protocollo comune di provincia di Piano di Governo del Territorio documento di piano relazione accoglimento osservazioni e Parere dp a di compatibilità al PTCP giugno 2013

ADOTTATO dal Consiglio Comunale con Delibera n° 39 aggiornamenti del 27 dicembre 2013 luglio 2014 APPROVATO dal Consiglio Comunale con Delibera n° 9 ...... del 28 giugno 2014 ...... pianificazione e coordinamento il responsabile del procedimento arch. claudio nodari - bs geom. lorenzo ghirardelli arch. maura bellicini esine - bs arch. ariela rivetta breno - bs arch. carlo fasser brescia

valutazione ambientale strategica studio agronomico - forestale il sindaco gian pietro cesari ing. marcella salvetti - bs dott. for. marco sangalli borno - bs

claudio nodari architetto collaborazione studio di architettura e urbanistica arch. elena palestri ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di brescia n. 544

INDICE Documento di piano – Relazione illustrativa

PREMESSA pag 1

La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) nell’iter di formazione del Documento di Piano ...... pag 1 Studio di incidenza ...... pag. 2

CAP I Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo socio- economico comunale pag 3

La struttura demografica ...... pag 3 Le abitazioni ...... pag 13 Le imprese e gli addetti ...... pag 15 Il turismo...... pag 18 Programmazione sovra-locale di riferimento ...... pag 19 - Programmazione regionale - Programmazione provinciale e sovracomunale - Programmazione settoriale - Programmazione comunale negli ambiti di confine I vincoli sul territorio comunale ...... pag 35 Quadro ricognitivo delle richieste dei cittadini e delle associazioni .. pag 42

CAP II Quadro conoscitivo e paesistico ambientale del territorio comunale pag 52

Quadro paesistico-ambientale ...... pag 52 Il contesto territoriale ...... pag 57 La strumentazione urbanistica vigente ...... pag 58 Piano Territoriale Regionale...... pag 59 La vegetazione ...... pag 63 La fauna ...... pag 66 Carte condivise del paesaggio ...... pag 68 - La fase ricognitiva - La fase valutativa - La fase di sintesi

CAP III Assetto geologico idrogeologico, sismico e acustico – altre aree a rischio pag 122

Definizione dell’assetto geologico ...... pag 122 Definizione dell’assetto idrico ...... pag 124 Definizione dell’assetto sismico ...... pag 127 Definizione dell’assetto acustico ...... pag 127 Altre aree a rischio ...... pag 128

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” I

CAP I V Scenario strategico di Piano pag 129

Alternative per lo sviluppo del Comune ...... pag 129

CAP V Le determinazioni di Piano: proposte di pianificazione pag 134

Determinazione degli obiettivi qualitativi ...... pag 134 Determinazione degli obiettivi quantitativi ...... pag 138 Confronto fra le criticità e le potenzialità emerse ...... pag 142 Indirizzi per la stesura del Piano dei Servizi, Piano delle Regole e Piani Attuativi ...... pag 143

CAP VI Le Previsioni di Piano pag 146

Contenuti: ...... pag 146 - il confine comunale - gli ambiti di trasformazione - il tessuto urbano consolidato: i nuclei di antica formazione, gli ambiti residenziali, gli ambiti produttivi. - le aree adibite e servizi ed impianti tecnologici - le aree destinate all’agricoltura e aree agricole di valenza paesaggistica - la rete ecologica comunale - i vincoli e classi di fattibilità geologica, idrogeologica e sismica - le aree a rischio di compromissione e degrado, a rischio di incidente rilevante ed a rischio archeologico - visualizzazione sintetica e funzionale delle principali azioni strategiche di Piano.

Allegato Tav. dp8a-b Dimensionamento del Piano: superfici e dimensionamento ambiti pag 150 Allegato Tav. dp 10a-b Dimensionamento del Piano: consumo di suolo pag 155

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Premessa

La L.R. 12/2005 con integrazioni e modificazioni successive può essere considerata un testo unico in materia urbanistica articolato in tre fasi di studio principali identificabili come strumenti di pianificazione che si fondono e completano reciprocamente pur mantenendo una certa autonomia gestionale: 1. IL DOCUMENTO DI PIANO (di seguito DdP) che svolge il ruolo di regista nella pianificazione della politica complessiva di gestione del territorio in quanto contiene e descrive le strategie della Pubblica Amministrazione;

2. IL PIANO DEI SERVIZI (di seguito PdS) che definisce e articola il rapporto tra i servizi pubblici e gli insediamenti in essere e di progetto attraverso le nuove trasformazioni.

3. IL PIANO DELLE REGOLE (di seguito PdR) quale uno strumento dotato di una certa autonomia che regolamenta e definisce la città costruita.

Viene di seguito analizzato nel suo complesso il Documento di Piano che sintetizza e approfondisce tutte la analisi svolte sul territorio e che costituisce in modo specifico lo strumento utilizzato dall’Amministrazione Comunale per mettere a punto strategie di medio e breve termine, finalizzate a coordinare ed indirizzare tutte le politiche di settore che hanno contribuito alla ricognizione del territorio e che concorrono alla formazione dei processi di riqualificazione urbana e più in generale all’attuazione del Piano di Governo del Territorio.

Pertanto, il DdP, attraverso le analisi di tipo sociale, economico ed ambientale svolte sul territorio, con il supporto della Valutazione Ambientale Strategica, si propone di individuare gli elementi critici, i vincoli, le sensibilità del territorio stesso e propone gli obiettivi che consentiranno uno sviluppo sostenibile del paese individuando al contempo le potenzialità di sviluppo subordinatamente ai vincoli rilevati. Gli obiettivi proposti dal DdP sono concretizzati attraverso proposte di interventi compatibili non solo con le criticità rilevate ma anche con le potenzialità economiche dell’Amministrazione Comunale. Da questo insieme di valutazioni emergono quindi un’insieme di input ed indicazioni che andranno ad implementare il Piano dei Servizi, il Piano delle Regole e quindi le trasformazioni del territorio Comunale. la valutazione ambientale strategica (VAS) nell’iter di formazione del documento di piano

Il processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) accompagna la pianificazione comunale: 1. dimostrando la sostenibilità ambientale delle azioni di sviluppo contenute e descritte nel Documento di Piano; 2. prevedendo gli eventuali effetti, positivi e negativi, di tali azioni sulle diverse componenti ambientali per indicare misure correttive o compensative; 3. garantendo la protezione e la valorizzazione del territorio e dell’ambiente e fornendo indicazioni per una gestione del territorio mirata al mantenimento, alla conservazione delle risorse naturali, energetiche, idriche, storiche e culturali.

L’obiettivo primario nell’utilizzo della VAS è l’introduzione di un percorso valutativo ambientale nel processo di redazione del Piano di Governo del Territorio fin dalle fasi iniziali al fine di: - porre a confronto ed analisi le eventuali alternative di piano; - verificare la compatibilità e la sostenibilità ambientale, sociale ed economica degli obiettivi del piano,

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 1 - attivare criteri di monitoraggio della relazione tra avanzamento del piano ed effetti ambientali; - strutturare un sistema di informazioni, relazioni e concertazioni tra soggetti ed autorità preposte alla gestione di territorio e ambiente; - individuare un sistema di indicatori significativi e rappresentativi atti a quantificare e sintetizzare gli impatti in momenti previsionali antecedenti le fasi operative e di attuazione del piano; tali indicatori permettono di ridefinire in continuità gli stessi obiettivi e contenuti del piano tramite idonee azioni correttive.

La VAS allegata al presente studio viene strutturata dunque, secondo una successione di fasi, di operazioni, di reperimento di dati, di valutazioni di conformità al criterio delineato nel documento della Regione Lombardia “Indirizzi generali per la valutazione ambientali di piani e programmi” e s.i.m., che peraltro sviluppa in termini più articolati quanto indicato dalla direttiva 2001/42/CEE e ancor prima nel citato Manuale UE 1998 per la programmazione relativa ai Fondi strutturali. Il processo attivato propone un’interfaccia continua e sistematica tra processo di piano e processo di valutazione.

Gli elaborati della VAS, Capitolo I del Rapporto Ambientale. analizzano inoltre in dettaglio l’iter procedurale di stesura del Documento di Piano; si rimanda pertanto al documento richiamato per un approfondimento delle diverse tematiche.

Studio di incidenza Il Comune di Artogne confina con i Comuni di e di i cui territori montani sono interessati da una Zona di Protezione Speciale denominata “Val Grigna” (ZPS – COD IT2070303). Il Piano di Governo è quindi corredato da specifica Valutazione di Incidenza finalizzata ad “…analizzare le possibili ripercussioni ecologico ambientali delle previsioni del Piano sulle componenti faunistiche della ZPS, così da poter relazionare con le strategie e gli aspetti di Piano che determinano, in modo diretto o indiretto, l’incidenza.” Lo studio analizza i Siti di rete Natura richiamati (caratteristiche, inquadramento territoriale, climatico e fito-climatico, vegetazionale, gli habitat, la fauna), i contenuti del PGT (obiettivi e potenziali interferenze). Le conclusioni dello studio di Incidenza hanno portato ad affermare che “ Le previsioni del Piano di governo del territorio di Artogne non interessano direttamente i siti Natura 2000, in quanto non presenti sul territorio oggetto di pianificazione. Lo studio effettuato esclude anche la possibilità che le previsioni di PGT possano avere incidenze significative sulla conservazione delle rilevanze naturali presenti nell’intorno ZPS IT2070303 “VAL GRIGNA”, essendo a grande distanza 8oltre 6km) dagli ambiti di trasformazione previsti nel territorio di Artogne.” Lo Studio di Incidenza è stato redatto dal Dott. Forestale Marco Sangalli; si rimanda a detto studio per un approfondimento delle tematiche trattate

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CAP I Quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo socio economico comunale

La legge regionale n.12 dell’11 marzo 2005 e s.i.m. afferma, nell’articolo 8 comma a), che il DdP Piano definisce “il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati….”.

Il quadro conoscitivo si propone, quindi, come quadro unitario di analisi finalizzato all’organizzazione delle informazioni territoriali e socio economiche. Alla luce di queste considerazioni, il quadro conoscitivo socio-economico descrive ed elabora i diversi aspetti che connotano l’ambito territoriale in analisi dal punto di vista della sua costruzione demografica, abitativa, produttiva.

la struttura demografica

La presente indagine socio-economica costituisce un indispensabile supporto per la futura programmazione delle esigenze edificatorie nonché di beni e servizi per la collettività valutando una prevedibile evoluzione strutturale della popolazione residente nel territorio oggetto di analisi secondo il trend rilevato nel decennio precedente al presente studio. In particolare si analizza l’attuale struttura demografica ed economica come risultato dell’evoluzione comunale nel periodo di validità programmatica del previgente strumento urbanistico (PRG); da questa analisi si può effettuare un tentativo previsionale nella determinazione dei fabbisogni sul territorio. Ad eccezione dei dati demografici derivanti da tabulati dell’Ufficio Anagrafe Comunale e da alcuni dati forniti dall’ultimo Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni (anno 2001), gli altri riferimenti sono dedotti dal 12° - 13° -14° Censimento Generale della Popolazione e delle abitazioni. Quindi la mancanza di molte informazioni aggiornate ad oggi, suggerisce cautela, ma non impedisce un’interpretazione della realtà comunale.

ARTOGNE popolazione 1981-2012

3.700

3614

3591

3554

3519 3493

3.500 3440 3357

3.300 3265

3171

3166

3155

3124

3112

3099

3088

3055 3041

3.100 3042

3031

2993

2977

2973

popolazione popolazione

2952

2924

2905

2897

2884 2884 2877

2.900 2861

2827 2818

2.700

2.500

1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1981 anni

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 3 ARTOGNE popolazione 1999-2012

3591 3614 3.700 3554 3493 3519 3440 3357 3.500 3265

3166 3155 3171 3.300 3099 3112 3124

3.100 popolazione popolazione 2.900

2.700

2.500 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

anni

Analizzando i grafici relativi al trend demografico comunale risulta evidente che la crescita segue una curva costante dall’anno 1981 all’anno 2004; da quest’ultima data ad oggi si assiste ad un incremento atipico dei residenti che ha portato la popolazione attuale (31 dicembre 2012) a 3.614 unità. Se analizziamo in particolare il decennio di riferimento la popolazione ha subito una crescita in termini assoluti di 490 unità (in media 49 abitanti/anno pari a +13,7% circa). Tale crescita è alquanto significativa soprattutto per le strategie relative alle previsioni di servizi sul territorio (strutture scolastiche e servizi di interesse generale) ed alla programmazione di tipo urbanistico edilizio ( nuove aree edificabili e nuove unità abitative).

PROVINCIA popolazione 1.256.025,00 1260000 1.242.923,00 1.238.075,00 1.230.159,00 1240000 1.211.617,00 1220000 1.195.777,00 1200000 1.182.337,00

1180000 popolazione 1160000

1140000 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

anni

L’incremento dei residenti nel comune si discosta nettamente anche dalla crescita media provinciale (ultimo dato di riferimento anno 2011): nel periodo compreso tra gli anni 2005 e 2011 si registra infatti un incremento di circa il 5,00% della popolazione (con un calo tra gli anni 2010- 2011).

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 4 L’analisi dei dati demografici va comunque riferita anche ad altri importanti parametri che ci consentono di avere un quadro completo dell’assetto demografico comunale: il saldo naturale ed il saldo migratorio. In assonanza con la curva che definisce la crescita demografica comunale, anche il saldo naturale registrato negli ultimi decenni non ha un andamento regolare ma subisce anche brusche variazioni in positivo legate a complessi fattori di tipo ambientale e sociale. In valori assoluti il saldo naturale alla fine del decennio è positivo e si assesta sulle 58 unità.

ARTOGNE nascita e mortalità nati deceduti 45 40 35 30 25 20 15 10 5

0

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012

ARTOGNE saldo naturale

30

25 24 24 20

15 14 10 10 9 -1 6 5 -2 0 0 1 -2 -1

-5 -5

1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 -10 -9 -15

Significativo risulta anche il movimento migratorio sul territorio comunale che tra l’anno 1999 e l’anno 2006 risulta costantemente positivo ed in crescita con una brusca salito tra l’anno 2004 e l’anno 2005 dove il saldo si assesta sulle 99 unità. Nei successivi anni il flusso degli immigrati tende a diminuire ma rimane costantemente positivo.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 5 ARTOGNE saldo migratorio 1999-2012 saldo migratorio

120

99 100 93

77 80

60

33 35 40 29 29 25 24 20 13 14 2

popolazione straniera popolazione 1 -2 0 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 -20 anni

ARTOGNE movimento migratorio 1999-2012 immigrati emigrati 180 163 165 160 153 143 143 143 143 140 129

114 114 120 111 108 9496 97 100 84 80 82 80 69 72

6667 64 64 66 immigrati-emigrati 60 51 44 47

40

20

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1999

Anche la presenza di popolazione straniera, che tanto incide sulla popolazione della media valle, caratterizza gli andamenti demografici del comune. I dati disponibili riguardano il periodo 2002- 2012 e rilevano un incremento dei residenti per presenza di popolazione straniera pari a 305 unità (anno 2012). La crescita della popolazione straniera nel decennio in esame è superiore al 300%.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 6 ARTOGNE popolazione straniera 2002-2012

350

300 305 307 288 285 250 271 254

200 210

150 143 100

popolazione straniera popolazione 104 83 100 50

0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 anni

Se confrontiamo la realtà comunale con la tendenza provinciale (tra gli anni 2005 e 2011), registriamo, nonostante un brusco calo tra 2010-2011, un incremento quasi doppio rispetto alla media registrata su tutto il territorio della provincia di Brescia.

PROVINCIA - popolazione straniera 180000 160284 155927 160000 149753 170763

140000 133980 120000 120845 110663

100000 99640 popolazione straniera popolazione 80000 82895

60000 62821 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 anni

Lo sviluppo demografico del comune è quindi determinato non solo da un saldo naturale positivo, ma anche da un flusso migratorio che ha visto all’inizio del secolo una crescita costante e consistente.

Ulteriore importante fenomeno che interessa la pianificazione socio-territoriale del Comune riguarda la distribuzione della popolazione nei nuclei famigliari e la composizione media degli stessi. Dalla fine degli anni ’90 ad oggi si assiste infatti ad un incremento costante del numero di famiglie presenti sul territorio comunale ed una parallela diminuzione del numero di componenti. In particolare nel decennio in esame il numero di famiglie aumenta in valore assoluto dell’34,0%: nel decennio compreso tra il 1999 ed il 2012 il numero medio di famiglie cresce nel complesso di 377 unità portando anche una forte parcellizzazione della popolazione.

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ARTOGNE popolazione famiglie 1999-2012

popolazione famiglie

4000 3591 3614 3493 3519 3554 3357 3440 3500 3265 3099 3112 3124 3166 3155 3171

3000

2500

2000 1472 1486 1365 1399 1420 1449 1500 1250 1306

1109 1130 1154 1175 1186 1202 popolazione - famiglie popolazione 1000

500

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1999 anni

Infatti, accanto ad un incremento dei nuclei familiari, in assonanza con la tendenza nazionale e provinciale, registriamo una diminuzione del numero di componenti per ogni famiglia che rimane inferiore alle tre unità.

ARTOGNE famiglie 1999-2012

1600 1486 1449 1472 1399 1420 1365 1400 1306 1250 1186 1202 1154 1175 1200 1109 1130

1000 famiglie

800

600

400

200

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 1999 anni

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E’ anche interessante valutare il numero medio di componenti per famiglia nel comune di Artogne in rapporto alla media provinciale i cui dati sono però limitati al periodo 2005 e 2011: analizzando nel dettaglio i dati provinciali vediamo che il numero dei componenti complessivi varia da 2,43 abitanti/famiglia nell’anno 2005 a 2,33 abitanti/famiglia nell’anno 2011: il numero medio di componenti tende leggermente a diminuire e quasi a coincidere con le rilevazioni a carattere comunale dove il numero medio dei componenti si assesta nel 2012 sul valore di 2,42.

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I grafici sopra riportati analizzano la distribuzione della popolazione e quindi delle abitazioni, sul territorio negli anni 2000-2007-2010. Emerge chiaramente la tendenza della popolazione ad abbandonare la residenza nelle frazioni/località abitate sparse sul territorio favorendo la concentrazione abitativa nel capoluogo: viene probabilmente privilegiata la disponibilità di servizi presenti nel nucleo principale.

Altri aspetti interessanti dell'evoluzione passata e futura della popolazione riguardano la distribuzione della stessa per singole classi di età. Tra gli anni 1991 e 2001 il valore a livello Camuno tende ad invertirsi proporzionalmente: ad una prevalenza di popolazione giovane (sia in età scolare che adulta) si sta sostituendo una popolazione in maggioranza anziana (età pensionabile). E’ quindi aumentato il carico sociale in particolare della popolazione non più giovane.

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La medesima tendenza è stata rilevata a livello locale: ad Artogne si assiste, dal 2001 al 2008, ad una crescita del carico sociale della popolazione in età pensionabile che implica un’attenzione particolare ai servizi da prevedere per la popolazione anziana e quindi una verifica sul territorio delle attrezzature esistenti per la popolazione in queste fasce di età. Ad accentuare il carico sociale degli anziani compare inoltre l’allungamento della vita media: cresce infatti il numero degli ultraottantenni che va ad incrementare l’indice di vecchiaia della popolazione. Si assiste però al contempo ad una crescita della popolazione in età lavorativa che dal punto di vista socio-economico tende ad equilibrare l’incremento del livello di dipendenza sopra descritto.

Sempre nei limiti di affidabilità determinati dalla modestia dei valori assoluti in gioco, è comunque interessante leggere, nel complesso, le modificazioni della composizione per classi di età della popolazione pensando ai principali fenomeni socio-economici che ne derivano. Il previsto aumento delle natalità anche per i prossimi anni, dovrebbe infatti influire positivamente sulla popolazione prescolare e di conseguenza sui servizi ad essa associati. Lo stesso fenomeno si ripercuoterà, accentuandosi, nelle classi di età della scuola dell’obbligo che ad oggi stanno subendo una variazione in negativo.

Un altro importante fenomeno che interessa la pianificazione socio-territoriale del Comune è quello relativo alla popolazione attiva e non attiva comunale che consente una valutazione globale del carico sociale. I dati a nostra disposizione, in questo caso, riguardano gli ultimi censimento e non consentono quindi una lettura aggiornata delle tendenze in atto.

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Dal 1991 al 2001 il rapporto tra popolazione attiva e non attiva tende ad invertire: mentre all’inizio degli anni 90’ la popolazione attiva rappresentava il 44% dei cittadini, nel censimento del 2001 emerge che la popolazione attiva è aumentata fino al 55%. Diminuisce però al contempo la percentuale di occupati valutati tra la popolazione.

Se quindi valutiamo la crescita del numero delle famiglie, il numero medio di componenti e la distribuzione delle stesse sul territorio nonché il grado di occupazione dei cittadini, possiamo valutare quanto le caratteristiche di sviluppo della popolazione incideranno sul territorio sia come richieste abitative (incremento della popolazione, incremento delle famiglie, incremento della richiesta di abitazioni) sia come richiesta di servizi (carico sociale anziani, bambini, disoccupati ecc). Il Piano dei servizi approfondisce in particolare tale argomento specificando la tipologia, la qualità e la quantità di ogni singolo servizio ed analizzando le necessità pregresse e future in base alle strategie di piano. Il Documento di Piano, nella parte relativa al dimensionamento analizza le effettive necessità di tipo edificatorio riconducibili alle previsioni di nuovo consumo di suolo nonché al completamento edificatorio degli ambiti consolidati. le abitazioni

Il numero complessivo delle abitazioni nell’ultimo censimento è pari a 3.213, di queste solo il 36,00% risulta in uso da persone residenti. Dal 1991 all’inizio del secolo attuale il numero delle abitazioni occupate nel territorio comunale è rimasto costante: è incrementato di 432 unità il numero complessivo di abitazioni ma è incrementato al contempo il non uso del patrimonio edificato.

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L'incremento dello stock abitativo può essere una diretta conseguenza sia dell’incremento del numero delle famiglie residenti, che del numero di seconde case insediate in località . E’ anche interessante rilevare che, contemporaneamente alla diversa distribuzione degli abitanti nelle singole abitazioni, si registra un progressivo miglioramento dello standard abitativo sia in merito al numero ed alla superficie delle stanze/abitante sia per i servizi presenti: tra l’anno 1991 e l’anno 2001 migliorano alcuni standard di base quali la presenza di acqua potabile, dell’impianto di riscaldamento e dell’impianto di distribuzione dell’acqua calda.

le imprese e gli addetti

Nel censimento generale dell’industria e dei servizi dell’anno 2001 le unità locali di imprese localizzate nel Comune ed iscritte al Registro Ditte della Camera di Commercio di Brescia risultavano 263 con un numero di addetti complessivo pari a 1.675. Da un punto di vista occupazionale sono le attività manifatturiere e per costruzioni che accolgono il maggior numero di addetti coprendo il 65,43% delle occupazioni comunali; anche il settore terziario con 74 imprese e 168 occupati svolge un ruolo cardine nella realtà produttiva locale in cui storicamente il settore industriale legato alla lavorazione del ferro ha sempre predominato. Gli addetti occupati nelle restanti attività non hanno un particolare rilievo: emergono in modo relativo le potenzialità occupazionali del settore alberghiero e agricolo.

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ARTOGNE 2001 2001 2010 2010 Imprese e addetti Imprese Addetti Imprese Addetti AGRICOLTURA 1 79 69 72 ATTIVITA’ MANIFATTURIERE 45 346 39 465 COSTRUZIONI 54 963 70 995 COMMERCIO INGROSSO E 60 133 61 130 DETTAGLIO, RIPARAZIONI DI AUTO E MOTO E BENI PERSONALI ALBERGHI E RISTORANTI 29 64 32 87 TRASPORTI E 16 64 15 62 COMUNICAZIONI INTERMEDIAZIONE 5 6 5 5 FINANZIARIA ATT. IMMOBILIARI, 35 68 17+4+6 15+3+28 NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESSIONISTI E IMPRENDITORI SANITA’ E ALTRI SERVIZI 5 5 2 23 SOCIALI ALTRI SERVIZI PUBBLICI, 13 25 4+11+12 31+18+9 SOCIALI E PERSONALI TOTALE 263 1675 337 1943

Se confrontiamo i dati con la realtà economica rilevata nel censimento dell’anno 2010 notiamo che gli equilibri tra i vari settori economici sono rimasti pressoché invariati: si registra un flusso positivo verso le attività di ristorazione. Solo le attività agricole incrementano nettamente di numero mantenendo di fatto invariato il potenziale degli addetti.

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IL SETTORE AGRICOLO: Il Piano di Governo è supportato da specifico studio di approfondimento del settore agronomico forestale comunale finalizzato a mettere in evidenza i punti di forza e i punti critici di tale componente. Si rimanda a tale studio (dp d “studio agronomico forestale”) per un approfondimento di questa tematica ed in particolare:  il settore forestale  gli allevamenti  consistenza e caratteristiche del settore primario  impatto ambientale dell’attività agricola  impatti delle trasformazioni previste dal PGT sul sistema agricolo

LE ATTIVITÀ COMMERCIALI: Secondo i dati ISTAT, il cui ultimo aggiornamento arriva al 2001, le licenze commerciali rilasciate dal Comune erano 37 oltre a 18 licenze per attività legate al settore assicurativo, immobiliare, professionale. Dati più aggiornati sono reperibili dalla “Rilevazione regionale della rete commerciale in Provincia di Brescia” (banca dati regionale giugno 2003) da cui si rilevano: - n. 16 esercizi di vicinato di tipo alimentare (tot. mq 1.046) - n. 33 esercizi di vicinato di tipo non alimentare (tot. mq 2.065) - n. 9 medie strutture di vendita di cui alimentari mq 192 e non alimentari mq 2.230

Dalle indagini condotte in sede ricognitiva (anno 2012) è stata rilevata la presenza sul territorio comunale di 203 attività produttive di cui: - n. 76 attività commerciali in sede fissa - n.16 attività commerciali ambulanti - n.41 pubblici esercizi - n. 8 attività legate alla ristorazione/ricezione - n. 62 attività di tipo produttivo artigianale/industriale

Il Piano dei Servizi approfondisce questa tematica in particolare in merito alle attività commerciali.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 17 Il turismo

Le potenzialità turistiche del Comune di Artogne risultano legate a più componenti: storico artistica, naturalistica, sportiva:  pregevoli sono alcune dimore storiche e gli elementi architettonici conservati all’interno dei nuclei antichi del comune;  di particolare interesse ambientale e naturalistico è l’ambito montano e pede-montano di agevole fruizione grazie alla fitta rete di strade e sentieri che lo attraversano;  con ottime potenzialità di sviluppo il turismo sportivo legato alla località sciistica di Montecampione.

Montecampione: La località sciistica che si sviluppa tra i 1.200-1.800 m.s.l.m. nasce negli anni 70’ e vede una crescita edilizia progressiva fino ai giorni nostri che interessa sia il comune di Artogne che il Comune contermine di . L’area si caratterizza per la presenza di complessi edilizi che si sviluppano in aree boscate ed a prato anche in adiacenza degli impianti sciistici. L’edificato è caratterizzato da unità di tipo residenziale (circa 2.500 appartamenti) ed alberghiero (800 posti letto) nonché unità commerciali, esercizi pubblici ed attrezzature sportive legate in particolare agli sport invernali (sci e pattinaggio). Sono comunque presenti una piscina coperta, campi da tennis un campo sportivo, un campo da golf, un campo da bocce; una chiesetta, ed un laghetto per la pesca estiva ed il pattinaggio invernale. Un'area espositiva, una sala cinema e un teatro completano l'offerta di intrattenimento.

la stazione sciistica di Montecampione a quota 1200 m.s.l.m.

In generale sul territorio comunale sono attualmente presenti attrezzature ricettive e strutture alberghiere come di seguito specificato (aggiornamento dati anno 2012):

 Albergo Montecampione n. stanze 118 n. posti letto 260  Albergo Legazzuolo (Montecampione) n. stanze 12 n. posti letto 24  Agriturismo “Le Frise”, via Plagne n. stanze 3 n. posti letto 10  Case e app. per vacanze “Le Baite” Montecampione n. stanze 141 n. posti letto 393  Case e app. per vacanze “Roncasello” n. stanze 6 n. posti letto 28

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 18  Rifugio “Baita dello sciatore”, Montecampione n. stanze 5 n. posti letto 13  Rifugio Alpini “Al Bait”, Montecampione n. stanze 2 n. posti letto 4  Affittacamere “Ca de GOS”, loc. Ca de Gos n. stanze 5 n. posti letto 7  Bed & Breakfast, Montecampione n. stanze 4 n. posti letto 8

Rispetto alla ricettività totale delle strutture alberghiere, l’ospitalità complessiva risulta di 747 posti letto così distribuiti: 702 posti letto attualmente disponibili in località Montecampione, 10 posti letto attualmente disponibili ad Artogne Capoluogo, n.7 posti letto in Località Ca de Gos. programmazione sovra-locale di riferimento

A supporto della redazione del Piano di Governo del Territorio, ritroviamo la Pianificazione Regionale e Provinciale che trattano parzialmente o in modo puntuale la pianificazione territoriale. Nello specifico il presente studio fa riferimento a:

Programmazione regionale Piano Territoriale Regionale –PP Il Consiglio Regionale della Lombardia, con deliberazione n. 56 del 28/9/2010 pubblicata sul BURL n. 40 dell' 8/10/2010 ha approvato le modifiche e le integrazioni al Piano Territoriale Regionale. Tali modifiche riguardano i seguenti elaborati: Documento di Piano: par. 1.5.6, par. 3.2 e tav. 3 Strumenti Operativi: SO1 Gli elaborati del Piano Territoriale Regionale, integrati a seguito della DCR del 19/01/2010, n.951, sono stati pubblicati sul BURL n. 13 del 30 marzo 2010, 1° Supplemento Straordinario. Il Piano Territoriale Regionale è stato approvato con deliberazione del Consiglio Regionale della Lombardia del 19/01/2010, n.951, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n.6, 3° Supplemento Straordinario del 11 febbraio 2010. Il Piano ha acquistato efficacia il 17 febbraio 2010 per effetto della pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi del 17 febbraio 2010.

Mappa del PTR approvato Il Piano si compone delle seguenti sezioni:  Il PTR della Lombardia: presentazione, che illustra la natura, la struttura e gli effetti del Piano;  Documento di Piano, che definisce gli obiettivi e le strategie di sviluppo per la Lombardia;  Piano Paesaggistico, che contiene la disciplina paesaggistica della Lombardia (Normativa);  Strumenti Operativi, che individua strumenti, criteri e linee guida per perseguire gli obiettivi proposti;  Sezioni Tematiche, che contiene l'Atlante di Lombardia e approfondimenti su temi specifici;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 19  Valutazione Ambientale, che contiene il rapporto Ambientale e altri elaborati prodotti nel percorso di Valutazione Ambientale del Piano Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19, 76, 77, 78 della L.R. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (D.Lgs. n.42/2004). Art. 19 Oggetto e contenuti del piano territoriale regionale Il piano territoriale regionale, di seguito denominato PTR, costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione, nonche´ di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province. La Regione con il PTR, sulla base dei contenuti del programma regionale di sviluppo e della propria programmazione generale e di settore, indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce altresì, in coerenza con quest’ultimo, i criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di province e comuni. Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della vigente legislazione e a tal fine ha i contenuti e l’efficacia di cui agli articoli 76 e 77. Art. 76 - Contenuti paesaggistici del piano territoriale regionale. 1. Il PTR, nella sua valenza di piano territoriale paesaggistico, individua gli obiettivi e le misure generali di tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale, attivando la collaborazione pianificatoria degli enti locali. 2. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione. Il PTR può, altresì, stabilire norme di salvaguardia, finalizzate all’attuazione degli indirizzi e al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, applicabili sino all’adeguamento degli strumenti di pianificazione. Art. 77 - Coordinamento della pianificazione paesaggistica con altri strumenti di pianificazione. 1. Entro due anni dall’approvazione del PTR, i comuni, le province, le città metropolitane e gli enti gestori delle aree protette conformano e adeguano i loro strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica agli obiettivi e alle misure generali di tutela paesaggistica dettati dal PTR ai sensi dell’articolo 76, introducendo, ove necessario, le ulteriori previsioni conformative di maggiore definizione che, alla luce delle caratteristiche specifiche del territorio, risultino utili ad assicurare l’ottimale salvaguardia dei valori paesaggistici individuati dal PTR. I limiti alla proprietà derivanti da tali previsioni non sono oggetto di indennizzo. 2. Il procedimento di conformazione ed adeguamento degli strumenti di pianificazione agli indirizzi e agli obiettivi di qualità paesaggistica è disciplinato dallo stesso PTR, che deve assicurare la partecipazione degli organi ministeriali al procedimento medesimo. Art. 78 - Commissioni regionali. 1. Le commissioni regionali di cui all’articolo 137 del d.lgs. 42/2004 sono presiedute dall’assessore regionale al territorio o, se delegato, dal dirigente della competente struttura regionale. Di ciascuna commissione fanno parte di diritto, oltre al presidente, il direttore della soprintendenza regionale, il soprintendente per i beni architettonici e per il paesaggio e il soprintendente per i beni archeologici competenti per territorio, nonché i dirigenti preposti a due unità o strutture organizzative competenti in materia di paesaggio. I restanti membri, in numero non superiore a quattro, sono nominati dalla Regione tra soggetti con qualificata, pluriennale e documentata professionalità ed esperienza nella tutela del paesaggio, eventualmente scelti nell’ambito di terne designate, rispettivamente, dalle università aventi sede nella Regione, dalle fondazioni aventi per statuto finalità di promozione e tutela del patrimonio culturale e dalle associazioni portatrici di interessi diffusi individuate dall’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349 (Istituzione del Ministero dell’ambiente e norme in materia di danno ambientale). Decorsi infruttuosamente sessanta giorni dalla richiesta di designazione, la Regione procede comunque alle nomine. Le commissioni durano in carica quattro anni. 2. Alle sedute delle commissioni partecipano, senza diritto di voto, i sindaci dei comuni interessati e i rappresentanti degli enti gestori delle aree regionali protette. 3. Le commissioni possono consultare un esperto in materia mineraria, in materia forestale o il dirigente dell’unità organizzativa regionale competente in relazione alla natura delle cose e delle località da tutelare. 4. Le commissioni, anche integrate, deliberano validamente con la presenza della maggioranza dei componenti. 5. Ai componenti delle commissioni ed ai membri aggregati spettano le indennità ed i rimborsi spese nella misura di legge, oltre al trattamento di missione se dovuto. 6. Le commissioni possono essere convocate, oltre che nel capoluogo regionale, anche sul territorio di competenza. 6 bis. Fino all’istituzione delle commissioni di cui al comma 1, le relative funzioni sono esercitate dalle commissioni istituite ai sensi della normativa previgente per l’esercizio di competenze analoghe.

Legge Regionale n.12/2005 – art.19-76-77-78

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Il Piano Paesaggistico Regionale diviene così sezione specifica del PTR, disciplina paesaggistica dello stesso, mantenendo comunque una compiuta unitarietà ed identità. Le indicazioni regionali di tutela dei paesaggi di Lombardia, nel quadro del PTR, consolidano e rafforzano le scelte già operate dal PTPR pre-vigente in merito all’attenzione paesaggistica estesa a tutto il territorio ed all’integrazione delle politiche per il paesaggio negli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale, ricercando nuove correlazioni anche con altre pianificazioni di settore, in particolare con quelle di difesa del suolo, ambientali e infrastrutturali. Le misure di indirizzo e di prescrizione paesaggistica si sviluppano in stretta e reciproca relazione con le priorità del PTR al fine di salvaguardare e valorizzare gli ambiti ed i sistemi di maggiore rilevanza regionale: laghi, fiumi, navigli, rete irrigua e di bonifica, montagna, centri e nuclei storici, geositi, siti Unesco, percorsi e luoghi di valore panoramico e di fruizione del paesaggio. L’approccio integrato e dinamico al paesaggio si coniuga con l’attenta lettura dei processi di trasformazione dello stesso, l’individuazione di strumenti operativi e progettuali per la riqualificazione paesaggistica, il contenimento dei fenomeni di degrado, anche tramite la costruzione della rete verde. L’opportunità di aggiornamento del PTPR, correlata alla redazione del PTR, ha offerto però la possibilità di proseguire più incisivamente sulla linea regionale già segnata, prendendo anche spunto dalle numerose sollecitazioni derivanti sia dal D. Lgs. 42/2004 che dalla L.R.12/2005 in riferimento alla sempre più forte integrazione tra pianificazione territoriale ed urbanistica e la pianificazione del paesaggio, ma anche di maggiore correlazione, come detto, con le altre pianificazioni del territorio, e in particolare quelle di difesa del suolo, quelle agricole, quelle ambientali e culturali, quelle relative alle infrastrutture tecnologiche, della mobilità ed energetiche. Il tema di maggiore complessità introdotto, anche alla luce di quanto richiesto dal Codice per i Beni Culturali e il Paesaggio, riguarda l’individuazione delle aree significativamente compromesse o degradate dal punto di vista paesaggistico, e la proposizione di specifici indirizzi per gli interventi di riqualificazione, recupero e contenimento del degrado. La cartografia di piano è stata aggiornata nel suo complesso, anche ai fini del miglioramento dei livelli di georeferenziazione dei dati e rinnovandone la forma grafica, integrandone dati e contenuti. Conseguente alla revisione delle tavole è l’aggiornamento dei repertori correlati e degli Abachi, in particolare per quanto riguarda il Volume 1 “Appartenenza ad ambiti di rilievo paesaggistico regionale”. L’aggiornamento e integrazione dei contenuti e dei dati del Piano Paesaggistico Regionale ha comportato anche l’integrazione e revisione dei contenuti normativi e di indirizzo. Alla luce di tali premesse si evince la necessità di un futuro adeguamento del presente PGT al PTR: per tale adeguamento il PTR fornisce all’interno della propria sezione I, un paragrafo di supporto ai Comuni nella pianificazione locale, par 1.2.2 “Canale di lettura a supporto della pianificazione locale”. Nello specifico il paragrafo individua elementi per la costruzione di un quadro conoscitivo ed orientativo nonché elementi per la definizione di uno scenario strategico di piano. In particolare è fatto riferimento a: - sezione 3 del PTR – Piano Paesaggistico - per quanto riguarda la costruzione di un quadro conoscitivo ed orientativo; - sezione 1 del PTR – Documento di Piano – sintetizzata nei 24 obiettivi di seguito riportati;

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Obiettivi del PTR - PTR approvato con DGR 19/01/2010_n.VIII/951

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Obiettivi del PTR - PTR approvato con DGR 19/01/2010_n.VIII/951

Programmazione provinciale e sovracomunale Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale La Provincia di Brescia si è dotata di proprio P.T.C.P., approvato il 21/04/2004 con D.C.P. n.22 e successivamente pubblicato sul B.U.R.L. il 22/12/2004. Ai sensi dell’art.26 della L.R. n.12/2005 tale Piano è in fase di adeguamento alla stessa.

Il Piano Provinciale in vigore recepisce le disposizioni delle leggi vigenti in materia ambientale ed i piani di settore vigenti enunciando i seguenti obiettivi: - la salvaguardia dei grandi elementi abiotici e biotici; - la fruizione sostenibile di tali elementi; - la diminuzione dell’inquinamento globale;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 23 - la diminuzione dello stato di rischio, anche sanitario, delle singole persone e dei beni; - la riqualificazione della biodiversità attraverso il recupero delle specie locali in rarefazione o estinte in epoche storiche; - la salvaguardia delle specie endemiche; - il riequilibrio dell’assetto ecosistemico attraverso l’ottimizzazione del ciclo del carbonio (e quindi della distribuzione delle biomasse) e delle capacità di autodepurazione.”

In adeguamento ai contenuti ed agli obiettivi espressi dal P.T.C.P. il Documento di Piano, nello specifico con il processo di V.A.S., analizza la compatibilità delle azioni di piano con le indicazioni rappresentate nella Tavola Paesistica e nella Tavola di Struttura; la prima per quanto riguarda le componenti identificative degli aspetti paesistici, la seconda relativa alla vocazione d’uso del territorio comunale (si vedano le tavole carte condivise del paesaggio di inquadramento territoriale).

Per quanto riguarda il territorio comunale di Artogne si riporta di seguito la sintesi delle informazioni indicate dal PTCP: - prevalenza di ampie aree non edificate, a partire dalle prime pendici del versante fino alle zone interessate dai rilievi; - presenza di ampie aree caratterizzate da boschi; - torrenti e corsi d’acqua; - il sistema dei crinali alle quote più elevate; - aree urbanizzate; - nucleo storico; - ambiti urbanizzati produttivi collocati lungo la direttrice viabilistica principale sul fondovalle; - la componente ambiti delle trasformazioni condizionate posta a confine tra i comuni confinanti ; - la componente ambito di elevato valore percettivo connotato dalla presenza di fattori fisico-ambientali e/o storico culturali che ne determinano la qualità d’insieme che interessa l’ambito delle prime pendici di versante; - Il sistema della viabilità storica ; - elementi puntuali che caratterizzano il patrimonio storico-architettonico.

Il Piano di Governo del Territorio, in adeguamento a quanto proposto dal PTCP approfondisce, definisce le tematiche sopra riportate attraverso i seguenti elaborati: - Carte condivise del paesaggio: introduzione di indirizzi di tutela definito anche da specifiche norme di attuazione (Modalità per l’esame di impatto paesistico delle trasformazioni); - Studio specifico e di dettaglio dei nuclei di antica formazione e definizione di norme specifiche per categoria di edificio; - Individuazione di verde di connessione tra l’abitato e le aree agricole finalizzata ad evitare fenomeni di conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessate; - Carte condivise del paesaggio: individuazione di aree di rilevanza ecologico-ambientale; - Ricognizione degli edifici storici e di elementi architettonici di valore storico-culturale (santelle, fontane, sottopassi) e relativa individuazione cartografica (tavole centro storico, Carte condivise del paesaggio: componenti del paesaggio storico e culturale); - Previsione di minima espansione all’interno dell’ambito produttivo già definito e conformato; - Predisposizione di studio di maggior dettaglio circa le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale, definizione delle aree ad elevato valore agro-forestale;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 24 - Pianificazione urbanistica e specifica normativa che preveda un mantenimento allo stato di fatto degli insediamento turistico ricettivi Le norme Tecniche di Attuazione del piano provinciale forniscono inoltre indirizzi e/o prescrizioni circa le diverse componenti ambientali esaminate: all’interno del Rapporto ambientale a conclusione del processo di V.A.S. verifica la coerenza degli obiettivi di piano con la pianificazione provinciale. Per un approfondimento di tali aspetti si rimanda quindi a tale documento.

Piano di Sviluppo Rurale (Regione Lombardia) (anni 2007-2013): sono state da esso recepite informazioni ed indicazioni per l’elaborazione delle “Carte condivise del Paesaggio” cui si rimanda per un approfondimento del tema.

Piano faunistico venatorio: sono state da esso recepite informazioni ed indicazioni per l’analisi degli aspetti faunistici che caratterizzano il territorio comunale. Si rimanda quindi ai paragrafi seguenti per un approfondimento di tali temi.

Piano sentieristico provinciale: sono state da esso recepite informazioni ed indicazioni per l’elaborazione delle “Carte condivise del Paesaggio” anche se per il territorio di Artogne il Piano non individua elementi specifici. Il Piano Sentieristico Provinciale individua, sul confine con il comune di Bovegno il “3 V”, ovvero “Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli”, mentre sul fondovalle evidenzia la presenza dell’antica via Valeriana che attraversa trasversalmente l’abitato creando un collegamento con i contermini comuni di Piancamuno e Gianico. La valorizzazione ed il recupero dei sentieri presenti sul territorio rappresenta uno degli obiettivi di pianificazione dell’Amministrazione Comunale. Si rimanda quindi all’analisi delle Carte condivise del Paesaggio per un approfondimento del tema.

Piano della rete ecologica provinciale: il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia definisce il progetto di rete ecologica. Specifica tavola del PGT e Norme Tecniche di Attuazione approfondiscono questa tematica a livello locale.

Piano risanamento acque Regionale (P.R.R.A.), Piano di tutela delle acque (P.T.U.A.): i Piani in oggetto, affiancati da validi studi a livello locale (Rapporto sullo stato dell’ambiente – CMVC e PARCO ADAMELLO, Acquedotti e depurazione delle pubbliche fognature in Vallecamonica – ASL n.15) hanno rappresentato un valido supporto per l’approfondimento di tematiche legate allo stato dell’ambiente, nello specifico per quanto riguarda lo stato di salute delle acque superficiali e sotterranee. In particolare la VAS che costituisce parte integrante e sostanziale del presente Documento di Piano ha effettuato un’analisi sullo stato delle acque nel territorio di Artogne prendendo in esame: o i corsi d’acqua superficiali; o le acque di sotterraneo; o il sistema fognario e depurativo comunale; o il sistema dell’acquedotto; o ulteriori informazioni fornite dall’Ufficio Tecnico Comunale e dagli uffici A.R.P.A di Brescia.

Lo stato ambientale dei corpi idrici e gli obiettivi e le azioni di Piano ad essi riferiti, sono stati poi confrontati con gli obiettivi specifici del P.T.U.A. al fine di valutare, con il monitoraggio dei parametri di riferimento definiti dal rapporto ambientale, il miglioramento nel tempo dello status ambientale delle acque comunali. Si rimanda al Rapporto ambientale per un’analisi dettagliata degli aspetti in esame ed alle NTA di Piano per prescrizioni specifiche in merito al tema.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 25 In particolare: - per gli Ambiti di Trasformazione, in adeguamento all’appendice G del P.T.U.A. (Dgr 8/2244 del 29 marzo 2006), al fine di ridurre le portate meteoriche circolanti nelle reti fognarie, si prescrive la raccolta separata delle acque non suscettibili da contaminazione ed il loro smaltimento in sottosuolo o in corpo idrico superficiale;

- si richiama inoltre l’obbligo di raccolta, collettamento e avvio ad impianto di depurazione di tutte le acque reflue provenienti da zone ancora non servite da pubblica fognatura (art.73 D.Lgs.152/2006 e s.m.i.)

Piano Provinciale di gestione dei rifiuti: sempre in sede di valutazione dello stato dell’ambiente comunale, è stata presa in esame la componente “Energia-Rifiuti” analizzando, con i dati forniti dall’ente gestore della raccolta, i dati riferiti al periodo 2005-2006, riferiti ai rifiuti smaltiti differenziati e non differenziati. Le quantità registrate sono state poi confrontate con gli obiettivi del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti al fine di programmare, a livello di PGT, azioni correttive che consentissero un miglioramento dell’attuale status ambientale. Il Rapporto ambientale approfondisce tali aspetti in relazione all’obiettivo generale di miglioramento dell’ambiente comunale.

Piano di Sviluppo Socio Economico (PSSE) della Comunità Montana. La Comunità Montana di Valle Camonica nel 2001 con Deliberazione n.30 ha approvato il Proprio Piano di Sviluppo Socio Economico che suddivide il territorio camuno in tre aree distinte sulla base delle realtà territoriali e socio-economiche locali: 1. un’area marginale in cui sono inseriti i Comuni che presentano un calo demografico, uno spopolamento verso il fondovalle, una carenza nella dotazione di servizi; 2. un’area di sviluppo consolidato in cui sono inseriti i Comuni con una specifica vocazione turistica ed industriale; 3. un’area di attrazione in cui sono collocati i Comuni con una buona dotazione di servizi, una potenzialità nel settore turistico, una particolare valenza di tipo ambientale.

Il Comune di Artogne si colloca all’interno dell’area di sviluppo consolidato in quanto legato all’area produttiva di fondovalle che nello specifico si sviluppa lungo la SP 1 tra Darfo B.T. e Pian Camuno. Le criticità individuate dal PSSE sono in particolare legate ala riqualificazione ambientale ed alle strategie necessarie ad offrire maggiori opportunità per lo sviluppo territoriale: “ Se a prima vista tale ambito territoriale non presenta delle problematiche tali da richiedere strategie di intervento particolari, è però necessario proporre interventi su alcuni aspetti, capaci di trattenere i giovani e offrire più opportunità di sviluppo, visto comunque il dato dell’invecchiamento della popolazione che colpisce quest’area. E’ necessario intervenire nel settore della riqualificazione ambientale, soprattutto nei territori dei comuni del fondovalle, per migliorarne l’aspetto e l'accoglienza , consolidare l'esistente struttura economica e produttiva e rafforzare le potenzialità dei singoli settori promuovendo servizi tecnologici innovativi, garantendo servizi reali per le imprese locali ed attraendo calibrati sostegni ed investimenti nei settori produttivi portanti.” Il territorio comunale di Artogne è interessata da scenari a rischio di emergenza per incendi boschivi con media pericolosità.

Il Piano di sviluppo prevede un obiettivo specifico per il Comune di Artogne: l’obiettivo 3 “Sistema turistico e produttivo integrato” – Scheda Progettuale n.8 include l’ambito sciistico di Montecampione fra le aree suscettibili di interventi di sviluppo. In particolare per l’area in esame l’ampliamento dell’offerta turistica si orienta verso l’integrazione con la realtà turistica di Boario Terme attraverso la realizzazione di un collegamento funiviario fra le due località. L’area di

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 26 Montecampione potrebbe inoltre in futuro essere collegata, attraverso l’ampliamento del demanio sciabile, con l’area di Gaver (Comune di Breno).

Consorzio tra il Comune di Pian Camuno e Artogne per redazione di PGT: secondo quanto consentito dalla Deliberazione della Giunta Regionale n. 8/2323 del 5 aprile 2006, avente ad oggetto i "Criteri in ordine alla presentazione delle domande e per l'assegnazione ed erogazione dei contributi regionali per la formazione dei Piani di Governo del Territorio e strumenti di programmazione ai sensi della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12", ha stabilito di costituire un Consorzio con il limitrofo Comune di Artogne (Allegato A punti 2.a e 4.3 della sopra citata delibera). La costituzione del Consorzio tra i due Comuni è motivata dal fatto che gli stessi hanno gran parte dei rispettivi territori tra di loro confinanti e collegati, oltreché da una strada provinciale, da una strada statale, dalla Valle di Artogne, da una molteplicità di sentieri, nonché dalla stazione di villeggiatura e sport invernali di Montecampione. Sulla base di tale breve analisi i comuni di Pian Camuno e Artogne hanno optato per un convenzionamento di cui si riporta specifico verbale.

CONVENZIONE TRA I COMUNI DI PIAN CAMUNO ED ARTOGNE PER LA FORMAZIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Premesso che: 1. la Regione Lombardia ha emanato la legge 11 marzo 2005 n° 12 in materia di governo del territorio; 2. in base agli articoli 6 e 7 della predetta legge è strumento della pianificazione comunale il Piano di Governo del Territorio (PGT), che definisce l’assetto dell’intero territorio comunale ed è articolato nei seguenti atti: - il documento di piano; - il piano dei servizi; - il piano delle regole; 3. i Comuni devono adottare il suddetto piano; 4. la Giunta della Regione Lombardia, in attuazione della citata legge, ha adottato la deliberazione n° 8/2323 in data 5 aprile 2006 dettando criteri per le misure di sostegno finanziario agli enti locali per la predisposizione del Piano di Governo del Territorio (PGT); 5. la Regione Lombardia ha evidenziato nel Programma Regionale di Sviluppo dell’ottava legislatura che “i piccoli Comuni saranno valorizzati con interventi per favorire la gestione associata di funzioni e servizi, in particolare per quel che concerne le agevolazioni di carattere finanziario; 6. destinatari dei contributi sono i Comuni; i Consorzi, Unioni di Comuni ed altre forme associative di Comuni limitrofi, di cui al D.Lgs 267/2000, aventi la finalità di predisposizione degli strumenti urbanistici comunali estesi alla totalità dei Comuni aderenti; 7. i Comuni di Pian Camuno ed Artogne intendono gestire in forma associata la predisposizione degli strumenti urbanistici comunali (Piano di Governo del Territorio), dal momento che i rispettivi territori sono vicini e sugli stessi gravano servizi e strutture che potrebbero essere gestiti in maniera similare ed anche in forma congiunta; 8. è necessario convenzionarsi, al fine di regolamentare i rapporti tra i suddetti enti nella gestione delle pratiche inerenti la predisposizione degli strumenti urbanistici comunali (Piano di Governo del Territorio), in attuazione della Legge Regionale n° 12/2005;

ciò premesso, tra il sindaco del Comune di Pian Camuno Pe Renato ed il sindaco del Comune di Artogne Lorenzetti Maddalena si conviene e stipula quanto segue:

Art. 1 Gestione associata servizio I Comuni di Pian Camuno ed Artogne si associano, ai sensi del D.Lgs. 267/2000, per la gestione delle pratiche inerenti la predisposizione del Piano di Governo del Territorio (PGT) dei due Comuni, così come definito dalla legge Regione Lombardia n° 12 del 2005. Con successivi atti verranno stabiliti criteri e modalità aggiuntivi a quelli qui previsti, specialmente per quanto concerne la gestione della fasi necessarie durante e dopo la predisposizione dello strumento urbanistico.

Art. 2 Durata della gestione associata La presente convenzione ha inizio al momento della sottoscrizione e scadenza al perfezionamento della adozione da parte dei due Comuni del Piano di Governo del Territorio. Con successivi atti può essere prorogata in base alle necessità di gestire successivamente altre pratiche o servizi inerenti il Piano di Governo del Territorio.

Art. 3 Comune capofila Il Comune di Pian Camuno assume la qualifica di capofila, ricevendo formale incarico in tal senso dal Comune di Artogne.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 27 Art. 4 Compiti del Comune capofila Il Comune di Pian Camuno, capofila, svolge i seguenti compiti: - assume nel bilancio del Comune ogni eventuale spesa relativa alla gestione del servizio comune, tramite provvedimenti della propria ragioniera; - conferisce gli incarichi ritenuti necessari per i raggiungimento degli obiettivi prefissati; - svolge le gare necessarie per attuare il conferimento degli incarichi ritenuti opportuni per il raggiungimento degli scopi prefissati; - comunica periodicamente al Comune di Artogne in merito alle pratiche trattate.

Art. 5 Compiti ed obblighi del Comune di Artogne Il Comune di Artogne deve: - comunicare al Comune di Pian Camuno le proprie necessità relativamente al servizio associato; - garantire il rimborso delle spese dovute.

Art. 6 Responsabile del servizio I responsabile del servizio per la gestione del servizio associato, per quanto riguarda i compiti del Comune capofila, è individuato dal Comune di Pian Camuno nell’ambito del proprio personale. Il Comune di Artogne designa un responsabile, nell’ambito della propria competenza all’interno dell’organizzazione del Comune da cui dipende, che deve predisporre tutta la documentazione necessaria in modo da consentire al Comune capofila di procedere. Art. 7 Spese Le spese relative ai servizi forniti di competenza del singolo Comune sono a carico del Comune interessato. Le spese di carattere generale, sostenute eventualmente dal Comune capofila, sono ripartite tra i Comuni in maniera che sarà concordata di volta in volta. Il Comune di Artogne deve rimborsare entro 30 giorni dalla richiesta le spese anticipate per conto suo dal Comune di Pian Camuno.

Art. 8 Contributo della Regione Il contributo che verrà disposto dalla Regione Lombardia per la predisposizione dello strumento urbanistico verrà introitato dai Comuni secondo la quota assegnata dalla Regione stessa.

Art. 9 Consulta dei sindaci. Variazione dei criteri Periodicamente i due sindaci dei Comuni si incontreranno per esaminare l’andamento della gestione e proporre i miglioramenti ritenuti necessari. Eventuali variazioni di criteri, modalità, contenuti nella presente convenzione possono essere assunte con atto congiunto dei due sindaci interessati.

Art. 10 Controversie Tutte le controversie che potranno insorgere relativamente alla interpretazione ed esecuzione della presente convenzione ed in genere quelle da definire in via amministrativa saranno deferite al giudizio di tre arbitri, due dei quali designati dalle parti ed il terzo scelto di comune accordo tra i primi due. In caso di mancato accordo il terzo arbitro sarà designato dal Presidente della Comunità Montana di Vallecamonica. In pendenza di giudizio arbitrale le parti non saranno esonerate da nessuno degli obblighi previsti dalla presente convenzione.

Le parti dichiarano di approvare integralmente quanto sopra riportato, anche per la parte citata nelle premesse.

Programmazione settoriale Risultano parte integrante del Piano di Governo del territorio tutti gli studi di settore specifici per il comune o concertati a livello sovralocale. Si rimanda ad un’analisi dei singoli documenti per un approfondimento delle tematiche trattate.

Accordo di Programma “Area Vasta Valgrigna” Con Decreto Generale Agricoltura è stato approvato, ai sensi dell’articolo 34 del D.Lgs 18 agosto 2000, n.267 e dell’art.6 della L.R. 14 marzo 2003, n.2 dell’Accordo di Programma finalizzato alla valorizzazione dell’Area Vasta Valgrigna (BS). Il suddetto Accordo di Programma è stato formalmente sottoscritto il giorno 23 maggio 2008 presso lo STER di Brescia da: - Regione Lombardia - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura ed alle Foreste (ERSAF) - Provincia di Brescia - Comunità Montana di Valle Camonica - Comunità Montana della Val Trompia - Comune di Artogne - Comune di

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 28 - Comune di - Comune di Bovegno - Comune di - Comune di Esine - Comune di Artogne - Comune di

L’obiettivo dell’accordo vede la realizzazione di alcuni interventi che compongono un progetto innovativo di valorizzazione della foresta Regionale della Valgrigna che coinvolge il territorio ad essa limitrofo. Gli obiettivi generali dell’accordo sono: - gestire in una visione unitaria il territorio della foresta regionale e delle zone limitrofe alto-montane prescindendo dai confini amministrativi ed in stretta collaborazione e sinergia con le altre proprietà pubbliche e private circostanti; - favorire e valorizzare la presenza antropica nel territorio alto-montano quale componente indispensabile per la conservazione della biodiversità, dei saperi tradizionali e della cultura locale, a beneficio dell’intera Regione; - creare opportunità di reddito attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali finalizzate anche all’incremento dell’offerta turistica, sviluppando produzioni integrate, concertate e realizzate in sintonia con le amministrazioni locali.

Gli interventi dell’Accordo sono suddivisi in otto tipologie: - interventi di miglioramento della viabilità esistente, di accesso e/o di avvicinamento e/o di servizio, che riguarderanno la manutenzione straordinaria delle infrastrutture viarie già presenti sul territorio; - nuova viabilità di interesse silvo-pastorale, con la creazione di piste forestali e vie di collegamento alle malghe ed ai fabbricati alpestri; - valorizzazione della rete sentieristica, con la definizione di percorsi tematici e la loro integrazione con gli strumenti di informazione e di divulgazione; - altre infrastrutture per la valorizzazione del patrimonio culturale e la fruizione turistico-ricreativa che precede l’incremento delle potenzialità turistico-ricreative attraverso il recupero e l’adeguamento delle strutture ricettive già esistenti; - manutenzioni straordinarie e adeguamenti igienico-sanitari anche ad uso multifunzionale dei fabbricati d’alpe; - altre infrastrutture riguardanti la rete acquedottistica ed energetica; - miglioramenti ambientali e foreste che consentano la salvaguardia delle emergenze naturalistiche e la conservazione degli habitat e delle specie presenti; - azioni di sistema, volte alla valorizzazione complessiva dell’area vasta della Valgrigna con interventi differenti nel territorio e programmi di analisi e comunicazione.

Vengono inoltre condivisi e seguiti i seguenti impegni: - la promozione dello sviluppo e della valorizzazione della Foresta Regionale Valgrigna quale occasione di crescita per il territorio e per e le comunità locali; - la divulgazione nelle comunità locali della conoscenza dei principi espressi dalla Carta delle Foreste di Lombardia; - l’adozione di un piano comprensoriale d’alpeggio che permetta una modalità comune di gestione degli alpeggi (modalità di definizione dei canoni, capitolato,bandi) e favorisca la loro fruizione da parte delle aziende agricole locali; - la promozione ed il sostegno, anche con proprie risorse, di forme di associazione volontaria tra alpeggiatori che favoriscano la consapevolezza ed il senso di appartenenza, riconoscendo il ruolo degli alpeggiatori stessi nella manutenzione del territorio e valorizzando le loro produzioni con concreti sostegni alle iniziative legate alla filiera corta; - il rilascio agli alpeggiatori a titolo non oneroso di un comune permesso di transito valevole su tutte le strade agro-silvo-pastorali dell’area, al fine di favorire e promuovere le relazioni tra le persone;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 29 - la rinuncia alla realizzazione di viabilità di accesso e servizio alle aree alpestri ubicate in siti di grande rilevanza e fragilità ambientale così come verranno individuati negli studi di settore oggetto del presente accordo e dichiarato impegno al sostegno ed alla incentivazione delle attività alpestre in queste aree; - l’utilizzo nei fabbricati rurali di proprietà pubblica di energie da fonti rinnovabili; - l’attivazione di periodiche consultazioni tra le parti per la verifica dello stato di pianificazione degli interventi di gestione e valorizzazione dello spazio alpestre; - la programmazione comune dei principali eventi turistici e culturali che interessano l’Area Vasta della Valgrigna; - l’adozione di un regolamento comune per la fruizione e la manutenzione delle strade agro-silvo- pastorali; - il coinvolgimento attraverso opportune convenzioni delle associazioni presenti sul territorio per la gestione dei fabbricati, la manutenzione della viabilità e della senti eristica.

All’interno di queste tematiche il comune di Artogne prevede sul proprio territorio azioni specifiche: a) la realizzazione della nuova strada Fontanelli-Secondino; b) la realizzazione del sentiero eco-museale del silter; c) l’organizzazione dei comprensori pascolivi d’ambito; d) la promozione dei prodotti lattiero caseari d’alpeggio e la creazione del marchio d’area; e) la partecipazione al recupero faunistico dei Monti Muffetto-Crestoso-Colombine attraverso la riqualificazione ambientale (realizzazione di punti di osservazione); f) il miglioramento delle aree pascolive; g) la realizzazione di segnaletica delle aree alpestri ad uso escursionistico-ricreativo; h) la realizzazione di allestimenti espositivi e promozionali dell’”Area vasta Valgrigna”.

Si riporta di seguito lo stato di avanzamento dei lavori per le opere del progetto che ricadono in modo specifico sul territorio comunale di Artogne: a) nuova strada Fontanelli-Secondino: realizzata come da progetto della Comunità Montana di Vallecamonica; b) sentiero eco-museale del silter: il sentiero è in fase di completamento. Sono stati realizzati alcuni tratti e infrastrutture di appoggio (silter di Gianico, Fondo di Scandolaro); per il 2013 è previsto il completamento dell’anello dei silter e la sua tabellazione; c) organizzazione dei comprensori pascolivi d’ambito: non ancora attuata; d) promozione prodotti lattiero caseari d’alpeggio e creazione del marchio d’area: attuato; attiva la promozione sul sito www.montagnedivalgrigna.it; e) recupero faunistico dei Monti Muffetto-Crestoso-Colombine attraverso la riqualificazione ambientale attraverso la realizzazione di punti di osservazione: non ancora attuati nuovi punti di osservazione; sono in corso progetti di riqualificazione ambientale relativi al taglio della vegetazione arbustiva e cespugliosa; f) miglioramento delle aree pascolive: in corso (vedi punto e)) anche attraverso le azioni previste dalla misura 214 az.L; g) realizzazione di segnaletica delle aree alpestri ad uso escursionistico ricreativo. È in corso la realizzazione della cartografia di tutta l’area vasta e quindi anche della principale rete escursionistica; è prevista la conclusione dei lavori entro la fine dell’estate 2013; h) realizzazione di allestimenti espositivi e promozionali dell’”Area Vasta Valgrigna”: progetto ancora in fase di attuazione; previsti interventi per Bovegno e Bienno, ma mancano indicazioni/disponibilità per Montecampione.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 30 Piano intercomunale d’emergenza di protezione civile: realizzato insieme ai comuni di , , Gianico, Pian Camuno. Il Piano ha preso in esame per l’ambito territoriale di riferimento le seguenti tematiche: 1) rischio idrogeologico 2) rischio sismico 3) rischio chimico industriale 4) incendi boschivi 5) viabilità S.S. n.42 e strade provinciali 6) strutture di emergenza presenti sul territorio 7) Modello di intervento 8) Individuazione del Referente Operativo Comunale 9) Definizione e costituzione dell’unità di crisi 10) Emergenza – procedura di intervento 11) Elementi dell’intervento in emergenza

E’ attualmente in corso l’integrazione degli elaborati testuali e grafici sulla base delle richieste di completamento avanzate dalla Provincia di Brescia – Ufficio Protezione Civile in sede di verifica della rispondenza del documento alle direttive regionali.

Regolamento VASP – Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica: il Comune di Artogne ha aderito ad un progetto sovralocale promosso nell’anno 2008 dalla Comunità Montana di Vallecamonica volto al recupero ed alla valorizzazione della viabilità agro-silvo-pastorale. In particolare sul territorio comunale sono stati individuati alcuni ambiti su cui si ritiene opportuna la realizzazione di interventi di miglioramento su tratti stradali esistenti finalizzati in particolare all’accesso di mezzi antincendio, a servizio di malghe esistenti o per interesse sovra-locale. Si fa riferimento a: 1. Collegamento Albere-Pra del Bosco; 2. Strada comunale Albere –Fontanelli; 3. Plan di Montecampione-Pozza delle Beccherie; 4. Piazze-Ciaret; 5. Artogne-Acquebone; 6. Foppello-Campello; 7. Artogne-Ca de Gos.

Consistenti anche i progetti relativi alla realizzazione di nuovi tratti di strada in ambiti selezionati, in particolare per l’elevato rischio incendio. Le strade di nuova previsione risultano già previste nel Piano di Assestamento del Comune: 1. Strada Fontanelli-Valle Bassinale: non serve alpeggi ma insiste su un ambito a rischio di incendio altissimo. La nuova strada consente il collegamento tra due versanti divisi dalla Valle Bassinale. La nuova viabilità è quindi importante non solo per l’accessibilità dei mezzi antincendio ma anche per la gestione selvicolturale della zona; 2. Strada Foppa –Sere: serve quattro alpeggi ed un ambito di versante a rischio incendio alto; 3. Valle-Prato secondino: serve un alpeggio ed un ambito di versante a rischio incendio alto; 4. Ciaret-Albere: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto; 5. Acquebuone-Dosso: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto; 6. Foppa-Foppello: non serve alpeggi ma un ambito di versante a rischio incendio alto;

Si riporta di seguito un estratto cartografico relativo ai progetti a carico della viabilità esistente e quelli relativi a nuovi tratti stradali aggiornato al 2009.

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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 32 Piano di assestamento forestale (anni 2005-2019) è stato redatto con il Comune contermine di Gianico ed è stato approvato dal Consiglio Direttivo della C.M.V.C. con deliberazione n.220 del 11 ottobre 2006. Il Piano ha preso in esame i seguenti aspetti: 1. la proprietà 2. assetto territoriale 3. divisione del bosco 4. risultati dei rilievi dendrometrici 5. assestamento dei cedui e delle fustaie 6. gli interventi di miglioramento nei boschi 7. tutela dei boschi 8. il patrimonio pastorale 9. gli incolti produttivi 10. la viabilità silvo-pastorale 11. investimenti per il riassetto del patrimonio 12. proposte di miglioramento 13. regolamento di attuazione

Regolamento di polizia locale: prende in esame le seguenti tematiche: 1) Inquinamento atmosferico e delle acque 2) Occupazione di suolo pubblico 3) Scarico di rottami e di detriti 4) Commercio su aree pubbliche 5) Proiezioni, audizioni e spettacoli su aree pubbliche 6) Installazioni di chioschi ed edicole 7) Collocamento di condutture 8) Obbligo installazione fossa disoleatrice 9) Obblighi dei concessionari di occupazione di aree pubbliche 10) Disposizioni per i commercianti su aree pubbliche ed esercenti mestieri girovaghi 11) Disposizioni riguardanti i negozi, le botteghe e i pubblici esercizi 12) Trasporto di materiale di facile dispersione 13) Obblighi degli esecutori e committenti di opere edili confinanti con il suolo pubblico 14) Pulizia Terreni non edificati 15) Divieto di lavatura e riparazione dei veicoli ed autoveicoli su aree pubbliche 16) Divieto di getto di opuscoli o foglietti 17) Divieto di segatura e spaccatura di legna 18) Manutenzione degli edifici 19) Ornamento esterno ai fabbricati 20) Depositi in proprietà privata 21) Spolveramento di panni e tappeti 22) Viali e giardini pubblici 23) Vasche e fontane

Altri regolamenti: l’attività amministrativa comunale è inoltre supportata dalla presenza dei seguenti regolamenti specifici: - Criteri per l’assegnazione in uso e la gestione delle cascine montane di proprietà comunale (anno 2006); - Regolamento Viabilità Agro Silvo Pastorale; - Piano Comunale di Protezione Civile; - Piano Cimiteriale; - Regolamento acquedotto;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 33 - Regolamento fognatura;

Programmazione comunale negli ambiti di confine

Il territorio comunale di Artogne confina con i seguenti Comuni: Gianico, Bovegno, Pezzazze, , Piancamuno, e Darfo B.T.. Si analizzano di seguito le realtà urbanistiche e territoriali di questi Comuni negli ambiti di confine (MISURC o PGT); per un approfondimento di dettaglio si rimanda a specifica tavola del PGT.

Dp1b – previsioni dei comuni contermini –estratto

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 34

Comune di Gianico Nel comune di Gianico è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato a giugno del 2010. Il Comune di Gianico confina con Artogne lungo il perimetro Nord di tutto il territorio. Ad eccezione degli ambiti di fondovalle posti in corrispondenza della SP1 dove si collocano alcuni insediamenti produttivi consolidati e di nuova previsione, la restante parte di territorio è caratterizzata da ambiti agricoli e da zone di rispetto dell’abitato.

Comune di Bovegno Il comune di Bovegno confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente come aree agricole.

Comune di Pezzazze Il comune di Pezzazze confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente come aree agricole.

Comune di Pisogne Il comune di Pisogne confina con Artogne a Est, per una limitata porzione di territorio in ambito montano. Tali territori sono definiti dallo strumento urbanistico vigente (PGT) come aree agricole.

Comune di Pian Camuno Nel comune di Pian Camuno è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato nell’anno 2008. Confina con Artogne lungo il perimetro Sud del il territorio. Nella porzione di fondovalle, in corrispondenza della SP1, si collocano alcuni insediamenti residenziali e produttivi; in corrispondenza della località Maserade si registra il conurbamento tra l’abitato presente sul comune di Artogne ed il nucleo antico del capoluogo di Pian Camuno. La restante parte di territorio è caratterizzata da ambiti agricoli e da zone di rispetto dell’abitato ad eccezione delle aree poste a quota 1.200 m.s.l.m. in cui sono presenti gli insediamenti turistici di Montecampione che si sono sviluppati su entrambi i territori comunali.

Comune di Rogno Nel comune di Rogno (BG) è vigente un Piano di Governo del Territorio approvato nell’anno 2008. Confina con Artogne lungo il perimetro Ovest del il territorio. Gli ambiti di confine sono esclusivamente aree di fondovalle poste oltre il Fiume . Gli ambiti agricoli posti nel comune di Artogne confinano con aree agricole, produttive consolidate e di nuova espansione.

Comune di Darfo B.T. Il comune in oggetto confina con il territorio comunale di Artogne nella porzione posta a Nord- Ovest. I due comuni risultano separati dal corso del Fiume Oglio e dall’ambito di cava che risulta definito dal confine comunale stesso. Il Comune di Darfo B.T. è dotato di PGT approvato nell’anno 2009. i vincoli sul territorio comunale

Al fine di garantire una pianificazione rispettosa della vincolistica ricadente sul territorio comunale è stato necessario provvedere alla ricognizione sia degli ambiti assoggettati a specifica tutela paesaggistica (in base all’art. 136 e 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) sia dei vincoli amministrativi (fasce di rispetto delle infrastrutture per la viabilità, dei cimiteri, degli elettrodotti). I risultati di detta analisi sono raccolti in specifica tavola di Piano a cui si rimanda per un’analisi puntuale sul territorio di Artogne.

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Il Sistema Informativo Beni Ambientali (S.I.B.A.), dal quale sono stati recepiti alcuni dei vincoli vigenti, è frutto di un'approfondita ricognizione dei "vincoli paesaggistici"; esso raccoglie i vincoli di tutela paesaggistico-ambientale conosciuti come "Vincoli L. 1497/39 e L. 431/85", oggi normati dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Parte III, Capo II), e s.m.i. e gli ambiti assoggettati alla tutela prevista dagli artt. 17 e 18 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.).

Risultano presenti ambiti tutelati ai sensi dell’ art. 142 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42; “si tratta di ampie fasce ed aree di territorio di interesse paesaggistico, definite per categorie geografiche a contenuto prevalentemente naturalistico; la tutela delle categorie di beni compresi in questi ambiti vincolati, sotto il profilo paesaggistico, costituisce la parte preponderante della materia le cui funzioni amministrative sono state attribuite agli enti locali ai sensi della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12”. Nelle aree assoggettate a specifica tutela non sono ammesse trasformazioni territoriali in assenza della necessaria autorizzazione.

Nel territorio comunale di Artogne sono in particolare presenti . fiumi e corsi d’acqua (vincolo comma 1, lettera c - art. 142 D.Lgs. 42/2004) . territori contermini ai laghi (vincolo comma 1, lettera b - art. 142 D.Lgs. 42/2004) . boschi e foreste (vincolo comma 1, lettera g - art. 142 D.Lgs. 42/2004) . le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole (vincolo comma 1, lettera D - art. 142 D.Lgs. 42/2004); . gli ambiti di interesse ambientale (Deliberazione della Giunta Regionale numero 4/3859 del 10.12.1985 – art.17 N.T.A. P.T.P.R)

"Fiumi, torrenti e corsi d'acqua pubblici e relative sponde" (vincolo comma 1, lettera c - art. 142 D.Lgs. 42/2004) Conosciuti come 'Vincolo 431/85, art. 1, lettera c)', sono oggi identificati dal D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137" L'art. 142, comma 1, lettera c) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: "i fiumi, torrenti, ed i corsi d'acqua iscritti negli elenchi di cui al testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con r.d. 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna". Si ritiene importante sottolineare che il D.Lgs. 42/04 ricomprende i contenuti della legge 1497/39 (abrogata dal D. Lgs. 490/99), lasciando inalterate le tipologie di beni tutelati. Nella norma di tutela di "fiumi, torrenti e corsi d'acqua pubblici e relative sponde" vengono tutelati non solo le sponde o il piede degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna, ma anche l'intero corso d'acqua.

La Regione Lombardia in attuazione dell'art. 1-quater della legge 431/85, ha individuato, con deliberazione della Giunta Regionale n. 4/12028 del 25 luglio 1986 e successive integrazioni, i corsi d'acqua pubblici lombardi aventi rilevanza paesaggistica e conseguentemente assoggettati a specifico vincolo ex art. 142, comma 1, lettera c) del D.Lgs. 42/04, nonché quei corsi d'acqua, o tratti degli stessi, per i quali è stata dichiarata l'irrilevanza paesaggistica e che risultano pertanto esclusi dal suddetto vincolo. Per l'esatta individuazione della fascia dei 150 metri del vincolo, si ritiene che, secondo quanto

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 36 sostenuto anche da giurisprudenza di merito (Pretura di Cremona, 24 settembre 1990, pubblicata su Rivista Giuridica dell'Edilizia, 1991), "le fasce laterali ai fiumi, per la lunghezza di 150 metri, vanno calcolate con riferimento alla delimitazione effettiva del corso d'acqua, cioè a partire dal ciglio di sponda, o dal piede esterno dell'argine, quando quest'ultimo esplichi una funzione analoga alla sponda nel contenere le acque di piena ordinaria." Nel Comune di Artogne sono sottoposti a tale vincolo il Fiume Oglio, Il Torrente Re in Val Artogne e Bassinaletto, la Val Vedetta, il Rio di Val Maione (Maju) o Valle Artogne Mezzana (sinistra), Rio Val di Fredda e Forest., Val d’Anima (sinistra).

“Boschi e foreste” (vincolo comma 1, lettera g - art. 142 D.Lgs. 42/2004) Il vincolo paesaggistico riguarda i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento. La delimitazione delle aree boscate riportata dalla carta dei vincoli ha valenza indicativa in quanto trattasi di una componente naturale, dinamica e spesso in rapida espansione su terreni in abbandono colturale. Come più volte ribadito dalla Corte di Cassazione (CORTE DI CASSAZIONE PENALE Sez. III, 25 gennaio 2007 (Ud. 14/12/2006), Sentenza n. 2864), il presupposto per l’imposizione dei citati vincoli è la presenza effettiva del bosco e di nessun valore risultano eventuali delimitazioni cartografiche od inclusioni in specifici elenchi. Si precisa pertanto la necessità di valutare puntualmente ed al momento dell’intervento la presenza o meno del bosco, così come definito dalle vigenti norme. I boschi e le foreste sono sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del Comma 1, lettera g – dell’art. 142 del D.Lgs. 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” e a vincolo forestale, ai sensi dell’art.43 della Legge Regionale n°31/2008 “Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale”.

"Territori alpini e appenninici (vincolo comma 1, lettera d - art. 142 D.Lgs. 42/2004) L'art. 142, comma 1, lettera d) del suddetto Decreto Legislativo definisce infatti come oggetto di tutela e valorizzazione per il loro interesse paesaggistico: "le montagne per la parte eccedente i 1600 metri sul livello del mare per la catena alpina e 1200 metri sul livello del mare per la catena appenninica e per le isole". Si ritiene importante sottolineare che il D.Lgs. 42/04 ricomprende i contenuti della legge 431/85 (abrogata dal D. Lgs. 490/99), lasciando inalterate le tipologie di beni tutelati. L'acquisizione è stata effettuata digitalizzando a video la linea corrispondente alla curva di livello dei 1600 m. (1200 m. per gli Appennini) presente sulla C.T.R. al tratto alla scala 1:10.000. In presenza di discontinuità della curva di livello è stato utilizzato un criterio di chiusura speditivo. Una porzione non indifferente del territorio comunale risulta vincolata dalla lettera d) del D. Lgs. Richiamato.

Gli ambiti di particolare interesse ambientale sono stati individuati con la Deliberazione di Giunta Regionale 10 dicembre 1985, n. 4/3859, in attuazione delle disposizioni della L. 431/85, art. 1-ter., in attesa dell'adozione del Piano paesistico regionale previsto dalla stessa Legge. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale 6 marzo 2001, n. 7/197, ha successivamente distinto all'interno di questa categoria due tipologie di ambiti di tutela: - gli ambiti di elevata naturalità definiti dall'art. 17 delle Norme di attuazione come "quei vasti ambiti nei quali la pressione antropica, intesa come insediamento stabile, prelievo di risorse o semplice presenza di edificazione, è storicamente limitata"; - gli ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali individuati puntualmente dall'art. 18 delle Norme di attuazione.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 37 Relativamente al territorio comunale di Artogne il Piano Territoriale Paesistico della Regione individua per i territori comunali al di sopra dei 1000 m quali ambiti di elevata naturalità assoggettati alla disciplina dell’art. 17 delle N.T.A. del P.T.P.R.

Vincolo idrogeologico Aree a vincolo per scopi idrogeologici ai sensi del r.d.l. 30/12/1923 n. 3267, che comprendono quasi tutto il settore montano del territorio comunale definito dagli ambiti immediatamente a monte dell’abitato nonché alcune aree edificati poste sul versante su cui si adagia il comune: gli abitati di Acquebone e Montecampione sono compresi negli ambiti sottoposti a vincolo, mentre risulta escluso l’edificato di Piazze. Lo studio approfondisce le tematiche legate ai vincoli di tipo idro-geologico e sismico che interessano l’abitato e il territorio non urbanizzato.

Fasce di rispetto delle sorgenti e dei pozzi di captazione In riferimento alle zone di rispetto dei pozzi e delle sorgenti captate per approvvigionamento pubblico idropotabile, individuati negli elaborati dello studio Geologico allegato al presente PGT, si richiama quanto previsto dall’art. 21 del D.Lgs. 152/1999 e successive modifiche (attuazione della direttiva CEE n° 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell’art. 15 della Legge 16.04.1987 n° 183). La tavola dei “Vincoli Amministrativi ed ambientali” del Documento di Piano recepisce le fasce di rispetto dai pozzi e dalle sorgenti individuate dallo studio idro-geologico (Carta dei vincoli): lo studio di settore individua complessivamente 39 sorgenti le cui fasce di rispetto incidono esclusivamente sul territorio comunale; alcune sorgenti dei contermini comuni di Gianico e Pian Camuno invadono parzialmente il territorio di Artogne. Si segnala inoltre l’Ordinanza del Sindaco del 07.09.2009 Protocollo 7878: in corrispondenza delle captazioni per acqua idropotabile collocate sul mappale 2318 foglio 9 si individuano le aree di tutela assoluta (raggio m 10,00) e le aree di rispetto (raggio m 200,00).

Vincolo relativo alla fattibilità geologica idrogeologica e sismica Il Comune di Artogne è dotato di Studio Geologico a supporto della redazione del presente PGT in adeguamento all’art.57 della L.R. 12/2005 con: 1. Estensione dello studio geologico per la componente sismica; 2. Estensione della Carta di Fattibilità all’intero territorio comunale; 3. Aggiornamento delle carte dei Vincoli, di Sintesi e di Fattibilità ai contenuti della pianificazione sovraordinata.

Lo studio approfondisce le tematiche legate ai vincoli di tipo idro-geologico e sismico che interessano l’abitato e il territorio non urbanizzato.

Fasce di rispetto delle infrastrutture per la viabilità Ai sensi del comma 2 dell’art. 2 del D.L. 30.04.1992 n° 285 le strade sono classificate dal Ministero dei Lavori Pubblici o dalla Regione secondo le caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali nei seguenti tipi: A: autostrade B: strade extraurbane principali C: strade extraurbane secondarie D: strade urbane di scorrimento E: strade urbane di quartiere F: strade locali F bis Itinerari ciclopedonali

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 38 In base a tale classificazione le nuove costruzioni, le ricostruzioni e gli ampliamenti fronteggianti le strade stesse dovranno rispettare le distanze minime dal confine stradale dettate dall’art. 1 del D.P.R. 26.04.1993 n° 147 e successive modificazioni ed integrazioni e dal Regolamento viario Provinciale. Per le strade non di competenza Provinciale/sovralocale le distanze della nuova edificazione sono specificate nelle norme di ciascuna zona. Le aree di rispetto individuate sono necessarie alla realizzazione delle nuove strade, all’ampliamento di quelle esistenti ed alla protezione della sede stradale nei riguardi dell’edificazione.

Gli interventi relativi alla viabilità di carattere sovra-comunale sono regolati dalle specifiche norme vigenti in rapporto alle competenze degli Enti gestori delle infrastrutture, nel rispetto comunque delle fasce di rispetto specifiche.

Fasce di rispetto delle infrastrutture ferroviarie Le tavole di Piano recepiscono le fasce di rispetto lungo l’asse ferroviario Brescia – Iseo – : ogni intervento all’interno di tali fasce implica specifica autorizzazione da parte dell’ente preposto.

Fasce di rispetto dei cimiteri Per i cimiteri presenti sul territorio comunale di Artogne sono state recepite dal presente Piano le zone di rispetto cimiteriale, previste dall’art. 338 del R.D. n.1265 del 27.07.1934 (Testo unico Leggi Sanitarie): è previsto dal Piano l’ampliamento della fascia di rispetto del cimitero del Capoluogo per consentire un futuro ampliamento della struttura esistente. Le zone comprese all’interno di tale perimetro consentono l’isolamento delle strutture cimiteriali dagli abitati circostanti. All’interno dell’area di rispetto cimiteriale sono unicamente ammessi gli interventi specificati dall’art.8 comma 3 del R.R. n.6/2004 e del R.R. n.14/2007 come definito da specifica norma all’interno del Piano dei servizi.

Fasce di rispetto degli elettrodotti Durante la fase ricognitiva di analisi è stata rilevata la presenza di linee elettriche ad alta/media tensione che attraversano il territorio comunale. In particolare il territorio Comunale, nella porzione di fondovalle, è attraversato da quattro linee elettriche aeree a 132.000 Volt:  Singola Terna nr. 605 “St P.Camuno – cp Darfo;  Singola Terna nr. 602 “St P.Camuno – cs Tassara – cl Scabi Artogne;  Singola Terna nr. 730 “St P.Camuno – cl Darfo;  Singola Terna nr. 025 “St Gorlago – cp Cividate;

Al fine di valutare i limiti edificatori a contorno delle stesse, è stata inviata una richiesta agli enti gestori. I competenti uffici hanno inviato specifico documento con cui sono individuate le linee ad alta/media tensione che interessano il territorio comunale e le rispettive fasce di rispetto che sono riportate sulla tavola di Piano relativa ai Vincoli Ambientali ed Amministrativi, verranno recepite dalle N.T.A. del Piano dei servizi e dalle Tavole del Piano delle Regole. Eventuali nuovi interventi edificatori, in prossimità degli impianti e nelle aree comprese nelle fasce di rispetto delle linee elettriche aeree ad alta tensione devono inoltre rispettare la seguente normativa di riferimento: - D.M. 21 marzo 1988 e successive modifiche ed integrazioni, recante norme tecniche per la

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 39 progettazione, l’esecuzione e l’esercizio delle linee elettriche aeree esterne; - L. 22 febbraio 2001, n.36, legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici; - D.P.C.M. 08 luglio 2003, recante limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 HZ) generati dagli elettrodotti e s.m.i.; - Circolare del Ministero dell’Ambiente 15 novembre 2004 prot. DSA/2004/25291, recante la metodologia di calcolo provvisoria per la determinazione delle fasce di rispetto di cui all’art. 6 del D.P.C.M. 08 luglio 2003. - Decreto ministeriale 29 maggio 2008 “Approvazione della metodologia di calcolo per la determinazione delle fasce di rispetto per gli elettrodotti; - Limiti specifici introdotti da ogni singolo Ente gestore dell’elettrodotto che costituiscono parte integrante e sostanziale delle presenti norme.

Per i nuovi interventi edificatori in prossimità delle linee elettriche deve inoltre essere verificata la relativa compatibilità con eventuali contratti di servitù di elettrodotto accesi sui terreni interessati. E’ pertanto indispensabile la preventiva valutazione dei progetti da parte degli enti gestori delle linee.

Fasce di rispetto di impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione Durante la fase ricognitiva è stata rilevata sul territorio comunale la presenza di impianti fissi per radio-telecomunicazione come dal seguente elenco: - n.1 antenna per telefonia in località Albere a quota 1008 m.s.l.m.; l’infrastruttura risulta servita da n.2 locali accessori e l’ambito di pertinenza è recintato; - n.2 antenne per telefonia in località Montecampione a quota 1.020 m.s.l.m.; - n.1 antenna per telefonia in località Colma di Marucolo; l’infrastruttura risulta servita da n.2 locali accessori e l’ambito di pertinenza è recintato;

Fasce di rispetto per metanodotto Il territorio urbanizzato del capoluogo e la frazione di Piazze sono serviti dalla rete del metano, mentre la località Acquebone non risulta ancora attrezzata con tale servizio. Il territorio montano è attraversato dalla rete -Darfo DN500-75 bar (SNAM Rete Gas COMM.685601 Dis. LB-9C-82010). La rete principale di distribuzione definisce una fascia di rispetto nei confronti di fabbricati e di nuclei abitati determinata in base alla pressione massima di esercizio (MOP), al diametro della condotta ed alla tipologia di posa. Il Piano recepisce il tracciato delle linee presenti sul territorio.

Fasce di rispetto per depuratori Durante la fase ricognitiva è stata rilevata sul territorio comunale la presenza di due impianti attivi di depurazione in località Montecampione. Gli impianti in esercizio sono a servizio dell’edificazione residenziale e turistico ricettiva della località sciistica e definiscono a contorno della struttura una fascia di rispetto di m 100,00. La fascia, che definisce un vincolo di in edificabilità, è individuata ai sensi della D.M.LL.PP. 04/02/1977 allegato 4 così come richiamata nell’art.63 delle NTA del PTCP.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 40

Dp6 – vincoli amministrativi e ambientali – estratto

Fasce di rispetto di allevamenti zootecnici Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia indica all’articolo 63 - Fasce di rispetto a scopo sanitario la necessità di prevedere “adeguate distanze tra zone edificate o edificabili ed allevamenti zootecnici” al fine di evitare problematiche sanitarie di tipo olfattivo o contaminazioni di acqua e suolo. E’ stata quindi effettuata una ricognizione degli allevamenti zootecnici presenti sul territorio comunale la cui collocazione in cartografia ha consentito di mettere in luce eventuali problematiche legate alla vicinanza con insediamenti residenziali anche di nuova previsione. Numerose sono ad oggi le realtà agricole legate all’allevamento di bestiame presenti sul territorio comunale come da specifica individuazione sulle cartografie di Piano. Molte di queste interferiscono, in particolare a livello di disturbo olfattivo, con le realtà residenziali di contorno. Le norme Tecniche di Piano approfondiscono il tema introducendo specifici parametri che definiscono, in base alla normativa vigente, le fasce di rispetto nell’edificazione in tali contesti. In particolare si richiama il D.M. 5 settembre 1994 (Elenco delle industrie insalubri di cui all'art. 216 del testo unico delle leggi sanitarie)(G.U. n. 220 del 20.09.1994, s.o. n. 129) gli allevamenti sono considerati industrie insalubri di prima classe e pertanto, in recepimento del Titolo II del regolamento Locale di Igiene Tipo, Capitolo 7, “…nel perimetro del centri edificati non sono consentiti ampliamenti e/o ristrutturazioni di insediamenti esistenti …..; Gli insediamenti…….. esistenti possono essere autorizzati a rimanere all’interno del perimetro del centro abitato se il titolare dimostra che, per

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 41 l’introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, l’esercizio della lavorazione insalubre non reca danno o molestia al vicinato”.

PLIS Alto Sebino Il Comune confina inoltre il PLIS dell’Alto Sebino: parte del territorio comunale posta sulla sponda destra del Fiume Oglio, in corrispondenza del confine Bergamasco di , lambisce per un breve tratto questo Parco. quadro ricognitivo delle richieste dei cittadini e delle associazioni

In seguito a specifica Delibera di Giunta Municipale i cittadini del Comune di Artogne, le Associazioni, gli Enti e chiunque avente titolo fosse interessato, hanno avuto la possibilità di presentare all’Amministrazione Comunale le proprie osservazioni, richieste, suggerimenti in merito alla nuova programmazione urbanistica. Al 21 gennaio 2013 risultano protocollate n. 147 osservazioni che sono state raccolte in specifica scheda in cui con elenco in ordine cronologico. Viene inoltre schematicamente specificata la tipologia della richiesta, i mappali interessati e la localizzazione territoriale. Quest’ultimo aspetto è stato ulteriormente approfondito attraverso la redazione di una tavola specifica (Tavola “dp 2 Mappatura delle richieste dei cittadini”), parte integrante del PGT, che contiene la mappatura completa delle osservazioni con la numerazione corrispondente alla tabella di cui sopra. L’individuazione cartografica è contraddistinta da una retinatura colorata che consente un approccio visivo diretto circa la tipologia dell’osservazione: residenziale piuttosto che produttiva o agricola ecc. Ogni singola richiesta è stata sottoposta a valutazioni di carattere urbanistico, paesistico e ambientale che ha condotto, attraverso la VAS, all’accoglimento o al rigetto dell’osservazione.

Dall’analisi di questi elaborati testuale e grafico emergono alcune importanti osservazioni: 1. circa il 70,00% delle osservazioni è di tipo residenziale: viene richiesta la modifica della destinazione del suolo di proprietà verso la residenza oppure la modifica delle norme di PRG per l’attuazione di interventi in ambiti residenziali. Nel complesso le richieste di tipo residenziale interessano una superficie di complessivi mq. 321.372,60; 2. il 15,00% delle richieste riguarda gli ambiti agricoli per complessivi mq 5.516,60; 3. alcune richieste riguardano le destinazioni turistico ricettive alberghiere ed in particolare la località sciistica di Montecampione; le richieste di azzonamento con questa destinazione riguardano mq 6.568,30 4. limitate le richieste che interessano l’individuazione di nuove aree di tipo produttivo: le osservazioni riguardano complessivamente mq 18.882,50; 5. le richieste che riguardano l’individuazione di aree per attrezzature e servizi pubblici o di interesse pubblico (attrezzature per lo sport) interessano una superficie complessiva di mq 36.075,65; 6. la maggior parte delle osservazioni relative al cambio di destinazione d’uso del suolo verso l’edificabilità riguarda aree a ridosso degli abitati esistenti, ma non mancano richieste di trasformazione di aree completamente esterne al contesto edificato; 7. si registra anche una richiesta per l’individuazione di aree destinate ad edilizia residenziale pubblica.

Obiettivo di tale raccolta e mappatura è la valutazione della compatibilità delle richieste con gli obiettivi dell’Amministrazione Comunale (in primo luogo relativamente all’eventuale interesse pubblico), con i vincoli di tipo territoriale, ambientale, paesistico, idrogeologico e urbanistico.

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Dp2 – richieste dei cittadini – estratto

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 43 n PGT data protocollo NOMINATIVO LOCALIZZAZIONE MAPPALI INTERESSATI RICHIESTA

1 23/10/06 / FELAPPI SIMONETTA Via Fermi 548,552,550 Agricolo in Edificabile

2 02/11/06 / PEZZOTTI OSVALDO Via Pizzardello dietro casa 7603 Agricolo in Edificabile

3 27/11/06 9487 FAGLIA LUCREZIA Montecampione 7426 Edificio asteriscato *

4 30/11/06 9615 COMITATO PER MONTECAMPIONE Montecampione Chiusura convenzioni

5 05/12/06 9764 RIVADOSSI VALERIO E MAFFEO Zona industriale verso Gianico 3,4,9,7212,7213,7214,7215, 89/a Rettifica confini area artigianale

6 11/12/06 9929 SPANDRE FEDERICO Zona Beatì 1619 Agricolo in Edificabile

7 13/12/06 9999 COTTI COTTINI CELESTINO Piazze 5252,5254,5250 Agricolo in Edificabile

8 13/12/06 10020 MAFFI ADRIANO (SANDRO) Campagna 5736 (es. 261/b) Agricolo in Edificabile

9 13/12/06 10021 SERIOLI CLARA Via Pizzardello 5978 VdR in Edificabile

10 15/12/06 10086 MCM FONTANA DOMENICO Zona industriale verso Gianico 3635 Agricolo in Artigianale

15/12/06 10117 COTTI COTTINI GIAN DOMENICO Via Pascoli 1584 Spostamento parcheggi Ampliamento area edificabile 11

12 18/12/06 10172 SAVIORI PIER LUIGI Campagna 6214 Agricolo in Edificabile

13 18/12/06 10173 PELUCHETTI ANTONIO Campisecchi 6543 (ex. 4341) VdR in Edificabile

14 18/12/06 10174 FLLI PELUCHETTI CAMPISECCHI Campisecchi zona ex rotonda 2462,6542 (ex. 3923) VdR in Edificabile

15 18/12/06 10187 BALZARINI CARLO Cornei dietro Sant'Andrea 658 Agricolo in Edificabile

16 18/12/06 10188 FONTANA GIUSEPPE Acquebone 7442,914,1717,1696,6873,2929 Agricolo in Edificabile

17 18/12/06 10189 COTTI COTTINI COSTANTINO Zona Ca de Loi (prima) 168,134 Edificio asteriscato*

18 18/12/06 10190 COTTI COTTINI COSTANTINO Zona C de Loi 3340,6615,6618,6619,3211,3345 Agricolo in piazzale deposito

19 18/12/06 10191 COTTI COTTINI COSTANTINO Piazze 3454,2247 Agricolo in Edificabile

20 19/12/06 10194 GARATTI ETTORE Area valle nuova lottizzazione 3159 Standard in Area Verde Privata

21 19/12/06 10206 FONTANA SILVIO Verso Acquebone 2792 Edificio asteriscato *

22 20/12/06 10245 LANNA GIUSEPPE MONTECAMPIONE Montecampione RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE

23 21/12/06 10295 COTTI COTTINI CELESTINO Via Pascoli zona Boschine 1586 VdR in Edificabile

24 21/12/06 10332 COTTI COMETTI ANITA 5741,5739,5743,5216 Cuncù Casello per deposito attrezzi 25 21/12/06 10333 COTTI COMETTI ADOLFO 3338,5740,5744,5742

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 44 26 22/12/06 NODARI CINZIA Via Panicoli 4174 Eliminazione muro tutelato

27 22/12/06 10372 ANDREOLI GIACOMO mappale 1861

22/12/06 10373 DAVIDE PEZZOTTI Via Pizzardello 7604 (ex 86) Porzione lotto A al lotto B VdR in Edificabile 28

29 22/12/06 10374 FANCHINI MARIO SANTINO Montecampione vicino Fanchini 1939 Ampliamento edificio storico 30 22/12/06 10375 FANCHINI MARIO SANTINO

31 22/12/06 10376 COTTI COTTINI FABIO Via Pascoli zona Boschine EX 3164,1470 Ampliamento laboratorio elettri.

19/12/06 10396 OTTELLI GIANLUCA Campagna 7650 Agricolo in Artigianale per trasferimerimento attività da via Valeriana 32

33 27/12/06 10479 AVV. ROBERTO PACCHIONI MONTECAMPIONE Montecampione RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE

34 27/12/06 10483 BIANCHI FABIO MONTECAMPIONE Montecampione 4988,4999

35 27/12/06 10511 RAVELLI GIACOMO Località Pateghe 2876 Edificio asteriscato *

27/12/06 10513 FONTANA ALGHISIO Carattere generale Edifici carattere ricettivo incremento volume del 50% 36

37 27/12/06 10512 FONTANA ALGHISIO Carattere generale Modifica H max 8,50 m zona C1

27/12/06 10514 FONTANA ALGHISIO Carattere generale Ampliamento 50% edifici artigianali in VPR o E1 38

39 27/12/06 10515 ZANARDINI GIULIANO 74 VdR in Edificabile

40 27/12/06 10516 ALESSI NATALINA Montecampione 1811 Edificio asteriscato *

41 27/12/06 10517 MONDININI ELISABETTA Via Valeriana 93,3470. Ampliam. area edific zona B2

42 28/12/06 10569 ALESSI MARTINA Montecampione 5571 Costruz edificio bifamiliare

3450,3597,3642,2762,5586,5583,558 28/12/06 10570 ALESSI GIOVANNI Montecampione tiro al volo Azzonare come area sportiva 43 7

44 28/12/06 10571 FANCHINI VIRGINIA Montecampione 4893,4894,4895,4889,4891,4892 Azzonare come comparto edific

45 29/12/06 10613 QUETTI ELISABETTA Via Panoramica 2887,3341 Edificio asteriscato *

46 29/12/06 10626 RUBELLI LORETTA Castello 1734 Riclassificaz. edificio in Castello

47 29/12/06 10627 RAVELLI PIETRO Montecampione 2002,2793 Edificio asteriscato *

48 29/12/06 10636 MONTECAMPIONE Montecampione 4987,4976,4985,5000 RIGUARDARE CON CALMA - CARATTERE GENERALE

29/12/06 10661 AMORINI DIEGO Via Pascoli 7418,7416,7414 Riduzione larghezza strada tra via Pascoli e via Carducci 49 50 29/12/06 10665 PARINI ELSA Zona Campisecchi 2807 Realizzaz box auto

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 45 51 29/12/06 10666 FONTANA PALMINA Campagna dietro Beatì 1655,5785,5786 Agricolo in Artigianale

52 22/03/07 2238 COTTI COTTINI BATTISTINA ELENA 972

53 24/03/07 2291 CORSINI EUGENIO 1241 SUPERATO GIA' REALIZZATO

54 21/04/07 3224 MONDINI ROMINA LETIZIA Zona Marocchello 2623 Edificio asteriscato *

55 27/04/07 3235 FONTANA ALGHISIO Campagna dietro Beatì 3235 Agricolo in Artigianale

56 17/07/07 5842 IMMOBILIARE Area ex Quetti 1185,4317 Trasformaz area edificabile

57 10/08/07 6550 STERNI ANGELINA Campagna sotto Beatì 7100,4022,4020 Agricolo in Edificabile

58 28/08/07 6874 RIVADOSSI Zona Industriale 3, 4, 9, 89, 7212, 7213, 7214, 7215 Rettifica confine area artigianle

59 26/09/07 7706 BELINGHERI DARIO Via Panoramiaca prato ex Rota 2304, 2305/b, 3607 Espansione area edificabile

60 11/10/07 8139 LAINI FELICE Via Panoramica 6860, 6862 Agricolo in Edificabile

3407, 3406, 3396, 3399, 3398, 3422, 07/11/07 8787 POIATTI GIOVANNI Via XXV Aprile area maneggio Agricolo in Edificabile 61 3395

62 10/11/07 8895 PELUCHETTI PIERINO Montecampione 2783 Ampliamento Legazzuolo

63 30/06/08 5306 ALESSI LORETTA Montecampione 6156, 6342 Edificio asteriscato *

64 06/10/08 8116 LAFFRANCHINI GIUSEPPE Maserade 1968, 2750 Agricolo in Edificabile

65 06/10/08 8117 LAFFRANCHINI DARIO Maserade 1465, 2309 Agricolo in Edificabile

3395, 3398, 3422, 3399, 3396, 3407, 19/01/09 523 SCARPELLINI BRUNO Via XXV Aprile area maneggio Agricolo in Turistico alberghiero 66 3406

67 23/01/09 683 COOPERATIVA PIRAMIDE BRESCIA Carattere generale / Richiesta area per PEEP

Via Valeriana (prato davanti Edificazione in lotto VdR con cambio if da 1,2 a 1,8 mc/mq e abolizione SPAGNOLI VINCENZO 4758, 4759 68 Madonnina) rispetto cimiteriale

69 16/03/09 2222 ANDREOLI RAFFAELLA Via Carducci 1515 Agricolo in Edificabile

70 25/03/09 2591 BENZONI ALESSANDRO Via Battisti 135 Agricolo in Edificabile

71 30/04/09 3768 COTTI COTTINI COSTANTINO Piazze 2519 Agricolo in Edificabile

72 04/05/10 3817 COTTI COTTINI OSCAR Piazze 2247, 2642, 3454 Agricolo in Edificabile

73 14/05/09 5977 SERIOLI AGATA (mamma Maffi) Via Pizzardello 5977 Agricolo in Edificabile

74 03/06/09 4854 COTTI COMETTI ANITA Cuncù 5741, 5739, 5216 Casello per deposito attrezzi 75 05/06/09 4930 COTTI DIONISIA Via Gianico vecchia 618, 6918 VdR in Edificabile

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 46 76 02/10/09 8677 COTTI INNOCENZA Via Carducci 4795, 4796, 3169, 3460 Standard in Edificabile

77 19/10/09 9296 FANCHINI FRANCA Maserade 902, 6962 Agricolo in Edificabile

78 12/12/09 11089 FONTANA VITTORIO E ALESSANDRO Via Manzoni 1416 Stralcio lotto singolo da PL

79 05/02/10 1124 BARISELLI GIOVANNI Lammarga/Campisecchi 7757,7758, 7759, 7761, 7762 VdR in Edificabile

80 05/10/10 8495 FIORINI MARIA SANTA Via Gianico vecchia 624 - 6114 Agricolo in Edificabile

18/10/10 8954 ROTA MARIA TERESA Via Pieve 1247 Riclassificazione edifici VdR in Edificabile 81

82 15/11/10 9747 POIATTI DOMENICO Via Carducci 1532 VdR in Edificabile

3479, 6738, 6740, 6736, 6735, 6733, 22/12/10 10870 FLLI MARTINELLI DOMENICO Via Valeriana Stralcio parte di lotto singolo da PL e trasformazione in Verde Privato 83 6732 84 23/10/06 8419 QUETTI LUCIANO e MINA Via Pizzardello 2396 VdR in Edificabile

85 25/10/06 8553 F.LLI ARRIGONI MARCO Via Vescovo 330,542,3076,3716,3660 Agricolo in Artigianale

86 31/10/06 8777 F.LLI FILIPPI Via XXV Aprile 1612,5747 Standard in Edificabile

87 31/10/06 8782 SANTICOLI LUIGI INNOCENZO Via XXV Aprile Beatì 1611 Agricolo in Edificabile

88 08/11/06 8969 SPAGNOLI ANTONELLA Via Carducci 7243 Standard in Edificabile

89 08/11/06 8971 BALEN SILVANO GHEZA NICOLE Zona Campisecchi 286 VdR in Edificabile

90 08/11/06 8973 MAZZOLI FRANCO Via Pascoli 7123,7134 VdR in Edificabile

120,118,922,126,779,782,2495,130,1 10/11/06 9031 ZANARDI ANNA E MARIA Via Battisti Agricolo in Artigianale 91 29,132,1018,1037,175,2067,2080,20

92 13/11/06 9106 INTERVENTO GIA' REALIZZATO - LOTTIZZAZIONE AREA ANDREOLI MOMOLO

93 15/11/06 9157 POIATTI IOLE Bassinale 2022 Ristoro cascina Splaza

94 22/11/06 9365 BURLOTTI GIOVAN MARIA Confine con Rogno 7

95 22/11/06 9379 ZANARDINI GIANFRANCO Via XXV Aprile 3074,538,5847,5772,5773,5830 Pista go-kart

96 30/11/06 9631 COTTI SARA Via Carducci - sotto canale 1513,3859,4970,363 Agricolo in Edificabile

A: riduz. fascia rispetto 97 06/12/06 9816 BELINGHERI ARONNE Via XXV Aprile B: realizzazz.attività comm. collegata ad attività artigianle C: parcheggi sul tetto

98 06/12/06 9817 BELINGHERI ARONNE Via Gianico 1042 VdR in Edificabile

6165,7200,7173,7174,7175,7176,717 7,7178,7179,5997,7349,5990,5991,5 99 06/12/06 9818 BELINGHERI ARONNE Zona industriale 992,5993,5994,5995,5996,199,7201, Artigianale in Commerciale 6002,188,7187,7188, 7189,6161,6164 100 06/12/06 9826 COMPERTI MARCO Via Pizzardello 4350 VdR in Edificabile

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 47 101 06/12/06 9827 BALZARINI LUCIANO Via Pizzardello 2395 VdR in Edificabile

102 11/12/06 9928 SPANDRE FEDERICO Zona Beatì Agricolo in Edificabile

103 12/12/06 9980 BENZONI MARIA Via Pizzardello 3464,87 VdR in Edificabile

104 15/12/06 10085 FONTANA GIANPIETRO Castello 830 Inserire edificio tav 1:2000 Zona A Nuclei Storici

105 18/12/06 10175 BENZONI GIACOMO Via Leopardi 4907 Agricolo in Edificabile

106 19/12/06 10195 BONICELLI ANDREA Via Leopardi 4862,4863 Agricolo in Edificabile

107 21/12/06 10302 SAVIORI MARIA GRAZIA Via Gianico 6949 Standard in parte a Parcheggi e parte in Edificabile

108 21/12/06 10334 POIATTI RENATO Zona Industriale SUPERATA - ACQUISTO CAPANNONE

109 21/12/06 10335 F.LLI ANDREOLI G.PIETRO E MARINO Via Gianico vecchia 315,3061 VdR in Edificabile

110 21/12/06 10336 F.LLI ANDREOLI GLORIA E ERNESTO Zona Indus. confine con Gianico 22,24,3617 VdR in Artigianale

111 21/12/06 10338 POIATTI CATERINA Confine con Gianico 18 VdR in Artigianale

112 21/12/06 10339 POIATTI CATERINA Via Gianico vecchia 628 VdR in Edificabile

113 21/12/06 10340 RAVELLI BATTISTA Zona Marocchello 832,6512 Agricolo in Edificabile

114 21/12/06 10340 MAGNOLINI GIOVANNI Via Pascoli zona Boschine 1607 Edificabile in Agricolo

115 21/12/06 10342 FLLI MARTINELLI ETTORE E DANIELE Via Pizzardello 6835,6836,6837,6838,6839,6840 Stralcio lotto singolo da PE

116 21/12/06 10343 POIATTI RENATO Via Leopardi 1482,1987 VdR in Edificabile

117 21/12/06 10344 RAVELLI DAMIOLI RAFFAELLA BENZONI GIAN BATTISTA Via Valeriana 91 Standard in Edificabile

3591,1531,3590,1529,1999,918, 28/12/06 10574 RUBELLI LORETTA Via Carducci Agricolo in Edificabile 118 917,3432,1527

7207,106,107,259,257,2404,256, 28/12/06 10587 ISTITUTO DIOCESANO Via Leopardi - Via XXV Aprile Agricolo in Edificabile 119 2446

120 29/12/06 10614 ANDREOLI MARIA 5435

121 29/12/06 10615 GARATTI GIROLAMO Via Carducci / via Mulino 4410 Cambio indice da C1 a D1

122 29/12/06 10616 LORENZETTI GIUSEPPE Via Pascoli zona Boschine 1630 Edificabile in Agricolo

123 29/12/06 10617 SORELLE LORETTA E EMANUELA Maserade nuova lottizzazione 1420,3155,3156,3157,3158 Togliere standard

124 29/12/06 10618 MAZZOLI BORTOLO Via Pascoli zonna Boschine 973,3286 VdR in Edificabile 125 29/12/06 10619 MAZZOLI BORTOLO Campagna 324,325,2465,2614,3530,3208 Agricolo in Artigianale

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 48 126 29/12/06 10620 MAZZOLI BORTOLO Az Agricola zona Boschine 1587,6148 VdR in Agricolo

127 29/12/06 10621 PELUCHETTI GIOVANNI Maserade vicino isola ecologica 5642,5643 Agricolo in Edificabile

128 29/12/06 10622 MAGRANO RINO Via Pascoli zona Boschine 4326 Agricolo in Edificabile

129 29/12/06 10623 TOMERA MARGHERITA Campagna Muracche 3290 Fabbricato agrico in abitazione

130 29/12/06 10624 POLONIOLI STEFANIA Maserade 3682,5891,5892 Riduzione profond. Parcheggi

7400,7401,7403,7404,7406,7407, 29/12/06 10625 IMMOBILIARE MONTI Via XXV Aprile VdR in Edificabile 131 7408,7459

132 29/12/06 10664 BORRA LIVIA FONTANA RENATO Montecampione 5065 Realizzazione piccolo ristoro e deposito attrezzi

133 29/12/06 10667 QUETTI LUCA Cornei sopra imavilla 5737,5738 Area standard/edificabile in edificabile

RICHIESTE PERVENUTE DOPO IL 01/04/2011

A: Interruzione strada appena sotto il Canale mapp. 1513 e 3859 1513,3859,918,1529,1999,4972,1 13/04/11 3054 COTTI SARA Via Carducci B: Agricolo in Edificabile mapp. 1513 e 3859 531 134 C: Edificabile in Agricolo mapp. 918, 1529, 1999, 4972, 1531

Compartecipare alle spese delle strada che dal fondovalle serve tutti i 13/04/11 3061 COMUNE DI PIAN CAMUNO 135 comparti esistenti ed di nuova previsione a Montecampione

Ricondurre il fabbricato e la propria area di pertinenza alla destinazione 29/06/11 5346 BONICELLI CRISPINO 136 urbanistica precedente

A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107 01/08/11 6526 NORIS ANGELO Via 25 aprile 276,107,6844,6869,6871,6844 137 B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione

Classificare la parte attualmente identificata coma P.A. nel P.G.T. in 04/08/11 6405 MARTINELLI DOMENICO Via Valeriana 3479,6738,6739,6740,6735,6736 138 adozione come zona B2 ai mapp. 3479, 6738, 6739, 6740, 6735, 6736

Comprendere tutto l'edificio in verde di connessione in modo che si possa 10/10/11 7796 ALESSI LORETTA Via S. Maurizio 6156,6342 fare il cambio d'uso sull'intero edificio verso la residenza ai mapp. 6156, 139 6342

Rendere edificabili i mappali 2289 e 3712 o in alternativa, la possibilità di un FONTANA ALESSANDRO COTTI 3711,3712,5181,2283,2289,2290, 14/10/11 7949 Via Panoramica ampliamento con trasformazione dell'attuale immobile censito al foglio 6 MARTINO 5183,5185 140 Part. 7771

Ampliamento struttura esistente per poter costruire un albergo ai mapp. 30/12/11 10050 PELUCHETTI ROBERTO loc. Prato Secondino 6038,6932,6933,8201 141 6038, 6932, 6933, 8201

A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107 01/08/12 5079 NORIS ANGELO Via 25 aprile 276,107,6844,6869,6871,6844 142 B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione

Rimuovere vincolo "zone per attrezzature comuni" (dal 1985 non si è mai 13/08/12 5363 COTTI DAVIDE Via Carducci - Via Golgi 1875 esercitata nessun tipo di espropriazione) 143

Valmaione: riconversione mediante ristrutturazione e o ricostruzione delle cascine "val Maione" e "Porcelia" a fini didattici e per l'ospitalità (colonie loc. Valmaione 1944,1946,2019,8068,8069 estive, attività agrituristiche, allevamento cervidi); realizzazione nuova Baita loc. Prato Secondino 8200 20/08/12 5460 ILARIO CAVALLERI del Sole (slp lorda 250 mq); Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdPPlan - “diRelazione montecampione illustrativa ” 8093,8094,5548,2803,5552,5554, 49 Bassinale: implementare volumetrie attribuite all'ex comparto 5di mc 2000 Bassinale 6960 per complessivi mc 3500. Si 144 chiede che tali indicazioni siano contenute nel Piano delle Regole del PGT

Inserire una porzione di area del mapp. 189 come area industriale- 31/01/12 869 HERMANS HANS E VERA Via 25 aprile 189 145 artigianale in adiacenza all'area industriale già esistente

24/01/12 687 POIATTI DOMENICO Via G. Pascoli 3439,1279,3646 VdR in Edificabile 146

21/01/13 577 SPAGNOLI GIANFRANCO via Carducci 1533 sub.506-504-5900 escludere le aree di proprietà dalla zona edificabile di completamento 147 126 29/12/06 10620 MAZZOLI BORTOLO Az Agricola zona Boschine 1587,6148 VdR in Agricolo

127 29/12/06 10621 PELUCHETTI GIOVANNI Maserade vicino isola ecologica 5642,5643 Agricolo in Edificabile

128 29/12/06 10622 MAGRANO RINO Via Pascoli zona Boschine 4326 Agricolo in Edificabile

129 29/12/06 10623 TOMERA MARGHERITA Campagna Muracche 3290 Fabbricato agrico in abitazione

130 29/12/06 10624 POLONIOLI STEFANIA Maserade 3682,5891,5892 Riduzione profond. Parcheggi

7400,7401,7403,7404,7406,7407, 29/12/06 10625 IMMOBILIARE MONTI Via XXV Aprile VdR in Edificabile 131 7408,7459

132 29/12/06 10664 BORRA LIVIA FONTANA RENATO Montecampione 5065 Realizzazione piccolo ristoro e deposito attrezzi

133 29/12/06 10667 QUETTI LUCA Cornei sopra imavilla 5737,5738 Area standard/edificabile in edificabile

RICHIESTE PERVENUTE DOPO IL 01/04/2011

A: Interruzione strada appena sotto il Canale mapp. 1513 e 3859 1513,3859,918,1529,1999,4972,1 13/04/11 3054 COTTI SARA Via Carducci B: Agricolo in Edificabile mapp. 1513 e 3859 531 134 C: Edificabile in Agricolo mapp. 918, 1529, 1999, 4972, 1531

Compartecipare alle spese delle strada che dal fondovalle serve tutti i 13/04/11 3061 COMUNE DI PIAN CAMUNO 135 comparti esistenti ed di nuova previsione a Montecampione

Ricondurre il fabbricato e la propria area di pertinenza alla destinazione 29/06/11 5346 BONICELLI CRISPINO 136 urbanistica precedente

A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107 01/08/11 6526 NORIS ANGELO Via 25 aprile 276,107,6844,6869,6871,6844 137 B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione

Classificare la parte attualmente identificata coma P.A. nel P.G.T. in 04/08/11 6405 MARTINELLI DOMENICO Via Valeriana 3479,6738,6739,6740,6735,6736 138 adozione come zona B2 ai mapp. 3479, 6738, 6739, 6740, 6735, 6736

Comprendere tutto l'edificio in verde di connessione in modo che si possa 10/10/11 7796 ALESSI LORETTA Via S. Maurizio 6156,6342 fare il cambio d'uso sull'intero edificio verso la residenza ai mapp. 6156, 139 6342

Rendere edificabili i mappali 2289 e 3712 o in alternativa, la possibilità di un FONTANA ALESSANDRO COTTI 3711,3712,5181,2283,2289,2290, 14/10/11 7949 Via Panoramica ampliamento con trasformazione dell'attuale immobile censito al foglio 6 MARTINO 5183,5185 140 Part. 7771

Ampliamento struttura esistente per poter costruire un albergo ai mapp. 30/12/11 10050 PELUCHETTI ROBERTO loc. Prato Secondino 6038,6932,6933,8201 141 6038, 6932, 6933, 8201

A: Agricolo in Edificabile su parte dei mapp. 6844, 6869, 6871, 107 01/08/12 5079 NORIS ANGELO Via 25 aprile 276,107,6844,6869,6871,6844 142 B: spostare l'area del mapp. 276 situata sotto la linea di alta tensione

Rimuovere vincolo "zone per attrezzature comuni" (dal 1985 non si è mai 13/08/12 5363 COTTI DAVIDE Via Carducci - Via Golgi 1875 esercitata nessun tipo di espropriazione) 143

Valmaione: riconversione mediante ristrutturazione e o ricostruzione delle cascine "val Maione" e "Porcelia" a fini didattici e per l'ospitalità (colonie loc. Valmaione 1944,1946,2019,8068,8069 estive, attività agrituristiche, allevamento cervidi); realizzazione nuova Baita loc. Prato Secondino 8200 20/08/12 5460 ILARIO CAVALLERI del Sole (slp lorda 250 mq); Plan di montecampione 8093,8094,5548,2803,5552,5554, Bassinale: implementare volumetrie attribuite all'ex comparto 5di mc 2000 Bassinale 6960 per complessivi mc 3500. Si 144 chiede che tali indicazioni siano contenute nel Piano delle Regole del PGT

Inserire una porzione di area del mapp. 189 come area industriale- 31/01/12 869 HERMANS HANS E VERA Via 25 aprile 189 145 artigianale in adiacenza all'area industriale già esistente

24/01/12 687 POIATTI DOMENICO Via G. Pascoli 3439,1279,3646 VdR in Edificabile 146

21/01/13 577 SPAGNOLI GIANFRANCO via Carducci 1533 sub.506-504-5900 escludere le aree di proprietà dalla zona edificabile di completamento 147

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 50 Le proposte dei cittadini sono state quindi valutate sulla base di precisi criteri: incompatibilità della trasformazione del suolo: sono state ritenute non accoglibili quelle richieste che per collocazione territoriale, caratteristiche dimensionali e destinazione avrebbero determinato trasformazioni del territorio non compatibili con l’interesse comune. In particolare rientrano in questa casistica quelle aree che, anche se spesso non sottoposte ad un particolare vincolo, risultano sensibili dal punto di vista ambientale e paesistico per la presenza di particolari elementi rilevati dallo studio paesistico del territorio; in tale “categoria” sono state inoltre comprese quelle richieste di trasformazione del suolo distanti dal contesto edificato in essere la cui urbanizzazione è in contrasto con le politiche di sviluppo della Pubblica Amministrazione; compatibilità delle trasformazioni del suolo: sono state ritenute accoglibili quelle richieste che riguardano in generale piccoli lotti in ambiti compresi o limitrofi a contesti già urbanizzati e quindi già dotati di infrastrutture urbanistiche e quelle richieste che hanno consentito una “ricucitura” del tessuto urbanistico esistente attraverso interventi edilizi diretti.

L’analisi di tali richieste è stata sottoposta quindi al processo di Valutazione Ambientale strategica che ha messo in luce alcune criticità che non ne hanno consentito l’accoglimento.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 51

CAP II Quadro conoscitivo e paesistico ambientale del territorio comunale

La legge regionale n.12 dell’11 marzo 2005 afferma, nell’articolo 8 comma b “il quadro conoscitivo del territorio comunale …..individuando i grandi sistemi territoriali, il sistema della mobilità,……le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico monumentale , e le relative aree di rispetto, i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario …….., gli aspetti culturali, rurali, e di ecosistema, la struttura del paesaggio agrario e l’assetto tipologico del tessuto urbano….”.

Il quadro conoscitivo si propone, quindi, come quadro unitario di analisi finalizzato anche all’organizzazione delle informazioni territoriali dove la tematica ambientale, rurale e quella paesaggistica si propone in modo sinergico tra i diversi temi di indagine. È in questa nuova ottica che si inseriscono i concetti di paesaggio e di tutela: “paesaggio” in riferimento a quell’insieme di caratteri percettivi dell’ambiente naturale e antropico che assumono valore e significato in rapporto alla dimensione emotiva, estetica e culturale; “tutela”come conservazione e manutenzione dell’esistente e dei sui valori riconosciuti, come attenta gestione paesaggistica e più elevata qualità degli interventi di trasformazione, come recupero delle situazioni di degrado. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, il quadro conoscitivo descrive ed elabora i diversi aspetti che connotano il paesaggio dal punto di vista della sua costruzione storica, della funzionalità ecologica, della coerenza morfologica e della percezione sociale indagando i diversi sistemi funzionali e territoriali quali il sistema delle infrastrutture e della mobilità, il sistema urbano, il sistema agricolo ecc.

Viene di seguito analizzato il sistema territoriale-urbanistico in cui il Comune è inserito al fine di individuare le trasformazioni in atto e la tendenza di tali trasformazioni. Si descrive pertanto la situazione urbanistico edilizia in essere al fine di valutare ed ipotizzare eventuali conseguenze sulla trasformazione del territorio. quadro paesistico ambientale Dai Criteri Attuativi della L.R. n.12/05 in merito alle modalità per la pianificazione comunale (con riferimento in particolare all’Allegato A “Contenuti paesaggistici del PGT”), si evince che il paesaggio, nella sua accezione più completa, riveste un ruolo primario sia nella fase di elaborazione del quadro conoscitivo sia nella fase di previsione delle trasformazioni. Le Carte Condivise del Paesaggio, elaborati esplicativi del contenuto paesaggistico del PGT, riferiscono, per quanto riguarda i propri contenuti e le norme ad essi riferiti, della indicazioni della normativa provinciale e della disposizioni nazionali ed europee in materia di paesaggio. Il D.Lgs. - 26 marzo 2008, n. 63 e s.i.m. “Ulteriori disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42” in relazione al paesaggio all’”Articolo 132 (Convenzioni internazionali): 1. La Repubblica si conforma agli obblighi ed ai principi di cooperazione tra gli Stati fissati dalle convenzioni internazionali in materia di conservazione e valorizzazione del paesaggio. 2. La ripartizione delle competenze in materia di paesaggio é stabilita in conformità ai principi costituzionali, anche con riguardo all'applicazione della Convenzione europea sul paesaggio, adottata a Firenze il 20 ottobre 2000, e delle relative norme di ratifica ed esecuzione.”

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 52

Si richiama la Convenzione europea per il Paesaggio, di seguito riportata, quale documento di riferimento per la componente.

CAPITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI Articolo 1 - Definizioni Ai fini della presente Convenzione: a. "Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni; b. "Politica del paesaggio" designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l'adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio; c. "Obiettivo di qualità paesaggistica" designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita; d. "Salvaguardia dei paesaggi" indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento umano; e. "Gestione dei paesaggi" indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali; f. "Pianificazione dei paesaggi" indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi. Articolo 2 - Campo di applicazione Fatte salve le disposizioni dell'articolo 15, la presente Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati. Articolo 3 - Obiettivi La presente Convenzione si prefigge lo scopo di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea in questo campo. CAPITOLO II - PROVVEDIMENTI NAZIONALI Articolo 4 - Ripartizione delle competenze Ogni Parte applica la presente Convenzione e segnatamente i suoi articoli 5 e 6, secondo la ripartizione delle competenze propria al suo ordinamento, conformemente ai suoi principi costituzionali e alla sua organizzazione amministrativa, nel rispetto del principio di sussidiarietà, tenendo conto della Carta europea dell'autonomia locale. Senza derogare alle disposizioni della presente Convenzione, ogni Parte applica la presente Convenzione in armonia con le proprie politiche. Articolo 5 - Provvedimenti generali Ogni Parte si impegna a : a. riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità; b. stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi tramite l'adozione delle misure specifiche di cui al seguente articolo 6; c. avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche menzionate al precedente capoverso b; d. integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio. Articolo 6 - Misure specifiche A Sensibilizzazione Ogni parte si impegna ad accrescere la sensibilizzazione della società civile, delle organizzazioni private e delle autorità pubbliche al valore dei paesaggi, al loro ruolo e alla loro trasformazione. B Formazione ed educazione Ogni Parte si impegna a promuovere : a. la formazione di specialisti nel settore della conoscenza e dell'intervento sui paesaggi; b. dei programmi pluridisciplinari di formazione sulla politica, la salvaguardia, la gestione e la pianificazione del paesaggio destinati ai professionisti del settore pubblico e privato e alle associazioni di categoria interessate; c. degli insegnamenti scolastici e universitari che trattino, nell'ambito delle rispettive discipline, dei valori connessi con il paesaggio e delle questioni riguardanti la sua salvaguardia , la sua gestione e la sua pianificazione. C Individuazione e valutazione 1. Mobilitando i soggetti interessati conformemente all'articolo 5.c, e ai fini di una migliore conoscenza dei propri paesaggi, ogni Parte si impegna a: a. i. individuare i propri paesaggi, sull'insieme del proprio territorio; ii. analizzarne le caratteristiche, nonché le dinamiche e le pressioni che li modificano;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 53 iii. seguirne le trasformazioni ; b. valutare i paesaggi individuati, tenendo conto dei valori specifici che sono loro attribuiti dai soggetti e dalle popolazioni interessate. 2. I lavori di individuazione e di valutazione verranno guidati dagli scambi di esperienze e di metodologie organizzati tra le Parti, su scala europea, in applicazione dell'articolo 8 della presente Convenzione. D Obiettivi di qualità paesaggistica Ogni parte si impegna a stabilire degli obiettivi di qualità paesaggistica riguardanti i paesaggi individuati e valutati, previa consultazione pubblica, conformemente all'articolo 5.c. E Applicazione Per attuare le politiche del paesaggio, ogni Parte si impegna ad attivare gli strumenti di intervento volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione dei paesaggi. CAPITOLO III - COOPERAZIONE EUROPEA Articolo 7 - Politiche e programmi internazionali Le Parti si impegnano a cooperare perché venga tenuto conto della dimensione paesaggistica nelle loro politiche e programmi internazionali e a raccomandare, se del caso, che vi vengano incluse le considerazioni relative al paesaggio. Articolo 8 - Assistenza reciproca e scambio di informazioni Le Parti si impegnano a cooperare per rafforzare l'efficacia dei provvedimenti presi ai sensi degli articoli della presente Convenzione, e in particolare a: a. prestarsi reciprocamente assistenza, dal punto di vista tecnico e scientifico, tramite la raccolta e lo scambio di esperienze e di lavori di ricerca in materia di paesaggio; b. favorire gli scambi di specialisti del paesaggio, segnatamente per la formazione e l'informazione; c. scambiarsi informazioni su tutte le questioni trattate nelle disposizioni della presente Convenzione. Articolo 9 - Paesaggi transfrontalieri Le Parti si impegnano ad incoraggiare la cooperazione transfrontaliera a livello locale e regionale, ricorrendo, se necessario, all'elaborazione e alla realizzazione di programmi comuni di valorizzazione del paesaggio. Articolo 10 - Controllo dell'applicazione della Convenzione 1. I competenti Comitati di esperti già istituiti ai sensi dell'articolo 17 dello Statuto del Consiglio d'Europa, sono incaricati dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa del controllo dell'applicazione della Convenzione. 2. Dopo ogni riunione dei Comitati di esperti, il Segretario Generale del Consiglio d'Europa trasmette un rapporto sui lavori e sul funzionamento della Convenzione al Comitato dei Ministri. 3. I Comitati di esperti propongono al Comitato dei Ministri i criteri per l'assegnazione e il regolamento del Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa. Articolo 11 - Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa 1. Il Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa può essere assegnato alle collettività locali e regionali e ai loro consorzi che, nell'ambito della politica paesaggistica di uno Stato Parte contraente della presente Convenzione, hanno attuato una politica o preso dei provvedimenti volti alla salvaguardia, alla gestione e/o alla pianificazione sostenibile dei loro paesaggi che dimostrino una efficacia durevole e possano in tal modo servire da modello per le altre collettività territoriali europee. Tale riconoscimento potrà ugualmente venir assegnato alle organizzazioni non governative che abbiano dimostrato di fornire un apporto particolarmente rilevante alla salvaguardia, alla gestione o alla pianificazione del paesaggio. 2. Le candidature per l'assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa saranno trasmesse ai Comitati di Esperti di cui all'articolo 10 dalle Parti. Possono essere candidate delle collettività locali e regionali transfrontaliere, nonché dei raggruppamenti di collettività locali o regionali, purché gestiscano in comune il paesaggio in questione. 3. Su proposta dei Comitati di esperti di cui all'articolo 10, il Comitato dei Ministri definisce e pubblica i criteri per l'assegnazione del Premio del Paesaggio del Consiglio d'Europa, ne adotta il regolamento e conferisce il premio. 4. L'assegnazione del Premio del paesaggio del Consiglio d'Europa stimola i soggetti che lo ricevono a vigilare affinché i paesaggi interessati vengano salvaguardati, gestiti e/o pianificati in modo sostenibile. CAPITOLO IV - CLAUSOLE FINALI Articolo 12 - Relazioni con altri strumenti giuridici Le disposizioni della presente Convenzione non precludono l'applicazione di disposizioni più severe in materia di salvaguardia, gestione o pianificazione dei paesaggi contenute in altri strumenti nazionali od internazionali vincolanti che sono o saranno in vigore. Articolo 13 - Firma, ratifica, entrata in vigore 1. La presente Convenzione è aperta alla firma degli Stati membri del Consiglio d'Europa. Sarà sottoposta a ratifica, accettazione o approvazione. Gli strumenti di ratifica, di accettazione o di approvazione saranno depositati presso il Segretario Generale del Consiglio d'Europa; 2. La presente Convenzione entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo alla scadenza di un periodo di tre mesi dalla data in cui dieci Stati membri del Consiglio d'Europa avranno espresso il loro consenso a essere vincolati dalla Convenzione conformemente alle disposizioni del precedente paragrafo; 3. Per ogni Stato firmatario che esprimerà successivamente il proprio consenso ad essere vincolato dalla Convenzione, essa entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data del deposito dello strumento di ratifica, di accettazione o di approvazione. Articolo 14 - Adesione 1. Dal momento dell'entrata in vigore della presente Convenzione, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa potrà invitare la Comunità Europea e ogni Stato europeo non membro del Consiglio d'Europa ad aderire alla presente Convenzione, con una decisione presa dalla maggioranza prevista all'articolo 20.d dello statuto del Consiglio d'Europa, e all'unanimità degli Stati Parti Contraenti aventi il diritto a sedere nel Comitato dei Ministri; 2. Per ogni Stato aderente o per la Comunità Europea in caso di adesione, la presente Convenzione entrerà in

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 54 vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data del deposito dello strumento di adesione presso il Segretario Generale del Consiglio d'Europa. Articolo 15 - Applicazione territoriale 1. Ogni Stato o la Comunità europea può, al momento della firma o al momento del deposito del proprio strumento di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione, designare il territorio o i territori in cui si applicherà la presente Convenzione; 2. Ogni Parte può, in qualsiasi altro momento successivo, mediante dichiarazione indirizzata al Segretario Generale del Consiglio d'Europa, estendere l'applicazione della presente Convenzione a qualsiasi altro territorio specificato nella dichiarazione. La Convenzione entrerà in vigore nei confronti di detto territorio il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui la dichiarazione è stata ricevuta dal Segretario Generale; 3. Ogni dichiarazione fatta in virtù dei due paragrafi precedenti potrà essere ritirata per quanto riguarda qualsiasi territorio specificato in tale dichiarazione, con notifica inviata al Segretario Generale. Il ritiro avrà effetto il primo giorno del mese che segue lo scadere di un periodo di tre mesi dalla data del ricevimento della notifica da parte del Segretario Generale. Articolo 16 - Denuncia 1. Ogni Parte può, in qualsiasi momento, denunciare la presente Convenzione, mediante una notifica indirizzata al Segretario Generale del Consiglio d'Europa; 2. Tale denuncia prenderà effetto il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui la notifica è stata ricevuta da parte del Segretario Generale. Articolo 17 - Emendamenti 1. Ogni Parte o i Comitati di Esperti indicati all'articolo 10 possono proporre degli emendamenti alla presente Convenzione. 2. Ogni proposta di emendamento è notificata per iscritto al Segretario Generale del Consiglio d'Europa, che a sua volta la trasmette agli Stati membri del Consiglio d'Europa, alle altre Parti contraenti e ad ogni Stato europeo non membro che sia stato invitato ad aderire alla presente Convenzione ai sensi dell'articolo 14. 3. Ogni proposta di emendamento verrà esaminata dai Comitati di Esperti indicati all'articolo 10 e il testo adottato a maggioranza dei tre quarti dei rappresentanti delle Parti verrà sottoposto al Comitato dei Ministri per l'adozione. Dopo la sua adozione da parte del Comitato dei Ministri secondo la maggioranza prevista all'articolo 20.d dello Statuto del Consiglio d'Europa e all'unanimità dei rappresentanti degli Stati Parti Contraenti aventi il diritto di partecipare alle riunioni del Comitato dei Ministri, il testo verrà trasmesso alle Parti per l'accettazione. 4. Ogni emendamento entra in vigore, nei confronti delle Parti che l'abbiano accettato, il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui tre Parti Contraenti, membri del Consiglio d'Europa avranno informato il Segretario Generale di averlo accettato. Per qualsiasi altra Parte che l'avrà accettato successivamente, l'emendamento entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di tre mesi dalla data in cui la detta Parte avrà informato il Segretario Generale di averlo accettato. Articolo 18 - Notifiche Il Segretario Generale del Consiglio d'Europa notificherà agli Stati membri del Consiglio d'Europa, a ogni Stato o alla Comunità Europea che abbia aderito alla presente Convenzione: 1. ogni firma ; 2. il deposito di ogni strumento di ratifica, di accettazione, di approvazione o di adesione; 3. ogni data di entrata in vigore della presente Convenzione conformemente agli articoli 13, 14 e 15; 4. ogni dichiarazione fatta in virtù dell'articolo 15; 5. ogni denuncia fatta in virtù dell'articolo 16; 6. ogni proposta di emendamento, così come ogni emendamento adottato conformemente all'articolo 17 e la data in cui tale emendamento entrerà in vigore; 7. ogni altro atto, notifica, informazione o comunicazione relativo alla presente Convenzione.

Le informazioni raccolte attraverso opportune indagini, gli elementi significativi emersi da ricerche, studi e osservazioni sono riportati in carte tematiche, complessivamente definite “Carte Condivise del Paesaggio”, il cui compito è raccogliere in forma organica tutte le indicazioni attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Le “Carte Condivise del Paesaggio” sono costituite da:  due carte di inquadramento che, attraverso l’analisi delle indicazioni cartografiche del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia (P.T.C.P.) forniscono una descrizione a livello paesistico-ambientale e naturalistico non solo del territorio comunale ma anche del contesto più ampio di riferimento;  ulteriori cartografie descrittive indicanti gli aspetti del paesaggio fisico e naturale, del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale (corrispondenti alle componenti identificate dal P.T.C.P. di Brescia) che approfondiscono i caratteri vegetazionali e del paesaggio agrario, descrivendo il sistema delle aree agricole e forestali, e riportano la classificazione del territorio in relazione alla capacità d’uso dei suoli (finalizzata a fornire una specifica in merito alla vocazione agricola e produttiva dei suoli stessi);

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 55  cartografie d’indagine del territorio urbanizzato, sia di recente edificazione che dalle connotazioni più storiche che definiscono rispettivamente il paesaggio storico culturale (elementi puntuali da tutelare e conservare, sistema della viabilità e dei sentieri) ed il paesaggio urbano (edificato residente e produttivo, impegnato e non dal PRG vigente);  elaborati di valutazione che sono il frutto di studi effettuati a fronte del quadro conoscitivo di analisi. La prima tavola fornisce una valutazione del valore agroforestale e paesistico ambientale dei suoli, la seconda riporta gli ambiti, gli elementi ed i contesti di rilevanza dal punto di vista percettivo e storico-testimoniale mentre la terza rileva ed analizza la visualità che caratterizza ambiti, percorsi e punti panoramici.

Attraverso la prima fase conoscitiva e la seconda di valutazione sopra descritte è stato possibile passare alla definizione della Tavola “Carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi” che individua nel territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico. Questa carta costituisce la sintesi del percorso di lettura/valutazione del paesaggio di interesse.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 56 Il contesto territoriale

Gli approfondimenti sul territorio, unitamente all’esame della documentazione, alle indagini ed ai sopralluoghi, hanno portato alla redazione della presente analisi, che ha lo scopo di inquadrare il territorio del Comune di Artogne in ambito generale, vegetazionale e faunistico, oltre a meglio chiarire i contenuti delle Tavole tematiche e, non ultimo, definirne gli indirizzi di tutela e Norme Tecniche di Attuazione secondo gli orientamenti indicati dal PTCP.

Il Comune di Artogne è situato in provincia di Brescia, nella bassa Valle Camonica, ad una distanza di circa 50 Km dal capoluogo di provincia. Il suo territorio copre una superficie di circa 21 Kmq, a partire da una quota di 203 m s.l.m., per arrivare a una quota di 2060 m s.l.m con la cima del Monte Muffetto. Il territorio comunale, dalla forma quasi trapezoidale, è attraversato in senso longitudinale (da est a ovest) dalla Valle di Artogne, formata dalla confluenza della valle del Bassinale e della Val Maione. Quest'ultima, a sua volta, trae origine dalla confluenza di almeno tre valli minori, la più importante delle quali, la Val Mezzana, trae origine in prossimità della cima del Monte Splaza (m 1826 slm), al confine con il Comune di Bovegno. A circa 500 metri dal confine ovest, il territorio del Comune di Artogne, nella parte più bassa e pianeggiante, è attraversato, quasi parallelamente al fiume Oglio, dalla S.S. 42. Poche centinaia di metri più a est corrono la linea ferroviaria Brescia-Edolo e ancora più ad est il canale idroelettrico (ex Italsider), che si interseca con la Strada Provinciale I e segna il limite ovest del nucleo centrale di Artogne (m 270 s.l.m.). Il territorio su cui sorge l'abitato di Artogne è caratterizzato dalla morfologia tipica del fondovalle, un enorme conoide di deiezione che si è formato nel corso degli anni con il trasporto dei detriti ad opera del torrente Re (Valle di Artogne).

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 57 Oltre al centro storico del capoluogo, sul territorio comunale insistono altri tre nuclei abitati: la frazione di Piazze (m 717 s.l.m.), la frazione di Acquebone (m 653 s.l.m.) rispettivamente a nord e a sud della valle di Artogne, oltre alla località sciistica di Montecampione (intorno a m 1.100 s.l.m.), che si estende in parte anche sul territorio comunale di Pian Camuno. L'antropizzazione di queste zone è di origine antica, ancora legata all'esigenza di uno sfruttamento intensivo del versante a scopi silvo-pastorali. Nuclei minori e singoli edifici si trovano sparsi sul territorio rimanente ove la giacitura dei terreni, spesso assai pendenti, ne abbia consentito l'edificazione. Con il passare dei decenni, il centro abitato di origine tardo-medioevale si è progressivamente esteso verso valle, oltrepassando il canale ex Italsider, fino a raggiungere la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, creando due maggiori nuclei edificati: il primo in prossimità della stazione ferroviaria, il secondo in località 'Fabbrica'. Tra le notizie storiche di Artogne compaiono molte interpretazioni toponomastiche collegate alla natura dei luoghi, oltre che al nome di antiche famiglie quale ‘Artenius’, nome gentilizio romano. Secondo Guerrini che concorda con Olivieri “la prima parte del nome deriverebbe da Artus=erto ma entrambi ritengono che, al pari di Pisogne, Rogno, Zogno, Cogno, la parte terminale sia collegabile con i termini medioevali ogna-ogne, aventi la stessa radice di onés, che in dialetto significa ontano. Sarebbe pertanto il riflesso della situazione topografica della zona paludosa e poi bonificata con piantagioni di ontani” La formazione della Frazione di Acquebone, collegata ad Artogne nel 1947 con la costruzione di una nuova strada, pare abbia avuto origine dall’esodo di popolazione che da Artogne si allontanava a causa di epidemie, scegliendo questo luogo esposto ‘a meriggio’ (p. Gregorio 1698) le cui origini di nome si rifacevano alla caratteristica delle acque che vi scorrono. Quanto alla Frazione di Piazze, pur non disponendo di sufficiente materiale storico, si indica la derivazione del nome nella parola ‘platea’, da intendersi nel significato di pianoro e non di piazza. Tra altre, la località Castello, le Frise, ai Ruc e la contrada Maserade.

Pian di Artogne, così si chiamava all’epoca, si è separato da Pian Camuno nel 1956, quando, con D.P.R. 14-Dicembre-1956 n°156, reso esecutivo il 14 Febbraio 1957, a quest’ultimo è stato conferito il titolo di Comune autonomo. Con Decreto Governativo del 14-Febbraio-1929, infatti, Pian di Artogne, già autonomo, era stato aggregato a Pian Camuno. la strumentazione urbanistica vigente

Il comune è dotato di Piano Regolatore Comunale approvato con D.G.R. n.46761 del 19.12.1984 la cui variante generale è stata approvata da D.G.R. n. VI/34415 del 30 gennaio 1998. Lo strumento urbanistico è stato sottoposto a successive varianti ai sensi della L.R. n.23/97 e s.i.m..

La revisione generale del PRG di cui sopra era stata effettuata sulla base delle seguenti analisi e valutazioni: 1. valutare le trasformazioni sociali, economiche e territoriali avvenute nel periodo di applicazione del PRG del 1984; 2. approfondire l’indagine conoscitiva della realtà urbana comunale attraverso la redazione di un’analisi dettagliata del patrimonio abitativo in essere ed un inventario degli edifici in centro storico.

Dal punto di vista del dimensionamento, il PRG vigente propone nel decennio 1995-2005 un incremento del volume edificatorio residenziale basato sui seguenti parametri: - incremento della popolazione;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 58 - calcolo del deficit di stanze d’abitazione in essere (sovraffollamento e carenze igienico- sanitarie); - calcolo della quota frizionale definita dai vani necessari a “…garantire una fluidità fisiologica del mercato della casa...”. L’incremento volumetrico proposto è pari a 4.201 vani per un complessivo insediamento di 6.200 abitanti rispetto ai 3.027 abitanti rilevati al 31 luglio 1995 (+105%). E’ inoltre individuata una superficie complessiva di mq 169.197 di servizi comunali (27,29 mq/abitante).

Dopo circa 12 anni di gestione del territorio con il PRG vigente possiamo osservare quanto riportato di seguito: - per quanto concerne il patrimonio edilizio esistente si registrano numerosi interventi di recupero degli edifici in Centro Storico; puntuale anche l’intervento dell’Amministrazione Pubblica che ha provveduto a riqualificare il nucleo antico attraverso il rifacimento di gran parte delle pavimentazioni stradali ed a rinnovare le reti di sottosuolo. - per quanto concerne le aree di completamento ed espansione soggette a Piano Esecutivo, numerose sono le aree non ancora attuate: tale rilevazione riguarda non solo le previsioni edificatorie ma anche le aree destinate a servizi pubblici. Nello specifico valutando la consistenza delle aree edificabili non ancora trasformate si ottengono i seguenti dati:

aree residenziali inedificate mq 48.227,30 aree produttive inedificate mq 0,00 aree per servizi non ancora realizzati mq 28.593,11

In generale le aree che maggiormente hanno assorbito le richieste abitative si caratterizzano come lotti interclusi all’interno degli abitati in essere o a margine dello stesso. Per un’analisi più dettagliata e diretta di tale aspetto si rimanda ad una lettura delle tavole del Documento di Piano relative al Dimensionamento (dp 8a-b- dp 9a-b- dp 10a-b).

l’abitato di Artogne

Piano Territoriale Regionale

L’art.34 della Normativa del PTR sezione PPR, di seguito richiamato, identifica puntualmente i compiti paesaggistici del PGT: 1. I comuni nella redazione dei P.G.T. impostano le scelte di sviluppo urbanistico locale in coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi di tutela paesaggistica contenuti nel Piano del Paesaggio, in particolare: a) recepiscono le presenti norme e assumono gli orientamenti contenuti nel Q.R.P. e negli elaborati dispositivi e di indirizzo del presente piano e del P.T.C.P., ove esistente; b) prendono in considerazione, a tal fine, gli elaborati conoscitivi e di inquadramento paesaggistico messi a disposizione dal presente Piano e dal P.T.C.P., ove esistente;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 59 c) assumono le necessarie misure di inquadramento delle proprie scelte urbanistiche, in forme adeguatamente integrate per il rispetto di valori paesaggistici di rilievo sovracomunale o di interesse intercomunale desumibili dal presente piano e dal P.T.C.P., ove esistente; d) assumono come riferimento metodologico la D.G.R. 29 dicembre 2005, n. 1681 “Modalità per la pianificazione comunale” con specifico riferimento all’allegato “Contenuti paesaggistici del P.G.T.”; e) tengono conto in via prioritaria del recupero e del riuso degli edifici e dei siti abbandonati e della riqualificazione delle aree e degli ambiti di riconosciuto degrado e compromissione paesaggistica. 2. È compito dei comuni nella redazione del P.G.T.: a) predeterminare, sulla base degli studi paesaggistici compiuti e in coerenza con quanto indicato dai “Contenuti paesaggistici dei P.G.T.“ di cui alla D.G.R. 1681 del 29 dicembre 2005 e dalle “linee guida per l’esame paesistico dei progetti” di cui alla D.G.R. 11045 dell’8 novembre 2002, la classe di sensibilità paesistica delle diverse parti del territorio comunale o di particolari aree di esso; b) indicare, per particolare ambiti del territorio comunale, prescrizioni paesaggistiche di dettaglio, che incidono anche sugli interventi edilizi, con specifico riferimento all’attuazione della disciplina di tutela a corredo delle dichiarazioni di notevole interesse pubblico di cui al comma 2 dell’articolo 140 del D. Lgs. 42/2004 e alle prescrizioni di cui al precedente articolo 16bis. 3. In sede di approvazione del P.G.T.: a) viene accertata l‟ adeguatezza dell’apparato analitico e descrittivo del piano nonché la coerenza tra gli elaborati a contenuto ricognitivo e valutativo, da un lato, e quelli a contenuto dispositivo, dall’altro, anche in riferimento alla predeterminazione della classe di sensibilità paesistica dei luoghi e alla definizione di prescrizioni paesaggistiche di estremo dettaglio; b) viene accertata la presenza e la corretta redazione della cartografia di localizzazione degli ambiti assoggettati alla tutela della parte III del D.Lgs. 42/2004, e successive mod. ed int.; c) viene accertata la sostanziale rispondenza del P.G.T.. agli indirizzi e alle strategie del Piano del Paesaggio; d) viene verificato il coordinamento, a fini paesaggistici, con le previsioni dei P.G.T. dei comuni contermini. 4. Il corretto riscontro degli elementi di cui al comma 3, costituisce elemento essenziale ai fini dell’approvazione del P.G.T. e relative varianti. 5. Il P.G.T. per il quale sia stata verificata la rispondenza agli obiettivi di tutela paesaggistica, una volta approvato, assume la natura di atto di maggiore definizione ai sensi dell’articolo 6. 6. Se necessario, la provincia aggiorna e integra il proprio P.T.C.P., per la parte paesaggistica, accogliendovi le indicazioni a specifica valenza paesaggistica del P.G.T. stesso. 7. I Comuni assicurano la coerenza tra pianificazione comunale e indicazioni paesaggistiche del P.T.C.P., a tal fine apportano ai P.G.T. vigenti le modifiche necessarie per renderli coerenti con la disciplina e i contenuti paesaggistici della pianificazione provinciale e i suoi aggiornamenti. 8. Piani attuativi, Programmi Integrati di Intervento (P.I.I.) e Programmi di Recupero Urbano (P.R.U.) assumono come riferimento il Documento di Piano del P.G.T., alle cui determinazioni devono attenersi; in particolare, posto che i suddetti piani costituiscono attuazione di dettaglio della strategia paesaggistica del Documento di Piano, devono essere corredati da apposite relazione ed elaborazioni cartografiche che descrivano e argomentino la coerenza tra P.G.T. nel suo complesso e scelte paesaggistiche operate nella definizione dell’impianto microurbanistico, degli indici urbanistici e delle caratterizzazioni tipologiche in ordine a: - Tutela ambientale, paesaggistica e storico-monumentale dei caratteri connotativi del paesaggio comunale individuati nel quadro conoscitivo e in particolare nella carta condivisa del paesaggio comunale; - Valorizzazione delle relazioni fisiche, visuali e simboliche tra i diversi elementi e luoghi connotativi; - Risoluzione di eventuali criticità correlate a situazioni di degrado o compromissione del paesaggio; - Continuità dei sistemi verdi e del sistema degli spazi e percorsi pubblici - Coerenza dimensionale e morfologica con il tessuto urbano circostante e limitrofo. 9. In assenza di P.G.T. ….(omissis) 10. L’atto di approvazione dei Piani di cui al comma 1, dà conto dell’avvenuta verifica della coerenza delle previsioni e della proposta progettuale con il P.G.T. e il Piano del Paesaggio; l’amministrazione competente può in tal senso acquisire preliminarmente il parere consultivo della Commissione del Paesaggio, ove esistente. 11. Nel caso i piani di cui al comma 8 interessino, anche parzialmente, aree o immobili oggetto di specifica tutela paesaggistica ai sensi dell’articolo 136 del D. Lgs. 42/2004, la relazione e gli elaborati cartografici richiesti devono altresì dar conto della coerenza in merito agli obiettivi di salvaguardia e valorizzazione dei

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 60 suddetti aree e immobili, con specifico riferimento a quanto indicato dalla disciplina di tutela di cui al comma 2 dell’articolo 140 del D. Lgs. 42/2004, ove esistente, dal precedente articolo 16bis e dalla D.G.R. 2121 del 15 marzo 2006.

Per la costruzione del quadro strategico si fa riferimento, oltre che agli obiettivi sopra esplicitati, anche all’appartenenza ai sistemi territoriali individuati dal P.T.R. all’interno della cartografia (tavola 4 della sezione DDP). Il comune di Artogne appartiene principalmente al Sistema Territoriale Pedemontano e marginalmente, in ragione della collocazione geografica, al Sistema Territoriale dei Laghi: dalle zone di versante è possibile godere di viste a lago rivolte verso il Lago d’Iseo ma di fatto gli abitati non sono investiti dai caratteri tipici dei comuni lacustri se non per motivi legati alla percezione di quadri di insieme che coinvolgono il lago e le sue sponde. Il territorio Comunale di Artogne è riconosciuto nella unità tipologica di paesaggio della fascia prealpina (PTR – Sezione III – PPR – abaco vol1).

Piano Territoriale Regionale 2010 -2. PTR DDP Documento di Piano TAV 4 I SISTEMI TERRITORIALI

Sistema territoriale della montagna – fascia prealpina Il Sistema Pedemontano interessa varie fasce altimetriche; è attraversato dalla montagna e dalle dorsali prealpine, dalla fascia collinare e dalla zona dei laghi insubrici, ciascuna di queste caratterizzata da paesaggi ricchi e peculiari. Geograficamente il sistema territoriale si riconosce in quella porzione a nord della regione che si estende dal lago Maggiore al lago di Garda comprendendo le aree del Varesotto, del Lario Comasco, del Lecchese, delle valli bergamasche e bresciane, della zona del Sebino e della Franciacorta, con tutti i principali sbocchi vallivi. Comprende al suo interno città, quali Varese, Como e Lecco, che possono essere identificate come “città di mezzo” tra la grande conurbazione della fascia centrale e la regione Alpina. Diverso è il sistema Bergamo e Brescia che si attesta più a est ai margini delle propaggini collinari ed ai bordi della pianura agricola. Ma tutte insieme queste città, da Varese a Brescia, si identificano come le città di corona del più ampio sistema urbano policentrico di 7,5 milioni di abitanti di cui Milano è polo centrale. È solo nell’insieme che questo sistema urbano costituisce un nodo di importanza europea per connessione al network dei trasporti, per presenza di importanti funzioni per la formazione, per il livello decisionale e il sistema economico nel suo complesso. PTR – Sezione II – DDP

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 61 Oltre all’individuazione di sistemi territoriali, il PTR identifica ambiti di più circoscritta definizione rispetto ai primi, territori più organici, di riconosciuta identità geografica. Essi si distinguono sia per le componenti morfologiche, sia per le nozioni storico-culturali che li qualificano: si delineano, da un lato, attraverso un esame più minuto del territorio, delle sue forme, della sua struttura, delle sue relazioni, dall’altro attraverso la percezione che ne hanno i suoi abitanti o attraverso la costruzione figurativa e letteraria che è servita a introdurli nel linguaggio d’uso corrente. Così, ad esempio, gli abitanti del territorio di Crema si definiscono cremaschi, quelli della Valchiavenna chiavennaschi ecc. e come tali legittimano la loro appartenenza a un ambito, a un linguaggio, a una cultura comune ancorché spazialmente circoscritta. In questo caso l’appartenenza a una determinata area geografica, i cui confini sono molto spesso indefiniti, significa riconoscere in essi un palinsesto generativo fatto di comuni identità culturali, di dialetto, di vicende amministrative, di tradizione, di fatti insediativi tipici ecc. L’uso di questi riconoscimenti deriva sia dalla forza attrattiva dei maggiori centri capoluogo nel suscitare omonimia, sia dalla capacità dei condizionamenti naturali, per lo più orografici, nel determinare territorialità e delineazioni geografiche. Questo secondo caso vale certamente per le vallate alpine che formano territori naturalmente chiusi, seppur con una loro organicità di relazioni, di stimoli culturali e economici con l’esterno; vale meno per la pianura dove l’unico elemento di delimitazione spesso è un corso d’acqua, il quale costituisce talvolta un esile sbarramento alla costituzione di unità omogenee come, ad esempio, nel caso del Lodigiano che conserva una sua porzione di territorio anche al di là dell’Adda. PTR – Sezione III – PPR vol.2

Il comune di Artogne si colloca all’interno dell’ambito geografico della : ambito corrispondente al corso alpino e prealpino dell’Oglio, nella provincia di Brescia. Ben circoscritto in termini geografici, è inoltre dotato di una sua definita identità storica. Sotto il profilo geografico si distinguono tre diverse porzioni di valle: la bassa, dall’orlo superiore del Sebino a Breno; la media, da Breno a Edolo; l’alta, da Edolo al Passo del TonaIe. Racchiude al suo interno la parte lombarda del Gruppo dell’Adamello e del Baitone. I caratteri del paesaggio mutano profondamente nel risalire o nel discendere il corso dell’Oglio. Dall’aspetto alpino, dominato da rocce, ghiacciai, nevai e versanti boscati dell’alta valle, si succede l’influsso termico e ambientale prealpino della media e bassa valle. Anche l’antropizzazione aumenta con il diminuire del livello altimetrico: al fondo valle chiuso e incassato di alcuni tratti della porzione superiore della valle ( è un significativo esempio di costrizione insediativa) si succedono conche o pianori di sufficiente ampiezza nella media valle dove si collocano i centri maggiori (Breno, Boario Terme, ). L’allargamento del solco vallico nella parte bassa aumenta le vocazioni insediative e genera rilevanti fenomeni espansivi sia di carattere residenziale, sia di carattere commerciale o altrimenti produttivo (cfr. l’area urbanizzata , Costa Volpino, Darfo-Boario Terme). Ne viene pregiudicato l’assetto agricolo del fondovalle che conserva buoni connotati di paesaggio soprattutto laddove si compone sui conoidi, si terrazza sui versanti, si adagia sui dossi e sulle conche moreniche. A ciò si aggiunge la spessa coltre boschiva che, nella dominanza del castagno, vivifica e integra l’assetto delle coltivazioni tradizionali. Nella parte alta della valle, le resinose si distribuiscono asimmetricamente sui versanti a seconda della più o meno favorevole esposizione climatica. Due i momenti storici che connotano il paesaggio storico della valle. Rilevantissimo quello preistorico che conferisce alla Valcamonica il primato di maggior comprensorio europeo d’arte rupestre, e pure notevole quello rinascimentale e successivo che, soprattutto nella produzione artistica e architettonica, rileva personaggi di spicco e una singolare elaborazione culturale in grado di plasmare con tipicità diversi scenari urbani locali. PTR – Sezione III – PPR vol.2

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La Vegetazione

Inquadramento vegetazionale Il Comune di Artogne presenta una particolare forma allungata in direzione Ovest-Est, con quote comprese tra i 210 m s.l.m. e i 2052 m s.l.m. del Monte Muffetto, spartiacque tra la Val Camonica e la Valle Trompia. Il lungo crinale che dalla Loc.tà Piazze di Artogne sale verso il Corno Torricella, quindi raggiunge il Dosso Bassinaletto e poi il Dosso Beccheria di Bassinale (1.970 m slm), costituisce lo spartiacque naturale che delimita il confine amministrativo tra i Comuni di Gianico ed Artogne. Dal punto di vista idrografico, il territorio è caratterizzato dalla presenza di un collettore principale, la Valle del Re di Artogne, che nel suo tratto più a valle (sotto i 250 m slm di quota) delimita il territorio dei due Comuni di Artogne e Pian Camuno, mentre più in alto funge da ricettore di una serie di vallecole laterali che, soprattutto in sponda orografica sinistra, presentano situazioni di accidentalità molto marcate, quali la Valle del Corazzino sotto Montecampione, la Valle dell’Inferno fortemente dissestata, la Val Maione, le Valli Bassinale e Bassinaletto.

Sulla fascia pedemontana sono presenti, a partire dai 350 m s.l.m. i castagneti fino a raggiungere formazioni di quote più elevate quali i piceo-faggeti e le peccete, intervallate dalla presenza dei prati e dei pascoli nei siti meno acclivi. La vegetazione ricopre così tutto il territorio comunale, dalle quote più basse fino alle cime più alte dislocate lungo il crinale che separa le due più estese vallate bresciane (Val Camonica e Val Trompia). Partendo da NE si incontrano in successione verso SW il Monte Rosello (2030 m slm), il Monte Muffetto (2.052 m slm), il Monte Splaza ( 1825 m slm), fino a raggiungere la dorsale di Monte Campione (1831 m slm), da cui prende il nome la nota stazione sciistica di Artogne e Pian Camuno.

La vegetazione risulta tipica delle aree prealpine con clima temperato e regime pluviometrico di tipo sub-equinoziale. È possibile inquadrare l’intera area nel distretto geobotanico Camuno- Caffarese della regione forestale Esalpica Centro-Orientale Esterna che così viene definita: Nello specifico il territorio si caratterizza per la presenza di una vegetazione tipica delle aree prealpine con clima temperato e regime pluviometrico di tipo sub-equinoziale. Dal punto di vista vegetazionale l’area è più propriamente inquadrata nel distretto geobotanico Camuno- Caffarese della regione forestale Esalpica Centro-Orientale Esterna che così viene definita: “La regione esalpica s’incontra successivamente alla fascia collinare e comprende i primi rilievi prealpini di una certa rilevanza altitudinale. In questa regione prevalgono nettamente le latifoglie anche se non mancano formazioni di conifere costituite prevalentemente da pinete di pino silvestre. Gli abeti, pur talvolta presenti, sono stati introdotti dall’uomo anche se successivamente possono essersi diffusi spontaneamente. La loro caratteristica differenziale principale, rispetto alla regione mesalpica, è lo loro rapida crescita e il precoce invecchiamento, fatto di notevoli ripercussioni selvicolturali. Altro carattere peculiare di questa regione, è che le formazioni altitudinalmente terminali, che spesso ricoprono anche la sommità dei rilievi, sono ancora costituite prevalentemente la latifoglie. La sub-regione Esalpica Centro Orientale Esterna si incontra soprattutto dove prevalgono i substrati carbonatici ed è caratterizzata dalla presenza dell’orizzonte submontano dei querceti di roverella e degli orno-ostrieti, intervallati, nelle situazioni a minore evoluzione edafica dalle pinete di pino silvestre e in quelle più favorevoli, ma assai rare, dagli aceri-frassineti. Nell’orizzonte montano e in quello altimontano dominano invece nettamente le faggete che trovano in questo ambiente le condizioni ottimali di sviluppo. La subregione esalpica esterna comprende le parti medio-basse di tutte le valli centrali Lombarde (Val Camonica, Val Seriana, Val Brembana) (…)”(DEL FAVERO R., 2002).

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Secondo la classificazione fitoclimatica proposta da Pavari il territorio in oggetto può essere suddiviso nelle seguenti fasce fitoclimatiche: Castanetum, sottozona fredda: si caratterizza per il clima con precipitazioni annue > 700 mm, temperature medie annue da 10 a 15°C. È presente dal piano di fondovalle fino ai 900 - 1000 m di quota. In esso trovano diffusione le latifoglie meso-termofile quali il castagno e le querce (rovere e roverella) associate ad altre latifoglie. Fagetum: contraddistingue la fascia altimetrica superiore al castanetum, fino ai 1500-1600 m di quota. Presenta climi temperato-freddi, con estate fresca, temperature medie annue da 6°C a 12 °C. Il faggio rappresenta la specie forestale caratteristica della fascia fitoclimatica, anche se a tratti relegato a specie minoritaria, a vantaggio delle conifere microterme, picea e larice, ampiamente diffuse dall’uomo nei secoli scorsi. Picetum: è la fascia fitoclimatica compresa tra quota 1500-1600 m s.l.m. e il limite superiore della vegetazione arborea. Presenta climi freddi con temperature medie annue che si aggirano tra i 3° - 6°C. È caratterizzata da boschi di conifere, abete rosso, abete bianco e larice, circostanti i pascoli. Alpinetum: rappresenta la fascia compresa tra il limite del bosco e quello della vegetazione. Nell'Alpinetum non sono presenti boschi d'alto fusto, le piante arboree assumono la forma arbustiva per meglio adattarsi ai forti venti ed al peso della copertura nevosa: i tronchi sono contorti e striscianti. Le formazioni di conifere si fanno più rarefatte e lasciano progressivamente spazio alle lande alpine o formazioni cacuminali (lariceti, alneti e vegetazione rupestre).

Un altro metodo di analisi vegetazionale è quello biocenotico proposto da Schmid. Questo metodo si basa su unità fondamentali della vegetazione, o “cingoli”, caratterizzati da uniformi esigenze ecologiche, climatiche e pedologiche, e contraddistinti dalla presenza di un determinato corredo floristico nello strato erbaceo comprendenti le specie ad areale di diffusione uguale od affine. La serie che interessa il territorio di Artogne comprende i seguenti cingoli standard: - Q pub (Quercus pubescens) inquadrabile con i settori più soleggiati e quindi caldi dell’Orizzonte Submontano; - QTA (Quercus-Tilia-Acer) per le zone, non necessariamente fresche, dell’Orizzonte Montano Inferiore; - FA (Fagus-Abies) in tutto l’Orizzonte Montano Inferiore in corrispondenza delle stazioni più fresche, pur se ridotto in consistenza per le ripetute azioni antropiche dirette e indirette tendenti a un suo drastico ridimensionamento spaziale; - P (Picea) nell’Orizzonte Montano e Altimontano. Grossomodo corrispondente alla fascia altitudinale del Picetum, ovunque caratterizzato dalla dominanza dell’abete rosso nelle associazioni; - LxC (Larix-Cembra) corrispondente alle formazioni arboree più elevate dominate dai radi lariceti; - (VC) Vaccinium-Loiseleuria e (CE) Carex-Elyna.

Secondo la classificazione adottata dalla “Carta dei Boschi Comunali della Valle Camonica” (HOFFMAN e PODA -1979), i boschi del territorio di Artogne risultano inquadrabili nei seguenti principali tipi vegetazionali:  piano submontano (basale), esteso fino a circa 1.000 m di altitudine, o Corylo-frassineti e Castagneti a nocciolo: localizzabili nella fascia pedemontana, a ridosso dell’abitato di Artogne, estesi fino a circa 500-600 m di quota dove l’ingresso significativo del faggio cambia fisionomia al bosco;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 64 o Faggeti eutrofici: identificati lungo tutta una fascia di media quota che si presenta al limite superiore dell’orizzonte submontano dove predomina nettamente il faggio;  piano montano compreso tra il limite superiore del piano submontano e quota 1.600 m circa, o Abieti-faggeti eutrofici e preclimacici; trattasi di cenosi arboree di grande interesse vegetazionale per la rilevante partecipazione sia del faggio che dell’abete bianco, che partecipa da vero protagonista all’edificazione del soprassuolo forestale; o Peccete montane mesofile; presenti lungo una fascia altimetrica compresa tra le quote di 1200 m s.l.m. e 1600-1700 m s.l.m., corrispondenti al limite superiore delle formazioni arboree più chiuse;  piano subalpino, esteso dai 1.600 m di quota, fino al limite superiore della vegetazione arborea, o Lariceto subalpino fresco; occupa la fascia di vegetazione arborea più alta in quota, presente nell’intorno o al di sopra della zona delle malghe comunali più elevate;  vegetazione azonale o Consorzi rupicoli a picea e larice.

Inquadrando la vegetazione del territorio su base tipologica è possibile osservare le seguenti categorie forestali, elencate in senso acropeto: - ROBINIETO - CASTAGNETO - FAGGETA - PICEO-FAGGETO - ABIETETO - LARICETO - ALNETO

ROBINIETI La presenza della robinia è poco consistente, solitamente si trova sull’areale del castagno a cui si accompagna. È presente nelle zone con maggior assolazione e nelle aree antropizzate della fascia bassa e pedemontana del versante. CASTAGNETI Il castagneto presente in Comune di Artogne è caratterizzato da una buona capacità produttiva, sia per la potenza dei suoli delle stazioni di basso versante, sia per la gestione attenta che è stata fatta negli anni. Infatti la castagnicoltura appartiene alla coltura della popolazione, la quale, nei decenni addietro, ha basato parte dell’alimentazione sulla castagna. Prova ne sono le bellissime formazioni di castagneto da frutto ancor oggi coltivate nella zona con criteri di scelta varietale e attuazione di cure colturali entrate a far parte della buona pratica agricola tradizionale di questi luoghi. FAGGETE Salendo di quota, il castagneto è sostituito dalle formazioni dominate dal faggio. A quote inferiori sono presenti le Faggete submontane dei substrati silicatici, mentre a quote superiori è possibile trovare il faggio nel suo optimum espresso nella Faggeta montana tipica. Queste formazioni sono sempre state gestite a ceduo. Generalmente l’estensione delle formazioni pure di faggio non è mai considerevole, ma quasi sempre al di sotto delle sue effettive potenzialità. PICEO-FAGGETI L’elevato grado di mescolanza con il faggio delle formazioni dominate dal peccio, presenti sul territorio del Comune di Artogne, permette di inquadrarle nell’ambito della tipologia forestale

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 65 Piceo-faggeto dei substrati silicatici. Le specie dominanti possono spesso essere accompagnate dall’abete bianco e dal larice a formare varianti al tipo principale. LARICETI Nella parte terminale, dove le condizioni ambientali diventano limitanti e il bosco diventa rado, le formazioni forestali vedono l’ingresso del larice, che spesso diventa dominante e in ambiente subalpino, va a formare i Lariceti tipici. Si tratta di boschi poco densi con la presenza di arbusti quali il rododendro, il ginepro e l’ontano verde che completano la copertura del suolo, la cui valenza principale è indubbiamente quella ecologico-paesaggistica. ALNETI Negli ambienti ricchi d’acqua o soggetti a lunga permanenza della neve al suolo fanno ingresso le specie del genere Alnus. Più precisamente, nelle zone di fondovalle, sulle sponde dei corsi d’acqua principali fino all’Oglio, sono presenti sia l’ontano bianco sia l’ontano nero in mescolanza con i salici. Mentre salendo di quota, nelle zone meno favorevoli quali canaloni ripidi, versanti sommitali delle vallecole secondarie, aree pascolive meno vocate, è presente l’ontano verde, specie di ambienti freschi. ALTRE FORMAZIONI Altre formazioni presenti su superfici piuttosto limitate sono i corileti, i saliceti, le formazioni particolari a pioppo tremulo, a maggiociondolo, a sorbo degli uccellatori.

La Fauna

La fauna presente sul Comune di Artogne comprende molte delle specie tipiche degli ambienti alpini, comprese in diverse Classi (e altre categorie sistematiche) riportate di seguito.

Tra gli Uccelli è stata riscontrata la presenza del Gallo forcello (Tetrao tetrix) e del Francolino di monte (Bonasa bonasia) appartenti all’Ordine dei Galliformi e in particolare alla Famiglia dei Tetraonidi.

L’habitat del Gallo forcello è situato nella fascia subalpina, soprattutto in zone di ecotono in presenza di boschi misti di abete rosso e larice a contatto con aree di brughiera e prateria alpina. Le radure e chiarie pascolate da bestiame bovino, ricche di specie a foglia caduca (larice, betulla, ontano verde, faggio e sorbo) e la notevole diffusione del rodoreto-vaccinieto confermano l’elevata vocazionalità di alcune aree del Comune di Artogne nei confronti della specie. Un altro Galliforme presente sul territorio è la Coturnice (Alectoris graeca saxatilis) appartenente alla Famiglia dei Fasianidi. Il suo habitat si situa, solitamente, dopo il limite del bosco, in presenza di pareti rocciose spesso pendenti e di pascoli utilizzati ricchi di specie apparteneti alla Famiglia delle Graminacee. L’Ordine degli Strigiformi è rappresentato sul territorio di Artogne dal Gufo reale (Bubo bubo) e dalla Civetta capogrosso (Aegolius funereus), due rapaci notturni. Il Gufo reale è legato ad ambienti diversificati capaci di offrire una buona disponibilità di prede durante l’intero arco dell’anno. Per la caccia predilige territori costituiti da ambienti aperti o da foreste rade e dai margini delle boscaglie. La Civetta capogrosso invece predilige le formazioni boschive dell’orizzonte montano, quali le peccete montane, caratterizzate da alte percentuali di larici, con diponibilità di tronchi con vecchi fori di Picchio nero (Dryocopus martius) principale luogo di nidificazione da parte della specie. Un’altra specie è rappresentata dall’Allocco (Strix aluco). In questo caso l’habitat è spostato più in basso, tra l’orizzonte collinare e quello montano, nelle formazioni di latifoglie con orniello, carpino nero e roverella, ma soprattutto con castagno. È infatti nei vecchi esemplari di castagno che l’allocco trova il luogo ideale per nidificare. Le prede preferite sono Gliridi, Micromammiferi e Passeriformi. È stato osservato che una gestione del bosco orientata verso la riconversione progressiva del ceduo in alto fusto favorisce l’allocco, soprattutto incrementando le latifoglie.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 66 Sul territorio del comune sono presenti anche il Gufo comune (Asio otus) e Civetta nana (Glaucidium passerinum). Il primo frequenta ambienti aperti o coltivi alternati a boschi non troppo fitti, predando Micromammiferi, Passeriformi, Rettili, Anfibi e Invertebrati, mentre la seconda, il più piccolo Strigiforme europeo, predilige le peccete montane con una buona partecipazione di larice, i lariceti puri, o le aree a prato o pascolo arborati (larici). La Civetta nana nidifica nelle cavità di Picchio nero (Dryocopus martius) e di Picchio rosso maggiore (Dentrocopos maior). Passando all’Ordine dei Piciformi il Picchio nero (Dryocopus martius) rappresenta la specie più diffusa, ma in densità molto limitata. I suoi territori sono molto estesi ed è un uccello stanziale; si ciba prevalentemente di insetti che abitano il legno quali coleotteri e formiche. Nidifica nelle cavità degli alberi da lui stesso scavate che si distinguono per la forma ovale del foro di accesso. Un’altra specie è rappresentata dal Picchio rosso maggiore (Dentrocopos maior), diffuso soprattutto nei boschi misti. La sua alimentazione consiste in insetti che caccia sia nel legno sia sotto la corteccia e in semi ricchi di grassi. L’ultimo tra i picchi è il Picchio verde (Picus viridis), presente nei boschi di latifoglie e nei boschi misti, anch’esso nidifica nelle cavità degli alberi da lui stesso scavate. Passando all’Ordine dei Falconiformi sul territorio del Comune di Artogne è possibile incontrare l’Aquila reale (Aquila chrysaetos)superpredatore al vertice dell’ecosistema alpino. Predilige come aree vitali gli ambienti aperti ed accidentati, con pareti rocciose scoscese adatte per la nidificazione. Tra le sue prede vi sono Carnivori, Ungulati, Roditori, Lagomorfi, Tetraonidi. Una specie molto diffusa è il Gheppio (Falco tinnunculus). Questa specie depone le uova in nicchie situate nella roccia in alta quota; caccia nelle praterie e lungo i ripidi versanti rocciosi a rada copertura arborea e arbustiva. Anche il Pellegrino (Falco peregrinus) nidifica in nicchie rocciose e predilige per la caccia gli spazi aperti con la presenza di uccelli di taglia media e piccola. Lo Sparviere (Accipiter nisus), a differenza dei precedenti, predilige le zone boscate del piano montano alternati da radure e nidifica su piante giovani, non molto alte. Predilige boschi e ambienti aperti (prati e pascoli) per la caccia di piccoli uccelli. È diffuso, ma in densità limitata. L’Astore (Accipiter gentilis) invece preferisce cacciare nelle foreste mature sia uccelli di media taglia sia mammiferi (scoiattoli); il suo habitat si colloca nell’orizzonte subalpino, in particolare nelle peccete subalpine miste a larice, che presentano una struttura rada che ben si addice alla sua tecnica di caccia. Anche nel caso dell’astore la densità non è mai elevata. Infine la Poiana (Buteo buteo), rapace legato ad ambienti aperti ricchi di micro mammiferi. Il suo habitat ideale è rappresentato dalla pecceta montana alternata ad aree prative che utilizza per la caccia. Quest’alternanza tra bosco e prato è indispensabile alla conservazione della specie. Le specie appartenti alla classe dei Mammiferi presenti sul territorio del Comune di Artogne sono numerose, di seguito è riportato un elenco per raggruppamenti. Uno degli esponenti più affascinante tra gli Ungulati è il Camoscio (Rupicapra rupicapra). Questa specie frequenta ambienti caratterizzati dalla presenza di versanti ripidi e rocciosi, di canaloni con cespuglieti a ontano verde o rododendro con larici sparsi, praterie, margini di pietraie e cenge erbose. Durante l’anno utilizza habitat diversi, compiendo dei veri e propri spostamenti verticali. Per quanto riguarda l’alimentazione il camoscio fa parte dei ruminanti e pascolatori di tipo intermedio tra i selettori stretti e i generalisti. Scendendo di quota, in habitat caratterizzati dall’alternanza tra vaste zone boscate ed aree a pascolo con essenze arbustive è possibile trovare il Cervo (Cervus elaphus), una specie di notevoli dimensioni. I cervi hanno un ampio home range a diverse altitudini, in cui si spostano durante le diverse stagioni per evitare il disturbo causato dalle attività antropiche. Ruminante pascolatore selettivo di tipo intermedio, questo Cervide è un animale poco selettore nella scelta del cibo, ma capace di modificare atteggiamento in funzione della disponibilità alimentare e delle esigenze metaboliche relative alle diverse fasi annuali. La stagione invernale appare la più critica e delicata per la specie quando il Cervo va incontro a un elevato dispendio energetico a causa della termoregolazione.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 67 Nelle aree dove vi è un maggiore grado di frammentazione tra bosco e aree aperte (indice di ecotono) con presenza abbondante di sottobosco si rileva la presenza del (Capreolus capreolus). Brucatore, ricerca cibi nutrienti e facilmente digeribili scegliendo con cura le essenze vegetali. A differenza del Cervo l’altezza e la permanenza del manto nevoso, durante la stagione invernale, condizionano la sopravvivenza della specie. Passando ai Carnivori è segnalata la presenza della Volpe (Vulpes vulpes), specie dall’ampio spettro trofico, diffusa e particolarmente adattabile, trova condizioni di vita negli ambienti più vari quali le vicinanze dei centri abitati, le superfici boscose che utilizza come rifugio, le zone aperte, quando caccia durante la notte. Tra i Mustelidi presenti nel territorio in questione c’è l’Ermellino (Mustela erminea) specie di ambienti caratterizzati dalla presenza di sassaie, tane di roditori e talpe. Vive predando uccelli, roditori e piccoli mammiferi. Altra specie è rappresentata dalla Donnola (Mustela nivalis) che frequenta gli ambienti più disparati e risulta legata alla presenza dei topi sue tradizionali prede e anche la Faina (Martes foina) specie che occupa un’ampia varietà di habitat, di attività crepuscolare e notturna frequente nei pressi degli insediamenti umani presenti nell’area di indagine dove trova i propri nascondigli e dove caccia piccoli mammiferi, fonte del suo nutrimento insieme a uccelli, insetti, bacche e frutta. Infine la Martora (Martes martes) legata alle vaste zone forestali costituite da boschi di conifere, rifugge i luoghi scoperti ed evita qualsiasi insediamento umano. Tra gli appartenenti all’Ordine dei Lagomorfi troviamo la famiglia dei Leporidi tra cui la Lepre comune (Lepus europaeus) e la Lepre variabile (Lepus timidus). La prima si può spingere fino ad un’altezza di 2000 m s.l.m., dalle abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne, trova nei territori in esame, caratterizzati da prati adibiti allo sfalcio e prati pascolo in attualità di utilizzazione a ridosso del bosco, le condizioni favorevoli alla sua ecologia. A causa della forte rarefazione della specie, diverse negli ultimi anni sono state le liberazioni di lepri, provenienti da cattura o da allevamento, nel territorio in questione e nelle aree limitrofe ad esso, per ripopolamento ai fini venatori. La Lepre variabile vive sopra i 2000 m s.l.m. e frequenta le praterie e gli alti pascoli in particolare in estate. Infine tra i Roditori le specie presenti nel territorio in esame sono lo Scoiattolo (Sciurus vulgaris), la Marmotta (Marmota marmota), il Ghiro (Glis glis), oltre a varie specie di topi e arvicole.

Carte condivise del Paesaggio

Questo capitolo tiene conto delle indicazioni dell’Art 84 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Brescia (in base alle quali lo studio paesistico di dettaglio alla scala comunale, integrativo dei P.G.T., deve essere “redatto in riferimento alle componenti delle unità paesistiche evidenziate nell’analisi paesistica del P.T.C.P. ed ai loro caratteri identificativi, nonché elementi di criticità e indirizzi di tutela riportati nell’Allegato 1” delle stesse NTA) e recepisce, in particolare, i contenuti e le indicazioni dell’Allegato A dei criteri attuativi della Legge per il Governo del Territorio del dicembre 2005 “Contenuti paesaggistici del PGT.”

OGGETTO Ai sensi della LR. 12/2005 ed in linea con la D.G.R. VIII/1681 Modalità per la pianificazione comunale, i Comuni costruiscono, come approfondimenti e dettaglio del PTR e del PTCP, la carta condivisa del Paesaggio e la carta della Sensibilità (scala 1:5.000/1:10.000), e dettano nei vari atti del PGT disposizioni operative di tutela e valorizzazione per le componenti, le unità di paesaggio e gli ambiti territoriali locali secondo le vocazioni unitarie. La componente paesaggistica è componente essenziale della pianificazione urbanistica, strumento preventivo di controllo in ordine alle destinazioni d’uso e alle modalità di intervento, onde garantire che le trasformazioni siano operate con il massimo rispetto in assonanza con le configurazioni geomorfologiche, fisico-ambientali e con le preesistenze insediative, nell’obiettivo di una forma globale della struttura urbana fortemente connotata.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 68 DIRETTIVE In riferimento alle componenti evidenziate nell’analisi paesaggistica del PTCP (Tavola 2), e ai loro caratteri identificativi, nonché elementi di criticità e indirizzi di tutela riportati nell’Allegato I alle N.T.A. “il sistema del paesaggio dei beni storici – disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della Provincia di Brescia” e inoltre alle disposizioni di cui al presente Titolo, la fase ricognitiva, interpretativa e valutativa, effettuata dai comuni ed estesa all’intero territorio comunale, deve verificare la presenza e la qualità delle componenti e di individuare gli ambiti caratterizzati da omogeneità e rilevanza paesaggistica e percettiva. L’individuazione delle componenti paesaggistiche potrà essere oggetto di maggior definizione dei perimetri e delle individuazioni nell’ambito della redazione della componente paesaggistica del PGT, purché venga garantita la loro continuità fisica attraverso i territori comunali contermini. In relazione agli ambiti e alle componenti del paesaggio i PGT dovranno individuare la sensibilità paesistica dei luoghi. A riguardo il PTCP individua, nell’allegato I alle NTA, le classi di ingresso assegnate alle diverse componenti (cfr. D.G.R. 11045 del 8/11/2002 in merito alle linee guida per l’esame paesistico dei progetti). La componente paesaggistica del PGT potrà essere redatta in forma associata da Comuni e Comunità montane, che potranno a tal fine utilizzare le azioni di coordinamento di cui all’art. 13.

Variante di adeguamento alla LR 12 del PTCP della Provincia di Brescia adottato – art.84 – La componente paesaggistica del PGT – (ex Il Piano Paesistico Comunale)

Il quadro conoscitivo assume dal punto di vista del paesaggio un ruolo fondamentale nella definizione e nell’aggiornamento delle scelte di pianificazione. La conoscenza paesaggistica attraversa le diverse componenti del territorio, naturali e antropiche, considerandone le specificità proprie e le relazioni che le legano tra loro in modo caratteristico ed unico dal punto di vista fisico-strutturale, storico-culturale, visivo, percettivo- simbolico. Il quadro conoscitivo deve permettere sia di inquadrare la realtà locale nel contesto più ampio (i sistemi paesaggistici non seguono le suddivisioni amministrative del territorio), sia di indagare le specificità proprie dei luoghi e il valore ad essi assegnato dalle popolazioni locali; questa esigenza si traduce nell’elaborazione delle carte di inquadramento territoriale e paesistico, redatte attraverso estratti delle cartografie di riferimento provinciali, nonché nella predisposizione di cartografie che indagano nel dettaglio la realtà comunale oggetto di pianificazione. Le informazioni raccolte e gli elementi significativi rilevati sono stati riportati nelle Carte Condivise del Paesaggio, che raccolgono in forma organica le indicazioni, acquisite nella fase ricognitiva, attinenti alla qualità e alle condizioni del paesaggio nelle sue diverse componenti. Ciò anche - e soprattutto - allo scopo di passare da una rappresentazione del paesaggio come mero “repertorio di beni” a una lettura che metta adeguatamente in evidenza le relazioni tra i beni stessi, e in particolare quelle relazioni di continuità e di contiguità spaziale e visiva che costituiscono lo specifico della dimensione paesaggistica in quanto distinta dalle dimensioni storica, naturalistica, geomorfologica ecc.

Lo studio del paesaggio a livello sovralocale e comunale è stato raccolto e descritto in dieci tavole tematiche costituite dalle Carte condivise del Paesaggio: dp 3a.1 carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico-territoriale P.T.C.P. Tavola Paesistica-Tavola di struttura dp 3a.2 carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico-territoriale P.T.C.P. Tavola Viabilità – Rete Ecologica – S.U.S. dp 3b carta condivisa del paesaggio: inquadramento paesistico territoriale: componenti PTR – PPR per il territorio comunale – Adeguamento al PTR dp 3c carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale dp 3d carta condivisa del paesaggio: capacità d’uso del suolo dp 3e carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio storico culturale dp 3f carta condivisa del paesaggio: componenti del paesaggio urbano dp 3g carta condivisa del paesaggio: valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli dp 3h carta condivisa del paesaggio:componenti identificative,

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 69 percettive e valorizzative del paesaggio - visualità dp 3i carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi

Si descrivono di seguito le carte del paesaggio sopra elencate.

LA FASE RICOGNITIVA La fase ricognitiva di analisi è dettagliatamente descritta all’interno delle carte condivise del paesaggio di inquadramento territoriale, di ricognizione degli aspetti legati al paesaggio fisico, naturale, agro-forestale, di interesse storico e urbano.

Inquadramento paesistico territoriale P.T.C.P. (Tavole dp 3a1 e dp 3a2)

Nella tavola dp 3a1 - inquadramento paesistico–territoriale P.T.C.P. vengono riportati due estratti del Piano Territoriale di Coordinamento vigente della Provincia di Brescia che includono il territorio del comune di Artogne e parte dei comuni limitrofi. In particolare sono stati riportati:  l’estratto della tavola paesistica (in scala 1:25000);  l’estratto della tavola di struttura di piano (scala 1:50000). La tavola paesistica illustra e descrive, in forma sintetica, le principali componenti paesistiche descritte nell’Allegato I alle N.T.A del PTCP e precisamente: - le componenti del paesaggio fisico e naturale; - le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale; - le componenti del paesaggio storico-culturale; - le componenti del paesaggio urbano; - criticità e degrado del paesaggio; - rilevanza paesistica.

Per una descrizione esauriente delle componenti, si rimanda all’Allegato I delle N.T.A del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia. Le componenti indicate dall'Allegato I delle NTA del PTCP riguardano aspetti paesistici specifici del territorio; per ogni componente il P.T.C.P. descrive i caratteri identificativi, gli elementi di criticità, gli indirizzi di tutela. Si preferisce, in questo ambito di inquadramento, non approfondire ulteriormente l’esame di quanto riportato nelle Tavole Paesistiche del P.T.C.P. perché, in linea con il principio di miglior definizione espresso dal P.T.R., argomento di più approfondita indagine delle Carte condivise del Paesaggio, alla scala locale. La lettura del territorio a livello comunale, in chiave paesistica, non può prescindere da un'analisi di un contesto più ampio; gli elementi fisici, ambientali, o del territorio urbanizzato che distinguono e caratterizzano ambiti territoriali limitati, sono riconducibili ad ambiti geografici più ampi che presentano (per la loro posizione geografica sul territorio, per le particolari condizioni climatiche, per i tipici aspetti morfologici, per il contesto storico-culturale) caratteri peculiari ed elementi identificativi non sempre di facile leggibilità.

Come emerge dall’osservazione dell’estratto della “tavola paesistica” del PTCP, il territorio ha natura prevalentemente montana e boscata. I boschi di latifoglie si sviluppano, partendo dall’abitato, lungo il corso del torrente Reno in val d’Artogne, fino ad abbracciare val Bassinaletto e val Mezzana raggiungendo una quota di circa 1700 m s.l.m. Sempre sul versante montano, da quota circa 1000 m s.l.m fino al fondovalle, i castagneti da frutto occupano tutta la fascia inferiore, in pendenza, del territorio comunale, affiancandosi ai

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 70 boschi di latifoglie; mentre nei versanti a forte pendenza, in prossimità della loc. Bassinaletto, il PTCP individua una vegetazione naturale erbacea e cespuglietti di versante. La Tavola evidenzia, oltre a pascoli e prati permanenti caratteristici di fondovalle e pedemontani, i prati-pascolo di mezza costa, posti in prossimità e immediatamente sopra la frazione di Piazze e ad anello attorno alla località di Montecampione. La medesima componente caratterizza il territorio comunale da quota 1700 m circa, dove la pendenza del versante si attenua ed il bosco si dirada. All’interno delle componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale, il PTCP individua alcune malghe, baite, rustici sparsi nella parte montana del territorio.

La porzione di territorio comunale posto a fondovalle è attraversata dalla strada provinciale n.1 (che collega il comune di Pisogne a quello di Darfo B.T.), fiancheggiata per buona parte del suo percorso dalla rete ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, e dalla strada statale n.42 del Tonale e della Mendola a circa 200 m dal corso del fiume Oglio.

L’edificato principale si sviluppa alle pendici del versante, a monte del canale idroelettrico, e si dirama verso valle lungo le direttrici stradali principali (via Carducci e via G. Leopardi) che lo collegano alla strada provinciale. Il Piano individua, inoltre, tra le aree edificate la frazione di Piazze e Acquebone e la località di Montecampione, posta a confine col comune di Pian Camuno, a quota di circa 1100 m s.l.m.. In prossimità del centro abitato principale ed a tratti anche all’interno di esso, il PTCP rileva delle aree a destinazione seminativi e prati in rotazione ed, in minima parte, a vigneti. Le aree urbanizzate sono attraversate dalla componente ambiti di elevato valore percettivo indicata dal piano provinciale in forza dell’esistenza di ambiti che per rapporto di reciprocità percettiva, per relazioni strutturali di natura storico-culturale o ambientale costituiscono quadri paesistici caratterizzati da omogeneità d’insieme che richiedono una specifica tutela specifica dell’integrità e della fruizione visiva. Tale componente si estende a fascia lungo l’antica via Valeriana, evidenziata dal Piano Provinciale come itinerario di fruizione paesistica. A monte del centro storico, viene collocato un land marks, cioè un luogo di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzato da bene storico puntuale. Il PTCP individua inoltre gli ambiti delle trasformazioni condizionate. Sono gli ambiti, prevalentemente inedificati, contigui o non agli abitati. Tali ambiti sono suscettibili ad una trasformazione urbanistica, compatibile paesisticamente con le componenti di contesto. Sono aree caratterizzate da fattori di naturalità residuale, ambiti agricoli in via di dismissione o con caratteri di marginalità produttiva e da presenza di frange urbane, anche nella forma conurbativa. Trattasi per lo più di aree liminari rispetto ai sistemi insediativi prevalenti, sovente caratterizzate da aspetti di compromissione urbanistica, dispersione di frange urbane, infrastrutturazione etc. L’individuazione delle direzioni dello sviluppo urbano è da ricercarsi coerentemente agli indirizzi di tutela delle componenti areali, lineari o puntuali interessate. La cartografia del P.T.C.P. indica invece le direzioni sconsigliate finalizzate ad evitare fenomeni di conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessate. Nello specifico, la componente è presente tre volte all’interno del comune di Artogne:  a valle del nucleo di antica formazione, lungo via Carducci in corrispondenza del canale ex Italsider,;  la porzione di territorio compresa tra i due maggiori nuclei edificati lungo la Strada Provinciale Prima, l’uno in prossimità della stazione ferroviaria, l’altro in località 'La Fabbrica',  sempre lungo la Strada Provinciale Prima, l’area a confine con il Comune di Gianico.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 71 Il secondo estratto riportato nella tavola dp 3a1 “tavola di struttura” relativo all’inquadramento territoriale descrive a livello provinciale il sistema della mobilità. Con riferimento alla Tavola di struttura del P.T.C.P., le vocazioni d’uso del territorio, riportate sulla tavola, rappresentano le partizioni in cui possono essere riconosciute le funzioni territoriali, tenuto conto delle indicazioni espresse negli altri sistemi ambientale, paesistico, infrastrutturale, al fine di evitare commistioni e contaminazioni fra usi che tendono a ricondurre il territorio ad unico ambiente urbanizzato o semiurbanizzato con perdita di valenze, significati e qualità. Nello specifico il P.T.C.P. individua le zone a prevalente non trasformabilità a scopo edilizio, cioè aree che presentano situazioni oggettive di rischio, di pendenza, di valore naturalistico ed ambientale, di significatività paesistica, di rispetto dei monumenti, di salvaguardia delle infrastrutture e di elementi naturali; indica inoltre le zone di controllo, vale a dire l’insieme degli ambiti specificati nelle norme dei singoli sistemi (ambientale, del paesaggio e dei beni storici, della mobilità, insediativo) nei quali la trasformabilità del suolo a scopo edilizio è fortemente condizionata dai caratteri ambientali e paesistici del sito con lo scopo di un’individuazione sintetica degli ambiti che presentano particolari problematiche circa le trasformazioni e per negativo dei siti neutri dal punto di vista ambientale paesistico. La tavola di struttura riconosce le zone a diversa vocazione d’uso; in particolare riconosce i centri storici, le zone a mix prevalentemente residenziale, le zone a mix prevalentemente produttivo e gli insediamenti turistici. Artogne vede collocati sul proprio territorio ambiti funzionali diversi: la funzione residenziale si concentra a ridosso dei nuclei di antica formazione e lungo le direttrici stradali principali; la zona industriale si concentra in un’area posta a nord-ovest rispetto al centro storico, tra la stazione ferroviaria ed il confine con il comune di Gianico; l’insediamento turistico è identificato con la frazione di Montecampione.

La tavola di inquadramento paesistico–territoriale dp 3a.2 riporta ti seguenti estratti del PTCP:

- classificazione della rete stradale provinciale; - progetto definitivo della rete ecologica; - sistemi urbani sovra comunali; - carta degli ecomosaici.

L’estratto del P.T.C.P. recante la Classificazione della Rete Stradale Provinciale, individua la funzione della rete nel territorio e indica quali principali e più importanti arterie di collegamento tra il capoluogo di Provincia ed i comuni bresciani. L’estratto che riporta la classificazione funzionale delle strade individua il tracciato della Strada Provinciale n.1 e la Strada Statale n.42 del Tonale e della Mendola.

L’estratto dal P.T.C.P. che propone il Progetto Definitivo della Rete Ecologica Provinciale identifica gli elementi areali essenziali che costituiscono l’ossatura del progetto speciale di rete ecologica e indica il ruolo specifico di tali elementi ai fini di un riequilibrio dell’ecosistema su cui si appoggia il territorio bresciano. Gli ambiti spaziali prefigurati dallo schema non hanno uno specifico valore amministrativo (quali ad esempio gli azzonamenti e le aree vincolate delle pianificazioni tradizionali), quanto piuttosto un valore di orientamento e di armonizzazione delle politiche in vista di un riequilibrio ecologico complessivo. Da un punto di vista strettamente ambientale- paesaggistico, le reti ecologiche sono una proposta di gestione integrata dello spazio fisico territoriale che, tutelando le interconnessioni tra gli habitat, rappresentano un elemento indispensabile ai fini della conservazione della biodiversità e della sostenibilità, in relazione al fatto che uno dei problemi dell’attuale uso del suolo è la frammentazione del territorio.

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PTCP Elementi di rete ecologica

Il progetto di rete ecologica provinciale mette in evidenza “ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa”, “matrici naturali interconnesse alpine”, “aree principali di appoggio”, “varchi tra l’edificato a rischio di occlusione”, “Corridoi fluviali principali”

L’area del territorio urbanizzato e degli areali a contorno dello stesso sono caratterizzati dall’elemento ambiti urbani e periurbani della ricostruzione ecologica diffusa: la fascia dell’alta pianura a contatto con i rilievi è caratterizzata da una forte presenza insediativa ed infrastrutturale che determinano una elevata criticità. In questo ambito risulta necessario il recupero del territorio attraverso la conservazione, la ricostruzione e valorizzazione dei beni e dei differenti contesti territoriali in quanto potenziali risorse paesistico - ambientali; il mantenimento di un equilibrato rapporto fra aree edificate e infrastrutturate e territorio libero, il ripristino dei degradi artificiali e naturali, l’arricchimento delle componenti che possono assumere un ruolo attivo nella ricostruzione del paesaggio.

L’ambito del versante a monte del centro abitato è caratterizzato dall’elemento matrici naturali interconnesse alpine: l’ambito montano è connotato dalla prevalenza di unità ecosistemiche naturali o paranaturali che costituiscono la matrice fondamentale della porzione montana della provincia. In tali aree risulta opportuno il mantenimento delle valenze naturalistiche ed ecologiche intrinseche anche in considerazione del loro ruolo ecologico rispetto a quelle degli ambiti confinanti favorendo azioni di sviluppo locale ecosostenibile ed un adeguato governo degli effetti ambientali delle trasformazioni.

L’area a quote più elevate è definita quale area principale di appoggio in ambito montano; per tali ambiti si riconosce la valenza provinciale, essi presentano elementi di pregio naturalistico e habitat di interesse comunitario. Relativamente al territorio comunale essi caratterizzano l’ambito montano in località Bassinale, verso il confine con Gianico.

Tra l’abitato di Artogne e quello di Pian Camuno il Piano identifica un varco tra l’edificato a rischio di occlusione. Tali varchi sono aree nelle quali sono intercorsi, partendo da nuclei insediati distinti, significativi processi di urbanizzazione e di infrastrutturazione la cui prosecuzione lungo le direttrici di espansione potrebbe pregiudicare in modo definitivo le linee di permeabilità ecologica

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 73 residue. Si assume che la prosecuzione in tali punti dei processi di urbanizzazione produrrebbe il completamento della frammentazione ecologica e territoriale, con le criticità conseguenti. Tali aree si configurano quindi come varchi a rischio da preservare pena un possibile pregiudizio per lo sviluppo della rete ecologica. (PTCP adottato)

Il fiume Oglio e le sue rive costituiscono un corridoio fluviale principale che si sviluppa lungo tutta la valle. I corsi d’acqua, all’interno dell’ecomosaico complessivo svolgono ruoli specifici, che devono essere riconosciuti e separati da quelli dei sistemi terrestri ai fini della rete ecologica. Un flusso idrico permanente costituisce una linea naturale di continuità (seppure direzionale). Le sponde dei corsi d’acqua e le fasce laterali presentano inoltre impedimenti intrinseci (topografici e legati agli eventi di piena) per la realizzazione di edifici e di opere di varia natura. Per questi motivi è lungo i corsi d’acqua che, in territori fortemente antropizzati quali quelli della Pianura Padana, si ritrovano più facilmente elementi residui di naturalità. Le condizioni ecologiche sono peraltro specifiche (facies igrofile ed acquatiche, ambienti ripari ad elevate pendenze) molto spesso non rappresentative delle aree circostanti. Queste aree funzionali sono state appoggiate ai principali corsi d’acqua naturali. (PTCP adottato)

La Tavola dp 3a2 riporta, inoltre, l'estratto del PTCP relativo ai sistemi urbani sovracomunali (S.U.S.) presenti sul territorio provinciale, ovvero una proposta di suddivisione della Provincia in sistemi urbani, con peso di popolazione abbastanza omogeneo e in qualche modo già strutturata attorno a centralità evidenti espresse dalla dotazione di servizi. I sistemi urbani sovracomunali sono gli ambiti in cui si articola l’organizzazione territoriale della Provincia e sono stabiliti dal P.T.C.P. in base all’attività di concertazione con i Comuni e con le Comunità Montane avvenuta durante la formazione del P.T.C.P.. stesso. Essi sono così suddivisi: 1. Brescia e Comuni vicini (Centro ordinatore: Brescia); 2. Val Camonica (Centro ordinatore: Darfo-Boario Terme. Centri integrativi: Breno, Edolo); 3. Franciacorta e Sebino (Centri ordinatori: , Iseo, , Palazzolo s/O); 4. Valtrompia (Centri ordinatori: e . Centri integrativi: , ); 5. Val Sabbia (Centri integrativi: , e , Idro); 6. Garda Bresciano (Centri ordinatori: Salò, Desenzano); 7. Chiari (Centro ordinatore: Chiari); 8. – Leno – (Centri ordinatori: Orzinuovi, Leno e Manerbio); 9. (Centro ordinatore: Montichiari). I comuni appartenenti ai S.U.S. si appoggiano, nella gestione e nell'organizzazione delle attività e dei servizi, come si deduce dall'elenco sopra esposto, a “centri ordinatori” (di cui si è già spiegata la natura e la funzione più sopra); l'obiettivo è una più armonica distribuzione sul territorio degli elementi costituenti il sistema dei servizi (sanitari, assistenziali, sociali) e il sistema insediativo in generale. Artogne appartiene all’ambito sovraccomunale della Val Camonica composto da 41 comuni: Angolo Terme, Artogne, , Artogne, Bienno, Borno, , Breno, Capo di Ponte, Cedegolo, , Ceto, Cevo, , , , Darfo Boario Terme, Edolo, Esine, Gianico, , , , , , , , , , , , Pian Camuno, , Prestine, Saviore dell'Adamello, Sellero, Sonico, Temù, Vezza d'Oglio, , .

L’estratto dalla Carta degli Ecomosaici identifica, ai fini della proposta di P.T.C.P., gli ambiti del territorio provinciale per cui si possa riconoscere, partendo da un’analisi tecnica delle unità ambientali presenti, un significativo livello di unitarietà dal punto di vista del funzionamento

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 74 ecologico: essa individua, al momento presente, 72 ecomosaici e tale riconoscimento è alla base delle scelte del progetto di rete ecologica provinciale. Viceversa, ogni elemento della rete ecologica appartiene ad uno o più degli ecomosaici individuati, che ne costituiranno il contenitore naturale. L'areale distributivo di ciascuna specie animale o vegetale viene influenzato da numerosi e complessi fattori naturali (climatici, orografici, biologici, etc). Attualmente le attività umane sono diventate un'ulteriore, a volte determinante, fattore che ne influenza la distribuzione e l'abbondanza. La frammentazione può essere definita come il processo che porta ad una progressiva riduzione della superficie degli ambienti naturali e ad un aumento del loro isolamento. Attraverso questo processo, estese superfici naturali vengono a costituire frammenti spazialmente segregati e progressivamente isolati inseriti in una “matrice” territoriale di origine antropica. Quest'ultima, a sua volta, può influenzare la fauna, la vegetazione e le condizioni ecologiche degli ambienti ora isolati. Quando in un'area forestale si vengono a formare ambienti aperti e di margine, si assiste ad un aumento dell'eterogeneità ambientale, che può portare, dapprima ad un aumento del numero delle specie a causa dei differenti ambienti venutisi a formare (naturali, antropici, di margine) e successivamente, alla diminuzione de alla conseguente scomparsa delle specie tipiche degli ambienti preesistenti, mentre aumentano quelle comuni, opportuniste, tipiche degli ambienti di margine. Queste sono quasi sempre caratterizzate da un'alta capacità dispersiva e di colonizzazione e possono competere ed esercitare una forte pressione di predazione sulle specie originarie. L'insieme degli eventi che intervengono nelle aree marginali e di contatto fra ambienti diversi è denominato “effetto margine”. In queste zone, possono instaurarsi cambiamenti microclimatici (luce, temperatura, vento), biologici ed ecologici che portano così ad amplificare le conseguenze della frammentazione sulla fauna. Questi ambienti di transizione, inoltre, possono avere caratteristiche proprie, ospitando specie e condizioni ecologiche particolari. Come conseguenza si arriva ad avere una parziale sostituzione delle specie originarie con altre generaliste ed antropofile. Con l'avanzare del processo, l'ambiente naturale comincia progressivamente a risentire della matrice circostante, fino a che, i processi ecologici vengono ad essere esclusivamente dominati dagli ambienti antropici limitrofi. Il processo di trasformazione del territorio per cause antropiche ha portato alla strutturazione di “ecomosaici”, a diverso grado di eterogenità. In un ecomosaico terrestre si possono distinguere una matrice antropica, venutasi a formare per scomparsa ed alterazione di ambienti naturali, e dei frammenti di ambiente naturale, distinguibili in base alla loro area, morfologia e qualità ambientale. Tali componenti (matrice, habitat, etc.) possono influenzare in modo differente i naturali movimenti dispersivi della fauna. Gli ambienti naturali possono così subire un isolamento forzato, venendosi a trovare in condizioni simili (anche se non identiche) a quelle esistenti nelle isolo propriamente dette e ciò ha indotto ecologi e biogeografi a tentativi di estrapolazione, in contesti terrestri, della teoria della biogeografia insulare. Artogne appartiene a più di un “ecomosaico”, gli ecomosaici individuati sono: ECM 26: Fondovalle della media-bassa Val Camonica. ECM 27: Convalli orientate ad ovest e sud-ovest della media bassa Val Camonica. ECM 30: Ambito montuoso a nord-est dalla bassa Val Camonica ECM 31: Sistema dei rilievi dei monti Agolo e Guglielmo

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Inquadramento paesistico-territoriale: componenti P.T.R.-P.P.R. per il territorio comunale Tavola dp 3b L’elaborato grafico riporta i seguenti elementi del P.T.R. A - Ambiti geografici ed unità tipologiche del paesaggio: si individua puntualmente l’ambito delle valli prealpine con paesaggi di valli, versanti e rilievi che caratterizzano il contesto comunale. Oltre agli elementi puntualmente segnalati nell’elaborato grafico il Piano propone la tutela e la valorizzazione di mulattiere sentieri, ambiti agricoli di versante e dorsali in genere. B - Elementi identificativi e percorsi di interesse paesaggistico: il contesto territoriale comunale è interessato da tali componenti per la presenza di un geosito di rilevanza comunale in Località Montecampione. Il Piano individua inoltre gli ambiti ad elevata naturalità posti oltre i 1000 m.s.l.m., la viabilità storica e di interesse paesaggistico nonché le norme di tutela e valorizzazione delle specifiche componenti ambientali. E - Viabilità di rilevanza paesaggistica: il PTR-PPR individua sul territorio comunale di Artogne il Tracciato Guida Paesaggistico n.31 – Linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo quale tratto ferroviario a bassa velocità di prevalente richiamo locale che lungo il proprio tracciato offre particolari scorci di interesse panoramico e paesaggistico da preservare e valorizzare. F -Riqualificazione paesaggistica: ambiti ed aree di attenzione regionale. Si individuano a livello comunale: . Ambiti sciabili (in Loc. Montecampione); . Conurbazioni lineari lungo i tracciati viabilistici di fondovalle; Si tratta di criticità ambientali che caratterizzano puntualmente alcuni ambiti territoriali e per i quali è importante definire specifiche strategie di sviluppo.

Il Piano approfondisce anche attraverso specifiche Norme Tecniche di attuazione le componenti sopra richiamate nonché altre tematiche paesistico-ambientali di maggiore dettaglio.

Componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale Tavola dp 3c La definizione degli usi del suolo e la conseguente elaborazione della carta “Componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale” in scala 1:10.000 è stata condotta mediante foto interpretazione di ortofoto aeree digitali (voli 1998 e 2003) integrata da rilievo diretto degli usi del suolo attuali. Le tipologie d’uso rilevate sono le stesse della Tavola Paesistica del P.T.C.P. della Provincia di Brescia, in particolare sono state individuate, ad una scala di maggior dettaglio, le componenti del paesaggio fisico e naturale e quelle del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale.

COMPONENTI DEL PAESAGGIO FISICO E NATURALE - Aree idriche, ghiacciai, nevai, laghetti alpini; - Pascoli, prati permanenti e non; - Vegetazione naturale erbacea e cespuglieti dei versanti; - Boschi di latifoglie, macchie e frange boscose, filari alberati; - Boschi di conifere; - Crinali e loro ambiti di tutela; - Corpi idrici principali: fiumi, torrenti e loro aree adiacenti, ribassate rispetto al piano fondamentale della pianura e delimitate da orli di terrazzo, aree sabbiose e ghiaiose; - Ambiti di particolare rilevanza naturalistica e geomorfologica (singolarità botaniche, rarità geologiche e geomorfologiche);

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 76 COMPONENTI DEL PAESAGGIO AGRARIO E DELL’ANTROPIZZAZIONE COLTURALE - Colture specializzate: vigneti; - Colture specializzate: castagneti da frutto; - Colture specializzate: frutteti; - Altre colture specializzate; - Seminativi e prati in rotazione; - Seminativi arborati; - Pioppeti; - Terrazzamenti con muri a secco e gradonature; - Navigli, canali irrigui, cavi, rogge, bacini artificiali; - Aziende agricole e loro pertinenze, allevamenti, maneggi; - Malghe, baite, rustici.

Di seguito è riportato l’estratto della carta. Come è possibile notare, la carta offre una lettura immediata del territorio dove le diverse componenti sono distrubuite omogeneamente con un livello di frammentazione molto basso

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L’insieme delle componenti sopraccitate definisce l’uso del suolo del Comune di Artogne e dall’analisi dei dati emerge l’importanza del sistema agricolo-forestale, infatti il comparto interessa il 91,4% dell’intero territorio. Il sistema agricolo occupa il 36% del territorio e risulta incentrato sulla zootecnia, con superfici a prato e pascolo estese su circa 718 ha (34,2% del territorio).

Prati e pascoli Il paesaggio naturale è stato modificato dalle attività agricole. La copertura boscata è stata interrotta, nel passato, da elementi del paesaggio agrario, quali prati e pascoli, giustificati dalla presenza di un importante settore zootecnico, fonte di sussistenza primaria per la popolazione, notevolmente contratto ai giorni nostri. All’alternarsi di zone a bosco e prato/pascolo si aggiungono anche le zone coltivate, a formare un paesaggio dinamico e articolato, il tradizionale paesaggio prealpino. Negli ultimi anni il cambiamento dei comportamenti della popolazione, che ha visto una riduzione delle attività connesse all’agricoltura, sta portando a sostanziali modifiche del paesaggio. Infatti, generalmente, ad un abbandono delle pratiche di sfalcio e di pascolamento corrisponde una lenta ed incessante ricolonizzazione da parte del bosco, che riduce la frammentarietà del paesaggio e gli elementi di pregio.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 78 La minor gestione dei prati-pascoli delle quote più elevate dovuta a carichi limitati, spesso condotti con tecniche di pascolamento non razionali, porta ad un peggioramento di quest’importante componente. Nello specifico una conduzione non adeguata del pascolo può portare ad un’azione selettiva del bestiame sul cotico, con maggior consumo delle specie più appetite ad alto valore foraggero e rilascio delle più scadenti, oltre ad un’espansione sempre maggiore delle macchie di arbusti e del bosco. A queste si associano effetti, altrettanto negativi, dovuti al sovraccarico esercitato in spazi limitati, solitamente quelli di facile accesso, ricchi di buone specie foraggere, vicini a punti di abbeveraggio, o in prossimità dei fabbricati con conseguente rottura del cotico ed erosioni dovute ad eccesso di calpestio (sentieramenti, aree di mandratura), oltre ad un incremento della flora nitrofila nelle zone di lunga sosta del bestiame (accumuli di deiezioni). Nella carta delle “Componenti del paesaggio fisico, naturale, agrario e dell’antropizzazione colturale” le superfici prative, comprendendo in queste i prati stabili e i prati arborati, sono localizzate nelle zone di fondovalle e pedemontane, mentre e i pascoli e i pascoli arborati, sono rinvenibili nella parte alta del territorio, a partire dalla zona di mezzacosta (1000 m c.a). Alle quote superiori, ai limiti superiori della vegetazione arborea, si trovano le superfici pascolive delle malghe Valmaione, Bassinale, Bassinaletto e Splaza.

Boschi di latifoglie, boschi di conifere, cespuglieti e frange boscose Una porzione rilevante del territorio del Comune di Artogne, circa 1'148.52ha, corrispondenti al 54,77%, è interessata da formazioni forestali. Si tratta di formazioni a latifoglie mesofile (654 ha, 31,2% del territorio totale) e di formazioni a prevalenza di conifere (289 ha, 13,8% del territorio totale). La maggior parte della superficie forestale del Comune di Artogne è di proprietà privata. I boschi pubblici sono gestiti dal Consorzio Forestale Bassa Valle Camonica, per l’attuazione degli interventi programmati dal Piano di Assestamento dei beni silvo-pastorali. I boschi di latifoglie, costituiti prevalentemente da castagneti e faggete, ammantano interamente il versante a monte dell’abitato fino alla quota di circa 1000 m s.l.m.. Si tratta di boschi con funzione produttiva, governati prevalentemente a ceduo per la produzione di paleria per usi agricoli e legna da ardere. Nei tratti ad orografia migliore alcuni lembi di faggeta sono stati oggetto di interventi di conversione all’alto-fusto. I boschi di conifere sono diffusi alle quote superiori e sono costituti da Piceo-faggeto dei substrati silicatici.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 79 I cespuglieti costituiti da alnete di ontano verde sono diffusi nel piano sub-alpino, nei pressi delle aree pascolive e nei canaloni più ripidi. Nel loro complesso i boschi del Comune di Artogne, oltre alle citate funzioni produttiva e di difesa idrogeologica del territorio, assumono rilevante importanza in termini di diversificazione e arricchimento del paesaggio, ed ecologica, quali elementi naturali di interconnessione degli habitat (elementi di reti ecologiche).

Castagneti I castagneti da frutto, presenti con buona diffusione nel piano submontano (10% delle formazioni forestali), rappresentano la relitta testimonianza di un’economia di sussistenza legata alla produzione e commercializzazione della castagna e dei suoi derivati. Dopo la fase di abbandono delle coltivazioni, verificatasi nel secondo dopoguerra per mutate condizioni socioeconomiche e a causa del diffondersi di gravi fitopatie che hanno fortemente colpito il castagno, oggigiorno la coltivazione dei castagneti da frutto suscita interesse sia per la riscoperta delle proprietà organolettiche delle castagne e dei suoi derivati sia per il profondo legame con la cultura delle popolazioni di montagna.

Il castagneto ha rappresentato una delle principali fonti di reddito, se non l'unica, per molte zone montane grazie alla produzione di frutti e legname: ciò ha influenzato la sua diffusione in tutta la fascia sub-montana del settore alpino e prealpino della regione Lombardia, spesso ben oltre i limiti ecologici della specie. Per la costituzione del paesaggio i castagneti da frutto in attualità di coltura costituiscono elementi di notevole pregio per caratteristiche estetico-paesaggistiche. Per tale ragione, oltre che per le pregiate produzioni di castagne, la loro coltivazione andrebbe sostenuta e incentivata. È da segnalare la recente diffusione del cinipide del castagno che, nelle aree colpite, porta a notevoli cali di produzioni. Aree detritiche e versanti rocciosi Le aree detritiche e rocciose sono rappresentata da superfici limitate nel Comune di Artogne, localizzandosi solo nella porzione sommitale del territorio, sulle pendici nord del Monte Muffettoe sul versante sud del crinale che da Dosso Bassinale scende verso il Corno della Torosella.

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Crinali I crinali delimitano i confini alti del territorio comunale, sullo spartiacque tra il territorio della Valle Camonica e della Val Trompia. Le cime e i crinali sono elementi caratterizzanti e distintivi del paesaggio montano, oltre a dividere valli principali e valli secondarie, ne indicano il profilo (sky-line). Corpi idrici principali Il territorio è caratterizzato dal punto di vista idrico dal Fiume Oglio, che delimita il territorio comunale sul fondovalle Camuno e dalla presenza di un collettore principale, la Valle del Re di Artogne. Il tratto più a valle del torrente (sotto i 250 m s.l.m. di quota) delimita il territorio Comune di Artogne da quello del Comune di Pian Camuno, mentre il tratto più in alto raccoglie una serie di vallecole laterali, presentando, soprattutto in sponda orografica sinistra, situazioni di accidentalità molto marcate, quali la Valle del Corazzino sotto Montecampione, la Valle dell’Inferno, la Val Maione, le Valli Bassinale e Bassinaletto. Vigneti L’esposizione sfavorevole del territorio di Artogne non lo rende idoneo alla coltivazione della vite. Nonostante questi limiti i vigneti occupano lo 0,3% della superficie comunale pari 5.82 ha. Questa componente è quindi una caratteristica del paesaggio tradizionale di Artogne, in particolare del passato uso del territorio, da conservare e tutelare. In questo senso sono tate promosse delle campagne di sensibilizzazione e di incentivazione dagli Enti comprensoriali. Il risultato ha visto un cambio nella tendenza all’abbandono delle coltivazioni degli ultimi anni controvertita da un ritrovato interesse per le produzioni legato al riconoscimento dell’IGT Valcamonica e alla costituzione del “Consorzio Volontario di Tutela del Vino ad Indicazione Geografica Tipica della Valle Camonica”. Frutteti I frutteti interessano una piccola porzione del territorio, pari ad un 1,78ha di superficie, principalmente localizzati in prossimità all’abitato. Occupano aree che hanno subito l’abbandono della coltivazione della vite e che sono state riconvertite a frutteto a prevalente uso familiare. Seminativi e prati in rotazione La presenza dei seminativi di fondovalle, tuttora diffusi su oltre 31,26 ha nella zona del fondovalle, costituisce la testimonianza storica di un trascorso agricolo di rilevante importanza per le comunità locali ed elemento essenziale nella composizione del paesaggio delle aree agricole di rilevanza produttiva della pianura. Terrazzamenti I terrazzamenti rappresentano un elemento costante e distintivo del paesaggio montano. Sono il segno di antiche sistemazioni agrarie, perfettamente inserite nell’ambiente grazie anche all’utilizzo della pietra, un materiale coerente con il territorio. I cambiamenti economico-sociali degli ultimi anni ha portato all’abbandono dei terrazzamenti, spesso in forte degrado e invasi da specie arboree, o sostitutiti da muri in calcestruzzo con pietre a vista. Malghe, baite, rustici Il patrimonio edilizio legato all’attività pastorizia in quota risulta costituito dalle malghe. Alcune sono situate oltre il limite del bosco, quali malga Valmaione, Bassinale, Bassinaletto e Splaza e altre in ampi spazi alternati al bosco quali Malga Longarino, Cascina Brocca Secca, Fontanelli. Questi elementi rappresentano un patrimonio storico culturale da tutelare e valorizzare.

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Carta della capacità d’uso dei suoli Tavola dp 3d La “Carta della Capacità d’uso del suolo” è tratta dalla Cartografia Geoambientale alla scala 1:10.000, per la quale la valutazione della capacità d'uso dei suoli a fini agro-silvo-pastorali si riferisce al sistema di classificazione "Land Capability Classification (LCC)” largamente usato per la valutazione del territorio rurale. Tale sistema prevede la suddivisione del territorio in categorie secondo il numero e la gravità delle sue limitazioni fisiche alla crescita delle colture. La gerarchia è costituita dalle seguenti 8 classi, indicate da un numero romano crescente in funzione dell’aumentare delle limitazioni:

Classe II: suoli con moderate limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono pratiche per la conservazione del suolo; Classe III: suoli con intense limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono speciali pratiche conservative; Classe IV: suoli con limitazioni molto forti che restringono drasticamente la scelta colturale e/o richiedono pratiche di gestione accurata; Classe V: suoli privi di rischi erosivi ma con limitazioni ineliminabili tali da restringere l'uso alle attività silvo-pastorali; Classe VI: suoli con severe limitazioni che li rendono inadatti alle coltivazioni e limitano il loro uso al pascolo, alla forestazione e al mantenimento dell'ambiente naturale; Classe VII: suoli con limitazioni molto severe, inadatti alle coltivazioni tali da rendere difficile anche l'attività silvo-pastorale; Classe VIII: suoli con limitazioni che precludono il loro uso per fini agro-silvo-pastorali e restringono lo stesso a fini ricreativi, estetici e al mantenimento dell'ambiente naturale.

Oltre alle Classi si distinguono 4 sottoclassi, definite da uno o due suffissi riportati dopo il numero della classe, indicanti il tipo di limitazione con il seguente significato: e - rischio di erosione; w - eccesso di acqua; s - limitazioni pedologiche all'interno dello strato di esplorazione delle radici; c - limitazioni climatiche.

La porzione di territorio pianeggiante di fondovalle presenta Capacità d’uso del suolo di classe IIIs e VIIIs nei pressi del fiume Oglio. Salendo verso la fascia pedemontana le superfici sono interessate dalla classe IVs fino a raggiungere le classi VII e VIIIs. Sul territorio sono state riscontrate anche delle sottoclassi di erosione, in classe 6, nell’area sopra Plagne, a confine con il Comune di Pian Camuno e nei rilievi sopra la Valle del Bassinetto. Nelle ultime due zone è presente anche la sottoclasse c (limitazioni climatiche).

Componenti del paesaggio storico e culturale Tavola dp 3e La Tavola definisce i segni antropici proiettati sulle caratteristiche prominenti del territorio che disegnano il profilo del paesaggio e che di questo costituiscono lo “sfondo”. Tali segni rappresentano gli elementi salienti della storia dell’uomo, che vi ha lasciato un’impronta indelebile, sotto forma di insediamenti abitativi, impostazione colturale, manufatti e infrastrutture

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 82 a servizio delle esigenze di vita, lavoro, culto e riposo. Tali elementi costituiscono le componenti del paesaggio storico-culturale. Ricollegandosi all’Allegato I del P.T.C.P., il Paesaggio storico-culturale del Comune di Artogne può essere considerato composto da alcune componenti principali:  Nuclei di antica formazione  Rete stradale storica principale e secondaria,  Sentieri e percorsi storici;  Rete ferroviaria storica e stazione ferroviaria;  Edifici storici civili e religiosi;  Manufatti storici (fontane, santelle, edicole sacre, cappelle,…).

Mappa della Valle Camonica XVI secolo, Musei Vaticani

Centri e nuclei storici L’area urbanizzata, è costituita dai tre nuclei storici edificati che formano il Comune di Artogne. Questi sono, oltre al capoluogo, le frazioni di Piazze e Acquebone, oltre al più recente insediamento turistico-sportivo di Montecampione. La frazione di Piazze, situata a 700 m s.l.m. in direzione nord est rispetto al capoluogo, è stata edificata in sponda destra alla Valle di Artogne, in buona esposizione, circondata da prati e da boschi che le fanno da cornice superiore. La frazione di Acquebone si trova sul versante opposto della stessa Valle di Artogne, a quota 650 m s.l.m., con esposizione nord e ad est rispetto al capoluogo, anch’essa circondata a monte da prati pascoli e boschi cedui.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 83 L’abitato di Artogne e le sue due frazioni includono ciascuno un nucleo storico, ben definito, che presenta alcune caratteristiche, sia nella tipologia delle costruzioni, sia nei materiali utilizzati, tipiche della Valle Camonica.

Le origini Il paese prende origine da un antico luogo fortificato posto sulla importante strada Valeriana, che percorreva in tutta lunghezza la Valle Camonica. La probabile etimologia del nome «Hart Thon» (fortezza recintata) potrebbe deporre in tal senso. Non basta però un frammento di lapide romana ad attestare la presenza in loco di un pagus (borgo) romano. Forse in zona erano presenti dei recinti in cui venivano ricoverati i capi di bestiame che poi salivano in altura per l'alpeggio. Questo sistema di allevamento, ancora diffuso sulle nostre montagne, è una pratica antichissima per sfruttare in ogni periodo dell'anno i vasti prati, posti appena oltre il limitare dei boschi. Il medioevo Come tutta la bassa Valle Camonica, in epoca carolingia il territorio fu donato ai monaci del convento francese di Tour. Attorno all'anno mille sembra che la chiesa di Sant'Andrea sia stata elevata a prima parrocchiale. Con l'avvento dell'economia curtense, sono i vescovi e feudatari che la fanno da padrone. Nel XII secolo, mediante scambi territoriali e donazioni imperiali, la Valle diviene feudo del vescovo di Brescia, che nella zona investe di beni e benefici la nobile famiglia dei Brusati (12 marzo 1233).Nel 1331 le vaste proprietà di Ghirardo Brusati, nel territorio di Artogne e Gratacasolo, furono acquistate da Zanone e Ziliolo, figli di Bojaco Federici di Gorzone.Sembra che proprio da questi accorpamenti di proprietà appartenenti ad antiche famiglie nobiliari, in molti casi decadute, abbia origine la potenza della famiglia Federici, che in breve tempo divenne, nei suoi innumerevoli rami, la più potente casata della Valle Camonica.Per quattro secoli il ramo artognese domina nel comune tanto che ha il patronato sulla chiesa della Madonnina, proprietà ed edifici un po' dappertutto, dal Castellino, alla Piazzola, all'lmavilla. Oltre agli stemmi con scacchiera e aquila, una testimonianza in tal senso è data dalla lapide murata in ingresso a casa Cotti Cometti, in Via 4 Novembre, con la scritta: «Hoc opus F.F. nobilis vis Iovhannes filis spect.s viri Reynaldi de Federiciis anno d. 1471». Il Dominio veneto Dal 1428 al 1797 Artogne passa sotto il dominio Veneto della Serenissima Repubblica. I Federici si avvicinano a più riprese e secondo le convenienze politiche del momento, alla nobiltà bresciana ed al Vescovo Berardo Maggi, allora Duca di Valle Camonica.Anche per questo motivo il ramo artognese nel 1454 viene iscritto nell'elenco dei nobili bresciani. Il 1580 fa registrare la severa visita del Card. Carlo Borromeo, che, oltre le sue prescrizioni per l'addobbo delle chiese, raccomanda di stare lontani dalle idee giansenistiche e protestanti che avevano fatto la loro timida e fugace comparsa anche in valle. Nel Catastico del 1610 redatto da Giovanni da Lezze, Artogne risulta avere una vasta autonomia comunale. La regione amministrativa comprendeva già le terre poste a mezza montagna di Piazze e Acquebone; la terra di Artogne produceva «scarsi cereali ed uve, ma molte castagne, fieni, pere e mele».Fonte notevole di reddito erano appunto le castagne secche e la produzione di biscotti, apprezzati anche fuori dalla Valle Camonica. La vicinia Dopo il periodo di dominazione dei signorotti locali nasce una certa autonomia e prendono vita le Vicinie, che fino al periodo napoleonico si identificano con le municipalità. Sul piano economico ha inizio la bachicoltura, il cui fiorire è testimoniato dell'antica filanda in via Alberzoni. Il XIX e il XX secolo Con la Repubblica Cisalpina, Artogne entra nel dipartimento bergamasco del Serio e perde la sua autonomia comunale. Dopo la restaurazione post napoleonica tutta la Valle Camonica passa sotto il dominio austriaco e durante le guerre risorgimentali alcuni artognesi partecipano a questi aneliti di italianità. Artogne dopo la proclamazione del Regno d'Italia è nuovamente aggregata amministrativamente a Brescia. Durante il ventennio fascista, nel 1927, avviene la fusione con il comune di Pian Camuno originando «Pian d'Artogne». Nel 1957 riottiene l'indipendenza amministrativa e ritorna Comune autonomo. www.comune.artogne.bs.it

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 84 i nuclei di antica formazione

Analizzando la cartografia storica comunale relativa al Catasto Napoleonico (1811-1813) attraverso un confronto con l’attuale individuazione dei nuclei di antica formazione del capoluogo e di piazze, si possono ricavare alcune interessanti informazioni: la rete viaria sembra rimanere inalterata e la definizione del Centro Edificato sembra quasi coincidere con l’attuale identificazione. Di fatto le porzioni dell’abitato di antica formazione mantengono intatta la propria identità urbana, ed in parte edilizia, dai primi anni del 1800 ad oggi.

Il nucleo di antica formazione del capoluogo risulta ad oggi profondamente trasformato con lacerazioni del tessuto urbano derivanti da ristrutturazioni spesso poco coerenti con il contesto dell’abitato. In rapporto alla consistenza edilizia del centro storico, non sono molte ad oggi le testimonianze del costruito originario. Di fatto, i fabbricati che ancora mantengono integri i caratteri tipologici originari, sono riconducibili a complessi di modeste dimensioni mentre i fabbricati non caratterizzati da elementi architettonici di pregio, ma che ancora mantengono caratteri tipologici tipici della ruralità dei centri camuni sono stati oggetto di ristrutturazione.

Sono però ancora leggibili alcune caratteristiche ambientali d’insieme quali: - il capillare ed a volte angusto reticolo viario che permane a tratti inalterato anche se l’originario selciato che caratterizzava la pavimentazione è gradualmente scomparso sotto pavimentazioni bituminose; - la relativa integrità di gran parte delle cortine edilizie lungo le strade; - la conservazione di edifici di interesse tipologico che in alcuni casi risultano non abitati ma con ancora buone possibilità di recupero; - la conservazione di alcune originarie aree di pertinenza dei fabbricati quali: orti, broli e cortili caratterizzati da portali di accesso in pietra a volte lavorati e decorati; - la presenza di interessanti elementi architettonici, costruttivi e decorativi quali: i portali di ingresso, i sottopassaggi voltati e non, alcuni porticati e loggiati con colonne in arenaria grigia.

Le tavole di rilievo degli edifici in centro storico hanno messo in evidenza l’elevata percentuale di edifici già oggetto di recupero che hanno perso le originarie caratteristiche ed il rapporto con il contesto urbano; non pochi sono inoltre gli interventi che hanno prodotto realtà, anche di nuova edificazione, nettamente in contrasto con le origini storiche dell’ambito. E’ quindi indispensabile intervenire introducendo una normativa finalizzata alla tutela delle caratteristiche tipologico – ambientali del nucleo antico, ancora intatte e riconoscibili, attraverso il riuso del patrimonio ma evitando che piccoli interventi sui singoli fabbricati compromettano irreversibilmente le caratteristiche originarie del tessuto abitativo.

Il Piano propone quindi la conservazione e la valorizzazione di tutti gli aspetti ed elementi di interesse archeologico, architettonico, storico ed ambientale. Pertanto, nonostante le frequenti perdite dei connotati di compattezza di cui sopra il Piano tutela sia gli edifici ed i manufatti (santelle, affreschi, portali ecc.) le cui caratteristiche architettoniche, costruttive, tipologiche, ambientali e storiche contribuiscono alla definizione del paesaggio urbano dei nuclei antichi, sia gli spazi liberi, indipendentemente dalla categoria di appartenenza dell’edificio.

A tal fine è stato effettuato un approfondito studio dei nuclei di antica formazione attraverso il rilievo di tutti gli edifici ed i manufatti che lo compongono: ogni fabbricato è stato catalogato attraverso una specifica schedatura che lo identifica:

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 85 - tipo logicamente; - in base alla destinazione d’uso, al grado di conservazione, di manomissione ed alla presenza di particolari presenze storico artistiche. Per un approfondimento dell’argomento si rimanda all’analisi delle tematiche trattate nella Relazione illustrativa e nelle singole tavole di rilievo che fanno parte del Piano delle Regole.

Esempi di edifici in centro storico

Edifici e manufatti di rilevanza storica La Carta condivisa del paesaggio relativa alla componente del paesaggio storico mette in evidenza sia gli edifici civili sia gli edifici di interesse religioso presenti sul territorio indicati dalla letteratura o dai diversi sistemi informativi territoriali. Nello specifico la tavola rappresenta:  Santelle, edicole sacre, etc;  Edifici civili di interesse storico ed architettonico;  Edifici di culto;  Castello, fortezza; come di seguito indicati nella legenda sotto riportata indicante la fonte da cui il bene storico è stato segnalato.

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Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 87 Edifici religiosi La Chiesa Parrocchiale dei SS. Cornelio e Cipriano la cui prima notizia risale al 1290, una volta appartenuta alla Pieve di Rogno. Nel secolo XVIII la chiesa venne rifatta completamente su iniziativa del parroco a cui l’Archivio Vescovile di Brescia nel 1710 ebbe a trasmettere, per approvazione, la planimetria della futura chiesa in sostituzione di questa ormai obsoleta. Si ebbero in seguito numerose ed importanti opere di completamento della scalinata e del sagrato, volute dal Comune con la Comunità montana nel 1958-59, di abbellimento con le statue della facciata, di manutenzione straordinaria, fino al rifacimento integrale del pavimento interno avvenuto nel 1988.

La Chiesa di S.Andrea è precedente ad una visita episcopale alla Parrocchia del 1573, dove, negli atti, viene nominata come oratorio. Il vincolo monumentale attribuito dallo stato a questa Chiesa è del 1 marzo 1911. Presenta una facciata molto semplice con una porta architravata lineare formata da grossi conci di arenaria rossa martellinata a cui si accede con due gradini di granito di tipo quattrocentesco. Sopra il portale sono rappresentate le Anime Purganti e l’Annunciazione in un affresco del 1700 attribuito a Corbellino. È questa sicuramente la più antica tra le chiese artognesi: generalmente le sue origini vengono fatte risalire al XIV secolo, ma potrebbe essere l'ampliamento di un edificio antecedente. È probabile che sia stata un tempo la parrocchiale del paese, mentre è certo il suo utilizzo in varie epoche come lazzaretto per malati di peste o di colera. Semplici portali resi suggestivi dal rosso della pietra simona; all’esterno, nella parete laterale destra, campeggia, un poco scolorito e bisognoso di cure, un gran S. Cristoforo e accanto un S. Andrea un po’ ridicolo, legato come un salame alla croce piantata in terra con uno dei suoi bracci di legno. Altre pitture all’interno: una bella Madonna che allatta, affreschi più tardi ma godibili, nella parete di fondo del presbiterio, separato dalla navata da una semplice cancellata in ferro battuto. Il campanile è cinquecentesco con scannellature eleganti sulle quattro facciate ed una sovrapposta cella campanaria. Il campanile, i due portali in pietra simona e gli affreschi esterni fanno risalire l’attuale struttura al xv secolo. L’affresco raffigurante il martirio dell’apostolo legato alla croce, datato 29 dicembre 1410, riporta il primitivo stemma della famiglia Federici, mentre la raffigurazione di s. Cristoforo (1505), protettore dei pellegrini, la presenza di una scala esterna e di un loggiato interno (quest’ultimi malauguratamente perduti) confermano il suo utilizzo, in certe epoche, come luogo di sosta e lazzaretto per malati di peste o colera. www.invallecamonica.it

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 88 La Chiesa di S. Maria Elisabetta detta “La Madonnina” è da far risalire al XV sec. Si trova all’esterno del paese sul lato nord della strada che porta nel centro. Con notevole somiglianza a S. Maria della Neve di Pisogne, la chiesa presenta una facciata tipicamente rinascimentale con un portale in arenaria sobriamente lavorata in architrave rotonda con la porta, restaurata recentemente, ricca di motivi di decoro. È comunemente chiamata dagli artognesi «La Madonnina». Attualmente non è possibile definire con precisione la data della costruzione di questo importante monumento; basandosi sugli elementi architettonici più caratteristici, è collocabile nel tardo XV secolo. La facciata ricorda quelle di altri edifici religiosi di età rinascimentale. Il portale d'entrata in arenaria rossa, architravato e lunettato, con un interessante apparato decorativo a rilievo, riporta la data MDXXXII e lo sovrasta un rosone circolare. Nel lato sud si trova un portale architravato, ancora in arenaria rossa, con elementi decorativi a rilievo e l'incisione di un'altra data: MDXXXVIII. Fra la navata e il presbiterio è addossato il campanile, di notevole altezza, a base quadrata con la cella campanaria che presenta su ogni lato una bifora con l'arco esterno acuto e due archetti a tutto sesto divisi da una colonnina. L'interno della chiesa è organizzato in un'unica navata rettangolare a tre campate e collegato al presbiterio, pressoché quadrato, da un grande arco trionfale a tutto sesto. Interessante è l'apparato decorativo costituito dagli affreschi del presbiterio e delle pareti laterali, riemersi dopo i restauri del 1907 e del 1969, molti dei quali rappresentano avvenimenti mariani. La loro attribuzione, come d'altronde una corretta datazione, è tuttora incerta per quanto siano stati citati nomi di rilievo come Callisto Piazza, Francesco Prato da Caravaggio, Giovanni da .

Chiesa Crocefisso nel cimitero di Artogne Il cimitero di Artogne risale al 1836, completamente rifatto ed ampliato in epoca recente (1932-33 e 1975). Il complesso, ubicato fuori dal centro abitato, ha pianta rettangolare ed è circondato da una recinzione che concorre a delinearne il profilo nel paesaggio circostante. In asse con l'ingresso e in posizione centrale è posta la cappella, a pianta poligonale, in cui vengono celebrate le funzioni che si distingue dalle circostanti per avere un piccolo protiro e essere a una quota superiore rispetto al piano di camminamento. www.lombardiabeniculturali.it

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 89 La Chiesa di S. Rocco della frazione di Acquebone risale agli inizi del XVI secolo. I più recenti restauri risalgono al 1978 per interessamento del parroco con il concorso della popolazione. I lavori furono sospesi dalla Sovrintendenza per demolizione e ricostruzione non autorizzata della sagrestia.. La facciata, divisa in tre scomparti da lesene, si affaccia sul sagrato in acciottolato e si fregia di un bel portale decorato di arenaria grigia sopra il quale è posta un’ampia finestra rettangolare. L’interno presenta una navata a due campate con forme architettoniche tipicamente seicentesche con affreschi del XIX secolo a rappresentare la vita di S.Rocco ed altre rappresentazioni meno pregiate.

Cimitero Acquebon: Assai modesto, fu costruito nel 1864 e restaurato nel 1970 con la costruzione di nuovi loculi. Panazza “Arte in Valcamonica”

La Chiesa Parrocchiale di S. Maria della Neve nella frazione Piazze di Artogne è stata eretta nei primi anni del 1500 con un importante rifacimento attribuito alla metà del XVII sec. Che secondo Ercoli terminò intorno al 1760 quando fu anche adornata e decorata. Collocata su un dosso, la chiesa di Santa Maria della Neve spicca, con le sue linee settecentesche, tra le case dell'abitato di Piazze. Quella attuale (XVII-XVIII sec.) è solo la ricostruzione di una chiesa precedente, di cui si hanno notizie solo a partire dal XV sec. L'edificio presenta un'elegante facciata, scandita da lesene a due ordini divisi da imponenti cornicioni. Al centro c'è il ricco portale in granito, caratterizzato da una notevole plasticità decorativa. L'interno è ad unica navata, divisa in due campate che si allargano su altrettante cappelle laterali. L'apparato decorativo è costituito, oltre che dagli eleganti stucchi in bianco e oro che caratterizzano tutto l'interno, dagli affreschi dei medaglioni delle volte e dei riquadri degli altari. A questi vanno aggiunte alcune tele, tra cui sono da ricordare la pala dell'altare maggiore con il Miracolo della Madonna delle Neve attribuito a Camillo Rama e L' Adorazione dei Magi, che presenta notevoli analogie con la tela della Parrocchiale di Artogne del Diziani.

La Chiesa di S. Maurizio posta a 1100 m s.l.m. su un dosso del monte Moia nei pressi di Montecampione, non più luogo di culto e in condizioni di semiabbandono, forse dedicata a S. Maurizio dai monaci di Tours a cui Carlo Magno aveva ceduto in Valle Camonica importanti possedimenti, è da far risalire al X o al più tardi all’XI secolo. La chiesa presenta nella sua estrema semplicità alcuni segni antichi della sua funzione di culto come le pietre in granito dei portali ed i resti di un affresco del 1500 in corrispondenza dell’altare all’interno, di cui sono rimaste sul posto alcune parti di uno strappo male eseguito. La Cappella di Montecampione di moderna concezione ricavata in un recente fabbricato a servizio del culto per i turisti che frequentano e abitano la stazione turistica.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 90 Manufatti ed edifici storici In Artogne sono molte e significative le testimonianze dell’epoca della signoria dei Federici, con stemmi, portali, capitelli, fontane che meritano di essere ammirati. Tra il 1700 e il 1800 Artogne si è arricchito di dimore signorili; infatti è in questi due secoli che la locale borghesia terriera esprime la propria capacità economica con la costruzione di case padronali ricche di logge, colonnati e portali in arenaria grigia di Sarnico e circonda i fondi attigui con alti muri merlati, muraglie ancora visibili in via 2 Giugno, in via Alberzoni ed in via Adamello che meritano di essere conservati e tutelati. Dimore signorili Artogne ne conta diverse, localizzate per lo più nella zona centro-bassa del paese, negli antichi nuclei dell'Imavilla e della Piazzola. In via 2 Giugno troviamo la casa "Pì de Cumì", oggi Spagnoli, l'ex Caserma dei carabinieri (colonna con un calice nello stemma) e casa Cotti Cometti (Visèn); in via Trieste casa Ravelli; in Via Trento i Nis. Al di sotto di S. Andrea fanno bella mostra gli archi finestrati della famiglia Martinelli. In piazzola oltre alla dimora Rota-Vielmi troviamo casa Beccagutti, Lorenzetti, Cotti Cometti, l'Oratorio e casa Andreoli. In castello (la parte alta del paese) da annoverare casa Bertoli (nel serraglio lo stemma Bonfadini olim de Albergheni), l'attuale Casa di riposo per anziani e altre ancora. Attenzione particolare merita palazzo Alberzoni con il suo cortile, la gradinata d'ingresso al brolo, il frigidario al centro del giardino (grotta di tufo per difendersi dal caldo estivo) e le sue sale con affreschi neoclassici. www.comune.artogne.bs.it

muri merlati Tra le residenze storiche vanno ricordati i numerosi edifici, entro e fuori il centro storico, caratteristiche per i portali in pietra di arenaria grigia, spesso istoriata con fregi, scritte e stemmi. In molti casi, questi portali sono l’accesso ad eleganti cortili, anch’essi ricchi di storia. Fontane, pozzi e pietre antiche adornano gli spazi interni e fanno da cornice a palazzi, solitamente a due, raramente a tre piani, con portici, balconate e sottotetti sostenuti da colonne quasi sempre rotonde, a volte quadrate, e sempre di arenaria grigia.

Casa Rota, via IV novembre Il bene, costruito ante sec. XV - inizio sec. XVI, collocato nel centro storico, ha un impianto a l ed è articolato attorno al cortile interno di forma irregolare delimitato ad ovest da un muro di cinta e a sud e a est da due corpi di fabbrica in origine di unico proprietario, mentre ora di due proprietà diverse. Il bene è a due piani con sottotetto, con al piano terra un portico con arcate ribassate poggianti su pilastri in muratura. Parte del piano terra è occupato da un ristorante mentre i piani superiori sono adibiti a residenza. Le strutture verticali sono in muratura portante, gli orizzontamenti sono sia piani che voltati. Le pareti interne ( degli ambienti ispezionabili) sono intonacate e tinteggiate con la presenza di dipinti di recente fattura al piano terra, l'esterno è

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 91 intonacato e solo il corpo posto a ovest è tinteggiato. Il corpo sud ha tetto a capanna, mentre il corpo a est è a padiglione; entrambi hanno però manto di copertura in coppi. www.lombardiabeniculturali.it Portale in arenaria rossa a pieno centro con le due lesene e la ghiera lisce (...). Eleganti sono i capitelli a palmetta. (...) Curiosa e interessante è in questo portale la commistione di elementi rinascimentali e ancora gotici (...). Esso ora fa da ingresso al cortile, racchiuso, sui lati est e sud, da corpi di fabbrica di epoca più tarda: quello verso sud è ottocentesco, mentre quello verso est ha ancora tracce dell’originaria struttura con i due archi del portico ribassati e ampi su grosso pilastro in muratura e sovrastante loggiato, ma completamente rimaneggiato. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Federici, via Franzoni 1, asilo La bella casa con notevoli tracce del sec. XIV-XV con tutta probabilità dovette appartenere ai Federici (…); subì trasformazioni assai notevoli nel sec. XVII. (…) Tutto l’esterno si presenta in forme seicentesche, e sull’angolo della casa, sopra il tetto è il campaniletto a vela; l’edificio si presenta a tre piani con aperture, per la maggior parte, con cornice modanata in pietra di Sarnico. Questo corpo di fabbrica è chiuso dal muro di cinta del cortile e conserva ancora un bell’arco a conci in arenaria rossa di forma acuta dell’antica costruzione trcentesca. Il fronte verso ovest, che dà sul cortile, è sempre a tre piani più sottotetto con portico a tre arcate a tutto centro (…). Al primo piano è una loggia di sei arcate, a pieno centro, con le colonne in sarnico (…); al secondo piano, il loggiato, invece, è di cinque arcate (…). Sotto il portico è la porta d’ingresso alla cappella, che in origine doveva essere una sala. Panazza “Arte in Valcamonica”

Ex Casa Lorenzetti, oggi casa di riposo anziani, via Franzoni Vi sono elementi di un importante edificio del sec.XV , totalmente ristrutturato e rifatto, nella parte divenuta Casa Lorenzetti e poi Casa di Riposo, nel sec.XVII (...). La fronte verso ovest della Casa di riposo è a tre piani con sottotetto. Al piano inferiore il portico è di sei arcate con volte a crociera, che continua col portico dell’edificio privato, nel quale una delle colonne è ancora di epoca quattrocentesca (...) I due piani superiori hanno una perfetta rispondenza nelle finestre architravate in sarnico. (...) La facciata su questo lato si presenta nelle tipiche forme del sec.XVII avanzato.(...) Il lato verso sud presenta di nuovo elementi di epoca più antica, anche se con lo stesso numero e posizione di piani. Panazza “Arte in Valcamonica”

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 92 Casa Rota già Vielmi, via pieve La casa risale al sec. XVII. Sull’angolo del lato sud, si apre nel muro di cinta del cortile (…) un ampio portale con semplice incorniciatura della stessa pietra grigia delle lesene, con capitelli (ecc….). Superato il portale, di fronte, è il cortile (…), invece andando a sinistra, nel giardino, vediamo il lungo fianco della casa a due piani con sottotetto. questo lato delimita, con il suo prospetto, a nord il giardino, chiuso invece a sud dal muro di cinta.(...) Segue, a pianterreno, il portico a tre arcate con le colonne in sarnico di tipo tuscanino. (...) Tornando al portone d’ingresso, ma volgendosi verso est, abbiamo il cortile. Esso è chiuso sui due lati sud ed est dal muro di cinta che verso sud ha il portale già descritto; invece sui lati nord ed ovest ha i due corpi di fabbrica che fanno angolo retto, a due piani con sottotetto.(...) Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa già Federici in via IV novembre 3a Verso la strada sono due corpi di fabbrica collegati da uno più basso, arretrato, contenente il portale. Questo è a pieno centro in Sarnico (…) inquadrato da lesene in muratura aggettante e sovrastato da cornicione modanato con tettuccio. Il corpo di fabbrica posto ad ovest, dapprima basso e poi alto e raccordato con un tratto obliquo (…)nonostante elementi decorativi si tratta di un locale rustico per fienile. Invece il corpo di fabbrica ad est del portale è a tre piani più sottotetto e sporge verso la strada con andamento poligonale essendo posto sulla curva della strada. Al primo piano sono le solite finestre architravate in Sarnico. Al piano superiore in uno dei lati è l’arcata terminale entro riquadratura di un loggiato, mentre negli altri lati sono lisce finestre con davanzale dalla cornice in Sarnico. Sopra nel sottotetto sono le aperture dell’altana, divise da tratti in muratura. L’edificio all’esterno è da collocare all’inizio del sec.XVIII. Ma al pian terreno abbiamo un ampio portale architravato con mensole (...) che dimostra che la casa è più antica, ricostruita parzialmente e la data di origine può essere del sec.XV. Entrando dal portone nel cortiletto, il corpo di fabbrica che lo chiude verso est presenta la pian terreno un portico con due arcate (...). Il primo piano non offre niente di interessante, mentre il secondo ha una loggia di quattro arcate a pieno centro su pilastrini in muratura.(...) Sia il portico sia la loggia indicano chiaramente che questa è una

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 93 parte aggiunta come è il portale d’ingresso, forse già di epoca tardo neoclassica (...). Il cortile si chiude sul lato nord, con un edificio che presenta un nucleo interno assai antico per la presenza nella sua facciata a sud, al pian terreno, di quattro potali con archi (...) oggi si trovano sotto il portico settecentesco e nell’androne che porta sul lato ovest della casa.(...) Sul lato ovest, all’esterno, questo corpo di fabbrica ha il portale con i soliti conci in granito nella ghiera a pieno centro e nelle spalle (resti della torre) (...) A questo nucleo molto antico si è poi aggiunto esternamente un corpo di fabbrica con portico a tre arcate (...). Sopra questo portico, al primo piano, è una loggia con colonnine in muratura. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Merici, poi osteria Cotti Cometti, via 2 giugno La casa fu costruita nel 1882. La porta d’ingresso è di semplici forme neoclassiche, in Sarnico.(…) Il cortile presenta il lato verso nord e quello verso ovest con portico di tre arcate quasi ribassate, per ogni lato con colonne in sarnico, tuscaniche;invece sul lato sud sono due archi con colonna centrale. Il portico del lato sud ha un complesso gioco di volte a crociera e frammenti a crociera, mentre il portico degli altri due lati è plafonato. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Andreoli già Federici, via Panicoli 1 Il complesso, del sec.XVII, collocato nel centro abitato è composto da edificio d'abitazione e stalla. Il bene è protetto dalla strada da un alto muro di cinta con un portale che permette l'accesso al cortile interno attorno a cui si sviluppano a sud e est i corpi destinati alla residenza e a nord la stalla. Sul lato posteriore della casa a nord- ovest è posto il brolo, mentre a sud è posto un fabbricato lasciato al rustico utilizzato come laboratorio di falegnameria da uno dei proprietari. Le strutture verticali del complesso sono per lo più in muratura portante continua, quelle orizzontali sono sia voltate che piane. L'edificio allo stato attuale è utilizzato solo parzialmente mentre la stalla è in disuso e uno dei suoi accessi è stato tamponato. L’edificio adibito ad abitazione ha un impianto a t ed è articolato attorno al cortile interno di forma irregolare. Il fronte strada è a due piani con sottotetto come anche il corpo di fabbrica che chiude a sud e a est il cortile caratterizzato al piano terra dalla presenza di un portico con arcate a pieno centro poggianti su colonne. Le strutture verticali sono in muratura portante, con colonne a sorreggere il portico; gli orizzontamenti sono sia a volta sia solai piani. Alle estremità dei corpi di fabbrica si trovano i collegamenti verticali; la scala principale in arenaria grigia è

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 94 posta nell'edificio a est del cortile, mentre una seconda si trova nell'edificio sud in posizione angolare; nella parte posteriore sono presenti all'esterno altre due scale di collegamento di uso esclusivo di uno degli appartamenti. Le pareti interne sono intonacate e tinteggiate, mentre quelle esterne sono parzialmente intonacate; la copertura è a tetto con manto in coppi. www.lombardiabeniculturali.it

Casa Federici, poi Cotti Cometti, via 2 giugno (loc. Piazzola) La casa fu costruita nella seconda metà sec. XV - ante 1471. Di questo edificio dei Federici e che pertano doveva essere di molto interesse, oggi rimangono ben pochi resti, essendo stato gravemente alterato in epoca recente; ma già nel sec. XVII aveva subito una notevole ristrutturazione. Degno di menzione è il portale, a lievissimo arco acuto, con grossi conci in arenaria rossa ben squadrati. (…) Nell’interno è il cortile che ha ancora tracce della pavimentazione a ciottoli di vario colore e di vario disegno; il corpo di fabbrica che lo chiede verso est ha un portico al pianterreno, a tre arcate con archi molto a pieno centro, su colonna o pilastri di sarnico di tipo tuscanico o a piramide tronca. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Bonicelli, poi caserma dei carabinieri, via 2 giugno Portale a pieno centro in arenaria grigia (…) inquadrato da due grosse lesene in muratura aggettante che sostengono un architrave pure in arenaria e modanato(…). Bello il portico di quattro arcate con tozze colonne ed archi a pieno centro dai capitelli a foglie grasse della prima metà del sec.XV. (..)Uno stemma su una colonna potrebbe indicare che in origine (sec.XV-XVI) la casa appartenesse alla famiglia Bonicelli. Fino a qualche anno fa, nel dopoguerra, l’edificio è stato caserma dei carabinieri, poi venduto a privati ed ora ristrutturato come casa di abitazione. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Cotti Cometti, via 2 Giugno Costruito nel sec. XVIII è collocato nel centro abitato, integrato con altri edifici ed ha destinazione residenziale e terziario. Ha fondazioni non ispezionabili; struttura portante in muratura continua in pietra e malta, pilastri in pietra in parte intonacata. Gli orizzontamenti sono in muratura, solaio piano cemento armato o a volta a botte. La copertura ha struttura lignea e manto in coppi; le pavimentazioni interne sono in cotto ,legno e ceramica, le pavimentazioni esterne in cotto. www.lombardiabeniculturali.it Il portale di ingresso al cortile è in sarnico, a pieno centro, datato 1840 (…). Sul lato della casa posto all’interno del cortile e giardino è un portico di un’arcata su un lato e quattro sull’altro a pieno centro o a due centri su pilastri in sarnico quadrati ma a spigoli smussati e con capitelli modanati. Sotto il portico sono i due ingressi affiancati, con arco a pieno centro pure in sarnico. Il portico è del sec. XVIII. Le finestre del piano superiore di forma lievemente acuta sono contemporanee al portale. Panazza “Arte in Valcamonica”

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 95 Casa Pelucchetti, via Trento 10, angolo via Concordia La casa fu costruita nell’ultimo quarto del sec. XVII, ma con parti già ottocentesche come ad esempio il portale in legno. La facciata è lievemente ricurva, a tre piani più sottotetto e con sei ordini di aperture ai piani superiori, mentre, a pianterreno, è solo un ricco portale non in asse, ma spostato a sud, con spalle su alte basi, ghiera a pieno centro in arenaria grigia con specchiature ed incisioni di contorno. (…) Di fronte al portale della casa è quello del brolo, in Sarnico, databile tra il sec. XVIII e XIX, racchiuso entro due lesene in muratura e con capitello tuscanico e sovrastante architrave. L’interno è molto rustico con loggiati in legno sagomati, fontana senza pregio e portale architravato con mensole a gruccia di tipo ancora quattrocentesco. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Alessi, ex Filanda Cotti Cometti, via Alberzoni, 2 La filanda, costruita nel 1800-1810, presenta un interessante ingresso monumentale, con due corpi laterali che si concludono a doppio spiovente, ognuno dei quali mostra, in facciata, una finestra rettangolare con inferriata a losanghe e cornice in Sarnico liscia ma con davanzale modanato. Al di sopra è una finestra a lunetta con davanzale pure in Sarnico modanato. Questi due corpi sono collegati da un muro più basso entro il quale si apre un ampio portale a pieno centro sormontato da cornice orizzontale modanata con tettuccio. Il tutto mostra forme neoclassiche di aspetto quasi cimiteriale, così come qualche elemento abbiamo nel cortile. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa già Federici, via Castello, L’edificio, di grande antichità e di notevole forma nonostante la rovina in cui si trova, era certamente già esistente nel sec.XIII e poi trasformato soprattutto nei secc. XVI-XVII. L’appartenenza ai Federici è certa. (...). L’attuale degrado dell’edificio non ha abolito del tutto, nell’interno (dove è possibile ritrovare anche degli affreschi), il carattere di casa signorile di un certo livello. Panazza “Arte in Valcamonica”

Complesso Casa Cotti, via Alberzoni, 1 L’immobile, situato all’interno del nucleo storico del borgo, risale al XVII secolo, con aggiunte e modificazioni databili in epoca neoclassica. La struttura portante è in muratura rustica in pietrame e sassi, ben squadrati negli spigoli e nei cantonali d’angolo. I prospetti presentano un’armonica impaginazione delle forature con cornici in granito liscio e porta architravata con cornice liscia in pietra di Sarnico; le finestre ai piani superiori hanno cornici lisce di Sarnico con davanzale modanato ed architrave ed architrave con fregio bombato a cornice sporgente del XVII secolo. Pure in pietra di Sarnico è la scala interna che riprende le forme delle volte cinquecentesche nelle rampe e nei pianerottoli. Gli interni presentano alcune stanze con pregevoli dipinti murali policromi e caminetti in pietra. Relazione Storico-Artistica allegata al Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Lombardia del 4 luglio 2005

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 96 Casa Cotti Cometti (ex) ora Ravelli, via Trieste L'edificio, costruito nel sec XVII è collocato nel centro abitato (fuori dal centro storico) integrato con altri edifici. Dal portone posto lungo via Trieste si ha accesso al cortile interno su cui prospetta il fronte principale. Il nucleo centrale ha cinque piani (p. terra, p. primo, p. secondo, p. terzo e p. sottotetto) e uno sviluppo prettamente longitudinale, mentre l'ala destra è a due piani. La struttura verticale è in muratura portante continua; le strutture orizzontali sono voltate al piano terra e piane ai restanti livelli e nel portico con colonne. Al piano terra si trovano alcuni locali di uso comune (cantine, ripostigli), mentre i piani superiori sono adibiti a residenza. La pavimentazione interna è in mattonelle di cotto e di ceramica, mentre nel cortile è presente dell'acciottolato. Le pareti interne sono intonacate e tinteggiate; l'intero bene è coperto da un tetto a due falde con manto in coppi. www.lombardiabeniculturali.it

A pianterreno è il portico a quattro arcate a pieno centro di tipo tuscanino. Il portico è plafonato e sotto di esso inizia la scala che porta ai piani superiori. (…) lungo tutta la facciata, sopra il portico, sporgono le mensole mistilinee con la fronte adorna di un disco che sorreggono il poggiolo con il ripiano in pietra di Sarnico e ringhiere in ferro battuto di linee ancora tardo classiche. Panazza “Arte in Valcamonica”

Casa Cotti Cottini (ex), via Adamello Il complesso, edificato prima dell’inizio del VII sec, ha pianta a c ed è costituito principalmente da tre edifici. L'impianto si articola attorno ad un cortile con pavimentazione in acciottolato a cui si ha accesso dal portone posto lungo via adamello. L’edificio principale ha pianta a l: i corpi di fabbrica sono posti sui lati nord e est del cortile. Il lato nord è a tre piani con al piano terra locali destinati a cantine e ripostigli e un portico a tre arcate su pilastri, mentre il piano superiore è adibito a residenza, al di sopra di questo si trova l'altana; il lato est è a due piani dove il piano terra è adibito a locali di servizio mentre il piano primo a residenza. Le strutture verticali sono in muratura portante continua salvo i pilastri in arenaria grigia del portico, mentre le strutture orizzontali sono sia piane che voltate con volte a botte e a crociera. Le pavimentazioni nei locali a piano terra sono in battuto , mentre ai piani superiori sono sia in cotto che in ceramica. La scala principale, in posizione angolare, ha le prime due rampe in arenaria grigia e le successive in legno. La copertura è a tetto con manto in coppi. Lungo via Adamello il fronte esterno del bene si presenta come un unica unità immobiliare. www.lombardiabeniculturali.it

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Località “il Castellino”

Il complesso del castello, del sec. XIII - sec. XV, sorge fuori dal centro abitato su un poggio dominante la valle ed è composto principalmente da una torre, da un muro di cinta e da una casa di abitazione. La casa di abitazione è collocata a valle del complesso ed è stata oggetto di recenti lavori di ristrutturazione, mentre a monte, separati da terrazzamenti sorretti da muri di cinta, sono posti i resti di una torre (di recente sistemazione) affiancati da un pianoro di forma pressochè trapezoidale circondato da resti di antiche mura con ancora presenti delle merlature. Le strutture verticali sono in muratura portante continua, e i beni sorgono in parte direttamente sulla roccia. Di interesse sono i gradini ricavati nella roccia scistosa che permettevano di raggiungere terrazzamenti posti su due livelli diversi. La torre è collocata a est nella parte più alta dell'intero complesso, nei pressi di un portone di accesso, ed è circondato da un pianoro delimitato da mura di cinta, la torre ha una pianta pressoché quadrata con strutture verticali in muratura portante continua con spigoli ben eseguiti e struttura di orizzontamento piano in legno. All'interno le pareti sono intonacate e tinteggiate ed è possibile ancora vedere le feritoie presenti sui lati nord e sud del bene. All'esterno le pareti sono lasciate con la pietra a vista come in origine, mentre è stata rifatta la copertura a padiglione con manto in coppi. Le mura difensive si sviluppano attorno all'intero complesso, nella parte alta a livello della torre assume una forma pressoché trapezoidale, con fattura grossolana a conci e a ciottoli disposti però con una certa orizzontalità. I muri di cinta esterni presentano ancora i resti delle antiche merlature, parte del muro (come quello nella parte più bassa nei pressi dell'ingresso principale) sorge sulla viva roccia e ne segue l'andamento. All'interno dello spessore del muro nella parte più alta verso la valle del re è stata ricavata una santella affrescata dedicata alla Madonna. www.lombardiabeniculturali.it

In località Castello, nota come “Castellino”, i resti di una costruzione edificata per scopi militari che gli storici attribuiscono al periodo medioevale. Tale costruzione, cui si accede solamente dai monti a est, è in posizione dominante su tutti i versanti ed è caratterizzata da un muro di cinta con resti delle antiche merlature e dai ruderi di una torre, sul lato rivolto verso il paese, con feritoie e segni di luogo di guardia,. In posizione dominante, con visuale che abbraccia tutto il paese e il tratto di Vallecamonica che va dalla punta nord del Lago d'Iseo alle porte di Darfo, troviamo il «Castellino». Vi sono resti di un maniero dei Federici, sede degli scudieri artognesi della nobile famiglia camuna. Ancora si notano vestigia di tre giri di mura che in alto presentano parvenze di merlature con il rudere di una torretta di avvistamento e ai piedi l'antico nucleo del Castello. Oggi gli edifici sono pressoché trasformati, ma qualche segno del passato

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 98 ancora permane: murature a lisca di pesce, portali in arenaria rossa di Gorzone, conci di torre mozzata, finestrelle architravate. L'elemento dominante del posto è la roccia. Internamente e a fianco dell'entrata del Castellino, si dipartono infatti percorsi a gradoni scavati nella viva pietra, dove a un certo punto ritroviamo anche l'incisione datata 1779 con il nome «Geronimo Federici», probabile proprietario del luogo. Salire al «Castellino» di Artogne è come rivivere pezzi di storia tra antiche mura, indomiti cavalieri, dame e signori dell'alto medioevo. Il palazzo signorile sorge invece nel cuore della contrada Castello e, sebbene parzialmente manomesso, nasconde in sè i segni dell'antico splendore medioevale. www.comune.artogne.bs.it

Casa Pelucchetti, via due giugno Il complesso, costruito nel sec. XVII, collocato nel centro abitato, fuori dal centro storico integrato con altri edifici, si compone di: un edificio residenziale, un deposito, un porticato ed un brolo L'accesso avviene da un androne con volta a botte unghiata che immette nel cortile interno attorno a cui sono articolati gli edifici: a nord est è posta l'abitazione ( due piani più sottotetto), per poi, procedendo in senso orario, trovare il porticato (due piani, composto da quattro arcate con colonne in Sarnico di tipo tuscanino), il brolo coltivato ed infine il deposito (due piani). Le strutture verticali sono in muratura portante continua, quelle orizzontali sono sia voltate che piane. Le pareti sono per lo più intonacate e tinteggiate. L'edificio adibito a deposito è allo stato attuale pressochè in disuso. www.lombardiabeniculturali.it

Case, via case Cotti 37, Piazze Il complesso(sec. XVI) destinato ad ospitare in origine sia residenza che attività agricole è strettamente connesso con il tessuto urbano circostante e si articola principalmente in due componenti: casa d'abitazione ed edificio in stato di abbandono. I corpi di fabbrica dei due componenti sono fra loro strettamente legati anche se per i diversi stati di conservazione appaiono ben distinti. Le strutture verticali dell'intero bene sono prevalentemente in muratura portante continua e solo nel portico è presente una colonna in granito. Le orizzontali sono voltate per lo più nei locali posti al piano terra, mentre nei locali ai livelli superiori sono presenti solai piani. Il tetto è a falde simmetriche con manto di copertura in coppi. L'accesso al bene avviene da un arco a tutto sesto che immette in un cortile interno in acciottolato. La casa destinata ad abitazione è collocato a sud del complesso ed ha tre piani fuori terra. La facciata sul cortile interno presenta al piano terra un portico con archi ribassati poggianti su una colonna circolare. Le pavimentazioni sono, in quasi la totalità dei locali, in piastrelle ceramiche , mentre nel cortile è presente dell'acciottolato. Le pareti esterne sono solo in parte intonacate e tinteggiate, al contrario di quelle interne che lo sono completamente. Il tetto è a due falde con manto di copertura in coppi. www.lombardiabeniculturali.it

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Case Pedri, Piazze Questo nucleo mostra tracce di molta antichità in varie case: (…)portale architravato in granito (1580) ,(…) muratura a grossi conci malamente squadrati (…) forno molto antico (…) Panazza

Fabbricato rurale, in via Panoramica 41, Piazze L’immobile è un interessante esempio di architettura rurale, in cui si presentano, sostanzialmente inalterati sia la destinazione d’uso, che i caratteri tipologici e costruttivi. Il fabbricato principale, probabilmente realizzato nei primi decenni del XIX secolo, è un edificio a ballatoio a pianta quadrangolare regolare, con portico al piano terreno e un piccolo stabile di pertinenza a sud, posto a breve distanza e collegato al primo mediante un passaggio coperto; al principio del XX secolo venne eretto in adiacenza al lato ovest un ulteriore corpo di fabbrica adibito a stalla con soprastante fienile.(…) Relazione Storico-Artistica allegata al Decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali della Lombardia del 7 novembre 2005

Edicole sacre Tra le edicole religiose, trascurando quelle rifatte integralmente o costruite ex novo, è da ricordare l’edicola alle Plagne, del 1748, lungo la strada vecchia che da Ruch portava a Plagne; un’edicola, del XVII secolo, in via Maserada, a ridosso di un muro di cinta di una proprietà privata; la santella datata 1590 con l’affresco della Crocifissione, costruita quale ex voto in occasione di una alluvione; l’edicola in frazione di Acquebone, lungo la vecchia mulattiera che unisce questa frazione ad Artogne, edificata, come riportato sulla stessa, nel 1836.

Rete stradale storica Costituiscono la struttura relazionale dei beni storico-culturali intesi non solo come elementi episodici lineari puntuali, od areali ma come sistema di permanenze insediative strettamente interrelate. I tracciati viari sono la testimonianza ancora attiva della rete di connessione del sistema urbano storico e consentono di determinare punti di vista privilegiati del rapporto fra questi ed il contesto naturale o agrario. Oltre al valore storico, si aggiunge il valore percettivo di alcuni percorsi che, per morfologia del versante, tipologia di tracciato e natura del contesto, consentono di percepire e di godere di particolari e significativi quadri di insieme.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 100 Il tracciato della viabilità si svolge all’interno di ambiti un tempo inedificati ora urbanizzati. La più antica strada di cui si ha traccia e memoria è la “strada Valeriana”, fatta costruire dall’imperatore Valerio ai tempi dell’Impero Romano con l’intento di congiungere con un unico e importante asse stradale tutti i principali paesi della Valle Camonica. Tale strada attraversava l’abitato di Artogne, provenendo dal Comune di Pian Camuno a sud su un tracciato di fondovalle, per proseguire a nord dirigendosi verso il comune di Gianico.

Il Piano Sentieristico Provinciale individua, sul confine con il comune di Bovegno il “3 V”, ovvero “Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli”.

Sentiero 3V: Sentiero delle Tre Valli - Silvano Cinelli Si tratta di un lunghissimo itinerario di media/bassa quota con partenza e arrivo a Brescia, con sviluppo lungo l’intero crinale spartiacque della valle Trompia con le valli limitrofe: valle Sabbia (e la tributaria valle del Caffaro) ad est e a nord; bassa valle Camonica e Sebino a ovest. Un ideale “ferro di cavallo”, perciò, che abbraccia le tre valli bresciane collegandole strettamente al capoluogo; un connubio multiplo pieno di significati che possono intendersi andare al di là del mero aspetto escursionistico. Località Imavilla Per chi giunge ad Artogne da via Leopardi il primo incontro artistico è rappresentato dalla chiesetta di S. Maria Elisabetta (Madonnina) e dal suo svettante campanile in conci di granito; è l'inizio di un possibile itinerario che si snoda per via 2 Giugno con i suoi storici cortili, a partire da quello del Pì de Cumì con portale d'ingresso datato 1840. Prendendo a sinistra, dopo una brevissima salita, compare la suggestiva chiesetta di S. Andrea.Da qui si domina tutta la contrada Imavilla e iniziano i castagneti; proseguendo lungo I'angusta strada immersa nel verde, si raggiunge l'azienda agrituristica «Le Frise», dove si allevano capre e pecore secondo metodi tradizionali. Proseguendo oltre, un sentiero porta al «Fontanì», dove uno spillo di acqua fresca ristora anima e corpo. Da Albere al Plan di Montecampione Per chi desidera lanciare lo sguardo su Montecampione standovi di fronte, niente di meglio che prendere il via dalla località Albere (877 m s.l.m.), sopra l'abitato di Piazze e percorrere la strada sterrata che sale fìno a Sere (1187 m s.l.m.). Da qui due soluzioni: o il sentiero che dalla Pozza prende a destra passando per il Ruculì e camminando in cresta sfiorando il fianco della Torosella, oppure il più facile e sicuro percorso che da sinistra giunge in Plagna Faet, quindi alla cascina Campelli in territorio di Gianico.Proseguendo si conquistano i Dossi sulla cui sommità si stendono i pascoli antistanti il Rifugio degli Alpini e a destra il Plan di Alpiaz.Dagli oltre 1900 metri di lassù si domina il complesso residenziale turistico le Baite, la bassa Vallecamonica e il lembo nord del lago d'Iseo.Se si alza lo sguardo, verso est, troneggia la cima del monte Muffetto con i suoi 2060 metri da dove l'occhio può spaziare tanto sulla Valtrompia quanto sulla Vallecamonica e sull'intero demanio sciistico di Alpiaz-Montecampione. Dal Plan di Montecampione al Lago Rodeneto Si parte dal complesso «Le Baite» e ci si incammina a sinistra verso la Cascina di Bassinale, quindi si prosegue in direzione del pennone della bandiera del Rifugio Alpini.Giunti al Rifugio si sale a destra mantenendosi sulla cresta e dopo circa 40 minuti si giunge in cima al Dosso Beccherie (1967 m s.l.rn.).Lasciando la stazione di arrivo della seggiovia, si gira a sinistra e, camminando sempre in cresta, dopo poco tempo si giunge al Dosso Sparviero.Al primo goletto si scende nel canalino di destra e si prende

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 101 il sentiero che si dirige nella conca del Lago Rondeneto (1690 m. s.l.m.), un suggestivo specchio alpino in Comune di Gianico (seguire il tracciato sui pietroni).Raggiunta la piana del laghetto, lo si costeggia mantenendosi sulla destra e si risale prendendo il ripido sentiero sul versante opposto. A metà costa si passa uno dei ruscelli che alimentano il laghetto. Si raggiunge quindi il piccolo pianoro sovrastante e si prosegue mantenendosi leggermente a sinistra in direzione della cascina di Rondeneto (1821 m.). Subito dopo la cascina si trova la strada demaniale, si prende a destra e, sempre seguendo la comoda strada sterrata, dopo circa 30 minuti, si giunge alla Stanga di Bassinale (1897 m.); da qui si torna verso il complesso «Le Baite». Sito CAI Brescia

Della rete stradale storica principale e secondaria, la Tavola evidenzia il tracciato viario di grande valore panoramico che si innesta nel reticolo storico del sistema urbano e da qui si diparte, individuando punti di vista privilegiati senza soluzione di continuità, tra nuclei insediativi storici e contesto naturale e agrario. Per quanto attiene la rete ferroviaria storica, si rileva il tracciato della ferrovia Brescia-Edolo che, nel territorio di Artogne, rappresenta una componente del Paesaggio storico-culturale per aver contribuito in maniera determinante, come del resto è avvenuto per l’intera Valle Camonica, allo sviluppo economico e sociale. Tra i sentieri e percorsi storici, vanno ricordati i percorsi che collegano tra loro le numerose malghe e che spesso si ‘aprono’con visuali panoramiche di particolare valenza paesistica che includono, tra l’altro, la vista del gruppo dell’Adamello a nord-est e del Pizzo Badile a nord e della Concarena a nord ovest o panorami come quelli che si godono dal Monte Muffetto che abbracciano tanto la Val Camonica quanto la Valtrompia. La tavola dp 3e segnala inoltre la rete stradale storica interna ai nuclei di antica formazione, quale testimonianza della rete di connessione del sistema urbano-storico. Il Piano evidenzia inoltre i percorsi che, per il mantenimento dei caratteri tipologici della pavimentazione e dei muri perimetrali, risultano di valenza testimoniale e quindi da tutelare, proteggere e valorizzare con specifica normativa.

Componenti del paesaggio urbano Tavola dp 3f

In questa Tavola sono indicate le componenti del paesaggio urbano in quanto espressione dei processi di antropizzazione e modellamento del territorio: nuclei di antica formazione, ambiti urbanizzati produttivi e residenziali, le aree impegnate dal Piano Regolatore pre-vigente. gli insediamenti

L’edificato del comune di Artogne si presenta distribuito in più nuclei. Il capoluogo che dal centro storico si sviluppa lungo più direttrici: a) verso il comune di Gianico, in direzione Nord, seguendo la via Valeriana dove il nuovo edificato arriva quasi a lambire il confine comunale; b) verso il fondovalle fino a raggiungere la Strada Provinciale e l’ambito produttivo che si sviluppa a monte di via Leopardi e oltre la SP1; c) ancora verso il fondovalle seguendo via Carducci e via G.Leopardi fino a superare la SP1.

In Particolare l’edificato di più recente sviluppo si presenta distribuito lungo la Via Valeriana e nelle porzioni di territorio a contorno del nucleo antico, verso sud. Una seconda direttrice di sviluppo è rappresentata dalla stessa SP n.1 dove negli ultimi anni si sono insediate le principali attività commerciali ed artigianali. Tra la strada provinciale ed il corso del fiume Oglio si trovano alcune realtà artigianali e industriali.

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La frazione Piazze collocata sul medio versante ad una quota di 650 m.s.l.m. oggi caratterizzata da un nucleo abitato relativamente compatto che si è sviluppato nel tempo a corona di tre piccoli nuclei di antica formazione.

La frazione Acquebone costituita da un insieme limitato di abitazioni che gravitano intorno alla chiesa parrocchiale e lungo la strada di accesso (via acque buone).

L’abitato di Montecampione costituito da edifici mono-bifamiliari, complessi residenziali di non relative dimensioni, strutture ricettive-alberghiere, impianti sportivi. L’edificato si sviluppa da quota 1000 m.s.l.m. fino ad arrivare alle strutture residenziali ricettive di Bassinale a quota 1800 m.s.l.m.

Significativa è la presenza sul territorio, in particolare sul versante di media costa, di edifici anche residenziali che non si relazione con alcun nucleo abitato ma si distribuisce lungo la fitta rete stradale che attraversa il comune. La localizzazione degli abitati sul territorio si articola quindi in particolare secondo una distribuzione altimetrica che dal fondovalle (208 m.s.l.m) sale fino a 1800 m s.l.m. (Plan di Montecampione). L’edificato si differenzia non solo secondo una distribuzione altimetrica, ma anche per le funzioni urbane svolte, per la morfologia dei tessuti edilizi, per le tipologie edilizie: i nuclei antichi, sia del capoluogo che della frazione Piazze, si caratterizzano dal punto di vista urbanistico edilizio per fabbricati residenziali, spesso con cortili interni, che vengono progressivamente "intasati" e coperti fino ad originare quasi un unico "manufatto urbano"; i fabbricati a contorno del centro storico presentano invece un’organizzazione più regolare e meno densa lungo gli assi stradali che definiscono linearmente le direttrici di sviluppo degli ambiti. La distribuzione abitativa è quindi strettamente legata alla morfologia territoriale ed alla conseguente rete viaria: in particolare l’asse stradale dell’attuale ex S.P. n.1 e la via Fornaci hanno definito lo sviluppo degli ambiti produttivi e commerciali di fondovalle mentre gli assi delle

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 103 vie Carducci, Leopardi e Pascoli, che salendo dal fondovalle conducono nel Capoluogo, hanno definito facili direttrici organizzative dello sviluppo residenziale dagli anni ‘80 ad oggi.

Aree edificate residenziali Con il tempo, i centri storici hanno subito un progressivo fenomeno di espansione, occupando, con nuovi edifici a destinazione abitativa, aree verdi e pertinenze di fabbricati rurali, in prossimità del nucleo. Altri edifici, hanno occupato le aree prospicienti le strade di comunicazione, alterando così l’immagine del paesaggio originario.

Aree edificate turistico-ricettive Immerso nelle pinete oltre quota 1000 m s.l.m., nella conca posta ai piedi della Colma di Marucolo, in esposizione nord-ovest, è sorto il nuovo insediamento di Montecampione, insediamento turistico sportivo di montagna, punto di accesso agli impianti di risalita dello sci invernale.

Aree edificate produttive Per una serie di ragioni tecniche ed economiche, gli edifici a destinazione produttiva dell’industria e dell’artigianato sono stati eretti, fino ad anni recenti, principalmente in fondo-valle e, in larga misura, ad ovest della Strada Provinciale Prima ed in prossimità della linea ferroviaria Brescia- Edolo.

Aree edificate per attrezzature tecnologiche Si riconoscono alcune strutture a destinazione diversa dalla residenza e dalle attività di tipo produttivo; si tratta di attrezzature tecnologiche quali distributori di carburante, isola ecologica per il conferimento dei rifiuti differenziati e una centrale idroelettrica a monte dell’edificato del capoluogo lungo la strada che consente di giungere alle frazioni.

Aree impegnate dal PRG Lo stato di diritto non ancora attuato dato dalla pianificazione in essere è rappresentato nella carta condivida del paesaggio “paesaggio urbano”. Tali ambiti vengono recepiti nelle previsioni del PGT, unitamente alle nuove aree di trasformazione.

Ambiti delle trasformazioni condizionate Sono gli ambiti, prevalentemente inedificati, contigui o non agli abitati. Tali ambiti sono suscettibili ad una trasformazione urbanistica, compatibile paesisticamente con le componenti di contesto. Sono aree caratterizzate da fattori di naturalità residuale, ambiti agricoli in via di dismissione o con caratteri di marginalità produttiva e da presenza di frange urbane, anche nella forma conurbativa. Trattasi per lo più di aree liminari rispetto ai sistemi insediativi prevalenti, sovente caratterizzate da aspetti di compromissione urbanistica, dispersione di frange urbane, infrastrutturazione etc. L’individuazione delle direzioni dello sviluppo urbano, da verificarsi e dettagliarsi in sede di piano paesistico comunale, è da ricercarsi coerentemente agli indirizzi di tutela delle componenti areali, lineari o puntuali interessate. La cartografia del P.T.C.P. indica invece le direzioni sconsigliate finalizzate ad evitare fenomeni di conurbazione o di eccessiva perdita di rilevanza delle componenti paesistiche interessate. Nello specifico, la componente è presente tre volte all’interno del comune di Artogne:  a valle del nucleo di antica formazione, lungo via Carducci in corrispondenza del canale ex Italsider;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 104  la porzione di territorio compresa tra i due maggiori nuclei edificati lungo la Strada Provinciale Prima, l’uno in prossimità della stazione ferroviaria, l’altro in località 'La Fabbrica',  sempre lungo la Strada Provinciale Prima, l’area a confine con il Comune di Gianico.

Negli anni, come in molti altri casi, anche in quello di Artogne si è verificata un’espansione dell’edificazione lungo la maggiore direttrice di fondovalle. Le direzioni precluse, indicate in Tavola, tendono quindi, principalmente, a preservare le peculiarità paesistiche delle aree verdi poste cavallo della strada, tra i nuclei urbanizzati, ed evitare che la valenza paesistica di tali fasce di territorio possano essere compromesse da un’attività edificatoria non adeguatamente programmata.

Viabilità di progetto Le previsioni di Piano individuano alcuni progetti a carico della viabilità. Le previsioni riguardano sia interventi per il miglioramento delle problematiche legate al traffico automobilistico e di mezzi pesanti, sia azioni volte al potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali: 1. completamento viabilità nell’ambito produttivo sul confine di Gianico: eliminazione traffico pesante da zone residenziali; 2. completamento viabilità in loc.Beatì: eliminazione di incrocio pericoloso su SP1; 3. creazione by-pass tra via Leopardi e via Valeriana: allontanamento traffico da centro storico; 4. creazione by-pass tra via Gianico Vecchia e via Valeriana: allontanamento traffico da centro storico; 5. collegamento intermedio tra via Pascoli e via Carducci. Si rimanda alle tavole del piano dei servizi per un’analisi complessiva dei progetti.

LA FASE VALUTATIVA

Nel percorso di costruzione del piano, tra la fase ricognitiva e quella dispositiva o programmatica, è necessariamente presente un momento di interpretazione e valutazione, cioè di esplicitazione dei valori e delle qualità del paesaggio riconosciuti. Si tratta in sostanza di arrivare ad una descrizione interpretativa che ponga in evidenza i caratteri paesaggistici qualificanti e rilevanti. Sono stati, pertanto, predisposti due elaborati che mettono in evidenza le valutazioni effettuate sulla cartografia di indagine; in particolare sono state predisposte una carta che riassume la valutazione circa il valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli ed una carta di valutazione della valenza percettiva e storico testimoniale del territorio.

Valore agro-forestale e paesistico-ambientale dei suoli Tavola dp 3g La valutazione del valore agro-forestale dei suoli è stata condotta seguendo l’impostazione metodologica del procedimento Metland (Metropolitan landscape planning model) basato sull’approccio parametrico della pianificazione territoriale. Il procedimento di valutazione della produttività agricolo-forestale ha comportato la definizione, sulla base della “Carta della Capacità d’uso del suolo”, della vocazione dei suoli nei confronti dell’attività agricolo-forestale e il grado di riduzione della vocazione in funzione degli usi attuali del suolo. Alle varie tipologie di uso del suolo sono stati assegnati diversi valori di riduzione in funzione sia della compromissione della naturale potenzialità agricolo-forestale, determinata dagli usi attuali, sia della possibilità di riconversione all’uso agricolo dei suoli attualmente destinati ad altre attività ed usi, sia dello sforzo da sostenersi per una tale operazione, quando possibile.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 105 Ai suoli totalmente compromessi dal punto di vista agricolo, in quanto urbanizzati od occupati da aree industriali o da infrastrutture, è stato attribuito il più alto valore di riduzione, fino a definirne il valore agro-forestale nullo, in quanto risulta socialmente ed economicamente impossibile che questi suoli siano di nuovo disponibili per l’esercizio delle attività agricole o forestali. Una riduzione è stata assegnata anche alle superfici attualmente ad uso agricolo per le quali la vicinanza o l’interclusione in aree urbanizzate e residenziali impone restrizioni alle pratiche agronomiche per ragioni igienico-sanitarie, conseguenti al traffico e all’inquinamento atmosferico e acustico determinato dall’utilizzo dei mezzi agricoli e all’impiego dei fertilizzanti e dei biocidi. La figura evidenzia in blu le superfici agricole alle quali sono state attribuite riduzioni della valenza produttiva agricolo-forestale per vicinanza o interclusione in aree urbanizzate.

Il procedimento ha permesso suddividere i suoli di Artogne nelle seguenti cinque classi: Valore agro-forestale nullo. Nella classe rientrano i suoli che, indipendentemente dalla capacità d’uso, presentano un uso attuale che ne impedisce il ritorno all’esercizio dell’attività agricola. Valore agro-forestale basso. Alla classe sono assegnati i suoli con capacità d’uso rientranti nelle classi con notevoli limitazioni (VI-VII-VIII) che attualmente presentano usi agricoli a pascolo o uso forestale. Nella classe rientrano anche i suoli per i quali si impongono limitazioni all’uso agricolo conseguenti alla vicinanza/interclusione con aree urbanizzate e residenziali. Valore agro-forestale moderatamente basso. Alla classe sono assegnati i suoli con capacità d’uso rientranti nelle classi con notevoli limitazioni (VI-VII-VIII) che attualmente presentano usi agricoli non a pascolo e i suoli della IV classe di capacità d’uso attualmente ad uso forestale. Valore agro-forestale moderatamente alto. Alla classe sono assegnati i suoli di III e IV classe, secondo la capacità d’uso, attualmente destinati ad attività agricola e non interclusi in aree a destinazione residenziale e/o produttiva. Valore agro-forestale alto. Nel Comune di Artogne sono presenti suoli appartenenti a questa classe, dislocati nel territorio spostato verso il Fiume Oglio. Il rilievo diretto degli usi attuali del suolo ha permesso di assegnare a ciascuna area un valore per diversi parametri di significato paesistico, ecologico e naturalistico, permettendo la valutazione delle valenze paesaggistico-ambientali e l’individuazione dei seguenti ambiti di rilevanza.

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Individuazione aree verdi La l.r. 11 marzo 2005, n. 12 definisce all’art. 43 che gli interventi di nuova costruzione che sottraggono superfici agricole nello stato di fatto siano assoggettati ad una maggiorazione percentuale del contributo di costruzione da destinare obbligatoriamente a interventi forestali a rilevanza ecologica e di incremento della naturalità. Questo tema è stato approfondito e definito negli aspetti attuativi dalle seguenti pronunciazioni: . d.g.r. 22 dicembre 2008, n. 8757 “Linee guida per la maggiorazione del contributo di costruzione per il finanziamento di interventi estensivi delle superfici forestali (art. 43, comma 2- bis, l.r. n. 12/2005)”; . d.g.r. 10 febbraio 2010, n. 11297 “Linee guida relative all’applicazione delle disposizioni di cui al comma 2-bis, art 43, l.r. n. 12/2005 e modalità di gestione del fondo di cui al comma 2-bis 1, art 43, l.r. n. 12/2005 (“Fondo Aree Verdi”); . d.d.g. 15 novembre 2010, n. 11517 “Approvazione delle disposizioni tecniche per il monitoraggio del Fondo Aree Verdi di cui al punto 4 dell’allegato 1 alla d.g.r. 8757/2008 e note esplicative delle linee guida approvate con le dd.g.r. n. 8757/2008 e n. 11297/2010”; . Programma Regionale di Sviluppo della IX Legislatura, approvato con d.c.r. n. IX/56 del 28 settembre 2010 e la sua declinazione, tra l’altro, nel P.O. 20.3, O.O. 20.3.4, Azione 20.3.4.1 “Attuazione Fondo Regionale Aree Verdi”.

Le aree a cui è attribuito Valore-agro-forestale superiore a zero (> di nullo) costituiscono superfici agricole nello stato di fatto per le quali gli interventi di nuova costruzione sono assoggettati alla maggiorazione percentuale del contributo di costruzione di cui al comma 2.bis dell’art.43 della L.R.12/2005.

Ambiti di rilevanza paesaggistica a conduzione agricola tradizionale: La tavola individua ambiti di rilevanza paesaggistica nelle aree a conduzione agricola più o meno intensiva (anche a conduzione familiare), poste a monte e a Sud dell’abitato. In questi ambiti la rilevante valenza paesaggistica è attribuita in quanto l’insieme costituito dalle diverse colture tradizionali (vite, orti, seminativi, frutteti, ecc.), dalle sistemazioni agrarie pedemontane, dalla tessitura dell’appoderamento fondiario, dalla viabilità interpoderale, dai castagneti da frutto in attualità di coltura e dalle presenze arboree isolate o a filare, determina un quadro paesistico di rilevanza sovra locale.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 107 Ambiti di rilevanza ecologico-ambientale: Nel territorio di Artogne gli ambiti di rilevanza ecologico-ambientale individuati sono le superfici che per posizione, usi del suolo e interconnessione con altri ambiti naturali, costituiscono elementi di reti ecologiche. In particolare sono stati individuati come ambiti di rilevanza ecologico- ambientale le aree verdi nei pressi dell’alveo del fiume Oglio e del Torrente Re di Artogne. Ambiti di rilevanza naturalistica: Tale rilevanza è stata attribuita a tutte le aree boscate e a quelle con usi agricoli estensivi, più propriamente ai prati e prati-pascoli del piano montano e sub montano. Si tratta di superfici caratterizzate da un elevato grado di naturalità in cui, nonostante il disturbo dovuto allo sfruttamento antropico, le componenti biologiche naturali trovano modo di svilupparsi e costituire ecosistemi complessi e stabili. AA.VV., 2002. I tipi forestali della Regione Lombardia – Inquadramento ecologico per la gestione dei boschi lombardi. Cierre Edizioni.

Componenti identificative percettive e valorizzative del paesaggio, visualità Tavola dp 3h

La Carta condivisa del Paesaggio tavola dp 3h “Componenti identificative, percettive e valorizzative del paesaggio - visualità” individua gli elementi valorizzativi del paesaggio in relazione alla rilevanza percettiva e di visualità, storico testimoniale, e di fruizione degli stessi. Nello specifico sulla cartografia sono rappresentati:  ambiti di elevato valore percettivo;  i luoghi di rilevanza paesistica caratterizzati da beni storici puntuali (landmarks);  sentieri di valenza paesistica;  itinerari pedonali di fruizione paesistica;  elementi di visualità.

Ambiti di elevato valore percettivo, connotati dalla presenza congiunta di fattori fisico - ambientali e storico culturali che ne determinano la qualità nell’insieme. Tali ambiti svolgono un ruolo essenziale per la riconoscibilità del sistema dei beni storico – culturali e delle permanenze insediative, nonché per la salvaguardia di quadri paesistici d’elevata significatività. Sono gli ambiti che per rapporto di reciprocità percettiva, per relazioni strutturali di natura storico- culturale o ambientale costituiscono quadri paesistici caratterizzati da omogeneità d’insieme, spesso sovraccomunali e, pertanto, richiedono una tutela specifica dell’ integrità e della fruizione visiva. La reciprocità del rapporto di percezione dipende, oltre che da fattori oggettivi del quadro percepito, da condizioni di natura soggettiva, nonché di contesto del fruitore. La componente in oggetto è segnalata dal P.T.C.P. lungo due tracciati:  sentieri di valenza paesistica via valeriana fino al nucelo di antica formazione del capoluogo per poi proseguire lungo via gianico;  il sentiero che segue i crinali in prossimità del confine coi comuni di Bovegno e (sentiero delle tre valli).

Luoghi di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzati da beni storici puntuali (land marks) Il P.T.C.P. individua alcuni luoghi del paesaggio di grande rilevanza percettiva caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti che per caratteristiche tipologiche, architettoniche, costruttive, di collocazione e storiche, contribuiscono in modo determinante alla riconoscibilità ed alla significatività del territorio. La tutela e la valorizzazione ed il miglioramento delle condizioni di fruibilità di tale patrimonio documentale, unitamente alla sua integrazione, costituisce uno dei mandati principali che il P.T.C.P. assegna ai piani paesistici comunali.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 108 La tavola rappresenta quanto è indicato dal PTCP che individua quale Land marks la torre e le mura difensive del castello in via fucina.

Itinerari e sentieri di fruizione paesistica I sentieri ed itinerari di valenza paesistica offrono visuali e scorci paesaggisticamente significativi per profondità e ampiezza. Negli ultimi anni l’amministrazione comunale ha iniziato a rendere agibili alcune di queste strade ed altre riceveranno la stessa attenzione in futuro.

www.comune.artogne.bs.it

Numerosi si rivelano i tracciati e sentieri da percorrere a piedi od in bicicletta non solo sul fondovalle; anche lungo i versanti, dove la pendenza a volte risulta non indifferente, si sviluppano tracciati rilevanti sotto il profilo paesaggistico. Di seguito alcuni esempi.

Itinerario Artogne-Piazze L’itinerario si sviluppa lungo quella che una volta era la principale via di comunicazione con la frazione di Piazze. Si svolge quasi interamente all’interno dei boschi di castagni e nella parte iniziale percorre il bordo della montagna confinante con la Valle di Artogne. Il percorso è piuttosto impegnativo perché tutto in salita e tale da rappresentare una vera e propria escursione verso la montagna, ma è piacevole anche in piena, estate perché ombreggiato. Il fondo è acciottolato e in alcuni punti mostra ancora i solchi tracciati dalle slitte che scendevano dai monti cariche di legna. Si possono inoltre ammirare diverse Santelle votive affrescate, alcune delle quali ancora ben conservate e ai lati del percorso sono allineati massi di grosse dimensioni che fungono da recinzione. Dopo i primi 700 metri di percorso ci si trova ad un bivio: a sinistra si sale direttamente verso l'abitato di Piazze passando vicino al Dosso dei Guelfi (forse perché appartenuto in passato a famiglia di parte guelfa). Proseguendo

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 109 diritti, invece, si arriva in località Marocchello (questo nome potrebbe derivare dal nome Marco o anticamente Marocus) per poi proseguire verso Piazze sulla strada detta delle Case Pedri. In questa zona sono presenti varie cascine di bella fattura nelle quali si conducono ancora attività agricole e zootecniche secondo canoni tradizionali.

Itinerario Artogne-Acquebone L’itinerario collega il paese alla frazione sita sulla sponda sinistra della Valle d’Artogne. È tutto acciottolato in salita, ma ben ombreggiato in quanto si sviluppa tutto nei boschi di castagni. Sono presenti altre specie botaniche quali robinie, pseudoacacie, betulle,sambuchi, e più in alto anche abeti, larici, carpini, roverelle, sorbi dell'uccellatore, ciliegi selvatici, noci e noccioli. Nel sottobosco si possono incontrare lamponi, fragoline di bosco, luppolo,felci e una grande varietà di fiori a seconda delle stagioni. Il percorso interseca in molti punti la nuova via asfaltata ma offre una valida alternativa a chi vuole fare un’escursione in mezzo alla natura. Lungo il tragitto si può notare un’edicola denominata Santel de la Crus dedicata a San Rocco. Si arriva alla chiesa di S. Rocco di Acquebone e ci si può collegare agli itinerari della montagna. La prosecuzione verso Piazze risulta al momento difficoltosa ma verrà in futuro ripristinata.

Itinerario dei castagni L’itinerario si svolge tutto nella zona pedemontana che avvolge e sovrasta il centro storico del paese. Vi si può quindi accedere da vari punti e si possono percorrere diversi anelli, sconfinando eventualmente anche negli adiacenti comuni di Gianico e Piancamuno. Il tema del percorso prende spunto da una delle attività agricole che maggiormente hanno caratterizzato il paese: la coltivazione del castagno da frutto. Partendo dalla antica località della Bettola al confine con Piancamuno si può avere uno scorcio del borgo antico delle Maserade passando davanti ad una santella seicentesca fatta costruire dalla famiglia Belafatti. Si prosegue circondati da castagni secolari sino al ponte sulla Valle di Artogne. Si attraversa il torrente in località Castello e ci si immette nel borgo medioevale, segnalato dalla presenza di una santella affrescata su entrambi i lati, e dai resti del Canale Opificieri che un tempo dava acqua ed energia a fucine, segherie e mulini. Si sale percorrendo una storica antica via tutta scavata nella roccia denominata dei carbunì. Essa era percorsa dai carbonai che portavano a valle il carbone prodotto in montagna con gerle di grosse dimensioni, aiutandosi con lunghi bastoni ai quali si sorreggevano puntandoli in apposite coppelle presenti nella roccia. Dalla sommità di questo poggio si gode un bel panorama sulla valle e si capisce come la posizione strategica sia stata scelta per la costruzione di torri fortificate abitate lungamente dai Federici e delle quali sono ancora visibili dei resti. Si prosegue poi verso la via delle Plagne attraversando la strada asfaltata per Piazze in località Frigola (dove è presente una sorgente d’acqua). Giunti in prossimità della località Ronco, si presentano tre possibili itinerari. Il primo, lungo la Strada dell’Abate, sale fino a raggiungere un bel bosco, appartenuto forse

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 110 in passato ad un monastero, e da lì scende verso Gianico, transitando per la località Sgarnere, dove si segnala una sorgente d’acqua che scorre in un antico abbeveratoio di pietra. Il secondo invece imbocca la strada detta Strada Grossa, che scende bruscamente in direzione dell’abitato di Artogne, passando davanti, in località Batistele, ad un’azienda dedita alla coltivazione e all'essiccazione delle castagne. Lungo questo percorso è anche possibile vedere una grande roccia incisa con numerose coppelle di probabile origine preistorica. Il terzo itinerario, infine, prosegue lungo la Strada delle Plagne che, con andamento agevole, consente di raggiungere una zona particolarmente panoramica e di portarsi in località Le Frise dove è presente un'azienda agrituristica. A questo punto si può proseguire verso Gianico, oppure fare ritorno ad Artogne attraverso una via consortile denominata Rive dei Balti che conduce alla chiesetta di S. Andrea, risalente al XIV secolo e sulla cui facciata rivolta al paese si possono ammirare due antichi af-freschi raffiguranti S. Cristoforo(protettore dei viandanti) e il Martirio di S. Andrea

Itinerario della campagna Questo itinerario si svolge lungo antiche mulattiere che hanno in parte conservato il loro importante carattere storico. Si tratta di strade alquanto strette che mettevano in comunicazione il nucleo del paese con la campagna dipanandosi dall’antica Via Valeriana. In questa zona di Artogne, rimasta ancora “verde”, nel periodo tardo primaverile ed estivo si svolge la fienagione e a fine settembre e inizio autunno il pascolo. Il valore storico risiede nel fatto che la maggior parte delle murature a delimitazione delle strade e delle proprietà sono rimaste inalterate e sono costituite da pietre ricavate da rocce scistose del luogo che mostrano una particolare lucentezza, combinate in modo caratteristico e per una buona altezza. Lungo il percorso sono presenti resti di santelle votive, merlature a sostegno di pergolati ed un arco di pietra affiancato da una nicchia di edicola rurale. Il fondo è acciottolato ma in alcuni punti è ricoperto da uno strato erboso. Le proprietà che delimitano queste strade sono denominate Broli: sono campi o orti di forma quadrata o rettangolare sul cui perimetro di muratura sono inserite delle pietre forate che sostengono delle travi a formare una pergola per la vite, ancora oggi coltivata. Le Strade delle Rive erano in passato più d’una e si dirigevano verso il comune di Gianico ai piedi della montagna (da qui una possibile derivazione del nome).Attualmente si può percorrere la Strada delle Rive (oggi Via Gianico) che collega Artogne al paese adiacente attraverso i prati ed il ruscello Val Vedetta che ne segna il confine. La Strada delle Fornaci è invece ormai immersa nella zona artigianale - industriale e conduce ancora verso il confine con il comune di Gianico; in queste zone sono ancora presenti piante di gelso, testimoni dell’attività dell'allevamento del baco da seta, poi abbandonata negli anni ‘50. In alcuni punti del percorso sono ancora presenti attività agricole e aziende produttrici di formaggi.

Itinerario del Fiume Oglio Dalla attuale strada provinciale N.1, attraverso le vie comunali dell'Oglio, delle Bosche e del Vescovo si accede alla parte pianeggiante del comune di Artogne e alle rive dell' Oglio. Questo reticolo di strade si interseca anche con la pista ciclabile che ben si integra nel percorso e può essere intrapresa per proseguire lungo il fiume Oglio verso la Valle Camonica o verso il Lago d’Iseo. Lungo questi percorsi è possibile osservare delle piante di ontano (ogne), da cui anche una possibile derivazione etimologica del nome del paese, platani, sambuchi e salici, che una volta delimitavano la rete irrigua della zona, noci e pioppi. È anche possibile avvicinarsi alle rive del fiume Oglio e godere della

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 111 tranquillità legata al silenzio e al lento scorrere delle acque. La Strada dei Ronchi conduce ai terreni siti nella piana adiacente all'Oglio, soggetta in passato alle periodiche piene del fiume che vi apportava sabbie limacciose. Lungo questa via sono presenti anche dei caselli agricoli a base quadrata che probabilmente servivano come ricovero degli attrezzi. La Strada del Vescovo era un’antica via alternativa alla Vecchia Valeriana, che collegava gli abitati di Piancamuno e Gianico passando nella zona pianeggiante del territorio di Artogne; essendo più agevole rispetto ad altre vie, probabilmente era percorsa dal vescovo quando veniva in Valle Camonica per le visite pastorali. Itinerario della Costa di Piazze Questa escursione offre varie possibilità di percorsi perché lungo il suo tragitto incrocia altri sentieri e strade che ci permettono di raggiungere la cima delle montagne che sovrastano l’abitato. Una possibilità alquanto comoda è quella di salire prendendo la Strada del Carpen, in località CaseNegri, nella parte alta del paese. Si incontra subito un lavatoio in granito locale e ci si addentra nel bosco di castagni. Il sentiero è ombreggiato e molto panoramico. Lungo il percorso vi sono cespugli di ginestre e più in alto i castagni sono sostituiti da larici, betulle e faggi. Si passa vicino alla località Ciaret che potrebbe richiamare la bella esposizione al sole che gode dall'alba al tramonto, oppure il nome di alcune famiglie qui vissute negli anni passati. Attraversando la nuova strada asfaltata si prosegue sulla Strada comunale del Mangiarino che porta alla località Ruina del Mangiarì attraversando la zona delle Moje e Tèse. Il percorso qui ricalca quello dell’antica comunale ma è in parte asfaltato per servire alcune abitazioni e cascine della zona. Il tratto di strada che porta al torrente è da lungo tempo interrotto per la presenza di una frana secolare, che potrebbe essere all'origine del nome, richiamando l’atto compiuto dall’erosione che si è, nel tempo, mangiata il terreno di questa zona. Altra teoria sulla derivazione del nome è invece quella legata all’alta appetibilità dell’erba di questi prati per il bestiame al pascolo. Si prosegue quindi sulla strada che sale verso monte passando vicino ad alcune cascine molto antiche(Campell, Mangiarì) in una zona ben esposta e molto panoramica, e attraversando un bosco disseminato di massi di granito erratici, trasportati cioè dai movimenti del ghiaccio in età glaciale. Si raggiunge in breve la località Foppa: è il punto ideale per fare una sosta e godersi questa conca erbosa, assolata e molto tranquilla. Da qui è possibile tornare verso il paese di Piazze servendosi della carrozzabile che scende alla località Albere, oppure proseguire su una strada consortile verso la cascina Féles per raggiungere poi la località Sère. In questa vasta zona il pascolo è molto panoramico e si può ammirare una grande varietà di fiori a seconda della stagione. L’origine del nome potrebbe consistere nella presenza di un tipo di quercia denominato cerro oppure essere dovuto alla presenza della pietra serezza, che rappresenta il nome del granito locale (Serés). Raggiunta la strada carrabile, è possibile salire verso le malghe del comune di Gianico ( e successivamente alla zona di Bassinale), seguendo le indicazioni del sentiero dedicato alla Brigata Fiamme Verdi “Lorenzetti“; oppure si può scendere verso la località Albere dove, proprio sotto il muro di sostegno del parcheggio, si dipartono la Strada delle Aiole e la Strada Case Negri, entrambe dirette verso il punto di partenza. La Strada Case Negri era un tempo usata come traccia per le slitte di legno che portavano a valle la legna. Più gradevole la discesa dalla Strada delle Aiole perché meno erta e più panoramica, soprattutto nella zona dei prati in vicinanza del paese. Il nome Aiole sembra derivi dalla presenza nella zona di terrazzamenti sostenuti da muri a secco e coltivati come delle vere e proprie aiole. Un’altra ipotesi etimologica è quella che fa riferimento al termine medioevale ajale che indicava lo spiazzo creato nel bosco per la produzione del carbone con il metodo del poiat. Lungo questo tratto di percorsosono

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 112 presenti cascine rurali antiche di bella fattura, alcune santelle diroccate e varie piante da frutto,betulle e piante di noci.

Itinerario della Costa di Acquebone L’itinerario risulta una valida continuazione, partendo da Artogne e andando verso Acquebone, per arrivare sino a Montecampione senza percorrere la strada asfaltata. Continuando il percorso per la frazione si sale seguendo la Strada dei Cavalli verso la località Orti, dove un tempo erano presenti muri a secco e coltivazioni del castagno da frutto, che attualmente è un bosco di castagni incolto. La strada sale con fondo in terra battuta sino ad arrivare in località Dosso di Sotto, dove si apre una radura erbosa scoscesa che offre un bel panorama sulla valle. Si raggiunge così una strada asfaltata che porta ad un gruppo di case e prosegue sino al confine con Piancamuno, segnato dalla presenza delle sorgenti della Valle Morino. Da questo punto si ritorna verso il territorio di Acquebone prendendo la Strada del Santello Macàri che, dopo aver attraversato i prati, prosegue nel bosco sino ad arrivare alla località Dosso di Sopra, anch'essa molto panoramica e disseminata di antiche cascine. Arrivati alla strada asfaltata bisogna percorrerla per un tratto per poi addentrarsi nuovamente nel bosco, si attraversa il Torrente della Bettola e, camminando in mezzo a faggi e larici di considerevole altezza, si arriva sino alla zona del depuratore. Qui ci si può dirigere verso il complesso di Montecampione percorrendo la via comunale detta delle Moie, oppure si continua sulla strada asfaltata per un piccolo tratto. Si imbocca la Strada del Musoletto e dopo aver attraversato i prati a servizio delle cascine del luogo, ci si addentra nuovamente nel bosco. Si sale dolcemente e si riconoscono ancora degli spiazzi (ajali) creati nel bosco per la produzione del carbone con metodo tradizionale(poiatt).

Sentieri di valenza paesistica – pista ciclo pedonale Delibera del Consiglio Provinciale n. 76 del 4.12.2000 e successivo Accordo di Programma fra la Provincia di Brescia e i Comuni di Pisogne, Pian Camuno, Rogno (BG), Artogne, Gianico e Darfo Boario Terme. Il percorso ciclabile Pisogne/Darfo ha inizio a Pisogne, in prossimità della Chiesa di S.Maria e sfrutta il tracciato dell’antica Via Valeriana. Attraversando la SS. 510 in corrispondenza della località San Girolamo, supera la zona artigianale e oltrepassa la zona delle cascine (Baibò, Stalletta e Cascina Stalla Lunga). L’itinerario incrocia quindi la strada interprovinciale Gratacasolo-Costa Volpino, si snoda lungo aree agricole di pregio ambientale in vicinanza del fiume Oglio e, dopo aver oltrepassato la variante alla S.S. 42 in comune di Pian Camuno, prosegue fino ad attraversare il torrente Rè di Artogne dove è stata realizzata una passerella ciclopedonale.

VISUALITÀ i tracciati viari, costituenti la trama relazionale minore ma paesisticamente significativa del territorio provinciale, spesso coincidono con percorsi di elevato valore panoramico; il grado di visualità dipende dalla possibilità o meno di fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente significativi per profondità e ampiezza, verso territori dotati di particolari valenze naturali o storico- culturali.

Cime e crinali sono la massima espressione di visuale del paesaggio montano, in quanto ne indicano il profilo (sky-line) e rappresentano lo spartiacque delle valli principali e secondarie. La sommità del territorio di Artogne è riconoscibile da crinali che chiudono e coronano il territorio dal confine con Gianico, passando per Bovegno e toccando Pisogne e Pian Camuno. Lungo i crinali sono identificabili importanti cime quali il Dosso di Beccheria di Bassinale (1900 m.s.l.m.), il

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 113 Monte Moffetto (2000 m.s.l.m.), Montecampione (1825 m.s.l.m.) ed il Monte Corniolo (1750 m.s.l.m.). Nel Comune di Artogne i principali crinali sono posti nella porzione sud-est del territorio, dove, in certa misura, coincidono con il confine comunale. Essi comprendono:  il crinale che congiunge il Corno Torricella (1.400 m s.l.m.) con il Dosso Bassinaletto (1.800 m s.l.m.) in direzione est;  il crinale che, a partire dal Dosso Beccheria di Bassinale, sale fino a raggiungere i 2000 m del Monte Moffetto per poi scendere al Monte Splaza (1800 m.s.l.m.);  il crinale che partendo dal Dosso Rotondo risale fino alla cima di Montecampione e alla Colma di Maruccolo (al confine con Pisogne);  il crinale che da Colma Maruccolo arriva a Monte Corniolo (1.750 m.s.l.m.).

Punti e visuali panoramiche Il tema della visualità trova inoltre argomentazione nella “carta condivisa del paesaggio” tavola dp 3h attraverso l’individuazione di punti panoramici, quali luoghi consolidati e non di elevata fruizione percettiva di quadri paesistici rilevanti e delle altre componenti di rilevanza paesistica del territorio (il particolare “godimento” di talune viste costituisce in molti casi un patrimonio collettivo condiviso oltre che importante momento evocativo e suggestivo nel rapporto con il paesaggio). Tra questi:

punto panoramico 1 da via carducci: sullo sfondo Monte Adamello innevato

punto panoramico 2 da via valeriana: sullo sfondo chiesa della Madonnina in comune di Gianico

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 114 punto panoramico 3 da via panoramica verso il fondovalle

punto panoramico 4 da via panoramica verso il fondovalle/verso il lago d’Iseo

punto panoramico 8 da via panoramica verso il fondovalle/verso il lago d’Iseo

punto panoramico 9 da via panoramica verso il fondovalle/verso il lago d’Iseo

punti panoramici 11-12-13-14 da via monte campione verso il fondovalle/verso il comune di Darfo Boario Terme.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 115 Le peculiarità del territorio comunale di Artogne, con la piana di fondovalle che si apre ad anfiteatro sui picchi e le cime circostanti, offrono importanti momenti evocativi e suggestivi nel quadro paesistico della Valle Camonica. In particolare la porzione a fondovalle è connotata da scenari di ampio respiro, con visuali che spaziano dalla catena delle Prealpi orobiche a ovest, il Cimon della Bagozza e la Concarena a nord, con il Pizzo Badile che si staglia a nord-est e, sullo sfondo, i contrafforti dell’Adamello, per finire con le cime del Monte Alta Guardia, Monte Zincone, Monte Stabio, Monte Frerone e Monte Cadino in direzione est. A sud le estese superfici boschive del territorio comunale costituiscono elemento di raccordo tra il fondovalle e le alte quote. La fascia collinare alle spalle dell’abitato offre pure, a nord, viste privilegiate sull’abitato di Cividate Camuno, sulla piana dell’Oglio e sui rilievi montuosi alla destra di questo.

LA FASE DI SINTESI

Sulla scorta dei passaggi ricognitivi e interpretativi sopradescritti, è stato possibile passare alla definizione della carta della “sensibilità paesistica” paesaggistica dei luoghi, che individua nel territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico. Questa carta costituisce la sintesi del percorso di lettura/valutazione del paesaggio in essere.

Carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi Tavola dp 3i

Sulla base degli elementi emersi dalle analisi precedenti, si riassume di seguito la valutazione qualitativa sintetica della sensibilità paesistica del territorio comunale di Artogne. Unitamente alle indicazioni regionali di riferimento in materia di tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio, anche gli strumenti di pianificazione provinciale, in adeguamento alla Legge Regionale n.12 forniscono indicazioni in merito alla determinazione delle classi di sensibilità paesaggistica dei luoghi.

CLASSI DI SENSIBILITÀ Per la determinazione della classe di sensibilità paesaggistica si indica: o le componenti del paesaggio fisico e naturale, nonché gli elementi tutelati dalla rete ecologica quali arbusteti, siepi e filari, alberi di interesse monumentale, stagni, lanche e zone umide estese, sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata. o le componenti del paesaggio agrario e dell’antropizzazione colturale sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata quando costituiscono sistemi dell’organizzazione del paesaggio agrario tradizionale. In particolare le componenti afferenti agli usi del suolo (vigneti, castagneti da frutto, frutteti, oliveti, altre colture specializzate e pioppeti sono da considerarsi a sensibilità elevata o molto elevata quando costituiscono colture tipiche dei luoghi, ovvero in ragione del loro caratterizzare ambiti a vocazione prevalente. o le componenti del paesaggio storico culturale sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata a seconda delle caratteristiche del contesto e delle relazioni che esse stabiliscono con i paesaggi circostanti. o Le componenti del paesaggio urbano sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata esclusivamente per quanto attiene i centri e nuclei storici. o le componenti di criticità e del degrado sono da considerarsi di principio a sensibilità elevata o molto elevata a seconda delle caratteristiche del contesto, della rilevanza e delle sensibilità dei paesaggi circostanti. Allegati I PTCP adottato “disciplina per la tutela e la valorizzazione delle componenti del paesaggio della provincia

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 116

Metodologia di valutazione In conformità con quanto indicato dalle Norme Tecniche del P.T.P.R. e sulla traccia delle linee guida fornite dal Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia – 21 Novembre 2002 – 2° supplemento straordinario al n.47, la valutazione è stata formulata in base ai tre modi previsti: morfologico strutturale, vedutistico e simbolico. In particolare, nelle Linee Guida per l’esame paesistico dei progetti (ai sensi dell’art. 30 delle Norme di Attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale), 3. Criterio per la determinazione della classe di sensibilità paesistica del sito, si legge:

“…In definitiva, il giudizio complessivo circa la sensibilità di un paesaggio tiene conto di tre differenti modi di valutazione: morfologico, veduti stico, simbolico.

Modo di valutazione morfologico-strutturale Questo modo di valutazione considera la sensibilità del sito in quanto appartenente a uno o più “sistemi” che strutturano l’organizzazione di quel territorio e di quel luogo, assumendo che tale condizione implichi determinate regole o cautele per gli interventi di trasformazione….

Modo di valutazione vedutistico …Il modo di valutazione vedutistico si applica là dove si consideri di particolare valore questo aspetto in quanto si stabilisce tra osservatore e territorio un rapporto di significativa fruizione visiva per ampiezza (panoramicità), per qualità del quadro paesistico percepito, per particolarità delle relazioni visive tra due o più luoghi….

Modo di valutazione simbolico Questo modo di valutazione non considera tanto le strutture materiali o le modalità di percezione, quanto il valore simbolico che le comunità locali e sovralocali attribuiscono al luogo, ad esempio, in quanto teatro di avvenimenti storici o leggendari, o in quanto oggetto di celebrazioni letterarie, pittoriche o di culto popolare…”

La Tavola, sulla base degli elementi emersi dalle Tavole precedenti e messi in luce sotto vari aspetti nella presente relazione, riassume graficamente la valutazione qualitativa sintetica della sensibilità paesistica del territorio comunale di Artogne. L’esame dell’intero territorio comunale ha mostrato come, per aree e zone diverse, diverse siano - nella formulazione di un giudizio, sia sintetico, sia complessivo - le opportunità di applicazione dei tre modi citati. Sempre secondo le indicazioni previste dai documenti sopra menzionati, le classi di sensibilità paesistica utilizzate sono quattro. Nell’ordine: sensibilità paesistica molto alta (5); sensibilità paesistica alta (4); sensibilità paesistica media (3); sensibilità paesistica bassa (2). Come risulta evidente dalla lettura della Tavola, ad ogni classe è stato assegnato un diverso colore specificato in legenda. Prima di entrare nel merito dei diversi livelli di sensibilità paesistica, dei modi di valutazione e delle chiavi di lettura adottati, va sottolineato come, in nessun caso, l’uno o l’altro di tali criteri sia sufficiente, da solo, a spiegare la complessità del fenomeno. Nella stragrande maggioranza dei casi, il giudizio complessivo è frutto di una combinazione articolata di tali elementi, formulata secondo canoni inevitabilmente soggettivi e, quindi, pur sempre opinabili.

Sensibilità Paesistica Molto Alta (5) Questa classe di sensibilità paesistica è stata assegnata a quelle parti del territorio che, secondo il modo di valutazione morfologico-strutturale, partecipano a sistemi territoriali di interesse geo- morfologico e naturalistico, occupando una posizione strategica per la conservazione delle caratteristiche di leggibilità e riconoscibilità di tali sistemi, in particolare secondo chiavi di lettura a livello sovralocale. Diversi sono i sistemi territoriali che caratterizzano questo vastissimo ambito territoriale.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 117 Ne sono un esempio cime e crinali, questi ultimi evidenziati nella Tavola dp3h, quali strutture morfologiche di particolare rilevanza nella configurazione del contesto paesistico camuno, “che concorrono alla rappresentazione dello scenario del paesaggio della montagna, il cui alto grado di naturalità costituisce una condizione eccezionale nell’ambito regionale” (PTCP, All. I, I.12). Le parti del territorio segnalate in questa classe di sensibilità paesistica sono connotate da una notevole valenza visiva. Ad esse si è pure applicato il modo di valutazione vedutistico, poiché risultano connesse alla fruizione percettiva secondo una chiave di lettura a livello sovralocale. “Il particolare “godimento” di talune viste costituisce in molti casi un patrimonio collettivo condiviso, oltre che importante momento evocativo e suggestivo nel rapporto con il paesaggio” (PTCP, All. I, VI.4.5.a). L’area indicata comprende visuali panoramiche e percorsi di interesse paesistico, da cui è possibile fruire di visuali o scorci visivi paesaggisticamente significativi per profondità e ampiezza (PTCP, All. I, VI.4.5 a e VI.6.7.a) con vedute a scala vasta (PTCP, Norme tecniche di attuazione, art. 92).

Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti elementi di criticità:  cime e crinali: presenza diffusa di elementi tecnologici “intrusivi” (elettrodotti), con possibile alterazione della morfologia e dello stato di naturalità dei luoghi e con effetti negativi dal punto di vista percettivo

 corpi idrici principali: perdita o riduzione della fauna ittica e della vegetazione ripariale; problemi relativi all’assetto vegetazionale: invadenza delle piante anche ad alto fusto in alveo, mancata coltivazione delle fasce vegetazionali di ripa; modificazione delle sponde e nuova edificazione nell'immediato contesto; rischio di depauperamento della quantità d’acqua per effetto di sottrazione agli alvei naturali; rischio di impoverimento della portata d’acqua delle cascate a causa del prelievo a monte ad uso idroelettrico, con ripercussioni negative dal punto di vista paesistico, oltre che ambientale; problemi di assetto idrogeologico, fenomeni di erosione, sovralluvione, dissesto; locali rischi di instabilità delle sponde; perdita progressiva degli elementi connotativi paesistico ambientali; perdita degli elementi di naturalità in adiacenza ai corpi idrici; compromissione delle acque della falda superficiale e del reticolo drenante; perdita dell’equilibrio idrogeologico

 visuali panoramiche: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio, infrastrutturale) alla percezione del quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della significatività percettiva del quadro mediante l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi o infrastrutturali), che per caratteristiche e dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme

 malghe e baite: fenomeni d’abbandono e conseguente perdita del ruolo di presidio antropico del territorio e di conseguente controllo dei fattori idrogeologici; la cancellazione dei caratteri originari a causa di interventi urbanistico-edilizi distruttivi, sostitutivi o di trasformazioni del tessuto edilizio originario e dei suoi caratteri architettonici originari; la perdita di leggibilità per occultamento, interferenza percettiva, accostamento e sovrapposizione di elementi impropri

 architetture e manufatti storici puntuali: perdita della leggibilità degli edifici e dei manufatti, o dei loro caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi o di trasformazione dei caratteri architettonici peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto all’abbandono o ad un uso non compatibile di molte architetture storiche; occultamento della leggibilità delle relazioni con il contesto a causa di presenze edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche

 ambiti di elevato valore percettivo: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio, infrastrutturale) alla percezione del quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della significatività percettiva del quadro mediante l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi o infrastrutturali), che per caratteristiche e dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme; riduzione delle componenti significative del quadro attraverso l’eliminazione sostituzione di elementi peculiari (es. taglio di vegetazione di cornice o eliminazione-sostituzione di manufatti significativi).

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 118 La porzione di territorio contraddistinta da sensibilità paesistica molto alta corrisponde alle zone interessate da creste e crinali, dall’alveo del fiume Oglio e della Valle di Artogne.

Sensibilità Paesistica Alta (4) Questa classe di sensibilità paesistica è stata attribuita a quelle aree del territorio poste a corollario delle componenti contraddistinte da sensibilità paesistica molto alta (5) e che, secondo il modo di valutazione morfologico-strutturale, contribuiscono pur sempre all’unitarietà di sistemi territoriali di interesse geo-morfologico e naturalistico e alla configurazione del contesto paesistico camuno, in base a chiavi di lettura a livello sovralocale. Si tratta delle aree caratterizzate in particolare da prati-pascoli, ma anche da boschi, situati a ridosso del Parco regionale dell’Adamello che arrivano a lambire il centro storico e la zona edificata di fondovalle. I boschi rappresentano il connettivo vegetazionale che collega ambiti fisiograficamente diversi: proteggendo dall’erodibilità dei corpi idrici, contribuendo alla stabilità idrogeologica, all’autodepurazione dell’ambiente, all’equilibrio ed alla compensazione bioecologica generale degli ecosistemi” (PTCP, All. I, I.6.a). I prati-pascoli sono anch’essi elementi fortemente caratterizzanti il paesaggio della montagna e delle valli prealpine, con le architetture rurali storiche costituite da malghe e baite connotate da una propria peculiarità tipologica in relazione al sito. Gran parte di questi ambiti territoriali sono anche caratterizzati da elevato valore percettivo. Il centro storico presenta invece numerosi e notevoli edifici storici, spesso anche non tutelati e convenientemente conservati. Quello che ancor oggi si può vedere è un tipico centro storico montano, con strette viuzze che come una ragnatela avviluppano l’edificio centrale, la chiesa, corredato da fontane e piazzuole, chiese minori e santelle. Nella composizione del sistema paesistico di maggiore ampiezza, queste componenti intrattengono uno stretto rapporto relazionale con le aree a sensibilità paesistica molto alta (5) citate più sopra, caratterizzando la morfologia del territorio e concorrendo all’unitarietà e alla significatività percettiva del quadro d’insieme.

Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti elementi di criticità:  boschi di latifoglie e boschi di conifere: diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio nel caso di bosco degradato e di forti tagli; aumento della velocità di scorrimento delle acque superficiali nelle zone disboscate, con conseguente aumento del rischio idraulico; abbandono del bosco, con conseguente degrado e propensione al dissesto; abbandono della manutenzione e dell'attività di raccolta di prodotti del sottobosco, dovuta all'abbandono delle attività agro-pastorali; progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che si abbassa di quota, con possibilità di aggressione anche di nuclei di antica formazione (abbandonati); impoverimento della varietà di specie arboree presenti e prevalenza delle specie dominanti; progressiva inaccessibilità e scomparsa dei sentieri e delle mulattiere; uso saltuario e improprio dei percorsi di montagna (motorizzazione); presenza di intrusioni tecnologiche, quali ad esempio gli elettrodotti, che tagliano secondo tracciati rettilinei larghe fasce boscate; rischio di incendio; omogeneizzazione dei colori e delle forme del bosco in alta e media quota e scadimento del paesaggio coltivato in bassa quota, che inducono un’immagine “confusa” della montagna: questa appare sempre meno disegnata nelle sue articolazioni funzionali e tendenzialmente orientata verso l’omogeneizzazione fisico-percettiva

 prati-pascoli: progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che riduce progressivamente i pascoli e i prati coltivi; abbandono della manutenzione del sottobosco in assenza di pascolo stagionale; processi di urbanizzazione aggressivi; apertura di nuove strade carrabili, che non rispettano il disegno del paesaggio tradizionale

 rete stradale storica: utilizzo intensivo delle reti storiche come elemento distributivo di un sistema residenziale, produttivo, o terziario lineare che determina fenomeni di conurbazione e di saldatura fra i

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 119 nuclei originari; perdita del naturale rapporto percettivo con la campagna, intesa come sistema delle componenti dell’antropizzazione colturale, e le grandi emergenze geomorfologiche di fondale a causa dell’interposizione di manufatti incongrui e/o di dimensioni inadeguate; sostituzione di manufatti di servizio o di opere d’arte stradali con elementi in totale dissonanza costruttiva con l’infrastruttura storica

 corpi idrici: perdita o riduzione della fauna ittica e della vegetazione ripariale; problemi relativi all’assetto vegetazionale: invadenza delle piante anche ad alto fusto in alveo, mancata coltivazione delle fasce vegetazionali di ripa; modificazione delle sponde e nuova edificazione nell'immediato contesto; rischio di depauperamento della quantità d’acqua per effetto di sottrazione agli alvei naturali; problemi di assetto idrogeologico, fenomeni di erosione, sovralluvione, dissesto; locali rischi di instabilità delle sponde; fenomeni di inquinamento da reflui agricoli, civili, industriali e da rifiuti solidi urbani; perdita progressiva degli elementi connotativi paesistico ambientali; perdita degli elementi di naturalità in adiacenza ai corpi idrici; perdita dell’equilibrio idrogeologico

 aree edificate con destinazione produttiva/non produttiva: assenza di identità e frammentazione della forma urbana nonché conseguente contrasto con i centri storici; interdizione visiva, da e per, l’ambito esterno dei nuclei storici e fenomeni di saldatura con gli abitati frazionari o i capoluoghi limitrofi

 contesti di rilevanza storico-testimoniale: degrado fisico degli elementi riferibili alla memoria storica; compromissione del contesto o dei suoi rapporti paesistici e spaziali a causa di interventi di tipo edilizio intrusivo

 luoghi di rilevanza paesistica e percettiva caratterizzati da beni storici puntuali: perdita della leggibilità degli edifici e dei manufatti, o dei loro caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi, sostituzioni o di trasformazioni dei caratteri architettonici peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto all’abbandono o ad un uso non compatibile; compromissione delle relazioni con il contesto a causa di presenze edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche

 itinerari di fruizione paesistica: mancata manutenzione e abbandono di molti percorsi storici, con conseguente decadimento fisico e materico; presenza di cartellonistica pubblicitaria visivamente intrusiva; tendenza alla conurbazione lungo il nastro stradale, con conseguente occlusione delle visuali panoramiche; tendenza alla sostituzioni di antichi materiali di pavimentazione stradale (sterrati, selciati, acciottolati, ecc.) con asfalto e/o calcestruzzo; tendenza all’abbandono o all’alterazione dei manufatti di complemento alla viabilità.

 nuclei storici: cancellazione dei caratteri originari dei centri storici; inserimento di edifici non coerenti con il sistema insediativo; ampliamento per addizione dei nuclei storici; perdita di leggibilità per occultamento, interferenza percettiva, accostamento e sovrapposizione di elementi impropri per tipologia, caratteristiche architettoniche e materiche; degrado complessivo del paesaggio dei centri di montagna e delle strutture edilizie in particolare, dovuto all'abbandono

 architetture e manufatti storici puntuali: perdita della leggibilità degli edifici e dei manufatti, o dei loro caratteri originari a causa di interventi edilizi distruttivi o di trasformazione dei caratteri architettonici peculiari; degrado delle strutture edilizie, dovuto all’abbandono o ad un uso non compatibile di molte architetture storiche; occultamento della leggibilità delle relazioni con il contesto a causa di presenze edilizie o infrastrutturali intrusive per localizzazione, tipologia e caratteristiche architettoniche.

Sensibilità Paesistica Media (3) Alla porzione del territorio interessata dall’edificazione di tipo residenziale è stata assegnata una classe di sensibilità paesistica media (3): sono compresi in questa classe di sensibilità gli ambiti edificati e parte delle aree caratterizzate da prati e pascoli posti a corona degli ambiti produttivi. Nonostante questi ultimi ambiti rientrino in ambiti di elevato valore percettivo (PTCP, All. I, VI.1), la presenza delle realtà produttive di tipo artigianale e agricolo induce ad attribuire una sensibilità paesistica non alta. Nel complesso tali ambiti contribuiscono a definire quadri paesistici contraddistinti da omogeneità d’insieme. Tutto il territorio di Artogne infatti partecipa al contesto paesaggistico più ampio della

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 120 media Valle Camonica e concorre a quella cornice di visuale che inquadra sullo sfondo le energie di rilievo delle Alpi Lombarde. Per le componenti che appartengono a questa classe di sensibilità vanno segnalati i seguenti elementi di criticità:  visuali: introduzione di elementi d’ostacolo, di tipo fisico (edilizio, infrastrutturale) alla percezione del quadro paesistico; compromissione dell’unitarietà e della significatività percettiva del quadro mediante l’immissione, nel medesimo, di elementi di disturbo (edilizi o infrastrutturali), che per caratteristiche e dimensione costituiscono anomalia agli equilibri d’insieme

 boschi di latifoglie e boschi di conifere: diminuzione della funzione di protezione idrologica del territorio nel caso di bosco degradato e di forti tagli; aumento della velocità di scorrimento delle acque superficiali nelle zone disboscate, con conseguente aumento del rischio idraulico; abbandono del bosco, con conseguente degrado e propensione al dissesto; abbandono della manutenzione e dell'attività di raccolta di prodotti del sottobosco, dovuta all'abbandono delle attività agro-pastorali; progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che si abbassa di quota, con possibilità di aggressione anche di nuclei di antica formazione (abbandonati); impoverimento della varietà di specie arboree presenti e prevalenza delle specie dominanti; progressiva inaccessibilità e scomparsa dei sentieri e delle mulattiere; uso saltuario e improprio dei percorsi di montagna (motorizzazione); presenza di intrusioni tecnologiche, quali ad esempio gli elettrodotti, che tagliano secondo tracciati rettilinei larghe fasce boscate; rischio di incendio; omogeneizzazione dei colori e delle forme del bosco in alta e media quota e scadimento del paesaggio coltivato in bassa quota, che inducono un’immagine “confusa” della montagna: questa appare sempre meno disegnata nelle sue articolazioni funzionali e tendenzialmente orientata verso l’omogeneizzazione fisico-percettiva

 prati-pascoli: progressiva colonizzazione spontanea del bosco, che riduce progressivamente i pascoli e i prati coltivi; abbandono della manutenzione del sottobosco in assenza di pascolo stagionale; processi di urbanizzazione aggressivi; apertura di nuove strade carrabili, che non rispettano il disegno del paesaggio tradizionale

 rete stradale storica: utilizzo intensivo delle reti storiche come elemento distributivo di un sistema residenziale, produttivo, o terziario lineare che determina fenomeni di conurbazione e di saldatura fra i nuclei originari; perdita del naturale rapporto percettivo con la campagna, intesa come sistema delle componenti dell’antropizzazione colturale, e le grandi emergenze geomorfologiche di fondale a causa dell’interposizione di manufatti incongrui e/o di dimensioni inadeguate; sostituzione di manufatti di servizio o di opere d’arte stradali con elementi in totale dissonanza costruttiva con l’infrastruttura storica

Sensibilità Paesistica Bassa (2) A questa classe appartengono le aree urbanizzate caratterizzate dalle attività produttive. Le norme di attuazione degli atti di P.G.T. prescrivono l’obbligo di esame di impatto paesaggistico delle trasformazioni non solo rispetto ad interventi che ricadono in zone di specifica tutela (aree sottoposte a vincolo ai sensi del D.Lgs. n.42 del 2004 e del PTR) ma anche per interventi di tipo diverso. Le indicazioni della carta delle sensibilità paesaggistiche dei luoghi rappresentano strumento fondamentale per il corretto adempimento delle funzioni amministrative comunali in materia paesaggistica:  aree edificate con destinazione produttiva/non produttiva: assenza di identità e frammentazione della forma urbana nonché conseguente contrasto con i centri storici; interdizione visiva, da e per, l’ambito esterno dei nuclei storici e fenomeni di saldatura con gli abitati frazionari o i capoluoghi limitrofi

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 121

CAP III Assetto geologico, idrogeologico, sismico e acustico – altre aree a rischio Il presente capitolo riguarda lo studio per la definizione della componente geologica, idrogeologica, sismica e acustica del Territorio del Comune di Artogne che costituisce parte integrante e sostanziale del PGT. Si rimanda agli studi specifici per un approfondimento delle tematiche trattate. Si rimanda agli studi specifici per un approfondimento delle tematiche trattate. definizione dell’assetto geologico

Lo studio geologico vigente è stato redatto nell’anno 2008 quale studio di supporto alla pianificazione urbanistica: in questo periodo erano infatti iniziati i lavori di redazione della Variante Generale al PRG ora convogliati nel PGT oggetto della presente trattazione. Lo studio di settore sopra citato fa riferimento alle norme proposte e contenute in “Criteri ed indirizzi relativi alla componente geologica nella pianificazione territoriale” (DGR n.5/36147 del 18.05.1993), è stato aggiornato con le osservazioni della Regione Lombardia “Territorio ed Urbanistica” Prot. Z1 2009-5049 del 11 marzo 2009, ed è costituito dai seguenti elaborati:  Norme tecniche di attuazione  Relazione Geologica generale - Relazione illustrativa Tav.1 Carta geolitologica Tav.2 Carta idrogeologica e del sistema idrografico Tav.3 Carta geomorfologica di inquadramento Tav.4 Carta della dinamica geomorfologica Tav.5 Carta della pericolosità sismica locale Tav.6 Carta dei vincoli Tav.7a-7b Carta di sintesi Tav.8a-8b Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (1:5000) Tav.9a-9b Carta della fattibilità geologica per le azioni di piano (1:2000) Tav.10 Carta del dissesto con legenda uniformata a quella del P.A.I.

Dal punto di vista geologico lo studio di settore, esteso a tutto il territorio, ha messo in evidenza la presenza di diffusi ed intensi fenomeni di dissesto idro-geologico legati alle condiizioni geologico- morfologiche presenti. Si evidenziano inoltre alcuni eventi calamitosi che hanno portato all’insorgere di tali dissesti che, nonostante interventi di bonifica risultano ancora attivi. In generale gli ambiti territoriali, sulla base delle considerazioni emerse dall’analisi morfologica degli elementi di pericolosità legati sia alla dinamica dei corsi d’acqua che a fenomeni gravitativi, sono stati suddivisi in diverse classi raggruppabili macroscopicamente nei seguenti gruppi:

CLASSE 4 - FATTIBILITA’ CON GRAVI LIMITAZIONI Questa classe comprende aree nelle quali sono state riscontrate gravi limitazioni per la modifica delle destinazioni d’uso del territorio. L'alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso dell'area. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Nel Comune di Artogne ricadono in particolare in questa classe le aree coincidenti con l’alveo e le sponde del Torrente Re e del Fiume Oglio, della Valle d’Artogne, Bassinaletto e Maione.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 122 Ricadono in questa classe, in particolare per la presenza di problematiche legate alla stabilità dei versanti, le aree immediatamente a monte dell’abitato di Acquebone. Vengono incluse nella classe di fattibilità 4 le zone di tutela assoluta di opere di captazione ad uso idropotabile che dovranno essere tutelate come previsto dal D.Lgs 3 aprile2006, n.152 (art. 94).

CLASSE 3 - FATTIBILITA’ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica delle destinazioni d'uso dei terreni per l'entità e la natura dei rischi individuati nell'area di studio o nell'immediato intorno. Le limitazioni sono connesse principalmente a due diverse categorie di pericolosità: la relativa vicinanza all’alveo dei corsi d’acqua e la pendenza del territorio mediamente superiore a 20°. Nel Comune di Artogne ricadono in particolare in questa classe parte alcune aree a ridosso dell’alveo del torrente Re: in particolare le aree poste sulla destra idrografica del torrente e le aree di fondovalle a valle della linea ferroviaria. La maggior parte dell’edificato della frazione Acquebone ricade in questa classe in particolare per la prossimità del fenomeno franoso denominato “Frana Carassini”.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 123 L’edificazione in questi ambiti deve essere supportata da specifica indagine geologico-tecnica indispensabile per valutare la fattibilità dei singoli interventi.

CLASSE 2: FATTIBILITA’ CON MODESTE LIMITAZIONI In questa classe ricadono aree dove sono state rilevate puntuali o ridotte condizioni limitative alla modifica delle destinazioni d'uso dei terreni per la presenza di limitata acclività dei versanti, di spessori discontinui delle coltri superficiali moreniche e/o colluviali e per la possibile presenza, a monte delle opere, di fasce di instabilità ad elevata acclività o per la residua possibilità di rischio idrogeologico dovuta a modesti flussi residui. Anche in questa classe le limitazioni sono connesse a due diverse tipologie di pericolosità: la prossimità ai corsi d’acqua e la relativa acclività dei siti (pendenza compresa tra i 15° e i 20°). In particolare sono raggruppate in questa classe le aree esterne alla fattibilità in classe 3 dove le dinamiche legate ai corsi d’acqua diventa più debole.

CLASSE 1: FATTIBILITA’ SENZA PARTICOLARI LIMITAZIONI Ricadono in questa classe le aree per le quali non sono state rilevate particolari controindicazioni di carattere idro-geologico. Le trasformazioni del suolo possono quindi avvenire senza particolari limitazioni nel rispetto delle normative vigenti ed in particolare del D.M.LL.PP. 11.03.1988. La pendenza media di questi ambiti è inferiore ai 15° e la loro collocazione, nel settore del conoide del Torrente Re considerato inattivo, non intercetta fenomeni di esondazione da parte del corso d’acqua.

Definizione dell’assetto idrico

Il comune è dotato di studio del Reticolo idrico minore redatto nell’anno 2005 ai sensi della DGR 25.01.2001 n.VII/7868 modificata dalla DGR 01.08.2003 n. VII/13950. Lo studio di settore è costituito da: - Relazione Tecnica - Regolamento di polizia idraulica - Tabella-elenco dei corsi d’acqua - Settore di territorio non urbanizzato - Settore di territorio urbanizzato: foglio A “Artogne-fondovalle” - Settore di territorio urbanizzato: foglio B “Artogne-Plagne”

L’analisi effettuata ha messo in luce la presenza sul territorio comunale dei seguenti corsi d’acqua appartenenti al reticolo principale: - Val Vedetta - Valle d’Artogne - Val Maione - Valle del Corazzino - Valle Bassinale

Il Piano ha messo in evidenza la ricchezza idrografica sul territorio comunale sia nelle porzioni di fondovalle che di versante dove non relative sono le problematiche di tipo idro-geologico. Lo studio del reticolo tratta e aggiorna le problematiche già individuate dallo studio geologico del 2004 per i corsi d’acqua del versante.

Lo studio geologico sopra richiamato (anno 2004) ha infatti analizzato le dinamiche relative alla presenza dei corsi d’acqua nella porzione di versante su cui sorge la frazione Acquebone approfondendo le problematiche specifiche di ogni alveo che confluisce nel Torrente Re quale ramo principale di deflusso.

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Estratto studio Reticolo Idrografico Minore – ambito urbano

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L’idrografia comunale in quest’ambito risulta caratterizzata dalla presenza dei seguenti corsi d’acqua superficiali: 1. Torrente Re di Artogne che corre lungo il confine con il comune di Pian Camuno; il corso d’acqua è caratterizzato dalla presenza di briglie e da arginatura in rilevato ed in calcestruzzo. In questo torrente confluiscono numerosi corsi d’acqua: a. il Torrente Corazzino interessato da consistenti fenomeni di erosione e di trasporto solido. L’alveo è stato più volte interessato da lavori di regimazione e di costruzione di briglie finalizzati a limitare i fenomeni sopra descritti. b. Valle della Bettola: è un corso d’acqua che nasce a valle della località Montecampione. Raccoglie le acque di numerosi ruscelli di versante. In corrispondenza dell’abitato di Acquebone è stata collocata una derivazione per la produzione di energia nello stabilimento Olcese; Tale derivazione determina alcune problematiche legate a fenomeni di infiltrazione e ruscellamento superficiale dovute alle numerose perdite presenti lungo la condotta; c. Valle dell’inferno: corso d’acqua a valle di Montecampione alimentato da numerosi ruscelli di versante e dalla acque di scarico del depuratore della località turistica;

2. Ulteriore dettaglio è stato registrato per la realtà idrografica sui versanti della Val Maione e della Val Mezzana: d. Torrente Splaza: confluisce nella Valle Maione a quota 1865 m.s.l.m.. La condotta Olcese, sopra richiamata, ne deriva parte dell’acqua; e. Torrente Malusen: caratterizzato da un alveo con forte acclività; ancora oggi è fonte di pericolosità per la rete viaria presente sul versante; f. Val Mezzana: è interessata da fenomeni erosivi di fondo. La portata del corso d’acqua viene incrementata dalla presenza delle piste da sci; g. Val Maione: è interessata da fenomeni erosivi di fondo: anche questo corso d’acqua è interessato da una captazione della condotta Olcese;

3. Numerose sono le zone caratterizzate da sorgenti in cui si registra l’affioramento delle acque sotterranee. Il fenomeno è diffuso nell’ambito della frazione Acquebone dove le emergenze idriche sono state captate e collegate all’acquedotto comunale e nelle località Pateghe e S.Maurizio. Affioramenti di questo tipo sono meno diffusi sul versante destro del Torrente Re dove si registrano sorgenti in località Prato delle Tese e Foppello. Nello specifico la “Tavola dei Vincoli” dello studio geologico individua sul territorio comunale complessivamente 39 sorgenti con relative fasce di rispetto. Si individuano inoltre n.2 sorgenti poste nel comune contermine di Gianico in loc. Prà del Bosco le cui fasce di rispetto invadono il territorio di Artogne. 4. Nella zona di Acquebone sono state rilevate alcune limitate aree paludose poste in corrispondenza di aree sorgive o al margine di corsi d’acqua. Anche in località Patteghe si segnala un’area paludosa da associare allo sbarramento delle acque di versante derivante dal cordone morenico. 5. Il territorio comunale è inoltre attraversato dal Canale artificiale Italsider che scorre in direzione Nord-Sud e definisce una netta separazione tra l’abitato di più recente edificazione e le aree a contorno del nucleo antico. L’alveo artificiale caratterizza gran parte del versante sinistro della Valle Camonica che raccoglie parte delle acque del Fiume Oglio e di gran parte degli affluenti posti in sinistra idrografica. Il Torrente Re di Artogne è tra questi. La porzione di canale che attraversa il territorio di Artogne è principalmente scoperta: limitati sono i tratti con copertura o che scorrono in galleria.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 126 definizione dell’assetto sismico

Si riporta di seguito un breve estratto dello studio specifico a cui si rimanda per un approfondimento delle tematiche trattate. “Il Comune di Artogne ricade in Zona Sismica 3...... La procedura ha evidenziato che, per gli scenari identificati nel territorio di Artogne, la possibile amplificazione sismica, risulta contenuta e che quindi l’applicazione dello spettro previsto dalla normativa (D.M. 14 gennaio 2008) risulta sufficiente a tenere in considerazione i reali effetti di amplificazione litologica.”

Si rimanda agli approfondimenti specifici all’interno della Relazione e degli elaborati costituenti lo studio di settore che costituisce parte integrante e sostanziale del presente Piano. All’interno di tale studio il territorio comunale viene suddiviso dal punto di vista sismico nei seguenti ambiti:

Estratto studio idrogeologico e sismico – componente sismica

definizione dell’assetto acustico

Il comune è dotato di Zonizzazione acustica del territorio comunale approvata con deliberazione di Consiglio Comunale n.14 del 29 maggio 2012, redatto ai sensi dell’articolo 2 del D.P.C.M. 1 marzo 1991 e dell’articolo 6 della legge 26 ottobre 1995 n° 447 e s.i.m.. Lo studio richiamato era stato predisposto quale studio di supporto al Piano di governo del territorio in fase di redazione ma di cui non è stata effettuata l’adozione. Essendo variate le previsioni urbanistiche strategiche (in particolare per l’introduzione/soppressione di Ambiti di Trasformazione) si è proceduto quindi ad un aggiornamento dello studio di settore con l'intento di:  definire un quadro di riferimento per valutare i livelli di rumore presenti o previsti nel territorio comunale e valutare interventi e misure di controllo o riduzione dell'inquinamento acustico;  prevenire il deterioramento di aree non inquinate e di risanare quelle dove attualmente sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale superiori ai valori limite;  prevenire l’inquinamento acustico attraverso una corretta pianificazione delle nuove aree di sviluppo urbanistico e/o verificare la compatibilità dei nuovi insediamenti o infrastrutture in aree già urbanizzate;

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Il Piano ha individuato sul territorio comunale i seguenti ambiti:

Classe I Aree particolarmente Protett: Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

Classe II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali ed artigianali.

Classe III Aree di tipo misto: Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

Classe IV Aree di intensa attività umana: Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie le aree portuali le aree con limitata presenza di piccole industrie.

Classe V Aree prevalentemente industriali: Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

Classe VI Aree esclusivamente industriali: Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

Si rimanda allo studio specifico per un approfondimento delle tematiche richiamate e per un’analisi degli aspetti di dettaglio. altre aree a rischio Le verifiche e le indagini conoscitive effettuate non hanno rilevato la presenza sul territorio comunale di Artogne di aree a rischio di incidente rilevante, di rischio archeologico o altro rischio. Si segnala comunque la presenza di aree comprese ed a contorno dell’ambito produttivo in essere in cui sono in corso specifiche indagini da parte dell’ASL per la presenza di scorie di acciaieria. Gli ambiti in oggetto riguardano parte del corso del Fosso Ramello: aree interessate da depositi di scorie di impianti produttivi dismessi dislocati anche nei comuni contermini. Tale pregresso nonché la presenza nell’ambito di una falda idrica molto superficiale hanno definito la necessità di indagare il substrato per rilevare la presenza di sostanze pericolose. E’ inoltre in corso un “Procedimento amministrativo finalizzato all’emissione di ordinanza di bonifica di cui all’art.244 del D.Lgs 152/2006” riguardante l’area di insediamento della Ditta Artfer srl in via Carducci. Si segnala anche la presenza, in corrispondenza del confine comunale con Darfo B.T. di un ambito di cava per inerti (ATEg02); l’attività estrattiva (e la perimetrazione dell’ambito estrattivo) interessa solo in piccola parte il Comune di Artogne concentrandosi principalmente in territorio comunale di Darfo B.T.. Il territorio di Artogne è interessato principalmente da depositi di materiali, installazione di attrezzature varie ed edifici direzionali- amministrativi. Si auspica che i lavori finali di recupero dell’area, finalizzati secondo il Piano Cave ad un uso ricreativo dell’area con individuazione di verde pubblico attrezzato, coinvolgano nel complesso anche l’ambito degradato posto sul territorio di Artogne.

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CAP. I V SCENARIO STRATEGICO DI PIANO alternative per lo sviluppo del comune L’elaborazione degli obiettivi di Piano ispirati ai principi espressi nel paragrafo seguente, derivano da una valutazione preliminare di più strategie di sviluppo socio-economico-ambientale del Comune attraverso un’attenta valutazione di alcuni aspetti: - l’approfondimento delle componenti ambientali in base alle nuove normative per la tutela del paesaggio con puntuale verifica di compatibilità del Piano di Governo con il PTCP; - l’approfondimento del quadro conoscitivo dell’intero territorio; - l’approfondimento delle norme di tutela e valorizzazione del territorio.

In particolare in fase di attivazione degli studi di base e di settore per l’estensione del PGT l’Amministrazione Comunale ha espresso attraverso specifico documento, le proprie linee guida che sono state definite nell’enunciazione degli obiettivi descritti nei paragrafi precedenti. Gli obiettivi sopra riportati derivano di fatto da una attenta analisi di quanto il PRG vigente ha determinato sul territorio e la loro definizione di fatto non può non tenere conto delle trasformazioni indotte e definite anche dagli ambiti non ancora attuati. Le politiche di trasformazione del territorio formulate sulla scorta degli obiettivi richiamati, sono state poi selezionate mediante l’individuazione ed il confronto tra alcune potenziali alternative.

Scenario n.1 riconferma delle sole previsioni in essere del P.R.G. non ancora attuate; risposta negative a tutte le nuove richieste presentate. effetti negativi indotti: - nessuna prospettiva di sviluppo ulteriore rispetto a quanto previsto dal PRG Effetto neutro

Aree impegnate dal PRG

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Aree impegnate dal PRG

Aree impegnate dal PRG

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 130 Scenario n.2 costruire un Documento di Piano nel quale le previsioni coincidono con la totalità delle richieste presentate sia di tipo residenziale sia di tipo produttivo. effetti negativi indotti: eccessivo consumo di suolo aggiuntivo di PGT - Effetto - eccessiva occupazione di suolo agricolo negativo - frammentazione dell’edificato - sviluppo non controllato delle direttrici di espansione - sottrazione di suolo al “polmone verde centrale” ed agli ambiti agricoli non adiacenti all’edificato

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 131 Scenario n.3 limitare l’espansione residenziale ai margini del costruito

Effetto positivo

effetti positivi indotti: - ridotto consumo di suolo aggiuntivo di PGT; - conservazione del suolo agricolo; - sviluppo dell’edificazione proporzionale e graduale nel tempo

Scenario n.4 Contenere l’espansione delle aree produttive

Effetto positivo

Ambito a confine con Comune di Gianico effetti positivi: - limitare consumo di suolo; - limitare consumo aree agricole proponendo il completamento degli ambiti già edificati; - mantenere il più confinato possibile l’ambito produttivo eventuale collocazione di attività insalubri

Il processo di Valutazione Ambientale strategica ha valutato nel dettaglio i potenziali effetti dell’attuazione degli scenari sulle diverse componenti ambientali arrivando alle seguenti conclusioni:

Scenario n.1 Questo scenario prevede l’attuazione complessiva delle previsioni del PRG pre- vigente con il riconoscimento ed il completamento delle trasformazioni introdotte dalla

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 132 pianificazione urbanistica in essere riconfermando sostanzialmente il dimensionamento del piano effettuato in sede di redazione del PRG. La sua concretizzazione consente la tutela di tutti gli ambiti non ancora interessati da trasformazioni di tipo edilizio, ma al contempo: 1. non consente azioni di valorizzazione delle risorse rilevate sul territorio; 2. non consente l’attivazione di interventi volti al miglioramento ed alla risoluzione di problematiche di tipo insediativo, infrastrutturale, dei servizi; 3. impedisce ogni espansione di tipo economico; 4. risponde in modo negativo a tutte le richieste provenienti dalla cittadinanza.

Scenario n.2. Questo scenario vede lo sviluppo urbanistico del territorio in una direzione opposta rispetto allo scenario precedente. L’accettazione incondizionata delle richieste dei cittadini e delle associazioni porterebbe ad una trasformazione di Artogne priva di ogni valutazione delle criticità e delle potenzialità territoriali.

Scenario n.3-4 Questi scenario vedono come obiettivo principale la tutela e la valorizzazione del territorio attraverso la salvaguardia di ampie aree identificate. Al contempo prevede la riconferma delle previsioni del PRG che vengono completate con nuovi ambiti residenziali di trasformazione.

Alla luce delle analisi svolte in merito ai possibili scenari di sviluppo del territorio comunale si è optato per l’approfondimento degli scenari n. 3-4.

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CAP. V LE DETERMINAZIONI DI PIANO: PROPOSTE DI PIANIFICAZIONE

Sulla scorta delle analisi e dei principi strategici illustrati nei paragrafi precedenti sono stati formulati i seguenti obiettivi e azioni di Piano che sono stati oggetto di analisi in sede di Valutazione ambientale Strategica al fine di valutarne la sostenibilità ambientale. Gli obiettivi e le azioni di Piano sono stati raggruppati all’interno di quattro sistemi: - il sistema delle infrastrutture - il sistema dei servizi - il sistema insediativo - il sistema paesistico-ambientale e delle aree agricole.

Gli obiettivi generali sono approfonditi all’interno degli elaborati specifici del Piano dei Servizi e del Piano delle Regole e trovano concretizzazione attraverso l’enunciazione di obiettivi specifici ed azioni di piano. Risulta evidente che l’attuazione degli obiettivi attraverso le azioni di piano individuate in specifici sistemi porta pressioni, positive e/o negative anche in altri settori pertanto il processo di Valutazione Ambientale strategica valuta le potenziali sinergie indotte dall’attuazione di uno specifico obiettivo all’interno di sistemi paralleli. Si rimanda al Rapporto Ambientale per un’approfondita valutazione di tali aspetti. determinazione degli obiettivi qualitativi

Vengono di seguito descritti i principali obiettivi che l’Amministrazione Comunale intende trattare nel periodo di pianificazione strategica del Documento di Piano all’interno di quattro sistemi principali che si sviluppano con frequenti sovrapposizioni.

Obiettivi - SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE

Migliorare e potenziare la rete viabilistica esistente 1. sistemazione della viabilità nell’area artigianale nella zona Fornaci, con eventuali interventi mirati ampliamenti della stessa: attuazione all’interno dell’AdT 2. sistemazione traversa in via Fucine 3. revisione dei sensi di circolazione finalizzati a risolvere problematiche legate alla sicurezza 4. Potenziamento dei percorsi ciclo-pedonali esistenti:

- Realizzare pista ciclo pedonale lungo gli argini del Torrente Valle d’Artogne per successivo collegamento con la Pista Ciclo Pedonale Provinciale posta nel fondovalle; - realizzare un percorso ciclo-pedonale che fiancheggi il canale Italsider attraversando trasversalmente l’abitato per poi collegarsi con la pista ciclo-pedonale lungo il Torrente Valle di Artogne; - realizzazione di pista ciclo-pedonale di collegamento tra urbanizzato e ambito agricolo: dal capoluogo, attraversando il polmone verde fino a raggiungere la pista ciclo-pedonale provinciale; - allargamento via Manzoni-via Geroni: realizzazione di marciapiede

Nuova viabilità nelle aree di trasformazione - Realizzare una rete viabilistica nelle aree di trasformazione collegata razionalmente con la rete stradale ed il tessuto urbano esistente: prevedere all’interno degli AdT quelle direttrici viabilistiche indispensabili a risolvere problemi di traffico in essere sia in ambito produttivo che in ambito residenziale

Garantire una fruibilità qualificata del territorio 1. Agevolare e promuovere la sinergia tra i sistemi di mobilità esistenti sul territorio comunale (ferrovia, trasporto su gomma, ciclo-pedonabilità): - Realizzare/completare i marciapiedi lungo via Pascoli (in AdT) e via Leopardi - realizzazione marciapiede via XXV Aprile (sul ponte verso Pian Camuno)

- Realizzare passerella pedonale sulla briglia sul torrente Valle di Artogne ;

INFRASTRUTTURESISTEMA DELLE

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 134 Obiettivi - SISTEMA DELLE INFRASTRUTTURE Viabilità agro-silvo-pastorale 1. si intende dare la possibilità di raggiungere boschi e immobili in montagna con mezzi motorizzati attraverso il potenziamento ed il recupero accessi agro-silvo-pastorali, in modo che il patrimonio forestale possa essere convenientemente utilizzato, protetto e sviluppato: - realizzare/completare sistemazioni e nuovi percorsi come da programma Piano Viabilità Agro-Silvo-Pastorale (VASP): SISTEMAZIONE PERCORSI ESISTENTI (da VASP)

 collegamento Albere-Pra del Bosco;  (*) Strada comunale Albere-Fontanelli;  (*) Plan di Montecampione-Pozza di Beccherie;  (*) Piazze-Ciaret;  Foppetto-Campello;  (*) Artogne- Acquebone;  (*) Fontanelli - Valle di Bassinale (dissesto franoso);

PERCORSI DI PROGETTO (da VASP)  Fontanelli - Sere;  (*) Collegamento alla cascina Ciaret; (*) Progetti preliminari redatti dal Consorzio Forestale 2. progetto della strada agro-silvo-pastorale che partendo dalla Malga Secondino (dal tracciato già realizzato) si completerà arrivando alla strada carrozzabile di Prato Secondino;

Nuova viabilità 1. realizzazione di collegamento tra loc. Marucche e via XXV Aprile (in AdT Beatì) 2. completamento del collegamento tra via Pascoli e via Carducci (in loc Boschine); 3. realizzazione di collegamento tra via Fornaci e via Artigiani con via XXV Aprile (previsione interna a AdT in ambito produttivo); 4. realizzazione di collegamento tra via Pascoli e ambiti residenziali via Valeriana (previsione interna

a AdT);

INFRASTRUTTURESISTEMA DELLE 5. realizzazione di collegamento tra via Valeriana e via Gianico (previsione parzialmente interna a AdT); 6. realizzazione di collegamento tra via Valeriana e via Gianico (percorso a senso unico);

Obiettivi - SISTEMA DEI SERVIZI

Razionalizzazione e potenziamento dei servizi presenti sul territorio per aumentare la funzionalità e qualità della “città pubblica” 1. riqualificazione edificio pubblico dell’asilo con realizzazione di impianto fotovoltaico (triennale OO.PP.); 2. Riorganizzazione del Municipio 3. integrazione delle aree a verde e parcheggio in ambito produttivo

4. riqualificazione degli impianti tecnologici degli edifici comunali (triennale oo.pp.) 5. realizzazione di impianto fotovoltaico alla scuola elementare (triennale oo.pp.) 6. realizzazione di impianto fotovoltaico alla scuola media (triennale oo.pp.)

Migliorare la dotazione di servizi pubblici 1. migliorare la dotazione di parcheggi pubblici  Parcheggio in via E.Merici;  Parcheggio in viale Caduti della resistenza (in AdT)

2. migliorare la dotazione di aree verdi attrezzate:  completamento area verde a contorno del campo sportivo a Piazze (in AdT)

Migliorare e completare le reti del sottosuolo fognature 1. collegamento Loc. Turistiche di Monte Campione con il collettore di Valle Camonica (triennale oo.pp.) 2. Interventi di adeguamento e ristrutturazione della rete fognaria opere di sistemazioni idrauliche 3. pulitura e risagomatura fosso Ramello acquedotto 4. Ristrutturazione rete idrica ( triennale OO.PP.)

INFRASTRUTTURESISTEMA DELLE

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 135 Obiettivi - SISTEMA DEI SERVIZI Migliorare le attrezzature sportive e ricreative - culturali 1. individuazione dell’area sportiva del “tiro al piattello” 2. individuazione delle proprietà comunali in località Roncasello per realizzazione di aree attrezzata per lo sport ed il tempo libero e attività turistico ricettive;

Obiettivi - SISTEMA INSEDIATIVO

AMBITI RESIDENZIALI 1. prevedere la nuova edificazione in spazi “di risulta” di precedenti costruzioni o comunque adiacenti a conglomerati esistenti per contenere l’espansione dell’abitato in zone non ancora urbanizzate 2. favorire le ricuciture del tessuto urbanistico evitando la realizzazione di fabbricati isolati non in relazione con il contesto urbano 3. ridurre le condizioni di isolamento in cui si trova la frazione Piazze: risolvere i problemi di viabilità tra le due frazioni 4. pensare ad interventi di riqualificazione urbana della frazione Piazze

Zone di trasformazione: sostenibilità degli ambiti di trasformazione 1. dare risposta ove possibile, alle richieste degli abitanti con l’inserimento di piccole aree a bassa densità edificatoria e annesse alle aree edificabili esistenti, ciascuna corredata da antistante piccolo parcheggio (da far realizzare in parte ai richiedenti); o inserimento di piccoli AdT, sempre con basso indice volumetrico 2. promuovere l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni secondo le indicazioni della carta della sensibilità paesistica del Documento di Piano del P.G.T. Incentivare il recupero dell’abitato esistente e tutelare il patrimonio storico architettonico 1. schedatura del patrimonio edilizio esistente dei nuclei di antica formazione

2. favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente ed in particolare agevolare quello nei nuclei

INFRASTRUTTURESISTEMA DELLE di antica formazione (zone A) 3. mantenere e promuovere le incentivazioni per il recupero del nucleo di antica formazione 4. identificazione e catalogazione degli edifici di pregio architettonico e di valenza storica da tutelare anche all’esterno del nucleo di antica formazione 5. consentire il recupero abitativo dei sottotetti 6. Ipotizzare intervento pubblico di importanza strategica per la riqualificazione del centro che coinvolga la piazza principale, l’area di pertinenza della parrocchia le aree verdi ed i parcheggi 7. Individuare percorsi pedonali che consentano la valorizzazione delle testimonianze storico- architettoniche presenti nel nucleo di antica formazione. Incentivare la permanenza delle piccole realtà commerciali 1. Impedire l’insediamento di nuove attività di grande distribuzione nell’abitato residenziale 2. valutare positivamente eventuali insediamenti turistici ed alberghieri AMBITI PRODUTTIVI 1. completamento dell’area artigianale di via Fornaci ponendo particolare attenzione al miglioramento della viabilità 2. limitare al massimo l’inserimento di nuove aree a valle della rete ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo AMBITI TURISTICI 1. prevedere puntualmente gli ambiti territoriali di completamento delle potenzialità edificatorie residue a Montecampione 2. individuazione del demanio sciabile e possibilità di ristrutturazione a fini turistici delle cascine esistenti 3. dare la possibilità di ampliamento, come per le attività agrituristiche, alle attività turistico-ricettive esistenti

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 136

Obiettivi - SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE

Perseguire obiettivi di qualità paesistica 1. promuovere l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni secondo le indicazioni della carta della sensibilità paesistica del Documento di Piano del P.G.T.

Salvaguardare tutelare e valorizzare il territorio 1. tutela del polmone verde (zone E1/1 da valore paesistico-ambientale) dove non è consentita la realizzazione di nuove stalle tra l’edificato costruito lungo via fornaci e quello sviluppatosi lungo via Carducci e via G.Pascoli 2. Salvaguardare il sistema tipologico della viabilità rurale e silvo-pastorale 3. Recupero canale Opificeri quale testimonianza archeologia industriale

Attenta individuazione delle aree agricole (mantenimento dell’attività agricola) ove la compatibilità al contesto immediato lo consenta 1. relativamente alla zona a valle della Strada Provinciale n.1 mantenimento dell’area agricola 2. al fine di dare la possibilità di coltivazione dei terreni in fase di abbandono ed inoltre per dare un aspetto più armonioso ai fabbricati, incentivare l’eliminazione delle baracche e tettoie e dare la possibilità di costruzione, convenzionata con l’Amministrazione Comunale di piccoli depositi attrezzi secondo tipologie costruttive prestabilite.

Valorizzare la fruizione della montagna 1. valorizzazione del patrimonio edilizio esistente al fine di interrompere il crescente spopolamento della montagna e di incentivare il rimanere ad abitare in montagna a presidio e custodia del territorio 2. favorire il recupero degli edifici non più ad uso agricolo; garantire la possibilità di ampliamento e uso abitativo saltuario delle cascine sparse in area agricola per favorire la permanenza umana in montagna 3. dare la possibilità di ampliamento, come per le attività agrituristiche, alle attività turistico-ricettive esistenti 4. individuazione della proprietà comunale del “Roncasello” e definizione di una destinazione d’uso che preveda la realizzazione di agriturismo e di “punto scuola” 5. individuazione delle nuove strade agrosilvo-pastorali Fontanelli-Secondino, Sere, Acquebone- Dosso Rivalutare il territorio collinare-montano come risorsa anche turistica 1. permettere la realizzazione degli agriturismi a tutte le quote (ora è dai 600m ai 1200m)

Ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici e da campi elettromagnetici 1. impedire insediamenti di nuove attività che arrechino disturbo (rumore) generando nuove forme di disagio per l’ambiente e per la collettività 2. individuare possibili soluzioni delle criticità derivanti dall’attività legata alla Ferriera sita in località Fabbrica, interna al nucleo abitato 3. favorire interramento linee elettriche di alta-media e bassa tensione

Contenere il rischio idrogeologico 1. sistemazione idraulica ed idrogeologica della valle dell’Inferno (Si è fatta richiesta alla Regione Lombardia di finanziare un altro lotto dei lavori) 2. costruzione di un tratto di scogliera lungo l’alveo della valle di Artogne nel tratto iniziale di via Montecampione (tratto alle dipendenze del Magistrato del Po); 3. interventi di manutenzione idraulica della Val Vedetta (triennale OO.PP.); 4. sistemazioni idrauliche del torrente Re (triennale OO.PP.);

Realizzazione di percorsi ambientali 1. istituzione di un corridoio ecologico attrezzato lungo l’asta del Torrente Valle di Artogne a collegarsi con il percorso del fiume Oglio 2. potenziamento dei percorsi ciclabili ed ambientali lungo l’asta del fiume Oglio con eventuale possibilità di insediamento di mirate piccole attività ricettive di supporto (strutture non permanenti) da far gestire alla Pro-loco o ad altra istituzione di promozione territoriale 3. determinazione di un percorso pedonale di interconnessione fra le testimonianze significative sotto l’aspetto storico-religioso e simbolico attraverso il nucleo di antica formazione

Migliorare il sistema della raccolta rifiuti 1. potenziamento mirato dell’offerta prodotta dall'isola ecologica 2. prevedere nuovi punti di raccolta a servizio delle nuove aree di trasformazione 3. dare precise indicazioni in ordine agli interventi mitigativi e migliorativi dei punti di raccolta

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 137 Obiettivi - SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE esistenti e di nuova collocazione 4. ricercare forme più razionali ed efficienti di raccolta dei rifiuti solidi urbani anche proponendo esempi pilota di eccellenza.

determinazione degli obiettivi quantitativi

L’intento principale dell’amministrazione comunale nella determinazione degli obiettivi di pianificazione è stato quello di rispondere positivamente alle richieste dei cittadini e delle varie associazioni. Tale finalità ha trovato una diretta mediazione con l’intento di produrre sul territorio un consumo di suolo non eccessivo, sia in base ai principi espressi dal PTCP, sia perseguendo obiettivi di salvaguardia e di tutela del territorio, sia incentivando il recupero dell’abitato esistente ed in particolare del nucleo di antica formazione. Le analisi di seguito riportate riguardano il calcolo della potenzialità edificatoria prevista dal PGT ottenuta sommando al valore degli abitanti presenti (dicembre 2010) il potenziale teorico (abitanti) derivante dai lotti liberi e dalle aree di trasformazione. Il potenziale teorico viene calcolato considerando l’equivalenza tra n.1 abitante teorico ogni 150 mc edificabili. Le valutazioni svolte hanno trovato un diretto confronto con le analisi demografiche (crescita della popolazione, saldo naturale, saldo migratorio) e urbanistiche (territorio urbanizzato, richieste dei cittadini) riferite all’ultimo decennio. I risultati generali del dimensionamento sono i seguenti:

Abitanti attuali (dicembre 2012) n. abitanti 3.614 Potenziale degli ambiti di trasformazione: ambiti residenziali soggetti a Piano Attuativo It 0,40 mq/mq mq 34.902,60 x 0,40 mq/mq = mq 13.961,04 mq 13.961,04 x h m 3,00= mc 41.883,12/150mc/ab n. abitanti 279,22 ambiti residenziali soggetti a Convenzionamento It 0,33 mq/mq mq 29.783,35 x 0,33 mq/mq = 9.638,33 mq 9.638,33 x h m 3,00= mc 28.914,99/150mc/ab n. abitanti 192,77 ambiti residenziali soggetti Ristrutturazione Urbanistica It 0,40 mq/mq mq 17.568,90 x 0,40 mq/mq = 7.027,56 mq 7.027,56 x h m 3,00= mc 21.082,68/150mc/ab n. abitanti 140,55 Abitanti teorici n. abitanti 612,54 612,54

Potenziale dei lotti liberi zone B2 If 0,55 mq/mq mq 13.888,45 x 0,55 mq/mq = mq 7.638,65 mq 7.638,65 x h m 3,00= mc 22.915,95/150mc/ab n. abitanti 152,77

Potenziale a Volumetria Definita (P.A. già convenzionati) (100mc/ab) V.D.1 via valeriana mc 4.094,40 attuaz. al 95% residui mc 204,72 n. abitanti 2,05 V.D.2 via valeriana mc 5.508,07 attuaz. al 90% residui mc 550,80 n. abitanti 5,50 V.D.3 via valeriana mc 3.936,00 attuaz. al 90% residui mc 393,60 n. abitanti 3,94 V.D.4 via valeriana mc 3.504,00 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.5 via gianico mc 3.487,20 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.6 via gianico mc 1.418,40 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.7 via gianico mc 3.688,80 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.8 via geroni mc 5.307,81 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.9 via geroni mc 2.464,00 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 0,00 V.D.10 via montec. mc 2.700,00 attuaz. al 100% residui mc 0,00 n. abitanti 22,33 V.D.11 via valeriana mc 16.752,00 attuaz. al 80% residui mc 3.350,40 n. abitanti 0,00

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 138 V.D.12 via pascoli mc 2.700,00 attuaz. al 50% residui mc 1.350,00 n. abitanti 25,43 Abitanti teorici n. abitanti 59,25 Potenziale residuo Ambito Turistico Ricettivo Montecampione Residenziale mc 12.000/150mc/ab n. abitanti 80,00 Alberghiero mc 23.000 x 50% /150mc/ab n. abitanti 77,67 Abitanti teorici n. abitanti 156,77

TABELLA RIASSUNTIVA AMBITI ABITANTI TEORICI Ambiti di Trasformazione 612,54 Lotti Liberi B2 152,77 Ambiti a Volumetria Definita (VD) 59,25 Ambito Turistico Ricettivo di Montecampione 156,77 TOTALE 981,33 Abitanti attuali (31 dicembre 2010) 3.614 + potenziale teorico PGT 981,33= 4.595 abitanti

L’analisi del potenziale teorico del PGT definito dall’incremento insediativo sopra descritto è stata confrontata con gli obiettivi quantitativi di sviluppo stabiliti dall’art.141 delle N.T.A. del PTCP “Stima convenzionale di consumo di suolo per fabbisogno endogeno ed esogeno”. Le valutazioni effettuate, descritte dettagliatamente negli elaborati grafici dp8- dp9- dp10 “Dimensionamento del Piano” e relative tabelle illustrative di calcolo, prendono in esame i seguenti aspetti:  la situazione demografica del decennio di riferimento (2003-2012): popolazione, famiglie, saldo naturale, componenti medi per famiglia;  le aree non ancora attuate del PRG previgente;  il suolo urbanizzato;  il suolo urbanizzabile;  il consumo di suolo previsto.

Relativamente agli ambiti produttivi il Piano propone il completamento degli ambiti esistenti (rappresentati da mq 150.211,40 di aree edificate consolidate e da mq 5.771,35 di aree in fase di completamento) riconfermando parte delle previsioni del PRG previgente e introducendo un nuovo ambito di trasformazione secondo le seguenti quantità: Ambiti produttivi in essere (soggetti a PA) mq / Ambiti produttivi aggiuntivi (soggetti a PA e convenzionamento) mq 40.198,25 Ambiti produttivi complessivi da attuare mq 40.198,25

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 139

Tav. dp7 Individuazione e classificazione ambiti di trasformazione – estratto

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 140

URBANIZZATO STANDARD STANDARD URBANIZZATO CONVENZIONALE URBANIZZABILE IN URBANIZZABILE URBANIZZABILE IN URBANIZZABILE CONVENZIONALE TURISTICO- ESSERE AGGIUNTIVO ESSERE AGGIUNTIVO RICETTIVO 1 33.362,75 423.063,30 10.760,50 29.437,75 924,90 2 410.463,55 125.229,90 3.597,45 624,65 388,65 3 994,85 1.694,45 3.030,35 557,75 194,45 4 426.972,30 1.428,25 12.147,10 264,60 5 26.336,65 1.901,20 1.030,50 766,25 212,60 6 1.141,95 1.709,00 1.561,25 221,90 7 1.741,20 1.272,05 1.381,40 677,50 443,50 8 32.035,70 1.877,05 239,00 3.090,80 9 1.793,45 3.329,25 1.245,00 148,15 10 1.464,80 1.302,35 8.999,40 431,50 11 3.748,60 557,45 12 5.544,87 621,00 5.127,40 387,75 13 2.835,60 4.926,27 4.764,10 14 1.516,00 2.445,70 15 2.221,35 1.427,30 16 3.179,90 17 922,20 2.377,20 18 2.166,75 199,40 19 3.523,65 20 242,55 21 1.287,10 22 951,95 23 2.549,25 24 1.926,55 25 3.093,40 26 2.231,95 27 769,20

TOT 945.600,67 548.293,20 58.909,95 75.336,02 3.351,65 11.543,85 123.817,00 424.476,20 TOT 1.370.076,87 58.909,95 75.336,02 3.351,65 11.543,85

superficie territoriale considerata "parco urbano" ai sensi dell'art. 139 delle NTA del PTCP e quindi non computata nel consumo di suolo urbanizzato

tav dp 10 dimensionamento del piano: consumo di suolo - estratto

L’analisi riportata in tabella relativa al suolo urbanizzato-urbanizzabile merita un approfondimento in particolare riguardo al suolo urbanizzato convenzionale di tipo turistico ricettivo posta a Montecampione. Il rilievo geometrico delle aree sottoposte a Piano Attuativo nel previgente strumento urbanistico presentano infatti una Superficie territoriale complessiva pari a mq 548.293,20 pari a circa il 50% del suolo urbanizzato di fondovalle. Considerata la valenza/densità urbanistica dell’ambito montano non si ritiene opportuno valutare queste aree quale suolo urbanizzato nel suo complesso: si propone l’applicazione dell’art.139 delle NTA del PTCP scomputando dall’urbanizzato di Montecampione una superficie pari a mq 123.817,00 corrispondente alle aree verdi in quanto riconosciute come “parco urbano”. Nello specifico le convenzioni sottoscritte per l’ambito turistico di Montecampione riguardano l’attuazione di un potenziale edificatorio di complessivi mc 400.000 definiti da un Indice edificatorio

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 141 territoriale di circa 1,2 mc/mq applicabile a complessivi mq 339.941,78 (area di pertinenza dei volumi edificati/edificabili).

Dalle verifiche dimensionali effettuate negli elaborati di Piano si evince che le proposte di PGT non rientrano nei parametri di riferimento dell’art. 141 del PTCP. La discrasia è fondamentalmente attribuibile alla consistente presenza sul territorio comunale di ambiti edificabili previsti dal Piano Regolatore Generale previgente approvato nel 1984 e sottoposto a variante generale nell’anno 1998 che, nel corso dei passati 12 anni non hanno trovato completa attuazione. Tali aree sono state riproposte nel Documento di Piano come ambiti di trasformazione che, se non attivati nei prossimi 5 anni, potranno avere diversa destinazione offrendo disponibilità ad altre aree residenziali.

Non dimentichiamo comunque che il disegno della pianificazione urbanistica si articola attraverso diverse tipologie edificatorie: oltre all’individuazione degli ambiti di trasformazione e di completamento il Piano interviene proponendo ed incentivando il recupero del patrimonio edilizio in essere in particolare nei nuclei di antica formazione. L’attuazione di tale azione consentirà il miglioramento degli standard abitativi all’interno del centro storico evitando in parte il consumo di nuovo suolo.

La verifica circa il rapporto tra il potenziale teorico proposto dal Documento di Piano e l’individuazione di servizi è stata effettuata all’interno del piano dei servizi cui si rimanda per un approfondimento del tema. confronto fra le criticità e le potenzialità emerse

I principi/obiettivi guida sopra descritti si devono direttamente confrontare con le criticità e con le potenzialità che sono scaturite dall’analisi del quadro conoscitivo del territorio. Questo confronto diretto fra obiettivi e criticità spesso non si conclude con la risoluzione delle problematiche emerse: il PGT dichiara apertamente le problematiche rilevate in sede programmatica e non risolte, e quelle derivanti dalla nuova trasformazione del suolo e oggetto di risoluzione nel tempo. Il Piano di Governo del Territorio è quindi costituito da una serie di strumenti non rigidi, fine a se stessi, ma elementi dinamici in continua evoluzione con la trasformazione del territorio e con le problematiche che in esso emergono: il PGT evolve con l’evoluzione, la modifica, la conclusione e la nascita delle varie problematiche. Il Processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) analizza le potenziali ricadute di ogni singolo obiettivo dell’Amministrazione Comunale sulle varie componenti ambientali attivando al contempo un sistema di monitoraggio che consenta un periodico controllo di quanto sta avvenendo sul territorio comunale in fase di attuazione dei singoli obiettivi. In particolare: 1. in sede di analisi delle richieste di trasformazione del suolo portate avanti dai singoli cittadini, attraverso la VAS è stato possibile ponderare le potenziali problematiche che l’accoglimento delle stesse avrebbe portato sul territorio; da queste valutazioni e dall’analisi dei vincoli presenti è stata effettuata una selezione delle richieste stesse ed è venuta a crearsi l’ossatura di base per la proposta di trasformazione del territorio; 2. la scelta degli ambiti di trasformazione è avvenuta valutando le potenziali criticità presenti sul territorio; questi elementi sono esplicitati all’interno del Rapporto ambientale che puntualmente prende in esame le problematiche implicite nella trasformazione delle aree

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 142 fornendo anche indicazione relative per un migliore inserimento del nuovo intervento sul territorio dal punto di vista ambientale e paesistico (sistemi di scarico in fognatura, eventuali interventi di compensazione ecologica, qualità energetica). La VAS costituisce quindi uno strumento non solo di valutazione preliminare dei programmi strategici, ma rende anche possibile una verifica costante delle strategie messe in atto dal PGT. Per un’analisi approfondita delle tematiche di cui sopra si rimanda agli elaborati grafici e testuali che costituiscono la VAS ed in particolare al Rapporto Ambientale quale documento che racchiude le diverse fasi di lavoro e consultazione svolte. indirizzi per la stesura del piano dei servizi, piano delle regole e piani attuativi

Indirizzi per il Piano Dei Servizi

Infrastrutture:  limitare il traffico e la sosta di automezzi lungo le vie all’interno dei nuclei di antica formazione attraverso: 1. la realizzazione di zone a parcheggio a corona dei nuclei stessi o all’interno del perimetro  rafforzare il sistema del trasporto pubblico mediante: 1. il potenziamento e la realizzazione di nuove fermate per il trasporto pubblico 2. la collocazione di aree a parcheggio in posizione strategica per creare sinergia tra il trasporto su strada e su ferrovia; Ambito insediativo:  migliorare la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica attraverso: 1. la migliore manutenzione ed utilizzo delle aree e delle proprietà pubbliche; 2. l’utilizzo di occasioni come il recupero di aree dismesse o l’attuazione di Piani Esecutivi per attuare progetti di riqualificazione urbana; 3. la migliore connessione attraverso il sistema della mobilità dei servizi presenti sul territorio: ad esempio rendendo accessibili i servizi con percorsi ciclo-pedonali; 4. la migliore sinergia tra le diverse tipologie di trasporto locale: strada, ferrovia;  creare ambiti con una migliore distribuzione dei servizi mediante la realizzazione su tutto il territorio di servizi di tipo culturale, per il tempo libero, per il trasporto pubblico;  rinnovare, recuperare e valorizzare le realtà commerciali urbane esistenti;  migliorare l’inserimento ambientale-paesistico delle trasformazioni attraverso l’analisi della carte condivise del paesaggio allegate alla presente programmazione: le carte consentono di individuare i valori naturalistici e del paesaggio che sono da tutelare;  operare per il massimo contenimento del consumo di suolo attraverso: 1. la tutela delle aree agricole 2. un migliore utilizzo delle aree già urbanizzate e dei servizi esistenti  favorire interventi di recupero sia residenziale che produttivo;  tutelare il patrimonio storico architettonico; Ambito naturale:  operare per la diminuzione del rischio di esondazione delle aree limitrofe ai corsi d’acqua attraverso la realizzazione dei sistemi di arginatura mancanti, il miglioramento degli esistenti e la corretta manutenzione, pulizia degli alvei;  operare per la realizzazione di un sistema continuo di aree verdi attraverso: 1. la salvaguardia dei varchi non edificati e la realizzazione dei corridoi ecologici; 2. la creazione di connessioni tra le aree verdi interne agli abitati;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 143  mantenere e migliorare le aree boscate;  individuare e censire le aree ad elevato valore naturalistico: attraverso la promozione di progetti per la valorizzazione di tali aree;  tutelare e valorizzare le colture locali;  tutelare, recuperare e valorizzare il patrimonio paesistico ambientale;  tutelare, recuperare e valorizzare il patrimonio storico artistico e architettonico;

Indirizzi per il Piano delle Regole Infrastrutture:  contenere il traffico nei nuclei di antica formazione;  promuovere la formulazione di indicatori per l’analisi progettuale dei nuovi interventi per garantire un corretto inserimento ambientale degli stessi; Ambito insediativo:  favorire la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica; 1. dando priorità a tutti gli interventi di trasformazione con recupero del caratteri ambientali; 2. tutelando e favorendo l’utilizzo delle aree non edificate;  tutelare e favorire lo sviluppo dei sistemi commerciali urbani di vicinato promuovendo il recupero urbanistico dei contesti urbani;  garantire un corretto inserimento paesistico dei completamenti edilizi;  favorire la riconversione delle aree dismesse;  tutelare e valorizzare il patrimonio storico artistico architettonico mediante il censimento del patrimonio stesso e un’attenta regolamentazione degli interventi a suo carico; Ambito naturale:  favorire il diffondersi di tecnologie innovative per il riscaldamento degli edifici promuovendo l’utilizzo di fonti rinnovabili (pannelli solari, fotovoltaici);  migliorare la rete degli elettrodotti e di altri impianti attraverso l’interramento delle reti che interagiscono negativamente con l’ambiente urbano o con ambienti di particolare valenza naturalistica e paesaggistica;  controllare e contenere i rischi derivanti da attività industriali nocive mediante la verifica della compatibilità ambientale e l’introduzione di norme restrittive per l’insediamento di industrie a rischio;  ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici e da campi elettromagnetici mediante: 1. l’aggiornamento costante della zonizzazione acustica e la verifica dei parametri inquinanti a livello edilizio; 2. promuovere piani di risanamento acustico nelle aree critiche; 3. promuovere i controlli per la riduzione degli agenti inquinanti in atmosfera; 4. regolamentare l’installazione di fonti produttrici di onde elettromagnetiche (antenne radio);  migliorare la gestione dei rifiuti e la loro raccolta attraverso l’educazione ambientale e la sensibilizzazione cittadina alla minore produzione di rifiuti;  migliorare la gestione dei rifiuti pericolosi e/o ingombranti mediante l’ampliamento diella piattaforma ecologica;  contenere il rischio di esondazione attraverso l’applicazione delle norme di cui allo studio del reticolo idrico.;  contenere il processo di impermeabilizzazione del suolo;  contenere il rischio geologico;

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 144  valorizzare gli ambiti fluviali e torrentizi come corridoi naturalistici verso il Fiume Oglio e verso gli ambiti agricoli.

Indirizzi per gli Ambiti di Trasformazione Ambito insediativo:  favorire la sostenibilità ambientale e la funzionalità urbanistica: 3. dando priorità a tutti gli interventi di trasformazione con recupero del caratteri ambientali; 4. tutelando e favorendo l’utilizzo delle aree non edificate non avulse dal contesto urbanizzato;  favorire lo sviluppo dei sistemi commerciali urbani di vicinato;  garantire un corretto inserimento paesistico delle trasformazioni: 1. avendo cura della dotazione di aree verdi e della loro connessione reciproca e con altri servizi; 2. prestando attenzione nell’inserimento del nuovo edificato nel contesto urbano (altezza edifici, densità edilizia); 3. creando luoghi polifunzionali: residenza, attrezzature collettive, commerciali, tempo libero;  favorire la riconversione delle aree dismesse;  contenere il consumo di suolo libero attraverso la riqualificazione degli ambiti urbani non costruiti a contorno dell’edificato, piantumazione delle aree residuali, miglioramento della fruizione degli spazi liberi.

Ambito naturale:  favorire il diffondersi di tecnologie innovative per il riscaldamento degli edifici promuovendo l’utilizzo di fonti rinnovabili (pannelli solari e fotovoltaici);  migliorare la rete degli elettrodotti e di altri impianti attraverso l’interramento delle reti che interagiscono negativamente con l’ambiente urbano o con ambienti di particolare valenza naturalistica e paesaggistica;  ridurre l’esposizione a fattori inquinanti atmosferici, acustici, da campi elettromagnetici mediante la promozione di una corretta progettazione architettonica dei nuovi edifici;  favorire la creazione di un sistema continuo di aree verdi attraverso il recupero di elementi visivi propri del paesaggio agrario locale (filari, siepi, macchie boscate, terrazzamenti).

Dalla trattazione effettuata risulta evidente che le politiche di Governo del Territorio richiedono interventi molto complessi attuabili solo attraverso la sinergia di più figure amministrative: l’attuazione del programma riguarda infatti il settore economico, sociale, urbanistico, ambiente, sport e tempo libero, agricoltura. Molti interventi richiedono inoltre la collaborazione dei vari enti e delle varie amministrazioni a livello sovraccomunale e intercomunale. L’attuazione di tali politiche avverrà a breve e medio termine secondo gli schemi espressi dall’Amministrazione pubblica anche mediante accordi di programma, progetti sovraccomunali e attraverso l’approvazione dei Programmi triennali delle opere pubbliche.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 145

CAP VI Le Previsioni di Piano contenuti L’elaborato dp11 “Tavola delle Previsioni di Piano” rappresenta graficamente e complessivamente le politiche di sviluppo che l’Amministrazione Comunale intende attuare sul proprio territorio attraverso la trasformazione dei suoli. In particolare sulla tavola in esame vengono analizzate le seguenti tematiche:

IL CONFINE COMUNALE: al fine di individuare chiaramente l’ambito territoriale oggetto di pianificazione viene evidenziato con una campitura specifica il confine comunale. In fase ricognitiva dalle planimetrie catastali sono emerse alcune incongruenze nel tracciato che sono state adeguate al confine definito dal rilievo aerofotogrammetrico. GLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE: si rappresentano sulla tavola gli ambiti soggetti a trasformazione urbanistica di tipo residenziale, produttivo e per servizi. Ad una rappresentazione generica che individua, nelle tavole di Documento di Piano, il solo perimetro degli ambiti di trasformazione, corrisponde, all’interno delle Norme Tecniche di Attuazione, specifica e puntuale trattazione: ogni Piano attuativo e ambito di trasformazione è oggetto di approfondimento attraverso una scheda di analisi che ne definisce i parametri urbanistico edilizi, prescrizioni per la progettazione, raccomandazioni di carattere paesistico ambientale. IL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO: IL NUCLEO DI ANTICA FORMAZIONE, GLI AMBITI RESIDENZIALI, TURISTICO-RICETTIVI E PRODUTTIVI. Attento e dettagliato è stato il lavoro di rilievo e schedatura delle realtà edificate e non, presenti nei nuclei di antica formazione. Il Piano delle Regole utilizza tale rilievo per valutare ed analizzare la consistenza del patrimonio abitativo storico proponendo specifiche Norme Tecniche di Attuazione finalizzate alla tutela, alla valorizzazione ed alla promozione del recupero degli edifici. Il PGT conferma le aree di completamento comprese negli ambiti urbanizzati sia di tipo residenziale che produttivo e turistico ricettivo. Relativamente agli ambiti agricoli il PGT conferma l’individuazione di un’area di rispetto dell’abitato a corona dell’edificato che, pur mantenendo la valenza agricola non prevede la nuova edificazione di strutture produttive. LE AREE ADIBITE E SERVIZI ED IMPIANTI TECNOLOGICI. La tavola di riferimento rappresenta nel complesso le aree esistenti e di progetto destinate a servizi. Le realtà attualmente in essere nel comune sono state dettagliatamente rilevate e catalogate in specifiche schede dal Piano dei Servizi che ne valuta la consistenza non solo in merito agli aspetti dimensionali ma, anche e soprattutto, il peso qualitativo. Detta analisi costituisce l’ossatura per la valutazione fatta dal Piano stesso circa le carenze e le future necessità di servizi da individuare sul territorio. LE AREE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA e AREE AGRICOLE DI RILEVANZA PAESAGGISTICA La definizione delle aree destinate all’agricoltura e delle aree di rilevanza paesistica a conduzione agricola è stata effettuata analizzando più aspetti:  i caratteri fisici dei suoli, i caratteri ambientali e paesaggistici nonché il valore agroforestale degli stessi. Il sistema agricolo forestale comunale interessa la maggior parte del territorio, ed è caratterizzato dalla rilevanza delle superfici forestali. Il sistema agricolo risulta incentrato principalmente sulla zootecnia anche se le aree coltivate a foraggio hanno visto negli anni una progressiva diminuzione a causa del minore numero di attività di allevamento.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 146 La porzione a bosco, che va ad invadere la aree precedentemente coltivate, è caratterizzata da conifere nelle quote più elevate e da latifoglie nelle aree più temperate. Prevalgono sui versanti di bassa quota i faggeti ed i castagneti per la cui coltivazione si assiste ad un interesse rinnovato. Le aree un tempo coltivate a vigneto sono oggi interessate da alcuni frutteti ma si rilevano anche nuove coltivazioni a vite in particolare sui versanti meglio esposti al soleggia mento.

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Dp11 Le previsioni di piano - estratto LA RETE ECOLOGICA COMUNALE: la tavola rappresenta in modo schematico gli elementi di Rete Ecologica presenti sul territorio comunale quali: corridoi, zone di riqualificazione ecologica, elementi di criticità, aree di supporto. Nello specifico la tavola delle Previsioni di Piano recepisce le indicazioni operative proposte per l’attuazione della REC. I VINCOLI E LE CLASSI DI FATTIBILITÀ GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA: la tavola di sintesi recepisce la vincolistica derivante dallo studio geologico idrogeologico e sismico rappresentando i limiti delle classi di fattibilità geologica, le aree di rispetto del reticolo idrico principale e minore, le classi di fattibilità sismica, e ne verifica la coerenza con la programmazione urbanistica del Piano.

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 148 LE AREE A RISCHIO DI COMPROMISSIONE E DEGRADO, A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE ED A RISCHIO ARCHEOLOGICO: non si rilevano sul territorio comunale aree a rischio di compromissione e degrado: in fase di ricognizione sono stati individuati ambiti in situazioni di degrado che sono risultati coincidenti con cantieri edili aperti. Lo stato di degrado è risultato quindi di tipo temporaneo. Non sono state individuate attività a rischio di incidente rilevante o a rischio archeologico. VISUALIZZAZIONE SINTETICA E FUNZIONALE DELLE PRINCIPALI AZIONI STRATEGICHE DI PIANO. La tavola delle previsioni di piano identifica le principali azioni strategiche del PGT: all’interno del Piano dei servizi e del Piano delle Regole, gli elaborati grafici e testuali focalizzano la propria attenzione sugli obiettivi generali enunciati dal Documento di Piano proponendo obiettivi ed azioni specifici secondo la specifica competenza. Si rimanda quindi a detti elaborati per un approfondimento delle previsioni trattate in modo macroscopico nella tavola delle Previsioni di piano.

I tecnici estensori

esine, luglio 2014

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 149

Dimensionamento del Piano: superfici e dimensionamento ambiti Allegato alle tavole dp 8a-b

NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE (C.S.) NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE (C.S.)

N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 3.354,55 25 1.879,60 2 1.022,50 26 851,05 3 532,75 27 2.660,90 4 2.481,95 28 11.008,05 5 562,00 29 1.868,20 6 7.169,55 30 564,75 7 269,15 31 1.404,35 8 3.527,95 32 3.184,50 9 1.685,00 33 383,65 10 334,75 34 2.847,65 11 892,85 35 3.125,70 12 5.273,75 36 1.937,45 13 6.649,75 37 3.998,90 14 3.142,35 38 69,55 15 3.456,55 39 2.857,70 16 2.785,15 40 1.499,70 17 2.872,95 41 850,60 18 4.843,20 42 724,05 19 976,60 43 862,45 20 2.038,30 44 387,80 21 1.629,80 45 1.937,40 22 3.378,60 46 253,85 23 2.632,70 47 377,15 24 7.350,65 48 704,00 T.par. 68.863,35 T.par 46.239,00 TOT 115.102,35

AMBITI CONSOLIDATI RESIDENZIALI AMBITI CONSOLIDATI RESIDENZIALI B1 SOGGETTI A VD N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 2.392,85 1 4.109,40 2 4.501,50 2 2.963,05 3 1.980,65 3 5.721,10 4 11.185,50 4 6.296,95 5 4.097,80 5 8.740,90 6 1.372,85 6 1.911,50 7 6.998,30 7 3.877,70 8 7.039,25 8 2.242,10 9 6.694,25 9 4.880,25 10 4.458,55 TOT. 40.742,95 11 1.064,85 12 904,60 13 760,85 TOT. 53.451,80

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 150 AMBITI CONSOLIDATI RESIDENZIALI B2 AMBITI CONSOLIDATI RESIDENZIALI B2 N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 14.760,20 37 5.065,95 2 11.474,60 38 3.767,90 3 24.736,75 39 146,35 4 17.027,50 40 630,00 5 4.985,50 41 2.252,25 6 3.682,05 42 3.314,45 7 14.089,70 43 1.170,00 8 3.583,25 44 1.316,75 9 2.266,40 45 7.681,60 10 6.647,20 46 1.471,60 11 9.578,50 47 3.554,35 12 12.040,15 48 5.363,25 13 7.144,70 49 10.804,30 14 13.100,70 50 2.381,65 15 1.450,25 51 1.040,20 16 1.324,60 52 2.283,55 17 14.980,90 53 6.309,95 18 3.418,90 54 1.370,65 19 829,85 55 1.340,40 20 3.377,20 56 2.894,95 21 2.366,75 57 2.534,10 22 2.124,15 58 350,75 23 1.524,40 59 363,50 24 1.192,95 60 3.219,70 25 13.856,10 61 2.461,40 26 4.186,90 62 2.017,50 27 9.588,55 63 3.222,10 28 3.541,50 64 3.699,60 29 1.822,10 65 514,95 30 715,00 66 1.018,60 31 2.811,10 67 348,35 32 2.933,55 68 1.464,80 33 674,70 69 3.748,60 34 2.771,40 70 2.144,10 35 4.513,50 71 1.395,50 36 7.019,70 72 2.275,95 T.par. 232.141,25 T.par. 94.939,60 TOT. 327.080,85

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 151 AMBITI DI TRASFORMAZIONE LOTTI LIBERI RESIDENZIALI RESIDENZIALI SOGGETTI A CONVENZIONAMENTO N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 1.428,25 1 2.349,50 2 1.272,55 2 4.104,80 3 1.502,15 3 4 2.549,25 4 3.030,45 5 1.926,10 5 1.694,45 6 1.518,05 6 1.880,00 7 951,95 7 1.561,25 8 242,55 8 1.381,40 9 2.497,60 10 TOT. 13.888,45 11 1.912,20 12 2.231,30 13 1.907,25 14 1.618,15 15 1.817,15 16 1.918,25 17 18 2.377,20 TOT. 29.783,35

AMBITI DI TRASFORMAZIONE AMBITI PER IMPIANTI TECNOLOGICI E RESIDENZIALI SOGGETTI A P.A. DISTRIBUTIVI D2

N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 2.166,75 1 1.560,80 2 4.003,75 2 501,00 3 3.628,10 3 1.676,05 4 0,00 4 1.741,20 5 12.147,10 TOT. 5.479,05 6 2.932,75 7 3.967,70 AMBITI DI TRASFORMAZIONE PRODUTTIVI SOGGETTI 8 0,00 A P.A./S.U.A.P. E CONVENZIONAMENTO 9 2.963,05 N° SUPERFICIE 10 3.093,40 1 38.566,20 TOT. 34.902,60 2 1.632,05 TOT. 40.198,25 AMBITI PRODUTTIVI A VOLUMETRIA DEFINITA N° SUPERFICIE 1 5.771,35 TOT. 5.771,35

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 152 AMBITI A SERVIZI AMBITI A SERVIZI

N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 2.936,40 produttivo 51 48,25 residenziale 2 5.745,10 produttivo 52 239,60 residenziale 3 924,90 produttivo 53 187,35 residenziale 4 245,00 produttivo 54 6.859,55 residenziale 5 87,30 produttivo 55 677,50 residenziale 6 161,90 produttivo 56 406,90 residenziale 7 227,25 produttivo 57 905,40 residenziale 8 101,15 produttivo 58 1.530,45 residenziale 9 1.487,05 produttivo 59 517,20 residenziale 10 28,70 produttivo 60 311,85 residenziale 11 93,15 produttivo 61 58,05 residenziale 12 92,35 produttivo 62 370,75 residenziale 13 193,05 produttivo 63 1.238,50 residenziale 14 93,35 produttivo 64 0,00 residenziale 15 199,45 produttivo 65 373,05 residenziale 16 187,75 produttivo 66 198,60 residenziale 17 388,65 residenziale 67 624,75 residenziale 18 345,20 residenziale 68 103,20 residenziale 19 212,60 residenziale 69 125,20 residenziale 20 125,65 residenziale 70 104,15 residenziale 21 157,75 residenziale 71 1.750,05 residenziale 22 210,95 residenziale 72 119,55 residenziale 23 141,05 residenziale 73 257,30 residenziale 24 101,80 residenziale 74 77,00 residenziale 25 194,45 residenziale 75 167,65 residenziale 26 204,20 residenziale 76 1.077,70 residenziale 27 20.757,75 residenziale 77 449,10 residenziale 28 81,45 residenziale 78 619,20 residenziale 29 156,35 residenziale 79 116,80 residenziale 30 334,35 residenziale 80 238,75 residenziale 31 1.507,40 residenziale 81 226,15 residenziale 32 227,50 residenziale 82 375,85 residenziale 33 108,50 residenziale 83 294,55 residenziale 34 129,60 residenziale 84 1.152,30 residenziale 35 222,06 residenziale 85 0,00 residenziale 36 2.499,30 residenziale 86 423,75 residenziale 37 150,10 residenziale 87 90,50 residenziale 38 222,75 residenziale 88 90,50 residenziale 39 41,00 residenziale 89 327,60 residenziale 40 86,35 residenziale 90 148,15 residenziale 41 213,95 residenziale 91 688,95 residenziale 42 6.418,05 residenziale 92 718,05 residenziale 43 1.234,25 residenziale 93 4.080,15 residenziale 44 698,15 residenziale 94 85,75 residenziale 45 239,45 residenziale 95 1.709,35 residenziale 46 446,35 residenziale 96 37,20 residenziale 47 231,65 residenziale 97 46,60 residenziale 48 955,50 residenziale 98 633,65 residenziale 49 189,60 residenziale 99 184,30 residenziale 50 468,90 residenziale 100 1.630,85 residenziale T.par. 52.506,46 T.par. 32.697,60

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 153 AMBITI A SERVIZI AMBITI DI TRASFORMAZIONE A SERVIZI N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 101 214,40 residenziale 1 3.090,80 102 172,80 residenziale TOT. 3.090,80 103 929,30 residenziale 104 431,50 residenziale AMBITI TURISTICI 105 126,85 residenziale 106 4.329,50 residenziale N° SUPERFICIE 107 682,65 residenziale 1 15.857,75 108 766,25 residenziale 2 8.439,15 109 30.763,55 residenziale 3 1.898,35 110 204,00 residenziale 4 11.321,85 111 37.069,60 residenziale 5 8.796,35 112 3.040,00 residenziale 6 5.265,00 113 2.194,10 residenziale 7 5.104,95 114 1.181,80 residenziale 8 18.140,90 115 113,15 residenziale 9 22.996,20 116 148,10 residenziale 10 76.458,40 117 12.954,10 residenziale 11 5.802,05 118 1.110,95 residenziale 12 3.582,40 119 35.390,85 residenziale 13 5.224,60 120 8.646,65 residenziale 14 5.770,50 121 2.279,85 residenziale 15 25.779,10 122 1.674,80 residenziale 16 9.167,19 123 1.246,65 residenziale 17 15.164,30 124 725,90 residenziale 18 44.693,40 125 989,20 residenziale 19 25.874,60 126 1.844,60 residenziale 20 340,45 127 3.389,10 residenziale 21 24.866,75 128 15.869,30 residenziale TOT 340.544,24 129 310,95 residenziale 130 387,75 residenziale 131 4.764,10 residenziale T.par. 173.952,30 TOT 259.156,36

AMBITI INDUSTRIALI - ARTIGIANALI - AMBITO DI RISTRUTTURAZIONE COMMERCIALI ESISTENTI E DI URBANISTICA N° SUPERFICIE N° SUPERFICIE 1 33.362,75 16.746,85 1 12.266,35 2 18.296,10 2 5.302,55

3 26.023,65 TOT. 17.568,90

4 27.640,20 5 18.228,80 6 13.342,00 7 10.119,90 8 7.031,95 9 12.781,95 TOT. 166.827,30

Comune di Artogne–PGT– studio di architettura e urbanistica arch. claudio nodari - DdP - “Relazione illustrativa” 154 Allegato tavole dp 10a-b

CIRCOLARE DEI CRITERI E DELLE DIRETTIVE RELATIVI AL P.T.C.P. DI BRESCIA ALLEGATO B - TABELLA A

STIMA CONVENZIONALE DI CONSUMO DI SUOLO ART. 141 NTA PTCP

RIF.CALCOLO DATI Inizio decennio Popolazione 2003 3.155 residente Fine decennio 2012 3.614 Situazione Inizio decennio demografica 2003 1.186 Famiglie residenti del decennio Fine decennio di riferimento 2012 1.486 Saldo naturale Decennio 51 Popolazione Inizio decennio 2,66 residente/famiglia Fine decennio 2,43 Convenzionale mq 1 1.370.076,87

Parchi urbani Suolo sovracomunali e mq 2 urbanizzato 0,00 territoriali realizzati

Complessivo mq 3 1+2 1.370.076,87 In essere (residuo del Prg previgente non mq 4 interessato da 58.909,95 permessi di costruire) Aggiuntivo (nuovo mq 5 PGT) 75.336,02 Parchi urbani sovracomunali e mq 6 0,00 Consumo di territoriali previsti suolo Standard in Suolo essere (residuo urbanizzabil del Prg previgente e non realizzato) mq 7 (in supero al 3.351,65 fabbisogno di legge già realizzato)

Standard aggiuntivo esterno agli ambiti mq 8 di trasformazione 11.543,85 soggetti a P.A.(nuovo PGT)

9 4+5+7+8 Complessivo mq 149.141,47

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