Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Il Piano Strutturale della città di

Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche

RELAZIONE GENERALE

Prof. Carlo Alberto Garzonio1

Premessa...... 2 Considerazioni metodologiche...... 6 La carta geologica di base (G2A, G2B, scala1:25.000, G2,1-12, scala 1:10.000) ...... 9 Aspetti litotecnici ...... 17 Analisi geomorfologia (tavole G4) ...... 20 Analisi idrogeologiche (tavv.G5,G6,G7,G8)...... 22 Permeabilità dei terreni (G7A e B, 1:25.000) ...... 27 Vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento dei corpi idrici sotterranei (G8A,B-1:25.000)...... 28 Considerazioni sugli acquiferi ...... 30 Carta degli Ambiti (G12) ...... 32 Le carte di pericolosità...... 35 Pericolosità geologica (tavv.13)...... 36 Pericolosità Idraulica ...... 39 Analisi geoambientali di valenza progettuale: la verifica delle unità di paesaggio, indagini geologiche delle aree di decisione (tavole G1 e G11) ...... 44 Bibliografia ...... 47 Allegati...... 51 Aree di decisione...... 55

1 Docente di Geologia applicata e di Geologia Applicata alla pianificazione del territorio alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. La relazione, che integra una precedente relazione geologica del quadro conoscitivo, allegata alla presentazione della cartografia geo-ambientale alla scala 1:25.000 e 1:10.000, descrive sinteticamente gli elaborati cartografici prodotti per l’elaborazione del piano strutturale e gli elementi di relazione con norme generali. Le indagini sono state condotte nell’ambito di una consulenza al Dipartimento di Pianificazione Urbanistica e Territoriale dell’Università la Sapienza di Roma e dei contratti di ricerca con l’Università di Firenze. Alle elaborazioni geologiche, idroloigche idrauliche e all’informatizzazione hanno collaborato l’Ing. Gigliola Gigli, L’ing. Ilaria D’Urso, il Dr.Geol. Stefano Spallone dell’Amministrazione Comunale, il Dr. Geol. Mariella Affuso, il geom. Carlo Marcoaldi.

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Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Premessa

La funzione della relazione geologica generale è quella di descrivere la ampia documentazione che costituisce il quadro conoscitivo del piano strutturale, in modo sintetico, mettendo in evidenza gli aspetti generali, ma al contempo quelli più pratici o problematici per la gestione del piano. Lo scopo precipuo è di poter informare correttamente non solo i tecnici preposti alla pianificazione urbanistica e territoriale, gli specialisti, ma anche il più ampio numero di persone coinvolte e/o interessate dal piano. Piano che dovrà essere “tarato” al fine di ottenere la corretta valutazione della fattibilità degli interventi, con nuove analisi e contributi così da essere in grado di elaborare il regolamento urbanistico, modulato al meglio sugli aspetti geoambientali. In tal senso sono già evidenti, e nella relazione saranno discussi, alcuni apporti problematici contenuti nelle norme generali del piano, per quanto concerne il Titolo II “ Condizioni e limitazioni derivanti dalle condizioni di pericolosità geologica ed idraulica e delle caratteristiche idrogeologiche” e Titolo III “Risorse naturali”.

La relazione analizza pertanto in particolare la cartografia ufficiale prodotta dalle indagini geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, nonché il contributo delle analisi geo-ambientali per la cartografia di progetto (unità di paesaggio, invarianti strutturali, UTOE), e le valutazioni desumibili dalle cartografie di pericolosità. Come documentazione che verrà allegata alla presente relazione ed alla cartografia, e quindi materiale informativo che approfondisce il quadro conoscitivo, vi è una relazione geologico-tecnica, geo-idraulica e di analisi del paesaggio, più ampia, articolata in settori di indagine specialistica. A questa a sua volta è collegata un’altra relazione idrogeologica. Entrambe le relazioni sono integrate da schemi, grafici, tabelle e cartografie a differente scala. È da segnalare infatti, che per le acque sotterranee, sia per i problemi riconducibili alla salinizzazione, che per quelli relativi all’approvvigionamento da falda, sono tuttora in corso indagini e studi2, il cui esito contribuirà sia ad affinare le valutazioni degli effetti ambientali delle previsioni del piano, che l’elaborazione del regolamento urbanistico per l’applicazione delle norme sui “pozzi” e per la gestione delle acque sotterranee. A tal proposito il partecipa alle attività di monitoraggio secondo il programma della Regione Toscana (Dipartimento Ambiente e

2 Contratto di ricerca tra l’Università degli studi di Firenze ed il Comune di Grosseto avente come oggetto le analisi idrogeologiche per la valutazione delle risorse idriche in funzione del piano strutturale. Garzonio Carlo alberto Pagina 2 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio struttura provinciale, ex genio Civile), con l’ARPAT, la Provincia di Grosseto, in applicazione del D.L. 11 maggio 1999, n.152 (Tutela delle acque). Le norme del piano strutturale impegnano l’Amministrazione comunale a costituire una struttura tecnica per contribuire alla gestione delle risorse idriche.

Si riporta l’elenco della cartografia geologica allegata al piano strutturale. Le cartografie Nord e Sud sono preparate per la stampa alla scala 1:25.000, ed elaborate nella prima fase di avvio del procedimento e di presentazione del quadro conoscitivo. Queste sono state successivamente integrate e per gran parte dei tematismi sono state elaborate cartografie al 10.000:

Tav. G1.A Carta di sintesi delle analisi geoambientali - Nord Tav. G1.B Carta di sintesi delle analisi geoambientali – Sud Tav. G2.A Carta geologica – Nord Tav. G2.B Carta Geologica – Sud Tav. G2.1 Carta Geologica Tav. G2.2 Carta Geologica Tav. G2.3 Carta Geologica Tav. G2.4 Carta Geologica Tav. G2.5 Carta Geologica Tav. G2.6 Carta Geologica Tav. G2.7 Carta Geologica Tav. G2.8 Carta Geologica Tav. G2.9 Carta Geologica Tav. G2.10 Carta Geologica Tav. G2.11 Carta Geologica Tav. G2.12 Carta Geologica Tav. G3.A Carta Litotecnica – Nord Tav. G3.B Carta Litotecnica – Sud Tav. G3.1 Carta Litotecnica Tav. G3.2 Carta Litotecnica Tav. G3.3 Carta Litotecnica Tav. G3.4 Carta Litotecnica Tav. G3.5 Carta Litotecnica Tav. G3.6 Carta Litotecnica Tav. G3.7 Carta Litotecnica Tav. G3.8 Carta Litotecnica Tav. G3.9 Carta Litotecnica Tav. G3.10 Carta Litotecnica Tav. G3.11 Carta Litotecnica Tav. G3.12 Carta Litotecnica Tav. G4.A Carta Geomorfologica - Nord Tav. G4.B Carta Geomorfologica – Sud Tav. G4.1 Carta Geomorfologica Tav. G4.2 Carta Geomorfologica Tav. G4.3 Carta Geomorfologica Tav. G4.4 Carta Geomorfologica Tav. G4.5 Carta Geomorfologica

Garzonio Carlo alberto Pagina 3 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Tav. G4.6 Carta Geomorfologica Tav. G4.7 Carta Geomorfologica Tav. G4.8 Carta Geomorfologica Tav. G4.9 Carta Geomorfologica Tav. G4.10 Carta Geomorfologica Tav. G4.11 Carta Geomorfologica Tav. G4.12 Carta Geomorfologica Tav. G5.A Carta delle isofreatiche a Maggio 1994 - Nord Tav. G5.B Carta delle isofreatiche a Maggio 1994 – Sud Tav. G6.A Carta delle isofreatiche a Settembre 1994 - Nord Tav. G6.B Carta delle isofreatiche a Settembre 1994 – Sud Tav. G7.A Carta della Permeabilità – Nord Tav. G7.B Carta della Permeabilità – Sud Tav. G8.A Carta della Vulnerabilità – Nord Tav. G8.B Carta della Vulnerabilità – Sud Tav. G9.1 Carta delle Pendenze Tav. G9.2 Carta delle Pendenze Tav. G9.3 Carta delle Pendenze Tav. G9.4 Carta delle Pendenze Tav. G9.5 Carta delle Pendenze Tav. G9.6 Carta delle Pendenze Tav. G9.7 Carta delle Pendenze Tav. G9.8 Carta delle Pendenze Tav. G9.9 Carta delle Pendenze Tav. G9.10 Carta delle Pendenze Tav. G9.11 Carta delle Pendenze Tav. G9.12 Carta delle Pendenze Tav. G10 Individuazione delle aree a pericolosità e maggiore rischio idraulico (P.A.I.)3 Tav. G11.A Carta di sintesi delle analisi geoambientali – Nord Tav. G11.B Carta di sintesi delle analisi geoambientali – Sud Tav. G12.1 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.2 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.3 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.4 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.5 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.6 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.7 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.8 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.9 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.10 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.11 Carta degli ambiti idraulici Tav. G12.12 Carta degli ambiti idraulici Tav. G13.A Carta della pericolosità geologica – Nord Tav. G13.B Carta della pericolosità geologica – Sud Tav. G13.1 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.2 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.3 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.4 Carta della pericolosità geologica

3 Tale documento, come sarà indicato nel paragrafo della pericolosità, costituisce un elemento di verifica di lavoro nelle valutazioni di pericolosità idrologico-idraulica, tramite le classificazioni del P.A.I., per la città di Grosseto, superato con le nuove perimetrazioni di detto piano. Garzonio Carlo alberto Pagina 4 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Tav. G13.5 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.6 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.7 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.8 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.9 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.10 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.11 Carta della pericolosità geologica Tav. G13.12 Carta della pericolosità geologica Tav. G14.1 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.2 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.3 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.4 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.5 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.6 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.7 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.8 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.9 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.10 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.11 Carta della pericolosità idraulica Tav. G14.12 Carta della pericolosità idraulica Tav. G. 15.1 Carta della pericolosità Tav. G. 15.2 Carta della pericolosità Tav. G. 15.3 Carta della pericolosità Tav. G. 15.4 Carta della pericolosità Tav. G. 15.5 Carta della pericolosità Tav. G. 15.6 Carta della pericolosità Tav. G. 15.7 Carta della pericolosità Tav. G. 15.8 Carta della pericolosità Tav. G. 15.9 Carta della pericolosità Tav. G. 15.10 Carta della pericolosità Tav. G. 15.11 Carta della pericolosità Tav. G. 15.12 Carta della pericolosità

La prima fase di lavoro per l’elaborazione del quadro conoscitivo è stata svolta nell’ambito della convenzione tra l’Università di Roma, Dipartimento di Pianificazione Territoriale ed Urbanistica ed il Comune di Grosseto. Questa si è basata sostanzialmente sull’utilizzo e verifica dei materiali disponibili, partendo da quelli del Piano Territoriale di Coordinamento e dalla cartografia di base e tematica fornita dal Comune (Piano Regolatore, Varianti). Successivi esami ai sensi del DCR 94/85 e soprattutto per la 230/94 e della normativa relativa all’approvazione del PIT (DGR 1212/99 e 12/00) hanno fatto parte di una seconda fase, attivata con contratto di ricerca con l’Università degli Studi di Firenze (DUPT: Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio, poi DIRES-LAM: Dipartimento di Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici, Laboratorio Materiali e Geologia Applicata alla Conservazione dei Beni Architettonici e Ambientali). Tale fase ha permesso il completamento della cartografia alla scala 10.000, con

Garzonio Carlo alberto Pagina 5 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio controlli di campagna ed elaborazioni più specifiche che hanno permesso di redigere le carte di pericolosità ed una verifica di quelle azioni che sono gli oggetti del piano (aree di decisione) e di contribuire alla compilazione delle norme. Tuttora in corso sono le indagini idrogeologiche, sia per programmare l’esecuzione di punti di eduzione per l’incremento della risorsa idrica sotterranea, per l’approvvigionamento necessario per le previsioni urbanistiche, sia per contribuire ad una politica di piano delle acque adeguata alla situazione di “critica” legata ai processi di salinizzazione e di scarsità della risorsa. Come indicato nella relazione allegata alla prima fase di elaborazione del quadro conoscitivo (luglio 2002), particolare enfasi è posta, oltre a studi specifici idrologici ed idraulici, a nuovi studi in relazione soprattutto alla pianificazione degli interventi ed alla gestione della risorse idriche sotterranee e superficiali, in modo da operare una corretta definizione delle regole di trasformazione territoriale. Per tale ragione sono state elaborati più documenti relativi alla salinizzazione ed alla vulnerabilità delle acque, per sollecitare indagini ed il monitoraggio territoriale volti anche alla valutazione della fattibilità del riutilizzo diretto ed indiretto di acque a differente qualità, con l’arretramento del “cuneo” o meglio delle aree con spessori di acqua salata o con suoli salini, l’incremento delle acque idropotabili ed anche il corretto rilancio della risorsa termale.

Considerazioni metodologiche

Il contributo delle prestazioni e degli elaborati geologi per il quadro conoscitivo così come definito dalla convenzione riguardano le analisi definite dal DCR 94/85 e 230/94 e succ., con l’esclusione di studi specifici idrologici ed idraulici. In realtà, come accennato più avanti, le analisi relative alle zonizzazioni in funzione della pericolosità geologica, geomorfologico-idraulica, sono state valutate in modo differente, nello spirito, anche, della legge 5/95, in funzione di analisi dei valori geo-ambientali (aree di decisione, unità di paesaggio, UTOE). Il lavoro, in relazione anche a quanto prodotto ed indicato dal PTC, si è articolato in una prima fase di raccolta degli studi, delle ricerche e pubblicazioni scientifiche, geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche, etc riguardanti il territorio comunale di Grosseto. Il quadro conoscitivo si è spinto, nelle analisi, oltre i limiti amministrativi in funzione dei tematismi affrontati, in modo da meglio comprendere e relazionare quegli elementi o quelle zone omogenee che le indagini hanno individuato nel territorio comunale (per esempio il sistema delle acque e dei canali di bonifica è stato verificato alla luce degli studi a livello di bacino idrografico, oppure le

Garzonio Carlo alberto Pagina 6 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio unità formazionali sono state confrontate con quelle individuate da studi di aree limitrofe, dove, fra l’altro, si rilevano spesso, descrizioni ed interpretazioni differenti delle stesse unità, etc.)4. È stata pertanto effettuata una raccolta ed un’analisi ragionata dei materiali, dei quali alla relazione è allegata significativo elenco bibliografico, a cui ha fatto seguito l’analisi degli elaborati ufficiali del Comune riguardanti gli strumenti urbanistici e di pianificazione e gli studi specifici riguardanti particolari fenomeni di dissesto, emergenze, la salvaguardia, la tutela e valorizzazione di risorse geo-ambientali (indagini sull’erosione del suolo, analisi del rischio potenziale d’erosione del suolo, della capacità d’uso agricolo-forestale; analisi idrogeologiche in funzione della salinizzazione delle acque dell’area costiera; gli studi sull’erosione costiera, l’analisi dei sistemi di paesaggio della Regione Toscana, gli studi sullo sprofondamento, classificabile come “sinkhole” occorso presso Braccagni5; i dissesti ed i progetti di intervento sugli argini fluviali). Tutti questi dati di base potranno essere opportunamente raccolti ed elaborati in modo da proporre un archivio di lavoro per la messa a punto di una banca dati per il SIT che sia in grado di dialogare in modo efficace con i “prodotti cartografici” informatizzati e al contempo, e questo è un obiettivo importante ed innovativo da raggiungere, specie per il sistema delle acque, di individuare i processi geologici in atto con l’attivazione di specifici programmi di simulazione numerica. Da un lato si ottiene un quadro conoscitivo, suddivisibile, in parte, in un substrato statico, o perlomeno da aggiornare in tempi relativamente più lunghi, con talora la proposta di nuove e specifiche ricerche, dall’altro, un sistema di analisi che in tempo reale sia in grado di verificare i fenomeni in atto. L’esito è per esempio quello di poter conoscere l’evolversi di situazioni a rischio, come la perdita o il danneggiamento di una risorsa quale l’acqua, oppure la posizione del “cuneo salino” in rapporto al degrado del sistema litoraneo, etc. Tutto ciò comporta per alcune aree di considerare il piano strutturale e la fase di elaborazione delle norme (in particolare il regolamento urbanistico) in modo dinamico in funzione anche alle previsione degli interventi nelle specifiche aree di decisione. Inoltre le elaborazioni tematiche effettuate per la messa a punto del quadro conoscitivo possono e devono interagire soprattutto con le conoscenze geografico-paesaggistiche, permettendo in particolare la definizione e la cartografazione degli elementi di relazione e di persistenza, talvolta con valore di segno profondo e non facilmente leggibile, in grado sia di ridefinire i sistemi di paesaggio, i singoli elementi, fino a delle emergenze paesistiche, le invarianti etc., ma anche alcuni aree problema (aree di decisione) che si possono comprendere esclusivamente con la ricostruzione

4 Come è descritto nel paragrafo della geologia, al momento non è utilmente fruibile la documentazione CARG. 5 Tale studio, a cura della Geoprogetti di Grosseto, è stato inglobato nella documentazione del quadro conoscitivo, ed è stato utilizzato per le valutazioni di pericolosità, e per le prescrizioni relative al monitoraggio e ad al controllo dei circuiti idrici profondi. Garzonio Carlo alberto Pagina 7 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio evolutiva storico paesaggistica. Il riferimento è alle aree di dissesto arginale di molti tratti del fiume Bruna6, da collegarsi agli interventi di bonifica del padule di Raspollino, nel quadro dell’evoluzione geomorfologica della pianura, così come il ruolo delle variazioni dei circuiti profondi della acque miscelate termali e fresche nella preparazione dei fenomeni di sprofondamento; ed ancora, l’impatto delle cave di poggio della Moscona, sul sistema carsico in un area di importanza storico- archeologica e paesaggistica, etc. Per quanto riguarda le analisi cartografiche lo studio di riferimento, fornito dal Comune, limitatamente agli elaborati più recenti, è quello prodotto dalla GETAS, sulla “zonatura geologico- tecnica come guida per la sicurezza delle costruzioni”, e che rappresenta l’aggiornamento di un precedente studio sulla base di quanto previsto dal D.R. 94/85, con la classificazione di tutto il territorio comunale in classi di pericolosità e di fattibilità degli interventi previsti o prevedibili. Da questo sono state effettuate le principali verifiche delle carte tematiche di base, Geologiche, litotecniche e geomorfologiche (scala 1:10.000, con rilievi da fotoaeree e sopralluoghi). Mentre le deduzioni riguardanti le pericolosità geologiche, ed un primo quadro, parziale, di quelle geologico-idrauliche, oltre allo studio GETAS sono state fornite dagli studi di settore “ Piano di settore delle pinete e dell’arenile” (2001), disciplina urbanistica della fascia costiera, variante al PRG, art.40 L.R.T. 5/95, e del “Piano del territorio aperto” variante al PRG, art.40 L.R.T. 64/95 e successive modificazioni ed integrazioni (2002). Infine per gli aspetti idrogeologici è stato utilizzato e rielaborato lo Studio della salinizzazione delle acque di sottosuolo dell’area costiera fra Castiglion della Pescaia e Orbetello , effettuato dall’Università di Firenze per la Regione Toscana, che in parte si basa su altri studi alcuni fra cui quelli ad opera della GETAS.

6 Numerosi sono gli interventi sugli argini effettuati dal Consorzio di Bonifica Grossetana. Si ricorda uno “studio geotecnico sui dissesti di un tratto dell’argine del Fiume bruna in località Porta del Colle” a cura della Geotecno di Firenze. Garzonio Carlo alberto Pagina 8 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

La carta geologica di base (G2A, G2B, scala1:25.000, G2,1-12, scala 1:10.000)

Si riportano alcune considerazioni geologiche generali in modo da introdurre la cartografia di base. La carta geologica alla scala 1:10.000, come fra l’altro desumibile dalla lettura della legenda, rappresenta una semplificazione della cartografia disponibile a questa scala del territorio comunale, o su gran parte di esso (GETAS, Piano Territorio Aperto, piano del litorale), con un tentativo di semplificazione alla luce di studi più generali o localizzati della letteratura scientifica (vedi bibliografia allegata). Tale operazione che sicuramente mostra aspetti non sempre “rigorosi”, da un punto di vista dei criteri scientifici, se non avallati da sistematiche ricognizioni o rilievi di dettaglio, ma non sostenibili in questo ambito di indagine, ha come finalità l’avere a disposizione un documento dotato di caratteri di praticità per le successive elaborazioni lito-tecniche. È per questa considerazione ed anche per la non completa ed ufficiale disponibilità, che non sono stati utilizzati i materiali, seppur parzialmente, della cartografia del Progetto CARG. Queste saranno comunque oggetto di confronti e verifiche allorquando utilizzabili su supporto informatico, sia per i necessari approfondimenti, che per aggiornamenti del quadro conoscitivo, sostanziabili nell’ambito di eventuali varianti. L’evoluzione geologica della pianura grossetana e dei rilievi circostanti del territorio comunale di Grosseto è inquadrabile nella storia geologica della Toscana meridionale, e sono riconoscibili molti dei motivi principali riguardanti la storia tettonica, le successioni delle principali unità sedimentari ed in particolare quelli riconducibili all’evoluzioni dei sistemi di pianura costiera più recente.

I motivi geologici presenti si riferiscono agli eventi che hanno determinato l’orogenesi dell’Appennino settentrionale ed ai successivi complessi processi tettonico-sedimentari. Questi, dopo la formazione delle principali dorsali, con la presenza di sistemi di falde sovrascorse, hanno veicolato dal Pliocene al Quaternario, con alterne fasi di fenomeni distensivi e compressivi, le ingressioni e le trasgressioni marine. Queste ultime, a loro volta, hanno contribuito all’attuale assetto geo-morfologico dell’area con sedimentazioni neoautoctone (presenti marginalmente nel territorio comunale) che costituiscono le deboli colline argillose, sabbiose e ghiaioso ciottolose, che borbano la pianura, nell’alta valle della Bruna.

A questo quadro generale fanno seguito gli intensi processi morfogenetici che hanno intensamente modellato i rilievi, con l’incisione dei versanti, l’erosione delle pendici ed il trasporto

Garzonio Carlo alberto Pagina 9 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio notevole a dei detriti a valle. La sedimentazione intensa ha determinato la trasformazione degli ambienti di transizione con il mare, con l’evoluzione delle lagune, delle foci fluviali, delle paludi, dei cordoni litorali e dunali, fino in epoca storica, con le intense modificazioni prodotte dagli interventi dell’uomo, in particolare delle bonifiche.

La successione e l’assetto attuale delle unità formazionali della Toscana Meridionale sono il prodotto di una lunga e complessa storia geologica ed è qui rappresentata praticamente tutta l’evoluzione dell’appennino settentrionale. Si hanno infatti strutture e motivi tettonici di fasi compressive e distensive, affiorano le unità più antiche e quelle più recenti. Si trovano depositi ed apparati vulcanici, come corpi ignei intrusivi. Da cui le diffuse ed importanti mineralizzazioni, ed attività geotermiche.

L’età delle formazioni va dal Paleozoico al Quaternario, ma con una successione irregolare, sia per deposizione disomogenea, discontinua e con serie stratigrafiche ripetute, e soprattutto per sovrapposizione dei complessi eterogenei per motivi tettonici. In altre parole molte delle unità sono parzialmente rappresentate, sono lacunose per scollamento tettonico, talora per gli effetti della sovrapposizione da ovest delle coltri alloctone in s.s. che hanno spostato i cosiddetti terreni “autoctoni” verso est. A tal proposito, proprio nell’area di Grosseto si può osservare che le formazioni dei complessi Liguri Cretaceo-Eocenici sono sovrapposti proprio alle unità più antiche della serie Toscana, incompleta, dove affiora anche il basamento del Verrucano. Quest’0ultimo a testimonianza del completo denudamento tettonico. Anche laddove affiora estesamente la formazione del Macigno, nella parte sud-orientale del territorio comunale, non si rileva la serie completa della falda toscana, che invece si rileva, seppure in modo irregolare nei vicini versanti della dorsale di Mt. Calvo nel comune di Gavorrano. Le unità strutturali affioranti ( Boccaletti et alii, 1982) appartengono pertanto al substrato Paleozoico (Verrucano) delle Unità Metamorfiche Toscane, nei rilievi a nord di Grosseto, a cui sono sovrapposti i sedimenti evaporatici del triassico superiore ed i sedimenti carbonatici da Cretacico al Triassico superiore delle unità toscane. Si hanno poi lembi delle Unità Liguri (formazioni della unità Ofiolitica della Toscana meridionale) e soprattutto delle Unità Sub-liguri. Infine, a chiusura stratigrafica, sono estesamente presenti i terreni marini neoautoctoni e quelli continentali post-Villafranchiani che costituiscono il litorale e la pianura.

Particolarmente importante è la struttura di faglia normale che ha determinato un notevole abbassamento del bordo occidentale che corre lungo i versanti dei rilievi a nord di Grosseto, dal

Garzonio Carlo alberto Pagina 10 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Bottegone fino ai rilievi di Roccastrada (Rapporto Geoprogetti,2003, relazione G2 allegata al pèiano strutturale).

Per quanto riguarda l’elaborazioni della geologia dell’area in studio, come già menzionato nella parte introduttiva alla relazione, sono stati considerati i limiti della cartografia geologica ufficiale, con le distinzioni sostanzialmente confermate dalle analisi della GETAS (1995), con alcune correzioni. I limiti della cartografia alla scala 1:10.000 dello studio GETAS sono stati pertanto riverificati, con alcuni limitati cambiamenti e nuove informazioni riguardanti gli aspetti geostrutturali quali le faglie e le fratture. Come già riferito il prodotto cartografico è su base 1:10.000 vettoriale, e solo per motivi pratici è stato anche presentato in due fogli alla scala 1:25.000.

Sono state pertanto riportate in legenda della carta geologica del territorio comunale di Grosseto le seguenti formazioni7:

Serie Toscana V – Verrucano – (Paleozoico-Trias superiore). È una formazione geologica complessa, prevalentemente detritico ed in parte profondamente metamorfosata. Costituita da anageniti rossicce, quarziti ed arenarie scistose chiare (“verrucano” AA), scisti filladici varicolori associati, nella parte alta della formazione. Nei rilievi a Nord di Grosseto, dove la formazione affiora estesamente, sono individuabili tre facies tipiche: a) Facies conglomeratici, a ciottolati bene arrotondate di quarzo, a volte chiaro, a volte rosso-grigiastro, a volte roseo, in genere delle dimensioni di alcuni mm o alcuni cm, ma spesso anche più grossi. I vari ciottolini appaiono frequentemente interspalmati di laccature micacee, si da poter classificare la roccia come anagenite. Questa litologia affiora nei rilievi di . b) Litofacies arenacea, dove la stratificazione o scistosità è più evidente che nel caso precedente. Si tratta di arenarie di color giallo-ruggine o anche chiare fino a bianche, come avviene subito a nord di Batignano. c) Facies filladica, che manifesta in massimo grado il metamorfismo cui, come detto, tutta la formazione ha soggiaciuto. Il passaggio delle arenarie quarzose agli scisti filladici nella zona di

7 La descrizione generale delle unità fa riferimento a quella riportata nelle note illustrative della Carta Geologica d’Italia ed è integrata da quelle distinzioni operate nei recenti lavori cartografici effettuati per la pianificazione ed utilizzate nella legenda. Garzonio Carlo alberto Pagina 11 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Batignano ha luogo repentinamente ed è segnato da cambiamenti morfologici, con superfici più dolci. I colori di questa facies filladica variano dal violaceo al giallastro o grigio ferro. Tutta la formazione ha subito una intensa storia tettonica, come fra l’altro è ben evidenziato dalla presenza di faglie e fratture riportata in cartografia. Non è pertanto possibile indicare lo spessore, che comunque è dell’ordine delle centinaia di metri. In generale si può osservare che nei rilievi in prossimità del contatto con i soprastanti calcari prevalgono gli affioramenti di facies filladica o filladico-arenacea, mentre nei rilievi più importanti a NE di (Mt. Leoni) si ha la facies più grossolana, conglomeratiche. Infine in prossimità di Roselle si hanno alcune lembi di affioramento del Verrucano in una particolare facies filladico-micascistosa, a struttura nodulare, associata a quarzo, anch’esso a noduletti laminari (nei paraggi di Poggio della Moscona, proprio nel colle della città etrusco- romana, all’interno della stessa cerchia di mura ciclopiche antiche.

Cv – Formazione del calcare cavernoso (Trias, Norico-retico). Dolomie scure fetide, talora ridotte in cenere, calcari cavernosi grigio-chiari, gessi intercalati. Questo complesso si presenta in due facies non sempre distintamente cartografabili. Si tratta di calcari e calcari dolomitici, fino a dolomie vere e proprie, a struttura brecciata, caratterizzati in genere da una vistosa cavernosità derivata da azione di dissoluzione carsica a sviluppo differenziale in dipendenza del variabile contenuto di dolomite e calcite. In qualche caso si è giunti alla formazione di ceneri di dolomia, di colore grigio-scuro, che stanno a riempire i vuoti, spesso a forma di cellette, lascati dalla dissoluzione della componente calcitica. Il Retico affiora estesamente nella zona di Montepescali ed è disseccato in blocchi da un intenso sistema di fraglie. Altri affioramenti meno estesi si hanno nell’area di Poggio Moscona. Si ricorda che tale formazione è bordata da un’importante faglia che ha ribassato ad ovest l’area della pianura ed ha determinato un notevole spessore di sedimenti neoautoctoni, A questa particolare situazione di faglie profonde è riconducibile anche l’attività di quei processi che hanno determinato il recente fenomeni di sprofondamento nella pianura del Bottegone.

Cb (Cme)– Calcari dolomitici, detritico-cristallini, ben stratificati. (Norico-retico). Si tratta di un limitato orizzonte laterale del Cavernoso, costituito da strati e straterelli, anche solo di qualche decimetro di spessore, di calcari e calcari dolomitici detritici, cui sono alternati, sottili letti di arenarie e conglomerati minuti a grani di quarzo roseo o violetto. Caratteristico degli strati calcareo-dolomitici è l’aspetto quasi fibroso della frattura fresca parallela ai piani di stratificazione. Un tipico affioramento è quello nei pressi del podere Bagnolo, a nord di Roselle, spesso circa 10

Garzonio Carlo alberto Pagina 12 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio metri con interstrati di arenarie grossolane a quarzo roseo. Altri affioramenti si hanno intorno al Poggio della Moscona e nei pressi della collina di Rovine di Roselle (come anche nelle mura ciclopiche del centro archeologico). In legenda della carta geologica la formazione viene assimilata a calcarei marmorei con selce e metacalcareniti grigie stratificate con liste e noduli di selce e frequnei intercalazioni marnose giallastre.

Cr – Calcari a Raetavicula (Trias Sup., Norico-Retico) Calcari neri o grigi, stratificati e con sottili intercalazioni marnose di colore giallo. Spessore circa 50 m.

Cma – Calcari Massicci (Lias Inferiore) – Calcari compatti o semicristallini, talora a struttura oolitica o pseudoolitica, di colore bianco, grigio, beige, grigio-azzurrognolo, con plaghe e nuvole a colorazione rossiccia e rosea, talora di aspetto coroide, con venature reticolate bianche, in genere privi di stratificazioni nettamente individuabili. Frequenti tracce di gasteropodi e di altri fossili difficilmente determinabili. Affiora estesamente a Poggio di Moscona. Qui è interessato da vari sistemi di fratture o giunti di fatturazione (dominante è la famiglia di joints di Dip/Dip immersion 105/80-90), con frequenze della spaziatura di 0,5-1. Altri affioramenti si hanno presso le Rovine di Roselle, a levante di Batignano e presso . Lo spessore è di circa 200 metri. In località Montebrandoli è stato coltivato come pietra ornamentale un particolare lembo di calcari oolitici, di spessore da un minimo di pochi dm a qualche metro (max 50m di potenza) caratterizzati da una colorazione rosso-violacea.

Ra – Rosso Ammonitici (Lias inf.- Sinemuriano). Calcari e calcari marnosi con ammoniti e liste e noduli di selce rossa. Spessore di circa 10 m.

Mp – Calcari e calcari marnosi a Posidonia. (Dogger) . È presente tra Poggio Moscona e Montebrandoli, in un affioramento fortemente tettonizzato e quindi privo di assetto regolare della stratificazione. Sono in particolare dei calcari e soprattutto calcari marnosi e marne a grana fine, di colorazione rossastra o rosso fegato, con appunto abbondanti tracce di posidonie, apici, che permettono la distinzione dalla prossima formazione degli scisti policromi.

Di – Diaspri e calcari diasprini straterellati, in genere rossicci, ricchi di radiolari (Malm) – Compaiono in piccoli affioramenti molto disturbati sia a Montebrandoli che a poggio Moscona. Difficilmente cartografabili nelle litologie circostaneti (mp e aMo)

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aMo-cVa Serie di Montebrandoli, Pseudoverrucano e calcari della Vacchereccia (Cretaceo sup-eocene medio). Si tratta di rocce detritiche arenaceo-conglomerati e calcareo detritica. L’affioramento più esteso si ha a SE di Poggio Moscona, ove costituisce la collina di Montebrandoli. Viene a contatto con gli scisti a Posidonia, i diaspri e gli scisti policromi. I calcari della Vacchereccia costituiscono un’associazione di calcari detritici grigio-scuri, di calcari screziati, sottilmente startificati, con picchiettatura color sangue e con noduli di selce, e di calcari marnoso- scistosi, giallastri, talora teneri. Questi ultimi prevalgono e sono stati in parte assimilati in Sc: Scaglia Toscana, insieme alle calcarenitiche del nummulitico (bn) e le argilliti e calcari.

sq-sp – Scisti policromi (Paleocene-Eocene) – Marne scistose scagliose, varicolori prevalentemente rosse e rosso-vinaccia, a cui si alternano sottili livelli calcarei, in genere ricche di microfaune. Affiora esclusivamente presso Poggio Moscona, e si presenta tettonizzato ed impastato in una zona di faglia.

bn – Nummulitico (Eocene medio e sup.) -Calcari neri, reticolati da calcite bianca, ben stratificati in straterelli di pochi dm di spessore con ricca fauna a macroforaminiferi. Affiora in lembi sempre a Poggio Moscona e Batignano. Mg – Arenarie quarzoso-feldspatiche, a cemento argilloso-siliceo e talora, subordinatamente, calcitico (Macign) – Oligocene. Si tratta di un flysch torbiditico, con arenarie a granulometria gradata e con sottili intercalazioni siltoso-marnose che localmente possono raggiungere notevole consistenza fino a diventare prevalenti. In superficie si presentano notevolmente alterate fino a dar luogo ad estese coltri detritiche sabbioso-limose. La formazione affiora estesamente nell’area orientale e sud orientale del comune di Grosseto con rilievi collinari a debole morfologia.

Complesso Ligure

Asf – Complesso degli argilloscisti (Eocene ) – Argilloscisti prevalentemente grigio-scuri, con patine mangasifere, associati a calcari arenacei compatti nerastri e ricchi di vene di calcite spatica. In questa unità sono inglobate altre unità formazionali.

ca – Alberese (Eocene) – Flysch calcareo marnoso prevalente. Calcari marnosi chiari. Più o meno compatti, marnoscisti e più raramente argilloscisti indistinguibili da quelli della formazione

Garzonio Carlo alberto Pagina 14 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio asc. Fanno parte di questa formazione lenti più o meno estese e potenti di brecciole a calcari fini (bca). La frazione carbonatica è prevalente ed a luoghi dominante. Queste due unità affiorano in prevalenza nei rilievi dell’Uccellina ed alcuni affioramenti, in particolare quelli argillitici , si trovano ad est di , sopra il Macigno, ed a Montebrandoli.

Ciclo neogenico- Terreni quaternari Tutti i terreni neoautoctoni corrispondono a sedimentazione recente che ha costituito il sistema della pianura costiera e delle pianure e fondovalli minori. Sono distinte le seguenti unità8:

Q – Alluvioni terrazzate antiche- Costituite da ciottolami poligenici sciolti o poco cementati; ciottoli con dimensioni variabili da qualche mm ad alcuni cm. Lo spessore è limitato ad alcuni metri.

q – Alluvioni terrazzate recenti – Argille ed argille sabbiose con intercalati livelli di sabbie e di ghiaie più o meno cementate i cui ciottoli hanno dimensioni variabili da qualche mm a diversi cm.

Alluvioni recenti ed attuali distinte in: Acg- Argille sabbioso-ciottolose, in assetto generalmente rilevato rispetto ai terreni tipici di bonifica ( non quelli cosiddetti di gronda). Si tratta di materiale grossolano ghiaioso e talora ciottoloso immerso in matrice sabbioso-argillosa, quest’ultima a luoghi prevalente. As – Limi sabbioso-argillosi, che costituiscono la fascia di deposizione attuale del fiume Ombrone, in parte controllata dalle arginature. Ag – Ghiaie in matrice argillosa. Presenti al margine settentrionale della pianura del Bruna e in lembi limitati presso l’Ombrone. Depositi costituiti da argilla e limo e rari ciottoli di varia dimensione. aa - Argille e limi argillosi. Corrispondono a zone di colmata naturale (alluvioni in s.s.) o indotta. d – Sabbie sciolte del litorale e delle dune costiere e dell’area deltizia. Costituiscono cordoni continui di dune che bordano la linea di costa. Depositi sabbiosi a granulometria medio-fine in parte sciolti ed in parte fissati dalla vegetazione della pineta. Morfologicamente rilevati rispetto ai limitrofi terreni di bonifica.

8 La distinzione è sostanzialmente quella della Carta Geologica d’Italia, adottata in tutti i lavori cartografici relativi al territorio grossetano. Pertanto rimandiamo ai precedenti lavori GETAS e relativi al Piano del territorio aperto

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tr- Travertini. Affiorano nella fascia poco a sud di Bagni di Roselle e sono rappresentati da farine calcaree poco coerenti e da concrezioni; si trovano intercalati ai depositi alluvionali e detritici e sono in relazione con la risalita di acque idrotermali dal subtrato.

dt – Detrito. Clasti lapidei di differente dimensione inglobati in matrice sabbioso-limoso e subordinatamente argillosa.

Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla tettonica in carta rispetto alla documentazione ufficiale sono state riportate alcune linee di faglia nell’area di e nell’area di Roselle rilevate da foto aerea e/o desunte da interpretazione geologica rispetto a delle ricerche in corso. L’analisi delle strutture disgiuntive risulta importante nella successiva elaborazione delle litologie presenti soprattutto nel quadro della classificazione a fini idrogeologici, che trova rappresentazione nella carta della permeabilità.

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Aspetti litotecnici

La carta litotecnica mostra i principali caratteri litologici e del comportamento meccanico dei materiali affioranti. Le formazioni geologiche della carta G2 sono state interpretate e verificate e successivamente accorpate in 10 unità geologico-tecniche in funzione delle prevalenti generali caratteristiche litologiche desumibili dall’esame dei materiali, da analisi dirette e per i terreni della pianura da studi ed indagini geognostiche. Queste ultime informazioni sono sostanzialmente quelle elaborate e cartografate9 nel rapporto integrativo della GETAS (1995). Nella carta sono riportati i principali punti relativi ad indagini geognostiche aggiornate ai lavori delle varianti del piano aperto, selezionate in funzione dei sondaggi geostratigrafici, delle prove penetrometriche statiche e dinamiche, pozzetti geognostici ed altri punti di controllo del sottosuolo, soprattutto coincidenti a pozzi di interesse idrogeologico (sia pozzi di rete acquedottistica che di falda)

La cartografia litotecnica riguarda di fatto le formazioni affioranti considerate senza particolari spessori di copertura per quanto riguarda le unità dei rilievi. Altrimenti sono distinte le unità detritiche, in parte verificate nelle successive analisi geomorfologiche. Per i terreni di pianura si rende necessario organizzare all’interno delle unità i dati relativi ai differenti spessori di copertura, di alterazione e con caratteristiche stratigrafiche e litotecniche differenti, in particolare di quelli argillosi e di bonifica. Sono stati pertanto avviati delle analisi per elaborare delle procedure di raccolta e schedatura dei dati geotecnica per inglobarli nei gis del territorio comunale ed fornire le informazioni, e gli aggiornamenti al sit. La classificazione è quindi qualitativa, ma sufficientemente rigorosa per esprimere le valutazioni sul comportamento dei terreni in relazione alla “pericolosità geologica e geomorfologica”. Sono state distinte le seguenti unità:

1. Unità dei terreni detritici, costituiti da materiale granulare con buone caratteristiche geotecniche. 2. Unità dei terreni prevalentemente argillosi delle bonifiche con caratteristiche geotecniche scadenti legate al grado di consolidazione raggiunto dai materiali.

9 I punti di controllo del sottosuolo riportati nella carta geologico-tecnica G3 sono quelli desunti direttamente dalle cartografie dei lavori citati, ma non è stato tuttavia possibile recuperare i dati originali. Garzonio Carlo alberto Pagina 17 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio 3. Unità dei depositi alluvionali antichi, eterogenei di buoni caratteristiche geotecniche. 4. Unità dei depositi sabbiosi con caratteristiche geotecniche variabili in funzione del grado di addensamento e della presenza di falda. 5. Unità dei depositi alluvionali recenti a granulometria prevalentemente fine con comportamento geotecnica variabile, generalmente dotati di basse caratteristiche meccaniche. 6. Unità dei complessi rocciosi con elevata resistenza meccanica costituita in prevalenza da litotipi calcarei. 7. Unità dei complessi metamorfici a resistenza meccanica da elevata a media. 8. Unità dei complessi calcarei marnosi e delle marne a comportamento meccanico intermedio tra rocce dure e rocce tenere. 9. Unità strutturalmente complessa a prevalenza argillitica e marnosa, tenera, a resistenza meccanica bassa. 10. Unità strutturalmente complessa di flysch arenaceo con resistenza meccanica variabile in relazione alla degradabilità.

Dall’osservazione sia della legenda che della carta litotecnica risulta evidente che esistono sostanzialmente 3 unità che mostrano una critica, con scarse caratteristiche fisico-meccaniche. La prima è l’unità 9 : Unità strutturalmente complessa a prevalenza argillitica e marnosa, tenera, a resistenza meccanica bassa, che costituisce alcuni versanti nelle aree collinari presso Roselle e soprattutto nei rilievi di Alberese. In relazione al comportamento complesso controllato soprattutto dalla componente argillitica inglobante i materiali lapidei fratturati, è possibile l’occorrenza di lenti processi gravitativi. Per locali condizioni idrauliche ed in presenza di coperture detritico-colluviali, alterate, etc., si possono innescare fenomeni di rapido decadimento fisico-meccanico, fino a produrre dissesti, soprattutto in coincidenza di interventi erronei o di inadeguato sostegno o drenaggio. Una seconda unità è la 10: Unità strutturalmente complessa di flysch arenaceo con resistenza meccanica variabile in relazione alla degradabilità. È caratterizzata da comportamento variabile e complesso in relazione in prevalenza ai processi di fatturazione ed alterazione dei litotipi. Tale unità costituisce gran parte dei rilievi ad est di Roselle ed a sud-est di Grosseto e mostra coperture detritiche e roccia alterata fino alla decoesione dei litotipi arenacei. Come sé descritto nel paragrafo della geomorfologia e poi nella valutazione della pericolosità molti pendii in tale unità sono soggetti a diffusi processi erosivi, talora a “rill”, soliflussi, che a loro volta alimentano il trasporto solido nei fossi in corrispondenza di eventi meteorici intensi con esondazione alla base dei versanti.

Garzonio Carlo alberto Pagina 18 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Nella pianura è classificata come particolarmente critica per il comportamento geotecnico da terreni deboli l’unità 2 : Unità dei terreni prevalentemente argillosi delle bonifiche con caratteristiche geotecniche scadenti legate al grado di consolidazione raggiunto dai materiali. Questi terreni possono essere localmente (in particolare nelle fasce prossime al Bruna, ovvero in quelli depressi e soggetti a fenomeni di allagamento, etc., ) soggetti a significativi fenomeni di subsidenza o di variazioni volumetriche i relazione alle condizioni di saturazione. Per altri punti di vista soprattutto correlabili al comportamento in funzione dei processi morfodinamici ed idrogeologici, particolarmente importanti sono le unità detritiche (1: Unità dei terreni detritici, costituiti da materiale granulare con buone caratteristiche geotecniche), poste alla baes dei pendii, che in relazione alla granulometria ed all’assetto possono essere soggette ad erosione ed infiltrazione di acque di ricarica; e l’Unità 4, dei depositi sabbiosi con caratteristiche geotecniche variabili in funzione del grado di addensamento e della presenza di falda.

Garzonio Carlo alberto Pagina 19 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Analisi geomorfologia (tavole G4)

Gli aspetti geomorfologici generali del territorio della pianura di Grosseto sono stati ampiamente trattati in letteratura, e si rimanda in particolare alle note contenute nel libro sulla Toscana meridionale (AA.VV . Storia naturale della Toscana meridionale, 1993), alle analisi descrittive del PTC, nonché alle relazioni prodotte nell’ambito degli studi al piano strutturale (relazioni sul paesaggio). Le analisi geomorfologiche hanno in particolare riguardato l’individuazione delle forme, sia di erosione che di deposito, legate a precisi processi morfogenetici. L’indagine è stata impostata sulla base dell’elaborazione delle tavole alla scala 1:10.000 del tematismo in oggetto redatte dalla GETAS di Pisa, sia tramite un controllo delle foto aeree, che, per talune situazioni, con una verifica diretta in campagna. Per il tipo di condizioni geologiche e geomorfologiche del territorio in esame, i processi morfogenetici principali riguardano il sistema della pianura e quello della costa sabbiosa. Questi sono connessi a fenomeni idrologici, e fluviali (evoluzione dell’alveo dell’Ombrone e del Bruna) ed al sistema dei canali e delle differenti aree prodotte dalla storia delle bonifiche. Per tale ragione non sono presenti fenomeni attivi cartografabili, ma le considerazioni utili alla valutazione geoambientale si ritrovano in documenti di sintesi della evoluzione che ha avuto la pianura nella storia (si veda la carta elaborata da Ciampi e Marcaccini, allegata al quadro conoscitivo, ove sono riportati i limiti della aree umide ancora oggi ricostruibili dalla lettura stereoscopica delle foto aeree e confrontabili con quelle riportati nella carta storica ed anche nel recente lavoro di Luti et alii, 2000).

Più rapidi sono invece attualmente i fenomeni costieri, che sono, tuttavia, meglio rappresentabili negli studi recenti sull’erosione delle spiagge (Pranzini, 2000). L’unica eccezione riguarda i fenomeni di subsidenza ed in particolare quelli di sprofondamento (sinkhole) che hanno interessato la pianura presso Braccagni, e che sono attualmente oggetto di studio e di verifica. Sui versanti, sia per la limitata estensione dei terreni collinari, generalmente dotati di buone caratteristiche litologiche, che per la modesta acclività dei pendii, sono presenti limitati fenomeni di instabilità. Si rilevano solo alcuni corpi di antiche frane, uno di attività recente a sud di Montepescali, altri fenomeni gravitativi, collegati a soliflussi più o meno generalizzati, in versanti della coltre detritica delle arenarie del Macigno (colline a est e ad sud-est di Grosseto, colline di Grancia). Sempre in questi versanti sono rilevati fenomeni di ruscellamento diffuso, e talora concentrato, spesso a carattere stagionale in relazione alla maniera di coltivazione o agli effetti di

Garzonio Carlo alberto Pagina 20 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio pascoli sovraccaricati. Altri fenomeni erosivi, riguardano i fossi di versante, e le vallecole con ruscellamento concentrato. In taluni versanti possono determinare in corrispondenza di eventi meteorici intensi fenomeni di esondazione e deposito alla base dei versanti (p.es valle del T.maiano, nella zoma di Rispescoa, etc.). Altre forme anomale di incisione sono presenti presso Roselle, prodotte da processi di corrosione. In quest’ultimo contesto (superfici nel calcare massiccio di Poggio Moscona) sono presenti morfologie carsiche, con doline, fori, piani carrati, scanalature, etc. In carta sono riportati i bordi delle principali depressioni carsiche.

Per quanto riguarda gli aspetti della morfologia antropica, quali le cave si rimanda alla documentazione relativa al PRAE, a quanto riportato nel PTCP ed ai singoli studi disponibili presso l’uffici di competenza del Comune di Grosseto. Attualmente tutte le cave sono chiuse (sia di pianura che di versante, salvo interventi in funzione dei progetti di ripristino ambientale e di intervento nelle porzioni stabili ad assetto orizzontale a Roselle). Sono comunque riportate le cave come nella carta del 1995. Per l’importanza della fascia costiera, del sistema delle dune, sia in funzione dell’erosione della spiaggia che del rapporto tra falda freatica dolce, acque salmastre ed acque salate (“cuneo salino”, sono state riportate le differenti unità litogeomorfologiche. Sempre a livello areale sono riportati i terreni di recente deposito dal Quaternario all’Olocene attuale (alluvioni terrazzate, alluvioni recenti, detriti, conoidi). Infine è riportata la rete drenante e scolmante del sistema delle bonifiche della pianura, le connesse porzioni di reticolo nei rilievi collinari ed alcuni bacini artificiali di irrigazione. In funzione delle valutazioni sulle aree a pericolosità idraulica, sono riportate anche le zone individuate da uno studio della Provincia soggette a sedimentazione, a ad trasporto solido.

Infine per quanto riguarda i dissesti è riportato il fenomeno del sinkhole del Bottegone, di cui lo studio della Geoprogetti e del Politecnico di Torino. Questo materiale che costituisce il quadro conoscitivo (relazione G2) è stato utilizzato per la carta della pericolosità e per le future azioni, aventi valore di norma, seppur transitoria del piano, per le mitigazioni del rischio.

Garzonio Carlo alberto Pagina 21 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Analisi idrogeologiche (tavv.G5,G6,G7,G8)

Particolare attenzione è stata posta negli aspetti idrogeologici del quadro conoscitivo, per l’importanza che la risorsa idrica riveste per il territorio della piana di Grosseto e per il territorio della Maremma, non solo in relazione alle attività, programmabili e sostenibili, ma soprattutto dal punto di vista della tutela e valorizzazione ambientale. Tutela che vuole tuttavia basare le azioni future nella gestione articolata, differenziata dei vari tipi di risorsa idrica presente nel territorio grossetano, in funzione di un aumento della disponibilità e della qualità delle acque nella loro complessità La cartografia costituisce una prima sintesi dei dati disponibili, verificati, reinterpretati e raggruppati con legende semplificate finalizzate a classificare il territorio in relazione alla definizione del quadro conoscitivo adeguato al piano. Indagini a tutto campo sono in corso su vari aspetti (vedi premessa); un recente lavoro dello scrivente (Garzonio C.A., 2003), tenta una ricostruzione del sistema degli acquiferi profondi collegati con idrostrutture di subalveo del fiume Ombrone.

Come descritto nell’introduzione metodologica sono state prodotte le seguenti cartografie: • Carte delle isofreatiche e della conducibilità relative a due periodi diversi, per valutare le variazioni delle acque nel tempo, e che permettono una prima zonizzazione di gran parte della pianura rispetto al problema della vulnerabilità degli acquiferi, insieme alla carta della permeabilità. • Carta della Permeabilità dei terreni, elaborata sulla base della carta litologica, delle osservazioni della carta pedologica (Sevink et alii, 1986; Beemster, 1987). • Carta della Vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento redatta, seppure in modo preliminare, con la metodologia proposta dal CNR-GNDCI, utilizzando oltre le carte precedenti, alcune stratigrafie di pozzi. Queste documentazioni cartografiche che riguardano le acque, danno indicazioni sulla loro dinamica, sia in superficie che in profondità, e permettono di rilevare sia alcuni elementi di pericolosità che di valore del “territorio” di Grosseto.

Come ricordato in precedenza la pianura costiera di Grosseto, dei fiumi Ombrone e Bruna, è il risultato del riempimento sedimentario quaternario di una struttura depressionaria, con uno spessore del deposito di oltre 200m. Dalla carta geologica e litologica si osserva l’ampia distribuzione di materiali alluvionali di differente granulometria e genesi, di colmate, di una importante fascia

Garzonio Carlo alberto Pagina 22 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio costiera di depositi sabbiosi di spiaggia e di complessi dunali. Nei pressi di Roselle sono inoltre presenti detriti e livelli travertinosi prodotti dalla risalita di acque termali. Bravetti e Pranzini (1987) sottolineano l’importanza della ricostruzione dell’evoluzione sedimentaria per la comprensione dei problemi connessi alla salinizzazione. Lo spessore notevole di sedimenti prodotti dalla trasgressione olocenica, in prossimità della costa, sia alluvionali che marini e lagunari, suggerisce anche la presenza di acque salate e salmastre nei depositi non consolidati. La stessa storia geomorfologica recente, legata soprattutto all’agente antropico (gli ultimi 3000 anni) che, con gli effetti sul trasporto solido fluviale delle attività agricole e della deforestazione ha prodotto il rapido avanzamento della pianura, accelerandone l’evoluzione naturale anche con gli interventi di bonifica, suggerisce la presenza di sedimenti seppelliti ricchi di acque salate. Nella pianura sono individuabili due complessi acquiferi principali. Il primo corrispondente alle ghiaie e alle sabbie fluviali, poste a differenti profondità, in falde confinate e semiconfinate10. Vengono in superficie nelle zone d’alveo dell’Ombrone ed in alcune zone ai margini della pianura, dove si ha continuità con i detriti di falda e talora con i versanti (in particolare nella zona di Roselle). La trasmissività ottenuta da prove di portata è dell’ordine di 10-2, 10-3 m2/sec, mentre il coefficiente di immagazzinamento varia da 1,2.10-4 a 6,1 . 10-6. Gli acquiferi che sono sfruttati principalmente per l’agricoltura, con oltre 4000 pozzi, ma anche dall’acquedotto, sono alimentati dai corsi d’acqua (l’Ombrone, e localmente da impluvi occasionali o intermittenti, affluenti della Bruna) e dalle acque di infiltrazione dei versanti circostanti. Proprio in alcuni litotipi detritici ed in alcuni versanti l’alimentazione è maggiore e questi rappresentano, oltre agli alvei, le zone di maggiore vulnerabilità e che necessitano di interventi di salvaguardia dei processi di infiltrazione e di accumulo della risorsa. Il secondo complesso corrisponde alle sabbie della fascia costiera. Le falde sono freatiche, di scarsa entità, alimentate esclusivamente dalle precipitazioni meteoriche. Sono presenti numerosi pozzi di piccola profondità utilizzati da campeggi e da residenze estive (vedi situazione attuale nella cartografia e nella relazione del Piano di Settore delle Pinete e dell’Arenile, parte geologica). Della pianura esistono alcune ricostruzioni dell’andamento della superficie piezometrica, relative a differenti anni e stagioni. Per la cartografia di supporto al quadro conoscitivo sono state utilizzate le carte delle isofreatiche e della conducibilità elettrica relative al 1994 (Pranzini, 1995) che sono le più recenti. Un approfondito studio risalente al 1984-1985 è quello della GETAS, precedente al primo studio geologico tecnico sul territorio comunale (GETAS,1985) La carta delle

10 Pozzi profondi da 120 a 150 m nelle aree ad ovest, sud ovest di Grosseto “pescano” in questi livelli, con acque dolci di discreta qualità e con portate significative, ovviamente da monitorare per valutare gli effetti dell’eduzione nel complesso sistema degli acquiferi. Garzonio Carlo alberto Pagina 23 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio piezometrie riportata in tale studio relativa all’aprile 1985 mostrava che la superficie piezometrica è ovunque al di sopra del livello marino (in una condizione poco disturbata dagli emungimenti). Al contrario la piezometria relativa alla fine dell’estate 1984 evidenzia la grande estensione della pianura con falda al disotto del livello marino, anche di numerosi metri (>10m). Nel 1994, in autunno, la situazione è sensibilmente cambiata. La depressione della superficie piezometrica è meno estesa, mentre l’alto della superficie freatica nella fascia costiera risulta quasi annullato. La causa risiede nella diminuizione degli emungimenti per l’irrigazione ed un aumento dello sfruttamento dei pozzi nei periodi di vacanza. I dati di conducibilità elettrica si riferiscono allo studio di Pranzini (1995), e si riferiscono alle misure effettuate nel settembre 1994. La salinità aumenta fra la tarda primavera e l’autunno a seguito degli emungimenti estivi. I valori di conducibilità, così come anche riportato nella cartografia allegata (G6 e G7), oltre alle aree prossime alla costa, sono particolarmente elevati in altre aree ad elevata salinità, nelle zone interne. La presenza di queste aree non può essere spiegata con fenomeni di intrusione marina (cuneo salino), ma può essere interpretata con altri meccanismi di salinizzazione tramite l’analisi del chimismo (Pranzini & Bencini, 1996). La analisi chimiche fondamentali (185 acque di pozzo, 6 sorgenti e 2 corsi d’acqua, dove su 32 campioni sono stati determinati Br, Sr e Li; e su 18 campioni di pozzo effettuate le analisi isotopiche) permettono di individuare tre tipi acque fondamentali: a) le acque solfato alcaline terrose; b) le acque clorurato-alcaline; c) le acque clorurato alcalino-terrose. È significativo sottolineare la quasi totale assenza di acque bicarbonato alcalino-terrose, che generalmente sono quelle più comuni. Le acque del primo tipo sono le più diffuse, con elevati valori di TDS (Total Dissolved Solids) che producono elevati valori di conducibilità elettrica, e prevalgono nella parte centro- settentrionale della pianura Grossetana (l’area circostante l’abitato di Grosseto, dalla destra dell’Ombrone, fino ad oltre Roselle). Il chimismo è legato al dilavamento delle formazioni evaporitiche, come fra l’altro confermato anche dalla salinità anomala dei corsi d’acqua, ed alle acque termali. La acque del tipo clorurato alcalino che raggiungono la maggiore salinità totale sono collegate all’intrusione marina, come rilevato dai dati di pozzi distribuiti lungo la fascia costiera e dalla progressiva diminuzione di salinità verso l’interno. Le acque clorurato alcalino terrose, rilevate in pozzi interni alla pianura, sono di difficile interpretazione, ed appartengono ad una famiglia idrochimica piuttosto disomogenea. In parte possono essere connesse a processi di scambio inverso tra acque di origine marina ed argille, ovvero a processi di invecchiamento delle acque di infiltrazione al contatto con i sedimenti.

Garzonio Carlo alberto Pagina 24 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio In sintesi gli studi effettuati mettono in luce la seguente situazione: • La falda dolce freatica lungo il cordone sabbioso litorale galleggia praticamente sull’acqua salata con profondità massima di 10 m. Il grado di salinità dell’acqua sottostante la falda dolce diminuisce progressivamente verso l’interno. Se non disturbata dai pompaggi si ha una larghezza di 500 metri di intrusione marina e di altri 500 metri circa di diffusione molecolare della salinità. • Nelle aree di retroduna, la salinità è spesso riconducibile alle acque intrappolata nei sedimenti lagunari recenti. • In alcuni tratti della fascia costiera l’intrusione marina è favorita ed accentuata dal pompaggio della falda dolce da parte dei pozzi dei camping e delle abitazioni private (, Principina), dove i coni di risalita, anche se per emungimento stagionale, causano la diffusione laterale dell’acqua salata (la fascia di intrusione raggiunge 1,5-2 km). • In alcuni tratti della costa l’ingresso e la diffusione di acqua salata dipende dall’ingressione dal mare in canali e lungo vie topograficamente depresse, in coincidenza di mareggiate (per es. canale di San Leopoldo, in misura minore il canale di San Rocco, anche l’Ombrone stesso, in particolare nelle zone di lama interdunale che il delta ha troncato). • La salinizzazione delle aree interne, sulla base delle analisi chimiche ed isotopiche, è dovuta non a meccanismi che coinvolgono il miscelamento di acqua di mare, ma è causata da fenomeni di evoluzione chimica e subordinatamente ad acque marine connate nei sedimenti lagunari. • È inoltre da ricordare l’apporto di sali legata al chimismo solfato alcalino terroso anomalo del fiume Bruna e del torrente Bai, legata alla presenza dei gessi del loro bacini montani ed anche al sistema minerario. • Importanti risultano poi le risorse termali (delle quali sono necessari ulteriori studi approfonditi per qualsiasi interventi di valorizzazione e sfruttamento razionale delle acque termali), dove le sorgenti di Roselle e di Poggetti Vecchi testimoniano la presenza di un importante serbatoio geotermico. L’acqua risalente si miscela con quelle della falda e contribuisce alla salinizzazione. Nei pozzi corrispondenti alle strutture tettoniche principali (faglia che corre al bordo orientale della pianura) si hanno temperature di almeno 40° superiore alla media della falda. In generale si hanno temperature fra 20 e 22° che localmente arrivano fino a 27°. L’analisi isotopica ed il chimismo indicano nelle rocce evaporitiche il serbatoio geotermico di importanza regionale.

Garzonio Carlo alberto Pagina 25 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio L’interpretazione delle carte idrogeologiche, della permeabilità ed anche della vulnerabilità allegate permettono di inquadrare le principali caratteristiche del sistema idrogeologico e l’idrochimica delle falde della pianura e delle aree locali di infiltrazione nei versanti, qui brevemente descritte. L’approfondimento di queste tematiche, insieme a quelle dei fenomeni ideologici, costituiscono il riferimento geo-ambiemtale di qualsiasi pianificazione del territorio di grossetano. Sia che questa riguardi i rapporti con l’evoluzione della costa, lo stato della vegetazione lungo il litorale sabbioso; sia che abbia come oggetto l’agricoltura, la sostenibilità e la compatibilità delle varie colture. Oppure che ponga fra gli obiettivi il rilancio di attività tese a valorizzare le risorse idrogelogiche, idrotermali ed anche quelle più paesaggistiche, prodotte dalla storia delle sistemazioni idrauliche. Come già accennato, l’attuale fase di studio e di raccolta, aggiornamento ed elaborazione del quadro conoscitivo generale del territorio di Grosseto, non è in grado di fornire risposte esaurienti per una corretta valutazione di fattibilità di interventi volti all’incremento della risorsa sotterranea. Dalla lettura delle carte allegate ed in particolare della conducibilità è possibile al momento tentare una prima zonizzazione della pianura con una fascia critica che è oggetto delle norme generali. Solo un piano di nuove indagini in grado di aggiornare gli studi precedenti, di monitoraggio continuo delle risorse, di modellazione simulazione dei processi idrologici ed idrogeologici, in altri termini, un piano globale delle acque, spinto oltre il territorio comunale, sarà in grado di supportare seriamente la pianificazione della zona. Anche alla scala di singoli, seppure importanti, interventi locali. La cartografia allegata vuole essere un ambizioso seppure limitato contributo in tal senso, a suggerimento della necessità di nuovi e immediati studi, dove l’amministrazione comunale, insieme agli altri soggetti preposti, ma con un ruolo centrale, proprio per la centralità e l’unicità della pianura costiera grossetana, dovrà attivare. Si descrivono di seguito brevemente le altre cartografie allegate.

Garzonio Carlo alberto Pagina 26 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Permeabilità dei terreni (G7A e B, 1:25.000)

La carta è stata realizzata individuando delle unità grossomodo omogenee dal punto di vista della probabile infiltrazione delle acque. I criteri sono quelli indicati in letteratura ed adottati negli studi della zona (Piano territorio aperto, relazione geologica; Piano settore delle pinete e dell’arenile, Analisi idrogeologiche). Di tali studi sono state eseguite marginali modifiche in relazione alle unità litologiche. Le unità infatti non costituiscono la diretta emanazione delle classi della carta geologico-tecnica, ma per la finalità del documento in esame, che si basa sui processi d’infiltrazione e/o di ruscellamento della carta della permeabilità, sono state effettuate alcune differenti classificazioni a partire dalle unità della carta geologica. In sintesi i terreni sono classificati per due tipi, e cioè per porosità (permeabilità in piccolo), e per porosità secondaria o fessurazione (permeabilità in grande). Il primo caso (P) riguarda pertanto rocce che hanno acquisito i caratteri di permeabilità sin dalla loro origine (rocce sciolte clastiche grossolane tipo ghiaia o sabbie), ove i pori sono intercomunicanti; il secondo (S) le rocce in cui la permeabilità si è realizzata in tempi successivi alla loro formazione (calcari fratturati, ammassi rocciosi tettonizzati). In altri termini queste rocce pur essendo impermeabili alla scala del campione, permettono l’infiltrazione e lo spostamento di acqua gratifica in meati localizzati e spesso di luce notevole, diaclasi, faglie, giunti di stratificazione, piani di scistosità, fessure da raffreddamento, etc. Per le formazioni carbonatiche e, talora, per quelle composte da materiali in tutto o i parte solubili (gessi, anidridi, etc.), come avviene per alcune formazioni geologiche dei rilievi collinari del territorio in esame, alla porosità secondaria si sovrappongono importanti fenomeni chimico- dissolutivi di tipo carsico. Sono state pertanto distinte le seguenti unità: ¾ IMP : Unità litologica a permeabilità molto scarsa (aa11, ag,bn, mp) ¾ SP-P : Unità litologica a permeabilità medio-scarsa per porosità (as, tr) ¾ MP-P : Unità litologica a permeabilità media per porosità (acg,q,Q). ¾ MP-S :Unità litologica a permeabilità media per fatturazione secondaria (mg,cme,cMo,ca,ra,di,v). ¾ AP-P : Unità litologica a permeabilità alta per porosità (dt,d) ¾ AP-S : Unità litologica a permeabilità alta per fatturazione secondaria (cm,cv).

11 Si indicano le sigle delle formazioni geologiche della carta G3. Garzonio Carlo alberto Pagina 27 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Per quanto riguarda il grado di permeabilità in funzione della porosità (permeabilità primaria) i terreni della unità AP-P (ghiaie delle fasce detritiche soprattutto di conoide, e sabbie delle dune costiere) hanno una percentuale di vuoti comunicanti (porosità efficace) n >15%. La permeabilità (K), come anche per AP-S è > 10cm/sec. Tale valore può essere di ordine ancora superiore per processi di permeabilità crescente come nei calcari fessurati (AP-S) carsificati. Per le unità MP-P la porosità efficace è compresa tra 5 e 15%, con K (anche per MP-S) variabile da 10 a 10-4 cm/sec. Nel caso di permeabilità bassa o medio scarsa, n è >5% e K compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.

Vulnerabilità degli acquiferi all’inquinamento dei corpi idrici sotterranei (G8A,B-1:25.000)

Gli elaborati di cartografia idrogeologica, sia quelli più generali di classificazione del territorio (Carta della permeabilità rielaborata da quella litotecnica) sia quelli più specifici sulle geometrie della falda e delle caratteristiche generali delle acque in acquiferi di pianura (Carta isofreatiche e di conducibilità delle acque G6 e G7) costituiscono una sorta di data base cartografico che vuole rappresentare un primo fondamentale strumento di conoscenza per una corretta pianificazione delle acque. Tale cartografia, proprio per le caratteristiche idrogeologiche descritte nei paragrafi precedenti, dovrebbe tuttavia interessare un territorio più vasto, i cui limiti sono quelli definiti dal sistema delle acque. Da ciò la necessità di sviluppare programmi di ricerca ed aggiornare le conoscenze ed i criteri di gestione e conservazione delle risorse in una situazione idrogeologica complessa e vulnerabile12. Gli studi e le analisi sia attuali, ma per quanto detto, quelle da realizzare per verificare le differenti situazioni future prevedibili, hanno per obiettivo la quantificazione delle risorse e la loro ripartizione nello spazio e nel tempo; l’identificazione della qualità finalizzata delle singole fonti di approvvigionamento; lo stato di degrado qualitativo e quantitativo delle risorse stesse; la previsione e la prevenzione di impatti, occasionali o continuati, puntuali o diffusi, tali da portare al depauperamento o al deperimento qualitativo delle risorse a causa di una gestione scorretta delle stesse o/e di un scorretto utilizzo del territorio (Civita, 1977). In questa ottica, le conoscenze di base (idrologia,idrogeologia) integrate da quelle idrogeochimiche ed idrodinamiche, devono venir discriminate identificando lo stato di inquinamento reale delle risorse idriche e la vulnerabilità delle stesse, sia in termini attivi che passivi.

Garzonio Carlo alberto Pagina 28 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio La carta della vulnerabilità proposta, si riferisce alla vulnerabilità intrinseca, e non riporta al momento lo stato di inquinamento reale dei corpi idrici sotterranei13 . In altre parole la valutazione della vulnerabilità intrinseca consiste nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica per zone omogenee delle caratteristiche delle unità idrogeologiche, che determinano la predisposizione naturale del territorio, in termini di suscettività specifica ad essere più o meno vulnerabile nei confronti di agenti inquinanti liquidi o idroveicolati, che possono venire dispersi a campagna o immessi nelle acque superficiali. In ambiente di pianura alluvionale per vulnerabilità, o meglio grado di vulnerabilità si deve pertanto intendere la maggiore o minore trasparenza offerta dal pacco di depositi alluvionali che sovrastano l’acquifero saturo e permeabile nei confronti degli stessi agenti inquinanti. Nella valutazione del grado di vulnerabilità hanno un peso preponderante i seguenti fattori geologici e idrogelogici (gradi di vulnerabilità sulla Carta): • la idrogeologia (tipo e grado di permeabilità verticale e orizzontale)14, che determina la velocità di percolazione dell’inquinante e l’azione di attenuazione insita nei diversi terreni (carta della litologia di superficie); • il tipo e lo spessore di un’eventuale copertura fine a bassa permeabilità, quale elemento di protezione per l’acquifero soggiacente o, all’opposto, la presenza di livelli ghiaiosi o sabbiosi ad elevata permeabilità. Tale caratterizzazione è stata effettuata in maniera indicativa sulla base delle sezioni ed alcune stratigrafie contenute nei lavori idrogeologici GETAS e Pranzini (1995). • la soggiacenza della superficie piezometrica media dell’acquifero la quale definisce lo spessore della zona insatura, direttamente proporzionale all’azione di autodepurazione degli inquinanti operata dai terreni. • Le condizioni di interscambio da parte di corsi d’acqua naturali e di canali artificiali, veicoli di inquinanti; questi ultimi due fattori sono verificati mediante le carte piezometriche relative a differenti periodi di rilevazione (1994, 1995), ma non sufficienti e che pertanto dovranno essere integrate. È evidente che la presenza in superficie di discreti spessori di litologie fini, argille e limi, con tetto delle ghiaie e quindi dell’acquifero relativamente profondi, costituiscono elementi a garanzia di una buona protezione dell’acquifero all’inquinamento.

12 In particolare per l’individuazione delle acque termali, come a Roselle, ma anche di acque profonde nei pozzi. 13 Il documento potrà essere facilmente confrontato e rielaborato con una carta dei produttori di inquinamento. 14 In sistemi idrogeologici complessi come quelli della pianura grossetana risulta importante studiare la dinamica delle acque nelle varie profondità e conseguentemente rappresentare con opportune immagini cartografiche automatiche i processi. Ne è diretta conseguenza la realizzazione di sistemi di monitoraggio e di rappresentazione cartografica dei dati. Garzonio Carlo alberto Pagina 29 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Sono state distinte 7 classi a diverso grado di vulnerabilità sulla base dei parametri sopracitati. La legenda è quella unificata per le carte della vulnerabilità all’inquinamento dei corpi idrici sotterranei proposta dal CNDCI. Nell’allegato sono indicati i colori standard. I simboli della geometria ed idrodinamica dei corpi idrici è in parte ricostruibile dalle carte precedenti.

¾ Molto elevato : a) Falda libera in materiali alluvionali con corso d’acqua sospeso rispetto alla piezometrica media della falda; b) Campo pozzi deprimenti la piezometrica al di sotto del livello dei corsi d’acqua e/o del mare. ¾ Medio elevato : Rete acquifera in materiali carbonatici a carsismo completo ed altamente sviluppato. ¾ Alta : Falda o rete acquifera in pressione semi-libera o libera protetta in superficie da una copertura poco permeabile. ¾ Medio : a) Falda acquifera in materiali granulari più o meno fini; b) Rete acquifera in arenarie più o meno fessurate. ¾ Medio basso : Rete acquifera e/o corpi idrici multifalda ¾ Basso : Complessi marnosi ed argillosi ¾ Molto basso : Complessi sedimentari a grana fine. Dalla carta risultano a vulnerabilità più elevata i terreni di pertinenza dell’Ombrone, le zone di alimentazione nei terreni calcarei fratturati e carsificati, le situazioni dinamiche di campi pozzi che alterano la piezometrica in funzione soprattutto di flussi d’acqua salate. Non sono riportate le informazioni, attualmente parziali ed in corso di aggiornamento ed elaborazione, sullo stato di inquinamento reale dei corpi idrici sotterranei, del censimento dei produttori reali e potenziali di inquinamento, nonché dei potenziali in gestori e viacoli di inquinamento. Un altro utile aspetto riguarderà i preventori e/o i riduttori dell’inquinamento (a tal proposito si segnala la futura possibile funzione dell’impianto di depurazione delle acque anche per la ricarica delle falde).

Considerazioni sugli acquiferi

Per la predisposizione delle norme generali è stata tentata uno modello schematico generale del sistema delle acque, questo permette in via transitoria di individuare delle fasce di pianura (partendo dalla cartografia del quadro conoscitivo) dove è possibile differenziare la modalità di gestione ed emungimento della risorsa, in funzione dell’evoluzione delle conoscenze del sottosuolo e dei risultati del monitoraggio.

Garzonio Carlo alberto Pagina 30 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Acquifero freatico della costa sabbiosa Non è ammessa la realizzazione di nuovi pozzi. Saranno individuati e realizzati dei pozzi di monitoraggio, per le misurazioni di portata e di conducibilità, in modo da verificare le variazioni stagionali dello spessore della falda dolce. A seguito di puntuale censimento saranno applicati contatori per la misurazione delle portate edotte; tale prescrizione assume valenza di interesse pubblico e quindi di Invariante Strutturale. Per l’elevata vulnerabilità dell’acquifero non sono ammessi interventi di stoccaggio di rifiuti e/o la previsione di discariche, la fertirrigazione e l’uso di diserbanti non regolamentati, l’individuazione di aree per il seppellimento di carogne animali, la realizzazione di impianti di smaltimento delle acque reflue per sub-irrigazione e/o pozzi neri, interventi di impermeabilizzazione o che favoriscano l’ingressione marina dai canali. Devono essere puntualmente definiti ed analizzati i produttori reali e potenziali di inquinamento.

- Acquifero di sub-alveo del fiume Ombrone La porzione di pertinenza fluviale ed i terreni alluvionali permeabili a questa circostanti, da Grosseto verso Istia d’Ombrone, costituisce un’area di approvvigionamento idrico ad uso potabile pubblico, e subordinatamente privato. Il ruolo di tale area risulta fondamentale anche per la ricarica degli acquiferi profondi della pianura. L’Amministrazione Comunale prevede, sulla base di nuove indagini idrogeologiche, in accordo con l’Ente di gestione dell’Acquedotto, la realizzazione di nuovi punti di emungimento. Nelle aree ove sono presenti prese per l’acquedotto pubblico poste in prossimità di contesti urbani e strade di grande circolazione, pertanto dovranno essere attivate adeguate misure di protezione. Inoltre per l’emungimento da punti prossimi agli argini le indagini idrogeologiche dovranno essere integrate da indagini geologico tecniche e geotecniche sugli effetti indotti di cedimento dei terreni e delle opere idrauliche. - Pianura alluvionale grossetana Nella pianura alluvionale grossetana, in relazione ai processi di salinizzazione, in attesa della conferma degli esiti del monitoraggio e degli studi idrogeologici e della modellazione degli acquiferi, viene individuata una fascia critica che si raccorda con quella limitrofa litoranea che si estende grossomodo parallelamente alla costa con una distanza massima dal mare di circa 5 km. A questa fascia sono aggiunte le aree individuate dalla cartografia idrogeologica (tav.G5-6) caratterizzate da elevata conducibilità (valori > 3000 µS/cm). In tale aree non è attualmente ammessa la realizzazione di nuovi pozzi, mentre l’emungimento sarà regolato sulla base dei risultati del monitoraggio e della modellazione idrogeologica, e sulle caratteristiche del sistema di prelievo. Da questi sarà inoltre possibile autorizzare la ricerca di acqua, con terebrazioni anche profonde e definire le modalità di prelievo e campionamento delle acque, e conseguentemente, secondo una

Garzonio Carlo alberto Pagina 31 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio classificazione di valori di conducibilità, determinare differenti analisi e prove. In base agli esiti di queste sarà autorizzata la realizzazione del pozzo, con le relative prescrizioni tecniche e modalità esecutive, o al contrario ordinata la chiusura del foro di sondaggio ovvero prescritto il suo uso come punto per il monitoraggio.

Carta delle pendenze (tavv G9)

Fra le carte accessorie al quadro conoscitivo vi è la carta delle acclività. Questa è stata elaborata in modo automatico per mezzo della griglia dei punti del DTM fornito dalla Geospring di Grosseto, dai file della cartografia digitale della Regione Toscana (1:10.000). Le classi sono quelle relative alla normativa regionale (L.R. 17/4/1984 n21 e succ.): 0-5;5- 10;10-15; 15-20; 20-35 %., e di altre aggiunte : 35-50;50-70 e >70%. Tali classi permettono una maggiore risalto dei versanti più acclivi, in correlazione sia alla presenza di scarpate, incisioni etc. che alle differenti litologie, fornendo indicazioni per le valutazioni di pericolosità. È chiaro che praticamente la carta delle pendenze permette un’analisi delle morfologie di tipo semi-quantitativo, dove la sua funzione per le analisi delle pericolosità è di tipo qualitativo. Ormai è infatti noto in letteratura scientifica che per le analisi morfometriche la scelta delle classi deve essere effettuata su criteri statistici di correlazione geo-meccanica e geomorfologia, in modo da finalizzare i limiti di classe di pendenza all’occorrenza dei fenomeni (questo vale per i dissesti, per i processi erosivi, dove fra l’altro la pendenza dei versanti deve essere relazionata alla loro lunghezza, in condizioni di pratiche agricole note)15 Sono evidenti nella carta elaborata una serie di errori nell’area di pianura, dovuti sia alla mancata “depurazione” dei punti di collegamento di manufatti, riporti, argini etc., sia alla mancanza di punti quotati in aree dove sarebbero stati necessaria una maggiore densità.

Carta degli Ambiti (G12)

Le Tavv. G12 riportano la verifica degli ambiti nel territorio comunale. Questo documento, che costituisce uno strumento di verifica fondamentale in applicazione dell’art.65 del P.I.T. come parte integrante del quadro conoscitivo e perché permette di verificare quanto definito dal PTC alla scala comunale e classificare la aree per la pericolosità idraulica, al fine di superare le misure di

Garzonio Carlo alberto Pagina 32 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio salvaguardia del PIT relative alla prevenzione dei fenomeni alluvionali. Questa operazione ha come precipua conseguenza la formulazione di norme di maggior dettaglio ed efficacia, in questa fase del piano strutturale di valore generale nelle norme e successivamente da articolare ed inserire del regolamento urbanistico comunale. La carta è stata elaborata utilizzando la cartografia della Provincia, le cartografie delle varianti al PRG (Piano del Territorio Aperto, Piano delle Pinete e dell’Arenile), riverificata su supporto informatico tramite modelli digitali de terreno estratti dalla cartografia regionale. Non sono stati eseguiti rilievi in sito, sicuramente necessari per i futuri studi ideologici-idraulici connessi allla previsione di interventi di regimazione, come indicati nelle norme del piano e nelle previsioni nelle UTOE e sistemi ambientali e paesaggistici. Per tale ragione i limiti in relazione alla insufficienza dei punti nelle ampie zone di pianura e per la presenza di fossi minori ed argini, sono talora

Ambito A: definito di assoluta protezione del corso d'acqua, corrisponde agli alvei, alle aree di golena, agli argini dei corsi d'acqua classificati a rischio nell’elenco della D.C.R.T. 12/00, nonché alle aree comprese nelle due fasce, della larghezza di metri 10,00, adiacenti ai corsi d'acqua, misurate dal piede esterno dell'argine o, in mancanza, dal ciglio di sponda. In questo ambito non si dovranno prevedere interventi edilizi o altro che ostacolino il corso delle acque anche in caso di esondazione. Sono fatte salve le opere idrauliche o di attraversamento del corso d'acqua, gli interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque, nonché gli adeguamenti di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d'acqua, a condizione che per queste ultime si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico, relativamente alla natura dell'intervento ed al contesto territoriale e sia consentito comunque il miglioramento dell'accessibilità al corso d'acqua, secondo quanto previsto dall'art.73, comma 3 D.C.R.T. 12/00.

Ambito B: comprende le aree potenzialmente inondabili in prossimità dei corsi d'acqua classificati a rischio, come da D.C.R.T. 12/00, per i quali si rende necessaria una verifica dell'adeguato dimensionamento della sezione fluviale alle portate di massima piena, oltre ad eventuali interventi di regimazione idraulica. Gli interventi di riassetto idraulico sono volti alla messa in sicurezza degli insediamenti esistenti e alla prevenzione del rischio per quelli futuri da prevedere, preferibilmente al di fuori delle aree a rischio. Il rischio individuato nella fase di studio, potrà essere rimosso o modificato, mediante una indagine dettagliata, corredata di sezioni fluviali interessanti l’area oggetto di intervento e le aree a monte e a valle, al fine di individuare l’eventuale assenza del pericolo di inondazioni o le opere necessarie a contenere ed a evitare il rischio. Tale ambito

15 Si ricorda che i lavori meccanizzati spesso nelle nostre colline, come per i vigneti del Morellino possono raggiungere

Garzonio Carlo alberto Pagina 33 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio corrisponde alle aree a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a due metri sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, al ciglio di sponda. Il limite esterno dell'ambito, determinato dai punti di incontro delle perpendicolari all'asse del corso d'acqua con la curva di livello posta alla quota altimetrica sopra individuata, si estenderà fino a m. 300 dal piede esterno dell'argine o dal ciglio di sponda se non sussiste una differenza di quota di m. 2,00 tra il ciglio e la porzione di territorio esterna e limitrofa al corso d'acqua. L’elenco dei fiumi classificati e riportati in carta è il seguente:

FIUME OMBRONE FOSSO TANARO FOSSO DEI MOLINI CANALE MOLLA FOSSO DI BAGNO COLLETTORE CERNAIA CANALE MOLLA TORRENTE MAIANO FOSSO BECCARELLO FOSSO RIGONI ALLACCIANTE SUPERIORE ACQUISTI FOSSO MONTALCINO FOSSO PISANA COLLETTORE BARBARUTA FOSSO BOTTEGONE FOSSO DIACCIONE FOSSO SALICE ALLACCIANTE SALICE - OMBRONE FOSSO DEL GRILLESE FOSSO SALICA FOSSO DELLE CONCE FIUME OMBRONE CANALE ESSICCATORE ALBERESE CANALE PESCINA FOSSO MIGLIARINO FOSSO ACQUAVIVA FOSSO DELLE CASETTE FOSSO SALICA FOSSO COLLE MACINAI FOSSO DELLA CARPINA FOSSO ARGENTIERA FIUME OMBRONE FOSSO RISPESCIA FOSSO RIGO COLLETTORE SAN ROCCO - BOTT. - PRINCIPINA FIUME BRUNA FOSSO PESCIATINO

pendenze superiori a 35-40°, che non sono confrontabili con il limite poco realistico del 35%). Garzonio Carlo alberto Pagina 34 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio FOSSO IACHIA FOSSO DELLE VERSEGGE FOSSO PONTICINO FOSSO DELLA FONTE FOSSA DELLE SCAGGINI FOSSO MONTECALVELLO FOSSO MONTALCINO FOSSO BOTTEGONE TORRENTE FOSSA TORRENTE FOSSA FOSSO DELLA_BANDINELLA EMISSARIO SAN LEOPOLDO COLLETTORE SAN ROCCO

La classificazione degli ambiti comporta automaticamente la determinazioni delle prescrizioni che hanno valore di norma del piano, secondo la normativa per gli ambiti A; mentre gli ambiti B per la particolare situazione morfologica altimetrica vengono considerati secondo l’art.77 del PIT, D.C.R. 25 gennaio 2000,n.12 Tutti gli interventi dovranno essere supportati da indagini idrologiche- idrauliche che verifichino l’assenza di rischio idraulico per portate di massima piena con tempo di ritorno di 200 anni. Nel caso di rischio idraulico così definito saranno individuati nel regolamento urbanistico gli interventi di regimazione idraulica dimensionati sulla base della piena con tempo di ritorno duecentennale. L’eventuale individuazione di rischio idraulico per interventi che ricadono in Ambito B, dovrà essere superata realizzando opere di messa in sicurezza, anche puntuali, ma tali da non determinare un aumento di rischio idraulico a valle dell’intervento.

Le carte di pericolosità

La classificazione del territorio comunale in classi di pericolosità si basa su sue elaborati principali, la carta della pericolosità geologica e la carta della pericolosità idraulica. La prima (geologica- geomorfologica) è costruita, come indicato in premessa, dalla interpretazione, sovrapposizione della cartografia di base, geologica, litotecnica e geomorfologia, e per talune situazioni le aree sono “pesate” dalle informazioni della carta delle pendenze. La seconda si basa su criteri morfologici, idrologici e talora idraulici (Fiume Ombrone e Bruna), ove quindi risultano fondamentali le analisi geomorfologiche, gli studi delle serie storiche degli eventi di piena e di allagamento, etc.

Garzonio Carlo alberto Pagina 35 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio È stata poi riportata per impostare il problema della pericolosità e del rischio idraulico, la carta prodotta dalla Regione Toscana a seguito del D.L.11/06/1998, limitatamente all’Ombrone ed alla città di Grosseto, in modo da esprimere alcune osservazioni per successive valutazioni per la classificazione del territorio in funzione del DGR 1212/99 e 12/00. Tale documento è stato superato dall’attuale perimetrazione della cartografia del PAI in approvazione16. È stata infine prodotta una carta di sintesi delle pericolosità esclusivamente per scopi pratici di lettura della pericolosità totale di ogni singola area.

Pericolosità geologica (tavv.13)

Nelle tavole G13 “Carta della Pericolosità Geologica”, ai sensi della normativa regionale vigente, sono individuate le aree ricadenti negli ambiti corrispondenti alle seguenti classi di pericolosità geologica e geomorfologica: classe 1: pericolosità irrilevante - corrispondente ad aree in cui sono assenti limitazioni derivanti da caratteristiche geologico-tecniche e morfologiche. Sono ammessi tutti gli interventi non in contrasto con la presente normativa e con il Regolamento Urbanistico, nel rispetto delle disposizioni di carattere geologico e tecnico, definite dalla normativa vigente. classe 2: pericolosità bassa - corrispondente a situazioni geologiche-tecniche apparentemente stabili sulle quali però permangono dubbi, che comunque potranno essere chiariti a livello di indagine geognostica e verifica di stabilità di supporto alla progettazione edilizia. Sono ammessi tutti gli interventi non in contrasto con la presente normativa e con il Regolamento Urbanistico, nel rispetto delle disposizioni di carattere geologico e tecnico, definite dalla normativa vigente. classe 3: pericolosità media - corrispondente ad aree caratterizzate da situazioni geologico-tecniche che rendono necessarie indagini geognostiche a supporto della progettazione. Sono ammessi tutti gli interventi non in contrasto con la presente normativa e con il Regolamento Urbanistico. La realizzazione degli interventi necessita di progetto supportato da idonea relazione geologico-tecnica ai sensi del D.M. 11/03/1988 con relativa indagine geognostica. classe 4: pericolosità elevata - in questa classe sono comprese aree caratterizzate da situazioni morfologiche che evidenziano probabili fenomeni di instabilità. Relativamente alle indagini svolte, sono necessari interventi di sistemazione ambientale e/o consolidamento, volti alla messa in sicurezza degli insediamenti esistenti e a prevenire il rischio per quelli futuri. La realizzazione delle

16 È stata elaborata a tal proposito una carta dell’evento alluvionale del 1966 con le quote massime dell’acqua all’interno dell’area urbana, che sarà allegata alla relazione geologica, idrologico-idraulica completa. Garzonio Carlo alberto Pagina 36 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio opere atte a eliminare l’attuale rischio geologico e morfologico comporterà una nuova valutazione dello stato di pericolosità geologica. Non sono ammesse nuove edificazioni.

La pericolosità geologica è valutata in relazione alla classificazione del territorio basata dal confronto della zonizzazione del territorio in funzione delle caratteristiche tecniche dei terreni affioranti riportati nella Carta Litotecnica e dei processi e dei fenomeni occorrenti riportati nella Carta Geomorfologica. Per talune aree, in relazione ai problemi indotti dall’uso delle risorse idrogeologiche, sono state confrontate anche la Carta delle Isofreatiche e la Carta della Vulnerabilità intrinseca degli acquiferi.

La Carta Litotecnica individua le aree caratterizzate da terreni con comportamento geotecnico e geomeccanico scadente, ovvero di medie caratteristiche geomeccaniche in assetto morfologico critico, sulla base del confronto con la Carta delle Pendenze, che possono generare situazioni di pericolosità. In particolare l’Unità 2 “Unità dei terreni prevalentemente argillosi delle bonifiche con caratteristiche geotecniche scadenti” legate al grado di consolidazione raggiunto dai materiali è classificata in pericolosità 3, e nelle aree dove sono presenti problemi di depressione della falda sono possibili situazioni di pericolosità medio alta. Sono classificati in classe 3 i versanti nella Unità 9 “Unità strutturalmente complessa a prevalenza argillitica e marnosa, tenera, a resistenza meccanica bassa”, e nell’Unità 10 “Unità strutturalmente complessa di flysch arenaceo con resistenza meccanica variabile in relazione alla degradabilità”.

La Carta Geomorfologica individua aree morfologicamente instabili, aree potenzialmente instabili, soggette a processi erosivi, di dinamica fluviale, orli di scarpata, che possono corrispondere ad aree ad elevata o molto elevata vulnerabilità o fragilità geologica, e che al contempo presentano una situazione morfologica, la cui alterazione potrebbe essere causa d’incremento dello stato di pericolosità. Gli interventi previsti su tali conformazioni del paesaggio, dovranno essere supportati da studio geologico dell’intera area e puntuale, al fine di individuare soluzioni di messa in sicurezza dei luoghi e/o che non alterino l’attuale stato di equilibrio.

In particolare, ed in relazione a formazioni significative di instabilità, si evidenziano le seguenti forme e zone: nei rilievi:

Garzonio Carlo alberto Pagina 37 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio a)Aree geologicamente instabili o potenzialmente instabili per la presenza di dislivelli dovuti a bordi di terrazzo b)Aree potenzialmente instabili per la presenza di orli di scarpata c)I fronti di scavo delle aree di cava in ambito collinare d)I versanti di elevata acclività (>27°), con substrato roccioso fratturato (desumibili dalle tavole geologiche, litotecniche e delle acclività) e)I versanti con coperture di alterazione e depositi colluviali soggetti a fenomeni di erosione diffusa ed incanalata f)Movimenti di massa tipo soliflusso e talora limitati scorrimenti (poco diffusi nel territorio). nella pianura: g)I fenomeni di subsidenza nei terreni di bonifica e sprofondamenti connessi al collasso del substrato carbonatico al di sotto delle coperture fluvio-lacustri (sinkhole) e le aree da monitorare come potenziali all’occorrenza di nuovi fenomeni (g1) h)Le aree di pertinenza dell’Ombrone e soggette a fenomeni di inondazione i)Le aree di inondazione e di allagamento j)Le aree di deposizione k)Le aree relative al sistema complesso litoraneo, di relazione tra erosione costiera, ingressione marina e con falda freatica costiera al piano campagna l)Le aree di cava.

Le aree di cui alle suddette lettere a), b), d), ed e) sono considerate come quelle ricadenti in classe di pericolosità 3, mentre per le limitate aree o situazioni puntuali f) si applicano le prescrizioni previste in classe di pericolosità 4. Per le aree di cui alle lettere c) e g) non è ammesso alcun intervento se non la bonifica e la messa in sicurezza dei luoghi, come previsto per le aree ricadenti in classe di pericolosità 4, ad eccezione della vasta area da monitorare (g1), dove la valutazione di pericolosità ha valore transitorio fino ai risultati delle indagini e del monitoraggio.

Le aree di cui alle lettere h) e j), pur essendo prevalente per le valutazioni di pericolosità idraulica, anche dal punto di vista geomorfologico ricadono in classe P4, le aree di cui alla lettera i), nel caso di fenomeni di allagamenti limitati, sono classificate in P3 (come previsto nella pericolosità idraulica).

Garzonio Carlo alberto Pagina 38 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Le aree di cui alla lettera k sono classificate come P3, in quanto corpi geologici e geomorfologici particolarmente dinamici e fragili e per le quali sono applicate le valutazioni sul sistema delle acque superficiali (pericolosità idraulica, ambiti) e delle risorse idriche (falda freatica). Tutte le aree di cava di pianura, ad eccezione di previsioni di coltivazione (non contemplate nel piano), sono in classe P4, così come le scarpate delle cave sui versanti, se non sono stati effettuati interventi collaudati di messa in sicurezza e di ripristino ambientale.

Pericolosità Idraulica

La Carta della Pericolosità Idraulica individua le aree a rischio in relazione a: • Gli ambiti A e B come definiti dalla D.C.R.T. 12/00; • Le aree a pericolosità idraulica elevata (P.I.E. o P3) e molto elevata (P.I.ME. o P4) come previsto nel Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) in fase di approvazione; • Le aree a rischio idraulico e le aree di pertinenza fluviale come previsto nel Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.). È importante sottolineare che i limiti delle aree di elevata pericolosità della carta che sono definite dall’art.80 del PIT corrispondono od inglobano quando presenti quelle del PAI ed a queste si riferiscono per le relative prescrizioni.

Tale elaborato si basa sulla verifica e l’aggiornamento della cartografia del Piano Territoriale di Coordinamento sulle aree inondabili, di ristagno e dei processi di deposito, sulle recenti indagini di supporto alla Variante per il Territorio Aperto (D.C.C. n. 75/2002 di approvazione), alla Variante per la Fascia Costiera (D.C.C. n. 83/2001 di approvazione) e a Varianti di dettaglio al P.R.G. che hanno interessato il Territorio Aperto ( con la verifica delle aree allagate in particolare nel 1992); inoltre si basa sul contenuto del P.A.I., in fase di approvazione, e sulla verifica degli Ambiti fluviali, oltre che della cartografia geomorfologica che riporta la sintesi delle aree di sedimentazione ed erosione e delle acclività, e della relazione geologica. La zonizzazione di pericolosità deriva in modo sostanziale dalle suddette cartografie.

La zonizzazione di pericolosità in relazione al rischio idraulico presenta le seguenti classi:

1 - PERICOLOSITÀ IRRILEVANTE – Aree collinari e montane prossime ai corsi d’acqua per le quali ricorrono le seguenti condizioni: - non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni;

Garzonio Carlo alberto Pagina 39 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio - sono in situazione favorevole di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori di metri 2,00 rispetto al piede esterno dell’argine, o in mancanza, al ciglio di sponda. Tali aree in cartografia sono state individuate come una fascia di metri 10,00 al di fuori dall’ambito B allorquando non presenti perimetri di classe 3 o 4.

2 - PERICOLOSITÀ BASSA – Aree di fondovalle per le quali ricorrono le seguenti condizioni: - non vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni; - sono in situazione di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2,00 rispetto al piede esterno dell’argine, o in mancanza, al ciglio di sponda. Tali aree in cartografia sono individuate, come per la prima classe, in assetto morfologico di pianura.

3 - PERICOLOSITÀ MEDIA – Aree di fondovalle per le quali ricorre almeno una delle seguenti condizioni: - vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni; - sono morfologicamente in situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2,00 sopra il piede esterno dell’argine, o in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Il limite esterno dell'ambito, determinato dai punti di incontro delle perpendicolari all'asse del corso d'acqua con la curva di livello posta alla quota altimetrica sopra individuata, si estenderà fino a metri 300 dal piede esterno dell'argine o dal ciglio di sponda se non sussiste una differenza di quota di metri 2,00 tra il ciglio e la porzione di territorio esterna e limitrofa al corso d'acqua.

La classe 3 è stata suddivisa in tre sottoclassi che rispondono alle seguenti caratteristiche: 3.a - PERICOLOSITÀ MEDIA BASSA– Aree di fondovalle o di pianura in cui non sono segnalati eventi di ristagno o alluvionamento ma che sono in situazione morfologicamente sfavorevole. 3.b - PERICOLOSITÀ MEDIA – Aree di fondovalle o di pianura, poste in situazione morfologicamente sfavorevole e protette da opere idrauliche, interessate da eventi ricorrenti di ristagno e/o esondazione della rete secondaria, di tracimazioni della rete principale che hanno determinato battenti d’acqua prevalentemente inferiori a cm 30. 3.c - PERICOLOSITÀ MEDIA Alta – Aree di fondovalle o di pianura, poste in situazione morfologicamente sfavorevole e protette da opere idrauliche, interessate da eventi ricorrenti di ristagno e/o esondazione della rete secondaria, di tracimazioni della rete principale che hanno determinato battenti d’acqua superiori a cm 30 e/o aree con permanenza di ristagno generalmente prolungata. In tale classe sono comprese le aree P3 e le P4 deperimetrate del P.A.I.

Garzonio Carlo alberto Pagina 40 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

4 - PERICOLOSITÀ ELEVATA – Aree di fondovalle e di pianura non protette da opere idrauliche per le quali ricorrono entrambe le seguenti condizioni: - vi sono notizie storiche di precedenti inondazioni ed allagamenti importanti; - sono morfologicamente in una situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a metri 2 sopra il piede esterno dell’argine, o in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Corrispondono anche alle aree P4 di pericolosità del PAI.

Nella cartografia allegata vengono riportate le aree definite a rischio e pericolosità idraulica negli elaborati allegati alla D.G.R.T. n. 1212/99. In tali aree, sino all’approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico, ed all’entrata in vigore delle relative norme, si applicano le previsioni di cui alla predetta D.G.R.T. nel rispetto delle salvaguardie introdotte con l’adozione del Progetto di Assetto Idrogeologico anzi citato.

Nella Carta della Pericolosità Idraulica17 sono individuati i tratti di corsi d’acqua caratterizzati da difficoltà di deflusso ed inefficienza della sezione idraulica nelle aree di pianura; inoltre dalle indagini geomorfologiche risultano presenti tratti di fossi collinari con forte trasporto solido e processi esondativi nel fondovalle. Nei bacini idrografici di questi corsi d’acqua il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere la localizzazione di aree di esondazione e/o di accumulo delle acque sia attraverso impianti tecnici sia attraverso la destinazione di aree con laminazione naturale.

All’interno delle aree classificate a pericolosità idraulica: classe 3b, classe 3c e classe 4 di pericolosità, devono essere perseguite strategie ed indirizzi di gestione della rete idraulica secondaria finalizzata al recupero ed aumento della sua capacità di accumulo; infatti una parte rilevante dei compiti che deve svolgere il reticolo idraulico-agrario è quello di contenere e accumulare volumi consistenti di acque prima dell’immissione diretta nei collettori principali; il Regolamento Urbanistico dovrà pertanto prevedere norme ed incentivi che attuino tali indicazioni.

I progetti di urbanizzazione, i progetti di infrastrutture, i piani di miglioramento agricolo ambientale dovranno attenersi alle seguenti prescrizioni: - non deve essere rialzata la quota di fondo dei fossi anche costituenti la rete agraria campestre;

Garzonio Carlo alberto Pagina 41 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio - devono essere evitati restringimenti di sezione in corrispondenza di attraversamenti; - deve essere ampliata la sezione di deflusso; - nel caso di interventi insediativi rilevanti il progetto delle opere di urbanizzazione deve comprendere anche la rete di smaltimento delle acque superficiali e garantire anche che non siano aggravate le condizioni idrauliche del reticolo a valle; - nel caso in cui i collettori a valle non siano in condizione di poter recepire incrementi di portata liquida il progetto di urbanizzazione deve contenere anche la previsione delle opere di mitigazione degli effetti.

Per le aree inserite in classe di pericolosità 3 per fattori idraulici deve essere allegato al Regolamento Urbanistico uno studio, anche a livello qualitativo, che illustri lo stato di efficienza e lo schema di funzionamento delle opere idrauliche ove presenti o che comunque definisca il grado di rischio. I risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilità degli interventi e ove necessario indicare soluzioni progettuali tese a ridurre al minimo possibile il livello di rischio ed i danni agli interventi per episodi di sormonto o di esondazione.

Per le aree classificate come 3a è fatto obbligo per i progetti di nuovi insediamenti la redazione di uno studio idrologico-idraulico per la valutazione del rischio.

Per le aree classificate come 3b è fatto obbligo per i progetti di nuovi insediamenti la redazione di uno studio idrologico-idraulico per la valutazione del rischio con un tempo di ritorno non inferiore ai 100 anni. Talora non sia dimostrata la sicurezza idraulica per tale tempo di ritorno, si devono attuare le opportune misure di mitigazione del rischio.

All’interno delle aree ricadenti in classe di pericolosità 3c, interessate da fenomeni significativi di ristagno delle acque e tracimazioni, valgono le seguenti prescrizioni: - i progetti di insediamento previsti dovranno essere corredati da uno studio idrologico-idraulico per la valutazione del rischio con un tempo di ritorno non inferiore ai 200 anni e da opportuni progetti di attenuazione del rischio di ristagno attualmente rilevato; le opere di urbanizzazione dovranno prevedere anche gli interventi di sistemazione della rete di drenaggio superficiale senza che questo comporti aggravi alle aree poste più a valle. Deve essere recuperata, all’interno dell’area da edificare, la disponibilità di accumulo delle acque di ruscellamento e ristagno che

17 Si riportano alcune valutazioni relative alle prescrizioni nelle varie classi che sono poi riportati nelle norme. Per una

Garzonio Carlo alberto Pagina 42 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio l’insediamento contribuisce ad aumentare (volumi occupati dall’edificato e superfici impermeabilizzate). - verifica che le quote assolute di progetto del piano di calpestio siano adeguate alla situazione morfologica locale in un intorno significativo dell’area, facendo riferimento ai tiranti d’acqua attesi nell’area; - i locali interrati non possono essere realizzati; - i locali seminterrati sono consentiti alle seguenti condizioni: a. i seminterrati devono essere realizzati fuori terra per almeno il 50% dell’altezza utile; b. deve essere verificato, per i locali seminterrati dotati di scarichi, che le quote assolute siano idonee allo smaltimento delle acque tramite fognatura a gravità; c. deve essere realizzato un sistema di difesa dei locali seminterrati dall’ingresso di acque di ristagno o correnti tramite opportune tecniche di impermeabilizzazione; il progetto degli accessi e delle aperture deve prevedere quote superiori al tirante riscontrato nell’area, considerando un franco di sicurezza. Eventuali finestrature devono essere dotate di sufficiente tenuta stagna per garantire l’incolumità delle persone e la riduzione del danno. Il regolamento urbanistico preciserà le specifiche tecniche per la realizzazione in sicurezza degli impianti elettrici e tecnologici. - sono vietati rialzamenti del terreno; le sistemazioni agrarie e le sistemazioni esterne dei lotti in edificazione dovranno mantenere le quote di campagna preesistenti salvo modesti lavori di regolarizzazione delle superfici riferibili alle tradizionali lavorazioni agricole.

Per le aree inserite in classe 4 di pericolosità per fattori idraulici deve essere allegato al Regolamento Urbanistico uno studio idrologico-idraulico che definisca attraverso i normali metodi dell’idrologia con precisione il livello di rischio relativo all’area nel suo complesso; i risultati dello studio dovranno costituire elemento di base per la classificazione di fattibilità degli interventi. Nel caso in cui l’area interessata sia soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno compresi fra 0 e 20 anni il Regolamento Urbanistico non dovrà consentire previsioni edificatorie salvo che per infrastrutture a rete non diversamente localizzabili, a condizione che per queste ultime si attuino tutte le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico a livelli compatibili con le caratteristiche dell’infrastruttura. Nel caso in cui dallo studio risulti invece che l’area interessata è soggetta a fenomeni di inondazione con tempi di ritorno superiori a 20 anni dovranno essere previsti interventi di messa in sicurezza atti alla riduzione del rischio ma non alteranti il livello dello stesso nelle aree adiacenti. Tali interventi dovranno dimostrare il raggiungimento di un livello di rischio di

scheda di sintesi dei vari problemi rilevati e riportati nella carta si rimanda alla futura relazione geo-idrologica idraulica. Garzonio Carlo alberto Pagina 43 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio inondazione per piene con tempo di ritorno superiore a cento anni e dovranno essere coordinati con altri eventuali piani idraulici esistenti.

Il Piano Strutturale prevede la realizzazione di una cassa di espansione a nord del territorio comunale, alla confluenza tra il fiume Bruna ed il Canale Allacciante, al fine di mettere in sicurezza il contesto interessato dalle previsioni produttive nel Comune di Roccastrada e in loc. “Madonnino”;

Analisi geoambientali di valenza progettuale: la verifica delle unità di paesaggio, indagini geologiche delle aree di decisione (tavole G1 e G11)

Un contributo importante e particolarmente utile per le analisi ambientali e storico ambientali degli studi geologici, se correttamente interagiti con gli esiti degli altri settori disciplinari che contribuiscono all’analisi del territorio, riguarda la definizione dei sistemi e dei sub-sistemi ambientali. Questi ultimi intesi nella sua componente fisica, come supporto alla classificazione del territorio in sistemi e sottosistemi di Paesaggio secondo la legge 5/95 e le analisi del PTCP. In questo senso la tavola 2 elaborata dal Piano territoriale di Coordinamento, Territorio e Paesaggio, 1:50.000, è stata riportata su base vettoriale e proposta al 25.000 (tavola G1, Carta dei sistemi di Paesaggio), per poi poter meglio riverificare non solo i limiti (come fra l’altro di recente avvenuto ed adottato dall’Amministrazione), ma probabilmente ridefinire le unità di paesaggio, con applicazione anche di GIS, in un territorio particolare come quello della piana costiera di Grosseto18. Nella relazione geologica allegata alla prima fase del quadro conoscitivo (luglio 2002) veniva sottolineati i criteri che poi hanno veicolato le analisi sulle sub-unità di paesaggio che costituiscono una parte fondamentale del piano strutturale. Gli elementi di classificazione basata appunto su elementi geo-litologici, morfologici e di contesto “territoriale”, seguendo i criteri del PTC, ma con i risultati di indagini più di dettaglio alla scala comunale, hanno portato alla nuova cartografia ( Carta di analisi dei sistemi territoriali con la seguente suddivisione: Sistemi Territoriali - A.d.P. (Ambiti di Paesaggio): R - Rilievi dell’Antiappennino; C - Coste; Pi – Pianure Pr - Promontori

18 È stata effettuata una nuova analisi paesaggistica del territorio comunale di Grosseto ( a cura di Gabriele Ciampi, Carlo Alberto Garzonio, Paolo Marcaccini, che ha prodotto una cartografia digitale (con GIS arcview), ed una dettagliata relazione come contributo alla discussione, sia per approfondire le conoscenze sugli aspetti del paesaggio, che in funzione delle successive analisi delle aree di decisione e delle UTOE. Garzonio Carlo alberto Pagina 44 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Sub Sistemi Territoriali - S.d.P. (Sistemi di Paesaggio): R6 – Monteleoni; R7 – Monte Bottigli; C2 – Costa d’Ombrone; Pi2 – Bruna-Ombrone; Pr2 – L’Uccellina.

Ambiti dei Sub Sistemi Territoriali - U.d.P. (Unità di Paesaggio): C2.2 – La costa del Prile; C2.3 – La costa della Città; C2.4 – Bocca d’Ombrone; R6.1 – I rilievi di e ; R6.2 –Le pendici di Campagnatico; R6.4 –I poggi di Moscona e Roselle R6.5 – Istia di Ombrone R7.1 – Montebottigli R7.2 - Le pendici di Montiano Pi2.1 – La conca di Lattaia Pi2.2 – La bonifica grossetana Pi2.3 – La piana della città Pi2.5 - La Piana dell’Uccellina

Le Unità di Paesaggio sono state ulteriormente suddivise in sub Unità di Paesaggio, avendo il Piano Strutturale effettuato ulteriori valutazioni di lettura e analisi del territorio, secondo il seguente elenco, dove in taluni casi la sub Unità di Paesaggio corrisponde all’Unità di Paesaggio:

sub Unità di Paesaggio: C2.2.1 - La costa paludosa e pineta C2.2.2 - La costa di Prile bonificata C2.2.3 - La costa di Prile coltivata C2.3 - La Costa della «Città» C2.4.1 - Bocca d’Ombrone costa nord C2.4.2 - Bocca d’Ombrone Costa sud C2.4.3. -Bocca d’Ombrone, Area di Pertinenza del fiume Pi2.1.1 – La conca di Lattaia-Madonnino Pi2.2.1 - La Bonifica Grossetana Pi2.2.2 - La Bonifica degli ex Paduli Alti Pi2.2.3 - La Fascia Costiera Coltivata Pi2.2.4 - L’area golenale dell’Ombrone nella pianura bonificata. Pi2.3.1 – La pianura insediata asciutta Pi2.3.2 – La pianura bonificata insediata (ex paduli alti) Pi2.3.3 – La pianura in sinistra dell’Ombrone (ex padule di Alberese). Pi2.3.4 – I terrazzi di Rispescia Pi2.3.5 – La golena dell’Ombrone Pi2.3.6 – La pianura insediata di Braccagni Pi.2.5.1 – La pianura alta e terrazzata dell’Uccellina Pi2.5.2 – La pianura bonificata dell’Uccellina Pi2.5.3 – L’area di pertinenza fluviale in sinistra dell’Ombrone R6.1.1 – Le colline boscate

Garzonio Carlo alberto Pagina 45 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio R6.1.2 – La collina di Montepescali R6.1.3 – La valle del torrente Bottegone R6.2.1 – I rilievi collinari coltivati R6.2.2 – La dorsale di Montebrandoli R6.2.3 – Il corridoio vallivo di Salica R6.4 – I Poggi di Moscona e Roselle. R6.5.1 – La sella e l’altura di Istia d’Ombrone R6.5.2 – I corridori vallivi ed i versanti dell’Ombrone ed affluenti R7.1.1 – Le colline arenacee R7.1.2 - Poggio Rispescia R7.1.3 – I terrazzi alluvionali R7.1.4 – Il fondovalle di Istia e la valle del torrente Maiano R7.1.5 – La confluenza del torrente Grillese R7.2.1 – I primi versanti delle colline di Montiano R7.2.2 – I terrazzi alluvionali fra i rilievi di Montiano.

La Carta di Sintesi del quadro conoscitivo (G10) riporta una zonizzazione del territorio in funzione dell’esito di alcune analisi effettuate, in relazione ad alcune criticità territoriali, quali le aree di studio del dissesto del Bottegone (sinkhole), le aree caratterizzate da fenomeni di salinizzazione e di forte emungimento della risorsa, le aree da riclassificare in funzione del rischio idraulico, e l’ubicazione di aree “fisiche” di decisione con problemi per la cui soluzione è necessario il contributo delle analisi geologiche dettaglio, etc. Costituisce pertanto un documento di lavoro, in divenire, di elaborazione rispetto alla fase di verifica delle proposte nelle differenti “aree di decisione”, partendo dai risultati del quadro conoscitivo. Tale carta è stata utilizzata per la verifica sia dei vari aspetti geoambientali da approfondire, approntando una specifica la normativa del piano, che poi sarà definita nel regolamento urbanistico, per completare le conoscenze del quadro conoscitivo in relazione alle previsioni, che per le aree di decisione dove è necessario programmare specifiche indagini (Carta G10). Un esempio conclusivo e significativo degli aspetti geologici da affrontare in molte delle aree di decisione o aree problema è quello relativo alla conservazione, tutela e valorizzazione del sistema delle acque (acque per l’irrigazione, acque potabili, acque termali, salmastre delle zone umide, etc.). Per tale ragione nella sopracitata carta sono riportati soprattutto alcuni esiti significativi delle elaborazioni idrogeologiche, in corso di approfondimento.

Si allegano quindi le descrizioni di alcune delle aree di decisione, estratte dalla relazione del coordinatore (Prof. Paolo Scattoni), relative a situazioni dove predominano tematiche geologico- ambientali. In molte altre aree le indagini geologiche hanno sempre un ruolo significativo, non solo in termini di valutazione della fattibilità, ma in relazione alla necessità di elaborare opportuni criteri

Garzonio Carlo alberto Pagina 46 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio ed eventuali norme basate su considerazioni anche di tipo geologico-tecnico. Nella predisposizione delle norme generali del piano, nelle valutazioni delle previsioni nelle sub-unità di paesaggio e nelle UTOE le considerazioni geologico-tecniche hanno un ruolo centrale, che sarà confermato nella elaborazione del regolamento urbanistico, con la definizione anche di documentazione, per quanto possibile e necessario, standard e di certificazioni per le indagini geologico tecniche ed idrogeologiche.

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IDROGEOMAREMMA per il Genio Civile di Grosseto (1981) – Indagine per ricerca idrica sull’area destinata alla realizzazione di un pozzo per irrigazione sita in località “Corsica” di Alberese – Comune di Grosseto.

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GEOMAP (1991) – La carta del rischio potenziale d’erosione del suolo in atto. Regione Toscana. Dipartimento Agricoltura e Foreste

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Garzonio Carlo alberto Pagina 49 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio GEOTECNO per l’Amministrazione Provinciale di Grosseto (1977) – Risorse idriche del territorio provinciale di Grosseto. Proposte per un piano di approvvigionamento idropotabile della Maremma: Carta idrogeologica scala 1:50.000, sta in Lineamenti geologici del territorio provinciale .

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Luzzetti A., Luzzetti C., Mencagli M., Mugnai L., Onorato A., Pioli F., Tonelli M.E., Daviddi G., Stefanelli A., per il Comune di Grosseto (2001) - PIANO DEL TERRITORIO APERTO, variante al PRG, art.40 L.R.T. 64/95 e successive modificazioni ed integrazioni.

Regione Toscana (1991) – Studi per il piano di Bacino dell’Ombrone : Geomorfologia del delta del Fiume Ombrone. A cura di E. Pranzini.

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Regione Toscana (1991) – Studi per il piano di Bacino dell’Ombrone : Piano, Modello afflussi/deflussi di previsione delle piene e qualità delle acque. A cura di Cannata P.G.

Regione Toscana (1991) – Studi per il piano di Bacino dell’Ombrone : Studio idraulico e sedimentologico. A cura di E. Paris.

Regione Toscana (1991) – Studi per il piano di Bacino dell’Ombrone : idrologia e geologia. A cura di Barazzuoli P.& Lazzaretto A.

Garzonio Carlo alberto Pagina 50 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Regione Toscana – Università di Firenze, Dipartimento di Scienze della Terra (2000) – Studio geomorfologico e sedimentologico fra Punta e Cala Rossa. Relazione, profili batimetrici, analisi granulometriche.

Allegati

Legenda carta geologica

Quaternario Dt Detriti di falda e di versante Aa Sedimenti alluvionali attuale e recenti: Argilla e limi argillosi, Depositi corrispondenti alle zone di colmata naturale o artificiale. As Sedimenti alluvionali attuale e recenti : Limi sabbioso-argillosi Ag Sedimenti alluvionali attuale e recenti : Ghiaie in matrice argillosa Acg Sedimenti alluvionali attuale e recenti : Argille sabbioso-ciottolose D Sabbie sciolte del litorale e delle dune costiere Tr Sedimenti terroso travertinosi Q Alluvioni terrazzate recenti :Argille ed argille sabbiose con livelli di ghiaie. Q Alluvioni terrazzate antiche : Ciottolati e ghiaie sciolte o poco cementate.

Complesso Ligure (Cretacico-eocene medio)

Ca Alberese : Calcari marnosi chiari Asf Complesso di “argilloscisti”, micascisti e quarziti Cme Calcari marmorei con selce, metacalcareniti stratificate con intercalazioni marnose.

Serie Toscana

Mg Macigno Arenarie quarzoso-feldspatiche (Oligocene) sca Argilliti e calcari marnosi (Scaglia Toscana, Sc)- (Cretacico Sup.) bn Calcareniti con nummuliti (Cretacico Sup.)

Garzonio Carlo alberto Pagina 51 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio sq (sp)- “Scisti policromi”, marne scistose, scagliose varicolori con sottili letti calcarei. Alcuni lembi di attribuzione incerta con filladi e micascisti (Paleocene-Eocene medio). aMo-cVa Complesso clastico rosso della Serie di Montebrandoli e Calcari della Vacchereccia (Cretacico Sup.-Eocene medio) di – Diaspri e calcari diasprigni (Giurassico-Malm) mp Marne a Posidonia – Calcari, calcari marnosi e marne con livelli di diaspri (Giurassico-Dogger). ra Rosso Ammonitico Calcari e calcari marnosi rossastri con ammoniti (Giurassico-Lias inf., Sinemuriano) . cm Calcare Massiccio, con rare ed incerte tracce di stratificazione (Giurassico, Lias Inferiore). cr Calcari a Raetavicula. Calcari neri o grigi, stratificati e con sottili intercalazioni marnose (Trias Suo- Retico). CV Calcari Cavernosi. Calcari cavernosi grigio chiari e calcari e dolomie grigio scure (Trias Sup. Norico-Retico)

Unità Metamorfica Toscana V Verrucano – Formazione detritico-cristallina più o meno metamorfica costituita da anageniti, quarziti ed arenarie, scisti filladici. (Trias Sup.- Carnico).

Legenda carta lito-tecnica

Legenda 1. Unità dei terreni detritici, costituiti da materiale granulare con buone caratteristiche geotecniche. 2. Unità dei terreni prevalentemente argillosi delle bonifiche con caratteristiche geotecniche scadenti legate al grado di consolidazione raggiunto dai materiali. 3. Unità dei depositi alluvionali antichi, eterogenei di buoni caratteristiche geotecniche. 4. Unità dei depositi sabbiosi con caratteristiche geotecniche variabili in funzione del grado di addensamento e della presenza di falda. 5. Unità dei depositi alluvionali recenti a granulometria prevalentemente fine con comportamento geotecnica variabile, generalmente dotati di basse caratteristiche meccaniche. 6. Unità dei complessi rocciosi con elevata resistenza meccanica costituita in prevalenza da litotipi calcarei. 7. Unità dei complessi metamorfici a resistenza meccanica da elevata a media.

Garzonio Carlo alberto Pagina 52 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio 8. Unità dei complessi calcarei marnosi e delle marne a comportamento meccanico intermedio tra rocce dure e rocce tenere. 9. Unità strutturalmente complessa a prevalenza argillitica e marnosa, tenera, a resistenza meccanica bassa. 10. Unità strutturalmente complessa di flysch arenaceo con resistenza meccanica variabile in relazione alla degradabilità.

Legenda carta geomorfologica

Sono considerate, oltre alla rete drenante e scolmante del sistema delle bonifiche della pianura ed alle porzioni di reticolo nei rilievi, le seguenti distinzioni: tratti di spiaggia in espansione tratti di spiaggia in erosione dune consolidate con vegetazione pioniera o soggetta a coltivazioni duna consolidata boscata sedimenti di duna recente corsi d’acqua incassati paleoalvei tratti di alveo in erosione laterale cave attive in ripristino e o inattive ma da ripristinare aree di cava recuperate nicchia di distacco di frana cigli di scarpata e/o orli di terrazzo vallecole a forte incisione fosso di ruscellamento concentrato ruscellamento diffuso di versante soliflusso aree di indagine di fenomeni di instabilità (sinkhole) aa Limite di sedimenti alluvionali attuali e recenti: argilla e limi argillosi, depositi corrispondenti alle zone di colmata naturale o artificiale. as sedimenti alluvionali attuali e recenti: limi sabbioso-argillosi q Alluvioni terrazzate recenti: argille ed argille sabbiose con livelli di ghiaie Q Alluvioni terrazzate recenti: ciottolati e ghiaie sciolte o poco cementate.

Garzonio Carlo alberto Pagina 53 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Aree umide Ex aree umide dalla cartografia storica e con limiti rilevati da foto aeree Zone soggette a sedimentazione Zone soggette a trasporto solido

Legenda carta della permeabilità

sigla IMP unità litologica a permeabilità molto scarsa SP-P Unità litologica a permeabilità medio scarsa per porosità MP-P Unità litologica a permeabilità media per porosità MP-S Unità litologica a permeabilità media per fratturazione secondaria AP-P Unità litologica a permeabilità alta per porosità AP-S Unità litologica a permeabilità alta per fratturazione secondaria

Legenda carta vulnerabilità degli acquiferi

GRADO DI VULNERABILITA’ Falda libera in materiali Rosso vivo campitura a righe alluvionali con corso d’acqua orizzontali sospeso rispetto alla piezometrica media Molto elevato Campo pozzi deprimenti la Rosso vivo campitura a righe piezometrica al di sotto del verticali livello dei corsi d’acqua e/o del mare Rete acquifera in materiali Medio elevato Rosso scuro carbonatici a carsismo completo ed altamente sviluppato Falda o rete acquifera in pressione semilibera o libera Alto Giallo scuro protetta in superficie da una copertura poco permeabile Falda acquifera in materiali Verde medio granulari più o meno fini Medio Verde medio ed azzurro medio Rete acquifera in arenarie più o a strisce alternate diagonali meno fessurate Medio Basso Verde medio ed azzurro medio Rete acquifera e/o corpi idrici a strisce alternate orizzontali multifalda Basso Lilla a strisce orizzontali Complessi marnosi ed argillosi Molto Basso Complessi sedimentari a grana Lilla a quadretti fine

Garzonio Carlo alberto Pagina 54 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

Aree di decisione 1 -Dinamica costiera

PROBLEMA Problema dell’evoluzione della linea di spiaggia in relazione anche degli importanti interventi per la realizzazione del porto di Marina e dei processi con cui si esprime la dinamica dall’Ombrone al Bruna.

OPZIONI 1. Sostanziale attesa e fiducia della situazione di equilibrio costiero 2. Messa a punto di un sistema di monitoraggio per la valutazione degli effetti ambientali nel tempo, sia in relazione ai processi della dinamica geomorfologia, che a quelli del sistema delle acque dei canali

ATTORI Comune, Regione, Provincia, Privati.

AREE RELAZIONATE Porto di San Rocco, Sviluppo Marina di Grosseto

APPROFONDIMENTI Incremento studi di tipo geo-ambientale, idraulico, marino.

2 -Acque termali

PROBLEMA La valorizzazione del turismo termale può richiedere un incremento delle portate e quindi interventi sui pozzi nel generale ripristino delle aree di cava dei rilievi di Roselle e valorizzazione delle cave storiche. Tale sviluppo dovrà essere condizionato a nuove e più approfondite analisi e a operazioni di monitoraggio. OPZIONI 1. studi e installazione rete monitoraggio dei possibili effetti sulla dinamica delle falde e dei caratteri geochimici 2. Necessità di indagini idrogeologiche più ampie anche in relazione agli effetti di dissoluzione del substrato carbonatico (effetti di collasso dei terreni profondi come a Bottegone) 3. Come (2) con interventi di pozzi per incremento delle portate

ATTORI Privati, Comune di Grosseto, Regione Toscana.

AREE RELAZIONATE Roselle, cave, ricettività,

Garzonio Carlo alberto Pagina 55 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio

APPROFONDIMENTI incremento dei dati disponibili, nuovi studi e sondaggi.

3 -Sinkhole

PROBLEMA Nel 1999. nell’area del Bottegone in prossimità della frazione di Braccagni si è verificato un improvviso sprofondamento (sinkhole) di notevoli proporzioni. Gli studi sino ad ora effettuati indicano che l’area potenzialmente soggetta al ripetersi del fenomeno è notevolmente più ampia rispetto ai dintorni specifici. Si tratta perciò di individuarne i limiti per evitare insediamenti no compatibili.

OPZIONI 1. Valutazione degli studi effettuati sull’area del Bottegone e formulazione di una zonizzazione in funzione della possibile fragilità-pericolosità della fascia di pianura da Braccagni a Roselle.

2. Nuovi studi e rete di monitoraggio per la corretta definizione della pericolosità e gestione dei processi di instabilità. Modificazione dei piani urbanistici e territoriali; interventi sulla Aurelia e linea ferroviaria Pisa-Roma.

ATTORI Comune, Regione, ANAS, Ferrovie, Protezione Civile.

AREE RELAZIONATE Territorio Aperto, Viabilità Generale, Acque Termali

APPROFONDIMENTI Incremento studi di tipo geo-ambientale sull’area; monitoraggio ed elaborazione dati provenienti dalle indagini per le acque termali.

4 -Salinizzazione

PROBLEMA Si tratta di contrastare il preoccupante fenomeno della progressiva salinizzazione causata dalla intrusione marina e procedere ad un eventuale uso di acque a bassa qualità per usi non potabili . Il fenomeno del “cuneo salino” può essere affrontato con un insieme di interventi, da un più adeguato monitoraggio ad azioni specifiche che possano determinare l’arretramento dell’interfaccia. La scelta della strategia è in parte influenzata dal potenziamento della rete acquedottistica con l’alimentazione dal bacino di Montedoglio (AR). Si prospettano strategie diversamente articolate che vanno da una migliore regolamentazione dell’emungimento dai pozzi (in particolare della fascia litoranea) che potrebbe rallentare, ma probabilmente non risolvere il problema, sino ad un’ipotesi di intervento massiccio su un insieme complesso di misure.

OPZIONI 1. Ipotesi di intervento minimo: ulteriore regolamentazione dell’emungimento dei pozzi e messa in atto di un efficace sistema di monitoraggio del processo di salinizzazione.

Garzonio Carlo alberto Pagina 56 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio 2. Ipotesi di intervento a impatto medio: Come (1) con la reimmissione delle acque depurate in falda e la riattivazione di alcuni canali di drenaggio 3. Ipotesi di intervento a impatto forte: contemporaneamente alle misure già previste ai punti (1) e (2) dovrà essere messo in atto un ventaglio complesso di misure che comprende:

A Realizzazione di un sistema di laghetti di irrigazione attraverso la ricalibratura della proposta del piano del territorio aperto. B Derivazione delle portate invernali del Bruna e dell’Ombrone. C Blocco dell’ingressione superficiale delle acque marine nella zona del delta dell’Ombrone, interrompendone il flusso nelle lame interdunali. D Verifica della fattibilità e conseguente possibile attuazione di sistemi di paratie in subalveo per contrastare e rallentare al contrario il flusso di acqua dolce in uscita in corrispondenza delle barre di infiltrazione in falda. E Pompaggio dai canali di acque miscelate, o acque dalla rete degli impianti del Consorzio di Bonifica.

ATTORI Comune di Grosseto, Consorzio di Bonifica Grossetana, Regione Toscana, Provincia, Associazione Industriali, Campeggi, ecc.

AREE RELAZIONATE Territorio Aperto, Risorsa Idrica, Fascia Costiera

APPROFONDIMENTI Studi idrogeologici, geo-idrologici ed idraulici, installazione di una completa ed efficace rete di monitoraggio.

5 -Cave di Roselle

PROBLEMA I progetti di sistemazione, riqualificazione urbanistica e valorizzazione del sistema delle cave di Roselle rappresentano una fondamentale occasione per la realizzazione di interventi in grado, insieme alla risoluzione del problema delle acque termali, di determinare positivamente i futuri assetti ambientali ed urbanistici dell’abitato e del rilievo di Roselle. 1. Verifica dei progetti delle differenti ex cave in modo da valutare esclusivamente i corretti aspetti di fattibilità tecnica ed ambientale, in relazione sia agli interventi ricettivi che agli aspetti paesaggistici. 2. Applicazione di criteri in modo che i progetti di intervento siano tra loro messi in stretta relazione, assegnando alle varie situazioni differenti funzioni, nel generale ripristino dell’area. 3. Come 2, coniugando i progetti agli interventi per la valorizzazione del sistema ricettivo di supporto a quello termale.

ATTORI Privati, Comune, Regione Toscana, Provincia.

AREE RELAZIONATE Roselle, ricettività, acque termali

APPROFONDIMENTI

Garzonio Carlo alberto Pagina 57 di 58 Analisi Geologiche, geomorfologiche e idrogeologiche. Relazione Generale Prof. Carlo Alberto Garzonio Incremento studi di tipo geo-ambientale sull’area; monitoraggio ed elaborazione dati provenienti dalle indagini per le acque termali.

Elenco di altre aree di decisione dove sono necessarie analisi degli effetti geo-ambientali, e specifiche ed approfondite analisi geologiche: a) Problemi relativi alla viabilità b) Aree direzionali c) Sviluppo Marina di Grosseto-Cristo d) Porto S.Rocco e) Ferrovia f) Impianti di depurazione (relazione problema acqua, salinizzazione) g) PIP Batignano h) Istia d’Ombrone Stiaccioli i) Casalecci j) Braccagni k) Espansioni residenziali di Grosseto, contributi geo-ambientali e rischi per la scelta dei differenti quadranti l) Piano rifiuti m) Diversivo (relazionato a l) n) Risorsa idrica (relazionato a salinizzazione) o) Pineta litoranea p) Campeggi q) Arenile r) Revisione normativa aree demaniale ex canale S.Rocco. s) Aree produttive t) Territorio aperto

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