SERVIZIO SOCIALE DEI COMUNI Capofila Comune di

Azzano Decimo

Chions

GUIDA AI SERVIZI

anno 2019

“Abbiamo a cuore il benessere della comunità locale”

Pasiano di Pn

Prata di Pn

Pravisdomini Praturlone, dicembre 2019

1 INDICE (cliccare sulla sezione di interesse)

PRESENTAZIONE ...... 4 1. INTRODUZIONE ...... 4 2. INDICAZIONI PER LA LETTURA ...... 5 3. IL SERVIZIO SOCIALE DEI COMUNI ...... 5 3.1) La missione ...... 5 3.2) L’articolazione territoriale ...... 5 3.3) Indirizzi e contatti ...... 6 3.4) Servizio sociale professionale e Segretariato sociale ...... 8 4. AREA ADULTI E INCLUSIONE SOCIALE ...... 9 4.1) Interventi di sostegno economico ...... 9 4.2) Interventi di contrasto alla povertà – Reddito di Cittadinanza e Pensione di cittadinanza ...... 10 4.3) Interventi socio-educativi propedeutici al lavoro e di inclusione sociale ...... 11 4.4) Interventi di contrasto alla devianza e reinserimento sociale (adulti) ...... 11 4.5) Interventi di mediazione linguistico-culturale...... 12 4.6) Pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali o familiari ...... 12 4.7) Progetto di sostegno all’abitare e al diritto alla casa - “interventi per l’inserimento abitativo”...... 12 4.8) Inserimento in alloggi comunali ...... 13 4.9) Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Sostegno a progetti sperimentali in favore di persone con problemi di salute Mentale ...... 14 4.10) Servizio di trasporto sociale ...... 14 4.11) Interventi per la crescita di una cultura del rispetto e della pari opportunità e la partecipazione paritaria alla vita economica e sociale ...... 15 5. AREA ANZIANI ...... 16 5.1) Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) e consegna pasti ...... 16 5.2) Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Assegno per l’Autonomia Possibile (APA) – Contributo per l’Aiuto Familiare (CAF)...... 17 5.3) Inserimento in comunità residenziali o semiresidenziali...... 18 5.4) Interventi per l’amministrazione di sostegno ...... 19 6. AREA DISABILITÀ ...... 20 6.1) Interventi a sostegno dell’integrazione scolastica, extrascolastica e sociale e di aiuto personale .. 20 6.2) Fondo “gravi e gravissimi” ...... 21 6.3) Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) – Sostegno alla Vita Indipendente (SVI) – Altre forme di emancipazione e di inserimento sociale ...... 22 7. AREA MINORI E FAMIGLIA ...... 23 7.1) Progetto di prevenzione del disagio e promozione dell’agio “Monitor DisAgio” ...... 23 7.2) Interventi socio-educativi (individuali, familiari e di gruppo) ...... 24 7.3) Affidamento familiare ...... 24 7.4) Inserimento in comunità educative e/o terapeutiche ...... 25 7.5) Contributi economici a sostegno dei genitori separati con figli minori ...... 26

2 7.6) Interventi economici a sostegno delle adozioni internazionali ...... 26 7.7) Interventi di contrasto alla devianza minorile ...... 27 7.8) Contributi regionali per l’abbattimento delle rette per la frequenza ai nidi d’infanzia, servizi integrativi e servizi sperimentali – L.R. n. 20/2005 art. 15 ...... 27 7.9) Misure di sostegno all’accesso delle famiglie in condizioni di svantaggio ai servizi per la prima infanzia – Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2014/2020 (POR FSE) ...... 28 8. AREA LAVORO DI COMUNITÀ...... 30 8.1 Tavoli educativi ...... 30 8.2 Mensa solidale ...... 30 8.3 Centro di Solidarietà Alimentare (C.S.A.) ...... 31 8.4 Interventi formativi ...... 31 8.5 Comunicazione sociale ...... 31 8.6 Incontri di conversazione in lingua italiana (attività in lingua italiana) ...... 32 8.7 Cene “comunitarie” ...... 32 8.8 Orti sociali ...... 32 8.9 Proposte formative interculturali ...... 33 8.10 Iniziative di fundraising ...... 33 9. ALLEGATI ...... 34 9.1 Indice alfabetico dei servizi e interventi ...... 34 9.2 Indice dei servizi e interventi per tipologia di bisogno ...... 35 9.3 Glossario ...... 37

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“È una cosa deplorevole vedere gli uomini che si occupano solo dei mezzi e non del fine …” B. Pascal Pensieri XV Passaggio dalla conoscenza dell’uomo a Dio, 182

PRESENTAZIONE L’impegno dei Comuni e di tutte le espressioni sociali di questo territorio è cresciuto in questi anni in termini di quantità degli interventi e di qualità delle proposte. Il welfare regionale ha decisamente contribuito ad ampliare il lavoro dei servizi sociali e la platea dei beneficiari. La varietà dei servizi e dei progetti messi in campo con il Servizio sociale dei Comuni richiama la necessità di avere uno strumento utile ad orientare il cittadino nella complessità crescente del sistema dei servizi sociali del territorio che abitiamo. Ecco allora questa guida, che andrà ulteriormente arricchita delle diverse e specifiche iniziative presenti nei singoli comuni, quasi un manuale, aggiornato e dinamico, tramite il quale essere informati sulle opportunità offerte dal servizio sociale, sui percorsi di accesso e sulla modulistica richiesta. Abbiamo voluto che si realizzasse proprio una guida, non un semplice elenco di servizi; essa deve servire a rendere le amministrazioni comunali più vicine al cittadino e in qualche modo anche ad indicare la strada da intraprendere, a rappresentare la chiara intenzione di puntare alla più alta qualità di vita possibile per tutti.

Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci Avv.to Jessica Canton

Assemblea dei Sindaci

COMUNE SINDACO Azzano Decimo Putto Marco Santin Renato Fiume Veneto Canton Jessica Pasiano di Piccinin Edi Favot Dorino Pravisdomini Andretta Davide

1. INTRODUZIONE La presente guida intende favorire una maggiore informazione e conoscenza dei cittadini sulle funzioni e i compiti svolti dal Servizio sociale dei Comuni (SSC) attraverso la propria offerta di servizi e interventi socioassistenziali, gestiti in maniera associata dai sei Comuni di Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, , Prata di Pordenone e Pravisdomini. La conoscenza è un elemento essenziale per promuovere nelle persone la consapevolezza dei propri diritti e delle loro responsabilità nel corretto accesso e fruizione dei servizi pubblici, non di meno, per valorizzare il protagonismo civico dei cittadini e delle loro organizzazioni nella costruzione di un modello integrato di interventi e servizi sociali. Il testo attuale rappresenta solo un primo passo nella direzione accennata, non esaurendo la totalità di servizi e interventi pubblici socio assistenziali alla persona presenti nel territorio, il cui elenco andrà successivamente integrato con l’offerta dei singoli Comuni, dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria (AAS5) e dei numerosi soggetti privati (non profit e profit) che operano localmente.

Il Responsabile del Servizio sociale dei Comuni Dr. Stefano Franzin

4 2. INDICAZIONI PER LA LETTURA La prima parte della Guida è dedicata alla presentazione del SSC, precisandone la missione, l’articolazione territoriale ed i contatti con la sede Centrale e le sedi territoriali nei diversi comuni. Segue poi l’illustrazione del Servizio sociale professionale e dell’attività di Segretariato sociale che rappresenta la principale modalità attraverso la quale le persone possono accedere ai servizi e agli interventi sociali. Si tratta di attività sviluppate spesso in integrazione con altri servizi del territorio, pubblici e privati, al fine di rispondere in modo più efficace ai bisogni delle persone. Gli interventi e i servizi socioassistenziali erogati dal SSC, che costituiscono la parte centrale della Guida, sono suddivisi nelle seguenti cinque aree tematiche di intervento: - Adulti e inclusione sociale; - Anziani; - Disabilità; - Minori e Famiglia; - Lavoro di comunità. Tali aree non vanno intese in modo rigido e mutualmente esclusivo, bensì come uno strumento convenzionale utile a favorire la conoscenza semplificata e chiara dell’offerta esistente, che spesso è rivolta ad una pluralità di gruppi sociali e di beneficiari. Per facilitare la ricerca e la lettura degli interventi di proprio interesse in allegato al documento sono presentati gli interventi e i servizi in ordine alfabetico e per aree di bisogno (es. supporto al reddito, assistenza anziani, ecc.).

3. IL SERVIZIO SOCIALE DEI COMUNI È l’organizzazione attraverso la quale i Comuni, titolari delle funzioni di programmazione e amministrazione, gestiscono in forma associata sul proprio territorio parte dei servizi socio assistenziali per la popolazione locale, con le modalità indicate dalla normativa di settore (L.R. 6/2006 “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale” e successive modifiche). Il Comune di Azzano Decimo è l’Ente gestore del Servizio sociale dei Comuni “Sile e Meduna”. L’Assemblea dei Sindaci del Servizio sociale dei Comuni (SSC), che è composta da tutti i Sindaci dei comuni di riferimento, è l’organismo di governo con funzioni di indirizzo e regolazione del sistema integrato locale.

3.1) La missione Il Servizio sociale dei Comuni si propone di promuovere migliori condizioni di vita per tutte le persone, mettendo al centro del proprio funzionamento quelle più vulnerabili, investendo le proprie energie nella costante pratica del lavoro integrato, richiesto dalla pluralità delle situazioni problematiche, e nell’attivazione delle molteplici risorse ancora presenti nelle comunità locali.

3.2) L’articolazione territoriale Il Servizio sociale dei Comuni opera nell’area geografica coincidente con quella del Distretto sanitario “Sile” dell’AAS5. In ognuno dei Comuni è presente una sede di Servizio sociale territoriale che rappresenta il principale luogo di accesso alle opportunità offerte dal sistema integrato di interventi e servizi sociali. Gli assistenti sociali e gli altri operatori presenti intervengono con lo scopo di accogliere, informare, fornire consulenza e prendere in carico le persone in condizioni di fragilità, al fine di prevenire, ridurre o eliminare le condizioni di disagio. Per massimizzare il coordinamento interno e l’efficacia complessiva dell’azione sociale, le sedi di servizio territoriale sono articolate in una sede Centrale e nelle seguenti tre Unità Operative Territoriali (UOT): UOT di Azzano Decimo – Pravisdomini; UOT di Chions – Fiume Veneto; UOT di Pasiano di Pordenone – Prata di Pordenone.

5 Ad esse si aggiunge l’Unità Operativa dell’Ufficio tutela minori (attivo presso la sede centrale del SSC) che opera su tutto il territorio di competenza del Servizio sociale dei Comuni.

3.3) Indirizzi e contatti

Servizio sociale dei Comuni Piazza San Giacomo, 1 Sede Centrale 33080 Fiume Veneto (PN)

Centralino tel. 0434 954.811; fax 0434 953.927 Area Sviluppo di Comunità tel. 0434 954.807 / 954.834 Ufficio di Direzione, Programmazione e Controllo Tel. 0434 954.826 / 954.825 / 954.823 Ufficio Amministrativo Tel. 0434 954.815 / 954.814/ 954813 Ufficio Tutela Minori Tel. 0434 954.829 / 954.827 / 954.828 / 954.822 Sito Comune di Azzano Decimo Facebook “ambitovivo”

UOT di Azzano Decimo – Ricevimento al pubblico: martedì 10-12 Pravisdomini Sede di Azzano Decimo Area Adulti e Inclusione sociale P.zza Libertà, 1 (c/o sede municipale) tel. 0434 636.717; fax. 0434 640182 Area Minori e Famiglia P.zza Libertà, 1 (c/o sede municipale) tel. 0434 636.737; fax. 0434 640182 Area Anziani Viale XXV Aprile, 58 (c/o Centro Diurno) tel. 0434 633.440; fax. 0434 640182

UOT di Chions - Fiume Veneto Area Adulti e Inclusione sociale Sede di Chions Ricevimento su appuntamento Via Vittorio Veneto, 11 (c/o sede municipale) cell. 366 677 4283 ; fax 0434 639.798 Minori e Famiglia, Anziani Ricevimento al pubblico: martedì 10-13 Via Vittorio Veneto, 11 (c/o sede municipale) tel. 0434 639.781; fax 0434 639.798

UOT di Chions – Fiume Veneto Ricevimento al pubblico: martedì 10,30-12,30 Sede di Fiume Veneto Minori e Famiglia Piazza San Giacomo 1 (c/o sede centrale SSC) tel. 0434 954.819; fax. 954.831 Area Anziani Piazza San Giacomo 1 (c/o sede centrale SSC) tel. 0434 954.818; fax 954.831 Area Adulti e Inclusione sociale Ricevimento su appuntamento Piazza San Giacomo 1 (c/o sede centrale SSC)

6 tel. 0434 954.816; cell. 366 677 4283; fax. 954.831

UOT di Pasiano di Pordenone – Area Adulti e Inclusione sociale Prata di Pordenone Ricevimento su appuntamento Sede di Pasiano di Pordenone Via Molini, 18 (c/o sede municipale) cell. 339 873 6073; fax 0434 614.312 Minori e Famiglia Ricevimento su appuntamento Via Molini, 18 (c/o sede municipale) cell. 339 873 6058; fax 0434 614.312 Area Anziani Ricevimento al pubblico: lunedì 10-12,30 Via Molini, 18 (c/o sede municipale) cell. 366 587.7795; fax 0434 614.312

UOT di Pasiano di Pordenone - Area Adulti e Inclusione sociale Prata di Pordenone Ricevimento su appuntamento Sede di Prata di Pordenone Via Roma, 33 (c/o sede municipale) cell. 339 873 6073; fax 0434 610.457 Minori e Famiglia Ricevimento su appuntamento Via Roma, 33 (c/o sede municipale) cell. 339 873 6058; fax 0434 610.457 Area Anziani Ricevimento al pubblico: martedì 10-12 Via Roma, 33 (c/o sede municipale) cell. 366 587.7795; fax 614.312

UOT di Azzano Decimo - Ricevimento su appuntamento Pravisdomini Sede di Pravisdomini Area Adulti e Inclusione sociale, Minori e Famiglia, Anziani Via Roma, 4 (c/o sede Biblioteca comunale) Cell. 366 587 7798; fax 0434 644.858

7 3.4) Servizio sociale professionale e Segretariato sociale

CHE COS’È È il servizio svolto dall’Assistente sociale, che ha il compito di garantire prestazioni e servizi che permettano di superare o ridimensionare criticità e condizioni di bisogno sociale della cittadinanza, a seguito di un mandato sociale determinato da bisogni, domande sociali e di un mandato istituzionale. I principi alla base del lavoro dell’Assistente sociale sono: rispetto della persona; uguaglianza; solidarietà; responsabilità; coerenza; unitarietà dell’utente; personalizzazione e individualizzazione degli interventi; promozione e sostegno del cambiamento. Gli interventi messi in atto sono finalizzati allo sviluppo della persona, della famiglia o del gruppo sociale, nonché all’accompagnamento e all’aiuto nel processo di crescita e di emancipazione.

Il Servizio sociale Professionale opera mediante l’attivazione di interventi: - di promozione e attivazione della comunità locale; - di programmazione, gestione, monitoraggio e valutazione dei servizi alla persona per rispondere in modo sistematico ai bisogni emersi dalla popolazione, curarne la gestione, verificarne l’adeguatezza e il raggiungimento degli obiettivi preposti; - di segretariato sociale per fornire informazioni e consulenza sui servizi sociali, assistenziali, educativi e sanitari, pubblici e privati, disponibili sul territorio affinché le persone possano avere accesso alle risorse sociali e socio-sanitarie di cui necessitano; - di presa in carico della persona, della famiglia o del gruppo, con valutazione e attivazione di un Progetto Assistenziale Individualizzato concordato con la persona e gli attori sociali coinvolti nel processo di aiuto.

A CHI È RIVOLTO Alle persone residenti nel territorio dei sei Comuni di riferimento.

COME SI ACCEDE Rivolgendosi all’Ufficio Servizio Sociale del Comune di residenza negli orari di ricevimento al pubblico o previo appuntamento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 31 marzo 2016, n. 6 “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale” (art. 6, comma 2); L. 8 novembre 2000 n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”; Consiglio d’Europa. Raccomandazione Rec. (2001) 1 – del Comitato dei Ministri (degli Esteri) agli Stati membri sul Servizio sociale.

8 4. AREA ADULTI E INCLUSIONE SOCIALE

PREMESSA Gli interventi e i servizi in quest’area si propongono di intervenire in modo integrato e plurale sui bisogni della popolazione adulta: rispondendo alle emergenze economiche di persone e famiglie vulnerabili consentendo loro di fronteggiare le spese essenziali della vita quotidiana; rafforzando la loro capacitazione, l’autonomia e le competenze al fine di favorirne l’inclusione sociale o il reinserimento sociale e migliorarne i requisiti per l’accesso e la tenuta sul lavoro; sostenendo le persone e i nuclei fragili nell’accesso alla casa e in una più efficace e consapevole gestione dell'abitazione; favorendo la permanenza nel proprio domicilio attraverso un sostegno alla mobilità sul territorio per l’accesso ai servizi, interventi e prestazioni sociali e sanitarie importanti; e rispondendo alle necessità urgenti e imprevedibili.

4.1) Interventi di sostegno economico

CHE COSA SONO Sono interventi economici di sostegno a persone e nuclei familiari, con insufficiente capacità reddituale, tale da non consentire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali propri e della famiglia. Gli interventi di sostegno al reddito prevedono la stipula di un Progetto Personale Individualizzato e si suddividono in due tipologie: A) prestazioni economiche ordinarie; B) prestazioni economiche straordinarie “una tantum”.

Gli interventi di sostegno economico ordinari sono prestati di regola per un periodo massimo di sei mensilità, fatto salvo il rinnovo per ulteriori sei mensilità, anche non consecutive, per situazioni di disagio importante, per le quali non siano attivabili in tempi brevi soluzioni alternative autonome da parte del richiedente. Gli interventi straordinari sono finalizzati ad integrare il reddito personale o familiare quando ricorrano situazioni straordinarie o eccezionali che compromettono gravemente e temporaneamente l’equilibrio socioeconomico del singolo o del nucleo familiare.

A CHI SONO RIVOLTI A persone in difficoltà economica (per assenza o insufficienza di reddito) temporanea o duratura, tale da determinare l’impossibilità parziale o totale a provvedere alle proprie esigenze primarie e del proprio nucleo familiare.

COME SI ACCEDE Mediante domanda al Servizio Sociale territoriale del Comune di residenza, che valuterà l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento.

RIFERIMENTI NORMATIVI Regolamento unico di accesso ai servizi socio assistenziali del Servizio sociale dei Comuni (anno 2015).

9 4.2) Interventi di contrasto alla povertà – Reddito di Cittadinanza e Pensione di cittadinanza

CHE COS’E’ Si tratta di una misura nazionale di politica attiva del lavoro che mira al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale delle famiglie in difficoltà, composta da due parti: - un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica prepagata (Carta RdC); - un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto dal Servizio sociale territoriale in accordo con i componenti il nucleo familiare richiedente (anche col supporto dell’Equipe Territoriale per l’Occupabilità ETO, composta dal Servizio sociale dei Comuni, dal Centro per l’Impiego e dal Centro per l’Orientamento Regionale.

Reddito di Cittadinanza: Il nucleo familiare deve essere in possesso di una certificazione ISEE valida e di particolari requisiti economici previsti dalla normativa vigente (inferiore € 6.000). Inoltre per ricevere il beneficio è necessario dichiarare l’immediata disponibilità al lavoro e l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale che può prevedere attività varie (es. riqualificazione professionale, servizi per la comunità, ecc.). Il beneficiario è tenuto a siglare e a rispettare con il Centro per l’Impiego un Patto per il lavoro e con il Servizio sociale, un Patto per l’inclusione sociale. Il Reddito di cittadinanza è concesso ai cittadini maggiorenni italiani o dell’Unione Europea, oppure ad un loro familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. Il richiedente deve essere residente in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Pensione di cittadinanza: è un sussidio economico rivolto agli anziani in difficoltà, di età pari o superiore a 67 anni.

COME SI ACCEDE Occorre presentare domanda online all’INPS attraverso il portale dedicato o presso gli uffici postali o i Centri di Assistenza Fiscale (CAF). L’Istituto verificherà i requisiti e se riconoscerà il beneficio economico lo erogherà attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta Rdc) di Poste italiane, per l’acquisto di beni e servizi di base.

RIFERIMENTI NORMATIVI Decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni”

10 4.3) Interventi socio-educativi propedeutici al lavoro e di inclusione sociale

CHE COSA SONO Sono percorsi vari di supporto alle persone fragili per favorire il loro inserimento o il reinserimento al lavoro, attraverso iniziative finalizzate a rafforzarne le competenze (spendibili sul mercato del lavoro), l’autonomia personale e l’inclusione sociale. Tra le misure attivate: informazione, percorsi educativi, tirocini formativi, extracurriculari e di orientamento (presso enti pubblici, imprese private profit e non profit); iniziative di utilità sociale finalizzate all’inclusione per coloro che non hanno la possibilità di un inserimento lavorativo nel mercato di lavoro tradizionale e nemmeno in quello protetto.

A CHI SONO RIVOLTI Ne possono beneficiare persone non in grado di inserirsi autonomamente nel mercato del lavoro (attraverso i canali tradizionali di accesso, come le agenzie di intermediazione lavoro e i centri per l’impiego) e che non riescono a produrre un reddito per se stessi.

COME SI ACCEDE Rivolgendosi al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza, che valuterà, anche sulla base dei fondi disponibili, l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento e definirà con il richiedente un progetto personalizzato di intervento.

RIFERIMENTI NORMATIVI D.p.reg. n. 57/2018 “Regolamento per l’attivazione dei tirocini extracurriculari ai sensi dell’articolo 63 della legge regionale 9 agosto 2005, n. 18 (Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro).

4.4) Interventi di contrasto alla devianza e reinserimento sociale (adulti)

CHE COSA SONO Si tratta di interventi a valenza socio-educativa e di reinserimento sociale per persone detenute ed ex detenute o in esecuzione penale esterna. Consistono in progetti educativi personalizzati di reinserimento sociale, o di sostegno al reinserimento scolastico e di contrasto dell’abbandono scolastico, nonché in esperienze a valenza formativa/professionale, tirocini formativi o di inserimento lavorativo.

A CHI SONO RIVOLTI A persone adulte (di età superiore ai 25 anni) che vivono una condizione di marginalità ed esclusione sociale perché interessati da provvedimenti di esecuzione penale.

COME SI ACCEDE Su progetto del Servizio sociale territoriale che ha in carico la persona, previa verifica delle disponibilità finanziarie, d’intesa o su proposta dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna del Ministero di Giustizia.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006 “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”; L.R. n. 18 del 9 agosto 2005; art. 63 “Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro”; Regolamento per l’approvazione di tirocini extracurriculari.

11 4.5) Interventi di mediazione linguistico-culturale

CHE COSA SONO Sono finalizzati a promuovere pari opportunità di accesso al sistema integrato degli interventi e servizi sociali e, più in generale, l’inclusione sociale delle persone straniere immigrate. Sono inoltre tesi a favorire una interazione positiva tra la componente immigrata e quella autoctona, riducendo nel contempo pregiudizi e discriminazioni.

A CHI SONO RIVOLTI A persone di nazionalità straniera o italiana appartenenti a minoranze culturali ed etniche (come quelle ROM e Sinti), a rischio di marginalità ed esclusione sociale.

COME SI ACCEDE Rivolgendosi al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza, che valuterà l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006.

4.6) Pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali o familiari

CHE COS’È Si tratta di una pluralità di prestazioni (beni, relazioni, servizi di accoglienza, ecc.) volti a rispondere a necessità urgenti di minori, adulti, disabili o anziani in condizione di improvvisa e imprevista necessità assistenziale.

A CHI È RIVOLTO Tutte le persone in condizione di improvvisa e imprevista emergenza assistenziale.

COME SI ACCEDE Rivolgendosi al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza, o su segnalazione/intercettazione del caso da parte della rete dei servizi territoriali, che valuterà l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006

4.7) Progetto di sostegno all’abitare e al diritto alla casa - “interventi per l’inserimento abitativo”

CHE COS’È È un servizio finalizzato a supportare persone e nuclei familiari fragili nell’accesso alla casa e in una più efficace e consapevole gestione dell'abitazione, anche attraverso un sostegno nella gestione del bilancio familiare. Interviene per rafforzare la condizione personale e familiare dei locatari, intraprendendo percorsi di accompagnamento, mediazione e di assistenza abitativa, coinvolgendo direttamente sia gli inquilini che i proprietari.

A CHI È RIVOLTO Ne beneficiano persone e nuclei familiari in cerca di un alloggio adatto alle proprie esigenze personali e possibilità economiche o che necessitano di un accompagnamento nella sua gestione; a proprietari di alloggi da affittare, interessati ad un servizio di assistenza e consulenza per la locazione.

COME SI ACCEDE 12 Mediante richiesta all’assistente sociale del Comune di riferimento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 31 del 9 dicembre 2015 “Norme per l’integrazione sociale delle persone immigrate”; Programma annuale Immigrazione 2018, approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 609 del 15/03/2018.

4.8) Inserimento in alloggi comunali

CHE COS’È Sono percorsi di accoglienza residenziale temporanea con finalità sociali in alloggi messi a disposizione da alcuni Comuni di riferimento del Servizio sociale dei Comuni.

A CHI È RIVOLTO Sono rivolti a persone prive di un alloggio e in stato di grave bisogno.

COME SI ACCEDE Mediante domanda al Servizio sociale Territoriale del Comune di residenza, che valuterà l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento, secondo quanto previsto dai singoli regolamenti comunali.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006

13 4.9) Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Sostegno a progetti sperimentali in favore di persone con problemi di salute Mentale

È una misura che concorre a finanziare progetti sperimentali a favore di persone con problemi di salute mentale orientati all’effettiva riabilitazione e inclusione sociale dei soggetti coinvolti e aventi un’articolazione su almeno uno dei seguenti tre assi di intervento: casa e habitat sociale; lavoro e formazione professionale; socialità e affettività. Non sono ammessi al beneficio progetti che prevedano l’inserimento dei destinatari in strutture residenziali.

A CHI È RIVOLTO Ne possono beneficiare persone che, per la loro condizione di non autosufficienza (es. per problemi gravi di salute mentale), non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.

COME SI ACCEDE Informazioni possono essere richieste rivolgendosi al Dipartimento della Salute Mentale dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 5 e al Servizio sociale del Comune di residenza.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006, art. 41; DPReg. n. 7 dell’8 gennaio 2015.

4.10) Servizio di trasporto sociale

CHE COS’È Il servizio è volto a favorire la mobilità sul territorio delle persone in condizione di svantaggio. Il suo scopo primario è di favorire l’accesso ai servizi, interventi e prestazioni sociali e sanitarie di fondamentale importanza per garantire la qualità della vita, il benessere, l’indipendenza delle fasce più deboli della popolazione, con particolare riferimento a quelle anziane.

A CHI È RIVOLTO Il Servizio si rivolge a persone che manifestano una o più delle seguenti condizioni di svantaggio / fragilità: a) stato di svantaggio personale e/o familiare, impossibilità, anche temporanea, all’utilizzo autonomo di mezzi di trasporto personali o pubblici; b) assenza di una rete familiare o parentale o amicale di sostegno in grado di farsi carico, in tutto o in parte, della necessità di mobilità.

COME SI ACCEDE L’accesso al Servizio avviene tramite richiesta all’assistente sociale del Comune di residenza, che valuterà lo stato di bisogno e la disponibilità delle risorse finanziarie. Il Servizio viene erogato in modo associato per persone residenti nei Comuni di Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Pasiano di Pordenone e Prata di Pordenone con la collaborazione della Fondazione Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e le realtà associative di volontariato presenti in diversi comuni, attraverso il Centro Unico Prenotazioni Trasporti Assistenziali (CUPTA), che valuterà la disponibilità di volontari e automezzi. Il Comune di Pravisdomini gestisce autonomamente un servizio di trasporto sociale nel proprio territorio con la locale realtà di volontariato.

14 COSTO I beneficiari dei trasporti sociali concorrono al costo del servizio in base alla propria capacità economica, corrispondente al valore dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) valido per prestazioni di natura socio-sanitaria, secondo quanto previsto dal vigente Regolamento unico del Servizio di trasporto sociale.

RIFERIMENTI NORMATIVI Regolamento unico del Servizio di trasporto sociale dell’UTI “Sile e Meduna” (anno 2018).

4.11) Interventi per la crescita di una cultura del rispetto e delle pari opportunità e la partecipazione paritaria alla vita economica e sociale

CHE COS’È Il Servizio sociale dei Comuni realizza progetti di azioni positive volti ad espandere l’accesso al lavoro delle donne, i percorsi di carriera e ad incrementare le opportunità di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale delle donne.

A CHI È RIVOLTO Le iniziative progettuali si rivolgono a donne adulte residenti nei sei Comuni di riferimento del Servizio sociale dei Comuni, con particolare attenzione a quelle in condizioni di svantaggio personale o familiare.

RIFERIMENTI NORMATIVI DLGS n. 198 del 2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”; DLGL n. 5 del 2010 “Attuazione della direttiva 2006/54/CE”; L.R. n. 23/1990 “Istituzione di una Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna”; DPReg. 330/2007 “Regolamento contributi in materia di pari opportunità”; “Linee guida per le pari opportunità e la valorizzazione dell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate nelle procedure di affidamento di forniture di beni e servizi” dell’UTI “Sile e Meduna” (approvazione Delibera Assemblea UTI, gennaio 2018).

15 5. AREA ANZIANI

PREMESSA L’Area anziani include una pluralità di servizi, interventi e prestazioni che perseguono lo scopo comune di consentire all’anziano di rimanere nella propria casa (domicilio), evitando o rinviando nel tempo l’inserimento in struttura (es. casa di riposo), attraverso: sostegni economici, supportando direttamente la famiglia / care givers nei compiti di assistenza; affiancando all’anziano in situazione di disagio fisico o psichico una persona/amministratore per lo svolgimento degli atti comuni del vivere quotidiano. Più in generale il Servizio sociale dei Comuni si impegna a contrastare l’isolamento degli anziani, promuovendone l’attivismo e valorizzando le proprie competenze anche a favore della comunità locale.

5.1) Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) e consegna pasti

CHE COS’È È un insieme di prestazioni e servizi di natura socio-assistenziale finalizzate a tutelare l’autonomia della persona nel proprio domicilio, attraverso un supporto per la gestione delle attività della vita quotidiana, quali l’assistenza personale, la cura dell’igiene personale e della casa, la consegna quotidiana del pasto preconfezionato a domicilio. L’attività è improntata ad una forte integrazione e collaborazione con gli altri servizi del territorio ed in particolare con il comparto sanitario, con il quale si persegue l’obiettivo della realizzazione di piani di intervento condivisi.

A CHI È RIVOLTO È offerto in modo privilegiato ad anziani, invalidi e adulti che si trovano in situazioni di parziale o totale non autosufficienza, anche temporanea, nonché ai nuclei familiari con bambini e/o con componenti a rischio di emarginazione.

COME SI ACCEDE L’istanza va presentata dall’interessato, da un familiare o dall’Amministratore di Sostegno all’Ufficio Servizi Sociali del Comune di residenza. L’assistente sociale e gli altri operatori coinvolti predisporranno, in accordo con l’utente e il suo nucleo familiare, un Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI) in cui vengono definiti i bisogni, gli obiettivi, le prestazioni e la valutazione dei risultati raggiunti.

COSTO È prevista una compartecipazione alla spesa in base al reddito o all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) del nucleo familiare dell’utente.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006, art. 6. 2 e 6;

16 5.2) Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Assegno per l’Autonomia Possibile (APA) – Contributo per l’Aiuto Familiare (CAF)

CHE COS’È È un intervento economico rivolto a persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri. Il FAP viene prevalentemente utilizzato a sostegno della domiciliarità delle persone in situazione di non autosufficienza.

Le principali tipologie di intervento per le persone anziane sono: • Assegno per l’Autonomia Possibile (APA): ha lo scopo di rendere possibile e sostenibile l’accudimento a domicilio delle persone in condizione di grave non autosufficienza. Il limite dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare non deve superare i 30.000,00 euro. Gli importi annuali variano, a seconda della gravità definita dalle valutazioni socio-sanitarie e dell’ISEE, da un minimo di 1.548 euro a un massimo di 6.204 euro per la generalità dei casi e da un minimo di 1.548 euro a un massimo di 6.816 euro per persone affette da malattie dementigene certificate (per i requisiti di accesso vedi l’art. 5 del DPReg n. 7 dell’8/01/2015).

• Contributo per l’Aiuto Familiare (CAF): ha lo scopo di sostenere le situazioni in cui ci si avvale dell’aiuto di addetti all’assistenza familiare (badanti), per l’accudimento delle persone in condizione di non autosufficienza; Il limite dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) è di 30.000,00 euro. L’erogazione del Contributo per l’Aiuto Familiare prevede la stipula di un regolare contratto di lavoro con un assistente familiare per non meno di 20 ore settimanali, formato anche dalla somma oraria di due o più contratti. Gli importi annuali variano, a seconda della gravità definita dalle valutazioni socio-sanitarie e dell’ISEE e del numero di ore di contratto, da un minimo di 2.760 euro a un massimo di 10.920 euro annui per la generalità dei casi, e da un minimo di 2.760 euro a un massimo di 12.000 euro per persone affette da malattie dementigene certificate (per i requisiti di accesso vedi l’art. 6, comma 4 del DPReg n. 7 dell’8/01/2015).

A CHI È RIVOLTO Ne possono beneficiare persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere, nel proprio domicilio, una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.

COME SI ACCEDE Le persone o i loro familiari possono segnalare i loro bisogni assistenziali al Servizio sociale dei Comuni o al Distretto sanitario di riferimento. I servizi territoriali hanno il compito di prendere in carico i casi, nei confronti dei quali (se i bisogni vengono accertati) mettono a punto un progetto personalizzato, condiviso con l’assistito o con chi ne fa le veci e il suo medico curante. Il progetto potrà eventualmente prevedere, tra i vari interventi possibili, la concessione del contributo FAP, nei limiti della capienza del budget.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 6/2006, art. 41; D.P.Reg. N. 7 del 08/01/2015.

17 5.3) Inserimento in comunità residenziali o semiresidenziali

CHE COS’È Interventi volti alla valutazione degli inserimenti presso le Case di riposo e i Centri diurni o Centri sociali.

Inserimenti in case di riposo: è un intervento finalizzato a rispondere alle esigenze di persone parzialmente o totalmente non autosufficienti, che necessitano di assistenza continuativa, sociale e sanitaria, nell’arco delle 24 ore; Inserimenti in centri diurni: è un intervento finalizzato a rispondere alle esigenze di persone parzialmente non autosufficienti, che necessitano di assistenza in orario diurno (es. di supervisione, tutela, sostegno e aiuto nello svolgimento di alcune delle attività di vita quotidiana); Inserimenti in centri sociali: è un intervento finalizzato a offrire a persone, prevalentemente autosufficienti, occasioni di socialità e di promozione dell’invecchiamento attivo.

COME SI ACCEDE Attraverso la compilazione della modulistica prevista consegnata all’assistente sociale del proprio Comune di residenza, il quale, a seguito di visita domiciliare, la valuterà congiuntamente con gli operatori sanitari del Distretto sanitario di riferimento.

COSTO Per gli inserimenti in Casa di riposo: l’assistito è tenuto al pagamento di una retta mensile; in caso di necessità l’interessato o chi ne fa le veci può richiedere al Servizio sociale una valutazione finalizzata all’erogazione di un contributo per l’integrazione del pagamento della retta.

Per gli inserimenti in Centro diurno: l’assistito è tenuto al pagamento di una retta mensile secondo quanto previsto dal regolamento comunale. L’accreditamento regionale del Centro diurno del Comune di Azzano Decimo prevede l’abbattimento della retta in base al profilo sociosanitario del beneficiario.

Per la partecipazione nei Centri sociali: Azzano Decimo e Tiezzo: richiesti 5,00 euro/mensili per la compartecipazione ai costi, apertura nei giorni di martedì e giovedì pomeriggio ore 14-17; Chions: accesso gratuito, apertura nel giorno di lunedì pomeriggio ore 14-17,30; Fiume Veneto: accesso gratuito, apertura nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì pomeriggio ore 14-18 (orario valido nel periodo 8 settembre 2018 - 30 giugno 2019); Prata di Pordenone: accesso gratuito, apertura dal lunedì al venerdì, mattina ore 8,30-11,30; pomeriggio ore 14,30 – 17,30.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31/03/2006; L. 328/2000; L. 184/1983, artt. 2 e 6.

18 5.4) Interventi per l’amministrazione di sostegno

CHE COSA SONO Istituto giuridico che prevede degli interventi di tutela di una persona che si trova in particolari situazioni di disagio, fisico o psichico, con la nomina, da parte del Giudice tutelare, di un Amministratore di sostegno al fine di affiancarla al beneficiario negli atti comuni del vivere quotidiano, anche per un periodo temporaneo. L’Amministratore di sostegno potrà sostenere le persone, prive in tutto o in parte di autonomia, nell’affrontare problemi concreti come acquistare o vendere o affittare un appartamento, investire somme di denaro, ecc.

A CHI SONO RIVOLTI A tutti coloro che per effetto di una menomazione fisica o psichica si trovano nell’impossibilità di provvedere, anche in via temporanea, ai propri interessi (anziani, disabili fisici o psichici, alcolisti, tossicodipendenti, malati, ecc.) e che non hanno la piena autonomia nella vita quotidiana.

COME SI ACCEDE L’Amministratore di sostegno può essere richiesto direttamente al Giudice tutelare da: beneficiari (persone interessate), anche se incapaci; familiari entro il 4° grado (genitori, figli, fratelli o sorelle, nonni, zii, prozii, nipoti, cugini) affini entro il 2° grado (cognati, suoceri, generi, nuore); Pubblici Ministeri; tutori o curatori; responsabili dei servizi sanitari e sociali direttamente impegnati nella cura e nell’assistenza della persona. Nel Comune di Azzano Decimo, presso la sede dell’Associazione di volontariato San Pietro Apostolo (cfr. indirizzo) è attivo lo sportello Amministratori di sostegno che fornisce informazioni e supporto tecnico nella compilazione della documentazione necessaria alla presentazione dell’istanza.

RIFERIMENTI NORMATIVI D.P.Reg. 02/08/2011 n. 190; L.R. N. 20 del 19 novembre 2010 “Interventi per la promozione e la diffusione dell’amministratore di sostegno a tutela dei soggetti deboli”; L. n. 6 del 9 gennaio 2004.

19 6. AREA DISABILITÀ

PREMESSA I servizi e gli interventi in quest’area puntano a sostenere la persona disabile e la sua famiglia nel proprio contesto di vita, contrastando il rischio di isolamento e favorendo la soluzione delle problematiche connesse all’invecchiamento e al “dopo di noi”. Azioni specifiche sono destinate a sostenere l’integrazione scolastica del minore e dell’adulto disabile, lo sviluppo delle proprie competenze per favorirne l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo. Più in generale il Servizio sociale dei Comuni si impegna a rafforzare la coesione sociale e la realizzazione di contesti comunitari inclusivi nei quali sperimentare processi di autonomia per le persone disabili.

6.1) Interventi a sostegno dell’integrazione scolastica, extrascolastica e sociale e di aiuto personale

CHE COSA SONO Si tratta di attività di tipo educativo e assistenziale, individuale o di gruppo, realizzate in collaborazione con l’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 5, volte a favorire l’integrazione scolastica e sociale nei diversi contesti di vita della persona. Prevedono la definizione di un progetto personalizzato, adeguato ai bisogni del beneficiario e orientato alla costruzione del suo personale progetto di vita. Gli interventi possono essere: - educativi e/o assistenziali a sostegno del percorso scolastico negli asili nido e nelle scuole di ogni ordine e grado, ma anche in ambito extrascolastico; - per il trasporto individuale e di gruppo; - educativi, individuali o di gruppo, in realtà realizzate in collaborazione con i Servizi in Delega all’AAS5.

L’intervento educativo mira a garantire il sostegno ad un percorso scolastico in grado di sviluppare le capacità di apprendimento e di autonomia della persona. Rispetto agli interventi di aiuto personale, con attenzione ai giovani e adulti, l’attività si sviluppa in gruppo ed è finalizzata a costruire luoghi di osservazione delle capacità individuali per il potenziamento delle autonomie e sviluppo delle abilità. Attraverso l’avvio di iniziative innovative e sperimentali, in collaborazione con i Servizi in Delega dell’AAS5, si intende operare al fine di: - Garantire alle persone disabili la possibilità di svolgere attività di carattere lavorativo, per lo sviluppo delle capacità presenti in un processo di investimento sulle potenzialità individuali riconoscendo la dimensione adulta; - Sostenere l’autonomia personale e sociale dei ragazzi e il mantenimento delle dimensioni relazionali nel rapporto con la realtà; - Attivazione di processi virtuosi di scambio tra cittadini e i giovani disabili al fine di facilitare processi di interscambio ed inclusione.

A CHI SONO RIVOLTI A persone disabili e alle loro famiglie.

COME SI ACCEDE Per informazioni rivolgersi ai Servizi specialistici dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.5 o al Servizio sociale Territoriale del Comune di residenza.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 41/1996, art. 6, comma 1.

20 6.2) Fondo “gravi e gravissimi”

CHE COS’È È un contributo destinato al sostegno a domicilio di persone in condizioni di grave disabilità, che necessitano di un’assistenza integrata, continuata per 24 ore su 24 e di elevatissima intensità.

A CHI È RIVOLTO È indirizzato alle attività di cura e assistenza a favore di persone con: - Gravissime cerebrolesioni, conseguente a danno cerebrale di origine traumatica o di altra natura; - Mielolesioni di origine traumatica o di altra natura con livello neurologico da C1 a C4 che ha determinato una tetraplegia, con gravissimo e permanente deficit funzionale motorio e viscerale; - Gravissimi esiti disabilitanti di patologie neurologiche comportanti situazioni di totale dipendenza e necessità di assistenza nella cura di sé, nella mobilità, nonché di supervisione continuativa nell’arco delle 24 ore.

COME SI ACCEDE L’ammissione al beneficio avviene a seguito di selezione della Regione su segnalazione dell’Aziende per l’Assistenza Sanitaria (AAS), in raccordo con i Distretti sanitari e in collaborazione con i Servizi sociali dei Comuni, su richiesta degli interessati o dei loro familiari, oppure in via autonoma, previa acquisizione del necessario consenso. La soglia di ammissibilità al beneficio è un indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) del nucleo familiare di 60.000,00 euro.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 17 del 30 dicembre 2008; D.P.Reg. 247/Pres. del 01/09/2009 “Regolamento di attuazione”.

21 6.3) Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) – Sostegno alla Vita Indipendente (SVI) – Altre forme di emancipazione e di inserimento sociale

CHE COS’È È un intervento economico rivolto a persone che, per la loro condizione di non autosufficienza, non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.

Per le persone disabili le principali tipologie di intervento sono: - Assegno per la vita indipendente: è un contributo che concorre a finanziare progetti di vita indipendente per disabili gravi ma in grado di autodeterminarsi, di età compresa tra i 18 e i 64 anni. Prevedono la facilitazione di percorsi di inserimento sociale e lavorativo. Gli importi sono definiti dal progetto personalizzato secondo quanto previsto dal Regolamento. La soglia ISEE del nucleo familiare non deve superare i 60.000,00 euro.

- Altre forme di emancipazione e di inserimento sociale: è un intervento a sostegno di progetti rivolti a persone in condizione di grave disabilità, di età compresa tra i 18 e i 64 anni che, pur non autodeterminandosi, possono essere inserite in progetti finalizzati alla partecipazione sociale e all’emancipazione, anche parziale, dalla famiglia. La soglia ISEE del nucleo familiare non deve superare i 30.000 euro annui. Gli importi annui sono stabiliti vengono stabiliti durante la definizione del progetto personalizzato, secondo quanto previsto dal Regolamento, e variano da un minimo di 3.000 euro a un massimo di 12.000 euro. Nel caso di progetti riguardanti persone iscritte a centri semiresidenziali viene attribuito l’importo minimo.

A CHI È RIVOLTO Ne possono beneficiare persone che, per la loro condizione di non autosufficienza (certificazione handicap grave, ai sensi L. 104/1992, art. 3, comma 3), non possono provvedere alla cura della propria persona e mantenere una normale vita di relazione senza l’aiuto determinante di altri.

COME SI ACCEDE Le persone o i loro familiari possono segnalare i loro bisogni assistenziali al Servizio sociale dei Comuni o al Distretto sanitario di riferimento. I servizi territoriali hanno il compito di prendere in carico i casi, nei confronti dei quali (se i bisogni vengono accertati) mettono a punto un progetto personalizzato, condiviso con l’assistito o con chi ne fa le veci e il suo medico curante. Il progetto potrà eventualmente prevedere, tra i vari interventi possibili, la concessione del contributo FAP, nei limiti della capienza del budget.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 6/2006, art. 41; D.P.Reg. n. 7 del 08/01/2015.

22 7. AREA MINORI E FAMIGLIA

PREMESSA L’Area minori include interventi finalizzati a garantire a bambini e ragazzi il diritto di crescere in un contesto sociale accogliente e all’interno della propria famiglia, promuovendo nel territorio occasioni di socialità e sostenendo e accompagnando le famiglie in difficoltà nello svolgimento delle funzioni genitoriali. Le azioni sono volte a promuovere idonee opportunità di crescita per minori e adolescenti e percorsi individualizzati per il loro sostegno e quello delle loro famiglie in situazioni di criticità, al fine di fronteggiarne e superarne le difficoltà. Gli interventi possono comprendere iniziative ludiche, educative, assistenziali, ricreative per i minori; azioni personalizzate per il nucleo familiare che possono consistere in interventi di sostegno e rinforzo alle responsabilità genitoriali; interventi di integrazione alle funzioni genitoriali, laddove la famiglia di origine non sia temporaneamente in grado di adempiere alle stesse. Nell’area Minori e Famiglia una funzione specifica è svolta dall’Ufficio tutela minori che si occupa di tutte le situazioni in cui la funzione genitoriale risulta problematica per la crescita fisica e psicologica dei minori, e che per tale motivo è attiva l’Autorità Giudiziaria (minori vittime di trascuratezza, abuso e maltrattamento). Si occupa inoltre di minori stranieri non accompagnati e di minori soggetti a provvedimenti penali (DPR. N. 448/1998). L’attività dell’Ufficio consiste in interventi psicosociali quali: colloqui, visite domiciliari, relazioni all’autorità giudiziaria, valutazione integrata, interventi educativi domiciliari / scolastici e /o di gruppo, affidi familiari, inserimenti in comunità. In aggiunta, fornisce consulenze ad operatori e insegnanti rispetto alla protezione e alla tutela dei minori, collaborando con i Servizi sociali territoriali, con quelli dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria (Consultorio Familiare, Neuropsichiatria infantile, Centro di salute mentale, Servizio dipendenze), con l’Associazione “La Nostra Famiglia” di , con le istituzioni scolastiche.

7.1) Progetto di prevenzione del disagio e promozione dell’agio “Monitor DisAgio”

CHE COS’È È un insieme strutturato di attività volte ad intervenire primariamente nelle aree della promozione e della prevenzione finalizzate a: a) realizzare collaborazioni con le istituzioni scolastiche, sociali, sanitarie e del territorio al fine di promuovere processi virtuosi volti al benessere dei bambini/ragazzi e delle loro famiglie, contribuendo a realizzare contesti comunitari inclusivi e attenti ai loro bisogni; b) sostenere la nascita di gruppi di auto mutuo aiuto; c) potenziare le reti formali e informali già presenti o facilitando la creazione di nuove reti tra genitori; d) intercettare precocemente le situazioni di disagio, mediante il supporto tecnico e il sostegno a insegnanti, operatori sociali e agli adulti educanti in generale; e) attivare misure di promozione e sensibilizzazione alle tematiche di sostegno alla genitorialità per favorire una cultura di formazione permanente dell’adulto in ambito educativo; f) avviare misure sperimentali di accompagnamento educativo con adulti in condizioni di vulnerabilità.

A CHI È RIVOLTO È dedicato primariamente a genitori e famigliari, ad insegnanti ed educatori e ai bambini e ragazzi dagli asili nido alla scuola secondaria di I grado.

COME SI ACCEDE Mediante richiesta diretta agli operatori del Progetto da parte di adulti educanti, insegnanti e genitori.

RIFERIMENTI NORMATIVI Cfr. PAA 2017/2018; L.R. n. 11 del 2006, art. 6

23 7.2) Interventi socio-educativi (individuali, familiari e di gruppo)

CHE COSA SONO Si tratta di un insieme di servizi e interventi che mirano primariamente a promuovere l’agio e il benessere dei minori e delle loro famiglie, e prevenire situazioni di disagio, con l’obiettivo di limitare il ricorso a forme di istituzionalizzazione (es. inserimento in comunità), supportando i minori e i loro genitori nel proprio contesto di vita. Il progetto personalizzato prevede il coinvolgimento di una figura educativa a supporto dei percorsi (individuali e di gruppo, a domicilio e sul territorio) di crescita personale e sociale dei minori e a sostegno dei genitori per un rafforzamento delle competenze educative e relazionali verso i figli.

A CHI SONO RIVOLTI A bambini e ragazzi minorenni e ai loro familiari, con difficoltà di tipo educativo, sociale e relazionale.

COME SI ACCEDE Ne beneficiano nuclei familiari in carico al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza o all’Ufficio tutela minori, che valuterà l’opportunità e l’appropriatezza dell’intervento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 6/2006, art. 41; L.R. n. 11 del 7 luglio 2006, art. 13 comma 4.

7.3) Affidamento familiare

CHE COS’É Si tratta di un progetto di sostegno al minore e alla sua famiglia, o a ragazzi infraventunenni, attraverso l’affiancamento di una persona o di un nucleo familiare (parentale o extra-parentale) nei casi in cui la famiglia di origine attraversi una fase di particolare difficoltà (es. grave malattia, lutti, grave conflittualità interna, difficoltà educative importanti, ecc.) che ne compromette fortemente la possibilità di assolvere in prima persona le funzioni genitoriali. L’affido si caratterizza per la temporaneità del mantenimento dei rapporti con la famiglia di origine, con l’obiettivo di rientro del minore nella stessa. Vi sono forme diversificate di affidamento per rispondere ai bisogni specifici dei nuclei familiari e dei minori: - Affido residenziale: il minore è inserito in una famiglia parentale o extra-parentale con carattere di continuità e residenzialità; - Affido leggero: il minore è inserito in un nucleo familiare parentale o extra-parentale in modalità solo diurna o solo notturna o solo in alcuni giorni della settimana, secondo un piano di presenza personalizzato e mirato; - Famiglie di appoggio: il minore e il suo nucleo familiare fanno riferimento per particolari e limitate esigenze ad un'altra famiglia che integra e sostiene i compiti genitoriali del nucleo in difficoltà (es. accompagnare il figlio a scuola, aiutare i genitori nelle scelte educative e scolastiche del minore, ecc.).

A CHI È RIVOLTO Ai nuclei familiari vulnerabili che temporaneamente non possono occuparsi della crescita dei figli (in primis) e che necessitano di una famiglia esterna che integri le funzioni genitoriali carenti.

COME SI ACCEDE Su proposta e progetto del Servizio sociale territoriale del Comune di residenza / Ufficio tutela minori che hanno in carico il nucleo familiare.

24 QUANTO COSTA L’opera sociale svolta dalla famiglia affidataria è riconosciuta come servizio pubblico, a tal fine il Comune di residenza del minore corrisponde all’affidatario, indipendentemente dalle condizioni economiche dello stesso, un contributo mensile. Qualora la famiglia d’origine sia nelle condizioni economiche adeguate può essere chiamata a contribuire alle spese di mantenimento del figlio in forma commisurata alle proprie possibilità.

RIFERIMENTI NORMATIVI L. n. 184 del 4 maggio 1983; L. n. 149 del 28 marzo 2001; Linee guida per l’Affido familiare in , allegato alla Delibera della Giunta Regionale n. 1115 del 12 giugno 2015.

7.4) Inserimento in comunità educative e/o terapeutiche

CHE COS’É E’ un intervento volto a garantire il diritto del minore ad essere protetto e tutelato rispetto a casi di maltrattamento, grave trascuratezza, abbandono e abuso. La scelta della tipologia di comunità viene attuata in base alla valutazione delle condizioni e dei bisogni del bambino / ragazzo al fine di individuare l’intervento più adeguato.

A CHI È RIVOLTO A minori in stato di grave bisogno di assistenza e tutela.

COME SI ACCEDE Su proposta e progetto dell’Ufficio tutela minori del Servizio sociale dei Comuni che segue il nucleo familiare del minore.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 31 marzo 2016, n. 6 “Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale”; L. n. 184 del 4 maggio 1983.

25 7.5) Contributi economici a sostegno dei genitori separati con figli minori

CHE COSA SONO Si tratta di contributi economici a sostegno del genitore separato, qualora lo stesso risulti affidatario del figlio minore e non percepisca interamente dall’altro genitore obbligato le somme destinate al mantenimento del figlio/i (l’inadempienza del genitore obbligato è condizione essenziale per l’erogazione del contributo). L’erogazione economica è pari al 75% della somma stabilita dall’autorità giudiziaria per il mantenimento del figlio/i minore, fino a un massimo di 300,00 euro mensili per figlio. La somma viene concessa per un periodo di un anno, rinnovabile fino al raggiungimento della maggiore età del minore, qualora permangano i requisiti previsti dalla normativa.

A CHI SONO RIVOLTI Ne può beneficiare il genitore separato residente nel territorio regionale, al quale è stato affidato dall’autorità giudiziaria il figlio/i minore, che non riceve dal genitore obbligato le somme destinate al mantenimento del figlio/i; in possesso di un ISEE non superiore a 20.000,00 euro, aggiornato annualmente sulla base dell’indice Istat. Il genitore affidatario per accedere al contributo deve dimostrare di aver attivato infruttuosamente le procedure esecutive nei confronti del genitore obbligato e presentato querela per omesso versamento.

COME SI ACCEDE Mediante domanda al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza, che valuterà i requisiti per l’accoglimento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 7 luglio 2006, n.11 (interventi regionali a sostegno della famiglia e della genitorialità), art. 9 bis.; Regolamento per la determinazione del sostegno al figlio minore ai sensi della L.R. 11/2006, art. 9 bis, approvato con Decreto del Presidente della Regione n. 306 del 2 novembre 2009, pubblicato sul BUR n. 45 del 11/11/2009.

7.6) Interventi economici a sostegno delle adozioni internazionali

CHE COSA SONO Sono contributi finalizzati ad abbattere le spese sostenute dalle famiglie che intraprendono le procedure di adozione internazionale o che hanno adottato un minore o un minore portatore di handicap, quali: a) il sostegno delle spese sostenute dalle famiglie e derivanti dalle procedure di adozione internazionale nella misura massima del 70% delle spese di viaggio e di soggiorno, nel periodo intercorrente tra il conferimento del mandato all’Ente autorizzato e la data di ingresso in Italia dell’adottando o adottato (fino ad un massimo di 7.500 euro); b) il sostegno di adozioni di minori italiani e stranieri, di età superiore ad 12 anni o con handicap accertato ai sensi della Legge del 5 febbraio 1992, n. 104.

A CHI SONO RIVOLTI Ne possono beneficiare famiglie con ISEE non superiore a 50.000 euro (dato indicativo aggiornato annualmente sulla base dell’indice Istat dell’andamento dei prezzi al consumo per le famiglie - FOI).

COME SI ACCEDE Mediante domanda al Servizio sociale territoriale del Comune di residenza, che valuterà i requisiti per l’accoglimento.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. 11/2006 art. 13, comma 3, lettera b), e comma 4, lettere b) e) c); Regolamento regionale n. 181/Pres. del 19/09/2012; Protocollo tra Regione, Aziende per l’Assistenza Sanitaria (AAS), Magistratura minorile e Ufficio Scolastico Regionale (USR) in materia di adozioni internazionali del 18 marzo 2011. 26

7.7) Interventi di contrasto alla devianza minorile

CHE COSA SONO Si tratta di interventi a valenza socio-educativa e di reinserimento sociale per minori per i quali è stata disposta una misura penale o per minori ad alto rischio di devianza. Consistono in progetti educativi personalizzati di inserimento sociale, o di sostegno al reinserimento scolastico e di contrasto dell’abbandono scolastico, nonché esperienze a valenza formativa/professionale, tirocini formativi o di inserimento lavorativo.

A CHI SONO RIVOLTI A ragazzi e giovani che vivono una condizione di vulnerabilità per aver abbandonato precocemente i percorsi scolastici senza riuscire ad inserirsi nel mondo del lavoro e/o che vivono esperienze di esclusione o marginalità sociale, o che hanno commesso azioni di rilevanza penale.

COME SI ACCEDE Su progetto del Servizio sociale territoriale che ha in carico il ragazzo/giovane o su proposta del Servizio Sociale Minorenni del Ministero di Giustizia.

RIFERIMENTI NORMATIVI L.R. n. 6 del 31 marzo 2006; L.R. n. 18 del 9 agosto 2005; art. 63 “Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro”; Regolamento per l’approvazione di tirocini extracurriculari.

7.8) Contributi regionali per l’abbattimento delle rette per la frequenza ai nidi d’infanzia, servizi integrativi e servizi sperimentali – L.R. n. 20/2005 art. 15

CHE COS’É È un beneficio economico per la riduzione delle rette degli asili nido e dei servizi integrativi (servizio educativo domiciliare, centro per bambini e genitori, spazio gioco) o sperimentali per la prima infanzia. Alle famiglie che iscrivono i bambini agli asili nido o agli altri servizi per la prima infanzia viene applicata una retta di frequenza ridotta: la differenza è rimborsata ai gestori dei nidi e dei servizi integrativi o sperimentali. L’entità del beneficio è stabilita a seconda della condizione economica (fasce ISEE), del tipo di servizio frequentato e della quantità delle ore di frequenza. Gli importi mensili dell’abbattimento delle rette vengono fissati annualmente prima dell’inizio dell’anno educativo (che va dal 1° settembre al 31 agosto dell’anno successivo).

A CHI È RIVOLTO Le riduzioni delle rette spettano a tutti i nuclei familiari: - che hanno un ISEE pari o inferiore a 30.000,00 euro (solo un figlio minore), pari o inferiore a 50.000,00 euro (due o più figli minori); - è altresì riconosciuto, anche in assenza di presentazione di dichiarazione ISEE e a prescindere dai requisiti suddetti, alle madri di figli minori inserite in un percorso personalizzato di protezione e sostegno all’uscita da situazioni di violenza debitamente attestato dal Servizio Sociale dei Comuni (SSC) o da un Centro Antiviolenza o soggetto gestore di Case Rifugio operante nel territorio del Friuli Venezia Giulia e aderente alla rete nazionale “D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza; - in cui almeno un genitore è residente o lavora nel territorio regionale da almeno un anno; - che hanno iscritto i bambini a un nido o a un servizio per la prima infanzia per una frequenza di almeno 30 ore al mese.

27 Il beneficio determinato (ai sensi del regolamento vigente) è ridotto del 50 percento se nessuno dei genitori, componenti il nucleo familiare, è residente o presta attività lavorativa nel territorio regionale da almeno 5 anni.

I bambini possono essere iscritti a un nido o a un servizio anche per una frequenza mensile inferiore alle 30 ore: in questo caso l’ISEE della famiglia non deve superare i 10.000,00 euro. Non può beneficiare della riduzione chi fruisce del voucher “baby sitting – asili nido “ (Legge 92/2012), né chi ha iscritto il figlio alle cosiddette “Sezioni primavera” o “Ponte”.

COME SI ACCEDE È necessario che uno dei genitori o chi ne fa le veci compili la domanda e la presenti al Servizio sociale dei Comuni “Sile e Meduna” tra il 28 febbraio e il 31 maggio di ogni anno. Le domande presentate dopo il 31 maggio di ogni anno non sono ammesse automaticamente al beneficio ma vengono valutate in base alla disponibilità delle risorse.

SERVIZI EDUCATIVI PER LA PRIMA INFANZIA Elenco dei servizi educativi per la prima infanzia sottoscrittori del disciplinare di impegni per l’abbattimento delle rette a carico delle famiglie per la frequenza ai servizi (art. 14 DPReg. 139/15), anno 2019/2020

SERVIZI PRIMA INFANZIA COMUNE 1) Nidolandia Azzano Decimo 2) Nido familiare “I colori del sole” Azzano Decimo 3) “La Piccola Perla 2” Azzano Decimo 4) Il Nido di Pollicino Azzano Decimo 5) Scuola Materna “Maria Immacolata” Nido Pollicino Fiume Veneto 6) Giochi&Coccole Fiume Veneto 7) Asilo Le Coccole Prata di Pordenone 8) Nido Giocomagico Prata di Pordenone 9) Prima di Volare Pravisdomini

RIFERIMENTI NORMATIVI Legge Regionale 20/2005, art. 15; D.P.Reg. n. 139/2015; Allegato alla Delibera regionale n. 295 del 22/02/2019, di modifica del D.P.Reg. n. 139/2015.

7.9) Misure di sostegno all’accesso delle famiglie in condizioni di svantaggio ai servizi per la prima infanzia – Programma Operativo del Fondo Sociale Europeo 2014/2020 (POR FSE)

CHE COS’É È un beneficio economico (la misura è finanziata dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito dell’attuazione del POR FVG) finalizzato a promuovere l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia delle famiglie in condizioni di svantaggio e a sostenere soluzioni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Trattasi di un buono di servizio riconosciuto a seconda del tipo di servizio frequentato e delle modalità di frequenza. L’abbattimento della retta può raggiungere i 300,00 euro al mese per le iscrizioni a tempo pieno e i 150,00 euro per le iscrizioni al tempo parziale. Le risorse finanziarie sono determinate dalla disponibilità dei fondi europei. Viene pertanto stilata una graduatoria a livello di ambito territoriale di competenza degli aventi diritto e quindi individuati i beneficiari sulla base delle risorse stanziate.

In caso di esaurimento delle risorse disponibili o di presentazione della domanda in data successiva al 31 maggio o in caso di carenza dei requisiti, la richiesta è accolta in subordine al riconoscimento dei benefici regionali per l’abbattimento delle rette per la 28 frequenza ai nidi d’infanzia, servizi integrativi e servizi sperimentali – Legge Regionale n. 20/2005 art. 15.

REQUISITI DI ACCESSO: - ISEE non superiore a 20.000,00 euro; - i genitori devono risultare occupati ovvero trovarsi in stato di disoccupazione ai sensi dell’articolo 19, comma 7, del D.Lgs. 150/2015 (Se disoccupato, il genitore deve aver dichiarato all’ANPAL la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro); - almeno un genitore deve risiedere o prestare continuativamente attività lavorativa in regione da non meno di un anno; - aver iscritto i bambini a un nido o a un servizio per la prima infanzia per una frequenza di almeno 30 ore al mese.

COME SI ACCEDE È necessario che uno dei genitori o chi ne fa le veci compili la domanda e la presenti al Servizio sociale dei Comuni “Sile e Meduna” tassativamente entro il 31 maggio di ogni anno.

RIFERIMENTI NORMATIVI POR FSE 2014-2020 – Programma specifico 23/15 – Azione 9.3.3. (BUR n. 51 del 20/12/2017).

29 8. AREA LAVORO DI COMUNITÀ

PREMESSA Il lavoro di comunità è una filosofia e una metodologia di lavoro che crede nelle capacità delle persone e del territorio e si muove per valorizzarle, sostenerle, connetterle, al fine di potenziare la loro azione e il tentativo di cambiare in meglio le condizioni di contesto. Le metodologie e le modalità sono molteplici e spaziano dal connettere soggetti diversi (lavoro di rete) al dare vita a progetti partecipati, pensati e realizzati insieme alle realtà del territorio. I macro obiettivi sono quelli di accrescere il capitale sociale e dare vita sempre più ad una “comunità competente”, capace di fronteggiare le problematiche che la caratterizzano. Fra le modalità va segnalata la “ricerca – azione”, utilizzata dai tavoli educativi e in altre situazioni, per raccogliere informazione e al contempo coinvolgere e attivare la popolazione. Si rivolte a tutte le persone attive o che desiderano attivarsi per e nel territorio.

Per eventuali richieste di approfondimento e per la contribuzione ad iniziative comunitarie: tel. 0434 954.807-834; 348 670.4798 (Stefano); e-mail: [email protected]

8.1) Tavoli educativi

CHE COSA SONO Sono occasioni di pensiero sui temi dell’educazione e della comunità, momenti di incontro, in cui realtà differenti approfondiscono la conoscenza reciproca, coordinano le proprie azioni e attività. L’intenzione dei tavoli è quella di essere molto concreta e di rafforzare l’operatività: da un lato potenziando quanto già attivo, dall’altro pensando e realizzando nuove iniziative condivise.

A CHI SONO RIVOLTI Sono aperti a chi ha a cuore, per ruolo o attività, la sana crescita di bambini e ragazzi. Partecipano dunque le scuole, le parrocchie, i progetti giovani, le società sportive, i Servizi, le biblioteche e le realtà che si sentono di rispondere ad una chiamata su questo tema.

8.2) Mensa solidale

CHE COS’E’ È un progetto realizzato attualmente nel comune di Azzano Decimo e, in via sperimentale, in quello di Fiume Veneto, finalizzato a contrastare lo spreco alimentare e offrire cibo e relazioni a chi potrebbe trarne beneficio, sia dal punto di vista della riduzione dei costi per alimentarsi, sia da quello della creazione di un contesto relazionale positivo. Realizzato in sinergia con le Amministrazioni comunali e alcune realtà del territorio (Parrocchie, Croce Rossa, Unità Educativa Territoriale “Nuovi Orizzonti”, Caritas parrocchiali e Associazione San Vincenzo de Paoli), il progetto prevede il recupero del cibo non scodellato dalle scuole che viene poi servito alle persone in luoghi dedicati.

A CHI E’ RIVOLTO Alle persone in stato di difficoltà e a coloro che trarrebbero beneficio da un contesto sociale attento alle relazioni.

COME SI ACCEDE Le persone che potrebbero trarre beneficio da tale proposta vengono individuate fra gli utenti del servizio sociale, o segnalati dalle realtà caritative del territorio. In tal senso, è possibile far richiesta presso il Servizio Sociale territoriale.

30 8.3) Centro di Solidarietà Alimentare (C.S.A.)

CHE COS’E’ Si tratta di un progetto che nasce dalla volontà di supportare le realtà caritative (Caritas parrocchiali e Associazione San Vincenzo de Paoli) nel loro lavoro di contrasto alla povertà alimentare attraverso l’erogazione delle borse spesa per le persone in stato di bisogno. A seguito di un intenso lavoro di rete (di confronto e definizione delle modalità di possibile lavoro di insieme), le diverse realtà, facilitate dal Servizio sociale dei Comuni e dalle Amministrazioni comunali, hanno dato vita al C.S.A. Fisicamente è un magazzino, un luogo di raccolta degli alimenti e di preparazione e smistamento delle borse alimentari verso le sedi delle varie realtà caritative che provvedono poi alla loro distribuzione per le persone che ne fanno richiesta. Fra le attività promosse vi sono anche eventi di informazione e sensibilizzazione (come la “Settimana della solidarietà”), raccolte straordinarie di cibo presso le scuole, Cene comunitarie, ecc.

A CHI E’ RIVOLTO I primi interlocutori sono le realtà caritative (Caritas parrocchiali, Associazioni San Vincenzo de Paoli e “Sulla Soglia”) che implementano il servizio di distribuzione delle borse; i fruitori in seconda battuta sono le persone che fruiscono delle borse.

COME SI ACCEDE Le persone che fruiscono delle borse alimentari sono segnalate dal Servizio sociale territoriale e dalle realtà caritative dei singoli comuni, che lavorano in stretta sinergia.

8.4) Interventi formativi

CHE COSA SONO Sono iniziative che hanno principalmente lo scopo di supportare le persone, i gruppi e le diverse realtà del territorio accrescendo le loro conoscenze e la capacità di azione. A volte i temi trattati sono proposti direttamente dal Servizio sociale, altre volte si attivano si richiesta degli stessi beneficiari (on demand).

A CHI SONO RIVOLTI A tutte le persone e gruppi attivi nella vita della comunità interessati ad accrescere le proprie competenze operative.

COME SI ACCEDE Le proposte formative, sempre gratuite, vengono pubblicizzate attraverso i canali di comunicazione del Servizio Sociale dei Comuni e la rete di relazioni attiva sui diversi territori comunali. Per chi fosse interessato ad attivare percorsi ad hoc, può contattare l’ufficio “Lavoro di Comunità” del Servizio sociale dei Comuni, presso la sede centrale di Praturlone di Fiume Veneto.

8.5) Comunicazione sociale

CHE COS’E’ Gli aspetti della comunicazione sono fondamentali per il lavoro sociale; conoscere permette di muoversi con consapevolezza, scegliere fra le opportunità del territorio e dei servizi. Sono diversi gli strumenti che cercano di fornire tali informazioni: la newsletter settimanale e la pagina Facebook “ambitovivo”. Le informazioni variano a seconda dello strumento utilizzato, il tentativo è quello di informare regolarmente le persone e le famiglie sugli eventi e le iniziative culturali, educative e di servizio sociale del proprio comune e dei territori limitrofi.

31 COME SI ACCEDE Connettendosi all’indirizzo della pagina Facebook, mentre la newsletter viene inviata al proprio indirizzo email. Per chi fosse interessato a riceverla può farne richiesta ad un operatore del Servizio sociale dei Comuni oppure all’Ufficio “Lavoro di comunità” ai seguenti recapiti: tel. 0434 954.807-834; 348 670.4798 (Stefano); e-mail: [email protected]

8.6) Incontri di conversazione in lingua italiana (attività in lingua italiana)

CHE COSA SONO Sono iniziative, presenti in diversi comuni del territorio, che si appoggiano ad un bel numero di volontari\e che danno vita a incontri finalizzati all’apprendimento della lingua italiana. A seconda delle diverse realtà territoriali gli incontri possono essere settimanali oppure bisettimanali.

COME SI ACCEDE Le proposte sono tutte gratuite, le persone interessate all’apprendimento della lingua italiana possono rivolgersi ai Servizi sociali territoriali o contattare direttamente l’Ufficio “Lavoro di comunità” del Servizio sociale dei Comuni, presso la sede centrale di Praturlone di Fiume Veneto ed ai seguenti recapiti: tel. 0434 954.807-834; 348 670.4798 (Stefano); e-mail: [email protected]. .

8.7) Cene “comunitarie”

CHE COSA SONO Sono momenti conviviali, finalizzati a far incontrare e conoscere le persone, offrendo loro, oltre alla convivialità, temi di riflessione (che variano dalla conoscenza delle culture di diversi paesi, allo spreco alimentare, alle diverse povertà, fino all’approfondimento della conoscenza delle attività che animano i vari territori) e l’opportunità di attivarsi personalmente in iniziative per il bene comune.

A CHI SONO RIVOLTE A tutti i cittadini interessati alle tematiche trattate e ad accrescere la propria rete di relazioni sul territorio.

COME SI ACCEDE La partecipazione alle cene è libera, previa iscrizione rivolgendosi ai Servizi sociali territoriali o contattare direttamente l’Ufficio “Lavoro di comunità” del Servizio sociale dei Comuni, presso la sede centrale di Praturlone di Fiume Veneto ed ai seguenti recapiti: tel. 0434 954.807-834; 348 670.4798 (Stefano); e-mail: [email protected]. o le realtà locali coinvolte (es. Parrocchia, associazione di volontariato, ecc.).

8.8) Orti sociali

CHE COSA SONO Si tratta di progetti che mirano ad offrire a persone momentaneamente prive di lavoro una opportunità di attivazione e di “occupazione” (attraverso una borsa sociale), fornendo, nel contempo, prodotti freschi per le “borse alimentari” distribuite dalle Realtà caritative comunali coordinate nel Centro di Solidarietà Alimentare (C.S.A.).

A CHI SONO RIVOLTI A fruitori di borse sociali attivate dei Servizi sociali territoriali (persone prive di occupazione), per le quali gli assistenti sociali hanno concordato nel Progetto Personalizzato (P.P.) una esperienza negli orti sociali funzionale a facilitare l’inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro.

COME SI ACCEDE Attraverso il confronto con gli Assistenti sociali territoriali. 32 8.9) Proposte formative interculturali

CHE COSA SONO Si tratta di progettualità ed eventi formativi realizzati in collaborazione con le Istituzioni, le agenzie educative e gli attori del territorio per aumentare le conoscenze sulle principali culture straniere presenti localmente, favorire l’inclusione sociale, la condivisione e sviluppare le competenze civiche in un’ottica interculturale.

A CHI SONO RIVOLTE A docenti, alunni e alle loro famiglie (genitori e rappresentanti di classe) degli istituti Scolastici.

COME SI ACCEDE In risposta a proposte e progetti del Servizio sociale dei Comuni, sviluppati in collaborazione con le Amministrazioni comunali e gli Istituti Scolastici del territorio.

8.10) Iniziative di fundraising

CHE COSA SONO Si tratta di iniziative che mirano a sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza attorno ad alcuni temi di rilevanza sociale, in particolare quelli legati alla povertà alimentare. Le iniziative di fundraising, spesso collocate all’interno di eventi pubblici, come la “Settimana della solidarietà”, sono realizzate in diversi periodi dell’anno e in maniera autonoma da alcune scuole e Pro Loco, utilizzando strumenti come le cene comunitarie per le raccolte straordinarie di cibo o di fondi. L’obiettivo di raccolta concreta è sempre fortemente collegato alla sensibilizzazione della cittadinanza sulle tematiche affrontate.

33 9. ALLEGATI

9.1 Indice alfabetico dei servizi e interventi

Vai alla n. Servizi e interventi pagina… 1 Affidamento familiare 24 2 Cene comunitarie 32 3 Centro di Solidarietà Alimentare (C.S.A.) 31 4 Comunicazione sociale 31 5 Contributi economici a sostegno dei genitori separati con figli minori, 26 Contributi regionali per l’abbattimento delle rette per la frequenza ai nidi 6 27 d’infanzia, servizi integrativi e servizi sperimentali – L.R. n. 20/2005 art. 15, Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – 7 Assegno per l’Autonomia Possibile (APA) – Contributo per l’Aiuto Familiare 17 (CAF), Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – 8 Sostegno a progetti sperimentali in favore di persone con problemi di salute 14 Mentale, Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) – Sostegno alla Vita Indipendente 9 22 (SVI) – Altre forme di emancipazione e di inserimento sociale, 10 Fondo “gravi e gravissimi”, 21 11 Incontri di conversazione in lingua italiana (attività in lingua italiana) 32 12 Iniziative di fundrasing 33 13 Inserimento in alloggi comunali 13 14 Inserimento in comunità educative e/o terapeutiche 25 15 Inserimento in comunità residenziali o semiresidenziali, 18 16 Interventi per l’amministratore di sostegno 19 Interventi per la crescita di una cultura del rispetto e delle pari opportunità e 17 15 la partecipazione paritaria alla vita economica e sociale, Interventi per il contrasto alla povertà (Reddito di Cittadinanza e Pensione 18 10 di Cittadinanza) 19 Interventi di contrasto alla devianza e reinserimento sociale (adulti), 11 20 Interventi di contrasto alla devianza minorile 27 21 Interventi economici a sostegno delle adozioni internazionali, 26 Interventi socio-educativi propedeutici al lavoro e di inclusione sociale 22 11 (adulti) 23 Interventi socio-educativi (individuali, familiari e di gruppo) (minori) 24 24 Interventi di sostegno economico 9 Interventi a sostegno dell’integrazione scolastica, extrascolastica e sociale e 25 20 di aiuto personale 26 Mensa solidale 30 Misure di sostegno all’accesso delle famiglie in condizioni di svantaggio ai 27 servizi per la prima infanzia – Programma Operativo del Fondo Sociale 28 Europeo 2014/2020 (POR FSE) 28 Orti sociali 32 Progetto di prevenzione del disagio e promozione dell’agio “Monitor 29 23 DisAgio” 30 Progetto di sostegno all’abitare e al diritto alla casa – “interventi per 12 l’inserimento abitativo”, 31 Pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali o familiari 12 32 Proposte formative interculturali 33 33 Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) e consegna pasti 16 34 Servizio di trasporto sociale 14 37 Tavoli educativi 30

34 9.2 Indice dei servizi e interventi per tipologia di bisogno

Tipologia di Vai alla Servizi e interventi bisogno pagina… Interventi per il contrasto alla povertà – Reddito di cittadinanza 9 Interventi di sostegno economico 9 Centro di Solidarietà Alimentare (C.S.A.) 31 Povertà e Mensa solidale 30 inclusione Orti sociali 32 socio- Iniziative di fundrasing 33 lavorativa Interventi socio-educativi propedeutici al lavoro e di inclusione sociale 11 (adulti) Interventi di contrasto alla devianza e reinserimento sociale (adulti) 10 Progetto di sostegno all’abitare e al diritto alla casa – “interventi per 11 Abitare l’inserimento abitativo”, sociale Inserimento in alloggi comunali 12

Incontri di conversazione in lingua italiana (attività in lingua italiana) 32 Attivazione Proposte formative interculturali 33 sociale e Tavoli educativi 30 socialità Cene comunitarie 32 Comunicazione sociale 31 Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Assegno per l’Autonomia Possibile (APA) – Contributo per l’Aiuto 15 Familiare (CAF) Fondo per l’Autonomia Possibile e l’assistenza a lungo termine (FAP) – Sostegno a progetti sperimentali in favore di persone con problemi 12 di salute Mentale Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) – Sostegno alla Vita Assistenza a Indipendente (SVI) – Altre forme di emancipazione e di inserimento 20 persone non sociale autosufficienti Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) e consegna pasti 14 Fondo “gravi e gravissimi” 19 Interventi per l’amministratore di sostegno 17 Inserimento in comunità residenziali o semiresidenziali, 16 Servizio di trasporto sociale 12 Pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali o 10 familiari Affidamento familiare 22 Contributi economici a sostegno dei genitori separati con figli minori 24 Contributi regionali per l’abbattimento delle rette per la frequenza ai nidi d’infanzia, servizi integrativi e servizi sperimentali – L.R. n. 25 20/2005 art. 15 Misure di sostegno all’accesso delle famiglie in condizioni di Tutela e svantaggio ai servizi per la prima infanzia – Programma Operativo del 26 promozione Fondo Sociale Europeo 2014/2020 (POR FSE) dei minori e Inserimento in comunità educative e/o terapeutiche 23 dei genitori Interventi economici a sostegno delle adozioni internazionali 24 Interventi di contrasto alla devianza minorile 25 Interventi socio-educativi (individuali, familiari e di gruppo) (minori) 22 Progetto di prevenzione del disagio e promozione dell’agio “Monitor 21 DisAgio”, Interventi a sostegno dell’integrazione scolastica, extrascolastica e 18 sociale e di aiuto personale Conciliazione Interventi per la crescita di una cultura del rispetto e delle pari 13 tempi di vita e opportunità e la partecipazione paritaria alla vita economica e sociale di lavoro

35 Mappa degli interventi e servizi per tipologia di bisogno

36 9.3 Glossario

Accompagnamento. Assistenza continuata nel Adozione. È un istituto giuridico atto a garantire ad tempo da parte di un operatore a un cliente / utente un minore in grave stato di abbandono o impegnato nella realizzazione di un progetto maltrattamento, il diritto a vivere serenamente professionale. all’interno di una famiglia diversa da quella biologica.

Affido familiare. È un provvedimento Ammortizzatori sociali. Un complesso ed temporaneo, adottato dal Tribunale per i minorenni, articolato sistema di tutela del reddito dei lavoratori mediante il quale un minore viene accolto presso una che sono in procinto di perdere o hanno perso il posto famiglia, una comunità o una singola persona, nel di lavoro. Tra i principali troviamo la cassa caso in cui la famiglia di origine sia in una fase di integrazione guadagni, i contratti di solidarietà, difficoltà o nel caso in cui, per motivi generalmente l’indennità di disoccupazione e l’indennità di mobilità. legati ad una malattia, alla detenzione o di ordine educativo, non riesca ad occuparsi del figlio.

Assistente domiciliare. Figura professionale Assistente sociale. È un operatore sociale (in specializzata nella cura di persone anziane non possesso di Laurea universitaria) che agendo secondo i autosufficienti o parzialmente non autosufficienti o principi, le conoscenze e i metodi specifici della disabili, presso le loro abitazioni. Le sue attività professione, svolge funzioni di prevenzione del disagio possono comprendere l’aiuto nei lavori domestici: sociale, aiuto, sostegno e recupero di persone, gruppi e pulire, preparare i pasti, lavare gli abiti, fare la spesa, comunità in situazioni di bisogno e di disagio; ecc., curare la salute e l’igiene delle persone accudite: programma, organizza, gestisce e promuove servizi lavarle, cambiare i vestiti, somministrare i farmaci sociali, didattica e formazione. prescritti, ecc., tenere i contatti con familiari, infermieri, medici e assistenti sociali.

Attivazione di figure legali di sostegno. Azienda per l’Assistenza Sanitaria (AAS). Unità Attivazione di figure di sostegno legalmente previste territoriale preposta all’erogazione dei servizi sanitari (amministratori, curatori, tutori) per il sostegno di ai cittadini. Ogni AAS comprende una parte del minori, anziani, disabili e adulti. territorio nazionale. Il territorio dell’AAS5 coincide con quello dell’area vasta del Pordenone (ex Provincia di Pordenone).

Bisogno. È una manifestazione di uno squilibrio, Tirocini formativi, di inserimento lavorativo a uno stato di necessità in cui l’equilibrio ha subito una favore di persone svantaggiate. Consistono in una rottura, è inteso anche come una lacuna, mancanza forma di inserimento lavorativo di minorenni (> 16 di qualcosa che se non colmata, fa scaturire un anni) e adulti in stato di svantaggio attraverso lo problema o uno stato di disagio. svolgimento di attività formative e di addestramento presso datori di lavoro privati e pubblici.

Capitale sociale. Si intende generalmente un Centro diurno e Centro sociale. Il Centro diurno, bagaglio di relazioni e di valori (amicizie, rapporti detto anche struttura semiresidenziale, è una struttura sociali, comprensione reciproca, la fiducia, le norme aperta almeno sei-otto ore al giorno, che offre vari condivise, ecc.) che una persona costruisce nel corso servizi di natura socio-assistenziale per persone in della propria vita nella società in cui vive. Per stato di fragilità (anziani, disabili, …), con l’obiettivo di Putnam Robert si tratta dell’insieme di quegli aiutarle a mantenere la propria autonomia e a vivere elementi dell’organizzazione sociale che possono nella propria casa. migliorare l’efficienza della società nel suo insieme, Il Centro sociale è un punto di incontro pensato nella misura in cui facilitano l’azione coordinata soprattutto per favore l’incontro e la socialità delle degli individui. persone anziane. Vi si organizzano attività di vario tipo, d’impegno sociale, culturale e ludico.

Cittadinanza attiva. È la capacità dei cittadini di Collocamento mirato (dei disabili). Una serie di organizzarsi in modo multiforme, di mobilitare strumenti tecnici e di supporto che permettono di risorse umane, tecniche e finanziarie, e di agire con valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle modalità e strategie differenziate per tutelare diritti, loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, esercitando poteri e responsabilità volti alla cura e attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, allo sviluppo dei beni comuni. Più in generale azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli s’intende la partecipazione dei cittadini alla vita ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui civile del Paese, onorando i propri doveri, luoghi quotidiani di lavoro e di relazione. conoscendo ed esigendo i propri diritti e quelli altrui.

37 Colloquio. Strumento utilizzato per l’analisi della Comunità per minori. È una struttura educativo o domanda del cliente, per fornire informazioni sui terapeutica, residenziale, a carattere comunitario, servizi disponibili presso il Centro o lo Sportello, per predisposta all’accoglienza di bambini e adolescenti erogare informazioni orientative senza un esame che si trovano in un particolare stato di bisogno. (cfr. approfondito delle problematiche del cliente, per Interventi residenziali) procedere eventualmente al rinvio del cliente verso altri servizi disponibili presso il Centro o lo Sportello, o altri servizi presenti sul territorio.

Consulta regionale delle associazioni dei Cooperative Sociali. Hanno lo scopo di perseguire disabili. È l’Organismo riconosciuto dalla Regione l’interesse generale della comunità alla promozione Autonoma Friuli Venezia Giulia di consultazione e umana e all’integrazione sociale dei cittadini promozione delle politiche di integrazione delle attraverso: persone disabili nella società. a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi; b) La Consulta formula pareri nell’ambito della lo svolgimento di attività diverse – agricole, industriali, competenza regionale in materia di servizi socio- commerciali o di servizi – finalizzate all’inserimento sanitari integrati. lavorativo di persone svantaggiate. Queste ultime devono costituire almeno il 30% dei lavoratori della cooperativa e, compatibilmente con il loro stato soggettivo, essere socie della cooperativa stessa. La condizione di persona svantaggiata deve risultare da documentazione proveniente dalla pubblica amministrazione, fatto salvo il diritto alla riservatezza.

Disabilità. Condizione di svantaggio vissuta da una Educatore. Colui che realizza un’azione educativa determinata persona in conseguenza di una ovvero contribuisce alla crescita umana della persona. menomazione o di una disabilità che limita o Tale azione può essere svolta sia attraverso rapporti impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo spontanei, generalmente familiari, sia attraverso normalmente proprio a quella persona, in base interventi specialisti legati a una funzione pubblica all’età, al sesso e ai fattori socio-culturali. socio-professionale (insegnanti, pedagogisti, istruttori).

Emarginazione sociale. È rappresentata da ogni Fundraising. Per Henri Rosso, fondatore della prima situazione in cui un individuo o un gruppo di scuola di raccolta fondi al mondo, il fundraising è l’arte individui viene a trovarsi “ai margini” della di insegnare alle persone la gioia di donare. Più in collettività, che conduce a non avere un posto nella generale il fund raising può essere definito come una società. È sinonimo di “esclusione”. attività strategica di reperimento di risorse finanziarie volta a garantire nel tempo la sostenibilità di una causa sociale e della azione collettiva organizzata necessaria a perseguirla, e a promuovere il suo sviluppo costante affermando la propria identità sociale verso una molteplicità di interlocutori.

Devianza. Si intende un comportamento o un atto Domiciliarità. È intesa come attivazione di tutti i (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo percorsi assistenziali a tutelare la permanenza della che viola le norme di una collettività e che di persona nella propria comunità sociale originaria. Tra conseguenza va incontro a una qualche forma di le misure socioassistenziali volte a favorire la sanzione, disapprovazione, condanna o domiciliarità delle persone vi sono: il Servizio discriminazione. Un atto viene definito deviante non Assistenziale Domiciliare (SAD); i contributi per la natura stessa del comportamento, ma per la economici come il Fondo per l’Autonomia Possibile; i risposta che suscita nell’ambiente socioculturale in trasporti sociali; i Centri diurni e i Centri sociali, ecc. cui ha luogo Inserimenti in attività di volontariato (di Inserimento in comunità del minore. Interventi anziani). Attività svolta dall’Assistente Sociale, di di inserimento del minore in stato di disagio che non introduzione e accompagnamento alle può permanere nel proprio abituale contesto di vita organizzazioni di volontariato del territorio. Essa familiare, in comunità e strutture idonee a fornire risponde ad una duplice esigenza: utilizzare le risorse tipologie di servizi diversi a seconda della loro natura: della persona ancora disponibili, ed evitare processi assistenziali, terapeutico - riabilitative, strutture per di emarginazione sociale. minori stranieri non accompagnati. L’inserimento prevede due modalità: consensuale o con decreto del Tribunale.

38

Interventi economici. Erogazione di contributi Inserimento lavorativo. È un insieme di azioni economici secondo quanto previsto dalle normative finalizzate a supportare, inviare e accompagnare, la al fine di favorire l’accesso ai servizi, e il benessere di: persona nella ricerca di opportunità di lavoro, nella minori, adulti, anziani, disabili, ecc. Ad esempio definizione ed elaborazione di un progetto contributi per rette asili nido, per abbattimento professionale, e nel fronteggiare la fase iniziale canoni di locazione onerosi, ad integrazione del dell’esperienza lavorativa in modo da facilitare il reddito, per l’accoglienza in strutture e centri semi- contatto con il nuovo contesto organizzativo. residenziali, ad integrazione retta.

Interventi di promozione sociale (dei ISEE (Indicatore di Situazione Economica minorenni). Interventi diversificati di promozione Equivalente). Consente di definire l’accesso a al benessere sociale per minori e per i loro genitori, prestazioni sociali agevolate e a servizi di pubblica volti a diffondere i diritti dell’infanzia, la utilità a costo ridotto, come: assegni di maternità ed partecipazione comunitaria, l’attivazione di reti di altri assegni per famiglie, contributi per canoni di auto-mutuo aiuto. locazione e asili nido, contributi regionali per mutuo prima casa, riduzione costo di servizi socio-sanitari e assistenziali, riduzione canone Telecom e tasse universitarie, borse di studio e alloggio studenti.

Lavoratore svantaggiato. Qualsiasi persona Lavoro di rete. Consiste nella creazione di legami, appartenente a una categoria che abbia difficoltà a sinergie, connessioni tra varie risorse formali, entrare senza assistenza nel mercato del lavoro ai informali, primarie e secondarie al fine di promuovere sensi dell’art. 2, lettera f, del Regolamento CE n. il benessere della persona e della collettività. Ci si 2204/2002 della Commissione del 12 dicembre riferisce quindi ad azioni volte a promuovere 2002 (in materia di aiuti di Stato all’occupazione), connessioni e sinergie tra risorse formali e informali al nonché ai sensi dell’art. 4, comma 1, della legge 8 fine di realizzare un intervento di aiuto. Nel lavoro di novembre 1991, n. 381. Secondo quest’ultima rete l’operatore sociale promuove l’attivazione di disposizione “Disciplina delle cooperative sociali”, si nuove reti e agisce a sostegno di quelle già esistenti. considerano persone svantaggiate gli invalidi fisici, Si distingue dal lavoro in rete che si riferisce al lavoro psichici e sensoriali, gli ex degenti di ospedali interprofessionale di norma svolta in équipe in cui psichiatrici anche giudiziari, i soggetti in trattamento diversi professionisti si integrano e coordinano i loro psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori interventi al fine di evitare sovrapposizioni e sprechi di in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, risorse. le persone detenute o internate negli istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure alternative alla detenzione.

Livelli essenziali delle prestazioni (LEP). Nel Nucleo familiare (ai fini ISEE). Si intende: la dettato della legge quadro 328/2000, i LEP famiglia anagrafica ovvero quella risultante nello stato rappresentano l’insieme degli interventi assistenziali di famiglia, nonché le persone fiscalmente a carico ai ritenuti essenziali che, rappresentando il livello di fini IRPEF di uno dei componenti il nucleo stesso, pur base, devono essere garantiti su tutto il territorio non conviventi nello stesso stato di famiglia. Tale nazionale. Livelli essenziali di assistenza (LEA): sono nucleo è integrato da: minori in affidamento; il coniuge costituiti dai servizi e dalle prestazioni garantiti dal con diversa residenza, in assenza di separazione legale Servizio Sanitario nazionale su tutto il territorio o divorzio. italiano. Le regioni possono decidere di includere nei LEA ulteriori prestazioni che vanno a costituire un livello di assistenza regionale.

Misure alternative o di comunità Operatore Socio-Sanitario (OSS). È l’operatore Sono sanzioni e misure che mantengono il che, a seguito dell’attestato di qualifica conseguito al condannato nella comunità ed implicano una certa termine di una specifica formazione professionale, restrizione della sua libertà attraverso l’imposizione svolge un’attività indirizzata a soddisfare i bisogni di condizioni e/o obblighi e che sono eseguite dagli primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di organi previsti dalle norme in vigore, quali: competenza, in un contesto sia sociale che sanitario, Affidamento in prova al servizio sociale, detenzione favorendone il benessere e l’autonomia. domiciliare (speciale, per soggetti affetti da Aids o grave deficienza immunitaria, per pene non superiori a 18 mesi) semilibertà.

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Pari opportunità. Sono intese come l’assenza di Piano di zona (PDZ). È uno strumento di ostacoli alla partecipazione economica, politica e programmazione di durata triennale fondamentale per sociale di una qualsiasi persona per ragioni connesse la definizione del sistema integrato degli interventi e al genere, religione e convinzioni personali, razza e servizi sociali del territorio di competenza dei Comuni origine etnica, disabilità, età, orientamento sessuale associati negli ambiti distrettuali. Il PDZ costituisce o politico. inoltre mezzo di partecipazione degli attori sociali al sistema integrato.

Presa in carico con consulenza psicosociale. Presa in carico con interventi socio- Intervento di aiuto dell’Assistente Sociale non clinico assistenziali (PAI). Processo di aiuto avviato che ha l’obiettivo di supportare l’utente nel definire dall’assistente sociale con e per i cittadini, condiviso e ed affrontare una certa problematica ed in concordato con le persone coinvolte e interessate, particolare, nell’accompagnarlo a passare da una comprendente l’erogazione di interventi/prestazioni situazione in cui l’azione e la decisione sono bloccate, del servizio avente come obiettivo principale quello di ad una condizione in cui si senta nuovamente in valorizzare e promuovere la partecipazione e le grado di agire in modo appropriato. Può essere potenzialità, anche se residue, dei soggetti coinvolti. Si finalizzato ad affrontare e risolvere problemi prevede la stesura di un PAI. specifici, prendere decisioni, superare crisi, migliorare i rapporti con gli altri, agevolare lo sviluppo, accrescere la conoscenza, la consapevolezza e l’autodeterminazione di sé e ad elaborare emozioni e conflitti interiori. Viene steso un Progetto Assistenziale Individuale (PAI).

Presa in carico integrata / multiservizi (PIP). Prestazione sociale. La prestazione sociale qui Definizione e programmazione di un processo di utilizzata è quella di un intervento puntuale (unità di aiuto svolto dall’Assistente Sociale con i lavoro), erogato da figure professionali e volto a professionisti di altri servizi con e per i cittadini. garantire la realizzazione del sistema integrato di Questo si traduce in un progetto condiviso e interventi e servizi sociali (L. 328/2000 art. n.22). Essa concordato con le persone coinvolte, che prevede può assumere la forma di bene monetario (prestazione l’erogazione di prestazioni/interventi, di più servizi economica) o di servizio. (sanitari, educativi, ecc.) facenti parte del sistema di welfare locale, avente come obiettivo principale quello di valorizzare e promuovere la partecipazione e le potenzialità, anche se residue, dei soggetti coinvolti. Si prevede la stesura di un PIP (Piano Integrato Personalizzato). Prestazioni di pronto intervento. Attivazione di Prestazioni Socio-sanitarie. Tutte quelle attività un intervento d’urgenza da parte dell’Assistente volte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali Sociale in caso di segnalazione o su richiesta delle integrati, bisogni di salute che richiedono insieme autorità competenti. prestazioni sanitarie e azioni di assistenza sociale, in grado di garantire la continuità tra le azioni di cura e di riabilitazione.

Primo ascolto. Si intende il rapporto iniziale che Principio di sussidiarietà. È il criterio di viene ad instaurarsi fra i cittadini e il Servizio sociale distribuzione delle competenze tra lo Stato e le Territoriale che può tradursi in un Progetto autonomie locali (sussidiarietà verticale), per cui deve Assistenziale Individualizzato (PAI) o esaurirsi in un agire per primo l’ente più vicino al cittadino. La intervento di segretariato sociale. collaborazione tra gli enti locali e le risorse istituzionali e non istituzionali del territorio, per offrire servizi e prestazioni, viene invece definita come sussidiarietà orizzontale.

Progetto Assistenziale Individualizzato PAI. Relazione di aiuto. Una relazione fra un È uno strumento usato per organizzare gli interventi professionista e una persona, in cui l’uno aiuta l’altra a socioassistenziali a favore di una persona in stato di superare o ridurre condizioni di sofferenza, bisogno secondo degli obiettivi, e la verifica del loro confusione, conflitto, disabilità. L’aiuto può consistere raggiungimento nel corso del tempo. Il PAI nel dare informazioni, nell’ascoltare, nell’insegnare comprende la valutazione dell’operatore sociale abilità sociali, in un’azione svolta assieme al (eventualmente in equipe con operatori sociali, richiedente. sanitari, ecc.) che ha in carico la persona o in nucleo familiare, e gli interventi che sono condivisi con il beneficiario/i.

40 Ricerca-azione. Si intende un modo di concepire Risorse personali. Sono un insieme di qualità, la ricerca che si pone l’obiettivo non tanto di capacità, motivazioni, valori e atteggiamenti propri approfondire determinate conoscenze teoriche, ma della persona che consentono ad essa di fronteggiare le di analizzare una pratica relativa ad un campo di situazioni del vivere quotidiano, definendo possibili esperienza (es. la pratica educativa) da parte di un soluzioni. attore sociale con lo scopo di introdurre, nella pratica stessa, dei cambiamenti migliorativi.

Segretariato sociale. È un servizio, garantito dal Servizio sociale professionale. Gli interventi Servizio sociale dei Comuni attraverso i Servizi offerti dal Servizio sociale professionale sono Sociali Territoriali, che dà informazioni e consulenza finalizzati a promuovere, accompagnare e sostenere le sui servizi sociali, assistenziali, educativi, sanitari o persone o gruppi sociali in difficoltà, attraverso un altri servizi ancora, pubblici e privati, disponibili sul percorso di aiuto. territorio. L’obiettivo è fare in modo che tutti i Tale percorso è definito con un progetto volto ad cittadini possano avere accesso alle risorse e agli aiuti affrontare eventi e condizioni critiche che potrebbero sociali e sanitari che sono disponibili nella loro area ostacolare la massima espressione delle potenzialità geografica. degli individui, ed essere causa di disagio ed emarginazione.

Sistemazione abitativa in casi di emergenza. Spazio gioco. È un servizio educativo che si propone Sistemazione provvisoria in camere, alberghi, alloggi l’obiettivo di favorire e stimolare l’attività ludica dei di pronta accoglienza, strutture ricettive diverse. bambini. In genere è un luogo progettato a misura di Trattasi di un intervento finalizzato a garantire bambino, uno spazio attrezzato con la presenza di persone anziane sole o, nuclei familiari animatrici qualificate, dove è possibile giocare, temporaneamente privi di alloggio. disegnare, costruire, manipolare, leggere, recitare, danzare, suonare, ecc…

Terzo settore. È quel complesso di organizzazioni Valutazione sociale (diagnosi). Azione valutativa che all’interno del sistema economico si collocano tra (indagine sociale multidimensionale) svolta lo Stato e il Mercato, ma non sono riconducibili né dall’Assistente Sociale sul singolo caso, che ha come all’uno né all’altro. Sono cioè soggetti di natura prodotto una relazione scritta, che viene inviata al privata ma volti alla produzione di beni e servizi a soggetto che ne ha fatto richiesta o utilizzata per la destinazione pubblica o collettiva (cooperative programmazione degli interventi previsti dal progetto sociali, associazioni di promozione sociale o di individualizzato. volontariato, Organizzazioni Non Governative (ONG), ecc…

Volontariato. È un’attività libera e gratuita svolta Welfare state (Letteralmente, stato di per ragioni di solidarietà e di giustizia sociale. Può benessere). essere rivolta a persone in difficoltà, alla tutela della Conosciuto anche come Stato assistenziale o Stato natura e degli animali, alla conservazione del sociale, è un sistema di norme con il quale lo Stato patrimonio artistico e culturale. Nasce dalla cerca di eliminare le disuguaglianze sociali ed spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo non risolti dallo Stato e dal Mercato. Per questo i ceti meno abbienti. motivo il volontario si inserisce nel “Terzo settore” insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del diritto pubblico.

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