ITALIANI NEL MONDO

di Luisa Santinello OMAN STATI UNITI di Alessandro Bettero Galeazzi, emozioni sul palco a bambina sognava di «spendersi per gli altri» come infer- Il fotografo dei Knicks D miera missionaria. Poi, col passare degli anni, i piani di Mara Galeazzi sono cambiati. Anche se, in fondo, la sua passione per la danza è un modo come un altro per regalare gioia al prossimo. atteo Marchi, fotografo professionista stiere oppure facevo un salto di qualità e mi gio- «Ho sempre ballato per dare emozioni al pubblico» conferma M (www.matteomarchi.it) ed ex giocatore di cavo la carta americana. E così sono partito per l’artista che in oltre vent’anni di carriera ha scalato tutti i ruoli da basket, il suo sogno americano se l’è conquistato gli Stati Uniti senza un visto, e mi sono dato da ballerina al Royal Ballet di Londra, fino a diventare principal dancer col sudore e con i sacrifici approdando alla NBA, fare per tre mesi. Poi sono rientrato in Italia con nel 2003. Un percorso costellato di sacrifici e soddisfazioni, quello la National Association, l’empireo del- promesse vaghe. Dopo un anno e mezzo ho ot- di Mara Galeazzi. Dalla Provincia di Brescia (è nata a Chiari nel 1973) la pallacanestro mondiale, per ritrarre i suoi idoli tenuto un visto e sono ritornato negli Stati Uniti. alla Scuola di danza della Scala da dove, nel 1992, appena diciot- in azione. Originario di Imola, alle porte di Bo- Ma non riuscivo a trovare lavoro. Così, all’inizio, tenne, viene chiamata al Royal Ballet. Complici il grande talento e logna, Matteo ha iniziato a lavorare nel 2003 per ho rea­lizzato servizi fotografici per un’agenzia di una forte determinazione, Mara si esibisce nei maggiori teatri del i giornali locali. «Fotografavo gli eventi in città – catering: cibo, piatti, camerieri». Ma non è quel- mondo. Nel 2006 ottiene il Premio Danza&Danza come danzatri- ricorda –. All’epoca erano tanti: la Formula 1, le lo che Matteo vuole. Finché è Instagram a fare ce italiana all’estero. Un anno dopo fonda l’Associazione Dancing gare all’autodromo, i jamming festival, i concerti la differenza. Il social gli dà quella visibilità che for the children, con l’intento di pro- di Vasco Rossi e di altre celebrità della musica». E, gli serve: «Ai piacevano le mie to amicizia soprattutto con i giocatori italiani ed muovere la danza nel Terzo Mondo e ovviamente, la squadra di pallacanestro di Imola foto e il mio stile». E infatti lo ingaggiano. Ma lo europei negli Stati Uniti. In particolare, con i tre raccogliere fondi per i bambini svan- che militava nel Campionato A2. «Ho iniziato a chiamano a scattare foto anche sul set del film cestisti italiani Danilo Gallinari, e taggiati. L’impegno artistico e uma- giocare a basket a 8 anni, e ho smesso tre anni fa. Creed 2, uno spin-off di Rocky. «Senza internet, Nicolò Melli. E con lo spagnolo . «Ho nitario le valgono, nel 2009, la meda- Approdare alla NBA per fare il fotografo è stato non mi avrebbe conosciuto nessuno», commenta un buon rapporto anche con l’allenatore Sergio glia di Cavaliere dell’ordine al merito quasi un percorso naturale». Come nasce il so- Matteo. Gli Stati Uniti restano la terra delle im- Scariolo. Con gli americani è tutto più complicato della Repubblica Italiana. Il Belpaese, gno americano di Matteo? «Nel 2015 – racconta mense opportunità, di una competizione spietata, perché hanno una forma mentis diversa. Invece tuttavia, resta una meta occasiona- – lavoravo tantissimo, ma non riuscivo a sbar- ma anche delle sue indecifrabili contraddizioni, – conclude – tra europei, e tra italiani in partico- le per la ballerina che, nel 2013, si care decentemente il lunario. O cambiavo me- di lavori umili e spesso sottopagati. Matteo ha fat- lare, ci si capisce subito». trasferisce a Muscat, in Oman, per ricongiungersi al marito (direttore di scena della Royal Opera House di Muscat) e alla figlia. «In principio sta Rica, ma che furono protagonisti dello sciope- Lorenzo e Rossella sono partiti da Genova a fu uno shock – ricorda –. Venivo da Sulle tracce dei tútiles ro più importante del Paese. Ma il documentario bordo di una nave cargo per tentare di rivivere il una città culturalmente molto diver- di Lorenzo Pirovano e Rossella Rocchino intitola- viaggio di quei migranti, in maggioranza man- sa come Londra. A Muscat passai il to Sulle rotaie dei tútiles, tenta di ricostruire e pre- tovani, che lasciarono l’Italia per scappare dalla primo anno chiusa in casa, un po’ per a foresta ha ricoperto la Ferrovia dell’Atlanti- servare la memoria della migrazione italiana del fame nelle campagne o per provare a migliorare il caldo, un po’ per badare alla bimba. L co, abbandonata da 30 anni, così come l’ine- 1800 in Costa Rica. Attraverso il premio «Fuori le loro condizioni di vita. In Costa Rica lavora- Mi ci vollero due anni per integrarmi. Per quanto l’Oman e i suoi sorabile passare del tempo minaccia di cancellare Rotta 2018» e una raccolta di fondi, i due giovani rono nella foresta in condizioni disumane, con abitanti fossero meravigliosi, provai una grande solitudine arti- la storia di 1.500 italiani che tra il 1887 e il 1888 sono riusciti a partire per il Costa Rica e percorre- orari massacranti e senza ricevere la paga pro- stica». Ogni cambiamento, tuttavia, porta arricchimento. Lo sa partirono per costruire un’opera moderna del Co- re i resti della ferrovia alla ricerca dei tútiles (tutti messa. Sessantasette di loro morirono, finché il 20 bene l’artista che oggi si divide tra la famiglia, le amicizie «miste» lì) come vengono chiamati gli italiani nel Paese ottobre 1888 decisero di bloccare Cartago e San – «frequento inglesi, francesi, italiani» – e l’attività di ballerina centroamericano. Il risultato di questa avventura José con un grande sciopero che ancora oggi è ri- freelance. «Dal 2014 viaggio molto per spettacoli e workshop, è stato un film di 25 minuti che ricrea la memo- cordato dai costaricani. «È la storia dei “tútiles” – dall’Australia a New York, passando per Londra e, di rado, l’Italia. ria storica attraverso i racconti dei discendenti, e aggiungono Lorenzo e Rossella –, che pochissimi Mi piacerebbe tornarci più spesso, ma in Italia è difficile trovare che è stato presentato al Mantova Film Fest. Una hanno raccontato». Sulle rotaie dei tútiles prevede spazio per nuovi progetti, si tende a privilegiare la fama più che il vera impresa se pensiamo che sono passati oltre anche lo sviluppo di un museo online per dare talento». Proprio in nome del talento, Mara Galeazzi non si lascia 130 anni dall’inizio di questa storia: «la difficoltà è accesso a tutta l’informazione raccolta. scoraggiare. Neppure dal Coronavirus che quest’anno le ha fatto stata l’organizzazione del materiale – ammettono «Ora siamo alla ricerca di familiari che co- perdere quattro ingaggi. «Ora sto lavorando a Evelyn, un balletto i due autori –, i ricordi ormai sono un po’ confusi, noscano questa storia o che conoscano la sto- ispirato al libro di Nadia Busato Non sarò mai la brava moglie di ma vorremmo tornare in Costa Rica per girare un ria dell’emigrazione in Costa Rica di qualche nessuno, in cui, oltre a danzare, firmo alcune musiche. Si tratta di nuovo documentario con ulteriori risorse. Questo parente lontano», sottolinea Lorenzo. Per qual- una love story che tocca temi come la depressione e il bullismo. di Marinellys è solo uno spunto di quello che potrebbe svelare siasi segnalazione, si può scrivere alla e-mail: La gente ha paura di parlarne, ma io voglio portarli in scena. Del Tremamunno questa storia». [email protected] resto, l’ho sempre detto che sono una ballerina drammatica!».

42 novembre 2020 novembre 2020 43 Edizione italiana per l’estero Edizione italiana per l’estero