Indice degli itinerari

Itinerario 1

I luoghi dello spirito Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi ...... pp. 4-15

Itinerario 2

Acque, ville e giardini Valdinievole, Montagna pistoiese, Valdarno inferiore e Montalbano ...... pp. 16-25

Itinerario 3

Castelli e terre murate Versilia, Lunigiana e Garfagnana ...... pp. 26-33

Itinerario 4

Lungo antiche strade Colline pisane, Val d’Elsa, Chianti e Val di Pesa...... pp. 34-43

Itinerario 5

Il paesaggio immaginato Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina ...... pp. 44-51

Itinerario 6

Fra terra e mare Colline Metallifere, Amiata, Costa degli Etruschi e ...... pp. 52-61 i Agenzie per il turismo della Toscana ...... pp. 62-63 1309 a Marina Taro nz Borgo E Vignola 54 di Ravenna Val di Taro Passo della Cisa a r Castelnovo g A Lugo Ravenna A a ne' Monti E M I LIA - R O M A G N A 4 L M p p Secchia A14 Fiumi LIGURIA p Pontremoli Sasso Marconi ne e 1640 3Alpe di Succiso A14d. to Uniti MAR n Monte u p on o n 2017 Pavullo Imola M c i Gottero n n A15 e F nel Frignano o Chiavari n Villafranca n a 126 R o 1 o o a g Passo r r R o m Li in Lunigiana Cima n n i del Cerreto i colte a e ADRIATICO g Belfiore 2120 n S nn n R Provincia 1894 g a a o Faenza Sestri Levante u g 1810 M. Cusna i n P rn e r Monte a Vergato te n Cervia e Fivizzano n n n sighella o i la Nu o A1 a Bri m da Foce o S a Forlí a Aulla G L A12 d. Radici Monte 34 A14 Cesenatico a 2165 T Passo della Vara n di Massa- r 1529 Passo Cimone o Raticosa Levanto A f s c a l M. Pisanino a d. Abetone o 968 Castrocaro Monterosso La Spezia 1945 g 1991 1388 Corno - Terme Sarzana p Abetone Porretta Firenzuola E Cesena al Mare 3 Castelnuovo n M. Giovo alle Scale Terme G i 5 903 m Marradi io . di Garf. a v -Carrara 1945 Passo 1187 a d Barga Montepiano i S n Cutigliano S e A della Futa M. Carzolano ll Pania e Scarperia

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V c Vernio n Barberino e h I. Palmaria 1858 p d. Croce h Bagni 1241 i c

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o S. Marcello di Mugello l i c 44ϒ ϒ v p 44 p di Lucca e B Mercato e e Passo l a di Carrara Massa d r e u Borgo Pistoiese i a a M 1198 S Saraceno z Marina di Massa a Mozzano della Collina Siev u g . i r C B M. Battifolle e e n M a e o . Passo del Pietrasanta a 1109 n l n s 916 d e a Pistoia l Muraglione d le Pizzorne i Borgo e o Forte dei Marmi Camaiore m t o i n tt SAN 1026 m 67 n San Lorenzo o Marina di Pietrasant u e o Vicchio 907 ParcoParco NazNaz.. a 2 s MARINO l m M e Pescia n Agliana Prato M. Falterona,Falterona, r Dicomano del Lido di Camaiore o i e 1654 T delle t e f e M M Campigna e delle n Montecatini T. o 61 Calenzano M. Giovi Monte o l t r Viareggio Massarosaa n M o te Campi ForesteForeste CasentinesiCasentinesi Bagno 19 Capannori A Sesto Fiorentino 992 Falterona agna l Bisenzio di Rom L. di Massaciucco Lucca A11 Lamporecchio b Fiesole Rufina li e a 1173 M. Fumaiolo M i n Signa MARCHE o Altopascio a 627 o PERETOLA Pontassieve EREMO Passo dei Vecchiano n b 1407 t r Vinci A Pelago DI CAMALDOLI Mandrioli e Ce rn S. Giuliano Term e P e o P C i l Fucecchio Montelupo F. Lastra a FIRENZE LA VERNA 917 s r a 4 Pisa a Signa a a

n Poppi s Pieve li o g CERT. DI PISA P Impruneta Reggello t A S. Stefano Fo rno Santa Croce Empoli e Scandicci o e lp Alpe A sa Bibbiena e d. Luna M o Marina GALILEO sull'Arno San Casciano V m n d etaur Cascina A i Urbania

di Pisa S. Miniato 1592 t C e 1454 GALILEI in Val di Pesa r r Montopoli a a a

Pontedera Figline n i e Montespertoli 1415 t Tirrenia in Val d'Arno g o e v E Valdarno n Ponsacco Castelfiorentino l Loro Ciuffenna n e l a s n T Palaia S. Giovanni d o a Greve in Chianti i a V Certaldo C Valdarno a o al Collesalvetti Lari Peccioli Montaione M T Sansepolcro arnelle o r ib Torre 3 Tav h 893 n Cavriglia n Anghiari e ti o r

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Casciana i 4 e Montevarchi I Cittá di Poggibonsi l I Arezzo a I

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Rosignano a I I dell' Arcip. Toscano I. di n . 1082

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Solvay d Fiorentino d I A n S.Savino .

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M. OLIVETO I Castiglione i 1060 M Torrita

n I Castagneto le Cornate e MAGGIORE di del Lago Trasimeno o r Buonconvento 493 Carducci M. Calvi Montician se Montepulciano a Isola di Capraia p San Vincenzo L. di 646 6 Montalcino PERUGIA (Livorno) Suvereto Pienza Chiusi Campiglia Capraia Isola Massa S. Quirico Chiusi 447 e nia Roccastrada Chianciano ϒ ϒ Marittima Cor Marittima d' Orcia B R I A 43 43 a ABB. DI Ter m e U M Parco Naz.az. d. G. di S. ANTIMO Arcip. Toscoscaano Sarteano Deruta l 286 Città della M. Massoncello Bru M. Cetona n Castèl Pieve a M. Leoni del Piano 1148 a Ca Follonica 1738 Abbadia Marsciano n. di NECR. C Piombino A 614 S. Salvatore h ParcoParco Naz.Naz. Golfo di ETRUSC Monte i Capo Vita I. Palmaiola Arcidosso a ddeelll’ArciArcip.p. Toscanooscano n g r Amiata Cavo I. Cerboli i Marciana Port oferraio 630 M. Labbro Marina Follonica 1193 S. Fiora Piancastagnaio A1 Cima Poggio e 516 n o del Monte Ballone o M. Capanne r 1107 Todi b e Porto Azzuro 10 m M. Civitella r 1018 Castiglione O F L. di ve i Corbara e Marina della Pescaia o Acquapendente T Capoliveri e r Lucca Pistoia di Campo Punta dei Scansano a Ripalti Marina Sorano Massa Prato T Isola d'Elba i Vo FIRENZE di Grosseto nt lsi (Livorno) o n Pisa 415 Magliano NECR. M i Livorno Arezzo ETRUSCA o Monti in Toscana a Pitigliano Bolsena Siena n Toscana d. Uccellina g Lago di Civita m e Grosseto Formiche lb PaParrccoo Naz. s A Bolsena d.d. ArcipArcip.. Toscoscanoano Isola di Grosseto Pianosa Capodimonte Montefiascone (Livorno) c 516 a M. Bellino Laguna di m n Porto rbetello Orte S. Stefano O F i o o 326 r Soriano COSA a M. Argentario Viterbo nel Cimino Scoglio d' Affrica Parco Naaz.z. (Formica di Montecristo) d. ArcArcip.ip. Tooscscanoano 635 Port' Ercole a rta onti Cimin 645 I. di Montecristo Montalto a M i (Livorno) 498 di Castro M Lago di Vico Parrcco Naz. Isola del Giglio dell'ell' ArcArcip.ip. Toscoscano (Grosseto) I.di LAZIORonciglione 1:1200000 (Grosseto) 0 6 12 km 10ϒ Long. Est 11ϒ da Greenwich 12ϒ Cartografia LEGENDA 1 I luoghi dello spirito Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi

Arroccata su uno sperone montuoso della Val di Chiana, Cortona, l’antica Curtun, fu sede di uno dei dodici magistrati In basso, la cupola supremi della confederazione etrusca e fu munita tra il VI e il della Madonna del Calcinaio e AV secolo a.C. di una cerchia muraria, il cui perimetro (circa 3 la fortezza medicea km) è sufficiente a darci un’idea di quella che fu la sua po- del Girifalco di Cortona, costruita tenza. Prezioso documento di tali trascorsi sono i grandi tu- dove un tempo muli funerari che la circondano, primi fra tutti quelli di Camucìa, sorgeva l’acropoli i Meloni del Sodo – dalla caratteristica forma semisferica – e etrusca. la Tanella di Pitagora, una tomba a tamburo di epoca elleni- stica a pianta circolare con sei loculi. La fase preromana è ben documentata, grazie all’opera dell’Accademia Etrusca, fondata nel 1727, nelle teche del museo di palazzo Casali, che custodiscono reperti archeologici di assoluto valore, tra i qua- li il lampadario bronzeo del IV secolo a.C., unico per gran- dezza e ricchezza di decorazione, costituito da una testa di gorgone con satiri e sirene. A un passato più recente Corto- na affida oggi la propria immagine turistica, della quale si fa espressione il duecentesco Palazzo comunale, la cui facciata è sormontata da una robusta torre merlata con orologio, em- blema di un Medioevo che ha lasciato in tutto il territorio co- munale importanti tracce, come l’eremo delle Celle, fondato da san Francesco, e l’imponente abbazia di Farneta. Il volto ar-

chitettonico della città fu poi modellato in epoca rinasci- mentale con la chiesa della Madonna del Calcinaio, ai piedi del colle, capolavoro dell’architetto senese Francesco di Gior-

gio Martini, e con la fortezza medicea del Girifalco, costruita In alto, l’Annuncia- nel luogo in cui sorgeva l’acropoli etrusca. Di quello artistico zione del Beato ci parlano invece i preziosi dipinti conservati al Museo dio- Angelico (1433- 34) conservata al cesano, che ha nell’Annunciazione del Beato Angelico la sua Museo diocesano punta di diamante. di Cortona; in basso, la chiesa Da Cortona, prendendo la statale 71 in direzione sud e superando Casti- della Madonna glione del Lago, si potrà proseguire verso Città della Pieve, voltando quin- del Calcinaio, ai di al bivio per Chiusi. piedi dell’abitato.

4 5 Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orc

Chiusi,la Chamars etrusca, era già all’apice del suo splendo- Animato centro turistico alle pendici del monte Amiata,

re quando Roma nasceva; della raffinata civiltà che vi si sviluppò Abbadia San Salvatore è un perfetto esempio di castello In basso, l’interno tra il VII e il VI secolo a.C. ci parlano i preziosi corredi funebri montano, con case gotiche e rinascimentali dal colore grigio della chiesa del Museo Archeologico Nazionale, con urne cinerarie e sar- scuro dovuto all’impiego di roccia di origine vulcanica; il no- di Abbadia San C A Salvatore, con cofaghi provenienti dalle numerose necropoli del circondario. me del paese è legato alla presenza di un importante centro presbiterio rialzato Le meraviglie di questo territorio non si esauriscono tuttavia religioso sorto in epoca longobarda. Il suo edificio più inte- e cripta che risale all’VIII secolo. con i gioielli etruschi – come le celebri tombe della Scimmia ressante è la chiesa, con facciata costituita da un corpo cen- Sotto, una delle e della Pellegrina – perché all’interno dell’abitato e nelle im- trale a più ordini affiancato da due torri scalari (di cui una in- torri campanarie mediate vicinanze sono sopravvissute due catacombe paleo- compiuta), secondo una tipologia stilistica propria dell’ar- della facciata. cristiane (II-III secolo), intitolate a santa Caterina d’Alessan- chitettura carolingia. Consacrata nel 1036 e in parte modifi- dria e santa Mustiola, i cui reperti sono oggi conservati al Mu- cata nel Trecento, la chiesa è a navata unica con pianta a cro- seo della Cattedrale insieme alla raccolta di codici e corali ce latina e presbiterio rialzato poggiante sulle volte a crocie- miniati realizzati da insigni maestri quattro-cinquecenteschi ra della sottostante cripta risalente al primitivo edificio del- per l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore. l’VIII secolo. Ambiente di rara suggestione, la cripta è una “fo- Dal museo si può inoltre scendere al cosiddetto Labirinto di resta” di 36 colonne che l’illuminazione oggi inserita nel pa- Porsenna, una serie di cunicoli che si sviluppano al di sotto del vimento consente di valorizzare al meglio. tessuto urbano, per riemergere in superficie alla base del cam- Da Abbadia San Salvatore, andando a prendere la Cassia in direzione di panile del duomo. Siena, si potrà proseguire verso San Quirico d’Orcia. Da Chiusi, imboccando la statale 146 in direzione di Chianciano Terme e voltando a sinistra all’incrocio per Sarteano, si potrà proseguire per Radi-

Oinochoe etrusca cofani e quindi Abbadia San Salvatore. in prove- niente da Chiusi. Sotto, un’urna custodita al Museo Archeologico di Chianciano. A destra, la piccola riserva naturale del lago di Chiusi.

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Spedale medievale sorto lungo la via Francigena, San Quiri- Sotto, dettaglio e veduta d’insieme co d’Orcia fu uno dei maggiori centri di accoglienza per i pel- della collegiata di legrini diretti alla volta di Roma, con numerose strutture vo- Bagno Vignoni San Quirico d’Orcia, tate all’assistenza dei bisognosi. Porta d’ingresso della Val lungo la via Franci- S Qualche chilometro prima di un’iscrizione cinquecen- gena. Nell’altra d’Orcia per chi viene da Siena, il paese si annuncia con la di San Quirico d’Orcia un tesca che definisce queste pagina, la vasca splendida fronte romanica della collegiata dei Santi Quirico termale di Bagno cartello sulla sinistra se- acque “sacre alle ninfe”. Vignoni e due parti- e Giuditta, eretta tra il XII e il XIII secolo. Animata da un por- gnala il minuscolo borgo di Tutto attorno il tempo sem- colari dell’Assunzione tale decorato con bassorilievi e sculture, la facciata introdu- della Vergine del Bagno Vignoni, la cui seco- bra essersi fermato all’epo- ce a un interno nel quale spicca una Madonna col Bambino e san- Vecchietta, nella lare vocazione termale ap- ca di santa Caterina da Sie- cattedrale di Pienza. ti, trittico quattrocentesco del senese Sano di Pietro, mentre pare evidente già dal nome. na, alla quale è dedicata la altri due portali, uno dei quali ornato di sculture della botte- Quella che altrove è la piaz- piccola cappella sotto il ga di Giovanni Pisano, decorano il lato destro dell’edificio. za del paese, qui è infatti loggiato che si affaccia sul- Non lontano da San Quirico d’Orcia sorge Pienza, raggiungibile con la una vasca rettangolare lun- lo specchio d’acqua accan- statale 146 che si dirama dalla Cassia proprio ai piedi del paese. ga 49 metri e larga 29, dal to ad antichi edifici tra cui cui fondo sgorgano sor- spicca il palazzo in traverti- genti calde la cui impor- no eretto da Bernardo Ros- tanza terapeutica è cono- sellino per conto di papa sciuta fin dall’antichità e te- Pio II, con stemma dinasti- stimoniata dalla presenza co sulla facciata.

Se mai città nacque per espressa volontà di una persona, que- sta fu Pienza, voluta da papa Pio II e progettata dall’architet- to fiorentino Bernardo Rossellino, allievo e collaboratore di SLeon Battista Alberti. Città d’autore, dunque, sorta nella se- conda metà del Quattrocento sulle strutture del castello di Cor- signano, dove il pontefice – al secolo Enea Silvio Piccolomi- ni – era nato; una volta papa, egli volle trasformarlo nella “cit- tà ideale” vagheggiata dall’Umanesimo di cui era permeata la sua cultura, che anelava alla ricerca di una sintesi tra ideali di bellezza del mondo classico e nuove armonie formali basate sul diverso equilibrio di spazi e volumi. Massima espressio- ne di tale concezione è la sobria e misurata piazza Pio II, cuo-

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re dell’abitato, sulla quale si affacciano il palazzo Piccolomi- chelozzo. Ampio spazio urbano chiuso su due lati da una teo- ni e la cattedrale: mentre il primo si presenta con una faccia- ria di dimore patrizie rinascimentali, la piazza è dominata dal ta a bugnato, la seconda ha un prospetto di sapore albertia- Palazzo comunale, le cui forme rivelano profondi influssi fio- no e un interno che segue il modello germanico delle chiese rentini, evidenti soprattutto nel profilo della torre, chiara- “a sala” (cioè con le navate di uguale altezza) voluto dal pon- mente ispirata a quella di Palazzo Vecchio. Di epoca succes- tefice, il quale affidò ai maggiori pittori senesi dell’epoca il com- siva è invece il vicino duomo, grandioso involucro manierista pito di realizzare gli affreschi. impreziosito da un ricco patrimonio di opere d’arte, tra cui il Da Pienza, la statale 146 prosegue in direzione di Montepulciano, di- trittico con l’Assunzione di Taddeo di Bartolo, sull’altare mag- stante una quindicina di chilometri. giore. dorsale dell’abitato è l’asse viario del Corso, a valle della piazza, sul quale si affacciano numerosi palazzi si- A chi arriva da Pienza, Montepulciano mostra subito il suo gnorili cinquecenteschi, le cui cantine – in qualche caso visi- gioiello, la chiesa di San Biagio, isolata ai piedi dell’altura su cui è arroccato l’abitato, nella caratteristica collocazione ex- Atramuraria delle nuove chiese rinascimentali. Capolavoro di Antonio da Sangallo il Vecchio, l’edificio è un compatto e so- lenne monumento in travertino, impostato su una pianta cen- trale coronata da un’alta cupola, con facciata fiancheggiata da due campanili. Alle sue spalle, alta sul poggio dove fu fondata nel VI secolo a.C. dal mitico re etrusco Porsenna, Montepul- ciano conserva un’anima medievale sotto il volto rinasci- mentale modellato tra il Quattro e il Cinquecento da illustri architetti al servizio dei Medici. Passata nel 1390 alla Repub- blica di Firenze, la città ne rappresentò per oltre tre secoli un’enclave in terra senese: fulcro dei poteri civile e religioso è l’armoniosa Piazza grande, nella parte alta dell’abitato, la cui sistemazione è riconducibile alla mano dell’architetto Mi-

tabili – celano spesso emozionanti percorsi nelle viscere del borgo medievale. Da Montepulciano, tornati a San Quirico d’Orcia, si può proseguire lungo la Cassia in direzione di Siena, fino al bivio per Montalcino. Nell’altra pagina, la facciata della A Montalcino tutto parla di vino, perfino all’interno del suo cattedrale di Pienza monumento più importante, la rocca, il cui profilo si staglia e la chiesa di San minaccioso sulle colline tra le valli dell’Arbia e dell’Orcia. Po- Biagio, ai piedi di Montepulciano. derosoA castello con pianta pentagonale e cinta muraria mu- Sopra, un’altra nita di torri angolari, il fortilizio si apre all’interno in un vasto veduta della chiesa e il palazzo comu- cortile utilizzato d’estate per spettacoli teatrali ed eventi cul- nale, affacciato turali: dal mastio, che al pianterreno ospita un’enoteca, si ac- su Piazza grande. cede al cammino di ronda sulle mura, con splendido panorama

10 11 Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orc

sulle terre del Brunello. Sulla piazza principale del paese si af- go faceva parte del grande patrimonio fondiario dei vescovi di faccia il trecentesco palazzo dei Priori, mentre poco distante Siena, ma le sue origini sono molto più antiche, come attestano sorge l’ex complesso conventuale di Sant’Agostino, sede del gli scavi effettuati nella vicina area archeologica di Poggio Ci- Museo civico e diocesano, che ospita opere figurative e pla- vitate, i cui reperti (VII-VI secolo a.C.) sono conservati nel lo- stiche di scuola senese, oltre a una croce dipinta provenien- cale Museo civico. Tra tutti spicca il cosiddetto “Cowboy”, sta- te dalla vicina abbazia romanica di Sant’Antimo. tua fittile di un enigmatico personaggio barbuto con coprica- Adagiata in una piccola valle punteggiata di cipressi e olivi, una po a forma di sombrero divenuta simbolo del paese.

decina di chilometri a sud del capoluogo, questa abbazia fu Da Murlo torniamo a Buonconvento, dove imbocchiamo la strada che Il paesaggio a sud eretta nel XII secolo e divenne subito un attivo centro di vita porta ad Asciano passando per l’abbazia di Monte Oliveto Maggiore. di Siena, dalle religiosa benedettina; solitaria e appartata, la chiesa è pre- Crete alla Val d’Orcia, fa da sfon- ceduta da una candida facciata con architrave scolpito e af- Ancora racchiuso entro fortificazioni tardo-medievali scandi- do a molti dipinti, fiancata da una tozza torre campanaria alla quale si appoggia te da possenti torri, il paese di Asciano è il principale centro come questo Incon- tro di Sant’Antonio e un cipresso. L’interno, di solenne misticismo, è impostato su delle Crete, i cui riarsi profili forniscono da secoli ai pittori se- San Paolo attribuito tre navate con deambulatorio e matroneo, sulle cui pareti la nesiA la materia prima per i loro sfondi. Nel cuore del borgo sor- al Maestro luce, filtrata da finestre in onice, crea riflessi dorati che con- ge la collegiata romanica di Sant’Agata, a fianco della quale dell’Osservanza (Washington, feriscono all’insieme un fascino irripetibile. ha sede l’importante Museo di arte sacra, con opere di Am- National Gallery). Da Montalcino, tornando sulla Cassia, si può proseguire verso nord fino brogio Lorenzetti e Matteo di Giovanni. a Buonconvento. Da Asciano, raggiunta la statale 326 Siena-Bettolle e dirigendosi verso Si- nalunga, si potrà uscire al bivio per Lucignano. Cinto ancora oggi da una cortina muraria trecentesca, il bor- go di Buonconvento sorse come luogo di ospitalità lungo il tracciato della via Francigena, conservando fino a oggi il suo Monte Oliveto Maggiore nomeC beneaugurale. Il centro storico, racchiuso da mura merlate in laterizio, è già di per sé un’opera d’arte per il suo Congregazione monastica Ampliatasi nei secoli suc- tessuto urbano, fatto di “chiassi” che si rincorrono in un sus- diffusa in molti paesi del cessivi, l’abbazia è oggi un seguirsi di archi e piazzette disposti attorno all’asse viario mondo, gli olivetani hanno articolato complesso in la- centrale dell’abitato, lungo il quale sorge il Palazzo pretorio, la casa madre nell’abbazia terizio costituito da una se- ornato da una torre vagamente ispirata a quella del Mangia di Monte Oliveto, immersa rie di edifici disposti attorno di Siena. Punto focale della visita è il Museo d’arte sacra del- in uno splendido parco di al chiostro grande, il cui log- la Val d’Arbia, nel quale sono confluiti importanti dipinti di cipressi e protetta su tre la- giato inferiore è nobilitato maestri senesi tre-quattrocenteschi provenienti da chiese ti da borri e precipizi. Fu dalle Storie di san Benedetto, ci- del circondario. eretta agli inizi del Trecento clo di affreschi in 36 scene Da Buonconvento, si può raggiungere Murlo attraverso le colline della grazie alla vocazione eremi- che costituisce uno dei Val d’Arbia. tica di alcuni nobili senesi, maggiori documenti pitto- tra cui Bernardo Tolomei – rici del Rinascimento italia- A descrivere questo paese basta il nome, derivato dal latino passato alla storia come il no: iniziato da Luca Signo- murulus (muretto), e quindi “luogo murato”: mai toponimo fu Beato Bernardo – il quale relli sul lato verso il refetto- Nell’altra pagina, la piazza di Mon- più calzante, perché Murlo è un piccolo abitato medievale, dette vita al movimento oli- rio nel 1497-98, fu portato a talcino e, in basso, A vetano nel 1319, con la Char- termine sugli altri tre dal So- il Palazzo pretorio somma di due piazze e una strada, via Tonda, evolutasi dal- l’antico camminamento di ronda. Durante il Medioevo il bor- ta fundationis del monastero. doma nel 1505. di Buonconvento.

12 13 Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orcia e Crete senesi I luoghi dello spirito • Val di Chiana, Val d’Orc

Posto in posizione dominante sulla Val di Chiana, il borgo di cinanze, la chiesa di Santa Maria delle Vertighe, al cui interno La facciata della Lucignano rappresenta un interessante esempio di urbanistica si conserva un dossale d’altare duecentesco con la Vergine in chiesa duecentesca medievale; il fulcro della vita civile si identificò nel Medioevo trono attribuito a Margaritone d’Arezzo, e il minuscolo borgo di San Francesco a Lucignano. Pcon le abitazioni situate sulla sommità del colle, da dove la di Gargonza – completamente restaurato e oggi adibito a re- In basso, una vedu- popolazione si spostò via via verso il basso dando origine a sidence – con porta d’ingresso, chiesetta romanica, torre del ta che mette in una serie di anelli edilizi concentrici che hanno conferito al- cassero e tratti della cerchia muraria medievale. evidenza la pianta ellittica del paese. l’abitato la caratteristica forma ellittica. Il cuore del paese è rap- Punto di arrivo del nostro itinerario è Castiglion Fiorentino, distante una presentato dalla duecentesca chiesa di San Francesco, con fac- quindicina di chilometri. ciata romanica a paramento murario bicromo, e dall’adia- cente Palazzo comunale, sede dell’omonimo museo, il cui pezzo più pregiato è l’Albero della Vita, detto anche Albero di Lu- cignano, un originalissimo reliquiario trecentesco alto oltre due metri e costituito da un tronco con dodici rami fioriti, per la cui realizzazione furono impiegati rame dorato, argento, smalti, coralli e cristalli di rocca. Pochi chilometri ci separano da Monte San Savino, appena più a nord.

Situato sul versante opposto della Val di Chiana rispetto a Monte San Savino, l’abitato di Castiglion Fiorentino ebbe origine da un fortilizio eretto nella prima metà del Trecento per volereS della famiglia Tarlati, signori d’Arezzo, sulla sommità del Città natale di Andrea Contucci, detto il Sansovino, scultore colle lungo i cui declivi si è in seguito sviluppato il borgo. Ico- Nell’altra pagina, e architetto rinascimentale formatosi alla bottega di Antonio na architettonica del paese è il cinquecentesco Loggiato va- la torre e l’orologio del Pollaiolo, Monte San Savino sorge sui contrafforti colli- sariano, a nove arcate, con stemmi in pietra e terracotta, men- del Palazzo preto- rio di Monte San Cnari della Val di Chiana, che si distende a levante. All’illustre tre il patrimonio artistico è distribuito tra la collegiata di San Savino e la piazza figlio la città deve la Loggia dei Mercanti, un arioso portico di Giuliano, con una preziosa Madonna in trono trecentesca del del piccolo borgo cinque arcate su colonne con capitelli corinzi, risalente al senese Segna di Bonaventura, e la Pinacoteca civica, la cui di Gargonza. In basso a destra, 1520, mentre a un altro architetto dell’epoca, Antonio da San- ricca collezione vanta opere figurative e plastiche di scuola il cassero di Casti- gallo il Vecchio, risale il Palazzo di Monte, oggi sede del Co- toscana e umbra del XIII-XV secolo, oltre a preziosi oggetti di glion Fiorentino. mune, preceduto da un giardino pensile. Interessanti, nelle vi- oreficeria sacra medievale.

14 15 2 Acque, ville e giardini Valdinievole, Montagna pistoiese, Valdarno inferiore e Montalbano

Ville d’eaux concepita dal granduca Pietro Leopoldo nella se- Adagiata ai piedi di declivi coltivati a gladioli e garofani, Il loggiato esterno conda metà del Settecento, Montecatini si è sviluppata in Pescia ha un tessuto urbano imperniato sul “palcoscenico” di e due particolari piazza Mazzini, cui fanno da cornice edifici civili e religiosi di dell’interno del funzione delle sue sorgenti, oggi sfruttate da nove stabili- Tettuccio, storico Vmenti termali immersi nello splendido Parco delle Terme. varieA epoche. Numerosi i motivi di interesse, primi fra tutti stabilimento di Il fil rouge architettonico della cittadina è costituito dalle for- l’oratorio di Sant’Antonio Abate, con una Deposizione lignea di Montecatini Terme scuola umbro-toscana della seconda metà del Duecento, e la ristrutturato in forme me eclettiche dei grandi alberghi e di teatri, caffè e casinò, liberty negli anni mentre quello decorativo rivela felicissimi inserimenti liberty. chiesa di San Francesco, in cui si conserva la più antica e for- Venti del Novecento. Monumento-simbolo della città è il Tettuccio, eretto in forme se più fedele raffigurazione del santo: una preziosa tavola di- neoclassiche nel Settecento e rinnovato nel 1925 con la crea- pinta da Bonaventura Berlinghieri nel 1235. zione dei colonnati in travertino: alle sue spalle una funico- Usciti da Pescia si potrà prendere la strada per Chiesina Uzzanese, voltando lare ottocentesca – aperta nella bella stagione – conduce a a destra al bivio per Montecarlo. Montecatini Valdinievole, offrendo un magnifico panorama sul complesso termale. Da Montecatini la statale 435, in pochi chilometri, ci conduce a Pescia.

Sopra, il “Pesce- Collodi e il parco di Pinocchio cane” del parco di Pinocchio Il liberty a Collodi, dove Situata a pochi chilometri dal Gatto e la Volpe all’O- sono ricostruiti Il liberty rappresentò l’e- giori centri di diffusione in da Pescia sulla strada per steria del Gambero Rosso. ambienti e scene del libro. A sinistra, quivalente italiano dell’art Italia vi fu Firenze; qui ope- Lucca, Collodi ospita da A pochi passi dal parco di la facciata ornata nouveau, innovativo movi- rò il pittore e ceramista Ga- quasi mezzo secolo un par- Pinocchio, i giochi d’acqua di stemmi del Palazzo comunale mento artistico che, ver- lileo Chini, le cui decora- co dedicato a Pinocchio, sono invece il motivo con- di Pescia. In alto, so la fine dell’Ottocento, zioni murali abbelliscono con personaggi e ambienti duttore dello scenografico la scalinata del interessò architettura e anche il Palazzo comunale del libro, dal Grillo parlante giardino barocco della sei- giardino all’italiana di Villa Garzoni, arti applicate. Tra i mag- di Montecatini. alla Fata dai capelli turchini, centesca villa Garzoni. a Collodi.

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Arroccato su un poggio a guardia della piana lucchese, il bor- Situata al centro della val Graziosa, che dal monte Pisano di-

In basso, go di Montecarlo conserva nel nome il ricordo del re Carlo IV grada dolcemente fino alla pianura, Calci deve la propria fa- Sotto, un particolare la facciata della di Boemia, il quale vi fondò un castello durante una campa- ma alla Certosa di Pisa, vasto complesso monastico fondato della facciata della pieve romanica pieve romanica gna militare a fianco dei lucchesi contro Pisa. Da quel primo nel 1366, che vari rimaneggiamenti sei-settecenteschi hanno di Santa Maria A dei Santi Giovanni e San Giovanni insediamento, del quale rimangono cospicui resti all’inter- reso uno dei più importanti documenti barocchi toscani. Var- ed Ermolao a Calci. Battista, nei pressi no della cerchia muraria cinquecentesca, si sviluppò l’abita- cato il cancello d’ingresso si attraversa il grande prato che fa A sinistra, la di Vicopisano. facciata barocca to, che conserva la fisionomia di un centro fortificato; tra i da proscenio a una facciata dai colori caldi, mossa da statue della Certosa monumenti sacri si segnala, fuori dal paese, la pieve romanica e decorazioni barocche, preludio a una serie di ambienti af- di Pisa, poco lontano dal paese. di , ricordata fin dall’anno 846 ma riedifi- frescati e variamente decorati. Al centro del paese merita una cata nel XII secolo in forme lucchesi. visita la pieve romanica dei Santi Giovanni ed Ermolao (XI Da Montecarlo si possono raggiungere Chiesina Uzzanese e Altopascio, da secolo), con facciata in stile pisano e pregevole fonte batte- dove si prosegue verso sud superando Bientina e arrivando a Vicopisano. simale ornato di bassorilievi. Un’ala della Certosa ospita il Museo di storia naturale e del ter- ritorio, tra le cui collezioni spicca la Galleria dei cetacei, la più importante raccolta europea del genere dopo quella del Bri- tish Museum di Londra. La strada per Cascina, distante una decina di chilometri, tocca gli abitati di Caprona e Uliveto Terme.

Sentinella pisana al confine con i territori di Lucca e Firenze, il castello di Vicopisano fu fortificato alla fine del Duecento e resistette per oltre un secolo prima di cadere nelle mani dei Sfiorentini, i quali affidarono il compito di aumentarne le difese a Filippo Brunelleschi, che tra il 1435 e il 1439 la dotò di una possente muraglia con numerose torri. Anche l’architettura sa- cra è degna di nota, grazie alla pieve di Santa Maria e San Giovanni Battista (XI-XII secolo), fuori delle mura, la cui fac- ciata è ornata da un bassorilievo che rappresenta una delle pri- me testimonianze di scultura figurale della diocesi pisana. Per raggiungere Calci si può andare a Buti, e da lì sul monte Pisano, per poi scendere lungo la val Graziosa.

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dall’alta rocca, sulla cui sommità si leva la torre di Federico, frutto di una ricostruzione post-bellica. Sulla sottostante A destra, architrave piazza si affacciano il duomo, sorto nella prima metà del della pieve dei Santi Cassiano Duecento e più volte rimaneggiato; il Museo diocesano di ar- e Giovanni, te sacra, che raccoglie pitture, sculture e oggetti liturgici dal a Cascina, che risale al XII secolo. Medioevo al Settecento; e il palazzo dei Vicari, del XII seco- Sotto, una miniatura lo, evoluzione di una precedente dimora feudale nella qua- che ritrae Matilde Fortificata dai pisani alla fine del XIV secolo, Cascina è anco- le pare sia nata Matilde di Canossa. di Canossa, forse nata a San Miniato. ra oggi raccolta all’interno dei resti della cinta muraria e at- Da San Miniato si può raggiungere Empoli, a circa dieci chilome- In basso, una vedu- traversata da un lungo asse viario sul quale si affaccia il tre- tri di distanza. ta del paese. Fcentesco oratorio di San Giovanni, affrescato con Storie del Vec- chio e del Nuovo Testamento dipinte nel 1398 dal senese Martino di Bartolomeo. Nei pressi sorge la pieve romanico-pisana di Santa Maria Assunta (XII secolo), cui risponde, a pochi chi- lometri dal paese, quella coeva dei Santi Cassiano e Giovan- ni, la cui importanza è testimoniata dagli architravi dei por- tali, istoriati nel 1180 da Biduino, uno dei massimi rappre- sentanti della cultura artistica locale. Lasciata Cascina ci si può dirigere verso Pontedera, per proseguire in di- rezione di Empoli fino al bivio per San Miniato.

Città moderna e dinamica, Empoli ha un cuore antico, raccolto attorno a piazza Farinata degli Uberti; su di essa si fronteggiano Baluardo ghibellino contro l’avanzata guelfa nel Valdarno il Palazzo Ghibellino, che trae il nome dal “parlamento” te- Inferiore, il castello di San Miniato ospitò vari imperatori del nutovisiC nel 1260, all’indomani della battaglia di Montaperti, Sopra, la pieve Sacro Romano Impero, tra cui Federico II di Svevia, che nella e la collegiata romanica di Sant’Andrea, la cui facciata repli- dei Santi Cassiano e Giovanni Bprima metà del Duecento ne riorganizzò le difese militari ca geometrie e disegni della basilica fiorentina di San Minia- a Cascina. Nelle trasformandolo in uno dei capisaldi germanici in Toscana, al- to al Monte. Di primaria importanza l’adiacente museo, una altre immagini, l’incrocio tra la via Francigena e la strada che collegava Firenze la facciata e alcuni delle più antiche raccolte ecclesiastiche toscane di dipinti e particolari della e Pisa. Abbandonata quell’antica funzione, il paese è oggi sculture tre-quattrocenteschi. decorazione meta turistica di prim’ordine grazie al suo patrimonio stori- Da Empoli si possono raggiungere Montelupo e Lastra a Signa, svol- marmorea della collegiata romanica co-artistico: l’impianto urbano, adagiato su tre colli, è tando poi per Campi Bisenzio e, giunti all’incrocio con la statale 66, di Sant’Andrea, nel distribuito lungo quattro lunghissimi assi viari e dominato per Poggio a Caiano. centro di Empoli.

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Nel 1473 i Rucellai cedettero un podere con «casa da signo- mico percorso pedonale. Ai suoi piedi sorge la pieve france- re» a Lorenzo de’ Medici, il quale incaricò Giuliano da Sangallo scana di San Michele, che custodisce uno dei capolavori del di costruirvi una villa rinascimentale che costituisse una sin- manierismo fiorentino, la Visitazione del Pontormo (1537-38). Ntesi tra la tradizionale dimora patrizia e la villa di ispirazione Da Artimino, la via più breve per raggiungere Vinci è quella che attraver- classica. Il risultato, uno dei frutti più alti dell’Umanesimo sa il Montalbano passando per il paese di Vitolini. fiorentino, è la villa di Poggio a Caiano, i cui lavori, avviati nel 1484 e interrotti alla morte del Magnifico (1492), furono poi completati per volere di suo figlio, Giovanni de’ Medici (pa- Artimino e villa La Fernanda pa Leone X). I continui riferimenti culturali all’antichità sono qui mitigati da un’inedita concezione degli spazi e dei volu- Già ricco centro etrusco a ca un lungo viale alberato mi, nei quali s’inseriscono in maniera mirabile decorazioni, af- breve distanza da Carmi- che, seguendo l’andamen- freschi, mobili e arredi di epoche successive, fino ai Savoia. gnano, Artimino rinacque to del crinale, conduce a Pochi chilometri separano la villa da Carmignano, sulle pendici del come castello intorno al villa La Fernanda – oggi se- Montalbano. Mille, per poi trasformarsi de di convegni e manife- nel corso dei secoli in un stazioni culturali – cono- raccolto borgo rurale con sciuta anche come Villa dei una pieve romanica appe- cento camini. na fuori dell’abitato, inti- Fu Ferdinando I de’ Medici tolata a San Leonardo e ad affidarne il progetto a fondata, secondo la leg- Bernardo Buontalenti, che genda, da Matilde di Ca- la portò a compimento tra il nossa. Il paese è annuncia- 1596 e il 1600 donando a to da un’alta porta-torre queste colline una straordi- merlata, dalla quale si stac- naria opera architettonica.

La villa medicea di Poggio a Caiano, voluta da Lorenzo il Magnifico come dimora extraurba- na. Sopra, partico- lari del fregio sulla facciata e degli affreschi all’interno, realizzati dal Pontormo. Nell’altra pagina, lo scalone e i cami- ni della villa medi- cea La Fernanda e un dettaglio della Visitazione del Pon- Borgo di origine medievale al centro di un territorio che van- tormo, nella pieve ta radici etrusche, testimoniate dai tumuli dei Boschetti e di di San Michele a Carmignano. Montefortini nella zona di Comeana, Carmignano è ancora og- Bgi dominata dai resti della rocca, accessibile con un panora-

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Per secoli modesto insediamento rurale ai margini setten- trionali del padule di Fucecchio, in una zona un tempo ac- quitrinosa e malsana, Monsummano deve il suo sviluppo al- Sotto, il centro di leP uniche acque “buone” della zona, quelle terme affiorate al- Serravalle Pistoiese, la fine del Cinquecento e celebrate con la costruzione del san- antica roccaforte tuario di Santa Maria di Fontenuova, che rappresenta uno dei medievale. A sinistra, il centro maggiori esiti del barocco toscano. Una forma di ringrazia- di Monsummmano mento per quella che sarà la benedizione del paese, destina- terme. In basso, la chiesa di Santa to a diventare nel corso dell’Ottocento un rinomato centro Maria Assunta termale grazie soprattutto alla presenza di due grotte, la Giu- a Popiglio. sti e la Parlanti, oggi utilizzate per cure idropiniche e inalato- Universalmente nota per avere dato i natali a Leonardo, rie e fangoterapia. Vinci è un piccolo borgo sulle pendici occidentali del Mon- talbano, in una campagna morbida e ondulata. Qui tutto è con- Usacrato alla memoria e all’opera di Leonardo, a cominciare dal massimo monumento cittadino, il medievale castello dei Gui- di, che caratterizza il profilo dell’abitato. Al suo interno ha se- de il Museo Leonardiano, curiosa rassegna di strumenti, con- gegni e progetti messi a punto o anche soltanto immaginati dallo scienziato, la cui mente, come sottolineava il Vasari, «non restava mai di ghiribizzare». L’inesauribilità del mito La cittadina leonardiano alimenta anche il Museo ideale Leonardo da Vin- di Vinci, nota per aver dato i natali ci, collocato nell’antica galleria del castello. Completa il per- a Leonardo, corso la visita alla casa natale di Leonardo (o presunta tale) ricorda il suo più celebre figlio con ad Anchiano, un paio di chilometri a nord del capoluogo. due musei dedicati Da Vinci si potrà prendere la strada per Lamporecchio e raggiungere la sta- La Montagna Pistoiese alle sue straordina- tale 436 voltando quindi a destra per Monsummano Terme, ultima tap- rie invenzioni. Le valli montane a nord di Serravalle, sullo spartiacque A destra, il Museo pa del nostro itinerario. ideale Leonardo Pistoia sono caratterizzate tra la valle dell’Ombrone e la da Vinci. da numerosi borghi il cui Valdinievole, ma il princi- impianto architettonico è ri- pale centro è San Marcello, conducibile a una la cui parrocchiale custodi- matrice medievale, come sce un’originale scultura in Calamecca, Cutigliano, Ga- cera (l’Ecce homo) del siracu- vinana, Marliana, Piteglio e sano Gaetano Giulio, detto Serra Pistoiese, sorti spesso Zumbo; il più importante quali castelli lungo antichi edificio religioso del com- tracciati viari. Chiave di ac- prensorio è la chiesa roma- cesso del comprensorio è la nica di Santa Maria Assun- roccaforte trecentesca di ta a Popiglio.

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“Carnevale d’Europa”, Viareggio ha consacrato alle sue sfi- Fu il podestà di Lucca, Guiscardo Pietrasanta, a voler

La passeggiata a late di carri allegorici la celebre passeggiata a mare, che dal costruire intorno alla metà del Duecento il borgo che ne mare di Viareggio canale Burlamacca corre fino all’hotel Principe di Piemonte perpetua la memoria, ai piedi del colle su cui sorgeva la Sotto, la processio- ospita storici edifici ne che attraversa il Cin un susseguirsi di padiglioni con caffè, ristoranti e negozi roccaF longobarda di Sala. Porta d’accesso di un vasto com- centro di Camaiore in stile liberty, come i magazzini che rappresentano una vera e propria antologia dello stile prensorio marmifero, Pietrasanta divenne un punto d’in- in occasione del Duilio ‘48, dall’in- liberty e dei suoi successivi sviluppi art déco. La passeggiata contro per scultori e architetti, che inaugurarono una tradi- Corpus Domini. confondibile inse- In basso, il loggia- gna, e il Gran nasce agli inizi del Novecento, epoca alla quale risalgono i zione ancora oggi perpetuata da artisti come Botero e to del quattrocente- Caffè Margherita suoi edifici più interessanti, come il Supercinema, i magaz- Mitoraj, le cui opere ne impreziosiscono l’arredo urbano. sco castello Mala- spina, storica resi- (sotto, un particola- zini Duilio ’48, lo Chalet Martini, il Gran Caffè Margherita – Cuore dell’abitato è l’ampia piazza del Duomo, che digrada re della decorazio- denza dei signori ne interna). decorato sia all’esterno che all’interno da Galileo Chini – dalla base della rocca di Sala fino ai resti della rinascimen- di Massa. l’Hotel Plaza, la Galleria del Libro e il Bagno Balena. tale Rocca Arrighina (o Rocchetta). Fulcro visivo è la faccia- Da Viareggio un lungo viale rettilineo conduce in una decina di chilo- ta marmorea del duomo, il cui candore contrasta con il metri a Camaiore. rosso dei laterizi dell’adiacente campanile. Usciti da Pietrasanta si segue l’Aurelia verso nord per una decina di chi- lometri, fino a Massa.

Capitale del ducato rinascimentale dei Malaspina, Massa è divisa in due nuclei: quello più antico sorge a ridosso dell’altura su cui sorge la rocca, mentre la piana sotto- stanteC accoglie la città ducale. Di origine trecentesca, la rocca è una fortificazione a base quadrata all’interno della quale spicca la facciata policroma del quattrocentesco palazzo Malaspina, collegato al nucleo del castello da una loggia. Il maggiore sviluppo dell’abitato è però legato alla risistemazione urbanistica operata nella metà del Cinquecento dai Cybo-Malaspina con la costruzione del Fortificata dai lucchesi nel Duecento, Camaiore conserva Palazzo di corte, che domina la vasta piazza degli Aranci, numerosi edifici sacri di epoca romanica, alla cui fioritura così chiamata per i filari di alberi che la cinsero agli inizi dette notevole impulso la comunità benedettina insedia- dell’Ottocento, quando era granduchessa di Toscana Elisa Ftasi nella vallata intorno all’VIII secolo. La vita monastica Baciocchi, sorella di Napoleone. si concentrò fin da allora intorno alla badia di San Pietro, Pochi chilometri separano Massa da Carrara, appena più all’interno. leggermente fuori dell’abitato, ricostruita dopo il Mille: la chiesa attuale è preceduta da una porta trecentesca che Carrara si identifica da sempre col più celebre prodotto un tempo si apriva nelle mura di cinta del convento, e di delle Alpi Apuane, il marmo, qui utilizzato a profusione in cui rappresenta l’unico resto. Di poco più tarda è la pieve chiese, palazzi, piazze e fontane. Omaggio alla candida roc- dei Santi Giovanni Battista e Stefano, ai margini del ciaC è il duomo, espressione dell’indissolubile legame tra la paese, mentre nel centro storico si può visitare la due- locale comunità e le montagne da cui trae sostentamento. centesca collegiata. L’edificio ha il suo centro focale nella facciata, iniziata nell’XI Da Camaiore si può tornare verso Viareggio, voltando a destra al bivio secolo e portata a compimento nel Trecento con l’aggiunta per Pietrasanta. della parte superiore, illuminata da un raffinatissimo roso-

26 27 a, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagn

ne, affiancato da un loggiato con colonnine di altezze decre- Arroccato sulla cima di un colle dominato dal trecentesco

La facciata del duo- scenti. Nella parte inferiore, con paramento a fasce bianche castello dei Malaspina, trasformato in dimora residenziale mo di Carrara, inte- e grigie, si apre un portale di impronta romanica incornicia- in epoca rinascimentale, l’abitato di Fosdinovo si dipana ramente realizzata to da pilastri con capitelli istoriati, mentre all’interno si secondo la struttura tipica delle “terre murate” lunigianesi, in marmo e portata A a compimento nel segnala il gruppo marmoreo trecentesco dell’Annunciazione, con un andamento a spirale che segue il profilo della dor- XIV secolo. di scuola pisana. sale su cui giace. Il castello, di proprietà privata ma con pos- Seguendo la statale 446 lungo i contrafforti montuosi delle Alpi Apuane sibilità di visita, è uno dei più interessanti della Lunigiana si raggiunge Fosdinovo, distante una quindicina di chilometri. per la riuscita compenetrazione tra gli originari caratteri di baluardo militare e l’eleganza conferitagli dal rimodella- mento cinquecentesco. Da Fosdinovo si può scendere a Sarzana, dove si imbocca la statale 62 per il passo della Cisa; quindi, superati Santo Stefano Magra, Aulla e Villla- franca Lunigiana, si arriva a Filattiera.

L’origine del toponimo, derivato dal bizantino fulacteria, (“luogo fortificato”), la dice lunga sull’importanza strategica di Filattiera, già caposaldo militare altomedievale a guardia dell’importanteL via d’accesso della Cisa. Il borgo fu fortifica- to dai Malaspina con la costruzione di un castello, ma è all’edilizia sacra che il paese deve la sua fama, legata soprat- tutto a un’epigrafe dell’VIII secolo custodita nella chiesetta romanica di San Giorgio, la cosiddetta Lapide di Leodegar, Le cave di marmo Il marmo di Carrara delle Alpi Apuane, dedicata all’evangelizzatore della Lunigiana. Non lontano, rinomate fin dal- la pieve di Sorano (XI secolo) si propone come uno dei l’epoca romana, Centro di un vasto com- sonalmente nelle cave monumenti più significativi del Medioevo locale, qui segna- Il castello trecente- hanno sempre prensorio marmifero, Car - della zona il marmo dal sco di Fosdinovo, rappresentato to dalla compenetrazione di motivi toscani e longobardi. in Lunigiana, una fonte di lavoro rara è stata per secoli quale, come ci informa Riprendendo la statale 62 della Cisa si raggiunge Pontremoli, pochi chi- baluardo della fa- e sostentamento meta di architetti e scul- Benvenuto Cellini nella miglia Malaspina. per le popolazioni lometri più avanti. Grazie alla posi- della zona, ma tori, che qui trovavano la sua biografia dell’artista, zione dominante anche un “tesoro” materia prima per le loro ri ca vò anche le statue Le enigmatiche statue-stele in arenaria conservate al Museo sulla valle, il castel- inesauribile per opere. Tra questi ricor- che ornano la Sagrestia lo permetteva di scultori e architetti; di Pontremoli, con la loro stilizzazione del volto a forma di controllare il passo tra tutti, ricordiamo diamo anche Michelan - Nu ova della basilica di U rovesciata, rappresentano un eccezionale lascito della della Cisa. Michelangelo. gelo, il quale scelse per- San Lorenzo, a Firenze. civiltàL preistorica lunigianese, riferibile all’Età del rame (IV-

28 29 a, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagn

III millennio a.C.). Situato all’interno del castello, il museo è Il monumento più importante di Fivizzano è il castello della

Sotto, una delle il punto focale della visita al capoluogo della Lunigiana, svi- Verrucola, a un chilometro dal paese, nel quale si conserva misteriose statue- luppatosi soprattutto tra Sei e Settecento in seguito all’an- la memoria di Spinetta Malaspina il Grande, che nel 1306 stele preistoriche nessione al Granducato di Toscana, che comportò un rinno- poseI fine al dominio dei vescovi di Luni con la pace di conservate al mu- seo di Pontremoli. vamento edilizio testimoniato dai numerosi palazzi borghe- Castelnuovo stipulata da Dante. Il volto del capoluogo risa- A destra, uno scor- si del centro storico. Tra gli edifici religiosi si segnala la chie- le invece al secolo successivo, quando divenne sede luni- cio del borgo medievale di Fi- sa della Santissima Annunziata, sulla strada per Filattiera, gianese del governo fiorentino, che lo arricchì di numerosi letto, in Lunigiana. con tempietto marmoreo ottagonale cinquecentesco. palazzi rinascimentali che si affacciano soprattutto sulla Da Pontremoli si può tornare ad Aulla e prendere a sinistra la statale 63 Piazza medicea. Alla sua scenografia contribuisce anche la per Fivizzano, che raggiungiamo in una quindicina di chilometri. trecentesca chiesa dei Santi Jacopo e Antonio, la cui faccia- ta è stata invertita nella seconda metà del Cinquecento, venendo collocata dove originariamente si trovava il coro. Tornando indietro di qualche chilometro fino a imboccare sulla sinistra la statale 445 per la Garfagnana, si arriva in breve a Casola.

Situato al confine tra Lunigiana e Garfagnana, il territorio di Casola ha nella pieve di Codiponte – qualche chilometro prima del paese – il documento di maggiore interesse stori- co-architettonico.S Come rivela il toponimo, la chiesa costi- tuiva una testa di ponte (dal latino caput pontis) lungo una variante della via Francigena, dove già in epoca protoroma- Un capitello della pieve romanica nica sorse un luogo di culto, evolutosi intorno al XII secolo di Codiponte, nei nell’attuale edificio romanico, caratterizzato dal ricco reper- pressi di Casola; torio decorativo evidente sia nei motivi lombardo-carolingi sotto, la facciata della pieve e, a de- del portale laterale che nei capitelli all’interno. stra, il trecentesco Da Casola si prosegue lungo la statale 445 fino a Castelnuovo di castello della Verru- cola, a Fivizzano. La Lunigiana Garfagnana, una quarantina di chilometri più avanti.

Estremo lembo di Tosca - che contese. Lungo le sue na al confine con Emilia e vallate, attraversate dalla Liguria, la Luni giana co - via Francigena, scendeva- stituisce un eccezionale no anche i pellegrini diret- museo all’aperto di archi- ti verso Roma, accolti du - tettura militare, con deci- rante il cammino in strut- ne di castelli e borghi che ture assistenziali e re li gio - testimoniano il capillare se, spesso organizzate at- sistema difensivo di que- torno a pievi romaniche sto territorio di frontiera, che rivestono notevole va - esposto per secoli a cicli- lore architettonico.

30 31 a, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagnana Castelli e terre murate • Versilia, Lunigiana e Garfagn

Borgo murato trecentesco sorto alla confluenza delle vie di Poco prima di arrivare a Borgo a Mozzano incontriamo l’ar-

comunicazione appenniniche e apuane, nel 1429 Castel - ditissimo ponte della Maddalena, di probabile origine tre- Il “ponte del Sotto, la rocca di nuovo Garfagnana passò agli Este, che lo elessero capoluo- centesca. Ribattezzato dalla fantasia popolare “ponte del diavolo” di Borgo Catelnuovo Garfa- a Mozzano. gnana, dove, tra il Bgo della Garfagnana e scelsero la rocca quale sede dei pro- diavolo”,P scavalca il Serchio con quattro campate di diversa Secondo una leg- 1522 e il 1525, pri commissari, tra i quali il poeta Ludovico Ariosto, che vi ampiezza e altezza. Non lontano sorge la pieve di Santa genda, fu il diavolo visse il poeta soggiornò tra il 1522 e il ‘25 definendo queste contrade Maria a Diècimo (cioè al decimo miglio da Lucca), ispirata a completarne Ludovico Ariosto. la costruzione in A destra, il portale «terra di lupi e di briganti». I trascorsi medievali del borgo ai moduli del romanico lucchese. Qualche chilometro a cambio dell’anima del duomo di Barga. sono documentati dai resti delle fortificazioni, con la rocca – valle di Borgo a Mozzano, una deviazione sulla sinistra con- del primo che lo In basso, restaurata nel secondo dopoguerra – che ospita la mostra duce con ripidi tornanti fino alla pieve di San Giorgio a avesse attraversato. un particolare Sotto, la sontuosa dell’architrave. archeologica permanente I Liguri nell’alta valle del Serchio. Bràncoli, uno dei documenti più importanti sull’evoluzione facciata di villa Una quindicina di chilometri separano Castelnuovo da Barga, che si del linguaggio architettonico toscano tra l’XI e il XII secolo: Torrigiani e un particolare del trova poco più a valle. all’interno la chiesa si presenta con i ricchi arredi scultorei giardino all’italiana dell’epoca, tra i quali spiccano l’acquasantiera – datata e fir- di villa Mansi, nei mata dal suo autore, Raito, nel 1099 – e l’ambone, del 1194. dintorni di Lucca.

Borgo d’impronta medievale arroccato su un terrazzo alla sinistra del Serchio, Barga è un pittoresco dedalo di stra- Le ville lucchesi dine e vicoli che confluiscono verso l’ampio piazzale erboso dell’Ardingo, al vertice dell’abitato, sul quale B A partire dal Seicento e parchi e giardini: tra le più sorge il duomo, di fondazione altomedievale ma sotto- fino a tutto l’Ottocento le belle ricordiamo la villa posto nei secoli a continui rimaneggiamenti. Sul portale colline a nord-est di Lucca reale di Marlia, villa Mansi del fianco sinistro si segnala l’architrave scolpito, mentre hanno assistito a una sfar- a Segromigno in Monte e l’interno è arricchito da un raffinato ambone marmoreo zosa fioritura edilizia la cui la maestosa villa Torri- di ambito lucchese (seconda metà del XII secolo) e da eredità è oggi un patrimo- giani, a Borgonuovo, nel una statua lignea policroma raffigurante San Cristoforo, nio di circa trecento dimo- cui parco si trovano incan- della stessa epoca. re aristocratiche, immerse tevoli angoli barocchi co - Da Barga, scendendo a fondovalle, si potrà seguire il corso del Serchio in una sontuosa cornice di me il Giardino di Flora. fino a Borgo a Mozzano.

32 33 4 Lungo antiche strade Colline pisane, Val d’Elsa, Chianti e Val di Pesa

Sede di uno dei dodici magistrati supremi delle città etru- Divenuta libero comune nel XII secolo, San Gimignano vis- sche, tra il V e il IV secolo a.C. Volterra, l’antica Velathri, fu do- Sotto, un particola- se una stagione d’oro durante la quale venne disegnata la sua re della Deposizio- tata di una cerchia muraria lunga circa sette chilometri, del- fisionomia urbanistica e architettonica, caratterizzata dalla ne, capolavoro del la quale si fa oggi espressione la Porta all’Arco: nel punto più fiorituraD di altissime case-torri nelle quali si rispecchiava la pro- Rosso Fiorentino S conservato nella pi- alto sorgeva l’acropoli, sulla quale in epoca medievale fu edi- sperità del suo ceto mercantile, i cui fiorenti traffici commer- nacoteca comunale ficata una fortezza resa maestosa da Lorenzo il Magnifico con ciali erano legati alla presenza della via Francigena. All’epo- di Volterra. In bas- l’aggiunta di torrioni e lunghe cortine di raccordo. La Volter- so, la facciata del ca di Dante la città contava oltre settanta torri, protette da duomo e l’etrusca ra etrusca vide fiorire importanti attività artigianali oggi te- una legge che ne vietava la demolizione se non per costruir- Porta all’Arco. stimoniate dalle collezioni conservate al Museo Guarnacci, con ne di più belle; oggi ne restano quindici, tra le quali ricordia- urne in tufo, alabastro e terracotta variamente decorate, oltre mo quelle gemelle degli Ardinghelli, la Torre Grossa (alta 54 a statuette votive e suppellettili in bronzo, tra le quali l’enig- metri) sul palazzo del Popolo – sede del Museo civico, con di- matica figura di giovinetto irrealmente allungata e con le brac- pinti due-quattrocenteschi di scuola toscana e la grandiosa cia aderenti al corpo (II-I secolo a.C.), battezzata dal D’An- Maestà a fresco di Lippo Memmi – e la Rognosa sul palazzo del nunzio Ombra della sera. Cuore della città è la piazza dei Priori, Podestà. Entrambi gli edifici prospettano sull’irregolare piaz- dominata dal duecentesco palazzo nel quale aveva sede il za del Duomo, dominata dalla scalinata che conduce alla col- governo. Alle sue spalle si leva la cattedrale di Santa Maria As- legiata di Santa Maria Assunta, le cui navate laterali recano un sunta (XII-XIII secolo), al cui interno spiccano il pergamo due- ciclo di affreschi trecenteschi di artisti senesi con episodi del Vec- centesco e il gruppo ligneo policromo della Deposizione, capo- chio e del Nuovo Testamento. Punto focale della visita alla chiesa lavoro della scultura romanica: allo stesso soggetto è dedicato è la cappella di Santa Fina, uno dei vertici del Rinascimento il pezzo più pregiato della Pinacoteca comunale, la Deposizio- toscano, che ospita le Esequie di Santa Fina di Domenico Ghir- ne dalla Croce del Rosso Fiorentino. landaio (1475). Da Volterra la statale 68 porta a Castel San Gimignano, dove si può svol- Uscendo da San Gimignano in direzione di Poggibonsi si potrà svoltare a tare a sinistra per San Gimignano. destra al bivio per Colle di Val d’Elsa.

Un particolare del Battesimo di Cristo affrescato da Barna da Siena nella collegiata di San Gimignano. Sopra e a sinistra, le torri medievali che caratterizzano il borgo.

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Capitale italiana del cristallo, Colle di Val d’Elsa sorse tra il Icona stessa della “terra murata” medievale, Monteriggioni è X e il XIII secolo su uno sperone roccioso lungo la sponda si- oggi un piccolo borgo con una chiesetta e qualche fila di ca- nistra del fiume, articolandosi in due distinti nuclei urbani se, protetto da una cerchia muraria scandita da quattordici tor- Cdenominati Castello e Borgo; quest’ultimo è chiuso all’e- ri,I delle quali solo tre hanno ceduto all’incalzare del tempo. stremità dalla massiccia Porta Nuova, opera cinquecentesca Fondato dai senesi agli inizi del Duecento per vegliare i con- di Giuliano da Sangallo. A segnare il confine tra il Borgo e il fini con la guelfa Firenze, il castello fu da quest’ultima raso al Castello è un fossato scavalcato da un ponte in pietra e vegliato suolo pochi anni più tardi, per rinascere ancora più forte al- dal palazzo Campana, incompiuto edificio manierista eretto l’indomani della vittoria ghibellina di Montaperti, avvenuta nel intorno al 1540 da Giuliano di Baccio d’Agnolo. La sua gran- 1260. In quella circostanza sorse la “cerchia tonda” ricordata de arcata segna l’ingresso al nucleo più antico dell’abitato, da Dante nel XXXI canto dell’Inferno, le cui torri raggiunsero stretto attorno alla piazza del Duomo, sulla quale si affaccia- l’altezza di venti metri, segnando con il loro profilo l’orizzon- no il maggiore edificio religioso cittadino, con un crocifisso at- te della val d’Elsa. Spentasi l’eco delle antiche contese, il mi- tribuito al Gianbologna, e il palazzo dei Priori, sede del Mu- nuscolo abitato si presenta oggi nell’aspetto cristallizzatosi a seo civico e d’arte sacra: tra le opere custodite spicca il croci- quell’epoca, con una cerchia muraria di forma ellittica lunga fisso ligneo policromo di Marco Romano, capolavoro della scul- 570 metri; al suo interno merita una visita la pieve romanico- Alcuni scorci di tura trecentesca. Poco oltre, al n. 63 di via del Castello, meri- gotica di Santa Maria Assunta, con facciata e cripta originali. Colle di Val d’Elsa: ta una sosta la casa-torre nella quale la tradizione vuole che Usciti da Monteriggioni si può prendere la Cassia in direzione nord e do- sopra, il campanile del duomo; sotto, intorno al 1245 sia nato l’architetto Arnolfo di Cambio, auto- po poco voltare per Castellina in Chianti, da dove si prosegue per Radda. una veduta dell’abi- re della torre di Palazzo Vecchio a Firenze. tato e l’incompiuto Una decina di chilometri separano Colle di Val d’Elsa da Monteriggioni, palazzo Campana; in basso, un tratto lungo la Cassia in direzione di Siena. delle mura con la Porta Nuova di Giuliano da Sangallo.

Il piccolo borgo di Monteriggioni, circondato da una cerchia muraria con quattordici torri, è citato anche nell’Inferno di Dante. In alto, la parrocchiale che si affaccia sulla piaz- zetta del paese.

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Raccolta attorno a un’articolata piazzetta, sulla quale guar- Sorta come sede di mercato alla confluenza tra la via Chian- da il Palazzo pretorio con la sua facciata ornata di stemmi, tigiana e la strada di collegamento con il Valdarno superiore, Radda in Chianti conserva ancora l’impianto urbano ellitti- Greve in Chianti conserva il ricordo di quell’antica funzione RSco d’impronta medievale. La sua principale memoria storica nella sua piazza principale, di forma triangolare secondo le tre è legata all’antica funzione di capoluogo della Lega del Chian- direttrici viarie, con portici che servivano a esporre le merci. ti, una circoscrizione amministrativa del contado fiorentino for- L’imbuto creato dagli edifici che la delimitano converge ver- mata dai comuni di Radda, Castellina e Gaiole, istituita intorno so la chiesa di Santa Croce, al cui interno si può ammirare un alla metà del Duecento e mantenutasi fino alle riforme leo- trittico quattrocentesco con la Madonna in trono e santi, attri- poldine settecentesche. Nei dintorni merita una visita il ca- buito al fiorentino Bicci di Lorenzo. Il più importante edificio stello di Volpaia, ricordato per la prima volta nel XII secolo, tra religioso dei dintorni dal punto di vista architettonico è però i cui antichi palazzetti si erge la rinascimentale Commenda di la vicina pieve di San Cresci (X-XII secolo), sulle colline a ovest Sant’Eufrosino, istituita intorno alla metà del Quattrocento e dell’abitato, con facciata caratterizzata da un portico nel qua- dedicata al santo più venerato del Chianti. le si apre un portale affiancato da due bifore, la cui presenza Da Radda ci si può dirigere verso Greve passando per Lucarelli e immetten- costituisce una soluzione estremamente rara in Toscana. dosi poi nella statale 222 Chiantigiana in direzione di Panzano. Proseguendo lungo la Chiantigiana in direzione di Firenze, si potrà svolta- re a sinistra verso Impruneta appena superato l’abitato di Strada.

La pieve di San Leolino Il castello di Montefioralle

Un chilometro prima di d’altare duecentesco at- L’ampia conca nella quale chiesa di Santo Stefano Panzano una stradina sulla tribuito al pittore fiorenti- è adagiato il paese di Greve conserva notevoli opere destra conduce alla pieve di no Meliore di Jacopo, una è dominata dal castello di d’arte, prima fra tutte una In alto, torre delle San Leolino, di impianto ro- Madonna col Bambino tre- Montefioralle, borgo fortifi- Madonna in trono col Bambino mura di Radda, cato costituito da un cam- di scuola fiorentina tardo- Sopra e in alto, antico capoluogo manico ma preceduta da un centesca del cosiddetto due scorci del della Lega del elegante porticato cinque- Maestro di Panzano, e il minamento di ronda sul duecentesca, cui si accom- mi nuscolo borgo Chianti. Sopra, centesco. Numerose le trittico della Madonna col quale si affacciano le poche pagna la tavola quattrocen- fortificato di la Madonna col Montefioralle. Bambino attribuita al opere d’arte conservate al- Bambino e santi realizzato case che lo compongono. tesca a fondo oro con la Tri- A sinistra, la pieve Maestro di Panzano l’interno: la Madonna col dal fiorentino Mariotto di Al vertice dell’abitato, di nità e santi attribuita al fio- medievale di San custodita nella pieve fianco all’antico cassero, la rentino Neri di Bicci. Cresci, nei pressi di San Leolino. Bambino e santi, dossale Nardo nel 1421. di Greve in Chianti.

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Da sempre centro manifatturiero legato all’artigianato del do fu dotato di mura e trasformato in fortezza con alta torre

Sotto, l’orologio cotto, con una produzione di orci, vasi e laterizi che risale al campanaria merlata: tra i vari ambienti si segnala la chiesa, af- della chiesa di Medioevo, il paese di Impruneta ha nella basilica di Santa Ma- frescata agli inizi del Seicento dal pittore locale Domenico Impruneta. In basso, ria il suo maggiore motivo di interesse, grazie soprattutto al- Cresti, detto il Passignano, e soprattutto il refettorio, decora- Madonna col bam- D bino conservata le due edicole quattrocentesche situate ai lati del presbiterio, to sulla parete di fondo da una grandiosa Ultima cena di Do- al Museo di arte attribuite a Michelozzo – l’architetto di fiducia di Cosimo il menico e Davide Ghirlandaio (1476-77). sacra di Tavarnelle. Nell’altra pagina, Vecchio – e arricchite da terrecotte invetriate di Luca della Rob- Pochi chilometri separano Tavarnelle Val di Pesa da Barberino Val d’El- il cortile della Badia bia. Nella cappella del Santissimo Sacramento, sulla destra, sa, sempre lungo la Cassia. a Passignano e campeggia una notevole Crocifissione tra statue di santi, men- la pieve di Sant’Ap- piano a Barberino tre la cappella della Madonna cela una veneratissima im- Adagiato sui colli che dividono la val d’Elsa dalla val di Pesa, Val d’Elsa. magine della Vergine, ridipinta nel Settecento e racchiusa in Barberino Val d’Elsa si sviluppò nel XIII secolo, dopo che le un tabernacolo marmoreo decorato con le statue dei Santi truppe fiorentine avevano raso al suolo il vicino castello di Pietro e Paolo. Semifonte,A attorno al quale si era rapidamente sviluppata Da Impruneta si può scendere fino a Tavarnuzze, alle porte di Firenze, da una piccola e minacciosa città. Alla distruzione seguì il divie- dove si prende la Cassia fino a San Casciano in Val di Pesa. to perpetuo di edificare sulle rovine del castello, infranto pe- rò alla fine del Cinquecento, quando il granduca Ferdinando Cinto in parte da resti della cerchia muraria trecentesca, il I de’ Medici acconsentì alla costruzione di una cappella dedi- paese di San Casciano in Val di Pesa ospita due importanti cata a San Michele Arcangelo, edificio a pianta ottagonale musei: il primo, presso la chiesa di Santa Maria del Prato (o sormontato da un “cupolino” che riproduce, la cupola del Cdella Misericordia), ha fra i suoi tesori un Crocifisso di Simone duomo di Firenze. Non lontano, sulla strada che scende ver- Martini realizzato intorno al 1325, mentre il Museo d’arte sa- so Poggibonsi, sorge la pieve di Sant’Appiano, edificata nel X cra, situato all’interno della ex chiesa di Santa Maria del Ge- secolo, sul cui sagrato rimangono quattro pilastri con capitelli sù, raccoglie opere provenienti da edifici sacri del circonda- scolpiti, resti di un antico battistero ormai scomparso. rio. Fra i dipinti spiccano il San Michele Arcangelo duecentesco Per arrivare a Certaldo si potrà scendere fino alla statale 429, provenien- assegnato a Coppo di Marcovaldo e la splendida Madonna col te da Poggibonsi, e voltare a destra. Bambino di Ambrogio Lorenzetti (1319), mentre tra le opere pla- stiche risalta un fusto scolpito attribuito al Maestro di Cabe- La maniera migliore di salire a Certaldo Alta è prendere la te- stany (XII secolo). leferica dal sottostante abitato, che in pochi minuti porta in Da San Casciano si potrà riprendere la Cassia in direzione sud fino a Ta- pieno Medioevo: il borgo consiste infatti di una strada sulla varnelle in Val di Pesa. Lquale si affacciano case-torri e palazzi in mattoni, tra le quali la storia registra anche quella in cui il 21 dicembre 1375 si Poco prima di arrivare a Tavarnelle in Val di Pesa, una stra- spense il Boccaccio, qui ritiratosi negli ultimi anni della sua da sulla sinistra porta alla pieve di San Pietro in Bossolo, la vita, e oggi sede del Centro Nazionale di Studi a lui dedicato. cui canonica ospita un Museo di arte sacra, con opere di ar- La vicina chiesa dei Santi Jacopo e Filippo, con affreschi del tisti toscani tre-quattrocenteschi. Il maggiore monumento Trecento e due notevoli tabernacoli robbiani, ne ospita il ce- Preligioso della zona è l’imponente complesso fortificato del- notafio e un busto bronzeo cinquecentesco. Al vertice della stra- la Badia a Passignano, importante cenobio vallombrosano da, nel punto più alto del paese, sorge il Palazzo pretorio, ri- raggiungibile dall’abitato di Sambuca, a pochi chilometri da facimento di un precedente castello feudale, con facciata ador- Tavarnelle. Attivo già nel 1049, il monastero si presenta oggi na di stemmi podestarili; attorno all’atrio, di sapore rinasci- nelle forme assunte intorno alla metà del Quattrocento, quan- mentale, si dispongono vari ambienti affrescati, utilizzati per

40 41 i e Val di Pesa Lungo antiche strade • Colline pisane, Val d’Elsa, Chianti e Val di Pesa Lungo antiche strade • Colline pisane, Val d’Elsa, Chianti e Val di Pesa Lungo antiche strade • Colline pisane,

mostre ed esposizioni, mentre a fianco del palazzo, nella ex chiesa dei Santi Tommaso e Prospero, è stato ricomposto il Tabernacolo dei giustiziati, con un ciclo di affreschi di Be- Santa Maria a Chianni nozzo Gozzoli (1466-67). Tornati a Certaldo Bassa si prosegue sulla statale 429 fino a Castelfiorentino. Notevole importanza riveste, facciata a tre ordini di arcate ai margini dell’abitato di e loggette cieche: l’interno, Gambassi Terme – una de- a tre navate, è a croce latina, cina di chilometri a sud di con bei capitelli scolpiti a Castelfiorentino – la pieve motivi vegetali e antropo- romanica di Santa Maria a morfi, di cui uno firmato Chianni (fine XII secolo), con Ioh[annes] Bundivulus.

“Terra murata” medievale con avanzi della cinta muraria, Mon- taione ha il suo gioiello nella chiesa di San Regolo, che con- serva una Madonna col Bambino duecentesca vicina ai modi di Ci- mabue.T Il piccolo borgo è da secoli meta di un incessante pel- legrinaggio per la presenza, nelle vicinanze, del convento di San Vivaldo, creato agli inizi del Cinquecento con la realizza- zione di 34 cappelle consacrate a episodi della vita e della Pas- L’ingresso di Castelfiorentino è segnato dalla facciata baroc- sione di Cristo. Oggi ne rimangono 17, ciascuna arricchita da ca della chiesa di Santa Verdiana, atto conclusivo di una se- un gruppo plastico in terracotta policroma a carattere dida- rie d’interventi che nei secoli hanno cancellato l’originale tem- scalico, a volte anche di ragguardevoli dimensioni: fra tutti ri- Sopra, il campanile pio gotico, del quale si conserva tuttavia la celletta dove la san- della chiesa di cordiamo l’Ecce Homo, la Pentecoste, la Flagellazione, la grandiosa ta avrebbe trascorso gran parte della propria vita, morendo- Santa Verdiana, L Andata al Calvario e la Crocifissione, su sfondo affrescato. Punto di a Castelfiorentino. vi nel 1242. L’annessa pinacoteca, oltre a preziosi codici mi- partenza della visita è la mostra permanente istituita nell’ex fie- A destra, un’imma- niati, vanta dipinti di Taddeo Gaddi e Taddeo di Bartolo, ma gine del centro nile del convento, all’inizio del percorso sacro, del quale illu- di Certaldo. Sotto, è il Centro culturale comunale a ospitare il maggiore tesoro stra la genesi storica e i significati culturali. un particolare della artistico cittadino: una serie di sinopie e affreschi staccati di Deposizione di Da San Vivaldo ci si può dirigere infine verso Peccioli, distante una venti- Benozzo Gozzoli con Storie della Vergine e di Cristo (1484). Benozzo Gozzoli na di chilometri, passando per il piccolo borgo rurale di Castelfalfi. conservata a Da Castelfiorentino si raggiunge in pochi chilometri Montaione, alto sui Castelfiorentino. colli della val d’Elsa. Una scheggia di Oriente in Toscana: è il museo di icone Segni della santa Russia, ospitato nel Palazzo pretorio di Peccioli e costituito da sessanta opere donate alla città da Francesco Bi- L’Ecce Homo, gazzi – per anni corrispondente da Mosca di varie testate gior- terracotta policroma U custodita in una nalistiche – cui si sono aggiunti venti esemplari provenienti delle cappelle che dal Museo Ermitage di San Pietroburgo. Dipinti sacri la cui rea- formano il convento di San Vivaldo. lizzazione abbraccia tutto il XIX secolo, fino ai primi del No- In alto, la facciata vecento, le icone sono eseguite su tavola lignea secondo i della pieve dettami di una tradizione che coniuga l’antica spiritualità bi- romanica di Santa Maria a Chianni. zantina con le tendenze dell’arte religiosa russa moderna.

42 43 5 Il paesaggio immaginato Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina

Un forte legame con l’arte caratterizza da sempre il borgo di

Caprese, tra le cui mura nacque nel 1475 Michelangelo Sotto, la casa nata- Buonarroti, oggi ricordato anche con un museo che espone le di Michelangelo, calchi ottocenteschi di alcune sue opere. Esso è situato a Caprese. U In basso, il santua- nella casa del Podestà, all’interno del castello medievale, rio della Verna e la dove l’artista ebbe i natali e intorno alla quale si dispone Madonna col Bam- bino di Luca della oggi un piccolo parco di sculture moderne. Robbia. Uscendo dal paese in direzione di Chiusi della Verna, si potrà raggiun- Città natale di Piero della Francesca, Sansepolcro custodi- gere in pochi chilometri l’omonimo santuario. sce nella Pinacoteca comunale due capolavori della piena A Sansepolcro, città natale di Piero maturità dell’artista, realizzati intorno al 1460: il Polittico della «Crudo sasso» di dantesca memoria, il monte della Verna della Francesca, Misericordia e la Resurrezione. A quest’ultimo soggetto è dedi- accoglie il santuario dove nel 1224 san Francesco ricevette si possono ammira- C re capolavori della cato anche il polittico trecentesco di scuola senese sull’al- le stimmate. Il nucleo più antico del complesso è costituito maturità dell’artista tare maggiore della cattedrale, edificio romanico-gotico il dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli, fondata dallo stes- come il Polittico C cui vanto è il veneratissimo Volto Santo, un crocifisso ligneo so Francesco; a una sola navata come tutti gli edifici sacri della Misericordia e la Resurrezione di epoca carolingia (VIII-IX secolo). Un’importante testimo- del suo ordine, conserva numerose terrecotte invetriate di (sopra e in basso, nianza architettonica cittadina è la fortezza medicea, eretta Andrea della Robbia, tra le quali l’Assunzione della Vergine. Sul due particolari). su disegno di Giuliano da Sangallo, alla quale si raccorda- piazzale del Quadrante, leggermente sopraelevato rispetto no le mura che racchiudono il centro storico. alla chiesa, si affaccia il portico tardo-rinascimentale della Da Sansepolcro si potrà andare a Pieve Santo Stefano e prendere la sta- basilica di Santa Maria Assunta, o Chiesa Maggiore: all’in- tale 208 per Chiusi della Verna, lasciandola quasi subito in direzione di terno, sempre di Andrea della Robbia, si segnalano Caprese Michelangelo. l’Annunciazione e la Natività. Il luogo di più intensa spirituali- tà del santuario è però la cappella delle Stimmate, costrui- ta sul luogo dove il santo ricevette i sigilli divini e arricchita da una Madonna col Bambino di Luca della Robbia e da una grandiosa Crocifissione del nipote Andrea. Dalla Verna la strada scende verso il fondovalle casentinese fino a Bibbiena, da dove si prosegue per Poppi, distante pochi chilometri.

44 45 e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino,

La maggiore memoria storica di Pratovecchio sono gli scheletrici resti del castello di Romena, fino al XIII secolo residenza dei conti Guidi, che successivamente gli preferiro- noL quello di Poppi. Ciò che ne rimane è un ampio prato ai cui lati si ergono la torre delle prigioni, la postierla e la torre del mastio, oltre a resti delle mura e all’ultima porta super- stite. Al castello era un tempo collegata la pieve di San Pietro di Romena, costruita nella metà del XII secolo, che ha nelle tre absidi l’elemento architettonico di maggiore inte- resse, al quale fanno eco i capitelli dell’interno, variamente Emblema del Medioevo casentinese, il castello di Poppi decorati con motivi geometrici e vegetali, figure animali e legò per secoli la sua sorte alla famiglia dei conti Guidi, che antropomorfe. ne iniziò la costruzione nella seconda metà del Duecento. Quasi adiacente a Pratovecchio, Stia è l’ultimo paese della valle, alle pen- ECircondato da un ampio fossato e difeso da mura di cinta dici del Falterona. con merli guelfi, esso si presenta con una facciata asimme- trica dalla quale si stacca un’alta torre, mentre all’interno si apre un elegante cortile con pareti ornate di stemmi. Una scala in pietra conduce al primo piano, dove ha sede l’im- portante Biblioteca Rilliana, con preziosi manoscritti e incu- naboli; al secondo è situata la cappella gentilizia, decorata da affreschi trecenteschi di Taddeo Gaddi. All’estremità opposta dell’abitato sorge la chiesa di San Fedele, edificata alla fine del XII secolo quale luogo di sepoltura dei conti Guidi, sul cui altare maggiore campeggia un Crocifisso ligneo della seconda metà del Trecento. Una decina di chilometri separano Poppi da Pratovecchio. Il monastero di Camaldoli

Fu il monaco benedettino ca, foresteria e farmacia Romualdo, nato a Raven- cinquecentesca. A pochi na intorno al 952, a fonda- chilometri di distanza, in re il monastero di Camal - una magnifica abetaia, Sopra, i resti del doli nei boschi dell’Appen - sorge l’eremo, composto cassero del castello nino intorno al 1020, una da venti celle riunite a mo’ di Romena. In alto, il castello decina di anni dopo esser- di villaggio: le precede la medievale di visi ritirato in eremitaggio. chiesa del Salvatore, con- Sopra, i resti del Poppi, antica castello di Romena. residenza dei conti Ricostruito più volte, il sacrata nel 1027 e più volte A sinistra, una Guidi, signori complesso sacro è oggi rifatta, di fronte alla quale veduta notturna del Casentino. composto dagli ambienti si apre l’unica cella visita- dell’abside della A destra, un’imma- pieve di San Pietro, gine dello scalone organizzati attorno a due bile, appartenuta a san poco distante, che interno. chiostri, con chiesa baroc- Romualdo. risale al XII secolo.

46 47 e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino,

Cuore di Stia è piazza Tanucci, i cui portici fanno da cornice ricomposizione dei pezzi del pergamo romanico (XII secolo)

Veduta interna alla parrocchiale di Santa Maria Assunta, caratterizzata da un e il Matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, tavola di della pieve interno romanico a tre navate spartite da colonne con capi- Bicci di Lorenzo in un’edicola lignea del Cin que cen to. romanica di telli riccamente decorati; tra le opere d’arte custoditevi, spic- Da Dicomano prendiamo la statale 67 verso Pontassieve, da dove pro- Borgo San C Lorenzo, capoluo- ca una Madonna col Bambino di Andrea della Robbia. seguiremo a sinistra verso il Valdarno voltando, dopo pochi chilometri, al go del Mugello. La statale 556 collega Stia alla val di Sieve; alla fine della strada bivio per Reggello. si prende la statale 67 per Dicomano, da dove si prosegue fino a San Godenzo. Adagiata sui contrafforti collinari del Pratomagno, Reggello accoglie con la pieve romanica di San Pietro a Cascia, il cui Consacrata nel 1070, la chiesa di San Godenzo ha un inter- tesoro è costituito dal Trittico di San Giovenale, prima opera no a tre navate con presbiterio sopraelevato e una cripta notaA di Masaccio, datata «Anno domini mccccxxii a di venti- che poggia su colonnine con capitelli dell’XI secolo: tra le tre d’aprile». La chiesa si trova a poca distanza dal paese, Copere d’arte spicca un San Sebastiano cinquecentesco di lungo il tracciato della Cassia Vetus – chiamata in epoca Baccio da Montelupo, mentre l’altare maggiore ospita un medievale Via dei Sette Ponti dal numero dei corsi d’acqua polittico del 1333 con la Madonna e Santi, attribuito a scavalcati – che collegava Fiesole e Arezzo: utilizzata da Bernardo Daddi. A breve distanza, alle falde del Falterona, epoca remota per evitare gli impaludamenti del fondovalle, l’abitato di Castagno d’Andrea lega il proprio nome a quel- la strada costituì un motore di sviluppo per l’intera area, lo di Andrea del Castagno, il pittore che affrescò il ritratto come testimoniano i numerosi edifici sacri sul suo percorso. equestre del condottiero Niccolò da Tolentino in Santa Da Reggello scendiamo fino a Figline, da dove prendiamo la statale 69 Maria del Fiore, a Firenze. fino a San Giovanni Valdarno. Tornati a Dicomano, si prende la statale 551 per Borgo San Lorenzo.

Nel centro di Borgo San Lorenzo, capoluogo del Mugello, si segnala la pieve romanica con torre campanaria imposta- ta direttamente sull’abside. Tra i tanti edifici sacri sparsi Nnella valle è da segnalare il convento di Bosco ai Frati, tra San Piero a Sieve e Scarperia, le cui forme risalgono a un rifa- cimento quattrocentesco operato da Michelozzo su incarico di Cosimo il Vecchio; la sala capitolare ospita un piccolo museo d’arte sacra con uno splendido Crocifisso ligneo sco- perto nel 1950 e unanimemente attribuito a Donatello. Da Borgo San Lorenzo proseguiamo fino a incontrare la statale 503, che prendiamo in direzione di Scarperia. L’abside della chiesa di San Godenzo, consa- Capitale dei “ferri taglienti”, con numerose botteghe artigia- crata nel 1070. ne che producono lame e coltelli, Scarperia ha nel palazzo Sopra, un particola- re del Trittico dei Vicari il simbolo della propria identità storica, che gli di San Giovenale stemmi sulla facciata riconducono a lontane radici fiorenti- di Masaccio, C capolavoro custo- ne. Ancor più antica è la pieve di Sant’Agata, piccolo borgo dito nella pieve a 3 chilometri dal capoluogo, la cui fondazione risale al Mil - di San Pietro a Ca- le: l’interno conserva un recinto battesimale ottenuto da una scia, a Reggello.

48 49 e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino, Mugello, Valdarno e Val Tiberina Il paesaggio immaginato • Casentino,

Aggrappato ai contrafforti collinari dell’Alpe di Catenaia, il borgo di Anghiari è una sorta di balconata sulla Valtiberina, scenograficamente articolata attorno a piazza Baldaccio, di improntaA medievale, sulla quale si affaccia il trecentesco Palazzo pretorio. Poco più a valle palazzo Taglieschi ospita il Museo statale delle arti e tradizioni popolari dell’alta valle del Tevere, mentre tra gli edifici sacri si segnala la chiesa di Santo Stefano, un tempietto in laterizi di epoca bizantina (VII-VIII secolo) ai piedi dell’abitato. Raggiungiamo ora la statale 73 per Arezzo e voltiamo a sinistra in loca- lità Le Ville, al bivio per Monterchi.

Situato a pochi passi dal confine umbro, il piccolo borgo di Maggiore centro urbano del Valdarno superiore, San Monterchi è una tappa obbligata del turismo d’arte per la Giovanni Valdarno ha nel duecentesco Palazzo pretorio, presenza del capolavoro di Piero della Francesca, la Madonna L’antico mulino opera di Arnolfo di Cambio, il suo edificio civile più impor- del Parto, affresco staccato e custodito in un museo creato di Loro Ciuffenna. S tante, ma è soprattutto all’arte sacra che la città lega il suo nel 1993, in occasione del restauro dell’opera: immagine A destra, il Palazzo pretorio di San Mnome, grazie ai numerosi dipinti di quattrocentisti fiorenti- inedita nell’iconografia italiana, raffigura la Vergine incinta Giovanni Valdarno, ni custoditi presso il museo della basilica di Santa Maria all’interno di un baldacchino damascato aperto lateralmen- opera di Arnolfo di Cambio. delle Grazie, la cui punta di diamante è rappresentata dalla te da due angeli. Sotto, terracotta celebre Annunciazione del Beato Angelico. robbiana che ador- Da San Giovanni Valdarno si può raggiungere Terranuova Bracciolini, na il portico della ba silica del paese. sul versante opposto della valle, e quindi salire a Loro Ciuffenna.

Borgo di impianto medievale alle pendici del Pratomagno, Loro Ciuffenna è costituita da un pittoresco nucleo di case addossate le une alle altre lungo la riva sinistra del BCiuffenna, sul quale svetta la Torre dell’orologio. Il territorio comunale è attraversato dalla Via dei Sette Ponti, sul cui tracciato, non lontano dall’abitato, sorge la pieve romanica di San Pietro a Gropina. Di impianto basi- licale, la chiesa si caratterizza per i capitelli della navata destra (risalente all’XI secolo), scolpiti con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, e per l’ambone semicirco-

lare, sostenuto da due colonnette annodate e istoriato La Madonna del con figure di animali ed elementi geometrici. Parto di Piero della Dalla pieve di Gropina si può proseguire verso Arezzo, voltando a sini- Francesca, affresco staccato custodito stra dopo una ventina di chilometri in direzione di Ponte alla Chiassa, a Monterchi. da dove si raggiunge Anghiari passando per il valico di Scheggia. In alto, uno scorcio di Anghiari.

50 51 6 Fra terra e mare Colline Metallifere Amiata, Costa degli Etruschi e Maremma

Un edificio medievale nel cuore di Chiusdino annuncia la casa nella quale nel 1148 nacque san Galgano, al secolo Galgano Guidotti, trasformata in oratorio dai seguaci dopo laU sua canonizzazione. Alla memoria del santo è legato anche il complesso abbaziale lungo la statale 441, un gran- dioso involucro le cui forme gotico-cistercensi si stagliano contro il cielo dopo il crollo delle volte, avvenuto alla fine del Settecento. Eretta nel Duecento, la chiesa misura 69 metri per 29; il pianoro su cui giace è dominato dalla col- linetta sulla quale san Galgano si ritirò in preghiera nel Principale città d’arte della Maremma, è 1178, fondandovi la chiesetta di Montesiepi, a pianta cir- articolata in due nuclei urbani: la città vecchia, d’impronta Dalla fortezza sene- colare con paramento bicromo e cappella decorata da se di Massa Maritti- romanica, e più in alto la città nuova, pianificata nel affreschi trecenteschi di Ambrogio Lorenzetti: al centro è ma, principale città PDuecento dopo la nascita del libero comune. Tra le due d’arte della Marem- collocata la “spada nella roccia”, che la tradizione vuole sia parti s’inserisce la fortezza senese, che un arco trecentesco ma, lo sguardo stata conficcata da san Galgano in segno di rinuncia alla spazia fino al mare. raccorda alla Torre del Candeliere. Perno della città vecchia In basso, la catte- vita mondana. è piazza Garibaldi, dominata dalla cattedrale, grandioso drale della città Un paio di chilometri dopo San Galgano si imbocca a destra la statale e l’Arca di San involucro romanico-gotico la cui facciata è arricchita da un 73, che porta a Roccastrada. Cerbone, capola- portale istoriato con episodi della vita di san Cerbone, voro della scultura medievale. patrono della città; all’interno, l’Arca di San Cerbone, capola- voro del senese Goro di Gregorio (firmato e datato 1324). Di notevole interesse anche il Fonte battesimale di San Bernardino da Siena, qui nato nel 1380, e la pala della Madonna delle Grazie, recentemente attribuita a Duccio di Buoninsegna. Adiacente alla cattedrale, il duecentesco palazzo del Podestà ospita la Maestà di Ambrogio Lorenzetti (1335 ca.) e il Museo archeologico, che custodisce la stele antropomor- fa del Vado all’Arancio, del III millennio a.C. Da Massa Marittima si può prendere la statale 441 per Siena, svoltando a sinistra dopo una ventina di chilometri per raggiun- gere Chiusdino.

Importante centro di estrazione e lavorazione di gesso, cao- lino e sabbie silicee, Roccastrada ha un impianto medieva- I monumentali resti dell’abbazia le raccolto attorno all’antico cassero e cinto da resti della di San Galgano. cerchia muraria. La caratteristica dell’incastellamento Realizzata nel XIII I secolo dai monaci medievale accomuna questo borgo ad altri del territorio, tra cistercensi, la i quali spiccano e . chiesa decadde Da Roccastrada si raggiunge la superstrada Siena-Grosseto all’altezza rapidamente dopo il crollo delle volte, di , e si procede in direzione sud fino a raggiungere il avvenuto nel bivio per Campagnatico. Settecento.

52 53 emma Fra terra e mare • Colline Metallifere, Amiata, Costa degli Etruschi e Maremma Fra terra e mare • Colline Metallifere, Amiata, Costa degli Etruschi e Maremma Fra terra e mare • Colline Me

Castello appartenuto al ramo aldobrandesco di , Arroccata su un altopiano di tufo, Sovana si presenta oggi Campagnatico presenta ancora oggi un volto medievale nelle forme cristallizzatesi in epoca medievale attorno all’al- Le cascate naturali segnato dai resti della rocca, sui quali sorge la chiesa di San lungata piazza del Pretorio, su cui si affacciano il palazzo del Molino a Saturnia, importan- CGiovanni Battista, che ne utilizza una torre come campani- dell’ArchivioA e un lato della chiesa romanico-gotica di Santa te centro termale. le; eretto nel momento di transizione dal romanico al goti- Maria Maggiore. Poco fuori del paese si trova il duomo, La città, che deve co, l’edificio conserva affreschi staccati tardo-trecenteschi sorto tra l’XI e il XII secolo su un luogo di culto altomedie- il nome al dio Saturno, ha origini con Storie della Vergine. vale del quale rimane la cripta. Tutto intorno all’abitato si antichissime: una Alcune stradine secondarie, toccando Pianetti e Granaione, portano a dispone un vasto complesso di necropoli etrusche, la cui leggenda sostiene che fu la prima Cinigiano, da dove si prosegue per Arcidosso. punta di diamante è la tomba Ildebranda (III-II secolo a.C.): fondata in Italia. scavata interamente nel tufo, è costituita da una camera Borgo medievale sulle pendici occidentali dell’Amiata, sepolcrale e da un monumento funebre ispirato ai templi Arcidosso è dominata dalla rocca degli Aldobrandeschi, un greci, con alto podio e porticato a sei colonne. tempo baluardo della potente famiglia maremmana contro Una decina di chilometri separano Sovana da Sorano, poco più a est. Bl’avanzata senese. Poco a nord dell’abitato sorge la pieve di Santa Maria a Lamula, con tre absidi romaniche, mentre Addossata a uno sperone tufaceo che digrada verso il sot- sulla sommità del monte Labbro, lungo la strada per tostante fiume, Sorano è dominata dalla fortezza cinque- Roccalbegna, si stagliano i resti della chiesa dei centesca, con mastio, fossato, torrioni e un tortuoso per- Giurisdavidici, setta religiosa fondata nel 1868 da Davide corsoA coperto che conduce nel cuore del paese, il cui fulcro Lazzaretti, detto “il profeta dell’Amiata”. architettonico e visivo è il settecentesco Sasso leopoldino. Da Arcidosso si può proseguire verso sud fino a Triana, dove si devia Al di sopra del Sasso svetta una torretta, mentre ai suoi per Roccalbegna. piedi si sviluppa un intrico di vicoli e stradine, chiuso a valle dalla Porta dei Merli. Non lontano da Sorano merita Incastonata tra due speroni calcarei a strapiombo su un una visita l’insediamento rupestre di Vitozza, un comples- tumultuoso corso d’acqua, Roccalbegna occupa un piano- so di circa 200 ambienti ipogei scavati sui versanti di un ro dominato dai resti delle fortificazioni medievali. Nella pianoro di tufo. Ipiazza principale del paese sorge la chiesa dei Santi Pietro Da Sorano si può raggiungere in breve Pitigliano, appena più a sud. e Paolo, con tre tavole appartenenti a un polittico di Ambrogio Lorenzetti (1340 ca.). Tornati a Triana si può proseguire verso sud in direzione di Semproniano Le vie cave e poi di Saturnia, una quindicina di chilometri più avanti. Residui dell’antico tessu- tom ba Ildebranda, e la via Centro termale tra i più noti della Toscana, Saturnia ha lon- to viario etrusco, in uso cava di San Rocco, sul tanissime origini: un’antica leggenda la identifica addirittu- fino a tutto il Medioevo, le colle di fronte a Sorano, Sopra, la via cava ra con la prima città della penisola, dedicata al dio greco e vie cave solcano i fianchi un millenario percorso di San Rocco, millenaria strada poi italico Saturno. La storia ci narra che essa si sviluppò in della vasta regione tufa- pedonale che scende fino C scavata nel tufo epoca etrusca prima di essere conquistata dai Romani, i cea compresa tra Sorano, al fiume Lente e risale sul dagli Etruschi. quali la ridisegnarono e la cinsero di mura, di cui resta un Sovana e Pitigliano. versante opposto entran- In alto, particolare breve tratto nei pressi della Porta Romana. di una coppa etrusca Particolarmente suggesti - do in paese dalla Porta del IV secolo a.C. Da Saturnia si può tornare verso Semproniano fino a incontrare sulla vi il Cavone, vicino alla dei Merli. dalla necropoli destra la strada per e Sovana. di Sovana.

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Arroccata su una rupe a strapiombo sui fiumi Lente e Sorto al centro dell’omonima laguna, l’abitato di Orbetello

Due scorci Meleta, Pitigliano appartenne alla famiglia Orsini, che la occupa un sottile cordone sabbioso proteso verso il monte Una veduta del borgo di elesse capitale della propria contea e ne riorganizzò le forti- Argentario, al quale lo raccorda una diga lunga un paio di della costa a nord Pitigliano, “piccola Aficazioni in una nuova cittadella imperniata sul palazzo di chilometri.S Un tempo capitale dello Stato spagnolo dei di Orbetello; sullo Gerusalemme” sfondo, la rocca di della Maremma corte, le cui forme rinascimentali sono dovute agli interven- Presidî, la città accoglie con la facciata gotica del duomo, di Talamone. In basso, arroccata su uno ti di Antonio da Sangallo il Giovane, autore anche dello sce- fronte al quale è stato allestito un museo che ospita il fron- la Tagliata etrusca, sperone di tufo. imponente opera In basso, partico- nografico acquedotto che accompagna l’ingresso in città, tone del tempio di Talamone, opera etrusca di età ellenisti- idraulica realiz zata lare del frontone con due colossali archi ai quali se ne affiancano tredici più ca (II secolo a.C.) che raffigura il mito dei Sette contro Tebe. dai Romani proveniente piccoli di epoca lorenese. Il nucleo del borgo è occupato in Da Orbetello si può raggiungere , sulla costa occidentale del sul promontorio dal tempio etrusco di Ansedonia. di Talamone. parte dall’antico ghetto ebraico, sede di una fiorente comu- . nità che alla fine del Cinquecento eresse una sinagoga, recentemente ricostruita e aperta al pubblico. Da Pitigliano si può prendere la statale 74 per Manciano e proseguire fino alla , dove si svolta a sinistra verso Capalbio.

Arroccata su un poggio affacciato sul litorale maremmano, Il promontorio di Ansedonia Capalbio è un piccolo borgo racchiuso da una doppia cor- Situato a sud della laguna dello sperone roccioso fu tina muraria concentrica, con un cammino di ronda quasi di Orbetello, il promonto- realizzato dai Romani un interamente percorribile a piedi. Inerpicandosi lungo le A rio di Ansedonia accoglie ingegnoso sistema idrauli- stradine che salgono alla sommità dell’altura si giunge l’area archeologica di co impropriamente chia- nella piazza principale del paese, sulla quale affaccia l’arci- Cosa, colonia romana fon- mato Tagliata etrusca e costi- pretura di San Nicola, costruita fra il XII e il XIII secolo e data nel 273 a.C. e per tuito da un canale aperto ristrutturata nel Quattrocento, che fonde elementi romani- secoli florido centro com- nella roccia allo scopo di co-gotici e rinascimentali, come gli affreschi che ne ornano merciale dell’alto Tirreno, garantire il flusso delle le pareti, di scuola umbra. con resti dell’acropoli, del - acque per evitare l’insab- Da Capalbio si scende verso il mare per prendere l’Aurelia, che in una le mura e del foro. Ai piedi biamento del porto. quindicina di chilometri porta al bivio per Orbetello.

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Collocato tra un’insenatura e un piccolo promontorio,

Sotto, corridoio Porto Ercole fu un caposaldo dello Stato spagnolo dei d’accesso del tu- Presidi, creato nel 1557 e protetto a sud dalla rocca, a nord Vetulonia mulo della Pietrera, Cdal Forte Filippo e sul mare dal Forte Santa Caterina. nella necropoli Sulle colline a nord-ovest ta dalla cosiddetta Via dei etrusca di Vetulonia. Su un’altura a sud-ovest della rocca sorge Forte Stella (così di Grosseto, a una ventina Sepolcri, lungo la quale si A destra, Forte chiamato per la sua pianta a sei punte), avamposto con fun- Stella, presso di chilometri dal capoluo- situano i tumuli artificiali zioni di avvistamento, la cui costruzione, iniziata a metà del Porto Ercole. go, sorge il parco archeo- della Pietrera e del Dia - Cinquecento, durò più di cento anni. logico di Vetulonia, uno volino, risalenti al VII seco- Tornati a Orbetello si può proseguire verso nord lungo l’Aurelia fino dei maggiori centri del - lo a.C. Il primo, una collina a Grosseto. l’ meridionale, vita- di circa 60 m di diametro, le dall’VIII secolo a.C. fino accoglie due tombe so- all’epoca romana. vrapposte scavate al suo Ciò che ne rimane è una interno e precedute da vasta necropoli attraversa- lunghi corridoi.

Compresa tra il mare e il retrostante poggio Petriccio, domi- nato dalla rocca tre-quattrocentesca, Castiglione della Pescaia appartenne fino al XII secolo alla Repubblica di Pisa,C alla quale si deve il primitivo insediamento, un villag- gio di pescatori inerpicato sul poggio e raccordato alla rocca da una formidabile cinta muraria, rafforzata da numerose torri e ampliata dagli Aragonesi nel XV secolo. Riprendendo la statale 322 in direzione di Follonica, si prosegue fino a Piombino.

Importante centro portuale e siderurgico, Piombino ha radi- ci antiche, risalenti all’epoca in cui il porto rappresentava lo Emblema della dominazione medicea, le mura che cingono scalo pisano delle miniere dell’Elba. il centro storico di Grosseto sono state realizzate nell’ulti- CardineI del suo sistema difensivo era il Rivellino, torrione mo quarto del Cinquecento inglobando preesistenti strut- quattrocentesco da cui partono i resti delle mura, che giun- Eture medievali. Al loro interno la visita si concentra sul gono alla piazza della Cittadella, nella parte superiore del- Museo archeologico, che ricostruisce la colonizzazione del l’abitato, dove sorgeva la residenza rinascimentale degli territorio maremmano dagli Etruschi al Medioevo, mentre Appiani, signori del posto; oggi ne rimane la cappella genti- In alto, un cratere l’opera d’arte più significativa della città è la croce dipinta lizia, a forma di tempietto classico. Interessanti, nei pressi dell’VIII secolo a.C. conservato al Mu- tardo-duecentesca conservata nella chiesa di San Francesco del porticciolo di Marina, le Fonti dei canali, datate 1248, con seo archeologico e forse riferibile a Duccio di Buoninsegna. bocche in marmo a forma di teste di animali attribuite allo di Grosseto. scultore Nicola Pisano. Sopra, una veduta Da Grosseto la statale 322 porta a Marina e quindi, lungo la pineta del di Castiglione della Tombolo, a Castiglione della Pescaia. Pochi chilometri separano Piombino da Populonia. Pescaia.

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Affacciata sull’incantevole golfo di Baratti, Populonia costi- Nato come castello e tuttora cinto da una cortina muraria, tuì tra il IV e il III secolo a.C. il principale affaccio sul mare Suvereto ha un nucleo urbano compatto che tradisce l’im- dell’intera Etruria, la cui memoria è oggi affidata alle necro- pronta medievale del borgo, attestata anche dal Palazzo Apoli di San Cerbone, del , di Poggio della Porcareccia comunaleN con loggia e torre merlata. Tra gli edifici sacri si e delle Grotte. La tipologia delle tombe e il corredo funera- segnala la chiesa romanica di San Giusto, eretta in forme rio rinvenuto al loro interno attestano nelle prime tre una pisane dai maestri Barone Amico e Bono da Calci, come fase di colonizzazione orientalizzante e arcaica, con modelli recita un’iscrizione del 1189. a tumulo e a camera (VII-VI secolo a.C.) ai quali se ne affian- Da Suvereto parte la strada che, passando per Sassetta, porta fino a cano altri a edicola (IV secolo), mentre la necropoli delle Castagneto Carducci. Grotte rivela sepolture a camera ipogea di epoca ellenistica (IV-II secolo a.C.). Spopolatosi in epoca romana, l’abitato Arroccato su verdi rilievi a ridosso della costa, Castagneto risorse alla fine del Trecento con la costruzione della rocca Carducci è dominato dal castello appartenuto ai Della quadrangolare che ancora oggi veglia sulle tre strade del Gherardesca, trasformato nel Settecento in dimora signorile, castello, nel cui ex frantoio è ospitata la Collezione attornoA al quale si dispone il tessuto viario; tutto attorno, i Gasparri, piccola raccolta privata sulle culture succedutesi paesaggi celebrati dal poeta sono divenuti Parco letterario. fino all’epoca romana. Da Castagneto Carducci scendiamo a prendere l’Aurelia in direzio- Lasciata Populonia torniamo di nuovo sull’Aurelia per salire fino a ne nord fino a San Guido, da dove parte il viale alberato che con- Campiglia Marittima, sulle colline della val di Cornia. duce a .

Intriso di riferimenti biografici legati a Carducci, che qui tra- Sopra, una tomba a scorse la fanciullezza tra il 1838 e il ’48, il villaggio di edicola nella necro- Bolgheri vide nascere proprio in quegli anni lo stradone di poli etrusca di San Cerbone. Sotto, cipressi ricordato dal poeta nell’ode Davanti San Guido. Il uno scorcio del bor- I go di Capalbio e, viale muove dall’oratorio settecentesco intitolato a san Guido per condurre in poco meno di cinque chilometri fino a sinistra, il viale di cipressi di Bolgheri, alla porta turrita del castello di Bolgheri, completamente cantato dal poeta rinnovato dal conte Alberto Guido della Gherardesca alla Carducci nell’ode Davanti San Guido. fine dell’Ottocento.

Situata al centro di un vasto comprensorio minerario, del quale si fa interprete la vicina rocca di San Silvestro, villag- gio fortificato sorto tra il X e il XIV secolo, oggi trasformato in parco archeologico-minerario, Campiglia Marittima pre- Ssenta un tessuto urbano di impronta medievale. Al di fuori In alto, il golfo di Baratti; sopra, due del centro storico sorge la pieve di San Giovanni, in stile scorci di Populo- romanico-pisano, dalla facciata a marmi policromi, il cui nia: il torrione della portale sinistro conserva sull’architrave un interessante rocca medioevale e, a destra, la ne- bassorilievo della fine del XII secolo con una scena allego- cropoli etrusca di rica di caccia al cinghiale. San Cerbone. Una decina di chilometri ci separano da Suvereto, appena all’interno.

60 61 AGENZIE PER IL TURISMO DELLA TOSCANA

Abetone – Pistoia – Montagna Pistoiese Massa Carrara Via Marconi 70, 51028 San Marcello Pistoiese (PT) Lungomare Vespucci 23, 54037 Marina di Massa (MS) Tel. 0573 630145, Fax 0573 622120 Tel. 0585 240063, Fax 0585 869015 [email protected] [email protected] www.pistoia.turismo.toscana.it www.aptmassacarrara.it

Arcipelago Toscano Montecatini Terme – Valdinievole Calata Italia 26, 57037 Portoferraio (LI) Viale Verdi 66/68, 51016 Montecatini Terme (PT) Tel. 0565 914671, Fax 0565 914672 Tel. e Fax 0572 772244 [email protected] [email protected] www.aptelba.it www.turismo.toscana.it

Arezzo Pisa Piazza Risorgimento 116, 52100 Arezzo Centro Forum, Galleria Gerace, 14, 56124 Pisa Tel. 0575 377678, Fax 0575 20839 Tel. 050 929777, Fax 050 929764 [email protected] [email protected] www.apt.arezzo.it www.pisaturismo.it www.pisaunicaterra.it Chianciano Terme – Val di Chiana Via G. Sabatini 7, 53042 Chianciano Terme (SI) Prato Tel. 0578 67111, Fax 0578 64623 Piazza Duomo 8, 59100 Prato [email protected] Tel. 0574 35141, Fax 0574 607925 www.terresiena.it [email protected] www.pratoturismo.it Costa degli Etruschi Piazza Cavour 6, 57100 Livorno Siena Tel. 0586 204611, Fax 0586 896173 Piazza del Campo 56, 53100 Siena [email protected] Tel. 0577 280551, Fax 0577 281041 www.costadeglietruschi.it [email protected] www.terresiena.it Firenze Via Manzoni 16, 50121 Firenze Versilia Tel. 055 23320, Fax 055 2346285 Viale Carducci 10, 55049 Viareggio (LU) [email protected] Tel. 0584 962233, Fax 0584 47336 www.firenzeturismo.it [email protected] www.aptversilia.it

Maremma Viale Monterosa 206, 58100 Grosseto Tel. 0564 462611 Fax 0564 454606 [email protected] www.lamaremma.info

Lucca Piazza Guidiccioni 2, 55100 Lucca Tel. 0583 91991 Fax 0583 490766 [email protected] www.toscanapromozione.it www.luccaturismo.toscana.it www.turismo.intoscana.it Progettazione editoriale: Giunti Progetti Educativi e Toscana Promozione - Agenzia di Promozione Economica della Toscana Responsabile editoriale: M. Cristina Zannoner Coordinamento per la comunicazione: Toscana Promozione Testi: Guido Persichino Coordinamento editoriale: Simona Merlino Redazione e ricerca iconografica: Morgana Clinto (responsabile), Fabio Leocata Progetto grafico, copertina e impaginazione: Studio Fridom Segreteria di redazione: Lisa Lorusso Ufficio tecnico: Elena Orsini, Laura Settesoldi Cartografia: Legenda, Novara

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