DI PONTECORVO (Provincia di )

Piano triennale di prevenzione della corruzione 2017- 2019 I

Approvato con atto della Giunta Comunale n. 39 del 14/04/2017

1 PREMESSA Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) costituisce il documento programmatico adottato dal Comune di Pontecorvo in attuazione della L. 190 del 6 novembre 2012 (di seguito L. 190/2012), recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione", e della Deliberazione ANAC n.831 del 3 agosto 2016 recante l’approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016. Il Comune riconosce e fa proprie le finalità di prevenzione della corruzione, quali essenziali al perseguimento delle proprie funzioni istituzionali e, a tal fine, adotta e sviluppa un sistema di prevenzione e monitoraggio dei comportamenti e degli illeciti basato, fra l’altro, sul:

• "Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”, di cui al Decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 62, e sul “Codice di comportamento comunale” adottato ai sensi dell’art. 54 d.lgs. 165/2001 e della delibera CIVIT n. 75/2013, con deliberazione n.211 del 20.12.2013; • Decreto legislativo 14 marzo 2013 n. 33 in materia di “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”; • Decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39, in materia di inconferibilità e di incompatibilità di incarichi; • Decreto legislativo 25 maggio 2016, n.97, “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n.190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n.33, ai sensi dell’art.7 della legge 7 agosto 2015, n.124, in materia di amministrazioni pubbliche”; • Piano Nazionale Anticorruzione Deliberazione ANAC n.831 del 3 agosto 2016 recante l’approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016. • Deliberazione ANAC n.1310 del 28/12/2016 Prime Linee Guida recanti indicazioni sull’attuazione degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d. lgs. n. 33/2013 come modificato dal d. lgs. n.97/2016.ù • Determinazione ANAC n.6 del 28 aprile 215 “Linee Guida in materia del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d. whistleblower)”

Il presente Piano, in coerenza con la sopra richiamata disciplina nazionale, accoglie una nozione ampia di corruzione, comprensiva delle varie situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa, si riscontri l’abuso da parte di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere indebiti vantaggi privati o pubblici (sviamento dall’interesse pubblico), ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo, sia che rimanga a livello di tentativo. Le situazioni rilevanti sono quindi più ampie della fattispecie penalistica e di quella disciplinata dall’art. 2635 del c.c. e sono tali da comprendere non solo l'intera gamma dei delitti contro la P.A. disciplinati dal Libro secondo, Titolo II, Capo I e II del Codice Penale, ma anche le situazioni in cui venga in evidenza un cattivo funzionamento dell’Amministrazione. Rileva, pertanto, ogni forma di abuso della cosa pubblica o di strumentalizzazione dell’ufficio diretto al conseguimento di un fine diverso o estraneo rispetto a quello del perseguimento dell’interesse pubblico generale.

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PARTE GENERALE SEZIONE 1 - IL PIANO TRIENNALE DELLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 1.1 - Scopo e finalità del Piano

Il presente Piano ha lo scopo di individuare le aree e le attività del Comune a più alto rischio di esposizione al fenomeno corruttivo e le misure di prevenzione all’interno dei propri uffici e servizi e di identificare gli attori di tale attività di prevenzione, cui spetterà il compito di monitorare i processi più “sensibili” e maggiormente esposti a rischio di comportamenti illeciti mediante il coinvolgimento dei Responsabili delle Aree, e, a cascata, di tutto il personale dell’Ente, utilizzando gli strumenti previsti dal presente Piano. Nell’ambito di tale processo, il ruolo della Amministrazione è, in primis, quello di dare maggiore incisività ad ogni misura idonea al raggiungimento dello scopo. Ulteriore scopo del Piano è quello di garantire il suo raccordo con tutti gli altri strumenti di programmazione e, in particolare, con il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI), con il Piano della Performance (PP) del PEG, in un’ottica di reale integrazione del processo di prevenzione nell’ambito della complessiva strategia dell’Ente. Con l’adozione del presente Piano, l’Amministrazione intende perseguire un duplice ordine di finalità: • in primo luogo, contrastare e prevenire, nell'ambito della materia disciplinata dalla citata normativa, il fenomeno dell'illegalità, consistente nello sviamento di potere per fini illeciti, mediante la strumentalizzazione oggettiva e soggettiva dell’ufficio pubblico con l’aggiramento fraudolento delle norme, nonché, più in generale, ogni forma di abuso e/o strumentalizzazione dell'ufficio e delle funzioni a fini personali e/o di dolosa violazione delle norme e delle regole comportamentali per ottenere indebiti vantaggi di qualsiasi natura; • in secondo luogo, ma non per ordine di importanza, creare un contesto fortemente orientato ai valori della legalità, della trasparenza, dell’integrità e dell’etica, attraverso un percorso di cambiamento culturale che conduca a considerare tali valori come naturale connotazione di ogni azione e decisione aziendale e parte integrante della qualità dei servizi, delle prestazioni e delle relazioni tra l’Amministrazione e i cittadini/utenti. Muovendo da tale prospettiva, attraverso il Piano, si intende fornire ai Responsabili delle Aree un sistema organico di principi e regole da veicolare a tutti i dipendenti ed operatori addetti alle strutture cui sono preposti, per prevenire ogni forma di illegalità. La strategia di prevenzione definita nel presente Piano non si configura come un’attività compiuta, destinata ad esaurirsi entro un termine definito, bensì come un insieme di strumenti e misure finalizzati alla prevenzione che verranno via via affinati in relazione alle risposte e all’esperienza acquisita. Il presente Piano si configura come uno strumento dinamico che pone in atto un processo ciclico, volto a diffondere la cultura della legalità e dell’integrità, nell’ambito del quale le strategie e le misure individuate per prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi vengono sviluppate o modificate a seconda delle risposte ottenute in fase di applicazione delle misure stesse. In tal modo si possono progressivamente mettere a punto strumenti di prevenzione e contrasto più mirati ed incisivi. L’adozione del Piano costituisce per l’ente un’importante occasione per l’affermazione del principio del “buon amministrare” con seguenti obiettivi: - ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; - aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; - creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

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In conformità di quanto previsto dal P.N.A. 2013 e successivi aggiornamenti, il presente Piano Triennale ha un suo contenuto che potrebbe definirsi ormai consolidato teso ad:

- Individuare le aree di attività maggiormente esposte al rischio di corruzione; - Individuare, per ciascun processo le misure per ridurre il rischio; - Programmare iniziative di formazione generale e specifica; - Prevedere obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della Prevenzione; - Individuare modalità e tempi di attuazione delle altre misure di carattere generale contenute nella L. 190/2012;

Le principali novità del PNA 2016, approvato con deliberazione dell’ANAC n.831 del 03/08/2016. La misura della Trasparenza.

A seguito delle novità introdotte dal d. lgs. n.97/16 e delle indicazioni derivanti dal PNA 2016, la trasparenza assume il rango di misura di rilievo fondamentale nell’ottica di prevenzione della corruzione. Infatti, a fronte di una normativa che in dettaglio precisa quali siano i contenuti effettivi della trasparenza pressocchè in ogni settore dell’Amministrazione, il citato decreto n.97 ha abrogato la previsione per cui il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità costituisce di norma una sezione del Piano di prevenzione della corruzione. Pertanto, nel recepire le indicazioni del PNA 2016, nel presente Piano saranno altresì indicati in apposite sezioni: - Gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e di potenziamento della trasparenza che la Giunta comunale intende promuovere (ai sensi del comma 8 dell’art.1 dell l. n.190/12); - La valorizzazione dell’accesso civico: l’accesso generalizzato; - L’individuazione del soggetto responsabile dell’Anagrafe della Stazione appaltante; - L’individuazione dei responsabili della trasmissione / pubblicazione dei documenti e delle informazioni Oggi piuttosto è fatto obbligo alle Amministrazioni di prevedere, in un’apposita sezione del Piano quali siano i responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati oggetto di pubblicazione obbligatoria (art.10 comma 1 del d. lgs. n.33/2013). Inoltre, assurge ad obiettivo strategico di ogni amministrazione la promozione di maggiori livelli di trasparenza, obiettivo che si concretizza in obiettivi organizzativi ed individuali. (att.10 comma 3 del d. lgs. n.33/2013). Infine, resta ferma la disposizione contenuta nella legge n.190/202 (comma f), che inserisce tra i contenuti del Piano di prevenzione della corruzione specifici obblighi di trasparenza ulteriori rispetto a quelli previsti da disposizioni di legge. Infine, responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza, alla luce delle nuove disposizioni, devono coincidere nella stessa persona, da individuarsi tra i dirigenti di ruolo dell’Amministrazione. Nel caso degli Enti locali, tale figura, viene individuata, di norma, nel Segretario comunale.

Completano il quadro il quadro di riferimento della programmazione in chiave anticorruzione i seguenti documenti, pubblicati nella sezione “Anticorruzione” del sito internet istituzionale:

• Il Codice di Comportamento, adottato con delibera di G.C. n. 211 del 23/12/2013. • Il Protocollo di legalità con la Prefettura d Frosinone, approvato con delibera di G.C. n. 64 del 02/05/2011, e sottoscritto in data 5 maggio 2011.

4 • Il Regolamento sui controlli interni (deliberazione C.C. n.2 del 24/01/2013).

1.2 - Processo di adozione, adeguamento, aggiornamento e validità temporale

Il Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione viene adottato, nei termini di legge, con deliberazione della G.C., quale organo amministrativo di vertice, su proposta del Responsabile della Prevenzione della Corruzione. La validità temporale del Piano è di tre anni ed il suo contenuto viene aggiornato, entro il 31 gennaio di ogni anno, con riferimento al triennio successivo a scorrimento, tenendo conto dei risultati conseguiti e delle proposte formulate dai Responsabili di Area e da tutti gli altri soggetti coinvolti nel processo di gestione del rischio. L’aggiornamento annuale del Piano tiene conto dei seguenti fattori:

• Normative sopravvenute che impongono ulteriori adempimenti; • Mutamenti organizzativi; • Emersione di nuovi rischi; • Nuovi indirizzi o direttive contenuti nel PNA. Nell’anno 2017, il ruolo di RPCT è risultato per alcuni mesi vacante, causa trasferimento del precedente Segretario Generale titolare in altra sede e ciò si è purtroppo tradotto anche in un ritardo nell’adozione del Piano. L’attuale Segretario Generale, insediatasi presso l’Ente in data 20/02/2017, autrice della presente proposta di Piano Anticorruzione, dati i tempi estremamente ristretti e la scarsa conoscenza dell’Ente, ha operato sulla base della pianificazione esistente, apportando le integrazioni essenziali suggerite dal nuovo PNA. Tali peculiari circostanze temporali non hanno inoltre consentito un approccio di condivisione nella formazione del Piano. Al Responsabile della Prevenzione della Corruzione, come meglio precisato nei paragrafi successivi, è affidato il compito di predisporre e aggiornare il Piano e di vigilare sul suo funzionamento e sulla sua osservanza, avvalendosi, a detti fini, della diretta collaborazione dei Responsabili delle Aree. Non si dispone di una specifica struttura di supporto. Il precedente Piano è stato approvato con delibera di G.C. n.7 del 12/02/2016. Considerato che l’attività di prevenzione della corruzione rappresenta un processo i cui risultati si giovano della maturazione dell’esperienza e si consolidano nel tempo, il presente Piano costituisce uno strumento dinamico i cui contenuti verranno affinati, integrati, modificati e aggiornati anche in relazione al feedback ottenuto dalla sua applicazione e all’evoluzione organizzativa. Il Piano viene pubblicato sul sito internet istituzionale nell’apposita sezione dedicata all’anticorruzione e reso noto all’A.N.A.C secondo le modalità definite.

1.3 - Ambito di applicazione

Il presente Piano si applica, per quanto compatibile in relazione alla natura del rapporto con i processi comunali, oltre che ai dipendenti con rapporto a tempo indeterminato o determinato e ai componenti dell’Organismo Indipendente di Valutazione, a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, si trovino ad operare all’interno delle strutture comunali o in nome e per conto del Comune, incluse, in particolare, le seguenti categorie:

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a) Consulenti e collaboratori a qualsiasi titolo; b) Dipendenti e collaboratori di imprese fornitrici e società partecipate; c) Tirocinanti.

A tal fine:

• negli atti relativi all’instaurazione del rapporto di lavoro/collaborazione, dovrà essere inserita, a cura del Responsabile , una clausola che preveda l’impegno ad osservare le prescrizioni del presente Piano e del Codice di Comportamento e la risoluzione o decadenza dal rapporto, in caso di violazione; • nei contratti di affidamento di appalti di fornitura di servizi e lavori o di convenzione/collaborazione, a cura delle competenti Strutture, dovrà essere inserita una clausola in virtù della quale la ditta fornitrice, a pena di risoluzione del contratto, in caso di violazione delle disposizioni del PTPC e del Codice di Comportamento da parte dei propri dipendenti e collaboratori, è tenuta ad adottare i provvedimenti volti a rimuovere la situazione di illegalità segnalata dal Comune nonché le eventuali conseguenze negative e a prevenirne la reiterazione.

1.4 - Obblighi di conoscenza

La presa visione del Piano e la conoscenza dei suoi contenuti rappresentano un obbligo per tutti i soggetti destinatari di cui al precedente paragrafo. Per agevolare l’assolvimento di tale obbligo: • a cura del Servizio di Segreteria, viene pubblicato un avviso sul sito istituzionale e inviata una mail per informare i destinatari individuati nel precedente paragrafo dell’avvenuta pubblicazione del Piano e dei suoi aggiornamenti e dell’obbligo di prenderne visione; • i Responsabili delle Aree devono provvedere ad informare il personale eventualmente non raggiungibile tramite mail; • il Responsabile del servizio Personale informa ogni nuovo assunto o collaboratore dell’obbligo di prendere visione del Piano consultando l’apposito sito web e di trasmettere alla struttura medesima, entro e non oltre 15 giorni dalla data di decorrenza del contratto di assunzione/collaborazione, una dichiarazione di avvenuta presa visione del Piano e dei documenti che ne costituiscono parte sostanziale ed integrante; • i Responsabili delle ditte/associazioni il cui personale opera, in forza di contratti di fornitura o di collaborazione/convenzione, con il Comune, adottano le iniziative dirette ad assicurare la conoscenza e l’osservanza del PTPC e del Codice di Comportamento Comunale da parte dei propri dipendenti/collaboratori.

1.5 - Analisi del contesto L’aggiornamento 2015 al Piano Nazionale Anticorruzione operato dall’ANAC con determinazione n. 12 del 28 ottobre 2015 ha evidenziato che la prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio è quella relativa all’analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all’interno dell’amministrazione per via delle specificità

6 dell’ambiente in cui essa opera in termini di strutture territoriali e dinamiche sociali, economiche e culturali o per via delle caratteristiche organizzative interne. Indubbiamente, le caratteristiche del contesto esterno ed interno costituiscono fattori in grado di influire significativamente sul livello di esposizione al rischio corruttivo dell’amministrazione e rappresenta uno degli elementi in base al quale definire la strategia di prevenzione e calibrare le relative misure alle specifiche criticità. Pertanto, la definizione della strategia di prevenzione non può prescindere da un’analisi dello specifico contesto. Quella che segue è pertanto un’analisi volta a cogliere e illustrare elementi maggiormente significativi in tal senso. Relativamente al contesto esterno, si farà riferimento, in particolare, all’ambito territoriale della provincia di Frosinone e della regione .

1.5.1 - Contesto esterno

Il Comune di Pontecorvo è il 9° della provincia di Frosinone per numero di abitanti ed il 5° per estensione del territorio. Il territorio di Pontecorvo è costituito dal capoluogo, dalla frazione di S. Oliva, e dalle contrade Melfi di Sotto, Melfi di Sopra, Noci Giunte, Vetrine, Corneto, Ravano di Sopra, Traversa, Campo Vincenzo, Fontana Merola, Querce S. Maria, Vallario, Via Maggio, Le Cese, Fabbricata, Ravano di Sotto, Farnete, Ponte Teano, S. Edra, S. Antonio Pietralate, Tordoni , SS. Cosma e Damiano, S Lucia. Situato a 97 metri sul livello del mare, con una superficie di 88,80 kmq, Pontecorvo confina con i comuni di Pico (Fr), S. Giovanni Incarico (Fr), Campodimele (Lt), (Fr), (Fr), Aquino(Fr), (Fr) ed (Fr). Fa parte della XVI Comunità Montana “Monti Ausoni” con sede in Pico e del Parco Naturale dei Monti Aurunci con sede in Campodimele.

Il Comune di Pontecorvo ha avuto un andamento demografico costante come si evince dai dati dei censimenti della popolazione residente del 2001, n. 13.280 abitanti, e del 2011, n. 13.223 abitanti. La popolazione è sostanzialmente stabile, confermato anche dal dato della popolazione residente al 31 dicembre 2016, pari a n. 13.200 abitanti. L’economia del territorio si svolge in 3 distinti settori. Il principale è il settore agricolo. Le tradizionali attività sono incentrate sulla produzione di cereali, tabacco e ortaggi e, principalmente, sulla produzione del “peperone di Pontecorvo”, prodotto agricolo di eccellenza che ha avuto il riconoscimento DOP. Il secondo settore è quello industriale, incentrato sulla lavorazione del tabacco, delle confezioni, dei materiali di costruzione e strumenti di precisione, settore in crisi che ha risentito della crisi finanziaria del 2009 insieme al terzo settore, quello terziario, che è reso marginale dal potere di attrazione dei centri più grandi come e Frosinone, con riguardo al commercio, soprattutto per le attività del centro storico, Nel Comune sono presenti n. 2 Istituti Comprensivi, comprendenti le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di 1° grado, e n. 1 Istituti d’istruzione secondaria superiore di 2° grado, liceo scientifico e istituto tecnico industriale, e il Centro CIPA (ex E.D.A.).

Profilo criminologico del territorio Come si legge nella “Relazione sull’attività delle forze di polizia, sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica e sulla criminalità organizzata” relativa all’anno 2013 e trasmessa dal Ministro dell’Interno alla Presidenza della Camera dei deputati il 25 febbraio 2015, “Per la sua posizione geografica, una realtà economica florida e la presenza della Capitale, il Lazio si conferma una regione che favorisce la penetrazione tanto delle tradizionali organizzazioni mafiose nazionali che di quelle straniere.”. In generale, si legge nella citata relazione che la provincia di Frosinone, insieme alla provincia di Latina,” risentono sensibilmente dell’influenze dei clan camorristici della confinante Campania”.

7 In essa si rileva che la provincia di Frosinone collocandosi in posizione baricentrica tra le aree metropolitane romana e napoletana- è conseguentemente interessata da una criminalità proveniente da tali contesti territoriali, che si manifesta attraverso la commissione di attività illecite, quali furti, rapine, traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio di capitali di provenienza illecita, smaltimento e trattamento dei rifiuti tossici e/o speciali. Negli ultimi tempi, soprattutto nel cassinate, si è registrata una maggiore penetrazione nel territorio di organizzazioni criminali campane attraverso un accertato collegamento con delinquenti autoctoni. Al riguardo, risultanze investigative hanno evidenziato la presenza di personaggi appartenenti ai clan “Esposito” di Sessa Aurunca, “Belforte” di Marcianise ed al clan napoletano dei “Di Lauro” e, più in generale, ai “casalesi” con affiliati alle famiglie “De Angelis” ed “Amato-Pagano”. Parimenti è accertata la gravitazione di ulteriori compagini camorristiche (clan “Gallo”, “Licciardi”, “Gionta” e “Setola” e “Giuliano”, questi ultimi attraverso i propri referenti della famiglia “Terenzio”) e di esponenti delinquenziali “romani” quali ex appartenenti alla c.d. “banda della Magliana” soprattutto in riferimento alla gestione di autosaloni ed al commercio di autovetture. Nella provincia si sono registrate infiltrazioni nel tessuto economico in materia di riciclaggio, appalti e servizi pubblici, che vanno addizionati agli interessi delle consorterie camorristiche afferenti al fenomeno delle estorsioni, perpetrate anche tramite attentati dinamitardi in pregiudizio di imprenditori e commercianti della provincia (molti dei quali di origine campana). Vengono registrati tentativi di penetrazione nel tessuto economico attraverso ditte e società all’apparenza “pulite”, riconducibili a sodalizi criminali casertani che gestiscono siti industriali per lo smaltimento di rifiuti tossici e speciali, nonché l’introduzione nel locale sistema finanziario legale di valori patrimoniali acquisiti illecitamente. Persiste, peraltro, da parte dei predetti gruppi delinquenziali, l’interesse verso aree geografiche della provincia ove insistono attività estrattive di pietrisco ed inerti, da utilizzare anche quali siti per lo smaltimento illecito dei rifiuti. Nella provincia continuano a trovare rifugio latitanti, come dimostrato dagli arresti avvenuti negli anni passati, di alcuni camorristi legati ai c.d. “scissionisti” partenopei o a compagini di “casalesi”. A “certificare”, poi, l’elevata capacità pervasiva di quest’ultimi aggregati criminali, risaltano varie operazioni di polizia che hanno evidenziato nel tempo, la spiccata propensione a reinvestire capitali illecitamente accumulati in settori nevralgici del gioco lecito: il bingo, la raccolta delle scommesse sportive ed ippiche, il videopoker e le cd. new slot. Si evidenziano, inoltre, le aree di Cassino, così come quelle di e del Sorano, dove le propaggini casertane e napoletane nutrono interessi per il riciclaggio di denaro, proveniente, in particolare, dai traffici di sostanze stupefacenti. Per il traffico e lo spaccio di droga, oltre all’operatività di elementi riconducibili ad organizzazioni campane, viene registrata la presenza di elementi autoctoni e soggetti stranieri, prevalentemente di nazionalità nigeriana e romena. Per quanto riguarda il coinvolgimento di elementi stranieri nel panorama criminale è registrata la presenza di bulgari, albanesi e tunisini e, più di recente, anche la comunità cinese. Sul territorio è emerso anche lo sfruttamento di giovani donne straniere -in specie dell’Est europeo- avviate alla prostituzione all’interno di locali notturni, specie ad opera di romeni provenienti dalle limitrofe province di Roma e Latina. Sempre in riferimento alla comunità romena, se ne rileva una notevole presenza in provincia, suscettibile di creare talora problemi di allarme sociale. La criminalità diffusa si mantiene su livelli più contenuti rispetto a quelli delle altre province laziali e si caratterizza sostanzialmente nel piccolo spaccio di droga e nella commissione di reati contro il patrimonio, come rapine e furti in appartamenti. I relativi autori sono individuabili in tossicodipendenti e delinquenti comuni, ma anche stranieri (albanesi, bulgari, montenegrini) e nomadi. Recenti sequestri di sigarette portati a compimento dalla Guardia di Finanza ed i contestuali arresti di cittadini dell’est europeo -specialmente romeni, polacchi e moldavi- danno conto di segnali di ripresa del fenomeno del contrabbando di tabacchi lavorati esteri e possono rappresentare, più in generale, un indice di recrudescenza anche di altri traffici illeciti, in primis il narcotraffico. Gli scippi, per contro, evidenziano sporadici episodi. Sul territorio comunale di Pontecorvo, la situazione tutto sommato può dirsi tranquilla ma non immune dalle influenze e comunque la guardia va tenuta alta, agendo con la massima collaborazione con tutte le forze dell’ordine per il controllo sul territorio.

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1.6.2 - Contesto interno

L’attuale Consiglio Comunale si è insediato a seguito delle consultazioni amministrative tenutesi in data 31 maggio 2015. Il Comune all’insediamento della nuova amministrazione proveniva da un commissariamento, giusto decreto del Prefetto di Frosinone del 23.07.2014 che nominava il dott. Ernesto Raio quale Commissario Straordinario, a seguito delle dimissioni rassegnate in data 22.07.2014 da 11 consiglieri comunali su 20.Tale precedente Consiglio Comunale, insediatosi in data 30/03/2010, proveniva ugualmente da un commissariamento a far data dal 24/09/2009, a seguito dello scioglimento del C.C. per dimissioni del Sindaco, già sospeso ex art 59 del Dlgs 267/2000. Gli Amministratori attualmente in carica sono: - SINDACO Anselmo Rotondo - Vice-Sindaco Moira Rotondo - Assessore Nadia Belli - Assessore Fernando Carnevale - Assessore Armando Satini - Assessore Gianluca Narducci - Consigliere Martina Ruscito - Consigliere Guido Natoni - Consigliere Giampiero Romano (presidente del consiglio) - Consigliere Gabriele Tanzi - Consigliere Francesca Gerardi - Consigliere Natascia Di Schiavi Iorio - Consigliere Paolo Renzi - Consigliere Annarita Sardelli - Consigliere Riccardo Roscia - Consigliere Annalisa Paliotta - Consigliere Angela Tribini

La dotazione organica del Comune di Pontecorvo non prevede il ruolo dirigenziale. Oltre al Segretario Generale, le funzioni apicali sono svolte da n. 6 Responsabili di Area, cui competono i poteri di cui all’art.107 del Tuel, tutti inquadrati nella categoria giuridica “D”, titolari di posizione organizzativa. Complessivamente, il personale in servizio consta di n. 71 dipendenti a tempo indeterminato. La struttura organizzativa è articolata in Aree, di seguito elencate, cui sono attribuiti specifici servizi, al cui vertice è posto un dipendente di categoria D, titolare di posizione organizzativa: - I AREA Amministrativa, Segreteria-Affari Generali - II AREA Finanziaria, Contabilità e finanze - III AREA Demografica, Servizi Demografici - IV AREA Tecnica - V AREA Manutenzione – Gestione

9 - VI AREA Vigilanza, Polizia Locale L’attuale Segretario Generale, dott.ssa Brunella Iannettone, ha assunto servizio nell’ente il 20/02/2017.

SEZIONE 2

2.1 - SOGGETTI CHE CONCORRONO ALLA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all’interno del Comune di Pontecorvo e i relativi compiti e funzioni sono: a) Il Sindaco: • Designa il responsabile dell’Anticorruzione (art. 1, comma 7, della l. n. 190);

b) La Giunta Comunale: • Approva il Piano Triennale della prevenzione della Corruzione e i suoi aggiornamenti e li comunica ai soggetti e con le modalità stabilite dalla legge (art. 1, commi 8 e 60, della l. n. 190); • Adotta tutti gli atti di indirizzo di carattere generale, anche su indicazione del Consiglio Comunale, che siano direttamente o indirettamente finalizzati alla prevenzione della corruzione; • Propone lo stanziamento delle risorse economiche necessarie ad attuare il Piano.

c) Il Responsabile per la prevenzione e della Trasparenza: • Elabora e propone alla Giunta il Piano Anticorruzione; • Svolge i compiti previsti dalla legge e indicati nella circolare del Dipartimento della funzione pubblica n. 1 del 2013 e i compiti di vigilanza sul rispetto delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità (art. 1 l. n. 190 del 2013; art. 15 d.lgs. n. 39 del 2013); elabora la relazione annuale sull’attività svolta e ne assicura la pubblicazione (art. 1, comma 14, del 2012) • Propone l’aggiornamento del Codice di comportamento; • Per il Comune di Pontecorvo è nominato nella figura del Segretario Dott.ssa Brunella Iannettone, come da decreto sindacale n°03 del 24/02/2017. Per lo svolgimento degli adempimenti previsti dalla legge non è presente specifica struttura operativa di supporto. Dall’insediamento del nuovo Segretario Generale, sono state riunite in un’unica figura i ruoli di responsabile dell’anticorruzione e della

10 trasparenza. Fino ad allora, nel Comune di Pontecorvo le funzioni di Responsabile per la Trasparenza sono state svolte dal Responsabile dell’Area Amministrativa, Dott. Umberto Grossi, nominato con decreto sindacale n.7 del 03.07.2013. d) Responsabili di Area (P.O.) e Referenti per la prevenzione per l’area di rispettiva competenza I Responsabili di Area pro-tempore, nominati con specifico provvedimento (secondo quanto previsto nella circolare Dipartimento della funzione pubblica n. 1 del 2013), che attualmente corrispondono ai nominativi dei responsabili in carica di seguito riportati, sono identificati anche quali referenti della prevenzione e della corruzione: - dr. GROSSI Umberto - Responsabile AREA Amministrativa - dr.ssa PALOMBO Luciana - Responsabile AREA Economico-Finanziaria - arch. DI GIORGIO Roberto- Responsabile AREA Tecnica - geom. D’AVERSA Vincenzo -Responsabile AREA Gestione e Manutenzione - sig. FRESILLI Giovanni - Responsabile AREA Servizi Demografici -sig. DICHIARO Luigi - Responsabile AREA Polizia Locale Gli stessi relativamente al proprio settore di competenza: • Svolgono attività informativa nei confronti del responsabile, affinché questi abbia elementi e riscontri sull’intera organizzazione ed attività dell’amministrazione, e di costante monitoraggio sull’attività svolta; • Svolgono attività informativa nei confronti del Responsabile per la prevenzione della corruzione, e dell’autorità giudiziaria (art. 16 d.lgs. n. 165 del 2001; art. 20 D.P.R. n. 3 del 1957; art.1, comma 3, l. n. 20 del 1994; art. 331 c.p.p.); • Partecipano al processo di gestione del rischio; • Propongono le misure di prevenzione (art. 16 d.lgs. n. 165 del 2001); • Assicurano l’osservanza del Codice di comportamento e verificano le ipotesi di violazione; • Adottano le misure gestionali, quali l’avvio di procedimenti disciplinari, la sospensione e rotazione del personale (artt. 16 e 55 bis d.lgs. n. 165 del 2001); • Osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n.190 del 2012);

e) OIV L’Organismo interno di valutazione, designato con decreto sindacale n. 2 del 24/06/2016 , risulta composto da cinque membri: Dott. Vincenzo Moretti – Presidente; Avv. Carlo Danella – componente;

11 Avv. Roberta Natoni - componente; Dott.ssa Valentina Lepore – componente; Dott. Claudio Quagliozzi – componente. Il Nucleo di Valutazione: • Considera i rischi e le azioni inerenti la prevenzione della corruzione nello svolgimento dei compiti ad essi attribuiti; • Svolge compiti propri connessi all’attività anticorruzione nel settore della trasparenza amministrativa (artt. 43 e 44 d.lgs. n. 33 del 2013); • Esprime parere obbligatorio sul Codice di comportamento adottato da ciascuna amministrazione (art. 54, comma 5, d.lgs. n. 165 del 2001); f) tutti i dipendenti dell’amministrazione: • Partecipano al processo di gestione del rischio; • Osservano le misure contenute nel P.T.P.C. (art. 1, comma 14, della l. n. 190 del 2012). Tutti i dipendenti dell’ente, all’atto dell’assunzione, e, per quelli in servizio, con cadenza annuale, sono tenuti a dichiarare la conoscenza e presa atto del Piano di prevenzione del Comune in vigore, pubblicato sul sito istituzionale, entro il 30 giugno di ogni anno, mediante specifica dichiarazione da trasmettere al responsabile della prevenzione; • Segnalano le situazioni di illecito al proprio dirigente o all’U.P.D. (art. 54 bis del d.lgs. n. 165 del 2001); segnalano casi di personale conflitto di interessi (art. 6 bis l. n. 241 del 1990; artt. 6 e 7 Codice di comportamento); g) i collaboratori a qualsiasi titolo dell’amministrazione: • Osservano le misure contenute nel P.T.P.C.; • Segnalano le situazioni di illecito (Codice di comportamento).

2.2 - Obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della Prevenzione della Corruzione Nella definizione della strategia di prevenzione, assume un ruolo centrale la tempestiva e completa trasmissione al Responsabile della Prevenzione di tutti gli elementi, dati e informazioni che gli consentono di avere contezza di eventi o fattori sintomatici di potenziali situazioni patologiche e di definire le conseguenti misure correttive per rafforzare il sistema di prevenzione. A tal fine, i Responsabili di Area devono curare la tempestiva trasmissione al Responsabile della Prevenzione di tutte le informazioni utili alla sua attività, tra cui, a titolo di esempio: • Sentenze, provvedimenti, notizie, richieste dell’autorità giudiziaria o degli organi di polizia giudiziaria o di qualsiasi altra autorità dai quali si evinca lo svolgimento di indagini o di procedimenti nei confronti del personale dipendente o convenzionato o comunque operante presso l’Ente per fatti di natura corruttiva o altri illeciti che possono configurare responsabilità disciplinare e/o erariale;

12 • Atti di contestazione di illeciti disciplinari e i relativi provvedimenti di applicazione della sanzione o di archiviazione e relative motivazioni; • Richieste stragiudiziali e azioni giudiziarie di risarcimento, salvo che ricorra l’elemento soggettivo del dolo; • Esiti di verifiche interne o di organismi esterni dalle quali emergano irregolarità, omissioni o illegittimità nello svolgimento delle attività istituzionali nell’adozione dei relativi atti; • Richieste di assistenza legale per fatti di natura corruttiva o altri illeciti che possono configurare responsabilità disciplinare e/o erariale; • Transazioni concluse o ancora in corso di definizione, con menzione dell’oggetto; • L’adozione di provvedimenti di autotutela e i motivi posti a fondamento dei medesimi; • Richieste di chiarimenti della Corte dei Conti; • Rilievi dell’organo di revisione; • Relazioni dell’Organismo Indipendente di Valutazione; • Notizie relative ai cambiamenti organizzativi; • Segnalazioni da parte di dipendenti, personale convenzionato, collaboratori a qualsiasi titolo, utenti e cittadini relative a fatti di natura corruttiva o altri illeciti che possono configurare responsabilità disciplinare e/o erariale o comunque rilevanti ai fini della valutazione del rischio corruttivo; • Segnalazioni/denunce alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica da parte dell’Ente nei confronti del personale dipendente, convenzionato o comunque operante presso lo stesso; • Ogni altra informazione concernente i contenziosi - amministrativi, civili, inclusi quelli in materia di lavoro - definiti o pendenti, in cui il comune sia parte ricorrente/attorea o parte resistente/convenuta, con i motivi posti a fondamento della domanda, sintomatici di possibili aspetti patologici dell’azione amministrativa. I Responsabili delle Aree e tutti i Responsabili dei servizi comunali sono tenuti ad assicurare la massima collaborazione al Responsabile della prevenzione, provvedendo, tra l’altro, a fornire tempestivo riscontro alle sue richieste. Il mancato riscontro alle richieste di collaborazione e di informativa è valutabile ai fini della responsabilità disciplinare.

2.3 – Responsabilità dei soggetti coinvolti nell’attività di anticorruzione. La Giunta Comunale. Ai sensi dell’art. 19, comma 5, lett. b), del D.L. 90/2014, convertito con modificazioni nella legge 114/2014, nei casi di omessa adozione, da parte del soggetto obbligato, dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione, dei Programmi Triennali di Trasparenza e dei Codici di Comportamento, l’ANAC applica, nel rispetto delle norme previste dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, una sanzione amministrativa non inferiore nel minimo a euro 1.000 e non superiore nel massimo a euro 10.000.

13 Il Responsabile della Prevenzione. A fronte dei compiti che la legge attribuisce al Responsabile sono previste consistenti responsabilità in caso di inadempimento in particolare: • Ai sensi dell’art. 1, comma 8, della legge 190/2012, “la mancata predisposizione del piano e la mancata adozione delle procedure per la selezione e la formazione dei dipendenti costituiscono elementi di valutazione della responsabilità dirigenziale”; • Ai sensi dell’art. 1, comma 12, della legge 190/2012, il Responsabile della Prevenzione “In caso di commissione, all’interno dell’amministrazione, di un reato di corruzione accertato con sentenza passata in giudicato, risponde ai sensi dell’art. 21 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, nonché sul piano disciplinare, oltre che per il danno erariale e all’immagine della pubblica amministrazione, salvo che provi tutte le seguenti circostanze: • Di aver predisposto, prima della commissione del fatto, il piano di cui al comma 5 e di aver osservato le prescrizioni di cui ai commi 9 e 10 del presente articolo; • Di aver vigilato sul funzionamento e sull’osservanza del piano”. La responsabilità è esclusa ove l’inadempimento degli obblighi posti a suo carico sia dipeso da causa non imputabile al Responsabile della Prevenzione. Responsabilità dei dipendenti Con riferimento alle rispettive competenze, la violazione delle misure di prevenzione e degli obblighi di collaborazione ed informazione e segnalazione previste dal presente Piano e nel Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità e delle regole di condotta previste nei Codici di Comportamento da parte dei dipendenti del comune è fonte di responsabilità disciplinare, alla quale si aggiunge, per i titolari di P.O., la responsabilità dirigenziale. I Responsabili di Area sono altresì responsabili in caso di inadempimento degli obblighi di controllo e vigilanza posti a loro carico dal presente Piano e dal Codice di Comportamento. Alle violazioni di natura disciplinare si applicano, nel rispetto dei principi di gradualità e proporzionalità, le sanzioni previste dalla legge dai CCNL. Il procedimento di applicazione delle sanzioni, così come disciplinato dal d.lgs. 165/2001, garantisce il rispetto dei principi del contraddittorio e del diritto di difesa dell’incolpato. L’irrogazione di una sanzione disciplinare rileva: Ai fini del conferimento di incarichi aggiuntivi e/o dei provvedimenti in materia di svolgimento di incarichi o attività extra-istituzionali; ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato/produttività collettiva, per la parte correlata alla valutazione della performance individuale, in coerenza con le previsioni dell’art. 8, comma 3, lett. a), del Codice di comportamento comunale. Ai predetti fini, l’Ufficio per i Procedimenti Disciplinari comunica i provvedimenti di applicazione delle sanzioni disciplinari ai Responsabili competenti all’adozione dei provvedimenti nelle suddette materie. Provvedimenti nei confronti del personale convenzionato, dei collaboratori a qualsiasi titolo e dei dipendenti e collaboratori di ditte affidatarie di servizi Le violazioni delle regole di cui al presente Piano e del Codice di comportamento comunale applicabili al personale convenzionato, ai collaboratori a qualsiasi titolo, ai dipendenti e collaboratori di ditte affidatarie di servizi che operano nelle strutture del Comune o in nome e per conto della stessa sono sanzionate secondo quanto previsto nelle specifiche clausole inserite nei relativi contratti. E’ fatta salva l’eventuale richiesta di risarcimento qualora da tale comportamento siano derivati danni al Comune, anche sotto il profilo reputazionale.

14 SEZIONE 3- OBIETTIVI STRATEGICI DI ANTICORRUZIONE E TRASPARENZA

3.1 – DIRETTIVE GENERALI PER LA PROMOZIONE DELLA LEGALITÀ E DELLA TRASPARENZA A norma dell’art.1 comma 8 della legge 190/2012 , l’organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, che costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico –gestionale e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione Il presente documento sintetizza la Politica Anticorruzione del Comune e fornisce gli indirizzi, cui devono attenersi: - i componenti degli organi di governo (Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali) - i soggetti interni (dirigenti, funzionari, collaboratori) che, a qualunque titolo, contribuiscono all’erogazione dei servizi e alla gestione dei procedimenti - i soggetti esterni che entrino in relazione, a qualunque titolo, con l’amministrazione. Il Comune si impegna al rispetto della normativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione. Il Comune si impegna a promuove azioni, interne ed esterne all’amministrazione, per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione. I soggetti sopra elencati, sono destinatari della presente Politica Anticorruzione e devono astenersi da:

- richiedere, sollecitare o accettare denaro o altre utilità, in favore di sé o di terzi, per l’esercizio delle proprie funzioni o per l’esercizio di soggetti sottoposti al loro indirizzo o controllo - richiedere, sollecitare o accettare denaro o altre utilità, in favore di sé o di terzi, per non esercitare le proprie funzioni o per influire sull’esercizio delle funzioni dei soggetti sottoposti al loro indirizzo o controllo - accordarsi con soggetti interni o esterni all’amministrazione, al fine di favorire illecitamente interessi propri o di terzi - favorire in modo improprio gli interessi di soggetti interni o esterni all’amministrazione - assumere decisioni o comportamenti, che potrebbero influire negativamente sul buon andamento dell’amministrazione I soggetti sopra elencati devono ognuno nel proprio ruolo, indirizzare il proprio operato al perseguimento delle finalità istituzionali dell’Ente, astenendosi da prendere parte a procedimenti in presenza di conflitto di interesse.

3.2 – GLI OBIETTIVI STRATEGICI.

Obiettivi Strategici, per la prevenzione della corruzione Il Comune si impegna a:  coniugare lo sviluppo economico, sociale culturale del territorio con la legalità e partecipazione dei cittadini, al fine di promuovere una coscienza civile diffusa.  promuovere l’art.3 della Costituzione, prevendendo i fenomeni corruttivi e garantendo ai cittadini e agli operatori economici uguali doveri ed uguali diritti.  definire, attuare migliorare nel tempo modalità di lavoro e controlli finalizzati alla prevenzione della corruzione  promuovere iniziative di formazione specifica del personale  favorire le segnalazioni di situazioni a rischio di corruzione da parte del personale, fatte in buona fede, o sulla base di una ragionevole convinzione, senza il rischio che avvengano ritorsioni sui segnalanti;

15  standardizzazione le procedure e informatizzare la gestione dei processi.  valutare e controllare il rischio di corruzione nelle aree valutate a maggior rischio.

Obiettivi Strategici, per favorire la partecipazione dei cittadini

Il Comune si impegna a: 1. garantire la partecipazione dei cittadini (o dei loro rappresentanti) 2. promuovere momenti di comunicazione e confronto con le associazioni di categoria e gli ordini professionali, per condividere azioni congiunte di sensibilizzazione sui temi della legalità 3. promuovere momenti di formazione e confronto con i docenti e gli studenti degli istituti scolastici, per promuovere azioni di educazione e sensibilizzazione sui temi della legalità 4. promuovere momenti di comunicazione e confronto con le associazioni dei cittadini che fruiscono dei servizi del comune (genitori, anziani, disabili, utenti della biblioteca, ecc…) 5. promuovere, all’interno della consulta delle associazioni momenti di comunicazione e confronto, efficienza qualità dei servizi = accessibilità, economicità, imparzialità.

Obiettivi Strategici in materia di trasparenza Il Comune si impegna a - rendere trasparente la gestione delle attività amministrativa; - aumentare la propria capacità di informare i cittadini circa le modalità di accesso ai servizi e le modalità di gestione dei procedimenti; - promuovere l’accesso civico generalizzato - promuovere una gestione trasparente della performance (obiettivi chiari e rendicontazione dei risultati raggiunti);

Responsabilità - gli organi di vertice dell’Amministrazione, a mezzo di propri atti di indirizzo e controllo, promuovono la cultura dell’anticorruzione presso gli Uffici e i servizi dell’Ente; essi inoltre promuovono iniziative di informazione e formazione, aperte anche - Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza deve definire e attuare il PTPC alla luce degli obiettivi strategici del presente documento. - I Responsabili di Area del Comune devono supportare il Responsabile della Prevenzione e Trasparenza nel conseguimento degli obiettivi strategici della Politica Anticorruzione.

3.3 Aggiornamento della Politica Anticorruzione

La Politica Anticorruzione sarà valida per tre anni dalla data di approvazione. La Politica sarà potrà essere aggiornata, su proposta degli organi d’indirizzo o del Responsabile per la prevenzione della Corruzione anche prima della sua scadenza: - nel caso in cui all’interno dell’amministrazione si verifichino fatti di corruzione o gravi irregolarità, tali da richiedere l’immediata ridefinizione degli obiettivi strategici

16 - nel caso in cui modifiche normative rendano necessaria la definizione di nuovi obiettivi strategici - in caso di rinnovo della Giunta e del Consiglio Comunale - nel caso in cui subentri un nuovo Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza

SEZIONE 4 - GESTIONE DEL RISCHIO.

Per far sì che la gestione del rischio sia efficace, un'organizzazione dovrebbe, a tutti i livelli, seguire i seguenti principi, (Si riporta quanto specificato nell’ALLEGATO 6 del P.N.A. relativo ai PRINCIPI PER LA GESTIONE DEL RISCHIO (TRATTI DA UNI ISO 31000 2010): a) La gestione del rischio crea e protegge il valore. La gestione del rischio contribuisce in maniera dimostrabile al raggiungimento degli obiettivi ed al miglioramento della prestazione, per esempio in termini di salute e sicurezza delle persone, security*, rispetto dei requisiti cogenti, consenso presso l'opinione pubblica, protezione dell'ambiente, qualità del prodotto gestione dei progetti, efficienza nelle operazioni, governance e reputazione. b) La gestione del rischio è parte integrante di tutti i processi dell'organizzazione. La gestione del rischio non è un'attività indipendente, separata dalle attività e dai processi principali dell'organizzazione. La gestione del rischio fa parte delle responsabilità della direzione ed è parte integrante di tutti i processi dell'organizzazione, inclusi la pianificazione strategica e tutti i processi di gestione dei progetti e del cambiamento. c) La gestione del rischio è parte del processo decisionale. La gestione del rischio aiuta i responsabili delle decisioni ad effettuare scelte consapevoli, determinare la scala di priorità delle azioni e distinguere tra linee di azione alternative. d) La gestione del rischio tratta esplicitamente l'incertezza. La gestione del rischio tiene conto esplicitamente dell'incertezza, della natura di tale incertezza e di come può essere affrontata. e) La gestione del rischio è sistematica, strutturata e tempestiva. Un approccio sistematico, tempestivo e strutturato alla gestione del rischio contribuisce all'efficienza ed a risultati coerenti, confrontabili ed affidabili. f) La gestione del rischio si basa sulle migliori informazioni disponibili. Gli elementi in ingresso al processo per gestire il rischio si basano su fonti di informazione quali dati storici, esperienza, informazioni di ritorno dai portatori d'interesse, osservazioni, previsioni e parere di specialisti. Tuttavia, i responsabili delle decisioni dovrebbero informarsi, e tenerne conto, di qualsiasi limitazione dei dati o del modello utilizzati o delle possibilità di divergenza di opinione tra gli specialisti. g) La gestione del rischio è "su misura". La gestione del rischio è in linea con il contesto esterno ed interno e con il profilo di rischio dell'organizzazione. h) La gestione del rischio tiene conto dei fattori umani e culturali. Nell'ambito della gestione del rischio individua capacità, percezioni e aspettative delle persone esterne ed interne che possono facilitare o impedire il raggiungimento degli obiettivi dell'organizzazione.

17 i) La gestione del rischio è trasparente e inclusiva. Il coinvolgimento appropriato e tempestivo dei portatori d'interesse e, in particolare, dei responsabili delle decisioni, a tutti i livelli dell'organizzazione, assicura che la gestione del rischio rimanga pertinente ed aggiornata. Il coinvolgimento, inoltre, permette che i portatori d'interesse siano opportunamente rappresentati e che i loro punti di vista siano presi in considerazione nel definire i criteri di rischio. j) La gestione del rischio è dinamica. La gestione del rischio è sensibile e risponde al cambiamento continuamente. Ogni qual volta accadono eventi esterni ed interni, cambiano il contesto e la conoscenza, si attuano il monitoraggio ed il riesame, emergono nuovi rischi, alcuni rischi si modificano e d altri scompaiono. k) La gestione del rischio favorisce il miglioramento continuo dell'organizzazione. Le organizzazioni dovrebbero sviluppare ed attuare strategie per migliorare la maturità della propia gestione del rischio insieme a tutti gli altri aspetti della propria organizzazione.

La gestione del rischio di corruzione, come già indicato, deve perseguire tre obiettivi: - ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione; - aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione; - creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

Gli obiettivi di gestione del rischio devono essere raggiunti, tenendo conto degli obiettivi a livello nazionale, con l’adozione delle misure di prevenzione previste dalla legge 190/2012, dal P.N.A. e dalla restante normativa Nazionale in materia di anticorruzione. La gestione del rischio di corruzione è un processo che si struttura in quattro fasi: identificazione, analisi, ponderazione e trattamento ed è finalizzato ad aumentare la conoscenza del rischio di corruzione, in quanto permette di acquisire un elevato numero di informazioni sulla vulnerabilità e permeabilità dell’amministrazione ai comportamenti corruttivi, sul modo in cui tali comportamenti potrebbero emergere e diffondersi all’interno dell’amministrazione e sulle priorità delle misure di prevenzione da adottare.

Il processo di gestione del rischio nel presente P.T.P.C., così come delineato dal PNA, prevede le seguenti fasi: 1) Mappatura dei Processi con Identificazione dei settori /Uffici deputati allo svolgimento del processo (tabella 1)

2) Identificazione e valutazione dei rischi specifici associati ai processi e valutazione dei rischi specifici (in termini di impatto e probabilità) (tabella 2);

3) Identificazione delle misure più idonee alla prevenzione/mitigazione/trattamento del rischio (Tabella 3).

4.1 - Indicazione delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, "aree di rischio". La Mappatura dei Processi e degli Uffici

La mappatura dei processi individua e rappresenta le attività dell’ente ed assume un valore strumentale ai fini dell’identificazione, della valutazione e del trattamento dei rischi corruttivi. L’accuratezza e esaustività della mappatura si pone quale attività necessaria e propedeutica alla formulazione di adeguate misure di

18 prevenzione. La realizzazione della mappatura dei processi tiene conto della dimensione organizzativa dell’Amministrazione, delle conoscenze e delle risorse disponibili, dell’esistenza o meno di una base di partenza (ad es. una prima ricognizione dei procedimenti amministrativi, sistemi di controllo di gestione, ecc). L’ANAC con la determinazione n.12 del 28 ottobre 2015 ha previsto che il PTPC dia atto dell’effettivo svolgimento della mappatura dei processi. Con il PTPC 2014/2016 era previsto l’avvio della mappatura che invece non è stata effettuata, pertanto è pressoché materialmente impossibile nel limitato tempo a disposizione provvedere alla completa stesura della mappatura di tutti i processi dell’ente, non disponendo neanche come base di partenza una prima ricognizione dei procedimenti ex legge 241/1990. Pertanto, la mappatura sarà avviata nel 2016 per essere comunque completata nel 2017. Come evidenziato nella determinazione ANAC n.12/2015, il concetto di processo è, comunque, più ampio e flessibile di quello riconducibile alla nozione di procedimento amministrativo. Tuttavia i due concetti non sono tra loro incompatibili: la rilevazione dei procedimenti amministrativi costituisce sicuramente un buon punto di partenza per l’identificazione dei processi organizzativi. Tuttavia è possibile individuare le principali fasi di sviluppo di ogni procedimento amministrativo in virtù della disciplina contenuta nella legge n° 241/1990, della disciplina delle fasi della spesa e dell’entrata di cui al decreto legislativo n. 267/2000 e del Regolamento comunale di contabilità, ed della disciplina del procedimento di affidamento di appalti e concessioni di cui al decreto legislativo 163/2006. E' stata effettuata una ricognizione e mappatura dei principali procedimenti amministrativi riconducibili alla medesima tipologia, raggruppati nelle aree di rischio e successivamente suddivise in sotto-aree. Per ogni ripartizione organizzativa dell’ente, sono ritenute “aree di rischio”, quali attività a più elevato rischio di corruzione, le attività che compongono i procedimenti riconducibili alle macro AREE seguenti. Nella individuazione delle aree di rischio dell’ente si tiene conto di quanto indicato nel P.N.A. e dalla determinazione ANAC su richiamata, individuando le seguenti “AREE DI RISCHIO GENERALI” e delle aree di rischio specifiche, tenendo conto delle indicazioni della citata Determinazione ANAC n.12/2015 a. Acquisizione e progressione del Personale;

b. Affidamento di lavori, servizi e forniture;

c. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

d. Provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

e. Gestione delle entrate e delle spese, del patrimonio

f. Incarichi e nomine

g. Affari legali e contenzioso

19 h. Controlli, verifiche, ispezioni, sanzioni

i. Smaltimento rifiuti

j. Pianificazione urbanistica

Per ogni processo e/o procedimento individuato viene indicata l’area/servizio/ufficio del Comune compente per il processo stesso, secondo l’attuale organigramma dell’ente.

Successivamente per ogni processo vengono individuati i RISCHI SPECIFICI elencando un catalogo di rischi. Oltre ai rischi esemplificati nell’ALLEGATO 3 del P.N.A. che si riscontrano, nell’ente possono essere individuati ulteriori rischi specifici.

Tabella n. 1: Mappatura dei Processi

PROCESSI Aree/ Uffici /Servizi interessati al processo

1 Reclutamento Area II Ufficio personale Area a) Acquisizione 2 Progressioni di carriera /valutazioni ai fini dell’erogazione del trattamento Tutte le Aree e accessorio Gestione 3 Tutte le Aree Personale Gestione delle presenze del personale

4 Programmazione Tutte le Aree

5 Progettazione Tutte le Aree Area b) Contratti pubblici 6 Selezione del contraente Tutte le Aree

7 Verifica aggiudicazione e stipula del contratto Tutte le Aree

20 PROCESSI Aree/ Uffici /Servizi interessati al processo 8 Esecuzione del contratto Tutte le Aree

9 Rendicontazione del contratto Tutte le Aree

10 Tutte le Aree nei Provvedimenti di tipo autorizzatorio (incluse figure simili quali: procedimenti di abilitazioni, approvazioni, nulla-osta, licenze, registrazioni, dispense) competenza 11 Permessi a costruire, scia edilizia, Dia, scia, comunicazioni di Area IV servizio interventi edilizi, rilascio certificato di conformità edilizia e agibilità, edilizia certificato di destinazione urbanistica 13 Provvedimenti di tipo concessorio (incluse concessioni di patrocinio le Aree I,II, IV Area c) gratuito, concessione gratuita di suolo pubblico, concessione uso gratuito nei procedimenti di Provvedimenti immobili comunali) e figure analoghe come ammissioni e deleghe) competenza ampliativi della sfera giuridica dei 14 destinatari privi di effetto economico Rilascio contrassegno invalidi Area VI – p.m. diretto ed immediato per il destinatario 15 Tenuta e aggiornamento albi (scrutatori, giudici popolari, presidenti di Area III – ufficio seggio) demografico

16 Area III – ufficio Pratiche anagrafiche demografico, Area VI

21 PROCESSI Aree/ Uffici /Servizi interessati al processo 17 Rilascio di autorizzazioni di polizia mortuaria (inumazione, Area V – servizi tumulazione, trasporto, cremazione cadaveri, dispersione e affidamento cimiteriali, Area III ceneri) 19 Concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili Tutte le Aree per Area d) finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a procedimenti di Provvedimenti persone ed enti pubblici e privati competenza ampliativi della 20 sfera giuridica dei Area IV – servizio destinatari con Calcolo o rimborso di oneri concessori urbanistica effetto economico diretto ed immediato per il 21 destinatario Esonero/riduzione pagamento rette (asilo nido, refezione, trasporto Area I – servizio scolastico, ludoteche). pubblica istruzione

22 Area II – ufficio Pagamenti dell’ente mandati Area e) gestione 23 dell’entrata e della Area II– ufficio Controllo attività concessionario riscossione tributi locali spesa e del tributi patrimonio

24 Area II – ufficio Atti di accertamento, rimborsi/discarichi tributi locali tributi

22 PROCESSI Aree/ Uffici /Servizi interessati al processo 25 Area II ,Area II, Custodia e maneggio denaro e valori pubblici Area IV e Area VI

26 Alienazione Locazioni, concessioni, comodati, convenzioni aventi ad Area IV – ufficio oggetto beni immobili comunali patrimonio, Area II

27 Ordinanza ingiunzione di pagamento/ archiviazione di verbale di accertata violazione a norma regolamentare o ordinanza del sindaco o ex Area IV lege 689/81 28

Area f) Accertamento e gestione sanzioni C.d.S Area VI Controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni 29 Verifica accertamenti abusi edilizi Area IV e Area VI

30 Tutte le Aree per i Conferimento incarichi di collaborazione procedimenti di Area g) Nomine e incarichi competenza 31 Area IV e Organi Nomina presso organi consultivi, come ad es. commissione PUA Istituzionali

23 PROCESSI Aree/ Uffici /Servizi interessati al processo 32 Processi di verbalizzazione in materia di polizia giudiziaria e Area VII compilazione di elaborati per il rilevamento di incidenti stradali Area h) Affari legali e 33 contenzioso Attivazione azione con la costituzione in giudizio e resistenza Area I all’azione – atti di appello

34 Variazione urbanistica puntuale funzionali alla approvazione di piani Area IV – attuattivi privati specifici Area i) urbanistica Area pianificazione urbanistica 35 Processi di valutazione e approvazione di piani attuattivi in conformità Area IV – agli strumenti urbanistici urbanistica

Controllo raccolta e smaltimento dei rifiuti Area V Area j) 36 Smaltimento rifiuti

4.2 - Metodologia utilizzata per effettuare la valutazione del rischio La valutazione del rischio è la macro-fase del processo di gestione del rischio in cui lo stesso è identificato, analizzato e confrontato con gli altri rischi al fine di individuare le priorità di intervento e le possibili misure correttive/preventive (trattamento del rischio). La valutazione del rischio deve essere svolta per attività, processo, fase di processo e/o procedimenti mappati. La valutazione prevede l’identificazione, l’analisi e la ponderazione del rischio.

Identificazione degli eventi rischiosi

24 L’identificazione del rischio, o meglio degli eventi rischiosi, ha l’obiettivo di individuare gli eventi di natura corruttiva che possono verificarsi in relazione ai processi, o alle fasi dei processi, di pertinenza dell’amministrazione. L’individuazione deve includere tutti gli eventi rischiosi che, anche solo ipoteticamente, potrebbero verificarsi e avere conseguenze sull’amministrazione.

Analisi del rischio L’analisi del rischio ha come obiettivo quello di consentire di pervenire ad una comprensione più approfondita degli eventi rischiosi identificati nella fase precedente e di individuare il livello di esposizione al rischio delle attività e dei relativi processi. Nei precedenti PTPC è stata applicata la metodologia presentata nell’allegato 5 del PNA in termini di impatto e probabilità. Tuttavia l’ANAC con l’aggiornamento ha evidenziato che le indicazioni contenute nel PNA, come ivi precisato, non sono strettamente vincolanti potendo l’amministrazione scegliere criteri diversi purché adeguati al fine. Al fine di evitare l’identificazione di misure generiche, l’ANAC suggerisce di considerare per l’analisi del rischio anche l’individuazione e la comprensione delle cause degli eventi rischiosi, cioè delle circostanze che favoriscono il verificarsi dell’evento. L’ANAC indica tra gli esempi di cause di eventi rischiosi di corruzione: a) mancanza di controlli: in fase di analisi andrà verificato se presso l’amministrazione siano già stati predisposti – ma soprattutto efficacemente attuati – strumenti di controllo relativi agli eventi rischiosi; b) mancanza di trasparenza; c) eccessiva regolamentazione, complessità e scarsa chiarezza della normativa di riferimento; d) esercizio prolungato ed esclusivo della responsabilità di un processo da parte di pochi o di un unico soggetto; e) scarsa responsabilizzazione interna; f) inadeguatezza o assenza di competenze del personale addetto ai processi; g) inadeguata diffusione della cultura della legalità; h) mancata attuazione del principio di distinzione tra politica e amministrazione. L’ANAC In particolare, si suggerisce di non sottovalutare: a) i dati sui precedenti giudiziari e/o sui procedimenti disciplinari a carico dei dipendenti dell’amministrazione o dell’ente. Possono essere considerate le sentenze passate in giudicato, i procedimenti in corso e i decreti di citazione a giudizio riguardanti i reati contro la PA e il falso e la

25 truffa, con particolare riferimento alle truffe aggravate all'amministrazione (artt. 640 e 640 bis c.p.); b) i procedimenti aperti per responsabilità amministrativo/contabile (Corte dei Conti); c) i ricorsi amministrativi in tema di affidamento di contratti pubblici. d) le segnalazioni pervenute, nel cui ambito rientrano certamente quelle ricevute tramite apposite procedure di whistleblowing. e) ulteriori dati in possesso dell’amministrazione (es. rassegne stampa.).

Ponderazione del rischio

L’obiettivo della ponderazione del rischio, come già indicato nel PNA, allegato 5, è di «agevolare, sulla base degli esiti dell’analisi del rischio, i processi decisionali riguardo a quali rischi necessitano un trattamento e le relative priorità di attuazione» Poiché il metodo di cui all’allegato 5 del P.N.A. e utilizzato nel precedente P.T.P.C. non è considerato dall’ANAC strettamente vincolante potendo l’amministrazione scegliere criteri diversi purchè adeguati al fine. Secondo l’ANAC è necessario utilizzare il criterio della prudenza e sottoporre al trattamento del rischio un ampio numero di processi. Pertanto, il valore del rischio di un evento di corruzione è stato calcolato rilevando: 1) la probabilità che si verifichi uno specifico evento di corruzione, raccogliendo tutti gli elementi informativi sia di natura oggettiva (ad esempio, eventi di corruzione specifici già occorsi in passato, segnalazioni pervenute all’amministrazione, notizie di stampa), che di natura soggettiva, tenendo conto del contesto ambientale, delle potenziali motivazioni dei soggetti che potrebbero attuare azioni corruttive, nonché degli strumenti in loro possesso; tale valutazione deve essere eseguita dal responsabile al meglio delle sue possibilità di raccolta di informazioni ed operando una conseguente, attenta valutazione di sintesi al fine di rappresentare la probabilità di accadimento dell’evento attraverso una scala crescente su 5 valori: molto bassa, bassa, media, alta, altissima; 2) l’impatto che, nel caso in cui l’evento di corruzione si presentasse, viene valutato calcolando le conseguenze: a) sull’amministrazione in termini di qualità e continuità dell’azione amministrativa, impatto economico, conseguenze legali, reputazione e credibilità istituzionale, etc.; b) sugli stakeholders (cittadini, utenti, imprese, mercato, sistema Paese), a seguito del degrado del servizio reso a causa del verificarsi dell’evento di corruzione. Anche l’impatto viene calcolato su di una scala crescente su 5 valori, al pari della probabilità (molto basso, basso, medio, alto, altissimo). Il

26 rischio per ciascuna tipologia di evento corruttivo (E) è stato quindi calcolato come prodotto della probabilità dell’evento per l’intensità del relativo impatto: Rischio (E) = Probabilità(E) x Impatto(E).

Di seguito si rappresenta la matrice generale di calcolo del rischio IMPATTO MOLTO BASSO BASSO MEDIO ALTO ALTISSIMO PROBABILITA’ ALTISSIMA MEDIO ALTO ALTISSIMO ALTISSIMO ALTISSIMO

ALTA MEDIO MEDIO ALTO ALTO ALTISSIMO

MEDIA BASSO MEDIO MEDIO ALTO ALTISSIMO

BASSA MOLTO BASSO BASSO MEDIO MEDIO ALTO

MOLTO BASSA MOLTO BASSO MOLTO BASSO BASSO MEDIO MEDIO

Tabella 2 – Identificazione e ponderazione del rischio Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente

1 Previsione di requisiti di accesso Alto Area II Area a) Reclutamento “personalizzati” ed insufficienza di Ufficio Acquisizione meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a personale e verificare il possesso dei requisiti attitudinali

27 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente

Gestione e professionali richiesti in relazione alla Personale posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari; 2 Progressioni di carriera valutazioni infedeli e non obiettive per Medio Tutti le Aree /valutazioni ai fini dell’erogazione erogare maggiore trattamento accessorio a

del trattamento accessorio taluni dipendenti 3 L’omesso controllo sull’attività di rilevazione della presenza del personale sia a livello Alto decentrato che centrale può, infatti, favorire comportamenti illeciti quali lo scambio di Gestione delle presenze del Tutte le Aree cartellini, l’effettuazione di ore straordinarie di personale lavoro non preventivamente autorizzate e il non corretto inserimento di timbrature da parte dei dipendenti.

4 Definizione di un fabbisogno non rispondente medio ai criteri di efficienza/efficacia/economicità Programmazione Tutti le Aree ma alla volontà di premiare interessi particolari 5 I rischi sono molteplici Alto - Utilizzo improprio di sistemi di affidamento Progettazione Tutte le Aree Area b) - lesione della par condicio Contratti Pubblici 6 - affidamenti diretti agli stessi operatori Altissimo - proroghe di affidamenti - applicazione distorta dei criteri di Selezione del contraente Tutte le Aree aggiudicazione -nomina commissari in conflitto di interessi - alterazione documentazione di gara 7 - Omissione dei controlli sui requisiti del Alto Verifica aggiudicazione e stipula contraente Tutte le Aree del contratto - Omessa pubblicazione degli esiti di gara

28 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente

8 - omesso controllo sullo stato di Alto avanzamento dei lavori - nomina direttore dei lavori in conflitto di Esecuzione del contratto Tutte le Aree interessi - mancata applicazione di penali per ritardi - ricorso abusivo a varianti

9 - nomina collaudatore in conflitto di interessi Alto - omesso controllo Rendicontazione del contratto Tutte le Aree - mancata denuncia di difformità e vizi dell’opera

10 Agevolare particolari soggetti ; omesso Altissimo Provvedimenti di tipo controllo dei presupposti previsti dalla legge autorizzatorio (incluse figure o regolamenti; )Richiesta e/o accettazione simili quali: abilitazioni, Tutte le Aree Area c) impropria di regali, compensi o altre utilità in approvazioni, nulla-osta, licenze, Provvedimenti connessione con l'espletamento delle proprie registrazioni, dispense) ampliativi funzioni o dei compiti affidati della sfera 11 Permessi a costruire, scia Altissimo giuridica dei edilizia, Dia, scia, comunicazioni rilascio del permesso di costruire in destinatari di interventi edilizi, rilascio Area IV violazione della normativa urbanistico-edilizia privi di effetto certificato di conformità edilizia – omesso controllo dei requisiti economico e agibilità, certificato di diretto ed destinazione urbanistica immediato per 13 Provvedimenti di tipo Alto il destinatario concessorio (incluse concessioni di patrocinio gratuito, le Aree I, II, concessione gratuita di suolo IV nei Omesso controllo della veridicità o mancata pubblico, concessione uso procedimenti comunicazione all’A.G. per false dichiarazioni gratuito immobili comunali) e di figure analoghe come competenza ammissioni e deleghe)

29 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente

14 Omesso controllo per favorire soggetti non Alto Area VI – legittimati Rilascio contrassegno invalidi p.m.

15 Medio Tenuta e aggiornamento albi Area III – Adozione di provvedimenti volti a favorire (scrutatori, giudici popolari, ufficio soggetti particolari presidenti di seggio) demografico

16 Area II – Medio ufficio Omissioni di controllo dei requisiti per favorire Pratiche anagrafiche demografico, soggetti non legittimati AREA VI 17 Rilascio di autorizzazioni di Basso polizia mortuaria (inumazione, Area V– tumulazione, trasporto, servizi Rilascio autorizzazione a soggetti non cremazione cadaveri, cimiteriali, legittimati dispersione e affidamento Area III ceneri) 19 Concessione ed erogazione di Altissimo Area d) sovvenzioni, contributi, sussidi, Tutte le Aree Provvedimenti ausili finanziari, nonché per Riconoscimento indebito di contributi ampliativi attribuzione di vantaggi procedimenti economici a cittadini non in possesso dei della sfera economici di qualunque genere di requisiti al fine di agevolare determinati giuridica dei a persone ed enti pubblici e competenza soggetti; omesso controllo di dichiarazioni destinatari privati sostitutive e certificazione ISEE con effetto 20 Altissimo Mancata richiesta o calcolo erroneo di oneri economico Calcolo o rimborso di oneri Area VI – concessori al fine di agevolare determinati diretto ed concessori urbanistica immediato per soggetti

30 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente il destinatario 21 Area I – Basso Esonero/riduzione pagamento servizio Omesso controllo dei requisiti previsti dal rette (asilo nido, refezione, pubblica regolamento o errato calcolo trasporto scolastico, ludoteche). istruzione Medio 22 Area II – Mancato rispetto dell’ordine cronologico dei Pagamenti dell’ente ufficio pagamenti Area e) mandati gestione Alto Atti di dell’entrata e 23 Area II – Rimborsi o discarichi non dovuti , omesso accertamento,Rimborsi/discarichi della spesa e ufficio tributi accertamento o errato calcolo per favoritismi, del patrimonio tributi locali

Medio 24 Controllo attività concessionario Area II – Omessi controlli per favoritismi riscossione tributi locali ufficio tributi

25 Medio Area II, Area Custodia, maneggio denaro e Omessa custodia, controllo ed III; Area IV e valori pubblici appropriazione valori Area VI

26 Alienazione Locazioni, Area IV – Violazione/elusione di norme di evidenza Alto concessioni, comodati, ufficio pubblica, Sottovalutazione del bene convenzioni aventi ad oggetto patrimonio, Predisposizione di bandi con requisiti beni immobili comunali Area II specifici per favorire particolari acquirenti 27 Ordinanza ingiunzione di Omissione di ordinanza ingiunzione o Alto pagamento/ archiviazione di archiviazione illegittima per favorire taluni verbale di accertata violazione a soggetti Area IV norma regolamentare o Area f) ordinanza del sindaco ex lege Controlli, 689/81

31 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente

verifiche, Omissione di accertamenti e atti conseguenti Altissimo ispezioni e 28 Verifica accertamenti abusi Area IV e sanzioni edilizi Area VI

Alto 29 Accertamento e gestione mancato accertamento di violazione di leggi - Area VI sanzioni C.d.S cancellazione di sanzioni amministrative - alterazione dei dati 30 Tutte le Aree Medio Conferimento incarichi per i Omessa verifica dei requisiti Area g) collaborazione procedimenti Nomine e di incarichi competenza 31 Medio Area IV – Nomina presso organi consultivi Nomina soggetti in conflitto di interessi o privi organi come ad es. commissione PUA dei requisiti istituzionali

32 Processi di verbalizzazione in materia di polizia giudiziaria e Rilevamento infedele per favorire il Medio Area VI compilazione di elaborati per il risarcimento danni Area h) rilevamento di incidenti stradali Affari legali e 33 Attivazione azione con la contenzioso costituzione in giudizio e Mancata costituzione per favorire la Medio Area I resistenza all’azione – atti di controparte appello Medio 34 variazione urbanistica Area IV – Favorire interessi privati Area h) urbanistica Area

32 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Ponderazione rischio Area del rischio competente pianificazione Processi di valutazione e Medio urbanistica 35 approvazione di piani attuattivi in Area IV Valutazione infedele o incompleta conformità agli strumenti servizio dell’interesse pubblico urbanistici urbanistica

Alto Pagamento di quantità di rifiuti superiore al Controllo raccolta e smaltimento Area i) 36 Area V reale per favorire l’appaltatore dei rifiuti Smaltimento rifiuti

Il trattamento del rischio Il processo di “gestione del rischio” si conclude con il “trattamento”. Il trattamento consiste nel procedimento “per modificare il rischio”, che è quella fase dell’Identificazione delle misure più idonee alla prevenzione/mitigazione/trattamento del rischio. A seguito della valutazione dell’impatto e della probabilità dei processi e della ponderazione dei rischi, emergono quelli con maggiore esposizione. Il responsabile della prevenzione della corruzione deve stabilire le “priorità di trattamento” in base al livello di rischio, all’obbligatorietà della misura ed all’impatto organizzativo e finanziario delle misura stessa. Nel Piano di Trattamento possono essere incluse: a) misure di trattamento specifiche, da attuare in un solo processo o in una sola area di attività del Comune (normalmente, quelle maggiormente esposte alla corruzione); b) misure di trattamento trasversali, valide per l’intera organizzazione. Le misure (di trattamento o trasversali) si differenziano in: - misure generali : sono quelle la cui applicazione discende obbligatoriamente dalla legge o da altre fonti normative; - misure ulteriori: sono quelle che, pur non essendo obbligatorie per legge, sono rese obbligatorie dal loro inserimento nel P.T.P.C. Il P.T.P.C. deve contenere tutte le misure obbligatorie per trattare il rischio e le misure ulteriori ritenute necessarie o utili. L’Allegato 4 del P.N.A. fornisce un “Elenco esemplificativo delle misure ulteriori”, che possono essere previste nel Piano di prevenzione. Le misure di trattamento generali, specifiche e trasversali, sono descritte diffusamente nel P.N.A. e in due suoi allegati (Allegato 1 e Tavole delle Misure), con l’indicazione del contenuto delle misure da introdurre, delle fonti normative che le rendono obbligatorie, delle tempistiche di attivazione. Inoltre, il P.N.A. illustra (in modo chiaro ed esaustivo), le azioni da attivare per introdurre e attuare ciascuna misura di trattamento.

33 4.3 - MISURE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO

La Trasparenza (MO1) Particolare approfondimento è riservato, infine, alle misure connesse alla trasparenza, cui è dedicato un apposita specifica sezione, con approfondimento inerente:

• le misure della trasparenza: accesso civico, accesso generalizzato; • le misure della Trasparenza: la individuazione dei responsabili della trasmissione/pubblicazione dei documenti e delle informazioni • le misure della Trasparenza: Individuazione del soggetto Responsabile dell’Anagrafe della Stazione Appaltante (RASA); • le misure della Trasparenza: i referenti del RPCT.

Individuazione del Responsabile dell’Anagrafe della Stazione appaltante. In funzione dell’aggiornamento effettivo e puntuale dei dati dell’Anagrafe Unica delle stazioni appaltanti, il nuovo richiede che sia individuato dall’Amministrazione ed indicato nel Piano il nominativo del funzionario. La PNA Ai sensi di quanto previsto nel PNA 2016, si individua nell’arch. Roberto Di Giorgio, funzionario apicale cat. D del Comune di Pontecorvo, il Responsabile dell’Anagrafe della Stazione appaltante (R.A.S.A).

Par. 1) IL VALORE DELLA TRASPARENZA DOPO LE INNOVAZIONI INTRODOTTE DAL D. LGS. N.97/2016.

A seguito delle novità introdotte dal d. lgs. n.97/16 e delle indicazioni derivanti dal PNA 2016, la trasparenza assume il rango di misura di rilievo fondamentale nell’ottica di prevenzione della corruzione. Infatti, a fronte di una normativa che in dettaglio precisa quali siano i contenuti effettivi della trasparenza pressocchè in ogni settore dell’Amministrazione, il citato decreto n.97 ha abrogato la previsione per cui il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità costituisce di norma una sezione del Piano di prevenzione della corruzione. In ottemperanza a quanto previsto dalla legge, si dedica questa sezione a tre aspetti fondamentali: Implementazione dell’Accesso civico; Individuazione dei responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati oggetto di pubblicazione obbligatoria (art.10 comma 1 del d. lgs. n.33/2013). Restano invariati gli Uffici competenti per le diverse fasi di elaborazione, aggiornamento ed attuazione della Misura della Trasparenza: -Il Responsabile della trasparenza presso il Comune di Pontecorvo è stato nominato con decreto sindacale in data 24/02/2017, il Segretario comunale, già responsabile per la prevenzione della corruzione. Il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità è predisposto dal Segretario comunale ed approvato dalla Giunta comunale. A tal fine il Segretario promuove e cura il coinvolgimento dei Settori funzionali dell’Ente. -I responsabili di servizio, individuati con decreto sindacale, sono responsabili del dato e dell’individuazione dei contenuti del programma di competenza e dell’attuazione delle relative previsioni - L’Organismo interno di valutazione esercita un’attività di impulso, nei confronti dell’organo politico amministrativo (Giunta comunale) e del responsabile della trasparenza per l’elaborazione del programma. L'organismo verifica inoltre l’assolvimento degli obblighi in materia di trasparenza ed integrità.

34 Par.2) SOGGETTI RESPONSABILI DELLA TRASMISSIONE E DELLA PUBBLICAZIONE DEI DOCUMENTI.

Responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti sono individuati in ciascun Ufficio o servizio nei soggetti cui è conferita la responsabilità del relativo servizio competente per materia e, quindi, autore dell’atto e detentore della informazioni soggette a pubblicazione obbligatoria. Secondo tale criterio, avuto riguardo ai diversi obblighi di pubblicazione di cui all’allegato 1) della deliberazione ANAC 1310 del 28/12/2016( Sezione Amministrazione Trasparente – Elenco obblighi di pubblicazione ), nell’ambito del Comune di Pontecorvo, i responsabili sono individuati come segue.

Articolazione della struttura organizzativa in n.6 Aree.

La struttura organizzativa del Comune è articolata nei seguenti uffici e servizi: 1. Area Tecnica 2. Area Amministrativa 3. Area Economico - Finanziaria 4. Area Servizi Demografici - URP 5. Area Gestione e Manutenzione 6. Area Polizia Locale

È obiettivo dell’Amministrazione, entro il 30 aprile p.v.: - Individuare un unico ufficio nel quale concentrare la responsabilità della pubblicazione degli atti sul sito internet, soprattutto per quanto concerne la sezione “Amministrazione trasparente”; - semplificare, attraverso idonee misure operative, l’inserimento dei dati sul sito internet. A tal fine, il responsabile di ciascun procedimento dovrà curare in autonomia la trasmissione degli atti oggetto di pubblicazione all’Area Finanziaria, che, avendo al suo interno una unità di personale competente, è in grado di dare il necessario supporto tecnico per l’aggiornamento delle informazioni nella sezione Amministrazione Trasparente del sito istituzionale. Pertanto, Responsabile della pubblicazione resta il Responsabile dell’Area Finanziaria. Per quanto riguarda i Responsabili della trasmissione, gli obblighi sono distribuiti secondo la tabella che segue.

Obblighi relativi a disposizioni generali Responsabile trasmissione

Piano triennale prevenzione corruzione Area Amministrativa Atti generali Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Oneri informativi per cittadini e imprese Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Burocrazia zero Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Titolari di incarichi politici, di amministrazione, direzione o di Area Amministrativa governo Sanzioni per mancata comunicazione dei dati Area Amministrativa Articolazione degli uffici Area Amministrativa

35 Telefono e posta elettronica Area Amministrativa Titolari di incarichi di collaborazione e consulenza Titolari di incarichi dirigenziali Area finanziaria Dirigenti cessati Area finanziaria Sanzioni per mancata comunicazione dei dati Area Amministrativa Posizioni organizzative Area finanziaria Dotazione organica Area finanziaria Personale non a tempo indeterminato Area finanziaria Tassi di assenza Area finanziaria Incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti Area finanziaria Contrattazione collettiva Area finanziaria Contrattazione integrativa Area finanziaria OIV Area finanziaria Performance Area Amministrativa

Obblighi connessi a procedimenti e Responsabile trasmissione provvedimenti finali

Attività e procedimenti Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Provvedimenti Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Bandi di gara e contratti Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Sovvenzioni, contributi, sussidi vantaggi economici Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza - criteri e modalità Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza - atti di concessione Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza - Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza Informazioni sulle singole procedure in formato tabellare Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza

Obblighi relativi al patrimonio ed alla Responsabile trasmissione gestione finanziaria

Bilanci preventivi e consuntivi Area finanziaria Patrimonio immobiliare Area Tecnica Canoni di locazione o affitto Area Tecnica OIV Area finanziaria Organi di revisione contabile Area finanziaria Corte die conti Area finanziaria Carta dei servizi Area Responsabile della gestione del servizio Class action Area Amministrativa Servizi (cosi) Ufficio Responsabile della gestione del servizio Dati sui pagamenti Indicatore tempestività dei pagamenti Area Finanziaria Iban e pagamenti informatici Area Finanziaria

36 Obblighi relativi alle opere pubbliche Area Tecnica

pianificazione e governo del territorio Area Tecnica

altri contenuti Tutti i responsabili di servizio per i procedimenti di competenza

Gestori operativi delle pubblicazione: i Responsabili delle Aree possono individuare, tra i dipendenti, i gestori operativi, incaricati di inserire materialmente i dati da pubblicare nelle sottosezioni. L’OIV ha il compito di attestare l’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza e all’integrità secondo quanto previsto dalle vigenti disposizioni normative. Nella tabella che segue si individuano i soggetti responsabili e gli indicatori di risultato.

MO1 - LA TRASPARENZA RESPONSABILE DELLA TRASPARENZA SOGGETTI RESPONSABILI TUTTI I RESPONSABILI DI AREA L’OIV - (Valuta gli adempimenti in materia di trasparenza secondo le direttive dell’ANAC) 100% dati a pubblicazione obbligatoria INDICATORI DI RISULTATO Rispetto dei tempi indicati nel Programma della Trasparenza e nelle norme di riferimento

L’Accesso Civico (MO2) Il controllo e la vigilanza sulla corretta attuazione delle disposizioni sull’accesso civico è il Responsabile della Trasparenza. Il Responsabile della Trasparenza, pubblica sul sito istituzionale del Comune, nell’apposita sezione, il documento, l’informazione o il dato richiesto e contemporaneamente comunica al richiedente l’avvenuta pubblicazione e il collegamento ipertestuale (l’indirizzo della pagina web).

37 Se il documento, l’informazione o il dato richiesti risultano già pubblicati nel rispetto della normativa vigente, il Responsabile ne informa il richiedente indicandogli il collegamento ipertestuale.

IL NUOVO ACCESSO CIVICO. In base alle nuove disposizioni in materia di trasparenza (d. lgs. n.33/2013 e d. lgs. n.97/2016), il cittadino può esercitare: il diritto di accesso civico: è il diritto di chiunque di richiedere documenti, informazioni o dati di cui la pubblica amministrazione avesse omesso la pubblicazione, essendovi per legge obbligata il diritto di accesso generalizzato: è il diritto di chiunque di richiedere atti/informazioni/dati che le pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare. Sono esclusi da questo tipo di accesso i dati e gli atti di cui all’art.5 bis commi 1, 2 e 3 del d. lgs. n.33/2013, trascritto di seguito:

Articolo 5-bis (Esclusioni e limiti all'accesso civico) 1. L'accesso civico di cui all'articolo 5, comma 2, è rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno degli interessi pubblici inerenti a: a) la sicurezza pubblica e l'ordine pubblico; b) la sicurezza nazionale; c) la difesa e le questioni militari; d) le relazioni internazionali; e) la politica e la stabilità finanziaria ed economica dello Stato; f) la conduzione di indagini sui reati e il loro perseguimento; g) il regolare svolgimento di attività ispettive. 2. L'accesso di cui all'articolo 5, comma 2, è altresì rifiutato se il diniego è necessario per evitare un pregiudizio concreto alla tutela di uno dei seguenti interessi privati: a) la protezione dei dati personali, in conformità con la disciplina legislativa in materia; b) la libertà e la segretezza della corrispondenza; c) gli interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d'autore e i segreti commerciali.

Modalità di presentazione delle istanze. In allegato sub B) e sub C) sono descritti i modelli di istanza di accesso civico e di Istanza di Accesso generalizzato che possono essere utilizzati dagli interessati per l’esercizio del diritto.

Le istanze deve pervenire all’Ufficio Protocollo del Comune oltre tramite una delle seguenti modalità:  per via telematica, sottoscritta con firma digitale;  tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: [email protected]  a mezzo posta tradizionale;  via fax;

38  a mano (in tal caso non è necessaria l’allegazione del documento di identità se l’istanza è sottoscritta dall’interessato in presenza di un dipendente addetto). Tempi di conclusione del procedimento: 30 giorni, salva notifica ai controinteressati nei casi previsti dalla legge.

Il Codice di Comportamento (MO3) Questa Amministrazione, ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs. 165/01, come modificato dall’art. 1, comma 44 della L. 190/2012 e del successivo DPR 62/2013, ha adottato il Codice di Comportamento con deliberazione di Giunta Comunale n. 211 del 20 dicembre 2013. Il Codice individua i princìpi e i valori cui è ispirata l’azione amministrativa del Comune; si tratta cioè di una sorta di carta dei valori cui devono conformarsi i dipendenti e gli altri soggetti tenuti alla sua osservazione. La finalità del Codice, quale misura di prevenzione della corruzione, è quella di orientare i comportamenti verso standard di integrità. Essa è, per tale ragione, trasversale a tutta l’organizzazione. Il Codice, inoltre, si applica non soltanto ai dipendenti del Comune, ma anche al personale alle dipendenze degli enti pubblici istituiti e vigilati dal Comune, a tutti i collaboratori e consulenti, inclusi i titolari di incarichi negli uffici di diretta collaborazione con gli organi politici, alle imprese fornitrici di beni e servizi (attraverso apposite previsioni nei bandi), così come ai prestatori d’opera professionale (attraverso la previsione di apposite clausole nei disciplinari e nei contratti).

MO3 - IL CODICE DI COMPORTAMENTO FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI REALIZZAZIONE RESPONSABILI INDICATORI Monitoraggio della conformità del comportamento Entro il 15/12 di ogni anno Responsabili di Area N. sanzioni applicate dei dipendenti alle previsioni del Codice nell’anno Riduzione/aumento sanzioni rispetto all’anno precedente NOTE: Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati nel Piano. Si applica a tutti i soggetti individuati dal Codice.

Meccanismi di controllo nella formazione delle decisioni (MO4) L’art. 1, comma 9, lett.b) della legge 190 del 2012 prevede per le attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione l’attivazione di idonei meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione. I tempi, le modalità di attuazione della presente misura e i soggetti responsabili sono sintetizzati nella seguente tabella: MO4 - MECCANISMI DI CONTROLLO DEI PROCESSI DECISIONALI FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI REALIZZAZIONE RESPONSABILI INDICATORI

Rispettare l’ordine cronologico di protocollo Sempre vanno motivate Responsabili di Area Verifica in sede di controllo dell’istanza; - rispettare i tempi di conclusione espressamente i casi di successivo di regolarità dei procedimenti amministrativi impossibilità oggettiva amministrativa Predeterminare i criteri di assegnazione Sempre vanno motivate Responsabili di Area Verifica in sede di controllo

39 delle pratiche ai collaboratori, addivenendo, espressamente i casi di successivo di regolarità laddove possibile, ad una suddivisione impossibilità oggettiva amministrativa dell’unità organizzativa in distinti ambiti di competenza Redigere gli atti in modo chiaro e Sempre Responsabili di Area Verifica in sede di controllo comprensibile, adoperando un linguaggio successivo di regolarità semplice; - rispettare il divieto di aggravio del amministrativa procedimento; Monitoraggio dell’attuazione della misura Periodica Controllo di regolarità amministrativa N. casi conformi/N. casi controllati NOTE: La misura si applica a tutti i rischi individuati nel presente Piano

Astensione in caso di conflitto d’interesse (MO5) I titolari degli uffici competenti, i responsabili dei procedimenti amministrativi, nell’adozione di pareri, nelle valutazioni tecniche, nella redazione degli atti endoprocedimentali o nell’adozione del provvedimento finale, hanno l’obbligo di astenersi in qualsiasi situazione di conflitto di interesse e di segnalare ogni situazione di conflitto, anche solo potenziale. I tempi, le modalità di attuazione della presente misura e i soggetti responsabili sono sintetizzati nella seguente tabella:

MO5 - ASTENSIONE IN CASO DI CONFLITTO D’INTERESSE FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI REALIZZAZIONE RESPONSABILI INDICATORI Inserimento nei modelli di atti Da attuare tempestivamente Responsabile della Comunicazione da parte del provvedimentali di apposita dichiarazione Prevenzione responsabile della Prevenzione della inerente l’inesistenza di situazioni di Corruzione conflitto d’interessi o si ragioni di opportunità che suggeriscano al funzionario di astenersi dall’assumere l’atto Segnalazione a carico dei dipendenti di Tempestivamente e con I Dirigenti sono N. Segnalazioni/N. Dipendenti N ogni situazione di conflitto anche immediatezza responsabili della Controlli/N. Dipendenti potenziale verifica e del controllo nei confronti dei dipendenti Segnalazione da parte dei responsabili di Tempestivamente e con Responsabile della N. Segnalazioni volontarie/N. Dirigenti area al responsabile della Prevenzione di immediatezza Prevenzione N. Controlli/N. Dirigenti eventuali conflitti di interesse anche potenziali Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 di ogni anno Responsabili di Area Report

40 Responsabile della N. Segnalazioni/N. casi scoperti Prevenzione N. Provvedimenti disciplinari/N. mancate segnalazioni NOTE: Misura comune a tutti i livelli di rischio

Rotazione del personale addetto alle aree a rischio (MO6) La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione rappresenta una misura di importante tra gli strumenti di prevenzione della corruzione e l’esigenza del ricorso a questo sistema è stata sottolineata anche a livello internazionale. L’alternanza tra più professionisti nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’aspettativa a risposte illegali improntate a collusione. Tale principio generale deve essere contemperato dalla considerazione delle oggettive difficoltà di rotazione in enti di dimensione medio piccole, specie per figure professionali specializzate, trattandosi di una misura che incide profondamente sul funzionamento del Comune, per ragioni organizzative, potrebbe risultare di difficile applicazione, anche con riguardo ai limiti legislativi i in tema di spesa del personale. Visto che il Comune di Pontecorvo è un ente di piccole dimensioni, inferiore a 15000 abitanti, privo di dirigenza e dove sono nominati solo le Posizioni Organizzative ai sensi degli art. 8 – 11 del CCNL 31.3.1999, la soluzione della rotazione tra i responsabili non appare integralmente applicabile. In virtù della specifica professionalità acquisita e la continuità della gestione amministrativa ed anche lo specifico titolo di studio richiesto per espletare l’incarico. Tuttavia, l’ente si impegna in ogni caso, all’attuazione di quanto suggerito nel nuovo PNA in merito a tale delicato tema, valutando la possibilità di applicare l’istituto della rotazione sia pur in forma parziale, ossia, relativa ad uno o più specifiche are / Servizi; ovvero, assumendo misure organizzative alternative incisive, destinate ai servizi / procedimento esposti a maggiore rischio di corruzione, di spettanza della Giunta comunale, attraverso gli strumenti che ad essa sono attribuiti per legge, ovvero: - riorganizzazione degli uffici e dei servizi, con atto regolamentare; - l’articolazione interna delle funzioni attribuite a ciascun servizio; - l’adozione di ogni altro atto di “macro-organizzazione” di competenza della Giunta; - l’assunzione di decreti sindacali di conferimento della responsabilità; - la individuazione di responsabili di procedimento dotati, cui attribuire formalmente la competenza istruttoria, con potere di firma dell’istruttoria. La priorità in sede attuativa della misura della rotazione o di misure alternative sarà indirizzata alle aree a maggiore rischio, avendo presente sia la mappatura del rischio di cui al presente Piano, sia le indicazioni fornite dalla stessa Autorità Nazionale anticorruzione. Sul punto va rilevata l’attenzione peculiare che il PNA ha dedicato alla materia del “Governo del Territorio”, concernente i procedimenti attinenti all’assetto e regolamentazione urbanistica del territorio, da un lato, e alle sue trasformazioni mediante edilizia privata, dall’altro. Il PNA 2016, approvato con deliberazione dell’Autorità Nazionale anticorruzione n.831 del 3/8/2016, vi dedica tutto il capo VI della Parte Speciale, ove, già nella premessa, si legge che “Il governo del territorio rappresenta da sempre, e viene percepito dai cittadini, come un’area ad altro rischio di corruzione, per le forti pressioni di interessi particolaristici. Che possono condizionare, o, addirittura, precludere il perseguimento di interessi generali”. (cfr. pag. 65 secondo capoverso). Degno di annotazione e particolarmente condivisibile è poi la considerazione che “… la gran parte delle trasformazioni territoriali ha conseguenze permanenti, che possono causare la perdita o il depauperamento di risorse non rinnovabili, prime fra tutte il suolo, le

41 cui funzioni sono tanto essenziali quanto infungibili per la collettività e l’ambiente” (vedasi penultimo capoverso pag.65), in ciò evidenziando la stretta connessione tra gestione del territorio e tutela dell’ambiente.

MO6 - ROTAZIONE / MISURE ALTERNATIVE DEL PERSONALE ADDETTO ALLE AREE A RISCHIO FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 di ogni anno Giunta / Sindaco Report di monitoraggio circa l’efficacia della misura

Conferimento e autorizzazioni incarichi (MO7) La misura mira a disciplinare il conferimento di incarichi istituzionali ed extraistituzionali in capo ad un medesimo soggetto. La misura tende ad evitare l’eccessiva concentrazione di potere in un unico centro decisionale o il crearsi di situazioni di conflitto di interessi, anche potenziale, che pregiudichino l’esercizio imparziale delle funzioni attribuite al dipendente. A tal fine il dipendente è sempre tenuto a comunicare formalmente all’Amministrazione l’attribuzione di incarichi, anche se a titolo gratuito, e l’Amministrazione avrà così la facoltà di dare o meno, previa valutazione delle circostanze, l’autorizzazione a svolgere o meno l’incarico. La misura in oggetto si sostanzia, quindi, nella fissazione di regole generali che disciplinano le incompatibilità, il cumulo di impieghi, gli incarichi in ogni caso vietati e quelli autorizzabili. Detta disciplina potrà essere contenuta in apposito regolamento o nel codice di comportamento. Nella tabella che segue sono sintetizzati i tempi, le modalità, i soggetti responsabili dell’attuazione della misura:

MO7 - CONFERIMENTO E AUTORIZZAZIONE INCARICHI FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Divieto assoluto di svolgere incarichi Sempre ogni qualvolta Tutti i dipendenti dell’ente, N. richieste/N. dipendenti anche a titolo gratuito senza la si verifichi il caso Responsabile servizio personale N. sanzioni disciplinari per mancata preventiva autorizzazione per verifiche e autorizzazioni e comunicazione/N. dipendenti dell’Amministrazione tenuta banca dati degli incarichi Redazione apposito Regolamento (o Adozione specifico Responsabile servizio personale Approvazione entro 30/06 sezione del Codice di Comportamento Regolamento per disciplinare la materia) Monitoraggio della attuazione della Entro il 15/12 di ogni Responsabile servizio personale N. richieste/N. dipendenti Misura anno N. sanzioni disciplinari per mancata comunicazione/N. dipendenti Report complessivo annuale NOTE: La Misura si applica a tutti i dipendenti dell’ente, nonché ai consulenti e collaboratori a qualunque titolo.

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Inconferibilità per incarichi dirigenziali (MO8) Il responsabile del piano anticorruzione, cura, che nell’ente siano rispettate le disposizioni del decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39 sull’inconferibilità e incompatibilità degli incarichi con riguardo ad amministratori e dirigenti. A tal fine il responsabile contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità di cui al decreto citato di cui sia venuto a conoscenza. All’atto del conferimento dell’incarico l’interessato presenta una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di inconferibilità di cui al decreto citato. Nel corso dell’incarico lo stesso Segretario Generale ed i Responsabili di Area presentano annualmente una dichiarazione sulla insussistenza di una delle cause di incompatibilità. Le dichiarazioni suddette sono pubblicati nel sito web comunale. La dichiarazione è condizione per l’acquisizione dell’efficacia dell’incarico. Il Sindaco contesta l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità relative al Segretario Generale. La tabella che segue sintetizza le fasi, i tempi di attuazione e i soggetti responsabili della misura:

MO8 – INCONFERIBILITA’ PER INCARICHI DIRIGENZIALI FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Obbligo di acquisire preventiva Sempre prima di ogni Soggetti responsabili dell’istruttoria N. dichiarazioni/N. incarichi autorizzazione prima di conferire incarico del provvedimento finale della nomina (100%) l’incarico o del conferimento dell’incarico N. verifiche/N. dichiarazioni Ufficio personale per controlli a campione Obbligo di aggiornare la dichiarazione Sempre quando ci sia Ufficio personale per controlli a N. verifiche/N. dichiarazioni la necessità campione e acquisizione Casellario Giudiziario e Carichi Pendenti NOTE: La Misura si applica a tutti i Responsabili di Area, al Segretario Comunale, ai vertici delle società pubbliche o a controllo pubblico e agli Amministratori per i casi previsti dalla legge

Svolgimento di attività successiva alla cessazione di lavoro (MO9) La legge 190/2012 ha integrato l’articolo 53, del decreto legislativo 165/2001, con un nuovo comma (16-ter) per contenere il rischio di situazioni di corruzione connesse all'impiego del dipendente pubblico successivamente alla cessazione del rapporto di lavoro. Il rischio valutato dalla norma è che durante il periodo di servizio il dipendente possa artatamente precostituirsi delle situazioni lavorative vantaggiose, sfruttare a proprio fine la sua posizione e il suo potere all'interno dell'amministrazione, per poi ottenere contratti di lavoro/collaborazione presso imprese o privati con cui entra in contatto. La norma limita la libertà negoziale del dipendente per un determinato periodo successivo alla cessazione del rapporto per eliminare la "convenienza" di accordi fraudolenti. La disposizione stabilisce che "I dipendenti che, negli ultimi tre anni di servizio, hanno esercitato poteri autoritativi o negoziali per conto

43 delle pubbliche amministrazioni (…) non possono svolgere, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto di pubblico impiego, attività lavorativa o professionale presso i soggetti privati destinatari dell'attività della pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri. I contratti conclusi e gli incarichi conferiti in violazione di quanto previsto dal presente comma sono nulli ed è fatto divieto ai soggetti privati che li hanno conclusi o conferiti di contrattare con le pubbliche amministrazioni per i successivi tre anni con obbligo di restituzione dei compensi eventualmente percepiti e accertati ad essi riferiti”. La tabella che segue sintetizza fasi, tempi e soggetti responsabili per l’applicazione della misura:

MO9 - SVOLGIMENTO DI ATTIVITA’ SUCCESSIVA ALLA CESSAZIONE DI LAVORO FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Obbligo per ogni contraente e appaltatore dell’ente, ai Al momento della Ufficio Contratti Verifica in sede di controllo sensi del DPR 445/2000, all’atto della stipula del stipula del contratto successivo di regolarità contratto di rendere una dichiarazione circa amministrativa l’insussistenza delle situazioni di lavoro o dei rapporti di collaborazione di cui sopra Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 di ogni Ufficio Contratti e Controlli effettuati/ su atti anno Ufficio Personale rogati N. violazioni/su contratti rogati NOTE: Misura comune a tutti i livelli di rischio del presente Piano relativi all’attività contrattuale, concessione di contributi, autorizzazioni, concessioni

Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (MO10) L’articolo 54-bis del D.lgs n. 165/2001 (Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti) prevede che: “1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell’articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all’autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. 2. Nell’ambito del procedimento disciplinare, l’identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell’addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l’identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato. 3. L’adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall’interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell’amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all’accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della legge 7 agosto 1990, n.241, e successive modificazioni” Il whistleblower è colui il quale testimonia un illecito o un’irregolarità durante lo svolgimento delle proprie mansioni lavorative e decide di segnalarlo a un soggetto che possa agire efficacemente al riguardo. Il whistleblowing consiste nelle attività di regolamentazione delle procedure

44 volte a incentivare e proteggere tali segnalazioni. Vengono considerate rilevanti le segnalazioni che riguardano oggettivi comportamenti, rischi, reati o irregolarità a danno dell’interesse dell’Ente (e non quelle relative a soggettive lamentele personali). La segnalazione si configura essenzialmente come uno strumento preventivo dal momento che la sua funzione primaria è quella di portare all’attenzione dell’organismo preposto i possibili rischi di illecito o negligenza di cui si è venuti a conoscenza. Attualmente la procedura è in forma cartacea. Si allega sub A) al presente Piano un modello di segnalazione utilizzabile. La tabella che segue sintetizza tempi, modalità e soggetti responsabili per l’applicazione della misura:

MO10 - LA TUTELA DEL DIPENDENTE CHE EFFETTUA SEGNALAZIONI DI ILLECITO FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Istituzione e-mail dedicata del cui accesso è responsabile Entro 6 mesi Responsabile della Presenza della e-mail solo il Responsabile della Prevenzione della Corruzione dall’adozione del Piano Prevenzione Responsabile Servizio Sistemi Informativi Studio e implementazione di una procedura informatizzata Entro il 15/12 Responsabile Servizio SI/NO per la gestione delle segnalazioni e la tutela della Sistemi Informativi riservatezza Sensibilizzazione e informazioni per la diffusione dell’uso Apposita Responsabile della Comunicazione inviata ai della Misura comunicazione Prevenzione Responsabili di area e ai dipendenti dell’Ente Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 di ogni Responsabile della N. segnalazioni/N. anno Prevenzione dipendenti N. illeciti/N. segnalazioni NOTE: Misura connessa a tutti i livelli di rischio individuati nel presente Piano

Formazione (MO11) La formazione risulta essere una Misura strategica per l’implementazione di un sistema di gestione del rischio da evento corruttivo. Il PNA suggerisce, come indicazione generale, di progettare l’erogazione di attività di formazione su due livelli: • Un livello generale che deve coinvolgere tutto il personale dell’ente così da rafforzare le competenze relative alla prevenzione della corruzione e promuovere i valori dell’etica; • Un livello specifico che ha come obiettivo quello di formare in modo particolare il personale che opera nelle aree più esposte al rischio e i soggetti deputati alla gestione del rischio stesso. Per il 2016 il piano formativo del Comune di Pontecorvo prevede, a cura del Responsabile della Prevenzione di concerto con i Responsabili delle Aree: • Rinnovare il percorso formativo per tutti i dipendenti sulle nozioni generali del sistema anticorruzione;

45 • Strutturare una formazione mirata per quanto concerne le aree a più alto rischio di corruzione, con aggancio anche alla normativa specialistica di settore; • Diffondere e promuovere la conoscenza dei contenuti del P.T.P.C.;

Monitoraggio dei tempi dei Procedimenti (MO12) L’art. 1, comma 9, lett.d, della L. 190/2012 stabilisce che il Piano di Prevenzione della Corruzione deve prevedere idonee misure finalizzate al monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti. Tali informazioni, ai sensi dell’art. 24 del D.Lgs. 33/2013, devono essere rese pubbliche sulla sezione “Amministrazione Trasparente” in modo da consentire al cittadino o a chiunque ne abbia interesse di verificare i livelli di efficienza dell’ente. Al fine di una più efficace attuazione della Misura per il 2016, si sintetizzano nella tabella che segue le fasi, le modalità e i soggetti responsabili dell’attuazione: MO12 - IL MONITORAGGIO DEI TEMPI DEI PROCEDIMENTI FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Pubblicazione sul sito di tutti i Procedimenti con Revisione e aggiornamento Responsabili di Area Presenza sul sito, distinto le informazioni di cui all’art. 35, c.1, del D.Lgs. annuale entro il 30/10/17. per Aree/servizi, dell’elenco 33/2013 dei procedimenti, puntualmente aggiornato Elaborazione del regolamento dei procedimenti Entro 30/09/17 Ufficio Segreteria, in Approvazione regolamento amministrativi in modo da definire le tempistiche collaborazione con i medie e di avvio gestione e conclusione dei Responsabili di Area procedimenti. Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 di ogni anno Responsabile della Report sull’andamento dei Prevenzione tempi medi dei procedimenti NOTE: La Misura si applica a tutti i procedimenti amministrativi di iniziativa d’ufficio o su istanza di parte

Monitoraggio sui modelli di prevenzione della corruzione in Enti pubblici vigilati dal Comune ed Enti di diritto Privato in controllo Pubblico (MO13) L’ente, in base a quanto previsto dalla determinazione 8/2015 dell’ANAC recante “Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici” destinerà alla unica azienda speciale di pertinenza, la ASM Azienda Speciale Multiservizi , con sede in Pontecorvo per l’adozione al proprio interno di adeguate misure di trasparenza ed anticorruzione.

MO13 - MONITORAGGIO SUI MODELLI DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE IN ENTI PUBBLICI VIGILATI DAL COMUNE ED ENTI DI DIRITTO PRIVATO I CONTROLLO PUBBLICO FASI PER L’ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI

46 REALIZZAZIONE Elaborazione e trasmissione direttiva Entro il 30/06/2017 Responsabile area Notifica della direttiva entro il finanziaria termine NOTE:

Formazione di Commissioni, assegnazione agli uffici e conferimento di incarichi in caso di condanna penale per delitti contro la PA (MO14) Ai fini dell’attuazione della misura in oggetto disciplinata all'art. 3 del Dlgs. 39/2013 e all'art. 35 bis del Dlgs165/01, i dirigenti sono tenuti a verificare la sussistenza di eventuali precedenti penali a carco dei dipendenti e/o dei soggetti cui si intende conferire incarichi sulle seguenti circostanze: • All’atto della formazione delle commissioni concorso o commissioni per la scelta del contraente per l’affidamento di lavori, forniture e servizi, per la concessione o l’erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché per l’attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere; • All'atto di conferimento degli incarichi previsti dall'art. 3 del D.Lgs. n. 39/2013; • All'atto dell'assegnazione dei dipendenti agli uffici che presentano le caratteristiche indicate dall'art. 35 bis del D.Lgs 165/01. L’accertamento sui precedenti penali avviene mediante acquisizione d’ufficio ovvero mediante dichiarazione sostitutiva di certificazione resa dall’interessato nei termini e alle condizioni dell'art. 46 del DPR n. 445 del 2000, da sottoporre a verifica a campione. Se all’esito della verifica risultano a carico del personale interessato dei precedenti penali per delitti contro la PA, occorre: • Astenersi dal conferire l’incarico o dall’effettuare l’assegnazione; • Applicare le misure previste dall'art. 3 del D.Lgs. 39/2013; • Conferire l’incarico o disporre l’assegnazione nei confronti di altro soggetto.In caso di violazione l’atto è nullo e si applicano le sanzioni di cui all'art. 18 del D.Lgs. 39/2013. In conformità all’orientamento ANAC n. 66/2014, il dipendente che sia stato condannato, con sentenza non passata in giudicato per uno dei reati previsti dal Capo I del Titolo II del Codice Penale incorre nei divieti di cui all'art. 35 bis del d.lgs. n. 165/2001, fino a quando non sia pronunciata, per il medesimo reato, sentenza anche non definitiva di proscioglimento. MO14 - FORMAZIONE DI COMMISSIONI, ASSEGNAZIONE AGLI UFFICI E CONFERIMENTO DI INCARICHI IN CASO DI CONDANNA PENALE PER DELITTI CONTRO LA PA FASI PER L ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Tutte le volte che si deve conferire un Sempre Responsabili di area per i N. Controlli/N. Nomine o incarico o fare un assegnazione dipendenti; Conferimenti Responsabile Prevenzione della Corruzione per i Responsabili di area

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INCARICHI A SOGGETTI IN QUIESCENZA (art. 5, comma 6, D.L. 95/2012 come novellato dall'art. 6 del D.L. 90/2014) (MO15) L’art. 5 comma 9 del DL 95/2012 (convertito con la legge 135/2012) che disciplinava i contratti attribuibili a personale in quiescenza (ossia in pensione) della pubblica amministrazione E’ fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2011, nonché’ alle pubbliche amministrazioni inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi dell’articolo 1, comma 2, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 nonché’ alle autorità indipendenti ivi inclusa la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) di attribuire incarichi di studio e di consulenza a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle stesse e collocati in quiescenza, che abbiano svolto, nel corso dell’ultimo anno di servizio, funzioni e attività corrispondenti a quelle oggetto dello stesso incarico di studio e di consulenza. E’ stato modificato dall’art. 6 comma 1 del DL 90/2014 (convertito con la legge 114/2014), vietando la possibilità di conferire contratti relativi ad incarichi di studio e consulenza, a meno che siano gratuiti e per un solo ed esclusivo anno. All’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, le parole da “a soggetti, già appartenenti ai ruoli delle stesse” fino alla fine del comma sono sostituite dalle seguenti: “a soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza. Alle suddette amministrazioni è, altresì, fatto divieto di conferire ai medesimi soggetti incarichi dirigenziali o direttivi o cariche in organi di governo delle amministrazioni di cui al primo periodo e degli enti e società da esse controllati, ad eccezione dei componenti delle giunte degli enti territoriali e dei componenti o titolari degli organi elettivi degli enti di cui all’articolo 2, comma 2-bis, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125. Incarichi e collaborazioni sono consentiti, esclusivamente a titolo gratuito e per una durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione. Devono essere rendicontati eventuali rimborsi di spese, corrisposti nei limiti fissati dall’organo competente dell’amministrazione interessata. Gli organi costituzionali si adeguano alle disposizioni del presente comma nell’ambito della propria autonomia.” Al fine di una più efficace implementazione della Misura per il 2016, si sintetizzano nella tabella che segue le fasi, le modalità e i soggetti responsabili dell’attuazione MO15 - INCARICHI A SOGGETTI IN QUIESCENZA (art. 5, comma 6, D.L. 95/2012 come novellato dall'art. 6 del D.L. 90/2014) FASI PER L ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Verifica e attestazione nei All’atto dell’incarico Responsabile che affida l’incarico Presenza dell'attestazione nei provvedimento di affidamento provvedimenti di affidamento degli dell'incarico dell'insussistenza della incarichi (SI/NO) condizione ostativa. NOTE: Misura comune a tutti i livelli di rischio individuati nel Piano che prevedono procedimenti di incarichi

MISURE ULTERIORI L’analisi del rischio ha fatto sorgere la necessità di trattare alcuni processi con misure ulteriori e specifiche idonee a ridurre il rischio da evento corruttivo se applicate insieme alle misure obbligatorie. Qui di seguito si riportano le misure ulteriori previste nel presente Piano mentre, per il collegamento specifico con il processo e il rischio a

48 cui vengono applicate, si rinvia all'allegato Tabella dei Rischi e delle Misure. Il Piano di Prevenzione della Corruzione va necessariamente coordinato con il Sistema dei Controlli Interni che, se ben organizzato e implementato, può costituire un efficace strumento di prevenzione della corruzione, come peraltro emerge dall’analisi delle modalità di attuazione dell’evento corruttivo che, per parecchi processi, riconduce la possibilità di realizzazione dell'evento corruttivo alla mancanza o carenza di controlli efficaci. Pertanto, vi è la necessità che il Sistema Integrato dei Controlli Interni, istituito con delibera di Consiglio Comunale n. 2 del 24/01/2013, venga oggi coordinato con la L. 190/2012 e utilizzato in funzione di prevenzione della corruzione. La legge anticorruzione, con particolare riferimento ai controlli, si limita a prevedere il monitoraggio dei Aree più esposti al rischio corruttivo e ad introdurre il controllo di legalità. Tuttavia, pur non riformando il sistema dei controlli, indubbiamente il senso dell’utilizzo del vigente sistema dei controlli interni, in funzione di prevenzione della corruzione, risulta di grande attualità. In particolare: Controllo successivo di Regolarità Amministrativa (MU1) Il controllo successivo di regolarità amministrativa per l’anno 2017 deve svolgersi attraverso una Check List che consenta l’utilizzo in funzione di misura preventiva della corruzione. In altre parole, il controllo dovrà focalizzarsi, oltre che sui consueti aspetti generali di regolarità amministrativa, anche sul rispetto delle misure di cui al presente Piano, ivi compreso il rispetto il monitoraggio dell’assolvimento degli obblighi di pubblicità, trasparenza oltre che verificare la legittimità dell’atto. Di seguito si riportano le fasi e i tempi di attuazione, i soggetti responsabili e gli indicatori.

MU1 CONTROLLO SUCCESSIVO DI REGOLARITÀ AMMINISTRATIVA FASI PER L ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Revisione della Check List 31/07/2017 Responsabile della SI/NO Prevenzione

Monitoraggio della attuazione della Misura Entro il 15/12 Responsabile della Report sugli esiti del controllo prevenzione successivo di regolarità amministrativa NOTE: Si applica quale misura trasversale per tutte le determinazioni dei responsabili

Attestazione della presenza in servizio (MU2) Di seguito si riportano le fasi e i tempi di attuazione, i soggetti responsabili e gli indicatori.

MU2 CONTROLLO ATTESTAZIONE PRESENZA IN SERVIZIO FASI PER L ATTUAZIONE TEMPI DI RESPONSABILI INDICATORI REALIZZAZIONE Monitoraggio trimestrale sulle timbrature e sulle Per tutto il triennio Responsabile dell’Area Presenza della documentazione

49 omesse timbrature. personale attestante l'avvenuto monitoraggio Report al Responsabile Prevenzione della Entro il 15/12 Responsabile del Attuazione dell'adempimento entro Corruzione sull'esito del monitoraggio. servizio personale il termine (SI/NO)

NOTE: Si applica quale misura trasversale per tutti i processi individuati nel Piano

MU4 Indicazione delle disposizioni relative al ricorso all'arbitrato. Sistematicamente, in tutti i contratti stipulati e da stipulare dall’ente è escluso il ricorso all’arbitrato (esclusione della clausola compromissoria ai sensi dell’articolo 241 comma 1-bis del decreto legislativo 163/2006 e smi).

4.4 - IDENTIFICAZIONE DELLE MISURE SPECIFICHE PER LA PREVENZIONE/MITIGAZIONE/TRATTAMENTO DEL RISCHIO NELL’ENTE. Per tutti i rischi individuati nell’ente nella TABELLA 2, che contiene il catalogo dei rischi specifici e la loro valutazione, vengono di seguito individuate le misure ulteriori diverse da quelle obbligatorie trasversali.

Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

1 Previsione di requisiti di M01, M03,M04,M14 prima di indizione Area a) accesso “personalizzati” ed concorsi Acquisizione insufficienza di meccanismi e oggettivi e trasparenti idonei a Area II Gestione Reclutamento verificare il possesso dei Ufficio Personale requisiti attitudinali e personale professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari; 2 Progressioni di valutazioni infedeli e non carriera obiettive per erogare maggiore M01,M03,M04 riunione tra prima di approvare le /valutazioni ai fini Tutte le Aree trattamento accessorio a taluni di responsabili per valutazioni dell’erogazione del dipendenti confronto sulle valutazione trattamento del personale dipendente accessorio

50 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

3 L’omesso controllo sull’attività di rilevazione della presenza Direttiva del segretario 31/08/2017 del personale sia a livello comunale,M01,M03 decentrato che centrale può, infatti, favorire comportamenti Gestione delle illeciti quali lo scambio di Tutte le Aree presenze del cartellini, l’effettuazione di ore

personale straordinarie di lavoro non preventivamente autorizzate e il non corretto inserimento di timbrature da parte dei dipendenti.

4 Definizione di un fabbisogno Obbligo di adeguata Prima di ciascun atto di non rispondente ai criteri di motivazione in merito alla programmazione Programmazione Tutte le Aree efficienza/efficacia/economicità quantità e tempistica della ma alla volontà di premiare prestazione,M01,M04 interessi particolari 5 I rischi sono molteplici M01,M03, Report entro 30/11/2017 Area b) - Utilizzo improprio di sistemi Contratti Progettazione Tutte le Aree di affidamento Pubblici - lesione della par condicio

6 - affidamenti diretti agli stessi Rotazione degli Report entro 30/11/2017 operatori affidamenti o adeguata - proroghe di affidamenti motivazione per - applicazione distorta dei affidamenti agli stessi Selezione del Tutte le Aree criteri di aggiudicazione operatori,M01,M03,M011, contraente -nomina commissari in conflitto M014, MU3 di interessi - alterazione documentazione di gara

51 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

7 - Omissione dei controlli sui Check list di controllo di Report entro 30/11/2017 requisiti del contraente rispetto degli adempimenti Verifica - Omessa pubblicazione degli e formalità di aggiudicazione e Tutte le Aree esiti di gara comunicazione previsti dal stipula del codice da allegare al contratto contratto/determina, M01,M03,M011,M014,MU3 8 - omesso controllo sullo stato Predisposizione registro Entro 30/06/2017 di avanzamento dei lavori sub appalti. direttori lavori - nomina direttore dei lavori in Attestazione di assenza di conflitto di interessi conflitto di Esecuzione del Tutte le Aree - mancata applicazione di interessi,M04,M08 contratto penali per ritardi - ricorso abusivo a varianti Controllo 100% varianti in sede di controllo successivo 9 - nomina collaudatore in M01,M03,M04 Report 30/11/2017 conflitto di interessi Attestazione di assenza di Rendicontazione - omesso controllo conflitto di interessi da Tutte le Aree del contratto - mancata denuncia di parte difformità e vizi dell’opera dei collaudatori

10 Provvedimenti di Agevolare particolari soggetti ; tipo autorizzatorio omesso controllo dei Report 30/11/2017 (incluse figure presupposti previsti dalla legge Registro informatico delle Area c) simili quali: o regolamenti; )Richiesta e/o autorizzazioni Provvedimenti abilitazioni, Tutte le Aree accettazione impropria di M01,M03 ampliativi approvazioni, regali, compensi o altre utilità della sfera nulla-osta, licenze, in connessione con giuridica dei registrazioni, l'espletamento delle proprie destinatari dispense, ) funzioni o dei compiti affidati

52 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente privi di effetto 11 Permessi a economico costruire, scia Registro informatico dei Report entro 30/11/2017 diretto ed edilizia, Dia, scia, permessi a costruire, entro immediato per comunicazioni di 31/12, M01,M03 rilascio del permesso di il destinatario interventi edilizi, costruire in violazione della rilascio certificato Area edilizia normativa urbanistico-edilizia – di conformità omesso controllo dei requisiti edilizia e agibilità, certificato di destinazione urbanistica 13 Provvedimenti di tipo concessorio M01,M03,M04 Report entro 30/11/2017 (incluse concessioni di patrocinio gratuito, concessione Tutte le Aree Omesso controllo della gratuita di suolo nei veridicità o mancata pubblico, procedimenti comunicazione all’A.G. per concessione uso di false dichiarazioni gratuito immobili competenza comunali) e figure analoghe come ammissioni e deleghe)

14 Omesso controllo per favorire Controllo sui requisiti Report entro 30/11/2017 rilascio Area VI – soggetti non legittimati tramite INPS contrassegno p.m. invalidi

53 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

15 Tenuta e aggiornamento Pubblicazione avvisi anche Report entro 30/11/2017 Area III – Adozione di provvedimenti albi (scrutatori, su sito ufficio volti a favorire soggetti giudici popolari, demografico particolari presidenti di seggio) 16 Area III – omissioni di controllo dei Pratiche Informatizzazione banche Report entro 30/11/2017 ufficio requisiti per favorire soggetti anagrafiche dati demografico non legittimati 17 Rilascio di autorizzazioni di Gestione informatizzata Report entro 30/11/2017 polizia mortuaria (inumazione, Area V– tumulazione, servizi Rilascio autorizzazione a trasporto, cimiteriali, soggetti non legittimati cremazione Area III cadaveri, dispersione e affidamento ceneri) 18 Concessione ed Area d) erogazione di Report entro 30/11/2017 Provvedimenti sovvenzioni, ampliativi contributi, sussidi, Tutti i settori della sfera ausili finanziari, per giuridica dei nonché Riconoscimento indebito di M01,M03,M04,M05, procedimenti destinatari attribuzione di contributi economici a cittadini rispetto specifico di con effetto vantaggi non in possesso dei requisiti al regolamento competenza economico economici di fine di agevolare determinati diretto ed qualunque genere soggetti; omesso controllo di immediato per a persone ed enti dichiarazioni sostitutive e il destinatario pubblici e privati certificazione ISEE

54 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

20 mancata richiesta o calcolo Calcolo o rimborso Area VI – erroneo di oneri concessori al Report di riscontro con 30/11/2017 di oneri concessori urbanistica fine di agevolare determinati Area II soggetti 21 Esonero/riduzione pagamento rette M01,M03,M04,M05. Report entro 30/11/2017 Area I – (asilo nido, Omesso controllo dei requisiti servizio refezione, previsti dal regolamento o pubblica trasporto errato calcolo istruzione scolastico, ludoteche).

Area II – 22 Pagamenti Mancato rispetto dell’ordine Trasmissione trimestrale di 30/04,30/07,30/10,30/01. ufficio dell’ente cronologico dei pagamenti un report pagamenti al Area e) mandati RPC gestione Atti di accertament dell’entrata e 23 Rimborsi o discarichi non Trasmissione semestrale 30/07,30/01. o e Area II – della spesa e dovuti o errato calcolo per di un report dei Rimborsi/discarichi ufficio tributi del patrimonio favoritismi provvedimenti effettuati al tributi locali RPC Controllo attività 24 concessionario Area II – Trasmissione semestrale 30/07,30/01. Omessi controlli per favoritismi riscossione tributi ufficio tributi di un report degli locali accertamenti al RPC 25 Report in sede di Custodia e Area II, Area Atti emessi in assenza di rendiconto di gestione annuale maneggio denaro III, Area IV e presupposti di legge per e valori pubblici Area VI favorire soggetti particolari

26 Alienazione Area IV – Violazione/elusione di norme M01,M011. .Adozione 31/07/2017 Locazioni, ufficio di evidenza pubblica, regolamento concessioni, patrimonio, Sottovalutazione del bene comodati, Area II Predisposizione di bandi con

55 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

convenzioni requisiti specifici per favorire aventi ad oggetto particolari acquirenti beni immobili comunali 27 Ordinanza Omissione di ordinanza ingiunzione di ingiunzione o archiviazione Trasmissione report al Entro 30/11/2017 pagamento/ illegittima per favorire taluni RPC archiviazione di soggetti Area f) verbale di Controlli, accertata Area IV verifiche, violazione a ispezioni e norma sanzioni regolamentare o ordinanza del sindaco o ex lege 689/81 Omissione di accertamenti e Verifica 28 Area IV e atti conseguenti Report semestrale al RPC Entro 30/07ed 30/01 accertamenti abusi Area VI edilizi

29 mancato accertamento di Controllo da parte del Report entro 30/01/2018 Accertamento e violazione di leggi - comandante delle attività gestione sanzioni Area VII cancellazione di sanzioni effettuate C.d.S amministrative - alterazione dei dati 30 Tutte le Aree M01,M03;M04,M05;M08, Conferimenti per i Omessa verifica dei requisiti report semestrale al RPC Entro 30/07 ed 30/01 incarichi di Area g) procedimenti collaborazione Nomine e di

incarichi competenza

56 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

31 Nomina presso Area IV – organi consultivi Nomina soggetti in conflitto di M01,M04,M05;M08;M014 Report entro 30/11/2017 organi come ad es. interessi o privi dei requisiti istituzionali commissione PUA 32 Processi di M03, M04 verbalizzazione in Rilevamento infedele per Processi di Report entro 30/11/2017 materia di polizia favorire il risarcimento danni verbalizzazione con Area h) giudiziaria e almeno due agenti Area VI Affari legali e compilazione di contenzioso elaborati per il rilevamento di incidenti stradali 33 Attivazione azione M03,M04 con la costituzione Mancata costituzione per Relazione in merito alla Report entro 30/11/2017 in giudizio e favorire la controparte mancata costituzione Area I resistenza all’azione – atti di appello

variazione 34 Area VIII – Favorire interessi privati M01, M03,M04,M05 Report entro 30/11/2017 urbanistica Area h) urbanistica Area pianificazione Processi di urbanistica 35 valutazione e Valutazione infedele o M03,M04,M05 Report entro 30/11/2017 approvazione di incompleta dell’interesse piani attuattivi in Area VIII – pubblico conformità agli urbanistica strumenti urbanistici

57 Area di PROCESSI Identificazione dei rischio Misura specifica termine rischio Area competente

M03 Controllo sul Pagamento del servizio Pesa dei rifiuti in uscita dal Report entro 30/11/2017 Area i) 36 quantitativo dei Area V smaltimento superiore al reale comune presso pesa Smaltimento rifiuti da smaltire per favorire l’appaltatore pubblica e verifica pesa rifiuti alla discarica

58 5.0 - P.T.P.C. E GESTIONE DELLA PERFORMANCE Il P.T.P.C. contiene diverse misure di trattamento del rischio che, nel loro insieme, coinvolgono e interessano tutti gli uffici e tutte le attività del Comune. Le misure di prevenzione di cui al presente piano costituiscono obiettivi strategici ai fini della redazione del piano delle performance. La prevenzione della corruzione verrà inserito come obiettivo dei responsabili e dei dipendenti del Comune. E’ quindi opportuno che le attività e le risorse necessarie per attuare il P.T.P.C. siano inserite nel P.E.G. (Piano Esecutivo di Gestione) e negli altri strumenti eventualmente adottati dall’Amministrazione, per la gestione della performance organizzativa ed individuale (Piano della Performance, Sistema di misurazione e valutazione della performance, ecc. ...). L’amministrazione dovrà verificare i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi di prevenzione della corruzione programmati ed alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti. I Responsabili di Area presentano al Responsabile della prevenzione della corruzione entro il 30 novembre di ogni anno, un report sulle attività poste in merito alla attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità nonché i rendiconti sui risultati realizzati, in esecuzione del piano triennale della prevenzione. La relazione dovrà tenere conto anche delle prescrizioni derivanti dal piano triennale della trasparenza; Gli adempimenti sopra descritti nel rispetto della relativa tempistica costituiscono per i Responsabili di P.O. obiettivi da considerare collegati con il ciclo della performance nella quale saranno attribuiti i relativi pesi.

59 12. P.T.P.C. E MONITORAGGIO DEGLI EVENTI DI CORRUZIONE Il ciclo di gestione del rischio si conclude e completa con l’attività di monitoraggio, diretta a verificare l’attuazione e l’efficacia della strategia di prevenzione definita nel Piano e delle relative misure. Concorrono a garantire l’azione di monitoraggio, oltre al RPC, i Responsabili di Area/Referenti, limitatamente alle strutture ricomprese nel Area di rispettiva pertinenza, l’OIV, nell’ambito dei propri compiti di vigilanza. Per garantire l’efficace attuazione e l’adeguatezza del Piano e delle relative misure è stato definito un processo di monitoraggio e aggiornamento articolato su un triplice ordine di ambiti, le cui risultanze vengono riportate nella Relazione predisposta dal RPC entro il 15 dicembre di ogni anno o diversa scadenza stabilita dall’ANAC. Nella sottostante tabella vengono riportati gli ambiti oggetto di monitoraggio e le rispettive attività in cui si sostanzia, con indicazione dei soggetti coinvolti, delle modalità, delle cadenze e della data di scadenza.

Oggetto del monitoraggio Attività Soggetti coinvoliti Modalità Scadenza Gestione del rischio Aggiornamento del RPC Mappatura dei processi 2017 catalogo de processi a Responsabili di Area rischio Verifica dello stato di RPC Relazioni dei Responsabili 30 novembre attuazione delle misure Responsabili di Area di Aree Attuazione delle misure Controlli a campione RPC Controlli interni 31 Luglio sull’attuazione delle 31 Gennaio misure

60 All. A )

M ODELL O PER LA SE GNALAZI ONE DI C OND OTTE ILLECITE ( c. d. w histle bl o wer )

I di p e n d e nti e i c oll a b or at ori c h e i nt e n d o n o s e g n al ar e sit u a zi o ni di ill e cit o (f atti di c orr u zi o n e e d altri r e ati c o ntr o l a p u b bli c a a m mi ni str a zi o n e, f atti di s u p p o st o d a n n o er ari al e o altri ill e citi a m mi ni str ati vi) di c ui s o n o v e n uti a c o n o s c e n z a n ell’ a m mi ni str a zi o n e, d e b b o n o utili z z ar e q u e st o m o d ell o . Si r a m m e nt a c h e l’ or di n a m e nt o t ut el a i di p e n d e nti c h e eff ett u a n o l a s e g n al a zi o n e di ill e cit o. I n p arti c ol ar e, l a l e g g e e il Pi a n o N a zi o n al e A nti c orr u zi o n e ( P. N. A.) prevedono che: • l’ a m mi ni str a zi o n e h a l’ o b bli g o di pr e di s p orr e d ei si st e mi di t ut el a d ell a ri s er v at e z z a cir c a l’i d e ntit à d el s e g n al a nt e; • l’i d e ntit à d el s e g n al a nt e d e v e e s s er e pr ot ett a i n o g ni c o nt e st o s u c c e s si v o all a s e g n al a zi o n e . N el pr o c e di m e nt o di s ci pli n ar e, l’i d e ntit à d el s e g n al a nt e n o n p u ò e s s er e ri v el at a s e n z a il s u o c o n s e n s o, a m e n o c h e l a s u a c o n o s c e n z a n o n si a a s s ol ut a m e nt e i n di s p e n s a bil e p er l a dif e s a d ell’i n c ol p at o; • l a d e n u n ci a è s ottr att a all’ a c c e s s o pr e vi st o d a gli arti c oli 2 2 s s. d ell a l e g g e 7 a g o st o 1 9 9 0, n. 2 4 1; • il d e n u n ci a nt e c h e riti e n e di e s s er e st at o di s cri mi n at o n el l a v or o a c a u s a d ell a d e n u n ci a, p u ò s e g n al ar e ( a n c h e attr a v er s o il si n d a c at o) all’I s p ett or at o d ell a f u n zi o n e p u b bli c a i f atti di di s cri mi n a zi o n e.

P er ult eri ori a p pr of o n di m e nti, è p o s si bil e c o n s ult ar e il P. N. A.

NO ME e COGNO ME DEL SEGNALANTE ______Q UALIFICA O P OSIZI O NE PR OFESSI O NALE 1

______S E D E DI S E R VI ZI O ______TEL/ CELL ______E -M A IL ______

D A T A/ P E RI O D O I N C UI SI È V E RI FI C A T O IL F A T T O: (gg/ m m/aaaa)______

L U O G O FI SI C O I N C UI SI È V E RI FI C A T O I L F A T T O: � U F FI CI O

6 1 ______(indicare deno minazione e indirizzo della struttura) � ALL’ESTER N O DELL’ UFFICI O ______(i n dic ar e l u o g o e d i n dirizz o)

RITE NG O CHE LE AZI O NI OD O MISSI O NI C O M MESSE O TE NTATE SIA N O 2 : � p e n al m e nt e ril e v a nti; � p ost e i n ess er e i n vi ol azi o n e d ei C o dici di c o m p ort a m e nt o o di altr e dis p osizi o ni s a nzi o n a bili i n vi a disci pli n ar e; � s usc ettibili di arrecare un pregiudizio patri moniale all’a m ministrazione di appartenenza o ad altro ente pubblico; � s usc etti bili di arr ec ar e u n pr e gi u dizi o all a i m m a gi n e d ell’ a m mi nistr azi o n e; � altr o (s p ecificar e)

DESCRIZI O NE DEL FATT O (C O ND OTTA ED EVE NT O)

A UT ORE/I DEL FATT O 3 1.______2. ______3.______

ALTRI EVE NT UALI S O G GETTI A C O N OSCE NZA DEL FATT O E/ O I N GRAD O DI RIFERIRE S UL MEDESI M O 4 1. ______2. ______3. ______

EVE NT UALI ALLEGATI A S OSTEG N O DELLA SEG NALAZI O NE 1. ______2. ______3. ______

L U O G O, D A T A ______

6 2

(FIRMA) ______

La segnalazione può essere presentata: a) mediante invio all’indirizzo di posta elettronica via pec: [email protected]; b) mediante invio all’indirizzo di posta elettronica via mail diretta al Segretario Generale – Responsabile per la prevenzione della corruzione [email protected], qualora si intenda celare l’identità al protocollo. In tal caso è il Segretario Generale che, effettuati i dovuti riscontri, provvederà a registrare la segnalazione al protocollo in modo da tutelare la identità del segnalante. b) a mezzo del servizio postale o tramite posta interna. In questo caso, l’amministrazione deve indicare le modalità da seguire per tutelare l’anonimato; c)verbalmente, mediante dichiarazione rilasciata ad uno dei soggetti legittimati alla ricezione.

1 Qualora il segnalante rivesta la qualifica di pubblico ufficiale, l’invio della presente segnalazione non lo esonera dall’obbligo di denunciare alla competente Autorità giudiziaria i fatti penalmente rilevanti e le ipotesi di danno erariale. 2 La segnalazione non riguarda rimostranze di carattere personale del segnalante o richieste che attengono alla disciplina del rapporto di lavoro o ai rapporti col superiore gerarchico o colleghi, per le quali occorre fare riferimento al servizio competente per il personale. 3 Indicare i dati anagrafici se conosciuti e, in caso contrario, ogni altro elemento idoneo all’identificazione 4 Indicare i dati anagrafici se conosciuti e, in caso contrario, ogni altro elemento idoneo all’identificazione

63 All. B) Modello di Istanza di Accesso civico

COMUNE DI PONTECORVO

PROVINCIA DI FROSINONE

RICHIESTA DI ACCESSO CIVICO art. 5, c. 1, D.Lgs. n. 33/2013

Il/la sottoscritto/a cognome*______nome* ______nato/a*______(prov.____) il*______residente in*______(prov.______) via______n.______e-mail______cell.______tel. ______fax ______

In riferimento al seguente documento /informazione/dato ______che in base alla normativa vigente - non risulta pubblicato - risulta parzialmente pubblicato sul sito del Comune di Pontecorvo (1) CHIEDE ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, c. 1, D.Lgs. n. 33/2013, la pubblicazione di quanto richiesto e la comunicazione alla/al medesima/o dell’avvenuta pubblicazione, indicando il collegamento ipertestuale al dato/informazione oggetto dell’istanza. Indirizzo per le comunicazioni: ______[2]

(Si allega copia del proprio documento d’identità) ______

(luogo e data) ______

64 (firma per esteso leggibile)

______

* Dati obbligatori [1] Specificare il documento/informazione/dato di cui è stata omessa la pubblicazione obbligatoria; nel caso sia a conoscenza dell’istante, specificare la norma che impone la pubblicazione di quanto richiesto. [2] Inserire l’indirizzo al quale si chiede venga inviato il riscontro alla presente istanza.

Informativa sul trattamento dei dati personali forniti con la richiesta (Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003) 1.Finalità del trattamento I dati personali verranno trattati dal Comune di Pontecorvo per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali in relazione al procedimento avviato. 2.Natura del conferimento Il conferimento dei dati personali è obbligatorio, in quanto in mancanza di esso non sarà possibile dare inizio al procedimento menzionato in precedenza e provvedere all’emanazione del provvedimento conclusivo dello stesso. 3.Modalità del trattamento In relazione alle finalità di cui sopra, il trattamento dei dati personali avverrà con modalità informatiche e manuali, in modo da garantire la riservatezza e la sicurezza degli stessi. I dati non saranno diffusi, potranno essere eventualmente utilizzati in maniera anonima per la creazione di profili degli utenti del servizio. 4. Categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di Responsabili o Incaricati. Potranno venire a conoscenza dei dati personali i dipendenti e i collaboratori, anche esterni, del Titolare e i soggetti che forniscono servizi strumentali alle finalità di cui sopra (come, ad esempio, servizi tecnici). Tali soggetti agiranno in qualità di Responsabili o Incaricati del trattamento. I dati personali potranno essere comunicati ad altri soggetti pubblici e/o privati unicamente in forza di una disposizione di legge o di regolamento che lo preveda. 5. Diritti dell’interessato All’interessato sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7, D.Lgs. n. 196/2003 e, in particolare, il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione se incompleti, erronei o raccolti in violazione di legge, l’opposizione al loro trattamento o la trasformazione in forma anonima. Per l’esercizio di tali diritti, l’interessato può rivolgersi al Responsabile del trattamento dei dati. 6. Titolare e Responsabili del trattamento Il Titolare del trattamento dei dati è il Comune di Pontecorvo, con sede in Pontecorvo, piazza 4 novembre n.1. Il Responsabile del trattamento è il Responsabile dell’ufficio destinatario dell’istanza.

65 All. C) Modello di Istanza di Accesso generalizzato

COMUNE DI PONTECORVO

PROVINCIA DI FROSINONE

RICHIESTA DI ACCESSO GENERALIZZATO (art. 5, c. 2, D.Lgs. n. 33/2013)

Il/la sottoscritto/a cognome*______nome* ______nato/a* a ______(prov.____) il*______residente in*______(prov.______) via______n.______e-mail______cell.______tel. ______fax ______ai sensi e per gli effetti dell’art. 5, c. 2, D.Lgs. n. 33/2013,

CHIEDE

□ il seguente documento

…......

□ le seguenti informazioni

…......

□ il seguente dato

…......

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DICHIARA

□ di conoscere le sanzioni amministrative e penali previste dagli artt. 75 e 76 del D.P.R. 445/2000, “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa”(1);

□ di voler ricevere quanto richiesto, al proprio indirizzo di posta elettronica ______, oppure al seguente n. di fax______, oppure che gli atti siano inviati al seguente indirizzo ______mediante raccomandata con avviso di ricevimento con spesa a proprio carico. (2) (Si allega copia del proprio documento d’identità) ______

(luogo e data) ______(firma per esteso leggibile) ______

*Dati obbligatori (1) Art. 75, D.P.R. n. 445/2000: “Fermo restando quanto previsto dall’articolo 76, qualora dal controllo di cui all’art. 71 emerga la non veridicità del contenuto della dichiarazione, il dichiarante decade dai benefici eventualmente conseguiti al Provvedimento emanato sulla base della dichiarazione non veritiera.” Art. 76, D.P.R. n. 445/2000: “Chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso nei casi previsti dal presente testo unico e punito ai sensi del codice penale e delle leggi speciali in materia. L’esibizione di un atto contenente dati non rispondenti a verità equivale ad uso di atto falso. Le dichiarazioni sostitutive rese ai sensi degli articoli 46 e 47 e le dichiarazioni rese per conto delle persone indicate nell’art. 4, comma 2, sono considerate come fatte a pubblico ufficiale. Se i reati indicati nei commi 1, 2 e 3 sono commessi per ottenere la nomina ad un pubblico ufficio o l’autorizzazione all’esercizio di una professione o arte, il giudice, nei casi più gravi, può applicare l’interdizione temporanea dai pubblici uffici o dalla professione e arte”. (2) Il rilascio di dati o documenti in formato elettronico o cartaceo è gratuito, salvo il rimborso del costo effettivamente sostenuto e documentato dall’amministrazione per la riproduzione su supporti materiali.

Informativa sul trattamento dei dati personali forniti con la richiesta (Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/2003) 1.Finalità del trattamento I dati personali verranno trattati dal Comune di Pontecorvo per lo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali in relazione al procedimento avviato. 2.Natura del conferimento Il conferimento dei dati personali è obbligatorio, in quanto in mancanza di esso non sarà possibile dare inizio al procedimento menzionato in precedenza e provvedere all’emanazione del provvedimento conclusivo dello stesso. 3.Modalità del trattamento In relazione alle finalità di cui sopra, il trattamento dei dati personali avverrà con modalità informatiche e manuali, in modo da garantire la riservatezza e la sicurezza degli stessi. I dati non saranno diffusi, potranno essere eventualmente utilizzati in maniera anonima per la creazione di profili degli utenti del servizio. 4. Categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di Responsabili o Incaricati. Potranno venire a conoscenza dei dati personali i dipendenti e i collaboratori, anche esterni, del Titolare e i soggetti che forniscono servizi strumentali alle finalità di cui sopra (come, ad esempio, servizi tecnici). Tali soggetti agiranno in qualità di Responsabili o Incaricati del trattamento. I dati personali potranno essere comunicati ad altri soggetti pubblici e/o privati unicamente in forza di una disposizione di legge o di regolamento che lo preveda. 5. Diritti dell’interessato All’interessato sono riconosciuti i diritti di cui all’art. 7, D.Lgs. n. 196/2003 e, in particolare, il diritto di accedere ai propri dati personali, di chiederne la rettifica, l’aggiornamento o la cancellazione se incompleti, erronei o raccolti in violazione di legge, l’opposizione al loro trattamento o la trasformazione in forma anonima. Per l’esercizio di tali diritti, l’interessato può rivolgersi al Responsabile del trattamento dei dati. 6. Titolare e Responsabili del trattamento Il Titolare del trattamento dei dati è il Comune di Pontecorvo, con sede in Pontecorvo, piazza 4 novembre n.1 Il Responsabile del trattamento è il Responsabile dell’ufficio destinatario dell’istanza.

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