Delegazione di Milano

Tappa n. 1 Le origini di (da Braida: terreno coltivato a prato), risalgono al 1200, quando vi fu fondato il convento degli Umiliati; accanto al quale sorgeva allora la Chiesa di Santa Maria in Brera. Sciolto l’Ordine degli Umiliati nel 1571 da papa Pio V, il convento passò ai Gesuiti, che vi insediarono una scuola a seguito di lavori di ampliamento affidati, nel 1615, a Francesco Maria Richini. Nel 1764 il gesuita Ruggero Giuseppe Boscovich, celebre matematico, astronomo e geodeta, progettò e diresse i lavori di costruzione della Specola astronomica. Nel 1773 il complesso braidense, allo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti, passò sotto l’amministrazione austriaca. Maria Teresa d’Austria volle che tutti gli istituti scientifici, artistici e umanistici più importanti della città avessero qui la loro sede. Il cortile d’onore, il cui completamento si deve al Piermarini, ospita raffigurazioni di architetti, poeti e scienziati, tra cui Gabrio Piola, Maria Gaetana Agnesi, Bonaventura Cavalieri, Giovanni Virginio Schiaparelli. L'Università degli Studi di Milano ha intrapreso in Palazzo Brera, fin dagli anni '80, un'importante attività di tutela, recupero e valorizzazione del patrimonio storico scientifico e naturalistico di Palazzo Brera, attività che continua attraverso il Museo Astronomico- dell'Università degli Studi di Milano. La medesima struttura ha progettato, nel 2012, il percorso scientifico proposto in questa FAI Marathon. Tappa n. 2 Dal Cortile della Magnolia si possono vedere le due cupole osservative presenti a Brera: la cupola nord-est fu costruita per ospitare il telescopio Merz del 1865, utilizzato dall’allora direttore Schiaparelli per le importanti osservazioni del pianeta Marte, del quale descrisse dettagliatamente la superficie. La cupola “a fiore” del 1955 sorge invece a sud ovest, dove Boscovich dal 1764 progettò e realizzò la specola braidense. Dal primo ventennio del Novecento la Specola fu dotata di un impianto per la segnalazione automatica alla Città di Milano dell'istante del mezzogiorno; nel 1955 venne creato il Centro di Cronometria dell'Osservatorio, che trasmetteva l'ora esatta a tutto il territorio nazionale.

Tappa n.3 La creazione di un vero e proprio Orto Botanico avviene nel 1774, favorendo un fine didattico e formativo rispetto a quello ostensivo di specie rare o esotiche, un “Hortus Œconomicus” analogo a quello del Collegium Theresianum di Vienna. Il progetto dell’Orto, affidato a Padre Fulgenzio Witman, comportò l’eliminazione degli alberi esistenti, l’innalzamento del livello con nuova terra e la costruzione di una serra. Il giardino era diviso in tre grandi aree: una destinata ad aiuole per ogni tipo di piante secondo la classificazione di Linneo, la seconda destinata ad arboreto e la terza destinata alle serre; due vasche ellittiche fornivano acqua al complesso. Nel 1935 l’Orto fu aggregato all'Università degli Studi di Milano, che ne ha curato il restauro, terminato nel 2001, e che ne cura la gestione, la conservazione e la valorizzazione: per queste finalità nel 2005 è stato costituito il Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera dell'Università degli Studi di Milano. Nell'Orto si svolgono quotidianamente attività didattiche e divulgative per le scuole e per il pubblico.

Tappa n.4 Al civico 15 di via Monte di Pietà si trova Casa Porro Lambertenghi ; realizzata ad inizio Ottocento su progetto del Canonica, il palazzo è famoso per essere stato il primo in città ad essere illuminato a gas - grazie ad un'apparecchiatura importata dall'Inghilterra dallo stesso Luigi Porro Lambertenghi, a riguardo della quale l'anno precedente l'amico Silvio Pellico aveva tradotto in italiano il trattato pratico sopra il gas illuminante di Friedrich Accum. Lo stesso Porro Lambertenghi scrisse un trattato sull'applicazione del vapore nella nascente industria. Nel 1818 qui venne redatta la prima copia del Conciliatore, a firma tra gli altri dello stesso Silvio Pellico e Federico Confalonieri, che abitava al civico 14. Fondatori di scuole per l’istruzione dei più poveri e animatori del pensiero liberale antiaustriaco, i tre saranno protagonisti dei moti del 1821 e per questo motivo condannati a morte dalle autorità Austriache.

Tappa n.5 Nato nel 1863 come Albergo Milano, il Grand Hotel et De ha fin da allora legato la sua storia ai grandi personaggi della storia Milanese, grazie alla vicinanza al Teatro alla Scala prima ed al “Quadrilatero” poi. Molta della fama del luogo è legata al compositore Giuseppe Verdi, di cui ricorre il bicentenario della nascita, che nella Suite 105 ha soggiornato per lunghi periodi invernali fin dal 1872; dopo la morte dell'amata moglie Giuseppina Strepponi, infine, il Maestro si trasferì stabilmente proprio al Grand Hotel, dove morì il 27 gennaio 1901. Verdi viene ricordato in città anche per la costruzione dell’omonima Casa di Riposo per Musicisti, che dal 1902 accoglie per suo legato testamentario musicisti sfortunati negli ultimi anni della vita. Nei sotterranei dell’edificio sono inoltre conservati resti delle mura massimianee, a ricordo dell’antichità del tracciato dell’odierna via Manzoni.

Tappa n.6 Al civico 21 di Via Bigli una targa ricorda la residenza milanese di Albert Einstein , dove il grande fisico abitò con la famiglia, per circa un anno, dal 1894. La famiglia Einstein giunse a Milano da Monaco di Baviera, convinta dall’ingegnere italiano Lorenzo Garrone a intraprendere una nuova attività in campo elettrotecnica; a Milano Hermann Einstein aprì un’officina in via Lecchi 160, sul Naviglio pavese, e qui morì nel 1902, sepolto al cimitero Monumentale, nel Civico Mausoleo Palanti. Il periodo trascorso in Italia fu per Albert Einstein molto felice, tanto che disse: "A Milano la gente è la più civile che io abbia mai incontrato". Nel marzo del 1895 si trasferì a , dove scrisse a soli 16 anni il suo primo articolo scientifico sulla trasmissione di effetti magnetici nell’etere. Nel 1921 Albert Einstein ricevette il Nobel per la Fisica. Nello stesso Palazzo visse la patriottica contessa Maffei (1814-1866), il cui salotto frequentato da artisti e intellettuali ebbe un ruolo fondamentale nel Risorgimento.

Tappa n.7 L’11 gennaio del 1881, in occasione dell’Esposizione industriale italiana, è stata rappresentata al Teatro alla Scala la prima del “Gran Ballo Excelsior”, opera del coreografo Luigi Manzotti con musica di Romualdo Marenco. Lo spettacolo celebrava le meraviglie delle macchine, la velocità e l’efficienza, il trionfo della scienza; i quadri del balletto, sullo sfondo della continua lotta fra Luce e Civiltà contro l’Oscurantismo, esaltavano le grandi invenzioni tra cui: il battello a vapore, il piroscafo, la pila di Volta, il telegrafo, la lampadina di Edison, il canale di Suez, il traforo del Moncenisio (Frejus). Il balletto venne replicato ben 103 volte in pochi mesi e divenne l’inno della Belle époque; nel 1882 il Teatro vide le prime sperimentazioni di illuminazione elettrica, con 92 lampade ad incandescenza ad illuminare il suo ridotto. Solo un anno più tardi vantava un impianto di ben 2.280 lampade, alimentate dalla vicina centrale in via Santa Radegonda.

Tappa n. 8 custodisce ricche memorie legate a scienza e tecnologia: alcune fonti riferiscono che Enrico Forlanini, collaudò qui il 26 luglio del 1877un modello di elicottero, che si alzò per 13 metri e volò per una ventina di secondi. Il 30 dicembre 1877 è stato inoltre realizzato in via sperimentale il primo collegamento telefonico d’Italia, tra il corpo di guardia dei Pompieri di e la caserma comunale di San Gerolamo, distante tre chilometri. Il giorno successivo il Sindaco di Milano inviò telefonicamente i propri auguri per l’anno nuovo al Sindaco di Gallarate e Varese, con un telefono costruito dai fratelli Gerosa su licenza Bell. Al centro della Piazza si trova la statua realizzata da Pietro Magni nel 1872 per celebrare il grande pittore, scultore, architetto e genio idraulico Da Vinci. L'opera fu presto bersaglio di critiche per la sua accademicità, tanto da meritarsi l'appellativo di “liter in quatter" da parte dello scrittore Giuseppe Rovani. Tappa n.9 Il rattin è un originale meccanismo a molla in dotazione alla Galleria Vittorio Emanuele II che, fin dalla sua inaugurazione il 5 settembre 1867, permise l’illuminazione della cupola; correndo al tramonto su un binario installato alla base della struttura, esso accendeva le lampade a gas grazie ad una fiammella accesa da un addetto. Per molti anni al tramonto l’Ottagono della Galleria si affollò di curiosi che attendevano entusiasti lo spettacolo; la corsa del congegno doveva essere rapida e sicura, un eccessivo accumulo di gas sotto la cupola avrebbe potuto facilmente causare un’esplosione. Due esemplari del rattin sono conservati al Museo del Risorgimento ed al Museo dell’A2A. Tappa n.10 Oggi solo una targa ricorda la presenza della prima centrale termoelettrica d’Italia e dell’Europa continentale. L’iniziativa di dotare Milano di un simile impianto si deve all’illuminato professor Giuseppe Colombo, che nel 1881, di ritorno dall’Esposizione Universale di Parigi, fonda il Comitato Promotore per l'Applicazione dell'Energia Elettrica in Italia. L’impianto, simile a quello ideato da Edison ed inaugurato a New York nel 1882, era destinato a rifornire la prima rete d’illuminazione pubblica. La centrale fu costruita nel 1882 al posto del teatro di Santa Radegonda ; una ciminiera di mattoni si elevava per ben 52 metri, a pochi passi dal Duomo. Dalla primavera del 1883 la sua energia servì dapprima piazza del Duomo, piazza della Scala e la Galleria nonché il Caffè Biffi ed i magazzini Bocconi, il Teatro Manzoni e al Teatro alla Scala. Tappa n.11 La guglia maggiore del Duomo , progettata nel 1775 dall’architetto Francesco Croce con una struttura cava, era per il tempo assolutamente avveniristica. I responsabili della Veneranda Fabbrica affidarono quindi la verifica dei complessi calcoli statici ai matematici Boscovich e Reggio. Sempre nel 1775 sui tetti del Duomo si assiste al progetto, proposto dal direttore dell’Osservatorio di Parigi César François Cassini, di misurare un arco del parallelo di 45° che attraversa la Lombardia; fu quindi affid ata agli astronomi di Brera la determinazione delle latitudini di Pavia e Cremona e delle loro longitudini rispetto a Milano, grazie ad osservazioni simultanee dell’eclissi lunare del 30 luglio e di segnali di fuoco sul Duomo. A Milano le osservazioni di longitudine furono condotte da Louis La Grange ed Anton Kronthal. Tappa n.12 A un osservatore attento non può sfuggire come, in corrispondenza della prima campata sul lato destro del Duomo, il complesso decoro del perimetro del tetto presenti una brusca interruzione: si tratta della posizione del foro gnonomico della grande Meridiana che, dal 1786, permette ai Milanesi di conoscere il mezzogiorno durante tutto l’anno. La Meridiana, che attraversa la campata in prossimità dell'ingresso del Duomo, fu costruita dagli astronomi braindensi De Cesaris e Reggio, su incarico delle autorità austriache per facilitare la riforma del tempo voluta da Maria Teresa d’Austria. Anche quest’area è ricca di preziose memorie scientifiche: dove oggi sorge Palazzo Reale si trovava la dimora di Leonardo nel suo primo soggiorno, ricco di studi di anatomia, matematica, dinamica del volo; nel suo secondo soggiorno, invece, Leonardo soggiornò nell’area di San Babila, dedicandosi alle opere idrauliche. A pochi metri inoltre sorge il campanile di San Gottardo, progettato da Francesco Pecorari da Cremona all’inizio del XIV secolo, che ospitò il primo orologio pubblico della città. Tappa n.13 Marsilio Landriani, scienziato milanese che si occupò in particolare di fisica e di chimica e che fu professore di fisica sperimentale nel ginnasio di Brera, collocò nel 1870, probabilmente sul Palazzo del Collegio Notarile in piazza dei Mercanti , il primo parafulmine della città, invenzione dell’americano Benjamin Franklin. Landriani si interessò anche del volo aerostatico, di cui fu pioniere in Italia facendo alzare nel 1783 nel parco reale di Monza due palloni per la misurazione della “salubrità dell’aria”. Su si affaccia inoltre il Palazzo delle Scuole Palatine, antico centro di studi grazie al quale Agostino giunse nel 384 Milano; l’istituzione visse nuova prosperità sotto i Visconti e gli Sforza, fino a costituirsi come cattedra di Istituzioni di Diritto nel corso del Seicento.

Tappa n.14 Nella Veneranda , una delle prime biblioteche pubbliche della storia e una delle più importanti ancora oggi per dimensioni e pregio della collezione, è conservato anche il Codice Atlantico, la più ampia raccolta di disegni e scritti di Leonardo da Vinci, comprendente 1119 fogli raccolti in 12 volumi. Il Codice tratta, mediante testi e disegni, di anatomia, astronomia, botanica, chimica, geografia, matematica, meccanica, architettura. La sala 23 della Pinacoteca ospita inoltre il Museo Settala, ovvero la collezione di Manfredo Settala donata nel 1751; si tratta di una raccolta scientifica di gusto enciclopedico, con animali esotici imbalsamati, scheletri di uccelli e pesci rari, conchiglie, crostacei, coralli, cristalli, pietre dure, fossili, strumenti scientifici, orologi, astrolabi, reperti di civiltà precolombiane e altri oggetti: un esempio tipico di Wunderkammer. Tappa n.15 In vicolo Santa Marta ha sede la storica Società d'incoraggiamento alle arti e ai mestieri (SIAM) , fondata nel 1838 da Heinrich Mylius, un’istituzione molto radicata in città in quanto dedita a formare manodopera qualificata per la nascente industria; presso di essa insegnarono Giuseppe Colombo, Giovan Battista Pirelli e molti altri padri dell’industria, fortemente convinti che il progresso del Paese dovesse passare dall’istruzione dei suoi cittadini e il progresso dell’industria attraverso l’adeguata preparazione professionale dei lavoratori. Da una costola della SIAM nacque nel 1863 il Politecnico; tuttora la SIAM prosegue nella sua attività di formazione professionale e possiede una ricca collezione di strumenti scientifici antichi usati per la didattica. Nel complesso ha oggi sede anche l’Accademia Teatro Alla Scala. Tappa n.16 In seguito al matrimonio con Giovanni Benedetto Borromeo Arese nel 1707, si trasferì in Milano la patrizia genovese Clelia del Grillo . Interessata alla geometria, alle scienze naturali e alla matematica, dotata di una grande padronanza di ben otto lingue, diede vita ad un importante salotto. Spesso si svolgevano anche esperimenti, tra cui particolarmente noti quelli del naturalista e accademico Antonio Vallisneri. Alla fine del matrimonio con il Borromeo, la Del Grillo si trasferì in via Rugabella, dando continuità al cenacolo d’intellettuali e scienziati italiani e stranieri. Nella prospiciente chiesa di Santa Maria Podone è sepolto Ruggero Giuseppe Boscovich, progettò e seguì la realizzazione dell’Osservatorio astronomico di Brera a partire dal 1763. Morì a Milano nel 1787. Tappa n.17 Le trasformazioni dovute alla scelta di Milano quale sede imperiale di Massimiano nel quarto secolo si notano anche nello sviluppo dell’imponente complesso del Palazzo, di cui sono qui visibili resti di un edificio di rappresentanza; nel Complesso di San Maurizio , oggi sede del Museo Archeologico , sono invece visibili una torre difensiva ottagonale e la torre dei carceres appartenente al circo. All’età Augustea risale inoltre la nascita di Milano come città d’acqua, attraversata da canali navigabili e dotata di bacini e porti per le merci, e sempre alla dominazione Romana si deve la costruzione della Vettabbia. Lo sviluppo di una sempre più ricca rete di opere idrauliche, per navigazione irrigazione igiene e difesa, ha costituito nei secoli un tema primario nella vita della città; furono due ingegneri della Fabbrica del Duomo, Filippino degli Organi e Aristotele Fioravanti a risolvere il problema del dislivello tra corsi d’acqua mettendo a punto una conca permanente, la prima al mondo, nel 1438. Tappa n.18 Palazzo Litta può essere considerato, soprattutto per la sua estrosa facciata settecentesca, uno dei più rappresentativi esempi di barocchetto lombardo; il nucleo originario del complesso venne costruito tra 1642 e 1648 da Francesco Maria Richini per il conte Bartolomeo Arese, allora uno degli uomini più influenti di Milano. Di questo si conservano ancora il vasto cortile d’onore con colonne doriche binate ed un oratorio gentilizio al piano terreno, trasformato nel secondo Settecento nel celebre teatro ancora in funzione. La struttura architettonica del palazzo venne costantemente ampliata e decorata nel corso di tutto il XVII secolo, ma fu solo a partire dalla metà del Settecento che l’edificio, passato per linea femminile prima ai Visconti e ai Borromeo e in ultimo ai Litta, acquistò la splendida veste barocchetta che ancora oggi lo distingue e qualifica.

La progettazione del percorso e i contenuti scientifici delle schede costituiscono proprietà intellettuale del Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera dell'Università degli Studi di Milano.

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