COMUNE DI CARONNO VARESINO Piazza Mazzini, 2 Caronno Varesino (VA)

VERIFICA DI ESCLUSIONE DA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS)

VARIANTE AL PIANO DEI SERVIZI E PIANO DELLE REGOLE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Rapporto Preliminare

ADOZIONE Del. Cons. Com. ____ del ______

Num. Rif. Lavoro 15-161 N. copie consegnate Data Redatto (RT) Revisionato (RC) Approvato (RC e DT) rev00 17/02/2017 Dott.sa C. Fiori Dr. Geol. A. Uggeri Dr. Geol. A. Uggeri rev01 10/07/2017 Dott.sa C. Fiori Dr. Geol. A. Uggeri Dr. Geol. A. Uggeri

rev02

Gruppo di lavoro Dott.sa C. Fiori (coordinamento e redazione documentale) Progettisti - Nome file 15-161 rp_caronno_ad.doc

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Comune di VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS Rev. 01 Caronno DELLA VARIANTE AL PGT 10/07/2017 Varesino Rapporto Preliminare RIF. 15-161

SOMMARIO

1 PREMESSA ...... 4 1.1 Normativa di riferimento ...... 5 1.2 Schema metodologico...... 6 1.3 Soggetti del procedimento...... 8 1.4 Partecipazione integrata...... 9 2 DESCRIZIONE DELLA VARIANTE ...... 11 2.1 Obbiettivi di variante ...... 11 2.2 Varianti al Piano delle Regole ed al Piano dei Servizi...... 11 2.3 Rettifiche degli elaborati grafici ...... 14 2.4 Verifica di coerenza interna ...... 15 3 QUADRO PROGRAMMATICO E VINCOLISTICO...... 16 3.1 Contesto programmatico sovralocale...... 16 3.1.1 Pianificazione regionale...... 16 3.1.1.1 Progetto di integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014 ...... 20 3.1.2 Pianificazione provinciale ...... 22 3.1.3 Pianificazione locale ...... 31 3.1.3.1 Pianificazione forestale (PIF)...... 31 3.1.3.2 Mappe di vincolo ENAC ...... 33 3.1.4 Vincoli ambientali ...... 35 3.1.4.1 Beni tutelati ai sensi del DLgs n. 42/2004 ...... 35 3.1.4.2 Aree di interesse archeologico...... 36 3.1.5 Vincolo idrogeologico...... 37 3.1.6 Aree protette ...... 37 3.1.6.1 Aree protette e Rete Natura 2000...... 37 3.1.7 Rete ecologica...... 39 3.1.7.1 Rete ecologica Regionale (RER)...... 39 3.1.7.2 Rete ecologica Provinciale (REP)...... 40 3.1.8 Vincoli dello studio geologico ...... 42 3.2 Verifica di coerenza esterna...... 45 4 QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO ...... 46 4.1.1 Paesaggio...... 46 4.1.2 Uso del suolo ...... 48 4.1.3 Boschi e foreste...... 49 4.1.4 Rischio idrogeologico...... 50 4.1.4.1 Fattibilità geologica ...... 50 4.1.5 Rischio idraulico e acque superficiali ...... 52 4.1.5.1 Il reticolo idrografico ...... 52 4.1.5.2 Reticolo principale...... 53 4.1.5.3 Descrizione del reticolo idrico...... 54 4.1.5.4 Qualità delle acque superficiali ...... 56 4.1.6 La qualità dell’ambiente urbano ...... 56 4.1.6.1 Qualità dell’aria ...... 56 4.1.6.2 La mobilità comunale...... 57 4.1.6.3 Azzonamento acustico ...... 59 4.1.7 Gestione delle reti idriche...... 61 4.1.7.1 La rete idropotabile ...... 61 4.1.7.2 La rete fognaria ...... 62 4.1.8 Gestione dei rifiuti ...... 64 4.1.9 Attività produttive e insalubri...... 65 4.1.10 Inquinamento elettromagnetico ...... 65 5 VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE...... 66 5.1 Obiettivi generici e sovraordinati ...... 66

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5.1.1 Obiettivi e finalità definiti a livello europeo ...... 66 5.1.2 Obiettivi di rilevanza ambientale del PTR ...... 67 5.1.3 Obiettivi di generali di sostenibilità ambientale del PTCP ...... 67 5.2 Obiettivi di sostenibilità ambientale del PGT ...... 69 5.3 Valutazione degli effetti ambientali ...... 72 5.3.1 Varianti ...... 73 5.3.1.1 Varianti A, B, D, L, N, Q, R – Da TUC residenziale a Aree verdi ...... 73 5.3.1.2 Variante P - Via F.lli Rosselli ...... 78 5.3.1.3 Variante S - Via Puccini (Ambito di completamento AC 11) ...... 79 5.3.1.4 Varianti T, U – Varianti ad ambiti per servizi ...... 83 5.3.1.5 Variante V, Via Maggiolino – comparto artigianale...... 85 5.3.1.6 Varianti X – Cartografia PUGSS ...... 87 5.3.1.7 Bilancio di crescita / decrescita della popolazione...... 89 5.3.2 Rettifiche C, E, F, G, H, I, L, M, O, Y, Z ...... 90 5.3.3 Aggiornamento dello Studio Geologico ...... 90 6 MONITORAGGIO ...... 92 6.1 Monitoraggio della riduzione del consumo di suolo ...... 92 6.2 Indicatori di variante ...... 94 7 CONCLUSIONI ...... 96

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1 PREMESSA

Il vigente Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Caronno Varesino è stato approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 21 del 23 Luglio 2012, ed i relativi atti hanno conseguito efficacia con la pubblicazione sul BURL della Regione Lombardia Serie Avvisi e Concorsi n° 45 del 7 Novembre 2012 e la Variante n. 1/2014 approvata con Delibera di C. C. 27 del 1/08/2014. Avviata la fase operativa di gestione dello strumento di pianificazione comunale, si era riscontrata la necessità di provvedere ad alcune modifiche e varianti al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi che è stata approvata come variante n. 1/2014 con Del. N. 27 del 1.08.2014.

Successivamente l’amministrazione comunale ha deciso di recepire alcune istanze di rettifica presentate dai cittadini e di rivedere alcune previsioni di nuove aree per servizi che non riteneva più necessarie conseguire nel proprio programma di opere pubbliche . Si è data pertanto avvio ad una 2° variante nel 2016 che non incidendo nelle previsioni del Documento di Piano sarà sottoposta solo a verifica di esclusione di VAS.

Il presente documento si inserisce all’interno del procedimento di Verifica di Assoggettabilità a Valutazione Ambientale Strategica della Variante al Piano di Governo del Territorio (PGT) di Caronno Varesino. Esso costituisce il Rapporto Preliminare, contenente le informazioni e i dati necessari alla verifica degli effetti significativi sull’ambiente, sulla salute umana e sul patrimonio culturale, facendo riferimento ai criteri dell’allegato II della Direttiva.

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1.1 Normativa di riferimento

Il Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, che ha riformulato il diritto ambientale, costituisce, nella sua Parte II, l’attuale "legge quadro" sulla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la procedura per la valutazione dei piani e programmi che possono avere un impatto ambientale significativo, come modificato dal D Lgs n. 4/2008 e s.m.i.

Tali normative recepiscono la Direttiva Europea 2001/42/CE, il cui obiettivo è garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente, individuando nella Valutazione Ambientale Strategica lo strumento per l’integrazione delle considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. La VAS si delinea dunque come un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sulle tematiche ambientali delle azioni proposte (politiche, piani o iniziative nell’ambito di programmi nazionali, regionali e locali, ecc.) in modo che queste siano incluse e affrontate, alla pari delle considerazioni di ordine economico e sociale, fin dalle prime fasi (strategiche) del processo decisionale. Questo processo quindi garantisce che gli effetti ambientali derivanti dall’attuazione di determinati piani e programmi, siano presi in considerazione e valutati durante la loro elaborazione e prima della loro adozione. Per lo strumento di pianificazione la VAS rappresenta un processo di costruzione, valutazione e gestione del Piano o Programma, ma anche di monitoraggio dello stesso, al fine di controllare e contrastare gli effetti negativi imprevisti derivanti dall’attuazione di un piano o programma e adottare misure correttive al processo in atto. La direttiva promuove inoltre la partecipazione pubblica all’intero processo al fine di garantire la tutela degli interessi legittimi e la trasparenza nel processo stesso; pertanto la direttiva prevede, in tutte le fasi del processo di valutazione, il coinvolgimento e la consultazione delle autorità “che, per le loro specifiche competenze ambientali, possano essere interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione dei piani e dei programmi” e del pubblico che in qualche modo risulta interessato dall’iter decisionale.

Anche la Regione Lombardia, che ha riformato il quadro normativo in materia di governo del territorio mediante l’approvazione della Legge Regionale 11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il governo del territorio” (B.U.R.L. n. 11 del 16 marzo 2005, 1° s.o.), che ha recepito i contenuti della Direttiva Europea 2001/42/CE; l’articolo 4. La Regione Lombardia ha approvato la DGR n.9/761 del 10/11/2010 “Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di Piani e Programmi – VAS (art. 4, LR n. 12/2005; DCR n. 351/2007) – Recepimento delle disposizioni di cui al D.lgs. 29 giugno 2010 n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n.8/6420 e 30 dicembre 2009, n.8/10971” che definisce lo schema operativo per le VAS. Ulteriori modifiche e integrazioni sono contenute nella DGR del 25 luglio 2012 n. 9/3836.

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1.2 Schema metodologico

Il procedimento di riferimento è illustrato nella DGR n.9/3836 del 25/07/2012 prevede che “le varianti al piano dei servizi e piano delle regole, ai sensi dell’art. 4, comma 2 bis della LR 12/2005, sono soggette a verifica di assoggettabilità a VAS, fatte salve le fattispecie previste per l’applicazione della VAS di cui all’articolo 6, commi 2 e 6, del Decreto Legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (Norme in materia ambientale) tranne quelle per le quali sussiste la contemporanea presenza dei requisiti seguenti: a) non costituiscono quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche b) non producono effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE c) determinano l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori. Per queste varianti minori si procede a verifica di assoggettabilità alla VAS.

In particolare si riportano alcune considerazioni.

 La variante non costituisce quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE e successive modifiche. Nessuna delle varianti riguardano ambiti relativi a progetti assoggettati a Valutazione di Impatto Ambientale;

 La variante non produce effetti sui siti di cui alla direttiva 92/43/CEE . Nel territorio comunale non vi sono aree appartenenti alla Rete Natura 2000.

 La variante determina l’uso di piccole aree a livello locale e/o comportano modifiche minori La variante apporta modifiche, talvolta in riduzione, su piccole aree marginali.

Alla luce delle considerazioni di cui sopra si ritiene opportuno applicare il procedimento tecnico- amministrativo di Verifica di Assoggettabilità a VAS illustrato nell’allegato 1u (DGR n.9/3836 del 25/07/2012) e riportato nello schema seguente.

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Lo schema seguente illustra le varie fase del processo metodologico come applicate al contesto comunale.

Fase del P/P Processo di P/P Valutazione Ambientale Procedimento VAS variante del PGT di VAS Caronno Varesino

Fase 1 P1 1 Orientamenti iniziali A1 1 Verifica delle Il territorio comunale non è interessato da Orientamento della variante al PdS e al interferenze con i siti di siti appartenenti alla Rete Natura 2000 PdR Rete Natura 200 – Valutazione di incidenza (ZPS / SIC)

P1 2 Definizione schema A1 2 Definizione dello operativo della variante schema operativo per la Avvio del procedimento Del. G.C. n. 59 del verifica e mappatura dei 2/12/2015 soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico coinvolto A1 3 Rapporto Preliminare della proposta di Variante e determinazione degli effetti significativi – allegato II, Direttiva 2001/42/CE messa a disposizione e pubblicazione su web Messa a disposizione dal 25/05/2017 al (trenta giorni) del rapporto preliminare 23/06/2017 avviso dell’avvenuta messa a disposizione e della pubblicazione su web comunicazione della messa a disposizione ai soggetti comunicazione del 25/05/2017 prot. 4270 competenti n materia ambientale e degli enti territorialmente interessati Decisione L’autorità competente per la VAS, d’intesa con l’autorità procedente, assume la decisione di assoggettare o meno la variante alla valutazione ambientale (entro 45 giorni dalla messa a disposizione) e informano circa la decisione assunta

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1.3 Soggetti del procedimento

Il presente paragrafo definisce i soggetti coinvolti nel processo di VAS, in linea con le definizioni della direttiva comunitarie (art. 2), integrati in base alle DGR VII/6420 del 27/12/2007, DGR 10971/2009, DGR n.9/761 del 10/11/2010, DGR 9/3836 del 25/07/2012 e adattati alla realtà del procedimento. I soggetti sono stati individuati con idonea Delibera di Giunta Comunale n. 121 del 2/12/2015.

Tabella 1. Elenco dei soggetti coinvolti Definizioni Soggetti Autorità procedente E’ la pubblica amministrazione che elabora il P/P ovvero, nel Responsabile del Settore Edilizia caso in cui il soggetto che predispone il P/P sia un diverso Privata – Urbanistica soggetto pubblico o privato, la pubblica amministrazione che arch. Micaela Hollrigl recepisce, adotta o approva il piano/programma. E’ la pubblica amministrazione cui compete l’elaborazione della dichiarazione di sintesi. Tale autorità è individuata all’interno dell’ente tra coloro che hanno responsabilità nel procedimento di P/P.

Autorità competente per la VAS E’ la pubblica amministrazione cui compete l’adozione del Responsabile del Settore Lavori provvedimento di verifica di assoggettabilità e l’elaborazione Pubblici, Ecologia e Ambiente del parere motivato. arch. Giulio Turconi L’autorità competente per la VAS è individuata all’interno dell’ente con atto formale dalla pubblica amministrazione che procede alla formazione del P/P, nel rispetto dei principi generali stabiliti dai d.lgs 16 gennaio 2008, n.4 e 18 agosto 2000, n. 267. Essa deve possedere i seguenti requisiti: a) separazione rispetto all’autorità procedente; b) adeguato grado di autonomia nel rispetto dei principi generali stabiliti dal d.lgs 18 agosto 2000, n. 267, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 29, comma 4, legge n. 448/2001; c) competenze in materia di tutela, protezione e valorizzazione ambientale e di sviluppo sostenibile. Tale autorità può essere individuata: • all’interno dell’ente tra coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale; • in un team interdisciplinare che comprenda, oltre a coloro che hanno compiti di tutela e valorizzazione ambientale, anche il responsabile di procedimento del P/P o altri, aventi compiti di sovrintendere alla direzione generale dell’autorità procedente; • mediante incarico a contratto per alta specializzazione in ambito di tutela e valorizzazione ambientale ai sensi dell’articolo 110 del D. lgs 18 agosto 2000, n. 267

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Tabella 1. Elenco dei soggetti coinvolti Definizioni Soggetti Estensore della Variante al Piano di Governo del Territorio Redazione del documento di Soggetto incaricato dalla P.A. proponente di elaborare la variante del PGT di a cura degli documentazione tecnica di variante del PGT architetti Anna Manuela Brusa Pasquè e Massimo Mastromarino

Estensore del Rapporto Ambientale Idrogea Servizi S.r.l. Soggetto incaricato dalla P.A. per lo sviluppo del processo di (dott.sa Cristina Fiori, dott. Geol. VAS e per l’elaborazione del Rapporto Ambientale Alessandro Uggeri)

Soggetti competenti in materia ambientale  A.R.P.A. Lombardia - Strutture pubbliche competenti in materia ambientale e della Dipartimento di Varese; salute per livello istituzionale  A.T.S. di Varese;  Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia  Soprintendenza ai Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano;  Soprintendenza ai Beni Archeologici di Milano;

Enti territorialmente competenti  Regione Lombardia; Enti territorialmente interessati a vario titolo ai potenziali  Provincia di Varese e/o l’Ente effetti derivanti dalle scelte del PGT che la sostituirà in attuazione del D.L. 188/2012 s.m.i;

Contesto transfrontaliero Comuni confinanti (, Amministrazioni territorialmente confinanti , , Gornate , , ) Pubblico vedi paragrafo successivo Singoli cittadini e associazioni di categoria e di settore

1.4 Partecipazione integrata

Il processo di partecipazione integrata alla VAS della Variante del Piano di Governo del Territorio viene sviluppato in supporto all’amministrazione procedente, sfruttando diverse tipologie comunicative al fine di raggiungere in modo efficace tutti i soggetti coinvolti e garantire la trasparenza e la ripercorribilità del processo. In particolare gli strumenti di informazione che verranno adottati sino al termine del procedimento sono:

 Momenti di formazione e di partecipazione del pubblico;  Affissione degli avvisi relative alla diverse pubblicazioni e agli incontri nelle bacheche, presso l’Albo Pretorio e sul sito internet del Comune.

È prevista la partecipazione e il coinvolgimento dei diversi soggetti durante tutte le fasi della VAS con diverse finalità, in base alla fase di riferimento del processo di valutazione.

I soggetti coinvolti e i settori di pubblico interessati all’iter decisionale sono i seguenti:

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 Associazioni di categoria (industriali, agricoltori, commercianti, esercenti, costruttori edili);  Associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (Legambiente, Italia Nostra)  Ordini e Collegi professionali (Architetti, Ingegneri, Geologi, Geometri, Periti industriali, Periti Edili, Periti Agrari);  Associazioni e/o grupi di cittadini (es. comitati) che possano avere interesse ai sensi dell’art. 9 del DLgs n. 152/2006 e s.m.i.  Capigruppo consiliari;  Commissione per il Paesaggio  Enti gestori dei servizi.

A seguito della messa disposizione del Rapporto Preliminare e della Proposta di Variante, sono pervenuti i pareri espressi dai seguenti enti:

 Provincia di Varese (Determinazione n. 1369 del 19/06/2017)  ARPA Lombardia (Rif. Fascicolo 2017.4.43.43 del 17/06/2017)  ATS Insubria (Rif. Prot. 48491 del 25/05/2017)

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2 DESCRIZIONE DELLA VARIANTE

2.1 Obbiettivi di variante

Sulla base di quanto espresso nella delibera di Giunta Comunale di avvio del procedimento di redazione della Variante, l’Amministrazione ha individuato la presente Variante al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole come un momento di ricognizione dell’attuazione del Piano di Governo del territorio a 3 anni dalla sua approvazione, ed ha espresso i seguenti obbiettivi di Variante:

1. coerenza con la LR 31/2014: coerentemente con gli obiettivi della LR 31/2014 sul consumo di suolo, la Variante non riguarderà il Documento di Piano né nuovi ambiti di trasformazione; 2. verifiche sull’attuazione del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà la verifica del l’attuazione degli interventi previsti , relativamente alle aree per servizi e per la mobilità 3. adeguamenti delle previsioni del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà le possibili variazioni finalizzate ad attualizzare le previsioni di Piano; 4. adeguamento delle norme del PdR: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la revisione e la specificazione delle norme tecniche di attuazione, dove ciò si ritenesse necessario; 5. modifiche di azzonamento nel TUC: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la modifica dell’azzonamento nel rispetto degli obiettivi generali fissati dal Documento di Piano, per facilitarne l’attuazione.

La Variante oggetto della presente valutazione , in coerenza con le istanze partecipative pervenute, persegue l’obiettivo di adeguare lo strumento urbanistico alle esigenze emerse dopo l’entrata in vigore del piano stesso e sulla base delle istanze dei cittadini e delle esigenze della Amministrazione viene strutturata nella seguente classificazione:

 varianti al Piano delle Regole ed al Piano dei servizi  rettifiche degli elaborati grafici

Segue una breve descrizioni delle varianti, descritte dettagliatamente nella relazione di variante cui si rimanda per ulteriori dettagli.

2.2 Varianti al Piano delle Regole ed al Piano dei Servizi

Si conferma che la presente variante comporta la modifica del Piano delle Regole e del Piano dei servizi del vigente P.G.T., mentre per quanto riguarda il Documento di Piano la variante determina solo l’aggiornamento di alcuni dati conseguenti al recepimento delle modifiche previste nei precedenti atti, per renderli coerenti con quelli indicati nel Piano delle Regole, lasciando comunque invariati gli elementi fondamentali che lo caratterizzano quali: il quadro ricognitivo e programmatico di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del comune, l’assetto viabilistico, il quadro conoscitivo del territorio comunale e l’assetto geologico, idrogeologico e sismico e gli aspetti che riguardano gli atti di pianificazione sovracomunale.

Verificato quindi che, non comportando la presente variante modifiche del Documento di Piano, non necessita di :

- parere della Provincia di Varese , in merito alla compatibilità della variante con il Piano territoriale di coordinamento provinciale ai sensi dell’art. 13, comma 5 della l.r.12/2005,

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- di procedimento di Valutazione ambientale Strategica ai sensi dell’art. 4 della legge regionale n. 12/2005; la procedura da utilizzare per la presente variante è quella prevista dall’art 13 della legge regionale n. 12/2005 con esclusione delle fasi previste dai comma 5 e 5bis dello stesso articolo.

La variante interessa pochi ambiti ricadenti all’interno del Tessuto consolidato ed interviene in alcuni punti del testo normativo al fine di eliminare alcune incongruenze , precisare meglio alcune definizioni e prescrizioni e integrare la normativa con i nuovi aggiornamenti legislativi. Segue una tabella riepilogativa.

IDENT. INDIRIZZO N° CATASTALE OGGETTO DELLA VARIANTE AREA (mappali) Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e A Loc. Zoia 7052 di connessione tra il territorio rurale ed edificato Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di B Via Papa 5467 connessione tra il territorio rurale ed edificato Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di D Via Macchi 5483 connessione tra il territorio rurale ed edificato Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di L Via Palani 1752 connessione tra il territorio rurale ed edificato Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di N Via Montello 1934 connessione tra il territorio rurale ed edificato Conferma indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 222, 1580, 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009 P Via F.lli Rosselli 4577, 6644, attraverso l’integrazione dell’art. 2.3.2 “Tessuto 6646 urbano consolidato residenziale denso” del testo normativo del Piano delle regole Viene eliminata la previsione del Piano di Lottizzazione comparto CP 1 di Via Puccini/Via 1° Maggio che fu approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 24.02.201, ma di cui la convezione non è mai Via Puccini / stata soscritta anche a seguito di sollecitazione ad Q ex C.P.1 Via 1° Maggio ottemperare a tale impegno da parte della Amministrazione Comunale. All’ambito di conseguenza è stata attribuita da destinazione di Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato . Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di R Via Papa 5466 connessione tra il territorio rurale ed edificato Eliminare la previsione di area per servizi sull’intero S Via Puccini lotto attribuendo al comparto la destinazione di ambito di completamento residenziale (Nuovo ambito AC11) Eliminazione del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola dei Via Papa T servizi come area in previsione con la sigla A7 di 810 Giovanni XXIII mq. nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso

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IDENT. INDIRIZZO N° CATASTALE OGGETTO DELLA VARIANTE AREA (mappali) Eliminazione di una parte del comparto previsto per servizi, contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla P27 ; la riduzione U Via Brughiera dell’area per servizi è di 1.390 mq. a cui viene attribuita una nuova destinazione come Tessuto produttivo consolidato Integrazione dell’art. 2.3.5 Tessuto produttivo consolidato misto con l’individuazione del comparto V Via Maggiolino relativo ad un’attività artigianale dismessa in cui viene consentita il recupero della volumetria esistente con la funzione residenziale. In considerazione dell’avvenuta attuazione e completamento delle previsioni del comparto di W AC8 completamento l’area viene ricondotta nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso Si aggiorna la tavola contenuta nel Pugss 01 relativa X PUGSS agli agglomerati – aree servite e non servite da fognatura

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2.3 Rettifiche degli elaborati grafici

Una parte delle modifiche apportate al piano sono finalizzate ad apportare correzioni agli errori materiali e/o modeste incongruenze rilevate nell’ambito della normale gestione del Piano stesso e segnalate dagli stessi cittadini. Segue una tabella riepilogativa delle rettifiche.

IDENT. INDIRIZZO N° CATASTALE OGGETTO DELLA RETTIFICA AREA (mappali) Da Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato a TUC residenziale denso e per la 3005, 5373, C Via Don Radaelli stessa superficie da Residenziale denso ad Aree verdi 5375, 5295 periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato Da Aree boscate ad Aree agricole in quanto il terreno non E Via Pollo 5481 risulta boscato e non è stato classificato come tale dal PIF. 2791, 2794, 2795, 2796, 2797, 2800, 2802, 2803, 2804, 2805, Da Aree agricole di interesse ambientale e paesistico ad F Via Pollo 2806, 2807, Aree agricole 2809, 2810, 2812, 2813, 2816, 6004, 6006 5445, 5449, Da sede stradale a TUC residenziale denso in quanto G Via Casèe 6177, 6239, trattasi di strada privata di cui l’Amministrazione non ha 6240 mai previsto l’acquisizione al patrimonio pubblico Da sede stradale ad Aree Boscate in quanto il tracciato 2711, 7693, indicato attualmente non esiste e non risulta necessario H Via Maisa 7694 prevedere la sua formazione in quanto l’area è effettivamente boscata. Da sede stradale a TUC residenziale denso in quanto il 5770, 5771, I Via Palani tracciato come indicato nel vigente PGT risulta 6387, 6388 corrispondere ad un accesso privato alle proprietà Rettifica del perimetro del centro storico a seguito una Via Stribiana valutazione dello stato reali dei luoghi. Pertanto una M 1927 Superiore piccola porzione passerà da Tessuto storico a TUC residenziale denso Ripristino previsione contenuta nell’art. 32 delle Norme O Via Bianchi 117 Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale (PRG) Eliminazione della previsione di allargamento della parte Y Via Trento finale di Via Trento

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2.4 Verifica di coerenza interna

Nella tabella seguente si illustra graficamente la coerenza tra gli obiettivi della seconda variante e le linee guida strategiche illustrate nella Variante stessa al PGT comunale. L’analisi proposta trova una interpretazione grafica secondo il seguente schema.

Azione non pertinente con l'obiettivo di pianificazione Azione pienamente coerente con l'obiettivo di pianificazione Azione parzialmente coerente con l'obiettivo di pianificazione Azione non coerente con l'obiettivo di pianificazione

L’analisi evidenzia che ogni azione trova una coerenza con le strategie della variante e ogni strategia trova una traduzione nella variante come azione pianificatoria.

Obbiettivo strategico di 2° Variante

Azioni di di 2° Variante COERENZA CON LA LR 31/2014 LR CON LA COERENZA VERIFICHE SULL’ATTUAZIONE PDS DEL ADEGUAMENTI DELLE PDS DEL PREVISIONI ADEGUAMENTONORME DELLE PDR DEL DI AZZONAMENTO MODIFICHE TUC NEL Varianti A, B, D, L, N, Q, R – Da TUC residenziale a

Aree verdi Variante P Via F.lli Rosselli - Conferma indici di

edificabilità previsti dal Permesso di costruire Variante S - Via Puccini (Ambito di completamento

AC 11) Varianti T, U – Varianti ad ambiti per servizi Variante V, Via Maggiolino – comparto artigianale Varianti X – Cartografia PUGSS Rettifiche C, E, F, G, H, I, L, M, O, Y, Z Aggiornamento dello Studio Geologico

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3 QUADRO PROGRAMMATICO E VINCOLISTICO

Il presente capitolo illustra brevemente il contesto programmatico sovralocale: paragrafo nel quale vengono riportati i principali strumenti di pianificazione territoriale sovraordinata e il quadro vincolistico territoriale, elementi con i quali la variante dovrà necessariamente coerenziarsi;

Lo scopo del presente capitolo è di riepilogare e individuare in modo univoco gli elementi che dovranno essere tenuti in considerazione nella definizione dello strumento di pianificazione territoriale.

3.1 Contesto programmatico sovralocale

3.1.1 Pianificazione regionale

Il Piano Territoriale Regionale (PTR), approvato definitivamente con la dcr del 19/01/2010, n.951 è lo strumento di pianificazione a livello regionale (l.r.12/05 art.19), che costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione regionale di settore, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province.

Il P.T.R. ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico.

Il PTR indica:  gli obiettivi principali di sviluppo socio-economico del territorio regionale  il quadro delle iniziative per la realizzazione delle infrastrutture e delle opere di interesse regionale e nazionale  i criteri per la salvaguardia dell'ambiente  il quadro delle conoscenze fisiche del territorio e definisce:  le linee orientative di assetto del territorio  gli indirizzi generali per la prevenzione del rischio geologico, idrogeologico e sismico  gli indirizzi per la programmazione territoriale di comuni e province  gli obiettivi prioritari di interesse regionale.

Il PTR si articola nei seguenti documenti:

 Documento di Piano,

Il Documento di piano individua degli obiettivi di pianificazione per l’intero territorio regionale tre macro obiettivi:Proteggere e valorizzare le risorse della Regione, Riequilibrare il territorio lombardo, Rafforzare la competitività dei territori della Lombardia, e ulteriori 24 obiettivi:

1. Favorire, come condizione necessaria per la valorizzazione dei territori, l’innovazione, lo sviluppo della conoscenza e la sua diffusione: in campo produttivo (agricoltura, costruzioni e industria) e per ridurre l’impatto della produzione sull’ambiente nella gestione e nella fornitura dei servizi (dalla mobilità ai servizi) nell’uso delle risorse e nella produzione di energia e nelle pratiche di governo del territorio, prevedendo processi partecipativi e diffondendo la cultura della prevenzione del rischio 2. Favorire le relazioni di lungo e di breve raggio, tra i territori della Lombardia e tra il territorio regionale e l’esterno, intervenendo sulle reti materiali (infrastrutture di trasporto e reti tecnologiche) e immateriali (sistema delle fiere, sistema delle università, centri di eccellenza, network culturali), con attenzione alla sostenibilità ambientale e all’integrazione paesaggistica

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3. Assicurare, a tutti i territori della regione e a tutti i cittadini, l’accesso ai servizi pubblici e di pubblica utilità, attraverso una pianificazione integrata delle reti della mobilità, tecnologiche, distributive, culturali, della formazione, sanitarie, energetiche e dei servizi 4. Perseguire l’efficienza nella fornitura dei servizi pubblici e di pubblica utilità, agendo sulla pianificazione integrata delle reti, sulla riduzione degli sprechi e sulla gestione ottimale del servizio 5. Migliorare la qualità e la vitalità dei contesti urbani e dell’abitare nella sua accezione estensiva di spazio fisico, relazionale, di movimento e identitaria (contesti multifunzionali, accessibili, ambientalmente qualificati e sostenibili, paesaggisticamente coerenti e riconoscibili) attraverso: la promozione della qualità architettonica degli interventi la riduzione del fabbisogno energetico degli edifici il recupero delle aree degradate la riqualificazione dei quartieri di ERP l’integrazione funzionale il riequilibrio tra aree marginali e centrali la promozione di processi partecipativi 6. Porre le condizioni per un’offerta adeguata alla domanda di spazi per la residenza, la produzione, il commercio, lo sport e il tempo libero, agendo prioritariamente su contesti da riqualificare o da recuperare e riducendo il ricorso all’utilizzo di suolo libero 7. Tutelare la salute del cittadino, attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente, la prevenzione e il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico, luminoso e atmosferico 8. Perseguire la sicurezza dei cittadini rispetto ai rischi derivanti dai modi di utilizzo del territorio, agendo sulla prevenzione e diffusione della conoscenza del rischio (idrogeologico, sismico, industriale, tecnologico, derivante dalla mobilità, dagli usi del sottosuolo, dalla presenza di manufatti, dalle attività estrattive), sulla pianificazione e sull’utilizzo prudente e sostenibile del suolo e delle acque 9. Assicurare l’equità nella distribuzione sul territorio dei costi e dei benefici economici, sociali ed ambientali derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio 10. Promuovere l’offerta integrata di funzioni turistico-ricreative sostenibili, mettendo a sistema le risorse ambientali, culturali, paesaggistiche e agroalimentari della regione e diffondendo la cultura del turismo non invasivo 11. Promuovere un sistema produttivo di eccellenza attraverso: il rilancio del sistema agroalimentare come fattore di produzione ma anche come settore turistico, privilegiando le modalità di coltura a basso impatto e una fruizione turistica sostenibile il miglioramento della competitività del sistema industriale tramite la concentrazione delle risorse su aree e obiettivi strategici, privilegiando i settori a basso impatto ambientale lo sviluppo del sistema fieristico con attenzione alla sostenibilità 12. Valorizzare il ruolo di Milano quale punto di forza del sistema economico, culturale e dell’innovazione e come competitore a livello globale 13. Realizzare, per il contenimento della diffusione urbana, un sistema policentrico di centralità urbane compatte ponendo attenzione al rapporto tra centri urbani e aree meno dense, alla valorizzazione dei piccoli centri come strumenti di presidio del territorio, al miglioramento del sistema infrastrutturale, attraverso azioni che controllino l’utilizzo estensivo di suolo 14. Riequilibrare ambientalmente e valorizzare paesaggisticamente i territori della Lombardia, anche attraverso un attento utilizzo dei sistemi agricolo e forestale come elementi di ricomposizione paesaggistica, di rinaturalizzazione del territorio, tenendo conto delle potenzialità degli habitat 15. Supportare gli Enti Locali nell’attività di programmazione e promuovere la sperimentazione e la qualità programmatica e progettuale, in modo che sia garantito il perseguimento della sostenibilità della crescita nella programmazione e nella progettazione a tutti i livelli di governo 16. Tutelare le risorse scarse (acqua, suolo e fonti energetiche) indispensabili per il perseguimento dello sviluppo attraverso l’utilizzo razionale e responsabile delle risorse anche in termini di risparmio, l’efficienza nei processi di produzione ed erogazione, il recupero e il riutilizzo dei territori degradati e delle aree dismesse, il riutilizzo dei rifiuti

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17. Garantire la qualità delle risorse naturali e ambientali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, la riduzione delle emissioni climalteranti ed inquinanti, il contenimento dell’inquinamento delle acque, acustico, dei suoli, elettromagnetico e luminoso, la gestione idrica integrata 18. Favorire la graduale trasformazione dei comportamenti, anche individuali, e degli approcci culturali verso un utilizzo razionale e sostenibile di ogni risorsa, l’attenzione ai temi ambientali e della biodiversità, paesaggistici e culturali, la fruizione turistica sostenibile, attraverso azioni di educazione nelle scuole, di formazione degli operatori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica 19. Valorizzare in forma integrata il territorio e le sue risorse, anche attraverso la messa a sistema dei patrimoni paesaggistico, culturale, ambientale, naturalistico, forestale e agroalimentare e il riconoscimento del loro valore intrinseco come capitale fondamentale per l’identità della Lombardia 20. Promuovere l’integrazione paesistica, ambientale e naturalistica degli interventi derivanti dallo sviluppo economico, infrastrutturale ed edilizio, tramite la promozione della qualità progettuale, la mitigazione degli impatti ambientali e la migliore contestualizzazione degli interventi già realizzati 21. Realizzare la pianificazione integrata del territorio e degli interventi, con particolare attenzione alla rigorosa mitigazione degli impatti, assumendo l’agricoltura e il paesaggio come fattori di qualificazione progettuale e di valorizzazione del territorio 22. Responsabilizzare la collettività e promuovere l’innovazione di prodotto e di processo al fine di minimizzare l’impatto delle attività antropiche sia legate alla produzione (attività agricola, industriale, commerciale) che alla vita quotidiana (mobilità, residenza, turismo) 23. Gestire con modalità istituzionali cooperative le funzioni e le complessità dei sistemi transregionali attraverso il miglioramento della cooperazione 24. Rafforzare il ruolo di “Motore Europeo” della Lombardia, garantendo le condizioni per la competitività di funzioni e di contesti regionali forti

I 24 obiettivi del PTR sono stati declinati secondo due punti di vista: tematico e territoriale; Sulla base di tali declinazione vengono definiti obiettivi specifici per i diversi temi e sistemi territoriali individuati utile nella definizione degli obiettivi di pianificazione territoriale a scala comunale.

I temi individuati sono i seguenti:

 Ambiente (Aria, cambiamenti climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore e radiazioni,…)  Assetto Territoriale (mobilità e infrastrutture, equilibrio territoriale, modalità di utilizzo del suolo, rifiuti, rischio integrato ….)  Assetto economico/produttivo (industria, agricoltura, commercio, turismo, innovazione, energia, rischio industriale,…)  Paesaggio e Patrimonio Culturale (paesaggio, patrimonio culturale e architettonico,…)  Assetto sociale (popolazione e salute, qualità dell’abitare, patrimonio ERP,…).

Mentre i sistemi territoriali del territorio lombardo sono:

 Sistema Metropolitano  Montagna  Sistema Pedemontano  Laghi  Pianura Irrigua  Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura

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Il territorio provinciale ricade interamente nel sistema territoriale dei Laghi e nella parte nord nel sistema della Montagna e nella porzione più meridionale si sovrappongono il sistema metropolitano e il sistema pedemontano, come illustrato nella figura seguente (DDP tavola 4).

Caronno Varesino

Figura 1 - Sistemi territoriali del PTR (DDP PTR – Tavola 4)

 Piano Paesaggistico, Il Piano Territoriale Regionale (PTR), in applicazione dell’art. 19 della l.r. 12/2005, ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della legislazione nazionale (Dlgs.n.42/2004) Il Piano paesistico si sviluppa in una Relazione Generale, che esplicita contenuti, obiettivi e processo di adeguamento del Piano, nel Quadro di Riferimento Paesaggistico che introduce nuovi significativi elaborati e aggiorna i Repertori esistenti e nella relativa cartografia e normativa di riferimento.  Strumenti operativi che illustrano criteri, indirizzi, linee guida di carattere generale o riferiti a elementi specifici ovvero settoriali, e indicazioni dirette che devono essere recepite nella redazione di PGT e PTCP. L'elenco dei Comuni tenuti alla trasmissione del PGT o sua variante in Regione è stato integrato a seguito dell'aggiornamento 2015 e per la provincia di Varese include Agra, Albizzate, , , , , , , , , , Cadrezzate, , , , Castelseprio, , , , , , , , , , Gornate Olona, , , , Laveno Mombello, , , Lozza, .

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Il comune di Caronno Varesino non è tenuto ad ottemperare a tale prescrizione.

 Sezioni Tematiche, che accolgono elementi, riflessioni, spunti che, pur non avendo immediata e diretta cogenza, offrono l'opportunità di fornire chiavi di lettura e interpretazione dei fenomeni omogenee tra i diversi soggetti istituzionali e non. Tra i temi indagati: competitività, corridoi europei, difesa del suolo, sistema delle conoscenze.

3.1.1.1 Progetto di integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014

La LR31/2014 introduce (art.3 c.1 l.o e p) un elemento fondante della politica regionale di riduzione del consumo di suolo: definizione di una soglia di riduzione del consumo di suolo associata sia “all’effettiva sussistenza di fabbisogno abitativo” che al “fabbisogno produttivo” tali da giustificare “eventuale” consumo di suolo.

Il Progetto di integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014 sviluppa contenuti sostanziali nel perseguire, attraverso un approccio processuale e di co-pianificazione con gli enti territoriali locali, l’obiettivo di una progressiva riduzione delle previsioni di consumo di suolo, dando una prima sostanziale attuazione agli imperativi di concretizzazione, sul territorio regionale, del traguardo previsto dalla Commissione europea di giungere entro il 2050 a una occupazione netta di terreno pari a zero. La natura programmatica del piano emerge con tutta evidenza nel fatto che, oltre ad indicare la soglia in riduzione e a confermare l’obiettivo del consumo di suolo zero entro il 2050, il piano intende avviare il monitoraggio degli effettivi accadimenti (previ-sioni dei Comuni e relativo consumo di suolo) in condivisione con le Province e i Co-muni, innescando un processo di gestione della riduzione delle previsioni di consumo di suolo basato sullo scambio e sull’organizzazione di dati uniformi rispetto a quanto definito alle diverse scale.

Sinteticamente il progetto si pone i seguenti obiettivi di pianificazione.

Riduzione consumo di suolo

All’interno dei materiali di piano sono declinati gli indirizzi e i criteri che Regione, per tramite del PTR, attribuisce a Province e Città Metropolitana per la determinazione del-le soglie di riduzioni del consumo di suolo da applicarsi agli ATO, e ai Comuni per la determinazione delle soglie di riduzione di scala comunale (PGT), in applicazione alle soglie d’Ambito, nonché gli ulteriori criteri su specifiche modalità di riduzione e con-trollo del consumo di suolo

Il piano individua quindi come obiettivo quello di concretizzare una prima fase di politiche territoriali regionali, con orizzonte al 2020 avviando un processo circolare di scambio e verifica degli indicatori di riduzione del consumo di suolo con i diversi livelli di pianificazione territoriale secondo lo schema seguente.

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Il piano, in specifico elaborato (Criteri per l’attuazione della politica di riduzione del consumo di suolo), definisce criteri omogenei che la stessa Regione e gli enti sotto-ordinati devono applicare per l’attuazione del Piano e per monitorarne l’attuazione. Gli ambiti di regolazione sono i seguenti:

1. Criteri per la riduzione del consumo di suolo 2. Criteri e strumenti per la rigenerazione 3. Modalità per il calcolo del fabbisogno comunale per la residenza e per le attività pro- duttive di beni e servizi 4. Modalità per unificare la redazione della carta di consumo di suolo del PGT 5. Modalità e strumenti comuni per il monitoraggio della riduzione del consumo di suo-lo 6. Criteri e indirizzi di Piano per la riduzione del consumo di suolo per gli Ambiti terri-toriali omogenei

La rigenerazione urbana

La LR31/2014 definisce così la rigenerazione urbana (art.2 c.1 l.e): “Rigenerazione urbana: l’insieme coordinato di interventi urbanistico-edilizi e di ini-ziative sociali che includono, anche avvalendosi di misure di ristrutturazione urbani-stica, ai sensi dell’articolo 11 della lr 12/2005, la riqualificazione dell’ambiente costrui-to, la riorganizzazione dell’assetto urbano attraverso la realizzazione di infrastruttu-re, spazi verdi e servizi, il recupero e potenziamento di quelli esistenti, il risanamento del costruito mediante la previsione di infrastrutture ecologiche finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano.” Il piano attribuisce alla Regione, alla Città Metropolitana e alle Province l’individuazione degli obiettivi di rigenerazione territoriale e lo svolgimento di un fondamentale ruolo di promozione e coordinamento delle azioni comunali. I Comuni svolgono l’azione di base diffusa su tutto il territorio. Gli Areali di programmazione territoriale della rigenerazione riguardano territori che per rilevanza delle relazioni intercomunali (rif.tavola 02.A8), scarsità di suoli residuali (rif.tavola 05.D1) e rilevanza e incidenza delle aree da recuperare (rif.tavola 04.C3), richiedono la pianificazione e la programmazione degli interventi a scala sovra comunale, La Regione, la Città Metropolitana e le Province, insieme ai Comuni, individuano prioritariamente all’interno degli Areali obbiettivi di rigenerazione territoriale di scala vasta. La Regione in sede di programmazione pluriennale individua, all’interno degli Areali di programmazione territoriale di particolare complessità e in accordo con la Città Metropolitana, le Province e i Comuni interessati, i territori oggetto di PTRA per la rigenerazione la cui attuazione richiede il coordinamento e l’intervento diretto della Regione. I Documenti di Piano definiscono gli obiettivi essenziali dei Comuni per la rigenerazione dei loro territori, le strategie di intervento e le politiche sociali alla base del processo di rigenerazione. Il PTR indica i contenuti di riferimento per la rigenerazione urbana. I Comuni dove la rigenerazione urbana assume carattere preminente (così individuati dalla Regione, dalla Città Metropolitana e dalle Province sulla base dei dati di PTR) si dotano di Programmi operativi, ovvero di strumenti di programmazione e pianificazione degli interventi di rigenerazione particolarmente efficaci i cui contenuti di base sono indicati dal PTR.

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3.1.2 Pianificazione provinciale

In attuazione della L.R. 1/2000, n. 1, la Provincia di Varese ha provveduto alla formazione dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) secondo i contenuti specifici definiti nelle "Linee generali di assetto del territorio lombardo" (DGR 7 aprile 2000, n. VI/49509, integrata dalla DGR 21 dicembre 2001, n. VI/7582).

L’efficacia prescrittiva del PTCP di Varese è descritta all’art. 7 delle Norme di Attuazione. Per quanto concerne la pianificazione comunale, il PGT deve recepire diverse tematiche.

 Previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici in attuazione dell’art. 77 della LR 12/2005. Il PTCP ha individuato degli indirizzi di pianificazione e non prescrizioni in materia di beni ambientali e paesaggistici. L’immagine seguente estratta dalla tavola PAE1 evidenzia gli elementi di pregio paesistico soggetti a tutela.

Figura 2 - Beni ambientali e paesaggistici (fonte PAE1)

Il territorio del Comune di Caronno Varesino si inserisce nell’ambito n. 10 “Varese” insieme ai comuni di , , , , , Varese, , Gazzada Schianno, , Morazzone, Castronno, Brunello, , , , , , , Bodio Lomnago, , Biandronno. Gli ambiti paesaggistici

Pag. 22 di 98 Comune di VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS Rev. 01 Caronno DELLA VARIANTE AL PGT 10/07/2017 Varesino Rapporto Preliminare RIF. 15-161 del PTCP sono stati individuati sulla base delle definizioni del PTR della Regione Lombardia e analizzando gli assetti naturalistici, antropici e normativi del territorio. Questo ambito di paesaggio è caratterizzato principalmente da:  il sistema idrico il cui elemento naturalistico più caratterizzante è il Lago di Varese, primo piano della veduta del paesaggio alpino del Monte Rosa;  il sistema orografico incentrato sul massiccio del Campo dei Fiori;  il sistema delle penisole moreniche che, staccandosi dal lato Sud del Lago di Varese, si rastremano e si sfrangiano verso la pianura, costruendo il tipico paesaggio collinare. La valle dell’Olona incide profondamente la pianura mentre la valle dell’Arno meno profonda disegna un percorso più di superficie. Per quanto riguarda il comune di Caronno V. si segnala la presenza di nuclei storici di Caronno Varesino e Travaino e l’area di rilevanza ambientale ai sensi della L.R. 30/11/83 N° 86: si tratta della Zona di Particolare Interesse naturale ed ambientale del Medio Olona, che comprende la parte occidentale del territorio comunale di , interessando inoltre quello di altri undici comuni: , Lozza, Gazzada-Schianno, Morazzone, Caronno Varesino, Carnago, Castelseprio, , , e Gornate Olona.

Il quadro paesistico è riportato in Tavola All. B del DdP; l’elaborato non è oggetto di variante.

 Indicazione e la localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità; La figura seguente illustra la classificazione gerarchica della rete esistente, la localizzazione delle nuove infrastrutture se e i relativi vincoli, sia per la rete stradale che per quella ferroviaria.

Figura 3 - Sistema della mobilità (fonte MOB1)

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Il territorio comunale è attraversato dalla SP 20 , strada di terzo livello posta nella parte orientale, mentre nella porzione occidentale è marginalmente interessato dall’autostrada A8 Milano-Varese, strada di primo livello, la SS 341, strada di quarto livello. Si segnala anche la presenza della rete ferroviaria FSI Milano-Varese.

La gerarchizzazione stradale indicata dal PTCP è riportata nella Tav. All. D del DdP; l’elaborato non è oggetto di variante.

 Individuazione degli ambiti agricoli di cui all’art. 15, 4° co., della LR 12/2005, fino all’approvazione del PGT Il PTCP individua gli ambiti agricoli e i criteri e le modalità per l’individuazione di tali aree a livello comunale. L’immagine seguente illustra l’ubicazione degli ambiti agricoli strategici, che si presentano abbondanti e localizzati in modo diffuso nelle aree pianeggianti.

Figura 4 - Ambiti agricoli strategici (fonte AGRI1)

Indicazione sull’ubicazione delle area agricole strategiche sono illustrate nella Tavola All. F del DdP; l’elaborato non è oggetto di variante.

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 Indicazione delle aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico. Il PGT deve recepire a livello prescrittivo quanto emerge dallo studio geologico di supporto alla pianificazione, in particolare il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), le aree del rischio idrogeologico e idraulico, le aree a pericolosità alta per il rischio frane e studi di dettaglio, delimitazione delle fasce di rispetto fluviale e le misure per il contenimento e governo dei consumi idrici (PTUA).

Di seguito si riportano estratti delle cartografie tematiche redatte dal PTCP nell’ambito del rischio idrogeologico ed in particolare:

 RIS1-Carta del rischio, che illustra temi relativi al rischio idrogeologico (delimitazione della aree di dissesto PAI, aree a rischio idrogeologico molto elevato PS267, fasce di esondazione fluviale) e temi connessi al rischio industriale connesso alla presenza di aziende RIR.  RIS2-Carta censimento dei dissesti, che riprende gli elementi del data base GeoIffi ed in particolare i dissesti a carattere lineare, profondo e superficiale.  RIS3-Carta della pericolosità frane, con esclusione di quelle di crollo, che individua sul territorio aree appartenenti a diverse classi di pericolosità da elevata a nulla.  RIS4-Carta della pericolosità frane di crollo, che riporta i medesimi elementi di crollo in roccia illustrati nella tavola RIS2.  RIS5-Carta di tutela della risorsa idrica, che riporta l’ubicazione delle aree strategiche nell’ambito della tutela delle acque idropotabili sotterranee.

Di seguito si riportano estratti cartografici delle diverse tavole del PTCP relative al territorio comunale. Osservando le immagini emerge che gli elementi di rischio e di tutela rilevati sul territorio comunale sono:  rischio idraulico connesso alla delimitazione delle fasce fluviali PAI lungo il fiume Olona;  rischio industriale a ridosso del territorio comunale, sul territorio di Albizzate si trova la ditta Lamberti, industria identificata come a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) ai sensi dell’art. 8 del Dlgs 334 del 17/08/199 e s.m.i.;  nessun tipo di rischio di dissesto idrogeologico o di frane di crollo; area di riserva provinciale di risorse idropotabili, che interessa la porzione occidentale del territorio.

Il quadro del rischio idrogeologico e sismico non è oggetto di varinate.

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Figura 5 - RIS1-Carta del rischio

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Figura 6 - RIS2-Carta censimento dei dissesti

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Figura 7 - RIS3-Carta della pericolosità frane, con esclusione di quelle di crollo

Figura 8 - RIS4d-Carta della pericolosità frane di crollo

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Figura 9 - RIS5-Carta di tutela della risorsa idrica

Gli obiettivi principali di pianificazione del PTCP di Varese, che di fatto incorpora gli obiettivi strategici definiti a scala regionale sono i seguenti:

 Riqualificazione del territorio  Minimizzazione del consumo di suolo  Utilizzazione ottimale delle risorse territoriali ed energetiche  Ottimizzazione della mobilità e dei servizi.

Gli obiettivi di panificazione del PTCP desunti dal Documento Strategico redatto a cura dell’Unità Piano Territoriale della Provincia di Varese e approvato con delibera di Consiglio Provinciale n. 20 del 20/04/2005 e successivamente approfonditi, si articolano in sette temi principali.

SETTORI DI OBIETTIVI PTCP RIFERIMENTO PAESAGGIO 1.1 migliorare la qualità del paesaggio 1.2 realizzare la rete ecologica provinciale 1.3 governare le ricadute e le sinergie dei progetto infrastrutturali AGRICOLTURA 2.1 difendere il ruolo produttivo dell’agricoltura 2.2 promuovere il ruolo-paesistico ambientale dell’agricoltura 2.3 sviluppo della funzione plurima del bosco COMPETITIVITÀ 3.1 valorizzare le reti di sinergie produttive ed imprenditoriali 3.2 migliorare il sistema logistico e prevedere efficaci interventi infrastrutturali 3.3 valorizzare ed implementare il sistema della ricerca finalizzandolo al trasferimento tecnologico 3.4 migliorare l’attrattività territoriale SISTEMI SPECIALIZZATI 4.1 promuovere la mobilità sostenibile 4.2 costruire un quadro di riferimento del sistema dei servizi sovra comunali 4.3 sviluppare l’integrazione territoriale delle attività commerciali 4.4 promuovere l’identità culturale

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SETTORI DI OBIETTIVI PTCP RIFERIMENTO MALPENSA 5.1 consolidare il ruolo dell’infrastruttura aeroportuale 5.2 garantire la sostenibilità ambientale 5.3 definire i livelli e le esigenze d’integrazione tra reti lunghe e brevi 5.4 orientare l’indotto di Malpensa verso nuove opportunità di sviluppo RISCHIO 6.1 ridurre il rischio idrogeologico 6.2 ridurre il rischio industriale 6.3 ridurre l’inquinamento e il consumo di energia ATTUAZIONE E PROCESSI 7.1 integrare reciprocamente le azioni locali e settoriali con gli obiettivi di piano e sviluppare la programmazione negoziata 7.2 condividere un modello di gestione dei costi e dei benefici territoriali 7.3 definire un sistema di valutazione integrata di piani e programmi 7.4 realizzare un sistema di organizzazione delle informazioni e delle modalità di condivisione

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3.1.3 Pianificazione locale

3.1.3.1 Pianificazione forestale (PIF)

Il territorio del Comune di Caronno Varesino ricade attualmente sotto le competenze in materia forestale della Provincia di Varese. Il Piano di Indirizzo Forestale è lo strumento utilizzato dalla Provincia, ai sensi della legge regionale 5 dicembre 2008, n. 31, per delineare gli obiettivi di sviluppo del settore silvopastorale e le linee di gestione di tutte le proprietà forestali, private e pubbliche. Tale piano è stato redatto con la finalità di approfondire le conoscenze ed organizzare le proposte di intervento nel territorio provinciale esterno al perimetro di Comunità Montane, Parchi e Riserve Regionali ovvero per le aree che da un punto di vista della normativa forestale (l.r. n. 31/2008) sono di competenza della Amministrazione Provinciale. Il PIF della Provincia di Varese è stato approvato con Delibera di Consiglio Provinciale del 25 gennaio 2011.

Nell’immagine che segue si riporta un estratto della Tavola delle trasformazioni ammesse, parte integrante del PIF.

Figura 10 - Trasformazioni ammesse delle aree boscate (fonte PIF Tav. n.9)

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I contenuti di questo elaborato sono stati recepiti nella Tavola All. L del DdP; l’elaborato non è oggetto di variante ad eccezione della Rettifica E – via Pollo, che definisce l’area da Aree boscate ad Aree agricole in quanto il terreno non risulta boscato e non è stato classificato come tale dal PIF.

PGT VIGENTE PIF Vigente

PGT VARIANTE

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3.1.3.2 Mappe di vincolo ENAC

L’Ente Nazionale di Aviazione Civile (ENAC) ha approvato con Decreto Dirigenziale prot. n. 11784 del 4/02/2016 le Mappe di Vincolo di cui all’art. 707 del Codice della Navigazione dell’Aeroporto di Milano Malpensa. Pertanto le Amministrazioni comunali ricadenti nei territori mappati sono tenuti all’adeguamento dei propri strumenti urbanistici armonizzandole con le prescrizioni dell’Enac contenute nelle Mappe di Vincolo, al fine di garantire la sicurezza della navigazione aerea.

Aree interessate dalle superfici di delimitazione ostacoli (rif. tav.: PC01): superficie orizzontale esterna (quota limite: 355,57 m s.l.m.)

Superfici di inviluppo (fonte Tav. PC01)

Aree interessate da superfici di delimitazione degli ostacoli che forano il terreno naturale (rif. tav.: PG03)

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Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di discariche o altre attività o costruzioni che possano attrarre avifauna (rif. tav.: PC01 A)

Aree di Influenza (fonte Tav. PC01A)

Aree soggette a limitazione per quanto riguarda la realizzazione di impianti eolici (rif. tav. PC01 C) - necessità di specifica valutazione da parte ENAC

Aree di influenza (Fonte Tav. PC01C)

La variante ha aggiornato l’art. 5.2.7 del PdR “Ostacoli e pericoli alla navigazione aerea” prevedendo che gli interventi previsti nelle porzioni di territorio caratterizzati da una quota del terreno naturale che supera quella delle superfici di delimitazione ostacoli, ( vedi tav. PdR05) gli interventi edilizi in genere, ivi compresi quelli di sopraelevazione o nuova costruzione sono ammissibili a condizione che abbiano altezze non superiori a 10,50m.

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3.1.4 Vincoli ambientali

3.1.4.1 Beni tutelati ai sensi del DLgs n. 42/2004

Il database del S.I.B.A. (Sistema Informativo Beni Ambientali) raccoglie i beni paesaggistico- ambientali, assoggettati alla tutela e alla valorizzazione prevista dal D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42,"Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della L. 6 luglio 2002, n. 137", che raccoglie in un unico atto legislativo tutte le disposizioni in materia di beni culturali e ambientali. In particolare ha ripreso, senza modificarne definizioni e criteri d'individuazione, i contenuti della L. 1497/39 e della L. 431/85, abrogate dal D. Lgs. 490/99, ma diffusamente richiamate nei provvedimenti (Decreti) di "Dichiarazione di notevole interesse pubblico". Altro riferimento normativo è il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.), approvato con D.C.R. 6 marzo 2001, n. 7/197, che individua e norma gli "Ambiti di particolare interesse ambientale" distinguendoli nelle norme di attuazione in Ambiti ad elevata naturalità (art. 17) ed Ambiti di specifico valore storico-ambientale e di contiguità ai parchi regionali (art. 18).

Di seguito si riporta un estratto cartografico del S.I.B.A. proveniente dal sistema cartografico provinciale (SIT – Sistema Informativo Territoriale).

Figura 11 - Vincoli ambientali (fonte SIBA)

Sulla base di quanto evidenziato dalla cartografia S.I.B.A. su territorio sono presenti i seguenti beni ambientali:

 art. 142, lett. c) i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre dei seguenti corsi d’acqua:

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Nome Tratto vincolato Dallo sbocco alla confluenza dei due rami in cui si Roggia Scirona divide sotto Morazzone Valle di Travaino dallo sbocco alla strada Fornace-Travaino-Caronno in ciasuno dei due rami in cui si divide Torrente Arno Dal confine della provincia a Km 1 a monte della strada da Caidate a Maggio passa in provincia di Milano dove spaglia Torrente Riale Tutto il corso

 art. 142 lett. g) i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento, come definiti dall'articolo 2, commi 2 e 6, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 227, come illustrato nel paragrafo successivo.

Il quadro vincolistico comunale è illustrato nella tavola All. B del DdP; l’elaborato non è oggetto di variante.

3.1.4.2 Aree di interesse archeologico

Tra gli elementi di pregio architettonico, storico e archeologico inclusi tra i “Repertori paesaggio” del PTCP di Varese, nel territorio comunale di Caronno Varesino è presente Chiesa di S. Vincenzo – Chiesa del XVII secolo realizzata su disegno del Mengone.

Nel Programma Pluriennale degli Interventi del PLIS Rile-Tenore-Olona (Arch. G. De Cesare, 2007) vengono citati altri edifici di importanza storica come: a) Ville storiche o Villa Menni; o Villa Bianchi, o Villa Corte Righini; o Villa Magnoni; o Villa Belloni; o Villa Sommaruga; o Villa Conti; o Villa Ghiringhelli. b) Cascine Fra tutti i paesi della dorsale collinare, Caronno fu quello che ne poteva contare il maggior numero (non meno di 20), sparse in tutto il territorio: Travaino, Pianezzo, favorita, Fornace, Tarabara, Trenca, Papa, Zoja, Palani, Bairola, Ronco, Stribiana, Superiore, Cassinetta, Brughera, Mirasole, Baraggia, Maisa. Le testimonianze più antiche della loro esistenza risalgono alla seconda metà del ‘500: esse erano sorte in tempi remoti come case di abitazione rurale con annessi stalla, fienile, e corte per le famiglie che lavoravano i campi circostanti, spesso non proprietari. Oggi ne sono rimaste solo una decina e per la stragrande maggioranza hanno perso il loro originario carattere per diventare normali case di abitazione. c) Chiesa di San Cristoforo Affacciata sulla piazza di Travaino si trova la chiesetta dedicata a San Cristoforo, la cui originaria costruzione data intorno al 1400 e che custodisce alcune reliquie del Santo Martire Tigre. Nei secoli successivi subì ampliamenti e aggiunte, Nel 1933 vennero effettuati dei lavori di restauro che portarono alla luce i due affreschi di santa Apollonia e Santa Lucia risalenti al 1400.

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3.1.5 Vincolo idrogeologico

La figura seguente illustra le aree boscate, classificate come territori coperti da boschi e foreste, e le aree a vincolo idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/23 - art. 1. Tale vincolo è stato istituito con la finalità di salvaguardare quei terreni per i quali forme di utilizzo non corretto potrebbero generare, con danno pubblico, denudazioni del manto vegetazionale, instabilità geologica o modificazioni peggiorative al regime delle acque. Le aree boscate del territorio comunale non sono soggette a vincolo idrogeologico.

Figura 12 - Territori soggetti a vincolo idrogeologico (fonte SIT Provincia di Varese)

3.1.6 Aree protette

3.1.6.1 Aree protette e Rete Natura 2000

La Rete Natura 2000 è costituita da  Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell’allegato 1 della medesima  Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva Habitat al fine di contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della direttiva 92/43/CEE) o una specie (allegato 2 della direttiva 92/43/CEE) in uno stato di conservazione soddisfacente. L’acronimo pSIC, indica una proposta di SIC avanzata alla Commissione Europea, Direzione Generale (DG) Ambiente, e successivamente approvata con

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decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, d'intesa con ciascuna regione interessata.

Le aree protette istituite ai sensi della Legge Regionale n. 86 del 30 novembre 1983 sono:

 Monumenti naturali; singolari emergenze naturalistico/ambientali;  Parchi naturali aree, all’interno dei parchi regionali, di valore naturalistico ed ambientale che costituiscono un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dei valori paesaggistici ed artistici e delle tradizioni culturali delle popolazioni locali;  PLIS P archi Locali di Interesse Sovracomunale;

Come emerge dall’estratto cartografico seguente, la porzione orientale del territorio di Carono Varesino è interessata dal Parco Locale di Interesse Sovracomunale PLIS “Parco Rile Tenore Olona”.

Figura 13 - Aree naturali protette (fonte SIT Provincia di Varese)

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3.1.7 Rete ecologica

3.1.7.1 Rete ecologica Regionale (RER)

La Rete Ecologica Regionale è riconosciuta come infrastruttura prioritaria del Piano Territoriale Regionale e costituisce strumento orientativo per la pianificazione regionale e locale. La figura seguente illustra un estratto cartografico della Rete Ecologica Regionale (RER) per il territorio comunale.

Figura 14 - Rete ecologica Regionale (Fonte RER)

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a RER, e i criteri per la sua implementazione:  forniscono al Piano Territoriale Regionale il quadro delle sensibilità prioritarie naturalistiche esistenti, ed un disegno degli elementi portanti dell’ecosistema di riferimento per la valutazione di punti di forza e debolezza, di opportunità e minacce presenti sul territorio regionale;  aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di indirizzo per i P.T.C.P. provinciali e i P.G.T./P.R.G. comunali;  aiuta il P.T.R. a svolgere una funzione di coordinamento rispetto a piani e programmi regionali di settore, e ad individuare le sensibilità prioritarie ed a fissare i target specifici in modo che possano tener conto delle esigenze di riequilibrio ecologico;  anche per quanto riguarda le Pianificazioni regionali di settore può fornire un quadro orientativo di natura naturalistica ed ecosistemica, e delle opportunità per individuare azioni di piano compatibili;  fornire agli uffici deputati all’assegnazione di contributi per misure di tipo agro-ambientale e indicazioni di priorità spaziali per un miglioramento complessivo del sistema.

Sul territorio comunale di Caronno Varesino sono stati individuati elementi di I livello RER in corrispondenza delle zone naturaliformi nella parte orientale del territorio ed elementi di II livello in quella occidentale lungo le diverse aste fluviali.. Si segnala che a nord, sul territorio comunale di Morazzone è stato individuato un varco RER da de frammentare.

3.1.7.2 Rete ecologica Provinciale (REP)

Il PTCP di Varese (2007) individua sul territorio provinciale una rete ecologica finalizzata a salvaguardare le interconnessioni tra le diverse aree a valenza ecologica e paesaggistica. La rete ecologica, delineata a livello provinciale dal PTCP, è stata così definita individuando i seguenti elementi costituitivi:

 patches: parcelle o frammenti che sono il risultato della frammentazione del tessuto del paesaggio e dell’ecosistema, esse sono definite dalla dimensione e dalla morfologia e possono presentare diversi gradi di biodiversità;  core area: porzione centrale di patch che offre uno spazio ecologico ottimale in quantità e qualità, che rappresenta un’area minima vitale per le popolazioni animali presenti;  corridoi, ponti biotici e varchi: fasce di ambiente omogeneo che si differenziano dalla natura della matrice in cui si inseriscono, che svolgono il ruolo di aree di passaggio e connessione e sono in grado di ridurre la frammentazione e aumentare il grado di connettività tra le patches;  fascia tampone: aree di transizione o ecotonali a protezione da influenze esterne delle core areas e dei corridoi, utili ad aumentare la capacità portante, la resistenza e la resilienza dell’ecosistema;  stepping stones: unità minori che, per la loro posizione strategica, rappresentano habitat funzionali lungo linee ideali di spostamento di specie all’interno di una matrice ostile.

Di seguito si riporta un estratto della cartografia del PTCP relativa al territorio comunale.

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Figura 15 - Rete Ecologica (Fonte PTCP Varese)

Il ruolo del territorio comunale nel Progetto di rete Ecologica Il territorio di Caronno Varesino va a collocarsi in posizione mediana tra il corridoio orientale e quello occidentale, andando così a contribuire alla formazione di uno dei corridoi trasversali di collegamento tra i due precedenti.

Gli elementi della rete Ecologica Provinciale nel territorio comunale Il sistema di elementi costitutivi la rete ecologica che si sviluppa nel territorio comunale di Caronno varesino è prevalentemente concentrato nella parte periferica del territorio comunale, andando a sovrapporsi con le aree di maggiore naturalità. Nella porzione occidentale assistiamo ad un mosaico di core areas di secondo livello/aree di completamento e fasce tampone che seguono sostanzialmente il corso della Roggia Scirona e del Torrente Arno, mentre nella porzione orientale il territorio boschivo ed agricolo va a concorrere alla formazione dell’ampia fascia tampone lungo il torrente Tenore e inserita nel PLIS.

All’interno di questo sistema si pongono in evidenza due varchi di particolare rilievo:  varco tra Castronno e Travaino lungo la strada di connessione degli abitati, in corrispondenza del corridoio individuato lungo la Roggia Scirona;  varco tra Tarabara e Caronno varesino (non esistono strade di collegamento diretto) lungo il Torrente Arno.

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3.1.8 Vincoli dello studio geologico

I vincoli presenti nello studio geologico comunale sono relativi alle seguenti tematiche:

 VINCOLI DI POLIZIA IDRAULICA (ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002, n.7/7868 e s.m.i. e D.G.R. 1 ottobre 2008 n.8/8127)

I corsi d’acqua sono tutelati dal vincolo di polizia idraulica, ai sensi della D.G.R. 25 gennaio 2002 N. 7/7868 E S.M.I. In particolare il R.D. 523/1904 impone una fascia di rispetto che comprende l’alveo, le sponde e le aree di pertinenza di tutti i corsi d’acqua per una distanza minima di 10 m dalla sommità della sponda incisa o dal piede esterno dell’argine (in presenza di argini in rilevato). Il R.D. 523/1904 (Art. 96 lett. F) come indicato esplicitamente dalla D.g.r. 8/7374 del 28 maggio 2008, prevede anche per i tratti tombinati la fascia di rispetto entro la quale vige il divieto assoluto di edificazione.

 VINCOLI DERIVANTI DALLA PIANIFICAZIONE DI BACINO (ai sensi della l. 183/89; parte 2 – Raccordo con gli strumenti di pianificazione sovraordinata)

Gli strumenti di pianificazione sovraordinata individuati e considerati sono i seguenti: - PAI (Piano Stralcio per l’assetto Idrogeologico) comprensivo delle varianti ad oggi approvate, sia per quanto riguarda gli aspetti del dissesto che del rischio idraulico (delimitazione delle fasce fluviali, esondazioni e dissesti morfologici lungo le aste torrentizie, attività dei conoidi). - SIT regionale (per quanto riguarda l’aggiornamento PAI) - PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) della Provincia di Varese.

 AREE DI SALVAGUARDIA DELLE CAPTAZIONI AD USO IDROPOTABILE L’art. 94 del D.Lgs 3 aprile 2006 n. 152 “Norme in materia ambientale” riguarda la disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano e definisce la zona di tutela assoluta e la zona di rispetto delle captazioni a scopo idropotabile. Comma 3: La zona di tutela assoluta è costituita dall’area immediatamente circostante le captazioni; deve avere un’estensione di almeno 10 m di raggio dal punto di captazione, deve essere adeguatamente protetta e deve essere adibita esclusivamente a opere di captazione e ad infrastrutture di servizio. Comma 4: La zona di rispetto è costituita dalla porzione di territorio circostante la zona di tutela assoluta, da sottoporre a vincoli e destinazioni d’uso tali da tutelare qualitativamente e quantitativamente la risorsa idrica captata e può essere suddivisa in zona di rispetto ristretta e zona di rispetto allargata, in relazione alla tipologia dell’opera di captazione e alla situazione locale di vulnerabilità e rischio della risorsa.

L’Allegato1, punto 3 di cui alla delibera di G.R. 10 aprile 2003 n. 7/12693 “Decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e successive modifiche, art. 21, comma 5 – Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque sotterranee destinate al consumo umano” fornisce le direttive per la disciplina delle attività (fognature, opere e infrastrutture di edilizia residenziale e relativa urbanizzazione, infrastrutture viarie, ferroviarie ed in genere infrastrutture di servizio, pratiche agricole) all’interno delle zone di rispetto.

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Di seguito si riporta un estratto della carta dei vincoli del Piano Geologico oggetto della presente variante.

Figura 16 - Carta dei vincoli (Fonte Tav. 6 Studio geologico, 2017)

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Si precisa che la carta dei vincoli è stata aggiornata nell'ambito della presente variante al solo fine di recepire i poligoni rappresentanti le Fasce PAI, ora sostituiti rispettivamente per la fascia A dalle “aree interessate da alluvioni frequenti” secondo il PGRA, per la fascia B dalle “aree interessate da alluvioni poco frequenti secondo il PGRA” e per la fascia C dalle “aree interessate da alluvioni rare secondo il PGRA, in adeguamento alla Delibera Comitato Istituzionale n. 5 del 7 dicembre 2016 “Adozione di varianti al Piano Stralcio per l'Assetto idrogeologico - PAI e al Piano stralcio per l'assetto idrogeologico del Delta del fiume Po -PAI Delta: Integrazioni alle Norme di attuazione“ concernente l’adozione in via definitiva del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) approvato con deliberazione n. 2 del 3 marzo 2016

Lo studio geologo ha adeguato i riferimenti normativi, aggiornandoli con quelli vigenti, ed in particolare:

- la L.R. 4/2016 del 15/03/2016 “Revisione della normativa regionale in materia di difesa del suolo, di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e di gestione dei corsi d'acqua”; - la D.g.r. n. X/5001 del 30/03/2016 “Approvazione delle linee di indirizzo e coordinamento per l’esercizio delle funzioni trasferite ai comuni in materia sismica”; criteri di istruttoria delle pratiche e modalità di rilascio di certificati di deposito e autorizzazioni sismiche. - la D.g.r. n. VIII/2616 del 30 dicembre 2011 Aggiornamento dei “Criteri e indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57, comma 1, della L.R. 11 marzo 2005, n. 12”, in particolare l’Allegato 5 - “Analisi e valutazione degli effetti sismici di sito in Lombardia finalizzate alla definizione dell’aspetto sismico nei Piani di Governo del Territorio”, contenente ulteriori direttive di aggiornamento della precedente D.G.R. e l’adeguamento degli orientamenti geologici ai sensi delle “Norme Tecniche per le Costruzioni”. - la d.g.r. 31 ottobre 2014, n. X/2591 (Allegato A), con successive modifiche nella d.g.r. n. 4229 del 23 ottobre 2015 e d.g.r. n. 4439 del 30 novembre 2015 con cui Regione Lombardia fornisce i criteri e gli indirizzi per la definizione del reticolo minore, per la redazione del Documento di Polizia Idraulica (DPI) e per lo svolgimento dell'attività di Polizia Idraulica.

Non sono state effettuate modifiche sugli altri elaborati cartografici.

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3.2 Verifica di coerenza esterna

La coerenza esterna con gli obiettivi di pianificazione sovraordinati e con il relativo contesto programmatico è stata in parte dimostrata in fase di approvazione del PGT vigente. La 2° Variante al PGT prevede prevalentemente una serie di adeguamenti dell’apparato normativo del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi che non modificano l’assetto strategico del territorio. Le modifiche riguardano le destinazioni previste all’interno del TUC, in buona parte in riduzione del peso edificatorio.

La variante prevede inoltre il recepimento di alcuni temi connessi all’adeguamento normativo e all’aggiornamento degli strumenti sovraordinati di pianificazione ed in particolare gli adeguamenti allo Studio Geologico e il recepimento del Piano ENAC. Per quanto concerne lo studio geologico viene proposta una revisione generale che ha come obiettivo principale quello di adeguarlo alla Direttiva Alluvioni (Direttiva Europea 2007/60/CE) e uniformare la cartografia aggiornandola rispetto alle modifiche effettuate nella 1° Variante 2014, fornendo uno strumento più funzionale all’Ufficio Tecnico. Per quanto riguarda il recepimento delle Mappe di Vincolo ENAC, la variante ha aggiornato l’art. 5.2.7 del PdR “Ostacoli e pericoli alla navigazione aerea” prevedendo che gli interventi previsti nelle porzioni di territorio caratterizzati da una quota del terreno naturale che supera quella delle superfici di delimitazione ostacoli, ( vedi tav. PdR05) gli interventi edilizi in genere, ivi compresi quelli di sopraelevazione o nuova costruzione sono ammissibili a condizione che abbiano altezze non superiori a 10,50m.

Le azioni di variante sono coerenti anche con il regime transitorio della LR 21/2014 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato”, il quale prevede all’art. 5 comma 4 che fino alla definizione nel PGT della soglia comunale del consumo di suolo, i comuni possono approvare unicamente varianti del PGT e piani attuativi in variante al PGT, che non comportino nuovo consumo di suolo, diretti alla riorganizzazione planivolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne e accelerarne l'attuazione, esclusi gli ampliamenti di attività economiche già esistenti, nonché quelle finalizzate all'attuazione degli accordi di programma a valenza regionale. Fino a detto adeguamento sono comunque mantenute le previsioni e i programmi edificatori del documento di piano vigente. Infatti le varianti proposte si limitano a modificare il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi al fine di migliorare l’attuazione degli ambiti posti all’interno del TUC e non individuano nuovi ambiti di trasformazione o ulteriore consumo di suolo.

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4 QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO

Il quadro ambientale di riferimento proposto si sviluppa sulla base degli elementi di sensibilità e criticità individuate nelle analisi ambientali del Rapporto Ambientale, redatto da Idrogea Servizi nel 2012, cui si rimanda per ulteriori dettagli.

4.1.1 Paesaggio

La lettura delle mappe teresiane ci mostra un territorio caratterizzato in primo luogo dai blocchi dei due centri principali di Caronno e Travaino, cui fa da contorno una discreta serie di piccole cascine satelliti. Col Cessato Catasto di rilevano modeste modificazioni rispetto al Teresiano: l’unica modifica significativa riguardò il riassetto della viabilità. Il paese si configura ancora quindi come un unico blocco circondato dalle numerose cascine che costellano il territorio comunale. Riguardo queste ultime fra tutti i paesi della dorsale collinare, Caronno fu senz’altro quello che ne poteva contare il maggior numero, sparse in tutto il territorio: non meno di venti. Oggi ne sono rimaste solo una decina e per la stragrande maggioranza hanno perso il loro originario carattere per diventare normali case di abitazione; denominate “località” o, se isolate nella campagna, “frazioni”. La struttura paesaggistica di Caronno è dunque di tipo policentrico, anche se le urbanizzazioni recenti rendono talvolta difficoltosa questa lettura.

L’analisi di sensibilità paesaggistica, riportata nell’immagine seguente del territorio comunale del PGT comunale prescinde dalle condizioni di maggiore o minor “valore” attuale (e quindi di conservazione o compromissione del paesaggio); questo tipo di valutazione, espressa in una scala lineare di quattro livelli, è stata quindi incrociata con un giudizio in termini di “valenza ambientale”, il quale a sua volta non si configura come una scala di valori ma come una serie di indicazioni qualitative e di indirizzi di intervento. Quest’ultima, non può avere una definizione assoluta valida per ogni realtà territoriale: la classificazione della valenza ambientale è determinata quindi dalle situazioni specifiche rilevabili sul territorio del comune in esame.

Figura 17 - Carta della sensibilità paesaggistica (Fonte PGT, PdR03)

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Per Caronno Varesino, sono state identificate le seguenti categorie: A) Ambiti con scarso rischio di alterazione in relazione alla qualità ambientale esistente: la pianificazione delle trasformazioni ed il monitoraggio saranno orientati al mantenimento delle condizioni attuali; B) Ambiti considerabili nella loro funzione di aree-filtro, che necessitano di attenzione in relazione alla qualità degli ambiti confinanti: in questi ambiti la valenza ambientale non è misurata non solo dalle condizioni proprie del comparto, ma soprattutto dalle caratteristiche e dalle qualità degli ambiti limitrofi, nei confronti dei quali questi svolgono una funzione – dal punto paesaggistico – di filtro o di “mediazione” visiva (ad esempio, come aree interposte tra ambiti di minore e di maggior pregio, che devono essere preservate per consentire la fruibilità visiva di questi ultimi). C) Ambiti con moderato rischio di degrado attuale o potenziale: sono comparti in cui non vi sono motivi di immediata preoccupazione per la qualità ambientale, ma dove la presenza di attività antropiche, attuali o potenziali, può prevedibilmente portare trasformazioni non coerenti con il grado di sensibilità che devono quindi essere guidate e monitorate; D) Ambiti che presentano un concreto rischio di degrado potenziale o già compromessi, sia per cause naturali che antropiche: differiscono dai comparti di cui al punto C in quanto le condizioni ambientali qui risultano già alterate, e pertanto le misure di riordino, ripristino, ed il relativo monitoraggio sono senz’altro necessarie.

La sommatoria delle due tipologie di valutazione paesistica e ambientale ha determinato la definizione delle classi di sensibilità paesistica.

Le aree a sensibilità molto elevata Sono stati inclusi in questa classe di sensibilità tutti i comparti la cui morfologia assume caratteristiche preminenti nella lettura paesaggistica del territorio e per i quali dovrà essere garantita la tutela evitando ogni tipo di compromissione. Vi compare pertanto tutto l’ambito inserito all’interno del parco locale di interesse sovralocale“Parco RTO”, gli ambiti intorno ai fiumi principali quali i Torrenti Scironna, Arno e Rile o Riale, e gli ambiti intorno ai fiumi secondari Riale della Trenca e Vergella. Le aree a sensibilità elevata Sono in genere gli ambiti intermedi rispetto agli ambiti a maggior caratterizzazione paesistica prima descritti. Sono principalmente quelle aree, a bassa densità edificativa, riconoscibili nelle aree agricole, che definiscono paesaggisticamente le zone di filtro tra gli ambiti con sensibilità molto elevata e il l’edificato con sensibilità media o bassa. Appartengono a questa classificazione anche alcune aree edificate, poste a ridosso degli ambiti a sensibilità paesistica molto elevata, perche creano con questi ambiti un rapporto paesaggistico e vedutistico intrinseco. Sono ambiti principalmente da sottoporre ad un’attenzione finalizzata al riordino ed alla prevenzione di un possibile aggravarsi della qualità paesistica. Rientrano tra gli ambiti a sensibilità elevata anche i nuclei storici, che, nonostante necessitino di interventi di recupero e riordino, mantengono il proprio valore intrinseco storico paesaggistico. Le aree a sensibilità media Tutto l’abitato di recente formazione, e stato indicato come ambito a sensibilità media, sia perche generalmente privo di qualità intrinseca sia perche comunque non emergente e scarsamente visibile anche dall’esterno del territorio comunale. Si tratta di un tessuto in parte disordinato nelle aree maggiormente densificate, che non partecipa alla lettura del paesaggio; la sua valenza ambientale e altrettanto limitata, meritando solo l’attenzione dovuta ad un generale controllo della qualità degli interventi, con modesto rischio di ulteriore degrado. Le aree a sensibilità bassa E’ costituita da un ambito produttivo, posto a nord del Comune lungo la via Piave, in quanto privi di interesse paesaggistico. La valenza ambientale lo colloca comunque tra gli ambiti che necessitano di futuri interventi di miglioramento dell’inserimento paesaggistico rispetto al territorio circostante.

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4.1.2 Uso del suolo

Il territorio del comune di Caronno Varesino si estende per circa 5,7 km2 (0,47% del territorio della provincia di Varese), con una escursione altimetrica di 106 m, dall’altitudine minima di 294 a quella massima di 400 m. L’uso del suolo, cosi come si rileva dallo studio dell’ecomosaico di base, risulta essere cosi ripartito:

Tipologie di uso di suolo Percentuale di suolo comunale Aree boscate/Vegetazione naturale e seminaturale 41,37 Aree urbanizzate 26,81 Aree agricole 31,35 Aree sportive/verde pubblico attrezzato 0,47

Figura 18 - Uso del suolo comunale (Fonte DdP9)

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4.1.3 Boschi e foreste

Il patrimonio naturaliforme del territorio è prevalentemente concentrato nelle porzioni periferiche del comune, in prossimità delle incisioni delle Rogge Scirona e del Torrente Tenore. Qui si realizza un mosaico di vegetazioni di tipo boschivo, mentre le coltivazioni erbacee e i prati si collocano prevalentemente a ridosso dell’abitato. E’ proprio il patrimonio boschivo a connotare dal punto di vista fisionomico il paesaggio. esso è costituito da diverse tipologie vegetazionali in parte anche in funzione della reazione (acida o neutra) dei suoli. Nel complesso dominano i boschi naturaliformi (59%) anche se quelli degradati (essenzialmente robinieti) rappresentano la tipologia di bosco più ricorrente. Tra le vegetazioni naturaliformi dominano quelle di tipo acidofilo (boschi misti di latifoglie e misti di aghifoglie e latifoglie, in misura minore castagneti), di elevata valenza naturalistica.

Di seguito si riporta un estratto della carta delle tipologie forestali redatta nell’ambito del Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Varese.

Figura 19 - Tipologie forestali (Fonte PIF Tav. 3)

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4.1.4 Rischio idrogeologico

I processi geomorfologici attivi sul territorio sono limitati e non sono stati evidenziati processi gravi ad evoluzione negativa potenziale o in atto con interazioni negative sulle infrastrutture antropiche. Essi possono essere sintetizzati nel modo seguente:

 aree di frana attiva con nicchia/coronamento in arretramento:in particolare sul versante sinistro del Riale del Cocchino (nicchie quiescenti);  aree di frana stabilizzate per intervento antropico: nicchia di frana (stabilizzata) ad est di C.na Brughée, lungo il torrente Tenore;  aree a franosità diffusa: frane a carattere corticale attive e quiescenti, indotte da scalzamento al piede per erosione spondale ed associate a ruscellamento diffuso, rilevate lungo il fianco sinistro del Riale della Trenca;  erosione superficiale diffusa: scarpata in fregio alla piana alluvionale del Torrente Arno, vicino alla centrale di pompaggio.  ruscellamento concentrato/solchi in erosione: lungo alcune strade consorziali a fondo naturale;  erosione spondale e tagli di meandro: sono concentrati lungo il torrente Tenore; spesso sono molto accentuati ed innescano fenomeni di scivolamento (soprattutto nelle porzioni a maggiore acclività, con creazione di scarpate sub-verticali di altezza fino a 20 m con coronamento in arretramento).  erosione in alveo: sbocco del tratto tombinato sotto via Santa Croce.  sezioni di deflusso parzialmente ostruite per accumulo di materiale detritico, vegetale e lapideo: Torrente Rile all’incrocio con via Trieste.

4.1.4.1 Fattibilità geologica

Lo studio geologico del territorio comunale vigente (redatto ai sensi della L.R. 12/2005 dal dott. geol. Arieni) comprende la carta della fattibilità geologica redatta a scala 1: 2.000. Vengono di seguito riportate le definizioni delle classi di fattibilità secondo la più recente D.G.R. 28 maggio 2008 – n. 8/7374:

 Classe 1: Fattibilità senza particolari limitazioni In questa classe ricadono le aree per le quali gli studi non hanno individuato particolari limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto dal D.M. 14 settembre 2005 Norme tecniche per le costruzioni”.  Classe 2: Fattibilità con modeste limitazioni In questa classe ricadono le aree nelle quali sono state rilevate modeste limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l’esecuzione di opere di difesa.  Classe 3: Fattibilità con consistenti limitazioni La classe comprende le aree nelle quali sono state rilevate consistenti limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa.  Classe 4: Fattibilità con gravi limitazioni L’alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all’utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d’uso. All’interno di tali classe deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo

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Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea.

La porzione centro-meridionale del territorio comunale di Caronno Varesino (centro storico e zone edificate) è ascritto per buona parte alla classe di fattibilità 2 (fattibilità con modeste limitazioni). Tale classe comprende porzioni di territorio con le seguenti caratteristiche: - aree pianeggianti o a basso grado di acclività; - assenza di fenomeni in atto o potenziali. Il settore settentrionale e sud-occidentale rientra per gran parte nella classe di fattibilità 3, che comprende: - aree acclivi potenzialmente interessate dai dissesti; - aree potenzialmente interessate da flussi di detrito in corrispondenza dei conoidi; - aree con emergenze idriche diffuse; - aree soggette ad esondazione lacustre. Le classi di fattibilità 4 sono invece costituite da: - aree soggette a crolli di massi; - aree in dissesto attivo; - aree potenzialmente allagabili (ex PS 267).

Si riporta di seguito uno stralcio della Carta della Fattibilità delle azioni di Piano a supporto del P.G.T. del Comune di Caronno Varesino.

Figura 20 - Fattibilità geologica (Fonte Studio geologico Tav 8, 2012)

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4.1.5 Rischio idraulico e acque superficiali

4.1.5.1 Il reticolo idrografico

Il territorio comunale presenta un reticolo idrico ben sviluppato, assimilabile al tipo dendritico o sub-dendritico, centrifugo rispetto al nucleo storico di Caronno Varesino. Gli elementi di maggiore rilievo della rete idrica superficiale sono i torrenti Arno, Rile (o Riale) e Tenore, che rappresentano i recettori di tutti i corsi d’acqua che insistono sul territorio in esame. Essi costituiscono un sistema di tipo endoreico, ossia senza recapito finale, tramite lo spaglio su vaste aree e lo smaltimento delle portate tramite l’infiltrazione in falda e nei depositi alluvionali. Il notevole aumento dell’urbanizzazione ha modificato sostanzialmente tale assetto idrologico, comportando una forte artificializzazione dei corsi d’acqua ed un notevole aumento dei deflussi dovuto all’aumento delle superfici impermeabili ed ai sistemi di drenaggio delle acque meteoriche dei centri urbani. Tutti i corsi d’acqua presentano un regime marcatamente torrentizio che, congiuntamente a tempi di corrivazione molto brevi e all’elevata acclività dei versanti, conferisce ai corsi d’acqua una elevata capacità di trasporto solido a seguito eventi meteorici particolarmente intensi.

Le figure seguenti, tratte dalla “Determinazione del reticolo idrico minore del comune di Caronno Varesino”, redatto nel 2007 da ABM-Studio geologico Associato, illustra il reticolo idrografico comunale.

Figura 21 - Reticolo idrico [fonte All. 1 - “Determinazione del reticolo idrico minore del comune di Caronno Varesino”]

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Figura 22 - Reticolo idrico [fonte All. 1 - “Determinazione del reticolo idrico minore del comune di Caronno Varesino”]

4.1.5.2 Reticolo principale

La D.G.R. n. 8/8127 del 1/10/08 della Regione Lombardia (“Modifica del reticolo idrico principale determinato con la D.G.R. n. 7868/2002”) individua, nel territorio comunale i seguenti corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrografico principale.

Tabella 1. Reticolo idrografico principale

Num. Denominazio Tratto classificato come Foce o sbocco prog. ne principale Dallo sbocco alla confluenza dei VA059 T. Scirona Arno due rami in cui si divide sotto Morazzone Dal confine della provincia fino Ticino, tramite canale VA057 T. Arno all’autostrada VA-MI sopra fonte artificiale Prella Scarica nelle vasche di Dallo sbocco fino alla strada da laminazione del comune di VA054 T. Riale o Rile Caronno Varesino a Loc. , collegate Stribiana all’Olona tramite scolmatore Scarica nelle vasche di laminazione del comune di Dallo sbocco fino alla strada VA060 T. Tenore Cassano Magnago, collegate sopra Loc. Stribiana all’Olona tramite scolmatore

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4.1.5.3 Descrizione del reticolo idrico

Le descrizioni riportate di seguito sono tratte dalla “Determinazione del reticolo idrico minore del comune di Caronno Varesino” (ABM, Studio geologico Associato – Marzo 2007), realizzato ai sensi del D.G.R. n. 7/7868 del 25 gennaio 2002 e successive modifiche ed integrazioni.

1. Torrente Scirona La Roggia Scirona ha origine nel territorio comunale di Morazzone e recapito finale nel torrente Arno (sponda sinistra). L’asta fluviale presenta un decorso medio con direzione NNE-SSW e si caratterizza per un tracciato meandriforme con anse spesso molto accentuate ed in rapida successione. La roggia Scirona è un corso d’acqua a carattere tipicamente torrentizio, con periodi di secca in corrispondenza di periodo di prolungata siccità, alternati ad eventi di piena spesso improvvisi a seguito di eventi meteorici di particolare intensità.

2. Torrente Arno Il torrente Arno ha origine nel territorio di Gazzada Schianno, scende con direzione N-S lungo l’omonima Valdarno fino all’ingresso in Gallarate seguendo un percorso grosso modo parallelo a quello dell’autostrada A8 MI-VA, quindi raggiunge l’impianto di depurazione consortile di S. Antonino Ticino (Lonate Pozzolo); in seguito spaglia, 500 m a valle, nelle campagne fra Vanzaghello, Lonate Pozzolo, Castano Primo e Nosate, ove l’alveo si presenta pensile rispetto al piano campagna. La lunghezza complessiva dell’asta fluviale è di 28,56 km (15,96 km in territorio collinare e 12,60 km in aree di pianura). Il bacino idrografico ha una superficie di 52,92 kmq ed i principali affluenti, da monte a valle, sono: il Fosso Tenore e la Roggia Sorgiorile in sponda destra, il torrente Scirona, il riale Caronno, il riale di Solbiate ed il Riale di Oggiona-Carnago in sponda sinistra, tutti ubicati nel settore collinare. Il regime è tipicamente torrentizio. Il torrente Arno lambisce la porzione sud-occidentale del territorio comunale di Caronno Varesino per un tratto lungo circa 1 km, marcando il limite amministrativo con il Comune di Albizzate. In questo tratto il torrente sottopassa per due volta l’autostrada A8 MI-VA, attraversando aree agricole, boschive, un’area industriale, l’abitato di Tarabara ed un centro commerciale; l’alveo è rivestito in alcuni tratti su entrambe le sponde. A partire dalla seconda intersezione con l’autostrada A8 il torrente decorre verso S-E con andamento a meandri piuttosto ampi; l’alveo conserva una sezione grosso modo rettangolare ed una larghezza variabile tra 15 e 45 m circa.

3. Torrente Riale (o Rile) Il torrente Riale nasce nella porzione meridionale del comune di Caronno Varesino, in Località Stribiana (a valle di via Trento), dove scorre per circa 20 m entro un canale con fondo rivestito in cls; devia quindi verso sud-est in alveo a sezione trapezoidale con fondo e sponde in massi ciclopici e dall’intersezione con via Trieste scorre intubato per circa 70 m. Il torrente prosegue il suo corso con direttrice nord-sud attraversando i comuni di Carnago e Cassano Magnago ove termina in vasche di accumulo e dispersione localizzate immediatamente a Sud dell’autostrada A8, in corrispondenza del confine con Busto Arsizio e Gallarate. Queste sono collegate tramite una condotta di circa 6 km con il fiume Olona, al quale affluiscono le portate eccedenti la capacità di accumulo delle vasche stesse. Il torrente ha una lunghezza complessiva di 11,9 km, dei quali 6,9 in territorio collinare e 5,0 km in pianura. Il bacino imbrifero è di forma allungata e stretta, con una superficie pari a 4,76 kmq. Nel tratto a monte di Cassano Magnago l’andamento marcatamente meandriforme e l’alveo molto incassato favoriscono fenomeni erosivi e franosi delle sponde abbastanza accentuati. Il torrente è privo di rami tributari rilevanti ad eccezione del Riofreddo, che vi confluisce immediatamente a monte del tratto urbano di Cassano Magnago.

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4. Torrente Tenore Il torrente Tenore ha origine nel comune di Morazzone, in prossimità di cascina Caronaccio, scende verso sud attraversando i comuni di Caronno Varesino, Castelseprio, Cairate e , terminando il proprio corso nella zona meridionale di Cassano Magnago nelle vasche di accumulo e dispersione entro cui sfocia anche il torrente Rile. Il bacino imbrifero del Tenore sottende una superficie pari a 13,50 kmq. La lunghezza complessiva dell’asta fluviale è di 19,43 km, di cui 11,29 km in territorio collinare e 8,14 km in pianura. Il torrente scorre con direzione N-S, definendo con il proprio corso il limite amministrativo fra i comuni di Caronno Varesino (sponda destra) e Gornate Olona (sponda sinistra). In questo tratto il torrente scorre in una valle piuttosto stretta e profonda , in aree a prevalente copertura boschiva, dove l’andamento marcatamente meandriforme e l’alveo in alcuni tratti molto incassato favoriscono l’innesco di fenomeni erosivi e franosi abbastanza accentuati. Più a sud, in corrispondenza del comune di Cairate, il torrente passa in adiacenza di insediamenti abitativi ed industriali ed è protetto con un rivestimento spondale in massicciata.

Altri elementi dell’idrografia superficiale

Riale della Trenca Tributario di sinistra del torrente Arno ha origine dallo scolmatore di piena della rete fognaria a valle di via Macchi; presenta un regime tipicamente torrentizio con portate fortemente variabili in relazione all’intensità e alla durata delle precipitazioni. Scorre per un centinaio di m in direzione N-S, poi devia verso S-O fino all’intersezione con Santa Croce, dove risulta tombinato per circa 60 m, dopodiché prosegue con andamento S-O con decorso meandriforme. I tributari maggiori di questo tratto sono il Riale del Cocchino (in sinistra idrografica) ed il Riale di Verzella (in sponda destra). Il materiale in alveo è prevalentemente grossolano, ghiaioso-ciottoloso; l’alveo si presenta ben inciso, con sezione rettangolare di larghezza variabile (da 1 a 3-4 m). In alcuni tratti sono stati realizzati interventi di regimazione dell’alveo mediante salti di fondo e scogliere in massi.

Riale di Verzella Tributario di destra del Riale della Trenca nasce a valle di via Morelli dall’unione di tre rami, due dei quali si uniscono pochi metri a valle del lavatoio, mentre il terzo drena le acque delle aree prative più a sud. I tributari maggiori sono concentrati in sponda destra e le portate sono fortemente variabili e dipendenti dal regime delle precipitazioni. Presso l’intersezione con via Pasubio viene verosimilmente tombinato per circa 80 m, dopodiché prosegue con andamento meandriforme verso sud fino all’intersezione con il Riale della Trenca.

Riale di Cocchino Il Riale di Cocchino è tributario sinistro del Riale della Trenca ed ha origine a S-E della rotonda di via Castiglioni. Il corso d’acqua presenta andamento blandamente meandriforme ed un alveo con depositi prevalentemente ciottolosi-ghiaiosi. Il regime è tipicamente torrentizio. Il tratto a monte della confluenza nel Riale della Trenca presenta sistemazioni su entrambe le sponde con massi ciclopici. I dissesti sono diffusi e tutto il corso d’acqua mostra una situazione di generalizzato degrado ambientale.

Altri elementi minori Si segnala la presenza di aree umide tra cui lo stagno Maisa e l’area umida Maisa, lo stagno Pollo e l’area umida a nord dello Stagno Pollo. Trattasi di piccoli laghetti o aree paludose, legati essenzialmente al modellamento antropico connesso all’attività di scavo delle vecchie fornaci Maisa e Conti (ormai dismesse da decenni), che in alcuni casi costituiscono la venuta a giorno della locale falda sub-superficiale.

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4.1.5.4 Qualità delle acque superficiali

I dati di qualità del Torrente Arno (SECA tra 4 e 5) indicano che lo stato Ambientale del torrente in corrispondenza della stazione di monitoraggio di Ferno risulta “Scadente/Pessimo”. Tale giudizio di qualità corrisponde ad un ambiente in cui si rilevano alterazioni considerevoli/gravi dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale. Va comunque ricordato che tale giudizio non corrisponde necessariamente alla qualità delle acque nel comune di Caronno Varesino, posto 20 km a monte del punto di misura. Nel tratto compreso tra l’area di interesse ed il comune di Ferno le acque del Torrente Arno ricevono numerosi affluenti ed attraversano aree fortemente urbanizzate tra cui Albizzate, Solbiate Arno, Gallate, e ; tali fattori possono essere responsabili del deterioramento della qualità delle acque riscontrato in corrispondenza della stazione di monitoraggio.

4.1.6 La qualità dell’ambiente urbano

4.1.6.1 Qualità dell’aria

Alla Regione Lombardia spetta suddivisione del territorio in zone e agglomerati, nelle quali valutare il rispetto dei valori obiettivo e dei valori limite e definire, nel caso, piani di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria. Pertanto, sulla base dei risultati della valutazione della qualità dell’aria, delle caratteristiche orografiche e meteoclimatiche, della densità abitativa e della disponibilità di trasporto pubblico locale con la D.G.R 2 agosto 2007, n. 5290, la Regione Lombardia ha modificato la precedente zonizzazione distinguendo il territorio nelle seguenti zone:

 ZONA A: agglomerati urbani (A1) e zona urbanizzata (A2)  ZONA B: zona di pianura  ZONA C: area prealpina e appenninica (C1) e zona alpina (C2)

Come emerge dalla figura seguente (Rapporto Annuale sulla qualità dell’aria 2014) il territorio comunale si trova nella zona di pianura ad elevata urbanizzazione (A).

Figura 23 - Zonizzazione ai sensi della DGR 2605/2011

Il Rapporto sulla Qualità dell’Aria 2014 redatto da ARPA per la Provincia di Varese, ha evidenziato che i dati raccolti nell’anno 2014 confermano che i parametri critici per l’inquinamento atmosferico sono l’ozono e il particolato sottile; La concentrazione media giornaliera del PM10 e stata superiore al valore limite per un numero di casi maggiore di quanto concesso dalla normativa nelle stazioni di -Santuario, Gallarate-S.Lorenzo e Ferno. In nessuna stazione e stato superato il valore limite relativo alla concentrazione media annuale del PM10.

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Per l’ozono sono da segnalarsi fino ad un massimo di 11 giorni di superamento della soglia di informazione e un massimo di 3 superamenti della soglia di allarme presso la stazione di Saronno- Santuario, ed un caso di un superamento presso la stazione di Ferno. A differenza del 2013, nel 2014 il biossido di azoto non ha superato il limite annuale presso nessuna delle stazioni della provincia di Varese, e il numero di giorni di superamento del limite orario non è mai stato superato in nessuna stazione della rete. Le osservazioni fatte sul trend degli ultimi anni del PM10 possono essere estese anche al biossido di azoto. Le concentrazioni di biossido di zolfo, di monossido di carbonio e di benzene sono ormai da tempo ben inferiori ai limiti previsti; il decremento osservato negli ultimi 10 anni, ottenuto migliorando via via nel tempo la qualità dei combustibili in genere, le tecnologie dei motori e delle combustioni industriali e per riscaldamento, ha portato questi inquinanti a valori non di rado inferiori ai limiti di rilevabilità della strumentazione convenzionale. Infine, per quanto riguarda i metalli e gli IPA non si segnalano situazioni critiche in provincia di Varese.

4.1.6.2 La mobilità comunale

Il PTCP, classifica nella Tavola MOB1, la rete viaria esistente sul territorio provinciale La figura seguente ne illustra un estratto relativo a Caronno Varesino.

Figura 24 - Rete viaria comunale (PTCP – Tavola MOB1) (Livelli: 1 – autostrade e strade con caratteristiche di servizio autostradale; 2 – strade costituenti assi di penetrazione o collegamento privilegiato di rilievo sovraprovinciale; 3 – strade di interesse provinciale, finalizzate ai collegamenti extraurbani; 4 – strade di interesse solo a scala urbana)

La strada principale che attraversa Caronno Varesino è la SP20, della “Per la Pianura Padana, che va da Gazzada a Busto Arsizio (tratto Gazzada - Cassano M.: Km 12+610), lambendo la parte occidentale del territorio comunale, in parte in attraversamento del PLIS “Rile-Tenore-Olona”. I dati relativi al traffico disponibili presso la provincia di Varese e relativi alla SP20 riguardano l’abitato di Busto Arsizio, per tanto non possono essere considerati rappresentativi dell’attraversamento di Caronno Varesino.

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La SP20 rappresenta una linea di forte cesura all’interno del territorio comunale, andando a separare in modo marcato l’abitato dal suo parco (PLIS Rile Tenore Olona, che per altro viene “tagliato” proprio dalla SP20) e in ogni caso le aree residenziali da quelle di più marcata naturalità.

L’Autostrada A8 interessa una piccolissima parte del territorio comunale, a Sud-Ovest.

STRADE COMUNALI Generalmente le strade comunali consentono collegamenti interni tra tutte le zone urbanizzate e le aree esterne (aree prative e/o agresti) e con alcuni comuni limitrofi, in particolare:  la via Pasubio collega Castronno a Travaino;  la via Morelli da Castronno alla parte settentrionale di Caronno;  la via Stribiana Inferiore e la Via Palani collegano Caronno a Carnago;  la via Castiglioni che collega Caronno a Solbiate Arno.

Per quanto riguarda la rete sentieristica essa coincide con quella del PLIS Rile Tenore Olona. Il territorio è in particolare interessato dal sentiero RT03 di collegamento tra Morazzone e Castelseprio. Per ciò che concerne le piste ciclabili si segnala un tratto di pista ciclabile lungo la Via Maggiolino.

Figura 25 - Rete sentieristica del PLIS Rile- Tenore -Olona

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4.1.6.3 Azzonamento acustico

Il Comune di Caronno Varesino è dotato di un Progetto di Zonizzazione acustica del territorio comunale del 2009 (redatto da Tre.Ci. Servizi Ambientali). La classificazione del territorio cui fa riferimento lo studio è quella del D.P.C.M. 1/3/91 e il successivo D.P.C.M. 14/11/97, che prevede sei classi.

Classe I - Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. Classe II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali. Classe III - Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Classe IV - Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. Classe V - Aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali con scarsità di abitazioni. Classe VI - Aree esclusivamente industriali Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali prive di insediamenti abitativi. Viene poi fissata una suddivisione dei livelli massimi in relazione al periodo di emissione del rumore, definito dal decreto come "tempo di riferimento": • periodo diurno dalle ore 6.00 alle ore 22.00; • periodo notturno dalle ore 22.00 alle ore 6.00.

In base alla classificazione di cui sopra il territorio comunale è stato classificato come segue:

Classe I Le aree boschive adiacenti alla parte settentrionale del Torrente Tenore. Classe II Le zone residenziali sufficientemente distanti dalla SP20 Classe III Rientrano in questa classe:  le zone residenziali e non a ridosso della SP20;  le frazioni di Stribiana;  le aree residenziali e non a confine con Carnago, Solbiate Sarno ed Albizzate;  l’area a Est dell’autostrada;  le fasce di rispetto delle aree di Classe IV Classe IV Le aree produttivo-artigianali di Via Morandi e di Via Trenca Classe V Nessuna area Classe VI Nessuna area

La campagna di rilevazioni fonometriche effettuata in data lunedì 1 Marzo 2004 ha evidenziato una situazione acustica sostanzialmente soddisfacente senza che siano state riscontrate situazioni di

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Figura 26 - Classificazione acustica comunale (Fonte Studio di classificazione acustica)

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4.1.7 Gestione delle reti idriche

4.1.7.1 La rete idropotabile

La rete acquedottistica del comune di Caronno Varesino è alimentato dai TARABARA 1-2, siti a Caronno Varesino e GAZZA 1-2 siti a Castronno. Caronno Varesino, localizzati all'interno del bosco posto a sud ovest del paese. La rete è gestita da ASPEM. Nella figura seguente si riporta un elaborato estratto dal PUGSS (2014) e illustrante i pozzi di natura pubblica che conferiscono le acque alla rete acquedottistica comunale.

Figura 27 - Rete di distribuzione idrica (Fonte PUGSS02)

Le acque captate dai pozzi vengono convogliate nel bacino centrale a TARABARA dove avvengono laminate per renderle potabili con impianti di clorazione e debatterizzazione a raggi ultra violetti (UV). Le acque dopo essere passate per la centrale TARABARA, vengono rilanciate nel serbatoio pensile MARCONI, posto nel punto più alto di Caronno. Da qui le acque vengono immesse per gravita direttamente in rete.

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Le informazioni seguenti sono state desunte dallo “Studio relativo alla verifica della disponibilità idrica del territorio comunale a supporto della formazione del Piano per il Governo del Territorio ai sensi della L.R. 12/05 es.m.i.” redatto da ABM Studio Geologico Associato, cui si rimanda per ulteriori dettagli.

Stima del fabbisogno idrico Un primo approccio nella stima del fabbisogno idrico comunale consiste nell’analisi fabbisogni/disponibilità. Prendendo in considerazione i seguenti dati:

- pressione insediativa totale del Comune di Caronno Varesino (2010): 5.826 - fabbisogno giornaliero pro – capite = 252 l/g/ab (al 2010).

Disponibilità idrica L’approvvigionamento idrico comunale avviene principalmente attraverso la captazione delle acque emunte da due pozzi sul territorio comunale e due a Castronno con portate complessive pari a 40 l/sec. Sulla base dei dati disponibili da parte dell’ente gestore l’acqua emunta media del periodo 1998- 2010 è pari a 515.672 mc/anno.

Le perdite della rate possono essere quantificate nel 39%, valore calcolato sulla base dei dati forniti dal gestore relativamente alle distribuzioni dal 1998 al 2010, come differenza tra le portate emunte e le portate distribuite (portate fatturate alle quali vanno escluse quelle per gli edifici pubblici, ma che non è possibile quantificare).l

Bilancio idrico attuale

Il bilancio idrico calcolato sull’anno 2010 è il seguente:

portate (l/s) Q Portate disponibili 40,00 p Perdite (39%) 15,60 c consumo giornaliero medio annuo 16,99

Q – p- c 7,41

Le risorse idriche disponibili sono, nel complesso, sufficienti per soddisfare i bisogni del comune di Caronno Varesino che non si sono modificati in modo significativo nell’ambito della presente variante.

4.1.7.2 La rete fognaria

Come evidenziato nel PUGSS 2014, la rete fognaria e gestita per la quasi totalità dall’ente Comune di Caronno. Tale rete fognaria comunale e connessa al depuratore di LONATE POZZOLO, gestito dal Consorzio Tutela Ambientale dei Torrenti Arno, Rile e Tenore S.p.A. Al depuratore di Lonate Pozzolo complessivamente sono connessi 25 comuni (Albizzate, , , Brunello, Busto Arsizio, Cairate, Cardano al Campo, Carnago, Caronno Varesino, Casorate Sempione, Cassano Magnago, Castronno, Cavaria conPremezzo, Fagnano Olona, Ferno, Gallarate, Gazzada Schianno, Jerago con Orago, Lonate Pozzolo, Morazzone, Oggiona S. Stefano,

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Samarate, Solbiate Arno, , Vanzaghello (MI)); l’insieme della rete fognaria di detti comuni e definito dall’ATO di Varese come agglomerato AG01, illustrato nella figura seguente

Figura 28 - Reti fognarie, collettori e depuratori [Fonte: Cartografia ATO – Individuazione tematica agglomerati]

La cartografia ATO riportata nella presente immagine evidenzia che vi sono alcune aree non collegate al sistema fognario: si tratta di scarichi civili che sono convogliati in vasche biologiche. In questi ultimi anni, e nei successivi, verranno intraprese azioni di collegamento tramite collettori provinciali di tutte le zone. E' stato da poco ultimato uno spezzone del collettore che passa per Caronno, e nei prossimi anni verranno ultimati i lavori.

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Il comune di Caronno ha provveduto recentemente a definire una cartografia (PUGSS01) che chiarisce dove sono gli edifici isolati (non serviti e non servibili da pubblica fognatura) in questo modo in tali aree non servite sarà possibile solo lo scarico sul suolo ai sensi del R.R. n. 3 del 24/03/06 adeguandosi a quanto previsto dall’art. 8 del medesimo regolamento, secondo le norme tecniche contenute nel regolamento di cui alla DGR 8/2318 del 05.04.06. Tale cartografia è oggetto di specifico aggiornamento nell’ambito della presente variante (vedi paragrafo 5.3.1.6 Variante X del presente Rapporto Preliminare)

Dal punto di vista funzionale la rete fognaria comunale e costituita principalmente da collettori di acque miste, solo in pochi casi vi è la presenza di fognatura separata. Per quanto riguarda le acque miste e possibile individuare una rete ben ramificata. Le acque raccolte nella rete vengono poi convogliate dove e oggi allacciata la rete al collettore provinciale. La dove la fognatura non e raggiunta dalla possibilità di essere portata al depuratore esistono sistemi di laminazione con scolmatori che garantiscono lo scarico sicuro delle acqua. Per quanto concerne le acque nere, la loro presenza non dovrebbe esserci, vista la totalità delle rete esistente essere mista. In tutti i casi, ove esista la presenza di raccolta acque nere,le acque hanno come recapito la dorsale delle acque miste situata in corrispondenza di tutto il territorio comunale. La rete delle acque bianche e quasi inesistente all’interno del territorio comunale. Ad oggi un rilievo preciso e difficile, quindi per il comune di Caronno viene presa la decisione di rappresentare anche graficamente la rete come mista nella sua totalità, ma come si prefigge il PUGSS nel tempo questo potrà essere precisato meglio grazie agli interventi futuri. Il collettore provinciale passa attraversando il comune di Caronno da Nord verso Sud ad est del centro abitato, portando il materiale raccolto al depuratore.

4.1.8 Gestione dei rifiuti

Nel territorio comunale la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sono gestiti dalla S.I.ECO. S.r.l. di Cassano Magnago.

Dal quadro di sintesi del sistema di gestione dei rifiuti urbani desunto dalla scheda comunale allegata al “Rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani” redatto dalla Provincia di Varese nel 2014, relativi ai dati del 2013, emerge quanto segue.

 L’indice di efficienza di gestione dei rifiuti urbani (parametro calcolato in funzione della differenza con il dato medio provinciale sulle varie raccolte e altri parametri) è al di sotto del valore medio provinciale (pari a 4,6%).  La percentuale di raccolta differenziata (65,5 %) è al di sopra del valore medio provinciale (64,5%).  La quantità totale di rifiuti procapite prodotta (1,27 kg/ab/giorno) è leggermente superiore al del valore medio provinciale (1,25 kg/ab/giorno).

 Il costo procapite del servizio (93,38 €) è al di sopra del valore medio provinciale (91,50 €)

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4.1.9 Attività produttive e insalubri

Sul territorio comunale non esiste una unica ampia zona artigianale/industriale. Le realtà artigianali sul territorio, anche quelle assimilabili ad industrie insalubri di I e II classe, sono piuttosto numerose e diffuse sull’intero territorio comunale. Una concentrazione maggiore si ravvisa in alcune vie quali:

 Via Fornace (a Ovest);  Via Trenca/Via Rio Cocchino (Sud-Ovest);  Via Palani (Sud-Est);

La zona di Via Piave, in prossimità del confine col comune di Morazzone e di recente realizzazione, è quella che più chiaramente può essere individuata come area produttivo/artigianale. Anche le zone prossime al centro non sono prive di piccole realtà artigianali, anche assimilabili ad industrie insalubri di I e II classe, che si ravvisano in Via Giovanni XXIII, Via Porta, Via F.lli Rosselli, Via Bianchi.

Si segnala che sul territorio comunale di Albizzate, al confine con Caronno Varesino è sita la ditta Lamberti SpA, classificata come azienda a Rischio Incidente Rilevante ai sensi dell’art. 8 della DGR 334.

4.1.10 Inquinamento elettromagnetico

IMPIANTI RADIOTELECOMUNICAZIONE

Sul territorio comunale sono presenti due Stazioni Radio Base per telefonia:  Stazione Radio Base Tim collocata in Via Fornace c/o ditta Vismetal, rispetto alla quale il parere tecnico sul progetto rilasciato da ARPA nel 2003, esprimeva un giudizio favorevole sulla base di diversi elementi tra cui il fatto l’area di raggio 200 m considerata significativa ai fini dell’analisi di impatto elettromagnetico si trova in una zona industriale e boschiva del Comune di Caronno Varesino con edifici circostanti di altezza inferiore rispetto al sistema radiante;  Stazione Radio Base Tim collocata in Via Rimembranze, rispetto alla quale il parere tecnico sul progetto rilasciato da ARPA nel 2002, esprimeva un giudizio favorevole sulla base di diversi elementi tra cui il fatto l’area di raggio 200 m considerata significativa ai fini dell’analisi di impatto elettromagnetico si trova in una zona residenziale del Comune di Caronno Varesino con edifici circostanti hanno altezza inferiore rispetto al sistema radiante (che si colloca tra 22 e 40 metri rispetto al terreno).

ELETTRODOTTI

La normativa di riferimento per i limiti edificatori in prossimità di conduttori elettrici è la seguente:  D.M. del 21/03/1988 e successive modifiche ed integrazioni, recante norme tecniche per la progettazione, l’esecuzione e l’esercizio delle linee elettriche aeree esterne;  Legge n°36 del 22/02/2001, legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici;  D.P.C.M. del 08/07/2003, recante limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 HZ) generati dagli elettrodotti. Sul territorio comunale è presente un elettrodotto ad Alta Tensione, nella porzione settentrionale a confine con Morazzone.

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5 VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

Il presente paragrafo consente la definizione preliminare degli obiettivi generali di sostenibilità ambientale della variante al Paino dei Servizi e Piano delle Regole del PGT comunale. La definizione di tali obiettivi si basa sugli obiettivi definiti a livello sovra locale a varia scala, illustrai nei paragrafi seguenti.

5.1 Obiettivi generici e sovraordinati

5.1.1 Obiettivi e finalità definiti a livello europeo

Per la definizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale del PGT comunale sono stati preliminarmente analizzati quelli definiti a livello europeo. In particolare il “Manuale per la valutazione ambientale” redatto dall’Unione Europea individua i seguenti 10 criteri di sviluppo sostenibile.

1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili L’impiego delle risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Uno dei principi di base dello sviluppo sostenibile è lo sviluppo ragionevole e parsimonioso di tali risorse non rinnovabili, da praticare per non pregiudicare le possibilità riservate alle generazioni future. Lo stesso principio deve applicarsi anche a caratteristiche o elementi e geologici, ecosistemi e/o paesaggistici unici nel loro genere insostituibili, che forniscono un contributo sotto il profilo della produttività, della biodiversità, delle conoscenze scientifiche e della cultura (in relazione anche ai criteri 4, 5 e 6). 2. Utilizzo delle risorse rinnovabili entro i limiti delle capacità di rigenerazione Quando si utilizzano risorse rinnovabili in attività di produzione primaria come la silvicoltura, l’agricoltura, la pesca, ogni sistema presenta un rendimento massimo sostenibile, superato il quale le risorse cominciano a impoverirsi e/o degradarsi. Quando l’atmosfera, i fiumi, i laghi vengono utilizzati come ricettori per materiali di scarto, essi sono trattati anche come fonti rinnovabili, nel senso che si conta sulle loro naturali capacità di autorecupero: nel caso in cui si superino tali capacità, si assisterà alla riduzione e/o al degrado delle risorse rinnovabili a un ritmo tale che esse siano in grado di rigenerarsi naturalmente, garantendo così il mantenimento, o meglio l’incremento, delle riserve disponibili per le generazioni future. 3. Uso e gestione corretti, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi e/o inquinanti In molte situazioni è possibile utilizzare sostanze meno dannose per l’ambiente ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, in particolare pericolosi. Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l’utilizzo di materie che producano l’impatto ambientale meno negativo possibile e la minima produzione di rifiuti e di riduzione dell’inquinamento. 4. Conservare e migliorare lo stato di flora e fauna, degli habitat e dei paesaggi Il principio è quello di mantenere e arricchire la quantità e la qualità delle risorse naturali, con particolare riferimento alle componenti biotiche, affinché le generazioni future possano godere di tale beneficio. Tra le risorse del patrimonio naturale si annoverano le flora, la fauna e gli habitat, caratteristiche geologiche e fisiologiche, le bellezze naturali e altre risorse ambientali, nonché le combinazioni e le interazioni tra di essi e il potenziamento ricreativo che presentano. Non vanno altresì dimenticate le strette relazioni con il patrimonio culturale (si veda il criterio 6). 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche Il suolo e le risorse idriche sono fonti naturali, rinnovabili a lungo termine, essenziali per la vita e il benessere umani, ma che possono subire perdite, o degradarsi, a causa del consumo, di fenomeni erosivi o dell’inquinamento. Il principio cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e il miglioramento delle risorse già degradate. 6. Conservare e migliorare la qualità del patrimonio storico culturale Il patrimonio storico e culturale è costituito da risorse finite che, una volta distrutte o danneggiate, non possono più essere sostituite. Come accade per le fonti non rinnovabili, i principi che ispirano il concetto di sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche e/o i siti in via di rarefazione, rappresentativi di un determinato periodo e/o aspetto, o che forniscono un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura locali. Vengono annoverati edifici di valore storico e culturale, strutture e/o monumenti di qualsiasi epoca, reperti archeologici non ancora riportati alle luce, elementi architettonici di esterni (es. paesaggi agrari, parchi, giardini) e tutte le strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (es. piazze, teatri, ecc.). Anche stili di vita, usi e lingue tradizionali costituiscono un patrimonio storico e culturale che può essere opportuno preservare. 7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale Per qualità dell’ambiente locale si intende la qualità dell’aria, l’impatto acustico, l’impatto visivo e altri elementi estetici percepibili a livello di singolo individuo e/o di comunità. La qualità dell’ambiente locale assume la massima importanza nelle zone residenziali, luogo in cui si svolge buona parte delle attività ricreative lavorative. La qualità dell’ambiente locale può subire drastici cambiamenti a seguito delle mutate condizioni di traffico, delle attività industriali, di attività di costruzione o minerarie, del proliferare di nuovi edifici e infrastrutture e di un generale incremento delle attività, ad esempio turistiche. E’ inoltre possibile dare un forte impulso al miglioramento dell’ambiente locale introducendo e adottando nuovi modelli di sviluppo (si veda anche criterio 3). 8. Descrizione del criterio chiave di sostenibilità Una delle principali forze trainanti nell’affermarsi del concetto di sviluppo sostenibile è rappresentata dai dati che dimostrano l’esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra le emissioni derivanti dai processi di combustione, il fenomeno delle piogge acide e l’acidificazione dei suoli e delle acque , come pure tra clorofluorocarburi (CFC) e distribuzione dello strato di ozono sono stati individuati negli anni settanta e nei primi anni ottanta del secolo scorso. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica, effetto serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future (si vede anche criterio 3). 9. Sviluppare la sensibilità, l’istruzione e la formazione alle tematiche ambientali

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Per realizzare uno sviluppo sostenibile diventa fondamentale sensibilizzare ai temi e alle opzioni disponibili; elementi cruciali sono altresì l’informazione, l’istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale. Tale obiettivo può essere raggiunto attraversala divulgazione dei risultati della ricerca, promuovendo l’inserimento di tematiche ambientali a livello di formazione professionale, nelle scuole, nelle università e/o nei programmi di istruzione per adulti, nonché creando all’interno di settori e raggruppamenti economici. Va infine ricordata l’importanza di accedere alle informazioni in campo ambientale dal proprio domicilio e da luoghi ricreativi (es. sviluppo di reti telematiche dei dati ambientali). 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni in materia di sviluppo sostenibile La dichiarazione di RIO (Conferenza di Rio per l’ambiente e lo sviluppo, 1992) stabilisce, tra i fondamenti dello sviluppo sostenibile, che il pubblico e le parti interessate vengano coinvolte nelle decisioni che riguardano i loro interessi. Il meccanismo principale è la consultazione pubblica nella fase di controllo dello sviluppo, in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Il concetto di sviluppo sostenibile prevede inoltre un coinvolgimento più ampio del pubblico nell’elaborazione e nell’attuazione di proposte di sviluppo, che dovrebbe consentire l’affermarsi di un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità.

5.1.2 Obiettivi di rilevanza ambientale del PTR

Il procedimento di VAS relativo alla proposta di Documento di Piano del PTR (Piano Territoriale Paesistico Regionale) della Regione Lombardia (gennaio 2010) ha premesso di definire i seguenti obiettivi di sostenibilità ambientale:

 Migliorare la qualità dell’aria e ridurre le emissioni climalteranti e inquinanti  Tutelare e promuovere l’uso razionale delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili, per assicurare l’utilizzo della “risorsa acqua” di qualità, in condizioni ottimali (in termini di quantità e di costi sostenibili per l’utenza) e durevoli  Mitigare il rischio di esondazione  Perseguire la riqualificazione dei corsi d’acqua  Promuovere la fruizione sostenibile ai fini turistico-ricreativi dei corsi d’acqua  Garantire la sicurezza degli sbarramenti e dei bacini di accumulo di competenza regionale, assicurare la pubblica incolumità delle popolazioni e la protezione dei territori posti a valle delle opere  Difendere il suolo e la tutela dal rischio idrogeologico e sismico  Prevenire i fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione dei suoli  Tutelare e aumentare la biodiversità, con particolare attenzione per la flora e la fauna minacciate  Conservare e valorizzare gli ecosistemi e la rete ecologica regionale  Coordinare le politiche ambientali e di sviluppo rurale  Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento acustico  Prevenire, contenere e abbattere l’inquinamento elettromagnetico e luminoso  Prevenire e ridurre l’esposizione della popolazione al radon indoor

5.1.3 Obiettivi di generali di sostenibilità ambientale del PTCP

Il procedimento di VAS del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) della Provincia di Varese ha permesso di identificare diversi obiettivi generali di sostenibilità ambientale per ciascun settore di riferimento. Tali obiettivi sono riportati nella tabella seguente.

Settori di riferimento Obiettivi generali 1 ARIA  ridurre o eliminare l’esposizione all’inquinamento  ridurre o eliminare le emissioni inquinanti  adeguare o innovare le politiche pubbliche 2 RISORSE IDRICHE  ridurre o eliminare l’inquinamento in funzione degli usi potenziali  ridurre il consumo o eliminare il sovra sfruttamento o gli usi impropri  migliorare la qualità ambientale degli ecosistemi acquatici  adeguare o innovare le politiche pubbliche

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Settori di riferimento Obiettivi generali 3 SUOLO E  ridurre o eliminare l’esposizione al rischio idrogeologico SOTTOSUOLO  ridurre o eliminare le cause di consumo del suolo  adeguare o innovare le politiche pubbliche 4 ECOSISTEMI E  aumentare il patrimonio naturale, conservare e PAESAGGIO migliorare le qualità degli ecosistemi e paesaggio  ridurre o eliminare le cause di impoverimento e degrado  adeguare o innovare le politiche pubbliche 5 MODELLI  perseguire un assetto territoriale ed urbanistico INSEDIATIVI equilibrato  promuovere una strategia integrata tra città e territorio extraurbano  tutelare e migliorare la qualità dell’ambiente di vita  promuovere un uso sostenibile delle risorse ambientali (acqua, suolo, ambiente e paesaggio)  adeguare o innovare le politiche pubbliche 6 MOBILITA’  contenere la mobilità ad elevato impatto ambientale  migliorare l’efficienza (ecologica/energetica) degli spostamenti  adeguare o innovare le politiche pubbliche 7 AGRICOLTURA  tutelare e riqualificare il paesaggio e le aree agricole  promuovere la funzione di tutela ambientale dell’agricoltura  adeguare le politiche pubbliche 8 INDUSTRIA E  tutelare le risorse ambientali e la salute delle persone COMMERCIO  aumentare iniziativa dell’innovazione ambientale e nella sicurezza  adeguare o innovare le politiche pubbliche 9 TURISMO  tutelare le aree sensibili e la qualità ambientale diffusa  promuovere la funzione di tutela ambientale del turismo  adeguare o innovare le politiche pubbliche 10 RUMORI  ridurre o eliminare l’esposizione delle persone all’inquinamento  ridurre le emissioni sonore  adeguare o innovare le politiche pubbliche 11 ENERGIA (EFFETTO  minimizzare uso fonti fossili SERRA)  ridurre o eliminare costi ed effetti ambientali  adeguare o innovare le politiche pubbliche 12 CONSUMI E  minimizzare la qualità e il costo ambientale dei beni RIFIUTI consumati e dei rifiuti prodotti  aumentare il riuso, il recupero e migliorare il trattamento  ridurre o eliminare  adeguare le politiche pubbliche

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5.2 Obiettivi di sostenibilità ambientale del PGT

Coerentemente con la pianificazione del PGT vigente, la presente variante si pone come obiettivi di sostenibilità ambientale quelli individuati nelle fasi di analisi e valutazione proposti nel Rapporto Ambientale del 2014.

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEL PGT Miglioramento delle caratteristiche del reticolo idrografico e riduzione del rischio idrogeologico Il rischio idrogeologico costituisce un elemento di criticità in quanto le conseguenze di una cattiva gestione del territorio possono generare effetti negativi sul territorio stesso (ad esempio accentuando gli eventuali fenomeni di dissesto) e sulla popolazione direttamente o indirettamente coinvolta da eventuali fenomeni di dissesto o esondazione. Sul territorio comunale sono stati individuati diversi elementi di dissesto idrogeologico, anche se mai di particolare gravità, quali nicchie di frana, erosioni in alveo e di sponda, ruscellamento, etc. La riduzione del Rischio idrogeologico può essere attuata migliorando e approfondendo lo stato conoscitivo dei fenomeni di dissesto (ad esempio aggiornando e approfondendo gli studi geologici), realizzando interventi di pulizia ordinaria e straordinaria sui corsi d’acqua e attuando eventuali interventi atti a ridurre il rischio (ad esempio sistemazione idraulica dei corsi d’acqua). Per quanto riguarda gli interventi di sistemazione idraulica dei corsi d’acqua, sulla base delle Deliberazioni n. 8 e 9 del 05/04/2006 dell’Autorità di Bacino del Fiume Po, nell’obiettivo di coniugare la sicurezza e lo sviluppo con la valorizzazione e il recupero della naturalità, gli interventi da attuare, supportati da studi di fattibilità di elevato livello progettuale, nella individuazione delle alternative devono puntare a: - preservare i processi naturali ove essi siano ancora presenti; - ridurre il numero degli interventi strutturali di difesa, messa in sicurezza ed artificializzazione dell’alveo;

ACQUE SUPERFICIALI ACQUE SUPERFICIALI - applicare metodologie di intervento che fanno uso di tecniche di ingegneria naturalistica; - coniugare interventi di sistemazione idraulica con interventi di rinaturazione.

Tutelare la qualità delle acque superficiali Il sistema delle acque superficiali è stato nel corso degli anni alleggerito dal conferimento di acque di scarico grazie al progressivo completamento delle reti di collettamento della rete fognaria al depuratore di Sant’Antonino. in ogni caso là dove la fognatura non è raggiunta dalla possibilità di essere portata al depuratore esistono sistemi di laminazione con scolmatori che garantiscono lo scarico sicuro delle acqua. La variante ha provveduto all’adeguamento dello Studio Geologico alla l'adeguamento alla Direttiva Alluvioni entrata in vigore in modo definitivo ed alcune modifiche minori sul RIM Riduzione del consumo di suolo La conservazione delle aree boscate, agricole e naturali, rappresenta una risorsa per il territorio e per l’ecosistema pertanto, in linea con quelle regionali e provinciali, l’amministrazione dovrebbe sostenere politiche atte alla riduzione del consumo di suolo attraverso misure quali ad

SUOLO SUOLO esempio la promozione di interventi di riqualificazione di immobili esistenti, la limitazione di interventi di trasformazione al di fuori dei confini del TUC, ecc.

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OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEL PGT Tutela del paesaggio L’analisi paesaggistica del territorio ha individuato una serie di elementi di particolare pregio paesistico per le caratteristiche morfologiche e naturalistiche intrinseche, che permeano in modo piuttosto diffuso e generale tutto il territorio comunale e che assumono particolare rilevanza in corrispondenza di alcuni punti di elevata naturalità (in particolar modo le aree agricolo-boschive della parte orientale del territorio). Pertanto nel perseguimento di tale obiettivo è importante la tutela dei seguenti ambiti paesaggistici:  la rete idrografica (torrenti, rogge, canali, ecc.) sia dal punto di vista ecologico sia dal punto di vista funzionale,  le aree boscate, privilegiando e consolidando gli aggregati autoctoni esistenti, evitando l’uso di essenza alloctone e conservando la funzionalità dei sentieri boschivi esistenti.

Tutela e valorizzazione degli elementi del paesaggio agrario Sono assolutamente da favorire interventi di tutela e trasformazione guidata delle attività agricole, orientati a:  favorire lo sviluppo complessivo del territorio rurale e il mantenimento di forme di agricoltura di elevato significato storico e valore paesistico;  contribuire a raccordare l’attività agricolo produttiva con quelle di tutela vegetazionale- faunistica e ambientale paesaggistica; E’ di primaria importanza tutelare e valorizzare tutti gli elementi che caratterizzano il paesaggio e l’ambiente agrario, quali: alberature, fasce boscate, siepi, filari, fontanili, zone umide, reticolo idrico naturale ed artificiale e potenziare le connessioni con unità significative dell’area urbana.

Mantenimento dello sviluppo territoriale policentrico L’elevata naturalità diffusa del territorio è anche frutto della storia insediativa, che è di tipo policentrico. Il mantenimento dell’individualità dei centri urbani, la limitazione delle forme di urbanizzazione di saldatura tra i diversi centri, consente il mantenimento delle caratteristiche paesaggistiche intrinseche territoriali e il mantenimento di elevata naturalità diffusa.

Prescrizione dell’utilizzo di specie vegetali autoctone nelle opere di verde pubblico e

ECOSISTEMI E PAESAGGIO privato L’elevata naturalità dei luoghi, la presenza di una viabilità di tipo campestre, la stratta connessione tra elementi residenziali e di naturalità rende inoltre auspicabile l’applicazione di una normativa del verde pubblico e privato che privilegi l’utilizzo di piante autoctone evitando l’introduzione di specie esotiche, in particolar modo quelle di cui alla DGR VIII/7736 del 24 luglio 2008.

Tutela e potenziamento della rete ecologica La rete ecologica provinciale ha permesso di individuare il ruolo chiave di Caronno Varesino nel garantire, analogamente agli ambiti di naturalità limitrofi, il raccordo tra i corridoi longitudinali, andando a contribuire in modo significativo alla definizione dei corridoi di collegamento ecologico trasversale. Le principali strategie di tutela della rete ecologica sono basate sulla conservazione la valorizzazione dei collegamenti tra le diverse aree di rilevante interesse ambientale-paesistico (core areas) al fine di evitarne l’isolamento, che altrimenti comporterebbe un graduale impoverimento dell’ecosistema. Tali collegamenti sono garantiti dai corridoi ecologici, intesi come passaggi faunistici tra le diverse aree naturali. Obiettivo strategico si delinea dunque la limitazione della frammentazione del territorio e la promozione delle interconnessioni tra le diverse aree di naturalità attraverso la limitazione degli interventi di urbanizzazione (abitazioni, recinzioni, ecc.) nelle core-areas e nei corridoi ecologici.

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OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEL PGT Riduzione e contenimento dei consumi energetici, idropotabili e di rifiuti Nell’ottica di migliorare la sostenibilità del sistema insediativo esistente è necessario privilegiare politiche di riduzione dei consumi energetici e di risorse quali l’acqua potabile. In particolare possono essere attivati strumenti di incentivazione o promozione dell’uso di risorse rinnovabili per il riscaldamento (es. solare termico, geotermia, biomasse) e per la produzione di energia elettrica (fotovoltaico) da distribuire eventualmente in modo consortile (es. teleriscaldamento). Inoltre dovrà essere privilegiata la costruzione di edifici ad alta efficienza energetica e con una buona esposizione solare, proponendo un regolamento edilizio adeguato. Nell’ottica di una tutela della risorsa idropotabile, è possibile attivare accorgimenti per ottenere il contenimento del consumo idrico (es. riutilizzo delle “acque grigie” per gli usi consentiti, campagne di sensibilizzazione, ecc.). Al fine del contenimento della produzione di rifiuti è opportuno continuare ad applicare politiche di sensibilizzazione di contenimento nella produzione di rifiuti, visto anche il trend in aumento di produzione di rifiuti pro-capite.

Delocalizzazione impianti produttivi e/o mancato rinnovo autorizzazioni per attività insalubri di prima classe all’interno del centro edificato. Il territorio è caratterizzato da una presenza diffusa di insediamenti produttivi frammisti al tessuto residenziale, molti dei quali con caratteristiche di insalubrità di prima o seconda classe. In riferimento a questi insediamenti si rileva l’opportunità di valutare, nell’ambito delle previsioni e strategie di piano, tramite eventuali accordi di programma, la delocalizzazione degli stessi in aree più idonee individuate dal PGT, con particolare attenzione alle attività insalubri di prima classe. In caso di difficile delocalizzazione e in caso di nuovi subentri/modificazioni di attività si potrebbe valutare il divieto all’insediamento di attività insalubri di prima classe all’interno del perimetro dei centri edificati. Questo è delimitato, per ciascun centro o nucleo abitato, dal perimetro continuo che comprende tutte le aree edificate con continuità ed i lotti interclusi.

SISTEMA INSEDIATIVO E PRODUTTIVO PRODUTTIVO E INSEDIATIVO SISTEMA Incentivazione di forme di agricoltura ecocompatibile La realtà agricola del territorio è ben rappresentata e piuttosto vivace. In ottemperanza alla efficacia dei corridoi ecologici, al mantenimento della biodiversità e naturalità dei luoghi sono assolutamente da favorire interventi di tutela e trasformazione guidata delle attività agricole, orientati a:  Incentivare l’agricoltura estensiva e le pratiche a basso impatto ambientale con minor utilizzo di fitofarmaci, fertilizzanti e diserbanti;  Favorire l’agricoltura biologica;  Promuovere progetti di filiera a km0.

Valorizzare i beni naturalistici del territorio L’area del territorio comunale presenta in generale caratteristiche di elevata naturalità, soprattutto concentrate nella porzione orientale, coincidente col PLIS Rile Tenore Olona. La presenza dell’area del Parco e la sua accessibilità, poco visibile per un “osservatore esterno” possono essere valorizzate mediante la creazione di aree di invito e pannelli di didattica ambientale. Una eventuale ipotesi di potenziamento delle possibilità fruitive del territorio non può in ogni caso prescindere dalla considerazione dell’elevata naturalità dei luoghi e degli obiettivi di conservazione di habitat e specie di interesse e delle criticità in essere, andando dunque a prediligere soluzioni di basso impatto e di perfetto inserimento paesaggistico.

Promuovere il sistema di percorribilità ciclopedonale FRUIZIONE FRUIZIONE La divisione dell’abitato dall’area di maggiore naturalità (PLIS Rile Tenore Olona) operata dalla SP20, nonché la presenza, nella porzione settentrionale dell’abitato, di un elemento di fruizione di grande pregio ed utilizzo quale la rete sentieristica del Parco RTO, rende necessario la realizzazione o il potenziamento di percorsi ciclopedonali di connessione tra l’abitato e la rete sentieristica del Parco. Questo promuove la fruizione sostenibile del territorio e la riduzione dell’utilizzo delle autovetture con tutto il suo indotto.

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5.3 Valutazione degli effetti ambientali

Il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

 Uso del suolo: verranno valutate tematiche inerenti il consumo di suolo, principalmente connesse alla sottrazione di aree boscate o agricole ai fini edificatori;  Paesaggio e beni culturali: verrà valutato il contesto paesistico in cui si inserisce l’intervento, la sua sensibilità paesistica a la presenza nelle vicinanze di beni culturali;  Aree protette ed ecosistemi: verrà valutata la sensibilità ecologica dell’ambiente in cui si inserisce l’intervento e come questo possa interferire sulle connessioni ecologiche;  Rischio idrogeologico e radon; verranno valutate le eventuali problematiche di carattere idrogeologico presenti nell’area di intervento e la relativa classe di fattibilità geologica;  Rischio idraulico e acque superficiali: verranno valutate le eventuali problematiche di carattere idraulico presenti nell’area di intervento e gli eventuali effetti sullo stato quali-quantitativo dei corsi d’acqua.  Qualità dell’ambiente urbano: verranno valutati gli effetti diretti e indiretti sulla qualità della vita nell’ambiente urbano, sia in termini di miglioramento dei servizi sia in termini di potenziali ripercussioni sulla salute umana.

Il giudizio sintetico riportato verrà espresso secondo al seguente legenda e tiene conto di diversi elementi descritti.

LEGENDA DI VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI Effetto nullo o non significativo Effetto locale L Effetto nullo o non significativo se Effetto comunale C mitigato Effetto negativo lieve Effetto sovracomunale SC Effetto provinciale / Effetto negativo rilevante P/R regionale Effetto positivo lieve Effetto temporaneo t Effetto positivo rilevante Effetto permanente p

 valutazione degli effetti in base alla sua entità, secondo la seguente scala:

o Effetto nullo o non significativo : La variante non genera alcun effetto oppure genera effetti che non presentano una significatività rilevabile per lo specifico contesto o Effetto nullo o non significativo se mitigato: La variante genera effetti teoricamente significativi ma che possono essere agevolmente mitigati da opportune misure, introdotte dal piano stesso oppure indicate come opere di mitigazione nel rapporto ambientale o Effetto negativo lieve: La variante genera effetti che a giudizio degli esperti e della documentazione raccolta possono essere classificati come negatività per specifiche componenti ambientali e sociali analizzate, di entità "lieve" o Effetto negativo rilevante: La variante genera effetti che a giudizio degli esperti e della documentazione raccolta possono essere classificati come negatività per specifiche componenti ambientali e sociali analizzate, di entità o Effetto positivo lieve: La variante genera effetti che a giudizio degli esperti e della documentazione raccolta possono essere classificati come positivi per specifiche componenti ambientali o sociali, di entità "lieve"

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o Effetto positivo rilevante: La variante genera effetti che a giudizio degli esperti e della documentazione raccolta possono essere classificati come positivi per specifiche componenti ambientali o sociali, di entità "rilevante"

 valutazione dell’estensione geografica di ricaduta degli effetti, secondo la seguente scala:

o Effetto locale: La variante genera effetti diretti e indiretti che hanno una valenza di carattere locale; o Effetto comunale: La variante genera effetti diretti e indiretti che hanno una valenza di carattere comunale; o Effetto sovracomunale: La variante genera effetti diretti e indiretti che hanno una valenza di carattere sovracomunale; o Effetto provinciale / regionale: La variante genera effetti diretti e indiretti che hanno una valenza di carattere provinciale e/o regionale;

 valutazione della durata degli effetti, secondo la seguente scala:

o Effetto temporaneo o Effetto permanente

5.3.1 Varianti

5.3.1.1 Varianti A, B, D, L, N, Q, R – Da TUC residenziale a Aree verdi

Si tratta di una serie di varianti che cambiano la previsione di alcune aree attualmente poste nel tessuto urbano consolidato residenziale denso / P.A.** ad aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato.

Come evidenziato nella tabella seguente si tratta di ambiti che interessano quasi 9.200 mq di Tessuto Urbano Consolidato a destinazione residenziale densa che vengono svuotati dei rispettivi indici edificatori e destinate ad aree verdi. Nel complesso si assiste da un decremento della popolazione potenzialmente insediabile di 55 unità, in buona parte dovute alla soppressione della previsione di Via Puccini/Via 1° Maggio (ex C.P.1). I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da tessuto urbano consolidato residenziale denso / P.A.** ad aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato mc (con If = 0,9 abitanti Numerazione mq mc/mq) (decremento) da tavola A 456,2 410,6 3,0 B 523,2 470,9 3,0 D 303,4 273,1 2,0 L 479,6 431,6 3,0 N 279,2 251,3 2,0 Q (P.A.**) 6564,3 39 R 583,1 524,7 3,0 9189,0 2362,1 55 TOT L’ambito Q(PA**) è la lottizzazione di Via Puccini di cui non è mai stata sottoscritta la convenzione

Segue la descrizione e l’individuazione cartografica di ciascuna delle varianti.

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A – Loc Zoia Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

B - Via Papa Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

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D - Via Macchi Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

L – Via Palani Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

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N - Via Montello Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Variante Q - Via Puccini/Via 1° Maggio (ex C.P.1) Viene eliminata la previsione del Piano di Lottizzazione comparto CP 1 di Via Puccini/Via 1° Maggio che fu approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 3 del 24.02.201, ma di cui la convezione non è mai stata soscritta anche a seguito di sollecitazione ad ottemperare a tale impegno da parte della Amministrazione Comunale. All’ambito di conseguenza è stata attribuita da destinazione di Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato .

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

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R - Via Papa Da TUC residenziale denso a Aree verdi periurbane e di connessione tra il territorio rurale ed edificato

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante A, Note B, D, L, N, Q, R Uso del suolo L-p Le modifiche introdotte comportano un lieve effetto positivo sul consumo di suolo che viene ridotto rispetto al PGT vigente. Paesaggio e beni L-p Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica, tuttavia viene definito meglio l’uso de suolo in ambito urbano. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano. urbano

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5.3.1.2 Variante P - Via F.lli Rosselli

Conferma indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009 attraverso l’integrazione dell’art. 2.3.2 “Tessuto urbano consolidato residenziale denso” del testo normativo del Piano delle regole con la seguente dicitura “Nel comparto contrassegnato con (**) vengono confermati gli indici di edificabilità previsti dal Permesso di costruire n. 05/2011 e successiva variante DIA n. 13/2013, in base al Piano Casa L.R. 13/2009”.

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante P Note PdR Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano, ma migliorano la possibilità di urbano attuazione dell’ambito.

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5.3.1.3 Variante S - Via Puccini (Ambito di completamento AC 11)

Eliminare la previsione di area per servizi sull’intero lotto attribuendo al comparto la destinazione di ambito di completamento residenziale ( vedi scheda successiva relativa nuovo ambito AC11).

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 12 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da servizi a tessuto urbano consolidato residenziale denso mc (con If = 0,9 Numerazione mq abitanti (incremento) mc/mq) da tavola S 2.300,00 1.840,00 12

Segue la descrizione e l’individuazione cartografica di ciascuna delle varianti.

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Ambito AC11

Identificazione dell’ambito di intervento:

Ambito di completamento di Via Puccini

Modalità di intervento Permesso di Costruire Convenzionato Dotazione Edificatoria di Comparto Itm = 0,80 mc./mq. Attrezzature pubbliche o di interesse Negli interventi che determinano un incremento del pubblico fabbisogno di aree per servizi ed attrezzature pubbliche dovrà essere determinata la quota necessaria per il soddisfacimento dello standard in base al Piano dei Servizi; tale quota dovrà essere monetizzata Rc 30 % H 10,50 m. P rapporto di permeabilità 50 % Destinazione d’uso principale R – Residenziale Destinazioni d’uso non ammesse Tutte le altre

Prescrizioni e Indicazioni del PGT . L’intervento deve prevedere la cessione di aree da destinare a parcheggio fronteggianti la via Puccini per una profondità di circa 7,50 m. . Prescrizioni della classe geologica IIa

Sottoclasse IIa (aree a morfologia da subpianeggiante a debolmente ondulata con possibili fenomeni di drenaggio difficoltoso/ristagno idrico nelle aree depresse) Aree favorevoli allo sviluppo urbanistico. Nello specifico in via di minima dovranno essere verificati:  caratteristiche litologiche delle unità presenti in loco fino a profondità rappresentativa;  capacità portante e cedimenti indotti;  presenza di acque sotterranee, anche a carattere temporaneo e valutazione delle possibili interferenze con i piani di posa delle fondazioni;  eventuale presenza di rimaneggiamenti antropici pregressi e caratterizzazione dei materiali presenti;  grado di stabilità dei fronti di scavo con riguardo anche alle costruzioni adiacenti, sia in corso d’opera che a fine lavori;  modalità di intercettazione delle acque chiare e di prima pioggia;  eventuali interferenze con aree acclivi adiacenti; In fase progettuale andranno rispettate le seguenti prescrizioni:

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Ambito AC11

 predisposizione di presidi per la sicurezza delle maestranze in relazione agli esiti della valutazione della stabilità dei fronti di scavo e in relazione alla profondità degli stessi;  evitare accumulo di acqua sul fondo di scavi aperti;  asportazione del suolo e più in generale dei livelli a caratteristiche meccaniche più scadenti o visibilmente non addensati;  verifica, in fase esecutiva, dello spessore dei livelli suddetti ed eventuale miglioramento delle caratteristiche del piano di posa delle fondazioni;  predisposizione di accorgimenti per l'intercettazione o la regimazione e l'allontanamento delle acque piovane o di corrivazione soprattutto in prossimità di aree acclivi avendo cura di evitare l’insorgenza sulle stesse di episodi di erosione in forma concentrata o diffusa e loro smaltimento nella rete fognaria esistente;  allacciamento degli insediamenti di nuova realizzazione sia produttivi che residenziali alla rete fognaria esistente Compatibilità con il PTCP Non si segnalano incongruenze Compatibilità con il PIF Non ricade in zona boscata Compatibilità con vincoli - Classificazione geologica e sismica II a – Z4 c Compatibilità con la rete ecologica Non si segnalano incongruenze

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La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante S Note AC11 Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano, ma migliorano la possibilità di urbano attuazione dell’ambito. L’introduzione di un ambito di completamento consente comunque la cessione all’amministrazione di standard ad uso parcheggio necessari.

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5.3.1.4 Varianti T, U – Varianti ad ambiti per servizi

T - Via Papa Giovanni XXIII Eliminazione del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla A7 di 810 mq. nel TUC Tessuto urbano consolidato residenziale denso

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 5 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Da servizi a tessuto urbano consolidato residenziale denso mc (con If = 0,9 Numerazione mq abitanti (incremento) mc/mq) da tavola T 808,10 727,30 5

Variante U - Via Brughiera Eliminazione di una parte del comparto previsto per servizi ed inserimento del lotto contraddistinto nella tavola dei servizi come area in previsione con la sigla P27 la riduzione dell’area per servizi è di 1.390 mq. a cui viene attribuita una nuova destinazione come Tessuto produttivo consolidato.

Tale variante non determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile ne’ degli abitanti equivalenti in quanto trattasi di una porzione di area già pertinente ad una attività esistente.

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PGT VIGENTE PGT VARIANTE

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante T, U Note PdS Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. L’azzonamento dei due ambiti si coerenzia con il contesto territoriale circostante (residenziale per variante T e produttivo per variante U) Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano ma migliorano la possibilità di urbano attuazione degli ambiti. La dotazione degli ambiti per servizi si riduce da 23 mc/ab vigente a 22,7, comunque entro gli standard minimi di 18 mc per abitante.

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5.3.1.5 Variante V, Via Maggiolino – comparto artigianale

Integrazione dell’art. 2.3.5 Tessuto produttivo consolidato misto con l’individuazione del comparto relativo ad un’attività artigianale dismessa in cui viene consentita il recupero della volumetria esistente con la funzione residenziale.

PGT VIGENTE PGT VARIANTE

Le norme sono state integrate nel modo seguente. Nell’ambito contraddistinto con la sigla D (da rettificare con la lettera V), che comprende anche il sedime di un’attività artigianale ormai dismessa, si consente il recupero del volume esistente con la destinazione residenziale.

Tale variante determina un incremento della popolazione potenzialmente insediabile di 4 unità. I dati sono riportati in dettaglio nella tabella seguente.

Modifica cambio destinazione d’uso da artigianale a residenziale

Numerazione mq mc abitanti (incremento) da tavola V - 600 4

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

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Elementi Variante V Note norme Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano ma migliorano la possibilità di urbano attuazione dell’ambito.

Pag. 86 di 98 Comune di VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA’ A VAS Rev. 01 Caronno DELLA VARIANTE AL PGT 10/07/2017 Varesino Rapporto Preliminare RIF. 15-161

5.3.1.6 Varianti X – Cartografia PUGSS

Si aggiorna la tavola contenuta nel Pugss 01 relativa agli agglomerati – aree servite e non servite da fognatura come illustrato nelle immagini seguenti.

PUGSS01 VIGENTE (2014)

PUGSS01 VARIANTE (2017) Figura 29 - Rete di smaltimento delle acque reflue (Fonte PUGSS01)

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Si precisa che il perimetro proposto in variante dell'agglomerato risulta conforme a quello approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale n. 26 del 29/06/2015.

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Variante X Note PUGSS Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità L-p Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano ma descrivono in modo più puntuale urbano e preciso lo stato di fatto della rete di smaltimento e delle zone effettivamente servite

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5.3.1.7 Bilancio di crescita / decrescita della popolazione

Nella tabella seguente viene riepilogato il bilancio complessivo di crescita e decrescita della popolazione.

abitanti (-decremento) / (+ crescita) Numerazione da tavola A - 3 B - 3 D - 2 L - 3 N - 2 Q - 39 R - 3 S + 12 T + 5 U 0 V + 4 -34 TOT

Tale bilancio evidenzia che nel complesso si assiste ad una riduzione della popolazione di circa 34 unità, che corrispondono a 34 Abitanti Equivalenti.

La rete fognaria comunale fa parte dell’agglomerato num. 1 individuato dall’ATO (Ambito Territoriale Ottimale) di Varese, connesso all’impianto di depurazione di Lonate Pozzolo (Codice AG 012090 01), di proprietà della “Tutela Ambientale dei torrenti Arno Rile Tenore SpA” e gestita dalla Prealpi servizi Srl. L’agglomerato num. 1 (AG01209001) comprende i comuni di Albizzate, Arsago Seprio, Besnate, Brunello, Busto Arsizio, Cairate, Cardano al Campo, Caronno Varesino, Carnago, Casorate Sempione, Cassano Magnago, Morazzone, Castronno, Cavaria, Fagnano Olona, Ferno, Gallarate, Gazzada Schianno, Jerago, Lonate Pozzolo, Oggiona Santo Stefano, Samarate, Solbiate Arno, Sumirago, Vanzaghello, Magnago e l’Aeroporto di Malpensa. La dimensione totale dell’agglomerato in base al database ATO è pari a 373.123 AE e la potenzialità è di 450.000 AE. Sulla base delle stime del PGT verificando un decremento pari a 34 abitanti teorici, anche calcolando un analogo o superiore incremento nei comuni contermini (che comprendono anche città come Busto Arsizio, Gallarate, …) si raggiungerebbe verosimilmente un numero di AE al di sotto delle attuali potenzialità dell’impianto.

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5.3.2 Rettifiche C, E, F, G, H, I, L, M, O, Y, Z

Le rettifiche proposte consentono una migliore è più precisa descrizione dello stato di fatto dei luoghi, utile a facilitare l’applicazione delle norme.

La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Rettifiche Note Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul idrogeologico e livello di protezione del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto sul acque superficiali livello di protezione del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano. urbano

5.3.3 Aggiornamento dello Studio Geologico

L'adeguamento allo studio geologico è stata proposto in aggiornamento ai riferimenti normativi vigenti ad oggi. Tali adeguamenti hanno comportato rettifiche nei contenuti della relazione tecnica ai seguenti capitoli: - cap. 1.1-1.2, cap. 4.2, cap. 7.2, cap. 8.1-8.2; e delle Norme di attuazione: - art. 2, 7-7.1-7.2.

Si precisa che l'unico elaborato cartografico modificato è la carta dei vincoli, al solo fine di recepire i poligoni rappresentanti le Fasce PAI, ora sostituiti rispettivamente per la fascia A dalle “aree interessate da alluvioni frequenti” secondo il PGRA, per la fascia B dalle “aree interessate da alluvioni poco frequenti secondo il PGRA” e per la fascia C dalle “aree interessate da alluvioni rare secondo il PGRA, in adeguamento alla Delibera Comitato Istituzionale n. 5 del 7 dicembre 2016 “Adozione di varianti al Piano Stralcio per l'Assetto idrogeologico - PAI e al Piano stralcio per l'assetto idrogeologico del Delta del fiume Po -PAI Delta: Integrazioni alle Norme di attuazione“ concernente l’adozione in via definitiva del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) approvato con deliberazione n. 2 del 3 marzo 2016

Non sono state effettuate modifiche sugli altri elaborati cartografici.

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La tabella seguente illustra il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

Elementi Studio Note geologico Uso del suolo Le modifiche introdotte non comportano effetti sul consumo di suolo. Paesaggio e beni Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto culturali sulla qualità del paesaggio delle aree agro naturali boscate e agricole che mantengono la loro funzionalità produttiva e paesaggistica. Aree protette ed Le modifiche introdotte non comportano alcun effetto in ecosistemi grado di alterare le connessioni ecologiche. Rischio L-p Le modifiche introdotte migliorano il livello di protezione idrogeologico e del territorio dal rischio idrogeologico. radon Rischio idraulico e L-p Le modifiche introdotte migliorano il livello di protezione acque superficiali del territorio dal rischio idraulico adeguando studi e regolamento di polizia idraulica Qualità Le modifiche introdotte non influiscono sulla qualità dell’ambiente dell’ambiente urbano. urbano

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6 MONITORAGGIO

6.1 Monitoraggio della riduzione del consumo di suolo

Il PTR integrato ai sensi della l.r. 31/2014 propone di integrare gli attuali protocolli di scambio di informazioni tra gli Enti con alcuni dati e indicatori, in modo che Comuni, Province e Città Metropolitana possano inserire nel sistema informativo territoriale di Regione Lombardia i dati con criteri di congruenza semantica nelle definizioni, nei tempi, nelle unità di misura e nel livello di aggregazione, funzionali al tema del contenimento e della riduzione del consumo di suolo, così come della rigenerazione e dello stato della pianificazione vigente ai diversi livelli istituzionali. A tal fine il PTR integrato ai sensi della l.r. 31/2014, definisce modalità e strumenti omogenei per il monitoraggio della riduzione del consumo di suolo da parte dei Comuni. Il Piano propone di integrare gli attuali protocolli di scambio di informazioni tra gli Enti in modo che questi possano inserire nel sistema informativo territoriale di Regione Lombardia i dati con criteri di congruenza semantica nelle definizioni, nei tempi, nelle unità di misura e nel livello di aggregazione, funzionali al tema del contenimento e della riduzione del consumo di suolo.

Il piano individua quindi come obiettivo precipuo quello di concretizzare una prima fase di politiche territoriali regionali, con orizzonte al 2020, caratterizzata da: > una strategia “prudenziale” e realistica di riduzione delle previsioni di consumo di suolo > una soglia di consumo riferita a tutte le funzioni insediabili > la definizione di criteri per la pianificazione sovralocale e locale > l’avvio del processo circolare di scambio e verifica degli indicatori di riduzione del consumo di suolo nei differenti strumenti di pianificazione, in fase di ade-guamento dei piani

In relazione alle risultanze del monitoraggio, il piano (e più in generale le politiche territoriali regionali) potrà ricalibrare la soglia di riduzione delle previsioni di consumo di suolo in modo che sia adeguatamente correlata all’andamento del mercato, allo stato del patrimonio edilizio, a leve fiscali eventualmente intervenute nel settore edilizio … sempre traguardando l’obiettivo del consumo di suolo zero entro il 2050, introducendo strumenti sempre più incisivi nel soddisfare l’eventuale fabbisogno insediativo spo-stando gradualmente le trasformazioni necessarie a soddisfare il fabbisogno dal suolo libero al suolo già “compromesso” e da rigenerare.

Nella prima fase, la variante del PTR propone ai Comuni (coerentemente con la Carta del consumo di suolo) e alle Province lo scambio di dati riferiti agli indicatori sotto riportati. I dati consentiranno l’implementazione del sistema di raccolta dati riferiti ai PGT che Regione Lombardia ha recentemente avviato con il progetto SIMON (Sistema Informativo dedicato al MONitoraggio).

indicatore CADENZA fonte dato POPOLAZIONE (al 31/12/2015) abitanti residenti Annuale Comune abitanti domiciliati Annuale Comune abitanti fluttuanti Annuale Comune abitanti stabili non residenti Annuale Comune PATRIMONIO EDILIZIO n° totale alloggi da definire Comune n° alloggi occupati da residenti come prima casa da definire Comune n° alloggi occupati come seconda casa turistica da definire Comune n° alloggi occupati per usi diversi da definire Comune n° alloggi vuoti da definire Comune

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indicatore CADENZA fonte dato n° alloggi che necessitano di da definire Comune riqualificazione/sostituzione per adeguamenti igienico-sanitari o vetustà n° alloggi in corso di costruzione da definire Comune Superficie fondiaria e Slp di aree dismesse, da da definire Comune bonificare e degradate (eventualmente distinte per funzione) Superficie fondiaria e Slp di edifici inutilizzati e da definire Comune sottoutilizzati (eventualmente distinti per funzione) SISTEMA ECONOMICO da definire Comune Superficie fondiaria e Slp destinata ad attività da definire Comune produttive di beni e servizi unità locali richieste di ampliamenti (Superficie fondiaria e Slp) da definire Comune richieste di delocalizzazioni (Superficie fondiaria e da definire Comune Slp) PGT VIGENTE superficie urbanizzata da PGT da definire Comune superficie urbanizzabile da PGT da definire Comune superficie non urbanizzata da definire Comune suolo residuale (Superficie territoriale comunale al da definire Comune netto di aree con acclività>50%, aree umide, fiume e laghi, aree con vincolo di inedificabilità, aree urbanizzate) suolo agricolo nello stato di fatto da definire Comune suolo agricolo previsto dal PGT da definire Comune ambiti di trasformazione su superficie urbanizzata da definire Comune (St, Sf, Slp per funzioni) con indicazione se ricadenti su aree dismesse/da bonificare/degradate ambiti di trasformazione su superficie non da definire Comune urbanizzata (St, Sf, Slp per funzioni) piani attuativi/permessi di costruire su superficie da definire Comune urbanizzata del Piano delle regole (St, Sf, Slp per funzioni) con indicazione se ricadenti su aree dismesse/da bonificare/degradate piani attuativi/permessi di costruire su superficie da definire Comune non urbanizzata del Piano delle regole (St, Sf, Slp per funzioni) indice di urbanizzazione (superficie urbanizzata / da definire Comune superficie comunale) servizi pubblici previsti dal Piano dei servizi da definire Comune (escluse aree verdi>5.000 m2) che ricadono su suolo libero (Sf) superficie degli ambiti di trasformazione oggetto di da definire Comune compensazione ambientale verde urbano (parchi e giardini) esistente e da definire Comune previsto > 5.000 m2 indice di consumo di suolo = ambiti di da definire Comune trasformazione PGT vigente / (sup urbanizzata + urbanizzabile PGT vigente) (esclusi AT attuati o almeno adottati o interessati da istanza di cui al comma 6 art. 5, l.r.31/2014) PTG VARIANTE

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indicatore CADENZA fonte dato incremento di popolazione considerato ai fini del da definire Comune dimensionamento della variante di adeguamento del PGT. domanda residenziale insorgente per prima casa = da definire Comune incremento di famiglie considerato ai fini del dimensionamento e della verifica della variante di adeguamento del PGT; domanda insorgente per usi diversi, compatibili da definire Comune con la residenza domanda insorgente per residenza non stabile di da definire Comune popolazione fluttuante per motivi di lavoro e studio indice di consumo di suolo = nuovi ambiti di da definire Comune trasformazione / (sup urbanizzata + urbanizzabile PGT vigente) soglia comunale di riduzione del consumo di suolo da definire Comune funzioni residenziali soglia comunale di riduzione del consumo di suolo da definire Comune funzioni produttive di beni e servizi suolo libero interessato da interventi di interesse da definire Comune pubblico sovracomunale che non concorrono alla soglia di riduzione del consumo di suolo comunale superficie urbanizzabile ambiti di trasformazione/piani attuativi su aree da definire Comune dismesse/da bonificare/degradate che possono soddisfare parte del fabbisogno

6.2 Indicatori di variante

Sulla base di quanto espresso nella delibera di Giunta Comunale di avvio del procedimento di redazione della Variante, l’Amministrazione ha individuato la presente Variante al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole come un momento di ricognizione dell’attuazione del Piano di Governo del territorio a 3 anni dalla sua approvazione, ed ha espresso i seguenti obbiettivi di Variante:

1. coerenza con la LR 31/2014: coerentemente con gli obiettivi della LR 31/2014 sul consumo di suolo, la Variante non riguarderà il Documento di Piano né nuovi ambiti di trasformazione; 2. verifiche sull’attuazione del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà la verifica del l’attuazione degli interventi previsti , relativamente alle aree per servizi e per la mobilità 3. adeguamenti delle previsioni del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà le possibili variazioni finalizzate ad attualizzare le previsioni di Piano; 4. adeguamento delle norme del PdR: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la revisione e la specificazione delle norme tecniche di attuazione, dove ciò si ritenesse necessario; 5. modifiche di azzonamento nel TUC: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la modifica dell’azzonamento nel rispetto degli obiettivi generali fissati dal Documento di Piano, per facilitarne l’attuazione.

Si tratta prevalentemente di modifiche che hanno lo scopo di migliorare l’applicazione del PGT, rettificare errori cartografici e imprecisioni che riguardano il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi.

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Al fine di monitorare l’effettività di tali obiettivi si prevede di utilizzare i seguenti indicatori.

Obbiettivo Descrizione Varianti al Piano dei Per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà la verifica Servizi del l’attuazione degli interventi previsti , relativamente alle aree per servizi e per la mobilità e le possibili variazioni finalizzate ad attualizzare le previsioni di Piano

Indicatore superfici standard realizzate

Unità di misura - Soggetto Responsabile Comune di Caronno Varesino Cadenza Annuale Valore anno 2016 da calcolare Valore atteso superiore all’anno precedente

Obbiettivo Descrizione Varianti al Piano delle per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la Regole revisione e la specificazione delle norme tecniche di attuazione, dove ciò si ritenesse necessario, e la modifica dell’azzonamento nel rispetto degli obiettivi generali fissati dal Documento di Piano, per facilitarne l’attuazione

Indicatore n. pratiche edilizie

Unità di misura mq Soggetto Responsabile Comune di Caronno Varesino Cadenza Annuale Valore anno 2016 da calcolare Valore atteso superiore all’anno precedente

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7 CONCLUSIONI

Sulla base di quanto espresso nella delibera di Giunta Comunale di avvio del procedimento di redazione della Variante, l’Amministrazione ha individuato la presente Variante al Piano dei Servizi e al Piano delle Regole come un momento di ricognizione dell’attuazione del Piano di Governo del territorio a 3 anni dalla sua approvazione, ed ha espresso i seguenti obbiettivi di Variante:

1. coerenza con la LR 31/2014: coerentemente con gli obiettivi della LR 31/2014 sul consumo di suolo, la Variante non riguarderà il Documento di Piano né nuovi ambiti di trasformazione; 2. verifiche sull’attuazione del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà la verifica del l’attuazione degli interventi previsti , relativamente alle aree per servizi e per la mobilità 3. adeguamenti delle previsioni del PdS: per quanto riguarda il Piano dei Servizi la Variante riguarderà le possibili variazioni finalizzate ad attualizzare le previsioni di Piano; 4. adeguamento delle norme del PdR: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la revisione e la specificazione delle norme tecniche di attuazione, dove ciò si ritenesse necessario; 5. modifiche di azzonamento nel TUC: per quanto riguarda il Piano delle Regole, la Variante riguarderà la modifica dell’azzonamento nel rispetto degli obiettivi generali fissati dal Documento di Piano, per facilitarne l’attuazione.

La Variante oggetto della presente valutazione , in coerenza con le istanze partecipative pervenute, persegue l’obiettivo di adeguare lo strumento urbanistico alle esigenze emerse dopo l’entrata in vigore del piano stesso e sulla base delle istanze dei cittadini e delle esigenze della Amministrazione viene strutturata nella seguente classificazione:  varianti al Piano delle Regole ed al Piano dei servizi  rettifiche degli elaborati grafici

L’analisi di coerenza interna evidenzia che ogni azione trova una corrispondenza positiva con le strategie della variante e ogni strategia trova una traduzione nella variante come azione pianificatoria.

La coerenza esterna con gli obiettivi di pianificazione sovraordinati e con il relativo contesto programmatico è stata dimostrata in fase di approvazione del PGT vigente. La 2° Variante prevede prevalentemente una serie di adeguamenti dell’apparato normativo del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi che non modificano l’assetto strategico del territorio. Le modifiche riguardano le destinazioni previste all’interno del TUC, in buona parte in riduzione del peso edificatorio. La variante prevede inoltre il recepimento di alcuni temi connessi all’adeguamento normativo e all’aggiornamento degli strumenti sovraordinati di pianificazione ed in particolare gli adeguamenti allo Studio Geologico e il recepimento del Piano ENAC.

Le azioni di variante sono coerenti anche con il regime transitorio della LR 21/2014 “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato”, il quale prevede all’art. 5 comma 4 che fino alla definizione nel PGT della soglia comunale del consumo di suolo, i comuni possono approvare unicamente varianti del PGT e piani attuativi in variante al PGT, che non comportino nuovo consumo di suolo, diretti alla riorganizzazione planivolumetrica, morfologica, tipologica o progettuale delle previsioni di trasformazione già vigenti, per la finalità di incentivarne e accelerarne l'attuazione, esclusi gli ampliamenti di attività economiche già esistenti, nonché quelle finalizzate all'attuazione degli accordi di programma a valenza regionale. Infatti le varianti proposte si limitano a modificare il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi al fine di migliorare l’attuazione degli ambiti posti all’interno del TUC e non individuano nuovi ambiti di trasformazione o ulteriore consumo di suolo.

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Il giudizio sui possibili effetti ambientali delle diverse modifiche proposte viene espresso attraverso un’analisi puntuale sulle diverse componenti del quadro ambientale di riferimento e un’analisi di sintesi matriciale che raffronta le singole modifiche oggetto di valutazione con i seguenti elementi.

 Uso del suolo: verranno valutate tematiche inerenti il consumo di suolo, principalmente connesse alla sottrazione di aree boscate o agricole ai fini edificatori;  Paesaggio e beni culturali: verrà valutato il contesto paesistico in cui si inserisce l’intervento, la sua sensibilità paesistica a la presenza nelle vicinanze di beni culturali;  Aree protette ed ecosistemi: verrà valutata la sensibilità ecologica dell’ambiente in cui si inserisce l’intervento e come questo possa interferire sulle connessioni ecologiche;  Rischio idrogeologico e radon; verranno valutate le eventuali problematiche di carattere idrogeologico presenti nell’area di intervento e la relativa classe di fattibilità geologica;  Rischio idraulico e acque superficiali: verranno valutate le eventuali problematiche di carattere idraulico presenti nell’area di intervento e gli eventuali effetti sullo stato quali-quantitativo dei corsi d’acqua.  Qualità dell’ambiente urbano: verranno valutati gli effetti diretti e indiretti sulla qualità della vita nell’ambiente urbano, sia in termini di miglioramento dei servizi sia in termini di potenziali ripercussioni sulla salute umana.

Di seguito si riporta il giudizio sintetico di ciascun elemento di variante.

Elementi Variante A, Variante P Variante S Variante T, U B, D, L, N, Q, PdR AC11 PdS R Uso del suolo L-p Paesaggio e beni L-p culturali Aree protette ed ecosistemi Rischio idrogeologico e radon Rischio idraulico e acque superficiali Qualità dell’ambiente L-p L-p L-p urbano

Elementi Variante V Variante X Rettifiche Studio norme PUGSS geologico Uso del suolo Paesaggio e beni culturali Aree protette ed ecosistemi Rischio idrogeologico L-p e radon Rischio idraulico e L-p acque superficiali Qualità dell’ambiente L-p L-p urbano

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Rispetto alla sostenibilità delle risorse, è possibile affermare che nel complesso si assiste ad una riduzione della pressione antropica stimata in circa 34 Abitanti teorici e pertanto la sostenibilità rimane verificata.

Alla luce di quanto sopra espresso si ritiene che la proposta della 2° Variante sia Sostenibile dal punto di vista Ambientale.

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