Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport IL PUGILATO NELL’ANTICHITÀ TRA STORIA, LETTERATURA E ARTE Livio Toschi
[email protected] Nell’Iliade Omero descrive così mirabilmente i giochi funebri voluti da Achille in onore di Patroclo, da giustificare l’affermazione di Friedrich Schiller: «Non ha vissuto invano chi ha potuto leggere il XXIII canto dell’Iliade»1. È questa la prima “cronaca” di un agone sportivo. Dopo aver arso il corpo dell’amico su una pira innalzata con il legname di «aeree querce» del monte Ida, Achille bandisce i giochi funebri (agones epitaphioi), che dota di ricchi premi (agones chrematitai). I testi antichi sono pieni di agones epitaphioi, disputati con modalità più o meno simili in ogni tempo e luogo del mondo greco: dagli athla epi Pelia sulla spiaggia di Iolco2, cantati da Stesicoro, ai giochi in onore di Ettore e di Achille a Troia, descritti dagli autori postomerici. 1. Letteratura Gli agones dell’Iliade hanno luogo nella pianura di Troia presso il fiume Scamandro e vicino alla spiaggia dove sorge l’accampamento dei Greci. Le gare sono otto (cinque delle quali ritroveremo nelle antiche Olimpiadi): la corsa dei cocchi, il pugilato, la lotta, la corsa a piedi, il duello in armi (con elmo, lancia e scudo), il lancio del disco, la gara di tiro con l’arco alla colomba, una non meglio definita «prova delle lance». Nella gara di pugilato (pyx, pygme o pygmachia), i cui premi sono una mula per il vincitore e una coppa per lo sconfitto, Epeo batte facilmente Eurialo3. I due indossano una sorta di cintura intorno ai reni (zoma) e fasciano le mani con strisce di cuoio (himantes)4.