Relazioni tecniche monitoraggio fauna nei SIC provincia di Varese

INDICE

IT2010001 LAGO DI GANNA...... 43 IT2010002 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA...... 57 IT2010003 VERSANTE NORD DEL CAMPO DEI FIORI ...... 73 IT2010004 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI...... 89 IT2010005 MONTE MARTICA ...... 103 IT2010006 LAGO DI BIANDRONNO ...... 119 IT2010007 PALUDE BRABBIA...... 133 IT2010008 LAGO DI COMABBIO...... 151 IT2010009 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA ...... 163 IT2010010 BRUGHIERA DEL VIGANO...... 177 IT2010011 PALUDI DI ARSAGO ...... 191 IT2010012 BRUGHIERA DEL DOSSO...... 205 IT2010013 ANSA DI CASTELNOVATE...... 225 IT2010014 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE...... 247 IT2010015 PALUDE BRUSCHERA ...... 271 IT2010016 VAL VEDDASCA...... 285 IT2010017 PALUDE BOZZA MONVALLINA...... 303 IT2020007 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE ...... 321

PREMESSA

Natura 2000 è una rete di zone naturali protette dell'UE, il cui obiettivo è la tutela delle principali aree naturali, degli habitat e delle specie di fauna e flora che denotano i maggiori problemi di conservazione. La base legislativa di questo programma di conservazione è costituita da due direttive: • La Direttiva “Uccelli” 79/409/EEC, con la quale si individuano 181 specie vulnerabili di uccelli da assoggettare a tutela rigorosa e i siti di maggior interesse per questi animali, quindi da porre sotto regime di protezione. Questi siti sono definiti Zone di Protezione Speciale o ZPS; gli Stati membri selezionano e designano le zone di protezione speciale (ZPS) la cui identificazione e delimitazione deve basarsi interamente su criteri scientifici. • La Direttiva “Habitat” 92/43/EEC, con la quale si individuano 200 tipi di habitat, quasi 200 specie animali e più di 500 specie vegetali, definiti di importanza comunitaria e che necessitano di particolari misure di conservazione. Lo strumento indicato per giungere alla conservazione di questi elementi è la proposta da parte degli stati membri di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che poi verranno ufficializzati dall’Unione Europea come Zone Speciali di Conservazione. Questa direttiva, adottata nel 1992, anno del vertice di Rio sull’ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della biodiversità. Si tratta di habitat la cui distribuzione naturale è molto ridotta o gravemente diminuita sul territorio comunitario come torbiere, brughiere, dune, habitat costieri o di acque dolci. Tra le specie di interesse comunitario figurano quelle minacciate o in via di estinzione, oltre ad alcuni endemismi. Le Zone di Protezione Speciale e le Zone Speciali di Conservazione andranno a costituire la Rete Natura 2000. La conservazione a lungo termine di tali specie e habitat, per quanto importanti, non può essere conseguita proteggendo nicchie naturali isolate. Istituendo una rete di siti che abbraccia l'intera distribuzione di questi habitat e di queste specie, Natura 2000 punta ad essere una rete viva e dinamica per assicurarne la conservazione. A questo proposito è da sottolineare che l’acquisizione di conoscenze è un processo indispensabile nell’ambito della gestione delle risorse naturali. In particolar modo, nel contesto della pianificazione degli interventi finalizzati alla conservazione di specie rare e minacciate (specie inserite in allegato II e in allegato IV della Direttiva “Habitat”) risulta di fondamentale importanza la raccolta dei “dati di base” sulla presenza delle specie e sulla loro distribuzione, parametri indispensabili per valutare lo status delle popolazioni e quindi per programmare gli eventuali e conseguenti interventi gestionali. È anche con questa finalità che Istituto Oikos Onlus è stato incaricato dalla Provincia di Varese di svolgere il monitoraggio della fauna, in particolare delle specie incluse nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva “Habitat”) nei siti di importanza comunitaria (SIC) della provincia di Varese.

1

ELENCO DEI SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA (SIC) PER I QUALI SONO STATE SVOLTE LE INDAGINI BIBLIOGRAFICHE E I MONITORAGGI FAUNISTICI E STRUTTURAZIONE DELLE SCHEDE DI SINTESI

Tra i 18 SIC presenti in provincia di Varese, esclusivamente sui popolamenti faunistici (Invertebrati, Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi), è stata effettuata un’indagine bibliografica, operando una sintesi dei dati esistenti in letteratura (vedi database bibliografico in allegato nel CD e il paragrafo “Bibliografia” in ogni singola scheda per SIC) e, successivamente, ove ritenute insufficienti e/o non aggiornate le informazioni bibliografiche, effettuando dei monitoraggi mirati sul campo. La seguente lista elenca i SIC della provincia di Varese, sui quali è stata effettuata l’indagine bibliografica e i monitoraggi faunistici:

1. IT2010001 – Lago di Ganna

2. IT2010002 – Monte Legnone e Chiusarella

3. IT2010003 – Versante Nord del Campo dei Fiori

4. IT2010004 – Grotte del Campo dei Fiori

5. IT2010005 – Monte Martica

6. IT2010006 – Lago di Biandronno

7. IT2010007 – Palude Brabbia

8. IT2010008 – Lago di Comabbio

9. IT2010009 – Sorgenti del Rio Capricciosa

10. IT2010010 – Brughiera del Vigano

11. IT2010011 – Paludi di Arsago

12. IT2010012 – Brughiera del Dosso

13. IT2010013 – Ansa di Castelnovate

14. IT2010014 – Turbigaccio, Boschi di Castelletto e Lanca di Bernate

15. IT2010015 – Palude Bruschera

16. IT2010016 – Val Veddasca

17. IT2010017 – Palude Bozza-Monvallina

18. IT2020007 – Pineta Pedemontana di Appiano Gentile

Di seguito nella presente relazione vengono riportate le singole schede compilate per ciascun SIC contenenti i risultati delle indagini finalizzate alla raccolta bibliografica e 2 ai monitoraggi della fauna. Ciascuna scheda in generale riporta, ove applicabili, i seguenti dati:

1. ASSETTO TERRITORIALE

Cartografia CTR e ortofoto di riferimento. Superficie del SIC. Breve inquadramento geografico. Eventuale inserimento, totale o parziale, del SIC in aree protette. Comuni interessati dalla presenza del SIC. Accessi viabilistici al SIC.

2. ASSETTO FAUNISTICO

Elenco delle specie rinvenute. Dettaglio dei metodi di monitoraggio impiegati (ove effettuati).

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

In questo paragrafo, ove applicabile, viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC in relazione alle tipologie di habitat, alla quota e ai diversi fattori ambientali che influiscono sulla presenza e sulla distribuzione delle singole specie. Motivazione: viene esplicitata la motivazione che ha portato all’individuazione delle specie potenziali proposte. Commento all’aggiornamento dell’elenco: in relazione ai dati acquisiti viene brevemente commentata la checklist aggiornata dei singoli gruppi sistematici presenti nel SIC.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

Descrizione: viene descritta la zoocenosi per gruppo sistematico evidenziata con il campionamento e/o l’indagine bibliografica. Classe di abbondanza stimata. Rappresentatività della zoocenosi rilevata. Stato di conservazione della stessa. Possibilità di ripristino: nel caso di evidenti problematiche connesse con la conservazione della zoocenosi. Valutazione globale.

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

3

Vengono esplicitati eventuali problematiche, dirette o indirette, che possono mettere a rischio la conservazione della fauna, evidenziando particolarmente: - fenomeni e attività nel sito; - fenomeni e attività nell’area circostante il sito; - vulnerabilità complessiva delle specie.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

Vengono definiti obiettivi e proposte azioni al fine di fornire adeguati orientamenti gestionali e linee guida per la gestione delle singole specie.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Di seguito vengono inoltre riportate alcune osservazioni di carattere generale, riferibili all’intera rete dei SIC provinciali, relativamente ai popolamenti faunistici. Per maggiori dettagli si rimanda agli specifici paragrafi delle schede di dettaglio per ciascun SIC.

4

CONSIDERAZIONI GENERALI SUI POPOLAMENTI FAUNISTICI DEI SIC PROVINCIALI

MAMMALOFAUNA

All’interno del sistema dei SIC della provincia di Varese, si rinvengono complessivamente 16 specie di Mammaiferi di interesse comunitario, inserite in Allegato II della Direttiva Habitat (Tabella 1).

Tabella 1. Numero di specie di mammiferi di interesse comunitario presenti in ciascuno dei SIC provinciali.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI GANNA 2010001 13 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA 2010002 13 VERSANTE NORD CAMPO DEI FIORI 2010003 13 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI 2010004 13 MONTE MARTICA 2010005 14 LAGO DI BIANDRONNO 2010006 6 PALUDE BRABBIA 2010007 3 LAGO DI COMABBIO 2010008 2 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA 2010009 2 BRUGHIERA DEL VIGANO 2010010 5 PALUDI DI ARSAGO 2010011 6 BRUGHIERA DEL DOSSO 2010012 4 ANSA DI CASTEL NOVATE 2010013 4 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE 2010014 1 PALUDE BRUSCHERA 2010015 3 VALLE VEDDASCA 2010016 7 PALUDE BOZZA – MONVALLINA 2010017 2 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 6

5

UCCELLI

All’interno del sistema dei SIC della provincia di Varese, si rinvengono complessivamente 40 specie di uccelli di interesse comunitario, inserite in Allegato I della Direttiva 79/409/CEE (Tabella 2).

Tabella 2. Numero di specie di uccelli di interesse comunitario presenti in ciascuno dei SIC provinciali.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI GANNA 2010001 4 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA 2010002 6 VERSANTE NORD CAMPO DEI FIORI 2010003 6 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI 2010004 4 MONTE MARTICA 2010005 4 LAGO DI BIANDRONNO 2010006 28 PALUDE BRABBIA 2010007 32 LAGO DI COMABBIO 2010008 2 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA 2010009 2 BRUGHIERA DEL VIGANO 2010010 2 PALUDI DI ARSAGO 2010011 5 BRUGHIERA DEL DOSSO 2010012 2 ANSA DI CASTEL NOVATE 2010013 3 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE 2010014 4 PALUDE BRUSCHERA 2010015 9 VALLE VEDDASCA 2010016 13 PALUDE BOZZA – MONVALLINA 2010017 22 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 4

ANFIBI E RETTILI

All’interno del sistema dei SIC della provincia di Varese, si rinvengono complessivamente 2 specie di anfibi (Rana latastei e Pelobates fuscus insubricus) e 1 specie di rettili (Emys orbicularis) di interesse comunitario, inseriti in Allegato II della Direttiva Habitat (Tabella 3).

Tabella 3. Numero di specie di anfibi e rettili di interesse comunitario presenti in ciascuno dei SIC provinciali.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI GANNA 2010001 1 anfibi - 0 rettili MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA 2010002 0 anfibi - 0 rettili

6

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario VERSANTE NORD CAMPO DEI FIORI 2010003 1 anfibi – 0 rettili GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI 2010004 0 anfibi – 0 rettili MONTE MARTICA 2010005 0 anfibi – 0 rettili LAGO DI BIANDRONNO 2010006 1 anfibi – 0 rettili PALUDE BRABBIA 2010007 1 anfibi – 0 rettili LAGO DI COMABBIO 2010008 0 anfibi – 0 rettili SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA 2010009 0 anfibi – 0 rettili BRUGHIERA DEL VIGANO 2010010 0 anfibi – 0 rettili PALUDI DI ARSAGO 2010011 1 anfibi – 0 rettili BRUGHIERA DEL DOSSO 2010012 1 anfibi – 0 rettili ANSA DI CASTEL NOVATE 2010013 1 anfibi – 0 rettili TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE 2010014 1 anfibi – 1 rettili PALUDE BRUSCHERA 2010015 1 anfibi – 0 rettili VALLE VEDDASCA 2010016 0 anfibi – 0 rettili PALUDE BOZZA – MONVALLINA 2010017 0 anfibi – 0 rettili PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 0 anfibi – 0 rettili

Oltre alle specie di interesse comunitario, nei SIC provinciali sono presenti 8 specie di anfibi (Bufo bufo, Hyla intermedia, Hyla arborea, Rana dalmatina, Rana temporaria, Salamandra salamandra, Triturus carnifex, Triturus vulgaris) e 12 specie di rettili (Anguis fragilis, Coluber viridiflavus, Coronella austriaca, Elaphe longissima, Lacerta bilineata, Lacerta viridis, Natrix natrix, Natrix tessellata, Podarcis muralis, Podarcis sicula, Vipera aspis, Zootoca vivipara).

PESCI

Il sistema dei 18 SIC provinciali monitorati si caratterizza per essere rappresentativo di tutte le diverse tipologie di ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti nella Provincia di Varese. In tali siti si ritrovano infatti: • Corsi d’acqua di carattere torrentizio, colonizzati da popolazioni numerose di trota fario e della sua specie accompagnatrice, lo scazzone (Cottus gobio), quest’ultima inserita nell’Allegato II della Direttiva 43/92/CEE. • Ambienti di risorgiva, che mantengono buone condizioni di naturalità e sono abitati da popolazioni ben strutturate di gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes) e/o da popolazioni di pesci tipici di questi ambienti, come vairone (Leuciscus souffia), scazzone, sanguinerola (Phoxinus phoxinus), gobione (Gobio gobio). • Piccoli laghi prealpini di pianura, colonizzati da numerose specie ittiche autoctone, come pesce persico (Perca fluviatilis), anguilla (Anguilla anguilla), scardola (Scardinius erythrophthalmus), tinca (Tinca tinca), carpa (Cyprinus carpio), luccio (Esox lucius), ghiozzo padano (Padogobius martensii), triotto 7

(Rutilus aula) e cobite comune (Cobitis taenia), unica specie di interesse comunitario presente; e dove non mancano nemmeno numerosi esotici, tra cui alcuni anche profondamente invasivi, come il siluro (Silurus glanis). • Grandi laghi prealpini, ricchi di specie autoctone, tra cui alcune di interesse comunitario, come: l’agone (Alosa fallax), il barbo comune (Barbus plebejus), la trota marmorata (Salmo marmoratus) o il pigo (Rutilus pigus), ma anche di specie esotiche, come il lucioperca (Sander lucioperca), il persico trota (Micropterus salmoides), il persico sole (Lepomis gibbosus) o il rutilo (noto anche come “gardon”, Rutilus rutilus). • Grandi fiumi di alta pianura, nella fattispecie il sublacuale, abitato da una grande varietà di specie ittiche, tra cui anche il rarissimo storione cobice (Acipenser naccarii), inserito in Allegato II della Direttiva Habitat e segnalato come specie prioritaria. Nello stesso fiume si ritrovano altre specie di interesse comunitario come barbo canino (Barbus meridionalis), barbo comune, lasca (Chondrostoma genei), savetta (Chondrostoma soetta), lampreda padana (Lethenteron zanandreai), pigo e trota marmorata.

Complessivamente, all’interno del sistema dei SIC della provincia di Varese, si rinvengono ben 13 specie ittiche di interesse comunitario. L’ambiente che risulta esserne maggiormente ricco è il Fiume Ticino sublacuale, con la sua rete idrica collegata, fatta di canali, rogge e corsi d’acqua di risorgiva, in cui si ritrovano dalle 10 alle 11 specie inserite in Allegato II della Direttiva Habitat (Tabella 4).

Tabella 4. Numero di specie ittiche di interesse comunitario presenti in ciascuno dei SIC provinciali.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI GANNA 2010001 2 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA 2010002 1 VERSANTE NORD CAMPO DEI FIORI 2010003 1 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI 2010004 1 MONTE MARTICA 2010005 1 LAGO DI BIANDRONNO 2010006 1 PALUDE BRABBIA 2010007 1 LAGO DI COMABBIO 2010008 1 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA 2010009 2 BRUGHIERA DEL VIGANO 2010010 0 PALUDI DI ARSAGO 2010011 0 BRUGHIERA DEL DOSSO 2010012 10 ANSA DI CASTEL NOVATE 2010013 11 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE 2010014 11 PALUDE BRUSCHERA 2010015 1 VALLE VEDDASCA 2010016 4 PALUDE BOZZA – MONVALLINA 2010017 4 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 0

8

I dati raccolti su specie ittiche e ambienti acquatici presenti nei SIC hanno fatto emergere una serie di elementi di criticità e di minaccia a carico dei popolamenti ittici, riassumibili nelle seguenti tipologie; • alterazione dell’alveo e delle sponde di corsi d’acqua; • interruzione della continuità fluviale che impedisce la percorribilità da parte dei pesci; • interrimento progressivo di zone paludose; • diffusione incontrollata di specie esotiche invasive, come il siluro (Silurus glanis) o il rutilo (Rutilus rutilus), capaci di innescare rapporti di predazione e competizione di nicchia, oltre che di inquinamento genetico – come nel caso del rutilo – con le specie ittiche autoctone; • informazioni spesso lacunose e/o datate sulla struttura demografica e il trend attuale delle popolazioni ittiche.

Le indicazioni gestionali suggerite, che emergono da ciascun caso, prevedono innanzitutto un approfondimento delle conoscenze sullo stato attuale delle popolazioni ittiche, in particolare di quelle di interesse comunitario e insieme: • il monitoraggio e la caratterizzazione delle alterazioni dell’habitat acquatico all’interno dei SIC; • il ripristino della percorribilità dei fiumi, nei punti di discontinuità; • la rinaturalizzazione degli ambienti acquatici secondo tecniche di ingegneria naturalistica; • il contenimento delle specie ittiche esotiche invasive; • la manutenzione periodica degli ambienti paludosi in interrimento; • la sensibilizzazione del pubblico al tema della conservazione dell’ittiofauna autoctona, attraverso sia azioni di informazione in loco (cartellonistica, visite guidate), sia programmi di educazione ambientale nelle scuole.

INVERTEBRATI

All’interno del sistema dei SIC della provincia di Varese, si rinvengono complessivamente 10 specie di invertebrati (Austropotamobius pallipes, Cerambyx cerdo, Coenonympha oedippus, Euphydryas aurinia, Euplagia quadripunctaria, Graphoderus bilineatus, Lucanus cervus, Lycaena dispar, Osmoderma eremita, Oxygastra curtisi) di interesse comunitario. inseriti in Allegato II della Direttiva Habitat (Tabella 5).

9

Tabella 5. Numero di specie di invertebrati di interesse comunitario presenti in ciascuno dei SIC provinciali.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI GANNA 2010001 1 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA 2010002 4 VERSANTE NORD CAMPO DEI FIORI 2010003 4 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI 2010004 4 MONTE MARTICA 2010005 4 LAGO DI BIANDRONNO 2010006 1 PALUDE BRABBIA 2010007 4 LAGO DI COMABBIO 2010008 0 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA 2010009 3 BRUGHIERA DEL VIGANO 2010010 2 PALUDI DI ARSAGO 2010011 3 BRUGHIERA DEL DOSSO 2010012 2 ANSA DI CASTEL NOVATE 2010013 3 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE 2010014 5 PALUDE BRUSCHERA 2010015 2 VALLE VEDDASCA 2010016 5 PALUDE BOZZA – MONVALLINA 2010017 2 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 1

Oltre alle specie di interesse comunitario, devono essere segnalate, nei SIC provinciali, altre 11 specie di particolare interesse: Anonchus mirabilis, Apatura ilia, Chlaenius sulcicollis, Duvalius ghidinii, Halalaimus stammeri, Lycaeides argyrognomon, Maculinea alcon, Maculinea arion, Nehalennia speciosa, Parnassius apollo e Pholidoptera litoralis insubrica.

10

MONITORAGGIO DIRETTO DI CHIROTTERI IN ALCUNI SIC PROVINCIALI

Esclusivamente per i seguenti SIC provinciali, sono stati effettuati rilievi di campo: - IT2010006 – Lago di Biandronno - IT2010011 – Paludi di Arsago - IT2010015 – Palude Bruschera - IT2010016 – Val Veddasca In relazione a tali territori, sono state campionate complessivamente 7 specie inserite in Allegato II della Direttiva Habitat (Tabella 1), a cui si possono aggiungere ulteriori 4 specie ritenute potenzialmente presenti.

Tabella 1. Numero di specie di chirotteri di interesse comunitario presenti nei SIC provinciali campionati.

N° specie di interesse Nome del SIC Codice SIC comunitario LAGO DI BIANDRONNO 2010006 0 PALUDI DI ARSAGO 2010011 0 PALUDE BRUSCHERA 2010015 0 VALLE VEDDASCA 2010016 3 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE 2020007 4

Di seguito vengono riportate le schede sintetiche relativamente al monitoraggio dei chirotteri, per i 4 SIC sopra elencati.

11

MONITORAGGIO CHIROTTERI - IT2010006 “Lago di Biandronno”

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c4; A4c5 ORTOFOTO (IT2000): 074130 SUPERFICIE SIC (ha): 134,4 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il SIC denominato “Lago di Biandronno” è localizzato in una depressione approssimativamente subcircolare di circa 1 km di diametro. Essa è separata dall’estremità occidentale del Lago di Varese da una stretta dorsale, mentre sui restanti lati è delimitata da rilievi collinari e piane sopraelevate. La denominazione del toponimo (Lago di Biandronno) appare forse oggi obsoleta, visto che il sito coincide praticamente con una area a vegetazione palustre. Nel sito sono presenti alcuni laghi interni non interconnessi da canali superficiali. Lo specchio d’acqua più grosso, localizzato nel settore nord- occidentale, deriva dalle attività di escavazione della torba, mentre il raggruppamento di specchi minori nella parte centrale rappresenterebbe quel che rimane dell’antico “Lago di Biandronno” in seguito ai processi di interramento della vegetazione. È stato individuato un solo emissario, la Roggia Gatto, che defluisce verso il Lago di Varese. Non ci sono immissari: gli apporti idrici deriverebbero da precipitazioni dirette sulla palude (circa il 60%) e da scorrimento superficiale e sotterraneo della acque cadute sul bacino all’esterno della palude (UGGERI, 1999). INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Riserva Naturale “Lago Di Biandronno” COMUNI INTERESSATI: Bardello, Biandronno, Bregano ACCESSI: non esistono attraversamenti trasversali dell’area, anche perché il regime di protezione proibisce la frequentazione dell’area. Vi sono tuttavia alcune tracce determinate dal passaggio preferenziale di chi comunque fa ingresso nell’area. La traccia più evidente è quella che parte dall’estremità meridionale dell’area (Comune di Biandronno) dirigendosi verso i corpi d’acqua centrali (il cosiddetto “occhio”). Un secondo accesso è quello che, lungo un canale collocato tra Bardello e Bregano porta verso il grosso specchio d’acqua artificiale.

2. ASSETTO FAUNISTICO: CHIROTTEROFAUNA CAMPIONATA

SPECIE RINVENUTE: Nessuna mediante campionamento diretto. Sette contatti mediante rilevatore di ultrasuoni, attribuibili a pochi individui di due specie distinte: pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato.

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati può essere ricondotta alle seguenti fasi: • Campionamento diretto mediante il posizionamento di reti mistnet nei siti potenziali di abbeverata e/o foraggiamento (lanche del fiume e pozze di acqua con flusso laminare); • Indagini bioacustiche mediante punto d’ascolto nei siti di foraggiamento e/o abbeverata. La scelta dei siti dove allestire le stazioni di campionamento e i punti d’ascolto è stata operata a seguito di sopralluoghi all’interno del territorio del SIC e nelle aree immediatamente circostanti, finalizzati a selezionare le migliori aree presso le quali ottenere una ottimizzazione dello sforzo di campionamento, scegliendo cioè le zone per le quali, per lo meno da un punto di vista potenziale, i successi di cattura potessero apparire elevati in relazione alle caratteristiche ambientali del sito stesso.

12

È da sottolineare che, per quanto concerne i chirotteri, specie dotate di ampie capacità di spostamento in volo quindi per nulla limitate negli spostamenti dalle barriere fisiche che normalmente impediscono la dispersione di molte specie terrestri, la scelta di siti ottimali per le catture nelle immediate vicinanze dei confini del SIC costituiscono una scelta più idonea rispetto a siti all’interno del SIC ma meno adatti al fine dell’ottimizzazione dei campionamenti.

CATTURE Le catture degli animali vengono effettuate attraverso l’utilizzo di reti mistnet (reti a velo) in nylon a filo ritorto e con maglia da 20 mm in corrispondenza di corpi d’acqua a scorrimento laminare che sono utilizzati dai chirotteri come siti di abbeverata e/o di foraggiamento. Ogni rete ha una lunghezza pari a 3, 5, 7, 7.5 o 10 m ed è formata da 5 tasche di 60 cm di altezza ciascuna (Figura 1).

Figura 1 – Disegno schematico che rappresenta il posizionamento di una rete mistnet su un corso d’acqua e il dettaglio delle tasche (disegno di R. Chirichella).

Le 4 reti (per un totale di 24 metri lineari) sono state posizionate nei pressi dell’abitato di Bregano lungo il canale che corre nella porzione orientale del territorio del SIC; queste sono state costantemente controllate al fine di lasciare gli animali eventualmente catturati meno tempo possibile in rete evitando così eccessivo stress e minimizzando le possibilità di fuga in relazione all’apertura di fori nella rete a seguito della masticazione dei fili operata dall’animale.

13

REGISTRAZIONE DEGLI IMPULSI ULTRASONORI La registrazione degli ultrasuoni è stata effettuata presso la postazione di cattura (Bregano) utilizzando un dispositivo in grado di abbassare la frequenza dell’emissione ultrasonora, denominato bat detector (D - 980 Ultrasound detector, Pettersson Elektronik AB; Pettersson, 1999) (Figura 2) in modo da renderla udibile per l’orecchio umano, convertendola cioè in un intervallo di frequenza compreso tra 20 Hz e 20 kHz. Le registrazioni sono state effettuate, utilizzando un microfono per ultrasuoni Pettersson Elektronik AB serie D – 900, in modalità time expansion. È stata utilizzata tale tecnica poiché essa è completa e in grado di fornire un quadro informativo piuttosto esauriente: è infatti l’unico sistema di trasduzione in grado di mantenere le informazioni legate alle componenti armoniche del segnale (Martinoli e Preatoni, 1999).

Figura 2 - Bat detector D – 980 (Foto da Petterssn Elektronik)

Il sistema time expansion L’operazione dell’espansione dei tempi equivale ad una registrazione convenzionale e ad una riproduzione della stessa a velocità ridotta; nel caso particolare del bat detector D – 980 il segnale ultrasonoro viene discretizzato (campionato) in campioni digitali spaziati in modo uniforme nel tempo e le informazioni sono immagazzinate su una memoria digitale (Pettersson, 1999). La procedura di espansione temporale, svolta automaticamente dall’apparecchio, prevede l’inserimento, tra un campione ed il successivo, di nove ulteriori campioni con valore nullo: la scala temporale risulta di conseguenza espansa di 10 volte rispetto all’originale. Il bat detector D – 980, in modalità time expansion può registrare a scelta intervalli temporali di 3 o 12 secondi; questo sistema può operare in modalità automatica, attivandosi in seguito ad un segnale di ampiezza superiore ad una soglia fissata dall’operatore, oppure può essere attivato manualmente, memorizzando i 3 secondi di segnale immediatamente precedenti l’intervento dell’operatore attraverso il pulsante “stop”. Nel presente lavoro si è operato in modalità manuale.

14

Digitalizzazione dei dati I campioni audio sono stati digitalizzati in modo da renderne possibile un’analisi quali-quantitativa delle caratteristiche al calcolatore. Questa operazione è stata effettuata direttamente in campo tramite l’uso di un Personal Computer portatile IBM-compatibile, equipaggiato con una scheda audio Compaq ESS 1689 (compatible Creative Sound Blaster AWE 32) e si è operato al massimo della risoluzione consentita dall’hardware (44100 campioni al secondo, con 16 bit di risoluzione). Spesso si è reso necessario registrare più volte su calcolatore l’intervallo di 3 secondi campionato dal bat detector, in modo da ottenere una registrazione digitale con livelli di volume ideali; si sono così ottenuti dei campioni contenenti spesso più ripetizioni della stessa emissione. Il formato di tali campioni é RIFF – WAVE (Microsoft PCM), codificati a 16 bit così da discretizzare il segnale su 65.536 livelli. Infatti l’errore massimo (percepibile come aumento di rumore) è minore quanto più piccolo è l’intervallo di quantizzazione usato e, codificando il segnale con un numero elevato di bit, il rumore aggiunto dal processo di quantizzazione risulta minore. La digitalizzazione dei segnali è stata condotta con una frequenza di 44.1 kHz. Per il teorema del campionamento quindi, l’ampiezza di banda utile del segnale corrisponde a 22.05 kHz, ovvero a metà della frequenza di campionamento. Tale ampiezza risulta appropriata ai fini dell’analisi poiché comprende in pratica lo spettro di emissione di tutte le specie presenti sul territorio italiano. Stazioni d’ascolto Contemporaneamente alle sessioni di cattura (vedi paragrafo precedente) è stata allestita anche una stazione di ascolto per la durata di circa 3 ore (21.00-24.00, periodo di massima contattabilità), con lo scopo di ottenere una stima dell’abbondanza di chirotteri delle diverse zone indagate (indagine quantitativa) e con la finalità, inoltre, di ottenere registrazioni digitali in formato *.wav utili per una discriminazione a livello specifico o generico (indagine qualitativa). I contatti sono stati registrati mediante l’utilizzo di un rilevatore di ultrasuoni Petterson D - 980 in modalità divisione di frequenza su postazione fissa, posizionando il microfono in direzione dell’area prescelta. L’archiviazione dei dati ultrasonori è stata effettuata registrando immediatamente l’ultrasuono su computer portatile in formato *.wav.

Analisi dei campioni Le misure considerate, effettuate sui segnali digitalizzati (Figura 3), sono: - Frequenza iniziale (fstart) - Frequenza massima (fmax) - Frequenza minima (fmin) - Frequenza alla massima intensità (fmaxint) - Frequenza finale (fend) - Frequenza a metà impulso (ft1/2) Tutti i parametri considerati sono espressi in kilohertz (kHz). Per l’evidenziazione della frequenza alla massima intensità è stato spesso necessario ricorrere alla visualizzazione del segnale tramite spettro di potenza (power spectrum nel menu “analysis” o nella toolbar) (Figura 4).

15

Figura 3 - Impulso sottoposto ad analisi (Pipistrellus kuhlii)

Figura 4 - Esempio di spettro di potenza di un singolo impulso (Barbastella barbastellus).

Si è operata inoltre una categorizzazione morfologica degli impulsi prendendo spunto da quanto proposto da De Oliveira (1998) (Tabella 1).

16

Tabella 1 - Classificazione morfologica degli impulsi (da de Oliveira modificato).

L’analisi dei campioni così effettuata permette di arrivare alla classificazione di specie o gruppi di specie. Per quanto concerne i gruppi di specie rilevati (piccoli Myotis; grandi Myotis-Eptesicus-nottole; Plecotus sp; Pipistrello albolimbato-Pipistrello di Savi) i dati rilevati sono stati utilizzati per definire, congiuntamente ad altre valutazioni (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”), un elenco il più possibile dettagliato di specie di presenza potenziale. Per ciascuna specie è stata inoltre fornita una “probabilità stimata di presenza” (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”).

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

In questo paragrafo viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC indagato in relazione alle tipologie di habitat, alla quota, alla disponibilità di idonei siti di rifugio (grotte, alberi vecchi con fessurazioni e cavità, ecc) e in relazione ai dati ultrasonori rilevati mediante bat detector. Viene altresì esplicitata una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata) in relazione ai dati bioacustici rilevati nel SIC durante la presente indagine, ai dati biogeografici noti per le specie, cioè valutando criticamente la probabile presenza nel SIC in relazione alla distribuzione della specie nelle aree limitrofe al SIC stesso e, in subordine, alla presenza della specie in Lombardia, all’abbondanza della stessa e alle sue caratteristiche ecologiche (stenoecia/euriecia). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza VESPERTILIO DI BECHSTEIN – Myotis bechsteinii Bassa VESPERTILIO DI DAUBENTON - Myotis daubentonii Alta VESPERTILIO MUSTACCHINO – Myotis mystacinus Media VESPERTILIO SMARGINATO – Myotis emarginatus Media VESPERTILIO DI NATTERER – Myotis nattereri Media PIPISTRELLO ALBOLIMBATO - Pipistrellus kuhlii Alta ORECCHIONE BRUNO – Plecostus auritus Media

17

MOTIVAZIONE È innanzitutto da premettere che le peculiarità ambientali di questo SIC, caratterizzato dalla presenza quasi esclusiva di habitat palustre con qualche specchio d’acqua libera e poche zone boscate, ne evidenziano il ruolo marginale per la chirotterofauna, facendo quasi certamente escludere il sito dalle aree di potenziale presenza di roost, e limitando l’interesse del SIC ad area di utilizzo, da parte dei chirotteri, ai soli fini trofici (elevata presenza di insetti). In relazione alle tipologie ambientali presenti, è probabilmente da indicare quale specie di presenza potenziale vespertilio di Daubenton, che generalmente utilizza come aree di foraggiamento le zone umide e che è stato segnalato in aree limitrofe come pure pipistrello albolimbato che, probabilmente, è stato anche contattato tramite rilevatore di ultrasuoni. In relazione alla caratteristiche ambientali dell’area ed alle segnalazioni in aree limitrofe (vedi database bibliografico), sono da indicare come specie a probabilità media di presenza vespertilio mustacchino, vespertilio smarginato, vespertilio di Natterer e orecchione bruno, specie presenti nel vicino Parco Regionale del Campo dei Fiori. Vespertilio di Bechstein, specie presente nel limitrofo Parco Regionale del Campo dei Fiori, è indicato con minor probabilità in relazione alla tipologia di habitat e alla rarità della specie.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO: È difficile interpretare qualitativamente e quantitativamente i dati raccolti in comparazione a dati pregressi in quanto non sono stati condotti studi analoghi nel presente SIC.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI A CHIROTTERI

DESCRIZIONE: Nel presente SIC si evidenzia la presenza di animali in numero molto ridotto (solamente sette contatti rilevati con ultrasuoni, attribuibili a pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato, e nessuna cattura), individui probabilmente in attività di foraggiamento. Il SIC non rappresenta un’area ad elevata idoneità per i chirotteri, in particolare in relazione alla sua tipologia ambientale che non permette, quasi certamente, l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento e limitano il ruolo dell’area ad un marginale utilizzo come sito di foraggiamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, scarsa abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: poco significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore scarso

18

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

19

MONITORAGGIO CHIROTTERI - IT2010011 “Paludi di Arsago”

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5c2 ORTOFOTO (IT2000): 095050; 095090 SUPERFICIE SIC (ha): 543,18 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito è collocato nella porzione sud-occidentale del territorio della provincia di Varese, tra gli abitati di Vergiate a Nord-Ovest, Somma Lombardo a Sud-Ovest, Arsago Seprio a Sud e Besnate a Sud-Est. Il limite occidentale è rappresentato dal Torrente Strona, quello settentrionale coincide per buona parte con l’autostrada A8, quello orientale coincide con un tratto della linea ferroviaria Milano-, quello meridionale si tiene al di sopra della conurbazione rappresentata dagli abitati di Somma Lombardo, Arsago Seprio e Besnate. Il substrato morenico dell’area ha dato luogo a una morfologia leggermente mossa che vede alternarsi dossi rilevati di circa 300 m di altezza (es. Monte della Guardia, Monte Brano, ecc.) e avvallamenti posti mediamente a 275 m s.l.m. In corrispondenza di alcuni avvallamenti vi sono corpi idrici di piccole dimensioni, come la Palude Pollini e la cosiddetta “Lagozzetta”. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo, Vergiate ACCESSI: l’area è attraversata da Nord-Ovest a Sud-Est dall’autostrada A8 e da numero elevato di strade sterrate, per cui gli accessi all’area risultano numerosi. Le strade sterrate di dipartono principalmente dagli abitati di Besnate (frazione Centenate), Arsago Seprio, Somma Lombardo e dalla SP47.

2. ASSETTO FAUNISTICO: CHIROTTEROFAUNA CAMPIONATA

SPECIE RINVENUTE: Nessuna mediante campionamento diretto. Trentatré contatti mediante rilevatore di ultrasuoni, attribuibili ad individui appartenenti a due specie distinte: pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato. Un contatto attribuibile al gruppo “grandi Myotis-Eptesicus-nottole”

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati può essere ricondotta alle seguenti fasi: • Campionamento diretto mediante il posizionamento di reti mistnet nei siti potenziali di abbeverata e/o foraggiamento (lanche del fiume e pozze di acqua con flusso laminare); • Indagini bioacustiche mediante punto d’ascolto nei siti di foraggiamento e/o abbeverata.

20

La scelta dei siti dove allestire le stazioni di campionamento e i punti d’ascolto è stata operata a seguito di sopralluoghi all’interno del territorio del SIC e nelle aree immediatamente circostanti, finalizzati a selezionare le migliori aree presso le quali ottenere una ottimizzazione dello sforzo di campionamento, scegliendo cioè le zone per le quali, per lo meno da un punto di vista potenziale, i successi di cattura potessero apparire elevati in relazione alle caratteristiche ambientali del sito stesso. È da sottolineare che, per quanto concerne i chirotteri, specie dotate di ampie capacità di spostamento in volo quindi per nulla limitate negli spostamenti dalle barriere fisiche che normalmente impediscono la dispersione di molte specie terrestri, la scelta di siti ottimali per le catture nelle immediate vicinanze dei confini del SIC costituiscono una scelta più idonea rispetto a siti all’interno del SIC ma meno adatti al fine dell’ottimizzazione dei campionamenti.

CATTURE Le catture degli animali vengono effettuate attraverso l’utilizzo di reti mistnet (reti a velo) in nylon a filo ritorto e con maglia da 20 mm in corrispondenza di corpi d’acqua a scorrimento laminare che sono utilizzati dai chirotteri come siti di abbeverata e/o di foraggiamento. Ogni rete ha una lunghezza pari a 3, 5, 7, 7.5 o 10 m ed è formata da 5 tasche di 60 cm di altezza ciascuna (Figura 1).

Figura 5 – Disegno schematico che rappresenta il posizionamento di una rete mistnet su un corso d’acqua e il dettaglio delle tasche (disegno di R. Chirichella).

Le 5 reti (per un totale di 50 metri lineari) sono state posizionate lungo le sponde della Palude Pollini a nord ovest dell’abitato di Arsago Seprio nella porzione occidentale del territorio del SIC; queste sono state costantemente controllate al fine di lasciare gli animali eventualmente catturati meno tempo possibile in rete evitando così eccessivo stress e minimizzando le possibilità di fuga in relazione all’apertura di fori nella rete a seguito della masticazione dei fili operata dall’animale.

21

REGISTRAZIONE DEGLI IMPULSI ULTRASONORI La registrazione degli ultrasuoni è stata effettuata presso la postazione di cattura (Bregano) utilizzando un dispositivo in grado di abbassare la frequenza dell’emissione ultrasonora, denominato bat detector (D - 980 Ultrasound detector, Pettersson Elektronik AB; Pettersson, 1999) (Figura 2) in modo da renderla udibile per l’orecchio umano, convertendola cioè in un intervallo di frequenza compreso tra 20 Hz e 20 kHz. Le registrazioni sono state effettuate, utilizzando un microfono per ultrasuoni Pettersson Elektronik AB serie D – 900, in modalità time expansion.

È stata utilizzata tale tecnica poiché essa è completa e in grado di fornire un quadro informativo piuttosto esauriente: è infatti l’unico sistema di trasduzione in grado di mantenere le informazioni legate alle componenti armoniche del segnale (Martinoli e Preatoni, 1999)

Figura 6 - Bat detector D – 980 (Foto da Petterssn Elektronik)

Il sistema time expansion L’operazione dell’espansione dei tempi equivale ad una registrazione convenzionale e ad una riproduzione della stessa a velocità ridotta; nel caso particolare del bat detector D – 980 il segnale ultrasonoro viene discretizzato (campionato) in campioni digitali spaziati in modo uniforme nel tempo e le informazioni sono immagazzinate su una memoria digitale (Pettersson, 1999). La procedura di espansione temporale, svolta automaticamente dall’apparecchio, prevede l’inserimento, tra un campione ed il successivo, di nove ulteriori campioni con valore nullo: la scala temporale risulta di conseguenza espansa di 10 volte rispetto all’originale. Il bat detector D – 980, in modalità time expansion può registrare a scelta intervalli temporali di 3 o 12 secondi; questo sistema può operare in modalità automatica, attivandosi in seguito ad un segnale di ampiezza superiore ad una soglia fissata dall’operatore, oppure può essere attivato manualmente, memorizzando i 3 secondi di segnale immediatamente precedenti l’intervento dell’operatore attraverso il pulsante “stop”. Nel presente lavoro si è operato in modalità manuale.

22

Digitalizzazione dei dati I campioni audio sono stati digitalizzati in modo da renderne possibile un’analisi quali-quantitativa delle caratteristiche al calcolatore. Questa operazione è stata effettuata direttamente in campo tramite l’uso di un Personal Computer portatile IBM-compatibile, equipaggiato con una scheda audio Compaq ESS 1689 (compatible Creative Sound Blaster AWE 32) e si è operato al massimo della risoluzione consentita dall’hardware (44100 campioni al secondo, con 16 bit di risoluzione). Spesso si è reso necessario registrare più volte su calcolatore l’intervallo di 3 secondi campionato dal bat detector, in modo da ottenere una registrazione digitale con livelli di volume ideali; si sono così ottenuti dei campioni contenenti spesso più ripetizioni della stessa emissione. Il formato di tali campioni é RIFF – WAVE (Microsoft PCM), codificati a 16 bit così da discretizzare il segnale su 65.536 livelli. Infatti l’errore massimo (percepibile come aumento di rumore) è minore quanto più piccolo è l’intervallo di quantizzazione usato e, codificando il segnale con un numero elevato di bit, il rumore aggiunto dal processo di quantizzazione risulta minore. La digitalizzazione dei segnali è stata condotta con una frequenza di 44.1 kHz. Per il teorema del campionamento quindi, l’ampiezza di banda utile del segnale corrisponde a 22.05 kHz, ovvero a metà della frequenza di campionamento. Tale ampiezza risulta appropriata ai fini dell’analisi poiché comprende in pratica lo spettro di emissione di tutte le specie presenti sul territorio italiano.

Stazioni d’ascolto Contemporaneamente alle sessioni di cattura (vedi paragrafo precedente) è stata allestita anche una stazione di ascolto per la durata di circa 3 ore (21.00-24.00, periodo di massima contattabilità), con lo scopo di ottenere una stima dell’abbondanza di chirotteri delle diverse zone indagate (indagine quantitativa) e con la finalità, inoltre, di ottenere registrazioni digitali in formato *.wav utili per una discriminazione a livello specifico o generico (indagine qualitativa). I contatti sono stati registrati mediante l’utilizzo di un rilevatore di ultrasuoni Petterson D - 980 in modalità divisione di frequenza su postazione fissa, posizionando il microfono in direzione dell’area prescelta. L’archiviazione dei dati ultrasonori è stata effettuata registrando immediatamente l’ultrasuono su computer portatile in formato *.wav.

Analisi dei campioni Le misure considerate, effettuate sui segnali digitalizzati (Figura 3), sono: - Frequenza iniziale (fstart) - Frequenza massima (fmax) - Frequenza minima (fmin) - Frequenza alla massima intensità (fmaxint) - Frequenza finale (fend) - Frequenza a metà impulso (ft1/2) Tutti i parametri considerati sono espressi in kilohertz (kHz). Per l’evidenziazione della frequenza alla massima intensità è stato spesso necessario ricorrere alla visualizzazione del segnale tramite spettro di potenza (power spectrum nel menu “analysis” o nella toolbar) (Figura 4).

23

Figura 7 - Impulso sottoposto ad analisi (Pipistrellus kuhlii)

Figura 8 - Esempio di spettro di potenza di un singolo impulso (Barbastella barbastellus).

Si è operata inoltre una categorizzazione morfologica degli impulsi prendendo spunto da quanto proposto da De Oliveira (1998) (Tabella 1).

24

Tabella 2 - Classificazione morfologica degli impulsi (da de Oliveira modificato).

L’analisi dei campioni così effettuata permette di arrivare alla classificazione di specie o gruppi di specie. Per quanto concerne i gruppi di specie rilevati (piccoli Myotis; grandi Myotis-Eptesicus-nottole; Plecotus sp; Pipistrello albolimbato-Pipistrello di Savi) i dati rilevati sono stati utilizzati per definire, congiuntamente ad altre valutazioni (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”), un elenco il più possibile dettagliato di specie di presenza potenziale. Per ciascuna specie è stata inoltre fornita una “probabilità stimata di presenza” (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”).

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

In questo paragrafo viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC indagato in relazione alle tipologie di habitat, alla quota, alla disponibilità di idonei siti di rifugio (grotte, alberi vecchi con fessurazioni e cavità, ecc) e in relazione ai dati ultrasonori rilevati mediante bat detector. Viene altresì esplicitata una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata) in relazione ai dati bioacustici rilevati nel SIC durante la presente indagine, ai dati biogeografici noti per le specie, cioè valutando criticamente la probabile presenza nel SIC in relazione alla distribuzione della specie nelle aree limitrofe al SIC stesso e, in subordine, alla presenza della specie in Lombardia, all’abbondanza della stessa e alle sue caratteristiche ecologiche (stenoecia/euriecia). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza VESPERTILIO DI DAUBENTON - Myotis daubentonii Alta VESPERTILIO MUSTACCHINO – Myotis mystacinus Alta VESPERTILIO DI NATTERER – Myotis nattereri Bassa PIPISTRELLO ALBOLIMBATO - Pipistrellus kuhlii Alta PIPISTRELLO DI NATHUSIUS – Pipistrellus nathusii Media SEROTINO COMUNE - Eptesicus serotinus Bassa NOTTOLA DI LEISLER – Nyctalus leisleri Bassa

25

Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza ORECCHIONE BRUNO – Plecostus auritus Bassa MOTIVAZIONE Le peculiarità ambientali di questo SIC, caratterizzato dalla presenza di boschi e specchi d’acqua farebbero presupporre una discreta presenza di chirotterofauna soprattutto con specie di abitudini forestali o antropofile (gli abitati di Arsago Seprio e Somma Lombardo risultano relativamente vicini). La presenza degli stagni potrebbe favorire la presenza dei chirotteri in fase di foraggiamento e di abbeverata. In relazione alle tipologie ambientali presenti, sono da indicare quali specie di presenza potenziale vespertilio di Daubenton, vespertilio mustacchino e pipistrello albolimbato, specie segnalate in aree limitrofe al SIC (vedi database bibliografico). Pipistrello albolimbato è stato probabilmente contattato tramite rilevatore di ultrasuoni. È inoltre da indicare come specie a probabilità media di presenza pipistrello di Nathusius, specie segnalata in aree limitrofe al SIC (Preatoni et al. 2000) ma generalmente rara. Vespertilio di Natterer e orecchione bruno, sebbene generalmente rare, potrebbero risultare presenti nel SIC, in relaione alle tipologie ambientali presenti. Per quanto riguarda la presenza di serotino comune e nottola di Leisler queste vengono indicate ad un basso grado di probabilità poiché probabilmente rilevate mediante emissioni ultrasonore, anche se specie piuttosto rare in provincia di Varese.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO: È difficile interpretare qualitativamente e quantitativamente i dati raccolti in comparazione a dati pregressi in quanto non sono stati condotti studi analoghi nel presente SIC.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI A CHIROTTERI

DESCRIZIONE: Nel presente SIC si è evidenziato un discreto numero di animali in volo di foraggiamento (trentatre contatti rilevati con rilevatore di ultrasuoni attribuibili a pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato) ma nessuna cattura. Il SIC non rappresenta un’area ad elevata idoneità per i chirotteri, se non relativamente alle specie con abitudini forestali che potrebbero trovare rifugio negli ambiti boscati che caratterizzano parte del territorio in esame. Il SIC potrebbe invece risultare adatto come sito di foraggiamento soprattutto in corrispondenza degli specchi d’acqua presenti (Lagozzetta, Palude Pollini) grazie all’abbondanza di insetti che caratterizza tali ambiti. In questo senso il territorio può essere considerato importante come luogo di abbeverata e foraggiamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

26

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe inoltre disincentivare la pratica forestale del taglio di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre mantenere le piante senescenti, ricche di fessurazioni e cavità, e incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nei pressi del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

27

MONITORAGGIO CHIROTTERI - IT2010015 “Palude Bruschera”

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5a1; A5b1 ORTOFOTO (IT2000): 094040; 094030 SUPERFICIE SIC (ha): 164,18 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: L’area, collocata sulla sponda lombarda del Lago Maggiore a Sud dell’abitato di , si presenta pianeggiante (altezza compresa tra 197 e 200 m circa) e si sviluppa soprattutto in senso longitudinale (2 km circa). L’area è delimitata a Nord da un’insenatura del Lago Maggiore mentre a Sud Dalla Roggia Buschera. Attraversano l’area diversi corsi d’acqua quali il torrente Vepra, la Roggia Sacri Cuori e la Roggia Buschera. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: non è inserita in alcuna area protetta ma risulta OASI di protezione della Provincia di Varese COMUNI INTERESSATI: Angera ACCESSI: l’accesso principale è costituito da una strada sterrata che collega il gruppo di case intorno alla Cascina Buschera al Campeggio. Da questo percorso principale si dipartono altre strade sterrate (essenzialmente due) che attraversano l’area da Est verso Ovest.

2. ASSETTO FAUNISTICO: CHIROTTEROFAUNA CAMPIONATA

SPECIE RINVENUTE: Nessuna mediante campionamento diretto. Trentatré contatti mediante rilevatore di ultrasuoni, probabilmente attribuibili ad individui appartenenti a quattro specie distinte: la maggior parte ascrivibili a pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato; i restanti appartenenti al gruppo “piccoli Myotis” e al gruppo “ grandi Myotis-Eptesicus-nottole”. METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati può essere ricondotta alle seguenti fasi: • Campionamento diretto mediante il posizionamento di reti mistnet nei siti potenziali di abbeverata e/o foraggiamento (lanche del fiume e pozze di acqua con flusso laminare); • Indagini bioacustiche mediante punto d’ascolto nei siti di foraggiamento e/o abbeverata.

La scelta dei siti dove allestire le stazioni di campionamento e i punti d’ascolto è stata operata a seguito di sopralluoghi all’interno del territorio del SIC e nelle aree immediatamente circostanti, finalizzati a selezionare le migliori aree presso le quali ottenere una ottimizzazione dello sforzo di campionamento, scegliendo cioè le zone per le quali, per lo meno da un punto di vista potenziale, i successi di cattura potessero apparire elevati in relazione alle caratteristiche ambientali del sito stesso. È da sottolineare che, per quanto concerne i chirotteri, specie dotate di ampie capacità di spostamento in volo quindi per nulla limitate negli spostamenti dalle barriere fisiche che normalmente impediscono la dispersione di molte specie terrestri, la scelta di siti ottimali per le catture nelle immediate vicinanze dei confini del SIC costituiscono una scelta più idonea rispetto a siti all’interno del SIC ma meno adatti al fine dell’ottimizzazione dei campionamenti.

28

CATTURE Le catture degli animali vengono effettuate attraverso l’utilizzo di reti mistnet (reti a velo) in nylon a filo ritorto e con maglia da 20 mm in corrispondenza di corpi d’acqua a scorrimento laminare che sono utilizzati dai chirotteri come siti di abbeverata e/o di foraggiamento. Ogni rete ha una lunghezza pari a 3, 5, 7, 7.5 o 10 m ed è formata da 5 tasche di 60 cm di altezza ciascuna (Figura 1).

Figura 9 – Disegno schematico che rappresenta il posizionamento di una rete mistnet su un corso d’acqua e il dettaglio delle tasche (disegno di R. Chirichella).

Le 8 reti (per un totale di 43 metri lineari) sono state posizionate lungo la sponda e le insenature del Lago Maggiore nella porzione settentrionale del SIC di fronte all’Isolino Partegora; queste sono state costantemente controllate al fine di lasciare gli animali eventualmente catturati meno tempo possibile in rete evitando così eccessivo stress e minimizzando le possibilità di fuga in relazione all’apertura di fori nella rete a seguito della masticazione dei fili operata dall’animale.

REGISTRAZIONE DEGLI IMPULSI ULTRASONORI La registrazione degli ultrasuoni è stata effettuata presso la postazione di cattura (Bregano) utilizzando un dispositivo in grado di abbassare la frequenza dell’emissione ultrasonora, denominato bat detector (D - 980 Ultrasound detector, Pettersson Elektronik AB; Pettersson, 1999) (Figura 2) in modo da renderla udibile per l’orecchio umano, convertendola cioè in un intervallo di frequenza compreso tra 20 Hz e 20 kHz. Le registrazioni sono state effettuate, utilizzando un microfono per ultrasuoni Pettersson Elektronik AB serie D – 900, in modalità time expansion. È stata utilizzata tale tecnica poiché essa è completa e in grado di fornire un quadro informativo piuttosto esauriente: è infatti l’unico sistema di trasduzione in grado di mantenere le informazioni legate alle componenti armoniche del segnale (Martinoli e Preatoni, 1999)

29

Figura 10 - Bat detector D – 980 (Foto da Petterssn Elektronik)

Il sistema time expansion L’operazione dell’espansione dei tempi equivale ad una registrazione convenzionale e ad una riproduzione della stessa a velocità ridotta; nel caso particolare del bat detector D – 980 il segnale ultrasonoro viene discretizzato (campionato) in campioni digitali spaziati in modo uniforme nel tempo e le informazioni sono immagazzinate su una memoria digitale (Pettersson, 1999). La procedura di espansione temporale, svolta automaticamente dall’apparecchio, prevede l’inserimento, tra un campione ed il successivo, di nove ulteriori campioni con valore nullo: la scala temporale risulta di conseguenza espansa di 10 volte rispetto all’originale. Il bat detector D – 980, in modalità time expansion può registrare a scelta intervalli temporali di 3 o 12 secondi; questo sistema può operare in modalità automatica, attivandosi in seguito ad un segnale di ampiezza superiore ad una soglia fissata dall’operatore, oppure può essere attivato manualmente, memorizzando i 3 secondi di segnale immediatamente precedenti l’intervento dell’operatore attraverso il pulsante “stop”. Nel presente lavoro si è operato in modalità manuale.

Digitalizzazione dei dati I campioni audio sono stati digitalizzati in modo da renderne possibile un’analisi quali-quantitativa delle caratteristiche al calcolatore. Questa operazione è stata effettuata direttamente in campo tramite l’uso di un Personal Computer portatile IBM-compatibile, equipaggiato con una scheda audio Compaq ESS 1689 (compatible Creative Sound Blaster AWE 32) e si è operato al massimo della risoluzione consentita dall’hardware (44100 campioni al secondo, con 16 bit di risoluzione). Spesso si è reso necessario registrare più volte su calcolatore l’intervallo di 3 secondi campionato dal bat detector, in modo da ottenere una registrazione digitale con livelli di volume ideali; si sono così ottenuti dei campioni contenenti spesso più ripetizioni della stessa emissione. Il formato di tali campioni é RIFF – WAVE (Microsoft PCM), codificati a 16 bit così da discretizzare il segnale su 65.536 livelli. Infatti l’errore massimo (percepibile come aumento di rumore) è minore quanto più piccolo è l’intervallo di quantizzazione usato e, codificando il segnale con un numero elevato di bit, il rumore aggiunto dal processo di quantizzazione risulta minore. La digitalizzazione dei segnali è stata condotta con una frequenza di 44.1 kHz. Per il teorema del campionamento quindi, l’ampiezza di banda utile del segnale corrisponde a 22.05 kHz, ovvero a metà della frequenza di campionamento. Tale ampiezza risulta appropriata ai fini dell’analisi poiché comprende in pratica lo spettro di emissione di tutte le specie presenti sul territorio italiano.

30

Stazioni d’ascolto Contemporaneamente alle sessioni di cattura (vedi paragrafo precedente) è stata allestita anche una stazione di ascolto per la durata di circa 3 ore (21.00-24.00, periodo di massima contattabilità), con lo scopo di ottenere una stima dell’abbondanza di chirotteri delle diverse zone indagate (indagine quantitativa) e con la finalità, inoltre, di ottenere registrazioni digitali in formato *.wav utili per una discriminazione a livello specifico o generico (indagine qualitativa). I contatti sono stati registrati mediante l’utilizzo di un rilevatore di ultrasuoni Petterson D - 980 in modalità divisione di frequenza su postazione fissa, posizionando il microfono in direzione dell’area prescelta. L’archiviazione dei dati ultrasonori è stata effettuata registrando immediatamente l’ultrasuono su computer portatile in formato *.wav.

Analisi dei campioni Le misure considerate, effettuate sui segnali digitalizzati (Figura 3), sono: - Frequenza iniziale (fstart) - Frequenza massima (fmax) - Frequenza minima (fmin) - Frequenza alla massima intensità (fmaxint) - Frequenza finale (fend) - Frequenza a metà impulso (ft1/2) Tutti i parametri considerati sono espressi in kilohertz (kHz). Per l’evidenziazione della frequenza alla massima intensità è stato spesso necessario ricorrere alla visualizzazione del segnale tramite spettro di potenza (power spectrum nel menu “analysis” o nella toolbar) (Figura 4).

Figura 11 - Impulso sottoposto ad analisi (Pipistrellus kuhlii)

31

Figura 12 - Esempio di spettro di potenza di un singolo impulso (Barbastella barbastellus).

Si è operata inoltre una categorizzazione morfologica degli impulsi prendendo spunto da quanto proposto da De Oliveira (1998) (Tabella 1).

Tabella 3 - Classificazione morfologica degli impulsi (da de Oliveira modificato).

L’analisi dei campioni così effettuata permette di arrivare alla classificazione di specie o gruppi di specie. Per quanto concerne i gruppi di specie rilevati (piccoli Myotis; grandi Myotis-Eptesicus-nottole; Plecotus sp; Pipistrello albolimbato-Pipistrello di Savi) i dati rilevati sono stati utilizzati per definire, congiuntamente ad altre valutazioni (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”), un elenco il più possibile dettagliato di specie di presenza potenziale. Per ciascuna specie è stata inoltre fornita una “probabilità stimata di presenza” (vedi paragrafo “specie di presenza potenziale”).

32

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

In questo paragrafo viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC indagato in relazione alle tipologie di habitat, alla quota, alla disponibilità di idonei siti di rifugio (grotte, alberi vecchi con fessurazioni e cavità, ecc) e in relazione ai dati ultrasonori rilevati mediante bat detector. Viene altresì esplicitata una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata) in relazione ai dati bioacustici rilevati nel SIC durante la presente indagine, ai dati biogeografici noti per le specie, cioè valutando criticamente la probabile presenza nel SIC in relazione alla distribuzione della specie nelle aree limitrofe al SIC stesso e, in subordine, alla presenza della specie in Lombardia, all’abbondanza della stessa e alle sue caratteristiche ecologiche (stenoecia/euriecia). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza VESPERTILIO DI DAUBENTON - Myotis daubentonii Alta VESPERTILIO DI NATTERER – Myotis nattereri Media PIPISTRELLO ALBOLIMBATO – Pipistrellus kuhlii Alta SEROTINO COMUNE - Eptesicus serotinus Bassa NOTTOLA DI LEISLER – Nyctalus leisleri Bassa MOTIVAZIONE Le peculiarità ambientali di questo SIC, caratterizzato dalla presenza di vari specchi d’acqua e boschi farebbero presupporre una discreta presenza di chirotterofauna soprattutto con specie di abitudini forestali o antropofile (l’abitato di Angera risulta limitrofo al territorio del SIC). La presenza degli stagni e della sponda del lago Maggiore potrebbe favorire la presenza dei chirotteri in fase di foraggiamento e di abbeverata. In relazione alle tipologie ambientali presenti e ai rilievi tramite bat detector, è probabilmente da indicare quale specie di presenza potenziale vespertilio di Daubenton, che generalmente utilizza come aree di foraggiamento aree umide e pipistrello albolimbato, segnalato nel coro di un precedente studio in aree limitrofe al SIC (vedi database bibliografico). In relazione poi alla discreta copertura boscosa nel territorio del SIC è da indicare come specie a probabilità media di presenza vespertilio di Natterer specie dalle abitudini forestali. Per quanto riguarda serotino comune e nottola di Leisler sono stati registrati segnali ultrasonori attribuibili al gruppo “grandi Myotis-Eptesicus-nottole” che, in relazione alle tipologie ambientali presenti, potrebbero essere verosiilmente attribuibili alle suddette specie.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO: È difficile interpretare qualitativamente e quantitativamente i dati raccolti in comparazione a dati pregressi in quanto non sono stati condotti studi analoghi nel presente SIC.

33

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI A CHIROTTERI

DESCRIZIONE: Nel presente SIC si è evidenziato un buon numero di animali in volo di foraggiamento; i trentatre contatti rilevati con bat detector, attribuibili a pipistrello nano e probabilmente pipistrello albolimbato e vespertilio di Daubenton, sono relativi a registrazioni di animali in volo di foraggiamento e abbeverata effettuate nei pressi degli stagni a sud del golfo di Angera, nel cuore del territorio del SIC. Il sito tuttavia non rappresenta un’area ad elevata idoneità per i rifugi, se non limitatamente alle specie con abitudini forestali che potrebbero trovare ricovero negli ambiti boscati che caratterizzano parte del territorio in esame. Il SIC risulta invece adatto come sito di foraggiamento soprattutto in corrispondenza dei numerosi specchi d’acqua presenti grazie all’abbondanza di insetti che caratterizza l’area. In questo senso il territorio può essere considerato importante come luogo di abbeverata e foraggiamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe inoltre disincentivare la pratica forestale del taglio di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

34

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre mantenere le piante senescenti, ricche di fessurazioni e cavità, e incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nei pressi del territorio del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

35

MONITORAGGIO CHIROTTERI - IT2010016 “Val Veddasca”

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A3c3; A3d3; A3c4; A3d4; A3c5; ORTOFOTO (IT2000): 053050; 053060; 053090; 053100; A3d5 053110; 053130; 053140; 053150 SUPERFICIE SIC (ha): 4920 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito rappresenta quasi interamente l’estremità settentrionale del territorio della Provincia di Varese, configurandosi come un’area montuosa caratterizzata prevalentemente da substrati acidi metamorfici. Il confine settentrionale e quello orientale coincidono con il confine di stato con la Confederazione Elvetica. Il confine occidentale si mantiene pressoché parallelo alle sponde del Lago Maggiore: parte dalla valle del Torrente Molinera a Nord, corre lungo il sentiero che collega Bassano a Musignano, prosegue verso Sud aggirando Musignano, e, mantenendosi dietro a Campagnano Veddasca, termina in prossimità di a 320 m s.l.m.. Il confine meridionale parte da Maccagno, segue il sentiero che, mantenendosi sopra Agra confluisce alle Cinque Vie, e da qui lungo la valle del Rio Commenino giunge all’Alpe Pian di Runo, incrociando il confine elvetico sulle pendici del Monte Lema. Il sito comprende la Valle Veddasca propriamente detta, con andamento SudOvest-NordEst, corrispondente all’incirca con il bacino idrografico del Torrente , in cui confine segue la linea di cresta data dai Motti dei Ronchetti, Monte Gradisea, Monte Gradisca, le pendici del Monte Lema e il Monte Margino alla sinistra idrografica, e il Monte Paglione, il Monte Sirti e il Monte Borgna alla destra idrografica. Il versante destro della Valle Veddasca, esposto a Sud-Est mostra pendenze molto più accentuate rispetto a quello sinistro ed è modellato da una serie d’incisioni vallive, incassate di circa un centinaio di metri rispetto alle creste che le separano, dando luogo a piccole valli con andamento subparallelo. Il versante sinistro presenta pendenze inferiori ma in compenso è solcato da incisioni vallive molto più pronunciate e che corrispondono alla Val Dumentina, Valle Arasio e la valle di Montevisaco. Nella porzione più settentrionale è presente un lago di sbarramento artificiale, il Lago Delio e l’incisione del Torrente Molinera. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: No COMUNI INTERESSATI: Agra, Curiglia Con Monteviasco, Dumenza, Maccagno, Pino Sulla Sponda Del Lago Maggiore, , Veddasca ACCESSI: l’area è attraversata da alcune strade provinciali (SP5 e SP6), da una serie di carrozzabili e sentieri.

2. ASSETTO FAUNISTICO

SPECIE RINVENUTE: VESPERTILIO DI DAUBENTON – Myotis daubentonii 1 femmina gravida, 2 femmine non riproduttive, 6 maschi non riproduttivi VESPERTILIO SMARGINATO – Myotis emarginatus 1 femmina allattante, 1 femmina gravida VESPERTILIO MUSTACCHINO – Myotis mystacinus 1 femmina allattante

36

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati è stata condotta attraverso il campionamento diretto mediante cattura degli animali con reti mistnet nei siti potenziali di abbeverata e/o foraggiamento (lanche del fiume e pozze di acqua con flusso laminare).

La scelta dei siti dove allestire le stazioni di campionamento è stata operata a seguito di sopralluoghi all’interno del territorio del SIC e nelle aree immediatamente circostanti, finalizzati a selezionare le migliori aree presso le quali ottenere una ottimizzazione dello sforzo di campionamento, scegliendo cioè le zone per le quali, per lo meno da un punto di vista potenziale, i successi di cattura potessero apparire elevati in relazione alle caratteristiche ambientali del sito stesso. È da sottolineare che, per quanto concerne i chirotteri, specie dotate di ampie capacità di spostamento in volo quindi per nulla limitate negli spostamenti dalle barriere fisiche che normalmente impediscono la dispersione di molte specie terrestri, la scelta di siti ottimali per le catture nelle immediate vicinanze dei confini del SIC costituiscono una scelta più idonea rispetto a siti all’interno del SIC ma meno adatti al fine dell’ottimizzazione dei campionamenti.

CATTURE Le catture degli animali sono state effettuate attraverso l’utilizzo di reti mistnet (reti a velo) in nylon a filo ritorto e con maglia da 20 mm in corrispondenza di corpi d’acqua a scorrimento laminare che sono utilizzati dai chirotteri come siti di abbeverata e/o di foraggiamento. Ogni rete ha una lunghezza pari a 3, 5, 7, 7.5 o 10 m ed è formata da 5 tasche di 60 cm di altezza ciascuna (Figura 1).

Figura 13 – Disegno schematico che rappresenta il posizionamento di una rete mistnet su un corso d’acqua e il dettaglio delle tasche (disegno di R. Chirichella).

37

Le 5 reti (per un totale di 44,5 metri lineari) sono state posizionate nell’abitato di Zenna lungo il torrente Molinera nei pressi della foce nel lago Maggiore lungo il confine settentrionale del SIC. Queste sono state costantemente controllate al fine di lasciare gli animali meno tempo possibile in rete evitando così eccessivo stress e minimizzando le possibilità di fuga in relazione all’apertura di fori nella rete a seguito della masticazione dei fili operata dall’animale. Gli animali così catturati sono stati liberati e posti in sacchetti di cotone per trattenerli minimizzando eventuali stress e l’eccessivo dispendio energetico (Tuttle, 1976) in attesa della determinazione specifica e del rilevamento dei dati biometrici. Tale metodologia consente di evitare le operazioni di marcatura, indispensabili nel caso di liberazione immediata dell’animale per evitare doppi conteggi e quindi per evitare sovrastime.

Per ogni individuo catturato, oltre alla determinazione di specie, sesso e classe d’età, sono stati rilevati i seguenti dati biometrici: lunghezza dell’avambraccio destro e sinistro (Figura 14 A) e peso. Per alcune specie sono inoltre stati rilevati lunghezza della coda (Figura 2 B); lunghezza del 3° dito (Figura 14 C); lunghezza del 5° dito (Figura 14 D); apertura dell’ala (Figura 14 E); lunghezza della tibia (Figura 14F).

Figura 14 - Rilevamenti biometrici (A=Avambraccio; B=Coda; C=3º dito; D=5º dito; E=Ala; F=Tibia).

Le lunghezze, espresse in millimetri, sono state ottenute mediante l’utilizzo di un calibro di precisione, mentre per il peso, espresso in grammi, tramite pesola. L’identificazione specifica degli esemplari catturati è avvenuta mediante l’utilizzo di chiavi dicotomiche (Roesli e Moretti, 2000) e altri testi di riferimento (Schober e Grimmberger, 1997). Tutti questi dati, unitamente ad altre informazioni (sesso, classe d’età, stato riproduttivo, ora di cattura, ecc.) sono state riportate su apposite schede di rilevamento (Figura 15).

38

Figura 15 - Scheda per la raccolta dei dati relativi al monitoraggio dei chirotteri

Per quanto riguarda la determinazione della classe d’età, mediante l’esame dello stato di calcificazione delle epifisi delle falangi (Kunz, 1988), è stato possibile suddividere gli individui in giovani, subadulti e adulti. I giovani possiedono infatti delle epifisi non completamente calcificate nei pressi dell’articolazione che determinano la presenza di una finestrella scura, dovuta alla cartilagine traslucida, visibile ponendo il patagio davanti ad una fonte luminosa (Stebbings, 1968).

Lo stato riproduttivo delle femmine è stato invece determinato dall’analisi dei capezzoli: negli individui allattanti questi risultano ben evidenti e non circondati da pelo, a causa della continua suzione da parte del piccolo. Nel caso di individui di sesso maschile si è osservato lo sviluppo dei cuscinetti buccali e la dimensione dei testicoli (ingrossamento degli epididimi).

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

In questo paragrafo viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC indagato in relazione alle tipologie di habitat, alla quota e alla disponibilità di idonei siti di rifugio (grotte, alberi vecchi con fessurazioni e cavità, ecc). Viene altresì esplicitata una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata) in relazione ai dati biogeografici noti per le specie, cioè valutando criticamente la probabile presenza nel SIC in relazione alla distribuzione della specie nelle aree limitrofe al SIC stesso e, in subordine, alla presenza della specie in Lombardia, all’abbondanza della stessa e alle sue caratteristiche ecologiche (stenoecia/euriecia). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza VESPERTILIO DI BECHSTEIN – Myotis bechsteinii Bassa VESPERTILIO DI NATTERER – Myotis nattereri Media PIPISTRELLO NANO - Pipistrellus pipistrellus Alta PIPISTRELLO ALBOLIMBATO - Pipistrellus kuhlii Alta SEROTINO COMUNE - Eptesicus serotinus Alta NOTTOLA DI LEISLER – Nyctalus leisleri Alta ORECCHIONE BRUNO – Plecostus auritus Media

39

MOTIVAZIONE Le peculiarità ambientali di questo SIC, caratterizzato da territorio montuoso e dalla buona copertura boscosa farebbero presupporre una buona presenza di chirotterofauna soprattutto con specie di abitudini forestali. La vicinanza con il Lago Maggiore poi, favorisce la presenza di quelle specie, come Myotis daubentonii e Myotis mystacinus, rilevabili in presenza di ambienti umidi e specchi d’acqua. Per quanto riguarda le specie potenzialmente presenti è da indicare come altamente probabile la presenza di pipistrello nano, pipistrello albolimbato, serotino comune e nottola di Leisler, già segnalati nel SIC nel corso di una precedente campagna di studio (vedi database bibliografico). In relazione alle tipologie ambientali presenti è probabilmente da indicare anche la presenza di vespertilio di Natterer e orecchione bruno, sebbene non segnalate in aree limitrofe. La presenza di vespertilio di Bechstein è indicata, seppur con bassa probabilità, in relazione alle tipologie di habitat presenti e alle segnalazioni nel territorio elvetico confinante.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO: La comparazione con i dati di un precedente monitoraggio svolto in nel SIC (Preatoni et al., 2000) non conferma la presenza di serotino comune, nottola di Leisler e pipistrello nano anche se tali specie sono da considerarsi a tutti gli effetti presenti nel territorio del SIC, ma permette sicuramente di evidenziare la presenza di una zoocenosi a chirotteri di particolare pregio, in particolare con la segnalazione di vespertilio smarginato, specie rara e minacciata, che incrementa notevolmente il valore dell’area particolarmente in relazione al riscontro dell’avvenuta riproduzione nell’area (femmina allattante). Rispetto alle precedenti segnalazioni si conferma invece la presenza di vespertilio mustacchino e di vespertilio di Daubenton e se ne segnala la riproduzione (femmine allattanti).

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

DESCRIZIONE: L’area del SIC risulta di particolare interesse sia per la diversificazione specifica che per la presenza di specie di particolare pregio. Inoltre è stata accertata la riproduzione per vespertilio di Daubenton, vespertilio smarginato e vespertilio mustacchino. La zoocenosi a chirotteri assume un importanza non trascurabile in relazione alla verificata presenza di Vespertilio smarginato nonché alla riscontrata abbondanza e discreta diversificazione in termini di specie. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono

40

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. Occorrerebbe inoltre disincentivare la pratica forestale del taglio di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

OBIETTIVO: Mantenimento della attuale zoocenosi a chirotteri e auspicabile incremento quali-quantitativo. Incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre mantenere le piante senescenti, ricche di fessurazioni e cavità, e incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici può consentire il loro utilizzo da parte da parte di alcune specie di chirotteri.

41

42

IT2010001 LAGO DI GANNA

43

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4d4;A4d3 ORTOFOTO (IT2000): 074060; 074100; 074110 SUPERFICIE SIC (ha): 105,87 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: L’area si colloca nel fondovalle della Valganna, con quote comprese tra i 400 e i 500 m; è caratterizzata da depositi per lo più di natura torbosa e limoso-argillosa. Essa risulta caratterizzata dalla presenza di due bacini lacustri (Lago di Ganna e Lago di Ghirla), alimentati dal Fiume e da alcune sorgenti emergenti. L’area assume una forma approssimativamente di mezzaluna allungata: la porzione con andamento Nord-Occidentale corrisponde al Pralugano, mentre la porzione con andamento Sud-Orientale comprende il Lago di Ganna e l’area di Ponte Inverso. I rilievi circostanti (esterni al perimetro del SIC) raggiungono quote di circa 1000 m s.l.m.. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Campo Dei Fiori COMUNI INTERESSATI: Bedero Valcuvia, Valganna ACCESSI: Da Nord-Est a Sud-Ovest il confine esterno del SIC coincide con la S.P. 233, mentre quello interno segue approssimativamente il sentiero che porta alla Fonte di San Gemolo. Non risultano presenti percorsi trasversali percorribili con mezzi motorizzati.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus 44

Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Orecchione bruno Plecotus auritus Orecchione alpino Plecotus macrobullaris Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estivante, nidificante ai margini del SIC Biancone Circaetus gallicus Migratrice regolare Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria, nidificante ai margini del SIC Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

45

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: SCAZZONE – Cottus gobio Bibliografia VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla letteratura disponibile o da rapporti tecnici non pubblicati.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius pallipes Bibliografia (Lereboullet, 1858) Osservazione su campo

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto a ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata la presenza del gambero di fiume, mentre non sono state individuate né su campo, né in bibliografia altre specie di invertebrati inseriti nell’allegato 2 della direttiva 92/43

46

CEE. Tuttavia date le difficoltà nell’individuazione di molte specie sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Media 1879 MOTIVAZIONE La presenza di zone umide ben conservate e di una estesa fascia di boschi igrofili a margine delle stesse costituisce una buona prerogativa alla presenza della Rana di Lataste nel territorio del Lago di Ganna. Le possibilità di presenza della specie sono inoltre incrementate dalle segnalazioni in ambienti umidi limitrofi (Brinzio, Torbiera di Cavagnano).

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza di Rana di Lataste nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area.

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

47

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento. È inoltre da sottolineare l’ampia diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC, anche se tale checklist è da riferirsi in parte al maggiore sforzo di campionamento condotto grazie ai due progetti Life incentrati sulla chirotterofauna. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Tra le 4 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC, di particolare interesse è risultata la presenza di ben 3 specie di rapaci. In particolare il Nibbio bruno, specie migratrice regolare, è frequentatrice estiva del territorio in esame, che sfrutta principalmente per il reperimento trofico. La specie nidifica regolarmente almeno dal 1990 in una località ai margini del SIC (Poncione di Ganna). Anche nel corso dei recenti rilievi di campo realizzati nell’ambito dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese è stata accertata la nidificazione della specie, con il ritrovamento di un nido con uova nel mese di maggio 2003. La presenza del Biancone è stata spesso rilevata durante la migrazione e nel periodo estivo. Il Pellegrino è specie sedentaria nell’area e nidifica almeno dal 1995 ai margini del SIC (Poncione di Ganna). La presenza del Martin pescatore nel territorio del SIC è stata segnalata anche recentemente, ma non ne è provata la nidificazione.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente è Rana di Lataste. La specie potrebbe avere popolazioni di consistenza poco numerosa come attestato in aree limitrofe. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B 48

VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Lago di Ganna, di cui però non esistono informazioni abbastanza recenti riguardo al popolamento ittico, il Torrente Margorabbia e la Roggia della Paurascia, anche se quest’ultima, in caso di periodi siccitosi prolungati può andare incontro a fenomeni di secca completa. Nel Torrente Margorabbia si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: il vairone (Leuciscus souffia), presente con una popolazione numerosa e lo scazzone (Cottus gobio), il cui stato attuale della popolazione necessita di una verifica diretta. La comunità ittica si compone inoltre del ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inserito negli allegati della Direttiva Habitat, essendo endemico del distretto padano-veneto, costituisce un elemento di pregio per il torrente; si aggiunge poi la trota fario (Salmo (trutta) trutta), di cui si segnala l’esistenza di una popolazione numerosa. Nella Roggia della Paurascia i campionamenti condotti nel 1998 hanno rivelato la presenza di ghiozzo padano e vairone.

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza e generalmente non supera i 4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio a seconda dell’altitudine e delle condizioni ambientali. Riguardo alla fecondità, ciascuna femmina produce circa 200-600 uova. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda, vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia

49

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: secondo un’indagine condotta nel Torrente Lanza, geograficamente vicino al Margorabbia e comparabile dal punto di vista della tipologia ambientale, a un anno di età raggiunge la lunghezza di 8 cm, a 2 anni di 11 cm, a 3 anni di 13 cm. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è verosimilmente compreso tra giugno e luglio. Ciascuna femmina produce alcune migliaia di uova, del diametro di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: il vairone vive nella zona pedemontana dei corsi d’acqua, nei quali frequenta le zone laterali a corrente moderata vicino alle sponde, dove trova rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente è sostenuta. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati sul pelo dell’acqua. POPOLAZIONE dati non disponibili. ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione abbondante. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata da diversi anni e confermata anche dalla presente indagine, è in prevalenza legata al buon grado di conservazione delle acque del Torrente Margorabbia dovuto in prevalenza alla quasi completa assenza di insediamenti urbani lungo il primo tratto del corso. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei 50 chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per l’insediamento di colonie riproduttive di chirotteri tipicamente forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO:: Scarsa fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana non eccessiva. Confine orientale delimitato da strada statale ad elevata percorrenza. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: La presenza di due strade carrozzabili ai margini della riserva è un fattore di rischio per gli anfibi che si recano verso i siti riproduttivi nel periodo primaverile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acque e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua. • Dimensioni ridotte della popolazione e isolamento genetico, con conseguente rischio di deriva genetica.

SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia • Degrado dell’habitat fluviale.

51

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza del gambero di fiume. Occorre comunque effettuare attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza del gambero di fiume. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Nonostante la specie non sembri correre pericoli immediati è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo del torrente Margorabbia. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio.

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Maggior interesse risultano avere per questa area nella quale sono stati raccolti dati negli ultimi cinque anni che potrebbero risultare utili, in particolare se il periodo temporale fosse ampliato, alla verifica dell’andamento delle popolazioni sul medio-lungo periodo. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio per le specie forestali installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante nonché, a lungo termine, promuovendo la conservazione di piante senescenti. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC.

52

AZIONI: Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie di rapaci che nidificano sulle chiome più alte del bosco. Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari. La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore, dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione di Rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC. OBIETTIVO: Riduzione dell’incidenza del traffico veicolare sulle popolazioni di anfibi nel periodo riproduttivo.

AZIONI: Allestimento di barriere o realizzazione di tunnel di attraversamento. Previa individuazione dei punti più critici di attraversamento di anfibi sulle strade carrozzabili per raggiungere i siti riproduttivi ricadenti nel SIC, sarebbe opportuna la costruzione di tunnel di attraversamento sotterrraneo o in alternativa l’allestimento di barriere mobili ai margini delle strade durante le trasmigrazioni stagionali. Nel secondo caso è necessaria la presenza di operatori che si prendano cura del traferimento degli individui bloccati dalle barriere, sia durante la trasmigrazione verso l’acqua, sia durante quella di ritorno agli habitat boschivi in senso opposto.

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

53

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Archivio faunistico del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Catelli C., Puzzi C.M., Monicelli F. e Calamari D., 2001. Osservazioni sull’autoecologia del vairone, Leuciscus souffia (Risso, 1826), in tre corsi d’acqua dell’Italia settentrionale (Torrente Lanza, Fiume Sesia, Fiume Ticino). Quaderni ETP, 30: 49-56.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cottus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

54

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern ?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pavan P., comunicazioni personali.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

55

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

Zilio A.,1991. Riserva Naturale “Lago di Ganna”. Piano di gestione.

56

IT2010002 MONTE LEGNONE E CHIUSARELLA

57

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c3; A4d3; A4c4; A4d4 ORTOFOTO (IT2000): 074100; 074110; 074140 SUPERFICIE SIC (ha): 751,32 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito “Monti Legnone-Chiusarella” comprende i due massicci omonimi, costituiti da rocce carbonatiche, che raggiungono l’uno gli 860 e l’altro i 900 m di altezza. I confini dell’area, piuttosto frastagliati, coincidono con la provinciale della Valganna a Est, a Nord sono rappresentati dalla linea Valfredda-Valle Buragona–versante Nord del Legnone, a Ovest vanno dal Passo Varrò alla Frazione Robarello di Varese, coincidendo per un ampio tratto con l’isoipsa dei 600 m e infine a Sud coincidono con la carrozzabile che collega Robarello alla galleria presso la Fabbrica della Birra. Nel sito risultano comprese parti degli abitati di Bregazzana, Oronco, Fogliaro, Casa Campaccio e tutto il centro abitato della Rasa. Tutto il sito è percorso da numerosi torrenti che, pur con portata ridotta, hanno acqua per tutto il corso dell’anno: in particolare si ricordano il torrente Pisavacca, quello che percorre la Valle della Pedana della Madonna, il Torrente Valfredda e il rio che percorre la Valle del Legnone. Alla Rasa è inoltre localizzata la sorgente del Fiume Olona. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Del Campo Dei Fiori Nell’area è inclusa parte della Riserva Naturale Orientata del Monte Martica-Chiusarella (bacino del Torrente Castellera e versante orientale del Monte Martica, sino al fondovalle della Valganna). COMUNI INTERESSATI: Brinzio, Induno Olona, Valganna, Varese. ACCESSI: L’area è attraversata da Nord a Sud dalla SP 62 che porta da Varese a Brinzio. I principali accessi sono poi costituiti dagli abitati di Bregazzana (da cui si diparte la cosiddetta “strada militare” che giunge fin quasi sotto il Monte Chiusarella) e dalle frazioni di Varese (Oronco, Campaccio, Rasa). Il versante del Monte Chiusarella verso la Valganna è inoltre attraversato da una serie di strade carrozzabili che portano all’Alpe Ravetta, all’Alpe Cuseglio ecc. L’area è interessata anche dalla presenza di numerosi sentieri escursionistici.

58

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Serotino comune Eptesicus serotinus Orecchione bruno Plecotus auritus Orecchione alpino Plecotus macrobullaris Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estiva Biancone Circaetus gallicus Migratrice regolare, estiva Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria

59

Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, estiva Picchio nero Dryocopus martius Sedentaria

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: Ricerca bibliografica. Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali. Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione. COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI ANFIBI E RETTILI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato 2 della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: SCAZZONE – Cottus gobio Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001 e che costituisce la fonte più aggiornata di dati sulla fauna ittica presente.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Bibliografia pallipes (Lereboullet, 1858) Osservazione su campo CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758) FALENA DELL’EDERA - Euplagia Osservazione su campo quadripunctaria (Poda, 1761)

60

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

61

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che la specie possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata la presenza del gambero di fiume e del cervo volante ai quali si aggiunge Euplagia quadripunctaria, considerata specie prioritaria nella direttiva 92/43 CEE. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento e probabilmente come sito con disponibilità di rifugi. È inoltre da sottolineare l’ampia diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC, anche se tale checklist è da riferirsi in parte al maggiore sforzo di campionamento condotto grazie ai due progetti Life incentrati sulla chirotterofauna. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono

62

CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Tra le 6 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC, di particolare interesse è risultata la presenza di ben 4 specie di rapaci. In particolare il Falco pecchiaiolo, specie migratrice regolare, frequenta regolarmente l’area in esame nel periodo estivo. Nel corso di una recente campagna di monitoraggio, effettuata nell’ambito della realizzazione dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese, attualmente ancora in corso, è stata accertata la nidificazione di una coppia nell’area circostante il SIC (rilievi di campo effettuati utilizzando una griglia di riferimento di quadrati di un km per lato), documentata dall’osservazione di un nido con giovani non volanti nel mese di agosto 2003. Il Nibbio bruno, specie migratrice regolare, è frequentatrice estiva del territorio. Osservazioni di individui della specie nell’area in esame nel periodo estivo sono segnalate regolarmente a partire dagli anni ’80. Un tentativo di nidificazione di una coppia, conclusosi con l’abbandono del nido, è avvenuto negli ultimi anni ai margini dei confini del SIC (Valganna, sopra laghetto Fonteviva). La presenza del Biancone è stata spesso rilevata durante la migrazione e nel periodo estivo. Il Pellegrino è specie sedentaria nell’area, presente anche nel periodo estivo e nidifica almeno dal 1995 in una località non distante dai confini del SIC (Poncione di Ganna). La presenza del Succiacapre nel territorio del SIC è stata segnalata anche recentemente, ma non ne è provata la nidificazione. L’ascolto di canto territoriale del Picchio nero in periodo estivo (giugno 2003) non esclude la nidificazione della specie nel territorio del SIC.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico presente all’interno del SIC è costituito dal tratto iniziale del Fiume Olona, comprendente i due rami sorgentizi fino a poco più di 100 m a monte della loro confluenza. Qui si trova un’unica specie d’interesse comunitario: lo scazzone (Cottus gobio), presente con una popolazione numerosa. È da segnalare inoltre una popolazione ben strutturata di trota fario (Salmo (trutta) trutta), che costituisce peraltro l’unica altra specie ittica presente.

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio

63

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza e generalmente non supera i 4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio a seconda dell’altitudine e delle condizioni ambientali. Riguardo alla fecondità, ciascuna femmina produce circa 200-600 uova. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda, vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili. ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione abbondante. Non sono disponibili informazioni sulla struttura demografica VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune.

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata da diversi anni e confermata anche dalla presente indagine, è in prevalenza legata all’esistenza di torrenti e ruscelli di portata ridotta caratterizzati da una buona qualità delle acque e non interessati, perlomeno nel tratto iniziale, da scarichi fognari poiché situati in aree disabitate. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie piuttosto diffusa anche se non molto comune su tutto il territorio del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: -

64

ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euplagia quadripunctaria risulta piuttosto comune nel SIC anche se non molto numerosa e in diminuzione rispetto a qualche anno fa. È frequente soprattutto sulla vegetazione e sui fiori del sottobosco nelle aree boschive e al margine delle stesse. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nei giardini e nei parchi. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per l’insediamento di colonie riproduttive di chirotteri tipicamente forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare

65 attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Modesta fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana non elevata. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità. Nel caso tuttavia del gambero di fiume, è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

66

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Maggior interesse risultano avere per questa area nella quale sono stati raccolti dati negli ultimi cinque anni che potrebbero risultare utili, in particolare se il periodo temporale fosse ampliato, alla verifica dell’andamento delle popolazioni sul medio-lungo periodo. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio per le specie forestali installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante nonché, a lungo termine, promuovendo la conservazione di piante senescenti. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari (Picidi).

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio

67

• Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni. OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Archivio faunistico del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

68

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Casali L. e P., comunicazioni personali.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cottus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

69

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

70

Zilio A., 1992. Studi preliminari al piano di settore faunistico del Parco Naturale Campo dei Fiori.

71

72

IT2010003 VERSANTE NORD DEL CAMPO DEI FIORI

73

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c3; A4d3; A4c4; A4d4 ORTOFOTO (IT2000): 07100; 074090 SUPERFICIE SIC (ha): 1312,4 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito comprende la porzione settentrionale del massiccio del Campo dei Fiori, dalla cresta sommitale fino alla strada Brinzio-Castello Cabiaglio–Orino, e parte del Monte Tre Croci e Monte Pizzella, che pur essendo situata sul versante meridionale del massiccio, rientra nel SIC in oggetto. Sotto il profilo morfologico, l’area è caratterizzata da un versante piuttosto acclive, specialmente nel settore meridionale, dove sono presenti due ordini di pareti rocciose, costituito da una successione di rocce carbonatiche. Il versante è inciso da alcune valli (Intrino, Riazzo, Pardomo, Caprera), anch’esse con profilo a pendenza accentuata. Queste valli hanno in genere, alla testata, un gruppo sorgivo, usualmente in parte captato, che garantisce permanentemente l’alimentazione idrica e quindi il flusso. Alla base del versante sono inoltre presenti due aree umide (Riserve naturali) rappresentate dal Lago di Brinzio e dalla Torbiera del Carecc (Castello Cabiaglio), con specie e habitat di interesse naturalistico- ambientale. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Del Campo Dei Fiori. All’interno sono interamente comprese la “Riserva Lago di Brinzio”, la “RiservaTorbiera del Carecc”, e la sommità appartiene alla “Riserva Monte Campo dei Fiori”. COMUNI INTERESSATI: Brinzio, Castello Cabiaglio, Cocquio-Trevisago, Cuvio, Luvinate, Orino, Varese. ACCESSI: gli accessi principali si collocano in corrispondenza degli abitati di Santa Maria del Monte, Castello Cabiaglio e Orino. Il sito non risulta comunque attraversato da strade carrozzabili: queste ultime interessano solo le aree marginali del sito, limitatamente ai dintorni degli abitati di Santa Maria del Monte, Castello Cabiaglio e Orino. L’area è comunque attraversata da sentieri escursionistici.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii

74

Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Serotino comune Eptesicus serotinus Orecchione bruno Plecotus auritus Orecchione alpino Plecotus macrobullaris Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estiva Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante Picchio nero Dryocopus martius Sedentaria Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, 1879 Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO:

75

RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno confermato la presenza di Rana Latastei nel SIC. Per la conferma su campo dell’attuale presenza della specie e della sua distribuzione sarebbe opportuno prevedere indagini approfondite da svolgere nelle aree più idonee (Lago di Brinzio, Torbiera del Carecc) durante il periodo riproduttivo.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: SCAZZONE – Cottus gobio Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001 e che costituisce la fonte più aggiornata di dati sulla fauna ittica presente.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius pallipes Bibliografia (Lereboullet, 1858) Osservazione su campo CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758)

76

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

77

INVERTEBRATI In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) FALENA DELL’EDERA - Euplagia Elevata quadripunctaria (Poda, 1761) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente. Molto probabile è anche la presenza di Euplagia quadripunctaria, specie piuttosto diffusa in tutte le aree limitrofe al SIC.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risultano confermata la presenza del gambero di fiume e del cervo volante. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza de Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area. A questa si aggiunge come specie potenziale anche Euplagia quadripunctaria, considerata specie prioritaria nella direttiva 92/43 CEE. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali date le difficoltà insite nello studio di invertebrati sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento ma soprattutto come sito con ampia disponibilità di rifugi, prevalentemente utilizzati come rifugi di svernamento. È inoltre da sottolineare l’ampia diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC, anche se tale checklist è da riferirsi in parte al maggiore sforzo di campionamento condotto grazie ai due progetti Life incentrati sulla chirotterofauna. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona

78

PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Tra le 6 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC, di particolare interesse è risultata la presenza di 3 specie di rapaci. In particolare il Falco pecchiaiolo, specie migratrice regolare, frequenta regolarmente l’area in esame nel periodo estivo. Nel corso di una recente campagna di monitoraggio, effettuata nell’ambito della realizzazione dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese, attualmente ancora in corso, è stata accertata la nidificazione di una coppia nell’area circostante il SIC (rilievi di campo effettuati utilizzando una griglia di riferimento di quadrati di un km per lato), documentata dall’osservazione di un nido con giovani non volanti nel mese di agosto 2003. Il Nibbio bruno, specie migratrice regolare, è frequentatrice estiva del territorio. Il Pellegrino è specie sedentaria nell’area, presente anche nel periodo estivo e la nidificazione della specie nel SIC è stata accertata nel 2004 attraverso l’osservazione di 3 giovani involati (Pavan, com. pers.). Il Martin pescatore frequenta regolarmente l’area del Lago di Brinzio, in cui è anche nidificante (Saporetti e GIO, 2001; Baratelli, 1998). L’ascolto di canto territoriale del Picchio nero in periodo estivo (giugno 2003) non esclude la nidificazione della specie nel territorio del SIC. L’averla piccola è specie migratrice regolare e nidificante nell’area del Lago di Brinzio (Baratelli, 1998).

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è Rana di Lataste. La specie è segnalata per un torrente in prossimità dell’abitato di Brinzio. Non è da escludere tuttavia la sua presenza anche in aree idonee alla riproduzione presenti nell’area di studio quali il lago di Brinzio e la torbiera del Carecc. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Torrente Rancina e il Torrente Reno. Solo nel Torrente Rancina è stata rilevata la presenza dello Scazzone (Cottus gobio), come unica specie d’interesse comunitario, peraltro con una popolazione numerosa. È da segnalare inoltre per entrambi gli ambienti acquatici la presenza di popolazioni ben strutturate di trota fario (Salmo (trutta) trutta).

79

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza e generalmente non supera i 4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio a seconda dell’altitudine e delle condizioni ambientali. Riguardo alla fecondità, ciascuna femmina produce circa 200-600 uova. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda, vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione molto abbondante VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata da diversi anni e confermata anche dalla presente indagine, è in prevalenza legata all’esistenza di torrenti e ruscelli di portata ridotta caratterizzati da una buona qualità delle acque e non interessati, perlomeno nel tratto iniziale, da scarichi fognari poiché situati in aree disabitate. Una popolazione è presente anche nel lago di Brinzio. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie piuttosto diffusa anche se non molto comune su tutto il territorio del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - 80

ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euplagia quadripunctaria è da considerarsi potenzialmente presente poiché ampiamente diffusa anche se non molto numerosa in tipologie ambientali analoghe a quelle presenti nel SIC in numerose aree circostanti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nei giardini e nei parchi. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C) DESCRIZIONE:

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per l’insediamento di colonie riproduttive di chirotteri tipicamente forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO:

81

Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri.

VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Modesta fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana non eccessiva. Utilizzo delle pareti rocciose per attività di arrampicata sportiva. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio, ma la vulnerabilità della stessa è condizionata da un controllo delle attività legate alla fruizione turistico-ricreativa dell’area, finalizzato a limitare al minimo il disturbo arrecato all’avifauna.

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: La presenza di strade carrozzabili ai margini delle due più importanti aree umide della riserva è un fattore di rischio per gli anfibi che si recano verso i siti riproduttivi nel periodo primaverile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acque e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la

82 possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati.

VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità Nel caso tuttavia del gambero di fiume è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua e del lago di Brinzio in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazione patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Maggior interesse risultano avere per questa area nella quale sono stati raccolti dati negli ultimi cinque anni che potrebbero risultare utili, in particolare se il periodo temporale fosse ampliato, alla verifica dell’andamento delle popolazioni sul medio-lungo periodo. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio per le specie forestali installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante nonché, a lungo termine, promuovendo la conservazione di piante senescenti. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione.

83

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Le attività di arrampicata sportiva sulle pareti rocciose possono arrecare disturbo alle specie di avifauna che nidificano su roccia (es. Pellegrino). Occorre dunque regolamentare tali attività, limitandole nel periodo di nidificazione. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari (Picidi). La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione di Rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC. OBIETTIVO: Riduzione dell’incidenza del traffico veicolare sulle popolazioni di anfibi nel periodo riproduttivo. AZIONI: Allestimento di barriere o realizzazione di tunnel di attraversamento. Sarebbe opportuna la costruzione di tunnel di attraversamento sotterraneo o, in alternativa, l’allestimento di barriere mobili ai margini delle strade che costeggiano la torbiera del Carecc a Castello Cabiaglio e lungo il versante orientale del lago di Brinzio durante le trasmigrazioni stagionali. Nel secondo caso è necessaria la presenza di operatori che si prendano cura del trasferimento degli individui bloccati dalle barriere, sia durante la trasmigrazione verso l’acqua, sia durante quella di ritorno agli habitat boschivi in senso opposto.

84

OBIETTIVO: Conservazione del sito riproduttivo per gli anfibi presso la torbiera del Carecc. AZIONI: Riduzione del deflusso delle acque dalla zona umida. Si rende necessario provvedere alla realizzazione di una soglia o una chiusa che limiti il deflusso delle acque dal canale di drenaggio della torbiera del Carecc onde evitare il prosciugamento repentino dell’area umida che può influenzare negativamente la presenza e l’attività riproduttiva degli anfibi .

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni. OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. . Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

85

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Archivio faunistico del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Baratelli, 1998. Piano della Riserva Naturale Orientata "Lago di Brinzio".

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Torbiera del Carecc”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Lago di Brinzio”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Casali L. e P., comunicazioni personali.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cotttus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

86

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Ghielmi S., Baratelli D., 1995- Nuove stazioni di Rana latastei Boul. nel varesotto centrosettentrionale. Boll. Soc. Tic. Sci. Nat. Lugano, 83(1-2) pp 185-194.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pavan P., comunicazioni personali.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

87

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Saporetti F., Gruppo Insubrico Di Ornitologia, 2001. L'avifauna nidificante nelle zone umide della Provincia di Varese: status delle specie e grado di conservazione dei biotopi. Bollettino della Società ticinese di scienze naturali. 89 (1-2): 41-50.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zilio A., 1992. Studi preliminari al piano di settore faunistico del Parco Naturale Campo dei Fiori.

88

IT2010004 GROTTE DEL CAMPO DEI FIORI

89

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c3; A4c4; A4d4 ORTOFOTO (IT2000): 074100; 074090; 074140 SUPERFICIE SIC (ha): 894,38 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito comprende il versante meridionale del Monte Campo dei Fiori, dalla cresta di vetta (quota 1100-1226 m s.l.m.) fino a quota 700 m, costituito prevalentemente da Calcare di Moltrasio. Si tratta di un versante degradante verso Sud, con pendenza piuttosto regolare (20-30°), modellato da una serie d’incisioni vallive, incassate di circa un centinaio di metri rispetto alle creste che le separano. Le valli hanno andamento sub-parallelo e appartengono idrograficamente al bacino del Lago di Varese. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Del Campo Dei Fiori La “Riserva Monte Campo dei Fiori” è compresa per buona parte entro i confini del SIC e ne costituisce la maggior parte del territorio COMUNI INTERESSATI: Barasso, Castello Cabiaglio, Cocquio-Trevisago, Comerio, Cuvio, Gavirate, Luvinate, Orino, Varese ACCESSI: l’accesso principale si colloca in corrispondenza dell’abitato di Santa Maria del Monte e della strada carrozzabile (solo per i mezzi autorizzati) che porta all’Osservatorio e da qui al Forte di Orino. Il restante territorio del sito è attraversabile solo lungo sentieri escursionistici.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus

90

Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Serotino comune Eptesicus serotinus Orecchione bruno Plecotus auritus Orecchione alpino Plecostus macrobullaris Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, estiva Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estiva Biancone Circaetus gallicus Migratrice regolare, estiva Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI:

91

Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: SCAZZONE – Cottus gobio Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC derivano da comunicazione personale della GRAIA Srl, società che ha svolto i più recenti lavori di censimento della fauna ittica negli ambienti acquatici della Provincia.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758) FALENA DELL’EDERA - Euplagia Osservazione su campo quadripunctaria (Poda, 1761)

METODI DI MONITORAGGIO:

92

RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

93

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Media pallipes (Lereboullet, 1858) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente. È probabile anche la presenza di Austropotamobius pallipes nel tratto iniziale dei torrenti presenti lungo le pendici del Campo dei Fiori, in quanto la specie è segnalata in aree prossime al confine meridionale e settentrionale del SIC.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata la presenza del del cervo volante al quale si aggiunge Euplagia quadripunctaria, considerata specie prioritaria nella direttiva 92/43 CEE. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce e del Gambero di fiume nel SIC. Tuttavia le due specie, già inserite in precedenza nel Formulario Standard, vengono ritenute potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali date le difficoltà insite nello studio di invertebrati sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

94

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento ma soprattutto come sito con ampia disponibilità di rifugi, prevalentemente utilizzati come rifugi di svernamento. È inoltre da sottolineare l’ampia diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC, anche se tale checklist è da riferirsi in parte al maggiore sforzo di campionamento condotto grazie ai due progetti Life incentrati sulla chirotterofauna. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: 4 specie di rapaci inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” sono risultate presenti nel territorio del SIC. In particolare Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno e Biancone sono specie migratrici regolari e visitatori estivi dell’area che spazia dal Campo dei Fiori al Monte Martica (Zilio, 1992), mentre il Pellegrino è specie sedentaria e nidificante sul versante nord del Campo dei Fiori.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico presente all’interno del SIC è il Torrente Tinella. In esso si segnala la potenziale presenza di un’unica specie d’interesse comunitario: lo scazzone (Cottus gobio). È da segnalare inoltre la presenza della trota fario (Salmo (trutta) trutta). Lo stato attuale di entrambe le specie necessita di una verifica diretta.

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio

95

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza e generalmente non supera i 4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio a seconda dell’altitudine e delle condizioni ambientali. Riguardo alla fecondità, ciascuna femmina produce circa 200-600 uova. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda, vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16 ° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie piuttosto diffusa anche se non molto comune su tutto il territorio del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euplagia quadripunctaria risulta piuttosto comune nel SIC anche se non molto numerosa e in diminuzione rispetto a qualche anno fa. È frequente soprattutto sulla vegetazione e sui fiori del sottobosco nelle aree boschive e al margine delle stesse. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

96

DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC e da confermare con specifiche attività di monitoraggio, tuttavia è ritenuta probabile grazie all’esistenza di torrenti e ruscelli caratterizzati da una buona qualità delle acque e non interessati, perlomeno nel tratto iniziale, da scarichi fognari poiché situati in aree disabitate. La consistenza della popolazione è probabilmente simile a quella delle aree circostanti in cui la presenza della specie è stata confermata anche se con popolazioni non molto numerose. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nei giardini e nei parchi. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione 97 di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Modesta fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza non eccessiva. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità. Nel caso tuttavia del gambero di fiume è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

98

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Maggior interesse risultano avere per questa area nella quale sono stati raccolti dati negli ultimi cinque anni che potrebbero risultare utili, in particolare se il periodo temporale fosse ampliato, alla verifica dell’andamento delle popolazioni sul medio-lungo periodo. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Nel caso di un incremento del flusso turistico nelle aree comprese entro i confini del SIC si consiglia di regolamentare le attività in esso consentite che potenzialmente possano arrecare disturbo all’avifauna. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio

99

• Verifica dello status attuale della popolazione; • Monitoraggio periodico; • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat; • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che accertino la reale presenza del gambero di fiume e consentano di valutare la consistenza e lo status delle popolazione nonché di stabilire anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni.

OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Archivio faunistico del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona.

100

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cottus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

101

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pavan P., comunicazioni personali.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zilio A., 1992. Studi preliminari al piano di settore faunistico del Parco Naturale Campo dei Fiori.

102

IT2010005 MONTE MARTICA

103

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4d3; A4c3; A4d4 ORTOFOTO (IT2000): 074060;074110; 0741100 SUPERFICIE SIC (ha): 1056,88 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito occupa quasi interamente il massiccio del Monte Martica, costituito da porfiriti permiane della formazione Granofiro di Cuasso, che raggiunge l’altitudine massima di 1025 m, ed è interamente compreso entro il Parco Regionale Campo dei Fiori. I confini del Sito coincidono a Ovest con quelli della Riserva Naturale del Lago di Ganna, a Sud con la linea Val Fredda-Valle Brugona, a Est con la strada provinciale fino all’abitato di Brinzio e a Nord con la provinciale che porta a Bedero Valcuvia. L’idrografia superficiale principale è costituita dal torrente della Val Castellera e del Rio Valmolina. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Del Campo Dei Fiori Nell’area sono inoltre incluse la totalità del territorio della Riserva Naturale Orientata del Paù Majur e parte della Riserva Naturale Orientata del Monte Martica-Chiusarella (bacino del Torrente Castellera e versante orientale del Monte Martica, sino al fondovalle della Valganna). COMUNI INTERESSATI: Bedero Valcuvia, Brinzio, Induno Olona, Rancio Valcuvia, Valganna, Varese ACCESSI: gli accessi principali si collocano in corrispondenza degli abitati di Brinzio, Ganna e Bedero. Il sito non risulta comunque attraversato da strade carrozzabili: queste ultime interessano solo le aree marginali del sito, limitatamente ai dintorni degli abitati Brinzio, Ganna e Bedero. Fa eccezione la strada militare che, con partenza da Bregazzana, arriva fino in cima la vetta del Monte Martica. Essa è comunque transitabile solo fino al confine della Riserva Martica-Chiusarella. L’area è inoltre attraversata da sentieri escursionistici.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii

104

Vespertilio di Capaccini Myotis capaccinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii

Nome comune Nome scientifico Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Serotino comune Eptesicus serotinus Orecchione bruno Plecotus auritus Orecchione alpino Plecotus macrobullaris Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, nidificante Biancone Circaetus gallicus Migratrice regolare Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO:

105

RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: SCAZZONE – Cottus gobio Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001 e che costituisce la fonte più aggiornata di dati o derivano da comunicazione personale della stessa società.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Segnalazione di esperto pallipes (Lereboullet, 1858) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758) FALENA DELL’EDERA - Euplagia Osservazione su campo quadripunctaria (Poda, 1761)

METODI DI MONITORAGGIO:

106

RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine delle aree boschive.

• La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

107

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata la presenza del cervo volante e del gambero di fiume al quale si aggiunge Euplagia quadripunctaria, considerata specie prioritaria nella direttiva 92/43 CEE. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce (Cerambix cerdo) nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, è ritenuta potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

108

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento e probabilmente come sito con disponibilità di rifugi. È inoltre da sottolineare l’ampia diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC, anche se tale checklist è da riferirsi in parte al maggiore sforzo di campionamento condotto grazie ai due progetti Life incentrati sulla chirotterofauna. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: 4 specie di rapaci inseriti nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” sono risultate presenti nel territorio del SIC in esame: Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno e Biancone sono specie migratrici regolari e visitatori estivi dell’area in esame (Zilio, 1992). In particolare il Nibbio bruno è anche specie nidificante. La nidificazione è stata recentemente accertata, nel corso di una recente campagna di monitoraggio effettuata nell’ambito della realizzazione dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia di Varese, attualmente ancora in corso, attraverso l’individuazione di un nido con uova nel mese di maggio 2003. L’osservazione recente del Pellegrino in periodo e habitat idonei non esclude la possibilità di nidificazione della specie nell’area

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

109

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Torrente Valmolina e il primo tratto del Torrente Margorabbia. Vi si trova un’unica specie d’interesse comunitario: lo scazzone (Cottus gobio), il cui stato attuale necessita una verifica diretta. È da segnalare inoltre la presenza di una popolazione ben strutturata di trota fario (Salmo (trutta) trutta).

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni di letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza e generalmente non supera i 4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio a seconda dell’altitudine e delle condizioni ambientali. Riguardo alla fecondità, ciascuna femmina produce circa 200-600 uova. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda, vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16 °C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC è dovuta ad una segnalazione di una persona esperta per il tratto del torrente Valmolina a monte dell’abitato di Brinzio, ma non è da escludere che la specie frequenti anche altri corsi d’acqua ben conservati presenti nel SIC. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

110

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie piuttosto diffusa anche se non molto comune su tutto il territorio del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euplagia quadripunctaria risulta piuttosto comune nel SIC anche se non molto numerosa e in diminuzione rispetto a qualche anno fa. È frequente soprattutto sulla vegetazione e sui fiori del sottobosco nelle aree boschive e al margine delle stesse. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nei giardini e nei parchi. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

111

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per l’insediamento di colonie riproduttive di chirotteri tipicamente forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Modesta fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza non eccessi. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici.

112

FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati.

VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità Nel caso tuttavia del gambero di fiume è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Maggior interesse risultano avere per questa area nella quale sono stati raccolti dati negli ultimi cinque anni che potrebbero risultare utili, in particolare se il periodo temporale fosse ampliato, alla verifica dell’andamento delle popolazioni sul medio-lungo periodo. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio per le specie forestali installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante nonché, a lungo termine, promuovendo la conservazione di piante senescenti. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI:

113

Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che accertino la reale presenza del gambero di fiume e consentano di valutare la consistenza e lo status delle popolazione nonché di stabilire anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni. OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

114

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Archivio faunistico del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Pau Majur”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cottus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411. alciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

115

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pavan P., comunicazioni personali.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

116

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zilio A., 1992. Studi preliminari al piano di settore faunistico del Parco Naturale Campo dei Fiori

117

118

IT2010006 LAGO DI BIANDRONNO

119

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c4; A4c5 ORTOFOTO (IT2000): 074130 SUPERFICIE SIC (ha): 134,4 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il SIC denominato “Lago di Biandronno” è localizzato in una depressione approssimativamente subcircolare di circa 1 km di diametro. Essa è separata dall’estremità occidentale del Lago di Varese da una stretta dorsale, mentre sui restanti lati è delimitata da rilievi collinari e piane sopraelevate. La denominazione del toponimo (Lago di Biandronno) appare forse oggi obsoleta, visto che il sito coincide praticamente con una area a vegetazione palustre. Nel sito sono presenti alcuni laghi interni non interconnessi da canali superficiali. Lo specchio d’acqua più grosso, localizzato nel settore nord-occidentale, deriva dalle attività di escavazione della torba, mentre il raggruppamento di specchi minori nella parte centrale rappresenterebbe quel che rimane dell’antico “Lago di Biandronno” in seguito ai processi di interramento della vegetazione. È stato individuato un solo emissario, la Roggia Gatto, che defluisce verso il Lago di Varese. Non ci sono immissari: gli apporti idrici deriverebbero da precipitazioni dirette sulla palude (circa il 60%) e da scorrimento superficiale e sotterraneo della acque cadute sul bacino all’esterno della palude (UGGERI, 1999). INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Riserva Naturale “Lago Di Biandronno” COMUNI INTERESSATI: Bardello, Biandronno, Bregano ACCESSI: Non esistono attraversamenti trasversali dell’area, anche perché il regime di protezione proibisce la frequentazione dell’area. Vi sono tuttavia alcune tracce determinate dal passaggio preferenziale di chi comunque fa ingresso nell’area. La traccia più evidente è quella che parte dall’estremità meridionale dell’area (Comune di Biandronno) dirigendosi verso i corpi d’acqua centrali (il cosiddetto “occhio”). Un secondo accesso è quello che, lungo un canale collocato tra Bardello e Bregano porta verso il grosso specchio d’acqua artificiale.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Vespertilio di Bechstein Myotis bechsteinii Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii

120

Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Strolaga mezzana (*) Gavia arctica Svernante Strolaga minore (*) Gavia stellata Migratore regolare Tarabuso (*) Botaurus stellaris Svernante Tarabusino Ixobrychus minutus Migratore regolare, nidificante Sgarza ciuffetto (*) Ardeola ralloides Migratore regolare Airone bianco maggiore Casmerodius albus Migratore regolare (*) Cicogna (*) Ciconia ciconia Migratrice regolare Moretta tabaccata Aythya nyroca Migratrice regolare, Nidificante Pesciaiola (*) Mergus albellus Migratrice irregolare Falco pecchiaiolo (*) Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, nidificante Biancone (*) Circaetus gallicus Accidentale Falco di palude (*) Circus aeruginosus Migratrice regolare, nidificante Albanella reale (*) Circus cyaneus Svernante Albanella minore (*) Circus pygargus Migratrice regolare Falco pescatore (*) Pandion haliaetus Migratrice irregolare, estivante irregolare Pellegrino (*) Falco peregrinus Svernante Schiribilla (*) Porzana parva Migratrice regolare Voltolino (*) Porzana porzana Migratrice regolare Cavaliere d’Italia (*) Himantopus himantopus Migratrice regolare Sterna comune (*) Sterna hirundo Migratrice regolare Mignattino piombato (*) Chlidonias hybridus Migratrice regolare Mignattino (*) Chlidonias niger Migratrice regolare Martin pescatore (*) Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

121

Ghiandaia marina (*) Coracias garrulus Migratrice irregolare Pettazzurro (*) Luscinia svecica Migratrice regolare Balia dal collare (*) Ficedula albicollis Migratrice regolare Averla piccola (*) Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Bibliografia 1879

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno permesso di confermare la presenza di Rana di Lataste nel SIC. La specie tuttavia, anche a causa del periodo di ricerca non adeguato per indagini sugli anfibi, non è stata rinvenuta direttamente su campo. È stata tolta dall’elenco Emys orbicularis in quanto specie non segnalata in bibliografia per il SIC e mai rinvenuta nelle vicinanze.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono stati raccolti tramite censimento diretto. In data 17 agosto 2004 è stato compiuto dai tecnici della GRAIA Srl un campionamento ittico con finalità qualitative, tramite elettropesca condotta da barca.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: NINFA DELLE TORBIERE - Coenonympha Bigliografia oedippus (Fabricius, 1787)

122

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: L’indagine bibliografica ha evidenziato una segnalazione di presenza di Coenonympha oedippus nel SIC. Non sono state individuate né su campo, né in bibliografia altre specie di invertebrati inseriti nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE. Tuttavia date le difficoltà nell’individuazione di molte specie, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - - 123

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è limitata ai Chirotteri. Per queste specie si evidenzia la presenza probabilmente ai soli fini trofici, il SIC non rappresenta infatti un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento. La presenza di chirotteri in attività di foraggiamento nel presente SIC è da riferirsi molto probabilmente agli animali che utilizzano i siti di rifugio presenti nei SIC limitrofi all’interno del Parco Regionale Campo dei Fiori. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, scarsa abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: poco significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore scarso

124

AVIFAUNA DESCRIZIONE: La presenza delle specie contrassegnate con l’asterisco (*) è relativa ad un territorio più vasto del SIC in oggetto, in particolare si riferisce alla Important Bird Area IBA014, coincidente con l’area della Palude Brabbia, Lago di Varese e Lago di Biandronno. I dati riferiti a queste specie sono stati desunti dalla Relazione sullo “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA”. Di conseguenza, anche le informazioni di carattere quantitativo (dimensioni minime e massime delle popolazioni delle suddette specie) consultabili sul CD allegato sono riferite all’area vasta della IBA014. La presenza di tutte le altre specie si riferisce invece al territorio del SIC in esame. Di queste, la nidificazione del Tarabusino, già accertata per gli anni 1983-1987 (Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese – Lombardia, 1983-1987) è stata verificata anche nel corso dei recenti rilievi di campo realizzati nell’ambito dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese. Di rilievo è la nidificazione della Moretta tabaccata, osservata per la prima volta nel 1999 (Saporetti e GIO, 2001).

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è Rana di Lataste. La specie risulta più volte segnalata nella banca dati faunistica del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona, ma non vi sono dati sull’effettiva consistenza delle popolazioni. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Lago di Ganna, di cui però non esistono informazioni abbastanza recenti riguardo al popolamento ittico, il Torrente Margorabbia e la Roggia della Paurascia, anche se quest’ultima, in caso di periodi siccitosi prolungati può andare incontro a fenomeni di secca completa. Nel Torrente Margorabbia si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: il vairone (Leuciscus souffia), presente con una popolazione numerosa e lo scazzone (Cottus gobio), il cui stato attuale della popolazione necessita di una verifica diretta. La comunità ittica si compone inoltre del ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inserito negli allegati della Direttiva Habitat, essendo endemico del distretto padano-veneto, costituisce un elemento di pregio per il torrente; si aggiunge poi la trota fario (Salmo (trutta) trutta), di cui si segnala l’esistenza di una popolazione numerosa. Nella Roggia della Paurascia i campionamenti condotti nel 1998 hanno rivelato la presenza di ghiozzo padano e vairone.

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia

125

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il cobite comune raggiunge normalmente la lunghezza totale massima di 12 cm. In media non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: la popolazione risulta essere numericamente piuttosto scarsa VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Coenonympha oedippus nel territorio del SIC, è stata accertata in bibliografia ma tuttavia con una segnalazione nel 1974 e non riconfermata durante le indagini su campo. La specie potrebbe essere comunque ancora presente con una popolazione poco numerosa poiché nell’area sussistono habitat idonei alla sopravvivenza delle larve e degli adulti. Risulta sovente associata ad habitat prioritari presenti nel SIC quali le formazioni a Cladium mariscus (COD *7210). POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

126

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Scarsa fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana trascurabile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischi

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: La presenza di strade carrozzabili lungo tutto il perimetro della riserva è un fattore di rischio per gli anfibi che si recano verso i siti riproduttivi nel periodo primaverile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acque e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Perdita di habitat per il progressivo interrimento del lago.

127

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Coenonympha oedippus. Occorre comunque effettuare attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie a scopo collezionistico in quanto entità rara e molto ricercata. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza della specie. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: La specie è a forte rischio di estinzione poiché molto rara, isolata e in forte declino in tutto l’areale. Dove presente è necessario prevedere piani di gestione che mirino a conservare gli habitat preferiti dalle specie e rappresentati da prati umidi e cenosi erbacee igrofile quali cariceti in cui siano presenti le piante nutrici della specie (Carex sp.; Poa sp., Lolium sp., Iris pseudacorus). È fondamentale la prevenzione del rischio di incendio nelle zone umide che può uccidere le larve svernanti.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI:

128

Nel caso di un incremento del flusso turistico nell’area, al fine di minimizzare il disturbo arrecato all’avifauna si consiglia di regolamentare ed eventualmente di limitare alcune attività legate alla fruizione turistico-ricreativa, in particolare nei periodi coincidenti con la stagione riproduttiva delle specie che nidificano nel canneto, così come anche durante i passi migratori delle specie che utilizzano questo ambiente per la sosta. È necessario evitare periodici lavori di manutenzione che possano distruggere la vegetazione degli habitat riproduttivi (fascia vegetazionale del fragmiteto) di alcune specie o, al limite, regolamentare tali interventi in modo da evitare il periodo critico della riproduzione.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione di rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC. OBIETTIVO: Riduzione dell’incidenza del traffico veicolare sulle popolazioni di anfibi nel periodo riproduttivo. AZIONI: Allestimento di barriere o realizzazione di tunnel di attraversamento. Previa individuazione dei punti più critici di attraversamento di anfibi sulle strade carrozzabili per raggiungere i siti riproduttivi ricadenti nel SIC, sarebbe opportuna la costruzione di tunnel di attraversamento sotterraneo o in alternativa l’allestimento di barriere mobili ai margini delle strade durante le trasmigrazioni stagionali. Nel secondo caso è necessaria la presenza di operatori che si prendano cura del trasferimento degli individui bloccati dalle barriere, sia durante la trasmigrazione verso l’acqua, sia durante quella di ritorno agli habitat boschivi in senso opposto.

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Monitoraggio periodico dello status della popolazione. • Manutenzione periodica del lago, in contrasto al suo interrimento. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione dell’effettiva presenza e conservazione delle popolazioni di Coenonympha oedippus. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio atte a valutare la presenza, la consistenza e lo status della popolazione di Coenonympha oedippus, nonché a monitorare lo stato di conservazione degli habitat idonei alla specie.

129

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

AA.VV., 1987. Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Brunner, Celada, Rossi, Gustin, LIPU BIRD LIFE ITALIA, 2003. Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete IBA (Important Bird Areas). Relazione finale.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna. 130

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983- 1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Mermet E. 1998 – I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Boll. Soc. ticinese di Scienze naturali, 86: 25-36.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Saporetti F., Gruppo Insubrico Di Ornitologia, 2001. L'avifauna nidificante nelle zone umide della Provincia di Varese: status delle specie e grado di conservazione dei biotopi. Bollettino della Società ticinese di scienze naturali. 89 (1-2): 41-50.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

131

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Verity R. 1940-1953. Le farfalle diurne d’Italia. Marzocco, Firenze, 5 voll., 1708 pp.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

132

IT2010007 PALUDE BRABBIA

133

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4c5; A5c1 ORTOFOTO (IT2000): 095010 SUPERFICIE SIC (ha): 460 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Area a morfologia pressoché pianeggiante, collocata tra i bacini del Lago di Varese e del Lago di Comabbio, con altezze comprese tra i 238 e i 260 m s.l.m., caratterizzata da depositi torbosi e specchi d’acqua originatisi grazie all’attività estrattiva che ha interessato l’area fino a metà del 1900. Il confine settentrionale coincide per un ampio tratto con la SP36, quello meridionale con la SP53 e quello occidentale con il sentiero cosiddetto “dei pescatori”. A Est il confine si presenta più frastagliato: coincide per un tratto con la SP53 fino all’altezza di Bernate, e da qui si dirige verso Nord mantenendosi a Ovest degli abitati di Inarzo e Cazzago Brabbia. Il Canale Brabbia rappresenta il corso d’acqua più importante, convogliando le acque del Lago di Comabbio verso il Lago di Varese, ma l’area è solcata da altri numerosi canali, creati anche in seguito alle attività di escavazione della torba, come il Riale, il Fosso Carbonino, il Fosso di Mezzo, ecc. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Riserva Naturale Palude Brabbia COMUNI INTERESSATI: Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate, Varano Borghi ACCESSI: I principali punti di accesso all’area coincidono con: - area industriale in corrispondenza dello stabilimento Whyrpool, da cui parte il sentiero cosiddetto “dei pescatori”, che costeggia tutto il confine occidentale dell’area; - Cascina Fabricco, da cui parte un sentiero che conduce verso l’interno dell’area (Torbiera Brabbia) in corrispondenza dei chiari derivati da escavazione della torba; - abitato di Inarzo. Da qui partono diversi sentieri che penetrano all’interno dell’area denominata “Torbiera di Inarzo”, alcuni tratti dei quali sono stati attrezzati per la fruizione didattica; - Fornaci di Cazzago Brabbia. Da questi punti di accesso si dipartono per lo più sentieri a fondo cieco pedonali o carrozzabili solo per gli autorizzati, che portano dall’esterno della palude verso l’interno, senza raggiungere mai uno sviluppo significativo. Fanno eccezione la SP36, strada ad alta frequentazione che passa lungo il confine settentrionale dell’area e in un tratto la attraversa, e la SP53 che segna il confine Sud-Est della porzione meridionale dell’area.

134

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Strolaga mezzana (*) Gavia arctica Svernante Strolaga minore (*) Gavia stellata Migratore regolare Tarabuso (*) Botaurus stellaris Svernante Tarabusino Ixobrychus minutus Migratrice regolare, nidificante Nitticora Nycticorax nycticorax Migratrice regolare, nidificante Airone rosso Ardea purpurea Migratrice regolare, nidificante Sgarza ciuffetto (*) Ardeola ralloides Migratrice regolare Airone bianco maggiore Casmerodius albus Migratrice regolare Cicogna (*) Ciconia ciconia Migratrice regolare Moretta tabaccata Aythya nyroca Migratrice regolare, Nidificante Pesciaiola (*) Mergus albellus Migratrice irregolare Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, nidificante Biancone Circaetus gallicus Accidentale

135

Falco di palude Circus aeruginosus Migratrice regolare, nidificante Albanella reale (*) Circus cyaneus Svernante Albanella minore (*) Circus pygargus Migratrice regolare Falco pescatore (*) Pandion haliaetus Migratrice irregolare, estivante irregolare Smeriglio Falco columbarius Migratrice regolare Pellegrino Falco peregrinus Svernante Schiribilla Porzana parva Migratrice regolare, nidificante Voltolino Porzana porzana Migratrice regolare Cavaliere d’Italia (*) Himantopus himantopus Migratrice regolare Sterna comune (*) Sterna hirundo Migratrice regolare Mignattino piombato (*) Chlidonias hybridus Migratrice regolare Mignattino Chlidonias niger Migratrice regolare Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante Ghiandaia marina (*) Coracias garrulus Migratrice irregolare Pettazzurro Luscinia svecica Migratrice irregolare Balia dal collare (*) Ficedula albicollis Migratrice irregolare Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Bibliografia 1879

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno permesso di confermare la presenza di Rana di Lataste nel SIC. La specie tuttavia, anche a causa del periodo di ricerca non adeguato per indagini sugli

136 anfibi, non è stata rinvenuta direttamente su campo.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001 e che costituisce la fonte di dati più aggiornata.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: NINFA DELLE TORBIERE - Coenonympha Bibliografia oedippus (Fabricius, 1787) Graphoderus bilineatus (De Geer, 1774) Bibliografia GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Bibliografia pallipes (Lereboullet, 1858) Osservazione su campo EREMITA ODOROSO - Osmoderma eremita Bibliografia (Scopoli, 1763)

137

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: L’indagine bibliografica e la ricerca su campo hanno evidenziato segnalazioni di presenza nel SIC di Austropotamobius pallipes (rinvenuto anche su campo), Coenonympha oedippus, Graphoderus bilineatus e Osmoderma eremita. Tuttavia, date le difficoltà nell’individuazione di molte specie, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

138

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi ai soli Chirotteri. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato, e legate agli ambienti acquatici come vespertilio di Daubenton. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente sono insediate nell’area anche con colonie riproduttive. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. Interessante la presenza di pipistrello di Nathusius specie, seppur non esclusivamente, legata agli ambiente forestali. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

AVIFAUNA DESCRIZIONE:

139

La presenza delle specie contrassegnate con l’asterisco (*) è relativa ad un territorio più vasto del SIC in oggetto, in particolare si riferisce alla Important Bird Area IBA014, coincidente con l’area della Palude Brabbia, Lago di Varese e Lago di Biandronno. I dati riferiti a queste specie sono stati desunti dalla Relazione sullo “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete delle IBA”. Di conseguenza, anche le informazioni di carattere quantitativo (dimensioni minime e massime delle popolazioni delle suddette specie) consultabili sul CD allegato sono riferite all’area vasta della IBA014. La presenza di tutte le altre specie si riferisce invece al territorio del SIC in esame. Di queste, importante risulta essere la presenza all’interno dell’area della garzaia in cui nidificano, oltre all’airone cenerino, anche due specie di Ardeidi inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli”: Nitticora e Airone rosso. Di rilievo è anche la presenza della Moretta tabaccata, nidificante a partire dal 1991 con un piccolo numero di coppie (Clarizio et al., 1991). Tra le specie di rapaci che frequentano il territorio del SIC sono nidificanti il Falco pecchiaiolo, Nibbio bruno (Saporetti, Gruppo Insubrico di Ornitologia, 2001) e Falco di palude (Brunner et al., 2003).

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è Rana di lataste. La specie risulta più volte segnalata nella banca dati faunistica del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona, ma non vi sono dati sull’effettiva consistenza delle popolazioni. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Canale Brabbia e il Colatore di Varano Borghi. In essi si trova un’unica specie d’interesse comunitario: il cobite comune (Cobitis taenia), presente con una popolazione numerosa. La comunità ittica si compone poi di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie di un certo pregio perchè endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), carpa (Cyprinus carpio), tinca (Tinca tinca) e, più rare, sanguinerola (Phoxinus phoxinus) e trota fario (Salmo (trutta) trutta). All’interno della comunità sono molte anche le specie esotiche, peraltro tutte presenti con popolazioni numerose, rappresentate da carassio dorato (Carassius auratus), gambusia (Gambusia holbrooki), pesce gatto (Ictalurus melas), persico sole (Lepomis gibbosus), persico trota (Micropterus salmoides), lucioperca (Sander lucioperca) e siluro (Silurus glanis).

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia

140

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il cobite comune raggiunge normalmente la lunghezza totale massima di 12 cm. In media non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. Durante le ore di luce trascorre il tempo infossato nei fondali sabbiosi e limosi. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata in bibliografia e confermata anche dalla presente indagine, è in prevalenza legata al buon grado di conservazione delle acque di alcuni corsi d’acqua che entrano nella Palude Brabbia. In particolare la maggior parte delle segnalazioni fa riferimento al torrente Riale ad Inarzo. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: La presenza di Coenonympha oedippus nel territorio del SIC è stata accertata in bibliografia in epoca recente (1996), ma non riconfermata durante le indagini su campo. La specie potrebbe essere comunque ancora presente con una popolazione poco numerosa poiché nell’area sussistono habitat idonei alla sopravvivenza delle larve e degli adulti. Risulta potenzialmente associata ad habitat presenti nel SIC quali le formazioni a Cladium mariscus (COD *7210) e le praterie con Molinia (COD 6410). POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: -

141

ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

DESCRIZIONE: La presenza di Osmoderma eremita nel territorio del SIC è confermata da un recente studio (Baratelli, non pubbl.) effettuato nell’area del SIC. La specie è strettamente legata ad habitat idonei allo sviluppo della larva, strettamente associata ad alberi cavi e in principal modo a salici capitozzati. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

DESCRIZIONE: Graphoderus bilineatus è segnalato per il SIC Palude Brabbia, ma il dato risale al 1966. La specie, complice anche l’estrema rarità della stessa, non è stata rinvenuta nelle indagini su campo. Potrebbe essere tuttora presente ma in modo sicuramente sporadico, considerando anche che la specie è stata segnalata in pochissime altre stazioni in Lombardia e nel nord Italia. POPOLAZIONE: D STATO DI CONSERVAZIONE: - CONDIZIONE ATTUALE: - PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: - POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO - VALUTAZIONE GLOBALE: -

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di 142 evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una modesta presenza umana. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste .

143

FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acque e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Azioni di dragaggio dei fondali. • Azioni di spurgo dei canali;

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza del gambero di fiume. Occorre comunque effettuare attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie . Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Osmoderma eremita e Coenonympha oedippus. Occorre comunque effettuare attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo delle specie a scopo collezionistico in quanto entità rare e molto ricercate. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Un possibile fattore di rischio per le popolazioni di gambero di fiume è la presenza abbondante nel vicino lago di Varese di specie di gambero alloctone. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Nonostante il gambero di fiume non sembri correre pericoli immediati è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua frequentati dalla specie. Monitorare la presenza nel SIC di specie alloctone e l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Coenonympha oedippus è a forte rischio di estinzione poiché molto rara, isolata e in forte declino in tutto l’areale. Dove presente è necessario prevedere piani di gestione che mirino a conservare gli habitat preferiti dalle specie e rappresentati da prati umide e cenosi erbacee igrofile quali cariceti in cui siano presenti le piante nutrici della specie (Carex sp.; Poa sp., Lolium sp., Iris pseudacorus). E’ fondamentale la prevenzione del rischio di incendio nelle zone umide che può uccidere le larve svernanti. Osmoderma eremita è specie rara e minacciata a causa della scomparsa pressoché generalizzata di alberi idonei allo sviluppo della specie, attualmente legata quasi esclusivamente a salici capitozzati al cui interno la larva si nutre, a carico delle parti marcescenti della pianta. Tuttavia l’abbandono delle pratiche di capitozzatura delle piante negli ultimi decenni ha nettamente ridotto le possibilità di sopravvivenza della specie.

144

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Il territorio del SIC risulta inserito nella Riserva Naturale Palude Brabbia, fattore che garantisce all’area una adeguata tutela, in quanto le attività nel sito risultano già sufficientemente regolamentate.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione di Rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC.

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Monitoraggio periodico dello status della popolazione.

145

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo.

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni.

OBIETTIVO: Valutazione dell’effettiva presenza e conservazione delle popolazioni di Coenonympha oedippus. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio atte a valutare la presenza, la consistenza e lo status della popolazione di Coenonympha oedippus, nonché a monitorare lo stato di conservazione degli habitat idonei alla specie.

OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di Osmoderma eremita. AZIONI: Conservazione e incremento della presenza di filari di salici capitozzati. La conservazione della specie è legata al mantenimento dei filari di alberi capitozzati che ospitano le larve. Sarebbe opportuno prevedere interventi di manutenzione dei salici capitozzati esistenti soprattutto a livello degli esemplari che presentano cavità, mediante potatura delle branche più sviluppate onde salvaguardare l’integrità del cavo e della pianta, fondamentale per favorire la presenza di Osmoderma eremita. Occorre porre particolare attenzione nel caso di interventi su piante ospitanti la specie, è pertanto necessaria un’indagine preventiva sulla presenza di Osmoderma eremita nell’area che permetta una scelta precisa degli esemplari sui quali intervenire e dei metodi di intervento. Provvedere alla messa a dimora di nuovi filari di salice e alla capitozzatura di piante giovani previa individuazione delle aree e delle piante più idonee al trattamento.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

AA.VV., 1987. Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione

146

della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

Baratelli D., non pubbl.. Note sulla presenza di Osmoderma eremita SERV. 1825 nella Riserva naturale regionale Palude Brabbia e piano di gestione della specie.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Bilardo A., 1965. Ricerche sugli Hydroadephaga della provincia di Varese (Coleoptera). Mem. Soc. Entom. Ital., 49: 109-153.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Brunner, Celada, Rossi, Gustin, LIPU BIRD LIFE ITALIA, 2003. Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base della rete IBA (Important Bird Areas). Relazione finale.

Casali P. e L., comunicazioni personali.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Clarizio G., Martegani P., Maruzza D., Soldarini M., 1991. Nidificazione della Moretta tabaccata Aythya nyroca nella Riserva Naturale Regionale Palude Brabbia (Varese)

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

147

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Mermet E. 1998 – I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Boll. Soc. ticinese di Scienze naturali, 86: 25-36.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Saporetti F., Gruppo Insubrico Di Ornitologia, 2001. L'avifauna nidificante nelle zone umide della Provincia di Varese: status delle specie e grado di conservazione dei biotopi. Bollettino della Società ticinese di scienze naturali. 89 (1-2): 41-50.

148

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Verity R. 1940-1953. Le farfalle diurne d’Italia. Marzocco, Firenze, 5 voll., 1708 pp.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

149

150

IT2010008 LAGO DI COMABBIO

151

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5b1; A5c1 ORTOFOTO (IT2000): 0095050; 095010 SUPERFICIE SIC (ha): 466,6 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: L’area è incentrata sul bacino del Lago di Comabbio. Esso è collocato in una depressione posta a Sud-Ovest del complesso Lago di Varese-Palude Brabbia, è lungo circa 3,5 km e mediamente è largo circa 1 km. Le acque mostrano una profondità massima di circa 8 m (profondità media = 5 m). Le più ampie porzioni terrigene si trovano concentrate al confine Sud e nella porzione centro-occidentale del Lago. Il territorio circostante è costituito da rilievi collinari-morenici di modesta entità (450 m s.l.m. circa). L’emissario del Lago coincide con il Canale Brabbia. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Comabbio, Mercallo, Ternate, Varano Borghi, Vergiate ACCESSI: gli accessi sono numerosi in quanto la fascia urbanizzata raggiunge le sponde del lago in quasi tutta l’estensione del SIC. In generale l’area è interessata tutta intorno dalla presenza di strade che in alcuni casi coincidono coi limiti stessi del SIC. A Est la SP18 coincide per molti tratti col confine del SIC, mantenendosi molto vicino alla sponde del lago (mediamente tra le sponde e la strada vi è una distanza di 100 m , in alcuni tratti ridotta a qualche decina di metri!) fino all’abitato di Corgeno. Da Corgeno a Mercallo (porzione Sud dell’area) il reticolo stradale pur essendo adiacente ai confini meridionali dell’area si discosta maggiormente dalle sponde, registrando distanze anche prossime a 1,5 km. Il lato Sud-Ovest, fin sotto l’abitato di Comabbio, si trova adiacente alla superstrada Vergiate- (SP54). La porzione Nord- Ovest, pur essendo lontana dal reticolo stradale risulta raggiunta da una serie di strade sterrate che, dipartendosi dalla SP54 raggiungono le sponde lacustri. La porzione Nord coincide in gran parte con il Parco “Berrini” del Comune di Ternate.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii

152

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Tarabusino Ixobrychus minutus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono state effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia Bibliografia

153

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

154

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è limitata ai Chirotteri. Per queste specie si evidenzia la presenza probabilmente ai soli fini trofici, il SIC non rappresenta infatti un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

155

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Nel territorio del SIC in questione sono risultate presenti 2 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE: Tarabusino e Martin pescatore, entrambe nidificanti nell’area.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico all’interno del SIC è rappresentato dal Lago di Comabbio. In esso si trova un’unica specie d’interesse comunitario: il cobite comune (Cobitis taenia), presente con una popolazione numerosa. La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche popolazioni numerose di anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), carpa (Cyprinus carpio) e tinca (Tinca tinca). All’interno della comunità sono molte anche le specie esotiche, peraltro tutte presenti con popolazioni numerose, rappresentate da carassio (Carassius auratus), gambusia (Gambusia holbrooki), pesce gatto (Ictalurus melas), persico sole (Lepomis gibbosus), persico trota (Micropterus salmoides), lucioperca (Sander lucioperca) e siluro (Silurus glanis).

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il cobite comune raggiunge normalmente la lunghezza totale massima di 12 cm. In media non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: la popolazione è numericamente abbondante VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

156

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: -

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri.

FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana abbondante. Presenza di campeggi lungo le sponde del lago. Navigazione con imbarcazioni. Confini delimitati da strade ad elevata percorrenza. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio, ma la vulnerabilità della stessa è condizionata da uno stretto controllo delle attività legate alla fruizione turistico-ricreativa dell’area, finalizzato a limitare al minimo il disturbo arrecato all’avifauna.

ERPETOFAUNA -

157

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio.

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI:

158

Al fine di minimizzare il disturbo arrecato all’avifauna si consiglia di regolamentare ed eventualmente di limitare alcune attività legate alla fruizione turistico-ricreativa dell’area. In particolare il noleggio e l’utilizzo di imbarcazioni dovrebbero essere ridotti nei periodi coincidenti con la stagione riproduttiva delle specie che nidificano nel canneto (es. Tarabusino) e lungo le rive del lago, così come anche durante i passi migratori delle specie che utilizzano questo ambiente per la sosta. Nel caso di un incremento del flusso turistico nelle aree strettamente limitrofe i confini del SIC (es. campeggio adiacente), si consiglia di regolamentare le attività in esso consentite che potenzialmente possano arrecare disturbo all’avifauna. È necessario evitare periodici lavori di manutenzione che possano distruggere la vegetazione degli habitat riproduttivi (fascia vegetazionale del fragmiteto) dei Rallidi o, al limite, regolamentare tali interventi in modo da evitare il periodo critico della riproduzione. La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Monitoraggio periodico dello status della popolazione; • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI -

159

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

160

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Saporetti F., Gruppo Insubrico Di Ornitologia, 2001. L'avifauna nidificante nelle zone umide della Provincia di Varese: status delle specie e grado di conservazione dei biotopi. Bollettino della Società ticinese di scienze naturali. 89 (1-2): 41-50.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

161

162

IT2010009 SORGENTI DEL RIO CAPRICCIOSA

163

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5b1 ORTOFOTO (IT2000): 095080; 095040 SUPERFICIE SIC (ha): INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il SIC, a forma di quadrilatero, si sviluppa intorno alle sorgenti del Fosso della Capricciosa, comprendendo le deboli pendici della vallecola che si sviluppa attorno ad esso. La quota maggiore è pari a 336 m, mentre il Fosso scorre ad una altitudine di circa 290 m. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: ACCESSI: le strade di accesso esistenti consistono in due sterrate (verso la Cascina Livelli e verso la Cascina Bilesa) che corrono più o meno parallele in direzione SudOvest-NordEsr. Nell’area sono presenti altre strade non asfaltate che connettono trasversalmente i due percorsi principali ma non sono percorribili da mezzi motorizzati, essendo Zona di Parco Naturale C.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

164

Nome comune Nome scientifico Fenologia Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dal rapporto tecnico della GRAIA Srl intitolato “Conservazione di Austropotamobius pallipes nel Parco Ticino”, consegnato al Parco del Ticino Lombardo nel 2003.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Bibliografia pallipes (Lereboullet, 1858) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758)

165

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari lungo percorsi campione sia sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifuglio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

166

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata).

Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie fanno presumere che la specie possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata da dati bibliografici la presenza del gambero di fiume e, su campo, la presenza del cervo volante. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia la specie viene ritenuta potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza probabilmente ai soli fini trofici, il SIC non rappresenta infatti un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, scarsa abbondante): 167

RAPPRESENTATIVITÀ: poco significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore scarso

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Le uniche specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC sono risultate il Succiacapre e il Martin pescatore, entrambe nidificanti nell’area.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico all’interno del SIC è rappresentato dal tratto iniziale del Rio Capricciosa. In esso si trova un’unica specie ittica d’interesse comunitario: il vairone (Leuciscus souffia), presente con una popolazione numerosa, cui si aggiunge un invertebrato acquatico d’interesse comunitario: il gambero d’acqua dolce (Austropotamobius pallipes). È da segnalare inoltre la presenza di una popolazione ben strutturata di trota fario (Salmo (trutta) trutta).

SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni disponibili in letteratura. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: secondo un’indagine condotta nel Torrente Lanza, geograficamente vicino al Margorabbia e comparabile dal punto di vista della tipologia ambientale, a un anno di età raggiunge la lunghezza di 8 cm, a 2 anni di 11 cm, a 3 anni di 13 cm. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è verosimilmente compreso tra giugno e luglio. Ciascuna femmina produce alcune migliaia di uova, del diametro di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: il vairone vive nella zona pedemontana dei corsi d’acqua, nei quali frequenta le zone laterali a corrente moderata vicino alle sponde, dove trova rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente è sostenuta. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati sul pelo dell’acqua. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili

168

VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata da diversi anni e confermata anche dalla presente indagine, è in prevalenza legata all’esistenza di torrenti e ruscelli di portata ridotta caratterizzati da una buona qualità delle acque e non interessati, perlomeno nel tratto iniziale, da scarichi fognari poiché situati in aree disabitate. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie piuttosto diffusa anche se non molto comune su tutto il territorio del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nei giardini e nei parchi. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

169

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

170

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia • Degrado dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità Nel caso tuttavia del gambero di fiume è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nei corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione del SIC, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

171

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio.

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Merlo acquaiolo e il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia • Monitoraggio periodico dello status della popolazione; • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. 172

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni. OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo.

AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

173

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2003. Conservazione di Austropotamobius pallipes nel Parco Ticino. Rapporto tecnico consegnato al Parco del Ticino Lombardo.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

174

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

175

176

IT2010010 BRUGHIERA DEL VIGANO

177

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5b2; A5c2; A5b3; A5c3 ORTOFOTO (IT2000): 095050; 095090; 094120 SUPERFICIE SIC (ha): 510 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito è collocato nella porzione sud-occidentale del territorio della provincia di Varese, tra gli abitati di Golasecca a Ovest e Somma Lombardo a Est. L’area è morfologicamente caratterizzata da: - incisione rappresentata dal Torrente Strona , che scorre in direzione Nord-Est (250 m circa)-SudOvest (200 m circa); - terrazzo subpianeggiante leggermente inclinato da Nord (260 m circa) a Sud (240 m circa); - scarpata di raccordo tra il terrazzo e il Torrente Strona a Est e tra il terrazzo e il Fiume Ticino (190 m circa) a Sud. In questa scarpata è collocata, tra la foce dello Strona e Porto Torre una cava di ghiaia dimessa. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Golasecca, Somma Lombardo, Vergiate ACCESSI: la porzione settentrionale è raggiungibile da Sesona, frazione di Vergiate, e dalla SS33. La SP27 che attraversa il sito da Est a Ovest consente di accedere all’area sia dall’abitato di Golasecca sia da quello di Somma Lombardo. Infine la SS336 rappresenta il confine Sud del sito. Tutta l’area risulta per altro attraversata da strade sterrate, che creano un reticolo omogeneamente distribuito.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusius Moscardino Muscardinus avellanarius

178

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

179

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

180

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Bassa cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus Media (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione delle due specie fanno presumere che possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cervo volante (già inserito nel formulario standard) e del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia le specie sono ritenute potenzialmente presenti nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

181

182

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato, e legate agli ambienti acquatici come vespertilio di Daubenton. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente non sono presenti nell’area colonie riproduttive. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. Interessante la presenza di pipistrello di Nathusius e di vespertilio mustacchino specie, seppur non esclusivamente, legate agli ambiente forestali. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Le uniche specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC sono risultate il Succiacapre e il Martin pescatore. La nidificazione del Succiacapre, accertata relativamente al periodo 1983-1987 (Guenzani e Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese, 1983-1987) è stata confermata anche dalle recenti indagini effettuate nell’ambito della realizzazione dell’Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia di Varese.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico all’interno del SIC è rappresentato dal Torrente Strona. In esso non si trova nessuna specie d’interesse comunitario. È da segnalare la presenza dell’anguilla (Anguilla anguilla), con una popolazione non numerosa e della trota fario (Salmo (trutta) trutta), rappresentata da una popolazione ben strutturata.

183

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe essere legata ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei

184

SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SIT: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA -

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati.

VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine.

185

Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA -

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza delle due specie. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale.

186

Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

187

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

188

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

189

190

IT2010011 PALUDI DI ARSAGO

191

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5c2 ORTOFOTO (IT2000): 095050; 095090 SUPERFICIE SIC (ha): 543,18 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito è collocato nella porzione sud-occidentale del territorio della provincia di Varese, tra gli abitati di Vergiate a Nord-Ovest, Somma Lombardo a Sud-Ovest, Arsago Seprio a Sud e Besnate a Sud-Est. Il limite occidentale è rappresentato dal Torrente Strona, quello settentrionale coincide per buona parte con l’autostrada A8, quello orientale coincide con un tratto della linea ferroviaria Milano-Luino, quello meridionale si tiene al di sopra della conurbazione rappresentata dagli abitati di Somma Lombardo, Arsago Seprio e Besnate. Il substrato morenico dell’area ha dato luogo a una morfologia leggermente mossa che vede alternarsi dossi rilevati di circa 300 m di altezza (es. Monte della Guardia, Monte Brano, ecc.) e avvallamenti posti mediamente a 275 m s.l.m. In corrispondenza di alcuni avvallamenti vi sono corpi idrici di piccole dimensioni, come la Palude Pollini e la cosiddetta “Lagozzetta”. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Arsago Seprio, Besnate, Somma Lombardo, Vergiate ACCESSI: l’area è attraversata da Nord-Ovest a Sud-Est dall’autostrada A8 e da numero elevato di strade sterrate, per cui gli accessi all’area risultano numerosi. Le strade sterrate di dipartono principalmente dagli abitati di Besnate (frazione Centenate), Arsago Seprio, Somma Lombardo e dalla SP47.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Moscardino Muscardinus avellanarius

192

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Nitticora Nycticorax nycticorax Migratrice regolare Garzetta Egretta garzetta Migratrice regolare Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: PELOBATE FOSCO - Pelobates fuscus Bibliografia insubricus (Cornalia, 1873)

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno permesso di confermare la presenza del Pelobate fosco nel SIC. La specie tuttavia, anche a causa del periodo di ricerca non adeguato per indagini sugli anfibi, non è stata rinvenuta direttamente su campo.

193

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dall’articolo scientifico: Gentilli A. e Scali S., 2001. L'istituzione di un'area di rilevanza erpetologica nazionale: il ruolo fondamentale della ricerca come strumento di tutela. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, 142: 157-161.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: Graphoderus bilineatus (De Geer, 1774) Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

194

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Bassa cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus Media (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione delle due specie fanno presumere che la possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche hanno confermato la segnalazione di Graphoderus bilineatus per la Lagozzetta di Besnate tuttavia la specie non è stata rinvenuta nelle indagini su campo. La presenza di Cervo volante e del Cerambice delle querce, entrambe già inserite nel Formulario Standard del SIC, non è stata confermata né da indagini bibliografiche né su campo, tuttavia le specie sono ritenute potenzialmente presenti nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno

195 effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine. 4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA DESCRIZIONE: Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato e pipistrello nano, e legate agli ambienti acquatici come vespertilio di Daubenton. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente sono insediate nell’area anche con colonie riproduttive. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. Interessante la presenza di pipistrello di Nathusius e di vespertilio mustacchino specie, seppur non esclusivamente, legate agli ambiente forestali. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

AVIFAUNA DESCRIZIONE: 5 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE sono risultate presenti nel territorio del SIC. Succiacapre e Martin pescatore sono risultate nidificanti nell’area nel corso dei monitoraggi effettuati per la realizzazione dell’Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese del 1983-1987 (Guenzani e Saporetti). La nidificazione dell’Averla piccola è stata accertata più recentemente nella zona di Valle Bagnoli (Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale, 1999).

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è il Pelobate fosco. La specie risulta più volte segnalata sia nella banca dati faunistica del Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Induno Olona, sia in pubblicazioni specifiche (Gentilli A., Scali F., e Zuffi M., 1996; Gentilli A. e Scali F., 2001), sia nell’atlante degli anfibi della regione Lombardia (Bernini et alii, 2004). La specie sembra essere ben presente in tutte le zone umide dell’area: nel 1994 sono stati contati 72 individui (Gentilli A. e Scali F., 2001). POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: eccellente (A) CONDIZIONE ATTUALE: eccellente PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona 196

POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico all’interno del SIC sono rappresentati da paludi, stagni e piccoli specchi d’acqua. In essi non si trova nessuna specie d’interesse comunitario. La comunità ittica si compone di una serie di specie alloctone rappresentate dal carassio dorato (Carassius auratus), dal carassio (Carassius carassius) e dal pesce gatto (Ictalurus melas), mentre l’unica specie autoctona è la scardola (Scardinius erythrophthalmus).

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe essere legata ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti comuni nel SIC. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante e a vecchie piante senescenti comuni nel SIC. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Graphoderus bilineatus è segnalato per il la Lagozzetta di Besnate, ma il dato risale al 1965. La specie, complice anche l’estrema rarità della stessa, non è stata rinvenuta nelle indagini su campo. Potrebbe essere tuttora presente ma in modo sicuramente sporadico considerando anche che la specie è stata segnalata in pochissime altre stazioni in Lombardia e nel nord Italia.

197

POPOLAZIONE: D STATO DI CONSERVAZIONE: - CONDIZIONE ATTUALE: - PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: - POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO - VALUTAZIONE GLOBALE: -

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. Occorre inoltre evitare la completa chiusura, ad opera della vegetazione acquatica, degli specchi d’acqua al fine di mantenere una certa percentuale di superficie libera e quindi utilizzabile per l’abbeverata. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Scarsa fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana limitata. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio, ma la vulnerabilità della stessa è condizionata da uno stretto controllo delle attività legate alla fruizione turistico-ricreativa dell’area, finalizzato a limitare al minimo il disturbo arrecato all’avifauna

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Alcune attività agricole quali la pulitura con mezzi meccanici dei canali presenti in alcune aree

198 agricole in cui la specie è segnalata nel periodo riproduttivo possono influenzare negativamente la presenza del Pelobate fosco. . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza del Pelobate fosco. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: La specie è in forte regresso in gran parte del sue areale e considerata in pericolo di estinzione. La conservazione della specie è legata al mantenimento del grado di qualità degli ambienti acquatici in cui è presente, alla conservazione di pozze e canali e al controllo delle attività agricole e dell’uso di erbicidi e pesticidi nelle vicinanze degli stessi. Sarebbe opportuno anche vigilare sull’immissione di specie ittiche nelle pozze e negli stagni dell’area del SIC.

ITTIOFAUNA -

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità tuttavia è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto.

199

Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Al fine di minimizzare il disturbo arrecato all’avifauna si consiglia, nel caso di un incremento del flusso turistico, di regolamentare ed eventualmente di limitare alcune attività legate alla fruizione ricreativa dell’area. È necessario evitare periodici lavori di manutenzione che possano distruggere la vegetazione degli habitat riproduttivi (fascia vegetazionale del fragmiteto) di alcune specie o, al limite, regolamentare tali interventi in modo da evitare il periodo critico della riproduzione. La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per un eventuale scavo dei nidi. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco. Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della consistenza della popolazione di Pelobate fosco nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza delle popolazione di Pelobate fosco onde monitorarne nel tempo lo status nel SIC.

ITTIOFAUNA --

200

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione della presenza e consistenza delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermarne la presenza. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

AA.VV., 1987. Les papillons de jour et leurs biotopes. Ligue Suisse pour la Protection de la Nature. Balê.

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Balletto E., Cassulo L.A., 1995, Lepidoptera Hesperoidea, Papilionoidea. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 89. Calderini, Bologna.

Baratelli D., non pubbl.. Note sulla presenza di Osmoderma eremita SERV. 1825 nella Riserva naturale regionale Palude Brabbia e piano di gestione della specie.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Bilardo A., 1965. Ricerche sugli Hydroadephaga della provincia di Varese (Coleoptera). Mem. Soc. Entom. Ital., 49: 109-153.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

201

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Gentilli A. e Scali S., 2001. L'istituzione di un'area di rilevanza erpetologica nazionale: il ruolo fondamentale della ricerca come strumento di tutela. Atti della Società Italiana di Scienze Naturali, 142: 157-161.

Gentilli A. e Scali F., 2001. Ritmi di attività e scelta dell’habitat in Pelobates fuscus insubricus nell’alta pianura lombarda. Pianura, 13: 313-316.

Gentilli A., Scali F., e Zuffi M., 1996. Conferma della presenza di Pelobates fuscus insubricus Cornalia, 1873 in provincia di Varese. Nat. Bresciana, 30 (1994): 259- 262.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Mermet E. 1998 – I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Boll. Soc. ticinese di Scienze naturali, 86: 25-36.

202

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Verity R. 1940-1953. Le farfalle diurne d’Italia. Marzocco, Firenze, 5 voll., 1708 pp.

203

204

IT2010012 BRUGHIERA DEL DOSSO

205

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5b3; A5c3; A5b4; A5c4 ORTOFOTO (IT2000): 095130; 095090 SUPERFICIE SIC (ha): 454,7 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito è collocato nella porzione sud-occidentale del territorio della provincia di Varese, a Nord dell’ansa di Castelnovate. Dal punto di vista morfologico l’area è caratterizzata da un terrazzo subpianeggiante (230 m s.l.m. circa) che degrada a Nord-Ovest verso la zona della Beltramada e che presenta una scarpata di una sessantina di metri a forma di mezzaluna verso il Canale Villoresi. L’area a Ovest del Canale Villoresi si presenta dunque a quote ribassate (180 m s.l.m. circa). I confini del sito sono rappresentati a Sud approssimativamente dalla strada che collega Castelnovate a Vizzola Ticino, a Ovest dal Canale Industriale, parallelo alle sponde del Ticino, a Est dalla SP52. Il confine a Nord segue invece una linea spezzata che, escludendo l’abitato di Maddalena, frazione di Somma Lombardo, si collega alla SP52 a Sud di Somma Lombardo. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Somma Lombardo, Vizzola Ticino ACCESSI: il sito è facilmente raggiungibile sia da Nord (da Maddalena e Somma Lombardo), sia da Est (la SP52), sia da Sud. Dal lato Ovest non risulta invece raggiungibile in quanto delimitato dal Canale Industriale. L’area è attraversata per lo più da strade sterrate e da una nuova superstrada di accesso all’aeroporto della Malpensa.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii Moscardino Muscardinus avellanarius

206

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis Bibliografia BARBO COMUNE – Barbus plebejus Bibliografia LASCA - Chondrostoma genei Bibliografia SAVETTA - Chondrostoma soetta Bibliografia COBITE COMUNE - Cobitis taenia Bibliografia

207

SCAZZONE - Cottus gobio Bibliografia LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai Bibliografia VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia PIGO - Rutilus pigus Bibliografia

SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla “Ricerca sulla Fauna Ittica del Fiume Ticino”, redatta dalla GRAIA Srl per conto del Parco del Ticino Lombardo e pubblicata nel 1999.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO:

208

RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le

209 valutazioni di presenza potenziale sono legate alla tipologia di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Media 1879 MOTIVAZIONE La specie sebbene non vi siano aree umide utili come siti riproduttivi nell’area di studio potrebbe frequentare le aree boschive del SIC e risulta segnalata nell’adiacente SIC “Ansa di Castel Novate”.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza di Rana di Lataste nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area.

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Media 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione delle due specie fanno presumere che esse possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cervo volante (già inserito nel formulario standard) e del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia le specie sono ritenute potenzialmente presenti nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

210

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato, e legate agli ambienti acquatici come vespertilio di Daubenton. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente non sono presenti nell’area colonie riproduttive. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. Interessante la presenza di pipistrello di Nathusius specie, seppur non esclusivamente, legata agli ambiente forestali. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mmediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Le uniche specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC sono risultate il Succiacapre e il Martin pescatore, entrambe nidificanti.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente è Rana di Lataste. La specie potrebbe avere popolazioni di consistenza poco numerosa come attestato in aree limitrofe. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

211

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Canale Villoresi e il sistema di rogge e risorgive di cui è ricco il territorio compreso nell’area. In essi si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: la lampreda padana (Lethenteron zanandreai) -Ciclostomo Petromizonte, e dunque non propriamente un pesce- la trota marmorata (Salmo marmoratus), il barbo canino (Barbus meridionalis), il barbo comune (Barbus plebejus), la lasca (Chondrostoma genei), la savetta (Chondrostoma soetta), il cobite comune (Cobitis taenia), lo scazzone (Cottus gobio), il vairone (Leuciscus souffia) e il pigo (Rutilus pigus). La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui triotto (Rutilus aula), alborella (Alburnus alburnus alborella) e ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), cavedano (Leuciscus cephalus), carpa (Cyprinus carpio), tinca (Tinca tinca), cagnetta (Salaria fluviatilis), gobione (Gobio gobio) e anche la più rara sanguinerola (Phoxinus phoxinus). È pure presente a trota fario (Salmo (trutta) trutta) che, sebbene autoctona italiana, non è nativa di questo tratto di Ticino ma vi è stata immessa. Altre specie esotiche presenti sono: gambusia (Gambusia holbrooki) e persico sole (Lepomis gibbosus).

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni ricavate dalla letteratura. Specie di taglia medio-piccola, il barbo canino raggiunge la lunghezza totale massima di 20-22 cm. In media l’età massima raggiunta è di 5 anni, nelle ultime classi d’età predominano le femmine. L’accrescimento sembra essere piuttosto lento: 4-5 cm a un anno, 8-10 cm a due anni, 13-15 cm a tre anni. La maturità sessuale è raggiunta a tre anni d’età. Il periodo riproduttivo è compreso tra la seconda metà di maggio e la prima metà di luglio. Ogni femmina produce circa 2500-3000 uova. Nicchia ecologica: il barbo canino vive nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua e nei piccoli affluenti, predilige acque ricche di ossigeno, corrente vivace, fondo ghiaioso e ciottoloso associato alla presenza di massi sotto i quali trova rifugio. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: la specie è presente con una popolazione numericamente piuttosto scarsa VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: raro

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus Fenologia: il barbo comune nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati si caratterizza per la seguente fenologia. Raggiunge una lunghezza massima di 60 cm, arrivando ai 10 cm al primo anno di vita, ai 20 cm al secondo e a 28 cm al terzo anno. L’accrescimento è simile nei due sessi. La maturazione sessuale è raggiunta a 2-3 anni nei maschi, a 4-5 anni nelle femmine. Il periodo riproduttivo è tra aprile e maggio (temperatura dell’acqua di 16-17°C). Ogni femmina produce alcune migliaia di uova (5000- 10000).

212

Nicchia ecologica: il barbo comune può occupare vari tratti di un corso d’acqua, purché le acque risultino ben ossigenate; predilige i tratti medio-alti con corrente vivace, acqua limpida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici.

POPOLAZIONE popolazione stabile ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione abbondante VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei Fenologia: la lasca, nel Ticino e negli ambienti collegati, può raggiungere una lunghezza massima di circa 30 cm e ha una durata media della vita di 5-6 anni. L’accrescimento è relativamente rapido e la vede raggiungere i 12 cm di lunghezza totale al compimento del primo anno di vita, i 15 cm al secondo anno e i 18 cm al terzo anno. Il periodo riproduttivo è compreso tra maggio e giugno. Ogni femmina produce poche migliaia di uova. Nicchia ecologica: la lasca vive in corsi d’acqua caratterizzati da acqua limpida, velocità di corrente rapida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta Fenologia: la savetta nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati raggiunge una lunghezza massima di circa 45 cm. L’età massima riscontrata è di 9 anni. L’accrescimento è piuttosto lento e ancora non bene descritto per i primi due anni di vita, a causa della mancanza di dati sulle classi più giovani. È invece definito per gli anni successivi: a 3 anni raggiunge i 27 cm, a quattro i 30 cm, a 5 anni i 33 cm a 6 anni i 37 cm, fino ai 42-45 cm intorno al nono anno di vita. L’età a cui è raggiunta la maturità sessuale è di circa tre anni, anche se sembra essere piuttosto variabile tra i due e i quattro anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e maggio. Ogni femmina sembra poter produrre parecchie migliaia di uova. Nicchia ecologica: la savetta vive nei tratti a corrente moderata del fiume e negli ambienti laterali, ricchi di vegetazione, dove si sposta in branchi soprattutto durante la stagione avversa. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione numericamente piuttosto scarsa VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

213

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Fenologia: nel Ticino e negli ambienti collegati sono stati rinvenuti esemplari di cobite comune di lunghezza totale non superiore agli 11 cm, e la popolazione si dimostra in un ottimo stato di nutrizione, come testimoniato dal valore molto elevato del coefficiente di regressione della curva di accrescimento ponderale. Non essendo disponibili altri dati sito-specifici, si riportano le caratteristiche fenologiche della specie disponibili in letteratura. In media il cobite non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno, o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza; generalmente non supera i 3-4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio. Vengono prodotte circa 200-600 uova per femmina. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

214

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Ciclostomo bentonico di taglia piccola, la lampreda padana raggiunge la lunghezza totale massima di 20 cm circa negli ammoceti prima della metamorfosi e poco meno negli adulti. La fase larvale dura 4-5 anni e la vita dell’adulto 6-8 mesi. Il periodo riproduttivo è compreso tra gennaio e marzo. Ogni femmina produce 600-1500 uova. Nicchia ecologica: la lampreda padana vive esclusivamente nelle acque dolci. Si riproduce nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, anche in piccoli ruscelli con anche limpide e fresche, su fondali ghiaiosi; svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua, o nelle aree ripariali dove la corrente è moderata, infossata nei substrati sabbiosi o fangosi. Vive anche nelle risorgive. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia Fenologia: il vairone nel Ticino e negli ambienti collegati al fiume raggiunge una lunghezza totale di almeno 16 cm, con una durata media della vita di circa 6 anni. L’accrescimento ponderale dimostra un ottimo stato di nutrizione della popolazione. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: secondo un’indagine condotta in Friuli-Venezia Giulia a un anno di età viene raggiunta la lunghezza di 7- 9 cm, a 3 anni 10-12 cm, a 5 anni 14-15 cm, a 7 anni 17-18 cm; questa classe d’età sembra essere costituita solo da femmine. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e luglio. Vengono prodotte fino ad alcune migliaia di uova per femmina, il cui diametro è di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: vive nei tratti di corso d’acqua a corrente sostenuta, dove però si colloca di preferenza nella fascia litorale, trovando rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente non è eccessiva. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati al pelo dell’acqua. POPOLAZIONE dati non pubblicati ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non pubblicati VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

215

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus Fenologia: il Pigo nel Ticino e negli ambienti laterali al fiume mostra lunghezze massime intorno ai 50-51 cm. Il suo accrescimento lineare è piuttosto rapido, vedendolo raggiungere i 13 cm a un anno d’età, i 21 cm circa a due anni, i 27 cm a tre anni e i 32 e 36 cm rispettivamente a quattro e cinque anni d’età. La durata della vita di ciascun esemplare si aggira intorno ai 10 anni. Anche la riproduzione della popolazione di pigo è stata ben caratterizzata. Un dato importante riguarda il raggiungimento della prima maturazione sessuale che avviene in età piuttosto avanzata; i maschi infatti si riproducono per la prima volta a quattro anni, mentre le femmine addirittura a cinque. Il periodo riproduttivo si estende dall’ultima settimana di aprile alla penultima-ultima di maggio, quando la temperatura dell’acqua è di poco superiore ai 14°C. Ciascuna femmina depone tra le 17000 e le 35000 uova. Nicchia ecologica: il pigo vive nelle acque dei laghi e nei tratti a maggiore profondità e corrente moderata dei fiumi, preferendo le acque limpide e le zone ricche di vegetazione. Nei grandi laghi prealpini vive prevalentemente a profondità di 10-15 m; in inverno si sposta a profondità maggiori, sembra intorno ai 100 m circa; in primavera si porta su fondali di 7-8 m. POPOLAZIONE in lenta ripresa, dopo anni di declino ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione presente in questo tratto con una discreta consistenza. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica della popolazione VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Fenologia: la trota marmorata del Fiume Ticino e degli ambienti laterali risulta raggiungere lunghezze totali massime di 65-70 cm, con un accrescimento che la vede superare gli 12 cm a un anno d’età, i 23 cm a due anni e i 32 cm a tre anni. La maggior parte degli individui vive 6-8 anni, ma non sono rari esemplari di oltre 10 anni. La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno di vita dai maschi e al quarto dalle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra la fine di novembre e le prime settimane di gennaio. La fecondità relativa varia nelle diverse popolazioni, in media vengono prodotte 1300-2500 uova per chilogrammo di peso corporeo della femmina. Nicchia ecologica: la trota marmorata vive nei tratti medi e medio-alti dei corsi d’acqua, dove ricerca acque limpide, fresche e ben ossigenate, con fondali ciottolosi e ghiaiosi. Preferisce i fiumi di maggiore portata e situazioni dove ai tratti con acqua corrente si alternano tratti con buche profonde. È in grado di vivere anche nei bacini lacustri, da dove risale i corsi d’acqua immissari per la riproduzione. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: presente

216

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe essere legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti comuni nell’area. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti comuni nell’area. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei

217 confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: La presenza di due strade carrozzabili ai margini della riserva è un fattore di rischio per gli anfibi che si recano verso i siti riproduttivi nel periodo primaverile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acque e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Degrado dell’habitat fluviale e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Degrado dell’habitat fluviale. • Interruzione della continuità fluviale.

SPECIE: LASCA – Chondrostoma genei • Degrado dell’habitat fluviale. • Interruzione della continuità fluviale.

SPECIE: SAVETTA – Chondrostoma soetta • Degrado dell’habitat fluviale. • Interruzione della continuità fluviale.

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Azioni di dragaggio dei fondali. • Azioni di spurgo dei canali. 218

• Competizione di nicchia con una specie esotica di cobite in forte espansione nel Fiume Ticino: il Misgurnus anguillicaudatus.

SPECIE: SCAZZONE – Cottus gobio • Riduzione dell’habitat disponibile. • Degrado dell’habitat fluviale e inquinamento dell’acqua. • Presenza di una piccola popolazione, fortemente esposta al pericolo di deriva genetica.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Perdita di naturalità degli ambienti fluviali. • Interruzione della continuità fluviale. • Ibridazione con la specie alloctona Rutilus rutilus.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Alterazione dell’habitat fluviale e inquinamento dell’acqua. • Interruzione della continuità fluviale. • Bracconaggio.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione della presenza e consistenza delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermarne la presenza. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appertenenti soprattutt o al genere Quercus. Puo rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

219

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della reale presenza e della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione di rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC.

ITTIOFAUNA SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico.

220

• Interventi di mitigazione delle artificializzazioni dell’habitat fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Monitoraggio accurato della popolazione per definirne lo status. • Monitoraggio periodico. • Miglioramenti dell’habitat fluviale, interventi di mitigazione delle artificializzazioni. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale, in particolare della frammentazione della continuità biologica. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: SAVETTA – Chondrostoma soetta • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale, in particolare della frammentazione della continuità biologica. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Contenimento della diffusione del Misgurnus anguillicaudatus. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

221

SPECIE: VAIRONE – Leuciscus souffia • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Monitoraggio periodico della popolazione. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Contenimento della specie esotica Rutilus rutilus. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza delle due specie. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche 222

per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cotttus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 1999. Ricerca sulla Fauna Ittica del Fiume Ticino. Parco del Ticino, Pontevecchio di Magenta (MI). 500 pp.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle

223

esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Utzeri C., 1994. Odonata. In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 35. Calderini, Bologna.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

224

IT2010013 ANSA DI CASTELNOVATE

225

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5b3; A5b4 ORTOFOTO (IT2000): 095050; 095090; 094160 SUPERFICIE SIC (ha): 310 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito è collocato nella porzione sud-occidentale del territorio della provincia di Varese, comprendendo l’ansa di Castelnovate e le sponde del Ticino immediatamente a Nord di questa. Dal punto di vista morfologico l’area è caratterizzata approssimativamente da un terrazzo subpianeggiante leggermente inclinato verso Sud, dal momento che le quote maggiori si riscontrano lungo le sponde del Ticino a Nord dell’ansa (175 m s.l.m.), mentre le quote inferiori nella zona di Barbellera, a Sud-Ovest di Vizzola Ticino (160 m s.l.m.). Questo terrazzo si raccorda al terrazzo più elevato su cui si trovano l’abitato di Castelnovate e Vizzola Ticino mediante una scarpata di circa una quarantina di metri. Il secondo terrazzo non risulta comunque compreso nel sito. Il confine del sito coincide a Ovest con il Fiume Ticino. A Est esso corre lungo il Canale Industriale fino all’altezza di Castelnovate, mantenendosi poi approssimativamente parallelo alle sponde del Ticino, seguendo la sinuosità dell’ansa, escludendo gli abitati di Castelnovate e l’area di prove tecniche della Pirelli e ricongiungendosi alle sponde del Ticino a Sud della Bonifica Caproni. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Somma Lombardo, Vizzola Ticino ACCESSI: la porzione settentrionale non risulta facilmente accessibile per via della presenza del Canale Industriale. L’unico accesso significativo può essere considerato il Ponte sul succitato canale a Sud della frazione Maddalena di Somma Lombardo. Le aree del sito in corrispondenza dell’ansa sono invece raggiungibili attraverso diverse strade sterrate che si dipartono da Castelnovate.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello di Nathusius Pipistrellus nathusii

226

Moscardino Muscardinus avelanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Bibliografia 1879

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono state effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostati le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno confermato la presenza di Rana latastei nel SIC. Per la conferma su campo dell’attuale presenza della specie e della sua distribuzione sarebbe opportuno prevedere indagini approfondite da svolgere nelle aree più idonee durante il periodo riproduttivo.

227

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: STORIONE COBICE - Acipenser naccarii Bibliografia BARBO CANINO – Barbus meridionalis Bibliografia BARBO COMUNE – Barbus plebejus Bibliografia

SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: LASCA - Chondrostoma genei Bibliografia SAVETTA - Chondrostoma soetta Bibliografia COBITE COMUNE - Cobitis taenia Bibliografia SCAZZONE - Cottus gobio Bibliografia LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai Bibliografia VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia PIGO - Rutilus pigus Bibliografia TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti in gran parte dalla “Ricerca sulla Fauna Ittica del Fiume Ticino”, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 1999 e in parte da rapporti tecnici non pubblicati.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Osservazione su campo 1758) Graphoderus bilineatus (De Geer, 1774) Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici.

228

Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo possa essere presente nel SIC, anche se a causa della sua rarità e delle difficoltà di individuazione non è stata rinvenuta direttamente. 229

Molto probabile è anche la presenza di Euplagia quadripunctaria, specie piuttosto diffusa in tutte le aree limitrofe al SIC.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risulta confermata la presenza del cervo volante al quale si aggiunge una segnalazione bibliografica relativa a Graphoderus bilineatus. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza de Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato e pipistrello nano, e legate agli ambienti acquatici come vespertilio di Daubenton. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente sono insediate nell’area anche con colonie riproduttive. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore amedio

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Delle 3 specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC, Succiacapre e Martin pescatore sono anche nidificanti nell’area in esame.

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è Rana di Lataste. La specie è segnalata per l’area di Vizzola Ticino. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B)

230

CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Fiume Ticino e il Canale Industriale. In essi si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: lo storione cobice (Acipenser naccarii), la lampreda padana (Lethenteron zanandreai), la trota marmorata (Salmo marmoratus), il barbo canino (Barbus meridionalis), il barbo comune (Barbus plebejus), la lasca (Chondrostoma genei), la savetta (Chondrostoma soetta), il cobite comune (Cobitis taenia), lo scazzone (Cottus gobio), il vairone (Leuciscus souffia) e il pigo (Rutilus pigus). La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula), l’alborella (Alburnus alburnus alborella) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), cavedano (Leuciscus cephalus), carpa (Cyprinus carpio), tinca (Tinca tinca), cagnetta (Salaria fluviatilis), gobione (Gobio gobio) e, più rara, la sanguinerola (Phoxinus phoxinus). Vi sono poi alcune specie esotiche, rappresentate da gambusia (Gambusia holbrooki), persico sole (Lepomis gibbosus) e trota fario (Salmo (trutta) trutta), quest’ultima autoctona italiana ma non nativa nel Ticino sublacuale.

SPECIE: STORIONE COBICE – Acipenser naccarii Fenologia: non essendo disponibili dati aggiornati sulla popolazione, si riportano le informazioni tratte dalla letteratura. Specie di grossa taglia che può raggiungere i 150 cm di lunghezza totale, lo storione cobice è caratterizzato da un’elevata variabilità dimensionale tra individui della stessa classe d’età. La maturità sessuale è raggiunta a 7-11 anni d’età dai maschi e a 8-15 anni dalle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e giugno, la deposizione avviene a partire da maggio. Ciascuna femmina ovula ogni 2-4 anni e produce da alcune centinaia di migliaia a 5 milioni di uova. Nicchia ecologica: specie anadroma, endemica dell’alto Mare Adriatico e segnalata nei fiumi dell’Italia settentrionale, lo storione cobice vive in mare in prossimità degli estuari su fondali sabbiosi e fangosi a 10-40 m di profondità e risale i corsi d’acqua solo per la riproduzione. L’habitat nelle acque dolci è rappresentato dai fiumi più grandi e profondi dell’alto bacino dell’Adriatico, dove vive in prossimità del fondo cibandosi di invertebrati bentonici. Per quanto concerne la popolazione del bacino del Po, pare che, dall’interposizione della diga di Isola Serafini sul Po a Piacenza, la subpopolazione rimasta isolata dal mare, presente nel Ticino e nel medio corso, si sia adattata a compiere l’intero ciclo vitale in acqua dolce. POPOLAZIONE popolazione in decremento ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione in pericolo di estinzione locale VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

231

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia medio-piccola, il barbo canino raggiunge la lunghezza totale massima di 20-22 cm. In media l’età massima raggiunta è di 5 anni, nelle ultime classi d’età predominano le femmine. L’accrescimento sembra essere piuttosto lento: 4-5 cm a un anno, 8-10 cm a due anni, 13-15 cm a tre anni. La maturità sessuale è raggiunta a tre anni d’età. Il periodo riproduttivo è compreso tra la seconda metà di maggio e la prima metà di luglio. Ogni femmina produce circa 2500-3000 uova. Nicchia ecologica: il barbo canino vive nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua e nei piccoli affluenti, predilige acque ricche di ossigeno, corrente vivace, fondo ghiaioso e ciottoloso associato alla presenza di massi sotto i quali trova rifugio. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus Fenologia: il barbo comune nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati si caratterizza per la seguente fenologia. Raggiunge una lunghezza massima di 60 cm, arrivando ai 10 cm al primo anno di vita, ai 20 cm al secondo e a 28 cm al terzo anno. L’accrescimento è simile nei due sessi. La maturazione sessuale è raggiunta a 2-3 anni nei maschi, a 4-5 anni nelle femmine. Il periodo riproduttivo è tra aprile e maggio (temperatura dell’acqua di 16-17°C). Ogni femmina produce alcune migliaia di uova (5000- 10000). Nicchia ecologica: il barbo comune può occupare vari tratti di un corso d’acqua, purché le acque risultino ben ossigenate; predilige i tratti medio-alti con corrente vivace, acqua limpida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE popolazione stabile ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione discretamente numerosa. Dati non disponibili sulla struttura demografica. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei Fenologia: la lasca, nel Ticino e negli ambienti collegati, può raggiungere una lunghezza massima di circa 30 cm e ha una durata media della vita di 5-6 anni. L’accrescimento è relativamente rapido e la vede raggiungere i 12 cm di lunghezza totale al compimento del primo anno di vita, i 15 cm al secondo anno e i 18 cm al terzo anno. Il periodo riproduttivo è compreso tra maggio e giugno. Ogni femmina produce poche migliaia di uova. Nicchia ecologica: la lasca vive nei in corsi d’acqua caratterizzati da acqua limpida, velocità di corrente rapida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - 232

STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione numericamente piuttosto scarsa. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica della popolazione. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta Fenologia: la savetta nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati raggiunge una lunghezza massima di circa 45 cm. L’età massima riscontrata è di 9 anni. L’accrescimento è piuttosto lento e ancora non bene descritto per i primi due anni di vita, a causa della mancanza di dati sulle classi più giovani. È invece definito per gli anni successivi: a 3 anni raggiunge i 27 cm, a quattro i 30 cm, a 5 anni i 33 cm a 6 anni i 37 cm, fino ai 42-45 cm intorno al nono anno di vita. L’età a cui è raggiunta la maturità sessuale è di circa tre anni, anche se sembra essere piuttosto variabile tra i due e i quattro anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e maggio. Ogni femmina sembra poter produrre parecchie migliaia di uova. Nicchia ecologica: la savetta vive nei tratti a corrente moderata del fiume e negli ambienti laterali, ricchi di vegetazione, dove si sposta in branchi soprattutto durante la stagione avversa. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione numericamente piuttosto scarsa. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Fenologia: nel Ticino e negli ambienti collegati sono stati rinvenuti esemplari di cobite comune di lunghezza totale non superiore agli 11 cm, e la popolazione si dimostra in un ottimo stato di nutrizione, come testimoniato dal valore molto elevato del coefficiente di regressione della curva di accrescimento ponderale. Non essendo disponibili altri dati sito-specifici, si riportano le caratteristiche fenologiche della specie disponibili in letteratura. In media il cobite non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno, o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

233

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza; generalmente non supera i 3-4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio. Vengono prodotte circa 200-600 uova per femmina. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Ciclostomo bentonico di taglia piccola, la lunghezza totale massima è di 20 cm circa negli ammoceti prima della metamorfosi, e poco meno negli adulti. La fase larvale dura 4-5 anni e la vita dell’adulto 6-8 mesi. Il periodo riproduttivo è compreso tra gennaio e marzo. Nicchia ecologica: la lampreda padana vive esclusivamente nelle acque dolci. Si riproduce nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, anche in piccoli ruscelli con anche limpide e fresche, su fondali ghiaiosi; svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua, o nelle aree ripariali dove la corrente è moderata, infossata nei substrati sabbiosi o fangosi. Vive anche nelle risorgive. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia

234

Fenologia: il vairone nel Ticino e negli ambienti collegati al fiume raggiunge una lunghezza totale di almeno 16 cm, con una durata media della vita di circa 6 anni. L’accrescimento ponderale dimostra un ottimo stato di nutrizione della popolazione. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: secondo un’indagine condotta in Friuli-Venezia Giulia a un anno di età viene raggiunta la lunghezza di 7- 9 cm, a 3 anni 10-12 cm, a 5 anni 14-15 cm, a 7 anni 17-18 cm; questa classe d’età sembra essere costituita solo da femmine. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e luglio. Vengono prodotte fino ad alcune migliaia di uova per femmina, il cui diametro è di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: vive nei tratti di corso d’acqua a corrente sostenuta, dove però si colloca di preferenza nella fascia litorale, trovando rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente non è eccessiva. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati al pelo dell’acqua. POPOLAZIONE popolazione stabile ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione molto abbondante e ben strutturata in classi di taglia. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus Fenologia: il Pigo nel Ticino e negli ambienti laterali al fiume mostra lunghezze massime intorno ai 50-51 cm. Il suo accrescimento lineare è piuttosto rapido, vedendolo raggiungere i 13 cm a un anno d’età, i 21 cm circa a due anni, i 27 cm a tre anni e i 32 e 36 cm rispettivamente a quattro e cinque anni d’età. La durata della vita di ciascun esemplare si aggira intorno ai 10 anni. Anche la riproduzione della popolazione di pigo è stata ben caratterizzata. Un dato importante riguarda il raggiungimento della prima maturazione sessuale che avviene in età piuttosto avanzata; i maschi infatti si riproducono per la prima volta a quattro anni, mentre le femmine addirittura a cinque. Il periodo riproduttivo si estende dall’ultima settimana di aprile alla penultima-ultima di maggio, quando la temperatura dell’acqua è di poco superiore ai 14°C. Ciascuna femmina depone tra le 17000 e le 35000 uova. Nicchia ecologica: il pigo vive nelle acque dei laghi e nei tratti a maggiore profondità e corrente moderata dei fiumi, preferendo le acque limpide e le zone ricche di vegetazione. Nei grandi laghi prealpini vive prevalentemente a profondità di 10-15 m; in inverno si sposta a profondità maggiori, sembra intorno ai 100 m circa; in primavera si porta su fondali di 7-8 m. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus

235

Fenologia: la trota marmorata del Fiume Ticino e degli ambienti laterali risulta raggiungere lunghezze totali massime di 65-70 cm, con un accrescimento che la vede superare gli 12 cm a un anno d’età, i 23 cm a due anni e i 32 cm a tre anni. La maggior parte degli individui vive 6-8 anni, ma non sono rari esemplari di oltre 10 anni. La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno di vita dai maschi e al quarto dalle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra la fine di novembre e le prime settimane di gennaio. La fecondità relativa varia nelle diverse popolazioni, in media vengono prodotte 1300-2500 uova per chilogrammo di peso corporeo della femmina. Nicchia ecologica: la trota marmorata vive nei tratti medi e medio-alti dei corsi d’acqua, dove ricerca acque limpide, fresche e ben ossigenate, con fondali ciottolosi e ghiaiosi. Preferisce i fiumi di maggiore portata e situazioni dove ai tratti con acqua corrente si alternano tratti con buche profonde. È in grado di vivere anche nei bacini lacustri, da dove risale i corsi d’acqua immissari per la riproduzione. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Graphoderus bilineatus è segnalato per uno stagno presente in località Barbelera, ma il dato risale al 1966. La specie, complice anche l’estrema rarità della stessa, non è stata rinvenuta nelle indagini su campo. Potrebbe essere tuttora presente ma in modo sicuramente sporadico considerando anche che la specie è stata segnalata in pochissime altre stazioni in Lombardia e nel nord Italia. POPOLAZIONE: D STATO DI CONSERVAZIONE: - CONDIZIONE ATTUALE: - PROBABILITA’ DI CONSERVAZIONE: - POSSIBILITA’ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO - VALUTAZIONE GLOBALE: -

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie probabilmente diffusa anche se non molto comune nelle aree boscate del SIC, favorita dalla presenza di ampie aree boschive con numerose piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C

236

VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti in ambito boschivo. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

237

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: La presenza di strade carrozzabili ai margini delle due più importanti aree umide della riserva è un fattore di rischio per gli anfibi che si recano verso i siti riproduttivi nel periodo primaverile. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acqua e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: STORIONE CIBICE – Acipenser naccarii • Riduzione dell’habitat disponibile e frammentazione dell’areale della specie. • Predazione sui giovani da parte di Silurus glanis (siluro) e competizione con la stessa specie per il rifugio. • Bracconaggio. • Dimensioni ridotte della popolazione, con conseguente rischio di deriva genetica.

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Inquinamento dell’acqua e alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Inquinamento dell’acqua e alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: LASCA – Chondrostoma genei • Degrado dell’habitat fluviale. • Presenza di sbarramenti fluviali.

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta • Perdita di naturalità degli ambienti acquatici. • Presenza di sbarramenti fluviali.

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Azioni di dragaggio dei fondali. • Azioni di spurgo dei canali. • Competizione di nicchia con una specie esotica di cobite in forte espansione nel Fiume Ticino: il Misgurnus anguillicaudatus.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Riduzione dell’habitat disponibile per fenomeni di alterazione ambientale, in particolare 238

legati all’artificializzazione dell’alveo e all’inquinamento dell’acqua. • Presenza di una piccola popolazione, fortemente esposta al pericolo di deriva genetica.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Perdita di naturalità degli ambienti fluviali. • Interruzione della continuità fluviale. • Ibridazione con la specie alloctona Rutilus rutilus.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Alterazione dell’habitat fluviale e inquinamento dell’acqua. • Interruzione della continuità fluviale. • Bracconaggio.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Per Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine.

239

Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione di Rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC.

ITTIOFAUNA SPECIE: STORIONE CIBICE – Acipenser naccarii • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Ripopolamento.

240

• Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

241

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Contenimento della diffusione del Misgurnus anguillicaudatus.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Monitoraggio periodico della popolazione. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Contenimento della specie esotica Rutilus rutilus. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale.

242

• Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Torbiera del Carecc”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Lago di Brinzio”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

243

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cotttus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

Ghielmi S., Baratelli D., 1995. Nuove stazioni di Rana latastei Boul. nel varesotto centrosettentrionale. Boll. Soc. Tic. Sci. Nat. Lugano, 83(1-2) pp 185-194.

GRAIA Srl, 1999. Ricerca sulla Fauna Ittica del Fiume Ticino. Parco del Ticino, Pontevecchio di Magenta (MI). 500 pp.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

244

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

245

Zuffi M.A.L., 1988. Anfibi e rettili del Parco lombardo della Valle del Ticino: risultati preliminari e proposte gestionali. Quad. civ. Stn. idrobiol. Milano, 14: 9-65.

246

IT2010014 TURBIGACCIO, BOSCHI DI CASTELLETTO E LANCA DI BERNATE

NB: la relazione di questo SIC interprovinciale è relativa alla porzione interna al confine amministrativo della provincia di Varese; la restante parte, compresa entro i confini amministrativi della provincia di Milano, è descritta in Relazioni tecniche monitoraggio fauna nei SIC provincia di Milano

247

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5c5 ORTOFOTO (IT2000): 117010 SUPERFICIE SIC (ha): 218 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: L’area, compresa tra il Fiume Ticino e il Naviglio Grande, si presenta pianeggiante (altezza compresa tra 144 e 151 m) e si sviluppa soprattutto in senso longitudinale (circa 3 km). La parte più settentrionale assume un aspetto a cuneo, corrispondendo approssimativamente al punto in cui il Naviglio si diparte dal Fiume Ticino. Il confine meridionale dell’area del SIC compresa nel territorio della Provincia di Varese è collocato approssimativamente a sud della Cascina Turbigaccio. L’area è abbondantemente caratterizzata dalla presenza di corsi d’acqua, quali il Fiume Ticino, il Naviglio Grande e il Canale Marinone. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco Lombardo Della Valle Del Ticino COMUNI INTERESSATI: Lonate Pozzolo ACCESSI: l’area risulta piuttosto isolata in quanto separata dal circostante territorio dal Naviglio Grande. La strada che costeggia il Naviglio Grande è inoltre percorribile da mezzi motorizzati solo per soggetti autorizzati. I punti di attraversamento del Naviglio sono due (guadi) e gli ingressi sono sbarrati da cancelli di proprietà privata.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al 248 territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante probabile Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Bibliografia 1879

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: STORIONE COBICE - Acipenser naccarii Bibliografia BARBO CANINO – Barbus meridionalis Bibliografia BARBO COMUNE – Barbus plebejus Bibliografia LASCA - Chondrostoma genei Bibliografia SAVETTA - Chondrostoma soetta Bibliografia COBITE COMUNE - Cobitis taenia Bibliografia SCAZZONE - Cottus gobio Bibliografia LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai Bibliografia VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia PIGO - Rutilus pigus Bibliografia TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Bibliografia

249

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla “Ricerca sulla Fauna Ittica nel Fiume Ticino”, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 1999.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: Euphydryas aurinia (Rottemburg, 1775) Bibliografia Licena delle paludi - Lycaena dispar ([Haworth], Bibliografia 1802) Oxygastra curtisi (Dale, 1834) Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

250

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specoe stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza TESTUGGINE PALUSTRE EUROPEA - Emys Media orbicularis (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di zone umide con acqua corrente ben conservate, lanche e sponde con vegetazione abbondante a margine delle stesse, costituisce una buona prerogativa alla presenza della specie nel SIC. La specie è stata inoltre reintrodotta in aree limitrofe.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche hanno confermato la presenza di Rana latastei nel SIC. Per quanto riguarda Emys orbicularis non sono state invece rinvenute segnalazioni al riguardo, ma la specie, già indicata nel Formulario Standard del SIC, è ritenuta potenzialmente presente.

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus Media (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e

251 l’ampia distribuzione delle specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo e Lucanus cervus possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Risultano confermate da fonti bibliografiche le presenze di Euphydryas aurinia, Lycaena dispar. e Oxygastra curtisi anche se non rinvenute durante l’indagine su campo. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce e del Cervo volante nel SIC. Tuttavia queste specie, già inserite in precedenza nel Formulario Standard, sono considerate potenzialmente presente nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine. Sono state escluse dall’elenco del Formulario Standard le specie Austropotamobius pallipes e Coenonympha oedippus in quanto non risultano segnalate e non sono presenti aree che possano ospitare potenzialmente le specie nel territorio del SIC ricadente in provincia di Varese.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi esclusivamente ai Chirotteri. Per queste specie si evidenzia la presenza solo della specie antropofila pipistrello albolimbato. Probabilmente questa specie frequenta il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente le colonie riproduttive sono presenti nell’area più urbanizzata circostante il SIC. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, scarsa abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: scarsamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore scarso

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Tra le specie di avifauna inserite nell’Allegato I della “Direttiva Uccelli” rilevate nel territorio del SIC particolarmente interessante è risultata la presenza del Falco pecchiaiolo. L’osservazione di individui in periodo ed habitat idonei non escludono una possibile nidificazione della specie (Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione).

252

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è Rana di Lataste. La specie è segnalata per l’area del Turbigaccio. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

DESCRIZIONE: L’unica specie di rettile inserita nell’allegato 2 della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, anche se non rilevata direttamente, è la Testuggine palustre. La specie è potenzialmente presente anche se sicuramente molto rara. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Fiume Ticino, il Naviglio Grande e il Canale Marinone. In essi si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: lo storione cobice (Acipenser naccarii), la lampreda padana (Lethenteron zanandreai), la trota marmorata (Salmo marmoratus), il barbo canino (Barbus meridionalis), il barbo comune (Barbus plebejus), la lasca (Chondrostoma genei), la savetta (Chondrostoma soetta), il cobite comune (Cobitis taenia), lo scazzone (Cottus gobio), il vairone (Leuciscus souffia) e il pigo (Rutilus pigus). La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula), alborella (Alburnus alburnus alborella) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), cavedano (Leuciscus cephalus), carpa (Cyprinus carpio), tinca (Tinca tinca), cagnetta (Salaria fluviatilis), gobione (Gobio gobio) e, più rara, la sanguinerola (Phoxinus phoxinus). All’interno della comunità vi sono anche specie esotiche, rappresentate da gambusia (Gambusia holbrooki), rodeo amaro (Rhodeus amarus), persico sole (Lepomis gibbosus) e trota fario (Salmo (trutta) trutta), quest’ultima autoctona italiana ma non nativa nel Ticino sublacuale.

253

SPECIE: STORIONE COBICE – Acipenser naccarii Fenologia: non essendo disponibili dati aggiornati sulla popolazione, si riportano le informazioni tratte dalla letteratura. Specie di grossa taglia che può raggiungere i 150 cm di lunghezza totale, lo storione cobice è caratterizzato da un’elevata variabilità dimensionale tra individui della stessa classe d’età. La maturità sessuale è raggiunta a 7-11 anni d’età dai maschi e a 8-15 anni dalle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e giugno, la deposizione avviene a partire da maggio. Ciascuna femmina ovula ogni 2-4 anni e produce da alcune centinaia di migliaia a 5 milioni di uova. Nicchia ecologica: specie anadroma, endemica dell’alto Mare Adriatico e segnalata nei fiumi dell’Italia settentrionale, lo storione cobice vive in mare in prossimità degli estuari su fondali sabbiosi e fangosi a 10-40 m di profondità e risale i corsi d’acqua solo per la riproduzione. L’habitat nelle acque dolci è rappresentato dai fiumi più grandi e profondi dell’alto bacino dell’Adriatico, dove vive in prossimità del fondo cibandosi di invertebrati bentonici. Per quanto concerne la popolazione del bacino del Po, pare che, dall’interposizione della diga di Isola Serafini sul Po a Piacenza, la subpopolazione rimasta isolata dal mare, presente nel Ticino e nel medio corso, si sia adattata a compiere l’intero ciclo vitale in acqua dolce. POPOLAZIONE popolazione in decremento ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione in pericolo di estinzione locale VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia medio-piccola, il barbo canino raggiunge la lunghezza totale massima di 20-22 cm. In media l’età massima raggiunta è di 5 anni, nelle ultime classi d’età predominano le femmine. L’accrescimento sembra essere piuttosto lento: 4-5 cm a un anno, 8-10 cm a due anni, 13-15 cm a tre anni. La maturità sessuale è raggiunta a tre anni d’età. Il periodo riproduttivo è compreso tra la seconda metà di maggio e la prima metà di luglio. Ogni femmina produce circa 2500-3000 uova. Nicchia ecologica: il barbo canino vive nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua e nei piccoli affluenti, predilige acque ricche di ossigeno, corrente vivace, fondo ghiaioso e ciottoloso associato alla presenza di massi sotto i quali trova rifugio. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus Fenologia: il barbo comune nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati si caratterizza per la seguente fenologia. Raggiunge una lunghezza massima di 60 cm, arrivando ai 10 cm al primo anno di vita, ai 20 cm al secondo e a 28 cm al terzo anno. L’accrescimento è simile nei due sessi. La maturazione sessuale è raggiunta a 2-3 anni nei maschi, a 4-5 anni nelle femmine. Il periodo riproduttivo è tra aprile e maggio (temperatura dell’acqua di 16-17°C). Ogni femmina produce alcune migliaia di uova (5000- 10000).

254

Nicchia ecologica: il barbo comune può occupare vari tratti di un corso d’acqua, purché le acque risultino ben ossigenate; predilige i tratti medio-alti con corrente vivace, acqua limpida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE popolazione stabile ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione discretamente numerosa. dati non disponibili sulla struttura demografica. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei Fenologia: la lasca, nel Ticino e negli ambienti collegati, può raggiungere una lunghezza massima di circa 30 cm e ha una durata media della vita di 5-6 anni. L’accrescimento è relativamente rapido e la vede raggiungere i 12 cm di lunghezza totale al compimento del primo anno di vita, i 15 cm al secondo anno e i 18 cm al terzo anno. Il periodo riproduttivo è compreso tra maggio e giugno. Ogni femmina produce poche migliaia di uova. Nicchia ecologica: la lasca vive nei in corsi d’acqua caratterizzati da acqua limpida, velocità di corrente rapida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione numericamente piuttosto scarsa. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica della popolazione. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta Fenologia: la savetta nel Fiume Ticino e negli ambienti collegati raggiunge una lunghezza massima di circa 45 cm. L’età massima riscontrata è di 9 anni. L’accrescimento è piuttosto lento e ancora non bene descritto per i primi due anni di vita, a causa della mancanza di dati sulle classi più giovani. È invece definito per gli anni successivi: a 3 anni raggiunge i 27 cm, a quattro i 30 cm, a 5 anni i 33 cm a 6 anni i 37 cm, fino ai 42-45 cm intorno al nono anno di vita. L’età a cui è raggiunta la maturità sessuale è di circa tre anni, anche se sembra essere piuttosto variabile tra i due e i quattro anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e maggio. Ogni femmina sembra poter produrre parecchie migliaia di uova. Nicchia ecologica: la savetta vive nei tratti a corrente moderata del fiume e negli ambienti laterali, ricchi di vegetazione, dove si sposta in branchi soprattutto durante la stagione avversa. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione numericamente piuttosto scarsa. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica.

255

VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Fenologia: nel Ticino e negli ambienti collegati sono stati rinvenuti esemplari di cobite comune di lunghezza totale non superiore agli 11 cm, e la popolazione si dimostra in un ottimo stato di nutrizione, come testimoniato dal valore molto elevato del coefficiente di regressione della curva di accrescimento ponderale. Non essendo disponibili altri dati sito-specifici, si riportano le caratteristiche fenologiche della specie disponibili in letteratura. In media il cobite non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno, o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza; generalmente non supera i 3-4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio. Vengono prodotte circa 200-600 uova per femmina. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai

256

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Ciclostomo bentonico di taglia piccola, la lunghezza totale massima è di 20 cm circa negli ammoceti prima della metamorfosi, e poco meno negli adulti. La fase larvale dura 4-5 anni e la vita dell’adulto 6-8 mesi. Il periodo riproduttivo è compreso tra gennaio e marzo. Nicchia ecologica: la lampreda padana vive esclusivamente nelle acque dolci. Si riproduce nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, anche in piccoli ruscelli con anche limpide e fresche, su fondali ghiaiosi; svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua, o nelle aree ripariali dove la corrente è moderata, infossata nei substrati sabbiosi o fangosi. Vive anche nelle risorgive. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia Fenologia: il vairone nel Ticino e negli ambienti collegati al fiume raggiunge una lunghezza totale di almeno 16 cm, con una durata media della vita di circa 6 anni. L’accrescimento ponderale dimostra un ottimo stato di nutrizione della popolazione. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: secondo un’indagine condotta in Friuli-Venezia Giulia a un anno di età viene raggiunta la lunghezza di 7- 9 cm, a 3 anni 10-12 cm, a 5 anni 14-15 cm, a 7 anni 17-18 cm; questa classe d’età sembra essere costituita solo da femmine. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e luglio. Vengono prodotte fino ad alcune migliaia di uova per femmina, il cui diametro è di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: vive nei tratti di corso d’acqua a corrente sostenuta, dove però si colloca di preferenza nella fascia litorale, trovando rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente non è eccessiva. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati al pelo dell’acqua. POPOLAZIONE popolazione stabile ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazione molto abbondante e ben strutturata in classi di taglia. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus

257

Fenologia: il pigo nel Ticino e negli ambienti laterali al fiume mostra lunghezze massime intorno ai 50-51 cm. Il suo accrescimento lineare è piuttosto rapido, vedendolo raggiungere i 13 cm a un anno d’età, i 21 cm circa a due anni, i 27 cm a tre anni e i 32 e 36 cm rispettivamente a quattro e cinque anni d’età. La durata della vita di ciascun esemplare si aggira intorno ai 10 anni. Anche la riproduzione della popolazione di pigo è stata ben caratterizzata. Un dato importante riguarda il raggiungimento della prima maturazione sessuale che avviene in età piuttosto avanzata; i maschi infatti si riproducono per la prima volta a quattro anni, mentre le femmine addirittura a cinque. Il periodo riproduttivo si estende dall’ultima settimana di aprile alla penultima-ultima di maggio, quando la temperatura dell’acqua è di poco superiore ai 14°C. Ciascuna femmina depone tra le 17000 e le 35000 uova. Nicchia ecologica: il pigo vive nelle acque dei laghi e nei tratti a maggiore profondità e corrente moderata dei fiumi, preferendo le acque limpide e le zone ricche di vegetazione. Nei grandi laghi prealpini vive prevalentemente a profondità di 10-15 m; in inverno si sposta a profondità maggiori, sembra intorno ai 100 m circa; in primavera si porta su fondali di 7-8 m. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Fenologia: la trota marmorata del Fiume Ticino e degli ambienti laterali risulta raggiungere lunghezze totali massime di 65-70 cm, con un accrescimento che la vede superare gli 12 cm a un anno d’età, i 23 cm a due anni e i 32 cm a tre anni. La maggior parte degli individui vive 6-8 anni, ma non sono rari esemplari di oltre 10 anni. La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno di vita dai maschi e al quarto dalle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra la fine di novembre e le prime settimane di gennaio. La fecondità relativa varia nelle diverse popolazioni, in media vengono prodotte 1300-2500 uova per chilogrammo di peso corporeo della femmina. Nicchia ecologica: la trota marmorata vive nei tratti medi e medio-alti dei corsi d’acqua, dove ricerca acque limpide, fresche e ben ossigenate, con fondali ciottolosi e ghiaiosi. Preferisce i fiumi di maggiore portata e situazioni dove ai tratti con acqua corrente si alternano tratti con buche profonde. È in grado di vivere anche nei bacini lacustri, da dove risale i corsi d’acqua immissari per la riproduzione POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: rara

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Euphydryas aurinia è segnalato in bibliografia, ma il dato risale al 1931 e la specie attualmente è da considerare con ogni probabilità estinta nell’area. POPOLAZIONE: D

258

STATO DI CONSERVAZIONE: - CONDIZIONE ATTUALE: - PROBABILITA’ DI CONSERVAZIONE: - POSSIBILITA’ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO - VALUTAZIONE GLOBALE: -

DESCRIZIONE: La presenza di Lycaena dispar nel territorio del SIC, è stata accertata in bibliografia in epoca recente (1996), ma non riconfermata durante le indagini su campo. La specie potrebbe essere comunque ancora presente con una popolazione poco numerosa poiché nell’area sussistono habitat idonei alla sopravvivenza delle larve e degli adulti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO A VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

DESCRIZIONE: Oxygastra curtisi è una specie segnalata recentemente per il territorio del SIC in bibliografia anche se non rilevata direttamente. È indubbiamente rara e localizzata e poco diffusa in tutto il territorio provinciale. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è una specie considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente grazie alla presenza di aree boschive con numerose piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITA’ DI CONSERVAZIONE: buone POSSIBILITA’ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

259

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti in ambito boschivo. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

260

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste e Testuggine palustre. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste e Testuggine palustre. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acqua e modificazioni all’habitat frequentato dalle specie.

ITTIOFAUNA SPECIE: STORIONE CIBICE – Acipenser naccarii • Riduzione dell’habitat disponibile e frammentazione dell’areale della specie. • Vittima di predazione sui giovani da parte di Silurus glanis (siluro) e di competizione per il rifugio: competizione di nicchia ecologica. • Bracconaggio. • Dimensioni ridotte della popolazione, con conseguente rischio di deriva genetica.

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Inquinamento dell’acqua e alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Inquinamento dell’acqua e alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei • Perdita di naturalità degli ambienti acquatici. • Presenza di sbarramenti fluviali.

SPECIE: SAVETTA - Chondrostoma soetta • Perdita di naturalità degli ambienti acquatici. • Presenza di sbarramenti fluviali.

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Azioni di dragaggio dei fondali. • Azioni di spurgo dei canali. • Competizione di nicchia con una specie esotica di cobite in forte espansione nel Fiume Ticino: il Misgurnus anguillicaudatus.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Riduzione dell’habitat disponibile per fenomeni di alterazione ambientale, in particolare legati all’artificializzazione dell’alveo e all’inquinamento dell’acqua.

261

• Presenza di una piccola popolazione, fortemente esposta al pericolo di deriva genetica.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Alterazione dell’habitat e inquinamento dell’acqua.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Perdita di naturalità degli ambienti fluviali. • Interruzione della continuità fluviale. • Ibridazione con la specie alloctona Rutilus rutilus.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Alterazione dell’habitat fluviale e inquinamento dell’acqua. • Interruzione della continuità fluviale. • Bracconaggio.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Per quanto riguarda Lycaena dispar è sicuramente dannosa l’attività di sfalcio della vegetazione presente lungo le sponde di canali e corsi d’acqua. Può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi di Lucanus cervus e Cerambix cerdo e soprattutto di Lycaena dispar (molto rara e ricercata) a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Per Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi. Lycaena dispar è in Italia una specie minacciata la cui conservazione è legata alla conservazione delle zone umide e delle specie vegetali utilizzate dalle larve come alimentazione (varie specie di Rumex igrofili) Oxygastra curtisi è specie rara e minacciata le cui larve si sviluppano in rogge, fiumi e canali con acque non inquinate e fondo e sponde naturali con vegetazione abbondante.

262

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della consistenza della popolazione di Rana di Lataste e Testuggine palustre nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine.

263

Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione di Rana di Lataste e Testuggine palustre onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC.

ITTIOFAUNA SPECIE: STORIONE CIBICE – Acipenser naccarii • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Ripopolamento. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: BARBO CANINO – Barbus meridionalis • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LASCA - Chondrostoma genei • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: SAVETTA – Chondrostoma soetta • Verifica dello status attuale della specie. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Contenimento della diffusione del Misgurnus anguillicaudatus.

264

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: LAMPREDA PADANA - Lethenteron zanandreai • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Monitoraggio periodico della popolazione. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Contenimento della specie esotica Rutilus rutilus. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Valutazione della presenza e della consistenza delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermarne la presenza. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante

265 vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

OBIETTIVO: Conservazione delle aree idonee alla riproduzione di Lycaena dispar.

AZIONI: Proibizione dello sfalcio della vegetazione ripariale.. Per la conservazione della specie è necessario che vengano evitate attività di sfalcio e asportazione della vegetazione presente lungo corsi d’acqua e canali soprattutto nel caso in cui siano presenti piante nutrici delle larve (diverse specie di Rumex igrofili). Sono invece auspicabili interventi anche diretti volti ad aumentare la quantità di piante nutrici presenti.

OBIETTIVO: Conservazione delle aree idonee alla riproduzione di Oxygastra curtisi. AZIONI: Conservazione delle caratteristiche di naturalità dei corsi d’acqua. Per la conservazione della specie è necessario che venga conservata e favorita la naturalità dei corsi d’acqua impedendo modificazioni agli alvei quali asportazioni di materiale, rettificazione, cementificazione ecc e modificazioni drastiche al regime idrico. È di notevole importanza anche la conservazione delle cenosi forestali a salice e ontano delle zone ripariali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Balestrazzi E. e Galletti P.A., 1990. Guida delle libellule d’Europa e del Nordafrica. Franco Muzzio ed. Padova.

266

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Torbiera del Carecc”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Baratelli D., 1999. Piano della Riserva Naturale Orientata “Lago di Brinzio”. Parco Regionale Campo dei Fiori. Non pubblicato.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cotttus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

Ghielmi S., Baratelli D., 1995, Nuove stazioni di Rana latastei Boul. nel varesotto centrosettentrionale. Boll. Soc. Tic. Sci. Nat. Lugano, 83(1-2) pp 185-194.

GRAIA Srl, 1999. Ricerca sulla Fauna Ittica del Fiume Ticino. Parco del Ticino, Pontevecchio di Magenta (MI). 500 pp.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

267

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Mermet E. 1998. I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Boll. Soc. ticinese di Scienze naturali, 86: 25-36.

Mermet E. e Galli P., 2000. Contributo alla conoscenza delle libellule (Insecta: Odonata) del Varesotto. Bollettino della Società ticinese di Scienze naturali – 88: 19-23.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33. 268

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

Zuffi M.A.L., 1988. Anfibi e rettili del Parco lombardo della Valle del Ticino: risultati preliminari e proposte gestionali. Quad. civ. Stn. idrobiol. Milano, 14: 9-65.

269

270

IT2010015 PALUDE BRUSCHERA

271

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5a1; A5b1 ORTOFOTO (IT2000): 094040; 094030 SUPERFICIE SIC (ha): 164,18 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: L’area, collocata sulla sponda lombarda del Lago Maggiore a Sud dell’abitato di Angera, si presenta pianeggiante (altezza compresa tra 197 e 200 m circa) e si sviluppa soprattutto in senso longitudinale (2 km circa). L’area è delimitata a Nord da un’insenatura del Lago Maggiore mentre a Sud Dalla Roggia Buschera. Attraversano l’area diversi corsi d’acqua quali il torrente Vepra, la Roggia Sacri Cuori e la Roggia Buschera. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: non è inserita in alcuna area protetta ma risulta OASI di protezione della Provincia di Varese COMUNI INTERESSATI: Angera ACCESSI: l’accesso principale è costituito da una strada sterrata che collega il gruppo di case intorno alla Cascina Buschera al Campeggio. Da questo percorso principale si dipartono altre strade sterrate (essenzialmente due) che attraversano l’area da Est verso Ovest.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione.

272

In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Tarabusino Ixobrychus minutus Migratrice regolare, nidificante Airone rosso Ardea purpurea Migratrice regolare, estiva Moretta tabaccata Aythya nyroca Migratrice regolare Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estiva Falco pescatore Pandion haliaetus Migratrice irregolare Pellegrino Falco peregrinus Occasionale Voltolino Porzana porzana Migratrice regolare, nidificante Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: RANA DI LATASTE - Rana latastei Boulenger, Bibliografia 1879 Osservazione su campo

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica, • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e su campo hanno confermato la presenza di Rana latastei nel SIC..

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO:

273

I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla “Carta della Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese”, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

274

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus Media (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione delle due specie fanno presumere che la possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di valutare con sicurezza la presenza del Cervo volante e del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia le specie sono ritenute potenzialmente presenti nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

275

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA DESCRIZIONE: Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza di specie antropofile, come pipistrello albolimbato e pipistrello nano. Probabilmente queste specie frequentano il SIC prevalentemente per fini trofici e presumibilmente le colonie riproduttive sono insediate nell’area circostante il SIC. Per le altre specie di chirotteri il SIC probabilmente non rappresenta un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento a causa delle tipologie ambientali rappresentate. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, media abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: mediamente significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore medio

AVIFAUNA DESCRIZIONE: -

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: L’unica specie di anfibio inserita nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE presente nel SIC, segnalata in bibliografia e rilevata su campo è Rana di Lataste. La specie è stata rinvenuta più volte nei boschi umidi che caratterizzano l’area. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO B VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono (B)

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE:

276

L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico presente all’interno del SIC è il tratto di sponda del Lago Maggiore. In esso si trova un’unica specie d’interesse comunitario, ossia il cobite comune (Cobitis taenia). La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula), l’alborella (Alburnus alburnus alborella) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), cavedano (Leuciscus cephalus), carpa (Cyprinus carpio), tinca (Tinca tinca) e cagnetta (Salaria fluviatilis). All’interno della comunità vi sono anche specie esotiche, rappresentate da carassio dorato (Carassius auratus), pesce gatto (Ictalurus melas), persico sole (Lepomis gibbosus), persico trota (Micropterus salmoides), lucioperca (Sander lucioperca), rutilo (Rutilus rutilus) e siluro (Silurus glanis).

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il cobite comune raggiunge normalmente la lunghezza totale massima di 12 cm. In media il cobite comune non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno, o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri.

POPOLAZIONE non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe essere legata ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

277

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. Occorre inoltre evitare la completa chiusura, ad opera della vegetazione acquatica, degli specchi d’acqua al fine di mantenere una certa percentuale di superficie libera e quindi utilizzabile per l’abbeverata.

FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una modesta presenza umana.

278

Navigazione con imbarcazioni. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. . FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza di Rana di Lataste. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Non vi sono fattori di vulnerabilità evidenti. Occorre tuttavia valutare attentamente interventi che possano alterare la qualità delle acqua e modificazioni all’habitat frequentato dalla specie (taglio boschivo).

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Azioni di dragaggio dei fondali. • Possibile competizione di nicchia con una specie esotica di cobite in forte espansione nel Fiume Ticino, ma di cui non è ancora segnalata la presenza nel Lago Maggiore: il Misgurnus anguillicaudatus.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente Lucanus cervus e Cerambix cerdo, può essere opportuna tuttavia un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati.

VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità. È utile per la conservazione delle specie favorire pratiche selvicolturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie, spesso considerate dannose per le essenze forestali.

279

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Al fine di minimizzare il disturbo arrecato all’avifauna si consiglia di regolamentare ed eventualmente di limitare alcune attività legate alla fruizione turistico-ricreativa dell’area. In particolare l’utilizzo di imbarcazioni dovrebbe essere ridotto nei periodi coincidenti con la stagione riproduttiva delle specie che nidificano nel canneto (es. Tarabusino) e lungo le rive del lago, così come anche durante i passi migratori delle specie che utilizzano questo ambiente per la sosta. È necessario evitare periodici lavori di manutenzione che possano distruggere la vegetazione degli habitat riproduttivi (fascia vegetazionale del fragmiteto) dei Rallidi (es. Voltolino) o, al limite, regolamentare tali interventi in modo da evitare il periodo critico della riproduzione. La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco. Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione

280 delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari.

ERPETOFAUNA OBIETTIVO: Valutazione della consistenza della popolazione di Rana di Lataste nel SIC. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status delle popolazione di Rana di Lataste onde verificarne l’effettiva distribuzione e consistenza nel SIC.

ITTIOFAUNA SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Verifica dello status della popolazione di cobite presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Eventuale contenimento della diffusione del Misgurnus anguillicaudatus.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza delle due specie. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione

281

della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

282

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Saporetti F., Gruppo Insubrico Di Ornitologia, 2001. L'avifauna nidificante nelle zone umide della Provincia di Varese: status delle specie e grado di conservazione dei biotopi. Bollettino della Società ticinese di scienze naturali. 89 (1-2): 41-50.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

283

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

284

IT2010016 VAL VEDDASCA

285

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A3c3; A3d3; A3c4; A3d4; ORTOFOTO (IT2000): 053050; 053060; 053090; A3c5; A3d5 053100; 053110; 053130; 053140; 053150 SUPERFICIE SIC (ha): 4920 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito rappresenta quasi interamente l’estremità settentrionale del territorio della Provincia di Varese, configurandosi come un’area montuosa caratterizzata prevalentemente da substrati acidi metamorfici. Il confine settentrionale e quello orientale coincidono con il confine di stato con la Confederazione Elvetica. Il confine occidentale si mantiene pressoché parallelo alle sponde del Lago Maggiore: parte dalla valle del Torrente Molinera a Nord, corre lungo il sentiero che collega Bassano a Musignano, prosegue verso Sud aggirando Musignano, e, mantenendosi dietro a Campagnano Veddasca, termina in prossimità di Maccagno a 320 m s.l.m.. Il confine meridionale parte da Maccagno, segue il sentiero che, mantenendosi sopra Agra confluisce alle Cinque Vie, e da qui lungo la valle del Rio Commenino giunge all’Alpe Pian di Runo, incrociando il confine elvetico sulle pendici del Monte Lema. Il sito comprende la Valle Veddasca propriamente detta, con andamento SudOvest-NordEst, corrispondente all’incirca con il bacino idrografico del Torrente Giona, in cui confine segue la linea di cresta data dai Motti dei Ronchetti, Monte Gradisea, Monte Gradisca, le pendici del Monte Lema e il Monte Margino alla sinistra idrografica, e il Monte Paglione, il Monte Sirti e il Monte Borgna alla destra idrografica. Il versante destro della Valle Veddasca, esposto a Sud-Est mostra pendenze molto più accentuate rispetto a quello sinistro ed è modellato da una serie d’incisioni vallive, incassate di circa un centinaio di metri rispetto alle creste che le separano, dando luogo a piccole valli con andamento subparallelo. Il versante sinistro presenta pendenze inferiori ma in compenso è solcato da incisioni vallive molto più pronunciate e che corrispondono alla Val Dumentina, Valle Arasio e la valle di Montevisaco. Nella porzione più settentrionale è presente un lago di sbarramento artificiale, il Lago Delio e l’incisione del Torrente Molinera. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: No COMUNI INTERESSATI: Agra, Curiglia Con Monteviasco, Dumenza, Maccagno, Pino Sulla Sponda Del Lago Maggiore, Tronzano Lago Maggiore, Veddasca ACCESSI: l’area è attraversata da alcune strade provinciali (SP5 e SP6), da una serie di carrozzabili e sentieri.

286

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Daubenton Myotis daubentonii Vespertilio smarginato Myotis emarginatus Vespertilio mustacchino Myotis mystacinus Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Nottola di Leisler Nyctalus leisleri Serotino comune Eptesicus serotinus Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare, nidificante Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, estiva Biancone Circaetus gallicus Migratrice regolare, nidificante Albanella reale Circus cyaneus Svernante Aquila reale Aquila chrysaetos Sedentaria, nidificante ai margini del SIC Pellegrino Falco peregrinus Sedentaria, nidificante Gallo forcello Tetrao tetrix Sedentaria, nidificante Coturnice Alectoris graeca Sedentaria, nidificante

287

Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Picchio nero Dryocopus martius Sedentaria, nidificante Calandro Anthus campestris Migratrice regolare, nidificante Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare, nidificante Ortolano Emberiza hortulana Migratore regolare, nidificante

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: BARBO COMUNE – Barbus plebejus Bibliografia SCAZZONE - Cottus gobio Bibliografia VAIRONE - Leuciscus souffia Bibliografia PIGO - Rutilus pigus Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla “Carta della Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese”, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001.

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE:

288

GAMBERO DI FIUME - Austropotamobius Segnalazione di esperto pallipes (Lereboullet, 1858) Euphydryas aurinia (Rottemburg, 1775) Bibliografia FALENA DELL’EDERA - Euplagia Segnalazione di esperto quadripunctaria (Poda, 1761)

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

289

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Media cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus (Linnaeus, Media 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione della specie unitamente alle segnalazioni in aree limitrofe fanno presumere che Cerambix cerdo e Lucanus cervus possano essere presenti nel SIC, anche non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Vengono segnalate la presenza del gambero di fiume, del cervo volante e di Euplagia quadripunctaria, considerata specie prioritaria nella direttiva 92/43 CEE. Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cerambice delle querce nel SIC. Tuttavia la specie, già inserita in precedenza nel Formulario Standard, viene ritenuta potenzialmente presente nell’area. Euphydryas aurinia è segnalata in bibliografia ma probabilmente estinta. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più

290 dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA DESCRIZIONE: Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per i chirotteri si evidenzia la grande importanza del SIC come area di foraggiamento e probabilmente come sito con disponibilità di rifugi. È inoltre da sottolineare la buona diversificazione specifica e la presenza di specie di particolare pregio che inducono a tenere in particolare considerazione questo SIC. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, abbondante abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: molto significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore alto

AVIFAUNA DESCRIZIONE: -

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: -

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Lago Delio, il Torrente Giona, il Torrente Riale, il Torrente Viaschina, il Rio Casmera, il Torrente Val Frigerio, il Rio Dirinella, il Torrente Valmolinera e il Torrente Colmegnino. In essi si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: il barbo comune (Barbus plebejus), lo scazzone (Cottus gobio), il vairone (Leuciscus souffia) e il pigo (Rutilus pigus). La comunità ittica si compone di una serie di altre specie autoctone, ossia il pesce persico (Perca fluviatilis), la scardola (Scardinius erythrophthalmus), il cavedano (Leuciscus cephalus) e la trota fario (Salmo (trutta) trutta). All’interno della comunità vi sono anche popolazioni numerose delle specie alloctone: coregone (Coregonus sp.) e salmerino di fonte (Salvelinus fontinalis).

SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus

291

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia medio-grande, il barbo comune raggiunge la lunghezza totale massima di 70 cm. Studi condotti sull’accrescimento nel Fiume Po hanno evidenziato a un anno d’età la lunghezza di 14-20 cm, a tre anni di 32-34 cm, a 5 anni di 41-42 cm, a 7 anni di 70 cm; l’accrescimento è simile nei due sessi. La maturazione sessuale è raggiunta a 2-3 anni nei maschi, a 4-5 anni nelle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e luglio (temperatura dell’acqua di 16-17°C). Ogni femmina produce alcune migliaia di uova (5000-10000). Nicchia ecologica: il barbo comune può occupare vari tratti di un corso d’acqua, purché le acque risultino ben ossigenate; predilige i tratti medio-alti con corrente vivace, acqua limpida e fondo ghiaioso. Popolazioni di modesta entità sono presenti anche in laghi oligotrofici. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, lo scazzone raggiunge al massimo 15 cm di lunghezza; generalmente non supera i 3-4 anni d’età. Le popolazioni di risorgiva mostrano una crescita più rapida rispetto a quelle di torrente, ma una minore longevità. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno di vita dagli individui che popolano i corsi d’acqua di pianura, al quarto per quelli che vivono nei torrenti di montagna. Il periodo riproduttivo è compreso tra fine febbraio e maggio. Vengono prodotte circa 200-600 uova per femmina. Nicchia ecologica: specie stenoterma fredda vive in acque con temperature preferibilmente inferiori ai 14-16° C. Predilige le acque correnti, limpide e ben ossigenate dei torrenti di montagna, dei tratti pedemontani dei fiumi e degli ambienti di risorgiva; vive anche nei laghi alpini a profondità superiori ai 20 m. Specie legata al fondo, predilige le zone ciottolose ricche di interstizi in cui si rifugia e dove vive mantenendo un comportamento territoriale e sedentario. Si nutre di invertebrati bentonici e persino di piccoli pesci. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: popolazioni abbondanti e ben strutturate nel Torrente Giona e nel Torrente Valmolinera VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia

292

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il vairone raggiunge al massimo i 18-20 cm. L’accrescimento è piuttosto lento: a un anno di età viene raggiunta generalmente una lunghezza totale di 7-9 cm, a 3 anni di 10-12 cm, a 5 anni di 14-15 cm e a 7 anni di 17-18 cm. La maturità sessuale è raggiunta a 2-3 anni. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e luglio. Vengono prodotte fino ad alcune migliaia di uova per femmina, di diametro di 1,7-2 mm. Nicchia ecologica: il vairone vive nella zona pedemontana dei corsi d’acqua, nei quali predilige le zone laterali a corrente moderata vicino alle sponde, dove trova rifugio tra gli interstizi dei massi di fondo o nelle ceppaie degli alberi lambiti dalle acque. È abbondante nei riali di collina e nelle rogge di pianura dove la velocità di corrente non è eccessiva. Si rinviene anche nella regione litorale dei grandi laghi prealpini in corrispondenza dello sbocco degli immissari. Si ciba prevalentemente di organismi macrobentonici ma anche di insetti terrestri cacciati al pelo dell’acqua. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: la specie risulta essere presente solo nel tratto più di valle del Torrente Giona, compreso nel SIC. Qui la popolazione è abbondante e ben strutturata VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni disponibili in letteratura. Specie di taglia media, il pigo raggiunge la lunghezza totale massima di circa 45 cm. La maggior parte degli individui supera di poco i 2 anni d’età, i più longevi raggiungono i 10 anni. Non sembrano esserci differenze nell’accrescimento tra maschi e femmine, entrambi a 3-4 anni d’età misurano 20-25 cm di lunghezza. Nella popolazione del Lago di Como la maturità sessuale viene raggiunta a tre anni nei maschi e a quattro nelle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra aprile e maggio (temperatura dell’acqua 14°C circa). Nicchia ecologica: il pigo vive nelle acque dei laghi e nei tratti a maggiore profondità e corrente moderata dei fiumi, preferendo le acque limpide e le zone ricche di vegetazione. Nei grandi laghi prealpini vive prevalentemente a profondità di 10-15 m; in inverno si sposta a profondità maggiori, sembra intorno ai 100 m circa; in primavera si porta su fondali di 7-8 m. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: specie presente unicamente nel Lago Delio, con una popolazione modesta. Non sono disponibili dati sulla struttura demografica della popolazione. VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

293

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: La presenza di Austropotamobius pallipes nel territorio del SIC, segnalata da diversi anni, è in prevalenza legata all’esistenza di torrenti e ruscelli di portata ridotta caratterizzati da una buona qualità delle acque e portate costanti nel corso dell’anno.. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel territorio del SIC in aree boschive con piante senescenti. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euplagia quadripunctaria risulta piuttosto comune nel SIC anche se non molto numerosa e in diminuzione rispetto a qualche anno fa. È frequente soprattutto sulla vegetazione e sui fiori del sottobosco nelle aree boschive e al margine delle stesse. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante presenti nelle aree forestali. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona 294

PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Euphydryas aurinia è segnalato in bibliografia, ma il dato risale al 1978, lo stesso autore (Mermet, 1998) tuttavia la considera estinta in seguito a vasti incendi che hanno interessato gli habitat e la specie attualmente è da considerare con ogni probabilità estinta nell’area. POPOLAZIONE: D STATO DI CONSERVAZIONE: - CONDIZIONE ATTUALE: - PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: - POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO - VALUTAZIONE GLOBALE: -

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per l’insediamento di colonie riproduttive di chirotteri tipicamente forestali. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO:

295

Modesta fruizione dell’area a scopo turistico-ricreativo che determina una presenza umana limitata. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio.

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Inquinamento dell’acqua e alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Riduzione dell’habitat disponibile per fenomeni di alterazione ambientale, in particolare legati all’artificializzazione dell’alveo e all’inquinamento dell’acqua. • Presenza di una piccola popolazione, fortemente esposta al pericolo di deriva genetica.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Alterazione dell’habitat fluviale.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Perdita di naturalità degli ambienti fluviali. • Interruzione della continuità fluviale. • Possibile ibridazione con la specie alloctona Rutilus rutilus.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Nel caso del gambero di fiume sarebbero tuttavia opportune attività di vigilanza che limitino la possibilità di catture e prelievo della specie. Analogamente può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità Nel caso tuttavia del gambero di fiume è opportuno valutare attentamente eventuali interventi che possano alterare le condizioni di qualità delle acque e le caratteristiche dell’alveo dei corsi d’acqua in cui è presente la specie. Evitare l’allevamento e l’immissione nel corpi idrici anche confinanti con il SIC di specie di gambero alloctone. Monitorare l’assenza di manifestazioni patogene sia a carico della popolazione della riserva, sia dei corsi d’acqua limitrofi. Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche

296 selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio per le specie forestali installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante nonché, a lungo termine, promuovendo la conservazione di piante senescenti. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione.

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC AZIONI: Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo). Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e in particolare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari (Picidi).

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: BARBO COMUNE - Barbus plebejus • Verifica dello status attuale della specie. 297

• Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni fluviali. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: SCAZZONE - Cottus gobio • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: VAIRONE - Leuciscus souffia • Verifica dello status della popolazione presente nel SIC. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Monitoraggio periodico della popolazione; • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’ambiente fluviale; • Eventuale contenimento della specie esotica Rutilus rutilus; • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento della popolazione di gambero di fiume presente nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio sulla consistenza e lo status della popolazione onde valutare anche l’eventuale presenza di specie alloctone e l’assenza di patologie micotiche in grado di decimare le popolazioni. OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza di Cerambix cerdo. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante

298 vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

299

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Balleri, 2000. Commento personale.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Bottinelli A., comunicazioni personali.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Chinery M., 1990. Farfalle d’Italia e d’Europa. De Agostini Collins.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

Crisp D.T. & Mann R.H.K., 1991. Effects of impoundment on populations of bullhead, Cottus gobio (L.) and minnow, Phoxinus phoxinus (L.), in the basin of Cow Green Reservoir. Journal of Fish Biology, 38: 731-740.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

300

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Mermet E. 1998 – I lepidotteri ropaloceri del Varesotto. Boll. Soc. ticinese di Scienze naturali, 86: 25-36.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pavan P., comunicazioni personali.

Pavan P., 2002-2003. Caratterizzazione delle aree di nidificazione di Accipitridae e Falconidae nel territorio del Parco Regionale del Campo dei Fiori (Varese). Tesi di laurea.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Raineri W., Zilli A. 1995 - Lepidoptera: Noctuoidea. In: Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.) Checklist delle specie della fauna italiana. 91. Calderini, Bologna.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

301

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

302

IT2010017 PALUDE BOZZA MONVALLINA

303

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A4b4 ORTOFOTO (IT2000): 073120; 073160 SUPERFICIE SIC (ha): 20,65 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il sito, collocato sulla sponda lombarda del Lago Maggiore a Sud-Ovest dell’abitato di , si presenta pianeggiante (altezza compresa tra 193 e 200 m circa) e si sviluppa soprattutto in senso longitudinale (1 km circa di lunghezza). Il confine settentrionale coincide con un campeggio, quello meridionale con la strada parallela al fiume Bardello e con la foce del Bardello stesso, quello occidentale con le sponde del Lago Maggiore e infine quello orientale con l’isoipsa dei 200 m. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: No COMUNI INTERESSATI: Besozzo, Monvalle ACCESSI: l’accesso principale è costituito dalla strada che dalla SS 629 si dirige verso la cava di ghiaia posta in corrispondenza dell’immissione del Fosso Monvallina nel Lago Maggiore. Da questo tracciato principale si dipartono tuttavia diverse strade sterrate che attraversano l’area sia in senso longitudinale che in senso trasversale.

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di Mammiferi inserite nell’Allegato II e IV della Direttiva 92/43/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti dai risultati del monitoraggio effettuato. Un quadro completo e dettagliato delle specie di Mammiferi presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato II e IV della sopracitata “Direttiva Habitat” è disponibile consultando il database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico. Nome comune Nome scientifico Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al

304 territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Strolaga mezzana Gavia arctica Svernante Strolaga minore Gavia stellata Migratore regolare Tarabuso Botaurus stellaris Svernante Tarabusino Ixobrychus minutus Migratrice regolare, nidificante Nitticora Nycticorax nycticorax Migratrice regolare Airone bianco maggiore Casmerodius albus Migratrice regolare Garzetta Egretta garzetta Migratrice regolare Airone rosso Ardea purpurea Migratrice regolare Moretta tabaccata Aythya nyroca Migratrice regolare Pesciaiola Mergus albellus Migratrice irregolare Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare, nidificante probabile Falco di palude Circus aeruginosus Migratrice regolare Albanella reale Circus cyaneus Svernante Falco pescatore Pandion haliaetus Migratrice irregolare, estivante irregolare Pellegrino Falco peregrinus Svernante Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus Migratrice irregolare Piviere dorato Pluvialis apricaria Migratrice irregolare, svernante irregolare Sterna comune Sterna hirundo Migratrice regolare Mignattino piombato Chlidonias hybridus Migratrice regolare Mignattino Chlidonias niger Migratrice regolare Martin pescatore Alcedo atthis Sedentaria, nidificante Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare

305

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di rettili e anfibi nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica. • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di indagine su campo, dato il periodo non favorevole per la ricerca degli anfibi tramite osservazione diretta nei siti riproduttivi, l’individuazione di ovature e larve o ancora, nel caso degli anuri, l’identificazione al canto, sono state effettuate mediante ricerca diretta con appostamenti diurni al margine di canali, pozze e stagni per individuare eventuali adulti ancora presenti o giovani neometamorfosati. Sono stati effettuati anche campionamenti con retino immanicato allo scopo di valutare la presenza di larve e soprattutto di tritoni. Le ricerche sono state estese anche ai boschi igrofili e alle aree boscate circostanti le zone umide potenzialmente frequentati dalle specie oggetto dell’indagine seguendo percorsi campione.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI RETTILI E ANFIBI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non evidenziato la presenza di specie inserite nell’allegato II della direttiva 92/43 CEE.

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: AGONE - Agone Bibliografia COBITE COMUNE - Cobitis taenia Bibliografia PIGO - Rutilus pigus Bibliografia TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus Bibliografia

METODI DI MONITORAGGIO: I dati sulla fauna ittica del SIC sono tratti dalla “Carta della Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese”, redatta dalla GRAIA Srl e pubblicata nel 2001.

306

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: TIPO DI FONTE: - -

METODI DI MONITORAGGIO: RACCOLTA DEI DATI La raccolta dei dati di presenza di invertebrati nell’area è stata svolta in due fasi: • Ricerca bibliografica; • Indagini su campo con attività di ricerca attiva degli animali.

Indagini su campo Le attività di ricerca su campo sono state differenziante in funzione del gruppo sistematico da indagare: • Nel caso del gambero di fiume è stato adottato il metodo di ricerca diretta di esemplari all’interno dei corsi d’acqua nei potenziali rifugi, sotto massi e ciottoli, fra la vegetazione e negli ammassi di foglie e vegetali che si accumulano nell’alveo. In abbinamento a questo si è provveduto ricercare lungo i corsi d’acqua la presenza di exuvie o parti di esse. • Gli invertebrati terrestri sono stati rilevati nella maggior parte dei casi mediante ricerca a vista, ricercando gli esemplari sia lungo percorsi campione sul terreno, sia su alberi, arbusti o piante erbacee, sia in ambienti aperti (prati e coltivi), sia in ambienti boschivi o lungo corsi d’acqua e sponde di stagni e pozze, in funzione del taxon oggetto dell’indagine. I Coleotteri xilofagi sono stati cercati anche ispezionando la superficie e l’interno di piante morte, vecchie cataste di legname, alberi abbattuti e tronchi fradici. Nel caso di Lepidotteri e Odonati per la cattura degli esemplari di difficile determinazione è stato utilizzato un retino entomologico. Per quanto riguarda Lucanus cervus, si è provveduto anche alla ricerca di esemplari in volo al crepuscolo durante il periodo riproduttivo percorrendo strade e sentieri al margine della aree boschive. • La ricerca di invertebrati acquatici è stata condotta utilizzando un retino immanicato in metallo a maglie fini. Con questo strumento sono stati indagati le rive e i fondali di canali, pozze e stagni nonché la vegetazione acquatica sommersa e la base di cespi di carici che offre spesso rifugio a numerosi invertebrati. In tutti i casi gli esemplari catturati sono stati determinati direttamente sul posto e liberati immediatamente dopo la determinazione.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza

307

- -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE: In questa sezione viene fornito un elenco di specie potenzialmente presenti nel SIC. Le valutazioni di presenza potenziale sono legate alle tipologie di habitat presenti nell’area di studio e solitamente frequentati dalle specie considerate, alle esigenze ecologiche e alla distribuzione geografica delle specie stesse, nonché ad eventuali segnalazioni in aree limitrofe. In base a queste considerazioni viene indicata anche una “probabilità stimata di presenza”, utilizzando tre classi (bassa, media, elevata). Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza CERAMBICE DELLE QUERCE Cerambyx Bassa cerdo (Linnaeus, 1758) CERVO VOLANTE - Lucanus cervus Media (Linnaeus, 1758) MOTIVAZIONE La presenza di boschi di latifoglie con alberi vecchi e deperienti (in particolar modo le querce) e l’ampia distribuzione delle due specie fanno presumere che la possano essere presenti nel SIC, anche se non sono state individuate direttamente.

COMMENTO ALL’AGGIORNAMENTO DELL’ELENCO DI INVERTEBRATI: Le ricerche bibliografiche e le indagini su campo non hanno permesso di confermare la presenza del Cervo volante e del Cerambice delle querce (Cerambix cerdo) nel SIC. Tuttavia le specie sono ritenute potenzialmente presenti nell’area. Non è esclusa la presenza di altre specie per le quali, date le difficoltà insite nello studio di invertebrati, sarebbe opportuno effettuare analisi più dettagliate e a lungo termine.

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA Nel presente SIC la presenza di Mammiferi negli allegati II e IV della “Direttiva Habitat” è da riferirsi a Chirotteri e moscardino. Per queste specie si evidenzia la presenza probabilmente ai soli fini trofici, il SIC non rappresenta infatti un’area ad elevata idoneità per l’insediamento di colonie né riproduttive né di svernamento. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, scarsa abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: poco significativa

308

STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buone POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore scarso

AVIFAUNA DESCRIZIONE: -

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE:

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: L’ambiente acquatico d’interesse ittiofaunistico presente all’interno del SIC è il tratto di sponda del Lago Maggiore. In esso si trovano le seguenti specie d’interesse comunitario: l’agone (Alosa fallax), il cobite comune (Cobitis taenia), il pigo (Rutilus pigus) e la trota marmorata (Salmo marmoratus). La comunità ittica si compone poi di una serie di altre specie autoctone tra cui il triotto (Rutilus aula), l’alborella (Alburnus alburnus alborella) e il ghiozzo padano (Padogobius martensii) che, sebbene non inseriti negli allegati della Direttiva Habitat, costituiscono specie pregiate essendo endemiche del distretto padano-veneto. Tra le specie autoctone si ritrovano anche anguilla (Anguilla anguilla), pesce persico (Perca fluviatilis), luccio (Esox lucius), scardola (Scardinius erythrophthalmus), cavedano (Leuciscus cephalus), carpa (Cyprinus carpio), , tinca (Tinca tinca), cagnetta (Salaria fluviatilis), trota fario (Salmo (trutta) trutta) e trota lacustre (Salmo (trutta) trutta). All’interno della comunità vi sono anche specie esotiche, rappresentate da carassio dorato (Carassius auratus), rutilo (Rutilus rutilus), coregone lavarello (Coregonus “forma hybrida”), pesce gatto (Ictalurus melas), persico sole (Lepomis gibbosus), persico trota (Micropterus salmoides) e lucioperca (Sander lucioperca).

SPECIE: AGONE – Alosa fallax Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia media, l’agone raggiunge al massimo 30 cm. Il ciclo vitale dura normalmente 5-6 anni. Nel Lago Maggiore l’accrescimento della specie a partire dal secondo anno è maggiore nelle femmine che nei maschi. La maturità sessuale è raggiunta al secondo anno d’età. Il periodo riproduttivo è compreso tra la metà di giugno e la metà di agosto. Ogni femmina produce mediamente 15000-20000 uova. Nicchia ecologica: l’agone occupa nei laghi l’ambiente pelagico, spingendosi nelle zone litorali d’inverno e durante il periodo riproduttivo. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: -

309

INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di piccola taglia, il cobite comune raggiunge normalmente la lunghezza totale massima di 12 cm. In media il cobite comune non vive oltre i 4-5 anni. La velocità di accrescimento è diversa nei due sessi: i maschi si accrescono meno rapidamente e raggiungono una lunghezza massima di 7,5 cm, le femmine crescono rapidamente almeno fino al terzo anno di età, raggiungendo e superando i 10 cm. Entrambi i sessi raggiungono la maturità sessuale al primo o al secondo anno di età. La riproduzione ha luogo da aprile a giugno, o da maggio a luglio in relazione alla temperatura dell’acqua. Una femmina di 80 mm produce circa 800-900 uova, il cui diametro è di circa 1 mm. Nicchia ecologica: il cobite comune predilige le acque limpide e le aree dove la corrente è meno veloce e il fondo è sabbioso o fangoso con una moderata presenza di macrofite, dove trova rifugio e nutrimento. Lo si trova anche nelle risorgive e nella fascia litorale dei bacini lacustri. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia media, il pigo raggiunge la lunghezza totale massima di circa 45 cm. La maggior parte degli individui supera di poco i 2 anni d’età, i più longevi raggiungono i 10 anni. Non sembrano esserci differenze nell’accrescimento tra maschi e femmine, entrambi a 3-4 anni d’età misurano 20-25 cm di lunghezza. Nicchia ecologica: il pigo vive nelle acque dei laghi e nei tratti a maggiore profondità e corrente moderata dei fiumi, preferendo le acque limpide e le zone ricche di vegetazione. Nei grandi laghi prealpini vive prevalentemente a profondità di 10-15 m; in inverno si sposta a profondità maggiori, sembra intorno ai 100 m circa; in primavera si porta su fondali di 7-8 m.

POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: comune

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus

310

Fenologia: non sono disponibili dati relativi alla popolazione presente nel SIC, per questo vengono riportate informazioni presenti in letteratura. Specie di taglia grande, in media la trota marmorata raggiunge la lunghezza totale di 80-85 cm. La maggior parte degli individui vive 6-8 anni, ma non sono rari esemplari di oltre 10 anni. Questa specie ha ritmi di accrescimento elevati. La maturità sessuale è raggiunta al terzo anno nei maschi e al quarto nelle femmine. Il periodo riproduttivo è compreso tra il mese di novembre e di dicembre. La fecondità relativa varia nelle diverse popolazioni, in media vengono prodotte 1300-2500 uova per chilogrammo di peso corporeo. Nicchia ecologica: la trota marmorata vive nei tratti medi e medio-alti dei corsi d’acqua, dove ricerca acque limpide, fresche e ben ossigenate, con fondali ciottolosi e ghiaiosi. Preferisce i fiumi di maggiore portata e situazioni dove ai tratti con acqua corrente si alternano tratti con buche profonde. È in grado di vivere anche nei bacini lacustri, da dove risale i corsi d’acqua immissari per la riproduzione. POPOLAZIONE dati non disponibili ISOLAMENTO - STATO DI CONSERVAZIONE: dati non disponibili VALUTAZIONE GLOBALE: - INDICE LOCALE DI ABBONDANZA: specie molto rara

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: Lucanus cervus è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe essere legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti comuni nell’area. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

DESCRIZIONE: Cerambix cerdo è considerata potenzialmente presente nel SIC anche se non rilevata direttamente. La specie potrebbe avere popolazioni poco numerose legate ai boschi più maturi e a vecchie piante senescenti comuni nel SIC. POPOLAZIONE: C STATO DI CONSERVAZIONE: buono (B) CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI CONSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - ISOLAMENTO C VALUTAZIONE GLOBALE: valore significativo (C)

311

312

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non sembrano esserci particolari attività che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Occorrerebbe però incentivare il mantenimento di piante senescenti. La scarsità di questa tipologia di piante spesso costituisce uno dei principali fattori limitanti per le popolazioni di chirotteri. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non sembrano esserci particolari azioni che influenzino negativamente la presenza dei chirotteri. Sarebbe auspicabile però la promozione di attività di sensibilizzazione al fine di evitare la distruzione delle colonie, in particolare nei pressi di edifici. Tale attività, sebbene ovviamente vietata per legge, può spesso provocare grandi danni alle popolazioni di chirotteri. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Sebbene non esistano fattori di vulnerabilità intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione di molte specie di chirotteri, fenomeno verificato anche su ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti di queste specie anche a livello locale, in particolare verso quelle più rare e minacciate. È necessario quindi valutare attentamente gli eventuali interventi ordinari e straordinari da svolgersi nei SIC al fine di minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate nell’ambito della progettazione e della pianificazione di strategie di gestione.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano presenti nell’area del SIC e in quella circostante particolari fenomeni che possano arrecare disturbo all’avifauna VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio

ERPETOFAUNA -

ITTIOFAUNA SPECIE: AGONE – Alosa fallax • Eutrofizzazione. • Degrado dell’habitat.

SPECIE: COBITE COMUNE – Cobitis taenia • Azioni di scavo o dragaggio dei fondali.

313

SPECIE: PIGO – Rutilus pigus • Degrado dell’habitat.

SPECIE: TROTA MARMORATA – Salmo marmoratus • Eutrofizzazione. • Degrado dell’habitat.

INVERTEBRATI FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: Non risultano nel sito attività che possano influenzare negativamente gli invertebrati presenti nel SIC. Può essere opportuna un’attività di vigilanza che impedisca i prelievi soprattutto di Lucanus cervus e Cerambix cerdo a fini collezionistici. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Non risultano attività che possano influenzare negativamente la presenza degli invertebrati. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Le specie in oggetto non evidenziano particolari vulnerabilità Relativamente a Lucanus cervus e Cerambix cerdo è indispensabile favorire pratiche selviculturali che preservino piante vecchie e senescenti o anche piante morte ma non abbattute. Evitare la ceduazione e favorire l’evoluzione a fustaia dei boschi.

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA OBIETTIVO: Incremento quali-quantitativo della attuale zoocenosi a chirotteri e incremento dei siti di rifugio. Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Tali studi, indispensabili per raccogliere adeguate conoscenze utili per la pianificazione di strategie gestionali, hanno il fine di tracciare un quadro il più possibile esaustivo sull’andamento della zoocenosi a chirotteri. Tali monitoraggi hanno inoltre la finalità di consentire una valutazione pre e post intervento e quindi saggiare direttamente la validità degli eventuali interventi gestionali messi in atto. Incremento dei siti di rifugio. Occorre incrementare la disponibilità di siti di rifugio installando apposite cassette nido per chirotteri o creando artificialmente rifugi idonei nei tronchi di piante. Di tali rifugi va costantemente verificata l’occupazione. Anche il riassetto o la idonea ristrutturazione di edifici rurali nell’area limitrofa ai confini del SIC può consentire il loro utilizzo da parte delle specie di chirotteri non strettamente fitofili.

314

AVIFAUNA OBIETTIVO: Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente. Mantenimento dell’attuale stato di conservazione degli habitat naturali presenti all’interno del SIC. AZIONI: Al fine di minimizzare il disturbo arrecato all’avifauna si consiglia, nel caso di un incremento del flusso turistico nell’area, di regolamentare ed eventualmente di limitare alcune attività legate alla fruizione ricreativa dell’area, in particolare nei periodi coincidenti con la stagione riproduttiva delle specie che nidificano nel canneto (es. Tarabusino), così come anche durante i passi migratori delle specie che utilizzano questo ambiente per la sosta. La presenza di specie legate a corsi d’acqua di buona qualità e idonei siti di nidificazione, come il Martin pescatore dovrebbe essere garantita da un mantenimento di questi fattori. Tutti gli interventi tecnici che possono alterare la limpidezza e la ricchezza di invertebrati o comunque peggiorare il grado di inquinamento delle acque dovrebbero essere assolutamente evitati. Di pari importanza è la conservazione delle sponde con pareti sabbiose o limose e argini naturali, indispensabili per lo scavo dei nidi. Al fine di favorire alcune delle specie che utilizzano le fasce boscate del sito, si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco.

ERPETOFAUNA

SPECIE UTILIZZABILI PER LE VALUTAZIONI D’INCIDENZA:

ITTIOFAUNA SPECIE: AGONE – Alosa fallax • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: COBITE COMUNE - Cobitis taenia • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: PIGO - Rutilus pigus • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat.

315

• Azioni di sensibilizzazione.

SPECIE: TROTA MARMORATA - Salmo marmoratus • Verifica dello status attuale della popolazione. • Monitoraggio periodico. • Interventi di mitigazione delle alterazioni dell’habitat. • Azioni di sensibilizzazione.

INVERTEBRATI OBIETTIVO: Mantenimento delle popolazioni di Lucanus cervus e Cerambix cerdo presenti nel SIC e auspicabile incremento quantitativo. AZIONI: Esecuzione di monitoraggi a medio-lungo termine. Sarebbe opportuno avviare attività di monitoraggio che permettano di valutare la consistenza delle popolazioni delle due specie e di confermare la presenza delle due specie. Interventi selvi-culturali volti alla conservazione e al ripristino di boschi favorevoli allo sviluppo larvale. Per la conservazione delle specie è di fondamentale importanza la conservazione di piante vecchie e senescenti in ambienti boschivi. Un aumento della popolazione è ottenibile favorendo la conversione dei boschi ad alto fusto e preservando vecchi esemplari appartenenti soprattutto al genere Quercus. Può rivelarsi opportuna anche una campagna di informazione volta soprattutto a sensibilizzare tecnici forestali e operatori del settore sulle necessità e strategie di conservazione di queste specie spesso considerate dannose per le essenze forestali.

316

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Arnold E. N., Burton J.A., 1985. Guida dei rettili ed anfibi d’Europa. Muzzio Ed. (Padova), pp. 244.

Atlante Ornitologico Georeferenziato della Provincia i Varese in fase di realizzazione. Dati forniti dal Gruppo Insubrico di Ornitologia - Civico Museo Insubrico di Storia Naturale.

Bernini et alii, 2004. Atlante degli anfibi e dei rettili della lombardia. “Monografie di Pianura” n.5, Provincia di Cremona, Cremona.

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Carpaneto G.M., Piattella E., 1995. Coleoptera Polyphaga V (Lucanoidea, Scarabaeoidea). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 50. Calderini, Bologna.

Civico Museo insubrico di Storia naturale di Induno Olona. Banca dati faunistica (non pubblic.). Induno Olona (VA).

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Franciscolo M.E., 1997. Coleoptera Lucanidae. Fauna d’Italia, vol.XXXV, Calderini, Bologna.

Froglia C., 1995. Crustacea Malacostraca III (Decapoda). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 31. Calderini, Bologna.

Falciai L., Minervini R., 1992. Guida dei Crostacei Decapodi d’Europa. Franco Muzzio ed., Padova, pp.282.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Furlanetto D. (a cura di), 1999. Atlante della biodiversità nel Parco Ticino. Edilnodo.

Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P. e Marconato A., 1991. I pesci delle acque interne italiane. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Roma, 616 pp.

317

GRAIA Srl, 2001. Carta delle Vocazioni Ittiche della Provincia di Varese. Provincia di Varese, 263 pp.

Gruppo Insubrico Di Ornitologia - Civico Museo Insubrico Di Storia Naturale, 1999. Risultati preliminari dell'atlante dell'avifauna nidificante nelle zone umide della provincia di Varese.

Guenzani, Saporetti. Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Varese (Lombardia) 1983-1987.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Nardi P.A. et alii, 2004. Il gambero di fiume nella provincia di Alessandria. PI-ME Editrice, Pavia.

Pesarini C., Sabbadini A., 1994. Insetti della Fauna Europea – Coleotteri Cerambicidi. Natura, Milano, 85, fasc.1-2.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Sama G., 1988. Coleoptera Cerambycidae - Catalogo topografico e sinonimico. Fauna d’Italia, vol. XXVI. Calderini, Bologna.

Sama G.,1994. Coleoptera Polyphaga XIV (Cerambycidae). In: Minelli A., Ruffo S., La Posta S. (eds.), Checklist delle specie della fauna italiana, 59. Calderini, Bologna.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

318

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Zerunian S., 2002. Iconografia dei pesci delle acque interne d’Italia. Ministero dell’Ambiente-Unione Zoologica Italiana, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. 259 pp.

319

320

IT2020007 PINETA PEDEMONTANA DI APPIANO GENTILE

321

1. ASSETTO TERRITORIALE

CTR: A5e1, A5e2 SUPERFICIE SIC (ha): 203,616 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO: Il SIC si trova in parte sul confine occidentale della provincia di Como, e in parte nella provincia di Varese a est di Venegono Superiore.I confini est e sud sono tracciati dalla Strada Comunale 8, quello ovest dalla SP19 Castelnuovo Bozzente Castellanza, a nord il confine taglia le due strade all’altezza della frazione di Ugana.Dal punto di vista altitudinale, si va dai 333 m slm nella valle del torrente Bille, ai 392 m slm lungo il confine settentrionale. INSERIMENTO IN AREE PROTETTE: Parco della Pineta di Appiano Gentile e Tradate COMUNI INTERESSATI: Appiano Gentile, Castelnuovo Bozzente, Tradate, Venegono inferiore. ACCESSI: Il sito e percorso ai suoi margini dalla SP19 e dalla SC8

2. ASSETTO FAUNISTICO

MAMMALOFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da segnalazioni personali di esperti locali. Un quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna presenti nel territorio del SIC IT2020007 “Pineta Pedemontana di Appiano Gentile” e nelle immediate vicinanze (specie inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” e nell’Allegato II del DGR VII/4345) è disponibile consultando il Database bibliografico contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte. Nome comune Nome scientifico Vespertilio di Natterer Myotis nattereri Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus Serotino comune Eptesicus serotinus Orecchione Moscardino Muscardinus avellanarius

AVIFAUNA Il seguente elenco si riferisce alle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE che sono risultate presenti nel territorio del SIC a seguito dell’analisi del materiale bibliografico disponibile e della consultazione di banche dati esistenti, in aggiunta alle informazioni derivanti da monitoraggi recenti e segnalazioni personali di esperti locali. Un

322 quadro completo e dettagliato delle specie di avifauna inserite nell’Allegato I della sopracitata “Direttiva Uccelli” presenti nel territorio del SIC e nelle immediate vicinanze è disponibile consultando il “Database bibliografico e dati di monitoraggio” contenuto nel CD allegato alla presente relazione. In elenco, per ogni specie, sono riportati il nome comune e scientifico e la fenologia relativa al territorio del SIC in oggetto, sulla base delle informazioni raccolte.

Nome comune Nome scientifico Fenologia Falco pecchiaiolo Pernis apivorus Migratrice regolare (nidificante ai margini del SIC) Nibbio bruno Milvus migrans Migratrice regolare Succiacapre Caprimulgus europaeus Migratrice regolare, nidificante Averla piccola Lanius collurio Migratrice regolare

ERPETOFAUNA SPECIE RINVENUTE: Anfibi: Rana agile - Rana dalmatina Rettili: Colubro liscio - Coronella austriaca Vipera comune - Vipera aspis

METODI DI MONITORAGGIO: La raccolta delle informazioni relative al SIC è avvenuta inizialmente su basi bibliografiche e utilizzando le informazioni disponibili grazie al Progetto Atlante Erpetologico Lombardo (Bernini et al., 2004). Sono state, inoltre, utilizzate informazioni raccolte dagli incaricati durante ricerche faunistiche precedenti (Antonelli et al., 2001; Vigato et al., 2001; Scali 2002) o ricevute da fonti dirette e sicure, quali colleghi, operatori dei parchi, ecc. Ove necessario, sono stati contattati i funzionari responsabili dei SIC per ottenere permessi e informazioni aggiuntive, dopodiché sono stati effettuati sopralluoghi mirati nelle aree dove le informazioni erano più carenti, così da integrare il più possibile il quadro complessivo delle conoscenze. Sono stati scelti itinerari rappresentativi delle principali tipologie ambientali, compatibilmente con le tempistiche e i finanziamenti stabiliti per questo lavoro, e sono stati percorsi a piedi durante le ore diurne e notturne. Durante i sopralluoghi realizzati per questo studio, gli anfibi sono stati cercati in acqua e a terra, e catturati manualmente o con l’ausilio di un retino (Heyer et al., 1994; Halliday, 1996). I rettili sono stati cercati prevalentemente lungo gli ecotoni, habitat preferenziali per tutte le specie, e riconosciuti a vista o catturati manualmente (Blomberg & Shine, 1996). Tutti gli individui sono stati rilasciati nel punto di cattura dopo il riconoscimento specifico. Ad ogni rilevamento la posizione è stata memorizzata con un GPS Garmin E-Trex e digitalizzata successivamente per poter essere inserita nella cartografia realizzata mediante il software GIS ESRI ArcView 3.2.

323

ITTIOFAUNA SPECIE RINVENUTE: -

METODI DI MONITORAGGIO: Le informazioni sulla fauna ittica sono state fornite dalla Provincia di Como – Ufficio Pesca (ref. Dr. Carlo Romanò).

INVERTEBRATI SPECIE RINVENUTE: Cervo volante- Lucanus cervus

METODI DI MONITORAGGIO: La raccolta delle informazioni relative al SIC è avvenuta su basi essenzialmente bibliografiche.

3. SPECIE DI PRESENZA POTENZIALE

MAMMALOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

AVIFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ERPETOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

ITTIOFAUNA Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

INVERTEBRATI Specie di presenza potenziale Probabilità stimata di presenza - -

324

4. CARATTERISTICHE DELLA ZOOCENOSI

MAMMALOFAUNA DESCRIZIONE: Le riproduzioni accertate nell’area sono per il vespertilio di Natterer e serotino comune, due specie da considerarsi relativamente rare, in particolare nelle aree prossime alla pianura. Probabile anche la presenza di colonie riproduttive di pipistrello nano e albolimbato. CLASSE DI ABBONDANZA (scarsa, media, medio abbondante): RAPPRESENTATIVITÀ: significativa STATO DI CONSERVAZIONE: buono CONDIZIONE ATTUALE: buona PROBABILITÀ DI COSERVAZIONE: buona POSSIBILITÀ DI RIPRISTINO: - VALUTAZIONE GLOBALE: valore buono

325

AVIFAUNA DESCRIZIONE: Le specie di importanza comunitaria (inserite nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE) rilevate nel territorio del SIC in esame sono risultate 4. Tra queste di rilievo è la presenza del Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), accipitride forestale di cui è stata recentemente accertata la nidificazione a breve distanza dai confini del SIC (Carlini et al., 2002). La presenza del Nibbio bruno (Milvus migrans), specie migratrice regolare, è costante anche durante il periodo riproduttivo; gli individui censiti, provenienti probabilmente dalle vicine colonie del Lago di Como e Varese, è riconducibile alle attività di ricerca di alimentazione. La presenza del Succiacapre (Caprimulgus europaeus) è segnalata regolarmente negli ultimi decenni ed è stata recentemente confermata nel corso della presente indagine. L’Averla piccola (Lanius collurio), la cui presenza come nidificante è stata segnalata per il territorio in esame fino al 1997, non è più stata confermata dalla più recente indagine (Carlini et al., 2002) su tutto il territorio del Parco in cui il SIC è inserito. Non si esclude comunque la possibile osservazione di individui in migrazione (Wauters, com. pers.). La specie, particolarmente legata alle fasce ecotonali, con zone cespugliose alternate a spazi aperti, ha probabilmente risentito, come del resto anche altre specie (ad esempio Canapino, Bigia grossa, Zigolo giallo) della riduzione delle aree aperte a favore di quelle forestali. La buona conservazione dell’ambiente boscato ha invece favorito la presenza diffusa dei rapaci. Astore (Accipiter gentilis), Sparviere (Accipiter nisus) e Poiana (Buteo buteo), tutte specie inserite nel DGR VII/4345, sono state segnalate nell’area in esame. In particolare lo Sparviere nidifica diffusamente in diverse aree del Parco, a breve distanza dai confini del SIC, mentre un nido di Poiana è stato individuato all’interno dell’area in oggetto. Particolarmente interessante è la recente nidificazione dell’Astore (Colaone e Pinoli, 1999) ai margini del SIC ad una quota di 280 m slm, che rivela un notevole ampliamento di areale distributivo della specie verso le aree forestali dell’alta pianura (Carlini et al., 2002). Tra i rapaci notturni inseriti nel DGR VII/4345, sono risultati presenti nel SIC l’Allocco (Strix aluco) e il Gufo comune (Asio otus). Tra le specie legate all’ambiente forestale sono risultati presenti Picchio rosso maggiore (Picoides major), Picchio verde (Picus viridis) e Picchio rosso minore (Picoides minor), tra i Picidi, tutte specie inserite nel DGR VII/4345. Entrambe le specie di Paridi inserite nel DGR VII/4345, Cincia bigia (Parus palustris) e Cincia dal ciuffo (Parus cristatus) sono presenti nel SIC. Il Picchio muratore, Sitta europaea (DGR VII/4345), è comune come specie sedentaria e nidificante, così come anche il Rampichino, Certhia brachydactyla (DGR VII/4345). Il Luì verde (Phylloscopus sibilatrix), specie migratrice regolare, è stato censito nel periodo estivo nei boschi di conifere. Il Frosone (Coccothraustes coccothraustes) è presente solo in periodo invernale. In particolare il Picchio rosso maggiore e Rampichino sono stati rilevati con un’ottima diffusione all’interno del Parco (Carlini et al., 2002), fattore che indica una positiva fase di transizione verso gli stadi più maturi della foresta. Anche la presenza del Picchio muratore avvalora tale affermazione, essendo una specie forestale specialista, legata agli stadi maturi delle formazioni a latifoglie. Il Picchio rosso minore invece frequenta l’area solo in periodo invernale; questo Picide, infatti, è caratterizzato da una nicchia ecologica ancora più ristretta rispetto alle precedenti specie citate, nidificando in vecchi ceppi o tronchi marcescenti (Carlini et al., 2002). Tra i Turdidi sono presenti il Codirosso, Phoenicurus phoenicurus (DGR VII/4345) specie estiva, che utilizza i coltivi per l’alimentazione e lo Stiaccino, Saxicola rubetra (DGR VII/4345), presente regolarmente durante le migrazioni nel doppio passo.

326

ERPETOFAUNA DESCRIZIONE: Nella porzione comasca del SIC non sono presenti specie di anfibi e rettili incluse nell’Allegato II della Direttiva Habitat. È nota una sola specie di anfibi (Rana dalmatina) e due di rettili (Coronella austriaca e Vipera aspis). R. dalmatina e C. austriaca sono incluse nell’Allegato IV della Direttiva Habitat e nell’Allegato II della Convenzione di Berna; V. aspis è contenuta nell’Allegato III della Convenzione di Berna. Nella porzione in provincia di Varese la diversità erpetologica è molto più elevata.

ITTIOFAUNA DESCRIZIONE: Gli ambienti acquatici d’interesse ittiofaunistico presenti all’interno del SIC sono il Fosso Gradaluso, lo Stagno Ca’ Bianca, il Lago Restina (bacino artificiale), lo stagno in località Proverbio e lo Stagno Roncamocc. La comunità ittica non presenta al suo interno nessuna specie d’interesse comunitario e neppure specie inserite nell’Allegato II della DGR VII/4345 del 20/04/2001. Le specie autoctone di cui si compone sono: scardola (Scardinius erythrophthalmus), carpa (Cyprinus carpio), con la varietà a specchi, e tinca (Tinca tinca). All’interno dei medesimi corpi d’acqua si trovano anche specie esotiche, quali: carassio dorato (Carassius auratus), carassio ornamentale (Carassius sp.), carassio (Carassius carassius), rutilo (Rutilus rutilus), persico sole (Lepomis gibbosus), e pesce gatto (Ictalurus melas). La rappresentatività di ciascuna popolazione è espressa con un codice numerico da 0 a 3, valutando l’importanza relativa della singola popolazione rispetto allo stato globale della specie.

SPECIE: - RAPPRESENTATIVITÀ (0-3): POPOLAZIONE ISOLAMENTO STATO DI CONSERVAZIONE: VALUTAZIONE GLOBALE:

INVERTEBRATI DESCRIZIONE: -

5. FATTORI DI CRITICITÀ E VULNERABILITÀ

MAMMALOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: L’area è inserita nel Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate; tale fattore determina un buon grado di tutela degli habitat presenti nel SIC FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO:

327

Il territorio del SIC si trova nella porzione centrale del Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, non esistono dunque fenomeni o attività che non siano strettamente regolate dalle disposizioni dell’Ente gestore che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio e nel complesso la vulnerabilità complessiva delle specie può essere definita scarsa. Occorre comunque sottolineare come la progressiva riduzione delle aree aperte a favore delle aree a copertura forestale possa portare alla scomparsa delle specie legate a ecotoni, brughiere e aree prative, del resto già in parte rilevata.

AVIFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO: L’area è inserita nel Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate; tale fattore determina un buon grado di tutela degli habitat presenti nel SIC. FENOMENI E ATTIVITÀ NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: Il territorio del SIC si trova nella porzione centrale del Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, non esistono dunque fenomeni o attività che non siano strettamente regolate dalle disposizioni dell’Ente gestore che possano arrecare disturbo all’avifauna. VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLE SPECIE: Attualmente la cenosi in oggetto non è soggetta a particolari fattori di rischio e nel complesso la vulnerabilità complessiva delle specie può essere definita scarsa. Occorre comunque sottolineare come la progressiva riduzione delle aree aperte a favore delle aree a copertura forestale possa portare alla scomparsa delle specie legate a ecotoni, brughiere e aree prative, del resto già in parte rilevata.

ERPETOFAUNA FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL’AREA CIRCOSTANTE IL SITO: L’area appare ben conservata e attualmente è tutelata dal Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate. Per quanto riguarda gli anfibi, il principale fattore limitante è costituito dalla distribuzione poco omogenea delle zone umide lentiche, che sono localizzate soprattutto nella porzione in provincia di Varese (Vigato et al., 2001; Scali 2002). Queste zone umide sono spesso di piccole dimensioni e sono, quindi, a volte soggette ad interramento naturale, anche a causa della spessa lettiera che si deposita sul fondo nelle zone boschive. I piccoli corsi d’acqua sono spesso soggetti ad asciutte. La presenza dei rettili e delle specie più termofile ed eliofile di anfibi (Hyla intermedia e Bufo viridis) è limitata dalla scarsità di radure ed ecotoni, poiché la copertura boschiva è pressoché continua.

ITTIOFAUNA La vulnerabilità di ciascuna popolazione è espressa con un codice numerico da 0 a 3, valutando la vulnerabilità della popolazione alle perturbazioni ambientali, tenendo conto di più aspetti (dimensioni della popolazione, fecondità relativa, autoecologia).

SPECIE: - VULNERABILITÀ COMPLESSIVA DELLA SPECIE (0-3):

328

INVERTEBRATI -

6. ORIENTAMENTI GESTIONALI

MAMMALOFAUNA -

AVIFAUNA OBIETTIVO: Incrementare l’eterogeneità ambientale dell’area, favorendo da un lato l’evoluzione verso stadi maturi della foresta e sviluppando la presenza di ecotoni, con radure, aree aperte e prative. Mantenimento dell’attuale assetto faunistico esistente e auspicabile incremento delle specie legate agli spazi aperti. AZIONI: Per favorire l’evoluzione verso stadi più maturi della vegetazione arborea si consiglia la conservazione dei boschi d’alto fusto, che garantiscono l’esistenza di siti riproduttivi idonei alle specie che nidificano sulle chiome più alte del bosco (es. Falco pecchiaiolo); si suggerisce inoltre di evitare di effettuare turni di taglio dei boschi troppo ravvicinati e di evitare il taglio e la rimozione di alberi morti e senescenti. Le lavorazioni selvicolturali tradizionali, che prevedono l’eliminazione delle piante morte, influenzano negativamente le densità di popolazione delle specie che le utilizzano sia per la nidificazione, che per scopi alimentari (Picidi, Paridi, Picchio muratore, Rampichino). Considerando l’estesa copertura boschiva nel territorio del SIC, si consiglia il taglio di alcune porzioni di bosco degradato, favorendo la creazione di radure ed aree aperte. Sempre per incrementare l’eterogeneità ambientale dell’area si consiglia il mantenimento e la conservazione delle siepi e dei muretti a secco esistenti e la predisposizione di piccole zone incolte ai margini delle aree coltivate. Queste operazioni potrebbero essere realizzate mediante la messa a dimora di siepi ad alberi e arbusti costituiti da essenze che producano frutti eduli per l’avifauna (es. ciliegio, pado, nocciolo, biancospino, corniolo, rosa canina,…); attraverso la semina di colture erbacee per la fauna (trifoglio, segale, miglio, grano saraceno,…) e la conservazione e/o l’incremento delle superfici ad incolto (set-aside). Le aree cespugliate e gli ecosistemi agrari di questo tipo, anche pianificate in funzione di altri elementi già presenti (linee di separazione tra campi coltivati, confine tra campi e sentieri) possono essere utilizzati dall’avifauna (es. Averla piccola, Picchio rosso minore, Zigolo giallo, Succiacapre, Accipitridi) per l’alimentazione, il rifugio e la nidificazione.

329

ERPETOFAUNA Nelle zone in cui il numero di zone umide è ridotto si consiglia la creazione di pozze aventi un diametro di 10-15 m e una profondità di circa 1 m nelle zone di confine tra i prati e i boschi (Gentilli et al., 2003), così da ricreare la struttura di metapopolazione, che in alcune zone è probabilmente interrotta (Vigato et al., 2001). Alcuni lavori in tal senso sono già stati realizzati dal Parco Pineta nell’ambito di un progetto precedente (Gentilli et al., 2003). Vista la carenza di radure e di zone aperte nel SIC, si suggerisce il taglio di alcune zone di bosco meno strutturato e pregiato,così da creare siti idonei per la maggior parte dei rettili. Per la conservazione di molti rettili e per alcuni anfibi è, inoltre, di primaria importanza la conservazione delle siepi, delle bordure e dei muretti a secco, utilizzati come riparo e come siti di foraggiamento dalla maggior parte delle specie (Scali, 2002).

SPECIE UTILIZZABILI PER LE VALUTAZIONI D’INCIDENZA: La scarsa mobilità degli anfibi e dei rettili, unita alla specificità nella scelta degli habitat di alcune specie, si riflette nella loro sensibilità nei confronti delle modificazioni ambientali apportate dall’uomo. Tra le specie più facilmente utilizzabili per le valutazioni di incidenza si possono ricordare Lacerta bilineata, Elaphe longissima e Vipera aspis. La prima è legata principalmente agli habitat arbustivi marginali e negli ultimi anni ha subito un netto regresso numerico in molte aree, soprattutto in Pianura Padana, a causa della distruzione delle siepi e delle bordure (Gentilli & Scali, 1999). Le due specie di serpenti, invece, sono fortemente legate alle zone ecotonali dei boschi ben conservati e la loro presenza è da considerare sempre un indice di basso disturbo antropico. Queste due specie possono sicuramente essere utilizzate anche come indicatori dell’eccessivo rimboschimento di un’area, in quanto studi recenti ne hanno dimostrato un calo numerico a seguito della scomparsa dei pascoli alpini (Jäggi & Baur, 1999). Per quanto riguarda gli anfibi, Triturus carnifex, T. vulgaris, Rana dalmatina e Bufo bufo sono le specie più legate agli ambienti forestali ben conservati, mentre Hyla intermedia è la specie più legata a zone arbustive ben soleggiate e che necessità di ampi corridoi naturali in funzione dele grandi capacità di spostamento e colonizzazione.

ITTIOFAUNA SPECIE: -

INVERTEBRATI -

330

7. BIBLIOGRAFIA CITATA E DI RIFERIMENTO

AA.VV., 1995 – Il territorio lariano e il suo ambiente naturale. Un’iniziativa culturale Amministrazione provinciale di Como. Nodo Libri.

Agnelli P., Martinoli A., Patriarca E., Russo D., Genovesi P, 2004 (a cura di A. Martinoli). Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri. Indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della Natura. Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Servizio Conservazione della Natura e Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.

Antonelli M., Guidali F. & Scali S., 2001 - Alimentazione comparata di tre specie di Anuri in relazione all'habitat. Pianura, Scienze e storia dell'ambiente padano, 13: 319-322.

Askew R. R., 1988 – The dragonflies of Europe. Harley Books.

Ballerino A., 2003 – EntomoLex: la conservazione degli insetti e la legge. Memorie della Società entomologica italiana 82(1): 17-86

Bari B., 1957 - Una nuova specie di Trechino cavernicolo lombardo e una nuova tabella di determinazione degli Speotrechus (Coleoptera Carabidae). Memorie della Società Entomologica Italiana 36: 85-90.

Bernini F., Bonini L., Ferri V., Gentilli A., Razzetti E. & Scali S., 2004 – Atlante degli Anfibi e dei Rettili della Lombardia. Monografie di Pianura, 5: 1-255.

Bertaccini E., Fiumi G. & Provera P., 1994 - Bombici e Sfingidi d’Italia (Lepidoptera Hetrocera) vol. I. Natura – Giuliano Russo Editore.

Binaghi G., 1973 - Contributo allo studio degli Pselafidi delle Prealpi Lombarde con particolare riguardo ai Bythinini (Coleoptera). Memorie della Società entomologica italiana 52: 99-139.

Blomberg S. & Shine R., 1996 - Reptiles. In: Ecological census techniques: a handbook. Sutherland W. J. (eds). Cambridge University Press, Cambridge, U.K.: 218-226

Brichetti P., Fasola M. (a cura di), 1990. Atlante degli uccelli nidificanti in Lombardia. Editoriale Ramperto.

Bucciarelli I., 1973 – La distribuzione geografica dei Trachini ipogei in Italia. L’informatore del giovane entomologo n. 68: 9-12. Supplemento al Bollettino della Società Entomologica Italiana n. 7-8.

Casale A., 1988 - Revisione degli Sphodrina (Coleoptera, Carabidae, Sphodrina) (Monografie V) Museo di Regionale di Scienze Naturali, Torino

Casale A., Sturani M. & Vigna Taglianti A. (a cura di), 1982 – “Carabidae I. Introduzione, Paussinae, Carabinae” Fauna d’Italia, XII + 499p., Edizioni Calderoni Bologna.

331

Carlini E., Mustoni A., Wauters L. (a cura di), 2002. Piano di Settore per la tutela e gestione della fauna nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate. Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate, Istituto Oikos Onlus.

Chemini C. & Martens J., 1988 - Trogulus cisalpinus n. sp. From the Italian Alps (Arachnida: Opiliones: Trogulidae). Mitt. Zool. Mus. Berl.64/1 71-81.

Chemini C., 1985 - Descrizione del maschio di Peltonychia leprieuri (Lucas) e ridescrizione di Mitostoma orobicum (Caporiacco) (Arachnida Opilones). Bollettino della Società entomologica italiana 117 (4-7): 72-75.

Colaone S., Pinoli G., 1999. Nidificazione di Astore, Accipiter gentilis, nel Parco Regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate (Province di Como e Varese, Lombardia). Riv. Ital. Ornit. 69: 221-223.

D’Aguilar J., Dommanget J.-L. & Préchac R., 1990 – Guida delle libellule d’Europa e del Nord Africa. Franco Muzzio editore Padova.

D’Antoni S., Dupré E., La Posta S. & Verucci P. (a cura di) – Fauna italiana inclusa nella Direttiva Habitat. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio.

De Oliveira, M. C. 1998. Towards standardized descriptions of the echolocation calls of microchiropteran bats: pulse design terminology for seventeen species from Queensland. Australian Zoologist 30 (4):405-411.

Enghoff H., 1985 - A new species of Trogloiulus with modified mouthparts. With a revised key to the species and new records of the genus (Diplopoda, Julida: Julidae). Lavori della Societa Veneta di Scienze Naturali 10: 69-77.

Focarile A., 1982 – La coleotterofauna geobia del Monte Generoso (Ticino, Svizzera) nei suoi aspetti ecologici, cenatici e zoogeografici. Bollettino della Società Ticinese di Scienze Naturali 70: 15-62.

Fornasari L:, Bottoni L., Massa R., Fasola M., Brichetti P., Vigorita V. (a cura di), 1992. Atlante degli uccelli svernanti in Lombardia. Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano.

Gentilli A. & Scali S., 1999 - Analisi della diversità erpetologica in Pianura Padana. Riv. Idrobiol., 38: 113-122.

Gentilli A., Scali S., Barbieri F. & Bernini F., 2003 - A three-years project for the management and the conservation of amphibians in Northern Italy. In: Proceedings of the 11th Ordinary General Meeting of Societas Europaea Herpetologica (SEH), Vogrin M. (eds). Zalec, Slovenia, July 13-17, 2001, Biota, 3 (1-2): 27-33

Halliday T. R., 1996 - Amphibians. In: Ecological census techniques: a handbook. Sutherland W. J. (eds). Cambridge University Press, Cambridge, U.K.: 205-217

Heyer W.R., Donnelly M.A., McDiarmid R.W., Hayek L.A.C. & Foster M.S., 1994 - Measuring and monitoring biological diversity. Standard methods for Amphibians. Smithsonian Institution, U.S.A.

332

Jäggi C. & Baur B., 1999 - Overgrowing forest as a possible cause for the local extinction of Vipera aspis in the northern Swiss Jura mountains. Amphibia-Reptilia, 20: 25-34.

Kunz T.H., 1988 (ed.). Ecological and Behavioural Methods for the Study of Bats. Smithsonian Institution Press, Washington D.C.

La Greca M., 2002 – Fauna e ambiente. In Minelli A., Chemini C., Argano R., Ruffo S. (a cura di), La Fauna in Italia, Touring Editore, Milano e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Roma: 10-16.

Lanza B. 1959. Chiroptera. In: Toschi e Lanza (Eds.), Fauna d’Italia. IV. Mammalia. Bologna, Calderini: 187-473.

Magistretti M., 1965 - Coleoptera Cicindelidae, Carabidae. Catalogo topografico. Fauna d'Italia vol. VIII, Edizioni Calderini, Bologna.

Martinoli A., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Wauters L., Preatoni D., Tosi G., 2003. Linee guida per una efficace conservazione dei Chirotteri. Il contributo delle esperienze nei progetti Life Natura. Ed. Consorzio di gestione del Parco regionale Campo dei Fiori.

Martinoli A., D.G. Preatoni, 1999 (a cura di). Tavola rotonda sul bat detector. “Bat detector: da strumento ad argomento”. In: Dondini, Papalini, Vergari (eds.). Atti del I Convegno Italiano sui Chirotteri, Castell’Azzara, 28-29 marzo 1998.

Martinoli A., Preatoni D. G., G. Tosi, 2000. Does Nathusius' pipistrelle Pipistrellus nathusii (Keyserling & Blasius, 1839) breed in northern Italy?. J. Zool. (London), 250(2): 217-220.

Minelli A., 1985 – Catalogo dei Diplopodi e dei Chilopodi cavernicoli italiani. Memorie del Museo civico di Storia Naturale di Verona (II serie). Sez. Biologica 4: 1-50.

Minelli A., Chemini C., Argano R., Ruffo S. (a cura di), 2002 – La fauna in Italia. Touring Editore, Milano e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Roma.

Minelli A., Ruffo S. & La Posta S. (eds.), 1993-1995 – Checklist delle specie della fauna italiana. Calderini, Bologna.

Modello di Valutazione Ambientale Provincia di Como. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) in via di elaborazione. Amministrazione Provinciale di Como.

Monguzzi R., 1982 - Studi sul genere Boldoriella Jeannel: sistematica, geonemia, ecologia (Coleoptera Carabidae Trechinae). Atti della Società Italiana di Scienze Naturali del Museo di Storia Naturale di Milano 123 (2-3): 189-236.

Monzini V., 1995 – Nuovi dati geonemici, sistematici e zoogeografici su alcuni trechini di Lombardia con descrizione di nuove specie (Coleoptera Carabidae). Bollettino della Società Entomologica Italiana 126 (3): 233-242.

333

Pesarini C., 2001 - Note sui Troglohyphantes italiani, con descrizione di quattro nuove specie (Araneae Linyphiidae). Atti della Società Italiana di Scienze Naturali del Museo di Storia Naturale di Milano 142 (1): 109-133.

Pettersson, L. 1999. BatSound. Real – Time spectrogram sound analysis software for Windows 95. Pettersson Elektronik AB, Uppsala, Sweden.

Pollini A., 1998 – Manuale di entomologia applicata. Edagricole Bologna.

Preatoni D., Martinoli A., Zilio A., Penati F., 2000. Distribution and status of Bats (Mammalis, Chiroptera) in alpine and prealpine areas of Lombardy (Northern Italy). Il Naturalista Valtellinese, Atti Mus. Civ. St. Nat. Morbegno, 11:89-121.

Roesli M. e Moretti M. 2000. Chiave per l’identificazione dei pipistrelli della Svizzera. Centro Protezione Chirotteri Ticino. Dangio: 1-19.

Scali S., 2002 – Piano di indirizzo per la tutela e la gestione della fauna nel Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate. Pesci, Anfibi e Rettili. Relazione non pubblicata per l’Istituto Oikos e il Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate.

Schober W. and Grimmberger E. 1997. The bats of Europe & North America. T.F.H. Publications Inc. Neptune, NJ, USA: 1-240.

Stebbings R.E., 1968 – Measurements, composition and behaviour of a large colony of the bat Pipistrellus pipistrellus. J. Zool., London, 156: 15-33.

Trizio I., Preatoni D., Chirichella R., Mattiroli S., Nodari M., Crema S., Tosi G. and Martinoli A. (in press). First record of the alpine long-eared bat (Plecotus alpinus Kiefer and Veith, 2001) in Lombardy revealed by DNA analysis. Natura Bresciana 34: xxx-xxx.

Tuttle M. D. 1976. Collecting techniques. In: Biology of the bats of the New World family Phyllostomatidae. Spec. Publ. Mus., Texas Tech. Univ. Lubboch, Texas: 71-88.

Vailati D., 1988 - Studi sui Bathysciinae delle Prealpi centro-occidentali. Revisione sistematica, ecologia, biogeografia della "serie filetica di Boldoria" (Coleoptera Catopidae) Monografie di "Natura Bresciana"11: 1-331.

Vailati D., 1991 – Nuovi dati sulla distribuzione di Pseudoboldoria robiattii (Reitter, 1889) e considerazioni sulla corologia pleistocenica dei Bathysciinae in Lombardia. “Natura Bresciana” Annali del Museo civico di Scienze Naturali di Brescia, 26 (1989) 1991: 223-234.

Vigato C., Scali S. & Guidali F., 2001 - Una metodologia per l'individuazione delle metapopolazioni di anfibi. Pianura, Cremona, 13: 13-15.

Wauters L., comunicazioni personali.

334