NODO CRITICO: PA01 da tratto arginato del Panaro fino alla confluenza Po

CORSO D’ACQUA: Panaro TRATTO: da (5 km a monte dell’autostrada A1) alla confluenza Po LUNGHEZZA DEL TRATTO: 77,8 km MILANO

2 SUPERFICIE FASCIA FLUVIALE B: 20,5 km TORINO

COMUNI INTERESSATI Prov. Modena: Bomporto, , Modena , , Modena, , , , Spilamberto Prov. : Crevalcore Prov. Ferrara: Bondeno

POPOLAZIONE RESIDENTE* : 281.700 NUMERO ISTITUZIONI* : 488 ABITAZIONI TOTALI* : 117.386 NUMERO ADDETTI ISTITUZIONI* : 18.956 NUMERO U.L. IMPRESE* : 23.211 SAU (ha)* : 62.576,0 NUMERO ADDETTI IMPRESE* : 106.799

* (riferiti all’intero territorio dei Comuni interessati - fonte dati Istat 1991)

1.1 Caratteri geomorfologici Tra Spilamberto, posto circa 5 km a monte dell'attraversamento dell'autostrada A1, e l'attraversamento della Via Emilia, l'alveo del Panaro ha subito un marcato restringimento per effetto di una progressiva trasformazione verso la tipologia unicursale: in particolare nel primo tratto, fino all'autostrada A1, la larghezza si è generalmente ridotta di oltre il 50%.

Tra la Via Emilia e la S.S. 255 (poco a valle di Modena) l'alveo ha subito trasformazioni rilevanti, con sensibile riduzione della lunghezza per fenomeni di taglio dei meandri, di abbassamento delle quote di fondo e di erosione spondale tuttora diffusi.

A valle della S.S. 255 l'alveo ha, fino alla confluenza in Po, un andamento prevalentemente rettilineo, interrotto localmente da meandri di curvatura accentuata. La larghezza si mantiene pressoché costante, per effetto dell'elevato grado di artificializzazione, determinato da arginature continue, per lunghi tratti in froldo. Nel tronco terminale, dove esistono golene di ampiezza apprezzabile, il corso d'acqua un percorso con maggiore sinuosità ed è interessato da fenomeni di erosione spondale.

1.2 Caratteri geografici e territoriali Il bacino idrografico del fiume Panaro occupa buona parte del territorio della Provincia di Modena, parte di quello della Provincia di Bologna e, limitatamente, le Province di Pistoia (Abetone), Ferrara (Bondeno) e Mantova (Oltrepò Mantovano).

Il Panaro nasce dal Monte Cimone e prende il nome di Panaro a valle di Montespecchio, dopo la confluenza dei torrenti Leo e Scoltenna; allo sbocco nella pianura alluvionale, all'altezza di Spilamberto, il percorso prosegue verso nord e attraversa prima l'autostrada A1, poi la Via Emilia e la linea ferroviaria Milano - Bologna, in adiacenza alla città di Modena; a valle il tracciato devia verso nord - est e diventa arginato fino alla confluenza in Po. In prossimità di Modena vi sono i due affluenti più importanti: il torrente Tiepido e il Canale Naviglio, che recapita le acque meteoriche della città.

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La prima parte del tratto interferisce con le principali infrastrutture viarie e ferroviarie della pianura (autostrada A1, S.S. 9 - Via Emilia, ferrovia Milano - Bologna) ed è adiacente all'insediamento urbano di Modena; verso valle il sistema arginale del corso d'acqua sottende una porzione di pianura molto vasta, densamente insediata e infrastrutturata sino in prossimità degli argini.(vedi Tav. “Caratteri fisiografici e territoriali”).

1.3 Caratteri idrologici e idraulici

Le elaborazioni idrologiche contenute nel PAI forniscono per l'asta del Panaro da Spilamberto alla confluenza in Po le seguenti portate riferite ai diversi tempi di ritorno.

Bacino Corso Sezione Superficie Q20 Q100 Q200 Q500 idrografico d’acqua Prog. (km) Denomin. Km2 m 3 /s m 3 /s m 3 /s m 3 /s

Marano sul Panaro Panaro 84.029 Panaro (monte 696 960 1.180 1.380 1.550 di Spilimberto)

San Cesario Panaro Panaro 104.273 (monte 759 1.030 1.270 1.480 1.660 cassa di espansione)

Panaro Panaro 113.283 Saliceto P. 1.043 780 880 940 -

Panaro Panaro 174.940 Confluenza 1.070 780 880 940 - in Po

Panaro Panaro 25.965 Confluenza 67 120 180 200 240 in Panaro

1.4 Assetto attuale del sistema difensivo Da Spilamberto all'attraversamento autostradale A1, l'alveo non è arginato e scorre molto inciso rispetto alle golene, a causa di processi di erosione del fondo particolarmente intensi manifestatisi in passato; sono relativamente diffuse le opere di sponda, che tuttavia hanno una modesta incidenza sull'assetto morfologico.

Vi sono inoltre alcune opere di difesa trasversale, generalmente in prossimità di attraversamenti, che non si sono comunque rilevate adeguate a riportare in equilibrio l'assetto del fondo rispetto ai fenomeni erosivi e di bilancio del trasporto solido; a valle di tali opere si manifestano infatti consistenti erosioni di fondo, con effetti di scalzamento delle difese spondali.

Immediatamente valle dell'autostrada è ubicata la cassa di espansione, La cassa di espansione, con una capacità di invaso di 15 milioni di m3; sono inoltre in avanzato stato di esecuzione i lavori di ampliamento della stessa, che consentono un aumento del volume di invaso di circa altri 5 milioni di m3.

A valle della cassa il corso d'acqua prosegue con un sistema arginale continuo, il cui tracciato è, per estesi tratti, molto prossimo alle sponde incise; le opere di difesa spondale sono localizzate generalmente a protezione dei rilevati arginali in froldo, in corrispondenza dei punti più sollecitati.

1.5 Fenomeni di dissesto nel corso di piene recenti Novembre 2000 Gli intensi fenomeni pluviometrici hanno provocato un’onda di piena che ha generato livelli idrici prossimi a quelli di guardia nel tratto d’asta fluviale da monte della cassa di espansione all’abitato di Finale Emilia, provocando l’allagamento di alcune golene comprese tra gli argini maestri. Novembre 1994 Il fenomeno di piena ha interessato in modo marginale l'area del nodo critico senza produrre dissesti di rilievo.

2 NODO CRITICO: PA01 Modena

A monte della città di Modena la condizione di maggiore criticità riscontrabile è connessa all'instabilità morfologica dell'alveo, in relazione allo squilibrio di bilancio del trasporto solido, con conseguente esaltazione dei fenomeni di scalzamento sui manufatti di attraversamento e sulle difese di sponda.

Dall'autostrada A1 alla confluenza in Po, permangono condizioni di sicurezza idraulica non adeguata in rapporto all'affidabilità fornita dal sistema arginale, che presenta numerosi e significativi problemi di inadeguatezza connessi ai fenomeni di: sifonamento delle fondazioni (fontanazzi),

rischio di erosione sui tratti in froldo per assenza di difese di sponda o scalzamento di quelle esistenti,

cedimento strutturale del corpo arginale,

sormonto del corpo arginale.

Ulteriore elemento critico, per la sicurezza idraulica della città di Modena e del tratto arginato di valle, è la capacità di laminazione della cassa, che è per altro in corso di adeguamento.

Circa i rischi di allagamento della città di Modena e della aree circostanti, va infine considerata l'insufficiente condizione di regimazione idraulica del Naviglio di Modena, che costituisce l'elemento di smaltimento finale delle acque meteoriche che interessano il centro urbano e che recapita nel Panaro a valle della città; tale sistema non è adeguato per diversi aspetti che riguardano: l'insufficiente capacità di deflusso, il manufatto regolatore alla confluenza, la tenuta idraulico - strutturale delle arginature.

3.1 Assetto morfologico e idraulico di progetto L'assetto di progetto del corso d'acqua prevede la laminazione dell'onda di piena entrante nel tronco per mezzo della cassa di espansione e il funzionamento del tronco di valle arginato con una capacità di deflusso adeguata alla portata di piena uscente dalla cassa.

La portata di progetto rispetto alla quale dimensionare il sistema difensivo è quella con tempo di ritorno di 200 anni. Rispetto all'assetto di progetto, la gestione del nodo idraulico nel corso di un evento gravoso richiede un sistema di preannuncio operante sui livelli idrici in corrispondenza della cassa e in sezioni rappresentative del tratto arginato di valle rispetto a soglie di allerta e di guardia.

3. 2 Interventi principali di piano Gli interventi strutturali da realizzare per il conseguimento dell'assetto di progetto sono i seguenti: da Spilamberto all'attraversamento dell'autostrada A1: a) la realizzazione di opere di difesa spondale, con funzione locale di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell'alveo inciso.

b) interventi di manutenzione straordinaria sulle opere di difesa in alveo:

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il completamento della cassa di espansione esistente tramite l'aumento del volume d'invaso e la riduzione della capacità di deflusso del manufatto di regolazione (intervento in corso); la realizzazione di nuovi argini in sinistra idraulica in corrispondenza dell'immissione del torrente Tiepido;

da Modena alla confluenza in Po a) l'adeguamento degli argini esistenti al fine dell'eliminazione di fenomeni di sifonamento nei pressi delle località Cascina Boni in destra e Cascina Fondo Impero in sinistra, Bomporto, Solara, Camposanto in sinistra e Caselle in destra, Ca' Bianca, Finale Emilia e Santa Bianca;

b) l'adeguamento in sagoma degli argini esistenti nelle località Bomporto in sinistra e tra Camposanto e il confine provinciale Modena-Ferrara (per circa 40 km) in sinistra e destra,

c) l'adeguamento in quota degli argini esistenti a Colombarina (in prossimità del confine provinciale Modena- Ferrara) e Bondeno;

d) l'adeguamento di opere di difesa spondale esistenti e la realizzazione di nuove opere, con funzione di protezione dei rilevati arginali nei tratti in froldo;

e) la sistemazione del Canale Naviglio a difesa degli abitati di e Bomporto mediante il raddoppio del manufatto regolatore esistente in corrispondenza dell'immissione nel Panaro, e la realizzazione di una cassa di espansione lungo il cavo Minutara, in loc. Prati di S. Clemente.

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