Viaggio in Val , settembre 1932

Autor(en): Santi, Cesare

Objekttyp: Article

Zeitschrift: Quaderni grigionitaliani

Band (Jahr): 57 (1988)

Heft 1

PDF erstellt am: 30.09.2021

Persistenter Link: http://doi.org/10.5169/seals-44512

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Viaggio in , settembre 1932

L'amico »dott. Theodor BARCHETTI, di e da Bellinzona, per giungere verso sera Perchtoldsdorf presso Vienna, mi ha a Brissago sul Lago Maggiore. recentemente inviato copia del diario di La Val Mesolcina si apri davanti a noi viaggio scritto da una sua zia nel 1932. e oi ricordammo del racconto della zia Nella lettera aocompagnatoria il dott. Zita inerente al viaggio di sua madre e BARCHETTI cosi precisa: «...Non so se della nonna in Val Calanca quasi no- Lei s'interessa anche per le famiglie della vant'anni prima, per visitare il luogo di Val Calanca, ma ho avuto una zia, origine dei loro antenati Ganzera e i Maria KAPSREITER nata MAYR, d'origine cappuccini di Santa Maria di Calanca. salisburghese ma domiciliata a Schär- d»ing am Inn, oggi giä defunta, la cui madre era una GANZERA originaria della Val Calanca. Ailllego le fotocopie d'una Decidiamo di seguire le loro orme, viag- pagina delle memorie della zia con una giando verso e Grono. Qui fotografia di Baldassare GANZERA, poi parte la stretta strada appena percorri- ristoratore a Salisburgo, e di alcune bile dalle automobili verso la Val Calanca. pagine del diario di viaggio della zia Infinite curve e tornanti stretti e concernenti un viaggio nella Val Calanca ripidi ai portano verso Palto. Sono presa nell'anno 1932, per visitare »le famiglie da uno stato di paura che quasi non ci GANZERA ed ANSELMI. Queste famiglie permette piü ne di andare avanti, ne di sono numerose a Salisburgo: un tornare indietro; continuiamo a piedi GANZERA vive anche a Perchtoldsdorf. verso Palto fino a quando vediamo Grono Un ANSELMI e ritornato da Salisburgo sul fondovalle e sopra di noi la chiesa come medico a Castaneda...». di Santa Maria in Calanca, con la sua Ho pensato di presentare qui la traduzione vecchia torre dell'anno 72 dopo Cristo. dal tedesco di questo diario di viaggio Improvvisamen»te ci troviamo davanti alle poiche, oltre che a darci una delle silenziose case di pietra di un villaggio innumerevoli testimonianze della nostra di montagna. Esausti ci buttiamo sull'erba emigrazione, ci da un'idea di come i e riposiamo. Un giovanotto oi viene forastieri potessero considerare le condizioni incontro. Gli raoeontiamo il motivo del eaknehine di oltre mezzo secolo fa. nostro viaggio e ohiediamo lumi circa il cognome Ganzera. Ci risponde che in Valle vivono ancora due fratelli contadini e una sorella fruttivendola del casato Ganzera. Essi abitano a , non Domenica 28 agosto 1932 Gustavo ed lontano da Santa Maria. Ringraziiamo, io partimmo da Brunnen sul Lago dei ma siamo troppo stanchi per continuare Quattro Cantoni, passando dal San le ricerche; scendiamo a valle e ritorniamo Gottardo con i suoi interminabilli tornanti a Brissago. 42

zera. Nel 1745 negli archivi parrocchiali della Val Calanca sono elencati non meno Martedi 30 agosto 1932, alle ore 7.00 di 126 portatori del cognome Ganzera. di mattina, oi rimettiamo in viaggio per Oggi, dopo la morte da sua madre Peseursione in Val Calanca. I tornanti ottantaduenne, avvenuta nel marzo 1932, stretti e Ja strada ripida ora non ci vivono qui solamente lui, suo fratello sembrano piü cosi minacciosi e ci portano malato e una sorella. Egli crede che a in una valle silenziosa e bella, attraverso Lione in Francia, come pure nel Trentino, maestosi castagneti, lungo ripidi e con- wivano ancora dei Ganzera. Di mio torti pendii rocciosi, sempre accompagnati bisnonno Baldassare perö sa solo che dal fruscio dell'acqua veloee e chiara emigrö nel Trentino assieme ad un An- della Calancasca. selmi e ad un Imfeid. Ci fermiamo presso la prima casa, allPini- La valle e bellissima ma talmente povera zio di Buseno-Mo»l»ina. L'ostessa ci mostra di ricchezze del suolo che ogni giovanotto le case ;di sasso oircoistanti; chiedia- quindicenne sano emigra e non ritorna mo ad una veochia donna gentile in merito piü. alla casa dei Ganzera: chiama Romeo. Sembra che ai tempi le castagne e le Davanti a noi si presenta un contadino capre fossero oggetto di scambio di maggior di media statura, tarchiato, di circa qua- valore di quello odierno. Altrimenti rantacinque anni, vestito in modo i Ganzera non avrebbero potuto vivere semplice. Ci scruta con gli occhi chiari del qui in numero cosi elevato e agiatamente. viso bello e regolare e oi porge gentil- Anche il mio antenato Baldassare aveva mente la mano. Sembra imbarazzato dal una proprietä fondiaria molto vasta per suo abbigliamento e non ci conduoe le condizioni di questa valle, sia a Buse- nemmeno nella sua povera casa. Ci raeconta no-Molina, sia nel vicino villaggio di cbe vive qui con la sorella e con un Castaneda. Poi quando emigrö vendette fratello costretto a letto da cinque anni per tutti i suoi possedimenti. una grave malattia di nervi. La sorella Decidiamo ora di andare con Romeo a non e presente, essendosi recata ad un Castaneda per trovare sua sorella Adele, funerale nel vicino villaggio di Castaneda. vista l'impossibilitä di visitare Pinterno Ora gli racconto del mio bisnonno della casa in cui c'e il fratello malato. Baldassare Ganzera che emigrö dalla Calanca Romeo cambia velocemente Pabito di verso Salisburgo, dove si stabil! come lavoro con quello della festa e ci accompagna. negoziante di pece, cioe di resina di co- Con nostra grande sorpresa con- nifere. Romeo ci conduce a qualche statiamo che Castaneda e quella localitä centinaio di passi dalla sua casa, in riva dove l'altro ieri abbiamo incontrato i! alla Calancasca, e ci mostra le rovine giovanotto e do»ve ci siamo addormentati abbandonate e diroiccate della casa che fu dalla fatica sul prato all'inizio del paese. del suo e mio bisnonno. Attraversiamo con Romeo i vicoli stretti Egli raeconta che i Ganzera sono una fra le case di pietra e giungiamo alla delle piü vecchie famiglie di questa Valle. chiesa. Ci imbattiamo in un funerale, Seco»ndo pergamene esistenti nella aperto da un uomo con uno stendardo parrocchia di Buseno, nell'anno 1492 un di velluto nero con sopra ricamato uno Ganzera comperö questo prato che e scheiletro di colore bianco. Il piü vecchio tuttora proprietä di Romeo. Nel libro del paese, un novantaquattrenne, in vita dei defunti della chiesa di San Paolo presso solitamente ubriaco, viene accompagnato Bellinzona sta scritto che nell'anno all'estrema dimora. Uomini silenziosi e 1422, nella battaglia di Arbedo, caddero molte donne piangenti vestite con abiti combattendo M»elehiorre e Gaspare Gan¬ neri ornati di pizzi aecompagnano la 43

bara in chiesa e poi alla fossa scavata Donne vecchie, gentili e laboriose, le zie nel cimitero. Romeo cerca inutilmente Anselmi-Bogana, ci salutano cordialmente sua sorella. Restiamo impressionati da e ci versano del vino rosso. Ci sedia- una casa vecchia, bella e signorile, mo con loro e con altre donne piü accanto alla chiesa, quasi un palazzo. giovani, silenziose e vestite di nero, al Romeo raeconta che questa casa un tempo tavolo accanto al camino crepitante. era la sede degli Sforza e adesso e Cominciano le domande e i racconti. Una proprietä della famiglia Arrigoni legata da pentola con un meraviglioso risotto giallo stretta parentela con i Ganzera. Entria- allo zafferano ci viene servita ancora mo nell'atrio con volta a crociera, salia- fumante; carne secca affumicata grigione mo le scale fino al primo piano. Vecchi fa spieco su piatti bianchi ornati con stipiti delle porte in stile gotico sostengono disegni. Approfittiamo allegramante del- a makpena i muri cadenti e fria- Poccasione. La nostra fame da lupi ral- bili. Guardiamo in cucina: nel camino legra le donne che corrono a prendere annerito dalla fuliggine e appesa sopra anche delPinsalata verde. Con Paggiunta un ciocco rovente di legno una pentola di una scatola di sardine e di spicchi d'a- di acqua bollente. NalPangolo c'e un glio ci preparano una rara e gustosa armadio in stile gotico a due ante: un leecornia. Ci sentiamo infinitamente bene, meraviglioso pezzo da museo. Nella perö Romeo ci chiama dal cugino profonda nicchia della finestra si stagliano Stefano Anselmi. due vecchissime donne vestite di nero. Davanti a casa sua si trova un aseeta Romeo ci conduce con fierezza verso un smilzo e magro. Un contadino? Un so- prato in fiore, una raritä in questa valle gnatore? E' un cercatore di tesori, poiche, montagnosa, ripida e boschiva. Dice che oltre alla sua povera agricoltura, questo prato e legato ad una fondazione dirige gli scavi etruschi di Castaneda e sembra fatta da un certo Agostino Ganzera, che vivere con immenso zelo questa cosa. e invendibile, dovendo sempre rimanere Prendiamo dapprima posto nel suo di proprietä della famiglia fino all'estin- soggiorno un po' trascurato. Da una parete zione della stessa, per poi divenire di legno pendono i ritratti di famiglia e proprietä della chiesa. Romeo e suo cugino ci sono le cartoline illustrate inviate Stefano Anselmi lavorano questo fondo dal suo zio Felice di Werfen. Ci raeconta, assieme. parlando un po' in francese, un po' in italiano, della visita che lo zio, prima della guerra, fece in Calanca. Tutti si ricordano ancora del gigantesco austriaco con i corti calzoni di cuoio e col La famiglia Anselmi, a me nota tramite cappello verde: qui e diventato quasi una un vecchio zio Felice abitante a Werfen figura fiabesca. Sopra il letto di Stefano nei pressi di Salisburgo, la conosciamo e appesa una corona funebre artificiale, ora anche a Castaneda. Entriamo in una ricordo del funerale di sua madre. All'in- casetta dal soffitto basso, piena di fuliggine: fuori di alcune sedie sgangherate in questa e il soggiorno. Pareti e travi luc- casa non c'e nessun'altra comoditä. delle cicano come pece; una scala aperta porta Stefano vive qui da scapolo. Porta a»l piano superiore, perö una fitta coltre piccole scatolette di legno e ci mostra di fumo ci impedisce di vedere verso alcuni frammenti di crani etruschi, cocci Palto. di vasi e fibbie, il tutto amorevolmente In un camino gigante, con attorno ie avvolto in ovatta. Q»uesto e il suo tesoro. panche, sopra un fuoco aperto bolle una Ci conduce nel campo accanto alla casa sonda pentola appesa ad una catena penzolante. e ci mostra, armato di una lunga 44

di ferro, i luoghi dei ritrovamenti. Ci e che lä ci attendeva. Decidiamo allora raeconta di muri, porte e luoghi per cu- di partire con Romeo e ringraziamo cinare ohe giacciono sotto la zolla. I'l suo ancora tutti per la loro ospitalitä. Il gioioso viso scarno si atteggia ad espressioni dure, trattamento ospitale di questi semplici, gli occhi luccieano, la voce diventa poveri, ma fieri contadini lascia in noi nasale e misteriosa. E' felicissimo. Un un profondo senso di colpa. Maria pazzo? Forse si. Sicuramente un idealista. Bogana ci conduce ancora nella sua camera Romeo e Stefano ci oondueono poi in da letto e ci mostra un vecchio dipinto un'osteria dove ci servono del vino aspro. a olio, ben conservato, raffigurante un Brindiamo alle famiglie Ganzera ed antenato, Martino Cerroti, presidente Anselmi. Li deludo solo per la mia assoluta nell'anno 1827. Ci stringia»mo le mani, ignoranza sugli Imfeld che dovrebbero promettiamo di portare i saluti e ancora vivere nella regione di ritorniamo con Romeo a Buseno. Salisburgo. Nella casa di Romeo ci sarebbero In un tornante, a metä strada, incontriamo ancora ddle loro fotografie. Un e- improvvisamente, come spuntata dalla straneo si associa alla nostra conversazione. terra, una possente donna con viso Si presenta come cronista di questa grande, nobile, vivace, grazioso, attraente. valle; dice di aver scritto un libro E' Adele Ganzera, la fruttivendola della sulla storia della Val Calanca. Durante valle x). Anche lei si presenta subito con le sue ricerche ha incontrato spesso i! un regalo e mi porge una grande torta. cognome Ganzera che dovrebbe essere L'amicizia e fatta dal primo istante ed uno dei piü antichi ed importanti della io, non so come, coitnincio a parlare Valle. Anche lo stemma del casato, su inin»terrottam>ent»e con lei. Con Romeo a- cui e rappresentato il sole, esisterebbe vevo piü soggezione; avevo piü difficoltä da tempi remoti. a farmi comprendere. Ma con questa Stefano ci mostra ancora il museo di donna saggia, semplice, fiera, che ha gh Castaneda di cui e custode. E' commovente: stessi lineamenti di una zia ben consiste unicaniiente in un armadio con conosciuta, il discorso prosegue senza pause. le ante di vetro posto in un locale di una Ci sediamo nell'unica osteria di Buseno- casa vuota. Ancora fibbie, resti di Moiina. I Ganzera fanno portare del vino collane, cocci di vasi e cosi di seguito, ;n spumante. Pariiamo e ridiamo. grande quantitä, accoimpagnati da qualche Gustavo esprime a Romeo il bei compü- fotografia dei luoghi di ritrovamento. mento: «Romeo non ha nessun vizio. Ciö costituisce il tesoro del museo. Non beve, non fuma!...». La sorella Adele Gustavo dice riconoiscente: «Stefano vive interrornpe la fräse ridendo: «...e non per la scienza». Stefano si schermisce, perö lavora». Raeconta del fratello ammalato sorride soiddisfatto. Per di piü sembra che un tempo era «l'uomo piü intelligente che sia considerato da tutti come capo della Valle» e ricopriva tutte le della famiglia; tutti lo ammirano anche cariche pubbliche della Valle, fin quando francese: per le sue conoscenze de»lk lingua una grave malattia di origine nervosa e il solo ad aver oltrepassato lo distrusse, tanto che da anni e costretto Bellinzona e Locarno e ad aver trascorso a letto. Povero cugino! Noi non ti alcuni anni sul Lago Lemano. vedremo mai. Si chiamava Ulisse. Adele chiede quanto tempo impiega un

i) I piü anziani dei nostri lettori moesani ri- Ritorniamo alla casa delle sorelle Anscl- corderanno la Dondina, il donnone che mi^Bogana. Nel frattempo Adele ci ha non mancava, con la sua bancarella di fatto sapere di essere ritornata a Buseno dolciumi, a nessuna sagra. 45

pacco postale per arrivare in Austria perche fieno. Lucartole e farfalle sembrerebbero vorrebbe poi spedirmi frutta nostrana essere gli ultimi esseri viventi di questo che in veritä non e molto bella, ma centro abitato nel passato. Abbiamo assai gustosa. Romeo ci promette di l'impressione di udire in lontananza i cercare nei registri tutte le date che ci campanacci di un gregge: ohiamiamo, nessuno interessano e di inviarcele poi; ci da anche risponde. Poi, muti, ritorniamo. Pindirizzo di un Canonico di Coira, Don In un prossimo futuro anche la Val Vidi, che ha scritto la cronaca della valle. Calanca assomiglierä a questa desolazione, Tutti ci circondano con amicizia e quando tutti i giovani, uno dopo l'altro, gioia, il loro modo di essere contenti e- saranno emigrati? Buseno e Castaneda, sprime forza viva e nobiltä. il giardino dalla valle, saranno altrettanto La sera tardi prendiamo commiato e pro- spopolati e silenziosi e le case dei Ganzera, mettkmo di ritornare. Il giorno doipo, Anselmi e Arrigoni diroccate e prima di co»minciaire a scrivere queste unicamente dimora dalle luicertole? righe, facciamo una passeggiata sulle Voi tre antenati, Gaspare, Melchiorre e montagne ticinesi. Con piü saliamo, k- Baldassare, benadite questa terra! soiandoci indietro alcuni villaggi, tanto Brissago, settembre 1932 piü il silenzio e la mancanza di gente nelle grigie case di pietra ci opprime. In cima alla montagna, su un grande Aggiunta ddl 1953. verde attorniato da giganteschi prato Ulisse e Romeo sano morti, ma un castagni, si trova un villaggio S'ilenzioso giovane medico salisburghese, di nome di case diroccate. Le chiese composto Anselmi, si e stabilito in Val Calanca. sono rieonoscibili unicamente da una misera croce di legno grezzo e le finestre, prive di vetri, sono otturate con