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10° ANNIVERSARIO Intersezionale Canavese Valli di Lanzo - - Caselle - Ciriè - Courgnè - Forno - - Lanzo

Leini - Rivarolo - Venaria -

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CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Via A. Picco, 24 - Tel. 011 4522898 e-mail: [email protected] www.caivenaria.it

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IlSSommario salutoomm di aPaolario Peila, Direttore del Club Alpino Italiano ...... pag. 12 'AAnnuarionnuario Il saluto del Presidente Cai Venaria ...... pag. 14 l Perché CAI? ...... pag. 17 22010010 Il Grido… e la memoria di Reinhold Messner ...... pag. 18 Ricordo di Guido Rossa di G.Manni ...... pag. 22 Cresta sud-est alla vetta Grafeneire del Gran Combin CLUB ALPINO di A. Gabrieli ...... pag. 24 ITALIANO Cresta dell’ Ometto all’Uja di Mondrone Sezione di Venaria Reale di R. Rivelli ...... pag. 27 Via A. Picco, 24 Tel. 011 4522898 Il corso CAI MTB Intersezionale 2009 e-mail: [email protected] di G. Apostolo ...... pag. 30 www.caivenaria.it Fiaccole sulla neve di C. Passaniti ...... pag. 33 Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese di Martino Borrione Vicepresidente S.A.S.P...... pag. 34 Quando non c’erano i cellulari… di don Livio Recluta ...... pag. 41 Un giovane tra i grandi di F. Trimarco ...... pag.43 1960 gita sociale CAI-Uget di Venaria Reale alla Ciamarella di C. Genta ...... pag. 49 Gran Paradiso… il sogno che si è realizzato! di S. Fiore...... pag. 51 Come eravamo… breve carrellata di ricordi di E. Comba ...... pag. 53 Alpinismo per ridere di M. Serra ...... pag. 56 REDAZIONE: Commissione Donne di Montagna Pubblicazioni di M. V. Richetto ...... pag. 57

STAMPA: Storie del Rifugio “Fortun-a” Curcio Grafi che s.r.l. di F. Bertolone ...... pag. 60 Via Lanzo, 181 Le attività sezionali - Comunicazioni - Il Consiglio Direttivo 10071 Borgaro T.se e le Commissioni - Assemblea generale dei Soci il giorno 11 marzo 2010 IN COPERTINA: L’Annuario si avvale della volontaria e gratuita collaborazione di Soci Salita alla Ciamarella e simpatizzanti. La pubblicazione viene distribuita gratuitamente a tutti (foto: C. Soldera) i Soci. Gli articoli fi rmati comportano per i rispettivi Autori ogni re- sponsabilità sul contenuto

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- 4 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Programma Escursionismo 2010

28 Febbraio 6 Giugno Passo della Croce 1256 m Traversata: Rivotti 1480 m partenza da 508 m Colle della Crocetta 2641 m dislivello 648 m - tempo di salita 1.40 ore Lago Fertà 2557 m Laghi di Unghiasse 2494 m 14 Marzo Alboni 1368 m - Rivotti 1480 m Uja di Calcante 1604 m Tempo di percorrenza 6.00 ore partenza da Lusiana di Traves 705 m dislivello 899 m - tempo di salita 3.00 ore 13 Giugno Rocca Bianca 3064 m 28 Marzo partenza da Chianale Località G. del Rio Colle della Lunella 1402 m 2050 m dislivello 1014 m partenza da Molino di Punta 547 m tempo di percorrenza 3.00 ore dislivello 855 m - Tempo di salita 2.15 ore 11 Aprile 27 Giugno Monte Soglio 1971 m Monte Nible’ 3365 m partenza da Piano Audi 900 m partenza da Rifugio Mariannina Levi 1849 m dislivello 1071 m - tempo di salita 3.00 ore dislivello 1516 m tempo di percorrenza 4.00 ore 25 Aprile equipaggiamento per alta montagna Monte Civrari 2302 m obbligatorio: imbrago, piccozza, ramponi. partenza da Niquidetto 1180 m dislivello 1122 m - tempo di salita 3.00 ore 11 Luglio Monte Grande Aiguille 9 Maggio Rousse 3482 m Monte Bocciarda 2213 m località di partenza Lago del Serrù 2240 m partenza da Forno di 1050 m dislivello 1242 m dislivello 1163 m - tempo di salita 3.15 ore tempo di percorrenza 4.15 ore equipaggiamento per alta montagna 23 Maggio obbligatorio: imbrago, piccozza, ramponi. Rifugio Vacca 2670 m partenza da Frazione Lago d’Arpone 1821 m 25 Luglio dislivello 849 m - Tempo di salita 2.45 ore Breithorn Occidentale 4165 m partenza da Testa Grigia 3480 m 30 Maggio dislivello 680 m Parco Naturale Regionale di Portofi no tempo di salita 3.00 ore “Sentiero sopra il mare” equipaggiamento per alta montagna camminata tra oliveti, lecceti e pini d’Aleppo. obbligatorio: imbrago, piccozza, ramponi.

- 5 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 22 Agosto 26 Settembre Punta Ramiere 3303 m Traversata: Colle del Nivolet 2604 m località di partenza Colle Basei 3176 m Grange Argentera 1837 m Cime di Nuvoletta 3152 m / 3272 m dislivello 1466 m Gran Vandala 3250 m / 3272 m tempo di salita 4.00 ore Punta Rosset 3100 m Colle Rosset 3023 m 28/29/30 Agosto Colle del Nivolet 2604 m tempo di percorrenza 7.00 ore Sul Monte Rosa programma da defi nire equipaggiamento per alta montagna 10 Ottobre Tour Quattro Colli obbligatorio: imbrago, piccozza, ramponi. del Gran San Bernardo partenza quota 2373 m 11/12 Settembre presso Colle San Bernardo. Levanna Orientale 3555 m tempo di percorrenza 5.00 ore partenza da Forno Alpi Graie 1219 m pernottamento al Rifugio 24 Ottobre Paolo Daviso 2280 m Gita a Sorpresa dislivelli: Tour cultural eno-gastronomico - 1061 m primo giorno - divertentissimo: passeggiando - 1275 m secondo giorno poco e gustando molto in ricordo equipaggiamento per alta montagna di tante belle gite. obbligatorio: imbrago, piccozza, ramponi. Viaggio in pullman, impossibile mancare.

- 6 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Alpinismo Giovanile Programma Gite 2010

L’attività di Alpinismo Giovanile è organizzata e coordinata da Accompagnatori CAI di Alpinismo Giovanile titolati (AAG), che garantiranno la loro presenza durante tutte le gite.

11 Aprile Courbassere e dintorni partenza da: Ala di Stura (1080 m); dislivello: 300 m;

25 Aprile Rifugio Toesca, Pian del Roc, 1710 m partenza da: Pian Cervetto (S.Giorio di Susa), 1200 m; dislivello: circa 500 m;

9 Maggio Boschettiera/Piani di Lavina, 1486 m partenza da: Forzo (Valle Soana), 1185 m; dislivello: circa 300 m;

23 Maggio Santuario di San Besso, 2019 m partenza da: Campiglia Soana (), 1350 m; dislivello: 670 m;

5-6 Giugno Week end in rifugio (da defi nire)

In funzione delle peculiarità e della preparazione del gruppo di ragazzi, al termine del periodo scolastico ci sarà la possibilità di effettuare un trekking di 3-4 giorni.

- 7 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Pedaliamo con la Bici da Montagna

Anche il calendario per il 2010 prevede uscite iniziali facili e di media diffi coltà, adatte a tutti, per poi passare a gite più impegnative. Le gite proposte potranno subire delle modifi che, in funzione delle situazioni meteorologiche. Anche il programma 2010 verrà svolto con il contributo della Sotto- sezione di Viù del CAI di Lanzo, che presterà la propria collabora- zione ed esperienza per rendere sempre più sicure e piacevoli le gite programmate. Buone pedalate a tutti!

14 Marzo (domenica) 29 Maggio (sabato) Corona di Delizie - Parte Nord Madonna del Ciavanis (1890m) (a cura di G.Ariano, M. Peverada) e Alpe Vassola - Valli di Lanzo Km 40 ca. - Dislivello 100m (a cura C. Fornero) Diffi coltà TC/TC Km 30 - Dislivello 1200m Diffi coltà: MC/BC 21 Marzo (domenica) Il Parco della Mandria e dintorni - 13 Giugno (domenica) Val Ceronda (a cura di P. Varetto) Madonna del Cotolivier Km 35 - Dislivello 350m e Lago Desertes Diffi coltà: MC/MC V. di Susa (a cura di M. Peverada) Km 34 - Dislivello 1500m 18 Aprile (domenica) Diffi coltà: MC+/BC Bric della Croce e dintorni Collina Torinese (a cura di R. Savio) 26 e 27 Giugno Km 30 - Dislivello 750m Weekend alle 5 Terre Diffi coltà MC+/BC (Liguria di Levante) Km 80 - Dislivello 2500m ca. 16 Maggio (domenica) Diffi coltà: MC+/BC+ Raduno Intersezionale a cura delle Sezioni del Torinese 10 Luglio (sabato) Località da defi nire Tour dell’Assietta - Val Chisone Km 40/45 (a cura di R. Savio / G. Apostolo) Dislivello 900/1000m indicativi Km 50 - Dislivello 1500 m Diffi coltà: MC/BC Diffi coltà: MC/BC

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25 Luglio (domenica) 2 e 3 Ottobre Giro del Monte Tibert (2647m) 3° Raduno Nazionale Ad Ascoli Piceno Valli Maira e Grana Seguiranno dettagli (a cura di G. Apostolo) in alternativa: 3 Ottobre (domenica) Km 45 - Dislivello 1600m Le colline del Monferrato (a cura di R. Diffi coltà: BC/OC Savio) Km 35 - Dislivello 500m Diffi coltà MC/BC 4 Settembre (sabato) 10 Ottobre (domenica) Colle e Laghi di Palasina (2668m) Corona di Delizie - Parte Sud Valle d’Aosta (a cura di R. Savio) (a cura di G.Ariano, M. Peverada) Km 36 - Dislivello 1500m Km 40 ca. - Dislivello 100m Diffi coltà: BC/BC Diffi coltà TC/TC 18 Settembre (sabato) 17 Ottobre (domenica) Forte Pramand, Galleria dei Saraceni, Gita conclusiva con pranzo in Agriturismo Forte Jafferau (2800m) e Forte Foens Località da defi nire - Escursione Facile Valle di Susa (a cura R. Savio / G. Apostolo) Km 50 - Dislivello 1900m Diffi coltà MC/BC

Potranno essere programmate ulteriori escursioni in collaborazione con altre Sezioni CAI che verranno comunicate tempestivamente a tutti gli iscritti.

- 9 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 I giovedì dell’Intersezionale Canavese - Valli di Lanzo

Gite Intersezionali Anno 2010

28 Gennaio 17 Giugno da Vrù - Blinant - San Giacomo; da Pian della Mussa con racchette da neve al Rif. Gastaldi organizza organizza CAI Venaria CAI Lanzo Di Felice Nicola Sottosez. di Viù Guglielmotto Franco 25 Febbraio meta da defi nire; 15 Luglio con racchette da neve Cogne - Alpe Money organizza organizza CAI Chivasso CAI Torino

25 Marzo 5 Agosto dal Ponte del Diavolo (Lanzo) da Ceresole al Rif. Jervis alla Cà Bianca organizza organizza CAI Cuorgnè CAI Lanzo Rapelli Meo Visca Bruno 26 - 29 Agosto 22 Aprile Trekking meta da defi nire il Tour della Bessanese organizza CAI Rivarolo 16 Settembre la Via dei pellegrini 27 Maggio da Pillaz Fontainemore da Corio Piano Audi - Case Picat organizza Alpe Frigerola - Rif. Peretti Griva CAI Chivasso organizza Berruti Pierangelo CAI Venaria Brizio Carlo e Renato Vendramin

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21 Ottobre Anello Sentiero del Basilisco organizza CAI Cuorgnè

18 Novembre meta da defi nire organizza CAI Ivrea

16 Dicembre meta da defi nire organizza CAI Lanzo

N.B. a) i dettagli di ogni escursione quali ora e luogo di ritrovo, quote e dislivelli, tempi di percorrenza, organizzatore responsabile, eventuali variazioni di percorso e/o di destinazione, saranno comunicati la settimana precedente la gita. b) la partecipazione alle gite è riser- vata ai soci in regola con il tessera- mento.

- 11 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Il Direttore del Club Alpino Italiano ci scrive: Cari Soci, So che non è facile portare avanti le inizia- tutte le volte che incontro realtà come la tive, trovare le risorse, soddisfare tutte le vostra mi convinco sempre di più del valo- esigenze. Ma se ci sentiamo collegati tutti re delle Sezioni del Club Alpino Italiano. insieme alla grande rete degli oltre 311.000 E’ lì, nella gente che va in montagna, man- soci CAI in Italia, capiamo il potenziale da avanti i rifugi, tiene in ordine i sentieri, enorme delle azioni e dei valori che stiamo ha l’entusiasmo di proporre iniziative per portando avanti. i giovani, la vera forza della nostra asso- In un Paese in crisi, il CAI è economica- ciazione. mente solido e da alcuni anni sta aumen- Forse sono proprio le Sezioni più piccole tando il numero dei suoi iscritti. come la vostra dove si coltivano le rela- Le attività e i servizi che offre a livello di vo- zioni più genuine, quelle che la pratica di lontariato, dai corsi alle gite sociali, dalla ge- andar per monti rinsalda attraverso l’essen- stione di rifugi e sentieri alle pubblicazioni, zialità e il rigore necessari. dalle coperture assicura-

- 12 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria tive al soccorso alpino sono tutti interventi sieme capiamo che confrontando e colle- seri, affi dabili, competenti. gando le nostre esperienze, le relazioni Tutto questo permette a centinaia di mi- positive costruite fra le persone, l’etica gliaia di iscritti di condividere il senso di che ci accomuna nella frequentazione e libertà di mettersi uno zaino in spalla, cam- attenzione all’ambiente di montagna, sia- minare all’alba lungo un sentiero, legarsi mo sicuramente in grado di realizzare un ad una corda per attraversare un ghiacciaio potenziale enorme, che ci può permettere o salire una parete di roccia, lasciare una di superare le difficoltà del momento. traccia con gli sci in neve fresca. Sappiamo che la rete del CAI può fare la La passione per la montagna nel mondo differenza. CAI, che anima la ricerca di mete sfi danti Ma, da buoni frequentatori delle montagne nell’ambiente alpino, è la stessa che mo- quali siamo, abbiamo sempre la consape- tiva l’impegno per risolvere i problemi di volezza dei nostri limiti, conosciamo l’in- reperimento di risorse per le sezioni e di tensità e la brevità delle nostre azioni, che gestione dell’associazione. come tracce in neve fresca spariranno al Se ci vediamo in questa prospettiva d’in- vento e al sole. Paola Peila

- 13 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Carissimi SOCI Grazie!!!

Grazie ai tutti i Soci, ai Giovani ed ai Veterani, al Direttivo ed ai Collaboratori, a tutti Voi per quanto mi avete dato in questi tre anni.

Auguro a Voi tutti un felice e sereno 2010 con tante gite ed escursioni.

Invito i Soci a candidarsi per il prossimo trien- nio: è un’esperienza impareggiabile e gratifi - cata dai sorrisi e dall’amicizia che ritrovi in Sede, in Gita ed in Rifugio.

Buon Lavoro al prossimo Direttivo serata auguri

Il Presidente Franca Guerra

Sardegna Cala Golorizè

danze al rifugio Castore

- 14 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Carissimi SOCI Grazie!!!

scalate e dintorni

lavori al rifugio

Bellavarda

ferrata di Giaglione Ciamarella

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- 16 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Club Alpino Italiano …perchè CAI?

(spunti dal sito www.cai.it) Franca Guerra Quintino Sella, Giovanni Barracco, Paolo e dimensione, acquista altri valori. Entrano in Giacinto di Saint Robert il 12 Agosto 1863 scena il vuoto, l’altezza. Paesaggi con cime e salendo al Monviso decidono di creare il cengie, ghiacciai e creste, pareti di roccia dove Club Alpino Italiano. lo sguardo si perde nel cielo. E’ il confron- to dell’uomo con l’immenso. A chi desidera Un’associazione il cui 1° articolo dello statuto provare queste emozioni, la Sezione offre tut- recita: “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua ta la sua esperienza. Nei corsi di arrampicata manifestazione, la conoscenza e lo studio del- e di avvicinamento all’alpinismo della Scuola le montagne, specialmente di quelle italiane, e G.Ribaldone si possono apprendere nozioni la difesa del loro ambiente naturale”. teoriche, pratiche per affrontare méte più im- La struttura centrale del CAI si confi gura pegnative e in sicurezza. come ente pubblico, non economico, mentre tutte le sue strutture periferiche sono soggetti In inverno l’emozione continua con lo sci. Sci di diritto privato con uno statuto proprio e ap- in pista con corsi rivolti ai ragazzi e scialpini- provato dalla Sede Centrale. smo: una disciplina che richiede non solo abi- lità e preparazione fi sica ma anche una attenta Il compito della Sezione è la diffusione della conoscenza dell’ambiente montano, del clima frequentazione della montagna con l’organiz- e del manto nevoso. Con gli sci si va dalla zazione di iniziative alpinistiche, escursioni- semplice escursione al limite della vegetazio- stiche, attività sportive e culturali. ne ai grandi itinerari su ghiacciaio, alle gite Nella nostra Sezione vivono infi nite passioni, con tratti fi nali di roccia, ghiaccio e misto. interessi diversi: • C’è chi cammina e chi pedala per comodi Da anni ormai lavoriamo con i ragazzi nella sentieri convinzione che l’amore per la montagna e la • Chi arrampica o sale su ghiacciai con ram- natura sia una parte importante dell’educazio- poni e piccozza ne di una persona. Si coinvolgono i ragazzi • Chi si muove con gli sci ai piedi nel gioco affascinante dell’esplorazione e del- • Chi lavora da anni con i ragazzi dell’alpini- l’avventura, si collabora con le scuole e con smo giovanile e nelle scuole cittadine i docenti mettendo a disposizione le nostre • Chi si occupa della gestione del Rifugio esperienze e testimonianze per un completo percorso formativo ponendo in primo piano la Prendere un sentiero, a piedi o in bicicletta, sicurezza: consapevolezza – conoscenza - for- staccarsi dalla città e dal rumore, entrare nel mazione - rispetto. silenzio. Camminare o pedalare per osser- Il rifugio P. Daviso, punto d’appoggio per escur- vare, per guardare la natura: un libro ancora sionisti ed alpinisti, gestito con il volontariato dei oggi ricco di valori e profondi signifi cati. Soci, costituisce un magnifi co punto d’incontro Camminare o pedalare adagio, per capire e di persone che amano la montagna a 360°. conoscere meglio la “cultura del territorio”: baite e alpeggi svelano un mondo alpigiano Perché che a fatica resiste alle modernità di oggi. CLUB ALPINO ITALIANO? PPerchèerchè ttuttautta llaa ppassioneassione Nell’alpinismo la montagna prende un’altra pperer llaa mmontagnaontagna è qqui.ui.

- 17 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Il Grido… e la Memoria REINHOLD MESSNER - GRIDO DI PIETRA Capitolo 1° Introduzione: PIERANGELO MONASTEROLO

La recente scomparsa del grande Riccardo Cassin, ci obbliga a fermarci per rendergli omaggio, ed a volgere lo sguardo rifl ettendo su quello che Lui e gli altri grandi, straordinari alpinisti del secolo scorso ci hanno lasciato in eredità. La loro enorme resistenza alla fatica, ai disagi, unita all’abilità tecnica, al coraggio, nonché all’intelligente intuizione nello scoprire e tracciare vie che a tutt’oggi, con un’enorme differenza di potenziale tecnico a disposizione, sono terreno per pochi e validi alpinisti. I grandi della prima metà del secolo scorso (Cassin stesso, Tizzoni, Esposito, ecc.) hanno lascia- to il posto ai Bonatti, Buhl, Rebuffat e tanti altri, i quali nella seconda metà del secolo hanno proseguito nella scoperta di nuovi itinerari, nuove vette, che ci hanno lasciato il bagaglio di esperienza che oggi può esprimersi fi no all’alpinismo estremo, che è la nuova frontiera. Se poi pensiamo alle grandi spedizioni extraeuropee, c’è da rimanere allibiti. Immaginiamoci di partire per una serie di scalate nelle Ande, quando la conoscenza del territorio è poco più delle relazioni di Padre De Agostini, l’attrezzatura è ancora a livelli quasi “fai da te”, le fi nanze sono quelle che oggigiorno basterebbero per una gita al mare. Malgrado tutto ciò i nostri “Vecchi” hanno scritto pagine gloriose, a volte drammatiche ma che ci danno la misura e la grandezza dell’amore per la montagna che essi provavano. Scrive il grande Reinhold Messner “La storia dell’alpinismo è la somma di tutte le storie vissute in montagna. Non funziona nel modo che immaginano i pantofolai, i moralisti di ogni tipo o anche gli idealisti. La storia accade ed è costituita da molti passi spesso non determinabili da piccole decisioni, con uno schema di pensiero basato sul bianco e nero non si risolve nemmeno la storia dell’alpinismo”. Ora è conveniente lasciare la parola, o meglio la penna, a chi dell’Alpinismo, quello con la A maiuscola se ne intende molto più di noi, a chi dell’alpinismo estremo ha fatto un’arte. Pubblichiamo per gentile concessione di Reinhold Messner stesso e della CASA EDITRICE CORBACCIO il primo capitolo del Suo straordinario libro “GRIDO DI PIETRA”, il quale ci porta nella realtà di quel mondo che, per noi innamorati di montagna è emozione pura. Al termine della seconda guerra mondiale A quel punto sono questi alpinisti francesi anche l’alpinismo vive una fase di rinnova- – molti di loro sono maturati nelle fi le della mento. Gli alpinisti più in auge del periodo Resistenza – a dare il “la” in campo alpini- interbellico – Riccardo Cassin e Anderl He- stico. Sotto la guida di Maurice Herzog non ckmair – sono ancora attivi, la leadership solo realizzano la prima “prima” su un otto- dell’alpinismo però è passata nelle mani di mila, l’Annapurna nell’Himalaya centrale, giovani talenti: in Italia sono Walter Bonatti ma compiono passi da gigante rispetto ai loro e Cesare Maestri; in Inghilterra Joe Brown e predecessori anche nelle Alpi e sulle Ande. Don Whillians; in Austria Hermann Buhl e Lionel Terray, un simpatico scapestrato di Toni Egger; in Francia Jean Couzy e Gaston Grenoble, è e rimane uno dei grandissimi al- Rébuffat, e soprattutto la cordata costituita pinisti del suo secolo. da Luis Lachenal e Lionel Terray, che porta a Guida a Chamonix e in costante movimento, è termine la prima ripetizione della parete nord considerato forte e disposto a rischiare. dell’Eiger, all’epoca la più grande sfi da del- Insieme a Lachenal costituisce un team unico, la l’alpinismo classico. cordata francese migliore del dopoguerra.

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Sull’Annapurna si trovano in diffi coltà. Alla fi ne è Terray che, dopo la salita alla vetta di Herzog e Lachenal, che sono usciti di senno, salva la situazio- ne. Benché le condizio- ni siano di- sperate, Ter- ray, l’uomo d’azione, il fenomeno della natura, corre avanti e indietro nella nebbia, cade e si rialza, scon- certato. Pare im- pazzito. Sembra voler abbattere le mura della pri- gione nella quale si trova il gruppo. Gesticola con la piccozza. Reinhold Messner Come un cieco nella nebbia. In quella situazione anche lui è parete nord dell’Eiger e che in seguito, con la impotente, senza un progetto. Lachenal, che prima del Fitz Roy in Patagonia e del Makalu sta male, dà del pazzo a Terray, e si accoccola in Himalaya, avrebbe guadagnato fama mon- nella neve. diale come alpinista, non descrisse mai con Il bestemmiatore però è ancor meno ragione- parole arroganti le sue gesta, che erano veri vole del soccorritore. Lachenal vuole scavare atti di eroismo. un buco nella neve e aspettare il tempo buono. Era un carattere raffi nato, esprimeva giudizi Continua a imprecare contro Terray e gli al- puntuali. La sua dichiarazione – “Nessuna sa- tri, sono dei disfattisti. Poi però Terray afferra lita sulle Alpi ci ha mai creato tante diffi coltà Lachenal, se lo trascina dietro. Senza alcun come il Fitz Roy” – ha quindi un certo peso. riguardo! Le sue forze e la sua volontà sono Ci sono uomini che in montagna compiono come un’esplosione di rabbia. imprese acrobatiche, come hanno fatto lui e i Lo tiene legato, a tratti gli parla in tono tran- suoi compagni sull’Annapurna e prima anco- quillizzante, altre volte è brusco e imperativo. ra sul Dhaulagiri nel 1950. ma nel 1952 il Fitz Come con un animale malato. Roy sarebbe invece potuto costargli la vita. E Lachenal lo asseconda. Come fosse costret- Si era appena avviato l’ultimo periodo eroico to a fare quello che Terray gli dice, lo segue dell’alpinismo. trotterellando. E’ così che Terray salva la vita Stimolati da René Fernet alcuni amici parigi- all’amico. ni di Lionel Terray organizzano nel 1952 una Lionel Terray, che nel 1947 con Louis Lache- spedizione al Fitz Roy, sulle Ande patagoni- nal aveva realizzato la prima ripetizione della che. Questo “Cervino degli Antipodi”, una

- 19 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 guglia di granito assolutamente unica, è alto vengono allestiti tre campi e riforniti di viveri. solo 3450 metri, tuttavia è una meta affasci- Il tratto dal campo II al campo III viene attrez- nante. Fino a questo momento nessuna spe- zato con corde fi sse e scale di corde lungo un dizione è mai riuscita a superare lo zoccolo dislivello di 300 metri. della montagna, al di sopra del quale si erge Gli alpinisti devono però trasportare da sé i verticale la vetta. carichi. Viene portata su quasi una tonnellata Le pareti, alte minimo 750 metri, sono più di materiale. Lionel Terray e Guido Magnone, diffi cili delle salite più impegnative di tutte le un alpinista parigino, il secondo più energico Alpi, almeno per l’epoca. del gruppo, restano bloccati nella tempesta Sul Fitz Roy le diffi coltà sono inoltre poten- per 5 giorni, il combustibile per il fornellino ziate dal clima patagonico: tempo cattivo, sta per fi nire. Sfruttando le ore di luce riesco- freddo, ghiaccio sottile e instabile che rive- no a tornare al campo base. ste la parete, tempeste a ondate, improvvise Poi le condizioni atmosferiche migliorano, il e violente. cielo diventa splendente, il tempo fantastico. Tutto ciò rende il Fitz Roy una delle monta- Il giorno stesso i due elementi di punta fanno gne più diffi cili della Terra. Forse impossibili. ritorno al campo III. Siamo nel 1952! All’alba del giorno dopo il cielo è cupo, il Il Fitz Roy, archetipo del concetto di vetta, si freddo pungente. Tuttavia decidono di fare trasforma rapidamente per Terray in una sfi da. un tentativo. Fin dall’inizio capiscono che è Una simile meta non esiste né nelle Alpi né in molto diffi cile arrampicare; piantando chiodi Himalaya, e Terray, che intende l’alpinismo e in libera riescono a salire 120 dei 750 metri come una forma d’arte, è uno sperimentato- della parete. re. Ma una spedizione in Patagonia è costosa. A sera fanno ritorno al campo. Terray fi nanzia l’impresa con la maggior par- Lasciano comunque corde fi sse, per facilitare te dei suoi risparmi. Un cliente chiede di poter il tentativo successivo. La mattina del giorno prendere parte alla spedizione e promette di dopo c’è calma totale di vento, non una nuvo- integrare la somma mancante. la in cielo. E ciò nonostante è necessario ricorrere a un E’ il momento! Terray e Magnone sono ve- prestito. Giunti in Argentina comunque i fran- loci, lasciano indietro parecchi chiodi. Alter- cesi godono di una benevolenza e di un soste- nandosi nella guida progrediscono. gno senza precedenti. Da ogni sosta Terray getta uno sguardo alla Persino il dittatore Juan Peròn accoglie la vetta vicina più bassa, il Cerro Torre, che ha spedizione e la sostiene. Nondimento la si- un aspetto ancora più complicato della loro tuazione è complessa. Jacques Poincenot, un montagna. Sicuramente molto più diffi cile da alpinista eccellente, annega mentre sta attra- salire, pensa Terray, forse addirittura impossi- versando un ruscello in piena. La sua morte bile! Come anche il Fitz Roy? improvvisa sconvolge gli uomini. Le loro cer- La parete che si sviluppa sopra la sua testa tezze vacillano, vorrebbero rinunciare, torna- lo spaventa. Tuttavia, al calare dell’oscurità re nel mondo civilizzato. sono riusciti a portarne a termine praticamen- Dopo lunghe consultazioni si decide di prose- te metà. Fanno un bivacco su una cengia incli- guire. A quel punto è necessario essere velo- nata. Ma il giorno seguente la roccia è coperta ci: ogni giorno perduto può compromettere la da uno strato di ghiaccio. possibilità di un risultato. Rinunciare? No, cercano di andare avanti con Subentrano poi neve e bufere che rallentano la i ramponi. Un’imprese non priva di rischi. progressione. Per tre settimane Terray e i suoi Terray si perde d’animo, vorrebbe rientrare. amici lottano contro le condizioni atmosferi- Ma la determinazione e l’impegno di Magno- che proibitive: si scavano caverne di ghiac- ne lo riempiono d’orgoglio. cio, quotidianamente bisogna tener pulita la Alla fi ne anche lui si sente di accettare la sfi - traccia che collega i vari campi. Le condizioni da. Riprendono ad arrampicare. Ben presto sono terribili. Tuttavia nell’arco di venti giorni fi niscono i chiodi, progrediscono come pos-

- 20 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria sono. Quando raggiungono la vetta sono le per aprire il sentiero di avvicinamento, neces- quattro del pomeriggio: vento, nebbia, visibi- sario per arrivare alla base della montagna. lità scarsa. Scrive di tempeste di ghiaccio che rendo- Comincia a nevicare. Comunque osano diri- no impossibile piantare una tenda, e quindi gersi verso il basso. costringono a trovare rifugio nelle caverne Le corde fi sse rendono possibile la “fuga” di scavate nel ghiaccio. “Noi lo sapevamo: se il Magnone e Terray, fi no al momento in cui ‘viento azul’ si fosse levato mentre eravamo riabbracciano i loro compagni. ancora in parete, non sarebbe stata possibile In seguito non sarà solo il governo argentino alcuna ritirata e se le cattive condizioni fosse- a tributare gli onori all’impresa, ma il mondo ro continuate a lungo saremmo morti di fame intero. E subito si fa strada la domanda se il e di freddo”. compagno minore del Fitz Roy, il Cerro Torre E tornando sull’argomento negli Annales du potrà mai essere scalato. G.H.M. scrive: “tra tutte le mie salite, la con- quista del Fitz Roy è stata quella in cui mi “Il Cerro Torre, una vetta vicina e ancor più sono portato più vicino ai limiti della mia for- difficile del Fitz Roy” scrive Lionel Terray za e del mio coraggio” nel 1952, nel resoconto della spedizione al E’ così che il Cerro Torre diventa la più dura Fitz Roy. Scrive anche di fi umi impetuosi delle vette ancora inviolate. Questo “Torre”, incontrati durante l’avvicinamento, di piogge che si trova a soli 5 chilometri da Fitz Roy in paragonabili al diluvio universale, di metri direzione sud ovest, rimane a lungo un tabù! e metri di neve. Descrive il durissimo lavoro Una montagna impossibile.

Una montagna impossibile. (c2009 Casa editrice Corbaccio)

- 21 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 1979 / 2009 Ricordo di Guido Rossa a trent’anni dal tragico assassinio

di Giuseppe Manni

Il modo migliore di protrarre il ricordo di una persona, penso sia quello di portare nel cuore, con amore, segmenti o anche soltanto attimi della sua vita. Le commemorazioni uffi ciali possono servire ma a volte presentano gravi rischi come quello di forzature dettate dai più diversi motivi. Ritengo pertanto che il modo migliore per ricordare correttamente Guido Rossa, un alpinista della statura morale di Andrea Oggioni, morto di sfi nimento per essersi accollato la parte più dura della drammatica discesa dal Pilone Centrale, o di Bartolomeo Figari, che dopo la disgra- zia dell’Aiguille Centrale d’Arves dedicò la sua vita alla costruzione del Soccorso Alpino, sia quello di raccontare la sua vita attraverso i fatti, astenendosi da commenti o interpretazioni. Metodo che ho cercato di seguire nella stesura della breve biografi a che ho curato e che ripro- pongo in questa estrema sintesi della sua vita.

Guido Rossa nasce a Pez frazione di Cesiomag- aprono le porte del Club Alpino Accademico di giore, in provincia di Belluno, il 1°dic. cui diviene membro nel 1958. Partecipa all’at- 1934. E’ fi glio di Giuseppe e Maria Sartor, ha tività del Gruppo Alta Montagna del Cai-Uget. un fratello, Giancarlo, ed un secondo nome: Contribuisce alla realizzazione del Soccorso Al- Pietro. Nel 1935 la famiglia si trasferisce a To- pino della Provincia di Torino e partecipa in pri- rino dove il padre, rientrato dalla Francia, trova ma persona a salvataggi in montagna. L’aspetto lavoro. Guido Rossa dirà: sono nato in fabbrica. dell’alpinismo che più l’attrae è l’arrampicata. Suo padre, infatti, viene assunto come custode Preferisce la parete alla vetta. Nell’ambiente to- alla Chiumino, e la casa dove abitano è all’in- rinese intanto è divenuto una persona nota. Per terno dello stabilimento. A sedici anni inizia gli adulti è un punto di riferimento, per i giovani a lavorare in quella stessa offi cina, continua a un mito. Sempre alla fi ne degli anni cinquanta mantenere i rapporti con la sua terra d’origine conosce Maria Silvia Carrara che è genovese e e, a diciannove anni scala la parete Nord della a Genova lavora. Si sposano nel 1959, e nello Cima Grande di Lavaredo e lo Spigolo Giallo stesso anno nasce il fi glio Fabio. Nel 1961 Gui- della Cima Piccola. Assolto il servizio milita- do Rossa si trasferisce a Genova e viene assunto re nei paracadutisti alpini, passa a lavorare alla all’Italsider di Cornigliano, come aggiustatore Fiat, stabilimento presse, offi cina costruzione attrezzista, e subito s’iscrive alla CGL, decisio- stampi, come fresatore. Tra il 1952 e il 1958 ne che rapportata a quei giorni e a quello stabi- svolge un’intensissima attività in montagna. limento è indice di una scelta di campo certa e Zona privilegiata l’alta valle di Susa, raggiun- convinta.Il 1961 è anche un anno tremendo per gibile da Torino con il treno, dove apre 14 vie Guido. Infatti a seguito di un incidente, muore il (con diffi coltà dal D al TD) di cui 5 alla Parete fi glio Fabio. Questo tremendo dolore viene atte- dei Militi. Nuove vie anche alla Rocca Sbarua, nuato l’anno successivo dalla nascita della fi glia alla Rocca Castello, all’Uja di Mondrone. Que- Sabina. Nel 1963, centenario della fondazione ste prime ascensioni unitamente al compimento Cai, partecipa alla spedizione Cai Uget “Nepal di grandi salite d’alta montagna come la Sud e 63” La meta è il Lantag-Lirung (metri 7245) la Ovest dell’Aiguille Noire du Peuterey, la Est ma durante il tentativo di salita muoiono Gior- dell’Aiguille Croux, la via Rabbi al Corno Stel- gio Rossi e Cesare Volante. Abbandonato que- la, la Sud del Dente del Gigante, le pareti nord sto obiettivo, viene salito il Kiungka-Ri (metri del Gran Paradiso e del Lyskamm Orientale, gli 6979). Questa spedizione ha segnato certamen-

- 22 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria te la vita di Guido Rossa, e per la morte dei Rossa scriva la famosa lettera a Ottavio Bastren- compagni e per l’incontro diretto con la povertà ta in cui spiega la sua decisione di abbandona- del terzo mondo, ma come abbiamo già visto, la re l’alpinismo, la sua scelta politica, e la sua sua scelta di campo era già consolidata. Queste recente elezione a delegato di reparto. Intanto dolorose esperienze non fanno che rafforzarla. se da una parte c’è chi vuole impedire l’asce- Poi in Italia e nel mondo accadono cose impre- sa democratica della sinistra, dall’altra c’è una viste. La beat generation, il maggio francese, sinistra disposta ad impossessarsi del potere ad l’autunno caldo, segneranno un periodo ricco di ogni costo: le Brigate Rosse. In questo scontro innovazioni, di fermenti, di spinte culturali che violento, dove servizi deviati e fascisti attentano di fatto fanno avanzare, in Italia, la sinistra fi no alla democrazia, ed i brigatisti si propongono di alle soglie del governo. Ma questo fatto non è disarticolare lo stato per creare una situazione assolutamente previsto in certi ambienti reazio- politica e sociale in cui sia possibile imposses- nari e pertanto, deve essere reso impossibile.Il sarsi del potere, il PCI, di cui Guido Rossa è 12 dicembre 1969 scoppia la prima bomba alla militante, si schiera senza tentennamenti in di- Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano. fesa dello Stato Italiano. Di più, intraprende una Inizia così il periodo più buio dell’Italia del do- stretta collaborazione con le forze dell’ordine e poguerra. Non è un caso che nel 1970 Guido si propone di far terra bruciata intorno ai briga- tisti che si stanno infi ltrando nelle grandi fab- briche del Nord. L’epilogo di questa storia na- sce qui. Guido Rossa è a conoscenza di questo progetto del suo partito e collabora attivamente alla sua realizzazione. Il 25 ottobre 1978 sma- schera Francesco Berardi, fi ancheggiatore del BR. Ma nonostante che Berardi, interrogato dai carabinieri confessi, a Guido Rossa viene chie- sto di fi rmare una denuncia e di testimoniare al processo che si terrà per direttissima. Da quel momento Guido Rossa è l’uomo da colpire. E’ avvenuto tutto in fretta, troppo in fretta. Anche il sindacato brancola nel buio. Il risultato è che lo hanno lasciato solo. Tentano di rimediare ap- provando un documento, suggerendo di cambia- re orari, percorsi. Guido Rossa eviterà soltanto di accompagnare con l’auto i membri della sua famiglia. La mattina del 24 gennaio 1979 alle ore 6,40 Guido Rossa viene assassinato. Il 27 gennaio 1979 a Genova, sotto una pioggia fi ne, duecentocinquantamila persone partecipano al suo funerale. Guido Rossa è stato insignito del- la medaglia d’oro al valor civile dal Presidente Sandro Pertini. Le sue spoglie riposano nel ci- mitero monumentale di Stagliano.

(si ringraziano: Giancarlo Rossa, Renato Avanzini, Rita Corsi, Corradino Rabbi, Alessandra Ravelli. Il Comune di Cesiomaggiore - per la loro disponibilità) Guido Rossa

- 23 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Cresta sud-est alla vetta Grafeneire del Grand Combin (4314 m. AD) di Andrea Gabrieli (GISM)

Questo vuoto atterrisce. Prigionieri d’un brandello di spazio, combatterete allo stremo delle forze misteriosi elementi: l’assenza di materia, l’odore dell’equilibrio, la vertigine dai lati molteplici e il cupo desiderio di ritornare a terra, tutto questo sarà schiacciante. Tale vertigine è il dramma della danza sul fi lo, ma di quello non ho paura. Non ho mai paura sul fi lo, sono troppo occupato. Philippe Petit

Cresta sud-est del Gran Combin (foto: A. Gabrieli)

Dall’imbocco della Valpelline il profi lo del casa in miniatura. La notte è immobile, la ri- Grand Combin appare come un Concorde scaldiamo con canti e vino. che sta per alzarsi in volo, una silhuoette Il Grand Combin è una montagna isolata e so- armoniosa ed elegante, bianchissima contro litaria: poca è la frequentazione di alpinisti se il cielo scuro. confrontata con quella degli altri famosi quat- tromila della val d’Aosta. Ricorda i colossi Primo settembre 2004. himalayani per l’imponenza e la maestosità Da Aosta risaliamo la Valpelline fi no al- dei suoi scivoli rocciosi e per l’estensione e la la Conca di By, situata sopra il paese di Ollo- lunghezza dei molteplici ghiacciai che si dira- mont. Un sentiero ripido ci conduce al rifugio mano sul lato svizzero. Ha tre cime: Combin Amiante, quota tremila. de Valsorey, Combin de Tsessette e Combin E’ la prima settimana di settembre e il rifugio de Grafeneire, quest’ultima la più alta con i è già chiuso. L’inverno qui arriva presto. Ci suoi 4314 metri. Le vette sono separate da sistemiamo nel locale invernale, sembra una ripidi declivi di roccia nera e rossastra e da

- 24 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria lunghe e tormentate lingue di ghiaccio. due fragori improvvisi e fortissimi. Per un at- La nostra meta è la vetta Grafeneire percor- timo temo che l’intero pilone sul quale sono rendo la cresta sud-est. Preferiamo questa incollato abbia ceduto senza preavviso, ma alla via normale che sale dal versante nord: di per fortuna sono soltanto due caccia che sfi - quest’ultima volevamo evitare il famigerato lano nella conca sottostante, anche loro più e pericoloso Corridor, un lungo corridoio so- bassi di noi. vrastato da paurosi seracchi pronti a staccarsi L’ultimo tratto di cresta è una sottile lama al venir meno della morsa del gelo. di neve che ci conduce ripida alla sommità. Alle quattro del mattino lasciamo il locale Sembra di accarezzare le vesti più alte del- invernale dell’Amiante per salire al colle la montagna, lusingandola per guadagnarsi i omonimo. Passiamo sotto gli Champignon, suoi favori: sappiamo infatti che a queste al- caratteristici monoliti di roccia dalla forma tezze è lei sola che decide per noi. di fungo. Da qui attraversiamo il ghiacciaio Un ultimo scalino di ghiaccio prima dell’am- del Durand. Di fronte i seracchi del ghiacciaio pia vetta, superato con un rapido balzo! Croissant sembrano la spuma torreggiante di Finalmente in vetta, è così tanto che sogno un’onda che si frange. E’ notte fonda. Le no- di arrivare quassù! stre frontali fanno luce su un mare scuro ed impenetrabile dove i raggi della luna piena si avvicendano anch’essi per rin- tracciare le trame del giusto cammino. Tutto è fermo e silenzioso. In due giorni non incontreremo nessuno. Non ci saran- no cordate ad interrompere il nostro pas- so, avrò solo la sensazione, talvolta, di essere osservato da questi pinnacoli e da tutte queste creste affi late. I gracchi al- pini diverranno messaggeri, spie severe che segnalano alla montagna l’intruso. Altre volte, più rare, la montagna sem- brerà proteggerci come l’aquila fa con i suoi piccoli. La prima luce dell’alba, violacea. Le bru- me opache dove sprofondano le valli, la piana di Aosta. Il primo sole sulla vetta del monte Bianco. Risalendo la cresta sud-est su facili roccette e sfasciumi, tut- to si fa più basso e lontano. A est si sve- lano il Rosa ed il Cervino, a sud-ovest il Gran Paradiso. Superata quota 4000 metri raggiungiamo il gendarme, una torre squadrata di roc- cia scura alla guardia del pendio. Il gen- sul Camino (foto: A. Gabrieli) darme preannuncia il tratto più diffi cile della salita: un camino esposto di III grado con un Mi stringo ai miei amici, piano piano le nostre passaggio di IV. Lo attacchiamo dopo esserci tre cordate si radunano insieme. riposati e scaldati ai primi raggi di sole. Due Gigi, amico e guida. Grazie! Max, fratello com- tiri di corda con pochi chiodi e ancoraggi pre- pagno di avventure, e poi Sergio, Cristina, Da- cari in uscita. Spesso l’insidia maggiore qui è niele, Stefano. Le frasi sono spezzate dall’emo- il verglas, oggi però siamo fortunati, la roccia zione e da qualche lacrima, la gioia è più forte è fredda ma asciutta. Ad un tratto sentiamo delle parole.

- 25 - l 'AAnnuarionnuario 22010010

Peccato solo per la presenza di alcune anten- più sicura. Lui tentò la discesa solitaria ma ne e apparecchiature per le telecomunicazio- bastò un niente per scivolare a valle... nel- ni, poco gradite agli alpinisti i quali nutrono la caduta perse tutto. Si sarebbe sposato la la vana speranza che una forte bufera possa settimana successiva e la futura sposa lo strapparle via, regalando al luogo la sua antica attendeva con gli amici al rifugio Amiante, ed incontaminata purezza. quella sera stessa, per festeggiare la scalata Dalla Garfeniere scendiamo al Combin di Val- appena compiuta. sorey, 150 metri più in basso, percorrendo in Alla base della spalla Isler svetta come un discesa la silhouette dell’immaginario ‘Con- piccolo faro il bivacco Musso, di colore ros- corde’. Da qui si spalanca la spalla Isler, so intenso. Qui le diffi coltà terminano ma il interminabile scivolo di sfasciumi e massi cammino è ancora lungo. Un pendio nevoso e precari, temibile se ghiacciato. Tre tratti più l’attraversamento di un piccolo ghiacciaio ci ripidi - tre caratteristici salti che si ricono- conducono al colle di Sonadon e nuovamen- scono nettamente osservando il profilo del- te al rifugio Amiante, per chiudere l’anello. la montagna dall’imbocco della Valpelline - Breve sosta al rifugio e poi giù di corsa ver- richiedono un’ottima conoscenza della via. so la piana rassicurante di By, già immersa Scendiamo in conserva talvolta assicuran- nelle prime ombre della sera. Scendendo gio- doci ai massi più stabili. Uno scarpone ros- co con la mia ombra, l’aria cristallina di set- so, su una roccia alla base del pendio, attira tembre la staglia netta sul pendio verdeggian- la nostra attenzione. Si incaglia nell’animo te, la vedo correre libera, o più probabilmente come un presagio ed un monito. Appartene- trattenuta da questa montagna selvaggia e se- va ad un ragazzo che qui perse la vita. Inge- vera. In fondo, il Gran Combin può regalarci nuamente si slegò dal suo compagno meno questo ed altri incantesimi: rubarci un pezzo esperto per assicurarlo ad un’altra cordata del nostro cuore, tenendolo stretto a sè.

- 26 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Cresta dell’Ometto all’Uja di Mondrone di Renato Rivelli (GISM)

La montagna è fatta per tutti, non solo per gli alpinisti: per coloro che cercano il riposo nella quiete come per coloro che cercano nella fatica un riposo ancora più forte Guido Rey L’Uja di Mondrone con la sua forma piramidale ed il suo profi lo inconfon- dibile, si staglia solitaria fra la Valle d’Ala e la Val Grande di Lanzo. No- nostante la sua punta non raggiunga i 3000 metri (2964 m), questa mon- tagna ha segnato la storia alpinistica di personaggi famosi come A. Tonini (primo salitore nel 1857), L. Vaccaro- ne, A Castagneri, G. Corrà, M. Ric- chiardi saliti verso la fi ne del 1800, oppure da alpinisti che hanno trac- ciato in tempi più recenti vie di salite molto impegnative sulla parete Nord come Rosenkrantz, Dionisi e Franco Ribetti. Il mio approccio con l’Uja di Mon- drone è avvenuto a fi ne agosto del 2003 quando, in compagnia di validi alpinisti, avevamo deciso di salire la via “Rosenkrantz” usufruendo del co- modo e confortevole bivacco Molino. Il tentativo fallì per l’arrivo dal ver- sante francese di una perturbazio- ne che sconsigliò di avventurarsi su un tipo di roccia, il serpentino, reso particolarmente scivoloso in caso di Uja di Mondrone dal Bivacco Molino (foto: R. Rivelli) pioggia. Sono passati sei anni da quel tentativo e in st’anno; decidiamo di fare la gita in giornata questo periodo la mia attività in montagna si per evitare spiacevoli sorprese dal punto di è sviluppata prevalentemente su creste, vie di vista meteorologico. roccia con versanti molto esposti ma con dif- Mi documento sulla via leggendo diverse re- fi coltà alpinistiche ridotte che non superano il lazioni fra cui quella citata da G. Berutto e L. quarto grado. Per questo motivo sono rimasto Fornelli nella Guida dei Monti d’Italia edita affascinato leggendo la relazione della salita dal CAI/TCI. Per salire la cresta sarebbe suffi - alla cresta nord-nord ovest dell’Uja di Mon- ciente una corda da 30 metri dal momento che drone detta comunemente Cresta dell’Omet- la discesa è prevista dalla via normale di salita to. Riesco a combinare la salita con l’amico senza dover effettuare calate in corda doppia. Marco in una calda giornata di agosto di que- Prudentemente, però, ho insistito per mette-

- 27 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 re nello zaino una corda da 60 metri, memore scarponi tengono e mi danno sicurezza. dell’avventura vissuta una settimana prima Provvidenzialmente ogni tanto trovo dei bolli durante la salita alla cresta Accademica del sbiaditi che indicano la giusta via e, quando la Bric Bucie in Val Germanasca, quando non salita prevede un lungo traverso a sinistra, un sono riuscito a trovare la corretta via di disce- ometto mi guida lungo un percorso non sa e sono stato costretto ad utilizzare le corde sempre evidente. Sento un richiamo di Marco ed alcuni chiodi arrugginiti per evitare lo sfa- alcuni metri sopra di me che mi fa ammira- sciumato canale in cui ero fi nito. re alla nostra sinistra la via “Rosenkrantz” di Partiamo da Molera, un paesino di poche case salita che prevede il superamento di placche situato a 1478 metri a metà strada fra i paesi liscie con diffi coltà sostenute. di Mondrone e di . Io invece procedo con divertente arrampicata Il sentiero è ben segnato, costeggia alcune su roccia magnifi ca superando prima un ca- baite e arriva ad un bivio: a sinistra parte la nale roccioso, poi una placca liscia e infi ne normale di salita, a destra si sale per il bivacco un muro verticale ma ben ammanigliato. Un Molino e per il colle dell’Ometto. ultimo tratto di cresta ci porta sulla punta. Da Man mano che si procede in salita le piante e qui il panorama è grandioso e gratifi cante, lo la vegetazione si diradano; l’Uja di Mondrone sguardo scorre fra le punte che ho salito in si staglia davanti ai miei occhi in tutta la sua passato e che mi riempiono il cuore di bel- maestosità. Certi tratti del suo profi lo ricor- lissimi ricordi: la Ciamarella, la Bessanese, dano le forme del più famoso monte Cervino, il Monte Lera, la Torre d’Ovarda e la più vi- l’appellativo dato all’Uja come il “Cervino cina Rocca Moross. Scatto diverse fotografi e delle Valli di Lanzo” non poteva essere più per immortalare i panorami e poterli rivedere azzeccato. e commentare a fi ne gita. Siamo stati molto Un sentimento di tristezza mi pervade al pen- veloci, abbiamo ancora tutto il pomeriggio a siero di non essere riuscito in passato a trova- disposizione. Decidiamo di scendere per la re il compagno giusto e il momento giusto per affrontare il Cervino, una vetta che anche in questi giorni mi ha respinto dopo la chiusura agli alpinisti dovuta al rischio di possibili frane sopra il rifugio Carrel. Accantono questi ricordi e decido di fare una breve deviazione per visitare il bivac- co Molino; vedo un gruppo di stambecchi nei pressi della costruzione: preferisco non disturbarli e mi limito ad alcune foto ricordo. Riprendo il cammino e arrivo in poco meno di un’ora al passo dell’Ometto dove trovo Marco che mi sta aspettando. In- dossiamo l’imbracatura ma decidiamo di salire slegati: le diffi coltà non dovrebbero superare il IIIº grado e quindi dovrebbero essere alla mia portata; per precauzione però mi attrezzo con fettucce e friend: in caso di necessità posso assicurarmi e chie- dere l’aiuto della corda. Partiamo. La salita inizia con l’aggiramento di un enorme spuntone e di un grosso masso; la roccia è buona, le mani afferrano appigli sicuri e quando carico il peso sui piedi gli Renato lungo la via (foto: M. Blatto)

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autoscatto in punta cresta est e raggiungere il bivacco. In breve te, con l’aggiunta di corde fi sse nei tratti più tempo però, come succede spesso in periodo impegnativi. Il percorso era diventato così più estivo, le nuvole presenti nel fondovalle si al- sicuro anche per gli escursionisti che avessero zano velocemente verso di noi e rendono la dovuto salire con nebbia le rocce viscide. visibilità molto limitata. La degna conclusione di questa bella gita è Preferiamo optare per la via normale che passa avvenuta al bar davanti ad una gigantesca bir- sul versante sud-est e presenta alcuni passaggi ra ghiacciata; abbiamo guardato le foto scat- di IIº grado. Con gradita sorpresa abbiamo po- tate, le abbiamo commentate, rievocando così tuto riscontrare che le tracce di sentiero erano la gita appena conclusa e le emozioni che mi state evidenziate da bollini rossi fatti di recen- ha suscitato.

- 29 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Una nuova avventura: Il Corso CAI MTB Intersezionale 2009 di Guido Apostolo “Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza”. (Herbert George Wells) Tutto ha inizio una fredda sera di novembre premio in palio per la coppia dei vincitori... dello scorso anno. Con la scusa di un incon- L’impegno è massimo e alla fi ne io e il buon tro informale per defi nire le attività congiunte Beppe vinciamo su tutti e con esso anche il CAI MTB di alcune Sezioni del Torinese, ci premio messo in palio; bene, la mia conten- troviamo in una decina di Accompagnatori di tezza viene come di colpo rotta da una suc- Cicloescursionismo a casa di un altro comune cessiva subitanea emozione che mi blocca le amico AC in quel di , e fra una pe- parole: mi sono vinto la Direzione del Corso! dalata e l’altra (naturalmente molto virtuali) nella sua calda tavernetta, fra i fumi di polenta Per un momento penso che forse tutte le grandi e i profumi di una ottima ed autentica fontina decisioni vengono prese in maniera analoga... d’Aosta innaffi ati da superlativi Arneis e Bo- E allora via alla programmazione, alle assegna- narda, calano le prime fruttuose idee... zioni delle varie responsabilità, al fi ssare le date dei prossimi appuntamenti e insomma il “chi-fa- Una fra tutte è quella di unire le forze tra le Se- che-cosa” e quando e magari anche come! zioni Torinesi presenti o ‘delegate’ alla ottima e profi cua quanto informale riunione ed organiz- In breve tempo ci riuniamo a dove sono zare il I° Corso Base CAI Intersezionale Torine- presenti i rappresentanti AC delle 9 Sezioni e se di Cicloescursionismo in MTB del 2009. Solo Sottosezioni CAI organizzatrici il Corso: Al- a pronunciare l’iniziativa ci sembrava di avere pignano, Chivasso, Coazze, , Mon- fatto quasi tutto ed invece c’era praticamente da calieri, , la Torino sottosezione di –inventarsi- quasi tutto! L’esigenza di un corso Chieri, UGET Torino e Venaria Reale. di questo tipo nasce soprattutto dalle richieste di Senza bisogno di molte parole, lo scopo del alcuni dei nostri soci frequentanti i Gruppi Se- Corso MTB di avvicinamento al cicloescur- zionali CAI MTB, ma anche da semplici frasi di sionismo si delinea spontaneo: l’obiettivo è amici o conoscenti i quali esordivano spesso con quello di fornire gli elementi per un primo uscite del tipo: “...ma sicuramente il CAI gestirà approccio all’attività cicloescursionistica in dei Corsi di formazione all’utilizzo della MTB, mountain bike in condizioni di sicurezza e di vero ?!” seguiti puntualmente da nostri ammu- rispetto ambientale secondo le linee guida del tolimenti... CAI. L’obiettivo è quello di mettere i futuri al- Vero è che siamo al 3° Seminario di formazione lievi in condizione di affrontare in suffi ciente degli Accompagnatori di Cicloescursionismo autonomia percorsi di tipo “Turistico Ciclisti- CAI MTB, ma di Corsi Base o avanzati in MTB co” (TC) e “Medio Ciclistico” (MC). e per giunta Intersezionale, rivolti a qualunque socio adulto voglia avvicinarsi alla disciplina Si defi nisce il calendario del Corso che com- MTB in ambito CAI, mai vista l’ombra nel con- prende la serata di presentazione che avverrà testo CAI sino ad ora: siamo i primi ! nella Sala degli Stemmi al Monte dei Cappuc- cini nella storica sede del CAI Torino durante La serata avanza e... si scopre il telo su un la quale verranno anche raccolte le iscrizioni. calciobalilla, dopo avere testato la risposta Quindi a seguire la defi nizione delle 4 uscite dei muscoli a movimenti che per alcuni non pratiche e delle 4 lezioni teoriche, l’organico si ripetevano dall’adolescenza, spunta la sfi da degli Istruttori (ben 27 e quasi tutti già Ac- per un minitorneo, ma il sottoscritto si perde il compagnatori titolati LPV di Cicloescursioni-

- 30 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria smo!) e tutto il resto della logistica associata riconoscerne i visi, sarà importante per la pri- ad un evento di questo tipo. ma uscita. Docenti Gianluigi e Toni, ottime le Ma intanto arriva il gran giorno; i 3500 volan- dispense presentate e distribuite nonché le espo- tini con tanto di sponsor sono stati distribuiti, sizioni delle stesse. persino la Stampa con Torino7 ha pubblicato l’ Il sabato successivo 7 marzo allestiremo il iniziativa, i moduli di iscrizione sono pronti, ed campo scuola MTB al Parco delle Vallere per il sottoscritto con il suo Personal Computer è lì spiegare bene come è composta una bicicletta ai Cappuccini emozionato e pronto ad esporre i e come la si deve usare in sicurezza, la posizione contenuti del Corso: la sala è gremita, avverto in sella e tutti gli accorgimenti e modifi che per as- subito che c’è aria di molte aspettative. La serata sumere una corretta posizione di pedalata, uso del si conclude come meglio non poteva andare, tota- cambio, dei freni, dello sterzo, percorsi fra i coni lizziamo un totale di 43 iscritti di età compresa tra alti ed i conetti più bassi, prove di partenza e di i 16 ed i 60 anni e dei quali ben 10 donne; i neo- frenata e slalom man mano più complessi per far iscritti ci pongono mille domande e belli carichi apprendere le manovre elementari che serviranno raccogliamo le quote di iscrizione. successivamente nelle escursioni vere e proprie. A Si tratta di persone, i futuri allievi, che per la fi ne giornata il bilancio è più che positivo e con- maggior parte non conosce nemmeno l’am- statiamo tra tutti noi Istruttori che gli allievi hanno biente e gli scopi del CAI e che inoltre, ha avuto appreso ed applicato in maniera signifi cativa e poche esperienze signifi cative di fruizione della MTB in montagna. Se da un lato que- sto aspetto ci motiva ad impegnarci ancora più a fondo, dall’altro ci pone un poco di inquie- tudini; come reagiranno alla formazione e so- prattutto come ci dovremmo comportare noi? Giunge il tempo della prima lezione teo- rica il martedì 3 marzo in Sede del CAI che si programma divisa in: At- trezzatura ed equipaggiamento nella prima parte e la MTB, descrizione e componenti- stica nella seconda, la partecipazione e’ al completo, e gli allievi sono interessatissimi. Cominciamo a conoscerli anche per nome e Lezione di meccanica della bicicletta (foto: G. Apostolo) con ottimi risultati le manovre ed i concetti espressi durante la giornata. Seconda lezione teorica il 17 marzo in Sede CAI Venaria: tocca alla meccanica della bi- cicletta. La pragmaticità, l’esperienza e la semplice ma effi cace esposizione di Massi- mo sono insuperabili. Segue la domenica 22 marzo l’uscita in Collina Morenica di Rivoli, dopo un veloce ripasso dei fonda- mentali ecco il primo vero cimento per gli allievi in una vera e propria escursio- ne con diffi coltà TC/MC. Si comincia a sudare un po’ e molti di essi, oltre a se- guire le esercitazioni da eseguire lungo il percorso, commenteranno positivamente Cono di frenata al Parco delle Vallere la scelta della zona non conoscendola per nulla. (foto: G. Apostolo) Tutti soddisfatti, Istruttori compresi.

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Terza lezione teorica, 31 marzo nella bella sede del incessantemente, inesorabilmente e copiosamente CAI Chieri dedicata alla Cultura Alpina e all’ambien- tutto il giorno) e ci tocca annullare l’uscita, ma, con te montano. Beppe è coinvolgente e la serata di ca- la grande disponibilità di Gianluigi e del Presiden- rattere un po’ più ampio, è molto interessante. te del CAI Coazze, improvvisiamo nella loro Fiaccole Il sabato 4 aprile ci portiamo in zona della Col- Sede tre utilissime orette di aula a “ruota libera” lina del Chierese per effettuare dapprima una (più azzeccato di cosi...!) che si chiuderanno con serie di prove pratiche di meccanica nella am- una ottima mangiata di salumi e formaggi locali sulla Neve pia piazza del mercato a Chieri (smontaggio e tra cui il famoso Cevrin di Coazze offerti dal CAI rimontaggio ruote, riparazione gomme, camere locale e dal Comune che delizieranno molto tutti e catena, controllo generale della bici) e quindi i presenti. Ripeteremo poi l’evento, cioè l’uscita in nelle dolci colline tra Chieri e a ridosso di Pino MTB già prevista, il 10 maggio con grande successo Torinese, per far effettuare le prove di tecnica di e soddisfazione di tutti. A chiusura di giornata il salita e discesa su percorsi TC ed MC. Direttore organizza una apprezzata merenda sinoira in zona. Quarta ed ultima lezione teorica in Sede CAI Orbassano. Qui il Dottor Daniele ci parlerà di Per fi nire in bellezza organizziamo anche una alimentazione, preparazione atletica e primo pizzata fi nale con consegna diplomi di parte- soccorso, nonché delle traumatologie e pa- cipazione e visione del foto-video del Corso tologie tipiche della MTB. Tutti molto inte- ideato dal sottoscritto. ressati e lezione molto professionale. Eccoci A conclusione di questa prima positiva esperien- in dirittura fi nale, il 19 aprile con la quarta uscita za posso personalmente dire che essa è stata pratica in MTB in quel di Coazze per un bellissimo decisamente formativa non solo per gli allievi e didattico percorso che abbiamo testato a dovere partecipanti, ma anche per noi organizzatori prima di questo evento proprio perchè rappresen- in quanto questo corso ha rappresentato un tasse un po’ l’ensemble dell’applicazione pratica utilissimo campo di apprendimento e di auto di tutti i concetti e manovre sino ad ora impartiti formazione per noi stessi, e per apprendere, durante il corso. Purtroppo la giornata è dal punto verifi care e migliorare le proprie capacità co- di vista meteo assolutamente inclemente (pioverà municative e tecniche come docenti. In ultimo mi fa estremamente piacere eviden- ziare come la serenità, la costante curiosità, il crescente interesse e lo spirito di gruppo che si sono formati tra gli allievi e con gli istruttori abbiano ca- ratterizzato il corso come una importante e positiva esperienza anche dal punto di vista umano per tutti noi. La verifica del buon successo del corso è stata comprovata dalla partecipazione di molti allie- vi alle gite sociali MTB proposte dalle Sezioni e Sottosezioni CAI organizzatrici.Ci predisponiamo dunque –allievi ed istruttori- con le migliori carte per affrontare il già pianifi cato “II Corso MTB CAI Intersezionale 2010” che quest’anno verrà potenziato con un secondo livello (avan- zato) comprendente due nuove lezioni teoriche su cartografi a/GPS e meteorologia e due uscite pratiche di diffi coltà tipo BC. Tale nuovo Corso vedrà impegnate ben 11 tra Sezioni e Sottose- zioni CAI del Torinese fra le quali naturalmen- te quella nostra di Venaria Reale ed il sottoscrit- to a cimentarsi nuovamente quale neo-rieletto Bel ‘single-track’ in discesa in località Coazze (foto: G. Apostolo) Direttore del Corso.

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SOGGIORNO SULLA NEVE di Cecilia Passaniti FFiaccoleiaccole ssullaulla NNeveeve

Nel febbraio 2009 è stato organizzato un “weekend lungo” sulla neve di Maen (Valtournenche AO), assieme alla maestra di sci Luisa Riva; l’adesione è stata notevole e l’esperienza sicuramente positi- va con miglioramenti evidenti delle capacità sciistiche di ognuno dei partecipanti. È qui doveroso un particolare ringraziamento alla maestra Luisa per la sua infi nita disponibilità e all’amico Manlio Motto per il suo incondizionato aiuto fornitoci…. come sempre. Anche quest’anno vorremmo ripetere l’esperienza con i nostri giovani sciatori, valutando anche l’idea di estendere l’invito a persone adulte e famiglie. Se qualcuno fosse interessato a tale ini- ziativa, si rivolga in sede quanto prima al fi ne di organizzare il tutto nel migliore dei modi. Angelo Il 13 febbraio 2009 alcune ragazze del CAI Come è stata la giornata? Fredda, fredda e an- ed io, siamo partite, con Angelo Salvagnini, cora fredda, ma anche divertente! Siamo rien- Franca Guerra e Manlio, da Venaria per Maen, trati a “casa” verso le 16,30 e prima di cena una frazione del comune della Valtournenche, siamo andati a giocare nella palestra poi, nella dove abbiamo trascorso due giorni e mezzo. stanzetta del ping pong e del calcetto! Siamo arrivati a destinazione il venerdì sera. Verso le sette abbiamo mangiato e poi sia- Abbiamo mangiato (molto bene) e subito mo andati a dormire! Il mattino dopo ci sia- dopo ci ha raggiunto Luisa Riva (per chi non mo spostati a Cervinia dove abbiamo fatto il la conoscesse è la mitica insegnante di sci!). fuoripista! A inizio giornata cadevamo tutti Quella sera l’intrattenimento sono stati i fi li e (persino Luisa e Angelo), ma alla fi ne erava- gli anelli di Angelo. La serata in camera è anda- mo davvero imbattibili! Intorno alle 17 alcuni ta avanti fi no a mezzanotte circa! Ma la sveglia dei nostri genitori ci sono venuti a prendere e alla mattina era alle 7.30!!! Nonostante la not- siamo tornati a casa! Ma siamo sicuri che il tata siamo riuscite a svegliarci a prepararci e ad prossimo anno rifaremo questo “soggiorno” essere tutte sulle piste entro le 9.30 - 10.00. perché è stato davvero fantastico!

- 33 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese Martino Borrione Vicepresidente S.A.S.P. Rifl essioni sulla consapevolezza … per coloro che frequentano la montagna.

L’analisi delle statistiche recenti rife- rite agli interventi di soccorso alpi- no nella regione Piemonte conferma una situazione di sostanziale stabilità nel numero delle operazioni com- plessivamente effettuate (intorno al migliaio) con i mezzi aerei e con le squadre a terra. Non pare emergere quindi quella si- tuazione drammatica che sovente gli organi di stampa tendono ad enfatiz- zare con espressioni e titoli discutibi- li (es. “La montagna assassina”, “La strage continua!” etc.). Ciò che la sola analisi dei numeri le- gati alla statistica non fa emergere, ma le esperienze dirette degli opera- tori confermano invece in modo si- gnifi cativo, è il grande cambiamento delle abitudini e dei comportamenti da parte dei frequentatori della mon- tagna con conseguenze importanti e dirette sulla tipologia degli interventi di soccorso alpino effettuati negli ul- timi anni. Si intende fare riferimento al fatto che negli ultimi anni tra i frequentatori della montagna è aumentato in modo notevole, anche se sfuggono a qualsia- erano note le capacità, la prudenza e la cono- si conteggio, il numero delle persone che si de- scenza dell’ambiente. dicano all’escursionismo ed alla frequentazione Tutto ciò portava ad acquisire un bagaglio di della montagna per scopi diversi. conoscenze che si traduceva poi naturalmente In sostanza si è consolidato in modo eviden- in un livello di consapevolezza suffi ciente- te l’avvicinamento alla montagna da parte di mente defi nito delle proprie capacità tecniche, persone che nei fatti non hanno seguito gli delle reazioni personali di fronte alle diffi col- schemi ben noti che erano nel recente passato tà previste ed impreviste. La stessa manualità una regola per gli appassionati della monta- nelle operazioni legate alle manovre con le gna quali: la frequentazione delle scuole di corde, l’uso di attrezzi specifi ci (piccozza, alpinismo ed escursionismo, il graduale e ramponi, etc.) veniva gradualmente acquisita programmato impegno su diffi coltà crescenti e verifi cata con l’aiuto e sotto il controllo di fatto a fi anco di persone esperte ed amiche, persone esperte, comunque disposte ad assu- il naturale accompagnarsi con persone di cui mersi le responsabilità intrinseche.

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Ora tutto ciò, non accade più o comunque, te il senso di consapevolezza in chi frequenta senza generalizzare e/o banalizzare, molte la montagna? persone si avvicinano alla montagna seguen- In un incontro tra operatori del settore (soc- do un percorso individuale spronati da pubbli- corso alpino e 118) tenutosi a settembre’09 cazioni e dai media che esaltano capacità che al Monte dei Cappuccini si è fatto riferimen- non si inventano sul momento e tanto meno di to alla necessità di coinvolgere i responsabili fronte all’emergenza. della comunicazione perché si faccia informa- Il disporre di una generica forma fi sica e di abbi- zione vera e diretta, tralasciando i toni epici e gliamento tecnico griffato ormai entrato nell’uso melodrammatici che fanno pensare alla mon- corrente fa ritenere che ci si possa avviare tran- tagna come luogo dove si aggirano persone quillamente su percorsi di cui non si conoscono con la vocazione al suicidio o peggio … ad un le diffi coltà, l’impegno di tempo richiesto, i pun- ambiente lugubre e cupo dove come minimo ti di accoglienza disponibili, etc. si corre il rischio di perdere la vita. Per questi “nuovi” amici della montagna, at- E’ stata evidenziata poi, come sempre succe- tratti sovente in luoghi a loro sconosciuti dal de quando non si trovano soluzioni più imme- richiamo dei media, dalla moda, dalla curio- diate e concrete, la necessità di puntare sulla sità, diventa del tutto ovvio non documentarsi scuola come luogo dove insegnare ai ragazzi in modo compiuto, non chiedere informazioni le modalità per acquisire la coscienza del- a persone esperte, non fare riferimento alle le proprie azioni, quando ci si muove in un previsioni meteo ormai di grande affi dabilità e ambiente complesso qual è la montagna. Ma sempre disponibili in rete. E’ altrettanto ovvio anche se riteniamo importante “istruire” le che diventa diffi cile rinunciare ad una meta nuove generazioni oggi dobbiamo fare i conti se coincide con il weekend o con le giornate e spesso soccorrere persone di tutte le età. di vacanze programmate, sempre confortati Qualcuno ha anche suggerito di far pagare le dalla disponibilità del cellulare con i ben noti operazione di soccorso, in particolare quando numeri di riferimento (118, 112, etc.). interviene il mezzo aereo; operazioni che più Questa situazione, non generalizzabile ma or- colpiscono l’immaginario collettivo e che og- mai ben nota agli operatori di soccorso alpi- gettivamente costano molto alla comunità in no, favorisce delle considerazioni paradossali termini di risorse e comprendono una quota del tipo: domani il meteo è in peggioramento, rischio incalcolabile. Per le squadre a terra, siamo nel fi ne settimana avremo quindi delle che sono poi quelle che risolvono i casi, an- chiamate di soccorso in numero superiore alla che diffi cili, quando il mezzo aereo non può norma. Oppure: è appena nevicato, i bollet- intervenire, si cerca di fare tutto gratuitamente tini segnalano pericolo rilevante, sicuramente in nome di una solidarietà alpina, che in veri- avremo qualche sprovveduto che andrà a farsi tà i “nuovi” frequentatori della montagna non una gita con gli sci o con le ciaspole! conoscono. Naturalmente gli effetti di queste situazioni Pensiamo che non sia conveniente scoraggia- sono tutt’altro che banali: infatti ciò implica re la popolazione con restrizioni legislative per i soccorritori correre dei rischi, per la ne- e/o di tipo economico, bensì educare ad un cessità di muoversi in condizioni di pericolo, comportamento adeguato e consapevole. sapendo comunque che le persone da aiutare Non è facile proporre delle soluzioni al proble- sono diffi cilmente in grado di collaborare, per ma della carenza di consapevolezza in un conte- agevolare le operazioni di soccorso. sto sociale dove l’individualismo, l’avere tutto Naturalmente il quadro non è sempre così gri- e subito sono le principali regole riconosciute. gio ma certamente sul totale degli interventi Forse si potrebbe adattare allo scopo il famoso la percentuale di azioni di soccorso, del tipo slogan riferito al cibo facendolo diventare “slow sopra descritto, sta aumentando in modo si- mountain”, andare in montagna piano, per gradi, gnifi cativo generando sconcerto e perplessità per godere in modo sereno quel mondo splendi- nel mondo del soccorso alpino. do che è l’ambiente alpino. Cosa si può fare per recuperare almeno in par- Per fare questo non è necessario “assalire” le

- 35 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 creste affi late, le pareti diffi cili ed i nevai ri- settimana successiva. pidi, almeno non subito e non da soli o con Dobbiamo essere consapevoli che in monta- un compagno conosciuto su internet. Comin- gna il rischio è presente sotto varie forme, a ciamo col frequentare la montagna sovente, volte banali: il maggior numero di incidenti in tutte le stagioni, godendo dei suoi aspetti più avviene su sentiero e in discesa spesso con semplici e più veri, facendo amicizia con gli abi- danni di minima gravità; ma il rischio si può tanti dei villaggi, con i frequentatori dei rifugi, in parte prevenire attuando, nell’ambito del con gli appassionati dei concerti in quota, con possibile, misure adeguate coloro che salgono a vedere le stelle o fotografa- re i fi ori e gli animali, con i pastori ed i malgari. In fondo non dovrebbe essere diffi cile; con- In questo mondo abitato da gente ricca di espe- sapevolezza signifi ca riconoscere e rispettare la rienze e di buon senso troveremo anche chi ci montagna nella sua complessità: non è un parco offrirà la corda per salire su una cima per il gusto giochi a nostro uso e consumo! riconoscere e di condividere una bella giornata in montagna rispettare i propri limiti: l’allenamento psico- con un nuovo amico. Forse non batteremo al- fi sico si acquisisce con la pratica, meglio se in cun record di velocità o diffi coltà, forse il nostro compagnia di amici esperti! E poi … è meglio amico non avrà un cellulare ultimo modello, ma saper usare gli attrezzi giusti per progredire e per è molto probabile che il ritorno a valle avverrà in ridurre al minimo i rischi, ed evitare nel modo modo tranquillo e sicuro e la gita si concluderà più assoluto di considerare il telefonino come con un sorriso di riconoscenza e di ringrazia- l’unico mezzo che può toglierci dai guai! mento e forse … con un appuntamento per la Buona montagna a tutti.

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- 38 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria ssul u l (foto:ssentieroen tR.ie Battista)ro ddelel TTauau BBlanchlanch

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- 40 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Mont Blanc du Tacul Quando non c’erano i cellulari… di don Livio Recluta

Quando non c’erano i cellulari, o meglio, vemente: “Panorama himalayano: le parole quando non erano diffusi come adesso (i pri- sono inadeguate a descriverlo”: ogni scorcio mi cellulari in Italia risalgono al settembre che si presenta avanzando nel cammino meri- 1985), potevano accadere disavventure come terebbe di fermarsi per fotografarlo: all’inizio quella che segue. è la volta della nord della Tour Ronde, poi è Sabato 3 agosto 1991: una giterella “di tut- di scena il Grand Capucin, di cui si scorgo- to riposo”, proprio quel che ci vuole dopo no bene i tetti sporgenti di granito, poi tocca le fatiche dell’ “Estate Ragazzi” all’Oratorio alla Piramide du Tacul, lungo le cui fessure i Salesiano Martinetto di Torino. I protagoni- rocciatori sono poco sti: Luca, animatore di più che puntini. E 17 anni, don Alessandro poi ci sono i crepac- Isoardi, per molti vena- ci, enormi abissali, riesi indimenticabile in- alcuni spalancati caricato all’Oratorio San fi no a ridosso del- Francesco, don Jacek, le rocce; e infi ne il suo successore nello i ponti, piuttosto stesso incarico, e il sot- esili e neppure tan- toscritto, allora ultraqua- to brevi. Contem- rantenne. Mia la proposta plando queste gu- della meta: Mont Blanc du glie che emergono Tacul, m. 4249, il più “po- dal ghiacciaio tabile” dei 4000 del Monte tormentato, an- Bianco. che il più estra- Dopo l’inevitabile levatac- neo all’ambiente cia per prendere in tempo montano ricono- la prima corsa della funivia, scerebbe che qui con un bel salto di 1950 me- la Natura non ha tri di dislivello, dalla Palud badato a spese: raggiungiamo il “Torino Vec- si è manifestata chio”; qui ci si accorge che con potenza e l’aria è più sottile e incomin- anche con grazia ciamo ad ansimare, mentre e buon gusto. saliamo i ripidi gradini della Don Jacek e Luca Trai fra i seracchi Oltrepassato scala interna che conduce al (foto: don Livio Recluta) il Col du Gros “Torino Nuovo”. Rognon, siamo Finalmente siamo sul Ghiacciaio del Gigan- alla base della salita che conduce al Tacul: te, ci leghiamo e si parte verso il Tacul; la tutto procede bene, eccetto che per don Ales- giornata è bellissima e l’aria è frizzante: solo sandro, che è provato dalla fatica e teme di Jacek, abituato agli inverni polacchi, è in pan- non riuscire a raggiungere la cima. Si sepa- taloncini corti e con le braccia scoperte. Il mio ra dalla nostra cordata e si unisce ad un’altra preziosissimo quaderno delle gite riporta bre- che sta salendo all’Aiguille du Midi: ci diamo

- 41 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 l’appuntamento al Rifugio Torino, per scen- 30; l’ultima corsa per il Rifugio Torino era dere insieme ad Entrèves. In tre riprendiamo alle 17. Mentre acquisto i biglietti per Cha- la salita, seguendo la traccia ben segnata che monix, chiedo gentilmente se possono tele- ad un punto passa dentro un enorme seracco. fonare al “Torino” per informare don Ales- Senza particolari difficoltà raggiungiamo la sandro, ma non riescono a trovarlo. Intanto spalla del Tacul; prima di affrontare il breve Luca dorme, seduto per terra appoggiato alla canalino terminale di misto, aggiriamo con parete della sala di attesa, mentre aspettiamo circospezione un piccolo sperone di roccia il nostro turno. su una lucente lastra di ghiaccio inclinato. Saliti sulla funivia, riprende a dormire; poi a Eccoci in vetta. Nonostante la soddisfazio- poco a poco si rianima e a Chamonix (2800 ne per la meta raggiunta e per lo spettacolo metri più in basso!) è perfettamente in forma.

sul ghiacciaio del Gigante (foto: don Livio Recluta) mozzafiato, c’è qualche motivo di appren- Infatti mentre ci dirigiamo a piedi verso il Tun- sione: Luca, sempre vivace e loquace, non nel del Bianco, come nulla fosse capitato, Luca lo abbiamo più sentito in salita e nel cana- chiede dove saremmo andati il sabato seguente lino sembrava affaticato; poi in cima si è (abbiamo salito la Bessanese). Giunti al bivio addormentato. La diagnosi è facile: è mal per il traforo, ci mettiamo in mezzo alla strada di montagna; e questo ci meraviglia perché per fermare il pulmann di linea: infatti non c’era nei due weekend precedenti insieme abbia- la fermata; il conducente apre e ci fa: “Ma voi mo salito il Gran Paradiso e il Dôme des pagate?”. “Certo che paghiamo!” (qualcuno Neiges des Ecrins. l’aveva preso per fare autostop). Finalmente Speriamo che scendendo la situazione mi- verso le 21, siamo ad Entréves; nel parcheggio gliori; ma purtroppo non sarà così: conti- troviamo don Alessandro, che ci dice: “Se tarda- nuamente si ferma, si siede sul ghiaccio e vate ancora mezz’ora, davo l’allarme”. si addormenta. Oltre alla discesa, a chi ci Quel giorno sarebbe stato utile il cellulare; è stato lascio immaginare la risalita all’Ai- oggi “forse” se ne abusa guille du Midi: vi siamo arrivati alle 17 e (anzi, senza “forse”!).

- 42 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Un Giovane tra i Grandi di Fabrizio Trimarco

Oggi, 5 Ottobre, ripenso all’escursione fatta al Colle omonimo, cioè la seconda tappa. Il ieri al Monte Doubia. Sveglia alle 5,30, mio tratto dall’alpeggio al colle è impegnativo, malgrado. Mi consolo con due brioches e tanto che il pensiero di mollare mi assale cappuccino e poi, via, verso la montagna. più volte, ma grazie all’incoraggiamento di Prima tappa: Ala di Stura. Mi allaccio gli Milevia e Rocco, continuo. scarponi e con gli altri escursionisti inco- Dopo la sosta al colle, ripartiamo per la mincio ad affrontare il sentiero. cima. Tre quarti d’ora e la sofferenza scom- Mi guardo intorno e mi accorgo di essere pare trasformandosi in soddisfazione per il più giovane. Dipenderà dal fatto che pro- aver raggiunto la cima con le mie sole for- vengo dal settore giovanile? La cosa m’inti- ze. Dalla cima del Monte Doubia si vede il morisce un po’, ma poi i sorrisi, gli sguardi rifugio Paolo Daviso, la sua vista mi fa ri- e le pacche sulla schiena, mi incoraggiano. cordare la mia prima esperienza di gestione, Mentre camminiamo, le risate non mancano, che da sola meriterebbe pagine e pagine di poiché Bruno, Rocco, Mario, e Totò allevia- parole entusiasmanti. no la fatica della salita con le loro battute. Per uno come me, che ama la montagna bian- Ma poi basta volgere lo sguardo intorno e ca, quella con gli sci ai piedi, per intenderci, vedere le montagne, per sentire il cuore leg- guardare, ammirare le piccole e grandi mon- gero! La prima tappa obbligatoria è l’Alpe tagne verdi, e le vallate sottostanti mi emo- d’Attia, ma nessuno ha sentito il bisogno di ziona, e rinnova il mio intento di continuare sostare preferendo continuare almeno fino a fare escursioni.

all’Alpe d’Attia (foto: R. Miceli)

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- 48 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Sabato 3 e Domenica 4 luglio 1960 Gita sociale della Sez. CAI-UGET di Venaria R. alla Punta Ciamarella …raccontata da Claudio Genta

Nella tarda mattinata di sabato 3 luglio preoccuparmi. 1960 si parte dalla sede CAI - UGET, al- La cena è servita dal gestore Vulpot in l’epoca in Via Saccarelli. modo ottimo e prima di andare a dormire Siamo circa 12 soci e la meta è il Pian ci si trova davanti al Rifugio per cantare della Mussa, per poi proseguire sino al qualche bella canzone di montagna. Rifugio Gastaldi, situato nelle vicinanze Gli accordi non sono dei migliori ma l’in- di quello attuale. Io ero con la giardinetta sieme delle voci rimedia ottimamente. Fiat 500 dell’amico Gusto Rasetto. Alle 21,30 tutti a nanna sul tavolato e alle La giornata era bella, con un sole splendi- 4 sveglia. do che lasciava ben presagire per il giorno Leggera colazione con caffè e via, con in dopo. Il ghiacciaio della Ciamarella, vi- testa l’indimenticabile Giulio Berutto, sto dal Rifugio (era la prima volta che lo che pazientemente mi fa conoscere le vedevo) mi sembrava irraggiungibile, ma montagne che ci attorniano, molte da lui la voce amica di Gusto mi diceva di non già salite.

in Ciamarella nel 1960 (foto: C. Genta)

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All’inizio del ghiacciaio ci fermiamo per provate durante la scalata alla vetta della uno spuntino e la formazione delle cordate Ciamarella. Scendiamo quindi al Pian del- (io ero legato con i fratelli Buscaglione). la Mussa e, tutti contenti della bella gita, si Quando arriviamo in vetta l’emozione per ritorna a casa. me è veramente tantissima. Essere lassù Quando a tarda sera raccontavo a mio papà ad oltre 3600 m, mi dava un senso di gran- tutte le avventure successe, ricordo che alla de padronanza delle nostre montagne. fi ne mi disse: “Bravo, ma sappi che hai an- La stessa sensazione che ho riprovato cora molto da imparare!”. qualche anno dopo il servizio nella Mari- Della fotografi a allegata (pag. 49) ricono- na militare, risalendo quelle cime. sco (da sinistra a destra): i fratelli Rasetto, Alle 14,30 siamo di ritorno al Rifugio l’amico Rocco Coppolaro, Renato Vendra- Gastaldi. Io sono un po’ stanco, ma inti- min, Angelo Airola (sdraiato), Aldo Dughe- mamente soddisfatto per l’aiuto e i consi- ra, Giulio Berutto, i fratelli Buscaglione. gli ricevuti dagli amici e per le emozioni In primo piano lo scrivente con Giancarlo Cattarin.

CIAMARELLA 27 - 28 GIUGNO 2009 la sezione di Venaria Reale 50 anni dopo in cima alla Ciamarella

- 50 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Gran Paradiso… il sogno che si è realizzato! di Stefania Fiore

Tutto è cominciato nell’aprile 2007, quando glio di esperienze mie da raccontare, mi con un gruppo di amici, per la prima volta affascinava! sono stata al Pian della Mussa. Inizia così il mio viaggio fra i monti con La giornata molto piacevole, con ancora mete escursionistiche, e girovagando su e tracce di neve qua e là, è trascorsa veloce- giù per posti bellissimi, è nato l’amore per mente fra racconti di cime raggiunte e nuovi quel “4000 tutto italiano”, posto ambito da itinerari da percorrere, con la nuova stagio- molti e un sogno per me. ne escursionistica alle porte. Con occhi di bambina, ogni qualvolta che Non mi rendevo conto di cosa si dicesse- dalla pianura distinguevo il Gran Paradiso, ro, parole incomprensibili per me, del tipo: mi immaginavo quel posto come magico, trekking, guglie, morene… irraggiungibile, la mèta che ogni alpinista Ma più né parlavano e più il fascino del- italiano vuole raggiungere, e oggi fra quelli l’essere un’escursionista con un baga- ci sono anch’io.

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Il 20 luglio ho raggiunto la vetta, ma allora formazioni. qualche volta i sogni si avverano! La mia vera salita, si è svolta in un silenzio Quella giornata è ancora impressa perfetta- costante, qualche sorriso per le foto, qual- mente nella mia mente, rivivo ogni attimo che sguardo ai compagni intorno, e poi solo con la stessa intensità. il bianco della neve e i passi di chi mi pre- La partenza dal rifugio è avvenuta alle 5.30 cedeva. circa, mi sono preparata al meglio, ma l’emo- Fra la confusione dei miei pensieri e il sor- zione non mi ha abbandonato per un’ istante. gere del sole, quando ho iniziato ad alzare Ricordo un episodio in particolare, quando lo sguardo, ho scorto subito la vetta e ho alla base del ghiacciaio è stato il momento impresso nella mia memoria fotografica, la di calzare i ramponi; le mie mani tremavano, Madonnina posta in cima… non riuscivo a stringere le cinghie. Bello, bellissimo... dentro di me cominciavo Tutti intorno a me, eseguivano l’operazione ad esultare, avevo conquistato il mio primo in totale naturalezza, per me la prima vera ghiacciaio, non mi rendevo conto, eppure impresa era già iniziata. ero lassù a quota 4061metri! Nella mia mente un contrasto di pensieri È stata una giornata fantastica, in una con- confusi, fra cui la paura di non riuscire ad dizione meteorologica perfetta. affrontare in piena autonomia il dislivello, Ringrazio la sezione per avere inserito que- e dall’altra le continue immagini del ghiac- sta stupenda gita nel programma, dando la ciaio che avevo percorso migliaia di volte possibilità a molti di partecipare e di vivere con la mente, quando sui libri cercavo in- questa bellissima esperienza.

- 52 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria COME ERAVAMO …breve carrellata di ricordi da un articolo di Ezio Comba Sfogliando gli nella biblioteca della nostra sede, ecco uno spunto per un arti- colo sull’annuario 2010! ANNO 1966 - quando i soci erano 164 e la tessera di ordinario costava lire 1500. Rileggiamo ad esempio di una prima invernale (16 GENNAIO 1966) all’Uja di Mondrone -via Dionisi- Marchese da parte di E. Comba, G. Castelli e G. Ribaldone. (M.V. Richetto) Il mattino del 1° gennaio, all’ora in cui tutti amarezza “avalliamo”. Il sabato successivo, erano sul punto di coricarsi dopo il lauto ce- mi ritrovo a ripercorrere la medesima strada none e la tradizionale veglia, io salivo in mac- e questa volta sono con G.Ribaldone ma la china con G. Castelli verso le valli di Lanzo. musica non cambia, ed il giorno dopo inve- A questo punto qualcuno potrà pensare che ce di salire dalle ospitali baite alla base della siamo dei pazzi, è una cosa che non so e parete, scendiamo verso valle per evitare di non cerco nemmeno di saperlo. La marcia avere a che fare con delle poco promettenti di avvicinamento dura sette ore ed è ancora nuvolacce. Dicono che chi la dura la vince resa più ardua se pensiamo ai nostri amici e così la settimana dopo, nuovamente si ri- a Varigotti. Arrivati alla base della parete parte all’attacco, questa volta oltre a Gianni siamo nel mezzo di un’abbondante nevicata e Peppino, c’è anche Carlo Carena detto il che farebbe appiccicare il naso dei bambi- “Carlaccio ”. ni ai vetri delle finestre, e così con molta A Molette però troviamo una sorpresa (che

Invernale all’Uja di Mondrone (foto: G. Castelli)

- 53 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 qualcuno ha definito brutta) cioè due no- Ormai sono le quattro del pomeriggio e sia- stri amici con le stesse nostre intenzioni, mo sulla grande cengia che a noi si presenta si tratta di Gian Piero Motti e Sergio Sacco come un ripido pendio di neve. (quest’ultimo riportò un principio di con- Dopo averlo risalito, giungiamo alla base gelamento alle mani); pazienza, vuol dire del canalino che conduce alla vetta e qui che divideremo le sorti in sei. Prima di not- cominciamo a sperare di evitare un bivacco. te raggiungiamo le baite dell’Alpe Piane e Infatti alle cinque di sera, Gianni ed io arri- ci sistemiamo per passarvi la notte, che per viamo in cima, questa volta però non c’è la noi è sempre…molto piccola. Infatti alle tre solita stretta di mano ed il meritato riposo! siamo già in cammino verso la base della No, questa volta cerchiamo subito la via parete. La temperatura è molto bassa e ciò di discesa che si presenta da subito molto ci fa sperare nel bel tempo. Alle prime luci innevata. Ad ogni modo la paura di dover Gianni attacca e, appena terminata la corda, bivaccare senza nessun indumento adatto ci lo seguo. Senza fermarmi, procediamo ol- alleggerisce un po’ la fatica, e così ormai da tre, e così per 200 metri circa su facili rocce un pezzo al buio, arriviamo al piano. (terzo grado) ricoperte di neve e ghiaccio. Qui ci stringiamo la mano e veniamo presi Giungiamo al passaggio chiave della via: dalla solita commozione. un diedro di 40 metri che aveva lo stesso E’ quasi un’ora che vaghiamo per il piano aspetto di una pista di pattinaggio mes- in cerca delle baite, ma sono così simili ai sa verticalmente. Ciò impegna Gianni grossi pietroni, che alla vista di uno di que- per circa un’ora. Più in alto le difficoltà sti veniamo subito assaliti dalla speranza non diminuiscono, ma almeno non c’è più che subito ci abbandona con la stessa velo- molto ghiaccio, ma la neve aumenta e ci co- cità che ci ha infiammati. stringe a procedere lentamente. Decidiamo di abbandonare la ricerca delle

- 54 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria baite con tutto il nostro corredo da bivacco due seguiranno il programma preventivato, e di scendere a valle il più velocemente pos- qualcuno parte per il colle Cossuno, gli altri sibile, (sarà recuperato in settimana). restano a Valgrisanche. Raggiungiamo le macchine alle dieci di In quest’anno, alla biblioteca civica di Ve- sera. E così, dopo diciannove ore di “ diletto naria, mostra di pittura, con dibattito sulle e piacere” possiamo toglierci gli scarponi e opere e incontro con i pittori che vi hanno mettere qualcosa nello stomaco, affinché il aderito: Tino Aime, Luigi Balzola, Carlo nostro fisico non si rifiuti completamente di Barbero, Renato Chabod, Federico Chiales, obbedire alla volontà.– Ezio Comba – P.S.: Giorgio Colombo, Teonesto Deabate, Giusep- nel mese di dicembre 1965 più precisamen- pe Garimoldi, Giuseppe Lazzaretto, Angelo te il 18, avevamo fatto una prima invernale Maggia,Giancarlo Nebbia, Ivo Riva, Bruno allo spigolo sud-ovest della Rocca Castello; Toniolo, Guido Dirozzo. Dati statistici sul le cordate erano composte da Gianni Ribal- rifugio Daviso: 72 giornate di apertura, 741 done, Ezio Comba-Beppe Castelli con Pao- visitatori 1270 giornate totali di presenza. lo Rattazzini. Hanno prestato servizio: Giulio e Franca ANNO 1967 - Nell’assemblea ordinaria dei Berutto, Castelli Paolo, Cattarin Giancarlo, soci (arrivati a essere 271) il Consiglio Di- Gaiara Piero, Rasetto Augusto, Sala Ivo, rettivo era così composto Sedino Riccardo Vidili Anna. Hanno collaborato: Rasetto Giampiero, Ala Presidente Berutto Giulio Tiziana, Marolda Luigi, Bo Franco, Sala M. Vice Cattarin Giancarlo Grazia, Gaino Anna. Spese per la Sede: 12 sedie e una stufa a cherosene. Consiglieri Airola - Bo - Brovarone DONI AI BIMBI DELLA MONTAGNA, Gaiara - Gaino - istituzione A. Mensa a cura della signorina Marolda - Rasetto A- Anna Gaino. Il giorno dell’Epifanìa un nu- Rasetto G - Sala - meroso gruppo di Soci ha risalito la mulat- Sedino - Vidili tiera che, partendo dal fondo valle poco ol- tre , s’inerpica fra castani e rovereti, Si sciava in quell’inverno a Courmayeur e raggiunge la ridente conca di Vasario. (con scuola di sci), al Super San Bernardo- Nella chiesetta posta all’inizio del pae- al Monginevro. A la Thuile - a Cervinia e se hanno assistito alla messa, e poi sulla al Melezet. Per un totale di 11 gite con 558 piazzetta, in un’atmosfera di simpatica partecipanti. Le gite estive otto. cordialità, è avvenuta la distribuzione dei Si comincia a notare il mutamento delle pacchi dono ai bimbi e anziani- sono sta- abitudini, ognuno va in montagna per con- ti consegnati: zucchero in zollette, cara- to suo, trascurando quello che la Sezione melle, barattoli di marmellata, biscotti , cerca di fare per favorire la conoscenza e 3 giocattoli, indumenti di lana, olio caffè lo studio delle montagne, perciò la parteci- pasta e panettoni. pazione estiva è abbastanza modesta : 160 L’attività sci alpinistica ha visto i soci E. partecipanti. Le località visitate in quel- Comune, C. Cerro R. Vendramin, R. Cop- l’anno spaziano dalle Lunelle al Vandalino polaro e G. Rasetto nei mesi tra aprile e al Palavas al monte Plù – Anguille des Gla- maggio, raggiungere Sella d’Albaron-, Te- ciers -Rocca di Miglia . Della gita 13 /14 sta del Rutor - Colle Piccolo S. Bernardo maggio in Valgrisenche, ne leggo la simpa- - M. Bianco- Col D’Olen - Punta Gnifetti e tica relazione: la lunghezza del viaggio in nel Vallese Allalinhorn e Adlerpass. torpedone, non ha impedito ai partecipanti di sfoggiare, nel pasto serale, un appetito ed La raccolta degli di quegli anni una sete formidabili. Le copiose libagioni sarà quanto prima rilegata ed archivia- fan sì che al mattino dopo il tempo appaia ta nella nostra Biblioteca per poter essere più brutto di quel che è in realtà. Solo in consultata dai Soci.

- 55 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Alpinismo per Ridere di Serra Mariateresa

Con l’inaugurazione il 6 agosto 1878 del- ti cantucci.” la ferrovia “Ciriè - Lanzo”, l’apertura delle Per darvi un’idea della copiosa e divertente strade provinciali che congiungevano il ca- produzione di questi ironici artisti, a cui si poluogo con Ala-Balme e con la Val Grande deve aggiungere anche il Dalsani (G.Ansaldi) fi no a Forno Alpi Graie, le nostre montagne vi propongo questa vignetta, una fra le tante assistettero ad una rivoluzione del loro tran- pubblicate in quegli anni. quillo e appartato modo di vivere. Iniziava la moda dell’alpinismo e della villeggiatura in montagna. Tutti i paesi fecero a gara a costruire al- berghi, trattorie per accogliere i tanti “tu- risti” che dalle città di pianura si recava- no sui monti a passare la stagione estiva. In quel di Richiardi, piccola frazione di , presso l’albergo di Girardi Vittorio, conosciuto da tutti come Tojo, per molti anni noti artisti, scrittori e pit- tori, come i fratelli Calandra, i Gonin, il Pittara, il Pastoris, il Delleani… trascor- sero le vacanze estive dedicandosi all’al- pinismo, loro grande passione. Accanto a questi grandi nomi della cultura e arte ottocentesca, vi erano altri personaggi, molto conosciuti all’epoca, e apprezzati da Cavour e dal Re Vittorio: “due principi della caricatura che la val- lata di Ala e quella Grande trovarono la costanza appassionata dell’ammirazione, così da far essi per lungo consuetudine e per vincoli famigliari due fi gli adotti- vi delle Valli. Parlo di Casimiro Teja e di Camillo Marietti… Quante gustose macchiette evocò la vo- stra matita, o illustratori Del Pasquino e del Fischietto! Quanta schiettezza di buon riso suscitarono la satira garbata, la punzecchiatura senza veleno… I giornali andavano sovente a ruba: dai tavolini di caffè nelle famiglie torinesi, dalle famiglie agli amici della vallata. E ridevano i non colpiti e, - spesso- più di essi le vittime: e un nuovo alito di vita Ernesto Ferrettini Club Alpino Italiano penetrava nei più piccoli borghi, ne’ più remo- Le Valli di Lanzo- 1904

- 56 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Donne di Montagna di Maria Vittoria Richetto

«O madre sepolta fuori dal giardino, ti amo tanto, madre di nostra madre tu hai versato tante lacrime dai tuoi occhi, tu hai levato alto verso i cieli più po- veri, uno sguardo creato per un’altra luce… Ti amo ava degradata, tu hai curvato sotto lo sdegno dei cieli la tua nuca e i tuoi reni rabbrividenti di miseria……….»

Questi versi dell’autore cristiano Charles bimbi o ai vecchi, e dopo a sferruzzare cana- Pèguy, sono per la verità dedicati alla pri- pa, magari recitando un rosario. Alcuni anni ma donna, Eva, ma a me è piaciuto citarli fa, rientrando da un’escursione nei dintorni come inizio del mio articolo, per parlare di Elva, mi fermai a riposare su una panca in di”montanare” di un tempo, ma non solo. una frazione delle più alte della valle, e co- Gironzolando per monti e valli scovo an- minciai a guardare una “casa di donne” solo cora oggi casi impensabili per cittadine quelle si vedevano intorno. Una quarantenne come me. Al fi ore odoroso della mimosa preferisco la schietta solitudine della stella alpina, che paragono qui a donne modeste, legate al loro dovere quotidiano, educate alla rinuncia, capaci di governa- re da sole fi enagioni, orti animali e prole. Curve sotto il giogo del lavoro, lasciate spesso sole da uomini a causa dell’immigrazio- ne stagionale, restano donne di un’attività incredibile. Era quella, una laboriosità che un medico della comunità walser di Alagna presentava come < tratto di fi era nobiltà montanara > e riconosce- va altresì la bellezza delle forme di queste donne fresche, gaie, ben proporzionate e altere ma che du- rava poco. E ci credo! La vita grama, il dor- so sempre incurvato sotto il peso di gerle gonfi e di fi eno, o pesante di legna o letame da spargere nei campi, e quando cominciava a far sera, in cucina a lavare, accudire ai Fienagione (foto: F. Fagagnello)

- 57 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 con evidenti problemi di deambulazione mi d’inverno come lo zio Bartelemin. Riprendo fece cenno di avvicinarmi. Entrai piegando la il cammino con i loro volti negli occhi. testa, in una cucinona sghemba (non era una E sì, donna di montagna, laboriosa, donna di Salvarani!). Il contrasto era dato da stivali di solitudine, donna di preghiera, donna di gomma, qualche sacchetto di plastica qua e povertà, sacrifi cio, donna di calzettoni e là, un paio di guanti di lattice e da una bim- sabò. Ancora oggi la maggior parte delle betta con jeans. La donna, dopo avermi of- iniziative di piccola economia sono portate ferto un bicchiere di latte e menta mi spiega avanti da donne, dove rimangono loro, la che la sua vita è tutta lì, aia e cucina, non può montagna vive. Sono riuscite a sopravvive- dedicarsi ai campi, alla fi enagione, al pasco- re in ambienti limite, mantenendo uno stretto lo come sua sorella e sua cognata. rapporto con la natura, sfruttando le risorse Resta lì, vicino ad una caldaietta dove caglia e curando il territorio nello stesso tempo, il latte e i suoi doveri sono rassettare, dar da compreso lo sfalcio delle erbe infestanti e le mangiare alle “pule” (le galline), pelar pan- mulattiere da tenere in ordine e intervenire. Da nocchie, mondare castagne e preparare la non dimenticare il loro ruolo durante la guerra polenta. Nel suo golfi no azzurro scolorito e o l’occupazione. stretto sembra felice. Hanno nascosto, nutrito, curato ebrei, mili- Una bimbetta entra rumorosamente, è appe- tari sbandati, partigiani, prigionieri evasi o na tornata dal pascolo con la cuginetta e la in fuga, senza mai guardare alle loro iden- zia, e ha due zigomi che paiono mele rosse, - tità. Hanno fatto le staffette, hanno corso il papà è in Francia - mi spiega - e torna solo rischi. Ho appreso tempo fa su una rivista,

- 58 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria dell’esistenza di si sono riunite donne svizze- Cervo>. re, spagnole, tedesche, austriache e italia- Tra il 1900 e il 1930 il Club Alpino di Biel- ne per rivendicare il ruolo delle donne in la le ingaggia, e dà loro la stessa paga montagna, per la conservazione e la tra- degli uomini, con tanto di libretto che ne smissione della memoria e delle tradizioni, regola l’attività e la tutela attraverso una per lo sviluppo sociale ed economico delle polizza accesa presso Nazionale comunità di montagna. di Assicurazione per gli infortuni. Le donne rivendicano la necessità della E queste donne non solo portano i ba- loro presenza nei centri e nei momen- gagli dei signori escursionisti, ma giunte ti decisionali a tutti i livelli affinché nei rifugi, spazzano, rassettano e cucinano! vengano definite specifiche politiche di Le escursioni, circa 12 l’anno si svolgono azione fondate sulla valorizzazione e sul al colle della Vecchia, a Gaby, Gressoney a sostegno del ruolo femminile. Le tracce Fiery per la Bettaforca e ritorno, ad Alagna delle antiche signore della natura vanno per la gran Mologna, al colle Maccagno, alla scomparendo? capanna Quintino Sella. E’ emerso il nooo! La montagna è donna! E nelle stagioni dove non venivano effettuate Non rinunciamo all’innovazione ma con- escursioni, trasportavano ghiaia e sabbia rac- serviamo la memoria della tradizione, ben colte e setacciate nei torrenti. Sic! vengano punti d’incontro, di scambio di In un recente convegno tenutosi, in provin- esperienze e di proposizioni di azioni con- cia di Trento avente per titolo

- 59 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Storie del Rifugio “Fortun-a” di Felice Bertolone

Siamo agli inizi degli anni ’80. Il Rifugio conserva ancora la vecchia struttura originaria. I margari continuano a salire agli alpeggi della Valle della Gura. Tornano così alla mente interessanti ricordi di tempi ormai passati.

Ero giunto al Rifugio con gli amici la sera zo piano (delle cuccette) mi precedette con tardi, per il periodo settimanale della gestio- un’acrobatica discesa. Aprì, e fuori, ansi- ne del mese di agosto. mante ed infreddolita, c’era Maria la fi glia Come sempre soddisfatto, ma anche molto dei margari, venuta su di corsa dalle Baite stanco. Strano, pensavo, ogni volta il per- del Gran Pian per telefonare. Una giovane corso mi sembra più lungo. Fatto sta che mucca doveva partorire, stava male ed anche dopo una cena frugale, come divenne buio il vitellino era in pericolo di vita. Bisognava mi misi a letto, pardon a cuccetta, e non ci ad ogni costo trovare un veterinario. volle molto ad addormentarmi. Fui svegliato Dopo tre tentativi con veterinari diversi delle da un toc-toc alla porta della cucina: mi girai, Valli di Lanzo, fi nalmente ci fu un accordo: guardai la sveglia, era notte fonda. far scendere la mucca alle Baite di Rua Pian- Aspettai un momento e, Corrado dal ter- a, andare a Forno ad aspettare il veterinario,

- 60 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria accompagnarlo sul posto e aiutarlo nell’in- Voleva tentare di rintracciare il fratello per- tervento. Nessuna obiezione, povera Maria, ché da Forno salisse a portare loro qualche e quanta trepidazione perché acconsentisse! alimento, affi nché non morissero di fame. Ci ringraziò sottovoce e se ne andò piano Mentre telefonava si sentiva tutta la sua piano come era venuta: erano le tre di notte. preoccupazione per gli animali rimasti senza Feci fatica a riaddormentarmi, sentivo il cibo. La vicenda appassionò tutti gli ospiti mondo e la vita in modo diverso. Venne il del Rifugio, si parlò, ma soprattutto si sperò mattino e, il giorno seguente, il maltempo si che la storia andasse a buon fi ne. scatenò: per più di 24 ore temporali, vento e Smise di piovere, ritornò il sole e giunse il acqua a catinelle. termine della settimana. Scendemmo a Forno Si udiva il cupo rimbombare delle acque che come tante altre volte, soddisfatti del nostro precipitavano a valle trascinando con se pie- soggiorno e con un’esperienza in più. tre e massi della montagna. Un mese dopo ritornando al Rifugio per la Mentre dai vetri ogni tanto si guardava il grigio Festa di fi ne stagione, rividi i margari scesi panorama, scorgemmo ritornare Maria. Rac- alle Baite dei Gabi, con le mucche al pascolo. contò che era andato tutto bene, aveva portato Chiesi informazioni sulla conclusione della giù la mucca, trovato il veterinario che era riu- vicenda: la vitellina era ancora una volta so- scito a far nascere una bella e sana vitellina. pravvissuta ed ora trotterellava accanto alla Ma ora da due giorni, non riusciva più a scen- madre su un leggero pendìo erboso. dere a dar loro da mangiare, essendo impos- L’avevano chiamata “Fortun-a” e mai nome sibile attraversare la Gura e il Bramafam. fu più appropriato!

- 61 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 a Peppino e Ines… i Nostri Migliori Auguri avete raggiunto una meta importante! 50 anni di matrimonio Accipicchia! 50 anni, 600 mesi, 18.250 giorni, 438000 ore. 26.280.000 minuti, INSIEME! E’ certo che l’amore non ha età ed il tempo nulla può fare contro il vostro amore… Il vostro matrimonio, con questo anniversario, è diventato sicuramente eterno. La meta è importante, ma vi auguriamo un traguardo ancora lontano. Gli amici del CAI VENARIA

- 62 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria 50 anni di matrimonio Auguri!!! a Felice e Albertina

a Gianni e Rosalba

dagli amici del Cai di Venaria Reale Gli auguri piu affettuosi per le vostre nozze d’oro: l’amore che vi unisce è ben più prezioso del metallo che lo rappresenta. Auspichiamo per voi un buon proseguimento di cammino. Che sia ricco di serenità e cose belle. Infiniti Auguri!!!

- 63 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Biblioteca: Nuovi acquisti anno 2009 di Renato Rivelli

Nel 2009 sono stati acquisiti numerosi volu- RICCARDO CASSIN CENTO VOLTI mi; ecco in sintesi i più interessanti: DI UN GRANDE ALPINISTA di Alessandro Gogna, ALPINISMO SU ROCCIA Laura Melesi, Daniele Redaelli I Manuali del Questo libro, scritto per celebrare i 100 anni Club Alpino Italiano dell’autore, descrive un’antologia di episodi Questo volume descrive in maniera detta- con 100 testimonianze diverse; con i suoi 11 gliata le principali attrezzature alpinistiche e libri Cassin ha scritto la storia dell’alpinismo i sistemi più consoni di utilizzo, le tecniche moderno. di progressione su diversi tipi di terreno, le LE ALPI principali tecniche di autosoccorso e la meto- fra tradizione e futuro dologia migliore per effettuare ascensioni in di Reinhold Messner montagna. Questo volume, comprensivo di bellissime STORIA DI NEVE immagini delle nostre Alpi,riporta la testi- di Mauro Corona monianza di Messner sulla necessità di salva- guardare e di valorizzare in futuro la natura e Mauro Corona racconta in questo romanzo le la cultura delle Alpi vicende di Neve Corona Menin, bimba nata nel 1919 la quale è in grado con il semplice Val Grande - PARCO NAZIONALE tocco della mano di guarire miracolosamente - ultimo paradiso - persone in punto di morte; si tratta di una vi- di Teresio Valsesia cenda interessante e avvincente, da leggere… Con questa edizione che è la sesta versione I MIEI RICORDI aggiornata, Valsesia ci racconta un parco dai di Walter Bonatti silenzi mistici, dai paesaggi aspri in cui la na- tura incontaminata fa provare a coloro che lo L’autore racconta una serie di scalate compiu- visitano sensazioni profonde ed autentiche. te negli anni Cinquanta e Sessanta. Attraverso i racconti delle sue imprese estreme emergo- DVD no motivazioni forti ed emozioni tali da in- Dalle Torri alle Alpi 1928-2008 durre l’autore ad una maturazione caratteriale a cura del Cai di Chieri e spirituale. Questo bellissimo DVD è stato realizzato da Davide Manolino e Cesare Matta per ricordare SCIALPINISMO gli 80 anni compiuti nel 2008 dal Cai di Chie- dal Moncenisio all’ Isère ri, sottosezione del Cai di Torino; Nel DVD di Lorenzo Barbiè vengono riprodotte tulle le attività inerenti la Comprende 80 itinerari e 3 raid di scialpini- montagna sviluppate nell’arco di un anno. smo nelle Valli di Lanzo e nella Maurienne. VIDEOCASSETTE Ogni relazione comprende la cartina con fo- tografi e indicanti il percorso ed il nome del- Le Alpi di Messner le montagne, i dislivelli, le diffi coltà, i punti • Monte Bianco • Alle origini dell’Alpinismo d’appoggio. Si tratta di un volume indispensa- Le Alpi di Messner bile per coloro che praticano questo sport •Odle •L’invenzione della montagna

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- 65 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Calendario Date

10 - SCI: MONGINEVRO

24 - SCI: MONGINEVRO

28 - INTERSEZ.: VRU SAN. GIACOMO

7 - SCI: LES KARELLIS

21 - SCI: VALCENIS 25 - INTERSEZ.: DA DEFINIRE 28 - ESCURS.: PASSO DELLA CROCE

7 - SCI: VALCENIS 11 - SEDE: ASSEMBLEA E RINNOVO CONSIGLIO DIRETTIVO 2010/13 14 - ESCURS.: UJA DI CALCANTE - MTB: CORONA DI DELIZIE 21 - SCI: BONNEVAL - MTB: PARCO DELLA MANDRIA E DINTORNI 25 - INTERSEZ.: PONTE DEL DIAVOLO-CA BIANCA 28 - ESCURS.: COLLE DELLA LUNELLA

11 - ESCURS.: MONTE SOGLIO - ALP. GIOV.: COURBASSERE

18 - MTB: COLLINA TORINESE

22 - INTERSEZ.: DA DEFINIRE

25 - ESCURS.: MONTE CIVRARI ALP. GIOV.: RIFUGIO TOESCA

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9 - ESCURS: M. BOCCIARDA - ALP. GIOV.: VAL SOANA 16 - MTB: RADUNO INTERSEZ. 23 - ESCURS: RIFUGIO VACCA - ALP. GIOV.: SAN BESSO 27 - INTERSEZ.: PIANO AUDI 29 - MTB: MADONNA DEL CIAVANIS 30 - ESCURS.: PARCO REG. PORTOFINO

5/6 - ALP. GIOV.: WEEK END DA DEFINIRE 6 - ESCURS.: TRAVERSATA RIVOTTI COLLE CROCETTA 13 - ESCURS.: ROCCA BIANCA - MTB: MADONNA DEL COTOLIVIER 17 - INTERSEZ.: PIAN DELLA MUSSA RIF. GASTALDI 19/20 - RIFUGIO DAVISO: RIFORNIMENTO E APERTURA 26/27 - MTB: WEEK END ALLE 5 TERRE 27 - ESCURS.: MONTE NIBLE’

10 - MTB: TOUR DELL’ASSIETTA

11 - ESCURS.: GRANDE AIGUILLE

15 - INTERSEZ.: COGNE ALPE MONEY

25 - ESCURS.: BRAITHORN OCCIDENTALE - MTB: GIRO M. TIBERT V. MAIRA

5 - INTERSEZ.: CERESOLE RIF. JERVIS

22 - ESCURS.: PUNTA RAMIERE

26/29 - INTERSEZ.: TOUR DELLA BESSANESE

28/30 - ESCURS.: MONTE ROSA

- 67 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 4 - MTB: COLLI E LAGHI DI PALASINA 11/12 - ESCURS.: LEVANNA ORIENTALE 12 - DAVISO: FESTA RIFUGIO 16 - INTERSEZ.: PILLAZ FONTAINEMORE 18 - MTB: FORTE PRAMAND 19 - DAVISO: CHIUSURA 26 - INTERSEZ.: GITA DA DEFINIRE - ESCURS.: NIVOLET/BASEI

2/3 - MTB: RADUNO NAZ. ASCOLI PICENO 10 - ESCURS.: TOUR DEI 4 COLLI - MTB: CORONA DI DELIZIE 17 - PRANZO SOCIALE 21 - INTERSEZ.: ANELLO DEL BASILISCO 24 - GITA A SORPRESA - INTERSEZ.: LPV A CHIVASSO

7 - SEDE: CASTAGNATA

18 - INTERSEZ.: DA DEFINIRE

11 - SERATA DEGLI AUGURI

16 - INTERSEZ.: DA DEFINIRE

31 - SEDE: CAPODANNO

- 68 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Il Coro Paolo Daviso

Coro Daviso a “Tuttincoro” 2008 Il Coro Paolo Daviso sospende temporaneamente le prove del lunedì per motivi famigliari della maestra. Ringraziandola per i tanti anni di valente e paziente direzione, si invitano i sostenitori e gli appassionati ad unirsi ai coristi per continuare questa gratifi cante attività.

- 69 - l 'AAnnuarionnuario 22010010

- 70 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Tesseramento La Sede sezionale è aperta tutti i giovedì, dalle ore 21,00 alle ore 23.00 e il mercoledì dalle 14 alle 15

LE QUOTE SOCIALI SONO COSÌ FISSATE:

ORDINARI Euro 37,00

FAMILIARI Euro 19.00 GIOVANI Euro 13,00

Quota di ammissione Euro 4,00

• Ad ogni Socio verranno consegnati n° 2 buoni pernottamento da consumare al Rif. Daviso o ai Rifugi convenzionati. (i buoni pernottamento sono utilizzabili solo abbinati al trattamento di mezza pensione) • Ai nuovi iscritti sarà inoltre consegnato il distintivo CAI e una copia del Regolamento Generale. A cura della Sede Centrale, verranno recapitati a domicilio la Rivista bimestrale e il mensile “ Lo Scarpone “ ai soci ordinari. Dalla Sezione sarà inviata laaape periodicaeriodirio Letterattera ai SociSo e consegnato l’Annuario 2010.2010010.00. • Pererr l’iscrizione va comcompilatacompilatalaattaa l’apposital’aappppoossitaado domandadomanddomam ndaad disponibilesponibileib in segreteria,segsse con allegatallegatata fotografifotogrgrafifi a formaformatoforf matoatatoo tessera.ttetesessseerera.raa I minori di 18 annini dovrannoraanno farf faarr fi rmarermarrmrm re laa domandomandadod nda da un genitore.

SI RACCOMANDA DI RINNOVAREVAREVARE LL’ISCL’ISCRIZIONEISCRC ENTRO E NON OLTRE IL 31 MARZO PER EVITAREVITARE LAA SSOSPENSIONE DELLA COPERTURAURARA ASSICURATIVAASSICURATIVAI A E L’INVIOV DELLDELLE PUBBPUBBLICAPUBBLICPUBBLICAZIONI.LI

La SegreSegret SegreteriaSegreteririiaa

ATTENZIONEENZION !! Tuttiti i Socicii aall mommommomentoomentoto dell’iscdell’iscriziondell’iscrizioneononenee o ddedeleell rrinnorinnovo,inn sono tenuti aaso sottoscsottoscrivere,scricrivrivere, per conoscconoscenzaoscescencenzanzzaa e aacaccettaziaccettazione,c il consensonson del trattratrattamentorattaattamento deiei datidad pepersopersonali e/o sensibili, ai sensi dell’articoloell’articololl’articolo’articoloarticolo 13 ddel D.Lgs 196/2003

- 71 - l 'AAnnuarionnuario 22010010 Il socio CAI è assicurato:

• SOCCORSO ALPINO Per: • INFORTUNIO solo in attività sezionale il rimborso di tutte le spese incontrate nell’ope- Con i seguenti massimali: ra di ricerca, salvataggio e/o recupero, sia ten- tata che compiuta - morte Euro 55.000,00 (massimale per Socio 25mila Euro) - invalidità permanente Euro 80.000,00

• RESPONSABILITA’ CIVILE - spese mediche Euro 1.600,00 solo in attività sezionale con la quota integrativa di Euro 1,62 all’atto Per: dell’iscrizione o di Euro 1,30 all’atto del rinno- indennità al risarcimento quale civilmente re- vo, compilando e fi rmando l’apposito modulo sponsabili ai sensi di legge per danni involon- da ritirare in segreteria i massimali saranno: tari cagionati a terzi (soci e non soci) per morte, - morte Euro 110.000,00 lesioni personali e per danneggiamenti a cose - invalidità permanente Euro 160.000,00 e/o animali, in conseguenza di un fatto acciden- tale verifi catosi in relazione ai rischi insiti in - spese mediche Euro 1.600,00 tutte le attività sezionali svolte dall’assicurato. (franchigia invalidità permanente 3%)

ATTENZIONE L’ASSICURAZIONE INFORTUNI E’ VALIDA SOLO DURANTE LE ATTIVITA’ SEZIONALI LA POLIZZA CAI NON E’ VALIDA PER ATTIVITA’ INDIVIDUALE

GIOVEDI’DDateate 11dda aMARZO RRicordarei c2010ordare ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI RINNOVO DEL CONSIGLIO DIRETTIVO 2010/2013

DOMENICA 12 SETTEMBRE 2010 FESTA AL RIFUGIO DAVISO

DOMENICA 17 OTTOBRE 2010 FESTA SOCIALE

DOMENICA 7 NOVEMBRE 2010 CASTAGNATA

SABATO 11 DICEMBRE 2010 SERATA DEGLI AUGURI

VENERDI’ 31 DICEMBRE 2010 CAPODANNO IN SEDE

- 72 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria Assemblea Generale dei Soci e votazioni per rinnovo Consiglio Direttivo 2010/2013

GIOVEDI’ 11 MARZO 2010 Presso la Sede Sociale di Via Picco 24, è convocata l’annuale Assemblea dei Soci, in prima convocazione alle ore 24 del 9 marzo, valida con la presenza del 50%+1 dei soci aventi diritto al voto, in seconda convocazione alle ore 21 di giovedì 11 marzo 2010, con qualsiasi numero di soci presenti. Si invitano tutti i soci a partecipare. Consiglio Direttivo per il triennio 2007/2010 (in scadenza marzo 2010)

Presidente Franca Guerra Vice Presidente Renato Rivelli Segretario Aldo Perino Tesoriere Roberto Savio Consiglieri Elvezio Bravo - Mario De Luca Mauro Fantino - Milevia Pinarello - Vittorino Santolin - Carlo Soldera - Pierangelo Monasterolo Revisori dei conti Felice Bertolone - Carlo Brizio Rosalba De Filippi Delegato Convegni Carlo Brizio Collaboratori Direttivo Vito De Brando - Salvatore La Mendola Collaboratori Segreteria Vito Giuliani - Luciana Picatto - Maria Vittoria Richetto - Angelo Salvagnini Commissione Escursionismo Benedicenti Gianni - De Luca Mario - Di Mario Antonello - Fiore Stefania - Garigliet Giuseppe Impellizzeri Sebastiano - La Mendola Salvatore - Magro Bruno - Miceli Rocco - Odenato Carla - Pinarello Gianfranco - Riccardo Battista Manlio Astolfi Escursionismo Intersezionale Carlo Brizio

- 73 - l 'AAnnuarionnuario 22010010

Alpinismo Giovanile A.A.G. Battista Riccardo A.A.G. Angelo Salvagnini A.A.G. Carlo Soldera A.A.G. Paolo Filippi Biblioteca Aldo Perino - Renato Rivelli Richetto Maria Vittoria Cicloescursionismo AC Guido Apostolo - AC Roberto Savio AC Massimo Peverada - AC Claudio Fornero AC Paolo Varetto Coro Felice Bertolone - Elvezio Bravo - Renato Rivelli Manifestazioni Elvezio Bravo - Franca Guerra - Rita Mattioli Pubblicazioni Renato Rivelli - Maria Vittoria Richetto Pierangelo Monasterolo - Carlo Soldera - Felice Bertolone - Mario De Luca - Pinarello Milevia Rifugio Elvezio Bravo -Vito Debrando - Mario De Luca Mauro Fantino - Pinarello Milevia - Salvatore La Mendola - Luciana Picatto Pierangelo Monasterolo - Vittorino Santolin Sci di Pista Carlo Brizio - Salvatore La Mendola Renato Rivelli Sede Elvezio Bravo - Gabriele Rapelli

Situazione Soci a Fine 2009

Ordinari: n° 327 Familiari: n° 134 Giovani: n° 121 Totale Soci: n° 583 di cui n° 1 Aggregato

Variazione Soci rispetto all’anno 2008: incremento n° 53 Soci

- 74 - C.A.I. Venaria Rifugio Paolo Daviso 2280m

Ubicazione Alpi Graie Meridionali - Val Grande di Lanzo Località Vallone della Gura Comune di Groscavallo (Torino) Telefono 0123-506749 Apparecchio di emergenza nel locale invernale Proprietà CAI - Sez. di Torino - Via Barbaroux 1 tel. 011 546031 Gestione CAI - Sez. di Venaria Reale via Aldo Picco 24 Per informazioni: in sede tel. 011 4522898 Categoria D. Tariffario fi ssato dalla Commissione Centrale Rifugi del CAI Posti letto n°18 + 6 Servizio Alberghetto nei periodi d’apertura Illuminazione Elettrica Riscaldamento GPL Apertura Nel fi ne settimana da metà giugno a metà settembre, continuativa dall’ultima settimana di luglio a fi ne agosto Locale invernale Con sei posti letto, sempre aperto nei periodi di chiusura del rifugio

Rifugio Daviso Date Importanti

19- 20 GIUGNO RIFORNIMENTO E APERTURA

12 SETTEMBRE FESTA DEL RIFUGIO

19 SETTEMBRE CHIUSURA

- 75 - ' 2010

l 'AAnnuarionnuario 22010010

CLUB ALPINO ITALIANO Sezione di Venaria Reale Via A. Picco, 24 - Tel. 011 4522898 e-mail: [email protected] www.caivenaria.it

- 76 - CC.A.I..A.I. VVenariaenaria

10°10° AANNIVERSARIONNIVERSARIO IIntersezionalentersezionale CCanaveseanavese VVallialli ddii LLanzoanzo - AAlala ddii SSturatura - CCaselleaselle CChivassohivasso - CCirièiriè - CCourgnèourgnè - FFornoorno - IIvreavrea - LLanzoanzo

LLeinieini - RRivaroloivarolo - VVenariaenaria - VVolpianoolpiano La nascita dell’Intersezionale, alla fi ne del 2000, è un momento importante nella storia del CAI nel Canavese e nelle Valli di Lanzo, in quanto per la prima volta si costituisce formalmente un coordinamento sovrasezionale con lo scopo di sviluppa- re iniziative comuni per rafforzare la presenza del Club Alpino Italiano nella nostra zona, salvaguardando in ogni caso la piena autonomia delle singole Sezioni. La costituzione di questa associazione anticipa la linea di sviluppo attuale dell’or- ganizzazione del CAI, nella direzione di un maggior decentramento sul territorio, con un trasferimento di competenze dal centro alla periferia. In questo quadro la presenza di forme di coordinamento territoriale può rappresentare anche un utile aiuto per le singole Sezioni nell’affrontare i problemi legati a questa profonda tra- sformazione. Da non trascurare, comunque, il ruolo particolarmente signifi cativo che l’Intersezionale può sicuramente avere nei rapporti con le amministrazioni re- gionali e provinciali, fornendo anche un forte impulso in direzione di una migliore “visibilità” esterna del CAI, oggi quanto mai necessaria. Soprattutto, però, l’obiettivo dell’Intersezionale resta quello di rendere possibile lo scambio di esperienze e la condivisione di iniziative tra le Sezioni, in sintonia con lo spirito di cooperazione e di amicizia che dovrebbe caratterizzare tutta la vita sociale del nostro Sodalizio. Nella ricorrenza del Decennale, le Sezioni dell’Intersezionale invitano tutti i propri Soci a partecipare alle iniziative proposte: 26 / 29 Agosto 2010 TOUR DELLA BESSANESE Rifugio Cibrario – Averole – Gastaldi Coordinamento Sezione di Leinì

Presentazione del trekking: Venaria giovedì 20 maggio 2010 Leinì mercoledì 16 giugno 2010 26 Settembre 2010 GITA INTERSEZIONALE Itinerario da stabilire Organizzazione Sezione di Chivasso

E ancora l’Intersezionale ospiterà il 24 ottobre 2010 il CONVEGNO LPV per delegati area Liguria - Piemonte - Valle d’Aosta nell’Aula Magna dell’Istituto ITS di CHIVASSO

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