EGeA EGeA VOL.3 VOL.3

Nel 2011 Michel Aberson, Maria Cristina Biella, Massimiliano Di Fazio e Manuela Wul- lschleger, due Italiani e due Svizzeri, due archeologi e due storici dell’antichità si sono in- contrati a Ginevra presso la Fondation Hardt pour l’étude de l’Antiquité classique e hanno deciso di intraprendere insieme un progetto audace: organizzare tre incontri di studio sui popoli dell’Italia centrale, prendendo in considerazione i diversi momenti della loro vicen- MICHEL ABERSON da storica, dall’indipendenza, passando per le loro relazioni con Roma e terminando con MARIA CRISTINA BIELLA la (ri)costruzione delle loro identità all’interno del mondo romano. MASSIMILIANO DI FAZIO Alla base del progetto, che ha subito trovato il supporto di molti colleghi e istituzioni, c’era PIERRE SÁNCHEZ l'idea di portare storici, archeologi, linguisti e specialisti di letteratura latina a collaborare MANUELA WULLSCHLEGER (éds) per costruire insieme su questi argomenti un quadro dalle tinte a volte significativamente contrastanti.

Il presente volume, pubblicato con la collaborazione di Pierre Sánchez, è il risultato del ‘ROMANIZZAZIONE’ secondo incontro di studi della serie E pluribus unum? L’Italia dalla frammentazione pre- romana all’unità augustea, tenutosi a Roma nel 2014 e incentrato sulle diverse modalità L’ITALIA CENTRALE secondo le quali le variegate realtà preromane sono entrate a far parte dell’universo ro- mano. Il dibattito sulla “romanizzazione” è stato uno dei più intensi nel panorama scien- tifico degli ultimi decenni. Del concetto sono stati declinati tutti i possibili punti di vista, E LA CREAZIONE DI tutte le criticità, le debolezze. Nel presente volume, il focus è stato dettato da un voluto understatement. Si è scelto di accettare l’uso dell’etichetta “romanizzazione”, che infatti UNA KOINÉ già dal titolo è stata posta tra virgolette, lasciando che i vari intervenuti fossero liberi di ridefinirla a loro piacimento. L’idea è stata poi quella di articolare il tema in una serie di CULTURALE ? tavole rotonde, ciascuna incentrata su tematiche specifiche, caratterizzanti del fenomeno “romanizzatorio”: le dinamiche di integrazione e opposizione alla conquista dai punti di vista politico e istituzionale, le influenze reciproche a cui le diverse lingue e culture epigra- I PERCORSI DELLA fiche sono stati soggetti, le strutture economiche e del territorio, l’integrazione religiosa e le produzioni artistiche e artigianali sono stati gli argomenti portanti del colloquio. Attorno ‘ROMANIZZAZIONE’ a queste tavole rotonde, ciascuna coordinata da un discussant, si è cercato ancora una volta di radunare studiosi di formazione e classi di età diverse, alcuni più interessati alle realtà preromane e altri i cui interessi sono invece rivolti al mondo romano, nel tentativo di creare in questo modo ancora una volta il confronto dialogico tra diversi punti di vista.

ISBN 978-3-0343-2072-6 ABERSON, BIELLA, DI FAZIO, SÁNCHEZ, WULLSCHLEGER SÁNCHEZ, DI FAZIO, BIELLA, ABERSON,

www.peterlang.com 9 783034 320726 PETER LANG EGeA VOL.3

Direction : Lorenz E. Baumer, Philippe Collombert Comité scientifque : Michel Aberson (Universités de Lausanne et de Genève), Miroslav Novak (Universität Bern), Joachim Quack (Universität Heidelberg), François Queyrel (EPHE, Paris)

Comité scientifque du projet «E pluribus unum ? L’Italie, de la diversité préromaine à l’unité augustéenne» : Michel Aberson (Université de Lausanne, Université de Genève), Lorenz Baumer (Uni- versité de Genève), Maria Cristina Biella (University of Southampton, British School at ), Edward Bispham (University of Oxford), Tim Cornell (University of Manchester), Massimiliano Di Fazio (Università di Pavia), Maurizio Harari (Università di Pavia), Damien Nelis (Université de Genève), Nicholas Purcell (University of Oxford), Christoph Riedweg (Universität Zürich, ancien directeur de l’Institut Suisse de Rome), Pierre Sánchez (Uni- versité de Genève), Federico Santangelo (University of Newcastle), Christopher Smith (British School at Rome), Michel Tarpin (Université de Grenoble), Rudolf Wachter (Uni- versité de Lausanne, Universität Basel), Manuela Wullschleger (Université de Genève, Musée d’art et d’histoire de Genève). MICHEL ABERSON MARIA CRISTINA BIELLA MASSIMILIANO DI FAZIO PIERRE SÁNCHEZ MANUELA WULLSCHLEGER (éds) L’ITALIA CENTRALE E LA CREAZIONE DI UNA KOINÉ CULTURALE ? I PERCORSI DELLA ‘ROMANIZZAZIONE’ E PLURIBUS UNUM ? L’ITALIE, DE LA DIVERSITÉ PRÉROMAINE À L’UNITÉ AUGUSTÉENNE, VOL. II

PETER LANG Bern · Berlin · Bruxelles · Frankfurt am Main · New York · Oxford · Wien Information bibliographique publiée par «Die Deutsche Nationalbibliothek» «Die Deutsche Nationalbibliothek» répertorie cette publication dans la «Deutsche Nationalbibliografe»; les données bibliographiques détaillées sont disponibles sur Internet sous ‹http://dnb.d-nb.de›.

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ISBN 978-3-0343-2072-6 br. ISBN 978-3-0343-2480-9 eBook ISSN 2296-8628 br. ISSN 2296-8636 eBook ISBN 978-3-0343-2482-3 MOBI ISBN 978-3-0343-2481-6 EPUB

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Imprimé en Suisse V

Indice

Michel Aberson, MAriA cristinA biellA, MAssiMiliAno Di FAzio, Pierre sánchez, MAnuelA Wullschleger Premessa 1 eDWArD bisPhAM Una, nessuna o centomila romanizzazioni? 5

I. Integrazione e opposizione

Pierre sánchez, Anthony-MArc sAnz Le rôle des foedera dans la construction de l’Italie romaine 17

John PAtterson Elite networks in pre-Social War Italy 43

AltAy Coşkun The Latin Rights of the Early and Middle Republic: a Pessimistic Assessment 57 loreDAnA cAPPelletti

L’elemento romano negli stati italici in età anteriore alla Guerra Sociale (90-88 a. C.) 73

AnDreA rAggi Le concessioni di cittadinanza viritim prima della Guerra Sociale 85 sylvie PittiA Conclusioni 97

II. Lingua e testi gilles vAn heeMs Vers une koinè italienne? La langue latine au contact de ses voisines: questions de méthode et réfexions autour du cas du «bilinguisme» étrusco-latin 105 enrico benelli

Culture epigrafche in Italia fra IV e I secolo a. C.: alcune osservazioni 121 eMMAnuel DuPrAz Le Tavole Iguvine e la questione della latinizzazione dell’Italia: contatti con il latino nell’umbro del II sec. a. C.? 127

PAolo Poccetti Conclusioni 143 VI Indice

III. Strutture e territorio

Gabriele Cifani

L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 151

MiChel Tarpin

L’appropriation du territoire par Rome : conquête, deditio, foedus, confscation 183 enzo lippolis La città in Italia tra modelli ellenistici e politica romana 201 niCola TerrenaTo Conclusioni 249

IV. Religione

GianluCa De sanCTis Il “linguaggio” del politeismo e i percorsi della romanizzazione 257 olivier De Cazanove Offerte della e dall’Italia centrale. Teste e uteri di terracotta come spie delle dinamiche di diffusione 273

Tesse D. sTek ‘Romanizzazione religiosa’ tra modello poliadico e processi culturali. Dalla destrutturazione postcoloniale a nuove prospettive sull’impatto della conquista romana 291

ChrisTopher sMiTh Conclusions 307

V. Arte e artigianato artistico

Maurizio harari Hellenismus in Mittelitalien, quarant’anni dopo. Un anticipo di Conclusioni 313 laura Maria MiCheTTi Artigianato artistico e committenza privata in ambiente etrusco-italico nell’età della romanizzazione tra integrazione e sopravvivenza 329 filippo DeMMa Architetture della “conquista”: elementi per la ricostruzione di un dialogo culturale 365 fabrizio pesanDo Architettura domestica e segmentazione sociale all’epoca della romanizzazione dell’Italia antica: integrazione e omologazione 393

Mario Torelli Rifessioni a margini del convegno 407

Discussione fnale Tavola rotonda 413 1

Michel Aberson, MAriA cristinA biellA, MAssiMiliAno Di FAzio, Pierre sánchez, MAnuelA Wullschleger

Premessa

Il dibattito sulla “romanizzazione” è stato uno dei per dirla alla Gertrude Stein. Di conseguenza, più intensi nel panorama scientifco degli ultimi abbiamo preferito dare la precedenza ai dati, alle decenni. L’elenco di contributi critici è ampio, e analisi specifche. Ma anche in questo caso, come continua ancora a crescere1. Del concetto sono in quello del primo convegno della nostra serie3, stati declinati tutti i possibili punti di vista, tutte non mancava un’idea che fungesse da volano: le criticità, le debolezze. Se ne è fatta perfno una nel primo incontro ginevrino, era stata quella di sorta di “cartina di tornasole” di certe storiche mettere in dialogo su uno stesso popolo dell’Italia differenze tra tradizioni accademiche diverse. Si antica due studiosi di formazione e/o interessi è arrivati, infne, a proporre di abolire il termine diversi, storico e archeologico. In questo secon- stesso, in quanto inadeguato o fuorviante. do appuntamento, l’idea è stata invece quella di In questo dibattito, come talvolta accade, è suc- articolare il tema in una serie di tavole rotonde, cesso che ad un certo punto il focus si sia spostato ciascuna incentrata su tematiche specifche che sull’etichetta, in una disputa che assomiglia per ci sono parse tra quelle più caratterizzanti del certi versi a quelle dotte contese medievali tra fenomeno “romanizzatorio”. La scelta è caduta nominalisti e realisti. Speculando in termini di sui concetti di “integrazione e opposizione” alla “imperialismo”, “colonialismo”, “post” e “anti- conquista letti dal punto di vista storico, sulle mo- colonialismo”2, si è giunti a discutere ad un livello difcazioni a cui lingua e testi sono stati soggetti, teorico molto raffnato, ma forse fn troppo alto: sulle variazioni nelle strutture economiche e del talmente alto, da che si è fnito talvolta per perdere territorio, sugli aspetti di integrazione religiosa di vista i dati, i fatti, le specifcità. e infne su quelli legati alle produzioni artistiche Nel convegno che qui si introduce, il focus è stato e artigianali. Attorno a queste tavole rotonde, dettato da un voluto understatement. Si è scelto ciascuna coordinata da un discussant, abbiamo di accettare l’uso dell’etichetta “romanizzazione”, cercato di radunare studiosi di formazione e classi che infatti già dal titolo dell’incontro di studi è di età diverse, alcuni più interessati alle realtà posta tra virgolette, lasciando che i vari interve- preromane e altri i cui interessi sono invece rivolti nuti fossero liberi di ridefnirla a loro piacimento, al mondo romano, nel tentativo di creare in questo di adottare una defnizione corrente, o sempli- modo ancora una volta il confronto dialogico tra cemente di glissare. Questo nella convinzione diversi punti di vista. Il focus geografco prescel- che “un’etichetta è un’etichetta è un’etichetta”, to è stato quello della penisola italiana. È infatti

1 Si vedano di recente e senza pretese di completezza rimandiamo alle rifessioni di versluys 2014, p. 9 e versluys 2014; trAinA 2006. ai contributi di discussione a questo lavoro contenuti 2 Per una critica dei concetti di “imperialismo” e “co- nello stesso fascicolo. lonialismo” applicati allo studio del mondo antico, 3 Entre archéologie et histoire 2014, p. 1-3. 2 M. Aberson, M. cristinA biellA, M. Di FAzio, P. sAnchez, M. Wullschleger questa la “romanizzazione” che ci interessava: E ci piace ricordare che si è trattato di un lavoro l’incontro tra la cultura romana in espansione e le di équipe che è emerso sin dalle fasi organizzati- diverse realtà della penisola italica. Un incontro, ve del convegno e di cui non possiamo non dare questo, necessariamente diverso da quello tra conto con grande soddisfazione. Ci era parso sin Roma e le culture d’oltralpe (Gallia, Britannia, da subito il caso che la scelta migliore per parlare penisola iberica, Grecia), che invece è spesso di “romanizzazione” fosse quella di organizzare il al centro del dibattito teorico sulla “romanizza- convegno nel centro del potere, a Roma. Chiunque zione”4. Ma si tratta forse di due fenomeni troppo abbia avuto la fortuna di frequentare l’ambiente distanti per essere confrontati: troppo diverse non accademico romano, sa quanto una delle enormi solo le realtà sottomesse, ma troppo diversa la ricchezze che lo contraddistinguono siano le Ac- stessa potenza dominatrice, quella Roma che tra i cademie straniere. E ad alcune di esse ci siamo secoli dell’espansione in Italia e la fase del traboc- rivolti, ricevendo pieno supporto e ogni tipo di care oltre i confni della penisola era cambiata, e aiuto. E di questo aiuto siamo particolarmente non poco. grati, in un periodo che, come tutti sappiamo, non I risultati di questo esperimento sono stati partico- è felicissimo per le nostre ricerche. Il Convegno lari. Alcuni intervenuti, a margine del convegno, si è così potuto avvalere del sostegno incondizio- si sono detti solo parzialmente soddisfatti o in nato dell’Istituto Svizzero di Roma, della British parte sconcertati proprio per quella mancanza School at Rome, del Koninklijk Nederlands Insti- di rifessione teorica di cui abbiamo detto. Ma tuut Rome e dell’École française de Rome. ora, rivedendo i contributi riuniti e pubblicati, La pubblicazione degli Atti è stata possibile gra- crediamo di poter dire che questo insieme di dati zie ai contributi dell’Università di Ginevra, in e rifessioni su singoli aspetti possa costituire particolare dell’Unité d’Histoire ancienne, del una base su cui poter tornare a ragionare anche Dé partement des sciences de l’Antiquité, della dal punto di vista teorico in maniera più serena Faculté des Lettres (Fonds Casaubon), del Fonds e meditata, essendoci forse lasciati alle spalle général du Rectorat pour les publications e della costrutti teorici entrati nell’uso comune, frutto di Maison de l’His toire, dell’Università di Zurigo assai acute intuizioni, ma a volte sostanziati da (Fonds für Altertumswissenschaft) e dell’Associa- insiemi di dati in parte esili. tion des Membres et des Amis de l’Institut Suisse Ciò è stato a nostro avviso possibile grazie a due de Rome (AMA ISR). elementi in particolare. Il primo è il livello di ag- Ancora una volta ci teniamo particolarmente a giornamento delle nostre conoscenze nei diversi chiudere il volume con un ringraziamento sentito campi in cui l’incontro tra Roma e i popoli italici a tutti i membri del Comitato Scientifco del pro- si manifestò, aggiornamento di cui va reso merito getto E pluribus unum? L’Italia dalla frammenta- agli studiosi che hanno partecipato. Il secondo zione preromana all’unità augustea, che in questi è proprio il dibattito tra studiosi di formazione anni hanno continuato a non farci mancare il loro diversa, che hanno potuto dialogare e confron- sostegno, con preziosi spunti critici di rifessione tare le proprie idee, i propri strumenti, le proprie e con i più disparati aiuti. categorie fuori dalle tentazioni autoreferenziali che a volte gravano sui convegni troppo speciali- Michel Aberson stici. Perché non si può non dare ragione ancora Maria Cristina Biella una volta ad un maestro come Fernand Braudel, Massimiliano Di Fazio quando già nel 1950 diceva: “non c’è scampo al Pierre Sánchez di fuori del lavoro di équipe”5. Manuela Wullschleger

4 WoolF 1998; keAy & terrenAto 2001. 5 brAuDel 2003, p. 23. Premessa 3

Abbreviazioni bibliografche keAy & terrenAto 2001 keAy (s.), terrenAto (n.) (eds.) – Italy and the West: Comparative Issues on Romanization, Oxford, 2001. brAuDel 2003 trAinA 2006 F. brAuDel – Scritti sulla storia, Milano (= Écrits sur trAinA (g.) – “Romanizzazione, ‘métissages’, ibri dità, l’histoire, Paris 1969), 2003. Alcune rifessioni”, MEFRA, 118/1, 2006, p. 151-158. Entre archéologie et histoire 2014 versluys 2014

Aberson (M.), biellA (M. c.), Di FAzio (M.), Wull- versluys (M. J.) – “Understanding objects in motion. schleger (M.) (ed.) – Entre archéologie et histoire: An archaeological dialogue on Romanization”, in dialogues sur divers peuples de l’Italie préromaine, Archaeological Dialogues, 21.1, 2014, p. 1-20. Bern, 2014. WoolF 1998 WoolF (g.) – Becoming Roman: The Origin of Provincial Civilization in Gaul, Cambridge, 1998. gAbriele ciFAni

L’economia di Roma nella prima età repubblicana * (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni

….le republiche bene ordinate hanno a tenere ricco il publico e gli loro cittadini poveri… (Niccolò Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Libro I, cap. XXXVII)

1. Premessa Non c’è da stupirsi pertanto come la stessa econo- mia romana arcaica e alto repubblicana sia stata Nell’ampio dibattito storiografco sull’espansione inquadrata ancora di recente in termini assai primi- romana nella penisola italiana tra l’inizio della tivisti come essenzialmente locale o altrimenti di Repubblica e la prima guerra punica, un ruolo sussistenza4 o addirittura basata su furti e razzie, chiave è rappresentato dalle strategie di controllo secondo modelli propri di una società preistorica5. delle risorse e dei mercati locali. Tali stereotipi mal si conciliano sia con il livello di Si tratta di un aspetto da tempo posto in luce, grazie sviluppo urbanistico e rurale ormai noto per Roma ad una serie di studi che hanno evidenziato lo stret- già a partire dall’età dei Tarquini6, sia con il grado to legame tra espansione militare, commerciale, di complessità politica ed amministrativa di uno sviluppo delle reti viarie e controllo del territorio, Stato in grado di armare un esercito di decine di quest’ultimo anche tramite deduzioni coloniali1. migliaia di soldati nel corso dei confitti del IV e

Tuttavia la ricostruzione dello sfruttamento delle III secolo a. C. prima di espandersi rapidamente risorse ha fnora privilegiato gli aspetti delle as- nel Mediterraneo orientale, secondo dinamiche segnazioni agrarie, che hanno rivestito un ruolo talmente rapide da aver suscitato lo stupore di certo importante nelle politiche di espansionismo uno storico greco contemporaneo agli eventi, romano2, ma da inserire nel quadro più ampio quale Polibio7. delle basi economiche della Roma alto e medio Nell’ambito dei variegati processi di romanizza- repubblicana, un tema quest’ultimo poco indaga- zione tra IV e III secolo a. C., l’evoluzione econo- to, se non con riferimento allo sviluppo di alcune mica riveste un ruolo di primo piano, inseme alla produzioni artigianali o alla tardiva comparsa di capacità di gestione ed integrazione delle risorse coniazioni monetali3. locali da parte del centro egemone.

* Ringrazio la dott.ssa M. C. Biella per il cortese invito 1 Es. coArelli 1988a. a questo convegno. L’intervento riassume alcune 2 Si vedano i due recenti, importanti lavori: roselAAr tematiche dell’economia romana arcaica e medio re- 2010; CHiABà 2011. pubblicana, oggetto di un più ampio studio di prossima 3 Si vedano in particolare: crAW ForD 1985 e coArelli pubblicazione. Sull’argomento sono debitore negli anni 2013 con bibl. di importanti scambi di idee con numerosi studiosi, tra 4 Es. Hopkins 1978, p. 19; Morel 2007, p. 495-503. cui: C. Ampolo, E. Benelli, A. Carandini, L. Capogrossi 5 bAng 2012, p. 200. Colognesi, F. Coarelli, H. Di Giuseppe, M. Gnade, 6 ciFAni 2008 con bibl. M. Gras, G. Kron, E. Lo Cascio, C. Panella, C. Smith, 7 Pol. 1, 1, 5. M. Torelli, C. Viglietti e molti altri, ma personale rimane la mia responsabilità per le tesi sostenute. 152 gAbriele ciFAni

2. Aspetti metodologici e teorici tarsi con una tradizione letteraria non scevra da numerosi problemi interpretativi e rielaborazioni Per comprendere l’economia romana dei primi postume. secoli della Repubblica occorre sia un approccio È possibile in questa sede confermare l’oppor- di media o lunga durata dei sistemi produttivi, sia tunità di un approccio sostantivista nella rico- una visione almeno regionale che includa l’area struzione delle economie di VI-IV secolo a. C. in centro tirrenica (Etruria meridionale e )8, area centro tirrenica, diffcilmente comprensibili entro cui Roma riveste il ruolo di principale abi- se avulse dall’ambiente culturale e politico, ma tato già da epoca arcaica. senza indulgere in atteggiamenti neo-primitivisti Ma prima ancora è necessario defnire, a livello che presuppongano economie di sussistenza o teorico, il tipo di economia e di fnanze che si neghino il ruolo di commerci, produzioni arti- intende ipotizzare per Roma prima della grande gianali su ampia scala e sistemi di credito già da espansione seguita alla fine Seconda Guerra queste fasi14. Punica. In particolare i problematici dati delle fonti lette- La storia dell’economia romana arcaica è stata rarie vanno posti a confronto con una evidenza oggetto di un limitato dibattito in epoca recente ed archeologica che contempli una vasta gamma appare ancora divisa tra le categorie primitiviste/ di dati ormai disponibili: dall’artigianato fno strutturaliste di chi intravede un ruolo predomi- alle preziose informazioni fornite dalle ricerche nante dell’agricoltura e pastorizia, con sistemi paleobotaniche ed archeozoologiche. di scambio tra pari9 o, moderniste, di chi ha La lettura ricostruttiva dovrà poi tener conto del attribuito un ruolo predominante all’artigianato, differente valore delle fonti documentarie: le te- al commercio e all’attività creditizia, già dall’età stimonianze letterarie, fltrate criticamente dalle dei Tarquini10 o anche evoluzioniste di chi ha deformazioni ideologiche, possono informare su voluto immaginare un passaggio graduale dalla aspetti per lo più evenemenziali, mentre quelle pastorizia all’agricoltura e quindi al commercio11. archeologiche rivelano il loro potenziale soprat- Tuttavia una parte della ricerca degli ultimi tre tutto per la comprensione di fenomeni strutturali decenni in ambito storico economico ha cercato di di media e lunga durata15. superare tale dicotomia, ribadendo la complessità Riguardo l’organizzazione fnanziaria, nel pro- e varietà dell’economia arcaica in area tirrenica, lungato dibattito sul sistema fscale romano16, un individuando aspetti specifci all’interno di cia- contributo teorico viene dai più recenti studi sui scun contesto storico12. sistemi fscali della New Fiscal History, nonché da Infne, nel dibattito più recente si segnalano per alcuni storici del Medioevo Europeo, che, basan- importanza una serie di lavori di C. Viglietti dosi sui tipi di introiti, tendono a distinguere tra che hanno ribadito l’opportunità di un approccio idealtipi: tribute states, domain states, tax states. “culturalista”, che cerchi di valorizzare il pun- Secondo tali tassonomie il tribute state è basato to di vista degli antichi nella ricostruzione dei su saccheggi e tributi ad hoc ed è considerato processi economici13, sebbene tale metodo, per il livello più primitivo di fnanziamento dello quanto concerne la Roma arcaica, debba confron- stato; il domain state si basa invece su rendite

8 Per l’unitarietà geografca e culturale di questa area: 13 viglietti 2011; 2014, p. 224-225 con bibl. HorDen & purCell 2000, p. 59-65. 14 Sul ruolo fondamentale del credito all’interno delle 9 Es. bietti sestieri 2009 (sulle fasi protostoriche). economie antiche si rimanda a: grAeber 2011. 10 FrAnk 1933; PAsQuAli 1936; clerici 1943. 15 Il dibattito si protrae dall’Ottocento; da ultimo hAll 11 Es. De MArtino 1979; 1984; la tesi in realtà può essere 2014; per i primi secoli di storia romana, importanti fatta risalire a vArro rust. 3, 1, 7, su cui: giArDinA rifessioni in: MoMigliAno 1963, p. 98; cornell 1995. 1989, p. 74; 95. 16 Tra le prime monografe sull’agomento: burMAn 1694, 12 Es. AMPolo 1980; 1988; 1990; colonnA 1976; cri- quindi fondamentale: cAgnAt 1882 e clerici 1943 per stoFAni 1986. una ripresa nel dibattito recente: nicolet 1976, con bibl. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 153 provenienti da proprietà fondiarie, dall’esercizio 3. Aspetti generali dell’economia di monopoli, da tasse connesse alla protezione dei commerci e all’esercizio della giustizia, mentre romana tra V e IV secolo a. C. il tax state è fondato su prelievi fscali (diretti o indiretti) eseguiti con sistematicità sul corpo Il periodo romano alto repubblicano presenta a civico e può essere inquadrato solo a partire da prima vista gli aspetti di una crisi economica epoca moderna17. e sociale, ben nota nella storiografa su Roma Può essere spiegata in questa prospettiva l’econo- antica, basata su una serie di dati noti dalle fonti mia romana tra VIII e VII secolo a. C., dove l’e- letterarie. videnza funeraria attesta un ruolo predominante A livello di politica estera i fenomeni più chiari di aristocrazie con ideologia a carattere guerriero sono l’indebolimento dell’assetto geo-politico e possibilmente un’economia di tributi e razzie stabilito con le precedenti alleanze dei Tarquini, sulle popolazioni confnanti, tipiche del tribute la conseguente conflittualità con popolazioni state, accanto a probabili riscossioni di pedag- limitrofe, in particolare Volsci, Sabini e Veienti, gi per l’attraversamento di merci e persone sul verosimilmente bilanciate in parte dal rinnovo di Tevere che può considerarsi la raison d’être eco- accordi con Cartagine e da specifche alleanze in nomica dell’abitato di Roma fn da età protosto - ambito latino quali il foedus Cassianum20. rica18. A livello di politica interna è noto l’esplodere del

Diversamente per il VI ed al V secolo a. C., ac- confitto patrizio-plebeo e con esso l’emergere canto al perdurare di saccheggi sulle comunità di solidarietà gentilizie21, in parallelo a carestie, confnanti e corvée infitte alla popolazione ci- nonché ad una possibile riduzione demografca vile19, si intravede un maggiore ruolo economico adombrata dai dati dei censimenti noti dalla tra- dello Stato con proprie rendite basate su di una dizione letteraria22. più estesa egemonia territoriale, un sistema cen- Si tratta come noto di un insieme di fonti letterarie suario basato sull’organizzazione centuriata, la non sempre congruenti e certamente non scevre di comparsa di un sistema monetario basato sulla rielaborazioni successive23, ma che ci obbligano designazione di un’unità di metallo quale valore a rifettere su una proiezione almeno regionale di scambio, la protezione dei commerci su lunga dell’economia romana e sull’importanza di questo distanza, insita nella ristrutturazione degli em- centro negli equilibri tirrenici già da epoca tardo poria costieri, una pianifcazione urbanistica di arcaica. ampia scala ed infne la codifcazione di specif- Ma tale crisi del V secolo può essere spiegata an- che norme, in tema di credito e di proprietà, sia che come logica conseguenza della “grande Roma pubblica che privata, quali traspaiono in partico- dei Tarquini”. lare dalle XII Tavole. Secondo la nota teoria di Malthus ad una crescita Questa situazione renderebbe storicamente la economica si accompagna un aumento demo- Roma già dell’età dei Tarquini e dei primi decenni grafco di tipo esponenziale, gli effetti di tale della Repubblica più vicina ad un domain state aumento non possono però essere accompagnati che non ad un tribute state. da un’analoga crescita della produttività agricola;

17 bonney, orMroD 1999; cArocci, collAvini 2012, 19 MilAzzo 1993; PAloMbi 1997. p. 9-12 con bibl. 20 CHiABà 2011, p. 8-46 con bibl.

18 Per un quadro delle dinamiche insediative e degli 21 sMith 2006, p. 323 ss. assetti territoriali tra Età del Bronzo e primo Ferro 22 coArelli 1988b; inoltre: lo cAscio 2000, p. 28. in area latina, anche con riferimento alla riscossione 23 Si vedano, ad esempio, le osservazioni critiche sui di pedaggi: AlessAnDri 2013 con bibl.; FulMinAnte trattati Romano-Cartaginesi di richArDson 2010. 2014, p. 238. Per un esempio del ruolo dei pedaggi nelle economie pre-industriali: sunDströM 1973, p. 8-10. 154 gAbriele ciFAni ne consegue una penuria di cibo, crisi economica e Pur considerando i limiti della schematicità e quindi riduzione demografca24. Benché la critica astrazione astorica insita nella teoria di Malthus, successiva (in particolare la Boserup) abbia posto possiamo notare come gli strumenti attuati dalla l’accento anche sul ruolo delle innovazioni tecni- comunità romana nel primo secolo della Repub- che e scientifche quali risposte alle crisi25, per un blica secolo sembrano rispondere in parte a tali ambito prettamente arcaico e preindustriale quale esigenze: importazioni di derrate alimentari da quello della Roma altorepubblicana è interessante regioni limitrofe27, sospensione ex lege dei paga- notare alcune possibili assonanze con il modello menti dei debiti da parte della popolazione28, re- di Malthus. golamentazione dei tassi di interesse sul debito29, possibili, sia pur limitate, redistribuzioni di ager Per la Roma di VI e V secolo notiamo come lo publicus anche tramite deduzioni coloniarie30 seb- sviluppo della città arcaica ed in particolare gli bene il defnitivo superamento della crisi avverrà estesi programmi edilizi dell’età dei Tarquini solo con lo conquista manu militari dell’esteso (mura, templi, drenaggi) debbano aver comportato territorio di Veio. un incremento economico e demografco soste- nuto anche dall’arrivo di un notevole numero di L’evoluzione dell’economia romana si pone dun- immigrati, verosimilmente dalle aree più interne que in parallelo ad un aumento della crescita della e meno sviluppate dell’Italia centrale. spesa pubblica. Questo fenomeno si verifca in parallelo ad una Secondo la tradizione letteraria, una possibile riorganizzazione del territorio rurale che si ac- forma di tassazione diretta sarebbe stata istituita compagna a miglioramenti tecnici nella produzio- già in parallelo alla riforma censuaria serviana ne e nelle infrastrutture e quindi ad un ulteriore (Dion. h. 4, 9, 7; 19, 1), in seguito abolita dal incremento della ricchezza complessiva26. Superbo (Dion. h. 4, 43, 2) e quindi ripresa da Ciò che segue, dopo qualche decennio è tuttavia Valerio Poplicola (Dion. h. 5, 20, 1), mentre Livio una minore disponibilità di terre, per lo meno ricorda un tributo ad hoc nel 495 a. C. (liv. 2, 23), di quelle in prossimità di Roma e della valle del prima di un tributum ex censu per lo stipendio dei Tevere, ovvero le più importanti in termini di soldati durante il prolungato assedio di Veio31. produzione e trasporto di derrate agricole. Già intorno alla metà del VI secolo a. C., appare Ne dovette conseguire una crisi economica, so- certa l’esistenza di un’unità metallica con funzioni prattutto per gli strati più umili della popolazione, monetarie designata dallo Stato, sulla quale si manifestatasi sia con possibili carestie, sia con sviluppano le riforme militari e censuarie note indebitamento, sia con una fessione demografca. come “serviane”32.

24 MAlthus 1798; come esempio di applicazione del liv. 2, 34-35; Dion. h. 7, 1-2; 7, 12-15. 477 a. C.: liv.

modello malthusiano nella Grecia arcaica: bintliFF 2, 50-52; Dion. h. 9, 25-26. 453 a. C.: liv. 3, 32, 2;

1997. Dion. h. 10, 53-54. 443 a. C.: liv. 4, 25, 3-6; 4, 26, 5.

25 Es. boseruP 1965. 411 a. C.: liv. 4, 52. 440 a. C.: liv. 4, 12-16; Dion. h. 26 È da riferirsi ad un periodo compreso tra la fne del 12, 1-4. Sull’attendibilità di tale tradizione letteraria:

VI e gli inzi del V secolo a. C. la comparsa di sistemi virlouvet 1985, p. 11-35; colonnA 1985; gArnsey di drenaggio sotterranei in ambito rurale (cuniculi), la 1988, p. 168-172. diffusione di fattorie in muratura e con tetti di tegole 28 liv. 2, 9; Dion. h. 5, 22; Plut. Publ. 11; per una sintesi (ciFAni 2008, p. 278-287; 312-313) mentre alle frumen- delle fonti letterarie sull’argomento: gAbrielli 2003. tationes degli stessi anni, ed in particolare a quella 29 crAW ForD 1996, tabula VIII, 7.

del 440 a. C. è stata riferita la diffusione di cereali a 30 bAnDelli 1995; cornell 1995, p. 301-303; CHiABà cariosside svestita (colonnA 1985, p. 107-109, in base 2011 con bibl. a: Plin. nat. 18, 62; sulla frumentatio del 440: liv. 4, 31 liv. 4, 59; 60, 7-10. Sul passo anche: ogilvie 1965, 12-16; Dion. h. 12, 1-4); più in generale: Di giusePPe, p. 622, quindi importanti osservazioni di gAbbA PAtterson 2009, p. 12-26; ciFAni 2009 con bibl. 1977.

27 508 a. C.: liv. 2, 9-14; Dion. h. 5, 21-7; 5, 32; 5, 65. 32 crAW ForD 1976; 1985: p. 17-24 con bibl.; ZeHnACker

496 a. C.: Dion. h. 6, 17, 94; liv. 2, 21, 7. 492 a. C.: 1990. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 155

Nel corpus delle XII Tavole di poco successivo le a scopo politico tramite dediche templari) e tributi multe sono espresse solo in assi33, mentre le già nell’economia dello Stato, da intendersi eventual- ricordate norme che regolamentano il tasso di in- mente come entrate straordinarie40. teresse34, appaiono un segno evidente dell’impor- Di seguito discuteremo alcuni aspetti produttivi tanza sociale ed economica delle attività creditizie dell’economia e alcuni possibili cespiti di entrata sin da questa fase35. per lo stato romano alto e medio repubblicano. La presa di Veio, se da una parte pone le pre- messe per la fne della dialettica patrizio-plebea, sancita poi dalle leges Liciniae Sextiae, dall’al- tra potenzia ulteriormente il quadro dei grandi 4. L’attività edilizia proprietari terrieri e di coloro che potevano reimpiegare manodopera schiavile o disporre di Al resoconto assai problematico trasmessoci dalla somme per alimentare un crescente mercato del tradizione letteraria corrispondeva fno a pochi credito. anni fa un quadro modesto della documentazione L’importanza della manodopera schiavile nell’eco - archeologica con scarsi contesti noti da abitato, nomia romana di IV secolo è ben evidente dalla un’evidenza funeraria assai limitata e pochi dati Lex Manlia de vicesima manumissionum (357 su produzioni ed importazioni. a. C.) che stabiliva di devolvere all’erario 1/20 del I dati forniti dalle ricerche archeologiche condotte valore venale di uno schiavo liberato36, segno a partire dagli anni Settanta contribuiscono a dell’ormai ampia disponibilità degli stessi nella riconsiderare tale immagine di crisi. società romana, sia dalla più nota lex Poetelia- Il problema della scarsità di evidenza funeraria

Papiria (326 o 313 a. C.) concernente l’abolizione ad esempio è stato inquadrato da G. Colonna nel della servitù per debiti che rivela indirettamente più generale fenomeno di austerità del costume l’ampia disponibilità di manodopera servile al di funerario che si verifca a Roma e nel tra il 37 41 fuori dei canoni ormai arcaici del nexum . VI e il IV secolo a. C. . Sul versante delle attività fnanziarie di note- Tra la fne del VI e gli inizi del V secolo abbiamo vole importanza appare la lex Iulia Memnenia la fondazione di tre templi legati ad importanti de unciario fenore sempre del 357 che propose funzioni economiche: il tempio di Saturno, sede un’ulteriore riduzione rispetto alle XII tavole del dell’erario pubblico, il tempio di Mercurio, quindi tasso di interesse debitorio38, mentre per eventi il tempio di Cerere, Libero e Libera: archivio e intorno al 311 a. C. appare eloquente la notizia probabile deposito dei proventi dell’ager publi- riportata da Livio circa la presenza di botteghe cus42, oltre alla ristrutturazione tra la fne del VI e 39 di argentarii nel Foro . il V secolo a. C. del santuario emporico di Fortuna 43 Quindi sempre sul fnire del IV secolo a. C., le e Mater Matuta al Foro Boario . riforme censuarie di Appio Claudio insieme ai Per quanto concerne l’economia edilizia è stata da programmi urbanistici permettono di confermare tempo notata una stasi nell’edifcazione dei templi la presenza di un sistema di rendite assai avanza- tra il 484, anno di dedica del Tempio dei Dioscuri to, con un ruolo ormai secondario, sebbene non e il 431 a. C., quando viene inaugurato il tempio marginale di bottini di guerra (spesso enfatizzati di Apollo in pratis Flaminiis44.

33 crAW ForD 1996, tabula I, 14-16. 39 liv. 9, 40, 16, su cui: AnDreAu 1987, p. 338-339. 34 crAW ForD 1996, tabula VIII, 7. 40 huMM 2005, p. 267-344 con bibl.; sull’uso dei bottini 35 crAW ForD 1996, p. 579-583. per dediche templari: Aberson 1994. 36 liv. 27, 10; cic. Att. 2, 16. 41 colonnA 1977; bArtoloni et al. 2009 con bibl. 37 liv. 8, 28 (datazione al 326); vArro ling. 7 (datazione 42 Sul signifcato del tempio di Cerere: De cAzAnove al 313); a riguardo si veda anche: hArris 1990, p. 499; 1990. oAkley 1998, p. 688-694. 43 Per una sintesi: ciFAni 2008, p. 165-173 con bibl. 38 liv. 7, 16; sui problemi interpretativi del passo: oAk- 44 AMPolo 1990 con bibl. ley 1998, p. 177-179 con bibl. 156 gAbriele ciFAni

L’assenza di edilizia templare è già di per sè giu- di appaltatori privati nell’esecuzione di un edifcio stifcabile con la riduzione di bottini di guerra, dello Stato48 cui seguono il già ricordato compi- che inoltre avrebbero dovuto essere condivisi con mento del tempio di Apollo (431 a. C.) e, dopo la gli alleati latini secondo quanto noto dal foedus presa di Veio, la ristrutturazione del santuario di Cassianum45. Fortuna e Mater Matuta da parte di Furio Camillo 49 Ma risorse cospicue avrebbe richiesto anche la nel 396 a. C. . manutenzione dei monumentali templi tardo ar- Per quanto concerne il sacco gallico del 390 a. C., caici (es. templi di Giove Capitolino, di Saturno, le recenti indagini di scavo stratigrafco nell’area dei Dioscuri, di Cerere Libero e Libera) e che del Foro di Cesare hanno permesso una rilettura andrebbe sommato al possibile impegno edilizio degli eventi: si conferma la validità della cronolo- profuso nell’espansione coloniale46. gia fornita dalla tradizione letteraria, ma si delinea un quadro relativamente limitato o quantomeno Tuttavia un’ulteriore interpretazione può essere selettivo dei possibili danni urbanistici inferti vista anche in un tentativo isonomico all’inter- dall’occupazione dei Galli nella città50. no delle élites romane: la dedica, costruzione e Un importante momento di rinnovamento della inaugurazione di un tempio, sebbene ratifcata dal città è segnato invece dal cantiere del restauro e senato e dal popolo ed attuato mediante bottini di potenziamento delle mura urbane, aggiornate a guerra era infatti spesso espressione della compe- contrastare i nuovi criteri della poliorcetica del tizione tra le principali famiglie sia patrizie che IV secolo a. C. L’opera inizierà nel 384 a. C. e plebee, come ricorda, ad esempio, il logos sulla terminerà circa ventiquattro anni dopo, nel 353; i competizione per la dedica del tempio di Giove il lavori saranno svolti mediante appalti pubblici ed primo anno della Repubblica47. in parte con il contributo dei soldati51. La temporanea sospensione per circa un cinquan- Assai marcato appare quindi il contrasto con le tennio delle dediche ex manubiis, in una fase di procedure attuate per la costruzione delle forti- delicati equilibri sociali, potrebbe rientrare in un fcazioni nel corso del VI secolo a. C., quando criterio di rafforzamento del corpo civico attra- gli strati più umili della popolazione erano stati versato da forti tensioni politiche, evitando uno sottoposti a prolungate corvée (munera)52, mentre strumento di propaganda individuale che fniva circa 150 anni dopo il cantiere è affdato a privati per alimentare ulteriori rivalità, in un certo modo, e soldati, di questi ultimi sappiamo, almeno dal in parallelo alle isonomiche norme di austerità 407 a. C., ricevere uno stipendium. funeraria vigenti dagli inizi del VI secolo a Roma Seguirà a partire dal 367 a. C. una generale ripresa e nel territorio sotto la sua infuenza. su ampia scala dell’edilizia pubblica, iniziata con Lo stesso mercato edilizio mostra ulteriori cam- l’aedes Concordiae e proseguita con vari edifci biamenti: al 435 a. C. risale il collaudo della Villa nel corso del secolo, prima delle grandi infrastrut- Publica da parte dei censori C. Furius Pacilus e ture della censura di Appio Claudio: l’aqua Appia M. Geganius Macerinus che implica la presenza e l’omonima strada consolare53.

45 CHiABà 2011, p. 38 ss. 50 DelFino 2014. 46 Si veda ad esempio a Signia la possibile presenza di un 51 liv. 6, 32, 1; 7, 20, 9; da ultimi: ciFAni 2012; volPe

edifcio templare agli inizi del V secolo a. C., in base 2014. all’evidenza delle terracotte architettoniche: ciFArelli 52 MilAzzo 1993; ciFAni 2008, p. 326-333; 2010 con bibl. 2003, p. 33. 53 Per una sintesi sui monumenti medio-repubblicani: 47 liv. 2, 8, 6; Dion. H. 5, 35, 3. lA roccA 1990; Ziolkowski 1992; sui cambiamenti 48 liv. 4, 22, 7. sociali ed economici della società romana agli inizi

49 liv. 5, 19, 6; sul passo: Ziolkowski 1992, p. 104 ss. del III secolo a. C., valide osservazioni di gAbbA 1988. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 157

5. Produzioni e contesto santuariale alle pendici settentrionali del Palatino57. importazioni ceramiche Verso la fne del V secolo, nonostante un quadro di generale impoverimento delle classi ceramiche L’edizione di scavi stratigrafci condotti nella e del repertorio funzionale, è attestata la diffu- città e nel suburbio consente anche di modifcare sione di una nuova classe di ceramica domestica: il quadro di generale isolamento riferito per l’internal slip ware, la cui cronologia è stata ora

Roma nel V secolo a. C. relative a produzioni ed precisata grazie ad una serie di importanti contesti importazioni. I valori numerici di queste ultime urbani e nel territorio e di cui forse il principale in particolare non possono essere considerati centro produttore doveva essere Roma stessa58. come espressione diretta del volume delle im- Inoltre la coropolastica legata all’architettura portazioni54, ma la loro cronologia, il tipo di templare deve aver rappresentato un’ulteriore forme attestate e la loro distribuzione può offrire importante produzione romana, almeno nel primo parziali indicazioni sul signifcato economico di e ultimo venticinquennio del V secolo59. tali importazioni. Bisogna tuttavia attendere la seconda metà del IV secolo per individuare nuove produzioni locali, in 5.1 Le produzioni locali particolare ceramica vernice nera a stampigli, che sembrano precedere di circa un trentennio le pri- Le produzioni locali di ceramica proseguono me attestazioni dell’Atelier des Petites Stampilles, 60 sia con i tradizionali impasti (bruni, rossi e datate al 320 a. C. . In questa medesima temperie ceramica da cucina) che con l’impasto chiaro si colloca la nota Cista Ficoroni, prodotta a Roma sabbioso, come ben documentato nel contesto dal bronzista Novio Plautio che evidenzia l’alto dell’Auditorium Flaminio55, mentre perdura una livello artigianale disponibile nella città61. produzione in argilla depurata (cosidetta cream- ware) e probabilmente anche di un locale buc- 5.2 Le importazioni ceramiche chero grigio che appare piuttosto diffuso in vari contesti urbani56. Due anfore etrusche databili tra la fne del VI e In tale quadro si colloca anche la probabile at- il V secolo sono note dal sito rurale dell’Audito- testazione di un fgulo, su un graffto di dedica di rium Flaminio62, mentre almeno quindici anfore un vaso in argilla depurata databile nella prima etrusche sono segnalate da Satricum nel corso del 63 metà del V secolo, recentemente rinvenuto in un V secolo a. C. .

54 Si vedano le condivisibili osservazioni di boArDMAn 61 CIL, I, 54 = ILS, 8562. 1979. 62 cArAnDini et al. 2007, p. 365, nn. 125-127, tav. 15, 55 cArAnDini et al. 2007, p. 352-373. con bibl. 56 Es.: area del Forum Caesaris: Di giusePPe 2010, p. 309. 63 Tre o quattro anfore etrusche del tipo Py 4 databili 57 PAnellA et al. 2014, p. 178, fg. 19. tra il 550-400 sono note dalla necropoli volsca di 58 CAsCino & Di sArCinA 2008, p. 564 con bibl; Pen- Satricum (zevi 1985: p. 124-125; gnADe 1992, p. sAbene et al. 2000, p. 187-188; per un riesame crono- 83-84, fg. XXIII ), quindi due anfore etrusche sono logico della produzione: Di giusePPe 2010, p. 314-317; segnalate dallo strato di obliterazione della strada 2014 con bibl. tardo arcaica di Satricum (gnADe 2002, p. 191, nn.

59 cArlucci c. s. Dell’alto livello tecnico ed artistico delle 70-71, fg. VIII), 5 anfore Py 4 (Py 1985) e un’altra maestranze presenti a Roma è un importante esempio anfora etrusca sono segnalate dalla necropoli di Pog- la decorazione interna di un loutérion, con fgura di gio Cavallari II: tombe XIII B, XV, XXII, XXV: atleta di proflo, recentemente rinvenuta alle pendici gnADe 2011, p. 460; un frammento di anfora etrusca nord-orientali del Palatino inquadrabile intorno alla di V secolo proviene dall’acropoli (gnADe 2003,

metà del V secolo a. C. (PAnellA et al. 2014, p. 176- p. 218), mentre frammenti inediti di altre due o tre 177, fg. 16). anfore etrusche sono stati trovati nella cosiddetta 60 FerrAnDes 2007, p. 4; per inquadramento delle prime stipe votiva ellenistica sull’acropoli (comunicazione produzioni a vernice nera in Italia inoltre: Di giusePPe personale di Marijke Gnade). 2012b con bibl. 158 gAbriele ciFAni

Tra le importazioni locali probabilmente di fab- trentennio del VI secolo a. C., Roma ed il Latium brica etrusco meridionale ricorre una classe di vetus rimangono comunque inserite in un circuito piccole anfore dipinte a fasce documentata in due di distribuzione della ceramica attica per tutto il contesti funerari dell’Esquilino e dal riempimento V secolo a. C. del podio del tempio dei Dioscuri e databili tra la L’evidenza principale per la fne del V secolo è 64 fne del VI e gli inizi del V secolo a. C. , nonchè, a costituita da alcuni frammenti di kylikes fgurate, partire dal IV secolo a. C. numerose importazioni forse alcune glaukes di importazione ed un fram- di ceramica falisca a fgure rosse65. mento di cratere a campana datato dal Paribeni 71 La ceramica attica a fgure rosse è discretamente intorno al 400 a. C. rinvenuto nell’area del Foro attestata a Roma fno alla metà del V secolo a. C., da frammenti di skyphoi a vernice nera dal Pala- come mostrano diversi esemplari di kylikes tino72 e da alcuni frammenti databili tra fne V e rinvenuti nell’area del Foro66 e, sebbene più spo- inizi IV secolo nella zona della Curia, in partico- radicamente, anche nel suburbio67. Tra i reperti di lare una Rheneia cup73, mentre ad un momento particolare pregio spicca una piccola anfora a fgure avanzato del V secolo potrebbero riferisi ancora rosse del Pittore Dutuit, databile al 480-470 a. C. due frammenti decorati di kylikes a fgure rosse ora al Louvre, di cui G. Colonna ha ri costrui to con - dallo stile assai corsivo recentemente rinvenuti vincentemente una provenienza dall’Aventino, gra - sul Quirinale presso la Salita del Grillo, oltre ad zie ad una specifca notizia riportata da J. Winckel- una pelike dalla T. 89 dell’Esquilino74. mann68, e quindi un frammento di oinochoe del La prosecuzione di questa corrente commerciale pittore delle Oinochoai di Brussels segnalato dal trova riscontro ancora nella prima metà del IV 69 Beazley nell’Antiquarium forense . secolo a. C. con attestazioni di ceramica attica a

Per il terzo quarto del V secolo a. C. si assiste ad vernice nera dall’area del futuro Forum Caesa- una diminuzione delle attestazioni di ceramica a ris75 e dalla colonia di Ostia da dove provengono fgure rosse, ma occorre notare come tale fenomeno tre frammenti di crateri a campana riferiti dal trovi paralleli con l’intera area centro tirrenica ed Beazley all’offcina del “Black-Thyrsus Painter” 76 è probabilmente da correlarsi ad un cambio delle (circa 380 a. C.) . esportazioni di ceramica ateniese, concentrate Una simile tendenza si riscontra anche in alcuni sempre più sul versante adriatico anzichè tir- centri del Lazio. reno, ed in particolare verso gli empori di Adria A Lavinio (santuario orientale) nella seconda metà 70 e Spina . del V secolo a. C. sono ancora presenti sporadiche È possibile affermare che nonostante il calo kylikes di importazione insieme a ceramica “di nume rico delle attestazioni rispetto all’ultimo Saint Valentin”77.

64 AMbrosini 2009. 70 Sul fenomeno: Meyer 1980; gilottA 1990; bAlDAs- 65 Es. AMbrosini 1998. sArrA 2013 con bibl. Per una comparazione con le 66 PAribeni 1958: nn. 191-221; gJerstAD 1966: fgg. 190- proiezioni statistiche sull’Etruria si rimanda a: boArD- 193; da S. Omobono: un frammento di cratere at- MAn 1979; MArtelli 1989, p. 790-792.

tico a fgure rosse riferito agli inizi del V secolo da 71 E. g. PAribeni 1958: p. 20, nn. 224-225; 232 (fram- S. Omobono: brocAto et al. 2012, p. 47-48, n. 22, e menti di kylikes e di un cratere a campana); 233-238 un frammento di kylix attica a fgure rosse, datato al (frammenti di glaukes).

450 a. C.: PAribeni 1958: p. 124, n. 81. 72 pensABene & FAlZone 2001, p. 278-279, nn. 17-20 con

67 E. g. Settecamini, via Casal Bianco, Casale Forno: bibl. kylix attica a fgure rosse: Filippini & slAskA 2009, 73 morselli & tortoriCi 1989, p. 268-270. p. 451-452, fg. 26. Da Ficana è noto un frammento 74 tAbò 2013, p. 31-32, fg. 6 (con datazione al VI-V se-

di kylix attica fgure rosse riferita alla prima metà colo a. C.); T. 89 Esquilino: colonnA 1977, p. 139-141

del V secolo a. C.: Pietilä-cAstrén 2012, p. 45, con bibl. n. 77. 75 Di giusePPe 2010, p. 309-310, fg. 7, 35 con bibl. 68 colonnA 1994, p. 290. 76 ADeMbri 1996, p. 40-41, nn. 1-3 con bibl. 69 beAzley 1963, p. 775. 77 PAribeni 1975, p. 392-394, G 34-G 39; roMA 1981, p. 200-201. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 159

A Satricum nei decenni centrali del V secolo si di Andrea Carandini nel suburbio settentriona- importano ancora vasi di pregio come un cratere le, hanno permesso di defnire con suffciente a campana con raffgurazione di Eracle sulla pira precisione le dinamiche insediative rurali: ad un ed ulteriori kylikes e skyphoi a fgure rosse sono periodo con scarsi insediamenti di tipo aperto attestati nella necropoli volsca78, mentre a Lanuvio nell’agro romano tra VIII e VII, segue una crescita è attestata una stemless cup del “Lid Painter”.79 degli insediamenti rurali tra la fne del VII e il VI 82 Il quadro delle importazioni dalla Grecia indica secolo di oltre il 100 %. . pertanto una continuità sin da epoca arcaica ed Ancora più marcato il coevo incremento docu- una specializzazione progressiva nel corso del V mentato nel territorio tra Caere e Veio dove in secolo verso la ceramica a vernice nera attica se- un’area di 200 kmq si passa da 21 siti per l’VIII- 83 condo fenomeni comuni al resto dell’Italia centro VII secolo a. C. a 330 siti nel VI-V secolo . tirrenica80, senza per questo dover ipotizzare una Uno dei motivi legati a tale crescita improvvisa è chiusura di relazioni commerciali verso l’ambito certamente la crescita urbana del VI secolo a. C. ellenico. in Etruria e Lazio tale da richiedere nuovi sistemi di approvvigionamento e supportare colture spe- cializzate quali olivo e vite che nell’area etrusca meridionale potevano essere fnalizzate anche 6. Rendite fondiare all’esportazione84. Tale crescita va ricondotta sia ad un probabile È opinione diffusa come una parte cospicua delle incremento demografco, che a nuovi sistemi di rendite statali dovesse provenire dall’afftto di ager gestione agricola di comparti territoriali in qual- publicus, sia come terreno agricolo (ager vectigalis) che modo ceduti a nuovi possessori (sia affttuari sia come area da pascolo (ager scripturarius)81. che proprietari)85. Le testimonianze letterarie e giuridiche su tali È ragionevole ipotizzare che in questa fase ampi sistemi si datano tuttavia alla tarda repubblica comparti territoriali, già di proprietà pubblica e anche se è verosimile che possano risalire ad epo- magari parzialmente coltivati o adibiti a pascolo che molto più antiche; in particolare è ipotizzabile o silvicoltura, siano stati in qualche modo ceduti che il diritto di accesso ai pascoli della bassa valle ai privati e sfruttati in maniera più intensiva, tiberina insieme alla vendita di sale fossero alla probabilmente dietro qualche forma di compenso base dell’economia dell’insediamento di Roma fn per lo Stato. da epoca protostorica. In questa prospettiva può essere in parte rivalutata Le ricerche di archeologia dei paesaggi degli ul- la tradizione letteraria che ricorda ripetuti inter- timi trenta anni hanno permesso di individuare venti di riorganizzazione del territorio tra la fne profondi cambiamenti in area Medio Tirrenica a del VI e gli inizi del V secolo a. C., mediante re- partire dai decenni fnali del VI secolo a. C. distribuzione dell’ager publicus, un fl rouge delle A Roma le ricerche condotte negli anni Settanta rivendicazioni sociali nella Roma repubblicana, dal CNR e negli anni Novanta dall’Università che, come aveva già notato Arnaldo Momigliano, di Roma “La Sapienza” sotto il coordinamento risulta coerente sia per l’epoca tardo repubblicana

78 beAzley 1963, p. 498; gnADe 1992: p. 49-51; 2012, piccola proprietà rurale: kron 2008; viglietti 2011,

p. 453-456 (segnalazione di uno skyphos a civetta p. 169 ss. con bibl. a figure rosse, databile al secondo quarto del V 83 tArtArA 1999; enei 2001; Di giuseppe & pAtterson secolo) e di tre kylikes attiche a fgure rosse del tipo 2009 con bibl. Castulo. 84 Sullo sviluppo della viticoltura nell’area di Vulci, in 79 beAzley 1963, p. 1283. particolare della valle dell’Albegna: ciAMPoltrini 80 Si vedano anche le osservazioni in torelli 1990. & renDini 2012; perkins 2012; sulle esportazioni 81 roselAAr 2010, p. 125-130 con bibl. vinicole verso la Gallia: bAts 2012 con bibl. 82 cArAnDini 2009, p. 310, fg. 18; ciFAni 2002; 2009 85 ciFAni 2009 con bibl. con bibl. Per un inquadramento della redditività della 86 MoMigliAno 1982, p. 3-15. 160 gAbriele ciFAni come per l’età arcaica86. stessa classe dirigente. Per quanto concerne Roma, l’espansionismo Viene meno in questo caso anche il concetto di militare del V secolo può essere considerato il consumer city, già proposto da Max Weber e principale mezzo di superamento delle tensioni quindi ripreso da Moses Finley93; l’evidenza ar- sociali interne al proprio corpo civico, mediante cheologica del suburbio romano arcaico e medio espropri di territori conquistati e redistribuzioni, repubblicano mostrano come a livello politico, oltre ovviamente all’acquisizione di preda bellica amministrativo, economico e demografco sia la mediante saccheggio. città la promotrice di un ripopolamento delle cam- Per Fidenae, città alleata di Veio, per il V secolo pagne e dei necessari investimenti per aumentarne a. C. viene fatta allusione ad una vera riorganiz- la reddittività; il paesaggio rurale di fattorie non zazione territoriale87. Dionisio ricorda infatti per è altro infatti che lo strumento produttivo della il 498 la riconquista di Fidenae da parte di Roma, città nel proprio territorio. insieme all’epurazione degli aristocratici Fidenati Per quanto concerne Veio, le ricognizioni arche- ribelli e la nuova divisione di circa metà del ter- ologiche condotte dalla British School at Rome ritorio ai soldati inviati come guarnigione88, un negli anni Cinquanta e recentemente oggetto di dato questo che lascia immaginare un’adsignatio revisione hanno identifcato circa 2500 siti, com- viritana, in luogo di una vera e propria deduzione presi tra la media e bassa valle tiberina in un’area coloniale89. ricadente per lo più nell’antico territorio di Veio; in All’episodio potrebbe essere correlata anche la no - attesa della pubblicazioni dei dati di dettaglio per tizia sulla redistribuzione di terre alla gens Clau- zone, è possibile osservare una drastica riduzione dia, avvenuta, come noto, dopo la battaglia del Lago tra la fase del 580-480 a. C. in cui sono documen-

Regillo (504), in un ambito cronologico tradizio- tati all’incirca 600 siti e la fase del 480-350 a. C. 90 nale entro i primi decenni del V secolo a. C. . quando i siti scendono a circa 180, seguiti da una

Per questo territorio a nord di Roma le ricerche più ripresa con circa 550 siti tra 350 e il 250 a. C., di recenti hanno confermato la presenza di numerose cui almeno 200 di nuova fondazione94. piccole fattorie, alcune delle quali documentate da Si tratta di proiezioni statistiche di dati di rico- campagne di scavo91, che testimoniano i modesti gnizioni, purtroppo non ancora confermate da ceti sociali beneficiari di tali redistribuzioni, indagini di scavo, ma è ragionevole rapportare spesso di effmera durata e scarsa redditività tali importanti variazioni del paesaggio con gli all’interno della compagine economica romana eventi storici del territorio veientano: un capillare controllata certamente da più potenti proprietari popolamento agricolo tra VI e V secolo legato alla terrieri in grado di condizionare le logiche di metropoli etrusca, analogo a quello riscontrabile mercato interne, ben esemplificati dalla villa a Roma e Caere, seguito da un brusco crollo dell’Auditorium Flaminio92. demografco riferibile alla conquista della città

Il corpus ormai disponibile dei documenti ar- nel 396 a. C. cheologici relativi al paesaggio agrario di epoca Tale evento comportò infatti la vendita come tardo arcaica evidenzia pertanto un ruolo diret- schiavi di larga parte dei suoi abitanti, la ripar- to da parte dello Stato nella promozione dello tizione delle terre tra cittadini romani, ad ogni sfruttamento del territorio, verosimilmente sotto pater familias in quote proporzionali al numero la spinta di interessi imprenditoriali interni alla dei fgli secondo lotti molto estesi, forse di misura

87 Per una rassegna sistematica delle fonti letterarie si 92 cArAnDini et al. 2007. rimanda a: QuiliCi & QuiliCi gigli 1986. 93 Finley 1973, p. 123-149. 88 Dion. H. 5, 59-60. 94 Di giuseppe & pAtterson 2009; Di giusePPe 2012a. 89 cornell 1995, p. 303; CHiABà 2011, p. 108. 95 Sette iugeri a testa secondo liv. 5, 30, 7-9, quindi DioD. 90 Amoroso & BArBinA 2003 con bibl; bArbinA et al. 14, 102 che ricorda quattro iugeri o secondo altri 28

2009, p. 335 ss. iugeri; sull’argomento: ogilvie 1965, p. 593; hArris 91 ciFAni 2009; AMoroso et al. 2009. 1971, p. 40 ss.; roselAAr 2010: p. 41; 298-299 con bibl. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 161 variabile da 4 fno a 28 iugeri95 da considerarsi gica parallela al primo impianto della via Appia99. comunque più ampi rispetto a quelli dell’assetto Dopo quelle del territorio veiente seguiranno al- fondiario della precedente fase etrusca, cui fa tre importanti acquisizioni di territorio nell’ager seguito un ripopolamento tra la seconda metà del publicus, soprattutto dopo la guerra latina (338):

IV e il III secolo a. C. di particolare rilevanza per la prossimità a Roma Anche in questo caso la ricerca archeologica più la divisione dell’ager Pomptinus nel corso del IV recente ha permesso di illuminare uno dei pas- secolo a. C., quella del territorio di Priverno, nella saggi più delicati della storia romana alto repub- Pianura Pontina, tra il 45° e il 57° miglio della via blicana, in particolare l’ampia redistribuzione di Appia e lungo l’Ufente, in un periodo riferibile 100 terre a favore dei cittadini romani che giustifca di alla fne del IV secolo a. C. fatto la progressiva pacifcazione del confitto tra Seguono le centuriazioni nell’ager di Cales (334), patrizi e plebei, culminato con le leges Liciniae Luceria (314), Alba Fucens (303)101; quindi nella 96 Sextiae del 367 a. C. valle del Tevere e come tale particolarmente im- Nella medesima riforma erano prescritte impor- portante per l’approvvigionamento dell’Urbe, la tanti garanzie in tema di restituzione del credito, centuriazione del territorio di Cures Sabini dopo 102 ma anche limitazioni all’estensione d’uso dell’ager il 290 a. C. . publicus, dove non era possibile possedere più Occorre inoltre ricordare la problematica notizia di 500 iugeri (125 ettari) e dei diritti di pascolo liviana circa la seditio (o probabilmente un ten- ristretti a non più di 100 capi di bestiame grande tativo di secessione plebea) dei soldati romani di e 500 di minuto, cifre rivelatrici dei possedimenti estrazione plebea a Capua nel 342 a. C., dove tra le dei maggiorenti patrizi, da considerarsi non infe- rivendicazioni di base risulterebbe l’assegnazione riori a tali parametri97. di lotti nell’ager campanus, oltre alla richiesta di Un’idea di massima del livello degli investimenti cancellazione dei debiti103. attivati nell’ager Veientanus dopo la conquista La presenza di appaltatori di ager publicus, in romana può essere visto nello sviluppo di un particolare per i pascoli è accertata almeno a par- esteso sito rurale di IV secolo (con fasi di fre- tire dal 293 a. C. quando vennero irrogate ingenti quentazione anche di età arcaica) recentemente multe per specifci abusi in materia, suffcienti individuato dalla Soprintendenza Archeologica a realizzare la lastricatura della via Appia dal di Roma all’incrocio tra via della Pisana e il fosso santuario di Marte fno a Bovillae104. di Galeria, dotato di numerosi ambienti in opera Dello stesso periodo sono anche l’estesa bonifca quadrata di tufo, che toglie dall’isolamento la poco (seguita da una possibile divisione agraria) della più antica villa dell’Auditorium Flaminio risalente conca di Rieti, mediante il drenaggio del lacus agli inizi del V secolo98. Velinus dopo l’occupazione da parte di Manio Inoltre sul fnire del IV si data la realizzazione Curio Dentato105. della via Portuense, sempre sulla destra del Tevere In questo caso il nuovo assetto idrogeologico e di cui sono stati documentati stratigrafcamente viario non sembra comunque aver modifcato alcuni tratti ben inquadrabili in una fase cronolo- almeno fno alla prima età imperiale l’uso del

96 Sulla storicità di tali provvedimenti legislativi: cor- 98 L’importante struttura individuata intorno al 2005 è in

nell 1995, p. 328 ss.; cAPogrossi colognesi 2007; corso di scavo da parte della SAR ed è tuttora inedita; per una storia degli studi: bAlbo 2010 con bibl. segnalazione in: virlouvet & CiAnFrigliA 2013. 97 roselAAr 2010, p. 95-110 con bibl. ed analisi critica 99 Di giuseppe & serlorenZi 2009. delle fonti; sull’importanza delle norme limitatrici sul 100 AtteMA et al. 2014, p. 214 con bibl. pascolo: Ziolkowski 2000, p. 98. Per i dati archeozoo- 101 cornell 1995, p. 347-358.

logici sull’allevamento tra IX e IV secolo a. C. in area 102 Muzzioli 1980; Di giusePPe et al. 2002 con bibl. centro tirrenica si vedano gli importanti contributi: De 103 liv. 7, 38-42, su cui: PoMA 1990 con bibl. grossi MAzzorin & Minniti 2010; Minniti 2012 con 104 liv. 10, 47, 7. bibl. 105 cAMerieri et al. 2010; coArelli 2009 con bibl. 162 gAbriele ciFAni territorio, rimasto probabilmente un pascolo geolitici di proprietà pubblica. arborato, come mostrano una serie di recenti L’indizio principale è costituito dalla notizia di indagini paleobotaniche106, la grande operazione Livio sui provvedimenti presi all’indomani del di drenaggio e centuriazione nell’agro reatino sacco gallico, quando oltre ad una distribuzione mirava ad incrementare le rendite dello Stato, pubblica di tegole, ai privati fu concesso di cavare mantenendo tuttavia gli equilibri produttivi locali liberamente materiale da costruzione 112. che facevano del luogo uno dei centri principali Quest’ultima concessione implica l’esistenza di per la raccolta della scriptura107. una regolamentazione specifca in materia da Seguono quindi intorno al 273 le centuriazioni parte dello Stato e probabilmente la proprietà delle nell’ager di Cosa e di Paestum108, ma è anche ipo - principali cave da costruzione comprese nell’ager tizzabile che le città dell’Etruria sconftte da Roma publicus, analogamente a quanto accadeva negli sul piano militare abbiano dovuto cedere quote di stessi anni nell’Attica dove la proprietà delle territorio, inglobate nell’ager publicus109. principali cave era dello Stato che ne concedeva L’ampio incremento di ager publicus tra il 396 e il lo sfruttamento ad appaltatori privati113. 280 deve aver fornito non solo eccezionali aumenti Se già per l’epoca arcaica è possibile immaginare di rendita per l’erario romano sotto forma di vecti- una proprietà pubblica per i complessi ed estesi im - gal, ma anche un patrimonio fondiario disponibile pianti di estrazione in sotterraneo del tufo granula- per ripianare debiti contratti dallo Stato110. re grigio ubicati immediatamente extra moenia, tra Per il periodo tra la fne del IV e la prima metà del le vie Nomentana e Tiburtina, tale ipotesi appare

III secolo a. C., la ricerca archeologica più recente ancora più fondata se si osserva l’ubicazione prope ha fornito alcune immagini delle trasformazioni Tiberim delle strategiche cave di tufo giallo litoide del tessuto produttivo interne all’ager romanus. nell’ager veientanus, con cui verranno ricostruite Uno dei primi indicatori è l’aumento delle atte- le mura urbane alla metà del IV secolo114. stazioni delle coltivazioni a vigneto, segno di una La proprietà di tali impianti di estrazione diff- richiesta interna del mercato, in parallelo ad una cilmente può essere ricondotta ad un privato, in signifcativa scarsità di anfore, che lascia supporre quanto avrebbe da solo condizionato l’economia una produzione locale di vino trasportati in otri edilizia dell’intera città, mentre è assai più proba- o altri contenitori deperibili e scarso ricorso alle bile che l’intero sistema di cave e relativo scavo importazioni per via marittime111. fuviale, attivato nell’ex territorio veientano all’in- Un ulteriore aspetto delle rendite fondiarie può domani delle vaste acquisizioni nell’ager publicus, essere visto nel possibile sfruttamento di depositi fossero di proprietà pubblica ed eventualmente date in gestione ad imprenditori privati.

106 Mensing et al. 2015. 46, 4). Nel 201, per far fronte a circa un terzo dei debiti 107 vArro rust. 2, 2, 9. contratti dallo Stato nei confronti di privati causa le 108 Ager Cosanus: CArAnDini & CAmBi 2002, p. 121-123, esigenze belliche della seconda Guerra Punica, fu con- con bibl.; Paestum: gAsPArri 1994 con bibl.; sulla de- cesso ai creditori un ftto agevolato per lo sfruttamento

duzione coloniale di Paestum: torelli 1999, p. 43 ss. di porzioni dell’ager publicus nel raggio di 50 miglia con bibl. da Roma (c.d. ager in trientabulis), un’area partico- 109 Da ultima: roselAAr 2010, p. 42. Un esproprio della larmente pregiata per la facilità di approvvigionare il metà del territorio di Falerii fu invece certamente mercato della capitale ed identifcabile in un perimetro

eseguito secondo le fonti nel 241 a. C. ed un’area con tra Gravisca, Narni e poco a nord di Circeii (liv. 31, evidenti divisioni agrarie è stata recentemente indivi- 13, 6–9). duata lungo l’asse della via Flaminia a nord del fume 111 volPe 2009; PAnellA 2010, p. 58-69. Treja, il cui impianto, impostato su tale via consolare, 112 liv. 5, 45, 3: “Tegula publice praebita est; saxi ma- risulta databile alla fne del III secolo a.C: ciFAni 2013, teriaeque caedende unde quisque vellet ius factum, p. 27-37. praedibus acceptis eo anno aedifcia perfecturos”; 110 Nel 205 una porzione dell’ager Campanus verrà ven- ciFAni 2008, p. 236. duto con una specifca procedura curata dai questori, 113 AMPolo 1982 con bibl. per fnanziare la campagna militare in Africa (liv. 28, 114 Da ultima: volPe 2014. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 163

7. La tassazione dei commerci 71 a. C. (CIL, I.2, 2, 589) ricordava l’esistenza di un portorium terrestre, oltre ai portoria maritima. La tradizione letteraria ricorda l’esistenza di tasse Tuttavia risulta diffcile riferire solo al II secolo sul commercio già per la prima età repubblicana, a. C. l’introduzione così tarda di un tipo di tassa- in particolare riferendosi a Valerio Poblicola che zione che appare caratteristica già di comunità avrebbe affrancato la plebe da tributi e portoria elleniche con le quali l’Italia centro tirrenica man- in occasione dell’assedio di Porsenna (liv. 2, 9; teneva importanti e dirette relazioni commerciali Dion. h. 5, 22), tuttavia, nell’impossibilità di sta- tra VII e V secolo (Corinto ed Atene). bilire direttamente la veridicità di tale tradizione è Importante in proposito è anche il testo del primo possibile confrontarla con l’esistenza di analoghe trattato romano cartaginese che menziona il ruolo forme di tassazione presenti in alcune città greche di controllo e quindi di riscossione dei tributi da che intrattenevano stretti rapporti commerciali parte di funzionari nei porti punici120, nonché la con l’area medio tirrenica e che potrebbero aver notizia, sia pure riferita all’epoca di Annibale, se- suggerito soluzioni analoghe, oltre che reciproche condo la quale i vectigalia terrestria maritimaque con le comunità centro-tirreniche. rappresentavano il maggior cespite di entrate dello In particolare a Corinto la rendita portuale e stato Cartaginese121. del passaggio sul díolkos era legata alla base In questa cornice, è lecito immaginare che anche dell’ascesa politica di Periandro (str. 8, 6, 20; le città centro tirreniche, inclusa Roma, applicas- herAcliD. Fr. 5 = FHG. II, 212) mentre ad Atene sero dei tributi sulle merci in entrata nei loro terri-

è documentata, al più tardi nel IV secolo a. C., una tori, se non per interesse almeno per un principio precisa tassazione sulle merci in entrata, pari al di reciprocità tra comunità fra loro autonome. 2% del valore, nota come pentèkostè115. Un’idea di massima del volume di traffci tassa- In area centro tirrenica appare assai probabile to nei porti costieri del Lazio proviene dall’ar - connettere lo sviluppo degli insediamenti portuali chi tettura ed urbanistica degli empori costieri anche a carattere emporico, nel corso del VI secolo medio tirrenici, tra cui spiccano per documenta- quale strumento di crescita dei commerci, ma zione: Gravisca, Pyrgi ed ora Castrum Inui presso che implica comunque una riscossione di tasse Ardea. a favore del potere centrale (c. d. portoria o più Su Pyrgi, Diodoro Siculo ricorda, sia pure non genericamente vectigalia). senza enfasi, l’importo del bottino frutto del solo Riguardo a una temporanea abolizione di questo saccheggio del santuario da parte di Dionisio di tipo di tassazione indiretta, farebbe riferimento Siracusa nel 384, pari a circa 1000 talenti, oltre la notizia sopra ricordata, secondo cui nei primi ad altri 500 talenti ottenuti dalla vendita o riscatto anni della Repubblica “portoriis et tributo plebs dei prigionieri ceretani122. liberata”116. Se un’egemonia romana sull’area latina appare

La validità di tale informazione, già accettata da probabile fn dalla fne del VI secolo a. C., come uno storico quale il Cagnat117, è stata in seguito risulterebbe dal testo del primo trattato Romano- criticata come anacronismo storico118, rispetto alle Cartaginese, è verosimile che abbia comportato indicazioni più tarde su tale tipo di imposta, come anche possibili forme di tassazione dei commerci quella del 199 a. C. sul portorium di Capua, Poz- costieri, oltre che tiberini già da questa fase. zuoli e Castro, affdato in appalto dai censori con Un discorso a parte merita la possibile infuenza lauti proftti119, mentre la lex de Termessibus del od egemonia romana su Caere già da epoca ar-

115 DeM., XXI, 166; XXXIV, 7; Migeotte 2014, p. 251 ss. 119 liv. 32, 7. con bibl.; cArrArA 2014 con bibl. 120 Pol. 3, 22, 4-13. 116 liv. 2, 9; quindi Dion. h. 5, 22; Plut. Publ. 11. 121 liv. 33, 47.

117 cAgnAt 1882, p. 6; inoltre: De lAet 1949, p. 45 ss. 122 DioD. 15, 14. 118 clerici 1943, p. 486; ogilivie 1965, p. 258 164 gAbriele ciFAni caica; questa tesi, già sostenuta da Santo Mazza- bra confermato anche dalla notizia di Livio sulla rino, non può trovare ancora riscontro diretto sul fallita incursione di pirati greci (verosimilmente 126 piano archeologico se non a livello delle notevoli una squadra navale siracusana) nel 349/348 a. C. . interazioni culturali e sociali tra i due centri fn Quindi, tra la fne della Guerra Latina (338 a. C.) 123 da epoca molto antica . Tuttavia è opportuno os- e l’inizio del primo confitto Punico (264 a. C.), servare come l’offensiva romana contro Veio che l’intera costa centro tirrenica sotto il controllo di si sviluppa nel corso del V secolo a. C., richieda Roma appare presidiata da un sistema organico di l’alleanza o quantomeno la neutralità ceretana nei colonie marittime o anche di insediamenti portuali confronti di Roma e che il commercio marittimo fortifcati127, tra i quali spicca il castrum di Ostia, che si sviluppa sui porti di Caere quali Alsium e fondato su un sito dove probabilmente insisteva Pyrgi sia dipendente dalla sicurezza e garanzia un precedente abitato costiero128. per il traffco marittimo di cabotaggio lungo la È d’obbligo pensare che tali scali marittimi for- costa laziale, offerto da Roma e dalle città latine tifcati fossero non solo presidi per il controllo alleate124. costiero, ma anche luoghi di tassazione delle merci In altre parole, lo sviluppo del commercio na- e delle navi di passaggio, in particolare quelle di- vale di Caere e Tarquinia è strettamente legato rette verso il Tirreno settentrionale o meridionale. all’accessibilità e sicurezza dei porti laziali ed in Di particolare importanza l’ubicazione della particolare dell’approdo fuviale costituito dalla colonia latina di Cosa (273) che pone il controllo foce del Tevere, senza il quale occorre pensare ad di Roma sul crocevia delle rotte tra Sardegna, una sorta di confittualità perenne di entrambi i Corsica ed arcipelago Toscano, una delle aree a centri contro Roma. maggiore rilevanza economica dell’intero Medi-

Il secondo trattato romano cartaginese del 348 a. C. terraneo per le risorse minerarie e la metallurgia. (Pol. 3, 24, 3-13) appare maggiormente restrittivo Nel settore anziate, punto strategico delle rotte nei confronti di Roma, soprattutto nei limiti posti di navigazione e di connessione con le viabilità alla fondazione di colonie nei territori controllati terrestri tra Campania, Lazio ed area appenni- da Cartagine, che menziona nel trattato anche la nica, l’intervento romano appare articolato su costa meridionale della Spagna, segno evidente più interventi: Anzio diviene defnitivamente che Roma con i suoi alleati poteva ormai disporre colonia romana nel 338; sette chilometri più a di una migliore fotta in grado di operare anche a nord l’insediamento fortifcato di Colle Rotondo lunga distanza dalla costa centro tirrenica. che controllava una strategica palude costiera con Non oltre la prima metà del IV secolo vengono probabile ancoraggio di navi, viene abbandonato infatti ricondotti due tentativi di colonizzazione non oltre il III secolo a. C. nell’ambito della rior- romana transmarina: in Sardegna (DioD. 15, 27, ganizzazione territoriale promossa da Roma129; 125 4) e in Corsica (thPhr. HP 5, 8, 1-2) , mentre il quindi nel 314 a. C. una colonia romana viene controllo capillare della costa intorno Roma sem- fondata sull’isola di Ponza130, autentico avamposto

123 Si veda ad esempio la presenza di individui con genti- riferimento alla navigazione punica nel Nord Africa lizi o prenomi latini ed italici documentata a Caere fn una stima più al ribasso è ipotizzata da cintAs (1948, da epoca orientalizzante: MArchesini 1997, p. 147-150 p. 270-271) che ipotizza per il cabotaggio diurno una con bibl. distanza non superiore a 40 km giornalieri.

124 Nella seconda metà del IV secolo a. C. il cabotaggio 125 Su tali episodi: zuccA 1996, p. 74-79 con bibl. dalla foce del Tevere al Circeo poteva richiedere una 126 liv. 7, 25-26; sul passo: gnoli 2012, p. 31 con bibl.; media di un giorno e mezzo di navigazione, secondo sulla colonizzazione romana in Sardegna: torelli scyl. 5-6. Ancora lo Stadiasmus Maris Magni, nel I 1981. sec. d.C. calcolava una giornata di navigazione in 500- 127 JAiA & molinAri 2012. 900 stadi, pari a circa 50-90 miglia nautiche, rendendo 128 Per la localizzazione del bacino portuale ostiense di di fatto altamente plausbile per navi di V-IV secolo epoca medio repubblicana: goirAn et al. 2014.

a. C. almeno una sosta lungo la costa laziale, proce- 129 ciFAni et al. 2013. dendo dal basso Tirreno: MeDAs 2008, p. 77-81; con 130 liv. 9, 28. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 165 verso il Tirreno meridionale e punto di controllo Tra gli esempi noti vi è quello riferito al 396, delle rotte di altura. quando all’indomani della presa di Veio, fu deciso

Sul fnire del IV secolo a. C. Anzio diviene quindi di celebrare l’importante vittoria sugli Etruschi, il principale avamposto marittimo romano verso inviando un’ambasciata romana in Grecia che il Tirreno meridionale ed in questa cornice gli donasse un tripode aureo a Delf nel tesoro dei storici antichi ricordano le prime testimonianze Massalioti. Sia Livio (5, 28, 2) che Diodoro Sicu- sull’economia navale di Roma di epoca medio- lo (14, 93, 4) narrano come la spedizione navale repubblicana. fu bloccata dai pirati di Lipari, alla fne posti in Nel 326 il foedus Neapolitanum rinforzerà i salvo solo dall’intervento dello stratega Timasiteo. commerci marittimi sul Tirreno, esemplifcati Plutarco (Cam. 8) aggiunge alcuni dettagli di mag- anche dall’avvìo della produzione di anfore greco- giore attendibilità: i Romani navigavano su una italiche nell’area del Golfo di Napoli131, mentre al grande nave, verosimilmente da guerra (μακρὰ

311 a. C. risale l’istituzione dei duumviri navales ναῦς), quando furono attaccati dai Liparesi che classis ornandae refciendaeque causa132, segno li reputarono pirati e si apprestavano a venderli evidente del rinnovato interesse per la marina come schiavi. militare e della riorganizzazione di risorse navali Emerge quindi una reputazione dei Romani come comunque preesistenti. dediti alle attività di pirateria, confermata anche Degli stessi anni è anche la notizia di un trattato dalla notizia di Diodoro Siculo (16, 82) che ricor- di alleanza con Rodi riportato da Polibio (30, 5, da l’arresto e l’esecuzione da parte del tiranno 6) e Livio (45, 25)133. Timoleonte del pirata Ποστόμιος, sorpreso presso Appare dunque evidente almeno dal IV secolo Siracusa al comando di ben dodici navi. il ruolo infuente di una classe mercantile attiva Il personaggio viene identifcato quale pirata etru- anche sul piano marittimo, nella politica estera sco, conformemente ad un topos letterario della romana134; tale ruolo è confermato anche dalla storiografa greca che ricorda gli Etruschi quali percezione dei Romani e Latini quali pirati, al attivi pirati136, ma il gentilizio tradisce certamente pari degli Etruschi nelle fonti greche. un’origo romana o tutto al più latina137.

La pirateria è una categoria molto ampia di attività Ancora nell’ultimo trentennio del IV secolo a. C. delittuose a livello marittimo, ma appare un termi- i pirati anziati vengono segnalati per le loro atti- ne imposto da terzi più che un autoidentifcazione; vità nel Mediterraneo, come segnala Strabone (5, si tratta infatti di attività endemiche in tutte le 232) che riporta le proteste diplomatiche di due comunità del Mediterraneo antico, da considerarsi sovrani greci: un Alessandro (verosimilmente il parallele alle attività mercantili; la pirateria è Macedone) e quindi un Demetrio (verosimilmente pertanto più diffusa nelle fasi di frammentazione il Poliorcete); quest’ultimo addirittura si spinge politica o nel periodo iniziale di espansione ma- ad accusare i Romani non tanto di tollerare la rittima di molti imperi, mentre la realizzazione pirateria, bensì di organizzarla138. L’istituzione dei di stabili ed estesi monopoli determina il declino duumviri navales nel 311 a. C. va vista pertanto di economie basate su saccheggi e sequestri135. come il momento fnale della riorganizzazione da

131 liv. 8, 26, 3; Sulla produzione delle anfore greco-itali- 134 cAssolA 1962. che arcaiche, corrispondenti al tipo Van der Mesch V, 135 orMeroD 1924, quindi De souzA 1999, p. 15-42, 2013 databile tra la fne del IV e gli inizi del III secolo a.C: con bibl. inoltre: bisPhAM 2012, p. 235 e giAnFrottA olcese 2010; PAnellA 2010, p. 22-23; Pugliese 2014 2013 con bibl. Più in generale si vedano anche le sempre

con bibl. valide rifessioni di brAuDel 1949, p. 694 ss. 132 liv. 9, 30; 40, 18, 26; 41, 1. 136 Es. ePhor. frg. 52 = str. 6, 410; DioD. 5, 9, 3. 133 Per un commento: hArris 2007, p. 315-318 che ricon- 137 Sul passo vedi anche: hArris 1990, p. 500.

duce alla fne del IV secolo a. C. anche l’importante do - 138 cAssolA 1962, p. 28-29; hArris 2007, p. 318; steinby

cumento epigrafco SEG, 33, 1983, n. 637 da Rodi, men- 2007, p. 52 ss.; zevi 2012, p. 558-559; bisPhAM 2012, zionante un rapporto di philìa tra Roma e la città greca. p. 234-243 con bibl. 166 gAbriele ciFAni parte dello Stato romano di una fotta già da tempo Ma oltremodo importante era l’impiego del sale attiva nel campo mercantile e della pirateria, per in ambito zootecnico. Gli animali erbivori allevati migliorarne l’effcienza in vista delle nuove sfde necessitano del sale quale integratore alimenta- commerciali e militari che si aprivano dopo la fne re142, soprattutto l’estate se nutriti sui pascoli di della Guerra Latina e nel corso degli eventi della montagna, circostanza verifcabile facilmente seconda Guerra Sannitica. nell’allevamento transumante. Pertanto è da ritenersi un probabile espediente Dalla letteratura manualistica di allevamento retorico, il racconto di Polibio sui Romani che tradizionale risulta come un capo ovino possa avrebbero utilizzato come modello di navi da richiedere in un anno anche 5 kg di sale, mentre guerra due esemplari catturati ai Cartaginesi (Pol. bovini ed equini arrivano a necessitare di circa 1, 20; 46-47; 59), volto ad enfatizzare il valore 20 kg di sale; per un uomo adulto il consumo delle vittorie navali conseguite dai Romani nono- minimo di sale è intorno ai 2,5 kg l’anno, ma, in stante la marcata inesperienza in questo genere di epoca pre-industriale, poteva superare facilmente attività rispetto al mondo punico e greco. 20 kg a testa l’anno se si considera l’impiego Quindi a partire soprattutto dall’età augustea, nell’alimentazione di prodotti caseari, carni e una volta conseguito il dominio del Mediterraneo pesce sotto sale143. che vedrà Roma impegnata in diverse campagne Ne consegue che una mandria di un centinaio di contro i pirati, il carattere predatorio della prima capi tra bovini ed equini, quali quelle ricordate economia marittima romana, come pure quello nelle leges Liciniae Sextiae, possa richiedere circa frequentemente banditesco della primitiva pa- due tonnellate di sale l’anno, mentre una popolazi- storizia139, verrà edulcorato dagli storici romani one di non meno di 3 o 4 milioni di persone, quale che elaboreranno l’immagine di un mos maiorum quella stimata per l’epoca tardo repubblicana in quale bonus agricola, aliena dalle ambigue dina- Italia peninsulare a sud del Po144, possa richiedere miche del commercio, in particolare navale140. un minimo di 60.000-80.000 tonnellate annue di sale. Il sale è relativamente disponibile e poco cos- toso nelle zone costiere, dove viene estratto nella 8. Dal commercio al monopolio: proporzione di 30 kg per metro cubo di acqua ma- rina, ma il suo costo aumenta proporzionalmente il caso del sale alla distanza dalla costa, oltre che in rapporto all’altitudine dei luoghi di esportazione. L’importanza del sale è ben nota nelle economie Sintomatica a riguardo è la notizia riportata da antiche e nella fattispecie nell’economia romana Aristotele e Teofrasto sugli Umbri, ovvero un 141 arcaica e repubblicana . ethnos localizzato prevelentemente nell’entroterra Il sale aveva infatti molteplici ed esclusivi usi, dell’Italia centrale, che erano costretti a ricavare tra cui in particolare la preservazione di alimenti il sale anche dalla bollitura delle ceneri di canne soprattutto, la concia delle pelli senza tralasciare e giunchi145. alcuni impieghi specifci in ambito metallurgico Il controllo di Roma sul commercio del sale appare o dei processi di tintura dei tessuti. graduale; è possibile che la città abbia esercitato

139 giArDinA 1989, p. 78-87; PetrAcciA 2013 con bibl. 142 Su tale aspetto già Plin. Nat. 31, 88. 140 Oltre alle numerose ricorrenze del tema in Catone, si 143 PellAti 1868; giovAnnini 1985, p. 376-377 con bibl. veda liv. 7, 26, 2 con riferimento al 349: “….neque Arist. HA 8, 10, 596 considera 40 kg di consumo Romanus mari bellator erat” o addirittura Floro (2, annuo di sale per un montone; più in generale:

2, 4) che defnisce il popolo romano fno al 264 a. C.: bonetto 1999, p. 297 con bibl.; leggio 2011, p. 46 “pastorius.…vereque terrester”. con bibl.

141 La letteratura sull’argomento è assai ampia; si segna- 144 cornell 1995, p. 380; hin 2013, p. 261 ss. con bibl. lano tra i lavori più recenti: cArusi 2008a; brigAnD 145 Arist. Mete. 2, 3, 42; thPhr. in Plin. nat. 31, 83, & weller 2015 con bibl. 8. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 167 fn dalle origini un controllo sulle saline origi- Ardea, quella del fosso di S. Anastasia poco a nate dalla laguna posta sulla sponda sinistra del nord di Anzio, presso l’abitato di Colle Rotondo Tevere, nota nella cartografa storica come Stagno ed infne, nel Latium adiectum, le grandi lagune di Levante, mediante l’abitato di Ficana che per le pontine a sud del fume Astura controllate da sue ridotte dimensioni (7 ettari) deve aver giocato Satricum e Tarracina153 e quindi quelle alla foce fn dalla Prima età del Ferro un ruolo di satellite del Garigliano (palus Maricae) presso il santuario del più esteso abitato di Roma (circa 200 ettari) o della dea Marica154. alternativamente di Veio (180 ettari). Più a sud, nel basso Tirreno, importanti aree Alla potente città etrusca spettava invece il con- lagunari con potenziale estrazione salina erano trollo delle saline originate dalla grande laguna la literna Palus (oggi lago Patria) alimentata dal costiera posta sulla sponda destra del Tevere, nota fume Clanio, 10 km a nord di Cuma, nonché le come stagno di Ponente o Maccarese e coincidente aree palustri presso la foce del Sarno controllate con l’area dell’attuale areoporto internazionale di da Pompei155 e quelle ubicate presso la foce del Fiumicino146. Sele156. Altre lagune costiere con possibile coltivazione Un paesaggio completamente diverso è invece di sale erano dislocate lungo tutta la costa centro lungo la costa medio Adriatica, dove le aree lagu- tirrenica, in particolare, nell’area etrusca, presso nari sono molto più scarse a causa della differente Gravisca147, o anche alla foce del Fosso Vac- geomorfologia costiera157. cina (l’antico Caeretanus amnis) nel territorio di In questo settore le principali zone lagunari in cui Caere148. sono documentate estese attività estrattive saline Ancora più a nord importanti lagune costiere erano: l’area del Delta Padano, in particolare verso erano lungo l’attuale costa Toscana, in particolare Rimini, nota in epoca moderna con le importanti la laguna di Orbetello, a nord di Vulci149, quindi saline di Cervia, quindi più a sud la zona della il lacus Prelius presso Roselle, la laguna e porto foce del fume Saline (ad Salinas) non distante di Falesia presso Populonia150 ed infne le lagune da Atri158, mentre ulteriori contesti di estrazi- presso Vada Volterrana, ricordate ancora in ep- one erano probabilmente nelle lagune presso il oca tardo antica per gli impianti di estrazione del Gargano, in particolare nel golfo di Manfredonia sale151, ed il complesso sistema di lagune tra la (odierne saline di Margherita di Savoia), nonchè foce dell’Arno ed il Serchio152. presso Taranto, ricordate ancora da Plinio (NH Sulla costa del Latium vetus vi erano numerose 31, 73; 31, 84-85). lagune costiere, tra cui le più importanti per un Da considerare infne la presenza di depositi possibile sfruttamento erano quelle della foce del interni di salgemma, come quelli noti presso Vol- fosso di Pratica (antico Numicus) presso Lavinium, terra, o anche il possibile sfruttamento, sia pure quindi quella del fosso di Casalazzara presso locale, di sporadiche sorgenti saline, in particolare

146 morelli & Forte 2014; grossi et al. 2015 con bibl. 155 coluM. 10, 135-136, ricorda la “dulcis Pompeia salus, 147 bonghi Jovino 2002; MAnDolesi 2014. vicina salinis Herculis”; per un inquadramento storico 148 Caeretanus amnis: Plin. nat. 3, 51; sull’area: bAttisti e topografco delle saline di Pompei: Murolo 1995. 2006 con bibl. 156 Per un inquadramento dell’area: vecchio 2010 con 149 negroni CAtACCHio & CArDosA 2000. bibl.; da ricordare inoltre la vallis salinarum, toponimo 150 cArusi 2008b, con bibl. medievale per la piana di Gioia Tauro, su cui: zAgAri

151 rut. nAM. 1, 475 ss.; sull’area: sAngriso 2011 con 2006 con bibl. bibl. 157 Sulla produzione di sale in area adriatica si rimanda 152 Per un inquadramento topografco dell’area: PAsQui- a: Di vittorio 1981. nucci et al. 2001. 158 Toponimo “ad salinas” riportato nella Tabula Peutin- 153 AlessAnDri 2013, p. 95-113 con bibl. geriana presso la foce dell’odierno fume Salinello: 154 vell. 2, 19, 2. nissen 1902, p. 438. 168 gAbriele ciFAni quella di Mozzano presso Ascoli, lungo la via distribuzione del sale tra le genti dell’Appennino Salaria159. centrale, in particolare nell’area compresa tra i Il Giovannini aveva già notato come tra la fne bacini del Nera, dell’Aniene e la catena del Gran del IV e gli inizi del III secolo a. C. Roma avesse Sasso – Monti della Laga. un controllo della produzione di sale nell’Italia Si tratta infatti di una vasta area nella quale centro-meridionale160. l’approvvigionamento di sale più conveniente in Alla luce della più recente documentazione arche- termini di distanza e quindi di costi, rimane quello ologica insieme ad un’analisi delle fonti letterarie della foce del Tevere e dove la ricerca archeologica è da ritenere invece che tale controllo fosse esteso più recente ha evidenziato gli stretti rapporti cul- a tutta l’Italia peninsulare, mediante una politica turali con la bassa valle tiberina164. di espansione che sembra tener conto sistematica- Un seconda fase di espansione di tale monopolio mente delle risorse presenti sul territorio. si verifca nell’ultimo venticinquennio del IV

La tradizione letteraria riferiva già ad Anco Mar zio secolo a. C. la prima organizzazione delle saline insieme alla La fne della Guerra Latina nel 338 consente a fondazione di Ostia,161 nonchè una distribuzione Roma anche il controllo totale dell’area pontina e di sale alla popolazione, mentre Aurelio Vittore del Latium adiectum, fno alla foce del Garigliano, sullo stesso episodio riporta più esplicitamente: già controllato sul piano militare da Roma sul “salinarum vectigal instituit”162, mentre un cenno fnire del IV secolo e dove nel 296 saranno dedotte ad un monopolio di stato che avrebbe tolto ai privati le colonie di Minturnae e di Suessa165. il commercio del sale, salito a prezzi esorbitanti Un ulteriore importante passo sarà il controllo è riferito da Livio tra gli interventi a favore della dell’area circostante il Gargano, crocevia di plebe approvati dal senato in occasione dell’assedio importanti assi di transumanza fin da epoca 163 di Porsenna del 508 a. C. . protostorica collegati ai depositi salini lagunari; A livello archeologico e di organizzazione ter- il controllo in questa area si esprime tramite la ritoriale possiamo notare che le lagune alla foce colonia latina di Luceria del 314 e, sempre sul del Tevere, già parzialmente controllate da epoca fnire del IV secolo, dai foedera con Arpi e Ca- arcaica tramite l’abitato di Ficana, sono defnitiva- nosa166, mentre più a sud l’area di Taranto verrà mente assicurate dopo la presa di Veio del 396 a. C. conquistata nel 272 a. C. Il signifcato economico del controllo delle saline Sul Tirreno meridionale il foedus con Nuceria alla foce del Tevere, non è tanto quello della pro- del 308-307 e la deduzione della colonia latina duzione di sale, un’attività in cui Roma doveva di Paestum nel 272 permettono il controllo delle essere coinvolta a vario livello già da epoca pre- zone lagunari presso le foci del Clanio e del Sele. urbana, quanto piuttosto quello dell’avvìo di un Sul Tirreno settentrionale la colonia latina di incontrastato monopolio regionale. Cosa, fondata lo stesso anno di quella di Paestum, Dopo la caduta di Veio e mediante il controllo del permette il controllo della laguna di Orbetello, sistema di collegamenti rappresentato dall’idrovia integrandosi al territorio di altre città etrusche del Tevere e dalle viabilità connesse, in particolare sottoposte a trattati di alleanza con Roma già le vie Salaria e Tiburtina, Roma riesce di fatto dall’inizio del III secolo a. C., tra le conseguenze ad ottenere un monopolio della produzione e politiche della battaglia di Sentinum167.

159 Cenno tra le sorgenti saline sfruttate a scopo di estra- 165 liv. 9, 25; 10, 21; sul ruolo economico di Minturnae zione del cloruro di sodio nello Stato Pontifcio in: e della valle del Liri nella media e tarda repubblica: Moroni 1852, s.v. sale. gregori & nonnis 2013, con bibl. 160 giovAnnini 1985. 166 Luceria: DioD. 19, 72, 8; liv. 9, 26, 1; inoltre: vell.

161 liv. 1, 23; Plin. nat. 31, 51, 5. 1, 14, 4 (datazione al 326 a. C. della prima colonia); 162 Ps.Aur. vict. 5. Arpi: liv. 9, 13, 6; Canosa: DioD. 19, 10, 2; liv. 9, 20, 163 liv. 2, 9; favorevole all’attendibilità della notizia 4; sulla romanizzazione della Daunia: volPe 1990, liviana: cAgnAt 1882, p. 238. quindi: MArchi 2014 con bibl. 164 Benelli & nAso 20 03; i nolt r e: AcconciA 2014 c o n bibl. 167 cornell 1995, p. 363; Poli 2002. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 169

Sul medio Adriatico centrale, il controllo si av- 9. Il legname vale di una serie di colonie dedotte nel corso della prima metà del III secolo a. C.: Hatria (289) e Sena Il legname aveva un’importanza strategica ed eco- Gallica (284), quindi Ariminium (268)168. nomica fondamentale per ogni economia antica; il Infne anche i depositi costieri di sale e fnanche consumo di legname pro capite solo per riscalda- quelli di salgemma del territorio di Volterra mento domestico e preparazione di cibi nell’area ricadevano comunque nell’ambito di una città mediterranea costiera in epoca pre-industriale, certamente alleata di Roma, mentre le importanti secondo recenti calcoli non ammonterebbe a meno sorgenti saline di Mozzano nel Piceno, lungo un di un chilo al giorno, escluse ovviamente le attività tratto della via Salaria, erano comunque control- produttive (fornaci) e gli usi di carpenteria172. late da Roma dopo la battaglia di Sentinum (299 Se calcoliamo la popolazione della sola città di a. C.) e consolidate ulteriormente dopo gli eventi Roma all’inizio dell’età repubblicana in non meno 169 173 bellici del 268 a. C. di 35.000 abitanti , dobbiamo pensare ad almeno Possiamo pertanto affermare che, al più tardi entro 35 tonnellate giornaliere di legname, mentre se il 272 a. C., Roma detiene ormai il monopolio della valutiamo in almeno tre milioni la popolazione produzione e commercio del sale non solo nell’Italia dell’Italia peninsulare all’epoca della seconda centro meridionale, ma su tutta la penisola italiana Guerra Punica174, dobbiamo immaginare un con- a sud dell’Appennino Tosco-Emiliano, ottenendo sumo domestico di almeno tremila tonnellate al in questo modo non solo un fondamentale cespite giorno di legname, escluse le attività produttive. di entrata per l’erario pubblico, ma anche un deter- È facile immaginare l’impatto ambientale dell’ur- rente verso le popolazioni dell’interno dell’Appen- banizzazione e la richiesta crescente di materiale nino, la cui economia si fondava sulla pastorizia combustibile e da carpenteria sia edile che navale 175 e per le quali, dopo la rivolta sabina del 290 a. C., per l’economia romana , in paralelo alla con- non avremo più notizie di sollevazioni contro seguente necessaria razionalizzazione nell’uso Roma, fno agli eventi del Bellum Sociale170. delle risorse. L’effcacia di questo monopolio emerge al termine Un noto passo di Teofrasto menziona la presenza della seconda guerra punica, nel 204 a. C., quando nel Lazio di faggi suffcienti alla realizzazione i censori M. Livius e C. Claudius, al fne di incre- di un’intera chiglia di nave, ma lo stesso autore mentare gli introiti dello Stato, optarono per un ricorda anche come i Romani si fossero recati in nuovo strumento fscale: un vectigal sulla vendita Corsica nel tentativo di fondarvi una colonia, allo del sale, che andò a gravare su un precedente tarif- scopo di approvvigionarsi di alberi da carpenteria fario di vendita già calmierato ad un sesto di asse navale176. (verosimilmente per libbra) Romae et per totam Le due notizie evidenziano una ricerca di im- Italiam, da quel momento in poi venduto invece portazioni di legname da carpenteria da regioni a prezzi variabili sul territorio171. limitrofe, legata ad una probabile rarefazione delle

168 Hatria: liv. Per. 11; Sena Gallica: Pol. 2, 19, 12; personaggio o della sua famiglia, come risulterebbe liv. Per. 11, 27, 38, 4; Ariminium: cic. Caecin. 102; anche dalla menzione di un M. Livius Salinator, de-

sull’assetto insediativo del Delta Padano e la conquista cemvir sacris faciundis ai Ludi Secolari del 236 a. C. romana, da ultimo: gAucci 2013a; 2013b. da identifcarsi nello stesso censore del 204 (CIL, I.2, 169 Antonelli 2003, p. 83-85 con analisi delle fonti. 1, 29 fr. 46, su cui: Münzer 1926, p. 898; FrAnçois 170 Sull’impatto culturale ed economico della Romaniz- 1994, p. 149). zazione in area sannita: stek 2009 con bibl. 172 MAlAniMA 2013, p. 15. Sul ruolo del legno nell’econo- 171 liv. 29, 37, 3; sullo stesso evento: D. c. LVII, fr. 70; mia antica: Di berenger1863; Meiggs 1982; Diosono per un’interpretazione del passo: clerici 1943, p. 462- 2008. 463; cArusi 2008a, p. 200-202 con bibl.; l’etimologia 173 cornell 1995, p. 208 con bibl.

riferita da Livio per il cognomen salinator ad uno 174 cornell 1995, p. 380; hin 2013, p. 261 ss. con bibl. dei due censori quale conseguenza di tale ulteriore 175 Sull’evoluzione della carpenteria navale nel Mediter- balzello non è certamente credibile, mentre l’attributo raneo tra VI e IV secolo: PoMey 2011 con bibl. può essere riferito ad una delle attività economiche del 176 thPhr. HP 5, 8, 1-3. 170 gAbriele ciFAni risorse forestali di alto fusto già nella prima metà Il controllo diretto da parte di Roma almeno di del IV secolo a. C., secondo dinamiche non trop- una parte su questa area risale invece poco dopo po dissimili da quelle ricostruibili per la Grecia la caduta di Veio, al 394 a. C. tramite un foedus continentale177. (certamente iniquum) con i Falisci e la deduzione Tali fonti lettararie non sono d’altronde incon- della colonia latina di Sutri182, mentre recenti scavi gruenti con quanto emerge dalle più recenti archeologici hanno mostrato come la sommità del ricerche paleombientali basate su carotaggi nei Mons Ciminius fosse presidiata da un insedia- principali bacini lacustri del Lazio (Lago di mento fortifcato in uso tra il VII e gli inizi del 183 Nemi, Mezzano e Vico) corrispondenti ad aree III secolo a. C. . note nell’antichità per la loro copertura boschiva È ipotizzabile che la rapida crescita economica di

(Nemus Dianae, Silva Ciminia) e dove le sequenze Falerii nel corso del IV secolo a. C., testimoniata polliniche lasciano intuire a partire dal VI secolo anche dalla produzione ed esportazione di cerami- ed in particolare nel IV-III secolo una sensibile ca a fgure rosse, sia legata in parte al commercio diminuzione delle specie arboree di alto fusto, a del legname dei Cimini verso il mercato di Roma, vantaggio di specie agricole178. ormai libero dalla precedente mediazione della Per quanto concerne invece l’approvvigionamento città di Veio. della città di Roma possiamo individuare nell’area Altri luoghi di approvvigionamento dovevano della Silva Ciminia una delle probabili zone di essere lungo la valle Tiberina ed i principali af- rifornimento già da epoca arcaica. fuenti (Nera ed Aniene). Di particolare rilevanza L’area è descritta da Livio, non senza enfasi, per l’approvvigionamento forestale, doveva essere ancora densamente boschiva per eventi della fne l’alta valle Tiberina, ancora dotata di importanti 179 del IV secolo a. C. ed è prossima al Tevere, un risorse forestali in epoca medievale, note sotto il aspetto non secondario per il trasporto di legname toponimo di Massa Trabaria, il cui controllo da di alto fusto. parte di Roma può essere fatto risalire all’indo- Lo sfruttamento delle risorse forestali dell’area mani della battaglia di Sentino184. spiega d’altronde la vitalità di un insediamento Anche in questo caso, la crescita economica di quale il piccolo sito falisco di Vignanello tra VII Perugia nel III secolo a. C., come testimoniato 185 e IV secolo a. C. sulle pendici dei Cimini e il dalla ricchezza dei sepolcreti del periodo , può progressivo forire del sito di Orte a partire dal essere legata anche alle forniture dirette di le-

III secolo a. C. entrambi collocati a ridosso della gname, oltre che di prodotti agricoli verso Roma vasta area boschiva180. tramite l’idrovia del Tevere. Ma il controllo su questa zona in epoca prero- mana ricadeva tra Tarquinia, Volsinii e Falerii, Probabile fronte di approvvigionamento di legna- questa ultima alleata-subordinata di Veio, che in me per Roma doveva essere anche il promotorio tal modo aveva accesso ad una risorsa essenziale del Circeo, facilmente raggiungibile via mare 181 per l’economia della città . e descritto sul fnire del IV secolo a. C. da Teo-

177 Pl., Criti. 111 c.; thPhr. HP 5, 7, 1-3; 4, 5, 5; sul 181 Sull’alleanza dei Falisci con Veio tra la fne del V

problema: Meiggs 1982, p. 188-213; bissA 2009, p. secolo e il 397 a. C: liv. 4, 17-18; 32; 4, 23, 4-5; 5, 8, 107-151; hArris 2013b, p. 177-183 con bibl. 4-5, 9-19; 5, 11, 8. Plut., Cam. 2, 10; liv. 5, 17, 6. Sulla 178 Lago di Vico: mAgri & sADori 1999; Lago di Mez- proiezione politica ed economica di Veio nel territorio zano: sADori & giArDini 2008; Lago di Nemi: loWe tra la valle del Treja e i Cimini: cornell 1995, p. 313; et al. 1996. ciFAni 2013 con bibl. 179 Si tratta delle celebri descrizioni delle operazioni 182 Foedus con Falerii: liv. 5, 26-27; deduzione colonia militari di Quinto Fabio Massimo Rulliano contro gli latina di Sutri nel 394: DioD. 14, 98, 5.

Etruschi nel 310 a. C.: liv. 9, 36; sull’aspetto forse più 183 bArbAro et al. 2011, p. 612. pittoresco che reale di tale descrizione: oAkley 2005, 184 Diosono 2008 con bibl.; sull’area inoltre: Destro p. 467-468. 2014. 180 ciFAni 2003, p. 72-80 con bibl. 185 ciFAni 2015 con bibl. L’economia di Roma nella prima età repubblicana (V-IV secolo a. C.): alcune osservazioni 171 frasto ancora come densamente boschivo con il Cicerone era certamente conscio dell’antichità tipico paesaggio mediterraneo di querce, alloro remota delle norme sulle risorse forestali, quando e mirto186. attribuiva la publicatio delle foreste addirittura La zona risulterebbe interessata da politiche di al mitico re Anco Marzio191, mentre Dionisio controllo da parte di Roma attribuite da Livio sotto di Alicarnasso (10, 15, 1-2) ricorda l’importante il termine di coloniae già alla tarda età regia (liv. rendita della pece della Sila per Roma che pos- 1, 56). Questa notizia potrebbe essere confermata sedeva circa la metà dell’area forestale, già dopo indirettamente da una fonte autonoma quale il te- la sottomissione dei Bruzi, da collocarsi dopo la sto del primo trattato Romano cartaginese noto da caduta di Taranto nel 272 a. C. Polibio, che elenca il Circeo come uno dei centri costieri sotto l’egemonia romana (Pol. 3, 22, 4-13). Un precoce controllo romano su quest’area fn da epoca tardo arcaica non può pertanto essere 10. Note conclusive respinto a priori187, né la distanza del Circeo da Roma (86 km in linea d’aria) va sopravvalutata, L’economia romana tra V e IV secolo mostra ma inquadrata in termini di costo di trasporto importanti segnali di evoluzione e un’elevata merci via mare, calcolato, ancora in epoca tardo- complessità che la pongono tra i maggiori sistemi antica, a prezzi notevolmente inferiori rispetto a economici del Mediterraneo occidentale. quello via terra188. Lo Stato dispone di proprie rendite indipendenti

Infne, fonte di approvvigionamento di legno da guerre e tributi fn dal V secolo a. C., avvici- combustibile potevano essere anche i boschi sacri nandosi maggiormente al concetto di domain state attestati in Italia centrale189. che non a quello di tribute state. In un bosco sacro di norma non era permesso Già da questa fase lo Stato risulta infatti detenere il taglio di alberi, ma poteva essere concessa il controllo di risorse agricole e pastorali sotto l’asportazione di rami caduti e di altro materiale forma di ager publicus, di elementi base per l’e- o eccezionalmente il taglio in giornate specifche conomia antica, quali il sale, le risorse forestali, le collegate a sacrifci: è questo il caso indicato dalla principali cave di pietra e risulta rivestire un ruolo lex luci Spoletina, databile poco dopo la deduzione attivo nella regolamentazione del debito privato della colonia latina sul precedente centro umbro e verosimilmente nel sistema di rifornimenti ali- di Spoleto, nel 241 a.C; il testo ricorda infatti il mentari in momenti di crisi. divieto di taglio nel lucus, ma anche la possibilità Tali aspetti contribuiscono ulteriormente a toglie- nel giorno di sacrifcio annuo, di effettuare tagli re credibilità alla tesi primitivista di Moses Finley ed asportazioni di materiali190. sull’assenza di monopoli del mondo antico192 e Accanto ai nemora e luci esistevano comunque rivalutano il ruolo degli interventi pubblici nel ampie porzioni di ager publicus lasciate a silva, campo dell’economia mediterranea tra VI e III che costituivano un’importante fonte di reddito. secolo a. C.

186 thPhr. HP 5, 8. religione, nemus composita multitudo arborum, silva 187 Una posizione ipercritica delle fonti letterarie in tal diffusa et inculta”, anche se è stato osservato come

senso è ben rappresentata da: AlFölDy 1965, p. 140. nella letteratura latina già a partire dal I secolo a. C. 188 Il costo dei trasporti via mare, via fume e via terra è tali distinzioni avessero perso il loro originario valore riportato nell’Edictum De Pretiis Rerum Venalium del semantico: MAlAsPinA 2004 con bibl. Sui boschi sacri, 301 dell’Imperatore Diocleziano. Per le implicazioni con particolare riferimento all’Italia: De CAZAnove & economiche di tali costi si rimanda a: Finley 1973, scheiD 1993. p. 126-131; quindi DuncAn Jones 1982, p. 368 che 190 CIL, XI, 4766, su cui PAncierA 1994, p. 29-30 con bibl. calcola in dettaglio: via mare 1, via fume 4,9 mentre 191 cic. rep. 2, 18: silvas maritimas omnis publicavit via terra: 34-42 volte il costo via mare. quas ceperat; Ps.Aur. vict. 5: silvas ad usum navium 189 Per una classifcazione degli ambiti forestali si rimanda publicavit. a serv. Aen. 1, 314: “Lucus est arborum multitudo cum 192 Finley 1973, p. 165-166. 172 gAbriele ciFAni

Roma appare costantemente inserita in un circuito o tale da fare immaginare ad un teorico politico di commercio su lunga distanza testimoniato dal dello spessore di Niccolò Machiavelli, un raro perdurare delle importazioni di ceramica attica momento di asimmetrico equilibrio tra interessi 195 per tutto il V e gli inizi del IV secolo a. C. che privati ed istituzioni pubbliche . sebbene in quantità minori rispetto all’evidenza di VI secolo a. C., raggiungono comunque le coste Gabriele Cifani laziali, con prodotti anche di elevata qualità. Università degli studi di Roma “Tor Vergata” Si intuisce fn da epoca arcaica un ruolo rilevante dei commerci, anche se non risultano esportazioni apprezzabili archeologicamente. Si può ipotizzare un commercio del sale e forse di prodotti fniti (ad esempio prodotti tessili e di alta metallurgia, Bibliografa tipici dei grandi centri urbani), in assenza tuttavia di dati diretti. Aberson 1994

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