Comune di (Roma Capitale RM)

TITOLO: Studio agropedologico e vegetazionale propedeutico alla redazione della variante al Piano Regolatore Generale

(D.G.R. n. 2649 del 18 maggio 1999 “ linee guida e documentazione per l’indagine geologica e per l’indagine vegetazionale”)

DESCRIZIONE:

Relazione tecnica

Tecnico: Committente:

Comune di Nerola Dott. Agr. Marco Cerboni Corso Umberto I Via F. D’Ovidio, 19 - 00137 Roma 00017 Nerola (ROMA) Tel/fax 06.8293354 – cell. 335.1246212 e-mail: [email protected] pec: [email protected] Data: marzo 2016

Aggiornamenti: Aggiornamenti: 18 luglio 2016

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Indice

1.0 Premessa ...... pag 3 2.0 Documentazione elaborata...... pag 4 3.0 Inquadramento territoriale……...... pag 4 La popolazione L’area rurale Struttura fondiaria e caratteristiche delle imprese agricole 4.0 Lineamenti morfologici…...... pag 7 5.0 Inquadramento geologico e pedologico……...... pag 8 Aspetti geologici Aspetti pedologici 6.0 Inquadramento climatico……...... pag 15 I dati meteorologici Il fitoclima 7.0 Inquadramento vegetazionale…...... pag 26 L’azione dell’uomo sullo sviluppo delle fitocenosi I coltivi 8.0 Carta della classificazione agronomica dei terreni...... pag 34 9.0 Carta dell’uso del suolo……...... pag 35 10.0 Vincoli Territoriali …………...... pag 37 11.0 uso potenziale del suolo...... pag 46 12.0 Impatto degli strumenti urbanistici...... pag 47 13.0 riferimenti bibliografici……...... pag 50

ALLEGATI

Cartografia: tav. n° 1 – Carta della classificazione agronomica dei terreni - scala 1:10.000 tav. n° 2 – Carta dell’uso del suolo - scala 1:10.000 tav. n° 3 – Carta dell’uso del suolo e classificazione dei terreni. Dettaglio area ”Acquaviva” scala 1: 4.000 tav. n° 4 – Carta dell’uso del suolo e classificazione dei terreni. Dettaglio area ”Ara la Cesa - Montemanocchio” scala 1: 4.000 tav. n° 5 – Carta dell’uso del suolo e classificazione dei terreni. Dettaglio area ”colle San Pietro” scala 1: 4.000 tav. n° 6 – Carta dell’uso del suolo e classificazione dei terreni. Dettaglio area ”Nerola - Pitirolo” scala 1: 4.000

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Marzo 2016 Dott. Agr. Marco Cerboni

1.0 - Premessa Il Comune di Nerola ha conferito l’incarico con determinazione n°144 del 30 dicembre 2015 al sottoscritto tecnico, Dott. Agr. Marco Cerboni, iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Roma con il n° 1234, di elaborare la presente indagine agropedologica – vegetazionale, propedeutica alla elaborazione della variante al Piano Regolatore Generale, in ottemperanza della Deliberazione della Giunta Regionale del 18 Maggio 1999, n° 2649, “linee guida e documentazione per l’indagine geologica e per l’indagine vegetazionale”. In particolare si tratta di studi preventivi necessari per verificare la congruità tra le previsioni di piano con le condizioni vegetazionali e agricole del territorio.

Il Comune di Nerola presenta una parte rilevante del suo territorio che, da un punto di vista strutturale, è riuscito a mantenere integri i connotati paesaggistici attraverso una sufficiente separazione tra l’area rurale, agricola e boschiva, con quella urbana. In particolare, si tratta di un territorio dove il carattere dell’area agricola e di quella urbana risulta ancora percettibile e non si sono ancora manifestati fenomeni di diffusa e strisciante edilizia come è avvenuto in molti comuni della provincia di Roma. La coltura più diffusa e importante è rappresentata dall’olivo, mentre è ancora riscontrabile, in alcune aree del comune (cfr. Monte lago, collina di Nerola e Monte Elci) vegetazione “naturale” allo stato arboreo rappresentata da roverella (Quercus pubescens Willd.) e leccio (Quercus ilex L.), insieme a vegetazione erbacea e arbustiva di “tipo infestante”, che sembra avere un ruolo di colonizzazione di aree abbandonate dall’attività agricola in quanto marginali per caratteristiche pedologiche, ovvero fisiche (cfr. situazione del versante sud del Monte degli Elci). In particolare la vegetazione che si riscontra risulta povera in generi e notevolmente alterata nel suo sviluppo naturale dall’attività dell’uomo.

Questa indagine andrà a evidenziare, da un lato, che attualmente non sussistono all’interno di queste aree, zone a vulnerabilità vegetazionale, dall’altro che la vegetazione “naturale” può giocare un ruolo nella riqualificazione del territorio

3 attraverso la formazione di un collegamento di tipo “vegetazionale” tra le aree urbanizzate e il restante territorio circostante che presenta connotati agricoli.

2.0 - La documentazione elaborata La presente nota tecnica riporta le indagini vegetazionali eseguite sul territorio di Nerola e descrive le caratteristiche del contesto agricolo, evidenziando lo stato attuale e le linee di sviluppo, in coerenza con il dettato delle norme tecniche indicato nella sopra citata delibera regionale n° 2649/1999.

In particolare la finalità di questa nota è quella di evidenziare: 1. La struttura del comparto agricolo e la sua evoluzione negli ultimi anni con riferimento ai dati rilevati dall’ISTAT con l’ultimo censimento dell’Agricoltura (anno di riferimento 2010), confrontati con quelli derivati dai precedenti censimenti; 2. Lo stato attuale di copertura del suolo, utilizzando, così come prescritto, la classificazione “corine land Cover” ed elaborando una carta tematica; 3. Le potenzialità produttive dei suoli, riportate su base cartografica, secondo la classificazione “land Capability classification USDA” in riferimento a dati bibliografici e osservazioni dirette.

I dati riportati scaturiscono dalle indagini svolte sul territorio comunale confrontati e verificati con quanto rilevato in bibliografia.

3.0 - Inquadramento territoriale Nerola è un Comune della provincia di Roma (ora definita come Roma Capitale), posto al confine nord – est con la provincia di Rieti, che si sviluppa al margine nord dei Monti Lucretili. Il territorio comunale si estende per 18,64 kmq, e presenta una popolazione che nel 2014 è stata censita pari a 1.941 persone, con una densità pertanto, pari a

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104,10 persone/kmq, concentrate prevalentemente sull’abitato di Nerola e nella frazione di Acquaviva, lungo la Salaria vecchia.

Posizione geografica del comune di Nerola rispetto all’Italia

La popolazione. Un cenno, comunque molto sintetico, sulla dinamica della popolazione del Comune di Nerola. Tale riferimento, non è dettato da considerazioni accademiche - didattiche ma in quanto consente di definire interessanti implicazioni sulla vocazionalità dei terreni verso la coltivazione o la loro ri-naturalizzazione. In particolare se si osserva il diagramma sotto riportato, si desume facilmente come la popolazione del Comune ha subito una repentina crescita dal 1871, passando da circa 900 abitanti a 1800 abitanti nel 1951 per poi calare fino agli anni 80-90 del secolo scorso, a 1400 abitanti e ricrescere superando i 2000 abitanti attualmente. La crescita della curva demografica tra le due guerre, andamento che accomuna tutti i comuni rurali dell’Italia centrale, ha determinato, non essendoci allora

5 alternative all’attività agricola, la messa a coltura dei terreni marginali, fino ad allora destinati ad un uso non “produttivo”. Infatti, la popolazione per vivere ha incominciato a mettere a coltura terreni “marginali” sia per caratteristiche pedologiche che fisiche che in passato nessuno avrebbe mai pensato di coltivare.

Andamento demografico del Comune di Nerola

Nell’analisi delle potenzialità produttive dei suoli verrà messa in evidenza tale situazione che deve essere collegata alle vicissitudini storiche evidenziate.

L’ area rurale. Si ritiene utile considerando le finalità di questa nota, un breve accenno al risultato di una ricerca pubblicata nel Quaderno di informazione Socioeconomica n° 1 della Regione , dal titolo “le aree rurali del Lazio” dove il prof. Saverio Senni, del Dipartimento di economia agroforestale e dell’ambiente rurale dell’Università della Tuscia fa rientrare la realtà dell’agricoltura del Comune di Nerola nell’agricoltura complementare. Questa tipologia di agricoltura, viene descritta come segue: “L’agricoltura copre in questi territori una considerevole quota della superficie totale e si caratterizza per l’alto rapporto tra imprese agricole e popolazione residente. Considerando inoltre la notevole porzione di popolazione attiva in agricoltura, ricaviamo l’immagine di un’agricoltura fortemente diffusa nel territorio e nel contesto sociale. Tuttavia, guardando all’indice di attività femminile nonché alla

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significativa quota di aziende a prevalente attività extraziendale del conduttore, si capisce come, per molte realtà, all’agricoltura di queste zone sia affidato un ruolo di complementarietà economica, non riuscendo sempre a garantire da sola un reddito sufficiente. Quindi un’agricoltura radicata, ma polverizzata e a carattere residuale, che comunque riesce a conseguire livelli di redditività per unità di superficie e di lavoro non di molto al di sotto della media. Ciò anche grazie al discreto grado di specializzazione in colture permanenti (si pensi che in quest’area è ricompresa buona parte della ) che suppliscono, in termini di produzione di ricchezza, alla limitata dimensione media delle aziende e alla connotazione collinare delle superfici agricole”.

Struttura fondiaria e le caratteristiche delle imprese agricole . Sulla base dei dati pubblicati dall’Istat e relativi all’ultimo censimento generale dell’agricoltura riferito all’anno 2010, confrontati, poi, con i dati relativi al censimento generale dell’agricoltura del 2000, è stato possibile definire la struttura fondiaria, le caratteristiche delle imprese agricole e le linee di sviluppo dell’agricoltura dell’area di Nerola.

La tabella n° 1 evidenzia che il numero di aziende agricole nel Comune risulta pari a 327 aziende (dato 2010) con una contrazione del numero di aziende tra il 2000 – 2010 del 25%. Si ha pertanto una tendenza alla contrazione del numero di aziende. Interessante, anche per le finalità di questa nota, è il dato che acclara la forte contrazione del terreno agricolo che si riduce, nel Comune di Nerola, dal 2000 al 2010 di 433 ha con una diminuzione del 33,37%. Dato che, qualora confermato, è attribuibile all’edificazione e urbanizzazione dell’area.

Tab. n° 1 - Struttura fondiaria nel Comune di Nerola (dati istat, censimenti generali dell’agricoltura) Aziende Aziende Variazioni Variazion SAU SAU Variazioni Variazioni SAT SAT Variazioni Variazioni 2010 2000 assolute i % 2010 2000 assolute % 2010 2000 assolute % 327 435 -108 -24,83 864,9 1.298,01 -433,11 -33,37 930,5 1.487,41 -556,89 -37,44

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Il dato contradditorio rispetto le tendenze nazionali è quello riferito alla riduzione della SAU media delle aziende agricole. In particolare le aziende non solo diminuiscono in numero, ma passano da una superficie media di 2,98 ha nel 2000 a 2,65 ha nel 2010, e quindi diventano più piccole del 11%. Anche questo dato può essere attribuito all’urbanizzazione strisciante di una parte importante del territorio del Comune.

Tab. n°2 - SAU media (dati Istat, censimenti generali dell’agricoltura) SAU SAT SAT SAU media Variazioni Variazioni media media media % % 2010 2000 2010 2000 2,65 2,98 -11,1 2,85 3,42 -16,6

Il Comune di Nerola presenta, dei 865 ettari, 835 ettari investiti a coltivazioni legnose. Si tratta di superfici medie piuttosto limitate, calcolate pari a ha 2,56. In questo caso la superficie media aziendale risulta in leggera crescita nel decennio 2000 – 2010 , passando da 2,34 a 2,56 (cfr tabella n° 3).

Tab. n° 3 – aziende con coltivazioni legnose (dati Istat, censimenti generali dell’agricoltura) Totale coltivazioni legnose agrarie 2010 Totale coltivazioni legnose agrarie 2000 SUPERFICIE SUPERFICIE SUPERFICIE SUPERFICIE AZIENDE INVESTITA MEDIA AZIENDE INVESTITA MEDIA 326 834,73 2,56 434 1.015,18 2,34

Viene confermato dalla tabella n° 4 che la superficie agricola utilizzata di gran parte del territorio comunale risulta coperta da olivi che costituisce la superficie complessiva pari a 757 ha, 87% della superficie agricola. La seconda coltura più diffusa è quella della vite con ha 22, seguita dal ciliegio e quindi dal pesco. I seminativi risultano nel Comune di Nerola, di conseguenza, molto limitati, coprendo una superficie di circa 17 ettari (cfr. tabella n° 5) rappresentati prevalentemente da foraggere che coprono circa 13 ettari. Trascurabili, come ci si

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aspetta considerando le caratteristiche ambientali dell’area, la superficie ad orto pari ad 1 ha nel 2010.

Tab. n° 4 – ripartizione delle colture legnose nel Comune di Nerola nel 2010 (dati Istat, censimenti generali dell’agricoltura)

SUPERFICIE SUPERFICIE colture AZIENDE INVESTITA MEDIA

melo 10 1,45 0,15 pero 7 0,60 0,09 pesco 18 15,16 0,84 albicocco 13 4,98 0,38 ciliegio 42 19,56 0,47 susino 11 5,11 0,46 vite 72 22,04 0,31 olive per olio 321 757,71 2,36

Tab. n° 5 – ripartizione delle colture a seminativi nel 2010 (dati Istat, censimenti generali dell’agricoltura)

SUPERFICIE SUPERFICIE coltura AZIENDE INVESTITA MEDIA

cereali 2 3,50 1,75 ortive 1 0,30 0,30 foraggere 6 12,94 2,16 totale seminativi 2010 8 16,74 2,09 totale seminativi 2000 16 23,79 1,49

La zootecnia risulta nel Comune di Nerola praticamente insignificante, con presenza esclusivamente di pastorizia con tendenza alla diminuzione del numero delle aziende, passate da 9 nel 2000, a 2 nel 2010, e aumento del numero dei

Tab. n° 6 – zootecnica nel Comune di Nerola (dati Istat, censimenti generali dell’agricoltura) Aziende Aziende Numero Numero specie 2010 2000 capi 2010 capi 2000

equini 1 5 16 20 bovini 1 5 7 22 ovini 2 9 752 640 caprini . 3 . 12 suini 1 7 7 11

9 capi da 640 a 752. In conclusione l’olivo rappresenta un punto di forza per l’economia agricola del territorio, sia per la quantità della produzione sia per la qualità della stessa e per la valorizzazione di vaste aree, anche marginali, con suolo poco profondo e mal strutturato, dove l’olivo estrinseca appieno le sue capacità produttive. Questa coltura, infatti, si adatta a condizioni di scarsa disponibilità idrica e nutrizionale, riuscendo a vegetare e produrre anche su terreni molti ricchi di scheletro, dove ogni altra coltura arborea non potrebbe svilupparsi, garantendo comunque un reddito. La presenza dell’olivo soprattutto nelle aree collinari mette in luce il ruolo non secondario che l’olivicoltura svolge per la tutela del paesaggio

4.0 Lineamenti morfologici Il territorio del Comune di Nerola presenta una conformazione irregolare, costituita da una serie di colline che si sviluppano parallele con andamento nord – sud, intervallate da aree caratterizzate da limitata pendenza. Verso la pianura romana, la pendenza dei terreni in genere si riduce. Evidenti fenomeni di desertificazione caratterizzano le pendici del Monte degli Elci, probabilmente imputabili a fenomeni di sfruttamento intensivo dei pascoli e a ripetuti incendi che hanno determinato, insieme alla notevole pendenza del versante, l’asportazione da parte delle acque meteoriche dello strato fertile di terreno vegetale presente. Il risultato attuale è un terreno, con roccia calcarea affiorante, coperto da vegetazione erbacea e arbustiva a carattere mediterraneo.

Nerola sorge a 453 metri di altezza sul livello del mare (riferimento è la casa comunale). Presenta, precisamente, le seguenti coordinate geografiche (sistema decimale): 42,1619 nord; 12,7858 est .

Il Comune si estende a nord fino alla catena del Monte degli Elci, già citata, con la cima a 711 m s.l.m. Il centro abitato di Nerola è separato da questo monte da una vallata dove scorre il fosso Corese che rappresenta il punto più basso del Comune (132 m s.l.m.).

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Marzo 2016 Dott. Agr. Marco Cerboni

A sud il confine naturale comunale è rappresentato dal rilievo di monte Lago (601 m s.l.m.), a est da una vallata che termina nel paese confinante di Scandriglia mentre ad ovest da una piana che si affaccia sulla valle del Tevere. Nel Comune di Nerola è presente una frazione, Acquaviva posta ad una altitudine di circa 250 s.l.m.

Vista prospettica del territorio comunale di Nerola

5.0 – Inquadramento geologico e pedologico Aspetti geologici. L’assetto tettonico dei Monti Lucretili, ricalca, nelle linee generali, i caratteri strutturali dell’intero settore sabino della catena appenninica.

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Marzo 2016 Dott. Agr. Marco Cerboni

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Figura n° 3

Fonte: Università Sapienza Roma (Cosentino – Parotto, 1986)

In particolare tale area si caratterizza per la sovrapposizione di diverse unità tettoniche derivanti dalla deformazione di un dominio paleogeografico di transizione tra il dominio Umbro-Marchiggiano, di mare aperto e quello Laziale – Abruzzese neritico, di piattaforma carbonica (Cosentino – Parotto, 1986). In particolare il territorio del Comune di Nerola si caratterizza a nord, lungo il versante del Monte degli Elci per un complesso litologico stratigrafico principale a maiolica, con intercalazioni di marne e argille sabbiose, di facies salmastra e lacustre, sabbie più o meno cementate, limi e argille con intercalazioni di ghiaie e conglomerati del Pliocene superiore – Pleistocene. Gli autori Cosentino e Parotto, nella figura n° 3 relativa alla dorsale del Monte degli Elci, che rientra in parte nel Comune di Nerola, descrivono geologicamente l’area come caratterizzata in alto da Maiolica (Ma), da Scaglia cinerea (Scc) e calcari granulari (Cg). La parte basale del monte, quella nelle vicinanze del fosso corese si caratterizza per coperture detritiche e sedimenti quaternari, derivanti da depositi alluvionali e lacustri indifferenziati, argillosi, sabbiosi e ghiaiosi.

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Dicembre 2015 Dott. Agr. Marco Cerboni

Aspetti pedologici. I terreni che caratterizzano l’area del Comune di Nerola risentono notevolmente dell’influenza della roccia madre, rappresentata da roccia calcarea, che prende il sopravvento sui fattori esercitati dal clima, in modo che i caratteri pedologici zonali vengono notevolmente attenuati se non annullati. Sono presenti terre rosse formatesi sui calcari compatti dell’Era mesozoica e cenozoica, che presentano numerosi stadi intermedi, attraverso i quali si ricollegano al tipo di terre bruna. Presentano per lo più una struttura argillosa – limosa, un colore marrone – rossiccio e un esiguo spessore. Presentano, inoltre, uno scheletro rappresentato da frammenti grossolani di calcare. L’anidride fosforica è per lo più presente in quantità estremamente scarse, mentre il contenuto di potassio e azoto può essere soggetto a notevoli variazioni.

In particolare nei terreni che si riscontrano lungo i versanti che presentano una accentuata inclinazione, il contenuto di carbonato di calcio si aggira intorno al 10%. Lo spessore del profilo è per lo più di pochi centimetri e i frammenti rocciosi ostacolano le lavorazioni. Questi terreni forniscono magri raccolti con le colture erbacee, mentre consentono un buono sviluppo di quelle arboree, soprattutto dell’olivo. Nei tratti pianeggianti, il suolo risulta maggiormente fornito di carbonato di calcio, più profondo e meno ricco di scheletro grossolano. Contiene inoltre, una discreta quantità di sostanze argilliformi e di elementi nutritivi, i quali però sono per lo più in uno strato scarsamente assimilabile e quindi la capacità produttiva per le colture erbacee è anche qui poco rilevante.

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In sintesi, come verrà meglio successivamente evidenziato descrivendo i criteri di classificazione derivati dalle indicazioni della “land Capability Classification” i terreni che rientrano nell’area del Comune di Nerola risultano notevolmente influenzati dalla pendenza. Laddove le pendenze sono più ridotte, i terreni si presentano profondi, permeabili e di più facile lavorazione per la ridotta presenza di scheletro. La potenzialità produttiva risulta più modesta per i terreni posti a maggiore pendenza, in quanto il franco di coltivazione risulta ridotto e poggiante direttamente sulla roccia madre.

Nella precedente tavola n° 1 sono stati riportati i dati rilevati nella tavola ecopedologica pubblicata nel portale del Ministero dell’Ambiente, che sostanzialmente conferma quanto già indicato. Lungo il fosso Corese, sottostante l’abitato di Nerola, abbiamo materiale alluvionale, mentre il resto del territorio si caratterizza per la presenza di materiale parentale definito da rocce sedimentarie calcaree la cui evoluzione risente del clima mediterraneo, ovvero sub continentale.

Passando a trattare i principali suoli, è opportuno affrontare il discorso in termini di macrozone, cioè della loro distribuzione a seconda della pendenza dei terreni, parametro strettamente correlato allo sviluppo di processi pedogenetici. Dove la pendenza è accentuata, i processi pedogenetici risultano quasi assenti e quindi si rilevano suoli sottili con moderata differenziazione del profilo, con parziale decarbonatazione degli orizzonti superficiali ed accumulo dei carbonati in profondità (Haplic Calcisols). Laddove la pendenza di riduce, la pedogenesi è favorita dalla maggiore stabilità dei versanti. In questa situazione i suoli presentano una moderata differenziazione, risultano più profondi, e presentano con accumulo di sostanza organica in superficie con orizzonte cambico (Calcaric Cambisols). In particolare questi suoli si rinvengono nell’area limitrofa al fosso corese

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6.0 – Inquadramento climatico I dati meteorologici. Il clima assume una grande importanza in quanto influisce sui processi pedogenetici e nel contempo sulla copertura vegetale in termini quantitativi e di assortimento varietale. In un processo di pianificazione territoriale è, infatti, importante, definire il clima e gli aspetti fitoclimatici associati in quanto espressione delle potenzialità produttive dello stesso territorio, sia dal punto di vista agricolo che silvo-pastorale, date le specifiche esigenze idriche e termiche delle diverse specie. E’ stata rilevata nell’area del Comune di Nerola una stazione meteo che, purtroppo monitora i soli parametri pluviometrici. Risulta gestita dalla Regione Lazio – sistema idrografico (cfr. sito “www.idrografico.roma.it/annali). Abbiamo riportato qui di seguito i dati rilevati da questa stazione, elaborandoli su due diverse tabelle: quella relativa ai dati della piovosità e quella afferente ai giorni di pioggia. E’ il caso di evidenziare che i dati meteo necessari per definire le caratteristiche climatiche di un’area sono convenzionalmente riferibili a un intervallo di tempo almeno trentennale. Nella fattispecie sono riferiti a 13 anni e quindi da un punto di vista climatico risultano del tutto indicativi ma costituiscono un punto di confronto con i dati rilevati in altre stazioni meteo vicine.

Tabella n° 1 – Precipitazione rilevate presso la stazione meteo di Nerola Lat. N 42°09'46'' Long. E 12°47'14'' da Monte Mario precipitazione (in mm di pioggia) Stazione Meteo di Nerola (fonte: regione lazio, idrografico Roma) piovosità anno mese media 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen 103,4 64,6 28,4 57,6 80,8 105,8 107,2 98,6 39,2 29 114,2 160,3 63,7 81,0 feb 19,4 156 65 82,4 75,6 37,2 57,6 117,2 37,2 51 111,4 130,2 60,2 77,0 mar 26 88 83,4 57,8 78,6 185,4 117,6 79 119,6 9,6 153 64,8 115,2 90,6 apr 52,8 176 93 59 67 99,2 144,4 98 20,4 115,6 34,8 111,6 69,2 87,8 mag 40,2 122 45,2 34 93,8 160,8 21,2 307,8 68,6 130 66,8 59,2 49,2 92,2 giu 80,8 26,2 58,6 59,8 18,8 58 38,2 58,4 84,8 6,2 60,8 100,8 53,6 54,2 lug 10,8 8,2 0,8 46,8 3,8 28,4 36,8 51,4 59,8 10,6 54,2 139,5 61,9 39,5 ago 32 10,6 110 80,8 7,8 12,2 52 26,8 13 9 24,4 11,1 57,2 34,4 set 26,6 89,6 100 169 33,4 54,2 57,6 7 19,6 119,4 70 90 50,8 68,2 ott 156,8 117 142 3,4 73,4 121 84,4 52,2 81 88 86,4 28,9 132,8 89,8 nov 90,2 104 201 56,6 72,4 150 117 315 18,6 129 203 160,2 35 127,1 dic 30,8 149 176 39 29,8 249 126 130 71 100 43,6 110 0 96,5 totale 669,8 1.111,2 1.103,4 746,2 635,2 1.261,2 960,0 1.341,4 632,8 797,4 1.022,6 1.166,6 748,8 938,2

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Dicembre 2015 Dott. Agr. Marco Cerboni

Tabella n° 2 – Giorni piovosi rilevati presso la stazione meteo di Nerola

giorni piovosi (n°) Stazione meteo di Nerola (fonte: regione lazio, idrografico Roma) giorni anno mese piovosi 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 (media) gen 10 11 6 3 10 10 14 13 7 5 15 12 7 9,5 feb 1 10 9 11 11 5 9 13 6 9 11 15 7 9,0 mar 5 8 11 12 8 15 11 8 11 3 16 6 10 9,5 apr 6 17 7 9 6 12 11 9 5 14 5 9 4 8,8 mag 4 12 5 1 7 12 3 17 9 9 13 8 6 8,2 giu 5 5 4 3 6 8 5 4 7 1 7 11 8 5,7 lug 1 2 0 4 1 3 5 6 5 3 3 13 2 3,7 ago 2 2 8 5 2 2 3 4 1 1 3 1 4 2,9 set 6 5 8 8 2 5 6 2 2 9 7 6 7 5,6 ott 10 10 9 1 7 7 5 9 4 5 9 3 12 7,0 nov 9 9 13 4 8 12 8 18 4 10 15 13 4 9,8 dic 4 14 16 3 6 12 16 9 8 13 4 11 0 8,9 totale 63,0 105,0 96 64,0 74,0 103,0 96,0 112,0 69,0 82,0 108,0 108,0 71,0 88,5

La tabella n° 1 evidenzia una precipitazione media annuale intorno ai 900 mm (media ultimi 13 anni) con un minimo della pioggia nel mese di luglio - agosto e un massimo a novembre, (cfr. diagramma n° 1) in coerenza con i parametri del clima mediterraneo. I giorni di pioggia risultano in media 88 con il minimo ad agosto dove i giorni di pioggia sono in media pari a 2,9.

Diagramma n° 1 – andamento delle precipitazioni

Stazione meteo di Nerola Piovosità media (in mm di pioggia) periodo 2003 - 2005 140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 g f m a m g l a s o n d

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Al fine di definire il clima esistente nel comune di Nerola si è dovuto, quindi, fare riferimento a stazioni meteo vicine che in qualche modo possono sufficientemente rappresentare la realtà climatica dell’area in esame. Se si considera che il Comune di Nerola insiste in un’area che si trova a cavallo tra la piana del Tevere e i monti della Sabina, si sono cercate due stazioni meteo collocate in questi due territori.

Per quanto riguarda la prima area, la stazione meteo più vicina è quella di che dista da Nerola circa 5 km. Questa stazione meteo si trova ad un’altezza di m 214 m slm, mentre Nerola presenta un’altezza di 453 m slm. La rappresentatività dei dati rilevati a Montelibretti appare comunque solo indicativa considerando la differenza di quota e la posizione diversa rispetto alla piana del Tevere.

Tabella n°3 – Precipitazione rilevate presso la stazione meteo di Montelibretti Alt. 214 m s.l.m. - Lat. N 42°08'05'' Long. E 12°44'20'' da Monte Mario precipitazione (in mm di pioggia) Stazione Meteo di Montelibretti piovosità (m 214 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) piovosità media mensile anno media (1) mese 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen 81,8 100 89 40,2 25 87 136 52,4 76,4 90,4 feb 33,8 49 97,4 33,6 58,4 94,8 119 63,2 68,7 81,29 mar 71,8 115,2 58,6 108,2 9,6 124,2 51 104 80,3 81,44 apr 73 96 89 24,4 70,6 32,6 107,6 57 68,8 87,25 mag 150,8 14,4 244,6 51 131,8 58,8 46,4 27 90,6 100,9 giu 115,4 52 39,2 54,6 2,6 89,6 93,8 108,6 69,5 73,68 lug 18,4 72 34,6 62 15,2 41,8 97,2 55,4 49,6 31,71 ago 1,2 34,2 25,4 17,6 9,8 26,4 12,2 70,4 24,7 43,83 set 46,4 76,4 14,4 14,6 115,4 67,2 100,2 nr 62,1 98,84 ott 103 68,8 38,4 69,6 121,2 nr 41,2 130,6 81,8 133,83 nov 147,8 93,4 254,8 19,2 112,6 178,6 166 21,8 124,3 145,94 dic 242,2 110,6 108,4 47,6 83,8 30 98,2 nr 103,0 137,55 totale 1.085,6 882,0 1.093,8 542,6 756,0 831,0 1.068,8 690,4 899,6 1106,7 (1) fonte: Stazione di Montelibretti- dati del trentennio 1955 - 1985 - Fitoclima del Lazio (Carlo Blasi, 1994)

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Tabella n° 4 – Giorni piovosi rilevati presso la stazione meteo di Montelibretti

giorni piovosi (n°) Stazione Meteo di Montelibretti (m 214 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) giorni piovosi anno mese (media) 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen 10 14 12 7 4 14 12 7 10,0 feb 6 10 13 6 9 11 15 7 9,6 mar 14 11 7 11 3 16 7 9 9,8 apr 10 12 8 5 9 4 10 4 7,8 mag 11 3 16 9 9 14 8 6 9,5 giu 6 4 4 8 1 6 12 8 6,1 lug 2 4 3 2 3 5 13 2 4,3 ago 1 3 4 1 1 3 1 5 2,4 set 4 7 2 2 9 6 5 nr 5,0 ott 7 4 7 4 9 nr 3 10 6,3 nov 12 8 18 4 9 14 12 4 10,1 dic 11 16 9 8 12 3 10 nr 9,9 totale 94,0 96,0 103,0 67,0 78,0 96,0 108,0 80,3 90,6

Tabella n° 5 - Temperature rilevate presso la stazione meteo di Montelibretti

Temperatura media mensile (°C) Stazione Meteo di Montelibretti temperatura temperatura (m 214 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) media media mensile anno mensile (1) mese 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen 9,6 8,1 7,2 8,6 8,5 7,9 9,3 8,8 8,5 6,58 feb 9,7 7,9 8,5 9,4 5,8 6,9 11 8,6 8,5 7,44 mar 11,1 11,4 11 11,1 14 10,5 11,7 11,1 11,5 10,11 apr 14,5 15,2 14,5 16 14 15,5 14,6 14,1 14,8 13,26 mag 19,2 21,1 17 19,1 17,5 16,8 17 19,3 18,4 16,94 giu 23 22,5 21,7 23 24,4 21,4 22,3 23 22,7 21,27 lug 25,6 26 26,5 23,5 26,7 25,5 22,8 27,6 25,5 24,2 ago 26,6 27,5 25 26,6 27,8 26,1 24,3 25,6 26,2 23,71 set 20,9 22,9 20,8 23,9 21,5 21,5 21,4 21,7 21,8 21,06 ott 18,4 16,6 16,4 17,2 18,2 nr 18,6 16,6 15,3 16,27 nov 13,2 13,6 12,8 13,2 14 nr 15 13 11,9 11,66 dic 8,7 9,4 8,2 10,2 7,7 9,5 9,9 nr 8,0 8,05 media 16,7 16,9 15,8 16,8 16,7 13,5 16,5 15,8 16,1 15,0 (1) fonte: Stazione di Montelibretti- dati del trentennio 1955 - 1985 - Fitoclima del Lazio (Carlo Blasi, 1994)

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La stazione meteo di Montelibretti presenta dati climatici relativi agli ultimi 8 anni, dal 2008 al 2015, un periodo di tempo palesemente insufficiente per qualsiasi considerazione sul clima dell’area. Per questo motivo è stato riportato a margine una colonna dove sono riportati i dati trentennali (dal 1955 al 1985) riferiti sempre all’area di Montelibretti. In sintesi, i dati riportati ci consentono di evidenziare quanto segue:  negli ultimi anni si osserva una diminuzione delle precipitazioni passate da 1.100 mm nel trentennio 1955 – 1985 a 900 mm nel periodo 2008 – 2015;  Non si osserva una differenza significativa tra quantità della precipitazione riscontrata a Nerola (mm 938,20) e quella rilevata dalla stazione di Montelibretti (mm 899,60);  nello stesso periodo la temperature media sembra essere aumentata di circa 1°C;  l’andamento delle piogge come quello delle temperature mantiene comunque lo schema tipico del clima mediterraneo. Le precipitazioni, infatti, si riducono notevolmente durante il periodo estivo (mm 24.07 nel mese di Agosto), mentre risultano più intense nel periodo autunno- invernale, dove il mese più piovoso è in media rappresentato da dicembre con 124,3 mm. Le temperature, invece, presentano un andamento inverso. Si riducono in inverno - il mese più freddo è dicembre con una temperatura media di 8,0 °C - mentre raggiungono i livelli più elevati durante l’estate, dove il mese più caldo è rappresentato da Luglio con 26,2 °C.  Bilancio termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen. Per il calcolo del bilancio termopluviometrico annuo del territorio di Nerola, può essere adottata l’elaborazione di Bagnouls-Gaussen che mette in relazione la quantità di precipitazioni medie mensili con i valori delle temperature medie mensili. Tale analisi, può essere sintetizzata graficamente mediante un apposito diagramma cartesiano (con due assi delle ordinate posti uno di fronte all’altro) detto “diagramma termopluviometrico di Bagnouls- Gaussen” che riporta in ascissa i vari mesi e sulle ordinate, a sinistra la scala delle temperature e a destra quella delle precipitazioni in scala

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doppia (es.: al segno di graduazione dei 10 °C sull’asse di sx deve corrispondere il segno di graduazione dei 20 mm di pioggia sull’asse di dx; a 20 °C = 40 mm di pioggia, e così via). Tale relazione può quindi essere riassunta dalla formula: T(°C) = 2 P(mm)

Diagramma n° 2 – diagramma termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen Stazione meteo di Montelibretti

Questo andamento inverso di temperatura e precipitazione, comporta fenomeni di siccità in quanto ad elevata evapo-traspirazione potenziale corrisponde una quasi assenza di pioggia. Per quanto riguarda l’area alle pendici dei Monti Sabini, la stazione meteo più vicina è quella di Poggio Mirteto che presenta una altezza di 242 m slm e dista da Nerola circa 14 km. I dati rilevati a Poggio Mirteto sono riferibili ad una successione di 13 anni, dal 2003 al 2015. Comunque notevolmente inferiore ai dati trentennali considerati necessari per determinare il clima di un’area, ma più numerosi di quelli rilevati alla stazione di Montelibretti. Sono stati riportati nelle seguenti tabelle n° 6, 7 e 8 i relativi dati termo- pluviometrici.

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Tabella n°6 – Precipitazione rilevate presso la stazione meteo di Poggio Mirteto Alt. 242 m s.l.m. - Lat. N 42°16'12'' Long. E 12°41'43'' da Monte Mario precipitazione (in mm di pioggia) Stazione Meteo di Poggio Mirteto (m 242 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) piovosità piovosità anno media mensile mese media (1) 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 gen 87,4 65,6 31,6 45,8 49,2 94,4 85,2 122,8 122,8 28,6 115,8 115,8 62 79,0 88,58 feb 13,4 180,2 59,2 90,2 87,4 43,2 62 106,8 106,8 74,6 102,2 102,2 100 86,8 87,04 mar 36 88,8 100,8 79,2 99,4 168,2 86,4 92 92 0 140,2 140,2 128,3 96,3 69,81 apr 75,6 169,2 105 37 26,2 72,4 108,8 93,6 93,6 72,6 44,2 44,2 71,5 78,0 76,88 mag 17,2 122,4 55,2 27,2 53 137,4 31,4 189 189 106,2 73,4 73,4 40,6 85,8 67,07 giu 76,4 36,2 19,2 19,2 29,4 76 90,8 18,2 18,2 6 66,6 66,6 60,8 44,9 59,63 lug 23,8 5,4 3,6 41,4 0 6,4 53,4 39,8 39,8 17,6 81,2 81,2 28 32,4 27,64 ago 59,6 18,6 48,4 45,2 2,2 0,8 23,8 28,2 28,2 4 48,5 48,5 84,8 33,9 50,5 set 29,2 125 132,4 153 13,2 38,6 49,6 79 79 115 70,7 70,7 61,2 78,2 92,35 ott 181,2 91,4 110 5,6 53,2 116 54,8 85,2 85,2 150,4 72,5 72,5 106,6 91,1 107,77 nov 108,6 93,6 194,6 44 47 129,2 93,8 258 258 145,6 243,6 243,6 28,2 145,2 132,33 dic 35,4 187,4 153,2 41 15,2 229,6 135 101,8 101,8 94 34 34 0 89,4 116,54 totale 743,8 1.183,8 1.013,2 628,8 475,4 1.112,2 875,0 1.214,4 1.214,4 814,6 1.092,9 1.092,9 772,0 941,0 976,1 (1) fonte: Stazione di Poggio Mirteto - dati del trentennio 1955 - 1985 - Fitoclima del Lazio (Carlo Blasi, 1994) Tabella n° 7 – Giorni piovosi rilevati presso la stazione meteo di Poggio Mirteto

giorni piovosi (n°) Stazione Meteo di Poggio Mirteto (m 242 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) giorni anno mese piovosi 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 (media) gen 6 10 3 5 10 10 13 12 12 4 11 11 7 8,8 feb 2 10 8 10 14 6 12 14 14 8 11 11 8 9,8 mar 6 8 10 10 9 13 11 10 10 0 15 15 10 9,8 apr 7 16 7 7 5 10 10 9 9 12 5 5 4 8,2 mag 5 11 6 3 4 10 5 18 18 11 14 14 6 9,6 giu 6 5 3 3 4 7 9 3 3 1 5 5 9 4,8 lug 1 1 1 5 0 2 5 4 4 4 7 7 2 3,3 ago 4 3 8 6 0 0 5 4 4 2 4 4 5 3,8 set 4 3 10 9 3 5 7 7 7 10 6 6 5 6,3 ott 10 18 8 2 5 8 4 9 9 10 9 9 11 8,6 nov 8 8 13 6 7 12 9 19 19 12 14 14 4 11,2 dic 5 16 14 4 3 13 16 11 11 13 3 3 0 8,6 totale 64,0 109,0 91 70,0 64,0 96,0 106,0 120,0 120,0 87,0 104,0 104,0 71,0 92,8

Tabella n° 8 - Temperature rilevate presso la stazione meteo di Poggio Mirteto

Temperatura media mensile (°C) Stazione Meteo di Poggio Mirteto (m 242 slm) (fonte: regione lazio, idrografico) temperatura temperatura anno media media mensile mese 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 mensile (1) gen 8,2 6,2 5,8 5,8 8,6 8,4 7,1 6,6 7,7 7,4 7,5 8,7 7,8 7,4 6,38 feb 5,3 8,6 5,4 5,4 10,1 8,7 7,3 8,3 8,7 5,4 7 10,4 8,3 7,6 7,25 mar 11 9,8 10,2 10,2 11,9 10,6 10,5 10,4 10,7 nr 10,7 11,1 10,7 10,7 9,94 apr 13,8 13,3 13 13 16,4 13,9 14,9 14,4 15,8 14,2 15,8 14 14 14,3 13,1 mag 20,7 16,2 19,2 19,2 18,9 18,4 20,2 17,2 19 17,8 17,4 16,7 18,9 18,4 16,76 giu 26 22 22,9 22,9 23 22,5 21,8 21,9 23,1 24,2 21,7 21,6 22,2 22,8 21,09 lug 27,3 24,9 25,4 25,4 25,8 25 25,3 26,4 23,9 26,9 25 22,5 27,2 25,5 24,02 ago 28,5 25,3 23,3 23,3 25,6 26,2 27 25,3 26,3 28,4 25,4 23,6 25,4 25,7 23,53 set 21,3 21 21,3 21,3 20,7 20,6 22,5 20,8 23,8 21,8 21 20,8 21,3 21,4 20,88 ott 14,9 18,7 15,8 15,8 16,7 17,8 16,1 16,1 17,2 17,9 18,1 18 16,5 16,9 16,07 nov 12,7 11,5 11,2 11,2 10,3 12,1 12,3 12,5 12,1 13,5 11,8 14,3 12 12,1 11,47 dic 7,7 9,6 6,7 6,7 6,7 7,6 8,4 7,7 9,4 7,1 8,6 9,3 nr 8,0 7,86 media 16,5 15,6 15,0 15,0 16,2 16,0 16,1 15,6 16,5 15,4 15,8 15,9 15,4 15,8 14,9 (1) fonte: Stazione di Poggio Mirteto - dati del trentennio 1955 - 1985 - Fitoclima del Lazio (Carlo Blasi, 1994)

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Dicembre 2015 Dott. Agr. Marco Cerboni

Anche in questo caso, come già evidenziato per i dati di Montelibretti, è stato riportato a margine delle tabelle una colonna con i dati trentennali (dal 1955 al 1985) riferiti sempre all’area di Poggio Mirteto.

In sintesi, i dati riportati ci consentono di evidenziare quanto segue: • negli ultimi anni, come già evidenziato per Montelibretti, si osserva una diminuzione delle precipitazioni passate da 976,1 mm nel trentennio 1955 – 1985 a 941 mm nel periodo 2003 – 2015. C’è una recente diminuzione delle precipitazioni che appare, comunque, poco significativa;

• Non si osserva una differenza significativa tra quantità della precipitazione riscontrata a Nerola (mm 938,20) e quella rilevata dalla stazione di Montelibretti (mm 899,60) e nella stazione meteo di Poggio Mirteto ( mm 941);

• nello stesso periodo la temperature media sembra essere aumentata di circa 1°C, così come già evidenziato nella stazione di Montelibretti;

• l’andamento delle piogge come quello delle temperature mantiene comunque lo schema tipico del clima mediterraneo. Le precipitazioni, infatti, si riducono notevolmente durante il periodo estivo (mm 32,04 nel mese di luglio), mentre risultano più intense nel periodo autunno-invernale, dove il mese più piovoso è in media rappresentato da dicembre con 145,2 mm. Le temperature, invece, presentano un andamento inverso. Si riducono in inverno - il mese più freddo è gennaio con una temperatura media di 7,4 °C - mentre raggiungono i livelli più elevati durante l’estate, dove il mese più caldo è rappresentato da agosto con 25,7 °C.

 La temperatura media di Poggio Mirteto pari a 15,8 °C appare più bassa rispetto a quella di Montelibretti 16,10 °C.

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Diagramma n° 2 – diagramma termopluviometrico di Bagnouls-Gaussen Stazione meteo di Poggio Mirteto

In sintesi, pertanto, la stazione di Poggio Mirteto risulta più fredda e più piovosa rispetto a quella di Montelibretti che risente maggiormente dell’effetto del clima della campagna romana.

Il Fitoclima. Per la definizione del fitoclima dell’area di studio si è preferito fare riferimento, oltre allo studio del Blasi - come indicato nelle linee guida relative alla Deliberazione della Giunte Regionale del 18 Maggio 1999, n° 2649 - anche al sistema proposto dal Pavari che riteniamo, se pur per certi versi superato, ancora valido per la definizione di zone climatico-forestali.

Il Pavari (1916) per la definizione del fitoclima, fa riferimento ad una serie di parametri e in particolare: alla temperatura media annua, alla temperatura media del mese più caldo e di quello più freddo, alla temperatura media dei massimi e delle minime, alle precipitazioni annue e a quelle riferite al periodo estivo. Elaborando i dati climatici rilevati dalle due stazioni meteo sopra indicate possiamo classificare il clima presente nell’area di studio, appartenente alla zona del lauretum 2° tipo, caratterizzata da siccità estiva, sottozona fredda. Questa zona fitoclimatica si caratterizza per una temperatura media compresa tra i 12°C e i 17°C, temperatura media del mese più freddo superiore ai 3°C e la media dei minimi superiore a -9°C. Tutte le stazioni meteo rientrano in questi parametri climatici.

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Comune di Nerola (RM) Studio agropedologico vegetazionale – Dicembre 2015 Dott. Agr. Marco Cerboni

Il Pavari indica la zona del Lauretum, 2° tipo - sottozona fredda, tipico fitoclima dell’Italia centrale che dalla costa risale fino ad una altitudine di 600-700 m. La flora ascrivibile a questo fitoclima è formata da Quercus ilex L., Quercus petraea Liebl., Quercus suber L. (limite superiore), Laurus nobilis L., Arbutus unedo L., Pinus pinaster Aiton, Pinus pinea L., Cupressus sempervirens L. e con presenza di latifoglie appartenenti al Castanetum quali i generi Acer spp, Fraxinus spp., Tilia spp, Carpinus, Ostrya, Ulmus, Populus, e Quercus pubescens Willd. che sostituiscono completamente la vegetazione delle sempreverdi xerofili nelle valli, nelle pianure più umide e sulle pendici fresche. Per il Pavari la coltura tipica di questa zona è la vite.

La vegetazione descritta dal Pavari è, in effetti, quella rinvenuta nell’area di studio, e pertanto possiamo con tranquillità affermare che ci troviamo nel Lauretum 2° tipo, sottozona fredda, dove il leccio e le altre sclerofille più termofili vengono in particolare condizioni climatiche, sostituite dalle latifoglie della sovrastante zona climatica del Castanetum.

Stralcio della Carta Fitoclimatica del Lazio (C. Blasi, 1994)

Area di studio

Il Blasi (1994), invece con il suo studio relativo alla fitoclimatologia del Lazio divide in effetti, l’area del comune di Nerola in due zone:

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 gran parte del territorio comunale rientra nella regione temperata, termotipo collinare inferiore/superiore, ombrotipo subumido superiore / umido inferiore, regione mesaxerica (sottoregione ipomesaxerica). Questa area è evidenziata con colore rosso nello stralcio sopra riportato. Tale zona fitoclimatica è caratterizzata da precipitazioni annuale comprese tra i 775 e i 1214 mm, precipitazione estiva da 112 a 152 mm, temperatura media annua da 12,4 a 13,8°C e da una temperatura media mensile inferiore a 10°C per 4 - 5 mesi. Si riscontra inoltre, in questa zona, un’aridità da giugno ad agosto e stress da freddo prolungato ma non intenso da ottobre a maggio. La vegetazione forestale prevalente è formata da cerreti, querceti misti e castagneti. Potenzialità per faggeti termofili e lembi di bosco misto con sclerofille e caducifoglie su affioramenti litoidi. La vegetazione forestale prevalente appartiene alla serie del carpino bianco e del tiglio, alla serie del cerro e della rovere, alla serie della roverella e del cerro, alla serie del Leccio (Quercion ilicis), alla serie dell’ontano nero, dei salici e dei pioppi.  la zona a quota altitudinale inferiore verso la valle del Tevere rientra, invece, per il Blasi, nella regione temperata di transizione nel termotipo collinare inferiore / superiore o mesomediterraneo superiore, ombrotipo umido inferiore, regione mesaxerica (sottoregione ipomesaxerica). E’ indicata nello stralcio sopra riportato in colore arancione. Tale area si caratterizzata per i seguenti parametri climatici: precipitazione media annua compresa tra i 954 e i 1166 mm, precipitazione estiva da 103 a 163 mm, temperatura media annuale da 14,2 con temperatura media mensile inferiore ai 10°C per 4 mesi. Si riscontra inoltre un’aridità a luglio e agosto con stress da freddo intenso da ottobre a maggio. Per questa zona fitoclimatica la vegetazione forestale prevalente è rappresentata da querceti a roverella e cerro con elementi della flora mediterranea. Vegetazione a salici, pioppi e ontani.

Sulla base dei dati climatici provenienti dalle stazioni meteo indicate, e di quanto osservato in loco riteniamo più aderente alla realtà la classificazione del Pavari,

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mentre, forse più analitica ma meno rispondente alle finalità pratiche di questo studio, la classificazione fitoclimatica del Blasi. Comunque ambedue le classificazioni indicano che l’area di studio si trova in una zona di transizione tra la vegetazione di sclerofille tipiche della vegetazione mediterranea e quella mesofila delle querce caducifoglie.

7.0 - Inquadramento vegetazionale La vegetazione presente nel territorio del Comune di Nerola risente notevolmente del dislivello altitudinale in quanto fattore che influisce direttamente sia sul clima che sulla tipologia di suolo presente, come in precedenza evidenziato. Considerando le finalità di questo lavoro, si è articolata l’analisi vegetazionale su tre punti consequenziali che consentono di bene evidenziare il rapporto esistente nell’area, tra vegetazione e l’attività dell’uomo:

1. descrizione dei caratteri vegetazionali potenziali dell’area - ovvero quei caratteri “teorici” che la vegetazione avrebbe mantenuto se non fosse intervenuto l’uomo o per dirla in termini più strettamente botanici, definire il climax dell’area; 2. analisi, quindi, di come l’uomo ha alterato lo sviluppo naturale della vegetazione; 3. descrizione, infine, della vegetazione attualmente esistente all’interno dell’area oggetto d’indagine.

Caratteri vegetazionali potenziali. Schematicamente l’area su cui insiste il Comune di Nerola si caratterizza, secondo le osservazioni del Monteluci (annali di botanica, 1976-1977) per due “tipi fitocenotici” che si distinguono anche da un punto di vista fisionomico:

 piano mediterraneo, con garighe e boschi sempreverdi sclerofillici (piano del leccio o dell’olivo di Furrer) fino ad una altitudine di 300 - 500 m slm a seconda dell’esposizione.

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 piano submontaneo o submediterraneo o collinare con boschi di caducifoglie (orizzonte delle querce di Furrer)

E’ evidente che si tratta di una schematizzazione in quanto il leccio, ad esempio, che è una specie riconosciuta tra i botanici come la più significativa per simboleggiare la vegetazione mediterranea sul Tirreno sale fino a 1.200 m slm sulle rupi dei Lucretili, senza considerare che la ginestra (Spartium junceum L.) e il corbezzolo (Arbutus unedo L.) si osservano insieme al leccio sul monte Lago e nelle sue vicinanze ad una quota intorno ai 500 slm.

Oltre allo schema di classificazione precedentemente indicato a “piani o orizzonti altimetrici” può essere introdotto, per rappresentare in termini pragmatici e non accademici e didattici, la classificazione a “cingoli” o fasce già elaborate da Schimid (1949), costituenti serie di vegetazione identificabili sulla base di considerazioni corologiche attuali. Secondo questo schema di rappresentazione della vegetazione, nella fattispecie del territorio in esame, possiamo evidenziare due tipologie di cingolo:  il cingolo di bosco mesofilo misto Q.T.A. (Quercus - Tilia - Acer), secondo l’analisi vegetazionale di tipo biocenotico proposta dallo Schmid (1949), caratterizzato da una sola interruzione dell’attività vegetativa, in inverno, e da sufficienti piogge estive. Il Q.T.A., sigla coniata dallo stesso Schimid utilizzando le iniziali dei generi Quercus, Tilia e Acer che maggiormente caratterizzano questa fascia di vegetazione è rappresentato da un bosco misto di latifoglie. Si doveva sviluppare nella parte più alta delle colline, e presenta una composizione che varia secondo quota ed esposizione. Il Monteluci (annali di botanica, vol. XXXV - VI “lineamenti della vegetazione del Lazio, 1976-77) fa rientrare in questo cingolo le seguenti specie legnose o lianose: Quercus robur L.., Quercus cerris L., Carpinus betulus L., Corylus avellana L., Clematis vitalba L., Pyrus pyraster Burg., Pyrus torminalis Ehrh., Rubus sp., Cornus sanguinea L., Rhamnus cathartica L., Frangula alnus Mill., Euonymus europaeus

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L., Acer campestre L., Acer obtusatum Wald et Kit., Ligustrum vulgare L., Coronilla emerus L., Tilia plathyphyllos Scp., Tilia cordata Mill, ecc.

Tra la vegetazione arborea che rientra nel Q.T.A., assume una particolare importanza per le finalità di questa analisi, soprattutto per la sua valenza paesaggistica, la roverella (Quercus pubescens Willd.) che spesso si rinviene in esemplari isolati e di grandi dimensioni lungo le strade e campi coltivati. Si sottolinea a questo proposito che lo Schimid non includeva questa pianta nel Q.T.A., tanto che ne aveva individuato una sua propria fascia. Riteniamo, comunque, corretto inserirla in questo cingolo facendo nostra l’opinione del Monteluci (1946) che la considera essenza del Q.T.A., almeno per l’area del Lazio.

 Il cingolo Quercus ilex, dove viene inclusa la classica vegetazione “mediterranea” che dal litorale e dalla fascia planiziaria risale lungo la collina retrostante. In questo cingolo rientra il “Quercetum ilicis”, un’associazione - climax botanica ovvero lo stadio finale stabile della naturale evoluzione della vegetazione mediterranea (Fenaroli e Giacomini, 1958). E’ rappresentato dai querceti sempreverdi e più in generale da sclerofille. Ricopriva la base dei colli su cui si sviluppa Nerola, la cosiddetta campagna romana, per poi risalirne le pendici fino ad arrivare al Q.T.A. inoltrandosi talvolta al suo interno laddove trovava zone meno umide, come ad esempio nelle aree dove la roccia è affiorante. In particolare, il Quercetum ilicis doveva ricoprire le pendici delle Colline fino alla quota di 400 m slm, e in alcuni casi, soprattutto nelle aree più siccitose e caratterizzate da uno strato limitato di terreno vegetale, raggiungeva anche i 700 m.

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Il quercetum ilicis, infatti, trova il suo limite altitudinale nelle temperature minime invernali che possono facilmente danneggiare le gemme delle sclerofille appartenenti a questa fascia vegetazionale. Nell’Italia centrale, secondo il Pignatti ( 1976), tale limite deve essere posto intorno ai 700 - 800 m slm. Laddove, comunque, le condizioni climatiche risultano più umide, come nella zona più alta, il Quercetum ilicis perde la sua competitività rispetto al bosco misto caducifoglio, che prende il sopravvento. Questo spiega perché piante appartenenti al Quercetum ilicis si rinvengono nella fascia più calda e asciutta dei Colli. Questa associazione si caratterizza per la presenza di Quercus ilex L., Quercus Suber L, Myrtus communis L., Arbutus unedo L., Viburnus tinus, Laurus nobilis, Daphne laureola, Smilax aspera, Rhamnus alaternus, Cistus salvifolius, Ruscus aculeatus, Asparagus acutifolius, Cytisus triflorius, Tamus communis, Erica arborea, Lonicera implexa, Buxus semprevirens,ecc.

Le piante “guida” che caratterizzano il Quercetum ilicis, secondo le indicazioni della scuola fitosociologica di Montpellier sono il laurotino, il caprifoglio marino e lo smilace.

Rientrano nel Quercetum ilicis tutte le restanti aree oggetto di questa analisi, prima non indicate come appartenenti al Q.T.A. Il Monteluci nel suo articolo “ lineamenti della vegetazione del Lazio” (annali di botanica, 1976 – 1977) cita un lavoro di Negri (1936) con il quale viene evidenziato che le condizioni ambientali riscontrate nell’area mediterranea, tendono a rendere particolarmente competitiva la struttura legnosa. Viene spiegato, infatti, che “in ambienti richiedenti alle piante un riposo invernale prevalgono le specie erbacee, mentre si accentuano le legnose negli ambienti dove non esiste riposo invernale. La discontinuità del rivestimento vegetale è dovuta quasi sempre ad un abbassamento della disponibilità idrica (specialmente

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nei tre mesi estivi) che determina problemi di sviluppo alle piante erbacee, che perciò si diradano, ed è invece più tollerato dalle piante legnose che dispongono di riserve idriche maggiori”.

L’azione dell’uomo sullo sviluppo delle fitocenosi naturali. Il paesaggio agrario del territorio amministrato dal comune di Nerola risulta composto prevalentemente da uliveti e laddove la pendenza dei terreni si accentua, ovvero il franco di coltivazione risulta ridotto se non assente, si rinvengono frammenti residuali dell’antica copertura forestale la cui vegetazione naturale potenziale, come in precedenza descritta, è costituita da formazioni di leccete allo stato pressochè puro, ovvero accompagnato da roverella e orniello, di latifoglie eliofile e di querceti misti. La forma di governo dei boschi risulta il ceduo, spesso in evoluzione verso la fustaia, in quanto i turni di taglio raramente vengono rispettati, per il limitato valore aggiunto della legna, prodotto principale di queste formazioni boschive. Pertanto è possibile desumere che le due aree che teoricamente caratterizzano la vegetazione naturale dell’area hanno seguito le seguenti evoluzioni:  il QTA bosco misto di latifoglie, teoricamente presente nelle zone più elevata del territorio sono state oggetto di una trasformazione, a seguito dell’azione dell’uomo, in pascoli e in aree fortemente degradate come nelle pendici del monte degli Elci. Si sono così determinate, a seguito probabilmente di un uso irrazionale di aree a pascolo, ovvero all’abbandono di coltivi a seguito ad esempio di incendi e laddove la pendenza dei terreni risulta piuttosto elevata, situazioni di fitocenosi che vengono definite dal Monteluci (1946) come “steppa antropica” per indicare l’insieme di vegetazione colonizzatrice presente nelle fasce di pascolo, campi, sentieri, ruderi ecc, ovvero le aree antropizzate. Si tratta di ambienti diversi, soggetti a continui sconvolgimenti dovuti a diverse cause, per lo più di origine antropica. Le specie presenti in questa fitocenosi variano notevolmente a seconda dal tipo di azione condotta

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dall’uomo e in funzione delle caratteristiche ambientali, quali terreno, esposizione e altitudine.

Questa fitocenosi rappresenta lo stadio vegetazionale di piante pioniere e ricolonizzatrici e nelle aree libere da insediamenti. Si caratterizza per la presenza di specie rustiche, per lo più erbacee, quali ad esempio gli amaranti (Amaranthus spp.), il farfaro selvatico (Chenopodium album), il vilucchio (Convolvulus arvensis), l’erba viperina (Echium vulgare), la ginestra (Spartium Junceum), tra le graminacee la gramiglia (Cynodon dactylon), l’orzo selvatico (Hordeum leporinum), ecc, mentre tra gli alberi si segnala la robinia (Robinia pseudoacacia) e l’ailanto (Ailanthus altissima). Nella parte più bassa del QTA, nelle aree di confine con il “Quercus ilex” è stato trasformato in coltivi e in prevalenza in oliveti.

 Il Quercetum ilicis. Abbiamo visto come il quercetum ilicis caratterizzava la vegetazione della campagna romana, in particolare la zona basale dei Colli ovvero l’area di maggiore interesse per questa indagine, e quindi risaliva i Colli fino a incontrare intorno ai 400 m, il Q.T.A. L’uomo ha messo da tempo a coltura quest’area, decretando di fatto la scomparsa di questa associazione vegetale, sostituita prevalentemente da coltivi, ovvero da oliveti. Permane, comunque, il Quercetum ilicis in alcune limitate aree del Comune come, ad esempio sul versante nord di monte Lago.

Vegetazione dei fossi. L’area a ridosso il fosso Corese, per le caratteristiche ambientali presenti, disponibilità idrica, e quelle edafiche, si caratterizza da fitocenosi che si differenziano notevolmente dall’area circostante. In particolare il tipo di vegetazione riscontrabile in questi ambienti risulta influenzata dalla profondità del fosso, dalla presenza di acqua e dalla acclività delle sponde. La principale caratteristica ambientale presente in questo ambito è rappresentata dalle condizioni di maggiore mesofilia.

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I Coltivi Una parte significativa del territorio di Nerola risulta coperta da oliveti che costituiscono, nella pratica, la principale e significativa coltura del territorio. Si tratta di piccole aziende, già in precedenza descritte, prevalentemente condotte part-time. Sono aziende che presentano un reddito limitato e vengono condotte prevalentemente da imprenditori non professionali .

8.0 - Analisi agropedologica e carta della classificazione agronomica dei terreni

E’ stato condotto uno studio agropedologico di massima in considerazione delle caratteristiche intrinseche dell’area oggetto di questa indagine. Si vuole, comunque evidenziare, che parliamo di aree che prima di essere messe a coltura presentavano, anche in considerazione dei parametri pedologici dei terreni precedentemente descritti, delle limitate potenzialità agricole.

Sono, infatti, terreni che proprio per queste caratteristiche sono stati utilizzati, da un punto di vista agricolo, prevalentemente come oliveti, coltura che ben si adatta alle condizioni ambientali ed edafiche esistenti. Pertanto, lo studio agropedologico trova una sua validità e giustificazione in interventi di programmazione territoriale generali, come nella fattispecie per “valutare le potenzialità dal punto di vista agricolo ed il grado di limitazione nell’uso” (Cfr Deliberazione di riferimento).

E’ stata, quindi, elaborata una carta della classificazione agronomica sia in ossequio alle disposizione della Deliberazione sia per evidenziare la vocazione agricola che queste aree presentano.

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La carta di classificazione agronomica dei terreni è stata elaborata tenendo presente:

 lo studio redatto dall’Istituto Sperimentale di Nutrizione delle Piante di Roma per la Regione Lazio – Assessorato agricoltura e Foreste, che ha utilizzato la classificazione – land classification – messo a punto dal Bureau of Reclamation of Ministry of Interior degli Stati Uniti d’America.  osservazioni dirette e indagini pedologiche rinvenute in bibliografica.

In particolare, le potenzialità agricole dei terreni e il grado di limitazione dell’uso è stato determinato sulla base dei fattori suolo, topografia e drenaggio, già applicati nello studio sopra citato dell’Istituto Sperimentale di Nutrizione delle Piante di Roma.

Per quanto riguarda il fattore suolo i terreni sono stati classificati sulla base dei seguenti criteri:  alla classe 1 sono stati attribuiti i terreni le cui caratteristiche di suolo provengono dai substrati pedogenetici ascrivibili ai sedimenti alluvionali,  alla classe 2 rientrano i terreni argillosi e calcareo-marnosi,  alla classe 3 i terreni calcarei. tali suoli sono stati identificati sul territorio sulla base di carte geologiche.

Per quanto riguarda il fattore topografico, i terreni sono stati classificati sulla base dei seguenti criteri:  con pendenze inferiori al 5%, il terreno è stato classificato come coltivabile senza difetti e limitazioni;  con pendenze inferiori al 10%, il terreno è stato classificato come coltivabile con difetti e limitazioni di media entità;  con pendenze inferiori al 20%, il terreno è stato classificato come coltivabile con difetti e limitazioni di notevole entità;  con pendenze superiori al 20% il terreno non è stato più considerato coltivabile. La pendenza dei terreni è stata definita sulla base delle curve di livello così come riportate nella tavola n° 1. Tutte e quattro le classi del fattore topografico sono state

37 rinvenute nell’area di studio. La carta di classificazione agronomica dei terreni appartenenti al Comune di Nrola è stata elaborata a scala 1: 10.000, scala che permette una sufficiente analisi sulle caratteristiche potenziali del territorio dal punto di vista agricolo, con particolari, a scala 1:4.000 nelle aree oggetto della variante.

9.0 - Carta dell’uso del suolo L’utilizzazione attuale del suolo riscontrata nel Comune di Nerola è stata definita analizzando le principali coltivazioni, le foto aeree disponibili e in base ad osservazioni dirette.

Nella redazione della carta dell’uso del suolo la superficie è stata classificata tenendo presente 5 categorie di uso, così come indicato dal Corine Land Cover richiamato al punto e) della stessa Deliberazione n° 2649, già più volte richiamata:

1. area incolta e abbandonata. Sono state fatte rientrare in questa categoria, tutte le superfici di terreno sulle quali da tempo non è intervenuto l’uomo e, pertanto, risultano coperte da vegetazione erbacea e arbustiva (in particolare da rovo); 2. legnose agrarie. Rientrano in questa classe gli appezzamenti nei quali risulta prevalente la superficie a fruttiferi e/o olivi e/o vite; 3. seminativo, prato, pascolo. Sono state classificate, con questa dizione, le superfici a prato e/o pascolo; 4. aree agricole eterogenee. In questa categoria si è inteso riunire tutti i terreni che presentano una connotazione “agricola” caratterizzata dalla presenza di diverse colture erbacee e da frutto. Di solito si tratta di appezzamenti coltivati ad orticole, con fruttiferi, viti, olivi e connotati dalla presenza di piccole casupole ovvero povere costruzioni. 5. aree nude. Rientrano, in questa categoria, l’insieme dei terreni che non appartengono alle precedenti classi (aree edificate, giardini, piazzali, ecc.).

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Non è stata considerata la categoria d’uso del suolo afferente al “bosco e macchia mediterranea” in quanto non rilevata nell’area di studio.

In sintesi, i dati riportati sulla carta dell’uso del suolo evidenziano.  Il territorio del comune di Nerola ancora presenta una netta separazione tra aree urbanizzate e quelle rurali-agricole,  Gran parte del territorio, come già più volte indicato, risulta coperto da oliveti da olio,  Abbiamo la presenza di un’area boscata a leccio nella zona del monte Lago e sul colle dove insiste Nerola  Terreni non coltivabili, incolti e abbandonati, in parte utilizzati a pascoli lungo i pendii del monte degli Elci.

Il suolo amministrato dal Comune è stato classificato su base cartografica CTR a scala 1 : 10.000 e definendo per ciascuna l’uso prevalente attraverso sopralluoghi e aerofotogrammetrie. Per le aree oggetto di variante sono state riportate in cartografia analisi a scala 1:4.000.

10. - Vincoli Territoriali. La delibera della Giunta Regionale 2649/1999 stabilisce che nello studio agro- pedologico e vegetazionale occorre considerare i vincoli geologici e vegetazionali esistenti. Dal punto di vista vegetazionale di evidenzia quanto segue:  presenza di un’area di circa 150 ettari di superficie compresa all’interno del sito Rete natura 2000 - SIC/ZPS Monte degli Elci e Monte Grottone (IT6020019) di cui 136 circa a pascolo e arbusteto;  il vincolo idrogeologico, come prescritto dal Regio Decreto Legge N. 3267 del 30/12/1923 - Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani, così come ripreso dalla Legge Regionale 39/2002 (legge in materia forestale) ed dal regolamento 7/2005 e seguenti risulta sprovvisto di perimetrazioni relative alle aree soggette da tale vincolo, in analogia con diversi comuni della provincia di Roma. Pertanto, 40

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in assenza di una precisa indicazione di questo vincolo, nelle aree boscate dovrà applicarsi la normativa regionale di riferimento quale la L.R. 11 Dicembre 1998, n. 53 - Organizzazione regionale della difesa del suolo in applicazione della legge 18 maggio 1989, n. 183;  Tutela paesaggistica. Il riferimento normativo è rappresentato dal Piano territoriale paesistico regionale – Regione Lazio, adottato con delibera della Giunta Regionale n.556 del 25/07/2007 e modificato con delibera di Giunta Regionale n.1025 del 21/12/2007. Nella Tav. A (cfr lo stralcio di seguito riportato) – Sistemi ed ambiti del paesaggio - il territorio del Comune di Nerola risulta inserito in due ambiti, il Paesaggio Naturale ed il Paesaggio Agrario di Valore, nella tav. B (cfr stralcio di seguito riportato) i vincoli sono relativi alle zone boscate, ed alla fascia di rispetto dei corsi d’acqua, nella fattispecie per il corso d’acqua Fosso Corese.  non risulta la presenza di superficie a riserve o parchi naturali.

La vincolistica ambientale inoltre è dettata dalle seguenti norme:  R.R. Lazio n° 7/2005 (regolamento sulle norme in materia di gestione delle risorse forestali);  L.R. Lazio 27/1993 (aree sottoposte ad attività di cave e miniere);  L. 353/2000 (legge quadro sugli incidenti boschivi);

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Cartografia Rete natura 2000 SIC/ZPS Monte degli Elci e Monte Grottone (IT6020019)

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PTPR Tav B (tav. 21 – foglio 366) “Beni paesaggistici” Estratto non in scala

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Legenda tav. B “Beni paesaggistici”

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PTPR Tav A (tav. 21 – foglio 366) “Sistemi ed ambiti di paesaggio” Estratto non in scala

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Legenda tav. A – Sistemi ed ambiti del paesaggio

11.- Uso potenziale del suolo E’ stato evidenziato precedentemente come il territorio del Comune di Nerola presenta una agricoltura ancora ben strutturata, che possiede ancora un suo carattere paesaggistico essendo rappresentata quasi esclusivamente da oliveti. Esiste, comunque un’area che si caratterizza per evidenti fenomeni di erosione, che potrebbe essere oggetto di un progetto di recupero quale l’area di monte degli Elci che, risulta, comunque sottoposto ad azioni di tutela. Pertanto si possono ipotizzare due linee di uso del suolo. 1. una indirizzata al mantenimento di quella agricoltura oleicola, prevalentemente part time. Sarebbe utile in questo contesto realizzare delle “strutture” sul territorio in grado di attirare turisti per potenziare attività agrituristiche e punti vendita di prodotti aziendali. In questo contesto, anche da un punto di vista urbanistico sarebbe opportuno prevedere e tutelare sentieri naturalistici e religiosi (si evidenzia che nell’area comunale passa il sentiero di san Francesco che collega Roma con la piana di Rieti), piste ciclabili, mostre e fiere agricole e artigianali;

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2. il secondo filone dovrebbe interessare, invece proprio l’area di monte degli Elci, che appare il punto di maggiore degrado ambientale paesaggistico del Comune di Nerola. Interventi in questa area risultano di difficile attuazione in quanto area tutelata (cfr. capitolo precedente). Si rimanda a questo proposito alla relazione generale inerente alla pianificazione del patrimonio silvo-pastorale a firma della dott.ssa forestale Rita Bosi che nel capitolo degli interventi proposti, propone esclusivamente un controllo degli incendi. Sarebbe auspicabile a tal fine realizzare in questa area, delle strade antincendio, per consentire un reale contenimento degli incendi e quindi uno sviluppo della flora spontanea dell’area nel rispetto del piano di gestione della stessa area protetta.

12.- Impatto degli strumenti urbanistici. La variante al Piano Regolatore Generale elaborata prevede una serie di interventi che hanno interessato, in particolare, quattro aree del territorio del Comune di Nerola:  Ara la Cesa – Montemanocchio;  Nerola - Pitirolo;  Acquaviva;  Colle San Pietro. Verrà descritto in sintesi per ogni area l’impatto che la variante proposta ha con l’area agricola e ambientale.

Area di Ara la Cesa – Montemanocchio. Vengono indicate aree di espansione che insistono necessariamente sulle aree agricole, che come già evidenziato, sono costituite prevalentemente, se non esclusivamente, da colture arboree di olivo. In particolare per questa area viene previsto il potenziamento dell’unico asse stradale che collega l’insediamento esistente, costituito da circa 52 abitazioni di fatto isolate rispetto al resto del Comune e la strada provinciale n°28/a per Nerola e la Salaria.

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Si tratta, pertanto, in un intervento dettato da necessità afferenti alla vivibilità dell’area. Si evidenzia che questo intervento non sembra interferire con gli aspetti vincolistici di natura vegetazionale e ambientale.

Nerola - Pitirolo. Per il centro di Nerola risultano presenti zone di espansione e di completamento che insistono, talvolta, in aree agricole, residuali, coltivate prevalentemente ad olivo. Per motivi orografici, anche queste aree sono collocate lungo le vie principali di comunicazione. L’effetto della nuova urbanizzazione è quindi a corona delle strade e la zona agricola, nonostante che gran parte dei terreni agricoli presenti nell’abitato di Nerola siano stati classificati, correttamente dal punto di vista del sottoscritto, come aree agricole vincolate, rischia in parte di scomparire, con danni all’ambiente e al paesaggio. Si ritiene, comunque, che il danno che la nuova urbanizzazione andrà a determinare nella zona agricola, possa essere più che giustificata dal vantaggio in termini economici delle opere. Si evidenzia, comunque, che la variante proposta rispetta le criticità esistenti e sembra non interferire con gli aspetti vincolistici di natura vegetazionale e ambientale.

Acquaviva. Costituisce l’area di maggior impatto della variante. Sono previste aree produttive e zone di completamento che vanno a occupare aree a seminativo e a oliveto. Il disegno delle linee di sviluppo proposto appare di non facile lettura. Comunque, gli interventi indicati non sembrano avere effetti negativi sulle aree agricole e forestali.

Colle San Pietro. Si tratta di un’area di dimensione limitata dove sostanzialmente sono state definite aree di completamento, urbanizzate, dove l’area di espansione è rappresentata da zone a seminativo o abbandonate prevalentemente occluse da civili abitazioni, con aree a rispetto stradale sulla – vecchia sede. Si tratta di un intervento di urbanizzazione che, prendendo a riferimento lo stato

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attuale, ne definisce e limita lo sviluppo accentrando l’espansione in un’area che non presenta più connotati agricoli. Anche in questo caso la variante sembra non interessare alcuna criticità agricola – ambientale.

Dott. Agr. Marco Cerboni

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12 Riferimenti Bibliografici

 Pignatti - Flora d’Italia, ed. Edagricole (Bologna), 1982;

 Monteluci - Lineamenti della vegetazione del Lazio. Annali di Botanica Vol. XXXV-VI (Roma), 1946;

 Fenaroli - Flora Mediterranea, ed. Giunti (Firenze), 1985;

 Fabbri, Moller - Vincoli ambientali e agricoltura, ed. INVET Franco Angeli, 1992;

 Istituto Sperimentale di Nutrizione delle Piante di Roma - Carta della classificazione dei terreni del Lazio, Regione Lazio (Ass. Agricoltura e Foreste);

 Blasi - Fitoclimatologia del Lazio, 1994;

 De Phillipis - ecologia forestale e selvicoltura generale. Università degli Studi di Firenze, 1955.

 Cosentino – Parotto - Caratteri tettonici generali nell’area sabina. Università La Sapienza Roma, 1986

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