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CORSICA NIVES MEROI Scialpinismo di frontiera La grande alpinista si racconta Montagne360. Marzo 2016, 2016, Marzo Montagne360. EDITORIALE orizzonti e orientamenti

Quest’inverno che non c’è

occuparsi delle zone montane!). Durante le escursioni Non so a voi, ma a me fa davvero impressio- Impegnarsi per la causa montana e dell’am- hai bisogno di orientarti. ne la montagna senza inverno, e quasi senza biente è, anche eticamente, più appropriato Con Pro Trek al polso neve. E a dire il vero non solo la montagna. che essere genericamente attenti ai problemi sei sicuro di avere sempre Oggi è il 10 febbraio e se non fosse il calenda- della montagna e della sua natura. Tornando le giuste coordinate! rio a ricordarmi la data direi che siamo in pri- mavera. L’effetto è davvero straniante. Questo al turismo, dovrebbe ormai essere chiaro agli inverno che non c’è è presumibilmente impu- occhi di tutti che la montagna non può più tabile al graduale effetto del cambiamento cli- basarsi principalmente sull’economia della matico che sulle terre alte è particolarmente neve, tuttavia questo percorso di consapevo- impattante e molto evidente nelle aree di me- lezza mi appare ancora lungo e continuano dia e alta quota, dove gli effetti possono arri- gli investimenti economici in quella direzio- vare a essere fino a due o tre volte più intensi ne. Non è da oggi che il CAI mette in guardia che nelle aree di pianura. dal perseguire questa idea di sviluppo: nel Quest’inverno che non c’è rende ancor più Nuovo Bidecalogo esprime tra le altre cose la stringente la necessità di un cambio nella contrarietà «alla realizzazione di nuove infra- strategia per il futuro della montagna e del strutture, nuovi impianti o di ampliamento di pianeta. Si dirà che è una litania che ripeto quelli esistenti, in particolare nelle aree pro- spesso nei miei editoriali, ma sono convinto tette e nei siti Natura 2000, dove deve essere che non bisogna mollare la presa e aumentare assolutamente vietato ogni intervento in tal l’azione di contrasto al cambiamento climati- senso ed inoltre in ambiti altitudinali sog- co, che deve essere realizzata con un approc- getti a condizioni climatiche che richiedano cio complessivo capace di coniugare tutela dispendio di risorse naturali ed energia per ambientale, sviluppo e qualità della vita. garantire l’innevamento artificiale.» Bisogna Bisogna insistere perché nel nostro Paese si combattere il turismo da luna park con le pra- arrivi al Green Act, cioè una normativa per tiche da giro di giostra, come per esempio l’e- cui tutte le ricadute di tipo verde siano con- lisky. Bisogna de-stagionalizzare, insistere sul siderate quando si prende ogni decisione im- turismo lento che porta le persone a fermarsi portante per lo sviluppo. E si deve continuare in montagna, a servirsi dei rifugi e a percor- lavorare perché in esso trovino posto le pro- rere mulattiere e sentieri. Servono innovazio- poste contenute nell’ “Agenda ambientalista ne tecnologica, infrastrutture a supporto alla • RICARICA SOLARE Tough Solar per la ri-conversione ecologica del Paese” che mobilità dolce. Bisogna anche contrastare la 16 Associazioni, tra cui il CAI, hanno presen- convinzione diffusa che lo sviluppo del Paese • RADIO CONTROLLO Multiband 6 tato nei primi mesi del 2015 al Governo ita- possa ripartire unicamente dalle città perché • SMART ACCESS liano. E in particolare che nel Green Act trovi ciò non è vero: la montagna italiana è il luo- PRW-6000 spazio lo specifico delle terre alte con misure go ideale di elaborazione di nuove pratiche per il loro sviluppo sostenibile fatto di innova- per lo sviluppo sostenibile, green o come lo si TRIPLO SENSORE Ver. 3 zione, anche nel turismo che ne è senza dub- vuole chiamare. bio un elemento cardine. Bisogna continuare Nell’Anno italiano dei cammini a tutte le quo- ALTIMETRO BAROMETRO / TERMOMETRO BUSSOLA DIGITALE a pensare a una nuova modalità e strategia te, oltre che valorizzare quelli religiosi, storici NORD che smetta definitivamente di puntare sulla e culturali, dobbiamo con passo deciso dotar- Indicatore differenza Indicatore differenza di altitudine pressione atmosferica montagna ludica del turismo mordi e fuggi. ci di quella cultura e di quei comportamenti (Esempio -30 m.) (Esempio -3 hPa.) Bisogna anche evitare il “deserto verde”, che responsabili concretamente rivolti a salvare Grafico tendenza penalizzerebbe solo i montanari e farebbe il pianeta dal disastro ambientale e costruire previsione atmosferica (forse) felici solo i sostenitori della wilderness un’economia in cui produzione di beni e ser- “di ritorno” intesa come unica soluzione per vizi e ambiente non siano tra loro contrappo- Pressione atmosferica Grafico tendenza (Esempio 1,013 hPa.) 16 direzioni la “causa montana” (per usare la terminologia sti, ma tenuti insieme da un incessante rap- altitudine (Esempio NW.) Temperatura di Michele Gortani, alpinista, geografo e spe- porto circolare. Altitudine (Esempio 26.4˚C.) Angolo di direzione (Esempio 1,228 m.) (Esempio 315°.) leologo, che di quella causa fece una ragione Alpinisti ed escursionisti, a mio avviso, devo- di vita e autore del comma 2 dell’art. 44 del- no fare la loro parte. la Costituzione che impegna il legislatore ad Luca Calzolari

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CORSICA NIVES MEROI Scialpinismo di frontiera La grande alpinista si racconta Montagne360. Marzo 2016, 2016, Marzo Montagne360. Thapa TWITTER  FLICKR 

SOMMARIO IN EVIDENZA

01 EDITORIALE 06 News 360

10 Corsica Scialpinismo di frontiera Paola Favero 18 Il balcone sulle Dolomiti occidentali Furio Chiaretta 24 Sulle nevi degli Alti Tauri Francesco Carrer 30 Il gigante sconosciuto Stefano Ardito 38 Peloponneso verticale Eugenio Pesci 44 I ghiacci dell’Adamello Una storia di clima AA. VV. 48 Dove danzano le cellule del corpo Linda Cottino 54 Il mio Perù tra alpinismo e solidarietà Eugenio Di Marzio DOVE DANZANO 48 Nives Meroi si racconta: la passione LE CELLULE DEL CORPO per la montagna, la cordata di coppia, PORTFOLIO gli ottomila, i libri, le affermazioni e le 60 The Great Himalaya Trail incertezze del ruolo femminile Samir Jung Thapa

RUBRICHE 70 Cronaca extraeuropea 72 Nuove ascensioni 74 I GR si presentano: il CAI Sicilia e il CAI Piemonte 75 ConsiglioInforma 30 76 Libri di montagna KANGCHENJUNGA IL GIGANTE SCONOSCIUTO

La terza montagna più alta della terra vanta una lunga storia alpinistica, ricca di racconti e di nomi famosi

marzo 2016 / Montagne360 / 3 44 10

I GHIACCI DELL’ADAMELLO CORSICA, SCIALPINISMO DI FRONTIERA 01. Editorial; 06. News 360; 10. Alpine UNA STORIA DI CLIMA skiing in Corse; 18. A window on the west Dolomites; 24. The snows POLLiCE: un progetto che si ripropone Le splendide opportunità scialpinistiche of Hohe Tauern; Kanchenjunga, the unknown giant; 38. Vertical lo studio della componente vegetale della grande isola mediterranea, sempre Peloponneso; 44. The ices of the archiviata nel ghiaccio, spingendosi a in vista del mare Adamello; 48. Where body cells dance profondità mai raggiunte prima in Italia (Interview to Nives Meroi); 54. Peru, my Nevado Pisco between alpinism and solidarity; 60. Portfolio. The Great Himalaya Trail; 70. International News; 72. New Ascents; 74. Regional Groups ANTEPRIMA PORTFOLIO introduce themselves: CAI Sicily and CAI Piemonte; 75. The board informs; 76. Books about mountains

01. Editorial; 06. News 360; 10. Ski alpinisme en Corse; 18. Une fenêtre sur les Dolomites de l’Ouest; 24. Sur les neiges des Hohe Tauern; 30. Kanchenjunga, le géant inconnu; 38. Péloponnèse vertical; 44. Les glaces de l’Adamello; 48. Où dansent cellules du corp (entretien avec Nives Meroi); 54. Peru entre alpinisme et solidarité; 70. News International; 72. Nouvelles ascensions; 74. Les groupes régionales se présentent: CAI Sicile et CAI Piémont; 75. Le Conseil informe; 76. Livres des montagnes.

01. Editorial; 06. 360 News; 10. Korsica Skisport an der Grenze; 18. Den Balkon mit Blick auf die westlichen Dolomiten; 24. Im Schnee der Hohen Tauern; 30. Kangchenjunga der unbekannte Gigant; 38. Peloponnes senkrecht; 44. Das Eis des Adamello – Eine Klimageschichte; 48. Da, wo die Zellen des Körpers tanzen; 54. THE GREAT 60 Mein Perù zwischen Bergsteigen und Il grande progetto di individuare traiettorie escur- carrer HIMALAYAN TRAIL Solidarität; 60. Portfolio: The Great sionistiche attraverso l’intera catena himalayana è Himalaya Trail; 70. Internationales; 72. SULLE NEVI DEGLI ALTI TAURI, PAG. 34 ancora in fase di completamento. Il fotografo nepa- Neue Besteigungen; 74. Die GR stellen sich vor: CAI Sizilien und CAI Piemont; lese Samir Jung Thapa illustra le bellezze di alcuni Con gli sci nella valle di Mallnitz, nel cuore 75. Rat und Informationen; 76. Bücher francesco settori del lungo percorso all’interno del suo Paese. über Berge del più grande Parco nazionale austriaco

4 / Montagne360 / marzo 2016 foto NEWS 360 NEWS 360

SPELEOLOGIA Il viaggio in Italia degli Sherpa nepalesi, Echi sotterranei tra alpinismo e solidarietà a cura di Massimo (Max) Goldoni

Centinaia di persone hanno partecipato tra il 25 IMPORTANTE INCONTRO PER ESPLORAZIONI NELLE DOLOMITI e il 30 gennaio 2016 agli incontri pubblici orga- BONIFICARE GROTTE BELLUNESI nizzati dal Club alpino italiano e dalle sue Sezioni E AREE CARSICHE DEL Nei primi giorni di gennaio si sono svolte in diverse città (Biella, Varese, Codroipo e Terni) FRIULI-VENEZIA GIULIA due punte esplorative nel complesso nell’ambito del viaggio in Italia di Ang Tshering L’assessore regionale all’Ambiente del Friuli- dei Piani Eterni, una nei rami di “Dolina Sherpa, presidente della Nepal Venezia Giulia, amministratori e rappre- Verde”, l’altra nell’area “Samarcanda”. Association, accompagnato dalle guide Lhakpa sentanti di tutti i comuni della provincia di gruppospeleologicopadovano.blogspot. Nuru Sherpa e Pemba Tshering Sherpa. Trieste e di quattro comuni del Goriziano, it/2016/01/eterni-piani-eterni.html Gli appassionati di montagna hanno potuto gli assessori competenti delle province di così conoscere il lavoro degli Sherpa (nome che Trieste e Gorizia, i rappresentanti dell’Arpa, BELLA GIUNZIONE A CASSANO ALLO Foto Felice Larocca Felice Foto significa “Popolo dell’Est”), durante le salite al- dell’Azienda sanitaria e della Federazione IONIO IN CALABRIA pinistiche sull’Everest e sulle altre vette himala- Speleologica Regionale si sono incontrati Speleologi di diversi gruppi hanno con- yane raccontato dal loro punto di vista. Queste per provare a risolvere il problema delle TRISTE NOTIZIA DAL TICINO (CH) tribuito a realizzare un nuovo comples- serate hanno consentito di conoscere un aspet- grotte usate, purtroppo, come discariche. Il 10 gennaio uno speleosub di Alessandria so che unisce “Piccolo Abisso” a “Zia to meno noto della attività degli Sherpa, ovvero La Federazione Speleologica Regionale è ha perso la vita in un’immersione alla Caterina”. La giunzione è frutto di molti L’incontro tra i l’attenzione e il lavoro che svolgono per la tutela presidenti di NMA e CAI impegnata a redigere un quadro d’insieme Sorgente Bossi. L’allarme era stato dato tentativi che si sono protratti negli anni. dell’ambiente, grazie anche alla Climate Alliance a Milano. delle criticità. a metà pomeriggio da due compagni di La grotta è, ora, la più profonda dell’area of Himalayan Communities (di cui proprio Ang Foto Guido Fossati immersione che non lo avevano visto carsica con -120 metri. Tshering Sherpa è il presidente). Gli alpinisti NUOVE RICERCHE E NUOVI STUDI A riemergere. nepalesi hanno anche raccontato la situazione BORGIO VEREZZI IN LIGURIA INTERESSANTE LAVORO SUI odierna e le necessità del loro popolo a quasi un Nelle grotte turistiche di Borgio Verezzi si INTERVENTI IN GROTTA DEL CORPO SOTTERRANEI anno di distanza dal devastante terremoto del 25 sono intraprese nuove esplorazioni. Il NAZIONALE DI SOCCORSO ALPINO DI GROTTAMMARE (AP) aprile 2015. progetto è stato realizzato con la collabora- E SPELEOLOGICO Segnaliamo la nuova pubblicazione I «Le esigenze più urgenti riguardano la ricostru- zione dell’amministrazione comunale. Spe- Il 10 gennaio si sono concluse le operazio- sistemi ipogei del Castello di Grottammare zione di scuole, ospedali e monumenti, di cui si leologi del S.C. Saluzzo, F. Costa e del G.G. ni di recupero di una speleologa infortuna- - Castrum Gruptarum ad Tesinum a cura occupano specificatamente le comunità locali», Borgio Verezzi hanno esplorato rami allagati ta nella grotta siglata LO223 presso Serle del Gruppo Speleo Cavità Artificiali CAI ha affermato Ang Tshering Sherpa. «Abbiamo e altre diramazioni sinora inesplorate. (BS). Il 16 gennaio, tecnici del CNSAS Fermo. Il libro raccoglie ricerche esegui- poi bisogno che gli alpinisti e gli escursionisti Le ricerche, condotte anche grazie allo spe- sono intervenuti per soccorrere un’altra te fin dal 2010 e che hanno interessato continuino a frequentare il Nepal, perché il tu- leosub Giorgio Graglia, hanno favorito una speleologa nella Grotta del partigiano in gli ipogei artificiali e in particolare gli rismo è una fonte di lavoro importantissima per maggiore comprensione dell’idrogeologia località Farneto vicino a San Lazzaro di acquedotti per la captazione delle acque i nepalesi, non solo per gli Sherpa. Ogni dollaro in UIAA Lucia Foppoli e Piergiorgio Oliveti. di questo sistema sotterraneo. Savena (Bologna). Gli interventi si sono sorgive e i condotti drenanti. speso per visitare e far lavorare il Nepal aiuterà il Il giorno precedente la delegazione nepalese è risolti positivamente. Paese a crescere. Quasi tutti i sentieri di accesso stata al Palamonti di Bergamo e ha firmato la alle cime più frequentate sono stati ripristinati». Carta di Milano per la Montagna (uno dei contri- Nell’incontro con il presidente generale del CAI buti alla Carta di Milano di EXPO 2015). Osservatorio ambiente Umberto Martini nella sede centrale del Sodali- Oltre alle serate e agli incontri ufficiali, Ang Tshe- MAB VERSO UN NUOVO PIANO DI AZIONE zio a Milano il 28 gennaio, si è discusso della mi- ring Sherpa ha visitato la Fondazione Sella e il a cura di CCTAM gliore destinazione possibile del fondo di solida- Santuario di Oropa con la tomba del fondatore rietà per il Nepal che il CAI ha raccolto attraverso del CAI Quintino Sella, ha incontrato gli studen- Con gli ultimi tre riconoscimenti dell’autunno scorso sono ormai 13 le aree MAB (Man una pubblica sottoscrizione dopo il sisma. ti delle scuole superiori di Biella e i volontari del and the Biosphere) dell’Unesco sul territorio italiano, 651 in 120 paesi quelle totali. Il «Abbiamo parlato delle eventuali destinazioni Soccorso alpino e speleologico presso la sede del programma nato negli anni Settanta mira a migliorare il rapporto uomo e ambiente, della somma raccolta e ci siamo trovati d’accor- SASU, il servizio regionale umbro. combinando le conoscenze naturalistiche, sociali ed economiche in pratiche di sviluppo do su molti punti», ha affermato Martini. «Dopo Davvero un programma intenso, che ha lasciato realmente sostenibili. Le aree riconosciute finora rappresentano territori dove questo è aver fatto le verifiche del caso, dal Nepal mande- molto soddisfatti i presidenti delle Sezioni CAI stato perseguito e significativamente, pur partendo da aree protette, vedono un coin- ranno una proposta ufficiale che noi valuteremo coinvolte Daniela Tomati (Biella), Pietro Macchi volgimento maggiore di territorio e abitanti. Nel convegno che si terrà a Lima in questi con il supporto del Ministero degli Esteri per ren- (Varese), Piermario Marcolin (Bergamo), Clau- giorni, ci si porrà l’obiettivo di fare tesoro delle esperienze positive premiate dal ricono- dere il nostro intervento il più efficace possibile». dio Valoppi (Codroipo), Claudio Costantini (Ter- scimento e di elaborare nuove strategie per il prossimo decennio: un’occasione ghiotta Presenti all’incontro di Milano i componenti del ni) e il presidente dell’Unione bergamasca Sezio- per ribadire il ruolo centrale delle aree protette nel definire e nell’indirizzare lo sviluppo Comitato Direttivo Centrale del Sodalizio, il di- ni e Sottosezioni CAI e Consigliere centrale Paolo di tutto il territorio nel rispetto e nella conservazione della biodiversità. La sostenibilità rettore Andreina Maggiore, i rappresentanti CAI Valoti, che è stato il coordinatore del viaggio. è realmente possibile! en.unesco.org/events/4th-world-congress-biosphere-reserves

6 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 7 NEWS 360 NEWS 360

Ricordo del Generale Carlo Valentino CAI Lazio, università Dall’Università di Zurigo un’app per “Sicuri con la neve”: le indicazioni e scuola: firmate due monitorare i ghiacciai di tutto il mondo dopo l’edizione 2016 convenzioni per avvicinare i giovani alla montagna Un’app scaricabile gratuitamente per i dispositivi Apple e Android con informazioni scientifiche, su dimensioni e spessore, e fotografie di oltre 3700 ghiacciai di tutto il mondo. Sono queste le caratteristiche principali Due convenzioni, stipulate con l’Università della nuova “wgms Glacier App” del World Glacier Monitoring Service, svi- della Tuscia e con l’Ufficio scolastico Regiona- luppata dai glaciologi dell’Università di Zurigo e presentata con il suppor- le, sono la dimostrazione del costante impe- to dell’UNESCO alla recente COP21 di Parigi. I ghiacciai sono visualizzabili gno del CAI Lazio per avvicinare giovani e gio- su una mappa satellitare e gli utenti possono vedere le variazioni di di- vanissimi alla montagna, alla sua salvaguardia mensioni e di spessore avvenute negli ultimi dieci anni per ognuno di essi. e alla sua frequentazione consapevole. Presenti inoltre i risultati delle ricerche scientifiche locali e i dettagli sul Perugia CAI Alpinismo Giovanile Foto

Rocca Pendice (PD) durante le prove su roccia (Congresso UIAA a Venezia, 1979). L’accordo firmato il 27 dicembre con il dipar- tipo di misurazioni effettuate. «Attraverso questo lavoro, che documen- «A causa dello scarso innevamento, delle giornate soleg- Da sinistra: Georges Moissidis (UIAA) , Jordi Pons (Spagna), Bepi Grazian e Carlo Zanantoni, Carlo Valentino, timento di Scienze agrarie e forestali dell’Ate- ta l’impatto dei cambiamenti climatici sui ghiacciai, ci auguriamo di au- giate e delle basse temperature registrati durante i mesi Pit Schubert (Germania) neo viterbese permetterà a tecnici ed esperti mentare la consapevolezza dei governi del mondo su un problema tanto di dicembre 2015 e gennaio 2016 sulle Orobie, e più in Considero un privilegio il poter ricordare quanto Carlo Valentino e le Fiamme Gialle indicati dal CAI di intervenire alle lezioni del grave», affermano Michael Zemp, direttore del World Glacier Monitoring generale nell’intero arco alpino, il rischio per escursioni- hanno fatto per le ricerche del Club alpino nel campo dei materiali e delle tecniche, in neonato corso di laurea in Scienze della mon- Service, e Nico Molg, responsabile del progetto scientifico. L’app è dispo- sti, ciaspolatori e scialpinisti è di incontrare tratti partico- una parola della sicurezza, per l’alpinismo. Lo faccio con commozione, perché il rap- tagna, che si sta svolgendo presso la sede di nibile in quattro lingue: tedesco, inglese, spagnolo e russo. larmente pericolosi, ricoperti di ghiaccio o di neve mol- porto fra me e Carlo si è trasformato nel tempo da reciproca stima in vera amicizia. Rieti. Gli esperti si concentreranno soprattut- to dura, lungo sentieri, pendii e canaloni». Ci conoscemmo nel 1970, momento di intenso progresso sia nei materiali che nelle to sulla montagna appenninica, sulle riserve e Questo messaggio, diffuso dall’Unione bergamasca Sezio- tecniche di progressione e di assicurazione. Io iniziavo la mia collaborazione col CAI, sui parchi naturali e daranno inoltre supporto ni e Sottosezioni CAI e dal Soccorso alpino VI Orobica al lui era Colonnello Comandante della Scuola alpina GdF di Predazzo. Mi raccontò, alle escursioni e agli stage in montagna. 29 maggio: “In cammino nei parchi” 2016 termine della giornata nazionale “Sicuri con la neve” del 17 da efficace comunicatore, delle vicende che lo avevano portato, lui uomo di mare, L’accordo con l’Ufficio scolastico, firmato il gennaio scorso, sintetizza i rischi maggiori per i frequenta- da Trieste alla scuola di Predazzo, e dell’entusiasmo che fin dai primi giorni il nuovo 14 gennaio a Roma, consentirà al CAI Lazio di È in programma il 29 maggio 2016 la quarta edizione di “In cammino nei tori della montagna in un inverno climaticamente anomalo. ambiente gli aveva comunicato, soprattutto i giovani allievi e i suoi aiutanti. Ne co- diffondere la cultura della montagna in tutte parchi”, giornata nazionale voluta dal Club alpino italiano e da Federparchi «Anche negli inverni apparentemente senza neve come nobbi poi subito alcuni anch’io, e non ci volle molto a capire quello che lui voleva dire. le scuole della regione, di ogni ordine e grado. per promuovere l’escursionismo, organizzata con la collaborazione della questo, rimangono i potenziali pericoli causati dalla neve», Apprezzai la sua collaborazione in tante occasioni e la dedizione dei suoi. Posso solo I progetti potranno essere portati avanti sia in Struttura Operativa Sentieri e Cartografia e della Commissione centrale conferma Filippo Cecconi (Servizio valanghe italiano - CAI citare alcuni eventi eccezionali, come l’organizzazione di due incontri della Safety classe che in ambiente. «Oggi che la monta- escursionismo, con il sostegno della Commissione centrale tutela am- Alto Adige) dopo la ciaspolata dimostrativa sul monte Commission UIAA (Unione Internazionale Associazioni Alpinistiche) in Marmolada gna gode di un primato nell’immaginario dei biente montano del Sodalizio. “In cammino nei parchi” si svolgerà in con- Roen del 17 gennaio. «La falsa credenza “tanta neve = tanto (1975) e a Venezia (1979), in cui le Fiamme Gialle diedero prova di un’efficienza pode- desideri che fabbrica la pubblicità e che per- comitanza con la sedicesima Giornata nazionale dei sentieri del CAI. La pericolo” viene puntualmente smentita dalle statistiche. rosa. Ricordo che in Marmolada l’allora presidente della Safety Commission UIAA, il mette a tutti, e non più ad una ristretta cer- giornata, aperta a tutti, soci e non soci CAI, giovani, anziani e famiglie, si L’insidia del ghiaccio, specie negli inverni poco nevosi, co- Colonnello Comandante della Gebirgskampfschule Andermatt, convocò tutti i mili- chia, di frequentarla, è quanto mai necessario svolgerà sui sentieri delle aree protette italiane, per scoprire località, cultu- stituisce un nuovo pericolo anche per gli escursionisti che tari presenti e volle che io traducessi un vibrante encomio nei loro confronti. educare i ragazzi a comportamenti corretti e re e paesaggi e per promuovere la frequentazione, la conoscenza, la tutela si avventurano sui sentieri normalmente percorribili con i Anche quando, divenuto Generale, il coinvolgimento di Carlo Valentino divenne responsabili», afferma il presidente del CAI e la valorizzazione del territorio. Le Sezioni CAI che vogliono aderire orga- ramponcini a catenella». CAI e Soccorso alpino raccoman- meno diretto, mai cessò il suo interessamento e la sua preoccupazione che la colla- Lazio Fabio Desideri. «Con questa convenzio- nizzando escursioni con interventi di manutenzione dei sentieri, inaugura- dano quindi di essere equipaggiati con ramponi e piccozza, borazione fra Scuola alpina e Club alpino potesse ridursi. La sua ultima telefonata fu ne sarà più facile per le nostre Sezioni “entra- zione di nuovi percorsi, corsi di segnaletica hanno tempo fino al 10 maggio oltre a ARTVA, pala e sonda, e di informarsi sulle condizioni a pochi mesi dalla morte. La collaborazione del Centro Studi materiali e tecniche del re” nelle scuole in un’ottica di collaborazione 2016. Info sono reperibili sul sito www.cai-tam.it. del terreno e del manto nevoso. CAI con la Scuola alpina continua e continuerà. Carlo Zanantoni formativa».

Web & Blog PlayAlpinismo: il film consigliato da LAVOCEDELLECIME.BLOGSPOT.IT THE MAN WHO SKIED DOWN EVEREST Per errore nel numero di febbraio era stato riportato un testo sbagliato, ci scusiamo con l’autore e con i lettori. Di seguito il testo corretto La contemporaneità non è l’unica dimensione interessante dell’alpinismo e dello sci. Spesso, frugan- “Anche la pietra ha un cuore...”: è questo lo slogan di un blog che vuole do nel passato, capita di scoprire fatti ed eventi su cui è inevitabile fermarsi a riflettere. Prediamo il rivolgersi a chi vuole coltivare la propria passione per la montagna in tutte le film che vi consigliamo questo mese, per esempio. The man who skied down Everest è un documen- sue forme e sfaccettature, ma anche a chi semplicemente prova curiosità per tario nippo-americano del 1975, vincitore di un Academy Award per il miglior documentario. La regia il mondo dell’alpinismo. Vengono pubblicate le descrizioni degli itinerari e dei del lungometraggio è firmata da Bruce Nyznik e Lawrence Schiller; la fotografia è del giapponese percorsi effettuati dall’amministratore, Giacomo Ferramosca, oltre ad alcuni Mitsuji Kanau; la produzione è del canadese Budge Crawley. Racconta la vicenda di Yuichiro Miura, articoli di carattere tecnico/nozionistico che riguardano l’alpinismo, l’arrampi- un fortissimo alpinista giapponese che nel 1970 si mise in testa di scendere l’Everest con gli sci. E cata e la montagna. Le escursioni riguardano soprattutto il Piemonte e la Valle alla fine ci riuscì, ma solo su una distanza di 2000 metri, terminando la sua scivolata ad alta quota D’Aosta, anche se Giacomo, socio del CAI Torino, punta ad ampliare il raggio con una caduta, rischiando di infilarsi in un grande crepaccio. Per rallentare la picchiata, Miura si d’azione in futuro. servì di un paracadute. Storie d’altri tempi. Trovate il film su gazzaplay.com/alpinismo

8 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 9 Corsica scialpinismo di frontiera

La spina dorsale dell'isola è una catena di alte montagne granitiche che in inverno offrono magnifiche opportunità scialpinistiche. Sempre vista mare di Paola Favero Verso l’imbocco del In apertura, nelle due Frontiera tra due stati, perché siamo in Francia Così canticchiando “donne… in cerca di guai, su couloir di Furca sotto la pagine precedenti: faggi ma geograficamente e culturalmente ancora in per le crode dove non si sa mai…” studiando car- cima del monte Cinto Italia, ed è facile capirsi perché il còrso è molto tine, leggendo relazioni, e controllando i bollet- contorti dal vento a Bocca San Pedru simile al dialetto genovese, e la Corsica è stata a tini neve e valanghe, siamo sbarcate a Bastia e ci lungo parte delle repubbliche marinare. siamo sistemate in un piccolo monolocale a Cor- Salendo verso la forcella Frontiera tra la terra e il mare, dove il bianco del- te, eletta base delle nostre esplorazioni con gli sci. di Punta Rossa la neve si confonde con il luccichio delle onde. Avevo rinunciato alla traversata, considerato il Frontiera perché è una terra dura e selvaggia e, poco tempo a disposizione, ma nel frattempo ave- soprattutto tra le montagne, si è davvero soli. vo scoperto che c’erano una serie di cime da sa- Frontiera perché qui i lunghi avvicinamenti, la lire una diversa dall’altra, da montagne selvagge mancanza di gente, l’isolamento dei luoghi ren- e difficili a escursioni più semplici e frequentate: dono lo scialpinismo quasi uno sport di pionieri. unico problema in quel periodo il vento fortissi- mo e l’elevato pericolo di valanghe. Tenendo con- Da qualche anno l’idea della Corsica con gli sci to di questo, abbiamo scelto come prima salita mi stuzzicava, ma poi si perdeva dietro la pro- Punta Artica, una cima dal lungo avvicinamento spettiva di ambienti più alpini e vocati allo scial- attraverso boschi con enormi alberi modellati dal pinismo, e finivo sempre per rimandare. Fino a vento, altopiani deserti e creste che catturano gli che, per qualche strana ragione, lo scorso anno occhi, con la possibilità di un ritorno più diretto, mi sono ritrovata fermamente decisa ad affron- selvaggio e impegnativo. tare il viaggio attraverso il mare per raggiunge- re quell’isola-chimera, attratta soprattutto dalla Frontiera tra la terra e il mare, possibilità di effettuare con gli sci una parte del dove il bianco della neve si GR20, la famosa attraversata della Corsica che confonde con il luccichio delle onde avevo fatto da sola alcuni anni fa. Ma non trova- vo compagni di viaggio disposti a credere nello Siamo state accolte da un vento forte e impetuo- poter tornare alla nostra auto, troppo lontana. come il monte Renoso, poteva poi svelare una scialpinismo in un’isola in mezzo al mare dove so, da un percorso difficoltoso a causa dei molti Ma anche se in quel momento non ce ne rendeva- faccia ostica e repulsiva, se solo ci si mettevano il “chissà se c’è poi neve”. Solo all’ultimo, con un alberi divelti o spaccati in seguito alle bufere che mo ancora conto, il fascino della natura selvaggia vento freddo e il ghiaccio. colpo di fortuna che fu quasi un destino, mi sono hanno colpito l’isola nel 2014 e 2015, da chilo- e dei silenzi dell’isola aveva ormai preso tutto il Il terzo giorno l’abbiamo dedicato alla meta più ritrovata sul traghetto per Bastia con altre tre metri di sviluppo che rimandavano sempre l’in- nostro cuore. ambita e impegnativa, sia come lunghezza della donne, Luisa veronese-veneziana, Stefy trevisa- contro con la cima, e da un rientro che più che Così la mattina dopo, pur stanche per la lunga salita che come difficoltà alpinistiche: il monte na, Ruth altoatesina, tutte armate di sci, piccozze una sciata aveva il gusto di un’avventura accom- gita, siamo ripartite alla volta di monte Renoso, Cinto (2706 m). Questa bellissima cima, la più e ramponi e ben decise ad affrontare le montagne pagnata dal leggero timore di perdersi tra rocce una sci alpinistica sicuramente più frequentata alta della Corsica, si può salire sia da nord che che sorgevano al di là del mare. e canali. E per finire un’interminabile strada per per la vicinanza delle piste da sci e con una di- da sud, ed entrambi gli itinerari si riuniscono alla scesa più remunerativa e ben innevata. In questa Punta des Ebulis su una cresta che offre tratti salita abbiamo però dovuto fare i conti con un al- esposti e brevi passi di arrampicata. Per la disce- tro tipico aspetto dello scialpinismo in Corsica: la sa si può poi optare per uno degli splendidi cou- frequente presenza di ghiaccio o neve molto dura, loir che incidono la parete sud. Poiché il versante a causa dell’azione continua del vento e della no- nord era in quei giorni pericoloso per le valanghe, tevole escursione termica, e la necessità di salire a causa dei grandi accumuli da vento, abbiamo op- con rampanti o ramponi anche su pendenze non tato per la salita da sud e abbiamo contattato una Siamo state accolte eccessive. In cima rocce incrostate di ghiaccio e guida del posto sia per avere maggiori possibilità da un vento forte e un ambiente quasi da quattromila, con la linea di riuscita sia per poter arrivare all’inizio del per- impetuoso, da un argentea del mare all’orizzonte tutt’attorno a noi. corso lungo una ripida e accidentata sterrata che percorso difficoltoso a richiede un fuoristrada. Ma a causa della neve ri- causa dei molti alberi Il vento è forte anche oggi e in un portata sulla sterrata abbiamo dovuto caricarci gli divelti o spaccati, da attimo le nebbie salgono dalla sci in spalla già a 1300 metri di quota e con il nuo- chilometri di sviluppo valle lungo le pareti vo amico Guillerme ci siamo incamminate verso la che rimandavano Bergerie di Petra Pinzuta. Dopo un’ora di cammi- sempre l’incontro Ogni sera, al ritorno dalle escursioni, ci siamo de- no abbiamo messo gli sci e continuato lungamente con la cima, e da un dicate alla scoperta dell’ottima cucina còrsa, così per dossi e contropendenze fino a raggiungere la rientro che più che che il nostro viaggio si è arricchito di conoscenze vallata principale sotto la cima del monte Cinto, una sciata aveva il eno-gastronomiche-culturali, con piatti semplici procedendo su pendii sempre più ripidi e su neve gusto di un’avventura ma ogni volta diversi e buona birra aromatizzata dura, che ha richiesto quasi subito l’uso dei ram- accompagnata dal al ginepro. E nel frattempo cresceva la sensazione panti. Superato un ultimo ripido scivolo siamo leggero timore di di essere capitate in un posto speciale, dove d’in- montate in cresta affacciandoci sul versante nord perdersi tra rocce e verno le montagne erano ancora primitive ed es- e raggiungendo Punta des Ebulis, dove si fermano canali. senziali, e anche il luogo più vicino e frequentato, di solito gran parte degli scialpinisti.

12 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 13 È IN EDICOLA DOLOMITI AMPEZZANE Cortina e le sue cime M o MERIDIANI

n MERIDIANI t a Tofane, Nuvolau, g n e Cinque Torri, Croda da Lago,

D Pomagagnon, Cristallo, Sorapiss olomiti Dolomiti AmpezzAne A mpezz A ne

Qui dopo un tratto più semplice cominciano le festeggiamo con Guillerme: siamo entusiaste, e Salendo verso la forcella difficoltà, con passaggi esposti prima a nord poi a progettiamo già di tornare il prossimo anno per di Punta Rossa o Pic von sud che possono richiedere anche l’uso della cor- tentare l’attraversata alta! Cube A SOLI da e un’ottima valutazione della neve, data l’espo- sizione che renderebbe molto pericoloso qualsia- Scendendo salutiamo gli enormi si distacco. Proseguiamo così per circa un’ora e pini larìci, sfiorandoli con le € 4,50 mezza e finalmente arriviamo sulla cima! Siamo nostre curve felici e molto soddisfatte: siamo sul punto più IN PIÙ alto della Corsica, in un ambiente spettacolare! Ma abbiamo ancora un altro giorno da sfruttare, Il terzo giorno 79 Nessun’altro in giro, tracce poche e molto vec- prima del rientro a casa. Ci piacerebbe monte Ro- l’abbiamo dedicato chie: Guillerme ci dice che sono rari quelli che tondo ma ci rendiamo conto che dopo la sfacchina- alla meta più ambita e arrivano fin qui con gli sci, poche decine l’anno, ta di ieri sarebbe un giro troppo lungo: così decidia- impegnativa, sia come forse anche meno. Il vento è forte anche oggi e mo per la valle dell’Asco, dove vi sono varie cime e lunghezza della salita ampezzaneCon carta di dettaglio olomiti :25 000 in un attimo le nebbie salgono dalla valle lungo forcelle e un ambiente ancora differente. Salendo in che come difficoltà D :50 000 1 le pareti, a nasconderci il couloir di discesa; così auto lungo la valle possiamo vedere delle belle pare- alpinistiche: il monte Carta1 lasciamo rapidamente la cima e ci abbassiamo ti rocciose e il versante nord del Cinto. Messi gli sci Cinto (2706 m). Questa verso l’imbocco del ripido canale, che scende saliamo verso la testata della valle e pieghiamo poi a bellissima cima, la più 79 tra le rocce con pendenze attorno ai 40°. Qui la sinistra raggiungendo un’ardita forcella sotto Punta alta della Corsica, si neve è bella,un ottimo firn mollato al punto giu- Rossa o Pic von Cube, in un ambiente molto bello può salire sia da nord MONT CORTINA COVER COSTA E TELA FF.indd Tutte le pagine 02/02/16 15:30 sto! Peccato che le nebbie nascondano la vista e e con una neve stupenda. Scendendo salutiamo gli che da sud, ed entrambi ci impediscano di lasciare andare gli sci. Arrivati enormi pini larìci, sfiorandoli con le nostre curve, e gli itinerari si riuniscono in fondo per fortuna il cielo si apre; proseguia- togliamo gli sci con ancora negli occhi l’immagine alla Punta des Ebulis ▲ Inverno: quattro escursioni con ciaspole, sci e pelli di foca IL COLTELLINO mo verso il basso fino a dove si può, quindi sci di questi grandi alberi alti a dominare la valle, che ci su una cresta che offre ▲ Estate: cinque itinerari a piedi in spalla si torna all’auto: dieci ore di avventu- riportano a tempi di antiche foreste, silenzi e grandi tratti esposti e brevi ▲ Tutti i rifugi e i numeri utili ra! All’auto apriamo una bottiglia di prosecco e spazi incontaminati. passi di arrampicata. MULTIUSO

14 / Montagne360 / marzo 2016 Allegato a Meridiani Montagne N° 79 - Direttore Responsabile Marco Albino Ferrari - Errestampa (Orio al Serio - BG) Rivista + coltellino € 12,00 - solo rivista € 7,50

PAG MONT CORTINA X LA RIVISTA CAI MARZO 2016 FF-06.indd 1 04/02/16 16:17 spesso necessari! Bellissima vista e possibilità di varie dii molto ripidi ed esposti, fino a una evidente anticima Itinerari varianti in discesa. Dislivello circa 800 metri, tempo di del monte Cinto la cui vetta adesso si intravede verso salita 2-3 ore. est. Da qui bisogna scendere per circa 80 metri sul ver- 1.Sulla cresta tra Punta sante sud con breve passo di arrampicata e risalire per Artica e Bocca Stazzona MONTE CINTO (2706 m) un ripido pendio sul versante sud ovest (molto delicato 2. La cima del monte Da Calacuccia (840 m) si raggiunge la frazione di Lozzi con neve ghiacciata), con lunghe traversate esposte, Cinto (1040 m). Poco prima del paesino si dirama una strada fino al pendio finale più facile e alla cima. La discesa 3. In discesa dal monte Renoso sterrata in direzione del Refuge de l'Erco, percorribile può essere fatta lungo la via di salita ma è molto più solo in parte con un’auto normale. Si sale con gli sci remunerativo scendere per uno dei ripidi couloir della in spalla lungo la strada tagliandone i tornanti. A 1560 parete sud, dopo averne valutato le condizioni. metri giungiamo alla capanna Bergerie de Petra Pinzu- Gita impegnativa e alpinistica, di grande fascino, che ci ta. Da qui si prosegue in lieve salita in direzione nord porta direttamente nel cuore più selvaggio della Cor- ovest procedendo sulla destra per trovare il passaggio sica. Dislivello in salita 1600 metri circa, a seconda di fra le roccette che permette di oltrepassare il torren- dove si arriva con l’auto, tempo di salita 5-6 ore, tempo te e giungere al rifugio (chiuso in inverno, 1670 m). Si complessivo 9-10 ore, difficoltà OSA. Necessari ram- continua per un tratto pianeggiante in fondo al vallone poni, piccozza e corda. sempre in direzione ovest, poi per pendii sempre più ripidi, passando alla base del monte Cinto. A circa 2100 FORCELLA DI PUNTA ROSSA (PIC VON CUBE, 2247 m)

1 metri si abbandona il vallone principale che porta al Si segue la bella e selvaggia valle dell’Asco, fino agli ex Lac du Cinto (2289 m), per salire a destra per un pen- impianti di risalita (1420 m), dove finisce la strada. dio sempre più ripido. A circa 2500 metri si trova un Si segue sci ai piedi la valle principale lungo i vecchi im- PUNTA ARTICA (2327 m) corti salti rocciosi e colate di ghiaccio. Più in basso si passaggio fra le rocce che porta alla Punta des Eboulis pianti in direzione sud ovest, passando vicino a grandi Si deve raggiungere Calacuccia e da qui la stazione entra quindi in uno splendido bosco di pini e abeti e (2607 m). Si prosegue in cresta prima con gli sci poi e splendidi esemplari di pino laricio, fin sotto la Bocca sciistica appena sotto il passo Col de Vergio. Si par- si raggiungono delle strade forestali, che portano poi con piccozza e ramponi (a volte è utile anche la corda), Stanciacane. Qui si piega a sinistra aggirando un pro- cheggia vicino all’hotel di fronte agli skilift (1400 m) alla strada asfaltata che sale al Col de Vergio, a circa con qualche passaggio ghiacciato attraversando pen- fondo avvallamento e salendo quindi un ripido pendio e si parte sci ai piedi proprio da qui, per attraversare 1070 metri in località Poppaghia. Seguendola in salita in direzione sud fino a raggiungere un’alta forcella ap- lungamente e non senza fatica il versante boscato che per circa 10 chilometri si torna alla macchina; è quindi pena sotto il roccioso Pic von Cube (2247 m). L’ultimo va verso Capo a Rughia: si attraversa in piano il bo- meglio predisporre una seconda auto qui. tratto è attorno ai 40°, spesso necessari i ramponi. Il sco in direzione sud est fino a raggiungere Bocca San Gita in ambiente selvaggio, molto bella dal punto di ritorno avviene per la via di salita, con la possibilità di Petru, una forcella a 1452 metri. Anche se il dislivello vista paesaggistico. Dislivello circa 1200 metri, tem- varianti nella parte intermedia, dove si può prendere è minimo questo tratto può essere molto faticoso a po 4-5 ore, difficoltà BSA (soprattutto per lunghezza un canale sulla destra, o scendere per bei pendii con- causa dei continui saliscendi e della quantità di alberi e orientamento). Può essere accorciata salendo di- tinui a sinistra, fino alla parte finale attraverso il bosco divelti che rendono difficile il cammino. Sono quasi tut- rettamente a Bocca San Petru dalla strada asfaltata di pini larici. ti schianti degli ultimi due anni, e gli esemplari a terra o seguendo l’itinerario descritto in discesa dalla casa Gita relativamente breve in ambienti molto selvaggi sono spesso faggi o pini di grandi dimensioni. Arrivati Forestale di Poppaghia a Bocca Stazzona. e solitari, con una bella discesa continua fino all’auto.

a Bocca San Petru si prosegue verso sud puntando a 2 Tempo di salita 2-2 ore e 30 minuti; dislivello circa 800 un traliccio e poi proseguendo lungo il crinale o appena MONTE RENOSO (2352 m) metri, difficoltà BS. sotto lasciando a destra la punta U Tritore; nell’ultimo Si raggiunge il paese di Ghisoni e da qui la stazione sci- tratto si scavalca la cresta verso ovest facendo un ripi- istica Capannelle (1640 m), da dove si parte. Si sale a do traverso e passando sotto punta Capu a u Tozzu e si sinistra degli impianti e quindi, lasciate le piste, sempre traversa a lungo fino alla Bocca Reta (1883 m), sopra il a sinistra lungo una dorsale che contorna un caratte- lago Nino, che si raggiunge con una breve discesa. Da ristico roccione fino ai pendii più ampi che salgono al qui si risale verso nord a Bocca Stazzona e si raggiun- Lac de Bastiani, un caratteristico lago glaciale. Da qui ge la lunga cresta che passando per alcune elevazioni si sale per pendii più ripidi alla cresta spartiacque che minori arriva infine a Punta Artica (2327 m). Sotto di si segue lungamente in direzione sud verso la cima del noi a sud distese solitarie che d’inverno sembrano di- monte Renoso. latarsi grazie al bianco della neve, a nord pendii ripidi Il ritorno viene effettuato per lo stesso itinerario o per Cartina e selvaggi che si alternano a canali spesso ghiacciati un ripido canale che scende un po’ oltre la cima in dire- Carte de randonnée e scuri. Con una lunga salita su cresta si arriva quindi zione ovest, e poi per dei pendii con cespugli e piccoli 1:25.000 CORTE - MONTE CINTO sulla cima, impiegando almeno un’ora e mezza dal lago faggi fino alla strada asfaltata che sale a Capannelle, Nr.4250/OT Nino, e circa 4-5 ore in totale, a seconda delle condi- (per tornare alle piste bisogna attraversare prima, cir- (Cartes IGN www.ign.fr) zioni. ca a 1700 metri e risalire un tratto fino a scavalcare la Il ritorno può essere effettuato per lo stesso percorso, cresta che separa il vallone dalla conca dove sono gli Guida di scialpinismo ma molto più avventuroso e remunerativo è scende- impianti). M. Lacroix, Corsica Bianca, Albiana 2007 re a nord in prossimità di Bocca Stazzona (1800 m) Gita frequentata e non difficile, anche se la presenza

per dei ripidi pendii che portano in un vallone selvag- di ghiaccio e neve ventata la rendono spesso più impe- Guide alpine 3 gio dove bisogna fare ben attenzione alla presenza di gnativa di quanto non sembri. Portare i ramponi, sono [email protected]

16 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 17 A fronte: Sassolungo il secondo altopiano più esteso dell’Alto Un altopiano ideale per lo sci da fondo, gli itinera- e Sassopiatto da Adige, eppure è quasi sconosciuto. La mag- ri battuti nella neve (winterwanderwege), le escur- Il balcone sulle Gasserhütte Ègior parte dei turisti che escono dall’auto- sioni con le ciaspole, con panorami splendidi sulle In questa pagina, strada A22 al casello di Chiusa si dirigono in Val cime dolomitiche che si innalzano al di là della dall’alto: l’ampio Gardena e all’Alpe di Siusi, mentre pochissimi gola dell’Isarco: Odle, Sella, Sassolungo e Sasso- costone verso il provano a salire sul versante opposto della Valle piatto fanno da sfondo a tutte le escursioni. Dolomiti Occidentali Villanderer Berg dell’Isarco. Eppure lassù, tra i 1700 e i 2200 metri Vista la presenza di altre piste da fondo nei din- di quota, si estende un altopiano vastissimo che torni, gli operatori turistici dell’Alpe di Villandro Tra i mughi presso Mair in Plun dall’Alpe di Villandro (Villanderer Alm) prosegue hanno deciso di ridurre l’estensione delle piste da Alpe di Villandro (Villanderer Alm): l’incantevole a est tra i dolci pendii di Jocherer Alm verso il Jo- fondo, per ampliare la rete di winterwanderwege, i cherer Berg, mentre a ovest si innalzano le pareti sentieri battuti nella neve che si percorrono anche altopiano sulla valle dell’Isarco si trasforma in inverno in del Villanderer Berg e a sud-ovest il Corno di Re- senza ciaspole e che permettono di raggiungere un magnifico terreno per escursioni sulla neve non. Una successione di dossi e valloncelli erbosi mete un tempo riservate a racchettisti e scialpi- che diventano ripidi solo verso il basso, nei boschi nisti. La rete di winterwanderwege si estende per di Furio Chiaretta che dominano il fondo della valle dell’Isarco e il circa 30 chilometri e collega le strutture turistiche nucleo medioevale di Chiusa. dell’altopiano, un ristoro e tre rifugi. I rifugi sono tali solo per il nome e per i prezzi mo- derati, ma l’accoglienza è da alberghetto: la stube, la sala da pranzo tappezzata di legno riscaldata da una grande stufa, le camerette con soffitti in legno e spesso con balcone panoramico. L’apertura in- vernale da queste parti è una tradizione e va da metà dicembre a Pasqua, mentre la Gasserhütte è aperta tutto l’anno! Unico inconveniente, la diffi- coltà di fare con i gestori lunghi discorsi in italia- no: per loro l’italiano è solo la terza lingua, dopo tedesco e inglese. Ma per ordinare cibi, dolci, vino e birre qualsiasi lingua va bene. La Gasserhütte (1744 m) si raggiunge in auto e co- stituisce la base ideale per una prima conoscenza dell’Alpe di Villandro, mentre la Rinderplatzhütte (1799 m) e il ristoro Mair in Plun (1860 m), poco distanti fra loro, si raggiungono in mezz’ora a piedi dal parcheggio e sono toccati dai due anelli per lo sci di fondo (7,5 km in tutto). Gasserhütte e Mair in Plun offrono anche il noleggio gratuito degli slittini, con cui bambini e adulti percorrono alcuni winterwanderwege poco ripidi (ma ci sono anche tracciati appositi riservati agli slittini). Più lontana e a 2087 metri di quota, la Stöfflhütte, che si raggiunge con un winterwanderwege da 1 ora e 40 minuti: rinomata per i dolci e la cucina, è la base migliore per esplorare con le ciaspole la zona più elevata e solitaria dell’altopiano. E tutta l’Alpe di Villandro è un terreno ideale per escur- sioni in neve fresca, con le ciaspole o con gli sci da fondo escursionismo: quegli sci da fondo più larghi e con attacchi più robusti utilizzati fino a un decennio fa da una ristretta schiera di appas- sionati, e poi quasi scomparsi dopo la riscoperta delle ciaspole. Ma per chi si muove quassù in neve fresca è d’obbligo una buona capacità di orienta- mento (anche senza GPS) e la scelta di giornate con buona visibilità. Con la nebbia e durante le ne- vicate diventa difficile orientarsi in un paesaggio di morbidi rilievi tutti simili fra loro: meglio rima- nere sui winterwanderwege e sulle piste da fondo.

18 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 19 a sinistra del crinale, fino a una casetta in legno (Ritt- Itinerari ner Bildstock, 2149 m). Ora si segue il poco inclinato costone, ampio sul versante che guarda la Val Sarenti- 1. Panorama dolomitico no e dirupato verso l’Alpe di Villandro, fino alla sommità alla Sella dei Sentieri di Zwölfernock (2430 m), bella meta intermedia. Con 2. Cima del Villander neve sicura e discreta esperienza di ciaspole si scende Berg di 20 metri alla sottostante sella, quindi si seguono le 3. il ristoro Mair in Plun lungo il cammino tracce che sul versante di Val Sarentino tagliano sotto le roccette, arrivando in un valloncello: si sale sul co- stone di sinistra (sud) che lo delimita e in breve si rag- giunge la croce di vetta del monte Villandro (2509 m), splendido punto panoramico sulla Val Sarentino e le

Dolomiti. Al ritorno, giunti alla Sella dei Sentieri si può 2 scendere sul lato sinistro del valloncello boscoso che porta direttamente al parcheggio Kaser (1742 m), sul tornante che precede Gasserhütte.

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Proponiamo tre itinerari per iniziare la conoscenza TOTENKIRCHL E TOTENRÜKEN DALLA all’Alpe di Villandro: il winterwanderwege per la Stof- GASSERHÜTTE flhütte, il tracciato in parte battuto per il Totenrüken, Dislivello: 500 m e la gita al monte Villandro adatta a ciaspole, sci di Lunghezza: 12 km a/r fondo-escursionismo e scialpinismo. Difficoltà: facile, in gran parte su percorso battuto Poi con una buona mappa si potrà continuare l’e- Dalla Gasserhütte (1744 m) si sale con l’itinerario splorazione. precedente al ristoro Mair in Plun (1860 m). Al bivio presso la malga si va diritto sul n. 15, e subito dopo si STOFFLHÜTTE DALLA GASSERHÜTTE prende il tracciato n. 6 che prosegue verso nord ovest Dislivello: 400 m tra mughi e alpeggi (con qualche tratto verso ovest) e Lunghezza: 10 km a/r sale dolcemente in direzione della visibile sella con la

Difficoltà: facile percorso battuto cappella. Talvolta il percorso battuto si interrompe un 3 Dalla Gasserhütte (1744 m) partono verso nord po’ prima della Totenkirchl (cappella al morto, 2186 ovest due itinerari battuti nella neve: quello di destra m), che si raggiunge con le ciaspole. Necessarie le cia- porta a Rinderplatzhütte (1799 m), da cui puntando spole anche per proseguire verso nord lungo il costone a ovest si arriva al ristoro Mair in Plun (Moar in Plun (attenzione alle cornici) fino alla cima del Totenrüken in dialetto e su mappa Tabacco, 1860 m); alla stessa (2221 m). Informazioni utili malga si arriva direttamente con il tracciato di sini- stra, usato anche con gli slittini (30 minuti da Gas- MONTE VILLANDRO - VILLANDERER BERG DALLA serhütte). Subito prima di Mair in Plun c’è un bivio: GASSERHÜTTE L’accesso I siti internet www.gasserhuette.it lasciato a sinistra il ramo per la malga, si prosegue Dislivello: 800 m Si percorre la A22 fino a Chiusa. Dal casello www.valleisarco.com, www.villandereralm. Rinderplatzhütte, a 25 minuti dal par- diritto sul n. 15; si trascurano due diramazioni a si- Lunghezza: 16 km a/r si va a destra al ponte sull’Isarco e alla stata- com/it/inverno.html, www.klausen.it/it cheggio, aperto dal 18 dicembre a Pasqua, nistra e si scende al ponte sul rio Plumpf, da cui una Difficoltà: facile ma lungo fino a Zwölfernock; il tratto le 12, che si segue verso sinistra, prendendo nessun giorno di chiusura rampa riporta tra i pascoli. Il tracciato punta a nord, finale richiede attenzione e neve sicura la circonvallazione di Chiusa: subito dopo il Le mappe www.rinderplatz.com superando un secondo rio e tra vasti pascoli poco Dalla Gasserhütte (1744 m) si sale con l’itinerario n. tunnel c’è a destra il bivio per Villandro. La Utile la carta Tabacco scala 1:25.000, foglio Stöfflhütte, 1 ora e 40 minuti dal parcheg- inclinati supera una sella da cui appare il rifugio. Si 1 al ristoro Mair in Plun (1860 m). Questa volta si se- strada sale a tornanti al paese e continua a 040 Sarntaler Alpen. gio (vedi primo itinerario), aperto dal 19 abbassa al terzo rio, da cui in diagonale raggiunge la gue il tracciato battuto che passa a monte della malga salire fino al Sambergerhof. Qui prosegue in dicembre a Pasqua, chiusa il lunedì, www. Stöfflhütte (2057 m, circa 1 ora). Dal rifugio, con cia- e va prima a ovest, poi a sud, quindi con due tornanti piano nel bosco (parcheggi), si restringe e Per dormire stoefflhuette.it. spole e buona visibilità, si può proseguire verso nord (scorciatoie) sale alla Sella dei Sentieri (Gasteiger Sat- raggiunge con l’ultimo tornante alcuni par- Sull’Alpe di Villandro ci sono 3 rifugi: Solo ristoro e noleggio slittini invece a Mair fino all’ampio costone che separa dalla Gedrumtal e tel, 2056 m). Qui si abbandona il percorso battuto (va cheggi a pagamento (4 €/giorno); l’ultimo Gasserhütte raggiungibile in auto, aperto in Plun, aperta dal 26 dicembre a Pasqua, la quota 2191; oppure in direzione nord ovest si può al Corno di Renon, su cui arriva anche un impianto a parcheggio (sbarra automatica) è quello tutto l’anno (eccetto il lunedì), noleggio chiuso martedì e mercoledì, www.mai- salire al Guflreitek (2160 m). fune) per puntare verso nord. Si risalgono i vasti pendii gratuito di Gasserhütte. slittini rinplun.com

20 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 21 Sulle nevi degli Alti Tauri Con gli sci nelle valli di Mallnitz, il cuore orientale del più grande Parco nazionale austriaco La soglia dell'alta Tauerntal sopra alla Jamnighütte di Francesco Carrer Le cime innevate degli Alti Tauri dalla Neolitico era più caldo di quello odierno, quasi preziosi che alimentavano l’impero finanziario dei Seebachtal tutti i ghiacciai si erano ritirati e la linea delle nevi banchieri Fugger. Le testimonianze diventano più perenni era più in alto di oggi, ma ciononostante abbondanti nel corso del Seicento e Settecento, A fronte: la conca entrambi i valichi della Mallnitztal rimanevano quando le due strade romane assunsero una con- innevata dello impegnativi per la quota, la lunghezza e la perico- figurazione simile all’attuale, con barriere daziarie Stapptizer See (1275 m) col capanno per il losità dei percorsi. per riscuotere tributi sul transito di prodotti come birdwatching A partire dal secondo millennio a.C., reperti dell’E- il vino friulano e il sale. tà del Bronzo e del Ferro indicano un uso sistema- tico della Mallnitztal come via di transito verso gli NEL PRESENTE Alti Tauri. Il protettorato romano sul Norico, ini- Lo sviluppo più recente di Mallnitz è legato all’af- ziato già alla fine del secondo secolo a.C., e la suc- fermazione dell’alpinismo con la costruzione di cessiva colonizzazione di questo vasto territorio ricoveri in quota come la Mallnitzer Tauernhaus montuoso non trascurò la valle chiusa di Mallnitz, e l’Hannover Hütte. La prima Hannover Haus con riguardo alla sua importante funzione di col- fu costruita nel 1888 sotto la cresta dell’Elsche- legamento verso nord tramite il Gastein Tauern, sattels, posizione che gode di una splendida vista termine che indica entrambi i valichi adiacenti sul Grossglockner, le Dolomiti e il Karwendel. Le (Niedere Tauern, 2450 m, e Höhe Tauern, o Korn- cime dei Tauri divennero precocemente ambite tauern, 2460 m) ad alta quota, che collegano il mete alpinistiche. Intorno a Mallnitz ci sono set- Pongauer e il Salisbughese con il villaggio di Mall- te tremila, come l’Ankogel - col suo caratteristico nitz, la Mölltal e la Carinzia meridionale. Tracce di corno terminale di rocce e ghiaccio salito nel lon- due opere stradali, le celebri Römerstrasse, e resti tano 1762, l’Hochalmspitze, la cima più alta dei d’insediamenti celtico-romani in quota, sono stati Tauri orientali e il Sauleck in Dösental, indicato oggetto di scavi e indagini sistematiche. Un tratto come “la cima delle trenta dame” in omaggio alla NEL PARCO turistiche, tracciati per escursionisti solitari, sen- stradale in alta quota, in prossimità della Korn- nascita dell’alpinismo femminile. La catena degli Alti Tauri si estende per circa 120 tieri adatti alle famiglie con bambini e itinerari tauern sul versante di Mallnitz, è stato identificato Il collegamento ferroviario aperto nei primissimi chilometri nelle regioni austriache di Salisburgo, studiati per i camminatori più esigenti: ognuno nel 1990 come strada romana. anni del Novecento, lo sviluppo dello sci alpino e Carinzia e Tirolo Orientale. Lo speciale paesaggio potrà trovare ciò che cerca, grazie anche agli ol- Le complesse vicende del tardo impero e dell’Al- la più recente istituzione del parco intervennero dei gruppi montuosi è composto prevalentemente tre 80 rifugi e punti di ristoro. Nei mesi invernali i to Medioevo portarono alla decadenza della rete come ulteriori elementi di richiamo per Mallnitz. da rocce cristalline e scisti. Gli Alti Tauri costitu- rifugi ad alta quota sono in genere chiusi; tra fine commerciale. Perduta la ricchezza derivante dai Sentieri ben segnalati portano a rifugi accoglienti iscono il cuore delle Alpi Orientali e vengono di- febbraio e fine aprile, però, alcuni aprono per ac- transiti commerciali, l’economia della valle si in- che ristorano la fatica della salita, mentre le funivie visi in diversi gruppi montuosi: le montagne del cogliere gli scialpinisti. centrò sulle sue risorse forestali e minerarie, il cui dell’Ankogel portano in quota chi non ha voglia, o Villgraten, il gruppo del Venediger, Granatspitz, Sul versante meridionale le acque degli Alti Tauri sfruttamento era iniziato già in epoca romana. Il non può, faticare. E con l’arrivo della prima neve Kreuzeck, Schober, Glockner, Goldberg e Anko- vengono raccolte principalmente da affluenti di Mallnitzer Tauern e la mulattiera sul Korntauern lo scenario cambia completamente divenendo un gel. A nord, il confine naturale degli Alti Tauri è la sinistra della Drava: l’Isel, dal corso lineare rivol- tornarono a essere impiegati per il commercio dei vero paradiso per lo scialpinismo, per gli appas- valle di Salzach, a sud la valle della Drava, a est la to verso sud est, e la Möll dal tracciato contorto e Il Parco nazionale metalli già a partire dall’inizio dell’età moderna: sionati di ciaspole e per i fondisti, con piste per lo Krimmler Ache e la valle Aurina, e infine a ovest sinuoso. La Möll nasce ai piedi del Grossglockner Alti Tauri, istituito nel il piombo, che dalla Slovenia e dalla Transilvania sci nordico che permettono di scivolare in silenzio la Grossarltal, la valle di Murwinkel e il passo ed è un fiume particolarmente bello nonostante 1981 su una superficie veniva trasportato verso la Germania, e i metalli attraverso la foresta. Katschberg. le opere di regimazione idrica. Prima della con- di 1836 chilometri Il Parco nazionale Alti Tauri, istituito nel 1981 su fluenza nella Drava a Möllbrücke il fiume descrive quadrati, è il più una superficie che oggi raggiunge i 1836 chilome- un’ampia ansa in prossimità di Obervellach: pro- grande dell’Europa tri quadrati, è il più grande dell’Europa centrale, prio in questo punto si apre verso nord la vallata centrale, con oltre 400 con oltre 400 vette che superano i tremila, vasti percorsa dal Mallniter Bach. vette che superano i pascoli alpini, affascinanti ghiacciai e spettacolari Il paese di Mallnitz sorge su un terrazzo detritico, tremila, vasti pascoli cascate. Nel cuore del parco si trovano cime im- a una quota media di 1200 metri, entro un solco alpini, affascinanti portanti come il Grossglockner (3798 m), la cima che s’incunea nella catena dei Tauri orientali, in ghiacciai e spettacolari più alta degli Alti Tauri, il Grossvenediger (3622 una conca da cui si diramano tre valli (la Tauern- cascate. Nel cuore m), il Grosser Muntanitz (3236 m), l’Hocharn tal, la Seebachtal e la Dösental) di origine glacia- del parco si trovano (3254 m) e la Hochalmspitze (3360 m). Nell’a- le, caratterizzate da ampi fondovalle prativi dalla cime importanti come rea centrale la natura è incontaminata con ghiac- giacitura pianeggiante, contornati da sipari di alte il Grossglockner ciai, laghi, flora e fauna alpina, mentre nella zona creste e vette che raggiungono i tremila. (3798 m), la cima più esterna il territorio è frutto di un’armoniosa fusio- alta degli Alti Tauri, ne tra gli spazi naturali e l’attività ecologicamente NEL PASSATO il Grossvenediger sostenibile degli alpeggi. La valle di Mallnitz – tributaria della Mölltal, (3622 m), il Grosser Il territorio è attraversato da innumerevoli sentie- senza facili accessi e apparentemente chiusa da Muntanitz (3236 m), ri, percorsi alpinistici e tematici, che conducono alte e aspre barriere rocciose – fu frequentata fin l’Hocharn (3254 m) a visitare i luoghi più belli e suggestivi. Vi sono dalla preistoria dalle popolazioni celtiche, orga- e la Hochalmspitze percorsi che portano alle principali attrazioni nizzatrici delle prime vie commerciali. Il clima nel (3360 m).

24 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 25 moderata salita nel bosco si arriva alla Konradhütte zioni di ghiaccio sul versante dell’Ankogel. La strada Itinerari (1616 m), sopra la candida distesa del Konradlacke. prosegue con alcuni tornanti rimontando un conoide Proseguendo nella parte terminale della bella conca detritico interessato da valanghe che scendono dal si affronta una brusca impennata su ripido e stretto Pleschischgraben; poco oltre la capanna della telefe- 1. La Laschghütte (1800 sentiero, impegnativo con gli sci, nel bosco fitto. Rag- rica della Leitnerhütte si arriva alla Talhütte, (1415 m), m) due piccole casette giunto un piccolo ripiano a quota 1750 metri il pendio solitaria baita nel folto del bosco. Vale la pena conti- incastonate tra i massi e si fa aperto fino alle candide praterie della Dösner nuare oltre l’edificio, rimontando la piana coperta da gli abeti 2. Dösental, salita nel Hütte (1970 m). Dall’alpeggio si prosegue entrando in rada vegetazione alternata a radure sotto gli alti ver- bosco sopra la candida una maestosa conca glaciale, poi con un ultimo im- santi rocciosi. Si può proseguire liberamente fin oltre distesa del pegnativo gradino fino alla Arthur von Schmid Haus al Schmalzgrube (1700 m circa). Poi la valle si stringe Konradlacke (1616 m) (2275 m), sulla riva del Dösner See, suggestiva conca tra alte quinte rocciose, la vegetazione arborea tende lacustre dominata dalla piramide scura del Säuleck. Il a scomparire ed è preferibile rientrare al punto di par- rientro si effettua sulla via di salita prestando atten- tenza sulle tracce dell’andata. zione al tratto sotto la Dösner Hütte. 5. FELDSPITZ 4. SEEBACHTAL Dislivello: 530 m Dislivello: 420 m Lunghezza: 8 km Lunghezza: 12 km Tempo: 4 ore Tempo: 5 ore Grado: ROSSO

1 Grado: BLU Dal centro di Mallnitz si seguono le indicazioni per La Seebachtal, considerata una delle valli più belle la Tauerntal; superata la sede del Parco e lasciate degli Hohe Tauern, ha una parte iniziale piatta e facile, le ultime case si entra nella piana dell’Alpengasthof 1. KAPONIGTAL Grado: ROSSO (BLU fino a Jössnighütte) con lo Stappitzer See. Dall’Ankogel Alm (1280 m), si Gutenbrunn (1219 m), dominata dai candidi versanti Dislivello: 869 m L’itinerario ricalca il precedente fino ai due ponti a segue la stradina che percorre il fondovalle, con trac- dei Niederer Tauern. Si corre tra radure e boschi fino Lunghezza: 14,5 km quota 1382 metri. Si prosegue diritti sulle indicazioni ciato per lo sci nordico. Si passa presso il Freizeit Zen- alla Stockerhütte (1290 m), dove si paga il pedaggio Tempo: 5/6 ore di Moosboden ancora per un po’, quindi si svolta a si- trum e si giunge in falsopiano alla conca dello Stapp- per il tratto successivo (bus-navetta), transitabi- Grado: ROSSO (BLU fino a Bodenhütte) nistra verso monte percorrendo il lungo traverso (circa tizer See (1275 m), distesa innevata con capanno per le dall’inizio della primavera, che permette di salire Poco a monte di Obervellach, lungo la Mallnitztal, si 2 km) che esce prima su radure con baite in legno, poi l’avvistamento degli uccelli acquatici, con bella vista fino al parcheggio terminale (1670 m). Le indicazioni trova a destra la deviazione per Kaponig. La stradina, con qualche tornante fino alla Gassnerhütte (1759 m). sulle montagne circostanti. Costeggiando il torrente portano in breve alla Jamnighütte (1748 m), chiusa un tempo a servizio della ferrovia, sale fino all’ampio Continuando ancora sul comodo tracciato stradale, si raggiunge il ponte sul Seebach (1278 m), e più in d’inverno. Alle spalle del rifugio si apre la veduta sulla terrazzo della Kaponigplaz (1080 m). Conviene lascia- oppure direttamente per pascoli e fasce di bosco, si su i tre edifici della Vordere Lassacher Alm (1309 m). conca dell’alta Tauerntal, contornata dagli imponenti re il mezzo nel parcheggio e prendere la stradina che sale in quota, attraverso alpeggi sempre più aperti, alla Ancora in moderata salita si arriva alla Mittlere Las- fianchi dell’Astromspitze, del Feldssekopf, del Vorde- continua a salire. In breve una sbarra chiude l’accesso Jössnighütte (1900 m circa). Da questo punto si può sacher Alm, con la Felix e la Schwustiner Hütte (1338 rer Geisslkopf, cime che sfiorano i tremila. Dalla Jam- alla valle; si continua sempre su ampio tracciato a pen- proseguire verso monte mantenendo il dosso abba- m), fregiata dal marchio Alpine Pearls. Da questo pun- nighütte si prosegue verso nord ovest; attraversato denza costante superando una erosione; poco oltre la stanza disteso e libero dalla vegetazione che sale ver- to ha inizio un imponente scenario alpino con forma- il solco del Tauernbach si raggiunge la Laschghütte presa d’acquedotto si lascia una diramazione verso so la sommità dell’Unterer Sickerkopf (2360 m). Dopo monte, priva di tabelle, continuando fino ai due ponti una bella sciata su pendio aperto il rientro si effettua (1382 m). Lasciate altre diramazioni si prosegue diritti sulla via di salita. sulle indicazioni di Moosboden. Superati due tornanti si esce sulla radura ai piedi della Stranighütte; dopo la 3. DÖSENTAL diramazione della Gatternighütte si prosegue sempre Dislivello: 827 m sul fondovalle fino a una grande briglia di contenimen- Lunghezza: 10,6 km to. Oltre il torrente il tracciato forestale rientra nel bo- Tempo: 5 ore sco alzandosi sul fondovalle con due tornanti e tratti Grado: GIALLO (BLU fino a Konradhütte) di pendenza alterna fin oltre quota 1600 metri, quindi Dalla stazione di Mallnitz una stradina con molte rami- divalla leggermente sotto un grande conoide per rag- ficazioni si addentra nella valle del Dösenbach. Seguen- giungere la Bodenhütte (1649 m). Il fondo della conca do le indicazioni si raggiunge, dopo quattro tornanti, la resta percorribile ancora per un buon tratto, tra belle Parkplatz Dösenertal (1448 m). Si supera il ponticello radure e chiazze d’abeti, quindi intorno ai 1700 metri e si sale subito a sinistra lungo il torrente evitando la il pendio s’innalza bruscamente mentre le tracce di Quatschnigalm in modo da passare per la segheria e sentiero portano fino alla Moosbodenhütte (1949 m). la Eggerhütte (1500 m) dove si riprende la strada. Si Il rientro si effettua sulla facile via di salita. perde un po’ quota nella grande conca della Dösener Alm, con bella vista sul primo balzo roccioso domina- 2. UNTERER SICKERKOPF to dall’armoniosa piramide del Säuleck. Si prosegue Dislivello: 1280 m sull’ampia Rupertiweg passando sotto incombenti Lunghezza: 16,5 km versanti rocciosi con stratificazioni intagliate da pro- 2 Tempo: 6/7 ore fondi canaloni incrostati di ghiaccio. Dopo un tratto in

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3. L’imponente scenario alpino sotto il versante dell'Ankogel 4/5/6 Girovagando per le valli di Mallnitz

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(1800 m), due piccole casette incastonate tra i mas- millenaria frequentazione; il locale invernale è aperto si e gli abeti, e si entra nella conca del Laschgbach. La tutto l’anno. Grandioso il panorama sui versanti del stradina sale con diversi tornanti verso il Feldspitz fino Schareck e sulla Nassfelder Tal. Il rientro avviene sulla alla conca superiore guardata dalla Peterbauer Hüt- via di salita. te; l’ultima casetta si trova dietro un dosso, in riva al Laschgbach (2050 m). L’ambiente solenne, candida- 7. HÄUSLERALM mente innevato, invita a proseguire dentro la grande Dislivello: 700 m conca glaciale in direzione della cima del Romaten Lunghezza: 11 km Spitz. Mantenendo il centro dell’avvallamento si può Tempo: 5 ore salire per dolci pendenze fino a quota 2200 metri, poi Grado: ROSSO il pendio si accentua e si può iniziare il rientro, anche Nei pressi del camping, appena a sud del centro abi- se la praticabilità, in base alle condizioni del manto ne- tato (1180 m), si segue la stradina che correndo ai voso, può rimaner buona fino alla cima del Romaten margini del bosco ritorna verso Mallnitz. Si lasciano Spitz (2696 m). Il rientro avviene per la via di salita. a sinistra tracce di sentiero che salgono nel bosco

e si seguono le indicazioni per Häusleralm (tabelle 5 6. HAGENER HÜTTE in legno). La stradina inizia a salire con una stretta Dislivello: 780 m serpentina a pendenza molto accentuata. In realtà si Lunghezza: 11 km tratta del sedime di una pista da discesa, che guada- Tempo: 5 ore gna quota molto rapidamente fino a 1500 metri. Vo- Grado: ROSSO lendo si può deviare a sinistra, trovando la traccia che Fino alla Jamnighütte (1748 m) si segue l’itinerario porta in leggera salita fino alla Watzingeralm, in bella precedente. Si prosegue verso nord ovest; attraversa- posizione panoramica. Dall’alpeggio si attraversa un to il solco del Tauernbach si raggiunge la Laschghütte impluvio e, seguendo le indicazioni del segnavia 142 (1800 m), e si riattraversa il Laschbach puntando a si taglia un pascolo in leggera salita fino a un abete una evidente baita in legno, la Madharistolm (1830 isolato, sopra al quale riprende un ramo della pista. m). Si seguono quindi le tracce della Römerweg, Si ritorna a salire con pendenza accentuata con belle (segnavia 110-113), che con pazienti volute rimonta il finestre sulla conca di Mallnitz e sugli Alti Tauri; sopra fianco orientale della Laschwand, passando l’Almhüt- quota 1700 metri rami della pista si riuniscono in un tee la capanna Kolbnitzberger, fino a raggiungere la unico tracciato che con pendenza marcata arriva in Tauernkreuz (2235 m), panoramico dosso sul trac- breve al sito dell’Häusler Alm (1870 m), con diverse ciato di salita. Un ultimo tratto ancora, sotto alla cre- baite e un grande edificio, l’Alpengasthaus. La trac- sta del Greilkopf permette di raggiungere la storica cia di pista sale ancora un po’ fino a un colle appena Tauernhaus (2395 m), il vecchio rifugio restaurato, sopra i pascoli. La discesa si effettua mantenendo la

ormai in prossimità dell’Hagener Hütte (2448 m), col traccia principale che scende direttamente, con forte 6 nuovo rifugio sulla Mallnitzer Tauern, storico valico di pendenza, ai prati di Mallnitz.

28 / Montagne360 / marzo 2016 Kangchenjunga il gigante sconosciuto La terza montagna più alta della terra vanta una lunga storia alpinistica, ricca di racconti e di nomi famosi di Stefano Ardito Nelle pagine precedenti Il ghiacciaio Zemu e il Nel 1899 un altro inglese, Douglas Freshfield, per- Il Kangchenjunga da Siniolchu in una foto guardare un altro pianeta» annota. «Penso sia un Darjeeling, uno dei scattata da Vittorio inganno, un riflesso, uno scherzo di nubi. Ma no, corre i ghiacciai del Kangchenjunga, e della sua quadri dipinti nel Sella nel 1899. Foto sono vette quasi tangibili quanto l’atmosfera è lim- spedizione fanno parte quattro italiani. Uno di loro, 1873 da Edward Lear Fondazione Sella pida, vette quasi soprannaturali, tanto simili altezze Vittorio Sella, scatta delle fotografie che destano (Christies Images, ci sono inconsuete». ammirazione anche oggi. Bridleman Images/ Archivi Alinari) Il Kangchenjunga, terza cima della Terra, è sem- Sei anni dopo, nel 1905, l’inglese Aleister Crowley, pre stato sacro per chi lo vede all’orizzonte. Ai piedi quattro svizzeri e l’italiano Alceste Rigo De Righi, In questa pagina: l’alba della montagna, secondo i libri sacri del , ha che lavora in un hotel di Darjeeling, trovano nel ci- sul Kangchenjunga (a meditato Guru Rinpoche (o Padmasambhava), il clopico versante di Yalung la via in direzione della sinistra) e il Pandim fondatore del Buddhismo tibetano, che è vissuto vetta che verrà percorsa cinquant’anni dopo. dai 3500 metri di Sandakphu, sul confine nel nostro Medioevo. La spedizione è tormentata da incidenti e da ris- tra e Nepal. Per uomini e donne arrivati da lontano, ufficiali e se. Crowley, soprannominato “la Bestia”, è un per- Foto Stefano Ardito piantatori di tè britannici e poi esploratori e alpi- sonaggio maledetto e scomodo, che nelle storie nisti, il Kangchenjunga (il nome significa “i Cinque dell’alpinismo è stato quasi cancellato. Ma l’inglese, Tesori della Grande Neve”) è prima una curiosità che tre anni prima ha scoperto la via verso la cima geografica, poi uno spettacolo da ammirare, infine del , individua e percorre per un tratto anche l’i- una sfida. La sua quota, certificata dal Survey of In- tinerario migliore del Kangch. dia, è di 8596 metri. Nettamente più basso dell’E- Poi, nella storia della terza montagna della Terra, verest, il Kangch è di soli quindici metri inferiore sfilano altri personaggi straordinari. Il tedesco Paul al K2. Bauer, nel 1929 e nel 1931, tenta per due volte lo a storia dell’alpinismo himalayano cam- zaino e respiratore sulle spalle, sarebbe un exploit Nell’Ottocento il pittore britannico Edward Lear sperone nord est della montagna, una lama di neve bia il 25 maggio 1955. All’una del pome- straordinario anche oggi. lo dipinge in tre quadri straordinari, e lo scrittore e ghiaccio rivolta verso il ghiacciaio di Zemu che L riggio, due alpinisti britannici si lasciano Oltre il torrione sono gli 8596 metri della terza vet- americano Mark Twain lo osserva e lo descrive con ricorda le Ande più che l’Himalaya, e che offre dif- alle spalle la parete sud ovest, che li ha impegnati ta della Terra. Gli alpinisti fanno ancora qualche passione. A cercare per primi una via verso l’alto ficoltà glaciali superiori a quelle affrontate fino ad per un mese e mezzo. Hanno impiegato cinque passo, poi si fermano per lasciare vergine la cima, sono il botanico inglese John Dalton Hooker e poi il allora ad alta quota. ore dall’ultimo campo, a 8200 metri di quota. che per i buddhisti del è sacra. Potrebbero topografo indiano Sarat Chandra Das, che Rudyard Bauer coinvolge alpinisti eccellenti come Ernst Bei- Per piazzare la loro minuscola tenda in un cana- arrivarci l’uno accanto all’altro, come Hillary e Ten- Kipling utilizza come modello per uno dei perso- gel, Eugen Allwein, Hermann Schaller (che muo- le di neve ghiacciata hanno scavato per ore con le zing sull’Everest. naggi del suo Kim. re con uno sherpa nel 1931) e Karl Wien. Il team piccozze. Invece rispettano la promessa del capo-spedizione George Band e Joe Brown hanno cinquant’anni in Charles Evans, e alla vetta scattano solo una foto. due. La vittoria del 1953 sull’Everest ha dato loro L’immagine in bianco e nero di quella facile cupola e ai loro compagni disinvoltura e sicurezza. Ma di neve entra nella storia del rapporto tra l’uomo e arrivare lassù non è stato un gioco. Nel versan- i monti con più forza di tante immagini di uomini te di Yalung, muri di ghiaccio, seraccate, enormi aggrappati a precipizi di roccia e di ghiaccio. crepacci hanno offerto loro una sfida «nettamente Diciotto anni prima della conquista, un giovane Il Kangchenjunga, terza più difficile dell’Everest», come mi dirà nel 2005 esploratore italiano percorre una valle del Sikkim. cima della Terra, è George Band. Intorno a lui, nella pioggia battente, la foresta for- sempre stato sacro per L’ultimo giorno, dopo il canalone, i due hanno ma «un groviglio orribile e stupendo», dove «a chi lo vede all’orizzonte. affrontato una ripida parete di misto, un pendio biancastri tronchi muscolosi si abbarbicano lisce Ai piedi della montagna, di ghiaccio vivo con pendenze fino a sessanta gra- liane sensuali e infiniti fiori cattivi e bellissimi». secondo i libri di, poi altri passaggi difficili su roccia. Usciti sul- Il fiume Teesta, gonfiato dal monsone, «precipi- sacri, ha meditato lo spartiacque Joe e George si siedono a riposare ta a valle con fragore assordante». Uno scivolone Padmasambhava, qualche minuto. Poi ripartono per una cresta ae- farebbe cadere il viaggiatore «in quelle acquacce il fondatore del rea e difficile, interrotta da torri rocciose. sudice». «Non resterebbe che godere la morte, ab- Buddhismo tibetano, Nelle bombole resta ossigeno per due ore, poi sali- bandonandosi alla folle danza, nell’amplesso delle vissuto ai tempi del re diventerà impossibile. Il vento gelido del Tibet acque scatenate giù per la china». nostro Alto Medioevo. spazza la parete nord ovest, e fa vorticare nuvole La giornata è grigia, nuvole gonfie di pioggia na- Per uomini e donne di neve sulla cresta. L’ultimo ostacolo è una parete scondono il cielo. Poi il sole buca le nubi, il cielo di- arrivati da lontano, «verticale, color ambra, incisa da fessure paralle- venta azzurro, e le urla delle guide spingono Fosco ufficiali e piantatori le», alta sette/otto metri. Nessuno ha mai affronta- Maraini a guardare verso l’alto. «Il Cancenzongà, la di tè britannici e poi to un passaggio su roccia così duro a quella quota. terza montagna del globo per altezza, scintilla libero esploratori e alpinisti, Ma Joe Brown è uno dei migliori arrampicatori nel sole, coronato da nubi abbaglianti, come un ca- il Kangchenjunga è del mondo, e le sue vie sulle pareti del Galles sono stello incantato di marmoree sostanze imperiture». prima una curiosità già entrate nel mito. Sceglie una delle fessure, la Maraini è appena tornato dal Tibet, ha visto oriz- geografica, poi risale incastrando mani e piedi, si protegge con zonti sconfinati e grandi vette. Ma quella visione uno spettacolo da cordini ancorati a dei blocchi incastrati. Quella lo lascia impietrito. «Settemila metri stanno tra ammirare, infine una fessura tra il quarto e il quinto grado, salita con me e la vetta, ma sembrano settantamila. È come sfida.

32 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 33 A fronte. In alto a sinistra: due Lepcha su un sentiero in una foto scattata da Vittorio Sella nel 1899. Foto Fondazione Sella

In alto a destra: i seracchi della via normale del Kangch nel 2013. Foto Mario Vielmo.

In basso a sinistra: l’alpinista francese Pierre Béghin, autore nel 1983 della prima solitaria del Kangch. Foto archivio Corbaccio

In basso a destra: il suo connazionale Benoît Chamoux, scomparso nel 1995 nei pressi della vetta che sarebbe stata il suo quattordicesimo 8000. Foto archivio Ev- Dopo la vittoria del 1955, il Kangchenjunga resta a Vladimir Balyberdin. Arrivano su almeno una K2-CNR lungo tranquillo. Nel 1977 il team militare indiano delle cime ventotto dei trentatré membri del diretto dal colonnello Narinder “Bull” Kumar sale team. Le salite a vette oltre quota ottomila sono In questa pagina: la lo sperone nord est, completando l’itinerario dei te- ottantacinque. spedizione britannica deschi. Arrivano in cima il maggiore Prem Chand e Poi, come sugli altri giganti, le spedizioni si molti- del 1955 ha conquistato il Kangchenjunga il naik (caporale) Nima Dorje Sherpa. plicano. Da poche unità, o poche decine, gli alpi- e segnato la storia Poi, uno dopo l’altro, i grandi nomi dell’alpinismo nisti che calcano la cima diventano centinaia. Le dell’alpinismo himalayano iniziano a visitare la montagna. Nel difficoltà, le valanghe e l’altissima quota, con il Jet himalayano. Il 25 maggio 1979 gli inglesi Doug Scott, Pete Boardman e Joe Stream che soffia con violenza dal Tibet, fanno al- 1955, l’inglese George Tasker, arrivano in cima da nord ovest completan- lungare anche il numero delle vittime. Band arrampica verso la cresta sommitale. do la via di Smythe e compagni. Nel 1992 scompare sul Kangch, di cui forse rag- Foto di Joe Brown (Royal Tre anni dopo, con lo sherpa Ang Dorje e l’altoate- giunge la cima, la polacca Wanda Rutkiewicz, una Geographical Society) sino Friedl Mutschlechner, Reinhold Messner trac- delle più forti alpiniste di sempre. Tre anni dopo la cia sullo stesso versante una via in parte nuova, e stessa sorte tocca ai fuoriclasse francesi Pierre Ro- rischia di morire a causa di un malanno al fegato. yer e Benoît Chamoux. Poco dopo, lungo la via di Band e Brown, arrivano Tra gli italiani, dagli anni Novanta, sfilano uno in cima i valdostani Oreste Squinobal e Innocenzo dopo l’altro sulla vetta del Kangchenjunga gli aspi- “Nio” Menabreaz. ranti alla collezione completa : Sergio Martini, Abe- Un anno dopo un altro straordinario alpinista, il le Blanc e Silvio “Gnaro” Mondinelli che entrano francese Pierre Béghin, compie la prima solitaria ufficialmente nell’elenco, Hans Kammerlander che del Kangchenjunga. Nel gennaio del 1986 i polac- si ferma a quota tredici, Christian Kuntner che mo- chi Krzysztof Wielicki e Jerzy Kukuczka arrivano rirà sull’, la sua quattordicesima vetta. E in cima d’inverno, un’altra impresa che entra nella Fausto De Stefani, che li sale tutti e quattordici ma storia. Nello stesso momento, millequattrocento al quale non viene riconosciuto il . metri più in basso, il loro compagno Andrzej Czok Nel 2009 Nives Meroi, che potrebbe essere la pri- vien ucciso dal mal di montagna. ma donna a completare il Grande Slam, rinuncia supera lo sperone, raggiunge per due volte gli otto- Dyrenfurth, che include il tirolese Erwin Schneider Quattro vette su cinque del Kangchenjunga supe- alla cima per salvare la vita al marito e compagno mila metri, ma deve rinunciare a causa dei pendii e lo svizzero Marcel Kurz. rano gli ottomila metri. Nel 1978 un team polacco di mille ascensioni Romano Benet. Il suo malore, valangosi e del maltempo. Il personaggio più noto è però l’inglese Frank Smy- raggiunge le cime Centrale e Sud, nel 1983 una spe- al ritorno in Italia, si rivela un male al midollo che I tentativi tedeschi al Kangchenjunga, però, resta- the, il salitore della Sentinella Rossa e della Via Ma- dizione giapponese sale lo Yalung Kang, la quinta lascia una speranza di guarigione intorno al 30%. no poco conosciuti dal pubblico. In prima pagina, jor del Monte Bianco, che vive di articoli, di foto e montagna della Terra. Nel 1991, l’anno dell’indi- Invece Romano guarisce, il tentativo del 2013 negli anni del nazismo, andranno le tragiche spedi- di libri di montagna. «Il primo alpinista professio- pendenza della Slovenia, Andrej Štremfelj e Marko fallisce, e nella primavera del 2014 i due si zioni degli anni Trenta al , con le loro nista nel senso moderno del termine, il precursore Prezelj tracciano sul Kangchenjunga Sud una fan- abbracciano in vetta al Kangch. Il loro Non ti decine di vittime tra alpinisti germanici e sherpa. di Chris Bonington, Kurt Diemberger e Reinhold tastica via in stile alpino. farò aspettare, pubblicato meno di un anno fa da Nel 1930, tra le due spedizioni Bauer, viene tenta- Messner» lo ha definito Ken Wilson, direttore di L’impresa più bella di quegli anni, però, è la dop- Rizzoli, è uno straordinario libro di alpinismo e di to anche il versante nord occidentale del Kangch. Mountain. Una serie di valanghe, che uccidono lo pia traversata delle vette del Kangch da parte del amore. A farlo è la spedizione diretta da Günter Oskar sherpa Chettan, cacciano la squadra dal Kangch. team sovietico che include Anatoly Boukreev e Negli ultimi anni arrivano in cima al Kangch forti

34 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 35 Alberto Peruffo sale verso la Cima Nord del South Simvu. La spedizione del 2014 sul bacino di Zemu ha dimostrato quanto ancora c’è da esplorare ai piedi del gigante. Foto Francesco Canale

alpinisti come il kazako Denis Urubko, il catalano vergini. E si avvicina con commozione al “beyul” di Oscar Cadiach, il valdostano Marco Camandona, Yongiotang, una piccola piana circondata da mo- il vicentino Mario Vielmo e il settantaquattrenne rene e da ghiacciai, che potrebbe avere ospitato la spagnolo Carlos Soria, che stabilisce un record di meditazione di Guru Rinpoche. età. Tra coloro che non ce la fanno c’è il basco Alex È una bellissima avventura, raccontata su «Monta- Txikon, altro straordinario personaggio, che defini- gne360» nell’ottobre 2014, capace di mostrare che sce quelli del tentativo alla cima come «i tre giorni lo spazio per esplorare c’è ancora. Si svolge ai piedi più al limite della mia vita». dello Zemu Peak, una piramide di roccia e ghiaccio Ma la storia del Kangchenjunga non si scrive solo di 7780 metri, una delle cime inviolate più alte ed ad altissima quota. Nel 2014 la spedizione sui eleganti della Terra. Il 2015, a causa del terremoto, ghiacciai di Tongshyong, South Simvu e Talung, è stato un anno di pausa su tutte le montagne del promossa da Alberto Peruffo e alla quale parteci- Nepal. Quest’anno le spedizioni al Kangchenjunga pano cinque veneti, un laziale, un peruviano e un riprendono. Questa storia, come quella di tutte le indiano esplora tre bacini glaciali e sale sette cime montagne, continua.

COME SI SCRIVE?

Il nome della terza cima della Terra può essere scritto in modi diversi. I primi viaggiatori inglesi scrivevano “Kinchinjunga”, il grande Fosco Ma- raini ha usato un musicale “Cancen- zongà”, rispettando l’accento di sik- kimesi e tibetani e il divieto fascista di usare la K. Qualche autore tedesco continua a scrivere “Kantsch”. Oggi in Nepal e nel resto dell’India si usa normalmente Kangchen- junga, ma in Sikkim si preferisce “Khangchendzonga”. Un nome che in nepali si scrive շր֭ռ֊վջ֭պ֞ in sikkimese e in tibetano ऒऔवࣛखूढࣛधपॄठࣛलक़ࣛ e in hindi շեռ֊վեպ֞ . La bellezza di questa montagna straordinaria resta intatta in qualunque modo la si chiami.

36 / Montagne360 / marzo 2016 Nafplio, Lagada, Nedousa, “This is Sparta!”. La celebre battuta, che ha reso famoso un recente kolossal cinematografico sulla battaglia delle Termopili, combat- Peloponneso verticale Leonidio: il magnifico tuta e persa dallo spartano Leonida e dai suoi trecento soldati nel lontano 480 a.C., ha oggi perduto quasi tutto del suo fascino bellico calcare della penisola greca originario. L’antica Sparta, nemica giurata degli ateniesi, di rado è un irresistibile invito per ma concretamente alleata dei medesimi, luogo di forza, milizia, di- sciplina e coraggio, è oggi una tranquilla e un po’ isolata cittadina chi cerca falesie spesso di provincia, vagamente addormentata a nord est delle pendici del monte Taigeto. assolate anche in inverno, È proprio questa la sensazione che si prova viaggiando per il Pelo- lontane dall’affollamento ponneso: attraversata Atene, la caotica, si scende per una semide- serta autostrada, illuminata sempre da milioni di costosi lampioni, dei più noti santuari e poi verso il mare e verso gli oliveti di Kalamáta, quasi all’estremo sud dell’intera Grecia. Anche qui la percezione del viaggiatore è dell’arrampicata la medesima: una serena tranquillità, una cordialità diffusa, un inusuale senso dell’humor, e una evidente simpatia per gli italiani. di Eugenio Pesci Forse tutta la Grecia, per ora uscita indenne dai sei mesi di dram- ma economico-sociale del 2015, è ancora sospesa fra un’appartata epoca trascorsa e la necessità di trasformarsi, accelerando i modi e i tempi della vita, per potersi legare in modo stabile alle dinamiche contemporanee e proprie dell’Europa del terzo millennio. Di sicu- ro, in Grecia non troverete il caos e la frenesia che spesso caratteriz- zano altre aree europee, Italia e Spagna incluse, e nemmeno quella percepibile aria di divino distacco dei locali, che spesso si respira viaggiando, anche solo come arrampicatori, nel sud della Francia e in certe aree svizzere. È la Grecia, appunto, e il resto lo scopri- rete voi, se vorrete privilegiarla per un tour d’arrampicata sportiva rispetto a tante altre mete più famose e alla moda. È scontato dire che, per chi ha interessi culturali, legati all’antichità, il binomio ar- cheologia/arrampicata raggiunge, in Grecia, livelli ineguagliabili. In questo senso, il Peloponneso offre una concreta possibilità di scelta fra differenti siti patrimonio mondiale UNESCO. Ma come si arrampica, oggi sulle falesie greche? Posso dire, con certezza, che si arrampica molto bene, senza affollamenti, senza stress, se non per qualche chiodatura lunga, e che si può arrampi- care di più, perché i costi del soggiorno sono più bassi che altrove, e il meteo molto favorevole. In queste poche pagine ho cercato di dare qualche indicazione, vissuta, che vada al di là delle volatili e spesso poco interpretabili notizie che, appunto, circolano sui siti specializzati. Non sempre è oro ciò che luccica e, allo stesso modo, A fronte: Nafplio, settore Neraki, spesso è oro ciò che sembrava di ferro. Rossida (7b). La guida alpina e arrampicatore greco Aris Theodoropoulos è stato Foto E. Pesci ed è uno dei principali animatori dello sviluppo verticale di Kalym- nos, il massimo esperto di arrampicata sportiva in Grecia, avendo redatto, fra l’altro, la recentissima e dettagliatissima topo-guida di tutta la zona ellenica. Il Peloponneso occupa, in questo bel libro, SCHEDA TECNICA una parte centrale, ma, al contempo, ha un posto particolare per- ché, se si esclude la zona di Leonidio, ben presente nel passaparola Meteo: freemeteo.gr dei circoli di arrampicatori, la frequentazione delle altre falesie, Guide: Aris Theodoropoulos, Greece Sport Climbing: tutte da scoprire, è modesta e sproporzionata a quello che offrono. the best of,Athen 2014,Terrain edition. Alcune info Le falesie del Peloponneso che descriviamo qui di seguito presenta- anche sul sito Planet mountain.com no difficoltà e stili di scalata di ogni tipo e, a nostro parere, sono in Periodi ideali: primavera e autunno per Nedousa e grado di soddisfare qualunque arrampicatore, soprattutto se cerca, Lagada. Inverno per Leonidio e Nafplio. oltre al contenuto tecnico, paesaggi particolari ed esteticamente Informazioni tecniche: in genere le chiodature sono gradevoli e un contesto umano ancora, per fortuna, abbastanza ottime a fix-inox. Casco consigliato per chi assicura, lontano dalle nevrosi proprie delle società post-moderne. nelle falesie strapiombanti a canne.

38 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 39 NEDOUSA LAGADA L’area d’arrampicata di Nedousa è ubicata circa 25 chilometri Itinerari Lagada è sicuramente una delle aree di ar- a nord est di Kalamáta, nella parte nord occidentale del monte rampicata sportiva più affascinanti di tutta Taigeto: il grande canyon che si percorre in auto per scendere RIZA la Grecia. Ubicata nel cuore della catena del alla falesia è molto bello e selvaggio, con infinite possibilità per Da sinistra a destra (placca principale) 1. Status epilecti- Taigeto in un canyon estremamente pitto- nuovi settori. L’altitudine è intorno ai 600 metri e le pareti si cus, 6a+, placca con fessurina fisica. 2. Status epilecticus resco, non lontano da Sparta, quest’area di raggiungono in pochissimo tempo dalla macchina. La roccia è extensions 6c+/7a, prolunga della 1, con boulder finale (35 falesie è di fatto in montagna e forse una spesso nuova, e l’impressione è quella di un’area ancora poco m da terra). 3. Gandaras, 6b+/c, placca tecnica, difficile. 4. delle poche falesie greche ove si scala bene frequentata. Ci sono due settori base: Riza, a destra della stra- Davelis, 6b+, placca di movimento e uscita un po’ più fisica. in estate. Presenta, attualmente, tre settori da che proviene da Kalamáta, e Tzerani, posto subito a sinistra 5. Rimjob, 6c, tiro molto bello su placca di dita. 7. Yagoulas, che offrono arrampicate su magnifici muri del parcheggio lungo la stessa strada. Da Kalamáta si segue 6a, lungo tiro per placchette diedro. 8. Freaky Sequence, verticali a buchi e strapiombi bombati. In per 17 chilometri la strada per Sparta sino a quando si incon- 7a+/b, splendida placca iper tecnica con singolo in aderen- particolare il settore Aloni, che si raggiun- trano le indicazioni per la zona di arrampicata di Nedousa, za, da fare. 9. The Grid, 6a, bella placca con singolo che si ge in due minuti dalla macchina, è davve- sulla sinistra, in discesa nel canyon. Dopo circa tre chilometri aggira a destra. 10. Princess Aurora, 5c+, placca. 11. Feta ro magnifico con lunghezze di 25/30 metri si arriva al settore Riza, ben visibile a destra per l’abbinamento Ladorigani, 5b, bella e facile placca. 12. Koufos Schinosyn- tecniche e fisiche al contempo, con buone di una grande placca grigia e un settore a canne a destra. Si trofos, 5a, passaggino finale in placca di dita. 13. Koufos chiodature, base comodissima per bambini parcheggia poco prima di un traliccio con ometto di sassi e una extension, 6b+, sopra la precedente, strapiombino e bella (un bel prato) e ambiente magnifico. Gradi traccia che scende nella valletta a destra. La si segue risalendo placca, 50 m da terra. 14. Miss Peach, 5b, placchetta per dal 5b al 7c+. Esposizione sud est e ombra in 5 minuti alla falesia e indi al settore destro. Esposizione sud principianti. 15. Valto Podi Sou kai Pata, 5b, altra plac- nel pomeriggio. Accesso da Sparta: si segue ovest, dunque sole da mezzogiorno circa in poi. Molto freddo chetta sui piedi. 16. Valtopodi extension, 6b, muro di dita la strada in direzione Trypi, e 6 chilometri la mattina prima delle dieci. sopra il precedente. Nel settore di destra si trovano altre dopo questo paese si incontra l’area di ar- 20 vie, in strapiombo. Rimandando alla topo-guida, sconsi- rampicata (raggiungibile anche da Nedousa Belle placche, anche per bambini, al settore Riza di Nedousa. gliamo, per la chiodatura pericolosa la via Alta Gusto, 7b+, in circa 40 minuti di auto). Per gli altri due Foto E. Pesci mentre interessanti e classiche risultano la bella canna di settori rimandiamo alla topo-guida. Schweinsteiger, 6c+, e l’adiacente Vintage, 7a+, cosi come A destra: Roberta Geddo, Freaky Sequence, 7a+, la più facile e breve Kyanopogonas, 6b+. Sulla destra si tro- Riza, Nedousa. Foto E. Pesci vano dei tiri di livello superiore, con alcuni tiri nuovi (con In basso: Roberta Geddo su Proto Aima, 6c, nome scritto alla base), rispetto alla citata guida. Tzerani, Nedousa. Foto E. Pesci Nota Tutto il settore di Riza ma in particolare la zona del- le placche ha una base adatta all’arrampicata di bambini, sebbene sia sempre consigliabile l’uso del casco. Sempre nel settore delle placche ci sono alcuni tiri che si prestano a un’introduzione all’arrampicata.

TZERANI Il settore Tzerani è posto a circa un chilometro, sulla sinistra della strada, dopo quello di Riza. Affiancato da altri tre set- tori strapiombanti, sulla destra, presenta un accesso nullo e una quarantina di tiri molto interessanti. Più frequentato del precedente, è esposto a sud est ma riceve il sole non presto e fino alle sedici. I tiri presentano meno canne e più strapiombo classico su tacche e buchi. L’attrezzatura è in genere ottima. La base è comodissima e ideale per i bam- bini. Nel complesso davvero una bella falesia. La si identi- fica subito, dalla strada, per un evidente spigolone che la borda sulla destra e per il sentiero che sale a raggiungerla dall’asfalto. Fra i tiri più interessanti citiamo, nel settore del- le placche di destra, Koutsavitis, 6a, placchetta a buchi, e Arvanitis, a sinistra della precedente, 6b+, bel tiro di movi- mento in placca con un singolo. Nel settore a sinistra del- lo spigolo la splendida e classica Los Colonettarios, 7c+, magnifico viaggio su canne verticali e strapiombanti. Proto Aima, 6c, muro verticale e uscita molto atletica. Magaras, 6a+, muro fessurato con allungo in uscita. Moutzourodefe- tera, 6c, tiro molto bello su pilastro tecnico e strapiombo. Non mancano alcuni tiri di livello superiore e di notevole impressione.

40 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 41 FSNC_ADV_CAI_98x270_Gen16.pdf 1 13/01/16 16:29

Four Seasons. Natura e Cultura. NAFPLIO VIAGGI, TREKKING, ITINERARI A PIEDI, IN ITALIA E NEL MONDO Nafplio è posta sul bordo orientale del piccolo golfo che borda a Itinerari sud l’Argolide, circa 60 chilometri a sud di Corinto. È una classica meta turistica estiva, molto frequentata nei fine settimana prima- Ogni viaggio è un cammino. verili e invernali. Il luogo si presenta come una sorta di peniso- NERAK (DA SINISTRA A DESTRA) la protesa verso il mare con l’elegante centro abitato e il porto, 1. Grouvalos, 7a, muro giallo all’estrema sinistra. 2. Ponas Ogni cammino è un viaggio. alla sua base, e con un’altura ove si trova un fortilizio. Le falesie Ore?, 7a+/b, tiro tecnico di dita con un singolo obliquo e sono appunto ubicate sopra la strada, chiusa al traffico, che borda uscita più fisica. 3. Me Stelneis, 6c, lunghezza un po’ cir- la piccola penisola verso sud est. Nel complesso si tratta di una cense su muro strapiombante a buconi. Bella. 4. Tsuna- meta di arrampicata gradevole e comoda, con strutture molto ben mi, 7a, molto bello, simile al precedente ma più continuo esposte al sole. e un po’ morfologico. 5. Thailand, 8a, bellissimo muro di Accessi: giunti in centro al paese proveniendo da Argo si pervie- resistenza su roccia ocra. 6. Mister Snape, 6b, partenza ne alla grande piazza con parco giochi sulla sinistra. Qui si gira a con due strani spit poco rassicuranti poi obliquo a sinistra sinistra verso l’altura del forte e si prende in salita per la spiaggia su buone prese lontane. 7. Mister Snape Extension, 6c+, di Arvanitia. Dall’evidente piazzale di parcheggio si procede verso splendido diedro tecnico sopra la precedente, 36 metri da sinistra fino a lasciare l’auto nei pressi della stanga che chiude la terra, 6c+/7a in monotiro. La calata è fuori asse della via. stradina. Questo è l’accesso per il settore di Neraki che qui pre- 8. Kolokotronis, 6a+, facile su grandi prese. 9. Super Ko- sentiamo integralmente. Per gli altri settori (Panagitsa, Apsida, lokotronis, 7b+, muro verticale con entrata di dita su tac- LEONIDIO Oktopussi, Tagaki, Orestis) vedi topo-guida. che, ristabilimento e tre blocchi successivi su biditi svasati, Leonidio è considerato, da circa tre anni il principale centro Viaggiamo in piccoli gruppi, accompagnati dalle nostre Per Neraki: si segue a piedi la stradina dopo la stanga per circa 15 molto bello, 32 metri da terra. 10. Rossida, 7b, 30 metri, di arrampicata sportiva di tutta la Grecia, eccezion fatta per minuti, costeggiando il mare. La falesia di Neraki è composta da lungo tiro discontinuo con difficile boulder centrale su pic- la celebre isola di Kalymnos, mecca degli arrampicatori di Guide Ambientali Escursionistiche, nel rispetto dei principi un bellissimo muro verticale e strapiombante di calcare lavorato cole prese ed eventuale lancio. Uscita molto strapiomban- mezzo mondo. Il paese, che è abitato da circa 7000 abitanti, del turismo responsabile. Camminiamo su itinerari a buchi e gocce, alto circa 50 metri e con circa 30 vie che offrono te su grandi buchi. Molto bello. 11. Pontiki, 6b+, bel tiro su è posto sulla costa orientale del Peloponneso, 80 chilometri di varie difficoltà, adatti tanto agli amanti dei trekking più un’arrampicata piuttosto fisica ma completa e non di rado atleti- buone prese con singolo di movimento in alto. 12. Arouris, sotto Nafplio, ed è a poca distanza dal mare. Il luogo gode di impegnativi quanto ai viaggiatori alla ricerca di percorsi ca. La chiodatura è eccellente a fix e qualche raro spit artigianale. 7c, spigolo strapiombante sopra la precedente: entrata su un clima molto buono in inverno e l’abitato è circondato da originali e al di fuori del turismo di massa. cannetta, poi continuità e durissimo movimento singolo di un enorme numero di strutture rocciose che sembrano fatte A fronte: Leonidio, settore Hada, roccia rossa per la via Skilisia dita. 13. Anoixi, 6a, la più facile del settore, per scaldarsi. apposta per lo sviluppo dell’arrampicata sportiva. A tutt’oggi Apodrasi, 6c. Foto G. Rivolta 14. Kathrectis, 8a, splendido muro tecnico di dita su roccia si contano quasi 45 settori di scalata, ove sono rappresentate In questa pagina, nel box a sinistra: Eugenio Pesci, Davelis, 6b+, ondulata. In loco diversi cordoni di allungo. 15. Chimp, 6a+, Curiosi di natura Riza, Nedousa. Foto R. Geddo sia le strutture strapiombanti (la maggior parte), sia i muri In questa pagina in basso: Giovanni Rivolta, Schweinstelger, 6c+, attacco diretto della seguente. 16. Ape, 6a+, divertente lun- verticali e le placche. Il luogo è in effetti per ora frequentato Viaggiatori per cultura Riza, Nedousa. Foto R. Geddo ghezza su buchi. 17. Tarzan, 7c, prosegue la precedente fino prevalentemente da arrampicatori tedeschi. in cima alla struttura, su strapiombo fessurato. 18. Orangu- Per ora pochi gli italiani. tan, 6b, tiro molto bello che si diparte dalla 16 verso destra, Diamo qui solo informazioni generali rimandando, vista consigliabile e continuo. 19. Rosso, 6c, bel tiro tecnico con l’ampiezza del luogo, integralmente sia alla citata guida, sia sezione centrale d’equilibrio su prese piatte. 20. Espresso, al sito climbing-leonidio.com. Certamente Leonidio offre, 7a, entrata diretta alla precedente, con passaggio molto fi- oggi, tutto quello che un arrampicatore sportivo cerca in una sico. 21. Kastoras, 6b, placchetta fessurata con singolo in “campagna” di scalata di più giorni, e pertanto, soprattutto entrata. 22. Dirty Dog, 6a, bel pilastrino a gocce e buchi. in inverno, lo si può consigliare come meta a sé per un tour Novità 2016 23. Laura, 5c, simile alla precedente. 24. Super Laura, 6b, specifico. I paesaggi sono molto belli e le falesie anche. Tut- 33 metri da terra. Molto divertente, supera una placca con tavia è necessario seguire con attenzione quanto scritto nella ITALIA vago diedro sopra la precedente. 25. Glyka, 5c, sale in un topo-guida greca, perché non tutti i settori sono davvero belli DOLOMITI BELLUNESI VALLE AURINA vago canale su ottima roccia e passaggino in uscita. A de- e in alcuni è forte il rischio di caduta di roccia, così come in GRAN PARADISO VAL DI FUNES stra di questa ci sono altri tre brevi tiri, 5b, 5c, 6a su ottima altri le chiodature lasciano un po’ a desiderare. Alcune strut- STELVIO VAL GARDENA roccia. ture, come le più recenti (per esempio il settore Mythos), e quelle attrezzate dal fratelli Remy sono di sicuro di gran li- EUROPA vello. Leonidio presenta diverse esposizioni con prevalenza CORNOVAGLIA MADEIRA del sud ma non mancano settori come Hada esposti a nord FINLANDIA PICOS D’EUROPA est. Fra le strutture più alla moda citiamo, appunto, Hada, LA GOMERA SCOZIA Twin Caves, su cui ci sono però giudizi discordanti, la bellissi- MONDO ma Hot Rock che presenta un’arrampicata tecnica su placca, la già citata Elona, il severo settore El Perpati. Poco a sud di AMAZZONIA REUNION Leonidio si trova, per concludere queste informazioni tecni- COSTA RICA SEYCHELLES che sul Peloponneso, anche la nuova area di arrampicata di PANTANAL SUDAFRICA Kyparissi, minuscolo e pittoresco villaggio sul mare posto al termine di una lunga stradina che lo raggiunge da sud ovest: SCOPRI TUTTE LE NOSTRE PROPOSTE qui sono stati attrezzati di recente 150 tiri di corda, in forte WWW.VIAGGINATURAECULTURA.IT O SCRIVICI SU [email protected] strapiombo, dal 7a in su.

42 / Montagne360 / marzo 2016 Veduta di Pian di Neve grande e profondo delle Alpi italiane. Da Pian di d’Italia dall’Impero austroungarico. Proprio qui, dal rifugio ai Caduti Neve – il vasto pianoro centrale di accumulo a 3100 nella conca di Presena, il 9 giugno 1915 si ebbe la I ghiacci dell’Adamello dell’Adamello metri di quota (che il Comitato glaciologico italiano prima operazione militare sui ghiacciai nella storia, considerava un corpo glaciale a sé stante) – si origi- la cui testimonianza è ancor oggi fornita dai nume- nano cinque settori disposti a raggiera: quattro di rosi ritrovamenti. questi scendono verso tre valli bresciane (Miller Su- una storia di clima periore, Corno di Salarno, Salarno, Adamè) e uno L’analisi pollinica del ghiaccio ha lo verso la Val di Genova trentina (Mandrone). La su- scopo di stabilire una cronologia perficie lombarda è 15,66 chilometri quadrati men- stagionale e annuale Il progetto POLLiCE ha l’obiettivo di prelevare e tre quella trentina è di appena 0,64 (Claudio Smi- raglia e Guglielmina Diolaiuti, Il nuovo catasto dei Partendo dall’esperienza di un gruppo di ricerca analizzare la componente vegetale archiviata nel ghiaccio ghiacciai italiani, 2015). Il riscaldamento climatico della Fondazione Edmund Mach che dal 1988 stu- come pollini, corteccia, rami, foglie, toccando profondità sta causando una riduzione della sua massa e un dia i pollini nelle aree alpine, il progetto POLLiCE, evidente arretramento delle fronti. Negli ultimi 30 (dai termini inglesi pollen e ice) si propone di ana- mai raggiunte prima in questo tipo di studi in Italia anni la fronte trentina si è ritirata di 282 metri, con lizzare i ghiacciai da una prospettiva trasversale, una media annuale di circa 8 metri (Comitato gla- incrociando indagini chimiche (finalizzate anche di Antonella Cristofori*, Cristiano Vernesi*, Christian Casarotto**, Elena ciologico trentino SAT). Nel decennio 2003-2013 all’identificazione di eventuali inquinanti), di stu- Bertoni**, Valter Maggi***, Daniela Festi **** - foto progetto POLLiCE il tasso di riduzione annuale della superficie è stato dio dell’evoluzione e delle trasformazioni del pae- quattro volte più elevato rispetto al precedente pe- saggio, capitalizzando risorse economiche e umane riodo 1987-2003 (dati MUSE, Provincia autonoma di svariati enti di ricerca italiani ed esteri. di Trento). Nell’ultimo rilevamento, al termine del- POLLiCE intende prelevare e analizzare la com- ghiacciai sono efficaci e completi archivi del disugualmente steso sopra una tavola, e i suoi scin- la torrida estate 2015, l’arretramento è stato di ben ponente vegetale – pollini, frammenti di corteccia, passato, ma la loro esistenza è minacciata tillanti bordi pendenti qua e là fra neri e massicci 39 metri! foglie, rami – “archiviata” nel ghiacciaio Mandrone Idall’aumento delle temperature che nelle Alpi supporti». Così l’alpinista inglese Douglas William La neve che si conserva sui ghiacciai e che negli del Parco naturale Adamello Brenta, toccando pro- procede a una velocità doppia rispetto alla media Freshfield descrisse il ghiacciaio dell’Adamello nel anni si trasforma in ghiaccio in Adamello conser- fondità mai raggiunte prima in questo tipo di studi globale. Perciò gli scienziati li studiano per capire 1864 come lo vide dalla vetta della Presanella, col- va anche la memoria storica e materiale della Pri- in Italia (profondità massima stimata di 240 metri). come sta cambiando il clima. pito dalla sua impressionante vastità. Questo ghiac- ma guerra mondiale. Il gruppo dell’Adamello nel Il sito di perforazione si trova nella parte centrale di «Immaginate un enorme lenzuolo bianco ciaio di altopiano è infatti il lenzuolo bianco più 1915 era il confine naturale che separava il Regno Pian di Neve, dove si ritiene che il succedersi delle

44 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 45 In questa pagina: dell’atmosfera e la sua variazione nel tempo, anche alla carotaggio del ghiacciaio luce delle emissioni dell’uomo, spesso inquinanti, che per l’ottenimento della carota di 6 metri raggiungono l’arco alpino e vengono intrappolate nelle precipitazioni nevose. Tra queste solfati, cloruri, nitrati, A fronte: il logo del ma anche sostanze carboniose provenienti dalla com- progetto POLLiCE bustione di carburanti fossili, sostanze organiche e al- tro emesse dalle attività industriali che caratterizzano le Sezione della carota di ghiaccio di 6 metri, aree fortemente antropizzate – come la Pianura Pada- sigillata per il trasporto na – che circondano il massiccio dell’Adamello. Anche a fondovalle singoli eventi di portata globale vengono qui registrati, come l’eruzione vulcanica islandese dell’Eyjafjallajokull nel 2010, oppure le ricadute delle esplosioni termonu- cleari del 1963.

Sito web del progetto POLLiCE pollice.fem-environment.eu

Gli autori: *Centro Ricerca e Innovazione della Fonda- zione Edmund Mach, San Michele all’Adige, Trento **MUSE (Museo delle Scienze), Trento ***Università degli Studi di Milano-Bicocca ****Università di Innsbruck

stagioni sia ben conservato nei differenti strati del dello spettro pollinico riferibili a circa tre anni. Un ghiaccio. risultato analogo è stato ottenuto tramite le analisi L’analisi pollinica ha lo scopo di stabilire una cro- degli isotopi stabili di idrogeno (deuterio) e ossige- nologia stagionale e annuale del ghiaccio e ricavare no (O18). Il contenuto in isotopi stabili viene misu- informazioni sulla composizione della vegetazione rato nel ghiaccio perché fornisce un’indicazione su del passato. Questo è possibile per due ragioni: le precipitazioni e temperatura: la neve invernale ha piante rilasciano una grande quantità di granuli un valore isotopico inferiore a quella estiva. Le va- pollinici nell’atmosfera, che vengono trasportati in riazioni del contenuto in isotopi stabili permettono, altitudine dalle correnti, depositandosi sulla super- quindi, di identificare la stagionalità nella carota ficie del ghiacciaio; ogni pianta presenta un perio- dandoci indicazioni cronologiche e climatiche. do di fioritura specifico e costante (per esempio il Potrà essere ricostruita la nocciolo fiorisce alla fine dell’inverno, il castagno Ghiacciai come in estate). Il contenuto pollinico di ogni campione composizione chimica dell’atmosfera quello dell’Adamello di ghiaccio viene analizzato in laboratorio con due e la sua variazione nel tempo hanno un’importanza distinti approcci: metodo morfologico classico e strategica dal punto analisi del DNA. Il primo sfrutta l’osservazione al Le difficoltà nello studio di un ghiacciaio di questo di vista ambientale. Le microscopio della forma dei granuli pollinici per ri- tipo, con molta acqua di fusione, suggeriscono di precipitazioni nevose cavare la composizione in specie (spettro pollinico) programmare perforazioni progressivamente più che si trasformano di ogni campione. Nell’analisi del DNA, l’identifi- profonde. Si prevede di raggiungere i 100 metri in nevato e ghiaccio cazione delle piante si basa sul fatto che, come ogni di profondità nel 2016, così da verificare la possi- contengono sostanze prodotto che acquistiamo è riconoscibile dal suo bilità di raggiungere, l’anno seguente, la massima naturali, come la codice a barre, così ogni specie è identificabile dal- profondità del ghiacciaio. Le carote ottenute ser- vegetazione o le la sequenza di opportune regioni del suo DNA. Da viranno per integrare le misure fatte e prolungare polveri trasportate un miscuglio di pollini, frammenti di rami e altri indietro nel tempo i record ottenuti. dal Nordafrica verso elementi biologici intrappolati nel ghiaccio ci aspet- Ghiacciai come l’Adamello hanno un’importanza l’Europa. Il progetto tiamo di riconoscere le varie specie con significativi strategica dal punto di vista ambientale. Le precipi- POLLiCE, oltre vantaggi in precisione, velocità ed economicità ri- tazioni nevose che si trasformano in nevato e ghiac- all’analisi della parte spetto alle analisi morfologiche. cio contengono sostanze naturali, come il polline o vegetale, ricostruirà gli Lo scorso marzo, grazie al supporto dell’Ufficio pre- le polveri trasportate dal Nordafrica verso l’Europa. andamenti delle polveri visione e pianificazione della Provincia autonoma Il progetto POLLiCE, oltre all’analisi della parte fini, in massima parte di Trento, il team è salito in quota sul Mandrone vegetale, ricostruirà gli andamenti delle polveri provenienti dal Sahara, per prelevare una carota di ghiaccio profonda 6 fini, in massima parte provenienti dal Sahara, che che spesso colorano metri. I risultati preliminari delle analisi morfolo- spesso colorano di bruno-rossastro la neve. Inoltre, di bruno-rossastro la giche dei pollini evidenziano variazioni stagionali potrà essere ricostruita la composizione chimica neve.

46 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 47 A fronte: trek verso il eri completamente solo; anche sentire le campane Kangchenjunga, località del paese in lontananza dava sollievo. Era un modo Dove danzano le Ramche di andare in montagna in totale autosufficienza, sia fisica che psicologica. Ed è stato un allenamento NIves Meroi fondamentale per affrontare gli ottomila, la loro lontananza, la loro solitudine. Quando iniziammo, cellule del corpo non c’erano cellulari o satellitari, e vi erano solo gli elicotteri militari, ma chiedere il loro intervento era più complicato, le macchine erano grandi, meno Nives Meroi si racconta: la passione per la montagna, maneggevoli di quelle attuali. La consapevolezza del rischio era tangibile: si era liberi di scegliere, la cordata di coppia, gli ottomila, le affermazioni e le anche di tornare indietro. Così, dalle Alpi Giu- titubanze del ruolo femminile, i libri lie all’esplorazione sugli ottomila è stato un passo naturale». di Linda Cottino E arriviamo agli ottomila. Quando decideste di sperimentarvi lì, avevate un’idea di che cosa fare? Vi eravate prefissi di aprire vie nuove? Avevate dei modelli? «Io personalmente sono partita senza alcun tipo di Cominciamo dall’inizio. Com’è iniziata la tua obiettivo assoluto: non avevo né l’idea di arrivare in storia con la montagna? cima, ma neppure il terrore di non riuscire a muo- «Ho iniziato un po’ per caso, a diciassette anni, con vere un passo oltre il campo base. In quegli anni era degli amici. Prima si facevano delle camminate, poi già difficile trovare le informazioni o le relazioni; delle ferrate, e infine dell’alpinismo. In precedenza non rischiavi di fare un’indigestione di dati come avevo anche partecipato a qualche garetta di sci». oggi, ma la fantasia nell’individuare nuovi percorsi Tu e Romano vi siete incontrati in montagna? e il desiderio di provarci l’avevamo. Il problema era- «In realtà no. Romano l’ho conosciuto a Udine, no, naturalmente, il tempo e i soldi». dove studiavo. Sua sorella era una mia compa- Avete iniziato nel 1994 puntando al K2. Un gna di collegio, ed è stata lei a presentarmelo. Lui obiettivo non da poco. andava in montagna fin da bambino, con suo pa- «È andata che un gruppo di amici, appena riusci- dre, e così, quando ci siamo trovati a condividere va a raggranellare giorni di ferie e qualche aiuto questa passione, col suo senso pratico ha pensato economico, organizzava una spedizione in qualche che era meglio avere una morosa che arrampica- parte del mondo e, nel 1990, iniziò a pensare al K2 va, piuttosto che doversi cercare un compagno di da nord. Eravamo stati invitati anche Romano ed cordata. All’inizio andavamo in giro in autostop, io, ma mio padre non stava bene e così partì solo poi siamo passati al motorino. Decidevamo lì per Romano, nel ’91. In quell’occasione erano comple- lì, senza programmare nulla, sceglievamo cosa tamente soli, dovettero provvedere da sé anche ai fare in base all’ispirazione. Tanta fantasia e molta trasporti tra l’ultima oasi e il campo base. Riusciro- disorganizzazione». no comunque ad arrivare molto in alto sulla monta- Vi è capitato di scalare con Ernesto Lomasti? gna, fino a 8200 metri. A quel punto il K2 da nord «Con lui non abbiamo fatto in tempo, è morto trop- divenne il pallino di Romano e nel 1994, quando po presto. Si andava qualche volta ad arrampicare don Arturo Bergamaschi ci invitò alla spedizione, con Roberto Mazzilis, e anche con tanti sloveni: partimmo. Tra tutti ci si conosceva poco, ma sia il Humar, Podgornik, quelli della nostra generazione. viaggio che la convivenza, sia la parte alpinistica, si Del resto Romano è di lingua madre slovena. C’è rivelarono un’esperienza totalizzante. Fu come su- persino una discussione su chi sia lo sloveno con il perare le nostre colonne d’Ercole». maggior numero di ottomila saliti… e lui entra nel Avevate in mente di seguire una via o di tracciar- conto!» ne una nuova? Queste Alpi Giulie così selvagge vi hanno fatto «La nostra idea era di provare a raddrizzare la via da campo scuola? dei Giapponesi, che a circa 8000 metri piega a si- «Sì, sono state la nostra scuola, libera e aperta alla nistra e sale alla cima attraverso il ghiacciaio som- fantasia. Oggi che spesso torniamo ad arrampica- mitale. Eravamo convinti di poter tirare dritto, ma re lì, è come ritrovare le stesse emozioni, ci ripor- senza immagini satellitari non ci rendemmo conto tano il gusto di quel che provavamo allora. Lì non che, a 8450 metri, la cima era “staccata”. E così tor- incontravi nessuno, non parliamo d’inverno. Per nammo giù, eravamo in tre: Filippo Sala di Mode- esempio, se al Mangart di Coritenza trovavi un’al- na, Romano ed io». tra cordata in parete ti faceva piacere, perché non Poi nel 1996 ci fu l’Everest, proprio l’annus

48 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 49 A fronte: Nives in cima era bello ed era presto, ma non avevamo nean- l’elemento decorativo del gruppo…” al K2 che uno spezzone di corda, perciò scendemmo. O «Quando nel 1994 andai al K2, avevo un curricu- ancora nel 2009, quando Romano stette male al lum superiore a molti uomini, eppure qualcuno In questa pagina: discesa dal K2 Kangchenjunga: m’insospettiva il fatto che rima- esterno alla spedizione mi diceva: “cosa vai a far nesse indietro e si sentisse stanco. Lì la decisione perdere tempo…”, come se di fronte alle difficoltà dovette essere immediata, perché più si sta fermi venisse data per scontata la mia inadeguatezza. in quota, più la situazione peggiora. Scendemmo Non ci ho mai badato più di tanto». immediatamente e questo fu il primo passo verso La cosiddetta corsa in rosa agli ottomila se da la salvezza». un lato è stata una dimostrazione di capacità, Sempre più spesso manca questa capacità di dall’altro non ha restituito un’immagine parti- valutazione, non credi? colarmente originale delle donne. «Bisogna non delegare a qualcun altro la propria «Negli anni abbiamo rischiato di diventare le incolumità, così che ciascuno sia responsabile per brutte copie degli uomini, e gli ottomila ne sono la propria parte all’interno del gruppo. Tenendo un esempio. Noi donne abbiamo caratteristiche conto che la forza di un gruppo è pari alla forza e qualità diverse da quelle degli uomini. Una di dell’elemento più debole. Al , quando una queste è la nostra spinta a eccellere, anziché a raffica violenta mi mandò a sbattere contro due competere. Dovremmo diventare capaci di espri- rocce e mi ruppi la caviglia, stavamo scendendo mere queste qualità e farle vivere. Se ne fossimo dal campo base verso il campo Hillary, dopo che consapevoli, smetteremmo di essere schiave di la bufera ci aveva distrutto il campo base e por- regole e definizioni dettate da loro quando erano tato via tutto: i due cuochi proseguirono verso il i soli frequentatori delle montagne, né ci senti- campo Hillary per tornare l’indomani con qual- remmo in dovere di imitarli». cosa da mangiare e bere e Romano e Luca si al- Che cos’è una spedizione per te? ternavano a portarmi in spalla qualche centinaia «Una spedizione sono due mesi allo stato brado. horribilis della tempesta. Voi dove vi trovavate? caso eravamo soli: come suggerito da Kurt raggiun- di metri ciascuno sul ghiacciaio: eravamo soli nel Due mesi di libertà che ti regalano la possibili- «Noi eravamo sul versante nord. Qualche voce ci era gemmo la cima seguendo la cresta, poi però lassù raggio di giorni di cammino e lassù, in quel mo- tà di avere uno sguardo più distaccato della vita giunta, e il maltempo aveva causato incidenti anche arrivò un temporale e decidemmo di scendere dalla mento, nessuno sarebbe potuto venire ad aiutar- quotidiana, di vederla in una prospettiva diversa. dalla nostra parte, ma scoprimmo quel che era ve- via classica attraverso il grande nevaio. Avvolti dalla ci. Poi montarono una tenda, mi misero dentro Sono anche la possibilità di fare silenzio, di fare ramente successo solo al ritorno a ». nebbia, con tanta neve da battere: ricordo che arri- e io li aspettai lì per quattro/cinque ore, con la il vuoto dentro di te e lasciar entrare impressioni La prima cima arrivò nel 1998, con il Nanga Par- vai al fondo senza un briciolo di energia». caviglia rotta, finché non tornarono dopo aver re- nuove. Una cosa che ho capito è che quello che bat dal versante Diamir. Una montagna impor- Quale delle ascensioni ti è rimasta nel cuore più cuperato l’attrezzatura che era rimasta in alto». cerchiamo è la Bellezza – di un paesaggio, di un tante! Che impressioni ti sono rimaste? delle altre? Parliamo di donne! Nel 1999 scrivevi che l’o- momento, di un passaggio. Nasce così un senso di «Fu un’altra esperienza unica. Con noi c’era Kurt «Il nostro K in 2! Dopo dodici anni essere noi due, pinione pubblica “preferiva vederti come appartenenza a ciò che hai attorno e di cui senti Diemberger; ogni tanto tirava fuori dallo zaino un totalmente soli, senz’anima viva su tutta la monta- oggetto che aveva una storia pazzesca: la borraccia gna, e arrivare in cima al termine di una salita per- di Julie, il telo di Buhl… In generale il clima era di- fetta, in una giornata perfetta, dove sul Collo di Bot- «Le Alpi Giulie sono steso, e il luogo contribuiva a rasserenare lo spirito, tiglia avevamo dovuto legarci come sulle Alpi… beh, state la nostra scuola, dato che il campo base è in un prato fiorito. Lì c’e- mi ritrovai a piangere di emozione. Mi sembrava la libera e aperta alla rano anche i colombiani, poi arrivarono i coreani, e nostra seconda luna di miele. E al ritorno anche fantasia. Oggi che insieme lavorammo per attrezzare i tratti impegna- Romano fu gentile, per almeno un mesetto!». spesso torniamo ad tivi della via. Anche quella volta affrontavo l’avven- Che mi dici del rischio? arrampicare lì, è come tura dicendomi: vado su e vedo fin dove arrivo. Ro- «In altre occasioni ne abbiamo parlato e si diceva ritrovare le stesse mano ed io fummo i primi a giungere in vetta, come che ognuno è responsabile di vivere; e la monta- emozioni, ci riportano poi è ci accaduto spesso, con tutto quel che com- gna ti impone di essere libero di scegliere. In pri- il gusto di quel che porta: trovare la via, battere la traccia, essere soli. mis c’è la tutela della cordata. E se riesci a liberarti provavamo allora. Lì Tra l’altro si era avvicinato un temporale e l’aria era dei pensieri inutili, quali l’ossessione della vetta o non incontravi nessuno, piena di elettricità. La foto che scattammo è l’unica la soddisfazione degli sponsor, l’essere umano è non parliamo d’inverno. in cui ho le braccia alzate in segno di vittoria: era la programmato per trovare la migliore soluzione del Era un modo di andare mia prima volta e non sapevo come comportarmi». problema e quindi capire se può provare ad andare in montagna in totale Tra tutti gli ottomila che hai salito, in alcune oc- avanti o se è meglio scendere». autosufficienza, casioni hai affermato che il è stato il Per esempio? sia fisica che più duro. Come mai? «Nel 2006 all’Annapurna scampammo alla cadu- psicologica. Ed è «Al Dhaulagiri andammo seguendo i consigli di ta di un seracco. In seguito avremmo potuto con- stato un allenamento Kurt, che ci aveva suggerito di seguire la loro via, tinuare, ma non ci fu bisogno di dire una parola: fondamentale per quella dei primi salitori, lungo la cresta sommitale tornammo indietro. O al Dhaulagiri, l’anno in cui affrontare gli ottomila, e ci aveva perfino indicato il tipo di chiodi da por- finimmo sulla “finta” cima: la cresta era gonfia di la loro lontananza, la tare per i salti di roccia verso la cima. Anche in quel cornici, forse avremmo potuto provare, il tempo loro solitudine».

50 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 51 In questa pagina: Romano verso il campo 3 del Kangchenjunga (2009)

A fronte, dall’alto: salita invernale sul monte Ponca, Giulie slovene. Romano sulla cresta sommitale del Dhaulagiri, lungo la via dei primi salitori RACCONTI DA SCALARE FINO ALL’ULTIMA PAGINA.

di fare parte, e questo ti fa danzare le cellule del Oggi, a parte la serie degli ottomila ufficiali, corpo. È qualcosa che abbiamo tutti in dotazione, c’è un territorio immenso dove praticare l’al- e quando ritrovi quel gusto, lo riconosci. Il fatto di pinismo. Tu e Romano siete interessati a que- vivere in un mondo sempre più virtuale, fa sorgere sto genere di avventure? il bisogno di toccare la realtà per sentire se stessi». «Bisognerebbe avere due vite! Il tempo passa an- Che rapporti riesci a instaurare con la gente che per noi, e le spedizioni costano». del luogo? La vostra è una delle poche grandi cordate Il grande racconto «Mi piace curiosare, chiedere, informarmi. Al miste della storia. Mi vengono in mente Paula Kangchenjunga, per esempio, siamo stati tre vol- Wiesinger e Hans Steger, Gabriele Boccalatte della montagna te e abbiamo ritrovato le stesse persone, con le e Ninì Pietrasanta, o più recentemente Hans in una raccolta quali si fanno discorsi normali, ci si chiede come Mariacher e Luisa Jovane. Com’è la vostra va, ci si racconta della vita quotidiana. Mi sem- “organizzazione” di scalata? imperdibile. bra purtroppo che siano ancora tanti quelli che «Se vogliamo dare una visione: Romano è il con- arrivano sentendosi superiori, per il solo fatto di dottiero lancia in resta, io sono i carri che seguo- «Una spedizione sono provenire da un mondo ricco». no con tutte le masserizie. Lui è sempre davanti, due mesi allo stato Nell’accelerazione della contemporaneità, in perché è molto forte, sia fisicamente che tecni- brado. Due mesi di oltre vent’anni di attività himalayana hai po- camente. Poi ognuno va al suo passo. Io di solito libertà che ti regalano tuto assistere a trasformazioni importanti, in- arrivo dopo, coi miei tempi. Il fatto di conoscerci la possibilità di avere In collaborazione con nanzitutto mediatiche. tanto profondamente è di sicuro un vantaggio. uno sguardo più Club Alpino Italiano «La mia impressione è che oggi tutto venga di- Sia perché nella salita non serve sprecare tempo distaccato della vita vorato e subito risputato. E non si è più in gra- e parole per prendere decisioni o sapere come quotidiana, di vederla do di gestire la lontananza. L’ultima volta al si sente l’altro, ma anche perché l’unione di due in una prospettiva Tra le tue imprese ci sono anche due libri. Come ti trovi in questa veste Kangchenjunga non abbiamo detto niente a nes- prospettive genera un’energia che non è solo la diversa. Sono anche diversamente creativa? suno: avevamo un satellitare, ma ci serviva solo somma di uno più uno, è molto di più. Ma liti- la possibilità di fare «È bello raccontare. L’ultimo libro, Non ti farò aspettare, ci sono voluti cinque per chiamare casa. Certo, in questo modo non ghiamo anche, in genere fino a settemila metri… silenzio, di fare il vuoto anni per partorirlo. Mi avevano chiesto di scrivere già nel 2009, ma la mia at- OGNI LUNEDÌ sei mediaticamente visibile, e dunque vendibile. più su no, quel po’ d’ossigeno che c’è non bisogna dentro di te e lasciar tività non mi forniva spunti sufficienti. Dopo cinque anni il cerchio si è chiuso La deriva di una parte dell’alpinismo attuale è sprecarlo in chiacchiere. Ricordo che quando an- entrare impressioni e sono riuscita a vedere la storia. Mi hanno lasciato carta bianca: io scrivevo e IN EDICOLA dovuta al fatto che sempre più è visto e vissuto dammo al Makalu, in autunno, non c’era nessu- nuove. Una cosa che ho ogni tanto mandavo dei pezzi. È stato molto faticoso, uno struggimento! Il ti- come un prodotto da vendere, e per questo, spet- no: solo noi due e i due cuochi al campo base. Eb- capito è che quello che tolo è di Erri. Me l’ha regalato quando gli ho raccontato la mia idea, poi non ha tacolarizzato e spesso banalizzato. Come può un bene, non abbiamo mai litigato. Quando lo feci cerchiamo è la Bellezza saputo più niente finché non gli ho spedito il testo bell’e finito». alpinista concentrarsi su se stesso, sulla scalata e notare a Romano, la sua risposta fu: per forza, se – di un paesaggio, di Per il prossimo futuro avete qualche progetto? sull’esperienza che sta vivendo se è impegnato in mi mettevo a litigare con il 50% della spedizione, un momento, di un «La voglia di montagna non si perde, per cui andremo ancora in giro. Ma non tutte le faccende di comunicazione? Sono scelte». era meglio tornare a casa!» passaggio». facciamo programmi, viviamo alla giornata».

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Q_2599_66x270_Gazz_Alpinismo.indd 1 13/01/16 17:16 L’alba salendo al a mia prima avventura alpinistica in Perù Dovendo scegliere una nuova meta per il gruppo Nevado Pisco risale all’anno Duemila quando, con un di amici che da tempo condivide con me il pro- Il mio Perù L gruppo di amici sardi, romani e lom- getto Summit for Peace Africa – patrocinato dal bardi, decidemmo di salire una montagna della Club alpino italiano, finalizzato a raccogliere fon- Cordillera Blanca, la Esfinge, alta 5325 metri. La di per portare acqua potabile nelle missioni della nostra meta, contrariamente alle bellissime vet- Diocesi di Iringa in Tanzania – mi sono tornate tra alpinismo e solidarietà te che la circondano, quasi tutte caratterizzate in mente le splendide montagne del Perù e il de- da salite su ghiaccio, è famosa per l’imponente siderio, allora provato durante l’arrampicata, di Una salita al Nevado Pisco, nella Cordillera Blanca parete est, un muro verticale alto dai 750 ai 900 salire una delle vette innevate circostanti. metri. A quest’esperienza mi legano ancora oggi Scelto il Perù come meta restava da individuare peruviana, nello spirito di Summit for Peace molti ricordi che vanno dalle lunghe giornate di una vetta che unisse l’aspetto alpinistico a quello arrampicata sulla parete, spesso anche difficile, umanitario: pensando alla solidarietà si è fatta di Eugenio Di Marzio alla bellezza del panorama. subito strada l’idea di collegare Summit for Peace al Movimento Mato Grosso per la sua importanza e per l’amicizia che legava Oreste Forno, ideatore di Summit, a Battistino Bonali, collaboratore del Movimento. L’Operazione Mato Grosso, tra l’al- tro, prevedeva di costruire dei rifugi da utilizzare per favorire un turismo compatibile e ricavarne fondi da destinare «all’assistenza e la cura degli anziani della cordigliera, alla ricostruzione delle loro capanne in case, ad apportare migliorie alla coltivazione di patate…». Rifugi che favorisco- no l’afflusso di «alpinisti che con il loro passare guardano in alto e parlano di “aprire nuove vie” sulle cime ma che con il loro apporto possono aiutare ad “aprire una via” anche per i miei giova- ni figli di contadini, che per guadagnarsi il pane fuggono a Lima in cerca di un futuro incerto», come recita padre Ugo Censi che al progetto ha dedicato gran parte della sua vita. La scelta di utilizzare una di queste strutture per contribuire anche noi nel nostro piccolo ad apri- re una via è caduta sul rifugio Perù e, di conse- guenza, sulla vetta del Nevado Pisco, montagna di 5.752 metri situata nella parte centro-setten- trionale della Cordillera Blanca e facente parte del massiccio montuoso chiamato Macizo del Huandoy. Dopo il lungo volo che da Roma ci ha portati a Lima il viaggio è continuato, con mezzi locali, verso Huaraz, la Chamonix delle Ande, capo- luogo della regione di Alcash e situata a 3091 metri di altezza. Il lungo viaggio in auto prima costeggia il Pacifico con una strada che taglia a metà la costa formata da dune di sabbia alte an- che centinaia di metri, e poi, a Paramonga (circa 200 chilometri da Lima), devia verso l’interno in una zona desertica, lasciandosi alle spalle la neb- bia costiera e addentrandosi in un territorio che diventa roccioso, costellato da lunghe distese di peperoni verdi, rossi e neri messi a essiccare e in- numerevoli cactus e fichi d’India. Man mano che si sale la vegetazione diventa prima più rigoglio- sa, con la presenza di piante di eucalipto e poi, verso i 4100 metri del passo Canococha, carat- terizzandosi con brulli pascoli per poi scendere,

54 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 55 In questa pagina: in vetta al Nevado Pisco

A fronte, dall’alto: Il rifugio Perù

Peperoncini stesi ad essicare

Giorno di festa a Huaraz

molto rapidamente, nella Cellejon del Huaylas, viveri per il rifugio iniziamo la salita verso il ri- una incredibile valle intagliata tra la Cordillera fugio Perù posto su un pianoro a 4680 metri, che Blanca e la Cordillera Negra. raggiungiamo dopo circa tre ore di salita e dove A Huaraz, bella e movimentata città, passiamo veniamo accolti calorosamente da Massimiliano, due giorni che ci permettono di visitare i labo- un ragazzo italiano che gestisce il rifugio. Il gior- ratori del progetto Mato Grosso e di godere delle no successivo lo trascorriamo aiutando Massimi- bellezze della città e dei suoi mercati dove i cam- liano prima a sistemare l’antenna radio che per- pesinos espongono frutta, verdura, vestiario in mette le comunicazioni tra il rifugio e la loro base lana coloratissima e foglie di coca che, in tutto il operativa, indispensabile collegamento in caso di Perù, vengono masticate e usate per infusi (si dice soccorso in un luogo come il rifugio non coperto che aiutino a sopportare meglio gli effetti dell’alta da ricezione telefonica, poi a sostituire il vecchio quota). gruppo elettrogeno con uno nuovo e a sistemare Attutito l’effetto del lungo viaggio, del fuso ora- il nuovo collegamento elettrico tra il gruppo e il rio e, in parte, della quota, partiamo verso la no- rifugio. stra meta per raggiungere prima Cebollapampa Il terzo giorno, alzati di buon’ora, c’incamminia- (a 3900 metri, chiamato “campo base del Pisco” mo verso il campo 1 (Campo Moreno) su un per- perché molti si fermano in questo luogo come corso che si svolge quasi interamente all’interno primo campo) e poi il rifugio Perù. di una grande valle morenica su una traccia di Dopo circa due ore di strada sterrata e polverosa, sentiero con tanti saliscendi fino a risalire dal lato dalle mille curve, a bordo del solito pulmino stra- opposto dove, dopo aver costeggiato un altro bel Rifugi che favoriscono carico, ci fermiamo vicino alla bellissima laguna laghetto glaciale, si arriva al campo dove si mon- l’afflusso di «alpinisti Lianganuco, un lago di origine glaciale dai colo- tano le tende. che con il loro passare ri azzurro intensi e pareti che scendono a picco, Dal Campo Moreno, posto a 4900 metri, si può guardano in alto e dove veniamo accolti dal vento che insieme al lago ammirare tutta la nostra montagna e parte del parlano di “aprire nuove accarezza anche noi. Da questo posto si ammira percorso sul ghiacciaio, non visibile dal rifugio vie” sulle cime ma che l’imponente parete nord dell’Huascaran Sur, che Perù, che dovremo risalire di notte e che ci per- con il loro apporto mescola bellezza e timore, dove l’indimenticato metterà di raggiungere la parte alta della salita possono aiutare “ad Renato Casarotto (conosciuto durante un’avven- e, successivamente, la vetta. Naturalmente oltre aprire una via” anche tura sull’Hidden Peak nel Grande Karakorum) alla nostra meta, nello splendido panorama che per i miei giovani figli ha effettuato, in solitaria e con diversi giorni in si apre si possono ammirare il Huandoy, i due di contadini, che per parete, una grande via di salita e dove, durante Huascaran e più lontano tante altre vette. guadagnarsi il pane una ripetizione della stessa via, i forti alpinisti Come al solito, quando l’indomani suona la sve- fuggono a Lima in Battistino Bonali (che tra le salite annoverava glia è ancora notte fonda: accesa la lampada fron- cerca di un futuro anche quella effettuata sulla vetta dell’Everest) e tale vedo che è l’una e, mentre comincio a uscire incerto», così recita Giandomenico Ducoli persero la vita. dal caldo sacco a pelo, sento che fuori dalla tenda padre Ugo Censi che al Arrivati a Cebollapampa (dove, a dispetto del si armeggia sui fornelli per preparare la colazio- progetto Mato Grosso nome, di cipolle non si vede neanche l’om- ne. La notte è fredda ma molto limpida con un ha dedicato gran parte bra), accompagnati da asinelli che trasportano cielo tempestato di stelle e, mentre si fa colazione della sua vita.

56 / Montagne360 / marzo 2016 Dall’alto: verso la vetta del Nevado Pisco

La parete nord dello Huascaran sud LA TRADIZIONE DELLA CARTA TOPOGRAFICA, L’INNOVAZIONE DEL GPS Mai come oggi siamo circondati questo strumento per registrare le ne, assieme alla carta topografica, da sovrabbondanza di oggetti, nostre escursioni, accendendolo diventa un’arma potentissima. E, soprattutto nel campo della tec- alla partenza e “dimenticandose- non smetteremo mai di ripeterlo, nologia. Tanto che a volte risulta lo” mentre ci si gode il cammina- molto, molto divertente. E per la difficile percepirne la differenza re con gli amici, memorizzando progettazione, per decidere dove anche a chi è abituato ad essere tutta una serie di dati piacevoli da andare la prossima domenica, tradizionalmente coi piedi per sapere. Non è certamente fonda- nessuno deve mai toglierci il pia- terra. Spesso, poi, l’innovazione mentale sapere la distanza esatta cere di poter stendere una carta tecnologica va così veloce che si che abbiamo coperto o il dislivello topografica sul tavolo, e incrocia- fatica a starle dietro, stufi di dover superato, ma è sicuramente vero re le nostre dita fantasticando sui sempre “rincorrere” l’ultima che si tratta di dati interessanti percorsi. novità. Si finisce così per restare da conoscere, da raccontarsi Strumento GPS e carta topogra- indifferenti anche a oggetti e quando si arriva al rifugio. Usare fica, in questo modo, diventano strumenti che invece sono molto gli strumenti GPS per rilevare una un’accoppiata molto efficace, go- interessanti. rete di sentieri, per fare un altro dendo dei vantaggi che entrambi Il GPS è probabilmente un esempio, permette di realizzare possono offrirci. esempio ottimo di questo circolo un lavoro estremamente accurato vizioso. Nonostante si tratti di uno in tempi molto brevi, in maniera strumento tecnico (al pari di un molto più facile rispetto ai sistemi paio di scarponi, uno zaino o un tradizionali. E lo strumento GPS moschettone) molti lo classificano non è neppure un sistema per la come un qualcosa di “inutile”. pianificazione e la Anzi, peggio, di dannoso, perché progettazione delle teoricamente ci potrebbe disabi- escursioni. Niente di Garmin eTrex Touch 25 tuare all’uso di carta e bussola. più sbagliato. Lo dice A Huaraz, bella e È esattamente quello che è il nome: questo è un movimentata città, successo per altre innovazioni “navigatore”, ossia passiamo due giorni tecnologiche: quando si cercò di uno strumento che constato che il morale del gruppo è buono. Verso delle diverse cordate, formate anche da amici che ci permettono di introdurre il telefono in Inghilter- fornisce indicazioni. le due siamo già in cammino su un pendio more- peruviani, mi rendo conto che ciascuno di noi in visitare i laboratori ra, un alto funzionario delle Poste E se deve essere por- nico ripido che conduce all’attacco del ghiacciaio cuor suo aveva effettuato l’ascesa unendo al pia- del progetto Mato rispose che non ce n’era bisogno, tatile, il suo schermo dove, calzati i ramponi, ci leghiamo in cordate e, cere alpinistico-umanitario di Summit for Peace Grosso e di godere delle tanto c’erano fattorini in abbon- deve essere giocofor- sempre alla luce delle lampade frontali, iniziamo anche la volontà di dedicare la salita al caro ami- bellezze della città e a risalire il lungo tratto di ghiacciaio che porta co Enrico De Luca, guida alpina, grande alpini- dei suoi mercati dove i danza. Nel caso dei GPS portatili za piccolo. Sarebbe verso la parte alta della montagna. Man mano sta abruzzese e uomo dal cuore d’oro, scomparso campesinos espongono da escursionismo, non stiamo come pretendere che che ci alziamo e che passa il tempo la notte lascia in Italia mentre effettuavamo la nostra salita. frutta, verdura, vestiario certamente parlando di qualcosa un anemometro o un il posto prima all’alba che colora il mondo che ci Ritornati al rifugio salutiamo Massimiliano con in lana coloratissima di “indispensabile”, ma di qual- barometro ci fornisse- circonda di un pallido colore rossastro dando alle un arrivederci in Abruzzo, cosa che si è concre- e foglie di coca che, in cosa di molto, molto divertente ro delle dettagliate previ- Garmin vette un aspetto da fiaba, e successivamente al tizzata a Carsoli in una serata dove gli sono stati tutto il Perù, vengono da usare, che può innalzare la sioni del tempo per l’intera eTrex Touch 35 sole che, oltre a riscaldarci, illumina tutto il pa- consegnati fondi per aiutare ad “aprire una via” masticate e usate sicurezza attiva trasformandosi, in settimana a venire. norama. Dopo tratti più ripidi e l’aggiramento di del Movimento Mato Grosso. per infusi (si dice che determinate occasioni, in un’an- Usato invece come ausilio alla no- crepacci, la pendenza diventa più dolce e in breve Partecipanti: Eugenio Di Marzio, Mauro Giusti- aiutino a sopportare ci troviamo sulla vetta formata da una enorme ni, Margherita Legnini, Giampiero Giuliani, Ma- meglio gli effetti cora di salvezza. Possiamo usare stra abilità nel gestire l’escursio- meringa. Dopo i soliti saluti tra i componenti rio Santrelli, Tonino Paoletti dell’alta quota).

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Garmin & CAI - Ep. 1.indd 1 11/02/2016 09:10:43 PORTFOLIO The Great Himalaya Trail

Foto Samir Jung Thapa - www.thegreathimalayatrail.org

Il Mirgin La (4550 m), alto valico a sud ovest del Kangchenjunga Un grande progetto, un’incredibile cav- fuori dallo sviluppo dei trekking e dell’al- In questa pagina: Trekker al Jalja La (3386 m), alcata attraverso i più grandiosi scenari pinismo, come il “far west” e molte zone lungo la Low Route del GHT; sullo sfondo il himalayani, fra foreste e pietraie stermi- della fascia delle “hills”. Lo sviluppo del Dhaulagiri e l’Annapurna Himal A fronte, dall’alto: la poderosa piramide progetto ha preso l’avvio nel 2002 con nate, su per passi ghiacciati e fra villaggi sommitale del Kabru (7412 m), nel Nepal rimasti fuori dal tempo, sempre in vista l’apertura di alcune aree in precedenza orientale. di montagne dall’altezza inconcepibile precluse agli stranieri ed è pienamente L’incanto dell’ultima luce nel campo di e dai nomi leggendari. Il Great Hima- decollato dopo il 2007 con il termine del- Okhtang, ai piedi del Kangchenjunga layan Trail (GHT) non è il percorso es- la guerra civile che ha insanguinato per cursionistico più lungo del mondo ma è un decennio il Paese. La Low Route è invece relativamente sicuramente il più ambizioso e impeg- Il percorso è articolato seguendo due meno impegnativa, richiedendo “soltan- nativo. Quando sarà terminato il GHT grandi traiettorie. La High Route, è un to” 100 giorni di cammino e raggiungen- si stenderà per oltre 4500 chilometri fra percorso prevalentemente d’alta quota, do appena i 4500 metri nel passo più alto. quelli che sono considerati i due gigante- mantenendosi ai piedi dei principali Hi- La via si mantiene nella fascia delle “hills” schi pilastri angolari della catena hima- mal, i giganteschi blocchi montuosi che e attraversa foreste lussureggianti, pascoli, layana: il Nanga Parbat, in , e il compongono la catena. Dal campo base valli fittamente terrazzate e innumerevoli Namcha Barwa, nel Tibet orientale. Per del Kangchenjunga a Hilsa, nell’estremo villaggi, sempre con l’incomparabile vedu- ora sono stati percorsi, documentati e angolo nord occidentale del Nepal, il ta delle maggiori cime himalayane all’oriz- mappati soltanto i settori in Nepal e in tragitto si snoda per circa 1700 chilometri zonte. Il fotografo nepalese Samir Jung , mentre altrove il tracciato deve e con un dislivello complessivo che supera Thapa sta portando avanti da alcuni anni essere ancora definito. 90.000 metri; si affrontano innumerevoli un progetto di documentazione nei diversi In Nepal il GHT è in realtà composto passi, almeno tre dei quali sfiorano i 6200 settori del GHT. Dal suo lavoro scatur- da un fascio di sentieri preesistenti, che metri di quota e sono necessari circa 150 isce un quadro dell’odierna realtà hima- collegano regioni famose e frequentate giorni di cammino, ma è ovviamente layana là dove le strade non sono ancora (come il Solukhumbu, l’Annapurna e il possibile spezzare il percorso in diversi arrivate e anche i viaggiatori stranieri Langtang), ad altre rimaste finora tagliate tronconi. sono una rarità.

62 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 63 Il monte Jannu (o Kumbhakarna, 7710 m), nell’alta valle del Carovana di portatori e cavalli nell’attraversamento fiume Ghunsa di un alto passo innevato

Il secondo passo (4160 m) fra Dhorpatan e il basso Dolpo Hinang Gompa; sullo sfondo l’Himal Chuli (7893 m)

64 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 65 Locandiera a Lho Gaon, nell’alta valle del Burhi Gandaki Le mani di un contadino di Taplekot

Monaca a Hinang Gompa Donna Limbu con il nipotino

66 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 67 Trishul, il tridente di Shiva nella mitologia induista

Silhouette di bovini nella nebbia

68 / Montagne360 / marzo 2016 CRONACA EXTRAEUROPEA a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica linea prescelta per la presenza di seracchi [email protected] troppo pericolosi su ambo i lati. Il nuovo trac- ciato si svilupperà lungo un muro di ghiac- cio che conduce alla cresta nordovest. Il 24 Nangpai Gosum II e III, obiettivi della settembre la squadra partirà da 5850 metri spedizione francese. Sulla destra la alle sei di mattina per arrivare alla cresta tre- cima del . Nepal. Foto Mathieu Détrie dici ore dopo, superando il muro di ghiaccio con pendenze iniziali di 55° fino a 70° nella sezione più alta, più tre lunghezze su roccia. «Passata la notte in una truna, la mattina seguente attacchiamo la cresta che non si è rivelata difficile, salvo il serracco che abbia- mo superato con una lunghezza su ghiaccio verticale. Nella parte alta finale, la neve era tale che la pendenza non superava i 50°-60°. Siccome il 25 era il compleanno di Ivan, lo abbiamo lasciato andare per primo in vetta, raggiunta da tutti alle ore 15 e 30 in perfette condizioni di tempo», ha raccontato ancora Gukov. «In due ore di discesa abbiamo rag- giunto la nostra truna. E il giorno seguente il CBA per la stessa via di salita. Dopo aver dormito nella parte alta del ghiacciaio a 5100 metri, il 27 settembre abbiamo raggiunto il campo base».

Dzasampa Tse 6293 m L’obiettivo era di aprire una nuova linea lun- NEPAL molto tecnica, con ghiaccio davvero sottile su Thulagi Chuli 7059 m go la Sud del Nangpai Gosum II, 7350 m. Monte Talung 7348 m roccia ben poco compatta; lunghi run-out e Happy Birthday, 1850 metri di sviluppo e I francesi Mathieu Détrie, Julien Dusserre, Tra il 18 e il 25 ottobre scorsi, gli ucraini Mikhail protezioni infide. I bivacchi sono stati scavati 1200 metri di dislivello con difficoltà 6A del- Pierre Labbre e Mathieu Maynadier hanno Fomin e Nikita Balabanov hanno aperto la via nel ghiaccio e nella neve», hanno raccontato la scala russa (TD+, VI (5c), AI 4+, M4), è la così raggiunto il campo base il 30 settembre Daddy Magnum Force (M6 AI6 A3; difficoltà gli alpinisti. Il terzo giorno, aggirato un grande via aperta dai russi Aleksander Gukov, Ivan scorso. Le condizioni si sono subito rivelate complessiva della linea ED2) lungo i 2350 gendarme, i due hanno anche superato l’am- Dojdev, Valeriy Shamalo e Ruslan Kirichenko impossibili per il loro obiettivo a causa del metri del difficile Pilastro nordovest del mon- pia fascia rocciosa (a metà pilastro, tra i campi sull’inviolata Thulagi Chuli 7059 m, situa- troppo caldo e della scarsità del ghiaccio, te Talung 7348 m, nella regione del Kangchen- IV e V) che rappresentava il pesante punto di ta nella zona di Gandaki, vicino al Manaslu. con continue scariche di sassi. La cordata junga. «Si tratta di una via tecnica su terreno domanda della salita. I due hanno quindi pro- Campo base a Dharmasa 3665 metri. Dall’11 francese ha quindi spostato il proprio obiet- verticale. Affrontarla con zaini pesanti a oltre gredito veloci fino a una rampa di ghiaccio che al 20 settembre acclimatamento e avvici- tivo sul Nangpai Gosum III. A partire Labbre Monfrini, Matteo Filippini e Tommaso La- Da sinistra: Mathieu Détrie, Pierre Labbre, 6000 metri non è stato uno scherzo. Ci ha mo- li ha condotti alla cresta sommitale. Scavata namento alla montagna con individuazione e Maynadier che, trascorsa la notte alla base mantia, ha esplorato lo scorso agosto le Julien Dusserre e Mathieu Maynadier. Alle strato quanto ancora abbiamo da crescere in ancora una cengia per il bivacco, il giorno se- della linea. «Un’enorme fascia di seracchi si della crepacciata terminale, hanno però do- seguenti zone in Baltistan: valle principa- loro spalle da sinistra: Jasemba, Nangpai Gosum II e III. Nepal. Foto Mathieu Détrie. Himalaya, ma anche quanto già siamo in gra- guente, il 23 ottobre, i due ucraini sono giunti sviluppa attraverso la parete ovest fino alla vuto fare marcia indietro il giorno seguen- le e valle del Khane Glacier fino all’icefall, Campo avanzato sul Second Khane Cwm. do di fare!», ha spiegato Fomin. Campo base a in vetta. Discesa per il versante ovest, bivacco cresta nordovest», ha spiegato Aleksander te per le cattive condizioni del tempo. Lo 4900 m; valle del North Cirque Glacier; Spedizione italiana Khane Valley 2015. Oktang, sotto la Sud del Kangchenjunga il 28 a 6700 metri. Gukov. «Dopo aver attraversato il ghiacci- stesso giorno, il 17 ottobre, Détrie e Dus- valle che porta al Levski Peak; canale che Pakistan. Foto archivio Khane Valley 2015 settembre. Due settimane di acclimatazione, Il Pilastro nordovest era stato tentato nel aio a 5000 metri, abbiamo individuato una serre apriranno invece una nuova linea sul- sale di fianco a Peak 45 e 46, fino a un col- Italian Karakorum Expedition con la salita di Boktoh Peak 6145 m e parzia- 2014 da Daniele Bernasconi, Mario Panzeri possibile linea fino alla cima proprio sulla la parete nordest del Dzasampa Tse 6293 le denominato dalla spedizione Hope Col le ascensione del versante ovest del Talung e Giampaolo Corona che avevano raggiun- parete ovest». Il 18 settembre si monta il m, posto proprio di fronte al gruppo del 4780 m; canale che sale dietro a due satel- di sassi dalla Ovest della Twin); Peak 23 dal fino a 7100 metri. Tre giorni di brutto tempo, to 6400 metri circa di quota. Trentuno tiri campo base avanzato a 5750 metri, ma gli Nangpai Gosum. La nuova linea, À la verti- liti minori, denominati dalla spedizione The North Cirque Glacier; The Nails I, 4500 m poi salita a un campo più alto sotto il pilastro di corda. Nel 2002 i cechi Alena Cepelkova alpinisti decidono di ritornare al campo base cale de la peine, 700 m, presenta difficoltà Nails 4500 m. circa, satellite posto a sinistra di Peak 42 del monte Talung. Cibo per 7 giorni. Gas per 9. e Petr Kolouch avevano salito 500 metri per riposare qualche giorno e attendere un fino al TD+ WI5. Labbre e Maynadier ripe- La spedizione ha inoltre effettuato: la pri- (terminata poco sotto la cima). La spedi- La via è iniziata a 5600 metri superando una lungo l’imponente pilastro, rinunciando poi miglioramento del tempo. Il 21 settembre, teranno la via il giorno seguente. ma salita di Peak 45, 4900 m, lungo cresta zione è nata per celebrare l’anniversario grande crepacciata terminale alla base della per le pessime condizioni della neve. Due ritornati al CBA, la squadra russa ritroverà est: 300 m, difficoltà media V, montagna dei 40 anni dalla fondazione della Scuola parete, seguita da duro misto verticale (M6) anni dopo, il pilastro fu tentato dai cechi l’accampamento distrutto da una valanga e PAKISTAN denominata dai locali Shorsa Tower I. La di alpinismo e scialpinismo del CAI Guido fino a una sottile fessura di A3 che ha richie- Marek Holecek e Tomas Rinn, che nel 2013 il materiale spazzato via. Dopo un dispen- Khane Valley, Baltistan spedizione ha poi effettuato i seguenti ten- Della Torre. sto l’uso di chiodi. Sopra, superamento di una riusciranno però ad aprire una nuova linea dioso lavoro di ricerca, gli alpinisti riusciran- La spedizione italiana “1 to 1 challenge, tativi: Peak 42, parete sud; Colle tra Twins cornice e ghiaccio sottilissimo lungo placche a sinistra dello stesso in sei giorni lungo no a recuperare due piccozze. La squadra Khane Valley 2015 – Italian Karakorum e Meligo (Saws Col 5270 m) per poi salire Per le relazioni e la personale collaborazio- poco proteggibili. «Nei primi tre giorni la sa- una via caratterizzata da un imponente e russa deciderà comunque di proseguire la Expedition“ composta da Walter Polidori all’inviolato Peak 66 (salita su terreno gla- ne ringraziamo: Mathieu Détrie, Mathieu lita si è contraddistinta per un’arrampicata incombente seracco a un terzo della via. spedizione, ma di salire più a sinistra della (capospedizione), Emanuele Nugara, Luca ciale interrotta a 5000 metri per scariche Maynadier, Walter Polidori.

70 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 71 NUOVE ASCENSIONI a cura di Carlo Caccia glio, gli stessi hanno firmato Totem (500 m, VI): una linea logica inizialmente tra le stori- che Linussio (1945) e Giovanna (1974) e poi Alpi Carniche a destra di quest’ultima. Ma in quel settore restava ancora qualcosa da risolvere: una Roberto Mazzilis e il gusto dell’avventura successione di fessure e diedri a sinistra della neonata Totem, che Mazzilis e Crai- ghero hanno salito il 19 luglio, in sei ore, e difficileMazzilis-Cimenti sul Primo, entram- chiamato Tupilak (500 m, VII-). Il 24 agosto, be del 1983. Una vita fa rispetto a Estrema- poco prima dell’ultima e già ricordata crea- dura (300 m, IX-), che il 28 settembre 2014 zione con Craighero, Mazzilis si è legato con ha dato molto filo da torcere al nostro e a Fabio Lenarduzzi e nonostante il maltempo Fabio Lenarduzzi ma che, alla fine, ha rega- – pioggia e grandine da metà scalata alla lato loro la soddisfazione di cui sopra, con- vetta! – è riuscito a tracciare una via lascia- cedendo di passare per una difficile fessura ta senza nome, in costante diagonale verso e poi su placche con lunghi tratti tra una sinistra, nel settore più orientale della pare- protezione e l’altra. Estremadura, che va a te (550 m, VI+). toccare la Mazzilis-Cimenti, termina su una Tre vie nuove sulla Creta di Collina – Ma cuspide innominata quotata 2288 metri, torniamo a Julius Kugy, che nella seconda battezzata Campanile Est delle Genziane. parte dello splendido Dalla vita di un alpini- Cinque vie nuove sulla Nordest del monte sta allarga l’orizzonte dalle “sue” Giulie alle Sernio – Esattamente un mese prima, il Carniche, che «sarebbero una specie di 28 agosto 2014, Mazzilis era in azione sul Alpi Giulie più tenere, se non vi sorgesse un monte Sernio (2187 m) insieme a Celso picco roccioso tanto grande da poter stare Craighero. Chi ci segue ricorderà forse le a pari dei più imponenti massicci delle Giu- loro vie sulla Creta Grauzaria e sulla Cima lie». È la Creta da Cjanevate (2769 m) che dai Gjai. Ecco: col Sernio ci spostiamo ap- con la Creta di Collina (2689 m) forma un pena più a ovest, proprio come Julius Kugy imponente massiccio roccioso ai cui piedi, che nel 1898, con due compagni, completò a nord e quindi in territorio austriaco, resi- Come Yann Borgnet e Yoann Joly, protago- protagonista, a suon di prime ascensioni, il la prima traversata Grauzaria-Sernio. Kugy ste l’Eiskar: l’unico, minuscolo, ghiacciaio nisti dell’Alpine Line Project, anche noi ne- tolmezzino Roberto Mazzilis, classe 1960. non parla esattamente di cresta: «È piut- delle Alpi Carniche. Kugy salì entrambe le gli ultimi mesi abbiamo percorso le Alpi da Per Mazzilis «la vera avventura esiste dove tosto una sequela di merlature bianche e vette nel 1899, in prima invernale: un’av- ovest a est: una traversata virtuale, racchiu- non è più lo scalatore a dettare le regole del puntute, sventagliate verso la piana a sud, ventura rimasta negli annali come molte sa in queste pagine raccontando vie nuove gioco ma è la parete la vera padrona, con i di grande effetto pittoresco». E alla fine altre, che hanno visto in azione sulla Creta prima nelle Alpi Liguri e Marittime, poi nelle suoi appigli e le sue fessure». Ciò significa sta «quel testone del Sernio che, pur non da Cjanevate e su quella di Collina perso- Retiche e Orobie e ora, finalmente, nelle mi- imbattersi nei propri limiti psicofisici, ri- arrivando ad altezze considerevoli, sa man- naggi come Paul Grohmann, Napoleone steriose Carniche. Ma perché misteriose? conoscerli ed eventualmente «riservare a tenere all’ingiro il più indovinato aspetto Cozzi, Alberto Zanutti, Ettore Castiglioni, La risposta arriva da Attilio De Rovere e Ma- qualcuno più forte la soddisfazione di aprire d’una vetta d’alta montagna». Tale aspet- Oscar Soravito e in tempi più recenti, tra gli rio Di Gallo, autori dei due volumi Alpi Car- quella via che per noi è troppo difficile senza to non bastò tuttavia a fermare le giovani altri, Mario Di Gallo e Roberto Mazzilis. niche della Guida dei Monti d’Italia CAI-TCI, trapanare la roccia». Una concezione radi- sorelle tolmezzine Annina e Minetta Grassi, Nell’estate 2014 Mazzilis è tornato e ritor- che scrivono che «queste montagne sono cale che Roberto non ha mai abbandonato che nel 1879 firmarono la prima ascensio- nato sulla Creta di Collina e nel giro di un cordini e protezioni veloci, ha tracciato una A fronte, la parete nord della Creta di Collina probabilmente le meno conosciute e più ne- perché, spiega, «proprio per questo ogni via ne del poderoso monte. paio di settimane, col cielo mai dalla sua linea diretta (600 m, VII) che offre il meglio con la via Mazzilis-Craighero. In questa glette di tutto l’arco alpino». Ciò a causa del- nuova che realizzo è una fonte di gioia, tanto A quel tempo si puntava alle cime. Oggi parte, vi ha firmato addirittura tre vie, risol- nella parte superiore, dopo l’intersezione pagina, dall’alto, la parete est della Creta di Collina con la Via dei fiori e Celso Craighero la loro roccia friabile o, meglio, del fatto che più grande quanto lo sono le incognite su- bisogna “accontentarsi” di problemi meno vendo tra l’altro il Pilastro Eiskar (toponi- con la via di Reinhard Ranner. Eccoci infine sulla parete nord della stessa montagna. «l’esplorazione avvenuta fino al 1954 aveva perate. Il massimo della soddisfazione si ha evidenti ma più complicati come il settore mo proposto) della parete nord: quello che, all’8 agosto, quando Mazzilis e Fabio Le- Foto R. Mazzilis. Per info dettagliate sulle interessato solo alcuni gruppi che presenta- quando la via è obbligata e ti porta a toccare sinistro della Nordest del Sernio, che Maz- all’estremità occidentale della muraglia, narduzzi sono andati alla scoperta del Pi- vie è possibile contattare Roberto Mazzilis vano pareti grandiose ma formate da roccia i posti più impressionanti della parete, ma ti zilis e Craighero hanno salito per un logico chiude a sinistra l’enorme diedro di raccor- lastro Eiskar, soffrendo un po’ il freddo ma ([email protected]) spesso scadente». Ma attenzione: «La suc- concede sempre la possibilità di arrampi- sistema di fessure e diedri (500 m, VI+). do con la Creta da Cjanevate. Ma andiamo riuscendo nel loro intento: aprire una via cessiva ricerca alpinistica, svolta fuori dalle care e di piantare un chiodo nei posti più Ma attenzione: questa, datata come detto con ordine, ricordando innanzitutto la Via (600 m, VII) che dopo lo zoccolo, sfruttan- linee classiche di minore resistenza delle impensati». 28 agosto, è stata soltanto l’ultima delle dei fiori (500 m, VI+) sulla parete est, aper- do una lunga cengia diagonale, raggiunge mento, ci fosse quella meraviglia descritta pareti, ha messo in luce moltissimi itinera- Via Estremadura sul Campanile Est delle cinque vie tracciate da Roberto su questa ta il 26 luglio con Celso Craighero. La salita, il pilastro vero e proprio e lo supera sul filo in una lettera ad Alessandro Gogna e ripre- ri di grande bellezza e difficoltà su calcare Genziane – Le parole di Mazzilis ci portano parete nel 2014. La serie era cominciata il di grande bellezza, è stata dedicata alla gio- dello spigolo, a tratti verticale e strapiom- sa in Dolomiti e calcari di nordest: «Proprio solidissimo». È la “storia parallela” delle direttamente nel gruppo del Peralba e per la 12 luglio con Via Crucis (500 m, VII), aperta vane austriaca Daniela Huber, tragicamen- bante, grazie a stupende fessure. le stesse sensazioni che [le montagne] mi Alpi Carniche, come la definisce Alessan- precisione al cospetto del fianco sudest dei da Mazzilis e Craighero sul pilastro a destra te scomparsa nel 2012 proprio sulla Creta Cosa pensava Roberto Mazzilis giunto per trasmettevano quando ero un bambino e dro Gogna in Dolomiti e calcari di nordest: Campanili delle Genziane, caratterizzati da della gola-camino della via Feruglio-Stabile di Collina. Il 4 agosto, ancora con l’amico la terza volta in pochi giorni sulla vetta della mi chiedevo cosa ci fosse dietro quei profili una serie di vicende poco raccontate che diversi interessanti itinerari tra cui la bella (1934) e purtroppo guastata da alcuni tratti Craighero, Mazzilis ha messo le mani sulla Creta di Collina? Non lo sappiamo. Ma cre- che sbarrandomi gli orizzonti mi stimola- da oltre trent’anni hanno quale instancabile Mazzilis-Frezza sul Secondo Campanile e la su roccia molto friabile. Tornati lassù il 16 lu- parete nord e in sei ore, con sette chiodi, diamo che in fondo, oltre i pensieri del mo- vano a scoprire cosa nascondessero».

72 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 73 I GRUPPI REGIONALI SI PRESENTANO la sede a Torino in locali di proprietà della Regione prima battuta spesso risultano respingere le pur a cura di Luca Calzolari Piemonte-Assessorato alla Montagna, circostanza comprensibili buone volontà che dal volontariato che permette di rapportarci le diverse realtà istitu- attingono. Inoltre lo scarso ricambio generazionale zionali aventi sede nella città sabauda. E certamente ha suonato il suo campanello d’allarme e allora l’at- Sicilia e Piemonte sono due grandi Regioni situate alle estremità del nostro Paese. Molto differenti per questa prossimità ha facilitato l’interazione legata al tivazione di Corsi Regionali per Dirigenti CAI tenta di geografia, storia e cultura, lo sono anche per quanto riguarda il CAI. Se in Piemonte il Sodalizio, che vi vide i Catasto Regionale Sentieri, la cartografia e segna- porre rimedio a quello che potrebbe rappresentare natali, è una realtà associativa vasta, capillarmente radicata nel territorio e ben rappresentata presso gli enti letica con una proficua collaborazione anche per un serio problema per il nostro Sodalizio.» locali, in Sicilia la scarsità di fondi e l’insufficiente coordinamento con le istituzioni rappresentano notevoli l’implementazione del sito web Piemonteoutdoor e Passiamo a lei, quali sono gli obbiettivi che si è difficoltà. La parola ai presidenti dei due Gruppi regionali. la realizzazione del sito web GTA (Grande Traversata dato per il suo secondo mandato? delle Alpi) in 5 diverse lingue. Altra attività che oggi «Un obbiettivo importante è stato sicuramente una ci vede fortemente impegnati è la messa a norma maggiore interazione e dialogo tra il GR stesso e le dei rifugi, particolarmente numerosi in Piemonte: Sezioni nella convinzione che ciò avrebbe portato ad Il CAI Sicilia Un bell’impegno che immagino dia anche molta la fattiva collaborazione con l’Assessorato Regiona- una condivisione degli obbiettivi e a una più sempli- soddisfazione. E quali invece le difficoltà che in- le al Turismo ha fatto sì che si siano potuti ottenere ce soluzione dei molti problemi. E la nascita, in am- Pur essendo nell’immaginario italiano una regione contrate nel lavoro sul territorio? importanti risultati. Il GR Piemonte è inoltre interlo- bito regionale, di nuove Intersezionali (Associazioni legata sopratutto al mare, la Sicilia è ricca di splen- «La crisi politico-finanziaria della Regione Sicilia cutore privilegiato della Presidenza dell’UNCEM e di locali di Sezioni CAI) è indice che questo obbiettivo dide montagne. Nell’antica Trinacria gli amanti si riverbera negativamente sulla continuità di ge- alcune associazioni del commercio, del turismo, dei si sta compiutamente realizzando. delle terre alte non mancano, il CAI è radicato con stione delle aree protette e costituisce un aggravio servizi, e dei trasporti di Torino e Cuneo, al fine di svi- Altro obbiettivo è la promozione a livello regionale di 2621 soci, appartenenti a 15 Sezioni e 5 Sottosezio- di costi. Inoltre nell’arco dell’ultimo anno si sono luppare un turismo eco compatibile e di valorizzare i una montagna CAI a tutto tondo, che ricomprenda le ni. Completano il quadro del GR tre commissioni succeduti all’Assessorato Territorio Ambiente ben prodotti tipici locali. nostre bellissime colline piemontesi, i numerosi par- (alpinismo giovanile, escursionismo con il gruppo quattro assessori, cosa che ha reso quasi impossi- E quali sono i problemi e le difficoltà che incontra? chi naturalistici, i parchi dei Sacri Monti e, perché no, di lavoro ciclo, speleologia), a cui se ne aggiungono bile un dialogo sul futuro della gestione ed il futuro «Da sempre operiamo nei confronti delle Sezioni le storiche residenze sabaude. Infine una particolare altre due in fase di organizzazione (tutela ambiente delle Riserve. pur non dimenticando la loro autonomia gestionale. attenzione al modo di frequentare la montagna pen- montano e sentieri e cartografia), che organizzano Questi continui cambiamenti fanno sì che anche Essendo il CAI una Associazione di volontariato non sato in stretto vincolo con i dettati del Bidecalogo: in corsi di formazione e aggiornamento per i titolati e per le altre attività abbiamo notevoli difficoltà sempre chi vi opera (Presidenti di Sezioni, di Inter- questo senso gli interventi e suggerimenti sulla re- i qualificati. Le Scuole di escursionismo, alpinismo nell’instaurare rapporti costruttivi di collaborazio- sezionali ed Organi Tecnici Periferici) ha la duttilità golamentazione per la frequentazione e percorrenza e speleologia, presenti nelle Sezioni di Palermo e ne con le istituzioni politiche e gli enti pubblici ne di comprendere i mille sentieri che troppe volte la delle strade ex militari quali la Via del Sale (Limone- Catania, svolgono l’attività formativa per tutti i Soci cito due per noi molto importanti: la tutela dell’am- burocrazia impone determinando passaggi poco Monesi) o la Strada dell’Assietta (Valle di Susa/Valle della regione. Ai corsi partecipano anche soci pro- biente montano e la realizzazioni di programmi di compresi e condivisi. Solo l’impegno e la pazienza Chisone) ne sono un esempio.» venienti dalla Calabria. educazione ambientale nelle scuole.» nel far ragionare le parti consente l’ottenimento di Per saperne di più Presidente del GR dal 13 aprile del 2013 è Giuseppe Ogni presidente si da degli obbiettivi per il proprio risultati che infine vengono apprezzati, ma che in www.caipiemonte.it Oliveri, socio della Sezione di Palermo dal 1985, a mandato. Oliveri, ci dice quali sono i suoi? cui si affiancano nel comitato direttivo un vicepre- «Al primo posto c’è la crescita culturale dei soci, sidente e tre consiglieri. Anche a lui abbiamo chie- che stiamo portando avanti con i corsi di formazio- sto di presentare la propria realtà. ne e aggiornamento realizzati attraverso gli Organi Oliveri, quali sono i temi e le attività su cui punta- tecnici territoriali operativi (OTTO) e le scuole del CONSIGLIOINFORMA te e che vi impegnano maggiormente? Gruppo regionale. Altro punto di primaria impor- «Il GR Sicilia onlus è l’unico gruppo regionale che tanza è l’accrescimento e la divulgazione delle at- a cura del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo gestisce da vent’anni aree protette. Infatti per con- tività di Alpinismo Giovanile il cui organo tecnico to dello Assessorato Territorio e Ambiente della Re- sviluppa sia nella formazione degli operatori di alpi- gione Sicilia gestiamo tre Riserve Naturali Integrali nismo giovanile che nelle attività di crescita socio– GLI ORGANI TECNICI E LE STRUTTURE per storia e tradizione, basti pensare alla autonomia organizzativa, come il Centro di interesse speleologico, Grotta Conza, Grotta di culturale dei gruppi ragazzi.» OPERATIVE DEL CAI Commissione Nazionale Scuole di Alpini- Operativo Editoriale, il Centro Materiali Entella e Monte Conca, con il relativo personale: un Per saperne di più Il Comitato Centrale di Indirizzo e Con- smo e Sci Alpinismo; altri sono più recenti e Tecniche, la Biblioteca Nazionale e la direttore e due operatori per riserva.» www.caisicilia.it trollo, a norma dell’art. 20 dello Statuo, ma con numeri e attività decisamente im- Struttura Operativa Cinematografia e Ci- “in assolvimento delle proprie funzioni portanti come la Commissione Centrale neteca. Fino ad arrivare alle ultime nate la può istituire: Organi Tecnici Centrali Con- Escursionismo, la Commissione Centrale Struttura Operativa Sentieri e Cartografia sultivi; Organi Tecnici Centrali Operativi; Alpinismo Giovanile o la Commissione e il Centro Nazionale Coralità. Strutture Operative”, per effetto dello Centrale Speleologia e Torrentismo. Altri Tutti questi organi svolgono un’immensa Il CAI Piemonte me a Liguria e Valle d’Aosta, (rifugi, escursionismo, stesso articolo al CC medesimo compe- ancora, svolgono importantissime atti- mole di attività, nei prossimi mesi ab- scuole alpinismo e scialpinismo, medica e tutela am- tono “la scelta, la nomina, l’elezione dei vità di ricerca e divulgazione su specifici biamo deciso di dare la parola, in questo Michele Colonna, socio della Sezione di Fossano, è al biente montano, alpinismo giovanile e speleologia), componenti e del presidente, le funzioni temi, mi riferisco ad esempio, al Comitato piccolo spazio, ai consiglieri referenti in suo secondo mandato da Presidente del GR Piemon- 36 scuole sezionali e 5 scuole intersezionali comple- di indirizzo, di coordinamento e di con- Scientifico, alla Commissione Centrale modo che possano evidenziare, non solo te. Nella gestione del gruppo a Colonna si affiancano tano la fotografia del GR Piemonte. trollo”. Per attuare quanto previsto dallo Tutela Ambiente montano, alla Commis- le cose fatte e le iniziative in corso, ma otto componenti del Comitato direttivo regionale. Al presidente piemontese abbiamo chiesto qua- statuto il CC nomina annualmente tra sione Rifugi e Opere Alpine, alla Com- anche le difficoltà e le problematiche che Molto radicata nel territorio la presenza del Soda- li sono le attività che impegnano maggiormente il i suoi componenti, un referente in ogni missione Medica e al Servizio Valanghe quotidianamente essi incontrano e l’entu- lizio 82 Sezioni e 32 Sottosezioni che raccolgono direttivo. “Grazie all’opera del mio predecessore commissione. Italiano. Altre attività svolte sotto forma siasmo con cui si cerca di superarle. 49.377 soci. Otto Commissioni interregionali, insie- – risponde Colonna – abbiamo la fortuna di avere Alcuni organi tecnici sono molto noti, di strutture operative, con una maggiore Il Coordinatore del CCIC Antonio Montani

74 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 75 LIBRI DI MONTAGNA a cura di Linda Cottino con la collaborazione di Anna Girardi • P. Buzzoni, G. Camozzini, R. Meles • S. Metzeltin (a cura di) Il collezionista ALPINISMO PIONIERISTICO DONNE SPORTIVE SENZA ETÀ a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Decarli, Voglia di neve Bellavite, 224 pp., € 29 Stampato in proprio, pp. 84 Biblioteca della Montagna-Sat In mancanza di meglio, la neve cerchiamola Quando lo scialpinismo strizza l’occhio al ripido sui libri. Costituirebbero di per sé una piccola biblioteca i titoli dedicati al fenomeno atmo- Il 22 luglio 1975, con un paio di Fisher di Pertanto ci siamo entrati a pieno titolo» sferico più desiderato nell’arido inverno che due metri ai piedi, e sfoggiando cappelli- precisa Vascellari. La guida è stata ac- E. Cardonatti, F. Tremolada, se ne va. La magia dei cristalli, le caratte- no, maglione e pantaloni elasticizzati, il colta molto bene, perché «a differenza F. Gianotti F.Vascellari ristiche del manto, le valanghe sono temi maestro di sci Nino Viale, accompagna- dell’arrampicata dove ognuno trova il Sogni Verticali, Sci Ripido e che hanno sempre interessato il patito della to dall’amico alpinista Claudio Bodrone, suo grado» precisa Vascellari, «nello sci Kosmoki Scialpinismo. montagna. In primis per evitare di esserne scende per la prima volta nella storia la ciascuno tiene nel cuore quella cima che € 20 (da I 3000 delle vittima, come suggerisce Emil Zsigmondy via Coolidge, sulla Nord del Monviso. vorrebbe tanto scendere!». richiedere a Dolomiti È di conforto in questi tempi Nell’agosto 2015, in Val di Sole, si nel suo Die Gefahren der Alpen (I pericoli Sono passati quarantun’anni e sembra Rimaniamo a est, sul confine tra Ita- info@kosmoki. Vividolomiti, 191 prendere atto dello sforzo della è svolto un simposio inconsueto delle Alpi), pubblicato a Lipsia nel 1885 da un’altra era; soprattutto da quando, lia, Austria e Slovenia, dove corrono com) pp., 29,50 € stamperia-editrice Bellavite di e, perché no, innovativo. Sette Frohberg e poi riedito fino ai tempi nostri scavalcato il millennio, ha preso corpo la Catena Carnica principale e le Alpi Missaglia, che ha brillantemente Samurai al femminile, chiamate (purtroppo i suoi suggerimenti gli servirono il Nuovo Mattino dello sci ripido che, del Gail: ad esse è dedicata la guida di portato a termine l’ambizioso a raccolta dalla decana Silvia poco, se morì ventiquattrenne sulla sud della sbarazzatosi dell’antiquata definizione Robert Zink. In questi territori, ancora progetto, soprattutto a beneficio Metzeltin, si sono incontrate per Meije). Come spesso accade per il mercato di “estremo” e con le giuste attrezzature, immuni alle alte frequentazioni, lo scial- delle nuove generazioni, di tornare raccontare la propria esperienza tedesco, i prezzi soprattutto delle riedizioni è letteralmente dilagato su tutti i pendii pinismo non è ripido per definizione, alle origini di quell’attitudine di donne sportive “senza età”. sono particolarmente contenuti. sciabili delle Alpi, a occidente come a ma come scrive in una nota Steve Hou- inventiva e manifatturiera che ha Donne cioè cresciute nell’attivi- Più specificamente della neve, anzi dei suoi oriente, dando vita a una comunità di se, che queste montagne conosce bene, creato i presupposti per il be- tà fisica, anche agonistica, che cristalli, parlano due volumi che sconfina- appassionati. Così, mentre è in uscita «da dovunque veniate, ovunque stiate nessere del territorio lecchese. Il hanno continuato e progredito no nella poesia. Il primo, Cloud Crystals. Sogni Verticali, il documentario di Enzo andando, tutti gli itinerari scialpinistici tema meritava di essere affronta- nello sport ben oltre la soglia della A Snow Flask Album, è un’antologia in Cardonatti e Fabio Gianotti sui quattro condividono la stessa filosofia: esplora- to in maniera unitaria, e il progetto giovinezza. L’idea che l’ineso- grande formato da Shakespeare a Ralph decenni di discese in sci lungo i versanti re e avventurarsi in luoghi spesso soli- Robert Zink Igor Napoli editoriale ha qui optato per una rabile avanzare dell’età sigilli la Waldo Emerson, firmata “A Lady” (in realtà e le pareti del Monviso, in libreria appro- tari e che richiedono attenzione, capaci Scialpinismo Voglia di Ripido, corposa tetralogia: ogni singolo pratica sportiva è da mettere in Francis E.Chickering) nel 1865. Alle liriche dano due guide dedicate alla specialità. però di ripagare con fiducia in se stessi nelle Alpi vol. II Stura- volume dell’opera riesce comun- discussione, non solo a beneficio si aggiungono splendidi disegni in rilievo di La bellunese Vividolomiti non si fa e fascino dell’ignoto». La guida presenta Carniche Grana-Maira que a soddisfare pienamente chi delle over 50, ma anche delle più cristalli di neve: un capolavoro più letterario scappare un autore cult del genere, il percorsi classici e itinerari poco noti, tra Versante Sud, Vividolomiti, è interessato ad approfondire un giovani. Si voleva dunque creare che scientifico, ingiustamente trascurato ripidista di lungo corso Igor Napoli, cui la leggendaria traversata da Sillian al 400 pp., 32,90 € 303 pp., 29,50 € argomento specifico. I quattro un’occasione di confronto tra dalle bibliografie (si trova a 300-400 dollari). «uno degli ultimi esemplari viventi di Passo di Monte Croce Carnico. volumi della collana, presentati esperienze diverse, e di riflessio- Molto vittoriano, non fosse stato pubblicato hippyens-montanus, incallito ricerca- Per completare l’incursione nel mondo come «un itinerario delle mani, ne su come le donne possano a New York (da Appleton & Company). L’idea tore, inventore e catalogatore di nuove della neve verticale, suggeriamo tre della mente, del cuore, con im- in fatto di sport «maturare idee nacque, annota la signora, dall’osservazione linee di discesa», come egli stesso ama manuali. Due sono usciti nella colla- magini inedite e storie antiche», proprie e avere il coraggio di casuale del “davanzale scuro della finestra”. definirsi. Il suo Voglia di Ripido, volu- na Specialist di Mulatero Editore: In li indichiamo nell’ordine previsto viverle». Un’ex azzurra di atletica Il celebre Snow Crystals di W.A.Bentley e me secondo, che presenta itinerari delle forma per lo scialpinismo di Massi- da Giacomo Camozzini, coordi- e sci nordico, una fisioterapista, W.J.Humphreys (McGraw-Hill, 1931) è invece cuneesi valli Stura, Grana e Maira per mo Massarini, che tratta nel dettaglio natore dell’opera: Arte casearia e due “medichesse”, un’insegnante idolatrato negli Stati Uniti, dove supera i sciatori di livello non necessariamente alimentazione, patologie e psicologia zootecnica. Tradizioni da leggenda di educazione fisica già agonista 1.000 dollari, e ricercato anche da noi, da estremo, è ben più che una guida, perché dello scialpinista nell’ottica di ottimiz- in Valsassina; Memorie del sot- di scialpinismo, una campionessa quando nel 2009 è uscita per Donzelli la alle schede tecniche affianca una messe zare il rendimento e aumentare sicu- tosuolo. Per una storia mineraria di arrampicata sportiva, una psi- traduzione del gustoso Turista della neve di fotografie e tanti racconti. La trilogia rezza e benessere; e Scialpinismo. Te- Massimo valsassinese; Cento anni di sci in cologa: ecco le sette Samurai, cui di Charlie English, che ne racconta la storia terminerà con le valli fino al Monviso. oria dell’allenamento di Eros Grazioli, Massarini In Alessandro Valsassina. Quando la Lombardia nel libro si uniscono altre voci di struggente. Bentley dal 1885 agli anni Venti Ma anche a oriente, dove i maestri si orientato all’agonismo, con programmi forma per lo Fattori Tecnica ha messo gli ski; Alpinismo pionie- donne comuni sportive. L’auspicio del Novecento scattò con una grossa camera chiamano Tone Valeruz, Heini Holzer di training, indicazioni per valutare le scialpinismo di sci fuoripista ristico. Tra Lecco e la Valsassina. è quello di creare risonanze e far a soffietto migliaia di immagini dei fiocchi e “il prete volante” don Claudio Sacco, proprie capacità e limiti fisici, senza Mulatero Editore Vividolomiti, 88 Ciascun tema, sviluppato da sì che l’incontro della Val di Sole che si depositavano sul tetto della sua casa sempre più ci si dedica a uno scialpini- tralasciare aspetti come la vita sessua- 76 pp., 25 € pp., 17,50 € autori competenti e appassionati non rimanga un unicum inges- di Jericho, nel Vermont. Inverno dopo inver- smo tecnico. Così, la guida alpina Fran- le dell’atleta o il problema del doping. del proprio settore di ricerca, offre sato, ma sia il primo passo di un no. Le sue foto ispirarono i maggiori scien- cesco Tremolada e l’editore Francesco Il terzo è proposto da Vividolomiti: in al lettore il risultato di un’indagine percorso; di riflessione da un lato ziati che nei decenni successivi studieranno Vascellari hanno messo a punto Sci Tecnica di sci fuoripista Alessandro storica approfondita, accreditata e, dall’altro, di consapevolezza le fantastiche geometrie e ne scopriranno i Ripido e scialpinismo. I 3000 delle Do- Fattori affronta in maniera innovativa Eros Grazioli da una documentazione di prima dei propri desideri (di natura, segreti. Quando uscì la prima copia del suo lomiti. «Volevamo un libro di scialpini- e con grafiche 3D l’arduo compito di Scialpinismo mano e arricchita da un corredo benessere, salute) che lo sport volume, tornò a casa a piedi, riparandolo smo non troppo di nicchia, ma ci siamo fornire indicazioni (e trucchi) su come Mulatero fotografico che la rende sorpren- aiuta a sentire. Il libro può essere sotto il cappotto, nella tormenta. Morì di pol- accorti che sui tremila gli itinerari sono sciare fuoripista, in neve fresca o su Editore, 91 pp., dentemente accattivante. richiesto all’indirizzo: monite senza nemmeno vederlo nelle vetrine per lo più tecnici, al confine con il ripido. qualunque altro manto nevoso. 25 € Renato Frigerio [email protected] della libreria.

76 / Montagne360 / marzo 2016 marzo 2016 / Montagne360 / 77 Titoli in libreria • Stefano Ardito • Christophe Houdaille In collaborazione con la Libreria la Montagna, PICCOLI ANNUNCI dell’Annapurna dal 06.10 www.trekkilandia.it Info: [email protected] ALPINI D’ABRUZZO IL CANTO DELLE VELE Torino, www.librerialamontagna.it Annunci a pagamento Info: www.planetrek.net Trekking e Tour Naturalistici

Redazioni&Ricerche, 203 pp., 50 € Ediciclo, 96 pp., 8,50 € 335 5666370 • [email protected] [email protected] nel Mondo www.naturaviaggi.org Cell: 347 / 32 33 100 ; Uff. Da oltre 25 anni produco e ALPINISMO GUIDE ALPINE 0342 / 93 54 89 Sezione dell'Etna- Catania accompagno www.caicatania.it piccoli gruppi per • Alex Honnold con David Roberts, Nel Planet Trek www.claudioschranz.it Sci alpinismo sull'Etna: da inimitabili OVERLAND vuoto solo in parete Elbrus-5642m. Con gli sci e a mag Nepal Tibet / mag Etna Gennaio ad Aprile. NATURALISTICI: Autobiografia del miglior climber free piedi dal 12.05 / giu Borneo M Kinabalu Grecia-Peloponneso dal Islanda, Patagonia, Nepal, solo del mondo. Trekking: Trek Marocco dal / ago Kilimangiaro / set 9 al 19 giugno. Traghetto, Namibia e Perù. Assodato che alpini e alpinisti Fabbri, 262 pp., 19,00 € 10.06 / Trek in Islanda 23.06 Corsica / gen Ciad M Koussi pulmini, alberghi. [email protected] sono due realtà non sovrappo- Che sia raggiungere una cima / Trek a Taurus-Cappadocia [email protected] - 333 3019017 Trekking dell'Etna in 5 gg. 0586 375161 - 347 5413197 nibili, in molti casi la montagna o navigare, fare trekking nella Giorgio Spreafico,La scala dei sogni dal 22.06 e dal 21.09 / Trek Trekking delle Eolie in 7 gg. è stata ed è una ribalta con- montagna selvaggia o traversa- Le montagne, le imprese, le idee e le due Karpathos dal 19.07 / Sulle Naturaliter - trekking e Trekking delle Egadi in 8 gg. Cercasi gestore divisa. Il discorso, nel nostro te in mare aperto, l’avventura si vite di Marco Anghileri, ultimo romantico montagne degli Dei dal ospitalità mediterranea Pantelleria a settembre, in 8 per rifugio Santa Rita in Paese, non riguarda solo le Alpi, assomiglia, poiché porta a fare della Grigna. 06.08 / Salita dell’Ararat- Trekking ed escursionismo – gg. Chiedere depliant Valsassina, Val Biandino a ma anche gli Appennini. Tra le i conti con se stessi, a provar Teka Edizioni, 495 pp., 15,00 € 5156m. dal 21.08 / Africa. senza zaino pesante in spalla Foresteria in sede e pulmini a 2000 m vicino al Pizzo dei due guerre mondiali, l’Abruzzo piacere nelle azioni reputate Salita del Kilimanjaro-5895 – nei Parchi e Riserve della disposizione delle Sezioni. Tre Signori. Tel. 0341 980412 ha visto nascere i suoi reparti più banali e a rendersi conto NARRATIVA m. dal 20.08 / Intorno al Calabria, Sicilia, alpini, che hanno sempre af- di quanto a volte sia inutile ciò tetto del Mondo. Himalaya Puglia, Basilicata, Campania, fiancato reparti e battaglioni del che la società impone. Il canto • Stefano Ardito, Il gigante sconosciuto dal 22.10 / Vulcani dell’ Sardegna e in Grecia. Nord con alpini e artiglieri da delle vele è un racconto di vita Storie e segreti del Kangchenjunga, il Ecuador dal 15.11 28 9094209 / 347 3046799 Sul prossimo La conquista del Passo della Sentinella montagna, e oggi sono presenti di mare, di passione, di cieli terzo Ottomila. Mountain Bike: Montenegro Email: [email protected] Una pagina leggendaria della guerra in nelle missioni internazionali di stellati, fatiche e soddisfazioni; Corbaccio, 304 pp., 19,90 € dal 22.07 / Trans-Bike www.naturaliterweb.it numero montagna nelle Dolomiti di Sesto. pace. Un libro documentatissi- ed è bello scoprire le affinità Balcani. Bulgaria e Grecia in edicola Fra i monti d’Abruzzo mo e arricchito da straordinario fra mondo dei mari e dei monti, • Pino Dellasega, Ho camminato con le dal 04.09 / Bulgaria Bike ACCOMPAGNATORI, GUIDE ad aprile Storie e percorsi sulle tracce degli eventi materiale fotografico. nella condivisione della natura stelle dal 04.09 / Himalaya. Giro TURISTICHE E T.O. della Seconda guerra mondiale. più vera. Mille chilometri a piedi verso Santiago de • Andrea Lucchi Compostela. NEVE NERA • Matteo Righetto Artimedia, 349 pp., 20,00 € il Marco Polo Edizioni, 103 pp., APRI GLI OCCHI Puglia | Gargano 12,00 € Tea, 158 pp., 13 € • Danilo Di Gangi, Nepal fra Terra e Cielo Speciale soci Mustang, Everest, Annapurna: tre nomi, tre racconti. Il Ciliegio, 325 pp., 18,00 €

RAGAZZI

• Massimo Montanari, Francesco De Benedittis, La borraccia delle parole Dalle Ande all’Africa, Andrea L’autore confeziona un libro per Quante impronte disegnate, quanti passi Lucchi torna al racconto di una ragazzi avvincente e commo- nei sentieri. Per bambini. nuova avventura alpinistica, vente. Un’avventura in cui tanti Edizioni dei cammini, 80 pp., 17,50 € quasi l’esperienza non potesse giovani possono riconoscersi, in dirsi compiuta senza la parola cui la vita quotidiana di un ado- DVD scritta che la suggella. Con la lescente emerge in maniera vi- scusa dell’invito a un matrimo- vace e dirompente. Un racconto • AA.VV., Reel Rock 10 nio a Nairobi, l’autore, la sua in cui la montagna appare sullo Cinque nuovi filmati con un omaggio a consorte e l’amico di montagna sfondo, esattamente come la Dean Potter. partono alla volta del Monte vive un cittadino appassionato: Big Up Productions, 106 min. in inglese, Kenya, di cui saliranno due delle la montagna delle scalate e delle 24,00 € tre punte. Un diario di viaggio passeggiate la domenica, della in altura, con notizie di storia sveglia presto in una Milano • Mattia Colombo, Alberi che alpinistica e suggestioni che ci addormentata, del luogo in cui camminano sollecitano a rileggere il classico la famiglia si ritrova. E nel finale, Tratto da uno scritto originale di Erri De Fuga sul Kenya e il più recente una precisa montagna avrà un Luca. Point Lenana. ruolo determinante. Feltrinelli, 59 min., 9,90 €

78 / Montagne360 / marzo 2016 Per entrare nel circuito strutture amiche del CAI rivolgersi a: GNP 335 5666370 [email protected] | Cercateci anche su: www.loscarpone.cai.it Montagne360 La rivista del Club Alpino Italiano NOVITÀ DALLE AZIENDE Direttore Responsabile: Luca Calzolari a cura di Susanna Gazzola (GNP) Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta Coordinatore di redazione: Mario Vianelli Redazione Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli, Linda Lombardi CAMP X-DREAM Segreteria di redazione: Carla Falato Alte prestazioni su ghiaccio Tel. 051/8490100 - [email protected] Hanno collaborato a questo numero: Carlo Caccia, Linda Cottino, Massimo Goldoni, Con la X-Dream è come avere assicura una battuta più natu- Roberto Mantovani due piccozze in una. Le 3 lame rale e un’ottima penetrazione, Grafica e impaginazione: Francesca Massai intercambiabili e l’impugnatura mentre la configurazione Dry Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103 brevettata a inclinazione varia- garantisce una maggior trazio- CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, bile presentano caratteristiche ne verso il basso, consentendo Monte dei Cappuccini. ideali per il ghiaccio, il misto gli agganci più complessi e una Sede Legale: Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 e il dry-tooling. Una semplice grande comodità di presa nelle 2057231 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - chiave a brugola, inclusa nella sospensioni. Gli inserti X-Finger www.cai.it confezione, permette di varia- permettono una regolazione Telegr. centralCAI Milano c/c post. 15200207 intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio re rapidamente l’inclinazione micrometrica dell’impugnatu- Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. dell’impugnatura e della lama, ra. La lama Mixte è la più ver- Abbonamenti a Montagne360. La rivista del portando l’X-Dream dalla con- satile, la Ice è ottimizzata per il Club alpino italiano: 12 fascicoli del mensile: abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: € figurazione Ice a quella Dry e ghiaccio mentre la Race è il top 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb. viceversa. La configurazione Ice per il dry-tooling. www.camp.it non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione postale); supplemento spese per recapito all’estero: UE € 28,46 / Resto d’Europa e Mediterraneo € 23,52 / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli sciolti, comprese spese postali: Soci € 2,00, non Soci € 3,90. Per fascicoli arretrati PROGETTO WORN WEAR DI PATAGONIA dal 1882 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni. Riparare è un atto radicale 3389439237 - [email protected] Con il lancio del progetto Worn Wear, Pata- samente alle imprese e ai consumatori di im- Segnalazioni di mancato ricevimento: indirizzate alla propria Sezione o alla Sede gonia invita tutti i consumatori ad avere un pegnarsi per prolungare la vita delle cose che Centrale (tel. 02 2057231). Indirizzare tutta la comportamento di acquisto responsabile, già si utilizzano. Il semplice gesto di far durare corrispondenza e il materiale a: Club Alpino privilegiando la possibilità di riparare i capi più a lungo i capi che si indossano, avendone Italiano Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Originali e illustrazioni di abbigliamento, quando rotti, piuttosto che cura e riparandoli quando necessario, sostie- pervenuti di regola non si restituiscono. Le acquistarne di nuovi. ne Rose Marcario, consente di non doverne diapositive verranno restituite, se richieste. Inusuale ma coraggiosa la posizione di un’a- acquistare di nuovi, evitando così di generare È vietata la riproduzione anche parziale di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni senza zienda che basa il proprio fatturato sulla ven- le emissioni di CO², la produzione di scarti e esplicita autorizzazione dell’Editore. dita di capi di abbigliamento e che, tramite un di rifiuti e il consumo di acqua associati ai cicli Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni editoriale della CEO Rose Marcario, pubblica- produttivi del settore tessile. www.patagonia. Distribuzione s.r.l. - Viale C. Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02 25823176 - to per una rivista statunitense, chiede espres- com/eu/itIT/reuse-recycle Fax 02 25823324 Servizio pubblicità: G.N.P. srl - Susanna Gazzola via Montessori 15 - 14010 Cellarengo (At) tel. 0141 935258 - 335 5666370 ARCTIC GRIP DI VIBRAM® [email protected] Eccellenti performance su ghiaccio bagnato Fotolito e stampa: Rotolito Lombarda S.p.A. Cernusco sul Naviglio (MI) Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida Presentata all’ISPO 2016, la nuova tecnologia Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b Vibram Arctic Grip è in assoluto la più avanza- legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano: n. 184 ta in termini di grip su ghiaccio (in particolare del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Nazionale su ghiaccio bagnato), che l’azienda dell’ot- della Stampa con il n.01188, vol. 12, foglio 697 tagono giallo abbia mai realizzato. Se fino in data 10.5.1984. Tiratura: 216.856 copie ad oggi il problema dello scivolamento della sul ghiaccio (con eccellenti risultati sul ghiac- Numero chiuso in redazione il 12/02/2016 scarpa sul ghiaccio è sempre stato risolto cio bagnato), e tasselli termocromatici, in introducendo dispositivi in metallo di suppor- grado di attivarsi a temperature inferiori a 0° to alla calzatura, Vibram Arctic Grip offre la C. 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