Indagini per la verifica preventiva del rischio archeologico relativo alle aree di progetto di una torre di produzione di energia elettrica da fonte eolica sita in agro di Orsara di Puglia (FG) in località Masseria del Medico

REV. 00 – Emissione

Data: 9 ottobre 2019

Comune: Orsara di Puglia (FG)

Località: Ripalonga / Masseria del Medico Committente: MARGHERITA S.R.L. Sede Legale: Via Savoia, 82, 00198 Roma (RM) Sede Amministrativa: Via Napoli, 121, 71122 P.IVA : 03188710713

Direzione dott. D. Oione (Responsabile del procedimento) scientifica: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia

Società ODOS S.N.C. archeologica: DI BRUSCELLA ANTONIO E RUSSO CARLA VIA VINCENZO CAPOZZI, 8 71121 FOGGIA C.F./P.IVA. 04124960719 REA 302.501

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Indagini per la verifica preventiva del rischio archeologico relativo alle aree di progetto di una torre di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) in località Masseria del Medico

VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta- Andria-Trani e Foggia

Foggia, 09.10.2019 Dott. Antonio Bruscella

SOMMARIO

1. PREMESSA ...... 4

2. IL TRACCIATO DI PROGETTO ...... 5

3. METODOLOGIA DI ANALISI ...... 6

4. INQUADRAMENTO STORICO-TERRITORIALE ...... 10

4.1. Il quadro geografico ed ambientale ...... 10

4.2. Il quadro storico e archeologico ...... 10

4.3. La viabilità antica ...... 14

4.4. Schede dei siti noti...... 16

5. VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO ...... 19

5.1. Aree archeologiche sottoposte a vincolo ...... 19

5.2. Verifica delle interferenze tratturali ...... 19

5.3. Lettura delle foto aeree ...... 19

5.4. Risultati delle ricognizioni esplorative Puntuali ...... 19

5.4.1. Schede di Unità Topografiche (UT) ...... 19

5.4.2. Elenco delle Foto ...... 20

6. CONCLUSIONI – VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO ...... 22

7. BIBLIOGRAFIA ...... 24

8. ALLEGATI ...... 28

Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG)

1. PREMESSA

Tale studio è stato redatto nel rispetto della normativa vigente ai sensi e per gli effetti degli art. 95 e 96 sul “Procedimento di verifica preventiva dell’interesse archeologico” del Decreto legislativo n. 163 del 12.04.06. La presente relazione ha lo scopo di valutare il rischio archeologico relativo alla realizzazione di una pala eolica e del relativo cavidotto. Il seguente studio si articola nella lettura delle caratteristiche geomorfologiche in funzione della ricostruzione dell’evoluzione insediativa del territorio, integrando i dati bibliografici con quelli provenienti dalle indagini territoriali al fine di garantire una corretta analisi del Rischio Archeologico dell’area interessata dal tracciato di progetto.

L’individuazione di zone di rischio, evidenziate nel corso delle indagini territoriali, e la loro eventuale interferenza con le opere in progetto servirà ad indicare i punti significativi dove programmare interventi d’indagine archeologica preventiva quali approfondimenti, attività in campo (per esempio sondaggi conoscitivi e scavi archeologici stratigrafici) e attività di assistenza archeologica, da effettuarsi eventualmente a seguito della progettazione esecutiva e prima dell’inizio dei lavori veri e propri.

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2. IL TRACCIATO DI PROGETTO

L’area della torre eolica ricade nel settore occidentale del territorio comunale di Orsara di Puglia (FG) compreso nel F. 174 I N.O. (Fig. 1).

L’area destinata ad ospitare la torre con potenza di 2 mg sarà interessata dalle seguenti attività di cantiere: la realizzazione di una piazzola per la messa in opera dell’aerogeneratore, la viabilità interna di collegamento alla piazzola ed il relativo cavidotto.

Per la piazzola di stoccaggio e montaggio è previsto lo scotico superficiale, la spianatura, il riporto di materiale vagliato e la compattazione della stessa.

La viabilità interna, di servizio alla torre eolica, risulta in parte già realizzata.

Il cavidotto di connessione, lungo circa 300 mt, avrà una profondità minima di 1.10 -1.50 mt. e una larghezza di 0,50 mt.

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Fig. 1 - Ubicazione delle aree di progetto su base IGM.

3. METODOLOGIA DI ANALISI

Il lavoro di analisi si è basato sullo spoglio bibliografico dei dati di archivio e bibliografici e della cartografia archeologica del territorio, con particolare riferimento ai dati forniti dalle indagini topografiche effettuate nelle aree prossime a quelle interessate dai lavori, al fine di evidenziare le principali aree a rischio che possono interferire con il progetto. In questa sezione vengono poi rese note le metodologie secondo le quali sono state impostate e condotte le attività sul campo. Vengono quindi esplicitati anche tutti i dati relativi alle condizioni del terreno (uso del suolo, stato di lavorazione del terreno e visibilità) che costituiscono, assieme agli elementi geo-morfologici, fattori di estrema rilevanza nella visibilità dei reperti archeologici lungo la superficie dei terreni agricoli.

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L’area sottoposta ad attività di ricognizione ricade interamente nel territorio comunale di Orsara di Puglia (FG). Al fine di offrire un quadro più completo, si è indagata un’area più vasta rispetto ai soli terreni interessati dalle opere in progetto, mediante una fascia di mt. 40 per ciò che concerne i cavidotti e di aree di mt 120 x 120 in corrispondenza della torre e della piazzola.

I campi sottoposti ad indagine sono risultati prevalentemente ad uso seminativo, presentandosi in pochi casi anche incolti. Nell’ambito dei campi coltivati a cereali, questi ultimi risultavano appena fresati, e dunque ottimali per essere indagati in superficie. La visibilità, valutata in una scala da 3 (valore minimo) a 4 (valore massimo), è risultata complessivamente da buona a ottima.

Per quanto riguarda, invece, le strategie e le metodologie del lavoro sul campo, la ricognizione è stata eseguita da un’équipe specializzata che ha indagato in maniera sistematica e integrale tutti i terreni interessati dalla realizzazione del progetto, procedendo in schiera per file parallele a distanza di mt 5 circa uno dall’altro.

Per quel che concerne la documentazione cartografica, sul campo è stata utilizzata, oltre ai fogli IGM e alla cartografia catastale, un’ortofotocarta sia per la registrazione delle condizioni di visibilità, che dell’utilizzo del suolo e delle condizioni del terreno dei campi sottoposti ad indagine.

Nell’ambito del lavoro di prospezione, oltre all’utilizzo del suolo, è stato registrato sul campo il valore della visibilità. Per la rappresentazione dei diversi tipi di utilizzo del suolo (Fig. 2: Tav. A 1) sono stati adoperati due diversi colori:

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– Marrone: terreni arati; – Giallo: terreni incolti;

Fig. 2: Carta di utilizzo dei suoli (TAV. A1)

Naturalmente la ricognizione è stata impostata in relazione soprattutto al valore di visibilità riscontrato sulla superficie del terreno durante il lavoro di prospezione. Per la definizione della visibilità del terreno è stata concepita una scala di due valori, basata sulle condizioni ed utilizzo del suolo, cui corrispondono altrettanti colori sulla “carta della visibilità” (Fig. 3: Tav. A 2):

– Ottima (colore verde): campi arati; – Buona (colore rosso): terreni incolti;

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Fig. 3: Carta della visibilità dei suoli (TAV. A2)

Durante l’indagine sul campo non è stata rinvenuta nessuna Unità Topografica. Altro tipo di documentazione eseguita nel corso del lavoro sul campo è stata quella fotografica, finalizzata nuovamente alla registrazione dei luoghi, delle condizioni del terreno e della visibilità dell’unità topografica e dei materiali rinvenuti. A questa attività ha fatto poi seguito la creazione di un elenco delle fotografie prodotte durante l’attività di ricognizione sul campo, le quali sono state progressivamente numerate.

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4. INQUADRAMENTO STORICO-TERRITORIALE

4.1. Il quadro geografico ed ambientale

La pala ricade in un’area collinare che rientra nella propaggine settentrionale del subappennino daunio. I suoli sono uniformi, scuri e complessi dal punto di vista pedologico, e risultano in prevalenza di natura calcarea, con sporadiche presenze di suoli sabbiosi e silicei; oggi presentano una sviluppata acidità e un basso contenuto organico. Lo strato vegetativo presenta uno spessore medio che varia tra i 30 e i 50 cm.

1

2

68

Strada

Santissimo

3 52

53 49 323

51 4 57

Cavallaro 54 354 43

5 55

44 Comune di Celle San Vito 56 355 6

6Ø 42 7 7 vicinale 45 61 27 8 8

26 41 46 9 9 29 65 25

64

Strada 28 4Ø 62 47

Fig. 4: Cartografia catastale dei terreni interessati

4.2. Il quadro storico e archeologico

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Tale torre ricade all’interno del territorio comunale di Orsara di Puglia (FG), ma si pone altresì all’interno di un comprensorio molto ricco i cui tratti sono stati già messi in evidenza nella relazione curata per la costruzione del parco eolico contiguo, il quale ricadeva, per il cavidotto e la stazione di consegna nella località Cancarro. Tale area occupa le propaggini del Subappennino dauno che dominano la valle del Celone, ai margini del tavoliere pugliese, via di comunicazione naturale fra l’area irpina e quella apula. Negli ultimi decenni le indagini di superficie e la lettura delle foto aeree, unitamente agli interventi legati ad infrastrutture lineari come metanodotti e alla costruzione degli impianti da produzione di energia eolica, hanno consentito di individuare numerosi siti archeologici, permettendo di ricostruire un articolato quadro insediativo che ruota intorno all’altura dove sorge il centro moderno di Troia. Rinvenimenti riferibili ad un ampio orizzonte cronologico, compreso tra Preistoria e l’età del Bronzo, sono su Monte San Vincenzo, in località Mezzana Elefante e Torre de Rubeis. Per l’età arcaica, ma ai confini con il territorio di Foggia e Orsara di Puglia si riportano i rinvenimenti di Monte Calvello e Giardinetto. Per l’età classica, le evidenze archeologiche segnalate si feriscono a rinvenimenti di materiale superficiale riferibile il più delle volte a contesti abitativi inquadrabili cronologicamente tra il IV secolo a.C. e la prima età romana. Contesti parzialmente indagati risultano quello di Montebifero e Postanova. A fattorie, villae isolate o villaggi di età romana rimandano invece una quantità impressionante di siti che ricadono all’interno dell’ager Aecanus, corrispondente agli attuali territori di Troia, , , Celle San Vito, Orsara di Puglia, . Occupano le alture poste a controllo delle valli fluviali, a ridosso di assi viari importanti come la via Traiana su cui si affaccia la località Taverna Cancarro, sede di un importante insediamento di età romana. Altri siti ricadono in località Sorgente Malfitana, Marchese ed in località Masseria Guardiola. Sempre a strutture abitative, grandi villae con annessi spazi produttivi, si riferiscono le evidenze segnalate per l’età tardo-antica e medioevale a Masseria Torre e località Cancarro. Ovviamente risulta in questa sede utile

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) fornire anche alcune informazioni su Aecae. Quest’ultima costituisce il primo dei centri apuli toccati dalla via Traiana. La documentazione archeologica del centro preromano consiste essenzialmente in testimonianze funerarie: si tratta, in particolare, delle teste litiche di età arcaica (VII-VI sec. a.C.) provenienti da Piano delle Mandorle, e le tombe (IV sec. a.C.) rinvenute in località Sepolcro, Fontanelle-Cruste e Torrecchia. Nel 217, in concomitanza con l'arrivo di Annibale a Vibinum, la città cadde nelle mani dei Cartaginesi dopo Canne (216 a.C.) per tornare poi ai Romani nel 214, subendo pesanti confische territoriali. Successivamente al bellum sociale (91-89 a.C.) acquisì lo statuto municipale e fu iscritta alla tribù Papiria. In età imperiale, probabilmente in età antoniniana, divenne colonia col nome ufficiale di Colonia Augusta Apulorum, al pari di Canusium. Ad Aecae, nello specifico, la deduzione avrebbe funto da soluzione per una crisi economica del centro municipale nella prima metà del II sec. d.C., crisi dedotta dalla sorprendente presenza, in una documentazione epigrafica estremamente lacunosa, di ben due curatores rei publicae. La forma urbana è pressoché sconosciuta (ciò è dovuto soprattutto al fatto che il sito di Troia costituisce un centro a continuità di vita dall'antichità sino ad oggi), fatta eccezione per un tratto della via Traiana intercettato nel centro urbano (via Regina Margherita), insieme a due cippi miliari coevi, e ad alcuni lacerti di strutture murarie di età imperiale; massiccia è stata inoltre, soprattutto in età medievale, la pratica del reimpiego di elementi architettonici di monumenti romani. La fondazione della nuova città di Troia nel posto che era stato già occupato dall’antica Aecae risale al 1019 per conto di Catepano bizantino Basilio Boioannes, su uno stretto sperone attraversato in antico dalla via Traiana che era stata il più importante asse stradale della Puglia in età imperiale e tardo antica, e che costituiva anche in età altomedievale e medievale una via di transito fondamentale. Anche se in ampi tratti abbandonata e non più sottoposta a manutenzione, la Traiana, o almeno il suo percorso, continuò infatti a rappresentare non solo una imprescindibile via di collegamento con la Campania e soprattutto con Benevento, sede del principato longobardo, ma anche un tracciato assai frequentato (la cosiddetta via francigena) fra le direttrici dei

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) pellegrinaggi verso il santuario garganico, che proprio in età altomedievale e sotto il controllo longobardo vive un momento di particolare importanza. Si ignora quale possa essere stata la condizione della città preesistente alla fondazione di Troia. L’unico dato in possesso fino a questo momento è fornito dalle sepolture, databili fra VIII e IX secolo, rinvenute alla periferia di Troia, nella zona che verosimilmente ospitava le aree di necropoli della Aecae romana e tardoantica. La fondazione di Troia costituisce dunque uno degli episodi all’interno di un preciso piano politico e strategico bizantino di rafforzamento e controllo della linea di confine tra i territori controllati dai Longobardi di Benevento ed il Catepanato d’Italia sotto il dominio dell’impero d’Oriente, all’indomani della rivolta di Melo da Bari, culminata nella battaglia che ebbe luogo presso Vaccarizza nel 1017 e che vide sconfitto il catapano Tornikios Kontoleon, e la successiva e definitiva vittoria dei bizantini, guidati dal nuovo catapano Basilio Boioannes, contro i Normanni capeggiati dallo stesso Melo nel 1018 a Canne.

Per quel che concerne la località Ripalonga, nella quale ricade marginalmente la turbina, risultano poche informazioni inerenti la storia del suo popolamento soprattutto in età medievale. Come per Troia, anche per il centro di Orsara la presenza religiosa ed ecclesiastica ha giocato un ruolo di primo piano per la definizione dello stesso; sembra che intorno al culto dell’Arcangelo Michele, focalizzato presso la Spelunca Ursariae, sorse, intorno al 1125, il relativo monastero, polo aggregatore delle genti alloctone. Dall’analisi del corpus di documenti conservati presso l’archivio della Cattedrale di Troia, in cui sono delineati gli aspetti pregnanti del popolamento in età medievale dell’ager aecanus, si è riscontrata la presenza in tal territorio di cinque castra, tra cui, oltre a Bitrascellum, Crepacordis, Monte Saraceno e Monte Calvello figura anche Ripalonga. Tale località risiedeva nella zona che ancora oggi porta lo stesso nome, posta a circa quattro chilometri a nord dall’abitato di Orsara di Puglia. Il casale medievale si andò formando attorno ad una roccaforte, denominata Castellum Novum, edificata da Melo di Bari durante la rivolta contro i Bizantini (1010-1020). Nel 1080, Roberto il Guiscardo ne donò il territorio all'abbazia beneventana di S. Sofia. Nel XII secolo la vita del casale si interruppe a causa

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) di una pestilenza, rinforzata da un violento incendio perpetratosi agli inizi del XIV secolo, dati entrambi confermati da due diplomi di Carlo II d'Angiò datati al 1304 e al 1309 in cui Ripalonga appare disabitata. L'abbandono del casale non fu evidentemente considerato definitivo in quanto, in un atto del 1324 stipulato per definire la delimitazione del confine tra Crepacuore e Ripalonga, intervennero i sindaci dei paesi vicini ed anche Pietro Ardingo, qualificato come sindaco di Ripalonga. É riportata, inoltre, la presenza della chiesa di Santa Croce di Portula non lontana la Ripalonga, verosimilmente nei pressi del monte Buccolo sulla Via Traiana, di cui non vi è più cenno nelle fonti storiche a partire dall'epoca in cui scomparve Ripalonga stessa palesando uno stretto collegamento tra il casale appunto e la chiesa.

4.3. La viabilità antica Per lo studio della viabilità della regione sono ancora oggi fondamentali i contributi di T. Asbhy e di G. Alvisi. Una rilettura del tracciato della via Traiana è di recente stata proposta da G. Ceraudo. Un utile contributo allo studio della viabilità secondaria è offerto da M. Marcantonio che propone una interessante ricostruzione degli itinerari viari che servivano gli insediamenti umani collocati sulle alture poste a dominio delle aree pianeggianti o direttamente ubicati lungo le vie di transito. La combinazione dei dati ricavati dagli Itinerari antichi, dalle fonti letterarie ed epigrafiche e soprattutto dall’interpretazione delle anomalie riscontrate in fotografia aerea hanno consentito di ricostruire i percorsi delle grandi vie di comunicazione e di quelle secondarie che attraversarono la Daunia in età romana, in parte sovrappostisi a viabilità pregressa, e sfruttata, in alcuni casi, sino ad età medievale e moderna. Imprescindibili lavori come quello condotto da G. Alvisi hanno consentito l’individuazione di una fitte trama di tracce di viabilità che solcarono o lambirono anche la zona investigata, la cui cronologia resta spesso poco precisabile. Il territorio oggetto di studio risulta essere attraversato dal percorso della via Traiana, una delle vie di comunicazione più importanti dell’Italia romana, nel tratto compreso fra le città romane di Aecae (attuale Troia) ed Herdonia (attuale ). Il percorso della strada è stato

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) studiato a lungo, a partire dal lavoro di T. Ashby degli inizi del Novecento, e sono state proposte diverse ricostruzioni. Le ultime ipotesi, basate sull’analisi delle fotografie aeree e su lavori di ricognizione sul campo, ricostruiscono un percorso della strada che segue nel primo tratto in uscita da Aecae il percorso dell’attuale Tratturo dell’Incoronata, che si sviluppa in direzione ESE, verso la valle del Cervaro. Vanno ricordati, inoltre, due ulteriori percorsi stradali che ponevano in collegamento Aecae con il centro di Sipontum secondo due percorsi alternativi: uno passante per Luceria e Arpi, prima di raggiungere la costa adriatica, l’altro connesso all’abitato sipontino senza attraversare il centro di .

Un altro aspetto che interessa questo territorio risulta quello delle centuriazioni. Una vasta area centuriata si estende nella zona compresa fra Aecae (Troia) a sud-ovest e Foggia a nord-est, delimitata a sud dal fiume Cervaro e a nord dal torrente Vulgano. La centuriazione è organizzata secondo il modulo classico di 20x20 actus e la sua realizzazione è ricordata nei Libri Coloniari fra le assegnazioni di età graccana; la medesima fonte attribuisce il reticolo all’ager Aecanus. Nella zona immediatamente a sud di Posta Coppa Montone, a circa 6 km a SO di Foggia, sono state individuate tracce di altri due assi di centuriazione con orientamento diverso da quello degli assi della centuriazione principale. La presenza di tali assi è stata interpretata da Schmiedt come traccia di un intervento di sistemazione agraria basato su un modulo di centurie di minori dimensioni, non completato e abbandonato. G. Volpe, nell’affrontare nuovamente i problemi interpretativi relativi alla vasta area centuriata, ha ipotizzato una connessione fra gli assi con orientamento divergente e il centro di Carmeia-Collatia. Per quanto attiene alla cronologia dell’intervento di assegnazione agraria, non si è giunti fino ad ora ad una definizione precisa e concorde. Come già sottolineato in precedenza, una centuriazione nell’ager Aecanus è ricordata fra quelle di età graccana nei Libri Coloniari. Sulla base dello scavo di due incroci stradali, Jones ipotizzava una cronologia ad età tardo- repubblicana senza ulteriori precisazioni. Secondo Volpe, il fatto che la centuriazione occupi un’area compresa fra Aecae ed Arpi e che quest’ultima fu colpita da gravi confische territoriali all’indomani della guerra annibalica

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) potrebbero far supporre un intervento di età graccana. Lo stesso studioso non esclude però che si possa trattare di un’operazione successiva, collocabile verosimilmente in età triumvirale. Più di recente le questioni relative alla limitatio sono state riprese da M. Guaitoli. Lo studioso, affrontando il problema dell’attribuzione dell’intervento di sistemazione agraria, ritiene che l’assegnazione all’ager Aecanus fino ad ora più in voga è plausibile quanto quella di un’attribuzione all’ager Arpanus, anch’esso ricordato assieme al precedente nell’elenco degli interventi menzionati nei Libri Coloniari; viene inoltre avanzata un’ulteriore suggestiva ipotesi che, fondata sulla localizzazione dell’ager Conlatinus nella zona di San Lorenzo a sud di Foggia, potrebbe suggerire un’attribuzione del territorio centuriato a tale ager. Le recenti ricerche condotte sul campo e sulla base delle fotografie aeree da V. Romano hanno portato all’acquisizione di nuovi dati sulla limitatio considerata che riguardano soprattutto la sua maggiore estensione rispetto a quanto ipotizzato fino ad ora sia da Schmiedt sia da Guaitoli. Sul versante nord gli assi della centuriazione oltrepassano il torrente Celone, come già intuito anche da Schmiedt, fino ad interessare l’area delle colline che delimitano a nord la valle inglobando integralmente il complesso collinare di Ripatetta. Lungo tutto il settore occidentale la centuriazione si estende non solo a comprendere le aree delle località Pozzo d’Albero, La Quercia e Pozzocomune fino a Monte Calvello, ma anche quelle, più vicine a Troia, di Titoloni e Perazzone; più a nord viene racchiusa anche tutta l’area della località Montaratro. L’acquisizione più rilevante è però quella relativa alla zona a sud di Aecae, dove tracce del reticolo si individuano fino alla località Torre Guevara. Dall’osservazione sulla carta si evince inoltre un dato di particolare rilievo: le tracce nella zona di Torre Guevara sembrano interrompersi in corrispondenza del corso del torrente Lavella che potrebbe quindi corrispondere al limite meridionale del territorio di Aecae.

4.4. Schede dei siti noti Essendo i siti noti lontani diversi km dalla pala eolica (il più vicino risulta quello di Cancarro a circa 3 km) per il comprensorio si può utilizzare la schedatura per un precedente parco già realizzato nella stessa zona. Si riporta qui una tavola

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Valutazione del rischio archeologico – Impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica sito in agro di Orsara di Puglia (FG) dove si coglie la distanza della nuova torre dai siti noti da bibliografia come pure dalle UT evidenziate nel corso delle indagini del 2013 (Fig. 5).

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Fig. 5 – Carta con il posizionamento del sito di Cancarro e delle UT rilevate nel corso della ricognizione per la costruzione di un parco eolico prossimo all’area di progetto (da Archivio Soprintendenza)

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5. VERIFICA PREVENTIVA DELL’INTERESSE ARCHEOLOGICO

5.1. Aree archeologiche sottoposte a vincolo Nelle aree interessate dall’installazione della turbina, per un raggio di 1 km, non è presente alcuna area sottoposta a vincolo archeologico. Del resto nel territorio comunale di Orsara di Puglia (FG) non sono presenti siti vincolati.

5.2. Verifica delle interferenze tratturali Nel territorio comunale di Orsara di Puglia (FG) non esistono sedi tratturali sottoposte a vincolo.

5.3. Lettura delle foto aeree La lettura dei fotogrammi aerei circoscritta all’area di progetto non ha fornito alcun elemento riconducibile ad anomalie, e dunque a depositi presenti nel sottosuolo.

5.4. Risultati delle ricognizioni esplorative Puntuali Il lavoro sul campo è stato svolto il 06 ottobre 2019, al quale ha fatto seguito una fase di attività in laboratorio in cui sono stati raccolti tutti i dati inerenti il lavoro sul campo e l’attività di censimento dei siti noti svolta per il territorio indagato. La ricognizione sul campo non ha portato all’individuazione di nessuna area di concentrazione di materiale archeologico.

5.4.1. Schede di Unità Topografiche (UT) Non è stata intercettata nessuna Unità Topografica per cui non è stato possibile compilare nessuna scheda UT.

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5.4.2. Elenco delle Foto

1 2 3

4 5 6

7 8 9

10 11 12

13 14 15

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N. SCATTO UBICAZIONE COORDINATE DESCRIZIONE Inizio tracciato cavidotto 1 Masseria del Medico / per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 2 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 3 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 4 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 5 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 6 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 7 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 8 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 9 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 10 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 11 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Prosecuzione tracciato 12 Masseria del Medico / cavidotto per la torre eolica

Area della piazzola e della 13 Masseria del Medico / torre eolica

Area della piazzola e della 14 Masseria del Medico / torre eolica

Area della piazzola e della 15 Masseria del Medico / torre eolica

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6. CONCLUSIONI – VALUTAZIONE DEL RISCHIO ARCHEOLOGICO

Nell’ambito delle indagini per la verifica preventiva dell'interesse archeologico dell’area interessata dal progetto, la Relazione Archeologica, basata sull’edito e sullo spoglio degli archivi disponibili, ha evidenziato che l’area destinata alla realizzazione dell'impianto eolico è nota nella bibliografia archeologica.

Per quanto attiene l’analisi delle interferenze degli aerogeneratori con le aree sottoposte a vincolo di tutela archeologica, si è verificato che entro un’area di rispetto di 1 km non rientra alcuna area di vincolo archeologico.

La presente ricerca si propone quale strumento utile per la conoscenza dello scenario territoriale interessato da questa infrastruttura; si pone altresì quale frutto del costante raccordo tra le indicazioni della locale Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e per i Beni Archeologici e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, volte alla tutela del patrimonio, e le richieste di fattibilità della committenza. Le metodologie impiegate in tale ricerca, sviluppata sotto il punto di vista dell’approccio bibliografico e correlata, infine, dai risultati desunti in fase ricognitiva, ha permesso di esplorare e conoscere direttamente il territorio, a partire dalle sue caratteristiche morfologiche e geologiche salienti. Tale impianto eolico e il relativo tratto di cavidotto interessa unicamente, come è desumibile dalle tavole di progetto, il territorio comunale di Orsara di Puglia (FG). Incrociando i dati dell’attività d’indagine svolta sul campo con quelli già noti della ricerca archeologica emerge chiaramente l’importanza di questo comprensorio nell’ambito dei fenomeni antropici nella diacronia. Considerando l’insieme delle informazioni desunte si può così riassumere il fattore del Rischio Archeologico (Fig. 5: Tav. A 3):

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RISCHIO MEDIO-BASSO Si registra un grado di rischio medio-basso (in rosa) su tutta l’area di progetto.

Fig. 6: Carta del rischio (TAV: A3)

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Progetto Durrës. Strumenti della salvaguardia del patrimonio culturale: carta del rischio archeologico e catalogazione informatizzata. Esempi italiani ed applicabilità in Albania e Alte tecnologie applicate all’archeologia di Durrës, Atti del II e del III Incontro Scientifico (Villa Manin di Passariano - Udine – Parma, 27-29 marzo 2003 e Durrës, 22 giugno 2004), Antichità Alto Adriatiche, LVIII, Trieste 2004, pp. 181-220.

8. ALLEGATI

Tav. A 1 - Carta Utilizzo dei Suoli

Tav. A 2 - Carta della Visibilità

Tav. A 3 - Carta del Rischio Archeologico

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ALL. 1: TAV. A 1 A TAV. 1: ALL.

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ALL. 2: TAV. A 2 A TAV. 2: ALL.

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ALL. 3: TAV. A 3 A TAV. 3: ALL.

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