Vinti o emigranti? Le memorie dei fascisti italiani in Argentina e Brasile nel secondo dopoguerra

Defeated or immigrants? Memories of Italian fascists in Argentina and Brazil post World War Second Derrotados ou emigrantes? Memórias de fascistas italianos na Argentina e no Brasil Pós-Segunda Guerra Mundial

Federica Bertagna*

Sintesi Introduzione Alla conclusione della seconda guerra mondiale, la caduta del fascismo spinse mol- ti degli sconfitti a lasciare l’Italia, definitiva- mente o in attesa di tempi migliori1. Questa emigrazione coinvolse, da un lato, gerarchi e collaborazionisti attivi durante la Repubbli- ca sociale italiana, che erano stati sottoposti al processo di epurazione, oppure erano sfu- ggiti al medesimo, o, infine, avevano visto le loro pene condonate grazie all’amnistia, generosa quanto precoce, voluta dal nuo- vo governo democratico nel giugno 19462.

* Doutora em História; professora da Universida- de de Verona, Itália.

Recebido em 22/02/2013 - Aprovado em 25/05/2013 http://dx.doi.org/10.5335/hdtv.13n.2.3718

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 Dall’altro, partirono persone che, pur senza fferenziarono da quelle del resto dei conna- aver commesso crimini o ricoperto cariche, zionali espatriati in Argentina e in Brasile, avevano a vario titolo appoggiato il fascis- per un verso; e, per l’altro, da quelle dei loro mo, o anche soltanto professato fino alla fine camerati rimasti in Italia6. la propria fede in Mussolini. Alcuni di cos- Queste seconde fino a tempi recen- toro emigrarono perché temettero di subire ti non avevano trovato udienza al di fuori vendette private: dopo l’esplosione di vio- dei circuiti della destra nostalgica del fas- lenza ai danni di ex fascisti dell’aprile-giug- cismo, rimanendo confinate nel microcos- no del 1945, che causò migliaia di vittime mo semisommerso di riviste e case editrici (stimate tra le 8000 e le 10000) nelle regioni che ad essa faceva riferimento7. Negli ultimi centro-settentrionali, in Italia si registrarono vent’anni, una pubblicistica tanto scadente episodi di giustizia sommaria almeno per quanto di largo consumo8 ha provveduto a tutto il 19463. Altri semplicemente si ritrova- riesumarle e rivendicarne la valenza, contro rono senza lavoro e prospettive in patria a una storiografia che avrebbe imposto il “pa- causa delle loro convinzioni politiche. radigma antifascista”, negando per decenni Grazie alla citata amnistia, diversa- le ragioni e gli ideali dei “vinti”, nonché ta- mente da quanto avvenuto in Germania agli cendo le persecuzioni di cui furono vittime ex nazisti4, i fascisti nella stragrande mag- dopo la Liberazione. È una delle forme as- gioranza dei casi (l’eccezione fu costituita sunte in Italia dalla più generale rivendica- dai criminali ricercati) poterono espatriare zione della memoria contro la storia, in crisi legalmente, mescolandosi alle decine di mi- di identità in un mondo contemporaneo che gliaia di connazionali che nel difficile con- sembra coniugarsi solo al tempo presente9, testo postbellico furono costretti a lasciare per quanto le finalità dell’operazione fossero l’Italia alla ricerca di lavoro5. A differenza di nel caso italiano essenzialmente politiche. questi ultimi, che si diressero anche in Eu- ropa (inizialmente quasi soltanto in Belgio, Nostalgici e integrati Svizzera e Francia), i fascisti privilegiarono pressoché esclusivamente i Paesi in cui, ol- Quale spazio, circolazione e quindi pe- tre ad una situazione economica favorevole, netrazione ebbe invece la versione dei fatti c’era un clima politico giudicato non ostile: fascista nelle collettività italiane in Argenti- scartati per ovvie ragioni Stati Uniti e Fran- na e Brasile e nelle società locali? Presumi- cia, le loro destinazioni principali furono, in- bilmente non così marginali, se ancora al fatti, l’Argentina peronista, in primo luogo, principio degli anni ottanta il presidente del e in seconda battuta il Brasile. locale Circolo italiano, l’imprenditore Luigi Il saggio intende analizzare quale tipo Breda, poteva permettersi di accogliere un o quali tipi di elaborazione del passato, e sottosegretario italiano in visita ufficiale a quindi di memorie, si svilupparono negli San Paolo con queste parole: “Do il benve- ambienti dell’emigrazione fascista in ques- nuto al vice-ministro che ci porta la Roma di ti due contesti sudamericani. L’obiettivo è Mussolini”10. capire se e in che modo tali memorie si di-

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 Un primo elemento che sembra con- Affari Esteri . La stampa ha traddistinguere l’esperienza dei fascisti in dato scarso rilievo alla notizia e si è limitata Argentina e in Brasile è proprio la possi- a pubblicare alcune brevi dichiarazioni fat- bilità che essi ebbero di esprimere libera- te da Grandi ai giornalisti al momento della mente in pubblico e “in società” i propri partenza da Lisbona”13. L’atteggiamento del sentimenti nostalgici, senza suscitare scan- governo brasiliano era parso chiaro già nei dalo né all’interno della collettività italia- primi mesi del 1947, quando, come comu- na né al di fuori di essa. Le due cose sono nicò a Roma il consolato generale d’Italia ovviamente collegate: nell’Argentina pe- di San Paolo, l’8 marzo era giunto nel Paese ronista, i trascorsi fascisti potevano essere l’ex presidente del Senato Luigi Federzoni: esibiti tranquillamente come credenziali. In “si è stabilito in una villetta nella Prefettura un’intervista rilasciata nel 1954 al corrispon- di São Vicente, presso Santos. Il Federzoni dente dell’agenzia di informazioni ANSA a sembra conduca vita molto ritirata. Le loca- Buenos Aires, lo stesso presidente Juan Do- li autorità di polizia avrebbero avuto istru- mingo Perón affermò con la massima disin- zioni di lasciarlo tranquillo”14. Nell’agosto voltura di avere incaricato Edoardo Moroni, del 1948, il console italiano a Curitiba seg- ex ministro dell’Agricoltura durante la Re- nalava all’ambasciatore a Rio de Janeiro pubblica sociale italiana, di seguire i piani di di aver assistito ad una curiosa cerimonia colonizzazione agricola del suo governo, in all’aerodromo militare della città, protago- quanto “Moroni è stato ministro delle Colo- nista un Dino Grandi evidentemente già nie in Italia, è stato in Africa e conosce bene provvisto di buone entrature nei circuiti la Penisola, è perciò la persona più adatta politici locali, il quale su invito del potente per occuparsi di colonizzazione”11. Nel 1993, giornalista (e simpatizzante del fascismo) l’allora presidente del Circolo italiano di Assis Chateaubriand aveva battezzato uno Buenos Aires, Paolo Segre, definì come “un degli aerei col nome di “Cavour”. fascista molto simpatico” Fausto Brighenti12, La facilità di inserimento confermava il quale l’aveva preceduto alla guida della la bontà di una scelta, quella di emigrare in prestigiosa associazione a partire dal 1967, Argentina e Brasile, che era stata in molti senza evidentemente dover fare mistero del- casi dettata principalmente da ragioni ex- le sue convinzioni. traeconomiche, ovvero dalla percezione dei Anche in Brasile esponenti di primo due Paesi come ambienti non ostili, contrap- piano del regime fascista furono accolti posti ad un’Italia in cui, anche dopo la con- in modo, se non favorevole, quantome- clusione del conflitto, perdurava un clima no indifferente. Il 31 dicembre del 1947 da guerra civile. l’ambasciatore italiano a Rio de Janeiro, in Come hanno confermato recentemen- un rapporto al Ministero degli Affari Esteri te numerose testimonianze di emigrati, il sull’arrivo di Dino Grandi, riferiva: “il 23 di- contesto postbellico italiano si configurò, cembre corrente è qui giunto per via aerea, sia pure per un periodo circoscritto, come proveniente da Lisbona, l’ex ministro degli un contesto “di espulsione”: qualcuno, per

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 esempio, ha ammesso di aver dormito fino agli schieramenti politici, al punto che nei alla partenza con la pistola sotto il cuscino15. rapporti tra connazionali talvolta non restò Bruno Piva, un ex milite della Guardia na- più nulla delle divisioni del ventennio fas- zionale repubblicana16 condannato a 30 anni cista o addirittura della militanza su fronti di carcere per omicidio, decise di fuggire opposti durante la guerra civile. all’estero nel 1949, dopo quattro anni di la- Emanuele Pignatelli, figlio di Maria titanza in Italia. Rifugiatosi inizialmente in Pignatelli di Cerchiara, attiva durante la Svizzera, per convincere la moglie a lasciare Repubblica sociale italiana nell’Italia me- definitivamente l’Europa le scriveva in una ridionale, e fondatrice nel dopoguerra del lettera del 27 novembre 1950: “si stanno pre- Movimento italiano femminile19, emigrò in parando tempi molto difficili per tutti e spe- Argentina e si mise in affari a Buenos Aires cialmente per noi. Tutti i paesi del mondo ci con un socio italiano: la madre manifestò la chiudono le porte in faccia ed hanno ragio- sua diffidenza e contrarietà al progetto dopo ne di farlo dopo quanto dicono e predicano aver appreso che questi aveva partecipato i nostri governanti. In patria non possiamo alla Resistenza e fatto parte di un Comitato ritornare, non resta che andare nell’unica di liberazione nazionale20. nazione del mondo ancora disposta a per- Ancora più sintomatico l’episodio metterci di vivere in pace”17. L’“unica na- relativo a Giovanni Alcaro, uno dei sopra- zione del mondo” pronta ad accogliere i vvissuti all’eccidio di Schio, rappresaglia tra fascisti “perseguitati”, secondo Bruno Piva, le più sanguinose della “resa dei conti” col era l’Argentina: lo dimostravano le difficoltà fascismo successiva al 25 aprile21. Alcaro, incontrate da un suo amico come lui in fuga, incaricato di selezionare il personale nella che era stato costretto all’ultimo momento a fabbrica di coperte che il lanificio vicentino rinviare la partenza per il Sudamerica per- Rossi aveva avviato in Argentina, assunse ché il piroscafo su cui aveva trovato posto un suo compaesano per quanto, dopo averlo era di una compagnia italiana (e quindi per convocato al colloquio, lo avesse riconosciu- ovvi motivi salirci a bordo era un rischio) e to come uno dei componenti del commando soprattutto perché “il Portogallo gli ha rifiu- di partigiani che fece irruzione nel carcere tato il visto di passaggio di 3 giorni, dico tre della cittadina in provincia di Vicenza, ucci- giorni”18. dendo oltre cinquanta persone detenute per Quella che prima di lasciare l’Italia era motivi politici. una speranza, fondata, specie per chi come Vera o meno che sia la storia, il fatto Piva era latitante, sulla relativa facilità di che a raccontarla, ritenendola commovente, ottenere il visto di ingresso, si tramutò in sia stato Giovanni Caneva, a propria volta certezza oltreoceano nella quotidianità del- emigrato in Argentina dalla provincia di le relazioni con i connazionali emigrati. Di Vicenza per sfuggire a possibili vendette a fronte alla necessità di trovare lavoro e gua- causa dei suo trascorsi durante la Repubbli- dagnarsi da vivere in un Paese straniero, le ca sociale italiana, ci restituisce una visione reti sociali diventarono trasversali rispetto comune a non pochi ex fascisti, per i quali il

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 passaggio al Nuovo Mondo significò la fine gli estremisti di entrambi. In Argentina ad dell’odio e del tempo della guerra civile. È agevolare il compito dei rappresentanti del probabile che Caneva contrapponesse il cli- governo italiano concorse l’atteggiamento ma che si respirava tra gli italiani in Argenti- conciliante di tanti antichi oppositori di Mus- na al perdurare delle lacerazioni tra fascisti e solini lì residenti dagli anni venti e trenta, i antifascisti in patria, visto e considerato che quali fin dall’immediato dopoguerra riten- questa mancata riconciliazione si ripercuo- nero fosse finito il tempo dell’antifascismo teva sulla sua famiglia: il fratello Bruno, che e giunto quello di una riconciliazione tra a differenza di lui era fuggito al Plata dopo italiani. Essa doveva necessariamente fon- una condanna per collaborazionismo, negli darsi sull’oblio delle responsabilità: come anni novanta fu chiamato in causa in Italia sintetizzò uno dei sostenitori di questa linea, per la presunta partecipazione alla strage di Dionisio Petriella, che fu a lungo presidente Pedescala, una delle ultime compiute in ter- dell’associazione Dante Alighieri di Buenos ritorio italiano dai nazisti in ritirata22. Aires nel secondo dopoguerra, “chi ha avuto Certo si tratta, nel caso di Giovanni Ca- ha avuto, chi ha dato ha dato”. neva, di un giudizio retrospettivo, formulato Un secondo aspetto va ricordato: alla dopo vari decenni dagli avvenimenti. Tutta- fine del conflitto non solo il clima ma i rap- via l’idea che l’Argentina rappresentasse un porti di forza all’interno delle collettività ita- altrove non solo geografico, ma storico, in cui liane in Argentina e Brasile erano ben diver- il distacco dall’Italia produsse una imme- si da quelli che si davano in Italia tra vinti diata “pacificazione” tra italiani schierati su fascisti e vincitori antifascisti. Senza dubbio opposti fronti durante la guerra civile, trova le organizzazioni e i giornali dei sostenito- conferma e contrario nelle reazioni della mi- ri di Mussolini si erano molto indeboliti, a noranza di antifascisti militanti che criticaro- causa del venir meno dei generosi finanzia- no gli esiti di tale pacificazione nel momento menti del regime, che in molti casi ne aveva stesso in cui si produssero: l’ingombrante garantito l’esistenza nei decenni tra le due presenza dei fascisti nelle associazioni della guerre ma lo stesso poteva dirsi di tutte le collettività italiana e l’atteggiamento a loro istituzioni italiane. In Brasile, esse erano an- avviso connivente, o comunque non incline date addirittura incontro allo scioglimento a contrastarne le iniziative, delle autorità di- forzato o erano passate in mano brasiliana plomatiche. dopo la dichiarazione di guerra a Italia e Effettivamente l’azione della diploma- Germania dell’agosto 1942. zia puntò al superamento dei conflitti tra Tuttavia, nel dopoguerra i fascisti lo- fascisti e antifascisti, che avevano causato cali mantenevano uno spazio, soprattutto profonde divisioni nelle collettività italiane in Argentina, dove continuava a sostenerne all’estero durante il ventennio e, per rag- le iniziative – anche finanziariamente – uno giungere questo obiettivo, cercò di favorire dei maggiori imprenditori italiani del Pae- il dialogo tra i settori moderati dei due schie- se, quel Vittorio Valdani che dal 1924 era il ramenti e, nello stesso tempo, di escludere loro leader riconosciuto. Lo stesso faceva in

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 Brasile Francesco Matarazzo, erede del mag- dei fascisti in Italia fu ampia ma in genere gior impero industriale dell’America Latina limitata ai primi anni successivi al trasferi- e a propria volta simpatizzante del fascismo. mento oltreoceano, un po’ per il venir meno Anch’egli assai autorevole all’interno della delle esigenze che l’avevano motivata, un collettività italiana, pur essendo, a quanto po’ per l’indebolimento progressivo dei vin- sembra23, meno generoso di Valdani, ebbe coli con la madrepatria, l’impegno nelle as- comunque un ruolo rilevante a San Paolo. In sociazioni riguardò un numero più ridotto ogni caso, sia qui che a Buenos Aires l’arrivo di persone ma fu mantenuto più a lungo nel di gerarchi e reduci di Salò dall’Italia servì a tempo. rafforzare le posizioni dei fascisti, garanten- L’esempio principale a Buenos Aires do loro il controllo di giornali e associazioni. fu costituito dalla Federazione delle associa- zioni italiane in Argentina. Fondata nel 1919, Fascisti o emigranti? la Federazione era l’organo di collegamento e di rappresentanza dell’associazionismo È vero che non mancarono i casi di chi, italiano al Plata. Dopo essersi allineata al come il citato Bruno Piva, ritenendo di aver fascismo già negli anni venti, aveva pratica- pagato un prezzo più alto di molti altri per mente cessato le attività durante il conflitto. coerenza ai propri ideali, una volta giunto Rimetterla in funzione e farne un centro pro- oltreoceano non volle più avere nulla a che pulsore per il rilancio dell’associazionismo fare con gli ex camerati, nondimeno la scelta italiano fu uno dei principali obiettivi di mantenere viva una memoria dei trascorsi degli antifascisti alla fine del conflitto. fascisti e coltivarla attraverso rapporti e so- L’operazione però non andò a buon fine, cializzazione con altri connazionali emigrati per vari motivi. Uno dei principali fu il fatto per ragioni politiche fu comune a molti. Le che la massiccia immigrazione postbellica modalità con cui tale opzione fu declinata dall’Italia (oltre 400.000 persone tra il 1947 furono diverse. e il 1960) non garantì nuova linfa alle asso- La maggioranza rinunciò alla dimen- ciazioni storiche: gli ultimi arrivati, infatti, sione e all’impegno propriamente militante. diversi per mentalità ed esigenze, invece di Alcuni si limitarono ad aderire più o meno iscriversi in quelle già esistenti, preferirono 24 saltuariamente a raccolte fondi ed altre ini- fondarne di proprie . ziative di solidarietà nei confronti dei came- Questa distanza esisteva anche nel cam- rati incarcerati in Italia, promosse da gruppi po fascista, tra chi veniva da un’esperienza o giornali fascisti, come “Il Risorgimento” di di guerra e di guerra civile; e chi invece si era Francesco Di Giglio, a Buenos Aires; e “La semplicemente identificato da lontano con Tribuna” di Piero Pedrazza, a San Paolo. l’“Italia nuova” di Mussolini, ma con una di- Altri operarono all’interno di associazioni fferenza importante: numerosi fascisti giunti italiane che, per quanto fossero state fascisti- dall’Italia dopo il 1945, ritenendosi forse gli zzate durante il ventennio, per statuto erano unici legittimi custodi dell’“italianità”, si in- apolitiche. Mentre la mobilitazione a favore serirono nelle associazioni che, come la “Fe-

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 derazione” appunto, garantivano maggiore bro dell’Ufficio politico investigativo della visibilità, spodestando gli stessi loro came- Guardia nazionale repubblicana a Verona rati di Buenos Aires. L’organigramma25 e le durante la Repubblica sociale italiana e noto biografie politiche dei dirigenti della “Fede- qui per essere un “feroce seviziatore”27. E si razione” sono un indicatore degli equilibri potrebbe continuare con Luigi Gianturco, fe- all’interno della collettività alla metà degli derale del partito fascista di Milano dal 1940; anni cinquanta. Presidente, dal 1953, era e Piero Gazzotti, iscritto al Partito naziona- l’ex ministro del Lavoro della Repubblica le fascista dal 1921, squadrista e “Marcia su sociale italiana Giuseppe Spinelli. Spinelli, Roma”, ufficiale dei bersaglieri, poi segreta- che in Argentina si era agevolmente inse- rio federale a Torino e componente del di- rito nell’amministrazione peronista, era un rettorio del partito fascista, incarcerato dopo nome gradito alle stesse autorità italiane: la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943 ed per quanto “fervente fascista”, secondo la escluso dall’elettorato attivo a Roma dopo la rappresentanza diplomatica aveva “forni- fine della guerra28. to in più occasioni indubbie prove del suo Se in qualità di dirigenti di una “Federa- patriottismo, del suo equilibrio e del suo zione” che rappresentava l’associazionismo tatto” ed era perciò ritenuto l’uomo adatto italiano non solo di fronte alla diplomazia per riavvicinare alla “Federazione” le asso- ma anche alla società locale, tutti costoro ciazioni che se ne erano allontanate durante dovettero rinunciare (almeno in pubblico) il ventennio per incompatibilità con la linea a toni e atteggiamenti di parte, altri prefe- filofascista da essa assunta. rirono la rievocazione nostalgica dei propri Ma se Spinelli poteva considerarsi un trascorsi in seno ad associazioni o in luoghi moderato, e dunque un interlocutore, per di ritrovo in cui del fascismo rimaneva pro- eliminare gli attriti tra fascisti e antifascisti prio il folklore, nelle due varianti sepolcrale la diplomazia italiana era costretta a con- e conviviale che a Buenos Aires erano es- frontarsi anche con personaggi dai prece- presse, rispettivamente, dalla “Associazio- denti un po’ più imbarazzanti, come il vi- ne Combattenti” e dal “Club 28 ottobre” (il cepresidente della “Federazione”, Federico nome evocava chiaramente la “Marcia su Menna, che in qualità di capo provincia di Roma”, avvenuta appunto il 28 ottobre del Rovigo e prefetto di Padova si era distinto 1922). Quest’ultimo, una associazione ricre- durante la Repubblica di Salò per la “dure- ativa nota anche come “La patriottica”, era zza dei metodi, approvando rappresaglie e frequentato anche dal più illustre degli emi- ritorsioni nei confronti degli antifascisti” ed grati fascisti residenti nella capitale argenti- era fuggito in Argentina evitando l’arresto26. na, Vittorio Mussolini, uno dei figli del duce, O Edoardo Facdouelle, capo provincia a Li- che era approdato in Argentina sotto falso vorno e dall’ottobre 1944 capo di stato ma- nome nel dicembre del 1946 ma aveva rego- ggiore delle Brigate nere, una delle polizie larizzato senza problemi la sua posizione di di Mussolini impiegate nella repressione fronte alle autorità. della Resistenza; e Gaio Gradenigo, mem-

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 Per quanto riguarda il reducismo, era nei confronti delle autorità e dei diplomatici una manifestazione tradizionale del lega- italiani e propose una smaccata apologia del me degli emigrati che avevano alle spalle regime mussoliniano, esaltando figure come esperienze belliche o militari con il proprio Rodolfo Graziani, ministro della Difesa della passato: gli ex combattenti della Repubblica Repubblica Sociale che fu processato e con- sociale italiana non fecero eccezione, inse- dannato a 19 anni di carcere nel 1948. Oltre a rendosi nelle associazioni di reduci esistenti promuovere in proprio raccolte di fondi a fa- a Buenos Aires e San Paolo. Nella capitale vore dei fascisti incarcerati in Italia, “La Tri- argentina, alla metà degli anni cinquanta, buna” alimentò sentimenti nostalgici nelle erano membri della “Reduci”, come era co- collettività italiane in Brasile anche facendo nosciuta l’associazione dei combattenti, tra da cassa di risonanza a rituali quali le messe gli altri, Davide Fossa, sindacalista e gerarca in suffragio di Mussolini e dei caduti fascisti, fascista che si era arruolato volontario nella che fossero celebrate a San Paolo o in altre lo- guerra d’Etiopia nel 1935, e lo stesso Gaio calità, come Rio de Janeiro e Ribeirão Preto. Gradenigo. Entrambi ricoprivano cariche Fenomeni analoghi di rivendicazione anche nella “Confederazione Combattenti in chiave nostalgica del fascismo si registra- Italiani dell’America Latina”, fondata nel rono anche in Argentina. Messe di suffragio 1957 per collegare le associazioni dei Paesi per Mussolini si celebrarono non solo nella sudamericani. capitale ma anche in alcune città dell’interno, In Brasile il principale punto di riferi- come per esempio Mendoza, dove ancora nel mento degli ex repubblichini decisi a man- 1948 assistette al rito un centinaio di perso- tenere viva una memoria separata e ostile al ne30. A Buenos Aires le messe erano officiate dialogo con il resto della collettività non fu dall’ex cappellano militare della Repubblica un’associazione ma un giornale, “La Tribu- sociale italiana Eusebio Zappaterreni, che na”, fondato dal trevigiano Piero Pedrazza era stato espulso dal Paese nel 1947 dopo nel 1948. Giornalista fascista, volontario sia aver partecipato a manifestazioni neofascis- nella prima che nella seconda guerra mon- te a Rosario ma vi aveva fatto ritorno poco diale, e prigioniero degli inglesi dal 1941 al dopo stabilendosi nella capitale. Qui i gru- 1947, Pedrazza emigrò a San Paolo, dove ppi più estremisti compirono anche azioni grazie pare anche ai finanziamenti dei Ma- dimostrative, facendo ritrovare gagliardetti tarazzo29, cominciò fin da subito a pubblica- neri in occasione di date simbolo e anniver- re il settimanale, che per la sua durata (uscì sari del regime o scritte inneggianti al duce ininterrottamente fino al 1972 e poi di nuovo su monumenti e in luoghi di particolare sig- dal 1973 al 1985) e la sua diffusione (ancora nificato per la collettività; e commisero atti negli anni settanta aveva 710 abbonati) può violenti, collocando bombe presso le sedi considerarsi l’iniziativa di maggiore peso delle associazioni e organizzazioni di sinis- del fascismo intransigente in Brasile. tra o davanti ai cinema che proiettavano le Il periodico si caratterizzò per i toni pellicole del neorealismo italiano, giudicate estremistici e la violenza dei suoi attacchi dai fascisti infamanti.

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 Conclusioni sidente Gronchi – rappresentanza politica per gli italiani all’estero, maggior sostegno Se fino al 1948 le forme di rievocazio- finanziario per le scuole e i corsi di lingua ne del fascismo furono simili nei due Paesi, italiana in Argentina31 – non avevano una l’evoluzione nel corso del decennio successi- connotazione di parte e poco si discostava- vo fu tuttavia differente: mentre in Brasile il no da quelle che nel dopoguerra venivano passato fascista subiva una sorta di “conge- regolarmente rivolte dal mondo delle asso- lamento” e veniva riproposto (e rivendicato) ciazioni ad autorità di governo e personalità sempre identico negli ambienti dei nostal- politiche italiane di passaggio in Argentina. gici, in Argentina, almeno in alcuni settori, La difesa dell’“italianità”, intesa come fu sottoposto ad una rielaborazione. Già sul cultura e lingua italiana, da un certo momen- finire degli anni cinquanta, a Buenos Aires, to in avanti diventò per molti emigrati fas- la memoria e le ragioni dell’antica militanza cisti il modo di sublimare la fede politica del parvero diluirsi, lasciando il posto ad una passato. Non è un caso se negli anni settanta progressiva identificazione con la patria las- ritroviamo ex combattenti di Salò a promuo- ciata, che era analoga a quella che operava- vere la fondazione o rilanciare lo sviluppo no gli emigranti non politici. di istituti scolastici italiani in America latina, Sono rivelatori al riguardo alcuni epi- dal Cile, al Perù, all’Argentina. Qui Alfredo sodi avvenuti in occasione della visita di Sta- Maltinti, sergente della divisione “San Mar- to in Argentina del presidente della Repub- co” durante la Repubblica sociale italiana, fu blica italiana Giovanni Gronchi, nel 1961. dal 1970 l’anima del “Centro culturale italia- Quando nella collettività italiana si decise di no”, una scuola italiana aperta nel 1958 nella formare un comitato per organizzare le ac- capitale. coglienze al capo dello Stato, tra gli altri en- Già a questa data, la fine degli anni cin- trò a farne parte anche Carlo Scorza, l’ultimo quanta, molti ex fascisti avevano fatto rien- segretario del Partito nazionale fascista che tro nella penisola e altri li avrebbero seguiti era emigrato clandestinamente a Buenos Ai- nei decenni successivi. Da tempo nessuno di res nel 1951 ma a quella data, evidentemen- loro aveva più nulla da temere né sul piano te, aveva accettato la legittimità del governo giudiziario (nel 1948 erano stati dichiarati democratico italiano. estinti per decreto i giudizi ancora pendenti Tra le visite ad associazioni italiane dopo l’amnistia del 1946 e nel 1953 furono programmate durante il soggiorno di Gron- amnistiati anche i reati commessi fino al 18 chi nella capitale argentina, era prevista giugno 1948 per motivi politici) né dal punto anche quella alla citata Associazione dei di vista “ambientale”. In Italia, per quanto Reduci, che in contemporanea decise perciò proprio gli anni sessanta segnassero la ri- di celebrare il quinto Congresso della citata presa dell’“antifascismo militante”32, il neo- “Confederazione dei Combattenti Italiani fascismo aveva libero corso, anche politico: dell’America Latina”. Ebbene, le principali nonostante il divieto di ricostituzione del richieste presentate dal Congresso al pre- partito fascista sancito dalla Costituzione

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 repubblicana, dal 1948 il Movimento sociale terans societies. A few, finally, preferred italiano lo rappresentava in Parlamento. to forget completely their past. In un contesto che si presentava dun- que conflittuale ma assai meno problema- Key words: Italian Emigration Post World tico rispetto a quello lasciato all’indomani War II . Argentina. Brazil. della sconfitta, paradossalmente (ma non troppo) dopo il ritorno in Italia alcuni ex Resumo fascisti passarono dalla nostalgia per la pa- tria lontana a quella per i Paesi americani Ao término da Segunda Guerra Mun- che li avevano accolti. La memoria della dial, muitos fascistas emigraram para a recente vicenda migratoria sembrò preva- Argentina e ao Brasil. O presente artigo analisa diferentes memórias dos que lere su quella politica anche in chi aveva emigraram buscando entender como combattuto fino all’ultimo per Mussolini: se esses elaboraram o seu passado político dobbiamo credere alla descrizione lettera- nos dois novos países; conclui-se que al- 33 ria di Carlo Mazzantini , fu questo l’ultimo guns dos novos imigrantes começaram approdo persino di un “irriducibile” come a fazer parte de associações italianas de l’ex comandante della Legione Tagliamento mútuo socorro e se empenharam em re- Merico Zuccari34, il quale, tornato in Italia forçar as instituições que possuíam iden- nel 1959 dopo un quindicennio di latitanza tidades com grupos de co-nacionais, in Argentina, riprese a frequentare gli an- principalmente as escolas, em Buenos tichi commilitoni ma, al pari di tanti altri Aires e São Paulo; outros preferiram emigranti di ritorno, in loro compagnia uma relação mais nostálgica com ex- preferiva rievocare le proprie esperienze -companheiros emigrantes no interior sudamericane, piuttosto che ricordare la co- de associações de Veteranos de Guerra; uma minoria, enfim, preferiu esquecer mune milizia in campo fascista. completamente o que se passou.

Abstract Palavras-chave: Emigração italiana pós- -Segunda Guerra Mundial. Fascismo. After World War II, many Italian fas- Argentina/Brasil. cists migrated to Argentina and Brazil. This article analyses their different me- mories, trying to answer the question: Notas

how did they manage their past political 1 Su questa emigrazione si veda Federica Bertagna, experience in the new countries? Some La patria di riserva. L’emigrazione fascista in Argen- of them enrolled Italian mutual aid so- tina, prefazione di Emilio Franzina, Roma, Don- cieties and worked to improve Italian zelli, 2006 (traduzione spagnola: La inmigración fascista en la Argentina, Buenos Aires, Siglo XXI, community institutions (like schools) 2007). in Buenos Aires and San Pablo. Others 2 Mimmo Franzinelli. L’amnistia Togliatti. 22 giugno preferred nostalgic relations with their 1946: colpo di spugna sui crimini fascisti, Milano: Mondadori, 2006. comrades of the Army inside Ve-

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 3 Claudio Pavone. Una guerra civile. Saggio storico ellos a buscar el mar: familias migrantes marchigianas sulla moralità nella Resistenza, Torino: Bollati Bo- a la ciudad de Mar del Plata (1886-1962). In: “Altrei- ringhieri, 1990; Guido Crainz. La giustizia somma- talie”, 15, 27 (2003), p. 89. ria in Italia dopo la seconda guerra mondiale, in Sto- 16 La Guardia nazionale repubblicana fu istituita ria, verità, giustizia. I crimini del XX secolo, a cura di dalla Repubblica sociale italiana nel dicembre del Marcello Flores, Milano: Bruno Mondadori 2001, 1943 con compiti di polizia interna e militare. Di p. 162-170. fatto le sue unità furono impiegate nella repres- 4 Federica Bertagna; Matteo Sanfilippo. Per una sione della Resistenza. prospettiva comparata dell’emigrazione nazifas- 17 Archivio dell’Istituto Storico della Resistenza e di cista dopo la seconda guerra mondiale. In: Studi Storia Contemporanea di Modena, Fondo Mario Emigrazione”, 41, 155 (2004), pp. 527-553. Galanti, Carte Bruno Piva, b. 1, fasc. 15, 27 no- 5 Elia Morandi. Governare l’emigrazione. Lavoratori vembre 1950. italiani verso la Germania nel secondo dopoguerra. 18 Ibidem, 27 novembre 1950. Torino: Rosenberg & Sellier, 2011. 19 Il Movimento italiano femminile fu creato per 6 Le fonti di questo lavoro sono costituite in primo fornire aiuto legale e materiale ai fascisti in car- luogo dalla pubblicistica (i giornali e periodici cere, ma operò anche per favorire l’emigrazione pubblicati soprattutto a Buenos Aires e San Pa- clandestina di criminali in fuga ed ex detenuti. olo) e dalle scarse quanto preziose testimonianze Cfr. Bertagna, La patria di riserva cit., pp. 103-136. private di parte fascista (in particolare la corris- 20 Archivio di Stato di Cosenza, Movimento italia- pondenza tra i fascisti emigrati e i loro camerati e no femminile, busta 37, fascicolo 6. famigliari rimasti in Italia). 21 La strage nella prigione di Schio, in provincia di 7 Marco Tarchi. “Esuli in patria”. I fascisti nella Vicenza, fu compiuta nella notte tra il 6 e 7 luglio Repubblica italiana, in Enrico Pozzi (a cura di), del 1945 da una dozzina di partigiani comunisti. Lo straniero interno. Firenze: Ponte delle Grazie, Cfr. Ezio Maria Simini. …e Abele uccise Caino. Ele- 1993, pp. 185-209. menti per una rilettura critica del bimestre della “resa 8 Il caso più emblematico è quello delle scritture, a dei conti” Schio 29 aprile – 7 luglio 1945, Grafiche metà tra giornalismo e narrativa, di Giampaolo Marcolin, Schio, 2000; ed Emilio Franzina e Ezio Pansa, autore di una vera e propria saga in cui i Maria Simini. “Romero”. Igino Piva, memorie di un “vinti di Salò” sono rappresentati come vittime internazionalista. Schio: Odeon libri, 2001. due volte: della violenza dei comunisti prima, 22 Bruno Caneva fu amnistiato nel 1954 per la con- della cancellazione della loro memoria ad opera danna subita nel 1947. Nel 1996 la stampa prima della storiografia antifascista poi. e la procura militare poi andarono a rintracciarlo 9 François Hartog. Régimes d’historicité. Présentisme nella provincia di Mendoza, dove si era stabilito, et expériences du temps. Parigi: Collection Points- riprendendo un’ipotesi dell’accusa al processo -Seuil, 2012. − non provata in tribunale − che riteneva Bruno 10 L’episodio, raccontato dall’emigrato italiano Caneva presente a Pedescala e complice della Amos Cecchelin, è riportato da Maurizio Chieri- strage dei nazisti che costò la vita a 74 persone il ci, La storia incompresa e la memoria negata, in “Il 30 aprile 1945. Cfr. Pierantonio Gios. Controversie Corriere della Sera”, 27 aprile 2001. sulla Resistenza ad Asiago e in Altipiano. Asiago: Ti- 11 Cfr. l’intervista a Perón in Archivio Storico del pografia Moderna, 1999. Ministero Affari Esteri (Roma), Affari politici 23 Cfr. Bertagna, F. La patria di riserva.... 1950-1957, Argentina, busta 1607, fascicolo “Par- 24 Fernando J. Devoto. Storia degli italiani in Argenti- te generale”. na. Roma: Donzelli, 2007. 12 Fausto Brighenti giunse in Argentina nel 1949 e 25 Cfr. Archivio Feditalia (Buenos Aires), registro avviò una serie di stabilimenti che davano lavoro verbali, 1955. complessivamente, intorno alla metà degli anni 26 Cfr. Mirko Borghi. I fascisti repubblicani: uomini settanta, a 1400 persone. e motivazioni nella Repubblica sociale italiana. 13 Archivio storico del Ministero Affari Esteri In: Angelo Ventura (a cura di), La società veneta (Roma), Affari politici 1946-1950, Brasile, busta 6, dalla Resistenza alla Repubblica. Atti del convegno di fascicolo 3. studi. Padova, 9-11 maggio 1996, Padova: Istitu- 14 Ibidem, busta 4, fascicolo 6. to Veneto per la Storia della Resistenza e Cleup, 15 Lia Sezzi e Nora Sigman. “Pionieri del progresso”: 1997, p. 104. l’impresa Borsari in Terra del Fuoco. In: “Storia e 27 Giovanni Dean. (a cura di). Scritti e documenti problemi contemporanei”, 16, 34 (2003), p. 124; della Resistenza veronese. Verona, 1982, p. 260. Mónica Bartolucci e Elisa Pastoriza. Me iré con

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 28 Mario Missori. Gerarchie e statuti del Pnf. Gran con- FRANZINELLI, Mimmo. L’amnistia Togliatti. siglio, Direttorio nazionale, Federazioni provinciali: 22 giugno 1946: colpo di spugna sui crimini fascis- quadri e biografie. Roma: Bonacci, 1986, ad nomen. ti. Milano: Mondadori, 2006. Quando non diversamente indicato, si rimanda a questo lavoro per le biografie dei gerarchi citati BORGHI, Mirko. I fascisti repubblicani: uomi- nel testo. ni e motivazioni nella Repubblica sociale ita- 29 Per tutte le notizie sulla “Tribuna” si veda An- liana, In: VENTURA, Angelo (a cura di). La so- gelo Trento: La costruzione di un’identità collettiva. Storia del giornalismo in lingua italiana in Brasile. cietà veneta dalla Resistenza alla Repubblica. Atti Quaderni Asei: Viterbo, Sette Città, 2011. del convegno di studi, Padova, 9-11 maggio 1996, 30 Sul neofascismo a Mendoza cfr. Archivio storico Padova: Istituto Veneto per la Storia della Re- del Ministero Affari Esteri (Roma), Affari politici sistenza e Cleup, 1997. 1946-1950, Argentina, busta 4, fascicolo 8 e busta 6, fascicolo 4. CHIERICI, Maurizio. La storia incompresa e la 31 Aa. Vv.. Per la difesa della latinità. V° Congres- memoria negata, in “Il Corriere della Sera”, 27 so 9-11 aprile 1961. Concomitalia Confederazione aprile 2001. Combattenti Italiani America Latina, Buenos Aires, 1961, p. 49. CRAINZ, Guido. La giustizia sommaria in Italia 32 Sergio Luzzatto. La crisi dell’antifascismo. Einaudi: dopo la seconda guerra mondiale. In: Storia, verità, Torino, 2004. giustizia. I crimini del XX secolo. A cura di Mar- 33 Carlo Mazzantini. A cercar la bella morte. Venezia: Marsilio, 1995, pp. 160-163. cello Flores, Milano: Bruno Mondadori 2001, 34 Merico Zuccari, che era nato in Argentina, emi- pp. 162-170. grò clandestinamente al Plata via Barcellona. Fu DEAN, Giovanni (a cura di). Scritti e documenti condannato a morte nel 1947; successivamente la condanna venne cancellata e tramutata in ergas- della Resistenza veronese, Verona, 1982. tolo, e quindi amnistiata. DEVOTO, Fernando, J. Storia degli italiani in Argentina. Roma: Donzelli, 2007. Bibliografia FRANZINA, Emilio; SIMINI, Ezio Maria. “Ro- mero”. Igino Piva, memorie di un internazionalis- ta, Schio: Odeon libri, 2001. AA.VV. Per la difesa della latinità. V° Congres- so 9-11 aprile 1961. Concomitalia Confederazione GIOS Pierantonio. Controversie sulla Resistenza Combattenti Italiani America Latina, Buenos Ai- ad Asiago e in Altipiano. Asiago: Tipografia Mo- res, 1961 derna, 1999. BARTOLUCCI, Mónica; PASTORIZA Elisa. HARTOG, François. Régimes d’historicité. Pré- Me iré con ellos a buscar el mar: familias mi- sentisme et expériences du temps, Parigi: Collec- grantes marchigianas a la ciudad de Mar del tion Points-Seuil, 2012. Plata (1886-1962). In: Altreitalie, 15, 27 (2003), LUZZATTO, Sergio. La crisi dell’antifascismo. pp. 77-105. Torino: Einaudi, 2004. BERTAGNA, Federica. La patria di riserva. MAZZANTINI, Carlo. A cercar la bella morte. L’emigrazione fascista in Argentina, prefazione Venezia: Marsilio, 1995. di Emilio Franzina, Roma: Donzelli, 2006. MISSORI, Mario. Gerarchie e statuti del Pnf. BERTAGNA, Federica; SANFILIPPO Matteo. Gran consiglio, Direttorio nazionale, Federazioni Per una prospettiva comparata ell’emigrazione provinciali: quadri e biografie. Roma: Bonacci, nazifascista dopo la seconda guerra mondiale. 1986. In: Studi Emigrazione, 41, 155 (2004), p. 527-553.

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História: Debates e Tendências – v. 13, n. 2, jul./dez. 2013, p. 282-294 MORANDI, Elia. Governare l’emigrazione. Lavo- ratori italiani verso la Germania nel secondo dopo- guerra, prefazione di Emilio Franzina. Torino: Rosenberg & Sellier, 2011. PAVONE, Claudio. Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino: Bollati Boringhieri, 1990. SEZZI, Lia; SIGMAN, Nora. “Pionieri del pro- gresso”: l’impresa Borsari in Terra del Fuo- co. In: Storia e Problemi Contemporanei, 16, 34 (2003), pp. 113-133. SIMINI, Ezio, Maria. …e Abele uccise Caino. Ele- menti per una rilettura critica del bimestre della “resa dei conti” Schio 29 aprile – 7 luglio 1945. Schio: Grafiche Marcolin, 2000. TARCHI, Marco. “Esuli in patria”. I fascisti nella Repubblica italiana. In: POZZI, Enrico (a cura di). Lo straniero interno. Firenze: Ponte delle Grazie, 1993, pp. 185-209 TRENTO, Angelo. La costruzione di un’identità collettiva. Storia del giornalismo in lingua italiana in Brasile. Quadeni Asei: Viterbo/ Sette Città, 2011.

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