GIANNANTONIO SINTICH E LA VISITA ALLA DIOCESI DI VEGLIA (1796)

ANTONIO MICULIAN Centro di ricerche storiche CDU :282( 497.13Veglia)(093)<<1 796 >> Rovigno Sintesi Aprile 1982

Riassunto - L'autore ci presenta la relazione stilata nel 1796 dal vescovo Giannantonio Sintich dopo aver visitato le chiese della diocesi di Veglia. La relazione, divisa in cinque parti, tratta argomenti di vario interesse; riporta notizie sullo stato religioso, materiale e finanziario delle singole parrocchie, sul movimento demografico, sulla condizione eco­ nomica della popolazione, ed ha il pregio di una notevole freschezza di descrizione ol­ tremodo utile per lo storiografo.

Nel XIX volume degli Atti, presentando la Visita alle chiese nella diocesi di Cittanova, effettuata dal vescovo emoniense Eugenio Caimo nella prima metà del secolo XVII, abbiamo avuto occasione di soffermarci brevemente sull'importan­ za della Visita pastorale quale fonte primaria, non solamente per la storia reli­ giosa, ma anche economica e demografica di una determinata regione nei termini imposti dalla documentazione reperibile. 1 La recente storiografia ha dedicato particolare attenzione ali' esame degli at­ ti e degli altri documenti relativi alle visite pastorali ed apostoliche, in quanto le relazioni dei vescovi toccano argomenti di vario interesse: troviamo infatti noti­ zie sullo stato religioso, materiale e finanziario delle singole chiese, sul movi­ mento demografico, sulla condizione economica della popolazione, e, nello stesso tempo ci offrono un quadro completo della vita religiosa che accomuna persone di diversa estrazione e ceto sociale, con tutte le loro grandezze e le mi­ serie, le ombre e le luci, proprie dell'epoca. Si tratta di documenti scritti a caldo dallo stesso visitatore o dai suoi accompagnatori che presentano direttamente la situazione riscontrata sul posto dopo la visita, ed hanno il pregio di una notevole freschezza di descrizione oltremodo utile per lo storiografo. Questo particolare non è che sia sfuggito agli storici del secolo scorso; al contrario, comunque, il lavoro e le fatiche dei vescovi, non erano riusciti ad atti­ rare l'attenzione della storiografia tradizionale se non esclusivamente su taluni questioni e su specifiche problematiche, spesso anche controverse, che avevano

1 Cfr. A. MICULIAN, <

* * *

2 Cfr. l'ampia bibli og rafia sull e visite apostoli che e pastorali inseri te nell e note del volume di C. SocoL, La visita apostolica del 1584-85 alla diocesi di Aquileia e la riforma dei regolari, Udi ­ ne, 1986, p. 12-34; cfr. anche L. FtORANTI, <>, Studi veneziani, vo l. 9 ( 1967); L. M. TACCHELLA , Il cardina­ le A. Va lier e la riiforma tridentina nella diocesi di Trieste (in particolare le Costitutiones lstriae examinatae in Congregatione Conci/ii Tridentini (1579-80), Udine, 1974; A. LAVR IC, Istriae visi­ ta/io apostolica 1579, visita/io lustinopolitana Augustini Va /erii, Lubiana, 1986; cfr. anche AA. VV. , Ricerche religiose del Friuli e dell' /stria, Roma, vo l. l ( 198 1), Tri este, vo l. Il ( 1983), III ( 1984); M. BoLON té, Bratov.ftina Sv. !vana Krstite/ja u Vrbniku, Kapari i druge bratovstine na o10ku Krku [La confraternita di S. Giovanni Batti sta a Verbeni co, gli incappucciati e le altre con­ fra ternite sull ' isola di Veg li a l, Zagabri a, 1975; cfr. anche l. GRA H, > l Relazioni dei vescov i di Cittanova all a Santa Sede ( 1588- 1808)], Croatica Christiana, Zagabri a, n. 16 ( 1985), p. 63-94 e n. 17 ( 1986), p. 11 3- 147; Idem, <> [Relazioni dei vescovi di Pola all a Santa Sede ( 1592- 1802) ], Croatica Christiana, Zagabria, n. 20 ( 1987) e 2 1 ( 1988), p. 63- 106. Cfr. anche S. GA LI M­ BERTI, «Clero e strutture ecclesiastiche in !stri a tra Olio e Novecento (Di ocesi di Vegli a) >>, AMSI, Tri este, vo l. XXXIX ( 199 1), p. 79- 192 . 3 Cfr. G. DE RosA, Tempo religioso e tempo storico, Sagg i e note di storia sociale e religio­ sa dal medioevo all'età conlemporanea, Roma, 1987, p. 72. A. M!CULIAN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vol. XXII, 1992, p. 347-377 349

Il documento che presentiamo si riferisce alla storia della diocesi di Veglia nella seconda metà del XVfH secolo. Si tratta degli atti della visita compiuta dal vescovo Giannantonio Sintich (1792-1837) nel 1796, dopo aver dettagliatamen­ te visitato le chiese della sua diocesi. La relazione si conserva presso l'Archivio di Stato di Venezia e può essere divisa in cinque parti: l. Memoria presentata da Mons:· Vescovo circa li restauri e procedimenti da far­ si nelle Chiese (22 luglio 1796); 2 Eminentissimi ac R.mi Patres Sacrosancti Conci/ii Trident. jnterpretes (15 agosto 1796); 3. Risultato della Visita inviato al Serenissimo Principe ( 16 agosto 1796); 4. Registro delle mancanze ritrovate da Mons. Vescovo nella sua Pastoral visita con /'indicazione a chi spetti rimetter/e (settembre 1796); 5. Besca- Estratto della visita fatta dall'Ill.mo e R.mo Monsig! Giannant.0 Sin­ tich vescovo di Veglia per esser umiliata al Ser·mo D .D. Lodovico Manin Do­ ge di Venezia Patrono della Chiesa di Veglia (6 settembre 1795).4 L' indagine svolta sullo stato degli edifici di culto effettuata dal Sintich co­ stituisce la parte centrale degli atti della visita. Ogni singola chiesa (parrocchiale, curata o non, oratorio, campestre) è stata dettagliatamente visitata, per cui la relazione stilata dal vescovo rappresenta uno strumento prezioso che ci permette di esaminare il patrimonio edilizio ecclesia­ stioco della diocesi di Veglia nel secolo XVITT; di conseguenza essa è testimo­ nianza diretta non solo dello stato materiale, degli oggetti d'arte e della religiosità della popolazione, ma è anche la realtà vera e propria del modo in cui dovevano essere ristrutturati gli edifici di culto, in modo particolare le chiese parrocchiali. Lo stato materiale delle chiese, come traspare dagli Acta, è il risultato della situazione politica ed economica in cui la popolazione dell'isola si trovava, ed aveva avuto largo riscontro anche nella sfera religiosa. Tuttavia, negli atti non abbiamo riscontrato referti totalmente negativi da in­ durre il vescovo ad interdire alcune chiese. Le manchevolezze riscontrate, seb­ bene non avessero ostacolato, salvo casi eccezionali, la libera professione dei riti religiosi, per lo più rispecchiano il tenore di vita della popolazione dell'isola al­ la fine del secolo XVlll.5 Le direttive emanate dal vescovo Sintich per la ristrutturazione delle chiese iniziavano con raccomandazioni riguardanti il Santissimo sacramento, gli ogli sa­ cri, il battistero; seguivano le norme per gli altari; quelli indecenti andavano ag-

4 Archivio di Stato Venezia (nel prosieguo ASV), Archivio del Doge (Cancelleria Inferiore), busta 229, Estrailo della visita fatta dall'Ill.mo e R.mo Monsig.r Giannanr'' Sintich vescovo di Ve­ glia per essere umiliata as Se~:~no DD. Lodovico Manin Doge di Venezia Patrono della chiesa di Veglia. 5 Ibidem; per quanto riguarda la situazione morale e religiosa della popolazione di Veglia, cfr. S. GALIMBERTI, op. cit. , p. 88-97. 350 A. MICULI AN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Vegli a, Atti, vo l. XXII , 1992, p. 347-377 giu stati , quelli mal sistemati tolti, quelli troppo pi ccoli ingranditi. Gli ordini per le ri strutturazioni più consistenti comprendevano la riparazione dell e pareti che ne avevano bisogno, l'applicazione di vetri alle finestre, l'appostazione di even­ tu ali buchi nel pavimento; bi sognava in tal modo togliere ogni elemento di di­ sturbo o di profanazione; infine, le pile dell ' acqua santa se applicate all'esterno, andavano spostate all ' interno dell a chiesa, ecc. La sequenza dell e direttive costituiva un a specie di ordine, in base al quale le cose più necessarie venivano bene sottolineate dal visitatore ed andavano ese­ guite entro un termine ben stabilito che poteva vari are da un mese a tre, e quelle più onerose entro sei mesi.6 Il limite ri strettivo certamente serviva a garantire un a certa speditezza nel­ l'esecuzione dei decreti ; se il termine non era suffi ciente, poteva essere proro­ gato. Le chi ese dell a di ocesi di Vegli a, seguendo la relazione del vescovo, si pos­ sono di videre in tre categorie ben di stinte tra loro: l . Chiese dipendenti dalle Scuole Laiche; 2. Chiese sostenute dai Benefi cianti ; 3. Chiese sostenute dai Comuni. Le prime, che dipendevano direttamente «da Sua Serenità come Scuole Lai­ che», avevano bi sogno di un restauro immedi ato; tra queste, ad esempio la chi e­ sa curata di Besca Vecchi a «esige di necessità che gli si formi un Atrio, ossia un a pi ccola loggia coperta nell ' ingresso, che esisteva dapprima, ma che restò spi ana­ ta dall a corrente dell e acque nel maggio dell'anno scorso. Pi cciola essendo la Chi esa, ed incapace di contenere tutta intiera quell a popolazione è in necessità un gran numero di persone restar fuori delle porte nel tempo dell a celebrazione del­ le S. Messe, quindi necessari a una Loggia per ripararl e dall ' intemperie de ll ' aria, e spesso dall a pi oggia». Anche la chiesa parrocchi ale di Verbenico aveva av uto bi sogno d' interventi in quanto «scoperta in di versi siti del tetto, porta seco la ne­ cessari a conseguenza, che i trav i s' infracidi scono, i quali per la loro mole tanto in grossezza, quanto in lunghezza, furono di gravi ssimo di spendio ai luoghi pii ». A Castelmuschi o, la chiesa di S. Agata «a cui il popolo ha molta divozione» se adeguatamente restaurata, avrebbe potuto essere l' unica suscettibile di offici a­ tura; infatti, i primi interventi avrebbero dovuto portare all a riparazione del tetto onde permettere alla popolazione del luogo di assistere regolarmente ai riti reli­ giosi. Simile intervento av rebbe avuto bisogno, nella villa di Micoglize, la chie­ sa curata di S. Michiel «il di cui tetto minaccia un a non lontana caduta a segno, che il Popolo non sicuro è in necessità di restar fu ori dall e porte per ascoltare ne' giorni festivi la S. Messa; siccome l'altare di S. Michiel, benefi cio di cui è inve­ stito il Sig.r Ab. Balbi nobile veneto, così crede la mi a in sufficienza, che esso be-

6 C. SocoL, op. cii., p. 11 7: 11 criterio di concedere uno, tre o sei mesi per l'esecuzione degli ordini era in realtà una prati ca comune. A. M ICULIAN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vo l. XXII , 1992, p. 347-377 351

neficiato dovrebbe obbligarsi all ' esborso di un a qualche somma per dar effetto sollecito il necessario ristauro».7 Le chiese sostenute dai comuni non avevano bisogno di nessun intervento, «né di cosa alcuna abbisognano», mentre quelle mantenute dai Beneficiati , ma­ li ssimo tenute dai rettori, «abbi sognano quasi tutte di ristauro interno, o di un ri ­ stauro generale, senza individuare in questa rispettosissima mia tutte le Chiese Beneficiate, che sono dai rispettivi Retto ri mali ssimo tenute, rifletterà la mi a in­ suffi cienza a Vostra Serenità, che godono essi di un Beneficio, giu sto egli è che ne sentano anche il peso; quindi io imploro da Vostra Serenità la facoltà di poter far sequestrare le rendite di essi Beneficiati , le quali resteranno in deposito fino a tanto che saranno riparati i bisogni di esse Chiese».x Per quanto riguard a la scarsezza di danaro delle chi ese dell a diocesi, nozio­ ni importanti ssime ci vengono fornite dall a Memoria presentata dal vescovo cir­ ca li restauri da farsi nelle chiese. Le difficoltà fin anziarie onde effettuare il restauro degli edifici sacri costituirono uno dei problemi fo ndamentali dei parro­ ci vegliati. Nemmeno la chi esa curata di S. Fosca aveva i mezzi utili al restauro dell'edificio; la Chiesa, Scuola Laica, aveva la «Cassa totalmente esausta, che il Vescovo fù in necessità di ridurre gli obblighi dell e Messe, perchè mancavano i fondi per pagarl e. Non manca di mezzi di ri sorgimento la Scuola stessa, poichè di sua ragione vi sono dei boschi dei luoghi vignati , e degli arrativi, de' quali è investito il capellano D. Nicolò Brussich con venerata Ducale del Ser.mo Moce­ ni go»Y Le cose, comunque, mi gliorarono per le Scuole Laiche agli inizi del secolo successivo; da un a relazione del vescovo dell 'anno 1805 sappiamo che «Esisto­ no nell ' isola di Veglia Le Scuole Laiche, che ri sultarono dalla divisione de' no­ stri Maggiori, le quali somministrano tutto ciò che occorre per il decente culto divino. Non saprei dettagli are precisamente la rendita, ma so che non è da tra­ scurarsi ... quindi riformata l' amministrazione ... potrebbero le Scuole formare in un povero paese un considerabile fondo nazionale».10 Gravi inadempienze, invece, erano state ri scontrate nel Castello e distretto di Dobrigno dove «gran parte dei fanciulli non seguivano regolarmente gl' insegna­ menti dell a dottrina, da' quali dipende essenzialmente la cristi ana loro educazio­ ne»; ai moribondi non venivano in tempo amministrati i Santi Sacramenti dell a chi esa; la popolazione di campagna era costretta a privarsi del bene spirituale «d' intervenire ne' giorni festivi alla S. Messa, o perchè impediti i sacerdoti di an­ dare a celebrare nelle rispettive capelle per la stravanganza de' tempi, o per la

7 ASV, cii ., in particolare cfr. il Registro delle mancanza ritrovate da Mons·vescovo nella sua pastoral visita con l'indicazione a chi spetti rimetterle. 8 Ibidem. 9 Ibidem, cfr. la Memoria presentata dal vescovo circa li restauri e procedimenti da .farsi nel­ le chiese. 10 Per quanto ri guarda le <

11 AS Y., ci!., cfr. Giannantonio Sinlich perla gra zia di Dio e della San /a Sede Vescovo di Ve- glia. A. MICULIAN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Veg lia, Alli, vol. XXll, 1992, p. 347-377 353

che con tale modo indecente ardissero di comparire, e dopo la prima ammo­ ni cione saran tenuti i Parrochi stessi a denunciarli, onde a tempo resti re­ pressa la loro di subidienza; Ill. Dovranno li Parrochi uniti al Clero in termine di giorni quindeci fi ssare un orario tanto per i gni feri ali , che festivi a norma della cattedrale, onde deter­ minato il punto d' interuenire all e sagre funzioni non abbino un pretesto i Sa­ cerdoti di mancare agli esenciali doveri del loro stato; IV. S'ingiunge poi particolarmente al Clero di Dobrigno, che nel accompagnare la sagra Communione agi' infermi fuori dal Castello, debba essere precedu­ to il Sagramento da una lanterna ad oglio, e tutte le volte che dovrà ammi­ ni strarsi il sacro viatico, debba darsi un segno con campana onde eccitare i fedeli ad accompagnarlo, come si pratica per tutta l' isola( ... ); V. Con sorpresa e dolore del animo nostro abbiamo ril evato, che nel tempo dell ' ufficiatura nel Coro di Dobasnizza entrino, e sentino le donne di qua­ lunque età portando una necessaria di strazione ai Sacerdoti, quindi ordinia­ mo al Parroco di avvertire il popolo, che in tempo dei divini uffici nessun sacerdote di qualunque condi zione ei sia ardi sca di entrare nel presbiterio, e sarà douere del Parroco, e dei Sagrestani proibire l'ingresso a chiunque, on­ de possano i sacerdoti senza di strazioni supplire agl 'obblighi del loro mini­ stero; VI. Abbiamo anche rilevato, che sotto diversi pretesti alcuni Sacerdoti del d .O Clero di Dobasnizza si assentino intieramente dal Coro, non interuenendo ne agl ' uffi ci divini ne all e Messe cantate, ed anniuersarj, e che credono di sup­ plire ai propri doveri sostituendo qualunque altro sacerdote ( ... ) non inte­ ruengono tutti ad assistere ai divini uffi ci, alle messe cantate, agli anniversarj fino a tanto che avranno prodotte le loro ragioni, che saranno da noi esami­ nate, comandiamo espressamente che niuno debba assentarsi dalle Sacre Funzioni della Chiesa, ed escludiamo qualunque cambi o, ne potrà percepire del frutto delle Xme eccl esiastiche, o degli emolumenti deriuanti dalle mes­ se cantate, ed anniuersarj se non avranno in persona assistito ad essi. S'in­ tendaranno però sempre presenti gl' infermi a norma delle canoniche sancioni , e la presente ordinazione la uogliamo estesa anche al Clero di Po­ gli zza; VII. Saran tutti tenuti i Sacerdoti di Dohasnizza, e Poglizza insegnar ne gni festiui la dottrina cristiana a fanciulli prima d'incominciar la messa nell e Capelle Campestri all e quali saranno destinati».12 L'analisi compiuta dal vescovo circa la condotta del clero nell ' isola di Veglia rivela anche il clima religioso generale della popolazione isolana. Anche i dati sull a residenza del clero curato confermano il quadro sostanzialmente positivo ri ­ scontrato dal visitatore. Una diversa situazione era stata ril evata a Dobrigno; in­ fatti, dal documento di Giannantonio Sintich apprendiamo che sebbene il cl ero dell' isola di Veglia fosse stato sufficientemente «istrutto, esatto nell 'esecuzione

12 Ibidem. 354 A. M ICU LJAN , G. Sintich e la visita all a diocesi di Veglia, Atti, vo l. XX II , 1992, p. 347-377 de' suoi doveri , e di costumi, se riguardar si voglia a passati tempi, moriggera­ ti ssimo. Riscontrai alcuni abusi, che chi amarono la mia vigil anza a fo rmare al­ cune ordinazioni che io rassegno a Vostra Serenità, implorando a pari tempo il Sovrano assenso a tenor dell e Ducali Prescri zioni , onde vengano inviolabilmente osservate. Il Clero di Dobrigno merita sopra tutti un a parziale riforma per la co­ stituzione del luogo; e perchè quell a numerosa popolazione venga con maggior attenzione assistita ne' suoi spirituali bi sogni . Il Castello di Dobrigno composto di tre milla anime circa è diviso in diverse vill e, ove si raccogli e la gente pei la­ vori dell a campagna, non restando nel principal Castello, che poche donne ino­ perose, ed i Preti che vivono in un ozio continuato. Il Popolo riconobbe la necessità che sia destinato un Sacerdote a dimorare in quell e Ville specialmente, che sono composte di oltre cento persone coll 'obbligo d' in segnare la dottrina a fanciulli , assistere ai moribondi, ed amministrare gli altri sagramenti , e perciò i capi di esso Castell o mi fecero le più vive istanze». 13 A Dobasnizza, invece, il prelato aveva constatato che alcuni sacerdoti «non interveni vano agli uffi ci di vini ed alle messe cantate» e spesso si assentavano sen­ za i dovuti permessi, perciò aveva ordinato «espressamente che niuno debba as­ sentarsi dalle sacre funzioni dell a Chi esa escludendo qualunque cambio»; la popolazione in genere, non si era mai lamentata del clero per quanto concerneva la cura, anzi quasi sempre aveva elogiato il lavoro dei loro sacerdoti . Negli altri centri dell a diocesi visitati dal vescovo, non abbiamo ri scontrato giudizi che contrastassero con gli in segnamenti dell a chiesa cattoli ca romana e, per quanto concerneva la cura dell a popol azione ed il problema dell a formazio­ ne sacerdotale e dell a qualità del clero, il quadro si presenta essenzialmente po­ siti vo. Particolare attenzione è dedicata al Seminario di Vegli a per la formazione dei chi eri ci; purtroppo in grado di accogli ere solamente un a cinquantina di ra­ gazzi, «Seminarium a munificenti a summi Principi s extructum, ab ipso quoque substentatur, in quo omnes cleri ci, ac plurimi secul ares juvenes conveniunt ac scientias comparandas. Cum vero locus adeo sit angustus, ut nequeat quinqua­ ginta fere clericos continere, ideo a Sereni ssimo Principe provvisum, quod statu­ tis diebus, et horis ad illud discipuli omnes ac magistri conveni ant ad sua quaeque munera obuenda». Per quanto ri guardava le materi e d' insegnamento, oltre a quelle tradi zionali umani stiche, particolare accento veni va dato ali ' in segnamento della fil osofi a e dell a teologia, «quod eteri ci in ecclesiasti ca di sciplina recte, ac melius quas fi eri potest, instituantur, quod ipsi praeter humani ores litteras, eti am philosophiae, ac theologiae morali s studiid vacent. Quod ut melius proficiant, ill os frequenter vi­ sito, ut praesentia mea negligenti bus et exortando, et corrigendo animos afferem, et diligentibus laudes promeritas tribuerem». 14

13 lhidem. 14 Cfr. l. OsTOJt é, <

Dopo quanto esposto si può facilmente concludere che il seminario della diocesi di Veglia aveva svolto un notevole ruolo n eli' educazione scolastica «dei chierici e di quelli che non erano ancora sacerdoti», poiché organizzato come «Scuola della cattedrale», con un vero e proprio ginnasio. 15 La visita di Giannantonio Sintich, come risulta dall'analisi, rappresenta in­ nanzitutto un 'indagine conoscitiva dello stato materiale in cui si trovava la sua diocesi alla fine del secolo XVIII. Gli sforzi intrapresi e le iniziative avviate dal vescovo avevano avuto uno scopo ben preciso: migliorare la si tuazione materia­ le ed economica delle parrocchie onde ricostruire e dare alla diocesi la vera fi­ sionomia di una comunità cristiana unita e dipendente esclusivamente dall'au­ torità episcopale; migliorare le condizioni del clero, rendendolo responsabile dei suoi diritti; in altre parole instaurare un clima di «serenità» nello svolgimento del culto divino. Fu compito del visitatore non solamente quello di richiamare l'attenzione dei sacerdoti di Dobrigno e di Dobasnizza, ma anche di offrire a tutti i canonici del­ la diocesi nuove incombenze e incarichi aggiuntivi onde portarli ad una dimen­ sione più alta della loro statura e responsabilità di pastori. Il criterio ed il metodo usato nella visita era quello tradizionale, e per quan­ to riguardava la visita agli edifici di culto officiati dai regolari, aveva seguito quello tracciato nel «Pontificale Romanum». L'opera del vescovo va ricordata come uno dei tentativi impegnati ed orga­ nici di creare i presupposti per un miglioramento globale della situazione reli­ giosa, onde sollecitare adeguamenti sul piano del metodo e per fissare nuovi traguardi ed offrire nuove direttive e strumenti di lavoro intesi ad un ulteriore rin­ novamento di tutta la realtà ecclesiale nella diocesi di Veglia.

15 Per quanto riguarda il ruolo del Seminario nei secoli precedenti, cfr. anche le notizie ri­ portate da M. BOLONié, op. cit. , p. 78-80, riguardanti le visite dei vescovi Georgiceo, Nosadini (sec. XVII) e Calore, Zuccheri (sec. XVIII). 356 A. MICULIAN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Atti, vo l. XXll, 1992, p. 347-377

APPENDICE

SERENISS IMO PRI NCIPE

Compita la Sagra Vi sita dell a mi a Diocesi, esige un preciso dovere di dipendenza, che io ne rassegni a Vostra Serenità il ri sultato. Nel corso di essa Vi sita ho potuto raccogli ere la mi a in suffi ­ cienza, che il Clero dell ' isola di Veglia è generalmente a sufficienza istrutto, esatto nell 'esecuzio­ ne de' suoi doveri , e di costumi, se ri guardar si vogli a a passati tempi, mori ggerati ssim o. Ri scontrai alcuni abusi, che chiamarono la mi a vigilanza a formare alcune ordinazioni che io rassegno a Vo­ stra Serenità, implorando in pari tempo il Sovrano assenso a tenor dell e Ducali Prescri zioni , onde vengano inviolabilmente osservate. Il clero di Dobrigno merita sopra tutti un a parziale riforma per la costituzione del lu ogo, e perchè quella numerosa Popolazione venga con maggior attenzione as­ sistita ne' suoi spirituali bisogni. Il Castell o di Dobrigno composto di tre milla anime c irca è divi­ so in di verse ville, ove si raccogli e la gente pei lavori della campagna, non restando nel principal Castell o, che poche donne inoperose, ed i Preti che vivo no in un ozio continuato. Il Popolo ri conobbe la necessità che sia destinato un sacerdote a dimorare in quell e Ville spe­ cialmente, che sono composte di oltre cento Persone coll' obbligo d' in segnare la dottrina a' fan­ ciulli, assistere ai moribondi , ad amministrare gli altri Sagramenti, e perciò i Capi di esso Castell o mi fecero le più vive istanze. Riconosciuta anche da me l' utilità spirituale di tal ricercata destina­ zione formai il relati vo Decreto, che umilio per la sua Approvazione a Vostra Serenità, col quale salva ndo le utilità particolari di ciaschedun jndividuo, impiegando i più atti vi a favore del Popolo, potrò anche di quando in quando togli ere alcuni disordini fra il C lero, a ll ontanando certuni a tem­ po da un luogo che per la sua costituzione ri esce pericolosissimo. Per quell o poi che ri guarda i sagri arredi , ed il materiale delle Chi ese, mi sono onorato di esporre il tutto nell a copia autentica della Vi sit a, che rassegno umilmente a Vostra Serenità. Non è una gran quantità di suppellettili sagre, che manchi alle Chi ese, ma ciò che è notato, è tutto di ne­ cessità, e che io riverentemente imploro dall a Serenità Vostra per la decenza del Culto Divino. Per il materiale poi, si ponno dividere le Chiese in quell e che dipendono dalle Scuole Laiche, altre che devono sostenersi dai Benefi ciati , e quelle che stanno a peso dei Comuni. Le Chi ese dipendenti dai Comuni sono decentemente tenute, né di cosa alcuna abbisognano. Quelle che sono adette ai Beneficiati , abbisognano quasi tutte, o di ri stauro interno, o di un ri­ stauro generale senza individuare in questa ri spettosissim a mia tutte le Chi ese Benefi ciate, che so­ no dai rispettivi Rettori malissimo tenute, rifletterà la mi a insufficienza a Vostra Serenità, che godendo essi di un Beneficio, giusto egli è che ne sentano anche il peso, quindi io imploro da Vo­ stra Serenità le facoltà di poter far sequestrare le Rendite di essi Bene fi ciati le quali resteranno in deposito fino a tanto che saranno riparati i bi sogni di esse Chi ese. A. MICULI AN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veg lia, Alli, vol. XX ll, 1992, p. 347-377 357

Di quell e poi che dipendono da Vostra Sereni tà come Scuole Laiche, quattro sono che abbi­ sognano di un soll ecito necessari ssimo ri stauro. La Chi esa Curata di Besca Vecchi a di necessità esi­ ge, che gli si formi un Atri o, ossia un a pi cciola Loggia coperta nell ' ingresso, che esisteva dapprima, ma che restò spi anata dall a corrente dell e Aque nel Maggio dell ' anno scorso Pi cciola essendo la Chi esa, ed incapace di contenere tutta intiera quell a Popolazione, è in necessità un gran numero di Persone restar fu ori dell e Porte nel tempo della celebrazione della S. Messa; quindi necessari a un a Loggia per ripararl e dall ' intempe ri e dell 'ari a, e spesso dall a pi oggia. Abbisogna parimenti di ri stauro soll ecito la Chi esa Parrochi ale di Verbeni co, che scoperta in di versi siti del tetto, porta seco la necessari a conseguenza, che i travi s' infracidiscono i quali per la loro mole tanto in grossezza, quanto in lunghezza furono di grav issimo di spendio ai Luoghi Pii. Esiste pure in Castelmuschi o la Chi esa di S. Agata, a cui il Popolo ha molta divozione, e che è l' unica Chi esa suscettibile di offi ciatura in caso di ri stauro, o per altre fortuite combinazioni da non poter uffi ziare nell a Parrochi ale. Il tetto di essa Chi esa in parte rov in ato, esige un soll ecito ri stau­ ro. Fin alm ente nell a Vill a di Mi cogli ze vi è la Chi esa C urata di S. Mi chi el, il cui tetto minaccia una non lontana caduta a segno, che il Popolo non sicuro è in necessità di restar fu ori dell e porte per ascoltare ne' giorni festi vi la S. Messa. Ma siccome in essa Chi esa Curata esiste l'Altare di S. Mi chi ele Beneficio, di cui è investito il Si g. r Ab. Balbi Nobile Veneto, così crede la mi a in suffi­ cienza, che esso Benefi ciato dovrebbe obbli garsi all 'esborso di un a qualche somma per dar effetto sollecito il necessari o ri stauro. Qualora degni di accorrere coll a nota Pi età la Serenità Vostra ai rassegnati bisogni di esse Chi ese, io mi darò l' onore di rassegnare alcune ri spettose rifl essioni , onde stabiliti i metodi più cau­ ti da ll 'Autorità dell a Serenità Vostra, non solo per le presenti urgenze, ma per prevenire anche in progresso le spese grandi ose, all e quali sono obbligati di quando in quand o i Lu oghi Pii , possano tenersi le Chi ese stesse con esemplar decenza, e col minor possibile aggrav io di esse Scuole. Esposto il ve ridico ri sultato della Sagra mi a visita a me non resta che implorare gli effetti del­ la Sovrana Clemenza, ed attendere le sovrane Deliberazioni nel mentre che mi fo un a vera glori a di protestarmi coll a più sommessa venerazione. Veg lia 16 Agosto 1796 Di Vostra Serenità Umilissimo Divoti ssimo Ubbidienti ssimo Servitore Gi ann antoni o Vescovo di Vegli a

* * *

l O Ollo!Jre 1796 M EMORI A PRESENTATA DA M ONS." V ESCOUO CI RCA LI RESTAUR I E PROCEDI MENTI DA FARS I NELLE C HI ESE

Frequentissimi furono i ri stauri di Chi ese accordati ne' tempi decorsi dalla Pi età del Principe - jus - Padrono ne ll 'jsola di Veglia, i quali costarono all e Scuole Laiche somme cotanto conside­ rabili che da que ll e deri vò principalmente lo sbilancio de' Lu oghi Pii , in cui li ha trovati il Sere­ ni ssim o feli cemente Regnante. Come abbian corri sposto i ri stauri medesimi a fronte di si gravose spese, lo prova col fatto la necessità, che hanno moltissime di essere soll ecitamente riparate. Mosso da puro zelo chi ha l' onore di umiliare alcune rifl essioni sul proposito al Sereni ssimo Padrono ha voluto coll a cogni zione de' Luoghi , e dei fatti inquerire da che causa provenuto sia il di ssipamento dei denari dell e Scuole, e la poca buona riuscita dei ri stauri . Fu introdotto l'uso di stabilire uno, o più sopraintendenti alle fabbriche e a questi furono as­ segnate per lo meno F. 4 al giorno, onde compensare le supposte fati che dell a Sopraintendenza. Gli 358 A. MICU LI AN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Vegli a, Aui, vo l. XXll, 1992, p. 347-377 uom ini che di rado sono mossi da altro, che dall ' interesse trovarono il mezzo e di prolungar fuor di mi sura i ri stauri , e di valersi a lor vantaggio dell a provvista dei materiali, niente curando la solidità dell e fabbri che, poichè quanto più presto ritornavano le Chi ese nel caso di nu ovo riattamento, tan­ to più sicuri erano di nuovi vantaggi. La precettata dipendenza dai Provveditori invece di tenerli in freno, aumentava il di sordine, e gli aggravi dei poveri Luoghi Pii . Fruttava ad essi per intelligenza coi Sopraintendenti , o il lor si­ lenzio, o una buona informazione, compito che era il tal qual ri stauro. Testimonio ne sia il ri stauro del Campanile di Vegli a, di quell o di Pog li zza, pei quali furono impiegate grandiose somme. Si vedano le spese esorbitanti per i ri stauri delle Chi ese di Dobrigno, di Verbenico, di Castelmuschio, tutte Chi ese che in pochi anni ebbero un 'assoluta necessità di es­ sere riattate. Conosciuti dai Senni Padroni si palmari disordini esclu sero dalla sopraintendenza di esse fa­ briche i Secolari , e sostituirono alcuni probi Sacerdoti, i quali per fatto in egabile meg li o corri spo­ sero agli oggetti contemplati dall a Pietà del Principe, e col cercar il minor aggravio dell e Scuole, non trascurarono perciò la necessari a solidità nelle fabriche. Um il issimo sentimento di chi si onora di presentare questa ri spettosa memori a sarebbe, che il Serenissimo degnasse di ricercare al Vescovo di Vegli a, quali Persone del suo Clero potrebbero in ­ cari carsi della Sopraintendenza ai ri stauri dell e Chi ese, Persone che dotate di cogni zioni, di con­ scienza, e di zelo in contrassero bene le Sovrane intenzioni col solo oggetto d' im piegarsi utilmente nell a Casa di Di o, e meritarsi la Sovrana approvazione. Impiegato un Sacerdote di credito del proprio Paese, coll ' impegno anche del Vescovo, non ri ­ crederà mai il Popolo di somministrare volontari amente i Manuali , e la di lui opera per i trasporti dei materi a li , i quali Manuali o non saranno pagati , o tutto al più si contenteranno di una tenuissi­ ma gratificazione. Sarà permesso al Sopraintendente di eseguire i ri stauri o a giornate, o per accordo coll ' intel­ li genza per altro del Vescovo, e le note da esso firm ate, o la Scrittura di accordo saran presentate tanto al Vescovo, quanto al Provveditore, perchè da doppia parte possa esser informato il Serenis­ simo dell 'eseguito ri stauro, e delle somme impiegate in esso. J denari da impiegarsi nei ri stauri non saranno mai ammini strati dal Sacerdote Soprainten­ dente, ma il Sig.r Cassiere li passerà in mano degli Artefi ci dipendentemente da un a fede dei So­ praintendenti , i quali saranno ri sponsabili di esse somme, e gli Artefici ril ascieranno al Sigr Cassiere le corrispondenti ri cevute. Compito il ri stauro saranno eccitati da lettera del Provveditore per commissione di sua sere­ nità, i Sacerdoti stessi, ad invigil are sopra le fabriche, e di accorrere ai successivi bisogni , di far nettare i tetti una vo lta all ' anno, di riparare ad una qualche goccia, spesa assai tenu e, ma trascura­ te simili diligenze ne deri va poi la rov ina totale delle fabriche. Proposti i Sopraintendenti al Sereni ssimo, la Serenità sua commetterà al Provveditore d' in­ vestirli di tal cari co con suo Decreto, ril ascierà I'Eccell." Sua al Sigr Cassiere le necessari e com­ mi ssioni per le spese da incontrarsi: i Sopraintendenti rassegneranno nota autentica al Proved.'e dell e spese incontrate come sopra, e in fin e la Serenità Sua ecciterà il zelo, e la vigil anza dei Pro­ vedri di esaminar bene le opere eseguite, di procurare il possibile ri sparmio dei Luoghi Pii , conci­ li abi le però sempre coll a maggior solidità dei ri stauri . Ri sparmi ate le spese dei Sopraintendenti , tolti tutti gli arbittj di maneggio dei dena ri , fissata una vigil anza sopra le fabriche con tenui ssima annua spesa, si lu singa chi ebbe l'onore di umiliare queste riflessioni , che in seguito le Chiese saranno decentemente tenute, e che le Scuole Laiche non anderanno soggette a si considerabili aggravj. Resta ora a dire dell a C hiesa Curata di S. Fosca, Scuola Laica, e per conseguenza dipenden­ te da Sua Serenità. La Cassa di essa Scuola è talmente esausta, che il Vescovo fu in necessità di ri­ durre gli obbli ghi delle Messe, perchè mancavano i fondi per pagarle. Non manca dei mezzi di ri sorgimento la Scuola stessa, poichè di sua ragione vi sono dei boschi , dei Luoghi vignati , e degli A. MICULI AN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veg lia, Alli, vol. XXII, 1992, p. 347-377 359 aiTativi , de' quali è investito il Capell ano Nicolò Brussich con venerata Ducale del Ser.mo Moce­ ni go. J Serenissimi Predecessori investirono ne' tempi scorsi il Maestro della Scuola Jllirica di es­ sa Capell ania, perchè mancando fonti per pagarlo, compensavano in tal modo la di lui fatica. Ces­ sata la n ecess it ~t di tale Scuola per nuov i introdotti sistemi , il Serenissimo Alvise Moceni go conferì la Capell ania stessa aii 'Archidiacono D. Vincenzo Premuda, coll 'obbligo di mandar ogni mese i Casi Teologici per tutta l'isola, scritti illinguajllirica, onde i Sacerdoti potessero esercitarsi. Sospeso anche questo sistema per morte di esso Premuda fu investito senza verun obbli go il mentovato D. Ni colò Bruss ich, il quale gode senza verun aggravio le rendite di esso Beneficio. Siccome i passati Capell ani han goduti i proventi, ma coi pesi loro imposti dall 'Autorità So­ vrana, spettando all a Chiesa di S. Fosca i beni , de quali gode esso Brussich Bene fi ciato; ridotta la Cassa di essa Scuola del tutto esausta, così sarebbe di Giustizia, che il Serenissimo decretasse, che stia a peso del Beneficiato il ri stauro dell a Chi esetta, coll 'obbligo di mantenerla dei sagri arredi. Tenue sarebbe l'aggravio in confronto dei proventi che derivano ad esso lui dal Beneficio.

* * *

G IANNANTON IO SINTICH PER LA DIO GRAZIA, E DELLA SANTA SEDE VESCOVO DI V EG LI A L'osseruabile alterazione de sistemi , e Prouidenze già fissate da Nostri Predecessori per il maggior culto di Di o Signore, e per la mi gli or disciplin a Ecclesiasti ca, impegna il Nostro Pastoral zelo a ri chiamarle alla più pontuale esecuzione, onde tolti gl'abusi, e qualunque arbitrio su l propo­ sito, possa ogn' uno de Sacerdoti suplire agl 'obbli ghi del loro stato. Ordiniamo dunque p.mo l. Che in tutte le sagristi e dell'isola sia dal C lero proueduto un libro, in cui dovranno di gno (gior­ no) in gno notarsi le Messe avuentizie, dichiarando il Sacerdote celebrante l'appli cazione di essa Messa, e ciò a scanso di equiuoci, e di osseruabi li di sordini. Il. Nell e Feste di precetto i Sagrestani delle rispetiue Chiese non permetteranno di celebrare ai Sa- cerdoti, che a due, a due, onde il Popolo con una giusta di stribuzione di tempo possa interue­ nire ai diuini sacrifi ci: Non sarà a chi cchesia da qui innanzi permesso d' interuenire al Coro, ne di accostarsi all 'A ltare cogli stiuali , incaricando i Parrochi , onde ammonir abbi ano quelli , che conta­ le modo indecente ardissero di comparire, e dopo la prima ammonicione saran tenuti i Parrochi stessi a denunciarli, onde a tempo resti repressa la loro disubidienza. III. Dovranno li Parrochi uniti al C lero in termine di giorni quindeci fissare un orari o tanto per i g ni feria li , che festiui a nonna de ll a cattedrale, onde determinato il punto d' interuenire alle sagre funcioni non abbino un pretesto i Sacerdoti di mancare agli esenziali doueri del loro stato. IV. S'ingiunge poi particolarmente al Clero di Dobrigno, che nel accompagnare la sagra Commu- ni one agl'infermi fuori del Castell o, debba essere preceduto il Sagramento da una Lanterna a ogli o, e tutte le volte che dovrà amministrarsi il Sacro viati co, debba darsi un segno con campana, onde eccitare i Fedeli ad accompagnarlo, come si pratica per tutta l' isola. Certi Noi, che in alcuni luoghi dell ' isola, e segnatamente a Castelmuschi o è inualsa la pratica di portare agl' infermi il via­ ti co a notte avvenuta ordiniamo, ordiniamo perciò (che salvo il caso di estrema necessità) non deb­ ba mai levarsi la Sacra Pi sside dalla Chiesa tramontato, che sia il sole, e la mattina non prima de ll 'aurora, onde sia sempre postato il Sagramento coll a dovuta riuerenza, e col concorso maggio­ re del Popolo, incari cando la responsabilità del Parroco per l' esecuzione di questo Nostro necessa­ rio comando. V. Con sorpresa, e dolore del animo nostro abbi amo rilevato che nel tempo dell'uffìciatura nel Co­ ro di Dobasni zza entrino, e sostino le donne di qualunque età, portando una necessaria distra- 360 A. MICULI AN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vo l. XXII , 1992, p. 347-377

zio ne ai Sacerdoti , quindi ordiniamo al Parroco di avuertire il Popolo, che in tempo di di vini uffi ­ ci nessun secolare di qualunque condizione ei sia ardi sca di entrare nel Presbiterio, e sarà douere del Parroco, e dei Sagrestani proibi re l' ingresso a chiunque, onde possano i Sacerdoti senza di stra­ zio ni supplire agl' obblighi del loro ministero. VI. Abbiamo anche ril euato, che sotto diuersi pretesti alcuni Sacerdoti del d.° C lero di Dobasni z- za si assentino intieramente dal Coro, no n interue nendo ne agl' uffi ci diuini ne all e Messe can­ tate, ed anniuersarj , e che credono di suplire ai propri doueri sostituendo qualunque altro Sacerdo­ te, no n essendo a nostra cogni zione i tito li sopra i quali appoggiati essi Sacerdoti non interuengano tutti ad assistere ai diuini uffi zi, all e Messe cantate, agli anniuersarj , fin o a tanto, che avranno pro­ do tte le loro ragioni , che saranno da Noi esaminate, commandi amo espressamente, che niuno deb­ ba assentarsi dall e Sagre Funzioni dell a C hiesa, ed escludiamo qualunque cambio, ne potrà percepire del frutto dell e xme Ecclesiasti che, o degli e molumenti deriuanti dall e Messe cantate, et anniuersarj , se non avranno in persona assistito ad essi. S' intendaranno però sempre presenti gl' in­ fermi a norma de lle cannoni che sanzioni , e la presente ordinazione la uogli amo estesa anche al C le­ ro di Pogli zza. VII. Saran tutti tenuti i Sacerdoti di Dobasni zza, e Pogli zza in segnar ne gni (giorni ) festi vi la dot­ trina cri sti ana a fanciulli prima d' incominciar la messa nell e Capell e Campestri a ll e quali sa­ ranno destinati. C i comprometti amo di un ' esatta, e non interotta esecucione dell e Nostre soprascritte Ordina­ zio ni tendenti a be n regolare li corpi , a tenore Ecclesiasti che al Nostro Pastoral zelo affidano, e por­ ti a mo ferma fi ducia, che dimostrando la loro ubbidienza, non aurem bi sogno di ri corre re all e pene comminate da Sagri canoni contro gl' innobbedienti . Sic mandans. Veg lia dalla Curia Epale 22 Luglio 1796 G iannantoni o Vescovo

G IANNANTONIO S INTICH PER LA GRAZIA DI DIO, E DELLA SANTA SEDE V ESCOVO DI V EG LIA

l grav i di sordini che ri scontrati abbiamo con sommo dolore dell ' animo Nostro nel Castell o, e distretto di Dobrigno, chi amano la Nostra Pastorale Vi gil anza ad accorrervi coi mezzi conveni enti al più soll ecito riparo. Debitori noi a Di o Sig nore de ll e anime a ll a Nostra cura affidate, non poti a­ mo vedere senza un intima commozione di spirito, trascurati affatto co' fanciulli gl' in segnamenti de ll a Dottrina, da' quali dipende essenzialme nte la C ri sti ana loro educazione, non amministrati a te mpo i Santi Sagramenti dell a Chiesa a Moribondi , e spesso, come rilevato abbiamo dalle di spo­ sizioni dei Vecchi ardi è costretta una bu ona parte del Popolo, che vive alla Campagna privarsi del bene spirituale d' interve nire ne' giorni Festivi all a S. Messa, o perchè impediti i Sacerdoti di an­ darl a a celebrare nell e ri spetti ve Capell e per la stravaganza de' tempi, o per la stessa ragione im­ pedito il Popolo d' intervenire a ll a Parrocchi ale. Vole ndo No i togli ere simili sconcerti ne ll a Casa di Di o, ed affid ati specialmente nel zelo dei Sacerdoti di Dobrigno, le dirrezioni de' quali meritarono nel corso de ll a Nostra Sagra Vi sita la patern a Nostra approvazione, ordiniamo: l. C he per ogni Vill a di Dobrigno debba fi ssare la sua dimora un Sacerdote, o nati vo di quel Luo- go, o altro dell o stesso C lero a Nostra scielta, ed arbitrio a norma dell e circostanze, che saran­ no in quel tempo la regola giu sta dell e Nostre Deliberazioni , e questo o per un anno, o più secon­ do il bene spirituale, che promuoverà esso Sacerdote in quell e anime, che saranno al di lui zelo, e cura a ffi date. Il . Dov rà il Popolo corrispondere le solite ele mosine nei giorni festi vi ad esso Sacerdote, che sarà tenuto di celebrare la S. Messa, come fu nei corsi tempi prati cato. IUO. I Sacerdoti destinati a tale uffì zio saranno calcolati sempre presenti a tutte le funzioni dell a Parrocchi ale, all e Messe Cantate, Anniversarj , Processioni etc. quindi percepiranno tutte le A. MICULIAN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Atti, vol. XXll, 1992, p. 347-377 361 manuali distribuzioni, la tangente dell a Messa Comune, da qualunque fonte essa derivi, e la por­ zione ed essi spettante dell e Decime Ecclesiastiche.

0 IV • Saranno di spensati dal cantar le Messe, ed assistere come Ebdomadarj al Coro, ma saranno te- nuti a soddisfare agl'obblighi delle Messe, o da essi stessi, o per altro Sacerdote, a norma de­ gli obbli ghi , e in quelle forme, che saranno da Noi prescritte dopo un prudente esame delle obbli ­ gazioni fisse di esso Clero.

0 Y • Saranno tenuti i detti Sacerdoti a celebrare nei giorni festivi la S. Messa nelle rispettive asse- gnate Capelle, far un breve Catechismo nel tempo della Messa stessa, e nel dopo pranzo delle Domeniche all 'ora consueta ammaestreranno i Fanciulli della Dottrina Cristi ana, a norm a del pra­ ticato di tutta l'jsola. Vl0 Amministreranno agl' infermi i Santi Sagramenti, e saran tenuti di prestare la loro indefessa caritatevole assistenza ai Moribondi. Fissati per tale modo i doveri, ai quali dovranno assoggettarsi i detti Sacerdoti, e salve le lo­ ro ri spettive utilità portiamo ferma fiducia, che saranno da Noi conosciuti , capaci a si geloso Mini­ stero, presteranno con esemplar zelo la loro opera a beneficio spirituale delle Anime, sicuri di riportare da Dio Signore una larga ricompensa, dal Serenissimo Regio Padrono la Sovrana sua ap­ provazione, e da Noi il più sensibile e parziale affetto. Che se taluno (il che temer non potiamo) ar­ disse di frapporre una qualche resistenza, e ri cusasse di assoggettarsi all 'incari co, a cui sarà da Noi destinato, premessa la trina patern a ammonizione, sarà da Noi canonicamente punito, e persisten­ do nell a disubbidienza, implorati i necessarj assensi del Serenissimo Gius-Padrono resterà esclu so dal C lero, come un tralcio inutile nella coltura della vigna del Signore. Sic. mandas etc. Veglia dalla Curia Episcopale 22 Lug0 1796 Giannantonio Vescovo

EMINENTISS IMI, AC RMI PATRES SACROSANCT I CONCILI! TRIDENT. JNTERPRETES

Cum ad meam Diaecesim Yeglen. anno 1793 vix perveni ssem, statim animum converti ad il­ lam perlustrandam, et ut Aeminentiarum Vestrarum justa facerem, et Constitutionibus S. Concili i Tridentini humiliter obtemperarem. Sit exempla Predecessorum meorum obsequens, visitationem meam suscipere nequivi, quin prius Serenissimi Principis Ducis Yenetiarum consensum peterem quens ul obtinerem suplici me converti libello, sed itenerum difficultate, et quod hi sce temporibus facillimum est, alii s gravioribus curi s Princeps di stentus sub diae tantum vigesima Augusti elapsi an ni rescripsit, ac imploratam facultatem mihi est elargitus. Haec enim causa est, quod intra bi en­ nium relati onem Diaecesis meae Eminentii s Vestris non subj ecerim, uti fuerat tenuitati meae im­ positum. Susceptam ergo Yisilationem die octava mensis 7bris anni proxime elapsi adjuvante Ono Jesu Xto, sub die 20 Mensis Julij currentij anni perfeci, et clausi, cuius relationem Sapientiae Emi­ nentiarum Vrum reverenter subjcio.

l.

0 l • Vegla jnsula et Liburnici Marij ex orientali et Boreali parte Croatiae Dalmatiaeque Austriae proxima, ex occidentali lstriae, ex Australi vero in cospectu jnsul arum Auxeren, et Arben. sita, et ab ipsij non longe distans. C ircunferenti am ipsius alii ad nonaginta, ali i vero geographi ad centum miliaria protendunt. Urbs unica existit ab jnsul ae nomine Vegla dieta cui subsunt sex Opi­ da, quae Parochiales habent Ecclesias Yeglen. Episcopo in omnibus subj ectas. 2°. Cathedrali s Ecclesia Veglensis, quae et Ducalis dicitur quia in ea, sicuti et in ceteri s Ecclesiis Sereni ssimus Dux Yenetiarum Jus-Patronatum obtinet Bmae Yirgini in Caelum Assumptae est dicata, cujus in stitutionij non extat memoria, sed a fidelium Pi etate fertur a fundamentis construc­ ta. 362 A. MICULIAN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vo l. XXII, 1992, p. 347-377

3°. Octo in ea sunt Altari a, quorum majus ex argento, deaurato, et in ipso jmaginis Bmae Yirgini s, et duodecim Apostolorum conspi ciuntur Duo sunt marmorea, quinque vero habent jmagin es Sanctorum decenter depictas. 4°. Sex quoque ex istunt in signes Reliquae in Capsulis Cedrinis decenter repositae, bene clausae, et sigillis Predecessorum meorum obsignatae Prima enim Reliquia de Poplite S. Quirini Epi­ scopi, et Mar t. Totiu s jnsulae Patroni, a Serenissimo Gulielm o Comi te Palat i no utriusq ue Bavariae Duce Joanni Turriano Epo Yeglen. , et tunc Nuntio Apostoli co apud elveticos, dono data. Altera de Capite, et Opibus S. Diodori Presb. et Mart. a Joanne Friderico Urs ino Ep iscopo Yeglensi Cathe­ drali Ecclesiae dono data. Terti a Reliquia SSum Beni gni Constan tii Hyacinti , Juli ani et Yicentii, quas a SSmo DD. Jn ­ nocenti o Xl. Stephanus David Ep iscopus Yeglen . dono accepit. Quarta Pars magna Capitum SSrum Honesti, et Colum bi , ac magnas partes ossium SSrum Generosi, ac Des ideri i, quas SSmus DD. Benedictus XIII. Joanni Friderico Ursino Epo Yeglen. cle­ menter est elargitus. Quinta ex Cranio S. Mauritii Mart. Sexta vero ex ossi bus unius Sociis S. Ursulae Yirg et Mart. quae omnes antiqua, et non interrupta consuetudine lìdelium venerationi statutis diebus cxponun ­ tur. 5°. Duodecim Canoni ci, inter quos. Archidiaconus, Archipresb., et Primicerius sunt Cathed rali s servitio adicti, quique om nes a Seren issi mo Principe Yenetiarum eli guntur. 6°. Capitulum suas habet Praebendas et quotidianas distributiones, ac inter Canonicos unus Theo­ logali s a Serenissimo Duce eli gitur, ad quem spectat conscienti ae casus in Presbiterorum co n­ se su si nguli s mensibus exponere. Paenitentiaria uero desideratur. 7°. Cathedralem Ecclesiam, ceterasque omnes Paroc hiales sacris supell ectilibus non indi gere, ei­ sdemque suffìcienter in structas esse comperi. 8° Quod ad fabricas attin et, un aq ueq ue Ecc les ia sui s gaudet reditibus, qui in restaurandis Eccle­ sii s, et in parandis omnibus, quae ad cultum Di vinum pertinent sub Piissimi Ducis Yenetiarum custodia, et administratione in sumuntur. 9°. Quatuor Yirorum in Diaecesi ex istunt Monasteria, Frat rum Minorum tertii Odinis tria, unum vero Fratrum Min. Observantiae, et duo Monialium, quae jurisd ictioni Ep iscopali in omnibus sunt subj ecta, salvis tamen Regi i Patronatus juribus, ac Praerogativis. l O. Seminarium a Munifìcentia su m mi Principis extru ctum, ab ipso quoque substentatu r, in quo om nes Clerici, ac plurimi seculares juvenes conveniunt ad sc ienti as comparandas. Cum vero lo­ cus adeo sit angustus ut nequeat quinquaginta, feri Clericos con ti nere, ideo a Serenissimo Principe provvisum, quod statuti s diebus, et horis ad illud Discipuli omnes, ac Magistri conve ni ant ad sua quaeque munera obeunda. Reditus autem partiales seminari um minime habet, sed a Principi s mu­ nifìcentia partim , partim vero expensis Piorum Locorum statuta st ipendia Magistris exolvuntur. Il. Unicum quoque in jnsula Hosp itale ex istit, in quo Pauperes, et in firmi degunt quique tamen a fìde lium charitate substentantur. 12. Adei t tamdem et Mons Pietatis, cuju s fundamenta primum Pietas Sereni ss imi Principis Lucio- vici Manin secit ad paupertatem et indigentiam Civium substentandam. Viderat en im Sapien­ tia lllius plurima elapsis temporibus irrepsisse mala quorum meminisse non est, cum sit causa su­ blata, ideoque Regio qu o suo utitur jure Patronatus Montem Pietatis in stituit, ex quo non exigua Popu lo Yeg lensi comoda promanant, ac in posterum promanatura confido. Il.

0 l • Nunc, ea, qu ae ad me spectant humiliter recordabor Praeceptum Ressidenti ae a Sacris Canoni - bus praescriptum fìdeliter, ut par est, adimplevi , nec unquam ultra menses Conciliares a mea Diaecesi obfui. Cum vero comperi ssem ali quos abusus qui processu tempori s poterant Episcopali jurisd ictioni damna non ex igua inferre, operae pretium duxi bis me Venetias co nferre, et Clemen­ tiam Serenissimi Ducis implorare, qui stati m; ea justitia, qu a poll et animum converti t, ut eos com­ primere!, et auctoritate sua justos fìnes statuens effecit, ut deinceps omnia quae ad Ecclesiam A. M ICU LJ AN, G. Sintich e la visita all a di ocesi di Veglia, Atti, vol. XXII, 1992, p. 347-377 363 pertinent salva essen t, et quae ad ceteros Civitati s gradu s spectant eodem jure, et justitia tuta con­ sisterent. 2° In prima hac mea Vi sitati one Sac ramentum Confirmationis per totam jnsul am administravi, et Sacras Ordinationes Statutis ab Ecclesia temporibus explevi. 3°. Nondum Synodam Diaecesanam coegi, nequ e brevi hoc tempori s spati o, in qu o haec Diaece­ sis meae curae com m issa est ab Archi episcopo jadrensi totiu s Prov intiae Metropoli la invitatus fui , ut sy nodo Provinciali interessem. 4°. Yerbum Dei per me ipsum saepe praedi cavi concurrentibus circum stantii s alicuju s publicae ca­ lamitatis. Praedi cati s vero Quadragesim ali s ab idoneis Sacerdotibus tam secularibus, qu am Re­ gul aribus a Civitati s Consilio electi s de mea li centia, et approbatione exequitur.

0 S . Jn mea Cancell ari a taxa a Sereni ssim o Principe recognita et toti Prov intiae Dalm ati ae comunis fide!it er observatur, qu am jnnocenti am esse minime dubito. 6° Omnia jura meae Eccles iae, et Prerogativae, Epi scopatu s sub Clementi ss imi Principi s Yeneti a- rum vi gilantia in tuto sunt posita, nec quidquam habet humilitas mea, qu od sibi obstet ad obeunda Epi scopali s offitii munera, et ad exercendam Ecc lesias ti cam jurisdi cti onem sub Protecti o­ ne, et tutela tanti Principi s, quem Deus faustum servet, et in columem. 7°. Quid quid boni evenit aut Clero, aut Populo, id Pi etati , et Principi s munificenti ae est tribuen­ dum, cum ipse jus-Patronatum obtinerj Ecclesiarum, ad necessari a opera et utilia praecibus tan­ tum meis statim concurrat. Haec sunt qu ae tenuitatem meam prospi ciunt, nun vero qu ae de Clero Secul ari sunt di cend a brev iter humiliterq . ex ponam.

III. l o Cathedrali s Ecclesiae Canoni ci Choro jugiter intersunt, et quolibet die Mi ssam conventualem celebrant, pro Benefactoribus eam applicando, si duo tamen Canoni ci exc ipi antur qui va rii s pretex tibus eam ut supra applicare semper retrectarunt. Qui d h i du o asscrant jnfcriu s humiliter ex­ ponam , et quid quid a Sapienti a Eminenti arum Yestrarum statutum fu erit, id ut ab omnibus exe­ quatur, in posterum punctualiter curabo. 2.0 Capitulum suas habet Constitutiones a Plurimis Praedecessorum meorum Decreti s roboratu s, qu ae adamu ssim a Capitulo ipso observa ntur. 3° Parochi lotiu s jnsul ae in sui s Parochiis praeceptum de Residenti a adimplcnt , ac retinent omnes libros di stin ctos Bapti zatorum, Matrimoni orum , et Mortu orum , ali osque ad normam Ritualis Romani . 4° Parochi foranei indigeni omnes opera ali orum Sacerdotum, ut Sacramenta Popul o admini strent. Jn Opidi s enim Populus Dec im as Ecc lesias ti cas persol vit , qu arum quarta pars ad totum Clerum foraneum contingit, et inter omn es Sacerdotes di viditur; et ideo Sacerd otes Comparochi sunt, et de­ pendenter a Paroco, singuli Sacrament a Populis administrant. S0 Jidem Paroc hi diebus Dominicis, ac eti am festivi s de praecepto in sui s Parochii s Pl ebem in ­ su·unt in omnibus, guae ad salutem sun t necessaria, et adhibent operam Cleri corum et Sacer­ dotum, ut pueri in rudimenti s fid ei imbuantur. 6° Jn Ecclesia Cath edrali Yeglensi ex antigua consuetudine Parrocus non applicai Missam indie- bus Dominicis, et festi vis pro Populo, sed hoc indi spensabile munus adimplet Canoni cus Hebd madarius, ex quo colli gitur paenes capitulum animarum curam elapsis temporibus ex titisse. Jn alii s parochiis Paroc hi singuli appli cant Mi ssam in Diebus Domini cis et festi vis pro Populo eorum cu­ rae commi sso. 7°. Antequ am ad primam tonsuram, et Minores Ordines quis admittatur, ri gorosum subiit exament, in ii s primo, qu ae ad ordinem suscipiendum pertinent, deinde quomodo profecerit in humani o­ ribu s litteri s ex peritur. Quae methodu s, cum illis eti am qui ad Sacros Ordines sunt promovendi , ob­ servatur. Ante suscepti onem Ordinis, spirituali a prae mittuntur exercitia, ad qu ae singuli vel in Do­ mo Reli giosa, vel in ipsa Domo Epi scopi obli ga ntur. 364 A. MICUU AN, G. Sintich e la vi sita alla di ocesi di Vegli a, Atti, vo l. XXII, 1992, p. 347-377

8°. Conferentiae Theologiae Morali s singuli s mensibus habentur, quibus praest Epi scopus quei- sque Capitulum, et Clerus Yeglensis intersunt. Canonicus enim Theologalis casum conscientiae primum, tum casum prudenti alem exponere tenetur. Dubi a solvit simplex Sacerdos, prae mi ssa tec­ tura casuum a Clerico facta, tu m respondet Canoni cus, acceleri omnes qui intersunt, se nsa sua pos­ sunt libere aperire, et diffìcultates proponere, ut ea quae di eta sunt per Canoni cum Theo logal em dillucidentur, et ex plicentur. Quam methodum ad profì ciendum in rebus Theologicis optissimam, ac omnibus intelli ge ntii s perutilem esse non dubito. 9° Mores Cleri Secul ari s, si ad elapsa tempora comparentur, eos optimos esse judico Doc ilitas enim Cleri ea est, ut si qui s defectus ex trinsecus appareat, patern a tantum admonitione statim corrigitur, et omnes intra fìn es eorum vocati oni praescriptos colibentur.

lV.

0 l • Regulares in mea Di aecesi nullam animarum eu ram exercent , et in Monasterii s ita degunt, ut nullum scandalum hi sce temporibus appareat, in qu od ve l publice, vel pri vate animadvertere fu erim adstri ctu s. v.

0 l • Moni ales ad parvum numerum re d ac t as~ et in omnibus Epi scopo subjectu s suos con stitutiones saltem essenti alit er obse rvare comperi. 2°. Clausura in earum Mon asterii s exacte custoditur; nec tal es in veni abusus, qui consilio, aut Eminenti arum Vestrarum auxili o indi geant, cum adeo tenucs cx titerint (s i forte ex titerunt) ut patern a tantum admoniti one ill os e medi o toll ere potu enim . 3°. Habent Ordinarium Confessorem per me approbatur, et ex traordinarium eti am ter in anno illi s obtuli, qu o tamen non semper usae sunt. 4°. Reditus li cet tenue Monasteri orum fìdeliter administrantur et Moni alium dotes persolutae ad onera Monasteri i substentanda antiqua consuetudine erogantur. Ex pensae omnes, qua in di cti s Monasterii s fìunt , sive ordin ari ae sint, sive ex trao rdinari ae per me ipsum examinantur, et approbantur.

VI. De Semin ari o nihil addere potes t humilitas praeter id quod in SS. l. N° SO. Sapi enti ae Emi­ nentiarum Vestrarum subj ec i. Jd tantum di cam qu od Cleri ci in Eccles iasti ca di sciplina recte, ac me­ lius quam fi eri , potest in stituantur, quod ipsi praeter humani ores litteras, eti am philosophi ae, ac Theologiae Morali s studii s vacent Quod ut melius profi ciant, ill os frequenter visito, ut praesenti a mea neg li ge ntibus et exortando, et corrigendo animos adderem, et dili ge ntibus laudes promeritas tribuerem.

VII.

0 l • Jn Jncri stii s Ecc lesiarum hujus Diaecesis Tabell ae Mi ssarum , et anni versari orum sunt continuo ex positae, quibus oneribus Capitulum aliique Cleri Di aecesis punctu aliter sati s fìunt. 2°. Pi a opera a Tes tatoribus injuncta sub tutela Principi s juris - Patroni fid e!it er executi oni man­ dantur. 3°. Jd vero quod attinet ad Montem Pi etati s, et ad Hospitale in SS. S. N° Il et ut reverenter, hu­ militerque ex posui .

VIII.

0 l • Populus totius Di aecesis in rebus fide i suffì cienter imbutus, di sciplina morum fid e i suae etiam respondet. Docilis enim est, ac Reli giosus: maximam Clero ex ibet reverenti am unde evenit, ut in vi am rectam et fìd ei, et honestati s fac illime a Parochi s ducatur. 2°. Nullum reperi abusum , aut pravam consuetudinem, quae consili o aut remedio Apostoli cae Se­ di s undi geat. A. MtCULIAN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veg li a, Alli, vol. XXII, 1992, p. 347-377 365

3o. Optimam di sciplin am Cleri , Populique Veglensis maxime Prudenti ae, et scienti ae Primicerii Ja- cobi Cicuta Vi carii Generali s refferendam esse pro veritate et conscienti a censeo Vi ginti ab hinc anni s sub regi mine duoru m Praedecessorum meorum hoc munere funitus, ita se gessit in om­ ni bus, ut non tantum sati sfac ti onem Episcoporum , sed approbati onem eti am Principi s pubblicis li ­ teri s saepe sit promeritus. Terti o electu s a Capi tulo in Vi carium Capitularem max ima enituit prudenti a et sic fìd eliter Di aecesimo totam sibi comm issam adm ini strav it ut credideri m comun ibu s cleri Populique voti s satisfacere illum in Vi carium Generalem adoptando. Tandem ut relati oni meae fì nem po nam, guae di cend a de M issa Conventu ali pro Benefactori ­ bus SS. lir n° l propos ui , mmc reverenter ex ponam jnter duodec im duo sunt Canoni ci qui appli ca­ re Mi ssam Conve ntu alem pro Benefac toribus rec usant , et sequ entibus nituntur rati oni bus, guae si ad praesentem casum fac iant sapienti a Eminenti arum Vrarum decernet. Asunt enim primo, Bullam S. M. Be nedi cti XIV. non obliga re ea Capitula guae nullum adgnoscunt Benefactorem; nec eos in­ ter Benefactores esse censendos, qui ve l Capitali a, vel bona stabil ia Ecclesiae reliquerunt sub one­ re perpetuarum Mi ssarum sed eos tantum Benefactores dicendos, qui null a facta menti one ali cujus ve l temporari ae vel perpetuae obli gati oni s, bona sua Ecclesii s obtulerunt Ecc lesiam Cathedra lem Veglensem, di cunl , non possidere vel Cap itali a, ve l bona stabili a absque ull a obbli gatione, sed quid quid possidet Capitulum omni a cum oneribus habet, si medi atas Decimarum Eccles ias ti carum ex­ cipi atur, qua ga udet Princip is concessione; ergo M issam Conuentualem per ipsam su m mi Pontifìs Bull am pro Benefactoribus applicare non tenetur. 2°. Nullum ex tat Decret um Epi scoporum quod Capitulo imponat executi onem laudatae Bullae consequenter applicati onem Mi ssae Conventuali s pro Benefactoribus. 3o. Qui n im o contraria m esse hujus Cathed rali s Veglensis consuetudinem, nam sub anno 1776. tan­ tum reperiuntur Missae Conventu ales in libro conscriptae cum applicati one pro Benefactoribus jsti s ergo adni xi rati onibus concludunt hi duo Capitulum Cathedrali s Veglensis ad dictam appli ca­ ti onem non teneri . Ac sunt ex ipsis Canoni cis qui reponunt, Bull am summi Ponti ficis obli gare ununquodque Ca­ pitulum Cath edrali s Eccles iae ad ap plicati onem Mi ssae Conventuali s pro Benefac toribus in gene­ re. 4°. Falsum esse Ecclesiam Veglensem suos non habere Benefactores; nam Pi oru m Locorum ex- pensis, gu ae Pi etate Benefactorum ex tant, oleum pro Lampadibus Eccles iae admini stratur. Sic eti am ex ipsis fo ntibus eruntur cerae, gu ae ad cultum Di vinum in Mi ssis Pontifi cai ib us, in Proces­ sionibus, ac in omni s fun cti onibus Ecclesiasticis sunt necessari ae. Hinc concludunt ab Eccles ia Ve­ glensi saltem jnstitutores Pi orum Locorum pro Benefac tori bus esse di gnoscendos. Nos rati ones summ atim juditio Emin enti arum Ves trarum subj ciendas censui , ut quid quid per Eminenti as Ve­ stras decretum fuerit, id a Capi tul o exequ at ur, et sic uniuscujusque conscienti ae per decisionem Sa­ crae Congregati oni s prov ideatur. Haec sun t guae in prima mea Vi sitat ione sapientii s Vetri s Eminentissimi Patres, subj cere po­ tui et sic muneri humilitati meae injucto pro viribus sati sfeci, nunc autem ingenu a provolutus Pe­ des Bea ti ssimi Pii VI. reverenter deox ul or, ac, Emin entii s Vestri s me clerum Populu mque Veglensem humilli me commendo. Da/11111 Veg /ae die 15 Augusti 1796 Humillimus Obb.us Servu s Joan Ant. Epus Veglensis

* * * 366 A. MICU LI AN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Atti, vol. XXII , 1992, p. 347-377

L.D.M. 1796 Seffemhre Veg lia

R EG ISTRO DELLE MANCANZE RITROVATE DA MONS. VESCOVO NELLA SUA PASTORAL VISITA CON L' INDICAZIONE A CHI SPETTI RIMETTERLE

Chine Alle Scuole Ai Comuni o Cleri Ai particolari possessori Besca Vecchia Curata La loggia scoperta necessari amente occorre coprirl a per quell a Popolaz.e di anime 150

Castello di Besca S. Giuseppe Una Tovaglia Smo Rosario Le Cornici al Sacrum Convivium Corpo di Cri sto Due Tovaglie, due Cusc ini , due Ca ndelli eri d'Ouone B. V. del Carmine Due Cusci ni Cap." di S. Ani." Ab: Un cingolo un a pi aneta di varj colori, ed un a nera avendo Sua Sig.a l lim a sos pese le due vecc hie S. Zuanne Bali ." L' incerata, l'anti pendi o e le cartell e, e così im bianchi la Chi esa Co rpu s Dni Le cartell e, e meg li o ass icurare le reliquie B. V. di Go ri zza Quatlro Cusc ini , due purificatorj , Tre Cami si pe r le so ll enit à, due Tonicelle sim ili al Pev iale di seta , accord are li manipo li, e Pi anete sos pese S. Zorzi All 'Abb.a di Sta Lucia Riparar il Teuo cadente, imbianchir la Cape ll a S. Elisabe lla in Due Cusc ini . ed una Tovaglia Val di Besca Rinfrescar la Palla e sei Tovagli e Abbaz." di S. Lucia

Verbenico Parrochiale Pronto ri stau ro del Co lmo, incartar, e imbianchir la Chi esa, Un apparato in terzo di ferandina. La Chi ave al Batlisterio, e suo Pacione, serratura la Tabernacolo, e Pavioneino alla Sacra Pi ss ide B. V. del Carmine Famigli a Scarccich. Due Carte Glirie, e due Cuscini A. Mrcuu AN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Vegli a, Atti, vol. XXII, 1992, p. 347-377 367

Chie.ve Alle Scuole Ai Comuni o Cleri Ai particolari po.\·se.çsori B.V. della Neve D. Pi ero Fogli anich, D. Marrio Sa lin a. Carte Glorie, imboccar cd imbianchir B.V. della Pren. c Ca rta Glorie S. Piero in Villa Gori zza Du e Cartell e, Cuss in i c du e Cande ll icri S. Grisogo no Di pub.a Rag.' sospesa per non esser ri staurata S. Nicolò Rerr .' il Si g. Ca n: Bernardi . Le porte. ri staurar il coperto imboccar incartar ed imbianchir di dentro, e di fuori , li Vetri all e fin estre, du e Ca ndellieri . la Croce, due Cusc ini , Tabelle, ince rata, Tovag li e, Accomodare la lam pada, e la Palla S. Zne Barra: Accomodar le verriate S. Marco Rerr . D. Dom: Baccolo, Riparar il colmo, e imboccar la Capella S. Girolamo nella Vill a Rcssica Il colmo è cadente. L'incerata in cartar, cd imbianchir la Cape ll a

Dobrigno Parrocc hi ale: Il sofirr o, du e cusc ini , fod erar di seta li vecchi per le solen nità. Tre tovag lie, rifare un Pev ialc c fare un apparato in terzo di ferandina. Ca li ci sospes i due d'argento, due col pedes tal di al tro meta llo S. Ant." Abb.' Trasportar l' alt are di S. Lorenzo, la eui Ca pell a fu sopr essa B. V. di Loreto: Due cuscini B.V. del Rosa rio: Due Cusc ini, tre cartelle cd una Tovag lia Corpo di Xto: Due Cuss ini , una Tovaglia c le Cartelle Vi sit. '' di Sta Eli s aberra Riparare il co lm o Sta Carrerina: Accomodar li appara ti A. in Villa Grossa Riparar il colmo

C. Muschio Parrochi alc: Due ferali per le comun ioni. c Si ordin ò al Parroco che procession i del Smo Sacramento. esegu im1 la sistematica accomodar l'i nterno del Tabernacolo. rapporto al riparo dell e Sei amiti , quarrro cingoli , alqua nti goccic, che in sorgessero purifi catori; furono sos pesi due Calici d'Argent o sino a tanto che si accomodino B.V. del Rosario Le Cartelle B. V. del Carmin e Una Tabella S. Ant." Abb.' Le Ca rte Glorie e due Tovagli e B. V. della Neve Rett .' D. Ant." Jederlini ch. Carte Glorie Sta Aga ta Rimerrer il co lmo caduto. essendo la sola Chiesa in Cas tell o arra ad offic iarsi, allora quando si ri staura la Pa rrochial c 368 A. Mt CU LI AN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Atti, vol. XXII, 1992, p. 347-377

Chiese Alle Smole Ai Comuni o Cleri Ai particolari possessori Curata di Mi cog lice Il colmo è cadente coll a Loggia. La sacresti a da imboccar ed incartar. La Portell a ove si custodi sco no gli Ogli Sti, rifare la Ferramenta del Banisterio. Tre Tovag lie, Ca rte Glorie, una lana al Co nfess ion ale, una vetriata B. V. Assunta in Villa Sersich Casa Sersich. Ri stau ro ordinato nel termine di mesi tre, alit er sospesa

Dobasnizza Parrochial e: Accomodar li apparati Sma Trinità: Casa Bogovich. L'incerata accomodar la Palla, e le corni ci alle Tabe ll e S. Apollinario: Accomodar la Pall a, e due Cusci ni S. Nicolò: Arcip. di Vegli a. In stato cade nte S. Paolo: Ri staurar il colm o, la logg ia è cadente S. Spiridion: Eredi dei q. Nobb. Frani Bonma tini . Ri staurar il co lmo

Poglizza Parocchiale: Tre tovag li e, accomodar li appara ti , e le vetrate B. V del Rosario: Due Tovaglie

Subburbio Cu rata di Sta Fosca: Ristaurare la Loggia, e riparare il colmo Curata di S.ta Anastasia: Una pianeta bianca e ri parare il co lmo Curata di S. Giacomo: Compir il salizzo Curata di Ponte: Ultimar il sali zzo e fare la sacresti a S. Andrea e Sma Rosario: Rinfrescar la Pall a S. Lorenzo di Città: Ren.' Abb.' di S. Lucia. L'altare è cad uto, e la chi esa abbi sogna di generale ri stauro S. Bernard ino: Famiglia Coll oc i. Riparar il colmo, incartar, ed imbianchir SS: Cosmo e Teologo Co ri sta Genera le Damiano: ri slauro S. ta Lu cia: Riparar il Teno

Città Corpus Dni : Accomodar li due Ferali per la comuni one B. V. del Carmine: Accomoda r la Pall a e ripa ra r all 'umidità dell 'Altare con tavo le B. V della Nativi tà: Premicerio. Accomodar le vetri ate e Carte Glorie B.V del Rosa rio: Il soffino è cadente, e le vetriate da rimcnersi S. Vido: Fare I'Antipendi o S. Michi ele: Rett.' il Rm a Ca n" di Frane" Co: Balbi. In cartar ed imbianch ir la Chi esa. e riparar il colmo A. Mt CU UAN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Aui, vol. XXIJ, 1992, p. 347-377 369

Besca Estratlo dalla visi ta fatta dall ' Jll .mo Monsig.' Gia nn am.' Sintich Vescovo di Vegli a per esser umiliata al Senno D.D . Lodovico Mani n Doge di Venez ia Patrono della Chi esa di Veg li a

Ommissis Adì 6. 7bre 1795: Besca Vecchia Chi esa Curata souo il titolo di tutti Santi Scola Laica La Loggia scoperta necessa ri amente occorre coprirl a per essere la Ch iesa angusta per quella Popolaz.' di an im e 250

Castello di Besca Chiesa Parrochiale sostenuta da tutlo il popolo, dece ntem." tenuta col A!t ar maggior sotJo il titolo della SS."" Trinità A\t ar di S. An ton io Decentemente tenuto Annessa al Clero in cui vi sono le Reliquie di S. Ciri aco, e S. Vidal Obb li ghi Messe basse ogni Domenica, e la camata nel giorno de l Sa nto Altar di S. Giu seppe L'A \t ar decentem." tenuto Sotlo il ti to lo dell 'anime purganti sostenut o dal Comun e col ritratlo dell' elemosine Fu sospesa un a Tovaglia Altare SS"'" Rosario Fondato dal q."' Ant." Ceperi ch che lo lasciò al Clero, ma non avendolo accetlato, Decentem." tenuto furono però ord inate le fu dal li Eredi conseg nato alli Proc." del Comune che ammin istrano le Rendite, Corn ici al Sacmm convil•iltm e adempiscono gl'obbl ighi Altare altro di S. An tonio Decentem.' tenuto annesso al Clero Altare del Crocefisso Decentem.' te nuto fondato dal q. "' Pre Zorzi Juranich col Test." 1738.8.Xbre umi li ato a sua Sert' per parte del Clero Altare del Co rpo di Cri sto decentem.' tenuto Scola Lai ca Occorrono du e Tovagli e due Cussini, e du e Ca ndellieri d'ottone Altare dell a B. V. del Carmin e Occo rrono due Cuss ini in reliquis decentem.' annesso al Clero tenuto Cape ll a di S. Marco nulla occorre di jus fami gli are dell a Famigl ia Crabrich RetJore in vestito con Dte in 7bre 1788. Pre Piero Crabrich Capell a di S. Ant." Ab." Occorre Scola Laica un Cingolo una pi aneta di varj colori , ed una nera, ave ndo sua Sig."' lll. '"' sospese le due vecchi e Cape ll a di S. Mi chi el di jus fami gliare dell a Fam iglia Papic h. Rettore D. Dome.' Crabric h S. Zua nn e Batla Occorre Scola Laica L' incerata. l'antipendio, e le Cart ell e, c così imbianchire la Chiesa Alt are del Corpus Dni Occorre Scola Laica Le cart ell e, e meg li o ass icurare le Reliquie Ca pell a di S. Nicolò Nu ll a occorre Jn Vil la BatJ onagli jus fami glia re dell a Famigli a Cherstinich, non vi è Reltore, nè si sà chi possieda li Beni Sed Non esse ndo altre Chi ese in d.' Villa si uni rono quei vi li ici. ed insti tu irono un a Co nfratern ita dell 'anime purgant i, questa col ritraJto dell 'elemosine la sos ti ene in essere, provedc li sacri arredi, e là offi ziare Chi esa dell a B.V. di Gorizza di molta divo zione di tutta l'jsola ed anco deg l'Esteri situata sopra un monte, La Chi esa è dece ntem.e tenuta - Occorre: dove fatJ e l'esequi e, cd udita la Messa visi tò li seguen ti alt ar i, tuili annessi Quattro Cussi ni al magg iore eh' è Du e purificatori Scola Lai ca Tre Camisi pe r le solennit à 370 A. Mt CULIAN, G. Sintich e la visita alla diocesi di Vegli a, Afli, vol. XXll, 1992, p. 347-377

Al tar Maggio re Du e Foni ce ll e simili al Pev iale di se ta altro di S. Zorzi accomodare li manipoli, e Pi ancte sos pese altro dell a B.V. altro del Ca rmine altro di S. Sebas ti ano Capella di S. Zorzi Occorre: ann essa all 'Abbazia di S.' Lucia sola nell a Vill a d." di S. Zorzi Ri staurar il Tetto cadente. incartar, cd imbianchir la Ca pell a Chi esa Curata di S.' Elisa betta in Vall e di Besca Occorre all a Scola Lai ca. due Cusc ini c una La Chi esa, e l'alt ar maggiore co n la Sacrestia il tutto viene sos tenuto dal Comune Tovag li a decentem.' Li due Alt ari di S. Anto nio Abbatc, e di S.' Elisabetta. sono uffi ziati e sostenuti da ll a Scola Laica di S.' Elisabetta Ca pclla di S. Giuseppe nulla occo rre Sostenuta dal Comune sott o il titolo dell 'a nime Purga nti Chi esa Abbazial e di S.' Lucia di Gius Patronato di sua Scrtà Rettore I'Abbatc Comavolo L'Al tar magg io, e il vaso dell a Chi esa và a peso del Rettore co n gli obbl ighi dell' offi ziatura. Jn d. '" Alt are però vi è l'obbb ligo di Messe dodec i sotto il titolo del Be nefi zio de ll a Nati vità, di jus fami gliare, Rettore D." Nicolò Sersich in vestito con Ducale IOGe n." 1774 co n la rendita di l 37. Jn d. "' Chiesa vi sono due Altari delle Scole, cioè Altar della B. V. annesso all a Occorre Scola Lai ca dell a B. V. di Gorizza. Rinfrescarsi la Palla Altro dell a B.V. de l Rosario pure Scola Lai ca Sei Tovag li e per tutti due li Altari dell e Scole Vi esiste anco L'Altare dell a B. V. del Carmine sotto il titolo di S.' Catt arin a nulla occorre di Gius Patronat o di Sua Sern.à Rettore in vestito co n Dl e 29 Ap le 1788 D. Nicolò Se rsich coll 'obb li go di sci Messe all 'anno, compresa la Cant ata, e con la rendita di c." F. 40. Espose il Rett ore, che va rj beni posso no esser usurpati

Verbenicco Parrocchiale Occorre subi to ri stauro del Colmo in cartar, ed Altar magg ior sotto il tito lo de ll a B. V. dell'Assunta Scola Laica im bi anc hir la Chi esa, occorre un apa rato in terzo di ferand ina. la Chiave al Batti sterio, c suo Pa vio ne serrat ura al Tabernacolo, e Pa vio ncino all a Sacra Pi sside Altare de ll a B.V. del Ca rmin e Occorrono due Ca rte Glori e e du e Cuss ini jus fami gli are dell a Fami gli a Scarec ich Obbli ghi due Messe ca nt ate, una nel gno dell a B. V. del Carmine, c l'altra nel gno seg uen te, acce ndere la lampada tutt e le Feste. Jn d." Altare vi è anco la Scola Laica della B.Y. dc Ca rmin e a cui spetta far celebrare una Messa cantata tutte le terze Dome niche, e tutti li terzi venerdì. Al Altare sud." vi è un 'altra Lampada che s'accende og ni gnu dall a Fraterna de ll 'anime pu rga nti Altare di S. Croce nulla occo rre ab inato alla Scola Laica di S. Piero Altare di S. Tomaso ora sotto il titolo di S. Giuseppe, jus fami gliare Vi tecich investito Prc Zne tenut o in acconcio dal Popolo Vitecich co n Du e.' Altare di S. Ant." Abb.' Occorrono du e Cuss ini Scola Laica Altar della B.V. dell a Neve Occorrono le Cart e Glorie, im boccar, ed Ju s fami gliare de lli di sce nd enti da l q.m Zne Sagaxich, in vestiti D. Pi ero imbianchir Soglianich, D. Mattio Salina co n D. i Dec reti Alt ar dell a B.V. de ll a Prentze Occorrono le Carte Glorie Scola Laica Ca pella SS. " ~ Rosa ri o decentemente ten uto Scola Lai ca Altare di S." Elisabetta nu ll a occorre A. MtCU LI AN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Vegli a, Alli, vo l. XXll, 1992, p. 347-377 371

Scola Laica Jn dello Altare vi sono gl' obblighi deri vanti dall a Famiglia Fugossich pe r jus famigliare, inves tito prese ntem.' Zne Fugossich q. "' Zne con Dl e 26 Apie 1794 Alt are di S. Zne Evageli sta nulla occo rre Scola Laica Ca pell a dell a Na ti vità null a occorre con ti gua all a Parrocc hiale, jus famig li are della Fa mi gli a Bosa ni ch Test." Pre Vido Bosa nich d." Sa ncich Capell a S." Croce null a occorre Scola Laica Capell a di S." Domenica null a occorre Scola Laica Ca pell a di S. Pi ero in Villa Go ri zza due cartell e, Cuss in i, e due Candellieri Concessa al Comune da cui si supli sse agl'obbl ighi , e si sostiene in co ncio, e colm o Capell a di S. Gri sogono di pub.'"" rag.' sospesa per non esser ri staurata. Li obbli ghi si celebrano da l R-"" Clero pro turno, e supp liti so no da questa fi scal Ca mera Ca pell a di S. Mauro nulla occorre annessa al R.do Clero Ca pell a di S. Nicolò Occorre: jus patronato di sua Sertà Rellore il S.' Cane." Bernardi Le porte, ri staurar il coperto, imboccar, incartar, Obblighi e imbianchi r di de ntro e di fu ori li vetri all e Messe basse dodeci Finestre, due Candelli eri , la Croce, due Cussini, tabe lle incerata, e Tovag li e, accomodare la Lampada, e la Pall a Capell a di S. Ant." di Padova null a occorre jus famigliare de ll e Fam iglie Zuec ic h, Fugosich, c Vitcsich Capell a di S. Zne Balla Occorre accomodar le vetriate Scola Lai ca Ne ll a sud .'" Capc ll a Alt are di S.' Catterina Scola Lai ca abinata all a sud .'" Ca pell a di S. Marco Occorre riparar il colmo, e imboccar la Capell a di jus Patronato di sua Sertà Rellore in pnte D. Dome." Baccolo Ca pell a di S. Girolamo jl co lmo è cadente Ne ll a Villa Ressica occorre l'incerata, incm1ar, e imbi anch ir la Chi esa Cu rata Cape!l a Scola Laica

Dobrigno Chi esa Parrocchi ale Occorre: Alt ar maggiore di S. Stefan o il soflitt o, due Cuss ini fodrar di seta li vecc hi per Sco la Lai ca. Reliqui e la Sesta d'una dell e ca mpagne di S." Orso!a co ll 'a utenti ca le solennità, tre tovag li e, rifare un Pev ial e, e fare un 'apparato in terzo di ferandina. Ca li ci sos pesi du e d'arge nto, e due col pedestal di alt ro meta ll o Alt are di S. Antoni o Abb.'. essendo l'A lt are tutt o logoro sarà trasportato Scola Laica quel lo di S. Lorenzo la di cui cape!la fu sopressa Alt are dell a B.V. del Loreto Occorrono du e Cussi ni Scola Laica Altare de ll a B.Y. del Rosario Occorrono le tre cartell e, due Cussi ni, e un a Scola Laica Tovagl ia Alta re del Co rpo di Xto Occorrono du e cuss ini, un a tovagl ia, e le cartelle an nesso all a Scola Laica di S. Stefano Altare di tutti li Sa nti Scola Laica, ma ammini st rata da diversi particolari Altare di S." Croce Scola Lai ca, am ministrata da alcun i parti colari di sce ndenti dal la Fa mi gli a Gli ssich 372 A. MICU LI AN, G. Sinlich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vo l. XXII, 1992, p. 347-377

Ail are di S. Frane." Seraffico di jus pat ronalo di sua Senà Renore D. Nicolò Saftich Chi esa de ll a Visi1 az.' di S." El isabe ll a- Aliar maggior riparar il colmo Scola Laica Jn d." Chi esa Occorre Aliar di S." Canerina. Scola Laica accomodar li apparat i Alir o di S. Biasio annesso all a Scola Laica sud." Capell a di S. Pi elro Aposlolo null a occorre dicesi di jus famig liare d. alcune fami gli e Capella B. V. deg li Angel i null a occorre Scola La ica Cape ll a B. V. degli Ange li nuJJ a OCCO ITe Scola Laica S. Anloni o in Vill a Craj sa occorre Scola Lai ca riparar il co lmo Ca pella di S. Piero null a occorre jn Villa Ga bogna annessa al Clero Ca pell a di S. Zne Zaverzi Scola Laica Ca pell a B. V. di Rassopasno null a occorre Scola Laica Ca pell a dell a Nat ivilà nu ll a occorre manlenul a per di voz.' de lli abil anli de ll a Vill a Pag li e Capell a di S. Mari in pi ccolo nell a Vill a Gosli gna null a occorre Scola La ica Tun i Sa mi null a occorre Chiesa Cura la dell a Vill a Susan na eretla, e mamenula da quel comune olire di che è Scola Laica che supplisse a dod ec i messa basse Cape ll a di S. Giov. Balla nulla occo rre jus fami gli are dell a Famigli a Malaseslinich Cape ll a de SS.; Fili ppo, e Giacomo. Scola Laica null a occo rre

C. Muschio Chi esa Parrocchiale decenlem.' ri s1aura1a , si ordi nò al Parroco, che Aliar maggior dedi calo all a B.V . deli 'Assunla. Scola Laica cl. la S." Mari a magg ior esegui sca la sislemalica rappono al ri paro de ll e gocc ie che in sorgessero. Occorre che siano proved uli due ferrali pe r le Comu ni oni, e Processioni del Sacramenlo, accomodar l'illlerno del Tabernacolo proveder, sei ami li. quauro Cingoli, alqua nl i puri fi cmo ri furono sospesi due cali ci d"A rgenlo sino a lanlo si accomodi no Ail are di S. S1e fano null a occorre jus fami gli are dell a Casa Pin duli ch Renore D." Zne Pindu li ch Dl e Ail are B. V. del Rosario occorro no le ca ne!le Scola Laica abinata a S." M." maggior Ail are di S. Zne Evangel isla null a occorre jus fami gli are de lla Casa Zuvicic h Ca pell ano D." Ani." Jederlini ch con Dl e Ail are dell a B.V. del Carmine occorre un a Tabe ll a soslenulo dall a devozione del Clero. e Popolo Ail are S. Ani." Abbaie occorrono le carie glo ri e, e due Tovaglie Scola Laica ab inata a S." M." magg ior Aliar dell a Visilaz.' null a occorre Era annesso al Clero, ma era uni lam.' aii"Aiiar de ll a B. V. dell a Concez.', so no di jus de ll a Casa Crab ich Rcnore D. Mani a Crabich se nza Duca le Aliar di S. Lu cia so ppresso, an nesso all a scola di S. ;' Maria magg ior A. Mt CULIAN , G. Sintich e la vi sit a alla diocesi di Vegli a, Atti, vo l. XXII , 1992, p. 347-377 373

Altare B.V. dell a Neve occorrono le Carte Glo ri e jus Patro nato di sua Sertà da cui s' investe il Prete pii1 vecchio Rettor D." Ant." Jederlinic h Capell a di S. Zne Batta entro la Parrocchi ale. annesso all a Scola Laica di S." M." maggior Chiesa di S.' Agata jl Colmo cad ut o, occorre rimetterlo. essendo Scola Laica abinata a S.' M." magg ior questa sola Chiesa in Cas tello atta a offi ziars i all 'ora qu ando si ristaura la Parrocchi ale Capell a di S. Ant." di Padova decentem." tenuta Scola Laica abinata a S.' M.' magg ior Capell a di S. Ell ena jus fami gli are de ll a Casa Jederlini ch Rett ore D. An t." Jederl in ich con Dl e Capell a di S. Martin na Zagradi annessa al Piova natc col Benef." semplice di S." Ma rina Li obblighi si suppli scono nell'A ltare posto nella Parrocchia le Capell a dell o Spirito Sant o dece ntcm.' mantenuto jus Pat ro nato di sua Sertà. Rett ore D. Bern ardo Jlijch ora Pi ev." co n Dl e 27 Gen." 1769 Cape ll a B.V . di Gn ivizze jus fami gliare dell a Casa Jurgev ich Rett or D." Bernd." Jlijch co n Dle 1773 Chiesa Cu rata di Mi cog li ce Jl co lmo è cade nte con la Loggia. La Sacresti a da imboccae cd incartar, occorre la portell a ave si custodisco no gl'og li S.", rifare la Ferrament a del BatJ isterio. Tre Tovag li e, le carte glorie, una tolta al Confessionale, una vet rata Altar maggior sotto il titolo di S. Mi chiel jus Pat ronato di sua Sertà Rettore il S.' Ca nco di S. Ma rco D. amm inistradore Piero Alba nese per conto di d" Retlore, si celebrano dodeci all'anno, nel riman ente tutto cade a peso della Scola Laica di S.' Croce tutlo che non possa reggere all a spesa in pi eno di sos tenere cioè l'Alt are e sac re supell etili con li ri stauri del co lm o Alt are de ll a B. V. de l Car min e jus fami gli are delle fa mi gli e Stril cich Giurgev ich, e Radic h Capell a de i SS." Cos mo, e Dam iano nel Der mon Vell i -jus Patronato di sua Se rt.' Retlore I'Abbate Balbi Veneto ammini stradore D. Matti o Fugossich da Verb." Ca pella della B.V. dell 'Ass unta nell a Vill a Sersich Abb isogna di res tauro ordi nato nel t. ne di mes i jus fami gliare dell a Casa Sersich Capell ano D. Nico lò Lessizza tre, alit er sos pesa Capclla di S. Vido nulla occorre jus fami glia re dell a Casa Lessizza. Ca pell ano D. icolò Lessizza

Dobasnizza Chi esa Parrocchiale sotl o il titolo di S. Apo lin ario- Scola Lai ca Di rece nte restaurata, occorre accomodar li appa rati Alt ar del la SS"'' Trini tà Occorre jus fami gliare dell a Casa Bogovich Rettore D." Paolo Bogovich La incerata, accomodar la Pall a, e poner le co rn ic i alle tabelle Alt are di S. Apolina ri o occorre an nesso all 'a ltar magg ior accomodar la Palla, e proveder due Cuss ini Scola Lai ca Alt ar dell a B.V. del Rosa rio null a OCCUlTe Scola Laica Alt are di S. Ant." di Padova null a occorre jus famigl iare dell a Casa Jurcich Rettore D." Giac." Jurcic h Ne l Cimiterio S. Rocco an nesso alla Scola Lai ca del Corpus Dni Ca pell a di S. Zo rzi null a occorre Scola Lai ca 374 A. Mt CU LI AN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Alli, vol. XXJ I, 1992, p. 347-377

Capella di S. Nicolò annessa all 'A rcipretu ra di Veglia jn stato cadente Capella di S. Gi an Batta null a occorre jus fam igli are dell a Casa Crali ch Capella di S. Ant." di Padova nu ll a occorre Scola Laica Capell a di S. Rocco pi ccolo ann essa all a Fabbrica di S. Apolinario Ca pell a dell a B. V. del Carm ine co n decenza ten ut a jus fami gli are dell a Casa Bogov ich Capell a di S. Andrea null a occorre jus famigliare dell a Casa Sgombich, Rettore D. Pi ero Sgombi ch con Dle 18 Mzo 1770 Capell a di S. Paolo occorre Scola Laica ri staurare il colmo. la loggia è cadente Capell a di S. Spiridion occorre erretta dali i q. Nob SS" Alv ise e Bernard in Frate ll i Bonmartini ri staurar il co lmo

Poglizza Chi esa Parrocchia le occo rrono sotto i \titolo di S. Cosmo Tre Tovaglie, accomodar li Apparati, e le vetri ate Scola Laica A\t ar dell a B.V. del Carmine null a occo rre Confratern it a pri vata formata da sei Sacerdoti, e sei secolari A\t ar di S. Zne Eva ngelista null a occorre jus fam iglia re dell a Casa Sgali ch Alt are dell a B.V. del Rosa ri o occorrono Scola Laica du e Tovaglie Alt are de SS. Cos ma e Dam iano occorrono Scola Laica du e Tovag li e Ca pell a di S.' Ceci lia decentem.' tenu to da alcun i Confratelli nell a Villa Brussich Ca pell a di S. Leo na rdo jus Patro nato di sua Senà. Rettore D. Nico lò Brussich

Subburbio Chi esa Curata di S. Fosca occorre Patronato di sua Sert à. Rettore D. Giuseppe Brussich. Nel med" Alt are vi è la ri staurarc la loggia e riparare il Co lmo Scola Laica di S. ' Fosca, che supplir si lr1a tutte le spese di ri stauri c sacre supell etili , tuttoc hè le rendite proven ient i da stabili percepisca il Rettore Capell a di S. Piero null a occorre nell a Vill a Bersaz. jus Famig li are Zucca e Bersaz Cape \l a di S. Antoni o null a occorre nell a Vill a Linardich. jus fami gli are Sgalic h Capell a di S. Francesco nul la occorre jus fami gli are Scherba Chiesa Curata di S.' Anastas ia occorre Scola Laica una Pi aneta bi anca, c ripa rar il Co lmo Cape ll a di S. Mi chi el null a occo rre nell a Villa Monte. annessa all'Arcipretura Capell a di S. Ant onio null a occorre nell a Villa Lacmarti n mant enuta da ll e fami gli e di d."' Vill a Chi esa Curata di S. Giac." occorre annesso a S. Nicolò, tuttoc hè Scola Laica viene la Chi esa sostenut a da l Comun e coprir il salizzo di Pani ghe Chi esa Curata di Ponte occorre L'Altar magg ior sott o il tito lo della SS."' Trinità dal Comu ne sostenuto ultim ar il salizzo, e fare la Sagrest.' A. MtCU LI AN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Vegli a, Alli, vo l. XXll, 1992, p. 347-377 375

Ahar di S. And.' c SS "~ Ros."" occorre Scola Laica rinfrescar la Palla Ahar di S. An 10ni o null a occorre Scola Laica abinata all a sud.'' Ahar dell 'Anime Purg.' 1 nulla occo rre sostenu iO coll 'Elemosi na del ix> polo Capell a di S. Piero de Ca mpi null a occorre jus Pal ronato di sua Sert à. Reuore il Rmo S.' Ca nco D. Zorzi Sinti ch Chi esa di S. Lorenzo Fuori dell a Ciuil annessa all 'Abbazia di S." Lu cia. jus Patronato di su

Città Chiesa Ca tedra le null a occorre Ahar maggior sollo il titolo di S.' Maria Scola Laica Ahar Corpu s Dni - Scola Lai ca occo rre accomodar li due ferali della Comuni one Alta r di S. Nicolò. Scola Laica null a occorre Alt ar dell a B. V. del Ca rmine occo rre Scola Laica accomodar la Palla, e ripara r ali" umi di tà dell 'A ltare con tavo le Al tar del Croce rti sso nulla occorre sostenuto da ll a Ca rit à de' fedeli . La lampada si acce nde dal R."'" S.' Arch" Pastori ch per Legato del q."' Zne Pastori ch Capcll a de ll a atav ità occorre annessa al Priminceri o accomoda r le vetriate. le carte glorie Ca pe ll a B.V. del Rosario Il soffitt o è cadent e, c le vetri ate so no da Scola Laica rim mettersi Capell a di S. Vito occo rre Sco la Laica fare l"a ntipendi o Capella di S.' Croce in Cim itc ri o null a occorre jus famigliare Ecc lesias tico delli di sce nd enti dell i q." SS." Juga li Vene rio. Jn d. '" Ail are vi è il jus fami gli are laico di S. Giuseppe del Tcstad.' sud.'". Più in d."' Ca pell a esiste il 3zo Benefizio Ecc lesiasti co dciii di scend.' 1 dell a q. S." Luciclla s." q."' S.' Andrea Celeb ri ni . Rettore il R.mo S.' Areip. " D. Anz." Celebri ni Capella di S." Anna null a occo rre Vicina al Monaste ro di S. Benedetto annessa al Vcn."" Ca pl o di q. " Catedrale Ca pell a di S. Marco nulla occorre jus patro nato di sua Sc rtà, Rettor D. Frane." Co li zza Chi esa abbazz iale di S. Michiel occo rre jus Patronato di sua Scrtà, Rettore il Rmo S.' Ca ne." di Polla D. Francesco jnca rtar, ed imbian chir la Chi esa. c riparar Co. Balbi il Co lmo 376 A. Mt CU LI AN , G. Sintich e la visita alla diocesi di Veglia, Atti, vol. XXII , 1992, p. 347-377

Altare de ll a B.V. dell a Salute decent emente tenuto Confraterni ta de Signori Cape ll a di S. Gi useppe null a occorre ann essa all 'Archidiaconato Cape ll a di S. Barbara decentem.' te nuta amm inistrata da li i Scolari Bombardieri Capell a di S.' Orsola nul la occo rre di ragione de ll a Mensa Epl e Chiesa del Monastero di S. Benedetto nu ll a occorre Altar magg ior sotto il titolo dell 'Assunta, altro dell a B.V. degl'A ngeli e 3zo de l Crocefi sso Chiesa de l Monastero di S." Chi ara null a occorre Altar maggior sotto il titolo dell'An nu nziata, alt ro del Adolorata, e terzo di S. Antoni o

* * * A. MICULI AN, G. Sintich e la visita all a diocesi di Vegli a, Alli, vol. XXII , 1992, p. 347-377 377

SAZET AK : )) Giannantonio Sintich i p o.~j e t krckoj his kup~ji 1796.<<- Autor nas upoz­ naje s izvjestanjem kojega je 1796. napisao bi skup Gi annanto ni o Sintich nakon posjeta crkvama bi sk upije Krk. lzvjestaj se sastoji od cetiri dijela, a obraduje raz li cita pitanja (reli giozna, ekonom­ ska, demografs ka), te se stoga moze reéi da predstavlja, prije svega, istrazivanje provede­ no u cilju upoznavanja sa stva rnim stanjem zatecenim u vlas titoj biskupiji krajem 18. stolj eéa. Biskup je ul ozio napore i pod uzeo inicijati ve s posve jas nim ciljem: trebalo je po­ boljsati materijalno i ekonomsko stanje :lupa da bi bi skupija zadobila fi zionomiju prave, jed in stvene krséanske zajednice koja bi za vi silajedino od biskupskog aut oriteta, ali i uvje­ te u kojima su zivjelj sveéeni ci, ucini vsi ih svjesnim svojih prava; trebalo je, drugim rijecim a, unijeti klimu »vedrine« u vrsenje slu zbe bozje. Prilikom ove posjete kri teriji i metode koje su se primjenijvali bili su tradicionalni, a sto se ti ce sakralnih objekata, po­ sjet je izvrsen uobicajeno, prema postu pc ima propisanima u »Pontificale Romanum «. Ovu bi skupovu djelatnost treba pamtiti kao jedan od sistematicnih i ozbiljnih pokusaja da se stvore predu vjeti za opéenito poboljsanje stanja u sferi reli gij e, da bi se ubr­ zao proces prilagodbe glede metoda, da bi se odrenili nov i ciljevi , ponudili novi pravci te s re~ s t va za rad kako bi dos lo do daljnje obnove cjelokupne stvarnosti Crk ve u krckoj dije­ cezL

POYZETEK: )) Giannantonio Sintich in njegov obisk sko.fUe na otoku Krku «- Avtor nam v razpravi predstavlja poroc il o skofa Giannantonija Sinticha, ki ga je sestavil po obi­ sku cerk va, ki so bile podrejene skofiji na oloku Krku . Na pet delov razdeljeno poroc il o obrav nava raz li cne argumente (reli gioznega, demografs kega in ekonomskega znacaja). Zato predstav lja predvsem anali zo o materi alnem stanju skofij e ob koncu osemnajstega stoletj a. lz porocil a je t idi mogoce videti , da so skofov i na pori in njegovi podvigi im eli na­ men, zboljsati ekonomski in materi alni polozaj zupniji , da bi skofij a tvoril a resni cno krscausko skupnost, ki bi bila med seboj povezana in podrejena le skofovi avtoriteti . Skofova ze lj a je bila tudi zboljsanje polozaja samega duhov ni stva, da bi se obnasalo odgovorno v odnosu do svojih prav ic. Z drugimi besedami , skusal je vzpostaviti in ure­ sni citi neko neproblematicno ozracje pri opravljanju bozje slu zbe. Pri obi sku se je skof po­ slu zeval tradi cionalnih obli k in kriterijev. Ob obi sku pos lopiji , ki so jih urejali redovniki, pa je siedi l metodi , zacrtani v »Pontificale Romanum «. Vse skofovo delovanje se kaze kot eden od organ skih posku sov ustv ariti predpogoje, ki bi pri spevali k splosnemu izbolj sanju polozaja na reli gioznem polju.