Documenti & Ristampe sono fascicoli speciali dedicati agli scritti che in epoche diverse sono stati compilati sul Carseolano e sui Documenti territori limitrofi. & Sono scelti i contributi rari e di difficile Il foglio di riperimento. Nella selezione si tiene lumen conto di quel che è utile Miscellanea 17 per l’insegnamento Anno 2007 della storia locale nelle Ristampe scuole.

Il conte Vendettini, un nobile Tre suore in viaggio per 2 tra storia e naturalismo 5 (1935) da Alberto Cassio da Dante Zinanni

Catalogo di Il soccorso “Scout” oggetti d’arte nella Marsica (1915) 7 sacra (1934) 10 12 da Angelo da A. Petrucci Melchiorre Redazione

Carsoli nei ritagli Torri, mura, città La piastrina 16 di giornale 19 e fori 21 incendiaria (1941) da Vitruvio Redazione Redazione

Esercizi di Ordini e Il viaggio di cronologia inviti Fabio Gori 22 23 26 (Ia parte) di Massimo Basilici Redazione da Fabio Gori

Dal Giornale Le manovre Resti fossili Costituzionale militari del a Pereto 31 dell’Intendenza 32 36 1938 Redazione Redazione Redazione

All’interno di San Giovanni Battista. La parte dedicata allo AVVISO AI LETTORI spoglio di vecchi giornali riguarda per lo più Le prime pagine del fascicolo sono dedicate ad Con la prossima dichiarazione dei redditi si con le sue frazioni nei primi vent'anni Antonio Vendettini, un nobile romano trapian- può destinare il 5 per mille dell’IRPEF alle del secolo passato e le manovre militari svoltesi associazioni di volontariato. Chi vuole so- tato a Pereto, autore della prima descrizione nella piana del Cavaliere durante l'estate 1938. stenere le nostre attività può firmare sotto la delle formazioni carsiche presenti sulle nostre La parte documentale si rivolge a fatti accaduti montagne. Segue un brano che ricorda la venu- dicitura “Sostegno del volontariato, delle or- ganizzazioni non lucrative ecc.” e indicare il nella Seconda Guerra mondiale, mentre per la ta delle suore di Sant’Anna a Rocca di Botte; un codice fiscale della Associazione Culturale scuola si propone un piccolo manuale realizzato catalogo d'arte redatto nel 1934, che segnala la LUMEN mettendo insieme brani tratti da Vitruvio ed presenza di opere oggi per lo più non reperibili; 90021020665 alcuni esercizi di cronologia. Per i nostri lettori una memoria del soccorso portato dagli "scout" più attenti alle antiche edizioni proponiamo la nel terremoto marsicano (1915) e una scheda Ha contribuito per questa pubblicazione ristampa di alcune pagine tratte dagli scritti di storica su Pereto che evidenzia la promozione Fabio Gori di metà Ottocento. sociale ed economica svolta dalla confraternita Ristampa Il conte Vendettini, Le pagine che seguono provengono da Alberto Cassio, Corso dell’acque un nobile tra storia antiche [...], vol. I, Roma 1756, pp. 74-79. Le congetture archeologiche e naturalismo che contengono sono ormai superate ma non altrettanto si può dire del valore naturalistico che da Alberto Cassio rappresentano essendo la prima descrizione di doline e pozzi carsici presenti sulle nostre montagne.

gli inizi del secolo XVIII si discuteva darle in maggior vicinanza alla sorgente lo sfogo. tra gli antiquari l’origine dell’Acqua II. Quasi per linea retta si trova il secondo nella Marcia, che secondo gli antichi (Pli- Doana, o sia Pascolo di , distante dal I. A nio, ad esempio) aveva origine nel pae- per lo spazio di II. miglia; e conserva anche oggidì la se dei Peligni. Alberto Cassio accettò l’autorità degli bocca di figura rotonda. antichi e cercò sui monti Simbruini gli sfiatatoi di III. Si scorge il III. dopo il tratto di II. miglia incirca questo acquedotto. Nell’indagine lo soccorse il conte sul Mon- [p. 75] te del Pascipascolo di Pereto, ove Vendettini (Antonio?) abitante in Pereto, che prese dicesi il Merolo; Pozzo assai profondo, al presente però ad esplorare il territorio sotto cui si pensava passasse nelli lati interiori vi si veggono cresciuti alcuni Alberi l’acquedotto. Ne viene fuori una relazione (la più di Cerro. Son da XX. anni, che dalla Gente di Pereto antica che conosciamo) che descrive molti fenomeni vi fù voltato un Fosso di fortuna per liberarsi dal carsici presenti sui nostri monti, nella piana del danno, che a i loro Campi apportava il Torrente, le di Cavaliere, ad Arsoli (RM) e Cineto Romano (RM), cui acque logrando le sponde hanno formato come un allora Scarpa. stradello, per cui vi si cala senza pericolo; non però in «§. 17. A poter dilucidare tante dubbiezze, mi tempo d’ inverno a cagione dell’acque, ne d’estate per i venne il lume dal bel genio del Signor Conte molti Serpi di varie specie che vi annidano a prender [1] Cfr., Lucio Fauno, Delle Venettini, e da non molto tempo detto ancora fresco. Vi son calato nell’Ottobre. Il fondo è un masso antichità della città di Roma Vendetti, Nobile Patrizio Romano di antica trafforare il sassoso Monte vicino al Fucino per intro- Signis quippe virentium Herbarum ac proceritate 1) Bonin. Tevere Incaten. [...], Venezia 1548, pp. 111r- di pietra viva. Vi si veggono da VI. forami, quadri Romana Famiglia erudito nella Sacra, e pro- durne l’acque nel Garigliano: Claudii inter maxime Arborum, vicinitatem colligit decenter undatam. Iudic. v. Avellana. 111v: [...] Dicono, che sopra ciascuno IV. palmi in larghezza ed altezza. Nel loro 2) Var. l. 3. Ep. ult. sive 53. i monti di Tagliacozzo, che fana Storia. In occasione di voler passare ad interno vi si scoprono Grotte sotterranee, che molto memoranda dixerim, montem persossum, cum aut Addunt etiam in Columnae speciem conspici quem- sono altissimi si veggono alcuni profondissimi pozzi, una Villeggiatura ne’ , conferitogli il mio vanno sotto terra. corrivatis Aquarum, qua terrenus Mons erat egeretur, dam tenuissimum Fumum, qui quanta sucrit alti- e vogliono alcuni, che non disegno la sua inclinazione, il diletto, e l’Erudi- IV. Non mentisce L. Fauno scrivendo esservi molti aut filex caederetur, omniaque intus [p. 76] in tudine porrectus ad summum, tanto in imum Latices siano altro, che tanti buchi Sopra: disegno zione, che ha per le Antichità, più ragguarde- spiragli o Pozzi in quel di Tagliacozzo, col cui Terri- tenebris fierent: così nello scavare cotesti Pozzi, latere cognoscunt, ut hic sit mirabile quod haec, qui fatti a forza di mano per raffigurante il corso spiragli de l’acqua Martia, voli gl’han dato impulso a somministrarmi più torio confina Pereto; dove 5. o 6. anni fa vi si aprì chiunque ne fosse il primo Autore, non sarà aliaque signa, diversa mensura definita praedicitur, che dal lago di Fucino per degli acquedotti di quello io avea posto in idea. Si ha dato per più un’altro Pozzo, che può contarsi per il IV. Questo è lungi dal ragionevole, che facesse da sotterra quanta profunditate quaesita monstretur; &c. questi monti cavati veniva in romani allegato Roma, perché senza questi giorni l’incommodità di girar per que’ Monti . situato in distanza dall’altro un miglio, e 1/2. Vi s’era incavargli: Oppure si valessero dell’uso di Bac- Cosicchè vien soddisfatto al dubbio, in qual all’opera del Cassio. spiragli non sarebbe mai Proveduto di competente quantità di funicella già formato un laghetto, causato da ristagno d’acque chette divinatorie biforcate di nocciuole tagliate maniera potevan farsi i Pozzi a seconda dell’oc- l’acqua passata avanti, che Leggenda gli havrebbe l’aere ivi de(n)- sottile, o com’ Egli scrive, fino al numero di VI. che piovevano, e che vi calavano in ogni tempo da i nella Luna d’Agosto colle punte, una voltata culto corso dell’Acqua Marcia. (limitatamente al tro rinchiuso, impedito il cor- Gomitoli di Spago da Calzolaj, appesovi al Colli. Apertosi il Pozzo, il lago si seccò. Non è al pre- verso al Cielo, l’altra verso alla terra; come an- Segue il signor Vendettini a palesarcene altri so. [...]. territorio di nostro primo capo un grave Pendolo, sendogli già sente che Palmi XII. XV. profondo. che di presente alcuni praticano, a rinvenire le ripigliando. interesse): noto, il sito di molti Pozzi, che scortavano Di consimile altezza ne sono due altri ne’ Monti occulte vene dell’acque (1) se non anco si servis- §19. V. Il V. parimente in territorio di Pereto, ove A=Acqua Marcia l’occulta Via dell’ Acqua Marcia, volle tentare di diTagliacozzo, de quali forse intese lo stesso Fauno [1]. sero dell’arte degli Aquilegi. Era questa profes- dicesi Piano del Pozzo, si vede con Orificio quadro di 1. Monti Peligni rinvenire il fondo di quelli almeno, che si Io però posso dire per osservazione attentamente fatta, sione antichissima in Roma. Regnando però Palmi XII. in ogni lato, profondato in un scoglio di 2. Monti dei Marsi suppongono di già per l’immensa profondità che tra loro non corrispondono per retta linea, e pare Teodorico convien dire, che non fosse più tanto sasso bianco. Il rimbombo delle Pietre gettatevi lo 3. Lago Fucino ammirati dal Biondo. Ed eccone il riordinato di non possino avere communicazione tra di loro. Può in uso, mentre avendo saputo esser capitato in dinota altissimo; non l’ho però misurato. 4. Pereto, dove passando lui Ragguaglio, con cui si verificano le Tradi- nondimeno asserirsi, che fossero scavati o per prova o i Roma dall’ Africa uno, che esercitava tal’ Arte, VI. Il VI. Pozzo dopo lo spazio di circa III. miglia dal la Marcia sotterranea, zioni di Strabone, e di Plinio, che la Marcia Fabbri li cavassero secondo conoscevano voltasse l’ac- scrisse da Ravenna al suo Ministro Aproniano, suddetto di Pereto nella stessa retta linea apparisce furno fatti due spiragli. scendea dai Monti Peligni nelle vicinanze del qua il suo corso nascosto. che se fosse ciò vero, lo trovasse e gli assegnasse dietro al Palazzo Baronale d’Arsoli ad Oriente e vien 5. Arsoli Fucino e si disingannano i pochi loro Con- E qui giacché il Signor Relatore ci porge il mo- una convenevole provisione, per fermarlo, e segnato dal Padre Abbate Revillas nella sua Carta 6. S. Maria ove oggi tradittori moderni, così scrivendo. tivo al dubbio insorto, come potevano gl’Ope- nuovamente introdurre nel tempo del suo Ductus Aquarum, [p. 77] Benchè per lo passato sia sbocca. Sopra: frontespizio §. 18. I. Il Pozzo si vede aperto nella Regione de’ raj rinvenire l’occulta via delle acque, che cor- Regno quest’Arte. Cassiodoro, che col suo sape- anch’io concorso nel sentimento d’altri Scrittori in 7. Scarpa dell’opera. Marsi su i Monti di Castel Capadocia, distante circa rean serpeggiando per quei tenebrosi meati ad re fè spiccare per dotto, ed erudito quel Re averli stimati naturali, ora mi fan credere vie più VI. miglia dal Lago verso Ponente. Per tal distanza é effetto di darle il moto coll’ajuto di si profondi ignorante, e affatto inlitterato nell’ Epistola (avendogli meglio considerati) che per dar moto 8. Cantalupo da credere, che l’acqua Piconia dai Pelign scorresse spiraglj, si pensa opportuno additarne la ma- scritta a Nome di Teodorico, (2) suggerì ad all’Acqua Marcia siano stati artefatti; ma la voracità 11. Tagliacozzo, Segnalazione bibliografica: scoperta alli Marsi ed al Fucino, e però chi dopo al Re niera lor facile: Perocché, siccome di sopra u- Aproniano diversi modi per trovare i siti, dove del tempo ha saputo fare il cambiamento delle loro primo spiraglio della M. Basilici l’acque sotterranee scorrevano, scrivendo: giuste proporzioni; onde per i tempi passati si possono Marcia. Ricerca iconografica: M. Sciò Anco aprì spiragli, conobbe non esservi bisogno di dimmo da Plinio aver praticato Claudio per 2 Lumen Lumen 3 Ristampa Il conte Vendettini, Le pagine che seguono provengono da Alberto Cassio, Corso dell’acque un nobile tra storia antiche [...], vol. I, Roma 1756, pp. 74-79. Le congetture archeologiche e naturalismo che contengono sono ormai superate ma non altrettanto si può dire del valore naturalistico che da Alberto Cassio rappresentano essendo la prima descrizione di doline e pozzi carsici presenti sulle nostre montagne. gli inizi del secolo XVIII si discuteva darle in maggior vicinanza alla sorgente lo sfogo. tra gli antiquari l’origine dell’Acqua II. Quasi per linea retta si trova il secondo nella Marcia, che secondo gli antichi (Pli- Doana, o sia Pascolo di Tagliacozzo, distante dal I. A nio, ad esempio) aveva origine nel pae- per lo spazio di II. miglia; e conserva anche oggidì la se dei Peligni. Alberto Cassio accettò l’autorità degli bocca di figura rotonda. antichi e cercò sui monti Simbruini gli sfiatatoi di III. Si scorge il III. dopo il tratto di II. miglia incirca questo acquedotto. Nell’indagine lo soccorse il conte sul Mon- [p. 75] te del Pascipascolo di Pereto, ove Vendettini (Antonio?) abitante in Pereto, che prese dicesi il Merolo; Pozzo assai profondo, al presente però ad esplorare il territorio sotto cui si pensava passasse nelli lati interiori vi si veggono cresciuti alcuni Alberi l’acquedotto. Ne viene fuori una relazione (la più di Cerro. Son da XX. anni, che dalla Gente di Pereto antica che conosciamo) che descrive molti fenomeni vi fù voltato un Fosso di fortuna per liberarsi dal carsici presenti sui nostri monti, nella piana del danno, che a i loro Campi apportava il Torrente, le di Cavaliere, ad Arsoli (RM) e Cineto Romano (RM), cui acque logrando le sponde hanno formato come un allora Scarpa. stradello, per cui vi si cala senza pericolo; non però in «§. 17. A poter dilucidare tante dubbiezze, mi tempo d’ inverno a cagione dell’acque, ne d’estate per i venne il lume dal bel genio del Signor Conte molti Serpi di varie specie che vi annidano a prender [1] Cfr., Lucio Fauno, Delle Venettini, e da non molto tempo detto ancora fresco. Vi son calato nell’Ottobre. Il fondo è un masso antichità della città di Roma Vendetti, Nobile Patrizio Romano di antica trafforare il sassoso Monte vicino al Fucino per intro- Signis quippe virentium Herbarum ac proceritate 1) Bonin. Tevere Incaten. [...], Venezia 1548, pp. 111r- di pietra viva. Vi si veggono da VI. forami, quadri Romana Famiglia erudito nella Sacra, e pro- durne l’acque nel Garigliano: Claudii inter maxime Arborum, vicinitatem colligit decenter undatam. Iudic. v. Avellana. 111v: [...] Dicono, che sopra ciascuno IV. palmi in larghezza ed altezza. Nel loro 2) Var. l. 3. Ep. ult. sive 53. i monti di Tagliacozzo, che fana Storia. In occasione di voler passare ad interno vi si scoprono Grotte sotterranee, che molto memoranda dixerim, montem persossum, cum aut Addunt etiam in Columnae speciem conspici quem- sono altissimi si veggono alcuni profondissimi pozzi, una Villeggiatura ne’ Marsi, conferitogli il mio vanno sotto terra. corrivatis Aquarum, qua terrenus Mons erat egeretur, dam tenuissimum Fumum, qui quanta sucrit alti- e vogliono alcuni, che non disegno la sua inclinazione, il diletto, e l’Erudi- IV. Non mentisce L. Fauno scrivendo esservi molti aut filex caederetur, omniaque intus [p. 76] in tudine porrectus ad summum, tanto in imum Latices siano altro, che tanti buchi Sopra: disegno zione, che ha per le Antichità, più ragguarde- spiragli o Pozzi in quel di Tagliacozzo, col cui Terri- tenebris fierent: così nello scavare cotesti Pozzi, latere cognoscunt, ut hic sit mirabile quod haec, qui fatti a forza di mano per raffigurante il corso spiragli de l’acqua Martia, voli gl’han dato impulso a somministrarmi più torio confina Pereto; dove 5. o 6. anni fa vi si aprì chiunque ne fosse il primo Autore, non sarà aliaque signa, diversa mensura definita praedicitur, che dal lago di Fucino per degli acquedotti di quello io avea posto in idea. Si ha dato per più un’altro Pozzo, che può contarsi per il IV. Questo è lungi dal ragionevole, che facesse da sotterra quanta profunditate quaesita monstretur; &c. questi monti cavati veniva in romani allegato Roma, perché senza questi giorni l’incommodità di girar per que’ Monti . situato in distanza dall’altro un miglio, e 1/2. Vi s’era incavargli: Oppure si valessero dell’uso di Bac- Cosicchè vien soddisfatto al dubbio, in qual all’opera del Cassio. spiragli non sarebbe mai Proveduto di competente quantità di funicella già formato un laghetto, causato da ristagno d’acque chette divinatorie biforcate di nocciuole tagliate maniera potevan farsi i Pozzi a seconda dell’oc- l’acqua passata avanti, che Leggenda gli havrebbe l’aere ivi de(n)- sottile, o com’ Egli scrive, fino al numero di VI. che piovevano, e che vi calavano in ogni tempo da i nella Luna d’Agosto colle punte, una voltata culto corso dell’Acqua Marcia. (limitatamente al tro rinchiuso, impedito il cor- Gomitoli di Spago da Calzolaj, appesovi al Colli. Apertosi il Pozzo, il lago si seccò. Non è al pre- verso al Cielo, l’altra verso alla terra; come an- Segue il signor Vendettini a palesarcene altri so. [...]. territorio di nostro primo capo un grave Pendolo, sendogli già sente che Palmi XII. XV. profondo. che di presente alcuni praticano, a rinvenire le ripigliando. interesse): noto, il sito di molti Pozzi, che scortavano Di consimile altezza ne sono due altri ne’ Monti occulte vene dell’acque (1) se non anco si servis- §19. V. Il V. parimente in territorio di Pereto, ove A=Acqua Marcia l’occulta Via dell’ Acqua Marcia, volle tentare di diTagliacozzo, de quali forse intese lo stesso Fauno [1]. sero dell’arte degli Aquilegi. Era questa profes- dicesi Piano del Pozzo, si vede con Orificio quadro di 1. Monti Peligni rinvenire il fondo di quelli almeno, che si Io però posso dire per osservazione attentamente fatta, sione antichissima in Roma. Regnando però Palmi XII. in ogni lato, profondato in un scoglio di 2. Monti dei Marsi suppongono di già per l’immensa profondità che tra loro non corrispondono per retta linea, e pare Teodorico convien dire, che non fosse più tanto sasso bianco. Il rimbombo delle Pietre gettatevi lo 3. Lago Fucino ammirati dal Biondo. Ed eccone il riordinato di non possino avere communicazione tra di loro. Può in uso, mentre avendo saputo esser capitato in dinota altissimo; non l’ho però misurato. 4. Pereto, dove passando lui Ragguaglio, con cui si verificano le Tradi- nondimeno asserirsi, che fossero scavati o per prova o i Roma dall’ Africa uno, che esercitava tal’ Arte, VI. Il VI. Pozzo dopo lo spazio di circa III. miglia dal la Marcia sotterranea, zioni di Strabone, e di Plinio, che la Marcia Fabbri li cavassero secondo conoscevano voltasse l’ac- scrisse da Ravenna al suo Ministro Aproniano, suddetto di Pereto nella stessa retta linea apparisce furno fatti due spiragli. scendea dai Monti Peligni nelle vicinanze del qua il suo corso nascosto. che se fosse ciò vero, lo trovasse e gli assegnasse dietro al Palazzo Baronale d’Arsoli ad Oriente e vien 5. Arsoli Fucino e si disingannano i pochi loro Con- E qui giacché il Signor Relatore ci porge il mo- una convenevole provisione, per fermarlo, e segnato dal Padre Abbate Revillas nella sua Carta 6. S. Maria ove oggi tradittori moderni, così scrivendo. tivo al dubbio insorto, come potevano gl’Ope- nuovamente introdurre nel tempo del suo Ductus Aquarum, [p. 77] Benchè per lo passato sia sbocca. Sopra: frontespizio §. 18. I. Il Pozzo si vede aperto nella Regione de’ raj rinvenire l’occulta via delle acque, che cor- Regno quest’Arte. Cassiodoro, che col suo sape- anch’io concorso nel sentimento d’altri Scrittori in 7. Scarpa dell’opera. Marsi su i Monti di Castel Capadocia, distante circa rean serpeggiando per quei tenebrosi meati ad re fè spiccare per dotto, ed erudito quel Re averli stimati naturali, ora mi fan credere vie più VI. miglia dal Lago verso Ponente. Per tal distanza é effetto di darle il moto coll’ajuto di si profondi ignorante, e affatto inlitterato nell’ Epistola (avendogli meglio considerati) che per dar moto 8. Cantalupo da credere, che l’acqua Piconia dai Pelign scorresse spiraglj, si pensa opportuno additarne la ma- scritta a Nome di Teodorico, (2) suggerì ad all’Acqua Marcia siano stati artefatti; ma la voracità 11. Tagliacozzo, Segnalazione bibliografica: scoperta alli Marsi ed al Fucino, e però chi dopo al Re niera lor facile: Perocché, siccome di sopra u- Aproniano diversi modi per trovare i siti, dove del tempo ha saputo fare il cambiamento delle loro primo spiraglio della M. Basilici l’acque sotterranee scorrevano, scrivendo: giuste proporzioni; onde per i tempi passati si possono Marcia. Ricerca iconografica: M. Sciò Anco aprì spiragli, conobbe non esservi bisogno di dimmo da Plinio aver praticato Claudio per 2 Lumen Lumen 3 avere non tanto in linea di probabi- unum in Agris Arsoli a D. Petro Maximo mihi ostensum. Ristampa Tre suore in Il prof. Dante Zinanni ci ha lasciato il le, ma di credibile: mentre partendo Così nell’anno 1646. può dirsi contemporaneo 22 gennaio scorso, lo ricordiamo con l’Acqua dalla Fonte Piconia ne d’Olstenio, e di Fabretti. Quindi sembra più un brano tratto dal suo libro Pietro Marsi, e passando sotterra questi plausibile l’assertiva del Sig. Vendettini, che viaggio per Rocca due Pozzi possono avere la loro esi- continua a dire. Eremita. L’uomo della speranza, stenza per spiraglj di essa. Tanto più VII. §. 22. Alla mede(si)ma dirittura in distanza di di Botte (1935) Casamari 1988, p. 232-234 (nota che l’ acqua, che adesso ricevono, il I. circa IV. miglia sotto l’ altro Castello denominato la 207), che narra la venuta delle suore nella Selva di Pereto del grosso Tor- Scarpa, nel sito detto a Cineto esiste il VII. di Sant’Anna a Rocca di Botte. rente nell’Inverno; il II. in Arsoli Profondissmo, che puó credersi il riconosciemento dal dallo Scolatojo dell’acque de’ Monti, Biondo . La diligenza usata nel trovarne la profondità fanno vedere, che danno campo mi vado lusingando, che le sarà di maggior gradimento, da Dante Zinanni all’Acque anche di maggior esito di per non avermene fatta la ricerca. Il Pozzo è lontano quello d’Introito ne conseguiscono, dalla Scarpa meno di 1/2 miglio, incavato in uno per Vie sotterranee ne siegua poi il Scoglio di sasso vivo. L’ apertura nella sommità rotonda e prime tre religiose, inviate a Rocca di eccola infatti a poca distanza: (stile 400) tirata da loro Corso. è di larghezza palmi XII. incirca. Vi osservai una Botte nel 1935, sono suor Antonietta, un solo cavallo, il cui cocchiere anziano dall’aria §. 20. Sopravenutami in questo Nicchia, che nella Primavera serve di sicuro asilo alle suor Luciana e suor Andreana. Appar- un po’ burbera, fa cenno di salire. Mentre frattempo la brama di sapere, se Rondini, per fabbricarvi i loro Nidi. Sperimentai con i L tengono alla Congregazione delle Suore prendiamo posto, osserviamo l’originale dili- più corresse la Marcia sotto ad Arsoli, dove 3) De aquaed. art. 7. sassi, che nel Pozzo gettaj, e feci gettare per capirne la di Sant’Anna fondata dalla b. Enrichetta Dominici genza dai sedili color scuro ornata qua e là da 4) Hist. Tibur. latine edit. in prese la sua dimensione Frontino (3): Concipitur Profondità; ma del rimbombo, che facevano che poco a nel 1834 con lo scopo di educare la gioventù biso- ferite più o meno grandi che lasciano trasparire Thes. nov. antiq. Ital. to. 8. Marcia Via Valeria ad milliarium XXXVI, ed par. 4. poco andava diminuendo fino a non più sentirsi, non gnosa e di prestare un servizio di carità a chiunque lo la paglia di cui sono imbottiti; le tendine chiare essendo distante Arsoli da Roma M. XXXVII, e potei comprenderla. Onde feci prendere IV. Gomiccioli richiedesse. Dalla cronaca della casa stralciamo il crivellate... ci guardiamo meravigliate, non catene 30. secondo la recente misura, ne pregai di spago di Calzolaio, e con un pendolo a piedi, giuntati seguente interessante appunto. osiamo proferire parola, quella vettura è per il Signor Co. Soderini, che regge quel Castello tutti IV. sempre stando in aria il pendolo al moto, che «28 Ottobre 1935. Data memoranda che noi il più eloquente discorso... ci parla di per il suo Nipotino Signor Marchese Massimi faceva. Perciò feci comprare due altri Gomiccioli ricorda la Marcia su Roma del 1922; anche noi povertà, di miseria della popolazione fra la dalle Colonne, e si compiacque farmi non solo finalmente posatosi il pendolo tirato fuori risultò la marciamo verso l’eterna città; non per ivi la quale avremo a trovarci... ma non ci sgomentia- la confidenza della Carta Revillana Aquarum Profondità essere di Canne 287., da palmi 8. ciascuna, nostra dimora bensì per proseguire e raggiun- mo. A mezza strada sono ad incontrarci due Marcia & Claudiae ductus ma di procurarmi la e nel ritirare il pendolo, essen- [p. 79] do bagnato lo gere un paesello abbruzzese situato fra le alte eleganti signorine, le quali si annunziano inse- seguente Relazione, trasmessagli da quel suo spago, osservai che vi erano nel fondo III. canne montagne di quella regione. La mattina del 27 gnanti del paese; le invitiamo a salire e prose- Ministro. Il Profondo Pozzo, che si vede un 4. di d’acqua. Dopo XII. secoli scorsi da quel di ottobre partiamo da Torino di buon mattino; il guiamo; la strada si fa sempre più erta, il paese miglio oltre il Palazzo, ed è nella contrada la Macchia Procopio sino al presente, in cui si fa la prova, o si cielo è terso e limpido come cristallo, ma l’aria è non deve più essere lontano. Ecco il Campo- non si è mai sentito che fosse fatto ad Arte, ne tampoco prende il divertimento di gettar sassi in quel frizzante. Eccoci a Porta Nuova; prendiamo po- santo misero e abbandonato, alcune cappellet- servisse per spiraglio dell’Acqua Marcia, non Pozzo, chi potrà ridire quanto più fosse profon- sto in uno scompartimento di terza classe e... te, qualche croce e niente più... Sostiamo essendovi nel fondo Acqua; ma sempre è stato da noi do? E chi vorrà, con sicurezza negare, che l’acqua addio bella Torino, addio diletto Piemonte... la pensierose recitando una breve preghiera per chiamato la Chiavica. La Marcia corre più sotto per trovatavi, o corrente, o stagnate non sia, la commozione ci assale, ma tosto i ridenti pano- il povero D. Vincenzo Mastroddi, defunto da una forma Maestra, e và ad imboccare ad un’ altra Marcia; che per qualche ostacolo apertasi nuova rami che si succedono tratto, tratto, attraggono pochi mesi il quale lasciò tutto il suo patrimonio forma più grossa, che è chiamata Fiumicino poi entra strada, forsì originaria della copiosissima, che la nostra attenzione e la fantasia si distrae. Il per l’apertura dell’asilo. Finalmente verso le nel Teverone. La mede(si)ma Acqua dove scaturisce, è udissimo oggi ancora scorrere sotto Arsoli, e treno corre, vola, divora la via, ovunque, anche ore 12 si scorge il paese: un gruppo di case di tal quantità, che sarebbe bastante a voltar IV. Mole. sperdersi nel Teverone? Ma seguitiamo la traccia nei più remoti paeselli sventola il tricolore, vecchie scure unite, come per sostenersi le une §. 21. Questo Nazionale lo dice Pozzo profondo. dei Pozzi del diligentissimo Relatore . giungiamo a Roma alle 19 precise, salutate e alle altre poste al fianco di un’alta montagna, Che non vi sia notizia colà, aver servito per §. 23. Da quel dalla Scarpa piegando per linea retta a ospitate cordialmente dalle care suore, dove ecco tutto... ancora qualche minuto di ascesa e spiraglio dell’Acqua Marcia non toglie, che non Mezzo giorno dopo il corso di un miglio seppi esservi pure pernottiamo. arriviamo: ma no, la vettura è costretta a possa tale esser stato dal 609. aperto da Q. Marcio, verso Cantalupo altro Pozzo . Questo sarà l’VIII. si vede Il mattino, per tempissimo, siamo in piedi, fermarsi... una lunga fila di bambini a guisa di o nel 710. da M. Agrippa, come di sopra notas- [p. profondato in quel Territorio nella Contrada, che vien assistiamo alla S. Messa, poi con le mani piene corteo preceduto da stendardo, è ferma sulla 78] simo. Dal Sig. Vendettini si assegna la ragione detta l’Opiche. La sua bocca è quadra però lograta dal di valige ripartiamo per Rocca di Botte meta del strada, vi sono pure alcuni Balilla e Piccole della longhezza del tempo e dell’acque scendente tempo. Misurato collo stesso scandaglio si trova pro- nostro viaggio... affrettiamo col pensiero il Italiane; scendiamo, il sacerdote D. Pietro che dai Monti, che puonno aver fatto mutar la figura fondo canne 105. senza alcun segno di Acqua. giungere del treno... eccolo, saliamo, dopo al- tiene le veci del parroco, ci porge per primo il della di lui circonferenza. Ne al tempo di Q. Scendendo per la stessa linea in distanza di miglia I. e cuni minuti è in movimento. Quanta varietà di saluto; ringraziamo commosse e sorridiamo al Marcio avea la Marcia, come vedremo, probabil- mezo sopra la Via Valeria nello stesso distretto in panorami si presentano allo sguardo! monti piccolo mondo che ci guarda estatico, una mente il suo esito dalle profonde Voragini nelle vocabolo le Serre. alti, giganteschi, quali rocciosi, quali adorni di bimba si avanza e ci offre un mazzo di fiori, quali scorreva dai Marsi, nel sito dove al presente IX. Trovasi il IX. d’orlo tondo. Misurato nella stessa piante e di verde, burroni profondi e spavento- accompagnato da alcune parole di circostanza, Sopra: stemma della sbocca, perché in tanta vicinanza non era maniera, aparve essere di profondità canne 262. famiglia Vendettini necessario aprir quel Spiraglio. Anche lo Storico Nemeno in questo vi fu apparenza d’Acqua nel fondo. si, ridenti vallate ricche di olivi in maturazione. quindi il Corteo si ricompone e procede (da: M. Basilici, Dai Marzio Tiburtino (4) comprova il sentimento del Questi sono, che sino ad oggi si vedono. Tale è la chia- Dopo due ore di viaggio, ecco la stazione di cantando lodi sacre e inni patriottici. Giunto frammenti, una sig. Vendettini perche parlando del Risarcimento rezza, e la dimostrazione di coteste opere ammi- -Pereto i cui paeselli però non si scor- allo svolto della strada, sul limitare del paese, il cronaca. La famiglia fatto alla Marcia dall’Imperatore Antonino Pio (fu revoli, espressa dall’attentissimo Signor Relato- gono perché lontani e perduti fra i monti; il nostro stupore, la nostra meraviglia è al colmo; Vendettini di Pereto Caracalla) scrive aver veduto quel Pozzo, e lo tiene re, che non lascia luogo a glosse, ed ulteriore ispe- treno si ferma, scendiamo: sono ad attenderci tutta la popolazione è ad attenderci; le donne ci (L’Aquila), Pietrasecca per indubitato Spiraglio; male però lo suppone zioni». Sopra: copertina con macchina (perché il paesello dista alquan- presentano i loro bimbi vestiti poveramente si di Carsoli 2007, p. de scavati da M. Aurelio: Perforatis montibus, quibus dell’opera di to) le buone suore di Carsoli; tentiamo salire ma ma belli paffuti e freschi come l’aria che 14). etiam spiramenta quaedam conspiciuntur, quorum Zinanni. veniamo avvisate di attendere la diligenza; respirano, mentre i più grandicelli girano 4 Lumen Lumen 5 avere non tanto in linea di probabi- unum in Agris Arsoli a D. Petro Maximo mihi ostensum. Ristampa Tre suore in Il prof. Dante Zinanni ci ha lasciato il le, ma di credibile: mentre partendo Così nell’anno 1646. può dirsi contemporaneo 22 gennaio scorso, lo ricordiamo con l’Acqua dalla Fonte Piconia ne d’Olstenio, e di Fabretti. Quindi sembra più un brano tratto dal suo libro Pietro Marsi, e passando sotterra questi plausibile l’assertiva del Sig. Vendettini, che viaggio per Rocca due Pozzi possono avere la loro esi- continua a dire. Eremita. L’uomo della speranza, stenza per spiraglj di essa. Tanto più VII. §. 22. Alla mede(si)ma dirittura in distanza di di Botte (1935) Casamari 1988, p. 232-234 (nota che l’ acqua, che adesso ricevono, il I. circa IV. miglia sotto l’ altro Castello denominato la 207), che narra la venuta delle suore nella Selva di Pereto del grosso Tor- Scarpa, nel sito detto a Cineto esiste il VII. di Sant’Anna a Rocca di Botte. rente nell’Inverno; il II. in Arsoli Profondissmo, che puó credersi il riconosciemento dal dallo Scolatojo dell’acque de’ Monti, Biondo . La diligenza usata nel trovarne la profondità fanno vedere, che danno campo mi vado lusingando, che le sarà di maggior gradimento, da Dante Zinanni all’Acque anche di maggior esito di per non avermene fatta la ricerca. Il Pozzo è lontano quello d’Introito ne conseguiscono, dalla Scarpa meno di 1/2 miglio, incavato in uno per Vie sotterranee ne siegua poi il Scoglio di sasso vivo. L’ apertura nella sommità rotonda e prime tre religiose, inviate a Rocca di eccola infatti a poca distanza: (stile 400) tirata da loro Corso. è di larghezza palmi XII. incirca. Vi osservai una Botte nel 1935, sono suor Antonietta, un solo cavallo, il cui cocchiere anziano dall’aria §. 20. Sopravenutami in questo Nicchia, che nella Primavera serve di sicuro asilo alle suor Luciana e suor Andreana. Appar- un po’ burbera, fa cenno di salire. Mentre frattempo la brama di sapere, se Rondini, per fabbricarvi i loro Nidi. Sperimentai con i L tengono alla Congregazione delle Suore prendiamo posto, osserviamo l’originale dili- più corresse la Marcia sotto ad Arsoli, dove 3) De aquaed. art. 7. sassi, che nel Pozzo gettaj, e feci gettare per capirne la di Sant’Anna fondata dalla b. Enrichetta Dominici genza dai sedili color scuro ornata qua e là da 4) Hist. Tibur. latine edit. in prese la sua dimensione Frontino (3): Concipitur Profondità; ma del rimbombo, che facevano che poco a nel 1834 con lo scopo di educare la gioventù biso- ferite più o meno grandi che lasciano trasparire Thes. nov. antiq. Ital. to. 8. Marcia Via Valeria ad milliarium XXXVI, ed par. 4. poco andava diminuendo fino a non più sentirsi, non gnosa e di prestare un servizio di carità a chiunque lo la paglia di cui sono imbottiti; le tendine chiare essendo distante Arsoli da Roma M. XXXVII, e potei comprenderla. Onde feci prendere IV. Gomiccioli richiedesse. Dalla cronaca della casa stralciamo il crivellate... ci guardiamo meravigliate, non catene 30. secondo la recente misura, ne pregai di spago di Calzolaio, e con un pendolo a piedi, giuntati seguente interessante appunto. osiamo proferire parola, quella vettura è per il Signor Co. Soderini, che regge quel Castello tutti IV. sempre stando in aria il pendolo al moto, che «28 Ottobre 1935. Data memoranda che noi il più eloquente discorso... ci parla di per il suo Nipotino Signor Marchese Massimi faceva. Perciò feci comprare due altri Gomiccioli ricorda la Marcia su Roma del 1922; anche noi povertà, di miseria della popolazione fra la dalle Colonne, e si compiacque farmi non solo finalmente posatosi il pendolo tirato fuori risultò la marciamo verso l’eterna città; non per ivi la quale avremo a trovarci... ma non ci sgomentia- la confidenza della Carta Revillana Aquarum Profondità essere di Canne 287., da palmi 8. ciascuna, nostra dimora bensì per proseguire e raggiun- mo. A mezza strada sono ad incontrarci due Marcia & Claudiae ductus ma di procurarmi la e nel ritirare il pendolo, essen- [p. 79] do bagnato lo gere un paesello abbruzzese situato fra le alte eleganti signorine, le quali si annunziano inse- seguente Relazione, trasmessagli da quel suo spago, osservai che vi erano nel fondo III. canne montagne di quella regione. La mattina del 27 gnanti del paese; le invitiamo a salire e prose- Ministro. Il Profondo Pozzo, che si vede un 4. di d’acqua. Dopo XII. secoli scorsi da quel di ottobre partiamo da Torino di buon mattino; il guiamo; la strada si fa sempre più erta, il paese miglio oltre il Palazzo, ed è nella contrada la Macchia Procopio sino al presente, in cui si fa la prova, o si cielo è terso e limpido come cristallo, ma l’aria è non deve più essere lontano. Ecco il Campo- non si è mai sentito che fosse fatto ad Arte, ne tampoco prende il divertimento di gettar sassi in quel frizzante. Eccoci a Porta Nuova; prendiamo po- santo misero e abbandonato, alcune cappellet- servisse per spiraglio dell’Acqua Marcia, non Pozzo, chi potrà ridire quanto più fosse profon- sto in uno scompartimento di terza classe e... te, qualche croce e niente più... Sostiamo essendovi nel fondo Acqua; ma sempre è stato da noi do? E chi vorrà, con sicurezza negare, che l’acqua addio bella Torino, addio diletto Piemonte... la pensierose recitando una breve preghiera per chiamato la Chiavica. La Marcia corre più sotto per trovatavi, o corrente, o stagnate non sia, la commozione ci assale, ma tosto i ridenti pano- il povero D. Vincenzo Mastroddi, defunto da una forma Maestra, e và ad imboccare ad un’ altra Marcia; che per qualche ostacolo apertasi nuova rami che si succedono tratto, tratto, attraggono pochi mesi il quale lasciò tutto il suo patrimonio forma più grossa, che è chiamata Fiumicino poi entra strada, forsì originaria della copiosissima, che la nostra attenzione e la fantasia si distrae. Il per l’apertura dell’asilo. Finalmente verso le nel Teverone. La mede(si)ma Acqua dove scaturisce, è udissimo oggi ancora scorrere sotto Arsoli, e treno corre, vola, divora la via, ovunque, anche ore 12 si scorge il paese: un gruppo di case di tal quantità, che sarebbe bastante a voltar IV. Mole. sperdersi nel Teverone? Ma seguitiamo la traccia nei più remoti paeselli sventola il tricolore, vecchie scure unite, come per sostenersi le une §. 21. Questo Nazionale lo dice Pozzo profondo. dei Pozzi del diligentissimo Relatore . giungiamo a Roma alle 19 precise, salutate e alle altre poste al fianco di un’alta montagna, Che non vi sia notizia colà, aver servito per §. 23. Da quel dalla Scarpa piegando per linea retta a ospitate cordialmente dalle care suore, dove ecco tutto... ancora qualche minuto di ascesa e spiraglio dell’Acqua Marcia non toglie, che non Mezzo giorno dopo il corso di un miglio seppi esservi pure pernottiamo. arriviamo: ma no, la vettura è costretta a possa tale esser stato dal 609. aperto da Q. Marcio, verso Cantalupo altro Pozzo . Questo sarà l’VIII. si vede Il mattino, per tempissimo, siamo in piedi, fermarsi... una lunga fila di bambini a guisa di o nel 710. da M. Agrippa, come di sopra notas- [p. profondato in quel Territorio nella Contrada, che vien assistiamo alla S. Messa, poi con le mani piene corteo preceduto da stendardo, è ferma sulla 78] simo. Dal Sig. Vendettini si assegna la ragione detta l’Opiche. La sua bocca è quadra però lograta dal di valige ripartiamo per Rocca di Botte meta del strada, vi sono pure alcuni Balilla e Piccole della longhezza del tempo e dell’acque scendente tempo. Misurato collo stesso scandaglio si trova pro- nostro viaggio... affrettiamo col pensiero il Italiane; scendiamo, il sacerdote D. Pietro che dai Monti, che puonno aver fatto mutar la figura fondo canne 105. senza alcun segno di Acqua. giungere del treno... eccolo, saliamo, dopo al- tiene le veci del parroco, ci porge per primo il della di lui circonferenza. Ne al tempo di Q. Scendendo per la stessa linea in distanza di miglia I. e cuni minuti è in movimento. Quanta varietà di saluto; ringraziamo commosse e sorridiamo al Marcio avea la Marcia, come vedremo, probabil- mezo sopra la Via Valeria nello stesso distretto in panorami si presentano allo sguardo! monti piccolo mondo che ci guarda estatico, una mente il suo esito dalle profonde Voragini nelle vocabolo le Serre. alti, giganteschi, quali rocciosi, quali adorni di bimba si avanza e ci offre un mazzo di fiori, quali scorreva dai Marsi, nel sito dove al presente IX. Trovasi il IX. d’orlo tondo. Misurato nella stessa piante e di verde, burroni profondi e spavento- accompagnato da alcune parole di circostanza, Sopra: stemma della sbocca, perché in tanta vicinanza non era maniera, aparve essere di profondità canne 262. famiglia Vendettini necessario aprir quel Spiraglio. Anche lo Storico Nemeno in questo vi fu apparenza d’Acqua nel fondo. si, ridenti vallate ricche di olivi in maturazione. quindi il Corteo si ricompone e procede (da: M. Basilici, Dai Marzio Tiburtino (4) comprova il sentimento del Questi sono, che sino ad oggi si vedono. Tale è la chia- Dopo due ore di viaggio, ecco la stazione di cantando lodi sacre e inni patriottici. Giunto frammenti, una sig. Vendettini perche parlando del Risarcimento rezza, e la dimostrazione di coteste opere ammi- Oricola-Pereto i cui paeselli però non si scor- allo svolto della strada, sul limitare del paese, il cronaca. La famiglia fatto alla Marcia dall’Imperatore Antonino Pio (fu revoli, espressa dall’attentissimo Signor Relato- gono perché lontani e perduti fra i monti; il nostro stupore, la nostra meraviglia è al colmo; Vendettini di Pereto Caracalla) scrive aver veduto quel Pozzo, e lo tiene re, che non lascia luogo a glosse, ed ulteriore ispe- treno si ferma, scendiamo: sono ad attenderci tutta la popolazione è ad attenderci; le donne ci (L’Aquila), Pietrasecca per indubitato Spiraglio; male però lo suppone zioni». Sopra: copertina con macchina (perché il paesello dista alquan- presentano i loro bimbi vestiti poveramente si di Carsoli 2007, p. de scavati da M. Aurelio: Perforatis montibus, quibus dell’opera di to) le buone suore di Carsoli; tentiamo salire ma ma belli paffuti e freschi come l’aria che 14). etiam spiramenta quaedam conspiciuntur, quorum Zinanni. veniamo avvisate di attendere la diligenza; respirano, mentre i più grandicelli girano 4 Lumen Lumen 5 Ristampa Catalogo di Da: Ministero dell’Educazione Nazionale. Direzione Generale oggetti d’arte Antichità e Belle Arti. Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, v. IV, Provincia sacra (1934) di L’aquila, Roma 1934. Carsoli, pp. 114-116, Oricola: p. 163, Pereto: p. 166.

Redazione

ARSOLI.MUNICIPIO. Porte in CHIESA PARROCCHIALE DI S. VITTORIA legno di olivo intagliato. Ognuno Dipinti su tela dei due battenti è corso nei quattro C lati da un fregio continuo di vi- S. Vittoria, dipinto ad olio su tela. La Santa è ticcio a piccoli cerchi con una foglia in mezzo, rappresentata in piedi con un libro e la palma popolazione, facendo, anche con sacrificio tutto ed è diviso in cinque scomparti non regolari di del martirio nelle mani e con un pugnale infisso il bene che ci sarà possibile. misura, in modo che quelli di sinistra non cor- nel seno. Nel fondo si vedono ruderi di edifici Nei giorni seguenti, non potendosi ancora rispondono esattamente con quelli di destra. romani. Sull’altare a sinistra dell’altar maggio- aprire l’asilo facciamo conoscenza del paese; Gli scomparti sono racchiusi entro cornici di re. Opera di un discreto manierista della secon- tutti sono intenti alla vendemmia, è l’ultima, la vario disegno e divisi fra loro da fregi vegetali da metà del sec. XVI. più inoltrata che si fa in Italia (mese di novem- differenti l’uno dall’altro. Le scene contenute Decollazione del Battista, dipinto ad olio su tela. In bre). È una buona risorsa per il paese... bisogna negli scomparti sono disposte secondo un nesso basso è caduto il corpo del Santo, la cui testa il vedere le donne come s’inerpicano spigliate su logico e si riscontra procedendo dall’alto in carnefice tiene pei capelli al centro del quadro, attorno per osservarci; sul volto di ognuno è un per sentieri ripidi con grosse ceste rotonde sulla basso, da sinistra a destra (passando da un bat- per deporla sul piatto che Salomè gli porge. Sul sorriso di soddisfazione che rivela la gioia, la testa colme di uva, i somarelli che trottano su e tente all’altro): l’Annunciazione, la Visitazione, la secondo altare a destra. Allentato e riverniciato. riconoscenza di cui è ripieno il loro cuore, tutti giù carichi di bigonce... è una festa per tutti, Nascita di Gesù, i Pastori condotti dagli angeli (?), Opera attribuita a GIUSEPPE GHEZZI dove si formulano voti ed auguri per il bene che ne tutti mangiano uva, uva bella color giallo vivo, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli innocenti, il notano riflessi caravaggeschi. consegue al paese. Intanto la campana parroc- di sapore dolce, di una dolcezza tutta speciale, Battesimo di Gesù, Cinque figure sotto arcate (nella S. Sebastiano, dipinto ad olio su tela: misura m. chiale fa sentire il suo squillo argentino che si qualità privilegiata di questa terra. figura centrale si riconosce Gesù), Tre figure, Quat- 2,70 x 2,10. Il Santo dalle carni rosee dorate, con i riperquote (sic) da monte a monte per annun- Anche noi, avendone in abbondanza comincia- tro figure sotto arcate. Le scene erano in origine lunghi capelli castani, è legato ad un albero fron- ziare ai contadini sperduti per la campagna, il mo la cura che ripetiamo frequentemente lun- commentate da scritte, in capitali allungate e doso, avendo ai lombi un drappo bianco. A de- lieto avvenimento. Giunte di fronte alla casetta go il giorno per più mesi, e l’occupazione prin- irregolari ma oggi molto stentatamente si legge stra si elevano due alberi dal fogliame bruno, che ci deve ospitare, il Corteo si ferma, noi cipale di questi giorni è la sistemazione in sotto l’Annunciazione l’esametro ANGELICU DIC- mentre a sinistra, in secondo piano, cavalcano avanziamo commosse, ringraziamo e salutia- cantina dei grappoli più belli e più sani. TU SIT PREGNANS INTEGRA VIRGO, e nel battente due arcieri; l’elmo di uno di essi è caduto ai piedi mo, quindi, accompagnate da parecchie signo- Altra risorsa del paese è il frumento; si direbbe di destra, fra il primo e il secondo riquadro, sopra del Santo. Nel cielo un angelo reca a volo la co- rine prendiamo possesso della nuova casa e più impossibile in terreno montano, eppure è da e sotto il fregio: ANNO DOMINI MILLESIMO CENTE- rona dei Santi. Sul terzo altare della nave destra. tardi, lasciate sole, ci sediamo per gustare il ammirare l’attività di questi contadini che non SIMO TRIGESIMO SECUNDO INDIC. X Artista provinciale del sec. XVII. saporito pranzetto che le medesime signorine lasciano incolto neanche un palmo di terreno; Sono opera assai importante e rara specialmen- La Vergine del Rosario, dipinto ad olio su tela: vollero prepararci. Per tutto il giorno è una via ne abbiamo anche una buona provvista in parte te notevole per la datazione; dovute forse, come misura m. 2,82 x 2,14. Seduta su di un alto vai di persone che ci rivolgono mille domande: macinato ma la farina è così scura che pare mi- il Fogolari pensa, a frate benedettino che si trono a baldacchino, la Vergine in tunica rossa e quando si aprirà l’asilo? Di che età si ricevono i sta a terra; ci accorgiamo infatti, mangiando il ispirò, più che alle sculture, alle miniature; tale manto bleu tiene in braccio il Bambino nudo bimbi? devono avere un grembiulino? di che pane, esser vera la nostra asserzione e per più di ipotesi trova infatti conferma dall’osservazione che offre il rosario a un gruppo di sante colore? e ancora molte altre del genere. È sera un mese gustiamo della specialità di questo pane. delle superstiti rappresentazioni architettoni- inginocchiate a destra fra le quali si riconosce S. tarda, già abbiamo chiuse e assicurate le porte Ma a queste cose ci si bada poco; ciò che preme che nelle varie scene, che, come si usava nella Caterina, ed ella stessa lo porge a un gruppo di quando sentiamo suonare il campanello; è l’istruzione religiosa di questi fanciulli ed a miniatura sono alleggerite con motivi vegetali. santi inginocchiati a sinistra, primo fra i quali, S. Sopra: alunni titubanti ci rechiamo tutte e tre ad aprire: sono questa ci dedichiamo con tutto l’impegno. Porte simili, ma variamente scolpite esistevano Domenico. Due angeli, in alto, reggono una dell’asilo, anno 1935- alcuni uomini, i quali domandandoci scusa del Cominciamo coll’attirarci le fanciulle insegnan- nella chiesa di Alba Fucense distrutta dal corona sul capo della Vergine. Formano 1936; sopra a lato: ritardo, vogliono vederci salutarci, darci anche do loro odi sacre e trattenendole con buone terremoto del 1915 ed ora conservate presso la cornice alla composizione, piccoli riquadri con i suor Antonietta, la loro le benvenute; se era altra epoca, ci dicono, conversazioni, poi andiamo in cerca dei fan- R. Sovrintendenza di Aquila. Provengono dalla misteri del Rosario; quello con la Deposizione prima superiora. avremmo fatta loro ben altra accoglienza, ma ciulli, lì invitiamo per la domenica a venire alla Chiesa di S. Maria in Cellis. Sono rovinatissime occupa quasi tutto il lato inferiore della tela. ora il lavoro della vendemmia non ce lo per- messa quindi al catechismo, ed appunto perché per essere state esposte alle intemperie fino a Sull’altare di fondo della nave destra. È stato mette. Quanta bontà di cuore in quei poveri li conosciamo ignoranti, prendiamo di loro pochi anni fa, tanto che degli ultimi due restaurato recentemente a cura del Ministero Le immagini sono tratte da montanari! Speriamo non renderci indegne maggior cura e maggior impegno. riquadri in basso non è possibile identificare la dell’Educazione Nazionale. un pieghevole edito per la festa dei Cinquant’anni del- della loro fiducia e promettiamo a noi stesse di Il buon Dio ci aiuti e fortifichi con la sua grazia». scena rappresentata. Anche degli altri riquadri Opera di artista provinciale; reca in basso la l’asilo e delle suore di S. An- na a Rocca di Botte. fare il possibile per corrispondere ai voti della mancano frammenti. data 1600. 6 Lumen Lumen 7 Ristampa Catalogo di Da: Ministero dell’Educazione Nazionale. Direzione Generale oggetti d’arte Antichità e Belle Arti. Inventario degli oggetti d’arte d’Italia, v. IV, Provincia sacra (1934) di L’aquila, Roma 1934. Carsoli, pp. 114-116, Oricola: p. 163, Pereto: p. 166.

Redazione

ARSOLI.MUNICIPIO. Porte in CHIESA PARROCCHIALE DI S. VITTORIA legno di olivo intagliato. Ognuno Dipinti su tela dei due battenti è corso nei quattro C lati da un fregio continuo di vi- S. Vittoria, dipinto ad olio su tela. La Santa è ticcio a piccoli cerchi con una foglia in mezzo, rappresentata in piedi con un libro e la palma popolazione, facendo, anche con sacrificio tutto ed è diviso in cinque scomparti non regolari di del martirio nelle mani e con un pugnale infisso il bene che ci sarà possibile. misura, in modo che quelli di sinistra non cor- nel seno. Nel fondo si vedono ruderi di edifici Nei giorni seguenti, non potendosi ancora rispondono esattamente con quelli di destra. romani. Sull’altare a sinistra dell’altar maggio- aprire l’asilo facciamo conoscenza del paese; Gli scomparti sono racchiusi entro cornici di re. Opera di un discreto manierista della secon- tutti sono intenti alla vendemmia, è l’ultima, la vario disegno e divisi fra loro da fregi vegetali da metà del sec. XVI. più inoltrata che si fa in Italia (mese di novem- differenti l’uno dall’altro. Le scene contenute Decollazione del Battista, dipinto ad olio su tela. In bre). È una buona risorsa per il paese... bisogna negli scomparti sono disposte secondo un nesso basso è caduto il corpo del Santo, la cui testa il vedere le donne come s’inerpicano spigliate su logico e si riscontra procedendo dall’alto in carnefice tiene pei capelli al centro del quadro, attorno per osservarci; sul volto di ognuno è un per sentieri ripidi con grosse ceste rotonde sulla basso, da sinistra a destra (passando da un bat- per deporla sul piatto che Salomè gli porge. Sul sorriso di soddisfazione che rivela la gioia, la testa colme di uva, i somarelli che trottano su e tente all’altro): l’Annunciazione, la Visitazione, la secondo altare a destra. Allentato e riverniciato. riconoscenza di cui è ripieno il loro cuore, tutti giù carichi di bigonce... è una festa per tutti, Nascita di Gesù, i Pastori condotti dagli angeli (?), Opera attribuita a GIUSEPPE GHEZZI dove si formulano voti ed auguri per il bene che ne tutti mangiano uva, uva bella color giallo vivo, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli innocenti, il notano riflessi caravaggeschi. consegue al paese. Intanto la campana parroc- di sapore dolce, di una dolcezza tutta speciale, Battesimo di Gesù, Cinque figure sotto arcate (nella S. Sebastiano, dipinto ad olio su tela: misura m. chiale fa sentire il suo squillo argentino che si qualità privilegiata di questa terra. figura centrale si riconosce Gesù), Tre figure, Quat- 2,70 x 2,10. Il Santo dalle carni rosee dorate, con i riperquote (sic) da monte a monte per annun- Anche noi, avendone in abbondanza comincia- tro figure sotto arcate. Le scene erano in origine lunghi capelli castani, è legato ad un albero fron- ziare ai contadini sperduti per la campagna, il mo la cura che ripetiamo frequentemente lun- commentate da scritte, in capitali allungate e doso, avendo ai lombi un drappo bianco. A de- lieto avvenimento. Giunte di fronte alla casetta go il giorno per più mesi, e l’occupazione prin- irregolari ma oggi molto stentatamente si legge stra si elevano due alberi dal fogliame bruno, che ci deve ospitare, il Corteo si ferma, noi cipale di questi giorni è la sistemazione in sotto l’Annunciazione l’esametro ANGELICU DIC- mentre a sinistra, in secondo piano, cavalcano avanziamo commosse, ringraziamo e salutia- cantina dei grappoli più belli e più sani. TU SIT PREGNANS INTEGRA VIRGO, e nel battente due arcieri; l’elmo di uno di essi è caduto ai piedi mo, quindi, accompagnate da parecchie signo- Altra risorsa del paese è il frumento; si direbbe di destra, fra il primo e il secondo riquadro, sopra del Santo. Nel cielo un angelo reca a volo la co- rine prendiamo possesso della nuova casa e più impossibile in terreno montano, eppure è da e sotto il fregio: ANNO DOMINI MILLESIMO CENTE- rona dei Santi. Sul terzo altare della nave destra. tardi, lasciate sole, ci sediamo per gustare il ammirare l’attività di questi contadini che non SIMO TRIGESIMO SECUNDO INDIC. X Artista provinciale del sec. XVII. saporito pranzetto che le medesime signorine lasciano incolto neanche un palmo di terreno; Sono opera assai importante e rara specialmen- La Vergine del Rosario, dipinto ad olio su tela: vollero prepararci. Per tutto il giorno è una via ne abbiamo anche una buona provvista in parte te notevole per la datazione; dovute forse, come misura m. 2,82 x 2,14. Seduta su di un alto vai di persone che ci rivolgono mille domande: macinato ma la farina è così scura che pare mi- il Fogolari pensa, a frate benedettino che si trono a baldacchino, la Vergine in tunica rossa e quando si aprirà l’asilo? Di che età si ricevono i sta a terra; ci accorgiamo infatti, mangiando il ispirò, più che alle sculture, alle miniature; tale manto bleu tiene in braccio il Bambino nudo bimbi? devono avere un grembiulino? di che pane, esser vera la nostra asserzione e per più di ipotesi trova infatti conferma dall’osservazione che offre il rosario a un gruppo di sante colore? e ancora molte altre del genere. È sera un mese gustiamo della specialità di questo pane. delle superstiti rappresentazioni architettoni- inginocchiate a destra fra le quali si riconosce S. tarda, già abbiamo chiuse e assicurate le porte Ma a queste cose ci si bada poco; ciò che preme che nelle varie scene, che, come si usava nella Caterina, ed ella stessa lo porge a un gruppo di quando sentiamo suonare il campanello; è l’istruzione religiosa di questi fanciulli ed a miniatura sono alleggerite con motivi vegetali. santi inginocchiati a sinistra, primo fra i quali, S. Sopra: alunni titubanti ci rechiamo tutte e tre ad aprire: sono questa ci dedichiamo con tutto l’impegno. Porte simili, ma variamente scolpite esistevano Domenico. Due angeli, in alto, reggono una dell’asilo, anno 1935- alcuni uomini, i quali domandandoci scusa del Cominciamo coll’attirarci le fanciulle insegnan- nella chiesa di Alba Fucense distrutta dal corona sul capo della Vergine. Formano 1936; sopra a lato: ritardo, vogliono vederci salutarci, darci anche do loro odi sacre e trattenendole con buone terremoto del 1915 ed ora conservate presso la cornice alla composizione, piccoli riquadri con i suor Antonietta, la loro le benvenute; se era altra epoca, ci dicono, conversazioni, poi andiamo in cerca dei fan- R. Sovrintendenza di Aquila. Provengono dalla misteri del Rosario; quello con la Deposizione prima superiora. avremmo fatta loro ben altra accoglienza, ma ciulli, lì invitiamo per la domenica a venire alla Chiesa di S. Maria in Cellis. Sono rovinatissime occupa quasi tutto il lato inferiore della tela. ora il lavoro della vendemmia non ce lo per- messa quindi al catechismo, ed appunto perché per essere state esposte alle intemperie fino a Sull’altare di fondo della nave destra. È stato mette. Quanta bontà di cuore in quei poveri li conosciamo ignoranti, prendiamo di loro pochi anni fa, tanto che degli ultimi due restaurato recentemente a cura del Ministero Le immagini sono tratte da montanari! Speriamo non renderci indegne maggior cura e maggior impegno. riquadri in basso non è possibile identificare la dell’Educazione Nazionale. un pieghevole edito per la festa dei Cinquant’anni del- della loro fiducia e promettiamo a noi stesse di Il buon Dio ci aiuti e fortifichi con la sua grazia». scena rappresentata. Anche degli altri riquadri Opera di artista provinciale; reca in basso la l’asilo e delle suore di S. An- na a Rocca di Botte. fare il possibile per corrispondere ai voti della mancano frammenti. data 1600. 6 Lumen Lumen 7 napoletano. appartengono anche i portali, ora alla chiesa Calice in rame sbalzato e dorato: altezza m. 0,25. parrocchiale di S. Vittoria. Tutte le opere si pos- La base sagomata è divisa in otto parti: le sono con probabilità considerare eseguite dagli quattro maggiori presentano i simboli degli stessi marmorari, traduttori poveri e modesti di Evangelisti entro cartelle, le quattro minori note forme romaniche. foglie a volute; il fusto a tre facce è ornato coi Cfr. Gavini, L’Architettura in , vol. I, pag. simboli della Passione mentre nella coppa si 170. alternano foglie a cartelle lisce. In sagrestia Toesca vede in questa scultura rapporti con nell’armadio degli arredi. La doratura è in quelle delle porte di S. Liberatore alla Maiella. qualche parte sparita. Sec. XVIII. Cfr. Toesca, Storia dell’Arte Italiana, pag. 906, nota 69. Paramenti sacri Pianeta mancante del velo, in damasco di seta ORICOLA rossa a opera minuta di piccoli fiori stilizzati. Gallone di seta gialla. In buono stato. Sec. CHIESA PARROCCHIALE DI S. SALVATORE XVII. Paramenti sacri Pianeta di damasco verde mancante del velo, a piccola opera di gigli stilizzati e “mazze„. Croce processionale in argento sbalzato: misura Gallone di seta gialla. In buono stato. Sec. m. 0,32 x 0,27. I bracci son lisci e terminano con XVII. trilobi. Recto: al centro il Crocifisso su crocetta Pianeta completa in seta verde a piccolo disegno rilevata, bulinata e trilobata, nelle formelle tre a zig-zag intramezzato da serie di piccole simboli degli Evangelisti e il Calvario. Verso: al palmette. Galloni di seta gialla e verde. Discre- centro il Redentore seduto benedicente; nelle tamente conservata. In sagrestia nell’armadio formelle un’Angelo recante corona, la Vergine, degli arredi. Sec. XVIII. S. Giovanni e il simbolo di S. Matteo. Nei bracci tre dischi rilevati forse una volta contenenti il fondo da un rosone baccellato convesso, da CHIESA DI S. MARIA IN CELLIS (cimitero) smalti. Fu restaurato e nel montaggio fu inver- un giro di treccia fogliata e da un giro di tito l’ordine delle lastre. In sagrestia. Croce baccellatura concava. Conservato in casa del Statue in terracotta Scultura in legno sulmonese di tipo arcaico del sec. XIV. parroco. Lavoro abruzzese di imitazione tede- S. Vittoria, statua in terracotta: altezza in. 1,50. La Vergine col Bambino, gruppo in legno Piviale in seta cordonata bleu chiara sparsa di sca del sec. XVII. La Santa è in piedi e frontale, con tunica, manto policromo: altezza m. 1. La Vergine completa- fiori tipo peonia celeste schiarito con fogliame Paramenti sacri e velo sulla testa; tiene in mano la palma del mente frontale e seduta tiene dinanzi a se il verde e bianco. Lo stolone è di stoffa moderna. martirio (in ferro). In una nicchia al sommo Bambino che alza la destra a benedire. Ella Sec. XVIII. Parato in terzo di broccato: sul fondo rosaceo della facciata. indossa una tunica damascata ed un manto che Pianeta con stola di taffettas viola a bande broccato in oro, si svolgono larghi motivi orna- Scultura abruzzese della prima metà del sec. le copre anche il capo. Sopra l’altare. La scul- ondulate bianche tipo merletto intrecciate con mentali su cui si innestano tralci broccati in XVI. tura assai sommaria e rozza, è riproduzione tralci di fiori policromi. Sec. XVIII. argento e profilati di verde con ciuffi di piccoli S. Antonio Abate, statua in terracotta: altezza m. tarda, primi del sec. XV, di un prototipo arcaico Pianeta, sul fondo di seta rosa cangiante si fiori policromi. Le tonacelle hanno il rettangolo 1,80. Entro un’edicola della parete sinistra del e più che abruzzese, laziale. Ha molto sofferto svolgono bande ondulate bianche tipo merletto in lama d’oro. Alquanto consumato e restau- transetto. Scultura paesana del sec. XVII. per pessima ridipintura nei volti e per essere e rami di fiori in seta bianca e argento. St olone e rato. Conservato in casa del parroco. stata tagliata sui lati, in modo da ottenere un galloni moderni. Sec. XVIII. Fine del sec. XVII. Intagli in legno incavo, che simulasse il punto di vita della In sagrestia nell’armadio degli arredi. SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL MONTE Armadio, per arredi in noce intagliato: lunghez- figura di modo che rivestita risultasse in piedi e za m. 4,90. È formato da un lungo e basso corpo non seduta. PERETO La Madonna col Bambino, gruppo in legno d’oli- con quindici pannelli decorati da losanga a Bibliografia: M. Gabbrielli. Plastica lignea abruz- vo scolpito e policromo. rilievo, e cinque cassetti scorniciati; la breve al- zese, in Rassegna Marchigiana, marzo-aprile 1933. CHIESA PARROCCHIALE DI S. GIORGIO La Vergine perfettamente frontale è legger- zata è anch’essa a piccoli sportelli con losanga mente seduta, indossa una tunica stretta alla Arredi sacri Dipinto su tela rilevata. In sagrestia. Sec. XVII. vita ed un manto che l’avvolge quasi completa- Candelabro per cero pasquale: altezza m. 1.70. È La Madonna del Rosario, dipinto ad olio su tela: mente; il capo è cinto di corona turrita. Ella Arredi sacri in pietra calcarea bianca, formato da una co- misura m. 2.20 x 1.80. In alto fra le nubi è tiene la mano destra avanzata mentre con la Ostensorio d’argento: altezza m. 0,63. La base lonna sostenuta da una figura mostruosa acco- seduta la Vergine col Bambino adorata da S. sinistra regge a se il Bambino che benedice con ovale, su quattro volute d’appoggio, è divisa in vacciata (essere a testa umana con gambe ri- Domenico e S. Caterina; in basso si vedono due la destra e tiene al petto un volume con la otto parti: nelle quattro maggiori si stendono piegate, privo di tronco) e coronata da un capi- gruppi di vescovi e sacerdoti oranti. Attual- sinistra. quattro cartelle sagomate; nelle quattro minori tello a piramide rovescia. Sul fusto della colon- mente in deposito sull’organo essendo la chiesa Scultura assai interessante del sec. XII-XIII che si svolgono quattro foglie a voluta. Il fusto è na si attorciglia un serpe, scolpito a rilievo, la cui in restauro. Pittore romano del sec. XVII. si riallaccia a tipici gruppi laziali; quali quello di formato da una figuretta di angelo a tutto testa arriva a posarsi sul capitello. In chiesa, Palazzo Venezia a Roma, divulgatisi, con va- Arredi sacri Sopra: Carsoli, rilievo che ritto sul globo dorato, sorregge la presso l’ambone. È spezzato all’inizio del capi- rianti, anche nell’Abruzzo. Sopra: Carsoli, tela quadro con San sfera decorata da grappoli e spighe. In buono tello. Il candelabro con l’ambone è quanto resta Piatto da offerte in ottone sbalzato. Diametro in. Bibliografia: V. Bolzano. Nota d’arte abruzzese, in con san Rocco e Sebastiano. stato. Lavoro di oreficeria del sec. XVIII di tipo nell’interno della chiesa del sec. XII, epoca a cui 0,38. Il bordo è decorato da archetti graffiti, ed Rivista abruzzese. ecc., 1912, pag. 104. santa Lucia.

8 Lumen Lumen 9 napoletano. appartengono anche i portali, ora alla chiesa Calice in rame sbalzato e dorato: altezza m. 0,25. parrocchiale di S. Vittoria. Tutte le opere si pos- La base sagomata è divisa in otto parti: le sono con probabilità considerare eseguite dagli quattro maggiori presentano i simboli degli stessi marmorari, traduttori poveri e modesti di Evangelisti entro cartelle, le quattro minori note forme romaniche. foglie a volute; il fusto a tre facce è ornato coi Cfr. Gavini, L’Architettura in Abruzzo, vol. I, pag. simboli della Passione mentre nella coppa si 170. alternano foglie a cartelle lisce. In sagrestia Toesca vede in questa scultura rapporti con nell’armadio degli arredi. La doratura è in quelle delle porte di S. Liberatore alla Maiella. qualche parte sparita. Sec. XVIII. Cfr. Toesca, Storia dell’Arte Italiana, pag. 906, nota 69. Paramenti sacri Pianeta mancante del velo, in damasco di seta ORICOLA rossa a opera minuta di piccoli fiori stilizzati. Gallone di seta gialla. In buono stato. Sec. CHIESA PARROCCHIALE DI S. SALVATORE XVII. Paramenti sacri Pianeta di damasco verde mancante del velo, a piccola opera di gigli stilizzati e “mazze„. Croce processionale in argento sbalzato: misura Gallone di seta gialla. In buono stato. Sec. m. 0,32 x 0,27. I bracci son lisci e terminano con XVII. trilobi. Recto: al centro il Crocifisso su crocetta Pianeta completa in seta verde a piccolo disegno rilevata, bulinata e trilobata, nelle formelle tre a zig-zag intramezzato da serie di piccole simboli degli Evangelisti e il Calvario. Verso: al palmette. Galloni di seta gialla e verde. Discre- centro il Redentore seduto benedicente; nelle tamente conservata. In sagrestia nell’armadio formelle un’Angelo recante corona, la Vergine, degli arredi. Sec. XVIII. S. Giovanni e il simbolo di S. Matteo. Nei bracci tre dischi rilevati forse una volta contenenti il fondo da un rosone baccellato convesso, da CHIESA DI S. MARIA IN CELLIS (cimitero) smalti. Fu restaurato e nel montaggio fu inver- un giro di treccia fogliata e da un giro di tito l’ordine delle lastre. In sagrestia. Croce baccellatura concava. Conservato in casa del Statue in terracotta Scultura in legno sulmonese di tipo arcaico del sec. XIV. parroco. Lavoro abruzzese di imitazione tede- S. Vittoria, statua in terracotta: altezza in. 1,50. La Vergine col Bambino, gruppo in legno Piviale in seta cordonata bleu chiara sparsa di sca del sec. XVII. La Santa è in piedi e frontale, con tunica, manto policromo: altezza m. 1. La Vergine completa- fiori tipo peonia celeste schiarito con fogliame Paramenti sacri e velo sulla testa; tiene in mano la palma del mente frontale e seduta tiene dinanzi a se il verde e bianco. Lo stolone è di stoffa moderna. martirio (in ferro). In una nicchia al sommo Bambino che alza la destra a benedire. Ella Sec. XVIII. Parato in terzo di broccato: sul fondo rosaceo della facciata. indossa una tunica damascata ed un manto che Pianeta con stola di taffettas viola a bande broccato in oro, si svolgono larghi motivi orna- Scultura abruzzese della prima metà del sec. le copre anche il capo. Sopra l’altare. La scul- ondulate bianche tipo merletto intrecciate con mentali su cui si innestano tralci broccati in XVI. tura assai sommaria e rozza, è riproduzione tralci di fiori policromi. Sec. XVIII. argento e profilati di verde con ciuffi di piccoli S. Antonio Abate, statua in terracotta: altezza m. tarda, primi del sec. XV, di un prototipo arcaico Pianeta, sul fondo di seta rosa cangiante si fiori policromi. Le tonacelle hanno il rettangolo 1,80. Entro un’edicola della parete sinistra del e più che abruzzese, laziale. Ha molto sofferto svolgono bande ondulate bianche tipo merletto in lama d’oro. Alquanto consumato e restau- transetto. Scultura paesana del sec. XVII. per pessima ridipintura nei volti e per essere e rami di fiori in seta bianca e argento. St olone e rato. Conservato in casa del parroco. stata tagliata sui lati, in modo da ottenere un galloni moderni. Sec. XVIII. Fine del sec. XVII. Intagli in legno incavo, che simulasse il punto di vita della In sagrestia nell’armadio degli arredi. SANTUARIO DI SANTA MARIA DEL MONTE Armadio, per arredi in noce intagliato: lunghez- figura di modo che rivestita risultasse in piedi e za m. 4,90. È formato da un lungo e basso corpo non seduta. PERETO La Madonna col Bambino, gruppo in legno d’oli- con quindici pannelli decorati da losanga a Bibliografia: M. Gabbrielli. Plastica lignea abruz- vo scolpito e policromo. rilievo, e cinque cassetti scorniciati; la breve al- zese, in Rassegna Marchigiana, marzo-aprile 1933. CHIESA PARROCCHIALE DI S. GIORGIO La Vergine perfettamente frontale è legger- zata è anch’essa a piccoli sportelli con losanga mente seduta, indossa una tunica stretta alla Arredi sacri Dipinto su tela rilevata. In sagrestia. Sec. XVII. vita ed un manto che l’avvolge quasi completa- Candelabro per cero pasquale: altezza m. 1.70. È La Madonna del Rosario, dipinto ad olio su tela: mente; il capo è cinto di corona turrita. Ella Arredi sacri in pietra calcarea bianca, formato da una co- misura m. 2.20 x 1.80. In alto fra le nubi è tiene la mano destra avanzata mentre con la Ostensorio d’argento: altezza m. 0,63. La base lonna sostenuta da una figura mostruosa acco- seduta la Vergine col Bambino adorata da S. sinistra regge a se il Bambino che benedice con ovale, su quattro volute d’appoggio, è divisa in vacciata (essere a testa umana con gambe ri- Domenico e S. Caterina; in basso si vedono due la destra e tiene al petto un volume con la otto parti: nelle quattro maggiori si stendono piegate, privo di tronco) e coronata da un capi- gruppi di vescovi e sacerdoti oranti. Attual- sinistra. quattro cartelle sagomate; nelle quattro minori tello a piramide rovescia. Sul fusto della colon- mente in deposito sull’organo essendo la chiesa Scultura assai interessante del sec. XII-XIII che si svolgono quattro foglie a voluta. Il fusto è na si attorciglia un serpe, scolpito a rilievo, la cui in restauro. Pittore romano del sec. XVII. si riallaccia a tipici gruppi laziali; quali quello di formato da una figuretta di angelo a tutto testa arriva a posarsi sul capitello. In chiesa, Palazzo Venezia a Roma, divulgatisi, con va- Arredi sacri Sopra: Carsoli, rilievo che ritto sul globo dorato, sorregge la presso l’ambone. È spezzato all’inizio del capi- rianti, anche nell’Abruzzo. Sopra: Carsoli, tela quadro con San sfera decorata da grappoli e spighe. In buono tello. Il candelabro con l’ambone è quanto resta Piatto da offerte in ottone sbalzato. Diametro in. Bibliografia: V. Bolzano. Nota d’arte abruzzese, in con san Rocco e Sebastiano. stato. Lavoro di oreficeria del sec. XVIII di tipo nell’interno della chiesa del sec. XII, epoca a cui 0,38. Il bordo è decorato da archetti graffiti, ed Rivista abruzzese. ecc., 1912, pag. 104. santa Lucia.

8 Lumen Lumen 9 Ristampa Il soccorso ‘Scout’ Quello che segue è il resoconto del drappello e dal Comandante. Dopo una altra gnati oggetti di vestia- soccorso prestato da un gruppo mezz’ora di ascensione scorgemmo, ironia del rio e di biancheria ma- nella Marsica “scout” a Civita d’Antino nel 1915. destino, una torre che poi constatammo situata glie, coperte, mutande, Il brano è tratto dal mensile dei sulla piazza principale del paese, dove un camicie, calze, e scarpe grande orologio indicava ancora le ore 8 meno nella misura corri- (1915) “Giovani Esploratori”: Sii preparato!, 4 minuti ora che segnò la morte materiale e spondente al numero anno II, n. 4, pp.88-90, il titolo morale dei 1800 cittadini che popolavano quel dei componenti cia- dell’articolo è: L’opera della Squadra di ridente paese, centro di villeggiatura per i scuna famiglia. I viveri Soccorso a Civita d’Antino. norvegesi e svedesi amanti del bello e per noti furono lasciati in con- da A. Petrucci pittori stranieri che ritraevano sulla tela i segna al Comitato di meravigliosi e superbi panorami che non soccorso per la distri- hanno nulla da invidiare a quelli della Svizzera. buzione giornaliera. Alla vista della torre, rimasta intatta, si aprì il La riconoscenza dei « ra naturale che i Giovani Esplo- ancora mezzo diroccata la stazione ferroviaria, cuore alla speranza di molti, nella lusinga che il poveri superstiti si ratori, dopo essersi così brillante- si procedette allo scarico della merce; e i bravi disastro non fosse quello che ci era stato dipinto manifestò verso i no- E mente affermati coi loro servizi alla giovani, approfittando delle cognizioni dai redattori del Giornale d’Italia,i quali addita- stri bravi giovani in Stazione per assistere i feriti ed acquistate nella vita dei campi estivi, improvvi- rono agli esploratori quel paese come uno dei un modo veramente aiutare e confortare i profughi, volessero dar sarono una specie di cucina da campo per una più colpiti. Ma ahimè! nessun indizio di vita. commovente; e per una prova maggiore dei loro sentimenti uma- frugale refezione. Dopo una mezz’ora di riposo Tutto era silenzio intorno a noi, il solo latrare quanto assuefatti, nei nitari recandosi sui luoghi del terremoto. si iniziò la salita dell’aspra montagna coperta di dei cani affamati metteva un senso di tristezza e giorni precedenti, alla Avendo il loro Commissario iniziata una neve, sotto una pioggia incessante che rendeva il loro furioso abbaiare si faceva ancor più vista di tante sofferenze e di tante miserie, molti raccolta di fondi con una somma offerta dalla ancora più difficile e perigliosa l’ascensione, frequente quanto più ci inoltravamo, e sembra- esploratori avevano le lagrime agli occhi, tanta Marchesa Adele Alfieri di Sostegno, il fondo si poiché i bravi ragazzi invece di percorrere la va che fossero essi i soli rimasti a difesa della era la pietà, che infondeva nel nostro animo la accrebbe notevolmente mediante la coopera- strada carrozzabile credettero loro imprescin- terra natale, i soli a proteggere i miseri supersti- presenza di quegli infelici, che trascorrono le zione spontanea della Signorina Gerdy, la quale dibile dovere di recarsi sul posto per la via più ti dall’invasione di un altro nemico occulto, i soli ore del giorno accovacciati sotto le volte degli per due giorni scortata da due Esploratori breve, senza tener conto dei disagi e della fatica a guardia dei poveri corpi mutilati o che androni pericolanti, e sotto poche tende, per raccolse per Roma più di L. 1000. Altri fondi ed che avrebbero dovuto sostenere inerpicandosi illividivano sotto le vesti a brandelli. Ed ecco ripararsi alla meglio dai rigori della stagione oggetti di vestiario furono dati da un Signore sulle roccia, sui dirupi, facendo uso del loro dinnanzi a noi uno spettacolo desolante che eccezionale. inglese, Mr. Mc. Connel e dal Caposquadra bastone come sostegno e per saltare fossati ecc., avrebbe serrato il cuore anche all’uomo meno Fu anche distribuito un numero considerevole di Graziadei nonché dall’Esploratore Ferrero. La desiderosi tutti di portare al più presto una sensibile alle sventure di questa terra: donne candele per illuminare alla meno peggio quei ri- maggior parte del denaro fu spesa per acquista- parola di conforto ai miseri, avviluppare nelle lacere, coi segni delle atroci sofferenze e cogli coveri, poiché nei giorni passati quanto rima- re coperte, maglie, tazze di latta, candele, coperte di lana e ristorare i poveri superstiti occhi rossi, senza più lagrime: frotte di bambini neva del paese era immerso nel buio profondo. fiammiferi, pane, formaggio, latte e carne in abbandonati a loro stessi. Ed era bello vedere scalzi, intirizziti, spaventati: uomini colla Se si pensa che a Civita d’Antino fino al 22 conserva, caffè, zucchero, sale ed altro. fra la neve e la pioggia gli ardimentosi giovani maschera di una quasi tragica rassegnazione gennaio non era giunto nessun soccorso, tran- Per informazioni attinte presso il Giornale salire l’erta del monte attaccandosi ad cespugli sul volto; tutti accovacciati fra le rovine medi- ne il pane dato dall’autorità militare e pochi d’Italia si seppe che Civita d’Antino era una e scomparire di quando in quando fra le tando sul loro triste destino. indumenti inviati da un’associazione cattolica, delle località che erano state meno soccorse; fu insenature dei massi, uniti tutti in un sol Tutte le case crollate lasciavano ancora vedere i si potrà facilmente immaginare con quale deciso che una Squadra di Esploratori col pensiero, in un sol desiderio: quello di giunge- resti delle suppellettili. ansietà fosse attesa l’ora della distribuzione da Commissario e due Ufficiali, si recasse in quella re presto sul luogo del dolore. Primo lavoro degli esploratori fu quello di sgom- quei poveri disgraziati. Sotto la sorveglianza del località. Il maggiore Castelli, facendo uso dei segnali brare dalle macerie una via principale del paese, Comitato di soccorso, coadiuvata dal Commis- Il senatore Franchetti gentilmente s’interessò con il fischio, riuniva sovente la sparsa schiera il cui passaggio era necessario per procedere al sario di Roma, la signorina Gerdy distribuì per il trasporto della Squadra e delle derrate. dei giovani onde averli sott’occhio ed evitare dissotterramento dei cadaveri; e, in men che si tutta le provviste, ricevendo ringraziamenti e Alla Squadra si aggregarono la Signorina loro qualche disgrazia. dica, la via fu aperta. Si trattava di abbattere per benedizioni: la scena commoventissima, durata Gerdy e il Sig. Mc. Connel e la sera del 21 Alle domande che il Comandante rivolgeva ad mezzo di una grossa fune un muro che minaccia- più di tre ore, è più facile ad immaginarsi che a corrente una bella Squadra di 27 Esploratori, 3 essi sulle condizioni fisiche e sulla necessità di va rovina; e anche in questa difficile e pericolosa descriversi. Ufficiali e due aggregati si diresse alle ore 22.55 prendere un poco di riposo, la risposta era operazione i nostri esploratori coadiuvarono con Terminata la distribuzione il Commissario ver- verso Civita d’Antino ove giunse la mattina sempre questa: «Non risentiamo la stanchezza slancio i bravi granatieri. sò nelle mani del Comitato L. 100, perché fosse- dopo alle 7. Caricati sui muli i 26 colli di nelle consuete esercitazioni, figuriamoci se Alle ore due, sulla piazza principale del paese, ro distribuite ai più bisognosi. derrata, la comitiva si pose in marcia verso il possiamo avvertirla ora che abbiamo il dovere alla presenza dell’Assessore anziano, del Segre- A notte fatta la Squadra scendeva alla Stazione paese in pieno assetto di lavoro e forniti perciò di far presto!». Ebbene! coraggio e riprendiamo tario comunale e del Parroco, s’iniziò la distri- dove un treno la condusse a Roccasecca; e dopo di tutto l’occorrente per procedere anche al a salire. buzione degli effetti di vestiario. La piazza bru- una fermata dalle 22 alle 3,15, prendeva disotterramento dei cadaveri. Partirono, come Dopo due ore di cammino, scorgemmo ad una licava di superstiti, ansiosi di coprire i loro l’accelerato di Napoli, che la riconduceva a si è detto, alla volta di Civita d’Antino, paese considerevole distanza qualche casetta dirocca- bambini e loro stessi. Gli esploratori furono Roma alle ore 7,30, situato ad oltre 1000 metri sul livello del mare, a ta; e via da quella parte, perché là doveva incaricati di tenere indietro la folla che si Una seconda Squadra si sta organizzando per picco di uno dei monti della lunga e frastagliata trovarsi il paese. accalcava quasi inebetita, e la distribuzione recarsi probabilmente a , altra località Sopra: una catena degli Appennini, ai cui piedi scorrono le Da bravi ragazzi, siamo per giungere: riunia- procedette in modo veramente perfetto; ancora poco soccorsa. immagine dei Sopra: copertina acque del Liri. moci, facciamoci onore, conserviamo l’ordine! poiché, chiamati tutti i capi di famiglia dal Il Comandante di Riparto Cap. A. PETRUCCI». soccorsi (p. 91 della della rivista scout. Giunti alle falde della montagna, ove esiste Questi erano gli avvertimenti dati dai Capi Segretario comunale, vennero ad essi conse- rivista).

10 Lumen Lumen 11 Ristampa Il soccorso ‘Scout’ Quello che segue è il resoconto del drappello e dal Comandante. Dopo una altra gnati oggetti di vestia- soccorso prestato da un gruppo mezz’ora di ascensione scorgemmo, ironia del rio e di biancheria ma- nella Marsica “scout” a Civita d’Antino nel 1915. destino, una torre che poi constatammo situata glie, coperte, mutande, Il brano è tratto dal mensile dei sulla piazza principale del paese, dove un camicie, calze, e scarpe grande orologio indicava ancora le ore 8 meno nella misura corri- (1915) “Giovani Esploratori”: Sii preparato!, 4 minuti ora che segnò la morte materiale e spondente al numero anno II, n. 4, pp.88-90, il titolo morale dei 1800 cittadini che popolavano quel dei componenti cia- dell’articolo è: L’opera della Squadra di ridente paese, centro di villeggiatura per i scuna famiglia. I viveri Soccorso a Civita d’Antino. norvegesi e svedesi amanti del bello e per noti furono lasciati in con- da A. Petrucci pittori stranieri che ritraevano sulla tela i segna al Comitato di meravigliosi e superbi panorami che non soccorso per la distri- hanno nulla da invidiare a quelli della Svizzera. buzione giornaliera. Alla vista della torre, rimasta intatta, si aprì il La riconoscenza dei « ra naturale che i Giovani Esplo- ancora mezzo diroccata la stazione ferroviaria, cuore alla speranza di molti, nella lusinga che il poveri superstiti si ratori, dopo essersi così brillante- si procedette allo scarico della merce; e i bravi disastro non fosse quello che ci era stato dipinto manifestò verso i no- E mente affermati coi loro servizi alla giovani, approfittando delle cognizioni dai redattori del Giornale d’Italia,i quali addita- stri bravi giovani in Stazione per assistere i feriti ed acquistate nella vita dei campi estivi, improvvi- rono agli esploratori quel paese come uno dei un modo veramente aiutare e confortare i profughi, volessero dar sarono una specie di cucina da campo per una più colpiti. Ma ahimè! nessun indizio di vita. commovente; e per una prova maggiore dei loro sentimenti uma- frugale refezione. Dopo una mezz’ora di riposo Tutto era silenzio intorno a noi, il solo latrare quanto assuefatti, nei nitari recandosi sui luoghi del terremoto. si iniziò la salita dell’aspra montagna coperta di dei cani affamati metteva un senso di tristezza e giorni precedenti, alla Avendo il loro Commissario iniziata una neve, sotto una pioggia incessante che rendeva il loro furioso abbaiare si faceva ancor più vista di tante sofferenze e di tante miserie, molti raccolta di fondi con una somma offerta dalla ancora più difficile e perigliosa l’ascensione, frequente quanto più ci inoltravamo, e sembra- esploratori avevano le lagrime agli occhi, tanta Marchesa Adele Alfieri di Sostegno, il fondo si poiché i bravi ragazzi invece di percorrere la va che fossero essi i soli rimasti a difesa della era la pietà, che infondeva nel nostro animo la accrebbe notevolmente mediante la coopera- strada carrozzabile credettero loro imprescin- terra natale, i soli a proteggere i miseri supersti- presenza di quegli infelici, che trascorrono le zione spontanea della Signorina Gerdy, la quale dibile dovere di recarsi sul posto per la via più ti dall’invasione di un altro nemico occulto, i soli ore del giorno accovacciati sotto le volte degli per due giorni scortata da due Esploratori breve, senza tener conto dei disagi e della fatica a guardia dei poveri corpi mutilati o che androni pericolanti, e sotto poche tende, per raccolse per Roma più di L. 1000. Altri fondi ed che avrebbero dovuto sostenere inerpicandosi illividivano sotto le vesti a brandelli. Ed ecco ripararsi alla meglio dai rigori della stagione oggetti di vestiario furono dati da un Signore sulle roccia, sui dirupi, facendo uso del loro dinnanzi a noi uno spettacolo desolante che eccezionale. inglese, Mr. Mc. Connel e dal Caposquadra bastone come sostegno e per saltare fossati ecc., avrebbe serrato il cuore anche all’uomo meno Fu anche distribuito un numero considerevole di Graziadei nonché dall’Esploratore Ferrero. La desiderosi tutti di portare al più presto una sensibile alle sventure di questa terra: donne candele per illuminare alla meno peggio quei ri- maggior parte del denaro fu spesa per acquista- parola di conforto ai miseri, avviluppare nelle lacere, coi segni delle atroci sofferenze e cogli coveri, poiché nei giorni passati quanto rima- re coperte, maglie, tazze di latta, candele, coperte di lana e ristorare i poveri superstiti occhi rossi, senza più lagrime: frotte di bambini neva del paese era immerso nel buio profondo. fiammiferi, pane, formaggio, latte e carne in abbandonati a loro stessi. Ed era bello vedere scalzi, intirizziti, spaventati: uomini colla Se si pensa che a Civita d’Antino fino al 22 conserva, caffè, zucchero, sale ed altro. fra la neve e la pioggia gli ardimentosi giovani maschera di una quasi tragica rassegnazione gennaio non era giunto nessun soccorso, tran- Per informazioni attinte presso il Giornale salire l’erta del monte attaccandosi ad cespugli sul volto; tutti accovacciati fra le rovine medi- ne il pane dato dall’autorità militare e pochi d’Italia si seppe che Civita d’Antino era una e scomparire di quando in quando fra le tando sul loro triste destino. indumenti inviati da un’associazione cattolica, delle località che erano state meno soccorse; fu insenature dei massi, uniti tutti in un sol Tutte le case crollate lasciavano ancora vedere i si potrà facilmente immaginare con quale deciso che una Squadra di Esploratori col pensiero, in un sol desiderio: quello di giunge- resti delle suppellettili. ansietà fosse attesa l’ora della distribuzione da Commissario e due Ufficiali, si recasse in quella re presto sul luogo del dolore. Primo lavoro degli esploratori fu quello di sgom- quei poveri disgraziati. Sotto la sorveglianza del località. Il maggiore Castelli, facendo uso dei segnali brare dalle macerie una via principale del paese, Comitato di soccorso, coadiuvata dal Commis- Il senatore Franchetti gentilmente s’interessò con il fischio, riuniva sovente la sparsa schiera il cui passaggio era necessario per procedere al sario di Roma, la signorina Gerdy distribuì per il trasporto della Squadra e delle derrate. dei giovani onde averli sott’occhio ed evitare dissotterramento dei cadaveri; e, in men che si tutta le provviste, ricevendo ringraziamenti e Alla Squadra si aggregarono la Signorina loro qualche disgrazia. dica, la via fu aperta. Si trattava di abbattere per benedizioni: la scena commoventissima, durata Gerdy e il Sig. Mc. Connel e la sera del 21 Alle domande che il Comandante rivolgeva ad mezzo di una grossa fune un muro che minaccia- più di tre ore, è più facile ad immaginarsi che a corrente una bella Squadra di 27 Esploratori, 3 essi sulle condizioni fisiche e sulla necessità di va rovina; e anche in questa difficile e pericolosa descriversi. Ufficiali e due aggregati si diresse alle ore 22.55 prendere un poco di riposo, la risposta era operazione i nostri esploratori coadiuvarono con Terminata la distribuzione il Commissario ver- verso Civita d’Antino ove giunse la mattina sempre questa: «Non risentiamo la stanchezza slancio i bravi granatieri. sò nelle mani del Comitato L. 100, perché fosse- dopo alle 7. Caricati sui muli i 26 colli di nelle consuete esercitazioni, figuriamoci se Alle ore due, sulla piazza principale del paese, ro distribuite ai più bisognosi. derrata, la comitiva si pose in marcia verso il possiamo avvertirla ora che abbiamo il dovere alla presenza dell’Assessore anziano, del Segre- A notte fatta la Squadra scendeva alla Stazione paese in pieno assetto di lavoro e forniti perciò di far presto!». Ebbene! coraggio e riprendiamo tario comunale e del Parroco, s’iniziò la distri- dove un treno la condusse a Roccasecca; e dopo di tutto l’occorrente per procedere anche al a salire. buzione degli effetti di vestiario. La piazza bru- una fermata dalle 22 alle 3,15, prendeva disotterramento dei cadaveri. Partirono, come Dopo due ore di cammino, scorgemmo ad una licava di superstiti, ansiosi di coprire i loro l’accelerato di Napoli, che la riconduceva a si è detto, alla volta di Civita d’Antino, paese considerevole distanza qualche casetta dirocca- bambini e loro stessi. Gli esploratori furono Roma alle ore 7,30, situato ad oltre 1000 metri sul livello del mare, a ta; e via da quella parte, perché là doveva incaricati di tenere indietro la folla che si Una seconda Squadra si sta organizzando per picco di uno dei monti della lunga e frastagliata trovarsi il paese. accalcava quasi inebetita, e la distribuzione recarsi probabilmente a Morino, altra località Sopra: una catena degli Appennini, ai cui piedi scorrono le Da bravi ragazzi, siamo per giungere: riunia- procedette in modo veramente perfetto; ancora poco soccorsa. immagine dei Sopra: copertina acque del Liri. moci, facciamoci onore, conserviamo l’ordine! poiché, chiamati tutti i capi di famiglia dal Il Comandante di Riparto Cap. A. PETRUCCI». soccorsi (p. 91 della della rivista scout. Giunti alle falde della montagna, ove esiste Questi erano gli avvertimenti dati dai Capi Segretario comunale, vennero ad essi conse- rivista).

10 Lumen Lumen 11 Ristampa L’articolo è tratto dalla rivista Terra Chiesa altrettanto antica era quella di S. 7) Ibidem. Pereto 8) C. PEROGALLI, Castelli Nostra (XXV - 1986, fasc. 5-6, pp. 23- Silvestro, oggi un semplice rudere. Verso la dell'Abruzzo e del Molise, metà del X secolo essa era stata acquistata dal Milano 1975. 25) edita dall’Associazione fra i 9) L. OSTIENSE, Chron. monastero di S. Maria di Luco (12) e nel 1047 Mon. Cas., lib. I, cap. Ciociari. divenne proprietà dei monaci di Farfa (13). XXXVI, pp. 148-149. Ad ogni modo, notizie più precise su Pereto 10) G. LUGLI, La tecnica e- dilizia in Roma, vol. I, s. n. t., cominciano ad essere quelle offerte dal Catalogo p. 67, Roma 1957, per la dei Baroni (sec. XII), da cui risulta che Todino e tipologia del muro. 11) L. ALLODI-G. LEVI, Re- da Angelo Melchiorre Rainaldo de Ponte avevano ciascuno una gesto Sublacense del sec. quinta parte del paese, mentre le rimanenti XI, carta 185, Roma 1885. 12) L. OSTIENSE, op. cit., parti erano soggette rispettivamente ad lib. II, anno 955. Odorisio da Verrecchie, Malastrino di S. 13) G. CATINO (a cura di), Regesto Farfense, vol. IV, Donato e Bonaventura di Tagliacozzo (14). p. 212, « Reale Soc. Rom. e, ancor oggi, chiedete a qualche an- poco lontano dall’omonima cima, e Murbanu, I de Ponte, riunito nelle loro mani tutto il St. Patria », Roma 1879- 1914. ziano del posto di parlare delle origini nell’omonimo piano (2). territorio, lo mantengono fino al 1374, allor- 14) A. L. ANTINORI, Coro- di Pereto, vi racconterà questa leg- Su un piano più prettamente storiografico, le quando Giovanna I dà l’assenso alla vendita di grafia, XXXIV-5, f. 492. 15) ivi, ff. 493-494. Sgenda. Molto tempo fa, sulla montagna, ipotesi sulle origini di Pereto sono numerose e metà del feudo a favore di Rainaldo e Giovanni 16) M. EBOLI, Carsoli e il esistevano due paesi, Cacume e Murbanu, sempre tra loro contrastanti. Secondo il De Vecchi- Orsini (15). suo territorio nella storia medioevale della Marsica, in lite tra loro per il possesso dei boschi e dei pascoli. Pieralice, il paese sarebbe sorto già prima dell’e- In precedenza, le vicende di Pereto (come di Roma s. d., p. 96. Una notte gli abitanti dei due paesi, all’insaputa l’uno poca carolingia, dal momento che secondo lo gran parte del territorio carseolano) erano state 17) A. DI PIETRO, op. cit., pp. 63-65. dell’altro, decisero di compiere una scorreria in casa storico «dall’epoca dei conti de’ Marsi fino ad probabilmente molto tormentate, anche per 18) C. PEROGALLI, op. cit. dell’avversario e, per vie diverse, portarono a termine oggi ha sempre dimorato in Pereto» la famiglia effetto delle continue donazioni che venivano i loro propositi distruggendo e incendiando tutto, Maccafani, proveniente dalla Scozia e stanziata- fatte dai conti dei Marsi o dai loro eredi a favore ignorando però, che mentre saccheggiavano le case si in quel luogo al tempo di Carlo Magno (3). hanno negato l’esistenza di un tempio pagano dei monasteri benedettini. La contessa del nemico, questi stava facendo lo stesso con le loro. Al Secondo un altro storico locale, il Laurenti, una nel luogo dove poi sorse S. Pietro, non essendo- Aldegrima si legge nella Cronaca Cassinense di 1) Informazioni orali, fornite ritorno trovarono le proprie abitazioni trasformate in concreta testimonianza dell’antichità di Pereto vi di esso né indicazioni documentarie, né Leone Ostiense «abitante (...) nel Castello che si da Massimo Basilici e Mi- macerie fumanti e così, raccolte le poche robe rimaste, sarebbe costituita dal medioevale «castello di tracce archeologiche. Anche sulla presenza in chiama Auricola (Oricola), vedova di Rainaldo chele Sciò, febbraio 1985. 2) Tavolette IGM 145 III SE gli ex nemici, dopo il misfatto divenuti amici, si tra- forma quadrata, edificato dai conti dei Marsi Pereto della famiglia Maccafani sono state che fu conte nel suddetto territorio carseolano e 151 I NO sferirono insieme nel luogo dove, di lì a poco, sarebbe verso il IX o X secolo» (4); secondo il Di Pietro, avanzate numerose perplessità, dal momento e figlio del conte Berardo», aveva concesso in 3) G. DE VECCHI-PIE- sorto Pereto (1). RALICE, in L. DEGLI AB- infine, essa verrebbe confermata dalla perma- che l’unica fonte attendibile (un manoscritto di dono ai monaci, nel 1096, non solo alcune BATI, Guida storico-arti- Questa leggenda che fa parte anche delle nenza in Pereto, già prima del 996, di S. Ro- Gian Gabriello Maccafani, in possesso degli chiese dei dintorni (compreso il monastero di S. stica delle regioni attra- tradizioni di Tagliacozzo, Cappadocia, Verrec- versate dalla strada ferrata, mualdo e dei suoi eremiti, i quali vi avrebbero attuali eredi della famiglia) farebbe risalire Pietro in Pereto), ma anche i quattro « castelli » Roma 1888, p. 73. chie e Camerata Vecchia (ora Camerata Nuova, fatto «restaurare» la chiesetta di S. Pietro, sorta l’origine del nome e del casato non all’alto di Auricola, Fossacieca, Camerata e lo stesso 4) A. LAURENTI, Oricola e in provincia di Roma) non spiega certo le ori- contrada carseolana nella sulle rovine di un preesistente tempio pagano (5). medioevo, bensì ad una più recente e non Pereto (16). storia di nostra gente, Tivoli gini di Pereto, ma dà notizia di due villaggi Le affermazioni di cui sopra sono state giudica- meglio identificata battaglia di Fano (nelle La presenza dei benedettini nella zona pur 1933, p. 117. montani, i cui resti sono tuttora visibili: Cacume, 5) A. DI PIETRO, Agglome- te poco convincenti da altri studiosi (6), i quali Marche), il cui vincitore sarebbe stato sopran- positiva dal punto di vista economico, culturale razioni delle popolazioni nominato appunto «ammacca Fano» (7). e religioso dovette determinare certamente attuali della diocesi dei Marsi, vol. II, Inoltre, anche circa l’artefice del castello, le situazioni di attrito con i feudatari, con le 1872, p. 63. Cfr. anche A. ipotesi finora formulate appaiono poco sicure, «università» e persino con il clero locale, da cui LAURENTI, cit., p. 117. 6) Cfr. nota 1. vista la scarsità dei documenti in proposito: dipendevano le altre chiese di Pereto (le d’altro canto, parlare come fa il Laurenti dei parrocchiali di S. Nicola e del SS. Salvatore, e la conti dei Marsi come fondatori del castello chiesa rurale di S. Lorenzo) (17). senza accennare al monastero di Farfa o a quel- Un primo notevole sviluppo del territorio e lo di Subiaco, significa cadere nel generico e dello stesso centro abitato di Pereto si ha, quasi perfino nel leggendario. Un confronto con i sicuramente, sotto Federico II, la cui politica di castelli circostanti indurrebbe, invece, a riassetto del Regno investe anche il carseolano. collocare l’epoca della costruzione tra la fine del In Pereto dovettero esservi rinnovamenti nella X e l’inizio dell’XI secolo (8). struttura muraria difensiva, confermati dalla Ciò, tuttavia, non esclude che Pereto fosse già presenza ancor oggi di elementi architettonici esistente in epoca anteriore. Nell’alto medioe- tipici del XIII secolo e di caratteristiche feritoie vo, infatti, è molto attiva nella zona la compo- nei merli della cinta muraria (18). Sopra: copertina nente monastica benedettina, preceduta da Verso la fine del XIII secolo, Pereto è abitato da della rivista, a lato: quella basiliana d’origine orientale (9). Ai numerose famiglie nobiliari, alle quali Carlo II Sopra: la facciata panorama di Pereto monaci si deve la fondazione della primitiva d’Angiò aveva concesso alcuni privilegi di natu- della chiesa di San da una cartolina dei chiesa di S. Pietro (oggi scomparsa) che, ra fiscale e che per la difesa di quei privilegi Giovanni Battista in primi anni secondo la tradizione, sorgeva sui ruderi entrano ben presto in conflitto con la comunità una cartolina ante Cinquanta del secolo romani dell’Ara di Pasqualino (10); e già nel 983 cittadina («università»): un attrito, cui pone ter- Seconda Guerra passato. questa chiesa è citata in alcune fonti (11). mine «per arbitraggio», nel 1313, il feudatario Mondiale.

12 Lumen Lumen 13 Ristampa L’articolo è tratto dalla rivista Terra Chiesa altrettanto antica era quella di S. 7) Ibidem. Pereto 8) C. PEROGALLI, Castelli Nostra (XXV - 1986, fasc. 5-6, pp. 23- Silvestro, oggi un semplice rudere. Verso la dell'Abruzzo e del Molise, metà del X secolo essa era stata acquistata dal Milano 1975. 25) edita dall’Associazione fra i 9) L. OSTIENSE, Chron. monastero di S. Maria di Luco (12) e nel 1047 Mon. Cas., lib. I, cap. Ciociari. divenne proprietà dei monaci di Farfa (13). XXXVI, pp. 148-149. Ad ogni modo, notizie più precise su Pereto 10) G. LUGLI, La tecnica e- dilizia in Roma, vol. I, s. n. t., cominciano ad essere quelle offerte dal Catalogo p. 67, Roma 1957, per la dei Baroni (sec. XII), da cui risulta che Todino e tipologia del muro. 11) L. ALLODI-G. LEVI, Re- da Angelo Melchiorre Rainaldo de Ponte avevano ciascuno una gesto Sublacense del sec. quinta parte del paese, mentre le rimanenti XI, carta 185, Roma 1885. 12) L. OSTIENSE, op. cit., parti erano soggette rispettivamente ad lib. II, anno 955. Odorisio da Verrecchie, Malastrino di S. 13) G. CATINO (a cura di), Regesto Farfense, vol. IV, Donato e Bonaventura di Tagliacozzo (14). p. 212, « Reale Soc. Rom. e, ancor oggi, chiedete a qualche an- poco lontano dall’omonima cima, e Murbanu, I de Ponte, riunito nelle loro mani tutto il St. Patria », Roma 1879- 1914. ziano del posto di parlare delle origini nell’omonimo piano (2). territorio, lo mantengono fino al 1374, allor- 14) A. L. ANTINORI, Coro- di Pereto, vi racconterà questa leg- Su un piano più prettamente storiografico, le quando Giovanna I dà l’assenso alla vendita di grafia, XXXIV-5, f. 492. 15) ivi, ff. 493-494. Sgenda. Molto tempo fa, sulla montagna, ipotesi sulle origini di Pereto sono numerose e metà del feudo a favore di Rainaldo e Giovanni 16) M. EBOLI, Carsoli e il esistevano due paesi, Cacume e Murbanu, sempre tra loro contrastanti. Secondo il De Vecchi- Orsini (15). suo territorio nella storia medioevale della Marsica, in lite tra loro per il possesso dei boschi e dei pascoli. Pieralice, il paese sarebbe sorto già prima dell’e- In precedenza, le vicende di Pereto (come di Roma s. d., p. 96. Una notte gli abitanti dei due paesi, all’insaputa l’uno poca carolingia, dal momento che secondo lo gran parte del territorio carseolano) erano state 17) A. DI PIETRO, op. cit., pp. 63-65. dell’altro, decisero di compiere una scorreria in casa storico «dall’epoca dei conti de’ Marsi fino ad probabilmente molto tormentate, anche per 18) C. PEROGALLI, op. cit. dell’avversario e, per vie diverse, portarono a termine oggi ha sempre dimorato in Pereto» la famiglia effetto delle continue donazioni che venivano i loro propositi distruggendo e incendiando tutto, Maccafani, proveniente dalla Scozia e stanziata- fatte dai conti dei Marsi o dai loro eredi a favore ignorando però, che mentre saccheggiavano le case si in quel luogo al tempo di Carlo Magno (3). hanno negato l’esistenza di un tempio pagano dei monasteri benedettini. La contessa del nemico, questi stava facendo lo stesso con le loro. Al Secondo un altro storico locale, il Laurenti, una nel luogo dove poi sorse S. Pietro, non essendo- Aldegrima si legge nella Cronaca Cassinense di 1) Informazioni orali, fornite ritorno trovarono le proprie abitazioni trasformate in concreta testimonianza dell’antichità di Pereto vi di esso né indicazioni documentarie, né Leone Ostiense «abitante (...) nel Castello che si da Massimo Basilici e Mi- macerie fumanti e così, raccolte le poche robe rimaste, sarebbe costituita dal medioevale «castello di tracce archeologiche. Anche sulla presenza in chiama Auricola (Oricola), vedova di Rainaldo chele Sciò, febbraio 1985. 2) Tavolette IGM 145 III SE gli ex nemici, dopo il misfatto divenuti amici, si tra- forma quadrata, edificato dai conti dei Marsi Pereto della famiglia Maccafani sono state che fu conte nel suddetto territorio carseolano e 151 I NO sferirono insieme nel luogo dove, di lì a poco, sarebbe verso il IX o X secolo» (4); secondo il Di Pietro, avanzate numerose perplessità, dal momento e figlio del conte Berardo», aveva concesso in 3) G. DE VECCHI-PIE- sorto Pereto (1). RALICE, in L. DEGLI AB- infine, essa verrebbe confermata dalla perma- che l’unica fonte attendibile (un manoscritto di dono ai monaci, nel 1096, non solo alcune BATI, Guida storico-arti- Questa leggenda che fa parte anche delle nenza in Pereto, già prima del 996, di S. Ro- Gian Gabriello Maccafani, in possesso degli chiese dei dintorni (compreso il monastero di S. stica delle regioni attra- tradizioni di Tagliacozzo, Cappadocia, Verrec- versate dalla strada ferrata, mualdo e dei suoi eremiti, i quali vi avrebbero attuali eredi della famiglia) farebbe risalire Pietro in Pereto), ma anche i quattro « castelli » Roma 1888, p. 73. chie e Camerata Vecchia (ora Camerata Nuova, fatto «restaurare» la chiesetta di S. Pietro, sorta l’origine del nome e del casato non all’alto di Auricola, Fossacieca, Camerata e lo stesso 4) A. LAURENTI, Oricola e in provincia di Roma) non spiega certo le ori- contrada carseolana nella sulle rovine di un preesistente tempio pagano (5). medioevo, bensì ad una più recente e non Pereto (16). storia di nostra gente, Tivoli gini di Pereto, ma dà notizia di due villaggi Le affermazioni di cui sopra sono state giudica- meglio identificata battaglia di Fano (nelle La presenza dei benedettini nella zona pur 1933, p. 117. montani, i cui resti sono tuttora visibili: Cacume, 5) A. DI PIETRO, Agglome- te poco convincenti da altri studiosi (6), i quali Marche), il cui vincitore sarebbe stato sopran- positiva dal punto di vista economico, culturale razioni delle popolazioni nominato appunto «ammacca Fano» (7). e religioso dovette determinare certamente attuali della diocesi dei Marsi, vol. II, Avezzano Inoltre, anche circa l’artefice del castello, le situazioni di attrito con i feudatari, con le 1872, p. 63. Cfr. anche A. ipotesi finora formulate appaiono poco sicure, «università» e persino con il clero locale, da cui LAURENTI, cit., p. 117. 6) Cfr. nota 1. vista la scarsità dei documenti in proposito: dipendevano le altre chiese di Pereto (le d’altro canto, parlare come fa il Laurenti dei parrocchiali di S. Nicola e del SS. Salvatore, e la conti dei Marsi come fondatori del castello chiesa rurale di S. Lorenzo) (17). senza accennare al monastero di Farfa o a quel- Un primo notevole sviluppo del territorio e lo di Subiaco, significa cadere nel generico e dello stesso centro abitato di Pereto si ha, quasi perfino nel leggendario. Un confronto con i sicuramente, sotto Federico II, la cui politica di castelli circostanti indurrebbe, invece, a riassetto del Regno investe anche il carseolano. collocare l’epoca della costruzione tra la fine del In Pereto dovettero esservi rinnovamenti nella X e l’inizio dell’XI secolo (8). struttura muraria difensiva, confermati dalla Ciò, tuttavia, non esclude che Pereto fosse già presenza ancor oggi di elementi architettonici esistente in epoca anteriore. Nell’alto medioe- tipici del XIII secolo e di caratteristiche feritoie vo, infatti, è molto attiva nella zona la compo- nei merli della cinta muraria (18). Sopra: copertina nente monastica benedettina, preceduta da Verso la fine del XIII secolo, Pereto è abitato da della rivista, a lato: quella basiliana d’origine orientale (9). Ai numerose famiglie nobiliari, alle quali Carlo II Sopra: la facciata panorama di Pereto monaci si deve la fondazione della primitiva d’Angiò aveva concesso alcuni privilegi di natu- della chiesa di San da una cartolina dei chiesa di S. Pietro (oggi scomparsa) che, ra fiscale e che per la difesa di quei privilegi Giovanni Battista in primi anni secondo la tradizione, sorgeva sui ruderi entrano ben presto in conflitto con la comunità una cartolina ante Cinquanta del secolo romani dell’Ara di Pasqualino (10); e già nel 983 cittadina («università»): un attrito, cui pone ter- Seconda Guerra passato. questa chiesa è citata in alcune fonti (11). mine «per arbitraggio», nel 1313, il feudatario Mondiale.

12 Lumen Lumen 13 19) A. L. ANTINORI, op. cit., di turno, che era allora Giovanni de Ponte (19). ff. 492-494. 20) Cfr. nota 1. Dalle carte di Montecassino si apprende che, 21) ADM, fondo A, perga- nel gennaio 1396, Rostaino de Cantelmi è mene. 22) C. IANNOLA, La fortez- tenuto prigioniero, per ordine di Giacomo za ha fatto «toilette», in «Il Orsini conte di Tagliacozzo, proprio nel castello Tempo», 6 agosto 1983. di Pereto (20). 23) Cfr. nota 1. 24) Ibidem. Da un altro punto di vista, Pereto assume fin dai 25) L. GIUSTINIANI, Di- primi decenni del secolo XV una notevole zionario geografico ragio- nato del Regno di Napoli, importanza civile e religiosa, non solo perché Napoli 1797 ss. (per i «fuo- nelle vicinanze si trova il santuario di S. Maria chi»). Per le altre notizie, cfr. A. DI PIETRO, op. cit., pp. dei Bisognosi, ma anche perché la famiglia 63-65; anche C. IANNOLA, Maccafani fornisce, nell’arco di poco più di La chiesa dell'Annunziata ha di nuovo la sua... voce, in cento anni, ben otto vescovi (di cui sei alla guida «Il Tempo», 1 aprile 1983,: e della diocesi dei Marsi) (21). Anzi, è proprio la Tutta Pereto è in festa per S. Antonio Abate, in «Il Tem- famiglia Maccafani ad acquistare l’antica rocca, po», 17 gennaio 1982 di fronte alla quale già in precedenza aveva 26) ADM, C-2-43. 27) Circa la predicazione di fatto innalzare un sontuoso e solido palazzo S. Leonardo, cfr. C. IANNO- (22). LA, Tutta Pereto... cit.; per la consacrazione della chiesa Una tragica parentesi in quest’epoca di gra- di S. Giorgio, cfr. ADM, B- duale sviluppo è rappresentata dal terremoto 30-83. 28) ADM, C-86-1924. del 5 dicembre 1456. Le cronache parlano solo 29) Ibidem. delle rovine di Carsoli, che ebbe 202 morti e 30) G. DE VECCHI-PIERA- 31) ADM, fondo APP (Pe- LICE, op. cit., p. 75; A. LAU- quasi tutte le abitazioni diroccate (solo undici Leonardo da Porto Maurizio, avvenuta nel spesso, negli stessi atti, si legge la dicitura Al di là, comunque, del fenomeno di carattere reto), 5-39. RENTI, op. cit., p. 117. case rimasero in piedi). Anche se le carte non 1715 e conclusasi con la costruzione di una «secondo l’uso della Terra di Pereto»: un uso, antropologico-sociale di cui sopra, il santuario 32) ivi, 5-30. parlano di Pereto, è verosimile supporre che originale Via Crucis (14 croci di quercia) e con la che prevedeva che i vitellini maschi, nati nel della Madonna dei Bisognosi costituisce un 33) ivi, 5-40. Ma cfr. anche: data l’entità del terremoto anche gli altri paesi M. BASILICI, Santa Maria pacificazione degli animi il vescovo dei Marsi periodo della soccita, spettassero al padrone, forte elemento di aggregazione dei «naturali» (i dei Bisognosi, Roma 1984. del carseolano abbiano riportato danni incal- mons. Giuseppe Barone può direttamente mentre le femmine divenissero proprietà del cittadini) di Pereto, oltre che di attrazione per i 34) A. BIANCO DI S. JO- colabili (23). intervenire, nel 1739, per la «benedizione e contadino cui era stata affidata in custodia la forestieri, taluni anche eminenti (33). RIOZ, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 In una pianta di Pereto e del suo territorio, consacrazione della chiesa di S. Giorgio», cui madre (31). Un momento di grande notorietà, per Pereto, è al 1863, Milano 1864, pp. risalente al 1517 e relativa ad una vertenza di egli stesso concede particolari indulgenze e Contemporaneamente come spesso accade in la seconda metà del secolo XIX, subito dopo 110-112. confine con Carsoli, si vede il paese ancora privilegi spirituali (27). paesi ad economia prettamente agricolo- l’unità d’Italia, quando si manifesta nella zona contratto all’interno del secondo recinto Nel frattempo, unificata la contea sotto gli montana sorgono e si acuiscono i conflitti per in tutta la sua virulenza la reazione borbonica. difensivo; inoltre, le date incise negli architravi Orsini (cui seguiranno i Colonna) unificazione l’uso dei pascoli, per la raccolta del legname e Alessandro Bianco di Saint-Jorioz così descrive di porte e finestre vanno, nella maggioranza che non comprende né Poggio Cinolfo, per la definizione dei confini tra le circonvicine l’ambiente umano e sociale di Pereto in quegli dei casi, dal 1540 in poi. Anche l’ospedale con posseduto dai Savelli, né Tufo e Pietrasecca, «università» di Pereto, Oricola e Rocca di Botte. anni: annessa chiesa deve, molto probabilmente, appartenenti ai baroni Arnone di Napoli (28) Le occasioni per lo sfogo dei malumori, dei «La popolazione di Oricola e Rocca di Botte è essere stato costruito più o meno nella stessa Pereto ottiene alcuni privilegi, come quello di risentimenti, delle gelosie campanilistiche buona; in quella di Pereto havvi del marcio e del epoca, non essendo ancora rappresentato nella essere dichiarato «piazza franca» e di poter vengono offerte, in modo particolare, dalle pessimo. Il sindaco (...) dedito al vino, si pianta del 1517 (24). Tutti segni, questi, che avere un proprio molino ed una propria festività religiose, dalle processioni e dai ubbriaca giornalmente: è prepotente sotto ogni fanno pensare che il maggiore sviluppo di valchiera (29). Anzi, in paese viene anche pellegrinaggi, primo fra tutti quello diretto rapporto (...). L’arciprete di Pereto (...), già una Pereto si sia avuto a partire dalla seconda metà costruita una Corte di giustizia «sulla strada verso il santuario di S. Maria dei Bisognosi. Nel volta arrestato come fautore reazionario, è del secolo XVI, allorquando il paese è fornito di interna che porta dalla chiesa di S. Giorgio al 1717 il vescovo dei Marsi mons. Corradini è tenuto da tutti per uno fra gl’individui più ben cinque chiese (le tre parrocchiali del SS. castello (...) e nella chiave dell’arco vi ha l’anello costretto ad emanare un editto, con il quale, avversi al nostro Governo, ed è malvisto da tutti Salvatore, di S. Giorgio e di S. Nicola, quella che serviva per i tratti di corda, e forse anche «riflettendo alli gravi dissordini che sono sortiti in generale» (34). dell’Annunziata con annesso ospedale, e quella per le impiccagioni» (30). per le processioni che si sogliono fare Nel secolo XX, il forte calo demografico di S. Antonio Abate, fatta innalzare dal vescovo L’economia prettamente agricola della zona dall’università di Rocca di Botte, Oricola e dovuto ai fenomeni dell’emigrazione e del- Gabriele Maccafani) e il numero dei «fuochi» crea anche particolari consuetudini giuridiche, Pereto alla Madonna SS.ma de’ Bisognosi di l’inurbamento mette chiaramente in evidenza passa dai 103 degli inizi del secolo ai 173 del come quella della stipulazione di originali Pasqua di Resurrectione et delle Pentecoste», la grave crisi economica e sociale che travaglia la Sopra: a sinistra, 1561 (25). contratti di «soccita per l’affitto degli «animali ordina «che dal Clero et Popolo di Pereto e di popolazione di Pereto. panorama di Pereto Tuttavia, dal 1570 in poi, alcune vertenze si vaccini», che ancor oggi si rinvengono numero- Rocca di Botte si faccia la Processione la matina dei primi anni aggiungono alle precedenti, e sono di carattere si negli archivi locali e che abbracciano un della Festa d’essa Madonna, et il Lunedì matina Cinquanta del secolo Sopra: santuario e eminentemente giurisdizionale, come quella periodo di tempo, che va dalla fine del XVII dell’una e l’altra Pasqua (...), et in tal giorno e passato; a destra, la immagine della tra il Capitolo Lateranense di Roma e la diocesi secolo a tutto il XVIII. In questi contratti (con tempo non habbiano ardire il Clero e Popolo statua lignea della Madonna dei dei Marsi, rivendicando l’uno e l’altra diritti e tanto di autentica notarile) le vacche affidate in d’Oricola d’andarvi processionalmente; ma Madonna dei Bisognosi in una privilegi su gran parte delle chiese di Pereto custodia vengono quasi sempre indicate con il volendo possino andarvi il Martedì dell’una e Bisognosi dopo i cartolina ante (26). Un conflitto, questo, che troverà la sua loro nomignolo (Musicuccia, Precacciola, Chiuset- dell’altra Pasqua (...) per evitare altri sconcerti restauri e la Seconda Guerra soluzione circa due secoli dopo, allorquando ta, Caporoscia, Spagnola, Gratiosa, Zingheretta, et inconvenienti (...) sotto pena di sospenzione» rimozione delle Mondiale. dopo la predicazione missionaria di S. Manzuccia, La Madre Pennurella, ecc.); e molto (32). parti superflue.

14 Lumen Lumen 15 19) A. L. ANTINORI, op. cit., di turno, che era allora Giovanni de Ponte (19). ff. 492-494. 20) Cfr. nota 1. Dalle carte di Montecassino si apprende che, 21) ADM, fondo A, perga- nel gennaio 1396, Rostaino de Cantelmi è mene. 22) C. IANNOLA, La fortez- tenuto prigioniero, per ordine di Giacomo za ha fatto «toilette», in «Il Orsini conte di Tagliacozzo, proprio nel castello Tempo», 6 agosto 1983. di Pereto (20). 23) Cfr. nota 1. 24) Ibidem. Da un altro punto di vista, Pereto assume fin dai 25) L. GIUSTINIANI, Di- primi decenni del secolo XV una notevole zionario geografico ragio- nato del Regno di Napoli, importanza civile e religiosa, non solo perché Napoli 1797 ss. (per i «fuo- nelle vicinanze si trova il santuario di S. Maria chi»). Per le altre notizie, cfr. A. DI PIETRO, op. cit., pp. dei Bisognosi, ma anche perché la famiglia 63-65; anche C. IANNOLA, Maccafani fornisce, nell’arco di poco più di La chiesa dell'Annunziata ha di nuovo la sua... voce, in cento anni, ben otto vescovi (di cui sei alla guida «Il Tempo», 1 aprile 1983,: e della diocesi dei Marsi) (21). Anzi, è proprio la Tutta Pereto è in festa per S. Antonio Abate, in «Il Tem- famiglia Maccafani ad acquistare l’antica rocca, po», 17 gennaio 1982 di fronte alla quale già in precedenza aveva 26) ADM, C-2-43. 27) Circa la predicazione di fatto innalzare un sontuoso e solido palazzo S. Leonardo, cfr. C. IANNO- (22). LA, Tutta Pereto... cit.; per la consacrazione della chiesa Una tragica parentesi in quest’epoca di gra- di S. Giorgio, cfr. ADM, B- duale sviluppo è rappresentata dal terremoto 30-83. 28) ADM, C-86-1924. del 5 dicembre 1456. Le cronache parlano solo 29) Ibidem. delle rovine di Carsoli, che ebbe 202 morti e 30) G. DE VECCHI-PIERA- 31) ADM, fondo APP (Pe- LICE, op. cit., p. 75; A. LAU- quasi tutte le abitazioni diroccate (solo undici Leonardo da Porto Maurizio, avvenuta nel spesso, negli stessi atti, si legge la dicitura Al di là, comunque, del fenomeno di carattere reto), 5-39. RENTI, op. cit., p. 117. case rimasero in piedi). Anche se le carte non 1715 e conclusasi con la costruzione di una «secondo l’uso della Terra di Pereto»: un uso, antropologico-sociale di cui sopra, il santuario 32) ivi, 5-30. parlano di Pereto, è verosimile supporre che originale Via Crucis (14 croci di quercia) e con la che prevedeva che i vitellini maschi, nati nel della Madonna dei Bisognosi costituisce un 33) ivi, 5-40. Ma cfr. anche: data l’entità del terremoto anche gli altri paesi M. BASILICI, Santa Maria pacificazione degli animi il vescovo dei Marsi periodo della soccita, spettassero al padrone, forte elemento di aggregazione dei «naturali» (i dei Bisognosi, Roma 1984. del carseolano abbiano riportato danni incal- mons. Giuseppe Barone può direttamente mentre le femmine divenissero proprietà del cittadini) di Pereto, oltre che di attrazione per i 34) A. BIANCO DI S. JO- colabili (23). intervenire, nel 1739, per la «benedizione e contadino cui era stata affidata in custodia la forestieri, taluni anche eminenti (33). RIOZ, Il brigantaggio alla frontiera pontificia dal 1860 In una pianta di Pereto e del suo territorio, consacrazione della chiesa di S. Giorgio», cui madre (31). Un momento di grande notorietà, per Pereto, è al 1863, Milano 1864, pp. risalente al 1517 e relativa ad una vertenza di egli stesso concede particolari indulgenze e Contemporaneamente come spesso accade in la seconda metà del secolo XIX, subito dopo 110-112. confine con Carsoli, si vede il paese ancora privilegi spirituali (27). paesi ad economia prettamente agricolo- l’unità d’Italia, quando si manifesta nella zona contratto all’interno del secondo recinto Nel frattempo, unificata la contea sotto gli montana sorgono e si acuiscono i conflitti per in tutta la sua virulenza la reazione borbonica. difensivo; inoltre, le date incise negli architravi Orsini (cui seguiranno i Colonna) unificazione l’uso dei pascoli, per la raccolta del legname e Alessandro Bianco di Saint-Jorioz così descrive di porte e finestre vanno, nella maggioranza che non comprende né Poggio Cinolfo, per la definizione dei confini tra le circonvicine l’ambiente umano e sociale di Pereto in quegli dei casi, dal 1540 in poi. Anche l’ospedale con posseduto dai Savelli, né Tufo e Pietrasecca, «università» di Pereto, Oricola e Rocca di Botte. anni: annessa chiesa deve, molto probabilmente, appartenenti ai baroni Arnone di Napoli (28) Le occasioni per lo sfogo dei malumori, dei «La popolazione di Oricola e Rocca di Botte è essere stato costruito più o meno nella stessa Pereto ottiene alcuni privilegi, come quello di risentimenti, delle gelosie campanilistiche buona; in quella di Pereto havvi del marcio e del epoca, non essendo ancora rappresentato nella essere dichiarato «piazza franca» e di poter vengono offerte, in modo particolare, dalle pessimo. Il sindaco (...) dedito al vino, si pianta del 1517 (24). Tutti segni, questi, che avere un proprio molino ed una propria festività religiose, dalle processioni e dai ubbriaca giornalmente: è prepotente sotto ogni fanno pensare che il maggiore sviluppo di valchiera (29). Anzi, in paese viene anche pellegrinaggi, primo fra tutti quello diretto rapporto (...). L’arciprete di Pereto (...), già una Pereto si sia avuto a partire dalla seconda metà costruita una Corte di giustizia «sulla strada verso il santuario di S. Maria dei Bisognosi. Nel volta arrestato come fautore reazionario, è del secolo XVI, allorquando il paese è fornito di interna che porta dalla chiesa di S. Giorgio al 1717 il vescovo dei Marsi mons. Corradini è tenuto da tutti per uno fra gl’individui più ben cinque chiese (le tre parrocchiali del SS. castello (...) e nella chiave dell’arco vi ha l’anello costretto ad emanare un editto, con il quale, avversi al nostro Governo, ed è malvisto da tutti Salvatore, di S. Giorgio e di S. Nicola, quella che serviva per i tratti di corda, e forse anche «riflettendo alli gravi dissordini che sono sortiti in generale» (34). dell’Annunziata con annesso ospedale, e quella per le impiccagioni» (30). per le processioni che si sogliono fare Nel secolo XX, il forte calo demografico di S. Antonio Abate, fatta innalzare dal vescovo L’economia prettamente agricola della zona dall’università di Rocca di Botte, Oricola e dovuto ai fenomeni dell’emigrazione e del- Gabriele Maccafani) e il numero dei «fuochi» crea anche particolari consuetudini giuridiche, Pereto alla Madonna SS.ma de’ Bisognosi di l’inurbamento mette chiaramente in evidenza passa dai 103 degli inizi del secolo ai 173 del come quella della stipulazione di originali Pasqua di Resurrectione et delle Pentecoste», la grave crisi economica e sociale che travaglia la Sopra: a sinistra, 1561 (25). contratti di «soccita per l’affitto degli «animali ordina «che dal Clero et Popolo di Pereto e di popolazione di Pereto. panorama di Pereto Tuttavia, dal 1570 in poi, alcune vertenze si vaccini», che ancor oggi si rinvengono numero- Rocca di Botte si faccia la Processione la matina dei primi anni aggiungono alle precedenti, e sono di carattere si negli archivi locali e che abbracciano un della Festa d’essa Madonna, et il Lunedì matina Cinquanta del secolo Sopra: santuario e eminentemente giurisdizionale, come quella periodo di tempo, che va dalla fine del XVII dell’una e l’altra Pasqua (...), et in tal giorno e passato; a destra, la immagine della tra il Capitolo Lateranense di Roma e la diocesi secolo a tutto il XVIII. In questi contratti (con tempo non habbiano ardire il Clero e Popolo statua lignea della Madonna dei dei Marsi, rivendicando l’uno e l’altra diritti e tanto di autentica notarile) le vacche affidate in d’Oricola d’andarvi processionalmente; ma Madonna dei Bisognosi in una privilegi su gran parte delle chiese di Pereto custodia vengono quasi sempre indicate con il volendo possino andarvi il Martedì dell’una e Bisognosi dopo i cartolina ante (26). Un conflitto, questo, che troverà la sua loro nomignolo (Musicuccia, Precacciola, Chiuset- dell’altra Pasqua (...) per evitare altri sconcerti restauri e la Seconda Guerra soluzione circa due secoli dopo, allorquando ta, Caporoscia, Spagnola, Gratiosa, Zingheretta, et inconvenienti (...) sotto pena di sospenzione» rimozione delle Mondiale. dopo la predicazione missionaria di S. Manzuccia, La Madre Pennurella, ecc.); e molto (32). parti superflue.

14 Lumen Lumen 15 Giornali Carsoli nei ritagli Gli articoli sono estratti da: Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, di giornale n. 534 (1925), p. 1 (Carsoli e i danni del terremoto); idem, 30.10.1927, p. 2 (L’inaugurazione del circolo del Littorio); Il Popolo Marso, 15.5.1914, p. 3 e idem, 31.5.1914, p. 2.

« ella sua qualità di Commissario, fangose vie mulattiere in modo che occorrono ben tre o Prefettizio di Carsoli, l’egregio quattro ore di cammino faticosissimo per recarsi al amico nostro cav. Italo De Si- Capoluogo ove pure tutti sono costretti a convenire per Nmone, fratello dell’on. Luigi De innumerevoli necessità di affari, di commercio, di Simone, in risposta alla nostra inchiesta sulle ferrovia ecc. condizioni dei Comuni terremotati ci scriveva, Le strade interne, le chiese, i cimiteri in deplorevolissi- tempo dietro: me condizioni e hanno sollecitata urgenza di essere Signor Direttore, ove restaurate, ove riparate ove ampliate ed ove del Fra i Comuni colpiti dal terremoto Marsicano del 13 tutto rifatte ma il Comune che è sprovvisto di ogni traffico dei trasporti militari durante la guerra per venire legalmente sciolto, dopo essere stato gennaio 1915 anche quello di Carsoli rimane for- risorsa e di ogni mezzo come potrebbe mai far fronte a trasportare i legnami dei boschi requisiti nella Sabina trasformato in circolo del Littorio, del quale temente e duramente danneggiato ma purtroppo esso è queste pur tanto necessarie opere? presso Collalto; la riparazione delle strade e piazze tempo fa succintamente demmo il regolamen- ancora tra quelli che attendono fiduciosi le giuste Le fognature, i lavatoi pubblici, e molte altre opere interne degli abitati del Capoluogo e frazioni; to, è stato inaugurato il 23 corrente. provvidenze che leggi speciali hanno decretate a favo- igieniche mancano dapertutto, difettano altresì gli riparazione di tutte le condotture di acqua potabile del Le sale magnifiche del Palazzo Colelli, sito in re dei Comuni terremotati. abbeveratoi pel bestiame e le fontane, occorre perciò Capoluogo e frazioni. Nuova condottura per Pie- piazza del Casarino, ha raccolto un numero Aderisco quindi, con fervido compiacimento di codesto provvedere per le condotture, sia insufficenti, sia ine- trasecca e Poggio Cinolfo e Tufo-Alto che ne è total- considerevole di cittadini tra i quali, in gran giornale descrivendo qui di seguito le opere di cui ha sistenti, sia rovinate e contemporaneamente a tutte mente sprovvista; restauri a tutte le Chiese del Capo- maggioranza, molti lavoratori umili ma devoti immediato bisogno questo Comune, con la salda quelle opere igieniche mancanti che solo lo Stato oggi luogo e frazioni; ampliamento e riparazioni dei al Regime ed al deposto Podestà verso il quale può affrontare e risolvere. fiducia che il Governo Nazionale-Fascista assieme Cimiteri nel Capoluogo e frazioni; sgombro dei è stata una continua ed ininterrotta manife- Gli edifici scolastici mancano dapertutto sebbene alla Sardegna, alla Sicilia, al Mezzogiorno non ritar- materiali delle case distrutte in Pietrasecca, Tufo e stazione di simpatia culminata nei discorsi dei siano pronti i progetti per l’approvazione dei quali si è di più ulteriormente di provvedere per il nostro Abruz- Colli Montebove, completamento delle demolizioni dei quali appresso daremo menzione. in attesa del Regolamento di dipendenza della legge zo e primieramente per la Marsica. fabbricati distrutti ecc. Esecuzione degli edifici Nonostante il tempo, piovigginoso fin dalla speciale per gli edifici scolastici nei Comuni terremota- Al Comune di Carsoli appartengono le frazioni di scolastici nel Capoluogo e frazioni secondo i progetti mattina, la festa non poteva non riuscire di- ti ed anche per questi si ha fiducia che il Governo Pietrasecca e Tufo, l’una e l’altra hanno avuto mol- già pronti; della Casa Comunale, del Carcere versamente tanta era l’attesa di tutti coloro voglia ancor più largheggiare nelle concessioni per Mandamentale ed Uffici Giudiziari; l’ospedale civile, tissimi fabbricati distrutti dal terremoto e non ancora che fascisticamente hanno fino ad oggi fatta se ne ricostruisce uno solo; molta parte della popola- dare agio al Comune di eseguire gli edifici pronta- il mattatoio pubblico, le fognature, i lavatoi e tutte le opera fattiva a favore della nostra passata zione vive ancora nelle baracche, da ben dieci anni, mente. altre opere igieniche di cui mancano il Capoluogo e le amministrazione. sopportando i rigori del freddo intenso nell’inverno ed Il Comune dl Carsoli manca della Casa Comunale, frazioni, ed infine invoca tutte le concessioni Alle 18 la sala principale e le altre attigue il caldo asfissiante nell’estate e si pensa che queste del Carcere giudiziario, del Mattatoio, e di un modesto necessarie col relativo concorso dello Stato, per erano già letteralmente gremite tanto che a popolazioni soffrano tutto l’anno in baracche diven- Ospedale che potesse accogliere tutti gli ammalati che l’attuazione del Nuovo Piano regolatore per mala pena noi siamo riusciti ad individuare tate, dopo 10 anni, inabitabili o quasi perché non oggi sono costretti ad essere ricoverati negli ospedali di l’ampliamento dell’abitato di Carsoli nell’Aja di nuo- qualcuno degli intervenuti. fornirli di alloggi economici costruendo delle Case Roma causando uno spaventevole aggravio di spe- vo adattamento in sito più distante dell’abitato e più Il Comm. Avv. Arnaldo Tarantini, nobile e si- Popolari? dalità al Comune che è nella più assoluta impossibilità confacente alle garanzie dell’uso. gnificativa figura del Fascio, ha pronunciato il Tutte le frazioni di Carsoli (Pietrasecca, Tufo, Colli di di sostenere un tale enorme peso senza risentirne an- Ecco in complesso tutto quello che chiede il comune di discorso ufficiale nel quale ha stigmatizzato suc- Montebove, Poggio Cinolfo, Villaromana, Montesa- cora più disastrose conseguenze! Carsoli perché veramente ne sente e ne ha il bisogno e binese) non escluso il capoluogo scarseggiano di S’impone che tali opere siano anche assunte dal perché tutti i danni del terremoto del 1915 vengano cintamente l’opera del Podestà Valente esor- acqua potabile sia perché le condotture esistenti furono Governo ed eseguite al più presto. Riassumendo il riconosciuti e riparati! tando tutti alla massima calma e disciplina. rovinate dal terremoto e sia perché sono insufficienti ai Comune di Carsoli chiede: La popolazione tutta, di Carsoli resta in attesa che il Ha spiegato il significato del Circolo del Lit- bisogni degli abitanti. Perché le opere occorrenti per La pronta ultimazione della strada Pescorocchiano- Governo Nazionale Fascista provveda e prontamente torio che è un ritrovo per tutti i fascisti tes- riparare, ampliare o rifare le condotture ove è neces- Carsoli con il braccio di allacciamento a Pietrasecca, sempre con piena devozione a S. E. Benito Mussolini. serati che si sottopongono agli oneri sociali. sario o costruendole ove mancano non vengono ese- l’esecuzione della strada di allacciamento della Con Profondo ossequio. Gli han fatto seguito il Sig. Francesco Colelli guite dallo Stato in considerazione che le misere e Provinciale Valeria alla Stazione di Colli di Mon- ITALO DE SIMONE che, con quella facilità di parola che gli è tutta scabrose condizioni del Comune non permettono in tebove; della strada Montesabinese-Villaromana alla Commissario Prefettizio» propria, ha fatto voti perché torni in paese Sopra: Pietrasecca di Provinciale Valeria (Carsoli); la definitiva e completa l’antico amministratore che riscuote le sim- Carsoli in un nessun modo di provvedere? IL CIRCOLO DEL LITTORIO Queste frazioni sono anzi prive di strade e l’unico riparazione della strada Comunale dalla Provinciale patie di tutta la gran maggioranza. panorama degli anni mezzo di comunicazione con il Capoluogo è rappre- Turanense (Casa bianca) a Poggio Cinolfo perchè «Il Circolo cittadino, che già dall’anno 1922 Quindi il Sig. Antonio Caffari ha fatto sentire, Cinquanta del sentato da impraticabili viottoli di montagna o danneggiata e ridotta intrafficabile dall’eccessivo aveva sospeso ogni sua attività senza però con tutto il suo slancio la sua passione per il Novecento.

16 Lumen Lumen 17 Giornali Carsoli nei ritagli Gli articoli sono estratti da: Il Risorgimento d’Abruzzo e Molise, di giornale n. 534 (1925), p. 1 (Carsoli e i danni del terremoto); idem, 30.10.1927, p. 2 (L’inaugurazione del circolo del Littorio); Il Popolo Marso, 15.5.1914, p. 3 e idem, 31.5.1914, p. 2.

« ella sua qualità di Commissario, fangose vie mulattiere in modo che occorrono ben tre o Prefettizio di Carsoli, l’egregio quattro ore di cammino faticosissimo per recarsi al amico nostro cav. Italo De Si- Capoluogo ove pure tutti sono costretti a convenire per Nmone, fratello dell’on. Luigi De innumerevoli necessità di affari, di commercio, di Simone, in risposta alla nostra inchiesta sulle ferrovia ecc. condizioni dei Comuni terremotati ci scriveva, Le strade interne, le chiese, i cimiteri in deplorevolissi- tempo dietro: me condizioni e hanno sollecitata urgenza di essere Signor Direttore, ove restaurate, ove riparate ove ampliate ed ove del Fra i Comuni colpiti dal terremoto Marsicano del 13 tutto rifatte ma il Comune che è sprovvisto di ogni traffico dei trasporti militari durante la guerra per venire legalmente sciolto, dopo essere stato gennaio 1915 anche quello di Carsoli rimane for- risorsa e di ogni mezzo come potrebbe mai far fronte a trasportare i legnami dei boschi requisiti nella Sabina trasformato in circolo del Littorio, del quale temente e duramente danneggiato ma purtroppo esso è queste pur tanto necessarie opere? presso Collalto; la riparazione delle strade e piazze tempo fa succintamente demmo il regolamen- ancora tra quelli che attendono fiduciosi le giuste Le fognature, i lavatoi pubblici, e molte altre opere interne degli abitati del Capoluogo e frazioni; to, è stato inaugurato il 23 corrente. provvidenze che leggi speciali hanno decretate a favo- igieniche mancano dapertutto, difettano altresì gli riparazione di tutte le condotture di acqua potabile del Le sale magnifiche del Palazzo Colelli, sito in re dei Comuni terremotati. abbeveratoi pel bestiame e le fontane, occorre perciò Capoluogo e frazioni. Nuova condottura per Pie- piazza del Casarino, ha raccolto un numero Aderisco quindi, con fervido compiacimento di codesto provvedere per le condotture, sia insufficenti, sia ine- trasecca e Poggio Cinolfo e Tufo-Alto che ne è total- considerevole di cittadini tra i quali, in gran giornale descrivendo qui di seguito le opere di cui ha sistenti, sia rovinate e contemporaneamente a tutte mente sprovvista; restauri a tutte le Chiese del Capo- maggioranza, molti lavoratori umili ma devoti immediato bisogno questo Comune, con la salda quelle opere igieniche mancanti che solo lo Stato oggi luogo e frazioni; ampliamento e riparazioni dei al Regime ed al deposto Podestà verso il quale può affrontare e risolvere. fiducia che il Governo Nazionale-Fascista assieme Cimiteri nel Capoluogo e frazioni; sgombro dei è stata una continua ed ininterrotta manife- Gli edifici scolastici mancano dapertutto sebbene alla Sardegna, alla Sicilia, al Mezzogiorno non ritar- materiali delle case distrutte in Pietrasecca, Tufo e stazione di simpatia culminata nei discorsi dei siano pronti i progetti per l’approvazione dei quali si è di più ulteriormente di provvedere per il nostro Abruz- Colli Montebove, completamento delle demolizioni dei quali appresso daremo menzione. in attesa del Regolamento di dipendenza della legge zo e primieramente per la Marsica. fabbricati distrutti ecc. Esecuzione degli edifici Nonostante il tempo, piovigginoso fin dalla speciale per gli edifici scolastici nei Comuni terremota- Al Comune di Carsoli appartengono le frazioni di scolastici nel Capoluogo e frazioni secondo i progetti mattina, la festa non poteva non riuscire di- ti ed anche per questi si ha fiducia che il Governo Pietrasecca e Tufo, l’una e l’altra hanno avuto mol- già pronti; della Casa Comunale, del Carcere versamente tanta era l’attesa di tutti coloro voglia ancor più largheggiare nelle concessioni per Mandamentale ed Uffici Giudiziari; l’ospedale civile, tissimi fabbricati distrutti dal terremoto e non ancora che fascisticamente hanno fino ad oggi fatta se ne ricostruisce uno solo; molta parte della popola- dare agio al Comune di eseguire gli edifici pronta- il mattatoio pubblico, le fognature, i lavatoi e tutte le opera fattiva a favore della nostra passata zione vive ancora nelle baracche, da ben dieci anni, mente. altre opere igieniche di cui mancano il Capoluogo e le amministrazione. sopportando i rigori del freddo intenso nell’inverno ed Il Comune dl Carsoli manca della Casa Comunale, frazioni, ed infine invoca tutte le concessioni Alle 18 la sala principale e le altre attigue il caldo asfissiante nell’estate e si pensa che queste del Carcere giudiziario, del Mattatoio, e di un modesto necessarie col relativo concorso dello Stato, per erano già letteralmente gremite tanto che a popolazioni soffrano tutto l’anno in baracche diven- Ospedale che potesse accogliere tutti gli ammalati che l’attuazione del Nuovo Piano regolatore per mala pena noi siamo riusciti ad individuare tate, dopo 10 anni, inabitabili o quasi perché non oggi sono costretti ad essere ricoverati negli ospedali di l’ampliamento dell’abitato di Carsoli nell’Aja di nuo- qualcuno degli intervenuti. fornirli di alloggi economici costruendo delle Case Roma causando uno spaventevole aggravio di spe- vo adattamento in sito più distante dell’abitato e più Il Comm. Avv. Arnaldo Tarantini, nobile e si- Popolari? dalità al Comune che è nella più assoluta impossibilità confacente alle garanzie dell’uso. gnificativa figura del Fascio, ha pronunciato il Tutte le frazioni di Carsoli (Pietrasecca, Tufo, Colli di di sostenere un tale enorme peso senza risentirne an- Ecco in complesso tutto quello che chiede il comune di discorso ufficiale nel quale ha stigmatizzato suc- Montebove, Poggio Cinolfo, Villaromana, Montesa- cora più disastrose conseguenze! Carsoli perché veramente ne sente e ne ha il bisogno e binese) non escluso il capoluogo scarseggiano di S’impone che tali opere siano anche assunte dal perché tutti i danni del terremoto del 1915 vengano cintamente l’opera del Podestà Valente esor- acqua potabile sia perché le condotture esistenti furono Governo ed eseguite al più presto. Riassumendo il riconosciuti e riparati! tando tutti alla massima calma e disciplina. rovinate dal terremoto e sia perché sono insufficienti ai Comune di Carsoli chiede: La popolazione tutta, di Carsoli resta in attesa che il Ha spiegato il significato del Circolo del Lit- bisogni degli abitanti. Perché le opere occorrenti per La pronta ultimazione della strada Pescorocchiano- Governo Nazionale Fascista provveda e prontamente torio che è un ritrovo per tutti i fascisti tes- riparare, ampliare o rifare le condotture ove è neces- Carsoli con il braccio di allacciamento a Pietrasecca, sempre con piena devozione a S. E. Benito Mussolini. serati che si sottopongono agli oneri sociali. sario o costruendole ove mancano non vengono ese- l’esecuzione della strada di allacciamento della Con Profondo ossequio. Gli han fatto seguito il Sig. Francesco Colelli guite dallo Stato in considerazione che le misere e Provinciale Valeria alla Stazione di Colli di Mon- ITALO DE SIMONE che, con quella facilità di parola che gli è tutta scabrose condizioni del Comune non permettono in tebove; della strada Montesabinese-Villaromana alla Commissario Prefettizio» propria, ha fatto voti perché torni in paese Sopra: Pietrasecca di Provinciale Valeria (Carsoli); la definitiva e completa l’antico amministratore che riscuote le sim- Carsoli in un nessun modo di provvedere? IL CIRCOLO DEL LITTORIO Queste frazioni sono anzi prive di strade e l’unico riparazione della strada Comunale dalla Provinciale patie di tutta la gran maggioranza. panorama degli anni mezzo di comunicazione con il Capoluogo è rappre- Turanense (Casa bianca) a Poggio Cinolfo perchè «Il Circolo cittadino, che già dall’anno 1922 Quindi il Sig. Antonio Caffari ha fatto sentire, Cinquanta del sentato da impraticabili viottoli di montagna o danneggiata e ridotta intrafficabile dall’eccessivo aveva sospeso ogni sua attività senza però con tutto il suo slancio la sua passione per il Novecento.

16 Lumen Lumen 17 Fascio e per il Podestà. Popolo di Roma, [...]. Ristampa Torri, mura, città I brani (libro I, cap. V, § 40-46, cap. L’avv. Adolfo De Angelis con brevi ma sentite Ci compiacciamo con il Cav. Luigi Petrocchi e con VI, § 47, cap. VII, § 63 e libro V, parole, con un fare tutto proprio che è un tutti coloro che si sono prestati per la buona e fori cap. I, §§ 8-9, 11) sono tratti da presagio per la sua futura carriera che sarà riuscita della festa». L'architettura di Vitruvio, tradotta da sicuramente magnifica, ha riassunto il dire del LA LUCE ELETTRICA Comm. Tarantini e di Colelli, facendo an- Quirico Viviani ed edita a Udine nel ch’esso voti perché tutto torni in Carsoli come «La sera del 20 Maggio dopo solenne proces- 1830. è desiderio della maggioranza. sione religiosa si è proceduto alla inaugura- Vengono quindi iniziate le danze che si sono zione della luce elettrica anche in Villa Ro- protratte fino ad ora tardissima, tra una cor- mana. da Vitruvio dialità infinita e tra scroscianti applausi ed Alla presenza dell’intera popolazione, dell’e- alalà rivolti al Podestà Valente che, con quella gregio [...] Sindaco Cav. Uff. Giulio Colelli modestia tutta propria, cercava di nasconder- [...]; alla presenza dell’ ing. Munzi del Sig. si agli occhi degli astanti. Arnaldo Tarantini, del Maresciallo dei RR. libri sull’architettura di Vitruvio hanno abbiano perpetua durata. Perché a tale materia Il Circolo del Littorio è quanto in Carsoli Carabinieri, dell’Assessore locale Sig. Bul- fatto scuola fino agli inizi dell’epoca mo- né l’intemperie, né il tarlo, né l’antichità può necessariamente occorreva perché esso ser- trini, del Sig. Angelo Carlizza, ecc. il M. Rev. I derna. Ristampiamo alcuni paragrafi allo nuocere; ma tanto sepolta in terra che sott’ac- virà, assieme alla Sede del Fascio, che è stata Parroco D. Enrico Rinaldi impartì la rituale scopo di formare un piccolo manuale per qua dura eternamente utile senza difetti. Onde trasportata in un appartamento del Palazzo benedizione. Prese subito la parola il preloda- uso scolastico. non solamente i muri, ma le fondamenta e tutte degli Ingegneri Munzi, a dare una coscienza to Sindaco che [...] rievocò i diversi portati del- «40. Quando sarà provata con queste ragioni la le pareti, cui si darà una murale grossezza, av- più netta ai fascisti locali. la moderna civiltà di cui gode già la frazione di salubrità del sito, dove sono da collocarsi le vinghiati a questa maniera non potranno di Mentre le danze erano animatissime il muti- Villaromana, primi fra questi l’acqua e la luce mura, e saranno elette le regioni abbondanti di leggieri viziarsi. lato di guerra Filippo Frezza ha voluto porta- di cui difettava assolutamente. Promise di frutti pel mantenimento dei cittadini; e la co- 43. Gli spazj poi delle torri devono farsi in re la sua parola a nome della sua Associazione seguitare a spendere l’opera sua per condur- struzione delle strade, o la comodità dei fiumi, o guisa, che fra l’una e l’altra non possa esservi che si è professata devota al Podestà Valente. re il comune di Carsoli sempre avanti nelle vie le condotte pei porti marini faranno alla città che il tratto di una saetta: sicché se sia una Ottimo il servizio di buffet, molto bene illu- del progresso della civiltà. Chiuse dando un facili e spedite le trasportazioni, allora le fon- assalita, allora dalle altre torri che sono a destra minate le sale che sono state addobbate con pubblico encomio all’ing. Munzi per aver ap- damenta delle mura e delle torri si dovranno e a sinistra, dagli scorpioni e da altri saettamenti gusto. portato con l’energia del fiume Liri tanto fare così. Si scavi giù fino al solido, se può tro- re spingansi gl’inimici. Parimente il muro Tra i numerosi intervenuti abbiamo notato: benessere alle nostre popolazioni. Rispose il varsi, e nel sodo (in quanto si creda essere ciò contro la parte inferiore delle torri dev’ essere Carlo Valente e famiglia, già Podestà del Co- sig. Angelo Carlizza ringraziando il Sindaco richiesto dalla grandezza dell’opera) la larghez- separato da spazj tanto grandi, quanto saranno mune, Sig. Elio De Luca, già Vice Podestà, per aver reso realtà ciò che prima pareva un za sia più ampia che non è quella delle pareti, le torri, di modo che i passaggi nelle parti Alfredo Passalacqua, Comandante la Coorte sogno per Villaromana ed enumerando le che si faran sopra terra: dopo di che si riempia il interne delle torri sieno congiunti da spranghe della. M. V. S. N., e famiglia; Comm. Arnaldo Avv. molte benemerenze del Cav. Uff. Colelli che fosso di solidissimi materiali. di legno, e queste non attaccate con ferri. Per- Tarantini e Signora, Dottor Alessandro Corsi e non risparmia sacrifici allorché trattasi di 41. Parimente le torri devono essere sporte in ché se 1’ inimico occuperà qualche parte del signora, Cav. Ovidio Tarantini, Rag. De Santis bene pubblico. fuori nella parte esteriore, di modo che quando muro, quelli che lo difendono potranno taglia- Giacinto, Agostino Ciatti e signora, Signorina I discorsi furono [...] salutati dalla marcia il nemico vuole impetuosamente assalire il re; e se lo faran con prestezza, impediranno che Giuseppina Arcangeli, Signorina Elsa Angelini, reale suonata dal Concerto di Riofreddo». muro, dai fianchi delle torri aperti a destra e a l’inimico penetri nelle altre parti delle torri e Signorina Ludgarda Bascianelli, Sig.na Rosa sinistra sia dalle frecce ferito. Sopra tutto poi del muro, a meno che non voglia precipitarsi. Arcangeli, Sig.na Ludgarda Foschini, Sig.ne «Il 30 Maggio dopo i vespri del Protettore S. deesi aver cura che non sia facile l’adito ad 44. Le torri adunque debbono farsi o rotonde o Domenica e Ascenza Zazza, Sig.ne Matilde e Berardo, in questo poetico paese [Colli di oppugnar la muraglia, perciò deve circondarsi poligone, stanteché quadrate sono in breve di Raffaella D’Innocenzo, Sig.na Elisa Arcangeli e Montebove], [...] venne inaugurata la luce di luoghi precipitosi, e s’ha ben da pensare al strutte dalle macchine; specialmente dagli fratelli Augusto e Vittorio, Sig.na Falconi, Avv. elettrica fornita dalla Ditta Munzi e C. coll’e- modo di far sì che le vie delle porte non sieno arieti, i quali coi loro colpi frangono gli angoli: Adolfo De Angelis, Sig. Grazia Vincenzo, Cav. nergia del Liri di Cappadocia. diritte, ma tortuose. Perch’ essendo fatto in tal ma nelle figure rotonde spingendo al centro Petrocchi Luigi e famiglia, Sig. Tarantini Anto- Il Parroco D. Cesare Arciprete Lucchetti be- guisa, il destro lato degli assalitori, che non è quasi altrettanti conj non possono fare alcun nio, Sig.ra Elsa Foschini, Maestro Cesare Bian- nedisse solennemente l’impianto in presenza difeso dallo scudo, sarà prossimo al muro. Le danno. Di più se alle fortificazioni delle torri e coni a famiglia, Sig. Alfredo Romano e Signora, di tutto il popolo festante, di molti forestieri e fortezze non deono farsi quadrate, né con an- dei muri si congiungano i terrapieni saranno Sig. Francesconi Francesco, Sig. Amerigo Arioli, del Concerto cittadino che suonò la marcia goli sporgenti, ma curvilinee, affinché l’inimico sopra tutto sicure: perché né gli arieti, né le Sig. Francesco Zazza, Sig. Nazzareno De An- reale e poi attraverso il paese con bellissime possa esser veduto da molti punti. Perché dove mine, né altre macchine loro non potranno mai gelis, Signor Achille Cipriani, Sig. Giulio Ar- sinfonie. Il Sindaco Cav. Uff. Sig. Giulio Co- gli angoli sono sporgenti è difficile la difesa, nuocere. Ma non per tutti i luoghi si deve fare cangeli, Sig. Monteleone Romeo, Sig. Giovanni lelli con forbitissimo discorso, [...] enunciò i giovando l’angolo più a salvare il nemico che il stima de’ terrapieni, ma solamente per quei siti Cappelli, segretario politico della Sezione del P. diversi portati di moderna civiltà di cui gode, cittadino. ove fuori del muro vi fosse un’altezza, da cui N. F. di Poggio Cinolfo, Sig. Moscatelli Fernando, come la ferrovia, la strada provinciale, l’acqua 42. Ma la grossezza del muro deve, a mio facilmente si potesse accostarsi ad assalire le Sig. Luigi Segna, Sig. Filippo Fretta, Sig. Mala- potabile ecc., completati ora dalla luce elet- parere, esser tale che gli uomini armati incon- mura. testa Nazzareno, Signor Riccardo Malatesta, Sig. trica. [...] Elogiò l’ingegnere Munzi [...] trandosi l’un con l’altro possano questi e quelli 45. Perciò in sì fatti luoghi si devono prima di Proja Tamandino Sig. Silvio Fabiani, Sig, Ubaldo Prima e dopo l’inaugurazione fu offerto un passar senza urtare. Inoltre in tutta la grossezza tutto scavar fosse quanto più si può larghe e Bassani, Sig. Giovanni Bianconi, Sig. Armando lauto rinfresco [...] dal Consigliere Delegato del muro s’incastrino travicelli d’ulivo brustola- profonde, poscia il fondamento del muro dee Graziani, i rappresentanti della stampa locale fra Sig. Matteo Caroli Presidente del Circolo to l’un con l’altro di seguito combaciandosi, di abbassarsi fra l’alveo della fossa, e costruirsi di i quali quelli del Messaggero, Giornale d’Italia, cattolico S. Berardo». Sopra: frontespizio modo che entrambe le fronti del muro con tale grossezza da poter sostenere facilmente il Impero, Risorgimento d’Abruzzo e Molise, e dell’opera. questi travicelli (quasi con arpioni) concatenate, peso del terrapieno. Parimente nella parte

18 Lumen Lumen 19 Fascio e per il Podestà. Popolo di Roma, [...]. Ristampa Torri, mura, città I brani (libro I, cap. V, § 40-46, cap. L’avv. Adolfo De Angelis con brevi ma sentite Ci compiacciamo con il Cav. Luigi Petrocchi e con VI, § 47, cap. VII, § 63 e libro V, parole, con un fare tutto proprio che è un tutti coloro che si sono prestati per la buona e fori cap. I, §§ 8-9, 11) sono tratti da presagio per la sua futura carriera che sarà riuscita della festa». L'architettura di Vitruvio, tradotta da sicuramente magnifica, ha riassunto il dire del LA LUCE ELETTRICA Comm. Tarantini e di Colelli, facendo an- Quirico Viviani ed edita a Udine nel ch’esso voti perché tutto torni in Carsoli come «La sera del 20 Maggio dopo solenne proces- 1830. è desiderio della maggioranza. sione religiosa si è proceduto alla inaugura- Vengono quindi iniziate le danze che si sono zione della luce elettrica anche in Villa Ro- protratte fino ad ora tardissima, tra una cor- mana. da Vitruvio dialità infinita e tra scroscianti applausi ed Alla presenza dell’intera popolazione, dell’e- alalà rivolti al Podestà Valente che, con quella gregio [...] Sindaco Cav. Uff. Giulio Colelli modestia tutta propria, cercava di nasconder- [...]; alla presenza dell’ ing. Munzi del Sig. si agli occhi degli astanti. Arnaldo Tarantini, del Maresciallo dei RR. libri sull’architettura di Vitruvio hanno abbiano perpetua durata. Perché a tale materia Il Circolo del Littorio è quanto in Carsoli Carabinieri, dell’Assessore locale Sig. Bul- fatto scuola fino agli inizi dell’epoca mo- né l’intemperie, né il tarlo, né l’antichità può necessariamente occorreva perché esso ser- trini, del Sig. Angelo Carlizza, ecc. il M. Rev. I derna. Ristampiamo alcuni paragrafi allo nuocere; ma tanto sepolta in terra che sott’ac- virà, assieme alla Sede del Fascio, che è stata Parroco D. Enrico Rinaldi impartì la rituale scopo di formare un piccolo manuale per qua dura eternamente utile senza difetti. Onde trasportata in un appartamento del Palazzo benedizione. Prese subito la parola il preloda- uso scolastico. non solamente i muri, ma le fondamenta e tutte degli Ingegneri Munzi, a dare una coscienza to Sindaco che [...] rievocò i diversi portati del- «40. Quando sarà provata con queste ragioni la le pareti, cui si darà una murale grossezza, av- più netta ai fascisti locali. la moderna civiltà di cui gode già la frazione di salubrità del sito, dove sono da collocarsi le vinghiati a questa maniera non potranno di Mentre le danze erano animatissime il muti- Villaromana, primi fra questi l’acqua e la luce mura, e saranno elette le regioni abbondanti di leggieri viziarsi. lato di guerra Filippo Frezza ha voluto porta- di cui difettava assolutamente. Promise di frutti pel mantenimento dei cittadini; e la co- 43. Gli spazj poi delle torri devono farsi in re la sua parola a nome della sua Associazione seguitare a spendere l’opera sua per condur- struzione delle strade, o la comodità dei fiumi, o guisa, che fra l’una e l’altra non possa esservi che si è professata devota al Podestà Valente. re il comune di Carsoli sempre avanti nelle vie le condotte pei porti marini faranno alla città che il tratto di una saetta: sicché se sia una Ottimo il servizio di buffet, molto bene illu- del progresso della civiltà. Chiuse dando un facili e spedite le trasportazioni, allora le fon- assalita, allora dalle altre torri che sono a destra minate le sale che sono state addobbate con pubblico encomio all’ing. Munzi per aver ap- damenta delle mura e delle torri si dovranno e a sinistra, dagli scorpioni e da altri saettamenti gusto. portato con l’energia del fiume Liri tanto fare così. Si scavi giù fino al solido, se può tro- re spingansi gl’inimici. Parimente il muro Tra i numerosi intervenuti abbiamo notato: benessere alle nostre popolazioni. Rispose il varsi, e nel sodo (in quanto si creda essere ciò contro la parte inferiore delle torri dev’ essere Carlo Valente e famiglia, già Podestà del Co- sig. Angelo Carlizza ringraziando il Sindaco richiesto dalla grandezza dell’opera) la larghez- separato da spazj tanto grandi, quanto saranno mune, Sig. Elio De Luca, già Vice Podestà, per aver reso realtà ciò che prima pareva un za sia più ampia che non è quella delle pareti, le torri, di modo che i passaggi nelle parti Alfredo Passalacqua, Comandante la Coorte sogno per Villaromana ed enumerando le che si faran sopra terra: dopo di che si riempia il interne delle torri sieno congiunti da spranghe della. M. V. S. N., e famiglia; Comm. Arnaldo Avv. molte benemerenze del Cav. Uff. Colelli che fosso di solidissimi materiali. di legno, e queste non attaccate con ferri. Per- Tarantini e Signora, Dottor Alessandro Corsi e non risparmia sacrifici allorché trattasi di 41. Parimente le torri devono essere sporte in ché se 1’ inimico occuperà qualche parte del signora, Cav. Ovidio Tarantini, Rag. De Santis bene pubblico. fuori nella parte esteriore, di modo che quando muro, quelli che lo difendono potranno taglia- Giacinto, Agostino Ciatti e signora, Signorina I discorsi furono [...] salutati dalla marcia il nemico vuole impetuosamente assalire il re; e se lo faran con prestezza, impediranno che Giuseppina Arcangeli, Signorina Elsa Angelini, reale suonata dal Concerto di Riofreddo». muro, dai fianchi delle torri aperti a destra e a l’inimico penetri nelle altre parti delle torri e Signorina Ludgarda Bascianelli, Sig.na Rosa sinistra sia dalle frecce ferito. Sopra tutto poi del muro, a meno che non voglia precipitarsi. Arcangeli, Sig.na Ludgarda Foschini, Sig.ne «Il 30 Maggio dopo i vespri del Protettore S. deesi aver cura che non sia facile l’adito ad 44. Le torri adunque debbono farsi o rotonde o Domenica e Ascenza Zazza, Sig.ne Matilde e Berardo, in questo poetico paese [Colli di oppugnar la muraglia, perciò deve circondarsi poligone, stanteché quadrate sono in breve di Raffaella D’Innocenzo, Sig.na Elisa Arcangeli e Montebove], [...] venne inaugurata la luce di luoghi precipitosi, e s’ha ben da pensare al strutte dalle macchine; specialmente dagli fratelli Augusto e Vittorio, Sig.na Falconi, Avv. elettrica fornita dalla Ditta Munzi e C. coll’e- modo di far sì che le vie delle porte non sieno arieti, i quali coi loro colpi frangono gli angoli: Adolfo De Angelis, Sig. Grazia Vincenzo, Cav. nergia del Liri di Cappadocia. diritte, ma tortuose. Perch’ essendo fatto in tal ma nelle figure rotonde spingendo al centro Petrocchi Luigi e famiglia, Sig. Tarantini Anto- Il Parroco D. Cesare Arciprete Lucchetti be- guisa, il destro lato degli assalitori, che non è quasi altrettanti conj non possono fare alcun nio, Sig.ra Elsa Foschini, Maestro Cesare Bian- nedisse solennemente l’impianto in presenza difeso dallo scudo, sarà prossimo al muro. Le danno. Di più se alle fortificazioni delle torri e coni a famiglia, Sig. Alfredo Romano e Signora, di tutto il popolo festante, di molti forestieri e fortezze non deono farsi quadrate, né con an- dei muri si congiungano i terrapieni saranno Sig. Francesconi Francesco, Sig. Amerigo Arioli, del Concerto cittadino che suonò la marcia goli sporgenti, ma curvilinee, affinché l’inimico sopra tutto sicure: perché né gli arieti, né le Sig. Francesco Zazza, Sig. Nazzareno De An- reale e poi attraverso il paese con bellissime possa esser veduto da molti punti. Perché dove mine, né altre macchine loro non potranno mai gelis, Signor Achille Cipriani, Sig. Giulio Ar- sinfonie. Il Sindaco Cav. Uff. Sig. Giulio Co- gli angoli sono sporgenti è difficile la difesa, nuocere. Ma non per tutti i luoghi si deve fare cangeli, Sig. Monteleone Romeo, Sig. Giovanni lelli con forbitissimo discorso, [...] enunciò i giovando l’angolo più a salvare il nemico che il stima de’ terrapieni, ma solamente per quei siti Cappelli, segretario politico della Sezione del P. diversi portati di moderna civiltà di cui gode, cittadino. ove fuori del muro vi fosse un’altezza, da cui N. F. di Poggio Cinolfo, Sig. Moscatelli Fernando, come la ferrovia, la strada provinciale, l’acqua 42. Ma la grossezza del muro deve, a mio facilmente si potesse accostarsi ad assalire le Sig. Luigi Segna, Sig. Filippo Fretta, Sig. Mala- potabile ecc., completati ora dalla luce elet- parere, esser tale che gli uomini armati incon- mura. testa Nazzareno, Signor Riccardo Malatesta, Sig. trica. [...] Elogiò l’ingegnere Munzi [...] trandosi l’un con l’altro possano questi e quelli 45. Perciò in sì fatti luoghi si devono prima di Proja Tamandino Sig. Silvio Fabiani, Sig, Ubaldo Prima e dopo l’inaugurazione fu offerto un passar senza urtare. Inoltre in tutta la grossezza tutto scavar fosse quanto più si può larghe e Bassani, Sig. Giovanni Bianconi, Sig. Armando lauto rinfresco [...] dal Consigliere Delegato del muro s’incastrino travicelli d’ulivo brustola- profonde, poscia il fondamento del muro dee Graziani, i rappresentanti della stampa locale fra Sig. Matteo Caroli Presidente del Circolo to l’un con l’altro di seguito combaciandosi, di abbassarsi fra l’alveo della fossa, e costruirsi di i quali quelli del Messaggero, Giornale d’Italia, cattolico S. Berardo». Sopra: frontespizio modo che entrambe le fronti del muro con tale grossezza da poter sostenere facilmente il Impero, Risorgimento d’Abruzzo e Molise, e dell’opera. questi travicelli (quasi con arpioni) concatenate, peso del terrapieno. Parimente nella parte

18 Lumen Lumen 19 piazze, deesi parlare dell’elezione delle aje pel Documento La piastrina Il volantino che riproduciamo fu comodo ed uso comune della città, cioè dei sacri diffuso nel 1941 per avvisare la edifizj, del foro e di altri pubblici luoghi. incendiaria (1941) popolazione del rischio derivante da Se dunque le mura saranno lungo il mare, il alcuni ordigni incendiari lanciati piano per fabbricare il foro dovrà scegliersi vi- cino al porto: se poi saranno mediterranee, nel dagli aerei alleati. mezzo della città. I piani poi de’ sacri edifizj, Lo abbiamo trovato tra le carte massimamente per le divinità tutelari, come dell’archivio della Diocesi dei Marsi, Giove e Minerva, deono distribuirsi nel luogo Redazione segnatura: C/98/2467 più eminente, da cui si possa mirare la maggior parte delle mura: a Mercurio nel foro, ovvero, come a Iside ed a Serapide, nell’emporio: ad « interna del la sustruzione dee piantarsi il fon- Apolline ed al padre Bacco presso il teatro: ad li aviatori inglesi, fin dall’agosto u. ferro, un involucro di garza e, dentro, una pillola damento assai distante da quel di fuori, di Ercole, nelle città che non hanno ginnasi né s., hanno cominciato a gettare, su di fosforo del peso di circa un grammo (fig. 2). maniera che le coorti possano, ordinate come anfiteatri, al Circo: a Marte fuori di città, ma vaste zone della Germania, un nuo- La garza è imbevuta di acqua, od anche di altro Gvo subdolo mezzo di offesa. liquido, di rapida evaporazione. in battaglia, stare in difesa sopra la larghezza del nella campagna: a Venere nel porto. Così è sta- terrapieno. Poiché dunque saranno piantate to ordinato anche dagli aruspici ne’ loro scritti Quali che ne siano stati finora gli effetti, la minac- Ad evaporazione avvenuta del liquido che imbe- queste fondamenta così distanti fra loro, è disciplinali: cioè che si collocassero fuor delle cia non deve essere sottovalutata, ma ad essa va ve la garza, il che può avvenire sotto l’azione dei necessario fra quelle farne a traverso parecchie mura i tempj di Venere, di Vulcano e di Marte; opposta la conoscenza del pericolo ed ogni possi- raggi del sole o con tempo asciutto, il fosforo si altre che congiungano l’interno e l’esterno, di- perché nella città non s’accostumassero i giova- bile mezzo per fronteggiarlo. Si tratta di piastrine incendia spontaneamente e dà fuoco alla piastri- sposte a pettine, coi denti a modo di quelli di netti e le madri di Famiglia alla venerea libi- di celluloide della dimensione di cm. 5 x 5, di na di celluloide producendo una fiamma tran- sega. Fatte che sien così queste cose, allora tutta dine: e perché, allontanata dalle mura colle Sotto: il volantino vario colore, con un foro rotondo al centro (fig. quilla, che arde per un paio di minuti, dell’altez- la quantità del carico del terreno distribuita in preci e coi sagrifizj la potenza di Vulcano, le case della protezione 1[il riferimento è alla figura sottostante]). za di circa un metro (figura 3). piccoli parti, e non premendo con tutto il peso, fossero liberate dal timor degl’incendj. La divi- antiaerea. Sopra tale foro è applicato, con gancetti di filo di Dalla combustione si sprigiona un fumo blua- non potrà in alcun modo sconnettere le su- nità di Marte poi, essendo venerata fuor delle stro, visibile da lontano, che, per essere provo- struzioni del muro. mura, terrà lungi dai cittadini l’armigera dis- cato dal fosforo, è tossico per la respirazione. 46. Ma con qual materia si debbano fabbricare e sensione, e difendendo quelle dagl’inimici le Le dette piastrine possono portare gravi danni perfezionare le mura, non è facile a deliberarsi, salverà dal pericolo della guerra. Parimente a alle costruzioni in legno, ai fienili, ai boschi, ai perchè in tutti i luoghi non si possono avere gli Cerere si farà il tempio fuor della città in sito, campi di grano, etc. onde bisogna procedere con oggetti che si desiderano. Ma dove vi sieno sassi dove agli uomini non sia sempre necessario oculatezza, e in piena collaborazione tra popola- quadrati, selci, cemento, mattone cotto o crudo, l’andarvi, ma solamente pei sagrifizj: stanteché zione e organizzazioni protettive, per assicurare si dovrà far uso di questi. Che non già in ogni si fatto luogo dee custodirsi religiosamente, ca- una vittoriosa campagna contro il nuovo mezzo regione può essere come in Babilonia, dove per stamente e con santità di costumi. Finalmente di offesa, qualora fosse tentato. la grande abbondanza di bitume liquidò, invece agli altri Dei devono distribuirsi le aje accomo- Occorre tener bene presenti le seguenti norme: di arena e di calce le mura sono impastate di date ai modi de’ sagrifizj. 1° Poiché le piastrine non si incendiano se ba- quello e di mattone cotto; ma bensì le nature de’ gnate, la prima cosa da fare è di spargere su di luoghi possono somministrare tanti altri 8. […] La grandezza [del foro, n.d.r.] poi deve esse acqua, o, in mancanza, terra. oggetti utili di simil genere; talché dall’ acquisto determinarsi secondo la quantità della gente, 2° Per la distruzione completa delle piastrine è de’ medesimi si formi un muro perpetuamente affinché lo spazio non sia troppo ristretto per consigliabile ammucchiarle in una fossa, ed ivi durevole senza difetto. l’uso; o per la scarsezza del popolo il foro non farle bruciare completamente, facendo attenzio- 47. Fatta la circonferenza delle mura, sono da sembri disabitato. ne al fumo velenoso che si sviluppa. farsi al di dentro le divisioni delle aje e le 9. La larghezza si definisca in maniera, che 3° Quando le piastrine fossero riunite in gran direzioni delle piazze e dei capi delle vie, se- quando la lunghezza sarà divisa in tre parti, numero, prima di procedere alla distruzione di condo l’aspetto del cielo. La direzione sarà prendendone due di queste, ne diventi bis- esse, sarà opportuno chiedere il concorso della giusta se prudentemente i venti saranno stor- lunga la forma, la quale con questa disposizione Autorità militare del luogo o dell’U.N.P.A. nati dai capi delle vie, i quali freddi offendo- riescirà accomodata all’indole degli spettacoli. 4° Bisogna evitare, in modo assoluto, di toccare le no, caldi viziano, umidi nuocciono. Onde si 11. I luoghi delle basiliche congiunte ai fori piastrine con le mani, o di metterle in tasca, per- deve sfuggire cotal difetto, e guardare che devono essere scelti nelle parti più calde, affin- ché, incendiandosi, possono produrre ustioni non accada ciò che in molte città suole avve- ché i negozianti possano ivi raccorsi l’inverno pericolose. nire: come in Mitilene, città dell’isola di senza soffrire dall’intemperie della stagione. 5° Per la raccolta si dovranno usare le comuni Lesbo, la quale è bensì magnificamente ed Le loro larghezze non minori della terza par- molle per focolare e recipienti di materiale in- elegantemente fabbricata, ma con poca te, né maggiori della metà della lunghezza, se combustibile (fig. 4). considerazione situata. In questa città quando però non farà ostacolo la natura del luogo, e 6° Occorre, in special modo, ammonire i bam- soffia Au-stro, gli uomini ammalano, quando non sforzerà a cangiare la simmetria. Che se il bini, a fine di evitare che, rinvenendo le piastrine Coro, tossono, quando Settentrione, risana- luogo andasse tropp’oltre in lunghezza, nelle quando sono inattive, le raccolgano per farne Sopra: illustrazione no. Ma dietro le vie e nelle piazze per la sue estremità si piantino le calcidiche, come si oggetto di giuoco, e corrano in tal modo gravi tratta dall’opera di veemenza del freddo non possono resistere. vede nella Giulia aquilana. [...]» pericoli all’atto della spontanea combustione, Vitruvio. 63. Divise l’imboccature delle vie, e stabilite le che può avvenire anche per sfregamento».

20 Lumen Lumen 21 piazze, deesi parlare dell’elezione delle aje pel Documento La piastrina Il volantino che riproduciamo fu comodo ed uso comune della città, cioè dei sacri diffuso nel 1941 per avvisare la edifizj, del foro e di altri pubblici luoghi. incendiaria (1941) popolazione del rischio derivante da Se dunque le mura saranno lungo il mare, il alcuni ordigni incendiari lanciati piano per fabbricare il foro dovrà scegliersi vi- cino al porto: se poi saranno mediterranee, nel dagli aerei alleati. mezzo della città. I piani poi de’ sacri edifizj, Lo abbiamo trovato tra le carte massimamente per le divinità tutelari, come dell’archivio della Diocesi dei Marsi, Giove e Minerva, deono distribuirsi nel luogo Redazione segnatura: C/98/2467 più eminente, da cui si possa mirare la maggior parte delle mura: a Mercurio nel foro, ovvero, come a Iside ed a Serapide, nell’emporio: ad « interna del la sustruzione dee piantarsi il fon- Apolline ed al padre Bacco presso il teatro: ad li aviatori inglesi, fin dall’agosto u. ferro, un involucro di garza e, dentro, una pillola damento assai distante da quel di fuori, di Ercole, nelle città che non hanno ginnasi né s., hanno cominciato a gettare, su di fosforo del peso di circa un grammo (fig. 2). maniera che le coorti possano, ordinate come anfiteatri, al Circo: a Marte fuori di città, ma vaste zone della Germania, un nuo- La garza è imbevuta di acqua, od anche di altro Gvo subdolo mezzo di offesa. liquido, di rapida evaporazione. in battaglia, stare in difesa sopra la larghezza del nella campagna: a Venere nel porto. Così è sta- terrapieno. Poiché dunque saranno piantate to ordinato anche dagli aruspici ne’ loro scritti Quali che ne siano stati finora gli effetti, la minac- Ad evaporazione avvenuta del liquido che imbe- queste fondamenta così distanti fra loro, è disciplinali: cioè che si collocassero fuor delle cia non deve essere sottovalutata, ma ad essa va ve la garza, il che può avvenire sotto l’azione dei necessario fra quelle farne a traverso parecchie mura i tempj di Venere, di Vulcano e di Marte; opposta la conoscenza del pericolo ed ogni possi- raggi del sole o con tempo asciutto, il fosforo si altre che congiungano l’interno e l’esterno, di- perché nella città non s’accostumassero i giova- bile mezzo per fronteggiarlo. Si tratta di piastrine incendia spontaneamente e dà fuoco alla piastri- sposte a pettine, coi denti a modo di quelli di netti e le madri di Famiglia alla venerea libi- di celluloide della dimensione di cm. 5 x 5, di na di celluloide producendo una fiamma tran- sega. Fatte che sien così queste cose, allora tutta dine: e perché, allontanata dalle mura colle Sotto: il volantino vario colore, con un foro rotondo al centro (fig. quilla, che arde per un paio di minuti, dell’altez- la quantità del carico del terreno distribuita in preci e coi sagrifizj la potenza di Vulcano, le case della protezione 1[il riferimento è alla figura sottostante]). za di circa un metro (figura 3). piccoli parti, e non premendo con tutto il peso, fossero liberate dal timor degl’incendj. La divi- antiaerea. Sopra tale foro è applicato, con gancetti di filo di Dalla combustione si sprigiona un fumo blua- non potrà in alcun modo sconnettere le su- nità di Marte poi, essendo venerata fuor delle stro, visibile da lontano, che, per essere provo- struzioni del muro. mura, terrà lungi dai cittadini l’armigera dis- cato dal fosforo, è tossico per la respirazione. 46. Ma con qual materia si debbano fabbricare e sensione, e difendendo quelle dagl’inimici le Le dette piastrine possono portare gravi danni perfezionare le mura, non è facile a deliberarsi, salverà dal pericolo della guerra. Parimente a alle costruzioni in legno, ai fienili, ai boschi, ai perchè in tutti i luoghi non si possono avere gli Cerere si farà il tempio fuor della città in sito, campi di grano, etc. onde bisogna procedere con oggetti che si desiderano. Ma dove vi sieno sassi dove agli uomini non sia sempre necessario oculatezza, e in piena collaborazione tra popola- quadrati, selci, cemento, mattone cotto o crudo, l’andarvi, ma solamente pei sagrifizj: stanteché zione e organizzazioni protettive, per assicurare si dovrà far uso di questi. Che non già in ogni si fatto luogo dee custodirsi religiosamente, ca- una vittoriosa campagna contro il nuovo mezzo regione può essere come in Babilonia, dove per stamente e con santità di costumi. Finalmente di offesa, qualora fosse tentato. la grande abbondanza di bitume liquidò, invece agli altri Dei devono distribuirsi le aje accomo- Occorre tener bene presenti le seguenti norme: di arena e di calce le mura sono impastate di date ai modi de’ sagrifizj. 1° Poiché le piastrine non si incendiano se ba- quello e di mattone cotto; ma bensì le nature de’ gnate, la prima cosa da fare è di spargere su di luoghi possono somministrare tanti altri 8. […] La grandezza [del foro, n.d.r.] poi deve esse acqua, o, in mancanza, terra. oggetti utili di simil genere; talché dall’ acquisto determinarsi secondo la quantità della gente, 2° Per la distruzione completa delle piastrine è de’ medesimi si formi un muro perpetuamente affinché lo spazio non sia troppo ristretto per consigliabile ammucchiarle in una fossa, ed ivi durevole senza difetto. l’uso; o per la scarsezza del popolo il foro non farle bruciare completamente, facendo attenzio- 47. Fatta la circonferenza delle mura, sono da sembri disabitato. ne al fumo velenoso che si sviluppa. farsi al di dentro le divisioni delle aje e le 9. La larghezza si definisca in maniera, che 3° Quando le piastrine fossero riunite in gran direzioni delle piazze e dei capi delle vie, se- quando la lunghezza sarà divisa in tre parti, numero, prima di procedere alla distruzione di condo l’aspetto del cielo. La direzione sarà prendendone due di queste, ne diventi bis- esse, sarà opportuno chiedere il concorso della giusta se prudentemente i venti saranno stor- lunga la forma, la quale con questa disposizione Autorità militare del luogo o dell’U.N.P.A. nati dai capi delle vie, i quali freddi offendo- riescirà accomodata all’indole degli spettacoli. 4° Bisogna evitare, in modo assoluto, di toccare le no, caldi viziano, umidi nuocciono. Onde si 11. I luoghi delle basiliche congiunte ai fori piastrine con le mani, o di metterle in tasca, per- deve sfuggire cotal difetto, e guardare che devono essere scelti nelle parti più calde, affin- ché, incendiandosi, possono produrre ustioni non accada ciò che in molte città suole avve- ché i negozianti possano ivi raccorsi l’inverno pericolose. nire: come in Mitilene, città dell’isola di senza soffrire dall’intemperie della stagione. 5° Per la raccolta si dovranno usare le comuni Lesbo, la quale è bensì magnificamente ed Le loro larghezze non minori della terza par- molle per focolare e recipienti di materiale in- elegantemente fabbricata, ma con poca te, né maggiori della metà della lunghezza, se combustibile (fig. 4). considerazione situata. In questa città quando però non farà ostacolo la natura del luogo, e 6° Occorre, in special modo, ammonire i bam- soffia Au-stro, gli uomini ammalano, quando non sforzerà a cangiare la simmetria. Che se il bini, a fine di evitare che, rinvenendo le piastrine Coro, tossono, quando Settentrione, risana- luogo andasse tropp’oltre in lunghezza, nelle quando sono inattive, le raccolgano per farne Sopra: illustrazione no. Ma dietro le vie e nelle piazze per la sue estremità si piantino le calcidiche, come si oggetto di giuoco, e corrano in tal modo gravi tratta dall’opera di veemenza del freddo non possono resistere. vede nella Giulia aquilana. [...]» pericoli all’atto della spontanea combustione, Vitruvio. 63. Divise l’imboccature delle vie, e stabilite le che può avvenire anche per sfregamento».

20 Lumen Lumen 21 Cronologia In questo contributo l’autore Documenti Ordini e inviti I documenti che seguono Esercizi di affronta il tema della cronologia nei provengono dall’Archivio di Stato di cronologia documenti antichi e offre alcuni L’Aquila ed illustrano le relazioni tra esempi senza pretesa di chiarire tutte i militari tedeschi e la popolazione la varianti connesse al tema. civile nel 1943-44

Redazione di Massimo Basilici

quindi, in questa colonna, la lettera che risulta l primo testimone è un invito a collaborare vamente a persone che, per una ragione qual- allineata in linea orizzontale con le ultime due che il comando tedesco invia alle popolazioni siasi sono stati arrestati ed internati. cifre dell’anno, nel nostro esempio, la colonna I tramite i Prefetti, gli altri due sono ordinanze Le necessità di una guerra, specialmente quan- del secolo è quella del 2000, ed in questa co- che in modo perentorio intimano alla gente do si tratta di una lotta gigantesca come quella lonna, la lettera che risulta corrispondere di non prestare attenzione alla propaganda alleata e a attuale, non possono avere riguardi al deside- all’anno 07 è la lettera G. non aiutare i militari nemici. rio personale di essere per es. occupate esclusi- .. 3)Utilizzando la seconda parte della tabella «Koruk 594 Quartiere Generale, lì 5.5.44 vamente in una zona determinata e forse (mesi-giorni), cercare la riga corrispondente unicamente nella patria italiana o nel paese al mese desiderato. Seguendo questa riga, ve- Ai Sigg. nativo. Il popolo tedesco, in quest’ora fa sacri- dere in quale colonna cade la lettera trovata Prefetti di Frosinone, Aquila e Teramo fici sanguinosi [p. 2] su tutti i fronti della for- nel punto 1). Nel nostro caso il mese da ricer- Tramite i locali Comandi Germanici tezza europea, e lavora e combatte per tutti i care è febbraio, corrispondente alla seconda popoli d’Europa. Il popolo tedesco, il quale riga e la colonna in cui compare la lettera G è I Sigg. Prefetti della Retrozona dell’Armata mi senza dubbio ha sacrificato un numero maggio- la quarta hanno assicurato più volte di desiderare e di re dei suoi figli che ogni altro popolo, chiede ed 4)Scendere lungo la colonna così individuata [1] La sottolineatura è pre- essere disposto di collaborare con tutte le loro ha bisogno oggi di lavoratori di buona volontà, sente nel documento. fino alla parte dei giorni, ed individuare il forze alla vittoria dell’Asse, sotto un avversario che possibilmente sappiano bene il loro mestie- nome del giorno della settimana che appare che minaccia la cultura ed i diritti vitali dei re, li chiede non soltanto per se, ma anche per i allineato orizzontalmente con la data deside- popoli dell’Europa. popoli minacciati del nostro continente. rata. Nel nostro esempio, si ottiene così che il 6 Detta collaborazione sino adesso si è limitata Faccio quindi appello ai Sigg. Prefetti della Re- febbraio 2007 è un martedì. principalmente ad assicurare l’amministrazio- trozona dell’Armata di impiegarsi con tutta la Da segnalare che per gli anni bisestili, per il ne ed il rifornimento delle provincie affidate loro persona e con tutte le loro forze disponibili punto 1) le lettere corrispondenti sono due: la ciò che tante volte è stato difficilissimo è di sod- per procurare dei lavoratori per la Germania, prima lettera è da usare per i mesi di gennaio disfare più che possibile i bisogni delle Forze allo scopo di assicurare la vittoria dell’Europa e e febbraio, la seconda per gli altri mesi Armate Tedesche. quindi anche dell’Italia. dell’anno. Oggi mi rivolgo per la prima volta ai Sigg. So bene che la situazione della guerra vi impo- Prefetti di collaborare con una grande azione Su un atto notarile del 1731 leggo: In nomine ne dei limiti anche se avete la migliore buona realmente decisiva alla vittoria dell’Asse: in Domini Amen. Anno ab incarnazione eius Millesimo volontà di agire nel modo migliore. Sono quin- Germania l’ultimo uomo disponibile è stato septigentesimo trigesimo primo, indictione nona, …, di pronto ad aiutarvi nella difficile impresa, di mandato al fronte come soldato. Questo fatto ossia: Nell’anno del Signore, così sia. Anno 1731 cui si tratta. forzatamente è stato causa di straordinaria man- dalla sua nascita, nona indizione ... Con le nostre forze unite dobbiamo riuscire ad canza di lavoratori per la produzione bellica e Mi domando che cosa è l’indizione e come si ottenere e realizzare nella zona, per la quale per l’economia di guerra. Se i popoli d’Europa, ella ricerca storica un esercizio calcola? siamo stati fatti resposabili, ciò che per la e prima di tutto l’alleata Italia Fascista non sa- che si fa di frequente è quello di Il vocabolario dice che era periodo cronologico vittoria è neccessario. [1] pranno nell’ultima decisiva fase rimediare a verificare il giorno della setti- di 15 anni, che si contava da 1 fino a 15 per poi Non vogliamo costringere nessuno di mettersi Nmana in cui un determinato e- questa mancanza di lavoratori, essi per il loro a disposizione. Con questo sistema non ricominciare da capo. Non esisteva un solo modo di agire renderanno incerta la vittoria sui vento è accaduto. Per questo si usa il “calenda- tipo d’indizione, ad esempio quella greca princi- faremmo che favorire i ribelli e la propaganda Sopra: invito del nemici dell’Europa. rio perpetuo”.Ne esistono vari modelli, quello piava il 1 settembre, mentre quella “Romana”, nemica, senza ottenere un risultato soddisfa- comando tedesco ai Non è quindi più oltre tollerabile che uomini e riportato è uno di questi e permette di stabili- o “Pontificia” si contava a partire dal 25 dicem- cente. prefetti (ASA, donne dell’Italia fascista, che sono in pieno re il giorno della settimana dall’inizio dell’era bre o più spesso dal 1 gennaio. Un modo per I Sigg. Prefetti hanno il compito di scuotere Prefettura, Atti di possesso delle loro forze, riempiono senza oc- Sopra: calendario cristiana fino al 31 dicembre 2399. calcolarla è questo: si prende l’anno di cui si nell’animo i loro connazionali, di fare loro ben Gabinetto, II cupazione le strade e che si occupino di lavori di perpetuo con Ecco come utilizzarlo: vuole conoscere l’indizione e vi si somma il nu- chiaro di che si tratta e di entusiasmarli per il versamento, cat. nessuna importanza per la condotta della indicato l’esempio 1) Stabilire la data di cui si vuole sapere il gior- mero tre. Il risultato ottenuto lo si divide per servizio volontario del lavoro. I vostri connazio- XIIA, b. 81). guerra (come per esempio lavori di abbellimen- citato nel testo; no, per esempio, 6 febbraio 2007. quindici. Il resto della divisione è l’indizione; se il nali dovranno comprendere che, se ora non to ecc.). sotto: calcolo 2) Utilizzando la prima parte della tabella (se- resto è zero, il numero dell’indizione è quindici. sono pronti a collaborare per la vittoria e per la Segnalazione archivistica: Così pure non è sufficiente di ricorrere esclusi- dell’indizione. colo-anno), individuare la colonna del secolo, M. Sciò conservazione della patria italiana a fianco ed 22 Lumen Lumen 23 Cronologia In questo contributo l’autore Documenti Ordini e inviti I documenti che seguono Esercizi di affronta il tema della cronologia nei provengono dall’Archivio di Stato di cronologia documenti antichi e offre alcuni L’Aquila ed illustrano le relazioni tra esempi senza pretesa di chiarire tutte i militari tedeschi e la popolazione la varianti connesse al tema. civile nel 1943-44

Redazione di Massimo Basilici

quindi, in questa colonna, la lettera che risulta l primo testimone è un invito a collaborare vamente a persone che, per una ragione qual- allineata in linea orizzontale con le ultime due che il comando tedesco invia alle popolazioni siasi sono stati arrestati ed internati. cifre dell’anno, nel nostro esempio, la colonna I tramite i Prefetti, gli altri due sono ordinanze Le necessità di una guerra, specialmente quan- del secolo è quella del 2000, ed in questa co- che in modo perentorio intimano alla gente do si tratta di una lotta gigantesca come quella lonna, la lettera che risulta corrispondere di non prestare attenzione alla propaganda alleata e a attuale, non possono avere riguardi al deside- all’anno 07 è la lettera G. non aiutare i militari nemici. rio personale di essere per es. occupate esclusi- .. 3)Utilizzando la seconda parte della tabella «Koruk 594 Quartiere Generale, lì 5.5.44 vamente in una zona determinata e forse (mesi-giorni), cercare la riga corrispondente unicamente nella patria italiana o nel paese al mese desiderato. Seguendo questa riga, ve- Ai Sigg. nativo. Il popolo tedesco, in quest’ora fa sacri- dere in quale colonna cade la lettera trovata Prefetti di Frosinone, Aquila e Teramo fici sanguinosi [p. 2] su tutti i fronti della for- nel punto 1). Nel nostro caso il mese da ricer- Tramite i locali Comandi Germanici tezza europea, e lavora e combatte per tutti i care è febbraio, corrispondente alla seconda popoli d’Europa. Il popolo tedesco, il quale riga e la colonna in cui compare la lettera G è I Sigg. Prefetti della Retrozona dell’Armata mi senza dubbio ha sacrificato un numero maggio- la quarta hanno assicurato più volte di desiderare e di re dei suoi figli che ogni altro popolo, chiede ed 4)Scendere lungo la colonna così individuata [1] La sottolineatura è pre- essere disposto di collaborare con tutte le loro ha bisogno oggi di lavoratori di buona volontà, sente nel documento. fino alla parte dei giorni, ed individuare il forze alla vittoria dell’Asse, sotto un avversario che possibilmente sappiano bene il loro mestie- nome del giorno della settimana che appare che minaccia la cultura ed i diritti vitali dei re, li chiede non soltanto per se, ma anche per i allineato orizzontalmente con la data deside- popoli dell’Europa. popoli minacciati del nostro continente. rata. Nel nostro esempio, si ottiene così che il 6 Detta collaborazione sino adesso si è limitata Faccio quindi appello ai Sigg. Prefetti della Re- febbraio 2007 è un martedì. principalmente ad assicurare l’amministrazio- trozona dell’Armata di impiegarsi con tutta la Da segnalare che per gli anni bisestili, per il ne ed il rifornimento delle provincie affidate loro persona e con tutte le loro forze disponibili punto 1) le lettere corrispondenti sono due: la ciò che tante volte è stato difficilissimo è di sod- per procurare dei lavoratori per la Germania, prima lettera è da usare per i mesi di gennaio disfare più che possibile i bisogni delle Forze allo scopo di assicurare la vittoria dell’Europa e e febbraio, la seconda per gli altri mesi Armate Tedesche. quindi anche dell’Italia. dell’anno. Oggi mi rivolgo per la prima volta ai Sigg. So bene che la situazione della guerra vi impo- Prefetti di collaborare con una grande azione Su un atto notarile del 1731 leggo: In nomine ne dei limiti anche se avete la migliore buona realmente decisiva alla vittoria dell’Asse: in Domini Amen. Anno ab incarnazione eius Millesimo volontà di agire nel modo migliore. Sono quin- Germania l’ultimo uomo disponibile è stato septigentesimo trigesimo primo, indictione nona, …, di pronto ad aiutarvi nella difficile impresa, di mandato al fronte come soldato. Questo fatto ossia: Nell’anno del Signore, così sia. Anno 1731 cui si tratta. forzatamente è stato causa di straordinaria man- dalla sua nascita, nona indizione ... Con le nostre forze unite dobbiamo riuscire ad canza di lavoratori per la produzione bellica e Mi domando che cosa è l’indizione e come si ottenere e realizzare nella zona, per la quale per l’economia di guerra. Se i popoli d’Europa, ella ricerca storica un esercizio calcola? siamo stati fatti resposabili, ciò che per la e prima di tutto l’alleata Italia Fascista non sa- che si fa di frequente è quello di Il vocabolario dice che era periodo cronologico vittoria è neccessario. [1] pranno nell’ultima decisiva fase rimediare a verificare il giorno della setti- di 15 anni, che si contava da 1 fino a 15 per poi Non vogliamo costringere nessuno di mettersi Nmana in cui un determinato e- questa mancanza di lavoratori, essi per il loro a disposizione. Con questo sistema non ricominciare da capo. Non esisteva un solo modo di agire renderanno incerta la vittoria sui vento è accaduto. Per questo si usa il “calenda- tipo d’indizione, ad esempio quella greca princi- faremmo che favorire i ribelli e la propaganda Sopra: invito del nemici dell’Europa. rio perpetuo”.Ne esistono vari modelli, quello piava il 1 settembre, mentre quella “Romana”, nemica, senza ottenere un risultato soddisfa- comando tedesco ai Non è quindi più oltre tollerabile che uomini e riportato è uno di questi e permette di stabili- o “Pontificia” si contava a partire dal 25 dicem- cente. prefetti (ASA, donne dell’Italia fascista, che sono in pieno re il giorno della settimana dall’inizio dell’era bre o più spesso dal 1 gennaio. Un modo per I Sigg. Prefetti hanno il compito di scuotere Prefettura, Atti di possesso delle loro forze, riempiono senza oc- Sopra: calendario cristiana fino al 31 dicembre 2399. calcolarla è questo: si prende l’anno di cui si nell’animo i loro connazionali, di fare loro ben Gabinetto, II cupazione le strade e che si occupino di lavori di perpetuo con Ecco come utilizzarlo: vuole conoscere l’indizione e vi si somma il nu- chiaro di che si tratta e di entusiasmarli per il versamento, cat. nessuna importanza per la condotta della indicato l’esempio 1) Stabilire la data di cui si vuole sapere il gior- mero tre. Il risultato ottenuto lo si divide per servizio volontario del lavoro. I vostri connazio- XIIA, b. 81). guerra (come per esempio lavori di abbellimen- citato nel testo; no, per esempio, 6 febbraio 2007. quindici. Il resto della divisione è l’indizione; se il nali dovranno comprendere che, se ora non to ecc.). sotto: calcolo 2) Utilizzando la prima parte della tabella (se- resto è zero, il numero dell’indizione è quindici. sono pronti a collaborare per la vittoria e per la Segnalazione archivistica: Così pure non è sufficiente di ricorrere esclusi- dell’indizione. colo-anno), individuare la colonna del secolo, M. Sciò conservazione della patria italiana a fianco ed 22 Lumen Lumen 23 [2] Il nome: Rocca di Mezzo alle stesse condizioni di vita del lavoratore tutte le proposte che i Sigg. Prefetti mi vorranno è cancellato nel docu- mento. libero tedesco essi dovranno fare conto di esse- fare per vincere le difficoltà, che si opporranno re più tardi inviati in Siberia. Sarà anche oppor- ad una buona riuscita dell’impresa. Prego i Sigg. tuno di accennare ai grandi sacrifici di sangue Prefetti di volermi riferire entro il 31 di maggio del popolo tedesco ed agli obblighi morali che su quanto sopra, come pure sui risultati già ne risulteranno per il popolo italiano. ottenuti e sulle esperienze, che sono state fatte. Metto a disposizione ai Sigg. Prefetti i miei Finalmente mi riservo di invitare i Sigg. Prefetti mezzi di propaganda e sopratutto sono pronto della Retrozonadell’Armata ad un convegno a a fare inserire nel giornale sempre ben accolto Rocca di Mezzo [2] per poter parlare del “Messaggero della Domenica” eventuali appel- problema decisivo in parola. li dei Sigg. Prefetti alla popolazione delle pro- Sono certo della buona collaborazione dei Sigg. vincie loro affidate. [p. 3] Prefetti, poiché: due popoli una guerra ! Inoltre sono pronto ad esaminare attentamente [segue firma]»

Il primo documento, dal tono non del tutto amichevo- morte è riservata a chi attenta gravemente alla sicu- le, sollecita i Prefetti perché si facciano promotori rezza delle forze tedesche e a chi non svolge adeguata- presso le popolazioni di un’azione di soccorso a favore mente i compiti di sorveglianza affidatigli dal co- della Germania e del suo esercito. Nell’ordinanza del- mando germanico; lo stesso vale per gli amministrato- A lato: ordine del l’ottobre ‘43 le forze tedesche si preoccupano di conte- ri pubblici che non svolgono i loro compiti con la Sopra: disposizioni comando militare nere la propaganda alleata e quella del nuovo go- necessaria diligenza. L’esecuzione degli ordini rice- del comando tedesco a non verno monarchico dell’Italia meridionale, per evitare vuti doveva avvenire applicando la massima atten- militare tedesco in prestare attenzione agitazioni popolari che le avrebbero ostacolate nel zione, un ordine eseguito male equivaleva a non aver- cui si precisa quanto alla propaganda dispiegamento sul territorio italiano. In quella del lo eseguito. Nel paragrafo 1°, dove si invita a denun- intimato nel mese di nemica (ASA, mese di novembre si impartiscono direttive per la sicu- ciare qualsiasi attività anti tedesca, alla fine si leg- ottobre (ASA, Prefettura, Atti di rezza delle forze armate germaniche e per reprimere ge:«[la pena] non è applicabile al coniuge, ai ge- Prefettura, Atti di Gabinetto, II qualsiasi forma di collaborazione con soldati nemici, nitori, figli e fratelli di colui che è colpito dalla denun- Gabinetto, II versamento, b. 75, sia fuggiti dai campi di concentramento che impegna- cia», vale a dire che i militari non erano intenzionati a versamento, b. 75, fasc. 24). ti in operazioni nelle retrovie teutoniche. La pena di svolgere azioni di rappresaglia. fasc. 24).

24 Lumen Lumen 25 [2] Il nome: Rocca di Mezzo alle stesse condizioni di vita del lavoratore tutte le proposte che i Sigg. Prefetti mi vorranno è cancellato nel docu- mento. libero tedesco essi dovranno fare conto di esse- fare per vincere le difficoltà, che si opporranno re più tardi inviati in Siberia. Sarà anche oppor- ad una buona riuscita dell’impresa. Prego i Sigg. tuno di accennare ai grandi sacrifici di sangue Prefetti di volermi riferire entro il 31 di maggio del popolo tedesco ed agli obblighi morali che su quanto sopra, come pure sui risultati già ne risulteranno per il popolo italiano. ottenuti e sulle esperienze, che sono state fatte. Metto a disposizione ai Sigg. Prefetti i miei Finalmente mi riservo di invitare i Sigg. Prefetti mezzi di propaganda e sopratutto sono pronto della Retrozonadell’Armata ad un convegno a a fare inserire nel giornale sempre ben accolto Rocca di Mezzo [2] per poter parlare del “Messaggero della Domenica” eventuali appel- problema decisivo in parola. li dei Sigg. Prefetti alla popolazione delle pro- Sono certo della buona collaborazione dei Sigg. vincie loro affidate. [p. 3] Prefetti, poiché: due popoli una guerra ! Inoltre sono pronto ad esaminare attentamente [segue firma]»

Il primo documento, dal tono non del tutto amichevo- morte è riservata a chi attenta gravemente alla sicu- le, sollecita i Prefetti perché si facciano promotori rezza delle forze tedesche e a chi non svolge adeguata- presso le popolazioni di un’azione di soccorso a favore mente i compiti di sorveglianza affidatigli dal co- della Germania e del suo esercito. Nell’ordinanza del- mando germanico; lo stesso vale per gli amministrato- A lato: ordine del l’ottobre ‘43 le forze tedesche si preoccupano di conte- ri pubblici che non svolgono i loro compiti con la Sopra: disposizioni comando militare nere la propaganda alleata e quella del nuovo go- necessaria diligenza. L’esecuzione degli ordini rice- del comando tedesco a non verno monarchico dell’Italia meridionale, per evitare vuti doveva avvenire applicando la massima atten- militare tedesco in prestare attenzione agitazioni popolari che le avrebbero ostacolate nel zione, un ordine eseguito male equivaleva a non aver- cui si precisa quanto alla propaganda dispiegamento sul territorio italiano. In quella del lo eseguito. Nel paragrafo 1°, dove si invita a denun- intimato nel mese di nemica (ASA, mese di novembre si impartiscono direttive per la sicu- ciare qualsiasi attività anti tedesca, alla fine si leg- ottobre (ASA, Prefettura, Atti di rezza delle forze armate germaniche e per reprimere ge:«[la pena] non è applicabile al coniuge, ai ge- Prefettura, Atti di Gabinetto, II qualsiasi forma di collaborazione con soldati nemici, nitori, figli e fratelli di colui che è colpito dalla denun- Gabinetto, II versamento, b. 75, sia fuggiti dai campi di concentramento che impegna- cia», vale a dire che i militari non erano intenzionati a versamento, b. 75, fasc. 24). ti in operazioni nelle retrovie teutoniche. La pena di svolgere azioni di rappresaglia. fasc. 24).

24 Lumen Lumen 25 Ristampa Il viaggio di Fabio Il brano è tratto dall’opera: Da Roma chiesa parrocchiale, edificata dai Colonna con a Tivoli e Subiaco, alla grotta di architettura del Fontana in onor di s. Tomma- Gori Collepardo, alle valli dell' Amsanto ed al so [2], è di ordine ionico. Il forte che va ruinan- lago Fucino, nuova guida storica, artistica, do, conserva la figura di un triangolo scaleno (1a parte) per tre torri angolari: si dava l’ingresso col solo geologica ed antiquaria di Fabio Gori mezzo di scale o rampanti di ferro sopra una edita sul Giornale Arcadico, n. s., tomo piattaforma, dove sono vari pozzi. I grandi CLXXXII (1863). casamenti Ferrari, Laurenti, Nitoglia, Mariani e De Vecchis sono posteriori al tempo, in cui da Fabio Gori veniva il castello presidiato, giacché impedireb- bero ’l trarre delle artiglierie. Quello del rispet- tabile ed erudito gentiluomo sig. Teodosio De Vecchis ha una galleria di quadri ed una (1) Ciò disse in riguardo di ’autore dedica all’area Carsolana tre in specu mersa in tiburtina se aperit». E da Ri- elegante cappella. Il panora- [p.112] ma, che Bonifazio Graziani qui nato, ottimo maestro di capitoli (pp. 109-167) che appresso vus Aufeius non potrebbe essere derivato il girando intorno all’ abitato, da ogni parte vario, cappella ed insigne nella elenchiamo: 1. L'origine dell'Acqua nome di Fioju? Della presunta derivazione poi ameno, pittoresco e vastissimo si affaccia, non sublacense, la continuazione della Storia d’Italia del 2) Rassomiglia a quest’ ara musica in Roma, dove L Marcia, Borgo Pio, Rocca di Botte, di questo rivo dal Fucino e dal lago di Scanno può descriversi a parole. Basti ’l dire che si di- Botta ed altri libri. Cesare Mariani toccò una la «tabella cum tympano» morì nel 1654. che dal Mommsen al n. Oricola, gli Equi e Carseoli; 2. Fontana e Tavola de’ 4 nei peligni, ne tratteremo nella V parte. scoprono al nord-ovest le montagne di Antro- ferita nella battaglia di Tolentino, militando sotto 5685 delle Inscriptiones re- vescovi, Riofreddo, Vallinfreda, Vivaro, Petescia, In un poggio esposto a mezzogiorno e vicino doco, d’ Aquila e fin di Teramo, ed al sud quelle il re Murat: posteriormente fu elevato al grado di gni neapolitani latinae si [1] Nel testo: Bernardo Pozzaglia, Orvinio, Nespolo, Paganico, Collalto, dice scoperta «inter Car- ad una sorgente il sommo pontefice Pio IX a di Valmontone, con circa 70 castelli ! capitano e di cavaliere dell’ordine di s. Giorgio siolos et cauponam del ca- Poggio Cinolfo, Pereto, e Santuario di N. D. De’ sue spese, e con architettura del Rasori e dell’Al- Nell’ 886 sotto Stefano VI fu Oricola donata al dai Borboni: scriveva egregiamente in poesia, ed valiero in loco dicto la fonte Bisognosi; 3. Carsoli, valle e grotta di Luppa, il gen. di civita in vinea Ant. Fer- varez, sta fabbricando la chiesa, la casa parroc- monastero di Subiaco il quale governava anche avea una memoria e facilità di eloquio prodigio- rari de Oricola : Borges, Cliternia e Nerse nel Cicolano, giro della chiale e comunale ed il quartiere pe’ gendarmi nel secolo XI, AVRICVLA, come attesta una la- sa: morì anch’egli come il fratello Livio all’im- SACR strada Valeria fino a Tagliacozzo, e notizie geologiche. infra stant mulier stolata ad di BORGO PIO che deve surrogare la distrutta pide vicino all’ingresso della basilica di s. provviso nel 1859 in Oricola. tripodem, homo tibias so- Iniziamo la ristampa con il primo di questi capitoli. Camerata. Scolastica di Subiaco, la quale pubblicheremo Nel territorio oricolano trovansi i ruderi della nans, alius bovem ducens, in lateribus a dextra est Sotto il monte a sinistra, che ha la figura di una nel Supplemento alla parte III. Il monaco città, di CARSEOLI. Per andarvi si scende nel urceus et infra scrofa, a «[p. 109] Guarda a ponente Camerata uno de’ botte, si allinea ROCCA DI BOTTE, primo Enrico, eletto abate sublacense nel 1244, di- Piano del Cavaliero. Ivi nell’osteria, fabbricata dai sinistra patera et aries. In più ameni e spaziosi altipiani d’Italia, lungo paese del regno e della diocesi marsicana, parte postica est truncus scendeva dalla famiglia Montanea, la quale qui Colonna, si vedeva la lapide di M. Metilio ora lauri vel quercus. Gualter. circa 12 chilometri dall’ est all’ovest, e largo circa frazione del comune di Pereto, mandamento di dominò dopo i Berardi. In appresso ebbero il esistente nella villa del principe di Arsoli: ma la dedit Antinorio». 4 da sud a nord, circondato da altissime mon- Carsoli, sotto-prefettura di Avezzano e provin- dominio feudale gli Orsini, ai quali nel sec. XVI detta lapide era stata scavata nella contrada 3) Il Brocchi nelle Osser- vazioni naturali fatte in tagne e colline, sulle quali poggiano molti ca- cia di Aquila. Nelle carte de’ bassi tempi dicesi venne tolto dai Colonna; per lo che nell’anno Civita. Quivi pure in un casale del sullodato sig. alcune parti degli apennini stelli. Scendendo a visitarlo, si vede il Fioju fare Arx-vegetis. I ruderi del castello stanno sul cul- 1557 il feroce Napoleone Orsini generale di pp. Teodosio De Vecchis si conserva un’ara marmo- nell’Abruzzo ulteriore una cascata pittoresca da un eccelso culmine (Bibliot. Ital. aprile, maggio mine, e dall’ alto scendevano fino alle odierne le Paolo IV pose Oricola a sacco, passando a fil di rea trovata pure a Civita. Nel bassorilievo il po- e giugno del 1819 a pag. allato di Camerata, e riposatosi un poco nel case vedovate di abitanti dalla pestilenza nel se- spada gli abitanti e scannando l’arciprete sul- pa [4] regge ’l morso ad un toro dalle infrante 365) scrisse: «S’incon- piano scomparire sotto la breccia e nella dire- trano depositi vulcanici nel colo XVII. Gli attuali migliori casamenti spet- l’altare. Trecento case, che vi erano, furono ri- corna e con gualdrappa o stola sul dorso: il Piano del Cavaliere, il zione del monte di Prugna. I nativi di questi tano alle famiglie Fiori, Fulgenzi, Martori ecc. dotte a sole cinquanta! Ma poi rioccuparono il sacerdote sta in atto di porre, sul tripode l’in- quale rimane fra le emi- luoghi hanno rimarcato, che negli anni, in cui il nenze di Oricola e quelle di La chiesa di s. Pietro ap. e la casa dove nacque s. feudo i Colonna. Nelle varie conquiste del censo vicino ad uno che suona la duplice tibia: Carsoli. Essi constano di Fioju si perde più lontano dalla cascata, i raccolti Pietro eremita protettore di Trevi, sono degne regno di Napoli spagnuoli, francesi e tedeschi sopra l’altare è scritto :[p.114] lapillo bruno che usasi nei sono maggiori! cementi come pozzolana; di essere visitate. La prima, con portico e deco- fino al 1821 si sono impadroniti di questo SACR ma nel luogo ove era l’an- Essendosi fatta l’osservazione che questo rivo rata di affreschi del secolo XV, facea parte d’un castello, e vi hanno fatta piazza d’armi. Nel Nella facciata a sinistra sta scolpito un gotto: in tica Carseoli . . . trovasi un proviene da presso il lago Fucino, tufo litoide di colore bruno monastero di benedettini, ed ora la governa [p. 1860-61 le bande reazionarie di Giorgi, e De quella posteriore, rotta da un lato, un tronco di cinericcio e di grana ter- e che va a riuscire incontro a Marano nell’op- 111] un abate secolare: rimonta la seconda al se- Christen, Chiavone e Luverà vi si sono accam- albero : a destra poi una patera sopra un ariete: rosa simile a quello che ho posto piovente meridionale, dando il nasci- detto rinvenirsi in Valle di colo X. Il Feboni (Phoebonius) Hist. Marsor. pate, vivendo a spese de’ particolari: onde il ornati di fiori con pesce completano l’egregia Cona sotto Subiaco. I ve- mento ad Acqua Serena ch’è la più remota ed in- opina che si confaccia il clima di Rocca di Botte governo, anche per tutelare gl’interessi dei rappresentazione del sacrificio suovetaurile so- stigi vulcanici mi accompa- contrastabile sorgente della Marcia, come pro- gnarono fin presso Carsoli, alle voci de’ cantanti (1). Alfonso Naldi, valoro- privati, vi mantiene dall’ultimo anno in poi una lito ad offrirsi nella lustrazione de’ campi a Ce- e benchè manifestassero veremo nel Supplemento alla II parte di questa so guerriero che militò con Marc’ Antonio Co- o due compagnie di bersaglieri. rere (2). Ne’ dintorni sono aperte molte e pro- rocce di poca importanza, opera; sembra che non avesse torto Plinio Hi- nè abbia in verun luogo lonna sotto Milano nella campagna della Sta- La famiglia Mariani ha illustrata questa terra. Il fonde cave di depositi vulcanici per uso di poz- adocchiato torrenti di lava, stor. Natur: XXXI. 3 nell’asserire, esser più lon- farda, ebbe qui la cuna: morì in Roma nel 1714. conte Mariani, secondo il Colletta Storia del zolana (3). Dirigendosi al nord [p.115] ovest era cosa abbastanza inte- tana della via Sublacense l’origine marciana. ressante il vederli così di- Vicino al paese scorre un fonte saluberrimo reame [p.113] di Napoli, nella battaglia di Velle- s’incontra nuovamente la via Valeria coperta il spersi ne’ piani e nelle val- Ecco in qual modo riferiva quel savio le conget- appellato da s. Pietro. tri, guerreggiando al servizio di Carlo III, poco dorso di larghe pietre bianche presso i ruderi di lette intermedie alle emi- ture, che al suo tempo correvano sulla [p. 110] Nella stessa linea circa 3 quarti lungi da Rocca mancò non cadesse in potere de’ tedeschi. Ma- un mausoleo in contrada Colle di s. Giovanni, e nenze calcarie». primiera scaturigine della Marcia e che dopo di Botte si giunge sopra un cono montuoso riano Mariani fu ucciso dai francesi nel 1799 vedesi proseguire a Civita dentro la vigna [2] La chiesa parrocchiale di tanti secoli veniamo noi per i primi a far Oricola è dedicata al SS. dentro ORICOLA. Questo castello anch’esso presso la macchia di Sesara, mentre con Gian Laurenti, dalla quale torceva a destra verso la Salvatore. nuovamente rivivere: «Clarissima aquarum frazione del comune di Pereto fronteggia il Pasquale Caponi era a capo di un corpo d’insor- contrada Nasetta, passando vicino ad un altro [3] Nel testo: 1857. [4] Così nel testo. omnium ... Marcia est. Vocabatur haec Aufeia, monte s. Elia su Riofreddo, dominando in mo- genti. Livio Mariani già ministro delle finanze e sepolcro ed alla colonna milliaria eguale a quel- fons autem ipse Piconia. Oritur in ultimis do l’ingresso del regno per la via Valeria, che in triumviro dell’ultima repubblica romana, morto la esistente ora sulla piazza di Arsoli, e col nu- Sopra: veduta di montibus pelignorum. Transit marsos et Fu- una bolla del pont. Pasquale II a s. Berardo[1] all’improviso in Atene nel 1855[3]; lasciò mano- mero camerata Nuova a cinum lacum, Romam non dubie petens, mox si chiama la sottoposta gola Furca Auriculae. La scritte varie opere di pregio come la Cronaca inizio Novecento.

26 Lumen Lumen 27 Ristampa Il viaggio di Fabio Il brano è tratto dall’opera: Da Roma chiesa parrocchiale, edificata dai Colonna con a Tivoli e Subiaco, alla grotta di architettura del Fontana in onor di s. Tomma- Gori Collepardo, alle valli dell' Amsanto ed al so [2], è di ordine ionico. Il forte che va ruinan- lago Fucino, nuova guida storica, artistica, do, conserva la figura di un triangolo scaleno (1a parte) per tre torri angolari: si dava l’ingresso col solo geologica ed antiquaria di Fabio Gori mezzo di scale o rampanti di ferro sopra una edita sul Giornale Arcadico, n. s., tomo piattaforma, dove sono vari pozzi. I grandi CLXXXII (1863). casamenti Ferrari, Laurenti, Nitoglia, Mariani e De Vecchis sono posteriori al tempo, in cui da Fabio Gori veniva il castello presidiato, giacché impedireb- bero ’l trarre delle artiglierie. Quello del rispet- tabile ed erudito gentiluomo sig. Teodosio De Vecchis ha una galleria di quadri ed una (1) Ciò disse in riguardo di ’autore dedica all’area Carsolana tre in specu mersa in tiburtina se aperit». E da Ri- elegante cappella. Il panora- [p.112] ma, che Bonifazio Graziani qui nato, ottimo maestro di capitoli (pp. 109-167) che appresso vus Aufeius non potrebbe essere derivato il girando intorno all’ abitato, da ogni parte vario, cappella ed insigne nella elenchiamo: 1. L'origine dell'Acqua nome di Fioju? Della presunta derivazione poi ameno, pittoresco e vastissimo si affaccia, non sublacense, la continuazione della Storia d’Italia del 2) Rassomiglia a quest’ ara musica in Roma, dove L Marcia, Borgo Pio, Rocca di Botte, di questo rivo dal Fucino e dal lago di Scanno può descriversi a parole. Basti ’l dire che si di- Botta ed altri libri. Cesare Mariani toccò una la «tabella cum tympano» morì nel 1654. che dal Mommsen al n. Oricola, gli Equi e Carseoli; 2. Fontana e Tavola de’ 4 nei peligni, ne tratteremo nella V parte. scoprono al nord-ovest le montagne di Antro- ferita nella battaglia di Tolentino, militando sotto 5685 delle Inscriptiones re- vescovi, Riofreddo, Vallinfreda, Vivaro, Petescia, In un poggio esposto a mezzogiorno e vicino doco, d’ Aquila e fin di Teramo, ed al sud quelle il re Murat: posteriormente fu elevato al grado di gni neapolitani latinae si [1] Nel testo: Bernardo Pozzaglia, Orvinio, Nespolo, Paganico, Collalto, dice scoperta «inter Car- ad una sorgente il sommo pontefice Pio IX a di Valmontone, con circa 70 castelli ! capitano e di cavaliere dell’ordine di s. Giorgio siolos et cauponam del ca- Poggio Cinolfo, Pereto, e Santuario di N. D. De’ sue spese, e con architettura del Rasori e dell’Al- Nell’ 886 sotto Stefano VI fu Oricola donata al dai Borboni: scriveva egregiamente in poesia, ed valiero in loco dicto la fonte Bisognosi; 3. Carsoli, valle e grotta di Luppa, il gen. di civita in vinea Ant. Fer- varez, sta fabbricando la chiesa, la casa parroc- monastero di Subiaco il quale governava anche avea una memoria e facilità di eloquio prodigio- rari de Oricola : Borges, Cliternia e Nerse nel Cicolano, giro della chiale e comunale ed il quartiere pe’ gendarmi nel secolo XI, AVRICVLA, come attesta una la- sa: morì anch’egli come il fratello Livio all’im- SACR strada Valeria fino a Tagliacozzo, e notizie geologiche. infra stant mulier stolata ad di BORGO PIO che deve surrogare la distrutta pide vicino all’ingresso della basilica di s. provviso nel 1859 in Oricola. tripodem, homo tibias so- Iniziamo la ristampa con il primo di questi capitoli. Camerata. Scolastica di Subiaco, la quale pubblicheremo Nel territorio oricolano trovansi i ruderi della nans, alius bovem ducens, in lateribus a dextra est Sotto il monte a sinistra, che ha la figura di una nel Supplemento alla parte III. Il monaco città, di CARSEOLI. Per andarvi si scende nel urceus et infra scrofa, a «[p. 109] Guarda a ponente Camerata uno de’ botte, si allinea ROCCA DI BOTTE, primo Enrico, eletto abate sublacense nel 1244, di- Piano del Cavaliero. Ivi nell’osteria, fabbricata dai sinistra patera et aries. In più ameni e spaziosi altipiani d’Italia, lungo paese del regno e della diocesi marsicana, parte postica est truncus scendeva dalla famiglia Montanea, la quale qui Colonna, si vedeva la lapide di M. Metilio ora lauri vel quercus. Gualter. circa 12 chilometri dall’ est all’ovest, e largo circa frazione del comune di Pereto, mandamento di dominò dopo i Berardi. In appresso ebbero il esistente nella villa del principe di Arsoli: ma la dedit Antinorio». 4 da sud a nord, circondato da altissime mon- Carsoli, sotto-prefettura di Avezzano e provin- dominio feudale gli Orsini, ai quali nel sec. XVI detta lapide era stata scavata nella contrada 3) Il Brocchi nelle Osser- vazioni naturali fatte in tagne e colline, sulle quali poggiano molti ca- cia di Aquila. Nelle carte de’ bassi tempi dicesi venne tolto dai Colonna; per lo che nell’anno Civita. Quivi pure in un casale del sullodato sig. alcune parti degli apennini stelli. Scendendo a visitarlo, si vede il Fioju fare Arx-vegetis. I ruderi del castello stanno sul cul- 1557 il feroce Napoleone Orsini generale di pp. Teodosio De Vecchis si conserva un’ara marmo- nell’Abruzzo ulteriore una cascata pittoresca da un eccelso culmine (Bibliot. Ital. aprile, maggio mine, e dall’ alto scendevano fino alle odierne le Paolo IV pose Oricola a sacco, passando a fil di rea trovata pure a Civita. Nel bassorilievo il po- e giugno del 1819 a pag. allato di Camerata, e riposatosi un poco nel case vedovate di abitanti dalla pestilenza nel se- spada gli abitanti e scannando l’arciprete sul- pa [4] regge ’l morso ad un toro dalle infrante 365) scrisse: «S’incon- piano scomparire sotto la breccia e nella dire- trano depositi vulcanici nel colo XVII. Gli attuali migliori casamenti spet- l’altare. Trecento case, che vi erano, furono ri- corna e con gualdrappa o stola sul dorso: il Piano del Cavaliere, il zione del monte di Prugna. I nativi di questi tano alle famiglie Fiori, Fulgenzi, Martori ecc. dotte a sole cinquanta! Ma poi rioccuparono il sacerdote sta in atto di porre, sul tripode l’in- quale rimane fra le emi- luoghi hanno rimarcato, che negli anni, in cui il nenze di Oricola e quelle di La chiesa di s. Pietro ap. e la casa dove nacque s. feudo i Colonna. Nelle varie conquiste del censo vicino ad uno che suona la duplice tibia: Carsoli. Essi constano di Fioju si perde più lontano dalla cascata, i raccolti Pietro eremita protettore di Trevi, sono degne regno di Napoli spagnuoli, francesi e tedeschi sopra l’altare è scritto :[p.114] lapillo bruno che usasi nei sono maggiori! cementi come pozzolana; di essere visitate. La prima, con portico e deco- fino al 1821 si sono impadroniti di questo SACR ma nel luogo ove era l’an- Essendosi fatta l’osservazione che questo rivo rata di affreschi del secolo XV, facea parte d’un castello, e vi hanno fatta piazza d’armi. Nel Nella facciata a sinistra sta scolpito un gotto: in tica Carseoli . . . trovasi un proviene da Castellafiume presso il lago Fucino, tufo litoide di colore bruno monastero di benedettini, ed ora la governa [p. 1860-61 le bande reazionarie di Giorgi, e De quella posteriore, rotta da un lato, un tronco di cinericcio e di grana ter- e che va a riuscire incontro a Marano nell’op- 111] un abate secolare: rimonta la seconda al se- Christen, Chiavone e Luverà vi si sono accam- albero : a destra poi una patera sopra un ariete: rosa simile a quello che ho posto piovente meridionale, dando il nasci- detto rinvenirsi in Valle di colo X. Il Feboni (Phoebonius) Hist. Marsor. pate, vivendo a spese de’ particolari: onde il ornati di fiori con pesce completano l’egregia Cona sotto Subiaco. I ve- mento ad Acqua Serena ch’è la più remota ed in- opina che si confaccia il clima di Rocca di Botte governo, anche per tutelare gl’interessi dei rappresentazione del sacrificio suovetaurile so- stigi vulcanici mi accompa- contrastabile sorgente della Marcia, come pro- gnarono fin presso Carsoli, alle voci de’ cantanti (1). Alfonso Naldi, valoro- privati, vi mantiene dall’ultimo anno in poi una lito ad offrirsi nella lustrazione de’ campi a Ce- e benchè manifestassero veremo nel Supplemento alla II parte di questa so guerriero che militò con Marc’ Antonio Co- o due compagnie di bersaglieri. rere (2). Ne’ dintorni sono aperte molte e pro- rocce di poca importanza, opera; sembra che non avesse torto Plinio Hi- nè abbia in verun luogo lonna sotto Milano nella campagna della Sta- La famiglia Mariani ha illustrata questa terra. Il fonde cave di depositi vulcanici per uso di poz- adocchiato torrenti di lava, stor. Natur: XXXI. 3 nell’asserire, esser più lon- farda, ebbe qui la cuna: morì in Roma nel 1714. conte Mariani, secondo il Colletta Storia del zolana (3). Dirigendosi al nord [p.115] ovest era cosa abbastanza inte- tana della via Sublacense l’origine marciana. ressante il vederli così di- Vicino al paese scorre un fonte saluberrimo reame [p.113] di Napoli, nella battaglia di Velle- s’incontra nuovamente la via Valeria coperta il spersi ne’ piani e nelle val- Ecco in qual modo riferiva quel savio le conget- appellato da s. Pietro. tri, guerreggiando al servizio di Carlo III, poco dorso di larghe pietre bianche presso i ruderi di lette intermedie alle emi- ture, che al suo tempo correvano sulla [p. 110] Nella stessa linea circa 3 quarti lungi da Rocca mancò non cadesse in potere de’ tedeschi. Ma- un mausoleo in contrada Colle di s. Giovanni, e nenze calcarie». primiera scaturigine della Marcia e che dopo di Botte si giunge sopra un cono montuoso riano Mariani fu ucciso dai francesi nel 1799 vedesi proseguire a Civita dentro la vigna [2] La chiesa parrocchiale di tanti secoli veniamo noi per i primi a far Oricola è dedicata al SS. dentro ORICOLA. Questo castello anch’esso presso la macchia di Sesara, mentre con Gian Laurenti, dalla quale torceva a destra verso la Salvatore. nuovamente rivivere: «Clarissima aquarum frazione del comune di Pereto fronteggia il Pasquale Caponi era a capo di un corpo d’insor- contrada Nasetta, passando vicino ad un altro [3] Nel testo: 1857. [4] Così nel testo. omnium ... Marcia est. Vocabatur haec Aufeia, monte s. Elia su Riofreddo, dominando in mo- genti. Livio Mariani già ministro delle finanze e sepolcro ed alla colonna milliaria eguale a quel- fons autem ipse Piconia. Oritur in ultimis do l’ingresso del regno per la via Valeria, che in triumviro dell’ultima repubblica romana, morto la esistente ora sulla piazza di Arsoli, e col nu- Sopra: veduta di montibus pelignorum. Transit marsos et Fu- una bolla del pont. Pasquale II a s. Berardo[1] all’improviso in Atene nel 1855[3]; lasciò mano- mero camerata Nuova a cinum lacum, Romam non dubie petens, mox si chiama la sottoposta gola Furca Auriculae. La scritte varie opere di pregio come la Cronaca inizio Novecento.

26 Lumen Lumen 27 4) Corsignani, Reggia mar- sopra il nome di Nerva imperatore, vale a dire TREBONlVS questo luogo l’Appennino dividersi in due sicana lib. 1. p. 201. Sta la medesima ricavata in un che siamo all’antico miglio quarantesimo pri- RVFVS. IIII. VIR rami, che quindi sopra Camerata si riuniscono cippo in pietra alto un me- mo o secondo da Roma. in una sola catena ed avanzansi elevati compatti [p.118] Il ch(iarissi)mo p. Garrucci nel Bullett. tro e 40 cent., largo cent. Nella Peutingeriana tabula itinerario si numerano e vestiti di boschi fino a Sora, lasciando a sinistra 60 e 70: la forma delle let- Archeol. napol. luglio 1859 pag. 182-83-84 ha pub- tere è irregolare; non es- 42 miglia da Roma a Carseoli, come fa l’itinera- ed all’est le vallate del Fucino e di Roveto blicate altre epigrafi carsiolane. Ne riproducia- sendo stata mai pubblicata rio più vetusto dell’ imperatore Antonino: spettanti ai Marsi, a destra prima quelle di esattamente e cogli ac- mo qualcuna. Alla fonte di Carsoli rotta in due pezzi : centi, nel passato ottobre Arsoli e Subiaco appartenenti ai sabini, come Tiburi M.P. XX del 1863 mi sono recato a dimostreremo nel Supplemento alla parti II e III ricopiarla nella villa del Carseolos M.P. XXII m. ANNEIVS. Q. F. ANI. M. AN principe Massimo in Arsoli, [p.120] della presente opera (5), e poi, avan- XLII POSTVMVS. AVG V R. dove è stata (come si è zandosi più verso l’oriente quelle degli Ernici detto) trasportata dall’o- Ammesso adunque che fosse Carseoli al miglio sotto Guarcino, Vico, Collepardo e Veroli: e ter- steria del Cavaliero: Questa iscrizione ed altre dal Garrucci riporta- A . METILIO . SVCCES quadragesimo secondo, la nostra iscrizione lo- minando incontro a Sora città volsca; onde SO. M. METILI REPEN te provano che Carseoli era ascritta alla tribù gora e rotta nell’ultimo numero deve supplirsi chiaro apparisce che gli equi confinavano coi TINI . PATRONI.× COL aniense. NIAE FILIO. PATRO Marsi, Sabini, Ernici e Volsci, ed aveano in NO. ORDINIS AVGVS XXXXII. TALIVM. MARTI NOR m. CVRTIVS. M. L. HILARIO custodia i passi de’ più eccelsi e selvaggi monti, i COLLEGIVM. DENDRO Il torcere poi che senza ragione avrebbe qua TITINIAE. L. L. FACVLTATI quali furono dai romani distribuiti ai coloni. E PHOR× VM CARSIOLA NOR× VM. PATRONO× fatto la Valeria, il nome di Civita (Civitas) rima- CRYsanth? E. L. LOCVM. CVLINAE siccome le stesse montagne covano in seno il OB MERITA EIV S sto alla contrada, i molti ruderi di mura, che IN FRON. P. ... A. CIPP. AVIDI. A.F. AD. bacino di Vallepietra (dove nasce il Simbrivio, della penisola. Nell’accennato Supplemento alla 5) Per questi motivi asse- L D. D. D. stanno [p.116] sparsi per le vigne, dove ho CIPP. TREBONIOR come proveremo anche nel Supplemento alla parte III additeremo al viaggiatore molte e vaste risce Tolomeo che gli equi- Questa lapide ha ancora la coli stavano all’oriente de’ particolarita che nella terza rimarcati anche due belli torsi marmorei, le IN AGR. PED. XX parte III) e quello di Trevi e Fillettino, dove ha pianure sulle montagne di Camerata, Subiaco, sabini ed a mezzogiorno de’ linea l’ o di patroni ha un molte pietre incise per anelli, che qui si trovano origine l’Aniene; è per ciò che Silio lib. VIII Vallepietra, Trevi ecc. marsi: [segue citazione in punto nel mezzo, come lo Serve di base al pulpito di s. Maria in Cellis. greco che per motivi tipo- hanno i secondi o di den- con un gran numero di monete e d’idoletti, ed descrivendo gli equicoli usa la seguente peri- Chi è versato nella romana istoria conosce bene grafici viene omessa] drophorum, e carsiolano- un grandioso acquedotto che partendo dal POLIA COSIDIA frasi: quanto gli equi bersagliassero i romani e sac- 6) Una iscrizione in carat- rum ed il primo o di patrono teri osci trovata nel cico- alle linee VIII e IX. monte del Vivaro s’interna a questa direzione F.F. ORBI «Quique Anienis habent ripas gelidoque rigantur cheggiassero il territorio latino, osando fino di lano in valle di Nesce edita nella vicina Macchia di Sesara, cominciano a to- C. POPILLIVS. C. F. Simbrivio rastrisque domant aequicula rura». accam- [p.122] parsi incontro a Roma sul mon- nel Bullet. archeol. napol. an. VII. pag. 90 dal Colucci gliere sulla ubicazione di Carseoli ’l dubbio, il RVFVS E che realmente gli equicoli abitassero terre te Algido, mostrando sempre di essere supe- con osservazioni del ch. quale poi svanisce del tutto per la menzionata POPILLIVS. C. F. montuose e selvagge, si ricava anche dai versi di riori ai romani combattendo a guerriglie o in Minervini fa sospettare che parlassero osco anche gli iscrizione di M. Metilio scavata in questa con- ...... Virgilio Aeneid lib. VII [1135-1142]: luoghi montuosi e selvaggi, inferiori però ai Equi. trada nell’ anno 1720 (4 ). Si enuncia in essa che Antonio Barbati la vide nel territorio dell’ antica medesimi nel pugnare a campagna aperta, 7) Livio lib. V. c. 37 ha «in «Et te montosae misere in praelia Nersae, il medesimo era [p. 117] figlio del patrono Carseoli. com’essi stessi confessarono al dire di Livio lib. aequo campi» per pianura. Ufens, insignem fama et felicibus armis: 8) Così quell’istorico la- COLONIAE CARSIOLANORVM e per cui Il medesimo Barbati trovò, secondo il Gar- II: «Ferox aequorum multitudo increpare du- mentò questa guerra civile, Horrida praecipue cui gens, assuetaque multo con decreto dei decurioni gli si ergeva la rucci, nel luogo dell’antica Carseoli ancor que- ces, quod in aciem, qua pugnandi arte romanus in cui si scannarono fra loro Venatu nemorum duris aequicola glebis, trecentomila italiani: «Nec iscrizione probabilmente sulla pubblica piazza sto cippo che ora esiste nella villa Massimo in execellit, commissa res sit: aequos populationi- Hannibalis nec Pyrrhi fuit Armati terram exercent semperque recentes o vicino ad un tempio. L’ acropoli doveva essere Arsoli, dove l’ho [p.119] io meglio copiato nel- bus incursionibusque meliores esse». Final- tanta vastatio. Ecce Ocri- Convectare iuvat praedas et vivere rapto».[*] culum, ecce Numentum, sulla più alta vetta nella vigna De Vecchis. l’ottobre del 1863. È alto poco più di un metro e mente nell’ anno 448 di Roma i consoli P. Sul- ecce Fesulae, ecce Car- A Carseoli si riferiscono le lapidi raccolte dal largo 40 centimetri: [p. 121] Non si conosce qual fosse il nome pri- picio Severrione e P. Sempronio Sofo s’impa- seoli, Reate, Nuceria et Picentia caedibus ferro et Mommsen Inscriptiones regni neapolitani latinae ai mitivo e la lingua (6) di questa feroce nazione. dronirono dentro 60 giorni di 41 loro oppidi, .... OM igne vastantur». Ne parle- num. 5687, 5692, 5693 e 5699. È interessante la Livio al lib. I chiama la gente equicola antiquam, ne distrussero ed incendiarono molti, e quasi remo meglio nella parte V. .... INN. XXII prima «Carsiolis rep. deinde in mus. veronense forse perché non esistea memoria dell’epoca in cancellarono dal ruolo delle genti il nome HIC. SEPVLT illata»: cui stabilissi in Italia. Il nome di Aequi, Aequicoli, equicolo, come narra Livio lib. VIII: «Populus L. PETRONI. Aequiculani, Aequani venne agli stessi popoli at- romanus bellum fieri aequis iussit. Consule- [*] «Calò di Nersa e de’ suoi HERENNIAE monti alpestri / Ufente, un M. P. FRATER. tribuito dai romani non già, come ha creduto sque ambo ad novum profecti bellum. . . Ad condottier ch’era in quei CVPRESSENIAE COH. VI. PR. PO … un autore de’ bassi tempi , perché i romani ap- singulas urbes circumferendo bellum, unum et tempi / di molta fama e ETRVSCILLAE. AVG fortunato in arme. / Equicoli presero dai medesimi aequum servare, come se quadraginta oppida intra dies LX, omnia op- avea seco, la più parte / CONIVGI. D. N. DECI Il seguente testo di Livio lib. X. c. 7, che all’anno avessero potuto insegnare il giusto coloro che pugnando, ceperunt: quorum pleraque diruta orrida gente, per le selve AVG. MATRI. AVGG 456 di Roma narra «Eodem anno Carseolos colonia avvezza / cacciar le fere, rubavano per principio! né perché i romani atque incensa: nomenque aequorum prope ad adoperar la marra / arar con N.N. ET. CASTROR in agrum aequicolarum deducta», e l’ altro di Plinio impararono dagli stessi il diritto feciale d’inti- internecionem deletum ». Le numerose colonie l’armi in dosso, e tutti S. P. Q. C lib. III. c.12 «Aequiculanorum Cliternini, Car- insieme / viver di cacciag- seolani» provano che noi siamo sul territorio mare la guerra, mentre al contrario attesta Plu- poi qua mandate da Roma ridussero queste gioni e di rapine». La Le altre sono : tarco nella vita di Numa che a questo re si deve contrade in maniera che dopo qualche secolo versione da noi usata è equicolo: e ciò è confermato dal vedere sui quella di Annibal Caro. «Carsiolis in muro ecclesiae s. Mariae in Cellis : monti al nord-ovest intorno a FIAMIGNANO l’istituzione de’ feciali; ma sibbene, a mio cre- sembrava far parte del Lazio, nel quale, secondo dere, per una ragione fisica del suolo da essi Strabone lib. V, erano comprese a’ suoi tempi. T. DOCETIVS. T. FIL. FL ... aggrapparsi i villaggi denominati tuttora Cicoli abitato. Nel percorrere infatti le montagne in Tornando ora a parlare della città equicola IIII. V .... o Cicolani, vale a dire Aequicoli o Aequicolani. precedenza accennate, e nel dare uno sguardo Carseoli o Carsioli, fu essa distrutta nella terribile CVRIAM. REFICIVNDA ... La notizia dataci da Frontino De Coloniis: «Ager Carseolis … usque ad muros agrum eius privati alla pianura carseolana, mi sono avveduto; che guerra sociale (L. Floro lib. III c. 18 (8) ), ma «In sepulcro nuperrime detecto sub Poggio Ginol- possident. Montes possidentur nomine romano qui quelle popolazioni coltivavano ed abitavano venne con [p. 123] gran lusso riedificata. Dice Sopra: panorama di fo prope Carsiolos Gud. in saltu Sisarae in ruinis usque ad Suram deficiunt»: è cagione che qui (colebant incolebant) i più superbi altipiani d’Ita- Livio lib. XLV c. 42 che i romani vi confinarono Rocca di Botte nei Carsiolorum III. p. ab opp. Rivi frigidi Phoeb. facciamo alcune riflessioni non fatte sinora da lia aequm Italiae (7), e come si dimostrerà in Bitti figlio del re di Tracia ed altri ostaggi: «Bittis primi anni del alcuno. Proveniente dal Cicolano si vede in appresso, stavano nel centro o giusto mezzo regis thracum filius cum obsidibus in custodiam Novecento. 28 Lumen Lumen 29 4) Corsignani, Reggia mar- sopra il nome di Nerva imperatore, vale a dire TREBONlVS questo luogo l’Appennino dividersi in due sicana lib. 1. p. 201. Sta la medesima ricavata in un che siamo all’antico miglio quarantesimo pri- RVFVS. IIII. VIR rami, che quindi sopra Camerata si riuniscono cippo in pietra alto un me- mo o secondo da Roma. in una sola catena ed avanzansi elevati compatti [p.118] Il ch(iarissi)mo p. Garrucci nel Bullett. tro e 40 cent., largo cent. Nella Peutingeriana tabula itinerario si numerano e vestiti di boschi fino a Sora, lasciando a sinistra 60 e 70: la forma delle let- Archeol. napol. luglio 1859 pag. 182-83-84 ha pub- tere è irregolare; non es- 42 miglia da Roma a Carseoli, come fa l’itinera- ed all’est le vallate del Fucino e di Roveto blicate altre epigrafi carsiolane. Ne riproducia- sendo stata mai pubblicata rio più vetusto dell’ imperatore Antonino: spettanti ai Marsi, a destra prima quelle di esattamente e cogli ac- mo qualcuna. Alla fonte di Carsoli rotta in due pezzi : centi, nel passato ottobre Arsoli e Subiaco appartenenti ai sabini, come Tiburi M.P. XX del 1863 mi sono recato a dimostreremo nel Supplemento alla parti II e III ricopiarla nella villa del Carseolos M.P. XXII m. ANNEIVS. Q. F. ANI. M. AN principe Massimo in Arsoli, [p.120] della presente opera (5), e poi, avan- XLII POSTVMVS. AVG V R. dove è stata (come si è zandosi più verso l’oriente quelle degli Ernici detto) trasportata dall’o- Ammesso adunque che fosse Carseoli al miglio sotto Guarcino, Vico, Collepardo e Veroli: e ter- steria del Cavaliero: Questa iscrizione ed altre dal Garrucci riporta- A . METILIO . SVCCES quadragesimo secondo, la nostra iscrizione lo- minando incontro a Sora città volsca; onde SO. M. METILI REPEN te provano che Carseoli era ascritta alla tribù gora e rotta nell’ultimo numero deve supplirsi chiaro apparisce che gli equi confinavano coi TINI . PATRONI.× COL aniense. NIAE FILIO. PATRO Marsi, Sabini, Ernici e Volsci, ed aveano in NO. ORDINIS AVGVS XXXXII. TALIVM. MARTI NOR m. CVRTIVS. M. L. HILARIO custodia i passi de’ più eccelsi e selvaggi monti, i COLLEGIVM. DENDRO Il torcere poi che senza ragione avrebbe qua TITINIAE. L. L. FACVLTATI quali furono dai romani distribuiti ai coloni. E PHOR× VM CARSIOLA NOR× VM. PATRONO× fatto la Valeria, il nome di Civita (Civitas) rima- CRYsanth? E. L. LOCVM. CVLINAE siccome le stesse montagne covano in seno il OB MERITA EIV S sto alla contrada, i molti ruderi di mura, che IN FRON. P. ... A. CIPP. AVIDI. A.F. AD. bacino di Vallepietra (dove nasce il Simbrivio, della penisola. Nell’accennato Supplemento alla 5) Per questi motivi asse- L D. D. D. stanno [p.116] sparsi per le vigne, dove ho CIPP. TREBONIOR come proveremo anche nel Supplemento alla parte III additeremo al viaggiatore molte e vaste risce Tolomeo che gli equi- Questa lapide ha ancora la coli stavano all’oriente de’ particolarita che nella terza rimarcati anche due belli torsi marmorei, le IN AGR. PED. XX parte III) e quello di Trevi e Fillettino, dove ha pianure sulle montagne di Camerata, Subiaco, sabini ed a mezzogiorno de’ linea l’ o di patroni ha un molte pietre incise per anelli, che qui si trovano origine l’Aniene; è per ciò che Silio lib. VIII Vallepietra, Trevi ecc. marsi: [segue citazione in punto nel mezzo, come lo Serve di base al pulpito di s. Maria in Cellis. greco che per motivi tipo- hanno i secondi o di den- con un gran numero di monete e d’idoletti, ed descrivendo gli equicoli usa la seguente peri- Chi è versato nella romana istoria conosce bene grafici viene omessa] drophorum, e carsiolano- un grandioso acquedotto che partendo dal POLIA COSIDIA frasi: quanto gli equi bersagliassero i romani e sac- 6) Una iscrizione in carat- rum ed il primo o di patrono teri osci trovata nel cico- alle linee VIII e IX. monte del Vivaro s’interna a questa direzione F.F. ORBI «Quique Anienis habent ripas gelidoque rigantur cheggiassero il territorio latino, osando fino di lano in valle di Nesce edita nella vicina Macchia di Sesara, cominciano a to- C. POPILLIVS. C. F. Simbrivio rastrisque domant aequicula rura». accam- [p.122] parsi incontro a Roma sul mon- nel Bullet. archeol. napol. an. VII. pag. 90 dal Colucci gliere sulla ubicazione di Carseoli ’l dubbio, il RVFVS E che realmente gli equicoli abitassero terre te Algido, mostrando sempre di essere supe- con osservazioni del ch. quale poi svanisce del tutto per la menzionata POPILLIVS. C. F. montuose e selvagge, si ricava anche dai versi di riori ai romani combattendo a guerriglie o in Minervini fa sospettare che parlassero osco anche gli iscrizione di M. Metilio scavata in questa con- ...... Virgilio Aeneid lib. VII [1135-1142]: luoghi montuosi e selvaggi, inferiori però ai Equi. trada nell’ anno 1720 (4 ). Si enuncia in essa che Antonio Barbati la vide nel territorio dell’ antica medesimi nel pugnare a campagna aperta, 7) Livio lib. V. c. 37 ha «in «Et te montosae misere in praelia Nersae, il medesimo era [p. 117] figlio del patrono Carseoli. com’essi stessi confessarono al dire di Livio lib. aequo campi» per pianura. Ufens, insignem fama et felicibus armis: 8) Così quell’istorico la- COLONIAE CARSIOLANORVM e per cui Il medesimo Barbati trovò, secondo il Gar- II: «Ferox aequorum multitudo increpare du- mentò questa guerra civile, Horrida praecipue cui gens, assuetaque multo con decreto dei decurioni gli si ergeva la rucci, nel luogo dell’antica Carseoli ancor que- ces, quod in aciem, qua pugnandi arte romanus in cui si scannarono fra loro Venatu nemorum duris aequicola glebis, trecentomila italiani: «Nec iscrizione probabilmente sulla pubblica piazza sto cippo che ora esiste nella villa Massimo in execellit, commissa res sit: aequos populationi- Hannibalis nec Pyrrhi fuit Armati terram exercent semperque recentes o vicino ad un tempio. L’ acropoli doveva essere Arsoli, dove l’ho [p.119] io meglio copiato nel- bus incursionibusque meliores esse». Final- tanta vastatio. Ecce Ocri- Convectare iuvat praedas et vivere rapto».[*] culum, ecce Numentum, sulla più alta vetta nella vigna De Vecchis. l’ottobre del 1863. È alto poco più di un metro e mente nell’ anno 448 di Roma i consoli P. Sul- ecce Fesulae, ecce Car- A Carseoli si riferiscono le lapidi raccolte dal largo 40 centimetri: [p. 121] Non si conosce qual fosse il nome pri- picio Severrione e P. Sempronio Sofo s’impa- seoli, Reate, Nuceria et Picentia caedibus ferro et Mommsen Inscriptiones regni neapolitani latinae ai mitivo e la lingua (6) di questa feroce nazione. dronirono dentro 60 giorni di 41 loro oppidi, .... OM igne vastantur». Ne parle- num. 5687, 5692, 5693 e 5699. È interessante la Livio al lib. I chiama la gente equicola antiquam, ne distrussero ed incendiarono molti, e quasi remo meglio nella parte V. .... INN. XXII prima «Carsiolis rep. deinde in mus. veronense forse perché non esistea memoria dell’epoca in cancellarono dal ruolo delle genti il nome HIC. SEPVLT illata»: cui stabilissi in Italia. Il nome di Aequi, Aequicoli, equicolo, come narra Livio lib. VIII: «Populus L. PETRONI. Aequiculani, Aequani venne agli stessi popoli at- romanus bellum fieri aequis iussit. Consule- [*] «Calò di Nersa e de’ suoi HERENNIAE monti alpestri / Ufente, un M. P. FRATER. tribuito dai romani non già, come ha creduto sque ambo ad novum profecti bellum. . . Ad condottier ch’era in quei CVPRESSENIAE COH. VI. PR. PO … un autore de’ bassi tempi , perché i romani ap- singulas urbes circumferendo bellum, unum et tempi / di molta fama e ETRVSCILLAE. AVG fortunato in arme. / Equicoli presero dai medesimi aequum servare, come se quadraginta oppida intra dies LX, omnia op- avea seco, la più parte / CONIVGI. D. N. DECI Il seguente testo di Livio lib. X. c. 7, che all’anno avessero potuto insegnare il giusto coloro che pugnando, ceperunt: quorum pleraque diruta orrida gente, per le selve AVG. MATRI. AVGG 456 di Roma narra «Eodem anno Carseolos colonia avvezza / cacciar le fere, rubavano per principio! né perché i romani atque incensa: nomenque aequorum prope ad adoperar la marra / arar con N.N. ET. CASTROR in agrum aequicolarum deducta», e l’ altro di Plinio impararono dagli stessi il diritto feciale d’inti- internecionem deletum ». Le numerose colonie l’armi in dosso, e tutti S. P. Q. C lib. III. c.12 «Aequiculanorum Cliternini, Car- insieme / viver di cacciag- seolani» provano che noi siamo sul territorio mare la guerra, mentre al contrario attesta Plu- poi qua mandate da Roma ridussero queste gioni e di rapine». La Le altre sono : tarco nella vita di Numa che a questo re si deve contrade in maniera che dopo qualche secolo versione da noi usata è equicolo: e ciò è confermato dal vedere sui quella di Annibal Caro. «Carsiolis in muro ecclesiae s. Mariae in Cellis : monti al nord-ovest intorno a FIAMIGNANO l’istituzione de’ feciali; ma sibbene, a mio cre- sembrava far parte del Lazio, nel quale, secondo dere, per una ragione fisica del suolo da essi Strabone lib. V, erano comprese a’ suoi tempi. T. DOCETIVS. T. FIL. FL ... aggrapparsi i villaggi denominati tuttora Cicoli abitato. Nel percorrere infatti le montagne in Tornando ora a parlare della città equicola IIII. V .... o Cicolani, vale a dire Aequicoli o Aequicolani. precedenza accennate, e nel dare uno sguardo Carseoli o Carsioli, fu essa distrutta nella terribile CVRIAM. REFICIVNDA ... La notizia dataci da Frontino De Coloniis: «Ager Carseolis … usque ad muros agrum eius privati alla pianura carseolana, mi sono avveduto; che guerra sociale (L. Floro lib. III c. 18 (8) ), ma «In sepulcro nuperrime detecto sub Poggio Ginol- possident. Montes possidentur nomine romano qui quelle popolazioni coltivavano ed abitavano venne con [p. 123] gran lusso riedificata. Dice Sopra: panorama di fo prope Carsiolos Gud. in saltu Sisarae in ruinis usque ad Suram deficiunt»: è cagione che qui (colebant incolebant) i più superbi altipiani d’Ita- Livio lib. XLV c. 42 che i romani vi confinarono Rocca di Botte nei Carsiolorum III. p. ab opp. Rivi frigidi Phoeb. facciamo alcune riflessioni non fatte sinora da lia aequm Italiae (7), e come si dimostrerà in Bitti figlio del re di Tracia ed altri ostaggi: «Bittis primi anni del alcuno. Proveniente dal Cicolano si vede in appresso, stavano nel centro o giusto mezzo regis thracum filius cum obsidibus in custodiam Novecento. 28 Lumen Lumen 29 9) Anche al presente que- Carseolos est missus. Valerio Massimo lib. VII c. perì Carseoli. Secondo Paolo Diacono, Giornali Concessa la Costituzione da ste terre non hanno olivi, Dal Giornale ma producono un genere 72 fa parola di M. Anneo carseolano figlio di Langobard. [p.125] rer. lib. IL cap. XX, essa esi- Ferdinando II (29.01.1848), il nuovo stupendo di grano, spe- uno splendissimo cavaliere romano. Flegone steva sotto i longobardi e facea parte della pro- Costituzionale Intendente (=Prefetto) di L'Aquila, cialmente nel territorio di nel catalogo delle persone, che hanno più in- vincia Valeria: «Tertiadecima provincia Valeria Rocca di Botte. Mariano d'Ayala, fondò un organo di vecchiato, ricorda Giulia Modestina della città habet urbes Tiburim, Carsiolos, Reate, Furco- dell’Intendenza stampa per pubblicizzare gli atti del di Carsioli vissuta cento venti anni! [Segue niam et Amiternum, regionemque marsorum [**] Quando sarà sorto il ter- citazione in greco che per motivi tipografici et corum lacum qui Fucinus adpellatur». Nel governo. Il primo numero di L'Aquila. zo giorno dopo la scom- viene omessa]. Ovidio lib. IV Fastor. [XIX, 679- secolo undecimo dai conti de’ Marsi, che vi abi- Giornale Costituzionale dell'Intendenza parsa delle Iadi, i cavalli saranno nel Circo ognuno 712], dicendo che passava per questi luoghi on- tavano, passò in dominio degli abati sublacensi uscì il 26 febbraio e sintetizzava il suo nella sua postazione. Ora de ritornare a sua patria, così descrive CARSOLV, come dice la menzionata lapide Redazione devo spiegare perché le programma con tre parole: Onestà, il territorio di Carseoli e ’l danno arrecato al presso la porta della basilica di s. Scolastica in volpi, anch'esse lanciate Giustizia, Pubblicità. nella corsa, abbiano il dorso grano da una volpe: Subiaco. Una bolla di Onorio III, riportata dal avvinto da fiaccole accese. Margarini Bullar. Cassin. tom. 2. pag. 247, prova La terra di Carseoli è fredda «Tertia post Hyadas cum lux erit orta remotas e non adatta a produrre che in quell’epoca era ancora città: «Civitas o spoglio del giornale è limitato al che la stessa indugia nella partenza gli animi si olive, ma il suolo è ben più Carcere partitos circus habebit equos. quae vocatur Carseolus cum massis... Au- primo anno di pubblicazione e ai sono raffredati e questo non ha permesso di propizio alle messi. Cur igitur missae iunctis ardentia taedis Passando per di là, mi re- ricula... Arsole ... in territorio marsicano». E qui territori gravitanti sul Carseo- raccogliere i fondi sperati, si spera che la notizia cavo tra i Peligni, mio paese Terga ferant vulpes, caussa docenda mihi est. si noti che l’odierno Carsoli fino agli ultimi L lano. della partenza riaccenda l’entusiasmo. Gli eletti natale, piccolo, ma sempre Frigida Carseolis nec olivis apta ferendis fornito di acque perenni. tempi ha avuto il nome di Celle di Carsoli. Tutti Avezzano 26 febbraio 1848, petizione di alcuni pregano il sindaco di Carsoli affinché inoltri la Entrai nella casa d'un vec- Terra sed ad segetes ingeniosus ager (9). questi fatti indurrebbero a credere che non cittadini del distretto di Avezzano al re affinchè loro lettera all’Intendente. chio che di solito mi ospi- Hac ego pelignos natalia rura petebam tava; Febo aveva di già prima del secolo XIII venisse Carseoli abban- riveda i limiti di censo per poter essere eletto Sulle stesse pagine si segnala un elenco di per- Parva sed assiduis humida semper aquis. staccato dal giogo i cavalli donata da’ suoi abitanti, i quali per le guerre si nel parlamento. […] nella Marsica le proprietà so- sone che avevano già versato contributi, tra stremati. Costui usava nar- Hospitis antiqui solitas intravimus aedes : rarmi molte storie, e, fra le ripararono in siti più elevati e costruirono molti no sminuzzate in frazioni, e pochi, anzi pochissimi queste: da Oricola, Gaetano Laurenti, con du- Dempserat emeritis iam iuga Phoebus equis. altre, questa che potesse de’ vicini castelli. godono a mala pena di un censo così elevato, quale si cati 1,8; da Pereto, Giovanni Maccafani, d. 1,00, venire inserita nella mia Is mihi multa quidem sed et haec narrare solebat presente opera: Andando all’ovest verso la Macchia di Sesara vorrebbe per essere eletto alla Rappresentanza nazio- Michele Giustini, d. 0,60, Agostino Balla, d. Unde meum praesens instrueretur opus. «In questa pianura e indicò s’incontra la Pantanella di Civita consistente in nale […]. La legge elettorale favorirebbe solo i 0,80; da Villa Romana (?), Domenicantonio la pianura una frugale con- Hoc, ait, in campo (campumque ostendit) habebat tadina possedeva un una pozza o voragine profondissima di acqua grandi proprietari, penalizzando quelli che go- Carlizza, d. 0,40; da Carsoli, Luigi Colelli, d. Rus breve cum duro parca colona viro. [p. 124] piccolo podere con il rozzo mista ad argilla, dove se entra anche un bue re- dono buona stima presso il pubblico. [n. 8, p. 34] 3,60, Domenicantonio Marcangeli, d. 3, Giu- marito. Lui lavorava la terra Ille suam peragebat humum: sive usus aratri, sia con l'aratro, sia usando il sta inghiottito. Una copiosa sorgente di acqua 16 marzo 1848, il vescovo (Michelan- seppe de Luca, d. 1,80. [n. 27, pp. 136-137] Seu curvae falcis, sive bidentis erat. sarchio o la falce ricurva. sulfurea imboccava in essa e col puzzo rendeva gelo Sorrentino) comunica all’Intendente: non Avezzano 20 maggio 1848, l’ispettore di polizia Lei ora spazzava il casale Haec modo verrebat stantem tibicine villam; l’aria micidiale in tutta la contrada: ma sei anni è vero che freddamente siasi ricevuta in queste Salvatore Moscati riferisce che il clero non ha sostenuto da travi, ora met- Nunc matris plumis ova fovenda dabat: teva le uova da covare sotto fa una frana l’ha ricoperta ed ha trasportati contrade la Costituzione proclamata da S.M., e che gradito quanto scritto nella relazione politica le piume della chioccia, op- Aut virides malvas aut fungos colligit albos, grandi alberi nella pantanella. Siccome però non appena ricevuta la comunicazione ne die- sul distretto (n. 22) ritenendolo responsabile di pure raccoglieva verdi mal- Aut humilem grato calfacit igne focum. ve o bianchi funghi, o con questa polla solfurea va ad immergersi nella de subito notizia ai parroci ingiungendo […] di fare di ogni erba un fascio. Il funzionario fa gradita fiamma scaldava Et tamen assiduis exercet brachia telis direzione del monte di Roviano, appiè del qua- spiegare a propri filiani il bene della Costituzione. notare che non è vero, e che egli fa distinzioni l'umile focolare. E tuttavia Adversusque minas frigoris arma parat. impegnava le braccia in as- le si vede scaturire sotto la strada romana l’ac- Tra circa 300 sacerdoti solo il parroco di Monte tra i vari ecclesiastici. [n. 28, p. 143] sidua tessitura di vesti, pre- Filius huius erat primo lascivus in aevo qua solfurea, io sono di opinione che sia [p.126] Sabinese non ha ubbidito ai miei ordini circolari, né Offrono contributi per la causa nazionale: da parando così le armi contro Addideratque annos ad duo lustra duos. le minacce del freddo. Ave- questa stessa. Seguono a poca distanza la Pan- ha cantato il Te Deum […] gli ho fatto intimare la Pereto: Domenica Giustini e Vincenzo Penna; va un figlio ancora ragazzo Is capit extrerni vulpem in convalle salicti tanella di valle fraticello (dentro la macchia di sospensione a divinis, ed ho ordinato che vada a mia da Oricola: Adelaide Laurenti e Sisto Cambise; e spensierato, che allora Abstulerat multas illa cohortis aves: raggiungeva l'età di due Sesara), Pantanella delle cannucce, Pantanella di disposizione nel convento di S. Maria de’ Bisognosi da Rocca di Botte: Margherita Santetti e Zac- lustri e due anni. Questo, Captivam stipula foenoque involvit et ignes valle macerra e Pantanella delle piscine. Tutte sul monte di Pereto […]. Poi intimò al vicario caria Santetti. [n. 34, p. 181] nella valle alla fine del sa- Admovet, urentes effugit illa manus. liceto, cattura una volpe che queste conserve di acque stagnanti rendono foraneo di Carsoli di fare ciò che il renitente L’Aquila 16 dicembre 1848. Ripartizione della Qua fuga incendit vestitos messibus agros, aveva rubato molti volatili l’aria de’ dintorni soggetta nell’estate alle febbri non aveva fatto. [n. 11, p. 46] leva per il 1849. Si stabilisce una recluta ogni del loro cortile. Damnosis vires ignibus aura dabat. Avvolge la prigioniera con periodiche e perniciose; quando però fluiva Rapporto sulla situazione politica nel distretto 359 abitanti da sorteggiare tra i nati dal 1 gen- Factum abiit: monumenta manent: nam dicere stoppa e fieno e le appicca il nella pantanella di Civita l’acqua solfurea, nes- di Avezzano dopo la promulgazione della Co- naio 1824 al 30 dicembre 1830. fuoco: quella fugge dalle certam mani che la bruciano, e per suno potea senza pericolo di vita dormire ne’ stituzione. Il contesto non sembrava per nulla Carsoli 5123 abitanti, 14 soldati; Pereto 2781 Nunc quoque lex vulpem carseolana vetat. dove corre incendia i campi casali delle vigne. Ma questi serbatoi di acque, cambiato, anche se c’era attenzione da una abitanti, 8 soldati; Cappadocia 3074 abitanti, 9 già vestiti di messi: il vento Utque luat poenas genus hoc cerealibus ardet, dava forza a quelle fiamme che hanno rotta la crosta terrestre composta in parte (minore) della popolazione che voleva soldati; 2787 abitanti, 8 soldati; Quoque modo segetes perdidit, ipsa perit».[**] rovinose. quasi tutta la vallata di argilla rossa, da qual par- un’azione governativa più decisa per quanto Tagliacozzo 7842 abitanti, 22 soldati; Avezzano Il fatto è dimenticato, ma l'ammaestramento resta: Questo bellissimo racconto ci ammaestra, come te provengo? Il fiume sottoposto alla macchia di riguarda i problemi italiani, quelli ecclesiastici e 4272 abitanti, 12 soldati. In questa statistica il una certa legge di Carsoli un ragazzo di 12 anni, presa una volpe e lega- Sesara in un letto inferiore di livello a queste quelli amministrativi locali, dove si lavorava comune più popoloso nel distretto di Avezzano vieta in questo giorno di no- minare la volpe. tala colle aride foglie e col fieno, le mettesse pantanelle; dunque bisogna dire che non dal poco per diffondere le novità costituzionali. [n. è Tagliacozzo. L’intero distretto contava 87838 E perché la specie sconti la fuoco ond’essa correndo incendiò, favorita dal fiume, ma da più alti fonti traggano esse l’ori- 22, 9 maggio 1848, pp. 109-110] abitanti e dava 244 reclute. Gli altri distretti pena, nella festa di Cerere si brucia una volpe: a quel vento, tutte le messi di cotesta vasta pianura. gine. E forse dal colorirsi esse colle terre rosse, Tufo 14 maggio 1848, Francesco Coletti e Giu- davano: L’Aquila (105425 abitanti) 296 reclute, modo che fece perire le Una legge municipale di Carseoli proibì dopo può avere avuto origine il fenomeno raccontato seppe Malatesta eletti dal collegio decurionale Solmona (74413 abitanti) 203 reclute; Cittadu- messi, essa perisce». questo fatto di parlare della volpe suddetta, e da Giulio Ossequente in Antropol. lib. XXVII, di quel centro per raccogliere fondi da impe- cale (55602 abitanti) 157 reclute. [n. 45, pp. nelle feste sacre a Cerere nella stessa maniera, «Carseolis torrens sanguinis fluxit ». gnare nell’equipaggiamento dell’armata napo- 223-225]. che la volpe arse le sementi, veniva immolata. Sopra: la testata del letana che doveva partire per il nord Italia, Non si conosce l’anno e la causa, per la quale giornale. riferiscono che da quando si è sparsa la notizia

30 Lumen Lumen 31 9) Anche al presente que- Carseolos est missus. Valerio Massimo lib. VII c. perì Carseoli. Secondo Paolo Diacono, Giornali Concessa la Costituzione da ste terre non hanno olivi, Dal Giornale ma producono un genere 72 fa parola di M. Anneo carseolano figlio di Langobard. [p.125] rer. lib. IL cap. XX, essa esi- Ferdinando II (29.01.1848), il nuovo stupendo di grano, spe- uno splendissimo cavaliere romano. Flegone steva sotto i longobardi e facea parte della pro- Costituzionale Intendente (=Prefetto) di L'Aquila, cialmente nel territorio di nel catalogo delle persone, che hanno più in- vincia Valeria: «Tertiadecima provincia Valeria Rocca di Botte. Mariano d'Ayala, fondò un organo di vecchiato, ricorda Giulia Modestina della città habet urbes Tiburim, Carsiolos, Reate, Furco- dell’Intendenza stampa per pubblicizzare gli atti del di Carsioli vissuta cento venti anni! [Segue niam et Amiternum, regionemque marsorum [**] Quando sarà sorto il ter- citazione in greco che per motivi tipografici et corum lacum qui Fucinus adpellatur». Nel governo. Il primo numero di L'Aquila. zo giorno dopo la scom- viene omessa]. Ovidio lib. IV Fastor. [XIX, 679- secolo undecimo dai conti de’ Marsi, che vi abi- Giornale Costituzionale dell'Intendenza parsa delle Iadi, i cavalli saranno nel Circo ognuno 712], dicendo che passava per questi luoghi on- tavano, passò in dominio degli abati sublacensi uscì il 26 febbraio e sintetizzava il suo nella sua postazione. Ora de ritornare a Sulmona sua patria, così descrive CARSOLV, come dice la menzionata lapide Redazione devo spiegare perché le programma con tre parole: Onestà, il territorio di Carseoli e ’l danno arrecato al presso la porta della basilica di s. Scolastica in volpi, anch'esse lanciate Giustizia, Pubblicità. nella corsa, abbiano il dorso grano da una volpe: Subiaco. Una bolla di Onorio III, riportata dal avvinto da fiaccole accese. Margarini Bullar. Cassin. tom. 2. pag. 247, prova La terra di Carseoli è fredda «Tertia post Hyadas cum lux erit orta remotas e non adatta a produrre che in quell’epoca era ancora città: «Civitas o spoglio del giornale è limitato al che la stessa indugia nella partenza gli animi si olive, ma il suolo è ben più Carcere partitos circus habebit equos. quae vocatur Carseolus cum massis... Au- primo anno di pubblicazione e ai sono raffredati e questo non ha permesso di propizio alle messi. Cur igitur missae iunctis ardentia taedis Passando per di là, mi re- ricula... Arsole ... in territorio marsicano». E qui territori gravitanti sul Carseo- raccogliere i fondi sperati, si spera che la notizia cavo tra i Peligni, mio paese Terga ferant vulpes, caussa docenda mihi est. si noti che l’odierno Carsoli fino agli ultimi L lano. della partenza riaccenda l’entusiasmo. Gli eletti natale, piccolo, ma sempre Frigida Carseolis nec olivis apta ferendis fornito di acque perenni. tempi ha avuto il nome di Celle di Carsoli. Tutti Avezzano 26 febbraio 1848, petizione di alcuni pregano il sindaco di Carsoli affinché inoltri la Entrai nella casa d'un vec- Terra sed ad segetes ingeniosus ager (9). questi fatti indurrebbero a credere che non cittadini del distretto di Avezzano al re affinchè loro lettera all’Intendente. chio che di solito mi ospi- Hac ego pelignos natalia rura petebam tava; Febo aveva di già prima del secolo XIII venisse Carseoli abban- riveda i limiti di censo per poter essere eletto Sulle stesse pagine si segnala un elenco di per- Parva sed assiduis humida semper aquis. staccato dal giogo i cavalli donata da’ suoi abitanti, i quali per le guerre si nel parlamento. […] nella Marsica le proprietà so- sone che avevano già versato contributi, tra stremati. Costui usava nar- Hospitis antiqui solitas intravimus aedes : rarmi molte storie, e, fra le ripararono in siti più elevati e costruirono molti no sminuzzate in frazioni, e pochi, anzi pochissimi queste: da Oricola, Gaetano Laurenti, con du- Dempserat emeritis iam iuga Phoebus equis. altre, questa che potesse de’ vicini castelli. godono a mala pena di un censo così elevato, quale si cati 1,8; da Pereto, Giovanni Maccafani, d. 1,00, venire inserita nella mia Is mihi multa quidem sed et haec narrare solebat presente opera: Andando all’ovest verso la Macchia di Sesara vorrebbe per essere eletto alla Rappresentanza nazio- Michele Giustini, d. 0,60, Agostino Balla, d. Unde meum praesens instrueretur opus. «In questa pianura e indicò s’incontra la Pantanella di Civita consistente in nale […]. La legge elettorale favorirebbe solo i 0,80; da Villa Romana (?), Domenicantonio la pianura una frugale con- Hoc, ait, in campo (campumque ostendit) habebat tadina possedeva un una pozza o voragine profondissima di acqua grandi proprietari, penalizzando quelli che go- Carlizza, d. 0,40; da Carsoli, Luigi Colelli, d. Rus breve cum duro parca colona viro. [p. 124] piccolo podere con il rozzo mista ad argilla, dove se entra anche un bue re- dono buona stima presso il pubblico. [n. 8, p. 34] 3,60, Domenicantonio Marcangeli, d. 3, Giu- marito. Lui lavorava la terra Ille suam peragebat humum: sive usus aratri, sia con l'aratro, sia usando il sta inghiottito. Una copiosa sorgente di acqua Pescina 16 marzo 1848, il vescovo (Michelan- seppe de Luca, d. 1,80. [n. 27, pp. 136-137] Seu curvae falcis, sive bidentis erat. sarchio o la falce ricurva. sulfurea imboccava in essa e col puzzo rendeva gelo Sorrentino) comunica all’Intendente: non Avezzano 20 maggio 1848, l’ispettore di polizia Lei ora spazzava il casale Haec modo verrebat stantem tibicine villam; l’aria micidiale in tutta la contrada: ma sei anni è vero che freddamente siasi ricevuta in queste Salvatore Moscati riferisce che il clero non ha sostenuto da travi, ora met- Nunc matris plumis ova fovenda dabat: teva le uova da covare sotto fa una frana l’ha ricoperta ed ha trasportati contrade la Costituzione proclamata da S.M., e che gradito quanto scritto nella relazione politica le piume della chioccia, op- Aut virides malvas aut fungos colligit albos, grandi alberi nella pantanella. Siccome però non appena ricevuta la comunicazione ne die- sul distretto (n. 22) ritenendolo responsabile di pure raccoglieva verdi mal- Aut humilem grato calfacit igne focum. ve o bianchi funghi, o con questa polla solfurea va ad immergersi nella de subito notizia ai parroci ingiungendo […] di fare di ogni erba un fascio. Il funzionario fa gradita fiamma scaldava Et tamen assiduis exercet brachia telis direzione del monte di Roviano, appiè del qua- spiegare a propri filiani il bene della Costituzione. notare che non è vero, e che egli fa distinzioni l'umile focolare. E tuttavia Adversusque minas frigoris arma parat. impegnava le braccia in as- le si vede scaturire sotto la strada romana l’ac- Tra circa 300 sacerdoti solo il parroco di Monte tra i vari ecclesiastici. [n. 28, p. 143] sidua tessitura di vesti, pre- Filius huius erat primo lascivus in aevo qua solfurea, io sono di opinione che sia [p.126] Sabinese non ha ubbidito ai miei ordini circolari, né Offrono contributi per la causa nazionale: da parando così le armi contro Addideratque annos ad duo lustra duos. le minacce del freddo. Ave- questa stessa. Seguono a poca distanza la Pan- ha cantato il Te Deum […] gli ho fatto intimare la Pereto: Domenica Giustini e Vincenzo Penna; va un figlio ancora ragazzo Is capit extrerni vulpem in convalle salicti tanella di valle fraticello (dentro la macchia di sospensione a divinis, ed ho ordinato che vada a mia da Oricola: Adelaide Laurenti e Sisto Cambise; e spensierato, che allora Abstulerat multas illa cohortis aves: raggiungeva l'età di due Sesara), Pantanella delle cannucce, Pantanella di disposizione nel convento di S. Maria de’ Bisognosi da Rocca di Botte: Margherita Santetti e Zac- lustri e due anni. Questo, Captivam stipula foenoque involvit et ignes valle macerra e Pantanella delle piscine. Tutte sul monte di Pereto […]. Poi intimò al vicario caria Santetti. [n. 34, p. 181] nella valle alla fine del sa- Admovet, urentes effugit illa manus. liceto, cattura una volpe che queste conserve di acque stagnanti rendono foraneo di Carsoli di fare ciò che il renitente L’Aquila 16 dicembre 1848. Ripartizione della Qua fuga incendit vestitos messibus agros, aveva rubato molti volatili l’aria de’ dintorni soggetta nell’estate alle febbri non aveva fatto. [n. 11, p. 46] leva per il 1849. Si stabilisce una recluta ogni del loro cortile. Damnosis vires ignibus aura dabat. Avvolge la prigioniera con periodiche e perniciose; quando però fluiva Rapporto sulla situazione politica nel distretto 359 abitanti da sorteggiare tra i nati dal 1 gen- Factum abiit: monumenta manent: nam dicere stoppa e fieno e le appicca il nella pantanella di Civita l’acqua solfurea, nes- di Avezzano dopo la promulgazione della Co- naio 1824 al 30 dicembre 1830. fuoco: quella fugge dalle certam mani che la bruciano, e per suno potea senza pericolo di vita dormire ne’ stituzione. Il contesto non sembrava per nulla Carsoli 5123 abitanti, 14 soldati; Pereto 2781 Nunc quoque lex vulpem carseolana vetat. dove corre incendia i campi casali delle vigne. Ma questi serbatoi di acque, cambiato, anche se c’era attenzione da una abitanti, 8 soldati; Cappadocia 3074 abitanti, 9 già vestiti di messi: il vento Utque luat poenas genus hoc cerealibus ardet, dava forza a quelle fiamme che hanno rotta la crosta terrestre composta in parte (minore) della popolazione che voleva soldati; Sante Marie 2787 abitanti, 8 soldati; Quoque modo segetes perdidit, ipsa perit».[**] rovinose. quasi tutta la vallata di argilla rossa, da qual par- un’azione governativa più decisa per quanto Tagliacozzo 7842 abitanti, 22 soldati; Avezzano Il fatto è dimenticato, ma l'ammaestramento resta: Questo bellissimo racconto ci ammaestra, come te provengo? Il fiume sottoposto alla macchia di riguarda i problemi italiani, quelli ecclesiastici e 4272 abitanti, 12 soldati. In questa statistica il una certa legge di Carsoli un ragazzo di 12 anni, presa una volpe e lega- Sesara in un letto inferiore di livello a queste quelli amministrativi locali, dove si lavorava comune più popoloso nel distretto di Avezzano vieta in questo giorno di no- minare la volpe. tala colle aride foglie e col fieno, le mettesse pantanelle; dunque bisogna dire che non dal poco per diffondere le novità costituzionali. [n. è Tagliacozzo. L’intero distretto contava 87838 E perché la specie sconti la fuoco ond’essa correndo incendiò, favorita dal fiume, ma da più alti fonti traggano esse l’ori- 22, 9 maggio 1848, pp. 109-110] abitanti e dava 244 reclute. Gli altri distretti pena, nella festa di Cerere si brucia una volpe: a quel vento, tutte le messi di cotesta vasta pianura. gine. E forse dal colorirsi esse colle terre rosse, Tufo 14 maggio 1848, Francesco Coletti e Giu- davano: L’Aquila (105425 abitanti) 296 reclute, modo che fece perire le Una legge municipale di Carseoli proibì dopo può avere avuto origine il fenomeno raccontato seppe Malatesta eletti dal collegio decurionale Solmona (74413 abitanti) 203 reclute; Cittadu- messi, essa perisce». questo fatto di parlare della volpe suddetta, e da Giulio Ossequente in Antropol. lib. XXVII, di quel centro per raccogliere fondi da impe- cale (55602 abitanti) 157 reclute. [n. 45, pp. nelle feste sacre a Cerere nella stessa maniera, «Carseolis torrens sanguinis fluxit ». gnare nell’equipaggiamento dell’armata napo- 223-225]. che la volpe arse le sementi, veniva immolata. Sopra: la testata del letana che doveva partire per il nord Italia, Non si conosce l’anno e la causa, per la quale giornale. riferiscono che da quando si è sparsa la notizia

30 Lumen Lumen 31 Giornali Le manovre I brani che seguono sono estratti da il Corriere d’Abruzzo (13.08.1938, p. 1) militari del 1938 e riguardano le manovre militari svoltesi in quell’anno nella piana del Cavaliere. Gli articoli non sono firmati.

Redazione

l giornale, dopo un titolo a tutta pagina, dell’8° Corpo d’ Armata di Roma a S. M. il Re apre con un succinto elogio al duce, Imperatore ed al Duce è stata presentata la I prosegue con la cronaca dell’avveni- «Divisione Torino» che il Sovrano e il Fondatore mento e conclude con una breve rifles- dell’Impero hanno poi passato in rivista. La sione sul valore della musica e delle tradizioni Divisione, imponente unità bellica, massa com- popolari. L’ultimo pezzo, tratto dallo stesso patta e ferrigna d’acciaio, con tutti i suoi uomini giornale e pubblicato il 20 agosto a p. 2, illustra e tutti i suoi formidabili mezzi, era schierata in il significato militare delle manovre. linea, sotto il gran sole balenante. «La cronaca si fa storia, fa la storia. Le giornate Ai piedi dell’alta tribuna innalzata lungo la abruzzesi vissute dal Duce, nella nostra terra sono, carrareccia che si snoda nei pressi di «Il Cava- state giornate luminose, calde, piene di avvenimenti, liere», erano convenute le gerarchie del Gover- di episodi che la storia del Fascismo non ignorerà. no e del Partito, i Marescialli d’Italia, il Capo di parte a piedi, con rapido agilissimo passo. A ri- Duce da Riofreddo ad Avezzano è stato trion- Molte pagine sono scritte nella memoria indelebile S. M. della Milizia, ufficiali generali di tutte le vista conclusa, vengono presentati al Capo un fale, Pereto, Carsoli, Colli di Monte Bove, Roc- degli uomini, molte altre sono state registrate con ab- Forze Armate, gli addetti militari stranieri e nuovo carro armato leggero per fanteria e un’au- cacerro, Tagliacozzo, e bondanza di particolari, commoventi e umani, che moltissime personalità. tovettura da campagna mimetizzata, mentre Cappelle, imbandierati festosamente e ricca- illustrano la statura dell’Uomo che sente il Popolo in Primo a giungere è stato il Principe Ereditario, vengono compiute esercitazioni di tiro. Il Duce mente, avevano schierato sulle strade tutta la tutta la spiritualità nazionale. ricevuto dal Direttore delle manovre e dagli alti esamina, inoltre, i mortai da 81 e il 45 «Brixia». loro popolazione con le autorità e le formazioni Tutto il nostro popolo è stato in questi giorni, sino ufficiali. Poco dopo è arrivato il Duce, che, ac- Dopo la rivista, il Duce ritorna all’osservatorio fasciste alla testa. A Tagliacozzo, l’entusiasmo avant’ ieri, proteso verso il grande Capo, e da lontano compagnato dal Segretario del Partito e dal Sot- da dove, alla presenza di tutti gli alti ufficiali e della popolazione è altissimo, indimenticabile. Gli è stato spiritualmente vicino, e da vicino si è mosso tosegretario alla Guerra, è accolto con gli onori degli Addetti militari stranieri, parla alle trup- Il Duce passa sotto una pioggia di foglietti mul- incontro col grande cuore aperto, per la immensa resigli dal Battaglione della Milizia e dal repar- pe, stando in rigida posizione di attenti. Risa- ticolori inneggianti al Suo nome, sosta tra i gioia di vederlo, di acclamarlo, di glorificarlo. Glori- to della G. I. L. Il Duce, ossequiato dai convenu- lutato di nuovo alla voce, il Duce discende dal- reduci della guerra, accoglie il dono di fiori e di ficazione di popolo riconoscente all’Animatore che ti, sale col Comandante il C. A. di Roma sull’os- l’osservatorio e, salutato al bivio di Oricola dalle frutta da Balilla e Piccole Italiane e visita la casa non ha soste nella sua volontà genitrice di una nuova servatorio e da qui riceve gli onori della Divi- popolazioni entusiaste di Rocca di Botte, Pere- della G. I. L. vita; glorificazione che è gratitudine imperitura per sione «Torino», che lancia il saluto alla voce. to, Oricola, Poggio Cinolfo, Sante Marie, si por- Ad Avezzano l’automobile del Duce passa attra- l’Uomo che ha saputo fare e farà tutto per la grandez- Il Duce, che indossa l’uniforme di Caporale ta a Rioffredo. verso una marea di popolo che ondeggia, gri- za e la potenza della Nazione. d’Onore della Milizia, sosta brevemente, osser- Nella bella conca formata di monti è convenuto dando e acclamando gioiosamente. L’automo- Accanto all’agguerrito formidabile quadro bellico, che vando con vivo interesse la massa inquadrata, un gruppo numerosissimo di uomini e donne bile del Capo percorre, così, lentamente, tra il ha richiamato l’attenzione e l’ammirazione degli stra- risponde levando il braccio nel saluto romano, da tutti i paesi della nostra provincia. L’arrivo nieri, degnamente si è posto il quadro del nostro popolo grido della folla, la città e ritorna quindi in Piaz- quindi ridiscende per ricevere S. M. il Re e che sente l’ideale della Patria nella pienezza dei suoi del Duce mette in quella folla un fremito di pas- za Risorgimento, gremitissima. Imperatore. Entrambi salgono, all’osservatorio doveri guerrieri per cui si è sempre generosamente sione e di amore ardentissimi. Si grida, si urla, si Il Duce, sceso di macchina e seguito dalle alte e non appena il Re Imperatore si affaccia, la prodigato. E il nostro Abruzzo è apparso al Duce tal agitano i fazzoletti, i cappelli e allorché il Duce, gerarchie del Governo e del Partito si è avviato Divisione «Torino» rende gli onori. Il Sovrano quale è nella sana e vigorosa coscienza di razza inte- dalla strada, scende nella conca dove è allineato verso la Cattedrale. Il Capo si sofferma nel tem- risponde al saluto, percorre con lo sguardo le gra, nella durezza di vita semplice, di privazioni af- l’imponente schieramento, è un’acclamazione pio, ascolta benevolmente il Vescovo che gli e- frontate con fortezza d’animo, nei segni del sacrificio balde schiere, quindi scende dall’osservatorio sola, altissima, di “Duce, Duce” scandito da cen- spone lo stato dei lavori della Cattedrale, che è degli innumeri eroici figli immolatisi per le guerre di e, salutato dal Duce, prende posto in automobi- tinaia e centinaia di voci in entusiasmo impo- in via di compimento e poi riesce sulla piazza. conquista dell’ Impero e di difesa della civiltà romana le con il Principe di Piemonte per passate in nente. Qui, dinanzi alla Cattedrale, era stato elevato nel mondo, nel volto della sua gioventù preparata e rivista lo schieramento. Il Capo, visibilmente compiaciuto, percorre lo un podio a forma di vomere di antico aratro pronta ai suoi ordini per tutti i cimenti presenti e Terminata la rivista, S. M. lascia la piana di «Il schieramento, ma in breve è circondato da tutta romano, che egli ascende. futuri, nel sorriso fiero delle donne gagliarde madri Cavaliere». la folla, che lo acclama senza posa. E, allorché il L’apparire del Duce al sommo del caratteristico Sopra: testata del generose di prole. Il Duce, successivamente, passa in rivista la Di- Duce risale in automobile, la massa lo riaccla- podio risuscita più alta e vibrante la manifesta- Corriere d’Abruzzo visione, seguito dai membri del Governo, dalle ma, gridandogli tutto il suo entusiasmo e tutto il zione del popolo, che si placa lentamente solo Nella chiara lucente mattina di giovedì, sulla alte gerarchie del Partito, dai Marescialli d’Ita- suo devoto appassionato amore. quando il Ministro Segretario del Partito Sopra: il Corriere piana di «Il Cavaliere», a conclusione delle gran- lia, dal Comandante del C. A. di Roma percor- Da Riofreddo, il corteo delle automobili si è ordina il saluto al Duce, cui risponde il formida- d’Abruzzo del 13 Segnalazione bibliografica: M. Sciò di esercitazioni sperimentali dell’Anno XVI, rendo lo schieramento parte in automobile e diretto quindi verso Avezzano. Il viaggio del bile “A Noi!”. agosto 1938. 32 Lumen Lumen 33 Giornali Le manovre I brani che seguono sono estratti da il Corriere d’Abruzzo (13.08.1938, p. 1) militari del 1938 e riguardano le manovre militari svoltesi in quell’anno nella piana del Cavaliere. Gli articoli non sono firmati.

Redazione

l giornale, dopo un titolo a tutta pagina, dell’8° Corpo d’ Armata di Roma a S. M. il Re apre con un succinto elogio al duce, Imperatore ed al Duce è stata presentata la I prosegue con la cronaca dell’avveni- «Divisione Torino» che il Sovrano e il Fondatore mento e conclude con una breve rifles- dell’Impero hanno poi passato in rivista. La sione sul valore della musica e delle tradizioni Divisione, imponente unità bellica, massa com- popolari. L’ultimo pezzo, tratto dallo stesso patta e ferrigna d’acciaio, con tutti i suoi uomini giornale e pubblicato il 20 agosto a p. 2, illustra e tutti i suoi formidabili mezzi, era schierata in il significato militare delle manovre. linea, sotto il gran sole balenante. «La cronaca si fa storia, fa la storia. Le giornate Ai piedi dell’alta tribuna innalzata lungo la abruzzesi vissute dal Duce, nella nostra terra sono, carrareccia che si snoda nei pressi di «Il Cava- state giornate luminose, calde, piene di avvenimenti, liere», erano convenute le gerarchie del Gover- di episodi che la storia del Fascismo non ignorerà. no e del Partito, i Marescialli d’Italia, il Capo di parte a piedi, con rapido agilissimo passo. A ri- Duce da Riofreddo ad Avezzano è stato trion- Molte pagine sono scritte nella memoria indelebile S. M. della Milizia, ufficiali generali di tutte le vista conclusa, vengono presentati al Capo un fale, Pereto, Carsoli, Colli di Monte Bove, Roc- degli uomini, molte altre sono state registrate con ab- Forze Armate, gli addetti militari stranieri e nuovo carro armato leggero per fanteria e un’au- cacerro, Tagliacozzo, Scurcola Marsicana e bondanza di particolari, commoventi e umani, che moltissime personalità. tovettura da campagna mimetizzata, mentre Cappelle, imbandierati festosamente e ricca- illustrano la statura dell’Uomo che sente il Popolo in Primo a giungere è stato il Principe Ereditario, vengono compiute esercitazioni di tiro. Il Duce mente, avevano schierato sulle strade tutta la tutta la spiritualità nazionale. ricevuto dal Direttore delle manovre e dagli alti esamina, inoltre, i mortai da 81 e il 45 «Brixia». loro popolazione con le autorità e le formazioni Tutto il nostro popolo è stato in questi giorni, sino ufficiali. Poco dopo è arrivato il Duce, che, ac- Dopo la rivista, il Duce ritorna all’osservatorio fasciste alla testa. A Tagliacozzo, l’entusiasmo avant’ ieri, proteso verso il grande Capo, e da lontano compagnato dal Segretario del Partito e dal Sot- da dove, alla presenza di tutti gli alti ufficiali e della popolazione è altissimo, indimenticabile. Gli è stato spiritualmente vicino, e da vicino si è mosso tosegretario alla Guerra, è accolto con gli onori degli Addetti militari stranieri, parla alle trup- Il Duce passa sotto una pioggia di foglietti mul- incontro col grande cuore aperto, per la immensa resigli dal Battaglione della Milizia e dal repar- pe, stando in rigida posizione di attenti. Risa- ticolori inneggianti al Suo nome, sosta tra i gioia di vederlo, di acclamarlo, di glorificarlo. Glori- to della G. I. L. Il Duce, ossequiato dai convenu- lutato di nuovo alla voce, il Duce discende dal- reduci della guerra, accoglie il dono di fiori e di ficazione di popolo riconoscente all’Animatore che ti, sale col Comandante il C. A. di Roma sull’os- l’osservatorio e, salutato al bivio di Oricola dalle frutta da Balilla e Piccole Italiane e visita la casa non ha soste nella sua volontà genitrice di una nuova servatorio e da qui riceve gli onori della Divi- popolazioni entusiaste di Rocca di Botte, Pere- della G. I. L. vita; glorificazione che è gratitudine imperitura per sione «Torino», che lancia il saluto alla voce. to, Oricola, Poggio Cinolfo, Sante Marie, si por- Ad Avezzano l’automobile del Duce passa attra- l’Uomo che ha saputo fare e farà tutto per la grandez- Il Duce, che indossa l’uniforme di Caporale ta a Rioffredo. verso una marea di popolo che ondeggia, gri- za e la potenza della Nazione. d’Onore della Milizia, sosta brevemente, osser- Nella bella conca formata di monti è convenuto dando e acclamando gioiosamente. L’automo- Accanto all’agguerrito formidabile quadro bellico, che vando con vivo interesse la massa inquadrata, un gruppo numerosissimo di uomini e donne bile del Capo percorre, così, lentamente, tra il ha richiamato l’attenzione e l’ammirazione degli stra- risponde levando il braccio nel saluto romano, da tutti i paesi della nostra provincia. L’arrivo nieri, degnamente si è posto il quadro del nostro popolo grido della folla, la città e ritorna quindi in Piaz- quindi ridiscende per ricevere S. M. il Re e che sente l’ideale della Patria nella pienezza dei suoi del Duce mette in quella folla un fremito di pas- za Risorgimento, gremitissima. Imperatore. Entrambi salgono, all’osservatorio doveri guerrieri per cui si è sempre generosamente sione e di amore ardentissimi. Si grida, si urla, si Il Duce, sceso di macchina e seguito dalle alte e non appena il Re Imperatore si affaccia, la prodigato. E il nostro Abruzzo è apparso al Duce tal agitano i fazzoletti, i cappelli e allorché il Duce, gerarchie del Governo e del Partito si è avviato Divisione «Torino» rende gli onori. Il Sovrano quale è nella sana e vigorosa coscienza di razza inte- dalla strada, scende nella conca dove è allineato verso la Cattedrale. Il Capo si sofferma nel tem- risponde al saluto, percorre con lo sguardo le gra, nella durezza di vita semplice, di privazioni af- l’imponente schieramento, è un’acclamazione pio, ascolta benevolmente il Vescovo che gli e- frontate con fortezza d’animo, nei segni del sacrificio balde schiere, quindi scende dall’osservatorio sola, altissima, di “Duce, Duce” scandito da cen- spone lo stato dei lavori della Cattedrale, che è degli innumeri eroici figli immolatisi per le guerre di e, salutato dal Duce, prende posto in automobi- tinaia e centinaia di voci in entusiasmo impo- in via di compimento e poi riesce sulla piazza. conquista dell’ Impero e di difesa della civiltà romana le con il Principe di Piemonte per passate in nente. Qui, dinanzi alla Cattedrale, era stato elevato nel mondo, nel volto della sua gioventù preparata e rivista lo schieramento. Il Capo, visibilmente compiaciuto, percorre lo un podio a forma di vomere di antico aratro pronta ai suoi ordini per tutti i cimenti presenti e Terminata la rivista, S. M. lascia la piana di «Il schieramento, ma in breve è circondato da tutta romano, che egli ascende. futuri, nel sorriso fiero delle donne gagliarde madri Cavaliere». la folla, che lo acclama senza posa. E, allorché il L’apparire del Duce al sommo del caratteristico Sopra: testata del generose di prole. Il Duce, successivamente, passa in rivista la Di- Duce risale in automobile, la massa lo riaccla- podio risuscita più alta e vibrante la manifesta- Corriere d’Abruzzo visione, seguito dai membri del Governo, dalle ma, gridandogli tutto il suo entusiasmo e tutto il zione del popolo, che si placa lentamente solo Nella chiara lucente mattina di giovedì, sulla alte gerarchie del Partito, dai Marescialli d’Ita- suo devoto appassionato amore. quando il Ministro Segretario del Partito Sopra: il Corriere piana di «Il Cavaliere», a conclusione delle gran- lia, dal Comandante del C. A. di Roma percor- Da Riofreddo, il corteo delle automobili si è ordina il saluto al Duce, cui risponde il formida- d’Abruzzo del 13 Segnalazione bibliografica: M. Sciò di esercitazioni sperimentali dell’Anno XVI, rendo lo schieramento parte in automobile e diretto quindi verso Avezzano. Il viaggio del bile “A Noi!”. agosto 1938. 32 Lumen Lumen 33 I GRUPPI IN COSTUME FESTEGGIANO IL DUCE Forse per questo, più della metallica musica del jazz, ci un tipo di guerra rapida e decisiva, certamen- entusiasma l’antichissima melodia del popolo, che te più umana, che risolva nel minor tempo Alle ore 7 del giorno 11, nelle radura di Rio- risorge a nuova vita. Forse per questo alle esotiche possibile la lotta, che eviti il pericolo di una freddo, sulla linea di confine tra la nostra e la danze, dei music-hall, preferiamo i caratteristici balli stasi, che non comporti quella consunzione provincia di Roma, 28 gruppi corali con un paesani. Forse per questo ci passano dentro lo spirito e lenta e totale di eserciti e di popoli, con la complesso di 1478 dopolavoristi di cui oltre 870 nel cuore, commovendoci nel più intimo, le canzoni fatale conclusione di vittorie senza vincitori. donne, reduci dal magnifico raduno di Aquila, echeggianti nelle nostre valli, tra la campagna verde e Tutto questo, naturalmente, richiede un com- hanno atteso frementi la visita del DUCE in un l’arco sereno dell’azzurro cielo, tesori di disperse ar- plesso adatto di mezzi, materiali e regolamen- fronte di schieramento sul quale era spiegato monie, voci che la nostra gente dà ai suoi lunghi, la- ti che non è dato a noi giudicare, ma che gli un telone con la scritta «L’Abruzzo aquilano, Ti boriosi silenzi. Stati Maggiori, dai procedimenti effettuati, offre, Duce tutti i canti della sua anima, tutti i Siamo contro ogni esagerazione e deformazione dei sapranno degnamente valutare e risolvere. fiori delle sue montagne». sentimenti, dei caratteri morali del nostro popolo, ma Per una istintiva interpretazione delle cose, Il DUCE è stato ricevuto dal Federale Ammini- non possiamo non sentire la corrente di vita che ci siamo portati ad affermare che l’Italia, in que- strativo, dal Vice Prefetto, dal Segretario del viene dalle innumerevoli generazioni del passato, con sto particolare momento storico, è l’unica Na- Dopolavoro Provinciale, dalla Fiduciaria Pro- i costumi ed i canti rinascenti, e che non può essere zione che si trova idealmente e materialmente vinciale dei Fasci Femminili. velata dalle nebbie che salgono dalle città». preparata ad attuare “La guerra di movimen- Il Segretario Federale chiamato ad Avezzano to”. per la preparazione di un improvviso raduno «SIGNIFICATO DELLE MANOVRE MILITARI NEL- È noto, infatti, che il fattore morale è base ordinato in quella città, raduno che è riuscito L’ABRUZZO AQUILANO essenziale ed indispensabile di ogni lotta e un’ardente manifestazione di fede della zona Dal sei all’undici agosto, nell’Abruzzo Aqui- che, sulla sua consistenza, si decidono le sorti marsicana non ha potuto assistere all’ammas- lano, si sono svolte le grandi esercitazioni spe- della vittoria: ogni arma senza un’anima che samento dei dopolavoristi, da lui voluto e rimentali dell’anno XVI del Corpo d’Armata sappia opportunamente guidarla perde la sua curato con perfetta precisione di particolari. di Roma che si sono concluse, nella Piana de efficacia ed ogni esercito non sospinto da un Il DUCE è stato accolto da una delirante dimo- "Il Cavaliere" con una imponente adunata di grado elevato di sensibilità diventa una folla, strazione di affetto ed ha assistito compiaciuto e forze, rassegnate dal Sovrano e dal Duce. una massa cioè anonima e piatta. sorridente alle esibizione dei cori. Le esercitazioni hanno avuto uno scopo pre- Ristabilito il silenzio, il Duce parla. Egli dichiara La guerra di movimento conta particolar- Si è soffermato a sentire la «canzone nuova» del minentemente sperimentale: quello di vaglia- di essere venuto fra la popolazione di Avezzano mente su questo fattore, su questo spirito di coro di Villa S. Angelo, al quale ha manifestato il re, sul terreno, l’efficienza della divisione tipo di Sua volontà per vedere quello che si è fatto e aggressività, per cui gli uomini sono pronti, in suo alto compiacimento e ha gradito dal binaria, dotata di tutti i mezzi di guerra, in quello che resta da fare, ed afferma che essa uno slancio supremo di dedizione, ad annul- Gruppo di Pettorano sul Gizio il dono di un contrapposizione al rendimento della divi- può credergli quando Egli dice che ciò che resta lare se stessi e ad ubbidire senza limiti ad un costume e da una massaia di Pescocostanzo un sione ternaria, ritenuta non più rispondente da fare sarà fatto. comandamento superiore. caratteristico monile per la sua Anna-Maria. alle nuove esigenze tattiche. Un’acclamazione immensa accoglie le parole Tale constatazione lascia concludere che il Ha risposto amorevolmente alle invocazioni Queste operazioni militari che senza dubbio si del Duce, e una nuova ondata di commossa fattore materiale, se non affinato e guidato dal delle nostre donne che lo avevano stretto in una inquadrano nel concetto del potenziamento riconoscenza invade la moltitudine, che inneg- fattore morale, condanna inesorabilmente ad morsa di passione commovente. bellico della Nazione, hanno inteso misurare, gia a lui con ardore incontenibile. Ridisceso dal una guerra di posizione. La radiosa giornata, soffusa di gioia e risonante in campo pratico, le caratteristiche essenziali podio, il Duce si reca poi alla casa del Fascio, do- L’Italia non teme questo pericolo: una gio- delle cento canzoni, si è chiusa con una esibizio- idonee all’attuazione di una dottrina, orienta- ve si trattiene coi Segretari politici e i Podestà vinezza eroica, temprata alla religione del ne dei cori ai giardini pubblici di Tagliacozzo ta decisamente a rivoluzionare la mentalità della zona interessandosi ai vari problemi pro- sacrificio e del dovere, è stata educata dal Fa- ospitalissima. trincerista di una “Guerra di posizione”. spettatigli. E allorché egli lascia Avezzano, è ri- scismo ad un’etica e ad una prassi in cui il ri- La guerra mondiale a fronti trincerate legò salutato dal fremente entusiasmo della folla che CANTI DELLA GENTE D’ABRUZZO - - spetto ed anzi il culto dei valori morali è regola il combattente per quattro lunghi anni sul ter- gli grida ancora una volta tutta la sua devozio- normale di vita. Con la schietta semplicità e la bellezza dei suoi costumi reno conteso palmo a palmo, logorò il suo ne. Tutte le forze del paese sono spontaneamente e delle sue canzoni la gente della nostra terra offrì al fisico e la sua anima, seminò nove milioni di Nel viaggio di ritorno il Duce ha dovuto fer- al servizio dello Stato -quelle economiche, po- Duce un incantevole e commovente spettacolo di arte morti per cause dirette e quasi il doppio per le marsi ad un passaggio a livello; Egli è sceso dalla litiche e sociali- e formano un potente or- non studiata. Fu un respiro gioioso e vivo per lo indirette, ebbe un costo finanziario di 980 automobile e la casellante Maria De Simone ganismo, in cui si attua il concetto della “Na- spirito; i colori ed i canti riversarono in cascate innu- miliardi ingoiandosi gran parte della ricchez- fattasi ardita gli ha parlato con schiettezza e zione Armata”, cioè a dire pronta alla difesa merevoli la gioia nei cuori. za nazionale dei maggiori belligeranti, inde- sincerità: «Duce, tratteneteVi con noi, noi Vi dei propri interessi e dei propri diritti. Questa manifestazione di giovinezza e di forza, fu bolì la compagine della famiglia dello Stato e amiamo tanto e preghiamo tanto per Voi». L’italiano nuovo di Mussolini che è cittadino espressione sincera dell’industre vita agreste, fonte della Società e minacciò un’epoca di dissolvi- Ripresa poi la corsa della colonna delle auto- soldato e soldato guerriero, nel momento gra- inesauribile di energie per la potenza della Patria. E mento con l’invadenza del comunismo. mobili, si sono ripetute ovunque, lungo la se il portamento, i gesti, le voci, tutte le forme estetiche ve della lotta, spogliandosi di ogni spirito di Questi effetti oggi -più che mai- pesano sul- strada, nei paesi e nei villaggi attraversati, le del nostro popolo ci risvegliano nel cuore un’im- conservazione, farà della forza morale da cui è l’anima degli organi responsabili i quali - men- manifestazioni di vivissimo entusiasmo di tutta magine di poesia, non è perché ci affascina il colore o il animato, la leva potente che lo guiderà alla tre la voce del cannone tuona in più parti di la popolazione, che ha atteso per ore ed ore il folclore, ma perché ravvisiamo in queste espressioni vittoria». Europa preparano gli eserciti, affinano le Sopra: discorso Duce, per ripeterGli ancora una volta, con la aspetti tipici della nostra stirpe. - armi, studiano le possibilità di miglioramento pronunciato da spontaneità più vibrante, il proprio devoto I costumi sono la rappresentazione genuina, spon- adatte a prevenire ogni peggiore catastrofe. Mussolini in affetto. tanea e viva delle tendenze e dei sentimenti della no- Si va creando così una nuova coscienza che occasione della stra razza poiché scaturiscono dall’intima essenza del- indirizza gli sforzi e le intelligenze a concepire visita. la vita del popolo.

34 Lumen Lumen 35 I GRUPPI IN COSTUME FESTEGGIANO IL DUCE Forse per questo, più della metallica musica del jazz, ci un tipo di guerra rapida e decisiva, certamen- entusiasma l’antichissima melodia del popolo, che te più umana, che risolva nel minor tempo Alle ore 7 del giorno 11, nelle radura di Rio- risorge a nuova vita. Forse per questo alle esotiche possibile la lotta, che eviti il pericolo di una freddo, sulla linea di confine tra la nostra e la danze, dei music-hall, preferiamo i caratteristici balli stasi, che non comporti quella consunzione provincia di Roma, 28 gruppi corali con un paesani. Forse per questo ci passano dentro lo spirito e lenta e totale di eserciti e di popoli, con la complesso di 1478 dopolavoristi di cui oltre 870 nel cuore, commovendoci nel più intimo, le canzoni fatale conclusione di vittorie senza vincitori. donne, reduci dal magnifico raduno di Aquila, echeggianti nelle nostre valli, tra la campagna verde e Tutto questo, naturalmente, richiede un com- hanno atteso frementi la visita del DUCE in un l’arco sereno dell’azzurro cielo, tesori di disperse ar- plesso adatto di mezzi, materiali e regolamen- fronte di schieramento sul quale era spiegato monie, voci che la nostra gente dà ai suoi lunghi, la- ti che non è dato a noi giudicare, ma che gli un telone con la scritta «L’Abruzzo aquilano, Ti boriosi silenzi. Stati Maggiori, dai procedimenti effettuati, offre, Duce tutti i canti della sua anima, tutti i Siamo contro ogni esagerazione e deformazione dei sapranno degnamente valutare e risolvere. fiori delle sue montagne». sentimenti, dei caratteri morali del nostro popolo, ma Per una istintiva interpretazione delle cose, Il DUCE è stato ricevuto dal Federale Ammini- non possiamo non sentire la corrente di vita che ci siamo portati ad affermare che l’Italia, in que- strativo, dal Vice Prefetto, dal Segretario del viene dalle innumerevoli generazioni del passato, con sto particolare momento storico, è l’unica Na- Dopolavoro Provinciale, dalla Fiduciaria Pro- i costumi ed i canti rinascenti, e che non può essere zione che si trova idealmente e materialmente vinciale dei Fasci Femminili. velata dalle nebbie che salgono dalle città». preparata ad attuare “La guerra di movimen- Il Segretario Federale chiamato ad Avezzano to”. per la preparazione di un improvviso raduno «SIGNIFICATO DELLE MANOVRE MILITARI NEL- È noto, infatti, che il fattore morale è base ordinato in quella città, raduno che è riuscito L’ABRUZZO AQUILANO essenziale ed indispensabile di ogni lotta e un’ardente manifestazione di fede della zona Dal sei all’undici agosto, nell’Abruzzo Aqui- che, sulla sua consistenza, si decidono le sorti marsicana non ha potuto assistere all’ammas- lano, si sono svolte le grandi esercitazioni spe- della vittoria: ogni arma senza un’anima che samento dei dopolavoristi, da lui voluto e rimentali dell’anno XVI del Corpo d’Armata sappia opportunamente guidarla perde la sua curato con perfetta precisione di particolari. di Roma che si sono concluse, nella Piana de efficacia ed ogni esercito non sospinto da un Il DUCE è stato accolto da una delirante dimo- "Il Cavaliere" con una imponente adunata di grado elevato di sensibilità diventa una folla, strazione di affetto ed ha assistito compiaciuto e forze, rassegnate dal Sovrano e dal Duce. una massa cioè anonima e piatta. sorridente alle esibizione dei cori. Le esercitazioni hanno avuto uno scopo pre- Ristabilito il silenzio, il Duce parla. Egli dichiara La guerra di movimento conta particolar- Si è soffermato a sentire la «canzone nuova» del minentemente sperimentale: quello di vaglia- di essere venuto fra la popolazione di Avezzano mente su questo fattore, su questo spirito di coro di Villa S. Angelo, al quale ha manifestato il re, sul terreno, l’efficienza della divisione tipo di Sua volontà per vedere quello che si è fatto e aggressività, per cui gli uomini sono pronti, in suo alto compiacimento e ha gradito dal binaria, dotata di tutti i mezzi di guerra, in quello che resta da fare, ed afferma che essa uno slancio supremo di dedizione, ad annul- Gruppo di Pettorano sul Gizio il dono di un contrapposizione al rendimento della divi- può credergli quando Egli dice che ciò che resta lare se stessi e ad ubbidire senza limiti ad un costume e da una massaia di Pescocostanzo un sione ternaria, ritenuta non più rispondente da fare sarà fatto. comandamento superiore. caratteristico monile per la sua Anna-Maria. alle nuove esigenze tattiche. Un’acclamazione immensa accoglie le parole Tale constatazione lascia concludere che il Ha risposto amorevolmente alle invocazioni Queste operazioni militari che senza dubbio si del Duce, e una nuova ondata di commossa fattore materiale, se non affinato e guidato dal delle nostre donne che lo avevano stretto in una inquadrano nel concetto del potenziamento riconoscenza invade la moltitudine, che inneg- fattore morale, condanna inesorabilmente ad morsa di passione commovente. bellico della Nazione, hanno inteso misurare, gia a lui con ardore incontenibile. Ridisceso dal una guerra di posizione. La radiosa giornata, soffusa di gioia e risonante in campo pratico, le caratteristiche essenziali podio, il Duce si reca poi alla casa del Fascio, do- L’Italia non teme questo pericolo: una gio- delle cento canzoni, si è chiusa con una esibizio- idonee all’attuazione di una dottrina, orienta- ve si trattiene coi Segretari politici e i Podestà vinezza eroica, temprata alla religione del ne dei cori ai giardini pubblici di Tagliacozzo ta decisamente a rivoluzionare la mentalità della zona interessandosi ai vari problemi pro- sacrificio e del dovere, è stata educata dal Fa- ospitalissima. trincerista di una “Guerra di posizione”. spettatigli. E allorché egli lascia Avezzano, è ri- scismo ad un’etica e ad una prassi in cui il ri- La guerra mondiale a fronti trincerate legò salutato dal fremente entusiasmo della folla che CANTI DELLA GENTE D’ABRUZZO - - spetto ed anzi il culto dei valori morali è regola il combattente per quattro lunghi anni sul ter- gli grida ancora una volta tutta la sua devozio- normale di vita. Con la schietta semplicità e la bellezza dei suoi costumi reno conteso palmo a palmo, logorò il suo ne. Tutte le forze del paese sono spontaneamente e delle sue canzoni la gente della nostra terra offrì al fisico e la sua anima, seminò nove milioni di Nel viaggio di ritorno il Duce ha dovuto fer- al servizio dello Stato -quelle economiche, po- Duce un incantevole e commovente spettacolo di arte morti per cause dirette e quasi il doppio per le marsi ad un passaggio a livello; Egli è sceso dalla litiche e sociali- e formano un potente or- non studiata. Fu un respiro gioioso e vivo per lo indirette, ebbe un costo finanziario di 980 automobile e la casellante Maria De Simone ganismo, in cui si attua il concetto della “Na- spirito; i colori ed i canti riversarono in cascate innu- miliardi ingoiandosi gran parte della ricchez- fattasi ardita gli ha parlato con schiettezza e zione Armata”, cioè a dire pronta alla difesa merevoli la gioia nei cuori. za nazionale dei maggiori belligeranti, inde- sincerità: «Duce, tratteneteVi con noi, noi Vi dei propri interessi e dei propri diritti. Questa manifestazione di giovinezza e di forza, fu bolì la compagine della famiglia dello Stato e amiamo tanto e preghiamo tanto per Voi». L’italiano nuovo di Mussolini che è cittadino espressione sincera dell’industre vita agreste, fonte della Società e minacciò un’epoca di dissolvi- Ripresa poi la corsa della colonna delle auto- soldato e soldato guerriero, nel momento gra- inesauribile di energie per la potenza della Patria. E mento con l’invadenza del comunismo. mobili, si sono ripetute ovunque, lungo la se il portamento, i gesti, le voci, tutte le forme estetiche ve della lotta, spogliandosi di ogni spirito di Questi effetti oggi -più che mai- pesano sul- strada, nei paesi e nei villaggi attraversati, le del nostro popolo ci risvegliano nel cuore un’im- conservazione, farà della forza morale da cui è l’anima degli organi responsabili i quali - men- manifestazioni di vivissimo entusiasmo di tutta magine di poesia, non è perché ci affascina il colore o il animato, la leva potente che lo guiderà alla tre la voce del cannone tuona in più parti di la popolazione, che ha atteso per ore ed ore il folclore, ma perché ravvisiamo in queste espressioni vittoria». Europa preparano gli eserciti, affinano le Sopra: discorso Duce, per ripeterGli ancora una volta, con la aspetti tipici della nostra stirpe. - armi, studiano le possibilità di miglioramento pronunciato da spontaneità più vibrante, il proprio devoto I costumi sono la rappresentazione genuina, spon- adatte a prevenire ogni peggiore catastrofe. Mussolini in affetto. tanea e viva delle tendenze e dei sentimenti della no- Si va creando così una nuova coscienza che occasione della stra razza poiché scaturiscono dall’intima essenza del- indirizza gli sforzi e le intelligenze a concepire visita. la vita del popolo.

34 Lumen Lumen 35 Rinvenimenti Resti fossili a Il rinvenimento di materiali fossilizzati nel territorio di Pereto Pereto non è una novità perché diverse sono le testimonianze della gente del posto riguardanti conchiglie pietrificate, ma la scoperta di parti scheletriche è una cosa nuova. Redazione

el 1952 durante la costruzione della «Tagliacozzo 21.8.1952 strada che da Pereto basso portava Oggetto: Cantiere costruzione stradale, siste- alla parte alta del paese furono mazione montana di Pereto, rinvenimento N rinvenuti alcuni fossili. Il parti scheletric[he] fossilizzat[e] di animali corrispondente del giornale “Il Tempo”, E. P. (=don Enrico Penna) ne diede notizia sul quotidiano l’ 11 preistorici. settembre. […] Nel corso dei lavori relativi alla costruzio- «Pereto, 10 settembre ne della strada rotabile -sistemazione monta- (E. P.) Durante i lavori per la sistemazione na- cantiere di Pereto, in località "Coranan- montana, dagli operai del cantiere, in località na", sono stati rinvenuti da operai addetti alla "Corananna" sono stati portati alla luce alcuni lavorazione, frammenti aventi tutte le caratte- resti che non esitiamo a definire preistorici. ristiche di parti fossilizzat[e] di animali prei- Non ci pronunciamo sulla importanza dei storici. I frammenti che maggiormente pre- rinvenimenti, trovati a poca distanza gli uni sentano resti di schel[e]tri, sono stati raccolti dagli altri, ma è nostra opinione che tutta la dall'Autorità Comunale, per essere tenuti a di- collina, attraverso la quale si inerpica la strada sposizione di competenti. della sistemazione montana, possa dare qual- Nella località in cui sono stati rinvenuti i 1) ASA, Questura, cat. E3, che grande sorpresa, qualora vi vengano con- b.3-4. frammenti anzidetti, sono stati sospesi i lavori dotti razionalmente scavi diretti da competenti. per la costruzione della strada, per un tratto Pertanto preghiamo vivamente le autorità di circa 300 metri, in attesa di eventuali inter- Provinciali a voler provvedere in merito, in- venti da parte delle Autorità interessate. viando per un sopraluogo che possa definir la Il M/llo Magg. Comandante Int. La Tenenza vera importanza dei suddetti rinvenimenti. Francesco Nastri» (1). I resti, accuratamente raccolti sono stati portati Alcuni di questi reperti rimasero per tutti gli anni nella casa Comunale, in una stazza gentilmente Sessanta e parte del decennio successivo in un locale messa a disposizione dalla "Sindachessa" del dell’edificio scolastico di Pereto detto “la segreteria”; paese signorina Pia Vicario». attualmente non si conosce la loro collocazione. Questo stesso rinvenimento era stato già segnalato Sopra: l’articolo in dai carabinieri della tenenza di Tagliacozzo a diver- cui si dava notizia se autorità e uffici tra cui il Prefetto e la Questura del rinvenimento. aquilana.

Pubblicazione della Associazione Culturale NORME PER GLI AUTORI ATTIVITÀ DELLA ASSOCIAZIONE Lumen (onlus) L’Associazione Culturale Lumen pubblica scritti Conferenze: in corso di preparazione per la 67061 Pietrasecca di Carsoli (AQ) di autori italiani e stranieri a carattere divulgati- prossima estate. via Luppa, 10 vo, utili alla vita sociale e culturale della piana Escursioni: itinerari naturalistici e storici. E-mail: [email protected] del Cavaliere e dei territori limitrofi. Gli scritti Visite guidate: musei, luoghi d’arte e siti devono essere realizzati preferibilmente con archeologici. Redazione: don Fulvio Amici, Luciano videoscrittura idonea all’ambiente IBM e com- Collaborazioni: con scuole, ricercatori, studenti Del Giudice, Terenzio Flamini, Sergio patibili (non Macintosh) e inviati agli indirizzi universitari e comuni. Maialetti e Michele Sciò. dell’Associazione. La collaborazione si intende Illustrazioni in copertina: a titolo totalmente gratuito. Gli autori sono Biblioteca: dotata di volumi di archeologia, storia locale e generale, arte, letteratura, periodici e Ritratto di Antonio Vendettini, Manifesto del responsabili delle affermazioni contenute nei materiale archivistico. comando militare tedesco. loro scritti. Le bozze verranno corrette internamente e non saranno allestiti estratti, Stampa: il foglio di Lumen e i Quaderni di Immagini: L. Del Giudice, M. Basilici e M. ma verranno inviate agli autori n. 2 copie del Lumen. Sciò fascicolo sul quale compare il loro articolo. Tipografia: MCM, v. Turanense km 44 - Carsoli (AQ) - Composizione: M. Sciò tel.: 0863 992122. E-mail: [email protected] 36 Lumen