REGIONE AUTONOMA AVTONOMNA DEŽELA FURLANIJA JULIJSKA KRAJINA PROVINCIA DI POKRAJINA GORICA

COMUNE DI SAVOGNA D'ISONZO OBČINA SOVODNJE OB SOČI

PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE SPLOŠNI OBČINSKI REGULACIJSKI NAČRT VARIANTE GENERALE SPLOŠNA VARIANTA

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA STRATESKA PRESDA VPLIVOV NA OKOLIE

RAPPORTO AMBIENTALE D. Lgs 152/2006 e smi

IL SINDACO: ŽUPANJA: dott.ssa ALENKA FLORENIN

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: ODGOVORNI ZA POSTOPEK: dott. PAOLO NONINO arch. EMMA TAVERNA

INDICE

1. PREMESSA ...... 4 2. PERCORSO INTEGRATO VARIANTE- VAS ...... 5 2.1. Consultazione con i soggetti competenti ...... 5 2.2. Gli incontri con i cittadini ...... 6 2.3. 2.2 La commissione urbanistica...... 7 3. ANALISI SWOT ...... 8 4. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO E PROGRAMMA ...... 10 4.1. Schema logico degli obiettivi della Variante ...... 10 4.2. Obiettivi di sostenibilità ...... 11 4.3. Obiettivi generali ...... 12 4.4. I principi ispiratori per la costruzione del piano ...... 13 4.5. Obiettivi generali ...... 14 5. RAPPORTO CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI PERTINENTI ...... 15 5.1. Piano urbanistico regionale generale ...... 15 5.2. Piano del Governo del Territorio ...... 16 5.3. Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014 - 2020 ...... 16 5.4. Piano paesaggistico regionale ...... 17 5.5. Piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria ...... 18 Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico...... 18 5.6. Piano energetico regionale ...... 19 5.7. Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica ...... 20 5.8. Piano regionale della mobilità ciclistica ...... 20 5.9. Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta- Bacchiglione...... 21 5.10. Piano regionale di tutela delle acque ...... 21 5.11. Il Piano di zonizzazione acustica comunale ...... 21 6. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE...... 23 6.1. inquadramento territoriale ...... 24 6.2. La componente acqua ...... 25 6.2.1. Le acque superficiali ...... 25 6.2.2. Le acque sotterranee ...... 29 6.3. La componente aria...... 33 6.4. La componente suolo ...... 38 6.4.1. Caratteristiche – geomorfologia...... 38 6.5. Rischio idrogeologico ...... 42 6.6. Uso del suolo ...... 44 6.7. Siti bonificati ...... 48 6.8. Natura e biodiversità ...... 50 6.8.1. Aree sottoposte a tutela ambientale ...... 50 6.8.2. Carta natura FVG ...... 55 6.8.3. Aspetti faunistici ...... 58 1

6.9. Paesaggio ...... 61 6.9.1. Tutela del paesaggio...... 62 6.10. La popolazione...... 67 6.11. Edificazione ...... 69 6.12. Il sistema economico ...... 71 6.13. La mobilità ...... 75 6.14. Le reti ...... 77 6.14.1. Rete idrica (acque potabili)...... 77 6.14.2. Rete fognaria (acque reflue)...... 79 6.15. La salute ...... 82 6.15.1. Radiazioni ionizzanti ...... 82 6.15.2. Radiazioni non ionizzanti ...... 84 6.15.3. Industrie insalubri...... 86 6.16. Energia ...... 87 6.17. I rifiuti ...... 90 6.17.1. Rifiuti urbani...... 90 6.17.2. Rifiuti speciali...... 92 6.18. Il rumore ...... 93 7. SINTESI DEL QUADRO CONOSCITIVO ...... 99 8. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA...... 101 8.1. Strategia tematica per la protezione del suolo...... 101 8.2. Programma attuativo di sviluppo e coesione ...... 101 8.3. Direttiva 2012/27/UE del parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica...... 102 8.4. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe ...... 102 8.5. Il settimo programma d’azione comunitario in materia ambientale 2014-2020 ...... 103 8.6. La strategia ambientale in Italia - CIPE 157/2002...... 104 9. LE CARATTERISTICHE DEL PIANO ...... 105 9.1. Il piano struttura ...... 106 9.1.1. Il paesaggio e l’ambiente ...... 106 9.1.2. Gli insediamenti/aree urbane ...... 106 9.1.3. le Attrezzature e servizi ...... 106 9.1.4. le attività ...... 107 9.1.5. Le infrastrutture ...... 107 9.2. La zonizzazione e la normativa...... 107 9.2.1. Le modifiche puntuali ...... 108 9.3. Coerenza interna...... 116 9.4. Matrici di valutazione ...... 117 9.5. Carattere cumulativo degli impatti ...... 128 10. ALTERNATIVE ...... 132 11. MITIGAZIONI ...... 136 12. VALUTAZIONE D’INCIDENZA ...... 142

2

13. BILANCIO DELL’USO DEL SUOLO ...... 143 14. MONITORAGGIO ...... 144 14.1. Tempistica ...... 149 14.2. Competenze ...... 149 14.3. Controllo ...... 149 14.4. Esiti...... 149 15. BIBLIOGRAFIA ...... 150

3

1. PREMESSA

La Valutazione ambientale Strategica, d’ora in poi VAS, nata concettualmente alla fine degli anni '80, è un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sull’ambiente di Piani e Programmi al fine di assicurare l’integrazione nei processi decisionali, fin falle prime fasi, degli aspetti ambientali che vanno presi in considerazione accanto a quelli economici e sociali. Nel 2001 si conclude la fase che ha portato l’Unione europea ad introdurre metodi e tecniche per valutare gli effetti sull’ambiente di progetti, programmi e piani. La Direttiva 2001/42/CE1 è il naturale proseguimento di un percorso che dalla Direttiva 1985/337/CEE11 sulla Valutazione d’Impatto Ambientale alla Direttiva 1992/43/CEE sulla Valutazione d’Incidenza Ambientale, ha visto la comunità europea inserire negli ordinamenti nazionali nuove procedure di protezione ambientale. L’introduzione di questi apparati legislativi determina importanti innovazioni nel campo professionale, procedurale e accademico dei vari Paesi europei. L’obiettivo, come definito nella Direttiva 2001/42/CE concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, è quello di “garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.

La procedura di VAS, avviata contestualmente al processo di formazione del piano/programma, si basa sulle seguenti fasi:  Scoping: definisce l’ambito delle indagini necessarie per la valutazione ambientale,  Redazione del Rapporto ambientale: vengono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del Piano potrebbe avere sull'ambiente  Informazione e consultazione del pubblico e dei vari attori durante le varie fasi del processo decisionale  Monitoraggio e controllo degli impatti ambientali del piano o del programma e verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati

La VAS assolve quindi al compito di verificare la coerenza delle proposte programmatiche e di pianificazione con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, a differenza della VIA che si applica a singoli progetti di opere. Per lo strumento di pianificazione la VAS rappresenta un processo di costruzione, valutazione e gestione del Piano, ma anche di monitoraggio dello stesso, al fine di controllare e contrastare gli effetti negativi imprevisti derivanti dall’attuazione di un piano o programma e adottare le misure correttive al processo in atto. A livello nazionale la Direttiva europea è stata recepita con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale” successivamente modificato e sostituito integralmente alla parte seconda dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4, entrato in vigore il 13 febbraio 2008. Quest’ultimo provvedimento legislativo ha adeguato i contenuti inerenti la procedura di VAS ai canoni della Direttiva Comunitaria 2001/42/CE, facendo uscire di fatto l’Italia da alcune procedure di infrazione a cui era incorsa successivamente all’entrata in vigore della parte II del Dlgs 152/06. La procedura risulta pertanto delineata agli artt. 13-18 del medesimo decreto, mancando di fatto, allo stato attuale una regolamentazione a livello regionale. La Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, aveva legiferato in materia con propria legge 11/2005, che è stata successivamente abrogata negli artt. 4-11, con un esplicito rimando alle disposizioni di carattere nazionale. (cfr. LR Legge regionale 30 luglio 2009, n. 13)

La disposizione legislativa in materia di VAS in regione FVG, secondo i contenuti della Legge regionale 30 luglio 2009, n. 13, è l’art. 4 della Legge regionale 5 dicembre 2008 n.16, “Norme urgenti in materia di ambiente, territorio, edilizia, urbanistica, attività venatoria, ricostruzione, adeguamento antisismico, trasporti, demanio marittimo e turismo.” Tale riferimento normativo è stato aggiornato dalla Regione FVG nel dicembre 2015 attraverso gli “Indirizzi generali in materia per la valutazione ambientale strategica (VAS) di piani, e

1 Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati Piani e Programmi sull’ambiente. 4 programmi la cui approvazione compete alla Regione, agli enti locali e agli enti pubblici della Regione Friuli Venezia Giulia”. Prendendo atto che, tutti i Piani e Programmi devono essere valutati negli effetti ambientali e risultando il quadro normativo strutturato così come appena illustrato, il Consiglio Comunale di Savogna d’Isonzo con propria deliberazione ha dato avvio ad una procedura di VAS per la formazione del Piano Regolatore Generale Comunale. Il processo di valutazione ambientale strategica, dovrà pertanto garantire l’integrazione della dimensione ambientale nella predisposizione e nella definizione dei contenuti del Piano Regolatore Generale Comunale. Così come richiesto dal D.lgs 152/2006 aggiornato al D.lgs 128/2010, l’art 13 co.4 che Il Rapporto ambientale dà atto della consultazione di cui al comma 1 ed evidenzia come sono stati presi in considerazione i contributi pervenuti, e pertanto si relaziona quanto segue: in seguito al periodo di consultazione del documento di Rapporto ambientale preliminare, di cui all’art. 13 co.1 – 2 del D.lgs 152/2006, si sono espressi con propria nota, i seguenti soggetti: - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente c - Azienda per i Servizi Sanitari “Isontina” - Regione FVG. I pareri di cui sopra hanno permesso di circoscrivere i contenuti del presente documento e di cogliere i suggerimenti in fase di predisposizione del Piano regolatore generale.

2. PERCORSO INTEGRATO VARIANTE- VAS

Negli ultimi anni il ricorso alla partecipazione si sta diffondendo, sia in seguito ai nuovi orientamenti di governance nella promozione delle politiche intergovernative e comunitarie, sia come elemento di ripensamento rispetto ai casi di confitto territoriale (come la sindrome NIMBY) tra settori della cittadinanza e istituzioni locali di vario livello, sia per rispondere alla crescente domanda di apertura, trasparenza, ascolto e dialogo, proveniente da ampi settori della società civile verso le istituzioni locali Il processo di VAS accompagna in tutti i momenti del ciclo di vita del Piano configurandosi come un processo continuo che interessa tutte le fasi dall’orientamento iniziale all’elaborazione del piano fino al monitoraggio e all’eventuale ri-orientamento dello stesso. Per quanto riguarda la costruzione della variante per il Piano del Comune di Savogna D’Isonzo il percorso di partecipazione e consultazione ha previsto un coinvolgimento attivo sia delle istituzioni (enti territorialmente interessati, soggetti con competenze in materia ambientale) sia del pubblico (portatori di interesse diffuso, settori del pubblico, cittadinanza). In continuità con le linee di pensiero e le azione progettuali emerse dal percorso condiviso, la formazione del piano e la sua valutazione ambientale si sono sviluppate con un processo complesso di confronto all’interno dell’Amministrazione attraverso lo scambio di informazioni con le autorità competenti in materia ambientale (rapporto ambientale preliminare) e i suggerimenti della Commissione urbanistica e le proposte dei cittadini.

2.1. Consultazione con i soggetti competenti

Il Documento Preliminare della VAS (scoping) è stato oggetto di consultazione da parte dei soggetti competenti in materia ambientale, come individuati dal Comune di Savogna D’Isonzo La consultazione è stata focalizzata in modo particolare a contribuire alla definizione della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale e del loro livello di dettaglio. Sono stati inoltre richiesti suggerimenti e osservazioni su tutti i contenuti del Documento Preliminare della VAS (scoping). I soggetti competenti in materia ambientali coinvolti nel processo di VAS, sentiti in fase di Rapporto ambientale preliminare, hanno fatto pervenire i pareri sintetizzati di seguito:

 ARPA FVG (parere del 24/04/2013): Prot. 2010 DS/74 Le informazioni da riportare nel Rapporto ambientale sono quelle individuate nell’allegato VI del Decreto legislativo 152/2006 e smi. In particolare porre attenzione soprattutto all’aggiornamento dei dati ambientali riguardanti: rifiuti (catasto ARPA FVG), qualità dell’aria (dati contenuti nel PRMQA, relazione del 2012), acqua (monitoraggio ARPA FVG). Inoltre è stato suggerito di porre particolare attenzione ad alcune zone particolarmente critiche del territorio comunale: ambito Kemika, aree esondabili del fiume Vipacco, raccordo

5

Villesse-Gorizia per quanto riguarda rumore e inquinamento atmosferico, le frazioni senza allacciamento fognario. Le misure di monitoraggio dovranno adempiere ad una serie di requisiti necessari alla produzione di reports periodici.  ASS 2 ISONTINA (parere del 19/02/2013) con Prot. 11744/DD4 del 10/02/2012 In relazione agli obiettivi della variante indicati nel documento di scoping l’ASS 2 indica di valutare attentamente gli effetti impattanti causati dalle azioni di piano sulla salute umana.  REGIONE FVG (parere del 23/04/2013) Alcune delle considerazioni inviate dalla Regione FVG per la predisposizione del Rapporto ambientale riguardano la priorità di tutelare gli ambiti fluviali e soprattutto cercare di migliorare la connessione ecologica, di conservare la sensibilità degli habitat costituito dalle aree boschive del Carso. Aggiornamenti rispetto ai dati contenuti nel RSA dell’A21 del 2009, di tenere conto del nuovo PAI, della aree di maggior valore ecologico presenti sul territorio (aree boschive dell’Isonzo e carsiche e prati stabili).

2.2. Gli incontri con i cittadini

Un ruolo chiave è stato svolto dalla partecipazione dei cittadini al fine per costruire un piano in grado di soddisfare le esigenze della popolazione locale in prospettiva futura. La presentazione del progetto di variante al PRGC/VAS e del percorso di partecipazione è avvenuta in occasione dell’incontro d'apertura il 11 giugno 2012, presso l’auditorium della Banca Credito Cooperativo di Savogna D’Isonzo.

In quell'occasione l'Amministrazione comunale ha presentato l'impostazione del lavoro e gli indirizzi e obiettivi strategici dello strumento urbanistico in predisposizione, spiegandone potenzialità e limiti, in modo da chiarire ai cittadini intervenuti quali tematiche si potessero affrontare in occasione dell'elaborazione del piano e quali invece esulassero dal campo di intervento. Il processo di partecipazione del pubblico è stato proseguito attraverso degli incontri specifici con i proprietari dei lotti che formano l’ambito C del Piano vigente.

6

In queste riunioni sono state proposte diverse soluzioni riguardanti il progetto del piano riguardanti l’area, per discutere delle proposte in modo da avere ancora margine per poterle modificare in base alle risposte dei cittadini.

INCONTRI CON I CITTADINI Presso la sala Consiliare del Comune di Savogna d’Isonzo Presenti i cittadini, il Sindaco del Comune di Savogna D’Isonzo Alenka Florenin, il dott Paolo Nonino, arch Federico Graziati e arch Paolo Volpi Ghirardini, arch Emma Taverna 02 luglio 2012 28 gennaio 2013

Questi incontri sono stati il momento in cui i cittadini si sono confrontati tra loro e con l'Amministrazione, su una tematica specifica importante per lo sviluppo del territorio comunale. In queste occasioni sono state fornite da parte dei tecnici incaricati le informazioni sull'andamento del piano approfondendo, in particolare, la situazione attuale e le possibilità riguardanti lo specifico oggetto dell'incontro. Nelle riunioni è emerso che la maggior parte dei proprietari rimane interessata al mantenimento di tale zona “C”, pertanto, è stata predisposta una nuova “bozza” di possibile perimetrazione della zona “C” tenendo conto di quanto espresso.

2.3. 2.2 La commissione urbanistica

Parallelamente alla costruzione del piano è stato avviato anche un ciclo di incontri specifici con la commissione urbanistica, All’interno di queste riunioni si è discusso sia in generale delle criticità e delle valenze presenti sul territorio comunale; i servizi ; la qualità dell'abitare sia più in particolare delle scelte specifiche di piano riguardanti le alternative possibili al fine di creare una visione il più possibile comune del territorio. In questo modo è stato possibile visualizzare gli aspetti da tutelare del territorio, come la grotta-ospedale in località Crnci, le trincee lungo la strada che da Gabria porta a San Michele, le postazione dei cannoni, le caverne che venivano utilizzate come deposito per le armi, i monumenti, il ponte romano sull’Isonzo, la strada romana, il castelliere in località Rubbia, i resti del paese di Usce, l’aeroporto di Gorizia che dovrebbero essere presenti nel PRGC e le caratteristiche negative, come aree da riqualificare come la zona nelle vicinanze dell’edificio Postale lungo la S.P. 8., nei pressi del fiume Vipacco.

INCONTRI COMMISSIONE URBANISTICA Presso la sala Consiliare del Comune di Savogna d’Isonzo presenti in qualità di membri della Commissione urbanistica i Consiglieri Comunali Pisk 7

Luca, Katerina Citter, Vladimir Klemše, Kristian Tommasi e gli architetti Alessio Princic e Joze Cej. Il tecnico dott. Paolo Nonino, l’arch Federico Graziati professionista incaricato per la redazione del piano e l’arch Emma Taverna professionista incaricato per la redazione della VAS 13 novembre 2012 28 novembre 2012 19 dicembre 2012 6 marzo 2013 26 giugno 2013

Si è discusso delle problematiche legate alla zona “C” del vigente P.R.G.C. riflettendo sul rapporto dell’area con il suo intorno e sull’ipotesi progettuale per uno sviluppo di tale zona: tipologie edilizie, gli spazi destinati alla viabilità, al verde. Durante gli incontri sono emersi anche dei temi non direttamente attinenti alla variante di piano, che però rappresentano delle segnalazioni per l’Amministrazione e che saranno prese in considerazione con altri strumenti più idonei.

3. ANALISI SWOT

Le informazioni derivate dal Qc e dalle indicazioni del processo partecipativo ha permesso di produrre una più completa analisi SWOT, integrata con i suggerimenti degli Enti consultati al documento di scoping, che fornisce una più chiara “rappresentazione del territorio” organizzata secondo punti di forza e debolezza, opportunità e minacce. L’analisi SWOT individua le tematiche più rilevanti ed è propedeutica alla scelta di un set degli obiettivi che rispecchiano le esigenze della realtà locale. L’acronimo SWOT sta ad indicare i punti di forza (Strengths), i punti di debolezza (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) presenti all’interno di un territorio, relativamente a ciascun sistema preso in considerazione. Le prime due categorie – punti di forza e di debolezza – riguardano i fattori endogeni propri della realtà presa a riferimento e sui quali è possibile intervenire direttamente, mentre, i fattori esogeni – opportunità e minacce –, sono costituiti dalle variabili esterne al sistema e che possono condizionarlo in senso sia positivo che negativo e sui quali, però, non è possibile intervenire. Attraverso l’analisi SWOT si vogliono pertanto precisare:  le opportunità di sviluppo di un’area territoriale che derivano da una valorizzazione dei punti di forza e da un contenimento dei punti di debolezza alla luce del quadro di opportunità e rischi che deriva, di norma, dalla congiuntura esterna  i principali fattori, interni ed esterni al contesto di analisi, in grado di influenzare il successo di un programma/piano

8

SISTEMA INSEDIATICO E DEI SERVIZI

Punti di forza Punti di debolezza - Presenza di nuclei e borghi storici - Urban sprawl lungo la viabilità verso il capoluogo di - Esistenza di elementi architettonici notevole Provincia, saldatura dell’edificato pregio storico e artistico - Mancanza di un numero adeguato di parcheggi - Trend della popolazione residente in crescita - Mancanza di spazi pubblici di aggregazione - Vicinanza al capoluogo di Provincia (Gorizia) (piazza) - Territorio con collocazione strategica nell’area del - Inadeguatezza della rete fognaria conurbamento goriziano

Opportunità Minacce - Criteri costruttivi dell’abaco della Variante del PRG per la riqualificazione energetica degli edifici - Eccedenza di nuove aree residenziali - Incentivi alla ristrutturazione e al risparmio - Aumento delle emissioni inquinanti energetico - Aumento dei rifiuti - Piano Struttura - Incremento dei consumi (energia- acqua- etc..) - Politiche di rigenerazione urbana e di recupero del patrimonio edilizio esistente

SISTEMA DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE

Punti di forza Punti di debolezza

- Inadeguatezza della rete fognaria - Presenza di un sistema commerciale - Incremento del traffico consolidato - Sistema produttivo Opportunità Minacce - Incentivazione all’utilizzo di tecnologie a minore - Aumento “non controllato” della pressione impatto sull’ambiente antropica sul territorio - Incentivi allo sviluppo del settore dell’agricoltura - Peggioramento della rete ecologica urbana e in biologica prossimità dei corsi d’acqua - Incentivi per il risparmio energetico - Rischio idraulico SISTEMA AMBIENTALE-PAESAGGISTICO

Punti di forza Punti di debolezza

- Carenza nel sistema di collegamento degli ambiti - Presenza di zone A.R.I.A. e di corsi d’acqua naturalistici e dei siti di interesse storico – culturale tutelati - Mancata valorizzazione delle potenzialità del - Presenza di una numerosa varietà di ecosistemi sistema ambientale, costituito dai due fiumi, - Territorio con caratteristiche di notevole attraverso la costituzione di corridoi ecologici interesse storico e paesaggistico (il Carso) - Presenza sul territorio di depositi di rifiuti da rimuovere

Opportunità Minacce

- Valorizzazione delle risorse ambientali legate ai nuclei storici - Presenza di fragilità ambientali (Vipacco) - Costituzione di una rete ecologica comunale

SISTEMA VIABILISTICO

Punti di forza Punti di debolezza - Presenza di una rete viaria agricola con possibilità di riconversione in percorsi ciclo- - Frammentazione dei percorsi ciclabili pedonali Opportunità Minacce - Aumento del traffico lungo tutte le direttrici viarie - Promozione di collegamenti compatibili con gli - Frammentazione degli habitat naturali ecosistemi - Consumo di suolo

9

4. ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PIANO E PROGRAMMA

Dalla valutazione delle istanze sopra evidenziate, raccolte in sede di formazione della variante e di rapporto ambientale preliminare, sono stati dedotti taluni parametri di cui si è tenuto conto nella costruzione della variante e, al fine di completare l’assetto urbanistico in un disegno organico e condiviso, si è giunti ai seguenti indirizzi che portano ad uno sviluppo più sostenibile del territorio.

4.1. Schema logico degli obiettivi della Variante

Lo schema logico che ha guidato i passaggi della costruzione del piano si può riassumere attraverso il seguente modello sintetico:

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ Indirizzi, legati a norme nazionali e/o internazionali, che guidano la formazione del piano in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio

OBIETTIVI DI GENERALI Rappresentano gli ambiti e le macro - tematiche di intervento

OBIETTIVI DI PROGETTO Le scelte della variante Strategie dirette e regolative che la variante individua per raggiungere gli obiettivi

Dalle prime analisi del territorio riunite nel documento di scoping, dalle Direttive impartite dall’Amministrazione Comunale, e dagli incontri partecipativi, si è potuto costruire un quadro di progettazione del territorio che ha portato alle seguenti tematiche prioritarie da perseguire con il nuovo strumento urbanistico:

 Salvaguardia dell’ambiente e paesaggio  Miglioramento della qualità insediativa  Trasformazione di aree degradate  Potenziamento dell’identità dei luoghi

10

4.2. Obiettivi di sostenibilità

Il Comune di Savogna ha aderito assieme ai Comuni di Gorizia, Savogna D’Isonzo, Mossa e Farra d’Isonzo alla Carta di Aalborg, ponendosi l’obiettivo di intraprendere un percorso di A21L, sebbene tale percorso non coincida da un punto di vista formale con quello della variante di piano, tuttavia l’individuazione degli obiettivi di sostenibilità, riportati nella tabella seguente, deriva oltre che dalle direttive comunitarie e da specifiche strategie di azione nazionale, anche dagli obiettivi programmatici (che fanno riferimento agli Aalborg Commitments). Una parte delle tematiche individuate nei Commitments non sono strettamente oggetto della variante di piano, ma rientrano nell’ambito più ampio delle politiche comunali, in un’ottica di sostenibilità di più ampio respiro.

Num Tema Obiettivo di sostenibilità Fonte CIPE -. 157/2002 Strategie di azione Raggiungere livelli di qualità dell’aria che non - ambientale per lo comportino rischi o impatti negativi significativi per sviluppo sostenibile Aria e la salute umana e per l’ambiente in Italia cambiame Contenimento delle emissioni da traffico 1 - Settimo programma nti veicolare comunitario d’azione climatici Adottare le opportune misure di prevenzione - in materia dell’inquinamento, applicando segnatamente le ambientale 2014- migliori tecniche disponibili 2020

- Impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo Direttiva 2 Acqua del fabbisogno idrico 2000/60/CE, art. 1 - Garantire la sicurezza idrogeologica e la qualità ambientale del reticolo idrografico superficiale - Protezione e gestione delle acque - Promuovere l’integrazione paesaggistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità Beni progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali Convenzione culturali, e la migliore contestualizzazione degli interventi europea del 3 materiali e già realizzati; paesaggio (Firenze paesaggio - Garantire la qualità degli spazi aperti (aree 2000) verdi, strade parcheggi) e dell’edificato in termini di assetto complessivo e scelte realizzative; - Intervenire e recuperare il patrimonio architettonico e culturale esistente; - Legge quadro nazionale aree protette - Tutelare, conservare ripristinare e sviluppare il - Settimo funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat e programma della flora e fauna selvatiche allo scopo di comunitario d’azione Flora, arrestare la perdita di biodiversità in materia fauna e Gestire il sistema delle aree naturali protette, ambientale 2014- 4 - biodiversi al fine di garantire e promuovere la conservazione 2020 tà e valorizzazione del patrimonio naturale - Dec - Migliorare la gestione ed evitare il 1600/2002/CE che sovrasfruttamento delle risorse naturali istituisce il sesto riconoscendo il valore dei servizi ecosistemici programma comunitario di azione in materia di ambiente 11

Num Tema Obiettivo di sostenibilità Fonte EEA report -10/2006- Urban sprawl in Limitare il consumo di suolo, contenere i - Europe fenomeni di Sprawling urbano (espansione Strategia tematica disordinata e a macchia d’olio); Suolo e dell’Unione 5 Proteggere il suolo consentendone un uso sottosuolo - Europeam - sostenibile, attraverso la prevenzione di COM-2006-231 e un’ulteriore degradazione, la tutela delle funzioni COM -2012-16 del suolo e il ripristino dei suoli degradati FINAL

- Rafforzare i processi decisionali tramite una AAlborg migliore democrazia partecipatoria, cooperare - commitments concretamente con i confinanti e le altre città Popolazio - Settimo - Promuovere progetti di sensibilizzazione ne, e programma 6 inerenti le problematiche ambientali coinvolgendo salute comunitario d’azione le scuole, le associazioni, i cittadini umana in materia - Proteggere i cittadini dell'Unione da pressioni ambientale 2014- e rischi d'ordine ambientale per la salute e il 2020 benessere. - Evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore ambientale CIPE -. 157/2002 - Ridurre l’inquinamento acustico dovuto ai Strategia di azione 7 Rumore trasporti, sia all’origine sia tramite misure di ambientale per lo attenuazione per garantire che i livelli globali di sviluppo sostenibile esposizione minimizzino gli effetti negativi sulla in Italia salute - Incrementare gli spazi destinati alla mobilità ciclo-pedonale; Libro bianco sulla Mobilità e Garantire una mobilità competitiva, sicura, 8 - politica europea dei trasporti protetta e rispettosa dell’ambiente trasporti - Coordinare le politiche di gestione del territorio con le politiche dei trasporti CIPE -. 157/2002 Strategia di azione ambientale per lo - Promuovere un utilizzo razionale dell’energia sviluppo sostenibile al fine di contenere i consumi energetici in Italia Incrementare la produzione di energia da fonti - Direttiva 2012/27/UE rinnovabili 9 Energia del Parlamento Riduzione consumi da fonti primarie del 20% - europeo e del Riduzione gas clima-alteranti del-20% - Consiglio del 25 Aumento del 20% di energia da fonti - ottobre 2012 rinnovabili sull'efficienza energetica.

4.3. Obiettivi generali

Il Consiglio comunale di Savogna d’isonzo ha impartito i propri indirizzi e le direttive nella predisposizione del nuovo strumento urbanistico generale, in ottemperanza al comma 8 dell’art. 63 bis della LR n°5 del 2007 Le direttive prescrivono che il nuovo PRGC, in linea di principio, dovrà avere i seguenti contenuti di carattere generale: 12

Dalla valutazione delle proposte, raccolte in sede di formazione della variante e di rapporto ambientale preliminare, sono stati dedotti alcuni criteri per un completamento dell’assetto urbanistico in un disegno organico e si è giunti ai seguenti indirizzi generali per arrivare ad uno sviluppo sostenibile del territorio Le strategie poste alla base delle scelte territoriali possono essere sintetizzate come segue:

 rivalutazione critica del Sistema insediativo residenziale, in base alle nuove esigenze  riqualificazione del patrimonio storico-architettonico  verifica del sistema produttivo artigianale e commerciale  salvaguardia del territorio agricolo nelle sue componenti produttive e paesaggistico-ambientali;  tutela delle aree di itnteresse ambientale: ambiti fluviali e Carso  aggiornamento delle Norme di attuazione sia in funzione delle nuove scelte urbanistiche sia ina adeguamento

Considerando gli indirizzi generali dettati a livello sovraordinato rispetto alla variante in oggetto, dalla normativa regionale vigente, i criteri per la pianificazione del territorio comunale sono stati dedotti dalla valutazione delle proposte raccolte in sede di formazione della variante e dalle informazioni sulle criticità e valenze ricavate dal Quadro Conoscitivo, Si è giunti così giunti ai seguenti indirizzi generali per il completamento dell’assetto urbanistico del territorio comunale di Savogna in un disegno organico e condiviso nel rispetto di indici e indirizzi, dell’applicazione di principi, leggi e regolamenti facendo riferimento allo sviluppo sostenibile”. Il nuovo piano regolatore comunale deve essere compilato nel rispetto della normativa comunitaria e deve costituire allo stesso tempo un elemento di verifica per l’attuazione delle norme di settore e per la sostenibilità dello sviluppo verso l’ambiente.

4.4. I principi ispiratori per la costruzione del piano

13

4.5. Obiettivi generali

Nel processo di formazione della variante, si è poi giunti ad una più specifica formulazione degli ambiti e degli obiettivi specifici correlati, riportati nella tabella seguente:

Sistema Obiettivi OB1 Gestire in modo efficiente il sistema delle acque e migliorarne le criticità idrogeologiche

OB2 Salvaguardare e potenziare la vegetazione, in particolare lungo il reticolo idrografico OB3 Tutelare gli ambiti fluviali, conservare gli elementi naturali e le valenze paesaggistiche, consentendo anche un miglioramento della fruibilità OB4 Valorizzare l’appartenenza all’ambito “Carso”, salvaguardare l’ambiente naturale e le caratteristiche del paesaggio OB5 Tutelare/mantenere le parti di territorio comunale di interesse ambientale e/o paesaggistico OB6 Tutela, degli aspetti naturali, fisici e vegetali , degli habitat, degli aspetti faunistici e storici per il loro valore scientifico, paesaggistico e per la loro funzione di identità per la popolazione locale

OB7 Conservare e tutelare le risorse naturali preservandole e riconoscendo il valore ambientale e paesaggistico ambientale delle relazioni ecosistemiche OB8 Salvaguardia degli elementi connotanti il paesaggio EMA OB9 Potenziare le attività agricole esistenti in un’ ottica di rinnovamento del settore OB10 Garantire la produttività agricola, tutelando le caratteristiche dei suoli e SIST dell’ambiente OB11 Conferma degli ambiti destinati alla produzione agricola

OB12 Controllare la qualità dello sviluppo urbano incrementando la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente

OB13 Recuperare e rafforzare l’identità comunale migliorando la qualità delle condizioni insediative OB14 Riqualificare l’ambiente urbano in modo particolare i nuclei (borghi) di “antica” formazione e i territori di frangia OB15 Individuare nuove opportunità per l’edilizia residenziale, secondo il trend demografico, contenendo il più possibile l’uso del suolo OB16 Definire la forma urbana evitando sprawl urbano e ponendo attenzione alla fruibilità del tessuto urbano degli insediamenti degli OB17 Mantenere compatti gli insediamenti ed evitare il frammentarsi di episodi edilizi limitando al massimo l’individuazione di nuovi ambiti di trasformazione a qualsiasi funzione destinati, prevedendo prioritariamente la saturazione delle aree esistenti OB18 Qualificare l’immagine e la valenza urbana degli spazi attraverso dotazione di SISTEMA servizi e di attrezzature pubbliche rispondendo ai fabbisogni dei cittadini OB19 Pianificare lo sviluppo del sistema dei servizi e individuare le polarità urbane da

potenziare

della della OB20 Favorire il consolidamento delle imprese insediate perseguendo obiettivi di rispetto ambientale OB21 Completamento delle zone attuali in forme compatibili con le aree limitrofe

attività attività OB22 Ricollocazione delle attività incongrue in modo coerente con il contesto

produttive

SISTEMA

OB23 Recupero della viabilità poderale e interpoderale quale elemento caratterizzante del paesaggio e per la percorribilità ciclo-pedonale di collegamento

viabilistico tra frazioni anche al fine di creare nuove potenzialità di fruizione del territorio OB24 Migliorare l’efficienza e la sicurezza del sistema viabilistico, Razionalizzazione

del sistema della mobilità interna di supporto alle attività produttive SISTEMA

14

5. RAPPORTO CON ALTRI PIANI O PROGRAMMI PERTINENTI

Come stabilito dalla Direttiva Comunitaria 2001/42/CE e dal D. Lgs 152/06, il Rapporto Ambientale deve contenere l’analisi della coerenza delle previsioni del piano con i livelli di pianificazione a scala locale e regionale, verificando la compatibilità, integrazione e raccordo degli obiettivi del piano rispetto agli obiettivi in campo ambientale. Nel caso in esame, valutati i contenuti delle direttive impartite dall’Amministrazione è stata effettuata una ricognizione dei Piani e Programmi vigenti e della strumentazione sovraordinata. A tal fine, i Piani e Programmi presi a riferimento per la verifica di coerenza con gli obiettivi prefissati, risulteranno essere i seguenti:

1) Piano urbanistico regionale generale 2) Piano del Governo del territorio 3) Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 20014 - 2020 4) Piano Paesaggistico Regionale 5) Piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria 6) Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico 7) Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta - Bacchiglione 8) Piano regionale di tutela delle acque 9) Piano energetico regionale 10) Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica 11) Piano regionale della viabilità ciclistica 12) Piano regionale del trasporto pubblico locale 13) Piano di zonizzazione acustica

5.1. Piano urbanistico regionale generale

Il Piano Urbanistico Regionale Generale, in vigore dal 1978 ma che verrà sostituito dal nuovo Piano di Governo del Territorio (adottato con DGR del 31/11/2012), stabilisce le direttive e i criteri metodologici per assicurare unità di indirizzi ed omogeneità nei contenuti della pianificazione urbanistica di grado subordinato. In relazione a ciò, entro il quadro generale dell’assetto territoriale della Regione, vengono indicati gli obiettivi per gli insediamenti urbani, rurali, attività industriali agrarie e terziarie da esercitarsi sul territorio. Il piano inoltre riconosce le zone a carattere storico, ambientale e paesistico con indicazione dei territori che dai piani zonali dovranno essere destinate a parchi naturali, fornisce indicazioni circa le opere pubbliche e gli impianti necessari per i servizi di interesse regionale, le aree da riservare a destinazioni speciali ed infine specifica le priorità sia generali che di settore per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Obiettivi Piano Urbanistico Regionale Generale

Difesa del suolo, dell’ambiente e delle risorse fisiche (acqua, suolo, aria)sia negli O1PURG aspetti quantitativi che qualitativi (lotta agli inquinamenti, riqualificazione ambientale)

Tutela del patrimonio storico ambientale, delle pre-esistenze insediative, del O2PURG paesaggio e dell’ambiente

O3PURG Politica attiva di formazione e riserva di vaste aree agricole

Salvaguardia, potenziamento e qualificazione di tutti i suoli non urbani, non O4PURG necessari agli sviluppi della rete urbana (agricoli, montani, boschivi)

O5PURG Creazione di una rete urbana, potenziamento della rete dei servizi pubblici e sociali

O6PURG Sviluppo dell’economia industriale e delle attività produttive specifiche e compatibili 15

(agricoltura, artigianato e turismo)

07 PURG Organizzazione razionale delle infrastrutture viarie

5.2. Piano del Governo del Territorio il Piano di Governo del Territorio (PGT) è lo strumento con il quale viene dato l'avvio della riforma della pianificazione territoriale, superando l'impostazione data dal vecchio Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG). il 2 agosto 2012 la Giunta regionale con deliberazione n.1406 ha adottato in via preliminare il Progetto del Piano del governo del territorio, comprensivo dei relativi documenti di VAS. Il procedimento di approvazione si è concluso il 16 aprile 2013 con il decreto del Presidente della Regione n. 084/Pres.

Obiettivi Piano Urbanistico Regionale Generale

Contribuire a un elevato livello di qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini attraverso un ambiente in cui il livello dell’inquinamento non provochi effetti O1PTG nocivi per la salute umana e l’ambiente e attraverso uno sviluppo urbano sostenibile Tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali, O2PGT degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche allo scopo di arrestare la perdita di biodiversità O3PGT Protezione e gestione delle acque Raggiungere livelli di qualità dell’aria che non comportino rischi o impatti negativi O4PGT significativi per la salute umana e l’ambiente Promuovere un utilizzo razionale dell’energia al fine di contenere i consumi O5PGT energetici e Incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili ( Evitare la generazione di rifiuti e aumentare l'efficienza nello sfruttamento delle O6PGT risorse naturali ragionando in termini di ciclo di vita e promuovendo il riutilizzo e il riciclaggio 07 PGT Garantire una mobilità competitiva, sicura, protetta e rispettosa dell’ambiente Conservazione della risorsa naturale Suolo privilegiando interventi 08 PGT di riqualificazione urbana, di recupero di aree dimesse e di riconversione del patrimonio edilizio esistente.

Il nuovo Piano persegue l’uso razionale delle risorse attraverso obiettivi di completamento e riqualificazione del tessuto insediativo, limitando il consumo di suolo (OB12 riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, OB13 e OB14);. il miglioramento delle attività esistenti integrandole dal punto di vista ambientale e la ricollocazione delle attività ritenute incongrue (OB20 e OB22) è in linea con lo sviluppo delle attività produttive compatibili. Il nuovo Piano dimostra un livello di coerenza alto sia rispetto agli obiettivi del Piano Urbanistico Regionale sia rispetto agli obiettivi del PGT, in quanto persegue la tutela dal rischio idrogeologico (OB1 e 2), alla salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità attraverso l’attenzione per le risorse naturali, ambientali e paesaggistiche. (OB4, OB5,OB6,OB17 OB8). L’obiettivo (OB23) di recuperare la viabilità poderale per gli spostamenti interni va nella direzione di una organizzazione del sistema viario improntato sulla sostenibilità e difesa dell’ambiente . l’obiettivo di migliorare la viabilità esistente prevede la realizzazione di nuova viabilità per favorire la sicurezza della popolazione (OB24).

5.3. Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014 - 2020

Il PSR, formalmente adottato dalla Commissione europea il 24 settembre 2015, sostituisce il precedente PSR e rappresenta uno strumento di programmazione e finanziamento promosso dal Fondo europeo agricolo per il sostegno dello sviluppo rurale, destinato agli interventi nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale. L'impianto del PSR del Friuli Venezia Giulia è coerente con il nuovo Regolamento comunitario sullo sviluppo rurale per il periodo 2014-2020 che individua le priorità in ambito economico, ambientale e sociale. Considerato il quadro, la consultazione e i fabbisogni emersi, la strategia regionale è stata costruita sulla base

16 di tre obiettivi generali: competitività, tutela dell’ambiente, del territorio e contrasto ai cambiamenti climatici, sviluppo territoriale.

Obiettivi Piano di Sviluppo Rurale

Sviluppo territoriale 01PSR

02PSR Concorrere alla preservazione e alla valorizzazione degli ecosistemi Contribuire al miglioramento della competitività dell'agricoltura e dei produttori 03PSR primari;

Gli obiettivi del nuovo Piano sono coerenti con le indicazioni del PSR rivolte a potenziare lo sviluppo agricolo in un‘ottica di rinnovamento (OB9), tutelando nello stesso tempo la biodiversità,le caratteristiche dei suoli e il paesaggio (OB10), attraverso l’innovazione delle aziende agricole. Il nuovo Piano contribuisce con i suoi obiettivi anche attraverso interventi sulla viabilità minore per aumentare la fruibilità degli elementi costitutivi del paesaggio agrario dei luoghi individuare dei percorsi ciclopedonali in modo da poter collegare il centro abitato ad altre parti del territorio, utilizzando le viabilità interpoderali presenti sul territorio

5.4. Piano paesaggistico regionale

In attuazione al Codice dei beni culturali e del paesaggio e della Convenzione europea per il paesaggio, la Regione FVG ha avviato le procedure per la redazione del Piano Paesaggistico Regionale( PPR). I l PPR è uno strumento di pianificazione finalizzato alla salvaguardia e gestione del territorio con lo scopo di integrare la tutela e la valorizzazione del paesaggio nei processi di trasformazione territoriale. I principali obiettivi generali si possono così sintetizzare:

Piano paesaggistico regionale

Mettere il paesaggio in relazione con il contesto di vita delle comunità con il proprio 01PPR patrimonio culturale e naturale, considerandolo quale fondamento della loro identità

Proteggere, conservare e migliorare i patrimoni naturali, ambientali, storici e 02PPR archeologici, gli insediamenti e le aree rurali per uno sviluppo sostenibile di qualità della regione

03PPR Contrastare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici

04PPR Consumo zero del suolo

Conservare la diversità paesaggistica contrastando la tendenza all’omologazione dei 05PPR paesaggi

Tutela e valorizzazione paesaggistica delle reti e delle connessioni strutturali 06PPR regionali, interregionali e transfrontaliere

Indirizzare i soggetti operanti a vari livelli sul territorio alla considerazione del 07PPR paesaggio nelle scelte pianificatorie, progettuali e gestionali.

Il nuovo strumento urbanistico del Comune di Savogna d’Isonzo corrisponde in modo coerente agli scopi del PPR, sia attraverso gli obiettivi riguardanti il “sistema della residenza e dei servizi” contenendo il consumo del suolo e implementando la riqualificazione dei nuclei esistenti(OB12-OB13-OB14-OB15-Ob16-OB176), sia attraverso gli obiettivi del “sistema ambientale” nei quali in modo specifico si definisce la salvaguardia del paesaggio carsico (OB4) e tutte le altre parti del territorio comunale di interesse ambientale e paesaggistico (OB5-OB6-OB7_OB8).

17

5.5. Piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria

Il Piano, approvato con d.P.reg n. 0124/Pres, del 2010, con particolare attenzione a specifiche zone del territorio regionale, promuove delle misure mirate alla risoluzione di criticità relative all’inquinamento atmosferico derivante da sorgenti diffuse fisse, dai trasporti, da sorgenti puntuali localizzate. Tali misure, declinate in archi temporali di breve, medio o lungo termine, devono garantire il rispetto dei valori limite degli inquinanti ed il raggiungimento, attraverso l'adozione di misure specifiche, dei valori bersaglio dei livelli di ozono, ai sensi del decreto legislativo 183/2004.

Obiettivi Piano regionale per il miglioramento della qualità dell’aria

conseguire, o tendere a conseguire, il rispetto degli obiettivi di qualità dell’aria 01PRMQA stabiliti dalle più recenti normative

avviare un processo di verifica del rispetto dei limiti nel caso del biossido di azoto 02PRMQA tramite aggiornamento del quadro conoscitivo del Piano ed eventuale ricalibrazione degli interventi nei prossimi anni;

contribuire al rispetto dei limiti nazionali di emissione degli ossidi di zolfo, ossidi di 03PRMQA azoto, composti organici volatili ed ammoniaca

conseguire una considerevole riduzione delle emissioni dei precursori dell’ozono e 04PRMQA porre le basi per il rispetto degli standard di qualità dell’aria per tale inquinante

contribuire, tramite le iniziative di risparmio energetico, di sviluppo di produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili e tramite la produzione di energia elettrica da 05PRMQA impianti con maggiore efficienza energetica, a conseguire la percentuale di riduzione delle emissioni prevista per l’Italia in applicazione del protocollo di Kyoto.

Il nuovo Piano persegue l’obiettivo di limitare le emissioni inquinanti in atmosfera attraverso gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (OB12) attraverso l incoraggiamento di processi di recupero e riqualificazione, evitando ulteriori fenomeni di dispersione insediativi e di frammentazione del territorio (OB15 e OB16 e Ob17) incentivando forme di edilizia eco-compatibile e l’utilizzo di forme di energia rinnovabile, cercando ’integrazione ambientale delle attività produttive esistenti e nuove(OB20) La valorizzazione del sistema Carso con i suoi elementi caratteristici e i boschi (OB4 e 6), la promozione di una agricoltura compatibile (OB10), la limitazione dell’impermeabilizzazione di suolo favorisce la riduzione dell’inquinamento atmosferico Il nuovo piano incentiva la mobilità sostenibile attraverso la realizzazione di una rete di percorsi ciclo-pedonali per limitare il traffico veicolare e le di emissioni in atmosfera di elementi inquinanti dannosi per la salute dei cittadini(OB 23)

Piano di azione regionale in materia di inquinamento atmosferico Il Piano, approvato con D.P.R. n. 10 del 16/01/2012, si propone l’obiettivo di conseguire sull’intero territorio regionale la prevenzione, il contenimento e il controllo del rischio di superamento dei valori limite degli inquinanti (particolato sottile e ossidi di azoto) nonché delle soglie di allarme dei livelli di ozono. Il Piano è lo strumento di riferimento per i Comuni, finalizzato alla gestione delle criticità legate all’inquinamento atmosferico.

Azioni del Piano di azione regionale

01PAR Informazione alla popolazione

Riduzione di due gradi della temperatura media impostata internamente agli edifici 02PAR (ove possibile) rispetto a quanto indicato nella legge 10 del 1991, esentando gli edifici che rientrino nella categoria B o superiore (A o Casa Passiva) in base all’attestato di 18

qualificazione energetica o da una equivalente procedura di certificazione energetica stabilita dal Comune

Sostituzione della combustione domestica della legna (ove possibile), con altre forme 03PAR di combustione o riscaldamento tranne che per gli impianti con specifiche caratteristiche minime. Interventi di riduzione del traffico e limitazione della circolazione per vetture pre EURO IV a gasolio o benzina, inclusi mezzi commerciali pesanti non adibiti a carico e 04PAR scarico delle merci nella fascia oraria dalle ore 16.00 alle ore 20.00 nelle zone individuate dai Piani di azione comunali. Riduzione del 10% delle emissioni degli impianti individuati nel periodo di 05PAR applicazione della misura e rispetto alle emissioni giornaliere del normale esercizio, così come dichiarate nell’ inventario delle emissioni (INEMAR) relativo all’anno 2005.

Gli obiettivi del nuovo Piano d’azione presuppongono la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, le finalità perseguite dal piano sono in iena coerenza per quanto riguarda l’attenzione per le risorse naturali, ambientali e paesaggistiche. Gli obiettivi che favoriscono la mobilità sostenibile e la razionalizzazione della rete viaria locale vanno nella stessa direzione delle finalità del piano d’azione regionale incentivando la mobilità ciclo-pedonale. Inoltre gli obiettivi del nuovo Piano riguardanti le attività produttive commerciali e industriali/artigianali sono in coerenza in quanto volti a privilegiare la realizzazione di edifici sia residenziali che produttivi con elevati standard di efficienza energetica

5.6. Piano energetico regionale

Il Piano energetico regionale approvato con d.P.reg n. 0137/Pres del 21 maggio 2007, è il principale e fondamentale strumento di pianificazione e di indirizzo per le politiche energetiche regionali, attraverso il quale si tratteggia un progetto complessivo di sviluppo dell’intero sistema energetico, coerente con lo sviluppo socio- economico e produttivo del territorio regionale, che punta principalmente all’incremento e allo sviluppo delle fonti rinnovabili e ad un uso più razionale dell’energia.

Obiettivi Piano energetico regionale

Contribuire ad assicurare tutta l’energia necessaria alle famiglie e alle imprese del 01PER territorio per mantenere e migliorare i tassi di crescita economica di una regione europea avanzata e ricca quale è il Friuli Venezia Giulia

Aumentare l’efficienza del sistema energetico del Friuli Venezia Giulia riducendo 02PER l’assorbimento per unità di servizio mediante l’incremento diffuso della innovazione tecnologica e gestionale.

Azione utile a ridurre i costi dell’energia sia per le utenze business che per quelle 03PER domestiche. Contribuire al massimo sviluppo della concorrenza tra gli operatori e promuovere la nascita di un vero mercato dell’energia

Minimizzare l’impatto ambientale delle attività di produzione, trasporto, distribuzione 04PER e consumo di energia, nonché la sostenibilità ambientale e l’armonizzazione di ogni infrastruttura energetica con il paesaggio e il territorio

Sviluppo dell’innovazione e della sperimentazione tecnologica e gestionale per la 05PER produzione, il trasporto, la distribuzione e il consumo dell’energia

Promozione e il sostegno della produzione dell’energia da fonti rinnovabili anche ai fini dell’applicazione del protocollo di Kyoto. Il piano si prefigge in particolare lo 06PER sfruttamento delle biomasse, delle fonti idroelettriche, del solare termico e fotoelettrico, della geotermia, della fonte eolica e dei rifiuti.

19

Gli obiettivi di valorizzazione e tutela degli ambiti boschivi e di favorire interventi produce sicuramente un miglioramento, in quanto gli alberi influiscono sulla qualità dell’aria. (OB4 e OB6). Il nuovo Piano persegue l’obiettivo di limitare le emissioni inquinanti in atmosfera attraverso gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, l’ammodernamento delle attività produttive attraverso misure di innovazione tecnologica, (OB12, OB13 e OB20)

5.7. Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica

Il Piano, approvato con d.P.reg. n. 300 del 16 dicembre 2011, è finalizzato a mettere a sistema le infrastrutture puntuali e lineari nonché i relativi servizi, nel quadro della promozione di una piattaforma logistica integrata che garantisca l’equilibrio modale e quello territoriale, nonché a predisporre, in attuazione del Piano regionale integrato del trasporto delle merci e della logistica, i programmi triennali di intervento per l’utilizzo delle risorse finanziarie comunque disponibili.

Obiettivi Piano regionale delle infrastrutture di trasporto, della mobilità, delle merci e della logistica

Perseguire la razionale utilizzazione del sistema infrastrutturale di trasporto 01PRTM mediante la riqualificazione della rete esistente per la decongestione del sistema viario, in particolare, dal traffico pesante.

Gli obiettivi del nuovo Piano razionalizzano la viabilità del territorio comunale in un’ottica massimizzare la sicurezza per i cittadini.(OB24 l’efficienza e la sicurezza del sistema viabilistico)

5.8. Piano regionale della mobilità ciclistica

Per Piano regionale della mobilità ciclistica si intende l’insieme di azioni con carattere di pianificazione, con particolare attenzione alla costruzione di opportune infrastrutture ciclabili e di azioni di promozione della mobilità ciclistica, sia con valenza trasportistica (prevalentemente in ambito urbano mediante spostamenti quotidiani casa-studio e casa-lavoro) sia di carattere ciclo-escursionistico (prevalentemente in ambito territoriale, con scopi ricreativi e turistici.

Obiettivi del Piano regionale della mobilità ciclistica

01PRMC Impostazione della rete ciclabile regionale e nel fornire criteri per la sua realizzazione.

Progettazione di una rete locale sovracomunale ed una rete "diffusa" a livello 02PRMC comunale

03PRMC La promozione di benessere fisico per la persona ed economico per il turismo

Gli obiettivi del nuovo Piano promuovono l’individuazione di percorsi ciclo-pedonali alternativi e sostitutivi all’uso dei mezzi a motore che valorizzino le aree a valenza naturalistica e paesaggistica presenti sul territorio. Inoltre razionalizza alcune parti della viabilità del territorio comunale in un’ottica di sicurezza per i cittadini. (OB23 –OB24)

20

5.9. Piano per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici del Fiume Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta- Bacchiglione

Il PAI è stato approvato con DPCM 21/11/2013

Obiettivi del PAI

Il nuovo Piano persegue finalità prioritarie di riduzione delle conseguenze negative 01PRTA per la salute umana, di protezione di abitati, infrastrutture, nonché riconosciute specificità del territorio, interessate o interessabili da fenomeni di pericolosità

Il nuovo strumento urbanistico del Comune di Savogna ha come obiettivo una gestione efficiente del sistema delle acque migliorandone le criticità idrogeologiche in un’ottica di sicurezza per la salute dei cittadini (OB 1 e OB 2)

5.10. Piano regionale di tutela delle acque

Il Piano, adottato con DGR n. 2000 del 15/11/2012 e approvato con d.P.reg n 013/Pres 19/01/2015, si propone di stabilire le misure e gli interventi volti a garantire il mantenimento e il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale per i corpi idrici superficiali e sotterranei, nonchè le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico.

Obiettivi del Piano regionale di tutela delle acque

Mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici significativi superficiali e sotterranei 01PRTA dell’obiettivo di qualità ambientale corrispondente allo stato di “buono” entro il 22 dicembre 2015

02PRTA Mantenimento, ove già esistente, dello stato di qualità ambientale “elevato”

Mantenimento o raggiungimento per i corpi idrici a specifica destinazione (quelli cioè 03PRTA destinati ad un uso specifico) degli obiettivi di qualità per specifica destinazione previsti dall’allegato 2 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006 Conformità delle acque ricadenti nelle aree protette (per le quali cioè è stata attribuita una protezione speciale in base ad una specifica normativa comunitaria) agli obiettivi 04PRTA e agli standard di qualità di cui all’Allegato 1 alla parte terza del decreto legislativo 152/2006

05PRTA Raggiungimento dell’equilibrio del bilancio idrico

Osservanza delle condizioni di deflusso minimo vitale nell’ambito della rete 06PRTA idrografica superficiale

Il nuovo Piano persegue una gestione razionale delle risorse idriche attraverso obiettivi attraverso l’integrazione ambientale delle strutture insediative residenziali ma, soprattutto, produttive esistenti (OB20 e OB21) riducendo gli impatti negativi sulle risorse naturali Gli obiettivi del nuovo Piano riguardano la salvaguardia del sistema idrico attraverso al conservazione degli ambiti fluviali consentendo anche un miglioramento della fruibilità (OB3)

5.11. Il Piano di zonizzazione acustica comunale

Il Comune di Savogna d’Isonzo si è dotato nel 2012 di Piano di zonizzazione acustica, secondo normativa vigente, al fine di salvaguardare la salute degli abitanti del territorio.

21

Lo scopo principale della Classificazione Acustica è quello di cercare di raggiungere un miglioramento della qualità acustica delle aree urbane e di tutti gli spazi in genere, in relazione alla loro destinazione d’uso, definendo, per le aree attualmente edificate, i limiti da rispettare per assicurare un adeguato livello di benessere acustico, e contribuendo a limitare nuove criticità acustiche attraverso una corretta pianificazione delle aree di nuova edificazione.

Obiettivi del PCCA

salvaguardare il benessere delle persone rispetto all'inquinamento acustico 01PCCA nell'ambiente esterno e negli ambienti abitativi

regolamentare le misure di prevenzione nelle aree in cui i livelli di rumore non sono 02PCCA compatibili rispetto agli usi attuali e previsti del territorio

perseguire la riduzione della rumorosità e il risanamento ambientale nelle aree 03PCCA acusticamente inquinate

Il nuovo strumento urbanistico del Comune di Savogna ha come obiettivo il miglioramento della qualità della vita degli abitanti del territorio e uno degli obiettivi fondamentali per il benessere della popolazione è quello di tenere sotto controllo il rumore ambientale anche attraverso la regolamentazione dello sviluppo urbanistico, commerciale, artigianale ed industriale.

22

6. ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE

Nel documento ambientale preliminare (RAP) si è valutata necessaria la definizione di un’area vasta di riferimento per valutare nel modo ottimale le caratteristiche proprie dei parametri ambientali e territoriali, la cui distribuzione sul territorio spesso è rappresentata da elementi fisici, di origine naturale od antropica, che raramente si trovano in una relazione rispetto all’individuazione bidimensionale dei confini amministrativi come per esempio : i fiumi, strutture geologiche e morfologiche, le infrastrutture. L’individuazione del solo ambito di studio inteso come perimetrazione del territorio comunale, non permette di cogliere la complessità dei caratteri ambientali presenti sul territorio, che si distribuiscono su estensioni differenti da quelle stabilite dai confini amministrativi. Quindi, in questa prima fase, si è cercato di individuare un’area vasta di riferimento per costituire una prima analisi sintetica del contesto territoriale/ambientale sul quale il Piano andrà ad operare, esaminando in questa prima fase saranno:

 Ambiente e paesaggio  Mobilità  Costruito  Valori e criticità

Nel Rapporto ambientale si è cercato di completare il quadro conoscitivo integrandolo con informazioni più puntuali, seguendo i suggerimenti resi dai vari Enti durante la prima consultazione primaria e aggiungendo elementi più specifici che riguardano il territorio comunale. Il quadro conoscitivo serve a “fotografare” lo stato del territorio del Comune di Savogna D’Isonzo, le sue caratteristiche ambientali e le relazioni con il contesto per individuarne eventuali criticità e in seguito valutarle in relazione alle proposte della variante. Per rendere più facilmente leggibile l’andamento del “sistema Savogna D’Isonzo” si sono utilizzati degli indicatori in modo da rendere semplici problemi complessi, aiutano a comprendere le relazioni che esistono tra i diversi fenomeni locali e globali, identificano ed analizzare i problemi e le tendenze, supportano i processi decisionali pubblici e privati. I requisiti essenziali che devono avere gli indicatori sono, secondo quanto fissato dall’OCSE-Organisation for Economic Cooperation and Development e condiviso a livello internazionale:  Rilevanza  Consistenza analitica  Misurabilità. Il set di indicatori scelti non sono solo di carattere ambientale, ma anche di ordine economico e sociale al fine di rappresentare un utile e completo strumento di conoscenza e orientare le scelte verso i principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. La struttura di indicatori più ampiamente accettata è il modello DPSIR , schema, sviluppato in ambito EEA (European Environment Agency) e adottato dall’ANPA, che si basa su una struttura di relazioni causali che legano tra loro i seguenti elementi: - Determinanti - Pressioni - Stato - Impatto - Risposte Questo schema è stato ampliato lo schema DPSEER, come consigliato durante il convegno “Pianificazione urbanistica e territoriale come strumento di promozione della salute” dall’ASS 4 Mediofriuli e Federsanità- ANCI FVG. Cercando di prendere in considerazione anche indicatori per valutare gli obiettivi di salute correlati alle variante del PRGC. La difficoltà di reperire le informazioni necessarie ad un completo ed esauriente quadro della situazione del territorio è legata al fatto che è ancora molto limitata la disponibilità di banche-dati: le informazioni sono state reperite presso gli uffici comunali, e gli altri Enti che possiedono informazioni di carattere ambientale o socio- economico. Per la determinazione di un Quadro Conoscitivo Ambientale completo e chiaro, alla fine dell’analisi di ogni singola componente, si è operato attraverso una Scheda sintetica finale che contiene:  rappresentazione sintetica dello stato dell’ambiente (descrizione indicatore, tipologia, unità di misura)  valutazione degli indicatori (trend )

23

6.1. inquadramento territoriale

Il Comune di Savogna d’Isonzo confina con Gorizia, a est con la Slovenia, a sud con il comune di Doberdò del Lago (Doberdob) e a ovest con quelli di e Farra. Il territorio comunale si estende su una superficie di 16,4 kmq. L’area comprende zone pianeggianti e alluvionali tra i fiumi Isonzo e Vipacco a sud di Gorizia (in lingua slovena Savogna d’Isonzo, Sovodnje, significa appunto “confluenza di acque”), parte della pianura e, infine, i pendii che dal Carso goriziano scendono verso la Pianura Isontina. il territorio è, quindi, caratterizzato da una zona ad andamento pianeggiante definita dalla presenza dalle acque appartenenti al bacino idrografico del Isonzo, costituito dall’Isonzo (Soča) e dal fiume Vipacco (Vipava). E’ stata istituita un’Area di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA) che comprende, sul territorio comunale, tutto il tratto dell’ Isonzo fino alla sua confluenza con il Vipacco. Questo anche per mantenere le fasce spondali a tratti fortemente alberate, che costituiscono importanti corridoi ecologici all’interno di un territorio fortemente antropizzato. L’altra zona che configura il territorio comunale è caratterizzata dal monte San Michele: ricco di aree boscate che fanno assumere alla zona un elevato valore ambientale e paesaggistico e di pendii formati da roccia calcarea con un elevato numero di grotte e cavità. Quasi tutta questa area è interessata da vincolo idrogeologico, per le particolarità geomorfologiche e geologiche che lo caratterizzano, per tutelare l’ambiente fisico e impedire eventuale danno pubblico. Il tessuto urbano si inserisce in questo contesto con quattro frazioni principali Peci (Peč), Rupa, Gabria (Gabrje), Rubbia (Rubije). Il capoluogo si è sviluppato, invece, lungo la strada principale, elemento ordinatore della struttura urbana insieme alla presenza del fiume Isonzo. La particolare collocazione del capoluogo, situato lungo la via principale di comunicazione, ha favorito lo sviluppo dell’ area artigianale ai margini del perimetro di confine con l’area industriale del Comune di Gorizia.

Inserimento territoriale del Comune di Savogna d’ISonzo.

I principali dati dimensionali del comune sono i seguenti:

Superficie territoriale Kmq 16,4 kmq Popolazione residente Abitanti 1737 Frazioni Peci (Peč), Rupa, Gabria (Gabrje), Rubbia (Rubije), S Michele del Carso 24

6.2. La componente acqua

6.2.1. Le acque superficiali

Sul territorio comunale scorrono due corsi d’acqua principali, il fiume Isonzo ed il Vipacco. Il comune di Savogna rientra nel bacino idrografico denominato “dell’Isonzo”. fiume Vipacco attraversa il territorio comunale secondo una direttrice est-ovest, lambendo l’Altopiano carsico con un articolato disegno di anse, e confluisce nell’Isonzo. Il fiume Isonzo delimita il territorio ad ovest, poco lontano dal centro abitato di Savogna, in una zona di bosco golenaledi discreto pregio naturalistico. Questi sono due fiumi dalla tipologia profondamente diversa: l’Isonzo ha carattere più torrentizio ed il suo greto è ciottoloso, mentre il Vipacco ha un regime più costante ma con minor portata e greto fangoso. Tale porzione di territorio comunale, caratterizzata dalla vicinanza ai due corpi fluviali e prevalentemente pianeggiante, è in Comune di Savogna d’Isonzo. Il termine “golenale” indica il terreno compreso tra gli argini del fiume che viene invaso dall’acqua nei periodi di piena è in gran parte adibita a coltivazioni erbacee (mais e frumento), arboree (soprattutto vite) e prative. Al contrario, la parte di territorio comunale carsica è caratterizzata dalla presenza di boschi e della macchia, trattandosi di un altipiano formato da rocce carbonatiche, di cui l’unico insediamento propriamente carsico nel Comune è la frazione di San Michele del Carso, abitato sparso a circa 2 km a sud del capoluogo comunale. Il sistema idrico carsico dipende soprattutto dalla rete idrica sotterranea nella quale l’acqua, che si trova tra i 25 e i 40 metri di profondità, affluisce soprattutto dagli affluenti di sinistra dell’Isonzo più che dal Vipacco, pur essendo, quest’ultimo, più vicino.

L’ARPA, per valutare la qualità dello stato ecologico dei corpi idrici superficiali, ha effettuato un monitoraggio sul territorio regionale classificando 300 corpi idrici in base a un giudizio esperto formulato sulla base della presenza di tre elementi biologici rilevati dall’analisi (diatomee, macrofite e macroinvertebrati). La classificazione dei corpi idrici regionali è illustrata nella figura seguente, dalla quale è possibile osservare che

25 le condizioni migliori sono state rilevate nella zona montana, mentre lo stato ecologico peggiora avvicinandosi alle zone della bassa pianura friulana (Figura sottostante).

Stato di qualità delle acque superficiali interne – aggiornamento dicembre 2012

Fonte RSA 2012 ARPA

Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali che attraversano il Comune di Savogna d’Isonzo, esistono stazioni di rilevamento sul territorio che danno misurazioni precise rispetto alla qualità delle acque, come mostrato dai dati sottostanti

26

• Fiume Isonzo

Il territorio circostante è caratterizzato da aree agricole e della presenza delle aree urbanizzate nel comune di Savogna. Il sito del Fiume Isonzo in esame comprende una grande isola in sponda destra, difficile da rilevare in quanto il bosco perifluviale nasconde il canale naturale che il fiume ha formato. In sponda sinistra c’è la confluenza del canale collettore dei reflui dell’impianto di depurazione di Gorizia che apporta costantemente nutrienti condizionando la funzionalità del corso d’acqua. Nonostante la confluenza delle acque di depurazione, la ricca vegetazione ripariale e perifluviale, la conformazione delle rive e del fondo e complessivamente la buona naturalità di questo tratto fanno sì che il livello di funzionalità sia buono. Le macrofite nei corsi d’acqua di pianura rilevanti non sono previste per il calcolo dello stato ecologico pertanto non è stato applicato l’indice RQE_IBMR. La stazione GO003 è stata monitorata nel 2012. Nel monitoraggio 2010 la stazione era stata tolta dalla classificazione in quanto ritenuta non idonea alla installazione dei substrati artificiali. Essendo comunque un tratto di fiume soggetto ad una pressione importante è stato proposto il monitoraggio usando la metodica prevista per siti guadabili, visto anche i nuovi orientamenti (linee guida regione Veneto), di monitorare i C.I. usando tale metodica anche se il sito non sempre è completamente guadabile. Lo stato ecologico individuato dagli indici è concorde con quanto espresso dal giudizio esperto. Occorre tuttavia segnalare che il sito, può essere condizionato positivamente dalla portata del fiume. La diluizione del refluo infatti potrebbe in periodi di abbondanza d’acqua (morbida) essere sufficiente per garantire uno stato ecologico intermedio tra una situazione di moderato stato di alterazione ed una di ambiente tendente al buono.

27

• Fiume Vipacco

La stazione è rappresentata da un tratto del Fiume Vipacco collocato immediatamente a valle del Ponte sulla SS 55 in località Rupa, in comune di Savogna D’Isonzo. Questo segmento di fiume parzialmente artificializzato si trova in una zona agricola con urbanizzazione rada. La funzionalità fluviale è garantita da buone condizioni idriche con portate indisturbate, dalla presenza di strutture di ritenzione e dalla idromorfologia complessivamente soddisfacente. Gli aspetti che invece abbassano la funzionalità fluviale sono soprattutto l’uso del territorio prettamente agricolo ma con qualche piccola industria, la scarsa ampiezza della vegetazione perifluviale, la ridotta efficienza di esondazione, l’artificialità della sezione, la bassa idoneità ittica e la presenza di una comunità bentonica poco diversificata. Il sito risulta molto sensibile alle pressioni antropiche e a possibili inquinamenti sul Vipacco provenienti dalla vicina Slovenia. I fattori che incidono maggiormente sul giudizio qualitativo finale risultano quelli relativi alla comunità macrozoobentonica e quelli legati alla componente floristica. Gli indici RQE_IBMR e STAR_ICMi indicano uno stato ecologico del corpo idrico sufficiente. Il giudizio esperto basato sulla pluriennale conoscenza ecologica del sito coincide con quanto espresso dai suddetti indici biotici ed assegna al tratto in esame una qualità di ambiente alterato.

Indicator Parametri e Unità di Componenti e indicatori Descrizione Fonte misura DPSEER DPSEER ARPA: Stato di Valutare lo qualità delle Acque Potenziale stato dei corpi Classi di acque S superficiali ecologico idrici qualità superficiali superficiali interne -schede RSA 2012.

28

6.2.2. Le acque sotterranee

Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente 2012, fornisce un quadro qualitativo sulla situazione di 61 corpi idrici sotterranei che sono stati monitorati per valutare lo stato chimico e il rischio di inquinamento delle acque in riferimento agli standard comunitari individuati dal D.Lgs 30/2009 che fissa i seguenti valori di legge: - Nitrati: 50 mg/l - Sostanze attive nei pesticidi: 0,1 μg/l

Corpi idrici sotterranei in Friuli Venezia Giulia

ARPA, RSA 2012 e aggiornamento 2015

Tra le principali cause di contaminazione delle acque sotterranee rientrano le pressioni di natura agricola e industriale, e in particolar modo la concentrazione di nitrati e fitofarmaci che percolano nel terreno alterando la qualità delle falde freatiche e artesiane. Per quanto riguarda il Comune di Savogna, le figure sottostanti, estrapolate dal RSA 2012 mostrano la presenza di concentrazioni rilevanti di nitrati e di fitofarmaci in Regione.

29

Concentrazione media di nitrati, anno 2010.)

ARPA, RSA 2012 e aggiornamento 2015

L’analisi dei dati raccolti a livello regionale ha permesso, in base al principio di cautela, di “considerare in buono stato chimico il corpo idrico nel quale sono rispettati, per ciascuna sostanza controllata, gli standard di qualità o i valori soglia in ognuno dei siti individuati per il monitoraggio (stazioni)” (ARPA, RSA 2012. Qualità delle acque sotterranee). Pertanto, l’attuale situazione dei corpi idrici è evidenziata nella figura sottostante dalla quale si può osservare che i corpi idrici sotterrane presenti all’interno del territorio comunale di Savogna hanno una qualità buona (P10.

Qualità dei corpi idrici sotterranei.

ARPA –RSA 2012 e aggiornamento 2015

Oltre alla valutazione sullo stato chimico attuale dei corpi idrici sotterranei, sono stati forniti giudizi specifici in riferimento al non raggiungimento/non mantenimento degli obiettivi di qualità all’anno 2015. Pertanto, oltre alla possibilità che il corpo idrico non venga risanato entro tale termine, viene valutata la possibilità che un corpo attualmente di buona qualità ma in sensibile peggioramento, possa rientrare nel

30 giudizio di qualità scarso. Tra quest’ ultima classificazione, rientrano anche i corpi idrici attualmente di buona condizione ma che sono contigui o a valle di corpi di qualità scarsa.

Valutazione del rischio di non raggiungimento/mantenimento dello stato di qualità dei corpi idrici sotterranei.

ARPA, RSA 2012-2015

Complessivamente, si può quindi ritenere che la qualità delle acque sotterranee che attraversano il territorio comunale di Savogna d’Isonzo possa essere considerata non critica, considerati anche i valori dei prelievi fatti dall’ARPA FVg nei pressi del pozzo di via Brenner, che danno come classe chimica 1 per gli anni dal 2000 al 2008.

Fonte: RSA- FVG 2008 e aggiornamenti

ARPA FVG è preposta anche alla verifica della qualità dell’acqua dei nuovi pozzi perforati. In territorio comunale, come in generale nella Regione Friuli Venezia Giulia sono ancora molto diffusi gli attingimenti idrici ad uso domestico per mezzo di pozzi privati. I prelievi interessano i sistemi di acquiferi in pressione poco o mediamente profondi ed avvengono prevalentemente in modo continuo, essendo i pozzi naturalmente zampillanti e generalmente non dotati di dispositivi per la regolazione delle portate. Si stima che i prelievi sono ben superiori ai reali fabbisogni della popolazione; le acque che sgorgano liberamente di norma vengono recapitate a mare, attraverso la rete di canali irrigui e di bonifica, o vanno ad alimentare la debole falda freatica superficiale. (tratto da “Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia sostenibilità dell’attuale utilizzo” , Regione FVG, 2011). Savogna d’Isonzo si attesta su un numero di pozzi censiti ( 35) .

31

Numero pozzi domestici

Fonte: Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia sostenibilità dell’attuale utilizzo” , Regione FVG, 2011).

intensità dei prelievi da pozzo

Fonte: Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia sostenibilità dell’attuale utilizzo” , Regione FVG, 2011).

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER ARPA, RSA 2012- Concentrazione di 2015 Acque Valutare lo stato S nitrati e di dei corpi idrici % Piano sotterranee fitofarmaci superficiali regionale tutela delle acque

32

6.3. La componente aria

Class Soggiacenza Lo stato della qualità dell’aria può essere descritto mediante i valori delle concentrazioni di alcuni inquinanti, per i quali la vigente normativa (D.Lgs 155/2010, recepimento della Direttiva EU 2008/50/CE) stabilisce dei e (m) limiti che non debbono essere superati per garantire la tutela della salute pubblica e degli ecosistemi. Gli 10 0.0 2.0 inquinanti attualmente normati sono il materiale particolato (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2), l'ozono 9 2.0 3.5 (O3), il monossido di carbonio (CO), il biossido di zolfo (SO2), il benzene (C6H6), gli idrocarburi policiclici 8 3.5 5.0 aromatici (IPA, dei quali il solo normato risulta essere il benzo(a)pirene) e alcuni metalli pesanti (Cadmio Cd, 7 5.0 7.0 Nichel Ni, Arsenico As, piombo Pb e mercurio Hg). Va inoltre ricordato che la vigente normativa distingue tra quelli che sono i “valori limite” e i “valori obiettivo”. I primi, nello specifico, sono delle soglie che non debbono 6 7.0 10.0 essere superate per alcun motivo onde tutelare la salute pubblica, i secondi, invece, sono delle soglie che si 5 10.0 14.0 deve cercare di raggiungere, ma solo se è possibile in base alle attuali tecnologie e conoscenze. I valori 4 14.0 20.0 obiettivo, pertanto, sono delle soglie di fatto meno vincolanti per gli amministratori locali, dato che il loro 3 20.0 30.0 mancato rispetto non comporta delle particolari responsabilità qualora siano state messe in campo le 2 30.0 60.0 tecnologie e conoscenze disponibili per rispettarli. 1 >60.0 Il Piano regionale di miglioramento della qualità dell’aria ed il Piano di azione regionale riportano dettagliate analisi conoscitive dello stato della qualità dell’aria in regione elaborate combinando i dati di concentrazione di inquinanti monitorati dalla rete regionale di rilevamento dal 2005 al 2009 e simulazioni modellistiche. Queste ultime vengono utilizzate per estendere l’area di rappresentatività 110delle stazioni di rilevamento e quindi disporre di informazioni anche in aree sprovviste di sistemi di misura. Le informazioni contenute nei piani possono essere aggiornate utilizzando le relazioni annuali sulla qualità dell’aria redatte da ARPA FVG relative sia all’intero territorio regionale, con un’ottica di area vasta, sia a situazioni locali (comuni di Pordenone, Udine e ). A livello regionale l’analisi conoscitiva condotta dai Piani fa rilevare che gli inquinanti causa delle maggiori criticità sono il biossido di azoto, il particolato atmosferico e l’ozono. Per quanto riguarda il biossido di azoto, poiché questo inquinante è in particolar modo legato alle emissioni da traffico, le aree soggette a maggiore criticità, in base ai valori di concentrazione media annua, si trovano in corrispondenza delle aree urbane di Pordenone (comuni di Pordenone, Porcia e Prata di Pordenone), di Udine (comuni di Bicinicco. Campoformido, Gonars, Pavia di Udina, Pozzuolo del Friuli, Santa Maria la Longa e Udine), di Gorizia (comune di Gorizia), di (comuni di Monfalcone e Staranzano) e di Trieste (comuni di Trieste e Muggia). Gli scenari futuri prevedono da un lato una diminuzione dell’emissione di ossidi di azoto dovuta al rinnovo del parco veicolare circolante, dall’altro un aumento dovuto ad un incremento della mobilità privata. In figura si riportano gli andamenti delle concentrazioni medie annue di biossido di azoto (NO2) per le stazioni di tipo fondo (CAI = Udine, via Cairoli; SGV = San Giovanni al Natisone; MON = Monfalcone; OSV = Udine, San Osvaldo; BRU = Brugnera) e traffico (PRA = Prata di Pordenone; AOS =Gorizia, v.le Duca d'Aosta). Per quanto riguarda i gas ad effetto serra, ancorché non abbiano un effetto diretto sulla salute umana, sono stati presi in considerazione solo l'anidride carbonica (CO2) e il metano (CH4). Come si può vedere, nella nostra regione le principali fonti emissive di CO2 sono legate alla produzione di energia, al trasporto su strada, alla combustione nell'industria e domestica. Va anche ricordato (non riportato nel grafico) che le foreste della nostra regione, con la loro crescita, ogni anno fissano circa 3000 chilo tonnellate di CO2, circa equivalenti a quanto emesso nel trasporto su strada. Naturalmente va sottolineato il fatto che considerare le foreste come serbatoio di carbonio, necessariamente ridurrebbe l’utilizzo delle foreste come fonte energetica rinnovabile.

33

La rete di stazioni di ARPA FVG, strutturata secondo le indicazioni del D.M. 20/5/91, dispone di 44 stazioni, di cui 9 rientrano nella “Rete di riferimento regionale della qualità dell’aria” (DGR 421 del 4/3/2005) con diffusione giornaliera dei dati; in provincia di Gorizia sono presenti 4 centraline e un mezzo mobile. In Comune di Savogna non sono presenti centraline della rete di controllo e monitoraggio di ARPA FVG; le più vicine in linea d’aria sono ubicate a Gorizia e a Doberdò del Lago, come evidenziato in figura.

Localizzazione delle centraline per il rilevamento della qualità della’ria

Fonte: ARPA FVG

Il Piano Regionale di miglioramento della qualità dell'aria, approvato con decreto del Presidente n° 124 del 31 maggio 2010, ha la finalità di sottoporre a valutazione il territorio regionale e di classificarlo in zone, come previsto dalla legislazione nazionale. La valutazione dell'intero territorio regionale è stata effettuata basandosi sui risultati del monitoraggio della qualità dell’aria, integrando questi ultimi con una metodologia che, sulla base di elaborazioni statistiche e modellistiche, porta ad una stima delle concentrazioni di inquinanti dell’aria su tutto il territorio della Regione. A seguito dell’analisi sui dati raccolti, sono state individuate zone in cui è necessario un intervento a miglioramento della qualità dell’aria per l’ozono, ossidi di azoto e i PM10 Dai risultati dei monitoraggi eseguiti da ARPA FVG, nel corso del 2011 in Friuli Venezia Giulia diverse porzioni del territorio regionale hanno mostrato il superamento del massimo numero di giorni con una media del PM10 superiore a 50 ug/m3. Nel corso del 2012 in Friuli Venezia Giulia sono poche le aree in cui è stato superato il limite del massimo numero di giorni con una media del PM10 superiore a 50 μg/m3; le aree che hanno sofferto il superamento della soglia di 35 giorni con concentrazioni medie superiori a 50 μg/m3 sono quelle della bassa pianura, del Pordenonese e del Triestino, anche se limitatamente alla zona interessata dalla zona industriale.

34

Distribuzione spaziale del numero di giorni con media del PM10 superiore a 50 μg/m3 stimata 2011 - 2012

2011 2012

Fonte: ARPA FVG, Relazione sulla qualità dell'aria nella Regione Friuli Venezia Giulia, anno 2011 e 2012

Anche il risultato dell'andamento della concentrazione media annuale di PM10, con concentrazioni mediamente sempre inferiori a 40 μg/m3 nel comune di Savogna non desta preoccupazioni

concentrazione media annuale del PM10 stimata sul Friuli Venezia Giulia per il 2011 e 2012.

2011 2012

Fonte: ARPA FVG, Relazione sulla qualità dell'aria nella Regione Friuli Venezia Giulia, anno 2011 e 2012

35

carico emissivo di polveri ed emissioni puntuali (INEMAR.2005)

Fonte: ARPA FVG, Progetto di zonizzazione e classificazione ai sensi dell’art. 3 delvD. Lgs n. 155 del 13.08.2010, gennaio 2012

Anche per quanto riguarda l’ozono, è stata redatta una mappa con la zonizzazione del territorio regionale, che mostra il numero di superamenti previsti oltre il limite di legge, che per Savogna sono compresi tra 40 e 60. Oltre al traffico, le maggiori altre fonti di inquinamento dell’aria sono la combustione non industriale e l’agricoltura. Infine, per quanto riguarda la presenza di Composti Organici Volatili (COV), il maggior responsabile della loro produzione è il settore industriale e in particolare quello legato all’uso di solventi.

Comune di Savogna D’Isonzo Zonizzazione per l’ozono

.Fonte: Piano Regionale per il Miglioramento della qualità dell’aria

36

Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, il Comune di Savogna non rientra tra i primi 50 comuni del FVG per emissioni di questo tipo di inquinante. La sigla NOx identifica gli ossidi di azoto; alcuni di essi in presenza di radiazione solare possono reagire con l'ossigeno formando ozono e altri composti del cosiddetto smog fotochimico, se in presenza anche di idrocarburi incombusti (HC). La specie che dal punto di vista della salute umana riveste maggior interesse come inquinante dell’aria è il biossido di azoto (NO2); tale composto è un gas di odore pungente e soffocante, solubile in acqua, di colore rosso-bruno ed è un forte ossidante

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Raggiungere ARPA, RSA Monitoraggio livelli di qualità Numero 2012-2015, delle sostanze dell’aria che non superament Piano Aria S/P/E comportano inquinanti (NO2- i valori Regionale impatti per la O3-PM10-CO) salute umana e soglia miglioramento gli ecosistemi qualità aria

37

6.4. La componente suolo

6.4.1. Caratteristiche – geomorfologia Il contenitore pedogeologico è rappresentato dal conoide alluvionale costituito dall’Isonzo da depositi più o meno recenti. Si trova in corrispondenza dell’alta e media pianura isontina.

Carta geologica semplificata del territorio regionale

38

Contenitori Pedogeografici in Provincia di Gorizia

Fonte: ERSA FVG

Analizzando nel dettaglio l’area d’interesse di seguito si riportano le descrizioni delle tipologie specifiche dell’area (dati ERSA FVG): i materiali sono costituiti prevalentemente da limi , da sabbie e da ghiaie prevalentemente dal fiume Isonzo

39

B1 L’unità è costituita da quei settori della pianura tardo-pleistocenica costruita dai conoidi dell’Isonzo e del Natisone; in quest’ultimo maggiore è l’evidenza di tracce di una paleoidrografia di tipo braided e la presenza di suoli sottili. Non disponendo di datazioni assolute in questa zona, l’età è attribuita per confronto con altre zone di alta pianura sulla base della morfologia e del grado di evoluzione dei suoli. Dal punto di vista litologico i sedimenti sono costituiti da alluvioni grossolane prevalentemente calcaree. I principali tipi di suolo presenti : Suoli Romans franchi ghiaiosi, moderatamente profond suoli franchi, con scheletro frequente o comune, subalcalini, piuttosto eccessivamente drenati. L’approfondimento radicale è limitato tra 50 e 100 cm dalla granulometria grossolana

B3 L’unità è rappresentata dai terrazzi tardo-pleistocenici dei conoidi dell’Isonzo e del Natisone. Non disponendo di datazioni assolute in questa zona, l’età è attribuita per confronto con altre zone di alta pianura sulla base della morfologia e del grado di evoluzione dei suoli. Questi terrazzi si sviluppano a partire dall’apice del conoide in territorio sloveno; sono particolarmente estesi in sponda sinistra dove sono riconoscibili più ordini a partire dall’ansa dell’Isonzo ai piedi del M. Sabotino fino a Savogna d’Isonzo

Romans franchi ghiaiosi, moderatamente profondi Romans franchi molto ghiaiosi, sottili

B10

L’unità è formata dalla esigua porzione della valle del fiume Vipacco che ricade in territorio italiano. In questo tratto il corso ha un andamento a meandri. Si tratta di depositi recenti costituiti da sedimenti prevalentemente fini, che riflettono la composizione litologica attuale del bacino del corso d’acqua, costituito prevalentemente da litotipi terrigeni

Capriva franco-limoso-argillosi, moderatamente ben drenati

E1 L’unità è definita dalla parte di ciglione settentrionale del Carso goriziano limitato alla base dai depositi alluvionali dell’Isonzo e del Vipacco e superiormente dallo stacco di pendenza con la porzione di altopiano; comprende altre 6 delineazioni minori che presentano situazioni analoghe per pendenza, esposizione e suoli. L’unità si presenta con esposizione prevalentemente a nord e pendenze medio-elevate I pochi insediamenti sono relegati alla base del versante settentrionale del Carso goriziano, in genere conseguenti all’espansione di località con sede nell’adiacente pianura. Le coltivazioni più importanti riguardano le poche aree sub-pianeggianti. Sono collocate tra la base dei pendii ed i terrazzi fluviali dell’Isonzo e del Vipacco, oppure al fondo di alcune aree in contropendenza nella parte mediana dei versanti, dove abbondano particolarmente le terre rosse. Gli appezzamenti hanno dimensioni limitate e forme irregolari, fatta eccezione per quelli prospicienti il M. di Medea Redipuglia franco-limoso-argillosi molto pietrosi, sottili Monrupino franco-limoso-argillosi, moderatamente profondi

40

La carta delle capacità di attenuazione del suolo, di cui si riporta in figura lo stralcio relativo l’ambito in cui si inserisce Savogna, costituisce uno strumento per l’individuazione delle zone vulnerabili all’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole, secondo quanto richiesto dall’ex D. Lgs 152/1999 in recepimento alla direttiva 91/676/CEE. Per la zona oggetto di analisi la capacità del suolo risulta essere alta, moderata, bassa e molto bassa.

carta delle capacità di attenuazione del suolo

Fonte ERSA FVG

41

6.5. Rischio idrogeologico

Un tempo tutti i torrenti presenti sul territorio comunale erano soggetti a frequenti esondazioni. Oggi, in seguito alla realizzazione di opere di regimazione e di difesa, il rischio è fortemente diminuito e negli anni recenti non sono state registrate esondazioni. Nell’analisi effettuata sul territorio di Savogna, si è tenuto però conto dei contenuti del PAI, “Piano Stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave, Brenta-Bacchiglione,” che fornisce dati e cartografie relativi al rischio idrogeologico dei territori limitrofi ai fiumi stessi. Nello specifico, che attraversano il territorio comunale di Savogna, rientrano all’interno del bacino idrografico del fiume Isonzo. Le aree attraversate da torrenti, fiumi e corsi d’acqua afferenti ai relativi bacini, vengono classificate dal PAI in base a vari fattori, tra i quali la pericolosità idraulica che indica il la probabilità, propria di una determinata area, di essere interessata da eventi di esondazione ed allagamento. La classificazione va da una pericolosità UC B2 moderata (P1) a una pericolosità molto elevata (P4). Suoli Flaibano franchi molto ghiaiosi, sottili Suoli Flaibano Nel Comune di Savogna d’Isonzo, la variante del PAI, modifica le classificazioni fatte in precedenza, fr individuando aree a pericolosità elevata (P3) ai margini del fiume Isonzo in prossimità della sua confluenza con il fiume Vipacco, ma, soprattutto, aree P3 lungo tutto il corso del fiume VIpacco. La figura seguente UC B2 raffigura la localizzazione di tale e aree e la loro classe di pericolosità. Suoli Flaibano franchi molto ghiaiosi, sottili Suoli Flaibano fr

Carta PAI relativa alla pericolosità idraulica nel comune di Savogna d’Isonzo

42

La frazione di Rupa risulta essere una delle zone più a rischio. Il centro abitato si sviluppa, infatti ,su un piccolo promontorio che emerge dalla piana circostante ma alcune case vengono a cadere nell'area di espansione delle piene più significative, e subiscono allagamento e danni materiali.

Localizzazione delle zone più a rischio

In conseguenza, la Protezione Civile, rilevando che le situazioni di criticità evidenziate sono destinate a ripetersi, anche con maggior gravità, ha fissato interventi per la realizzazione di opere di arginatura e/o difesa spondale come prioritari per la sicurezza. Oggetto dell’intervento è la realizzazione di due argini in terra a protezione e difesa di alcune case che, localizzate nella parte più bassa dell’abitato di Rupa in comune di Savogna d’Isonzo, negli ultimi anni hanno subito ripetuti allagamenti in occasione di eccezionali fenomeni di piena del fiume Vipacco.

Il progetto degli argini

43

Le opere in oggetto sono state sottoposte a Verifica di assoggettamento a VIA che ha avuto parere favorevole da parte della Servizio VIA con una prescrizione al fine di limitare l’impatto ambientale del progetto: “per preservare la fauna presente in corrispondenza dell’ambito fluviale, sarà cura non operare alcun intervento di movimentazione e riporto in concomitanza con il periodo di nidificazione delle specie di maggior pregio (1aprile-31 luglio)”.

Inserimento dell’argine

6.6. Uso del suolo l suolo rappresenta una risorsa sostanzialmente non rinnovabile nel senso che la velocità di degradazione è potenzialmente rapida, mentre i processi di formazione e rigenerazione sono estremamente lenti. Si tratta di un sistema aperto, in equilibrio dinamico con le altre componenti ambientali ed in continua evoluzione. Il suolo svolge numerose e importanti funzioni, fra le quali possiamo annoverare la produzione di biomassa, la filtrazione e trasformazione di sostanze e nutrienti, la presenza di pool di biodiversità, la funzione di piattaforma per la maggior parte delle attività umane, la fornitura di materie prime, la conservazione del patrimonio geologico e archeologico, la funzione di deposito di nutrienti e di carbonio (si stima che i suoli del pianeta contengono 1500 giga tonnellate di carbonio). Contribuire a gestire in modo consapevole e corretto il suolo non significa rivolgere attenzione solo alle sue modalità di utilizzo ma vuol dire farsi promotori nei confronti di tutti i soggetti interessati (politici, tecnici, utenti) affinché venga acquisita coscienza del fatto che i fenomeni di degrado e di miglioramento della qualità del suolo comportano un’incidenza rilevante su altri settori di interesse quali la tutela delle acque superficiali e sotterranee, la salute umana, i cambiamenti climatici, la tutela della natura e della biodiversità, la sicurezza alimentare. Le pratiche agricole e silvicolturali, i trasporti, le attività industriali, il turismo, la proliferazione urbana e industriale e le opere di edificazione sono alcuni esempi di alterazioni dello stato naturale e delle funzioni del suolo, in quanto comportano una modifica della copertura o un’intensificazione del suo uso. Il risultato è rappresentato da processi di degrado dei suoli quali l’erosione, la diminuzione di materia organica, la contaminazione locale o diffusa, l’impermeabilizzazione (sealing), la 131compattazione, la salinizzazione, le alluvioni e gli smottamenti (EU, 2006a; EU, 2006 b)”. A questo si deve aggiungere anche la perdita di biodiversità, la frammentazione del paesaggio e l’inesorabile compromissione della produzione agricola. Impermeabilizzazione Il suolo regionale, sia durante il periodo 1990-2000 che tra il 2000 ed il 2006, è stato soggetto a cambiamenti dell’uso e della copertura; tali cambiamenti coinvolgono principalmente le superfici artificiali che sono aumentate di 3783 ettari nel periodo 1990-2000 e di 1255 ettari nel periodo 2000-2006, occupando territori che precedentemente erano dediti a superfici agricole e, in minor misura, a territori boscati e ambienti semi- naturali. Gli incrementi riguardanti le superfici artificiali riguardano principalmente le espansioni residenziali, le aree industriali e commerciali Le strategie di pianificazione hanno portato a un aumento del consumo e dell'impermeabilizzazione del suolo, lasciando crescere il processo insediativo urbanistico sul modello dello sprawl urbano e riducendo di fatto la superficie dei suoli di elevata qualità e ad alto valore agricolo). 44

In Friuli Venezia Giulia, il consumo di suolo registra un valore molto elevato, ponendo la regione ai vertici nazionali . Per quanto riguarda i confronti sullo stato del consumo di suolo tra il Friuli Venezia Giulia e le altre regioni italiane, dall’analisi emerge che la nostra regione, nel 2006, presentava una percentuale di aree artificiali o impermeabilizzate, rispetto alla superficie regionale, piuttosto rilevante per l’Italia (circa 7%), superata solo da Lombardia e Veneto. Il consumo di suolo, determinato dalla costruzione di nuove aree residenziali, industriali, commerciali, dei servizi e delle opere di urbanizzazione connesse, costituisce un problema significativo che sta interessando i dibattiti di settore a livello europeo, nazionale e locale. Gli effetti derivati dall’impermeabilizzazione del suolo riguardano principalmente la compromissione delle funzioni biologiche del terreno, come ad esempio la scarsa capacità di assorbimento delle acque, e la perdita di biodiversità. In Regione Friuli Venezia Giulia, secondo i dati forniti dal progetto europeo Corine Land Cover, le superfici artificiali impermeabilizzate sono aumentate di 3783 tra il 1990 e il 2000, e di 1255 ettari tra il 2000 e il 2006, andando ad occupare prevalentemente superfici agricole e, in parte, territori boscati e ambienti semi-naturali del territorio (ARPA, RSA 2012). Con questi dati, la Regione, si classifica al terzo posto per quanto riguarda la percentuale di superficie artificiale o impermeabilizzata calcolata rispetto alla sua superficie territoriale (7%), mentre si posiziona al primo posto con più di 450 mq di superficie di suolo urbanizzato pro-capite .

Superficie pro-capite di aree artificiali al 2006 estratti dal progetto Corine Land Cover (mq/ab

ARPA, RSA 2012

Per quanto riguarda il confronto con le realtà dei territori confinanti, i dati evidenziano che Slovenia e Carinzia presentano una percentuale di aree impermeabilizzate minore rispetto alla nostra Regione e al Veneto. Se si considera, invece, l’estensione del suolo occupato da tali aree rispetto alla popolazione residente, il FVG si posiziona alle spalle della Carinzia, che però, è caratterizzata da una considerevole disponibilità pro-capite di aree boscate e seminaturali

estensione percentuale delle aree artificiali, di quelle agricole e delle aree boscate o seminaturali rispetto alla superficie regionale. Classi di uso del suolo su superficie regionale (%).

ARPA RSA 2012. 45

estensione in ettari delle aree artificiali, di quelle agricole e delle aree boscate o seminaturali rispetto alla popolazione residente. Classi di uso del suolo/popolazione 2006

. ARPA RSA 2012.

Estensione in ettari delle aree artificiali rispetto alla popolazione residente (ettari per Abitante).

ARPA RSA 2012.

Si riporta un grafico della percentuale dell’uso del suolo sul territorio comunale suddiviso per categorie (Moland FVG)

46

Si riporta dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente - aggiornamento del 2015 l’analisi del “consumo del suolo” per la Regione del FVG.

Da RSA Arpa FVg 2015

47

6.7. Siti bonificati

Il sito in oggetto ricade nella zona artigianale del Comune di Savogna d’Isonzo (GO) in Via Malnišče 12 in prossimità di un ansa del Fiume Vipacco, in un area pianeggiante posta ad una quota originaria di 37-38 m s.l.m. ed occupa una superficie totale di 8.100 mq: Si è resa necessaria l’attivazione della progettazione degli interventi di rimozione del cumulo di fluff e di ripristino ambientale in ottemperanza a quanto previsto al co. 3 dell’art. 1922 del D.Lgs. n. 152/2006 smi in quanto l’attività presente aveva avviato nell’area un attività per il recupero e il riciclaggio di rifiuti ascrivibili al CER 19.10 (fluff da macinazione di autoveicoli) e altri rifiuti classificabili come rifiuti speciali e non pericolosi assimilabili agli urbani.

Localizzazione del sito

Fiume Vipacco

Fonte Comune di Savogna d’Isonzo

Dal processo di trattamento dei veicoli a fine vita (ELVs – End of Life Vehicles, ELVs) si producono varie tipologie di rifiuto tra cui il car fluff (altrimenti noto come ASR – Automotive Shredder Residue), costituito – principalmente – da una miscela eterogenea di plastica, gomma, imbottiture, fibre tessili, carta, vernici, materiale isolante, oli ed altri fluidi, guarnizioni, cavi elettrici e piccole percentuali di vetro e metalli Il ripristino ambientale del sito, inteso come gestione dei rifiuti car fluff (sia in cumulo che all’interno del capannone) è stato suddiviso in lotti operativi caratterizzato da analoghi impegni economici In sintesi, questi i lotti operativi: - lotto 1 – caratterizzazione integrativa cumulo esterno e rifiuti sotto copertura; - lotto 2 – scavo, trasporto e avvio a smaltimento cumulo esterno (quota 40 – 45 m slm) e smaltimento fluff stoccato all’interno del capannone; - lotto 3 – scavo, trasporto e avvio a smaltimento cumulo esterno (quota p.c. – 40 m slm) e ripristino stato dei luoghi Al fine di reinserire il sito in oggetto nel contesto paesaggistico d’inserimento, è stata prevista la piantumazione di essenze arboree autoctone (Populus alba L. – Vulg. Pioppo bianco) lungo la recinzione del sito su Via Malnišče.

48

Il Comune ha già approvato un progetto di bonifica nel settembre 2011 e il costo stimato per la rimozione a uo tempo era stato determinato in circa 3.800.000,00 euro. Una parte dei rifiuti presenti all'interno del capannone, rifiuti RSU (carta, cartone, plastica e simili) non collegabili al materiale depositato fuori dal capannone è stato asportato durante le operazioni di caratterizzazione

Indicator Componen Parametri e Unità di e Descrizione Fonte ti indicatori DPSEER misura DPSEER

Tutela e Percentuale di P risanamento % Comune Savogna superficie a rischio del suolo Suolo Uso del suolo Limitare il P/S/R (impermeabilizzazion consumo di mq/% Comune Savogna e) suolo

49

6.8. Natura e biodiversità

6.8.1. Aree sottoposte a tutela ambientale

Il comune di Savogna d’Isonzo non è direttamente interessato da e Siti di Interesse Comunitario (SIC) o Zone a Protezione speciale (ZPS); tuttavia è limitrofo al SIC Carso triestino e Goriziano e alla ZPS Aree carsiche della Venezia Giulia),

Aree sottoposte a tutela

SIC – Colle di Medea

ARIA 19 – Fiume Isonzo

SIC - Carso Triestino e Goriziano ZPS - Aree Carsiche della Venezia Giulia

Laghi di Doberdò e Pietrarossa

SIC – Cavana di Monfalcone Biotopo Risorgive di Schiavetti Biotopo Palude del Fiume Cavana

Riserva naturale regionale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa - distanza 2,2 km

SIC - Carso Triestino e Goriziano – a confine

ZPS - Aree Carsiche della Venezia Giulia – a confine SIC – Cavana di Monfalcone – distanza 8,5 km SIC – Colle di Medea – distanza 9 km

Biotopo Risorgive di Schiavetti e Palude del Fiume Cavana – distanza 8,5 km

ARIA n. 19 Fiume Isonzo

50

 SIC IT3340006 “Carso triestino e goriziano” e ZPS IT3341002 “Aree carsiche della Venezia Giulia” L’area del Carso triestino e goriziano è stata designata come sito della rete ecologica Natura 2000 ai sensi delle direttive “Habitat” e “Uccelli” in diverse fasi successive. Il SIC attuale è stato designato con deliberazione della Giunta Regionale n. 228 del 2006, mentre la perimetrazione della ZPS è stata individuata con deliberazione della Giunta Regionale n. 217 del 2007. Il sito interessa le Province di Trieste e Gorizia, estendendosi nei Comuni di Doberdò, Monfalcone, , , Sagrado, Duino-Aurisina Devin-Nabreæina, Monrupino Repentabor, Sgonico Zgonik, San Dorligo della Valle Dolina e Trieste, Si tratta di un’area tipicamente carsica con rilievi di tipo collinare con presenza di numerose doline e fenomeni carsici epigei ed ipogei. Nella zona orientale è localizzata una valle fortemente incisa dal torrente Rosandra, unico corso d’acqua epigeo del Carso italiano. Nella zona di contatto tra il Carso e la pianura alluvionale dell’Isonzo si trova il corso terminale del fiume Timavo, che rappresenta un fenomeno idrogeologico di rilevanza internazionale. Esso infatti nasce nel territorio sloveno e, dopo alcuni chilometri, si inabissa per poi riaffiorare nel territorio italiano nei pressi di S. Giovanni al Timavo e sfociare in mare dopo alcune centinaia di metri. Il sito raggruppa uno straordinario mosaico di zone umide e xerotermi del Carso goriziano e triestino e deve essere considerato uno dei più importanti d’Italia anche dal punto di vista faunistico.L’imponente sistema idrogeologico sotterraneo risulta particolarmente vulnerabile all’inquinamento idrico e alla realizzazione di infrastrutture. I cambiamenti di uso del suolo, quali ad esempio l’impianto di vigneti, causano una notevole perdita di biodiversità oltre che erosione del suolo. L’arrampicata sportiva o percorsi turistici molto frequentati sono inoltre fonte di disturbo soprattutto per l’avifauna nidificante sulle pareti verticali. A ridosso del sito vi sono poi tutta una serie di impianti industriali di notevoli dimensioni, dotti energetici ed infrastrutture fonti di vulnerabilità e inquinamento floristico Dal 2010 sono stati sviluppati una serie di studi tecnico scientifici e svolto un processo partecipativo per l’elaborazione del piano di gestione del Carso goriziano e triestino, queste analisi hanno portato all'elaborazione di una prima serie di misure di conservazione e di alcuni documenti esplicativi. Da ottobre 2012 è in corso la scrittura il Piano nella sua forma definitiva che è stato presentato il 31 luglio 2013 ai portatori di interesse coinvolti nel processo partecipativo

Carta delle zone ecologiche del carso

Savogna d’Isonzo

Fonte regione FVG

51

Il territorio comunale di Savogna D’Isonzo risulta limitrofo al perimetro del ZPS - IT3341002 Aree carsiche della Venezia Giulia / SIC - IT3340006 Carso triestino e goriziano.

 Area di Rilevante interesse Ambientale n.19 - Fiume Isonzo Sul territorio comunale è invece presente l’area A.R.I.A. Fiume Isonzo. L’Area di Rilevante interesse Ambientale n.19 - Fiume Isonzo (z.t.o. E/4-A) è stata istituita con DPGR n. 0371/Pres. del 4 ottobre 2001, ai sensi dell’ art.5 della Legge Regionale 30 settembre 1996, n.42. La delimitazione di tale area è stata effettuata tenendo conto della presenza di vincoli di carattere idrogeologico ed ambientale, nonché di siti di importanza comunitaria o nazionale. L’A.R.I.A. n.19 si estende su una superficie totale di 1.798,2 ha, sul territorio di Savogna d’Isonzo per 93.8 ha

Aree sottoposte a tutela

Sito Regione FVG

ARIA - N.19 Fiume Isonzo D.P.G.R. 031/Pres. del 06/02/2001 riferimento normativi BUR S.S.4 del 15/03/2001 Provincia Gorizia - Udine Fiumicello;Fogliano Redipuglia;Gorizia;Gradisca Comuni interessati d'Isonzo;Ruda;Sagrado;San Canzian d'Isonzo;;;San Pier d'Isonzo;Savogna d'Isonzo Superficie totale 1798.2 ha Fiumicello (40.3); Fogliano-Redipuglia (16.5); Gorizia (315.2); Gradisca Superficie per singolo d'Isonzo (137.0); Ruda (228.3); Sagrado (151.7); San Canzian d'Isonzo comune (366.9); Savogna d'Isonzo (93.8); San Pier d’Isonzo (159,9); Turriaco (124.6); Villesse (164.0);

Si ritiene opportuno inserire come elemento di valutazione dello Stato di fatto la tabella elaborata per il RSA dell’A21 dei quattro Comuni, in quanto nei 4 anni seguenti non ci sonos tate significative modifiche riguardanti le aree tutelate nel Comune di Savogna. Quindi si riportano le superfici immutate sottoposte a tutela nell’ambito territoriale.

52

Superficie tutelata (in mq) ed incidenza dell’area tutelata nell’ambito territoriale dei quattro Comuni

Carta degli habitat riferita al comune di Savogna(Carta della Natura del Friuli Venezia Giulia, ad opera della Regione FVG, in associazione con l’Università di Trieste)

53

 Prati stabili

Nell’ambito del territorio comunale sono inoltre presenti diverse aree poste sotto tutela per la presenza di prati stabili (figura seguente), ovvero formazioni erbacee che non sottoposte a dissodamento (aratura o erpicatura) e mantenute esclusivamente attraverso lo sfalcio e l’eventuale concimazione

Aggiornamento della cartografia relativa alla localizzazione dei prati stabili

Prati stabili esistenti

Prati stabili eliminati

Fonte Comune di Savogna d’Isonzo

54

6.8.2. Carta natura FVG

Si riportano infine i dati relativi la Carta della Natura FVG, le cui finalità sono espresse nella Legge n°394 del 1991, “Legge quadro sulle aree protette” (Repubblica Italiana 1991). A tal proposito il testo di legge recita che la Carta della Natura “individua lo stato dell’ambiente naturale in Italia, evidenziando i valori naturali ed i profili di vulnerabilità territoriale”, ed è uno strumento necessario per definire “le linee fondamentali dell’assetto del territorio con riferimento ai valori naturali ed ambientali”. In sintesi la procedura di valutazione consiste nel determinare per un’area di interesse il valore ecologico, la sensibilità ecologica e la pressione antropica attraverso l’uso di indicatori appositamente selezionati e di algoritmi appositamente ideati, e la fragilità ambientale come risultato della combinazione tra sensibilità ecologica e pressione antropica. Per valore ecologico si intende la misura della qualità di un biotopo dal punto di vista ambientale, che la legge definisce “valore naturale”, calcolabile attraverso l’utilizzo di specifici indicatori di pregio. La fragilità ambientale (o ecologica) di un biotopo (detta anche “vulnerabilità territoriale”) rappresenta il suo effettivo stato di vulnerabilità dal punto di vista naturalistico-ambientale. Essa è direttamente proporzionale alla predisposizione dell’unità ambientale di subire un danno ed all’effettivo disturbo dovuto alla presenza ed alle attività umane che agiscono su di essa. La sensibilità ecologica fornisce una misura della predisposizione intrinseca dell’unità fisiografica di paesaggio al rischio di degrado ecologico-ambientale,

Mappa della fragilità ambientale

Carta della Natura FVG

55

Mappa della sensibilità ecologica - Carta della Natura FVG

Mappa della sensibilità ecologica - Carta della Natura FVG

56

Mappa della valore ecologico -

Carta della Natura FVG

57

6.8.3. Aspetti faunistici

Per quanto riguarda gli aspetti faunistici non disponendo di dati e monitoraggi specifici per il territorio di Savogna d’isonzo viene preso come punto di riferimento il piano faunistico regionale (PFR), uno strumento individuato dalla normativa regionale (LR 06/2008) quale atto di programmazione generale per realizzare gli obiettivi di tutela, conservazione, riproduzione e miglioramento della fauna selvatica e della biodiversità, nonché quelli di gestione del patrimonio faunistico e del prelievo venatorio, adottato con DGR 2240/2012.

zone di rifugio, di ripopolamento e cattura Piano faunistico regionale (adottato con DGR 2242/2012)

58

carta dei boschi a valenza faunistica

Savogna d’Isonzo

Fonte Piano di gestione del carso –regione FVG

Il progetto internazionale IWC mira a stimare le dimensioni delle popolazioni delle varie specie di uccelli acquatici, descrivere le variazioni numeriche e distributive di queste popolazioni e stabilire l'importanza dei singoli siti di sosta, nel contesto generale dell'areale di svernamento. Tutte le specie di uccelli acquatici (secondo una definizione tassonomica), ed alcuni rapaci legati alle zone umide, sono l'oggetto dei censimenti svolti annualmente sull'intero territorio italiano: nel decennio 1991-2000 sono state censite in Italia popolazioni appartenenti a 131 specie. Anche a livello nazionale, la distribuzione delle presenze e le variazioni numeriche osservate rappresentano un indice tra i più idonei a descrivere lo stato di conservazione delle popolazioni di locali ed a determinare il valore delle singole zone umide come aree di sosta delle diverse specie. Questi dati sono stati storicamente utilizzati per i fini previsti dalla Convenzione di Ramsar, e più recentemente sono stati funzionali all’attuazione delle direttive comunitarie “Habitat” (92/42/CEE) e “Uccelli” (79/409/CEE), e di convenzioni internazionali quali l’African-Eurasian Waterbird Agreement (AEWA), già ratificato da oltre cento paesi, inclusa l’Italia.

59

Perimetrazione zone umide IWC

Regione FVG

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Ridurre il tasso Estensione aree S/R di perdita di ha Comune Savogna protette biodiversità Biodiversità Gestione Estensione aree S sostenibile dei ha Comune Savogna boscate boschi

60

6.9. Paesaggio

Il territorio oggetto di analisi è ricco di valenze paesaggistiche ambientali che vanno dagli ambiti fluviali alla zona carsica. La zona del Isonzo e delle sue sponde. L’area, a ridosso delle aste fluviali, è ricca macchie, corridoi e margini diversamente vegetati costituiscono particolari ambienti ricchi di biodiversità. Un ulteriore elemento di significativa valenza ambientale e paesaggistica , è costituito dal Vipacco che attraversa il territorio comunale I fattori di rischio paesaggistico in questo caso sono rappresentati soprattutto da una bassa qualità delle acque di scarico di provenienza puntuale (attività industriali, scarichi civili) e diffusa (attività agricola, irrigazione)e da coltivazioni intensive e meccanizzate, in particolare seminativi, all’interno delle aree golenali, che hanno cancellato molti prati e progressivamente ridotto le aree boscate seminaturali ripariali; specie vegetali esotiche infestanti che impoveriscono la vegetazione ripariale autoctona. La zona del Carso goriziano è contraddistinta dalla natura calcarea dei luoghi e dalla mancanza del reticolo idrografico superficiale. al quale si somma il valore della memoria fisiche degli eventi della Prima guerra mondiale Di seguito si riportano i valori paesaggistici individuati dal PTR e dal PGT per l’ambito paesaggistico Il Carso goriziano è caratterizzati da una spiccata presenza di specie mediterranee. In particolare, la tipica copertura vegetale è rappresentata da una boscaglia diarbusti ed alberi di ridotte dimensioni costituita da carpino nero (Ostrya carpinifolia), orniello(Fraxinus ornus) ed il sommacco (Cotinus coggygria),specie responsabile della colorazione giallo arancione autunnale che dona all’intero contesto una particolare valenza paesistico – ambientale, inoltre il Carso è il luogo in cui si fondono elementi unici del paesaggio e della memoria storica legata ai siti che furono teatro della prima guerra mondiale.

• Punti di osservazione che offrono notevoli vedute panoramiche; • Altopiano calcareo e sue manifestazioni visibili; • Estese superfici di landa carsica (elevata biodiversità • floristica e faunistica); • Parcellazione dei terreni arativi e prativi; • Manufatti minori rurali tipici (muri e muretti, • anche a secco, capanne); • Laghi carsici alimentati da acque sotterranee (lago di Doberdò, lago di Pietrarossa); • Canneti e vegetazione erbacea di luoghi umidi; • Boscaglie alto arbustive di carpino, orniello, roverella; • Filari di cipressi lungo la viabilità (e piccoli popolamenti boschivi nelle ree commemorative • quali simbolo della memoria); • Resti ed emergenze monumentali della Grande Guerra (trincee, musei, luoghi della • memoria); • ; biodiversità floristica e faunistica della Landa carsica; • Monte San Michele (Comune di Savogna d’Isonzo) e luoghi della Grande Guerra: luoghi della memoria della Grande Guerra che contengono i resti di numerosi manufatti bellici

Tavola qualità del paesaggio- analisi PTR – FVG (abrogato)

61

6.9.1. Tutela del paesaggio

Per quanto riguarda la tutela del paesaggio, i primi provvedimenti normativi risalgono alla L. 1497/1939 che era rivolta principalmente agli aspetti naturalistici, panoramici e storici limitati però a ristretti ambiti territoriali. In seguito, con la L. 431/1985, l’azione di tutela del paesaggio si è maggiormente diffusa sul territorio, estendendo i vincoli paesaggistici e le fasce di tutela alle coste, ai corsi d’acqua, ai laghi, ai boschi e ai monti, riconoscendo a questi elementi precisa valenza paesaggistica. Successivamente, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, D.Lgs 42/2004 e s.m.i., nel rispetto dei principi fissati dalla Convenzione Europea del Paesaggio, introduce il nuovo concetto di “paesaggio” inteso come l’insieme di tutto il territorio regionale. Nelle schede e nelle tavole relative agli ambiti paesaggistici elaborati dalla Regione FVG per il PTR adottato e successivamente abrogato, e poi ripreso per l’elaborazione del Piano del governo del territorio il territorio comunale di Savogna D’ Isonzo cade in tre ambiti così definiti:

Ambiti paesaggistici del Comune di Savogna –AP19 –AP29 e AP33

Fonte PGT Regione FVG Gli ambiti paesaggistici riconoscibili all’interno del territorio sono così definiti dall’analisi del PGT 2012: la zona nord - occidentale rientra nell’ambito di paesaggio Collinare (AP 29 – Carso Goriziano), mentre il resto del territorio appartiene all’ambito dell’Alta Pianura (AP 19 - Alta pianura friulana con colonizzazioni agrarie antiche). Oltre a questi ambiti, il Comune è attraversato anche dall’ambito fluviale di interconnessione paesaggistica lungo il Fiume Isonzo (AP 33 corridoi fluviali del Torre, Isonzo e Natisone).

AP19 - ALTA PIANURA FRIULANA CON COLONIZZAZIONI AGRARIE ANTICHE

Vincoli paesaggistici Aree tutelate per legge (ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04) Fiume Isonzo, Fiume Vipacco Immobili ed aree di notevole interesse pubblico ai sensi dell’art.136 con individuazione delle aree di cui all’art. 143, comma 5, lett. b) Grotta regina del Carso Vincoli ambientali Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA) – (L.R. 42/96, art. 5) ARIA n° 19 – Fiume Isonzo

62

AP29 – CARSO ISONTINO

Vincoli paesaggistici Aree tutelate per legge (ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04) Fiume Isonzo, Fiume Vipacco, Fosso Potok, Ruscello Boschini

Vincoli ambientali Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA) – (L.R. 42/96, art. 5) ARIA n° 19 – Fiume Isonzo

AP33 – CORRIDOI FLUVIALI DEL TORRE, ISONZO E NATISONE

Vincoli paesaggistici Aree tutelate per legge (ai sensi dell’art.142 del D.Lgs.42/04) Fiume Isonzo, Fiume Vipacco

Vincoli ambientali Aree di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA) – (L.R. 42/96, art. 5) ARIA n° 19 – Fiume Isonzo

Il territorio offre pertanto differenti caratteristiche dal punto di vista morfologico con presenza di modesti rilievi nel Collio Goriziano che degradano verso l’alta pianura attraverso l’alternanza tra boschi e terrazzamenti conformati dall’uomo.Dal punto di vista insediativo, gli elementi prevalenti sono costituiti da nuclei sparsi sui rilievi, mentre ai piedi dell’area collinare si estende la fascia urbanizzata del comune, che si unisce all’abitato di Gorizia.

63

 Il Sitap

Il SITAP, Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico è una banca dati a riferimento geografico su scala nazionale per la tutela dei beni paesaggistici, nella quale sono catalogate le aree sottoposte a vincolo paesaggistico dichiarate di notevole interesse pubblico dalla legge n. 1497 del 1939 e dalla legge n. 431 del 1985 (oggi ricomprese nel decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio").

Cartografia vincoli paesaggistici comune di Savogna d’Isonzo

Sistema Informativo Territoriale Ambientale e Paesaggistico

Gli strati cartografici riportati nella mappa indicano:  Aree di rispetto ex legge 431/85 (in azzurro) aree vincolare ex legge 4431/85 art 1 lettere a-b-c, costituite dai territori costieri, marini e lacuali compresi in una fascia di 300m dalla linea di battigia; per i fiumi, i torrenti e i corsi d’acqua iscritti negli elenchi delle Acque Pubbliche la fascia di rispetto è di 150 m.  Aree vincolate ex legge 1497/39 (in blu) Tutela del paesaggio e protezione delle bellezze naturali soggette a vincolo per il loro notevole interesse pubblico.  Boschi ex legge 431/85 (in verde) Aree vincolate ex legge 431/85art1 lettera g, in quanto coperte da boschi e foreste o sottoposte a vincolo di rimboschimento.

64

N° Fiume Normativa di riferimento identificativo

681 Fiume Isonzo art. 142 del D.Lgs. 42/2004 700 Fiume Vipacco art. 142 del D.Lgs. 42/2004 702 - 703 Fosso Potok art. 142 del D.Lgs. 42/2004

704 Ruscello Boschini art. 136 del D.Lgs. 42/2004

Al fine di tutelare e proteggere le zone di particolare interesse, l’edificazione nelle aree soggette a vincolo paesaggistico può avvenire solo se autorizzata dal Comune con apposita concessione. Nella tabella sottostante si riportano le autorizzazioni paesaggistiche concesse, in comune di Savogna D’Isonzo, negli ultimi anni. Si osserva come negli anni il numero di concessioni sia diminuito drasticamente.

numero di autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal comune di Savogna D’isonzo tra il 2008 e il 2012 (fino ad oggi) (Dati forniti dal comune di Savogna.) n. autorizzazioni paesaggistiche Anno concesse 2009 7

2010 7

2011 6

2012 2

2013 1

65

Indicator Parametri e Unità di omponenti e indicatori Descrizione Trend Fonte misura DPSEER DPSEER Superficie degli ambiti R Tutela del Kmq ↔ Comune Savogna paesaggistici paesaggio Valenze tutelati paesaggisti Numero che autorizzazioni R Tutela del Numero ↓ Comune Savogna paesaggistiche paesaggio rilasciate

66

6.10. La popolazione

Analogamente a quanto si sta verificando per i piccoli comuni del Friuli Venezia Giulia, l’andamento demografico risulta essere, negli ultimi 4 anni, moderatamente in diminuzione: la popolazione attuale si attesta intorno ai 1746 abitanti (dato al 31/12/2012).

andamento demografico in Comune di Savogna Anno Residenti 2009 1749 2010 1739 2011 1727 2012 1746 2013 1744 2014 1737 Comune di Savogna d’Isonzo

Si evidenzia come la maggior parte della popolazione si concentri all’interno del nucleo di Savogna d’Isonzo, sito in area pianeggiante e dal quale risultano facilmente raggiungibili tutte le zone di interesse e commerciali grazie alla strada provinciale che lo attraversa. Le restanti frazioni presentano un numero di abitanti decisamente inferiore come immediatamente riscontrabile dal grafico seguente.

Distribuzione demografica nelle frazioni comunali

L’analisi del saldo migratorio e del saldo naturale mette in luce che il rapporto tra nascite e morti è tendenzialmente negativo, il rapporto tra immigrati ed emigrati, risulta positivo nell’ultimo anno

67

grafico relativo all’andamento della popolazione nel comune di Savogna, dal 2009 al 2012

movimento naturale movimento migratorio residenti anno saldo saldo saldo al 31/12 nati morti immigrati emigrati naturale migratorio totale 2009 1749 7 20 -13 40 47 -7 -20 2010 1739 12 22 -10 44 44 0 -10 2011 1727 8 22 -14 27 25 2 -12 2012 1746 12 26 -14 70 37 33 19 Dati forniti dal Comune

La distinzione fra cittadini residenti autoctoni e stranieri è utile sia per comprendere meglio i movimenti della popolazione espressi nei saldi anagrafici, sia per valutare la capacità di integrazione del territorio ospite. Relativamente la presenza di stranieri in comune di Savogna, essa risulta essere costante nel tempo, intorno al 3% (dati 2011) soprattutto in confronto ad altri comuni limitrofi come messo in evidenza nella tabella seguente.

2009 2010 2011 2012 TOTALE residenti stranieri 54 59 53 59 totale residenti 1.479 1.739 1.727 1746 3,06% 3,37% % stranieri 3,6% 3,39%

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Verificare Popolazion Popolazione Comune di P l’andamento Numero e residente Savogna d’Isonzo della 68

popolazione

6.11. Edificazione

Per quanto riguarda i caratteri distintivi dell’edificazione nel caso di Savogna d’Isonzo si possono distinguere sul territorio elementi salienti che possono essere così sintetizzati:

 i borghi e i nuclei storici di Gabria, Peci, Rupa (aventi la tipica conformazione urbana della zona pedecollinare carsica), costituenti l’ultima propaggine del sistema paesaggistico ed insediativo della Valle del Vipacco ed identificati visivamente nel territorio dalle emergenze dei campanili e delle chiese;  gli edifici di impianto storico, le cui caratteristiche ambientali e tipologiche conformano ancora i nuclei e i centri abitati  il nucleo urbano di Savogna contraddistinto dalla tipica edilizia “a pettine” posta in maniera ortogonale rispetto alla strada principale (corpo principale e annessi agricoli inoltre si registra una forte presenza di case sparse, ovvero sia edifici isolati sul territorio che possono trovarsi in prossimità di centri o nuclei abitati così come a una distanza considerevole da essi (una distanza sempre relativa all’estensione dei confini comunali), con i disagi che tale lontananza può comportare.

69

Dati pratiche edilizie

CATEGORIA DI INTERVENTO NUMERO PRATICHE EDILIZIE/ANNO EDILIZIO

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 NUOVE EDIFICAZIONI 10 7 11 14 6 9 9 9 6 12 9 10 1 AMPLIAMENTI 10 7 8 12 11 12 14 10 8 5 7 4 9 MANUTENZIONE 27 30 20 28 34 23 29 32 35 29 27 12 19 CONSERVAZIONE 1 1 1 1 1 DEMOLIZIONE - DEMOLIZIONE/ 1 3 2 1 1 1 1 3 1 RICOSTRUZIONE

Comune di Savogna d’Isonzo

CATEGORIA DI INTERVENTO NUMERO PRATICHE EDILIZIE/ANNO EDILIZIO

2013 2014 2015

NUOVE 2 0 2 EDIFICAZIONI AMPLIAMENTI 2 4 3

MANUTENZIONE 4 3 3

CONSERVAZIONE 0 1 0

DEMOLIZIONE - DEMOLIZIONE/ 1 0 0 RICOSTRUZIONE

70

6.12. Il sistema economico

Il capitolo prende in esame le Unità Locali del comune Savogna d’Isonzo ripartite per settore di attività economica. Il settore agricolo ricopre un'importanza davvero minima costituita da aziende agricole di modesta dimensione, con caratteristiche tipiche di conduzione familiare.; soprattutto per le difficoltà dovute all’irrigazione, infatti il territorio comunale di Savogna d’Isonzo non è connesso ad alcuna di irrigazione, e questo limita la possibilità di impiantarvi colture come mais e il frumento oppure frutticole che richiedono un notevole apporto di acqua. Sul territorio sono presenti: un allevamento di bovine da latte, uno di suini e uno di avicoli per la produzione di uova. Per questa limitata importanza dels ettore agricolo il Comune rientra nella classificazione regionale delle aree rurali intermedie, infatti anche dai dati rilevati nel corso dell’A21 risulta che la superficie agricola utilizzata è di poco più della superficie agricola totale.

Il Comune di Savogna D’Isonzo è stato classificato tra le aree rurali interemedie della Regione Friuli Venezia Giulia. (Fonte: Programma di sviluppo rurale 2007- 2013).

Superficie agricola totale e superficie agricola utilizzata

Elaborazione tratta dal RSA 2009 dei Comuni Gorizia, Farra d’Isonzo , Mossa e Svogna d’Isonzo 71

I dati del RSA , ricavati dal Rapporto sullo Stato dell’Ambiente realizzato per il Progetto di Agenda 21 di cui fa parte Savogna assieme ai comuni di Gorizia, Farra d’Isonzo, Mossa confrontati con le informazioni messe a disposizione dalla Camera di Commercio di Gorizia mostrano un decremento del numero di attività commerciali presenti sul territorio comunale nel periodo di tempo preso in considerazione.

Struttura produttiva relativa alle unità locali relative al commercio per tipologia, 2011 Commercio all’ingrosso e al Commercio all’ingrosso Commercio al dettaglio dettaglio riparazione dia utoveicolie motocicli reg att iscr cess reg att iscr cess reg att iscr cess Savogna 3 3 1 0 14 9 2 1 5 5 0 0 d’Isonzo (Fonte: CCIAA Gorizia)

Le piccole/medie imprese rappresentano una componente fondamentale delle economie locali per la capacità di coniugare sviluppo economico e tutela dell’ambiente, valorizzare le risorse del territorio e farsi portatrici di elementi culturali e sociali rappresentativi della comunità locale.

Area produttiva di via Malnišče Area produttiva via Stradalta

Aree produttive al confine con comune Gorizia Aree Kemika

72

Il tessuto produttivo dei Friuli Venezia Giulia è caratterizzato dalla presenza della piccola e media impresa, con un ruolo del tutto particolare del comparto artigiano, composto da circa 29.000 imprese.per quantor iguarda il tessuto produttivo del Comune di savogna d’Isonzo i dati della CCIAA Gorizia mostrano l’andamento di attività economica delle Unità Locali Artigiane del comune diSavogna d’Isonzo riferito agli anni dal 2006 al 2011. L’andamento risulta costante anche se in lieve diminuzione

Sedi di imprese artigiane attive anno 2006-2011 2006 2007 2008 2009 2010 2011 SAVOGNA 40 38 39 38 38 36 D’ISONZO Struttura produttiva relativa alle unità locali artigiane, 2006 e 2011 (Fonte: CCIAA Gorizia)

imprese presenti sul territorio attive/iscritte/cessate anno 2011 (Fonte: CCIAA Gorizia) a b c d e R A I C R A I C R A I C R A I C R A I C 31 31 1 1 1 0 0 0 16 14 0 1 0 0 0 0 1 1 0 0

f g h i j R A I C R A I C R A I C R A I C R A I C 29 22 1 2 22 17 3 1 5 4 0 0 7 7 0 0 0 0 0 0

k l m n o R A I C R A I C R A I C R A I C R A I C 0 0 0 0 0 0 0 0 3 3 0 0 3 3 1 0 0 0 0 0

p q r s x R A I C R A I C R A I C R A I C R A I C 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 2 2 0 0 1 0 0 0

TOT R A I C 116 105 6 5

a agricoltura, silvicoltura e pesca b estrazione minerali, cave e miniere c attivita’ manufatturiere d fornitura di energia e fornitura di acqua f costruzioni g commercio all’ingrosso e all’dettaglio h trasporto i servizi e ristorazione j servizi di informazione e comunicazione k attivita’ finanziarie e assicurative l attivita’ immobiliari m attivita’ professionali scientifiche e tecniche h noleggio agenzie di viaggio o amministrazione pubblica p istruzione q assistenza sociale e sanita’ 73 r attivita’ artistiche e sportive s altre attivita’ x imprese non classificate

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Numero di Quantificare Attività S attività l’andamento Numero CCIAA produttive produttive attive economico

74

6.13. La mobilità

Il territorio del Comune di Savogna d'Isonzo è attraversato da una rete viaria eterogenea costituita da strade statali provinciali e strade locali di interconnessioni tra le frazioni. Inoltre elemento molto importante che influisce sulle scelte di sviluppo del territorio è il raccordo autostradale Villesse Gorizia che attualmente è oggetto di aggiornamenti ed estensione di corsia. Nella parte settentrionale attraverso il capoluogo e lungo il margine occidentale del territorio comunale scorre la strada provinciale Gorizia – Sagrado; lungo il margine orientale scorre invece la strada statale n. 55 Gorizia – Trieste; una strada comunale sale da Gabria a San Michele del Carso; in mezzo alla pianura scorre invece lungo un tratto dell'antica via romana che collega il centro comunale con la frazione di Peci ed il valico internazionale di II categoria di Merna-Miren; a ridosso dei pendii carsici, scorre la strada che da Rubbia porta a Gabria; dal ponte stradale di Rubbia sul Vipacco fino a Peci si snoda la strada attraverso Malnišče; dal cimitero di Peci la strada comunale scorre lungo il cimitero di Rupa fino all'omonima frazione dopo aver attraversato la strada statale. Una bretella dell'autostrada si dirama a Villesse, passa vicino a Gradisca, oltrepassa l'Isonzo ad ovest di Savogna, attraversa l'area pianeggiante del territorio comunale in direzione ovest – est ed arriva al valico confinario in prossimità delle Case dell'Eremita presso S. Andrea (Štandreţ). La linea ferroviaria Monfalcone – Gorizia scorre lungo i rilievi carsici passando per Sagrado (Zagraj), a Rubbia (Rubije) oltrepassa il Vipacco e prosegue sulla pianura fino a S. Andrea (Štandreţ) Il traffico è determinato soprattutto dalla mobilità dei residenti che si spostano per le attività lavorative o per altre esigenze. Si è registra una diminuzione delle autovetture e dei motocicli la tabella sottostante mette in evidenza tale trend.

2003 2007 2014

AUTOBUS 1 1 1 AUTOCARRI MERCI 130 106 119 T AUTOCARRI 15 14 17 SPECIALI AUTOVETTURE 1164 1157 1165

MOTOCARRI 3 2 6

MOTOCICLI 162 118 192 RIMORCHI SPECIALI 1 1 1

RIMORCHI MERCI 19 31 15

TRATTORI 10 15 7

TOTALE 1670 1176 1525

tasso di motorizzazione (Fonte ACI-autoritratto 2010)

TASSO DI MOTORIZZAZIONE 2015 VALORE

Comune di Savogna 85%

Italia 61%

75

Per quanto riguarda l’incidentalità, il Piano Regionale della sicurezza stradale del 2006, mette in evidenza che non ci sono tratti pericolosi che attraversano il territorio comunale: la maggior parte delle strade è classificata come bassa e limitata pericolosità .

Densità chilometrica dell’incidentalità stradale. (Piano Regionale della sicurezza stradale)

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Quantificare il Tasso di numero di Veicoli/abi ACI – Autoritratto P/S motorizzazione veicoli presenti tanti 2012 sul territorio Mobilità Quantificare i Km di piste percorsi Comune di R realizzate e km di destinati alla Km/ % Savogna piste previste mobilità dolce sul territorio

76

6.14. Le reti

6.14.1. Rete idrica (acque potabili)

La gestione della fornitura di acqua per il comune di Savogna, che appartiene all’Ambito Territoriale Ottimale “Goriziano”, è affidata a IRISACQUA srl, in qualità di Ente Gestore del Servizio Idrico Integrato per tutti i 24 Comuni della Provincia di Gorizia (l’erogazione del servizio comprende la gestione della risorsa idrica in tutto il suo ciclo, dalla captazione alla depurazione). Nell’ambito delle gestione delle acque in Provincia di Gorizia è stato costituito nel 1999 l’AATO (Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale) Orientale Goriziano, istituzione finalizzata ad una efficiente gestione del servizio idrico integrato,ovvero di ciò che riguarda la depurazione delle acque reflue (depuratore e fognatura) e la distribuzione delle acque potabili (acquedotto). L’AATO ha affidato la gestione del ciclo integrato delle acque a Iris acqua S.r.l., con un contratto/convezione firmato nell’ottobre 2006. Comuni di Farra d’Isonzo, Mossa e Savogna d’Isonzo rientrano nello schema acquedotti stico della “Destra Isonzo” che serve il maggior numero di Comuni dell’ATO “Orientale Goriziano”. Lo schema acquedottistico è alimentato da un’unica struttura di captazione: Campo Pozzi AMI nel Comune di Farra d’Isonzo che emunge l’acqua dalla falda freatica. Il pozzo capta un volume medio annuo pari a circa 2.430.000 mc/anno con una portata massima di captazione di 200 l/s.

Nella tabella seguente si prendono in esame i dati relativi ai consumi idrici totali annui dei quattro Comuni partecipanti all’A21 (fonte: dati di fatturazione acquedottistica forniti da Irisacqua S.r.l.).

77

Trend dei consumi idrici totali annui nel Comune di Savogna d’Isonzo - Dal 2005 al 2012

ACQUEDOTTO ESISTENTE ml. SAVOGNA 5470 RUBBIA 1974 PECI 3412 RUPA 3640 GABRIA 1727 S. MICHELE 6703

TOT. ml. 22926

78

6.14.2. Rete fognaria (acque reflue)

I servizi di fognatura e depurazione della’ATO “Orientale Goriziano” sono caratterizzati dalla presenza sul territorio di dodici schemi fognario - depurativi

localizzazione degli scarichi dei depuratori urbani nel bacino del fiume Isonzo

Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali

Per alcuni dei depuratori situati in regione Friuli, l’Arpa ha effettuato dei monitoraggi i cui dati vengono riportati in Tabella. capacità (espressa in AE) e carichi inquinanti dei depuratori monitorati da ARPA FVG nel periodo 2007-2008 nel bacino del fiume Isonzo (alcuni depuratori sono stati monitorati con una frequenza costante, altri sono stati monitorati una sola volta).

Piano di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali 79

Il Comune di Savogna d’Isonzo è servito dallo schema fognario-depurativo di Savogna d’Isonzo, che è costituito dai seguenti tre sottoschemi: – schema fognario- depurativo di Gabria – schema fognario- depurativo di Peci – schema fognario-depurativo di Rupa Risulta evidente come nel Comune di Savogna d’Isonzo ci sia una situazione deficitaria in quanto manca un servizio di raccolta, colletta mento e depurazione nelle restanti due frazioni di Savogna d’Isonzo Capoluogo e San Michele del Carso. Complessivamente, i tre schemi fognari servono in totale 702 utenti, che corrispondono al 40% della popolazione residente nel Comune, e presentano una lunghezza di rete fognaria complessiva pari a 5 km circa.

I tre impianti di depurazione che servono il territorio comunale di Savogna d’Isonzo, ovvero gli impianti di Peci, Gabria e Rupa, servono complessivamente 554 A.E., mostrando un’efficacia di depurazione pari al 31.5% della popolazione residente. Tale dato risulta particolarmente basso rispetto agli altri depuratori dell’ambito territoriale, confermando quanto già detto precedentemente riguardo alla criticità del sistema fognario depurativo del Comune di Savogna d’Isonzo. Ad ogni modo, in merito al problema dell’esistenza di residenti nel Comune non ancora allacciati alla rete di raccolta, la società Irisacqua ha iniziato nel 2008 uno studio preliminare, che si concluderà nel 2013, allo scopo di razionalizzare la fognatura di Savogna d’Isonzo. Esiste il progetto generale per le fognature dell'interno territorio comunale di Savogna: a breve Irisacqua approverà il progetto esecutivo e probabilmente entro il 2013 dovrebbero partire i lavori di realizzazione della fognatura, così anche il capoluogo sarà servito dal collettore fognario e i depuratori di Peci, Gabria e Rupa saranno dismessi. comune denominazione Schema fognario- Potenzialità AE serviti depurativo nominale di trattamento (AE) Savogna D’Isonzo Impianto imhoff di Savogna D’Isonzo- 500 127 Gabria Gabria Impianto imhoff di Savogna D’Isonzo- 500 224 Peci peci Impianto imhoff di Savogna D’Isonzo- 500 203 Rupa Rupa

80

FOGNATURE ESISTENTE ml. IN PROGETTO ml. DORSALE SAVOGNA 3885 BACINO SAVOGNA 1689,15 5125 BACINO MALNISCE 412 DORSALE VIPACCO 2533 BACINO RUPA 1113,71 3689 BACINO PECI 2535,16 524 BACINO GABRIA 1758,95 124 BACINO S. MICHELE 682 TOT. ml. 7096,97 TOT. ml 16974,00

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Presenza di R Trattamento e Numero depuratori Reti gestione delle Iris acqua Estensione della R acque reflue km rete fognaria

81

6.15. La salute

6.15.1. Radiazioni ionizzanti

Tra le radiazioni ionizzanti, sono stati effettuati studi specifici sul radon, gas radioattivo che fuoriesce dal terreno e che per esposizioni prolungate in ambienti chiusi può costituire un rischio per la salute.Il Radon (Rn) è un gas nobile e radioattivo che si forma dal decadimento del radio (Ra), generato a sua volta dal decadimento dell'uranio (U); il radon è un gas molto pesante e viene considerato pericoloso per la salute umana se inalato. Il radon è solubile in acqua e poiché la sua concentrazione in atmosfera è in genere estremamente bassa, l'acqua naturale di superficie a contatto con l'atmosfera (sorgenti, fiumi, laghi...) lo rilascia naturalmente per volatizzazione anche se generalmente in quantità molto limitate. In spazi aperti, è diluito dalle correnti d'aria e raggiunge solo basse concentrazioni; al contrario, in un ambiente chiuso, come può essere quello di un'abitazione, il radon può accumularsi e raggiungere alte concentrazioni. Uno dei principali fattori di rischio del radon è dato dal fatto che accumulandosi all'interno di abitazioni diventa una delle principali cause di tumore al polmone: essendo un gas radioattivo, che emette particelle alfa, può essere cancerogeno se inalato. Il decreto 241/ 2000, che recepisce una direttiva della Comunità Europea ed è entrato in vigore il 1 gennaio 2001, fissa i limiti di concentrazione media annuale per i luoghi di lavoro e quindi anche per le scuole e gli asili nido: in particolare, per le scuole dell’infanzia e dell’obbligo, il limite è fissato in 500 Bq/ m3. Negli anni 1989-1990 l’Istituto Superiore della Sanità e l’ENEA hanno promosso una campagna nazionale per la determinazione della concentrazione media di radon indoor in Italia, effettuata in Friuli Venezia Giulia dal Centro di Riferimento Regionale per la Radioattività Ambientale (oggi ARPA) di Udine; l’indagine ha evidenziato un valore medio di concentrazione pari a 75 Bq/m3, ma una variabilità tra regioni: la nostra si colloca tra quelle con le concentrazioni più alte, con 96 Bq/m3 e con percentuali piuttosto elevate di edifici. Un’ulteriore indagine è stata svolta nel 2002 nelle scuole: la percentuale di scuole la cui concentrazione media supera il valore limite (500 Bq/ m3) è risultata il 3% in provincia di Pordenone e l’1% in tutte le altre province. La distribuzione della concentrazione di radon negli edifici scolastici, che sono diffusi in tutte le zone abitate della regione, può fornire utili indicazioni su quali siano le aree in cui è più probabile trovare edifici con concentrazioni significative di radon. Tali aree possono essere genericamente indicate nell’alta pianura Friulana e nel Carso Triestino e Goriziano. Nella mappa sottostante sono contenuti i risultati delle misure di concentrazione di radon indoor effettuate dalla sezione di Fisica Ambientale in collaborazione con la Protezione Civile regionale tra il 2005 e il 2006, nell’ambito della campagna per la definizione delle aree a elevata probabilità di alte concentrazioni di radon, dalla quale si possono ricavare le misurazioni rilevate per il Comune di Savogna D’Isonzo. I valori registrati nel territorio Comunale si attestano su livelli medi che risultano inferiori a quelli di guardia (400 Bq/mc per edifici esistenti e 200 Bq/mc per nuove costruzioni) indicati nella Raccomandazione della comunità Europea del 1990

: Livelli di Radon indoor rilevati nel territorio del Comune di Savogna D’Isonzo (Fonte ARPA FVG, Rapporto sullo stato dell’ambiente 2012).

82

Concentrazioni di radon nelle strutture scolastiche (Bq/m3)

ARPA FVG – RSA 2012

83

6.15.2. Radiazioni non ionizzanti

Tra le radiazioni non ionizzanti rientrano le onde elettromagnetiche ad alta frequenza (tra 100 kHz e 300 kHz) generate dagli impianti per le radio-telecomunicazioni (telefonia mobile e fissa, diffusione radiotelevisiva, ponti radio). La legge regionale n°28/2004 disciplina l’installazione degli impianti per la telefonia mobile e dei ponti radio per assicurare il diritto dei cittadini alla tutela della salute dagli effetti dell’esposizione ai campi elettromagnetici, un ordinato sviluppo e una corretta localizzazione sul territorio regionale degli impianti e offrire la garanzia degli utenti di usufruire del servizio di telefonia sul territorio regionale In ottemperanza a quanto stabilito dalla legge i comuni di Farra d’Isonzo, Gradisca d’Isonzo, , Medea, Romans d’Isonzo, Sagrado, Savogna d’Isonzo, Villesse si sono attivati per la redazione dei un piano di settore in forma associata. La legge, in applicazione del principio di cautela sancito all’articolo 174 comma 2, del trattato che istituisce la Comunità Europea, individua all’art.8 le localizzazioni incompatibili per gli impianti fissi e mobili per la telefonia mobile. Questi siti fanno riferimento ad edifici e relative aree di pertinenza interamente destinate a: a) Asili nido; b) Scuole di ogni ordine e grado; c) Attrezzature per l’assistenza alla maternità, l’infanzia e l’età evolutiva; d) Attrezzature per l’assistenza agli anziani e) Attrezzature per l’assistenza ai disabili f) Ospedali e alle altre strutture adibite alla degenza, fatto salvo quanto previsto all’articolo 11. inoltre che le localizzazioni sono vietate nelle zone interessate da biotopi istituiti ai sensi della Legge Regionale 30 settembre 1996 n.42 (Norme in materia di parchi e riserve naturali e regionali), e successive modifiche, mentre le localizzazioni su edifici e pertinenze di valore storico – architettonico-ambientale, archeologico sono preventivamente autorizzate dalla Soprintendenza territoriale competente. Per quanto riguarda il territorio comunale di Savogna d’Isonzo la mappa seguente identifica le posizioni degli impianti in comune di Savogna e comuni limitrofi. Dalle indagini svolte risulta che i limiti di legge sono sempre rispettati.

Localizzazione dei siti per le telecomunicazioni

(Fonte dati sito Arpa FVG anno 2015) 84

Per valutare l’esposizione alle radiazioni non ionizzanti vengono riportate delle mappe che identificano la presenza di Stazioni Radio Base, stazioni radio, oltre che il numero e l’esito dei controlli ambientali eseguiti in merito da ARPA FVG. I valori stabiliti dalla legge (DPCM 08.07.03 relativo alle frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz) sono: - 6 V/m — Valore di attenzione: è un valore definito a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine. Deve essere applicato ad edifici e pertinenze a permanenza non inferiore alle 4 ore giornaliere. Coincide numericamente con l’obiettivo di qualità, definito ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici nelle aree intensamente frequentate. - 20 V/m — Limite di esposizione per frequenze comprese tra 3 e 3000 MHz: è' un valore che non deve essere mai superato nelle zone accessibili alla popolazione. Per le rimanenti frequenze nell’intervallo tra 100 kHz e 300 GHz il limite di esposizione è più elevato.

85

6.15.3. Industrie insalubri

All’interno del territorio comunale di Savogna D’Isonzo sono presenti alcune attività produttive che rientrano nella procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), prevista dal D.lgs 152/2006, allegati VIII e XII. Il decreto impone per le aziende appartenenti a specifici comparti produttivi o con determinate dimensioni, l’obbligo di prevedere misure tali da evitare, oppure ridurre, le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo al fine di ridurre l’inquinamento e conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente nel suo complesso. La tabella sottostante (Tabella 6.11) mostra le aziende che hanno richiesto l’AIA mentre, la figura, rappresenta la distribuzione territoriale degli stabilimenti rientranti in AIA della Regione FVG, aggiornate a dicembre 2011.

Tabella 6.1. Aziende che hanno richiesto l’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Azienda Settore Autorizzazione

1 Allevamento intensivo Autorizzata

2 Allevamento intensivo Autorizzata

Distribuzione degli stabilimenti rientranti in AIA. (ARPA, RSA 2012)

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Protezione ARPA, Catasto Numero celle della salute Radiazioni P/E Numero regionale telefonia mobile della radiofrequenze popolazione

86

6.16. Energia

Il Piano Energetico Regionale, approvato con d.P.reg, n. 0137/2007, è il principale e fondamentale strumento di pianificazione e di indirizzo per le politiche energetiche, che mira alla razionalizzazione delle risorse, alla riduzione dei consumi e delle emissioni in atmosfera attraverso l’utilizzo sempre maggiore delle fonti di energia rinnovabile (solare, eolica, idraulica, geotermica, del moto ondoso e biomasse). I dati forniti dal PER (Tabella 6.12) riferiti al 2003, mostrano che il totale delle risorse energetiche presenti e consumate in Regione ammonta a 4.429 ktep (su un totale dell'Italia di 202.300 ktep), comprendendo sia le fonti primarie esistenti in regione (pari a 230 ktep) sia le importazioni (4.199 ktep). Questo dato mostra la quasi totale dipendenza del sistema energetico regionale dalle fonti energetiche esterne alla Regione stessa. Le fonti primarie presenti in Regione, tutte di tipo rinnovabile o assimilabili a tali, sono costituite principalmente dalla risorsa idroelettrica (103 ktep), da gas di cokeria ed altoforno (98 ktep) e marginalmente dal contributo (29 ktep) delle biomasse. La tabella 3.15 mostra i dati riguardanti le fonti rinnovabili che al 2003 apportavano un contributo piuttosto esiguo alla produzione energetica, pari al 5,2% del totale di risorse a monte della produzione termoelettrica (4429 ktep) (Fonte: Piano Energetico Regionale).

Quadro di sintesi dello scenario 2013 per le fonti rinnovabili (Piano Energetico Regionale)

Energia Potenza Fonte prodotta installata (Tep/anno) Biomassa forestale e altre biomasse legnose (pioppicoltura e fuori foresta) 160 MWt 13.200 Biomasse da residui agricoli - - Biodiesel da colture dedicate - - Bioetanolo da colture dedicate - - Biomasse da colture dedicate (lignocellulosiche) - - Biogas (reflui zootecnici e reflui agroalimentari) - - Solare fotovoltaico 5300 mq 340 Solare termico 8.000 mq 410 Idroelettrico 452 MWe 356.400 Eolico - - 7750 kW (n. Geotermia 1.440 35 impianti) Rifiuti n. 1 impianto 6.600

Negli ultimi anni, anche in relazione alle strategie europee volte a contrastare i cambiamenti climatici e al migliore sfruttamento delle risorse, si rileva un considerevole aumento degli impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, che nella nostra Regione sono costituiti essenzialmente da impianti idroelettrici, fotovoltaici e biomasse. Questo incremento è testimoniato dal crescente numero di richieste di autorizzazione avvenute tra il 2008 e il 2011 (ARPA, RSA 2012)

87

Nuovi procedimenti di autorizzazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili secondo i pareri dell’ARPA FVG (anno 2011,dato parziale).

Per quanto concerne il comune di Savogna, negli ultimi anni si è registrato un notevole incremento delle istallazioni di pannelli fotovoltaici su edifici privati contribuendo al risparmio energetico. Tale fonte consente immissione in rete di energia pulita, con notevoli guadagni sia in termini ambientali sia economici. Le informazioni riguardanti i consumi derivano dal RSA elaborato nel 2009 per il comune in concerto con Gorizia Farra d?isonzo e Mossa.

Potenza complessiva (kW) impianti fotovoltaici installati nei quattro Comuni

Attualmente, non è disponibile una analisi più completa dei dati relativi i consumi energetici; quindi, ci si concentra quindi sui consumi del gas per edifici pubblici quali la palestra e il campo da calcio La produzione di energia da fonti rinnovabili, come auspicato dalle politiche di risparmio ed efficienza energetica, dovrebbe consentire di ridurre i consumi di gas a favore delle fonti naturali che consentirebbero, oltre a un notevole vantaggio economico, una minore produzione di sostanze nocive emesse in atmosfera. I dati relativi ai consumi di gas metano rilevati all’mostrano, anche per il Comune di Savogna, una lieve tendenza all’aumento dei consumi che va in contrasto con quanto previsto dalle politiche di risparmio energetico volte a favorire l’impiego di fonti rinnovabili.

88

Dati relativi ai consumi di gas tra il 2006 e il 2008

Consumo di metano per palestra e campo di calcio a Savogna D’Isonzo Valori annuali campo Valori annuali palestra 2012 6566 15537 2011 3890 9682 2010 4900 16066

. Fonte Comune di Savogna d’Isonzo

Dati relativi alle pratiche per l’installazione di fonti rinnovabili

PRODUZIONE DA NUMERO PRATICHE EDILIZIE/ANNO FONTI RINNOVABILI SU EDIFICI 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 COMUNALI PANNELLI SOLARI 3 1 6 3 9 16 5 2 1 1 FOTOVOLTAICO 1 2 3 10 18 Fonte Comune di Savogna d’Isonzo

Indicator Parametri e Componen Unità di e indicatori Descrizione Fonte ti misura DPSEER DPSEER Produzione di Incrementare il Comune Energia R energia da fonti risparmio KW Savogna rinnovabili energetico

89

6.17. I rifiuti

6.17.1. Rifiuti urbani Il servizio di gestione dei rifiuti urbani del Comune di Savogna è a carico d IRIS acqua, che si occupa della raccolta, del trasporto, dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani ed assimilati e dello spazzamento stradale. Di seguito vengono riportati alcuni grafici relativi la produzione totale di rifiuti urbani; dall’analisi dei dati relativi la produzione di rifiuti urbani si assiste ad una costante crescita della produzione totale. Un indicatore utile alla valutazione dell’andamento della produzione di rifiuti, e quindi del contributo dei tre Comuni all’impatto ambientale dovuto allo smaltimento del residuo indifferenziato, è il calcolo della produzione procapite; “Ecosistema Urbano” (Legambiente) indica come valore di riferimento ottimale una produzione di rifiuti urbani pari a 365 kg/abitante/anno. A Savogna i rifiuti procapite hanno raggiunto il massimo valore nel 2010 (330kg/abitante annui).

produzione procapite di rifiuti urbani

elaborazione dati ARPA FVG

produzione totale di rifiuti urbani

elaborazione dati ARPA FVG

90

Gli obiettivi fissati dal D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, art. 205 in merito alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani prevedono il raggiungimento del 65% entro il 31 dicembre 2012. Come si può vedere dal grafico seguente il limite imposto per l’anno 2012 è stato superato nel 2011. 2011.

elaborazione dati ARPA FVG

I seguenti grafici riguardano gli ultimi aggiornamenti dell’ARPA FVG riguardo la produzione e smaltimento dei rifiuti nel Comune di Savogna d’Isonzo

ARPA FVG - 2014

91

6.17.2. Rifiuti speciali

I dati disponibili, aggiornati al 2010, riguardano l’intera provincia di Gorizia: come si nota dalla seguente figura si tratta prevalentemente di rifiuti non pericolosi. Per quanto riguarda i primi il settore maggiormente rilevante è quello relativo l’attività edilizia.

produzione di rifiuti speciali in provincia di Gorizia

Fonte: ARPA FVG

Produzione di rifiuti prodotti dal trattamento di rifiuti in provincia di Gorizia (t/a)

Fonte: ARPA FVG

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Percentuale Catasto Rifiuti R raccolta % Promuovere il ARPA FVG differenziata Rifiuti riciclo e il Produzione di t/anno, riutilizzo Catasto Rifiuti P rifiuti totale e pro- kg/anno ARPA FVG capite abitante

92

6.18. Il rumore

L’inquinamento acustico rappresenta un rilevante problema ambientale, specialmente nelle aree urbane, dove i livelli di rumore sono spesso elevati a causa delle sorgenti presenti quali, infrastrutture di trasporto, attività produttive e commerciali. Lo strumento attraverso cui l’Amministrazione Comunale disciplina i livelli massimi di rumore ammessi all’interno del territorio è il Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale: un atto di pianificazione che i Comuni hanno obbligo di redigere in base alla Legge n. 447 del 1995, in accordo ai dettami ed alle modalità indicate dalla normativa regionale in materia. La zonizzazione acustica fornisce il quadro di riferimento per valutare i livelli di rumore presenti o previsti nel territorio comunale e diventa la base per programmare interventi e misure di controllo o riduzione dell'inquinamento acustico. Obiettivi fondamentali sono quelli di prevenire il deterioramento di aree non inquinate e di risanare quelle dove attualmente sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale superiori ai valori limite. La zonizzazione diventa, inoltre, un indispensabile strumento di prevenzione per una corretta pianificazione, ai fini della tutela dall'inquinamento acustico, delle nuove aree di sviluppo urbanistico o per la verifica di compatibilità dei nuovi insediamenti o infrastrutture in aree già urbanizzate. Il Comune di Savogna D’Isonzo è dotato di piano di zonizzazione acustica approvato nel 2012: Il Piano Regolatore Generale deve recepire, se necessario, con le eventuali varianti i contenuti del Piano di Classificazione Acustica, in modo da garantire l’integrazione tra tutti gli strumenti di pianificazione comunale.

Stato d’avanzamento dei Piani di zonizzazione acustica 2015 – fonte Arpa FVG

All’interno delle aree urbane, per quanto riguarda il rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto, la sorgente principale rilevabile è rappresentata dal traffico stradale, che può variare in base a diversi fattori quali le condizioni del traffico, la velocità dei veicoli e le fasce orarie. La figura sottostante mostra, infatti, le potenziali criticità dei tronchi stradali più impattanti, valutate in base al flusso veicolare e alla popolazione esposta a tali flussi in una fascia di 100 metri dall’asse stradale. Il territorio Comunale di Savogna presenta un tratto critico classificato con impatto alto.

93

Individuazione dei tronchi stradali più impattanti nelle strade extraurbane. (ARPA, RSA 2012)

La figura, rappresenta la classificazione dei comuni in base alla stima della popolazione presente all’interno delle fasce di rispetto stabilite dal DPR 142/2004 e potenzialmente esposta a livelli di rumore stradale di 70 dB diurni e 60 dB notturni.

Densità delle infrastrutture stradali extraurbane in rapporto alla popolazione comunale (ARPA – RSA 2012

94

Abitanti stimati in fasce stradali con limiti di 70 dB diurni e 60 dB notturni. (ARPA, RSA 2012).

Per quanto riguarda Savgna d’isonzo, la parte del territorio comunale a nord si concentra maggiormente sia l’attività antropica che l’attività agricola e commerciale e per la quale è prevista una maggior possibilità di sviluppo, mentre la parte a sud, che in gran parte ricadente all’interno dell’area protetta del Parco del Carso ha una maggiore vocazione naturalistica, con scarsa densità abitativa e con limitata presenza di attività commerciali ed agricole. Il territorio comunale è, inoltre, attraversato dal raccordo Villesse-Gorizia e quindi sottoposta, soprattutto nell’area centrale a forte impatto, risulta tra le aree da sottoporre a “piano di risanamento acustico” e interventi di mitigazione. Si riportano stralci del piano in questione. Il Piano è incentrato sulla stima dei livelli sonori immessi all’attualità nelle aree circostanti le infrastrutture ANAS. Il risultato è l’individuazione delle aree di criticità acustica e cioè di tutte quelle situazioni in cui, per effetto delle immissioni di rumore dovute al traffico stradale, si stima un superamento dei valori limite indicati dalla normativa vigente. L’articolo 5 comma 3 del DPR 142/04 stabilisce che, con l’unica eccezione di scuole, ospedali, case di cura e case di riposo, l'attività pluriennale di risanamento deve essere attuata, in via prioritaria, all'interno della fascia più vicina all'infrastruttura (Fascia A - 100 m). All'esterno della fascia più vicina all'infrastruttura, le rimanenti attività di risanamento dovranno essere armonizzate con i piani di cui all'articolo 7 della legge n. 447 del 1995, ovvero i piani di risanamento acustico di competenza comunale. ANAS ha effettuato l’attività di individuazione delle aree di criticità acustica ed elaborato il conseguente piano di intervento per tutti i ricettori ricadenti all’interno della fascia di competenza acustica di 250 m dal confine della proprietà stradale.

Gli interventi, come dettato dal DM 29.11.2000, sono previsti in primo luogo sulla sorgente (mediante limitazioni di velocità e pavimentazioni a bassa emissione), successivamente, ove possibile, ovvero prevalentemente in ambito extraurbano, lungo la linea di propagazione mediante barriere ed infine mediante interventi diretti al ricettore. 95

Considerato che un gestore di una infrastruttura stradale non ha alcuna competenza per intervenire sull’emissione di rumore dei veicoli, compito che compete principalmente ai produttori (omologazione) ed ai proprietari (manutenzione) dei mezzi, gli interventi sulla sorgente attuabili sono esclusivamente costituiti da:

- pavimentazioni fonoassorbenti in ambito extraurbano - pavimentazioni basso emittenti in ambito urbano; - limitazione della velocità.

Le pavimentazioni fonoassorbenti hanno la duplice funzione di riduzione sia del rumore che dei fenomeni acqua-planing in caso di pioggia e per questo sono indicate anche pavimentazioni drenanti fonoassorbenti (CDF). Il rumore naturalmente dipende dalla natura e dalla forma delle superfici a contatto: per la pavimentazione contano la micro e macrotessitura degli elementi superficiali, per il veicolo le dimensioni della superficie di impronta del pneumatico e la sua scolpitura. Lo strato di usura di questo tipo di pavimentazioni è costituito da una miscela di materiale inerte frantumato con varia granulometria, sabbie ed eventuale additivo, generalmente impastato a caldo con bitume anche eventualmente modificato. Lo spessore dello strato di conglomerato drenante fonoassorbente è in genere pari a 4 - 5 cm. Limitazione della velocità, L’impiego di questa tipologia di intervento è limitata al solo ambito urbano (denso o anche rado nei tratti periferici), in quanto come evidenziato nella foto in Figura 15 a lato esistono numerose situazioni in cui non è possibile inserire barriere antirumore. E’ prevista nel piano l’adozione di una riduzione di velocità da 50 km/h a 30 km/h, prevalentemente nelle ore notturne, affiancata da idonee politiche sanzionatorie (autovelox) atte a garantirne l’efficacia. Le barriere antirumore costituiscono la soluzione più sperimentata e diffusa per il controllo del rumore. La scelta della tipologia di barriera antirumore è stata effettuata tenendo conto di tutti i criteri tecnici e progettuali atti a garantire l'efficacia globale dell'intervento. L'effetto di una barriera è condizionato dalla minimizzazione dell'energia acustica Per quanto riguarda la situazione di Savogna d’Isonzo, è stata privilegiata la realizzazione di interventi sulla sorgente mediante l’inserimento di opportune pavimentazioni o di limitazioni delle velocità di percorrenza. Tali interventi, infatti oltre a conseguire la riduzione dei livelli acustici, sono peraltro a favore della sicurezza stradale. Quindi, in quanto continuavano a permanere situazioni di impatto, è stato previsto l’inserimento di barriere antirumore e/o la realizzazione di interventi diretti sui ricettori.

Da Piano di risanamento acustico – ANAS

96

Il comune di Savogna ha approvato nel 2012 il Piano di zonizzazione acustica. L’attenzione, quindi, si è quindi ulteriormente concentrata:

sulle strutture scolastiche, al fine di verificare le criticità per gli edifici adibiti a pubblica istruzione sulle zone produttive, al fine di verificare ulteriormente le caratteristiche della stessa sulle zone residenziali, al fine di verificare la correttezza della ipotesi di suddividere il tessuto urbano in classe III in funzione della densità abitativa e tipologia di abitazioni.

Si riportano alcune delle tavole del Piano Comunale di Classificazione acustica che forniscono la suddivisione del territorio nelle varie classi acustiche definite in base alla destinazione d’uso e alla tipologia delle stesse. Come si può constatare dai rilievi del clima acustico territoriale, elaborati le aree dove è stata verificata una potenziale criticità sono l’area produttiva di via Malnišče e alcune scuole presenti sul territorio. Infatti il posizionamento di due strutture scolastiche nel centro di Savogna a breve distanza dalla strada provinciale che l’attraversa e dal raccordo Autostradale Villesse-Gorizia, impongono un’attenzione particolare e suggerisce per il futuro un attento monitoraggio.

Piano Comunale di Classificazione Acustica- zonizzazione definitiva..

97

Nel dicembre 2012 sono stati effettuati dall’ ARPA FVG dei rilievi fonometrici rispetto alla scuola elementare di via Primo maggio, in quanto edificio direttamente interessato dal raccordo autostradale Villesse Gorizia. Glia accertamenti sono stati compiuti per integrazione continua dalle ore 12.00 del 19 ottobre 2012 al 8 novembre 2012 in modo da includere giorni feriali, prefestivi e festivi

Parametri e Indicatore Unità di Componenti indicatori Descrizione Fonte DPSEER misura DPSEER Tutela della Percentuali di popolazione Comune di aree/punti critici Valori Rumore R/E esposta Savogna rispetto al limite all’inquinamento d’Isonzo terrtitorio acustico

98

7. SINTESI DEL QUADRO CONOSCITIVO

Per fornire una visione complessiva degli indicatori presi in considerazione, si riporta la seguente tabella riassuntiva

Indicatore Parametri e indicatori Unità di Componenti Descrizione Fonte DPSEER DPSEER misura ARPA: Stato di qualità delle Valutare lo acque Acque stato dei Classi di superficiali S Potenziale ecologico corpi idrici qualità superficiali interne. ARPA, superficiali RSA 2012- 2015 Valutare lo Acque Concentrazione di stato dei ARPA, RSA % S corpi idrici 2012-2015 sotterranee nitrati e di fitofarmaci sotterranei Raggiungere livelli di ARPA, RSA qualità Monitoraggio delle 2012-2015 dell’aria che Numero Piano emissioni delle non superamenti regionale per il Aria S/P/E comportano valori soglia miglioramento sostanze inquinanti: impatti per la della qualità salute umana NO2, PM10, O3, CO dell’aria e gli ecosistemi Tutela e Percentuale di risanamento % P Comune di superficie a rischio del suolo Savogna Suolo Limitare il Uso del suolo d’Isonzo P/S/R consumo di mq/ % (impermeabilizzazione) suolo Ridurre il Estensione delle aree tasso di ha S/R perdita di Comune di protette biodiversità Biodiversità Savogna Gestione d’Isonzo Estensione aree S sostenibile ha boscate delle foreste Schede degli Superficie degli ambiti Ambiti Kmq R Paesaggistici paesaggistici tutelati Valenze Tutela del PGT FVG paesaggio paesaggistiche Numero autorizzazioni Comune di R paesaggistiche Numero Savogna d’Isonzo rilasciate Verificare Comune di l’andamento Numero Savogna Popolazione P Popolazione residente della d’Isonzo popolazione

99

Quantificare Attività Attività produttive S l’andamento Numero CCIAA Gorizia produttive attive economico Quantificare il numero di ACI – Tasso di P/S veicoli Veicoli/abitanti Autoritratto motorizzazione presenti sul 2014 territorio Mobilità Quantificare i percorsi Comune di Km di piste realizzate destinati alla R Km/ % Savogna e km di piste previste mobilità d’Isonzo dolce sul territorio

R Presenza di depuratori Trattamento Numero Acquedotto e gestione IRIS S.p.A. Reti delle acque Estensione della rete reflue R km fognaria Comune di Savogna Protezione d’Isonzo Numero celle telefonia della salute Numero ARPA, Radiazioni P/E della Catasto mobile popolazione regionale radiofrequenze Incrementare Comune di Produzione di energia Energia R il risparmio KW Savogna da fonti rinnovabili energetico d’Isonzo Percentuale raccolta % R Promuovere ARPA, differenziata il riciclo e il Catasto rifiuti Rifiuti t/anno, Produzione di rifiuti riutilizzo 2014 P kg/anno totale e procapite abitante Tutela della popolazione Comune di Punti/aree critici rilevati esposta a estensione Savogna Rumore R/E fonti di d’Isonzo sul territorio inquinamento acustico

100

8. OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL PIANO O AL PROGRAMMA

Gli obiettivi generali del piano sono stati confrontati con gli obiettivi generali di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o nazionale pertinenti. Attraverso questa verifica si stabilisce se gli obiettivi perseguiti sono conformi alle priorità definite dalle politiche di livello superiore. Questa analisi ha l’obiettivo di far emergere eventuali contraddizioni del Piano rispetto a quanto stabilito in materia di sviluppo sostenibile a livello comunitario e nazionale. Gli obiettivi di sostenibilità definiti a livello europeo e nazionale sono stati identificati attraverso un’analisi dei principali strumenti programmatori, direttive e documenti strategici che costituiscono un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile in ambito europeo e nazionale. Ad un elenco dei principali obiettivi selezionati verrà successivamente costruita la coerenza con la variante per verificare l’esistenza di relazioni tra obiettivi di Piano e obiettivi di sostenibilità ambientale (coerenza esterna). I documenti di cui si è tenuto conto sono:

1. il settimo programma comunitario d’azione in materia ambientale 2014-2020 2. la strategia di azione ambientale in Italia CIPE 157/2002 3. DIRETTIVA 2012/27/UE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica 4. Programma attuativo di sviluppo e coesione e Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) 5. Strategia tematica per la protezione del suolo 6. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe

8.1. Strategia tematica per la protezione del suolo

La Strategia tematica dell’Unione Europea (COM-2006-231 e COM -2012-46 FINAL) per la protezione del suolo propone misure destinate a proteggere il suolo e a preservare la sua capacità a svolgere le sue funzioni ecologiche, economiche, sociali e culturali. La strategia prevede l'istituzione di un quadro legislativo che consenta di proteggere e utilizzare i suoli in modo sostenibile, l'integrazione della protezione del suolo nelle politiche nazionali e comunitarie, il rafforzamento della base di conoscenze, nonché una maggiore sensibilizzazione del pubblico.

Strategia tematica per la protezione del suolo

Proteggere il suolo consentendone un uso sostenibile, attraverso la prevenzione di 01 un’ulteriore degradazione, la tutela delle funzioni del suolo e il ripristino dei suoli degradati

Coerenza Gli obiettivi del nuovo Piano presuppongono attenzione alla risorsa suolo naturale attraverso la tutela della biodiversità”, attraverso la valorizzazione degli elementi che costituiscono il carso e gli ambiti fluviali come prioritari per la gestione del territorio e per il disegno del paesaggio Per quanto riguarda gli insediamenti l’obiettivo di cercare di controllare lo sviluppo urbano in maniera tale che esso sia mirato e limitato attraverso (OB12) l’incremento di processi di recupero e riqualificazione dell'edilizia, ed un miglior sfruttamento dei lotti sottoutilizzati per evitare ulteriori fenomeni di dispersione insediativi Il nuovo Piano individua obiettivi di salvaguardia e valorizzazione degli ambiti naturali attraverso la riqualificazione della viabilità interpoderale.

8.2. Programma attuativo di sviluppo e coesione ll Programma Attuativo Regionale (PAR) costituisce lo strumento nel quale sono declinate in forma attuativa le strategie perseguite dalla Regione Friuli Venezia Giulia nella programmazione delle risorse dell’attuale Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC)1 destinate alla politica regionale di sviluppo per il periodo di programmazione 2007-2013. Si tratta di uno strumento finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di crescita, competitività, sostenibilità e coesione sociale tracciati dal Consiglio Europeo

101

Obiettivi PAR-FSC

Potenziamento e miglioramento degli standard del TPL con particolare attenzione 01 alla qualità del servizio ferroviario

02 Riduzione del deficit strutturale in aree critiche della viabilità d’interesse

03 Riduzione della pressione del sistema degli insediamenti sull’Alto Adriatico

04 Rafforzamento della competitività del sistema economico regionale

05 Occupazione e mobilità del capitale umano per l'occupabilità

06 Programmi locali di sviluppo per la crescita territoriale equilibrata

07 Diversificazione delle fonti di energia rinnovabile in montagna

Coerenza Gli obiettivi del nuovo Piano incentivano l’agricoltura di per uno sviluppo territoriale equilibrato. (OB9 e10) incentivando gli interventi che puntano alla riqualificazione delle aziende agricole oggi presenti; Il nuovo Piano persegue il fine di potenziare i servizi presenti in linea con gli obiettivi strategici del programma di crescita, competitività, sostenibilità e coesione sociale L’obiettivo OB24 di migliorare l’efficienza del sistema viabilitstico è coerente con la necessità i trovare soluzioni ad aree critiche della viabilità di interesse comunale

8.3. Direttiva 2012/27/UE del parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 sull'efficienza energetica.

La strategia dell’Unione europea riguardante l’efficienza energetica si esprime in tre obiettivi e ha come scadenza temporale il 2020.

Obiettivi della Direttiva

01 Consumi da fonti primarie ridotti del 20%

02 Emissioni di gas climalteranti ridotte del 20 % entro il 2020

Aumento del 20 % entro il 2020 delle quote di fonti rinnovabili (usi elettrici, trasporti e 03 termici)

Coerenza L’obiettivo del nuovo Piano (Ob4, OB5 OB6) valorizzare gli ambiti naturali presenti sul territorio permettono di limitare l’impermeabilizzazione del suolo e di contribuire a riequilibrare il clima locale consumando meno energia per il raffrescamento . La riqualificazione e completamento del tessuto edilizio e riducendo gli impatti sull’ambiente perseguendo modi di costruire compatibili favorendo tecnologie per il risparmio energetico perseguono gli obiettivi della strategia comunitaria, inoltre una compattazione della forma urbana con inframezzate aree verdi porta al consumo di una minor energia.

8.4. EEA report -10/2006- Urban sprawl in Europe

Il report in oggetto evidenzia il problema dello “sprawl urbano” in Europa come un fenomeno provocato, non solo dall’aumento demografico, ma anche da altri fattori di natura sociale e culturale come la richiesta di una 102 qualità di vita e migliore (più strutture, abitazioni più grandi etc..).provocando attraverso l’impermeabilizzazione del suolo numerosi impatti sull’ambiente. Nella relazione vengono anche riportati esempi di città europee che sono riuscite a contrastare la situazione attraverso una attenta pianificazione territoriale/urbanistica (per esempio Monaco di Baviera).

Obiettivi

01 Ridurre l’espansione delle aree urbane in Europa

02 Politica di densificazione delle aree urbane

Coerenza Mantenere la superficie naturale esistente, migliorando la qualità delle specie arboree presenti limitano gli effetti dovuti all’impermeabilizzazione e di migliorare la qualità dell’aria. L’obiettivo per gli ambiti insediativi di favorire il completamento del tessuto edilizio esistente (residenziale e relativo ai fabbricati produttivi) andando a soprattutto a saturare lotti all’interno dell’urbanizzato senza consumo ulteriore di suolo persegue le finalità strategiche del report in oggetto.

8.5. Il settimo programma d’azione comunitario in materia ambientale 2014-2020

Il Settimo programma comunitario di azione in materia di ambiente è stato approvato il 20 novembre 2013 con una decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, e «stabilisce il quadro degli interventi strategici dell'Unione europea in campo ambientale nel periodo 2014-2020 e delinea le azioni necessarie a tal fine. Il Programma intende raggiungere un elevato livello di protezione ambientale, una migliore qualità della vita e un determinato grado di benessere dei cittadini attraverso specifiche azioni fondate sui principi di precauzione, di azione preventiva e di riduzione dell’inquinamento alla fonte, in una prospettiva che va oltre il 2020.

ID VI Programma comunitario di azione in materia di ambiente SPC 1 Proteggere, conservare, ripristinare e valorizzare il capitale naturale dell’Unione. Trasformare l'Unione in un'economia a basse emissioni di carbonio, efficiente SPC 2 nell'impiego delle risorse, verde e competitiva Proteggere i cittadini dell'Unione da pressioni e rischi d'ordine ambientale per la SPC3 salute e il benessere. Garantire la divulgazione, l’accesso alle informazioni e l’effettiva attuazione della SPC4 legislazione dell’Unione in materia di ambient Rafforzare le basi di conoscenza in materia di politica ambientale favorendo SPC5 l’accessibilità a dati credibili, confrontabili e di qualità certa. Agevolare finanziamenti e investimenti a sostegno delle politiche in materia di SPC6 ambiente, clima e impiego sostenibile delle risorse. SPC7 Migliorare l’integrazione ambientale e la coerenza delle politiche. Corretto uso delle risorse e del territorio, riduzione delle emissioni di carbonio, SPC8 mobilità urbana sostenibile Cooperazione tra i paesi dell’unione per far fronte alle sfide ambientali e climatiche SPC9 nei settori prioritari

Coerenza Gli obiettivi di conservazione e tutela delle risorse naturali e la biodiversità preservandole e salvaguardando gli elementi che connotano il territorio, migliorando la connettività ambientale è coerente con gli obiettivi del VII programma comunitario. Anche gli obiettivi riguardanti il sistema insediativo sia residenziale che produttivo sono in linea con il Programma comunitario, inoltre il nuovo piano conserva la viabilità poderale come elemento caratterizzante il paesaggio e li utilizza come percorsi utile agli spostamenti in sicurezza della cittadinanza 103

8.6. La strategia ambientale in Italia - CIPE 157/2002

La Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010 (approvata con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica 2 agosto 2002 n.57) individua i principali obiettivi ed azioni per quattro aree tematiche prioritarie:

1. cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono; 2. protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della Biodiversità; 3. qualità dell’Ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani; 4. prelievo delle risorse e produzione di rifiuti.

La Strategia Nazionale garantisce la continuità con l’azione dell’Unione Europea in materia di piena occupazione, di coesione sociale e di tutela ambientale e identifica gli strumenti operativi per attuare tale strategia. Inoltre il decreto D.lgs 4/2008 stabilisce che le Regioni si dotino di una strategia di sviluppo sostenibile che sia coerente e definisca il contributo alla realizzazione degli obiettivi della strategia nazionale Approvata dal CIPE il 2 agosto 2002 la Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile che individua per il prossimo decennio

ID Strategia di azione ambientale (Cipe 157/2002) Riduzione delle emissioni nazionali dei gas serra del 6,5% rispetto al 1990, nel periodo SAA1 tra il 2008 e il 2012 Conservazione della biodiversità SAA2

Riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione SAA3 agricola e forestale Uso sostenibile delle risorse ambientali SAA4

Riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e mantenimento delle concentrazioni SAA5 di inquinanti al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale Riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita SAA6

Valorizzazione delle risorse socioeconomiche e loro equa distribuzione SAA7

Coerenza Gli obiettivi per la tutela e alla salvaguardia della biodiversità, con particolare riferimento al carso e all’Isonzo per la gestione delle aree naturali con elementi caratteristici dei luoghi, per la tutela di habitat e specie faunistiche. il piano promuove anche il recupero del patrimonio storico dimesso e degradato e l'utilizzo delle aree urbanizzate ancora libere ed un miglior sfruttamento dei lotti sottoutilizzati, onde evitare ulteriori fenomeni di dispersione insediativi

104

9. LE CARATTERISTICHE DEL PIANO

Le Direttive urbanistiche dell’Amministrazione comunale, individuate con il documento approvato con Delibera consiliare n. 6 in data 21 marzo 2012, hanno indicato le strategie per l’elaborazione del PRGC, segnalando gli obiettivi da raggiungere nella progettazione delle azioni di trasformazione del territorio. Stabilito che gli obiettivi e le strategie di piano, costituiscono il sistema di obiettivi e di azioni di Piano, nella valutazione degli effetti si è operato con una distinzione delle azioni associando al livello strutturale, le azioni a lungo termine, mentre al livello operativo quelle a medio-breve termine, questo anche in considerazione della portata che i due livelli di Piano hanno sul territorio. Il piano, quindi, individua una serie di azioni da porre in porre in atto: da un lato le modifiche puntuali del piano operativo di completamento il bisogno insediativo prodotto dalle dinamiche socio-demografiche in atto sul territorio, dall’altro la necessità di pervenire ad uno sviluppo sostenibile del territorio limitando le pressioni antropiche sulle risorse esistenti e non rinnovabili (per esempio il consumo di suolo, ..), limitando le interferenze con il sistema ambientale e paesaggistico. In sintesi il nuovo strumento urbanistico tende ad una riduzione del consumo di suolo, all’interno di uno scenario di sostenibilità prefigurato che considera il suolo una risorsa non rinnovabile puntando alla compattazione della struttura urbana attraverso la saturazione di ambiti già antropizzati e definendo norme per implementare la riqualificazione dell’edificato storico attualmente dismesso., definendo uno sviluppo edificatorio controllato, adeguato alle dinamiche in atto e alle reali necessità della popolazione e delle attività economiche, e proponendo una riduzione della frammentazione del territorio.

“La ricerca delle “Permanenze territoriali-ambientali” (tav. A1 degli elaborati cartografici di piano) e la loro identificazione cartografica rappresenta la prima fase analitica, base e fondamento per le scelte progettuali e pianificatorie. A questo scopo sono state messe a confronto le mappe storiche catastali del 1822, conservate all’Archivio di Stato di Gorizia, con la carta tecnica regionale aggiornata ai nostri giorni. Questa operazione ha permesso di identificare il cosiddetto “Netto storico”: l’insieme cioè degli elementi lineari, puntuali e d’area che costituiscono l’identità del territoriale del comune di Savogna d’Isonzo. Questi quindi sono gli elementi identitari sopravvissuti alle trasformazioni territoriali e urbane.

Gli elementi fondamentali tratti da questa analisi possono essere così riassunti:

 i borghi e i nuclei storici di Gabria, Peci, Rupa (aventi la tipica conformazione urbana della zona pedecollinare carsica), costituenti l’ultima propaggine del sistema paesaggistico ed insediativo della Valle del Vipacco ed identificati visivamente nel territorio dalle emergenze dei campanili e delle chiese;

 i due sistemi fluviali dell’Isonzo e del Vipacco, di andamento meandriforme quest’ultimo che in questo territorio trova la confluenza con l’Isonzo;

 le due emergenze monumentali del Castello di Rubbia e del Monastero del Monte Grad (in territorio sloveno): elementi visivi fondamentali caratterizzanti il territorio;

 gli edifici di impianto storico, le cui caratteristiche ambientali e tipologiche conformano ancora i nuclei e i centri abitati;

 il nucleo urbano di Savogna contraddistinto dalla tipica edilizia “a pettine” posta in maniera ortogonale rispetto alla strada principale (corpo principale e annessi agricoli).

 l’antica viabilità che congiungeva i borghi e i luoghi salienti del territorio (tracce viabilistiche ancora visibili, utili al fine di delineare sistemi di “mobilità dolce” o collegamenti ciclo-pedonali);

 le aree prative e boscate carsiche con gli insediamenti che conformano San Michele del Carso.

Elementi fondamentali per la tutela del territorio sono anche determinati “punti di vista notevoli”: aree ove si possono scorgere delle viste qualificanti e, coma tali, da tutelare. “

105

9.1. Il piano struttura Il piano struttura suddivide il territorio in 5 ambiti tematici distinti che corrispondono ai diversi sistemi i per rappresentare in modo organico sia lo stato di fatto dei luoghi che le politiche progettuali proprie del piano.

- Il paesaggio e l’ambiente - Gli insediamenti/aree urbane - Le attrezzature e i servizi - Le attività - L’assetto viabilistico

9.1.1. Il paesaggio e l’ambiente I temi prioritari di questo sistema riguardano soprattutto l’azione di tutela e di salvaguardia di aree a rischio naturale puntando alla gestione sostenibile del territorio : la pianificazione degli ambiti fluviali attraverso l’applicazione della normativa di tipo sovraordinato per la salvaguardia delle caratteristiche naturalistiche, storiche e paesaggistiche degli ambiti fluviali e la definizione di interventi finalizzati a favorire il ripristino e il restauro ambientale. Inoltre compito del nuovo strumento urbanistico sarà l’approfondimento di tematiche prioritarie per il territorio di Savogna come la delimitazione dei bacini fluviali (P.A.I.) e la verifica delle perimetrazioni delle aree esondabili dei fiumi Isonzo e Vipacco.

Per quanto riguarda l’ambito agrario, il piano regolamenta in modo puntuale gli interventi ammissibili in funzione dei vari usi del suolo per un mantenimento delle attività agricole esistenti consentendo una adeguata integrazione con l’ambiente e con gli ambiti limitrofi e garantendo in primo luogo lo svolgimento delle attività agricole attraverso la salvaguardia di un tessuto sociale diffuso sul territorio

Di estremo interesse sono le tematiche legate al concetto di “Museo all’aperto della Prima Guerra Mondiale” e anche alle sue caratteristiche paesaggistiche e ambientali. In tale senso il Piano vigente contiene già, tra i propri obiettivi, azioni di tutela e di valorizzazione ambientale come:  il riconoscimento delle qualità specifiche degli habitat presenti (Area protetta del Carso, aree boschive, emergenze puntuali, ecc.);  il mantenimento, la valorizzazione e la ricostituzione delle componenti del paesaggio carsico e della qualità dell’ambiente (suolo, sottosuolo e caratteristiche vegetazionali del territorio).

Obiettivi che trovano concretezza nelle azioni della zonizzazione di potenziamento di valorizzazione (ai fini di una fruizione di tipo turistico, culturale, ricreativo, naturalistico) di ambiti di particolare interesse come quello del Monte san Michele e quello del Monte Brestovec, oltre alle aree delle frazioni; di rafforzamento del sistema di connettivo ciclo-pedonale (potenziando viabilità carrabile e sentieri già esistenti, di tipo storico) al fine di connettere aree urbane, servizi e aree di interesse ambientale

9.1.2. Gli insediamenti/aree urbane Il piano struttura definisce in tre ambiti :

 Ambiti di interesse storico  Ambiti di recente edificazione  Ambiti di trasformazione Attenendosi alle strategie per uno sviluppo sostenibile del territorio definite con le Direttive il piano individua la necessità di utilizzare la struttura insediativa esistente attraverso:  la verifica delle previsioni demografiche, del fabbisogno abitativo e della domanda edilizia in rapporto allo stato di attuazione del PRG vigente;  l’incentivazione dei processi di recupero e riutilizzazione del patrimonio edilizio esistente;  il completamento prioritario delle aree libere già urbanizzate (lotti liberi);  il miglioramento delle procedure di attuazione delle aree di espansione residenziale non ancora attuate (zona C e Bc).

9.1.3. le Attrezzature e servizi Per quanto riguarda questa tematica l’Amministrazione comunale ha recentemente provveduto alla reiterazione dei vincoli procedurali ed espropriativi e al bilancio delle aree a servizi relativamente agli abitanti insediabili previsti dalla Variante di reiterazione dei Vincoli (Variante n. 9 al PRGC). Partendo da una generale conferma della situazione attuale, le tematiche da affrontare per questo settore devono essere rivolte:

106

- al completamento delle aree centrali destinate a servizi e attrezzature collettive, anche alla luce della riqualificazione dell’area centrale del capoluogo; - alla verifica delle modalità di attuazione degli interventi edilizi per l’attuazione o il completamento delle aree pubbliche o di uso pubblico esistenti.

9.1.4. le attività Per questo settore le tematiche prioritarie da affrontare sono:  il completamento della zona PIP di Rubbia e delle sue connessioni viabilistiche;  la verifica delle attuali norme per il controllo dell’insediabilità (attività compatibili) nelle zone esistenti e il miglioramento degli impatti sul paesaggio e sull’ambiente;  la verifica della compatibilità ambientale e urbanistica delle attività produttive esistenti in conformità alle Direttive della Circolare n. 3/1990

9.1.5. Le infrastrutture Il territorio comunale ha subito negli ultimi anni degli importanti interventi riguardo al riassetto della rete viabilistica. Principalmente la trasformazione del raccordo autostradale Villesse Gorizia in autostrada ha coinvolto anche il territorio comunale di Savogna D’Isonzo attraverso una serie di opere che è stato necessario realizzare per raccordare questi interventi alla sistema infrastrutturale esistente. All’interno del nuovo piano viene introdotta la viabilità di supporto alle attività produttive (viabilità del PIP e ristrutturazione della “Stradalta”) come collegamento con la viabilità di connessione territoriale (SS 55) Inoltre vengono individuate delle viabilità di progetto funzionali a creare nuovi percorsi di collegamento in ambito urbano e la viabilità d’interesse rurale con valore paesaggistico. Rafforzando e potenziando strade anche interpoderali come percorsi pedonali e ciclabili che colleghino le attrezzature alla residenza con le aree abitative, le zone di interesse ambientale, gli insediamenti produttivi.

9.2. La zonizzazione e la normativa

Quindi, a partire dal Documento delle Direttive, le strategie di piano sono state articolate in cinque grandi sistemi:  Gli insediamenti  Attrezzature e servizi  Le attività  Il paesaggio e l’ambiente  L’assetto viabilistico

Questi sistemi si possono essere suddivisi successivamente in ambiti: GLI INSEDIAMENTI a) Ambiti di interesse storico b) Ambiti di recente edificazione c) Ambiti di trasformazione ATTREZZATURE E SERVIZI a) Ambito di riqualificazione dell’area centrale di Savogna b) I servizi LE ATTIVITA’ a) Ambiti industriali/artigianali b) Ambito commerciale IL PAESAGGIO E L’AMBIENTE a) Ambiti fluviali b) Ambito del Carso c) Ambiti agricoli ATTREZZATURE E SERVIZI a) Rete viaria b) Percorsi di interesse storico-paesaggistico

Per ogni ambito sono stati individuati degli obiettivi, al fine di delineare le singole azioni di Piano che si concretizzano nella zonizzazione e nelle Norme Tecniche di Attuazione. Le zone storiche con edifici da riqualificare, all’interno del tessuto urbano, saranno caratterizzate da interventi edilizi ed urbanistici orientati al miglioramento urbano attraverso il riconoscimento degli edifici di pregio e previsione di tutela e di riuso nel rispetto delle caratteristiche originarie, attraverso la previsione di interventi di 107 conservazione e di riqualificazione e soprattutto il riutilizzo e la valorizzazione del complesso del Castello di Rubbia e la rifunzionalizzazione degli edifici e la valorizzazione degli spazi dell’area centrale di Gabria superiore. Le strategie del piano hanno portato a cercare per quanto possibile una limitazione del consumo del suolo prevedendo in zona B3 è previsto il completamento dei lotti ancora liberi, in zona C1, confermando, attraverso un percorso partecipato, gli ambiti esistenti con piano approvato, ma favorendo un’edificazione controllata secondo delle indicazioni specifiche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Inoltre sono stati individuati degli ambiti di riqualificazione (per esempio l’ingresso sud di Savogna) al fine di migliorare la visione complessiva del territorio. L’individuazione delle nuove aree è stata effettuata con l’obiettivo di completare e sviluppare l’assetto del sistema insediativo con finalità di riorganizzazione urbana e di potenziamento di servizi di supporto, in continuità con l’edificato esistente. La necessità di rispondere ai fabbisogni dei cittadini ha portato all’individuazione di un ambito di riqualificazione nell’area centrale di Savogna per opere pubbliche atte alla rifunzionalizzazione dell’area e all’incremento della dotazione dei servizi. Per quanto riguarda le zone produttive industriale/artigianale, il piano ne conferma l’assetto ed punta attraverso indicazioni normative al miglioramento dell’integrazione ambientale e paesaggistico delle attività consentite, alla riconversione di aree ( autodemolizione), poste lungo la viabilità di interesse regionale a destinazione mista commerciale-artigianale. E’ previsto il consolidamento delle aree produttive interessate da insediamenti singoli esistenti isolati (D3.1), compatibili con l’ambiente circostante, rispetto ai risultati dell’indagine condotta ai sensi della Circolare Regionale 3/90, sia sul piano urbanistico che morfologico-edilizio,. Le zone commerciali sono confermate attraverso il completamento della dotazione infrastrutturale e miglioramento paesaggistico dell’area H2 a destinazione commerciale sita in via Primo Maggio Per quanto riguarda l’ambiente e il paesaggio, il piano riconosce agli ambiti fluviali (Isonzo e Vipacco) come aree da tutelare, attraverso norme utili ad azioni di recupero e valorizzazione e definisce le modalità per la fruizione dei luoghi da parte dei cittadini. Altro ambito prioritario del territorio comunale è la zona carsica attraverso norme per la salvaguardia, manutenzione e valorizzazione delle qualità ecologiche ambientali delle aree carsiche, tutela di tutte le caratteristiche morfologiche del territorio e la tutela degli elementi storici presenti attraverso al promozione di attività di studio, di ricerca, scavo, restauro, la gestione e il loro inserimento all’interno del sistema dei percorsi volti alla conoscenza e alla fruizione del territorio - Per quanto riguarda la viabilità, le azioni riguardano soprattutto il potenziamento dei percorsi esistenti tra frazioni attraverso al costruzione di una rete di collegamento ciclo-pedonale alternativa alla viabilità principale.

9.2.1. Le modifiche puntuali

Di seguito viene riportato un elenco con indicate le 11 modifiche puntuali proposte dal piano, mettendo in evidenza la Zonizzazione vigente, quella relativa alla nuova variante. Le modifiche apportate dalla variante interessano per la maggior parte variazione di zone all’interno di insediamenti residenziali che vengono trasformate in Zone B e C, come già previsto all’interno del precedente Piano Struttura, senza andare a ridurre le aree di interesse paesaggistico e ambientale. Queste modifiche puntuali saranno verificate dalle matrici di valutazione degli impatti all’interno delle azioni di riferimento.

Individuazione e descrizione delle modifiche puntuali del piano. Zonizzazione Zonizzazione Num. Località vigente piano B3 (residenziale di 1 Savogna E6 (agricolo) interesse ambientale) 2 Rupa Verde privato B2 E4.2 (di interesse 3 Rupa Verde privato agricolo paesaggistico) D3(industriale- artigianale esistente C2 (ambito di 4 Savogna G4 (zona turistico- trasferimento) alberghiera)

108

E6 (interesse agricolo)

D3.2 (area deposito E4 (interesse agricolo- 5 Savogna terre e rocce da paesaggistico) scavo)

B2 (residenziale di

6 Case neri E2 (agricolo- forestale) interesse

ambientale)

Verde privato B3 (residenziale di 7 S. Michele B4 (residenziale) completamento)

Verde privato B3 (residenziale di 8 Gabria completamento)

Ambito di 9 Gabria B2- B3 (residenziale) riqualificazione di Gabria

Ampliamento zona 10 S. Michele S (aree per servizi) S

Area di 11 S. Michele E2 (agricolo- forestale) progettazione museo del Carso

Le azioni e strategie introdotte dalla Variante suddivise per ambito di intervento, sono elencate di seguito assieme alla “Mappa delle strategie di Piano”. La mappa mostra schematicamente quelle che sono le strategie e gli obiettivi del nuovo strumento urbanistico comunale . Per quanto riguarda le nuove aree residenziali, il Piano cerca di limitarne l’espansione, prevedendo il completamento delle zone libere all’interno degli insediamenti già esistenti ed eliminando alcune aree previste dal recedente piano. In questo modo viene favorito il contenimento dell’espansione delle aree urbanizzate, potenziamento degli ambiti fluviali e del carso dal punto di vista ambientale e paesaggistico

109

Schema sintetico generale “Obiettivi e azioni e strategie di piano”

Al fine di rendere più chiaro il processo che ha portato alla costruzione del piano, è stato predisposto uno schema che illustra i passaggi dagli obiettivi di sostenibilità fino alle azioni e strategie proposte dal nuovo piano e l’individuazione delle invarianti e la flessibilità.

Sistema Obiettivi di sostenibilita’ Direttive Obiettivi specifici Ambiti Azioni e strategie Invarianti Flessibilità

AMBITO A1Tutela degli aspetti naturali fisici vegetali e faunistici Perimetro zona A.R.I.A. e - FLUVIALE come da DPGR 031/Pres. del 6 febbraio 2001 (ARIA misure di salvaguardia OB1 Tutelare in modo efficiente il 19 – Fiume Isonzo)

sistema delle acque e migliorarne le S1 Obbligatorietà della redazione di apposito P.C.S. criticità idrogeologiche esteso a tutta l’area, come da LR 42/96. Individuazione di apposite misure di salvaguardia fino OB2 Salvaguardare e potenziare la alla redazione dello strumento di progettazione e gestione dell’area. vegetazione, in particolare lungo il

reticolo idrografico A2 Tutela e recupero ambientale degli alvei dei Interventi che non siano ± 5% a scapito delle altre

OB13 Tutelare gli ambiti fluviali, fiumi Isonzo e Vipacco - Zona F4 (Area di volti alla valorizzazione zone agricole. per conservare gli elementi naturali e le interesse ambientale e naturalistico dell’Isonzo e del paesaggio fluviale riconoscere correttamente valenze paesaggistiche, del Vipacco) la complessità consentendo anche un S2 Estensione dell’obbligatorietà di redazione di paesaggistica dell’ambito. miglioramento della fruibilità strumentazione per la progettazione, gestione e tutela di tutte le aree fluviali in modo coordinato e concomitante. Gestire il sistema delle aree naturali Delimitazione dei bacini fluviali e Individuazione di apposite norme di salvaguardia fino protette, al fine di garantire e valorizzazione e fruizione in senso alla redazione dello strumento di progettazione e promuovere la conservazione e ambientale di questi ambiti gestione dell’area valorizzazione del patrimonio naturale

Valorizzazione (ai fini di una A3. Conservazione delle qualità ambientali e Interventi edilizi ed ± 10% superficie Migliorare la gestione ed evitare il fruizione di tipo turistico,culturale, paesaggistiche delle aree limitrofe all’alveo del fiume infrastrutturali che non siano sovrasfruttamento delle risorse Isonzo in relazione alla sua continuità con l’ambito volti alla trasformazione del naturali riconoscendo il valore dei ricreativo, naturalistico) di ambiti di particolare interesse come quello dell’Isonzo (A.R.I.A. n. 19) e alla fragilità idrogeologica paesaggio servizi ecosistemici del M.te S. Michele e del M.Te propria della zona..

Brestovec oltre alle aree delle Zona E4.1 Area di elevato interesse agricolo paesaggistico (Ambito di naturalità dell’Isonzo Impedire un ulteriore frazioni S3 Individuazione interventi e pratiche colturali deterioramento, proteggere e consentite. migliorare lo stato degli ecosistemi Mantenimento delle attività agricole Individuazione delle azioni ed attività vietate poiché acquatici, terrestri e delle zone presenti al fine di consentire una comportanti modifiche all’assetto dell’area. umide direttamente dipendenti dagli adeguata integrazione nell’ambiente ecosistemi acquatici sotto il profilo e con le funzioni contermini del fabbisogno idrico AMBITO A4 Salvaguardia, manutenzione e valorizzazione Perimetro Area protetta del - Verifica delle esigenze edilizie degli OB4 Valorizzare l’appartenenza DEL delle qualità ecologiche ambientali delle aree Carso Garantire la sicurezza idrogeologica operatori agricoli e delle attività all’ambito “Carso”, salvaguardare CARSO carsiche, tutela di tutte le caratteristiche residenziali in zona agricola per Sistema ambientale e del paesaggio edel Sistemaambientale e la qualità ambientale del reticolo l’ambiente naturale e le morfologiche del territorio. Area protetta del carso idrografico superficiale adeguare lo strumento agricolo nel caratteristiche del paesaggio S4 Obbligatorietà della redazione di apposito P.C.S. rispetto della compatibilità esteso a tutta l’area, come da LR 42/96. Protezione e gestione del sistema ambientale OB5 Tutelare/mantenere le parti di Individuazione di apposite misure di salvaguardia delle acque territorio comunale di interesse fino alla redazione dello strumento di progettazione e ambientale e/o paesaggistico gestione dell’area Tutelare, conservare, ripristinare e riequilibrare il funzionamento dei OB6 Tutela, degli aspetti naturali, A5 Tutela e valorizzazione degli elementi storici sistemi naturali, degli habitat e della fisici e vegetali , degli habitat, degli presenti promuovendo attività di studio, di ricerca, - Implementazione in funzione flora e fauna autoctona anche con aspetti faunistici e storici per il loro scavo, restauro, la gestione e il loro inserimento delle attività di ricerca operazioni di contenimento delle valore scientifico, paesaggistico e all’interno del sistema dei percorsi volti alla specie. per la loro funzione di identità per la conoscenza e alla fruizione del territorio Resti della popolazione locale Prima Guerra Mondiale S5 Individuazione dei resti “visibili” della Prima Guerra OB7 Conservare e tutelare le Mondiale (trincee, cippi, ecc.) sull’Elaborato “Vincoli e risorse naturali preservandole e fasce di rispetto” ed elaborazione di un apposito articolo di norma per la salvaguardia degli elementi e riconoscendo il valore delle indirizzi per gli interventi di restauro relazioni ecosistemiche A6 Salvaguardia delle qualità paesaggistiche ed - ± 10% superficie OB8 Salvaguardia degli elementi ambientali del territorio comunale consentendone connotanti il paesaggio la valorizzazione ambientale, storico-naturalistica e turistica Zona E2 (Ambito boschivo dell’altipiano carsico)

110

S6 Tutela delle aree boscate. Individuazione di criteri tipologici e costruttivi per la “salvaguardia della tipicità dei luoghi”.

A7 Valorizzazione ai fini turistici, culturali, ricreativi Obbligo PAC, gli interventi ± 10% superficie e naturalistici di ambiti carsici di particolare devono essere rivolti alla interesse come l’ambito del monte San Michele e valorizzazione ai fini turistici, l’ambito del monte Brestovec, anche in accordo culturali, ricreativi e con altre Amministrazioni Aree di progettazione naturalistici di ambiti carsici. unitaria del Museo all’aperto del Carso S7 Individuazione degli ambiti A, B e C sulle tavole di Piano ed elaborazione di indirizzi per l’elaborazione dei piani particolareggiati di valorizzazione.

AMBITO A8 Salvaguardia delle qualità ambientali dei terreni ± 10% superficie AGRICOLO agricoli che si estendono in prossimità delle sponde Interventi edilizi ed OB9 Potenziare le attività agricole del Vipacco posti ai piedi dei rilievi carsici , anche in infrastrutturali che non siano esistenti in un’ ottica di funzione di “corridoio naturale” verso le aree di pregio volti alla trasformazione del rinnovamento del settore ambientale (sponde del Vipacco e aree carsiche) - paesaggio. Zona E4.2 Area di interesse agricolo paesaggistico OB10 Salvaguardare la produttività (Aree agricole per il mantenimento delle connessioni agricola, tutelando le caratteristiche naturali e delle componenti ambientali) dei suoli e dell’ambiente S8 Individuazione di criteri tipologici e costruttivi per la “salvaguardia della tipicità dei luoghi”. OB11 Conferma degli ambiti Individuazione di modalità e nuove funzioni per il destinati alla produzione agricola recupero di allevamenti a carattere industriale. Tutela delle aree boscate

A9 Salvaguardia dell’esercizio dell’attività agricola in - ± 10% superficie essere - Zona E6 Area di interesse agricolo S9 Elaborazione norme di attuazione per mantenimento e sviluppo attività agricole.

A10 Mantenimento dei prati stabili ai sensi della LR 9/2005 Riduzione superficie ai sensi normativa regionale in materia. Il Piano si prefigge della LR 9/2005 altresì il controllo puntuale dei prati tutelati al fine di verificare la rispondenza ai requisiti stabiliti dalla legge regionale n. 9/2005 S10 Individuazione prati stabili (LR 9/2005) sulle tavole di Piano ed elaborazione di norme per la loro tutela.

111

Sistema Obiettivi di sostenibilita’ Direttive Obiettivi specifici Ambiti Azioni e strategie Invarianti Flessibilità

AMBITI DI A11 Riconoscimento degli edifici di pregio e - ± 10% in funzione al numero INTERESSE previsione di tutela e di riuso nel rispetto delle degli edifici STORICO caratteristiche originarie(Edifici di pregio ambientale)

S11 Individuazione degli “Edifici storico-artistici” ed “Edifici di pregio ambientale” sugli elaborati di piano. Elaborazione di specifiche norme di tutela ±10% della superficie per A12 Previsione di interventi di conservazione e di Obbligo PAC aggiustamenti legati riqualificazione, il riutilizzo e la valorizzazione del all’assetto proprietario. OB12 Controllare la qualità dello complesso del Castello di Rubbia Verifica delle previsioni sviluppo urbano incrementando la S12 Tutela e valorizzazione dell’ambito tramite demografiche, del fabbisogno riqualificazione del patrimonio edilizio predisposizione apposito PAC abitativo e della domanda edilizia in esistente rapporto allo stato di attuazione del A13a. Recupero edilizio ed infrastrutturale, nel ±10% della superficie per Modesti aggiustamenti dei PRG vigente; OB13 Recuperare e rafforzare rispetto delle identità locali: modeste integrazioni aggiustamenti legati parametri edilizi ed l’identità comunale migliorando la volumetriche nel rispetto degli elementi tipologici e all’assetto proprietario. urbanistici Incentivazione dei processi di qualità delle condizioni insediative formali dominanti ed ammettendo, per gli edifici, usi recupero e riutilizzazione del di tipo non residenziale (artigianali di servizio, patrimonio edilizio esistente; OB14 Riqualificare l’ambiente urbano direzionali, commerciali, ricettive).Zona B1 in modo particolare i nuclei (borghi) di (Residenziale dei nuclei storici) Completamento prioritario delle “antica” formazione e i territori di S13a Predisposizione “Prontuario per gli interventi aree libere già urbanizzate (lotti frangia nelle zone residenziali storiche”., Obbligo rispetto liberi); A13b Recupero edilizio e consolidamento delle Prontuario per gli OB15 Individuare nuove opportunità funzioni insediative: modifiche all’impianto interventi nelle zone Limitare il consumo di suolo, Miglioramento delle procedure di per l’edilizia residenziale, secondo il urbanistico per integrazioni volumetriche e nuove residenziali storiche contenere i fenomeni di Sprawling attuazione delle aree di espansione trend demografico, contenendo il più costruzioni, nel rispetto degli elementi tipologici e urbano (espansione disordinata e a residenziale non ancora attuate possibile l’uso del suolo formali dominanti. (zona B2) macchia d’olio) (zona C e Bc). S13b Predisposizione “Prontuario per gli OB16 Definire la forma urbana interventi nelle zone residenziali storiche” e

Intervenire e recuperare il evitando sprawl urbano e ponendo schemi planimetrici. Riqualificazione dell’area urbana patrimonio architettonico e attenzione alla fruibilità del tessuto centrale, caratterizzando culturale esistente maggiormente le funzioni presenti urbano e gli interventi di riqualificazione A14 Individuazione di un ambito di riqualificazione e Obbligo rispetto Prontuario Accorpamenti di altre Promuovere un utilizzo razionale OB17 Mantenere compatti gli possibili; la rifunzionalizzazione degli edifici e la valorizzazione per gli interventi nelle zone proprietà dell’energia al fine di contenere i insediamenti ed evitare il degli spazi dell’area centrale di Gabria superiore residenziali storiche consumi energetici Revisione delle norme di frammentarsi di episodi edilizi S14 Elaborazione apposita scheda progettuale e attuazione con l’obiettivo di limitando al massimo l’individuazione norme per la trasformazione del luogo Promuovere l’integrazione di nuovi ambiti di trasformazione a ottenere un testo più semplificato paesaggistica, ambientale e qualsiasi funzione destinati, AMBITI DI A15 Completamento dei lotti in zona B3 ancora liberi Tipologia villa singola o ± 10% superficie

Sistemaresidenziale e servizi dei ed al contempo più efficace; naturalistica degli interventi prevedendo prioritariamente la RECENTE con una tipologia edilizia prevalente bifamiliare derivanti dallo sviluppo economico, Verifica delle modalità di saturazione delle aree esistenti ESPANSION S15 Individuazione tipologie edilizie ammesse; infrastrutturale ed edilizio, tramite attuazione degli interventi edilizi E razionalizzazione delle aree di completamento edilizio la promozione della qualità ai sensi del DPGR 0126/Pres nel rispetto delle valenze formali ed progettuale, la mitigazione degli estetiche presenti (caratteri edilizi Tipologie edilizie; ±10% della superficie per A16 (Zona C.1 Ambito di espansione di Savogna) impatti ambientali e la migliore storici e formali presenti a Savogna AMBITI DI realizzazione e cessione aggiustamenti legati contestualizzazione degli interventi e nelle frazioni); TRASFORM conferma delle previsioni contenute nel Piano vigente, aree indicate nella scheda all’assetto proprietario. già realizzati; AZIONE favorendo un’edificazione controllata secondo delle normativa Anche le volumetrie (V max) Valorizzazione delle frazioni; lo indicazioni specifiche indicate nelle schede sviluppo delle connessioni di S16 Elaborazione apposita scheda progettuale per la progettuali potranno subire mobilità alternativa trasformazione dell’area variazioni proporzionali alle (pedonali/ciclabili) tra i centri abitati variazioni dei perimetri: ed il territorio. In caso di non attuazione dell’area (dopo 3 anni dall’approvazione del PRGC), questa potrà essere trasposta in altra zona del piano regolatore, entro la delimitazione nel piano struttura definita nella presente variante generale, nelle seguenti condizioni: - Realizzazione della viabilità di progetto a scala urbana; - In contiguità con le zone residenziali di 112

completamento e di espansione già previste in zonizzazione.

±10% della superficie per A17. (Zona C2) individuazione di un ambito di Rispetto scheda progettuale aggiustamenti legati trasferimento dell’attività di autodemolizione all’assetto proprietario. nell’ambito delle zone specificatamente individuate Anche le volumetrie (V max) dallo strumento urbanistico per le attività produttive e indicate nelle schede la successiva riqualificazione dell’area progettuali potranno subire S17 Elaborazione apposita scheda progettuale per il variazioni proporzionali alle controllo della trasformazione dell’area. variazioni dei perimetri:

±10% della superficie per A18 Individuazione di una zona posta a sud - aggiustamenti legati dell’abitato di Savogna, caratterizzata da edifici all’assetto proprietario. abbandonati, da riqualificare (Ipotesi progettuale) Anche le volumetrie (V max) S18 Elaborazione apposita scheda progettuale per indicate nelle schede il controllo della trasformazione dell’area progettuali potranno subire variazioni proporzionali alle variazioni dei perimetri: L’ambito comprende una A19 individuazione di un ambito di riqualificazione - serie di opere pubbliche per Completamento delle aree centrali OB18 Qualificare l’immagine e la SERVIZI nell’area centrale di Savogna per opere pubbliche atte la riqualificazione del centro: destinate a servizi e attrezzature valenza urbana degli spazi attraverso alla rifunzionalizzazione dell’area e all’incremento ogni variazione in tale senso collettive, anche alla luce della dotazione di servizi e di attrezzature della dotazione dei servizi è ammessa. riqualificazione dell’area centrale pubbliche rispondendo ai fabbisogni S19Elaborazione apposita scheda progettuale per del capoluogo; dei cittadini il controllo della trasformazione dell’area

Verifica delle modalità di attuazione ±10% previa verifica degli interventi edilizi per OB19 Pianificare lo sviluppo del A20 Riconoscimento delle attrezzature pubbliche - rispondenza al DPGR l’attuazione o il completamento delle sistema dei servizi e individuare le esistenti completando il disegno, la dotazione e le 0126/Pres connessioni aree pubbliche o di uso pubblico polarità urbane da potenziare S20a Censimento delle aree e controllo regime esistenti proprietario; implementazione aree a servizi e

collegamento mediante percorsi di “mobilità

dolce”. Rispetto della pianificazione ± 5% superficie A20b Riconoscimento della struttura aeroportuale e delle attività connesse. di tipo sovraordinato S20b Pianificazione coordinata con quella del comune di Gorizia; individuazione di destinazioni d’uso compatibili allo sviluppo dell’area

113

Sistema Obiettivi di sostenibilita’ Direttive Obiettivi specifici Ambiti Azioni e strategie Invarianti Flessibilità

AMBITO A21 Miglioramento dell’integrazione ambientale e - - ARTIGIANA riconversione rifunzionalizzazione delle attività LE- dismesse (attività di autotrasporto) delle aree,

INDUSTRIA poste lungo la viabilità di interesse regionale a LE destinazione mista commerciale-artigianale- S21 Individuazione modalità per la riconversione dell’area: individuazione destinazioni d’uso, norme igienico-sanitarie, norme edilizio- urbanistiche OB20 Favorire il consolidamento

Promuovere l’integrazione delle imprese insediate perseguendo A22 Riconoscimento degli insediamenti singoli - - paesaggistica, ambientale e obiettivi di rispetto ambientale esistenti consentendo interventi mirati al naturalistica degli interventi miglioramento della loro integrazione ambientale derivanti dallo sviluppo economico, Completamento della zona PIP di OB21 Completamento delle zone ed al loro adeguamento funzionale e tecnologico - infrastrutturale ed edilizio, tramite Rubbia e delle sue connessioni attuali in forme compatibili con le aree S22 Controllo insediamenti singoli esistenti la promozione della qualità viabilistiche; limitrofe consentendo interventi mirati al miglioramento

progettuale, la mitigazione degli della loro integrazione ambientale ed al loro

impatti ambientali e la migliore Verifica delle attuali norme per il OB22 Ricollocazione delle attività adeguamento funzionale e tecnologico contestualizzazione degli interventi controllo dell’insediabilità (attività incongrue in modo coerente con il già realizzati compatibili) nelle zone esistenti e il contesto A23 integrazione urbanistica e ambientale al fine di - ± 10% superficie miglioramento degli impatti sul riqualificare le aree del P.I.P. di Rubbia in rapporto Riduzione sensibile delle quantità paesaggio e sull’ambiente; al contesto ambientale circostante di rifiuti destinati all'eliminazione S23 Definizione di apposite norme atte al nonché delle quantità di rifiuti Verifica della compatibilità controllo delle attività insediate e da insediare pericolosi prodotte, evitando un ambientale e urbanistica delle Sistemaproduttivo sotto il profilo ambientale e dell’impatto aumento delle emissioni nell'aria, attività produttive esistenti in paesaggistico nell'acqua e nel terreni conformità alle Direttive della Circolare n. 3/1990. A24 attuazione controllata dell’attività di deposito Obbligo redazione PAC ±10% della superficie per Adottare le opportune misure di all’aperto di terre e rocce da scavo e la mitigazione Destinazioni d’uso aggiustamenti legati prevenzione dell’inquinamento, degli impatti che questa può avere per l’ambiente consentite all’assetto proprietario. applicando segnatamente le circostante. migliori tecniche disponibili S24 Obbligo di redazione PAC esteso a tutto l’ambito e apposita convenzione con A.C.

AMBITO - ±10% della superficie per COMMERCI A25 Completamento della dotazione infrastrutturale e aggiustamenti legati ALE miglioramento paesaggistico dell’area H2 a all’assetto proprietario. destinazione commerciale sita in via Primo Maggio S25 Conferma insediamento singolo esistente consentendo interventi mirati al miglioramento della loro integrazione ambientale ed al loro adeguamento funzionale e tecnologico

114

Sistema Obiettivi di sostenibilita’ Direttive Obiettivi specifici Ambiti Azioni e strategie Invarianti Flessibilità

AMBITO A26 Recupero e valorizzazione dei collegamenti In considerazione I tracciati possono subire delle Realizzazione della viabilità di INFRASTRUTTURE storici tra le frazioni e le connessioni con i luoghi più dell’interesse variazioni in sede di progettazione supporto alle attività produttive OB23 Recupero della rappresentativi del territorio comunale, al fine di pubblico non si dell’opera pubblica viabilità poderale e costituire una rete di collegamento ciclo/pedonale assume alcun

Incrementare gli spazi destinati alla Rafforzamento e previsione di interpoderale quale anche con altre realtà urbane limitrofe elemento invariante

mobilità ciclo-pedonale; percorsi pedonali e ciclabili che elemento caratterizzante S26 Individuazione delle tavole di Piano dei colleghino le attrezzature alla del paesaggio e per la collegamenti fra le Frazioni; predisposizione di Garantire una mobilità competitiva, residenza con le aree abitative, le percorribilità ciclo- norme per il recupero della viabilità storica sicura, protetta e rispettosa zone di interesse ambientale, gli pedonale di collegamento dell’ambiente insediamenti produttivi. tra frazioni anche al fine di In considerazione I tracciati possono subire delle creare nuove potenzialità A27 Realizzazione della viabilità di supporto alle dell’interesse variazioni in sede di progettazione Coordinare le politiche di gestione Rafforzamento del sistema di di fruizione del territorio attività produttive e miglioramento delle connessioni e pubblico non si dell’opera pubblica del territorio con le politiche dei connettivo ciclo-pedonale collegamenti assume alcun

trasporti (potenziando viabilità carrabile e OB24 Migliorare S27 Individuazione nelle tavole di Piano viabilità elemento invariante Sistemainfrastrutture sentieri già esistenti di tipo l’efficienza e la sicurezza di progetto ed eliminazione “punti neri”. Contenimento delle emissioni da storico)atto a connettere aree del sistema viabilistico, traffico veicolare urbane e aree di interesse Razionalizzazione del ambientale sistema della mobilità interna di supporto alle

attività produttive.

115

9.3. Coerenza interna Nel presente paragrafo sono riportati i risultati della valutazione della cosiddetta “coerenza interna” del Piano: le azioni del piano sono messe a confronto con sé stesse al fine di identificare il grado di correlazione e coerenza che le lega o gli eventuali punti di criticità che alcune azioni possono avere in relazione ad altre. La valutazione è sintetizzata nella seguente tabella. Dalla lettura della matrice si evince che non vi sono azioni in contrasto con altre. Inoltre, ,nella tabella viene evidenziato come molte azioni fra di loro hanno un sensibile grado di coerenza e conseguono quindi ad un sostanziale miglioramento ambientale. (Coerente = verde; Giallo= poco coerente; Arancio=non coerente: Bianco= indifferente) AZIONI E STRATEGIE DI PIANO A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10 A11 A12 A13 A14 A15 A16 A17 A18 A19 A20a A20b A21 A22 A23 A24 A25 A26 A27 A1 A2 A3 A4 A5 A6 A7 A8 A9 A10 A11 A12 A13 A14

A15

A16 A17 A18 A19 A20a A20b A21

A22 TRATEGIE DI PIANO DI TRATEGIE A23 A24 A25 A26

AZIONI E S AZIONI A27

116

9.4. Matrici di valutazione

Per valutare la sostenibilità ambientale della variante è necessario stimare gli effetti che le sue azioni e strategie andranno a causare sull’ambiente. Al fine di elaborare una descrizione completa degli effetti si è proceduto individuando gli impatti apportati all’interno di ogni sistema considerato dalla variante, e quindi con un’analisi egli effetti cumulativi negativi, positivi prodotti dalle singole azioni della variante di piano sulle componenti ambientali Questa prima analisi valuta gli effetti generali causati dalle azioni della variante. Per ogni macro-sistema viene, dunque, elaborata una tabella riassuntiva che aggrega tutti gli effetti negativi e positivi pertinenti le modifiche proposte dalla variante (sia generali, che puntuali) per riuscire a rilevare in modo più approfondito le interazioni negative o presunte tali e di ipotizzarne possibili misure di mitigazione e/o compensazione. Per rendere più intuitiva la lettura della matrice, ogni livello di impatto è stato rappresentato attraverso la seguente scala di colori.

Impatto Impatto Non sono Impatto Impatto molto negativo negativo previsti impatti positivo positivo significativo limitato rilevanti

117

Matrice degli impatti

Effetti sulle componenti ambientali Azione/strategia da Sistema Ambito Num. Mitigazioni valutare Qualità Aree naturali- Consumo Inquinam Aria Acqua Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti Pop e società suolo habitat suolo acustico

La Tutela degli aspetti conservazion naturali fisici vegetali e degli L'azione le azioni anche come habitat degli il ambienti incentiva le prevedono la il mantenimento aspetti faunistici e i manteniment fluviali opere di gli interventi di conservazion dell'identità dei contenuti storici presenti o degli aspetti salvaguardia i conservazion conservazione L’azione e degli luoghi e per il loro valore naturalistici corsi d’acqua e del suolo e di aree naturali promuove il elementi dell'identità 1 scientifico, paesaggistico dell’ambito come un di limitazione consentono di mantenimento naturali e la tradizionale e d’insieme e per la loro incrementa corridoi delle criticità mantenere dell’identità riqualificazion permette di funzione di identità per la l'assorbiment ecologici idrogeologich l'equilibrio locale e del salvaguardare popolazione locale - o dei gas naturali a evitando ecologico patrimonio la risorsa suolo A.R.I.A. (Aria di rilevante serra tutela di l’impermeabili Non si rilevano impatti esistente interesse ambientale n.° fauna e zzazione significativi per cui non 19 dell’Isonzo) vegetazione vengono previste

locale particolari mitigazioni. Le La tutela NTA implementano gli dell’ambien l'azione L’azione di effetti positivi che

te vincola permette di L’azione di definizione derivano già dalle azioni Tutela e recupero la migliorare lo l'azione di definizione degli delle modalità di piano. L’azione di ambientale degli alvei presenza stato di salvaguardia Gli interventi dir interventi di fruizione definizione dei fiumi Isonzo e di strade e conservazion permette di recupero e ammessi degli ambiti

E EPAESAGGIO E degli Vipacco - Zona F4 di mezzi e del mantenere la fruizione permette produce effetti interventi 2 (Area di interesse che vi patrimonio qualità dei dell'ambito può conservazione positivi sulla ammessi ambientale e circolano e idrico suoli evitando costituire un degli elementi qualità permette di naturalistico dell’Isonzo contribuisc naturale e di ulteriore beneficio per la naturali e il dell’area valorizzare il

AMBITO FLUVIALE FLUVIALE AMBITO e del Vipacco) e al salvaguardar impermeabiliz biodiversità mantenimento fluviale e paesaggio migliorame e il territorio zazione della risorsa quindi migliora nto della dai rischi suolo la vita dei qualità idro-geologici cittadini

SISTEMAAMBIENT dell'aria Il l'azione Conservazione delle riconoscimento permette di L'azione L'azione qualità ambientali gli interventi di le azioni di questi ambiti il migliorare lo incentiva le incentiva le dell’area in relazione alla conservazione prevedono la e le manteniment stato di opere di opere di sua continuità con di aree naturali conservazion prescrizioni o degli aspetti conservazion conservazion conservazione l’ambito dell’Isonzo consentono di e degli comportano un naturalistici e del e del suolo e del suolo e di (A.R.I.A. n. 19) e alla mantenere elementi miglioramento 3 dell’ambito patrimonio di limitazione limitazione delle fragilità idrogeologica l'equilibrio naturali e la dell'assetto del incrementa idrico delle criticità criticità propria della zona Zona ecologico e il riqualificazion territorio l'assorbiment naturale e di idrogeologich idrogeologiche E4.1 Area di elevato corridoio e del comunale e o dei gas salvaguardar evitando evitando interesse agricolo ecologico patrimonio quindi benefici serra e il territorio l’impermeabili l’impermeabilizz paesaggistico (Ambito di naturale esistente per la qualità dai rischi zzazione azione naturalità dell’Isonzo della vita dei idro-geologici cittadini

118

Effetti sulle componenti ambientali

Sistema Ambito Num. Azione da valutare Mitigazioni Aree naturali- Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua Qualità suolo Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti habitat suolo acustico società

Queste aree La tutela di che questi costituiscono un l'azione ambiti e le La tutela delle importante prevede prescrizioni Salvaguardia, superfici serbatoio di la comportano manutenzione e boscate e la L'azione fa in gli interventi di naturalità, conservaz un valorizzazione delle loro modo che tutela e caratterizzata ione degli migliorame qualità ecologiche implementazi rimangano salvaguardia da un alto livello elementi nto 4 ambientali delle aree one inalterate le consentono di di complessità naturali e dell'assetto carsiche, tutela di tutte le contribuisce caratteristiche mantenere biologica, il del territorio caratteristiche al naturali del inalterato il l’azione del mantenim comunale e morfologiche del territorio migliorament suolo paesaggio Non si rilevano impatti piano è di tutela ento della quindi - Area protetta del Carso o della qualità significativi per cui non delle specie che risorsa benefici per dell'aria vengono previste scomparirebber suolo la qualità particolari mitigazioni. Le o in ambienti della vita NTA implementano gli antropizzati. dei cittadini effetti positivi che Le previsioni di Tutela e valorizzazione derivano già dalle azioni piano non degli elementi storici L’azione di piano. introducono presenti promuovendo il recupero dei contribuisce L'azione fa in elementi o attività di studio, di luoghi storici e a ripensare modo che azioni in grado ricerca, scavo, restauro, propri la fruibilità rimangano di produrre la gestione e il loro dell'identità di questi 5 inalterate le interferenze o inserimento all’interno del locale comporta spazi e a caratteristiche alterazioni del sistema dei percorsi volti un miglioramento valorizzare naturali del sistema alla conoscenza e alla dal punto di vista l’esistente suolo ecologico anzi, fruizione del territorio - paesaggistico tutelando la il piano tutela la Resti della Prima Guerra naturalità biodiversità alla Mondiale scala comunale La tutela di questi . l'azione ambiti e le La tutela delle prevede Salvaguardia delle qualità prescrizioni superfici la

AMBIENTE EPAESAGGIO AMBIENTE paesaggistiche ed L’azione le azioni comportano boscate e la l'azione fa in conservaz

AMBITO DEL CARSO AMBITO ambientali del territorio apporta un prevedono la un loro modo che ione degli comunale consentendone incremento conservazione migliorame implementazi rimangano elementi la valorizzazione della naturalità degli elementi nto 6 one inalterate le naturali e

SISTEMA ambientale, storico- dei luoghi a naturali e la dell'assetto contribuisce caratteristiche il naturalistica e turistica - vantaggio delle riqualificazione del territorio al naturali del mantenim Zona E2 (Ambito specie vegetali del patrimonio comunale e migliorament suolo ento della boschivo dell’altipiano e faunistiche esistente quindi o della qualità risorsa carsico benefici per dell'aria suolo la qualità

della vita dei cittadini l’assetto del L’azione paesaggio non Valorizzazione ai fini Le previsioni di permette subirà l'azione turistici, culturali, ricreativi La tutela delle piano non uno stretto cambiamenti prevede e naturalistici di ambiti superfici introducono rapporto sostanziali. la carsici di particolare boscate e la L'azione fa in elementi o con i beni Un’attenta e conservaz interesse come l’ambito loro modo che azioni in grado storici e le regolamentata ione degli del monte San Michele e implementazi rimangano di produrre strutture di progettazione elementi 7 l’ambito del monte one inalterate le interferenze o accoglienza della “scenicità naturali e Brestovec, anche in contribuisce caratteristiche alterazioni del , svago del percorso” il accordo con altre al naturali del sistema esistenti ed consentirà di mantenim Amministrazioni - Aree di migliorament suolo ecologico anzi, un aumento cogliere le ento della progettazione unitaria del o della qualità il piano tutela la di effetti caratteristiche risorsa Museo all’aperto del dell'aria biodiversità alla economici del paesaggio suolo Carso scala comunale positivi per tipico di questa il territorio zona

119

Effetti sulle componenti ambientali

Sistema Ambito Num. Azione da valutare Mitigazioni Qualità Aree naturali- Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo habitat suolo acustico società

Salvaguardia delle qualità ambientali dei terreni L’azione agricoli che si estendono produce un Il in prossimità delle sponde miglioramento riconosciment del Vipacco posti ai piedi L'azione dal punto di o di questi Il dei rilievi carsici , anche in incentiva le vista ambiti Non si rilevano impatti manteniment L’azione funzione di “corridoio opere di ambientale non L’azione comporta un significativi per cui non o di aree non conserva e naturale” verso le aree di conservazion frammentando persegue un migliorament vengono previste impermeabiliz riqualifica la pregio ambientale e del suolo e ulteriormente il assetto o dell'assetto particolari mitigazioni. Le 8 zate tipicità e unicità (sponde del Vipacco e di limitazione territorio e territoriale e del territorio NTA implementano gli contribuisce a degli elementi aree carsiche) - Zona delle criticità conservando la urbanistico comunale e effetti positivi che migliorare la del paesaggio E4.2 Area di interesse evitando naturalità equilibrato quindi derivano già dalle azioni qualità dell' locale agricolo paesaggistico l’impermeabili esistente e benefici per di piano. aria (Aree agricole per il zzazione favorendo il la qualità mantenimento delle corridoio della vita dei connessioni naturali e ecologico cittadini delle componenti fluviale ambientali L’azione produce un Il miglioramento L’azione manteniment Mantenere e Garantire la dal punto di produce un Salvaguardia o di aree non L’azione promuovere Le misure previste per la produttività vista miglioramento dell’esercizio dell’attività impermeabiliz consentie di lo sviluppo mitigazione degli impatti agricola, ambientale non dal punto di 9 agricola in essere - Zona zate contenere il socio- saranno riportate nel tutelando le frammentando vista E6 Area di interesse contribuisce a consumo di economico e capitolo specifico di caratteristich ulteriormente il paesaggistico agricolo migliorare la suolo l'occupazione riferimento AMBITOAGRICOLO e dei suoli territorio e contro lo sprawl qualità dell' sul territorio conservando la urbano aria naturalità

SISTEMAAMBIENTEE PAESAGGIO esistente La tutela di questi ambiti Non sono e le Mantenimento dei prati L’azione Il previsti impatti l'azione prescrizioni stabili ai sensi della comporta la Non si rilevano impatti manteniment l'azione fa in negativi dal prevede la comportano normativa regionale in conservazione significativi per cui non o di aree non modo che momento che l’ conservazion un materia. Il Piano si della naturalità vengono previste impermeabiliz rimangano azione prevede e delle migliorament prefigge altresì il controllo di parti del particolari mitigazioni. Le 10 zate inalterate le la risorse o dell'assetto puntuale dei prati tutelati territorio a NTA implementano gli contribuisce a caratteristich conservazione naturali del territorio al fine di verificare la vantaggio delle effetti positivi che migliorare la e naturali del degli elementi evitando il comunale e rispondenza ai requisiti specie vegetali derivano già dalle azioni qualità dell' suolo naturali consumo di quindi stabiliti dalla legge e faunistiche di piano. aria caratteristici del suolo benefici per regionale n. 9/2005- presenti territorio la qualità della vita dei cittadini

120

Effetti sulle componenti ambientali Azione e strategie da Sistema Ambito Num Aree Mitigazioni valutare Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua Qualità suolo naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo acustico società habitat Gli interventi di recupero e Non sono L’azione della di previsti impatti Gli interventi Garantire Riconoscimento degli variante mira riqualificazion specifici dal di recupero e un’offerta edifici di pregio e alla e possono momento che le riuso adeguata al previsione di tutela e di valorizzazione e limitare 11 azioni consentono fabbisogno, riuso nel rispetto delle recupero del sprechi prevedono di limitare recuperando caratteristiche originarie patrimonio energetici riqualificazione l'uso di suolo il patrimonio storico- grazie al del patrimonio libero edilizio architettonico migliorament esistente o dell'efficienza Gli interventi di riqualificazione urbana realizzati nell.’ottica del mantenimento Gli interventi Garantire Previsione di interventi di della di recupero e un’offerta

conservazione e di riconoscibilità riuso adeguata al riqualificazione, il riutilizzo 12 dei luoghi e consentono fabbisogno, e la valorizzazione del dell.’identità di limitare recuperando complesso del Castello di locale l'uso di suolo il patrimonio Rubbia migliorando e libero edilizio

valorizzando i

E DEI SERVIZIEDEI

beni Non si rilevano impatti architettonici e significativi per quanto paesaggistici riguarda gli ambiti storici per esistenti cui non vengono previste Gli interventi di particolari mitigazioni. Le Recupero edilizio ed riqualificazione NTA implementano gli effetti infrastrutturale, nel urbana positivi che già derivano

AMBITI STORICI AMBITI rispetto delle identità realizzati dalle azioni di piano. locali: modeste nell.’ottica del integrazioni volumetriche DEGLI INSEDIAMENTI DEGLI mantenimento Gli interventi Garantire nel rispetto degli elementi della di recupero e un’offerta tipologici e formali riconoscibilità riuso adeguata al 13a dominanti ed dei luoghi e consentono fabbisogno, 13b ammettendo, per gli SISTEMA dell.’identità di limitare recuperando edifici, usi di tipo non locale l'uso di suolo il patrimonio residenziale (artigianali di migliorando e libero edilizio servizio, direzionali, valorizzando i commerciali, ricettive). beni

architettonici e

paesaggistici

esistenti. Gli interventi di recupero e Le azioni della di Individuazione di un variante sono Gli interventi Garantire riqualificazion ambito di riqualificazione volte alla tutela di recupero e un’offerta e possono e la rifunzionalizzazione e alla riuso adeguata al limitare 14 degli edifici e la valorizzazione consentono fabbisogno, sprechi valorizzazione degli spazi degli ambiti di limitare recuperando energetici dell’area centrale di legati al l'uso di suolo il patrimonio grazie al Gabria superiore patrimonio libero edilizio migliorament storico o dell'efficienza

121

Effetti sulle componenti ambientali Sistema Ambito Num Azione da valutare Mitigazioni Aree naturali- Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua Qualità suolo Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti habitat suolo acustico società

L'incremento delle aree

residenziali il dovute alle completamen modifiche to di lotti non si puntuali residenziali prevedono comporta un L'azione L’azione della il può impatti negativi aumento dei Il comporta variante mira completamento Il E DEI SERVIZIEDEI contribuire ad importanti in residenti e completame nuovi abitanti alla di lotti ancora completamen Non si rilevano impatti un quanto si tratta quindi della nto e quindi può valorizzazion liberi può to delle lotti significativi per quanto

ENTI ENTI innalzamento di aree quantità di insediativo Completamento dei lotti in contribuire all' e e recupero determinare un residenziali riguarda gli ambiti storici per degli intercluse o in rifiuti urbani, concorre al zona B3 ancora liberi con incremento del incremento previste può cui non vengono previste 15 inquinanti in contiguità di sebbene le soddisfacim una tipologia edilizia della richiesta patrimonio dell'uso di suolo determinare particolari mitigazioni. Le atmosfera insediamenti quantità di ento prevalente di acqua edilizio nel limitato in un NTA implementano gli effetti per aumento abitati che non rifiuto pro- dell'esigenz potabile e la rispetto degli quanto aree incremento positivi che già derivano del traffico e vanno a capite e abitative produzione di elementi intercluse o in del consumo dalle azioni di piano. impianti di interferire con potrebbero della acque reflue costruttivi contiguità con energia riscaldament aree ad alto invariare o popolazione DEGLI INSEDIAMDEGLI urbane locali l'abitato o e valore diminuire

AMBITI ECENTE DIR AMBITI FORMAZIONE raffrescamen ecologico attraverso to l’attuazione di politiche per il SISTEMA riciclo- recupero e riutilizzo

122

Effetti sulle componenti ambientali Azione e strategie da Sistema Ambito Num Aree Mitigazioni valutare Qualità Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo suolo acustico società habitat l'azione la nuova riperimetra previsione l'ambito di residenziale la nuova espansione determina un non si previsione riducendone la aumento dei prevedono la nuova residenziale superficie e residenti e L'azione impatti previsione può limitando il quindi un comporta nuovi negativi residenzial contribuire ad consumo di incremento l conferma delle previsioni nuovi abitanti comparti importanti in la nuova e un le nuove suolo e della completament contenute nel Piano e quindi può edificatori quanto si previsione determina innalzamento edificazioni compattando la produzione di o insediativo vigente, favorendo contribuire all' potrebbero tratta di residenziale un lieve degli possono forma urbana rifiuti sebbene concorre al un’edificazione controllata incremento portare a un’area in comportera un aumento 16 inquinanti in avere un le quantità di soddisfacime secondo delle indicazioni della richiesta alterazioni contiguità di aumento dei dei atmosfera impatto rifiuto pro- nto specifiche Zona C.1 - di acqua delle insediamenti residenti e residenti e per aumento contenuto sul capite dell'esigenze Ambito di espansione di potabile e la caratteristich abitati che quindi del quindi un del traffico e paesaggio l'urbanizzazione potrebbero abitative della Savogna produzione di e dei suoli non va a traffico locale incremento impianti di di suolo libero invariare o popolazione acque reflue ora liberi interferire con del riscaldament comporta un diminuire urbane aree ad alto consumo di o e aumento del attraverso valore energia raffrescamen consumo della l’attuazione di

ecologico E DEI SERVIZIEDEI to risorsa politiche per il Non si rilevano impatti riciclo- significativi per quanto recupero e riguarda gli ambiti storici per riutilizzo cui non vengono previste l'azione individuazione di un particolari mitigazioni. Le persegue un ambito di trasferimento NTA implementano gli effetti L'azione l'intervento di assetto la dell’attività di positivi che già derivano migliora un trasferimento territoriale e delocalizzazio autodemolizione dalle azioni di piano. ambito oggi e urbanistico ne dell’attività ripristinare nell’ambito delle zone

DEGLI INSEDIAMENTI DEGLI degradato dal riqualificazion equilibrato il elimina aree specificatamente AMBITI TRASFORMAZIONE DI AMBITI punto di vista e dell'area trasferimento l'eventuale degradate 17 individuate dallo della qualità consente di non comporta inquinamento porta strumento urbanistico per del suolo e migliorare la un ulteriore acustico vantaggi per le attività produttive e la mira alla qualità del consumo di connesso a la collettività SISTEMA successiva riqualificazione riqualificazion contesto suolo naturale, tale dell’area. Zona C2 - e dell'area paesaggistico ma ad un uso destinazione Ambito di trasferimento di più razionale Stradalta del territorio L'azione la L'azione Individuazione di una migliora un gli interventi riqualificazion contiene la ripristinare zona posta a sud ambito oggi di e dell'ambito dispersione aree dell’abitato di Savogna, degradato dal riqualificazion favorisce la insediativa e degradate 18 caratterizzata da edifici punto di vista e consentono valorizzazion incentivare porta abbandonati, da della qualità di tutelare e del favorisce un vantaggi per riqualificare (Ipotesi del suolo flora e fauna paesaggio uso del suolo la collettività progettuale) riqualificandol circostante più razionale o

123

Effetti sulle componenti ambientali

Azione e strategie da Sistema Ambito Num Aree Mitigazioni valutare Consumo Inquinam Aria Acqua Qualità suolo naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti Pop e società suolo acustico habitat

Individuazione di un la dotazione di La

ambito di riqualificazione nuovi servizi la realizzazione gli interventi ricalibratura L’azione porta nell’area centrale di può provocare di nuove possono in base alle Aumento di a migliorare la Savogna per opere un aumento attrezzature comportare reali esigenze traffico di qualità della pubbliche atte alla delle comporta un impatto del territorio origine anche vita dei cittadini 19 rifunzionalizzazione emissioni di impermeabilizz positivo sul delle aree a extra-urbana con effetti dell’area e all’incremento inquinanti in azione e perdita paesaggio in scopo in relazione al

positivi sulla E DEI SERVIZIEDEI

della dotazione dei servizi atmosfera limitata della quanto vanno collettivo, potenziament coesione - Ambito di riqualificazione dovuto qualità della a riqualificare determina un o dei servizi Non si rilevano impatti sociale dell’area centrale di l'aumento di risorsa suolo aree centrali più razionale significativi per cui non Savogna traffico uso del suolo vengono previste particolari mitigazioni. Le NTA la dotazione di La gli interventi implementano gli effetti Riconoscimento delle nuovi servizi la realizzazione ricalibratura Il possono positivi che derivano già attrezzature pubbliche può provocare di nuove in base alle Aumento di potenziamento comportare dalle azioni di piano. esistenti completando il un aumento attrezzature reali esigenze traffico di delle AMBITI DEIAMBITI SERVIZII un impatto disegno, la dotazione e le delle comporta del territorio origine anche attrezzature 20a

DEGLI INSEDIAMENTI DEGLI positivo sul connessioni emissioni di impermeabilizz delle aree a extra-urbana esistenti 20b paesaggio in inquinanti in azione e perdita scopo in relazione al porterà un quanto vanno Riconoscimento della atmosfera limitata della collettivo, potenziament miglioramento a completare struttura aeroportuale e dovuto qualità della determina un o dei servizi della vita dei il disegno SISTEMA delle attività connesse l'aumento di risorsa suolo più razionale cittadini urbanistico traffico uso del suolo

124

Effetti sulle componenti ambientali

Azione e strategie da Sistema Ambito Num Aree Mitigazioni valutare Qualità Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo suolo acustico società habitat

Miglioramento dell’integrazione ambientale e il riutilizzo e il riconversione la il riutilizzo e la l manteniment rifunzionalizzazione delle riqualificazion la riqualificazione completamen o di una attività dismesse (attività e dei riqualificazion dei fabbricati to della zona attività di autotrasporto) delle fabbricati e della zona 21 esistenti è non comporta economica aree, poste lungo la esistenti è non comporta vantaggioso per un ulteriore in essere e viabilità di interesse vantaggioso una riduzione la componente consumo di dei relativi regionale a destinazione per la di habitat paesaggio suolo posti di mista commerciale- componente lavoro artigianale- Zone D3/H3 acqua Le misure previste per la (Aree mitigazione degli impatti commerciali/artigianali) saranno riportate nel gli interventi gli interventi gli interventi gli interventi capitolo specifico di li interventi di di gli interventi di di di riferimento Riconoscimento degli integrazione integrazione gli interventi di di integrazione interventi di integrazione integrazione il insediamenti singoli ambientale ambientale integrazione integrazione ambientale e recupero e ambientale ambientale manteniment esistenti consentendo rivolti al rivolti al ambientale e ambientale rivolti al riqualificazion rivolti al rivolti al o di una

interventi mirati al recupero recupero rivolti al rivolti al recupero e delle aree recupero recupero attività miglioramento della loro funzionale funzionale recupero recupero

22 funzionale esistenti funzionale funzionale economica integrazione ambientale possono possono funzionale funzionale possono consentono possono possono in essere e ALI ed al loro adeguamento comportare comportare comportano un comportano comportare di limitare il comportare comportare dei relativi funzionale e tecnologico - un impatto un impatto impatto positivo un impatto un consumo di utilizzo di una più posti di Zona D3.1 (Aree positivo anche positivo anche sul positivo migliorament suolo fonti di razionale lavoro artigianali singole esistenti sulla qualità anche sulla paesaggio anche sul o della qualità energia gestione dei dell'aria qualità rumore del suolo rinnovabile rifiuti dell'acqua Le immissioni derivanti dalle Le immissioni nuove attività derivanti dalle comportano nuove attività Il

DELLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE ATTIVITA’ DELLE incremento di comportano completamen inquinanti in incremento to della zona atmosfera dei consumi comporta un

AMBITI INDUSTRIALI/ARTIGIAN AMBITI causati dal di acqua, da gli interventi aumento traffico e valutarsi in di gli interventi SISTEMA della anche in base base alla integrazione di L’incremento rumorosità da integrazione urbanistica e alla tipologia tipologia delle ambientale e Il integrazione delle attività il valutarsi in ambientale al fine di delle specifiche rivolti al completamento ambientale dovuto alla L’azione Non si rilevano impatti completamen base alla riqualificare le aree del specifiche attività recupero e integrazione rivolti al riqualificazion comporta significativi per cui non to e tipologia delle P.I.P. di Rubbia in attività insediabili funzionale avviene di un' recupero e può benefici per vengono previste integrazione attività 23 rapporto al contesto insediabili possono area funzionale comportare la collettività particolari mitigazioni. Le dell'ambito insediabili ambientale circostante gli interventi comportare compromessa possono un in termini di NTA implementano gli comporta un tuttavia Il Zone D2 (Area artigianale gli interventi di di un dal punto di comportare incremento posti di effetti positivi che derivano consumo di comune di del PIP di Rubbia e di via integrazione integrazione migliorament vista visivo- utilizzo di della lavoro già dalle azioni di piano. suolo Savogna è Primo Maggio ambientale ambientale o della qualità percettivo fonti di produzione di dotato di rivolti al rivolti al del suolo energia rifiuti Piano di recupero recupero compromess rinnovabile zonizzazione funzionale funzionale o acustica possono possono approvato comportare comportare che inserisce un impatto un impatto l’area in zona positivo anche positivo sulla qualità anche sulla dell'aria qualità dell'acqua

125

(Zona D2.3 - Area per il deposito all’aperto di terre l'azione le attività l'azione L’azione e rocce da scavo) comporta la svolte le attività comporta la L'azione l'azione comporta attuazione controllata generazione all'interno previste generazione comporta un comporta un benefici per dell’attività di deposito di dell’area comportano di 24 impatto dal aumento del la collettività all’aperto di terre e rocce inquinamento possono inevitabilment inquinamento punto di vista traffico dovuto in termini di da scavo e la mitigazione dovuto al comprometter e perdita di rumoroso paesaggistico alle attività posti di degli impatti che questa traffico per e la qualità territorio dovuto alle lavoro può avere per l’ambiente l’attività del suolo attività circostante.

Effetti sulle componenti ambientali

Azione e strategie da Sistema Ambito Num Aree Mitigazioni valutare Qualità Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo suolo acustico società habitat

l'impatto l'impatto rispetto al rispetto al l'impatto

fattore fattore aria rispetto al gli interventi Gli interventi energia dipenderà fattore energia Completamento della il di di recupero e dipenderà dalla la nuova dipenderà dalla dotazione infrastrutturale completamento riqualificazion riqualificazion dalla Le misure previste per la tecnologia e viabilità tecnologia e e miglioramento delle reti e e delle aree tecnologia e mitigazione degli impatti

ATTIVITA’ ATTIVITA’ dagli migliora la dagli 25 paesaggistico dell’area H2 produrrà un produrranno esistenti dagli saranno riportate nel accorgimenti fluidità del accorgimenti a destinazione miglioramento impatti consentono accorgimenti capitolo specifico di adottati in traffico e la adottati in commerciale sita in via della qualità positivi sul di limitare il adottati in riferimento

PRODUTTIVE merito sicurezza merito Primo Maggio della risorsa contesto consumo di merito all'efficienza all'efficienza ed SISTEMA paesaggistico suolo all'efficienza AMBITI COMMERCIALI AMBITI ed al al risparmio ed al risparmio energetico risparmio energetico energetico

126

Effetti sulle componenti ambientali Azione e strategie da Sistema Ambito Num. Aree Mitigazioni valutare Consumo Inquinam Pop e Aria Acqua Qualità suolo naturali- Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti suolo acustico società habitat i percorsi ciclo-pedonali Recupero e pur La valorizzazione dei attraversando La previsione favorire l'uso la realizzazione collegamenti storici tra le aree naturali di nuova di mobilità promozione di una di frazioni e le connessioni non viabilità ciclo- alternativa di percorsi a collegamento con i luoghi più producono un pedonale per i piedi o in ciclo- rappresentativi del impatto comporta la collegamenti bicicletta 26 pedonale territorio comunale, al fine negativo, ma fruizione e interni costituisce un favorisce di costituire una rete di ne valorizzazion diminuisce elemento l'utilizzo di collegamento favoriscono la e del l'uso del positivo per mezzi non ciclo/pedonale anche con conservazion paesaggio mezzo la salute della inquinanti altre realtà urbane e limitando privato popolazione

limitrofe l'uso dei

mezzo

privato il Non si rilevano impatti

completamen significativi per cui non to dell'asse vengono previste stradale e la particolari mitigazioni. Le

VIABILISTICO conseguente NTA implementano gli espansione effetti positivi che VIABILITA’ il dell'insediam derivano già dalle azioni completamento ento la nuova di piano. dell'asse l'azione

SISTEMA produttivo la realizzazione viabilità e la stradale e la la nuova apporta Realizzazione della implica un della strada conseguente la nuova conseguente la nuova viabilità vantaggi per viabilità di supporto alle ulteriore implica la espansione viabilità espansione viabilità può riduce la la sicurezza attività produttive (e impermeabiliz previsione di delle attività migliora la 27 dell'insediament causare congestione dei cittadini miglioramento delle zazione del scoli e la produttive fluidità del o produttivo modifiche al del traffico e il deviando il connessioni e suolo formazione di implica un traffico e la implica un paesaggio rumore che traffico collegamenti il acque di prima ulteriore sicurezza ulteriore ne deriva pesante dal migliorament pioggia consumo di impermeabilizz centro abitato o della rete suolo azione del viaria genera suolo un aumento dei transiti veicolari e conseguente inquinamento atmosferico

127

9.5. Carattere cumulativo degli impatti

Nella precedente matrice sono stati messi in evidenza gli impatti significativi, stimati relativamente alle principali azioni previste dal Piano. In esito a tale operazione si ritiene necessario valutare anche l’effetto cumulativo degli stessi, al fine di poter evidenziare in modo chiaro ed esaustivo quali siano le azioni di piano che avranno i maggiori effetti in termini di impatto ambientale negativo, così da individuare le aree preferenziali di intervento sia per quanto riguarda le attività di mitigazione e che di monitoraggio (Tabella 10.2). A questo scopo si è scelta una metodologia suggerita dall’ARPA FVG che fa riferimento al STRATEGIC ENVIRONMENTALHow ASSESSMENTto ass TOOLess KITc, Naturalum Scuotlandlat-iScottishve iExecutive,mpa 2007.cts ?

Per unaSource: più immediata STRATEGIC comprensione,ENVIRONMENTAL èASSESSMENT stato assegnato TOOL KI unT, Naturavalorel S numericocotland-Scottish ad Executive,ogni livello 2007 di impatto, come di seguito sintetizzato:

impatto impatto negativo non sono previsti impatto molto negativo impatto positivo significativo impatti rilevanti positivo limitato 2 1 0 -1 -2

Ad ognuna di queste viene assegnato un punteggio, da -2 (molto positivo) a +2 (molto negativo): relativamente ogni singolo aspetto ambientale; i punteggi vengono quindi sommati e il risultato ottenuto dalla somma dei singoli punteggi per ogni aspetto ambientale viene assegnato ad una di cinque categorie, come di seguito schematizzato, in base alle quali sono identificati gli aspetti ambientali che subiscono maggiore impatto e quelli che quindi necessitano di attività specifica di monitoraggio e/o interventi di mitigazione.

impatto positivo, l'aspetto ambientale non subisce impatti che comportano da -22 a 0 interventi;

da 1 a 5 impatto negativo poco significativo

da 6 a 11 impatto negativo, l'aspetto ambientale deve essere tenuto sotto controllo;

impatto negativo significativo, l'azione di piano necessita di interventi di da 12 a 17 mitigazione e monitoraggio periodico;

impatti negativo estremamente significativo, l'azione di piano necessita di da 18 a 22 interventi di mitigazione e monitoraggio.

128

Matrice degli impatti cumulativI

Effetti sulle componenti ambientali Num. 0 Ambito Inqu TOTALE Azione da valutare Qualità Aree naturali- Consumo Popolaz e Aria Acqua Paesaggio Mobilità Energia Rifiuti acustico suolo habitat suolo società 0 A.R.I.A. (Aria di rilevante 1 interesse ambientale n.° 19 -2 -2 -2 -2 -2 -2 0 0 0 -2 -14

dell’Isonzo)

0 Zona F4 (Area di interesse 2 ambientale e naturalistico -2 -2 -2 -2 -2 -2 0 0 0 -2 -14

FLUVIALE dell’Isonzo e del Vipacco

0

AMBITI AMBITI Zona E4.1 Area di elevato interesse agricolo 3 -2 -2 -2 -2 -2 -2 0 0 0 -2 -14 paesaggistico (Ambito di naturalità dell’Isonzo

0 4 Area protetta del Carso 1 0 1 -2 -2 -2 0 0 -2 -10

0 Resti della Prima Guerra 5 0 0 1 1 -2 0 0 0 -2 -2 -6

Mondiale

0

Zona E2 (Ambito boschivo 6 1 0 1 -2 -2 -2 0 0 0 -1 -10

DEL CARSO DEL dell’altipiano carsico)

AMBIENTE EPAESAGGIO AMBIENTE AMBITI AMBITI 0

SISTEMA Aree di progettazione 7 unitaria del Museo all’aperto 1 0 1 1 -2 -2 0 0 0 -2 -18 del Carso

0 Zona E4.2 Area di interesse agricolo paesaggistico (Aree

8 agricole per il mantenimento 1 0 1 -2 -2 -2 0 0 0 -2 -7 delle connessioni naturali e delle componenti ambientali

0

AMBITO AGRICOLO AMBITO Zona E6 Area di interesse 9 1 0 1 1 -2 1 0 0 0 -2 -7 agricolo

129

0

10 Prati stabili 1 0 -2 -2 -2 -2 0 0 0 -2 -11

0

11 (Edifici di pregio ambientale 0 0 -1 0 -2 -2 0 -1 0 -2 -8

0

12 Castello di Rubbia 0 0 0 0 -2 -2 0 0 0 -2 -6

0

DI INTERESSE DI STORICO 13ae b Zona B1 e Zona B2 -0 0 0 0 -2 -2 -2 0 -2 -2 -6 AMBITI AMBITI

0

Ambito di riqualificazione di 14 0 0 0 0 -2 -2 0 -1 0 -2 -7 Gabria

0

INSEDIAMENTI DI DI

ENTE 15 Zona B3 1 1 0 -2 -2 1 0 1 1 -2 6

SISTEMA AMBITI

REC ESPANSIONE

0 Zona C.1 (ambito di 1 16 1 1 1 -1 1 1 1 1 -1 5 espansione di Savogna -1 -2 Zona C2 Ambito di 17 0 0 -2 0 -2 -2 0 0 0 -2 -10 trasferimento di Stradalta

AMBITI DI AMBITI 0 Riqualificazione ingresso 18 -6 TRASFORMAZIONE 0 -1 -1 -1 -1 0 0 0 -2 sud di Savogna

0

Riqualificazione area 19 1 0 1 0 -2 -1 1 0 0 -2 -2 centrale di Savogna

0 20°a ESERVIZI Attr. Pubbliche esistenti 1 0 1 0 -2 -1 1 0 0 -2 -2

e b ATTREZZATURE ATTREZZATURE

- 0

)

A A E E

A’ A’ 21 -5

TIVIT Miglioramento Zona D3/H3 0 -1 0 -1 -1 -1 0 0 0 -1

TIVE

T

SISTEM A

AMBITO AMBITO MALINA

(TORRE

PRODUT FLUVIAL CIVIDINA

130

-1

Riconoscimento e 22 -1 -1 -1 0 -1 -1 0 -1 -1 -1 -9 miglioramento Zona D3.1

11 Area rtigianale del PIP di 1 1 23 Rubbia e di via Primo -1 0 -1 1 0 -1 1 -1 -1 Maggio -1 -1

1

Zona D2.3 - Area per il 24 deposito all’aperto di terre e 1 0 1 00 1 1 1 0 0 -1 5 rocce da scavo

0

Completamento e 25 miglioramento H2 a -1 -1 0 0 -2 -1 -1 -1 -1 0 -9

destinazione commerciale

AMBITO AMBITO COMMERCIAL E

0

26 Connessioni ciclo-pedonali -2 0 0 -2 -2 0 -2 0 0 -2 -10

-1 -1

SISTEMA Viabilità di supporto alle attività VIABILITA’ 27 1 1 0 0 -1 0 0 -2 1 VIABILISTICO produttivr 1

131

10. ALTERNATIVE

La direttiva VAS determina che, nella predisposizione del Rapporto ambientale, gli effetti delle azioni di Piano devono essere individuati, descritti e valutati sia in rapporto allo stato attuale dell’ambiente, sia in rapporto ai possibili effetti futuri derivanti da scelte diverse, attraverso l’individuazione di ragionevoli alternative. La predisposizione di alternative risulta dunque uno degli aspetti irrinunciabili del processo di valutazione ambientale. Questo capitolo affronta la valutazione delle alternative strategiche elaborate durante la definizione del piano per individuare quali di esse meglio rispondano ai principi di sostenibilità: di norma la costruzione di un piano regolatore è accompagnato da ragionamenti alternativi, cambi di punti di vista, set di obiettivi e azioni diverse per poi concentrarsi su una proposta. Questa prima valutazione non vuole escludere l’eventuale trattazione o formulazione di alternative derivanti dalla valutazione degli effetti, ma si rende utile in quanto vi sono tutti i presupposti per considerare le previsioni inattuate come primi orientamenti di piano per la significatività e per gli effetti che tali scelte pianificatorie sono in grado di generare. L’amministrazione Comunale, già in sede di formazione delle direttive, nell’ottica di perseguire una politica di riduzione delle criticità associate allo sprawl urbano, ha impartito i seguenti indirizzi:  limitare il consumo di suolo  riqualificare l’esistente. L’analisi e valutazione delle alternative considerate nel processo di formazione dello strumento urbanistico rappresenta una fase importante per la VAS, per la possibilità di scegliere opzioni urbanistiche diversificate e sostenibili. Nel caso di Savogna d’Isonzo, gli obiettivi generali di sostenibilità della Variante sono volti alla limitazione del consumo del suolo ed alla salvaguardia degli elementi di valenza paesaggistica-ambientale esistenti. Quindi l’elaborazione della Variante si è configurata come una graduale definizione di azioni, per il mantenimento dell’assetto insediativo attuale e la valorizzazione della qualità urbana e paesaggistica, attraverso un processo di confronto con gli estensori del Piano e l’Amministrazione Comunale per arrivare alle scelte finali. Il processo di VAS ha contribuito ad una verifica continua delle reali esigenze/opportunità di trasformazione urbanistica nell’ottica di una limitazione del consumo di suolo non urbanizzato. Nella costruzione delle alternative per il piano per il comune di Savogna d’Isonzo è stata utilizzata la seguente metodologia (dallo studio “Metodologie per la valutazione delle alternative nei processi di VAS – Ministero dell’ambiente)  attivazione del processo partecipativo, che ha coinvolto sia gli abitanti, sia la commissione urbanistica, ha permesso di costruire una visione condivisa del territorio di Savogna d’Isonzo  analisi e studio di alternative tematiche Considerando che le alternative possono avere diversi livelli a seconda della tipologia di piano e/o programma da valutare (Alternative ampie e generali e Alternative tematiche)  valutazione dell’ equilibrio tra sostenibilità ambientale, economica e sociale delle alternative

132

Proposta di piano “Sviluppo ambito C”

L’Amministrazione comunale, fin dalle fasi preliminari di costruzione del Piano ha inteso perseguire una politica di contenimento di consumo di suolo, per limitare le tendenze all’espansione e a fenomeni di urban spraw, individuando comparti residenziali rispondenti in particolare all’obiettivo di individuare una realistica ipotesi di dimensionamento dell’area di nuova espansione residenziale provvedendo ad una richiesta reale di nuova edificazione. Quindi le strategie generali del piano per il sistema insediativo è il conseguimento della sostenibilità territoriale della crescita insediativa che si articola nei seguenti obiettivi specifici: 1) contenere il consumo di suolo delle espansioni insediative; 2) recuperare il patrimonio edilizio e insediativo non utilizzato; 3 conseguire forme compatte delle aree urbane Il processo partecipativo si è focalizzato sulle possibili alternative riguardanti l’”ambito C”.

Ambito C1

Il piano struttura vigente ha classificato L’ambito C1, così come perimetrato nella zonizzazione del vigente Piano, come “Ambiti di espansione di Savogna” L’area è localizzata al confine con il nucleo abitato , vicino ad una area scolastica, in una zona prettamente residenziale con una superficie complessiva di 20 Ha circa. Allo stato attuale l’area è interamente inedificata e la situazione è bloccata in questo modo da più di 20 anni. Dall’incontro pubblico tenutosi in data 28/01/2013 con i proprietari dei terreni ricadenti nella zona “C” classificata dal vigente P.R.G.C. è stato proposto il mantenimento della zona “C” con una nuova perimetrazione. I professionisti, l’Amministrazione e i proprietari delle aree in oggetto hanno studiato delle ipotesi progettuali sullo sviluppo di tale zona, indicando gli spazi destinati alla viabilità, al verde e all’edificazione.

Il piano è lo strumento attraverso il quale si governa un fenomeno o un territorio o un sistema determinato. Può essere possibile che il piano scelga, per raggiungere il suo scopo, azioni minime, ma la “non pianificazione” significa rinunciare al governo di un determinato fenomeno sul territorio. In questo caso, è’ stata presa in considerazione l’opzione zero come opzione “business as usual”.

133

Fattori ALTERNATIVA 0 ALTERNATIVA 1 considerati

L’alternativa di sviluppo proposta favorisce una edificazione controllata proponendo, per il lato dell’area lungo via I Maggio, il mantenimento della tipologia costruttiva già esistente, case disposte a pettine rispetto alla viabilità, mentre Secondo proposta dell’alternativa zero – dal lato verso la zona più naturale una business as usual, la zona viene modalità edificatoria più libera costituita da mantenuta secondo le previsioni del piano villette uni-familiari con giardino. Inoltre attualmente vigente. Questo possibile propone la previsione di un filtro/polmone, scenario emerge dalle analisi dello stato verso le polarità scolastiche poco distanti e territorio attraverso il quadro conoscitivo e verso l’ambito agricolo-paesaggistico prefigura una mancata programmazione dell’Isonzo. La vegetazione è di grande utilità della organizzazione del territorio. per catturare particelle sospese e assorbire Sviluppo Il mantenimento dello stato attuale, senza gas inquinanti. contribuendo al benessere e zona C la predisposizione di strumenti urbanistici alla salute degli abitanti. Questo spazio opportuni potrebbe provocare un naturale potrebbe essere utilizzato non solo peggioramento della qualità della vita per i dai residenti, ma anche dagli studenti della cittadini. Il “non predisporre” una visione scuola elementare limitrofa come laboratorio chiara e coerente della crescita del all’aperto (orto didattico). L’intera area territorio produrrebbe una scarsa tutela potrebbe essere attraversata da un percorso delle risorse ambientali presenti e del ciclabile di collegamento. L’attuazione di paesaggio. questa alternativa, quindi porterebbe ad una

progettazione attenta dell’edificato, un miglioramento della qualità dell’aria e del suolo e quindi della salute pubblica grazie alle proposte di filari di alberi e piste ciclabili che attutiscono i rumori e migliorano la qualità dell’aria.

Di seguito la matrice di valutazione delle alternative considerate rispetto alle componenti ambientali

134

Matrice di valutazione degli effetti delle possibili alternative sulle componenti ambientali “Sviluppo ambito C”

Effetti sulle componenti ambientali

Alternative Qualità del Qualità Qualità Inquinamento Consumo Traffico e Biodiversità Paesaggio Rifiuti Popolazione suolo dell’aria dell'acqua acustico del suolo mobilità

0

1

Impatto Impatto Non sono Impatto Impatto molto negativo negativo previsti impatti positivo positivo significativo limitato rilevanti

135

11. MITIGAZIONI

I potenziali effetti sui diversi sistemi ambientali, secondo una visione d’insieme, rimandano ad un quadro nel quale le previsioni della variante risultano all’interno di una complessiva sostenibilità ambientale, in relazione agli obiettivi strategici generali del nuovo strumento urbanistico. L’analisi dei possibili effetti significativi sull’ambiente è stata condotta attraverso una attenta analisi delle relazioni tra azioni della variante e le componenti ambientali del territorio in esame. Poste queste premesse, in esito a quanto rilevato nei contenuti del presente documento, in riferimento agli effetti previsti dalla approvazione variante al PRCG del Comune di Savogna D’Isonzo, nella tabella seguente sono indicati ulteriori criteri di attuazione per la sostenibilità degli interventi. Queste raccomandazioni, evidenziate nel percorso della Valutazione Ambientale Strategica, sono state recepite all’interno delle previsioni normative al fine di minimizzare gli effetti negativi sull’ambiente. Al fine di limitare ulteriormente le pressioni ambientali potenzialmente prodotte dall’attuazione della variante, si riportano alcune indicazioni/riflessioni che hanno guidato la costruzione dello strumento urbanistico e che hanno direzionato le scelte verso un miglioramento significativo del livello di sostenibilità delle azioni della variante.

 Attività produttive Il piano non introduce nuove aree a destinazione produttiva, tuttavia, al fine di mitigare gli impatti negativi derivanti dal completamento delle zone esistenti, vengono prescritti con le NTA degli specifici requisiti per la nuova edificazione di manufatti destinati ad attività produttive al fine di limitare le emissioni inquinanti attraverso l’adozione di tecnologie pulite e sistemi di abbattimento delle emissioni in atmosfera utilizzando le migliori tecnologie disponibili.

Art.35 - Zone D2 (Area artigianale del PIP di Rubbia e di via Primo Maggio) Sistemazione di aree scoperte: all'interno dei singoli lotti è obbligatoria la creazione, mediante l'uso di essenze autoctone, di cortine arboree e arbustive perimetrali di spessore adeguato disposte in particolare sui fronti confinanti con la viabilità Per gli insediamenti artigianali e industriali è fatto obbligo del rispetto delle norme igienico-sanitarie previste dalle leggi vigenti, affinchè sia garantita la prevenzione e l’eliminazione degli effetti inquinanti derivanti dalla lavorazione svolta. E’ sempre facoltà del Sindaco, ai fini del rilascio della concessione edilizia o dell’imposizione di particolari prescrizioni di salvaguardia da fattori inquinanti, di avvalersi della consulta tecnica specifica fornita anche dal Centro di Medicina del Lavoro dell’Azienda Sanitaria. Si dovrà adottare ogni provvedimento atto alla eliminazione degli inquinamenti conformemente alle prescrizioni del D.Lgs 152/2006 e successive modifiche e integrazioni. In particolare nella realizzazione dei manufatti artigianali e industriali è fatto obbligo: - della predisposizione di dispositivi atti all’abbattimento dei fumi derivanti dalla combustione per riscaldamento o dalla lavorazione svolta nell’ambito dell’azienda; - della captazione integrale delle polveri, delle segature e degli elementi corpuscolari in genere, evitando del tutto la loro dispersione, anche saltuaria e occasionale, nell’atmosfera, con divieto di deposito delle sostanze suddette sulle aree scoperte o aperte dell’azienda. f) Il rilascio delle concessioni è subordinato inoltre alla presentazione di un piano delle lavorazioni con l’elenco dei macchinari e degli impianti, contenente l’indicazione: - delle qualità e delle quantità delle materie prime di ingresso o dei prodotti in arrivo; - dei cicli di trasformazioni previsti; - dei prodotti finiti o semilavorati; - della quantità e qualità dei prodotti solidi, liquidi e gassosi da considerarsi come scarti finali dei cicli di trasformazione; - delle quantità e delle qualità dei flussi energetici necessari ai cicli di trasformazione. La concessione verrà rilasciata solo nei casi in cui ci sarà l’assoluta garanzia che le lavorazioni non siano in alcun modo nocive

Dalla analisi effettuata attraverso al valutazione degli impatti sulle componenti ambientali, si ricava che una delle azioni che produce un effetto significativo sul territorio è quella che riguarda il “deposito all’aperto di terre e rocce da scavo”. L’area è localizzata tra il rilevato ferroviario e la zona D2 del P.I.P., e attualmente

136 incolta. Il Piano, attraverso una serie di prescrizioni, prevede l’attuazione controllata dell’ambito e la mitigazione degli impatti che possono essere provocati al territorio e all’ambiente circostante.

L’attività prevista dovrà essere regolata da apposita convenzione che conterrà: - tempi di permanenza dell’attività; - modalità recupero area dopo il suo uso; - opere di mitigazione paesaggistica; - garanzie per l’Amministrazione per il recupero dell’area (fideiussione, bancaria o assicurativa). Tutte le attività presenti e previste dal presente articolo dovranno valutare il rispetto della normativa per la tutela dell’inquinamento acustico di cui al Piano comunale di classificazione acustica

 Ambiente e paesaggio Uno degli obiettivi prioritarie di questo piano è cercare di valorizzare le peculiarità e le identità locali del territorio di Savogna d’Isonzo. Questo soprattutto “attraverso la tutela paesaggistico ambientale, la prevenzione e il recupero del degrado ambientale, la riqualificazione dei centri urbani, il miglioramento delle condizioni di vivibilità territoriale e il potenziamento e lo sviluppo delle attività e dei servizi esistenti”. Quindi per quanto concerne la valorizzazione e la fruizione del paesaggio, il piano prevede la promozione di una nuova qualità ambientale connessa sia all’attivita’ agricola che ai nuovi interventi di trasformazione territoriale. In particolare definisce quali sono le visuali di pregio da salvaguardare perché consentono la percezione visiva di particolari panorami, di specifiche emergenze paesaggistiche o di particolari edifici di pregio culturale e ambientale

Art. 19 - Visuali di pregio ….. 2. INTERVENTI AMMESSI I progetti edilizi di nuova edificazione, o di ampliamento, riguardanti edifici ricadenti all’interno dei coni visuali predetti, devono essere corredati da grafici che rappresentino la sagoma di progetto rispetto al punto o all’ambito di tutela, al fine di dimostrare la compatibilità ambientale e paesaggistica del nuovo inserimento (Rispetto Prontuario e art. 26)…..

Esempio di Tavola strategie di piano- visuali di pregio

137

Inoltre il piano individua sul territorio comunale dei “percorsi di interesse storico-paesaggistico “e propone la loro valorizzazione al fine di costituire una rete di collegamento ciclo/pedonale tra le realtà urbane, i servizi e “i fatti notevoli” del paesaggio

Art. 20 - Percorsi di interesse storico-paesaggistico 2. INTERVENTI AMMESSI La viabilità di interesse storico (sentieri e carrarecce) dovrà essere oggetto di interventi di manutenzione e ripristino ispirati al mantenimento delle caratteristiche originarie e al rispetto del paesaggio. E’ consentito realizzare nuovi tratti di collegamento al fine di rafforzare la rete di connessione ciclo/pedonale delineata dal presente P.R.G.C. e la creazione di punti di sosta panoramici, posizionamento di cartellonistica e punti di sosta. Sulla viabilità esistente di interesse ambientale è consentito operare interventi di consolidamento, ripristino e allargamenti con particolare attenzione allo scolo delle acque.

Il piano ha come obiettivo la salvaguardia, manutenzione e valorizzazione delle qualità ecologiche ambientali delle aree carsiche, nonché la tutela di tutte le caratteristiche morfologiche del territorio e propone una disciplina che prevede la tutela compatibile con l’esercizio dell’attività agricola, rimandando a piano attuativo specifico gli interventi

Art. 10 - Area protetta del Carso 4. NORME PARTICOLARI a) Infrastrutture Gli interventi riguardanti le infrastrutture tecnologiche che attraversano la zona carsica comportanti modifiche della situazione di fatto rilevata al momento dell’adozione del P.R.G.C., sono ammessi soltanto se non contrastanti con gli obiettivi di riqualificazione e salvaguardia dell’ambiente storico-naturalistico. Eventuali infrastrutture tecnologiche da realizzarsi entro il perimetro dell’”Area protetta del Carso” dovranno essere interrate. b) Parco della Prima Guerra Mondiale Per il recupero e la valorizzazione delle testimonianze storiche della Guerra Mondiale (sempre consentito ai sensi dell’art. 17 delle presenti Norme) è ammessa la realizzazione di apposita sentieristica al fine di creare circuiti di tipo storico-culturale

Per quanto concerne gli ambiti fluviali le NTA all’Art. 11 - Zona F4 (Area di interesse ambientale e naturalistico dell’Isonzo e del Vipacco) ribadisce i concetto di tutela e salvaguardia delle risorse:

Art. 11 - Zona F4 (Area di interesse ambientale e naturalistico dell’Isonzo e del Vipacco) 3. PROCEDURE DI ATTUAZIONE E INTERVENTI AMMESSI Tale zona si attua attraverso piano/piani attuativi. Fino all’entrata in vigore del P.A.C. valgono le seguenti norme: a) non sono ammesse le attività che possono pregiudicare la fruizione dei luoghi da parte dei cittadini; b) non è ammessa alcuna costruzione, nemmeno di carattere precario o di tipo prefabbricato; c) non è ammesso lo svolgimento di attività estrattive; d) il taglio del bosco è subordinato ad autorizzazione comunale; e) è vietato l’accesso alla zona con mezzi motorizzati salvo che per motivi di lavoro e di vigilanza; f) è vietata la messa a coltura di nuovi terreni, non interessati da colture agricole alla data di adozione del P.R.G.C..

138

Anche le norme riguardanti Art. 12 - Zona E2 (Ambito boschivo dell’altipiano carsico) sono state pensate per proteggere gli ambiti boscati assoggettandoli solo alle operazioni di manutenzione e rinnovo senza riduzione della superficie boscata e con la piantumazione di alberi ed arbusti di specie autoctone locali, vietando l’apertura di cave e qualsiasi attività che possa comportare la trasformazione delle manifestazioni carsiche doliniformi e limitando gli interventi ammessi a quelli che si conformano ai criteri tipologici, costruttivi della tradizione locale, riportati all’art. 26 “Norme per la salvaguardia della tipicità dei luoghi”.

Art. 13 - Zona E4.1 Area di elevato interesse agricolo paesaggistico PROCEDURE DI ATTUAZIONE In tale zona sono consentiti i seguenti interventi e pratiche colturali: - interventi di gestione selvicolturali per il mantenimento del patrimonio arboreo-arbustivo, secondo le tecniche colturali storicamente in uso e secondo i criteri indicati dalle vigenti norme di Polizia forestale regionale; - attività volte al mantenimento e la valorizzazione delle colture agrarie a fini agricolo- produttivi con tecniche agronomiche appropriate, nel rispetto delle caratteristiche paesaggistico-ambientali della zona.

Sono vietati: - i movimenti di terra e le alterazioni della morfologia del suolo, ad eccezione di quelle necessarie all'attività agricola; - la riduzione di superficie boscata e del prato, nonché l'estirpazione delle piante arboree isolate, a gruppi o per filari; - l'apertura o l'esercizio di cave e discariche; - qualsiasi modifica al sistema idrico superficiale; - realizzazione di depositi merci o di materiali a cielo aperto di cui al comma 1, lettera e), della LR 19/2009. Qualunque intervento di dissodamento o di alterazione dell'ambiente non in armonia con la presente normativa, dovrà comportare l'immediato ripristino ambientale dello stato e dei luoghi in essere: - non sono ammessi allargamenti della carreggiata, modifica del tracciato e della tipologia della viabilità esistente, compresa la realizzazione di un fondo artificiale, tramite l’uso di asfalti o calcestruzzi. Per l’esecuzione di nuove infrastrutture tecnologiche o energetiche deve essere utilizzato esclusivamente il sedime della viabilità esistente; - sono altresì consentiti, interventi di rinaturazione e riqualificazione ambientale.

Il Piano ha come obiettivo la massima valorizzazione ai fini turistici, culturali, ricreativi e naturalistici di ambiti carsici di particolare interesse come l’ambito del monte San Michele e l’ambito del monte Brestovec, anche in accordo con altre Amministrazioni. L’ Art. 16 - Aree di progettazione unitaria del Museo all’aperto del Carso prevede una serie di procedure dia attuazione e interventi ammessi al fine di salvaguardare le peculiarità ambientali, valorizzando nel contempo le caratteristiche storiche

Art. 16 - Aree di progettazione unitaria del Museo all’aperto del Carso a) Ambito del Monte San Michele – Lettera “A” L’ambito territoriale è soggetto, con finalità di valorizzazione ambientale e storico-testimonale, a P.A.C. di iniziativa pubblica. Fino all’entrata in vigore del piano attuativo sono ammessi tutti gli interventi di carattere forestale, la manutenzione e la realizzazione di percorsi pedonali, l’apposizione di cartelli con indicazioni riguardanti i luoghi ed i manufatti di interesse storico. b) Ambito del Monte Brestovec – Lettera “B” La valorizzazione dell’ambito si attua mediante un apposito P.A.C. di iniziativa pubblica. Questo al fine di realizzare i seguenti impianti e attrezzature: - sedi per associazioni culturali ed escursionistiche; - locali di servizio e complementari alle attività stesse; - percorsi pedonali di interpretazione ambientale;

139

- parcheggi pubblici e di uso pubblico. La volumetria complessiva degli edifici sopramenzionati non può superare i 1.500 mc e l’altezza i 6,50 ml.. Fino all’entrata in vigore del piano attuativo sono ammessi tutti gli interventi di carattere forestale, la manutenzione e la realizzazione di percorsi pedonali, l’apposizione di cartelli con indicazioni riguardanti i luoghi ed i manufatti di interesse storico. E’ ammesso, inoltre in assenza di P.A.C., l’ampliamento dell’edificio sede dell’associazione “Talpe del Carso” al fine di realizzare spazi di uso comune e foresteria, fino ad un massimo di 250 mc. Tale ampliamento, che deve essere effettuato in aderenza all’edificio esistente, dovrà avere un’altezza non superiore a 5,50 ml. c) Ambito S.Michele del carso – Lettera “C” La valorizzazione dell’ambito si attua mediante un apposito P.A.C. di iniziativa pubblica in cui possono essere realizzati i seguenti impianti ed attrezzature: - sede per associazioni culturali ed escursionistiche; - locali di servizio e complementari alle attività stesse; - percorsi pedonali di interpretazione ambientale; - parcheggi pubblici e di uso pubblico. In tale area la volumetria complessiva degli edifici sopramenzionati non può superare i 1.500 mc. e l’altezza i 6,50 ml..

 Insediamenti e nuclei storici

La tav. A1 del piano identifica le “Permanenze territoriali-ambientali” attraverso il confronto delle mappe storiche catastali del 1822, conservate all’Archivio di Stato di Gorizia, con la carta tecnica regionale aggiornata ai nostri giorni è stato individuato il “Netto storico”: l’insieme cioè degli elementi lineari, puntuali e d’area che costituiscono l’identità del territoriale del comune di Savogna d’Isonzo. Per favorire il mantenimento di questi elementi identitari del comune di Savogna, il piano interviene fornendo una serie di prescrizioni per la salvaguardia della tipicità dei luoghi , anche attraverso un prontuario, per gli interventi riguardanti gli edifici:  per edifici residenziali, per quelli rurali l’integrazione nel contesto si dovrà adottare come riferimento le caratteristiche architettoniche dell’edilizia tradizionale locale, basate sulla semplicità e linearità delle forme e ricorrendo a criteri compositivi edilizi e insediativi che minimizzano l’impatto anche attraverso forme di graduazione delle altezze in relazione alla distanza, ed tendano alla valorizzazione ed esaltazione degli aspetti paesaggistici con soluzioni adeguate alle condizioni morfologiche e vegetazionali del sito;  per edifici produttivi industriali e artigianali l’integrazione paesaggistica dovrà essere conseguita sia attraverso il ricorso a soluzioni tipologiche articolate evitando, ove possibile, tipi a piastra, sia a forme di minimizzazione dell’impatto, di integrazione tra la parte edificata e quella libera da tutelare

Esempio tavola del prontuario

140

Sono state predisposte delle schede tecniche che definiscono nel dettaglio gli interventi necessari per la riqualificazione di determinati ambiti del comune significativi dal punto di vista della tradizione locale. Per esempio l’area che riguarda il nucleo abitato di Gabria è stata analizzata e schedata in questo modo:

141

 Ambiti di criticità idro-geologica

Su incarico dell’Amministrazione Comunale, nel mese di novembre dell’anno 2015, è stata svolta dal dott. Geo. Pizzin l’ indagine geologica relativa alla Variante Generale al Piano Regolatore Comunale, in ottemperanza alle Leggi Regionali e Nazionali in materia urbanistica e geologica. L’indagine geologica ha riguardato una visione d’insieme delle caratteristiche geologiche del territorio in modo da offrire un valido contributo in termini conoscitivi e gestionali nei campi della pianificazione territoriale e dei lavori pubblici e più in generale negli interventi sul territorio. All’interno del territorio comunale si possono distinguere alcuni ambiti di vulnerabilità dipendenti da fattori di natura idrogeologica che il Piano di assetto idrogeologico individua sul territorio comunale come aree a pericolosità P1 - moderata, P2 -, media e P3 - elevata, indicati alla relazione geologica allegata al piano. A queste aree è associata una serie di prescrizioni normative per la corretta progettazione degli interventi sul territorio alle quali il piano fa riferimento. Inoltre si ricorda anche l’intervento per la realizzazione dei nuovi argini a difesa dell’abitato nella frazione di Rupa ( Quadro conoscitivo) Dall’analisi effettuata per la redazione dello studio di microzonazione sismica di primo livello del territorio comunale di Savogna d’Isonzo è emerso che non risultando esserci faglie capaci su tutto il territorio comunale. Tutti i parametri rilevati (stratigrafia, profondità della falda, caratteristiche geotecniche, assenze di faglie attive e/o presunte) non hanno evidenziato situazioni di pericolosità dal punto di vista geostatico, nè tantomeno di esondazione e/o valanghivo, tali da pregiudicare le modifiche.

12. VALUTAZIONE D’INCIDENZA

La procedura della valutazione d’incidenza è finalizzata a stabilire se il Piano sia compatibile - eventualmente sotto specifiche condizioni - con gli obiettivi di conservazione di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) o di Zone di Protezione Speciale (ZPS) di Rete Natura 2000, interessati dal Piano in argomento. Le condizioni per assoggettare il Piano alla procedura di valutazione d'incidenza (così come indicato nella Direttiva Habitat e nella normativa nazionale di recepimento), sono che:

 non sia un Piano direttamente connesso e necessario alla gestione del sito  esista la possibilità che abbia incidenze significative sul sito.  Nel caso del Piano in oggetto, la “relazione d’incidenza” allegata alla documentazione di piano, evidenzia che il territorio di Savogna d’Isonzo non è interessato da SIC/ZCS/ZPS e che le previsione delle azioni di piano non avranno alcun effetto o interferenza con alcun Sito di importanza comunitaria o Zona di protezione speciale.

142

13. BILANCIO DELL’USO DEL SUOLO

Per quanto riguarda le modifiche proposte dalla variante generale , è stato fatto un raffronto tra lo strumento urbanistico vigente e il progetto del nuovo piano, per mettere a confronto le variazioni dell’uso del suolo in modo da calcolare il consumo di suolo delle aree interessate da possibili mutazioni nelle loro destinazioni.

Variante 13 Variante generale Differenza Zona A 95.670 95.670 0 Zona B1 73.240 71.290 -1.950 Zona B2 223.500 224.380 880 Zona B3 475.760 486.160 10.400 Zona verde privato 383.260 359.000 -24260 Zona C 25.840 40.510 14.670 Zona D2.1 - 35.680 35.680 Zona D2.2 - 6.470 6.470 Zona D2.3 - 14.160 14.160 Zona D3.1 63.660 52.660 -11.000 Zona E2 7.733.330 7.730.500 -2.830 Zona E4.1 - 835.150 835.150 Zona E4.2 - 1.602.470 1.602.470 Zona E6 1.860.720 1.885.240 24.520 Zona F4 1.385.050 1.385.050 0 Zona G4 21.160 19.820 -1340 Zona H2 7.320 7.320 0 Zona H3 83.700 83.700 0 Zona S 192.670 208.280 15.610 Zona M 847.120 847.120 0

Totale 15.990.630 15.990.630 0

143

14. MONITORAGGIO

Il processo di Valutazione Ambientale Strategica, così come introdotto dalla Direttiva 2001/42/CE, deve proseguire nella fase attuativa e di implementazione delle azioni che il Piano prevede e rende possibili: lo strumento funzionale al proseguimento della valutazione ambientale in itinere è costituito dal monitoraggio, un aspetto che viene ancora considerato come marginale nel processo di VAS. Il monitoraggio ambientale prevede una serie di attività da ripetere periodicamente, finalizzate a verificare lo stato di avanzamento e le modalità di attuazione del Piano, a valutare gli effetti ambientali indotti e a fornire indicazioni per eventuali correzioni da apportare ad obiettivi e linee d’azione. Il monitoraggio, quindi, nella procedura di VAS (art.18 del D. Lgs. 4/2008) serve a verificare gli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del piano e il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prestabiliti, al fine di individuare gli eventuali impatti negativi e le opportune misure correttive da adottare.

FINALITA’del PIANO di MONITORAGGIO individuare effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano e quelli imprevisti, non direttamente riconducibili alla realizzazione degli interventi correlati alle azioni di piano; verificare l’adozione delle misure di mitigazione previste nella realizzazione delle singole azioni attuate dal piano definire opportune misure correttive necessarie in caso di effetti ambientali significativi

Per avviare il monitoraggio del nuovo PRGC è necessario predisporre un set di indicatori per verificare, in itinere ed ex post, le azioni dello strumento urbanistico. Gli indicatori sono quindi lo strumento più adatto sia per fotografare il territorio prima dell’attuazione delle previsioni contenute nel nuovo PRG (descrizione dello stato dell’ambiente), sia a monitorarlo rispetto a possibili effetti sull’ambiente derivanti dalle proposte di piano. Nel caso emergano nel tempo indicazioni che attestino il mancato perseguimento degli obiettivi, l’Amministrazione potrà adottare interventi correttivi (che dovranno integrare il sistema di indicatori VAS) e attraverso un'attività di reporting dare informazioni, alle autorità con competenza ambientale e al pubblico, dei risultati periodici del monitoraggio del piano. Esaminati i contenuti del capitolo che definisce gli “impatti” e gli “impatti cumulativi” delle azioni della variante, la proposta di monitoraggio è costituita da una specie di “matrice di monitoraggio” definita da obiettivi e da indicatori e così organizzata:  Obiettivi di sostenibilità: all’interno della colonna è stata individuata, per ciascun obiettivo, la corrispondente tematica di riferimento così come classificata dalle strategie di sviluppo sostenibile.  Obiettivi di Piano correlati: tali obiettivi corrispondono agli obiettivi di Piano, così come enunciati nel documento Rapporto Ambientale e nella documentazione di Piano  Azioni: corrispondono al set di azioni di Piano individuate nel Rapporto ambientale  Indicatori di Processo: descrivono lo stato o il grado di attuazione del Piano (indicatori di monitoraggio del Piano)  Indicatori di Contesto: descrivono l’evoluzione del contesto ambientale (indicatori di monitoraggio del contesto)  Contributo delle varianti agli indicatori di contesto: indicatori che misurano il contributo del Piano alla variazione dell’indicatore di contesto (indicatori che “traducono” l’attuazione del Piano in effetti sul contesto ambientale, relazionandoli agli indicatori di contesto).

processo operativo del Piano di monitoraggio - ARPA Piemonte 144

I dati e le informazioni raccolti ai fini del monitoraggio ambientale devono essere a loro volta organizzati, gestiti e messi a disposizione in modo da garantirne il riutilizzo ed in modo che le informazioni raccolte attraverso il monitoraggio siano utilizzate in caso di eventuali modifiche al piano o programma o comunque incluse nel quadro conoscitivo dei successivi atti di pianificazione o programmazione Ogni Piano opera nell’ambito di un processo decisionale pubblico organizzato in una molteplicità di strumenti (politiche, piani, programmi e progetti) con una propria autonomia procedurale che riguardano settori diversi e che hanno tempi e livelli di dettaglio differenti, che tuttavia risultano tra loro correlati in una visione comune di sviluppo del territorio. La trasformazione del territorio dipende perciò dall’insieme degli effetti, anche sinergici, derivanti dalle scelte di tutti gli strumenti che compongono il processo decisionale: solo un metodo coordinato può consentire di raggiungere la sostenibilità complessiva delle scelte pianificatorie e programmatorie. In questo specifico caso, per il Comune di Savogna D’Isonzo è stato già predisposto un piano di monitoraggio relativi alla variante num 7 al PRGC che ha come obiettivi di monitoraggio la qualità dell’aria, il contenimento dell’uso del suolo, la qualità dell’acqua, la tutela del paesaggio e la salvaguardia dei prati stabili:

OBIETTIVI DEL MONITORAGGIO INDICATORI TARGET TEMPISTIC A

ARIA Salvaguardia e protezione della Concentrazioni di sostanze Minori del limite di annuale salute della inquinanti nell’atmosfera Legge popolazione e degli ecosistemi dall’inquinamento

ACQUA Salvaguardia e protezione della Controllo dei valori IBE e Minori del limite di annuale salute della macrodescrittori Legge popolazione e degli ecosistemi dall’inquinamento

BIODIVERSITA’ Rilevamento dello Intervento finalizzato al sviluppo degli mantenimento di superfici 3 sfalci l’anno annuale interventi di a prato stabile compensazione Numero di sfalci l’anno conseguenti alla Attecchimento della perdita di prato stabile vegetazione

SUOLO Contenimento del Superficie % annuale consumo dell’uso del permeabile/superficie suolo impermeabile

Attuazione delle Norme di Piano per annuale PAESAGGIO Tutela del patrimonio Aree naturali/superficie la salvaguardia degli naturale territoriale comunale ambiti naturali e delle prescrizioni della rappresentazione schematica delle strategie di piano.

Il piano di monitoraggio non ha mai avuto una completa attuazione, quindi si ritiene utile definire un unico monitoraggio generale che riesca a comprendere gli obiettivi di controllo del piano in oggetto e della variante precedente, in sinergia e continuità, al fine di raggiungere una visione unitaria della trasformazione del territorio nel suo complesso

145

CONTRIBUTO DEL OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ INDICATORI DI INDICATORI DI PIANO AGLI OBIETTIVI DEL PIANO AZIONI DEL PIANO PROCESSO CONTESTO INDICATORI DI CONTESTO

Mantenere compatti gli (Zona C.1-Ambito di insediamenti ed evitare il espansione di Savogna) frammentarsi di episodi Limitare i fenomeni conferma delle edilizi limitando al di Sprawling urbano previsioni contenute nel SUOLO massimo l’individuazione % di nuova superficie (espansione Piano vigente, % superficie di nuovi ambiti di interessata da nuova Differenza superficie disordinata e a favorendo impermeabilizzata trasformazione a qualsiasi impermeabilizzazione impermeabilizzata macchia d’olio) un’edificazione esistente funzione destinati, controllata secondo prevedendo delle indicazioni prioritariamente la specifiche saturazione delle aree

esistenti

Recupero della viabilità Costituire una rete di poderale e Incrementare gli collegamento Stato di attuazione dei interpoderale quale Km di piste ciclabili Incremento della mobilità spazi destinati alla ciclo/pedonale anche tratti ciclopedonali di MOBILITA’ elemento esistenti ciclopedonale mobilità ciclo- con altre realtà urbane progetto E QUALITA’ caratterizzante del pedonale; limitrofe DELL’ARIA paesaggio e per la

percorribilità ciclo- Garantire una Estensione di nuove pedonale di mobilità competitiva, strade collegamento tra sicura, protetta e frazioni anche al fine di Realizzazione della rispettosa creare nuove viabilità di supporto alle Rilievo della dell’ambiente potenzialità di fruizione attività produttive e propagazione delle Fluidificazione flussi

del territorio collegamenti emissioni di gas clima- Stato della qualità veicolari Contenimento delle alteranti dell’aria Emissioni di emissioni da traffico Migliorare l’efficienza e gas clima-alteranti (CO, veicolare la sicurezza del sistema NO2, PM10,)

viabilistico,

146

Variazione di interventi Incentivazione dei Riconoscimento degli Intervenire e % di interventi di di recupero e processi di recupero e edifici di pregio e recuperare il recupero e riqualificazione di aree riutilizzazione del previsione di tutela e di Numero di pratiche patrimonio riqualificazione e/o edifici caratterizzati PAESAGGIO patrimonio edilizio riuso nel rispetto delle presentate architettonico e rispondenti a criteri di da obsolescenza fisica esistente; caratteristiche originarie culturale esistente qualità rispetto al totale e/o funzionale nei centri

storici

Zona D2.3 – Attuazione Promuovere Area per il deposito l’integrazione % nuove superfici all’aperto di terre e rocce paesaggistica, Mq di nuova superficie arboree - % aree Variazione della qualità da scavo) attuazione ambientale e piantumata di fasce di deposito terre e rocce paesaggistica attraverso controllata dell’attività di naturalistica degli mitigazione da scavo l’incremento della deposito all’aperto di interventi derivanti superficie piantumata terre e rocce da scavo e dallo sviluppo la mitigazione degli economico, Verifica delle attuali norme impatti che questa può infrastrutturale ed per il controllo avere per l’ambiente edilizio, tramite la dell’insediabilità (attività circostante. promozione della compatibili) nelle zone qualità progettuale, esistenti e il miglioramento la mitigazione degli degli impatti sul paesaggio Integrazione urbanistica impatti ambientali e e sull’ambiente e ambientale al fine di la migliore riqualificare le aree del contestualizzazione P.I.P. di Rubbia in degli interventi già Numero di attività Piani particolareggiati rapporto al contesto Tipologia delle nuove realizzati insediate attuati per i comparti ambientale circostante attività insediate

Zone D2 (Area

artigianale del PIP di

Rubbia e di via Primo

Maggio

147

Salvaguardia, Gestire il sistema BIODIVERSITA’ manutenzione e delle aree naturali Salvaguardia delle qualità valorizzazione delle protette, al fine di paesaggistiche ed qualità ecologiche Diversità delle specie garantire e ambientali del territorio ambientali delle aree Principali tipi di habitat Variazione degli elementi vegetazionali sul comunale consentendone carsiche, tutela di tutte sul territorio comunale ambientali e promuovere la territorio comunale la valorizzazione le caratteristiche paesaggistici rilevanti conservazione e valorizzazione del ambientale, storico- morfologiche del naturalistica e turistica . territorio - Area protetta patrimonio naturale del Carso

148

14.1. Tempistica

Il monitoraggio sull’attuazione del Piano avverrà mediante la raccolta di dati e di rilievi finalizzati alla sostenibilità ambientale delle azioni previste. L’approvazione del Piano regolatore generale comunale, costituisce il tempo T0, al quale si fa coincidere lo stato attuale dell’ambiente, ovvero il quadro conoscitivo rilevato. Stabilito che la portata delle azioni non avrà un’incidenza all’interno di un intervallo temporale di breve termine, il piano di monitoraggio dovrà essere realizzato possibilmente alla scadenza del 5 anno di vigenza del Piano. Qualora, in data antecedente alla scadenza T1, vengano apportate varianti allo strumento urbanistico che incidano sugli obiettivi del piano di monitoraggio, le stesse dovranno essere verificate nella sostenibilità ambientale mediante un aggiornamento dell’indicatore valutando se vi siano criticità alle previsioni urbanistiche. Raggiunto l’intervallo T1, dovranno essere reperiti i dati e popolati tutti gli indicatori previsti nel Piano di monitoraggio. Gli intervalli successivi possono essere fissati in anni 5, salvo che l’Amministrazione comunale non ritenga necessario intervenire con monitoraggi intermedi.

14.2. Competenze

I soggetti individuati all’interno del Piano di Monitoraggio, ed in particolare gli uffici comunali dell’ente che adotta e approva il presente Rapporto ambientale, dovranno ottemperare alla redazione del piano di monitoraggio così come strutturato in tabella. Insieme ai soggetti con competenze ambientali, dovranno essere individuate le risorse finanziarie, strumentali e umane per la realizzazione di quanto richiesto e previsto nel presente capitolo. Nel caso specifico, in via preliminare, gli Enti da contattare nel merito delle informazioni contenute nei documenti di monitoraggio sono: - Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente – FVG; - Direzioni o in alternativa i servizi di competenza della Regione Friuli Venezia Giulia; - Azienda per i Servizi Sanitari “ISONTINA”;; - Uffici Comunali; In fase di monitoraggio potrebbero essere coinvolti ulteriori enti per le loro specifiche conoscenze settoriali in materia di ambiente.

14.3. Controllo

Il documento di monitoraggio verrà inviato agli enti preposti per le loro specifiche competenze alla valutazione dei dati raccolti. - Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente – Fvg; - Direzioni o in alternativa i servizi di competenza della Regione Friuli Venezia Giulia; - Azienda per i servizi sanitari “ISONTINA”; - Uffici comunali.

14.4. Esiti

Nel caso in cui dal monitoraggio si verifichino esiti negativi o eventuali effetti negativi imprevisti, dovranno essere definiti gli scenari, la tempistica e la cogenza delle azioni da intraprendere al fine di apportare opportune misure correttive alle previsioni introdotte. Tale onere spetta all’amministrazione comunale avvalendosi di specifiche competenze di soggetti o di enti preposti. Dovrà essere data adeguata informazione al pubblico interessato agli effetti ambientali sia delle modalità di svolgimento del monitoraggio che dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate,

149

15. BIBLIOGRAFIA

1. www.arpa.fvg.it 2. www.regione.fvg.it 3. www.istat.it 4. www.isprambiente.gov.it 5. AAI - Associazione analisti ambientali, Valutazione ambientale – quaderni associazione 6. AAI - Associazione analisti ambientali, Valutazione ambientale – Dossier compensazione ambientale – Edicom edizioni 7. ARPA Emilia, Verso un monitoraggio della biodiversità – quaderni ARPA 8. ARPA FVG, Rapporto sullo Stato dell’ambiente 2005 9. ARPA FVG, Rapporto sullo Stato dell’ambiente 2008 10. Di Fabbio, Fumanti – APAT, Il suolo. La radice della vita (2007) 11. Garano e Zoppi, La valutazione ambientale strategica nella pianificazione territoriale (2003) 12. ISPRA, Rapporto finale sulle attività svolte nell’ambito della Convenzione “per la definizione di indicatori utili per l’attuazione della VAS” tra ISPRA e ARPA regionali. 13. Osservatorio nazionale sul consumo di suolo, Primo rapporto – 2009 – Maggioli Editore (2009) 14. Polli S, Il clima della regione, in “Enciclopedia Monografica del Friuli Venezia Giulia (1971) 15. Progetto Enplan - Linee Guida per la valutazione ambientale di Piani e Programmi 16. Regione Friuli Venezia Giulia, Documenti propedeutici alla definizione delle analisi del PTR regionale 17. Regione Friuli Venezia Giulia, La Regione in cifre (2008 – 2009 – 2010) 18. Regione Friuli Venezia Giulia, Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia sostenibilità dell’attuale utilizzo” (2011) 19. Sergio Malcevschi/ Maria Belvisi, Impatto ambientale e Valutazione strategica (2008) 20. Virginio Bettini , L’impatto ambientale – tecniche e metodi (1995) 21. Metodologie per la valutazione delle alternative nei processi di VAS – Ministero dell’ambiente

150