Bugo lascia Morgan: la quarta serata del 70° Festival della Canzone Italiana

La quarta serata della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana, sarà da tutti ricordata come quella in cui il sodalizio tra Bugo e Morgan, si sgretola sul palco dell’Ariston, ormai consunto.

La serata precedente, si era chiusa con le votazioni dei maestri dell’orchestra e la relativa classifica, i cui risultati, sono stati sommati alla classifica complessiva di tutte e tre le serate, ed è proprio con quest’ultima che si apre la quarta serata.

In testa, Francesco Gabbani, seguito da Le Vibrazioni, Piero Pelù e Tosca, vincitrice nella serata precedete con la cover di “Piazza Grande” di Lucio Dalla, ultimi Bugo e Morgan, dopo una serie di polemiche che avevano già infiammato il palco dell’Ariston, ma che non lasciavano prefigurare quello che sarebbe poi accaduto all’1:45, quasi sul finire della gara canora.

Intanto, parte anche la gara tra le nuove proposte, Tecla e Leo Gassmann sono in finale, ma il pubblico preferirà “Va bene così” del giovane figlio di Alessandro Gassmann, che vincerà con il 52,5% dei voti, e che, già si era fatto notare ad X Factor.

Il premio della critica “Mia Martini” per la sezione Nuove Proposte, andrà invece, agli Eugenio in via di Gioia con l’originale “Tsunami”. La quarta serata di questo Sanremo 2020, sarà quella in cui si appianano le polemiche con una sana ironia. Così Tiziano Ferro e Fiorello metteranno tutti a tacere con un bacio rappacificatore, dopo battutine al vetriolo, ed Amadeus sdrammatizzerà l’ingenua battuta “del passo indietro”, quando ad affiancarlo nella conduzione sarà Francesca Sofia Novello.

Insieme alla Novello e ad Amadeus, ci sarà anche una scoppiettante e nazionalpopolare Antonella Clerici, già conduttrice del Festival nel 2010. Tantissimi gli ospiti anche per questa quarta serata, a cominciare dal grande Tony Renis, che dirigerà l’orchestra dell’Ariston mentre Fiorello intonerà per il pubblico la sua intramontabile “Quando, quando, quando”. Sul palco dell’Ariston anche Ghali, Gianna Nannini insieme a Coez e la bellissima Dua Lipa.

Rivivi le prime 3 serate del Festival di Sanremo 2020:

■ Le donne vogliono essere musica: la prima serata del 70° Festival della canzone italiana ■ Sanremo è Paolo: la seconda serata del 70° Festival della Canzone Italiana ■ Sanremo70: la terza serata del 70° Festival della Canzone Italiana Questo Sanremo 2020 sarà anche l’ultimo raccontato da Vincenzo Mollica, è Amadeus ad annunciarlo nel corso della serata, suscitando commozione tra il pubblico. I tanti momenti di spettacolo però, non riescono a distogliere l’attenzione dalla gara che si fa sempre più accesa ed agguerrita anche perché, a votare stasera, sono i giornalisti della sala stampa dell’Ariston.

Fiorello ed Amadeus ce la mettono tutta a cercare di creare un clima disteso, cercando di appianare le polemiche che a Sanremo non mancano mai e, quando ci sono quasi riusciti, ecco che si presenta sul palco del tempio sacro della musica italiana, l’imprevedibile.

Tutto filava liscio, e la serata era quasi in dirittura d’arrivo con le gli artisti delle 24 canzoni in gara che si alternano, come da scaletta, sul palco, quando tocca a Morgan e Bugo.

Morgan sale sul palco, inizia a cantare, e quando si volta Bugo non è al suo posto; è andato via e successivamente si rifiuta di rientrare mentre c’è sgomento tra Amadeus ed il pubblico tutto, collegato grazie a Raiplay, da ogni angolo del mondo.

Più tardi si dirà che Morgan ha modificato estemporaneamente il testo della loro canzone “Sincero”, per inveire contro il compagno di viaggio; e Bugo, stanco, forse, dei tanti capricci di Morgan, abbia abbandonato il palco per non farci più ritorno, decretando di fatto, la squalifica dalla gara canora, così come prevede il ferreo regolamento del Festival e con gran rammarico da parte del direttore artistico che aveva fortemente voluto questa canzone in gara.

Se fosse una trovata di qualche guru della comunicazione sarebbe geniale. In fondo è meglio abbandonare la gara squalificati con disonore e montando un enorme polverone mediatico che finirla, soffrendo, ultimi in classica, perché è questo quello che sarebbe accaduto senza il plateale litigio.

Diciamola tutta, il duo incriminato non si era fatto amare da subito, anche alla luce delle tante polemiche montate in continuazione, tanto da finire ogni sera inesorabilmente ultimi in classifica, nonostante la loro performance, fosse migliore di tante altre in gara.

Malgrado la squalifica di Bugo e Morgan, la gara continua per gli altri 23 artisti e giunge al termine, anche questa sera, con la consueta votazione.

La sala stampa preferisce, tra tutti, l’intensa “Fai rumore” di Diodato, seguito da Gabbani e da I Pinguini Tattici Nucleari, mentre non piacciono Alberto Urso, Riki e Nigiotti.

Occhi puntati stasera, per l’ultimo atto di questa gara che si profila sempre più avvincente.

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Sanremo70: la terza serata del 70° Festival della Canzone Italiana

La terza serata della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana, è quella dedicata alle cover, i cantanti in gara, infatti, si sono esibiti portando sul palco dell’Ariston quelle canzoni che hanno reso grande il Festival di Sanremo nel mondo.

La gara si mostra da subito incalzante, del resto, c’erano ben 24 canzoni da ascoltare e giudicare.

L’inflessibile giuria, sarà composta dai maestri dell’orchestra e del coro di Sanremo, che non valuteranno il brano presentato, ma soltanto, il modo in cui sarà interpretato.

A tenere alto il ritmo, concorreranno le due co-conduttrici, Georgina Rodriguez e Alketa Vejsiu, che insieme ad un Amadeus, sempre più spontaneo e meno ingessato, accompagneranno lo spettatore nella ormai consueta maratona canora.

Georgina Rodriguez, compagna di Cristiano Ronaldo, presente in sala, si esibisce in un conturbante tango, o almeno, ci prova, è, infatti, la prima volta che la modella si cimenta in questo sensuale ballo.

Alketa Vejsiu, briosa conduttrice albanese, incanta tutti con la sua bellezza e la sua verve ed in un perfetto italiano, racconta di un paese in dittatura, il suo, in cui non si poteva guardare Sanremo ed i programmi considerati contro il regime e ringrazia l’Italia per l’accoglienza che ha sempre riservato al suo popolo, infine, duetta magistralmente con Bobby Solo, cantando “Una lacrima sul viso”, ricordandoci che la musica abbatte muri, confini e fa a meno dei passaporti.

La serata scorre talmente tanto veloce, e del resto, Amadeus l’aveva annunciato, che non si ha il tempo di sentire la mancanza di Fiorello ed anche Tiziano Ferro, ormai ospite fisso, si esibisce una sola volta.

C’è spazio anche per due ospiti internazionali, Lewis Capaldi e Mika, che omaggia la grande musica italiana cantando una canzone di De André, anche se il più atteso di tutti è sicuramente Roberto Benigni, che non calpesta il palco dell’Ariston da nove anni e rispetto ad allora, appare più posato.

Il premio Oscar racconta all’Italia quella che, secondo lui, è la canzone delle canzoni, la canzone d’amore più bella che sia mai stata scritta nella storia dell’uomo, il “Cantico dei Cantici” e ne legge alcuni stralci, regalandoci un momento di pura poesia. https://youtu.be/TDmCTVpxPu4

Lo spettacolo più grande, però, lo fanno i cantanti in gara reinterpretando quei pezzi che ormai appartengono alla storia e alla memoria collettiva, alcune volte stravolgendoli, altre invece, facendoli riacquistare nuova vita.

Volete rivivere le prime due serate del Festival di Saneremo 2020?

■ 1a serata ■ 2a serata

Anastasio con la PFM, attualizza “Spalle al muro” di Renato Zero, trasformandola in un incontro/scontro generazionale, mentre Diodato e Nina Zilli, reinterpretano con gran estro 24000 baci, mentre Gabbani svecchia “L’Italiano” di Toto Cutugno.

Rancore con Dardust e La Rappresentante di Lista, ci regalano una intensa “Luce” di Elisa, così come intense sono “E se domani”, interpretata da Raphael Gualazzi e Simona Molinari e la bellissima “Ti regalerò una rosa” di Simone Cristicchi, giunto a supportare .

Insolita l’interpretazione di “Si può dare di più”, con un trio femminile d’eccezione, Levante, e Maria Antonietta, così come insolita risulta “Gli uomini non cambiano”, interpretata da Achille Lauro con Annalisa.

Alla fine la giuria dei maestri preferirà Tosca accompagnata da Silvia Perez Cruz, nell’interpretazione di “Piazza Grande”, a metà tra flamenco e fado, la versione rock di “Cuore Matto” alla Pierò Pelù e “Settanta volte”, il simpatico riassunto medley dei Pinguini Tattici Nucleari, da “Papaveri e papere” a “Rolls Royce”.

Non piacerà, invece, l’interpretazione di “L’edera” di Riki e Ana Mena, la dance di “Non succederà più” di Elettra Lamborghini con Myss Keta e la bellissima “Canzone per te”, forse resa troppo leggera dalla rivisitazione di Bugo e Morgan.

Non ci resta che attendere stasera, quando questi risultati andranno a sommarsi alla classifica generale, la gara è ancora aperta.

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Sanremo è Paolo: la seconda serata del 70° Festival della Canzone Italiana

La seconda serata della settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana, inizia con Fiorello travestito da Maria De Filippi e si evolve nel commovente ricordo di Fabrizio Frizzi.

Fiorello, brio in un contesto un po’ lento, canta, balla e fa divertire il pubblico dell’Ariston che non smette di regalare standing ovation ai tantissimi ospiti intervenuti nel corso della serata.

Il primo ospite a sorpresa è il campione Novak Doković, seguito da Massimo Ranieri che duetta con Tiziano Ferro nel celebre brano “Perdere l’amore”.

Tra gli ospiti attesi ci sono anche Zucchero, che infiamma il pubblico dell’Ariston con un medley eseguito insieme alla sua storica band e Gigi D’Alessio, che festeggia i vent’anni del suo brano “Non dirgli mai”, in gara al Festival di Sanremo del 2000.

Il momento che tutti attendono da anni però, è quello in cui a salire sul palco saranno i Ricchi e Poveri. La reunion di questo gruppo rappresenta sicuramente un momento storico che ricorderemo nelle prossime edizioni del Festival. La formazione originale a quattro voci, due femminili e due maschili, è esistita dal 1967 al 1981 per poi continuare tra svariate vicissitudini, a tre voci ed infine a due voci.

All’interpretazione dei Ricchi e Poveri si devono brani meravigliosi della storia della canzone italiana che tutti noi abbiamo ben scolpiti nella mente, come “Mamma Maria”, “Sarà perché ti amo”, “Che sarà”, eseguiti per l’occasione anche sul palco dell’Ariston.

A coadiuvare Amadeus, ci sono tre bellissime donne, così come era capitato per la prima serata, l’icona pop degli anni ’80, Sabrina Salerno accompagnata dalle signore del TG 1, Emma D’Aquino e Laura Chimenti, che porteranno all’attenzione del pubblico, la libertà di stampa e l’esperienza di essere una mamma lavoratrice.

La seconda serata, che sembra lasciare molto spazio agli ospiti e poco alla gara canora, vede sul palco anche l’esibizione di Paolo Palumbo, giovane cantautore affetto dalla SLA, insieme al rapper Kumalibre.

Il suo brano, “Io sono Paolo”, delicato e di una grandissima potenza evocativa, è un bellissimo inno alla vita che racconta come la sua condizione di malato non gli abbia impedito di realizzare i suoi sogni.

Paolo, imprigionato in un corpo che non riesce a comandare più, parla utilizzando un comunicatore vocale che guida con gli occhi, ma nonostante questo non hai mai smesso di sognare, di sperare e di amare la vita. Il suo insegnamento di ringraziare ed apprezzare anche le piccole cose, è prezioso in un mondo di eterni insoddisfatti.

Il Festival guidato da Amadeus si prefigura sempre di più, come momento per riflettere oltre che intrattenere, guadagnandosi a pieno titolo l’appellativo di “Festival dell’inclusione”.

Escluse invece dalla kermesse canora, sono altre due giovani proposte che non passano il turno, Gabriella Martinelli&Lula e Matteo Faustini.

Rivivi la prima puntata: Le donne vogliono essere musica: la prima serata del 70° Festival della canzone italiana

Peccato per l’esclusione di Gabriella Martinelli&Lula, il loro “Il gigante d’acciaio” avrebbe meritato sicuramente una chance, soprattutto per la tematica affrontata, ma forse, il riscatto di una terra martoriata, è un argomento troppo poco sanremese.

Accedono invece alle semifinali, Fasma e Marco Sentieri, che ritorneranno venerdì insieme a Tecla e Leo Gassmann.

La seconda serata è anche quella degli altri 12 big in gara e della relativa classifica parziale. Ultimo Junior Cally, a monito del fatto che le polemiche quest’anno non pagano, preceduto da Rancore ed Elettra Lamborghini, mentre sul podio della serata troviamo Gabbani, seguito da Piero Pelù ed I Pinguini Tattici Nucleari.

Intanto la classifica generale, quella delle 24 canzoni in gara, vede trionfare Gabbani, Le Vibrazioni e Piero Pelù; ultimi, Junior Cally insieme a Bugo e Morgan.

Stasera, la giuria demoscopica lascerà il posto alle votazioni della grande orchestra del Teatro Ariston ed i cantanti in gara si esibiranno in duetti con ospiti speciali reinterpretando le canzoni che hanno fatto la storia e reso grande il Festival di Sanremo.

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Le donne vogliono essere musica: la prima serata del 70° Festival della canzone italiana

Fiorello apre la settantesima edizione del Festival della Canzone Italiana nel modo più anticonvenzionale che ci saremmo mai potuti immaginare. Del resto Amadeus l’aveva più volte annunciato: il suo sarebbe stato un Festival diverso da tutti gli altri ed a giudicare dalla prima serata, sembra esserci riuscito.

Il presentatore della porta accanto riesce a mischiare bene la tradizionale sobrietà, che da sempre è cifra stilistica dell’Ariston, con l’informalità di una conduzione semplice e che lascia trasparire le emozioni della prima tanto attesa. Mai invadente, Amadeus, lascia spazio alla bellezza ed alla bravura delle prime due co- conduttrici, Diletta Leotta e Rula Jebreal, abbandonando più volte il palco dell’Ariston persino trasferendosi fuori dal teatro, in piazza Colombo, dove è presente un altro palco, allestito ad hoc, che ospita alcune performance dei tanti ospiti presenti.

A quanto pare, è la prima volta che un conduttore abbandona l’Ariston, così come per la prima volta, , super ospite della serata, lascia il palco uscendo dal foyer per esibirsi su un palco esterno.

Emma, che ha debuttato come attrice ne “Gli anni più belli”, il nuovo film di Gabriele Muccino, è presente a Sanremo insieme agli altri protagonisti del cast, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, per poi regalare al pubblico, un medley dei suoi successi sanremesi.

Altro super ospite attesissimo, che come Fiorello accompagnerà Amadeus per tutte e cinque le serate, è Tiziano Ferro che omaggia le canzoni che hanno fatto la storia ed il successo del Festival come “Nel blu dipinto di blu” ed “Almeno tu nell’universo”, e si commuove nel ricordare Mia Martini.

L’emozione poi, diventa tangibile quando Diletta Leotta e Rula Jebreal, portano in scena due monologhi legati alle loro personali vicende familiari; parole e racconti di donne gioiose e sofferenti, ma sempre forti.

Toccante il racconto di Rula, mischiato ai testi di alcune tra le più belle canzoni della musica italiana dedicate alle donne e che recita sul finale “Noi donne vogliamo essere musica”: un auspicio che non si può non condividere.

Forse qualcuno avrà trovato fuori luogo parlare di argomenti forti come la violenza sulle donne, declinata in più racconti, come quello di Rula Jebreal o come la canzone di Antonio Maggio e Gessica Notaro, fuori concorso anche se fortemente voluta da Amadeus, ma forse all’Italia serve anche questo, serve una gara canora per ribadire che la violenza e la discriminazione sulle donne non è mai accettabile.

Del resto sicuramente questo Festival sarà ricordato per la solidarietà. Il settantesimo infatti è il Festival in cui la RAI ha dedicato un canale agli utenti con diverse abilità assicurando l’audio- descrizione in diretta e l’interpretazione in LIS dell’intera manifestazione, comprese le canzoni in gara.

Sul palco dell’Ariston anche Al Bano e Romina Power, come sempre, garanzia di spettacolo e successo di pubblico.

La serata scorre senza intoppi, lasciando ampio spazio per gustarsi le prime 12 canzoni dei big in gara, tra cui spicca l’outfit di Achille Lauro e qualche canzone interessante come quella di Diodato.

L’inflessibile giuria demoscopica però, decreta al primo posto Le Vibrazioni, al secondo posto Elodie, seguita da Diodato e Irene Grandi, mentre lascia agli ultimi posti il duetto Bugo/Morgan, Riki e Rita Pavone.

Tra i giovani passano in semifinale Tecla e Leo Gassmann, mentre c’è trepidante attesa per le altre 12 canzoni in gara che potrebbero cambiare questa prima classifica parziale.

Attesa anche per la reunion dei Ricchi e Poveri e del duetto di Tiziano Ferro con Massimo Ranieri

Lo spettacolo e la gara sono appena cominciati.

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Anch’io guardo Sanremo: pensieri sparsi aspettando il 70° Festival della Canzone Italiana

“Non credo di esser superiore anche io guardo Sanremo”, per dirla alla The Zen Circus e come la migliore tra “i qualunquisti”, ad occhio e croce, ho memoria di una trentina di Festival.

Ogni anno, è più o meno la stessa storia, declinata, nella caccia al conduttore perfetto, al totobig dei cantanti in gara, alla ricerca spasmodica di notizie sulle nuove promesse canore, all’annuncio di roboanti novità ed ospiti strepitosi.

Insomma, il solito baraccone di sempre, che man mano che si avvicina al fatidico giorno d’inizio, è sempre più arricchito di particolari più o meno succulenti, immancabili polemiche ed outfit non azzeccati.

Non bisogna dimenticare poi, il Dopofestival, microsistema di quella macro, attrazione nell’attrazione, che tira fino a notte fonda, fornendo spunti ancora più accattivanti, meno formali e più spontanei e che, di solito, è l’unica cosa divertente di tutta la manifestazione.

Il Dopofestival, anzi, dovrei dire, “L’altro Festival”, quest’anno sarà visibile solo su Raiplay, richiedendo un atto volontario del “gentile telespettatore” che dovrà spostarsi sulla piattaforma on- line e non potrà seguirlo per inerzia su Rai Uno.

Non ho citato, invece, la musica, le canzoni, il bel canto, perché di musica vera, mi verrebbe da dire, che negli ultimi anni ne ho ascoltata ben poca.

Se dovessi spiegarlo con le mie parole, direi che il Festival detto “della canzone italiana”, non è altro che una enorme operazione di product placement che dura ininterrottamente cinque serate, pubblicità a parte.

La musica e la gara, sono solo il pretesto per mostrare, piazzare il disco sul mercato, aumentare le quotazioni, e così, intonato o stonato, originalità o arrangiamenti scontati, esecuzione impeccabile o meno, sono quasi ridotti a discorsi da bar, che magari si rincorrono sui social, approdo finale di tutti i commenti più o meno sensati sul Festival, forse poi spazzati via dall’ultimo scoop. Scopri il nuovo numero > Il futuro è aperto Consapevole di dissacrare il tempio sacro della musica italiana, quello che vide esibirsi Domenico Modugno, Pierangelo Bertoli e Rino Gaetano, solo per citarne alcuni, sono altresì consapevole che se spesso ci si lamenta del crollo qualitativo che ha subito la nostra musica negli ultimi tempi, complice è anche il ruolo di un festival che, invece di educare alla bellezza fornendo prodotti musicali di qualità, ha preferito adagiarsi ai gusti del mercato, assecondandolo.

Eppure mi piace pensare che, nonostante il contesto ed il contorno, la musica riesca ancora a trasmettere la sua essenza migliore, riesca ancora ad emozionare e, magari, a far riflettere su una società diventata profondamente sfaccettata e dai risvolti imprevedibili.

Intanto quest’anno, siamo arrivati alle soglie della settantesima edizione, un’edizione che si preannuncia sobria, elegante, aperta e democratica e che sarà capitanata da Amadeus, coadiuvato e circondato da affascinanti donne; non soubrette, vuote bambole da mostrare, ma donne intelligenti, espressione della femminilità in tutti i suoi aspetti, bellezza, forza ma anche fragilità ed empatia, sperando che, come spesso accade in questi casi, non si scada nell’ovvio, nella banalità o nel luogo comune.

Per adesso, a proposito di luoghi comuni, sono le donne a far cadere il “conduttore della porta accanto” in gaffe, polemiche ed odio di genere per alcuni concetti, forse infelici, forse mal espressi, ma sicuramente detti con estremo candore, nel corso della tradizionale conferenza stampa di metà gennaio.

Amadeus paventa un Sanremo “di tutti”, in cui la musica rompe gli argini dell’Ariston e incontra la gente nella piazza. Il compunto conduttore, si auspica di rappresentare un punto di rottura con tutto il resto, con le edizioni precedenti, proponendo un Festival che guarda al futuro e, forse, in un certo qual modo, rinnegando il passato.

Eppure, in occasione di un anniversario così importante, settant’anni, ci si aspetterebbe, una commemorazione degna di questa istituzione che si è arricchita ed è cresciuta ogni anno, un passo alla volta, diventando a volte vetrina, a volte specchio di un’Italia che negli anni ha affrontato profondi cambiamenti.

Non credo che si possa apprezzare la nuova edizione, senza conoscere, almeno un po’, le precedenti, e del resto, come si può apprezzare la musica contemporanea senza aver ascoltato quella del passato?

Il passato poi, acquista sempre un alone malinconico che lo riveste di bellezza, man mano che ci si allontana nel tempo ed è facile pensare che le canzoni delle scorse edizioni siano meglio di quelle che ci apprestiamo ad ascoltare.

Elucubrazioni che mi accompagnano sempre nel mese di gennaio quando comincia a salire l’aspettativa per il festival, che da lì a poco verrà messo in scena e che diventano dolore, da un po’ di anni a questa parte, per l’assenza di grandi come Fabrizio De Andrè e Pino Daniele.

Entrambi, non prenderanno mai direttamente parte alla gara canora, anche se Pino Daniele, nella scorsa edizione, ha ricevuto il premio alla carriera, un riconoscimento postumo che sicuramente non rende giustizia ad un musicista così completo.

Così, in attesa di ascoltare le nuove canzoni, mi soffermo sempre a pensare alle canzoni delle precedenti edizioni, quelle che ho amato da subito e che mi accompagnano sempre, altre, che seppur amate, via via hanno perso importanza, oppure quelle che in un primo momento non ho notato e che invece strada facendo, sono diventate colonna sonora di un periodo e un’emozione, anche se la maggior parte, risultate indigeste, sono rimaste tali.

Eppure, nonostante non sia mai riuscita a farmi piacere il contesto, sempre troppo incentrato sullo spettacolo e poco sulla musica, aspetto anche quest’anno la kermesse, aspetto di ascoltare le canzoni, aspetto di tifare per le nuove giovani promesse della musica, aspetto di supportare il cantante del cuore, così come la maggior parte degli italiani.

Strano popolo il nostro, che si appassiona, si indigna e si scatena in proteste sul web per una competizione canora, mentre si lascia scivolare nella più profonda indifferenza per tutto il resto lo riguardi dentro e fuori il Parlamento.

Non credo di essere superiore, anch’io continuo a guardare Sanremo e come ogni anno, cerco di capire e raccontare una gara dal meccanismo di voto degno della più complessa legge elettorale, cerco di dare il mio sguardo, sempre un po’ disincantato ma onesto, ma soprattutto, cerco di trovare buona musica dove non ci si aspetterebbe di trovarla.

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SANREMO 2019: La quarta serata del 69° Festival della Canzone Italiana.

La penultima serata della competizione canora diretta da Claudio Baglioni, vede sul palco, oltre ai 24 artisti in gara, anche 32 ospiti che ne accompagneranno le esibizioni. Non solo cantanti, ma anche musicisti, ballerini ed artisti a supporto delle performance. Questa è la sera in cui si palesa anche la Giuria di qualità, capeggiata da Mauro Pagani, mentre finisce il suo lavoro, la Giuria demoscopica, per dare più peso al televoto. Sono Federica Carta e Shade ad aprire la gara, accompagnati dall’idolo della Y generation, Cristina D’Avena, seguiti Motta che sceglie Nada per dare forza ad un pezzo profondo, ma dalle sonorità monotone, mentre è Noemi ad accompagnare il pezzo di Irama.

L’intensità della canzone di Patty Pravo con Briga, viene esaltata da Giovanni Caccamo, successivamente, la tromba di Roy Paci insieme alla voce di danno nuovo smalto, laddove ce ne fosse stato bisogno, al pezzo dei Negrita. Il Volo sceglie di farsi supportare dal violinista Alessandro Quarta, per un’esibizione decisamente più sprint; accosta la sua particolare voce a quella dell’idolo degli Spandau Ballet, Tony Hadley ed alle coreografie dei Kataklò. Mahmood sceglie l’irriverenza di Gué Pequeno per sostenere il suo pezzo, intanto sul palco dell’Ariston salgono Diodato ed i Calibro 35 per il pezzo di Ghemon.

Leggi anche:

■ SANREMO 2019: La prima serata del 69° Festival della Canzone Italiana ■ SANREMO 2019: La seconda serata del 69° Festival della Canzone Italiana ■ SANREMO 2019: La terza serata del 69° Festival della Canzone Italiana

Francesco Renga chiama insieme a lui, il cantautore Bungaro, ed i ballerini, Eleonora Abbagnato e Friedemann Vogel; Fabrizio Moro presta la sua voce al pezzo di Ultimo e Nek si affida alla voce di Neri Marcorè, entrambi i pezzi così, ne guadagnano in intensità e coinvolgimento. I salentini Boomdabash, fondono le loro sonorità con i Musici Cantori di Milano ed il rapper Rocco Hunt; sono poi mirabili ed ancora più emozionanti, l’interpretazioni dei The Zen Circus insieme a Brunori sas e la voce di Paola Turci accompagnata da Beppe Fiorello.

Anna Tatangelo si accosta a Syria mentre acquistano nuova energia i brani degli Ex-Otago accompagnati da Jack Savoretti, Enrico Nigiotti, accompagnato al piano da Paolo jannacci e Massimo Ottoni (maestro della sand art). Due regine del pop Loredana Bertè ed Irene Grandi, infiammano la platea, Manuel Agnelli valorizza l’interpretazione di Daniele Silvestri e Rancore, Einar si affida agli amici Biondo e Sylvestre. Un momento di pura poesia con Simone Cristicchi coadiuvato da Ermal Meta, subito rimpiazzato dalla forza dei Sottotono, a supporto della canzone di Nino D’Angelo con Livio Cori, e dalla canzone di Achille Lauro che si fa accompagnare da Morgan. La gara si conclude con la premiazione da parte della Giuria di qualità, del brano, “Dov’è l’Italia” interpretato da Motta accompagnato da Nada.

Ospite della serata, un grande Luciano Ligabue che ci regala un tributo a Francesco Guccini, interpretando “Dio è morto”, canzone simbolo dei giovani sessantottini e speranza per un mondo migliore, il brano è del 1965 ma tutt’oggi attuale nei contenuti. Stasera tutti gli occhi saranno puntati sull’ultimo appuntamento della kermesse canora che finalmente decreterà il vincitore della sessantanovesima edizione del Festival della canzone italiana.

Festival di Sanremo - La Finale

Con “Occidentali’s Karma”, Francesco Gabbani è il vincitore della 67esima edizione del Festival della Canzone italiana, che si è appena concluso sotto la direzione artistica di Carlo Conti.

Visibilmente sorpreso e commosso, come se non si aspettasse il primo posto, Gabbani ci regala una canzone sopra le righe rispetto a quelle che, di solito, il Festival di Sanremo propone; originale, ironica, densa di significato e per niente scontata.

Vittoria meritata anche se resta un po’ di amaro in bocca per il secondo posto di Fiorella Mannoia, con la sua delicata ma energica interpretazione della canzone “Che sia benedetta”.

Presentata dalla stampa come la favorita del Festival, ancor prima che si aprisse ufficialmente la kermesse canora, la Mannoia, ha rappresentato il valore aggiunto di una gara con canzoni troppo banali ed a volte mal interpretate, probabilmente la vittoria avrebbe rappresentato per lei l’incoronamento di una carriera di successi ed il giusto riconoscimento per tutti i capolavori che ha regalato, in questi anni, alla musica italiana. Meritato il terzo posto di Ermal Meta con l’intensa canzone “Vietato morire” e forse Paola Turci e Marco Masini (rispettivamente quinto e tredicesimo posto), avrebbero potuto aspirare a classificarsi meglio, con due belle canzoni, ben interpretate.

Ultimo posto per il rapper Clementino con “Ragazzi fuori”, una canzone di contenuto, ma totalmente inadatta al pubblico sanremese.

Grandi ospiti anche in questa serata conclusiva, come Zucchero che ricorda Luciano Pavarotti e l’opera benefica del progetto “Pavarotti and Friends”, esibendosi in un duetto virtuale con il cantante lirico, da tempo scomparso. Alvaro Soler, scuote dalle sedie anche il più impettito spettatore del parterre sanremese, così come fa la comicità senza peli sulla lingua, di Geppi Cucciari quando accusa alcune testate giornalistiche di sessismo.

Montesano ci regala la comicità pulita di una volta e finalmente si rivela sul palco dell’Ariston anche Maurizio Crozza.

Si chiude il sipario, sulla 67esima edizione del Festival di Sanremo che sarà ricordato, anche quest’anno, come tutti gli anni, per ascolti record, polemiche ed outfit poco azzeccati, ma sempre fenomeno di costume di quell’Italia a cui piace mettersi in gioco.

Osannato, criticato, bistrattato, parodiato, inutile per alcuni, irraggiungibile per altri, resta comunque la manifestazione canora più importante d’Italia, dalla quale, non si può prescindere per comprendere il panorama musicale nazionale.

Festival di Sanremo - Quarta Serata La quarta e penulti ma serata del Festival di Sanrem o, si è consuma ta davanti a 9 milioni di telespett atori, che hanno conferm ato l’alto gradimento della kermesse canora, che ha decretato il vincitore della sezione Giovani proposte.

Vince con la canzone “Ora mai”, Lele, che ringrazia la sua famiglia ed il conduttori del Festival per la grande possibilità ricevuta, mentre Maldestro conquista il secondo posto, insieme al premio della critica “Mia Martini”, seguito da Francesco Guasti; va invece a Tommaso Pini, il Premio “Lucio Dalla” concesso dalla sala stampa.

A premiare il vincitore, insieme alle autorità liguri, la modella e compagna di Eros Ramazzotti, Marica Pellegrinelli, che le polemiche dei giorni scorsi hanno reso evidentemente, più bella, raggiante e spontanea nel suo ruolo. La gara dei 20 big si fa sempre più intensa, tanto da far scappareuna lacrima a Bianca Atzei durante la sua esibizione, ma vede l’eliminazione definitiva di , Ron, Al Bano e Gigi D’Alessio.

Eliminazione che nessuno si aspettava perché vede tirati fuori dalla gara quattro capisaldi della musica italiana, per questo suscita la ribellione del pubblico in sala e della sala stampa, quando viene pronunciato il nome di Al Bano tra gli esclusi.

Senza entrare nel giudizio di merito delle canzoni portate in gara, probabilme nte ad influire sul verdetto è stato il televoto, premiando in questi giorni, sia riuscito ad essere più social, non a caso, anche il premio riservato alle giovani proposte, è stato vinto da chi è abituato a promuoversi con il meccanismo del televoto.

A proposito di promozione, la quarta serata della 67esima edizione del Festival di Sanremo, diventa vetrina per la Rai e per promuovere la sua offerta d’eccellenza, quando dalla scalinata dell’Ariston scende Antonella Clerici, per presentare il suo programma musicale “Standing ovation” e ricorda i tempi della sua conduzione a Sanremo; a suo agio in quell’ambiente a lei familiare, si scatta persino un selfie con Carlo Conti e Maria De Filippi.

All’Ariston arriva anche un affascinante Luca Zingaretti per presentare le nuove puntate del suo Commissario Montalbano.

Torna sul palco di Sanremo con un’esilarante imitazione di Sandra Milo, Virginia Raffaele, tirando in ballo anche il maestro Beppe Vessicchio seduto in prima fila; diverte Crozza con le sue indagini statistiche e non risparmia stoccate sarcastiche sul governo italiano.

Tra colpi di scena e polemiche, occhi puntati sulla finalissima di stasera, attesi anche gli interventi di Alvaro Soler e Zucchero…e viene da pensare che il bello deve ancora venire.

SANREMO 2017: IL FESTIVAL

Tra passerelle, conferenze stampa, rincorsa ai possibili ospiti d’onore e polemiche per cachet milionari, mancano pochissime ore all’apertura della sessantasettesima edizione del Festival della Canzone italiana, il festival canoro più seguito, più chiacchierato, ma sicuramente più popolare del Bel Paese.

La conduzione e la direzione artistica, come da tre anni a questa parte, è affidata a Carlo Conti, che quest’anno sarà affiancato da Maria De Filippi e dai collegamenti col comico Maurizio Crozza.

Mentre allo Stadio Olimpico si consumerà la lotta tra Roma e Fiorentina, così come ironizza Carlo Conti in conferenza stampa, e Vasco Rossi festeggerà i suoi 65 anni di vita spericolata, i telespettatori saranno sintonizzati su Raiuno e su Radio 2 per seguire il Festival di Sanremo, che sicuramente non deluderà chi lo segue, con grande ammirazione, per inerzia o semplicemente per il gusto di criticare.

Siamo certi che questa sera, esattamente alle 20.35, quando si aprirà il palco dell’Ariston, il popolo italiano si spaccherà tra detrattori e sostenitori, tra chi cerca il difetto in tutte le cose e chi invece accetta tutto lasciandosi sedurre, a torto od a ragione, dal mondo patinato, fatto di fiori ed ospiti internazionali, paillettes su vestiti mozzafiato ed il sogno di poter percorrere un giorno la famosa scalinata davanti a milioni di telespettatori.

Sogno che coroneranno non solo i 22 big in gara e gli ospiti tanto attesi per la serata, primi fra tutti Tiziano Ferro e Carmen Consoli che si prevede ci regaleranno un emozionante omaggio a Luigi Tenco a cinquant’anni dalla sua morte, ma anche persone della porta accanto, gente comune, che racconterà tante piccole storie di vita quotidiana, alle quali, Carlo Conti ci ha abituato in questi tre anni di conduzione e che tanto piacciono alla casalinga di Voghera. Stasera sarà anche la volta di Raul Bova e Rocio Muñoz Morales, di Paola Cortellesi ed Antonio Albanese, dell’attesissimo Ricky Martin e dei Clean Bandit, nota band inglese, che con il suo elettropop sicuramente assicurerà l’audience del pubblico più giovane.

Non solo canzonette, stasera va in scena l’Italia stessa, con vizi, virtù, paradossi, sentimenti comuni; che ci piaccia o no, il Festival della città dei fiori è stato e resterà sempre, un grandissimo fenomeno di costume, una macchina da guerra e da soldi, che una volta avviata diventa motrice del Made in Italy nel mondo, e che riflette le velleità di un popolo che davanti alla partita della nazionale, come alla grande orchestra di Sanremo, si sente finalmente unito, senza distinzione di età o status sociale.