Don Fabrizio Caucci parroco a Santopadre

“Paternità piena e stabile”

Queste sono state le parole del Vescovo rimarcate durante la celebrazione e l’omelia avvenuta a Santopadre in occasione della messa per il mandato di parroco a Don Fabrizio Caucci per la parrocchia di San Folco Pellegrino. E’ stata una celebrazione particolare che non si vedeva dal 1963 quando Don Antonino Pompei ultimo parroco di Santopadre fece ingresso nella parrocchia. L’accoglienza delle autorità locali, il sindaco ed i rappresentanti del consiglio comunale e della protezione civile, sono stati cordiali e come rimarcherà il sindaco nel suo discorso non è stato un “ben venuto” ma un “buon rimasto” nella conferma dei buoni rapporti del neo eletto parroco con le istituzioni. La cerimonia di investitura, che si è svolta ha messo in risalto l’operato della parrocchia e la fiducia di S.E. il Vescovo nei confronti di Don Fabrizio e della comunità tutta premiata con questa nomina. La conferma che Don Fabrizio resterà presso la comunità di Santopadre per i prossimi 9 anni lo investe di una “paternità piena e stabile” sia come riferimento ecclesiale sia come guida spirituale locale. Foto e articolo: Lorenzo Fiorelli

Omelia: http://www.diocesisora.it/istituto/?p=23047 Festa del Ciao diocesana – Viaggiando verso TE – Azione Cattolica dei Ragazzi

Domenica 25 ottobre, la comunità religiosa di è stata felicemente risvegliata dal treno dell’Azione Cattolica Ragazzi della Diocesi di Sora, , Aquino e , che ospitato, non solo dai parrocchiani, ma soprattutto dal Parroco Don Ercole, ha dato inizio al meraviglioso viaggio verso … LUI !!!

Dalle prime ore del mattino tantissimi bambini e ragazzi, provenienti da gran parte della nostra vasta Diocesi, con le loro famiglie e gli educatori ACR, si sono dati appuntamento nella piazza antistante alla Chiesa di Santa Maria della Stella, per partecipare all’ormai classico appuntamento annuale della festa del CIAO. Tutto, perfettamente in stile ACR, è stato accompagnato da sorrisi, musica, balli e tanta allegria. Complice anche una bella giornata di sole, gli acierrini dai 6 ai 14 anni hanno rallegrato tutti con tante attività che, come sempre, li hanno visti protagonisti.

Viaggiando verso … Te è lo slogan che accompagna quest’anno, il cammino dei bambini e dei ragazzi di Azione Cattolica. In questo anno della novità, la strada da compiere è quella verso Gesù, un viaggio da affrontare in compagnia, in allegria e con un mezzo di trasporto bello, maestoso e affascinante: il Treno.

Assaporando la lunga strada che li aspetta in questo viaggio, i bambini hanno trascorso la giornata scandita dalle tappe tipiche di chi arriva in una stazione accogliente; d’obbligo le fermate principali: dopo aver timbrato un biglietto, confermando la loro voglia di esserci, eccoli tutti insieme arrivare di fronte a Gesù e partecipare, con la Comunità di Broccostella, alla S. Messa; hanno vissuto il momento di condivisione attraverso il pranzo nel Palasport; sono stati protagonisti di particolari giochi a tema divisi in varie squadre colorate e festose.

E non affatto stanchi, hanno gioito a incontrare chi, in questa occasione particolare, ha voluto essere con loro. Prima di tutto, molti dei loro genitori, che hanno vissuto insieme a loro tutta la giornata, avendo a disposizione anche dei momenti tutti per loro, curati dal settore Adulti di Azione Cattolica.

Anche le mamme e i papà, hanno pregato, riflettuto, discusso, in pieno stile AC e si sono preoccupati delle cose essenziali da “mettere in valigia” per poter affrontare il viaggio che ogni famiglia intraprende ogni giorno.

Nel pomeriggio anche S.E. Mons. Gerardo Antonazzo ha raggiunto la bella famiglia di Azione Cattolica. Le direzioni da prendere, durante il viaggio di una vita sono tante, racconta loro il Vescovo, ma quella di ogni Buon Cristiano, conduce sempre a Gesù. E come fare, come sapere che prima di partire si è presa la giusta via? Semplicemente affidandosi e lasciandosi guidare verso Lui, con tanto Amore.

A tutti noi, un po’ più ricchi di quella gioia particolare che solo l’ACR sa regalare, non resta che augurare a questi bambini e ragazzi accompagnati sempre dalle loro famiglie, un Buon Viaggio, che sia sempre lieto, spensierato e speciale come la bella giornata che, con passione e allegria, hanno saputo condividere.

Ida Meglio

Foto: Piercarlo Gugliotta Corrispondenza dal Burundi

Carissimo Don Pasqualino, I nostri cordiali saluti nel Signore Gesù. Il nostro Vescovo ci ha portato i vostri saluti e ci ha portato il libro della lettera Pastorale di Sua Eccellenza Reverendissima Monsignore Gerardo, con la Preghiera della Madonna di Canetto. Nonostante la situazione dificile in Burundi, continuiamo il ministero. Abbiamo organizzato un incontro missionario per tutte le opere pontificie missonarie. Avevamo invitato tutti i parroci e due animatori in ciascuna Parrocchia. Abbiamo passato insieme tre giorni di formazione in vista di rendere dinamiche queste opere in ciascuna Parrocchia. Una comissione per le missioni è stato nominato dal vescovo e il responsabile della comissione e delle opere pontificie missionarie. A livello di ciascuna Parrocchia c,è anche il comitato per le missioni. In tutto questo mese dell,ottobre missionario, abbiamo organizzato la preghiera per le missione in tutte le Parrocchie e l,offerta per le missioni in vista di mettere insieme nella cassa di tutta la Chiesa dedicata a sostenere le missioni e la solidarietà universale della chiesa. E dal 12 fino al 16/10/2015, avevamo la valutazione dell,anno pastorale e la formazione su 3 temi: L’amministrazione Parrocchiale, presentato da Don Félix NYANDWI; Il clero nel contesto attuale del BURUNDI, presentato da Monsignore Leonidas Ntakarutimana e La pastorale giovanile oggi, presentato da Don Gilberto BURIHABWA. Il Vescovo ha poi aperto l,anno Pastorale centrato sulla Pastorale familiale nella Parrocchia di Mpinga. C’era una marea di gente. Che il signore continua a benedirci e soprattutto a fermare le omicidie in Burundi. Pregate per noi e anche noi preghiamo per voi. Il Vescovo Monsignore BONAVENTURA vi saluta assieme a tutto il Clero e la comunità diocesana. – Don Felix Nyandwi

Cassino: Festa degli Studenti vietnamiti

Vita Italiana – Festival degli studenti vietnamiti & giornate della cultura vietnamita in Italia – 24 – 25 ottobre 2015

Per raccontare queste splendide giornate di vera fraternità tra italiani e vietnamiti abbiamo fatto ricorso al nostro diacono, dott. Luigi Evangelista, da ritenere tra i principali artefici di questa riuscitissima iniziativa, essendo stato il primo ad accogliere i giovani vietnamiti studenti all’Università di Cassino e del Meridionale offrendosi di aiutarli ad imparare l’italiano e instaurando con loro un rapporto di affettuosa familiarità e amicizia che ha fatto miracoli

L’Associazione degli studenti universitari vietnamiti in Italia, l’Ambasciata del Vietnam in Italia, il di Cassino, hanno organizzato il Festival degli Studenti Vietnamiti & Giornate della Cultura Vietnamita in Italia nei giorni 24 e 25 ottobre 2015.

Il Rotary Club di Cassino, per dare il giusto risalto all’evento, il 23 sera, presso il Forum Palace Hotel di Cassino ha organizzato una cena di gala in onore dell’Ambasciatore del Vietnam in Italia. Nella sala ristorante, sapientemente ed elegantemente allestita sotto l’impareggiabile regia del Dott. Giorgio Ottaviani, si sono ritrovati il Dott. Sergio Ricciuti – Presidente del Rotary Club – che ha accolto l’Ambasciatore del Vietnam Signor Cao ChinhThien e sua moglie Signora Pham Thi Kim Dung; il Vice Ambasciatore Signor Nguyen Van Lich e Signora Dinh Thi Huong, il Sindaco di Cassino Dott. Giuseppe Petrarcone, il prefetto di , altre autorità, i soci del Rotary, tre studenti vietnamiti, accompagnati dal diacono Dott. Luigi Evangelista, in rappresentanza dei 70 studenti vietnamiti nell’Università di Cassino e degli oltre 400 nelle varie università italiane. Nel suo discorso di benvenuto il Dott. Ricciuti ha voluto sottolineare quanto il Rotary apprezzi la numerosa presenza di studenti del Vietnam nella nostra Università che ne allarga gli orizzonti e la proietta verso il mondo intero. La presenza dell’Ambasciatore denota e rimarca l’importanza dell’evento che consente di far conoscere all’intera cittadinanza di Cassino questa gioventù schietta e motivata.

Il Signore Ambasciatore ha sottolineato la consonanza tra le distruzioni e le sofferenze causate dalla guerra alla cittadinanza di Cassino e di Ha Noi e la volontà dei due popoli di seppellire il passato e far risorgere la vita in un nuovo slancio verso la ricostruzione civile e morale, in un orizzonte di pace, che affratelli ogni popolo della terra. Il sindaco Dott. Petrarcone ha rimarcato l’orgoglio della città di Cassino di ospitare tanti giovani vietnamiti che si fanno ammirare per la loro gioia di vivere, per la loro gentilezza e correttezza e l’impegno negli studi.

Ha pubblicamente ringraziato il Dott. Luigi Evangelista grazie al cui impegno verso i giovani studenti vietnamiti è sorta l’idea di far celebrare a Cassino questo evento così importante, subito preso a cuore dal Comune di Cassino, che con entusiasmo ne ha assunto la sponsorizzazione, mettendo a disposizione la Piazza De Gasperi, il palazzetto dello Sport e la logistica. Al Forum Palace Hotel vada il plauso per l’ottima cena e per l’alta simpatia verso i giovani studenti vietnamiti offrendo ospitalità agli illustri ospiti, l’Ambasciatore, il Vice Ambasciatore, l’interprete e l’addetto stampa.

La mattina del 24, sono giunti da ogni parte d’Italia circa 200 studenti, che si sono misurati nel torneo di calcetto ed in altre attività sportive. Nel pomeriggio, in piazza De Gasperi, gli studenti si sono esibiti in un galà di musica, canto e danze che hanno incantato il pubblico per la forza espressiva ed artistica di altissimo livello che questi stupendi ragazzi hanno saputo esibire, con una spontaneità e gioiosità ammirevoli. Alle 22.00 il Dott. Donato Formisano, presidente della Banca Popolare del Cassinate, ha consegnato i premi ai vincitori delle varie discipline. Domenica 25 alle ore 10.30, dopo l’esecuzione degli inni Italiano e Vietnamita, il Ministro Ambasciatore Signor Nguyen Van Lich ha tenuto il discorso dell’apertura della giornata della cultura vietnamita. Ha ringraziato il Sindaco e l’Amministrazione comunale di Cassino per il supporto dato all’organizzazione di queste giornate molto importanti per far conoscere la cultura, la storia, la vita del Vietnam. Ha ringraziato, con forza e convinzione, la Parrocchia di San Pietro Apostolo per l’assistenza, l’accoglienza e l’amicizia per gli studenti vietnamiti. Soggiungendo: “Un saluto ed un ringraziamento particolarmente caloroso al Dott. Luigi Evangelista, da voi studenti affettuosamente chiamato ONG NOI (nonno) ed ai suoi collaboratori per quanto fa per voi studenti carissimi. Se ben settanta nostri studenti sono iscritti nell’università di Cassino (è il gruppo più numeroso in assoluto) lo si deve proprio alla capacità di accoglienza che questa città sa esprimere”.

Il sindaco ha sottolineato come la presenza di tanti giovani vietnamiti a Cassino, ne qualifica la vocazione internazionale. La celebrazione di queste due giornate, scaturita e nata per l’interessamento fattivo dell’amico Dott. Luigi Evangelista e dal Comune assunte con immediato entusiasmo, rappresenta l’occasione per intensificare sempre di più il legame tra l’Italia ed il Vietnam. Conoscere e confrontarsi con nuove culture significa estendere i propri orizzonti, crescere sotto il profilo culturale ed umano. Luigi Evangelista nel suo breve ma robusto intervento, in italiano ed in inglese, ha detto di parlare a nome delle famiglie italiane, perché attraverso di esse, si può allacciare quel rapporto diretto per cui ogni studente possa sentirsi accolto come nella propria casa e non soffrire troppo la nostalgia degli affetti più cari. Proseguendo: “Il vostro arrivo a Cassino, ha portato un’ondata di giovinezza schietta, limpida e gioiosa, che ha suscitato il rispetto, la stima e l’ammirazione di tutta la cittadinanza. Con il vostro impegno e la vostra intelligenza ed apertura avete fatto nascere, nell’ambiente accademico, quella sana emulazione nella ricerca del vero, del bene e del bello, sentiero luminoso verso la sapienza e pedana di successo futuro. Voi siete ambasciatori di cultura, di amicizia e di pace. La vostra presenza arricchisce la nostra città e l’Italia, perché nell’incontro, si verifica quel passaggio osmotico, per cui tutti riceviamo più di quanto riusciamo a dare. Essere chiamato da voi ONG NOI (nonno) mi commuove e mi riempie di sano orgoglio al di là della mia pochezza. Il mio sogno è che tutti voi, partendo dall’Italia, portiate, dentro di voi la memoria positiva e felice e, soprattutto, che tutti impariate la lingua italiana. Non smetteremo, io e tanti amici, di spenderci per questo mettendovi a disposizione il nostro tempo ed il nostro cuore. La mia libertà non finisce dove comincia la tua, ma la tua libertà rappresenta la possibilità di essere della mia libertà, che si amplifica ed arricchisce della tua presenza. Voi siate i portatori e gli ambasciatori di questa libertà. Un caro saluto ed un abbraccio a tutti gli studenti presenti in Cassino ed in Italia da ogni parte del mondo e agli studenti italiani”.

La giornata è proseguita con giochi tradizionali vietnamiti, sfilata di moda, percorso gastronomico ove gustare le specialità preparate al momento, angolo della cultura e del turismo, banchetti di souvenirs, mostra fotografica. Nel pomeriggio una breve visita del nostro Vescovo Antonazzo e del vicario generale Don Fortunato ha riscontrato l’entusiasmo di tutti i presenti.

Foto di Alberto Ceccon e altri Cassino: il Vescovo Gerardo visita il Centro di Aiuto alla Vita

Ieri sera, 26 ottobre, il Vescovo Gerardo Antonazzo ha fatto visita per la prima volta al CAV (Centro di Aiuto alla Vita) di Cassino. Accolto con immensa gioia dagli operatori nella loro sede di via Arigni, il Vescovo si è intrattenuto volentieri, in una serata piacevole e proficua, in cui si è pregato insieme, ci si è confrontati, si è riflettuto, con la gioia di sentirsi uniti in un ideale alto e con la tenerezza di due deliziosi bambini di pochi mesi, presenti alla riunione come un simbolo di fiducia e di speranza nel futuro.

La direttrice del Centro, Marina De Angelis, ha rivolto un caloroso saluto di benvenuto, relazionando anche sulla realtà del CAV, che opera sul territorio da ben 27 anni, completamente affidato al volontariato, alla buona volontà di chi lo dirige e di chi vi opera, sicuramente alla Fede, all’amore per il concepito e, diciamo pure, alla caparbietà di continuare a credere fermamente e sempre nel valore della vita umana. Il Centro ha salvato la vita a moltissimi bambini, come testimoniano le numerose e gioiose foto che arredano il Centro e creano un’atmosfera familiare ed accogliente. Inoltre non si è limitato ad operare a Cassino e nel Cassinate, ha ricordato la De Angelis, ma è andato oltre, ovunque ci fosse un bambino da salvare, con grande apertura. Spesso le donne sono portate a pensare di ricorrere all’aborto da necessità economiche, acuite dalla crisi: il CAV le segue e le aiuta anche materialmente; attualmente aiuta più di 60 donne con le loro famiglie. Tutto questo, ha sottolineato, senza aiuti da nessuno e con grandi sacrifici. Per autofinanziarsi gli operatori si sono industriati con pesche di beneficenza e vendite nei mercatini delle feste e iniziative varie, inoltre ogni lunedì si ritrovano insieme per la preghiera comune e sono illuminati dalle parole di Giovanni Paolo II e dell’Evangelium Vitae, “vademecum quotidiano”. La direttrice ha ricordato anche la “Culla per la vita”, allestita dal CAV a Cassino nel 2009, in occasione della visita del Papa Benedetto XVI, dopo una notizia sconvolgente secondo la quale a Rocca d’Evandro era stato trovato un neonato gettato nel cassonetto.

La direttrice, completato il suo discorso, ha voluto offrire in dono al Vescovo, a nome del Centro, un anello che lui, ringraziando, ha messo al dito.

Il Vescovo, dopo aver ascoltato attentamente, è intervenuto offrendo moltissimi spunti di riflessione e di azione. Innanzitutto ha sottolineato l’importanza di andare avanti, perché “il cristiano legge la storia ma la anima con la speranza”, e anche di fronte a scelte drammatiche non perde la speranza. Ha affermato poi che si percepisce l’urgenza di un coinvolgimento che a volte si fa compromissione, in situazioni difficili e dentro una cultura avversa. Sono qui – ha detto – per ringraziarvi per questo cammino di 27 anni, fatto di impegno e anche di solitudine a volte, e per invitarvi a non scoraggiarvi perché si diffonde questa “cultura dello scarto” come dice papa Francesco, che fa chiudere ciscuno nella ricerca solo del proprio benessere, per cui il nascituro, l’anziano, il coniuge dà “disturbo” e si cerca di disfarsene. E’ vero che i numeri degli aborti procurati ci superano abbondantemente, ma sarebbero drammaticamente più alti se non ci fossero persone che si impegnano come voi. Perciò non bisogna scoraggiarsi né arrendersi. Chiediamo al Signore di farci strumenti missionari con la fiducia e anche la sapienza del cuore per operare diligentemente dentro questa realtà che con i suoi numeri non ci deve fermare ma anzi ancor più motivare. E ancora il Vescovo ha chiesto di cercare modi e strategie possibili per coinvolgere molte più persone sia per essere più sostenuti in questa opera sia per diffondere maggiormente l’attenzione alla vita.

Papa Francesco, ha ripreso il Vescovo Gerardo affrontando un argomento quanto mai attuale e importante, nella Bolla di indizione del Giubileo ha concesso a tutti i Sacerdoti di poter assolvere durante l’Anno Santo dal peccato di aborto. Più di qualcuno ha avuto una reazione negativa, come se questo potesse significare indulgere troppo ad un peccato così grave, come se potesse essere perdonato facilmente a chiunque. Ma non è questo lo spirito, ha chiarito con forza, anzi il contrario: si vuol far venire fuori il sommerso di profonda ferita e di dolore morale che molte donne, e anche coppie, si portano dentro, perché possa diventare esperienza di misericordia e pentimento. Se emerge, è perché si prende coscienza della gravità, perciò è “per dare valore alla gravità del peccato” che il Papa ha fatto questa concessione, non certo per indebolire l’idea dell’aborto. Concedere a tutti i sacerdoti la facoltà di perdonare significa dare la possibilità a tutte le persone coinvolte nel peccato grave dell’aborto, donne ma anche uomini e operatori, di prenderne coscienza. Certo il penitente deve essere sapientemente guidato dal sacerdote ad acquisire consapevolezza della gravità ma anche aiutato spiritualmente a ricostruirsi una coscienza umana e cristiana in un percorso di evangelizzazione della coscienza.

Perciò, ha concluso, dobbiamo pregare perché le donne trovino misericordia e in qualche modo pace, perché nessuna donna rimane insensibile ad un fatto tanto grave, anche se non lo dà a vedere si porta dentro una ferita incancellabile. Infine, il Vescovo ha offerto ancora una pista da percorrere in questo ambito, dicendo: Possiamo fare tutti i convegni e le omelie che vogliamo, ma “l’evangelizzazione della vita non passerà mai tanto quanto passa da donna a donna: quello è il processo più vero di evangelizzazione che dobbiamo far crescere. Deve dunque diventare un impegno più educativo che divulgativo”.

Dopo la benedizione finale, c’è stato un momento conviviale fraterno e festoso gustando insieme le tante cose buone che le operatrici avevano preparato, proprio come in una grande famiglia.

Adriana Letta

La nuova comunità religiosa delle Missionarie della Fede

Nuove Missionarie per la MIssione più grande

«Nessuno può accedere al Mistero Divino da solo» queste le parole del Vescovo durante l’omelia tenuta domenica 25 Ottobre presso la chiesa di S. Restituta in Sora. La Santa Messa, che incorniciava la presentazione della comunità religiosa delle Missionarie delle Fede alla comunità di Sora, è stata presieduta da Mons. Gerardo Antonazzo, insieme a Don Bruno Antonellis e a Don Giovanni De Ciantis.

La parola di Dio ci ha ricordato che Gesù è il Sommo Mediatore tra Dio e l’uomo. Nel brano del Vangelo di Marco (10, 46-52) ci viene raccontata la storia di Bartimeo, un cieco che, seduto per strada, urla per essere guarito; ma di fronte alla sua richiesta molti lo rimproverano per farlo tacere, Gesù invece si ferma ad ascoltarlo, e lo prende per mano per fare insieme con lui il cammino d’ incontro con il Signore.

Ma in lui c’è un po’ di ognuno di noi, quando non riusciamo a vedere, a dare un senso alle cose che viviamo, alla nostra esperienza; ma come ricordato dal Vescovo, di fronte a questa difficoltà la Chiesa si fa mediatrice, attraverso un servizio di accompagnamento: spirituale, affettivo, vocazionale e di discernimento.

Le stesse suore Missionarie della Fede, qual e bene spirituale per la comunità, con il loro operato sono “strumento” di evangelizzazione e mediazione con cui Dio raggiunge le persone, esse svolgono il loro servizio sostenendo le persone nel trovare, ritrovare e preservare la loro fede.

In una giornata in cui sono state per una volta, “servite” e non “a servizio” desideriamo rivolgere a loro il nostro grazie per il loro impegno e per quanto di bene sapranno fare per le nostre comunità e le nostre parrocchie.

Articolo e foto: Vincenzina Porretta

Celebrata la Dedicazione della Chiesa Madre di Cassino

Lunedì 26 ottobre il Vescovo Gerardo Antonazzo è tornato nella Chiesa Madre di Cassino, ove il giorno prima aveva conferito il Sacramento della Confermazione a trenta giovani, per celebrare una data importante e fondante: la Dedicazione della Chiesa. Fu in questa data, infatti che la antica chiesa, risalente all’VIII-IX secolo, fu dedicata e questa è la data che conta, perché allora fu fondata la comunità di fedeli, anche se la chiesa di pietre di allora è scomparsa e quella che si vede oggi è il frutto di una costruzione postbellica degli anni ’70. Ma in tutti questi secoli la comunità di anime, ben più importante di quella materiale, c’è sempre stata.

L’ha ben spiegato il Vescovo Gerardo nell’omelia, in cui, partendo dal mondo ebraico, in cui “sacro” significava “separato” e cioè dedicato esclusivamente al culto di Dio, è passato ad illustrare la tradizione cristiana che a quel concetto si ispira e secondo la quale la consacrazione di un tempio è collegata con la vita della comunità. Nel tempio di pietre, ha detto, si raduna un tempio di anime, le “pietre vive”. D’altronde, ha aggiunto, ognuno di noi è consacrato nel Battesimo e poi Confermato nella Cresima. Consacrati vuol dire separati dal peccato per essere introdotti, con la grazia dello Spirito Santo, ad una vita di amicizia con Dio. Quando pecchiamo ci allontaniamo da Dio, ma la Grazie di Dio, attraverso il Sacramento della Riconciliazione, ci fa tornare consacrati a Lui, a formare un tempio spirituale di pietre vive che vivono secondo lo Spirito Santo. Nel dire questo si è rivolto ai ragazzi neo-cresimati che erano presenti facendo notare che la liturgia della Dedicazione non cambia la vita del tempio materiale, ma la nostra sì, perché ci riconsacriamo a Dio, confermando la nostra appartenenza a Lui per diventare sempre più tempio santo, purificato e radicato nell’amore del Signore.

Al termine della Celebrazione, animata dalla Corale parrocchiale, il parroco, Don Salvatore Papiro, ha caldamente ringraziato il Vescovo per esser venuto a celebrare in un giorno così importante, che ricorda e rinnova la fondazione di una comunità cristiana.

Adriana Letta

Convegno di Studi: “Diritto, Legalità, Giustizia” – Associazione giuristi “Marco Tullio Cicerone”

“Noi non siamo mai altro rispetto a quello che facciamo”

L’Associazione Giuristi “Marco Tullio Cicerone”, nella persona del Presidente Avv. Carlo Marsella, il 23 ottobre 2015 ha tenuto in Sora il Convegno “Diritto, Legalità, Giustizia”, i cui relatori sono stati: l’Avv. Giuseppe Di Mascio, Presidente dell’Ordine Forense di Cassino, il quale ha illustrato in maniera dettagliata i principi del “Giusto Processo”; il Cons. Dott. Massimo Lisi, Magistrato Coordinatore della Sezione Lavoro del Tribunale di Frosinone, che ha affrontato il tanto dibattuto tema del rapporto “Magistratura e Politica”; il Cons. Prof. Bruno Ferraro, Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione, il quale, nel presentare il suo libro “Rincorrendo la Giustizia”, ha evidenziato le caratteristiche della giustizia di ieri rispetto a quella di oggi, all’uopo raccontando diversi aneddoti personali.

L’introduzione del convegno è stata affidata al Preside Luigi Gulia, Presidente del Centro Studi Sorani “V. Patriarca” e preceduta per i saluti ed i ringraziamenti dall’intervento dell’Avv. Carlo Marsella, Presidente dell’Associazione organizzatrice, dal Sindaco di Sora, Dott. Ernesto Tersigni, e dal Dott. Angelo Zinzi, Presidente del Consiglio Notarile di Frosinone.

Lo stesso presidente, approfittando anche della partecipazione del Vescovo della Diocesi di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo, Sua Eccellenza Mons. Gerardo Antonazzo, ha posto ai presenti una domanda vertente sul rapporto tra preparazione tecnica degli operatori giuridici ed etica/morale.

Significativo il riscontro del Vescovo che ha sottolineato come tale interrogativo in realtà rappresenti un tema sensibile, visto che attiene a quei valori invasivi della cultura di oggi in continua evoluzione, e ha ricordato che ognuno di noi esercita la propria professione secondo i propri principi, siglando il suo intervento con le parole: “Noi non siamo mai altro rispetto a quello che facciamo”.

– Rita Balestrieri

Confermati nella Fede per mezzo dello Spirito Santo

Giornata di festa per la Comunità della Chiesa Madre di Cassino che, dopo anni di catechesi, oggi, 25 ottobre, ha accompagnato 30 ragazzi della stessa parrocchia, nel ricevere il sacramento della Confermazione.

Sì, Confermazione di quella grande unzione ricevuta con il Battesimo, mediante il Sigillo che noi riceviamo attraverso il segno della croce sulla fronte, che è come un’impronta che ci rende simili a Gesù Cristo. E’ un segno di appartenenza e di somiglianza con Gesù.

Il Vescovo nell’omelia ha ricordato ai giovani Cresimati quanto sia importante il Sigillo ricevuto con questo Sacramento, i sette doni dello Spirito effusi su di loro servono a far sviluppare le tre virtù teologali. La Fede, virtù per la quale noi crediamo in Dio e a tutto ciò che egli ha rivelato all’uomo e che la Chiesa ci propone di credere, perché Dio è la stessa Verità. Con la Fede l’uomo si abbandona liberamente e completamente a Dio per fare in pieno la sua volontà; la Speranza, virtù per la quale noi desideriamo e aspettiamo da Dio la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci all’aiuto della grazia dello Spirito Santo. La vera Speranza, sottolinea il Vescovo, viene solo da Gesù; la Carità, virtù per la quale amiamo Dio al di sopra di tutto e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio. La carità è il vincolo di tutte le altre virtù, che anima, ispira e ordina. La carità rimane l’unica opportunità per l’uomo d’oggi ovvero la sua trasformazione in homo novus, e nel contempo un monito, colmare il vuoto di carità per quel tanto di dolcezza che cade dal cielo con la luce del sole.

Inoltre il Vescovo, richiamando il Vangelo del giorno, sottolinea come Gesù non attribuisce la guarigione del cieco al suo intervento, ma alla fede dello stesso Bartimeo. Noi riceviamo da Dio nella misura in cui crediamo che Lui possa e voglia darci quanto chiediamo. Il punto è che noi chiediamo sempre cose molto spesso, materiali e superficiali; la guarigione fisica, il lavoro, la realizzazione, gli affetti; ci sarebbero però doni ben più grandi che potremmo chiedergli e che lui sarebbe disposto a darci, eppure, chissà perché sono proprio quelli che noi non chiediamo mai.

La pace, l’amore, la santità, le virtù… sono questi i doni veramente importanti che cambierebbero radicalmente la nostra vita: questi doni sono come ponti che ci fanno già vivere una dimensione di eternità, anche se restiamo immersi nella nostra realtà quotidiana.

E dopo questa grande effusione di Spirito non si può che augurare ai 30 confermati in Cristo Gesù, per mezzo del Suo Santo Spirito, di mettere sempre a frutto nella loro vita i doni ricevuti in questo giorno speciale e non dimenticarsi mai di seguire l’unica via giusta che conduce alla salvezza, quella tracciata da Gesù con questo Sigillo.

– Aurora Capuano Ingresso di Don Giuseppe Basile a

Il giorno 17 ottobre Don Giuseppe Basile ha fatto il suo ingresso come amministratore parrocchiale nella comunità di Castelliri. Ad accoglierlo all’ingresso del paese c’era tantissima gente: il sindaco, Francesco Quadrini, gli amministratori locali, le forza dell’ordine, la protezione civile, le confraternite e la comunità tutta.L’arrivo del nuovo Parroco ,accompagnato personalmente dal Vescovo,è avvenuto su Via Montecassino in un clima di emozione e forti applausi.Accompagnati in processione fino alla chiesa Santa Croce dalle note della banda cittadina.Uno scroscio di applausi ha salutato l’ingresso in in Chiesa,mentre il coro della parrocchia insieme al coro di e di San Sosio hanno intonato “Noi veniamo a te” all’inizio della celebrazione.Il rito è stato aperto dalla lettura della Bolla in cui viene assegnato l’incarico di amministratore a Don Giuseppe Basile,da parte di Don Mario Santoro Cancelliere della Diocesi.Tanti i sacerdoti e i diaconi giunti per assistere alla celebrazione per l’inizio del suo mandato.Durante l’omelia il Vescovo ha ringraziato Don Giuseppe per il suo Si, augurandogli di proseguire il cammino di Fede con i bambini,i giovani, gli anziani e i più bisognosi.Alla fine della celebrazione ci sono stati i saluti di benvenuto da parte del Sindaco ringraziando anche il Vescovo per il dono del nuovo Parroco,saluti di benvenuto pervenuti anche da parte di una rappresentante della comunità parrocchiale augurando buon cammino a Don Giuseppe. Successivamente il nuovo parroco si è rivolto all’assemblea ringraziando l’innumerevoli fedeli giunti da Sora,Isola del Liri, , i suoi familiari, la comunità di Castelliri per l’accoglienza e auspicando un cammino positivo di collaborazione insieme, anche, alla comunità civile. I festeggiamenti si sono conclusi con una secondo momento di festa insieme presso la Sala Caritas in cui sono stati accolti tutti i fedeli per conviviare assieme.

Articolo: Lorenza Di Rezza, Katia Palombo

Foto: Rosalba Rosati, Gianna Reale

Cervaro in Festa

Arrivo Madonna di Fatina pellegrina

ed insediamento del nuovo parroco Don Ricky Ignacio Roderic

Cervaro in festa per l’accoglienza della Madonna di Fatima e dell’insediamento del nuovo parroco Don Ricky Ignacio Roderic. I festeggiamenti sono iniziati al campo sportivo della località dove la statua originale della Madonna è arrivata in elicottero attesa da cori e canti di preghiera. Grande emozione ha avvolto tutti i fedeli assiepati sulle tribune accorsi in gran numero. Dopo il pensiero spirituale introduttivo di Mons. Vescovo Gerardo Antonazzo, la processione con la Madonna e con alcune reliquie di S.Giovanni Paolo II si è snodata guidata dal direttore della settimana mariana, Padre Michele Tumbarello, dalle suore Serve“ del Cuore Immacolato di Maria” e dagli altri missionari. Bella è stata anche la presenza di tre bambini del luogo che, in abiti d’epoca fedelmente riprodotti, hanno voluto ricordare i tre “pastorelli” di Fatima, Lucia, Francesco e Giacinta cui la Madonna è apparsa il 13 Maggio 1917.

Commovente è stato il momento di incoronazione della Madonna ad opera del Vescovo con il saluto di accoglienza del Parroco uscente Padre Linus Sarte. Numerosi sacerdoti presenti con le autorità civili e militari. Gradito ospite l’ex Sindaco di Roma e parlamentare Gianni Alemanno devoto fervente della Madonnina di Fatima, e parrocchiano della ex comunità di Padre Ricky a Ponte Galeria in Roma. La processione, molto sentita e orante, ha raggiunto la chiesa di S.Paolo per la celebrazione eucaristica. Durante la stessa si è dato mandato al nuovo parroco secondo i riti prescritti e significativi dell’attività pastorale. Mons. Vescovo nell’omelia ha precisato, con grande trasporto interiore, la generosità di cuore, la lealtà, la fedeltà di chi serve il Signore per amore e, in particolare, i pastori del popolo di Dio. L’esempio della Madonna madre del Signore, della Chiesa e nostra, ci guidi tutti nella sequela di Gesù: Lei che per prima, pur essendo madre, si è fatta discepola e serva progredendo nella fede.

Al termine della celebrazione una intensa standing ovation ha accompagnato il commiato di Padre Linus che farà ritorno nelle Filippine, e l’inizio pastorale del nuovo Parroco Padre Ricky, il quale prendendo subito possesso della parrocchia ha invitato i fedeli ad una pronta collaborazione in tutte le attività della parrocchia stessa. Il Sindaco Dr. Angelo D’Aliesio a nome di tutta la cittadinanza, ha espresso pensieri di saluto, di stima e di accoglienza ad entrambi i sacerdoti.L’atto notarile di verbalizzazione della presa di possesso della parrocchia è stato letto, confermato e sottoscritto a chiusura dell’intero evento.

La suddetta manifestazione ha dato inizio ad una intensa settimana mariana, missionaria e pastorale con varie celebrazioni, incontri e seminari alla presenza della statua della Madonna di Fatima, delle reliquie di Papa Wojtyla e dei “Missionari Servi del Cuore Immacolato di Maria”. – Maurizio Facchini & Simona Fiorillo

Inaugurazione Scuola di Formazione Teologica

L’inaugurazione dell’Anno Accademico 2015-2016 della scuola di Formazione Teologica S. Tommaso D’Aquino si è svolta nella Chiesa di S. Maria Assunta in con la riflessione ”Nuovo Umanesimo e Antropologia Cristiana” del professore ordinario presso la Pontificia Università Urbaniana, in Roma: Don Giovanni Ancona. In quest’epoca caratterizzata da un riduzionismo umano e dalla sua disumanizzazione, tutti siamo chiamati a riflettere con attenzione sulla Questione antropologica… ”chi è l’uomo?”. L’uomo è persona in quanto ”essere” creato ad immagine di Dio. Don Giovanni Ancona pone l’attenzione di come lo sviluppo scienza-tecnica e le neuroscienze rischiano di considerare l’uomo come un” assemblaggio di pezzi”, trascurando la persona nel suo essere. Quindi l’umano è chiamato a misurare in una relazione ”verticale”, la verità della propria identità nel rapporto con l’Altro (Gesù Cristo), inoltre è necessaria anche la relazione in senso ”orizzontale” aprendosi agli altri, nella propria comunità, nell’ambiente circostante con una custodia responsabile del mondo. La libertà intreccia questo fascio di relazioni, come scelta responsabile e consapevole per vivere pienamente in Cristo. Infine i saluti del direttore Don Aniello Crescenzi, i ringraziamenti al parroco Mons. Giandomenico Valente, ai numerosi fedeli laici e la benedizione del nostro vescovo S.E. Gerardo Antonazzo. – Cinzia Mazza – Foto di Elisabetta Nardelli Il Vescovo Gerardo nei paesi della Valle Roveto colpiti dal maltempo

Poche ore, qualche attimo e la vita cambia per sempre. Un fiume che esonda, un muro che crolla, le strade che diventano letti di acqua, massi e fango e nulla sembra avere più senso. Sono queste le sensazioni provate lo scorso mercoledì dagli abitanti della Valle Roveto, durante le ore di pioggia incessante che si è abbattuta implacabile su questo angolo verde d’Abruzzo, portando distruzione e, purtroppo, anche una vittima.

Il nostro Vescovo, Monsignor Gerardo Antonazzo, non ha voluto far mancare la sua vicinanza ai fedeli in profonda difficoltà e così, all’indomani dell’alluvione, si è recato nella zona pastorale di Balsorano, accompagnato da Don William Di Cicco.

Non un appuntamento istituzionale, ma la visita di un padre che dà conforto ai propri figli, di un pastore che bada al suo gregge. Sua Eccellenza ha infatti attraversato le strade fangose di Canistro, insieme al parroco del centro rovetano Don Andrés Arias, per mostrare la sua solidarietà e vicinanza alle famiglie che hanno perso tutto, spesso non solo una casa, ma anche un’attività lavorativa.

Si è poi trasferito a Civitella Roveto, dove, con Don Franco Geremia, ha fatto visita alla famiglia della mamma che ha perso la vita a causa del crollo di un muro di contenimento che non ha retto alla violenza delle piogge. Tanta la commozione in un momento di dolore che ha coinvolto l’intera comunità come è stato ben visibile dai funerali della donna, ai quali ha partecipato moltissima gente. Durante l’omelia della Messa esequiale, Don Franco, parroco di Civitella, ha rinnovato le parole di cordoglio del nostro Vescovo alle quali si sono aggiunte quelle del Cardinal Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano nonché cittadino onorario del paese.

Monsignor Antonazzo, prima del suo rientro a Sora, ha fatto una breve visita anche nel centro di Morino.

– Maria Caterina De Blasis

Dalla parte dei poveri – Passare dall’indifferenza alla compassione

Veglia Missionaria Diocesana.

Un momento di preghiera semplice, intensa e anche molto provocatoria: tale è stata la Veglia diocesana missionaria in preparazione alla Giornata Missionaria Mondiale 2015 “Dalla parte dei poveri”, svoltasi nella chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista in Cassino venerdì 16 ottobre. Letture, riflessioni, preghiere, tutto si è incentrato su questo punto centrale: mettersi dalla parte dei poveri, guardare il mondo dal loro punto di vista.

Gli organizzatori, il Centro Missionario e l’équipe di Pastorale Giovanile della Diocesi con la sua band ad animare la liturgia della Parola, hanno ideato, preparato e realizzato una veglia come un percorso che tutti i presenti hanno dovuto compiere per spostarsi dalla propria abituale posizione sociale e traslocare dalla parte dei poveri, appunto.

Dopo la processione di ingresso, che ha visto una lunghissima fila di Sacerdoti diocesani e il Vescovo Gerardo Antonazzo, dopo il canto iniziale e l’intronizzazione solenne della Parola, in una chiesa ben preparata con i segni della mondialità, il mappamondo, una grande corona del rosario con le decine di colori diversi come i continenti, simboleggiati con gli stessi colori dai ceri accesi davanti all’altare, è stata letta la pagina evangelica di Luca (10,25-37) del buon Samaritano. Arrivati al punto dell’uomo derubato, percosso e lasciato mezzo morto per strada, un giovane, in vesti stracciate, l’ha impersonato, prendendo posto sui gradini davanti all’altare. Finita la lettura, la guida ha avvertito che anche i presenti avrebbero percorso simbolicamente la strada da Gerico a Gerusalemme, lungo un percorso che passa “dall’indifferenza alla compassione”.

A guidare in questo percorso è stato “l’uomo ferito” che parlando in prima persona a un “tu” che era ognuno dei presenti, entrava direttamente in dialogo con lui e gli mostrava che non occorre essere uno specialista o un esperto, basta mettere a disposizione di chi ha bisogno il proprio tempo e quel poco che si sa fare e coinvolgere altri a fare ciò che non si è in grado di fare. Questo basta a salvare una vita umana. Questi interventi, ed il racconto di un’esperienza di accoglienza ad un senzatetto erano intervallati dal canto di un’invocazione di misericordia. Tutto molto concreto e realistico, tutto molto suggestivo.

Nella sua riflessione il vescovo Gerardo ha ricordato l’icona biblica del buon Samaritano che è al centro di questo anno pastorale appena iniziato nella nostra Diocesi. E questa Giornata missionaria, ha fatto notare, si collega significativamente alla riflessione diocesana di questi primi mesi, sul verbo “uscire”, la natura missionaria della Chiesa. Il primo a “uscire” da sé è Dio che si è fatto uomo e Gesù che ha vissuto l’esodo pasquale come una scuola per andare oltre se stessi, morire per dare la vita.

Questo ci fa capire meglio, ha sottolineato ancora, l’icona del Buon Samaritano, da approfondire sotto tre aspetti. Il silenzio dei poveri: l’uomo ferito e malmenato non parla, non ha voce, il suo silenzio è quello dei poveri, che spesso custodiscono nel silenzio la propria dignità. La Chiesa deve uscire: verso chi? verso dove? Verso tutti ma preferendo i poveri. Il secondo aspetto è: farsi poveri, perché non si possono capire i poveri se si è ricchi, anche Gesù si è fatto povero. Se i ricchi fanno come lui, non sono più schiavi dei loro beni e li condividono, nel segno della sobrietà, solidarietà e condivisione. Terzo aspetto è la scelta di vivere dalla parte dei poveri, che sono non scarto umano ma carne di Cristo. Quando Papa Francesco parla di una Chiesa povera per i poveri, parla non della chiesa-istituzione ma della chiesa viva che siamo tutti noi, che dobbiamo condividere le difficoltà dei poveri. La riflessione è proseguita su come passare, per essere buoni samaritani, dall’emozione di un momento alla compassione, quella che tocca nel profondo e che desidera trasformarsi in cura. Il Salmo 145, recitato a cori alterni, ha aiutato a comprendere la bontà misericordiosa di Dio verso tutti.

A questo punto il Vescovo, rivolto ai rappresentanti e agli operatori pastorali di tutte le comunità parrocchiali e delle associazioni, gruppi e movimenti ecclesiali, ha chiesto la loro disponibilità ad assumere il ministero nella Chiesa prendendosi cura dei fedeli e a testimoniare una fede motivata, convinta, personale, alimentata dalla Parola di Dio e dai Sacramenti e alla loro risposta “Sì, lo voglio”, ha impartito la benedizione e affidato loro il “mandato pastorale”. A tutti i presenti è stata consegnata una coroncina del Rosario missionario. Ultima raccomandazione del Vescovo: fare missione evangelizzando innanzitutto il proprio ambiente di vita e di lavoro, per trasformare questa nostra terra e umanità in primizia del suo Regno. – Adriana Letta

– Foto di Rosalba Rosati

Inizio della Scuola Diocesana di Formazione Teologica – Sede di Sora

Per giungere a una fede “adulta e pensata”

Il 14 Ottobre ha avuto inizio il nuovo anno accademico della Scuola Diocesana di Formazione Teologica nella sede di Sora.

La Scuola si occupa della formazione di coloro che, a vario titolo, desiderano approfondire i contenuti della fede, della morale e della prassi ecclesiale.

I laici, come ricordato anche da Papa Francesco, sono la maggioranza del popolo di Dio, ed è a loro che, anche attraverso questo corso, viene chiesto di farsi protagonisti nell’opera di evangelizzazione.

Qual è il ruolo del laico cattolico?: «In uno stesso corpo abbiamo molte membra, e le membra non hanno tutte le stessa funzione, così tutti insieme formiamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siano membri gli uni degli altri » (Rm 12,4-5).

Ogni laico quindi, in virtù dei doni che gli sono stati fatti, è testimone e allo stesso tempo vivo strumento della missione della Chiesa. A riguardo, com’è emerso durante la lezione del primo anno, ognuno di noi è chiamato ad operare attivamente nella comunità in base al proprio carisma. In questo incontro di apertura del nuovo anno accademico, il Vescovo Antonazzo ha fatto visita agli studenti dei diversi corsi per augurare loro un buon inizio di anno e un fruttuoso lavoro.

Il calendario delle lezioni in questa prima giornata è stato il seguente:

1° ANNO

Teologia Fondamentale – Don Antonio Lecce

Introduzione alla Sacra Scrittura e Antico Testamento – Don Vittorio Ricci

2° ANNO

Ecclesiologia e Mariologia – Don Antonio Molle

Teologia Pastorale – Don Antonio di Lorenzo

3° ANNO

Introduzione – Don Nello Crescenzi, Direttore dell’Ufficio Scuola diocesano

Morale sociale della Chiesa – Don Fabrizio Caucci e il diacono Don Giuseppe Rizzo

Questi insegnamenti rivolti a tutti gli interessati, sono una risorsa importante messa a disposizione dalla nostra Chiesa locale per la crescita formativa e anche spirituale dei laici.

Infatti, il laico che si appresta a frequentare la scuola è chiamato a farsi testimone di Cristo Risorto, ad “aiutare la chiesa ad alzarsi al livello dei suoi tempi” (Gerard Whelan), sempre tendendo insieme prassi e scienza teologica.

Per questo la Scuola intende dedicarsi anche alla formazione di coloro che sono già impegnati in un’attività pastorale, o che sono intenzionati a farlo: diaconi permanenti, catechisti, animatori di gruppi, lettori, ministri straordinari della comunione, membri dei consigli pastorali etc.

Il percorso didattico si articola in tre anni comuni seguiti da un quarto anno dedicato ai corsi d’indirizzo.

Per la sede di Sora le lezioni si svolgeranno tutti i Martedì, presso la Sala Teologica dalle 17.30 alle 20.00.

Buon anno accademico a tutti, docenti e studenti!

Articolo e foto Vincenzina Porretta

La “festa” ad Alvito per i 25 anni di fondazione Oasi Mariana Betania

La “festa” ad Alvito per i 25 anni di fondazione

Le testimonianze nella “tenda rossa” dell’Oasi Mariana Betania fondata da don Alberto Mariani

Le riflessioni dei vescovi Antonazzo e Brandolini

Antonella Piccirilli e Gianni Fabrizio

Un evento di gioia, di preghiera e di festa, con amici a centinaia, per dire grazie a Dio del dono ricevuto: il pomeriggio del giorno 11 ottobre scorso, all’Oasi Mariana Betania di Alvito, voleva essere questo e lo è stato. Venticinque anni dall’acquisto del primo casolare, da cui è sorta la casa di spiritualità e accoglienza“Oasi Mariana Betania” con l’associazione da cui prende nome, sono stati un’occasione importante per coinvolgere chi ha cominciato il cammino e chi si è aggiunto a mano a mano, tutti accomunati dal desiderio di dare forma all’accoglienza, in un fiorire di vocazioni ecclesiali, diverse nella realizzazione, unite nella condivisione di un dono comune, a servizio della Chiesa. Il pomeriggio si è aperto presto,complice anche il cielo nuvoloso ma senza più pioggia, con due mostre, una fotografica, l’altra di icone mariane, testimoni dei 17 convegni mariani celebrati all’Oasi; intanto il bosco si è affollato di presenze amiche, quasi un migliaio di persone, provenienti da più parti della Diocesi, ma anche da Caserta, Napoli, Roma, Latina, con arrivi anche dalla Val d’Aosta; messaggi di saluto che si sono rincorsi per testimoniare vicinanza, auguri di buon cammino, gioia, santità. La presenza del vescovo Gerardo ha aperto la festa, custodita da una grande “tenda rossa” montata per l’occasione in mezzo al bosco. Le sue parole di saluto indirizzate all’Oasi, come “ Associazione pubblica di fedeli” hanno ricordato che “essa è uno degli strumenti attraverso i quali che la Chiesa offre l’opportunità a dei laici di poter cogliere sempre di più la profondità, la bellezza, il gusto della vita cristiana”.Ha dichiarato ancora il Vescovo: “ Noi siamo nel decennio della Chiesa italiana, delle nostre comunità, nel grande progetto dell’educare alla vita buona del Vangelo; del Vangelo come persona, perché Gesù è il Vangelo. Dunque educare alla vita buona di Cristo!Il nostro percorso formativo si nutre di Lui, d’altra parte sono questi i principi ispiratori dello statuto dell’Oasi: formare dei laici alla vita buona del Vangelo, lo traduciamo per questo decennio, ma vale per sempre. Allora vi lascio uno slogan che è anche un augurio: cercate di non essere sempre gli stessi, nel doppio significato; cercate di non essere gli stessi, come eravate venticinque anni fa, perché la vostra appartenenza diventi non solo un fatto aggregativo, ma formativo. Significa cambiare, avere un percorso che segni un cambiamento profondo, radicale, una maturazione sempre più feconda della nostra vita cristiana, singola, di coppia, di genitori, di figli, di presbiteri e anche di religiosi. Tanto è vero che questa formazione può svilupparsi, e lo sapete bene, in una maniera così feconda da poter diventare anche consacrazione laicale. La consacrazione è un’espressione alta della vita cristiana; san Giovanni Paolo II parlava della santità come misura alta della vita cristiana ordinaria. Mi pare che sia proprio questa la definizione più bella di una consacrazione laicale, la misura alta della vita cristiana ordinaria. Chi arriva anche alla consacrazione nell’Oasi non è che faccia dei mestieri particolari: vive la vita ordinaria di singolo, di coppia, da consacrato, cioè con la grazia dello Spirito che lo porta, lo chiama a vivere una misura alta della vita cristiana ordinaria. Ecco allora, in che senso dovete cercare di non essere sempre gli stessi: cambiare, crescere, sviluppare esprimere, far esplodere tutto il potenziale di una vita cristiana bella e vissuta secondo il Vangelo. E poi, il secondo significato, è anche una provocazione, cercate di non essere sempre gli stessi, nel senso di allargare questa tenda il più possibile! “.Il pomeriggio è proseguito con la coreografia sulla storia dell’Oasi, curata dai giovani dell’Oasi, con la “performance” del gruppo giovanile From“ dust”, veri atleti della gioia, musiche dal vivo, con i giovanissimi Chiara Ferri al violino, al violoncello Francesco Mattacchione, alle chitarre Angelo Ferri e Michele Saccucci, all’ armonica a bocca e alla tastiera Luigi Mattacchione. E’ seguita l’esibizione dei canti scritti dal fondatore, don Alberto Mariani, musicati dal maestro Luigi Mattacchione, eseguiti da Deborah Di Vetta e William Schiavo, accompagnati alla tastiera da Chiara Lombardi e dal maestro Luigi Mattacchione con l’armonica. Simpatico,colorito e significativo è stato l’intervento di don Bruno Antonellis, che ha anche letto il messaggio di mons. Lorenzo Chiarinelli. Pure mons .Filippo Iannone ha rilasciato una dichiarazione registrata in video. Gli auguri sono pure giunti da parte di mons. Bruno Forte. Padre Luca Brandolini, strumento di Dio per il discernimento e l’approvazione dell’Opera, ha ricordato i passi concreti di un cammino non facile per arrivare a definire, riconoscere e dare forma giuridica a un progetto che è stato riconosciuto come proveniente dall’Alto. Occorre“ mettere in risalto che oggi è la festa di san Giovanni XXIII e la giornata odierna coincide con i 50 anni della conclusione del Vaticano II, con la sua idea di Chiesa popolare, la Chiesa popolo di Dio, con la riscoperta dei laici, stagione della quale il passaggio dello Spirito Santo ha fatto evidenziare i carismi laicali, e da questo sono nate le molteplici forme di associazionismo dei laici, che penso siano il futuro della Chiesa. Quando don Alberto ha cominciato a parlarmi di monachesimo, io non guardavo con molta simpatia a questa comunità. D iscernere richiede distinguere nello Spirito i fermenti nuovi dei gruppi ecclesiali dove stava il bene. Io guardavo con un po’ di sospetto, lui questo lo sa, e buttavo acqua sul fuoco, non ci vedevo chiaro, monaci, monache, famiglie e chiedevo lumi al Signore! Che cos’è che mi ha fatto cambiare idea? È stata la decisione di affidare a don Alberto quel ministero difficilissimo, dell’esorcistato. Ed è stata un’illuminazione del Signore questa. Lui che è un vulcano, non è facile tenere i piedi per terra sognando, non volevo che fosse una chimera. Io vedevo che c’era del bene, però bisognava incanalarlo. Questa realtà mi preoccupava sotto due punti di vista: il primo quello giuridico; bisognava inquadrare necessariamente questi fermenti che stavano nascendo nell’Oasi in un contesto ecclesiale e giuridico sicuro. Ecc, mons. Filippo Giannini, giurista, ma anche pastore: lo suggerii a don Alberto. E poi mi preoccupava molto la dimensione oltre che spirituale, anche pastorale. Per la dimensione spirituale non vi nascondo che avevo un timore, che si cadesse nel devozionismo mariano, e mi preoccupavo che qui fiorisse un centro mariologico serio, come poi di fatto è avvenuto, attraverso i convegni annuali. La spiritualità di Cana, che soggiace all’Oasi è “fate quello che Gesù vi dirà”: Maria indica Gesù, rimanda a lui, anche se è lei che prende l’iniziativa. E a me preoccupava molto che al centro della spiritualità ci fosse la Parola di Dio. E infine mi preoccupava la pastorale. Paolo VI diceva: l’icona del samaritano è stata il paradigma della spiritualità e dell’azione pastorale del Concilio. Chinarsi sull’uomo. Ma per chinarsi sull’uomo c’è la pastorale delle tre A: Attenzione ai bisogni del territorio: le ferite dell’uomo! Così, questo luogo è diventato l’ospedale da campo, direbbe papa Francesco! Qui hanno cominciato a bussare tutti quelli che hanno delle domande dentro, hanno dei bisogni spesso inespressi, situazioni di disagio, e hanno bisogno di incontrare qualcuno a cui vuotare il sacco e ricevere il ministero, “l’olio della consolazione e il vino della speranza “ dice sant’Agostino.Allora ecco l’Oasi come si è configurata. Ascolto, in senso biblico, ascolto della Parola di Dio: bellissima questa iniziativa di mandare la Parola ogni giorno via e.mail. L’ascolto della Parola per imparare ad ascoltare gli altri. Provate a telefonare a don Alberto e vedete se riuscite a trovarlo! Dove sta? Sta sempre chiuso a sentire le persone e a curare le ferite “con l’olio della consolazione e il vino della speranza”.Accompagnamento: sostegno, cura, servizio. Icona del samaritano e di Emmaus. 25 anni, per dire grazie al Signore, e ancheper verificare, riprendere in mano lo Statuto e riformare, perché è la struttura dell’Oasi è la cosa più interessante! È una serie di cerchi concentrici che vanno avanti fino a sfumarsi. Questa deve essere una casa spalancata a tutti gli stati di vita: chi vuol vivere la consacrazione anche con la emissione dei voti, la viva, chi vuol vivere con un impegno di preghiera, di ascolto della Parola, e di carità fraterna, anche senza voti, e poi ci sono i cercatori della verità, ai quali non si può chiedere mai a quali bisogna dare il meglio, perché possano dire: ho vissuto un momento bello, ci ritornerò”.Importante la presenza di padre Antonio Siciliano, passionista, testimone e protagonista dei primi passi dell’Oasi, con don Alberto Mariani e le persone che attorno alla “Parola” hanno cominciato a sognare un nuovo modo di rispondere a Dio, nel servizio e nell’umiltà. I bambini, sempre vivi,simpatici ed unici, con un significativo canto hanno concluso la prima parte del pomeriggio. Infine, l’agape fraterna che ha visto i “coinquilini ” presenti, condividere fino a tarda serata la gioia di essere famiglia di “una casa vera”. Cassino: iniziati i corsi della Scuola di Formazione Teologica

Lunedì 12 ottobre sono ripresi presso la Curia i corsi della Scuola Diocesana di Formazione Teologica per la sede di Cassino. Si sono ritrovati tutti coloro che nell’Anno Accademico 2014/2015 hanno già frequentato i corsi del primo anno, e che quindi hanno deciso di continuare il percorso iscrivendosi al secondo, più un buon numero di nuovi iscritti al primo anno.

Ad accogliere gli studenti Don Aniello Crescenzi, direttore della Scuola, e i docenti dei corsi previsti nella prima ora di lezione. Gli insegnamenti del primo semestre saranno, per il primo anno, Teologia fondamentale, Introduzione alla Sacra Scrittura e Antico Testamento e Introduzione alla Liturgia, mentre per il secondo anno Ecclesiologia e Mariologia, Morale della vita e della sessualità, Introduzione alla Catechesi e Teologia pastorale.

Alle ore 19:00 il Vescovo ha fatto visita agli studenti per augurare un buon anno accademico e ha tenuto a salutare personalmente tutti i presenti, gesto che vuole sottolineare l’importanza che riveste la Scuola, più volte ribadita da Mons. Antonazzo, come strumento fondamentale a supporto dell’evangelizzazione. È compito della Scuola di Formazione Teologica, infatti, collaborare alla conversione pastorale in tutti gli ambiti della vita ecclesiale, oltre che offrire agli operatori pastorali una profonda e qualificata formazione teologico-pastorale in prospettiva missionaria. L’inaugurazione ufficiale dell’anno accademico 2015/2016 ci sarà lunedì 19 ottobre alle ore 18:00 presso la chiesa Santa Maria Assunta di Roccasecca e per l’occasione si terrà il convegno presieduto da don Giovanni Ancona, professore presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma, dal titolo “Nuovo Umanesimo e Antropologia Cristiana”. I corsi proseguiranno poi ogni lunedì dalle ore 17:30 alle 20:00.

– Elisabetta Nardelli

Don Arcangelo D’Anastasio nuovo parroco di Arce

Ieri domenica 11 ottobre alle ore 18:00 presso la parrocchia SS. Pietro e Paolo di Arce solenne celebrazione Eucaristica, presieduta dal vescovo Mons. Gerardo Antonazzo per l’insediamento del nuovo parroco don Arcangelo D’Anastasio. Un abbraccio corale e affettuoso da parte di tutta la comunità ha accolto, festante con la banda musicale di Arce, Don Arcangelo e l’alto prelato sul sagrato della Chiesa. Erano presenti le autorità civili, tra cui il sindaco di Arce, il sindaco di Castelliri e gran parte della sua comunità, dove il sacerdote ha esercitato con grande amore di padre il suo ministero ed il sindaco di Civitella Roveto, città natale di Don Arcangelo.

Il Vescovo durante la sua omelia ha ringraziato con queste parole tutta la comunità: ‘Oggi Arce accoglie il suo nuovo parroco, nella persona di don Arcangelo D’Anastasio: anche questo è un segno della grazia con cui Dio sostiene la vita delle nostre parrocchie. […] Sono particolarmente riconoscente alla comunità parrocchiale di Arce per la saggia maturità con cui ha accolto e accompagnato l’avvicendamento pastorale tra il carissimo don Ruggero, anche a lui il mio vivo apprezzamento per il ministero compiuto in mezzo a voi, e don Arcangelo‘.

Molto emozionanti alcuni tratti della cerimonia, il primo quando il sacerdote in processione è arrivato ai piedi dell’altare inginocchiandosi ha baciato il crocifisso, poi la consegna dell’aspersorio con cui ha subito benedetto i presenti. Terminata la celebrazione eucaristica non potevano mancare i saluti di rito da parte delle autorità presenti e della comunità che accoglie il loro nuovo pastore. A conclusione Don Arcangelo dopo aver letto la Preghiera del Pellegrino ha ringraziato tutti i presenti, poi il cerimoniere ha invitato ad un agape presso la sala parrocchiale.

– Antonella D’Amata – Foto di Francesco Marra

Confermati nella Fede 45 giovani

Nella parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino.

Quarantacinque ragazzi hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione sabato 10 ottobre nella chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova in Cassino, dal Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo. Chiesa gremita, i giovani cresimandi, emozionati, eleganti e sorridenti, schierati nelle prime file, ognuno col proprio padrino o madrina accanto, poco più in là genitori e familiari, catechiste pronte e attente, Coro parrocchiale ben preparato, fuori pioggia battente di una giornata improvvisamente autunnale, per quanto nello splendore della chiesa sembrasse impossibile.

Appena entrato, il Vescovo Gerardo si è fermato a salutare i cresimandi, fila per fila, con affetto paterno e largo sorriso beneaugurante. Poi è iniziata la solenne Celebrazione Eucaristica. Dopo la proclamazione della Parola di Dio, il parroco Don Benedetto Minchella, ha presentato al Vescovo i giovani candidati alla Cresima che, chiamati uno ad uno, hanno risposto: “Eccomi” e alle interrogazioni del Vescovo se volevano accogliere i doni dello Spirito Santo, hanno risposto: “Sì, lo voglio!”. Una domanda è stata rivolta anche ai genitori e ai padrini e madrine, se fossero disposti ad accompagnare e sostenere con il loro esempio i ragazzi che stavano per prendere un impegno serio della loro vita, hanno anch’essi risposto: “Sì, lo vogliamo!”.

Nell’omelia, particolarmente densa e diretta, il Vescovo Gerardo ha detto di aver ascoltato con grande affetto i nomi di tutti i ragazzi e le risposte loro e dei loro genitori e padrini/madrine: questa è l’alleanza educativa davvero necessaria per un cammino comune e condiviso. Commentando poi le letture appena proclamate, Mons. Gerardo si è soffermato sulla domanda rivolta a Gesù da un uomo che gli era “corso incontro” e in ginocchio gli aveva chiesto che cosa dovesse fare per avere la vita eterna. Ecco, queste sono le domande più importanti della vita, domande che ognuno deve porsi, ha sottolineato Antonazzo. Che cosa fare nella mia vita e della mia vita? E’ la questione decisiva, ha detto. Cosa devo fare per avere una vita bella, piena di senso, di bellezza, di felicità, per fare la propria scelta di vita, che è molto di più della scelta di una professione. Ha raccomandato agli adulti di aiutare i figli a porsi la domanda, ma senza imporre la risposta. Sono loro che devono vivere il travaglio per trovare la risposta a cosa fare della vita. Non va bene qualunque risposta, ha continuato il Vescovo. Vita eterna, ha spiegato ancora, non vuol dire solo la vita dell’aldilà, ma la vita su questa terra, una vita felice e “ricordate, ragazzi, ha concluso il Vescovo, solo Gesù può aiutarvi nella domanda e nella risposta. Solo Dio, e altri nel suo nome, può illuminare la vostra vita”.

La liturgia del Sacramento è andata avanti, con il Credo ed il rinnovo delle promesse battesimali, fino a giungere al momento culminante, l’imposizione delle mani e la preghiera a Dio onnipotente perché infondesse lo Spirito Santo nei giovani cresimandi. E finalmente la crismazione, che il Vescovo ha fatto con il sacro crisma sulla fronte di ogni ragazzo, accompagnato dal suo padrino o madrina. Momento solenne, importante ed emozionante per tutti gli astanti. Bello anche il momento della preghiera dei fedeli, letta da cinque cresimati e dell’offertorio, in cui sono stati loro ancora protagonisti. E anche al termine della celebrazione, alcuni di essi hanno voluto esprimere un ringraziamento, a nome di tutti, ricordando il valore dei sette doni dello Spirito Santo che hanno ricevuto, Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà e Timor di Dio. Infine il Vescovo ha distribuito a tutti un ricordino della giornata. Una celebrazione impeccabile e riuscitissima, nonostante il pienone, con una speciale partecipazione, che mostrava come i catechisti hanno ben lavorato sul piano educativo per questi ragazzi.

In tutti i presenti, nel vedere così partecipi, emozionati, sereni e gioiosi, questi giovani che si affacciano alla vita col viso pulito ed il cuore puro, sinceri nei propositi e certamente pieni di aspettative dalla vita, subentrava un sentimento di tenerezza, di timore sovrastato però da una nuova fiducia in loro e speranza per il futuro, e il bisogno di pregare Dio per loro. Che Dio li mantenga belli come oggi, non tanto per il loro vestito elegante e “da grandi” (cravatte e ciuffi per i ragazzi, tacchi e trucco per le ragazze) di cui probabilmente andavano orgogliosi e per cui altrettanto probabilmente si erano creati problemi in famiglia nei giorni della scelta…, ma che si capiva non era in quel momento al primo posto nei loro pensieri, quanto per quella loro serietà e autenticità di impegno, per quel sorriso e per la limpidezza dello sguardo. Smettiamo di dir male dei giovani seguendo gli stereotipi distruttivi della nostra società. Piuttosto ringraziamo il Signore che ci sono giovani così e chiediamogli con tutte le forze che li sostenga nei loro attuali propositi e li benedica, insieme alle loro famiglie e a coloro che si sono impegnati nella loro formazione. Fuori la pioggia autunnale continuava ad inzuppare la città, ma nei cuori splendeva la primavera.

– Adriana Letta