elaborato "A" aggiornamento ai sensi della dgr n. 620 del 29.12.2010 e della rettifica della ricognizione e graficizzazione del vincolo paesistico delle fasce di protezione dei corsi d'acqua di cui alla tavola b del ptpr con delibera regionale n.prot 26276 del 21.02.2011

Relazione generale

il sindaco francesco bigiotti

il progettista Ing. alvaro Baffo Provincia di di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

INDICE

A - L’iter di formazione: - L.R. 38/99 - dal Documento Preliminare al Piano Urbanistico Comunale Generale ai sensi della L. 1150/42

B - Caratteri del PUCG

a) Indicazioni generali b) Le procedure c) Le indicazioni della L.R. 38/99 d) Le innovazioni nell’impostazione disciplinare del Piano e) Cenni storici relativi al Comune

I - Elementi di analisi ambientale – Il territorio

1) Il territorio comunale nel viterbese 2) Orografia e idrografia del territorio comunale 3)

C - La struttura del PUCG

1) Il nuovo complesso urbano-territoriale integrato: Strategie progettuali 2) Gli strumenti attuativi vigenti e approvati 3) La struttura dell’abitato 4) Fabbisogno di aree a standards 5) L’attuazione – Fasi e tempi di attuazione

1 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

A – L’ ITER DI FORMAZIONE La redazione del Piano Urbanistico Comunale Generale ( PUCG ) (nuova proposta rispetto al vigente PdF) è una decisione che scaturisce dalla volontà dell’Amministrazione Comunale in concerto con il fabbisogno mostrato dalla popolazione che interagisce quotidianamente con uno strumento di pianificazione obsoleto e privo della lucidità necessaria per potersi confrontare con un andamento demografico ed economico rispondente alla realtà bagnorese. In più la situazione della pianificazione urbana attuale, assume una connotazione tristemente nota dovuta alle problematiche che ha attraversato durante le vicissitudini che hanno condotto Bagnoregio nel tentativo di approvare un PRG che avrebbe dovuto sostituire già da tempo l’attuale PdF ( l’ultima proposta progettuale è stata respinta dalla Regione con Delibera n. 365 del 16/05/2008 dopo più di 10 anni di istruttoria, annoverando tra i motivi del diniego il sovradimensionamento ingiustificato e l’incongruenza con gli attuali obbiettivi paesaggistici regionali ). La progettazione di tale piano risale infatti al 1997 ( anche se la volontà di possedere uno strumento completo e funzionale risale addirittura al 1972 ); limite temporale che segna l’inizio di un percorso difficile e tortuoso, di un botta e risposta tra Comune e Regione farraginoso e spaventosamente lento; un percorso che ha portato Bagnoregio al blocco totale – sia dal punto di vista urbanistico che economico – con ricadute assolutamente negative per l’economia del settore edilizio sia pubblico che privato, senza possibilità di programmare iniziative sul territorio adeguatamente dimensionate e concretamente redditizie. Deriva da ciò un malcontento generale che innesca anno dopo anno una serie di reazioni a catena che minano la stabilità economica e sociale della città e si rendono protagoniste dell’inevitabile declino di un paese che in realtà si vede munito di tutte le caratteristiche necessarie per poter essere annoverato tra i centri più importanti (sia dal punto di vista turistico che economico-produttivo) e prolifici della provincia di Viterbo. E’ una necessità oggettiva la pianificazione sinergica tra le iniziative pubbliche programmate (realizzate e in corso di concretizzazione) durante lo scorso decennio e ciò che viene progettato nel nuovo piano, finalizzando il tutto ad una continuità solida e sostenibile.

Risulta quindi indispensabile (per la gestione strategica di un territorio ormai sguarnito urbanisticamente e paesaggisticamente indifeso) la redazione di un PUCG in

2 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) considerazione del fatto che il Piano di Fabbricazione vigente nel Comune presenta una matrice strutturale ormai datata e in certi aspetti anche una certa inadeguatezza nell’applicazione, non trovando più tutte le risposte alle esigenze della cittadinanza, comunque egregiamente interpretate fino a tutti gli anni ’80; risulta quindi una necessità oggettiva la pianificazione sinergica tra le iniziative pubbliche programmate (realizzate e in corso di concretizzazione) durante lo scorso decennio e ciò che viene progettato nel nuovo piano, finalizzando il tutto ad una continuità solida e sostenibile.

Inoltre il PUCG si colloca in un nuovo panorama urbanistico, che vede un nuovo regime normativo ( oltre alla LR 38/99 ci si trova di fronte ad una disciplina paesaggistica estremamente più elaborata e complicata rispetto al momento storico in cui nasceva l’attuale strumento urbanistico ) e dei nuovi strumenti urbanistici generali di area vasta di governo del territorio, sia a livello regionale sia a livello provinciale urbanistico ( Piano T erritoriale Regionale Generale_ PTRG ; P iano T erritoriale P aesistico R egionale_ PTPR ; P iano T erritoriale Provinciale G enerale_ PTPG ;Programma di Riqualificazione U rbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio_ PRUSST ). L’importanza di questo passaggio assume maggiore valore in quanto la sua disciplina urbanistica generale è attualmente definita da un PdF statico, poco sostenibile e urbanisticamente troppo rigido; quindi il nuovo PUCG rappresenta per questa comunità, una occasione istituzionale particolarmente importante per ripensare le prospettive ed il proprio progetto di città, condiviso e capace di mettere in sinergia tutte le risorse presenti e disponibili ed anche, più semplicemente, per correggere regole e comportamenti in campo edilizio ed urbanistico conseguenti alla disciplina urbanistica in vigore, che l’esperienza consiglia di ripensare ed aggiornare. Le ragioni politiche e amministrative per cui l’Amministrazione Comunale intraprende il nuovo percorso di pianificazione sono molte e di diversa natura; ma ogni motivazione presenta una base comune e cioè: “…la consapevolezza che un nuovo strumento di pianificazione (che la Legge della Regione n° 38 del 1999 chiama ormai dalla sua entrata in vigore P.U.C.G. – Piano Urbanistico Comunale Generale - ) rappresenta anche un’opportunità culturale della collettività tutta riducendo il conflitto tra interessi generali ed interessi particolari, rispettoso delle risorse naturali e ambientali di tutta l’area presa in esame dallo stesso strumento urbanistico”.

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Ma al di là dei riferimenti di contesto il Comune, in funzione del risultato scaturito dal Documento Preliminare, procede con urgenza alla proposizione di un nuovo P.U.C.G. vista anche l’inadeguatezza proprio del vigente Piano di Fabbricazione.

In sintesi vengono di seguito elencati i motivi di fondo per i quali la Amministrazione procede alla formazione del nuovo strumento di pianificazione urbana che solo oggi può iniziare (la proposta progettuale precedente – PRG 1997 - è stata respinta dalla Regione con Delibera della Giunta n. 365/2008 , pervenuta al Comune in data 17/06/2008).

In riferimento ai caratteri naturalistici e ambientali si evidenzia in primo luogo il riconoscimento e l’individuazione dei valori naturalistici e paesistico-ambientali che insieme al ricco patrimonio vegetale ( quella di Bagnoregio è una chiara vocazione alla natura e a ciò che può scaturire da essa; partendo quindi dall’agricoltura ecosostenibile, passando per la bioarchitettura, fino ad arrivare al turismo di cultura e benessere che pretende giustamente connotazioni di pregio storico, architettonico, culturale, paesaggistico ) connotano il paesaggio e definiscono gli elementi areali e puntuali caratterizzanti il territorio; in secondo luogo l’importanza della difesa del suolo, da perseguire attraverso studi ed approfondimenti circa la delimitazione delle aree a rischio geologico in modo di poter far fronte a ipotetici rischi futuri, avere maggior padronanza del patrimonio idrogeologico comunale, trasformare le peculiarità e le singolarità del territorio in risorse economiche di elevato potenziale produttivo confermando comunque l’intero sistema strategico in una matrice di difesa e compatibilità con la natura, con la qualità della vita che offre tale cittadina, con le risorse antropiche presenti sull’intero territorio comunale.

Proprio per quanto riguarda i caratteri antropici il PUCG definisce finalmente un buon livello di approfondimento circa le conoscenze relative al patrimonio edilizio esistente. In funzione di tutto ciò è stato quindi necessario un censimento approfondito del patrimonio architettonico comunale in modo da poter effettuare le opportune verifiche, ma poter anche analizzare con cura le principali caratteristiche architettoniche del territorio oggetto di pianificazione, nonché la classificazione delle regole compositive maggiormente funzionali e compatibili sia col sistema città che con il sistema extraurbano; lo scopo di uno studio completo, complesso e sistematico di questo genere ha una valenza caratterizzante anche dal punto di vista della progettazione, che ovviamente va ad interpretare

4 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) oculatamente i risultati di tali studi tenendoli come coordinate generali della nuova struttura pianificatoria ( valutando ovviamente ciò che è realmente sostenibile, ciò che va mantenuto, ciò che va potenziato, ma anche tutto ciò che va evitato, cercando di interpretare a fondo le vocazioni del Comune stesso ). Per quanto riguarda i servizi e le principali infrastrutture viarie, la situazione relativa allo stato di fatto evidenzia una certa carenza dal punto di vista connettivo extracomunale e la qualità dei servizi interni, in alcuni casi, lascia a desiderare, per questo motivo il PUCG interviene sul territorio a livello di connettività ed individua i principali temi ( dando uno sguardo anche e soprattutto alle connessioni intercomunali ed interregionali ) di sviluppo riguardanti un ambito comunque critico e fondamentale.

Per il settore produttivo, il piano prevede interventi mirati al fine di potenziare gli insediamenti esistenti in corso di realizzazione e necessari per il futuro. Appare strategico sostenere l’insieme delle attività agricole e tutti gli interventi funzionali alla qualificazione ambientale, presupposti necessari per favorire opportunità di sviluppo legate al turismo rurale ed all’agriturismo. Oltre a decisioni di carattere strategico e di nuova concezione il nuovo PUCG si confronta con alcuni punti fondamentali radicati nelle maglie dell’economia bagnorese e per i quali si identifica l’ipotesi di una pianificazione attuativa e correttiva ad hoc (creazione di PUOC dedicati) capace di assestare con intelligenza l’integrazione economica tra le quattro realtà fondamentali del territorio comunale:

- Le previsioni di sviluppo turistico che si fondano sull’attribuzione a Bagnoregio di un alto valore storico ed artistico, oltre che paesistico ed ambientale . Mediante un adeguato sviluppo delle attrezzature ricettive, Bagnoregio può coprire una posizione di spicco tra i centri interessati dal flusso turistico sia stagionale che di transito come , , Orvieto; una punta di diamante che potrebbe basare il suo successo su una solida pianificazione territoriale, su qualità paesaggistiche indubbie, ma anche e soprattutto sull’interesse che suscita l’antico Borgo di Civita come centro di confluenza turistico, ma anche scientifico (la realtà di Civita di Bagnoregio affascina ormai da decenni studiosi di tutto il mondo; la sua architettura a metà strada tra il linguaggio vernacolare umbro e le matrici delle fortificazioni medievali unita ad un patrimonio geologico quanto

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mai insolito, dinamico e indomito fanno del piccolo Borgo un’attrattiva dalle potenzialità illimitate).

- La conferma di Bagnoregio come nucleo di industrializzazione lungo la statale Umbro-Casentinese (il Piano per Insediamenti Produttivi in loc. Capraccia è la ratifica di una scelta lungimirante ed economicamente appetibile) che fa da spettatrice all’ormai nascente e reale polo produttivo della Città che auspica a sua volta una consistente crescita proprio di tale zona confidando in una nuova propulsione economica legata anche al nuovo aereoporto di Viterbo e il nuovo casello sulla A1 (Orvieto Nord) che produrrà maggior volume di traffico commerciale che insiste sulla provinciale Umbro Casentinese Romagnola (ex Strada Statale 71 Orvieto - Viterbo).

- La notevole produzione di impianti per attività estrattive di basaltina sorti in prossimità del centro abitato di Ponzano. Negli ultimi anni in effetti si è assistito alla nascita di attività legate alla cava di basalto attraverso un utilizzo più razionale del prodotto.

- Il riconoscimento dell’area agricola della valle di Bagnoregio , sia pure con tutte le carenze riconoscibili, come una di quelle che nel passato è stata tra le più intensamente coltivate dell’Alto Viterbese e dove è ancora oggi sviluppata la cultura dell’olivo. Va sottolineata in più la volontà di affiancare ad un tipo di sviluppo rurale capacità culturali e scientifiche capaci di fornire il mondo del lavoro di specialisti e tecnici dell’agricoltura (attraverso il potenziamento dell’Istituto Tecnico di Agraria F.lli Agosti);

Anche l’analisi estesa al tema della connessione viabilistica comunale e territoriale ha proposto al PUCG di risolvere i suoi punti deboli: strade insufficienti (nel numero e nel genere), assenza di gerarchia stradale, carenza di infrastrutture (soprattutto nella periferia) e incerta o inesistente integrazione funzionale tra quelle esistenti.

Per quanto riguarda i caratteri socio-economici le problematiche rilevate sono quelle ormai comuni a molte altre realtà urbane e territoriali:

6 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) invecchiamento della popolazione, diminuzione delle nascite e della popolazione giovanile. Nell’ultimo decennio il quadro demografico appare sensibilmente instabile con una piccola tendenza alla diminuzione. In ultima analisi e alla luce delle acquisizioni sopracitate appare ancora più chiaro come il bisogno di un PUCG consapevole e accorto sia indispensabile; è la Città stessa che lo chiede a gran voce per contrastare il lento logorio della propria popolazione che ha ormai ovviamente bisogno di nuovi indirizzi; sociali e produttivi. Il passaggio attraverso il Documento Preliminare ha conferito la propulsione alla creazione di uno strumento completo e all’avanguardia; sopra le direttrici generate da quel tipo di analisi preventiva di delinea ora l’impalcato per una regolamentazione e regimentazione del territorio capace di far fronte alle intere problematiche presenti sul territorio. In ordine quindi alla trattazione sopra riportata e ai sensi della L.R. 38/99 possiamo dire che la pianificazione urbanistica comunale si esplica mediante: a) il piano urbanistico comunale generale (PUCG), articolato in disposizioni strutturali ed in disposizioni programmatiche, con funzioni di piano regolatore generale ai sensi della legge 17 agosto 1942, n. 1150 e successive modificazioni; b) i piani urbanistici operativi comunali (PUOC).

Le disposizioni strutturali del PUCG, tenuto conto di quanto previsto nei commi 2 e 3 dell’art. 29 della L.R. 38/99, recepiscono le individuazioni delle componenti territoriali indicate dalle pianificazioni regionali e provinciali, generali e settoriali, nonché le disposizioni da esse dettate ed i vincoli discendenti dalla legislazione vigente. Esse possono assoggettare a vincoli ulteriori categorie di beni che risultano meritevoli di una disciplina particolare finalizzata alla tutela, alla riqualificazione ed alla valorizzazione dei beni stessi.

Le disposizioni strutturali sono finalizzate: a) a delineare i cardini dell’assetto del territorio comunale; b) ad indicare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata; c) a tutelare l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio comunale attraverso: 1) la ricognizione della vicenda storica che ha portato all’attuale configurazione del territorio comunale e dello stato di conservazione del suolo e del sottosuolo, nonché dell’equilibrio dei sistemi ambientali;

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2) l’articolazione del territorio non urbanizzato in ambiti, in relazione alle loro caratteristiche paesaggistiche, ambientali e produttive agricole; 3) la perimetrazione del territorio urbanizzato e, nell’ambito di esso: a) degli insediamenti urbani storici aggregati o centri storici, come definiti dall’articolo 60 della L.R. 38/99; b) delle addizioni urbane storicizzate, cioè le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dagli insediamenti urbani storici di cui all’articolo 60 della L.R. 38/99, individuando le singole unità edilizie, i complessi edilizi, gli spazi scoperti, le strutture insediative non urbane, delle quali conservare le caratteristiche morfologiche, strutturali, tipologiche e formali; 4) la definizione, per ognuna delle componenti territoriali individuate ai sensi dei precedenti numeri, delle disposizioni relative alle trasformazioni fisiche ammissibili ed alle utilizzazioni compatibili. Il PUCG provvede, di norma, a disciplinare con disposizioni strutturali immediatamente precettive ed operative, le trasformazioni e le utilizzazioni degli insediamenti urbani storici aggregati o centri storici di cui all’articolo 60 della L.R. 38/99 e delle altre parti del territorio delle quali si preveda il sostanziale mantenimento dell’organizzazione territoriale e dell’assetto urbano esistenti. Le disposizioni strutturali del PUCG determinano indirizzi per le parti del territorio di nuova edificazione o da assoggettare a riqualificazione o ristrutturazione urbana, anche tramite demolizioni e ricostruzioni o ridefinizione funzionale, definendo le dimensioni massime ammissibili, le quantità di spazi necessari per il soddisfacimento dei fabbisogni e per l'esercizio delle diverse funzioni, con particolare riferimento a quelle pubbliche o collettive, nonché le utilizzazioni compatibili e le infrastrutture necessarie a garantire la realizzazione delle previsioni, secondo il criterio del massimo recupero e riuso del territorio urbanizzato e delle altre aree edificate esistenti, al fine di determinare il minimo ricorso all'urbanizzazione ed all'edificazione di nuove zone ed aree. Il PUCG si occupa ovviamente anche del sistema delle infrastrutture di comunicazione e dei trasporti, anche di rilevanza sovracomunale ove le relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente precettive ed operative. Il PUCG contiene, di norma, disposizioni strutturali immediatamente precettive ed operative riguardanti le unità edilizie e le loro pertinenze inedificate ricadenti all’interno degli insediamenti urbani storici aggregati o centri storici e degli insediamenti storici

8 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) puntuali, nonché le unità edilizie ricadenti in aree di cui si intende conservare l’organizzazione territoriale e l’assetto urbano esistente. Le disposizioni programmatiche del PUCG specificano le disposizioni strutturali del PUCG, precisandone i tempi di attuazione ed in particolare: a) i perimetri delle zone da sottoporre alla redazione dei PUOC; b) quali PUOC devono essere formati ed i termini entro i quali devono essere compiuti i relativi adempimenti; c) i caratteri delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili negli ambiti urbani non assoggettati alla redazione dei PUOC, specificando le modalità di attuazione delle trasformazioni; d) quali trasformazioni fisiche e funzionali di immobili aventi rilevanza territoriale urbanistica e, pertanto, soggetti al rilascio del permesso a costruire, si prevede siano attuate senza l'intervento di un PUOC, specificando le trasformazioni ammissibili e le modalità ed i termini di attuazione delle trasformazioni; e) le destinazioni d’uso specifiche, con particolare riferimento a quelle per funzioni pubbliche o collettive, attribuite ad immobili determinati, i cambi di destinazione d’uso ammissibili e le incompatibilità assolute; f) gli interventi di urbanizzazione e di realizzazione di spazi per funzioni pubbliche e collettive; g) gli immobili da acquisire alla proprietà pubblica (se necessario); h) quali trasformazioni debbono attuarsi previa acquisizione pubblica di immobili esattamente individuati o mediante le forme di perequazione previste nei PUOC; i) il piano economico di competenza comunale relativo agli interventi di cui alle lettere f) e g), comprendente i costi derivanti dalle relative indennità per occupazione ed espropriazione, distinguendo i costi afferenti agli interventi volti a soddisfare esigenze pregresse da quelli relativi agli interventi conseguenti alle trasformazioni da attuare. Come definito in precedenza, il PUCG definisce le modalità di attuazione delle disposizioni pianificatorie attraverso la formazione dei PUOC che diventa obbligatoria per: a) le zone fortemente degradate ricadenti nei centri storici o negli insediamenti storici puntuali; b) le aree assoggettabili o da assoggettare a riqualificazione o ristrutturazione urbana; c) le zone di nuova urbanizzazione.

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La stesura del PUCG consolida il confronto e la collaborazione di tutti i soggetti interessati alla formazione del progetto di piano, ma anche rendere evidente il processo attraverso il quale si perviene alla definizione degli obiettivi e dei contenuti del nuovo progetto di pianificazione territoriale. Il percorso seguito dal Comune di Bagnoregio per la redazione del PUCG ha avuto come punto di partenza ( attraverso la redazione del Documento Preliminare ai sensi dell’art. 32 della L.R. 38/99 ) una indagine conoscitiva e descrittiva circa i caratteri naturalistici, antropici e socio-economici presenti nel territorio comunale, alla quale ha fatto seguito l’analisi storica della pianificazione urbanistica comunale. In seguito sono stati evidenziati le risorse ed i problemi presenti (i punti di forza e le criticità), in relazione ai quali sono state valutate le opportunità di sviluppo ( i temi dello sviluppo ) e sono stati indicati ed assunti gli obiettivi generali. Nella determinazione degli obiettivi si è tenuto conto delle indicazioni in proposito contenute dal PTGR E PTPG. Le risorse, i problemi, gli obiettivi e i temi dello sviluppo sono stati articolati in riferimento a:

• SISTEMA URBANO_AMBIENTALE e SISTEMI SPECIALI • SISTEMA AMBIENTALE_STORICO_PAESISTICO • SISTEMA INSEDIATIVO • SISTEMA DELLA MOBILITA’ • SISTEMA PRODUTTIVO

La presente relazione, secondo i contenuti normativi di cui al TITOLO III, CAPO I della L.R. 38/99 spiega ed integra, attraverso un ampia discussione di approfondimento conoscitivo e valutativo, lo studio completo ed organico finalizzato alla definizione della valutazione di opportunità e sostenibilità, circa le previsioni di assetto, uso e trasformazione del territorio. Al suo interno sono riportati e definiti tutti gli elementi ed i contenuti propri afferenti al “sistema delle conoscenze e delle valutazioni” e si articola in maniera integrata in tre tematiche a carattere complementare: un quadro conoscitivo, un bilancio urbanistico- ambientale ed un quadro di valutazione .

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B – Caratteri del PUCG a) indicazioni generali Lo sviluppo delle attività urbanistiche del Comune di Bagnoregio avviene secondo un modello logico e cronologico, con la finalità di ricostruire storicamente il sistema insediativo – dalla radice provinciale -, fortemente articolato, attraverso il riconoscimento delle varie tipologie con le loro trame relazionali differenziate. Di seguito si esplicitano le operazione prodotte in sede e ai fini di una corretta pianificazione comunale :  ricognizione storica che ha portato all’attuale configurazione del territorio comunale, e dello stato di conservazione del suolo e sottosuolo e dell’equilibrio dei sistemi ambientali;  articolazione del territorio non urbanizzato (relazionata alle caratteristiche paesaggistiche, ambientali e produttive agricole);  analisi pre-progettuale con l’individuazione dei sistemi edilizi/urbanistici significativi di tipo morfologico e loro perimetrazione: - insediamenti urbani storici aggregati o centro storici; - fasce di contatto con il centro storico; - radiali storiche segnate dalla presenza di manufatti di antica formazione; - tessuti edilizi dei primi del ‘900; - tessuti periferici; - aree di frangia incoerenti con i tessuti edilizi limitrofi; - aree destinate alle addizioni edilizie;  definizione, per ognuna delle componenti sopra elencate, delle disposizioni relative alle trasformazioni fisiche ammissibili e alle utilizzazioni compatibili;  individuazione del patrimonio edilizio esistente a formare un quadro conoscitivo comprensivo di tipologie edilizie, condizioni d’uso, numero dei piani, numero unità funzionali, stato di conservazione e efficienza;  definizione delle FINALITA’ del Piano comunale e dei problemi da avviare a soluzione (breve e medio termine) , nel rispetto delle esigenze di tutela e di un corretto uso delle risorse naturali, ambientali, storico-artistiche, archeologiche;  valutazione delle dotazioni disponibili riguardo: residenze, servizi, attività produttive, spazi destinati alla mobilità, con messa in evidenza della reale rispondenza ai relativi FABBISOGNI. Particolare riferimento è stato riservato al patrimonio edilizio esistente (centro storico, tessuto urbano consolidato e in via di consolidamento con riferimento

11 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) all’originario Catasto Gregoriano) in rapporto alle dotazioni necessarie al soddisfacimento di necessità reali.  valutazione dei NUOVI FABBISOGNI, in base al bilancio di cui sopra, di spazi edificabili per le abitazioni, le attività produttive ed i servizi, nonché la qualificazione delle aree di nuovo impianto che risultano necessarie dopo aver preso in esame il riuso degli edifici esistenti e le aree urbanizzate di cui al punto successivo (aree di ristrutturazione urbanistica) adottando altresì indici di edificabilità tali da evitare sprechi di territorio, densità eccessive e marcati impatti ambientali ;  delimitazione puntuale delle AREE DI NUOVO IMPIANTO, con proiezione verso i PUOC alla definizione, all’interno delle stesse, della viabilità, delle piazze, delle eventuali prescrizioni di allineamento e di destinazione d’uso dei piani terreni, nonché delle volumetrie, superfici e altezze prescritte;  analisi quantitativa e qualitativa delle RETI IDRICHE E FOGNARIE, comprensive di impianti di adduzione e trattamento, in cui sono state evidenziate - ove necessario - le opere necessarie per garantire la qualità delle acque e la loro corretta utilizzazione;  analisi della RETE INFRASTRUTTURALE nella quale è stata evidenziata la condizione di efficienza della stessa, nonché le necessità di miglioramento e di eventuali adeguamenti. Il presente PUCG - sia nella parte strutturale che nella preparazione a quella operativa – si è strutturato rispetto a tre tematiche di fondo:

• concepire la propria pianificazione alla luce dei principi che si ispirano alla sostenibilità dello sviluppo, cioè ad una compatibilità tra l’esercizio sul territorio delle attività antropiche e l’uso delle risorse fisico-naturali che ne costituiscono la struttura portante ed, in particolare, è stata posta particolare attenzione nelle scelte di piano al “consumo di suolo”, operando nell’ottica di una tutela attiva del territorio non urbanizzato; • inserire il concetto della sostenibilità delle trasformazioni attivando procedure valutative che consentono di determinare a priori gli effetti e le conseguenze di dette trasformazioni; • inserire nella progettazione urbanistica norme, regole, criteri di carattere paesaggistico- ambientale.

12 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Il Piano ha elaborato tecniche di zonizzazione che tendono alla creazione di un disegno compiuto, coerente e funzionale della città e del territorio che relaziona la città di più recente formazione con quella storica e con il paesaggio e il territorio circostante. In rapporto anche alle destinazioni d’uso e alle indicazioni del P.T.P.G. il Piano Urbanistico suggerisce soluzioni di integrazione funzionale tra residenze, terziario e attività produttive compatibili. Gli standard urbanistico necessari sono stati dimensionati in base alla soluzione che comporta i maggiori valori possibili. Anche per i centri e nuclei storici è stata valorizzata l’integrazione degli usi, con particolare riferimento alla salvaguardia e al recupero delle attività produttive compatibili e all’incentivazione di nuove localizzazioni nel rispetto delle qualità insediative e tipologiche presenti. Nelle aree extraurbane il presente PUCG affronta la problematica ambientale in cui, dal punto di vista insediativo, la gestione dell’agricoltura viene riproposta come fattore potenziale di sviluppo, con il preciso obiettivo di rendere la funzione produttiva elemento strettamente integrato con le esigenze ambientali. In particolare tutto il patrimonio edilizio esistente è stato censito per poter essere considerato utilizzabile non solo per l’uso agricolo, ma anche per quello residenziale, ricettivo e anche commerciale. In definitiva, la struttura del Piano, prevede la realizzazione di nuove costruzioni solo quando risultino indispensabili e non esista la possibilità di riutilizzare le preesistenze edilizie che esistono nel fondo agricolo.

b) le procedure In ordine alla definizione delle procedure di adozione, approvazione ed attuazione del Piano si fa riferimento alla L.R. 38/99 ed in particolare si mette in evidenza che il comune provvede alla formazione del proprio PUCG mediante la conclusione di un apposito accordo di pianificazione, con il quale il comune stesso e la provincia definiscono consensualmente i contenuti dello strumento urbanistico comunale. Il comune adotta il PUCG ai sensi della l. 1150/1942 e successive modifiche dopo aver effettuato consultazioni con gli enti pubblici e con le organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali interessate, e comunque avendo attivato processi di partecipazione e informazione finalizzati a promuovere forme di intervento diretto dei cittadini. Il PUCG adottato, completo dei contenuti tecnici e degli

13 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) elaborati prescritti dalla normativa statale e regionale vigente, è depositato presso la segreteria del comune in libera visione al pubblico, secondo le modalità stabilite dal comune stesso. Del deposito è dato avviso sull’albo comunale e su almeno quattro quotidiani a diffusione nella provincia. Entro sessanta giorni dalla data di pubblicazione dell’avviso di deposito, chiunque può presentare osservazioni. Entro centoventi giorni dalla scadenza del termine delle osservazioni, il comune deduce sulle osservazioni presentate, adeguando il PUCG alle osservazioni accolte, e trasmette il PUCG medesimo alla provincia. Decorsi novanta giorni dalla trasmissione del PUCG alla provincia, il sindaco, ai fini della conclusione dell’accordo di pianificazione, convoca, d’intesa con il presidente della provincia, una conferenza di copianificazione fra i dirigenti delle strutture tecniche competenti della provincia e del comune, nell’ ambito della quale viene verificata la compatibilità del PUCG adottato con le previsioni del PTPG e degli strumenti di pianificazione territoriali o di settore, di ambito regionale o statale, preordinati alla tutela di interessi differenziati. I lavori della conferenza debbono comunque concludersi entro sessanta giorni dalla data della sua convocazione. Nel caso in cui il PUCG contenga elementi di difformità rispetto alle previsioni del PTPG ovvero a quelle degli strumenti di pianificazione di settore, nella conferenza sono individuati gli adeguamenti necessari al fine di conformare il PUCG a tali previsioni. Qualora nella stessa conferenza si ravvisi l’opportunità di provvedere alla variazione delle disposizioni contenute nel PTPG, il PUCG è trasmesso al consiglio provinciale che può procedere alla variazione del PTPG con le forme e modalità di cui agli articoli 21 e 22 della L.R. 38/99. Il termine per la conferenza di copianificazione di cui sopra resta sospeso e riprende il suo decorso dall’approvazione della variazione del PTPG. I partecipanti alla conferenza, convengono su uno schema di accordo, di cui è parte integrante una relazione tecnica, corredata anche di opportuna cartografia, recante dettagliate ed univoche indicazioni sugli eventuali adeguamenti da apportare al PUCG. Nei trenta giorni successivi alla definizione dei lavori della conferenza, il presidente della provincia ed il sindaco sottoscrivono l’accordo di pianificazione, che conferma e recepisce lo schema appena descritto. L’accordo è ratificato, entro trenta giorni a pena di decadenza, dal consiglio comunale. Contestualmente alla ratifica dell’accordo, il consiglio comunale approva il PUCG, in conformità alle eventuali modifiche, concordate nell’accordo medesimo, apportate al fine di

14 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) conformare il PUCG alle previsioni del PTPG e degli altri strumenti di pianificazione territoriale. Con l’atto di approvazione possono essere apportate al PUCG adottato esclusivamente le modifiche necessarie per conformarlo ai contenuti dell’accordo di pianificazione. Il PUCG definito ai sensi del presente articolo è pubblicato sul BURL e dell’approvazione è data notizia su quattro quotidiani a diffusione nella provincia. Il PUCG acquista efficacia dal giorno successivo a quello della sua pubblicazione.

Qualora si verifichino modifiche della normativa vigente o della pianificazione territoriale provinciale, ovvero sopravvengano ragioni che determinano la totale o parziale inattuabilità del PUCG o la necessità di miglioramenti dello stesso, ovvero decorra il termine di efficacia delle disposizioni programmatiche del PUCG, il comune procede all’aggiornamento o alla variazione delle disposizioni contenute nel PUCG, con le procedure sopra descritte, ma con i termini ridotti della metà per le disposizioni programmatiche e per le modifiche rese necessarie da variazioni della normativa vigente. Gli aggiornamenti e le variazioni alle disposizioni strutturali del PUCG sono corredate da apposita relazione, che giustifichi la necessità della variazione stessa e da elaborati grafici. Il PUCG ha efficacia fino al momento in cui non si rendano necessarie modifiche strutturali. Le disposizioni concernenti interventi subordinati all’acquisizione pubblica di immobili privati o comportanti vincoli di destinazione e di inedificabilità hanno efficacia a tempo determinato della durata di cinque anni. In attuazione al PUCG devono essere predisposti appositi PUOC per garantire la corrispondenza normativa con le previsioni strutturali del piano; ogni PUOC ha valenza operativa e si dedica esclusivamente ad un settore di dettaglio del territorio comunale. I PUOC non possono comportare variante al PUCG. A tal fine non costituiscono variante al PUCG: a) la verifica di perimetrazioni conseguenti alla diversa scala di rappresentazione grafica del piano; b) la variazione non superiore al dieci per cento delle quantità attribuite a ciascuna funzione; c) la precisazione dei tracciati viari;

15 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) d) le modificazioni dei perimetri del PUOC motivate da esigenze sopravvenute, quali ritrovamenti archeologici, limitazioni connesse all'imposizione di nuovi vincoli, problemi geologici; e) la diversa dislocazione degli insediamenti, dei servizi, delle infrastrutture o del verde pubblico senza aumento delle quantità e dei pesi insediativi, entro i limiti previsti dalla lettera b); f) l'individuazione delle zone di recupero di cui all'articolo 27 della legge 5 agosto 1978, n. 457; g) le modifiche alle modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente di cui all'articolo 31, primo comma, lettere a), b), c) e d) della l. 457/1978; h) l'adeguamento e/o la rettifica di limitata entità che comportino modifiche al perimetro del PUOC.

In sede di adozione del PUOC contenente le modifiche di cui sopra, il comune deve esplicitare le motivazioni delle stesse dimostrandone i miglioramenti conseguibili e, in ogni caso, l’assenza di incremento del carico urbanistico. Nei casi diversi da quelli indicati sopra, il comune provvede all'adozione della variante al PUCG ai sensi dell’articolo 34 della LR 38/99.

c) le indicazioni della L.R. 38/99 La legge regionale Lazio n° 38/99 individua stilemi e contenuti degli strumenti di pianificazione comunale; nel nostro caso specifico facciamo riferimento al TITOLO III CAPO I di tale legge in modo da poter individuare con precisione le prerogative tecnico- tematiche adottate anche dal presente strumento. In definitiva la LR 38/99 definisce la pianificazione urbanistica comunale come uno strumento che opera nel rispetto delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, statali e regionali e di quelle dettate dalla pianificazione territoriale regionale e provinciale. La pianificazione urbanistica comunale si esplica mediante: a) il piano urbanistico comunale generale (PUCG), articolato in disposizioni strutturali ed in disposizioni programmatiche, con funzioni di piano regolatore generale ai sensi della legge 17 agosto 1942, n.1150 e successive modificazioni; b) i piani urbanistici operativi comunali (PUOC).

16 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Le disposizioni strutturali del PUCG, tenuto conto di quanto previsto negli articoli 2 e 3 della L.R. 38/99, recepiscono le individuazioni delle componenti territoriali indicate dalle pianificazioni regionali e provinciali, generali e settoriali, nonché le disposizioni da esse dettate ed i vincoli discendenti dalla legislazione vigente. Esse possono assoggettare a vincoli ulteriori categorie di beni che risultano meritevoli di una disciplina particolare finalizzata alla tutela, alla riqualificazione ed alla valorizzazione dei beni stessi. Le disposizioni strutturali sono finalizzate: a) a delineare i cardini dell’assetto del territorio comunale; b) ad indicare le trasformazioni strategiche comportanti effetti di lunga durata; c) a tutelare l’integrità fisica e l’identità culturale del territorio comunale attraverso: 1) la ricognizione della vicenda storica che ha portato all’attuale configurazione del territorio comunale e dello stato di conservazione del suolo e del sottosuolo, nonché dell’equilibrio dei sistemi ambientali; 2) l’articolazione del territorio non urbanizzato in ambiti, in relazione alle loro caratteristiche paesaggistiche, ambientali e produttive agricole; 3) la perimetrazione del territorio urbanizzato e, nell’ambito di esso: a) degli insediamenti urbani storici aggregati o centri storici, come definiti dall’articolo 60 della L.R. 38/99; b) delle addizioni urbane storicizzate, cioè le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dagli insediamenti urbani storici, individuando le singole unità edilizie, i complessi edilizi, gli spazi scoperti, le strutture insediative non urbane, delle quali conservare le caratteristiche morfologiche, strutturali, tipologiche e formali; 4) la definizione, per ognuna delle componenti territoriali individuate ai sensi dei precedenti numeri, delle disposizioni relative alle trasformazioni fisiche ammissibili ed alle utilizzazioni compatibili. Il PUCG provvede, di norma, a disciplinare con disposizioni strutturali immediatamente precettive ed operative, le trasformazioni e le utilizzazioni degli insediamenti urbani storici aggregati o centri storici e delle altre parti del territorio delle quali si preveda il sostanziale mantenimento dell’organizzazione territoriale e dell’assetto urbano esistenti. Le disposizioni strutturali del PUCG determinano indirizzi per le parti del territorio di nuova edificazione o da assoggettare a riqualificazione o ristrutturazione urbana, anche tramite demolizioni e ricostruzioni o ridefinizione funzionale, definendo le dimensioni massime ammissibili, le quantità di spazi necessari per il soddisfacimento dei fabbisogni e per

17 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) l'esercizio delle diverse funzioni, con particolare riferimento a quelle pubbliche o collettive, nonché le utilizzazioni compatibili e le infrastrutture necessarie a garantire la realizzazione delle previsioni, secondo il criterio del massimo recupero e riuso del territorio urbanizzato e delle altre aree edificate esistenti, al fine di determinare il minimo ricorso all'urbanizzazione ed all'edificazione di nuove zone ed aree. Le disposizioni strutturali del PUCG definiscono, altresì, il sistema delle infrastrutture di comunicazione e dei trasporti, anche di rilevanza sovracomunale ove le relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente precettive ed operative. Il PUCG contiene, di norma, disposizioni strutturali immediatamente precettive ed operative riguardanti le unità edilizie e le loro pertinenze inedificate ricadenti all’interno degli insediamenti urbani storici, nonché le unità edilizie ricadenti in aree di cui si intende conservare l’organizzazione territoriale e l’assetto urbano esistente.

Dall’altro canto le disposizioni programmatiche del PUCG specificano le disposizioni strutturali del PUCG, precisandone i tempi di attuazione ed in particolare: a) i perimetri delle zone da sottoporre alla redazione dei PUOC; b) quali PUOC devono essere formati e se necessario i termini entro i quali devono essere compiuti i relativi adempimenti; c) i caratteri delle trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili negli ambiti urbani non assoggettati alla redazione dei PUOC, specificando le modalità di attuazione delle trasformazioni; d) quali trasformazioni fisiche e funzionali di immobili aventi rilevanza territoriale urbanistica e, pertanto, soggetti al rilascio del permesso a costruire, si prevede siano attuate senza l'intervento di un PUOC, specificando le trasformazioni ammissibili e le modalità ed i termini di attuazione delle trasformazioni; e) le destinazioni d’uso specifiche, con particolare riferimento a quelle per funzioni pubbliche o collettive, attribuite ad immobili determinati, i cambi di destinazione d’uso ammissibili e le incompatibilità assolute; f) gli interventi di urbanizzazione e di realizzazione di spazi per funzioni pubbliche e collettive; g) gli immobili da acquisire alla proprietà pubblica;

18 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) h) quali trasformazioni debbono attuarsi previa acquisizione pubblica di immobili esattamente individuati o mediante le forme di perequazione previste nei PUOC; i) il piano economico di competenza comunale relativo agli interventi di cui alle lettere f) e g), comprendente i costi derivanti dalle relative indennità per occupazione ed espropriazione, distinguendo i costi afferenti agli interventi volti a soddisfare esigenze pregresse da quelli relativi agli interventi conseguenti alle trasformazioni da attuare. Ai fini della determinazione degli oneri di urbanizzazione relativi alle trasformazioni sottoposte a contributo concessorio, il comune, tenuto conto delle spese da iscrivere nel bilancio comunale per gli interventi previsti alla lettera f), ripartisce i costi individuati tra i soggetti attuatori delle trasformazioni, in conformità ai criteri metodologici ed ai parametri indicati dalla Giunta Regionale. Il comune include nel piano triennale dei lavori pubblici di cui all’articolo 14 della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e successive modificazioni, gli interventi indicati alla lettera f).

La legge regionale 38/99 definisce ancora i limiti di attuazione del PUCG e le demarcazioni per le quali la formazione dei PUOC è obbligatoria: a) zone fortemente degradate ricadenti nei centri storici o negli insediamenti storici puntuali; b) aree assoggettabili o da assoggettare a riqualificazione o ristrutturazione urbana; c) le zone di nuova urbanizzazione.

Tale legge definisce anche un importante regime di forzatura urbanistica in modo da poter portare a compimento le previsioni di uno strumento calibrato ed orientato ad un disegno compiuto di città, per questo motivo e qualora gli aventi titolo ad effettuare le trasformazioni di cui alla lettera d) non presentino le relative richieste di permesso entro i termini previsti dal PUCG per l’attuazione delle stesse, il comune espropria, ai sensi della normativa vigente, gli immobili interessati ed esegue le trasformazioni previste o ne affida l’esecuzione ai soggetti che ne facciano richiesta. Il comune sospende il procedimento espropriativo nel caso in cui gli aventi titolo richiedano la concessione edilizia. Qualora i titolari dei permessi di costruire per l’effettuazione delle trasformazioni previste alla lettera d), non procedano all’esecuzione delle stesse entro i termini previsti dal permesso e ferma restando la possibilità di provvedimento motivato di proroga del permesso stesso, il comune espropria, ai sensi della normativa vigente, gli immobili

19 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) interessati ed esegue le trasformazioni previste o ne affida l’esecuzione ai soggetti che ne facciano richiesta. Il comune sospende il procedimento espropriativo nel caso in cui i titolari di permesso versino in un’unica soluzione gli oneri di urbanizzazione, ove per questi sia prevista una rateizzazione. Il comune riattiva il procedimento espropriativo allorquando le trasformazioni previste non siano comunque realizzate. Va ricordato comunque che in nuovo regime normativo viene imposto di procedere alla pianificazione territoriale per gradi, per questo motivo la LR 38/99 prima di avviare la formazione di un nuovo PUGC o di varianti al PUGC, impone al comune di adottare un documento preliminare di indirizzo del PUGC, che deve contenere almeno i seguenti elementi: a) la relazione sulle linee di sviluppo storico delle trasformazioni del territorio comunale ed il loro rapporto con gli strumenti di pianificazione comunale; b) la descrizione territoriale ed ambientale, costituita da analisi conoscitive estese all’intero territorio comunale; c) la quantificazione del patrimonio edilizio esistente, ivi compresa la suddivisione tra edilizia legale ed abusiva (ove presente); d) la relazione sull’evoluzione storica e sulla struttura della popolazione residente; e) la definizione e quantificazione della struttura dei servizi pubblici esistenti; f) gli obiettivi che lo strumento urbanistico proposto intende perseguire; g) la cartografia in scala adeguata dell’assetto urbano attuale, del piano generale vigente e della sintesi della proposta di piano. Al fine di acquisire il parere della Regione e della provincia sulla compatibilità degli indirizzi del PUGC rispetto agli strumenti o agli indirizzi della pianificazione territoriale e paesistica regionali e provinciali, il sindaco del comune interessato è obbligato a convocare una conferenza di pianificazione con la Regione e la provincia territorialmente interessata cui partecipano, oltre al sindaco, i Presidenti della Regione e della provincia ed i relativi assessori competenti in materia urbanistica. La conferenza deve concludersi nel termine di trenta giorni.

d) le innovazioni nell’impostazione disciplinare del Piano Nel tentativo di voler creare un piano urbanistico capace di poter interpretare i nuovi linguaggi della pianificazione urbanistica, ci si è posti di fronte ad una problematica

20 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) quantomai complessa: come poter organizzare un discorso di continuità logica tra strumenti di pianificazione appartenenti a epoche e culture diverse. La strada percorsa ha condotto la mano del progettista attraverso percorsi tortuosi e situazioni imbarazzanti oltrepassando a volte i limiti della logicità a favore di sistemi di progettazione in alcuni casi certosini e faticosi, ma capaci di interiorizzare quel numero sufficiente di informazioni che conduce a quel tipo di chiarezza lampante ed univoca propria di uno strumento di pianificazione territoriale ponderato ed equilibrato. L’innovazione di un processo di questo genere è dichiarata esplicitamente nella volontà di perseguire metodologie diverse e al passo con un indirizzo normativo comunque recente e notevolmente più aggiornato rispetto alla vecchia scuola. Il nuovo PUCG di Bagnoregio si muove quindi attraverso linee guida che scandiscono nel tempo passaggi pratici di propedeuticità concettuale ormai indispensabili. Attraverso la nuova metodologia pianificatoria il processo di progettazione territoriale semplifica il suo rigore logico a favore di una flessibilità d’applicazione che tuttavia ne moltiplica i tentacoli sviluppando una sovrapposizione d’effetti capace di un monitoraggio completo e sincronico; per questo motivo l’individuazione di macrosistemi diventa lo strumento per un approccio generale e compatto che non lascia buchi liberi e si prende cura della totalità di un territorio quantomai provato da una pianificazione (quella del precedente PdF) parziale e castrante. Attraverso il Documento Preliminare, il Comune di Bagnoregio è riuscito a dare avvio in maniera naturale ad un processo di piano consapevole ed aggiornato movendo i suoi passi per fasi successive di dettaglio; una partenza che prende le coordinate generali dalle grandi linee di un territorio così prezioso può portare sicuramente ad un livello di conoscenza equilibrato e diffuso, da qui parte quindi una nuova impostazione disciplinare che esplora le direzioni progettuali già in fase preliminare e si cura del destino del proprio territorio già a livello embrionale per effettuare le verifiche solo in fase di definizione di dettaglio strutturale. Tale metodologia si rivolge quindi non solo al progettista che ha maggiori possibilità di aggiustare il tiro, ma anche a tutti quelli che, sentendosi chiamati in causa, possono e vogliono discutere di un procedimento progettuale indiscutibilmente di interesse comunitario. Il PUCG redatto secondo la LR 38/99 diventa quindi revisione di se stesso e può tranquillamente confidare in una controverifica sempre più necessaria nel momento in cui si attraversa una tematica complessa come quella dell’urbanistica.

21 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

In questo modo il piano urbanistico diventa strumento di dialogo tra tecnici e fruitori avviando un processo di reale copianificazione che finalmente rende giustizia alle potenzialità di un processo progettuale spesso (come succedeva in passato) solitario e fine a se stesso e rigidamente solitario. Le azioni che il P.U.C.G. intraprende per realizzare il processo di co-pianificazione sono: a) costante dialogo tra i livelli di pianificazione, in cui la condivisione dell’apparato analitico del piano provinciale e regionale paesistico contribuiscono all’implementazione di quello comunale, realizzando così il sistema delle coerenze per la stesura dei piani; b) partecipazione, progressiva, dei Cittadini nel processo di approfondimento, aggiornamento dei contenuti del PUCG con particolare riferimento alla definizione puntuale delle indicazioni di Piano, da svilupparsi a livello dello strumento urbanistico operativo (PUOC); c) partecipazione a progetti e piani strategici promossi sia dal Comune che dai cittadini per affrontare problematiche settoriali diverse e relative ad ambiti territoriali sub-comunali.

Per sostanziare il principio della co-pianificazione, il PUCG tende ad esplicitare le forme e i modi attraverso i quali si rende possibile l’avvio di un processo di collaborazione e coordinamento su aspetti di livello interterritoriale. Attraverso la presente impostazione disciplinare si definiscono i requisiti che la pianificazione comunale deve possedere per garantire la sostenibilità dello sviluppo, la compatibilità e la coerenza con la programmazione regionale e provinciale, tendendo a definire un corretto uso del suolo e delle sue risorse, volto alla tutela, valorizzazione delle risorse sia paesaggistiche-ambientali che storico-culturali.

All’innovazione metodologica viene offerto anche un nuovo criterio di dimensionamento attraverso vari obiettivi che si intende raggiungere nella gestione del sistema insediativo comunale quali: a) mantenere e rafforzare (ove possibile) i nodi del sistema urbano comunale equilibrando e integrando tra loro le funzioni residenziali, commerciali e di servizio; b) subordinare la crescita degli abitati alla reale possibilità di assicurare ai nuovi insediati una dotazione sufficiente di servizi essenziali e comunque tempi ragionevoli di accesso per quelli non presenti;

22 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) c) mantenere la persistenza delle relazioni storicamente consolidate tra insediamenti e contesto agricolo, garantendo la permanenza delle coltivazioni; d) regolamentare a limitare l’affermarsi della città diffusa e lineare lungo le strade; e) privilegiare il completamento e la ricucitura delle espansioni esistenti rispetto all’apertura di nuovi fronti del costruito; f) commisurare le aree di espansione all’attività edilizia e alle dinamiche demografiche più recenti, privilegiando la soddisfazione della domanda abitativa attraverso il recupero dei centri storici, la riqualificazione ed il consolidamento dell’esistente, e la ristrutturazione urbanistica. La pianificazione comunale risulta quindi favorevole al contenimento dell’occupazione di aree a fini dell’espansione urbana, in sintonia con quanto disposto dal comma 4°, art. 29 della L.R. 38/99 in cui, all’interno delle disposizioni strutturali, viene disposto che le trasformazioni del territorio devono avvenire “secondo il criterio del massimo recupero e riuso del territorio urbanizzato e delle altre aree edificate esistenti, al fine di determinare il minimo ricorso all’urbanizzazione ed all’edificazione di nuove zone ed aree ” . Posto che l’obiettivo del P.U.C.G., così come quello indicato dal PTPG e dal PTRG, è quello di migliorare la qualità insediativa, cercando di porre un freno alla diffusione incontrollata e a limitare il consumo dei suoli, si è cercato di considerare la possibilità di creare uno strumento che sostanzia non solo il diritto ad edificare, ma anche ad incorporare altri diritti e altri compiti in campo ambientale, igienico-sanitario e, in generale, della sostenibilità della città e del territorio . La riqualificazione si concretizza attraverso un generale miglioramento delle condizioni di efficienza e di accessibilità degli insediamenti, con il soddisfacimento dei fabbisogni sociali presenti mediante un adeguata dotazione di servizi e di verde.

In riferimento al dimensionamento vero e proprio si è cercato di far riferimento anche alle indicazioni normative di carattere superiore al fine di acquisire un metodo sostenibile e verosimilmente inconfutabile. Il PTRG stabilisce che l’aspetto delle dimensioni e localizzazioni specifiche degli insediamenti è di competenza delle Province e, soprattutto dei Comuni. In coerenza con il Piano Regionale, e con il Piano Provinciale, il presente PUCG conferma la necessità di sostituire il generico limite del 30% (L.R. 75/1975), da cui si ricava il

23 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) fabbisogno delle aree da destinare a residenze e insediamenti produttivi, con una disciplina più puntuale e aderente alla diverse situazioni locali. Il P.U.C.G. dimensiona quindi le proprie previsioni secondo ipotesi credibili e attendibili sia rispetto alle dinamiche di sviluppo in corso, sia rispetto alla effettiva domanda di nuove previsioni per il sistema produttivo (insediamenti artigianali, industriali, commerciali, terziari). Ad una proposta di modello insediativo deve corrispondere uno futuro scenario socio economico coerente con le indicazioni progettuali. I criteri generali che sono stati rispettati riguardo il dimensionamento prevedono di: - dimensionare i PUCG prendendo come riferimento una validità temporale non superiore a 10 anni; - dimensionare gli insediamenti residenziali con riferimento alle dinamiche strutturali, della popolazione sia in termini di abitanti che in termini di famiglie, nonché con riferimento alla consistenza generale e ai trend di crescita del patrimonio edilizio (stanze e alloggi) relativi all’ultimo decennio; - dimensionare le attività produttive coerentemente con le dinamiche occupazionali (attivi e addetti nei vari settori), con i trend di produzione edilizia in atto per nuovi edifici produttivi, e/o ampliamenti significativi, verificatisi nell’ultimo decennio, con particolare attenzione anche alla valenza produttiva intrinseca di Bagnoregio come polo industriale dell’Alta Tuscia e di rilevanza intercomunale e interregionale. Per il dimensionamento degli insediamenti le strategie del PUCG tendono quindi ad un duplice obiettivo: da un lato la riqualificazione, cioè il miglioramento delle condizioni di efficienza e di accessibilità degli insediamenti esistenti, garantendo il soddisfacimento dei fabbisogni sociali ancora presenti e dall’altro la necessità di affrontare il recupero e il riuso del patrimonio edilizio, con particolare riferimento ai centri storici . All’attivazione di politiche di incentivazione di uso del patrimonio edilizio esistente il Piano Urbanistico Comunale conferisce una funzione strutturale in quanto capace di fornire una valida risposta al soddisfacimento della domanda insediativa. La disciplina di tali aree è stata valutata in sede di formazione del Piano Comunale, nel rispetto dei principi sopraddetti, garantendo un’attenta qualità della progettazione, nonché definendo la gamma delle destinazioni d’uso compatibili, con un occhio di riguardo anche alla definizione di limiti e parametri atti ad educare la mano di coloro che dovranno confrontarsi con il territorio di Bagnoregio.

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Il recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente rappresenta la precondizione per avvalorare ogni proposta di crescita insediativa sia per quanto riguarda quella residenziale che quella produttiva. Il PUCG considera questo tema sotto il profilo della offerta potenziale e predispone quindi politiche di intervento che consentono di conseguire operativamente gli obiettivi di recupero del patrimonio edilizio inutilizzato, con particolare riferimento anche ai centri e ai nuclei storici delle frazioni (fino ad oggi lasciate sempre in secondo piano). Tale politica di interesse verso le zone degradate e marginalizzate, in particolare i centri storici interessati da fenomeni di abbandono, nasce per soddisfare un duplice obiettivo: il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente per soddisfare i bisogni abitativi, con una distribuzione commerciale equilibrata, integrata ai tessuti urbani, ed il recupero dei valori storici e tradizionali degli stessi. In questo quadro il PUCG tende a promuovere Programmi di Riqualificazione Urbana e di Recupero che dovranno essere guidati da una strategia che ha come obiettivo il miglioramento della qualità insediativa e chiaramente indirizzata alla ricomposizione e ricentralizzazione del tessuto urbano, alla congruenza con la rete di trasporto collettivo, al controllo della qualità edilizia ed architettonica, tutto ciò in funzione quindi di piani quadro attuativi derivanti da uno strumento di strutturazione generale (il PUCG) capace di guidare con disinvoltura la creazione di strumenti di attuazione e di operatività di dettaglio.

e) Cenni storici relativi al territorio del Comune Preistoria I primi reperti che testimoniano tracce di vita umana nel territorio di Bagnoregio appartengono al Neolitico (6000-3000 a.C.). Troviamo: utensili, armi in selce comprendénti cuspidi di frecce, piccole lance, coltelli, raschiatoi e asce. In questa epoca preistorica l'uomo primitivo comincia, con l'acquisizione dell'agricoltura, a «svincolarsi» dalla natura e a dominare l'ambiente adattandolo alle proprie esigenze. Per la prima volta gruppi umani, che per centinaia di migliaia di anni avevano seguito la migrazione degli animali da cui trarre nutrimento, si riuniscono insediandosi stabilmente in villaggi. A Bagnoregio «sotto un cielo sì bello, sopra sì ridenti colline, in mezzo ad aria sì pura, in una terra che sì abbondantemente risponde alle speranze dell'agricoltore...» (G.M.

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Quintarelli), l'uomo del neolitico trova evidentemente l'ambiente ideale per costruirvi un villaggio fatto di capanne.

Periodo etrusco e romano Del periodo etrusco non si hanno notizie certe ne sulla consistenza ne sul nome dell'insediamento. Alcuni storici del XVII° sec. (u n po' fantasiosi) tuttavia identificano Bagnoregio con la città etrusca denominata da Plinio il Vecchio “Novempagi” (città dai nove borghi). I ritrovamenti di resti di costruzioni e tombe con suppellettile funeraria, databile intorno al VII - V sec. a.C. , attestano la continuità di vita anche in questa epoca, probabilmente sulla sommità del colle ove sorge Civita. Importanti sono le tombe a camera sepolcrale, scavate a grotta, nelle rupi di Civita e di Bagnoregio. Qualche studioso moderno (Lopez Pena) ipotizza l'ubicazione a Civita del (mai identificato con certezza), centro religioso e civile della confederazione etrusca (dodecapoli) , di cui fa parte Volsinii (Orvieto) con i suoi possedimenti, tra i quali Bagnoregio. Volsinii etrusca ed il suo territorio passano definitivamente sotto il dominio romano nel 264 a.C. ad opera del console M. Fulvio Flacco; distrutta è ricostruita in Bolsena (Volsinii Novi). Una densa popolazione deve aver abitato Bagnoregio nel periodo romano e ne sono testimonianza i numerosi cippi funerari, le lapidi, i sarcofagi, e le numerose tombe del tipo a colombario (con le nicchie disposte in file regolari per contenere le urne cinerarie), specialmente quelle esposte a sud di Bagnoregio, di Civita e del Colle di Trucinano. Durante il tardo impero trova sempre più seguito e si diffonde tra la popolazione, nonostante le feroci persecuzioni degli imperatori romani, la nuova religione cristiana. Nel 303 d.C. il primo evangelizzatore di Bagnoregio, S. Ansano romano, della famiglia degli Anici, compie conversioni e miracoli, prima di recarsi a Siena, dove subisce il martirio sotto Diocleziano e Massimiano. Nel 360 (?), una figura molto popolare nella Tuscia è S. Donato, vescovo di Arezzo, titolare dell'antica cattedrale di Civita; il suo culto si diffonde in seguito alla conversione in massa dei popoli italici al cristianesimo.

Il medioevo

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Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476 d.C.), nel VI secolo, si assiste in Italia alla nascita dei regni romano-barbarici. Il primo quarto di secolo è dominato dalla forte personalità di Teodorico, re degli Ostrogoti, che governa la nostra regione con saggezza e cultura. Alla morte di Teodorico assume la reggenza sua figlia Amalasunta che sposa e associa al regno il cugino Teodato (533 d.C.), il quale nel 535, la relega nella fortezza dell'isola Martana e la fa uccidere. I Goti si insediano nella Tuscia e la difendono attraverso un sistema di capisaldi militari: tra i più importanti della zona risultano Orvieto, l'isola Martana e il Castrum di Balneum-regis (Bagnoregio). In questo periodo Bagnoregio conosce un intenso incremento di popolazione, anche per l'abbandono di Volsinii Novi, distrutta dai barbari nel V sec. Alla fine del VI sec. la città si erige a diocesi ed è ricordata per la prima volta con il nome di Balneum-regis, da una lettera di S. Gregorio Magno (599-600) al vescovo di Chiusi, nella quale si fa il nome di Giovanni, presunto primo vescovo di Bagnoregio (si può, però, realisticamente ipotizzare, dal momento che nella lettera papale non si fa cenno della creazione di una nuova diocesi – che avrebbe richiesto una particolare procedura -, che la diocesi stessa sia più antica e che la cattedrale si S. Donato sia di origini paleocristiane). La tradizione vuole che il nome antico di Bagnoregio, si riferisca ad un impianto termale nelle cui acque un re avrebbe recuperato la salute. Si tratterebbe, però, di un re goto e non di Desiderio, re longobardo di molto posteriore, sconfitto da Carlo Magno, come viene comunemente ricordato. «Bagnoregio potrebbe pure essere stata così chiamata dai suoi bagni eccellenti (regii), probabilmente negli ultimi anni della repubblica o nei primi secoli dell'impero, quando i bagni erano in gran voga» (F. Macchioni). (Il nome di Bagnoregio – comprendente le contrade di Rota, Mercato e Civita - volgarizzato a partire dal XVI sec. in Bagnarea e Bagnorea, viene ripristinato nel 1922). Alcuni ritrovamenti archeologici e studi recenti attestano l'importanza economica e militare di Bagnoregio nell'ambito dei possedimenti goti. Seguono gli anni della restaurazione bizantina, fino a quando irrompono in Italia i Longobardi, i quali, dopo la definitiva conquista di Orvieto e di Bagnoregio ad opera di Agilulfo, nel 605, controllano gran parte del territorio della Tuscia (Tuscia longobarda). Vi restano fino al 774, anno in cui Carlo Magno, re dei Franchi, sconfigge Desiderio, ultimo monarca longobardo, riconfermando al

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Papa la donazione fattagli dal padre dei territori di Orvieto, Bagnoregio, Ferento, Viterbo ed altri luoghi. Al 774 si fa anche risalire la nascita dello stato pontificio. Numerosi reperti archeologici attestano la permanenza longobarda a Bagnoregio. In località S. Lucia (presso Pratoleva) il prof. Cagiano De Azevedo, negli anni ' 70, rinviene due case longobarde e una necropoli. A Civita si conservano alcuni frammenti architettonici altomedioevali, probabilmente appartenuti all'antica cattedrale di S. Donato. Nei tempi duri delle invasioni barbariche per fronteggiare le difficoltà quotidiane, si afferma un complesso fenomeno che va sotto il nome di monachesimo. Il monachesimo a Bagnoregio è attestato a partire dai primi anni del secolo IX, e vi sono le celle benedettine di S. Nicola (attuale cattedrale), S. Clemente, S. Maria de Valle, S. Salvatore, S. Valentino, S. Silvestro, S. Cristina, S. Cipriano (Vetriolo), S. Maria in Capita (La Magione). I monaci benedettini scompaiono da Bagnoregio e dal suo territorio tra 1'XI e il XII secolo, lasciando il posto ad altri ordini religiosi. Alla morte di Carlo Magno, le lotte fratricide che ne seguono alimentano l'egoismo e l'avidità dei signori che hanno avuto in assegnazione le terre (feudi). La terra diviene l'unica forma di ricchezza e i suoi prodotti l'unica merce di scambio. Il feudatario stabilisce le attività agricole e le relative modalità di coltivazione: nessuno può prendere un'iniziativa senza il suo consenso. Feudatari di Bagnoregio e del suo contado sono i conti Monaldeschi. Secondo gli storici i Monaldeschi hanno origine incerta; alcuni li vogliono far discendere dai Franchi, altri dai Longobardi, altri ancora da ricchi mercanti orvietani. Tra la fine del secolo XI e la metà del secolo XII, le profonde trasformazioni sociali portano alla costituzione di un nuovo ordinamento politico: il Comune, all'interno del quale il potere non è più esercitato da una sola persona - il feudatario - ma dai rappresentanti della media e piccola borghesia. Con la nascita dei comuni, i feudatari perdono gran parte del loro potere, come accade ai conti di Bagnoregio (Monaldeschi) allorché «Intorno all'anno 1150 erettasi Bagnoregio a libero comune sotto l'alta supremazia dei Papi, i due fratelli Adinolfo e Rainaldo, più frequentemente chiamato Raniero, dal nome del padre, perdutone il dominio si recarono presso per addivenire fra loro alla divisione dei beni patrimoniali ...» (G. Capocaccia). Adinolfo, l'ultimo conte di Bagnoregio, dona nel 1161 (?) al popolo radunato

28 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) sull'antica piazza di Civita, gli ultimi castelli che possiede, dopo aver abdicato e avergli riconosciuto tutti i diritti: AE Bagnoregio vestì Adinolfo, in segno d'onore, di panno rosso, color fiammante del suo vessillo». La vita economica e sociale dei comuni è regolata da un insieme organico di norme detti statuti. Gli statuti di Bagnoregio del periodo medioevale, a noi pervenuti, sono quelli della Comunità del 1373 (pubblicato nel 1922), e delle Arti del 1400. A partire dalla fine del XII sec. i potenti comuni di Viterbo (ghibellini) e Orvieto (guelfi) si contendono la supremazia della Tuscia; e Bagnoregio e la Teverina, per la loro particolare posizione strategica, diventano teatro di sanguinose battaglie. I piccoli castelli, si sottomettono spontaneamente o con la forza a Viterbo e ad Orvieto, mentre le comunità maggiori sono costrette ad allearsi all'una o all'altra città. Bagnoregio si schiera con Orvieto. Nel 1211, i Monaldeschi, famiglia aristocratica guelfa, tentano la scalata al potere della città di Orvieto ma vengono contrastati nel loro intento dai Filippeschi, ghibellini, di origine popolare. Ha inizio un lungo periodo di lotte fra le due fazioni (ricordate anche da Dante nella Divina Commedia) e nel 1235 le milizie bagnoresi partecipano a fianco dei Monaldeschi nella battaglia contro i Filippeschi. La Cattività avignonese (1305-1377), così viene chiamata la permanenza del Papa in Francia, favorisce l'anarchia e le azioni belliche nelle terre del Patrimonio, divenute territori senza legge. Nella seconda metà del XIII secolo i Monaldeschi consolidano il loro potere a Orvieto e nel 1303 il conte Ugolino Monaldeschi riprende anche il dominio di Bagnoregio come podestà. Con il consenso del comune di Bagnoregio, nel 1318 la famiglia costruisce il castello della Cervara. Durante gli eventi bellici del 1316 verificatisi nello scontro tra Viterbo ed Orvieto, i Bagnoresi ricevono consistenti aiuti in milizie e denaro dagli alleati orvietani. Tre anni più tardi la nostra città è impoverita, fiaccata, stremata». Tra il 1334 e il 1337 sotto la signoria di Ermanno, i Monaldeschi di Orvieto raggiungono l'apice della loro potenza. Ma alla sua morte sorgono dissidi fra i rami della stessa famiglia, ed i Cervareschi vinti (beffati) e cacciati da Orvieto si ritirano nel territorio bagnorese, occupando Civita per alcuni anni (1338). Malattie e calamità naturali contribuiscono a rendere ancora più difficile la vita dei poveri abitanti della città. Nel 1348 infuria in tutta Europa una violenta epidemia di peste

29 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) nera che anche nella nostra zona miete molte vittime tra la popolazione. A Orvieto, dove muoiono i 9/10 degli abitanti, si contano ben 500 vittime in un solo giorno. Un anno dopo un forte terremoto scuote le case e le precarie pendici delle contrade di Civita, Mercato e Rota. In questo periodo il nostro comune raggiunge un notevole prestigio e sviluppo economico legato all'influenza che il vescovo esercita sul vasto territorio della diocesi, che si estende dal lago di Bolsena al Tevere; da a Viterbo e (antica diocesi unita a quella di Bagnoregio nel 1015). Ma nel 1369 con l'istituzione della nuova diocesi di Montefiascone, quella di Bagnoregio deve cedere i territori di Celleno, Castelfiorentino e La Magione. Intanto i Monaldeschi, divenuti ribelli alla Chiesa, si fanno sempre più minacciosi della tranquillità e libertà comunale, finché i Bagnoresi stanchi ed esasperati, nel 1458, assalgono e distruggono il castello della Cervara loro roccaforte e la Torricella (Vetriolo) dei Baglioni di Castel di Piero (S. Michele in Teverina). Conclusesi infine le lotte interne ne segue un certo periodo di pace, favorita anche dalla riconciliazione tra i vari rami dei Monaldeschi (1467), nel 1494 le truppe di Carlo VIII occupano Rota. Civita che si ribella è bombardata dall'artiglieria per un giorno e una notte, poi messa a sacco con strage di molti abitanti.

Dal rinascimento ai giorni nostri Alla fine del XV secolo, dopo la sanguinosa incursione di Carlo VIII in Italia e la fine delle lotte tra le varie fazioni per il dominio della città, si vanno consolidando le premesse per un futuro migliore. Ma ben presto gli statuti locali, che hanno garantito una certa libertà e giustizia, perdono gran parte del loro valore. Anche l'autorità del podestà cede il posto a quella dei rettori del Patrimonio, divenuti in alcuni casi veri e propri tiranni. È per questo motivo che viene sollecitata presso la Santa Sede la nomina di un cardinale governatore di Bagnoregio, il quale deve garantire maggiore giustizia. Alessandro VI, che per ben due volte si trova a passare da Bagnoregio (1493-1495), nomina quale governatore perpetuo il cardinale Bartolomeo Martini (1496), il primo di una lunga serie di cardinali governatori, che termina il 20 maggio 1612 con la morte del cardinale Gregorio Petrocchini. Nel 1540, sotto il governatore cardinale Antonio Pucci, un ospite illustre, Papa Paolo III Farnese, visita la nostra città, accolto con grandi onori dalle massime autorità locali e dalla popolazione tutta.

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Un altro cardinale governatore, Giovanni Girolamo Albani (1585-1591) ci lascia, quale perenne ricordo alla nostra città, la monumentale porta d'ingresso (Porta Albana), attribuita al valente artista orvietano Ippolito Scalza (nel 1906 è spostata di alcuni metri). Nei secoli XVII e XVIII si consolida il potere dei Papi e non vi sono notevoli avvenimenti storici; le vicende di Bagnoregio si confondono con quelle dello Stato Pontificio. I soliti eventi calamitosi e passaggi di truppe contribuiscono a rendere più dura la vita della popolazione, che già soffre per la fame e le malattie. Nel 1695 un terribile terremoto distrugge quasi interamente Bagnoregio e Civita, causando 32 morti e 40 feriti. In seguito a tale evento, nel 1699, il vescovo si trasferisce da Civita a Bagnoregio. Nel 1744 le truppe spagnole, provenienti dall'Umbria, occupano Bagnoregio e si hanno furti, violenze, carestie ed epidemie. Tra il 1783 e il 1786 il territorio di Bagnoregio e della Teverina è invaso dalle locuste che provocano una grave carestia con ripercussioni economiche ai Bagnoresi, per debiti contratti per la disinfestazione e per l'acquisto di generi alimentari. La Rivoluzione francese porta anche in Italia quel vento di libertà che, nel 1798 (15 febbraio), determina la breve caduta del governo pontificio e la nascita della Repubblica Romana. I Francesi, come in altri comuni, affidano il governo della città ad un edile e piantano il cosiddetto albero della libertà. Confiscano i beni della Chiesa, disprezzano la religione cattolica e perseguitano il clero. Caduta la Repubblica Romana, l'amministrazione della città è retta da un governo provvisorio capeggiato dal vescovo di Bagnoregio Cordella (2 luglio 1799). Qualche anno dopo l'Europa è in mano a Napoleone che, fatto arrestare Pio VII (6 luglio 1809), occupa lo Stato Pontificio. Abolisce e riordina il patrimonio di San Pietro in Tuscia, istituendo il dipartimento del Tevere e il Circondariato di Viterbo, retto da un viceprefetto; sostituisce la magistratura comunale con un Maire. I Francesi, come fecero già nel 1798, sequestrano i beni della Chiesa (i conventi degli Agostiniani, dei Francescani e dei Cappuccini) e deportano alcuni sacerdoti Bagnoresi che si rifiutano di prestare il giuramento di fedeltà a Napoleone. Nel 1810 aboliscono perfino la diocesi di Bagnoregio ponendola alle dipendenze di quella di Montefiascone. Di fatto però essa rimane autonoma e amministrata dal vicario Francesco Corradini, nominato dal vescovo di Bagnoregio Cordella. Il 17 maggio 1814 cade il regime napoleonico, ed i Francesi si

31 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) ritirano dallo Stato Pontificio; ritornano in patria i sacerdoti esiliati e si costituisce il nuovo consiglio comunale (2 luglio 1814). Con i moti del 1831 alcune avanguardie, oltrepassati i confini dello Stato Pontificio, si spingono fino ad , S. Lorenzo e Castiglione in Teverina. Ma gli eventi risorgimentali più significativi che portano alla fuga di Pio IX e alla nascita della seconda Repubblica Romana, si hanno nel 1848. Anche a Bagnoregio si avverte il riflesso dei moti risorgimentali, a seguito dei quali – e dopo le elezioni del 25 marzo 1849 – viene eletto il Governo Comunale nelle persone di Luigi Venturini, gonfaloniere, Vincenzo Gaddi, Nicola Mostarda, Cesare Vanazzotti e Pietro Andolfi, anziani. Nel 1861, alla proclamazione del Regno d'Italia, lo Stato Pontificio è ridotto al solo Lazio. I Cacciatori del Tevere, comandati dal col. Masi, occupano Orvieto, annettendola al Regno d'Italia (11 Settembre), poi liberano Montefiascone, Bagnoregio (18 Settembre) e infine Viterbo (26 Settembre). Durante questo breve periodo, Bagnoregio è retta da un governo provvisorio presieduto da Vincenzo Gaddi, coadiuvato da Domenico-Alfonso Agosti e Giovanni Golini. Il 7 Novembre i Francesi rioccupano la città e nella circostanza il presidente Gaddi tiene un comportamento eroico; si arrende solo davanti alle baionette spianate, dopo aver consegnato al nemico e affisso a Bagnoregio un documento di protesta. Tra il 1860 e il 1870 Garibaldi e le Camicie Rosse operano il più consistente tentativo di occupare Roma, e Bagnoregio nel 1867 è teatro di una gloriosa anche se sfortunata operazione bellica. Un primo gruppo di garibaldini, guidati da Giacomo Galliano e Girolamo Corsieri di Castiglione in Teverina, il 28 settembre 1867 passa il confine dello Stato Pontificio occupando Grotte S. Stefano e avanzando fino a . Da qui, dopo uno scontro con i pontifici, le Camicie Rosse si ritirano per ricongiungersi all'altro gruppo di volontari a Bagnoregio; nel frattempo altre bande di garibaldini occupano Acquapendente, Farnese ed Ischia. Nell'alto Viterbese – anche nelle zone di San Lorenzo e - si susseguono scontri e scaramucce, che culminano poi nella battaglia di Bagnoregio del 5 ottobre 1867. Il primo scontro avviene presso i ruderi del castello della Cervara e i volontari di Galliano si trovano ben presto circondati da forze avversarie soverchianti. Quando la loro guida, tale Luigi di Celleno, riporta l'ordine di ritirata non è più possibile sganciarsi dal nemico e solo parte dei soldati riesce a retrocedere; gli altri cadono o sono catturati. La battaglia, combattuta tra Poggio Scio (cimitero) e San Francesco, è favorevole ai pontifici ed i garibaldini sono costretti ad abbandonare Bagnoregio lasciando sul terreno

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13 morti, 57 feriti ed oltre 115 prigionieri. Nella cruenta battaglia perisce anche l'eroe garibaldino Giuseppe Scoponi di Castiglione in Teverina. Dopo la sconfitta subita da Garibaldi a Mentana, anche Viterbo e la sua provincia vengono abbandonate dalle Camicie Rosse. Ma il 20 Settembre 1870, il generale Cadorna marcia su Roma e dopo un breve scontro con i pontifici, attraverso la «breccia» di Porta Pia, entra in città. Il plebiscito del 2 Ottobre decide l'annessione di Roma e del Lazio al Regno d'Italia e la fine dello Stato Pontificio. I risultati di tale plebiscito a Bagnoregio sono i seguenti: iscritti 1228, votanti 975 di cui 972 «sì» e 3 «no», astenuti 253. Nel novembre successivo è eletto il primo consiglio comunale (tra i personaggi di spicco del consiglio segnaliamo Elìa Medori). All'indomani dell'Unità d'Italia, la situazione nazionale non si presenta rosea. La Destra, che governa il paese fino al 1876, per attuare il programma di sviluppo, impone pesanti imposte, e fra queste, la famigerata tassa sul macinato che provoca malcontento tra la popolazione, e alcune sommosse. L'economia è basata sull'agricoltura che incancrenita dai mali passati e presenti, giace in condizioni disastrose. Viterbo è penalizzata e declassata al rango di circondario e sottoprefettura di Roma, con il pretesto di essere stata roccaforte dello Stato Pontificio e di non aver partecipato attivamente alle vicende risorgimentali. Questi sono anche gli anni del brigantaggio: una schiera di malandrini terrorizza il Viterbese e la Teverina dove «operano» anche elementi locali, quali Andrea Pecci e Martino Cocciola di Castel Cellesi e Giovanni Menichelli di Civitella D'Agliano. Il Pecci e il Cocciola sono anche gli autori del sequestro a scopo di estorsione di Cosimo Colesanti, possidente bagnorese, che frutta loro la considerevole somma di lire 13.700. I contadini, non potendo ricavare il necessario per soddisfare i bisogni primari, lavorano a mezzadria, nei pochi latifondi presenti, o sono costretti a prendere la dura strada della Maremma. La maggior parte della popolazione sopravvive di stenti, spesso soffre la fame, si nutre di pizza di granturco, patate e cipolla; il pane è un alimento raro. Tuttavia, nell'ultimo scorcio di secolo (1881-1901), si verifica un aumento di popolazione di oltre 600 unità, da 3884 a 4500 anime, abbastanza considerevole sia in rapporto ai periodi precedenti che futuri. Questo fenomeno fa ritenere che in questi anni vi sia stato un certo sviluppo economico che favorì la situazione interna e l'immigrazione dai paesi vicini. Infatti, oltre all'agricoltura, vi sono altre importanti attività: estrattive (cave di pietra, tufo e pozzolana), artigianali e molti uffici pubblici che incoraggiano alcuni avveduti cittadini a fondare, nel 1885, la Cassa di Risparmio di Bagnoregio (poi fusa alla Cassa di Risparmio di Viterbo, divenutane filiale nel 1929).

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Il XX secolo ha inizio all'insegna della tecnica e delle invenzioni sensazionali, sulle strade di Bagnoregio incominciano a transitare le prime automobili o carrozze senza cavalli, che suscitano molta curiosità e ammirazione. I nuovi e più veloci mezzi di trasporto incontrano subito il favore della gente e, il 12 Aprile 1909, è inaugurata la prima linea automobilistica pubblica Viterbo-Bagnoregio-Orvieto della ditta I. Garbini di Viterbo. Due anni dopo giunge in città anche la corrente elettrica a rischiarare le vie cittadine e le case private. Ma, quando tutto sembrava avviato sulla strada del progresso, lo spettro della guerra si abbatte sull'Italia. Scoppia la Prima Guerra Mondiale (1915-1918). Durante il tremendo conflitto, un centinaio di giovani bagnoresi muoiono tra le montagne e i fiumi delle Alpi Orientali, altri rimangono feriti. Per onorare i valorosi soldati periti nella Grande Guerra, il 20 Agosto 1922 è eretto un monumento in bronzo (raffigurante un soldato cieco) opera dello scultore orvietano Paolo Pollidori (sostituito con l'attuale ara nel 1929) e l'anno successivo viene realizzato il parco della Rimembranza detto «Prato» (1923). Seguono gli anni dell'avventura fascista, il Regime sopprime tutte le istituzioni democratiche che vengono sostituite dai gerarchi del partito. Anche a Bagnoregio viene abolito il consiglio comunale e nominato Fabio Cruciani Alibrandi podestà con ampi poteri (1926-1932). Nello stesso anno (1927), in seguito al nuovo riordino amministrativo, viene soppresso il comune di Castel Cellesi e incorporato come frazione a quello di Bagnoregio. L'anno seguente anche Viterbo, staccata da Roma, acquista l'autonomia e diventa nuova provincia. Negli anni successivi si susseguono nella carica di podestà Luigi Colesanti (1932-38), Giuseppe Rosati (1938-41); mentre Angelo Pettirossi (1941- 42), Alfonso d'Amelio Guacci e Rosario Pagano (1942) sono nominati commissari prefettizi e Francesco Scaramucci (1942-43) sarà l'ultimo podestà di Bagnoregio. Il Regime, nel quadro di una politica incentrata sulla costruzione di importanti opere pubbliche, realizza a Bagnoregio, tra gli altri i seguenti lavori: il nuovo ospedale civico di S. Antonio (1933); la ristrutturazione e l'ampliamento di Via Roma; l'ammodernamento del Palazzo Cristofori, sede dell'asilo (1937); il nuovo mattatoio (1942) e ovviamente la «casa del Fascio» (1942, Palazzo ex cinema Enal). Ma Mussolini persegue anche una politica militarista in linea con il regime nazista di Hitler, che lo porta inevitabilmente verso la guerra, da lui stesso dichiarata il 10 giugno 1940. «Oggi alle ore 16,30 è stata dichiarata la guerra dell'Italia alla Francia e all'Inghilterra. Vedevo già nei sobborghi, mentre il treno rallentava, capannelli di gente in ascolto, udivo il

34 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) noto vociare alla radio. Quando sono disceso alla stazione di S. Maria Novella, mi ha sorpreso il silenzio: un silenzio grave, quasi lugubre». (B. Tecchi, Vigilia di guerra). Nella seconda metà di settembre 1943 le truppe tedesche occupano Bagnoregio e subito si formano reparti clandestini della Resistenza. (18 ottobre) «Reparti delle S.S. tedesche sono venuti ieri con un camion da Orvieto. Ragazzotti sui vent'anni, al comando di un sott'ufficiale, mutilato da una mano. Sono venuti urlando e minacciando, hanno spianato in piazza i fucili contro la folla, rincorso uomini e donne giù per i vicoli e fin dentro una cantina, hanno sfondato le porte della caserma dei carabinieri, strappato la bandiera italiana, malmenato il ritratto del Re». (Bonaventura Tecchi, Un'estate in Campagna). Dopo l'occupazione di Roma del 4 Giugno 1944 le forze alleate avanzano; l'8 giugno Bagnoregio viene bombardata, si hanno distruzioni e danni, tra cui una vittima. Il giorno dopo, temendo altri bombardamenti aerei, la popolazione abbandona il paese e si rifugia nelle campagne. A causa dell'uccisione di due soldati tedeschi da parte dei Partigiani, i Tedeschi effettuano gravi rappresaglie, e sparando all'impazzata, uccidono Lorenzo Billonío e Giuseppe De Lungo; poi appiccano il fuoco alle case. L'l 1 giugno, alle ore 9,00, truppe alleate angloamericane si affacciano a Bagnoregio. Ai primi colpi di cannone degli alleati, risponde tutta l'artiglieria dei Tedeschi, appostata presso il Palazzone e Trucinano; inizia un nutrito fuoco di cannoni e mitragliatrici collocati a Civita e lungo il margine del paese, che guarda le due valli, da S. Francesco Vecchio al Camposanto. Il 13 giugno, alle primissime luci del mattino, gli Alleati entrano a Bagnoregio, salendo la valle presso il convento dei Cappuccini, i Tedeschi si ritirano in direzione di Orvieto, dopo aver distrutto interi edifici fuori del quartiere di Porta Albana. In questi giorni il questore di Roma Enrico Caruso, in fuga da Roma, è vittima di un incidente stradale e ricoverato nell'ospedale di Bagnoregio. Riconosciuto dai Partigiani tenta più volte la fuga ma gli viene impedita dal vicebrigadiere dei C.C. Vittorio Crocoli, comandante della locale stazione. Più tardi il Caruso è trasportato a Roma e fucilato. Dopo l'ultima, accanita resistenza dei Tedeschi e gli ultimi combattimenti presso la zona di S. Francesco Vecchio e di Villa Agosti, finalmente i Tedeschi si ritirano e i primi camion degli alleati entrano a Bagnoregio, accolti da tutta la popolazione in festa. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Bagnoregio registra fra i suoi combattenti circa 20 morti (oltre le 14 vittime della popolazione civile),

35 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) circa 20 feriti e 40 dispersi e prigionieri. Dalla fine della guerra in poi è storia vissuta dalla maggior parte della popolazione bagnorese, pertanto si ritiene opportuno interrompere qui il lungo cammino della storia di Bagnoregio.

I - Elementi di analisi ambientale – Il territorio 1) Il territorio comunale nel viterbese Bagnoregio è in provincia di Viterbo, a 4 km dalla SS Umbro-Casentinese, e la posizione ne fa un classico esempio di sito difeso, su uno sprone di tufo molto allungato; lo delimitano i due profondi fossi, di a nord e di Bagnoregio a sud. L'abitato si dispone lungo una strada di crinale, che in poco più di un chilometro scende verso est da 485 metri ai 450 del convento francescano, praticamente ultimo edificio del paese; il fosso di Lubriano è a 130 metri in linea d'aria, ma 100 metri più in basso, mentre quello di Bagnoregio dista circa 600 metri, con un dislivello di 200. Il clima è di tipo Csan, con inverni piuttosto umidi e nebbiosi; la vegetazione boscosa sui suoli vulcanici è stata progressivamente sostituita dalle colture, mentre le argille sottostanti incise dai calanchi sono sterili. In effetti ci si trova nella parte più orientale cui giungano le ignimbriti dei Vulsini, poggiando sulle sottostanti argille plioceniche, la cui parte sommitale è a circa 400 metri di altezza. Scendendo ancora poco oltre il convento, la strada giunge fino al livello delle argille per poi risalire verso l'abitato di Civita, posto su una piccola placca di tufo, ormai staccata dall'affioramento principale. Il paesaggio circostante, verso la piana del Tevere, è costituito dalle argille profondamente incise della cosiddetta Valle dei Calanchi. Da rilevare che tutto fa ritenere che Civita sia tra i due l'insediamento con le origini più antiche, pur se gli edifici conservati sono solo medievali; dal secolo scorso, peraltro, tutti i nuovi edifici sono sorti sul lato di Bagnoregio, ai piedi del convento. Il motivo è ben noto, dato che dalla documentazione storica e iconografica risulta che ancora alla metà del XIX secolo lo sperone di tufo tra Bagnoregio e Civita, percorso da una strada preromana, fosse continuo, pur se sempre più sottile. Furono i terremoti a determinarne l'assottigliamento, in particolare quello del 1783, agevolando l'erosione atmosferica. Una volta aperta la prima fenditura, l'erosione ha rapidamente asportato il tufo, e da tempo sta incidendo sempre più nel livello delle argille basali. La placca su cui si trova Civita è quindi molto malsicura, poggiando su un fondo scivoloso quale quello delle argille, pericolosamente incise da 36 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) calanchi; dopo alcuni anni di forzato abbandono, molti abitanti sono comunque tornati nel centro, unito a Bagnoregio da un ponte in cemento, lungo 300 metri, che poggia sulle argille e non è percorribile da mezzi pesanti. Ma Bagnoregio non ruota solo intorno alla sua Civita, bensì fa parte integrante di un sistema ambientale e paesistico molto più ampio che impreziosisce l’Alta Tuscia e diventa orgoglio della Provincia di Viterbo, infatti, con Delibera della Giunta Regionale n. 1100/02, è stata stabilita la necessità di procedere all'adeguamento dello Schema di Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, di cui al DGR n. 11746/93. L’attuale schema, oltre alle aree istituire prevede una serie di macro aree che, per la loro valenza ambientale e naturalistica, sono suscettibili di diventare aree protette. In particolare sono individuate aree di interesse interregionale e regionale: Il Comprensorio dell’Alta Tuscia, della Valle del Tevere, dei Monti della Tolfa. Sono individuate come aree di interesse Provinciale: il Comprensorio Costiero, del Lago di Bolsena, dei Calanchi, dei Monti Cimini e del Lago di Vico). Sulla base di quanto stabilito dal comma 6 dell'art 7 della LR 29/97 la Provincia di Viterbo ha avviato le consultazioni nel proprio ambito territoriale per provvedere all’integrazione e adeguamento dello schema di piano, secondo le procedure previste dall'art 6 della LR n. 17 dell'11 aprile 1986, con i Comuni, con le Comunità Montane, con tutti gli altri Enti Locali e con i rappresentanti delle organizzazioni sociali e sindacali operanti a livello provinciale. Ad integrazione e adeguamento dello schema regionale dei parchi, la DCP n. 72/03 relativa alla Proposta di integrazione dello Schema Regionale dei Parchi e Riserve e la DCP n. 7/04 relativa al Piano di Salvaguardia delle Forre, prevedono l’indicazioni per istituzione di nuove aree naturali protette in zone di particolare valenza naturalistica (aree boscate, zone umide, SIC/ZPS, etc.): L’iter regionale sta procedendo celermente; sono stati già eseguite le istruttorie e i sopralluoghi relativamente ad alcune delle proposte presentate. Nello schema seguente riportata la sintesi delle proposte effettuate:

AREA PROTETTA PROPOSTA Estensione Monumento Naturale "Valle dei Calanchi di Civita di Bagnoregio" 1.420 ettari Riserva Naturale del Fiume Timone 530 ettari Ampliamento della R N Lago di Vico 763 ettari Ampliamento della Riserva Naturale Monte Casoli di Bomarzo 468 ettari Monumento Naturale “Bosco del Sasseto” 61 ettari R.N. Fossi Rigo e Bagnolo 360 ettari R.N. Fosso Aliano 237 ettari

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R.N. Forre di 262 ettari R.N. San Giovenale e Civitella Cesi 798 ettari R.N. Fossi Arsa e Fontanelle 1.074 ettari SUPERFICIE PROTETTA PROPOSTA 5.973 ha. (1,7% superficie provinciale)

ISTITUZIONE DEL MONUMENTO NATURALE "VALLE DEI CALANCHI DI CIVITA DI BAGNOREGIO"

Proponente: Consorzio Teverina - Tipologia di area protetta: Monumento Naturale - Comuni interessati: Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Civitella d'Agliano, Lubriano. Lo scopo della proposta suggerita del Consorzio Teverina è quello di valorizzare l'ambiente della Valle dei Calanchi, zona di grande pregio naturalistico, attraverso l'istituzione di un Monumento Naturale. L'estensione dell'area protetta dovrebbe essere di circa 1.420 ha di cui 800 ha ricadenti all'interno di una zona classificata dalla Provincia di Viterbo "Oasi" denominata "Oasi Naturalistica del Palombaro", vincolata ai sensi della L.R. 17/95. Il Monumento Naturale oggetto della proposta, inoltre, ricadrebbe per intero all'interno del SIC e ZPS IT 6010009 "Calanchi di Civita di Bagnoregio" e compreso nel territorio dei Comuni di Bagnoregio (925 ha, compresa la città di Civita), Castiglione in Teverina (35 ha), Civitella d'Agliano (180 ha), Lubriano (280 ha). L'ambiente è caratterizzato dalla presenza di habitat e di specie a rischio inserite negli allegati delle Direttive 79/409/CEE (Uccelli) e 92/43/CEE (Habitat): tra l'avifauna il Falcus biarmicus, nidificante in questo territorio, e il Circus pygargus.

2) Orografia e idrografia del territorio comunale Il suolo è la parte superficiale della crosta terrestre ed è il risultato delle trasformazioni subite delle sostanze minerali e organiche che si sono formate partendo dalla roccia madre sotto l’influsso degli agenti climatici, dell’acqua, della vegetazione, del mondo animale e delle attività umane. Esso rappresenta uno degli elementi fondamentali dell’utilizzazione e della pianificazione del territorio, e va protetto in quanto ospita le altre risorse naturali e la vita in genere. La tutela dell’assetto idrico e orografico si realizza attraverso non solo il PUCG ma anche con una puntuale conoscenza della vulnerabilità del territorio, una appropriata gestione del Vincolo Idrogeologico e l’attuazione dei Piani per l’Assetto Idrogeologico delle autorità di bacino.

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Orografia e idrografia sono da sempre in stretto rapporto di dipendenza e mai come in questo caso si può parlare di idrogeologia integrata intesa come quella disciplina volta a tutelare un assetto quantomai delicato ed intrinsecamente prezioso. Si definisce come rischio idrogeologico l’insieme di pericoli reali e potenziali legati al rapporto tra le acque, sia superficiali che sotterranee, e il terreno. Il rischio idrogeologico viene definito inoltre dall'entità attesa delle perdite di vite umane, feriti, danni a proprietà, interruzione di attività economiche, in conseguenza del verificarsi di frane o inondazioni. Per informazioni tecniche di dettaglio si rimanda direttamente alle relazioni geologiche specifiche.

3) Civita di Bagnoregio Situata ad Est del centro abitato principale, in vista della Valle del Tevere, Civita di Bagnoregio si adagia su un colle tufaceo cuneiforme a 443 metri s. l. m., stretto fra i due profondi burroni del Rio Chiaro e del Rio Torbido. Alle spalle dell’abitato si estende la grande vallata incisa dai “calanchi”, creste d’argilla dalla forma ondulata e talvolta esilissima, inasprite qua e là da ardite pareti e torrioni enormi, come il solenne e dolomitico “Montione” e la cosiddetta “Cattedrale”. Lo scenario offerto dalla Valle dei Calanchi e dall’abitato di Civita di Bagnoregio, forma uno dei paesaggi più straordinari e unici d’Italia. L’affaccio dal Belvedere della Grotta di San Bonaventura è semplicemente meraviglioso: il borgo rossiccio di Civita, su cui spicca lo snello campanile romanico della chiesa, si erge come un’isoletta nella fragile immensità dei calanchi, “mare” increspato ma immobile che dona la surreale sensazione di assistere ad una “quieta tempesta”. L’incanto ed il silenzio avvolgono anche l’occhio clinico più smaliziato, e diventa ancora più difficile doversi confrontare con un territorio come questo nella consapevolezza che queste rupi argillose ed instabili, modellate dalle acque dei torrenti e delle piogge, pian piano trascineranno a valle il borgo superstite, già smembrato e dimezzato dagli innumerevoli terremoti e franamenti avvenuti nel corso dei secoli: per questo Civita di Bagnoregio è famosa come la “città che muore”.

Sono tanti, del resto, gli spunti d’interesse ambientale che rendono Civita di Bagnoregio uno dei nuclei paesisticamente, morfologicamente e naturalisticamente più allettanti del contesto viterbese. Oltre ai meravigliosi panorami e alla bellezza del paesaggio, infatti, colpisce l’atmosfera incredibilmente suggestiva del borgo, che appare come un luogo

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“musealizzato”, un esempio, forse unico in Italia, di villaggio tardo-medievale rimasto immutato nel tempo. Vi si accede dalla scenografica Porta Santa Maria, aperta da un arco in peperino e sormontata da una loggetta. Attribuita dalla tradizione al Vignola, la porta reca due bassorilievi che raffigurano un leone che tiene un uomo con gli artigli, metafora della cacciata dei Monaldeschi. Oltrepassato il varco scavato nella roccia, subito, si ammira una prima piazzetta, circondata da bei palazzi signorili e da casette più modeste: di un edificio rimane soltanto la facciata, con le finestre che lasciano intravedere il cielo. Continuando per la stradina, dopo pochi metri, si sbuca sulla pittoresca Piazza San Donato, che, altro caso sicuramente più unico che raro, al posto della pavimentazione presenta una breccia mista a terriccio, dando la sensazione di essere improvvisamente piombati indietro almeno di quattrocento anni. Qui spicca la mole dell’ex-Duomo di San Donato, sorto nel VIII secolo (probabilmente su un preesistente tempio pagano) ma dall’aspetto cinquecentesco. Al suo interno la chiesa conserva un pregevole crocifisso ligneo quattrocentesco, ritenuto miracoloso, cui è legata la singolare Processione del Cristo Morto: la sera del Venerdì Santo la scultura viene portata in processione a Bagnoregio e la tradizione vuole che essa ritorni assolutamente entro Mezzanotte a Civita, pena la sua acquisizione da parte dei “cugini” bagnoresi. Nella stessa Piazza San Donato, inoltre, a giugno si svolge il simpatico Palio della Tonna, una festa di origine medievale che vede i fantini sfidarsi in un’acerrima e rocambolesca corsa ad anello. La visita continua tra gli stretti vicoli del borgo, caratterizzato da archetti, cortili e piazzette, e da case medievali e rinascimentali ornate da bifore, profferli e portali in peperino: spesso al loro interno si trovano graziose botteghe artigiane, in cui si può entrare per assistere ad antichi mestieri. E passeggiando in questo tortuoso dedalo, fatto di spazi inconsueti e di viuzze affacciate sul vuoto, lo sguardo è rapito qua e là da svariati scorci verso la Valle dei Calanchi, che al tramonto si colora di strane tonalità, offrendo curiosi giochi di luci ed ombre tra gli affilati crinali e la rada vegetazione, e formando un quadro paesaggistico ancor più surreale.

Infine, merita un cenno la Grotta di San Bonaventura, uno dei luoghi più venerati di Bagnoregio. Si tratta di un’antica tomba a camera etrusca, posta a balcone su Civita e a strapiombo sulla valle, che venne utilizzata nel Medioevo come romitorio. Al luogo è legata la leggenda secondo la quale qui il piccolo Giovanni di Fidanza, futuro San Bonaventura, fu risanato da una malattia mortale da San Francesco, durante il suo soggiorno

40 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) bagnorese. Nei pressi della grotta sorgeva, infatti, un convento francescano, di cui oggi, dopo i crolli del 1764, non rimangono che pochi resti. La madre di Giovanni, commossa dal miracolo, promise al Poverello d’Assisi che avrebbe consacrato la vita del proprio figlio al servizio di Dio. E così fu, tant’è che San Bonaventura (nome datogli dallo stesso San Francesco) scelse la veste francescana e si mise a diffondere tra i cristiani il messaggio caritatevole del suo maestro e guaritore.

C - La struttura del PUCG

1) Il nuovo complesso urbano-territoriale integrato: Strategie progettuali Con i presupposti definiti in fase preliminare e con le analisi approfondite grazie alla presente parte strutturale (che comunque obbliga a sviscerare con cura numerosi aspetti della pianificazione di dettaglio) si riesce a seguire anche una serie di “tematiche complesse” relative agli spunti di sviluppo comunale; tematiche che sono entrati di dovere nella classificazione dei sistemi definiti dal PUCG (in conformità con gli indirizzi della pianificazione sovraordinata – PTPG; PTGRG) e che verranno presentati di seguito nella presente relazione. La griglia di partenza per la definizione dei sistemi di progetto ha seguito i seguenti presupposti di indirizzo:

 Gestione del sistema extraurbano-agricolo con individuazione di 3 sottozone agricole;  Gestione delle frange ad edilizia diffusa in territorio agricolo con individuazione di operazioni strategiche ai fini della pianificazione di situazioni spontanee mai realmente pianificate;  Gestione del polo produttivo della “Capraccia” con individuazione dell’entità del potenziamento;  Gestione del turismo rurale con la necessità di individuazione di alcune “location” in cui poter sviluppare un tipo di edilizia agricola, turistica e rurale ;  Gestione del “sistema dei servizi urbani” con implementazione in maniera sostanziale della zona adiacente il “Muraglione” con potenziamento del nodo di scambio presente, orientando l’intero complesso verso un sistema di attività stratificato complementare e supplementare alla funzione infrastrutturale che riveste attualmente : creazione di un polo di scambio-commerciale; 41 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

 Gestione dei nuovi insediamenti con individuazione delle zone di espansione interpretando le reali vocazioni del territorio e della popolazione bagnorese;  Gestione della zona “San Francesco” ed in prossimità della villa Agosti con necessità di una pianificazione ad hoc orientata a zone di servizio a disposizione del turismo di Civita di Bagnoregio.  Gestione dei centri storici principalmente attraverso l’utilizzo di ogni contenitore per attività di servizi e di commercio dei prodotti locali e primariamente per l’istituzione dell’ “ALBERGO DIFFUSO”.

Proprio in funzione della griglia di partenza sopra-esplicitata e dall’analisi dello stato di fatto, fino alla presa di coscienza sul carente stato della pianificazione comunale che grava sino ad oggi su di un territorio notevolmente prezioso, si delineano con naturalezza i “grandi obiettivi” di questo processo pianificatorio (ed esplicitati graficamente sugli elaborati tecnici del presente PUCG): - in relazione al turismo: mediante un adeguato sviluppo delle attrezzature ricettive, Bagnoregio riesce a coprire una posizione di spicco tra i centri interessati dal flusso turistico sia stagionale che di transito come Montefiascone, Bolsena, Orvieto; una punta di diamante che può basare il suo successo su una solida pianificazione territoriale, su qualità paesaggistiche indubbie, ma anche e soprattutto sull’interesse che suscita l’antico Borgo di Civita come centro di confluenza turistico, ma anche scientifico e paesaggistico. In ordine a questi obiettivi il piano prevede la creazione di poli strategici capaci di sfruttare tali potenzialità individuando: a) all’interno dell’abitato di Bagnoregio lo sviluppo del nucleo di Piazzale Battaglini per un estensione pari a circa 50.000 mq come “centro di accoglienza turistica” integrato quindi con il contesto di preesistenza infrastrutturale e con l’apparato naturalistico del fosso di Rio Vecchio; b) in zona San Francesco (Bagnoregio capoluogo) l’individuazione di “centri turistico- produttivi e di servizio” per un’estensione pari a circa 2,5 Ha non solo per l’incentivazione del turismo di Civita, ma anche ai fini di una concreta soluzione alla problematica della ex cantina-didattica (attuale eco-mostro per il quale si rende necessaria una soluzione di somma urgenza sia dal punto di vista architettonico, che funzionale); c) in zona Mercatello l’ufficializzazione di una situazione ormai nota da tempo e degna della giusta disciplina normativa che riesca a concretizzare un itinerario di sviluppo

42 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) corretto per i “centri abitati consolidati con tendenza ai servizi e al turismo storico- culturale”; d) in zona Capraccia, Campolungo e Poggio Fabbrica (e quindi a stretto contatto col sistema viabilistico principale) “centri turistico-produttivi e di servizio” per un’estensione pari a circa 12 Ha; e) in zona Poarinzi (a sud di Castel Cellesi) l’individuazione di una grande zona destinata a diventare un contenitore di residenza turistica (definita sulle tavole di piano come zona Ct ma ovviamente non computabile ai fini del dimensionamento proprio per la vocazione esclusivamente turistica di questo innesto progettuale).

- in relazione al sistema produttivo: il Piano per Insediamenti Produttivi in loc. Capraccia è la ratifica di una scelta lungimirante ed economicamente appetibile, che fa da spettatrice all’ormai crescente potenziale produttivo e può contare quindi su una nuova propulsione economica legata anche al nuovo aereoporto di Viterbo e al maggior volume di traffico commerciale che insiste sulla provinciale Umbro Casentinese Romagnola (ex Strada Statale 71 Orvieto - Viterbo). In più va sottolineato l’indotto creato dall’industria estrattiva esistente in prossimità del centro abitato di Ponzano. Negli ultimi anni in effetti si è assistito alla nascita di ulteriori attività legate alla cava di basalto attraverso un utilizzo completo del prodotto commercializzato in tutti i paesi del mondo. Da questo punto di vista il presente PUCG prevede delle strategie di conferma e rettifica finalizzate all’ottimizzazione dello slancio produttivo bagnorese in modo da poter contare su un tessuto di fatto consolidato e ristrutturato e su iniziative progettuali a lunga gittata preordinate allo sviluppo graduale di un territorio pronto all’evoluzione; di seguito i punti peculiari del progetto di PUCG relativi al sistema produttivo: a) l’individuazione, in zona Capraccia, di un sostanzioso ampliamento della zona artigianale-produttiva disegnata in funzione della massima attuabilità dell’insediamento (la nuova zonizzazione prevede la perimetrazione di aree esenti da vincoli e per questo motivo attuabili nell’immediatezza) pari a circa 54 Ha. b) la compensazione territoriale della zona di Cava in località Ponzano capace di sostituire le vecchie previsioni del PdF con una nuova individuazione che tiene conto degli attuali valori ambientali della area: l’intento è quello di procedere ad una sostituzione della zona estrattiva legittimata dal precedente strumento urbanistico con una nuova perimetrazione che ne mantiene le dimensioni ma la ricostituisce in porzioni di territorio libere da qualsiasi

43 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) elemento di pregio ambientale e paesistico; il risultato è un insediamento produttivo coerente con il territorio e di conseguenza con le previsioni di sviluppo e di antropizzazione attualizzate alle nuove necessità economico-commmerciali; c) l’ufficializzazione e – finalmente - la regolamentazione delle realtà di fatto dislocate nel territorio comunale ai fini di una individuazione disciplinare puntuale per le attività produttive esistenti già da tempo; d) la pianificazione puntuale e di dettaglio (vedi anche NTA) delle zone dedicate alle antiche fornaci per un rilancio non solo produttivo, ma anche turistico-culturale di tradizioni e antichi mestieri - in relazione all’agricoltura: si mette in evidenza la riconoscibilità caratteristica dell’agricoltura bagnorese (sia pure con tutte le carenze effettivamente constatate), come una di quelle che nel passato è stata tra le più intensamente coltivate dell’Alto Viterbese e dove è ancora oggi sviluppata la coltura dell’olivo. Con il presente PUCG si rimarca in più la volontà di affiancare ad un tipo di sviluppo rurale capacità culturali e scientifiche capaci di fornire il mondo del lavoro di specialisti e tecnici dell’agricoltura (tutto ciò anche grazie all’Istituto Superiore di Agraria F.lli Agosti). In merito a questo aspetto il piano approfondisce la struttura del sistema agricolo e rurale individuando tre grandi subsistemi che identificano con precisione non solo le biodiversità, ma anche le eventuali trasformabilità del territorio in relazione al patrimonio natural-morfologico esistente. Tale strategia nasce dalla volontà di rendere finalmente giustizia alla disciplina di un territorio che sia in grado di dare le corrette risposte ad un’attività di antropizzazione che necessita obbligatoriamente dei giusti margini guida.

Più specificatamente ed in merito alla zonizzazione di dettaglio va chiarito che in riferimento alla pianificazione sovraordinata e alla tendenza legata ad un nuovo tipo di pianificazione territoriale si è scelto di organizzare il presente PUCG attraverso 7 fondamentali Sistemi che affrontano tematiche omogenee ma che travalicano, all’interno di ogni singolo sistema, le singole destinazioni d’uso legate alle “originarie zone omogenee”. Ogni Sistema, pur occupandosi di una tematica a grandi linee uniforme, guarda al territorio con totalità grandangolari definendo ambiti di sviluppo e trasformabilità pieni, integrati e complementari fra loro. I sistemi definiti, anche in funzione della pianificazione impostata dalle direttive del PTPG, sono i seguenti:

44 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

I) SISTEMA DELLA RESIDENZA II) SISTEMA DELL’INDUSTRIA E DELL’ARTIGIANATO III) SISTEMA TERZIARIO DIREZIONALE E COMMERCIALE IV) SISTEMA DEI SERVIZI V) SISTEMA DEL VERDE VI) SISTEMA DELL’AGRICOLTURA VII) SISTEMA DELLA MOBILITA’

I) SISTEMA DELLA RESIDENZA Obiettivi di sistema • Ricucitura e assestamento dei tessuti esistenti tramite la creazione di insediamenti di innesto e completamento che limitano la diffusione selvaggia del consumo di suolo e regolarizzano la forma della città; • Definizione di ambiti per nuovi insediamenti anche alla luce dell’analisi effettuata sulle ormai esigue capacità edificatorie residue (vedi Tavola 2); • Valutazione e riduzione delle zone d’espansione previste dal PdF e mai attuate (vedi Tavola 5); • Regolamentazione organica e ragionata degli insediamenti non pianificati con particolare attenzione alla disciplina avviata dalla L.R. 11 Agosto 2009, n. 21 (piano casa) e conseguente definizione di una zona dedicata e specificatamente definita come B5 (vedi art. 16 delle NTA e Tavola 2 per l’individuazione cartografica delle zone per la “regolamentazione insediamenti prevalentemente residenziali non pianificati”; • Individuazione di zone ad integrazione paesistica definite come “quartieri con parco urbano” che riescano ad utilizzare la vocazione di zone predisposte al “gusto dell’abitare” insieme al patrimonio naturale proprio di dette porzioni di territorio. Si assiste in questo modo alla completa integrazione tra uomo e natura proponendo una progettazione organica ed ecosostenibile, sfruttando anche sistemi di “perequazione naturale” e preservando le dinamiche e i flussi ecologici prossimi ai centri abitati (vedi art. 17 delle NTA e Tavola 2 per l’individuazione cartografica dei quartieri con parco urbano); • Presa di coscienza sul valore intrinseco di aree antropizzate mai riconosciute da nessuno strumento urbanistico e loro traduzione in ambiti di sviluppo che 45 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

uniscono verso un unico obiettivo: i caratteri storico-tradizionali; i caratteri della residenza tipica; i caratteri legati ai servizi e al turismo nati spontaneamente in queste peculiari zone.

Di seguito si riportano gli interventi legati al sistema della Residenza distinti per ogni località. Per ogni frazione verranno indicati gli interventi differenziando le zone B dalle C in modo da avere un quadro completo della programmazione residenziale di piano.

Bagnoregio Capoluogo_Zone B

Totale Indice di numero Zona dal Zona da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq PUCG mq fondiario realizzabili mq mc/mq di alloggi Zona B1 loc. Pianaccio 3444,00 0,00 3444,00 0,60 2066,40 6

46 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Totale Indice di numero Zona dal Zona da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq PUCG mq fondiario realizzabili mq mc/mq di alloggi Zona B1 loc. Renare 1500,00 0,00 1500,00 0,60 900,00 3

Totale Indice di numero Zona dal Zona da edificabilità mc Zona potenziale Comparto PdF mq PUCG mq fondiario realizzabili mq mc/mq di alloggi Zona B1 loc. Palazzaccio 2309,00 0,00 2309,00 0,60 1385,40 4

47 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF fondiario realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq Zona B5 loc. San Lazzaro 0,00 26128,00 26128,00 0,00 0,00 0

Totale Indice di numero Zona dal Zona da edificabilità mc Zona potenziale Comparto PdF mq PUCG mq fondiario realizzabili mq mc/mq di alloggi

Zona B5 loc. Pontaccio 0,00 59788,00 59788,00 0,00 0,00 0

48 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi

Zona B5 loc. Divino Amore 0,00 71319,00 71319,00 0,00 0,00 0

49 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona B5 loc. Cunicchio 0,00 7708,00 7708,00 0,00 0,00 0

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona B5 loc. Boschetto 0,00 38000,00 38000,00 0,00 0,00 0

50 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona B5 loc. Ponzano 0,00 14118,00 14118,00 0,00 0,00 0

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona B5 loc. Capraccia 0,00 15000,00 15000,00 0,00 0,00 0

51 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Bagnoregio capoluogo e loc. Capraccia zone B Zona Zona da Indice di numero Totale mc dal PdF PUCG edificabilità potenziale Zona mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi TOTALE Zone B 7253,00 232061,00 239314,00 4351,80 14

Bagnoregio Capoluogo_Zone C

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq territoriale realizzabili mq mq mc/mq di alloggi

Zona C2 loc. Divino Amore 33599,00 26984,00 60583,00 0,45 27262,35 85

N.B. in questa zona (codificata con “C2+F12”) va garantito – in fase di redazione di piano attuativo – la realizzazione di almeno una porzione di verde (parco pubblico F12) pari al 25% del comparto attuativo.

52 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq territoriale realizzabili mq mq mc/mq di alloggi

Zona C3_PEEP loc. Pienzi 2983,00 26722,00 29705,00 0,45 13367,25 42

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq territoriale realizzabili mq mq mc/mq di alloggi

Zona C1 loc. Trucinano 9000,00 0,00 9000,00 0,50 4500,00 14

53 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Bagnoregio capoluogo e loc. Capraccia zone C Zona da Indice di numero Zona dal Totale mc PUCG edificabilità potenziale PdF mq Zona mq territoriale realizzabili mq mc/mq di alloggi TOTALE Zone C 45582,00 53706,00 99288,00 45129,60 141

Vetriolo_Zone B Zona Zona Totale Indice di numero dal da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mq mc/mq Zona B2 Vetriolo Centro 5057,00 0,00 5057,00 0,50 2528,50 8

54 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Zona Totale Indice di numero dal da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mq mc/mq Zona B1 Sterpaio 0,00 3557,00 3557,00 0,60 2134,20 7

Zona Zona Totale Indice di numero dal da edificabilità mc Zona potenziale Comparto PdF PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mq mc/mq Zona B5 Teverina 1 0,00 3198,00 3198,00 0,00 0,00 0

Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF fondiario realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq

55 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona B5 Teverina 2 0,00 14000,00 14000,00 0,00 0,00 0

Vetriolo zone B

Zona Zona da Indice di numero Totale mc dal PdF PUCG edificabilità potenziale Zona mq fondiario realizzabili mq mq mc/mq di alloggi

TOTALE Zone B 5057,00 20755,00 25812,00 4662,70 15

Vetriolo_Zone C Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF territoriale realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq Zona C4 Quartiere Parco Urbano 0,00 26145,00 26145,00 0,40 10458,00 33

56 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Zona da Totale Indice di numero dal edificabilità mc PUCG Zona potenziale Comparto PdF territoriale realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq Zona C3_PEEP loc. Sterpaio 0,00 19152,00 19152,00 0,45 8618,00 27

Zona Zona da Totale Indice di numero mc dal PdF PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto territoriale realizzabili mq mq mq mc/mq di alloggi Zona C2 loc. Seppellere 11115,00 12150,00 23265,00 0,45 10469,25 33

57 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Vetriolo zone C Zona Zona da Totale Indice di numero mc dal PdF PUCG Zona edificabilità potenziale territoriale realizzabili mq mq mq mc/mq di alloggi TOTALE Zone C 11115,00 57447,00 68562,00 29545,65 92

Castel Cellesi_Zone B

58 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Totale Indice di numero Zona dal da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mc/mq Zona B4 Repubblica 0,00 2134,00 2134,00 0,40 853,60 3

Zona Totale Indice di numero Zona dal da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mc/mq Zona B4 Castel Cellesi Centro 0,00 3276,00 3276,00 0,40 1310,40 4

59 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Totale Indice di numero Zona dal da mc Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq PUCG fondiario realizzabili mq di alloggi mq mc/mq Zona B4 Fraschini 1 0,00 4600,00 4600,00 0,40 1840,00 6

Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF fondiario realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq Zona B4 Fraschini 2 0,00 10631,00 10631,00 0,40 4252,40 13

60 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF fondiario realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq Zona B4 Fraschini 3 0,00 3159,00 3159,00 0,40 1263,60 4

Castel Cellesi zone B

Zona Zona da Totale Indice di numero dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale PdF fondiario realizzabili mq mq di alloggi mq mc/mq

TOTALE Zone B 0,00 23800,00 23800,00 9520,00 30

61 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Castel Cellesi_Zone C Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq territoriale realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona C2 Arboretaccio 0,00 15496,00 15496,00 0,45 6973,20 22

Zona da Totale Indice di numero Zona dal mc PUCG Zona edificabilità potenziale Comparto PdF mq territoriale realizzabili mq mq mc/mq di alloggi Zona C2 Castel Cellesi 2434,00 0,00 2434,00 0,45 1095,30 3

62 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Castel Cellesi zone C

Zona da Indice di numero Zona dal Totale mc PUCG edificabilità potenziale Comparto PdF mq Zona mq territoriale realizzabili mq mc/mq di alloggi

TOTALE Zone C 2434,00 15496,00 17930,00 8068,50 25

Alla luce dei dati sopra descritti avremo una situazione di riepilogo come di seguito riportata:

Riepilogo Generale

numero potenziale Località mc realizzabili di alloggi

Bagnoregio e loc. Capraccia 49481,40 155

Vetriolo 34208,35 107

Castel Cellesi 17588,50 55

TOTALE 101278,25 316

II) SISTEMA DELL’INDUSTRIA E DELL’ARTIGIANATO Obiettivi di sistema • Conferma e potenziamento degli attuali impianti estrattivi con verifica dei giacimenti effettivi e raffronto con il sistema vincolistico paesaggistico per un’attuazione consapevole e che porti al suo seguito gli interventi di mitigazione necessaria (vedi disciplina art.20 delle NTA); • Conferma e potenziamento degli attuali impianti produttivi con la presa di coscienza di nuclei produttivi mai pianificati, ma consolidati e la creazione di nuovi ambiti per la produzione capaci di sfruttare le risorse infrastrutturali comunali, ma soprattutto sovracomunali (vedi Tavola 2 del PUCG per il riscontro grafico sull’individuazione della fascia di espansione dell’insediamento produttivo in località “Capraccia” e per la definizione degli ambiti produttivi intorno al centro di Bagnoregio capoluogo);

63 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

• Conferma e potenziamento delle attuali fornaci (impianti compresi nelle zone di Vetriolo e Castel Cellesi); • Creazione delle possibilità per l’impianto di centri turistico-produttivi che riescano a sfruttare le peculiarità del territorio e possano finalmente dar giustizia ad un patrimonio che merita di essere vissuto a pieno regime con individuazione di zone specifiche in località Capraccia, Campolungo, Poggio Fabbrica e Poarinzi a sud di Castel Cellesi (definita come zona Ct - residenza a carattere esclusivamente turistico); • Promozione dell’utilizzo di forme di energia alternative; • Istituzione dell’ALBERGO DIFFUSO in ogni centro storico e abitato consolidato per potenziare i posti letto necessari per gli altri 100.000 visitatori/anno della Civita.

Di seguito si riportano gli interventi legati al sistema dell’industria e dell’artigianato distinti per ogni località.

Industria e Artigianato_Bagnoregio

1 Aree Produttive Urbane del Pontaccio e del Divino Amore

64 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

2 Aree Produttive Urbane del Pianaccio

3 Aree Produttive Urbane del Boschetto

65 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

4 Aree Produttive Estrattive di Ponzano

5 Aree Produttive Urbane di Monano

66 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Industria e Artigianato_Capraccia

6 Area Produttiva Capraccia

7 Area Produttiva Estrattiva del Palombaro

67 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Industria e Artigianato_Vetriolo

8 Artigianato locale e Antiche Fornaci di Vetriolo

9 Artigianato locale e Antiche Fornaci delle Voltinelle

68 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Industria e Artigianato_Castel Cellesi

10 Edilizia Turistico-Residenziale-Alberghiera di Poarinzi

III) SISTEMA TERZIARIO DIREZIONALE E COMMERCIALE Obiettivi di sistema • Definizione di ambiti commerciali adeguati alle aspettative del tessuto residenziale esistente e quello in previsione di progetto attraverso la concretizzazione di una maglia capillare di nuclei per il sostentamento degli equilibri economici interni; • Previsione di un upgrade adeguato alla nuova richiesta turistica; • Fusione della destinazione d’uso terziaria-commerciale-direzionale con la residenza in modo da poter creare un sistema integrato altamente performante. Per l’individuazione cartografica degli interventi relativi al sistema terziario direzionale e commerciale si fa riferimento direttamente alle tavole di Piano (Tavola 2_Tavola 3_Tavola 4). IV) SISTEMA DEI SERVIZI Obiettivi di sistema

69 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

• Potenziamento dell’Istituto Agrario; • Creazione di parcheggi (all’aria e interrati) e strutture turistiche al servizio di Civita di Bagnoregio nella zona della Ex Cantina Didattica; • Potenziamento e nuova definizione delle destinazioni d’uso per la creazione di un nodo di scambio con valenza anche turistica – zona piazzale Battaglini; • Potenziamento dell’attuale polo sportivo a valle di Vetriolo; • Conferma e potenziamento degli attuali cimiteri. Per l’individuazione cartografica degli interventi relativi al sistema dei servizi si fa riferimento direttamente alle tavole di Piano (Tavola 2_Tavola 3_Tavola 4).

V) SISTEMA DEL VERDE Obiettivi di sistema • Ridefinizione delle corrette zone del verde privato, peraltro esageratamente trascurato dal vecchio strumento di pianificazione • Nuova codifica normativa di attuazione per le zone a verde pubblico e sport con definizione di ambiti nuovi nati spontaneamente e tralasciati dalla disciplina antecedente il PUCG; • Definizione puntuale delle zone boscate per il potenziamento e l’ufficializzazione della sperimentazione della rete ecologica. Per l’individuazione cartografica degli interventi relativi al sistema del verde fa riferimento direttamente alle tavole di Piano (Tavola 2_Tavola 3_Tavola 4).

VI) SISTEMA DELL’AGRICOLTURA Obiettivi di sistema • Individuazione di 3 subsistemi che tengono conto della diversità naturalistica e morfologica del territorio in modo da definire discipline di settore a seconda della localizzazione precisa delle aree di progetto. Per l’individuazione cartografica degli interventi relativi al sistema dell’agricoltura si fa riferimento direttamente alle tavole di Piano (Tavola 2_Tavola 3_Tavola 4).

70 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

VII) SISTEMA DELLA MOBILITA’ Obiettivi di sistema • Creazione di un rafforzo sostanzioso alla Umbro-Casentinese che tenga in maniera solida l’ulteriore carico urbanistico dovuto alla nuova zona di espansione produttiva; • Individuazione di tracciati urbani per la risoluzione distributiva delle connessioni interne e/o locali; • Realizzazione di una variante all’abitato di Vetriolo (già prevista anche dal PRUSST degli Etruschi) che riesca a svincolare tale centro dal traffico pesante rendendolo sicuro e fruibile. Gli obiettivi sopra esposti possono essere tutti confutati sulle tavole di PUCG così da poter avere un riscontro pratico delle strategie attuate in fase di progettazione. Per l’individuazione cartografica degli interventi relativi al sistema della mobilità si fa riferimento direttamente alle tavole di Piano (Tavola 2_Tavola 3_Tavola 4).

2) Gli strumenti attuativi Nonostante le gravi lacune di uno strumento approssimativo come il PdF del 1973 abbiano mostrato più e più volte la necessità di un sistema di pianificazione moderno e completo, si è arrivati ad oggi continuando ad attuare quelle “ipotesi di sviluppo” avanzate nel lontano 1973. Citiamo di seguito (attraverso una sequenza cronologica) i processi di pianificazione attuativa che si sono susseguiti negli anni ed hanno delineato i tratti somatici della Bagnoregio del 2010. Piani attuativi Estremi di definizione del Piano Attuativo Estremi di individuazione temporale del Piano Attuativo Lottizzazione Valentini Angelo e Vittorio _ località Divino Delibera del C.C. n. 34 del 25_03_1972 Amore / in zona C2_B3 Lottizzazione Aviani Emidio / in zona C3 Delibera del C.C. n. 56 del 26_05_1972 Lottizzazione Divino Amore _ Graziotti / in zona C1/C2 Delibera del C.C. n. 54 del 30_04_1975 Lottizzazione loc. Trucinano _ Cucinotta Domenica / in Delibera del C.C. n. 26 del 08_11_1975 zona C1/C3 Lottizzazione Castello / in zona C2 Delibera del C.C. n. 25 del 12_03_1976

71 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

Lottizzazione le Renare / in zona C3 Delibera del C.C. n. 20 del 13_03_1976 Lottizzazione S.Francesco _ Quintarelli Giuliano e Delibera del C.C. n. 12 del 11_02_1978 Giorgio / in zona C2/B2 Lottizzazione Zona Artigianale / in zona D2 Delibera del C.C. n. 55 del 02_09_1977 Lottizzazione Giomini Anna Rita / in zona C1 Delibera del C.C. n. 24 del 10_03_1979 Lottizzazione Pianaccio _ eredi Mancini Gino e Giovanni / Delibera del C.C. n. 25 del 10_03_1979 in zona C2 Lottizzazione Aiarina / in zona C2 Delibera del C.C. n. 83 del 09_06_1984 Lottizzazione Piantata _ Paolucci Giancarlo / in zona C1 Delibera del C.C. n. 44 del 27_03_1985 Lottizzazione Capraccia _ Ceccariglia Genesio / in zona Delibera del C.C. n. 43 del 15_05_1987 C2 Lottizzazione Vetriolo _ Burla Mosciarello / in zona C2 Delibera del C.C. n. 14 del 21_06_2005

Lottizzazione Loc Pienzi _ in zona C1 Delibera del C.C. n. 40 del 27_09_2008

Lottizzazione Bel Poggio _ Vittorio Antisari / in zona C1 Delibera del C.C. n. 44 del 06_07_1976; Variante con Delibera del C.C. n. 11 del 05_02_1977; Variante con Delibera del C.C. n. 67 del 23_07_1982 Lottizzazione Arboretaccio _ in zona C2 Delibera del C.C. n. 41 del 27_09_2008

Zone PEEP Delibera del C.C. n. 29 del 13_12_1975

PIP Capraccia Delibera del C.C. n. 53 del 28_11_1997

Va specificato comunque che i processi attuativi sopraelencati hanno avuto un iter molto più complesso rispetto alla semplice approvazione con delibera; ogni dato inserito vuole definire una scansione temporale semplificata e si è evitato, in questa sede, di definire gli ulteriori passaggi relativi a varianti e vari aggiornamenti susseguitisi nel corso degli anni creando un intreccio quantomai contorto.

3) La struttura dell’abitato Lo scopo del PUCG è quello non solo di definire un nuovo apparato normativo, ma di precisarlo in funzione delle caratteristiche architettoniche e morfologiche dell’esistente, in questo modo si può pianificare un approccio puntuale che guida la normativa in maniera automatica e senza troppi intoppi, per questo motivo durante le fasi di pianificazione tecnica si è scelto (anche in funzione degli indirizzi definiti dall’amministrazione provinciale) di lasciarsi guidare dall’analisi specifica “edificio per edificio ” che è diventata 72 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99) poi tema principale di uno degli elaborati di piano; in ordine quindi ai principi sopra esposti si rimanda direttamente (per capire in maniera diretta e pratica il tipo di approfondimento a cui si è giunto) alla “Tavola 1a” in cui è possibile potersi confrontare con il dettaglio dei centri abitati - zone A e B rappresentate in scala 1:2.000 - con la specifica per ciascuna di: a) superfici e cubature, residenziali e non residenziali; vani-abitanti esistenti, unità immobiliari e tipologie tipiche locali; quantificazione dei permessi a costruire già concessi e non ancora utilizzati; b) attrezzature sociali, infrastrutture degli spazi pubblici e di uso pubblico esistente con la specifica, per questi ultimi, della dotazione per abitante.

4) Fabbisogno di aree a standards Di fronte alla definizione del fabbisogno di standards la LR 38/99, a riguardo di questo argomento, fa riferimento al D.M. 1444/68, ad ogni modo per confrontare il linguaggio degli standard con le porzioni di territorio pianificate va prima specificata la definizione di ogni zona omogenea che nel presente piano è stata rielaborata in funzione di una disciplina urbanistica moderna e all’avanguardia, orientata ad una sistematizzazione delle funzioni con possibilità di integrazione molto avanzate. Sono considerate zone territoriali omogenee, ai sensi e per gli effetti dell'art.17 della legge 6-8-1967, n. 765: A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi; B) le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondi`ria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a mc/mq 1,5; C) le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali la edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alla precedente lettera B); D) le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati;

73 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

E) le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui - fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C); F) le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale.

I RAPPORTI MASSIMI, TRA GLI SPAZI DESTINATI AGLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI E GLI SPAZI PUBBLICI O RISERVATI ALLE ATTIVITÀ COLLETTIVE, A VERDE PUBBLICO O A PARCHEGGI sono fissati in misura tale da assicurare per ogni abitante - insediato o da insediare - la dotazione minima, inderogabile, di mq 18 per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie. Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo appresso indicato: a) mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo; b) mq 2 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici poste e telegrafi, protezione civile, ecc.) ed altre; c) mq 9 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade; d) mq 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste dall'art. 18 della legge n. 765): tali aree - in casi speciali - potranno essere distribuite su diversi livelli. Ai fini dell'osservanza dei rapporti suindicati nella formazione del presente PUCG, si assume che, salvo diversa dimostrazione, ad ogni abitante insediato o da insediare facciamo corrispondere mediamente mq 106 di superficie lorda abitabile (pari a circa mc 320 vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a mq 5 (pari a circa mc 20 vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali ma strettamente connesse con le residenze (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.). LE QUANTITÀ MINIME DI SPAZI PUBBLICI O RISERVATI ALLE ATTIVITÀ COLLETTIVE, A VERDE PUBBLICO O A PARCHEGGI DA OSSERVARE IN RAPPORTO AGLI INSEDIAMENTI RESIDENZIALI NELLE SINGOLE ZONE TERRITORIALI OMOGENEE è soggetta, per le diverse zone territoriali omogenee, alle articolazioni e variazioni come appresso stabilite in rapporto alla diversità di situazioni obiettive.

74 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

1 - Zone A): nel caso del Comune di Bagnoregio avviene una compensazione di standard con le zone limitrofe al centro storico per motivi legati alla densità originaria degli edifici a carattere privato. 2 - Zone B): in questo caso specifico quando sia dimostrata l'impossibilità - detratti i fabbisogni comunque già soddisfatti – di raggiungere la predetta quantità minima di spazi su aree idonee, gli spazi stessi vanno reperiti entro i limiti delle disponibilità esistenti nelle adiacenze immediate, ovvero su aree accessibili tenendo conto dei raggi di influenza delle singole attrezzature e delle organizzazioni dei trasporti pubblici. Le aree che verranno destinate agli standard nell'ambito delle zone A) e B) sono state verificate, ai fini della determinazione delle quantità minime prescritte dall’art. 3 del D.M. 1444/68, in misura doppia di quella effettiva. 3 - Zone C): deve essere assicurata integralmente la quantità minima di spazi dedicati a standard. Nei comuni per i quali la popolazione prevista dagli strumenti urbanistici non superi i 10 mila abitanti, la predetta quantità minima di spazio può essere fissata in mq 12 dei quali mq 4 riservati alle attrezzature scolastiche di cui alla lettera a) dell'art. 3 del D.M. 1444/68. La stessa disposizione si applica agli insediamenti residenziali in comuni con popolazione prevista superiore a 10 mila abitanti, quando trattasi di nuovi complessi insediativi per i quali la densità fondiaria non superi mc/mq 1. Quando le zone C) siano contigue o in diretto rapporto visuale con particolari connotati naturali del territorio (quali coste marine, laghi, lagune, corsi d'acqua importanti; nonché singolarità orografiche di rilievo) ovvero con preesistenze storico-artistiche ed archeologiche, la quantità minima di spazio di cui al punto c) del art. 3 del D.M. 1444/68 resta fissata in mq 15: tale disposizione non si applica quando le zone siano contigue ad attrezzature portuali di interesse nazionale. 4 - Zone E): la quantità minima è stabilita in mq 6, da riservare complessivamente per le attrezzature ed i servizi di cui alle lettere a) e b) del precedente art. 3. 5 - Zone F): gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale - quando risulti l'esigenza di prevedere le attrezzature stesse - debbono essere previsti in misura non inferiore a quella appresso indicata in rapporto alla popolazione del territorio servito: 1,5 mq/abitante per le attrezzature per l'istruzione superiore all'obbligo (istituti universitari esclusi); 1 mq/abitante per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere;

75 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

15 mq/abitante per i parchi pubblici urbani e territoriali. Per il Comune di Bagnoregio, in funzione delle dimensioni di espansione previste dal presente piano, si ha una capacità insediativa corrispondente a circa 1.100 nuovi abitanti che hanno bisogno quindi di almeno di 13.200 mq (calcolando la quantità di standard individuata per comuni inferiori a 10.000 abitanti); se consideriamo una popolazione totale (stato di fatto + previsioni) pari a 4.799 unità dovremmo avere, per corrispondenza, una quantità di standard pari ad almeno 54.156 mq; tale dato risulta ampiamente soddisfatto dalla zonizzazione di progetto che integra notevolmente e corregge le “vecchie” zone dedicate a standard, basti pensare alla nuova zona a servizi di piazzale Battaglini (adeguatamente dimensionata e riprogettata per un ruolo di maggior rilievo) che ammonta ad una superficie pari a 51.788 mq; basta aggiungere gli altri 30.000 mq della zona a servizi in loc. San Francesco per verificare ampiamente i limiti previsti dalla normativa. Va specificato in questa sede che i dati sopra esposti esplicitano una verifica numerica che tralascia altre piccole situazioni puntuali comunque presenti nei centri del comune di Bagnoregio, a questo scopo non va dimenticato che il capoluogo è ricco di servizi integrati alla residenza come anche le stesse frazioni e località abitate; inoltre, nel conteggio appena effettuato, si è scelto volutamente di lasciar fuori le zone destinate “solo a verde”, questo proprio per una specifica intenzione di piano che vuole garanzie sugli spazi dedicati a veri e tangibili servizi (evitando così “individuazioni fantasma” di zone a verde lasciate abbandonate e/o inattuate).

5) L’attuazione – Fasi e tempi di attuazione Il presente PUCG ha efficacia fino agli aggiornamenti ed alle variazioni di cui all’articolo 34 della LR 38/99 (ai sensi dell’art. 35 della LR 38/99) e nello specifico: - Qualora si verifichino modifiche della normativa vigente o della pianificazione territoriale provinciale, ovvero sopravvengano ragioni che determinano la totale o parziale inattuabilità del PUCG o la necessità di miglioramenti dello stesso, ovvero decorra il termine di efficacia delle disposizioni programmatiche del PUCG, il comune procede all’aggiornamento o alla variazione delle disposizioni contenute nel PUCG, con le procedure previste dall’articolo 33 della LR 38/99, ma con i termini ridotti della metà per le disposizioni programmatiche e per le modifiche rese necessarie da variazioni della normativa vigente.

76 Provincia di Viterbo Comune di: BAGNOREGIO RELAZIONE GENERALE (P.U.C.G. ai sensi della L. R. 38/99)

- Gli aggiornamenti e le variazioni alle disposizioni strutturali del PUCG sono corredate da apposita relazione, che giustifichi la necessità della variazione stessa e da elaborati grafici. Le disposizioni concernenti interventi subordinati all’acquisizione pubblica di immobili privati o comportanti vincoli di destinazione e di inedificabilità hanno efficacia a tempo determinato della durata di cinque anni.

Il progettista Ing Alvaro Baffo

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