CATERINA SIMONETTA IMARISIO

IL PAESAGGIO E I SEGNI DELLA RELIGIONE. PROBLEMI DI METODO E CASI DI STUDIO

IL PAESAGGIO E I SEGNI DELLA RELIGIONE. PROBLEMI DI METODO E CASI DI STUDIO I legami della geografia con la religione appaiono chiaramente visibili nel paesaggio, che risulta intessuto delle tracce impresse dai culti sia nell’organizzazione del territorio sia nelle espressioni e nei modelli del comportamento sociale. Nel presente contributo, il ruolo dell’impronta identitaria conferito dalla religione al paesaggio viene sviluppato attraverso l’indagine degli aspetti geografici della “liturgia spaziale”, l’esame dei rapporti turismo religioso- pellegrinaggio e del turismo religioso in Piemonte.

LANDSCAPES AND RELIGION’S MARKS. METHODOLOGY ISSUES AND SELECTED CASE STUDIES The links between religion and geography are clearly visible in landscapes, appearing as a result of an intricate amalgamates of various cults on the organisation of the region as well as on the expressions and models of social behaviour. This work will investigate the impact of the religious imprinting on landscape, examining the geographical features of the “space liturgy”, the analysis of the connection between religious tourism as and the religious tourism in .

1. L’impronta storica della religione tazione, l’abbigliamento, i comportamenti so- nel paesaggio ciali, con tempi, cadenze e costumi propri del- le diverse fedi. Le prescrizioni alimentari isla- Lo spazio, come il tempo, può essere segnato da miche, ad esempio, si riflettono nella compo- particolari interventi divini che ne definiscono sizione e nell’organizzazione del paesaggio ru- la “liturgia spaziale” e identificano la vita uma- rale segnandone l’identità. Infatti, l’abolizione na con l’appartenenza a un popolo e a una de- dell’uso del vino dalla dieta alimentare priva il terminata area della terra. I rapporti geografia- paesaggio delle ondulate e colorate sequenze religione e il senso degli studi geografici in que- dei filari della vigna, così come la proibizione sto ambito si connettono perciò al ruolo di fatto- della carne di maiale esclude dal mondo rura- re identitario che la religione svolge nella strut- le le strutture zootecniche e colturali legate al- Fig. 1. turazione del territorio. Essa agisce da matrice l’allevamento suino. Piazza San Pietro nel processo di costruzione del paesaggio cul- Anche l’intreccio della religione con la lingua, gremita di oltre turale ed affida al paesaggio il ruolo di custode altro fattore culturale e identitario forte, perva- un milione e mezzo di pellegrini provenienti dei segni, delle testimonianze e dei lasciti del- de e conferisce un’impronta identitaria al ter- ritorio, facilmente leggibile attraverso la topo- da ogni parte la cultura religiosa di società e popoli che si so- del mondo per la no avvicendati e susseguiti nelle diverse epoche nomastica (Azzari et al., 2003). I nomi dei luo- beatificazione di Papa storiche. La religione si propone quindi come ghi guidano nell’individuazione del tracciato di Giovanni Paolo II, elemento costitutivo dell’architettura del pae- percorsi di diffusione e affermazione di partico- Karol Wojtyla, avvenuta saggio, che plasma in maniera visibile, attraver- lari culti attraverso la distribuzione degli agio- il 1° maggio 2011. so la diffusione dei luoghi di culto o dei vivi, dei toponimi, riferi- luoghi dei defunti, dei luoghi della circolazio- ti sia ad elemen- ne, con i percorsi devozionali, gli itinerari dei ti antropici sia ad pellegrinaggi (Deffontaines, 1948). L’incidenza elementi natura- della cultura religiosa sul territorio non si limi- li. Tra i più diffusi ta tuttavia ai lasciti che si riferiscono all’aspetto in Italia, ad esem- strettamente spirituale, ma li travalica attraver- pio, si ritrovano so espressioni che incidono fortemente sia sul- nell’intero terri- la morfologia del paesaggio sia sull’economia torio nazionale dell’area territoriale interessata. Le religioni in- quelli di S. Anto- fatti qualificano lo spazio anche con le manife- nio, S. Giovanni, stazioni della cultura materiale, quali l’alimen- S. Michele, S. Pie- 17 Contributi

tro, Santa Lucia, Santa Margheri- me, un elemento di attaccamento permanen- ta, Santa Maria; altre volte si con- te; rispetto al luogo di accoglienza è un tramite centrano in aree ristrette, come in e uno strumento di coesione delle comunità di Piemonte, dove in un tratto di cir- immigrati per mezzo della costruzione di reti di ca venti chilometri della bassa Val- relazioni, i cui segni sono visibili nei luoghi di le di Susa si susseguono i toponi- culto, nei luoghi d’incontro, del commercio, nel mi di S. Antonio di Ranverso, San- territorio vissuto. La religione si qualifica in tal t’Ambrogio di Torino, Chiusa di modo tra le componenti che, nel rapido rime- S. Michele, S. Antonino di Susa, scolamento connesso alla globalizzazione, con- S. Valeriano, S. Didero, S. Giorio tribuiscono con vigore ad assegnare al territorio di Susa; altri ancora esprimono la un aspetto sempre più meticciato dalla varietà devozione ad un santo particola- dei segni e delle testimonianze dei culti. re connotando vaste aree geogra- fiche: è questo il caso dei comuni 3. Geografia religiosa dedicati a San Nicola, diffusi so- della circolazione prattutto nelle regioni del Mezzo- giorno d’Italia. Anche i toponimi “Geografia religiosa della circolazione” viene de- assegnati a elementi fisici del pae- finita quella che studia gli spostamenti tempora- Fig. 2. Il Santuario di saggio naturale sono spesso testimonianza di nei per motivi religiosi. Quella circolazione che Santiago di Compostela particolare devozione a santi cui la comunità lo- fin dal medioevo, con gli itinerari dei pellegri- (La Coruña) fin dal cale si affida. Esempi si riscontrano nella morfo- naggi, contribuì alla costruzione del paesaggio, Medioevo è la meta logia del rilievo così come in altri elementi del del lungo “Cammino dotandolo di strutture specifiche, strade, ponti, paesaggio: i Colli del Piccolo e del Gran S. Ber- ospizi, attività artigiane (Galliano, 2002). Oggi, di Santiago” che i nardo, che collegano la Valle d’Aosta alla Fran- pellegrini di tutto il anche se la globalizzazione e la diffusa secola- mondo percorrono, cia e alla Svizzera, Monte Sant’Angelo in provin- rizzazione connotano sempre di più le società soprattutto a piedi, cia di Foggia, (fig. 5), Monte Santo di Lussari moderne, la religione domina ancora la vita e per giungere alla in provincia di Udine (fig. 7), Isola di Sant’An- il comportamento di miliardi di individui, che tomba dell’Apostolo tioco e Capo S. Marco in Sardegna, Capo S. Vi- esprimono la loro fede anche attraverso percor- San Giacomo. to in Sicilia, Capo Santa Maria di Leuca in Pu- si, pellegrinaggi verso luoghi dove fenomeni le- Il “Cammino” glia, Serra S. Bruno in Calabria (fig. 8), Isola di gati alla fede hanno avuto manifestazioni par- nel 1993 è stato S. Giulio nel Lago d’Orta. dichiarato Patrimonio ticolari. La tesi che valorizza i luoghi sacri attri- dell’Umanità buendogli la stessa valenza dei tempi sacri del- dall’Unesco. 2. La religione come fattore l’anno liturgico, per cui si parla di una “liturgia dinamico del paesaggio spaziale” oltre che di una “liturgia temporale”, ha trovato un autorevole sostenitore nel Ponte- Il ruolo della religione sul paesaggio interessa il fice Giovanni Paolo II, beatificato il 1° maggio geografo non solo in riferimento ai segni della 2011 (fig. 1). Questi, in occasione del Grande sua presenza storica, ma anche come elemento Giubileo del 2000, manifestava l’intenzione di dinamico di trasformazione identitaria del pae- svolgere uno speciale pellegrinaggio nei luoghi saggio, in relazione ai processi interculturali le- particolarmente legati all’incarnazione del Ver- gati ai flussi migratori e turistici. La coesisten- bo, cui l’Anno Santo si richiamava, per “ripercor- za tra culture e etnie diverse è oggi infatti tra le rere la storia della salvezza nella terra in cui es- sfide principali nel mondo del terzo millennio, sa si è sviluppata”. Affermava perciò che “... nel- sempre più intessuto di identità diverse, che rac- la prospettiva dell’anno bimillenario dell’Incar- chiudono in sé legami di appartenenza a luoghi nazione, avverto forte il desiderio di andare per- e a espressioni culturali differenti. Come anel- sonalmente a pregare nei principali luoghi che, lo forte, la reli- dall’Antico al Nuovo Testamento, hanno cono- gione di colo- sciuto gli interventi di Dio, fino a raggiungere il ro che migrano vertice nel mistero dell’incarnazione e della pa- svolge un dupli- squa di Cristo”. Sosteneva pertanto che “come il ce ruolo: relati- tempo può essere scandito da momenti specia- vamente ai luo- li, allo stesso modo lo spazio può essere segna- ghi e alla cultu- to da particolari interventi salvifici di Dio” (Gio- ra di origine co- vanni Paolo II, 1999). È pertanto con il pellegri- stituisce un lega- naggio che si manifesta una delle forme più an-

Fig. 3. L’Abbazia di Mont Saint-Michel (Normandia) si erge sulla cima dell’omonimo isolotto granitico che dista 1 km circa dalla costa 18 a cui si congiunge durante le basse maree. Fondata nel 708, con la Sacra di San Michele e il Santuario di Monte Sant’Angelo è uno dei tre maggiori luoghi di culto e di pellegrinaggio europei dedicati a San Michele Arcangelo. Fig. 4. La Sacra di San Michele (Sant’Ambrogio di Torino) è situata sul Monte Pirchiriano (metri 962) da cui domina la valle di Susa. È una tra le abbazie benedettine più note ed è considerata fra i maggiori complessi architettonici realizzati in forme romaniche e gotiche cisalpine. Diretta dai Padri Rosminiani, dal 1994 è il monumento simbolo della Regione Piemonte. Fig. 5. Il Santuario di San Michele Arcangelo, sul Gargano, rappresenta da oltre quindici secoli uno dei principali luoghi di culto e di pellegrinaggio della cristianità. Ha dato tiche di migrazione turistica, intesa come mezzo origine all’abitato di di propagazione culturale e religiosa. Monte Sant’Angelo, il centro più elevato della Puglia (m 796). 4. Pellegrinaggio o turismo religioso? partecipando della sacralità insita nel rapporto Che cosa si intende per turismo religioso? Si uomo-spazio” (Perrier, 1992). identifica, è sinonimo di pellegrinaggio? Appare comunque di scarso peso costruttivo lo Il concetto di turismo religioso utilizzato dagli sforzo di distinzione tra i concetti di turismo re- operatori turistici ha ormai acquisito larga diffu- ligioso e pellegrinaggio: sembra infatti di poter sione anche nell’ambiente ecclesiastico seppu- indicare il turismo religioso come un’espressio- re con accezioni diverse, inteso cioè come stru- ne ampia, che interpreta in forma moderna la mento di evangelizzazione. realtà sociale e religiosa. Turismo quindi non I problemi di questa tematica dalle molteplici in antitesi a pellegrinaggio, ma che compren- implicazioni, religiose, sociali, economiche, poli- de all’interno della sua struttura e delle diverse tiche, sono stati affrontati in numerose sedi con- tipologie anche il pellegrinaggio, nelle sue mol- gressuali al fine di individuare ciò che distingue, teplici forme ed accezioni, dalle più restrittive, quali siano i limiti ed i confini tra le due espres- gli itinerari penitenziali spesso ancora a piedi, sioni (Mazza, 1992). Particolarmente vivace su alle più moderne e comode forme di religiosi- questo argomento, in occasione del primo con- tà. Queste, pur avvalendosi spesso di mezzi ra- gresso mondiale della pastorale per i santuari e pidi, costosi e confortevoli, hanno il merito di i pellegrinaggi, era stato l’intervento del vesco- avere esteso il pellegrinaggio a raggio ecumeni- vo di Chartres, mons. Jacques Perrier, che ave- co, consentendo così anche l’infittirsi delle re- va sottolineato le contrapposizioni, ma anche lazioni interculturali a livello globale. le connessioni tra le due manifestazioni religio- se. Aveva dapprima presentato il turismo come 5. Le mete storiche del turismo un’attività economica di primaria importanza, all’opposto del pellegrinaggio, che ha scopo so- religioso in Piemonte lamente religioso. Aveva poi contrapposto il tu- rista, che nel suo tour tende ad accumulare co- I segni della religione connotano il paesaggio noscenze nel minor tempo possibile e ad arric- del Piemonte con espressioni originali e specifi- chirsi culturalmente, al pellegrino che si dirige che. Oltre alla diffusa presenza di santuari, per verso una meta precisa secondo un percorso cui è al terzo posto tra le regioni italiane, il Pie- quasi sempre faticoso e, nel passato, anche dis- monte è attraversato da percorsi storici della de- seminato di ostacoli, per offrire la sua preghie- vozione che si connettono alla , ai ra, la sua devozione, la sua penitenza in un luo- Sacri Monti, fino a raggiungere quella meta che, go particolare, dove Dio si è avvicinato all’uo- unica al mondo, custodisce la Sindone. Fig. 6.Il Santuario di mo direttamente o per mezzo dei santi. Il vesco- La via Francigena, detta anche Romea per in- Notre-Dame du Laus vo Perrier concludeva però riconoscendo che il (m 930 nelle Hautes turismo autentico fa muovere gli uomini verso Alpes) è detto la luoghi dove la religione, la bellezza, la grandio- “Lourdes delle Alpi” perché qui la sità della natura e delle opere umane fanno re- Madonna appariva gredire i limiti dell’ordinario e, quindi, rasen- alla pastorella tano il sacro: “In questo senso si può forse par- Benoîte Rencurel, lare di turismo religioso che, nella maggioran- come a Bernardette. za dei casi, interferisce o si identifica con il pel- Da oltre 300 legrinaggio, assolvendo ad una funzione rige- anni è meta di neratrice, aiutando non soltanto a “vedere”, a pellegrinaggi e “visitare”, ma piuttosto a “vivere” intimamente, molte sono19 state le guarigioni miracolose e le conversioni. Fig. 7. Il Monte Santo di Lussari (m 1789 nelle Alpi Giulie) è soprattutto per il santuario del XVI secolo, detto “dei tre popoli” perché vi confluiscono pellegrinaggi dai tre Stati confinanti: Italia, e . dicare la meta andare” e indicati di volta in volta come Gran anziché la pro- teatro montano, Baluardi innalzati a difesa della fe- venienza, col- de cattolica, ed ancora Bibbia per i poveri, sono più legava le regio- diffusamente noti come Nuove Gerusalemme. Pur ni transalpine al essendo legati da un modello che li accomuna Piemonte attra- negli aspetti naturalistici ed antropici, presenta- verso due impor- no caratteri identitari specifici: si localizzano in tanti valichi, il posizione dominante il paesaggio circostante, Gran S. Bernar- ma si distinguono dai santuari e dagli altri luo- do e il Monce- ghi di culto sommitali perché guidano il pelle- nisio. Principa- grino secondo un percorso di cappelle che si le asse per gran snodano lungo il monte, rivestendolo di sacra- parte dei pellegrini d’Europa, che nel Medioe- lità (fig. 4). All’interno delle cappelle, scene pit- vo la percorrevano per raggiungere Roma e poi toriche e scultoree, realizzate da artisti del valo- proseguire verso la Terrasanta, è stata una via re di , riproducono in preva- di comunicazione strategica anche sotto il pro- lenza la Via Crucis, la vita della Vergine e quel- filo culturale per il ruolo fondamentale svolto la dei Santi. I Sacri Monti costituiscono, in con- nel mettere in relazione religioni, culture, lin- testi ambientali particolari, una sintesi perfetta guaggi ed economie locali. Percorrendola dal tra religione, arte e natura, che l’Unesco ha ri- Moncenisio, in valle di Susa i pellegrini trovava- tenuto di valorizzare includendoli nel Patrimo- no ospitalità nell’Abbazia della Novalesa e nella nio Mondiale dell’Umanità (2003). Sacra di S. Michele (fig. 4), due delle tappe più Nell’ambito della liturgia spaziale del Piemon- note delle Alpi occidentali, che ancora nel terzo te si colloca però al primo posto la Sacra Sindo- Fig. 8. La Certosa millennio offrono ospitalità a coloro che prati- di Serra San Bruno ne che, custodita dal 1578 nel Duomo di Tori- cano quel turismo religioso che prevede luoghi no, soprattutto in occasione della sua ostensio- (m 800 nelle Serre di meditazione per soggiorni spirituali. della Calabria), ne genera un’affluenza di milioni di pellegrini Nel settore settentrionale dell’arco alpino occi- fondata nell’XI sec. provenienti da ogni parte del mondo. da San Bruno, è dentale, sono meta del turismo religioso inter- nazionale i Sacri Monti. I più noti e studiati ri- gestita dall’Ordine Conclusioni dei Certosini. sultano quattordici, di cui dodici in Piemonte e Oggi, pur non due in Lombardia1, costruiti e ampliati tra il XV essendo consentito e XIX secolo (Simonetta Imarisio, 2000). Il Pie- In conclusione, la religione può essere conside- accedervi, rimane monte viene abitualmente considerato la patria rata metaforicamente come una delle porte di un’importante meta dei Sacri Monti, perché il primo per epoca di accesso alla lettura e interpretazione del paesag- di turismo religioso fondazione (1486) è stato il Sacro Monte di Va- gio. Contribuisce infatti concretamente a iden- internazionale. rallo (figg. 9-10), da cui si diffuse quel mo- tificarlo attraverso la rete dei segni che consen- dello di religiosi- tono di orientarsi nel territorio e di individuar- tà popolare che ne la cultura: attraverso i luoghi di culto è im- accomuna oggi mediatamente possibile distinguere, ad esem- molti paesi lati- pio, gli spazi dell’ambiente islamico da quello ni, sassoni e sla- cristiano o buddista. Meno evidenti, ma ricono- vi (Barbero, Pia- scibili, sono i segni della religione che condizio- no, 2006). Co- nano la vita sociale ed economica. I precetti re- struiti a seguito ligiosi influenzano, come già osservato, attra- della caduta di verso limitazioni, divieti, imposizioni, non solo Costantinopo- l’alimentazione e l’abbigliamento, ma anche le li e dell’avanza- strutture produttive e commerciali, rurali e ur- ta dei musulma- bane. La liturgia spaziale non si limita però sol- ni, “perché veda tanto ad un ruolo identitario statico, ma assume Gerusalemme anche un’incisiva valenza dinamica, promuoven- chi in pellegri- do flussi di pellegrinaggi e di turismo religioso naggio non può che contribuiscono alla valorizzazione delle ri-

1 I Sacri Monti piemontesi sono stati edificati secondo il seguente percorso storico-geografico: 1. Sacro Monte della “Nuova Gerusalemme”, (Vc), 1486; 2. Santuario-Sacro Monte di Maria Assunta, Crea (Al), 1589; 3. Sa- cro Monte di San Francesco, Orta (No), 1591; 4. Sacro Monte di San Carlo, Arona (No), 1614; 5. Santuario-Sacro Mon- te della Beata Vergine di Loreto, Graglia (Bi), 1616; 6. Santuario-Sacro Monte della Vergine Nera, Oropa (Bi), 1620; 7. Santuario-Sacro Monte di Sant’Anna, o di Santa Maria delle Grazie, Montrigone (Bl), 1631; 8. Santuario-Sacro Mon- te della Santissima Trinità, Ghiffa (Vb), 1647; 9. Santuario–Sacro Monte di San Giovanni, Andorno (Bi), 1654; 10. 20 Sacro Monte Calvario, Domodossola (Vb), 1656; 11. Santuario-Sacro Monte di Nostra Signora di Belmonte, Valper- ga (To), 1712; 12. Santuario-Sacro Monte dei Piloni, Montà d’Alba (Cn), 1775. I sacri monti lombardi sono il (Va), 1604, e il (Co), 1635. Contributi

sorse del territorio e concorrono, con le appo- site infrastrutture, alla trasformazione del pae- saggio culturale. Si può quindi affermare, in sin- tesi, che la religione si connette alla geografi a perché svolge sul paesaggio una triplice azione: lo qualifi ca segnandolo simbolicamente, lo per- vade modifi candolo, ne veicola e promuove la conoscenza, attraverso l’opera dei missionari, i pellegrinaggi, il turismo religioso. Fig. 9. Sacro Monte della “Nuova Gerusalemme”, Il cosiddetto “ritorno del religioso” (Introvigne Varallo Sesia (Vc) - Fondato dal francescano et al., 2001) sembra confermato anche dalla fre- Bernardino Caimi (1486) sul monte che domina quenza e dalla consistenza dei percorsi che av- Varallo, attraverso un percorso di 45 cappelle volgono il globo terrestre in una rete sempre evoca la passione e la morte di Cristo. più fi tta di tracciati che da ogni parte del mon- do si dirigono verso le mete storiche, Terrasan- ta, Roma, Santiago di Compostela (fi g. 2), Lour- des, Fatima (Nesti, 2005), a cui si possono ag- giungere, tra gli altri, il Santuario di Notre-Da- me du Laus (fi g. 6) e l’Abbazia di Mont Saint- Michel (fi g. 3) in Francia. Parallelamente, pe- rò, si moltiplica anche il numero degli itinera- ri devozionali a breve raggio, locali, che percor- rono capillarmente il territorio per raggiunge- re quelle testimonianze della fede popolare che punteggiano il paesaggio rurale di edicole voti- ve e di cappelle campestri.

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Università di - Facoltà di Economia PERCORSI CREATIVI DI TURISMO URBANO Catania, 22-24 settembre 2011 Info: prof. Caterina Cirelli 21 Il turismo e la geografia culturale Riflessioni a seguito della conferenza di Michael Conzen al Politecnico di Como

ichael Conzen, stu- suo tessuto edificato. Ha par- tre eredità di tipo storico e gio. L’Italia vista dai musici- dioso di fama inter- lato approfonditamente di fat- culturale: da quella indiana, sti stranieri dal Gran Tour al Mnazionale e grande tori ambientali, storici, cultu- a quelle ispanica, francese e Novecento (Zecchini, Varese, conoscitore dell’Italia, il gior- rali e del ruolo che questi ed anglosassone. Tratta poi del- 2010). La studiosa - che per no 17 maggio u. s. ha tenuto, altri elementi hanno nell’ana- le trasformazioni delle pian- vari anni ha collaborato con i presso il Polo territoriale del lisi di un centro abitato. tagioni del Sud, della defore- geografi dell’Università Cat- Politecnico di Milano un se- Ha poi presentato da par suo stazione, dell’insediamento tolica di Milano - ha condot- minario sul tema Como’s hi- le trasformazioni del paesag- umano nelle praterie e del- to un’accurata ed interessante storical development from the gio urbano di Como a partire la modifica di vasti spazi de- disamina dei percorsi e delle perspective of urban morpho- dalla realtà del castrum roma- sertici grazie all’irrigazione. mete di una serie musicisti di logy. L’iniziativa scientifica, no, per passare poi alla città Il lavoro continua con temi primo piano i quali hanno co- alla quale hanno partecipato medievale, alla città moder- di geografia culturale quali la ronato la loro formazione “fra numerosi esperti, è stata orga- na e alla crescita più recen- diffusione dei segni dell’et- le braccia della grande madre nizzata da Maria Brovelli, ti- te del tessuto edificato lega- nicità e i paesaggi delle reli- mediterranea”. tolare della cattedra di Topo- ta all’industrializzazione e al- gioni. Si considerano ancora Nel volume si tratta di Wolf- lo sviluppo dell’edilizia mista i paesaggi dell’industrializza- gang Amadeus Mozart che da e residenziale delle aree pe- zione, la costruzione dei city- è sceso fino a Napo- riferiche. scapes, i segni dell’autorità fe- li, passando per Roma, Par- Non dimentichiamo che Con- derale, quelli della società ci- ma, Bologna e Firenze, sen- zen ha appena terminato di vile, del potere privato e della curare - a vent’anni dalla pri- ricchezza dei singoli. Il libro si za dimenticare Venezia e va- ma edizione - la seconda edi- conclude con due capitoli de- rie altre importanti mete. Di zione del volume: The Making dicati a realtà particolarmen- Hector Berlioz viene ricorda- of the American Landscape te attuali: i paesaggi dell’au- to che si sofferma soprattutto (New York, Routledge, 2010, tomobile e creati per l’auto- a Firenze e a Roma, di Franz pp. 546 + XIII). Dal ponde- mobile e i paesaggi dei cen- List si nota la lunga sosta a roso testo emerge il suo inte- tri commerciali, l’ultimo ca- Bellagio, sul lago di Como, resse all’analisi del territorio pitolo è intitolato significati- dove fu ospite di Villa Mel- condotta adottando un’ampia vamente: Designing the Ame- zi. L’autrice presenta ancora prospettiva interdisciplinare rican Utopia. i viaggi di Felix Mendelsshon e tenendo conto dei profon- Conzen, quando ha parlato Bartoldi, di Robert Alexan- di cambiamenti dell’econo- a Como, era reduce da una der Shumann, di Johannes mia, della cultura e della so- serie di attività didattiche e Brahms, di Fryderyk Chopin, cietà dei quali ci viene fornito scientifiche all’Università di di Richard Wagner e di mol- un emblematico esempio con Bologna a cui ha fatto segui- ti altri musicisti. Di tutti ac- quanto è avvenuto negli Stati to una visita alla montagna cenna al percorso esistenzia- Uniti nell’ultimo ventennio. lombarda. Chi lo conosce be- le e tratta dei rapporti tra la Il libro - che non dovrebbe es- ne può facilmente associarlo formazione musicale, le com- sere posseduto solo dalle bi- ad uno di quei viaggiatori che, posizioni e l’esperienza vissu- blioteche universitarie ma an- ricchi di curiosità e di cultu- ta in Italia. che da coloro che vogliono ca- ra, hanno visitato l’Italia nei Il libro, di facile ed interes- grafia e Cartografia presso la pire meglio la complessa for- secoli scorsi. Di questi per- sante lettura, è assolutamente sede lariana di quell’Ateneo. mazione del ricco mosaico dei sonaggi si sono occupati vari degno dell’interesse di chiun- L’insigne maestro della geo- paesaggi americani - è costi- geografi oltre ad altri studio- que voglia capire i legami tra grafia ha trattato dei metodi tuito da venti capitoli, opera si, fra i quali gli esperti, non la geografia culturale e la di- della ricerca morfologica ur- di altrettanti autori scelti fra solo italiani, che collaborano mensione artistica. bana, illustrando il ruolo delle i più qualificati studiosi delle con il Centro Interuniversi- Carlo Brusa complesse vicende che deter- università statunitensi. tario di Ricerche sul Viaggio minano e modificano la strut- Il volume si segnala anche in Italia animato meritoria- tura spaziale di una città e del per il ricco e particolarmen- mente dal grande e pluride- te significativo ap- cennale impegno del - parato cartografi- sista dell’Università di Tori- co e iconografico no Emanuele Kanceff. puntualmente e Di viaggiatori in Italia ci par- utilmente corre- la anche un recente volume dato da opportu- di un attivissima socia del- ne didascalie. Ini- l’AIIG, Marisa Malvasi che zia con il ricono- partecipa sempre con comu- scimento dell’ere- nicazioni ai nostri convegni. dità dell’ambien- Malvasi ha recentemente te naturale, per dato alle stampe il volume: 22 poi passare ad al- Viaggi di note, note di viag-

Il prof. Michael Conzen e la prof. Maria Brovelli durante il seminario.