2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano
3 Profili storici e culturali
36 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano
La storia
Comune di Vizzolo Predabissi
Città Metropolitana di Milano
Prefettura di Milano
Regione Lombardia
Codice Istat: 015244 - Cap: 20070
Abitanti: 3.948 (Istat 01/01/2017)
Pop. straniera residente: 295 (Istat 2017)
Superficie: 5,65 kmq
Densità demografica: 695 ab/kmq
Altitudine centro: 90 m s.l.m.
Comuni confinanti
Il Comune di Vizzolo Predabissi conta 3.948 abitanti.
Il Comune di Vizzolo Predabissi è compreso nel territorio della Provincia di Milano, tra la via Emilia e la Paullese ai limiti della regione metropolitana milanese verso sud-est.. Appeso alla via Emilia, la via Pandina e la via Cerca, appoggiato sulle sponde del Lambro e a nord sul Colatore Addetta. Circa quattromila abitanti in un territorio dove i luoghi conservano ancora i nomi delle cascine. Un paesaggio ag i olo do e gli i sedia e ti so o uasi tutti e e ti, al li ite dell a ea et opolita a, he ha influenzato la forma dei quartieri con un modello urbano che somma quartieri in piccoli blocchi non dialoganti, caratteristico dei comuni della corona milanese negli anni 80. Gli insediamenti presentano difficoltà nei collegamenti per la loro dimensione e diffusione, faticano a diventare un sistema urbano, patis o o le di isio i e l agg essio e del siste a della o ilità he o e e so il uo e et opolita o, a presenta caratteri e qualità ambientali, dotazioni di servizi alla residenza, qualità sociali che rendono feli e l ita i. A he Vizzolo P eda issi se a fo a si pe pa ti: ua tie i di illette te ute i sie e dalla centralità dei servizi e dei loro spazi. Più lontano, quasi un quartiere incompleto vicino alla Cascina Sarmazzano. Vi sono poi altre parti: L'Ospedale la Cascina Calvenzano unita in un corridoio paesaggistico ideale con la Cascina Sarmazzano. Il Quartiere Sarmazzano è un quartiere che non ha una sua saldatura con la spina dei servizi di Vizzolo. Le vaste aree agricole comunali sono comprese nel Parco Agricolo Sud Milano e coprono una superficie di 4,3 km2 rispetto alla superficie complessiva del Comune che è di pari a 5,6 km2 con una rapporto percentuale del 77%. I più a ti hi seg i della p ese za u a a el te ito io di Vizzolo isalgo o all epoca romana, in pa ti ola e, se a sig ifi ati a l esiste za di u a ge s al ia he possede a u o dei fu di Cal e tia i o e isulta dall is izio e lati a detta Ta ola di Velleia IISe . A. C. e o e testi o ia o i di e si reperti archeologici Inco po ati p op io ella Basili a di Cal e za o, l edifi io sto i o più i po ta te sito el te ito io, i to o al quale si pensa sia sorto un nucleo residenziale della comunità di coloni che lavoravano le terre del
37 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano fondo. Il termine Comune i us , da ui derivò il nome di VIGHIZZOLO, indicava in epoca romana il villaggio rurale. All alto edioe o isale la p i a e più a ti a attestazio e s itta elati a al feudo Cal e za o e alla hiesa di S. Maria, allora proprietà dei nobili fratelli milanesi Arialdo e Lanfranco, appartenenti alla famiglia dei da Meleg a o dis e de ti del o te U e ti o di Meleg a o, i uali o il pe esso dell A i es o o milanese Anselmo III di cui erano i vassalli, decisero di donare il feudo di Calvenzano ai monaci benedettini di Clu pe l edifi azio e di u flo ido o aste o. E i uest epo a he Vizzolo e Calvenzano, oggetto di contese per secoli tra Lodi e Milano, diventarono per sempre milanesi sia nella giurisdizione civile sia in quella ecclesiastica. Nel , o segue te e te alla isi e al de adi e to degli o di i o asti i, Paolo III Fo ese, affidò i beni di Calvenzano al Cardinale Ascanio Sforza, nel 1567 il Papa Pio IV, affidò quei beni a suo nipote Carlo Borromeo, e sul finire del secolo il successore Papa Pio V soppresse ufficialmente il monastero e concesse i beni di Calvenzano ai canonici del Duomo di Milano. Nel o la pa e di Ut e h la Lo a dia passò dal do i io spag olo a uello degli As u go d Aust ia, l I pe ato e Ca lo VI diede inizio alle operazioni del nuovo catasto, cioè alla registrazione dettagliata di tutte le proprietà immobiliari. Sotto la reggenza di Maria Teresa nel 1722 vennero misurate e stimate tutte le proprietà del nostro territorio che allora comprendeva anche tre pi oli Co u i disti ti: Vizzolo, Cal e za o, Sa azza o. L a i ist azio e aust ia a de ise di agg ega e le t e pi ole o u ità per formare un unico e nuovo Comuna, con decreto della Reale Giunta del Governo in data 8 febbraio 1757. Negli ultimi tempi del regno di Napoleone Bonaparte (1813) i beni di Calvenzano vennero assegnati al Vi e , p i ipe Euge io Behau ais, figlio della p i a oglie dell I pe ato e, do e do se i e al mantenimento dei lussi e delle feste della sua corte a Milano. Con il ritorno degli austriaci in Lombardia, tali beni vennero nel 1816 acquistati dal nobile Francesco Predabissi. Durante il Risorgimento, si riunirono ed o ga izza o o i olo ta i della Legio e G iffi i , i uali pa te ipa o o all i su ezio e delle i ue giornate e o atte o o a fia o dei Pie o tesi elle gue e d i dipe de za. Co l u ità d Italia Vizzolo a te e la p op ia auto o ia di a ti o Comune tra Basso Milanese ed Alto Lodigiano. BENVENUTI NELLA LOMBARDIA CLUNIACENSE
Nell´XI-XII secolo, la grande Abbazia di Cluny, fondata cent´anni prima, si ramificò in quella che oggi noi chiamiamo Europa occidentale (in Francia, Belgio, Italia, Germania, Inghilterra, Spagna e Portogallo), dove, infatti, si costituì una rete di abbazie, di priorati e di decanati (ben 1.400) che formarono L´ Ecclesia cluniacensis (la Chiesa cluniacense). I "monaci neri" (come vennero chiamati i Cluniacensi, a causa del colore del loro abito) vi realizzarono la loro riforma della vita monastica. Ma essi hanno esercitato anche un importante ruolo economico, culturale, sociale e politico, lasciandoci un patrimonio straordinario, la cui riscoperta e valorizzazione ha condotto un centinaio di ex-siti cluniacensi europei a federarsi nella Fédération des sites clunisiens (Federazione dei siti cluniacensi), che 38 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano recentemente ha ottenuto dal Consiglio d´Europa il diploma di "Grande Itinerario Culturale". Una articolazione di esso è I´ "Itinerario cluniacense lombardo" cui, ora, dieci siti lombardi cominciano a dare corpo. Percorrere tale itinerario, come si invita a fare con la presente guida, è un tuffo nella storia europea e in quella lombarda, è l´incontro con luoghi "dove soffiano lo spirito e la bellezza", ma è anche scoprire la varietà dei paesaggi naturali lombardi (le valli e i laghi pre-alpini, i fiumi, i navigli e la campagna della pianura, le colline) e le "culture locali", i prodotti e il saper fare di tanti territori diversi.
La "Fédération des Sites Clunisiens" La Federazione dei Siti Cluniacensi si è costituita a Cluny una decina di anni fa per far conoscere e valorizzare questa straordinaria eredità, dispersa in centinaia di luoghi. Intende farlo promuovendo iniziative culturali e turistiche, avvalendosi delle competenze di ricercatori universitari e soprattutto con la partecipazione diretta dei Comuni sul cui territorio si trovino testimonianze dell´immenso patrimonio cluniacense. Forte dell´adesione di oltre cento Comuni in tutta Europa, la Federazione può accogliere anche associazioni culturali e turistiche, oltre che cittadini singoli, appassionati di storia e del patrimonio storico o disponibili a diventarlo.
FÉDÉRATION EUROPÉENNE DES SITES CLUNISIENS Tour des Fromages, 71250 Cluny, France
Il grande itinerario cluniacense europeo
Visto che il patrimonio cluniacense è un elemento Comune a molti Paesi d´Europa e visto che la Federazione dei Siti Cluniacensi, per la sua natura e la sua azione, rispetta i Diritti dell´Uomo, la democrazia culturale, la diversità e l´identità della cultura europea, il dialogo, lo scambio e il mutuo arricchimento oltre le frontiere e le generazioni, il Consiglio d´Europa ha conferito nel 2005 alla rete dei siti cluniacensi, costruita dalla Federazione stessa, la menzione di Grande Itinerario Culturale. I siti cluniacensi, dunque, primo itinerario attraverso luoghi monastici finora riconosciuto, possono cosi essere considerati alla stregua del prestigioso itinerario di San Giacomo di Compostella. Storia (Santa Maria in Calvenzano) IV sec. - Probabile luogo di culto paleocristiano, con la caratteristica d´essere una "cella memoriae", ovvero luogo che ricorda il martirio o dove è stato deposto il corpo del martire. IX sec. - ristrutturazione dell´edificio sotto l´episcopato di Ansperto (868-881 ) arcidiacono del monastero di Sant´ Ambrogio in Milano. 1090 - Anselmo, arcivescovo di Milano, concede al monastero di Cluny la Chiesa di Calvenzano. I fratelli Arialdo e Lanfranco e il loro parente Alone che hanno donato le decime delle loro proprietà alla comunità di Cluny, sollecitano la donazione della "ecclesia" di Santa Maria in Calvenzano alla stessa comunità di Cluny che vi invia dei monaci, all´inizio dipendenti dal priorato di San Marco dì Lodi Vecchio. 39 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano
XIV sec. - Viene affrescato il catino dell´abside centrale. 1554 – I monaci abbandonano il monastero e i loro beni sono trasferiti a papa Paolo III che a sua volta li affitta a Gian Giacomo Medici, marchese di Marignano. 1630 - All´antico nome di Santa Maria in Calvenzano verrà aggiunto "Assunta". 1813 - II complesso e le proprietà di Calvenzano vengono acquistate dal viceré del regno d´Italia, Eugenio di Beauharnais e, pochi anni dopo, da Francesco Predabissi; di qui la proprietà verrà legata alla fondazione di un Ospedale per i malati di Vizzolo e Melegnano. Lo storico luogo di culto diviene cappella funebre della famiglia Predabissi. 1995 - Dopo decenni di incuria e abbandono, hanno inizio i restauri. 1999 - Dedicazione della Basilica a "Santa Maria in Calvenzano" e nuova apertura al culto.
Il patrimonio storico-ambientale " II portale di pietra di scuola comasca, emiliana e francese. • L´aff es o sul ati o dell´a side. • Gli i te i e gli este i di i te esse a heologi o.
Eventi e manifestazioni • La usi a ei ieli, o e ti i Basili a a di e e • La festa pat o ale ad otto e • Co e ti di usica sacra. La Basilica è luogo di culto, sede parrocchiale nella diocesi di Milano
Alla scoperta delle Abbazie
Luoghi di fede e di preghiera, ma anche capolavori architettonici e artistici e centri di comunità monastiche, che hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo agricolo del milanese.La Strada delle Abbazie è un percorso turistico che intende promuovere il territorio di Milano e metropolitano attraverso la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico tra Parco Agricolo Sud e Parco del Ticino. L'obiettivo del progetto è quello di promuovere i siti culturali lungo la Strada delle Abbazie attraverso l’individuazione di un’offerta culturale, naturalistica ed enogastronomica.
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Via della Basilica, 8 - 20070, Vizzolo Predabissi (MI)Tel: 02 9833.624
Note Vuole la tradizione che qui, nel 524, sia stato messo a morte il filosofo romano Severino Orari di apertura e visite guidate Boezio, falsamente accusato di tradimento e di La chiesa è normalmente aperta per il culto. congiura ai danni del re degli Ostrogoti Visite guidate su richiesta a cura dell'Associazione In Teodorico il Grande. Agro Calventiano. Prenotazioni e informazioni: [email protected] Il luogo è parzialmente accessibile a persone con disabilità motorie.
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Comune di Colturano Città Metropolitana di Milano Prefettura di Milano Regione Lombardia Codice Istat: 015082 - Cap: 20060 Abitanti: 2.079 (Istat 01/01/2017) Pop. straniera residente: 152 (Istat 2017) Superficie: 4,16 kmq Densità demografica: 504 ab/kmq Altitudine centro: 92 m s.l.m. Comuni confinanti
E ollo ato a sud-est di Milano in un territorio a vocazione prevalentemente agricola. La via Emilia ostituis e l ossatu a p i ipale del te ito io lu go la uale si so o s iluppate le o u azio i, i teg ata dalla recente realizzazione della A 58 TEM. La densità abitativa del territorio sud-est Milano è leggermente inferiore alla media provinciale. Colturano conta 1975 abitanti ed ha un territorio pari a 4,21 km2. La densità abitativa è 470,3 ab/km2 inferiore (circa la metà) rispetto alla percentuale dell A ito sud-est Milano. Il territorio è distinto in due sistemi territoriali: il sistema ambientale ed il sistema insediativo. Il sistema ambientale comprende le aree agricole del Parco Agricolo Sud Milano, il sistema
42 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano insediativo è composto dai centri di Colturano, Balbiano e del Municipio, dalla Zona industriale 1 (a sud) e dall a ito delle as i e di Comunello.
Posto in un'ubertosa pianura fra la Muzza e il Lambro, non lontano dal punto dove i due corsi d'acqua confluiscono, a nove miglia sud-est di Milano, ha origini piuttosto oscure. Colturano, trovandosi in piena Pianura Padana, porta come tanti paesi del circondario, l'origine romana, sia nel nome sia nella configurazione territoriale. I romani giunti alla conquista di Milano nel 222 prima di Cristo, e dopo la parentesi della calata di Annibale dalle Alpi, trovano questi terreni fertili per natura, vi insediano dei coloni o dei militari premiati per imprese di guerra, affinché li coltivassero.
Così nella zona troviamo Metilius, Trebius, Calucius, Calipius, Mulacius; oppure famiglie patrizie come: la Balbia, la Marzia, la Cornegia, la Valeria. che diedero i nomi a Mediglia, Tribiano, Caluzzano, Calappio, Mulazzano e quindi Balbiano, Marzano, Cornegliano, Valera (Fratta). Colturano, invece, viene da coltura o da terreno da coltivare. Tanto Balbiano, quanto Colturano, ebbero sempre il ruolo di piccoli paesi, tutti dediti all'agricoltura; si svilupparono solo nel Medioevo, per opera dei monaci cistercensi, che qui praticarono l'agricoltura per rendere questi terreni più fertili, con l'opera dell'irrigazione.
Ecco quindi la canalizzazione delle acque sorgive, piovane e quelle dei fiumi, scavando canali, fossati, rogge e roggini, per arrivare a bagnare tutte le terre a coltivo. Fecero anche opere di alta tecnica ingegneristica creando le marcite, così da giungere ad avere il doppio di tagli d'erba, in confronto agli altri prati. Un lavoro intelligente e produttivo. La tradizione, inoltre, afferma che Colturano deve aver avuto principio, nel tempo in cui cominciarono a stabilirsi nel Milanese, con San Bernardo (nato nel 1091) i Cistercensi, quindi nel XII secolo. E la cosa è più che probabile. Quei frati, una derivazione dell'ordine di San Benedetto, che da quell'epoca cominciava a decadere, andavano famosi, già come i Benedettini, per la loro specialità di ridurre a buona coltura le terre aride ed incolte. Fin dall'inizio, essi si erano stabiliti a Chiaravalle, a poca distanza da Milano e pare che proprio nel luogo ora denominato Colturano tenessero una colonia di loro frati agricoltori, che vi istituirono le citate e rinomate marcite, dalle quali si ricavano, ogni anno, perfino dieci, undici tagli di erba. Non a caso, quindi, a questo luogo fu imposto il nome Colturano, il cui significato etimologico ci rimanda al vocabolo latino «cultus», coltivazione, coltivato.
Che qui vi fosse un convento di tali frati, si può tuttora constatare dalla casa di uno dei più grossi fondi del paese, situata in posizione centrale, molto rialzata.
A Colturano infatti esiste ancora il Convento-Monastero, consistente in un fabbricato massiccio, con celle monacali, refettorio e sala capitolare, tutto in perfetto stile monastico, con belle pitture (abbastanza sgualcite) e tondini ornamentali nella fascia superiore del fabbricato. Il tutto ora è di proprietà privata (nei secoli è passato da un proprietario all'altro) e una parte del Pio Albergo Trivulzio.
In essa sono evidentissimi i resti di un grande e bellissimo convento, con celle monacali, refettorio, sala del Capitolo: il tutto in stile monastico. Come poi, da proprietà claustrale, queste terre siano passate a proprietà privata e come si sia affermato il libero Comune, nulla di preciso si conosce. Nel luglio del 1526 le truppe di Francesco I di Francia e quelle di Carlo V di Spagna erano in lotta per la liberazione e la conquista del Ducato di Milano, e proprio su questi territori ci furono tremende battaglie, terminate alla fine con dominio della Spagna: le già povere popolazioni oltre le devastazioni, si trovarono più misere di prima. Anche Colturano come Balbiano fu concesso in feudo ad una famiglia nobile milanese: la famiglia Scotti. Gli eventi di tale famiglia, collegata a Colturano, sono stati ricostruiti da Concetta Tordi, dalla quale riportiamo le note che seguono. Con atto del 3 dicembre 1663 Raimondo Scotti otteneva l'investitura del 43 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano feudo di Colturano per sé e per suo fratello Vincenzo, con trasmissibilità ai discendenti maschi primogeniti. Il feudo di Colturano aveva allora 35 focolari (ossia 35 famiglie) e nessun reddito. Vincenzo Scotti con diploma di Re Carlo II di Spagna in data 25 dicembre 1671, ratificato il 25 giugno 1672, otteneva il titolo comitale, cioè il titolo di conte, appoggiato al suddetto feudo, sempre con trasmissibilità in ordine primogeniale maschile.
Il conte Giovanni Battista, uno dei 60 Decurioni (membri del consiglio di amministrazione comunale) di Milano (1690-1729), figlio del predetto Vincenzo, moriva senza lasciare discendenza e con lui si estingueva la famiglia Scotti di Milano (+ 1729), per cui il titolo di conte di Colturano ed il cognome venivano trasferiti nella famiglia Gallarati che divenne Gallarati-Scotti.
La famiglia Scotti era una famiglia milanese derivata da una diramazione della casata Scotti-Douglas di Piacenza, discendente da un Bernardino che era stato Podestà di Milano. Personaggi noti di questa illustre casata furono: - Antonio, nominato nel 1407 tesoriere di Ettore Visconti, Signore di Monza; - Girolamo, giudice delle strade, membro dei LX Decurioni di Milano e del Consiglio Militare; -Bernardino, che fu un celebre avvocato concistorale (il concistoro è l'adunanza dei Card,inali) legato apostolico e datario, presiedeva cioè alla dateria, l'ufficio nella corte papale che si occupava della collaborazione, del conferimento dei benefici, di beni ecclesiastici.
Lo stemma di questo casato era così descritto: «Arma: Palato d'oro di sei pezzi, il secondo palo d'oro caricato di un'aquila di nero, coronata di rosso".
La famiglia Gallarati iniziò ad assumere il cognome Scotti in persona di Giambattista (1720-1777), figlio di Carlo Giuseppe e di Anna dei marchesi Ghislieri, nominato erede universale del patrimonio dal conte Giambattista Scotti che, aprendogli la successione dei feudi di Vedano (Mi) e di Colturano lo obbligava ad assumere il nome e lo stemma degli Scotti, nonché il titolo di conte trasmissibile per maschi primogeniti.
Giuseppe figlio di Giambattista, per la morte dello zio Giantommaso IV, successo a quest'ultimo nei feudi e nel titolo marchionale cioè di marchese. Suo fratello Gianfilippo (nato nel 1747), iscritto al collegio dei Giureconsulti nel 1792, fu nominato Arcivescovo di Sidone (città fenicia), fu nunzio apostolico a Firenze e Venezia e maestro di camera di Papa Pio VII, dal quale fu nominato cardinale ed insieme subì l'esilio in Francia per l'opposizione all'imperatore Napoleone I. Tra gli ultimi rappresentanti di questa nobile casata merita un particolare cenno biografico Tommaso Fulco (1878-1966), diplomatico e letterato, discepolo di Fogazzaro legato in amicizia con i più grandi esponenti della cultura cattolica europea ed italiana. Prese parte alla prima guerra mondiale ottenendo una medaglia d'argento, fu per lungo tempo ufficiale d'ordinanza del generale Cadorna e ambasciatore in Spagna (1945-1947), e poi a Londra (1947-1952). Fu presidente della Fiera di Milano e del Banco Ambrosiano.
E' l'apprezzassimo autore de "La vita di Antonio Fogazzaro"; di una ''Vita di Dante" (1921), di due romanzi e di opere teatrali tra cui "Così sia" portato sulle scene da Eleonora Duse. Ma torniamo a Colturano. L'8 giugno dell'anno 1859, data della battaglia di Melegnano, tra le strade campestri di Colturano, fu costretta ad indugiarsi, ostacolata dal fango, nella sua marcia, l'artiglieria francese comandata dal generale Mac-Mahon, che doveva, a sinistra di Melegnano, venendo da Milano, portarsi alle spalle degli austriaci, sullo stradale diretto a Lodi, allo scopo di impedire loro la ritirata. Per tale indugio gli austriaci, sebbene sconfitti, poterono mettersi in salvo, a Lodi a Al Mac-Mahon non restò che lanciare contro i fuggiaschi alcuni colpi di cannone.
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Un ufficiale superiore austriaco fu gravemente ferito da uno dei colpi e fu trasportato al noto «Caffé della Vedova"in Lodi, dove morì. Pare si tratti di B.E. Boer de Nagy Berivoi, maggior generale, d'anni quarantotto, capolista nella lapide al Cimitero della Vittoria, in Lodi, e dedicata «ai Prodi già appartenuti all'Imperiale Regio Esercito Austro-Ungarico morti a Lodi in seguito alle ferite riportate nel combattimento di Melegnano». Il resto appartiene alla storia moderna e agli eventi contemporanei.
Non è mai stato pubblicato molto sul passato della comunità locale. Per questo, non sono molto note le vicende storiche del passato. Un grande merito l'ha comunque avuto, in questi anni, il foglio informatore parrocchiale "La quarta Campana" che a più riprese ha pubblicato stralci di episodi legati al passato. Colturano quindi è sorto come colonia agricola, ed attraverso i secoli ha perpetuato questa sua caratteristica allargando i propri confini iniziali ed arricchendo la propria popolazione; ma come tutti i centri agricoli, nel decennio compreso tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta ha visto impoverirsi il numero dei suoi abitanti, attirati dai vicini, grossi centri industriali. Infatti nel censimento del 1961, Colturano con la frazione di Balbiano e la cascina Colombara, contava 969 abitanti. Oggi Colturano conta una popolazione di circa 2000 abitanti e 780 famiglie.
In archivio parrocchiale esiste un biglietto curioso, sul quale si legge: «Nell'anno del Signore 1954, il giorno 20 del mese di luglio, alla presenza di me, parroco di Colturano, sacerdote Carlo Strada, del signor Rho Francesco, fabbricere della chiesa, ad opera dei giovani Angelo Caserini e Luigi Radaelli, fu levata la piet a sepol ale a tista te la alaust a dell alta e Maggio e he po ta la segue te is izio e lati a: 'Hi giacent ossa et cineres defunctorum ante praescriptionem sepeliendi extra pagi muros. Requiem hoc pavimentum renovatum ac in melius reductum fuuit ex impensis unÌversae comunitatis Colturani.
Anno salutis MCMXXIII" (qui,giacciono le ossa e ceneri, dei defunti prima della disposizione di seppellire fuori dalle mura del paese. Requiem. Questo pavimento fu rinnovato e migliorato coi contributi di tutta la comunità di Colturano. Anno 1923). Perforata la volta di cemento e mattoni, fu trovata una camera etta gola e di i i a , et i pe , et i e di , et i i a di altezza, hiusa all i izio da u u o grezzo di mattoni.
Nella parte, superiore, antistante la pietra sepolcrale, esiste una botola quadrata. Su ,tutta la superficie della Camera si rinvenne un grande mucchio di ceneri e di ossa, ma specialmente in corrispondenza della botola soprastante. Non fu trovata traccia di galleria o sottopassaggio che, come vuole la tradizione popola e, att a e sa a la hiesa ella sua lu ghezza e a da a all e Co e to degli U iliati poi p op ietà della casata Gallarati-Scotti, ed ora, in parte del signor Ernesto Rossi e in parte della dott.sa Maddinelli.
Tutto fu lasciato come trovato e chiuso ad opera degli stessi giovani. In fede di chi ci sottoscriviamo. Sacerdote Carlo Strada». Dice don Mario Zacchi: «E' senz'altro un biglietto curioso, documento di una verifica compiuta da Don Carlo Strada parroco di Colturano, accompagnato da alcuni giovani, per dimostrare l'inconsistenza di una diceria e tradizione popolare secondo la quale sarebbe esistito un passaggio sotte a eo ollega te la hiesa pa o hiale al o e to. U po tutti i paesi hanno tradizioni i a passaggi seg eti e sotte a ei. Qual u o da oi sostie e l esiste za di u u i olo he ollega il convento al cascinale ora scomparso dei Campofregoso, verso Melegnano, in aperta campagna.
Anticamente le chiese ed i conventi erano,in particolari circostanze, luoghi di sicuro rifugio, nei quali nessuno osava entrare per fare violenza o arrestare qualcuno. Che esistesse una botola nel pavimento della chiesa poteva facilmente far pensare che dalla chiesa stessa si potesse poi aggiu ge e l ape ta
45 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano campagna, magari di notte, e poi svanire nel nulla, imprendibili anche per la più attenta sorveglianza.In realtà la botola attualmente esistente nel pavimento della chiesa di Colturano è servita per collocarvi i resti dei defunti rinvenuti nel vecchio cimitero fra la chiesa e la strada Cerca, in direzione di Melegnano, e i esti he fi o al e a o ollo ati ell attuale appella della Mado a, sulla piazza della hiesa, adibita anticamente ad ossario.
Il vecchio monastero resta comunque il monumento del passato più rilevante. Abbandonato dai Cistercensi, divenne proprietà dei Visconti, che utilizzavano questa zona come riserva di caccia. Il monastero passò poi ai Trivulzio, che ne cedettero in seguito una parte ai Gallarati-Scotti. Un fianco della costruzione, rimasto alla famiglia Trivulzio, proprietà del Pio Albergo Milanese, è ora di proprietà privata, mentre la parte dei Gallarati è stata ceduta in epoca contemporanea.
Palazzo ex Visconti - Fregoso Antonio Fileremo Fregoso (1460 – 1532) magnifico poeta e cavaliere
Nel 1984 il Ministero per i Beni Culturali lo dichiara di importante interesse perché lo o side a u o e to iste e se del XII se olo i glo ato i u as i ale otto e tes o continuando quindi a dare credito alla leggenda che si tratta di un Monastero, ma o essu a p o a, t a ia, e e o architettonica che lo collega ai monaci Cistercensi o Umiliati. U a legge da et opolita a ui di he si perpetrata nel tempo e che solo il Gruppo di Amici della Storia Locale ha sfatato recentemente
Il Gruppo Amici Storia Locale scrive qualcosa di nuovo sui possibili primi proprietari del Palazzo.
Colturano era un feudo dei Visconti, i documenti del 1345 e del 1414 certificano senza ombra di dubbio che Colturano apparteneva al dominio diretto dei Visconti. I Conti Pusterla e Aliprandi furono antichi feudatari di Colturano (vantavano ascendenze longobarde), però i Visconti ne tennero il possesso formale fino a quando rimasero al potere
Giovanni II Visconti (1380 – 1453) fu Arcivescovo di Milano dal 1342 al 1354 e abitò a Colturano per circa a i ella Casa G a de . Suo pad e Ve elli o Vis o ti e a p op ieta io del Palazzo e l A i es o o Giovanni fu probabilmente abitante del palazzo nella prima metà del XV secolo, per essere venduto subito dopo ad Antonietto Fregoso 46 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano
Qui di l A i es o o Gio a i II Vis o ti fu il più fa oso posside te di Coltu a o t a il T e e to e il Quattrocento.
Francesco Sforza famoso condottiero e futuro Signore di Milano, con il suo esercito si accampa numerose volte a Colturano poiché è un posto tranquillo, lontano dalla strada principale e ricco di acqua (fiume Addetta dopo la o uista di Vige a o. Nel testo della o o e ole apitolazio e della Città di Vige a o concessa da F a es o Sfo za, si legge he stata s itta dal ost o feli issi o a a pa e to situato nella Villa di Colturano il 3 giugno 1449. Quindi Francesco Sforza entra da vincitore a Milano e durante le sue lunghe battaglie a più riprese pose l a a pa e to del suo esercito a Colturano
Alla Pi a ote a di B e a a Mila o u aff es o del B a a te u o dei aggio i pitto i del Ri as i e to che ritrae il poeta e cavaliere Antonio Fregoso. Egli nacque probabilmente a Carrara nel 1460, è conosciuto anche con il nome di Antonietto o Antoniotto di Campofregoso. Lo Sforza, diventato Duca di Milano nomina Spinetta suo Consigliere Segreto e gli riconferma il feudo di Gavi (faceva parte della Repubblica di Genova). Nel 1448 Spinetta viene nominato da Francesco Sforza Signore di tutta la valle di Carrara(nel 1447 si estingue la presenza dei Visconti). Tre anni dopo Spinetta muore e al giovane Fregoso viene nominato un tutore: Cicco Simonetta Quindi la famiglia Fregoso è legata agli Sforza. Lo stemma della Famiglia Fregoso è stato concesso in al u e sue figu e da Galeazzo Ma ia Sfo za e u ese pla e dipi to all i te o della di o a di A to io fregoso a Colturano E f utto di u a elazio e e t a o iugale di Spi etta II, Sig o e di Ca a a ed esse do l u i o figlio aschio lo fa legittimare, nel 1476. Fregoso frequenterà la Corte di Ludovico Sforza detto il Moro, nato nel 1452 e duca di Milano dal 1494 al 1499, in pieno Rinascimento, ottenendo favori e protezione. Antoniotto Fregoso visse alla Corte dei Duchi di Milano e nel 1478 quando Giangaleazzo Sforza diventa Duca di Milano diventa Cavaliere. Nel 1473 diventa Signore di Colturano soli 13 anni. I discendenti di Giovanni II Visconti dovrebbero aver venduto Colturano al Fregoso. Quando nel 1499 la Francia si impadronisce del ducato di Milano, sconfiggendo gli Sforza, chiede un giuramento di fedeltà ai nobili e anche il Fregoso giura, ma poiché era affezionato agli Sforza e vedendo il ducato occupato dagli stranieri, si ritira a vita solitaria a Colturano e si dedica agli studi. Improvvisamente il poeta o tigia o, p otago ista di feste o da e, si t asfo a i u saggio e solita io ittadi d os hi i te to a edita e sulla f agilità della o dizio e u a a. Fu anche un ottimo amministratore dei suoi beni e divenne uno dei più benestanti del Ducato. Gli atti notarili lo vedono ancora presente a Colturano nel 1520, diversi anni lo separano dalla morte, ma non ci sono tracce di quel lasso di tempo. Le tracce che rimangono a Colturano del Fregoso sono la sua abitazione, la Casa Grande, al centro del paese (vedi articolo del 1997 pubblicato sul Melegnanese di Massimo Piacentini). E i uesti luoghi il poeta sop a o i ato File e o t as o e le sue gio ate solita ie, t a studio, meditazione e composizione delle sue poesie, ma la residenza di Colturano era anche il punto di partenza
47 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano pe le attute di a ia lu go il La o e l Addetta, do e il F egoso i segui a lep i e e i edi poesie da pag. 67). Un altro ricordo del fregoso è la Cascina Maragna Fregosa attualmente proprietà del PAT e condotta in affitto dalla famiglia Locatelli. Ai tempi del poeta era di sua proprietà ed era il fulcro economico e p odutti o dell azie da u ale.
Do e sepolto il F egoso ? all i te o della hiesa di Sa A to i o a Coltu a o è esistita una tomba della famiglia Fregoso. Chissà se a volerla sia stato proprio il nostro poeta Antonio Fregoso per poter essere seppellito lì, nel paese che tanto aveva amato.
All i izio del a Coltu a o l Ospedale si i sedia all i te o del palazzo fregoso e nelle sue pertinenze i o do i io o i dis e de ti del poeta Ma i a e Gio a i Battista F egoso. Su essi a e te, t a il 1580 – l Ospedale della Pietà si i sedia all i te o di Palazzo F egoso. Successivamente la proprietà passa al Pio Albergo Trivulzio.
Nel 1836 la famiglia Meloni è affittuaria dei poderi di proprietà del Pio Albergo Trivulzio e nel 1986 a uista l attuale edifi io. L alt a pa te ie e a uistata el dalla dott.ssa Maddi elli e duta sempre dal Pio Albergo Trivulzio.
Le opere del Fregoso all epo a e e o u notevole successo editoriale (era appena stata inventata la tipografia e il numero dei libri stampati aumentò moltissimo). Le sue opere vennero più volte ristampate e tradotte in spagnolo e francese
Nel 1 l A i ist azio e Co u ale di Colturano per ricordare il suo più illustre antico ittadi o a uista u a opia del Riso Di Democrito – Pia to di E a lito ,. U a delle opere più celebri, stampata a Milano il 6 aprile del 1515. Altri esemplari di questa edizione, la settima, si trovano alla Biblioteca Ambrosiana e alla Trivulziana di Milano alla Biblioteca Nazionale di Parigi alla Palatina di Parma e al British Museum di Londra
Nella Biblioteca del Comune di Colturano In particolare si trova un raro libro del famoso poeta Antonio Fileremo Fregoso vissuto a Colturano nel 1500, e oggetto di studi e ricerche presso le più prestigiose facoltà Umanistiche italiane. Il volume conservato alla Biblioteca di Colturano dell'opera Riso di Democrito "Et Pianto de Eraclito" è una delle opere più importanti di questo poeta e, come ne attesta l'introduzione, scritto proprio a Colturano. Il Fregoso scrive infatti al presidente del Senato del Ducato di Milano e, attraverso lui, a tutti gli "amici" rimasti in città la sua immutata passione per la cultura e forse anche una nascosta nostalgia per la loro
48 2018 – Studio/progetto di fusione Comuni di Vizzolo Predabissi – Colturano compagnia, che le vicende politiche del tempo hanno probabilmente contribuito ad allontanare, almeno fisicamente. L'esemplare è stato stampato a Milano il 6 di aprile del 1515 da Zanoto da Castione ed è la settima edizione di quest'opera che ha conosciuto dalla sua uscita nel 1506 ben 16, sino al 1554. Altri esemplari del libro in questa edizione si può trovare all'Ambrosiana di Milano, al British Museum di Londra, alla Nazionale di Parigi, alla Palatina di Parma, alla Trivulziana di Milano. La struttura che attualmente è proprietà privata in parte della famiglia Meloni e in parte della dott.ssa Maddinelli è stata interessata in questi ultimi anni da parziali interventi di recupero : il bel cortile dotato di un ampio porticato a ogiva; il colonnato superiore con stemmi dipinti; le cornici in cotto di due finestre; il po tale d i g esso e, di f o te a uesto e gli aff es hi.