Supplemento al n. 22 del 5 giugno 2020 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS GIUGNO 2020 NUMERO SEI reg. Trib. di n. 175/51. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

Il solco vallivo della val d’ Angrogna: un montano che resiste Dopo la crisi del secondo Gli animali, la fauna selvatica La linea ferroviaria Pinerolo- dopoguerra Angrogna ha in particolare, hanno risentito Torre ancora al centro ritrovato una sua identità degli effetti del lockdown: della discussione fra gli enti riuscendo ad attrarre Marco Fratoddi ci spiega pubblici (orientati verso altri nuovamente residenti: oggi come essi si sono adattati a sistemi di trasporto) e le la grande incognita rimane questo grande cambiamento associazioni di cittadini che la difficoltà di avere una rete che rimarrà nella storia invece spingono per avere in internet stabile dell’umanità tempi brevi la riattivazione La storia valdese è viva (Salmo 145, 6-7) Giuseppe Platone la vicenda valdese. l salmista ripercorre il passato in cui Dio ha Oggi disponiamo di strumenti che solo ieri ci agito. La certezza che Dio possa di nuovo in- sognavamo: da Internet al Centro culturale valde- tervenire proviene anche dalla sua memoria se, con il suo Museo rinnovato, la sua ricca Biblio- storica. teca, l’Archivio storico e fotografico via via sino I Il cristianesimo si fonda sulla memoria di ciò ai musei nelle borgate, senza dimenticare le tante che è stato e che può rivivere. La tradizione giudai- iniziative promosse dalla Società di studi valdesi. RIUNIONE DI QUARTIERE co-cristiana privilegia lettura e commenti di anti- Eppure la nostra coscienza storica spesso si svapo- chi testi biblici, nel tentativo di capirne significato ra o pigramente si adagia sui miti. Nella circolare Andare al culto e senso per noi oggi. Mi chiedo: l’esercizio della della Tavola valdese che annuncia, con dolore, la Alberto Corsani memoria storica è questione che interessa ancora, cancellazione del Sinodo 2020 si segnala «la ri- n ottemperanza alle disposizioni governative, appassiona gli animi? Penso agli storici che hanno nuncia a ritrovarsi in luoghi pregni di una storia di per molte domeniche non si sono tenuti i culti accompagnato la mia generazione: Amedeo Mol- fede e di lotta per la libertà che parla ancora oggi. Inelle chiese valdesi: nel Distretto delle Valli e nar, Augusto Armand-Hugon, Giovanni Gonnet, Una storia significativa anche per l’identità civile del Pinerolese come nel resto d’Italia. Abbiamo Valdo Vinay, Enea Balmas, Carlo Papini, Salvatore di questo lembo di terra italiana che chiamiamo potuto nutrirci della Parola di Dio con altri Caponetto (l’elenco è incompleto), che ci hanno Valli valdesi». La storia dei valdesi, se vuole resta- sistemi, variamente tecnologici, che in qualche fornito materiali preziosi. Per non parlare della re viva, va ripercorsa criticamente anche alla luce capacità divulgativa e scientifica dell’ancora attivo dei nuovi studi storiografici, non solo di casa no- modo hanno contribuito a mantenere i contatti, Giorgio Tourn con il suo intramontabile testo sul- stra. Il che è decisamente arricchente per tutti. unitamente a quelli telefonici e altro. Ora, fatte salve eventuali decisioni locali sulla tempistica, si potrà nuovamente andare al culto. Certo, sappiamo bene che per il pro- testantesimo il tempio non è un luogo sacro: in qualunque sede e occasione si può leggere e meditare fruttuosamente la Bibbia; e sappiamo anche che dedicare la nostra vita, tutta, a Dio costituisce il nostro “culto spirituale” (Romani 12, 1), la nostra convinta risposta alla vocazio- ne che riceviamo da Dio; una risposta che non diamo solo la domenica mattina ma in tutte le nostre giornate. Ma nell’espressione “andare al culto”, proprio pensando ai mesi in cui ciò non è stato possibi- le, se volessi sottolineare una parola, mi verreb- be da sottolineare la parola “andare”. Perché andare, in particolare in Comuni piccoli come quelli delle Valli, significa anche rendere visibile ciò che si sta facendo. Sono solito da anni, la domenica, passare all’edicola di giornali e poi a Uno dei culti più partecipati, quello natalizio prendere un caffè. Nel corso dell’una e dell’altra tappa faccio, come tanti, brevi conversazioni più o meno occasionali; poi, mi accomiato a Nuova avventura per la Diaconia Valdese Valli una certa ora spiegando ciò che faccio; se sono Valentina Fries blioteca offre. Il servizio Giovani e Territorio ha il un ’ in ritardo, il suono delle campane mi ercoledì 3 giugno riapre la biblioteca co- compito di promuovere la stessa nonché la lettura, ricorda che devo affrettarmi. munale di San Giovanni con la proponendo delle attività in più rispetto a quelle già Spiego ciò che faccio, e credo di non essere il nuova gestione affidata al servizio Gio- in atto. Il tutto è ricalibrato, considerando l’emer- solo. So che tanti non ci verranno; ma credo che vani e Territorio genza sanitaria che si sta vivendo e le norme vigenti compiere un piccolo itinerario cittadino possa M«La riapertura del 3 giugno – afferma l’Assessora per evitare la diffusione del Covid-19. parlare, sul tempo lungo, a chi oggi non si sente alla Cultura Elena Marcellino – rappresenta l’inizio Per la riapertura la biblioteca si veste a nuovo: nuo- coinvolto. Se invece mi capita di fare qualche del progetto culturale di trasformazione della nostra vo logo che mette in primo piano il libro affiancato centinaio di metri verso il tempio con qualcuno biblioteca da civica a sociale. Progetto ambizioso dai colori dell’acronimo LSG (Luserna San Giovan- che fa la stessa mia scelta, ne sono già felice: il che non poteva che prendere forma con la collabo- ni) che rappresentano la volontà di “colorare” la bi- razione della Diaconia Valdese Valdese e del Servi- blioteca, rendendola polifunzionale. Accanto al logo culto è già cominciato, perché qualcuno ci ha zio Giovani e Territorio. Il confronto nato mesi fa anche una nuova identità grafica che accompagna le mossi insieme. Ancora una volta. E una volta ha consolidato quale esigenza primaria la creazione comunicazioni relative al servizio. futura magari saremo più numerosi. di un luogo di riferimento per la comunità intera, La biblioteca riapre con il solito orario (lunedì, RIUNIONE DI QUARTIERE accessibile e accogliente, perché nessuno si senta giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 12,30, martedì dal- La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione solo o escluso, con particolare attenzione ai giova- le 15,30 alle 18,30 e mercoledì dalle 15,30 alle 18) serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità ni del territorio. Investire in cultura è investire nel ma, in questa nuova fase, l’accesso è consentito solo nostro futuro». previo appuntamento, chiamando il numero 366- La Diaconia Valdese Valli è stata coinvolta per 3335569 o scrivendo a [email protected]. rilanciare e ampliare i servizi che attualmente la bi- to.it.

Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore: Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 22 del 5 giugno 2020 recapito postale: Alberto Corsani ([email protected]) con Radio Beckwith Evangelica: Denis Caffarel, di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 (To) Direttore responsabile: Leonora Camusso, Matteo Chiarenza, Daniela registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 Luca Maria Negro Grill, Alessio Lerda, Marco Magnano, Claudio ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: [email protected] In redazione: Petronella, Susanna Ricci, Giacomo Rosso, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Samuele Revel (coord. Eco delle Matteo Scali e-mail: [email protected] Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Claudio Geymonat (coord. newsletter Mondovì (CN) tel. 0174-698335 quotidiana), Gian Mario Gillio, Piervaldo Rostan, Sara Tourn. Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. Grafica: Pietro Romeo via S. Pio V 15, 10125 Torino

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 NOTIZIE Riprendono, con le dovute precauzioni e molte difficoltà logistiche, alcune attività: dai corsi di musica alle esposizioni, il Pinerolese prova a ritornare la quotidianità del pre-virus

Castello di Miradolo: si riparte iprendono le attività alla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo. Il 1° giugno riapre la mostra dedicata alla fotografia di Oliviero Toscani. La mostra, curata da Nicolas Ballario, Susanna Crisanti e Roberto Galimberti, era stata inaugurata lo scorso 16 novembre e, dopo quasi tre mesi di forzata Rinterruzione causata dall’emergenza sanitaria, potrà presto ospitare nuovamente i visitatori. Caratteristica unica di questa mostra è il percorso di visita che si alterna tra il nucleo di opere presentate nelle sale del Castello, dove si possono osservare fotografie ma anche manifesti, interviste e videoproiezioni, e le grandi installazioni all’aperto, immerse nella natura del parco storico, tra alberi centenari e angoli fioriti. La visita alla mostra e al parco storico sono possibili solo su prenotazione. Per organizzare la propria visita occorre prenotare al n. 0121-502761 o scrivere all’indirizzo prenotazioni@ fondazionecosso.it indicando giorno, orario e numero di persone. Si riceverà e-mail di conferma da parte della Segreteria della Fondazione Cosso. Apertura: sabato, domenica, lunedì dalle 10 alle 19; prezzi 12 euro biglietto intero; 10 euro ridotto gruppi, convenzionati, 14-26 anni, over 65; 5 euro ridotto 6-14 anni, Carta Giovani Città di Pinerolo. Agevolazioni per le scuole. Gratuito: 0-6 anni, Abbonamento Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale. Il biglietto della mostra compren- de l’accesso al parco, per permettere la visita alle installazioni esterne.

Chine e colori di Valerio Papini iprendono, grazie alle “aperture” degli ultimi decreti, le attività legate al mondo della cultura, seppur con le dovute limitazioni e precauzioni. A Torre Pellice, da domenica 24 maggio a domenica 27 settembre, nei locali espositivi della Fonda- zione Centro culturale valdese attigui al Museo, sarà possibile visitare la mostra RGiorno dopo giorno. Chine e colori di Valerio Papini, curata dalla fotografa Gabriella Peyrot, con l’esposizione di disegni a china, dipinti e sculture fino ad ora mai mostrate al grande pubblico. Valerio Papini era un grafico e disegnatore evangelico, più precisamen- te valdese. Deceduto nel 2018, fu voce per più di trent’anni della trasmissione di Radio1 Culto evangelico. Ebbe uno spiccato talento artistico che lo portò a collaborare come grafico a riviste importanti in ambito protestante italiano, come Nuovi tempi e Gioventù evangelica. Fu realizzatore di molte copertine di pubblicazioni dell’editrice Claudiana e di alcuni loghi, come quello del Sistema museale eco-storico delle Valli valdesi o della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Ma fu anche un disegnatore indefesso e la sua produzione è dunque ben più ampia an- che se finora mai resa pubblica. L’ingresso alla mostra (3 euro) è compreso nell’ingresso al Museo (6 euro).

Riaprono le Scuole di Musica intercomunali a lunedì 25 maggio si è ritornati a far lezioni di musica individuali alla Scuola di Musica intercomunale della val Pellice. È l’unico istituto musicale nel Pinerolese che riprende la propria attività in questi giorni ed è stata sicuramente una fra le primissime associazioni a ripartire con le proprie attività. DIl Covid-19 ha interrotto il percorso musicale intrapreso dagli allievi, molti di loro hanno però avuto la possibilità di continuare a studiare attraverso lezioni online, ma le lezioni collettive non hanno avuto luogo e alcuni allievi non avevano un collegamento audio/video tale da consentire le lezioni online. I locali della Scuola sono stati sanificati e le aule sono state ristrutturate in modo da consentire l’effettuazione della lezione indivi- duale in sicurezza. Naturalmente è stato preparato un protocollo di sicurezza che dovrà essere rispettato per poter realizzare le lezioni di musica. Anche l’altra scuola di musica, quella intercomunale delle valli e , è ripartita il 3 giugno.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3 TERRITORIO In una nota l’assessore Regionale ai trasporti Marco Gabusi rimanda la discussione sulla Pinerolo-Torre Pellice: discussione che dovrà essere approfondita per non lasciare libere interpretazioni e che dovrà coinvolgere tutti gli attori

Treno: la Regione prende tempo

Samuele Revel sto argomento) non ha mai fatto pervenire alcun teplici, che avremmo dovuto approfondire questa i eravamo lasciati il mese scorso in una si- tipo di riposta nonostante il sindaco di Luserna primavera. Al di là delle iniziative di visibilità che tuazione “calda” legata alla ferrovia Pine- San Giovanni e presidente dell’Unione Duilio Ca- possono emergere di tanto in tanto, come il mail rolo-Torre Pellice. A scatenare il dibattito nale ci abbia assicurato che ci sia la voglia di in- bombing di oggi, ci tengo a ricordare che il nostro è stato l’intervento di Rfi in piena pande- traprendere un confronto. Dalla Regione arrivano modus operandi si basa su due cardini: la sosteni- Cmia, che ha di fatto smantellato la linea aerea della voci discordanti. In un primo tempo l’assessore bilità tecnico-economica dei progetti e il confron- tratta, sospesa da giugno 2012. Gli eventi che si Marco Gabusi aveva chiaramente affermato che to con gli enti locali del territorio. Gli stessi ele- sono susseguiti rapidamente hanno visto protago- i fondi, seppur presenti, sarebbero stati dirottati menti sono richiamati dalla sua lettera e sono già nisti da un lato gli amministratori, quelli locali e verso altre zone piemontesi. Poi la rassicurazione in atto dal primo giorno di mandato. Purtroppo, i quelli regionali, e dall’altro le associazioni (guida- sul fatto che i lavori erano necessari e improroga- tempi, così come su altri dossier, si sono dilatati, te da Legambiente Val Pellice) che si battono da bili (per il bene della linea) e infine, dopo il mail ma mi riservo di riprendere il confronto nel più sempre per la riattivazione della linea. Proprio bombing iniziato lunedì 25 maggio e promosso da breve tempo possibile perché la questione va chiu- Legambiente aveva promosso un incontro pubbli- Legambiente, questa dichiarazione. «In riferimen- sa senza lasciare libere interpretazioni, qualunque co (da remoto, ovviamente) a cui i sindaci del ter- to alla mail ricevuta sul futuro della Pinerolo-Tor- sia la scelta. La scelta andrà fatta analizzando tutte ritorio hanno preferito non partecipare invitando re Pellice, ritengo doveroso essere molto chiaro e le problematiche, i più e i meno, delle varie opzioni però le associazioni a un incontro (questa volta molto esplicito rispetto al fatto che, passata questa per poter arrivare alla scelta definitiva. Qualsiasi “fisico”) previsto per alcuni giorni dopo. Incontro emergenza, dovremo ulteriormente confrontarci sarà la scelta verrà spiegata agli amministratori lo- che però non si è mai tenuto: visto il divieto di con il territorio perché, anche su una tratta ferro- cali e al territorio, e solo dopo Rfi potrà intervenire assembramento e di spostamento ancora presente viaria di pochi chilometri, ci sono ragionamenti sulla linea». Nella serata pubblica organizzata dal- all’epoca, le associazioni avevano richiesto l’auto- complessi da fare proprio con chi vive le proble- le associazioni era anche emersa la volontà da par- rizzazione da parte degli enti pubblici a muoversi, matiche dell’area. Abbiamo già parlato con i Sin- te dei sindaci del territorio di orientarsi su un’altra oppure a incontrarsi su una piattaforma offerta daci, anche alla presenza dei Consiglieri regionali scelta, quella dei bus a idrogeno in collaborazione dalla rete. L’Unione montana del Pinerolese (l’en- dei vari gruppi in maniera molto trasparente: sulla con il Consorzio pinerolese Energia coinvolgendo te con cui si interfacciano le associazioni su que- tratta ci sono opinioni variegate e possibilità mol- anche il Politecnico di Torino.

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l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4 CULTURA Il rapporto fra uomo e natura è cambiato durante il lockdown: Marco Fratoddi, giornalista, formatore e direttore di Sapereambiente ci porta alla scoperta di aspetti nascosti

La natura vicino a casa

Marco Fratoddi normalità, contagi permettendo, c’è da credere verde di derivazione in larga parte rinascimentale, i fa presto a dire natura. L’apprezziamo nei che gli intrusi tornino al proprio posto. Fino a un finalizzati a ribadire la centralità dell’essere uma- parchi, dove la perimetrazione definisce i certo punto però. Perché la sfera del selvatico è no nell’ecosistema, ancora oggi molto diffusi nella confini del selvatico. Nei libri illustrati, dove presente più di quanto non s’immagini nell’am- città moderna. I giardini che Clément ha realizzato assume canoni di bellezza spesso omologa- biente urbano: la quotidianità semplicemente per esempio a La Défense, nel parco André Citroën Sti, magari nei documentari che proprio sulla nar- c’impedisce di percepirla, un po’ come accade di Parigi e nel parco Matisse di Lilla o quello in razione degli habitat, possibilmente esotici, basa- con altri fattori di diversità che emergono soltan- corso d’opera allo Zen di Palermo mettono a tema no larga parte della propria fortuna. Quando però to nelle fasi di vuoto, come i poveri, gli emargina- l’incolto, la friche in francese, come valore da ce- la natura fa capolino nella nostra vita, quando si ti che sembrano uscire anche loro da qualche ri- lebrare anziché come sbaglio da correggere, come presenta con le sue dinamiche e il suo linguaggio, fugio durante le ferie d’agosto. Basti pensare alle voleva Voltaire. Piuttosto l’intera umanità, ricorda non quando siamo noi a volerne fruire in condi- molteplici specie connaturate alle infrastrutture Clément nel suo pamphlet Il giardiniere planetario zioni artificiali di sicurezza, il discorso cambia. Lo della città come i ratti o i piccioni, agli uccelli (22 Publishing editore, 2008), si mette al servizio vediamo anche nelle città che abbiamo fondato e stanziali o migratori che volteggiano sui quar- della biodiversità diventando custode, anziché do- sviluppato – analogamente alle pratiche agricole tieri. E ancora alle colonie feline, agli anfibi e ai minatrice, del bene comune. – per “addomesticare” la natura, estrometterla dal rettili, ai randagi, agli insetti. Si parla, non a caso, Eppure continuiamo a leggere soltanto gli nostro vissuto o ricondurla nella cornice dello zoo di fauna urbana (sembra un controsenso) proprio aspetti problematici dell’incontro con la natura. o del giardino: le uniche specie vegetali e animali per indicare quelle varietà che si sono adattate Lo vediamo adesso che i programmi di reintro- ammesse sono quelle che ospitiamo, come surro- all’ambiente antropico e che vivono in simbiosi duzione ottengono risultati importanti, con l’or- gato del rapporto con la biodiversità primordiale, con l’uomo. È un organismo complesso, del re- so e il lupo che tornano a popolare le aree interne nelle nostre case. Ma quando la comunità umana sto, la città e la separazione dal contado diventa entrando fatalmente in contatto con le comunità arretra, magari per una ragione eccezionale com’è sempre più labile, come preconizzava all’inizio locali: la loro presenza rianima racconti ance- avvenuto durante la pandemia, per di più a causa di del Novecento il “padre” dell’ecologia urbana, Pa- strali di predazione. Poi gli ungulati che rappre- una minuscola entità biologica che mette in crisi il trick Geddes (il suo Città in evoluzione fu pub- sentano una minaccia ossessiva per l’agricoltura nostro modello, le altre avanzano, fauna o flora che blicato da noi soltanto nel 1970 dal Saggiatore), e che compiono incursioni sempre più frequenti siano. Un fenomeno globale ampiamente rilancia- complici i processi di conurbazione e l’avvento nei centri abitati alla ricerca di cibo intorno ai cas- to durante il lockdown: abbiamo visto sulla Bbc le dei cosiddetti “vuoti urbani” che oggi liberano sonetti, come i gabbiani reali che abbandonano le capre barbute spadroneggiare nelle strade deserte spazio a esempio per gli orti sociali. coste alla ricerca degli sprechi umani. Sono loro i della cittadina gallese di Llandudno, poi sui media Una conferma arriva, in tempi più vicini a noi, protagonisti delle cronache, spesso a ragione, ma italiani le anatre sguazzare nella Barcaccia roma- dal giardiniere, scrittore ed entomologo francese c’è molto altro da scoprire incontrando la natu- na in piazza di Spagna. E così via, dagli sciacalli Gilles Clément: il teorico del “terzo paesaggio” che ra nella sua dimensione autentica. E la sfida che nei parchi di Tel Aviv ai canguri sui marciapiedi esalta l’estetica della rinaturalizzazione spontanea ci lascia la pacifica “invasione” di specie durante deserti di Adelaide, fino ai caprioli nella più vicina nei luoghi in cui l’uomo molla la presa, sia che si la pandemia forse è proprio questa: rieducare tut- Casale Monferrato: le telecamere di sorveglianza tratti di grandi estensioni all’interno di aree pro- ti noi all’incontro con il selvatico e costruire una e gli utenti via social (quelli che potevano uscire) tette sia di aiuole spartitraffico nelle quali la pub- città ibrida, antropica e biologica, rigeneratrice di hanno prodotto un racconto d’insieme che i mezzi blica amministrazione smette d’intervenire. È una benessere, capace di adattarsi al cambiamento cli- d’informazione hanno trasformato in un percorso nuova concezione della bellezza, canonizzata nel matico. Per smetterla di fare la guerra alla natura, tematico, vagamente consolatorio, fra i più getto- suo ormai celebre Manifesto del Terzo paesaggio attraverso un’arbitraria separazione dalla cultura, nati della quarantena. (pubblicato in Italia da Quodlibet nel 2004) che riconoscendo che ne siamo parte con tutte le re- Ora che la situazione rientra lentamente nella sovverte la gestione euclidea degli appezzamenti a sponsabilità che questo comporta.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5 Infografica: Leonora Camusso Infografica:

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 INCHIESTA/Angrogna, un Comune che prova a resistere Continuano le nostre inchieste sui Comuni delle valli valdesi; questo mese è il “turno” di Angrogna e di tutta la valle laterale del Pellice

Insegna dei luoghi storici Fra storia, tradizione sportiva e piccole speranze Una valle, quella dell’Angrogna, con un patrimonio incredibile legato alla storia: quella valdese e quella della Resistenza; con una natura ancora per molti aspetti incontaminata e con tanti piccoli esempi di rinascita e una prospettiva di rilancio che passa attraverso il potenziamento delle connessioni alla rete

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 INCHIESTA/Angrogna, un Comune che prova a resistere A col- loquio con il sindaco Mario Malan, che traccia un quadro della situazione del suo Comune fra le molte luci e qualche ombra

Fra passato e presente

Alessio Lerda ficazione delle borgate, di strade adatte, di linee to lontane, Angrogna rischierebbe di diventare ccorre che le nostre Valli possano so- telefoniche. Da allora l’amministrazione ha fat- un “dormitorio”. Anche in questo caso, però, il pravvivere. Se la montagna non so- to un lavoro enorme in quel senso, infatti la gen- Comune attende ormai da tempo aiuti istitu- « pravvive, anche la pianura subirà le te è rientrata. Ora però è comparso un nuovo zionali: la scuola andrebbe ampliata e resa anti- conseguenze. Ma ce ne ricordiamo problema: il digital divide. Più di una famiglia, sismica, ma il Comune non si è mai posizionato sempreO dopo un’alluvione, una catastrofe, per poi in questi anni, si è trasferita ad Angrogna, è ri- sufficientemente in alto nelle graduatorie dei dimenticarcene presto. Se riuscissimo a pianifica- masta qualche anno, per poi andarsene perché bandi appositi. re un po’ di più, forse certe cose non succedereb- la connessione debole non permetteva di lavo- A rendere così distanti, almeno fisicamente, gli bero». rare da casa». È una questione che non è mai abitanti del paese, è quella che per altri versi è il Nonostante il contenuto delle sue parole, è ot- risultata così cruciale come oggi, e che senz’al- vero asso nella manica di Angrogna: la natura. timista il tono di Mario Malan, sindaco di An- tro sarà al centro della vita dei Comuni anche Se già da tempo i numerosi sentieri vengono fre- grogna, che ci ha raccontato peculiarità, problemi in futuro. «L’aiuto in questo senso deve arrivare quentati da escursionisti e appassionati, l’obiettivo e prospettive del comune che occupa la vallata da più in alto – dice però Malan, non senza una del Comune, adesso, è di farli conoscere ancora di omonima. certa sfumatura polemica –. Se qualcosa è con- più. «Ci siamo accorti che non serve andare molto Il primo elemento che fa sopravvivere un Co- siderato un servizio, allora va dato a tutti: a chi lontano per scoprire molta gente che non ha mai mune montano, chiaramente, è il rapporto tra sta in pianura e a chi sta in montagna. Se inve- sentito parlare di noi». Per questo, già dalle scorse chi emigra altrove e chi invece sceglie di sta- ce lo si porta soltanto dove è economicamente amministrazioni, si è pensato di pubblicare libri bilirsi da queste parti. Tra gli anni ’70 e ’80, ci sostenibile, allora non è un servizio: è qualcosa che raccontassero il Comune, iniziativa che in- spiega Malan, il calo della popolazione è stato d’altro. Anche se è evidente che allacciare 100 tende proseguire con nuovi titoli, assieme a nuove drammatico, ma nei decenni successivi si è vi- utenti ad Angrogna costi più caro che a Torino». idee. Si sta progettando infatti di sfruttare le nuo- sta una nuova, lenta, risalita dei numeri. In un In altri settori i numeri sono invece confor- ve tecnologie per permettere ai visitatori di osser- Comune così piccolo, però, un sindaco riesce a tanti. A esempio, la scuola: a rischio di chiu- vare non solo il presente, ma anche il passato di notare anche i movimenti che possono sfuggire sura in decenni passati, ora deve addirittura quelle aree che adesso sono boschi incontaminati, a conteggi più generalizzati, e Malan racconta far fronte al problema di far posto a tutti gli ma che fino a pochi decenni fa erano abitate e col- di qualche nuova partenza dal Comune. «I mo- alunni, rendendola così il vero cardine del Co- tivate. «Non per nostalgia del passato – conclude tivi sembrano essere gli stessi. Negli anni ’70 la mune: senza la scuola, assieme alla Posta, come Malan – ma perché, per poter guardare avanti, bi- migrazione era dovuta alla mancanza di elettri- luogo in cui incontrarsi da borgate anche mol- sogna conoscere le nostre radici».

GRUPPO TEATRO ANGROGNA Era il 1972, anno in cui il Grup- po Teatro Angrogna (Gta) si costituiva autonomamente – su invito del regista e maestro Iginio Bonazzi – per elaborare e riproporre i dati dispersi della cultura, della storia e delle tradizioni di lotta della montagna valdese e occitana; nessuno avrebbe immaginato che raccontando le storie di casa propria si sarebbe andati così lontano. Infatti, ancora oggi, dopo quasi 50 anni, il Gta continua a portare sulle scene di tutta Italia e non solo, spet- tacoli del proprio cartellone. Si è partiti con Caro padre, la guerra è ingiusta per passare a Pralafera 1920 proseguendo con A la brua! solo per citare alcuni titoli della produzione angrognina. Proprio il legame con la terra d’origine e l’impe- gno a raccontare storie spesso scomode e mai banali hanno da sempre caratterizzato il lavoro teatrale e musicale del Gta, un unicum del Pinerolese e non solo. San Lorenzo, capoluogo l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9 INCHIESTA/Angrogna, un Comune che prova a resistere In un mondo, quello montano, dove tutti i negozi chiudono, a Buonanotte c’è invece chi ha creduto nella borgata e ha aperto un forno

Terra di sport Marco Fraschia difficile sintetizzare quasi un secolo di vitalità sportiva in val d’Angrogna. Nel rimandare per un approfondimento a Jean-Louis Sappé, La spourtiva, Quaderni del Centro di documenta- Èzione, n 24, Angrogna 2004, pp. 66, ci limiteremo qui ad alcuni rapidi cenni. Intanto, senza nulla togliere agli altri sport introdotti, praticati e valorizzati in val- le nel corso degli anni (bocce, calcio, tiro con l’arco, mountain bike), sci e corsa la fanno da padroni. Le origini risalgono agli anni Venti e Trenta del secolo scorso, quando nel 1928 un giovane di leva si congeda con il certificato di “schiatore” e diffonde la pratica tra i suoi conterranei. Luoghi deputati all’at- tività: Passel, Bariole e Vaccera. Pochi anni dopo, nel 1934, una squadra di tre giovani angrognini vince la “coppa Coucourde” di marcia alpina lungo l’itinera- rio San Germano – Lazarà – Laouzoun – Cialancia – Tredici laghi – Ghigo che nulla ha da invidia- re agli attuali trail. Inizialmente le gare di sci sono un misto di fondo e discesa, simili, per certi versi alle moderne gare di scialpinismo. A organizzarle sulle alture di Angro- La riscoperta di Buonanotte gna ci pensano associazioni di Torre Pellice come Giacomo Rosso l’Unione sportiva Val Pellice e l’Uget, ma anche l’As- a storia più recente delle piccole frazioni montane è fatta molto spesso di tra- sociazione cristiana dei giovani (Acdg) in occasione sferimenti, spopolamento, addirittura abbandoni. È un destino che è toccato a dei suoi convegni, che prevedono anche culto e as- moltissime borgate, e che negli anni Ottanta ha raggiunto il suo picco. semblea. Gli angrognini non primeggiano solo nelle Da qualche anno a questa parte per le borgate di Angrogna è però cambiato gare locali, ma eccellono anche nelle competizioni Lqualcosa, in particolare a Buonanotte. Poco più di un anno fa ha riaperto un esercizio regionali e nazionali in località tuttora famose per lo commerciale, un piccolo panificio a conduzione familiare che ben presto si è trasfor- sci come Prali, e Bormio, privilegiando via mato in altro. via sempre più il fondo rispetto alla discesa. Da dietro il bancone di Lou Fournet, la titolare Sabrina Secci e il compagno Franco Aglì hanno assistito a delle piccole seppure importanti trasformazioni per Buonanotte SEGUE IN ULTIMA PAGINA e le borgate vicine. «Un ritorno alle origini – lo definisce Sabrina Secci –. Sembra in- fatti essersi innescato un circolo virtuoso: la presenza di un alimentari (il primo dopo tanto tempo) e le iniziative sul territorio attirano sempre di più persone che in passato si erano allontanate dalle frazioni di Angrogna. Il panificio ha qui un ruolo che in altri contesti sarebbe definito dihub , un polo di attrazione e passaggio di informazioni, scambi di chiacchiere e vita di comunità». Da un lato quindi c’è chi riscopre un luogo che già conosceva e lo rivaluta, dall’altro c’è invece chi questo luogo lo esplora per la prima volta e rimane colpito dal fascino di Buonanotte. È così quindi che si ricrea la vitalità delle borgate, passando dai pochi abitanti occasionali di qualche anno fa a una presenza che si fa sempre più forte. Anche in questi mesi di emergenza sanitaria «la vita a Buonanotte è sembrata scor- rere con una lucidità diversa rispetto ad altrove. La borgata è piccola, le persone tutto sommato sono poche, c’è stata minore tensione», racconta Sabrina Secci. E forse proprio guardando alle conseguenze che potrà avere l’attuale periodo si può prevedere che in futuro la tendenza al ripopolamento di Buonanotte e delle borgate di Angrogna potrà proseguire. «Sicuramente da parte di molti ci sarà una rivalutazione di alcuni aspetti della vita. Forse ci sarà la ricerca di luoghi meno af- fannosi. Qui abbiamo la sensazione che questa fase di riscoperta sia solo all’inizio» conclude Sabrina Secci.

Patrimonio storico (penso per esempio al Museo del- zionevaldese.org). Bonnet, che non solo sa parlare della le donne del Serre o al Coulege dei Una via più indiretta per parlare sua valle ma ne ha consapevolezza ire del patrimonio storico Barba, o ancora alla Scuoletta degli del patrimonio della val d’Angrogna e costruisce per il visitatore un per- di Angrogna in un artico- Odin); il discorso si era dunque in- consiste nel come, nel tempo, lo si è corso di visita e di interpretazione. lo obbliga a delle scelte. La terrotto. E ora? I sentieri si sono ri- detto. La memoria non può non an- La visita di Angrogna può essere via più diretta è parlare del aperti e le visite stanno riprendendo dare a De Amicis e Alle porte d’Ita- importante se la viviamo come sco- Dsuo offrirsi nei discorsi fatti nelle sue (per informazioni più precise con- lia. L’autore raggiunge una valle che perta perché in una realtà ricca e esposizioni museali o nei pannel- tattare l’ufficio il Barba della Fonda- disvela piano il proprio “bellissimo” popolata di memoria l’arricchimen- li lungo i percorsi. Il lockdown però zione Centro culturale valdese, tel. patrimonio naturale. Poi a San Lo- to sta nel saper ascoltare e nel saper ha obbligato alla chiusura dei luoghi 0121-950203, e-mail il.barba@fonda- renzo incontra il pastore Stefano guardarsi intorno. [D.R.]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9 Infografica: Leonora Camusso Infografica:

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10 SPORT Il Covid-19 ha colpito pesantemente anche l’attività sportiva: due approfondimenti che analizzano da un lato la situazione delle società sportive e dall’altro quella degli atleti

Atleti: ripresa con cautela Società Matteo Chiarenza quando sarà tempo di prepa- nel panico e senza riferimenti ipresa. Un vocabo- rare una nuova stagione e che e chi, facendo buon viso a cat- sportive: lo assai gettonato in influenzerà inevitabilmente la tivo gioco, ha cercato di ap- questi giorni di ria- programmazione del lavoro. profittare della pausa forzata pertura dopo mesi di «Sarà importante partire con per dedicarsi a interessi e at- nebbia sul Rsonno forzato causato dalle dolcezza – spiega Marchia- tività che prima non riusciva a misure restrittive di contrasto ro – per riabituare il corpo a coltivare». futuro all’epidemia da Coronavirus. determinati carichi dopo una Per ripartire con il giusto Anche il mondo dello sport lunga inattività. Questo po- slancio è necessario quindi ra l’inizio di marzo quando il mondo prova lentamente a rialzarsi e trebbe significare non arriva- mettersi nuovamente in una dello sport, insieme a tutti gli altri, ricominciare. Per migliaia di re al top a inizio stagione, ma condizione mentale adatta imponeva lo stop su gare e campio- atleti questi mesi di inattività è preferibile rispetto al rischio ad affrontare un percorso più nati, sospendendo la stagione in cor- rappresentano un evento che di subire infortuni dovuti a duro del solito. «Prima di tut- Eso in attesa di comprendere gli sviluppi e le difficilmente si verifica nella eccessivi sforzi, dovuti anche to – spiega Beltramino – bi- conseguenze dell’epidemia da Coronavirus. vita normale di uno sportivo e alla voglia di strafare che può sogna ridefinire gli obiettivi, L’evolvere della situazione ha portato, gra- non può non avere delle con- essere generata dalla situazio- sia di squadra sia personali, dualmente e ciascuno per conto proprio, ad seguenze sulla ripresa dell’at- ne vissuta». tagliando il cordone che lega abbassare definitivamente le serrande sulla tività, sia dal punto di vista In questo senso corpo e alla stagione passata». Una stagione 2019-20 di migliaia di atleti, tecnici, fisico che psicologico. mente sono strettamente cor- volta ripreso, poi, sarà fonda- dirigenti e addetti a vario titolo. Come per gli «In questi mesi – spiega il relati e, in un certo senso, fa- mentale prestare attenzione altri comparti della società, anche il mondo coach dell’Eurospin Ford Sara ticano ad adattare le esigenze a tre aspetti: «Prima di tutto sportivo, caratterizzato da un’ampia varietà Pinerolo Michele Marchiaro, dell’uno e dell’altra. Anche dal bisogna evitare di esagerare e di situazioni economiche e gestionali, è de- pallavolo – molti atleti hanno punto di vista psicologico, in- dosare le proprie energie, per- stinato a subire gli effetti di una crisi epocale, cercato, regole permettendo, fatti, il lungo stop porta delle ché infortunarsi alla ripresa di fronte alla quale si interroga su come rial- di mantenere una forma fisi- conseguenze che gli addetti ai sarebbe un danno psicologi- zarsi alla luce delle problematiche in essere. ca accettabile attraverso il la- lavori devono tenere in con- co enorme. In secondo luogo, Problematiche innanzitutto economiche: voro individuale. Ovvio però to «Lo stop forzato – spiega più che mai, sarà necessario uno stop di questa portata ha avuto come che determinati movimen- lo psicologo sportivo Marco prestare massima attenzione prima e immediata conseguenza l’impossibi- ti peculiari dello sport che Beltramino – ha provocato in ai segnali ricevuti dal proprio lità di ottenere risorse economiche a partire si pratica non si sono potuti generale la rottura di una rou- corpo o la propria mente. Infi- dalla mancanza degli incassi delle gare e di fare e, inevitabilmente, anche tine legata al calendario spor- ne, può essere molto utile in- altre forme di sostentamento assolutamente la struttura muscolare cam- tivo che scandisce la vita di un serire nella rinnovata routine vitali per realtà piccole o medie. A fronte di bia forma». Un aspetto che atleta. La reazione è del tutto di atleti gli elementi positivi una totale paralisi del sistema, restano inve- va tenuto in considerazione soggettiva: c’è chi si è trovato acquisiti durante la pausa». ce incombenti le spese vive di gestione. Ci sono poi gli effetti indiretti, derivanti dalla situazione economica in cui ci troviamo: in un sistema che vede nelle sponsorizzazioni da parte di imprese private uno strumento preponderante di sussistenza, la crisi in atto potrebbe rappresentare un freno decisivo nel finanziamento di attività sportive da parte di un tessuto economico in sofferenza. In un quadro che vede un presente di sten- ti, sul futuro c’è ben poca chiarezza: al mo- mento è difficile ipotizzare una data in cui collocare la ripresa delle attività agonistiche e, quando questo avverrà, sarà da verificare la risposta degli iscritti, in particolare a livello giovanile. Ci si domanda se e come le nuove norme di sicurezza sanitaria comporteran- no per le società la necessità di intervenire nell’adattamento delle strutture, aggiungen- do oneri ulteriori in un periodo di drammati- che ristrettezze. Al momento le domande prevalgono sulle risposte. Anche in termini economici, per le nostre società sportive gli aiuti finora rice- vuti sono i 7,5 milioni stanziati dalla Regione per far fronte alle spese vive, ma senz’altro è auspicabile un intervento ben più struttura- to e consistente che consenta alla macchina dello sport di riprendere, seppur con fatica, il cammino interrotto lo scorso marzo. (m. c.)

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11 CULTURA Pochi libri in uscita, tanto tempo a disposizione: vale la pena di rispolverare vecchi libri o chiedere ad amici e biblioteche di prestarcene altri: cinque consigli per libri che parlano del Pinerolese

Il mercato editoriale ha fortemente rallentato, pochissime le novità in libreria in questi mesi. Cogliamo l’occasione per consigliarvi ALTROVE QUI alcuni libri usciti da tempo ma che vale la pena leggere o rileggere Bangladesh

Fuga da Berlino Anonimo ebbene titolo e copertina possano far pensa- e dico Bangladesh, Sre a un thriller da spionaggio, Fuga da Berli- qualcuno sa dove si no, scritto dal pinerolese Paolo Chiappero rico- Strova senza chiedere aiuto? struendo la vera storia di suo padre, ha tratti più Probabilmente no, anche se i bengalesi simili a quelli del romanzo picaresco, senza però in Italia sono tanti, tantissimi. In pochi tralasciare la tragedia delle vicende in cui si muo- però sanno dove si trova il Bangladesh e vono i protagonisti. Giacomo e Rino, prigionieri ancora meno conoscono la sua gloriosa di guerra in un Lager berlinese nel 1945, riescono a fuggire rocambolescamente e a mettersi sulla storia, rovinata dal presente e da un strada di casa. Che, per Giacomo, padre dell’au- mondo avido. Il Bangladesh, prima di tore, è Bagnolo. (Alessio Lerda) essere indipendente, era parte dell’India e poi del Pakistan con il nome di Benga- La manutenzione dei sensi la Orientale e poi di Pakistan Orientale. el libro di Franco Faggiani (ed. Fazi) trovia- Il governo del Pakistan però non si è mai Nmo le montagne attorno a occupato tanto di questo pezzo di terra e i loro abitanti: uomini, flora, fauna ed even- separato dalla capitale e lo sviluppo che ti atmosferici, uniti dalla concretezza della vita continuava a mancare ha portato prima all’aperto e dalle saggezze popolari. Troviamo il legame genitore-figli e la necessità di imparare a sofferenza, poi frustrazione e infine rab- relazionarsi con la sindrome di Asperger. Trovia- bia. Rabbia che è sfociata nella guerra mo la semplicità di una vita “lenta” ma piacevole, per l’indipendenza, conquistata nel l’aiuto dei veri amici e la possibilità di rompere 1971. Ma dall’indipendenza, fortemente gli schemi, quando ci tolgono le prospettive. (Da- voluta dal popolo, a oggi, qualcosa si niela Grill) è rotto perché la democrazia è durata solo due anni prima del golpe militare Tradizioni orali delle Valli valdesi del Piemonte che ha tenuto al potere un solo partito rima dei racconti del terrore di Edgar Allan fino al 1990 con un susseguirsi di colpi PPoe, nella mia vita di giovane lettrice ci sono state le leggende valdesi di Marie Bonnet, pubbli- di stato. Il popolo è stato dimenticato e cato dalla Claudiana nel 1994 nella collana della intanto soffriva la fame, la povertà e le Società di Studi valdesi. Circa 150 storie raccolte alluvioni, costanti in un paese che è un da fonti orali dalla figlia del famoso pastore val- grande delta di alcuni dei più grandi dese di Angrogna, Stefano Bonnet, e pubblicate fiumi del mondo. È sempre stato così, all’inizio del ’900 a Parigi su una rivista specia- qui era un terreno fertile ricco di ani- lizzata. Oggetti e animali stregati, malefici, dia- mali e vegetazione, ma l’avidità lo ha voli, fate e folletti, sconosciuti dagli strani po- trasformato nella discarica di barche teri… storie inquietanti dalle atmosfere che più del mondo, senza nessuna preoccu- tardi avrei ritrovato nelle fairy tale anglosassoni e appunto nei racconti del terrore. Il tutto era pazione per l’ambiente e tutte le cose reso ancor più inquietante dal fatto di non essere inquinanti che vengono abbandonate, ambientato in remote brughiere, ma in luoghi a e senza preoccuparsi delle persone che me ben noti, i torrenti di , le borgate di ci lavorano in completa insicurezza e a Angrogna o Prali, i sentieri sopra l’abitato di Tor- rischio di morte ogni giorno. Questo ha re Pellice. Arricchendoli di un fascino inquieto… portato una grande crisi umanitaria (Sara Tourn) in uno dei paesi più poveri del mondo, e allo stesso tempo uno dei più popolosi. Un’altra vita Al di là dei bla bla sui braccianti africani Come è possibile che siamo ancora qui? uesto libro prosegue su potenti pagine di carta Come è possibile essersi dimenticati dello Ql’interessante lavoro di Andrea Fenoglio, do- splendore di Dacca? Dove è finito il paese cumentarista pinerolese che abbiamo conosciuto ideale per il commercio come era? per progetti come La Terra che connette, storie di È scomparso per mancanza di impe- braccianti africani nelle campagne del Cuneese. gno e senso comune, solo una grande Il racconto di Fenoglio offre le forti testimonian- fatica e responsabilità potrà farci uscire, ze di Lassè e Casimir, due ragazzi ospiti del Pas. altrimenti siamo costretti a emigrare. Questo centro di Prima Accoglienza Stagionali è la risposta istituzionale che riunisce parte dei mi- ALTROVE QUI La rubrica curata dal Servizio Migranti della granti africani che ogni primavera raggiungono Diaconia Valdese Saluzzo, terra che offre il secondo comparto frut- ticolo italiano. (Claudio Petronella)

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12 CULTURA A fine agosto non si terrà il consueto Sinodo a Torre Pellice. Un evento molto raro: avvenne soltanto nel 1943-44 e invece fu “raddoppiato” nel 2003 con un Sinodo straordinario in primavera

ABITARE I SECOLI Che cosa sono le nuvole/Didattica a distanza Anni senza Sinodo Daniele Gardiol Claudio Pasquet Nel cortometraggio “Che l Sinodo è per i Valdesi, e cosa sono le nuvole?” di Pier per la fede protestante in Paolo Pasolini (1967), Totò e Igenere, la massima auto- Ninetto Davoli, due mario- rità umana sulla terra. Si tratta di una nette gettate via dal teatri- assemblea di membri di chiesa, laici (in no dove lavoravano, distesi in una discarica guardano in maggioranza) e pastori, che indirizza la alto. A Ninetto che chiede chiesa da un anno all’altro. che cosa siano quelle cose Fino al 1848 i Valdesi, confinati nelle lassù nel cielo, Totò rispon- Valli, cercarono di tenere i loro Sinodi con de: «le nuvole… ah, strazian- regolarità, ma dovevano avere il permesso te, meravigliosa bellezza del del Regno sardo, a sua volta indirizzato creato». Due firme diverse si dalle gerarchie cattoliche. Questo fece sì che alternano da un mese all’altro in alcuni periodi il permesso di riunirsi in in questa pagina per guarda- Sinodo fosse concesso ogni 4-5 o 6 anni. re con rinnovato stupore ciò che ci circonda. Dopo la libertà, il Sinodo divenne un ap- puntamento annuale e venne scelto come ------noscono subito i colleghi che zione, l’intervallo, il gioco, un atilde, vieni è non hanno figli in età scolare. tempo definito in cui imparare luogo di riunione il paese di Torre Pellice, « ora della vide- Continuano a mandarti e-mail a crescere e diventare cittadini. nell’apposita Aula sinodale eretta nel 1889. olezione con la come se nulla fosse, anzi da È necessario che i nostri figli In tempi recenti tale appuntamento fu tua maestra». casa lavorano con rinnovata possano tornare a scuola, in si- interrotto negli anni 1943 e 1944. Nel ‘43 MiaM figlia fa la prima elemen- lena, chiedendoti di leggere, di curezza. Si è già deciso quando al secondo giorno di riunione: l’8 settem- tare. Per meglio dire farebbe, commentare, di fare. Gli altri, ricomincerà il campionato di bre, data fatidica della fuga del re e dello se le condizioni attuali lo per- quelli come me, sono spariti calcio. Si sono già stanziati i sbandamento. Era un Sinodo che aveva mettessero. Se la cava abba- dalla circolazione. Me li vedo fondi per far ripartire l’econo- aperto le sue discussioni cercando di stanza bene in questa strana ansimare dietro i figli impe- mia. Ma di che cosa si inten- confessare il peccato, umiliandosi di fronte situazione, come i suoi com- gnati a verificare che sia tutto da fare perché i nostri figli a pagni del resto. Occorre tene- sotto controllo, il computer, il settembre possano tornare ad a Dio, affermando solidarietà di fede e re conto che la loro esperien- microfono, la connessione, il avere una istruzione degna di di preghiera «al di sopra di ogni barriera za scolastica è durata quattro compito mezzo fatto e mezzo questo nome non è dato sape- di nazione e di razza». Questo passò alla mesi o poco più, da metà set- no, il cambio di orario, la ve- re. storia come ordine del giorno “Subilia” tembre a metà febbraio. Poi rifica... «I bambini sono la risorsa dal nome del giovane pastore che lo pre- tutti a casa. Anche Gioele, che Più che didattica a distanza più importante in qualsiasi sentò e che nel dopoguerra fu un grande però fa terza: per lui la scuola è questa è, come alcuni hanno paese. Un popolo che non si professore della nostra Facoltà di Teologia. già vita vissuta, e si destreggia scritto, didattica di emergen- prende cura dei propri bambini Tale mozione non fu purtroppo votata, ma in questo limbo chiamato “di- za. Scuola non è imparare a non è degno di essere chiama- anticipava i sentimenti che avrebbero gui- dattica a distanza” con mag- leggere, scrivere e far di con- to popolo» (Nelson Rolihlahla giore sicurezza e conoscenza to. Manca tutto il resto, man- Mandela, in un’intervista al dato i Valdesi. Infatti molti dei loro giovani di causa. ca il più: lavorare insieme con conduttore televisivo austra- scelsero la strada della Resistenza e gran In questo periodo si rico- compagni e insegnanti, la refe- liano Neil Mitchell, 2000). parte della popolazione li appoggiò, pagan- do, a volte, prezzi altissimi. Naturalmente nel 1944, con l’Italia spezzata, il Sinodo non fu neanche ipotizzabile. Ma riprese Trecentoannidopo da Prangins a Sibaud: il “Glorioso nel 1945 e fu, come scrive qualcuno, uno Rimpatrio” del 1989 dei Sinodi spiritualmente più ricchi della o 40 anni e ne avevo dunque 9 in quei giorni del 1989, nostra storia, ribadendo, tra l’altro, la Hdal 2 al 17 agosto, quando 150 persone fra escursioni- sti e staff ripercorsero il “Glorioso Rimpatrio” dei Valdesi, strada della separazione tra chiesa e Stato. a 300 anni dalla prima nel 1689. Ho un vago ricordo che Anche quest’anno 2020 non avremo in casa si parlò per un attimo di una possibile parteci- un Sinodo a causa del Coronavirus. Sono pazione mia e di mio padre, ma non so perché alla fine certo che, come allora, nei prossimi Sinodi non si concretizzò: credo per delle ferie già fissate altrove, il Signore ci darà nuove energie spirituali. e certo la mamma non avrebbe fatto quella sfacchinata con noi. Ricordo molto bene quando alcuni mesi dopo arrivò in casa il libro di fotografie e ricordi assemblato da ABITARE I SECOLI Ezio Capello, alpinista e scrittore. Quel volume rilegato Pagine di storia nelle valli valdesi in copertina rigida mi ha fatto compagnia tanti anni, fra e nel Pinerolese un racconto dell’avventura e un’immagine di marcia o di *Claudio Pasquet accampamento, con tanti volti allora ignoti e che nel tem- Pastore valdese po avrei imparato a conoscere per le vie di Torre Pellice. (Claudio Geymonat)

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13 CULTURA Nonostante il periodo di lockdown i Teres Aoutes String Band hanno deciso di pubblicare il loro secondo album in cui la tradizione occitana si mescola a molte sonorità

Courenta e Cadillac Claudio Petronella attuale rivisitato con sagace eres Aoutes String Band, ironia. Avete presente Get «Courenta & Cadillac». Lucky dei Daft Punk? Ebbe- Perché pubblicare un ne, con i Teres Aoutes String Tnuovo lavoro discografico Band questa famosa canzo- durante un periodo di lock- ne è diventata Cuntent cuma down? Perché far uscire il en giari (tradotto: contento proprio secondo album, no- come un topolino). toriamente una sfida per ogni Courenta & Cadillac evo- band che vuole essere all’al- ca l’ideale colonna sonora tezza del precedente disco, in di un film dove ammiriamo tempi di isolamento sociale assolate e verdi distese di Luca Motto da Covid-19? I Teres Aoutes campi infiniti che si lasciano String Band hanno la rispo- piacevolmente attraversare La galleria Scroppo si rinnova sta giusta a queste domande: viaggiando in macchina (in innanzitutto per la profes- Cadillac?). Il disco è disponi- l periodo di lockdown causato dalle re- co e organizzativo della Galleria composto, sionalità mostrata dai loro bile su tutti gli store digitali strizioni ministeriali vissuto nelle scor- tra gli altri, dal docente e storico dell’arte arrangiamenti, poi per la ca- e su Spotify, ed è distribuito se settimane non ha fermato l’attività Francesco Poli e dall’architetto Massimo pacità di evocare le atmosfe- nel catalogo della WMusic, della Civica Galleria d’Arte Contempo- Venegoni. re tipiche delle feste popolari label discografica che offre Iranea Filippo Scroppo di Torre Pellice. Il Quali sono i primi progetti post lock- nelle quali è bello lasciarsi al pubblico interessanti pro- lavoro partito alcuni mesi fa ha visto so- down della Galleria Scroppo? Luca Motto, trascinare in balli spensierati poste legate alla world music spendere i progetti espositivi che saranno curatore e coordinatore della Galleria, ha pieni di leggerezza. e folk Made in . Nell’at- finalmente proposti negli imminenti mesi confermato la seconda edizione di Una Courenta & Cadillac, se- tesa di poter ascoltare i Teres estivi. Le prossime esposizioni mostreran- Torre d’Arte, rassegna che proseguirà il condo album dei «Teres Aou- Aoutes dal vivo, e per rice- no al pubblico i primi risultati del proces- lavoro iniziato lo scorso anno con attività tes String Band», è stato pub- vere il loro consigliatissimo so di rinnovamento della Civica Galleria, espositive e musicali affiancate da talk pub- blicato lo scorso 27 aprile a secondo disco, vi invitiamo al quale sta contribuendo in modo deter- blici con artisti. «Questa estate saranno due anni di distanza dall’in- a visitare il sito www.teresa- minante la vincita del bando promosso da proposte due mostre. La prima sarà a luglio teressante esordio de Lo outesstringband.com e a se- Hangar Piemonte, realtà regionale che as- e riguarderà i luoghi dove nasce l’Arte, ov- rock’n Roll de la Mountagna. guire il gruppo su Facebook e siste gli enti locali nella loro promozione vero il dialogo tra le opere della Collezione La band creata dal mandoli- Instagram. culturale. con le fotografie di studi d’artista scattate nista e cantante Mario Polet- Secondo Maurizia Allisio, assessora alla da Marco Corongi e Stefano Greco. Il se- ti (nei «Lou Dalfin» dal 2004) Cultura del comune di Torre Pellice, due condo evento espositivo sarà a settembre: con Fabrizio Carletto, bas- sono stati gli elementi che hanno permes- “Arte e Resistenze” proporrà un dialogo tra sista del progetto Occitanas so di vincere il bando Hangar Piemonte, opere sulla Resistenza realizzate da storici e dei «Lou Seriol», insieme risultato per nulla scontato: «Innanzitut- maestri presenti in Collezione e i lavori di a Oreste Garello alle chitar- to è stato considerato il coraggio di tenere giovani artisti che proporranno le loro idee re e a Diana Imbrea al violi- aperta una galleria d’arte contemporanea su resistenze contemporanee declinate a no, con Courenta & Cadillac pubblica in un luogo periferico rispetto a esempio sulla cura dell’ambiente sul dirit- accompagna piacevolmente Torino; l’altro elemento fondamentale è la to al lavoro». Coinvolgere le fasce deboli di l’ascoltatore in un raccon- storia della Galleria, un progetto culturale pubblico, attirare giovani artisti e interagi- to musicale che rispetta ed che esiste dal 1948». Focalizzare la mission re con il territorio e le scuole di ogni livello: esalta la musica tradizionale e la vision della Scroppo, comunicare que- questi sono i prossimi ambiziosi passi della dell’intero arco alpino occi- sti fattori e programmare il futuro: questi Galleria Scroppo, un incubatore di cultura dentale unendola al blues, al sono gli elementi su cui Hangar sta contri- che vuole affermare la sua presenza in val folk balcanico e al pop più buendo a supporto del Comitato scientifi- Pellice e in Piemonte. [C.P.]

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14 SERVIZI Si è a lungo discusso sulla riapertura dei luoghi di culto: a cattolici e valdesi si sono ritrovati, all’aperto e rispettando le indicazioni, per una veglia ecumenica di Pentecoste

Tutti i segreti dell’instabilità pomeridiane a stagione calda sta ormai girando mancanza di strati inversionali (uno stra- liera, rovesci e temporali sui nostri rilievi a pieno regime e con essa ritorna to d’aria calda sopra a uno più freddo) che ogni tanto riescono a raggiungere la Lprepotentemente di moda anche l’insta- che potrebbero bloccare i moti convettivi. fascia pedemontana con le precipitazioni. bilità, soprattutto nelle ore pomeridiane. L’aria calda più leggera continua quindi L’eventuale refrigerio resta però decisa- Proprio per questo avrete sicuramente letto a salire in mezzo ad aria più fredda, mente effimero, perché legato all’aria fred- nelle nostre recenti previsioni, e non solo, instabilizzandosi durante il suo percorso. da riversata al suolo dalle precipitazioni l’espressione “nuvolosità cumuliforme in Per questo motivo durante le nostre che però non è determinata da un vero formazione sui rilievi”: ma come mai si “care” giornate afose d’estate è facile osser- fronte freddo, ma dal semplice raffredda- forma proprio sui rilievi e nelle ore pome- vare, spesso anche con cadenza giorna- mento dell’aria risalita a quote superiori. ridiane? Prima di continuare a leggere fermatevi un attimo e provate a pensare alla risposta. Nell’immaginario comune i fenomeni temporaleschi sono per lo più associati ai contrasti termici tra aria calda e altra più fredda che sopraggiunge ma nelle zone montuose la “quotidianità” dei pomeriggi estivi, anche in caso di alta pressione, sono i temporali di calore pomeridiani. La definizione di calore spiega già molto bene la loro origine, data da aria più cal- da che si alza quasi come una bolla dal terreno a causa del forte soleggiamento diurno e della ventilazione presente al suolo. Se questo fenomeno è ben presente anche in pianura, sui rilievi è decisa- mente facilitato. Da un lato abbiamo la pendenza dei versanti montani che fungono da vere e proprie rampe di lancio (stessa situazione della collina di Torino) dall’altro c’è il fattore favorevole dato dalla

Pentecoste ecumenica n bell’incontro, di speranza. La veglia ecumenica di Penteco- ste sul sagrato della parrocchia di S. Pietro in Vincoli a Villar Perosa, sabato 30 maggio, ha coinvolto cattolici e valdesi, nel Uricordare la discesa dello Spirito Santo su quella che stava diventan- do la chiesa di Gesù Cristo. Nonostante il distanziamento fra i posti a sedere e l’uso della mascherina, lo sfondo delle montagne e il vento della hanno dato l’idea dell’apertura fiduciosa al domani, anche a chi seguiva la diretta Youtube da casa. Il diacono Enrico Berardo ha sottolineato il valore di una pratica ecu- menica che ha preso il posto della diffidenza; ne fanno fede, da molti anni, i Convegni storici al lago del Laux. Il titolo di uno di essi suona Dai conflitti alla convivenza, ma si tratta ora di fare altri passi verso la piena fraternità. Claudio Bertin ha chiarito che i culti, secondo le procedure necessarie, sarebbero iniziati solo domenica 7 giugno, ma ciò non impedisce allo spirito del dialogo di manifestarsi. Le letture bibliche sono state tratte da Gioele, dal cap. 12 della I epistola ai Corinzi e dal cap. 10 del Vangelo di Giovanni («Pace a voi... ricevete lo Spirito Santo») e la predicazione è stata tenuta dalla pastora Erika Tomassone, che ha sottolineato come l’apparizione del Cristo abbia cambiato la mente ai discepoli: da isolati che erano, e contristati, sono ravvivati e pronti ad andare a testimoniare nel mondo. Il pastore Eugenio Bernardini e don Orlando Aguilar, con tut- te e tutti i presenti, hanno chiuso l’incontro con il Padre nostro. (a.c.)

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 15 SERVIZI Ancora un numero del giornale distribuito in modo ridotto a causa del Covid-19: ci scusiamo con lettori per questo inconveniente con la speranza di “ritrovarci” a luglio

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Nel 1954 nasce lo Sport Club Angrogna, che primo impianto di risalita della zona: 400 me- presente e un futuro decisamente più proble- tocca punte di oltre 200 soci (attualmente sono tri di sviluppo e 350 persone di portata all’ora, matici. «La burocrazia uccide le manifestazioni poco più di 100) e, oltre a portare fuori valle i co- in località Bariole, venne inaugurato nel 1961 e sportive, soprattutto se organizzate da piccole lori societari dei suoi atleti lungo piste e sentieri, chiuso pochi anni dopo per via dello scarso in- società che si fondano sul volontariato», dice sostenendo e avviando allo sport molti giovani, nevamento. Ivan Gaydou, attuale presidente dello Sport Club per quasi settant’anni è promotore di iniziati- Alcuni angrognini hanno fatto dell’insegna- Angrogna. «Servono permessi, certificazioni, ve sportive entrate nella memoria valligiana e mento sportivo una scelta di vita diventando omologazioni e assicurazioni, con un impegno non solo: discesa notturna al Passel, fondo alla non solo maestri di sci (nove in tutto), pendolari di tempo e denaro notevole. Un tempo ognu- Vaccera, triathlon (bici, corsa, skiroll), duathlon della neve nei comprensori più o meno vicini, no era responsabile di sé stesso. Ora se solo si (bici e corsa), skiarc (sci e tiro con l’arco), cor- ma anche di skiroll e nordic walking. sbucciano un ginocchio durante una gara chie- sa in montagna lungo vari itinerari più o meno Maestro di sci (nordico e discesa) è anche Willy dono i danni. Molti ci chiedono di riprendere lo lunghi della val d’Angrogna (Mount Servin, trail Bertin, orgoglio sportivo della valle: classe 1944, slalom notturno al Passel, ma chi si prende più delle Barme, “Cur e pedala” al Sap). entrato nella Guardia di Finanza, ha partecipato le responsabilità che una simile manifestazione Sono molti i tesserati che hanno “mosso i pri- a due Olimpiadi (Sapporo 1972 e Innsbruck 1976) comporta? Quest’anno poi il Covid19 ha fatto mi passi” nelle gare di corsa in montagna sui mancando di un soffio il podio nella specialità del la sua parte. Abbiamo dovuto annullare alcune sentieri della valle; alcuni hanno partecipato biathlon (fondo e tiro con carabina). Buon san- iniziative già in calendario». anche a manifestazioni a carattere nazionale e gue non mente e Alex Bertin, pronipote di Wil- Chissà che invece il Covid19 non ci aiuti a ri- internazionale mantenendo sempre ottimi livel- ly, è lo “straniero della val d’Angrogna” in forza scoprire e valorizzare le piccole manifestazioni li di classifica in una lunga carriera agonistica all’Hockey Club Val Pellice e alla ValpEagle. e realtà sportive come quelle che Angrogna ha ricca di soddisfazioni. Angrogna vanta anche il Un passato così ricco e vario si affaccia su un saputo offrire in tutti questi anni…

unione delle Chiese metodiste e valdesi

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