Kung-fu Yoga (2017) Un B-Movie infantile e approssimativo, in grado di spaziare in pochi minuti da Indiana Jones ai musical di . Un film di (II) con , , Eric Tsang, Sonu Sood, , Damian Mavis, Temur Mamisashvili, Aarif Rahman, Tomer Oz, Fatih Ugurlu. Genere Azione durata 107 minuti. Produzione Cina, India 2017. Un professore di archeologia va a caccia di un antico tesoro perduto di Magadha ma l'avventura non sarà senza ostacoli.

Eugenio Radin - Redazione Scrivere di Cinema - www.mymovies.it

Tra i corridoi di una prestigiosa università cinese, lo stimato architetto Jack viene contattato dalla dottoressa Ashmita, una suadente indiana alla ricerca dell'antico tesoro del Magadha, gioiello dall'inestimabile valore perduto più di un millennio addietro durante le guerre tra Cina ed India. Ad aiutare i due ricercatori in questa importante missione saranno due giovani allievi di Jack e l'affascinante cacciatore di tesori Jones (il rimando al celebre film di Spielberg è già qui accennato e sarà ulteriormente confermato nel corso della vicenda tramite svariate citazioni dirette e indirette dell'eroe interpretato da Harrison Ford); ma presto la loro avventura sarà ostacolata da una banda di mercenari capitanata da un tanto potente quando misterioso soggetto, che vanta legami genealogici con gli antichi proprietari di quelle ricchezze.

Forte di un freschissimo Oscar alla carriera meritato attraverso una lunga serie di scazzottate e di ossa fratturate, l'inarrestabile ciclone Jackie Chan si riconferma in questo 'Kung Fu Yoga' il maestro di un genere che egli stesso contribuì ad inventare, ormai decenni fa, unendo alle arti marziali alla Bruce Lee l'utilizzo della comicità demenziale, al fine di creare un prodotto di puro intrattenimento per famiglie.

Lo stile cinematografico che contraddistingue la star di Hong Kong non è dunque mutato dai tempi di 'Drunken Master' o di 'Shanghai Knights' e utilizza tutt'oggi la medesima formula fatta di ritmi d'azione serrati, di sovrabbondanza di gag comiche e di storie avventurose ambientate in scenari esotici e fiabeschi, in cui l'unica cosa che ha importanza è divertire il pubblico e strappare un sorriso alla platea. Così, reiterando ad libitum il medesimo modello narrativo, con la sola accortezza di cambiare i protagonisti e le ambientazioni nelle diverse trame, il cinema di Chan, qui nuovamente in coppia con il regista Stanley Tong (celebre la loro collaborazione del 1995 in 'Terremoto nel Bronx'), non si preoccupa di quella parte del pubblico che ricerca soluzioni innovative, né di chi richiede un qualche minimo realismo nella messa in scena, ma prosegue in una tenace concezione di un cinema come puro intrattenimento.

È tuttavia legittimo sospettare che l'ossessivo rimescolamento della stessa minestra riscaldata finirà facilmente per saziare anche lo spettatore più affamato: difficilmente questo tipo di B-Movie, in grado di spaziare in pochi minuti da Indiana Jones ai musical di Bollywood, saprà accontentare un pubblico più ampio di quello degli storici fan del genere, rimanendo dunque un'opera infantile e approssimativa, cui pur tuttavia si riconosce la modestia delle intenzioni. Non bisogna commettere l'errore di criticare eccessivamente un prodotto il cui autore e soprattutto il cui interprete non hanno mai puntato ai vertici della Settima Arte, ma che pur nella loro consapevole semplicità, hanno contributo in maniera determinante alla delineazione di una parte fondamentale del cinema demenziale.

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