Stefano De Rubertis, Angelo Belliggiano, Marilena Labianca

Partecipazione e identità territoriale. Il caso di Castel del Giudice ()*

Abstract: parTicipaTion and TerriTorial idenTiTy. The case of casTel del giUdice (molise, )

In recent years, there is growing attention to neo-endogenous development approaches. In these practices, the focus is on people’s needs, abilities and expectations, this also implies the inclusion of an ethical dimension of the development process, to be achieved through a significant participation of the community and respect for the values expressed. A process that, according to the latest scientific debate, would be organized around the so-called “social innovation”. In this contribution, social innovation is explored in relation to the idea of development that seems to be to underline and from it, specific interpretations of the concept of territorial identity would emerge. The conceptual framework outlined leads the observation of the case study, a small village in Molise, with the aim of verifying the applicability of a scheme of identification about social innovation and of interpreting its relationship with territorial identity. The risk of “disappearing” has prompted significant changes driven by the vision and commitment of a group of actors and the local community itself.

Keywords: participation, neo-endogenous development, rural village, territorial identity, Castel del Giudice.

1. Introduzione comunità locale, le politiche di sviluppo adottate e i processi di definizione identitaria (Gkartzios, Intorno alla metà degli anni ’70, il crescente Scott, 2014; Ray, 1999). scetticismo circa l’effettiva capacità dei cosiddet- Come è stato osservato, nelle pratiche di svilup- ti approcci “esogeni” di ridurre i divari regionali po rurale è assai improbabile riscontrare politi- fu accompagnato da una serie di contributi che che autenticamente ed esclusivamente endogene proponevano un significativo mutamento di pro- (Gkartzios, Scott, 2014) e potrebbe risultare profi- spettiva. Alla visione funzionalista dello sviluppo cuo superare la riduzionistica distinzione tra eso- dall’alto se ne andava sovrapponendo una “terri- geno ed endogeno, esplorando gli esiti a cui po- toriale” che enfatizzava l’importanza dei processi trebbe condurre un’ibridazione dei due approcci, di sviluppo dal basso (Potter, 2002; Conti, 2012). come proposto dal cosiddetto sviluppo neo-en- Anche nella letteratura sullo sviluppo rurale si dogeno fondato sulla centralità dei bisogni, del- è osservata una crescita graduale dei contributi le capacità e delle aspettative delle persone (Ray, ispirati ad approcci prevalente endogeni a scapi- 2001), esso implica l’inclusione di una dimensio- to di quelli dei più tradizionali approcci esogeni. ne etica dello sviluppo, da realizzarsi attraverso Questi ultimi poggiano su una logica funziona- una significativa partecipazione della comunità e listica che relega le aree rurali in una posizione il rispetto dei valori che essa esprime (Bosworth di subalternità rispetto alle aree urbane. Gli ap- et al., 2016). Si tratta di un processo che, secondo procci prevalentemente endogeni (locally based) la letteratura più recente (Neumeier, 2012; 2017), “decostruiscono” gli elementi dello sviluppo per sarebbe organizzato attorno alla cosiddetta “inno- interpretarne gli adattamenti alle specificità loca- vazione sociale”. li (Lowe, Murdoch, Ward, 1995 cit. in Gkartzios, Nei paragrafi successivi l’innovazione socia- Scott, 2014; Sortino, 2009): i fattori endogeni ri- le è esplorata in relazione all’idea di sviluppo sultano tanto vari quanto diversi sono i territori che sembra sottendere e alle interpretazioni del a cui vengono riferiti. Inoltre, presuppongono un concetto di identità territoriale che richiama. coinvolgimento della popolazione molto intenso Quest’ultima, manifestandosi nella sua forma più e il ricorso crescente a forme varie di democrazia esteriore nella coscienza locale del sentiero di svi- partecipativa finisce per incidere sul modo stesso luppo intrapreso, sembrerebbe in grado di rego- di concepire lo sviluppo, sempre più soggetto a de- lare le modalità di interazione tra capitale territo- clinazioni localmente differenziate. Si è così raf- riale locale e fattori extra-locali: ogni comunità, forzato il legame esistente tra le aspettative della più o meno consapevolmente, adotta un assetto

48 AGEI - Geotema, 56 organizzativo coerente con i traguardi di sviluppo sogno in maniera più efficace e costituiscono una desiderati. soluzione di lungo periodo e se l’innovazione vie- La cornice concettuale che si delinea guida ne successivamente adottata da soggetti diversi dal l’osservazione del caso di studio con l’obiettivo di gruppo iniziale di innovatori (Neumeier, 2017). verificare l’applicabilità di uno schema di identifi- Il successo dell’innovazione sociale può essere cazione dell’innovazione sociale e di interpretar- agevolato dalla possibilità/capacità del gruppo ne il rapporto con l’identità territoriale. Il caso promotore di attivare gli indispensabili processi di studio scelto è Castel del Giudice, un piccolo partecipativi (la cui qualità dovrebbe essere positi- borgo dell’alto Molise che presenta gravi proble- vamente correlata con la qualità del capitale uma- mi economici e di spopolamento, tipici delle aree no) mentre potrebbe essere ostacolato da vincoli rurali marginali. Il rischio di “scomparire” ha locali, quali regolamenti ostativi, cultura ammini- sollecitato cambiamenti significativi guidati dalla strativa inadeguata o dotazioni strutturali e finan- visione e dall’impegno di un gruppo di ammini- ziarie insufficienti ibidem( ). Insomma, la piena rea- stratori e della stessa comunità locale. lizzazione di un’innovazione sociale sembrerebbe subordinata a un insieme di elementi fisico-am- bientali e socio-culturali che un’autorevole lette- 2. Innovazione sociale e identità territoriale ratura chiama capitale territoriale (OECD, 2001; Dematteis, Governa, 2005; Camagni, 2009), nel Sugli approcci allo sviluppo neo-endogeno è cui ambito, come è noto, il capitale culturale gioca disponibile una corposa letteratura (Bosworth, un ruolo decisivo. Le relazioni tra locale ed extra- Atterton, 2012; Shucksmith, 2000; 2010; Ray 2001; locale sarebbero mediate e regolate dall’identità Gkartzios, Scott, 2014) che, nel complesso, ripro- territoriale attraverso «semplici strategie commer- pone sia l’enfasi sul locally based (propria dei con- ciali (come il marketing dei prodotti locali) o, più tributi socio-geografici), sia una certa attenzione in profondità, attraverso la crescita della coscienza a variabili esogene, proprie dei contributi della locale del sentiero di sviluppo intrapreso» (Ray, teoria della crescita (van der Ploeg, van Dyck, 1999, p. 265). Insomma, il territorio che riesce a 1995; Ray, 2001; Bosworth et al., 2016, p. 428). In gestire con successo le relazioni con l’esterno è un effetti, la prospettiva neo-endogena presuppone territorio che ha maturato una consapevolezza di che: si soddisfino bisogni e si dia concretezza ad sé e ha un progetto più o meno esplicito per il attese e aspirazioni locali; siano utilizzate anche proprio futuro immediato o remoto. risorse esogene, nella misura in cui sono elabora- Una copiosa letteratura sottolinea la centralità bili e metabolizzabili dalle capacità locali; siano dell’identità locale nello sviluppo del territorio rispettati i valori localmente condivisi (approccio (Paasi, 2009; Dematteis, 1997; Conti, 1996; Roca, partecipativo); non si escluda ma non si dia nean- de Nazarè Oliveira-Roca, 2007), spesso richia- che priorità alle interazioni con le istituzioni di mando l’importanza della condivisione di valori e governo; si sviluppino partnership e cooperazione della mobilitazione sociale (Paasi, 2002; Keating, di lungo periodo tra vari attori sociali (Bosworth 1998). Evidentemente, l’identità di un territorio è et al., 2016; Ray, 2001). Insomma, si assume che il un concetto che si presta a molte interpretazioni territorio adotti un mix di misure endogene ed e che assume molte accezioni e varianti, secon- esogene e gestisca interazioni tra scala locale e do i punti di vista adottati (Banini, 2013, 2011, scale sovra-locali: reti di attori mobilitano risor- 2009; Sedlaceck et al., 2009; Pollice, 2005; Paasi, se cercando di coordinare combinazioni di forze 2004, 2003 e 2002; Dematteis, Ferlaino, 2003; Fio- interne ed esterne (Bosworth et al., 2016, p. 429). ri, 2012). Tuttavia, in questa sede si adotta una Si tratta di un processo discontinuo che si re- definizione che, sebbene decisamente riduttiva, alizza attraverso cambiamenti organizzativi (mo- consente di esaminare un po’ più in profondità le dalità di azione collaborativa o nuove strutture interazioni con i processi di innovazione sociale. di governance a livello di comunità o di regione) Pertanto, si definisce “identità territoriale” l’as- che definiamo “innovazione sociale” (Neumeier, setto organizzativo adottato localmente per per- 2017). Questa si sostanzia nella capacità di alcuni correre il sentiero di sviluppo scelto o, più sempli- attori di proporre alla comunità nuovi sentieri di cemente, per raggiungere gli obiettivi condivisi. cooperazione all’interno e oltre la stessa (Neume- Ovviamente la coscienza del sentiero di sviluppo ier, 2012). I fenomeni di apprendimento sociale, intrapreso può essere sintomo di una più efficace networking e collaborazione si traducono in in- capacità della comunità di gestire il cambiamento novazione sociale solo se riguardano almeno un e quindi le innovazioni (cfr. De Rubertis, 2013a; utilizzatore o una procedura, se soddisfano un bi- 2013b).

AGEI - Geotema, 56 49 Un cambiamento organizzativo (innovazione to di un nuovo Gruppo di Azione Locale (Gal) sociale) potrebbe dunque consistere nell’intro- regionale denominato, “Alto Molise”. Con una duzione di una nuova prassi o procedura, quale popolazione di appena 329 abitanti (al 1° genna- potrebbe essere l’adozione di un processo par- io 2017), CdG risulta uno dei più piccoli e meno tecipativo in determinati ambiti o su specifiche popolati comuni dell’area, interessato da signifi- questioni, che potrebbe sortire due effetti op- cativi fenomeni di declino demografico e di in- posti: agevolare il raggiungimento degli obiet- vecchiamento della popolazione, con un indice tivi che, grazie all’innovazione introdotta, sono di vulnerabilità sociale e materiale molto elevato più facilmente o efficacemente perseguibili, (Fig. 1)1. oppure indurre mutamenti organizzativi che Sebbene sia fondamentale per l’economia lo- portano con sé una qualche ridefinizione degli cale, il contesto agricolo risulta particolarmente obiettivi. In entrambi i casi, la comunità subisce fragile, evidenziando diverse criticità, tra cui la una più o meno sensibile trasformazione iden- polverizzazione della proprietà fondiaria, asso- titaria che, portata agli estremi può addirittura ciata a ricorrenti fenomeni di frammentazione indurre fenomeni di de-territorializzazione e aziendale. Tra gli amministratori e i residenti si ri-territorializzazione, dando vita, nel medio- colgono aspirazioni di crescita guidata dal turi- lungo periodo, a configurazioni territoriali del smo che potrebbe contare su esternalità generate tutto nuove. da attrattori di un certo rilievo valorizzati o in cor- so di valorizzazione nei vicini comuni di Pietrab- bondante e e nel più noto comprensorio 3. Caso di studio e metodo di indagine sciistico di Roccaraso. La piccola comunità ha faticato a resistere in un Il caso di studio selezionato è Castel del Giu- contesto profondamente rurale, economicamente dice, piccolo comune rurale del Molise, protago- depresso e poco dotato di infrastrutture. L’eso- nista di una sorprendente sequenza di iniziative do della popolazione è parso inarrestabile fino innovative guidate dall’amministrazione comu- a quando, a partire dal 1999, alcune significative nale che ha anche ottenuto numerosi, importanti iniziative guidate dall’amministrazione comuna- riconoscimenti. le hanno creato nuove opportunità e inaugurato Castel del Giudice (CdG), a nord del Molise, modalità di consultazione e collaborazione nella al confine con l’Abruzzo, è uno dei 18 comuni gestione dei problemi del territorio e delle sue re- che recentemente hanno dato vita al partenaria- lazioni extra-locali che, come si intende verificare,

Fig. 1. Castel del Giudice: indicatore di vulnerabilità sociale. Elaborazione degli Autori su dati Istat (http://ottomilacensus. istat.it/provincia/094/).

50 AGEI - Geotema, 56 sembrano assimilabili ai processi di innovazione 4. Innovazione e sviluppo a Castel del Giudice sociale già richiamati. In altri termini si tratta di comprendere se l’av- Nel caso di Castel del Giudice, la fase di “pro- vicinamento agli obiettivi “di sopravvivenza” a blematizzazione” del citato schema di Neumeier cui la comunità sembra aver puntato sia dovuto o è riconducibile alle prime mosse dell’ammini- meno a un’innovazione sociale, più precisamente strazione comunale insediatasi a CdG nel 1999. Il se sia dovuto ad un accomodamento dell’organiz- declino demografico era ormai conclamato, i re- zazione locale e quindi ad un consolidamento o sidenti erano quasi tutti anziani, e le opportunità ad una trasformazione dell’identità territoriale. di lavoro modestissime. L’Amministrazione, non è Per analizzare i processi attivati abbiamo adat- chiaro con quanta consapevolezza, decise di inter- tato lo schema suggerito da Neumeier (2017) che venire su uno dei simboli dello stillicidio della pic- distingue tre fasi nell’innovazione sociale: cola comunità, l’edificio scolastico, desolatamente in disuso e che in quel momento rappresentava 1. problematizzazione - un individuo o un gruppo solo un costo per le casse comunali ormai quasi propone una nuova modalità di soddisfare un vuote. bisogno, grazie all’interazione con (o all’utiliz- In quel periodo si cercava una soluzione urba- zo di) un fattore esogeno; l’innovazione riguar- nistica per assicurare e accelerare la realizzazione da almeno un utilizzatore, un contesto o una di uno dei poli sanitari programmati in un pre- procedura; cedente progetto del governo regionale. Si trat- 2. espressione d’interesse - altri individui adottano tava di una residenza socio-assistenziale (RSA) l’innovazione, valutata più efficiente rispetto che, per quanto coerente con le esigenze di una alle pratiche passate; popolazione sempre più anziana, sembrava desti- 3. definizione e coordinamento - altri soggetti adot- nata a subire lungaggini e difficoltà burocratiche tano l’innovazione che ha ormai modificato insormontabili. La mancata realizzazione della prassi o comportamenti; potrebbero perfino residenza, che nel frattempo si era deciso di rea- rilevarsi un cambiamento negli obiettivi di lizzare nel vecchio edifico scolastico, avrebbe im- sviluppo o nuove modalità di condivisione e pedito di recuperare un immobile che un tempo partecipazione (consolidamento o mutamento aveva rappresentato la vitalità di quella comunità, identitario). avrebbe negato ai residenti un servizio di indiscu- tibile utilità e anche una certa centralità nei con- La presente ricerca ha quindi ricostruito alcu- fronti di comuni viciniori. ne delle vicende che hanno interessato CdG negli Il problema fu risolto quando un imprenditore ultimi anni, attraverso un duplice momento di estraneo alla comunità (ma originario del limi- ascolto in cui sono stati intervistati soggetti diver- trofo comune di ) che in quegli anni si. Nella prima fase, sono stati intervistati i princi- aveva insediato un nuovo stabilimento della pro- pali attori e promotori dei progetti innovativi rea- pria impresa (ubicata in Lombardia e leader nella lizzati nel Comune (i due sindaci che si sono alter- meccanica di precisione) manifestò all’ammini- nati in quattro successivi mandati, un industriale strazione comunale la disponibilità a partecipare lombardo di origini molisane ritornato nella ad eventuali iniziative imprenditoriali rivolte a propria terra per insediare un nuovo stabilimen- obiettivi sociali. Fu quindi costituita una nuova to nel territorio di CdG e un architetto e titolare società mista (pubblico-privata), che si fece carico di un’impresa locale specializzata nel recupero di dell’ingente investimento necessario alla realizza- borghi antichi), raccogliendo le loro valutazioni zione della RSA. La decisione fu presa a seguito circa l’esperienza di progettazione (Belliggiano, di incontri partecipativi tra l’amministrazione e i Calabrese, Ievoli, 2017). Nella seconda fase, per residenti, alcuni dei quali decisero anche di finan- l’approfondimento del caso di studio e per l’appli- ziare il progetto. cazione dei criteri, si è scelto di procedere con in- Aveva così inizio la seconda fase dello schema terviste di profondità, secondo l’Interpretative Phe- di Neumeier, quella denominata come “espressio- nomenological Analysis - IPA (Smith, Osborn, 2008; ne di interesse”, consistente in nuove combinazio- cfr. Pietkiewicz, Smith, 2014). Le interviste sono ni/relazioni tra attori e risorse. La feconda intera- state rivolte a un insieme ragionato di testimoni zione tra l’amministrazione comunale e il titolare privilegiati, equamente distribuiti per genere: 2 dell’azienda meccanica per la realizzazione della lavoratori dipendenti, 2 emigrati, 2 pensionati, 2 RSA, offrì infatti alla comunità di CdG un’occa- studenti/giovani, 2 impiegati, 2 agricoltori, 2 im- sione importante per riflettere sulla disponibilità prenditori2. e sulle forme di riutilizzazione delle proprie risor-

AGEI - Geotema, 56 51 se comuni, recuperando tra l’altro un rapporto zione di “Borgo Tufi”, area semi-abbandonata interrotto da tempo con la scuola, il luogo forse trasformata in un confortevole albergo diffuso. più simbolico della memoria della piccola comu- In questo caso tuttavia, si sono riscontrate delle nità. Tale occasione offrì inoltre l’opportunità di differenze sostanziali nel grado di condivisione riattivare relazioni sociali, sostanziate in manife- e di apprezzamento del risultato da parte della stazioni di consenso/dissenso e/o reciproche con- comunità. La realizzazione dell’albergo ha utiliz- sultazioni per la valutazione dei rischi e delle op- zato e messo in valore uno spazio che un tempo portunità di un eventuale diretto coinvolgimento ospitava le stalle del paese, cioè il suo cuore pro- finanziario di ogni membro della comunità nel duttivo. Un tempo, le stalle erano accudite dai progetto ammesso dallo schema progettuale adot- rispettivi piccoli proprietari, tra i quali sembra si tato dall’amministrazione comunale. fossero consolidate consuetudini che attribuivano La RSA, inoltre, presentando le caratteristiche a quel luogo una centralità simbolica, sopravvis- tipiche dell’investimento di lungo termine, con suta all’abbandono e al sopraggiunto degrado. In rendimenti magari non particolarmente eleva- qualche caso, dalle interviste è emerso, insieme ti, ma sicuri e costanti nel tempo, incoraggiò la all’apprezzamento per l’iniziativa, un nostalgico partecipazione di numerosi attori endogeni, che rammarico per quella trasformazione urbanistica ritennero l’iniziativa non solo economicamente che pure era stata voluta dai più. Peraltro, la di- conveniente, ma anche corrispondente ai bisogni mensione e le modalità dell’investimento hanno della comunità. consentito che ne fossero soci solo due soggetti L’impatto dell’esperienza vissuta accrebbe la privati e il Comune di CdG, riducendo l’impatto fiducia nel metodo, basato essenzialmente sull’u- di una partecipazione che nei due progetti prece- tilizzo di pratiche routinarie di carattere parte- denti era stata più massiccia ed efficace. cipativo. L’atteggiamento collaborativo e parteci- pativo sembrava fosse apprezzato dalla maggio- ranza dei residenti e tutto sommato sembrava 5. Conclusioni aver rispolverato, come lascia intendere uno de- gli intervistati, tradizioni secolari locali, a lungo Nel caso analizzato la minaccia di “scomparire” dimenticate, di solidarietà e collaborazione. In- sembra essere stato il fattore motivante primario somma, l’innovazione si delineava (terza fase di dell’innovazione sociale osservata. Nel corso del Neumeier) e le nuove modalità si radicavano de- tempo tuttavia i motivi di partecipazione degli finitivamente, come testimoniano le esperienze attori locali sono cresciuti, sono stati inclusi nuo- immediatamente successive in campo agricolo e vi soggetti (non soltanto interni alla comunità) e turistico. Oltre all’esperienza della RSA, le prati- sono stati riconosciuti ulteriori vantaggi derivanti che partecipative vennero replicate infatti nella dalla cooperazione attraverso la condivisione e la costituzione di un’azienda agricola, la “Melise”, valorizzazione delle risorse locali. L’interazione specializzata nella produzione di mele e di con- tra privati e governo locale ha altresì generato serve biologiche, il cui nome oltre ad evocare il l’aumento dell’efficacia dell’azione, evidenziando legame con il territorio, sottolineava l’impegno velocità di esecuzione, riflessività e resilienza (cfr. nello sviluppo economico e nella rigenerazione Shucksmith, 2010) maggiori di quanto si sarebbe sociale della comunità di CdG. Anche in questo potuto verificare nell’azione indipendente di cia- caso numerosi residenti parteciparono al capita- scuna delle parti componenti. le dell’azienda e altri ne divennero dipendenti. I processi partecipativi attuati (oggetto di par- La proficua interazione con diversi attori esoge- ticolare approfondimento nei futuri sviluppi della ni ha consentito nel tempo di sviluppare nuove ricerca) hanno condotto a una graduale scoper- professionalità, sia nell’ambito delle pratiche ta o riscoperta delle proprie risorse e hanno ali- agronomiche, sia in quelle gestionali e commer- mentato un progetto di ricostruzione basato sulla ciali, sperimentando forme sempre più integrate creazione di nuove opportunità per “trattenere” di cooperazione per la valorizzazione dei prodot- i residenti e attrarne di nuovi. La partecipazione ti (come ad esempio la fornitura di alcuni gruppi sembra sia stata avviata in maniera molto sempli- di acquisto solidale delle città di Napoli e Roma). ficata, partendo dalla mera e trasparente infor- L’agricoltura sembrerebbe dunque tornata ad es- mazione alla comunità locale in merito a rischi, sere al centro del progetto di sviluppo del terri- criticità e opportunità del territorio: una modali- torio. tà lontana dall’utilizzo di procedure sofisticate e Le stesse modalità, ormai consolidate, accom- codificate ma certamente efficace. Essa ha moti- pagnarono il progetto di recupero e riqualifica- vato e responsabilizzato la comunità e ne ha pro-

52 AGEI - Geotema, 56 gressivamente stimolato la capacità di ripensare no) a Castel del Giudice (IS)”, Economia e Società Regionale, al proprio territorio in termini di opportunità, 35(1), 2017, pp. 65-80. Bock B., “Rural Marginalisation and the Role of Social Innova- ricavando in cambio effettivi benefici. tion; A Turn Towards Nexogenous Development and Rural Le esperienze hanno modificato, arricchendo, Reconnection”, Sociologia Ruralis, 56(4), 2016, pp. 552-573. le modalità di interazione, dotando la comuni- Bosworth G., Annibal I., Carroll T., Price L., Sellick J., Shepherd tà di strumenti in grado di avvicinarla ai propri J., “Empowering local action through neo-endogenous de- velopment: the case of LEADER in England”, Sociologia Ru- obiettivi di sviluppo. Nella nostra prospettiva si ralis, 56(3), 2016, pp. 427-449. tratta di una trasformazione identitaria nella mi- Bosworth G., Atterton J., “Entrepreneurial in-migration and sura in cui l’organizzazione ha assunto una forma neo-endogenous rural development”, Rural Sociology, 77(2), più idonea a conseguire gli obiettivi, peraltro di- 2012, pp. 254-279. ventati sempre più ambiziosi. Butkeviciene E., “Social Innovations in Rural Communities: Methodological Framework and Empirical Evidence”, Social Solo un approfondimento della ricerca consen- Sciences, 63(1), 2009, pp. 80-88. tirà di comprendere se quello che (in base alla Camagni R., “Territorial capital and regional development”, in convenzione adottata in questa sede) abbiamo de- Capello R. e Nijkamp P. (eds.), Handbook of regional growth finito mutamento identitario sia frutto dell’assun- and development theories, Cheltenham (UK), Edward Elgar, zione di pratiche partecipative e deliberative to- 2009, pp. 118-132. Conti S., Geografia economica. Teorie e metodi, Torino, Utet, 1996. talmente nuove o non sia invece la conseguenza di Conti S., I territori dell’economia. Fondamenti di geografia economica, un’inconsapevole e forse casuale riscoperta di an- Torino, Utet, 2012. tiche prassi collaborative che si stavano estinguen- De Rubertis S., “Identità territoriale e progetti di sviluppo. Un do insieme ai residenti e che in passato potreb- punto di vista cibernetico”, in Banini T. (a cura di), op. cit., 2013a, pp. 29-44. bero aver fertilizzato il territorio, preparandolo al De Rubertis S., Spazio e sviluppo nelle politiche per il Mezzogiorno. successo delle esperienze descritte. L’informazio- Il caso della programmazione integrata in Puglia, Bologna, ne è cruciale qualora si volesse considerare il suc- Pàtron, 2013b. cesso di CdG, oltre che un’incidentale modalità Dematteis G., Governa F., “Il territorio nello sviluppo locale. Il di validazione empirica dello schema interpretati- contributo del modello SLoT”, in Dematteis G., Governa F. (a cura di), Territorialità, sviluppo locale, sostenibilità: il modello vo utilizzato, anche un bagaglio di esperienze che SLoT, Milano, Franco Angeli, 2005, pp. 15-38. altre comunità dell’area alto-molisana potrebbero Dematteis G., “Retibus regiones regere, Il territorio e le sue sperimentare, per esempio nell’implementazione regionalizzazioni”, geotema, 3, 1997. della strategia del Gal appena fondato (come so- Dematteis G., Ferlaino F. (a cura di), Il Mondo e i Luoghi: geogra- fie delle identità e del cambiamento, IRES, Torino, 2003. stenuto anche da Lowe, Murdoch, Ward, 1995, Fiori M., Identità territoriale per lo sviluppo e l’imprenditorialità. Ap- pp. 98-104; Bosworth et al., 2016, pp. 444-445). Il plicazioni geoeconomiche d’una metodologia quali-quantitativa, successo delle azioni dipenderà comunque dal- Bari, WIP, 2012. la struttura sociale delle comunità coinvolte e Gkartzios M., Scott M., “Placing Housing in Rural Deve- sarà fondamentale la competenza e la creatività lopment: Exogenous, Endogenous and Neo-Endogenous Approaches”, Sociologia Ruralis, 54(3), 2014, pp. 241-265. dell’attore politico (“agire dall’alto per facilitare Keating M., The New Regionalism in Western Europe. Territorial Re- l’azione dal basso”), la cui iniziativa potrà inne- structuring and Political Change, Cheltenham, Edward Elgar, scare (come è successo a CdG) virtuosi processi 1998. di “isomorfismo normativo” (Butkeviciene, 2009, Lowe P., Murdoch J., Ward N., “Networks in Rural Deve- lopment: Beyond Exogenous and Endogenous Models”, in p. 82). Si tratta di quello che Bock (2016, p. 570) Ploeg van der J.D., Dijk van G. (eds.), Beyond Modernization chiama approccio “nessogeno” (nexogenous appro- The impact of Endogenous Rural Development, Assen, Van Gor- ach), enfatizzando la ricongiunzione delle varie cum, 1995. forze agenti nel medesimo spazio rurale, al fine di Neumeier S., “Why do Social Innovations in Rural Development evocare la necessità della (ri-)costruzione di solidi Matter and Should They be Considered More Seriously in Rural Development Research? Proposal for a Stronger legami tra le componenti politiche e sociali delle Focus on Social Innovations in Rural Development Re- comunità (Belliggiano, Calabrese, Ievoli, 2017). search”, Sociologia Ruralis, 52(1), 2012, pp. 48-69. Neumeier S., “Social innovation in rural development: iden- tifying the key factors of success”, The Geographical Journal, Riferimenti bibliografici 183(1), 2017, pp. 34-46. OECD, Territorial Outlook. Territorial economy, Paris, OECD Pu- Banini T. (a cura di), “Identità territoriali. 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AGEI - Geotema, 56 53 tity’: theoretical perspectives and empirical observations on Sortino A., “Endogenous approach to rural development: the- regional dynamics in Europe”, Review of International Studies, oretical roots and doctrinal developments”, MPRA Munich 35, 2009, pp. 121-146. Personal RePEc MPRA, Paper N. 16260, 2009 (http://mpra. Pietkiewicz I., Smith J.A., “A practical guide to using Interpre- ub.uni-muenchen.de/16260/). tative Phenomenological Analysis in qualitative research van der Ploeg J.D., van Dijk (eds.), Beyond Modernization. The psychology”, Czasopismo Psychologiczne - Psychological Journal, impact of Endogenous Rural Development, Assen, Van Gorcum, 20(1), 2014, pp. 7-14. 1995. Pollice F., “Il ruolo dell’identità territoriale nei processi di svi- luppo locale”, Boll. Soc. Geogr. Ital., 10, 2005, pp. 75-92. Potter R.B., “Theories, strategies and ideologies of develop- ment”, in Desai V., Potter R.B. (a cura di), The companion to Note development studies, London, Arnold, 2002, pp. 61-64. Ray C., “Endogenous Development in the Era of Reflexive Mo- * Sebbene il lavoro sia frutto di riflessione comune, il secondo dernity”, Journal of Rural Studies, 15(3), 1999, pp. 257-267. paragrafo è da attribuire a Stefano De Rubertis, il terzo a Mari- Ray C., Culture Economies: a perspective on local rural development lena Labianca, il quarto ad Angelo Belliggiano, introduzione e in Europe, Centre for Rural Economy, Dept. of Agricultural conclusioni a tutti gli autori. Si ringrazia Angelo Salento (Uni- Economics and Food Marketing, University of Newcastle versità del Salento) per i suggerimenti forniti nell’impostazio- upon Tyne, 2001. ne della rilevazione, fermo restando che la responsabilità del Roca Z., de Nazarè Oliveira-Roca M., “Affirmation of territorial lavoro è esclusivamente degli autori. identity: A development policy issue”, Land Use Policy, 24, 2, 1 Secondo l’Istat, l’indice fornisce una misura sintetica del li- 2007, pp. 434-442. vello di vulnerabilità sociale e materiale dei comuni italiani. Sedlacek S., Kurka B., Maier G., “Regional identity: a key to Esso è stato costruito combinando sette indicatori elementari overcome structural weaknesses in peripheral rural re- che individuano le principali dimensioni “materiali” e “sociali” gions?”, European Countryside, 4, 2009, pp. 180-201. di vulnerabilità. Le principali dimensioni prese in considera- Shucksmith M., “Endogenous Development, Social Capital and zione sono: livello d’istruzione, strutture familiari, condizioni Social Inclusion: Perspectives from LEADER in the UK”, So- abitative, partecipazione al mercato del lavoro e condizioni ciologia Ruralis, 40(2), 2000, pp. 208, 218. economiche (http://ottomilacensus.istat.it/provincia/094/). Shucksmith, M., “Disintegrated Rural Development? Neo-en- 2 Agli intervistati è stato chiesto di narrare la loro storia perso- dogenous Rural Development, Planning and Place-Shaping nale e quella del Comune, comprese le tradizioni, le risorse, le in Diffused Power Contexts”, Sociologia Ruralis, 50, 2010, pp. principali problematiche e criticità, i cambiamenti intervenuti 1-14. nel tempo; inoltre, è stato chiesto di descrivere progetti per il Smith J.A., Osborn M., “Interpretative phenomenological anal- territorio di cui fossero a conoscenza, ricostruendo le fasi prin- ysis”, in Smith J. (ed.), Qualitative psychology: A practical guide cipali e il personale livello di partecipazione. Ogni intervista si to research methods, London, Sage, 2008, pp. 53-80. è conclusa con i desiderata e le aspettative per il futuro.

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