliore.

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DUCATI MULTISTRADA 950 13.690 EURO ABBIGLIAMENTO PESO A SECCO 214 Kg Abbiamo usato CILINDRATA 937 cc Casco Acerbis TEMPI 4 Maschera Scott Prospect CILINDRI 2 Giacca Dainese D-Explorer RAFFREDDAMENTO a liquido Pantalone Dainese D-Explorer AVVIAMENTO elettrico Guanti Dainese ALIMENTAZIONE iniezione Stivali Dainese Carroarmato FRIZIONE multidisco POTENZA 113 cv - 83 kw - 9.000 giri/min MAGGIORI INFO COPPIA 10 kgm - 96 nm - 7.750 giri/min Luogo: Fuerteventura (Spagna) EMISSIONI Euro 4 Meteo: sole, 21° CAPACITÀ SERBATOIO 20 Lt Terreno: strade statali di montagna ABS Sì PNEUMATICO ANTERIORE 120/70 19'' FOTO DI MILAGRO (Gigi Soldano, PNEUMATICO POSTERIORE 170/60 17'' Thomas Maccabelli, Tino Martino)

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BENELLI BN251 di Cristina Bacchetti

PICCOLA, AGILE E LEGGERISSIMA. STIAMO PARLANDO DELLA NAKED BENELLI, LA BN251. QUALCHE DIFETTO C'È, MA IL PREZZO È DAVVERO INTERESSANTE

In quel di Pesaro si lavora tavamo sinceramente perfezione da questa duro per rinvigorire la gam- Benelli, soprattutto in termini di finiture. Ma ma, con moto che si rivol- ci siamo dovuti ricredere non appena l'ab- gono a motociclisti di tutte biamo vista lì appoggiata sul cavalletto, con le età, ed è per i più gio- una linea aggressiva degna delle naked jap, vani che è pensata questa corta e caricata sull'anteriore, e con addirit- BN251,I per i motociclisti in erba che vogliono tura delle belle Metzeler M5 Sportec Interact qualcosa di differente dalle solite giapponesi. (110/70 - 150/60) calzate ai cerchi in lega di Moto con un cuore italiano anche se prodot- alluminio da 17". te in Cina, dalla Casa Madre che si occupa Spicca il telaio in tubi d'acciaio, perché dipin- comunque solo di Benelli. Sottolineamo que- to di un bel rosso vivo, dal quale fa capolino sto per non sentire i soliti commenti anti-Ci- il piccolo monocilindrico da 250 cc. na: non ci stanchiamo di dire che i prodotti Bello il faro anteriore, le frecce a LED, la li- sono sempre comunque costruiti con qualità nea del serbatoio, il codino che guarda in su. e supervisione in questo caso italiana, ma Lascia solo un po' a desiderare la parte del lo stesso discorso vale per le giapponesi, le manubrio, perché molto molto semplice per americane e così via. quanto riguarda blocchetti, strumentazione, E per provare questa brand new BN251 sia- passaggi dei cavi un po' troppo in vista. Det- mo andati proprio a casa sua, tra Emilia e tagli che forse un giovanissimo che sale in Marche (anche sulla famosa e bellissima pa- sella alla sua prima moto - si guida con pa- noramica di Pesaro) oltre che in città, e in tente A2 - nemmeno noterà. brevi tratti extraurbani veloci. E siccome peso e dimensioni sono senza Ve la raccontiamo in tutte le sue sfumature, dubbio il punto forte di questa 251, diamo un lasciando per ultimo il pregio più grande, il po' di numeri! Partiamo dalla lunghezza di prezzo. soli 2.080 cm per una larghezza agli specchi di 810 cm. Il pilota siede decisamente in bas- DOTAZIONE DI BORDO so: 785 mm da terra, e deve preoccuparsi di Piccola entry-level dal costo di oltre 2.000 manovrare soltanto 143 kg (a secco). euro meno delle concorrenti, non ci aspet- Il serbatoio è degno di una sportiva: 17 litri di

18 19 Prove capienza con 3,5 di riserva. I consumi? Con un pieno di carburante si percorrono tran- quillamente 400 km, fate due conti!

MOTORE, CICLISTICA E SOSPENSIONI Il cuore della BN è un monocilindrico da 249,2 cc, 4 tempi, raffreddato a liquido, che eroga una potenza di 25 cavalli a 9.000 giri e una coppia di 21,5 Nm a 7.000 giri del mo- tore. Pochi? Sì, ma vedremo poi che il peso piuma strizza l'occhio al brio del propulsore. E' ancora Euro 3 ma l'anno prossimo, con l'arrivo dell'ABS, sarà Euro 4. Il cambio è a 6 rapporti, con trasmissione finale a catena. Ad attutire le asperità del terreno troviamo una forcella da 41 mm e un forcellone oscillante con ammortizzatore centrale regolabile nel precarico molla. La frenata è invece affidata ad un disco -an teriore da 280 mm e uno posteriore da 240. Ricordiamo che l'ABS arriverà entro la fine dell'anno. Traduciamo però tutti questi nu- meri in pratica e vediamo come si comporta su strada.

COME VA? Non appena in sella ci accorgiamo in primis dell'ottima abitabilità nonostante le ridotte dimensioni. Si tocca bene coi piedi a terra e la triangolazione manubrio - sella - pedane è ottima. Manubrio largo e basso, sella stretta e serbatoio che si lascia stringere tra le gam- be, pedane alte e arretrate per una posizione quasi sportiva. Anche il passeggero ha la sua bella fettina di sella, con dei bei maniglioni di sicurezza per tenersi.Si va! Giriamo la chiave e subito la BN mette in chiaro una cosa: sono un monoci- lindrico, indi vibro! Ma risulta fastidioso davvero solo dopo molte ore in sella. Anche cambio e frizione sulle prime non si fanno dare del tu: non esatta- mente burrosi, c'è bisogno di qualche chilo- metro per prenderci confidenza e cambiare senza sforzo sulla leva, che non è regolabile, diversamene da quella del freno. Dal propul- sore non ci si può aspettare prestazioni che strappano le braccia, ma fa il suo dovere ai

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bassi soffrendo un po' solo in allungo, sem- strapazzate eccessivamente nella guida nel pre sfoderando un inaspettato ruggito degno misto stretto. della Casa del Leoncino. Anche qui la posizione in sella aiuta: la BN I rapporti corti portano velocemente alla se- invita ad accucciarsi sul suo serbatoio. Buona sta, ma non si sbaglia mai marcia con que- la frenata all'anteriore, dolce e modulabile, sta Benelli: anche in salita, se non si ha la molto meno decisa quella posteriore, dove prontezza di buttar dentro la seconda, ci si bisogna affondare tutta la (lunga) corsa del arrampica comunque che è un piacere. pedale per sentirne l'effetto. Inutile dire che la city è il suo habitat natura- Da sottolineare come le moto in prova aves- le, dove gironzola tra le auto come una bici sero davvero pochi chilometri, dunque con il da corsa. Ma come si comporta fuori città? giusto margine di miglioramento per i freni La portiamo sulla goduriosissima panorami- che vanno ancora rodati per dare il meglio. ca di Pesaro, dove tutt'ora si allena il nostro Valentino proprio dietro casa sua, a Tavullia. PROMOSSA O RIMANDATA? Trattasi di una strada spettacolare, a picco sul La piccola Benelli, chilometro dopo chilo- mare, dove un rettilineo non lo si vede ne- mentro, ci ha convinti! anche col binocolo e le curve si susseguono E' una moto valida, perfetta per iniziare, con veloci con ampi tornanti infiniti. una bella linea e tutto quel che serve per Ebbene sì, con la BN ci si diverte alla grande, spostarsi in città. Ma il suo punto forte è di la sua leggerezza la rende agile tra le curve sicuro il prezzo, che straccia quello delle con- come un colibrì ma, ma... Attenzione alle correnti e che invoglia a mettersela in ga- sospensioni, molto morbide e confortevo- rage: 2.990 euro (poco più di 3.000 con la li in città, che però non gradiscono essere messa in strada) per portarsela a casa, meno

di uno scooter, ma si ha una moto vera. MAGGIORI INFO Sicuramente il prezzo low aiuterà la BN251 Meteo: sole, 20° a farsi largo nel segmento più agguerrito del Luogo: Pesaro e dintorni momento, quello delle moto guidabili con Terreno: Urbano, collinare patente A2, con tutte le Case che lavorano per accaparrarsi nuovi e giovani clienti. Le colorazioni? Sono le classicissime nero, rosso e bianco. Promossa, in attesa di pro- BENELLI BN 251 2.990 EURO vare la versione euro 4 con ABS, che siamo certi riempirà le piccole lacune di questo pri- PESO A SECCO 143 Kg mo modello. CILINDRATA 249,2 cc TEMPI 4 CILINDRI 1 RAFFREDDAMENTO a liquido AVVIAMENTO elettrico ALIMENTAZIONE iniezione FRIZIONE multidisco POTENZA 25 cv - 19 kw - 9.000 giri/min ABBIGLIAMENTO COPPIA 2 kgm - 22 nm - 7.000 giri/min Casco Suomy EMISSIONI Euro 3 Jeans Alpinestars Stella CAPACITÀ SERBATOIO 17 Lt Giacca Ixon ABS No Scarpe TCX X-Street PNEUMATICO ANTERIORE 110/70-ZR17 Guanti Ixon PNEUMATICO POSTERIORE 150/60 - ZR17

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24 25 Moto.it Magazine N. 272 News SPIRIT MOTORCYCLES GP SPORT R, LA 750 DA 180 CV E 140 KG di Maurizio Gissi

UN NUOVO COSTRUTTORE INGLESE UNISCE LE ESPERIENZE DI T3 RACING E SPIRIT OF THE SEVENTIES. LA SPIRIT MOTORCYCLES PARTE CON UNA MOTO A TRE CILINDRI PROPOSTA IN QUATTRO VERSIONI, CON AL VERTICE LA GP SPORT R

Un nuovo marchio inglese M2-11/M7-11, nome in codice della nuova si getta nell'avventura, e proposta GP Sport. sfida, di diventare un co- Ovvero una nuova super sportiva pron- struttore di moto. to pista, che si sdoppia in variante naked Piccolo magari, ma mol- e che viene offerta in doppia versione. to specializzato in senso Sono la GP Sport (con relativa edizione GP sportivoU e con l'obiettivo di offrire presta- Sport “R”) e la GP Street, che è poi la va- zioni da moto da competizione su mezzi riante naked della Sport, offerta anche in omologati. Qualcosa che riporta alla me- versione GP Street “R”. Ciascun modello è moria il medesimo obiettivo che era stato distinto per dotazione, livelli di potenza e di Bimota e di altri costruttori del recente gestione elettronica. passato, un'idea reinterpretata ricorrendo Il programma di produzione prevede 50 ai mezzi tecnologici odierni e che vuole esemplari per ciascuna delle quattro ver- trovare uno spazio nel mondo delle moto sioni a partire dal 2017, e a sottolineare esclusive e costose. Uno spazio ormai oc- che alla Spirit Motorcycles vogliono fare cupato soltanto da marchi importanti e sul serio si presenteranno nel prossimo capaci di garantire progettazioni accura- campionato nazionale Supersport. te, qualità, affidabilità e assistenza tali da giustificare costi elevati. Motore Triumph gonfiato La nuova arrivata si chiama Spirit Mo- L'esperienza del trofeo, e soprattutto l'im- torcycles, e mette assieme esperienze e portanza di fregiarsi interamente come persone provenienti da T3 Racing e da made in England, hanno spinto per l'uti- Spirit of the Seventies. La prima è una lizzo del motore tre cilindri Triumph 675. società inglese di progettazione motocicli- Che è stato maggiorato fino a raggiungere stica guidata da Tony Scott, nota anche i 750 cc grazie all'allungamento della cor- per aver organizzato dal 2008 al 2014 il sa (passata da 49,6 a 55 mm), mentre non trofeo in pista Triumph Triple Challenge; la è cambiata la misura dell'alesaggio. Fra i seconda è una conosciuta firma di prepa- vari interventi c'è stato anche l'incremen- ratori di special, anch'essa inglese. Le due to del rapporto di compressione, passa- realtà si sono unite nel 2015 nel progetto to da 13,1:1 del 675 standard a 13,5:1 del

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750, e diventato 13,8:1 sulle versioni R. 320 mm e pinze PFM a sei pistoncini, ruo- Alla fine del lavoro la potenza è salita a te Dymag in fibra di carbonio e lega di 156 cv a 14.200 giri per la 750 base (con- alluminio. tro i 126 a 11.900 del Triumph 675 stan- Per il telaio è stata scelta una struttura dard) e a 180 cv per la più spinta “R”. tubolare in acciaio al cromo molibdeno Il pacchetto elettronico, molto completo con diametri e spessori differenziati. In sulla “R”, verte su una unità Motec M130. questo caso la particolarità sta nell'unione Comprende interventi regolabili per con- dei tubi ottenuta per saldobrasatura. Una trollo trazione, anti impennata e slitta- scelta, dicono alla Spirit, motivata dalla mento frizione, sono previsti sensori per il possibilità di determinare meglio la fles- lavoro delle sospensioni e della pressione sione strutturale, e che permette di cam- frenante oltre ai tradizionali parametri di biare più facilmente le parti danneggiate controllo. I dati della telemetria, integrati da una eventuale caduta. Sono previste dal GPS, sono visualizzati sul cruscotto Tft regolazioni per la geometria di sterzo, da 5 pollici. mentre il forcellone bibraccio è in lamiera Una novità è la connessione 4G attraverso di alluminio scatolata. una Sim Vodafone, che permette il dialogo Grazie anche alle sovrastrutture in fibra di con i tecnici di Spirit Motorcycles che sono carbonio il peso è stato molto contenuto: quindi in grado di vedere e modificare in sono dichiarati appena 145 kg a vuoto per tempo reale i parametri d'uso - se richie- la GP Sport, e solo 140 kg per la versio- sto – per adattarsi a specifiche condizioni ne “R”. Il peso di una Moto2 è di 135 kg, e circuiti. Una chicca offerta con il sovrap- ma in questo caso ci sono anche motorino prezzo di 10.000 sterline. d'avviamento, fari, eccetera. Infine, i prezzi. La GP Sport è in vendita a Telaio tradizionale e leggerezza 44.999 sterline (circa 58.500 euro), la GP La ciclistica della GP Sport R verte su so- Sport R a 69.999 sterline, ovvero 91.000 spensioni K-Tech con specifiche da cate- euro. I prezzi della variante naked non goria Moto2, freni con dischi anteriori da sono ancora stati annunciati.

28 29 Moto.it Magazine N. 272 News DUCATI 959 PANIGALE SPECIAL EDITION UNA SERIE SPECIALE DELLA 959 PANIGALE È STATA ALLESTITA DALL'IMPORTATORE BRITANNICO DUCATI. VIA IL VOLUMINOSO IMPIANTO DI SCARICO E AGGIUNTI PARTICOLARI DEL CATALOGO DUCATI PERFORMANCE

Ducati UK ha deciso di al- lestire una serie limitata di 25 esemplari della 959 Panigale. Con un soprap- prezzo di 2.600 sterline (poco più di tremila euro) siD ottiene un pacchetto di accessori del ca- talogo Ducati Performance dal valore deci- samente più alto. Cambia in primo luogo il voluminoso finale dell'impianto di scarico per montare un corto e più sportivo Akra- povic sottocarena come accadeva per le versioni pre Euro4. Viene sostituita la pancia della carenatura e sono montati alcuni accessori in lega di alluminio lavorata dal pieno e in fibra di carbonio. Fra questi ci sono le leve racing al manu- brio, il paraleva del freno e il tappo del serbatoio. Il secondo step di allestimento prevede appunto alcune parti in fibra di carbonio come la copertura del blocchet- to di accensione, il parafango posteriore, il coperchio pignone, il copricatena, i pa- ratacchi e il coprisella. Infine il plexiglass del cupolino è quello da gara, più protet- tivo. Un'incisione sulla piastra superiore di sterzo riporta la dicitura Special Edition e il numero progressivo della serie.

30 31 Moto.it Magazine N. 272 News BAJAJ DOMINAR 400: OBIETTIVO EUROPA di Maurizio Gissi

E' STATA PRESENTATA IN INDIA LA DOMINAR 400, UNA NAKED COSTRUITA PER IL MERCATO LOCALE MA PROGETTATA ANCHE PER QUELLI PIÙ RICCHI. BAJAJ GIÀ PRODUCE IN INDIA LE KTM RC E DUKE FINO A 390 CC

Con la ragguardevole cifra attualmente l'Africa (per il 43%), il sud est 12,9 milioni di due ruote asiatico (31%) e l'America Latina (20%). a motore vendute nell'ul- Bajaj Auto, com'è noto, controlla circa il timo anno, l'India rappre- 48% di KTM, e per la marca austriaca pro- senta un mercato gigan- duce negli stabilimenti indiani le Duke e le tesco in termini di volumi. RC , quelle che vanno dai 125 ai 390 cc, E'C composta da moto di cilindrata medio per le vendite in tutto il mondo. piccola, come del resto nella maggior par- Questa sinergia industriale è naturalmen- te dei mercati emergenti, ma la qualità te utile anche a Bajaj, e di riflesso all'in- dei modelli made in India sta crescendo dustria della componentistica locale. Co- rapidamente, mentre la competitività in- struttori e fornitori sono infatti impegnati dustriale ha convinto importanti aziende ad aumentare il livello qualitativo dei nuo- occidentali, oltre che giapponesi, a delo- vi modelli se vogliono conquistare i più calizzare parte della produzione grazie ad esigenti clienti occidentali. accordi industriali, oppure facendolo di- Con la Dominar 400 presentata di recente rettamente. in India Bajaj punta a un salto di qualità, Bajaj Auto che produce per il 97% moto, perché la nuova moto non soltanto è la più nonostante il nome, e tre ruote – di cui grande come cilindrata fra quelle prodotte è leader - è una delle maggiori realtà del dalla casa, ma si segnala anche per una Paese. Nell'ano fiscale 2016 ha venduto costruzione più raffinata dello standard e 3,36 milioni di moto, di cui oltre il 40% per la una superiore ricerca stilistica. (1,46 milioni per la precisione) sono state Insomma la nuova 400 è pronta per sbar- piazzate all'estero. care anche in mercati nei quali Bajaj era I mercati di riferimento per l'export sono finora assente. Rajiv Bajaj, managing di-

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rector di Bajaj, nel presentare la nuova KTM 390. Identica struttura e cilindrata di moto ha detto che sarà proprio l'Euro- 373,3 cc (quindi bialbero quattro valvole, pa uno degli obiettivi principali, Turchia iniezione e raffreddamento a liquido), ma compresa, della nuova Dominar che sarà con testata a tripla candela, potenza di- esportata a primavera inoltrata. Poi ini- chiarata in 35 cv a 8.000 giri e coppia zieranno le esportazioni anche in Malesia, massima di 35 Nm a 6.500. Ha cambio a Thailandia e Filippine, per spingersi in Sud sei marce e frizione antisaltellamento. Ci Africa e in America Latina. La produzione sono fari a led e strumentazione digitale. prevista è di 10.000 moto al mese, a cui La ciclistica verte su di un telaio bitrave in se ne aggiungeranno altre 5.000 destina- lamiera scatolata d'acciaio, forcella da 43 te all'export. mm non regolabile, monoammortizzatore Anche la rivale indiana TVS, che costruisce regolabile nel precarico, ruote da 17”, di- la BMW G 310, ha in previsione dei propri sco anteriore da 320 mm e da 230 poste- modelli con motore condiviso, come nel riore con ABS a due canali e pinze ByBre caso della super sportiva Akula presentata come su KTM e Husqvarna di produzione lo scorso febbraio. E la Piaggio, Bajaj ha indiana. Il peso è dichiarato in 182 kg con costruito per decenni le storiche PX con in il pieno. licenza, ha uno stabilimento in India oltre Il prezzo di vendita in India, dove le conse- che in Vietnam. gne inizieranno a gennaio 2017, corrispon- Con un'estetica non innovativa ma ben de a 1.950 euro, contro i 2.800 necessari equilibrata, la Bajaj Dominar monta un per comperare, sempre in India, una KTM motore monocilindrico derivato dall'unità Duke 390.

34 35 Moto.it Magazine N. 272 Special SPEED JUNKIES: IL RITORNO DEGLI ANNI 80 di Edoardo Licciardello

UNA SERIE DI CONCEPT RENDERIZZATI CHE MIXANO SOSTANZA ATTUALE CON LINEE DEL DECENNIO D'ORO DELLE SUPERSPORTIVE GIAPPONESI

Alzi la mano chi, or- decisamente personale prestazioni, effica- mai doppiata la boa de- cia e sicurezza delle moto moderne siano gli "anta", non pensa che tutta un'altra cosa. le sportive che sognava Basta poco - devono aver pensato gli ami- vent'anni fa fossero ben ci di Speed Junkies. E' sufficiente replicare più belle e personali dei l'estetica delle sopracitate leggende sulle modelliA attuali. Certo, generalizzare è meccaniche di quegli anni. Se la FZ 750 sbagliato se non impossibile. Ma un po' su base YZF-R1 che vedete in apertura - la nostalgia canaglia, un po' che l'estre- o la GSX-R prima serie sulla base... ehm, ma specializzazione ha portato ad un (re- della 750 attuale che vedete qui sotto - vi lativo) appiattimento delle forme verso la piacciono, visitate il sito di Speed Junkies massima funzionalità, fatto sta che pur e potrebbero venirvi idee estremamente apprezzando le superbike della generazio- malsane per la realizzazione di qualche ne corrente, quando si parla delle leggen- special probabilmente costosissima (vista de degli anni 80 gli occhi degli appassio- la base) ma da svenimento. nati di mezza età si inumidiscono. O magari, vista la tendenza attuale, qual- I più fortunati e determinati le hanno che designer delle Case moto potrebbe conservate o se le sono rimesse in casa farsi venire un attacco di pigrizia creativa recuperando o restaurando esemplari sul e decidere di usare una piattaforma su- mercato dell'usato. Ma pur con tutta la persportiva (magari della penultima gene- nostalgia del mondo, anche il più luddista razione, andrebbe benissimo) per creare dei conservatori del motociclismo sportivo qualche modello di sicuro successo. Voi è solitamente costretto ad ammettere che che ne pensate? Sacrilegio o meravigliosa nonostante il gusto di guida sia un fattore quadratura del cerchio?

36 37 Moto.it Magazine N. 272 Tecnica e Storia

HUSQVARNA E GLI ANNI MITICI DEL CROSS di Massimo Clarke

OVVERO QUANDO A DOMINARE ERANO I PILOTI SVEDESI E LE LORO SPLENDIDE MOTO A QUATTRO TEMPI, HUSQVARNA IN TESTA

La 500 da cross, che si è imposta nel mondiale del 1959, è stata l’unica moto a quattro tempi costruita nel dopoguerra dalla Monark, casa svedese che è stata attiva nel settore delle due ruote dagli anni Dieci ai primi anni Settanta

Come per i campionati quello della litografia. E infatti le sue mono- mondiali di velocità, anche cilindriche, costruite in numero ridottissimo per quelli di cross c’è stata nell’arco di pochi anni soltanto, si chiama- un’epoca che è entrata nel- vano Lito. la leggenda. La terza azienda era, sul finire degli anni Niente Gilera e MV a quat- Cinquanta, la più importante della Svezia, troC cilindri, niente Guzzi e Mondial bialbero, con una forte produzione di modelli di pic- né Honda plurifrazionate. In questo caso i cola cilindrata. Si trattava della Monark, che marchi mitici sono tre, tutti svedesi, e due si è imposta nel mondiale del 1959, mentre di essi sono usciti di scena ormai da molti la Lito ha vinto nel 1961 e la Husqvarna nel anni. L’unica casa che ancora esiste, anche 1960, '62 e '63. Le moto che hanno otte- se la fabbrica non è più in Scandinavia, è la nuto questi straordinari successi, pilotate da Husqvarna. Delle altre, una non aveva ne- Nilsson, Lundin e Tibblin, avevano assai più anche uno stabilimento per la fabbricazione di un denominatore comune. Erano presso- La vista laterale della Lito, che ha vinto il mondiale nel 1961, consente di osservare chiaramente il nitido delle moto! In effetti la sua attività si svol- ché uguali. Addirittura la Lito era una Mo- disegno del telaio a doppia culla continua geva in un settore completamente diverso, nark riverniciata con altri colori e dotata di

38 39 Moto.it Magazine N. 272 Tecnica e Storia un diverso logo sul serbatoio! In tutte e tre eccellente guidabilità. L’alesaggio di 79 mm il telaio aveva lo stesso disegno e il motore era abbinato a una corsa di 101 mm. era il medesimo, tranne qualche differenza Questo monocilindrico con distribuzione ad di modesta portata. aste e bilancieri e lubrificazione a carter Era un monocilindrico realizzato partendo secco è stato impiegato dalla Monark per dall’Albin, un motore costruito per impiego realizzare le sue moto ufficiali (pare che ne militare negli anni Quaranta, che era nato siano state costruite cinque soltanto) sul fi- da da un progetto della Husqvarna del de- nire degli anni Cinquanta. cennio precedente! A svilupparne una ver- La trasmissione primaria era a catena e il sione destinata al era stato il cambio separato inizialmente era un BSA; tecnico Hedlund, che aveva progettato e in seguito però Hedlund è passato all’AMC costruito un cilindro e una testa in lega leg- (esso pure inglese). Il telaio a doppia culla gera e li aveva montati su un basamento Al- continua aveva un disegno semplice ma al bin. Il risultato era stato un motore stretto e tempo stesso molto lineare. leggero, robusto e con un tiro straordinario In pratica, faceva pensare a un Norton Fea- ai bassi regimi, che conferiva alla moto una therbed in versione da cross.

La Lito è nata direttamente dalla Monark. Le moto ufficiali in effetti differivano solo per la verniciatura e per il logo sul serbatoio! Dietro il motore erano collocate la scatola del filtro aria e il serbatoio dell’olio, realizzati in lega di alluminio

Il peso a secco era di 147 kg e per quanto Tra il 1961 e il 1964 ne ha costruite 35. riguarda la potenza del motore si parlava Pare che almeno alcune di esse, se non di circa 37 cavalli. Queste belle monoci- tutte, avessero misure di alesaggio e corsa lindriche di 500 cm3 sono state costruite differenti da quelle della Monark, ovvero tra il 1958 e il 1960, anno al termine del 82 x 94 mm. quale la Monark si è ritirata dalle gare. A Sten Lundin è stata allora regalata una DALLA MONARK ALLE HUSKY moto, con la quale ha preso parte al mon- Nel 1959 Hedlund si è accordato con la diale dell’anno successivo semplicemente Husqvarna, che voleva entrare nel cross cambiando il colore e le scritte. data la grande popolarità della quale esso Era nata la Lito! Nel frattempo Borne- stava godendo (con benefiche conseguen- bush, che aveva “pilotato” l’ingresso nelle ze sotto l’aspetto commerciale). Dalla col- competizioni di questo nuovo marchio, si laborazione è nata una moto pressoché La Monark era azionata da un monocilindrico a corsa lunga (ben 101 mm, contro i 79 mm dell’alesaggio) svi- luppato dal tecnico Hedlund, che ha montato un gruppo testa-cilindro di nuovo disegno, in lega di alluminio, era accordato per la produzione di un cer- eguale alla Lito e alla Monark! Le diffe- sul basamento di un motore Albin prodotto per impiego militare to numero di “repliche” per i piloti provati. renze erano davvero minime; nel motore

40 41 Moto.it Magazine N. 272 Tecnica e Storia in pratica riguardavano solo il cilindro, che anni questa moto ha conquistato tre tito- aveva l’alettatura lievemente diversa. La li mondiali; inoltre ha consentito a Emilio parte inferiore era la solita Albin e le mi- Ostorero di imporsi in campo italiano per sure di alesaggio e corsa rimanevano 79 quattro stagioni consecutive. La Husqvar- x 101 mm na si è ritirata al termine del 1963. . La forcella era una Norton (ma in segui- I grandi sconfitti nelle stagioni dominate to è stata impiegata anche una Ceriani) e dalle moto scandinave sono stati i costrut- pure la frizione era di questa stessa casa tori inglesi. Inizialmente c’è stata anche la inglese; gli ammortizzatori posteriori era- belga FN, che aveva un motore forse più no di fabbricazione Girling. Il peso a secco potente ma anche meno elastico e gesti- era di soli 140 kg, ossia almeno 20 chili in bile. Ha vinto il mondiale nel 1958 ma poi, meno rispetto alla concorrenza britannica dopo essere stata sonoramente battuta, è (BSA e Matchless). scomparsa dalla scena. Per quanto riguarda la potenza si parlava A lottare contro Le Monark, le Lito e le di appena più di 35 cavalli, con un arco di Husqvarna sono rimaste la BSA con la sua utilizzo particolarmente ampio. In quattro Gold Star e la Matchless con la versione

Il motore aveva i bilancieri montati su perni eccentrici, per la regolazione del gioco delle valvole. A collegarlo al cambio separato provvedeva una catena racchiusa in una cartella posta sul lato sinistro della moto. Si noti la scritta Albin Motor sul basamento

Nel cross la AMC ha opposto alle moto svedesi le sue AJS e (soprattutto) Matchless, dotate di un motore dalle misure caratteristiche pressoché quadre (86 x 85,5 mm

da cross della G 80 (che, aveva misure di alesaggio e corsa pressoché quadre). Entrambe queste moto erano potenti ma anche grosse e pesanti. In seguito la BSA ha sviluppato per impiego crossistico la Victor con cambio in blocco, assai più leg- gera e compatta, che Jeff Smith ha por- tato alla vittoria nel mondiale negli ultimi due anni in cui si sono imposte le moto a quattro tempi, ossia il 1964 e il 1965. Pure la Matchless ha sviluppato attorno alla metà degli anni Sessanta la sua bel- lissima G 85, che forse avrebbe potuto essere vincente, se fosse uscita diverse stagioni prima.

42 43 Moto.it Magazine N. 272 Libri

LIBRI PER MOTOCICLISTI: profondo nell’immaginario collettivo. La V6 pesava tanto e dopo sette ore di “LAVERDA 1000 V6, LA gara fu il giunto a crocera del cardano a cedere; ma era molto veloce: 283 all’ora FORMULA 1 SU DUE RUOTE” sui due chilometri del Mistral, è riportato sul libro, la più veloce del lotto. Fu una di Nico Cereghini moto innovativa e coraggiosa. “Laverda 1000 V6, la formula 1 su due ruote” di JL Olive e Piero Laverda è pub- UNA MOTO MITICA, FORSE IL PROGETTO PIÙ AMBIZIOSO DEGLI ANNI blicato in quattro lingue e si ordina on line, SETTANTA. LA 1000 SEI CILINDRI PROGETTATA DA ALFIERI HA sul sito orangedition.com. Le pagine sono FATTO UNA SOLA GARA MA HA LASCIATO IL SEGNO. 112 e il prezzo è di 50 euro nella versio- E IL NUOVO LIBRO È EMOZIONANTE ne standard, 150 in quella Lusso a tiratura limitata. I proventi servono a finanziare il Team Laverda Corse, che porta in pista la V6 e le altre storiche arancioni nelle prin- cipali manifestazioni e gare d’epoca.

“Laverda 1000 V6, la for- samente: i numerosi soci Laverda non tro- mula 1 su due ruote” è varono un accordo per l’industrializzazio- il titolo suggestivo di un ne, i tempi erano difficili, il marchio entrò nuovo libro, curato dal in crisi e il sogno tramontò. francese Jean-Louis Olive Nel libro -di grande formato e ricco di fo- e da Piero Laverda. tografie inedite, disegni e documenti- si Il Lprimo è un grande appassionato del scopre che il maggiore dei fratelli Laverda, marchio di Breganze, storico, collezionista Massimo, cominciò a pensare alla V6 già e restauratore di splendide moto d’epoca nei primi mesi del ’76, quando la 1000 tre “arancioni” e no; il secondo è stato pro- cilindri per l’Endurance non bastava più; tagonista nell’azienda di famiglia in quei si ripercorrono le tappe del progetto, la magici anni Settanta. ragione delle scelte tecniche, i risultati dei La moto la conoscete almeno di fama: primi test al banco con Luciano Zen e poi partecipò a una sola gara, il Bol d’Or del in pista con Augusto Brettoni, i problemi settembre 1978 al Castellet, nelle mani emersi e le modifiche apportate via via. del sottoscritto e di Carlo Perugini; eppure I test definitivi (e per me l’esordio sulla resta una delle moto più coraggiose rea- sei cilindri urlante) si svolsero nel luglio lizzate dall’industria italiana. ’78 al Mugello. E lì capimmo che il punto Progettata dall’ingegner Giulio Alfieri -fa- debole erano il cardano e la sospensione moso per i suoi grandi motori, dal V6 fino posteriore, ci sarebbe voluta una trasmis- al V12, Lamborghini e soprattutto Mase- sione a catena, ma il tempo mancava e la rati- e presentata al Salone di Milano del realizzazione di una nuova scatola cambio novembre 1977, prefigurava sulla carta fu rinviata a dopo la gara. una nuova prestigiosa linea modulare di Leggere il libro e guardare le fotografie è moto Laverda: 1000 V6 e 700 V4 per sfi- stato emozionante, per me. Ma sono certo dare i Giapponesi. che questo racconto può emozionare tutti Le 24 Ore sarebbero state il migliore dei gli appassionati: è un’avventura tecnolo- lanci commerciali. Purtroppo andò diver- gica e umana che ha lasciato un segno

44 45 Moto.it Magazine N. 272 Viaggi IN VIAGGIO CON CAMILLA: LE ALPI OCCIDENTALI di Camilla Colombo

DUE STATI, NOVE COLLI (PIÙ UN PASSO) E 1.042 KM PERCORSI NELL’ARCO DI POCO PIÙ DI 48 ORE. IL GRAN TOUR DELLE ALPI OCCIDENTALI È UNA DELLE ESPERIENZE CHE OGNI AMANTE DELLE DUE RUOTE DOVREBBE FARE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA. LA SECONDA PARTE

Due Stati, 9 colli (più un verso il centro francese più grande vicino passo) e 1.042 km percorsi al confine italiano: Briançon. Patrimonio nell’arco di poco più di 48 dell’Unesco dal 2008 per le sue fortifica- ore. Il gran tour delle Alpi zioni, questa località merita una visita so- Occidentali è una di quelle prattutto perché racconta con semplicità e esperienze che ogni aman- chiarezza la vita di frontiera tra invasioni, teD delle due ruote dovrebbe fare almeno postazioni militari e tradizioni locali. Per ar- una volta nella vita. Entusiasmante, sugge- rivarci da Saint Veran, si valica uno dei col- stivo, sorprendente, questa lingua d’asfalto li più alti e frequentati dal Tour de France immersa nella natura prende avvio dalle e dal Giro d’Italia di questa zona: l’Izoard, rive del mar Ligure, precisamente a Sanre- 2.361 metri d’altitudine, fu conquistato nel mo, e giunge sino alle pendici del Monte 1949 dalla leggenda Fausto Coppi sia nella Bianco snodandosi tra Italia e Francia in un gara francese sia nella competizione italia- susseguirsi di saliscendi, tra poggi semi de- na. serti, valichi che hanno fatto la storia del Coppi, per ora, rimane l’unico ciclista del- ciclismo agonistico e montagne innevate la storia ad aver compiuto questa impresa. anche d’estate. Il Colle dell’Izoard, oltre a essere un passo Viverlo in poco più di due giorni forse non meraviglioso da percorrere in moto, è fa- gli rende il dovuto merito, eppure la sen- moso per la Casse Deserte, un’area del ver- sazione di appagamento che si prova nel sante meridionale estremamente rocciosa e misurarsi tra Colle dell’Agnello, Colle dell’I- brulla, simile a una landa lunare per colori e zoard, Moncenisio e Colle dell’Iseran è cosa senso di solitudine. rara e quasi indescrivibile. Il manto stradale Da Briançon la salita verso il Colle del Mon- è per lo più buono e in grado di garantire un ginevro, alto solo 1854 metri, scorre veloce divertimento in sicurezza non sempre facile e ci porta in breve nella cosiddetta Via Lat- da trovare. tea, quel meraviglioso comprensorio sciistico che unisce le stazioni dell’Alta Val di Susa, Seconda Parte - 500 km ovvero Oulx, Cesana, Claviere, San Sicario, Il sole ancora freddo ci sveglia presto nel Sauze d'Oulx, Pragelato e Sestriere, con il nostro secondo giorno di viaggio e ci spinge comune francese. Nel 2006 quest’area è

46 47 Moto.it Magazine N. 272 Viaggi stata sede di alcune delle gare di sci dei di tour e rimangono tali anche quando ci Giochi Olimpici Invernali di Torino. Anche se arrampichiamo sulla ripida D1090 che con- attraversata in moto per piacere e non con duce all’Ospizio del Piccolo San Bernardo. occhio critico, la Val di Susa ha scritto in Il più basso tra i colli delle Alpi Nordocciden- tanti angoli delle sue cittadine come anche tali con i suoi 2.188 metri, il Piccolo proprio nei suoi spazi naturali la lotta che da anni gli per la sua scarsa altitudine è stato usato sin abitanti portano avanti contro la costruzione dall’antichità come via di comunicazione della Tav. Infine, se poi volete scoprire il co- tra le valli valdostane e quelle della Savoia mune più occidentale d’Italia e l’ultima fer- francese. mata ferroviaria prima del traforo del Frejus, All’inizio della salita sul versante italiano si concedetevi una piccola deviazione di pochi trova la deliziosa La Thuile, meta frequen- chilometri a Bardonecchia, anch’essa nota tatissima sia d’inverno per il suo compren- località sciistica invernale. sorio sciistico che include anche la Rosière Se devo scegliere un posto in questo tour in Francia sia d’estate per le sue numerose dove posso affermare di aver lasciato il cuo- passeggiate ad alta quota. re, dico di sicuro Moncenisio. La vista sul Monte Bianco, il re delle nevi La Strada Statale 25 è una delizia per tutti i d’Europa, è l’ultimo meraviglioso omaggio sensi ma quando arriva al Colle e si apre su che questa seconda giornata sulle due ruote quel lago dal color azzurro Tiffany la magia ci regala. Il caldo di fine agosto inizia a cat- di trovarsi in un luogo ai limiti della fiaba di- turarci mentre ci lasciamo alle spalle un’e- venta parte integrante della lingua d’asfalto sperienza fatta di più di 1000 chilometri, 9 che collega Susa a Bonneval-Sur- Arc. La colli e posti incantevoli e scivoliamo svoglia- sosta è d’obbligo soprattutto in una giorna- tamente lungo l’A5 direzione casa. ta di sole caldo estivo mentre lasciarsi con- La sensazione è quella di aver visitato luoghi durre nel verde territorio francese è facile e lontani nel tempo e nello spazio perché non piacevole e permette di gustarsi sia la guida intaccati dalla frenesia quotidiana e dallo della Bmw sia il paesaggio circostante. smog di città. Un regalo che ogni motocicli- Classificato come uno dei più bei paesi di sta amante delle curve e dei passi dovrebbe Francia secondo un’associazione omonima concedersi almeno una volta nella vita. nata nel 1982, Bonneval-Sur-Arc è l’ulti- mo comune che si incontra scendendo dal Moncenisio prima di avventurarsi sulle curve stupende dell’Iseran. Qui abbiamo il privile- gio di essere fotografati da un professionista in una rara immagine di noi due in azione sulle due ruote. Parte della Route des Grandes Alpes, questo valico, 2.770 metri d’altitudine, è il più alto passo stradale asfaltato d’Europa. Da Val d’Isère, alle pendici del Col dell’I- seran, fino alla stretta salita per il Piccolo San Bernardo la strada si snoda tranquilla costeggiata per un po’ dal delizioso lago di Chevril dal colore blu intenso. Questi 32 chilometri, privi di curve, permet- tono di godersi il panorama dopo i tornanti entusiasmanti dei colli precedenti. Le mac- chine e le moto sono poche in questo tratto

48 49 Moto.it Magazine N. 272 Editoriale

meno ventimila euro. le monocilindriche piccole e NICO CEREGHINI Quella bicilindrica 600 vor- medie che hanno fatto la mia rei proprio averla nel box, storia) infilerei per forza la potendomela permettere, Kawasaki 500 Mach III, la fu- "STORICHE: LE PRIME CINQUE" per farci qualche rispettoso mosa ma esplosiva tre cilindri giretto la domenica mattina due tempi. E infine le affian- QUANDO APRO LA SEZIONE “EPOCA” COMINCIO A SOGNARE. senza tirare le marce. Non cherei la sibilante sei cilindri LE VECCHIE MOTO CHE MI FANNO SOSPIRARE SONO TANTE, sarebbe sola, nel box ideale Honda CBX 1000, la nuda, al PROVO A METTERLE IN FILA NEL BOX IMMAGINARIO. delle vecchie glorie. Faccio la quinto posto. Questo per me lista delle mie cinque vecchie e forse per qualcun altro del- E ASPETTO LE VOSTRE PRIME CINQUE moto preferite: BMW R69S la mia generazione. al primo posto, dunque, poi E per voi? Sarebbe bello in- BSA Spitfire MK III e la mia dividuare le vecchie moto più amatissima Laverda SFC 750 desiderate tra i nostri lettori del ‘72, a pari merito sul di ogni età. Sono le “maxi- secondo gradino del podio. moto” degli anni Settanta? Ciao a tutti! nice e di sentire la zigrinatura La vedevo, nera con i filetti Davvero non so decidermi: Sono le 125 degli Ottanta Tra le migliaia delle manopole sotto le dita. bianchi oppure bianca “alpen la prima era bellissima però e Novanta? Sono le prime di inserzioni Tra queste moto insomma weiss” con i filetti neri (fatti a guidarla forse mi delude- grosse Enduro o qualche che compaio- sono già in trepidazione, lo a mano!), filare in autostrada rebbe, la seconda era un ma- Vespa? Tanto per sognare no sul sito nel vedete anche voi, ma sono a velocità incredibili e con un gnifico bombardone, pesante ancora un po’, come capita settore "Epo- i modelli famosi a catturar- soffio allo scarico che pareva ma forse eccitante da guida- sempre gironzolando nella ca",C che apro regolarmente mi davvero, sono quelli che quasi irreale. Uno spettacolo, re anche oggi. Al quarto po- sezione Epoca. E auguri di ogni due o tre giorni, ce ne hanno fatto la storia della anche perché i suoi piloti, di sto (prima di arrivare a quel- Buon Natale a tutti voi! sono molte che mi attraggo- moto e che a suo tempo rap- sicuro professionisti abbienti, no, ce ne sono diverse che presentavano l'oggetto dei erano i soli equipaggiati im- mi scaldano, e qualcuna che miei desideri. Sogni, sarebbe peccabilmente: neanche una proprio mi cattura. È bello più corretto dire, e assolu- manica che sbattesse all’aria, passare ogni tanto da quelle tamente irrealizzabili per un i caschi migliori, le giacche parti, e lo raccomando anche ragazzo squattrinato: la BMW Barbour o Belstaff, le pregia- a voi: pur senza cercare qual- R69S e la BSA Spitfire MK III tissime borse Krauser lucide e cosa di particolare, l'immagi- davanti a tutte. nere. Verificavo poi dai listini EPPURE, PUR NON AVENDOLA MAI nazione vola. Mi attraggono La 650 inglese era per me che la R69S costava quasi il molti annunci, come dicevo, bellezza pura, il concetto as- doppio delle concorrenti in- CAVALCATA, NEANCHE DA FERMO SUL e a scaldarmi sono i modelli soluto dell’Estetica, soprat- glesi, perché allora le BMW CAVALLETTO, ERO CONVINTISSIMO che ho avuto tra le mani tanti tutto nella versione USA con erano davvero carissime, anni fa, all'inizio della “car- il piccolo serbatoio bianco e roba per pochi milionari. Ep- CHE LA BMW VALESSE TUTTI QUEI riera”; tipo la Gilera 98 Giu- rosso; perché la versione Eu- pure, pur non avendola mai bileo Extra, il Morini Corsaro ropa era più aggressiva, con cavalcata, neanche da fermo SOLDI FINO ALL’ULTIMA LIRA. 125, la Ducati SS 175, l’Aer- quel gran serbatoio tutto ros- sul cavalletto, ero convintis- POTENZA E IMMAGINE DEL MARCHIO macchi Ala Verde 250. L’ar- so, ma la trovavo meno ele- simo che la tedesca valesse ticolo maschile o femminile, gante. Al contrario, la BMW tutti quei soldi fino all’ultima FIN DA ALLORA? CHISSÀ bisogna precisare, resta sog- RS69S non mi entusiasmava lira. Potenza e immagine del gettivo. Guardo e ingrandisco per le forme, la sua linea mi marchio fin da allora? Chis- le fotografie, e già mi risuo- sembrava austera e troppo sà. Di sicuro non ero il solo na nelle orecchie il canto dei tradizionale, eppure mi ap- a pensarla così, e del resto, loro motori, mi pare quasi di pariva come nessun'altra. per aggiudicarsene un esem- distinguere l'odore della ver- Era l’efficienza fatta moto. plare, anche oggi servono al-

50 51 Moto.it Magazine N. 272 Superbike SBK. ALEX DE ANGELIS CON IL TEAM PEDERCINI NEL 2017 di Carlo Baldi

ACCORDO RAGGIUNTO TRA IL TEAM PEDERCINI E ALEX DE ANGELIS CHE POTREBBE ANCHE ESSERE L’UNICO PILOTA DEL TEAM DI VOLTA MANTOVANA

La griglia del mondiale Su- Ma a che punto è ora la sua riabilitazione perbike 2017 si va sempre fisica? Lo abbiamo contattato telefoni- più delineando. Dopo l’in- camente e questo è quanto ci ha rispo- gaggio di Leandro Mercado sto. «Il braccio va molto meglio – ci ha da parte del team Ioda- confidato Alex, appena sceso dalla moto racing,L restava da comprendere la desti- da cross con la quale si stava allenando nazione di Alex De Angelis, visto che la – Già nel finale della scorsa stagione la squadra di Giampiero Sacchi il prossimo situazione era migliorata, anche perché anno schiererà una sola moto, ma ieri il ormai mi ero adattato ad un nuovo stile pilota di San Marino ha trovato un accordo di guida, che riusciva in parte a sopperi- con il team Pedercini e quindi nella pros- re alle carenze del mio braccio. Il tendine sima stagione porterà in pista la Kawasaki del braccio destro inizia a rispondere alle della squadra di Volta Mantovana. sollecitazioni e questo è un ottimo segna- L’obiettivo del team di Lucio Pedercini è le. Ora mi sto allenando molto sia in pa- quello di confermare quella crescita che lestra che con il cross e spero di essere lo scorso anno lo ha portato ad ottenere al meglio per l’inizio del campionato 2017 ottimi risultati, prima con Anthony West e anche perché in Superbike con due gare successivamente con Leon Haslam nell’ul- in due giorni bisogna essere in perfetta timo round di Losail in Qatar. De Angelis forma fisica». da parte sua sta risolvendo in via definitiva i problemi fisici al braccio destro, derivanti E’ stato il tuo primo anno in Superbike. dal pauroso incidente del 2015 in MotoGP Come ti sei trovato nel campionato del- a Suzuka, che hanno pesantemente con- le derivate? «Mi sono trovato molto bene dizionato la sua stagione 2016. con tutti e anche per questo il mio obietti- Una stagione nella quale Alex è comun- vo era quello di restare in questo campio- que riuscito a salire sul secondo gradino nato. Inoltre volevo mettere a frutto l’e- del podio nella gara sotto l’acqua del Lau- sperienza maturata nella stagione appena sitzring, a dimostrazione che senza quel trascorsa perché troppe volte ho dovuto problema al tendine del braccio i suoi ri- cambiare moto e categoria, con tutte le sultati avrebbero potuto essere completa- difficoltà che ne sono conseguite e quindi mente diversi. è arrivato il momento di fermarsi».

52 53 Moto.it Magazine N. 272 Editoriale

Come è nato questo accordo con Peder- cini? «Posso confessarti che siamo stati in contatto durante tutta la stagione, anche se pensavamo che le nostre strade non potessero coincidere, perché Lucio era in trattativa con altri piloti ed io pensavo di restare nel team Iodaracing. Poi le cose sono cambiate ed è stato quasi naturale ritrovarci. Raggiungere un accor- do è stato facile, anche grazie alla stima reciproca che ci lega».

La tua Kawasaki non è ufficiale, ma ha già dimostrato di essere competitiva. «Quella del team Pedercini è una moto vi- cina a quelle ufficiali. Le sospensioni sono Showa come quelle ufficiali, con un tec- nico della casa che ci seguirà in ogni gara ed i nostri motori saranno preparati da chi prepara anche quelli ufficiali. A questo dobbiamo aggiungere la grande passione dei nostri tecnici e la mia grande voglia di dimostrare che posso andare for- te anche in Superbike».

Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti e la speranza è che questo binomio tut- to italiano possa quindi raggiungere dei grandi risultati.

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4t, riuscendo a classificarsi terzo. Nel 2016 ha partecipato al campionato italiano pre BIAGGI PRESENTA IL "MAX Moto3 250 4t concludendo quasi tutte le gare sul podio; arriva primo in due occa- RACING TEAM" sioni e si classifica terzo nella classifica generale. Alessandro del Bianco sale a sei di Carlo Baldi anni sulla sua prima mini moto per esordire poi nel 2006 nel Campionato Italiano Mi- PRESENTATA AD ORTISEI LA SQUADRA DI MAX BIAGGI CHE PARTECIPERÀ nimoto aggiudicandosi il titolo di Campio- AL CIV MOTO3 CON MOTO MAHINDRA E CON I GIOVANI DAVIDE BALDINI ne Europeo Junior A. Dopo un periodo di ED ALESSANDRO DEL BIANCO lontananza forzata dalle gare, nel 2014 Ale torna a gareggiare e si iscrive come wild- card al le gare del CIV Moto3 del Mugello, ottenendo il secondo ed il terzo posto. Nel 2015 partecipa a tutto il CIV Moto3 e chiude settimo. Nel 2016 rinnova la sua Appeso il fatidico “casco al to carente di talenti quanto di sponsor e partecipazione al CIV Moto3 che finisce chiodo” Max Biaggi non po- di team organizzati come quello di Max o all’undicesimo posto. teva certamente stare lon- del suo vecchio avversario Rossi, che come tano dalle piste e da quello sappiamo ha da qualche anno dato vita alla che è sempre stato il suo VR46 Academy. mondo.A Tolta la tuta in pelle ora veste i «Con il Max Racing Team inizia una se- panni di team manager. conda fase della mia vita – ha dichiarato il E’ da alcuni mesi che Biaggi sta lavorando Corsaro- Vivrò il motociclismo in un modo al progetto della sua squadra, che inizierà nuovo, che mi emoziona moltissimo, per- dal CIV Moto3 per poi passare al mondiale ché avrò la possibilità di far correre due della stessa categoria. Come è giusto che piloti giovanissimi nei campionati più im- sia Max vuole iniziare dalla gavetta, per far portanti, prima in quello italiano e poi nel crescere la sua squadra e per crescere lui Mondiale. L’obiettivo, in questo momento stesso, in un ruolo che inizia a conoscere della mia carriera, è dare un vero contribu- solo ora. to alla crescita dei nuovi talenti del moto- Forte del clamore mediatico legato al suo ciclismo italiano». nome e degli storici sponsor che da sempre I due talenti prescelti, che potranno far seguono il Corsaro, è nato il Max Racing affidamento su tutte le evoluzioni tecno- Team che è stato presentato ad Ortisei (Bz) logiche della casa produttrice e sfruttare i in Val Gardena. Biaggi ha stretto un accor- consigli del sei volte campione del mondo, do con Mahindra per utilizzare le moto del sono come detto Davide Baldini e Alessan- produttore indiano del quale sarà anche dro Del Bianco. ambasciatore ufficiale, seguendo nel 2017 Davide Baldini, classe 2003 inizia con le gran parte delle gare del campionato del minimoto, partecipando alle regionali e ad mondo Moto3. alcune gare dei campionati italiani. In se- Da notare come la Mahindra MGP3O sarà guito passa al campionato Metrakit School. 100% made in Italy in quanto sarà pro- Nel 2014 si aggiudica il Campionato Italia- dotta interamente a Besozzo (Varese). Un no Mini GP 50 piazzandosi al primo posto progetto ambizioso come è sempre stato in tutte e sei le gare. il suo ideatore e che non potrà che fare Nel 2015, a 12 anni, con la deroga spe- bene al motociclismo di casa nostra, che ciale della federazione, partecipa alle pre nei confronti di quello spagnolo non è cer- Moto3 125 e debutta nella pre Moto3 250

56 57 Moto.it Magazine N. 272 Campioni

YAMAHA E RINALDI, 25 ANNI DI GRANDE MOTOCROSS di Massimo Zanzani

LA YAMAHA REGALA UNA INDIMENTICABILE GIORNATA AL MANAGER PARMENSE IN OCCASIONE DEI 25 ANNI DI MUTUA COLLABORAZIONE

È stato come, a distanza di ore (1994), Andrea Bartolini (1999), Stefan tanti anni, ritrovare i vecchi Everts (2001-2006), amici di scuola. (2008), e (2015). Un’atmosfera allegra e Una carriera brillante e densa di soddisfa- frizzante per un appun- zioni, iniziata nel ’92 con la notizia scioc- tamentoÈ unico e genuino che Yamaha cante del passaggio di Rinaldi dalla Suzuki Europa ha indetto all’insegna di Michele alla Casa di Iwata, alla quale i responsabili Rinaldi, grande uomo ancora prima che Yamaha Europa Lin Jarvis, Paolo Pavesio team manager di alta levatura, per cele- hanno reso omaggio con un evento me- brare il quarto di secolo che li ha legati in morabile per tutti i numerosi invitati che quest’ultima parte della storia del moto- in passato hanno condiviso bei momenti cross, durante la quale a partire dal 1992 assieme all’imprenditore nonché campio- ha visto il tandem giappo/emiliano aggiu- ne del mondo di motocross (1984, in sella dicarsi ben 11 titoli iridati. alla Suzuki 125). Il ritrovo è stato a Villanova di Castenaso Nelle ore a lui dedicate c’è stato un ri- (BO), nella sede della collezione privata di passo dei bei periodi trascorsi, molti dei Yamaha da competizione più esclusiva al quali toccanti che hanno lasciato spazio a mondo creata quattro anni fa dall’appas- comprensibili momenti di commozione, ad sionato Pierluigi Poggi. iniziare dal ricordo dello scomparso Sch- Un museo contenente decine di moto di mit che fu proprio il primo campione del tutti i tempi da competizione e non, una mondo dell’era Rinaldi/Yamaha. parte della quale è stata dedicata alle Ya- Assente , impegnato nei test maha ufficiali che Rinaldi ha gestito con Suzuki in Giappone, la sala è stata affolla- abile regia con i colori della Casa dei tre ta di piloti, meccanici e addetti al settore diapason affiancato dai fratelli Luca e Carlo che hanno vissuto l’epopea del team Ri- e da una affiatata serie di tecnici che han- naldi, epopea che prosegue coi colori Ya- no accompagnato al successo i campioni maha anche per le prossime due stagioni del mondo Donny Schmit (1992), Bob Mo- agonistiche.

58 59 Moto.it Magazine N. 272 MX DALLA DANIMARCA ARRIVA LA RIVINCITA DEI 2T di Alex Hodgkinson

DOPO ANNI DI DOMINIO DEI MOTORI A 4T, TORNANO ALLA RIBALTA GLI "SFAVORITI" 2T. NEL FRATTEMPO C'È CHI CERCA DI SALVARE LA PROPRIA CARRIERA NEL MXGP, E CHI HA DECISO DI DEDICARSI AL WEC

motori a due tempi, stron- della medaglia è stato un drastico aumento cati sistematicamente negli dei costi di manutenzione per i clienti. Il ultimi 15 anni dai regola- primo passo per rendere lo sport di nuo- menti FIM, sono pronti al vo più accessibile è arrivato con l'introdu- gran rientro in scena dopo zione dei 125cc (casualmente introdotta le crescenti pressioni che anche questa volta dalla lungimiranza dei chiedonoI di modificare i limiti di cilindrata danesi) e quella classe, a livello europeo, delle varie categorie. si è dimostrata un grande successo nella Diverse federazioni nazionali di tutto il scoperta di nuovi talenti per la classe re- mondo hanno iniziato a sperimentare il ri- gina. Lo sviluppo delle quattro tempi nelle torno dei 2T con limiti di cilindrata uno a principali categorie per adulti ha continuato uno rispetto ai 4T, e la federazione danese ad un ritmo tale che, anche a parità di ci- DMU ha fatto un ulteriore passo avanti: in lindrata, i due tempi sono meccanicamente il cui team ha guidato Thomas Kjer Olsen to a Mathias Bellino per il team ufficiale occasione della conferenza annuale del- sottosviluppati, ma il richiamo verso corse al titolo EMX250 in estate, e sarà ospita- Rockstar Husky. Dylan Ferrandis è tornato la scorsa settimana, i delegati della DMU economicamente più convenienti e piace- to nel tendone STC in tutti i turni europei in sella dopo la caduta di fine stagione du- hanno infatti deciso di aprire la categoria voli ha già visto la rapida crescita di una della classe mondiale di MX2. Deve anco- rante il GP di Svizzera; il transalpino farà MX2 sia ai "due" che ai "quattro tempi" fino classe 300 cc. Una parità al più alto livello ra essere trovata una soluzione per i GP il suo debutto all'apertura dello Star Ya- a 250 cc a tutti i livelli, partendo dal rookie è chiaramente il passo successivo, e la Da- d'oltreoceano, ma in STC sono impegnati a maha nella East Coast a Minneapolis, il 18 fino al campionato nazionale. Saranno an- nimarca ha alzato l'asticella proprio verso seguire l'olandese Jaap Corneth in tutto il febbraio prossimo. L'ultimo aggiornamento che accettati i 500 cc a due tempi contro questo traguardo; Il fuoriclasse dell'IceOne campionato mondiale. quindicinale al calendario FIM GP non porta i 450 cc quattro tempi in MX1. Il differen- Husqvarna di Euro 125, Mikkel Haarup, cor- Il team italiano di J-Tech è invece passato alcuna modifica nelle classi principali, ma il ziale tra i limiti di cilindrata in ogni classe rerà probabilmente la prossima estate con da Honda a Suzuki, con l'assistenza del ri- finale WMX è stato spostato dalla Svizzera, (MX1 250 cc a due tempi, 450 cc a quattro un 250 a due tempi nel campionato na- venditore italiano Valenti. In pista, in testa dov'era previsto per il 13 agosto, al GP di tempi; MX2 125 cc a due tempi, 250 cc a zionale danese MX2. L'ex campione mondo al gruppo, ci sarà Ken De Dycker, che si sta Francia a Villars, il 17 settembre. quattro tempi) è stato introdotto all'inizio junior Henry Jacobi, che ha partecipato al riprendendo dalla frattura al femore. I cambiamenti hanno anche interessato il del secolo su richiesta di alcuni produttori GP delle Nazioni per la Germania su una Non essendo riuscito a trovare un posto calendario Euro con una serie di modifiche giapponesi, che incoraggiavano la produ- Sarholz KTM, dopo la separazione con J- nella classe regina, Christophe Charlier è alla classe 300, che correrà a Frauenfeld zione di motori più rispettosi dell'ambiente, Tech Honda, ha messo insieme un pac- l'ultimo di una serie di piloti a doversi adat- all'interno di un programma mozzafiato quindi a quattro tempi; appena dopo lo svi- chetto con Husqvarna Germania per salva- tare ad un cambiamento di rotta durante con tutte le cinque classi principali, mentre luppo dei quali i due tempi sono diventati re la sua carriera in GP. Il 20enne tedesco la propria carriera: il pilota corso parteci- le 150 cc Honda si sono aggiunti al pro- rapidamente poco competitivi. Il rovescio riceverà supporto tecnico da Bodo Schmidt, perà dunque al campionato WEC accan- gramma in Portogallo.

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SUPERPRESTIGIO 2016, TRIONFA MARQUEZ MARQUEZ VINCE ANCHE L'EDIZIONE 2016 DEL SUPERPRESTIGIO, LA GARA DI DIRT TRACK DISPUTATA A BARCELLONA

Marc Marquez ha vinto il campione americano AMA Pro Flat Track Superprestigio 2016, la e vincitore di due edizioni passate. La tradizionale competizione gara del numero 93 Honda, nonostan- di dirt track che ormai da te una botta alla mano destra contro le quattro edizioni si svol- protezioni, è stata brillante a conclusio- ge poco prima di Natale ne di un’edizione dal livello altissimo. Ma Barcellona. Nella Superfinale il pilota Dal canto suo Elias è stato la rivelazione; HRC ha battuto Brad Baker, specialista in sella alla Suzuki, il pilota di Manre- del flat track e il campione del mondo sa ha mantenuto un ritmo elevato nella Moto2 Toni Elias. Per Marquez è la se- prova conclusiva che gli ha così consen- conda vittoria dopo il successo nell'edi- tito di battere Baker. L’americano, ha zione del 2014. però dettato la sua legge nella classe Presenti anche altri piloti del MotoGP. Open Davanti a Gerard Bailo (Suzuki) e La Moto2 è stata rappresentata da Alex Tom Chareyre (TM). Per ‘Diggia’ invece Marquez (Estrella Galicia 0,0), da Xavi non è stato possibile accedere alle prove Vierge (Tech 3 Racing) e da Marcel conclusive me resta comunque l’espe- Schrötter (Dynavolt GP); mentre per la rienza sulla pista sterrata. categoria leggera hanno corso sulla ter- Marc Marquez (Honda): «Una bella vi- ra del Palau Sant Jordi Joan Mir, miglior toria in un’edizione del Superprestigio rookie del 2016 e portacolori Leopard combattuta e dal livello molto alto. Sono Racing e Fabio Di Giannantonio, Gresini molto soddisfatto del risultato. Toni Racing. In pista anche alcuni piloti del (Elias, ndr) è stato un avversario duro WorldSBK. da battere e il suo ritmo mi ha sorpre- Nella Superfinale Marc Marquez ha vin- so molto. Con questa competititività le to davanti ad un sorprendente Elias che cadute sono state molte ma è stato un ha strappato la seconda piazza proprio al bene che nessuno si sia fatto male».

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